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Benzina e proiettili davanti casa

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Benzina e proiettili davanti casa
Martedì 15 novembre 2011
Nei giorni scorsi analogo “avvertimento”
alla collega degli Affari Generali, Adriana Teti
Dirigenti nel mirino
Benzina e proiettili davanti casa
Pasquale Scalamogna a capo del settore Lavori pubblici del Comune di Vibo
| IL CASO |
di GIANLUCA PRESTIA
VIBO VALENTIA - E’a capo del settore Lavori Pubblici del Comune
capoluogo. Un ufficio che si suol
definire “pesante” non solo per la
mole di lavoro, ma per le numerose
e delicate pratiche sulle quali ogni
giorno è chiamato ad apporre la
sua firma. Ed è proprio alla sua attività che Pasquale Scalamogna,
52enne professionista in servizio
presso palazzo “Luigi Razza”, fa ricondurre la grave intimidazione di
cui è stato fatto oggetto la scorsa
notte. Un messaggio inquietante
che ha preso le sembianze di una
bottiglia di plastica contenente
benzina e di una busta con all’interno quattro proiettili di pistola di
grosso calibro. Messaggio lanciato da chi, a questo punto, si è sentito danneggiato dal dirigente comunale nei confronti del quale
l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola D’Agostino ha fatto
quadrato. L’intimidazione è quasi
analoga a quella indirizzata contro
una collega di Scalamogna, Adriana Teti, dirigente del settore Affari
Generali che, tra l’altro, in precedenza aveva anche subito il danneggiamento della sua autovettura, parcheggiata sotto casa, per
l’esplosione di un ordigno rudimentale.
Nel caso dell’ingegnere 52enne i
malviventi hanno agito nel tardo
pomeriggio di domenica scorsa,
intorno alle 18, lasciando su un
gradino della scala esterna della
casa, sita nel centro storico del capoluogo di provincia, la bottiglia di
vetro piena di benzina avvolta in
una busta di plastica con quattro
proiettili di pistola di grosso calibro. Il tutto è stato notato dalla moglie della vittima che ha subito
chiamato il marito. Immediata la
denuncia presso il comando provinciale dei carabinieri il cui personale ha avviato le indagini. «Certamente l’intimidazione è legata alla
mia attività professionale al comune», ha riferito l’interessato ancora scosso per quanto accaduto. Ed
infatti, il movente del gesto criminoso sembrerebbe proprio essere
collegato con la professione di Scalamogna, anche se c’è da aggiungere, che gli investigatori coordinati dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia, non tralasciano, come da prassi, alcuna pista.
Anche il più insignificante particolare potrebbe, infatti, mettere gli
uomini della Benemerita sulla giusta strada. Un elemento ulteriore
d’indagine potrebbe essere rappresentato dal recente sblocco dell’edilizia pubblica, che è prettamente di
Pasquale Scalamogna, dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Vibo Valentia
|
L’ESCALATION
competenza del settore Urbanistica, ma con ampi riflessi su quello
dei Lavori pubblici.
Immediata la reazione del sindaco D'Agostino che ha espresso solidarietà al professionista anche a
nome dell'intera amministrazione. I gravi atti intimidatori - ha sostenuto il sindaco - che hanno colpito anche il Comune di Vibo Valentia, nelle persone di Adriana Teti e di Pasquale Scalamogna, non
possono più lasciarci indifferenti,
ne devono passare inosservati. Un
invito ai dirigenti a proseguire nel
lavoro che si sta portando avanti
per la città, una sollecitazione alle
forze dell'ordine nell'intensificare
i controlli ed un invito alla cittadinanza tutta nel discostarsi e recriminare azioni fatte nell'ombra da
individui che non hanno il coraggio di metterci la faccia, ma si fanno forti dell'anonimato. Occorre ha concluso il primo cittadino - dire
a gran voce e insieme “basta” con
azioni che offendono la dignità di
persone oneste come sono la maggior parte dei cittadini vibonesi».
Dirigenti comunali che continuano, per il ruolo che ricoprono,
ad essere, dunque, nel mirino della
criminalità in un territorio che sta
assistendo ad una preoccupante
recrudescenza.
|
Un territorio sotto scacco
VIBO VALENTIA - Un
territorio che da sempre
è stato stretto nella morsa della criminalità. Danneggiamenti, intimidazioni, estorsioni, usura, tentato omicidi e omicidi hanno inesorabilmente
minato la serenità della popolazione vibonese
che, nell’ultimo
periodo, ha assistito, fortemente
preoccupata (ed
è comprensibile!) ad un’escalation di
violenza. Le due gravi intimidazioni ai danni di
Pasquale Scalamogna e
Adriana Teti (foto) sono,
quindi, solo le ultime di
Nell’ultimo periodo si è registrata
una recrudescenza criminale
una lunga lista nera destinata (se questa è la tendenza) purtroppo ad allungarsi.
Basti citare, nell’ottobre scorso, quattro agguati verificatisi in appena sei giorni con due
morti e due feriti appena
sei giorni. Una serie iniziata con il tentato omicidio a Comparni di Mileto
del 49enne Rocco La Scala ferito da due colpi di pistola alla testa, per sua
fortuna di striscio, e alla
scapola destra.
Quasi in contemporanea, a Nicotera Marina,
un malvivente sparava
alla gamba il docente di
matematica del Liceo
Classico-Itis, Antonino
Rocco, 50 anni.
Tre giorni dopo l’uccisione di Mario Michele
Fiorillo,
agricoltore
64enne freddato a colpi
di fucile mentre si trovava ad arare la terra del
suo fondo in località “Cotura” nel territorio di Piscopio, frazione di Vibo.
A distanza di 48 ore l’uccisione del 61enne Fortunato Patania, di Stefanaconi che gli investigatori ritengono possa es-
sere collegato con l’omicidio dell’agricoltore.
La casella intimidazioni fa segnare un numero
superiore a 20 nell’ultimo periodo. Tralasciando le auto bruciate (ormai
non si contano più) quelle più gravi sono state gli
spari contro casa e azienda dell’imprenditore Antonio Comerci (50 colpi di
pistola in due occasioni),
la bomba contro il garage
di un altro imprenditore
Domenico Grasso di San
Costantino Calabro e l’incendio del locale “San
Pietro” di proprietà del
ristoratore Pino Vallone
a Paravati di Mileto, andato quasi completamente distrutto.
gl. p.
Esponenti del mondo politico locale condannano con forza le intimidazioni ai danni dei due professionisti dell’ente
«È ora di dire basta a questa spirale di violenza»
VIBO VALENTIA - La notizia della
duplice intimidazione ai danni dei
due dirigenti del comune di Vibo
ha suscitato forte preoccupazione
da parte degli esponenti del mondo
politico locale che hanno, al contempo, voluto manifestare ai diretti interessati la loro vicinanza esortandoli a proseguire nella loro attività professionale.
Francesco De Nisi. Per il presidente dell’amministrazione provinciale «questi gesti di matrice
criminale si rinnovano ormai con
sempre maggiore frequenza accrescendo la preoccupazione di
tutti coloro che rinnegano ogni
forma di illegalità e anelano un
contesto ambientale più civile e sereno».
Donne Pd. Sulla stessa scia le
donne del Partito democratico di
Vibo che hanno manifestato vicinanza alla Teti esortandola a pro-
seguire nella sua attività a palazzo
“Luigi Razza”.
Nazzareno Salerno. Il presidente della Commissione Sanità del
Consiglio regionale condanna
questi «questi gesti vili che suscitano la riprovazione e lo sdegno di
tutte le componenti sane della società e ribadiscono la necessità di
una presenza forte dello Stato nel
Vibonese. Sono assolutamente
convinto che seri professionisti come Scalamogna e la Teti non si faranno impressionare da queste dimostrazioni d'inciviltà e continueranno a svolgere con il consueto
impegno il loro lavoro. Allo stesso
tempo - afferma in conclusione il
consigliere regionale - occorre dire
basta a chi fa della violenza e della
coercizione uno strumento per ottenere indebiti vantaggi e prendere gli opportuni provvedimenti
per tutelare chi con dedizione è al
servizio delle Istituzioni e mette le
proprie competenze a disposizione
della collettività».
Udc.Stesso giudizio espresso dal
gruppo consiliare, guidato dal capogruppo Antonino Daffinà, dalla
delegazione in seno alla giunta comunale, guidata dal vicesindaco
Salvatore Bulzomì, e dal commissario cittadino del partito, Raffaelle Iorfida: «L’Udc si dichiara vicino
alla dirigente comunale Adriana
Teti ribadendo che non è possibile
in alcun modo tollerare simili ingerenze nell'esercizio della propria funzione pubblica né tanto
meno è accettabile che la vita privata di un dirigente comunale e di un
cittadino venga turbata con atti
che non sono degni di una società
civile».
Associazione dei Comuni. Nicolino La Gamba, che parla anche a
nome dell'Associazione dei comu-
ni “Vibo Vale” si dice convinto che
«tutto questo non fa altro che aumentare quel solco tra chi opera in
coscienza e in funzione del rispetto
delle leggi, cioè della legalità, e chi
continua con questi atti ignobili a
percorre la strada della vecchia
metodologia mafiosa delle minacce. La dignità di ogni uomo libero
non può, nè oggi e nè domani, essere condizionata da tali vili minacce. Stiamo lottando tutti assieme
per dare segnali tangibili di cambiamento nel Vibonese: magistratura, forze dell'ordine, amministrazioni, cittadini. Siamo tutti
partiti proprio dalla legalità - conclude La Gamba - principio dal quale nessuno mai si potrà tirare indietro se si vuole essere uomini liberi che vivono nell'affermare i diritti più semplici e basilari di ogni
di noi».
gl. p.
L’amaro sfogo
di una vittima
«Non mi sento
protetto
dalle istituzioni»
VIBO VALENTIA - Qualche giorno addietro gli
avevano quasi completamente distrutto l’attività
che, con tanta fatica e
passione, era riuscito a
mettere in piedi fin dal
1993. Il fuoco, generato
da una scintilla dopo che
nel locale erano stati versati oltre 40 litri di benzina, aveva praticamente
mandato in fumo i suoi
sogni. Per far questo i
malviventi avevano scavalcato l’inferriata. Il
tutto ripreso dalle telecamere del ristorante per
mezzo delle quali però
non era stato possibile
identificare gli autori in
quanto coperti dai passamontagna.
Dopo quell’episodio,
Pino Vallone, noto ristoratore di Mileto, si aspettava una maggiore vicinanza da parte delle istituzioni. Ma, per come ha
egli stesso riferito, ciò
non è avvenuto.
E per questo ha scritto
una brevissima lettera ai
giornali per manifestare
il suo stato d’animo: «Sono il titolare del ristorante pizzeria San Pietro, distrutto da un incendio
doloso la settimana scorsa (era la notte tra l’8 e il 9
novembre), ma, da quel
giorno, mi non ho visto
la presenza delle istituzioni. Non mi sento protetto, tutelato», spiega
amaramente il ristoratore che, nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi
e importanti riconoscimenti soprattutto di livello nazionale.
Vallone, nella sua lettera che è un vero e proprio sfogo per «lo stato di
solitudine che sta vivendo insieme alla sua famiglia», ha riferito di essersi recato, in due occasioni, «dai carabinieri per
informarmi se ci fossero
sviluppi sul caso», aggiungendo di non essere, però, «riuscito neanche a parlare con il maresciallo. Un appuntato mi
ha detto che mi avrebbe
fatto chiamare. Ebbene,
ancora oggi attendo
quella telefonata».
Sentimenti di profondo sconforto e «tanta
rabbia» animano il ristoratore che manifesta in
tutta la loro drammaticità nel momento in cui afferma che «simili atteggiamenti non incentivano certo ad andare avanti. Comprendo nitidamente - aggiunge l’interessato - che le mie sono
parole dettate da uno stato emotivo particolare
ma fotografano, tuttavia, una difficoltà nel
trovare la forza e la spinta necessarie per ricominciare».
gl. p.
E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro
8 Primo piano
Martedì 15 novembre 2011
24 ore
in Calabria
La Procura della Repubblica notifica al consigliere regionale l’aggravante della corruzione elettorale
Nuova tegola per Rappoccio
Stralcio d’indagine anche contro un corposo presunto gruppo di complici
di GIUSEPPE BALDESSARRO
REGGIO CALABRIA - E’ una nuova tegola quella caduta sulla testa
del consigliere regionale del Pri
Antonio Rappoccio. Ieri la Procura della Repubblica gli ha infatti
notificato un nuovo avviso di conclusioni indagini nel quale la sua
posizione si è aggravata. Rappoccio era stato indagato per corruzione elettorale, ma ora la Procura
ha deciso di contestargli l’aggravante. Un articolo di legge con il
quale si ipotizza la corruzione
elettorale in una forma secondo
cui il consenso elettorale sarebbe
stato carpito in maniera fraudolenta.
Dall’avviso ricevuto da Rappoccio si evince anche dell’altro. Ossia che il politico regionale non
avrebbe agito da solo, ma i concorso con altri soggetti. Soggetti per i
quali si sta procedendo
separatamente.
Un’inchiesta bis
che sarebbe, di fatto, uno stralcio della prima. Un fascicolo voluto dai magistrati reggini per
far luce su possibili
altri “delitti” collegati all’imbroglio. Nelle scorse
settimane, con un avviso a firma
del Procuratore aggiunto Ottavio
Sferlazza e del sostituto Stefano
Musolino, era stata chiusa l’inchiesta nata da una denuncia
dell’allora Presidente del Consiglio comunale Aurelio Chizzoniti.
Il fascicolo originario riguardava una presunta corruzione elettorale di Antonio Rappoccio, il
quale avrebbe promesso posti di
lavoro in cambio del sostegno elettorale. Secondo la ricostruzione
della polizia giudiziaria della
Guardia di Finanza, Rappoccio
sarebbe l’ispiratore di cooperative
finalizzate, almeno ufficialmente,
a gestire tutta una serie di servizi e
strutture produttive (tra queste
un’orto botanico, una clinica sanitaria per la riabilitazione e persino
Chiese
il voto
in cambio
di lavoro
un’azienda per il fotovoltaico). Tali cooperative, o meglio una di
queste (la Alicante), pochi mesi
prima delle regionali avrebbe bandito una selezione per l’assunzione di personale. Assunzione che
doveva essere fatta a termine di un
concorso in due fasi: una prova
scritta ed una orale. Dopo gli scritti, sempre secondo l’inchiesta,
Rappoccio iniziò a incontrare gli
aspiranti dipendenti lasciando intendere che avrebbero ricevuto
una spintarella nella seconda prova, fissata dopo il voto, se lo avessero aiutato per le elezioni. Da qui
l’accusa dei magistrati. Ora però
gli investigatori voglio andare oltre per iniziare a mettere in naso
nelle cooperative che in più fasi furono create e successivamente
sciolte da persone vicine a Rappoccio. La “Alicante” infatti è solo
una di queste. Infatti, nel momento in cui la vicenda delle denunce
di Chizzoniti finì sulla stampa, il
Antonio Rappoccio
fondatore della cooperativa Santo
Surace (compare d’anello di Rappoccio), decise di trasferire tutto
ad una nuova società la “Iside Solare”. Tra l’altro lo stesso Surace,
interrogato dai finanzieri, ha ammesso che il progetto della “Alicante” (che era quello di assumere
personale per la costruzione di
pannelli fotovoltaici) rimase
«aleatorio». Insomma, dietro la selezione di aspiranti operai e tecnici non c’è mai stato nulla di davvero concreto. Ed è questo, al di la
delle promesse, o presunte tali, di
Rappoccio che gli investigatori
vogliono capire. Perchè mai una
cooperativa avrebbe dovuto selezionare personale senza uno
straccio di contratto in mano? Per
gli inquirenti questa parte della
storia va ancora chiarita, soprattutto alla luce di alcune testimonianze rilasciate dai ragazzi che si
rivolgevano a Rappoccio e ai vertici della Cooperativa.
Pignatone alla Bocconi per ricordare Ambrosoli invita la società a tenere alta la guardia
«Contro i clan le toghe non bastano»
Il magistrato, parlando dell’Expo, ricorda che i controlli sono necessari
MILANO -Secondo il procuratore di
Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, eventuali infiltrazioni mafiose in vista dei lavori di Expo non
possono essere solo un problema
della magistratura ma ci deve essere un «sistema di controllo che si
può variamente articolare».
«Non è solo un problema di Expo –
ha detto Pignatone che nel pomeriggio ha partecipato a un convegno, all’università Bocconi di Milano, dedicato a Giorgio Ambrosoli,
l’avvocato milanese ucciso dalla
mafia mentre era liquidatore della
banca privata italiana di Michele
Sindona – Le mafie sono attente a
cogliere tutte le occasioni: può essere un piccolo lavoro di competenza
di un ente locale ma ovviamente
l’Expo può attrarre di più per via degli interessi in gioco. Ci deve essere
un sistema di controllo che si può
variamente articolare La magistratura fa il suo dovere, la procura di
Milano è sempre in prima linea ed è
un ufficio splendido. Poi però tocca
alle altre componenti della società
come la politica e la pubblica amministrazione evitare questo rischio».
Per i Giuseppe Pignatone, è «essenziale che la società civile del
nord certamente più ricca e articolata di quella del sud, combatta in
tempo» il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella società e
nell’economia. Il procuratore ha
spiegato come sia «un problema che
non ha la stessa gravità che ha al
sud» e «a macchia di leopardo».
«Però è fondamentale – ha detto
Pignatone – prendere conoscenza
di questo problema anche approfittando anche dai dati che vengono
dalle indagini, dati oggetti, intercettazioni, dichiarazioni e testimonianze».
Pignatone ha anche detto: «Le
fabbriche e i cantieri sono campi di
battaglia nella lotta contro i clan,
che tentano di espellere il sindacato
per lasciare soli i lavoratori con i loro problemi. L’altro fronte è il credito. I mafiosi offrono denaro facile,
ma quando si aprono loro le porte
dell’impresa diventa impossibile liberarsene. Il Progetto San Francesco si impegna su questi fronti e noi
siamo al suo fianco».
Giuseppe Pignatone
COMUNE DI CATANZARO
COMUNE DI CATANZARO
COMUNE DI CATANZARO
ASSESSORATO LL.PP.
SERVIZIO GESTIONE DEL TERRITORIO
VIA JANNONI - CATANZARO
ASSESSORATO LL.PP.
SERVIZIO GESTIONE DEL TERRITORIO
VIA JANNONI - CATANZARO
SETTORE GESTIONE DEL TERRITORIO
ESTRATTO AVVISO DI GARA
ESTRATTO AVVISO DI GARA
COD. CIG. 33941404EE
ESTRATTO AVVISO DI GARA
COD. CIG. 3394015DC4
Questa Amministrazione indice procedura aperta, per procedere
all’ AFFIDAMENTO del SERVIZIO DI VIGILANZA INTERNA
PALAZZO DI GIUSTIZIA SITO IN PIAZZA FALCONE E BORSELLINO per il periodo di 24 mesi, con il criterio del prezzo più basso
ai sensi del D.Leg.vo 163 del 13.04.06 e s.m.i con le modalità di
cui agli artt. 82 comma 1 e dei combinati artt. 86 comma 1 e 5 ed
87 comma 1 dello stesso decreto .
Importo a base d’asta Euro 295.000,00
Oneri di sicurezza Euro 5.000,00
Termine presentazione delle offerte: ore 10.00 del 28.12.11.
Apertura delle offerte: ore 12.00 del 28.12.11
I requisiti e le modalità di partecipazione alla gara sono riportati nel
testo integrale del bando di gara,del disciplinare e del capitolato
speciale che sono disponibili, assieme agli altri elaborati tecnici
presso la Segreteria Amministrativa del Servizio Gestione del
Territorio (tutti i giorni feriali, sabato escluso, dalle ore 10.00 alle
ore 12.30 – TF 0961.881392 - FAX 0961.881264).
