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Catturato il nipote di “Cambazza”

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Catturato il nipote di “Cambazza”
In abbinata obbligatoria con Italia Oggi.
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Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003
Raid, incendi e minacce
Calabria ostaggio
del crimine organizzato
Paola, i giovani
del branco
incastrati
dalle telecamere
A Lamezia danneggiate sei auto dell’As
roghi a Reggio, Santa Severina e Mileto
Cartucce e intimidazioni nel Cosentino
In tre responsabili
dell’aggressione
al gestore di un pub
ANASTASI, ARMENTANO, PRESTIA e RETTURA a pagina 12
P. VILARDI alle pagine 15 e 33
Una delle auto dell’As danneggiate a Lamezia
Giovedì 10 novembre 2011
www.ilquotidianodellacalabria.it
Il gestore del pub a terra mentre viene colpito
Latitante da sedici anni è considerato dagli inquirenti uno dei vertici della cosca di San Luca
Catturato il nipote di “Cambazza”
Il boss Sebastiano Pelle, tra i 30 ricercati più pericolosi, preso vicino al porto di Reggio
Il premio
Sabato il via libera al ddl sulla stabilità
e in rete impazza la satira su Berlusconi
Il Montanelli
ai calabresi
Chirico
e Magro
Sebastiano Pelle
ERA latitante da 16 anni Sebastiano Pelle, nipote diretto di Antonio Pelle, “Gambazza”, autentico padrino
della ’ndrangheta reggina.
Il boss, considerato dagli inquirenti uno dei vertici del
clan di San Luca, è stato arrestato ieri dopo giorni di pedinamenti, nei press del porto di Reggio.
Mario Monti e il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e a sinistra una delle tante
vignette satiriche sulla parabola del Cavaliere
messe in rete
PASQUALE VIOLI
a pagina 15
Sant’Onofrio
Napolitano: «Governo subito o voto»
E nomina Mario Monti senatore a vita
Accoltellata
da madre
e figlia davanti
a una scuola
Il presidente cerca di rassicurare i mercati dopo il nuovo crollo della Borsa
G. PRESTIA a pagina 14
servizi alle pagine 4,5 e 6 e commenti di AVIGNONE, CAMPANELLA, FAVA e ROSSANI alle pagine 17 e 18
Chirico e Magro
IL PREMIO di scrittura
Indro Montanelli è stato
assegnato per la sezione
giovani ai calabresi Danilo Chirico e Alessio Magro, autori del libro «Dimenticati. Vittime della
’ndrangheta» (Castelvecchi editore, 2010) . Il riconoscimento, giunto alla
quinta edizione, è organizzato con cadenza biennale.
ANTONIETTA CATANESE
a pagina 51
Reggio. Due reggini e un romano presi mentre tentavano di scassinare la cassaforte. Ricercati altri due complici
Sombrero
Tasse
IERI è stato un giorno
economicamente drammatico. Comunque del
governo uscente tutto si
può dire, tranne che - a dispetto di quanto decanta
il suo ufficio stampa - non
abbia aumentato le tasse.
Viene annunciato un
nuovo aumento delle sigarette, il pacchetto supererà i 5 euro: un tempo
ti chiedevano una sigaretta come banale cortesia, oggi le tieni in cassaforte. Inoltre hanno appioppato una tassa del 6
per cento sulle vincite al
gioco: dal Win for Life al
Gratta e Vinci al Superenalotto. Almeno queste
erano esenti: ora, pur di
non pagare, se non vinci
sei quasi più contento.
Colpo sventato al teatro Cilea: tre arresti
SVENTATO un colpo al teatro
Cilea. I carabinieri hanno arrestato due reggini e un romano mentre scassinavano una
cassaforte. Si cercano due
complici.
GIUSEPPE BALDESSARRO
a pagina 19
Reggio
Operazione
Sistema
interrogatori
oggi al via
a pagina 7
11110
9
771128
022007
E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro
ANNO 17 - N. 310 - € 1,20
Lotta al Crimine
Il gip inizierà stamattina a sentire in carcere
gli otto indagati dell’inchiesta della Dda
Sistema, oggi gli interrogatori
Attenzione dei magistrati puntata sugli imprenditori e sui prestanome vicini alla cosca
L’imprenditore
Il prestanome
Il fulcro
SANDRINO AURORA, è uno degli imprenditori accusati di
bancarotta fraudolenta per aver indebitato e messo in liquidazione una società che gestiva attività commerciali.
ANTONIO Crucitti, nipote del capobastone, viene individuato
come il prestanome a cui la cosca intestava alcune attività pulite.
DOMENICO Suraci è uno dei personaggi chiave dell’inchiesta. Secondo i magistrati sarebbe lui il punto di collegamento
col boss Santo Crucitti.
di GIUSEPPE BALDESSARRO
REGGIO CALABRIA - Inizieranno questa mattina gli interrogatori di garanzia per le
otto
persone
arrestate
nell’ambito dell’operazione
“Sistema”, portata a termine
martedì mattina dai carabinieri del Comando provinciale. Il Gip di Reggio Calabria
Domenico Santoro, oggi si
recherà in carcere a sentire i
detenuti che si trovano in città, mentre gli altri interrogatori si svolgeranno nei diversi penitenziari in cui sono reclusi gli indagati già in manette per altre vicende. A
Reggio quindi saranno sentiti soprattutto gli imprenditori edi fiancheggiatoridella
cosca guidata da Santo Crucitti. E il caso di Sandrino
Amedeo Aurora, di 41 anni,
Antonino Gennaro Crucitti
(31), Antonino Minniti (34) e
Domenico Suraci (38). Mentre in altri penitenziari d’Italia riceveranno la visita dei
Gip territoriali Santo Crucitti (48), Michele Crudo (34),
Carmine Polimeni (31) e Domenico Polimeni (35).
Secondo le accuse formulate dal Pm della Dda di Reggio,
Marco Colamonici, gli uomini della cosca erano riusciti
ad infiltrarsi nelsettore della
grande distribuzione alimentare, dell’intermediazione del credito e dell’imprenditoria edile, grazie ad imprenditori compiacenti. E forti di
questo potere economico avevano tentato di condizionare
l’attività politica cittadina in
occasione delle elezioni amministrative svoltesi nel
2007 a Reggio Calabria.
L’inchiesta «Sistema», come accennato ha portato
all’arresto di presunti affiliati alla cosca Crucitti, operante nel quartiere di ConderaPietrastorta (quartiere che si
trova nella parte alta della città).
Nelle ordinanze, eseguite
dai carabinieri del Comando
provinciale, i magistrati della Dda contestano, a vario titolo, i reati di associazione di
tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni,
bancarotta fraudolenta, aggravati dall’aver favorito alcuni clan della ‘ndrangheta.
Per infiltrarsi nel Comune
di Reggio, secondo l’accusa,
il capo della cosca, Santo Crucitti avrebbe dato disposizione ai suoi di convogliare i propri voti su Pasquale Morisani, allora candidato in una lista civica a sostegno dell’elezione del sindaco Giuseppe
Scopelliti, oggi Presidente
della Regione. Morisani, che
dopo le elezioni della primavera scorsa è assessore al Comune di Reggio (sindaco Demetrio Arena, del centrodestra),non èindagato. Lostesso Gip, infatti, nella sua ordinanza, afferma che «non sono emersi, come correttamentesegnala ilPm,elementi penalmente rilevanti nei riguardi di Morisani».
Il rapporto di conoscenza
tra Morisani ed i componenti
la cosca, scrive il Gip Santoro,
«era emerso già dalla misura
cautelare emessa nei confronti degli esponenti della
cosca Crucitti nel procedimento “Pietrastorta”.
Importanti conferme in tal
senso sono affiorate nel corso
dell’attività Sistema, ove viene fugato ogni dubbio in ordine al sostegno elettorale fornito dalla consorteria a favore del candidato Morisani
nelle amministrative del
2007».
REGGIO CALABRIA. Sinistra Ecologia e Libertà chiede al ministro dell’
Interno che a Reggio arrivi subito la
commissione d’accesso. Non è una
provocazione si parte da un fatto ed è
l’inchiesta giudiziaria “Sistema” che,
se pur non ha portato ad alcun avviso
di garanzia per i politici, ha aperto
uno squarcio sulle elezioni del 2007,
quando alle comunali, quanto Pasquale Morisani, oggi assessore e allora consigliere comunale, era intercettato mentre parlava con il boss Santo
Crucitti di voti.
Sel spara a zero e lo fa con Nino Mallamaci del circolo di Sinistra e Ecologia e Libertà e con Andrea Di Martino,
commissario del partito. Di Martino
parte da un presupposto: «Chiediamo
l’arrivo della commissione d’accesso,
a tutela di tutti, e in primo luogo dello
stesso sindaco Arena, ebbene proprio
per questo è arrivato il momento che il
prefetto, innanzi a questo quadro che
emerge, predisponga l'invio di una
commissione di accesso al fine di veri-
DAL COMUNE
L’assessore Pasquale Morisani
ficare il livello di infiltrazione che la 'ndrangheta ha prodotto nel comune di
Reggio Calabria».
Per Sel, proprio in nome della trasparenza che il sindaco sbandiera da
tempo, adesso è tempo che «Arena avverta l'esigenza di avanzare questa richiesta. Se non ha questa sensibilità,
Sel lo chiede formalmente a tutela delle istituzioni, della democrazia e dei
tanti reggini per bene che sono stanchi di questo andazzo e pretendono di
cambiare questo modo di governare la
città». Secondo Di Martino «si delinea
sempre più un quadro di estrema
preoccupazione per il Comune di Reggio Calabria e la sua penetrabilità da
parte delle 'ndrine».
Sel va oltre anche il Pd, il Pdci e l’Idv,
non chiede solo le dimissioni dell’asessore ma scrive al ministero dell’Interno perchè sia fatta chiarezza, anche
perché questa non è la prima indagine
giudiziaria e infatti Di Martino afferma: « Sono mesi che si susseguono indagini, dichiarazioni di pentiti, depo-
sizioni in sede di giudizio, da cui emerge con sempre maggiore nettezza uno
scambio costante e sistematico di consenso tra esponenti politici locali e 'ndrangheta. Molti di questi episodi riguardano il comune di Reggio Calabria. Ma non ne sono immuni le altre
istituzioni elettive».
Il punto è che al centro di questa vicenda c’è anche una società partecipata dell’ente, la Multiservizi che rischiava di essere “influenzata” dai
Crucitti e Di Martino conclude: «Le società partecipate del Comune emergono come costantemente utilizzate dai
clan per consolidare i loro affari. A
questo quadro si aggiunge il vero e
proprio disastro economico generatosi in questi anni di governo di centrodestra nei conti del comune. Questo,
oltre a influire sulla qualità dei servizi
ai cittadini, rende anche il quadro amministrativo particolarmente poco
trasparente e quando manca la trasparenza la 'ndrangheta sguazza».
and.ill.
|
Da sinistra un solo coro
«L’assessore si dimetta
Arena prenda le distanze»
di ANDREANA ILLIANO
MAI come adesso l’opposizione di centrosinistra del
Comune di Reggio è compatta: Pdci, Pd, Idv e Sel
chiedono le dimissioni
dell’assessore ai Lavori
Pubblici, Pasquale Morisani, non indagato, ma intercettato dalle forze dell’ordine mentre parlava con il
boss Santo Crucitti, durante il periodo delle elezioni
comunali del 2007. È questo lo scenario che viene
fuori dall’inchiesta giudiziaria, “Sistema”. Sel fa di
più, chiede al ministero
l’invio di una commissione
d’accesso a Reggio. Il Pd,
con il subcomissario, Girolamo Demaria non ha dubbi: «Il sindaco Demetrio
Arena assuma
un’immediata e
conseguente iniziativa nei confronti del suo assessore, Pasquale Morisani, pesantemente tirato in ballo dall’inchiesta
'Sistema’, per farlo dimettere affinchè
si impedisca che
sulla gestione di un assessorato così delicato, qual è
quello dei Lavori pubblici,
possano gravare ombre di
qualsiasi natura». Il punto
politico (non penale) è che
l’inchiesta svela un intreccio tra mafia e amministrazione comunale.
Il Pd ne ha anche per Domenique Suraci, oggi non
presente in consiglio comunale ed eletto in passato
con la lista “Per Scopelliti
Sindaco” che si adoperò
per far stipulare una convenzione tra la società gestita di fatto dai soggetti finiti agli arresti e i dipendenti di una delle società
miste del comune di Reggio Calabria.
Sulla questione di Morisani, oggi assessore, il centrodestra non parla. Il sindaco del Comune di Reggio
no, Demetrio Arena non si
esprime. Non appare
all’orizzonte alcun rimpasto. Il centrosinistra lo
chiede. E il coordinatore
provinciale di Idv, Antonio
Marrapodi chiede al primo
cittadino Demetrio Arena
un atto di discontinuità
con la giunta Scopelliti. E
Marrapodi afferma. «Non
è la prima volta che chiediamo al sindaco di dare un
segnale forte di discontinuità col passato. Se altre
volte non ci ha ascoltato, lo
faccia almeno questa volta».
Anche Marrapodi fa riferimento all’inchiesta “Sistema”, allo squarcio aperto tra possibili contatti tra
politica e ‘ndrangheta. Idv
non è giustizialista, ma pone un problema etico e politico: «Lasciamo continuare con fiducia alle forze dell'ordine e alla DDA l'egregio lavoro
iniziato, ma altra cosa è la politica che deve fare la sua parte,
iniziando naturalmente
dal
primo cittadino
della città di
Reggio. - e aggiunge - Chiediamo al sindaco Arena una presa di
posizione ferma, gli chiediamo di prendere le distanze in modo chiaro e
inequivocabile da chiunque getti un'ombra di illegalità sulla cosa pubblica».
Il Pdci è sulla stessa linea:
«Gli atti dell’indagine evidenziano in maniera chiara e incontrovertibile, basta leggere le intercettazioni, i rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, il presunto capo indiscusso della cosca di Condera e Pietrastorta. Questa contiguità è evidenziata nell’ordinanza del Gip - e aggiungono - in una città normale
l’assessore si sarebbe immediatamente dimesso e,
comunque, se non l’avesse
fatto sarebbe stato immediatamente revocato da un
qualsiasi sindaco, degno
di tale carica».
«Grave
il ruolo
di Suraci
coi Crucitti»
Il commissario provinciale Di Martino
Sel scrive al ministro
«Subito la commissione
d’accesso al Comune»
|
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Primo piano 7
Giovedì 10 novembre 2011
Giovedì 10 novembre 2011
24 ore
in Calabria
Lamezia. Mezzi imbrattati con spray rosso, vetri rotti e pneumatici bucati A Reggio Calabria
Rogo all’auto
del dirigente
della Procura
Sei auto dell’azienda sanitaria danneggiate nel cortile dell’ex Inam generale
Raid al parcheggio Saub
di PASQUALINO RETTURA
LAMEZIA TERME - Blitz
vandalico contro sei auto
dell’azienda sanitaria.
Non si capisce se sia stata
l’azione di qualcuno che
magari ha pensato alla
“vendetta” per una richiesta «non soddisfatta», oppure se si è trattato di un atto ritorsivo o addirittura di
un’intimidazione bella e
buona all’azienda sanitaria
provinciale e più in particolare ai vertici della sanità
lametina o magari a qualche decisione non mandata
giù.
Una certezza però c’è. E’
quella che è stata appurata
ieri mattina da alcuni dipendenti dell’azienda sanitaria in servizio al palazzo
ex Inam prima ed ex Saub
poi, di cui tra l’altro spesso
si è parlato di vendita da
parte dell’azienda e quindi
di trasferimento dei servizi
per gli utenti (numerosi
ambulatori, commissione
invalidi, prenotazioni varie).
Introducendosi nel cortile da dove si accede da via
Cristoforo Colombo scavalcando la sbarra posta all’ingresso, probabilmente più
di qualcuno ha messo a segno un vero e proprio raid
vandalico contro le auto
(Fiat Panda) dell’azienda
sanitaria. In tutto sei le auto danneggiate che sono
state imbrattate con spray
rosso. Ma i malintenzionati
hanno anche mandato in
frantumi i vetri delle auto,
sia posteriori e anteriori, e
bucato i pneumatici.
Il danno quindi è serio
ma anche dagli aspetti inquietanti e poco chiari, dal
momento che il clima intorno alla sanità lametina è pesante.
Di cosa si sia trattato dovranno stabilirlo i carabinieri che sono intervenuti
non appena hanno ricevuto la segnalazione dai dipendenti stessi dell’azienda.
Tra l’altro, e questo non è
un particolare di poco conto, cinque delle sei auto prese di mira nel raid vandalico, erano in ottimo stato
tant’è che erano state acquistate da poco.
Sarà che chi ha compiuto
il blitz notturno (che potrebbe aver agito su mandato di qualcuno) all’interno del cortile (fra l’altro non
molto distante dal tribunale di Lamezia Terme) evidentemente ben sapeva che
quelle auto erano stata acquistate da poco.
Un episodio quindi su cui
l’azienda sanitaria al momento non ha inteso commentare in maniera ufficiale.
Sul fronte delle indagini,
intanto, i carabinieri hanno ascoltato e continueranno a farlo anche nei prossimi giorni i dipendenti
dell’azienda sanitaria che
prestano servizio al palazzo ex Inam di piazza Borelli.
Chissà se nelle dichiarazioni di qualche dipendente
non esca fuori qualche elemento utili per indirizzare
le indagini nella giusta direzione e quindi individuare i responsabili.
Le auto in sosta nel cortile del palazzo ex Inam; a lato: una delle Fiat Panda danneggiate
Destinatari l’ex presidente e l’ex direttore generale della Bcc della Sibaritide
Cartucce e minacce sul portone
di EMANUELE ARMENTANO
SPEZZANO ALBANESE – Un cartello
con minacce di morte, con due cartucce annesse, è stato rinvenuto ieri mattina sul portone d'ingresso dell'abitazione di Nicola Lucchetti, ex presidente della Camera di
Commercio di Cosenza ed ex presidente
della locale Bcc della
Sibaritide. Il messaggio, scritto su un pezzo di cartone attaccato con fil di ferro sul
battente dell'enorme
portone che dà sulla
centralissima Via Nazionale della tran-
La banca
che dirigevano
è stata
assorbita
A Mileto, nel Vibonese
quilla città di Spezzano Albanese, tira
in ballo anche l'ex direttore generale
della vecchia Bcc Vincenzo Mauro.
La scoperta sarebbe stata fatta quasi per caso da qualche passante nella
prima mattinata. Non sono ancora le
otto, infatti, quando qualche pedone
si accorge di questo strano cartello
che penzola in maniera anomala dal
portone di casa Lucchetti. La curiosità è alta quindi ci si avvicina per leggere il cartello da cui si apprende che non
si tratta di uno scherzo, sopra vi sono
chiare minacce di morte. Scatta l'allarme e vengono avvisati i carabinieri
della locale stazione, guidata dal Maresciallo Sergio De Cristofaro, che
giungono sul posto e sequestrano
l'avviso, con su scritto “A morte tu e
Mauro”,ele cartucce.Partonoleindagini mentre il diretto interessato sporge denuncia verso ignoti. I militari
della Compagnia di San Marco Argentano, al comando del Capitano Rocco
Taurasi, non escludono nessuna pista
anche se il legame fra Lucchetti e Mauro fa pensare che la cosa possa essere
legata a questioni inerenti la Banca di
Credito Cooperativo della Sibaritide di
Spezzano, in cui le due vittime hanno
assunto ruoli dirigenzialidi primissimo ordine e che oggi non esiste più
poiché assorbita dalla Bcc Mediocrati
di Cosenza. Resta chiaro che un atto
del genere ha gettato nello sconforto e
nella paura la cittadinanza che non
avrebbe mai pensato di doversi confrontare con certi atti intimidatori.
REGGIO CALABRIA, 9
NOV – L'automobile del
primo dirigente della Procura generale di Reggio
Calabria, Sandro Maria Velardi, è stata incendiata la
scorsa notte da persone
non identificate. La vettura era parcheggiata nei
pressi dell’abitazione di Velardi, nel centro di Reggio.
Era in uso alla moglie del
funzionario che è una psichiatra e si occupa di assistenza a tossicodipendenti,
ma sull’auto c’era bene in
vista l’insegna della Procura generale. C’è il sospetto
quindi che si tratti di un atto intimidatorio. È già stato aperto un fascicolo d’indagine che è ora in mano ai
carabinieri. Due giorni fa
era stato incendiato un
pneumatico della stessa
vettura. Il rogo di ieri è avvenuto alle 2 e 50 della notte nella centralissima piazza Orange di Reggio. Nel
corso della giornata si sono
registrate attestazioni di
solidarietà nei confronti
Velardi.
Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ha
sottolineato «l’attività puntuale e inflessibile del funzionario», condannando
«con fermezza questi vili
atti intimidatori che non
possono condizionare chi
dedica la propria vita in favore della legalità». Si è fatta sentire anche la sezione
reggina di Italia dei Valori,
che ha sottolineato che «le
minacce ai fieri cittadini
che svolgono il loro compito con dedizione nelle istituzioni non sono purtroppo una novità».
Santa Severina. Solidarietà alla coop che gestiva i servizi. Danni ingenti
Malviventi
danno fuoco
e distruggono
un ristorante La struttura aveva aperto i battenti soltanto lo scorso 24 ottobre
Incendiato centro per disabili
di GIANLUCA PRESTIA
di ANTONIO ANASTASI
MILETO - Ammontano a svariate decine di migliaia di euro
i danni provocati dall’incendio che ha quasi distrutto l’interno del ristorante pizzeria
“San Pietro”, sito lungo la Statale 18 nei pressi per il bivio di
San Calogero. I malviventi si
sono diretti verso la porta
blindata che dava accesso al
locale e che hanno aperto a colpi di mazza impiegandoci alcuni minuti. Una volta all'interno, hanno cosparso una tanica dibenzina di circa20 litri
su sedie, tavoli, suppellettili
varie e quant'altro, dopo di
che hanno appiccato l'incendio. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili
del fuoco del comando provinciale che, con non poca fatica,
sono riusciti ad estinguere
l'incendio ed evitare che distruggesse l'intera struttura,
mentre le indagini sono coordinate dai carabinieri della
stazionedi Miletoe dellaCompagnia di Vibo Valentia.
Giuseppe Vallone, titolare
dell’attività, nel corso degli
anni ha ricevuto numerosi
premi anche di valenza nazionale.
SANTA SEVERINA - E' quasi come
sparare sulla Croce rossa: è più o meno
quello che hanno fatto i “soliti ignoti”,
l'altra sera, poco prima della mezzanotte, a Santa Severina, appiccando un incendio al centro diurno zonale per disabili “Porte Aperte, ubicato in via 24
maggio, che soltanto lo scorso 24 ottobre aveva schiuso i battenti per cominciare ad erogare servizi. I vandali sono
entrati nel centro dopo aver sfondato
una porta al piano terra e hanno cosparso i locali di liquido infiammabile
per poi innescare il rogo e dileguarsi,
protetti dall'oscurità. Sul luogo dell'incendio sono intervenuti carabinieri e
vigili del fuoco che hanno rinvenuto
una tanica di benzina all'interno del
centro, le cui stanze sono state rese inservibili. Ingenti i danni, non coperti
assicurativamente. È andata completamente distrutta la sala mensa, sono
state danneggiate porte e arredi nelle
stanze adibite alla riabilitazione dei disabili. Sulla struttura, messa a disposizione dal Comune di Santa Severina,
l'amministrazione provinciale era intervenuta finanziariamente attraverso il cosiddetto “Patto per il sociale”. Così fu possibile la ristrutturazione totale
dei locali necessaria per l'accoglienza
diurna dei disabili.
L'investimento ammontava a ben
355.000 euro. Il centro è gestito dal
Il locale distrutto dall’incendio
Co.ri.s.s. (Cooperative riunite socio sanitarie) presieduto da Salvatore Maesano. Per il presidente della Provincia
di Crotone, Stano Zurlo, e l'assessore
alle Politiche sociali, Maria Adele Bottaro, si tratta di «un fatto gravissimo hanno detto - che si ripercuote sul territorio e soprattutto sull'utenza rappresentata da decine di disabili che nel
centro avevano trovato un luogo idoneo per trascorrere diverse ore della
giornata impegnandosi attivamente
nei laboratori teatrali, artigianali, nella sala multimediale informatica. Siamo convinti -concludono il presidente
Zurlo e l'assessore Bottaro - che gli inquirenti faranno piena luce sugli autori del vile gesto che colpisce, oltre che i
disabili e le loro famiglie, anche l'intera
comunità di Santa Severina».
Per Diodato Scalfaro, sindaco di Santa Severina, «quello compiuto è un atto
ignobile che si ripercuote non solo sull'amministrazione comunale ma sulla
comunità di Santa Severina e su quelle
vicine che utilizzavano il centro».
I carabinieri indagano a vasto raggio
e cercano di capire il perché dell'accanimento contro una struttura che aiutava persone con handicap. Le indagini,
in particolare, vengono condotte dai
militari della Compagnia di Petila Policastro, diretta dal capitano Claudio
Martino, che in questa fase stanno cercando di inquadrare il contesto in cui
potrebbe essere maturato il fattaccio
ma ancora non battono una pista privilegiata.
Attestati di solidarietà dal mondo
cooperativo.
Da Lega coop Calabria alla cooperativa di solidarietà sociale Agorà Kroton è
uno stringersi attorno al Coriss per
l’inquietante episodio di chiara matrice intimidatoria. Solidarietà bipartizan dalla politica: dal parlamentare del
Pd Nicodemo Oliverio al Pdl crotonese.
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12
BREVI
L’INCHIESTA DI PAOLA SUL MARE SPORCO
ARRESTATI UN UOMO E UNA DONNA
FINO ALL’1 GIUGNO IN DIREZIONE NORD
Concessi i domiciliari al dirigente Smeco
Picchiano bambini per rubare 5 euro
Restringimento dell’A3 a Santa Trada
A DOMENICO Albanese, direttore tecnico della Smeco,
sono stati concessi gli arresti domiciliari, nell’ambito
dell’inchiesta della Procura di Paola sull’inquinamento
del Tirreno cosentino. Nei giorni scorsi anche l’altra indagata, Lilia Plastina, aveva ottenuto i domiciliari.
UN uomo di 43 anni e una donna di 27 sono stati arrestati a Terranova da sibari: nel mese di ottobre avevano
avvicinato due bimbi di 12 e 9 anni intenti a giocare nel
cortile di casa e li hanno percosso per impossessarsi dei
5 euro del bambino e di uno orecchino della sorellina.
DALLE 9 di lunedì prossimo alle 22 del primo giugno
2012 sarà attivo un restringimento della carreggiata
sull’A3 per circa 1,4 chilometri all’altezza dello svincolo di Santa Trada in direzione nord, a causa dei lavori
per il sesto macrolotto.
Il pm Guarascio: «Ci fu abuso». Manno: «La legge mi permette la chiamata diretta» Falsi investimenti
Truffati in 72
ma il reato
è stato
Indagato il presidente del Consorzio di Bonifica catanzarese prescritto
Nove assunzioni sospette
di STEFANIA PAPALEO
CATANZARO - Nove assunzioni a tempo indeterminato. Per adeguare l'organico
alla realizzazione della Diga del Melito. Che poi i lavori fossero sospesi poco importa. La necessità c'era e
l'urgenza, a quanto pare,
pure, se è vero che il presidente del Consorzio di Bonifica “Alli Punta di Copanello”, Grazioso Manno, per
accorciare i tempi aveva
“pensato bene” di procedere
con la chiamata diretta,
senza ricorrere alla graduatoria degli uffici di collocamento, tanto meno bandendo apposita selezione o
concorso.
«Le norme me lo consentono. Come Consorzio di Bonifica posso assumere senza concorsi, nel pieno rispetto dello Statuto consortile e del piano di organizzazione variabile consortile»,
ha già fatto sapere Manno.
Ma non la pensa così la magistratura che, per mano
del sostituto procuratore
della Repubblica di Catanzaro, Domenico Guarascio,
ha già portato al traguardo
un fascicolo penale aperto
lo scorso anno sulla vicenda.
Abuso d'ufficio in concorso è l'accusa confluita in un
provvedimento di chiusura
delle indagini che, ieri mattina, ha raggiunto il presidente del Consorzio di bonifica “Alli Punta di Copanello”, Grazioso Manno, che
adesso avrà 20 giorni di
tempo per difendersi nelle
sedi opportune, chiedendo
di essere interrogato alla
presenza del suo avvocato
di fiducia o depositando
una memoria difensiva, finalizzata a chiarire tutti i
dubbi sollevati intorno a
quelle assunzioni a tempo
indeterminato, definite tra
il mese di luglio del 2009 e il
mese di maggio del 2010.
Assunzioni decise da
Grazioso Manno in qualità
di ex commissario del Consorzio di Bonifica e da quest’ultimo motivate dalla necessità di adeguare l'organico a suo parere carente
per la realizzazione della diga sul fiume Melito, nonostante i lavori della importante infrastruttura risultino sospesi.
Da qui la denuncia che
era stata presentata, nell'immediatezza dei fatti, da
chi aveva mal digerito le assunzioni dei nove lavoratori in questione e la successiva decisione della Procura
della Repubblica di Catanzaro di avviare le indagini,
dalle quali, tra le altre cose,
è emerso che i containers, in
cui si sarebbe dovuto svolgere l'attività amministrativa delle nove persone assunte a tempo indeterminato, non sono stati mai utilizzati e che due di loro, inoltre, furono subito destinate
ad altre amministrazioni,
tra cui l'Agenzia per l'erogazione in agricoltura (Arcea) e la struttura degli uffici dell'ex vice presidente del
Consiglio regionale, Pietro
Amato (Pd).
«Non sapevo nulla sul fatto che ci fosse un'indagine
della Procura in corso nei
Grazioso Manno
Il pm Domenico Guarascio
miei confronti. In un momento di grave crisi economica e di disoccupazione
galoppante è strano che io
venga indagato per aver assunto del personale», ha intanto commentato il presidente del Consorzio di bnìonifica, Grazioso Manno,
che ha poi aggiunto: «Con
tutto il rispetto che debbo alla magistratura, tant'è che
spesso in passato mi sono
rivolto ai magistrati per denunciare alcune vicende,
sono felice di essere indagato per aver assunto. Sono
assolutamente sereno per
questa vicenda poichè le
norme mi consentono, come Consorzio di Bonifica, di
assumere senza concorsi,
nel pieno rispetto dello Statuto consortile e del piano di
organizzazione variabile
consortile. Questo è quanto
dichiarerò ai magistrati
quando sarò chiamato».
E solo a quel punto anche
il sostituto procuratore,
Domenico Guarascio, alla
luce della tesi difensiva raccolta, potrà decidere se andare avanti con una richiesta di rinvio a giudizio o di
archiviazione, passando, in
entrambi i casi, la parola al
gip.
di BRUNETTO APICELLA
CATANZARO - Cadono sotto i
colpi delle prescrizioni le accuse relative a quella presunta associazione a delinquere,
finalizzata alla commissione
di una serie indeterminata di
truffe che avrebbero colpito,
nel corso degli anni, 72 malcapitati calabresi che sarebbero stati coinvolti in investimenti fantasma dai quali sarebbe nata una sorta di catena
di Sant'Antonio tra gli acquirenti di quote che, dopo essere
stati allettati da facili e lauti
guadagni, sarebbero stati costretti a frequentare corsi a
pagamento per migliorare le
tecniche di vendita. E per chi
fiutava l'imbroglio minacce
di ogni tipo, fino a violenze
sessuali contestate ai danni di
una delle presunte vittime dei
raggiri che sarebbe stata sodomizzata con un palo di scopa, imbevuto all'estremità di
olio. E se le accuse relative alla
commissione di truffe si sono
fermate davanti al gup di Roma, un altro stralcio del procedimento con l'accusa di violenza sessuale resta aperto
davanti al Tribunale di Velletri, solo per alcuni degli imputati.
Il gup del Tribunale di Roma ha dichiarato la prescrizione per diverse persone tra
le quali i calabresi Francesco
Chiodo (46 anni ), di Catanzaro, Domenico Simonelli (47),
di Tropea, Eugenio Selvaggio
(50), di Vibo Valentia. Ed ancora: Salvatore Proganò (40),
di Girifalco, Francesco Laugelli (48), di Amaroni e Salvatore Cimino (46), di Catanzaro, tutti e tre, assistiti dall'avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, e per il quale il gup ha disposto il non luogo a procedere “per non aver commesso il
fatto” dichiarando nello stesso tempo una loro estraneità
“al consesso criminale”. Gli
altri imputati sono stati difesi
dagli avvocati: Gregorio Viscomi, Carlo Talarico, Anselmo Torchia, Stefania Valia,
Pierino Fallico, Ignazio Di
Renzo e Giovanni Vecchio.
Tutte le persone erano indicate come i promotori di una
società - la “Bolin international traders”, con sede a Londra - nel settore della commercializzazione di fantomatiche
monete d'oro denominate
bullion, la cui attività sarebbe
poi sfociata in una catena di
Sant'Antonio tra gli acquirenti di quote costretti a frequentare corsi a pagamento
per migliorare le tecniche di
vendita, denominati “Seminar Power”, dal costo di 1 milione e 200 mila delle vecchie
lire per la prima partecipazione, 700 o 800 mila lire per i
corsi seguenti della durata di
un week-end, fino al prezzo
compreso fra i 3 ed i 5 milioni
di lire per i corsi di leadership.
Altresomme, infine,sarebbero state dovute per accedere a
fantomatici siti Internet, dove verificare tutte le informazioni relative alla propria posizione.
In un caso, nell'autunno
del 1999, sarebbe stata perpetrata anche una violenza sessuale di gruppo ai danni di un
sottoscrittore delle quote che,
scoperta la truffa,avrebbe voluto denunciare gli aderenti
all'organizzazione. Cosa che
fece solo nell'estate del 2004.
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Calabria 13
24 ore
Giovedì 10 novembre 2011
Nipote di “Gambazza”, era latitante da 16 anni ed è considerato uno dei vertici della cosca di San Luca
Catturato Sebastiano Pelle
Era tra i 30 ricercati più pericolosi, lo hanno fermato nei pressi del porto di Reggio
di PASQUALE VIOLI
COLPO del Ros, preso il super latitante di San Luca Sebastiano Pelle. Il boss era inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 30 latitanti più pericolosi. Erano
circa le nove di ieri sera quando i carabinieri del Reparto
operativo speciale guidati
dal colonnello Stefano Russo
hanno deciso di agire, il super latitante sarebbe stato
catturato nella zona Nord di
Reggio Calabria, nelle vicinanze del porto, dopo alcuni
giorni di indagini serrate e
pedinamenti.
Sebastiano
Pelle classe 1954 era ricercato dal 1995 per associazione
per delinquere finalizzata al
traffico internazionale di armi e sostanze stupefacenti ed
altri reati. Deve scontare una
pena di 14 anni di reclusione.
Il latitante è nipote diretto
di Antonio Pelle “Gambazza”, autentico padrino della
‘ndrangheta reggina. Secondo la Dda di Reggio Calabria Sebastiano Pelle è diventato in questi anni uno dei
vertici dei clan della provincia reggina, capace di impartire ordini e di gestire i traffici anche dalla latitanza. Un
personaggio dalla caratura
criminale di assoluto livello, nui movimenti specialmente
tanto che nel 2006 erano sta- di quelli che gli investigatori
te diramate le ricerche in consideravano le persone
campo internazionale per il più vicine a Pelle, hanno consuo arresto anche ai fini sentito di stringereil cerchio
sul super latitante. Lo scorso
estradizionali.
Per adesso bocche cucite anno diversi erano stati i
blitz sia nelle abitasulle
modalità
zioni che nelle camdell’azione degli
pagne di San Luca
uomini del Ros e su
che hanno consenquella che potrebtito ai carabinieri
be essere la rete di
di mettere pressiocopertura che ha
ne intorno a tutto
dato la possibilità
l’entourage di Seal boss di San Luca
bastiano Pelle.
di restare in libertà
E forse è proprio
per tanti anni noperché le zone
nostante
fosse
dell’Aspromonte
braccato dalle forsembravano semze dell’ordine. Le
pre meno sicure e
ricerche di Pelle, Sebastiano Pelle
più controllate che
anche, se negli ultimi anni non era balzato agli il boss ha deciso di cambiare
onori della cronaca, sono zona. Così nelle ultime setticontinuate sotto traccia ma mane le indagini del Ros si
in modo serrato. Già due an- erano spostate su Reggio Cani fa, nel 2009, i carabinieri labria città, dove si era trovapare fossero arrivati ad un ta una pista giusta per chiupasso dalla cattura, quando a dere il cerchio intorno a Pelcasa di uno dei suoi parenti, a le. Ieri sera poco dopo le 21
San Luca, trovarono un bun- l’epilogo. I carabinieri forse
ker ancora “caldo”. Da allora avevano capito che il boss di
probabilmente il Ros capì che San Lucaera prontoad unalaveva imboccato la strada tro spostamento, e per quegiusta e non ha più dato re- sto motivo hanno deciso di
spiro al boss, costretto con agire fermando dopo 16 anni
ogni probabilità a cambiare di fuga Sebastiano Pelle nelle
spesso nascondiglio per non vicinanze del porto di Reggio
farsi intercettare. E i conti- Calabria.
Il Caseificio sociale Croce di Magara s.c.ar.l. in L.c.a.
cod.fisc.00122460785 – P.iva 00122460785 - in persona del
suo legale rappresentante, Commissario Liquidatore avv.
Fabrizio Meo, nominato con D.M. n.112/2004 del 31.03.2004
pubblicato sulla G.U. Serie Generale n.98 del 27.04.2004,
domiciliato per la carica in Crotone alla Via Messinetti n.11
presso la sede della Liquidazione, in forza di autorizzazione
del Ministero dello Sviluppo economico prot.n.0168199/2011
RENDE NOTO
che il giorno 30/11/2011 alle ore 17:00 presso lo Studio del
dott. Riccardo Proto, Notaio in Crotone, sito alla Via Silvio
Paternostro, pal.Messinetti, piano I°, si procederà alla vendita
con aggiudicazione a pubblico incanto del seguente complesso immobiliare, di proprietà della procedura, posto in vendita
in lotti separati:
LOTTO 1° : IMMOBILE SITO NEL COMUNE DI SPEZZANO
DELLA SILA (CS) IN CONTRADA CROCE DI MAGARA, IDENTIFICATO IN N.C.E.U. AL FOGLIO 27, PARTICELLA 496,
SUB. 7, COMPRENDENTE UNA CORTE ED I FABBRICATI
DELL’EX OPIFICIO, CONSISTENTI IN N.3 FABBRICATI E N.1
IMPIANTO DI DEPURAZIONE E N.1 CABINA ELETTRICA
ATTUALMENTE UTILIZZATA DALL’ENEL, AL PREZZO BASE
D’ASTA RIDOTTO DI UN QUARTO RISPETTO AL PRECEDENTE TENTATIVO PARI AD
Euro 337.389,75 OLTRE ONERI DI LEGGE
CIASCUNA OFFERTA IN AUMENTO NON POTRA’ ESSERE
INFERIORE AD Euro 2.500,00.
***********
LOTTO 2° : PIENA PROPRIETA’ DI TERRENO, SITO IN SPEZZANO DELLA SILA (CS) IN CONTRADA CROCE DI MAGARA, IDENTIFICATO IN N.C.E.U. AL FOGLIO 27, PARTICELLA
496, SUB 8 CON IVI INSISTENTE N. 1 FABBRICATO IDENTIFICATO IN N.C.E.U. DEL SUCCITATO FOGLIO 27, PART.
496, SUB 5-6. IL BENE E’ ATTUALMENTE OCCUPATO, AL
PREZZO BASE D’ASTA RIDOTTO DI UN QUARTO RISPETTO
AL PRECEDENTE TENTETIVO PARI AD
Euro 99.753,75 OLTRE ONERI DI LEGGE
CIASCUNA OFFERTA IN AUMENTO NON POTRA’ ESSERE
INFERIORE AD Euro 500,00.
MODALITA’ E CONDIZIONI DELLA AGGIUDICAZIONE
E DELLA VENDITA SUCCESSIVA
1) I beni vengono offerti in vendita nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano al momento dell’offerta, cosi’ come pervenuti e posseduti dall’offerente, con tutte le eventuali pertinen-
Il gestore di un pub era stato aggredito nel centro di Paola
Pestaggio in piazza: 3 arresti
di PAOLO VILARDI
PAOLA - Erano stati tre giovani, secondo
gli inquirenti, gli autori del raid violento
del 23 ottobre durante il quale era stato gettato a terra e preso a calci e pugni il gestore
di un pub di Paola. Ieri sono finiti in manette Antonio Imbroinise, 20 anni, Alessio
Chianello, suo coetaneo, e Antonio Chianello, di 26 anni. A individuarli sono stati
gli agenti del commissariato della polizia
di Paola, diretti da Raffaella Pugliese, con
l’aiuto delle riprese effettuate dal sistema
di videosorveglianza poste nel centro della
cittadina tirrenica. E la sequenza mostrata
dalle immagini è inquietante.
La disputa, che secondo gli inquirenti
potrebbe essere legata a futili motivi, si è
consumata proprio sotto l'arco di San
Francesco della piazza centrale. Il gestore
del pub, A.S., 32 anni, si stava allontanando dopo aver chiuso il proprio locale. Pochi
secondi dopo aver abbassato la saracinesca, si vedono arrivare i tre arrestati che dopo averlo spinto in terra lo hanno attaccato
con una serie micidiale di calci e pugni.
A cercare di allontanare gli aggressori,
si intravede nelle immagini video soltanto
il gestore di un altro pub della zona, accorso sul posto appena sentite le urla, quando
la vittima. Forse è stato grazie a lui se si so-
ze, accessori, ragioni ed azioni, servitu’ attive e passive; eventuali differenze di misura, rispetto alle planimetrie e risultanze
catastali, non potranno dar luogo ad alcun risarcimento, indennita’ o riduzione del prezzo. Conseguentemente l’esistenza di
eventuali vizi e/o mancanza di qualita’ e/o difformita’ della
cosa offerta in vendita rispetto a quanto considerato nel presente bando, oneri di qualsiasi genere – ivi compresi, ad esempio, quelli urbanistici ovvero derivanti dalla necessita’ di adeguamento di impianti alle leggi vigenti – per qualsiasi motivo
non considerati, anche se occulti o non riconoscibili, non
potranno dar luogo ad alcun riconoscimento, indennita’ o
riduzione del prezzo essendosi di cio’ tenuto conto nella valutazione dei beni immobili e nella determinazione dei prezzi
base dell’incanto.
2) Le offerte, redatte in carta semplice, in busta chiusa recante
l’indicazione “offerta di acquisto bando di vendita immobiliare del…”, dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno
stabilito per la gara presso lo studio del notaio che ne rilascera’ ricevuta. In caso di spedizione a mezzo posta, il recapito
rimane ad esclusivo rischio del mittente che pertanto non
potra’ sollevare riserve o eccezioni ove, per qualsiasi motivo,
la domanda non giungesse a destinazione in tempo utile. a tal
fine fara’ fede esclusivamente la data di ricezione.
3) L’offerta dovra’ contenere, a pena di inefficacia ed invalidita’, l’indicazione dell’esatto nominativo dell’offerente, dell’indirizzo, comprensivo del codice postale, al quale l’offerente
medesimo richiede che vengano effettuate le comunicazioni
relative al presente bando nonche’ la dichiarazione che l’offerta medesima e’ fatta per se’ e/o per persona/ente/societa’ da
nominare. La busta, unitamente all’offerta, dovra’ contenere, a
pena di inefficacia ed invalidita’ della offerta stessa, n.2 assegni circolari non trasferibili intestati a “ CASEIFICIO SOCIALE
CROCE DI MAGARA S.C. A R.L. IN LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA “ di cui uno di importo pari al 10% del
prezzo base, a titolo di cauzione, che in ipotesi di aggiudicazione verra’ considerata quale caparra confirmatoria; e l’altro
assegno pari al 5% del prezzo base quale anticipo spese di trasferimento (competenze notarili, oneri fiscali, spese di bandi e
di pubblicita’);
4) Le offerte di cui al precedente punto 3) dovranno essere in
aumento del prezzo base in misura non inferiore ad Euro
2.500,00 per il primo lotto e ad Euro 500,00 per il secondo
lotto, o i suoi multipli. Eventuali aumenti espressi in difformita’ da quanto sopra, verranno ritenuti validi per il limite inferiore rispondente ai citati criteri.
5) Il notaio procedera’ pubblicamente, alle ore 17:00 del giorno indicato all’inizio del presente bando, all’apertura delle
buste pervenute e gli immobili saranno aggiudicati al maggio-
Un fotogramma del filmato dell’aggressione
no evitate conseguenze più gravi.
A. S. ha rimediato una prognosi di 30
giorni a causa della rottura del setto nasale
e ferite e di varie contusioni. I tre giovani
sono ora accusati di lesioni aggravate.
Due di loro erano sottoposti alla misura
cautelare dell'obbligo di firma per una serie di reati, tra cui la presunta aggressione
di notte ad una famiglia della marina di
Paola, che avvenne nel mese di luglio del
2010.
re offerente. Se le offerte maggiori risulteranno uguali si procedera’ immediatamente ad un unico incanto con il sistema della
candela vergine, mediante offerte palesi, ciascuna non inferiore al limite previsto al punto 4) per ciascun lotto, tra i soli soggetti che abbiano presentato per lo stesso lotto le suddette
offerte tra loro uguali e che siano presenti di persona o a mezzo
di procuratore munito dei necessari poteri. L’immobile sara’
aggiudicato al maggior offerente. Qualora l’incanto tra offerte
uguali non potra’ avere luogo per assenza dei relativi offerenti
ovvero perche’, pur presenti, questi non effettuino offerte ulteriori al rialzo, si procedera’ alla aggiudicazione provvisoria per
estrazione a sorte. Possono essere fatte offerte anche dopo l’effettuazione dell’incanto, entro dieci giorni, ai sensi dell’art.584
c.p.c. per un importo superiore di almeno un quinto al prezzo
di aggiudicazione.
6) Agli offerenti che non diventano aggiudicatari verra’ restituita ogni somma versata, mediante riconsegna degli assegni circolari di cui al punto 3) agli stessi offerenti o a persona munita dei necessari poteri.
7) L’aggiudicatario, entro le ore 13:00 del novantesimo giorno
successivo a quello dell’aggiudicazione, contestualmente
all’atto pubblico di trasferimento redatto dallo stesso notaio,
dovra’ depositare quanto segue nelle mani del notaio a mezzo
assegni circolari intestati come sopra: a) il prezzo di aggiudicazione, oltre i.v.a., dedotta la cauzione gia’ prestata; b) l’eventuale integrazione, rispetto a quanto depositato di cui al precedente punto 3), per le imposte nonche’ per tutte le spese e
competenze notarili relative all’incanto ed all’aggiudicazione e
per le relative spese, anche fiscali, nonche’ per le spese di
bandi e di pubblicita’. Il mancato rispetto da parte dell’aggiudicatario dei termini e modalita’ suddetti, produrra’ di diritto la
decadenza dall’aggiudicazione e la perdita della cauzione e
del deposito che resteranno incamerati dalla liquidatela a titolo di risarcimento danni, salvo il risarcimento dei danni ulteriori. Adempiuto invece a quanto sopra nei termini e modalita’
suddetti, si procedera’ contestualmente entro novanta giorni
lavorativi dalla data della gara, alla stipula del contratto di
compravendita per atto dello stesso notaio.
8) La direzione delle operazioni d’asta e’ affidata al
Commissario Liquidatore.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI PRESSO LA
SEDE DELLA LIQUIDAZIONE CASEIFICIO SOCIALE CROCE
DI MAGARA S.C. A R.L., VIA SILVIO MESSINETTI N.11,
C.A.P. 88900, CROTONE (KR) – TEL/FAX 0962901742.
Crotone, 08.11.2011
IL COMMISSARIO LIQUIDATORE
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Calabria 15
24 ore
Giovedì 10 novembre 2011
Giovedì 10 novembre 2011
È quella che terrà oggi all’Unical l’imprenditore vibonese Pino Masciari
Una “lezione” anti ’ndrangheta
Agli studenti racconterà la sua storia di testimone di giustizia contro la criminalità
di SIMONA GERACE
RENDE (CS) - Incontrerà questo pomeriggio alle 16, la commissione antindrangheta della Regione Calabria e domani mattina, gli studenti dell'Unical,
Pino Masciari, l'imprenditore vibonese
che ha denunciato il malaffare.
L'iniziativa universitaria, promossa
dal “Laboratorio per l'educazione alla
giustizia e alla cittadinanza attiva”diretto da Michele Borrelli, ordinario di Pedagogia Generale della Facoltà di Lettere,
con la partecipazione dei docenti di Pedagogia Sociale e di Storia della Pedagogia,
Francesco Bossio e Giancarlo Costabile,
avrà lo scopo di testimoniare la possibilità di un nuovo approccio alla giustizia. E
chi meglio dell'imprenditore calabrese
potrebbe spiegare che bisogna combattere i meccanismi che potrebbero portare a facili ricchezze, e che inibiscono ogni
libertà individuale? Questo l'argomento
che sarà affrontato domattina alle 9, nell'aula “Solano” del cubo 18/B. Masciari
racconterà agli studenti la sua esperienza di vita in una terra difficile come la Calabria. «Parlerò - ha anticipato - non solo
delmio caso,madelle problematicheche
tutti gli altri testimoni di giustizia sono
costretti ad affrontare. Non sono un professore ma racconto il mio vissuto, ciò
che ho subito sulla mia pelle, e lo raccon-
Pino Masciari
to perché possa servire a chi si trova
adesso nelle condizioni in cui ero io». Era
un ragazzo come tanti, Pino Masciari,
che dopo gli si era impegnato nell'impresa edile di famiglia, la “Masciari costruzioni” per farla crescere. Gli affari andavano a gonfie vele e fu accerchiato dalla
'ndrangheta. Chiese aiuto alla politica,
ma se il malaffare pretendeva un guadagno del 3% sui suoi appalti, quest'ultima
aveva preteso il doppio.
«Era un gioco diprotezioni vere e finte
- ha spiegato l'imprenditore nel suo racconto-testimonianza, intitolato “Organizzare il coraggio” - di malavita che si
sostituisce allo Stato». Iniziò così una
piccola “crociata”. Decise di denunciare,
ma «di fronte a certi nomi non si trovava
nessuno che volesse accogliere la sua
istanza».
Poi finalmente qualcuno l'ascoltò.
L'imprenditore e la sua famiglia, entrarono in un programma di protezione,
anch'esso male organizzato. «In pratica,
avremmo dovuto perdere la nostra vita
precedente, dimenticare il nostro cognome, la storia e i ricordi che ci portavamo
dietro. In cambio però nessuno ci aveva
fornito una nuova identità».Più volte ha
raccontato di essere rimasto senza scorta a compiere i viaggi per i processi o di
essere stato lasciato solo in qualche residence calabrese dove i nemici avrebbero
potuto trovarlo con facilità. Più volte ha
denunciato anche le ingiustizie subite
dalle forze dell'ordine, che spesso lo accomunavano a un qualsiasi pentito, perfino ostacolando, in qualche caso, gli spostamenti. E infine l'incontro con don
Ciotti, Libera e i ragazzi di Beppe Grillo.
Sono stati loro la vera scorta di quest'imprenditore, che dopo anni, è riuscito a costruirsi un futuro di libertà lontano dalla Calabria, terra in cui ama ritornare
per portare la sua testimonianza.
LA RASSEGNA
“C’è chi dice no”, ridere della “spintarella”
COSENZA - Oggi l'esordio della XIII
edizione di “La scuola a cinema” è affidato, al Supercinema Modernissimo di Cosenza, alle ore 10, a “C'è chi
dice no” (2011) regia di Giambattista Avellino.
Una commedia sociale abitata da
tre giovani precari che questa volta
non ci stanno e puntano il dito contro la raccomandazione, ovvero la
“spintarella”, quella odiosa forma di
segnalazione autorevole che mira
ad agevolare un favorito “figlio di”
naturalmente incompetente. Avvalendosi di un cast assortito che
sfrutta abilmente la duplice notorietà cinematografica e televisiva dei
suoi attori (Paola Cortellesi e Luca
Argentero), C'è chi dice no si inserisce nella nutrita schiera della nuova
commedia nazionale, civica e democratica.
Cosenza, prende il via
La scuola al cinema
Quello di oggi è il primo film in
cartellone per la rassegna che coinvolge gli studenti di 20 istituti scolastici cosentini e dell'hinterland.
Un'iniziativa promossa dalla Società Kostner e dall'associazione AnecCalabria in collaborazione con l'assessorato alla scuola del Comune di
Cosenza e l'Agis Scuola. Un'edizione
dedicata a diversi temi: meritocrazia, multiculturalismo, immigrazione, educazione alla legalità, rapporti generazionali. Cinque film (i
prossimi: “Terraferma”, “War Horse”, “Scialla” e“Tatanka”) che affrontano il difficile tema dell'educazione all'impegno civile.
Inoltre, il progetto intende educare i giovani alla visione del film in sala combattendo così il fenomeno della pirateria audiovisiva.
«Un film è un documento perché è
un punto di vista, è una microstoria
che entra a far parte della macrostoria - spiega l'assessore alla scuola del
comune di Cosenza, Marina Machì E in questo senso è ovviamente anche un ponte con l'attualità».
«Il nostro obiettivo -spiega il Presidente Anec Calabria, Giuseppe Citrigno - è quello di far riflettere le nuove generazioni utilizzando come
strumento di rielaborazione il cinema. La Scuola a Cinema è un'iniziativa originale nel panorama nazionale, elogiata dall'Agis. Si tratta, infatti, dell'unico progetto autofinanziato in Italia che mira a promuovere
il cinema tra i giovani».
Domani a Taverna
Premio Sila
in memoria
del cantautore
Rino Gaetano
CATANZARO –Il comitatoorganizzatore del Premio Sila,
presieduto dal vice presidente
regionale dell’Uncem Giuseppe Pipicelli, ha reso noti i nominativi dei vincitori dell’edizione 2011 che domani, a Villaggio Mancuso di Taverna,
riceveranno il riconoscimento. Il Premio sarà assegnato a
Sonia Ferrari, docente Unical
e presidente del Parco nazionale delle Sila; Riccardo Giacoia, giornalista del Tg1 Rai;
Massimiliano Bruno, autore,
sceneggiatore e regista; alla
cooperativa “La comune sangiovannese”, organizzatrice
del Sila Sleddog; al magazine
Turismo in Calabria;a Filippo
Veltri, responsabile Ansa Calabria; a Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria; a
Silvio Amelio, scultore. Un
premio speciale alla memoria
sarà dedicato al cantautore
Rino Gaetano in ricorrenza
del trentennale della sua morte.
TIPICITÀ
Taverna saluta
San Martino
di GIANNI ROMANO
SOVERATO (CZ) - E’ una
pro loco, quella di Soverato, che non finisce mai di
stupire. Ieri ha presentato la festa di San Martino
che durerà due giorni domani e sabato - con un
nutrito programma che
coinvolge non solo la città
del cavalluccio marino
ma anche altri comuni calabresi,e c’è da sottolineare che parte del
ricavato sarà
devoluto in beneficenza al reparto di ostetricia
dell'ospedale cittadino e all'oratorio San Domenico Savio.
