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Il grooming che piace a lui - TellingtonTTouchTraining.it

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Il grooming che piace a lui - TellingtonTTouchTraining.it
tellington ttouch
Il grooming
che piace a lui
La gestione da terra influisce
sull’atteggiamento del
cavallo. Il TTouch ci aiuta
a farlo stare meglio
Se al nostro cavallo piace il modo in cui lo gestiamo ce lo farà capire con i segnali del suo corpo, sia da terra che dalla sella.
O
ggigiorno si ripone
sempre più interesse
nel cercare di riconoscere e trattare i problemi fisici nel corpo degli animali.
E’ sempre più comune che le
persone usino massaggi, terapie
magnetiche, agopuntura, laser e
altre tecniche innovative come
routine di base per i loro cavalli, per prevenire patologie e per
migliorare le performance. Una
delle differenze maggiori esistenti
tra il Metodo Tellington TTouch e
le tecniche elencate sopra è che il
primo non solo include un lavoro
corporeo specifico che promuo-
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IL MIO CAVALLO 3/2012
ve la guarigione e il benessere,
ma anche unisce esercizi da terra e dalla sella che cambiano gli
schemi abituali di movimento e la
postura dell’animale in modo permanente, consentendogli così di
ottimizzare le proprie prestazioni
e garantirsi una longeva salute.
Il Metodo Tellington TTouch,
ideato da Linda Tellington Jones
tre decadi fa e ora integrato nelle
usuali pratiche di tutte le discipline equestri, non è solo una metodica di addestramento e riabilitazione, ma anche un approccio
all’animale basato sul rispetto
della sua natura e individualità.
...per capirlo meglio
La maggior parte delle persone
pensa che l’addestramento avvenga solo quando si è in sella. In
realtà c’è sempre un filo che lega
il comportamento dell’animale
quando è montato e le sue reazioni quando invece è governato alla
mano. Per esempio, se è ‘troppo
in avanti’ riflettiamo su come si
comporta quando lo conduciamo
alla lunghina e pensiamo a cosa
si può fare per influenzare questo
comportamento. Oppure, se il
nostro cavallo è rigido all’inizio
del lavoro pensiamo a come sono
le sue risposte o i suoi atteggia-
menti durante le fasi di grooming
o quando lo selliamo e stringiamo il sottopancia prima di salire
in sella. Gli atteggiamenti che riscontriamo sono collegati tra loro e rimarremo sorpresi di come,
cambiando solo alcuni dettagli
nel modo in cui gestiamo il nostro
cavallo, riusciremo a influenzare
anche il suo comportamento. Ci
accorgeremo di come si possa
notevolmente migliorare la sua
scioltezza sotto la sella modificando ad esempio il modo di strigliarlo e come, aggiungendo alla
nostra pratica quotidiana solo pochi minuti di TTouch (lavoro sul
suo corpo) prima o dopo il lavoro,
e un paio di volte alla settimana
alcuni pratici esercizi da terra, in
breve tempo ci ritroveremo sotto
la sella un compagno più fiducioso, collaborativo, coordinato e
attento alle nostre richieste.
Alla lunghina
Un punto semplice da cui partire è quello della conduzione alla
lunghina. Una domanda che viene
posta spesso agli esperti del Metodo Tellington TTouch è perché
venga utilizzata una lunghina con
catenella o con cordino morbido
passate sopra la nasiera della capezza o fissate agli anelli laterali
invece che utilizzare una normale lunghina attaccata all’anello
vicino alla barbozza o la capezza
‘etologica’. Immaginiamo ora
una scena molto nota: il cavallo
è nervoso, con la testa alta e tira e controllarlo diventa molto
problematico: come siamo soliti
fermarlo? Le scelte possibili comprendono il tirarlo e farlo girare in
circolo attorno a noi, oppure puntargli il gomito in una spalla per
cercare di controllarlo evitando
che ci pesti, oppure strattonare la
lunghina verso il basso o agitarla
velocemente.