Il bando di gara in data 26.10.11 è stato trasmesso alla G.U.C.E.,
alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, pubblicato on-line
all’albo pretorio di questo Ente e sui siti: www.comunecatanzaro.it
e www.confindustria.cz.it,
Questa Amministrazione indice procedura aperta, per procedere
all’ AFFIDAMENTO del SERVIZIO DI VIGILANZA INTERNA
PALAZZO DI GIUSTIZIA SITO IN VIA ARGENTO per il periodo di
24 mesi, con il criterio del prezzo più basso ai sensi del D.Leg.vo
163 del 13.04.06 e s.m.i con le modalità di cui agli artt. 82 comma
1 e dei combinati artt. 86 comma 1 e 5 ed 87 comma 1 dello stesso decreto .
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Il bando di gara in data 26.10.11 è stato trasmesso alla G.U.C.E.,
alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, pubblicato all’albo pretorio di questo Ente e sui siti: www.comunecatanzaro.it e
www.confindustria.cz.it,
Catanzaro, 15.11.11
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IL RESPONSABILE
DEL PROCEDIMENTO
Dott. Luigi Franco
IL DIRIGENTE
Arch. Carolina Ritrovato
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Arch. Carolina Ritrovato
Questa Amministrazione indice procedura aperta, per l’appalto del
servizio di trasporto funebre di salme in stato di indigenza, gestione di tutte le opere e servizi occorrenti per la gestione dei cimiteri
comunali (operazioni di necroforia, diserbo e piccoli lavori manutentivi, manutenzione delle aree a verde) COD. CIG:31734226AC,
ai sensi dell’art. 55, comma 5 del D.Lgs. 163/2006 e smi, con il criterio del prezzo più basso di cui all’art. 82 comma 2 lett. A, con
l’esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una
percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia individuata ai sensi dell’art. 86 comma 1 del predetto Decreto
Legislativo ed ai sensi dell’art. 121 del DPR 207 del 5.10.2010
(regolamento di esecuzione del D.Lgs. n. 163/2006).
Importo a base d’asta Euro 406.000,00 oltre a Euro 10.000,00 per
oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
Termine presentazione delle offerte: ore 10.00 del 21.12.11.
Apertura delle offerte: ore 12.00 del 21.12.11
I requisiti e le modalità di partecipazione alla gara sono riportati nel
testo integrale del bando di gara, del disciplinare e del capitolato
speciale che sono disponibili, presso gli Uffici del Responsabile
dei Servizi Cimiteriali del Comune di Catanzaro – Via Jannoni (nei
giorni di lunedì e mercoledì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – TF
0961.881243 - FAX 0961.881264).
Il bando di gara in data 19.10.11 è stato trasmesso alla G.U.R.I.,
pubblicato (integralmente con il disciplinare ed il capitolato) alla
G.U.C.E., on-line all’albo pretorio di questo Ente e sui siti:
www.comunecatanzaro.it e www.confindustria.cz.it,
Catanzaro, 15.11.11
IL RESPONSABILE
SERVIZI CIMITERIALI
Emanuele Cannistrà
IL DIRIGENTE
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BREVI
TRA MORANO E CASTROVILLARI
OGGI A CASTROVILLARI
CONVOCATO DA TALARICO
A3, chiusura al traffico in direzione nord
Pisl, presentazione ai sindaci del Pollino
Venerdi la sanità in consiglio regionale
L’ANAS comunica che dalle 7 alle 14 di oggi si procederà
alla chiusura al traffico dell’autostrada, in direzione
nord, tra gli svincoli di Morano-Castrovillari e Campotenese. Di conseguenza, verrà interdetta al traffico veicolare la rampa di ingresso all’A3, in direzione Salerno.
«I PISL come occasione di crescita» è il titolo di un convegno che si svolgerà oggi alle 15.30, nella sala 14 del
Protoconvento francescano di Castrovillari. All’incontro partecipare l’assessore regionale Giacomo Mancini e tutti i sindaci del comprensorio.
SI aprirà con il dibattito sulla sanità la seduta del Consiglio regionale convocata dal presidente Francesco
Talarico per venerdì 18 novembre, alle ore 15.00. Al
secondo punto all’ordine del giorno la nomina dei
componenti del Corecom.
L’annuncio del sindaco durante la manifestazione di avvio della “Gerbera Gialla”
A Bagnara “piazza Musella”
L’imprenditore che doveva costruire il porto, ucciso il 3 maggio dell’82
BAGNARA - Ha preso il via
ieri, da Bagnara Calabra, il
progetto “Gerbera Gialla”
che avrà il principale obiettivo di diffondere in tutto il
territorio nazionale i valori
della lotta alle mafie. L’incontro che “Riferimenti” ha
voluto rivolgere alle classi
dell’Istituto superiore “Fermi”, è stato incentrato sulla
figura di Gennaro Musella,
imprenditore salernitano
trasferitosi a Bagnara e vittima di un attentato dinamitardo (il 3 maggio nel 1982)
per aver denunciato gli illeciti nella gara d’appalto per
la realizzazione del porto
dell’omonima
cittadina.
All’appuntamento sono intervenuti personaggi della
società civile e istituzionale.
Il giornalista Domenico
Nunnari e il parroco Rosario Pietropaolo hanno voluto porre l’attenzione sulla figura di Musella quale
«grande modello di legalità»
e «uomo che sorrideva sempre, in qualunque circostanza». Inoltre, gli stessi, hanno sottolineato come «solo
attraverso l’impegno civico
e la partecipazione attiva dei
cittadini si può sconfiggere
l’illegalità, oggi imperante».
Lo scrittore Ulisse di Palma, autore di una biografia
di prossima pubblicazione,
invece, si è soffermato
sull’amore che «l’ingegnere
nutriva nei confronti di Bagnara al punto tale che sognava di trasformarla in
una città turistica a tutti gli
effetti».
Il sindaco Cesare Zappia
ha annunciato che «l’intitolazione della piazza più
grande della città a questo
personaggio storico è un segno concreto che va in direzione della lotta alla criminalità organizzata». Francesco Iermito, rappresentante
dell’Associazione Olimpia
che ha avanzato la proposta
dell’intitolazione, ha ribadito che «il cambiamento non
deve essere imposto dall’alto
bensì è necessario un movimento culturale che parta
dalla piccola realtà in cui viviamo» per questo motivo il
sodalizio «sarà ambasciatore della Gerbera Gialla e condividerà i programmi e le
iniziative proposte da “Riferimenti” a testimonianza
della forza di volontà al con-
I relatori del dibattito
trasto all’illegalità da parte
dei giovani atleti di pallavolo
bagnarese». Sulla stessa
scia anche il presidente della
FIPAV provinciale, Giuseppe Cormaci, il quale ha fatto
sottoscrivere agli atleti
dell’Olimpia un codice etico
annunciando che anche la
Federazione da lui presieduta adotterà, da quest’anno, il
fiore giallo della memoria.
Sull’importanza del ruolo
delle istituzioni hanno parlato il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona e
il presidente della Provincia
reggina, Giuseppe Raffa, i
quali hanno comunicato la
loro ammirazione per il proficuo impegno che “Riferi-
menti” sta perpetrando da
ormai vent’anni.
Un intervento molto significativo è stato quello di
Adriana Musella, la quale ha
affermato che «urge sconfiggere la borghesia mafiosa perché presente ovunque, nelle istituzioni, nella
politica, nella chiesa e perfino nella magistratura». Insomma parole forti, coraggiose, che forse nessuno prima di lei ha osato ribadire
pubblicamente: ciò testimonia lo spirito combattivo e
determinato di Adriana Musella, un vero punto di riferimento e baluardo per
quell’Italia sana che vuole
cambiare.
Cosenza. Il mezzo, impazzito, ha invaso la corsia opposta. Vittima una signora di 64 anni, quattro i feriti
Furgone contro due auto, muore una donna
COSENZA - Un grave incidente stradale ha causato, ieri a mezzogiorno,
lunga la 107 per Paola, la morte di
una signora di 64 anni e il ferimento
di quattropersone, tuttedonne. E’accaduto alle 11.50, all’altezza del bivio
per San Fili (Cs). Due auto, una Daewoo con a bordo la vittima e la figlia, e
una Peugeot 206, con dentro le altre
tre donne, stavano salendo da Cosenza verso Paola.
Dalla corsia opposta è sbucato un
furgone Ducato, con alla guida un
giovane di 24 anni. Il mezzo, come impazzito, ha invaso la corsia percorsa
dalle due automobili. Prima ha preso
frontalmente la Peugeot che, a causa
del forte urto, si è ribaltata sull’asfalto. Quindi ha centrato la Daewoo.
L’impatto è stato così violento che il
mezzo è ritornato indietro di una ventina di metri. Alla guida c’era Maria
V., 38 anni, e la madre Adelina Amendola, di 64. Le due stavano tornando a
Campora San Giovanni dopo una visita medica effettuata a Cosenza. La vittima era seduta dietro in quanto il posto davanti era occupato dal seggiolino in uso al nipote, che era però rimasto a casa. Una fatale coincidenza. Se
si fosse seduta davanti forse a quest’ora sarebbe viva. Le sue condizioni
sono apparse subito gravi ai soccorritori del 118, giunti sul posto anche
con un elicottero. La signora alla fine
è morta subito dopo il suo arrivo in
ospedale. La figlia è stata ricoverata
al Reparto di Ortopedia dell’Annun-
ziata, per un doloroso trauma al bacino. Ne avrà per trenta giorni. Le occupanti della Peugeot, portate in ospedale con l’ambulanza, sono state praticamente salvate dall’utilizzo delle
cinture di sicurezza: si tratta di Alda
F., di 54 anni, per lei trauma cranico,
Concetta M., 74, trauma alla rachide,
e Olga G., 74, per lei lievi escoriazioni.
Illeso il conducente del Ducato, che
ora rischia l’incriminazione per omicidio colposo. Sul postogli agenti della Polizia Stradale, i vigili del fuoco
che hanno estratto i feriti dalle auto e
il personale Anas, che ha deviato il
traffico sulle strade secondarie. La
strada è stata praticamente chiusa
per tutto il pomeriggio.
r. gr.
Una delle auto coinvolte (foto Tosti)
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Calabria 13
24 ore
Martedì 15 novembre 2011
“Isola felice”. I legali chiedono la revoca delle misure a cui sono sottoposti i loro assistiti
Gli indagati si difendono
Interrogatori di garanzia delle persone coinvolte nel giro delle patenti facili
di TERESA ALOI
CATANZARO - Chi ha risposto ha chiarito punto per punto le accuse contestate, dichiarandosi estraneo all'intera vicenda. Qualcuno ha
fatto ancora di più, parlando
di attività “cristalline”e ancorate a tutti i presupposti di
legge.
Sette, complessivamente,
le persone coinvolte nell'inchiesta “Isola felice”, l'operazione condotta dalla polizia
stradale di Lamezia Terme e
coordinata dalla Procura della Repubblica lametina su
una presunto giro di documenti di guida e certificazioni amministrative che sarebbero stati rilasciati in cambio
di dazioni di denaro, sentite
ieri mattina dal giudice per le
indagini preliminari Carlo
Fontanazza. E se Sebastiano
Fruci, titolare di una scuola
guida di Curinga (l'uomo, attualmente ai domiciliari, è assistito dall'avvocato Francesco Gambardella, che ha chiesto larevoca dellamisura) siè
avvalso della facoltà di non rispondere preferendo il silenzio, l'ingegnere Roberto Arcadia, nella sua qualità di
funzionario della Motorizzazione civile della città capoluogo di regione, d'accordo
La conferenza stampa dell’operazione “Isola felice”
con altri, che, secondo l'accusa,rilasciava certificatidiapprovazione falsi per veicoli allestiti o trasformati perché
fondati su relazioni tecniche
false; rilasciava patenti facili,
false - come esaminatore destinato allo scopo - rilasciando, inoltre, certificazioni altrettanto contraffatte, ha
chiarito la sua posizione. Assistito dall'avvocato Giancarlo Pittelli, il professionista si è
detto estraneo alla vicenda,
spiegando di non essere a conoscenza dei meccanismi che
sarebbero poi sfociati nell'operazione giudiziaria. Al termine
dell'interrogatorio,
l’avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare per
l'uomo che attualmente è in
regime di arresti domiciliari.
Estraneo ai fatti anche
Francesco Laudadio, nella
sua qualità di esaminatore
che, assistito dall'avvocato
Piero Chiodo, ha spiegato
l'attività “cristallina e ancorata a tutti i presupposti di
legge” portata avanti da lui e
dagli altri esaminatori. Nes-
sun illecito, dunque, nessuna violazione di legge.
Trenta minuti di interrogatorio per Gaetano De Salvo,
indagato nella sua qualità di
direttore della Motorizzazionecivile diCatanzaro.Trenta
minuti durante i quali De Salvo, assistito dagli avvocati
Gianni Russano e Francesco
Pullano, ha chiarito punto
per punto la sua posizione,
producendo atti e normativa
amministrativa finalizzati a
dimostrare l'infondatezza
dell'ipotesi accusatoria. Ha
usato parole quali correttezza, trasparenza, per descrivere l'attività che veniva portata avanti e ha prodotto alcune
sommarie informazionidi testimoni che avrebbero parlato di svolgimento corretto
delle sedute di esami. Infondato, allora, tutto ciò che viene riportato nelcapo di imputazione. Sentiti dal gip anche
Carmelo Tripodi, ex esaminatore della Motorizzazione
di Catanzaro (l'uomo è ai domiciliari); Nicola Oliveto e
Giulio Marino (sottoposti all'obbligo di dimora).
Nell’inchiesta complessivamente sono 9 le persone
sottoposte all’obbligo di dimora, 8 ai domiciliari e 144 le
persone denunciate in stato
di libertà.
Rischio sismico, parte
un seminario per le scuole
CATANZARO – Parte oggi
da Reggio Calabria, presso
la Sala Calipari del Consiglio
Regionale della Calabria, il
primo dei tre seminari di formazione per la prevenzione
del Rischio Sismico, destinati ai Dirigenti Scolastici e
ai Responsabili del Servizio
di Prevenzione e Protezione
di tutte le scuole della regione. Finalità primaria di questi seminari è l’acquisizione
della consapevolezza dei rischi a cui è soggetta la Calabria per poter adottare idonee misure cautelative
nell’ottica della diffusione
della cultura della prevenzione e della protezione civile, punto focale del protocollo d’intesa siglato, il 28 luglio 2011, dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria e dalla Regione Calabria-Settore di Protezione
Civile. Già il prossimo 25 Novembre gli studenti della regione saranno chiamati a
partecipare attivamente alla
Giornata Nazionale della Sicurezza nelle Scuole». Nei
seminari sono coinvolti soggetti istituzionali impegnati nella ricerca e studio dei fenomeni sismici e nei sistemi
di prevenzione e nelle emergenze quali la Presidenza
del Consiglio dei MinistriDipartimento di Protezione
Civile Nazionale, l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la Regione Calabria-Settore di Protezione
Civile ed il Comando dei Vigili del Fuoco. I successivi
seminari si svolgeranno
giovedì a Cosenza presso
l'I.T.I."Monaco» e venerdì a
Catanzaro Lido presso
l'I.I.S. «Pacioli».
«La valutazione del Rischio – dichiara il Direttore
Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco
Mercurio – è il primo stadio
da cui scaturiscono i problemi relativi alle «decisioni»da
attivare in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro».
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Martedì 15 novembre 2011
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Martedì 15 novembre 2011
REDAZIONE: via Cavour, 30 - 89100 Reggio Calabria - Tel. 0965.818768 - Fax 0965.817687 E-mail: [email protected]
Scilla
Melito Porto Salvo
Giunta, esce Santacroce
entra De Lorenzo
a pagina 28
Loredana De Lorenzo
Scoperto supermercato
con 9 dipendenti in nero
Controlli della Finanza
a pagina 29
Nicola Gratteri conquista la scena all’incontro sulla legalità organizzato dalla Provincia di Firenze
«In politica capiclan incensurati»
Il magistrato: «Eletti in Parlamento perché la gente li giudica persone perbene»
«CI sono molti incensurati che sono
capimafia e che quindi, credendo
che sono persone per bene, possono
tranquillamente essere eletti o nominati in Parlamento», ma nè l’attuale sistema elettorale nè la reintroduzione delle preferenze «possono sicuramente arginare questo
pericolo di inquinamento. È un
problema morale ed etico». Lo ha
detto Nicola Gratteri, procuratore
aggiunto della Dda di Reggio Calabria, a margine dell’incontro “Legalità e democrazia per una cittadinanza responsabile” organizzato
dalla Provincia di Firenze.
L’incontro si è svolto al Palazzo dei Congressi davanti a circa mille studenti delle scuole superiori fiorentine: tra gli altri hanno
partecipato Giuseppe Carlo Marino, docente di storia all’Università di Palermo, Raffaele Cantone, giudice presso il Massimario
della Cassazione, il presidente della Provincia Andrea Barducci e l’assessore all’istruzione Giovanni
Di Fede.
«Il sistema elettorale attuale – ha
aggiunto Gratteri - della cosiddetta
Seconda Repubblica, ha creato dei
nominati e non degli eletti. Nella
sostanza sette, otto persone hanno
determinato la composizione del
Parlamento», quindi «non sono
stati rappresentati i bisogni e i voleri delle persone»; e poi “molti parlamentari non sono espressione del
territorio sul quale sono stati nominati: con la Seconda Repubblica
non ho visto i cambiamenti necessari per la nostra società. Paradossalmente quindi possiamo pensare: qual è la differenza tra avere sei
mafiosi 'doc' in Parlamento, rispetto al prodotto che si è avuto fino ad
oggi ?».
«Non mi pare che sia un grande
rischio, visti i risultati» ha aggiunto Gratteri, secondo cui «per mesi si
è discusso di problemi inesistenti».
Infine rispondendo ai giornalisti,
in merito alla forza reale che potrà
avere il nuovo Governo tecnico sulle questioni legate alle mafie, Gratteri ha spiegato: «Vediamo quali
poteri avrà, dal punto di vista sostanziale cosa potrà fare, quali saranno gli spazi di manovra».
Gratteri ha poi parlato dei vantaggi che trae la criminalità dal momento di difficoltà economica che
sta attraversando l’Italia. «In momenti di crisi le mafie si
avvantaggiano» e «ora
stanno approfittando della mancanza di liquidità,
perchè le mafie sono le
uniche ad avere grandi
quantità di denaro liquido, provento in particolare del traffico di cocaina»
ha detto il magistrato reggino. Gratteri ha quindi
evidenziato che la Provincia di Firenze è stata “sempre molto attenta e organizza spesso incontri per
sensibilizzare i giovani: questo è un
aspetto importante che in molte altre parti d’Italia, anche in zone più
ricche, mi riferisco alla Lombardia
e al Piemonte, non vedo». Gratteri
ha inoltre ribadito «l'importanza
degli esempi positivi» e ha giudicato come «un fatto molto importante» l’allenamento di domenica scorsa della Nazionale su un campo realizzato su un terreno confiscato alla
'ndrangheta. «Mafia, corruzione e
politica – ha detto Marino – sono come padre, figlio e spirito santo». «I
giovani – ha sottolineato Cantone –
hanno capito che la mafia non è solo
un problema meridionale. Finalmente al nord si riesce a parlare di
mafia, soprattutto quando le amministrazioni sono sensibili su
questi temi».
«Seconda
Repubblica?