Ne
hanno
parlato in conferenza stampa il presidente della pro
loco Giuseppe Chiaravalloti, il segretario Vincenzo Matacera, il sindaco
Leo Taverniti, il vice Salvatore Riccio, gli assessori Emanuele Amoruso e
Pascasio Matacera, il presidente del consiglio Sonia Munizzi, per il comune di Amaroni Teresa
Grotteria, e per Squillace
Anna Nuciforo, oltre al
dirigente scolastico dell'istituto alberghiero Santo
Mancuso.
Il sindaco Taverniti ha
colto l’occasione per ringraziare in modo particolare «quest’associazione
che grazie ad eventi mirati come questo porta il nome di Soverato in alto». La
novità quest’anno è che la
festa di San Martino esce
dai confini cittadini,per
aprirsi al territorio, e, ha
continuato
Taverniti,
«noi come amministrazione comunale staremo
sempre accanto a sostenere simili iniziative». Dello
stesso tenore l'intervento
dell'assessore al turismo
Emanuele Amoruso, che
ha detto: «Questo progetto nasce come percorso significativo legato alla riscoperta di tradizioni e valorizzazione delle
radici storiche
e artistiche del
territorio calabrese, la pro loco ha pianificato nei dettagli
questo grande
evento».
Nutrito il programma,
con l'apertura di ricchi
stand gastronomici, la
degustazione di torroni,
stocco e olioper proseguire con la mostra di ceramiche artistiche, i trampolieri e la coreografia del
fuoco, e i legionari Glaudius, veri maestri di
scherma
medioevale.
Inoltre sfilata di moda
bimbi, musica etnica, il
sassofono di Nick Di
Cuonzo e ancora il gruppo Alma Folk. Sullo sfondo la grande professionalità degli alunni dell'istituto alberghiero, che cureranno le degustazioni
nella degna cornice dell'evento, via San Martino e
corso Umberto.
Sapori
mostre
e spettacoli
medievali
CULTURA E CRISI
di MAURETTA CAPUANO
ROMA – Compie dieci anni
“Più libri più liberi”, la fiera
nazionale della piccola e media editoria, e invece di festeggiare rischia di chiudere o di lasciare Roma, dove è
nata. A un mese dall’apertura, il 7 dicembre, dell’edizione 2011, gli organizzatori
lanciano l’allarme: Mancano i finanziamenti, pari
l’anno scorso a 420 mila euro, di Regione (220 mila euro), Provincia (100 mila euro) e Comune (100 mila euro), ed è emergenza sul silenzio istituzionale. Hanno
riconfermato invece il contributo il ministero per i Beni e le Attività Culturali
(200 mila euro) e la Camera
di Commercio di Roma (60
mila euro). La manifestazione costa complessivamente
1 milione e 300 mila euro.
Marco Polillo, presidente
dell’Associazione Italiana
Editori, che promuove la
Fiera, spiega: «Mai avremmo pensato a quello che è
successo. Volevamo così
tanto festeggiare i dieci an-
Sos dalla Fiera del libro di Roma
«Non ci sono soldi, così si chiude»
ni che avevamo invitato il
presidente Giorgio Napolitano al quale l'idea era piaciuta anche se la sua disponibilità era legata agli impegni in agenda». Certo, continua Polillo, «ormai la Fiera
si deve fare. Per questa edizione l’Aie farà giganteschi
sacrifici, ma lo sforzo di coprire in qualche modo questi tagli non si potrà ripetere e Più libri più liberi o chiude o emigrerà in un altro
luogo dove potrà sopravvivere, come merita».
Tra i big in arrivo
dall’estero, dal 7 all’11 dicembre, sono annunciati
Amelie Nothomb, Santiago
Gamboa,
Shun-Luen
Bynum, Zachar Prilepin,
ma fino all’ultimo «non sappiamo cosa accadrà e cosa
dovremmo tagliare», dice
Fabio Del Giudice, direttore
dellaFiera. Unmesefa èsta-
Il palazzo dei congressi, sede della fiera
ta inviata una lettera, rimasta senza risposta, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e oggi è pronta a partire un’altra lettera. Nel programma elettorale di Alemanno c'era il mantenimento di Più Libri Più Liberi”. «Eravamo pronti a subire dei tagli, come è successo
per altre manifestazioni ma
il vuoto pneumatico no» sottolinea Del Giudice. «Ogni
anno più di 50 mila visitatori riempiono le sale del Palazzo deiCongressi dell’Eur
per sfogliare i libri di 400 case editrici, incontrare i propri autori preferiti, dibattere sulle tematiche proprie
del settore editoriale» viene
affermato nella lettera indirizzata al sindaco Alemanno.
«Le chiediamo - continua
– un segnale di accoglimento della nostra richiesta,
tramite lo stanziamento di
contributi utili a garantire
il regolare svolgimento di
Più libri sia per quest’anno
che per quelli a venire».
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50 Idee e Società
Con il libro-denuncia Chirico e Magro vincono il premio intitolato al giornalista
LO STUDIO
Il satanista
dietro
il maleficio
Riconoscimento per un volume che dà voce a storie di giustizia negata del faraone
Il Montanelli ai “Dimenticati”
di ANTONIETTA CATANESE
SONO due giovani, e impegnati, giornalisti-scrittori di
Reggio Calabria ad aggiudicarsi l'edizione 2011 del premio di scrittura Indro Montanelli. Danilo Chirico e Alessio
Magro hanno conquistato il
prestigioso riconoscimento
con il libro “Dimenticati. Vittime della 'ndrangheta” (Castelvecchi, 2010). E' il premio
dedicato agli under 35, quello
andato ai due calabresi, da
tempo in prima linea contro la
'ndrangheta, e non solo con la
loro “penna”. Un libro in cui
ritornano vive storie mai raccontate. Quelle “di tutti i morti per sequestro di persona,
per delitto d'onore, le vittime
tra i rappresentanti delle forze dell'ordine, i politici, i magistrati, i bambini”. Storie di
persone normali, che in Calabria, però, normali non sono,
perché hanno osato sfidare la
“più segreta e potente organizzazione criminale del mondo”.Uccisi. Epoi cadutinell'oblio. “Prima assassinati dai
clan e poi dimenticati da uno
Stato che non ha saputo difenderli e, troppo spesso, dai loro
stessi concittadini”, denunciano Chirico e Magro. La giuria del premio Montanelli ha
scelto: Francesco Sabatini,
presidente onorario dell'Accademia della Crusca; Paolo
Mieli, in rappresentanza della
Fondazione Corriere della Sera; Marco Ballarini, per la Biblioteca Ambrosiana di Milano; Giovanni Sartori, accademico
dei Lincei; Ferruccio de Bortoli,
delegato dal presidente della Fondazione Montanelli, hanno visto
in queste storie, e
nel modo in cui sono state raccontate, la migliore
espressione del tema voluto
per l'edizione 2011. “A fare l'Italia alcuni pochi italiani ci sono, senza e contro i più riusciti. A fare gl'italiani, l'Italia, in
centocinquant'anni, non c'è
riuscita; anzi non ci s'è nemmeno provata”. Da “La stanza
di Montanelli”, (Corriere della
Sera, 19 giugno 1997). Italiani oggi. Cronache, inchieste,
ritratti da un Paese tra sfiducie e voglia di speranza”.
Il riconoscimento a Chirico
e Magro è il riconoscimento a
questi uomini “ritrovati” nelle pagine di questo libro. E in
L’antologia si presenta a Vibo
L’erotismo calabro
secondo Gambino
Sopra da sinistra Chirico e
Magro; a destra il libro
qualche modo cancella l'oblio,
perché li riconosce come uomini che hanno fatto, a costo
della propria vita, un'Italia
migliore. «Da anni ci battiamo
perché le storie che raccontiamo nel nostro libro siano riconosciute come patrimonio
collettivo - è il commento di
Danilo Chirico, coordinatore
della redazione del nuovo Paese Sera, e già penna del Quotidiano oltre che presidente dell'associazione antimafie daSud, - lo facciamo in un Paese
in cui la 'ndrangheta sbagliano persino a scriverla o a pronunciarla. La cosa straordinaria di questo premio, che ci
riempie di soddisfazione, è
che ha come tema “gli italiani
che hanno fatto l'Italia” e, per
questo, risarcisce
almeno un po' le
tante e i tanti a cui
troppo
spesso
questo Paese ha
negato la giustizia. Spero anche
sia un contributo
di verità per la Calabria di oggi agonizzante sotto
i giochi di potere nella quale dobbiamo guardare a fatti e personaggi in chiaroscuro, oltre le apparenze,
dietro le maschere. La memoria, il racconto e la partecipazione, la costruzione di un immaginario diverso e di una
nuova identità sono le basi da
cui ricominciare. Spetta a tutti quelli che non hanno perso
la passione, non hanno tradito il senso dell'onore. Ce ne sono molti».
Reggino e classe '77 anche
Alessio Magro, autore del
“Dossier Lazio - mafie&cicoria” pubblicato da Libera In-
Gli autori
«Il nostro libro
contributo
di verità»
formazione e tra i fondatori e
redattori dell'archivio web
multimediale Stopndrangheta.it. Commenta: «E' un grande privilegio ricevere un premio intitolato a una figura così importante del giornalismo
italiano. Una soddisfazione
doppia perché da oggi i nostri
morti, le vittime della 'ndrangheta, la meglio gioventù calabrese, sono un po' meno dimenticati. Il riconoscimento
al nostro libro è anche un riconoscimento ai calabresi che
sanno e vogliono raccontarsi,
a una nuova identità meridionale che sa e vuole essere antindrangheta. Come spesso
accade la legittimazione viene
da fuori. Adesso, però, tocca a
noi».
«Un riconoscimento importante - scrive Dasud - per il lavoro faticoso svolto in questi
anni per raccontare la verità
sulla Calabria e sulla 'ndrangheta». La cerimonia di consegna il 3 dicembre alle 11 a
Fucecchio, Firenze, quando
sarà consegnato anche il premio alla carriera Montanelli,
per il 2011 assegnato all'inviato Corsera Gianantonio
Stella.
VIBO VALENTIA - Sarà popolare che trae proprio
presentato domani alle dalle emozioni primitive il
ore 17.30 presso la nuova suo vigore e il suo felice
sede del Sistema Bibliote- spazio di libertà, espresso
cario Vibonese, il Centro con voce anarchica e traServizi Culturali di Santa sgressiva.
In questa ampia antoloChiara, l'opera postuma
di Sharo Gambino, “Cala- gia si ritrovano alcuni
componimenti appartebria erotica”.
Pubblicata dalla casa nenti alla tradizione oraeditrice reggina Città del le, i più noti poemetti coSole Edizioni e curata dal- me la Ceceide di Vincenzo
la figlia dello scrittore e Ammirà, la Cunneide e la
giornalista scomparso, Cazzeide di Duonnu PanMarinella Gambino, l'an- tu, alcune poesie inedite
tologia di letteratura ero- di Vittorio Butera, ma antica calabrese, alla cui ste- che intensi brani di Corrasura Gambino ha lavorato do Alvaro, Mario La Cava,
negli ultimi anni prima Giovanna Gullì, Don Luca
della morte, ha visto la lu- Asprea, fino ad arrivare
ad autori conce alcuni mesi
temporanei
fa, dopo un innon molto noti,
tenso
lavoro
ma conosciuti e
editoriale.
apprezzati diL'incontro sarettamente da
rà anche l'occaGambino.
sione per preL'opera, risentare il promasta incomgetto di valorizpleta a causa
zazione e condella prematuservazione delra morte del suo
l'opera
dello
autore, trova
scrittore che il
oggi una veste
Sistema Biblioeditoriale che
tecario Vibonerappresenta
se sta curando La copertina
uno straordisu mandato della Regione, che ha inteso nario documento di critiporre tra i suoi obiettivi ca letteraria, che vuole
proprio una rinnovata at- rendere anche testimotenzione per la vasta pro- nianza di una figura così
duzione dell'intellettuale. intensa e ricca come ShaQuello proposto da ro Gambino, che ci accomGambino è un viaggio af- pagna con riflessioni, cufascinante tra le pagine riosità e suggestioni, in
più licenziose della lette- un percorso che, come
ratura calabrese, una scrive, è da considerare
“scollacciata” antologia, un “viaggio verso la ficome egli stesso la defini- ne”.
All’incontro di domani
sce, ma che di scabroso ha
ben poco. Il tema dell'eros pomeriggio a Vibo interdiventa, infatti, negli verranno Marinella Gamscritti che accompagnano bino, insegnante e curai brani scelti, indagine sui trice del volume; Tonino
sentimenti umani, sui co- Ceravolo, dirigente scolastumi popolari e sulla fi- stico; Franco Arcidiaco,
gura della donna, oggetto editore Città del Sole Edie vittima del desiderio ma- zioni. A introdurre e coorschile. L'eros è visto come dinare sarà Gilberto Floenergia potente e vivifi- riani, direttore del Sistecante, gioco e divertimen- ma Bibliotecario Viboneto, simbolo di una cultura se.
L’ANGOLO DELLA NOVELLA
di ALBERICO GUARNIERI
INCAMMINARSI attraverso gli affascinanti territori della letteratura fantastica comporta, innanzitutto, la necessità di confrontarsi
con i numerosi problemi teorici riguardanti un modo, più che un vero e proprio genere letterario, di
per sé difficilmente riducibile ad
una formula unica in grado di lumeggiarne le variegate implicazioni. Terminata negli ultimi decenni
del XVIII secolo la stagione illuministica contraddistinta dal dominio pressoché esclusivo della “Ragione”, si assiste, a partire dal XIX
secolo, ad un assoluto trionfo
dell’immaginazione, a modificare
sensibilmente il diaframma che separa l’ambito reale da quello irreale. Da qui hanno luogo nuove forme di conoscenza che costringono i
lettori a prendere atto della limitatezza delle esperienze finora acquisite aderendo ai parametri della razionalità, per cui, davanti ai loro oc-
Lighea, avventura fantastica
del cronista e della Sirena
chi sempre più smarriti, si spalancano “mondi altri” in cui è possibile
incontrare una sirena che scorrazza disinvoltamente nelle limpide
acque del mare Mediterraneo, come accade a Rosario La Ciura, protagonista della novella di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa, Lighea, in
Notturno italiano. Racconti fantastici del Novecento, a cura di E.
Ghidetti e L. Lattarulo, Roma, Editori Riuniti, 1984, pubblicata postuma nel 1961.
Il racconto della singolare avventura è affidata al giovane Paolo
Corbèra, di origini siciliane, trapiantato a Torino per lavorare in
qualità di giornalista presso la «redazione della Stampa» il quale, nel
tempo libero, frequenta un «caffè
di via Po», dove incontra il «senatore La Ciura, illustre ellenista», conterraneo del narratore. L’aspetto
autorevole e la fama dello studioso,
«uno dei cinque o sei italiani che
posseggono una reputazione universale e indiscussa», secondo
quanto apprende il giornalista
consultando lo schedario contenente i «necrologi ancora in spe»,
ne sollecitano la curiosità di conoscerlo, nonostante il contegno altero osservato dal senatore che, inizialmente, scoraggia ogni tentativo di approccio cordiale.
Nondimeno, la costanza di Corbèra riesce ad espugnare la resistenza del grecista, e questi, per ricompensa, gli racconta di aver conosciuto all’età di «ventiquattro
anni, nell’estate del 1887», mentre
preparava gli esami per la docenza
universitaria di letteratura greca,
Lighea, una bellissima «Sirena, figlia di Calliope», con la quale intraprende un’intensa relazione erotica scandita anche dai suggestivi
racconti da lei compiuti a riguardo
della vita condotta nella profondità
delle «acque immote» che, nella sua
ottica, sarebbero dovute diventare
la dimora «eterna» del suo amato.
Ma La Ciura, che persegue obiettivi
più “terreni”, non accetta l’invito
della «lasciva creatura», perdendola per sempre.
Sennonché, il desiderio di Lighea si realizzerà mezzo secolo dopo, allorché «il senatore», durante
un viaggio alla volta di Napoli, scivola «in mare» e, nonostante i soccorsi immediati, «il suo corpo non
viene ritrovato», ad istituire un
suggestivo e tipicamente “fantastico” trait d’union fra la dimensione
terrena e quella, certamente più affascinante, oltremondana.
Aleister Crowley
di CAROLINA STUPINO
LONDRA – Maledizione
di Tutankhamon o la
mente perversa di uno
dei più celebri satanisti
britannici? Oltre 20 persone legate all’apertura
della tomba del giovane
faraone nel 1923 a Luxor, morirono in circostanze bizzarre, sei di loro a Londra.
Ma mentre nei salotti
degli anni Venti e Trenta si cominciò a parlare
dei poteri soprannaturali degli antichi egizi,
oggi unostorico inglese
sostiene che dietro ai decessi londinesi si nascondeva in realtà il famoso seguace di Lucifero, Aleister Crowley.
Mark Beynon ha studiato i diari di Crowley e
sebbene il satanista –nato in una famiglia agiata
e con numerosi contatti
tra la classe aristocratica dell’epoca, non parlasse direttamente delle
morti – spesso affermava che il suo umore si era
«sollevato» il giorno dopo uno dei decessi. Il satanista - che era bisessuale ed eroinomane – si
trovava a Londra durante i sei omicidi, nonostante spesso viaggiasse e avesse un’abitazione anche in India. A
spingerlo a compierli,
secondo lo storico, sarebbe stata la sua visione degli scavi come un
atto sacrilego. Gli dei
della filosofia religiosa
di Thelema, seguiti da
Crowley, derivavano infatti dalla religione degli antichi egizi e lui
stesso si considerava il
profeta di una nuova era
di libertà personale,
controllata dal dio egizio Horus. Secondo Beynon, il seguace di Satana avrebbeucciso prima
unsuo adepto,il23enne
Raul Loveday, morto il
16 febbraio del 1923 dopoaverbevuto inunacerimonia sangue di gatto
probabilmente avvelenato. Loveday morì lo
stesso giorno in cui l'archeologo Howard Carter aprì la tomba di Tutankhamon. Poi sarebbe stata la volta del giovane principe Ali Kamel
Fahmy Bey, ucciso a colpi di pistola il 10 luglio
del 1923 poco dopo aver
visitato la camera mortuaria del faraone. Ad
ucciderlo, all’hotel Savoy di Londra, fu sua
moglie Marie-Marguerite, ex amante di Crowley. La terza vittima fu
Aubrey Herbert, fratellastro di Lord Carnarvon, finanziatore della
spedizione archeologica.
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Idee e Società 51
Giovedì 10 novembre 2011
Il tecnico al centro del presunto danno erariale denunciato dal Ministero Sanità, posti letto
Tripodi
(Pdci)
contro
Artuso da responsabile del decreto Reggio diventa commissario la Squillacioti
L’architetto va all’Aterp
di ANDREANA ILLIANO
LA giunta regionale ha nominato Giovanni Artuso,
l’architetto che finora si è occupato del decreto Reggio,
commissario per l’Aterp
reggina. La delibera di giunta risale al 14 ottobre scorso
(numero delibera 417). Oltre
ad Artuso c’è anche un commissario per Cosenza che è
Angelo Gagliardi, per Catanzaro, Francesco Pilieci,
per Crotone, Dario Cerminara, per Vibo, Antonino Dafinà. I commissari straordinari hanno il ruolo di direttori generali.
Artuso è anche colui (naturalmente al sindaco facente funzioni dell’epoca, Peppe
Raffa) ad avere una missiva
dal ministero dell’Economia
dove si ipotizzava il danno
erariale. Il 31 gennaio scorso il ministero dell'Economia e delle finanze scrive alla Procura regionale della
Corte dei conti e al sindaco e
contesta la “creazione di un
gruppo di lavoro di supporto all'attività connessa alla
realizzazione degli interventi di cui all'articolo 3 della legge 246/89 per un importo complessivo di un milione di euro”. Insomma per
quella legge speciale risulta
nominato un solo responsabile del procedimento, «le
cui attività non sono soggette ad ulteriore coordinamento di terzi», dal 2002 a quella
data l'incarico è conferito all'architetto Giovanni Artuso. L'iter adottato, secondo
ciò che afferma il ministero,
è sbagliato. Perché? Nella
missiva che conosce Raffa
(sindaco dell’epoca) e Artuso
scritto: «Ogni intervento di
cui al decreto legge dell'8
maggio del 1989, numero
166, convertito in legge 5 lu-
glio 1989, numero 246 e successive modificazioni ed integrazioni, risulta nominato un responsabile unico del
procedimento, le cui attività
non sono soggette ad ulteriore coordinamento da parte di terzi». È questa la legge.
Il ministero dunque nel gennaio scorso “bacchetta”il Comune e gli fa presente che
quel milione di euro erogato
fa prefigurare il danno erariale.
A fine anno la Corte dei
conti si pronuncerà in merito e non è escluso che i dirigenti, ma anche chi per la
parte politica ha avuto un
ruolo per il decreto Reggio
possano essere costretti a
pagare per possibile danno
erariale. E la cifra non è da
poco.
Tutto questo è un’ipotesi,
non lo è la lettera del ministero che è netta e non lo è neanche la nomina di commissario di Artuso all’Aterp, che
in questo momento è, soprattutto a Reggio, di grande importanza, considerando che gli alloggi popolari
sono in dismissione e questo
significa che è da qui che il
Comune conta di incassare
la cifra necessaria per ripianare il buco in bilancio che è
ormai certo che esiste, dopo
le due relazioni, sia del ministero che degli ispettori della Procura.
Un dato è certo Artuso che
compare anche tra i dirigenti che avrebbero avuto incarichi al Comune, secondo gli
ispettori, che non dovevano
essere renumerati, è diventato
commissario
dell’Aterp.
Dal 12 dicembre meno corse da Reggio. L’attacco al governatore dalla sinistra
Tagli ai treni, l’ira dei Comunisti
TRENIallo sbando. O quasi. La mobilità va in tilt. il caso delle corse di lunga
percorrenza che saranno tagliate, dopo la polemica di Nino Costantino della
Filt- Cgil fa alzare la voce anche al Pdci.
E Ivan Tripodi, segretario cittadino
parte proprio dal fatto: dal prossimo
12 dicembre ben 21
treni a lunga percorrenza saranno tagliati dall’attuale programmazione ferroviaria che, come noto,
è già ampiamente in
sufficiente e insoddisfacente.
E Tripodi attacca:
«Tutto ciò, quindi,
comporterà che, fra
L’invito
della Cgil
alla
mobilitazione
qualche settimana, sarà pressoché
impossibile, per i cittadini reggini e
calabresi, raggiungere qualsiasi zona
del paese. La decisione delle Ferrovie
dello Stato rappresenta, quindi, un vero e proprio attentato al diritto, costituzionalmente garantito, alla mobilità dei cittadini. - e dice ancora Ivan Tripodi - Il vergognoso provedimento delle FS è strettamente legata al drastico
taglio delle risorse finanziarie destinate al trasporto ferroviario, deciso
dal morente governo Berlusconi. Un
disegno che, fra l’altro, causerà un
enorme taglio del numero degli addetti e dei lavoratori impegnati nel trasporto ferroviario».
Per il Pdci tutto ciò rappresenta l’ultima polpetta avvelenata indirizzata ai
Il consigliere di centrodestra sulla fogna di Catona
Pizzimenti (Pdl): «Falcomatà
strumentalizza le difficoltà»
FOGNE, il consigliere del
Pdl, Antonio Pizzimenti risponde al consigliere comunale del Pd, Giuseppe
Falcomatà che poneva un
problema riguardo alla fogna di Catona.
Pizzimenti
afferma:
«L’approccio alle criticità
esistenti nel territorio non
dovrebbe essere ironico da
parte di chi, invece, dovrebbe affrontare in maniera
differente le problematiche
o quantomeno proporre soluzioni». E’ quanto afferma
il consigliere delegato
all’ex VIII circoscrizione Antonio Pizzimenti,
in merito alla
fuoruscita di liquame fognario
in località Catona-Bolano e, in
generale,
alle
problematiche
di tutto il territorio a nord
della città.
«Come consuetudine, alcuni consiglieri d’opposizione, in questo caso il capogruppo del Pd in Consiglio
comunale,
preferiscono
strumentalizzare le difficoltà della cittadinanza con
interventi (sterili e improduttivi) sulla stampa. Sarebbe stato più produttivo
segnalare tali disservizi
agli uffici competenti o contattando preventivamente
l’assessore o il consigliere
delegato di riferimento. Mi
Le case popolari dell’Aterp
appare – aggiunge Pizzimentiparticolarmente
strano che, il consigliere
Falcomatà, non sia a conoscenza dei disguidi legati
allo stato di agitazione della
società Acquereggine e al
susseguente mancato servizio di interventi in materia di condotte fognarie.
Nonostante ciò, comunque,
l’amministrazione comunale guidata dal sindaco
Demetrio Arena continua a
parlare con i fatti. Nei giorni scorsi, infatti, è stato costituito un tavolo di concertazione con l’assessore ai Lavori Pubblici Pasquale Morisani e i consiglieri
delegati delle
varie circoscrizione e i tecnici
del settore, al fine di individuare le priorità e criticità urgenti e programmare tutta
una serie d’interventi al fine di risolvere i disservizi
che hanno creato gravi disagi alla cittadinanza».
Poi Pizzimenti aggiunge:
« Se il consigliere del Pd fosse realmente informato, sarebbe stato a conoscenza
che, davanti alle innumerevoli difficoltà già sopracitate, l’amministrazione comunale è comunque intervenuta sulla rete fognaria
attraverso l’operato di una
ditta esterna, per risolvere
«C’è stato un
problema con
Acquereggine»
una situazione difficile registratasi in via Garibaldini e segnalata dai residenti.
Nella riunione, tra l’altro,
sono stai programmati una
serie d’interventi mirati
nella zona di Catona-RosalìSalice che, già nei giorni
scorsi hanno portato alla risoluzione delle criticità presenti in quella parte di territorio». Per quel che riguarda la zona Catona-Bolano,
nonostante lo stato di agitazione dei lavoratori di Acquereggine (società che
avrebbe dovuto risolvere il
problema alle pompe di sollevamento), gli uffici tecnici comunali, dopo avere effettuato un tempestivo sopralluogo, stanno provvedendo a risolvere nel più
breve tempo possibile tale
disagio, ripristinando la
normalità nella zona».
Pizzimenti nonnega le
difficoltà esistenti nella zona nord della città e il consigliere del Pdl conclude:
«Non credo sia responsabile ma soprattutto credo sia
un’offesa verso i cittadini,
paragonare Catona a Calcutta. E’ invece mia premura sottolineare come in questi mesi l’amministrazione
comunale abbia compiuto
tutti gli sforzi possibili per
dimostrare, attraverso interventi mirati, la sua vicinanza e la sua particolare
attenzione e disponibilità
verso questo territorio».
calabresi e ai meridionali dal PDL e dal
centrodestra che, anche con questa decisione, evidenziano in modo palese ed
incontrovertibile la loro anima e natura totalmente anti-meridionalista.
E poi Tripodi va giù duro contro il
governatore: «Purtroppo, tutto ciò accade con il complice e connivente silenzio del governo regionale guidato da
Scopelliti e delle amministrazioni locali guidate da esponenti del PDL.
Nessuna presa di posizione e nessuna
voce di dissenso rispetto ad uno scellerato progetto che, se attuato, spaccherà definitivamente ed irrimediabilmente l’Italia in due pezzi: da una parte
i cittadini di serie A del nord del paese e
dall’altra i cittadini di serieB, vale a dire i calabresi e i meridionali».
Riunione con Raffa e i dirigenti dell’ente
Vertice in Provincia
per i sessantasei
del Centro per l’impiego
PRIMA al centro di numerose polemiche, poi nodo cruciale di una riunione. Il presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa ha
coordinato una riunione
tecnica per affrontare il problema occupazionale dei 66
lavoratori a tempo determinato, utilizzati nei Centri
per l’Impiego con un progetto finanziato con fondi
europei, il cui contratto scade il 31 dicembre di quest’anno.
Ne dà notizia infatti di
questo incontro una nota
della Provincia: «Al vertice si legge – hanno preso parte
le Organizzazioni sindacali,
l'assessore al personale Domenico Giannetta, il direttore generale Antonino Minicuci, il capo di Gabinetto
Domenico Bagnato, il capo
dell’avvocatura della Provincia Attilio Battaglia,
l’esperto del Presidente
Bruno Ferraro e un rappresentante del Dipartimento
Lavoro della Regione Calabria. In tale occasione si è ribadita la correttezza delle
procedure amministrative,
confermata dai sindacati e
del dirigente regionale dott.
Cuomo, relative al concorso
di evidenza pubblica».
A questo punto Raffa,
«preso atto della posizione
della Regione Calabria e tenuto conto delle ragioni
prospettate dai sindacati,
Palazzo Foti, sede della Provincia
ha promosso, d’intesa con i
consiglieri regionali presenti alla riunione odierna,
un ulteriore approfondimento della vicenda da effettuare con i rispettivi uffici
regionali. Tutto ciò, – si evidenzia – ovviamente, nei limiti imposti dalla normativa vigente, affinchè possa
proseguire il dialogo tra le
parti in un clima sereno e di
costruttivo
confronto
nell’esclusivo
interesse
dell’Ente e degli stessi lavoratori».
Non è chiaro se dunque ci
sarà o meno un nuovo concorso o se si arriverà alla
conferma e al prolungamento di quel contratto per i
66 che spingono da tempo,
anche con diverse manifestazioni, per conservarsi il
posto di lavoro».
IL segretario regionale del
Pdci, Michelangelo Tripodi
interviene sull’Asp e sul nuovo atto aziendale che ha scatenato una bufera. Tripodi
dice:
«L’atto
aziendale
dell’ASP di Reggio Calabria,
con i suoi cervellotici provvedimenti, non garantisce i
LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e sancisce di fatto
un’interruzione di pubblico
servizio».
Tripodi afferma ancora:
«La Squillacioti, nella foga di
accontentare il capo e spinta
da una parte all’altra nella
continua rincorsa a gratificare la pletora di clienti che
popolano il centrodestra e
che sono legati agli interessi
lucrosi, e spesso inconfessabili, esistenti nella sanità
pubblica e privata, si dimentica totalmente di quelli che
sonoi problemireali dellasanità nella provincia di Reggio Calabria e assume atti
aziendali che si rivelano uno
peggiore dell’altro».
Per Tripodi, l’ultimo atto
aziendale presentato in ordine di tempo rappresenta un
ulteriore attacco alla sanità
pubblica e ai diritti degli ammalati.
E il segretario regionale
del Pdci afferma ancora: «E’
come la toppa che è peggiore
del buco: dietro il paravento
del piano di rientro e delle ristrettezze finanziarie si nascondono le più vergognose
operazioni clientelari che
mai siano state realizzate
nella sanità reggina che, ancora più di prima, continua
ad essere terreno di conquista delle lobby affaristiche e
dei gruppi di potere, come dimostrano anche le recenti indagini della magistratura
reggina, vedi indagine denominata operazione “Reggio
Nord”, ecc., che hanno scoperchiato il pentolone delle
illegalità, degli intrecci e degli interessi sporchi che si
annidano nella sanità reggina. - poi dice - Quello che sta
avvenendo è davvero sconcertante. Il rapporto quattro
posti letto ogni mille abitanti
è stato completamente cancellato nella provincia di
Reggio Calabria, mentre in
altre realtà provinciali si attribuiscono i posti letto che
non vengono assegnati a
Reggio. - e ancora aggiunge
Tripodi - Le unità operative
complesse compaiono e
scompaiono a seconda
dell’appartenenza del primario: se è un amico allora gli lasciamo la struttura complessa anche senza posti letto, se
non lo è peggio per lui».
Per Tripodi insomma «il
dato più clamoroso e più negativo riguarda la Piana di
Gioia Tauro, dove a fronte di
circa 600 posti letto spettanti
ne vengono assegnati poco
più di 200, cioè circa il 30 % di
quanto stabilito dalla legge.
Ciò significa che in quel territorio i 160.000 cittadini residenti avranno meno diritti
rispetto agli altri cittadini
della Calabria e avranno minori servizi e minori prestazioni, tanto che non saranno
sicuramente garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza
e si potrebbe prefigurare un
interruzione del pubblico
servizio. Lo stesso discorso si
può fare per la Locride»
Tripodi propone una «rapida ricognizione sul quadro
regionale e si vedrà che sono
stati utilizzati in altre aree e
in altri territori, nella sanità
pubblica ma soprattutto nella sanità privata, creando
una disparità di trattamento
ed una sperequazione chiaramente inaccettabile in un
campo così sensibile e delicato come quello della salute
delle persone».
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Reggio 23
Giovedì 10 novembre 2011
Giovedì 10 novembre 2011
Tentarono l’evasione da un furgone blindato che li portava a Reggio ferendo due guardie penitenziare
Dieci anni ai fratelli Zagari
Anche la Corte d’appello conferma la condanna del gup in primo grado
di CLAUDIO CORDOVA
CONFERMATA la condanna a dieci anni di reclusione ciascuno per i fratelli
Giuseppe e Pasquale Zagari, considerati personaggi
di estremo rilievo nel panorama criminale della provincia reggina e protagonisti di un rocambolesco e
sanguinoso tentativo di fuga nel novembre 2009.
Nessuna clemenza da
parte della Corte d’Appello
di Reggio Calabria (Natina
Pratticò presidente, Adriana Costabile e Angelina
Bandiera a latere), che ha
dunque impresso un nuovo sigillo alla sentenza di
condanna, pronunciata il
primo dicembre 2010, in
primo grado, dal Gup di
Reggio Calabria, Carlo Sabatini.
Il tentativo dei due boss
fu attuato nei pressi dello
svincolo autostradale di
Sant’Elia, sulla SalernoReggio Calabria, mentre i
detenuti venivano trasportati dal personale della Polizia Penitenziaria dal supercarcere di Palmi al Tribunale di Reggio Calabria.
Ne nacque un conflitto a
fuoco in cui due agenti vennero feriti uno a un piede e
I fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari
un altro a una gamba, venendo trasportati presso
l’ospedale di Gioia Tauro.
Nel tentativo di fuga, uno
dei due fratelli, arrestati
negli anni ‘90 e inseriti nel
circuito di “alta sicurezza”,
avrebbe simulato un malore, attirando l’attenzione
degli agenti.
L’altro, invece, avrebbe
dato avvio alla sparatoria.
Resta un mistero, invece,
l’identità dei soggetti che
avrebbero fornito le armi ai
malviventi (due pistole di
piccolo calibro).
Un fatto inquietante che
alzò significativamente il
livello di allerta sulla sicurezza delle carceri regionali e sulle possibili collusioni
di cui alcuni detenuti potrebbero godere: scontata
infatti la condanna dei due
fratelli Zagari, peraltro già
gravati da altre pronunce
dei tribunali, non è mai stato possibile risalire ai soggetti che sarebbero riusciti
a procacciare le armi ai due
boss, creando, quindi,
un’aspettativa di libertà
che, solo per un curioso disegno del destino non causò vittime.
La requisitoria dell’accusa in secondo grado
“Topa”, la Procura chiede
la conferma delle pene
IL SOSTITUTO procuratore
generale Danilo Riva ha richiesto la conferma della
sentenza di primo grado
nell’ambito del procedimento “Topa”, che vede alla sbarra i presunti affiliati alle cosche di Seminara.
In primo grado, la Corte
d’Assise di Palmi (Salomone
presidente, Spedale e Ciollaro a latere) decise per nove
condanne e un’assoluzione.
Il vecchio patriarca Rocco
Antonio Gioffrè venne condannato a 7 anni di reclusione, il sindaco uscente Antonio Marafioti ebbe una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione; condannati anche
gli altri due politici, Carmelo
Buggè e Mariano Battaglia
puniti con 6 anni di reclusione.
Per Vittorio Vincenzo
Gioffrè, Antonio Giuffrè,
Vincenzo Gioffrè, Domenico
Gioffrè e Adriano Gioffrè il
Tribunale comminò 5 anni e
6 mesi di carcere ciascuno.
Unico assolto nel procedimento fu Antonino Tripodi,
comunque detenuto per una
condanna per omicidio rimediata in un altro procedimento.
Il sostituto Procuratore
generale Danilo Riva ha chiesto dunque alla Corte d’Appello di Reggio Calabria di
confermare la sentenza
emessa il 30 aprile 2010 dalla
Corte d’Assise di Palmi.
Escluso dalla richiesta
dell’accusa, ovviamente, il
vecchio boss Rocco Antonio
Gioffrè, nel frattempo deceduto.
Il procedimento “Topa”nasce dall'omonima operazione
condottadai Carabinieriche,
nel novembre 2007, diedero
esecuzione alle ordinanze di
custodia cautelare disposte
dal Gip di Reggio Calabria
Anna Maria Arena. Nel mirino la famiglia Gioffrè di Seminara che, secondo il sostitutoprocuratore dellaDdadi
Reggio Calabria, Roberto Di
Palma, che curò le indagini,
avrebbe condizionato il libero voto del Comune preaspromontano, imponendo
un proprio candidato (Marafioti), costringendo l’altro
pretendente (Battaglia) a ritirarsi dalla competizione.
Le indagini dei Carabinieri
ebbero modo di constatare
come le consultazioni, vennero, effettivamente, vinte
da Marafioti che la spuntò
sull’avversario, Salvatore
Costantino, per 95 voti. La famiglia Gioffrè, dunque,
avrebbe controllato le elezioni, fino all’ultimo voto: i
membri
dell’associazione
avrebbero presenziato anche
ai seggi nel giorno delle elezioni, intervenendo illecitamente nel momento stesso
delle votazioni, al fine di incutere timore negli elettori.
Dalle intercettazioni risultò,
infatti, come i presunti affi-
liati alla cosca Gioffrè contassero 1050 voti a favore di Marafioti.
Il sindaco uscente sarà
eletto con 1058 preferenze,
otto in più rispetto ai calcoli.
L’operazione portò,peraltro,
anche allo scioglimento del
Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. Particolarmente interessante la figura del professor Carmelo
Buggè, già sindaco dal 1988
al 1991, allorquando il Comune di Seminara verrà
sciolto per infiltrazioni mafiose. Il pm Di Palma lo aveva
definito “la veramente politica del sodalizio”.
Dopo la requisitoria del sostituto pg Riva, la Corte ha
fissato due udienze per le arringhe degli avvocati difensori. La sentenza d'appello,
comunque, arriverà nel
2012.
cla. cor.
Giuseppe e Pasquale Zagari sono ritenuti due elementi di spicco dell'omonimo clan di Taurianova, alleato ai Viola nella sanguinosa faida contro gli
Asciutto-Grimaldi, avviata
nel 1988. Nell’ambito della
guerra tra cosche, il 3 maggio del 1991, furono uccisi i
fratelli Giovanni e Giuseppe Grimaldi.
Quest’ultimo fu decapitato con un coltello da macellaio e la sua testa fu fatta
oggetto di un macabro tiro
al bersaglio, con un fucile
caricato a pallettoni. Il duplice omicidio dei fratelli
Grimaldi si incastrò nel bel
mezzo di una giornata da
incubo. I due fratelli, infatti, vennero trucidati intorno alle 17.30, poche ore prima, invece, intorno alle
12.30, cadeva sotto i colpi
dei sicari Pasquale Sorrento, mentre in serata, intorno alle 20, arrivava l’ora di
Rocco La Ficara. Una mattanza che seguì di sole ventiquattro ore l’uccisione di
Rocco Zagari, notabile della ‘ndrangheta e padre dei
due imputati, Giuseppe e
Pasquale Zagari.
Così il tentativo di fuga si
è tradotto in una ulteriore
condanna.
Il Comitato
Occhio vigile
del prefetto
sulle vittime
di minacce
GIORNATA intensa il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ieri
si è riunito alla presenza
del prefetto Luigi Varratta, al quale, oltre ai vertici
delle forze dell’ordine,
hanno preso parte Salvatore Di Landro, Procuratore Generale della Repubblica presso la locale
Corte d’Appello e Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica di
Reggio Calabria.
Durante la riunione
ampio spazio è stato dedicato all’approfondimento
delle posizioni di magistrati ed amministratori
locali, tra cui quella del
Sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga, vittime di
intimidazioni.
Il Prefetto ha espresso
all’amministratore – nei
confronti del quale si è anche disposta l’attivazione
di apposite misure di vigilanza – solidarietà per il
vile gesto di cui è stato vittima, sottolineando l’attenzione che le Forze di
polizia riservano a quel
comprensorio comunale
sotto il profilo della prevenzione generale e del
controllo del territorio.
Di seguito si è trattato
della manifestazione “Un
calcio alla ‘ndrangheta”
che si svolgerà a Rizziconi
il prossimo 13 novembre,
nel cui contesto la Nazionale italiana di calcio effettuerà un allenamento
all’interno di un campetto
realizzato su un terreno
confiscato alla criminalità organizzata. All’iniziativa presenzieranno numerose autorità politiche
- tra le quali il Sottosegretario all’Interno, sen, Guido Viceconte ed il Presidente della Regione Calabria, on. Giuseppe Scopelliti – oltre al Presidente
della Federazione Gioco
Calcio, dr. Giancarlo Abete, ed al Presidente
dell’Associazione Libera,
don Luigi Ciotti.
Giuseppe Vincenzo Gioffrè
Incendiata la vettura del primo dirigente della Procura generale
In fiamme l’auto di Velardi
STAVOLTA nel mirino c’è finito Sandro Maria
Velari, primo dirigente della Procura generale
di Reggio Calabria. La sua auto è stata incendiata attorno alle 2 e 50 della notte tra martedì e mercoledì. La macchina, una Ford Cmax, intestata
alla moglie, è stata avvolta dalle fiamme nella
centralissima piazza Orange dov’era parcheggiata, distruggendola completamente.
Sul luogo, oltre ai vigili del fuoco che hanno
spento l’incendio, sono arrivati poi anche i Carabinieri che condurranno le indagini. In questo
senso già ieri è stato aperto un fascicolo, che evidentemente non è di natura accidentale. Il sospetto che si tratti di un vero e proprio atto intimidatorio sta nel fatto che l’automobile recasse
ben evidenti le insegne della Procura generale,
era stata interessata già la sera precedente da un
tentativo d’incendio doloso, ad opera di ignoti.
Insomma non riuscendoci la prima volta, i cultori del cerino facile sono tornati alla carica 24 ore
dopo. C’era insomma una ferma volontà di punire Sandro Maria Velardi. Il dirigente, in servizio
della Procura generale è un personaggio inflessibile nella sua
professione e considerato molto
attento e scrupoloso nel suo lavoro. C’è dunque da capire se si sia
trattato del dispetto di qualche
balordo (ormai a Reggio si brucino le macchine anche per i diverbi
al semaforo) o di un avvertimento
legato all’attività di Velardi.
Nella giornata di ieri il Primo
dirigente ha ricevuto numerose
telefonate di solidarietà da colleghi e magistrati. E in serata è sta- L’auto data alle fiamme
ta resa nota anche la vicinanza del
Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. timidatori che non possono condizionare chi de«Il dottore Velardi – afferma Scopelliti – si è sem- dica la propria vita in favore della legalità».
pre contraddistinto per la sua attività puntuale e «Esprimo quindi sincera solidarietà al dottor
inflessibile, in prima linea in favore dell’ammi- Sandro Maria Velardi – conclude il Governatore
nistrazione della Giustizia e la sua trasparenza della Calabria - confermandogli la vicinanza dello rende automaticamente nemico della crimi- le istituzioni e certo che magistratura e forze
nalità. Condanno con fermezza questi vili atti in- dell’ordine faranno piena luce sull'accaduto»
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Il palazzo del Governo si è espresso dopo le dimissioni di nove esponenti della minoranza a Bova Marina
Il prefetto scioglie il Consiglio
Finisce la stagione della Giunta Squillaci. Arriva il commissario Crea
di ENZA CAVALLARO
BOVA MARINA - Nella tarda serata di ieri il prefetto di Reggio
Calabria, Luigi Varratta, ha firmato la proposta per lo scioglimento del Consiglio comunale di
Bova Marina capeggiato dall’ormai ex sindaco Giovanni Mario
Squillaci. Nei prossimi giorni,
dunque, nominato dallo stesso
Varratta, si insedierà al Comune
il vice prefetto Francesca Crea
quale commissario per la provvisoria gestione dell’ente con i poteri spettanti al primo cittadino,
al consiglio ed alla giunta.
La situazione nel consiglio comunale di Bova Marina si era incrinata immediatamente dopo
l’ultima assemblea con le dimissioni contestuali di nove consiglieri. Lo scorso 28 ottobre, infatti, avevano lasciato gli scranni di palazzo di città gli esponenti della maggioranza Domenico
Petrulli, Antonino Zirillo, Vincenzo Mandalari e Giuseppe
Panzera e di minoranza Antonio
Stilo, Carmelo Licordari, Roberto Rodà, Pierpaolo Zavettieri e
Vincenzo Crupi.
Non esisteva più, dunque, alcun rapporto fiduciario fra la
compagine di governo e gli stessi esponenti della maggioranza.
Il tutto accelerato da un provvedimento avviato due giorni prima dal primo cittadino Squillaci
che aveva avviato il procedimento di decadenza della carica per
assenteismo per bne sette consiglieri. Si diceva, poi, del consiglio comunale infuocato che ha
sancito la rottura definita. Giovedì 27 ottobre, infatti, si sarebbe dovuto discutere del reintegro del consigliere Giuseppe
Panzera riammesso in aula da
due sentenze della giustizia ordinaria. In quell'occasione, il
sindaco e presidente del consiglio Squillaci, non ha aperto i lavori comunicando l'errore, da
parte degli uffici comunali, di
convocare il consigliere Giuseppe Panzera e non il consigliere
Errante Lucia Piera che ha sostituito Panzera per tutto il periodo
di sospensione. Quindi il sindaco, sospendendo e rinviando la
seduta a data da destinarsi, abbandonò l'aula. A questo punto i
nove consiglieri (poi dimissionari), convinti della regolarità della riunione vista l’assenza di particolari condizioni che giustificassero un rinvio, andarono
avanti garantendo il numero legale. Da parte sua anche il segretario comunale Arcidiacono disse che «al consiglio si convocano
diciassette consiglieri» e quindi
non sarebbe stato necessario
convocare la Errante. Pertanto i
consiglieri Mandalari Vincenzo,
Crupi Vincenzo, Rodà Roberto,
Zirillo Antonino, Petrulli Antonino, Stilo Antonio,Zavettieri
Pierpaolo, Licordari Carmelo e
Panzera Giuseppe, dopoa ver occupato l'aula “Pietro Timpano”,
portarono avanti i lavori del civico consesso. Sucessivamente,
non si è mai parlato della validità
del consiglio ma si è detto, piuttosto, che il consigliere Panzera
veniva automaticamente reintegrato considerando valide a tutti
gli effetti le successive dimissioni.
Insomma, tanta carne al fuoco
che ha consentito al prefetto
Varratta di notificare lo scioglimento del consiglio, inviando la
relazione al ministero degli Interni che giungerà alla firma del
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano. Questo decreterà, oltre la presenza del
commissario prefettizio, l'anticipo alle urne nella primavera
2012. L'amministrazione Squillaci era in carica dal 15 aprile
2008.
IL CASO A BOVA MARINA
«Fotovoltaico, c’è un incarico sospetto»
Crupi all’attacco: «Esiste una short list di 135 esperti
ma il Comune si affida a un ingegnere di Crotone»
BOVA MARINA - Nonostante lo scioglimento
anticipato del consiglio comunale, continuano gli attacchi da parte dell'opposizione alla
squadra amministrativa guidata, fino a ieri,
dal sindaco Squillaci. Sotto la lente d'ingrandimento, questa volta, finisce l'incarico assegnato ad un ingegnere “gestionale” per realizzazione di un impianto fotovoltaico presso i
locali della scuola media. La questione è stata
sollevata dall'ormai ex consigliere comunale,
Vincenzo Crupi, che chiarisce i tratti della vicenda. «L’amministrazione comunale - dice non si smentisce e continua a conferire incarichi, violando in modo palese la legge, senza rispettare i principi di concorrenza, parità di
trattamento, trasparenza e, rotazione».
In particolare, secondo l'ex consigliere comunale «con determina numero 232 del 6 ottobre scorso del settore Lavori pubblici, è stato
conferito all'ingegner Nino Clara, da Crotone, un incarico di collaborazione alla progettazione-Direzione Lavori e Coordinamento
Sicurezza per l'adeguamento del progetto
esecutivo relativo alla realizzazione di un impianto solare fotovoltaico nella scuola media».
«Le perplessità - prosegue Crupi - in merito
a tale affidamento sono molte. Innanzitutto, il
comune di Bova Marina si è dotato di un elenco di professionisti, dove risultano iscritti ben
135 professionisti, tra ingegneri, architetti,
geometri e geologi. In tale elenco non compare il nominativo dell'ingegner Nino Clara».
A questopunto, VincenzoCrupi, trail serio
ed il faceto, si chiede «in base a quale criterio
l'amministrazione ha individuato il su indicato ingegnere e, considerato, che fino ad oggi, non è intercorso alcun rapporto tra il Comune ed il citato professionista, come hanno
fatto gli amministratori a contattarlo al fine
di acquisire la sua disponibilità all'espletamento dell'incarico? Si tratta di un caso di conoscenza personale, si è tirato a sorte tra tutti
gli ingegneri della Calabria o forse il nominativo in questione è uscito dall'uovo di Pasqua,
anche se fuori stagione? E' possibile che tra i
tanti ingegneri ed architetti inseriti nel predetto elenco non vi era nessuno in grado di
progettare in materia di impianti fotovoltaici? Non èpossibile visto che nelsuddetto elenco risultano ingegneri con le necessarie competenze».
Il sindaco Squillaci
E’ ancora alta l’attenzione dei sindacati sul “Tiberio Evoli”
La Uil all’attacco dell’Asp di Reggio
«Mortificato l’ospedale di Melito»
Riunione a Palizzi
Il consiglio
comunale
cerca la “casa”
ai carabinieri
di MARIATERESA ORLANDO
di GRAZIELLA GIORDANO
MELITO - Ospedale “Tiberio Evoli”,
l'attenzione continua a restare massima. In attesa dell'approvazione del
nuovo atto aziendale, la Uil Fpl del
presidio ospedaliero di Melito, prende atto ancora una volta che «si è voluto impoverire, mortificare e disarticolare un presidio ospedaliero posto
in un'area difficile che, nonostante
tutto, è sempre riuscito a dare risposte sanitarie pregevoli». «Questa organizzazione sindacale - si legge in
una nota - pur nel rispetto delle esigenze sanitarie di tutti i cittadini calabresi, non può esimersi dal ribadire
che all'ospedale di Melito vengono ingiustamente soppressi i servizi di
anatomia patologica, cardiologia,
centro trasfusionale, ecografia, farmacia, oculistica, odontostomatologia, Orl, urologia, oncologia, gastroenterologia, postazione del 118,
allergologia e la dermatologia, quest'ultima riconosciuta come centro
d'eccellenza per la cura della psoriasi».
Le forze sindacali, dunque, continuano a non abbassare la guardia, ribadendo puntualmente l'importanza
di una serie di servizi, richiesti giornalmente da un ampio bacino d'utenza. Pertanto, «in che modo s'intende
garantire l'assistenza sanitaria?»,
s'interrogano i sindacati di categoria. E ancora: «Come si può garantire
l'assistenza ai malati se si chiudono
servizicosì vitaliperil territorio,considerando che tale soppressione non
porta alcun risparmio all'Azienda?».
Una serie di interrogativi che le organizzazioni sindacali vogliono, ancora
una volta, porre all'attenzione dei ver-
PALIZZI - Il presidente del
consiglio comunale di Palizzi Sebastiano Rodà ha convocato la riunione dell’assemblea cittadina, presso i locali
della biblioteca comunale,
per lunedì prossimo, a partire daalle ore 18.00, in sessione ordinaria di prima convocazione e, in mancanza di
numero legale, per mercoledì sempre allo stesso orario.
Diversi i punti posti all’ ordine del giorno con in testa il
tema della Caserma dei Carabinieri di Palizzi Marina
recentemente “sfrattata”. Si
discuterà, quindi, e si prenderanno i dovuti provvedimenti per l'individuazione
di un nuovo locale che possa
ospitare le attività degli uomini dell’arma. Così, dopo la
lettura e l’approvazione dei
verbali della seduta precedente, i consiglieri si troveranno a ragionare sull’accettazione della donazione
di un’emeroteca-biblioteca
multimediale alla comunità
palizzese da parte di Franco
Arcidiacono. Seguirà il dibattito e l’eventuale approvazione del regolamento
d’impianti sportivi di Palizzi
e del regolamento per la disciplina della concessione di
beni confiscati alla mafia ai
sensi della legge 109 del
1996 facenti parte del patrimonio indisponibile comunale.
L’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo
tici dell'Asp ribadendo a muso duro
«le mille contraddizioni dell’atto».
L'attenzione di Uil - Fpl, inoltre, si
concentra anche sulla “liquidazione”
delle tante strutture complesse che
da 13 del passato passeranno ad una
(Chirurgia generale).
Eppure, alcuni dati parlano chiaro:
«Più pesi e più misure». Di questo ne
sono certe le organizzazioni sindacali: «Su 94 strutture complesse distribuite nei vari ospedali, a Melito è toccata solo una». Una sorta di contentino, insomma. «Perché il Tiberio Evoli
ha subitoquesto iniquotrattamento?
Non sarebbe stato più ragionevole in
fase di stesura dell'atto aziendale, tenere conto della proposta avanzata
dalle organizzazioni sindacali, medi-
che e dalla conferenza dei sindaci?»,
chiede Domenico Scambia (segretario aziendale Uil Fpl). Una serie di
“manovre” , dunque, che per nulla
convincono la Uil.
«Siamo seriamente preoccupati conclude la nota - non solo per la soppressione di importanti servizi ma
anche per la minaccia ai tanti posti di
lavoro in un periodo di particolare crisi».«Nonsiamo pernullasoddisfatticita il comunicato - e ci chiediamo che
senso ha sopprimere servizi e strutture, nel momento in cui l'ospedale di
Melito dovrà essere accorpato all'ospedale Riuniti? Al contempo siamo
però certi che con tale accorpamento
il nostro ospedale sarà in grado di dare ottime risposte terapeutiche».
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Grecanica
Giovedì 10 novembre 2011
36
Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: [email protected]
Cresce l’attesa per l’arrivo della Nazionale di Cesare Prandelli. Lunedì l’abbraccio con i tifosi
Rizziconi si colora d’azzurro
Iniziativa voluta da Libera e dalla Figc per lanciare la sfida alla ’ndrangheta
di ANGELO GIOVINAZZO
RIZZICONI - E' iniziato il
countdown a Rizziconi per
l'arrivo della Nazionale di
calcio. Tre giorni ancora per
l'appuntamento con il grande evento.
Gli Azzurri di Cesare
Prandelli sono attesi in città
al campetto di zona Acquedotto, dove scenderanno sul
tappetino verde per sostenere una partitella in famiglia, in segno di una grande
manifestazione di legalità
contro le mafie, per dare
“Un calcio alla 'ndrangheta”.
Sarà una gran bella manifestazione dal forte senso
sociale e di promozione civile, che coinvolge principalmente i ragazzi delle scuole
cittadine e i giovani delle varie associazioni culturali,
sociali e sportive che operano anche al di fuori del territorio. E' un grande evento,
di quelli che generalmente
lasciano il segno. Una giornata storica.