Quale sarà la risposta del cavallo
a queste azioni? Se lo mettiamo in
circolo quando sta camminando
troppo veloce o gli piantiamo un
gomito nella spalla, lo abituiamo
a sviluppare un solo lato del suo
corpo (generalmente il sinistro),
oltre a mandarlo fuori equilibrio
invece di insegnargli a camminare tranquillo e a fermarsi in modo
coordinato senza portare la testa
al vento. Quando la lunghina viene strattonata o agitata verso il
cavallo, di solito la sua reazione
è quella di rovesciare la testa in
alto e di inarcare e irrigidire i muscoli della schiena: esattamente
l’opposto di ciò che desideriamo
da lui quando lo montiamo. Con
il Metodo Tellington TTouch utilizziamo la lunghina con catenella o con cordino passate sopra la
nasiera della capezza per inviare
all’animale segnali molto leggeri
e soprattutto precisi, così da consentirgli di avanzare assumendo
una postura in equilibrio che lo
incoraggia a utilizzare il collo e
la schiena proprio come dovrebbe
fare una volta montato. Di solito
servono solo alcune sessioni di
lavoro anche solo mentre lo por-
I tocchi di cui si compone il TTouch sono in grado di indurre uno stato di benessere diffuso nel cavallo.
Oltre a farlo stare bene gli creano una disposizione d’animo più interessata a ciò che gli accade intorno.
Cambiando alcuni dettagli nel modo
in cui gestiamo il cavallo riusciremo
a influenzare il suo comportamento
tiamo in paddock o in box, o sfruttando alcuni esercizi proposti da
Linda come il labirinto, la stella
o la piattaforma che aiutano ad
accrescere il suo equilibrio, a sviluppare la consapevolezza di sé,
l’autocontrollo e la curiosità: in
una parola gli insegnano a ragionare, invece che ad agire d’istinto,
e aumentano la sua autostima.
Alcune metodiche di addestramento raccomandano l’uso della
catena passata sotto il mento del
cavallo. Quando chi lo conduce
vuole che si fermi, dice “whoa” o
“alt” e, se il cavallo non si ferma
immediatamente, tira di scatto
sulla lunghina. Anche se ciò dà
alla persona la parvenza di estremo controllo, ancora una volta la
testa del cavallo, in seguito alla
pressione della catena sul mento,
finisce in alto e la schiena viene
inarcata, portandolo fuori equilibrio. Questo tipo di approccio
inoltre non dà al cavallo il tempo
di elaborare i segnali dati da chi Ü
A
TTouch: Il Tocco che insegna
lla base della ‘magia’ dei tocchi circolari ideati da Linda Tellington
Jones ci sono numerosi e autorevoli studi di neurofisiologia che
hanno evidenziato in maniera sorprendente come questi movimenti
eseguiti sulla pelle degli animali (e anche delle persone) attivano nuove
vie nervose e sensoriali. Oltre a indurre uno stato di generale benessere
psico-fisico, viene favorita l’attivazione dei centri cerebrali dell’apprendimento, aumentando la propriocezione, ovvero la consapevolezza di
sé nello spazio circostante, e quindi favorendo l’equilibrio fisico, mentale ed emozionale, cosa che potenzia le possibilità di ogni corpo di un
corretto ‘funzionamento’.
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tellington ttouch
Il Metodo Tellington in Italia
bene e non percepisce correttamente i nostri segnali come invece succede quando ci poniamo
all’altezza della sua testa, evitando così di rischiare di essere calpestati o calciati nel caso in cui
dovesse scappare e di produrre
tensioni e cattiva comunicazione
tra i membri del binomio anziché
insegnamento.
S
ilvia Torresani e Massimo Da Re sono due veterinari ippiatri impegnati a tutto tondo nel benessere del cavallo e nella diffusione della
cultura equestre. Referenti di Linda Tellington Jones per la sessione
cavalli in Italia, si occupano direttamente sia dell’insegnamento che
dell’organizzazione di corsi con insegnanti di grande prestigio come
la stessa Linda e sua sorella Robyn Hood. Nel corso dell’anno vengono
organizzati molti stage in tutta Italia assieme a sessioni individuali sia
per i cavalli che per i cavalieri. Potete seguire il ricco programma per il
2012 sul sito www.tellingtonttouchtraining.it o su Facebook (Tellington TTouch Cavalli Italia) o contattarli agli indirizzi di posta elettronica
[email protected] o [email protected].
conduce e quindi di rispondere in
modo appropriato. L’idea portata
avanti dall’approccio del Metodo
Tellington è quella di avere un
cavallo che pensa, che si ferma in
modo fluido, con una postura che
porta a sviluppare la coordinazione e la rispondenza.