Nulla
è cambiato
per la società»
Pignatone analizza la mutazione delle dinamiche di potere
«’Ndrangheta in ristrutturazione
adesso ha anche la sua cupola»
ANCHE l’organizzazione criminale calabrese ora ha la sua
Cupola. «Stiamo assistendo ad
una ristrutturazione della 'ndrangheta che, pur mantenendo l'articolazione familiare, ha
al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impartisce le direttive strategiche
ed è in grado di farle rispettare»
spiega Giuseppe Pignatone,
procuratore capo di Reggio Calabria in un’intervista ad
ASud’Europa, settimanale del
Centro Pio La Torre, illustrando la mutazione delle dinamiche di potere all’interno della
mafia calabrese.
«Oggi – continua Pignatone –
ci troviamo di fronte a un’organizzazione totalmente diversa,
capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi economici
e dell’espansione in Italia e nel
mondo pur mantenendo come
centro operativo la provincia di
Reggio Calabria». A fornire il
quadro della nuova struttura
«una serie di operazioni realizzate nel 2010 ("Reale», «Meta»
«All Inside») e soprattutto quella condotta in collegamento con
la Dda di Milano ("Il Crimine»)
che hanno dipinto il quadro della situazione attuale della 'ndrangheta, una situazione
completamente diversa dalla ricostruzione effettuata dalle
Il procuratore Giuseppe Pignatone
sentenze di 10-15 anni fa, che
descrivevano una 'ndrangheta
tradizionale, formata da famiglie sostanzialmente tra loro
non collegate se non occasionalmente. Quello che non muta
è lo storico interesse della 'ndrangheta per l’infiltrazione
nei settori economici della società al sud così come al Nord
Italia. «Le enormi liquidità di
cui le cosche hanno disponibilità - prosegue Pignatone –possono essere lo strumento per entrare, in qualunque settore economico, dal movimento terra
all’esecuzione delle grandi opere, dalla distribuzione commer-
ALLA PROCURA
Alla Dda arrivano Tedesco
Cosentino e Musolino
QUESTIONE di giorni o,
al massimo, di qualche
settimana, e la Direzione
distrettuale antimafia di
Reggio Calabria dovrebbe avere tre nuovi sostituti procuratori, che passeranno dalle indagini ordinarie a quelle sulla criminalità organizzata.
Da circa una settimana,
infatti, sono scaduti i termini del bando interno,
una ventina di giorni, fissati dal procuratore Giuseppe Pignatone per effettuare la domanda di assegnazione alla Dda. Tre i
posti banditi dal capo della Procura, che va così a
colmare, almeno parzialmente, il vuoto lasciato
dal trasferimento di Mario Andrigo e quelli che si
concretizzeranno nelle
prossime settimane e nel
2012, allorquando passeranno ad altre sedi i pm
Marco Colamonici, Federico Perrone Capano,
Beatrice Ronchi, Giuseppe Bontempo e Maria Luisa Miranda.
A presentare la richiesta di passaggio alla Dda i
sostituti procuratori Stefano Musolino, Rocco Cosentino e Francesco Tedesco.
gi.bal.
ciale, al mondo della sanità».
«Si riscontra però un positivo
atteggiamento della società civile – afferma il presidente del
Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco – non ultima la presenza di
domenica della Nazionale di
calcio a Rizziconi, sul campo
sportivo confiscato ai boss».
«Chiari segnali di risveglio –
conclude Pignatone – come anche l’azione del movimento
“Reggionontace” e la grande
manifestazione con la partecipazione di migliaia di persone
da tutta la regione, l’attività di
Libera e del 'Museo della 'ndrangheta».
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Reggio
Artuso diventa commissario dell’Aterp. Labate dal Comune è passato in giunta regionale
«In Regione? Gli stessi dirigenti»
Il Pd: «Scopelliti premia i tecnici ripresi dagli ispettori per incarichi avuti a Reggio»
L’ARCHITETTO Artuso è stato nominato commissario
dell’Aterp. E il Pd reggino,
coordinato dal subcommissario Momo Demaria mette in
evidenza: «La notizia della nomina da parte del presidente
Scopelliti dell’ennesimo suo
collaboratore nel modello cittadino che, dopo
essere stato applicato da esterno al
Comune, viene
applicato ad un
ente regionalenonostante i rilievi
della procura della Repubblica e del
Ministero
dell’Economia , oltre che lasciare sbigottiti richiede una
riflessione attenta sul rapporto instauratosi prima al comune di Reggio ed ora al governo regionale tra i vertici
politico-istituzionali del centro destra e i dirigenti-collaboratori esterni da questi nominati».
Il Pd si riferisce alla progettazione del “Regium waterfront” che presenta delle irregolarità, secondo la relazione
degli ispettori, inviati dalla
Procura. Stando alla relazione degli ispettori
Artuso era nella
commissione incaricata all’esame dei progetti.
In pratica nella
relazione degli
ispettori, si legge: «Nel provvedimento di nomina non sono indicati i criteri di
scelta operanti». Questo però
è in fondo un rilievo tecnico.
Gli ispettori evidenziano però
che il 28 ottobre del 2008, «risultano essere stati liquidati
all’architetto Giovanni Artuso, in qualità di componente
supplente della commissione
giudicatrice, che non figurava tra i componenti nominati
nella nota del segretario generale del 5 giugno del 2007, in
cui si fa riferimento all’atto di
liquidazione».
Come e da chi è stato nominato Artuso? Lo dicono le carte: «L’architetto Artuso, coordinatore dell’ufficio progetti e
leggi speciali, è stato nominato, quale componente supplente - con la nota 90478 del 6
giugno del 2007 - a firma
dell’ingegnere Pasquale Crucitti».
Perché il supplente? Il riferimento è a un disciplinare di gara,
che prevedeva la
sostituzione diun
membro effettivo
con il membro
supplente. L’inghippo? È che Artuso è sempre stato supplente, ma non
ha mai sostituito nessuno.
Per questo ha ottenuto dal Comune, 31.172 euro«per il solo
fatto di essere presente ai lavori della commissione e in base
alla parcella da questi prodotta, la quale nella parte descritta indica sinteticamente l’importo delle prestazioni, senza
specificare, come esso è stato
determinato». L’importo che è
al netto di 25.467 euro è lo
stesso liquidato agli altri che
hanno sempre partecipato ai
lavori della commissione.
Ebbene proprio
ad Artuso, che è
tra i consulenti
esterni, è arrivata
la nomina di commissario
dell’Aterp. Da qui
l’ira del Pd: «La verità fin quì acclarata è che nella nuova veste Scopelliti ha di
fatto replicato alla Regione la
squadra che al comune ha
prodotto un’elevata quantità
di irregolarità, illegittimità e
comportamenti contro la pubblica amministrazione censurata dalle autorità contabili,
di controllo e giudiziarie. - e il
coordinamento provinciale
dei democrat - Quello che fa riflettere e sollevare preoccupati dubbi è il dato che il Presidente Scopelliti si sia sinora
«Soffre della
sindrome
di Stoccolma»
«Gli ex revisori
dei conti tutti
sistemati»
difeso sostenendo di non sapere le enormitàche accadevano
al Comune e, per la verità, anche quelle che commetteva lui
firmando incarichi e atti (!!!).
Tale impostazione, già risibile
di persé, appareoggi comeun
impossibile tentativo di presa
di distanza da se stesso e, quel
che più colpisce, di dileggio
della stessa azione delle autorità inquirenti».
E il coordinamento del Pd
continua: «Scopelliti da sindaco della città ha scelto i dirigenti, prelevandoli dall’esterno,concui hadifattocommissariato il Comune controllandone ogni ganglo vitale (segretario generale, direttore
generale, capo di gabinetto,
dirigenti della ragioneria,
dell’urbanistica, del personale, dei lavori pubblici, dei fondi
comunitari, patrimonio, servizi esternalizzati, polizia municipale, responsabili del procedimento nelle opere pubbliche, revisori dei conti, decreto
Reggio)» e a detta dei Pd lo
stesso sta accadendo adesso
alla Regione. A questo punto i
democrat partono da un assunto: la buona fede e si chiedono: «Possono essere credibilmente tralasciati e fatti finire
nel dimenticatoio
i tanti atti firmati
e gli incarichi
conferiti
dallo
stesso
sindaco
Scopelliti alla Fallara ed ai dirigenti da lui scelti? - e
dicono ancora - Ed ancora, se
Scopelliti da sindaco non sapeva ciò che facevano i professionisti che egli aveva nominato, mentre oggi ha finalmente capito i loro comportamenti, dovrebbe, a salvaguardia della propria dignità e
nell’interesse della Regione,
comportarsi con loro diversamente sentendosi tradito. Al
contrario, egli li sta premiando il che è abnorme, grave e oltretutto mette a nudo la finzione con cui vorrebbe operare la
Girolamo Demaria e Giuseppe Scopelliti
propria difesa».
Il Pd non fa il nome di Artuso. Poi torna su Bruno Labate,
compagno della Fallara che
ha avuto anche un incarico,
poi lasciato alla Regione e dicono: «Occorre ricordare che da
Presidente della
Giunta Regionale
Scopelliti ha nominato dirigente
della Delegazione
romana della Regione il noto professionista oggi
indagato per avere ricevuto
senza avernealcun titolooltre
840.000 euro dal Comune;
inoltre, il presidente dei revisori delle sue gestioni al Comune è stato nominato prima
direttore generale dell’ARSSA (la più grande azienda regionale) e poi presidente dei
revisori dei conti dell’Ospedale di Reggio! Ha poi nominato
presidente del collegio sindacale della società in house della Regione “Progetto Magna
Graecia” un altro revisore dei
«Se l’ex sindaco
non sapeva, da
governatore sa»
conti nella sua gestione al Comune. Oltre a ciò ha nominato
alla Regione i dirigenti (di personale, urbanistica, direzione
generale) cooptati prima al
Comune e pure il responsabile
del Decreto Reggio oggi destinatoaddirittura alcommissariamento dell’Aterp di Reggio
per verificarne niente di meno
che la correttezza amministrativa!». E qui la nota è ironica: «C’è forse bisogno di fare
l’elenco delle contestazioni
che le varie relazioni hanno
individuato per parlare di
scelte quanto meno azzardate, inopportune e in ogni caso
oggi da riconsiderare? Tuttavia, volendo dare credito alla
costruzione ed alle tesi difensive del Presidente Scopelliti,
può oggi la Regione Calabria
essere governata, senza correre seri pericoli, da un presidente affetto dalla sindrome
di Stoccolma che, così come le
vittime dei sequestri, manifesta sentimenti positivi verso i
propri aguzzini fino ad innamorarsene?».
In settimana tavola rotonda con il governatore. I sindacati pronti a scendere in piazza
Ventuno treni in meno, la Uil protesta
Da dicembre soppressione dell’80 per cento dei convogli notturni e 150 licenziamenti
di ENRICO DE GRAZIA
VENTUNO treni in meno, soppressione dell'80 per cento dei convogli
notturni, centocinquanta licenziamenti aziendali e altrettanti nell'indotto. Questi sono i numeri, drammatici, del nuovo piano aziendale di
Ferrovie dello Stato nella regione
Calabria, che sarà esecutivo dal 12
dicembre. Numeri impietosi che dicono abbastanza chiaramente come Fs non abbia nessuna intenzione di potenziare il servizio di trasporti sul
territorio calabrese.
L'allarme trasporti è
stato lanciato per l'ennesima volta, dopo gli
ennesimi tagli, dal sindacato Uil-trasporti
che ha presentato, ieri
mattina presso palazzo San Giorgio, le prossime iniziative di mobilitazione per impedire
che la Calabria venga sempre più
isolata dal resto d'Italia.
Il primo appuntamento è per la
mattina del 16 novembre all'hotel
Excelsior, con una tavola rotonda
durante la quale i sindacati discuteranno del problema con le istituzioni locali e i dirigenti aziendali del
trasporto pubblico. Prevista infatti
la presenza del governatore Scopelliti, del sindaco di Reggio, Arena,
del direttore generale gruppo Fs,
Domenico Braccialarghe, del presi-
«Tagliato
il 60%
delle risorse
ai trasporti»
La Uil alla presentazione dell’iniziativa a Palazzo San Giorgio
dente di Ferrovie della Calabria,
Clara Ricozzi e dell'ad di Ntv (Nuovo
trasporto viaggiatori), Giuseppe
Sciarrone.
«Dal 2008 a oggi il Governo ha tagliato il 60% delle risorse destinate
alla rete ferroviaria e abbiamo perso seicento posti di lavoro - ha denunciato il segretario generale Uil
trasporti Calabria, Giuseppe Bartolo - Tutto ciò non è ammissibile. È la
fine per il sistema trasporti in Calabria. Per quanto riguarda Reggio,
dal 12 dicembre non arriveranno
treni dalle 8.30 fino alle 17. Tutto
ciò significa non dare ai calabresi la
possibilità di muoversi. Dove sono
finiti i nostri diritti? Noi paghiamo
le tasse per la realizzazione dell'Alta Velocità a Milano, Venezia, Roma, mentre qui da noi le decisioni di
Fs vanno da tutt'altra direzione».
A destare molta preoccupazione
è stata la recente scelta di Fs di realizzare l'Alta velocità fino a Bari. Un
taglio netto, dunque, alle speranze
di calabresi e siciliani di vedere migliorato il servizio sul proprio terri-
torio. «Secondo un nostro sondaggio - ha evidenziato Bartolo - il 90%
dei calabresi preferirebbe prendere
il treno per spostarsi. Questo vuol
dire che il bacino calabrese ha enormi potenzialità che andrebbero
sfruttate dall'azienda. La cosa
sconcertante è che con i nuovi treni
Parigi-Milano-Venezia stiamo dando il diritto ai francesi di viaggiare
di notte per venire in Italia, mentre
quello stesso diritto viene negato ai
calabresi». Uno stillicidio che non è
più tollerabile, secondo i sindacati,
che avanzano le loro proposte per
migliorare un'offerta che attualmente è di scarsissima qualità: «Abbiamo presentato a Fs una nuova
“offerta giorno”, con tre coppie di
Eurostar in più sulla tratta ReggioRoma. Tutto questo senza spendere
un euro in più, anzi riducendo addirittura i costi - ha spiegato il segretario generale Uil-trasporti - In secondo luogo, noi vogliamo che il
mercato in Calabria venga liberalizzato e per questo nel corso della
tavola rotonda chiederemo a Ntv di
venire inCalabria afare concorrenza a Fs». Infine, la Uil annuncia che
l'8 dicembre ci sarà lo sciopero generale del comparto, che si spera abbia il sostegno della politica e delle
istituzioni: «Accogliamo con piacere le recenti dichiarazioni di Scopelliti - ha detto Giovanni Itri (Uil-trasporti) - ma è ora che dalle parole si
venga ai fatti. La politica deve assumersi la propria responsabilità».
Dal provinciale
Udc si scaglia
contro
le Ferrovie
dello Stato
«IN un periodo di grave
crisi per l’economia nazionale, avvertita in maniera
ancor più stringente nelle
regioni del Meridione, Trenitalia, società privata che
però opera in regime di sostanziale monopolio contando peraltro su significativi finanziamenti pubblici, sceglie di far sparire
dai suoi orari decine di treni, tutti accomunati
dall’avere come punto
d’origineo diarrivo lecittà
calabresi». È quanto sostengono, in una nota, Alfonso Dattolo e Gianluca
Gallo, capogruppo e vice
capogruppo dell’Udc al
Consiglio regionale. Insommail noaitagli deitreni è unanime. E l’Udc afferma, insieme col coordinamento provinciale reggino: «Per una Regione che
sconta un’antica carenza
infrastrutturale – proseguono – già costretta
all’isolamento da una rete
ferroviaria non elettrificata ed a binario unico, oltre
che dagli interminabili lavori lungo l’autostrada,
dal mancato adeguamento della statale ionica 106 e
dalla mancata realizzazione delle trasversali interne, si tratta di una scelta
che va a ingigantire l’isolamento della Calabria dal
resto d’Italia, con gravi e
negative
ripercussioni
non solo per i cittadini, ma
anche per comparti economici di primo piano, quali
l'agricoltura e il turismo,
pesantemente e ingiustificatamente penalizzati».
«A fronte di questa situazione – sostengono gli
esponenti dell’Udc – ferma
sarà la nostra protesta istituzionale. Abbiamo già interessato il nostro gruppo
parlamentare, ma in occasione dell’imminente seduta del Consiglio regionale chiederemo all’assemblea ed all’esecutivo,
che peraltro, attraverso il
presidente Giuseppe Scoppelliti, ha già anticipato
l’intenzione di muoversi in
tal senso, di impegnarsi
per favorire la ricerca di soluzioni e l’avvio di un confronto che coinvolga anche il Governo nazionale».
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Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: [email protected]
Sull’agguato di Varapodio le forze dell’ordine sono davanti a un rebus investigativo Per le eccezioni
Partenza
stentata per
il processo
Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di Andrea Longo “Cosa mia”
Ferimento, mistero fitto
VARAPODIO - Nulla di nuovo, sostanzialmente. Nessuno sviluppo dopo il ferimento del ventiseienne Andrea
Longo, a Varapodio, avvenuto durante la notte tra sabato e domenica. Il colpo che
Longo ha ricevuto, e che,
fortunatamente è passato
solo di striscio, proprio per
questo motivo non ha prodotto gravi conseguenze al
giovane che, comunque, è
stato prontamente curato
presso il reparto di Pronto
Soccorso dell'ospedale di
Gioia Tauro.
L'attività investigativa
dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova, sotto
l'attento
coordinamento
della Procura della Repubblica di Palmi, nel frattempo
prosegue, e dopo aver interrogato la vittima del ferimento su quanto accaduto,
stanno allaragando il cerchio per capire il movente e
per tentare di scovare ventuali colpevoli del tentato
omicidio. Non è escluso, comunque, che nei prossimi
giorni possano esserci degli
sviluppi in merito a questa
vicenda.
Il ferimento di Andrea
Longo, comunque, va ad aggiungersi ad altri eventi delittuosi sviluppatisi, in questi giorni. Infatti proprio poche ore prima, a Rosarno era
stata messa a segno una rapina ai danni di un tabaccaio. Due individui a volto
coperto, di cui uno armato di
pistola, si sono introdotti
nell'esercizio commerciale,
facendosi consegnare dal
proprietario 700 euro in
contanti. Anche su questo
indagano i Carabinieri. Gli
uomini della compagnia di
Gioia Tauro hanno dato il
via ad un'intensa attività investigativa per tentare di fare piena luce sull'accaduto e
poter assicurare alla giustizia i due malviventi che hanno effettuato la rapina alla
tabaccheria di via Nazionale. Sembra non volersi placare, pertanto, la scia di criminalità sul territorio della
Piana di Gioia Tauro.
Un tentato omicidio a Varapodio, una rapina a Rosarno. Questo quanto accaduto durante la serata di sabato. Fatti, questi, che met-
Controlli dei carabinieri nella Piana di Gioia Tauro
Scuola, Arruzzolo difende Calabrese
di KETY GALATI
ROSARNO - Promette il suo impegno
per salvare l'autonomia scolastica di
Rosarno, dando piena fiducia al “suo”
assessore all'Istruzione provinciale Giovanni Calabrese. E'
Gianni
Arruzzolo,
consigliere provinciale componente della stessa compagine
di Calabrese battezzata “Scopelliti presidente”, il quale risponde
all'appello
lanciato dal primo cit-
«Ancora
non c’è
niente
di certo»
Barone ricorda all’Anas
gli impegni presi
sul territorio di Palmi
di VIVIANA MINASI
di VIVIANA MINASI
Dopo le critiche piovute addosso all’assessore provinciale dalla Giunta di Rosarno
Per la realizzazione di alcune rotonde
PALMI - Nei giorni scorsi finalmente una buona notizia
per la martoriata Autostrada
Salerno-Reggio
Calabria.