La Nazionale sarà a Rizziconi a quattro passi da casa
nostra. Qui in Calabria, e
più precisamente nella Piana. Un evento che non capita
tutti i giorni viverlo. Gli Azzurri saranno ospitati sul
campetto realizzato su un'area confiscata alla mafia, e
dal quale si alzerà alto nel
cielo un segnale preciso alla
Calabria, alla Piana in particolare, che vuole avere un
futuro diverso, non più nelle mani della criminalità,
lontano dalle situazioni di
sottomissioni, di prepotenza. Certo non sarà un grande stadio ad ospitare gli Azzurri, ma un campo piccolo,
e questo non importa affatto
per la nostra nazionale se ha
già accolto la proposta di venire qui, per lanciare un
messaggio intriso di legalità.
Una grande testimonianza di solidarietà nei con-
Cesare Prandelli dirige un allenamento della Nazionale
fronti della Calabria tutta.
Intanto a Rizziconi la macchina organizzativa va
avanti a ritmi piuttosto elevati, per accogliere nel migliore dei modi i nostri Azzurri.
Il
commissario
straordinario del Comune,
dottor Fabrizio Gallo, insieme alla Figc e alle autorità
locali e a don Pino Demasi di
Libera, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli organizzativi della trasferta degli Azzurri a Rizziconi. Intanto la struttura sportiva
di zona Acquedotto in questi ultimi giorni è stata sottoposta a interessanti lavori
di miglioramento e ammodernamento. Essi hanno riguardato, in particolare, l'asfalto delle vie di accesso all'impianto sportivo, il restyling degli spogliatoi del
campo grande che dovrebbero svolgere funzioni di
supporto a quelli del cam-
petto il cui terreno di gioco
ha subito la sostituzione del
tappeto verde. Intorno all'impianto di calcetto sono
state erette le tribune che accoglieranno i giovani delle
varie associazioni, gli alunni delle quinte elementari,
gli studenti della scuola media e le autorità istituzionali
ed ecclesiali.
Da centrocampo i giocatori della Nazionale lanceranno simbolicamente il loro
messaggio di legalità ai giovani che rappresentano il
futuro per una società migliore, senza più paure, senza più subire alcuna forma
di violenza. In sostanza sarà
senz'altro un sorriso assolutamente importante che
lancia un messaggio contro
tematiche devastanti, soprattutto per i giovani che
rappresentano lo specchio
di una società non certamente sana.
Giovanni Nocera è stato raggiunto da un proiettile di pistola alla coscia destra
Misterioso ferimento a Rosarno
La polizia ha avviato indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti
ROSARNO – Misterioso ferimento ieri pomeriggio a Rosarno. Un
giovane di 33 anni Giovanni Nocera con precedenti di Polizia per
reati contro il patrimonio è stato
accompagnato ieri pomeriggio
intorno alle 18 presso il Pronto
soccorso dell’ospedale di Polistena con una ferita di arma da fuoco,
verosimilmente una pistola di
grosso calibro, che l’ha attinto coscia destra. Sono stati sanitari del
nosocomio polistenese ad avvisare del ferimento gli agenti del
Commissariato di Polistena i quali dopo aver comunicato quanto
saputo ai loro colleghi del Com-
missariato di Gioa Tauto si sono
recati nella struttura sanitaria
per saperne di più. Da quanto sono riusciti a ricostruire dalle poche dichiarazioni rese da Nocera
sembra che il giovane, secondo
quanto lo stesso ha dichiarato ai
poliziotti, mentre camminava a
piedi sulla via Nazionale a Rosarno, tra le 17 e 30 e le 17 e 40 di ieri
pomeriggio, si è sentito un bruciore alla gamba accorgendosi quindi di essere stato raggiunto da un
proiettile esploso da qualcuno per
ragioni a lui ignote. Il colpo di pistola che lo ha raggiunto alla coscia ha danneggiato l’arteria fe-
morale causandogli una pesante
emorragia. Per questa ragione da
Polistena è stato immediatamente
trasferito presso il reparto di chirurgia vascolare degli ospedali
Riuniti di Reggio Calabria dove
Nocera nella serata di ieri è stato
sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico con il quale si
è tentato di bloccare l’emorragia
ricostruendo l’arteria femorale.
La prognosi attualmente è riservata e le sue condizioni vengono
giudicate preoccupanti. Gli agenti del Commissariato di Gioia Tauro si sono recati sul posto indicato
dal Nocera senza riuscire a rinve-
nire però bossoli esplosi. Un particolare questo che potrebbe indicare, che il ferimento possa essere
avvenuto in un'altra zona di Rosarno ed in circostanze o contesti
forse assolutamente diversi dalla
casualità raccontata dalla vittima.
Le indagini che vengono effettuate dalla Polizia sono coordinate dal sostituto procuratore della
Repubblica di Palmi, Antonio
D’Amato. Ovviamente Nocera verrà nuovamente interrogato non
appena le sue condizioni di salute
lo permetteranno.
mi.al.
Proposta del sindaco di Gioia Tauro Bellofiore
Nella frazione di Taurianova
L’ospedale come presidio
d’emergenza e urgenza
Vino e tradizioni
oggi al via la festa
per San Martino
di ALESSANDRO TRIPODI
GIOIA TAURO - «Equa ripartizionedelservizio sanitarionellaPiana, dando prevalenza all'ospedale di Gioia Tauro come presidio
d'emergenza-urgenza». Questa
la sintesi del pensiero di Renato Bellofiore, sindaco di
Gioia Tauro, in merito alla ridefinizione della rete ospedaliera nelcomprensorio.
I motivi per i quali
il nosocomio gioiese
deve essere considerato un punto nevralgico assistenziale, per un bacino di 84 mila persone, a detta del primo cittadino,
sono tanti. «Innanzitutto - afferma Bellofiore - la struttura del
“Giovanni XXIII” è una delle migliori presenti nell'area perché
funzionante ed attrezzata, e già
questo potrebbe bastare. Ma altrettanto rilevante risulta essere
il fatto che Gioia Tauro ha una
“polveriera infortunistica”, il
porto, che necessita di un presidio
d'emergenza il più vicino possibile alla stessa. Oltre 3000 lavoratori, periodicamente, subiscono infortuni più o meno gravi - ribadisce il sindaco - perciò non possiamo permettereche venganopersi
minuti preziosi a causa del trasporto in ospedali
distanti dallo scalo
gioiese». Bellofiore,
poi, sposta l'attenzione sul confronto
tra l'ospedale di Polistena e quello di
Gioia, i quali, possiamo dire, si contendono il ruolo di
presidi di primaria
importanza nel territorio pianigiano.
Secondo Renato Bellofiore, la politica sanitaria regionale, gestita
dal commissario ad acta per la sanità, Giuseppe Scopelliti, e quella
provinciale, manovrata da Rosanna Squillacioti, commissario
dell'Asp 5, con le iniziative di questi ultimi giorni, stanno propendendo verso una valorizzazione
del nosocomio di Polistena ed una
riduzione funzionale e strutturale del “Giovanni XXIII” di Gioia
Una struttura
nevralgica per un
bacino d’utenza
di 84mila persone
Tauro. «La struttura di
Polistena non è centrale sul territorio rispettoaquella diGioia-sottolinea il sindaco - è obsoleta e inoltre non vi è
la certezza che abbia alcuni requisiti di sicurezza, come quello dell'antisismicità». Rinforzare l'ospedale di
Polistena e ridimensionare quello di Gioia è
una scelta scellerata,
secondo Renato Bello- Il sindaco Renato Bellofiore
fiore, che vaa discapito
deicittadinidi tuttalaPiana.Tale Per quanto riguarda urologia,
contrarietà è stata ribadita più nel 2010, in tale reparto, sono stavolte, non solo dal primo cittadino te effettuate 1470 visite, quindi
ma anche dall'intera ammini- 1470 cittadini hanno usufruito di
strazione comunale. Un schiaffo questo servizio. Dove andranno a
alla città del porto, quindi, che finire gli utenti se si chiude urolonon trova giustificazione sotto gia? La struttura di Polistena non
nessun aspetto. Quello, ad esem- ha le capacità per accogliere una
pio, del risparmio, non ha motivo mole di pazienti così numerosa».
di esistere, per Bellofiore, in Bellofiore, nei prossimigiorni inquanto «chiudendo alcuni repar- dirà un apposito Consiglio comuti a Gioia come cardiologia e uro- nale in merito alla questione dellogia, non si raggiunge una reale l'Ospedale cittadino, «ultimo tenriduzione delle spese - dice il sin- tativo istituzionale - ha precisato dopo il quale mi mobiliterò per
daco - perché i medici rimangono
ugualmente e vanno stipendiati. scendere in piazza a protestare»
TAURIANOVA - Oggi, dieci colpi di
mortaio annunceranno, ufficialmente,
l'inizio dei festeggiamenti in onore di
San Martino, il Santo Patrono dell'omonima frazione di Taurianova.
Il programma civile, messo a punto
dal Comitato feste, si concentrerà nelle
giornate di oggi e domani, mentre
quello religioso, avviatosi lo scorso primo novembre con l'esposizione della
statua del vescovo Santo e il bacio della
Reliquia, si concluderà, domani, con la
Santa Messa solenne, celebrata dal parroco don Marino Scali, che si terrà alle
9,30 e alla quale seguirà la processione
per le vie del paese.
Stasera, invece, dalle ore 21,00, a cura della Caritas, si svolgerà la tredicesima “Sagra della Zeppola e del Vino” e a
seguire lo spettacolo “A ccu' nci u cunti” di e con Nino Spirlì, Aldo Ferrara e
Manuel Ferrarini.
Per la giornata di domani, è prevista,
alle ore 8,00 l'esibizione, per le vie del
paese, del Complesso Bandistico “Cav.
Francesco Zappia” Città di Oppido Mamertina, mentre, alle 21,00 avrà luogo
il concerto de “I Romantici cover Modà”
e, a conclusione dei festeggiamenti,
uno spettacolo pirotecnico.
fe. le.
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Piana
Giovedì 10 novembre 2011
Giovedì 10 novembre 2011
Nuovo incontro tra i commercianti e il sindaco Occhiuto che assicura un intervento per i parcheggi
Cordoli, la protesta non si placa
Traffico bloccato ieri mattina su via Caloprese, striscioni e cartelloni colorati
di MATTIA GALLO
COME CAMBIA LA VIABILITÀ
UNA LUNGA striscia bianco-rossa di delimitazione,
tra un capo e l’altro della
strada, appesa tra i palazzi.
Dietro la striscia, nel mezzo
della strada adibita ai veicoli, circa cinquanta persone,
tra esercenti e cittadini residenti: in via Caloprese monta la protesta contro l’installazione dei cordoli a sfera e la creazione di una via
preferenziale per gli autobus.
Sulla stessa striscia di delimitazione, sono appesi diversi cartelli dove, ad esempio, si legge: “Dobbiamo lavorare, no ai cordoli! Stop ai
lavori” e “Occhiuto ripensaci”. Le parole di recriminazione sono dirette contro la
scelta dell’attuale amministrazione comunale di creare una linea veloce per mezzi di trasporto pubblico che
parte dal bar “Occhiuto e
Bozzo” ed arriva fino a piazza Matteotti (vedi box). Ma
l’idea non è piaciuta ai commercianti e cittadini che fin
dall’immediato avvio degli
inizi dei lavori, martedì
mattina, hanno levato cori
di protesta ed hanno incontrato il sindaco Occhiuto
con una delegazione. A corollario di questa presa di
posizione, su via Caloprese
ieri nessuna macchina in
circolazione dalle ore 9 fino
alle 12, ma decine di persone per strada a manifestare
pacificamente. Sono diversi
i commercianti, che in maniera unanime spiegano il
loro malcontento per il nuovo progetto, che in realtà «è
stato già attuato in passato
provocando disagi per chi
vive nella zona, tanto da dover togliere i cordoli», come
viene dichiarato all’unisono. «Via Caloprese è un’arteria importante della città
– affermano i cittadini –
creare un’ulteriore corsia
per i pullman vorrebbe dire
intasare il traffico e bloccare tutto. Immaginiamo ad
esempio in un orario di punta, nel mezzo della mattinata, cosa voglia dire vedere
due pullman che si incrociano proseguendo in senso
contrario. Si creerebbe un
caos acustico e di traffico
per i cittadini, e difficoltà
per i commercianti della zona».
Presenti ieri le forze
dell’ordine a monitorare la
protesta pacifica. Fuori dai
denti, si sentono espressioni come «per chi lavora, sarà il caso di chiudere bottega, non ci resta che abbassare le serrande e giocare a
carte» ma anche «ricordo
qualche episodio in passa-
Nel progetto anche la Ztl su via Montesanto
Corsie preferenziali
in tutto il centro città
Un momento della protesta
to, con i cordoli potrebbe venire meno la sicurezza per i
pedoni che attraversano la
strada», «La immaginate
un’ambulanza che deve
passare di fretta o un autobus che trasporta pendolari, passare tra le file di macchine e di autobus?». Ed anche ieri, come era avvenuto
martedì, si è svolto presso
palazzo dei Bruzi un incontro tra una delegazione di
manifestanti ed i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Il sindaco
Occhiuto, presente, ha spiegato i termini del progetto
per quanto riguarda la linea di percorrenza veloce,
ed ha dichiarato che interverrà su una sistemazione
dei parcheggi più adeguata
per far fronte alle esigenze
di commercianti e cittadini.
I DISCHETTI gialli che
hanno fatto infuriare commercianti e residenti di via
Caloprese presto saranno
“spalmati”su tutto il centro
città. Il progetto delle 3 circolari veloci che partirà entro fine mese prevede corsie
preferenziali non solo su
via Caloprese, ma anche su
viale degli Alimena, corso
Umberto, corso Fera fino a
piazza Zumbini. L’idea del
sindaco è quella di rendere
anche visivamente riconoscibile il tracciato della circolare ai cittadini. «Non sono i vecchi cordoli - spiega il
presidente
dell’Amaco
Francesco Cribari - ma calotte in gomma che non
creeranno nessuna barriera nè arrecheranno disagi
ai pedoni».
Alcuni dettagli sono in
corso di definizione, comunque, non dovrebbero
esserci cordoli su via Montesanto (perché nelle intenzioni del sindaco dovrebbe
diventare Zona a traffico
limitato), su viale Trieste
(per ragioni tecniche, perché poi l’autobus deve pie-
gare sulla sinistra), su viale
Mancini e via Falcone e Borsellino (perché strade a
scorrimento veloce).
Ormai definiti anche i
percorsi delle tre circolari
che riguarderanno il centro città, Castrolibero e il
centro storico: Rende, almeno per ora, ha deciso di
non aderire. La prima circolare partirà dal Campagnano, all’altezza del bar
“Occhiuto e Bozzo”: proseguirà lungo via Panebianco (sul tratto contromano
già segnato dai cordoli), arriverà a piazza Europa, imboccherà via Caloprese contromano,
raggiungerà
piazza Bilotti,poi continuerà su via Alimena e via Montesanto, salirà da viale Trieste per effettuare una fermata (utile per l’ospedale)
nello slargo del rifornimento di benzina, scenderà
da corso Umberto per arrivare al capolinea dei 2 Fiumi. Il ritorno viaggerà su
viale Mancini, via Molinella, via Luigi Maria Greco,
piazza Bilotti, corso Fera
(ex corso d’Italia) fino a
piazza Zumbini, scende a
destra all’altezza della sopraelevata e continua su via
Falcone e Borsellino, poi via
Negroni, via Panebianco fino al bar Occhiuto e Bozzo.
La seconda circolare è
quella di Andreotta. Da qui
il bus, attraversando via degli Stadi, raggiungerà
piazza Europa per poi seguire lo stesso percorso della prima circolare. Al ritorno, da piazza Bilotti, la circolare risalirà da via Gramsci (piazza Loreto) per raggiungere piazza Europa e
da qui imboccare via degli
Stadi. La navetta del centro
storico, invece, con partenza dai “2 Fiumi”, percorrerà viale Trieste, girerà dal
Comune, imboccherà via
Quattromani, salirà su corso Telesio fino a piazza XV
marzo, per poi tornare da
via Petrarca e Lungocrati,
dove verrà invertito il senso di marcia. A questa corsa, si aggiunge la modifica
delle linee 22 e 23 che verranno “allungate” da piazza BIlotti a piazza Fera.
m. f. f.
Tirreno inquinato. Assolverà all’obbligo a Roma. A metà mese Tdl per lui e la Plastina
Il dirigente della Smeco ai domiciliari
Il gip accoglie la richiesta della difesa. Domenico Albanese lascia il carcere
di ROBERTO GRANDINETTI
A DOMENICO Albanese, direttore
tecnico della Smeco, sono stati alla
fine concessi, in merito all'inchiesta
aperta dalla Procura di Paola sull'inquinamento del Tirreno cosentino, gli arresti domiciliari.
La decisione è stata presa nella
tarda mattina di ieri dal gip paolano
Giuseppe Battarino, lo stesso che lo
scorso 2 novembre, su richiesta del
procuratore Bruno Giordano, aveva emesso un'ordinanza di custodia
cautelare in carcere sia per Albanese, che fu tradotto nel carcere di
Paola, che per Gessica Lilia Plastina, reclusa in quello di Castrovillari, e con l'accusa di frode nelle pubbliche forniture e disastro ambientale.
Sono stati chiamati in causa per la
ma. Nel corso dei ripresunta illecita gespettivi interrogatori
stione degli impianti
i due si erano difesi,
di depurazione delle
negando di aver inacque reflue urbane.
quinato il Tirreno. La
Secondo l'accusa, inPlastina durante il
fatti, tra il 2009 e il
suo esame annunciò
2010, avrebbero smalpure di essersi appena
tito in mare ben due
dimessa dalla Smeco,
milioni di kg di fanghi
precisando di non
non trattati, inquiaver avuto alcun ruonando così l'intero
lo decisionale.
Tirreno cosentino.
«La scarcerazione
Pochi giorni fa, e a
dell'ingegnere Albaseguito dell'interrogatorio di garanzia, il L’avvocato Vincenzo Adamo nese, invocata nel corso dell'interrogatorio
gip aveva concesso alla Plastina, difesa dagli avvocati Sa- di garanzia tenutosi il 4 novembre
brina Mannarino e Gianfranco Pa- scorso, ci permetterà - ha commenrenti, del foro di Paola, l'obbligo del- tato a caldo il suo avvocato difensola dimora presso il comune di Fu- re, Vincenzo Adamo, del foro di Coscaldo. Ieri la decisione per Albane- senza - di lavorare con maggiore sese, che sconterà i domiciliari a Ro- renità in vista del prossimo appun-
tamento, fissato per il 15 novembre
davanti il Tribunale del Riesame di
Catanzaro. Gli arresti domiciliari
concessi dal gip, pur con il parere
contrario della Procura, sicuramente favoriscono il lavoro che stiamo svolgendo in questi giorni ed in
queste ore per dimostrare che le
condotte illecite contestate non sussistono, e che alcun disastro ambientale è stato perpetrato o favorito
dagli odierni indagati. Nei prossimi giorni, una volta raccolta e valutata l'imponente documentazione
utilizzata dagli inquirenti, sapremo rappresentare le nostre ragioni
davanti il giudice del riesame. Al
momento - ha concluso Adamo - non
ci resta che commentare con soddisfazione l'affievolimento delle esigenze cautelari contestate inizialmente all'ingegnere Albanese».
La vittima non cede al ricatto e chiama i carabinieri. Altre due persone in carcere per un “cavallo di ritorno”
«I soldi o dico che vai con le prostitute» Arrestato
IL CORAGGIO di denunciare. Protagoniste due persone che, nella giornata di ieri e in due distinte vicende, hanno fatto arrestare i loro estortori.
Una ha avuto a che fare con un trentottenne che le aveva chiesto 200 euro,
minacciandola di rendere pubblico un
filmato che la immortalava con una
prostituta; l’altra con due malviventi
che avevano preteso 1500 euro per restituirle la Fiesta rubata, il classico
“cavallo di ritorno”, per intenderci.
Invece di cedere al ricatto entrambe
le vittime hanno chiamato i carabinieri, che hanno colto i tre in flagranza di
reato.
Il primo episodio ha visto come vittima un uomo di San Vincenzo La Costa, che è stato avvicinato da un trentottenne di Castrolibero, tal Raffaele
Caira. Ebbene, quest’ultimo avrebbe
chiesto alla sua vittima 200 euro in
contanti, minacciandolo di diffondere un filmato nel quale lo si vedeva intrattenere con una giovane
prostituta.
Da qui la fissazione di un appuntamento, nei pressi di
un albergo di Rende. La
vittima ha fatto finta di
accettare e ha poi contattato i carabinieri di
Rende.
E così all’appuntamento l’uomo è andato
coi carabinieri in borghese, rimasti a debita
distanza a controllare il tutto e
pronti a intervenire.
La vittima ha eseguito le indicazioni di Caira, mettendo i soldi su di
un cassonetto della spazzatura.
Poi se ne è andato. A quel punto è
entrato in azione l’estortore, che ha
preso i soldi. Non ha però fatto
neanche un passo che è stato bloccato dai carabinieri del capitano
Adolfo Angelosanto e portato direttamente in carcere.
Per la cronaca, del filmato del presunto intrattenimento della vittima designata con una
prostituta non c’era
traccia.
Anche il secondo episodio ha visto come protagonisti i carabinieri
di Rende, entrati in azione a seguito della segnalazione del proprietario di una Ford Fiesta, al quale
erano stati chiesti, appunto, 1500
euro per la restituzione del mezzo
Ha prevalso
il coraggio
di denunciare
che gli era stato rubato
a Montalto. Da qui la
fissazione di un nuovo
appuntamento per la
consegna del denaro,
questa volta a Quattromiglia, nei pressi di un
centro commerciale.
Anche qui, insieme
alla vittima, c’erano i
carabinieri in borghese, sbucati dal nulla subito dopo che in due
avevano preso i soldi
dalla vittima designata.
Si tratta di Luigi Dodaro, 39 anni
di Montalto, e Giuseppe La Rozza,
47 di San Vincenzo La Costa, ora in
carcere.
r. gr.
Il capitano
Angelosanto ha
diretto entrambe
le operazioni
d’arresto
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20 Cosenza
Indaga la Squadra mobile, ipotesi estorsiva. Tre giorni fa era toccato al negozio Charter
Undici colpi di pistola al bar
Esplosi la scorsa notte contro una vetrata del “New Continental”
di ANTONIO MORCAVALLO
IL RACKET delle estorsioni ha rialzato la testa. Con
messaggi chiaramente intimidatori che lasciano pochi dubbi alle forze dell’ordine. Nel giro di due giorni
due attività commerciali
cittadine hanno ricevuto le
“attenzioni” dei malviventi. A tuonare sono state ancora le pistole.
Dopo il negozio di abbigliamento “Charter”, è toccato al bar “New Continental” di via Misasi. Contro
una vetrata del bar sono
stati esplosi undici colpi di
pistola. L’intimidazione è
stata scoperta ieri mattina
all’alba dai dipendenti in
procinto di aprire l’attività.
Poco prima delle 6 è così
partita la telefonata al 113
con la richiesta di intervento. Sul posto è accorsa una
pattuglia della Squadra
Volante della Questura, diretta dal vicequestore Pietro Gerace. Gli agenti di Polizia hanno provveduto ai
rilievi del caso e a interessare i colleghi della Scientifica. Dalla verifica è emerso
che, contro la vetrina laterale del bar, quella che affaccia su via Miceli, sono
stati esplosi ben undici colpi di pistola. Gli esperti della Polizia Scientifica hanno
provveduto a repertare i
frammenti di ogive rinvenute che ora saranno sottoposti a precise verifiche.
Non è escluso, almeno da
quanto emerso dai primi rilievi, che possano essere
state utilizzate due differenti armi per l’atto intimidatorio. Un dubbio che sarà
sciolto solo dopo la definizione del calibro, o dei calibri.
Sul posto sono intervenuti anche gli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Fabio Ciccimarra. I
poliziotti hanno subito avviato le indagini. Sarebbero stati acquisiti dei filmati
di telecamere a circuito
chiuso e sono stati sentiti i
titolari e i dipendenti del
bar. Tutte le persone ascoltate dagli investigatori
avrebbero negato di aver ricevuto richieste estorsive o
minacce di qualsiasi natura. Nessun, per quanto riferito alle forze dell’ordine,
si saprebbe spiegare la natura dell’atto.
Le indagini sull’episodio, però, puntano sulla pista del racket delle estorsioni. Così come nel caso di
Charter. Contro il negozio
di abbigliamento, nella
notte tra domenica e lunedì, sono stati esplosi due
colpi di pistola calibro
9x21. Anche in quel caso
nessuna richiesta di pizzo o
minacce sono state denunciate alla Polizia.
il bar e un particolare della vetrina raggiunta dagli spari
Dalle 10 davanti alla Sezione. Il segretario: «Continue violazioni contrattuali»
Il Sap in assemblea per la Stradale
Il sindacato di polizia manifesterà questa mattina a via Popilia
LA SEGRETERIA Provinciale di
Cosenza in assemblea permanente.
La manifestazione si terrà oggi alle
10 davanti la sede della Sezione di
Polizia Stradale di Cosenza sita in
Via Popilia, 32.
Tale manifestazione, preannunciata nei giorni scorsi, assumerà la
veste di assemblea permanente,
per testimoniare «tutto il disagio
vissuto dai poliziotti in quell’ufficio».
«Un disagio che dura da oltre tre
anni - sostiene il segretario provinciale del Sindacato Sap, Antonio
Giordano - e che vede molti operatori doversi preoccupare non solo
dell’incolumità fisica per le attività
istituzionali da compiere in un delicato contesto sociale come questo,
ma anche di quella amministrativa
per le continue violazioni contrattuali che vengono compiute dalla
Dirigenza.
Troppe disattenzioni verso un
Ufficio importante come quello della Polstrada di Cosenza, che meriterebbe ben altre riflessioni, che oggi
purtroppo mancano, e che per sollecitarle siamo stati costretti a portare il disagio patito al cospetto
dell’opinione pubblica».
Per questi motivi oggi il Sap sarà
in strada: «Manifesteremo - ag-
giunge il segretario - cercando la
sensibilità dei cittadini, della politica e delle Istituzioni tutte, nell’auspicio che qualcuno, verifichi “seriamente” tutti gli atti compiuti
dalla Dirigenza e tolga dall’imbarazzo e dalle “pressioni” molti onesti e laboriosi operatori di polizia.
Una condizione questa che come
sindacato non possiamo certamente sopportare e tacere, soprattutto
perché condita dalla disparità di
trattamento.
Disparità che al cospetto degli atti potrà assumere il comportamento antisindacale con un necessario
dibattito in altra sede».
Alla donna, ritenuta fuori range per l’età (89 anni), sostituita una aorta
Anziana rifiutata da altri ospedali
viene salvata all’Annunziata
ECCEZIONALE intervento di chirurgia vascolare all’Annunziata di Cosenza.
Cinque giorni addietro è stata dimessa, in buone condizioni, una paziente di 89 anni ricoverata 10 giorni
prima in urgenza, per la rottura di un
aneurisma dell’arco dell’aorta toracica, dovuta a uno stato di ipertensione
grave. «La signora - spiega l’Azienza
Ospedaliera di Cosenza - giudicata
inoperabile e rifiutata da altre strutture calabresi, perché fuori dal range terapeutico (89 anni) per un intervento
di cardiochirurgia, è stata sottoposta,
dall’equipe dei medici della Chirurgia
Vascolare, diretta da Francesco Intrieri, ad intervento chirurgico di sostituzione di tutta l’aorta toracica con
procedura mini invasiva endovascolare».
La paziente è stata trattata in una
prima fase per il controllo arterioso,
dall’equipe della Cardiologia-UTIC diretta dal dottor Ferdinando Fascetti, e
successivamente operata.
L’intervento chirurgico è stato effettuato in anestesia loco regionale; mediante i due accessi percutanei sono
state introdotte delle sonde che hanno
permesso di posizionare due involucri
di materiale sintetico (Dacron) con un
rivestimento metallico (Nitinolo), per
ricoprire tutta l’aorta toracica danneggiata, come una guaina interna,
che ha ricostruito di fatto, l’arteria malata, restituendole la piena funzionalità.
L’intervento durato circa un’ora, ha
L’ospedale dell’Annunziata
permesso di evitare una operazione in
circolazione extracorporea, proibitiva
per le condizioni della paziente.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Direttore della Unità operatica
complessa di Chirurgia Vascolare, Intrieri, che ha dichiarato: «Anche nella
Azienda Ospedaliera di Cosenza, come
avviene in pochi centri italiani e con
grossi volumi di attività, è possibile
curare i danni sulle arterie provocati
dall’arteriosclerosi, in quasi tutti i distretti, con grande efficacia, evitando
il trauma chirurgico. La metodica endovascolare applicata comporta una
ridotta sofferenza per il malato e un
sensibile calo dei costi e dell’assistenza
post operatoria».
Il Direttore Generale dell’Azienda
ospedaliera, Gangemi, ha sottolineato
con orgoglio e soddisfazione come
«quello ottenuto sia un risultato
straordinario, conseguito grazie alla
simbiosi tra equipe di specialisti, in
grado di affrontare casi difficili. Una
capacità che si è sedimentata nel tempo, grazie all’esperienza maturata dal
2005 ad oggi nel campo della chirurgia complessa, che attualmente permette all’Azienda Ospedaliera di Cosenza di raggiungere traguardi importanti».
Auto della polizia stradale
Truffa all’Asp di Rende
gli indagati di “Ippocrate”
scendono a 72
ESCE fuori dall’inchiesta
sulle presunte truffe commesse all’interno dell’Asp
di Rende il dipendente Giovanni Cozzetto, a suo tempo indagato nel contesto
dell’operazione “Ippocrate”. Nella giornata di ieri,
infatti, il gip Lucia Angela
Marletta, del tribunale di
Cosenza, ha emesso un decreto di archiviazione, che
ha interessato altri otto indagati. L’avvocato Brunella Granata, del foro di Cosenza, tramite indagini difensive ha dimostrato
l’estraneità di Cozzetto tramite una memoria difensiva, con la quale è stato accertato che l’indagato era
regolarmente presente, il 9
marzo del 2009, sul posto
di lavoro. L’iniziale sospetto era, infatti, che Cozzetto
avesse usato in maniera illecita il badge delle presenze. E per questo i pubblici
ministeri Giuseppe Cozzolino e Antonio Bruno Tridico avevano chiesto il rinvio
a giudizio suo e di altre 81
persone. Da ieri, dunque, a
seguito della decisione del
gip, che ha archiviato in
tutto nove posizioni, gli indagati di “Ippocrate” scendono a 72, con la relativa
udienza preliminare che si
Il distretto sanitario di Rende
svolgerà il prossimo 15 novembre.
L'operazione fu eseguita
il 22 luglio dello scorso anno, con agenti della Polizia
Stradale che notificarono
49 ordinanze di custodia
cautelare, tredici delle quali in carcere. Le accuse base
sono falso ideologico (per
la concessione delle invalidità) e truffa (illecito utilizzo del badge delle presenze)
ai danni dell'Azienda sanitaria.
r. gr.
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Cosenza 21
Giovedì 10 novembre 2011
Sull’auto ulteriori informazioni sulla morte del calciatore Denis Bergamini Questionario Istat
Dipendenti
comunali
autorizzati
La Scientifica di Messina dovrebbe consegnare oggi i risultati a usare il pc
I Ris esaminano la Maserati
CASTROVILLARI - I carabinieri del Ris di Messina
da due giorni starebbero lavorando sulla Maserati
Spyder di Denis Bergamini, l'auto del centrocampista del Cosenza morto il 18
novembre 1989 in circostanze ancora non chiarite;
ufficialmente: si sarebbe
gettato sotto un camion,
sulla Statale Jonica, nei
pressi di Capo Roseto Spulico.
E proprio oggi i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche dovrebbero terminare i rilievi su
quella che potrebbe indicare la principale pista investigativa seguita dalla procura di Castrovillari che - lo
ricordiamo - grazie alla
corposa indagine difensiva prodotta dall'avvocato
Eugenio Gallerani (che assiste la famiglia Bergamini) si è decisa a riaprire il
caso che con la sentenza
della corte d'appello di Catanzaro, nel giugno 199, si
era chiuso come un deliberato suicidio messo in atto
da un giovane e talentuoso
calciatore in ascesa.
Dentro quel bolide bianco targato FE-457412, che
di recente è stato sequestrato - su disposizione del
procuratore capo di Castrovillari Franco Giacomantonio e del sostituto
Larissa Catella - insieme alle scarpe, all'orologio e alla
catenina che Denis indossava quel maledetto pomeriggio d'autunno, potrebbe
trovarsi la traccia di quel
traffico di droga che per
anni ha rappresentato una
pista di indagine solo giornalistica mai battuta invece dagli inquirenti.
Una pista che potrebbe
spiegare il movente dell'o-
micidio volontario - è questo la nuova ipotesi di reato
- per il quale il padre Domizio e la sorella Donata hanno sempre chiesto giustizia.
Quella Maserati, acquistata nell'agosto del 1989, è
stata oggetto di attenzione
anche della trasmissione
televisiva di Rai Tre “Chi
l'ha visto?” che, potendo
tranquillamente visionarla perché nelle disponibilità della famiglia Bergamini che l'ha riavuta indietro
subito dopo i primi rilievi
relativi al vecchio processo, avrebbe scopre alcuni
doppi-fondi dove poteva essere nascosta della droga.
Bergamini, infatti, spesso si andava in trasferta
con la sua macchina e non
con il pullman della socie-
tà: questo - secondo la pista
della droga - avrebbe consentito allo stupefacente di
viaggiare “protetto” dalla
notorietà del personaggio
alla guida. Non è dato sapere se Denis Bergamini fosse a conoscenza di tutto
questo o se fosse solo un
“mulo” ignaro di quello che
stava trasportando, messo
lì da persone a lui vicine.
Ed è proprio questo che
oggi la procura potrebbe
voler sapere. Il condizionale è d'obbligo visto che l'ufficio del secondo piano del
palazzo di giustizia di Castrovillari si è trincerato
dietro un rigido silenzio
stampa.
Nei prossimi giorni si dovrebbe sapere qualcosa di
più.
f. mo.
Il murales della curva in memoria di Bergamini
Lo annuncia la Cgil dopo l’assemblea dei lavoratori degli enti pubblici tenuta a Rende
Un incontro con i vertici del Cnr
NELLA SEDE dell'ex Cud di Rende si è
svolta l'assemblea pubblica dei dipendenti degli Enti Pubblici di Ricerca del
territoriodi Cosenzaorganizzatadalla Flc-Cgil, alla presenza del segretario provinciale Pino Assalone e del Responsabile Regionale Comparto Ricerca Raffaele Froio.
Si è evidenziato come,
alla luce della drammatica crisi in atto e
la sua gestione, le politiche del governo
nazionale continuano sulla via dei «tagli
indiscriminati».
«Nemmeno l'Istruzione e la Ricerca vengono risparmiati. E
Si prepara
anche
la piattaforma
per i precari
per queste ragioni che la FLC-Cgil
(Università e Ricerca) «ha promosso
assieme ad altri sindacati europei un
manifesto comune europeo della ricerca e dell'università tendente a realizzare l'obbiettivo di uno straordinario investimento in Ricerca attraverso cui si potrà avere uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità del lavoro». Si è inoltre parlato della nuova
allocazione degli istituti del Cnr del
territorio cosentino : ipotesi varie. «A
seguito dell'ipotesi di una nuova allocazione degli Istituti ed in conseguenza di tutta una serie di voci, le cui “fonti”non possono essere verificabili nell'immediato, la FLC - si legge nel comunicato - al fine di dissipare ogni
equivoco e fare chiarezza su tale vi-
cenda, promuoverà un incontro pubblico, nel più breve tempo possibile, alla presenzadel DirettoreGenerale del
Cnr e dell'assessore regionale con delega alla Ricerca. In occasione di questo evento si auspica quindi la presenza di tutto il personale del Cnr».
Infine il coordinamento Nazionale
dei Precari della Flc-Cgil ha elaborato
una proposta di piattaforma per il superamento del precariato. Il coordinamento ritiene di avere «una chiara
idea di ciò che è necessario per sanare
la drammatica situazione che si è venuta a creare e consentire all'Italia di
pianificare uno sviluppo intelligente,
sostenibile e inclusivo nella cultura
della prevenzione del risparmio e dell'innovazione».
I DIPENDENTI pubblici possono essere autorizzati all’uso
del computer d’ufficio, in orario di lavoro, per compilare ed
inviare il questionario del
Censimento. A dirlo è il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta.
Il Ministro, pur saldo nelle
sue note convinzioni sulla necessità di combattere con ogni
mezzo fenomeni di scarsa produttività, questa volta ammette l’eccezione alla regola
che non permetterebbe di usare il computer dell’ufficio per
finalità non attinenti al lavoro. Di mezzo c’è un avvenimento speciale come il 15°
Censimento della popolazione
e l’opportunità di risparmiare
tempo nelle operazioni di raccolta dei dati, per di più evitando qualche disagio aggiuntivo ai cittadini. Il Ministro ha
rivolto quindi un esplicito invito in tal senso alle Amministrazioni pubbliche, in nome
di una maggiore efficienza e
della eccezionalità dell’appuntamento. Rileva, in particolare, Brunetta a proposito
della innovazione costituita
dall’introduzione delle modalità informatiche nel Censimento 2011: «Il fine è quello di
semplificare l’impatto organizzativo sulle amministrazioni pubbliche, in particolare
sui Comuni, ampliare l’uso dei
dati amministrativi, accrescere la tempestività nella diffusione dei dati definitivi, ridurre il fastidio della compilazione e restituzione del questionario da parte delle famiglie». Aderendo all’invito del
Ministro, l’Amministrazione
comunale di Cosenza ha autorizzato i propri dipendenti alla compilazione via web del
questionario in orario di lavoro e con l’utilizzo del pc e della
rete internet dell’ufficio.
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Cosenza 27
Giovedì 10 novembre 2011
Paola. La dirigente del commissariato Raffaella Pugliese ha confermato: «Davano molto fastidio»
Arrestati i giovani del branco
IL FILM
In tre sono ritenuti responsabili dell’aggressione al gestore di un pub
Antonio Imbroinise
Alessio Chianello
Antonio Chianello
Il fotogramma dell'aggressione
20 ANNI, è uno dei tre presunti responsabili arrestati ieri dalla Polizia del Commissariato di
Paola
ANCH'EGLI , di 20 anni, avrebbe partecipato all'azione di violenza portata a termine a tarda ora
nei pressi del pub della cittadina
26 ANNI è il più grande dei tre, ben visibile insieme ai complici nel filmato registrato captato da
una telecamera.
PAOLA - Prezioso il filmato ricavato dalla videocamera di sorveglianza che ha registrato
la sequenza dell'accaduto fuori dal locale.
di PAOLO VILARDI
PAOLA – La vittima, il proprietario di un pub del centro, era stata gettata a terra e
presa a calci e pugni da tre
individui, come si evince dalle riprese delle telecamere
del sistema di videosorveglianza del centro. Una barbara aggressione che aveva
generato nuove preoccupazioni tra gli esercenti commerciali del posto e i cittadini, a causa del famigerato
branco che aveva ripreso a
colpire.
Dopo l’esecuzione dell’ordinanza in carcere di ieri, a
forma del Gip del Tribunale
di Paola Giuseppe Battarino, chi
aveva manifestato queste angustie potrà adesso
stare più tranquillo. In manette, con l’accusa di
lesioni aggravate, sono finiti i tre
ragazzi che qualche giorno dopo
il fatto dello scorso 23 ottobre erano stati individuati dalla polizia e denunciati all’autorità giudiziaria, grazie a qualche testimonianza ma principalmente alle riprese video.
I responsabili dell’aggressione, o presunti tali fino a
quando non si pronuncerà il
Tribunale, sono Antonio Imbroinise, 20 anni, Alessio
Chianello, 20, e Antonio
Chianello, 26. L’operazione
è stata compiuta da personale del commissariato della
polizia di Stato, dirigente
Raffaella Pugliese, che ieri
mattina ha reso noto i particolari dell’attività svolta nel
corso di una conferenza
stampa.
La lite oggetto dell’inchiesta penale, condotta dal Pm
della Procura di Paola, Maria Camodeca, come hanno
raccontato gli inquirenti era
durata pochi minuti. La disputa si è consumata proprio sotto l’arco di San Francesco della piazza centrale
della città. Il gestore del pub,
A.S., 32 anni, si stava allontanando dopo aver chiuso il
locale. Trascorsa una manciata di secondi ben visibili
sono i tre arrestati che lo avvicinavano e gli scaricavano
addossi calci e pugni, anche
da terra. A cercare di allontanare gli aggressori, si intravede, sempre
nelle immagini
video, soltanto il
gestore di un altro pub della zona, accorso sul
posto
appena
sentite le urla,
quando la vittima aveva già rimediato botte
ovunque,
ma
forse scongiurandogli conseguenze ancora più gravi.
Poi l’arrivo della volante di
Polizia, che relazionava l’accaduto in base a qualche testimonianza raccolta e avviato gli accertamenti del caso. Per la vittima i medici del
pronto soccorso prescriveranno una prognosi di 30
giorni a causa della rottura
del setto nasale e ferite e contusioni varie.
Passava qualche giorno e
una volta chiuso il cerchio
della celere indagine, a cura
della squadra giudiziaria
coordinata dall’ispettore capo Giuseppe Sciacca, i tre venivano denunciati in procu-
Le riprese
nel locale
fanno
chiarezza
Amantea
Carenza
di agenti
di polizia
municipale
di RINO MUOIO
Una immagine della conferenza stampa
ra dalla polizia per tentato
omicidio, reato che il Pm,
esaminati gli atti, derubricherà in lesioni aggravate.
“Si tratta di un gruppo –
ha commentato nell’incontro con i giornalisti la dirigente Raffaella Pugliese –
che ha dato molto fastidio.
Pertanto è stata opportuno
applicargli una misura cautelare in carcere. I tre hanno
desistito dall’aggressione
solamente appena hanno
appreso della segnalazione
al 113”.
Due dei tre accusati erano
sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma, relativa a reati antecedenti, tra
cui la presunta aggressione
di notte ad una famiglia della marina di Paola, a luglio
del 2010, a cui anche le cronache nazionali diedero
molto risalto.
PAOLA
Smeco, senza stipendio
PAOLA - Ancora oggi la
situazione dei dipendenti
della Smeco non ha trovato soluzione e questi dipendenti continuano a vivere un gravissimo disagio per via del mancato
pagamento delle mensilità dovute. Interviene in
una nota il Pdl: «Nessun
segnale è giunto né da
parte della società né da
parte del comune per pervenire ad una soluzione.
Dal canto nostro pur non
potendo svolgere alcuna
attività formale o istituzionale essendo forza di
minoranza rinnoviamo
la nostra vicinanza ai la-
voratori e l’invito ai responsabili della Smeco a
lavorare insieme per trovare una soluzione alle
varie problematiche dando quindi ampia disponibilità a partecipare ad
eventuali incontri ove poter fornire il nostro contributo.
Auspichiamo
che in tempi brevissimi la
società adotti tutti gli accorgimenti necessari a
risolvere eventuali ostacoli di ordine tecnico-amministrativo e l’amministrazione a svolgere
un’opera più efficace rispetto a quanto accaduto
sino ad ora».
Amantea, decide il vicesindaco Vadacchino
di PAOLO OROFINO
Il vicesindaco Michele Vadacchino
AMANTEA - Fino a Natale sul vicesindaco Michele Vadacchino peserà
gran parte del carico amministrativo in città. Poi si vedrà.
La notizia dell’infarto che ha colpito l’assessore ai Lavori pubblici Sante Mazzei, sia aggiunge alla notizia
nota da tempo, relativa alle condizioni di salute del sindaco Franco Tonnara, alle prese con una grave malattia. Entrambi, primo cittadino e assessore, difficilmente riprenderanno la piena attività politica prima
delle feste natalizie. Mazzei dopo
l’intervento chirurgico di angio-plastica, perfettamente riuscito, sarà
dimesso dall’ospedale di Cosenza,
nei prossimi giorni. Verosimilmente, però, sarà “costretto” a prendersi
un periodo di riposo, astenendosi
dalla passione politica, incompatibile con il relax che si consiglia in questi casi. Tonnara ha già fatto sapere
che rientreràsulla scenapolitica dopo Natale, per via di un particolare
ciclo di terapia a cui si sta sottoponendo lontano da Amantea. Aumentano per questo le responsabilità dei
restanti componenti del giunta, soprattutto quelle del vicesindaco, che
praticamente, da qualche settimana, a causa della prolungata assenza
di Tonnara, sta facendo il sindaco facente funzioni. E quanto è capitato,
lunedì sera, all’assessore Mazzei, sicuramente non lo agevola Vadacchino nel ruolo di reggente dell’amministrazionecomunale. Mailvicesindaco non si scoraggia e si rimbocca
le maniche per tener su l’esecutivo.
«In questa delicata e imprevista situazione –ha detto Vadacchino, riferendosi ai consiglieri di maggioranza – riprendendo il messaggio del
sindaco, bisogna rimanere il più
uniti possibile e tutti, ognuno per le
proprio competenze,lavorare unpo’
di più, per colmare le assenze di due
pilastri dall’amministrazione. Detto ciò devo rassicurare amanteani e
camporesi, anzitutto sulle condizionidisalutedi Mazzei,chesièripreso
bene dopo l’operazione e che prestissimo ritornerà a casa. Inoltre – ha
aggiunto –voglio rassicurare i cittadini sull’attività dell'Amministrazione, che a parte qualche piccolezza, riconducibile ai problemi della
quotidianità, sta procedendo con ordine, senza fermarsi
sia nell’affrontare le
questioni importanti
da risolvere e sia nella
fase della programmazione del futuro.
Stiamo pagando per
la crisi finanziaria
generale, che ha messo gli enti locali in
condizioni di ristrettezza economica. Il
che sta condizionando sia l’ordinaria amministrazione,
che i progetti futuri. Comunque –ha
concluso il vicesindaco –io, Cappelli,
Tempo, Carratelli e tutti gli altri consiglieri di maggioranza stiamo facendo del nostro meglio per superare questa fase».
Le assenze
di Tonnara
e Mazzei
pesano
AMANTEA – La grave carenza di personale costringe il
sindaco a disporre che il Comando della Polizia municipale resti aperto al pubblico
per soli due giorni alla settimana.
La disposizione porta la data dell’8 novembre e la firma
anche del comandante ad interim del Corpo, Mario Aloe.
Tonnara, dunque, attesta nero su bianco una situazione a
limite del blocco. Il numero degliagenti chela relativalegge
regionale prevede per una città come quella di Amantea va
da 18 a 20 unità; in servizio, allo stato, ce ne sono solo 7, più
un comandante ad interim,
che tra l’altro riveste il ruolo di
responsabile di altre importanti strutture della macchina burocratica comunale. Un
numero che ritenere esiguo
appare riduttivo.
Si pensi che allo stato gli
agenti a disposizione non consentono di assicurare neanche la necessaria presenza davanti alle scuole cittadine. Ma
sonoi normaliservizid’istituto che sono messi in forse da
una deficienza di organico insostenibile. I controlli di Polizia Urbana non possono che
risentire da questa condizione, tanto che, in particolare a
Campora, il presidio non potrà che essere assicurato solo
per alcune ore al giorno. Gli
stessi tre mercatini domenicali difficilmente riusciranno
ad essere “controllati” con efficacia. Il problema è che non
si riesce a comprendere come
si potrà uscire dall’imbuto venutosi a creare. La decisione
del Consiglio di Stato, circa il
ricorso avanzato dagli 11 vigili licenziati, dopo alcuni anni di servizio, prevista per il 28
ottobre scorso è slittata e non
si sa quando si arriverà a sentenza. Dalla stessa graduatoria a titoli predisposta prima
dell’estate passata, non è possibile attingere per reclutare
agenti a tempo determinato
perché la situazione di cassa
dell’ente non consente spese
di nessun tipo. Morale della
favola gli agenti in servizio 7
sono e 7 rimarranno, salvo decisioni diversi del massimo
organo della giustizia amministrativa. La decisione del
sindaco è stata partecipata alla Procura della Repubblica di
Paola, al Prefetto di Cosenza e
a tutte le forze dell’ordine del
territorio.
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Cosenza 33
Paola, Amantea e costa tirrenica
Giovedì 10 novembre 2011
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Giovedì 10 novembre 2011
REDAZIONE: Piazza Serravalle, 9 - 88100 Catanzaro - Tel. 0961.792164 E-mail: [email protected]
Sanità
Soverato
Intesa con l’Ardis
per servizi ai medici
La sede dell’Ardis
a pagina 23
Esonda il Barone
Allerta meteo 3
Il torrente Barone
a pagina 27
LA REPLICA
Mobbing
all’Asp?
Tre anni fa
Corsi di formazione fantasma? La difesa: «Assurdo parlare di fatture false»
Commercialisti a giudizio
A febbraio il processo per cinque professionisti accusati di truffa
di STEFANIA PAPALEO
TRUFFA aggravata per il conseguimento di erogazioni
pubbliche, falso ed evasione fiscale: in cinque dovranno risponderne in Tribunale, al
processo fissato per il prossimo 27 febbraio. A deciderlo è
stato, ieri mattina, il gup, Livio Sabatini, in accoglimento
della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto
procuratore, Alessia Miele, e
ribadita in aula dalla collega
Emanuela Costa, nell'ambito
di un'inchiesta che ruota intorno alla presunta irregolarità di alcuni corsi di formazione. Sul banco degli imputati figurano commercialisti e
consulenti, finiti nel mirino
della Procura in qualità di docenti, legati ad alcune società
beneficiarie di contributi pubblici da una convenzione di
prestazione di opera professionale, rispetto alla quale,
tuttavia, secondo l'accusa,
avrebbero attestato nel registro delle presenze più ore di
quelle effettivamente svolte.
Si tratta, nello specifico, di
Enrico Dandolo, Maurizio
Scerra, Giovanni Gaetano,
Antonella De Silvestris e Marco Maretta, nei cui confronti,
peraltro, alcuni mesi fa, sulla
scia delle indagini portate
avanti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, il sostituto procuratore, Alessia
Miele, aveva anche ottenuto
dal gip, Tiziana Macrì, un
provvedimento di sequestro
preventivo di beni, compresi
quelli nella disponibilità di
due società, le “Prometeo
scarl”e“Biotech scarl”, per via
di contributi di cui le stesse
hanno beneficato ricorrendo
al D.M. 320/2000 (regolamento concernente la disciplina
per l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti
d'area ed ai patti territoriali),
ai contributi relativi ai corsi di
formazione
professionale
realizzati nell'ambito del Por
Calabria 2000/2006 e alla legge 488. A scendere in campo
contro il teorema accusatorio
messo su dalla magistratura
sono stati gli avvocati Enzo De
Caro (per Dandolo), Aldo Costa (per Scerra), Massimo Gimigliano (per Di Silvestro),
Peppe Fonte (per Maretta),
Danila Gullì (per Gaetano) e
Maria Teresa Camastra (per le
società Biotech e Prometeo).
Nello specifico, Maretta è
accusato di evasione fiscale
poiché, nella sua qualità di
amministratore della società
Mediterranea Cavi Srl, dal
2006 al 2009 si sarebbe avvalso, al fine di evadere le imposte, di una serie di fatture oggettivamente inesistenti, riportando nelle dichiarazioni
Il pm Alessia Miele
fiscali degli anni 2005, 2006 e
2007 ammortamenti relativi
ai beni strumentali di cui alle
predette fatture. Accusa rispetto alla quale sia l'indagato
che il collega Dattolo ne hanno
sostenuto l'assoluta infondatezza, evidenziando che la
Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, con una
recente sentenza, aveva accolto il ricorso del contribuente
ed annullato l'accertamento
fiscale posto a base dell'indagine penale, «non per vizi di
forma - ha specificato l'avvocato De Caro - ma perché ha ritenuto infondate le contestazione ed anzi precisando che le
fatture non erano false e riguardavano opere effettivamente eseguite e prestazioni
di servizi effettivamente svolti. Tra l'altro, appena un anno
prima la stessa Guardia di Finanza, in seguito ad una domanda di rimborso Iva avanzata dalla società Mediterranea Cavi Srl, aveva effettuato
una verifica riscontrando l'effettiva esecuzione dei lavori
fatturati». E, se ciò non bastasse, il penalista ha prodotto in giudizio una perizia di
stima redatta in data
15.11.2005 dal tecnico di banca in occasione dell'erogazione di un mutuo dalla quale risulta che la società “Mediterranea cavi srl”ha in effetti realizzato un capannone di 3.000
metri quadrati ed un fabbricato destinato ad uffici per 750
Violenza in discoteca, il pm: «Non ci sono prove»
Ma i giudici lo condannano a 3 anni e 4 mesi
PRIMA l'incontro in discoteca. Poi l'approccio nel parcheggio. Infine, l'incontro ravvicinato nell'auto del ventottenne
Vittorio Falvo al quale, ieri sera, quel
rapporto occasionale avvenuto una sera
d'inverno di quattro anni fa, è costato la
condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione
per violenza sessuale.
«Un rapporto voluto da entrambi», ha
fin dall'inizio dichiarato il giovane agli
inquirenti. Ai quali, invece, la presunta
vittima, all'epoca diciottenne, aveva rac-
contato: «Mi ha strappato i pantaloni,
preso con la forza, nonostante i miei tentativi di fermarlo, quando ho capito che
stava andando troppo in fretta». Una denuncia rimasta senza riscontri, tanto
che lo stesso pm d'udienza, al processo di
ieri, aveva sollecitato l'assoluzione dell'indagato, non essendo state raccolte
prove sufficienti a supportare la tesi accusatoria messa su dalla Procura all'epoca dei fatti e supportata dall'avvocato di
parte civile, Giovanni Schinea.
Ma, i giudici del Tribunale di Catanzaro (presidente: Antonio Battaglia; a latere: Giovanna Mastroianni e Ilaria Tarantino), sono stati inclementi. E, discostandosi dalle richieste della pubblica accusa, hanno emesso la sentenza di condanna contro la quale, con tutta evidenza, gli
avvocati difensori, Saverio Loiero e Wanda Bitonte, già sono pronti a proporre appello, dopo aver letto le motivazioni che
saranno depositate entro 90 giorni.
b.a.
POLITICA
Arriva Antonio Di Pietro
ITALIA dei valori continua il
lavoro di radicamento sul
territorio e attende l’arrivo
del leader del aprtito, Antonio Di Pietro. Lui Di pietro è
atteso nel capoluogo regionale giovedì 17 per una conferenza stampa che dovrebbe
avere come oggetto le eventuali elezioni politiche. Questo trapela daambienti vicini
al partito ma nessuna conferma sul tema trattato nè tantomeno sulla sede che ospiterà l’incontro con Di Pietro.
Leader a parte non si ferma
neanche l’attività del coordinamento provinciale di Italia
De Valori, in particolare sulle tematiche legate all’ambiente.
metri quadrati per cui - secondo il difensore - è assurdo parlare di fatture oggettivamente false come sostenuto dall'accusa.
