Comments
Description
Transcript
La vicenda ENASARCO posizioni dell
Unione Inquilini Segreteria Nazionale Via Cavour 101, Int. 4 - 00184 Roma - Tel. 0647.45.711 - Fax 06488.23.74 e mail: [email protected] – sito internet: unioneinquilini.it Roma, 5 dicembre 2011. ENASARCO Cronistoria ragionata della vendita 1. L’Enasarco è un ente previdenziale privatizzato. Alle procedure di vendita immobiliare da esso decise, non si applicano le normative vigenti per gli enti previdenziali pubblici, che sono regolate da una apposita legge. Lo hanno deciso il governo e il Parlamento, che hanno previsto nel 1994 la privatizzazione dell’Enasarco e poi hanno precisato che agli enti previdenziali privatizzati non si applicano le norme previste per gli enti previdenziali pubblici in materia di dismissioni immobiliari. 2. La decisione di vendere il proprio patrimonio immobiliare è frutto di una decisione unilaterale della Fondazione Enasarco e non è il risultato di una trattativa con le organizzazioni sindacali degli inquilini, che sono intervenute, dopo la decisione di vendere, al fine di ottenere condizioni di acquisto e tutele sociali adeguate. 3. Il governo ha una forma di vigilanza sulla Fondazione Enasarco e, sulla base di una recente legge del 2010, la facoltà di autorizzare le operazioni di dismissione immobiliare e di utilizzo dei ricavi. Il governo Berlusconi, a detta dell’ENASARCO, ha autorizzato questa operazione. 4. In Parlamento sono state presentate delle risoluzioni parlamentari sulle dismissioni e sulla gestione degli immobili degli enti previdenziali privatizzati. Il risultato di queste risoluzioni è stato un testo che nelle premesse contiene errori e dati inesatti o distorti e si conclude senza impegni vincolanti per il governo e senza la richiesta di alcuna moratoria. Se il Parlamento volesse, invece, potrebbe intervenire con ben altra capacità di incidere nelle scelte degli enti previdenziali pubblici e privatizzati (nonché di tutti gli altri enti che perseguono finalità pubbliche o hanno forme di controllo o vigilanza pubbliche). L’Unione Inquilini ha predisposto un proposta di legge, sia regionale che Nazionale, che prevede l’inserimento del patrimonio abitativo di questi enti nel “social housing”, ponendo vincoli obbligatori e stringenti sia per quanto riguarda i canoni sia in caso di vendita, prevedendo la possibilità di intervento delle Regioni e degli Enti locali. Questa proposta di legge è stata presentata nel Consiglio Regionale del Lazio da parte della Federazione della Sinistra. 5. Non ci spetta come sindacato inquilini di esprimerci nel merito della validità delle scelte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione ma non ci esimiamo di esprimere un giudizio politico generale, così come facemmo nella vicenda della dismissione immobiliare degli enti previdenziali pubblici. Il nostro giudizio è molto critico. Secondo quanto riportato dalla stampa, la parte del leone dei ricavi dalle vendite sarà destinata all’acquisto di titoli di stato (almeno 1,5 miliardi di euro), 500 milioni nell’azionariato, altri 500 milioni in obbligazioni e ulteriori investimenti saranno fatti in investimenti finanziari. Inoltre, l’Enasarco ha contribuito con alcune decine di milioni di euro nei fondi immobiliari previsti dal governo per il “social housing”. Anche se la Fondazione ha precisato che non abbandonerà del tutto l’investimento immobiliare, è del tutto evidente che l’insieme dell’operazione in corso vede una forte ipoteca finanziaria. Un’opportunità in più per garantire in futuro le prestazioni previdenziali? Nutriamo più di qualche dubbio. In generale, il processo di finanziarizzazione del sistema previdenziale è funzionale all’abbattimento del suo ruolo pubblico, alla sottomissione al sistema finanziario e all’affare dei fondi pensione privati. In prospettiva, tutto ciò mette a rischio la copertura delle prestazioni a favore dei lavoratori. 