L'Anas ha, infatti, annunciato di voler dare inizio ai lavori
all'altezza dello svincolo di Rosarno ed alle aree ad esso collegate, preparandosi ad affrontare così una spesa ingente.
Ben vengano notizie del genere, che contribuiscono, assieme alle parole pronunciate dal
ministro Altero
Matteoli nei giorni scorsi, durante
una visita ai cantieri di Barritteri e
Favazzina, ad alimentare la speranza che quanto
prima i lavori di
ammodernamento della A3 vengano portati a
termine.
«Nel 2013 saranno terminati», ha detto Matteoli. E ci
auguriamo che così sia, e non
inveceche vadaafinire comeè
finita, anzi, come non è ancora
finita, a Palmi. L'Anas, infatti,
si era impegnata a costruire e
portare a termine i lavori per
la realizzazione di due rotonde al Trodio ed in via Nazionale a Palmi, nonché a modificare lo svincolo autostradale,
giudicato pericoloso, ma anche a realizzare un sovrappasso a San Gaetano e a mettere in
sicurezza le strade che si trovano lungo il tragitto interes-
tono di sicuro in cattiva luce
un territorio, ma che, allo
stesso tempo impegnano
sempre più le Forze dell'Ordine nell'attività d'indagine.
Molti, infatti, sono gli
sforzi della Polizia ed in questo caso dei Carabinieri, per
tentare di fare piena luce su
vicende come quella di Varapodio e di Rosarno, con
grande dispendio di energie
e di uomini impegnati al servizio dei cittadini. Anche per
quanto riguarda la rapina al
tabacchino rosarnese, non
si esclude che a breve vi possano essere interessanti novità in merito.
fra. pap.
sato dai lavori di ammodernamento. Ma di tutto ciò, ad oggi, neanche l'ombra. «Tempo
addietro i tecnici Anas hanno
incontrato a Palazzo San Nicola le autorità amministrative comunali e provinciali,
prendendo impegni ben precisi che ad oggi risultano non
mantenuti- scrivein unanota
stampa il consigliere provinciale Giovanni Barone - Per
quale motivo? Quali le cause
dei ritardi? A quando le realizzazioni?».
Il consigliere
Barone, nell'augurarsi che realmente si possa
mettere mano ai
lavori di ammodernamento allo
svincolo di Rosarno, invita le autorità locali a vigilare su questi lavori, affinché
non si verifichi anche a Rosarno ciò che si è verificato a Palmi. «Strade distrutte dal passaggio di enormi camion, carreggiate intransitabili, buche
dappertutto, muretti di limitazione della sede stradale
crollati o pronti alla distruzione e soprattutto promesse non
mantenute a parziale “rimborso”dei danni subiti e dei fastidi arrecati a cittadini e automobilisti per oltre due anni»,
lamenta Barone, che poi chiosa: «Laverità è cheil territorio
appare sempre più terra di
conquista a cui nessuno deve
dare mai spiegazioni».
«Di tutto questo
oggi non c’è
traccia»
tadino rosarnese Elisabetta Tripodi,
nel corso di una conferenza stampa
convocata nei giorni scorsi a Palazzo
San Giovanni.
Un incontro durante il quale sia il
sindaco Tripodi che l'assessore all'Istruzione e alla Cultura Michele Brilli
avevano protestato contro il Piano di
dimensionamentoscolastico fattodalla provincia di Reggio Calabria. In maniera particolare Brilli aveva puntato
il dito contro l'assessore all'Istruzione
provinciale Giovanni Calabrese.
Un dettaglio omesso dalla provincia
che «ha preferito Gioia Tauro a Rosarno», unendo la scuola elementare
“Marvasi” di Rosarno con le scuole di
Laureana di Borrello. «Sarò attento a
questa vicenda, perché nella maniera
più assoluta tengo all'autonomia del
plesso scolastico della mia città», assicura Arruzzolo, offrendo la sua comprensione alla Tripodi, seriamente
preoccupata per l'autonomia scolastica della “Marvasi”. D'altrocanto il consigliere provinciale cerca di rassicurare il sindaco, facendo notare che per
quanto riguarda il piano scolastico
provinciale «si è in una fase transitoria
e di ipotesi. Non c'è nulla di certo», afferma Arruzzolo, che spezza una lancia a favore di Calabrese:«non si può
mettere con le spalle al muro un assessore come lui.
Ancora polemiche fra maggiorana e opposizione
Polistena, la politica
si fa fuori dal Municipio
La casa municipale di Polistena
BREVI DI NERA
San Procopio e Rosarno
due automezzi in fiamme
POLISTENA - Incendio divampato in piena notte a
San Procopio. Era da poco trascorsa la mezzanotte di
domenica quando ignoti hanno dato alle fiamme
una casa rurale situata non molto distante dal centro abitato. Ad accorgersi dell'accaduto è stato il proprietario, O. L., pensionato, di 76 anni. A Rosarno,
invece, ignoti incendiavano l'autocarro Fiat O.M.
50, privo di targa per cessata circolazione e l'autocarro Fiat Iveco 175, entrambi di proprietà della ditta “Detercars lombardo”. I mezzi erano parcheggiati
in una piazzale in località Zimbario dove la ditta detiene il parco degli automezzi.
POLISTENA - «Bugiardi, zaraffi, incapaci, millantatori, eversivi». Non si
sprecano i “complimenti all'indirizzo
del gruppo consiliare Polistena nel
Cuore. A ribattere a tempo di record alla
minoranza è il gruppo di maggioranza
Rilanciamo Polistena, che, probabilmente nottetempo, ha voluto replicare
alla versione dei fatti fornita sui debiti
comunali dagli ex amministratori.
«Ancora parlate, interrogate, attaccate, scrivete manifesti di continuo come se nulla fosse, con un'indifferenza
glaciale, come se voi del gruppo Polistena nel Cuore foste cosparsi di infinita
verginità. Ma purtroppo per voi, tutti
sanno, quali e quanti guai, in cinque
anni avete combinato al Comune, dove
la legalità e l'etica pubblica divenivano
fattori opzionali legati agli interessi ed
ai vantaggi personali di chi amministrava. E parlate d'incapacità, di scuola
di partito? Proprio voi che, quando c'è
da inventarsile coseo daimbrogliare la
gente su cifre e fatti, potete far scuola a
tutti. La vostra scuola non è la nostra
scuola. Di questo ne andiamo fieri ed orgogliosi».
«Avete fallito - conclude la nota del
gruppo guidato da Fabio Racobaldo -,
abbiate la dignità di mettervi da parte e
lasciate amministrare noi, che diversamente da voi, abbiamo un unico interesse. Quello di risollevare Polistena dalle
rovine che avete generato. Questa maggioranza, vostro malgrado, andrà
avanti, e non si lascerà intimorire da
nessuno, nè tantomeno dai vostri manifesti. Pur se nel momento più drammatico per i comuni italiani, ancora
una volta, come sempre, sapremo dare
risposte ai cittadini ed amministrare ad
esclusivo servizio del popolo».
fra. pap.
PALMI - Al via ieri a Palmi,
presso l'aula bunker del
Tribunale, il maxi processo
scaturito dall'operazione
"Cosa mia" condotta dalla
Squadra Mobile di Reggio
Calabria e dagli agenti del
Commissariato di Polizia
di Palmi, che nel giugno
del 2010 ha portato all'arresto di cinquantadue soggetti, accusati a vario titolo
di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata ad omicidi, estorsioni e danneggiamenti ed altri reati commessi nelle
aree interessate ai lavori di
ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio
Calabria.
Aula gremita, non solo
per la presenza dei collegi
difensivi ma anche per via
della presenza di un folto
pubblico di familiari degli
imputati, che hanno letteralmente preso d'assalto lo
spazio a loro riservato.
L’amministrazione regionale e la Provincia di
Reggio Calabria, ed i Comuni di Palmi e Seminara
si sono costituite parte civile nel processo.
Udienza di costituzione
delle parti caratterizzata
dalle eccezioni, sollevate
dai collegi difensivi degli
imputati, che hanno portato alla sospensione del processo per diverse ore, per
consentire alla Corte d'Assise, presieduta da Silvia
Capone (Spedale e Crea a latere) di consultarsi proprio
sulle eccezioni.
Ritardo nella notifica di
conclusione di indagini ad
uno degli indagati, oggi
imputato, e questioni relative alla "necessita" di uno
degli imputati, attualmente detenuto presso la Casa
Circondariale di Opera, di
prendere parte fisicamente
al processo, le prime due eccezioni sollevate dalle difese, cui il Pubblico Ministero
della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Roberto Di Palma,
coadiuvato dal collega Giovanni Musarò, ha replicato
giudicandole inopportune.
Ben più seria la questione sollevata proprio contro
la presidente della Corte,
Silvia Capone che dovrà
esprimere il suo giudizio
sugli imputati del processo
“Cosa mia”.
La difesa degli imputati
Rocco e Domenico Gallico,
rappresentata da Francesco Cardone, ha infatti
chiesto alla Capone di astenersi dal ruolo di presidente della Corte per incompatibilità, avendo la stessa Capone condotto l'interrogatorio di garanzia dell'imputato Domenico Gallico,
in fase di indagine preliminare, il 17 giugno 2010.
In tarda serata la Corte
del tribunale di Palmi era
ancora riunita per decidere
sulle eccezioni preliminari
sollevate dalle difese.
Il processo "Cosa mia" è
frutto di oltre due anni di
investigazione condotta ai
danni di esponenti delle 'ndrine affiliate alle famiglie
Gallico-Morgante-Sciglitano-Sgro, operanti nell'area di Palmi e Seminara e
che, secondo l'accusa,
avrebbero tra l'altro messo
le mani nei lavori di ammodernamento dell'A3.
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Piana
Martedì 15 novembre 2011
Operazione Braking. L’obiettivo è accertare la modifica dei dati. Indagine destinata ad allargarsi
Sotto controllo i computer
Nominato un esperto per controllare i pc sequestrati nei centri di revisione auto
DAGLI AMBIENTI investigativi arriva la conferma:
le indagini sulle false revisioni auto non si fermano
alle ventuno persone accusate di falso e ai sette centri
sequestrati venerdì scorso
dalla Polizia Stradale. L’inchiesta, denominata “Braking” (ossia “Frenata”) e
diretta dal pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, è destinata infatti ad allargarsi a quella parte dei
proprietari che hanno consapevolmente affidato le loro automobili ai centri sotto inchiesta per passare
agevolmente la revisione.
Il sospetto di fondo, per
come si legge nell’ordinanza firmata dal gip Livio Cristofano, del tribunale di Cosenza, è che nei centri di revisione sotto accusa «o si
provvedeva (per quanto riguarda i 1133 casi contestati agli indagati, ndr) direttamente a farsi consegnare dai clienti unicamente i libretti di circolazione delle autovetture, le
quali non venivano materialmente neanche condotte in azienda, adoperandosi, dopo qualche giorno, ad
apporre l'attestato di avvenuta revisione con esito regolare, oppure ci si avvale-
L’interno di uno dei sette centri di revisione auto da venerdì scorso sotto sequestro preventivo
va di meccanici compiacenti che si facevano consegnare dai clienti esclusivamente il documento di circolazione,
provvedendo
successivamente a curare
l'attività di revisione presso la struttura facente capo
agli indagati o, infine, non
si effettuavano tutte le operazioni tecniche necessarie
per la revisione del veicolo
(tra cui i controlli dei gas di
scarico e dell’impianto di
frenatura) all'insaputa degli ignari proprietari».
«In particolare - scrive
sempre il gip nella sua ordinanza - quest'ultimo è risultato il metodo maggiormente utilizzato dagli indagati». A proposito degli
ignari proprietari, secondo il comandante della Sot-
tosezione di Cosenza Nord,
Straface, possiamo parlare
di una percentuale prossima all'20%. Una percentuale bassa e che porta, per
quanto riguarda il restante 80%, alle nuove ipotesi
investigative.
Per vederci ulteriormente chiaro sulla vicenda delle revisioni il pm Tridico ha
nominato come proprio
consulente un ingegnere
informatico. A questo ultimo è stato dato il compito di
esaminare i computer posti
sotto sequestro dalla Polizia Stradale nei sette centri
di revisione.
Lo scopo è quello di accertare se i dati comunicati al
ministero dei Trasporti
siano stati davvero alterati.
I centri sequestrati, ricordiamo, sono “Tiano Revisioni” di Cosenza, “Socel
snc” di Cosenza, “Autocentro di Rende e Capone” di
Montalto Uffugo (Cs),
“Mattia srl” di Torano Castello (Cs), “Lappano Bruno srl” di Rende (Cs), “Besidiae” di Bisignano (Cs) e il
“Centro di revisioni Carrozzino Daniele” di Castiglione Cosentino.
Le indagini di “Braking”
sono state condotte e portate a termine dall'unità di
polizia giudiziaria della
Polizia Stradale di Cosenza
Nord, ossia dall'ispettore
capo Bonifacio Venuto, dagli assistenti capo Gianluca Marrelli, Mario Lorenzi,
Gianluca Guzzi e Antonio
Giovanni Palermo, coordinata dall'ispettore capo
Angelo Straface.
r. gr.
Iniziativa della commissione Diritto di famiglia dell’Ordine
Doveri coniugali, confronto
tra esperti in tribunale
di GIULIA FRESCA
«CON l'espressione illecito
endofamiliare si intende
l'illecito commesso da un familiare a danno di altro soggetto appartenente alla medesima cerchia domestica,
differenziandosi dall'illecito esofamiliare, ove l'illecito
è commesso da un terzo
estraneo a danno di uno dei
componenti del nucleo familiare». Su questi termini
che ormai stanno entrando
nell'uso comune la Commissione Diritto di Famiglia del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Cosenza, presieduta da Rosanna
Caruso, ha organizzato, ieri mattina presso la biblioteca del Tribunale, un seminario sul tema “Violazione
dei doveri coniugali: addebito e risarcimento del danno”.
«Questo seminario coglie
uno degli obiettivi che si era
posto il Consiglio - ha detto
il presidente dell'Ordine degli Avvocati, Oreste Morcavallo - ovvero sollecitare
l'attenzione sulle diverse
problematiche tenuto conto
che esiste una concreta difficoltà a colloquiare con il
nostro legislatore. Non
dobbiamo limitarci ad una
protesta bensì ad avanzare
proposte così come facciamo attraverso l'Organismo
unitario
dell'avvocatura
con il nostro consigliere nazionale Lucio Chimento».
Fondamentale per il seminario, la relazione del docente di Istituzioni di Diritto Privato dell'Università
Magna Grecia, Roberto
Amagliani, che ha rappresentato la delicatezza dell'argomento considerato
che «la forte presenza del diritto di famiglia a livello
massmediatico fa si che i
nostri clienti siano “avvertiti”della tematica. Per anni
l'illecito civile commesso all'interno della famiglia è ri-
Alcuni momenti dell’incontro di ieri
masto confinato nella mura
domestiche - ha detto Amagliani - e le azioni di risarcimento danni per gli illeciti
endofamiliari erano rarissime. La giurisprudenza
era contraria, ma prima ancora erano gli stessi danneggiati - soggetti deboli,
ad essere restii a promuovere le azioni risarcitorie. Si
diceva “la famiglia è un'isola che può essere solo lambita dal diritto” e l'ordinamento non deve intromettersi nelle vicende di natura
familiare» Ad entrare nel
merito il presidente del tri-
bunale di Cosenza, Rosa
Scotto Di Carlo e l'avvocato
del Foro di Catanzaro, Lanfranco Calderazzo. Dall'incontro è emerso che la dottrina e la giurisprudenza
hanno iniziato a riconoscere l'esistenza di “nuovi danni” all'interno della fami-
glia, in considerazione della centralità assunta dalla
persona nell'universo giuridico, sia come singolo, sia
nell'ambito delle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, prima tra tutte
la famiglia, in rapporto al
coniuge ed alla prole.
Organizzato dalla direzione calabrese della Rai con il Coordinamento sedi
Un workshop sui servizi digitali
UN workshop sui "Servizi digitali per lo
sviluppo territoriale" promosso dalla
direzione calabrese Rai in collaborazione con la Direzione Coordinamento Sedi è in programma domani, alle ore 15,
nella sede regionale a Cosenza. «L'iniziativa è stata assunta dalla direzione
calabrese dell'emittente pubblica in
corrispondenza del bando regionale Pisl (Progettazione integrata sviluppo locale) su turismo, mobilità, etnie. Il bacino d'interesse riguarda la Regione Calabria e le amministrazioni provinciali,
attraverso le rispettive "agenzie in house", i comuni e le comunità montane, gli
enti parco, gli enti gestori di aree protette, le associazioni ambientaliste, le
università e gli istituti scolastici, gli enti di ricerca pubblici e privati, i parchi
scientifici e tecnologici, enti e soggetti
per la promozione del turismo, enti o
soggetti concessionari o affidatari o
Il digitale terreste
gestori di servizi e infrastrutture pubblici o di pubblica utilità, imprese e loro
consorzi, organizzazioni non governative, agenzie di sviluppo locale».
E’il direttore della sede calabrese della Rai, l'ingegnere Demetrio Crucitti, a
spiegare l'iniziativa: «La Rai è un'azienda multiservizi - ha detto - in grado
di realizzare, oltre all'informazione
giornalistica, una programmazione
specifica per valorizzare il territorio.
Essa è anche multipiattaforma, ossia
un soggetto in grado di offrire prestazioni di qualità attraverso l'applicazione delle più avanzate tecnologie in funzione dello sviluppo e della modernizzazione del territorio. Con il workshop
la Rai calabrese intende offrire un contributo ai beneficiari del bando Pisl per
consentire una migliore conoscenza
delle opportunità che derivano dall'utilizzo delle innovazioni attraverso l'uso
di Internet mobile, della Web tv, del satellite, della televisione digitale terrestre». Al workshop sarà presentato il
Progetto Europeo Biblioteca dello Spettacolo e Tecnologie per i Musei ed il modello dell'Auditorium Museo Strumenti Musicali in collaborazione con RaiTeche.
g. f.
Camere penali
Avvocati
in astensione
«Difesa
aggredita»
TRIBUNALE
praticamente senza avvocati penalisti, ieri mattina a Cosenza, che hanno dato
inizio alla loro protesta,
che durerà fino a sabato.
Anche la Camera penale
bruzia ha infatti aderito
alla manifestazione di
dissenso che sta interessando tutta l’Italia. Ci si
asterrà dalle udienze e da
ogni attività giudiziaria
per denunciare «la gravità dell'attacco in corso alla funzione difensiva» e
ricordare che il diritto alla difesa, «uno dei diritti
primari della persona
sanciti dalla Costituzione», costituisce «un caposaldo dello Stato democratico». La protesta, ha
sottolineato l'Unione delle Camere Penali, vuole
pure «sollecitare al nuovo governo e comunque
alla politica una riforma
forense che sia rispettosa
del fondamentale principio di indipendenza dell'avvocatura oltre che la
ripresa del dibattito sulla
riforma costituzionale
della giustizia».
Ieri di questo e di altro
si è parlato nell’aula della
Corte di Assise del tribunale di Cosenza, nel corso
di un’affollato assemblea organizzata dalla Camera
penale bruzia: «Stiamo
assistendo ha detto il
presidente L’avv. Manna
Marcello
Manna - ad un vera e propria aggressione al diritto di difesa, che ormai in
Italia non esiste più».
Manna ha proposto
all’assemblea una sorta
di libro («non sappiamo
ancora se denominarlo
“bianco” o “nero”») sul
quale appuntare «gli atteggiamenti ostili che alcuni magistrati tengono
nei confronti dell’avvocato. Il magistrato - ha spiegato il presidente della
Camera penale di Cosenza - deve offrire un servizio, non esercitare un potere. Noi avvocati puntualmente ci scontriamo
con questa realtà. E’ vero, ci sono bravi magistrati che offrono i loro
servizi, ma altri che si
concentrano solo sul potere». Durante l’assemblea di ieri è stato a tal
proposito citato il caso
dell’avvocato
dell’imprenditore
Tarantini,
convocato dalla Procura
di Napoli per riferire chi
gli ha dato l’incarico difensivo e chi lo ha pagato.