Altro reato contestato a
Dandolo, in concorso con
Scerra Maurizio, Di Silvestro
Antonella e Gaetano Giovanni, è quello di truffa ai danni
dell'Unione Europea, dello
Stato e della Regione Calabria,
per i corsi di formazione professionali realizzati e gestiti
dalle società Biotech e Prometeo percependo contributi per
i corsi di formazione adducendo costi inesistenti il cui ammontare complessivo è di
qualche migliaio di euro. Ma
anche in questo caso, secondi i
difensori la Procura avrebbe
fatto proprio il verbale della
Finanza senza svolgere alcuna attività di riscontro che
avrebbe smontato l’accusa.
Due tesi a confronto, destinate a finire al vaglio dei giudici, chiamati a pronunciarsi
sui cinque professionisti.
Il leader di Italia dei Valori in città
giovedì prossimo per fare il punto
«Abbiamo creato un osservatorio permanente sull'ambiente in Calabria e sulle sue
emergenze per monitorare
in maniera costante dei siti,
individuati diconcerto conle
nostre realtà territoriali. In
particolarea Catanzaroilnostro sito per l'osservatorio è
stato individuato su proposta del circolo di Pianopoli come emerso dalla riunione
provinciale dei presidenti dei
circoli e degli eletti eletti della
provincia di Catanzaro, in
quello già attivo che si occu-
pa della discarica di Pianopoli ed Alli», fa sapere il coordinatore provinciale Enzo
Tromba. «Tutte queste aree
saranno monitorate - dice
Tromba - continuamente dai
rappresentanti dell'Idv sul
territorio che insieme a tecnici e associazioni ambientaliste confezioneranno dei report che avranno come terminale i nostri rappresentati
istituzionali alla Regione Calabria per le competenze che
riguardano il livello regionale e il nostro rappresentante
istituzionale della Commissione ambiente della Camera
dei deputati e il referente politico nazionale, responsabile del dipartimento ambiente, Paolo Brutti. Questo perché Italia dei Valori ritiene
fondamentale il discorso ambiente per la Calabria perché
esso non serve solo per la
qualità della vita nella nostra
regione ma assume anche un
alto valore economico in
quanto la Calabria ha bisogno di riposizionare la sua
immagine di regione “pulita” per poter vendere il turismo, i prodotti doc. Per questo Idv chiede tolleranza zero
sui problemi ambientali».
e.vi.
Gerardo Mancuso
di GERARDO MANCUSO
RELATIVAMENTE alla
notizia che è apparsa il 7
novembre sul Quotidiano, circa il mobbing a cui
sarebbe stato sottoposto
un dipendente dell'Asp,
si precisa che il fatto è relativo ad un evento avvenuto circa tre anni fa per
il quale il senatore Marino, presidente della
commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del
Servizio sanitario nazionale, ha già scritto al Direttore generale per conoscere gli avvenimenti
e i fatti.
Il direttore generale
Mancuso aveva già
scritto, nello scorso mese di luglio, al presidente Scopelliti e per conoscenza al senatore Marino sullo stato dell'arte
della vicenda e in quella
circostanza aveva deciso
di attivare le procedure
concorsuali per la copertura del posto di coordinatore tecnico dell'area
di prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro. Pertanto, siccome
non è stato indicato il periodo in cui sarebbe avvenuto il fatto, è bene
chiarire che le circostanze sono riferite ad un periodo antecedente all'attuale direzione aziendale del dott. prof. Gerardo
Mancuso.
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Catanzaro
Giovedì 10 novembre 2011
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REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected]
Necessario l’esame di altri documenti. Sentiti l’ex assessore Marino e il consigliere Martino
Proroga per l’accesso antimafia
Altri tre mesi di attività per i commissari che indagano sui tentacoli alla Provincia
CRAC GIARA
di ANTONIO ANASTASI
IL PREFETTO di Crotone,
Vincenzo Panico, ha concesso una proroga di tre mesi alla commissione d'accesso antimafia insediatasi nell'agosto scorso alla Provincia. La
proroga, secondo quanto è
stato possibile apprendere,
si è resa necessaria per esaminare la notevole documentazione già finita al vaglio e
acquisire ulteriori atti. Intanto, l’attività dei commissari prosegue intensamente.
L'altro ieri è stato interrogato l'ex assessore provinciale
Gianluca Marino, indagato
con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso e dimessosi in seguito al clamore suscitato dall'inchiesta Hydra.
Ieri, invece, è stata la volta del
consigliere provinciale Raffaele Martino, che fu immortalato insieme all'ex vicepresidente Gianluca Bruno (revocato nel “rimpasto” scattato dopo l'operazione Hydra)
mentre festeggiava in un ristorante di Isola Capo Rizzuto l'elezione di Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl (successivamente
arrestato),
nella circoscrizione Europa.
In quella foto c'era anche
Franco Pugliese, ritenuto
contiguo alla cosca Arena e
condannato a quattro anni e
otto mesi di reclusione nel luglio scorso per intestazione
fittizia di uno yacht e minaccia per impedire l'esercizio
del diritto di voto con l'aggravante del metodo mafioso.
La commissione è presieduta dal prefetto Gianfranco
Tomao, proveniente dal Ministero, dal tenente colonnello Giovanni Liistro, comandante provinciale del
Nucleo di polizia tributaria
della Guardia di Finanza, e
da Antonio Calenda, direttore amministrativo-contabile
della Prefettura di Crotone.
Entro tre mesi dalla data di
proroga la commissione terminerà gli accertamenti e
rassegnerà al prefetto le proprie conclusioni.
L'accesso antimafia era
stato disposto dopo che, nel
gennaio scorso, l'assessore
provinciale allo Sport Marino, dimessosi pochi giorni
dopo dalla carica, era stato
indagato nell’ambito dell'inchiesta che portò all'arresto
di una decina di presunti affiliati alla cosca Vrenna Ciampà Bonaventura. Marino, secondo l'accusa, avrebbe avuto il sostegno della cosca in
cambio di denaro; non fu eletto ma venne poi nominato assessore. Dall'inchiesta è anche emerso che la cosca
Vrenna avrebbe attuato brogli elettorali per far votare
due volte alcuni candidati.
L'indagine, coordinata dal
pm Pierpaolo Bruni e condotta dalla Squadra Mobile
della Questura, azzoppò il
clan Vrenna colpendone le
nuove leve. Dalle intercettazioni emerge, in particolare,
che Marino avrebbe versato,
in un primo tempo, 3000 euro, e che il presunto reggente
della cosca, Antonio Vrenna,
figlio del boss Pino Vrenna,
pentitosi sul finire del 2010,
avrebbe chiesto altri 2000,
forse 3000 euro per il sostegno al ballottaggio dal quale
il candidato alla presidenza
La Rattazzi in aula
«Ecco come ci rimisi
dieci milioni»
Pattuglie della Guardia di Finanza davanti alla Provincia
della Provincia del centrodestra, Stano Zurlo, uscì vincitore. Zurlo non fu iscritto nel
registro degli indagati ma il
suo nome compariva nella
comunicazione di reato.
Su un piano parallelo prosegue l’attività dei commissari che, secondo alcune in-
discrezioni filtrate, nelle settimane scorse hanno sentito
ex amministratori.
Zurlo, come si ricorderà,
fece il rimpasto in giunta in
seguito al coinvolgimento di
Marino nell’indagine e nominò assessori tecnici non senza causare frizioni nella mag-
gioranza: l’Udc è ancora sul
piede di guerra e chiede due
postazioni a prescindere dal
fatto che siano in corso delicatissimi accertamenti che
potrebbero portare allo scioglimento del consiglio provinciale per infiltrazioni o
condizionamenti mafiosi.
Il processo per il massacro al campetto Querelle tra 2 presidi
Intercettazione shock
«Non guarderemo
né bambini né donne»
Il giudice
riaffida
la reggenza
del Nautico
KILLER incuranti della dire che nel Cantorato c'è
presenza di bimbi. Si faceva già chi deve dirigere la matriferimento anche a loro in tanza. Io e te quando siamo
un'intercettazione ambien- insieme la terra trema e cantale captata in carcere nel- ta la lupara». Nel troncone
l'ottobre 2008 nell'ambito del processo per l'associadell'inchiesta che ha fatto zione mafiosa che viaggia
luce sulla strage mafiosa al verso la sentenza, lo stesso
campetto di Gabella del giu- pm, nella requisitoria, ha rilevato mai si era
gno 2009, in cui è
trovato di fronte
morto un ragaza
confessioni
zino di 11 anni,
con missive auvittima innocentografe di così
te spirata dopo
grande valore
tre mesi di coma.
probatorio. Ma
Un maresciallo
ieri il teste si è
dei carabinieri,
soffermato anCosimo Minosa,
che sulle interinterrogato ieri
cettazioni telefodavanti alla Corniche tra gli imte d'assise di Caputati della stratanzaro, lo ha
ge che subiscospiegatorispon- Il piccolo Dodò
no uno stop prodendo alle domande del pm Salvatore prio nelle ore dell'eccidio.
Curcio. Emerge dai colloqui L'allarme lo diede il respontra Francesco, presunto sabile dei campetti alle
mandante, il fratello An- 21,55 e sulla stessa cella tedrea, presunto killer, e la lefonica si agganciarono le
madre, Caterina Amodeo. conversazioni di Andrea
«Non si guarderanno né pic- Tornicchio e Vincenzo Datciuliddri né femmine». L'a- tolo, presunti esecutori mavrebbe detto Francesco ad teriali. Aspetti su cui si sofAndrea. E, purtroppo, morì fermerà il controesame difensivo alla prossima udienun bimbo.
Ma il militare ha fatto an- za.
In aula, come di consueto,
che riferimento alle lettere
sequestrate, inviate da era il padre di Dodò, GiovanFrancesco Tornicchio ai fa- ni Gabriele, parte civile, dimiliari. Lettere di questo te- feso dall'avvocato Pino Nanore: «Caro amico Cecè, devi poli.
andare da Pierino e gli devi
a. a.
IL GIUDICE del Lavoro Maddalena Torelli, accogliendo il
ricorso della dirigente scolastica Anna Curatola, ha ordinato all'Ufficio scolastico regionale di affidarle la reggenza dell'istituto nautico
“Ciliberto” per l'anno scolastico 2011-2012. Terza controinteressata era la dirigente scolastica Antonella Cosentino, rimasta contumace,
cui, secondo l’istante, l’incarico era stato affidato illegittimamente. La difesa dell'amministrazione scolastica fondava la sua tesi nella discrezionalità nell'affidamento degli incarichi di funzione
dirigenziale,ma ilgiudiceha
accolto le conclusioni dell'avvocato Francesco Manica, difensore (e peraltro figlio) della Curatola secondo cui, «essendo l'incarico di reggenza
affidatoperun soloannoscolastico ed essendo tale incarico aggiuntivo a quello già ricoperto dall'istante, non si ha
la certezza che in futuro quest'ultima potrà avere la possibilità, di grande arricchimento dal punto di vista professionale, di ottenere il bene
della vita oggi reclamato».
Attualmente lapreside Curatola dirige l'istituto tecnico
Donegani; la Cosentino il liceo scientifico Filolao. Il
provvedimento è immediatamente esecutivo.
a. a.
«I BILANCI della Giara LuigiSicilianili facevanelchiuso di una stanza, a Cirò, e li
chiudeva al 30 giugno anziché al 31 dicembre. I debiti
scomparivano e confluivano in un conto transitorio
per riapparire il primo luglio. Un artificio contabile
che a me è costato caro: ci ho
rimesso un patrimonio di
dieci milioni di euro». Parola
di Samaritana Rattazzi, figlia di Susanna Agnelli, testimone “eccellente”nel processo a carico del noto imprenditore cirotano e di altre
sette persone coinvolte in un
crak finanziario valutato
dagli inquirenti in 40 milioni di euro. Associazione per
delinquere, bancarotta societaria, false comunicazioni sociali e truffa le accuse
ipotizzate, a vario titolo, a carico di Siciliani, di due commercialisti e di ex dipendenti di società dichiarate fallite. La vicenda giudiziaria
prende le mosse dal crak
provocato dalla
Giara, l'azienda
presieduta dalla stessa Rattazzi e della
quale Siciliani
era
amministratore delegato, che avrebbe dovuto commercializzare
in Italia e all'estero prodotti
tipici della Calabria. «Mi dimisi su consiglio dei miei avvocati quando mi accorsi
che l'esposizione con le banche era tale da non rendere
più possibile il salvataggio
dell'azienda», ha detto ieri la
Rattazzi rispondendo alle
domande del pm Luisiana Di
Vittorio in qualità di teste assistita, essendo stata indagata nello stesso procedimento anche se la sua posizione fu archiviata.
La Rattazzi, incalzata dal
pm ma anche dal presidente
del Tribunale penale, Bianca Maria Todaro e dal difensore di Siciliani, l'avvocato
Roberto Rampioni, ha ripercorso le vicende della Giara,
per la cui promozione fondò
una società di pubbliche relazioni. «Il mio era un ruolo
di rappresentanza all'estero
e con le istituzioni. L'ad viveva a Cirò e si occupava di tutto. In 16 anni di Giara la mia
firma compariva solo sui bilanci poi rivelatasi falsi». Il
capitale sociale, poi, ammontava a 300 milioni di ex
lire, «basso per una società
che doveva comprare uno
stabilimento e acquistare
prodotti sul mercato». Ma l'idea imprenditoriale era interessante. «Eravamo presenti nei gruppi della grande distribuzione con i prodotti di Callipo, Amarelli, il
fior fiore dell'imprenditoria
calabrese. Ho fatto almeno
quattro viaggi in Usa e un
paio in Giappone e in Europa, essendo peraltro l'unica
in Giara a conoscere le lingue. I prodotti erano ben collocati in negozi di grande
immagine. Ce n'era anche
uno al Lingotto di Torino».
La «sorpresa» fu la scoperta dell'esposizione con le
banche. Della falsificazione
dei bilanci, poi, l'imprenditrice si accorse «a situazione
ormai molto deteriorata».
Fu allora che la Rattazzi, in
una riunione negli uffici romani della Giara, si rivolse a
Siciliani chiedendogli: «sei
pazzo?». La Rattazzi ha raccontato anche di aver avuto
difficoltà nel raccogliere informazioni dalla società di
consulenza del Ministero
del Tesoro, a cui si rivolse in
quanto Sviluppo Italia partecipava a Tradizioni Calabria e Tradizioni italiane.
Lesocietà, neglianni trail
’95 e il 2001, avrebbero accumulato, secondo quanto accertato
dalla
Guardia di finanza, perdite
per oltre 40 miliardi di vecchie
lire.
Eppure,
stando all'accusa, i bilanci ufficiali non solo nascondevano
quelle perdite
ma esponevano
addirittura utili
di esercizio. I bilanci così
truccati servivano, secondo
gli inquirenti, a ottenere
nuove linee di credito dalle
banche ma anche da società
pubbliche come Sviluppo
Italia.La Rattazzi,cheaveva
prestato una fidejussione
del 50 per cento sui crediti
ottenuti, trovò un accordo
con le banche e versò dieci
milioni di euro per tirarsi
fuori dai guai. La transazione, fatta con la Banca popolare di Crotone, risale alla fine del 2004. «Il debito maggiore era con la Bpc», ha ricordato ieri la Rattazzi, che
ha aggiunto che «c'erano
anche molti altri creditori da
ripagare». E ha sottolineato
di essersi opposta al «progetto di quotarsi in borsa per
evitare il fallimento». «Non
ero d'accordo». Se il disegno
fosse riuscito, ad avviso degli inquirenti, molti piccoli
risparmiatori sarebbero stati truffati come è avvenuto
con la Parmalat. L'operazione non andò a segno ma nel
frattempo nacquero altre
società nelle quali la Giara
aveva partecipazioni dirette
e indirette. Tutti i capitali
che confluirono in quelle società vennero drenati e confluirono nella Giara per poi
sparire nel nulla. Ma le banche a questo punto cominciarono a chiedere il rientro
dei capitali impiegati.
a. a.
«Firmavo
i bilanci
mi accorsi tardi
che erano falsi»
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Crotone
Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
10
Calabria
.
Ieri notte una banda di cinque malviventi aveva deciso di scassinare la cassaforte del botteghino del teatro comunale. I militari hanno sventato il colpo
Reggio, il “Cilea” salvato dai carabinieri
Due reggini e un romano sono stati arrestati in flagranza di reato, gli altri sono scappati e sono ricercati
Piero Gaeta
REGGIO CALABRIA
La cassaforte del teatro comunale
“Francesco Cilea” faceva gola a
una banda di scassinatori, ma i
Carabinieri hanno fatto in modo
che il loro desiderio restasse tale
sventando, la notte scorsa, un
“colpo” nel cuore della città che
avrebbe sicuramente destato
scalpore.
Tre sono state le persone arrestate in flagranza di reato: Antonio Talinucci, 55 anni, romano e
già noto per reati contro il patrimonio; Luigi Davide Belgio, 49
anni, reggino, anche lui noto alle
forze dell’ordine, e Filippo Foti,
36 anni, reggino, incensurato, titolare esercizio rivendita materiale informatico. Altri due sono
ricercati.
L’arresto dei tre è maturato dopo un appostamento certosino
iniziato nel pomeriggio, quando i
militari hanno attivato un servizio di osservazione continuativo
nei confronti dei tre soggetti, insospettiti dall’arrivo del Talinucci, che era stato prelevato alla Stazione dagli altri due non appena
giunto da Roma. Il gruppo ha trascorso assieme tutto il pomeriggio e ha effettuato una riunione
presso il negozio del Foti tenuto
sempre sotto controllo a distanza
dai Carabinieri.
Il gruppo adottava tecniche di
elusione al pedinamento fermandosi repentinamente con l’autovettura e facendo sempre diversi
giri attorno alla medesima zona.
Il Foti, in particolare, ha svolto la
funzione di “palo” mettendo a
frutto la sua conoscenza dei volti
degli appartenenti alle Forze
dell’ordine avendo svolto in alcuni casi il servizio di fornitura di apparecchiature informatiche ed
elettroniche.
In serata, poi sempre costantemente pedinato, il gruppo si è diretto verso il Teatro Cilea, a
quell’ora chiuso, e ha presidiato
letteralmente ogni angolo e rimanendo in osservazione degli ingressi. I componenti effettuavano
diversi passaggi a piedi e in auto
per rilevare l’eventuale presenza
di forze dell’ordine. I militari hanno dovuto faticare non poco ad
evitare tali accorgimenti. Trascorsi pochi minuti dopo l’una, il
gruppo, rassicurato dai controlli
effettuati, è entrato in azione: il
Talinucci e il Foti si sono diretti
circa 50 metri più in basso posizionandosi davanti all’ingresso
del Comune e continuando a monitorare l’ingresso laterale del
Teatro su via Cattolica dei Greci
mentre contemporaneamente
due soggetti vestiti di scuro facevano ingresso all’interno del Tea-
tro.
I militari hanno bloccato i due
pali, il Foti era dotato di un apparato radio con auricolare da cui ha
dato l’allarme ai complici ascoltato in diretta dai carabinieri. L’intervento dei militari è stato immediato ma i malviventi che si trovavano all’interno del Teatro hanno
chiuso i portoni e sono riusciti in
qualche modo a dileguarsi lasciando nell’ufficio del botteghino in cui è contenuta la cassaforte
due borsoni contenenti una fiamma ossidrica del tipo professionale, arnesi da scasso e altre attrezzature utili ai ladri. Il “Cilea” è stato circondato e scandagliato in
ogni angolo ma degli ultimi due
componenti la banda non è stata
trovata traccia.
Il Belgio ha abbandonato la sua
auto si è reso irreperibile non
rientrando presso la propria abitazione. Tuttavia è stato rintracciato alle 8 del mattino mentre girovagava a piedi per le vie del centro ed è stato arrestato.
Le indagini dei Carabinieri non
sono certamente concluse e sono
orientate a individuare i complici
che non sono stati ancora identificati.
«Un vivo e sentito apprezzamento ai Carabinieri per l’intervento realizzato ieri notte all’interno del teatro “Cilea”». Queste
le parole del presidente del consiglio comunale, Sebastiano Vecchio, che, assieme al sindaco Demetrio Arena ha rivolto un plauso
all’operato delle Forze dell’Ordine, cui si è aggiunto anche il capo
di gabinetto Antonio Barrile. «È
sempre apprezzabile – hanno dichiarato Arena e Vecchio – l’opera
di controllo del territorio messa in
atto con abnegazione e costanza
dai tutori dell’ordine pubblico e
della sicurezza, il cui ruolo è fondamentale per la garanzia del cittadino. Infonde, altresì, sicurezza
sapere che la zona dove insiste Palazzo San Giorgio, così come altri
importanti palazzi istituzionali,
sia ben monitorata come attesta,
appunto, il fermo di coloro che si
sono introdotti all’interno della
massima struttura culturale cittadina, colti in flagranza di reato, e
altri interventi volti a un intensa
attività di perlustrazione della zona. Come Amministrazione Comunale – hanno concluso Vecchio
e Arena – perciò intendiamo rinnovare il nostro ringraziamento
ai Carabinieri, ma anche a tutte le
Forze dell’Ordine, che, grazie al
loro impegno, continuano a rappresentare un punto di riferimento solido per la comunità riuscendo in attività, non sempre agevoli,
indirizzate alla tutela della giustizia, della legalità e della sicurezza».
REGGIO Interrogazione della Napoli (Fli)
REGGIO I carabinieri l’hanno sorpreso nella zona del porto
Il boss sanluchese Sebastiano Pelle
catturato dopo 16 anni di latitanza
Antonello Lupis
ROCCELLA
Gli attrezzi sequestrati dai carabinieri nel botteghino del “Cilea”
Il boss Sebastiano Pelle, 57 anni, di San Luca, è stato arrestato ieri sera dai Carabinieri dopo 16 anni di latitanza. I militari l’hanno sorpreso nella zona
del porto di Reggio Calabria.
Era solo, non armato, e non ha
opposto resistenza. Da tempo
era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità
del ministero dell’Interno
L'arresto è giunto a conclusione di una prolungata attività investigativa dei carabinieri
coordinata dalla Dda di Reggio
Calabria. Per catturare Pelle i
militari del Comando provinciale di Reggio e del Ros avevano costituito uno specifico
gruppo di lavoro che ha lavorato ininterrottamente dal 2009
per il raggiungimento del risultato. I particolari dell’operazio-
Sebastiano Pelle
ne saranno illustrati stamattina nel corso di una conferenza
stampa dal procuratore della
Repubblica Giuseppe Pignatone e dagli ufficiali dell’Arma.
Pelle, inteso “Bastianazzu”,
è considerato figura di primo
piano dell’omonima cosca sanluchese, nonché nipote del
defunto patriarca Antonio Pelle, alias “’Ntoni Gambazza”.
Nato a San Luca il 7 agosto
del 1954, era ricercato dal
1995 per associazione per delinquere finalizzata al traffico
internazionale di armi e sostanze stupefacenti. L’ormai ex
“primula rossa” deve scontare
in carcere una condanna a 14
anni. Sempre a carico di Pelle,
il 27 dicembre del 2006 erano
state diramate le ricerche in
campo internazionale per
l’eventuale arresto ai fini estradizionali. Sebastiano Pelle è
anche imparentato con i Vottari “Frunzu”, clan tradizionalmente alleato dei Pelle e in
contrasto da oltre un ventennio con le cosche dei Nirta
“Versu” e Strangio “Janchi”.
Tutti clan saliti agli onori della
cronaca nazionale ed estera
per la lunga e sanguinosa faida
di San Luca sfociata a Ferragosto del 2007 nella strage di
Duisburg, in Germania.
PLATÌ Presunte inflitrazioni mafiose nell’amministrazione dell’ex sindaco, dimissionario da otto mesi
Accesso agli atti... del Comune commissariato
Giuseppe Tumino
REGGIO CALABRIA
Nel municipio commissariato arriva... la commissione d’accesso
agli atti. E il Comune di Platì – tra i
più tristementi noti del preaspromonte reggino quale tradizionale roccaforte di solidi potentati di
‘ndrangheta – balza ancora una
volta agli onori della cronaca. Ma
a rendere il caso curioso è anche il
fatto che il destinatario di tale accesso, appunto l’ex sindaco
Strangio, dimissionario da ben
otto mesi, abbia appreso ieri per
puro caso delle “attenzioni” della
Prefettura nei suoi confronti, recandosi al Comune, naturalmente da privato cittadino, per consegnare il suo fascicolo del censimento. Con sorpresa che si può
facilmente immaginare.
Ma andiamo per ordine. Michele Strangio, 55 anni, era stato
eletto sindaco nel giugno del
2009 alla testa di una lista civica
chiamata non senza un pizzico di
ambizione “Platì per l'Europa”
con il 69,98% delle preferenze,
contro il 30,02% del rivale Rosario Sergi. Una vittoria netta ma
non certo un plebiscito, visto che
si erano recati alle urne la miseria
di 1.481 aventi diritto, appena il
38,12% dell’elettorato. Un dato
assai indicativo sul grado di fiducia nell’istituzione democratica
in un paese reduce da ben tre anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose.
L’amministrazione di Strangio durò esattamente 20 mesi e
25 giorni. Le sue dimissioni, più
volte minacciate e ritirate, furono confermate e divennero esecutive nel marzo di quest’anno.
Alla base di esse, un «senso di abbandono da parte dello Stato»,
denunciava Strangio, reso tangibile dal non essere riuscito (lo
Stato, appunto) a nominare per il
suo municipio neppure un segretario comunale (disposto ad assumere l’incarico, ovviamente).
A seguito delle dimissioni del
sindaco, seguite da quelle dei
consiglieri comunali, il prefetto
di Reggio nominò commissario
del Comune di Platì il dott. Massi-
L’ex sindaco Michele Strangio
Il municipio di Platì
mo Mariani, viceprefetto vicario
di Cosenza, coadiuvato in qualità
di subcommissario dal dott.
Francesco Campolo. Gestione
commissariale, quella guidata
dal dott. Mariani tuttora regolarmente in carica. E che, si pensava, avrebbe continuato a “tra-
ghettare” Platì verso regolari elezioni la prossima primavera, nel
mai sopito auspicio di una più
elevata e qualificata partecipazione democratica e civile.
Nulla di tutto questo. Sia pur a
scoppio clamorosamente ritardato, lo Stato, a suo tempo inva-
VIBO VALENTIA Nella notte sottoposto a un intervento al cuore
no invocato dallo Strangio, ha finalmente deciso di occuparsi a
fondo di Platì, nominando una
commissione di accesso allo scopo di verificare eventuali infiltrazioni della ‘ndrangheta negli atti
amministrativi prodotti proprio
nei 20 mesi e 25 giorni della sua
amministrazione. Se l’accesso
dovesse dare esito positivo, per il
Comune si prospetterebbe un
commissariamento-bis, ben diverso da quello attuale, di un paio
d’anni almeno di durata, con tanti saluti ad elezioni e democrazia
partecipativa.
Appresa la notizia, ieri mattina alle 9.30 uno Strangio turbato, amareggiato ma soprattutto
stupito ha chiamato la nostra redazione. È bastata una telefonata
in Prefettura per la conferma: sì
la commissione è al lavoro, da
una decina di giorni. È composta
dai viceprefetti Eugenia Salvo
(Prefettura di Messina) e Pietro
Maldonato (Reggio) e dalla
dott.ssa Carla Cancellaro.
Buon lavoro a loro. E all’ex sindaco Strangio, buona fortuna.
CATANZARO Inchiesta Toghe lucane bis
L’Arma dovrà pagare
Bimbo in fin di vita trasportato
i danni al boss Condello? con un aereo militare in Sicilia
L’ex pg di Potenza
respinge ogni accusa
REGGIO CALABRIA. La parlamentare di Fli, Angela Napoli,
ha rivolto un’interrogazione al
ministro dell’Interno, Roberto
Maroni, relativa alla lettera divulgata dal Ministero dell’Interno, datata 21 dicembre 2009, a
firma del firma direttore del Dipartimento della pubblica sicurezza (Ufficio per gli Affari della
Polizia amministrativa e sociale), indirizzata al Raggruppamento operativo speciale dei
Carabinieri-Sezione anticrimine di Reggio, e avente come oggetto “Risarcimento danni e
azione di rivalsa”.
«La lettera in questione – afferma la Napoli – chiede di conoscere i dati dei militari che
hanno partecipato alla cattura
di Pasquale Condello, boss della
’ndrangheta, per l’eventuale
CATANZARO. Dieci ore per «rispondere a tutte le domande degli inquirenti e fornire gli opportuni chiarimenti». Dicono poco
gli avvocati Nicola Cantafora e
Massimo Scuteri al termine
dell’interrogatorio-fiume
dell’ex procuratore generale di
Potenza, Vincenzo Tufano, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Toghe Lucane bis” coordinata dalla Procura di Catanzaro.
Rispondendo alle domande del
procuratore aggiunto Giuseppe
Borrelli e del sostituto Simona
Rossi, l’ex pg oggi in pensione è
detto estraneo ad ogni accusa.
Oltre a Tufano, nell’inchiesta
sono indagati i sostituti procuratori generali di Potenza Gaetano Bonomi e Modestino Roca,
l'ex sostituto procuratore della
Repubblica Claudia De Luca,
azione di rivalsa per i danni provocati all’abitazione durante la
cattura».
La parlamentare di Fli, nel
precisare che il boss Pasquale
Condello «era latitante da ben
20 anni e che la sua cattura è avvenuta grazie alla capacità investigativa delle forze dell’ordine», trova «davvero disarmante
che i singoli militari titolari
dell’esemplare operazione vengano chiamati a risarcire personalmente i danni causati durante il blitz» e chiede al ministro
Maroni «quali urgenti iniziative
intenda intraprendere al fine di
non mortificare ulteriormente
le forze dell’ordine e tutti quei
militari che con dedizione e sacrificio si impegnano nella cattura dei latitanti e nella pericolosa lotta ai mafiosi».
VIBO VALENTIA. Ha soltanto pochi giorni e, da ieri, ha ingaggiato una durissima battaglia contro la morte.
Nato all’ospedale civile di Vibo Valentia il 21 ottobre scorso,
il piccolo Daniele I. è stato sottoposto, nella notte, a un delicatissimo intervento chirurgico al
cuore. Intorno alle 20 di ieri, infatti, a bordo di un aereo militare, attrezzato con un’apposita
incubatrice giunta verso le 19
dal Bambin Gesù di Roma, è stato trasportato a Catania e poi
all’ospedale San Vincenzo di
Taormina dove ad attenderlo
c’era un’équipe pronta per operarlo. Ieri sera le condizioni del
piccolo Daniele erano gravissime. Nel primo pomeriggio dallo
Jazzolino di Vibo è stato portato, con un’ambulanza del 118,
all’ospedale di Lamezia Terme
dove è giunto in fin di vita, con il
battito quasi inesistente. I medici però sono riusciti a riprenderlo. Ricoverato in Neonatologia
il piccolo ha trascorso lì il tempo
necessario per predisporre il
suo viaggio verso la Cardiochirurgia neonatale del San Vincenzo di Taormina. Durante il
tragitto il suo cuoricino si era
fermato altre due volte, ma in
entrambi i casi è stato rianimato.
Alla nascita Daniele non aveva presentato alcuna sofferenza. Tornato a casa veniva giornalmente tenuto sotto controllo
per un ittero che, però, stava
scomparendo. Tutto sembrava
procedere bene ma ieri mattina
le condizioni del bimbo si sono
aggravate. Secondo il racconto
dai familiari il piccolo è improvvisamente diventato cianotico
per poi impallidire durante la
corsa in auto verso l’ospedale di
Vibo. Giunto verso le 10,30, dal
Pronto soccorso è stato mandato in Pediatria dove, intorno alle
14, uno dei sanitari si è accorto
dei problemi cardiaci causati, in
base a quanto accertato dai medici di Lamezia da una malformazione cardiaca.
In queste ore il pensiero dei
giovani genitori di Daniele è rivolto solo al bimbo. Sperano
che riesca a farcela, ma un interrogativo da ieri non dà loro pace: «Possibile che nessuno si sia
accorto prima della malformazione al cuore di Daniele? In
questi giorni è stato visitato più
volte, dicevano fosse l’ittero...È
possibile questo?».(m.c.)
ora in servizio in altra sede, un
ex agente del Sisde, Nicola Cervone, ora cancellerie nel Tribunale di Melfi (Potenza), tre ufficiali di polizia giudiziaria, un
imprenditore ed un autista della
Procura generale del capoluogo
lucano. Agli indagati vengono
contestati, a vario titolo, i reati
di associazione per delinquere,
violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti
giudiziari e abuso d’ufficio.
Intanto, la prima Commissione del Csm ha convocato per il
29 novembre il sostituto pg Bonomi; l’audizione è stata disposta per verificare se a suo carico
vi sia un problema di incompatibilità parentale. «La procedura –
ha precisato l’interessato – è iniziata su mia esplicita segnalazione(g.l.r.)
Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
34
Cronaca di Reggio
.
Il sindaco incassa la richiesta di proscioglimento per l’indagine “Terrazzamento” e valuta il caso dell’assessore il cui nome appare nell’inchiesta “Sistema”
Arena: Morisani risponderà alla città
«Personalmente ho grande fiducia nella Magistratura reggina». Per Bovetto il pm chiede il processo per 15
Tonio Licordari
Una spina e una rosa per il sindaco Demetrio Arena. Il primo
caso (la spina) si riferisce
all’“operazione Sistema” della
Dda che ha portato all’arresto
dei presunti componenti del
clan Crucitti, il cui presunto
capo, Santo Crucitti, secondo
gli inquirenti, aveva il controllo delle frazioni di Condera e
Pietrastorta (il servizio di Piero Gaeta a pagina 39). La rosa
si riferisce alla notizia delle richiesta di archiviazione da
parte del pm Sara Ombra nei
confronti dello stesso sindaco
per l’indagine “Terrazzamento” che si riferisce alla discarica abusiva di Bovetto. Arena
era indagato, nella sua qualità
di
amministratore
unico
dell’Atam, assieme ad altri
quindici imputati. L’indagine
era stata resa pubblica ai primi di febbraio quando Arena
era stato già indicato dal Pdl
quale candidato a sindaco per
il centrodestra. Ci furono anche, come la cronaca dell’epoca testimonia, sporadici tentativi di speculazione politica da
parte di qualche esponente
della minoranza che manifestava qualche perplessità sulla
candidatura di Arena che però
«Su Morisani il pm
parla di posizione
che è penalmente
del tutto irrilevante»
non ha mai avuto dubbi. «Dimostrerò la mia completa
estraneità», aveva detto. E
adesso i fatti gli hanno dato
ragione.
Sul primo caso, quello relativo all’“inchiesta Sistema” il
sindaco è ovviamente al di
fuori, ma le carte metterebbero in cattiva luce l’assessore ai
Lavori pubblici Pasquale Morisani che nelle elezioni amministrative del 2007 avrebbe
avuto, come si rileva dalle intercettazioni, contatti con
esponenti del clan Crucitti.
C'è da dire che Morisani non
risulta neanche indagato perché secondo il Gip, come è
scritto nell’ordinanza, «non
sono emersi, come correttamente segnala il pm, elementi
penalmente rilevanti». Resta
da riflettere sulla questione
morale. Il sindaco Arena ieri
sera ha avuto a Palazzo San
Giorgio un lungo colloquio
con l’assessore Morisani.
Adesso toccherà a quest’ultimo fare il passo politico (è
possibile che consegni la delega nelle mani del primo cittadino). Alla nostra domanda si
limita a dire: «Sul colloquio
chiedete al sindaco. Voglio solo ricordare che a Condera,
dove ho tanti parenti e amici,
sia nel 2007 che nelle ultime
amministrative ho preso circa
50 preferenze».
Sull'inchiesta
“Terrazzamento”, condotta dal pm Sara
Ombra e coordinata dal procuratore aggiunto Ottavio
Il sindaco Demetrio Arena e l’assessore Pasquale Morisani in una foto di repertorio
Inchiesta “Terrazzamento”
L’indagine. Curata dal pm
Sara Ombra e coordinata
dal procuratore aggiunto ottavio Sferlazza. Secondo le
indagini dei carabinieri (in
particolare quelli del Noe)
imprese edili scaricavano
materiale di risulta a Bovetto in un terreno destinato
ad un polmone di verde.
Gli indagati: Vittorio Bruno
Martino, Maurilia Colanino
Ziino, Nicola Irto, Pasquale
Tripepi, Domenico Malavenda, Giuseppe Schiavone,
Francesca Minniti, Giuseppe Laganà, Rosario De Vivo,
Domenico Alampi, Giuseppe Nocera, Angelo Toscano,
Demetrio Arcudi, Andrea
Gattuso, Giovanni Ficara.
Per tutti è stato chiesto il
rinvio a giudizio.
Sferlazza, Arena era stato
coinvolto perché i materiali di
risulta che riguardano lavori
dell’Atam venivano scaricati
dai camion della ditta appaltatrice a Bovetto in un’area
destinata a diventare un polmone di verde e che invece si
era trasformata in una vera e
propria discarica. Sono stati i
carabinieri (in particolare
quelli del Noe) a scoprire questo traffico illecito. Molte imprese, infatti, mandavano i loro mezzi a scaricare materiali
di demolizione provenienti da
cantieri edili in quel suolo di
Bovetto. La Procura ha chiesto
il rinvio a giudizio per quindici persone, diverse delle quali
sono titolari di imprese (i nomi si possono leggere nel riquadro).
Il pm Sara Ombra, per
quanto riguarda l’Atam, ha
deciso di approfondire la questione (ha chiesto la trasmissione degli atti all’Ufficio della
Procura). Si attende di valutare la posizione dell’ing. Enzo
Filardo, all’epoca direttore generale dell’Azienda del trasporto pubblico.
Il sindaco Arena nella serata di ieri ha parlato con “Gazzetta del Sud” dei due casi.
Per quanto riguarda la sua richiesta di proscioglimento
dall’indagine “Terrazzamento” osserva: «La decisione del
pm non va commentata in alcun modo. Anche perché per
quanto mi riguarda ho grande
rispetto delle istituzioni e in
particolare della Magistratura
reggina che sta dando dimostrazione di equilibrio e determinazione nella lotta alla criminalità organizzata. Rimane
certo la soddisfazione di aver
potuto dimostrare che quel
provvedimento mi era arrivato in quanto rappresentante
«Quanto fango fu allora
gettato su di me
da giornali nazionali
e da politici di sinistra»
CASO MORISANI - Partito democratico, Sel, Pdci e Idv sollecitano il primo cittadino ad assumere provvedimenti
L’opposizione spinge sul versante della rilevanza politica
Pino Toscano
«Il sindaco Arena faccia dimettere
subito il suo assessore Morisani».
La richiesta parte dal Partito democratico con il coordinatore
provinciale Girolamo De Maria e
fa riferimento ai riflessi politici
dell’operazione “Sistema”.
«Quello che emerge dalla lettura dell’ordinanza», riflette De
Maria, «è uno spaccato particolarmente grave ed inquietante. L’inchiesta mette a nudo minacce e
intimidazioni nei confronti di
operatori economici cittadini, taglieggiamenti, usura e acquisizioni forzose di attività economiche
e commerciali, controllo capillare
del territorio», ma anche il peso
esercitato dalla ‘ndrangheta sulle
competizioni elettorali attraverso
rapporti ben coltivati con espo-
nenti della politica locale. Particolarmente allarmante è la circostanza riferita al consigliere comunale Domenique Suraci eletto
con la lista “Scopelliti Sindaco”
che si adopera per far stipulare
una convenzione tra la società gestita di fatto dai soggetti finiti agli
arresti e i dipendenti di una delle
società miste del comune; mentre
ancora più grave ed inquietante è
quanto emerso circa i tentativi di
infiltrazione nell’attività politico-amministrativa cittadina, mediante l’individuazione di candidati di riferimento cui garantire il
proprio sostegno elettorale,
nell’ottica di poter ottenere in
cambio agevolazioni, concretizzatisi nel supporto garantito a beneficio di Pasquale Morisani, candidato alle comunali del 2007
nella lista di centrodestra “Sco-
Girolamo De Maria
pelliti Sindaco” e attuale Assessore ai Lavori pubblici nella Giunta
guidata dal Sindaco Arena.
A questo riguardo – esorta De
Maria – Arena assuma un’immediata iniziativa nei confronti del
suo assessore, pesantemente tira-
to in ballo dall’inchiesta, per farlo
dimettere affinché, al di là delle
mancate responsabilità di natura
penale, si impedisca che sulla gestione di un assessorato così delicato possano gravare ombre di
qualsiasi natura».
Secondo Andrea Di Martino,
commissario provinciale di Sel,
«si delinea sempre più un quadro
di estrema preoccupazione per il
comune di Reggio Calabria e la
sua penetrabilità da parte delle 'ndrine reggine. Sono mesi – annota
– che si susseguono indagini, dichiarazioni di pentiti, deposizioni
da cui emerge sempre con maggiore nettezza uno scambio costante e sistematico di consenso
tra esponenti politici locali e 'ndrangheta. Ora si apprende che
un assessore della giunta Arena,
un assessore di non poco conto in
Andrea Di Martino
quanto delegato ai Lavori pubblici, avrebbe ottenuto sostegno
elettorale dalla 'ndrina dei Crucitti nelle elezioni 2007. Pur non essendo indagato egli dovrebbe
avere il buon senso di dimettersi.
Solo un’ipotesi di tal genere – so-
stiene Di Martino – rende politicamente insostenibile la sua permanenza in un assessorato cruciale
per gli interessi delle cosche».
Anche i Comunisti italiani invitano l’assessore Morisani a dimettersi: «Gli atti dell’indagine», afferma una nota della segreteria
provinciale, «evidenziano in maniera chiara e incontrovertibile,
basta leggere le intercettazioni, i
rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, presunto capo della cosca di
Condera e Pietrastorta. Questa
contiguità è evidenziata nell’ordinanza del gip, il quale afferma che
“Morisani è il candidato di riferimento della cosca Crucitti”. Con
siffatte parole, in una città normale un assessore si sarebbe immediatamente dimesso e, se non
l’avesse fatto, sarebbe stato revocato dal sindaco. Purtroppo – con-
legale dell’Atam. Sono sicuro
che nel prosieguo dell’inchiesta anche l’Azienda saprà dimostrare le proprie ragioni».
Il primo cittadino riferisce
anche dell’indagine “Sistema”, dove appare nelle carte,
pur non essendo indagato,
l’assessore Morisani. Arena:
«Ho avuto modo di colloquiare a lungo con Pasquale Morisani, il quale renderà nota la
propria posizione alla città.
Purtroppo ieri Morisani, in seguito al maltempo, è stato severamente impegnato nel suo
ruolo di assessore ai Lavori
pubblici, ma sono certo che
oggi darà le giuste risposte».
Infine Arena fa una riflessione: «Quanto è accaduto al
sottoscritto è lo specchio di
quello che succede nel nostro
Paese dove lo scontro politico
si basa esclusivamente sulla
denigrazione dell’avversario
che molto spesso assume il
ruolo di vero e proprio nemico. Ricordo che ai tempi della
campagna elettorale quanto
sono finito nel registro degli
indagati ho reagito con estrema serenità in quanto sentivo
di avere la coscienza pulita e,
quindi, non avevo nulla da temere. Eppure fango su di me è
stato gettato da esponenti della sinistra e persino da qualche giornale nazionale che
adesso, sicuramente, non si
curerà di raccontare come il
mio coinvolgimento si sia risolto in un bolla di sapone».
clude il Pdci – Reggio non è una
città normale».
Per Antonio Marrapodi, coordinatore provinciale dell’Idv, Arena deve dare un segnale di discontinuità: «È il momento di dare della città di Reggio un’immagine diversa. L’operazione “Sistema”
mette insieme molti pezzi di quel
puzzle reggino rappresentato da
rapporti tra esponenti politici, imprenditori, ‘ndranghetisti e le istituzioni cittadine. Nonostante non
sia indagato, risulta fortemente
coinvolto l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Morisani,
che viene indicato come il prescelto della cosca Crucitti. Lasciamo continuare con fiducia alle
forze dell’ordine e alla Dda l’egregio lavoro iniziato, ma altra cosa è
la politica che deve fare la sua parte, iniziando naturalmente dal
primo cittadino. Chiediamo al
sindaco Arena di prendere le distanze da chiunque getti un’ombra di illegalità sulla cosa pubblica e di farlo per tempo, altrimenti
sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità politiche».
Agenda telefonica cittadina
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Dal 6 al 12 novembre 2011
(8.30-20.00)
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0965332332
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FARMACIE NOTTURNE
(20.00-8.30)
CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel.
0965332332
CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013
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ACCIARELLO tel. 751356
BAGNARA CALABRA tel. 372251
BOVA MARINA tel. 761500
CALANNA tel. 742336
CARDETO tel. 343771
CATAFORIO tel. 341300
CONDOFURI tel. 727085
FOSSATO tel. 785490
GALLICO tel. 370804
MELITO PORTO SALVO tel. 781581
MODENA tel. 347432
MOTTA S. GIOVANNI tel. 711397
ORTI’ tel. 336436
PELLARO tel. 358385
RAVAGNESE tel. 644379
REGGIO (ex Eca) tel. 347052
REGGIO (ex Vigili) tel. 347432
ROCCAFORTE DEL GRECO tel. 722987
SAN LORENZO tel. 721143
SAN PROCOPIO tel. 333180
SAN ROBERTO tel. 753347
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SCILLA tel. 754830.
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Il Telefono Amico svolge il servizio tutti i
giorni 24 ore su 24 chiamando ai seguenti numeri: 0965812000 800848444 (numero verde).
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REGGIO CALABRIA
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Sant’Anna II tronco n. 18/P 89128 tel.
0965/347374 - 0965347367 - tel-fax
0965/347435 www.asp.rc.it e-mail:
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Centro prenotazione 800198629
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Corso Garibaldi 404 - 0965/813250
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c/o Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morelli in Viale Europa tel. e fax
0965393822 - tel. 096554446.
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Via Generale Tommasini 0965/330089
- 24444
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CONTRO L’EPILESSIA
Sezione Regionale Calabria Unità Operativa di Neurologia. Presidio ospedaliero
OO.RR. via G. Melacrino, 0965/397972
CONTRO LA TRATTA A SCOPO DI
SFRUTTAMENTO SESSUALE
Numero verde: 800.290.290.
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Ente autorizzato per l’adozione internazionale. Sportello in via Paolo Pellicano
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Crowne» (Giovedì ultimo giorno).
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Tom Hanks, con Tom Hanks, Julia
Roberts. - Orario spettacoli: 18.10 20.20 - 22.30.
Mercoledì ingresso ridotto euro 5.
Lunedì Circolo del cinema “Cesare
Zavattini”.
39
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
Cronaca di Reggio
.
OPERAZIONE SISTEMA Il giudice Domenico Santoro dovrà valutare le singole posizioni dei presunti appartenenti alla ’ndrina dominante a Condera
Gli indagati saranno interrogati oggi dal gip
La cosca Crucitti puntava a obiettivi ambiziosi come la grande distribuzione e la Pubblica amministrazione
Piero Gaeta
Compariranno questa mattina
davanti al giudice delle indagini preliminari, Domenico Santoro, gli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta “Sistema” che è
stata condotta dai Carabinieri
del comando provinciale e
coordinata dai magistrati della
Procura antimafia.
Accompagnati dai propri avvocati di fiducia, l’imprenditore
Santo Crucitti e suo nipote Antonio Gennaro Crucitti; i generi
del boss Giovani Tegano, Michele Crudo e Carmine Polimeni; e poi Sandrino Amedeo Aurora, Antonio Gennaro Crucitti,
Antonino Minniti e Domenico
Suraci, avranno finalmente
l’opportunità di chiarire al gip
la propria posizione spiegando,
se lo vorranno, il motivo della
condotta che, per il momento, li
ha portati dietro le sbarre del
carcere.
“Sistema” è un’operazione,
che ha svelato, oltre ai tradizionali interessi economici perseguita dalla ’ndrangheta con i
suoi metodi incivili, anche la
preoccupante ambizione della
cosca Crucitti di tentare di infiltrarsi nei gangli della Pubblica
Amministrazione puntando a
inserire un loro referente nelle
stanze di Palazzo San Giorgio.
Dalle indagini che hanno
portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Santoro, è emerso
un quadro decisamente poco
rassicurante soprattutto in relazione «all’appoggio garantito
nelle consultazioni comunali
del 2007, da Santo Crucitti e
dai propri accoliti a sostegno di
Pasquale Morisani», oggi assessore comunale ai Lavori pubblici.
Il gip nell’ordinanza mette in
Nella notte nella centrale piazza Orange
Bruciata l’automobile
della moglie
del dirigente della Pg
I carabinieri del comando provinciale hanno eseguito gli arresti all’alba di martedì
risalto il contenuto di una conversazione registrata all’interno dell’ufficio di Crucitti che
non lascia molti dubbi.
All’interno dell’ufficio, unitamente a Santo Crucitti, veniva
registrata la presenza di Pasquale Morisani e di altri personaggi che nel corso dell’intercettazione si sono rilevati vicini
a Crucitti – quali l’imprenditore
Sergio Quattrone e Francesco
Scaramozzino – nei cui confronti Crucitti interveniva in
modo esplicito affinché facessero confluire voti a beneficio del
Morisani.
Inequivocabile era la richiesta che il Crucitti rivolgeva sia a
Sergio Quattrone: «(…) quanto
riesci a dargliene voti? quanti
gliene dai? (…)» , sia allo Scaramozzino che, peraltro, manifestava tutta la propria disponibilità replicando: «(…) io la
campagna per Pasquale Morisani, non perché è presente, gliela
sto facendo io, io so come fare(…)».
Numerosi – scrive il gip – sono comunque i passaggi della
conversazione in questione da
cui emerge l’impegno del Crucitti a sostegno dell’elezione di
Morisani, come quello in cui
sempre il Crucitti riferiva: «(…)
oggi ho parlato pure con Totò,
però ce ne dà due soli (…)… allora te ne devono uscire quattro
cartellini e sono due di Totò e in
quello di Totò c’è pure suo cugino
e quindi giustamente dei tuoi (si
accavallano le voci e l’audio risulta incomprensibile) e un ragazzo non mi ricordo come si
chiama …incomprensibile...cioè
è inutile che le persone gli ho detto Totò quindi sono due questi
qua, poi alla Croce Valanidi ne
ha? E due ne escono alla Croce
Valanidi …incomprensibile...
Totò e suo fratello, però me ne
danno due perché anche loro giustamente hanno tremila impegni
(…)».
Ed ancora Crucitti prosegue:
«(…)segnati
Meduri
pure,
…inc…qua avevo dieci voti sicuri, ogni volta io,le persone che da
vent’anni che lavorano con
me…sono impegnati, (incomprensibile) oh fighioli mei, segnati Meduri, tu quanto gliene
dai Massimo? (…)». Ci avevano provato la notte
prima ma il tentativo aveva
ottenuto il risultato di incendiare soltanto uno pneumatico dell’automobile. Ieri
notte, invece, nella centralissima piazza Orange, un altro
incendio appiccato dai soliti
ignoti ha completamente distrutto l’automobile della
moglie del primo dirigente
della Procura generale di
Reggio Calabria, Sandro Maria Velardi. Un uomo molto
noto e impegnato in città.
La moglie del funzionario,
invece, è una psicologa che
soprattutto si occupa di dare
assistenza a tossicodipendenti.
Sull’inquietante episodio
stanno indagando i carabinieri della compagnia cittadina.
Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso solidarietà al primo dirigente della
Procura generale di Reggio
Calabria Sandro Maria Velardi. «Il dottore Velardi – afferma in una nota il governatore Scopelliti – si è sempre
contraddistinto per la sua attività puntuale e inflessibile,
sempre in prima linea in favore dell’amministrazione
della Giustizia e la sua trasparenza lo rende automaticamente un nemico della cri-
L’auto è bruciata in piazza Orange
minalità».
«Condanno con fermezza
questi vili atti intimidatori
che non possono condizionare chi dedica la propria vita
in favore della legalità.
Esprimo, quindi, sincera solidarietà al dottor Sandro Maria Velardi – ha concluso il
Governatore Scopelliti – confermandogli la vicinanza
delle istituzioni e certo che
magistratura e forze dell’ordine faranno piena luce sull'accaduto».
Solidarietà al primo dirigente della Procura Generale
è giunta anche dal partito di
Italia dei valori e da tante associazioni presenti sul territorio che si spendono in difesa della legalità.(p.g.)
40
Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
Reggio Tirrenica
.
VILLA S. G. Stamane a Roma la conferenza dei servizi tra tutti i soggetti interessati
CARDETO
Ancora
nessuna
notizia
di Diego
Nel pomeriggio convegno dell’Idv con il capogruppo Massimo Donadi Fortugno
Ponte, via all’iter di pubblica utilità
Proprietari di fatto “espropriati”
Giusy Caminiti
VILLA SAN GIOVANNI
Oggi sarà ancora una giornata
dedicata al Ponte: stamattina a
Roma la conferenza dei servizi
tra tutti i soggetti interessati finalizzata ad avviare l’iter per la
dichiarazione di pubblica utilità; mentre a Villa, nel pomeriggio, iniziativa dell’Italia dei Valori dal titolo “Governo giù dal
Ponte”. La storia si ripete! Già il
19 ottobre scorso, mentre la
commissione europea cassava
il Ponte sullo Stretto dalle opere prioritarie, la città riceveva
la delegazione svedese interessata allo studio delle tecniche
di costruzione del manufatto,
auspicando interesse straniero
all’investimento nella realizzazione.
Di “acqua sotto il Ponte” ne è
davvero passata in poco più di
venti giorni, con l’approvazione da parte del Parlamento della mozione dell’Idv che, tra
mille interpretazioni contrastanti, una cosa la prevede senza tema di smentita: vengono
meno, per il 2012, 470 milioni
di euro che lo Stato avrebbe
dovuto investire nell’aumento
di capitale della società Stretto
di Messina SpA. Ma, come era
stato preannunciato, si va
avanti lo stesso e in questo senso la convocazione per oggi
della conferenza dei servizi, in
cui si confronteranno tutti i
soggetti interessati alla realizzazione dell’opera: i Comuni,
le Province, le due Regioni ma
anche gli enti cosiddetti interferenti.
Un confronto a tutto campo
il cui atto finale sarà un documento invito al ministero delle
Infrastrutture affinché istrui-
Il Ponte resterà solo un modello? Intanto parte l’iter per le dichiarazioni di pubblica utilità
sca la pratica che consentirà di
presentare il progetto definitivo approvato dal consiglio di
amministrazione della Stretto
di Messina al Cipe per l’ultima
approvazione. Dopo di questo
ci sarà il via alla dichiarazione
di pubblica utilità e, conseguentemente, all’avvio delle
procedure di esproprio. Tutti
gli occhi sono puntati, adesso,
sulle amministrazioni locali.
Davvero i Comuni e gli Enti territoriali sovraordinati daranno
l’ok per la prosecuzione
dell’iter che porterà a bloccare i
territori comunque, a prescindere poi dall’avvio dei lavori
per la costruzione del Ponte?
Una volta dichiarata la pubblica utilità di terreni e fabbricati,
infatti, chiunque abbia titolo o
vanti un diritto reale o obbligatorio su quelle aree sarà privato del potere di disporne, almeno fino allo scadere del termine previsto per legge o fino
all’annullamento degli atti dichiarativi della pubblica utilità.