6. Non si può scaricare sulle spalle del sindacato le responsabilità della politica. Noi abbiamo contrattato le procedure di vendita e le tutele degli inquilini dentro il quadro legislativo dato, che è quello sopra descritto. Dentro quel quadro legislativo, abbiamo conquistato alcune tutele per chi non può o non intende acquistare e forme di agevolazione per chi intende acquistare l’alloggio in cui abita. Quanto detto prima, serve a chiarire che noi vogliamo che quel quadro legislativo venga mutato e che non ci limitiamo ad auspicarlo. Abbiamo addirittura presentato un testo di una proposta di legge per dire concretamente come possano essere introdotte per legge una serie di tutele e di garanzie che, sulla base della legislazione attuale, invece, non sono affatto scontate. Anche una moratoria sulla dismissione e sulla gestione dei contratti sarebbe un atto positivo se finalizzato a cambiare il quadro legislativo di riferimento. Se, invece, si limitasse solo a un rinvio delle medesime procedure, sarebbe un puro espediente che potrebbe ritorcersi contro gli inquilini medesimi, costretti, dopo quella sospensione, a riprendere tutto da capo, con maggiori spese e senza la garanzia che le tutele oggi esistenti perdurerebbero. 7. Perché, nel quadro legislativo dato, quello per l’Enasarco è un accordo positivo? • Al contrario che per gli enti previdenziali pubblici, non c’è cartolarizzazione ma vendita diretta tra Ente e inquilino con diritto di prelazione individuale. La cartolarizzazione è una procedura che prevede che l’Ente, ai fini di realizzare subito una entrata, conferisca il patrimonio per intero a un terzo soggetto che poi provvede alla vendita all’inquilini. Questa intermediazione ha un costo che evidentemente si vorrebbe scaricare ai danni degli inquilini e inoltre presenta gravissimi problemi di trasparenza perché il soggetto che fa l’intermediazione sfugge ai controlli e alla trattativa tra le parti. Alcuni altri Enti, tipo l’Enpam, non vogliono prevedere una prelazione individuale agli inquilini, pretendendo di vendere il 100% dello stabile. Facendo così, però, è evidente che gli inquilini potrebbero acquistare in proprio solo se acquistano tutti. Nel caso invece che qualcuno non acquistasse, dovrebbe intervenire anche qui un soggetto esterno, così forte economicamente da possedere la capacità economica di acquistare l’alloggio anche di colui che non può comprare. La vendita diretta agli inquilini, sia in forma individuale che collettiva, è quella che tutela in maniera migliore la trasparenza e la tutela. • Per via di trattativa si sono mutuate le tutele e le garanzie previste per legge nel caso degli enti previdenziali pubblici e che, come detto, non si applicano agli enti previdenziali privatizzati (sconto del 30% più un altro 10% se acquistano almeno il 70% degli inquilini; tutela per gli anziani (almeno 67 anni) che possono a acquistare l’usufrutto dell’abitazione; mutui agevolati; rinnovo contrattuale di 5 anni più 3 o 6 anni più 3 successivamente alla vendita (al momento del trasferimento degli immobili invenduti al fondo immobiliare previsto dall’Enasarco). Su due punti va sottolineata la tutela per chi non può comprare: tutti i contratti vengono rinnovati al momento del trasferimento nel fondo immobiliare alle medesime condizioni già previste(quindi gli anni di tutela partono da quella data e non dalla naturale scadenza del contratto in essere); se non si compra l’alloggio, non c’è vendita all’asta a un terzo soggetto privato (come è previsto per gli enti previdenziali pubblici) ma gli alloggi rimangono all’ente che ha deciso di conferirli in gestione a 2 fondi immobiliari (cosa che la legge gli consente e che avrebbero fatto ugualmente anche in caso che la dismissione non fosse avvenuta perché fiscalmente più