«L’autorevolezza dell’avvocatura - ha proseguito
Manna - è una cosa seria.
La nostra protesta - ha inteso precisare - non è corporativa, ma è rivolta al
cittadini sottoposti al
processo. Lo hanno capito i detenuti, che hanno
deciso di aderire al nostro dissenso».
r. gr.
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Cosenza 23
Martedì 15 novembre 2011
Martedì 15 novembre 2011
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REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected]
Il retroscena: «L’incarico mi fu proposto da due professionisti. Perché non l’hanno detto in aula?»
Puma, l’autodifesa di Bumbaca
Dichiarazioni spontanee dell’ex amministratore del villaggio Praialonga
di ANTONIO ANASTASI
L’INTERVENTO
«SONO qui per chiarire la
mia posizione, così assurda e
inverosimile». E' iniziata così l'autodifesa di Luigi Bumbaca, ex amministratore dei
villaggi Praialonga, Santa
Cristina e Costa del Turchese, imputato chiave del processo Puma per il quale il pm
Pierpaolo Bruni ha chiesto
una condanna a 14 anni di reclusione per associazione
mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso,
danneggiamento, corruzione, voto di scambio, abuso
d'ufficio. Facendo dichiarazioni spontanee davanti al
Tribunale penale di Crotone,
Bumbaca ha contestato la
sua presunta appartenenza
alla 'ndrangheta. «Appartengo a una famiglia per bene. Sono cresciuto con accanto le divise dei carabinieri. Mio padre è stato carabiniere e nell'Arma si è arruolato anche mio fratello che a
Isola Capo Rizzuto ha comandato da luogotenente la
Stazione locale e ha combattuto la mafia». Bumbaca ha
ripercorso la sua attività
trentennale di gestione di
villaggi turistici e ha ricordato di aver avuto «modo di
conoscere certe persone, che
poi sono state arrestate». E
ha affermato di non voler, in
un primo tempo, accettare
l'incarico di Praialonga, che
gli fu proposto dall'architetto Mimmo Calabretta e dal
medico Lucio Cosentino. Il
primo è stato assolto in via
definitiva nel troncone del
processo col rito abbreviato,
il secondo è coimputato di
Bumbaca col rito ordinario.
«Sono dei professionisti e dei
galantuomini, ma sarebbero
stati ancora più galantuomini se fossero venuti in aula a
dire come stanno le cose». Le
cose, secondo Bumbaca,
stanno così. «Vennero da me
e mi dissero che ero la persona più adatta a gestire Praialonga, dove le cose non andavano bene. Io non volevo accettare perché Stefano Forleo era mio amico e non volevo togliere il pane a nessuno.
Ma su insistenza accettai,
anche perché Calabretta, che
sembrava fosse stato indicato, non voleva accettare per i
suoi impegni professionali».
Bumbaca ha aggiunto di
aver trovato, appena si insediò, un lungo elenco di debiti.
I crediti con i condomini, poi,
«spesso risalivano a dieci anni fa ed erano prescritti. Ci si
sarebbe rimesso anche a spedire le lettere perché poi gli
avvocati bisogna pagarli».
Ma Bumbaca, sottoposto alla
sorveglianza speciale, ha segnalato al Tribunale che per
quattro volte è stata rigettata la sua richiesta di sottoporsi ad alcuni accertamenti
all'ospedale San Raffaele di
Milano relativi ad una patologica cardiaca congenita. E
ha ricordato il dramma vissuto dalla sua famiglia.
«Sbattuti in prima pagina io
e mio figlio Antonio, che all'epoca era un laureando in
ingegneria informatica».
Ma sul documento dal quale Luigi Bumbaca ha tratto i
dati relativi alla situazione
debitoria di Praialonga, a
suo dire consegnatogli da
Regione e Comune di Isola
come il Gattopardo
che, essendo lo stesso Forleo
presente, il documento fosse
sottoposto a lui per verificarne l’autenticità. Il presidente
del Tribunale, Giuseppe Labonia, non ha però ritenuto di
acquisire il documento considerandolo superfluo ai fini
della decisione. La posizione
di Antonio Bumbaca è stata
trattata poi dall'avvocato Viscomi, mentre in mattinata è
intervenuto in difesa di Giovanni Puccio l'avvocato Ernesto D'Ippolito che in aula
ha annunciato di aver concluso così 56 anni di avvocatura.
All’evento c’erano anche i genitori di Dodò Denuncia di Telecom
All’allenamento
di Rizziconi
un po’ di Crotone
Il prefetto Gallo e l’orafo Sacco mostrano la creazione antimafia
C’ERA anche un po’ di Crotone a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria,
nell’appuntamento che ha
visto protagonista la nazionale di calcio su un campo
confiscato alla ‘ndrangheta. C’erano a Rizziconi i genitori di Dodò Gabriele, il
bimbo di 11 anni ferito
mentre giocava in un campo di calcetto e morto tre
mesi dopo, a cui è stato dedicato il mini torneo.
Presente come commissario del Comune, Fabbrizio Gallo, per tanti anni capo di gabinetto della prefettura di Crotone.
Per questa occasione,
alle richieste del pm. Per
la serie non intendiamo
esporci più di tanto. Chiediamo un risarcimento,
ma ci mettiamo solo mezza
faccia.
Anzi, neanche quella. Ed
è qui che la Gattopardesca
mentalità di questo territorio mostra il suo ghigno.
Che senso ha organizzare
convegni ed incontri, andare in televisione e riempirsi la bocca della parola
antimafia se non si ha il
coraggio di mostrare la
propria faccia in Tribunale durante
un processo del genere?.
Come
si
può chiedere al cittadino comune
di denunciare, resistere e cambiare mentalità se le istituzioni danno
un esempio palesemente
opposto?
Domande che andrebbero
poste al Governatore Giuseppe Scopelliti. Ma qualora si trovasse qualcuno
disposto a fargliele, probabilmente non risponderebbe. Come non risponde
a chi gli chiede delle informative della Dia, in cui
viene dato conto delle sue
presunte frequentazioni
con mafiosi.
Sarebbe bene porre le stesse domande a Carolina Girasole, sindaco di Isola
Capo Rizzuto, diventata
un’icona della lotta alla
‘ndrangheta dopo le intimidazioni
ricevute
dalle
cosche, a seguito della
sua opera
come sindaco di Isola.
Perchè un
primo cittadino che, come
racconta lei stessa intervistata un anno fa dal Fatto Quotidiano, “ha messo
in discussione tutto: rifatto vecchi bandi di gara, rivisto appalti e concessioni
e soprattutto messo le mani su tutte le lottizzazioni”, stavolta non ci ha
messo la faccia?
Domande dirette che non
vengono solo da chi scrive, ma da chi ancora vuole
credere ad una frase abusata e diventata per molti
vuota come “riscatto sociale, culturale ed economico di un territorio”.
Senza tutto questo, le condanne penali sono inutili,
perchè non fermano il
meccanismo tanto stantio quanto perverso che
manda avanti questa città, questa provincia, questa regione.
Stefano Forleo
testimone di giustizia
«Un errore per gli enti
la rinuncia
a discutere»
Il villaggio turistico Praialonga
Forleo, si è registrata l’opposizione del pm Bruni e del difensore di Forleo, l’avvocato
Attilio Scola. Sia il pm che
l’avvocato Scola hanno rilevato che il documento non
era firmato. L’avvocato Gregorio Viscomi, difensore di
Luigi Bumbaca, ha chiesto
“TUTTO cambia, affinchè
nulla cambi”. E’ il senso
del discorso che Don Fabrizio, il principe di Salina, fa nel Gattopardo. Secondo i critici letterari era
il manifesto della sicilianità redatto dall’autore,
Tomasi di Lampedusa. E’
passato oltre mezzo secolo dalla pubblicazione del
romanzo, ma un pò come i
testi di Rino Gaetano,
quelle parole sono attualissime se sovrapposte al
nostro territorio.
Cosa cambia, cosa muta
realmente nella nostra
città? I burattinai e
gli interessi
sono sempre gli stessi, come chi
ci mette la
faccia e subisce le conseguenze.
E’ inutile aspettare un
vento nuovo, inutile attendere che là dove non
arriva la politica arrivi la
magistratura. Le condanne in un’aula di Tribunale
non hanno un peso sulla
vita dei cittadini, perchè
costringono a cambiare i
musicisti ma lo spartito
rimane tragicamente lo
stesso.
E’ attesa nei prossimi
giorni la sentenza del Tribunale sul processo “Puma”. Il sostituto procuratore PierPaolo Bruni ha
chiesto 23 condanne per
complessivi 118 anni di
carcere. Sarà il collegio
giudicante ad esprimersi
in merito, non è questo
che ci interessa ora.
Chi si è voluto
fare
un’idea senza pregiudizi sulla vicenda
Praialonga
lo ha già fatto da tempo. Chi ha visto e
sentito, chi non si è tappato i sensi, ha già la risposta senza attendere che la
giustizia faccia il suo corso.
Ma comunque vada a finire questo processo, nulla
cambierà. Una sentenza
attira l’attenzione per 2448 ore, poi si torna alla
routine della vita di tutti i
giorni.
Una routine fatta di compromessi al ribasso e di
coscienze disattivate. Le
belle parole pronunciate
contro la ‘ndrangheta sono come l’arcobaleno che
spunta all’orizzonte mentre continua a piovere:
danno speranza, ma ci si
continua a bagnare.
La Regione Calabria e il
comune di Isola Capo Rizzuto sono parte civile nel
processo Puma. Entrambe, con grande sprezzo del
ridicolo, si sono rimesse
inoltre, «all’orafo Gerardo
Sacco da sempre pronto a
far conoscere il volto positivo e sano della Calabria, è
stato chiesto di realizzare
un segno che potesse esprimere il significato di questa importante iniziativa.
L’orafo - si legge in una nota - ha così ideato un’opera
in argento su base di cristallo, interamente realizzata a mano, con riprodotto
un ragazzo nell’atto di colpire un pallone, dove la
gamba è rappresentata dalla Calabria, che anche grazie a queste iniziative, “tira” un calcio alla ‘ndrangheta».
Rubati
altri
400 metri
di rame
TELECOM Italia ha reso
noto di aver presentato denuncia-querela all’autorità
giudiziaria in relazione a
un furto di cavi, avvenuto lo
scorso 13 novembre in contrada Passovecchio. Sconosciuti hanno divelto circa
400 metri di rame, abbattendo anche dieci pali lungo la linea telefonica.
I tecnici di Telecom Italia
sono tempestivamente intervenuti sul posto per ripristinare il cavo rubato e
riattivare
progressivamente tutte le diverse linee
coinvolte, il cui ripristino è
previsto già a partire da oggi.
In merito ai conseguenti
disservizi verso la clientela,
«l’azienda - è detto in un comunicato - sottolinea di essere parte lesa rispetto ad
un fenomeno che si sta verificando con frequenza e
gravità».
Considerata la complessità
della
situazione,
l’azienda assicura «una
proficua
collaborazione
con le forze dell’ordine al fine di assicurare una tempestiva ed efficace attività di
contrasto e mettere in atto
ulteriori azioni di prevenzione volte ad arginare il fenomeno, attivandosi nel
contempo per ridurre al minimo i disagi per i propri
clienti».
«Condanne inutili
senza
riscatto sociale»
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Crotone
Operazione Business Cars. Oltre 40.000 euro in contanti, più cambiali per 19.000 euro e altro
Trovati banconote e assegni
Perquisizione di Carabinieri e Finanza nella casa di Giovanni Battista Tassone
di GIANLUCA PRESTIA
Pizzo. Lo sostiene Enzo Ceravolo (Pdci)
NEL corso di una perquisizione effettuata dagli uomini della sezione polizia
giudiziaria della Procura
sono stati rinvenuti in casa
di Giovanni Battista Tassone denaro contante, assegni e documenti bancari di
vario tipo, nonché rogiti.
L'attività è stata svolta
quasi in contemporanea
con l'operazione “Business
Cars” che ha portato all'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare, tra
carcere e domiciliari, nei
confronti di altrettante
persone accusate di aver
messo sotto usura due titolari di autosaloni e un commerciante, tutti residenti
nella provincia vibonese.
Nello specifico, l'attività
coordinata dalla procura
della Repubblica di Vibo e
condotta dal personale di
Carabinieri e Guardia di Finanza ha portato alla scoperta di circa 40.000 euro
in contanti occultati, a
mazzetti di 5000 euro ciascuno, in vari punti dell'abitazione di Tassone.
In particolare questi erano avvolti in un primo stato
di carta assorbente e in un
secondo di carta stagnola.
Unitamente al denaro sono
state rinvenute varie cambiali per un totale di 19.000
euro, assegni privi del soggetto beneficiario, documenti bancari di varia tipologia, rogiti notarili, e compromessi di vendita.
Gli investigatori ritengono che tutto il materiale
fosse il provento dell'attività illecita messa in atto da
Tassone e dagli altri componenti del gruppo dei vibonesi.
Le indagini restano, comunque, in corso per individuare altre vittime dell'azione usuraria verso le
quali gli inquirenti, riprendendo l'appello del
procuratore capo della Repubblica di Vibo, Mario
Spagnuolo,
rinnovano
«Migliorare il sistema
dei trasporti
su strada e su rotaia»
Le banconote e gli assegni trovati in casa di Giovanni Battista Tassone (sotto un suo primo piano)
l'appello a collaborare con
le forze dell'ordine per far
emergere ulteriori elementi probatori a carico degli
indagati ed individuare altri presunti responsabili.
Secondo le risultanze investigative, che hanno superato lo “scoglio” del gip
MUSEI ⊳
PRONTO SOCCORSO ⊳
43350
MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE
337015
MUSEO STATALE DI MILETO
42040
MUSEO DELL'ARTE SACRA
391221
MUSEO DELL'EMIGRAZIONE
del tribunale di Vibo Valentia, Giovanni Battista Tassone viene indicato dagli
inquirenti come il vertice
del gruppo che avrebbe,
messo sotto usura le vittime. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vibo, Gabriella Lupoli,
OSPEDALE JAZZOLINO
Pronto soccorso
962235
Centralino
962111
Portineria
962337
suem
118 - 962518
Rianimazione
962230 - 962229
Posto di polizia
962238
GUARDIE MEDICHE
70608 Vibo Valentia
MUSEO DELLA CERTOSA
118 096341774
Ambulanze
534903 Croce Rossa Italiana
MUSEO DEL MARE
soccorsoviboneseBaldo
43350
FARMACIE
BIBLIOT. CALABRESE 351275 - 352363 (fax) ARIGANELLO
CASTELLO NORMANNO
MUSEO MARMI SORIANO
faceva riferimento alle dichiarazioni rese dalle vittime che ricostruiscono in
termini precisi e circostanziati i suoi rapporti con il
gruppo.
«Da quelle dichiarazioni
è stato possibile ricostruire
i reati fine dell'associazione, le cui modalità, come
già evidenziato, sono sintomatiche dell'esistenza del
sodalizio criminale. Le intercettazioni telefoniche,
poi, consentono di cristallizzare i rapporti all'interno del gruppo associativo e
di focalizzare il ruolo di comando assunto da Tassone.
In più, sempre in base a
quanto riportato nell’ordinanza a firma del gip Gabriella Lupoli, i documenti
sequestrati nel corso dell'attività di Polizia giudiziaria, nella disponibilità
dell'indagato, «che inequivocabilmente dimostrano i
non occasionali, ma anzi
stabili e coordinati, collegamenti con gli altri sodali».
0963-351002
CENTRO
SISTEMA BIBLIOTECARIO
547557
BIBLIOTECA COMUNALE
599278
via Mesima, 21
CENTRALE
c.so Vittorio Emanuele
DAVID via Scannapieco
(Vena Superiore)
DEPINOpiazzaSanLeoluca
Buccarelli via Popilia
IORFIDA via V. Industria
43843
472079
596494
42042
263124
42183
592402
572581
IL RE LEONE - 3D 16,00 - 17,50 - 19,40 - 21,30
LEZIONI DI CIOCCOLATO
17,00 - 19,15 - 21,30
IMMORTALS 17,00 - 19,15 - 21,30
I SOLITI IDIOTI 21,30
EMERGENZE ⊳
TANTI AUGURI ⊳
A
MARIATERESA
MATINA i migliori auguri per i tuoi primi 50
anni. Noi tutti te ne auguriamo ancora tanti,
grazie per tutto ciò hai
fatto e continui a fare
per noi. Con te abbiamo un grosso debito
che non riusciamo mai
a ripagare. Grazie di
esistere e a darci la forza per lottare a raggiungere i nostri sogni.
Sei una mamma, nonna e moglie eccezionale».
La tua amata famiglia
Virdò,i nipoti e i generi.
A MARIA STELLA DE LIA, che
oggi presso l'Università di Roma Tre conseguirà la laurea
Magistrale in “Filologie, Letterature e Storia dell'Antichità”:
«Bravissima
dottoressa, eravamo più che
certi che ce
l’avresti fatta a
conseguire questo importante obiettivo. Siamo fieri
di te».
da Mamma, papà ed Emy.
Se avete da segnalare un lieto evento (ricorrenze, lauree, nozze, nascite) da pubblicare in questa rubrica, inviate un fax al numero 0963/472059 oppure una mail all’indirizzo [email protected]
CINEMA ⊳
MODERNO
via E. Gagliardi 41173
sono lasciate le stazioni
di GIUSEPPE CULTRERA
ferroviarie situate lungo
PER risollevare e far de- la cosiddetta “Costa degli
collare il turismo locale è Dei”, in particolare da
anche indispensabile mi- Francavilla Angitola a Nigliorare il sistema dei tra- cotera: «Mentre in altre losporti su strada e su ferro- calità che non sono nemmeno turistiche - osserva via.
Ne è convinto Giuseppe le stazioni ferroviarie venCeravolo,
responsabile gono valorizzate, qui da
provinciale del settore tra- noi si assiste al degrado
sporti del Pdci di Pizzo, il più completo, che poi sfoquale, ovviamente, punta cia, addirittura, in atti di
il dito contro lo stato preca- teppismo, come quello che
rio (lunghe code e cantieri è accaduto qualche giorno
interminabili) dell'auto- fa nella stazione ferroviastrada Salerno-Reggio Ca- ria di Vibo Marina, dove
sono stati inlabria e concendiati e ditro l'attuale
strutti dei vasituazione
goni che da
preoccupanalmeno un
te che investe
anno erano
il trasporto
in sosta nel
su rotaia, sul
quinto binaquale, a suo
rio».
giudizio, ocIn conclucorrerebbe
sione, seconpiuttosto indo l’esponenvestire «per
te del Pdci,
potenziare
«questi
soprattutto il
scempi ed imtrasporto delperdonabili
le merci onde
trascuratezcreare le conze rimangodizioni per al- Giuseppe Ceravolo
no impressi a
leggerire il
flusso di mezzi pesanti che quei turisti che si vedono
circola nelle nostre strade ancora in giro per i nostri
e autostrade. In altre parti luoghi, e che porteranno
d'Europa - evidenzia Cera- come souvenir anche una
volo - vengono trasportati, bella foto dei vagoni incensia su rotaia che via mare, i diati. E se a tutto questo vi
mezzi pesanti completi di aggiungiamo l'ulteriore
automotrice, con un ri- taglio di treni a lunga persparmio enorme di ener- correnza, previsto entro la
gia e, soprattutto, di vite fine dell'anno anche nel
territorio vibonese, c'è
umane».