Nel pomeriggio, poi, in città,
nei saloni del Grand Hotel de la
Ville, il dibattito su “Governo
giù dal Ponte”, con inizio alle
ore 18. All’iniziativa, organizzata dal Gruppo di Italia dei
Valori del Consiglio regionale
della Calabria, parteciperà il
presidente del Gruppo Idv alla
Camera dei deputati, onorevole Massimo Donadi. I lavori saranno moderati dal giornalista
Romano Pitaro. Il punto di vista dell’altra sponda del Ponte
sullo Stretto, «di cui si parla – si
legge in una nota – dai tempi
dei romani ma con più concretezza dal 1971, quando fu definito d’interesse nazionale»,
sarà rappresentato dal consigliere provinciale di Messina
Maurizio Palermo. Introdurrà i
temi della discussione, che
avrà come punto di partenza la
mozione promossa di recente
da Idv sul trasporto pubblico
locale ed approvata da Montecitorio con il parere favorevole
dell’esecutivo, il consigliere regionale di Idv Giuseppe Giordano. Sono previsti gli interventi del commissario del partito calabrese Enzo Tromba e
dei consiglieri regionali Emilio
De Masi (capogruppo) e Mimmo Talarico.
VILLA Comune capofila dell’Ambito 14
Piano sociale di zona,
la giunta si affida
a un professionista
Maria Ponente
CARDETO. Da martedì pome-
VILLA SAN GIOVANNI
riggio non si hanno notizie di
Diego Fortugno, 87 anni (foto), che forze dell’ordine, vigili del fuoco e familiari stanno cercando senza soste.
Il pensionato verso le 15 era
uscito dicendo alla moglie
che intendeva recarsi vicino
casa per raccogliere un po’ di
castagne; all’imbrunire, non
vedendolo rientrare, la donna ha avvertito una dei cinque
figli che abita nelle vicinanze
che a sua volta ha dato l’allarme alla locale stazione carabinieri che a loro volta hanno
interessato anche i vigili del
fuoco, che si sono avvalsi nelle ricerche delle unità cinofile
giunte da Vibo.
Di Diego Fortugno però si
son perse le tracce e padre Ernesto Malvi, recatosi a dare
supporto morale ai familiari,
ipotizza che magari qualcuni
possa aver dato un passaggio
all’anziano che, quando si è
allontanato da casa, nella zona Nord di Cardeto, indossava pantaloni scuri, un maglione chiaro e una giacca blu scuro.
Chi fosse in grado di fornire
notizie utili è pregato di contattare le forze dell’ordine.
A seguito di deliberazione
della giunta municipale, sarà
conferito ad un professionista esterno, probabilmenteentro la fine di questo mese, l’incarico per la redazione
e il coordinamento del Piano
sociale di zona e dei relativi
programmi in conformità alla legge regionale 23/2003
sulla “Realizzazione del sistema integrato di interventi
e servizi sociali nella Regione”. Villa è tra l’altro tenuta a
provvedervi in quanto sede
del Distretto socio-sanitario
e dunque Comune capofila
dell’ambito territoriale sociale che risulta attualmente
composto da ben 14 Comuni.
Ma proprio le istanze degli
altri
Enti
appartenenti
all’Ambito hanno dato ulteriore impulso affinché l’Amministrazione si assumesse il
compito di programmare – in
relazione ai bisogni della collettività dei Comuni ricadenti nel Piano di zona –, di redigere progetti esecutivi, di
avanzare richieste di finanziamento, di coordinare le
fasi di attuazione degli stessi. Il professionista che sarà
designato, a cui verrà corrisposto per un incarico di durata semestrale il compenso
di 12.250 euro, potrà avvalersi per la realizzazione
dell’attività anche del supporto degli uffici comunali,
così da affrontare in sinergia
i problemi sociali del territorio, nella consapevolezza
della loro natura complessa,
che travalica i confini del singolo Comune, e dovendo
realizzare un sistema di ser-
vizi e di interventi improntato ai principi di equità e solidarietà.
Il Piano sociale di zona è
dunque uno strumento significativo di rinnovamento per
l’intero Ambito 14, poiché
fondamentale: attraverso di
esso i Comuni, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, possono
designare in maniera coordinata il sistema integrato di
interventi e servizi sociali,
con riferimento agli obiettivi
strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare.
Al contempo, attraverso
tale strumento, si può rafforzare anche l’Ambito territoriale medesimo, realtà ancora per certi aspetti debole ma
che deve essere invero un
punto di riferimento importante. I Comuni dell’Ambito,
attraverso il Piano di zona,
possono infatti dotare il territorio di un’efficace rete di
servizi sociali, realizzando
strutture importanti, organizzando iniziative significative, sviluppando l’integrazione socio-sanitaria attraverso un dialogo tra i vari
“pezzi” del sistema, sia quelli
immediatamente legati al sociale sia quelli apparentemente lontani. Redigere il
Piano sociale di zona è insomma un passaggio fondamentale con cui l’Amministrazione potrà contribuire a
migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso
non solo i servizi sociali ma
anche l’avviamento di un
percorso virtuoso tramite cui
creare
lavoro,
sviluppo
dell’economia del territorio
nel suo complesso e, soprattutto, “creare comunità”.
BAGNARA Siglato un protocollo col Dipartimento di matematica
VILLA S. GIOVANNI Grazie agli interventi congiunti della Protezione civile e dell’Anas
Convenzione Comune-Università
negli uffici ci sarà più informatica
Maltempo, allarme su A3 e torrenti rientrato
Roberta Macrì
BAGNARA
Siglata una convenzione per
instaurare un rapporto di collaborazione fra il Dipartimento universitario di informatica, matematica, elettronica e
trasporti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e
il Comune.
Ieri mattina alla firma del
protocollo d’intesa hanno preso parte il primo cittadino Cesare Zappia, insieme al vicesindaco Giuseppe Spoleti ed
all’assessore ai Servizi informatici Rocco Cambareri, mentre
come
rappresentanti
dell’Università erano presenti
il direttore del Dimet, prof.
Antonio Iera, ed il responsabile scientifico della convenzione Giuseppe Araniti.
Le nuove norme in ambito
universitario offrono la possibilità di instaurare forme di
collaborazione tra le Università e gli Enti pubblici e privati
al fine di promuovere e facilitare sia lo svolgimento di attività di ricerca e consulenza
per conto terzi, sia la sperimentazione di nuove attività
didattiche, integrative a quelle universitarie, finalizzate al
completamento della formazione accademica e professionale.
Questo tipo di rapporto è
vantaggioso soprattutto per i
Comuni, ai quali è offerta la
possibilità di appoggiarsi ad
uno staff qualificato di esperti
per la stesura di progetti specifici; sarà non soltanto il dipartimento universitario a
Antonio Iera
Giuseppe Araniti
mettere a disposizione strumentazioni e supporti tecnologici necessari, ma tutto il
team che intorno a esso gravita. Un passo importante nel
settore dell’innovazione scientifico-tecnologica che consentirà al Comune della cittadina
tirrenica di promuovere, nello
specifico, attività di info-mobilità nel settore dei beni culturali e delle attività produttive.
Soddisfatto il primo cittadino Zappia: «La firma della
convenzione sancisce una forma di collaborazione continuativa fra Università e Comune che consentirà di sviluppare attività congiunte nell’ottica dell’innovazione e della
ricerca, collaborazione nelle
varie fasi di eventuali processi
di partecipazione a bandi di
gara, nazionali ed internazionali, che richiedono specifiche
competenze nella progettazione. Inoltre – ha ribadito il sindaco – questa sinergia consentirà di mantenere alto il livello
di
aggiornamento
tecnico-scientifico e, quindi, favorire contatti, collaborazioni e
scambi di conoscenze nell’ottica di un rapporto costante tra
le parti, che offrirà al nostro
Comune una possibilità di crescita attraverso le attività didattiche e formative promosse
dall’Università. Ovviamente
tutte le attività saranno concordate secondo delle linee
guida che fisseremo con i docenti responsabili».
VILLA SAN GIOVANNI. Il sistema
ha retto: l’allerta sui torrenti ha
permesso che la città non subisse
gravi danni e forti disagi con il
maltempo di ieri, anche se continua in alcuni punti strategici il
monitoraggio della Protezione
civile comunale, soprattutto
lungo i torrenti Zagarella e Bolano. Un lavoro di squadra già dalla mattinata, viste le previsioni
meteo: vigili urbani, Protezione
civile e Anas, con l’ausilio dei
mezzi meccanici delle ditte che
stanno realizzando i lavori di
ammodernamento sul tracciato
autostradale, hanno effettuato
un primo intervento sulla strada
Villa-Campo. Interventi anche a
Cannitello, per problemi agli impianti di sollevamento che la
pioggia aveva bloccato. Ma anche sul torrente Zagarella e con
un monitoraggio costante del
Bolano. Caduta di detriti in autostrada all’altezza dello svincolo
di Campo Calabro, senza conseguenze per il traffico.
Danni non rilevanti, invece, in
carreggiata nord, nei pressi degli
accessi dei cantieri alle nuove
gallerie di Piale, proprio nel punto in cui il ministro Matteoli martedì ha incontrato il sindaco La
Valle. Si è registrato, infatti, uno
scivolamento di materiali sulla
carreggiata autostradale nord
nella corsia di marcia chiusa,
usata come area di cantiere.
L’Anas, dal canto suo, ha garantito non solo il monitoraggio
dell’intera A3, ma anche di tutta
la Statale 18, dal torrente Bolano
a sud al torrente San Gregorio a
nord. Quest’ultimo, infatti, è
quello che potrebbe presentare i
maggiori problemi in caso di
pioggia persistente, prevista per
oggi. E intanto ai disagi per il cattivo tempo da inizio settimana
prossima si aggiungeranno altri
disagi in autostrada: l’Anas ieri
ha comunicato che dalle 9 di lunedì alle 22 dell’1 giugno 2012 vi
sarà un restringimento della carreggiata nord tra i km 428,700 e
427,300 tra lo svincolo di Santa
Trada. «Il provvedimento – scrive l’Anas – si rende necessario
per consentire la prosecuzione
dei lavori di realizzazione della
nuova autostrada nell’area del
sesto macrolotto tra gli svincoli
di Villa e Scilla. La carreggiata
nord sarà parzializzata con la
chiusura della sola corsia di marcia. I veicoli in direzione Salerno
transiteranno su una sola corsia
per circa 1,4 km».(g.c.)
Il Vallone San Gregorio
VILLA S. GIOVANNI Domani sarà presentato il progetto “Campagna del fiocco giallo”
Tutelare i piccoli dagli abusi, la scuola ci prova
VILLA SAN GIOVANNI. Sarà pre-
sentato domani alle 12 in una
conferenza stampa convocata
nella scuola elementare centrale il ricco calendario di iniziative
che la Commissione pari opportunità presieduta da Maria Grazia Richichi intende realizzare
dal 13 al 19 novembre nell’ambito della “Campagna del fiocco
giallo: io proteggo i bambini... e
tu?” finalizzata alla sensibilizzazione sul tema della tutela dei
minori contro ogni forma di
abuso e di violenza. All’incontro
interverranno, oltre alla presidente Richichi, il sindaco Rocco
La Valle, Graziella Trecroci, di-
La dirigente Graziella Trecroci
rigente scolastico del Circolo didattico, e Giuseppe Donato, assessore ai Servizi sociali. Tutte
le iniziative previste si terranno
nello stesso Circolo didattico
(che per l’intera settimana mette a disposizione il numero
0965/882882 per consulenze
gratuite di natura psicologica e
legale) dalle 16 alle 20 con appuntamenti quotidiani che si
concluderanno con una tavola
rotonda dedicata alle famiglie
dei bambini. A conclusione della sette giorni, infine con l’incontro del sindaco con i piccoli
di Villa. Ogni pomeriggio, grazie alla collaborazione con mol-
te associazioni locali, ci sarà uno
spazio creativo dedicato ai bambini, a partire da questa domenica con la “Bottega dei talenti”
che realizzerà un coinvolgente
laboratorio di musica. Lunedì
sarà invece la volta dell’associazione ViviVilla che realizzerà un
laboratorio di lavorazione della
terracotta ed altri materiali. Nei
giorni a seguire, mentre nella
adiacente piazza Valsesia si “allenerà” la scuola calcio piccoli,
nella scuola si alterneranno
l’Agesci “Villa San Giovanni”,
con divertenti performance, il
“Teatro Proskenion” che realizzerà un laboratorio.(m.p.)
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
41
Reggio Tirrenica
.
ROSARNO Giovanni Nocera, 33 anni, si è presentato all’ospedale di Polistena ferito da un colpo di pistola. Indaga la Polizia
PALMI
“Maestro”,
gli avvocati
contestano
Agguato in pieno centro. Il proiettile ha intaccato l’arteria femorale. La vittima trasferita ai Riuniti le accuse
Gambizzato il nipote di Giuseppe Bellocco
Gioacchino Saccà
GIOIA TAURO
Misterioso ferimento intorno alle diciotto di ieri a Rosarno. Misterioso e inquietante, visto che
la vittima è il nipote di Giuseppe
Bellocco, 63 anni, considerato
dagli inquirenti il capo storico
dell’omonima cosca.
Giovanni Nocera, giovane
commerciante, 33 anni, si è presentato ieri sera al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena colpito
da un colpo di arma da fuoco,
presumibilmente una pistola automatica di medio calibro, alla
coscia destra. Le sue condizioni
non sembravano gravi o quanto
meno preoccupanti però, dopo
le cure del caso, lo stesso è stato
trasferito agli Ospedali Riuniti di
Reggio Calabria perchè pare che
la ferita potesse interessare l’arteria femorale.
Nocera ha perso infatti molto
sangue e l’emorragia ha spinto i
sanitari di turno a decidere il suo
trasferimento soprattutto per
motivi di sicurezza. Agli agenti di
Polizia del locale Commissariato, che lo hanno sentito a lungo
dopo il ricovero, Nocera ha riferito che mentre transitava a piedi
in via Nazionale a Rosarno, quasi
all’altezza dell’edificio che ospitava un tempo il liceo scientifico e quindi in prossimità di un supermermarket - avrebbe avvertito all’improvviso un forte bruciore alla gamba, rendendosi subito
conto che dalla stessa perdeva
sangue.
Secondo la sua versione gli ha
prestato i primi soccorsi un automobilista di passaggio, che lo
stesso non conosceva, e che si sarebbe offerto di portarlo in ospedale lasciandolo appunto davanti al pronto soccorso del Santa
Maria degli Ungheresi. I poliziotti del locale Commissariato sono
subito intervenuti dopo l’immediata segnalazione dei sanitari
procedendo a raccogliere le sue
prime dichiarazioni.
Le indagini, che vengono
coordinate dal sostituto di turno
presso la Procura della Repubblica di Palmi, Antonio D’Amato,
vengono condotte dagli agenti
del Commissariato di Gioia Tauro. Gli stessi sono soprattutto al
lavoro per cercare di vagliare la
versione fornita dal ferito e quindi per la ricostruzione della dinamica dell’episodio, per cui già
nella serata di ieri è stato effettuato un primo sopralluogo sulla
via Nazionale Nord di Rosarno,
dove si sarebbe verificato il ferimento, probabilmente per verificare l’eventuale presenza di
macchie di sangue.
Giovanni Nocera, ha alle spalle una condanna a un anno e nove mesi (pena sospesa e confermata in appello; in quell’occasione è stato difeso dagli avvocati
Vittorio Pisani e Francesco Collia) nell’ambito dell’operazione
Omnia della Dda di Catanzaro
contro la cosca Forastefano di
Cassano Ionio. I poliziotti, prendendo in considerazione anche
la versione secondo la quale Nocera sarebbe stato accompagnato in ospedale da uno sconosciuto, sono al lavoro anche per verificare questo particolare e quindi
per identificare l’automobilista.
Quest’ultimo episodio che si è verificato ieri sera è motivo di nuovo allarme a Rosarno dove si registra, purtroppo, una vera e propria escalation della criminalità
organizzata.
Il giovane ha alle spalle
una condanna
a un anno e nove mesi
nell’ambito
del processo Omnia
Ivan Pugliese
PALMI
Via Nazionale a Rosarno, teatro nel tardo pomeriggio di ieri del misterioso ferimento
LA POLEMICA Reazione alle esternazioni del primo cittadino di Gioia Tauro
Sanità, il sindaco di Polistena attacca Bellofiore
Attilio Sergio
POLISTENA
«Respingiamo il tentativo strisciante del sindaco di Gioia Tauro Bellofiore di colpire l’ospedale di Polistena e con esso la sanità pubblica nella Piana di Gioia
Tauro». A scriverlo è il primo cittadino di Polistena Michele Tripodi al quale non sono piaciute
le recenti esternazioni del collega di Gioia Tauro. Tripodi ricorda che l’ospedale di Polistena,
cifre e numeri alla mano, regge
il peso della sanità pubblica di
tutto il territorio pianigiano garantendo anche a cittadini di
Gioia Tauro il diritto all’assistenza ed alle cure mediche.
«Non è accettabile -aggiunge
Tripodi – che il sindaco Bellofiore, invece di battersi per un incremento di posti letto su tutti
gli ospedali del territorio, proponga, con una logica da manuale Cencelli, la spartizione
dei pochi posti-letto esistenti tra
Polistena e Gioia Tauro, come se
la tutela della salute sia frazio-
nabile in nome di altre logiche,
lontane anni-luce dal diritto
all’assistenza».
In questo momento, secondo
il sindaco di Polistena, bisognerebbe unire le forze e condurre
una battaglia compatti per il ritiro del decreto 106 e la revisione della proposta di atto aziendale, invece di creare fratture
tra i sindaci. Tripodi ricorda altresì che il territorio della Piana,
nella previsione del decreto 106
a firma di Scopelliti, è fortemente penalizzato con la chiusura di
reparti e sottrazione di posti letto, che rimangono ben al di sotto del rapporto 1 ogni 4 abitanti
previsto dalla normativa nazionale di settore. L’invito dunque
di Michele Tripodi, ai colleghi
sindaci ed a Bellofiore, è quello
di battersi per il rilancio della sanità pubblica, «contro deviazioni in favore di privati che troppo
spesso competono con il pubblico pretendendone lo smantellamento delle strutture». Il sindaco di Polistena chiede il ripristino dei servizi cancellati.
GIFFONE Approfondita la figura dell’inventore del pantelegrafo
PALMI L’ex del Pd al vertice del nuovo circolo di Italia dei Valori
Studio sul “progenitore” del fax
Cogliandro presidente di Idv
Umberto di Stilo
GALATRO
Francesco Albanese, esattore delle Imposte dirette e tesoriere degli
enti locali a riposo di Giffone, ha
espresso la disponibilità di offrire
gratuitamente a studenti universitari, eventualmente interessati
per le loro tesi di laurea, tutti i documenti che sulla figura e
sull’opera dell’abate Giovanni Caselli – inventore del pantelegrafo,
progenitore del fax – ha raccolto
nel corso degli anni. Tale disponi-
bilità l’ha espressa intervenendo
telefonicamente alla trasmissione radiofonica “Il geco di città”
condotta sulle frequenze di Radio2 dai giornalisti Andrea Baiani
e Laura Troìa, i quali oltre a sottolineare positivamente il gesto di
Albanese, hanno anche apprezzato l’articolo che lo stesso nel 1997
ha pubblicato sull’abate senese.
Nel corso della trasmissione sono
state ricostruite le fasi più importanti della vita di Caselli con particolare riferimento alle sue peregrinazioni in Italia e in Francia al-
la ricerca di chi potesse aiutarlo
nella sperimentazione della sua
invenzione. C’è da dire che l’argomento della trasmissione ha interessato molti ascoltatori.
Nel corso del programma sono
stati intervistati il sindaco di Siena, città che ha dato i natali all’inventore del pantelegrafo, l’ing.
Silvestri, vice preside dell’istituto
tecnico “G.B. Della Porta” di Napoli in cui è custodito l’originale
apparecchio costruito dal Caselli,
e il magistrato calabrese della
DDA, Giovanni Gratteri.
PALMI. Memmo Cogliandro è il
nuovo presidente del costituito
circolo dell’Italia dei Valori di
Palmi. Accanto a lui, a completare l’organigramma direttivo,
tesoriere designato è il dirigente
storico dell’Idv Nino Bonaccorso e segretario Attilio Palaia.
«Quella di aprire un circolo
dell’Italia dei Valori a Palmi – si
legge nella nota Idv – è stata una
scommessa vinta, che inizia a
produrre i primi frutti e abbiamo
iniziato a “macinare” politica,
parlando per strada con la gente
per capire quali sono i veri problemi dei nostri concittadini.
Avvieremo con tantissimo entusiasmo una serie di iniziative per
affrontare nel nostro territorio i
problemi legati». L’Italia dei Valori a Palmi si mette subito in
gioco, visto che le elezioni amministrative rappresenteranno
il primo banco di prova. La nomina di Cogliandro era nell’aria
dopo il “divorzio” dal Pd tra le
cui fila era stato eletto consigliere comunale nella scorsa consiliatura. L’Idv parte con l’obietti-
vo di svolgere «un ruolo importante nello scenario politico palmese e si porrà l’ambizione di incidere in modo significativo sulle future scelte politico-amministrative». Intanto a breve saranno inaugurati altri circoli nella
Provincia, in comuni grandi e
piccoli, «a testimonianza che il
nostro Partito è in piena crescita». È quanto hanno dichiarato i
commissari regionali Giuseppe
Giordano, Enzo Tromba e il
commissario provinciale Antonio Marrapodi. (i.p.)
Dopo la “due giorni” completamente dedicata alla requisitoria del pm, Roberto Di Palma,
che ha avanzato richieste complessive di condanna nell’ambito del processo “Maestro”
per 91 anni di carcere, nella
mattinata di ieri è iniziata la girandola di interventi dei collegi difensivi. Ieri è toccato
all’avvocato Nino Maio nell’interesse di Adolfo Fracchetti (richiesta di condanna a 5 anni di
reclusione) prendere per primo la parola e dare il via alla
sua arringa difensiva volta a
smontare il castello accusatorio messo in piedi dalla Dda di
Reggio Calabria, dimostrando
al contempo l’estraneità del
suo assistito alle accuse.
Un paio d’ore d’intervento
appassionato per lasciare poi
la parola al collega Stefano
Magherini avvocato difensore
di Alessandro Giorgi (richiesta
di condanna a 13 anni di reclusione). Magherini ha esternato «perplessità sulla condotta
delle indagini e sulle richieste.
Le mie perplessità sono sorte
sin dalla presa di conoscenza
del capo d’imputazione del
mio assistito». A chiudere la
giornata dedicata ai primi interventi delle difese è stato infine l’avvocato Michele Iaria
nell’interesse di Francesco Cosoleto (richiesta di condanna a
10 anni di reclusione). Al termine della sua lunga arringa
l’avvocato Iaria ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito.
Il processo è in corso di svolgimento con il rito ordinario dinanzi al Tribunale Collegiale
di Palmi (Concettina Epifanio
presidente con a latere Luca
Colitta e Cristina Mazzuoccolo). Nelle prossime udienze sono ancora previsti gli interventi degli avvocati delle difese,
quindi eventuali repliche del
Pm, la camera di consiglio e la
lettura del dispositivo di sentenza. Queste le altre richieste:
12 anni di reclusione per Pietro Calipa; 12 anni di reclusione per Angelo Boccardelli; 15
anni di reclusione per Giuseppe Speranza; 10 anni di reclusione per Rossella Speranza; e,
infine, 14 anni di reclusione
per Antonio Albanese.
L’operazione, condotta dal
Carabinieri il 22 dicembre del
2009, secondo la Dda di Reggio Calabria ha consentito di
ricostruire i nuovi equilibri
mafiosi e le trame dei clan attivi nella Piana di Gioia Tauro
con particolare attenzione verso il Porto di Gioia Tauro.
Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
42
Reggio Tirrenica
.
PALMI Ieri la sentenza della Corte d’appello di Reggio
CINQUEFRONDI
Tentata evasione
con tre agenti feriti,
confermate condanne
dei fratelli Zagari
Onda Rossa
ha varato
una rassegna
culturale
Dieci anni ciascuno ai due ergastolani
che provarono a fuggire il 25 novembre del 2009
Piero Gaeta
REGGIO CALABRIA
Avevano tentato di fuggire dal
furgone blindato che li stava
trasportando dal carcere di
Palmi alla Corte d’Appello di
Reggio Calabria. E avevano
tentato di farlo in maniera
cruenta sparando agli agenti
che li stavano scortando a
quell’udienza che doveva svolgersi il 25 novembre 2009.
La Corte d’Appello, ieri, ha
confermato la condanna a dieci anni di reclusione per i fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari che in primo grado aveva inflitto loro il gup Carlo Sabatini.
A poco più di un anno dal
sanguinoso tentativo di fuga
dall'interno del blindato che li
stava trasportando in quel di
Reggio Calabria, i fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari sono
stati condannati alla pena di
10 anni di reclusione.
Il rocambolesco tentativo di
fuga dei fratelli Zagari si verificò il 25 novembre del 2009
poco dopo le 8 sull’autostrada
A3 nei pressi dello svincolo del
Sant'Elia. Pasquale e Giuseppe
Zagari, già condannati all’ergastolo, durante il viaggio di
traduzione dalla casa circon-
dariale di Palmi alla Corte
d'Appello di Reggio Calabria,
dove dovevano presenziare a
un’udienza a loro carico,
all’improvviso, dopo che uno
dei due fratelli simulò un malore, estrassero due pistole
6,35 e le usarono contro i due
agenti, che rimasero feriti in
maniera non grave: uno ad un
piede, l’altro ad una gamba. Il
tentativo fallì per la pronta
reazione del personale che,
senza fermare il mezzo e senza
fare uso delle armi in dotazione, riuscì a immobilizzare i due
detenuti, disarmandoli. Gli
agenti rimasti feriti nel corso
del tentativo di evasione furono il caposcorta Francesco Iacovo, colpito con il calcio di
una pistola al setto nasale, l’assistente capo Natalio Fameli,
ferito da due proiettili alla coscia sinistra e al polpaccio, l’assistente Salvatore Clarizia colpito ad un polpaccio.
All’ergastolo, Pasquale Zagari, che è considerato dagli
inquirenti a capo dell'omoniIl giudice
Natina Pratticò
ha presieduto
la Corte
d’Appello
ma famiglia di 'ndrangheta attiva nel territorio di Taurianova, dovrà aggiungere questi altri 10 anni. Così come dovrà fare anche il fratello Giuseppe,
che viene considerato ai vertici
della stessa.
Pasquale era giunto al vertice della famiglia dopo la morte
di Rocco Zagari, ucciso in un
salone da barba di Taurianova
da un commando composto da
tre killer il 2 maggio 91. All'omicidio di Rocco Zagari seguì il
tragico "venerdì nero": era il 3
maggio 1991, quando vennero
uccisi i fratelli Grimaldi. La
vendetta per la morte di Rocco
Zagari fu di inaudita ferocia:
un sicario, infatti, tagliò la testa a una delle vittime, lanciandola poi in aria per consentire al suo complice un barbaro tiro al volo. Alla scena,
avvenuta in una via frequentata del paese, pare che assistettero numerose persone attonite per quanto stava accadendo.
All'epoca dei fatti Pasquale Zagari era già detenuto in quanto
condannato per altro omicidio.
Pasquale e Giuseppe Zagari,
oltre al terzo fratello, Carmine,
sono stati condannati nel processo che si era occupato delle
vicende inerenti alla sanguinosa faida.
TAURIANOVA Primo congresso e analisi sulla politica locale
“Futuro e libertà” boccia il sindaco
Aldo Spanò al timone del movimento
Domenico Zito
TAURIANOVA
Dopo la celebrazione del congresso provinciale svoltosi a
Palmi il 16 ottobre scorso, si è
ora tenuto il primo congresso
cittadino di Futuro e Libertà.
I lavori sono stati aperti
dall’on. Angela Napoli che oltre
ad essere iscritta proprio al circolo di Taurianova, ha presieduto l’assise.
La parlamentare ha inteso
sottolineare il «delicato momento che sta attraversando
l’Italia intera sia a causa della
crisi economica, sia a causa della scarsa credibilità del Governo
a livello internazionale che con-
tribuisce ad aggravare ulteriormente la già precaria e preoccupante situazione».
È stata poi la volta di Aldo
Spanò, reggente del circolo fin
dalla fase di costituzione del
partito, che ha incentrato il suo
intervento sulla situazione locale, evidenziando «la scarsa incisività dell’azione politico-amministrativa posta in essere dalla compagine che guida Taurianova».
Lo stesso poi ha parlato di varie questioni, tra le quali: «Il terribile spettacolo della spazzatura che fino a poco tempo fa ha
invaso ogni angolo della cittadina pianigiana; l’inspiegabile ritardo legato all’avvio della rac-
Aldo Spanò
Il furgone blindato sul quale viaggiavano i due ergastolani durante il tentativo di evasione
GIOIA TAURO Importante investimento dell’Authority
Piattaforma telematica al porto
Alfonso Naso
GIOIA TAURO
L’Autorità Portuale, guidata
dal Presidente Giovanni Grimaldi, ha programmato a partire dal prossimo anno la realizzazione di una piattaforma
telematica per la interconnessione veloce degli utenti del
porto.
La somma corposa prevista
per l’opera è di 10 milioni di euro ed è stata inserita negli interventi previsti per l’anno
colta differenziata; la pulizia e
l’estirpazione delle erbacce; la
situazione dell’ospedale “Principessa di Piemonte”; la viabilità; i Pisl; la chiusura dell’ufficio
del Giudice di pace; il piano di
dimensionamento scolastico,
che la Regione dovrà approvare
entro il prossimo 31 dicembre e
che potrebbe determinare conseguenze negative anche per la
città di Taurianova, il problema
del dissesto idrogeologico».
Dopo la relazione si sono susseguiti i vari interventi degli
iscritti al termine dei quali si è
deciso di stilare un documento
sul problema del dissesto idrogeologico che verrà a breve diffuso. A conclusione dell’articolato dibattito si è passati alla fase della votazione. Vista la presenza di una sola candidatura, il
congresso cittadino ha eletto,
per acclamazione, alla carica di
primo presidente del Circolo
Territoriale di Fli lo stesso dott.
Aldo Spanò.
RIZZICONI Mostra e relazioni di esperti in una interessante manifestazione
Il valore nutrizionale e scientifico dei funghi
Francesco Inzitari
RIZZICONI
Successo di critica e di pubblico
ha riscosso la prima mostra micologica rizziconese, organizzata
dal gruppo Micologico Ambientale e culturale reggino, sede staccata di Rizziconi, in loco rappresentata dai dottori Totò Iaropoli,
Alfredo Reitano e S. Cannavò. La
manifestazione, tenuta a palazzo
San Teodoro, rientrava nell’ambito delle attività programmate
dalla stessa associazione, all’atto
della sua costituzione ufficiale. I
lavori hanno preso l’avvio con il
saluto e la presentazione da parte
dei referenti Iaropoli e Cannavò,
quindi è stata aperta la mostra ai
numerosi visitatori i quali si sono
cimentati nell’ammirare e fotografare le molte specie di miceti
messi in esposizione (circa 150 )
tra cui, due rarissimi funghi trovati dal dott. Cannavò che per la
loro rarità ed importanza, sono
stati inseriti nell’erbario dell’Associazione Micologica Reggina.
Durante l’interessante dibattito, il cui tema verteva su “Aspetti
di tipo botanico - tossicologico e
nutrizionale dei funghi”, gli
esperti non hanno tralasciato di
relazionare sulle attività promosse dall’associazione.
La presenza numerose delle
scolaresche guidate dai loro docenti ha vivacizzato il dibattito
avendo gli stessi discenti, con le
loro domande, data la possibilità
agli esperti di fornire notizie e curiosità attraverso una improvvisata lezione di micologia.
I lavori sono stati ripresi nel pomeriggio con gli interventi dei tre
relatori. Il dott. Alessandro Crisafulli, ricercatore presso la facoltà
di Scienze dell’Ateneo messinese,
non ha trascurato di evidenziare
«l’importanza che i funghi assumono nella catena biologica», e
nella scienza medica in particolare da cui, sempre secondo il rela-
tore, è possibile ricavare principi
attivi di grande importanza. Il direttore scientifico del Gruppo Micologico reggino, dott. Pietro Rodà, invece, si é intrattenuto con
dovizia di particolari, sull'aspetto
importante dei funghi e la tossicologia, dando esaurienti spiegazioni sulla composizione chimica
e sui principi «presenti in alcuni
miceti». Le conclusioni le ha tratte il dott. Giuseppe Sicilia, nella
qualità di esperto in Scienze della
Nutrizione il quale, ha trattato
l’importanza dei funghi " dal punto di vista alimentare e come questi si inseriscono positivamente
nella dieta mediterranea.
prossimo per migliorare il sistema comunicativo dello scalo.
L’obiettivo è quello di realizzare un’infrastruttura di rete
che da un lato soddisfi le esigenze di comunicazione (banda larga) dell’Authority e di
tutti gli altri operatori, e dall’altro di rendere più competitiva
l’area stessa, rendendo disponibile - per nuovi operatori ed
eventuali fornitori - servizi
avanzati e una struttura adeguata ad alto valore aggiunto.
Il finanziamento dell’importante opera è contenuta nel decreto ministeriale numero 28T
del 29 gennaio 2008.
Con l’introduzione della
banda larga nell’area portuale
si supererà il gap esistente nel
sistema comunicativo, denunciato diverse volte dagli operatori portuali. L’entrata in vigore consentirà all’area di essere
alla pari con le altre zone interessate dalla necessità di avere
comunicazioni veloci e istantanee per ragioni di mercato.
CINQUEFRONDI. I Giovani Comunisti del Kollettivo “Onda
Rossa”, dopo aver dato notizia
che Giuseppe Manduci è il
nuovo coordinatore (subentra
a Matteo Galatà) hanno presentato un programma di
eventi. Diverse le iniziative: la
creazione dei Gas (gruppi di
acquisto solidale), la petizione
per la riapertura della provinciale Cinquefrondi-Mammola,
l’impegno a fianco del gruppo
“San Ferdinando in movimento” contro il rigassificatore di
Gioia Tauro, la vicinanza alle
istanze dei lavoratori del porto, la sensibilità ai bisogni dei
migranti. «Vogliamo condividere diversi momenti di socialità – è stato precisato – per fare
in modo che il Kollettivo diventi punto di riferimento per l’aggregazione giovanile, attraverso il fermento politico e la
produzione solidale». «Abbiamo per ora solo scandito due
mesi di eventi – ha sottolineato
Alberto Conia – che sono sintomo di una stagione di qualità
culturale, musicale e sociale e
che varcano i confini locali».
Queste alcune delle tappe
più importanti del programma
allestito dai Giovani Comunisti: 11 novembre “Other Voices” in concerto; 19 novembre
“Tratti di donna” piece teatrale
scritta e diretta da Michela Sibio; 24 novembre presentazione del nuovo disco “Kyle” di
Michele Alessi; 10 dicembre
presentazione del film “In attesa dell’avvento” di Felice
D’Agostino e Arturo Lavorato;
17 dicembre “Guerriglia teatrale” rappresentazione del
teatro di strada, che vuole confrontarsi con la gente, a cura
dei Giovani Comunisti del Kollettivo; 23 dicembre Captain
Quentin in concerto.(a.se)
GIOIA TAURO Utilizzato per i disabili
S.FERDINANDO
Immobile confiscato,
stop all’associazione
Concessione revocata
Fondazione
Calabria-Roma
il Comune
aderisce
GIOIA TAURO. Il Comune di
Gioia Tauro ha revocato la
concessione dei locali assegnati in comodato d’uso all’associazione di volontariato “Regalami un Sorriso” con una delibera adottata dal Consiglio
comunale risalente all’ottobre
del 2006. All’associazione fanno capo genitori di Gioia Tauro
con figli minori diversamente
abili ed i locali in questione sono quelli dell’ex Euromotel
confiscato, all’inizio degli anni
Duemila perchè considerato
bene conseguito in operazioni
di illecito arricchimento.
Il presidente di “Regalami
un Sorriso”, Domenico Meduri, ha fatto pervenire al nostro
giornale una lunga nota destinata soprattutto ad informare
l’opinione pubblica della revoca della concessione decisa, afferma lo stesso, dal Comune e
appresa dagli stessi soci quando - presso l’ex albergo posto
sulla statale 111 - sono state viste all’opera alcune ruspe. «Per
tentare di mettere a posto parte dei locali che ci erano stati
concessi e destinati a diventare
un centro di accoglienza per
bambini e ragazzi disabili – dice Meduri – sono stati spesi, e
lo possiamo documentare, ben
trentacinquemila euro. E questo è stato possibile grazie alla
disponibilità e alla solidarietà
di tanti cittadini di commercianti e di imprenditori che
hanno ritenuto di venire incontro con tanta generosità ai
progetti e ai programmi di
un’associazione che non ha
scopi di lucro, ma che intende
soltanto dare la possibilità a
tanti portatori di handicap di
poter vivere una vita, diciamo
così, diversa rispetto a quella
che è, purtroppo, la loro quotidianità. Siamo stati, il sottoscritto e i componenti del consiglio direttivo, alla Provincia
alla Regione e in altri posti, come ad esempio in Prefettura,
per perorare il problema della
necessità di finanziamenti per
trasformare l’ala di un ex albergo in stato di abbandono e a
dir poco devastato, in un centro destinato ad accogliere i disabili una equipe di assistenti e
di logopedisti ma anche i loro
genitori. Era un sogno! – afferma Meduri – e speravamo che
si potesse concretizzare; tanti
cittadini (come dimenticare
quello che hanno fatto i parroci
don Caratozzolo e don Galatà e
Mimmo Mercuri, autore di una
pubblicazione sulla storia della gloriosa Gioiese il cui incasso è stato interamente devoluto alla nostra associazione) ci
sono stati fino ad ora sinceramente vicini. Ma tempo addietro la brutta sorpresa. I locali
non sono più a disposizione di
“Regalami un Sorriso” e riteniamo che questo sia avvenuto, malgrado il nostro impegno
e il sostegno di tanta gente,
perchè non siamo riusciti a ristrutturare
completamente
l’ala dell’ex albergo che ci era
stata assegnata nel 2006 per la
durata di trenta anni».(g.s)
SAN FERDINANDO. Promozione della cultura unendo le radici calabresi a Roma nel
contesto europeo. Queste le
motivazioni che hanno portato il comune di San Ferdinando, guidato dal sindaco
Domenico Madafferi, ad aderire alla fondazione “Calabria-Roma-Europa” (Cre). La
fondazione si è costituita ufficialmente il 19 gennaio
scorso e raggruppa, tra gli altri, imprenditori, liberi professionisti, magistrati, docenti universitari e si occupa
della diffusione della cultura
calabrese. Per questo il municipio ha deciso di diventare
socio, versando la quota di
5.000 euro, e divenendo così
membro della fondazione.
Ma non ci sarà alcuna somma
sborsata dal bilancio in quanto la quota sarà compensata
mediante la prestazione di
servizi e anche con l’attribuzione di beni materiali e immateriali.
Si tratta di un provvedimento ritenuto dall’esecutivo comunale (delibera di
giunta numero 19) meritevole, in quanto «le attività della
Fondazione appaiono di prestigio e in grado di garantire
lo sviluppo socio-economico
del territorio e perciò coincidenti con gli obiettivi basilari
dell’ente»; rientra cioè nelle
linee guida del Comune che
vuole che le capacità culturali interagiscano con il mondo
associativo.(a.n)
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
43
Reggio Ionica
.
BOVA MARINA La decisione del prefetto dopo i fatti legati al reintegro di Pansera
SALINE Una nuova presa di posizione da parte del Coresvit
Sciolti giunta e consiglio comunale «La centrale è un’opportunità
centrodestra rompa il silenzio»
Già oggi s’insedia il commissario ilDalla
sinistra soltanto un’opposizione ideologica
La dott. Francesca Crea assumerà i poteri di sindaco e civico consesso
Federico Strati
Domenico Pangallo
MONTEBELLO JONICO
BOVA MARINA
Una “bacchettata” al centrodestra calabrese affinché esca
dal silenzio ed assuma una posizione chiara sulla centrale a
carbone di Saline proposta
dalla multinazionale elevetica
Sei. A darla è l’avv. Giancarlo
Liberati, presidente del Coresvit, attraverso una nota diffusa ieri.
«Mentre i partiti e i movimenti politici che si richiamano ad una certa sinistra – afferma Liberati – si sono pronunciati a supporto di un “no”
ideologico mai suffragato da
appaganti
considerazioni
scientifiche, quelli di centrodestra si sono chiusi in un incomprensibile quanto imbarazzante silenzio che lascia perplessi i
lavoratori dell’Area grecanica.
Questo atteggiamento è ancora più grave se si considera il
fatto che il centrodestra è stato
scelto dagli elettori calabresi
per guidare la città capoluogo
di provincia, l’amministrazione provinciale e prima ancora
la Regione ed è, quindi, presente ad ogni livello istituzionale».
«Per tale motivo – afferma
ancora Liberati – non è più accettabile un comportamento
di totale disimpegno verso lo
sviluppo di un’area, come
quella grecanica, ormai da
tempo considerata solo terra
di conquista del consenso elettorale senza il riscontro di una
benché minima e reale ricaduta positiva delle politiche a sostegno dello sviluppo, dell’impresa e del turismo e che, anzi,
vede scomparire inesorabilmente antiche e primarie risorse come l’ospedale di Meli-
Cala il sipario sull’amministrazione comunale guidata dal
sindaco Giovanni Squillaci dopo tre anni e mezzo di governo. Il prefetto di Reggio Calabria, dott. Luigi Varratta, ha
disposto la sospensione del
consiglio comunale a seguito
delle dimissioni contestuali
presentate nei giorni scorsi
dalla metà più uno dei suoi
componenti, nominando il vice prefetto dott.ssa Francesca
Crea, commissario prefettizio,
per la provvisoria gestione
dell’Ente locale con i poteri
spettanti al sindaco, al consiglio e alla giunta.
Contemporaneamente, lo
stesso prefetto ha avviato la
procedura di scioglimento, ai
sensi dell’art. 141 del Testo
unico sull’ordinamento degli
Enti locali, che avviene con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno.
Il neo commissario prefettizio si insedierà oggi negli uffici del Comune e guiderà l’Ente
fino al rinnovo del consiglio
comunale, che avverrà nel primo turno elettorale utile. La
decisione è arrivata dopo un
attenta valutazione della documentazione relativa all’andamento dei lavori e alla composizione del civico consesso
bovese a seguito delle dimissioni dei consiglieri Vincenzo
Crupi, Carmelo Licordari, Vincenzo Mandalari, Giuseppe
Pansera, Domenico Petrulli
Roberto Rodà, Antonio Stilo,
Pierpaolo Zavettieri, Antonino
Zirillo.
Era necessario verificare,
Il consiglio comunale di Bova Marina è stato sciolto: lo sostituirà la dott. Francesca Crea (nel riquadro)
infatti, la posizione di Giuseppe Pansera, dichiarato decaduto per una presunta incompatibilità con la carica a causa
di una lite pendente con il Comune e reintegrato tra i banchi del civico consesso dopo
due gradi di giudizio. Il prefetto, disponendo la sospensione
del civico consesso, ha considerato l’ex vicesindaco consigliere comunale a tutti gli effetti, a prescindere dalla presa
d’atto della sentenza della
Corte d’appello di Reggio Calabria che, nel dichiarare l’improcedibilità dell’appello proposto dal Comune di Bova Marina, confermava la statuizione del Tribunale di Reggio Calabria che riconosceva allo
stesso Pansera il diritto a
MELITO Lo “strano caso” di Medicina
«mantenere la carica di consigliere comunale».
Ma come si è arrivati a questo punto? Nel consiglio comunale del 27 ottobre scorso
si doveva prendere atto della
sentenza di reintegro dell’ex
vicesindaco. Il sindaco – che è
anche presidente del civico
consesso, Giovanni Squillaci,
dopo aver dichiarato illegittima l’adunanza in quanto erroneamente era stato convocato
Pansera, provvedeva a sciogliere la seduta, lasciando
l’aula insieme agli altri colleghi di maggioranza.
I consiglieri Crupi, Licordari, Mandalari, Pansera, Petrulli, Rodà, Stilo, Zavettieri, Zirillo proseguivano il civico consesso ritenendo la seduta vali-
da: c’era il numero legale:
Pansera doveva essere convocato e la seduta non poteva essere sciolta in quanto non si
era dato atto della presenza
attraverso l’appello nominale.
A causa dell’assenza del segretario comunale, così come previsto dal regolamento dello
stesso consesso, il consigliere
più anziano (Crupi) assumeva
le funzioni di presidente
dell’assemblea e il più giovane
(Rodà) le funzioni di segretario. Veniva approvata all’unanimità la presa d’atto della
sentenza della Corte d’appello
e redatto il verbale. Il giorno
successivo i nove consiglieri
(la maggioranza assoluta dei
membri) rassegnavano le dimissioni.
Uno degli elaborati del progetto Sei a Saline
to, che le politiche del “taglio”
hanno ormai ridotto a poco
più di un grande ambulatorio
privo di eccellenze e specificità».
Il Coresvit esorta il centrodestra ai suoi vari livelli a rompere gli indugi e ad «esprimersi con chiarezza sulla questione, assumendo una posizione
netta e trasparente, senza lasciarsi sfuggire, per inerzia o
incapacità decisionale, l’ultima occasione affinché l’area
dell’ex-Liquichimica e quelle
circostanti abbiano un destino
diverso dall’attuale stato di degrado, dall’odierna preoccupante
disoccupazione,
dall’oblio e dall’assenza di un
futuro, anticamera della migrazione dei suoi figli migliori
e della morte civile per un in-
tero territorio».
«Diamo atto al presidente
Giuseppe Scopelliti – conclude
il presidente del Coresvit, Liberati – di aver dato la possibilità al territorio di esprimersi
sul merito della questione prima di assumere una decisione
definitiva. È giunto il momento di prendere atto che la scarna ma rumorosa schiera del
“no” ideologico rappresenta
ben poca cosa in confronto alla
crescente massa di cittadini
che, in silenzio ma con determinazione, chiede e pretende
lavoro e sviluppo per il futuro
dei propri figli e per la rinascita del territorio». Lavoro e sviluppo che, lascia intuire il Coresvit, a suo giudizio passano
anche attraverso la centrale.
CONDOFURI Respinte alcune eccezioni delle difese, è stato ascoltato il dirigente del Commissariato
Ospedale, il Comitato Konta Korion, processo avviato ed entrato nel vivo
non si arrende
Si tenta un’altra strada
È cominciato
davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di
Reggio Calabria, in composizione collegiale, il processo
col rito ordinario scaturito
dall’operazione “Konta Korion”. Nelle battute introduttive dell’udienza celebrata ieri mattina, si è registrata
la presentazione di una doppia eccezione di incompetenza territoriale, presentata dai legali della difesa.
Entrambe le richieste sono
state respinte, quindi si è entrato nel vivo del processo
con l’apertura del dibattimento e con l’audizione dell’attuale dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di
Condofuri Marina, Filippo
CONDOFURI.
Giuseppe Toscano
MELITO
C’è una parte di ospedale che non
si rassegna a morire. Una parte
che, anziché lamentarsi, preferisce dimostrare la propria contrarietà al preannunciato riassetto,
che taglia posti letto e servizi, aumentando il proprio impegno in
corsia. Nel reparto di Pediatria,
ad esempio, la scorsa settimana, è
stata costituita una piccola biblioteca. Donati dal Comune di Bova
Marina, i libri potranno aiutare i
bambini a trascorrere il tempo del
ricovero più serenamente, magari ascoltando dalla voce dei rispettivi genitori la lettura di una fiaba.
Eppure dei posti letto di pediatria
nell’atto aziendale non c’è traccia
alcuna, visto che in ospedale è
prevista solo una struttura operativa semplice afferente al nosocomio di Locri. Stante così le cose, i
tagli di cui si dovrà prendere atto
saranno a tappeto.
D’un colpo solo da 115 posti
letto si passerà a meno della metà,
così suddivisi: 20 per la medicina,
15 per la chirurgia e 10 a testa per
ortopedia e ginecologia. Addirittura paradossale è la situazione
prospettata per il reparto di medicina, diretto dal dott. Elio Stelitano, che registrerà un aumento di
due posti letto ma non sarà elevata a struttura operativa complessa. A giudizio degli addetti ai lavori, ma anche di parecchi amministratori dell’area, riuscire a dare
una lettura logica a questa decisione appare impresa piuttosto
ardua, anche perché finora lo
spauracchio della produttività ha
continuato a volteggiare su tutte
le realtà sanitarie. Da questo punto di vista il reparto di Medicina
ha ottenuto con oltre 1,5 milioni
di euro il risultato aziendale più
positivo. Anche a livello di assistenza il livello delle prestazioni è
sempre stato elevato. E allora perché il taglio? O meglio: perché aumentare i posti letto in dotazione
ed eliminare l’autonomia?
E mentre si attende chiarezza
sulla nuova organizzazione sanitaria dell’ospedale, a livello locale
si torna a parlare di iniziative utili
a tenere accesi i riflettori sul “Tiberio Evoli” e chiedere una maggiore tutela dello stesso. Nella
mattinata di oggi il Comitato
pro-ospedale dovrebbe incontrarsi nuovamente con il sindaco
di Melito Porto Salvo, Giuseppe
Iaria. Questi, anche nella sua qualità di presidente dell’Associazione dei sindaci dell’Area grecanica, ha continuato a ripetere di attendersi l’accoglimento della proposta avanzata, su espressa richiesta del governatore Scopelliti, dal territorio. È una proposta
che sollecita per il “Tiberio Evoli”
l’accorpamento con integrazione
funzionale da attuare con l’Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli. «Come Iaria – ha commentato il presidente del comitato pro ospedale, Enzo Gangemi –
anche noi ci aspettiamo un passaggio del genere. Nel frattempo
però non resteremo con le mani in
mano ma valuteremo attentamente gli eventuali passaggi da
compiere».
L’operazione Konta Korion è scattata nell’aprile 2010
Leonardo. Si è trattato di una
testimonianza rapida e interlocutoria, in considerazione
del fatto che le indagini sfociate nell’operazione contro
la cosca che dominava nel territorio condufurese, erano
state condotte prevalentemente dal predecessore di
Leonardo, il dottore Giuseppe
Pizzonia.
Quest’ultimo funzionario
della polizia di Stato sarà
ascoltato in occasione della
prossima udienza, che è stata
già fissata per il prossimo
mercoledì 16.
A difendersi dalle accuse rispettivamente mosse, nel
troncone ordinario, sono in
tutto una cinquantina di persone (nell’operazione, scatta-
PALIZZI Le domande devono essere tassativamente presentate entro domani
Il “Monoriti” offre 5 borse, ma bisogna far presto
Pietro Parisi
PALIZZI
Un’altra iniziativa del Centro di
ricerca e formazione “Monoriti”,
presieduto dal presidente di sezione della Corte dei conti, dott.
Giuseppe Cogliandro, e diretta
dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro. Il Centro ha indetto una selezione per assegnare 5 borse di
formazione ciascuna di 600 euro: a ciascun beneficiario saranno affidate attività di collaborazione e di tutorato, per complessive 30 ore lavorative da svolgersi secondo gli orari e le necessità
concordate con la direzione del
“Monoriti”. «La borsa – dichiara il
direttore Viglianisi Ferraro – è
compatibile con i voucher regionali, ma non con altre borse di
studio a qualsiasi titolo conferite
dal Monoriti, ovvero erogate da
Università italiane o da qualsiasi
ente, partner dei master attivati
presso la “Dante Alighieri”. La
stessa borsa potrà essere rinnovata».
Il “Monoriti” è partner dei master in “Politiche di pace e cooperazione per lo sviluppo dell’area
del Mediterraneo” e in “Management dei sistemi informativi”
della stessa area, attivati all’Università per stranieri “Dante Ali-
ghieri” di Reggio. «Nella fase di
realizzazione dei percorsi formativi – ha ricordato Viglianisi Ferraro – il Monoriti provvederà a
collaborare col Medalics (un centro di ricerca costituito all’interno della “Dante Alighieri” e che si
occupa di innovazione ed economia applicata), coinvolgendo in
attività di segreteria e tutorato gli
stessi laureati, iscritti a uno dei
due master». È opportuno ricordare che «gli interessati – si legge
in una nota – potranno presentare apposita domanda, utilizzando il modello allegato al bando.
Il modulo, debitamente sottoscritto, va presentato – è una con-
Angelo Viglianisi Ferraro
ta nell’aprile del 2010, condotta congiuntamente da carabinieri e polizia erano rimasti coinvolti in 89).
Di queste, solamente tre
degli indagati sono rimasti
ancora in stato di detenzione,
mentre il resto risponde a piede libero. Il rinvio a giudizio
nei loro riguardi è stato deciso, unitamente alla dichiarazione di non luogo a procedere per altri undici indagati,
dal giudice dell’udienza preliminare Tommasina Cotroneo.
Nel processo si sono costituite come parti civili anche il
ministero dell’Interno, la Regione Calabria, la Provincia di
Reggio Calabria e il Comune
di Condofuri.(g.t.)
ditio sine qua non – esclusivamente brevi manu al Centro Madalics
presso l’Università “Dante Alighieri” non oltre le 10 di venerdi
11 novembre. La segreteria del
Medalics potrà ricevere le domande di partecipazione alla selezione ogni giorno, solo dalle 9
alle 10. La nota stampa ricorda,
infine, che «al fine di garantire la
massima trasparenza e una totale
equità nei confronti di tutti gli appartenenti al Centro Monoriti, sarà stilata una graduatoria (sarà
resa pubblica il 14 novembre
presso la sede del Medalics, oltre
che su Facebook) che terrà conto
unicamente dei titoli posseduti
dagli aspiranti (e autocertificati
da questi ultimi). Si terrà anche
conto, nell’attribuzione dei punteggi, del risultato conseguito nel
diploma di laurea».
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
45
Reggio Ionica
.
LOCRI In Consiglio comunale non passa per ora il progetto portato avanti dal gruppo “LeAli alla Città”
Su Moschetta è tutto rinviato
«Documentazione insufficiente», la Capogreco si dimette da vicepresidente
Pino Lombardo
LOCRI
Consiglio comunale “caldo”
quello di ieri mattina a Locri, dopo il minuto di silenzio per i morti
di Genova e il ricordo del “presidentissimo” dell’Ac Locri Piero
Parasporo spentosi martedì sera.
L’argomento principe della riunione, il riconoscimento di contrada Moschetta come “Borgo
d’Eccellenza” da inserire nel registro regionale non è passato perché la maggioranza, che tra l’altro è stata costretta a ritirare due
punti all’ordine del giorno, ha votato il rinvio della discussione.
Il riconoscimento di Moschetta era stato chiesto il mese scorso,
dal gruppo di minoranza, “LeAli
alla Città”. E poiché la maggioranza si mostrava restia ad affrontare la discussione, il gruppo,
che aveva richiesto l’apposita
convocazione del civico consesso, ha abbandonato l’aula stigmatizzando il comportamento
della maggioranza che «a parole
cerca la collaborazione di tutti,
ma quando si tratta di assumere
decisioni importanti per la città,
si trincera dietro la forza dei numeri». Abbandono preceduto
dalla dichiarazione della consigliera Anna Francesca Capogreco, che dichiarava di dimettersi,
come forma di protesta, da vicepresidente del civico consesso.