vantaggioso). I fondi hanno come scopo la gestione degli immobili, ed è esclusa esplicitamente la vendita a terzi degli stessi. • Sui prezzi di vendita, va fatta chiarezza. La determinazione del prezzo riguarda la proprietà. Nell’accordo, abbiamo posto dei vincoli: il prezzo non può superare il valore medio definito dall’Agenzia del territorio (il riferimento è analogo a quello della legge per gli enti previdenziali pubblici); su di esso si applicano una serie di correttivi che derivano da alcune caratteristiche oggettive dell’immobile (vetustà, localizzazione, servizi, stato di manutenzione, tipologia edilizia, ecc.); una volta così definito il prezzo dell’immobile avverrà il frazionamento per la singola unità abitativa, tenendo conto di un’altra serie di fattori: il piano, l’affaccio, ecc. 8. Il punto principale è la trasparenza del percorso. La trasparenza è la condizione essenziale per garantire la parità di trattamento e l’equità sociale dell’intera operazione. Per questo, vi è stata una discussione molto approfondita per la firma del disciplinare che regola l’acquisto in forma collettiva (quello più conveniente). Abbiamo tenuto ferma la discussione per ore proprio sul punto nevralgico della trasparenza. Il risultato è stato positivo, nel senso che, ferma la responsabilità della controparte sui prezzi, questi saranno comunicati alla commissione di verifica dell’accordo preventivamente all’invio delle lettere al fine di verificarne la correttezza della procedura. Questo per noi vuol dire non solo che i prezzi devono stare entro il limite massimo stabilito (il medio dell’agenzia del territorio) ma anche che deve essere dimostrato come sono stati applicati i fattori correttivi previsti (vetustà, localizzazione, manutenzione, ecc.). 9. L’Unione Inquilini ha svolto l’11 dicembre 2010, un incontro (cui hanno partecipato rappresentanti di comitati di Roma, Milano e Perugia, dove risiedono la stragrande maggioranza degli immobili Enasarco) per decidere le richieste da formulare nella discussione sul disciplinare di vendita. Il nostro punto di vista è molto chiaro: nessuna commistione di ruoli per il sindacato, il cui ruolo è quello della contrattazione e la tutela per tutti gli inquilini (a prescindere da chi scelgono per affidare l’incarico di mandatario per l’acquisto collettivo); ruolo fondamentale della commissione congiunta per l’applicazione dell’accordo e la definizione del contenzioso; verifica puntuale del rispetto delle procedure nella determinazione del prezzo per garantire trasparenza, equità, sostenibilità sociale. 10.L’Unione Inquilini ha il proprio radicamento in maniera particolare nelle cinture periferiche e semiperiferiche;gli inquilini che si rivolgono a noi sono quelli delle fasce popolari e del ceto medio. Non abbiamo, quindi, nessun rapporto con inquilini cosiddetti vip, politici o altri. Non abbiamo fatto scambi o intrattenuto mai rapporti di tipo non trasparente con l’Ente. Saremmo favorevoli affinché gli inquilini con redditi alti (per esempio quelli appartenenti all’ultima fascia di reddito ai fini IRPEF) fossero esentati da riduzioni o sconti nel prezzo. Non accetteremo mai che, nel polverone sollevato per alcuni, venissero messi in discussione diritti e tutele per lavoratori e pensionati. Siamo, quindi, pronti a svolgere un ruolo importante: se le procedure saranno rispettate, agevoleremo al massimo l’operazione; se verificheremo cose che non vanno (prezzi troppo alti rispetto alle condizioni degli immobili, diversità di comportamento a seconda del tipo di inquilini presenti, forme non trasparenti di svolgimento delle procedure, ecc.) saremo pronti ad aprire il contenzioso dentro la commissione per la verifica dell’accordo e con la mobilitazione. Il nostro rapporto privilegiato è, infatti, con i comitati degli inquilini il cui ruolo fondamentale vogliamo far emergere .