Quindi, ritornando al davvero da stare poco
soprattutto
contesto vibonese, Ceravo- tranquilli,
lo lamenta lo stato di incu- quando pensiamo al futuria e di abbandono in cui ro dei nostri figli».
Carabinieri
112
Polizia
113
Vigili del Fuoco
115
Aci Soccorso stradale
116
Guardia di finanza
117
Pronto soccorso
118
Polizia Municipale 599606
Polizia Stradale
996611
Soccorso in mare
1530
Corpo forestale
1515
Amb. Polistena O. 0963/94420
S.o.s. Violenza389-6464224
NUMERI UTILI ⊳
FFSS
Informazione viaggiatori
892021
PRO LOCO
45300
MUNICIPIO (Centralino)
599111
(Numero Verde)
167-276400
(Uff.rela. con il pubblico)
599285
CORPO FORESTALE DI STATO 311022
AEROPORTO
di Lamezia Terme
0968/414111
CAPITANERIA DI PORTO
572004
QUESTURA
965111
Carabinieri
guardia di finanza
PREFETTURA
Nuovo
complesso penitenziario
592404
42160
965111
262122
servizio guasti
Acqua
42991 - 599261
Enel
800 900800
italGas
800 900999
Telecom Italia
182
utilità sociale
consultorio familiare
via Gentile
591272/591206
Telefono AZZURRO
linea di emergenza
19696
ser.t. (ospedale Tropea)
61366
SERVIZIO
TOSSICODIPENDENZE
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Comunità TOSSICODIPENDENTI
maranatha'
336566
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43069
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Vibo 23
Martedì 15 novembre 2011
dal POLLINO
allo STRETTO
calabria
ora
MARTEDÌ 15 novembre 2011 PAGINA 7
REGGIO CALABRIA
Prima il pentimento di Marco Marino che
promette sorprese di non poco conto, poi i risultati dell’incidente probatorio che mettono
dei grandi punti interrogativi sui riscontri alle dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice.
L’inchiesta sulla stagione delle bombe a Reggio Calabria, ormai è chiaro, è entrata in una
fase cruciale. Dopo l’emissione di provvedimenti di custodia cautelare da parte della Dda
di Catanzaro, guidata da Vincenzo Lombardo,
sembrava che tutti i rilievi fondamentali dell’indagine fossero palesi, con delle precise responsabilità da ascrivere ai soggetti chiamati in causa dalle parole del “nano”. Ma adesso pare proprio che le carte in tavola possano
cambiare, anche se dalla procura di Catanzaro non giungono particolari novità.
Si lavora sodo, questo è chiaro, ma una novità ulteriore sarebbe dietro l’angolo: l’intervento diretto della Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso. Tra le competenze della Dna, infatti, oltre ad un lavoro di
coordinamento e di raccordo, vi è anche quella di impulso alle diverse Procure distrettuali. E sembra proprio che Grasso ed i suoi sostituti si occuperanno ben presto, ed in maniera diretta, di quanto è avvenuto a Reggio
Calabria nell’anno della tensione, ovvero tra
il 3 gennaio ed il 6 ottobre 2010. L’interessamento diretto e concreto dei magistrati di via
Giulia appare come qualcosa più di una semplice ipotesi. Non si possono dimenticare, del
resto, le accorate parole pronunciate dal procuratore generale Salvatore Di Landro, proprio dalle colonne di CO: «Temo ancora per
la mia vita» disse senza mezzi termini il pg
reggino. Parole che diventarono sempre più
realistiche in occasione della visita del ministro della Giustizia, Nitto Palma in riva allo
Stretto, il quale spiegò che Di Landro aveva
tutte le ragioni per non sentirsi al sicuro. Il
procuratore motivò tale stato d’animo con la
circostanza che l’ultimo livello (i mandanti)
degli attentati alla Procura generale, a casa
dello stesso Di Landro ed a Pignatone con il
bazooka al Cedir, non era stato ancora scovato. In buona sostanza, secondo il pg manca
l’identità della persona che materialmente ha
ideato questa strategia criminale.
Qualche tempo dopo l’intervista rilasciata
da Di Landro, è arrivato il pentimento di Marco Marino. Si tratta di uno dei rapinatori condannati all’ergastolo nell’ambito dell’omicidio di Luigi Rende, guardia giurata freddata
il 1 agosto 2007, durante una rapina. Proprio
quel processo venne indicato come possibile
movente della bomba fatta esplodere in pro-
Bombe a Reggio
La parola passa
a Piero Grasso?
Appare imminente l’intervento della Dna
per fare luce sulla strategia della tensione
GARANZIA
Il capo della Direzione
nazionale antimafia,
Piero Grasso: la sua
struttura investigativa
potrebbe a breve
occuparsi
della strategia della
tensione inaugurata
il 3 gennaio del 2010
con la bomba alla
Procura generale
e proseguita quasi
per tutto l’anno
cura nelle ore immediatamente successive al
fatto. Si seguì la pista che conduceva ai Serraino (tra l’altro Marino viene ritenuto soggetto vicino a tale cosca), fino a quando non
fece “irruzione” sulla scena il collaboratore di
giustizia Nino Lo Giudice, che indicò in Antonio Cortese e Vincenzo Puntorieri gli autori materiali di quanto era avvenuto in via Cimino e non soltanto. Secondo Lo Giudice, il
processo Rende non c’entrava nulla, ma era
una ritorsione della sua famiglia verso uomini delle istituzioni che non avrebbero soddisfatto delle aspettative del fratello Luciano,
di rimanere immune da provvedimenti giudiziari. Tesi che non trovò mai alcun riscontro,
almeno fino ad oggi, e che cozza in modo piuttosto chiaro anche con le prime risultanze
scientifiche venute fuori dall’incidente pro-
l’allarme/1
batorio sui reperti degli attentati. In buona
sostanza se è vero che, come afferma Lo Giudice, fu Cortese a fare quella telefonata che avvertiva del bazooka al Cedir, l’incidente probatorio esclude tale ipotesi non riconducendo la voce registrata a quella di Cortese; se è
vero che fu proprio lui a maneggiare il bazooka stesso, dall’esame probatorio non emerge
alcun frammento d’impronta digitale che
possa essere comparato. Ergo: non esiste, allo stato e per quanto di pubblico dominio, alcuna possibilità di avere certezze scientifiche
che proprio Cortese fu l’autore materiale dei
fatti contestati. Rimane solo un aspetto da
analizzare e sarà quello che i periti faranno
nel corso della prossima udienza: il video che
ritrae gli autori dell’attentato del 3 gennaio.
Occorrerà vedere se vi sono delle corrispon-
A Catanzaro i magistrati della
Dda guidata da Vincenzo
Lombardo lavorano sodo
Ma sarebbe ormai dietro
l’angolo l’intervento diretto
della Dna: la struttura
coordinata da Piero Grasso
sarà chiamata ad occuparsi
di ciò che accadde a Reggio
Calabria tra il 3 gennaio e
il 6 ottobre del 2010 con gli
attentati prima a Di Landro
e poi a Pignatone
denze antropometriche tra Cortese e Puntorieri ed i due che stavano sullo scooter quella
notte.
È chiaro, allora, che i punti oscuri sulla
bomba di via Cimino aumentano con il passare delle settimane, così come ancora poco o
nulla si è saputo di più attendibile su quanto
avvenuto la notte del 26 agosto in via Rosselli, casa del procuratore Di Landro, quando
una bomba devastò l’ingresso dell’abitazione
del magistrato. Infine la questione bazooka
che mostra molti lati irrisolti e tutti ancora da
chiarire, come l’interrogativo principale: ci
sono particelle ternarie sull’arma che avrebbe sparato? A ciò si aggiunge il pentimento di
Marco Marino, persona che forse conosce
qualcosa che potrebbe risultare assai interessante ai fini investigativi. Proprio su tutte queste circostanze dovrà concentrarsi l’attenzione dei magistrati della Dda guidati da Vincenzo Lombardo. Esattamente sui medesimi
punti verterà il quasi certo intervento della
Direzione nazionale antimafia. La verità, del
resto, va cercata sino in fondo e ad oggi sembra che alle parole di Lo Giudice corrispondano solo dei riscontri parziali contrastati dai
dati scientifici che danno, in parte, ragione
alla difesa. Cosa accadrà? È ancora presto per
dirlo, ma pare proprio che la verità, tutta la
verità, sulla stagione delle bombe debba ancora essere scritta e raccontata.
CONSOLATO MINNITI
[email protected]
l’allarme/2
Parlamento a rischio... ’ndrangheta
La mala calabrese ha la sua cupola
Gratteri: «Molti capimafia sono incensurati. Possono essere eletti»
Pignatone: «Le cosche si riorganizzano. La società civile reagisca»
COSENZA «Ci sono molti incensurati che
sono capimafia e che, quindi, possono essere
eletti o nominati in Parlamento», ma né l’attuale sistema elettorale né la
reintroduzione delle preferenze «possono arginare questo
pericolo di inquinamento». Lo
ha detto Nicola Gratteri (foto)
a margine di un incontro organizzato dalla Provincia di Firenze. «Il sistema elettorale attuale ha creato dei nominati e
non degli eletti. Nella sostanza
7, 8 persone hanno determinato la composizione del Parlamento», quindi «non sono stati rappresentati i bisogni e i voleri delle persone»; e poi
«molti parlamentari non sono espressione
del territorio sul quale sono stati nominati:
con la Seconda Repubblica non ho visto i
cambiamenti necessari per la nostra società.
Paradossalmente quindi possiamo pensare:
qual è la differenza tra avere sei
mafiosi “doc” in Parlamento,
rispetto al prodotto che si è
avuto fino ad oggi? Non mi pare che sia un grande rischio, visti i risultati» ha aggiunto Gratteri, secondo cui «per mesi si è
discusso di problemi inesistenti». Infine rispondendo ai giornalisti, in merito alla forza reale che potrà avere il nuovo Governo tecnico sulle questioni
legate alle mafie, Gratteri ha spiegato: «Vediamo quali poteri avrà, dal punto di vista sostanziale cosa potrà fare, quali saranno gli
spazi di manovra».
COSENZA Anche la mafia calabrese ha
la sua Cupola. «Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della ’ndrangheta che, pur
mantenendo l’articolazione familiare, ha al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impartisce le direttive strategiche ed è in grado
di farle rispettare». A spiegarlo il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone
(foto), in un’intervista ad
“ASud’Europa”, settimanale
del Centro Pio La Torre. «Oggi ci troviamo di fronte ad
un’organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi
economici e dell’espansione in Italia e nel
mondo pur mantenendo come centro opera-
tivo la provincia di Reggio». A fornire il quadro della nuova struttura «una serie di operazioni realizzate nel 2010 e soprattutto quella condotta in collegamento
con la Dda di Milano (“Il Crimine”) che hanno dipinto il
quadro della situazione attuale della ’ndrangheta, completamente diversa dalla ricostruzione effettuata dalle sentenze
di 10-15 anni fa, che descrivevano una ’ndrangheta tradizionale, formata da famiglie non
collegate tra loro se non occasionalmente». Per il procuratore Pignatone, infine, è «essenziale che la società civile del nord combatta in tempo il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella società e nell’economia».
10
MARTEDÌ 15 novembre 2011
D A L
P O L L I N O
A L L O
calabria
ora
S T R E T T O
le esequie
CORIGLIANO L’intera comunità s’è stretta ieri attorno alla famiglia Straface, che sempre ha offerto
posti di lavoro in una zona dove la
garanzia del salario è stato sempre
un obiettivo difficile da raggiungere.
I funerali di Franco Straface (nella
foto), nella chiesa di San Mauro di
località Cantinella di Corigliano, sono stati un momento di raccoglimento attorno ad una famiglia di
recente sottoposta a prove davvero
difficili. La gente, in una circostanza del genere, non ha voluto pensare alle vicende giudiziarie di Franco
e Mario Straface, sulla quale ci sarà
modo e tempo per sapere, capire e
discutere. Ieri i cittadini di Cantinella, Mandria del Forno, San Nico, ma
anche di altre zone del territorio
hanno voluto rendere a Franco
Corigliano saluta Franco Straface
Presenti la sorella Pasqualina e il fratello Mario grazie a un permesso speciale
Straface, che nella sua veste di imprenditore ha comunque saputo
creare posti di lavoro. La folla ieri
era imponente, si calcola circa 3000
persone, così come era già avvenuto nello scorso mese di agosto allorquando, anche per una morte improvvisa, lasciò la vita terrena Mario Guglielmello, cognato di Franco. La piccola chiesa di San Mauro
non ha potuto contenere le tantissime persone che non hanno voluto
mancare nel rendere l’estremo saluto al noto imprenditore. La salma
di Franco Straface alle 16 è partita
dall’abitazione della sua famiglia in
località Mandria del Forno ed è stata portata fino all’ingresso di Cantinella. Dalla statale 106 e fino alla
chiesa il feretro è stato portato a
spalla, a seguire la salma c’era anche
Mario Straface, giunto sul posto intorno alle 16.30 grazie ad un permesso speciale ricevuto dal giudice
di sorveglianza. E il ritardo sull’inizio della cerimonia (prevista per le
15) è stato dovuto proprio all’arrivo
di Mario. Il corteo poi è giunto in
chiesa dove il parroco don Piero Rose ha officiato il rito funebre. Chie-
sa gremita, così come il sagrato e
buona parte del piazzale antistante
la chiesa. Nell’omelia don Rose nel
commentare la prima lettera del
Vangelo di Giovanni ha voluto porre in evidenza il ruolo di benefattori che la famiglia Straface ha avuto
per la comunità di Cantinella e non
solo. E la presenza di tanta gente al
funerale, ha sottolineato il parroco,
è la testimonianza di quanto affermato. Tra i presenti al rito funebre
tutta la famiglia Straface con l’ex
sindaco Pasqualina, presente anche
il parlamentare Giovanni Dima, il
consigliere regionale, Giuseppe Caputo, il sindaco di Rossano, Giovanni Antoniotti, l’ex parlamentare,
Giuseppe Geraci e tanti altri esponenti del mondo politico locale. E’
stata una cerimonia lunga e in diversi momenti toccante che è terminata poco dopo le 18.
Giacinto De Pasquale
Santa Tecla, oggi si torna in aula
A Catanzaro proseguono le arrighe della difesa nell’ambito degli abbreviati
CORIGLIANO (CS)
Santa Tecla, si prosegue
con le arringhe del collegio
difensivo nell’ambito del giudizio con il rito abbreviato a
carico di 73 imputati. Da oggi si torna in aula, dinanzi al
gup di Catanzaro Tiziana
Macrì, per le ulteriori discussioni della difesa già iniziate
alle passate udienze del 2 e 3
novembre dopo la requisitoria del pubblico ministero
antimafia Vincenzo Luberto
e le discussioni degli avvocati di parte civile. Le arringhe
difensive proseguiranno anche alle udienze già fissate
per il 16, 17, 29 e 30 novembre, mentre per metà dicembre è prevista la sentenza di
primo grado.
Un processo che sta facendo già registrare i primi “colpi di scena” quello in corso a
Catanzaro, dove lo scorso 2
novembre il collaboratore di
giustizia Carmine Alfano
non ha riconosciuto in aula
l’imputato
coriglianese
Osvaldo Di Iuri, il quale dopo circa 15 mesi di detenzione in carcere si è sentito dire
che quell’uomo che faceva il
corriere della droga non era
lui. E proprio all’esito di
quanto accaduto durante
quell’udienza, il gup distrettuale ha disposto la scarcerazione del giovane Di Iuri
ritenendo insussistenti le
esigenze cautelari.
In queste ultime cinque
udienze, la parola andrà ancora alla difesa, che tenterà
di smontare il castello accusatorio e indebolire il valore
probatorio degli elementi
addotti dalla pubblica accusa. Il tutto, lo ricordiamo, dopo la lunga e articolata requisitoria del pm Luberto che ha
chiesto complessivamente
Il pm Luberto
ha chiesto per
i 73 imputati
oltre sette secoli
di carcere
La conferenza stampa che si tenne il 21 luglio del 2010 per illustrare i risultati dell’operazione
oltre sette secoli di carcere
(con una sola richiesta di assoluzione) al termine di due
giorni di discussione durante i quali ha ripercorso le tappe della maxioperazione che
ha inferto un duro colpo al
“locale” di Corigliano determinando anche un vero e
proprio terremoto politico anche a Rossano dove, disfociato, a giugno di que- nanzi al Tribunale collegiale,
st’anno, nello scioglimento è in corso di celebrazione il
del consiglio comunale per rito ordinario nell’ambito del
condizionamenti da parte quale sono già state separate
della criminalità organizza- le posizioni dei fratelli corita. Su questo fronte, si atten- glianesi Maurizio e Fabio Barilari
da
de la fissazioquelle degli
ne
delGiovedì
altri sette iml’udienza diriprenderà
putati.
nanzi al Tar
Per quella
Lazio per la
il processo
data,
amdiscussione
ordinario
messe già le
nel merito
a Rossano
corpose liste
del ricorso
testimoniali
avanzato
dall’ex sindaco, dall’ex giun- delle parti, è prevista l’escusta e dall’ex presidente del sione dei collaboratori di giuconsiglio comunale, che stizia Giovanni Cimino e
chiedono l’annullamento del Gianpiero Converso, indicati dal pm.
decreto del Viminale.
Nel frattempo, giovedì 17
ROSSELLA MOLINARI
novembre si torna in aula
[email protected]
C’è attesa per l’interrogatorio
In carcere il 37enne accusato di molestia sessuale su un minore
L’interrogatorio si terrà
oggi davanti
al gip di
Rossano
Nella foto il
Tribunale
ROSSANO (CS) Si terrà oggi, dinanzi al gip
di Rossano, l’interrogatorio di garanzia nei confronti del trentasettenne del luogo (G.V. le sue
iniziali), arrestato giovedì scorso perchè accusato di molestia sessuale su minore. A stringere il
cerchio attorno al 37enne sono stati i carabinieri della stazione di Rossano, che avevano ricevuto la denuncia sporta dalla mamma del ragazzino minorenne dando il via ad una approfondita attività di indagine coordinata dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris e dal suo
sostituto Simona Rizzo. L’episodio contestato
risale all’incirca ad una ventina di giorni fa,
quando, lungo una via dello scalo, l’uomo ha incontrato il minore. Lo avrebbe adescato con una
scusa facendolo salire a bordo della propria au-
to, per poi intrattenersi con lui. Ad un certo punto, sono scattate le avances e successivamente il
tentativo di compiere atti sessuali. Per fortuna,
secondo la ricostruzione degli inquirenti, il quattordicenne è riuscito a sottrarsi al peggio, tornando poi a casa dove ha raccontato tutto alla
madre. Da qui la denuncia della donna che ha
riferito tutti i particolari alle forze dell’ordine. E
così, hanno avuto inizio le indagini che, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato gli inquirenti dritti dritti al trentasettenne. Con l’ausilio di personale specializzato e
con le procedure della modalità protetta, è stata raccolta anche la testimonianza del minore
che ha poi indicato il proprio “adescatore”. Raccolti elementi probatori sufficienti, la Procura ha
chiesto e ottenuto dal gip Letizia Benigno un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il
trentasettenne. Non è il primo episodio del genere che vede protagonista il trentasettenne.
L’ultimo, in ordine cronologico, risale a circa
due anni fa quando, in seguito ad un pestaggio
di cui rimase vittima, gli inquirenti raccolsero
elementi probatori che consentirono di delineare un quadro indiziario da cui emersero reiterate condotte moleste nei confronti di un ragazzo
di quindici anni.
ALESSANDRO TROTTA
[email protected]
l’iniziativa
L’Unical cede nove pc
alla Procura di Vibo
COSENZA Nove computer sono stati
ceduti dall’Università della Calabria e messi a disposizione della squadra di polizia
giudiziaria della Procura di Vibo Valentia.