Anche senza volerlo diamo al
cavallo una grande limitazione
conducendolo solo e sempre da
sinistra. Riceverà più input da un
lato rispetto all’altro. Se il nostro
cavallo è più rigido da un lato o
ha difficoltà ad andare diritto,
dobbiamo prendere in considerazione anche le nostre abitudi-
ni nel condurlo a mano. Se ha
il vizio di strappare la lunghina
di mano mentre camminiamo,
proviamo a condurlo dalla parte
non-abituale. Non-abituale significa fare qualcosa che è diverso da
ciò che facciamo di solito, riponendo chiaramente più attenzione
poiché dobbiamo eseguire azioni
in modo nuovo. Anche la nostra
posizione rispetto al suo corpo è
importante: convenzionalmente
ci viene insegnato a camminare
all’altezza della sua spalla, ma
ciò presenta degli inconvenienti.
Quando siamo in questa posizione infatti il cavallo non ci vede
Condurre i cavalli da destra cambia le carte in tavola. La situazione è
nuova, arrivano stimoli diversi e il cavallo è più portato ad ascoltarci.
Spesso i cavalli sono legati ai due venti con catenelle piazzate troppo in alto e questo non permette loro di allungare e rilassare la schiena.
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Ai due venti
Un’altra pratica comune che
può portare ad avere un soggetto
con la schiena rigida e inarcata è
l’uso inappropriato dei due venti
per legare il cavallo. L’altezza dei
due venti viene cambiata molto
di rado in relazione all’altezza
dell’animale. Se un cavallo è
sensibile alle manualità di pulizia, irrigidisce il collo e i muscoli
della schiena in risposta all’uso
di brusca e striglia. Se la sua testa
è legata troppo in alto, egli perde
qualsiasi capacità di comunicare
il suo disagio se non muovendo
i posteriori da una parte all’altra
o sollevando di scatto la testa o
mordendo le catene o l’aria.
Per ottenere il massimo beneficio anche dalle operazioni di
grooming, la testa del cavallo dovrebbe rimanere circa al livello
del garrese. Affinché egli possa
rilassare al massimo la schiena, la
sua linea dorsale deve poter essere
estesa completamente. Poiché la
linea dorsale è come un grande
elastico, se la testa va verso l’alto
il dorso si inarca; quando la testa
si abbassa la schiena può sollevarsi e i muscoli possono rilassarsi.
Nel momento in cui l’animale
inizia a muoversi in modo scoordinato, cessa la nostra possibilità
di comunicare con lui in modo efficiente e possono iniziare i guai.
Il grooming ti piace?
Il modo in cui è stato insegnato a
molti di noi a fare brusca e striglia
per molti cavalli non è affatto rilassante. Proviamo a immaginare
di venire puliti per alcuni secondi
nel modo tradizionale, venendo
strofinati con una striglia - a volte addirittura quella classica di
ferro - e poi spazzolati in modo
energico e veloce con delle brusche spesso dure, il tutto fatto
in maniera molto rapida perché
bisogna montare il prima possibile. Teniamo inoltre conto che
la sensibilità cutanea del cavallo
è assai maggiore di quella degli
Con il metodo Taming the Tiger il cavallo è legato, ma non costretto e in poco tempo si rilassa.