Dopo l’abbandono dei consiglieri di “Leali”, la discussione
proseguiva e la maggioranza ribadiva che la richiesta di riconoscimento fatta dalla minoranza
non poteva essere votata dal momento che non poggiava su «idonea documentazione storico-scientifica la qual cosa – sottolineavano il primo cittadino Pepè
Lombardo e il presidente del
Consiglio Antonio Cavo – farebbe
correre il rischio di vedere boc-
Il minuto di raccoglimento in Consiglio comunale a inizio seduta
ciata la delibera di riconoscimento». A nulla servivano le “mediazioni” dei consiglieri di minoranza Francesco Macrì e Raffaele
Sainato miranti a dare un segnale
favorevole al riconoscimento del
borgo votando comunque l’indirizzo e la “volontà” consiliare di
adoperarsi per il riconoscimento
di Moschetta come “Borgo d’Eccellenza”. Infatti la maggioranza
votava la proposta del sindaco
Lombardo di dare mandato ad
una commissione di individuare
le motivazioni scientifiche e storiche su cui basare il riconoscimento e solo dopo effettuare la
votazione.
Ma procediamo con ordine.
Già alla vigilia della riunione si
capiva che il Consiglio sarebbe
stato piuttosto turbolento. Anche
perché in mattinata i cinque consiglieri di opposizione avevano
protocollato la richiesta della
convocazione di un ennesimo
Consiglio per affrontare la spinosa questione del contenzioso.
L’atmosfera ieri mattina era surriscaldata sia dalla circostanza
che l’argomento proposto da
“LeAli alla Città” su Moschetta
era stato inserito all’ultimo posto
dell’ordine del giorno e non, han-
no sottolineato Alfonso Passafaro, Giovanni Calabrese ed Anna
Capogreco, «al primo come sarebbe stato corretto fare». Sia soprattutto dal fatto che il Consiglio
veniva convocato per lo stesso
giorno in cui era stato fissato l’incontro dei cinque consiglieri di
minoranza col prefetto reggino
Luigi Varratta per motivare la richiesta formale dell’invio a Locri
di una commissione ministeriale
col compito di effettuare “verifiche sulla situazione economica
del Comune.
Le prime avvisaglie di tensione
emergevano fin dall’avvio, quan-
do il consigliere di maggioranza
Piero Leone, rifacendosi alla seduta dello sorso 16 ottobre accusava un consigliere di minoranza
di interventi poco ortodossi. Poi i
consiglieri di “LeAli alla Città”, il
capogruppo Passafaro, l’assessore provinciale Giovanni Calabrese ed Anna Capogreco chiedevano l’inversione dell’ordine del
giorno con lo spostamento al primo posto di Moschetta: richiesta
non accolta dalla maggioranza.
La riunione si svolgeva seguendo
l’ordine previsto nella convocazione e l’assessore Giuseppe Gelonese illustrava la “rettifica” alla
delibera di Giunta n. 129 dal momento che erano stati effettuati
storni per un totale di 4.840 euro
per poter pagare i servizi forniti
dalla società “Asment Calabria”.
Poi il primo intoppo. La rettifica
della delibera 132 veniva ritirata
dietro le osservazioni del consigliere Sainato. Quindi la richiesta, accolta, del consigliere Calabrese che doveva abbandonare la
seduta per poter partecipare al
Consiglio provinciale, di invertire l’odg anticipando la discussione del punto sette ( ratifica della
delibera 51 del consiglio comunale del 9 ottobre 2007 inerente
il riconoscimento dei debiti fuori
bilancio dal 1991 al 2006). La richiesta nasceva dalla circostanza
che nel fascicolo era stata inserita
una nota con su scritto, accanto ai
“debiti”, il nome Calabrese. Il
presidente Cavo ha “tranquillizzato” il consigliere evidenziando
che quel foglio non faceva parte
del fascicolo e che sicuramente
era stato inserito per caso nella
carpetta consegnata ai consiglieri di minoranza. Il punto è stato
dunque ritirato e rinviato ad altra
seduta. Infine l’assessore Francesco Galasso illustrava i tre punti
inerenti i progetti Pisl che venivano votati all’unanimità.
La sede reggina dell’Azienda sanitaria provinciale
LOCRI La Uil: «La Squillacioti va rimossa»
«Palesi ingiustizie
nell’atto aziendale»
LOCRI. Il direttore generale
dell’Asp Rosanna Squillacioti
«va rimossa». È quanto chiede
la segreteria provinciale della
Uil-Fp con una lettera aperta
inviata ieri al presidente della
Giunta regionale, nella qualità
di commissario per il Piano di
Rientro, Giuseppe Scopelliti,
al sub commissario generale
Luciano Pezzi, alla medesima
Squillacioti e «a tutti coloro
che hanno a cuore le sorti della
sanità calabrese».
Le motivazioni di fondo della clamorosa richiesta sarebbero da ricercarsi nelle «disastrose condizioni in cui versa
l’Asp reggina» a causa delle
«palesi ingiustizie perpetrate
dall’arroganza della politica»,
ma la goccia che avrebbe fatto
traboccare il vaso sarebbe la
circostanza che l’atto aziendale proposto dalla manager non
va in direzione della riduzione
delle spese, e non tiene conto
«delle proposte tecniche delle
organizzazioni sindacali, del
Comitato dei sindaci e degli
stessi dirigenti medici». Secondo la Uil-Fp, anche Scopelliti avrebbe le sue colpe dal
momento che «non poteva
non sapere» se è vero che «le
sue varie pedine sistemate nei
posti strategici hanno seguito
le sue direttive».
Per i dirigenti della Uil l’atto
aziendale, con strutture complesse cancellate, altre di nuova formazione e una pioggia di
strutture semplici senza alcun
criterio, e con il chiaro obiettivo di «mantenere il sistema
clientelare degli incarichi», sarebbe stato partorito «secondo
precise volontà dei politici di
maggioranza». Secondo la Uil
la nuova bozza «non corredata
della
pianta
organica
dell’azienda, resta uno schema puramente tecnico che
non consente la verifica e la
conseguente valutazione della
effettiva possibilità ( economica e organizzativa) di implementazione del modello proposto». Per la Uil questa «totale ed ingiustificata omissione
di riferimenti reali e misurabili», soprattutto quella inerente
«il personale dirigente, stante
il divieto di nuove assunzioni
ed attribuzione di nuovi incarichi ex articolo 15 septies del
decreto legislativo 165/2001»
nasconderebbe l’intenzione di
«prevedere uffici per i quali
poi si vorrà sostenere la necessità di prorogare incarichi a
personale esterno, già illegittimamente prorogati fino a dicembre, nonostante i divieti
imposti dalle leggi finanziarie
regionali e nazionali».(p.l.)
LOCRI Il “gotha” della ‘ndrangheta della provincia reggina, tra cui 12 presunti boss
MALTEMPO Permane l’allerta meteo della Protezione civile
Il processo “Crimine” stamani al via
in 34 alla sbarra con rito ordinario
Nubifragio, smottamenti a Platì
A Gerace il sindaco chiude le scuole
Rocco Muscari
LOCRI
Inizia questa mattina, davanti
alla sezione penale del Tribunale di Locri, presidente Alfredo
Sicuro, il processo a 34 imputati
dell’operazione
denominata
“Crimine” che hanno scelto il rito ordinario. Ventuno di questi
rispondono del reato di associazione per delinquere di stampo
mafioso, per aver fatto parte
con altre persone, alcune non
ancora individuate altre per le
quali si procede separatamente,
della ‘ndrangheta operante sul
territorio della provincia di
Reggio Calabria, in Italia e
all’estero, costituita da decine
di “locali”, articolata in tre mandamenti con un organo di vertice denominato “provincia”. Il
tutto con l’aggravante della
transazionalità, trattandosi di
reato commesso da un gruppo
criminale organizzato impegnato in attività illecite in Italia,
Australia, Canada, Germania e
Svizzera.
A 12 dei 21 maggiori imputati la Distrettuale antimafia contesta anche l’aggravante di aver
promosso, diretto e organizzato
il sodalizio mafioso. Si tratta,
nello specifico, di Francesco
Gattuso, Antonio Figliomeni,
entrambi detenuti in regime di
41 bis, Francesco Bonarrigo,
Mario Giuseppe Stelitano, Antonio Commisso, (cl. 25), Giuseppe Chiera, Vittorio Barranca, Giuseppe Giampaolo, Antonio Cuppari, Giuseppe Antonio
Primerano, Rocco Bruno Tassone e Domenico Gangemi.
Francesco Gattuso, 80 anni, uno degli imputati
GLI IMPUTATI
Agostino Anna Maria, classe1957); Agostino Franca
(‘72) ;Agostino Francesco
(‘84); Agostino Rocco
(‘54); Barranca Vittorio
(‘58); Bonarrigo Francesco
(‘40); Bruzzese Giuseppe
(‘46); Caccia Giuseppe
(‘68); Capasso Giuseppe
(‘69); Capasso Michele
(‘41); Cento Domenico
Rocco (‘53); Chiera Giuseppe (‘60); Cillo Guido (‘59);
Commisso Antonio (‘25);
Cuppari Antonio (‘39); Ferraro Carmelo (‘63): Figliomeni Antonio (‘49); Fioril-
lo Michele (‘86); Fleres
Vincenzo (‘60); Futia Antonio (‘58); Gangemi Domenico (‘46); Gattuso Francesco (‘31); Giampaolo Giuseppe (‘36); Marzano Francesco (‘32); Mazzaferro Ernesto (‘52); Mazzaferro
Marzia (‘79); Nunnari Vincenzo (‘55); Pepé Salvatore(‘85); Perrotta Nicola
(‘63); Primerano Giuseppe
Antonio (‘45); Siviglia Giuseppe (‘70); Stelitano Mario Giuseppe (‘68); Tassone Rocco Bruno (‘46); Velonà Giuseppe (classe ‘54).
Nel procedimento penale
viene contestato, a vario titolo e
per capi specifici, nei confronti
di Ernesto Mazzaferro, Rocco e
Francesco Agostino, Giuseppe
Caccia, Michele e Guido Capasso, Nicola Perrotta, Vincenzo
Fleres, Vincenzo Nunnari, reati
in materia di illeciti nei lavori e
nei controlli dell’appalto per la
costruzione di un tratto della
Statale 106 ricadente nella variante al centro abitato di Marina di Gioiosa.
Le parti civili che si sono già
costituite in sede di udienza
preliminare sono la presidenza
del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno, la Regione
Calabria, la Provincia di Reggio
Calabria, l’Anas spa, la “Sos Impresa”, la Fai, Federazione italiana antiracket.
L’operazione “Crimine” è stata eseguita congiuntamente
dalle Direzioni distrettuali antimafia di Milano e di Reggio Calabria il 13 luglio del 2010, con
l’esecuzione di 304 arresti. Dalle indagini della Distrettuale è
emerso che la ‘ndrangheta calabrese, nonostante la sua suddivisione su base territoriale, i cosiddetti “locali”, è un’organizzazione criminale con una
struttura verticistica, che decide le scelte strategiche più rilevanti, denominata “provincia”.
Nelle scorse settimane il procuratore aggiunto della Dda reggina, dott. Nicola Gratteri, al
termine della requisitoria nel
processo in rito abbreviato, ha
chiesto nei confronti di 118 imputati oltre 1500 anni di carcere.
Giuseppe Pipicella
PLATÌ
Hanno vissuto momenti terribili i cittadini nelle zone di Senole-Lauro, contrade del Comune di Platì, dove nel primo
pomeriggio anche uno scuolabus ha rischiato di venire coinvolto dalla furia delle acque
piovane e da qualche smottamento di terreno. Sul posto
sono intervenuti anche i vigili
del fuoco, i Carabinieri del
luogo e le squadre dell’ufficio
tecnico del Comune guidato
dall’ing. Antonio Marvelli, il
quale ha provveduto a disporre le transenne lunghe le zone
a rischio.
Sotto stretta osservazione è
stato messo il vallone Ciancio
che attraversa il centro abitato
di Platì ed è rimasto tristemente noto per i tanti lutti familiari provocati nel lontano
ottobre del 1951 in occasione
di quella catastrofica alluvione.
Permanendo l’allerta meteorologico dovranno certamente essere monitorati con
molta attenzione i vari valloni
che potrebbero straripare da
un momento all’altro. Si presume che se non migliorerà la
situazione meteo potrebbero
essere chiuse le scuole. Una
decisione che si valuterà oggi,
sulla base delle condizioni
meteorologiche.
GERACE. Intanto a Gerace il
sindaco, Giuseppe Varacalli,
alla luce del violento nubifragio che si è abbattuto sul territorio del Comune di Gerace
e dei rischi segnalati e comunicati dalla Protezione civile
che sta monitorando la situazione, ha firmato un’ordinanza con la quale dispone - solo
per la giornata di oggi - la
chiusura delle scuole. Una misura precauzionale che si allinea al “livello 3” di allerta meteo.
Il sindaco Giuseppe Varacalli ha inviato, la comunicazione alle forze dell’ordine e a
tutti gli enti interessati.
LOCRI Ha lasciato il segno nello sport e nella politica
Oggi i funerali di Piero Parasporo
LOCRI. Si terranno questo pome-
riggio a Locri i funerali dell’ingegnere Piero Parasporo il “presidentissimo” dell’AC Locri. Con
la sua morte la Locri sportiva, e
non solo, ha perso un altro illustre figlio che ha saputo darle lustro sia nel settore dello sport,
sia in quello della politica e sia
sotto il profilo professionale.
Piero Parasporo, titolare di una
impresa a carattere nazionale,
operante nel settore delle costruzioni di grandi opere pubbliche, fu un grande appassionato
di calcio e primo tifoso dell’AC
Locri. Guidò la squadra della città nei due momenti più difficili
per l’AC Locri. Infatti fu presidente nel lontano 1987 e nel
2001. Nel campionato 1987/88,
sotto la regia del presidente Parasporo l’AC Locri vinse il campionato del suo girone conquistando, con una giornata d’anticipo, la serie D. Acclamato a
gran voce alla guida del Locri
calcio nel 2001 prese le redini
riuscendo a superare un difficile
momento garantendo la permanenza nel girone Interregionale.
L’ingegnere Parsasporo subì due
sequestri e diverse azioni intimidatrici. Fu consigliere comunale
a Locri nei momenti difficili dei
primi anni settanta.(p.l)
Piero Parasporo
35
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
Catanzaro - Provincia
.
DAVOLI Donna scagionata dall’accusa di violazione dell’obbligo degli arresti domiciliari
S. SOSTENE Accolta istanza della difesa
Compra da mangiare per i suoi 72 gatti Operazione Zefiro
Pietro Folino
Arrestata per evasione viene assolta
Rosamaria Petrelli era autorizzata soltanto per recarsi al vicino Sert
CATANZARO. Non sono quaran-
taquattro gatti, e neanche in fila
per due. Lei, di gatti, ne ha la bellezza di 72 messi in fila con cinque cani. La passione di una vita,
quella di Rosamaria Petrelli.
Peccato però che quell’amore
per i suoi animali le è costato anche le manette con l’accusa di
evasione dagli arresti domiciliari ai quali era sottoposta per una
vicenda di droga.
Ieri, al termine del processo
celebrato al Tribunale di Catanzaro, Rosamaria ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo: il giudice del Tribunale monocratico, accogliendo l’istanza
del suo difensore, l’avvocato Enzo De Caro, l’ha assolta con formula piena. Capitolo chiuso,
dunque. La Petrelli continuerà a
vivere nella sua villa di Davoli
assieme ai 72 gatti ed ai cinque
cani.
Le manette intorno ai polsi
della donna erano scattate nei
mesi scorsi, quando i carabinieri
la beccarono mentre stava acquistando il mangiare per i suoi
animali. Autorizzata esclusivamente a recarsi da casa al Sert, la
Petrelli non avrebbe potuto fermarsi in quel negozio, che peraltro non si sarebbe trovato lungo
la strada concordata con la magistratura e le forze dell’ordine.
Per questo la donna venne arrestata da una pattuglia dei militari dell’Arma impegnata in una
serie di controlli di routine. Per
la Petrelli è quindi cominciato il
processo, definito ieri con l’asso-
Di gatti nella villa di Rosamaria Petrelli (nel riquadro) ne sono stati trovati ben settantadue!
Il Tribunale di Catanzaro dove ieri è stata emessa la sentenza
luzione. L’avvocato De Caro è infatti riuscito a dimostrare che la
“sosta forzata” della Petrelli costituisce un fatto penalmente irrilevante, pur in assenza di autorizzazione. E, fra l’altro, una
semplice istanza preventiva al
giudice avrebbe potuto risolvere
a monte la questione. Neanche
un peccato veniale, perciò; l’acquisto del mangiare avrebbe
rappresentato una vera e propria necessità.
Al termine della propria requisitoria, il pubblico ministero
aveva chiesto la condanna a 8
mesi di reclusione. Il giudice
monocratico Adriana Pezzo ha
invece accolto la tesi difensiva
assolvendo l’imputata.(g.l.r.)
lascia il carcere
CATANZARO. Era in carcere per
evasione dai domiciliari. Ieri il
Tribunale di Catanzaro lo ha
rimandato a casa. Sono stati riconcessi i domiciliari a Pietro
Folino, 35 anni, arrestato il 16
marzo scorso dai carabinieri
della Compagnia di Soverato
con l’accusa di evasione, perché pur ristretto in regime di
arresti nella sua abitazione era
stato sorpreso fuori.
L’uomo - lo scorso marzo
condannato a 7 anni e 8 mesi di
reclusione per traffico di droga
- all’indomani dell’arresto era
comparso per il giudizio per direttissima davanti al giudice
monocratico Giovanna Mastroianni, che aveva convalidato l’operato dei militari e poi
aveva disposto a suo carico la
misura cautelare della custodia in carcere come chiesto dal
pubblico ministero. Il 28 aprile, infine, il procedimento per
evasione si è concluso con l’applicazione della pena di un anno, 4 mesi e 10 giorni di reclusione richiesta dai difensori di
Folino, gli avvocati Gregorio
Viscomi e Francesco Cicino. E
proprio accogliendo un’istanza di questi ultimi, adesso, il
giudice ha concesso a Folino di
lasciare il carcere per tornare
ai domiciliari, a San Sostene.
Proprio in questa abitazione il
giovane si trovava all’epoca
dell’operazione
cosiddetta
“Zefiro” - il cui processo per Folino si è concluso lo scorso 8
marzo con una condanna - relativa ad una presunta associa-
Pietro Folino
zione a delinquere dedita al
traffico e allo spaccio di droga.
Il blitz dei carabinieri, che vide
finire in manette Folino ed altri
coindagati, scattò a giugno del
2006, al termine dell’inchiesta
della Dda basata su due anni di
investigazioni, che rappresentarono una “costola” della più
ampia indagine “Mythos” diretta contro il clan Gallace-Novella di Guardavalle.
Proprio Piero Folino, uno
dei presunti affiliati alla cosca,
che al tempo di “Zefiro” si trovava ai domiciliari per via del
precedente blitz, è stato ritenuto dagli investigatori come
l’organizzatore e il promotore
della presunta associazione
dedita al traffico di hascisc,
eroina e cocaina reperiti nel
Reggino.(g.l.r.)
BOTRICELLO
Furto
in chiesa
Condannato
un giovane
romeno
CATANZARO. Si è concluso
con un patteggiamento il
processo per direttissima a
carico di Ioan Viorel Rocas,
romeno di 19 anni arrestato a
luglio per furto aggravato e
danneggiamento nella chiesa
di Botricello. Reati, questi,
che avrebbe commesso assieme ad un minore, denunciato
a piede libero.
Il giudice monocratico Adriana Pezzo, ieri, ha inflitto al
giovane la pena di 2 mesi e 20
giorni di reclusione e 80 euro
di multa come richiesto dal
difensore dell’imputato, Gioconda Soluri, con il consenso
del
pubblico
ministero
d’udienza.
Rocas era già in libertà dal
28 luglio, giorno della convalida dell’arresto, quando il
giudice lo scarcerò senza alcuna misura cautelare.
Secondo le accuse a suo carico il giovane era entrato con
un minorenne nella Chiesa
SS. Immacolata e S. Michele
di Botricello, tentando di portare via offerte e oggetti sacri.
Fuori dalla chiesa, però, i due
avevano trovato i carabinieri
di Botricello che, compreso
quanto stava accadendo, li
avevano controllati e cogliendoli in flagranza di reato
(Rocas aveva infatti con sè la
chiave del tabernacolo della
chiesa) li avevano condotti in
caserma, restituendo la refurtiva al parroco.(g.l.r.)
INCHIESTA “AURUM” La sentenza del gup di Roma scagiona per non aver commesso il fatto solo Salvatore Proganò, Francesco Laugelli e Salvatore Cimino
Truffa finanziaria: 12 prosciolti, nove dei quali per prescrizione
CATANZARO. Tutti prosciolti, tre
per non aver commesso il fatto,
nove per intervenuta prescrizione. Si è concluso con questa sentenza del gup di Roma Antonella
Capri il procedimento scaturito
dall’inchiesta della Procura della
Repubblica di Catanzaro denominata “Aurum” e costruita intorno
ad una presunta associazione per
delinquere finalizzata alla truffa.
I tre prosciolti per non aver
commesso il fatto sono Salvatore
Proganò, 43 anni, di Girifalco;
Francesco Laugelli, 51 anni, di
Amaroni e Salvatore Cimino, 49
anni, nato a Catanzaro ma residente a Girifalco, tutti e tre difesi
dall’avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, che è riuscito ad ottenere
dunque un provvedimento di non
luogo a procedere con formula
piena.
Sono stati invece prosciolti in
seguito all’estinzione del reato
per intervenuta prescrizione
Francesco Chiodo, 59 anni, di Catanzaro; Domenico Simonelli, 50
anni, di Tropea; Eugenio Selvaggio, 54, di Vibo Valentia; Gianni
Pirani, 60 anni, di Bondeno (Fe);
Danilo Ramon Casalongue, 58, di
Paranà (Argentina); Giovanni
Susi, 49, di Montevarchi (Ar); Rita Zenobi, 60, di Filottrano (An);
Gaia Rebecchi, 38, di La Spezia;
Eugenio Marino, 56, nato in Argentina.
Il processo è finito a Roma e ricominciato da zero dopo che nei
mesi scorsi, accogliendo un’eccezione avanzata dagli avvocati di-
fensori, il Tribunale di Catanzaro
in composizione collegiale aveva
dichiarato la competenza territoriale. Fra l’altro una seconda tranche della vicenda giudiziaria quella relativa a una presunta
violenza sessuale di gruppo - è
stata trasmessa a Velletri, dove il
procedimento non è stato ancora
definito.
La presunta truffa ipotizzata
dall’accusa - della quale si è occupata anche una nota trasmissione
televisiva di Raitre - si sarebbe
snodata intorno alla sottoscrizione di piani finanziari denominati
“Aurum International Project”. I
nove imputati assolti per prescrizione - secondo l’accusa - avrebbero costituito una società nel
settore della commercializzazio-
ne di monete d’oro creando successivamente una sorta di “catena di Sant’Antonio” tra gli acquirenti, che sarebbero stati costretti
fra l’altro a partecipare a corsi a
pagamento per migliore le tecniche di vendita delle quote precedentemente acquisite. Gli aderenti al gruppo, molto in sintesi,
avrebbero avuto il compito di trovare nuove “leve”, convincendole
ad aderire al progetto finanziario
che si basava sulla vendita di quote e pacchetti oppure di acconti di
prenotazione per l’acquisto di
monete d’oro denominate “bullion”, che nessuno avrebbe mai
visto, poiché al loro posto sarebbero stati forniti dei voucher per
conto di una società inglese di trading.
Le compravendite anche via internet
Le condotte contestate risalgono agli anni fra il 1998 ed il 2004,
ma molto tempo è trascorso prima che la vicenda giudiziaria arrivasse in aula, per via di un conflitto di competenza tra Catanzaro e
Velletri, sul quale era stata chiamata a pronunciarsi la Corte di
Cassazione.
Per quanto riguarda la prescrizione il gup di Roma scrive nella
sentenza che «l’analisi delle risultanze investigative rende evidente che la (presunta, ndr) organizzazione criminosa ha certamente
esaurito la propria spinta vitale
entro l’anno 2002». Sulla posizione dei tre prosciolti “nel merito”,
il giudice evidenzia che veniva loro contestato il ruolo di promoter
di terzo livello. Ma alla luce delle
prove raccolte «depone con evidenza per una loro estraneità al
consesso criminale la circostanza
fattuale che, dopo aver aderito al
progetto investendovi il proprio
denaro e coinvolgendo parenti e
amici in nuovi investimenti, a
partire dall’anno 2001, resisi conto della (presunta, ndr) natura
truffaldina dell’intera operazione
anche grazie alle esperienze lavorative maturate in progetti finanziari cosiddetti multilivello si sono concretamente attivati per
portare a conoscenza degli altri
investitori i loro dubbi sull’illicieità dell’operazione e per farli rientrare in possesso delle somme
versate, senza riuscirvi per la sostanziale irreperibilità dei vertici
dell’organizzazione».(g.l.r.)
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
37
Cronaca di Cosenza
.
IL FATTO Piccoli e grandi imprenditori stritolati dalle richieste dei “signori della mazzetta”. Ma la ‘ndrangheta controlla anche i prestiti a strozzo e la droga
Le mani dei boss del “pizzo” sulla città
Dieci colpi di pistola contro la saracinesca del bar “Continental” che sorge a pochi passi dalla Questura
Giovanni Pastore
L’assedio di Cosenza e cominciato, ormai, da mesi. La città è
sempre più prigioniera delle
‘ndrine. Qui la malavita si è fatta Stato imponendo le sue leggi con la forza della paura. Il
terrore è stampato sui volti di
quei piccoli e grandi imprenditori che in questi ultimi giorni
si sono ritrovati con le saracinesche delle loro attività sforacchiate da proiettili d’arma
da fuoco. L’ultimo a svegliarsi
nell’incubo del “pizzo” è stato
il titolare del bar-tabaccheria
“Continental” di via Roma.
Nella notte tra martedì e ieri,
pistoleri senza volto hanno lasciato la loro firma sulla serranda metallica che affaccia su
via Miceli (a non più di cento
metri dalla Questura): 10 fori
di pistola calibro 9x21. Prima
ancora era toccato a una catena d’abbigliamento. Identico,
il “bigliettino da vista” recapitato.
Ormai è un’abitudine. Ogni
giorno sui registri di polizia e
carabinieri compare una segnalazione. Minacce, inviti a
pagare, a versare la tassa “ambientale” nelle casse della malavita organizzata. La “mazzetta” devono corrisponderla tutti
perchè «chi non si piega, alla fine, si spezza». Le cosche controllano ogni settore dell’economia. Commercio, edilizia,
artigianato, piccola impresa.
Persino i bottegai sono costretti a versare il “fiore”, a “mettersi a posto”, come chiedono
quelli. Si comincia con le pretese di quattrini e si finisce con
l’esproprio delle attività. Ma
c’è anche chi è costretto ad acquistare le materie prime dagl’imprenditori di riferimento
dei clan. Tutto deve passare da
loro. È la legge dei boss. Una
legge che tutti rispettano perchè tutti hanno paura. Vivono
nel terrore e vanno avanti a fatica. E quando non hanno più
risorse perchè anche le banche
girano loro le spalle, finiscono
stritolati
nelle
ganasce
dell’usura rimettendoci anche
la bottega. Tutto ciò perchè è la
‘ndrangheta che controlla, attraverso i suoi prestanome, i
prestiti a strozzo. Offrono l’aiuto richiesto per poi prendersi
tutto. Anche la vita.
E tutto questo accade a Cosenza, una città in cui il contropotere istituzionale è, ormai,
legittimato dal terrore. La sequenza degli ultimi episodi ha
finito per demolire, inevitabilmente, persino le certezze dei
tutori dell’ordine. E non è solo
per i fatti più eclatanti che
nell’ultimo mese hanno scosso
l’immaginario collettivo (agguato mortale in via degli Stadi
con spari tra la folla in mezzo
al traffico e gambizzazione
d’un operaio davanti al Duomo, poco dopo mezzogiorno).
È, piuttosto, l’insieme d’una situazione che mostra uno Stato
in evidente affanno, incapace
di fronteggiare lo strapotere
d’una criminalità sempre più
potente e pericolosa. Difficile
sentirsi tranquilli di questi
tempi. Anche perchè, in questa
fase di disperazione sociale, i
boss finiscono per reclutare più
facilmente manodopera a basso costo da impiegare nei raid
notturni e per inondare di droga ogni angolo della città. Già,
perchè accanto al racket delle
estorsioni e all’usura quello
dello spaccio delle sostanze
stupefacenti costituisce senza
dubbio una delle voci più importanti in entrata nei bilanci
della ‘ndrangheta.
IL COMMENTO
Emergenza
sicurezza
pubblica
Arcangelo Badolati
Il bar “Continental” preso di mira dai “signori della mazzetta”
I colpi di pistola hanno danneggiato anche la vetrata interna
Il gup Livio Cristofano ha disposto il processo nei confronti del dottor Francesco Ventura
Mobbing in corsia, a giudizio l’ex primario
L’ex primario di Urologia
dell’“Annunziata”, il dottor
Francesco Ventura, sarà processato per mobbing. Così ha
deciso il gup, Livio Cristofano,
che ha rinviato a giudizio l’imputato, accogliendo la richiesta del pm Donatella Donato e
del patrono di parte civile, l’avvocato Assunta Lucanto, che
assiste una donna medico in
servizio nel reparto. È stata
proprio la professionista a denunciare il suo diretto superiore lo scorso anno. Nella quere-
la, la parte offesa ha ricostruito
il suo ipotetico incubo cominciato nel 2008 quando l’imputato prese servizio all’“Annunziata”. Il nuovo primario avrebbe preso di mira la collega che
sarebbe diventata vittima di
pretese visibili e di invisibili angherie che alimentarono una
guerra di nervi scandita da note che il primario avrebbe inviato all’Azienda ospedaliera
per segnalare comportamenti
poco professionali della subalterna. Procedimenti che non
avrebbero trovato accoglimento, che sarebbero stati aperti e
chiusi senza conseguenze per
lei. Atti che sono stati esibiti
davanti al giudice nel corso
dell’udienza preliminare per
dimostrare l’ipotetica condizione di sofferenza psichica aggravata dal progressivo demansionamento subito dalla
donna sul posto di lavoro. Questioni che, secondo il gup Livio
Cristofano, dovranno essere
necessariamente approfondite
in dibattimento.
Il gup Livio Cristofano
L’incombente racket. Che impone il pagamento di tre rate
annuali (Natale, Pasqua e Ferragosto) e una come “quota
d’ingresso”. Nell’area urbana
pagano tutti: imprenditori,
commercianti, rivenditori di
autovetture, ristoratori. Gli
“esattori” sono a caccia di sempre nuove vittime, facendosi
annunciare dalle pistolettate,
le taniche di benzina con accendino o le cartucce calibro 12 lasciate davanti ai cancelli delle
aziende. Contano sull’omertà,
imposta col terrore, e sulla impunità garantita da un sistema
di prevenzione e controlli inefficace. Sparano dieci colpi di pistola 9 per 21 all’angolo tra via
Miceli e via Misasi, nel cuore
del capoluogo, e fuggono indisturbati. Come l’assassino di
Giuseppe Ruffolo che, dopo
aver sparato tra la folla, ha attraversato la città partendo da
via degli Stadi fino a raggiungere il bosco di Rovito senza essere intercettato. E che dire poi
dei latitanti locali divenuti imprendibili “primule” alla stregua di novelli Provenzano?
Forse bisogna fare qualcosa.
Comincino a pretendere risposte le associazioni di categoria e
il mondo politico che di criminalità parlano di rado e malvolentieri...
Gazzetta del Sud Giovedì 10 Novembre 2011
39
Cosenza - Provincia
.
L’INCHIESTA Sono 698 (su 4mila docenti) i nominativi inseriti nella graduatoria ad esaurimento che usufruiscono di una corsia preferenziale per gli incarichi
Riservisti, un esercito di sospettati speciali
Il beneficio si ottiene grazie a disoccupazione e disabilità. Ci sono anche insegnanti di educazione fisica
Fabio Melia
Un esercito che fa storcere il naso.
Stiamo parlando dei riservisti della scuola, docenti che grazie a determinati requisiti (disoccupazione, invalidità e altri status particolari) accedono agli incarichi grazie a una sorta di corsia preferenziale. Rispetto ai possessori di 104
(categoria ritenuta a rischio, come dimostra l’inchiesta condotta
dalla Procura bruzia) i riservisti
usufruiscono anche della privacy
sulla natura del loro handicap, situazione che alimenta non pochi
malumori. L’unica distinzione
viene fatta tra riserva “M” (la più
scarna, composta da orfani di
guerra e familiari di vittime del
terrorismo) e riserva “N” (quella
più numerosa, formata da professori che devono risultare disabili e
disoccupati al momento dell’ingresso nella graduatoria ad esaurimento). Quest’ultima attira i
maggiori sospetti da parte dei colleghi, che spesso, e soprattutto in
questo periodo costellato di tagli,
si sentono defraudati dalla possibilità di ottenere un posto di lavoro dopo anni di precariato. Ai riservisti, del resto, viene infatti
concessa una quota per ogni tipo
di movimento nell’organico (incarichi annuali, immissioni in ruolo
e così via) che permette loro di
scalare piuttosto agevolmente la
graduatoria. I dubbi non devono
essere certo generalizzati, anche
se una verifica porterebbe sicuramente a una maggiore chiarezza.
Ma quanti sono i riservisti nella
nostra provincia? Il calcolo non è
facile, dato che nei tabulati del
Provveditorato agli studi lo stesso
nominativo può facilmente comparire in più classi di concorso.
Procediamo dunque con ordine,
partendo dal numero complessivo di riserve “N” presenti nella
graduatoria ad esaurimento
(quella dei precari, per intenderci): su circa 4.000 posizioni complessive, ben 698 appartengono a
questa categoria protetta (più o
meno il 17,5% del totale). Eliminando i “doppioni”, come specificano dall’Ufficio scolastico provinciale diretto da Luigi Troccoli,
questo numero si dovrebbe attestare sulle 500 persone singole (il
12,5% circa).
Passiamo alla distribuzione
delle riserve rispetto agli istituti di
diverso grado: nella primaria sono 119, nella scuola dell’infanzia
123, mentre la parte restante è appannaggio di medie e superiori
(tenendo sempre presente che alcuni docenti possono comparire
in più elenchi). Tra il personale
educativo, invece, i riservisti sono
tredici.
Il “viaggio” termina con le classi di concorso (cioè le discipline)
più affollate di riservisti. Scuole
superiori: 28 nominativi abilitati
all’insegnamento di materie giuridiche ed economiche; 15 di educazione fisica; 14 di matematica;
18 di matematica applicata; 49 di
italiano; 10 di storia dell’arte; 16
di inglese. Scuole medie: 10 di
educazione artistica; 15 di educazione fisica; 50 di italiano; 20 di
scienze matematiche; 16 di inglese. L’APPROFONDIMENTO
Lo scandalo della legge 104
e i troppi malati nella scuola
Arcangelo Badolati
Secondo il provveditorato sono circa 500 le persone che usufruiscono della riserva “N”
ZUMPANO La denuncia di Legambiente. Oggi una riunione indetta dalla Protezione civile
«Si sta costruendo in zone ad alto rischio»
Vincenzo Brunelli
ZUMPANO
Stamattina alle 11, al teatro Morelli, la protezione civile regionale ha indetto una riunione con
tutti i sindaci della provincia cosentina per discutere dei nuovi
protocolli da seguire sulle segnalazioni di dissesto idrogeologico, rischio sismico e allerta meteo. Un incontro molto importante che vedrà la presenza anche di alti funzionari nazionali
della protezione civile e le massime autorità locali. Un argomento di scottante attualità. Ieri, invece, Legambiente ha denunciato una grave e pericolosa situazione a Zumpano. «Mentre la Liguria piange le vittime delle alluvioni a Zumpano si inaugura una
multisala in un’area a rischio
idrogeologico A Rende si costruisce negli alvei delle fiumare
con grave irresponsabilità diffusa delle istituzioni. Si persevera
negli errori: non si ha memoria
storica». È singolare aver pensato - afferma Francesco Falcone,
La frana di Zumpano di alcuni mesi fa
neo presidente di Legambiente
Calabria - di realizzare tale infrastruttura di servizio, in un’area
ad alto rischio ponendo ad eventuale repentaglio l’incolumità di
centinaia di persone, a pochi metri da un supermercato che quasi
un anno fa è stato distrutto parzialmente da una frana e che evi-
dentemente non ha portato nessuno dei soggetti istituzionali
preposti ad impedirne o verificarne la realizzazione come se
nulla fosse accaduto». La cittadella commerciale di Zumpano è
un ennesimo caso di sistema di
gestione del territorio che non
tiene conto del contesto geologi-
co in cui insiste una struttura
realizzata nelle immediate vicinanze del fiume Crati (il principale corso d'acqua della Calabria) e sotto una collina argillosa, che ad ogni pioggia registra
movimenti franosi. Per queste
peculiarità nel 2001 il Pai ha
classificato l'area ad altissimo rischio franoso per quanto riguarda la parte collinare e a rischio alluvione per la vicinanza con il
Crati.
«Purtroppo quella di Zumpano - continua Falcone - non è un
caso isolato di malsana gestione
del territorio in provincia di Cosenza, che vede gran parte dell'area urbana aggredita da una cementificazione selvaggia, troppo spessa avallata da permessi e
concessioni edilizie discutibili. A
Rende nell’alveo del fiume Emoli presso la Ss 19 in via Volta, si
sta realizzando un fabbricato
condominiale di 10 piani». Legambiente ha lanciato l’allarme,
compito delle amministrazioni
locali verificare la veridicità delle gravi affermazioni.
RENDE L’impegno dell’assessore Gallo dopo la denuncia di un gruppo di residenti
La frana di via Frattini sarà messa in sicurezza
RENDE. «La situazione in cui ver-
sa via Frattini è ben nota all’Amministrazione Comunale che,
nei mesi scorsi, ha effettuato un
approfondito sopralluogo lungo tutta l’arteria riscontrando le
problematiche emerse riferibili
tutte ad eventi franosi verificatisi nella zona». Ad affermarlo
l’assessore ai Lavori Pubblici,
Carmelo Gallo che ha aggiunto:
«Vogliamo tranquillizzare i cittadini che vivono in quell’area
che l’amministrazione comunale è sempre attenta a tutte le
emergenze che si manifestano
quotidianamente sul nostro territorio. Anche in questo caso, in-
fatti, a giorni verrà avviato un
primo intervento che garantirà
il traffico veicolare in totale sicurezza e successivamente sarà
realizzato il progetto predisposto dai tecnici comunali di messa in sicurezza della scarpata e
della strada, dopo aver reperito
le necessarie risorse economiche ». Ieri un gruppo di residenti
aveva presentato un esposto ai
vigili urbani minacciando di rivolgersi anche alla Procura della Repubblica perchè la strada
d’accesso alle abitazioni era impercorribile anche e soprattutto
ai mezzi di emergenza. Oggi la
promessa dell’assessore.
La frana di via Frattini che ha bloccato la strada d’accesso alle abitazioni
Dev’essere l’aria ammorbata
dall’umidità dei fiumi, oppure il
vento freddo che cala dalle
sommità montane, sta di fatto
che la nostra è una provincia
piena di “malati”. L’avevamo
scoperto lo scorso anno, quando conducemmo come giornale
articolate inchieste sui beneficiari della Legge 104. Vennero
fuori decine di docenti che erano “costretti” a seguire parenti
disabili e che, per questa ragione, godevano d’una serie di
vantaggi. Venticinque di questi
professori sono poi finiti a giudizio per truffa e falso e compariranno davanti ai giudici nei
prossimi mesi.
Ora apriamo una finestra sui
cosiddetti “riservisti” per capire
se qualcuno stia illegittimamente beneficiando, a discapito di altri insegnanti, di favori
professionali di vario genere. E
ci poniamo pure delle domande: i docenti affetti da patologie
particolari (vedi crisi d’ansia e
forme di depressione) sono in
condizione di svolgere serenamente i loro compiti? Per riuscire ad ottenere delle risposte abbiamo deciso di aprire un dibat-
tito pubblico e di svolgere
un’inchiesta giornalistica ad
ampio spettro. Ferma restando
la positiva ratio della norma
che accorda a determinate categorie di professori la possibilità
di accedere alla “riserva”, coltiviamo il sospetto che qualcuno
possa aver fatto il “furbo”. È solo un’ipotesi ma val la pena di
compiere delle verifiche. In un
periodo di grave crisi, in un Meridione dove la disequità è già
stata per decenni la legge non
scritta, dove la logica delle
astute “raccomandazioni” ha
governato i rapporti sociali, è
opportuno sapere e controllare.
Forse non spetterebbe ai
giornali scoperchiare pentole e
pentoloni ma, visto che nessuno sembra incaricarsene, lo facciamo volentieri.
Nella scuola si vive un periodo di profondo disagio. E neppure il coraggio di spingersi al
Nord garantisce ormai ai docenti certezze di stabilità. Se,
dunque, c’è qualcuno che, inventandosi “ammalato”, ha occupato con la complicità di
qualche “compare” un posto
che non gli spetta saremo felici
di raccontarvelo.
TRIBUNALE ORDINARIO DI COSENZA
Sezione Esecuzioni Immobiliari
AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE
Proc. R.G.E. 62/2008
Il sottoscritto dott. Francesco Segreti, professionista delegato, ex art. 591 bis c.p.c., dal Signor Giudice dell'Esecuzione dott. Giuseppe Greco,
alla vendita dei beni pignorati nel procedimento esecutivo n. 62/2008 R.G.E.,
RENDE NOTO
che, il giorno 28 dicembre 2011 alle ore 16,00, presso lo Studio Commerciale Associato S. Baldassarre D. Candelise sito in Cosenza –
viale degli Alimena n.108 – (tel. e fax 0984 26504), è fissata la vendita senza incanto in dieci lotti e, laddove la vendita senza incanto non
abbia esito positivo per qualsiasi ragione o causa, è fissata, nel medesimo luogo, per il giorno 04 gennaio 2012 alle ore 16,00la vendita con
incanto in dieci lotti, dei diritti di piena proprietà degli immobili così di seguito individuati:
I LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Jeie, esteso mq 61.930, di cui
• mq 50.311 ricadenti in zona E “zona agricola”,
• mq 6.388 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”,
• mq 4.555 ricadenti in zona E-RF-D.Lgs. 42-04 “zona agricola in fascia di rispetto ferroviario con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”,
• mq 676 ricadenti in zona viabilità "strade".
Il prezzo base è di euro 35.527,00 (euro trentacinquemilacinquecentoventisette/00).
II LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Jeie, esteso mq 31.180, di cui
• mq 25.539 ricadenti in zona E “zona agricola”, sui quali è presente un rudere di fabbricato rurale di mq 290,
• mq 3.973 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”,
• mq 5 ricadenti in zona E-RF-D.Lgs. 42-04 “zona agricola in fascia di rispetto ferroviario con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”,
• mq 1.663 ricadenti in zona viabilità "strade".
Il prezzo base è di euro 17.119,00 (euro diciassettemilacentodiciannove/00).
III LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località S. Angelo, esteso mq 27.123, di cui
• mq 23.753 ricadenti in zona E “zona agricola”, sui quali in catasto è riportato un fabbricato rurale già demolito di mq 160,
• mq 3.311 ricadenti in zona viabilità "strade",
• mq 4 ricadenti in zona A “centro storico”,
• mq 55 ricadenti in zona BR "zona da ristrutturare".
Sul terreno è presente un fabbricato, di mq 26 con altezza media metri 3,15 e struttura portante in muratura, che non risulta censito né in comune
né in catasto, sanabile con una spesa complessiva di circa euro 8.340,00, già decurtata dal prezzo base.
Il prezzo base è di euro 46.421,00 (euro quarantaseimilaquattrocentoventuno/00).
IV LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località S. Angelo, esteso mq 28.100, di cui
• mq 11.658 ricadenti in zona E “zona agricola”,
• mq 16.442 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”.
Il prezzo base è di euro 41.181,00 (euro quarantunomilacentottantuno/00).
V LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Serra Bosco, esteso mq 35.680, di cui
• mq 6.746 ricadenti in zona E “zona agricola”,
• mq 28.934 ricadenti in zona E-D.Lgs. 42-04 “zona agricola con vincolo D.Lgs. 42-04 art. 142”, sui quali in catasto è riportato un fabbricato rurale
ridotto in macerie di mq 170 ed un fabbricato strutturalmente inagibile di mq 250.
Il prezzo base è di euro 23.189,00 (euro ventitremilacentottantanove/00).
VI LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Serra Bosco, esteso mq 36.420, interamente ricadente in zona E “zona agricola”.
Il prezzo base è di euro 47.345,00 (euro quarantasettemilatrecentoquarantacinque/00).
VII LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 38.551, di cui
• mq 1 ricadente in zona E “zona agricola”,
• mq 2.437 ricadenti in zona viabilità "strade",
• mq 11.744 ricadenti in zona VR “verde di rispetto”,
• mq 9.397 ricadenti in zona E-Incendio 22 luglio 2007 “zona agricola percorsa dal fuoco in data 22 luglio 2007”,
• mq 12.487 ricadenti in zona VR-Incendio 22 luglio 2007 “verde di rispetto percorso dal fuoco in data 22 luglio 2007”,
• mq 2.485 ricadenti in zona viabilità-Incendio 22 luglio 2007 “strada percorsa dal fuoco in data 22 luglio 2007”.
Il prezzo base è di euro 47.078,40 (euro quarantasettemilasettantotto/40).
VIII LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 375, interamente ricadente in zona BR “zona da ristrutturare”.
Il prezzo base è di euro 18.750,00 (euro diciottomilasettecentocinquanta/00).
IX LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 19.324, di cui
• mq 1.273 ricadenti in zona viabilità "strade",
• mq 652 ricadenti in zona BR “zona da ristrutturare”,
• mq 11.380 ricadenti in zona VR "verde di rispetto",
• mq 6.019 ricadenti in zona VP "verde pubblico attrezzato e sport".
Il prezzo base è di euro 56.959,00 (euro cinquantaseimilanovecentocinquantanove/00).
X LOTTO Terreno sito nel Comune di Rovito (CS) alla località Pianette, esteso mq 3.706, di cui
• mq 341 ricadenti in zona BR “zona da ristrutturare”,
• mq 3.365 ricadenti in zona VP "verde pubblico attrezzato e sport".
Il prezzo base è di euro 17.630,00 (euro diciassettemilaseicentotrenta/00).
Le offerte minime in aumento, ove debba procedersi ad una gara sull’offerta più alta, non potranno essere inferiori ad euro 1.000,00 (euro mille/00) per i lotti I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII e X, mentre non potranno essere inferiori ad euro 2.000,00 (euro duemila/00) per il lotto IX.
Trattandosi di lotti distinti le offerte dovranno essere presentate separatamente per ciascun lotto.
Ciascun offerente per essere ammesso alla vendita dovrà depositare, per ciascun lotto, presso la Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Cosenza, entro le ore 12,00 del giorno feriale precedente a quello fissato per l’Udienza di vendita (escluso il
sabato), un’offerta, ex art. 571 c.p.c., in regola con l’imposta di bollo, in busta chiusa, recante il numero della procedura esecutiva ed il
numero del lotto e corredata di un assegno circolare non trasferibile intestato a “Proc. n. 62/2008 R.G.E. delegato dott. Francesco Segreti”, di importo pari al 10% del prezzo offerto, a titolo di cauzione.
Il versamento del prezzo e delle spese di trasferimento dovrà avvenire entro 60 giorni dall’aggiudicazione (o nel minore termine eventualmente
indicato nell’offerta in busta chiusa), mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Proc. n. 62/2008 R.G.E. delegato dott. Francesco Segreti”.
Maggiori informazioni possono essere fornite, a chiunque vi abbia interesse, dalla Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Cosenza, Via Sicilia n. 10, piano terra, dal sottoscritto professionista al n. tel. 0984 781871 e consultando il sito internet www.astegiudiziarie.it.
Cosenza, 3 novembre 2011
IL PROFESSIONISTA DELEGATO: dott. Francesco Segreti
Giovedì 10 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
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Vibo - Provincia
.
MILETO Quarto episodio criminale nell’arco di due settimane
TROPEA
Incendio doloso
distrugge due sale
del ristorante
“San Pietro”
D’Agostino
sfida il Pd
«Coordinatori
inadeguati»
I Carabinieri hanno avviato subito le indagini
mentre cresce la paura tra gli operatori economici
Lidia Ruffa
MILETO
Gli atti criminali nel comune
di Mileto si susseguono a ritmo quasi incessante. Atti intimidatori che non lasciano
scampo alle attività commerciali del territorio. È lunga la
lista dei commercianti in ginocchio a causa di una violenza criminale che non guarda
in faccia nessuno. Bar, negozi,
supermercati, edicole, la criminalità che in questi giorni
sta mettendo sotto scacco la
cittadina normanna non fa più
differenze. Nel frattempo a
Mileto regna sovrana la paura.
Il timore di recarsi ogni mattina sul posto di lavoro senza
sapere cosa aspettarsi.
A essere stato preso di mira
questa volta, il ristorante- pizzeria “San Pietro”, sito sulla
statele 18 che da Mileto conduce all’abitato di San Calogero.
Intorno alla mezzanotte di
martedì, ignoti hanno appiccato un incendio all’interno
dei locali del noto ristorante di
proprietà di Giuseppe Vallone. Le fiamme, che per la mancanza di ossigeno si sono
spente nel giro di poco, non si
sono propagate fino alle cuci-
ne del ristorante ma hanno
letteralmente distrutto le due
sale da pranzo. Durante l’incendio che è stato appiccato
nel giorno di chiusura del locale, le fiamme hanno travolto, oltre a tavoli e sedie, anche
l’impianto elettrico e quello
idrico.
A dare l’allarme lo stesso
proprietario dell’attività commerciale che dopo essere stato
avvisato presumibilmente da
qualche vicino residente nella
zona, ha immediatamente
chiamato i carabinieri della locale stazione.
I militari, agli ordini del comandante Alessandro Demuru, una volta arrivati, non
hanno potuto fare altro che
constatare l’ammontare dei
danni e avviare le indagini
volte a individuare la mano
criminale che ha messo in ginocchio l’ennesima attività
commerciale del territorio comunale.
Sul posto sono intervenuti
anche i vigili del fuoco i quali,
dopo i primi rilievi hanno confermato la matrice dolosa
dell’incendio. Gli inquirenti al
momento non escludono nessuna pista anche se quella più
battuta sembra essere proprio
quella estorsiva.
Così come per i precedenti
atti intimidatori avvenuti nei
giorni scorsi a Mileto. Tra questi, i quattordici colpi d’arma
da fuoco esplosi contro le saracinesche del supermercato
“Conad”. Ai quali si sono susseguiti, nel giro di 24 ore, gli
otto colpi di pistola contro un
negozio di elettrodomestici e
quattro contro la saracinesca
di un’edicola. Esercizi commerciali che si trovano sul
centralissimo corso Umberto
I, a pochi metri di distanza
l’uno dall’altro. Tutti episodi
verificatisi tra il 27 ottobre e
martedì sera, in meno di 15
giorni.
Gesti di inaudita violenza
criminale che continuano a
minare la tranquillità dell’intera comunità. L’escalation registratasi negli ultimi giorni è
un ulteriore elemento di
preoccupazione e un segnale
al quale gli investigatori stanno provando a dare un significato.
Intanto, la cittadina normanna continua a essere tenuta sotto stretto controllo dagli
uomini delle forze dell’ordine.
A presidiare diversi punti della città, numerose pattuglie
dei Carabinieri e della Polizia
di Stato. LIMBADI Dopo la rapina di cui è rimasto vittima don Francesco
Il territorio si sente abbandonato
e il parroco incontra il prefetto
Nicola Rombolà
LIMBADI
I componenti dell’associazione
culturale “Alighistos” e tutta la
comunità di San Nicola de Legistis esprimono il loro affetto e la
loro vicinanza a don Francesco
Pontoriero vittima, insieme alla
titolare dell’esercizio commerciale, di una rapina che si è verificata sabato sera a Calimera. Ma
sono i fedeli delle due parrocchie
(San Nicola e Calimera) che si
stringono accanto al proprio parroco per condannare con durezza l’episodio criminoso che ha
destato allarme, in particolare i
cittadini della frazione di Calimera, ancora una volta colpiti da
simili atti che gettano nello sconforto tutta la popolazione.
Si tratta di azioni spregiudicate da parte di balordi capaci di
qualsiasi gesto, pronti a usare le
armi e a compiere gesti inconsulti per una manciata di spiccioli.
Gli appelli e il grido d’allarme,
per denunciare il degrado sociale che sembra attanagliare il paese da diverso tempo, non hanno
sortito alcun effetto. Ormai si è
fatta strada una sorta di rassegnazione. La comunità si sente
abbandonata a se stessa, alla
mercé della microcriminalità
che imperversa liberamente senza alcun timore.
Lo stesso parroco don Francesco ha avuto parole molto amare
Don Francesco Pontoriero
I Vigili del fuoco non hanno avuto dubbi nell’indicare nel dolo la matrice dell’incendio
TROPEA Un’auto è finita contro la centralina del metano
Panico a causa di una fuga di gas
TROPEA. Tragedia evitata, ieri
pomeriggio, nei pressi della
rampa di accesso alla statale
522. Attorno alle 16, infatti,
un’auto diretta a Tropea, che
aveva imboccato dopo la galleria l’uscita per il centro, è andata a impattare contro una cassetta del metano installata a
poca distanza dalla carreggiata, dopo aver perso aderenza a
causa del manto stradale reso
viscido dalla pioggia.
L’automobilista, che ha perso il
controllo del suo mezzo, non
e aspre nel raccontare l’esperienza che ha vissuto quella sera di
sabato, trovandosi di fronte i due
rapinatori incappucciati con la
pistola in mano minacciosi e con
un tono da apprendisti gangster.
Si tratta di ragazzi che si esprimevano in dialetto e che non
hanno avuto nessun rispetto,
non solo verso l’uomo, ma nemmeno al ruolo che riveste nella
comunità.
Lo stato d’animo è molto provato, nonostante lo spirito pieno
di entusiasmo che contraddistingue don Francesco. La forte tensione emotiva vissuta lo ha spinto a chiedere un incontro con il
prefetto Luisa Latella, che si è
svolto lunedì sera, per sollecitare
una maggiore presenza delle forze dell’ordine in un territorio che
ha registrato in questi ultimi
tempi una recrudescenza dei fatti criminosi, provocando sfiducia
nelle istituzioni e una rassegnata
accettazione alla difesa della sicurezza sociale e collettiva. RICADI Domani ci sarà anche Luigi Fedele e la vicenda finisce sul tavolo di Bersani
“Gelosie” democratiche al convegno sul turismo
Viviana Mazzocca
RICADI
«La Calabria come attrattore turistico e culturale nel cuore del Mediterraneo». Questo l’argomento
cardine di un convegno promosso dal gruppo del Pd in seno al
consiglio regionale, al quale
prenderanno parte personalità
politiche, esperti in materie turistiche e amministratori dei comuni del comprensorio. L’incontro, previsto per domani all’hotel
“Calabrisella”, a Capo Vaticano,
vedrà, oltre alla partecipazione e
agli interventi del primo cittadino Pino Giuliano e dell’assessore
provinciale Michelangelo Mirabello, anche la presenza del consigliere regionale Bruno Censore
e dei capigruppo del Pd e del Pdl
in consiglio regionale, Sandro
Principe e Luigi Fedele, ai quali
saranno affidate la conclusioni
dell’appuntamento. I lavori del
convegno saranno presieduti da
Bruno Censore.