Lo ha reso noto, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore Mario Spagnuolo. «Ho voluto rendere pubblico il rapporto sinergico di collaborazione tra istituzioni - ha detto - soprattutto in questa fase dove le difficoltà economiche rappresentano
spesso un problema insormontabile nella
gestione finanche del quotidiano».
La consegna dei nove pc è il risultato dello scambio di comunicazioni tra la segreteria della Procura ed il Polo didattico dell’Unical, soppresso tempo fa e che aveva
sede al liceo classico dove i computer erano inutilizzati. Di proprietà dell'Unical i
computer sono stati ceduti alla Procura in
comodato d'uso gratuito. «Senza enfatizzare l’evento - ha detto Spagnuolo - è parso utile far conoscere all’opinione pubblica
vibonese il rapporto tra Istituzioni diverse
unite da un unico interesse quale il bene
comune. La circostanza tornerà utile per
sostenere materialmente il lavoro degli uffici della Procura portato avanti tra mille e
oggettive difficoltà».
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Messaggio intimidatorio
per un altro dirigente di Vibo
NEL
MIRINO
Proiettili e
una bottiglia
piena di
benzina per
il dirigente
del Comune,
responsabile
del settore
Lavori
pubblici
Pasquale
Scalamogna
L’altro ieri
invece una
busta
contenente
proiettili - e
intercettata
al centro
distribuzione
delle Poste era diretta
ad Adriana
Teti che si
occupa di
Affari
generali e
Personale
Dopo la Teti nel mirino anche Scalamogna: per lui 4 proiettili
VIBO VALENTIA
La criminalità alza il tiro. I “messaggi” intimidatori si stanno susseguendo
con una cadenza praticamente quotidiana a Vibo Valentia. E la situazione
non accenna a migliorare. L’altro ieri si
è registrata la notizia dell’intimidazione ai danni di una dirigente comunale
di Vibo, Adriana Teti, che si occupa di
Affari generali e Personale, e alla quale era indirizzata una busta - intercettata al centro distribuzione delle Poste
del capoluogo - contenente alcuni proiettili. Ieri l’episodio si
è ripetuto ai danni delLa moglie ha
l’ingegnere Pasquale
trovato la tanica
Scalamogna, 52 anni,
altro dirigente di padi benzina
lazzo “Luigi Razza”,
e la busta
responsabile del settocon i proiettili
re Lavori pubblici.
Ignoti, intorno alle
18 di domenica, hanno depositato, su
un gradino della scala esterna della sua
abitazione, sita in via Jazzolino, nel
centro storico della città, una bottiglia
di vetro piena di benzina avvolta in una
busta di plastica con quattro proiettili
di pistola di grosso calibro.
Ad accorgersene è stata la moglie del
professionista vibonese, la quale, non
sapendo di cosa si trattasse, ha aperto
la busta e comprensibilmente scossa
ha subito avvisato il marito ed i carabinieri della Radiomobile, guidati dal tenente Marco Califano, i quali, giunti sul
posto, hanno prelevato la busta e l’hanno portata in caserma. L’intimidazione
sarebbe da ricondurre alla sua attività
professionale. Due dirigenti del Comune di Vibo Valentia, dunque, oggetto di
un “messaggio” che certo non lascia
tranquillo nessuno. Se per Scalamogna
si tratta della prima, triste, volta, lo
stesso non può dirsi per Adriana Teti.
Il 3 ottobre scorso, infatti, ignoti, intorno alle 22.30, si erano recati sotto la
sua abitazione, in via Cordopatri, ed
avevano tentato di appiccare il fuoco
alla sua automobile.
Le indagini su questo caso le stanno
conducendo gli agenti della Squadra
mobile, mentre ai carabinieri è affidato il compito di fare luce sulla vicenda
di Scalamogna. Non è chiaro, al momento, se tra i due episodi vi sia una
correlazione o se si tratti di casi singoli. Intanto politici e amministratori
hanno voluto esprimere la propria vicinanza ai due dirigenti. In primis l’amministrazione comunale. Il sindaco Nicola D’Agostino ha affermato: «Questi
gravi atti intimidatori non possono più
lasciare indifferenti, né devono passare inosservati. Invito i dirigenti a proseguire nel loro lavoro, sollecito le forze dell’ordine a intensificare i controlli
e la cittadinanza a discostarsi da tali
azioni compiute nell’ombra da individui senza coraggio».
Solidarietà anche dal gruppo consiliare dell’Udc, col capogruppo Tonino
Daffinà. «Non è possibile in alcun modo tollerare simili ingerenze nell’esercizio della propria funzione pubblica
né tanto meno è accettabile che la vita
privata di un cittadino venga turbata
con atti che non sono degni di una società civile». Condanna pure dal presidente della Provincia, Francesco De Nisi: «Questi gesti di matrice criminale si
rinnovano ormai con sempre maggiore frequenza. L’auspicio è che forze dell’ordine e magistratura, già strenuamente impegnati sul territorio, riescano al più presto a individuare e punire
i responsabili». Solidarietà anche dal
presidente della Commissione Sanità
del Consiglio regionale, Nazzareno Salerno: «Questi gesti vili suscitano la riprovazione e lo sdegno di tutte le componenti sane della società e ribadiscono la necessità di una presenza forte
dello Stato nel Vibonese».
GIUSEPPE MAZZEO
[email protected]
le parole di raffa
l’intervento di costantino
La Nazionale di calcio a Rizziconi
Un segnale importante ma non basta
L’allenamento della nazionale di calcio organizzata a Rizziconi nel campetto confiscato alla
’ndrangheta, può rappresentare certamente un
evento importante e, per questo, condivisibile il
giudizio espresso da alcune personalità sul fatto
nazionali, sull’impiego del denaro pubblico , sul
simbolico, un segnale importante e positivo.
Niente di più. E quindi, in una Provincia, come riciclaggio del denaro sporco , sull’affarismo di tanquella reggina - il cui territorio costituito da tre ti soggetti , sull’omertà (omertà presente in misumandamenti a cui fanno (o facevano) riferimen- ra maggiore in tanti politici rispetto ai cittadini), sui
to al “Crimine” prima della grande operazione del- bilanci di società per essere efficace deve far crescele forze dell’ordine , con 112 cosche operanti nei 97 re le coscienze.
Il verticismo e chiusure non servono se anche
Comuni e dove , seconda la Dia ,con la più alta
densità mafiosa d’Europa (tra quelli che colludo- si vuole pervenire facilmente a individuare anche
no, quelli che la subiscono e quelli che evitino di la zona grigia e settori collusi della P.A e che adcontrastare la mafia pari 37 per cento e in una Re- detti spesso ostentano la presenza anche in magione con un media annua di 12mila attentati, in- nifestazioni antimafia
E qualche perplessità sorge anche sul tema quatimidazioni e incendi e il più alto numero di reati)
- tutte le iniziative contro la criminalità organiz- si slegato dal dramma tremendamente presente
in questo territorio per gli insoluti antichi e nuovi
zata sono utili.
problemi giacché a qualche chiloMa, è da domandare, come posmetro da Rizziconi c’è il Porto di
sa incidere il grande calcio nella
«È
vero
gli
Gioia Tauro in grave difficoltà,
realtà con l’affrettata iniziativa
’ndranghetisti
settori agricoli in crisi, impossibisenza neppure un momento serio
li condizioni di vita civile.
per un confronto e anche perché il
non hanno
Sarebbe stata una grande e prorischio è la genericità di posizione
paura
di
quattro
pizia occasione da cogliere per lesu un tema importante e delicato.
tiri al pallone»
vare alto e forte per dire che non
Per questo l’affermazione conc’è più un giorno da perdere per
tenuta nel commento di Davide
superare il profondo disagio e rabVarì su Calabria Ora è pienamente condivisibile laddove asserisce che gli ’ndran- bia esistente per i tanti torti subiti confermati dalghetisti non hanno paura di quattro tiri al pallone lo stesso crescente divario tra la Regione Calabria
e tornati nelle proprie sedi i ragazzi di Rizziconi sa- più indietro economicamente rispetto alle altre
ranno nuovamente soli con i loro problemi quoti- Regioni del Nord.
Nessuno oramai nega ( e come si potrebbe nediani.
La denuncia sulle infiltrazioni della criminalità garlo essendo confinati in coda a tutte le graduain alcune istituzioni, in strutture pubbliche e pri- torie?) le grandi emergenze di questa terra amara
vate, sull’aggiudicazione di appalti e subappalti, per i diritti negati, le promesse non mantenute dai
sul mondo della sanità, sulle truffe comunitarie e vari governi, la mancanza di giustizia e la sua len-
tezza, l’arretratezza di infrastrutture e servizi aggravatasi con la vergogna ora dei tagli dei treni, la
grande disoccupazione giovanile, il continuo dissesto del territorio ed i rischi esistenti per le popolazioni.
Fa fare l’allenamento della nazionale alcun passo in avanti? La ndrangheta senza un rinnovamento profondo della Calabria volto a creare sviluppo e modernizzazione ha sempre possibilità di
reclutare i giovani e non senza speranze e prospettive. Occorre coerenza, serietà, impegno, coesione
e determinatezza.
Non discutiamo sulla somma utilizzata di 240
mila euro – e non solo quelle – per consentire l’organizzazione della manifestazione sportiva , ma se
si lascia – ad esempio - il Consorzio “ Piana Sicura”, di cui fanno parte i Comuni viciniori di Rizziconi e cioè : Gioia Tauro, Rosario, San Ferdinando, guidato dal generale Angelo Pellegrino senza
mezzi e che minaccia le dimissioni, compiti e finalità della lotta contro la criminalità vengono vanificati . Ecco se in questo momento – anche in vista degli obiettivi che si prefiggerà il nuovo Governo – la manifestazione sportiva di Rizziconi, per
vastità dei mezzi di comunicazione nazionale messi in campo, fosse collegata – insieme al problema
della malavita organizzata – ai tanti drammi per
dare il senso della gravità della situazione economica di Reggio e della Calabria ,sarebbe certamente un atto sia pure altrettanto simbolico, positivo,
rivolto a dare risposte nei vari campi ai cittadini.
Demetrio Costantino
(Prensidente Cids )
«Non deve rimanere
solo un momento
celebrativo»
«Lo sport - ha affermato
in una nota il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa - aggrega, come ha dimostrato ieri
la Nazionale. Trascorso il
momento emotivo, anche
manifestazioni come quella
di domenica rischiano di rimanere solo un momento
celebrativo. Ed allora abbiamo il dovere di chiederci cosa fare e come porci dopo
l’evento “azzurro”, altamente simbolico, che ha monopolizzato l’attenzione mediatica, questa volta non per episodi legati alla ’ndrangheta,
sul piccolo centro della Piana. Innanzitutto occorre essere consapevoli che esibizioni del genere, da sole non
bastano per isolare le forze
dell’antistato. Occorrono, invece, nuovi strumenti in grado di dotare di anticorpi sociali il territorio, sempre più
esposto alla pervasività della
criminalità organizzata. Le
parole di don Luigi Ciotti, “la
lotta alla mafia si fa a Roma”,
e il saluto del ct azzurro, “non
mollate mai”, ci aiutano a
non perdere la speranza in
noi stessi»
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Patenti facili, primi interrogatori
Chiamati in sette, quattro non rispondono, gli altri si dicono «estranei»
Arcadia, difeso dall’avvocato Giancarlo Pittelli che ha chiesto per il suo asSi sono svolti ieri mattina davanti al sistito la scarcerazione.
Revoca della misura cautelare delGiudice delle indagini preliminari del
tribunale di Lamezia Terme, Carlo l’obbligo di dimora per il suo cliente,
Fontanazza, gli interrogatori di ga- invece, è stata chiesta da Piero Chioranzia delle diciassette persone coin- do, difensore di Francesco Laudadio
volte a vario titolo nell’inchiesta “Iso- che si è detto «assolutamente estrala felice” che alcuni giorni fa ha por- neo» alla vicenda confutando ogni artato all’arresto di otto persone, finite gomento di accusa e spiegando le moai domiciliari, ed all’emissione di no- dalità con cui si sono svolti gli esami
ve obblighi di dimora per altrettante «fatti in modo cristallino ed alla luce
del sole».
persone.
Gaetano De Salvo, difeso dagli avDei diciassette coinvolti, tra cui ci
sono gli attuali direttori della motoriz- vocati Gianni Russano e Francesco
zazione civile di Reggio Calabria e di Pullano, ha risposto all’interrogatorio di garanzia riCatanzaro, il capo
spondendo ad ogni
area conducenti, un
Nelle giornate
singola domanda
funzionario del medi
oggi
e
domani
posta dal Gip e fordesimo Ente, titolari
nendo a sostegno di
e dipendenti di autoil gip sentirà
quanto argomentascuole e di agenzie di
anche
il
resto
to «atti a contenuto
disbrigo pratiche con
degli indagati
probatorio e normasede a Lamezia, Cutiva amministrativa
ringa, Praia, Soverato, ieri è stata la volta di sette di loro finalizzata a dimostrare la correttezza
di cui alcuni si sono avvalsi della facol- dell’azione amministrativa e l’infontà di non rispondere come, ad esem- datezza dell’ipotesi accusatoria a torpio, Sebastiano Fruci, difeso dagli av- to contestatagli. I difensori, in uno al
vocati Francesco Gambardella e Mas- proprio assistito, tengono a precisare
similiano Carnevale. Altri, invece, che i provvedimenti emessi dall’Autohanno risposto al magistrato, respin- rità giudiziaria non vanno discussi ma
gendo ogni accusa.
rispettati e commentati nelle sedi giuIn particolare, ha risposto a tutte le diziarie opportune, in tal caso in sede
domande, respingendo le accuse e incidentale de libertate».
spiegando la sua posizione, Roberto
Ieri mattina davanti al Gip lametiLAMEZIA TERME (CZ)
VIBO V. All’appello mancava soltanto Massimo Zappia.
Era lui il decimo elemento destinatario di un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere
emessa dal gip del tribunale di
Vibo Valentia ed eseguita dai
militari della Guardia di finanza e da quelli del Comando
provinciale dell’Arma di Vibo,
che giovedì scorso aveva portato all’arresto di nove persone
indagate a vario titolo per il reato di usura perseguito con minacce ed estorsioni ai danni di
alcuni imprenditori e commercianti del Vibonese. Zappia, 35
anni di Benestare (Rc), ieri
mattina si è presentato spontaneamente alla stazione dei
carabinieri di Platì, i quali, dopo le formalità di rito, lo hanno
tradotto ai domiciliari, per come prevede l’ordinanza del gip.
Secondo la Procura di Vibo Valentia, Zappia farebbe parte di
una presunta organizzazione
criminale dedita all’usura, sgominata giovedì, appunto, con
l’operazione “Business” car. Gli
investigatori vibonesi, a seguito della denuncia del titolare di
una concessionaria d’auto di
Serra San Bruno, hanno avviato le indagini circa un anno fa,
venendo a conoscenza dell’esistenza di due gruppi, uno operante nel Reggino e nel Catanzarese, di cui farebbe parte
Zappia col ruolo di rivenditore
delle auto provento di usura, e
l’altro nel Vibonese, guidato -
Le fiamme gialle
sequestrano
40mila euro
in contanti a
casa di Tassone
Gli uffici della motorizzazione civile di Catanzaro
no sono comparsi anche Carmelo Tripodi, difeso dall’avvocato Giovanni
Gerace, e Nicola Oliveti e Giulio Marino difesi dagli avvocati Francesco
Oliveti e Antonio Ferrari. Della facoltà di non rispondere, inoltre, si era avvalso anche Gaspare Pastore nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi, in presenza del suo avvocato, Foti, a Reggio Calabria.
Tra oggi e domani, intanto, sarà la
volta delle altre nove persone coinvolte nell’inchiesta nell’ambito della
quale sono state denunciate in stato di
libertà altre 144 persone, nella maggior parte coloro che hanno ottenuto
le certificazioni senza aver sostenuto
alcun esame.
Per tutti l’accusa, a vario titolo, è di
associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio,
al falso ed alla truffa ai danni dello
Operazione Business Car
Zappìa si costituisce
secondo gli inquirenti - da Giovanni Battista Tassone. Proprio nell’abitazione di quest’ultimo a Soriano Calabro, sempre nella giornata di ieri, gli
agenti del Nucleo di polizia tributaria della Gdf, guidati dal
colonnello Michele Di Nunno,
hanno rinvenuto circa 40mila
euro in contanti occultati, a
mazzetti di 5000 euro ciascu-
no, in vari punti della casa. Il
denaro era avvolto in un primo
strato di carta assorbente e in
un secondo di carta stagnola.
Unitamente ai contanti sono
state rinvenute varie cambiali
per un totale di 19mila euro, assegni privi del soggetto beneficiario, documenti bancari di
varia tipologia, rogiti notarili e
compromessi di vendita. Gli in-
Stato. In particolare, secondo l’accusa, era stato creato un vero e proprio
giro per rilasciare patenti, certificazioni Adr (obbligatorie per condurre
veicoli per il trasporto di merci pericolose) e di trasformazione di mezzi,
senza far sostenere gli esami ai diretti interessati o senza nemmeno far sostenere il corso o effettuare i prescritti collaudi. Secondo gli inquirenti, infatti, i coinvolti nell’inchiesta avevano
dato vita ad una vera e propria organizzazione alla quale si rivolgevano,
nella maggior parte dei casi, extracomunitari (tra cui molti cinesi) che,
previo pagamento fino a tremila euro, ottenevano sia le patenti che i certificati Adr, per il rilascio dei quali si
presuppone l’aver seguito corsi di formazione e nulla osta, o i collaudi per
le auto.
Nell’ordinanza, il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di 66
patenti di guida, 50 certificati di formazione professionale Adr e 195 veicoli sottoposti a collaudo straordinario mediante la produzione di relazioni tecniche apocrife.
Le indagini, condotte dalla Polstrada di Lamezia Terme in collaborazione con quella di Catanzaro e coordinate dal Pm Domenico Galletta, presero il via nel 2007 in seguito ad una
segnalazione.
SAVERIA MARIA GIGLIOTTI
[email protected]
I soldi sequestrati a Tassone
vestigatori ritengono che tutto
il materiale sia provento della
presunta attività illecita messa
in atto da Tassone e dagli altri
componenti del gruppo dei vibonesi.
Ma le indagini stanno comunque proseguendo per accertare se vi siano altre vittime.
GIUSEPPE MAZZEO
[email protected]
faida
GIOIA TAURO (RC) C’era attesa per la prima udienza del procedimento Cosa Mia, il maxi processo
scaturito dall’operazione che aveva
messo fine alla sanguinosa faida tra
il gruppo dei Gallico di Palmi e quello dei Bruzzise di Barritteri di Seminara e che aveva portato alla luce il
giro vorticoso di mazzette e estorsioni che gravitavano sull’infinito
cantiere per la ristrutturazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. E così ieri, nell’aula bunker del
tribunale di Palmi, c’era il pubblico
delle grandi occasioni: parenti e
amici dei 47 imputati hanno letteralmente affollato il gabbione destinato al pubblico delle udienze, finendo per venire richiamati più volte dal presidente della Corte d’assise Silvia Capone.
Un’udienza transitoria quella di
ieri, in gran parte trascorsa in attesa delle decisioni prese dalla Corte
Processo Cosa mia, aula affollata
ma si rinvia tutto a sabato prossimo
Il carcere di Palmi
sulle numerose eccezioni presentate dai numerosi avvocati difensori
presenti in aula.