Gli esercizi da terra aumentano
la consapevolezza di sé e quindi
aiutano a sviluppare l’autostima
esseri umani. Quando dimostriamo questa pratica utilizzando
una persona come cavia, la prima
sua reazione è quella di irrigidirsi anche se indossa una giacca o
una felpa. Proviamo a prendere
il polso e il respiro di un cavallo reattivo al grooming prima di
iniziare a pulirlo e poi durante la
sessione: noteremo come questi
cambino in modo rilevante quando lo strigliamo e bruschiamo in
un modo a lui gradito. Rispettivamente i battiti aumentano e diminuiscono via via che gli creiamo
disagio o piacere. Il nervosismo
che si può accumulare in questi
momenti ovviamente troverà poi
una qualche via di sfogo quando
saliamo in sella, cosa che rischia
di creare momenti di tensione e
incomprensione tra cavallo e cavaliere che vanno a discapito della
qualità del reciproco rapporto. Ü
Taming the Tiger
I
l metodo Taming the Tiger, che
letteralmente significa ‘domare la tigre’, ci permette di legare
il cavallo in sicurezza e di stargli
intorno senza pericoli, né per
noi né per lui. Mettiamo il cavallo vicino a una parete, in modo
che non possa indietreggiare
di più di un metro. Per lavorare ad esempio alla sua destra,
agganciamo una fune di circa
5 metri e di 10 mm di spessore
all’anello laterale sinistro della
sua capezza. Facciamo passare
il cordino a un anello attaccato al muro circa all’altezza del
petto del cavallo. Passiamo la
fune nell’anello sotto il mento
e reggiamo la corda con la mano
sinistra. In questa mano avremo
anche una lunghina che agganceremo invece all’anello laterale
destro della capezza. Basta un
po’ di pratica e impareremo a far
scorrere le due corde mentre
l’altra mano è libera di toccare il
cavallo. Legato in questo modo
il cavallo avrà la testa all’altezza giusta, e cioè più o meno in
linea con il garrese, e potremo
stare a distanza di sicurezza dai
suoi denti, nel caso di cavalli che
mordono o in momenti delicati
come le visite mediche. Legato
ma non costretto, inoltre, il cavallo si rilassa e impara a stare
legato tranquillo. Il Taming the
Tiger però non va messo in pratica senza sapere esattamente
cosa fare. Rivolgiamoci quindi a
chi ci può insegnare a eseguirlo
nella più totale sicurezza. Evitiamo inoltre di farlo con i cavalli
che si impennano a meno che
non siamo proprio degli esperti
e teniamo sempre presente che
i cavalli con questa tendenza
non devono essere mai essere
legati in modo fisso. Potrebbero
farsi seriamente del male.
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tellington ttouch
Giochiamo insieme
I
l labirinto è uno degli esercizi
più utili per accrescere nel cavallo la fiducia in se stesso, aiutarlo ad aumentare il suo equilibrio
e insegnargli a ragionare senza
avventarsi. Il cavallo che procede nel labirinto, nel ventaglio o
nella stella e sulla piattaforma,
deve muoversi in linea retta, sugli
angoli, in curva, oppure su un terreno diverso nel caso della piattaforma. Nel farlo impara a disporsi
nello spazio, a usare meglio le va-
rie parti del suo corpo, ad allungare e accorciare le falcate. Impara cioè a guardare dove mette
i piedi e a decidere come affrontare ciò che ha davanti. Quando
affrontiamo questi esercizi fermiamoci spesso in modo da dare
al cavallo il tempo di ragionare.
In questo modo il cavallo impara
a riflettere frenando o meglio risolvendo il suo innato istinto alla
fuga e concentrandosi di più e
più serenamente.
I cavalli che si agitano
durante il grooming
di solito cercano di
comunicarci un disagio
Non è maleducazione
Spesso le persone interpretano
le reazioni dei cavalli al grooming
come ‘disobbedienze’ o ‘maleducazione’. Spesso per far sì che
l’animale rimanga fermo viene
colpito con delle pacche o con la
striglia e viene rimproverato. Tali azioni forse fanno smettere al
cavallo di calciare o di mordere e
magari lo fanno rimanere fermo,
ma non smorzano certo il suo disagio. La prossima volta che sarà
legato ai due venti e strigliato,
tutto ricomincerà daccapo e sarà ancora punito quando invece
starà solo cercando, attraverso il
suo linguaggio, di chiederci di
modificare le nostre manualità.
Quando il grooming si trasforma
e, da energico e frettoloso, diventa
più delicato e attento molti cavalli
modificano il loro modo di porsi
durante il lavoro. Il processo può
richiedere un pò di tempo all’inizio, ma le tempistiche si accorciano notevolmente una volta che il
cavallo inizia a gradire le operazioni di brusca e striglia. Anche se
dovremo dedicare qualche minuto
in più a questa fase, ridurremo in
modo significativo i tempi di riscaldamento e/o di ‘sgasamento’,
a tutto vantaggio della qualità della nostra equitazione!
Si ringraziano i Dott. Silvia Torresani
e Massimo Da Re
per la gentile collaborazione
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