La presenza di Luigi Fedele ha
scatenato un gruppo di iscritti
che si definisce “Davvero democratici” che ha scritto al segretario Luigi Bersani che ha giudicato
«una vergogna» la presenza
all’appuntamento del capogruppo del Pdl. A Bersani viene chie-
sto di «commissariare» il gruppo
al consiglio regionale, sollevando dall’incarico Principe.
Tra gli interventi previsti anche quelli di Giovanni Imparato,
Managing Director di “Hispanitalia Hotels”, società che gestisce
diversi alberghi in Calabria, e di
Roberto Villella, amministratore
delegato della “Meeting Point
Calabria”, agenzia leader del meridione e anello di collegamento
tra numerosi operatori turistici
nazionali e internazionali.
«La Calabria – anticipa Bruno
Censore – registra uno sviluppo
decisamente inferiore rispetto alle potenzialità turistiche di cui di-
spone. Perciò, per individuare
nuove ipotesi di sviluppo, per favorire un turismo di qualità che
possa consentire al comparto di
superare la stagionalità che rappresenta un vero e proprio freno
allo sviluppo del turismo calabrese, occorre un mirato coordinamento, in grado di valorizzare
l’immane vocazione turistica della nostra regione. Quello in programma a Ricadi – conclude
l’esponente del Pd – sarà pertanto
un appuntamento utile per discutere e programmare, in maniera
partecipata, il potenziamento del
comparto e la competitività turistica della Calabria». ha così potuto far nulla per evitare l’incidente, ma per fortuna
è uscito illeso dallo scontro. La
cassetta del gas ne è rimasta
però irrimediabilmente lesionata e tale danno ha provocato
la fuoriuscita del metano, che
ha iniziato a propagarsi nei paraggi. Tra le persone accorse
non si è potuto evitare qualche
momento di panico, perché
nella zona, che si trova a poche
decine di metri da alcune palazzine, sono presenti anche
due capannoni e una villetta.
Sul luogo sono sopraggiunti
immediatamente i Carabinieri
della Compagnia di Tropea, i
quali hanno delimitato l’area e
hanno impedito ai mezzi in
transito di percorrere il tratto
di strada.
Dopo qualche decina di minuti sono arrivati in zona anche i Vigili del Fuoco provenienti da Vibo Marina, che dopo circa un paio d’ore sono riusciti a fermare la fuga di gas e la
situazione è così tornata alla
normalità. (f.b.)
TROPEA. «Per zittirmi dovranno mandarmi via»: è questa la
risposta del già consigliere comunale Sandro D’Agostino al
circolo cittadino del Partito democratico. I malumori interni
alla sezione cittadina del Pd
non si placano, dunque, e dopo
la nota stampa con cui il partito
ha risposto ad alcune dichiarazioni polemiche di D’Agostino,
intervenuto a sua volta per
commentare l’incontro sulla
sanità organizzato dal suo partito, è lo stesso ex consigliere
comunale a voler rassicurare il
proprio partito di non avere
ambizioni di acquisire visibilità: «Io, che non sono un pavido
– afferma D’Agostino – appaio
poiché sottoscrivo le mie dichiarazioni e non mi nascondo
dietro una non meglio specificata “selezione cittadina del Pd
di Tropea”».
D’Agostino ricorda poi ai suoi
compagni di partito che il circolo «è degli iscritti non certo
di qualche nominato» e prosegue dicendo che «a Tropea si è
tenuta una sola riunione, proprio in occasione del tesseramento, senza ulteriori informazioni circa quella che dovrebbe essere la vita democratica del partito». Per questo
prosegue dicendo di non aver
potuto avanzare delle proposte e di aver appreso per puro
caso dell’iniziativa di giorno 4.
«Non vivo di polemica – precisa
D’Agostino – e, quindi, ho chiesto subito la fissazione di un incontro cittadino fra gli iscritti
per poter conoscere chi si nasconda dietro la “selezione cittadina del Pd” di Tropea. In
quella occasione avrò il piacere
di esternare la mia convinzione circa la loro inadeguatezza
a coordinare anche provvisoriamente un partito». (f.b.)
TROPEA Annuncio del commissario Gerardina Basilicata
L’Asp ha pronto un “piano B”
se la Regione chiuderà Oncologia
Francesco Barritta
TROPEA
Anche i commissari straordinari dell’Azienda sanitaria
provinciale di Vibo Valentia
erano presenti ieri mattina alla messa organizzata dal personale e dalle famiglie dei pazienti del reparto di Oncologia
in suffragio dei tanti malati
oncologici che durante il 2011
non ce l’hanno fatta.
Il prefetto Gerardina Basilicata, al termine della funzione
religiosa, officiata da padre
Aldo, parroco dell’Annunziata, ha commentato gli ultimi
risvolti della vicenda riguardante proprio il reparto di On- La messa celebrata ieri nel reparto di Oncologia
cologia, che a causa dell’ormai
noto decreto 106 si vedrebbe che un “piano B”, secondo il ste mie dichiarazioni – ha proprivato dei posti letto e, quin- quale Oncologia non chiuderà, seguito – sono indirizzate andi potrebbe di fatto scompari- anzi, stiamo lavorando per po- che ai pazienti qui presenti, i
quali in un momento così difre o in alternativa essere ac- tenziarlo con altri medici».
corpato al reparto di MediciProbabilmente, la commis- ficile della loro vita, hanno bina.
sione stava già lavorando da sogno di parole di speranza».
Nel frattempo, anche la so«In qualità di commissari – tempo al progetto di potenziaha dichiarato la Basilicata – mento di questo importante re- cietà civile si sta organizzando
abbiamo chiesto la modifica parto,
fiore
all’occhiello affinché il reparto non venga
del decreto 106 e, proprio og- dell’intera Asp, forse da prima cancellato. Da giorni è partita
gi apprendo dai giornali che della pubblicazione del decre- infatti una massiccia raccolta
anche il presidente Scopelliti to 106. «Ci tengo a ribadire – firme e sabato mattina si terrà
si è pronunciato in tal senso. ha concluso la Basilicata – che una manifestazione pubblica
Naturalmente questa presa di per l’azienda che rappresento per le vie della città, che partiposizione non può che farci non esiste il problema. Stiamo rà dall’ospedale e raggiungerà
piacere».
lavorando per rafforzare il re- il centro cittadino. Un’altra ocLa speranza che le parole di parto, o col “piano A”, vale a casione per ribadire nella saniScopelliti si traducano in un dire la modifica del decreto tà è sacrosanto tagliare gli
decreto abrogativo o comun- 106, o col “piano B” in lavora- sprechi, ma delittuoso cancellare servizi dai quali dipende la
que in fatti, non ha impedito zione».
comunque ai commissari di
La Basilicata, pur non sco- vita di tante persone. Un conpensare a una alternativa. prendo troppo le carte del co- cetto che questa vicenda
«Nel caso in cui il decreto non siddetto “piano B”, ha però vo- dell’ospedale di Tropea ha reso
dovesse essere modificato – luto dare un messaggio di spe- chiaro anche a chi pensa che si
ha spiegato infatti il commis- ranza ai tanti ammalati pre- possa governare la sanità con i
sario – stiamo elaborando an- senti e alle loro famiglie. «Que- soli criteri ragioneristici. dal POLLINO
allo STRETTO
calabria
ora
GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 7
Catturato a Reggio
il boss Sebastiano Pelle
Era ricercato dal 1995. Deve scontare 14 anni di carcere
REGGIO CALABRIA
Catturato il superlatitante della ’ndrangheta Sebastiano Pelle, 57 anni, dei Pelle “Gambazza” di San Luca. Nella serata
di ieri, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio
Calabria e del Ros hanno messo fine alla sua fuga. Il blitz è
scattato intorno alle 9 e mezzo
della sera. Dopo una lunga e
meticolosa attività investigativa, condotta senza sosta da
quelli dell’Arma, l’uomo è stato arrestato. «Era un narcotrafficante in grande ascesa.
Quando lo abbiamo bloccato
sembrava sorpreso», dicono
gli inquirenti. Un “curricu- mini dell’antimafia, nell’ultilum” di tutto rispetto e poi una mo periodo, avevano intensifilatitanza sicura. Il nome di Se- cato le ricerche. «Deve sconbastiano Pelle figura nel sito tare una condanna per traffico
del ministero dell’Interno, internazionale di sostanze stuquello in cui
pefacenti»,
campeggiano
recita la nota
Preso al porto
i trenta fugdiramata dai
Era
nell’elenco
giaschi più
carabinieri
pericolosi. Il
del Comando
dei latitanti
suo volto è acprovinciale.
di massima
canto a quello
Gli investigapericolosità
di
Matteo
tori sono arriMessina Devati a lui al
naro, l’imprendibile di Cosa termine di un’indagine coornostra siciliana.
dinata dalla Procura distretSi è nascosto per 16 lunghi tuale. La notizia, in serata, è
anni. Pur di prenderlo, gli uo- stata battuta dalle agenzie
REGGIO CALABRIA Il procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna, non è “l’avvocato di Roma”. O, almeno, con questo appellativo sarebbe stato chiamato al massimo una
volta sola, forse proprio con finalità di non dare precisi riferimenti. A testimoniare come il
magistrato in servizio a Roma non sia identificabile con tale nome è un atto che fa parte dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa nell’ambito degli attentati ai magistrati reggini. Si tratta del famigerato “allegato 39”
ovvero quel foglio d’agenda, sequestrato a Luciano Lo Giudice, e nel quale sono appuntati
alcuni numeri di telefono. Ebbene, andando a
guardare con attenzione si coglie una sfumatura non da poco: Luciano Lo Giudice segna sotto il nome “avvocato di Roma” un numero di telefono che inizia con un prefisso 334 e poi prosegue con le cifre 632… E sotto un altro numero telefonico, come fosse la seconda utenza della medesima persona. Poi Luciano traccia una
linea con la penna con l’obiettivo preciso di separare quel dato da ciò che sta scritto sotto. E
cosa vi è immediatamente più giù? Proprio il
nome “dott. Cisterna” con un’altra utenza che
inizia col prefisso 335. Dando un’occhiata veloce alle utenze segnate nel foglio di Lo Giudice si
scopre che il numero collegato alla scritta “avv.
roma ult.” non è per nulla quello riconducibile
ad Alberto Cisterna. È invece la sua utenza quella che sta esattamente sotto il nome del magistrato, scritto in modo esplicito e senza alcuna
voce criptica. Detto in altri termini, dunque, per
Luciano Lo Giudice l’avvocato di Roma non è
Alberto Cisterna. E non solo per Luciano. Come non ricordare, infatti, l’interrogatorio dell’avvocato Giovanni Pellicanò, indagato per aver
portato fuori dal carcere le lettere di Lo Giudice. Il legale, infatti, rispondendo alle domande
dei pubblici ministeri reggini, disse a chiare lettere di sapere che il procuratore Cisterna veni-
stampa. La cattura del boss si
è consumata al porto di Reggio
Calabria. «Era solo e non ha
opposto resistenza», si leggeva
in un dispaccio dell’Ansa. Il
narcos della ’ndrangheta non
figura tra gli imputati coinvolti nell’inchiesta sulla strage di
Duisburg, sei italiani morti
ammazzati nell’agosto 2007.
Nel traffico internazionale di
stupefacenti, però, Sebastiano
Pelle era una vecchia conoscenza, visto che su di lui pende una condanna a 14 anni di
reclusione. La conferenza
stampa è prevista per stamani.
Il capo della Direzione distret-
FUGA FINITA Il boss di San Luca Sebastiano Pelle
tuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, illustrerà tutti i particolari relativi all’operazione.
Per il ministro dell’Interno
Non è Alberto Cisterna
“l’avvocato di Roma”
Il foglio d’agenda sequestrato a Luciano Lo Giudice nel quale sono riportati i numeri di telefono
va chiamato in modo esplicito per nome dalla
famiglia Lo Giudice e senza appellativi, quali
“avvocato di Roma” o altro. La questione è tutt’altro che secondaria, visto che l’ordinanza di
custodia cautelare emessa dalla Dda di Catanzaro, nell’ambito del procedimento contro gli
autori degli attentati ai magistrati reggini, riporta Cisterna quale soggetto al quale si farebbe riferimento con quell’appellativo. Ciò si evin-
cerebbe dalle intercettazioni in carcere captate
tra Luciano Lo Giudice ed i suoi familiari. E qui
s’innesta un altro dubbio al quale non è possibile al momento dare una risposta. L’attenta
indagine portata avanti dalla Procura generale
circa la richiesta d’avocazione che Cisterna (indagato a Reggio per corruzione in atti giudiziari, perché secondo il pentito Nino Lo Giudice,
avrebbe preso soldi per la scarcerazione del fra-
Roberto Maroni si tratta di
«un altro duro colpo inferto alla criminalità organizzata».
ILARIO FILIPPONE
[email protected]
tello di Luciano Lo Giudice) ha presentato all’ufficio di via Cimino, ha posto in luce alcuni errori nella trascrizione di brogliacci e verbali d’interrogatorio che avrebbero stravolto l’intero
senso di alcune frasi. Non è quindi da escludere, soprattutto alla luce di quanto adesso emerge con l’esatta lettura del foglio d’agenda ritrovato nell’ufficio di Lo Giudice, che l’avvocato di
Roma al quale spesso si fa riferimento nelle intercettazioni in carcere non si riferisca per nulla ad Alberto Cisterna. E già una perplessità
molto forte era emersa leggendo proprio alcune delle conversazioni intercettate in carcere. Di
certo, e questo va ribadito per amore della verità, Luciano Lo Giudice nei suoi appunti (che
sicuramente hanno, se non altro, la stessa “genuinità” e “spontaneità” dei colloqui con i familiari) indica con l’appellativo “l’avvocato di Roma” una persona diversa da Cisterna. La domanda a questo punto è un’altra: a chi appartiene quel numero di telefono che inizia per
334? Sono state effettuate delle verifiche per
capire chi si celi dietro il nome criptato “avv Roma ult.” cui seguono ben due utenze? Di certo
c’è che questo dato non fa altro che aggiungere
altri fattori di dubbio ad un’indagine che ha già
conosciuto dei momenti di criticità e che adesso si trova alla prova processuale. Nel frattempo, a Reggio si attende di conoscere l’esito dell’inchiesta su Alberto Cisterna, non dimenticando che il 17 novembre il numero due della
Dna sarà al Csm per raccontare tutta la sua verità. I giudici di Roma dovranno decidere se
trasferire o meno Cisterna per incompatibilità
ambientale. E non è escluso che in quella sede
possano emergere degli altri fattori, completamente nuovi, che potrebbero disegnare un quadro nettamente diverso da quello che fino ad
oggi è stato tracciato.
CONSOLATO MINNITI
[email protected]
toghe lucane bis
Interrogato
l’ex pg Tufano:
«Non so nulla»
CATANZARO È stato interrogato a Catanzaro l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora in pensione, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Toghe lucane bis” coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese. Tufano, nel corso dell’interrogatorio ha risposto alle domande postegli
dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e
dal sostituto Simona Rossi, dicendosi estraneo alle accuse.
Intanto la prima commissione del Csm ha
convocato per il 29 novembre prossimo il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi. L’audizione è stata disposta per
verificare se vi sia un problema di incompatibilità parentale, cioè di mancato rispetto delle
norme che impediscono a un magistrato di
svolgere le sue funzioni nella stessa sede dove
un familiare esercita la professione di avvocato. Ma l’appuntamento del 29 potrebbe essere l’occasione per rivolgere al magistrato anche
domande sulla vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto assieme ad altri magistrati in
servizio al tribunale di Potenza.
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GIOVEDÌ 10 novembre 2011
D A L
P O L L I N O
calabria
A L L O
S T R E T T O
ora
Fuga sul blindato
Pene confermate
per i due fratelli
Nel 2009 scapparono a bordo del cellulare
che li portava in Tribunale per un’udienza
REGGIO CALABRIA cune misure di prevenzione. Il furgone con a
bordo i fratelli Zagari arrivò nel tratto di straPena confermata anche in appello per i fra- da compreso tra Palmi e Sant’Elia, dopo cirtelli Pasquale e Giuseppe Zagari. Ieri i giudi- ca 15 minuti di viaggio. Ad un certo punto,
Giuseppe Zagari chiese aiuto
ci di piazza Castello hanno
ad uno dei cinque agenti di
emesso il dispositivo di senpenitenziaria presenti
tenza con cui è stata sancita la
10 anni di carcere polizia
sul mezzo. L’uomo riferì che il
condanna a 10 anni di reclufratello aveva avuto un malosione ciascuno per i due imper gli zagari
re e che occorrevano soccorsi.
putati accusati di tentata evaI due erano
Erano le 8.10, quando uno
sione. Sono state pienamente
già
condannati
degli agenti della penitenziaaccolte, dunque, le richieste
ria aprì la cella dove erano
della Procura generale, che
all’ergastolo
rinchiusi i due detenuti. E lì si
aveva invocato una durissima
per associazione
scatenò la reazione degli Zacondanna per i due fratelli
gari. L’agente venne aggrediprotagonisti di un fatto estremafiosa, omicidio
to e minacciato con una pistomamente eclatante e che avee
altri
reati
la puntata alla tempia, menva suscitato enorme scalpore.
tre allo stesso veniva intimaIl 25 novembre del 2009, i
to di aprire l’altra cella e butdue ergastolani (accusati di
associazione mafiosa, omicidio ed una serie di tarsi a terra.
Secondo la ricostruzione offerta poche ore
altri reati) salirono a bordo del cellulare che
li avrebbe dovuti condurre al tribunale di dopo la tragedia, e poi ripresa durante il propiazza Castello per un’udienza relativa ad al- cesso, i due ergastolani avrebbero iniziato a
Reggio, incendiata l’auto
di un dirigente della Procura
L’auto incendiata del dirigente della Procura reggina Sandro Maria Velardi
REGGIO CALABRIA È
andata a fuoco nella notte tra
martedì e mercoledì l’automobile di Sandro Maria Velardi, primo dirigente della
Procura generale di Reggio
Calabria. Lo stesso ufficio che
dal gennaio dello scorso anno
si è trovata al centro di episodi inquietanti.
L’incendio si è sviluppato
poco prima delle tre di notte
in piazza Oranges, una zona
centrale della città, dove l’auto era parcheggiata. La Citroen CMax è stata completamente distrutta. I vigili del
fuoco non hanno trovato nell’immediato tracce di liquido
infiammabile o altro che faccia pensare all’origine dolosa
del rogo, tuttavia c’è un precedente che non può non essere tenuto in considerazione.
La sera precedente si era verificato un principio d’incendio
sullo stesso mezzo, subito domato. I vigili del fuoco avevano trovato un fazzoletto dal
quale i maldestri piromani
volevano far scaturire un incendio. Velardi l’indomani si
è recato negli uffici della questura per denunciare il fatto e
chiarire di non avere idea di
chi abbia potuto compiere
quel gesto. Fallito il primo, è
andato invece a segno il secondo tentativo. L’automobile esponeva i segni distintivi
della procura generale e veniva usata sia dal primo dirigen-
te che dalla moglie, psicologa
al centro di igiene mentale.
Entrambi sembrano non
svolgere incarichi di particolare esposizione a rischi. Per
questo Velardi continua a ripetere: «Non mi so dare una
spiegazione». Lui ricopre un
ruolo amministrativo che riguarda le spese della giustizia.
Intercettazioni e perizie in
particolare in questo momento, dopo una lunga carriera in
cui ha ricoperto funzioni più
rilevanti sotto il profilo dell’esposizione. La moglie «non
prescrive medicine» ricorda
lo stesso dirigente, escludendo una buona fetta di possibili soggetti che avrebbero potuto serbare rancore nei suoi
sparare colpendo l’assistente capo Natalio Fa- re di appoggi di non poco conto e quell’udienmeli ad un piede ed al polpaccio e così anche za, per gli ergastolani, era troppo ghiotta per
l’altro agente ferito, l’assistente Salvatore Cla- provare a fuggire.
Così due pistole furono fatte entrare all’inrizia. Prese un colpo al setto nasale, invece, il
terno del carcere senza che
terzo agente rimasto contuso
nessuno si accorgesse di nule cioè Francesco Iacopo. Fu
la. Quelle stesse pistole che i
la prontezza di riflessi del
quel tentativo
fratelli Zagari utilizzarono,
personale della penitenziaria
ad evitare che i fratelli Zagadi evasione sull’a3 portandole sul cellulare, nei
confronti degli agenti della
ri potessero darsi alla fuga.
Uno dei due finse
penitenziaria, i quali, con asA dare un risalto sinistro e,
un
malore
per
soluta abnegazione, non esiper certi versi, anche clamotarono a mettere a repentaroso all’intera vicenda verififarsi aprire la
glio la loro vita pur di impedicatasi sull’A3 fu la circostancella. Alla fine gli
re la fuga di due pericolosi erza che all’interno del cellulagastolani.
re della polizia penitenziaria
agenti riuscirono
Ieri, dunque, la condanna
utilizzato per trasportare i
a
fermarli
a 10 anni di prigione, proprio
due ergastolani furono trovanella stessa aula che i due frate due pistole calibro 6.35.
telli dovevano raggiungere
Dai successivi approfondimenti era emerso che gli Zagari erano giunti nella mattinata in cui tentarono la fuga dalle
il sabato precedente dal carcere di Voghera, maglie della giustizia.
senza possibilità di vedere nessuno dei propri
CONSOLATO MINNITI
familiari. Ma evidentemente potevano [email protected]
inchiesta sulla depurazione
confronti, ma si occupa ad
esempio dei certificati propedeutici al rilascio del porto
d’arma (anche per le forze
dell’ordine). Per il resto, vita
normale.
Sandro Maria Velardi è un
soggetto molto attivo a Reggio Calabria. Ha partecipato
più volte alle manifestazioni
promosse dal movimento
“Reggio non tace” per il sostegno ai magistrati minacciati e
intimiditi tra cui proprio il capo del suo ufficio, il procuratore generale Salvatore Di
Landro. Non aveva esitato a
fare una “tiratina d’orecchi” al
ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma nella sua
ultima visita nella città dello
Stretto, lamentando che non
aveva incontrato i dirigenti
degli uffici giudiziari che qualche difficoltà (e più d’una) ce
l’hanno sempre da segnalare.
E poi si diverte a scrivere editoriali per un sito internet,
prendendo in giro i politici.
Un po’ di leggera satira, che
dopotutto non fa male a nessuno. Comunque insufficiente a giustificare il pesante atto nei suoi confronti, su cui le
forze dell’ordine dovranno fare luce. Il governatore Giuseppe Scopelliti gli ha espresso solidarietà, dipingendo Velardi come un uomo che «si è
sempre contraddistinto per la
sua attività puntuale e inflessibile, in prima linea in favore dell’amministrazione della
giustizia e la sua trasparenza
lo rende automaticamente
nemico della criminalità».
ANNALIA INCORONATO
[email protected]
Fanghi in mare, ai domiciliari
l’amministratore della Smeco
PAOLA (CS) Il giudice
per le indagini preliminari
del tribunale di Paola ha
concesso gli arresti domiciliari a Domenico Albanese,
l’amministratore della società Smeco arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla depurazione nel Tirreno
Cosentino. Lo ha reso noto
l’avvocato Vincenzo Adamo, difensore di Albanese.
«La scarcerazione - afferma Adamo - di Domenico
Albanese, invocata nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi il 4 novembre, ci permetterà di lavorare con maggiore serenità
in vista del prossimo appuntamento già fissato per L’avvocato Vincenzo Adamo
il 15 novembre davanti al
Tribunale del riesame di
Albanese
Catanzaro.
era finito
Gli arresti domiciliari
concessi dal gip di Paola,
in carcere per
Battarino, pur con il parere
l’inquinamento
contrario della Procura, sidel Tirreno
curamente favoriscono il
lavoro che stiamo svolgendo in questi giorni ed in queste ore per dimostrare che le
condotte illecite contestate nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari non sussistono, e che alcun disastro
ambientale è stato perpetrato o favorito dagli odierni indagati».
«Nei prossimi giorni, una volta raccolta - prosegue - e
valutata l’imponente documentazione utilizzata dagli inquirenti, sapremo rappresentare le nostre ragioni, nel
merito, davanti il giudice del riesame. Al momento non
ci resta che commentare con soddisfazione l’affievolimento delle esigenze cautelari contestate inizialmente a Domenico Albanese».
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IL PESTAGGIO
Dai frame del video si
vedono i tre ragazzi che
si accaniscono contro il
titolare di una
paninoteca: volano calci e
pugni fino all’arrivo di
una unità mobile di
vigilanza. Il branco è
stato incastrato grazie al
video delle telecamere di
videosorveglianza.
Alla vittima sono stati
diagnosticati 30 giorni di
prognosi
Pestano il gestore del pub
In manette tre ragazzi
PAOLA (CS) Tre paolani messi nell’arco della stessa
sono finiti in manette per notte (23 ottobre). Gli stessi,
aver pestato a sangue un tuttavia, in quel tempo erano
commerciante di piazza 4 stati sottoposti dall’autorità
Novembre. Ieri, alle prime giudiziaria ad una «misura
luci dell’alba, gli uomini del cautelare ritenuta piuttosto
commissariato di pubblica si- lieve, quale l’obbligo di firma
curezza di Paola, comandato presso l’autorità giudiziaria».
dal vice questore aggiunto Il questore di Cosenza, inveRaffaella Pugliese, con il sup- ce, aveva fatto giungere all’atporto del reparto di polizia tenzione dei due il cosiddetto
giudiziaria, coordinato dal- “avviso orale”. Insomma, un
l’ispettore capo Giuseppe nulla. Nonostante tutto, forse
Sciacca, hanno tratto in arre- perché consapevoli che dasto tre soggetti noti alle forze vanti agli inquirenti l’avrebdell’ordine per varie scorri- bero fatta franca, Alessio
bande consumate in tempi Chianello e Antonio Imbroinise si sono riuniti unitamendiversi sul territorio.
Si tratta dei diciannovenni te ad un altro compagno per
commettere
Alessio Chial’ennesima
nello e Anto«Hanno agito
azione criminio Imbroicon
violenza,
nosa.
nise, apparIl commistenenti al faaccanimento
sariato
di
migerato
e
una
brutalità
Paola è giun“branco” che
inaudita»
to alla identil’estate scorficazione dei
sa seminò il
panico in città e nel compren- due Chianello e dell’Imbroisorio, nonché di Antonio nise attraverso l’estrapolazioAntonio Chianello
Antonio Imbroinise
Chianello, di 26 anni. A cari- ne del video registrato dalle Alessio Chianello
co dei tre indagati, protagoni- telecamere di sorveglianze
sti, questa volta, del brutale del Comune di Paola instal- Sono volati tanti pugni e cal- chiamare le forze dell’ordine. Paola. Alla vittima sono stati cialmente più pericolosi. La
pestaggio consumato a dan- late proprio nella Piazza IV ci, soprattutto in direzione Sul posto, poco dopo, è giun- diagnosticati ben trenta gior- Procura della Repubblica di
Paola, pertanto, nella persono del titolare di una panino- novembre ed attraverso altri del capo e del volto della vit- ta una volante della Polizia ni di prognosi.
tima.
che ha prestato soccorso al
Durante la conferenza na del pubblico ministero di
teca ubicata nella piazza IV elementi probatori.
Dai frame del video formaI tre, visibilmente ubriachi, giovane, trovato in evidente stampa è stato fatto notare turno, Maria Camodeca, ha
novembre di Paola, inizialmente era stato ipotizzato il to “avi” si vedono chiaramen- hanno smesso di accanirsi stato di choc, col setto nasale che, essendo rimasti sostan- chiesto ed ottenuto dal giuditentato omicidio, ma la Pro- te i tre che con violenza e cru- sul giovane solo quando è so- rotto e con il volto ricoperto zialmente “impuniti” per gli ce Giuseppe Battarini, la micura della Repubblica di Pao- deltà si accaniscono contro il praggiunta sul posto una uni- di sangue. Contestualmente episodi di violenza dell’estate sura cautelare in carcere a cala all’esito di una puntigliosa corpo dell’esile gestore della tà mobile di un istituto di vi- è arrivata in piazza una auto- 2010, i giovani autori di tali rico dei tre soggetti.
fase investigativa ha indivi- paninoteca, sbattuto a terra gilanza privato e, quindi, col ambulanza del servizio me- delitti si sono sentiti più forGUIDO SCARPINO
duato e contestato ai tre i rea- senza che potesse difendersi. timore che qualcuno potesse dico 118 del San Francesco di ti e, quindi, sono diventati [email protected]
ti di lesioni personali con le
aggravanti della crudeltà e
della futilità dei motivi. I tre
l’estate scorsa
hanno agito in concorso tra
loro alcuni giorni addietro.
E’ toccato alla dirigente del
commissariato di pubblica sicurezza di Paola, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, raccontare con
sul collo, i giovinastri tornarono indietro, ardovizia di particolari quanto
mati di calibro 9x21, e facevano fuoco contro la
accaduto. «I soggetti tratti in
facciata della palazzina ove risiedeva quella faarresto hanno agito con una
miglia.
PAOLA
(CS)
Ancora
loro,
quelli
del
“brantiere
Marina,
in
quattro,
fecero
irruzione
in
un
violenza, un accanimento ed
Nessun ferito grave, fortunatamente. Ma il
co”. Recidivi e pericolosi. Colpiscono solo in appartamento e lì scoppiò il finimondo.
una brutalità inaudita», ha
branco uscì sostanzialmente indenne da quella
gruppo e, spesso, alle prime luci dell’alba e sotIn quella casa, infatti, c’erano anche due don- storia, dall’azione giudiziaria a suo carico. Ed
fatto presente la dottoressa
to l’effetto di alcol. Era già accaduto la scorsa ne: madre e figlia. E solo per un caso il padro- anche da altre scorribande. Ecco perché, ancoRaffaella Pugliese, vice queestate, allorquando Antonio Imbroinise e Ales- ne di casa preso di mira, sebbene di statura mo- ra oggi, è spavaldo e recidivo. Le forze dell’orstore aggiunto. Il dirigente
sio Chianello, entrambi di 19 anni, di Paola, desta, riuscì a limitare i danni, affrontando il dine, pertanto, auspicano che, almeno in quedel commissariato ha ricorcomponenti del gruppo delinquenziale compo- gruppo di scalmanati, rifilando schiaffi e pugni sta circostanza, innanzi a prove ritenute incondato i trascorsi di Alessio
sto da quattro persone, facevano irruzione in agli aggressori. Assieme a lui, anche le due don- futabili e schiaccianti, l’autorità giudiziaria si
Chianello e Antonio Imbroiun’abitazione privata per “punire” un padre di ne di casa riuscirono a frenare la furia dei quat- determini in modo forte ed esemplare, sia nelnise, già noti agli inquirenti
famiglia che aveva “osato” ammonirli per i lo- tro, placando gli animi del “branco”. Alla fine i la fase della carcerazione preventiva, sia all’esiperché appartenenti a quel
ro schiamazzi notturni. Salirono su per le sca- danni furono limitati, anche se, nel mentre fug- to di una eventuale fase dibattimentale.
“branco” che nell’estate del
le, al secondo piano di una palazzina del quar- givano via, prendendo ancora qualche manata
2010 si è reso autore di diverg.s.
si atti di violenza, tutti com-
Paola, identificati grazie alle immagini della videosorglianza
Il “branco” colpisce ancora
Aggredirono una famiglia in casa
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Commissione d’accesso a Platì
Tre gli alti funzionari inviati dal prefetto per verificare eventuali infiltrazioni
PLATÌ (RC)
L’ombra dei clan sul Comune di Platì, tra le montagne
della Locride. Il prefetto di
Reggio Calabria, Luigi Varratta, giorni addietro, ha disposto l’accesso agli atti e inviato
tre uomini di fiducia, a cui è
stato assegnato il compito di
verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nella vita e nelle scelte dell’ente. I commissari saranno
chiamati a scandagliare gli atti amministrativi partoriti dall’apparato comunale e avranno ampi poteri d’indagine. Il
Comune, negli ultimi mesi, è
stato gestito dal commissario
Massimo Mariani, giunto dopo lo scioglimento dell’organo
consiliare, a sua volta originato dalle dimissioni del sindaco,
Michele Strangio. Quel giorno, undici febbraio 2011, nel
motivare la sua decisione, il
primo cittadino disse:«Lascio
perché è impossibile amministrare senza un segretario comunale».
Agli alti funzionari nominati dal prefetto è stato messo a
disposizione un ufficio, all’interno del palazzo municipale,
con tutti gli strumenti necessari a effettuare le verifiche del
caso. Avranno 90 giorni di
tempo per passare ai raggi x
atti e documenti vari. Nel mirino dei commissari, le amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Del resto, per
Platì, non è la prima volta. Cinque anni fa, con decreto del
Presidente della Repubblica,
venne sciolto il consiglio comunale perché in mano alla
mafia. Era il 14 giugno del
2006, e dalla commissione
d’accesso non erano arrivati
segnali incoraggianti: da uno
studio approfondito e circoscritto agli atti ufficiali dell’ente, erano emerse le procedure
inquinate che, fino ad allora,
per il comune non
è la prima volta
Già nel 2006
il consiglio
comunale
fu sciolto
perché in mano
alla ’ndrangheta
novanta giorni
per i controlli
Nel mirino
dei commissari
le amministrazioni
che si sono
succedute
nel tempo
Una veduta del comune di Platì
insorge il collegio difensivo
Baby prostitute, rinvio
per ritardi del tribunale
CORIGLIANO (CS) “Flesh market” e le contraddizioni del Tribunale di Catanzaro: prima si dispone il giudizio immediato, al fine di evitare la scarcerazione degli
indagati e accelerare la trattazione, ma poi non si trasmettono gli atti in tempo determinando così lo stallo
del processo. E l’intero collegio difensivo insorge, lamentando la violazione del diritto di difesa e sollecitando finanche un’eventuale sanzione
disciplinare.
Disposto
Un’udienza dai toni accesi
il giudizio
quella celebratasi ieri dinanzi al Tribunale penale
immediato
collegiale di Rossano, che
ma gli atti non
ha fatto registrare la vibraarrivano in tempo
ta protesta del collegio difensivo di fronte al mancato recapito degli atti da Catanzaro che ha determinato il
rinvio dell’udienza, aggiornata poi al prossimo 18 novembre.
Preliminarmente, l’avvocato Giuseppe Zumpano aveva eccepito la illegittimità nonché la nullità del decreto
con cui è stato disposto il giudizio immediato, sottolineando il contrasto fra gli stessi giudici catanzaresi: la richiesta del pm distrettuale era stata rigettata il 23 settembre
scorso dal gip Mellace che non riteneva sussistenti le condizioni (per alcuni capi di imputazione si rilevava che
erano già decorsi i termini di durata massima della custodia cautelare) per poi essere reiterata e accolta appena il
giorno successivo dal gip Maiore. Eccezione, questa, rigettata dal collegio rossanese mentre gli altri difensori
hanno poi sottolineato la violazione del diritto di difesa
quando, non essendo ancora giunti gli atti da Catanzaro
(su questo il Tribunale provvederà alla segnalazione alle
sedi gerarchicamente superiori) si era impossibilitati a
proseguire l’udienza. Su tutti l’avvocato Giovanni Zagarese, che ha fortemente stigmatizzato l’accaduto ribadendo la volontà della difesa e degli stessi imputati sottoposti a custodia cautelare (che hanno accettato di saltare
l’udienza preliminare) di andare avanti spediti nella trattazione di un processo che ieri ha fatto registrare una evidente fase di stallo. Non solo. Il difensore ha anche evidenziato come l’intero processo sia “compromesso” a
monte da un decreto che dispone il giudizio immediato
mentre non sono ancora terminate le indagini preliminari, considerato che la perizia disposta dal gip ad agosto e
tesa ad appurare la capacità a testimoniare delle due sorelline minorenni (che, secondo l’accusa sarebbero state
vittime di abusi e indotte a prostituirsi) è ancora in corso. Ma tant’è! E i sette imputati (difesi dagli avvocati Giovanni Zagarese, Giuseppe Zumpano, Andrea Salcina, Pasquale Di Iacovo, Francesco Calabrò, Cinzia Mazzuca,
Lucio Esbardo, Mauro Cordasco, Maria Zucarelli e Giuseppe Mainieri) attendono ora la prossima udienza.
r. m.
avevano governato il fiume di
denaro pubblico e cacciato
nell’abisso Platì. Il ministro
dell’Interno era Giuliano
Amato. Nel redigere la relazione da inviare al Capo dello Stato, l’inquilino del Viminale
scrisse: «La strumentalizzazione del ruolo istituzionale in
funzione degli interessi della
criminalità organizzata, emerge dall’analisi della gestione
degli appalti, caratterizzata da
anomalie ed irregolarità che
lasciano ipotizzare un disegno
finalizzato a dirottare le risorse pubbliche verso imprese
contigue ad esponenti mafiosi. In due anni, la certificazione antimafia – annotò poi
Amato – è stata chiesta una
sola volta».
Nella mattinata di ieri, secondo indiscrezioni trapelate,
i tre commissari hanno incontrato i vari rappresentanti delle forze dell’ordine. Un summit per fare il punto della situazione e soffermarsi su alcuni spunti investigativi che meritano di essere approfonditi.
ILARIO FILIPPONE
[email protected]
indagini a tutto campo
Assalto al portavalori
Acquisiti i filmati
Gli inquirenti sulla scena del crimine
SIBARI (CS) Acquisiti tutti i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona,
proseguono senza sosta le indagini sulla rapina al portavalori della Sibari Control, consumatasi lunedì mattina in località Raganello sul vecchio tracciato della ss 106. Un
colpaccio filato via liscio come l’olio e che,
stando a quanto emerso finora, è stato studiato nei minimi dettagli consentendo ai
malviventi, in una manciata di minuti, di
portare via un bottino di 800mila euro. A
tanto ammontava infatti il “carico” del furgone blindato con cui le tre guardie giurate si stavano recando a Catanzaro per depositare il tutto alla Banca d’Italia. Ma quel
camion che, una volta svoltato lungo il viadotto nei pressi del cavalcavia, si sono ritrovati di fronte, ha fermato il loro viaggio.
Secondo quanto ricostruito, il furgone
blindato (che in effetti aveva ancora l’indicatore di direzione lampeggiante) subito
dopo la svolta si è accorto del camion che si
trovava già messo di traverso sulla carreggiata. Un evento imprevedibile che ha determinato l’arresto del furgone, che è riuscito tuttavia a fermarsi proprio a pochi centimetri dal mezzo pesante, e che forse non
doveva avere un’andatura troppo veloce
considerata anche l’assenza sulla scena di
grossi segni di frenata. In quell’istante sono poi sopraggiunte la Fiat Uno e la Fiat
Punto da cui sono scesi i rapinatori (sei o
forse otto) incappucciati e armati di pisto-
le e fucili con cui hanno esploso due colpi
che hanno raggiunto le ruote del furgone. I
tre vigilantes sono stati costretti a consegnare armi e giubbotti antiproiettile, mentre i rapinatori hanno caricato il bottino sulle auto e si sono poi dileguati. Le due vetture (entrambe provento di furto così come il
camion) sono state rinvenute a pochi chilometri di distanza completamente bruciate,
con all’interno frammenti delle armi utilizzate per l’agguato: gli inquirenti hanno trovato e sequestrato una canna di fucile calibro 12, una pistola, un caricatore per pistola e un proiettile Winchester per fucile mitragliatore.
Sul finestrino del furgone portavalori,
inoltre, i poliziotti della scientifica hanno
isolato anche l’impronta parziale di una
mano su cui sono in corso accertamenti,
anche se potrebbe non appartenere ai rapinatori considerato che, secondo quanto
riferito dai vigilantes, i malviventi indossavano i guanti. Intanto, gli uomini della
squadra mobile della Questura di Cosenza, agli ordini del vicequestore aggiunto
Fabio Ciccimarra e supportati dagli agenti dei Commissariati di pubblica sicurezza di Castrovillari e di Rossano vanno
avanti a 360 gradi con l’attività investigativa, che è coordinata dal pm di Castrovillari Larissa Catella.
ROSSELLA MOLINARI
[email protected]
GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 17
l’ora di Reggio
tel. 0965 324336-814947 - fax 0965 300790 - mail [email protected] - indirizzo via Nino Bixio, 34
PONTE SULLO STRETTO
BOVA MARINA
Oggi conferenza
dei servizi. A
Villa c’è Donadi
> pagina 25
PROCESSO TOPA
Il prefetto
sospende
il Consiglio
LOCRI
Appello, chiesta
conferma
delle condanne
> pagina 26
Dal Consiglio
arriva l’ok
ai Pisl
> pagina 27
> pagina 33
Sistema, al via gli interrogatori
Cosca Crucitti, gli otto soggetti arrestati compariranno oggi davanti al gip
Compariranno oggi davanti al giudice per
le indagini preliminari i soggetti tratti in arresto martedì nell’ambito dell’operazione “Sistema”. Secondo le indagini della Dda di Reggio Calabria, gli arrestati sarebbero affiliati
alla cosca Crucitti operante nel territorio di
Condera, nonché ad altre cosche più importanti come quella dei Tegano, alla quale i Crucitti sarebbero federati.
In manette sono finiti: Sandrino Amedeo
Aurora, 41 anni, Antonino Gennaro Crucitti,
31 anni, Santo Crucitti (già detenuto), Michele Crudo (già detenuto), Antonino Minniti 34
anni, Carmine Polimeni (già detenuto), Domenico Polimeni (già detenuto) e Domenico
Suraci, 38 anni.
Le indagini portate avanti dalla Direzione
distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno permesso di accertare quanto la pevasività dell’infiltrazione della cosca Crucitti all’interno del settore della grande distribuzione
alimentare, dell’intermediazione del credito e
dell’imprenditoria edile. Il tutto avvenuto con
imprenditori inseriti a pieno titolo nel contesto economico della città, che hanno svolto il
ruolo di prestanome per la cosca di ConderaPietrastorta.
E oggi i soggetti tratti in arresto dovranno
dare diverse spiegazioni al gip Domenico Santoro. Dovranno rispondere di tutte le accuse
che vengono mosse nei loro confronti e che,
in diversi casi, sono anche suffragate da intercettazioni telefoniche ed ambientali. Molto
interessante è anche lo spaccato che emerge
dall’inchiesta per quanto concerne il tentativo di infiltrarsi, da parte della cosca, nella vi-
la richiesta di sel
«IL PREFETTO INVII
UNA COMMISSIONE
D’ACCESSO»
Domenico Suraci all’uscita dal comando provinciale dei carabinieri
ta amministrativa della città di Reggio. Il clan
Crucitti, infatti, aveva deciso di avere un proprio soggetto politico di riferimento che, secondo quanto riferito dal gip, sarebbe stato
l’attuale assessore comunale Pasquale Morisani che, è bene ricordarlo, non risulta indagato poiché non sono state ravvisate condotte penalmente rilevanti a suo carico. Dalle intercettazioni disposte nei confronti degli indagati, viene fuori, inoltre, anche uno spaccato assai particolare e che fa intendere come la
spartizione dei soldi e gli affari in generale,
abbia generato anche delle fortissime tensioni all’interno delle diverse consorterie di
‘ndrangheta della città, tanto da portare quasi ad uno scontro dei Crucitti con “quelli di
Modena”, altro quartiere a sud della città, governato dal clan Borghetto-Zindato. Da ricordare, infine, come il gip abbia anche disposto
il sequestro di diversi beni e quote azionarie
facenti riferimento al boss Santo Crucitti.
c. m.
«A tutela di tutti e in primo luogo dello
stesso sindaco Demetrio Arena, è arrivato
il momento che il prefetto, innanzi a questo quadro che emerge, predisponga l’invio di una commissione di accesso al fine di
verificate il livello di infiltrazione che la
‘ndrangheta ha prodotto nel comune di
Reggio Calabria». Lo dichiara in una nota
il commissario provinciale di Sel, Andrea
Di Martino, secondo cui «Arena dovrebbe
essere il primo ad avvertire l’esigenza di
avanzare questa richiesta. Se lui non ha
questa sensibilità, Sinistra ecologia libertà
lo chiede formalmente a tutela delle istituzioni, della democrazia e dei tanti Reggini
per bene che sono stanchi di questo andazzo e pretendono di cambiare questo modo
di governare la città».
D’altra parte, «pur non essendo indagato – aggiunge il commissario provinciale
di Sel, Di Martino - Morisani dovrebbe avere il buon senso di dimettersi, solo una ipotesi di tal genere rende politicamente insostenibile la sua permanenza in un assessorato così cruciale per gli interessi delle cosche».
le reazioni
Non tardano ad arrivare le prime reazioni politiche all’indomani dell’operazione “Sistema” messa a segno dalla Direzione distrettuale antimafia in collaborazione
con il Comando provinciale dei
carabinieri. Soprattutto per ciò
che concerne la posizione dell’attuale assessore ai lavori pubblici
del Comune di Reggio Calabria,
Pasquale Morisani. Di «spaccato
particolarmente grave ed inquietante» parla il Partito democratico che, con il coordinatore provinciale Girolamo Demaria, accende
i riflettori sulla «convergenza di
interessi da parte di diverse cosche per l’appuntamento elettorale comunale» con riferimento a
«Domenique Suraci eletto con la
lista “Per Scopelliti Sindaco” che si
adopera per far stipulare una convenzione tra la società gestita di
fatto dai soggetti finiti agli arresti
e i dipendenti di una delle società
miste del comune» e «i tentativi di
Centrosinistra unanime:
«Morisani si dimetta»
Pressante invito al sindaco Arena: «Dia un segno di discontinuità»
infiltrazione nell’attività politicoamministrativa cittadina, mediante l’individuazione di candidati di riferimento concretizzatasi nel supporto garantito a beneficio di Pasquale Morisani, candidato nelle elezioni comunali del
2007 nella lista di centro destra
“Per Scopelliti Sindaco”».
Per il Pd il sindaco Arena deve
assumere un immediata e consequenziale iniziativa nei confronti
di Morisani, «per farlo dimettere
affinché, al di là delle mancate responsabilità di natura penale, si
impedisca che sulla gestione di un
assessorato così delicato, qual è
quello dei Lavori Pubblici, possano gravare ombre di qualsiasi natura».
Sulla stessa lunghezza d’onda si
trova il Pdci che a sua volta punta
l’indice su quelle che chiama
«melmose società miste»: «Tutto
ciò fa risaltare il vergognoso paradosso, che noi Comunisti Italiani
abbiamo più volte denunciato,
rappresentato dal fatto che il Comune di Reggio è, praticamente,
in società e in affari con la ‘ndrangheta».
Gli atti dell’indagine, continuano gli esponenti comunisti, evidenziano in maniera chiara e in-
controvertibile, basta leggere le
intercettazioni, i rapporti tra Morisani e Santo Crucitti, il presunto
capo indiscusso della cosca di
Condera e Pietrastorta. «Questa
contiguità è evidenziata nell’ordinanza del Gip, il quale afferma che
“Morisani è il candidato di riferimento della cosca Crucitti”. Con
siffatte parole, in una città normale di un paese normale, un assessore coinvolto in una vicenda di
tal misura si sarebbe immediatamente dimesso e, comunque, se
non l’avesse fatto sarebbe stato
immediatamente revocato da un
qualsiasi sindaco, degno di tale ca-
rica. Purtroppo, Reggio non è una
città normale e, quindi, Pasquale
Morisani pensa di far finta di nulla. Tutto ciò è, evidentemente,
inaccettabile e rappresenta uno
sfregio alle più elementari regole
democratiche e una violenza alle
Istituzioni».
«Non è la prima volta che chiediamo al sindaco di Reggio Calabria Arena di dare un segnale
forte di discontinuità col passato.
Se altre volte non ci ha ascoltato,
lo faccia almeno questa volta. E’
il momento di dare della città di
Reggio un’immagine diversa o
quanto meno di salvare il salvabile».
Così invece il coordinatore
provinciale di Idv, Antonio Marrapodi che chiede al sindaco una
presa di posizione netta e di farlo per tempo e per sua scelta, «altrimenti sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità
politiche».
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calabria
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R E G G I O
Forse pensavano di fare il colpo
della loro vita. Per l’obiettivo e la
modalità avrebbe fatto di certo scalpore, ma i loro piani sono andati a
monte per l’intervento dei carabinieri. La banda di ladri voleva ripulire la cassaforte del teatro ‘Francesco Cilea’ di Reggio Calabria. Attrezzatura e organizzazione da professionisti, ma alle calcagna avevano
gli investigatori dell’Arma che li osservavano già di diverse ore prima
dell’azione. Al momento in tre sono
finiti in manette, certamente però
ci sono almeno altri due complici
che hanno organizzato e messo a segno quello che si è fermato a un tentativo di furto. Uno dei responsabili è persino venuto da Roma per
supportare il gruppo nell’azione delittuosa. Antonio Talinucci, 55enne
pluripregiudicato per reati contro il
patrimonio, è sceso alla stazione ferroviaria di Reggio Calabria. Ad attenderlo c’erano Luigi Davide Belgio, 49enne pluripregiudicato, e Filippo Foti, 36enne incensurato.
Quest’ultimo è titolare di un esercizio di rivendita di materiale informatico che ha fornito pc e attrezzature elettroniche anche a esponenti
delle forze dell’ordine. Che ieri però
gli hanno stretto le manette ai polsi. Proprio nel negozio di Foti si è
svolta, secondo quanto osservato
Tentano colpo al Cilea
Ma vengono scoperti
Banda di professionisti fermata dai carabinieri
Controlli serrati davanti al teatro Cilea
La fiamma ossidrica e gli attrezzi
dai carabinieri, la riunione che ha
preceduto il colpo. I carabinieri li
hanno tenuti sotto controllo per tutto il pomeriggio, facendo manovre
diversive per non farsi notare, passando e ripassando con le auto civetta davanti al negozio di articoli
informatici, e facendo attenzione a
non essere individuati. Il gruppo si
è diretto al teatro Cilea, in quel momento chiuso, presidiandolo letteralmente in ogni angolo e rimanendo in osservazione degli ingressi. I
componenti della banda hanno stabilito un vero e proprio servizio di
controllo per essere certi che nelle
vicinanze non vi fossero forze dell’ordine. Poco dopo l’una, approfittando del fatto che nella struttura
non c’era nessuno, Talinucci e Foti
si sono posizionati davanti all’ingresso del Comune, continuando a
monitorare la porta laterale del teatro. Contemporaneamente due individui vestiti di nero si sono intrufolati all’interno del teatro andando
dritti al botteghino dove sapevano
di trovare la cassaforte. Con loro
hanno portato due borsoni con una
fiamma ossidrica professionale e altra attrezzatura da scasso. Non hanno però fatto in tempo a utilizzarla
perché i carabinieri sono intervenuti subito. Fuori hanno bloccato il romano e Foti, che era in collegamento diretto tramite una ricetrasmittente con i complici all’interno del
teatro proprio per avvertirli della
presenza di forze dell’ordine. Nonostante le porte siano state sbarrate,
i ladri sono riusciti a scappare. Tra
questi c’era Belgio che martedì notte non ha fatto rientro a casa, salvo
poi essere intercettato da una pattuglia dei carabinieri l’indomani mentre girovagava a piedi in centro e finire pure lui in manette. Le indagini sono tuttora in corso per l’individuazione degli altri complici.
ANNALIA INCORONATO
[email protected]
Vigilanza dopo l’incendio
Disposta la misura per il sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga
Riunione di coordinamento delle forze dell’ordine ieri
mattina in prefettura per discutere di diversi temi. Al
vertice, presieduto dal prefetto Luigi Varratta, hanno partecipato il questore di Reggio
Calabria Carmelo Casabona,
i comandanti provinciali dell’Arma Pasquale Angelosanto
e della Guardia di Finanza
Cosimo Di Gesù, il procuratore generale Salvatore Di
Landro e il procuratore di
Reggio Calabria Giuseppe Pignatone.
Nell’occasione ampio spazio è stato dedicato all’approfondimento delle posizioni di
magistrati ed amministratori
locali sottoposti di recente a
pesanti intimidazioni, tra cui
quella recente del sindaco di
Bovalino, Tommaso Mittiga,
che ha pure preso parte ai lavori limitatamente all’esame
del recente atto di danneggiamento compiuto da ignoti
contro l’abitazione rurale di
sua proprietà.
Il prefetto Varratta ha
espresso all’amministratore
locale «partecipe solidarietà
per il vile gesto di cui è stato
vittima, sottolineando l’attenzione che le Forze di polizia riservano a quel comprensorio comunale sotto il profilo della prevenzione generale
e del controllo del territorio».
Nei confronti del sindaco
Mittiga è stata disposta l’attivazione di apposite misure di
vigilanza.
Si è poi parlato della manifestazione “Un calcio alla
‘ndrangheta” che si svolgerà a
Rizziconi il prossimo 13 novembre, nel cui contesto la
Nazionale italiana di calcio
effettuerà un allenamento all’interno di un campetto realizzato su un terreno confiscato alla criminalità organizzata. Si è, al riguardo, convenuto di predisporre particolari servizi di ordine pubblico
in
ragione
dell’importanza dell’evento,
che sarà trasmesso in diretta
televisiva dalla Rai e per il
quale sono stati già accreditati oltre cento giornalisti.
All’iniziativa di domenica
prosisma presenzieranno
numerose autorità politiche
tra le quali il Sottosegretario
all’Interno Guido Viceconte
e il presidente della Regione
Calabria Giuseppe Scopelliti,
oltre al presidente della Federazione Gioco Calcio Giancarlo Abete, e al presidente
dell’associazione Libera don
Luigi Ciotti.
Nel corso della riunione si
è anche stabilito di pianificare specifici servizi coordinati
di controllo da parte delle
Forze di polizia finalizzati a
verificare, con l’ausilio della
Direzione regionale dell’Amministrazione autonoma dei
Monopoli di Stato, il rispetto
delle norme a tutela dei minori ed il possesso delle prescritte autorizzazioni da parte dei titolari di esercizi pubblici presso cui sono installati apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro.
r.rc
Riunione di coordinamento delle foze di polizia in Prefettura
corte d’appello
Cent’anni di storia, termini di custodia congelati
La decisione dei giudici di secondo grado. Prossima udienza il 30 novembre
Sono stati congelati i termini di to assolto pienamente da tutte le
custodia cautelare nell’ambito del accuse.
In primo grado il Tribunale di
processo d’appello “Cent’anni di
storia”. La decisione è stata presa Palmi, presieduto da Fulvio Accurieri dai giudici di piazza Castello so, ha inflitto la condanna più peche stanno celebrando il procedi- sante, 17 anni di reclusione, nei
confronti di Gimento di secondo grarolamo Molè
do che prende le mosL’indagine
(difeso dagli avse da una complessa
riguardava
vocati Franceindagine della Dda di
sco Calabrese e
Reggio Calabria su
le infiltrazioni
Giuseppe Miliuna presunta infiltramafiose
al
porto
cia)
(classe
zione mafiosa al Coe
nella
politica
1961), capo delmune di Gioia Tauro,
l’omonima cononché il tentativo
delle cosche della Piana, Piromalli sca che sta scontando l’ergastolo.
e Molé, e quella di San Procopio de- Quindici anni e 12 anni sono stati
gli Alvaro, di acquisire la coopera- inflitti, rispettivamente, al boss
tiva portuale “All service”.
Giuseppe Piromalli (avvocati MarTra gli imputati anche l’ex sinda- cella Belcastro e Domenico Infantico di Gioia Tauro, Giorgio Dal Tor- no) e Giuseppe Alvaro (avvocato
rione (difeso dagli avvocati Dome- Alvaro). Le altre condanne sono
nico Alvaro, Umberto Abate e Lui- state disposte nei confronti dell’ergi Tilotta), che in primo grado è sta- gastolano Domenico Molè (avvoca-
Il Tribunale di piazza Castello
to Calabrese) (16 anni), fratello di
Girolamo; dell’imprenditore romano Pietro D’Ardes (avvocati Roberto Loscerbo e Nico D’Ascola) (11
anni); dell’avvocato romano, di origine calabrese, Giuseppe Mancini
(avvocato Giuseppe Fonte) (9 anni
e sei mesi); Antonio e Natale Alvaro (difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Mazzetti e Alvaro)
(9 anni); Gianluigi Caruso (avvocati Vincenzo Ioppoli e Gosuè Naso)
(cinque anni); Girolamo Molè
(classe 1963) (avvocato Michele
Gullo), (cinque anni e sei mesi) e
Giuseppe Arena (avvocato Antonino Napoli) (quattro anni e otto mesi). Assolti, oltre a Dal Torrione, anche Marco Fantone (avvocato Titta
Mania), Vincenzo Priolo (avvocato
Carmelo Ielo e Belcastro) e Lorenzo Aricidaco (avvocato Carlo Monaco). Ieri, dunque, un’udienza assai veloce con il solo congelamento
dei termini di custodia cautelare
per gli imputati che si trovano ancora reclusi all’interno del carcere.
Poi il rinvio al 30 novembre, quando con tutta probabilità parlerà il
procuratore generale, presentando
le richieste di pena, successivamente gli interventi del collegio difensivo e poi la pronuncia dei giudici di
secondo grado.
r.r.
GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 27
l’ora della Piana
Piazza Primo Maggio, Palmi Tel. e Fax: 0966 55861 Mail: [email protected]
PORTO
AUTORITA PORTUALE
OSPEDALI
0966 588637
GIOIA TAURO
CAPITANERIA DI PORTO 0966 562911
0966 765369
DOGANA
GUARDIA DI FINANZA
0966 51123
FARMACIE
0966 52203
PALMI
0966 267611
CITTANOVA
0966 660488
OPPIDO
0966 86004
0966 942111
0966 618911
POLIZIA DI FRONTIERA 0966 7610
CARABINIERI
0966 52972
POLISTENA
VIGILI DEL FUOCO
0966 52111
TAURIANOVA
Rosarno
Ioculano 0966 51909
Rechichi 0966 52891
Tripodi
0966 500461
Alessio 0966 773237
Borgese 0966 712574
Cianci
0966 774494
Paparatti 0966 773046
Palmi
Barone
Galluzzo
Saffioti
Scerra
Stassi
Taurianova
0966 479470
0966 22742
0966 22692
0966 22897
0966 22651
Ascioti 0966 643269
Covelli 0966 610700
D’Agostino 0966611944
Panato
0966 638486
Topa, requisitoria del Pg:
confermare le condanne
Alla sbarra i Gioffrè e gli ex amministratori di Seminara
PALMI
Sono bastati 20 minuti circa al sostituto procuratore generale Danilo Riva per chiedere la conferma della sentenza
di primo grado per gli imputati nel processo denominato
“Topa”.
L’intervento del rappresentante della procura generale si
è tenuto nella mattinata di ieri davanti alla Corte d’appello
di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Campagna.
Il processo Topa, giunto ieri in appello, è frutto di una
operazione della Distrettuale
antimafia di Reggio Calabria,
scattata il 17 novembre 2007,
che ha portato in carcere 11
persone, ipotizzando l’esistenza di un patto scellerato che sarebbe stato stretto tra una parte della classe politica seminarese - sindaco e vicesindaco
uscenti - e la cosca dei Gioffrè
di Seminara, per condizionare
le elezioni amministrative nel
Il processo è
stato rinviato al
25 gennaio
per le arringhe
difensive
ASSOCIAZIONE MAFIOSA Da sinistra Antonino e Adriano Gioffrè e Marafioti
piccolo centro della Piana e
portare alla rielezione a sindaco di Marafioti. Partendo proprio da questa ipotesi, l’accusa
nei confronti degli 11 imputati
è di voto di scambio e associazione mafiosa.
L’anello di congiunzione tra
la ‘ndrina e l’amministrazione
comunale sarebbe stato Adriano Gioffrè, nipote di don Rocco detto “u ‘Ndolu” e divenuto
assessore nella seconda giunta Marafioti. Alla sbarra ieri,
rispetto al primo grado tenuto
al Tribunale di Palmi, mancava solo l’anziano boss di Seminara Rocco Antonio Gioffrè,
deceduto lo scorso anno.
Presenti invece gli altri appartenenti alla ‘ndrina seminarese, Vittorio Vincenzo
Gioffrè, Antonino Gioffrè, Vincenzo Gioffrè, Domenico Gioffrè e Adriano Gioffrè; e i rappresentanti dell’amministrazione comunale finiti in manette quella mattina di novembre di quattro anni fa: vale a dire l’ex sindaco Antonio
Marafioti e il suo vice Mariano
Battaglia.
Per quanto riguarda le pene inflitte in primo grado, il
collegio del Tribunale di Palmi aveva condannato Rocco
Antonio Gioffrè a 7 anni di reclusione, il sindaco uscente
CINEMA
Gioia Tauro
Antonio Marafioti a 6 anni e 6
mesi; a Carmelo Buggè e Mariano Battaglia, invece, sono
stati inferti 6 anni di reclusione. Per Vittorio Vincenzo Gioffrè, Antonio Gioffrè, Vincenzo
Gioffrè, Domenico Gioffrè e
Adriano Gioffrè, il Tribunale
ha comminato 5 anni e 6 mesi di carcere.
Unico assolto nel procedimento di Palmi è Antonino
Tripodi.
Il processo è stato rinviato
al 25 gennaio prossimo, data
in cui inizieranno le arringhe
difensive.
FRANCESCO ALTOMONTE
[email protected]
Gioia Tauro “Politeama” 0966 51498
Chiuso
Cittanova “Gentile” 0966 661894
Chiuso
Polistena “Garibaldi” 0966 932622
Chiuso
Laureana “Aurora”
Chiuso
l’appello
Spopolamento centri montani
Galimi scrive ai parlamentari
PALMI - «Se i comuni montani si spopolano, a risentirne, prima che l’economia, è la stessa manutenzione del territorio. E le recenti calamità naturali lo insegnano, il disinteresse dei governi per la montagna causa perdite di vite
umane e costi nettamente maggiori a quelli che servirebbero per tenere in vita questi paesi». Il presidente dell’Associazione nazionale comuni dei parchi, Michele Galimi (foto),
scrive ai capigruppo della Camera tutta la sua preoccupazione per una cultura contadina e montanara lasciata colpevolmente spegnersi. E però, battersi per la vivibilità di quei territori non significa covare nostalgie confortanti, ma prendersi cura concretamente di un futuro che solo in parte riguarda le quattro anime rimaste a vivere nei paesi in altura. «Non ci vuole molto a
capire – denuncia Galimi –
che la morte dei territori
montani rappresenta un
danno per l’ecosistema. La
presenza dell’uomo in queste realtà, infatti, garantiva
la manutenzione ordinaria
della montagna. Si pensi alle piante messe a dimora e
che assicuravano la stabilità del terreno e il sostentamento economico per tante famiglie». E inoltre un centro
abitato costituisce un presidio permanente pure per la prevenzione degli incendi. Galimi rintraccia con sicurezza le responsabilità della desertificazione cui sembrano piegati inesorabilmente i paesi più interni. «Le ragioni di questa fuga
dai centri montani – accusa – vanno ricercate nell’assoluta
mancanza di attenzione dei governi. Si è cominciato infatti
con la chiusura degli uffici postali, della guardia medica, fino alla soppressione delle scuole dell’infanzia, ultima manovra in ordine di tempo che ha costretto le famiglie a trasferirsi a valle». E quando se ne vanno le sentinelle, irrompono i guai. «Non sarebbe meglio spendere per un maestro in
più o per mantenere uno sportello delle poste, anziché per
riparare frane e smottamenti, con costi di gran lunga maggiori?», attacca il presidente dei comuni dei Parchi. Ecco allora l’appello ai parlamentari perché agiscano contro il declino della memoria e di un mondo che alla fine presenta il
conto a quelli che stanno più in basso.
Angelo Siciliano
il convegno
Fondi alle imprese alluvionate, Caridi fa il punto
Rosarno, l’assessore in tour per il lancio del bando per l’imprenditoria giovanile
ROSARNO
Continua l’azione di sensibilizzazione e promozione del nuovo bando “Giovani imprenditori”, promosso ieri sera a Rosarno dall’assessorato alle Attività produttive della Regione Calabria. L’occasione è stata
anche da spunto per analizzare lo
stato dei fatti sugli strumenti che
l’onorevole Antonio Caridi ha attuato in merito alla questione delle
aziende alluvionate il 2 novembre
2010. A più di un anno dell’evento
calamitoso, sono stati diversi gli incontri avvenuti tra i rappresentati
della categoria e lo stesso assessore.
Proprio nell’incontro del 25 luglio,
tenuto negli uffici regionali dell’as-
sessorato a Catanzaro, Caridi aveva
annunciato la creazione di uno strumento ad “hoc” per le aziende, che
potesse aiutare i commercianti e gli
imprenditori nel risollevamento delle proprie attività. «Non si tratta di
un’azione che rifinanzia la perdita
che le aziende hanno subito, ma di
un intervento, anche di agevolazione finanziaria tramite Fincalabra,
che possa permettere la reimmissione nel mercato delle aziende che sapranno dimostrare di avere un andamento positivo in termini di bilancio. Le schede nominative della
aziende sono già pervenute alla Regione da parte del comune di Gioia
Tauro, che ha provveduto alla fase
del monitoraggio, ora si trovano
presso gli uffici tecnici regionali, dove si sta lavorando per l’individuazione di misure idonee alla realizzazione in tempi celeri».
E come uno strumento innovativo si pone certo il bando presentato.
«Mi sento di esprimere un sentito
ringraziamento all’assessore Caridi
per l’impegno nel promuovere le
nuovi azioni nella provincia di Reggio, da sempre esclusa nei periodi
precedenti a favore della altre regioni- ha detto Giuseppe Zampogna,
presidente di Città degli ulivi- finalmente i giovani hanno la possibilità
di fare impresa nella loro terra».
Francesco Terranova ha illustrato le
caratteristiche principali della misura, non ancora emanata, e quindi su-
TAVOLO Da sinistra Zampogna, Arruzzolo, Caridi, Nano,Terranova
scettibile di possibile variazioni: destinato ai giovani con età compresa
tra i 18 ed i 20 anni, lo strumento
agisce su impresa e artigianato, finanziando progetti sino al 200 mila
euro, nella percentuale del 75%. A
distinguerlo dalle precedenti misure, l’accompagnamento allo start up
grazie alla presenza di un tutor che
avvierà i giovani nello sviluppo dell’impresa. Presente al tavolo dei relatori anche il consigliere provinciale Giovanni Arruzzolo e Caterina
Nano, che ha illustrato le fasi dell’azione di promozione nelle scuole
e nelle università.
ISABELLA GALIMI
[email protected]
34
GIOVEDÌ 10 novembre 2011
calabria
ora
L O C R I D E
allarme maltempo
PLATI’
Resteranno, oggi, chiuse le
scuole del territorio comunale di
Gerace. E’ quanto disposto dal sindaco Giuseppe Varacalli, dopo
aver preso atto che la Protezione
Civile, nella giornata di ieri, ha dato comunicazione urgente di un’allerta meteo “livello 3” per alcune
zone del territorio di Gerace. Sempre nel comune di Gerace ed in
Oggi le scuole chiuse a Gerace
Allerta meteo “livello 3”. Disagi sulla 106 ma nessun danno al territorio
particolare in località Ziparidopo
le violenti piogge riversatesi nelle
ultime ore sul territorio hanno
causando una serie di smottamenti. E’ andata meglio nei comuni del
distretto sud della Locride dove il
maltempo di ieri ha fatto registra-
te tanta preoccupazione, molti disagi ma, fortunatamente, nessun
danno. La strada statale 106 in alcuni punti è stata interessata da
lievi allagamenti cosi come le arterie provinciali che portano verso i
comuni aspromontani. La preoc-
cupazione dei cittadini di Platì,
Natile di Careri è rivolta alle precipitazioni previste per le prossime ore e che potrebbero aggravare la situazione di fiumare e torrenti. «Sul territorio di Benestare
– ha dichiarato telefonicamente il
sindaco benestarese Rosario Rocca- persistono serie problematiche
di dissesto idrologico soprattutto
nelle zone delle frazioni di Russellina e Belloro, dove non possiamo
escludere nelle prossime ore che
se le piogge persisteranno, la nostra amministrazione potrebbe
prendere provvedimenti significativi non per ultimo l’evacuazione di alcune abitazioni».
Annalisa Costanzo
L’ultimo di una lunga serie
Per la sedicesima volta a Platì disposto l’accesso agli atti comunali
SIDERNO
L’ultima di una lunga serie.
Nei giorni scorsi il prefetto di
Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha disposto l’accesso agli
atti amministrativi prodotti
dal comune di Platì al fine di
verificare eventuali infiltrazioni mafiose. Tre alti funzionari,
da qui in avanti analizzeranno la vita del comune con lo
scopo di verificare il lavoro
svolto dell’amministrazione.
Tre mesi messi a disposizione
per esaminare le carte comunali e verificare, nel caso in cui
i controlli portassero a esiti
negativi, cosa e perché impedisce a Platì di far decollare un
governo sano. Già dall’undici
febbraio scorso il comune è
stato gestito da commissario
Massimo Mariani, giunto a
Platì dopo lo scioglimento dell’organo consiliare causato, a
sua volta dalle dimissioni del
sindaco, Michele Strangio.
Per ben quindici volte i commissari hanno sostituito la
giunta comunale. Platì, è stato detto un milione di volte è il
paese con reddito procapite
più basso dell’intero sistema
italiano. Correva l’anno 2006,
era il 14 giugno quando l’allora ministro dell’interno Giuliano Amato chiese al presidente Napolitano lo scioglimento immediato del consiglio comunale di Platì rilevando come: «Il comune di Platì,
i cui organi elettivi sono stati
rinnovati nelle consultazioni
amministrative del 13 giugno
2004, presenta forme d’inge-
cronaca
Estorsione a connazionali
due indiani in manette
I carabinieri della stazione di Roccella Jonica guidati dal
maresciallo Francesco Nanni,nella notte fra martedì e mercoledì, hanno tratto in arresto due uomini. Gli indiani, queste le nazionalità dei ragazzi si trovavano nel quartiere Zirgone, quando gli uomini del Maresciallo Nanni, hanno fermato i due pregiudicati, responsabili di atti malavitosi ed
estorsione ai danni dei loro connazionali domiciliati a Roccella Jonica. Gli indiani, alla vista dei militari, hanno opposto resistenza, facendo ben vedere ai Carabinieri che in mano avevano delle armi da taglio. Al termine della colluttazione i Carabinieri hanno immobilizzato i due pregiudicati.
si. an.
renza da parte della criminalità organizzata che compromettono l’imparzialità della
gestione e pregiudicano il
buon andamento dell’amministrazione e il funzionamento dei servizi». Tre anni prima
amministratori e sindaco erano stati coinvolti in un’inchie-
sta dell’antimafia. Le scelte
dell’amministrazione comunale subivano quasi costantemente le ingerenze delle “famiglie”, a oggi la preoccupazione più grande sta nella constatazione che le scelte dell’amministrazione comunale
sono state condizionate in
passato, dopo le elezioni del
2004, quando fu eletto primo
cittadino del paese un condannato per abuso d’ufficio e
ancora oggi. Raccontò l’allora
ministro dell’interno Giuliano
Amato: «La strumentalizzazione del ruolo istituzionale in
funzione degli interessi della
criminalità organizzata, emerge dall’analisi della gestione
degli appalti, caratterizzata da
gravi anomalie e irregolarità
che lasciano ipotizzare un disegno finalizzato a dirottare le
risorse finanziarie verso imprese contigue a esponenti
mafiosi». Una storia che amaramente sembra ripetersi a cicli, ci si è fatta l’abitudine, ma
non dovrebbe per questo essere la regola.
Adelina B. Scorda
CRONACA
Vigilanza al sindaco
«Non mi risulta»
«Al momento a me non
risulta che abbiano disposto
per me un servizio di
vigilanza». Lo ha affermato il
sindaco di Bovalino Tommaso
Mittiga. Il primo cittadino ieri
ha preso parte ad un vertice
in Prefettura a Reggio al quale,
oltre al Questore hanno
partecipato il Salvatore Di
Landro e Giuseppe Pignatone.
Previsto tuttavia una maggiore
presenza delle forze
dell’ordine sul territorio.
re. lo.
Rsu, l’allarme di Alvaro
L’assessore sidernese preoccupato: «Maleducazione diffusa»
il suo disappunto e la sua delusione nel
mentre annuncia nuove denunce e più
L’assessore all’Ambiente del Comune pressanti insistenze presso gli organi
di Siderno Angelo Alvaro sottolinea che preposti alla sorveglianza del territorio.
purtroppo continua a proliferare la cat- «Questi vergognosi episodi di inciviltà
tiva educazione, giusto per usare un eu- urbana – dichiara Angelo Alvaro - getfemismo, di molti cittadini sidernesi che tano un’ombra inqualificabile sulla nonon trovano di meglio che liberare i pro- stra città che nella stragrande maggiopri “ingombranti” abranza dei suoi cittadini
bandonandoli per stra«Abbiamo creato si adopera a vivere in un
da , negli alvei dei torambiente civile e pulito.
una zona
renti oppure improvviA tale proposito abbiamo creato una zona ecosando turpi discariche
ecologica
logica in contrada Pelleabusive. «Non si fa in
in
contrada
grina, presso l’ex deputempo - si legge in una
Pellegrina»
ratore, dove i cittadini
nota- a liberare le varie
possono recarsi ogni sazone interessate dallo
scempio di vecchie cucine, frigoriferi in bato per liberarsi dei loro rifiuti ingomdisuso, materassi lerci e il più disparato branti, sempre che non telefonino permateriale inservibile, che immediata- ché gli stessi non vengano ritirati diretmente nuovo materiale viene a deturpa- tamente nelle loro rispettive abitazioni.
re zone cittadine del centro e della peri- Nella stessa zona della Pellegrina sono
feria». L’assessore Alvaro mostra tutto stati anche collocati degli appositi casSIDERNO
sonetti riservati a raccogliere i rifiuti delle potature. Vale la pena di ricordare conclude l’assessore Alvaro - che molti
danni evitabilissimi sono stati causati
nelle recenti alluvioni in Toscana e in Liguria dai tanti ingombranti lasciati abbandonati lungo i greti dei torrenti, autentici tappi che hanno impedito il defluire delle acque verso il mare». (re. lo.)
gratta e vinci
“Buon compleanno”, vinti a Siderno 400mila euro
La dea bendata bacia ancora la Locride.
Vinti 400mila euro con un biglietto gratta e vinci, “Buon compleanno”, da tre euro. Il tagliando è stato comprato al tabacchino Lubieri, sulla statale 106, tra Locri
e Siderno. Il titolare del biglietto incasse-
rà 100mila euro subito e 15 mila euro per
20 anni, somma che gli verrà versata ogni
compleanno. Giorni addietro, a Locri, una
donna ha vinto un milione di euro. Il biglietto è stato comprato alla ricevitoria
della pompa di benzina Esso. (re. lo.)
GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 17
l’ora di Cosenza
Tel. 0984 837661-402059 Fax 0984 839259 Mail: [email protected]
MONTALTO
COSENZA
Lo ricatta
con video hard
Arrestato
Due in manette
per un “cavallo
di ritorno”
> pagina 18
> pagina 18
CORIGLIANO
PAOLA
Santa Tecla
Il ruolo
dell’avvocato
> pagina 27
Già 80 adesioni
al movimento
di Gravina
> pagina 33
Vetrina del bar crivellata di colpi
Escalation del racket delle estorsioni: intimidazione nella notte in via Misasi
Undici colpi di arma da riore Lupo. Gli agenti dopo
fuoco sono stati esplosi du- avere effettuato un sopralrante la notte contro una del- luogo ed effettuato i primi acle saracinesche del bar Con- certamenti del caso hanno ritinental di via Misasi. La ma- chiesto l’intervento del reparno ignota ha puntato la pisto- to della scientifica. I tecnici
la contro la terza delle tre specializzati hanno delimitaporte che hanno l’uscita su to l’area per potere rilevare
via Miceli, in corrisponden- tutto il materiale utile alle inza della ricevitoria e tabacchi dagini. Degli undici proiettidi cui dispone l’esercizio li solo nove hanno perforato
la serranda metallica ragcommerciale.
A rendersi conto dell’acca- giungendo il vetro.
Le ogive hanno devastato
duto sono stati i dipendenti
intorno alle sei di ieri matti- in tre punti la vetrata. Secondo gli investina, durante
gatori della
l’orario di
Tre giorni fa
squadra moapertura.
un analogo
bile la pistoHanno notala, una calito qualcosa
episodio si era
bro 9, podi strano sulverificato
trebbe essere
la vetrata dein via Marconi
la stessa uticidendo di
lizzata nelverificare.
Sul vetro antiproiettile i se- l’intimidazione avvenuta lugni dei colpi non hanno la- nedì ai danni della catena di
sciato dubbi sulla natura in- negozi di abbigliamento
timidatoria dell’atto crimina- Charter. Naturalmente ipotesi che potranno trovare cerle.
Allertata la sala operativa tezza dopo i risultati degli
del 113, sul posto è giunta esami che la scientifica effetuna pattuglia delle squadre tuerà sul materiale posto sotvolanti dirette dal Vice Que- to sequestro. Cartucce devastore Aggiunto Gerace e co- stanti, un’arma ad alto poordinate dall’ispettore supe- tenziale offensivo e una vio-
OBIETTIVO Il bar oggetto dell’intimidzione della scorsa notte
lenza inaudita hanno accompagnato un’altra notte criminale. Tre giorni prima la stessa scena si è verificata su una
vetrata del Charter di via
Marconi. Tre colpi calibro
9x21 che hanno distrutto
parte del vetro. Si ipotizza
messaggio “di offerta di protezione a prezzo affare” non
hanno ricevuto alcun tipo di
visita né sono stati contattati. Una serie di coincidenze o
è il segnale che la criminalità,
che non ha mai smesso di
serpeggiare in città, sta pas-
DEBORAH FURLANO
[email protected]
l’appello
l’arresto
Marito violento in manette
Picchiava la moglie avvocato
Un uomo di 38 anni è stato arrestato
dai carabinieri della stazione di Bisignano per maltrattamenti, minacce e lesioni
personali ai danni della moglie. L’arresto
è stato eseguito venerdì scorso in ottemperanza di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Cosenza Livio Cristofano, in seguito alla richiesta della Procura di Cosenza, nei confronti di Giuseppe Amodio,
38 anni, di Bisignano. L’uomo avrebbe
esercitato violenze e minacce nei confronti della moglie, un avvocato civilista.
La storia andava avanti da tempo. Sembra che in seguito al comportamento violento del marito la donna avesse deciso di
separarsi. Per questo era tornata a vivere a casa dei genitori. Lui però non voleva rassegnarsi a lasciarla in pace ed
avrebbe continuato a perseguitarla, chiamandola al telefono, inviandole messaggi, seguendola. Messa con le spalle al muro la donna ha deciso di rivolgersi alla
magistratura denunciando il coniuge. Il
che o dall’interno della macchina o a piedi, in entrambi i
casi gli spari sono avvenuti
ad una distanza di tre o quattro metri. Come in ogni copione che si rispetti nessuno
ha visto e sentito niente e i
commercianti colpiti dal
sando a riscuotere? Sabato
scorso nei pressi di piazza
Europa, nascosto fra le cabine del telefono, un ordigno,
risultato poi per buona parte
innocuo, è stato depositato
da una mano ignota. Anche
in questo caso le ipotesi sono
state molte e le certezze poche. Qualcuno ipotizza che
l’ordigno sia stato lasciato
per poi essere ripreso destinato ad altro uso, altri che
forse era l’opera di qualche
ragazzo che ha voluto provare a giocare al piccolo chimico, ma nessuno può escludere che la bomba potesse essere indirizzata a qualche negozio e che sia stata la capofila a questa violenza che, negli
ultimi
giorni,
i
commercianti sono ritornati
a subire.
Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere a circuito chiuso dei
locali e nelle prossime ore visioneranno i filmati delle telecamere cittadine per delineare una pista che porti alla identificazione dei criminali.
Il sostituto procuratore Paola Izzo
fascicolo è finito sulla scrivania del sostituto procuratore Paola Izzo. Da qui sono
partite le indagini che hanno portato all’esecuzione della misura cautelare a carico del marito dell’avvocato. All’uomo –
che ieri è stato interrogato dal gip – sono
stati concessi gli arresti domiciliari.
a. b.
Ridusse in fin di vita la coniuge
Sconterà 14 anni di carcere
Il leader del Movimento Diritti civili, dissimo rispetto per il dramma della donFranco Corbelli, denuncia quella che defi- na e della sua famiglia, i suoi due figli, i suoi
nisce la «tragedia umana» di un docente- genitori, i suoi quattro fratelli, e con particalabrese Angelo Aquino, 55 anni, di Tora- colare commozione e sofferenza perchè sono Castello e della sua famiglia, protagoni- no amico di infanzia ed ex compagno di
sta, 6 anni e mezzo fa, nel marzo del 2005, scuola di Aquino. Ho difeso in questi anni
a Verbania, di un dramma familiare: du- centinaia di persone, detenute e malate,
rante una lite l’uomocolpì la moglie, biblio- senza neanche conoscerle. A maggiore ragione oggi sento il dovere
tecaria della stessa scuola
dove insegnava lui. In seCorbelli soccorre di intervenire per aiutare
vecchio amico. Lo facguito alle percosse la donun ex compagno un
cio nel rispetto assoluto
na cadde e rimase in codi scuola: dategli che si deve alla povera
ma. Due settimane fa, dodonna (a cui auguro il mipo la sentenza definitiva
una misura
della Cassazione, l’inseracolo della guarigione),
alternativa
gnante è stato rinchiuso in
alla sua famiglia, chiedo
carcere a Paola per scontaanzi a loro perdono per
re una condanna a 14 anni di reclusione. Il questo mio intervento». Corbelli chiede un
6 marzo 2007 il Tribunale di Verbania lo provvedimento alternativo al carcere, conaveva condannato a 18 anni. La pena era siderando anche che dopo l’arresto di Aquistata ridotta a 14 anni dalla Corte di Appel- no, il suo anziano padre invalido è rimasto
lo di Torino il 31 maggio del 2010. La Cas- solo nella piccola casa di Sartano, frazione
sazione ha confermato questa condanna. di Torano: «Chiedo per Angelo Aquino un
«Intervengo – dice Corbelli – con gran- atto di giustizia giusta e umana».
18
GIOVEDÌ 10 novembre 2011
calabria
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C O S E N Z A
Ricatto sessuale
finisce con l’arresto
Un uomo di Castrolibero in carcere per tentata estorsione
Minacciare un padre di fa- sesso con una non meglio
miglia di divulgare un video precisata prostituta che sahard che lo ritrae con una rebbero state registrate in
prostituta in cambio di de- un appartamento di Rende
naro. Finire in prigione per dove essa esercita il mestie200 euro. Un’ideona che pa- re. In cambio della distrugherà cara il trentottenne ar- zione del video hard – che i
restato ieri dai carabinieri carabinieri hanno scoperto
della compagnia di Rende che non essere mai esistito
per tentata estorsione. Si – chiedeva 200 euro.
chiama RafA
quel
faele Caira e
punto la vitHa chiesto 200
abita a Ca– per
euro a un uomo tima
strolibero.
niente rassegnata a farsi
Come gli
minacciando
sia venuta in
ricattare da
di divulgare
mente una
uno sconoun video hard
cosa tanto
sciuto – ha
strampalata
deciso di rilo spiegherà al giudice nei volgersi ai carabinieri, racprossimi giorni. Comunque contandogli la storia. Gli uosia, qualche tempo fa ha de- mini del capitano Adolfo
ciso di guadagnare un po’ di Angelosanto, comandante
denaro extra estorcendolo a della compagnia di Rende,
un uomo di San Vincenzo La hanno suggerito alla vittima
Costa.
di fingere di cedere alla riLa vittima e il suo ricatta- chiesta estorsiva, di intavotore non si conoscono. Ep- lare una trattativa con il ripure Caira, con pazienza e cattatore e di concordare un
astuzia, è riuscito a scoprire appuntamento nel corso del
l’abitazione e il numero di quale procedere allo scamtelefono. Poi lo ha contatta- bio.
Così è stato: i due si sono
to. E tra le altre cose gli ha
anche fatto trovare sotto la dati appuntamento per ieri
porta di casa uno strano bi- mattina all’hotel Maiorana a
glietto. Scriveva di essere in Quattromiglia di Rende, vipossesso di un filmato che cino allo svincolo della Sariprendeva il signore di San lerno-Reggio. Arrivando sul
Vincenzo la Costa durante posto con buon anticipo i caun rapporto hard. Scene di rabinieri si sono appostati
per assistere alla consegna
del video e del denaro. E
quando è arrivato il momento giusto la trappola è scattata: i militari sono entrati in
azione cogliendo Raffaele
Caira sul fatto e arrestandolo. L’uomo è stato portato
nel carcere di via Popilia, il
luogo adatto per riflettere
sulla stupidaggine appena
commessa. È accusato di
tentata estorsione.
Il signore di San Vincenzo
la Costa, dal canto suo, è potuto tornare a casa dalla moglie e dai figli liberato di un
peso.
ALESSANDRO BOZZO
[email protected]
COMANDANTE Il capitano Adolfo Angelosanto
montalto uffugo
In manette per un cavallo di ritorno
Due persone beccate dai carabinieri mentre incassavano il riscatto di un’auto rubata
Due uomini sono stati arrestati ieri a Montalto Uffugo per un cavallo di
ritorno. Si tratta di Luigi Dodaro, 39
anni, di Lattarico, e Giuseppe La Rocca, 37, di San Vincenzo la Costa.
Qualche giorno fa avevano rubato
l’automobile di un loro concittadino
(R. C.), una Ford Fiesta nuova di zecca. Poi si erano fatti vivi contattando
la vittima telefonicamente per proporgli la restituzione della macchina
in cambio di una congrua somma di
denaro: 1.500 euro e l’utilitaria sarebbe tornata in garage senza un
graffio, come se nulla fosse accaduto.
Invece R. C. non ha voluto cedere
all’ignobile ricatto, come spesso avviene. Dopo una breve trattativa ai ladri ha detto che avrebbe pagato la
somma richiestagli a patto che la
macchina gli fosse stata consegnata
senza danni. Poi si è rivolto ai carabi-
nieri della stazione di Montalto raccontandogli tutta la storia. I due ladri
non sono stati abbastanza cauti e si
sono fatti beccare con le mani nel sacco.
Infatti, all’appuntamento con la
vittima, che è avvenuto ieri al centro
commerciale Marconi di Quattromiglia di Rende, c’erano anche i carabinieri. Prima di entrare in azione i militari hanno aspettato che avvenisse
lo scambio macchina-denaro. Solo allora hanno proceduto a bloccare Dodaro e La Rocca arrestandoli in flagranza di reato.
I due ladri d’auto sono stati portati in carcere. Devono rispondere di
tentata estorsione.
a. b.
Maxiconfisca al narcos latitante
La Dia di Torino sequestra i beni di Nicola Assisi da Grimaldi
Beni per un valore di un nario di Potenza ma residen- circa un chilo l’uno. Assisi e i no) e da un’automobile (una
milione e mezzo di euro so- te a Bregnano, in provincia di suoi complici furono arresta- Audi A4). La confisca è stata
no stati confiscati dalla Dire- Como. A bordo del camion, ti mentre caricavano la droga resa definitiva dalla Cassazione investitra pezze di su un furgone Fiat con tanto zione dopo il decreto di segativa antistoffa desti- di cella frigorifera. Il valore questro emesso dal TribunaDeve scontare
mafia di Tonate a Cor- della cocaina fu allora stima- le di Tribunale di Torino, nel
una
condanna
rino al latineliani, pan- to superiore ai dieci miliardi 2009, su richiesta della stestante Nicola
taloni per di lire.
sa Dia.
a 14 anni
I beni confiscati, su decreAssisi, 53 anbimbi New
L’operazione della Dia è il
per
traffico
ni, originario
England, an- to emesso dalla sezione mi- risultato di una complessa e
di cocaina
di Grimaldi,
tenne televi- sure di prevenzione del Tri- articolata indagine tecnicoda anni resisive e fusti di bunale di Torino, sono costi- patrimoniale che ha portato
dente in Piemonte, dapprima sapone c’erano duecento chi- tuiti da una villa, terreni a al sequestro di bei anche al
Agenti della Dia davanti alla villa confiscata
a Foglizzo e poi a San Giusto li di cocaina divisi in pani di San Giusto Canavese (Tori- complice di Assisi.
Canavese. L’uomo deve scontare una condanna definitiva
per associazione a delinquere
il fatto
l’inchiesta
finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Assisi è da tempo latitante,
inseguito da un ordine di carcerazione secondo il quale
deve scontare ben 14 anni di
Tentata aggressione in centro città. È accaduto nel tardo pomeriggio di
Il pm Donatella Donato ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morreclusione. Nel 2007 fu sormartedì scorso. Una donna nel fare rientro verso casa è stata aggredita da
te di Mattia Scrivano, 30 anni, vittima di un incidente stradale iavvenuto la
preso dagli agenti della Dia
un uomo di carnagione bianca, con un accento straniero. Al calar della sesera del 24 novembre del 2010. Ieri mattina, in seguito all’opposizione prenella zona industriale di Fera, nelle case popolari di viale della Repubblica, la donna è stata bloccata da
sentata dagli avvocati dei familiari della vittima (Francesco Parisi e Franceletto, in un capannone affittadietro le spalle. Né è seguita una breve colluttazione in cui la vittima ha cersca Funari), in tribunale si è svolta la camera di consiglio davanti al gip Lito da un complice di Assisi,
cato di difendersi. Molto probabilmente l’aggressore è stato disturbato da
vio Cristofano, il quale si è riservato di decidere entro qualche giorno. A breGiuseppe d’Agostino. Insiequalcosa o da qualche passante che sopraggiungeva e ha preferito dileguarve dunque, sapremo se l’inchiesta verrà archiviata. Il fascicolo aperto dal pm
me a un complice stava
si nel buio. La donna, aiutata dai presenti, ha allertato il 113. Sul posto le
Donato vedeva una persona indagata per omicidio colposo: S.G.P., che guiaspettando un gigantesco casquadre volanti hanno ascoltato la vittima che ha cercato di raccontare tutdava il Suv con cui si scontrò l’auto di Mattia. Il fatto avvenne sulla 107, almion, un Volvo F12 con rito quello che, in quei terribili pochi minuti, ha vissuto. (deb. fur.)
l’uscita della galleria poco prima dello svincolo per San Pietro in Guarano.
morchio guidato da Michele
Zito, un “padroncino” origi-
Donna reagisce all’aggressione
E il malvivente si dà alla fuga
Scontro mortale sulla 107
Il pm chiede l’archiviazone
26
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calabria
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P R O V I N C I A
I dubbi sul Mercure già nel 1987
Gli ambientalisti tirano fuori la relazione che conferma i rischi dell’impianto
POLLINO Quegli ambientalisti un po’ “poliziotti” e quella relazione «mai resa nota».
Esponenti del Forum «Stefano
Gioia» (formato da associazioni e comitati calabresi e lucani
che si oppongono alla centrale del Mercure) hanno convocato, nel pomeriggio di ieri,
una conferenza stampa presso la Sala degli stemmi della
Provincia di Cosenza. Ufficialmente per presentare alla
stampa la controrelazione alle
tre degli esperti scelti dall’amministrazione comunale di
Laino Borgo sulla sostenibilità
della centrale del Mercure. La
notizia, però, arriva verso la fine quando Ferdinando Laghi,
tecnico dell’associazione Isde
Italia e da anni portavoce del
Forum ambientalista, ha tirato fuori una relazione del 1987.
«E’ uno studio commissionato dall’amministrazione comunale di Laino Borgo e finanziata dall’Enel». Nella prima pagina reca una scritta a
macchina da scrivere «relazione della commissione scientifica consultiva per la valutazione dell’impatto ambientale del
progetto di riconversione a
carbone dell’attuale centrale
termoelettrica del Mercure».
«Non è mai venuta fuori ufficialmente - ha detto Laghi».
Erano altri tempi, un altro
combustibile da valutare, ma
alcuni elementi sono «completamente sovrapponibili e
dimostrano la fondatezza di
tutte le inadeguatezze e dei rischi che abbiamo denunciato
già senza averla letta».
Un colpo di scena che aggiunge un altro dettaglio a una
storia infinita. «Allora come
oggi mancano indagini epidemiologiche - dice Laghi - ma
c’è la raccolta di dati metereologici (cosa che fanno in maniera non corretta i professori
nominati dal comune di Laino Borgo) che prendono per
buoni i dati della valle di Latronico (distante dal Mercure)».
Si occupano anche dell’impatto sulla viabilità (i camion che
allora avrebbero dovuto trasportare il carbone, oggi inve-
Laghi con la relazione datata 1987 in mano
ce le biomasse): «Le condizioni di allora rispetto a quelle di
oggi sono completamente sovrapponibili». Poi domande a
chi di competenza: «Perché i
dati che sono presenti nella relazione del 1987 non sono mai
usciti né si trovano nello studio
di impatto ambientale presentato da Enel a Regione Calabria e Basilicata? Perché introdurre i dati del meteo della
Valle di Latronico quando già
c’erano quelli del Mercure?
Già la relazione del 1987 - ha
spiegato l’esponente di Isde
Italia – conferma come le lacune di allora siano tutte presenti oggi». Ha introdotto la
conferenza stampa la dottoressa Mariella Buono che ha
sottolineato come la «commissione nominata dal comune di Laino (professori Avato
Manzo e Sciacca ndr) avebbe
dovuto valutare la sostenibilità del progetto della centrale
in tutti i suoi aspetti. Lo ha fatto in maniera generica e superficiale». Ad esempio «sul
POLLINO
Tre scosse di terremoto nel giro di cinque ore
E’ più di un anno che l’intero comprensorio del Pollino
continua ad avvertire delle piccole scosse di terremoto. Nella giornata di ieri ce ne sono state tre. Tutte nell’alto Pollino. Lo apprendiamo dal sito nazionale della Protezione civile. Le scosse sono state avvertite dalla popolazione al confine tra la Basilicata e la Calabria.
Il primo “movimento” si è avvertito tra i comuni di Castelluccio Inferiore e Superiore, Rotonda, Viggianello, Laino
Borgo, Castello e Mormanno alle 13 e 19. La magnitudo re-
gistrata è stato del 2.0 e la profondità a 7.9 km. La seconda
scossa si è avvertita sempre tra gli stessi comuni alle 15 e 32.
Questa volta è stata del 2.4 di magnitudo a una profondità
di 8.3 chilometri. La terza scossa è stata avvertita qualche
ora dopo: alle 18 in punto. Questa volta il magnitudo registrato tra Castelluccio, Rotonda, Viggianello, Laino Borgo,
Castello e Mormanno è stato del 2.7 e la profondità è stata
a 8,2 chilometri.
lu. br.
traffico veicolare non è stato
fatto alcuno studio». Il sindaco di Rotonda, Giovanni Pandolfi, ha sottolineato come già
«28 amministratori della comunità del Parco su 31 si siano
opposti al progetto» e come
nel 1997 «il presidente della
Repubblica Scalfato» abbia
detto come «lì dentro si può
fare solo manutenzione». Eugenio Provenzano ha dato
un’occhiata alle normative che
contrastano il progetto. Ferdinando Laghi, ha invece confutato le tre relazioni dei tecnici
scelti dal comune di Laino
Borgo. Un discorso tecnico difficile da riportare per intero:
«Tre relazioni discordanti riuniti da una conclusione unica
che riunisce le tre tesi». La relazione Manzo «che non cita
l’impatto dell’impianto su Viggianello che è a 10 metri ma
quello su Castrovillari che è a
30 km; dice che manca un
quadro di stime sul trasporto
delle biomasse; utilizza dati
metereologici della valle di Latronico e non del Mercure;
non valuta l’inversione tecnica». La relazione Sciacca «che
fa affermazioni inconciliabili
con quella precedente». La relazione Avato invece è «scarna e avara». Poi il colpo di scena della relazione “nascosta”.
LUIGI BRINDISI
[email protected]
GIOVEDÌ 10 novembre 2011 PAGINA 27
l’ora di Corigliano
Redazione di Corigliano-Alto Jonio-Tel. 0983 290604-Fax 0983 292220 - Mail: [email protected]
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Santa Tecla, il ruolo
dell’avvocato Piccoli
E’ la ricostruzione fornita al pm dalla collaboratrice Rende
Lucia Rende, testimone di
giustizia coriglianese da qualche anno, è entrata nell’inchiesta Santa Tecla, in quanto ha
riferito al pm Luberto, già nel
2008 il ruolo che all’interno
dell’organizzazione criminale
coriglianese avrebbe avuto il
legale, Antonio Piccoli (nel riquadro). Su questo presunto
ruolo, Lucia Rende, in uno dei
tanti interrogatori riferì: «In
merito all’avvocato Antonio
Piccoli posso riferire che ha effettuato numerosi viaggi nel
tarantino, a Napoli e a Milano
per acquistare sostanza stupefacente accompagnandosi ad
altre persone; i suoi viaggi a
Milano li ricordo bene in
quanto stava fuori per un paio di giorni e chiamando Piccoli al telefono mi diceva che
stava tornando dalla città lombarda. Nel corso dell’estate
2007 Mollo e Piccoli erano alla ricerca di un’ulteriore canale di importazione di stupefacenti. I due infatti sono da
tempo in contrasto con Barilari, Ginese che trafficano per
conto della famiglia coriglia-
nese. Mollo e Piccoli si avvalgono nel traffico di stupefacente di alcune persone “pulite”. Evidentemente in quel periodo non riuscivano a procurarsi cocaina per cui hanno
pensato di rivolgersi alla famiglia Forastefano di Cassano.
In particolare Antonio Piccoli
e Salvatore Mollo mi hanno
chiesto di procurare loro della cocaina che avrei dovuto acquistare dai Forastefano. Sostanzialmente gli serviva un
campione per testare la qualità della cocaina. Infatti la cocaina viene assaggiata da Pic-
cronaca
Bracconaggio, la Provinciale
denuncia cacciatore a Thurio
Galeotto fu il fischietto, illegale, per “raggirare” gli uccelli.
Denunciato un rossanese sorpreso sulle spiagge di Corigliano mentre, intendo in una battuta di caccia, utilizzava richiami acustici non consentiti dalla legge. L’operazione è stata
portata a termine dagli agenti della Polizia provinciale di Cosenza, coordinati dal comandante Giuseppe Colaiacovo. Ennesima, proficua operazione per le guardie blu che, a distanza di pochissimi giorni dall’ultimo sequestro avvenuto a Bisignano, a carico di un bresciano che aveva abbattuto delle
specie di uccelli per le quali la caccia non è consentita, hanno piazzato un altro colpo anti-bracconaggio. Ad essere sorpreso questa volta è stato B.M., quarantottenne di Rossano,
colto in flagranza di reato a Corigliano Calabro, in località
Thurio, mentre esercitava la caccia mediante l’ausilio di richiami acustici, vietati dalla legge 157/92. Inutile è stato il tentativo di B.M. di avvicinarsi repentinamente alla cassa acustica per buttarla in mare. Gli Agenti hanno identificato il
cacciatore e provveduto al sequestro del fucile e del richiamo,
denunciando l’uomo all’autorità giudiziaria competente.
«Proseguirà senza sosta ed in maniera serrata su tutto il territorio provinciale – fanno sapere dal corpo - l’attività di controllo da parte della Polizia Provinciale di Cosenza, al fine di
reprimere ogni ipotesi di illecito venatorio e contrastare il fenomeno del bracconaggio». (marco lefosse)
coli che è in grado di capire il
grado di purezza della stessa.
Per questa ragione, insieme a
mio cugino, che è un tossicodipendente mi sono recata nei
pressi di Doria ove, sia Piccoli, sia Mollo, sia lo stesso mio
cugino sapevano che i Forastefano spacciavano cocaina
attraverso loro uomini. Ivi ho
fatto scendere dall’auto mio
cugino che ha acquistato due
dosi, una di cocaina e l’altra di
eroina. Ho consegnato la dose
di cocaina a Mollo e a Piccoli
perché ne verificassero la qualità; non so se i due abbiano
COMUNE
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poi intrapreso il commercio
con i Forastefano. Preciso che
ho consegnato personalmente
la dose di cocaina a Mollo e a
Piccoli presso lo studio di quest’ultimo sito in contrada San
Francesco”. Entrando più nel
particolare del racconto come
avveniva il trasporto per Corigliano della sostanza stupefacente, in un successivo interrogatorio Lucia Rende afferma: “Ho già detto che ho personalmente verificato il sopraggiungere presso la palestra di Salvatore Mollo di una
persona di nome Giovanni accompagnata da altra persona
della quale non ricordo il nome. Come ho già riferito io mi
trovavo presso la palestra di
Mollo dove incontravo Piccoli col quale tra il 2004 e l’estate del 2007 ho avuto una relazione. Pertanto potevo notare
la particolare agitazione di
Mollo e Piccoli che attendevano il ritorno di Giovanni e
dell’altro autista col carico di
stupefacente.
GIACINTO DE PASQUALE
[email protected]
centralino
segreteria sindaco
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timpone rosso
In aula una valanga
di contraddizioni
Una valanga di contraddizioni. Numerosi e vibrati i rilievi mossi dalla difesa
nel corso dell’udienza di ieri del processo “Timpone
rosso”, teso a far luce su
dieci omicidi e un tentato
omicidio, che ha fatto registrare una serie di contestazioni all’indirizzo del
collaboratore di giustizia
Pasquale Perciaccante alias
Cataruozzolo. Per l’ex picciotto cassanese, che con le sue propalazioni ha contribuito non poco al castello accusatorio messo in piedi dai magistrati dell’antimafia, è proseguito ieri il
controesame del collegio difensivo che lo ha bersagliato di domande in merito a due eventi delittuosi. Si tratta del caso di
Antonio Acquesta, scomparso da Cassano il 27 aprile 2003
(fu poi proprio Perciaccante a rivelare che era stato ucciso in
una stalla) e del duplice omicidio Cristaldi-Nucerito, consumatosi a Cassano il 6 gennaio 1999. Rispondendo alle domande, Perciaccante ha fornito ieri delle risposte che hanno
offerto numerosi motivi di contestazione alla difesa, giunta a
rilevare le contraddizioni non solo rispetto a quanto dichiarato dal collaboratore nei verbali di interrogatorio resi dinanzi al pm antimafia Vincenzo Luberto, ma anche rispetto a
quanto riferito alle passate udienze di questo processo. E gli
stessi giudici della Corte d’Assise di Cosenza hanno in qualche occasione invitato Perciaccante ad una attenta riflessione prima di rispondere alle domande. Terminata l’udienza,
con uno degli imputati che ha lamentato difficoltà a curarsi
in carcere, ci si è aggiornati al prossimo 16 novembre. Mentre si attende ancora la decisione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro in merito all’istanza di ricusazione avanzata alla passata udienza dall’imputato Nicola Acri, il presunto boss di Rossano che aveva sollevato ipotesi di pregiudizio nei confronti dei magistrati che lo avevano già giudicato e condannato nel processo Arberia.
Rossella Molinari
politica
«Vorrei un Pd vicino alla gente»
L’auspicio del democrat Antonio Leonetti: facilitare il dialogo
«Vorrei un Pd coriglianese sensibile
solo ai problemi della città, che faccia
concretamente iniziative coinvolgenti, le
elezioni si vincono non solo e non tanto
con i tesserati, ma soprattutto con il voto dei cittadini». E’ questo il Pd che immagina Antonio Leonetti, rappresentante del Circolo del Pd di Corigliano centro,
in una nota stampa dove esorta i dirigenti del partito, a qualsiasi livello, a dargli un nuovo ruolo. «Bisogna uscire - afferma Leonetti - da questa politica sempre più auto referenziata che rappresenta un pericolo vero per la salute del partito. Il partito deve essere solo lo strumento ideale per facilitare un vero
dibattito ed un confronto con tutti i cittadini, sui loro problemi e non su quelli
di organigrammi e di schieramenti. Non
si possono perdere delle occasioni. Questo, a maggior ragione, in un momento
così buio per Corigliano in cui i cittadini
L’esponente democrat Leonetti
avvertono la loro lontananza dalle istituzioni e, troppo spesso, si sentono impotenti rispetto alle scelte della politica.
E’ fuori di dubbio che è necessario e fon-
damentale per il Pd occuparsi solo dello
sviluppo della città. I cittadini giustamente si preoccupano dell’offerta sanitaria, dell’efficienza dei servizi, del costo
delle bollette, delle insufficienti manutenzioni delle strade, e pertanto sono interessati solo a cosa propongono le forze politiche, certamente non sono attratti dalle problematiche interne. Certo per
Corigliano - aggiunge Leonetti - i problemi in questo particolare momento sono tanti oltre quelli sopra indicati (sicurezza, crisi agricola, sviluppo turistico e
promozione delle risorse, commercio,
pesca) su questi l’attenzione del partito
deve essere massima. Non occorre farsi
prendere dalle grandi riflessioni teoriche, perché troppo spesso poi, si tralasciano problemi che possono apparire
“spiccioli”, ma che per una persona normale sono spesso i più importanti».
g.d.p.
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calabria
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C A T A N Z A R O
Truffa alla Regione, a giudizio
Cinque commercialisti dovranno rispondere anche di evasione fiscale
Truffa e reati di evasione
fiscale. Sono questi i capi di
accusa che a vario titolo hanno portato sotto processo
cinque commercialisti. Il giudice per le udienze preliminari Livio Sabatini ha rinviato a giudizio Enrico Dandolo,
Maurizio Scerra, Giovanni
Gaetano, Antonella Di Silvestro e Marco Maretta al 27
febbraio 2012. Maretta, che
risponde di evasione fiscale,
nella sua qualità di amministratore della società “Mediterranea Cavi” srl dal 2006 al
2009 si sarebbe avvalso, secondo le tesi accusatorie, al
solo scopo di evadere le imposte, di una serie di presunte fatture inesistenti, riportando nelle dichiarazioni fiscali del triennio che va dal
2005 al 2007 ammortamenti relativi ai beni strumentali. Dandolo, difeso dall’avvocato Enzo De Caro e Maretta
assistito dal legale Giuseppe
Fonte hanno invocato l’infondatezza delle tesi accusatorie evidenziando che la
Commissione tributaria provinciale di Catanzaro con
una recente sentenza aveva
accolto il ricorso del contribuente ed annullato l’accertamento fiscale posto a base
dell’indagine penale. La
Commissione tributaria,secondo quanto ha affermato il
legale durante l’arringa, ha
furto aggravato
Fa incetta di oggetti sacri
Romeno patteggia la pena
FALSE FATTURE Il tribunale di viale Argento dove il gup ieri ha pronunciato la decisione
annullato l’avviso di accertamento non per vizi di forma,
ma perché ha ritenuto infondate le contestazioni, precisando che le presunte fatture
non sarebbero false e avrebbero riguardato opere effettivamente eseguite e prestazioni di servizi regolarmente
svolti. La Guardia di finanza
della compagnia di Catanzaro in seguito ad una domanda di rimborso Iva avanzata
dalla società Mediterranea
Cavi srl, avrebbe effettuato,
secondo quanto emerso dall’impianto difensivo dell’avvocato De Caro, una verifica
in seguito alla quale si sareb-
be riscontrata l’effettiva esecuzione dei lavori fatturati.
L’avvocato De Caro ha prodotto in giudizio una perizia
di stima redatta in data 15
novembre 2005 dal tecnico
di banca in occasione dell’erogazione di un mutuo dalla quale risulta che la società
“Mediterranea Cavi” srl
avrebbe realizzato un capannone di tremila metri quadrati ed un fabbricato destinato ad uffici per settecentocinquanta metri quadrati per
smontare la tesi accusatorie
che le fatture fossero oggettivamente false. Ma Dandolo,
Scerra, difeso dall'avvocato
Aldo Costa, Di Silvestro, assistito dal legale Massimo Gimigliano, e Gaetano, rappresentato dall’avvocato Danila
Gullì, rispondono anche di
altro reato. Su di loro pende
l’accusa di truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato, e della Regione Calabria,
per i corsi di formazione professionale realizzati e gestiti
dalle società “Biotech” e
“Prometeo”. Avrebbero percepito contributi per i corsi di
formazione con presunti costi inesistenti il cui ammontare complessivo è di qualche
migliaio di euro.
Gabriella Passariello
Due mesi e venti giorni
di reclusione, più il pagamento di 80 euro di multa.
È questo il verdetto per
Viorel Ioan Rocas, il cittadino rumeno di 19 anni arrestato lo scorso luglio per
aver rubato la chiave di un
tabernacolo nella chiesa di
S. S. Immacolata e S. Michele ubicata in via Nazionale a Botricello. Il giudice
monocratico Adriana Pezzo ha accolto ieri la richiesta di patteggiamento
avanzata dal legale Gioconda Soluri avvallata dal pm
al termine del giudizio per
direttissima. Il giovane rumeno era stato colto sul
fatto insieme ad un suo
connazionale minorenne
denunciato a piede libero,
per furto aggravato in concorso e danneggiamento.
Dopo essere entrati in chie-
sa i due avrebbero tentato
di fare incetta delle offerte
e di oggetti sacri, mettendo
le mani finanche all’interno del Tabernacolo, riuscendo a trovarne le chiavi.
All’esterno della chiesa, però i due hanno trovato la
pattuglia dei carabinieri
della stazione di Sellia Marina, coordinata dal comandante Giovanni De
Nuzzo, che li ha colti in flagranza di reato. La refurtiva poi è stato restituita al
parroco. Fuori dalla chiesa,
infatti, i due avevano trovato la pattuglia dei carabinieri della Stazione di Botricello che, compreso
quello che si stava verificando, li avevano controllati e cogliendoli in flagranza di reato li avevano condotti in caserma, restituendo la refurtiva al parroco.
Dopo la convalida dell’arresto Rocas era stato rimesso in libertà senza alcuna misura cautelare così
come richiesto dal suo legale.
ga. pa.
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