Eccezioni che hanno riguardato
alcuni disguidi burocratici relativi
alle notifiche relative alla traduzione
di alcuni imputati detenuti in regime di carcere duro, e soprattutto
hanno riguardato lo stesso presidente Capone, a cui i legali degli imputati hanno chiesto l’astensione volontaria dal processo visto che la Capone ha svolto, nel giugno del 2010,
il ruolo di Giudice per le indagini
preliminari nell’interrogatorio di garanzia relativo all’imputato Domenico Gallico (imputato che ha deciso di farsi giudicare con la formula
del rito abbreviato davanti al Gup di
Reggio Calabria) fratello di Rocco
Gallico che invece verrà giudicato
con la formula del rito ordinario.
L’eccezione però è stata rigettata
(stesa sorte toccata alle eccezioni
precedentemente formulate) perché
lo stesso Presidente Capone, nell’occasione specifica dell’interrogatorio
per rogatoria «non ha svolto funzioni decisionali o valutative».
Una decisione arrivata dopo una
lunga camera di consiglio ma che
non ha convinto gli avvocati che
hanno infatti presentato una formale richiesta di ricusazione del giudice. La palla passa adesso alla Corte
d’Appello di Reggio Calabria che deciderà nei prossimi giorni (prima comunque della prossima udienza calendarizzata per il 19 di novembre)
se Silvia Capone potrà essere il Presidente della corte che deciderà di
questo procedimento.
VINCENZO IMPERITURA
[email protected]
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Cosa hanno in comune
Peppe Scopelliti e la sindrome di Stoccolma? Apparentemente nulla, e nei fatti forse anche qualcosa in meno.
Per qualcuno però, il partito
democratico, le similitudini
ci sarebbero. La sindrome di
Stoccolma è quella patologia
che porta la vittima a provare sentimenti positivi, se non
proprio amore, nei confronti del suo aguzzino e Scopelliti, sempre secondo il Pd, ne
sarebbe affetto. Il motivo? La
nuova nomina fiduciaria dell’ennesimo dirigente a tempo determinato alla Regione
Calabria. Il prescelto, come
già accaduto, sarebbe uno
dei portatori sani di quel Modello Reggio sui cui conti
stanno indaganto tanto la
magistratura quanto il Ministero dell’Economia. Ma la
cosa davvero incredibile è
che il nome sia quello di Bruno Labate, lo stesso dirigente che avrebbe percepito nell’affaire Fallara somme di cui
non sapeva nulla e che adesso vorrebbe restituire a rate e
a tasso zero. Una notizia che
«oltre che lasciare sbigottiti scrive in una nota stampa il
partito democratico - richiede una riflessione attenta sul
rapporto instauratosi prima
al comune di Reggio ed ora al
governo regionale tra i vertici politico-istituzionali del
centro destra e i dirigenticollaboratori esterni da questi nominati. La verità fin quì
acclarata è che nella nuova
veste Scopelliti ha di fatto replicato alla Regione la squadra che al comune ha prodotto un’elevata quantità di
irregolarità, illegittimità e
comportamenti contro la
pubblica amministrazione
censurata dalle autorità contabili, di controllo e giudiziarie». E se Scopelliti si è finora «difeso sostenendo di non
sapere le enormità che accadevano al Comune e, per la
verità, anche quelle che commetteva lui firmando incarichi e atti». Un’impostazione
«già risibile di per sé» che
«appare oggi come un impossibile tentativo di presa di
distanza da se stesso». Il governatore infatti «da sindaco della città ha scelto i dirigenti, prelevandoli dall’esterno, con cui ha di fatto
commissariato il Comune
controllandone ogni ganglo
vitale». Poi la domanda re-
Il Pd su Scopelliti:
«È sindrome
di Stoccolma»
Dopo Bruno Labate “premiati” anche
i revisori coinvolti nel “caso Fallara”
ASTRONAVE Palazzo Campanella sede della Regione
GOVERNATORE Scopelliti
torica. «Possono essere cre- corre ricordare che da Presidibilmente tralasciati e fatti dente della Giunta Regionafinire nel dimenticatoio - le Scopelliti ha nominato discrivono i democrat - i tanti rigente della delegazione roatti firmati e gli incarichi mana della Regione il noto
conferiti dallo stesso sindaco professionista oggi indagato
per avere riScopelliti alcevuto senza
la dottoressa
Il paradosso:
averne alcun
Fallara ed ai
«Aveva
ricevuto
titolo oltre
dirigenti da
840.000 eului scelti?»
840mila euro
ro dal ComuMa se Scosenza
averne
pelliti prima
ne; inoltre, il
alcun titolo»
non sapeva,
presidente
«mentre ogdei revisori
gi ha finalmente capito i loro delle sue gestioni al Comune
comportamenti, dovrebbe, a è stato nominato prima disalvaguardia della propria rettore generale dell’Arssa
dignità e nell’interesse della (la più grande azienda regioRegione, comportarsi con lo- nale) e poi presidente dei rero diversamente sentendosi visori dei conti dell’Ospedatradito». Ma le nomine di le di Reggio. Ha poi nominaScopelliti non riguardano so- to presidente del collegio
lo i dirigenti comunali: alla sindacale della società in
Regione è stato dato ampio house della Regione “Progetspazio ai “distratti” revisori to Magna Graecia” un altro
comunali, quelli che non si revisore dei conti nella sua
sono accorti di nulla. «Oc- gestione al Comune. Oltre a
ciò ha nominato alla Regione
i dirigenti (di personale, urbanistica, direzione generale) cooptati prima al Comune e pure il responsabile del
Decreto Reggio oggi destinato addirittura al commissariamento dell’Aterp di Reggio per verificarne niente di
meno che la correttezza amministrativa». Così, sarcasticamente, ecco la diagnosi
per Scopelliti. «Tuttavia conclude la nota - volendo
dare credito alla costruzione
ed alle tesi difensive del Presidente Scopelliti, può oggi
la Regione Calabria essere
governata, senza correre seri pericoli, da un presidente
affetto dalla sindrome di
Stoccolma che, così come le
vittime dei sequestri, manifesta sentimenti positivi verso i propri aguzzini fino ad
innamorarsene?». E se invece si trattasse di semplice Alzheimer?
l’iniziativa
Se non ora quando:
«Basta al Modello»
All’insegna del grido “Basta modello Reggio”, prosegue la serie di iniziative itineranti di “Se non ora
quando” nelle diverse realtà comunali. Dopo il recente incontro svoltosi nella sede dell’ex Quinta circoscrizione, il movimento di donne, nel tardo pomeriggio di ieri al centro civico di Ravagnese, ha dato vita al quarto appuntamento del proprio tour cittadino. Anche a Ravagnese, da padrone l’hanno fatta i
problemi finanziari di palazzo San Giorgio e i problemi che a Reggio si registrano un po’ ovunque. «Dobbiamo riappropriarci dei luoghi della democrazia e
sentirli nostri – le parole con le quali Luciana Bova
di Snoq ha spiegato la filosofia della serie di iniziative volte all’ascolto di cittadini ed associazioni e alla
raccolta delle loro istanze da sintetizzare in una piattaforma di proposte e mobilitazione – e passare dall’indignazione all’azione». Il dibattito, ricco di interventi, al quale hanno partecipato esponenti di realtà
come Energia pulita, Sinistra ecologia e libertà, Ethos
e Nausicaa, è partito dal deficit e si è allargato alle criticità sui territori. «Il buco riguarda tutti. Non è
astratto, ma è legato ai problemi che viviamo in una
città che non è normale» ha affermato la stessa Bova. «È un bilancio con intorno un buco – ha detto
Marinella Morabito di Snoq evocando questioni, leggibili in un documento del movimento, come spese
prive di copertura finanziaria; residui attivi Ici, Tarsu e Acquedotto quantificati in eccesso; somme derivanti da gestioni pregresse impegnate e pagate in
esercizi successivi; mancato rispetto patto di stabilità dal 2007, liquidazioni non previste dalla norma e
omessi versamenti delle ritenute ai dipendenti – il
buco ci appartiene e influenza la nostra vita di cittadini». Concetto ulteriormente ribadito da Peppe Musarella di Ethos: «Non c’è solo un problema di responsabilità di un buco usato a scopi personali e per
alimentare un sistema clientelare, ma anche delle
sue ricadute negative sulle famiglie reggine». Snoq
ha raccolto numerose sollecitazioni: sia generali e
valevoli per molte zone cittadine, come carenze idriche, assenza o insufficienza di servizi sociali essenziali e strade dissestate, sia prettamente legate a Ravagnese e dintorni, quali presenza di amianto, rischio
idrogeologico, depuratore e viabilità. Ma quella che
ha più segnato l’incontro è stata quella di una bimba
di nove anni afflitta da problemi fisici di mobilità,
che, attraverso una toccante lettera letta dalla madre,
ha chiesto spazi verdi e altri elementi utili per una città a misura di piccoli.
Luca Assumma
politiche sociali
Marino “interroga” Arena
Il sindaco invitato a partecipare a un bando da 450mila euro
Il consigliere comunale del partito democratico Giuseppe Marino, vice presidente
del consiglio, ha depositato nei giorni scorsi una interrogazione a risposta scritta rivolta al sindaco della città in tema di servizi sociali. In particolare, Marino ha indicato la concreta possibilità di reperire risorse
finanziarie, attraverso la partecipazione ad
un bando emesso dal Ministero del Lavoro
- Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali – per complessivi 450 mila
euro, da destinare a progetti in uno dei seguenti ambiti: inclusione sociale e lotta alla povertà (ad esempio per anziani soli o
con un coniuge non autosufficiente); tute-
la dei minori e della famiglia; incentivo al
volontariato degli anziani e per gli anziani;
non autosufficienza e disabilità, in particolare per favorire la domiciliarità.
I progetti dovranno essere presentati,
con la obbligatoria collaborazione di soggetti del terzo settore, entro la scadenza del
30 novembre.
L’iniziativa istituzionale del vice presidente Marino, finalizzata a contribuire alla
soluzione dei problemi del Terzo settore e
dei servizi sociali cittadini, non ha ancora
trovato riscontro alcuno da parte dell’attuale Amministrazione Comunale. Marino
chiede «di sapere se l'Amministrazione Co-
munale di Reggio Calabria ha
partecipato - si legge nell’interrogazione - o intende partecipare al suindicato bando
attraverso la presentazione di
progetti, entro la scadenza del
30 novembre ».
In particolare, l’esponente dell’opposizione democrat vuole sapere se, in caso di
partecipazione, il Comune di Reggio abbia
partecipato alla sezione «inclusione sociale - ancora l’interrogazione - e lotta alla povertà (ad esempio per anziani soli o con un
coniuge non autosufficiente), tutela dei minori e della famiglia», oppure alla misura
concernente l’ «incentivo al volontariato
degli anziani e per gli anziani» o infine per
la sezione dedicata alla «non autosufficienza e disabilità - conclude l’interrogazione di
Marino - in particolare per favorire la domiciliarità». Da palazzo San Giorgio ancora
nessuna risposta e le politiche sociali continuano a soffrire.
l’ORA
dello STRETTO
calabria
ora
MARTEDÌ 15 novembre 2011 PAGINA 26
COMUNI
Campo Calabro
Villa San Giovanni
Bagnara
Scilla
Sant’Eufemia d’Aspromonte
San Roberto
Calanna
BAGNARA
Mattinata incentrata sui temi della legalità, della giustizia
e della lotta alla ‘ndragheta,
quella registratasi ieri nella sala convention dell’Hotel Victoria. Un pubblico molto giovane, composto per la maggiore
dagli allievi dell’istituto scolastico “E.Fermi” e dagli atleti
della società “Olimpia Pallavolo”, ha assistito alla convention organizzata dalla società
sportiva suddetta dal titolo
“Oltre la memoria, Gennaro
Musella. Imprenditoria e legalità”. L’incontro ha rappresentato l’avvio al percorso “Gerbera Gialla”, progetto che ormai da anni il coordinamento
“Riferimenti”, propone tra le
varie associazioni e le scuole
per educare alla legalità. Presenti, il presidente dell’associazione Adriana Musella, figlia
dell’ingegnere Musella, al quale la giornata è stata dedicata,
il sindaco di Bagnara Calabra,
Cesare Zappia, Monsignor Rosario Pietropaolo, abate della
parrocchia “Santa Maria e i
XII Apostoli, la professoressa
Angela Maria Palazzolo, dirigente scolastico dell’istituto
“Fermi”, il giornalista Domenico Nunnari, lo scrittore Ulisse di Palma, Francesco Iermito, dirigente dell’associazione
“Olimpia”, il presidente della
Provincia, Giuseppe Raffa, il
questore Carmelo Casabona
ed il presidente dell’associazione sportiva Fipav regionale,
GUARDIE MEDICHE
0965 757509
0965 795195
0966 373299
0965 755175
0966 961051
0965 753812
0965 742012
Campo Calabro
Villa San Giovanni
Bagnara
Scilla (Ospedale)
Sant’Eufemia d’Aspromonte
San Roberto
Calanna
Giuseppe Comaci. I lavori sono stati coordinati da Stefano
Monterosso. Diversi sono stati gli spunti di riflessione e le
tematiche trattate. Ha esordito poi Adriana Musella spiegando cosa sia la Gerbera e
quali sono le motivazioni che
spingono l’associazione a proseguire nel percorso d’educazione e valorizzazione. «La
Gerbera Gialla è un fiore per
non dimenticare per esprimere la forza dell'amore sull'odio
e sulla violenza; forza che non
conosce resa, supera qualsiasi
barriera e vince anche la morte. È un fiore che nasce dal dolore e dalle lacrime dei lutti. È
la vita che rinasce attraverso
l'impegno di tutti e di ognuno
per prendersi la propria rivincita, così come maggio su novembre, perchè nessuno sia
stato sacrificato invano e il silenzio non uccida per la seconda volta, perchè la memoria sia
più della polvere e della complicità. È un messaggio di reazione e di speranza che trasmettiamo ai giovani, perchè
lo recepiscano e lo facciano
proprio. A loro affidiamo rinascita e riscatto, a loro il compito di costruire una nuova storia. Ci si accorge dell'esistenza
della mafia - ha proseguito la
Musella - solo quando si spara
o scoppia la bomba. Se quest'avviene è perchè qualcosa
ha intralciato i loro affari, altrimenti c'è il silenzio, un accordo tacito che rende la criminalità invisibile con la com-
0965 751560
0965 751560
0966 335359
0965 790071
0966 965844
0965 753347
0965 742336
CARABINIERI
Campo Calabro
Villa San Giovanni
Bagnara
Scilla
Sant’Eufemia d’Aspromonte
San Roberto
Calanna
TEMPO LIBERO
0965 797082
0965 751010
0966 474447
0965 790488
0966 961001
0965 753010
0965 742010
VILLA SAN GIOVANNI
Biblioteca comunale
0965 752070
BAGNARA
Biblioteca comunale
0966 371319
SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE
Piccolo Museo civiltà contadina
0966 961003
La Gerbera gialla riparte
nel ricordo di Musella
Bagnara intitolerà una via all’ingegnere ucciso dalla mafia
Un momento della manifestazione con la Musella
plicità dei colletti bianchi. La
mafia imprenditrice ha i suoi
tentacoli ovunque: è una società quotata in borsa, l'unica
realtà in attivo del nostro Paese». Tuonano come un fulmine fragoroso, le parole della
presidente Musella alle quali
fa eco l’intervento del parroco
Rosario Pietropaolo, che ha
voluto ricordare la figura, sul
piano personale e professiona-
le dell’ingegnere Musella: «Io
vorrei ricordare il sogno che
l’ingegnere aveva per Bagnara: creare la seconda Positano
attraverso l’utilizzo dei terreni
vicino la torre “Ruggiero”.
Gennaro Musella era un uomo geniale, un uomo del nord,
campano sì, ma per noi calabresi pur sempre del nord. Ha
dato molto lavoro e molta speranza a questo paese che deve
a lui molto. Se oggi si assiste
ancora a questo fenomeno di
dissesto idrogeologico lo dobbiamo all’abbandono dei nostri terrazzamenti e delle nostre colline e quindi alla mancanza di figure come Gennaro
Musella».
Durante l’iniziativa è stata
ribadita la volontà di intitolare all’ignegnere, ucciso dalla
‘ndrangheta trent’anni fa, una
via del paese di Bagnara. I lavori si sono conclusi con gli interventi degli allievi del Fermi,
con la firma da parte degli atleti del protocollo omonimo all’associazione con il quale si
impegnano a vivere la loro attività sportiva nella massima
legalità e nel rispetto delle regole e con la consegna simbolica ai rappresentati della stessa società di una gerbera gialla, fiore divenuto simbolo della lotta alla criminalità e della
legalità.
MARIA CARMELA FEDELE
[email protected]
CRONACA
Discarica abusiva
di eternit a Campo
CAMPO CALABRO I militari della locale Stazione hanno
denunciato in stato di libertà:
C.G., 70 anni; C.D., 70 anni; C.F.,
44 anni; C.A., 47 anni.
Durante una verifica eseguita
su un immobile, è stato accertato che l’ampliamento di un fabbricato per civile abitazione
preesistente, nonché la realizzazione due strutture cementate
con copertura in lamiera utilizzate a deposito erano state costruite abusivamente.
Nella stessa occasione i militari di Campo Calabro hanno
inoltre accertato l’esistenza di
una discarica abusiva di materiale vario tra cui alcune lastre di
eternit.
32
MARTEDÌ 15 novembre 2011
calabria
ora
P I A N A
Lo strano caso dell’ostia rossa
Oppido, i fedeli gridano al miracolo ma il parroco frena gli entusiasmi
OPPIDO MAMERTINA
Si fanno sempre più insistenti, a Oppido Mamertina,
le voci di un evento prodigioso e la gente “grida quasi al
miracolo”, ma la vicenda è
avvolta nel più fitto mistero e
richiede rispetto assoluto
Tutto è cominciato circa
un mese fa col ritrovamento
di un frammento di ostia nel
presbiterio della Cattedrale.
Ipotizzando il fatto che potesse essere consacrato, è
stata seguita una specifica
procedura per cui è stato inserito in un comune bicchiere di plastica contenente acqua e conservato in luogo sicuro. Ma, secondo le indiscrezioni, a una manciata di
giorni dal rinvenimento, è accaduta una cosa di per sé in-
spiegabile: all’interno del bicchiere in cui era stato riposto
il frammento di ostia è stata,
infatti, notata una strana formazione di colore rossastro
che ha dato l’impressione di
un coagulo di sangue. La notizia ha rapidamente fatto il
giro del paese e ha scaldato
gli animi delle persone che,
imboccando il sentiero della
fede, hanno dato un’interpretazione personale dell’accaduto, credendo fermamente che fosse un “segno divino”. Ma non c’è unanimità di
pensiero, perché lo scetticismo è tutt’altro che assente.
Sulla questione, al momento insoluta, vige il massimo riserbo e le autorità ecclesiastiche: si muovono, ed è
doveroso che agiscano così,
con cautela. Però, a rompere
CATTEDRALE La chiesa di Oppido Mamertina
il silenzio e a smorzare gli entusiasmi, ridimensionando la
situazione, è il parroco don
Benedetto Rustico. «Non dò
adito a queste voci - ha dichiarato il sacerdote - e non
CINQUEFRONDI
bisogna farsi condizionare cora non si sa quale sia la vedagli eventi, perché non si rità, ma la verità c’è e va scovata, per poter dare risalto altratta di un miracolo».
Un commento secco e la- la vicenda.
Un significato che potrebpidario quello del parroco,
un commento che non lascia be far scrivere una nuova paspazio né all’immaginazione gina di storia ad un paese,
Oppido Mané a ripensamertina, sementi futuri.
L’ostia posta
de della DioI fedeli,
in un bicchiere
cesi, che, dal
però, vogliopunto di vino vederci
con dell’acqua
sta religioso,
chiaro e riha
cambiato
ne ha scritte
chiedono
colore
veramente
tutti gli aptante. La veprofondimenti del caso perché, se da rità è l’unica chiave per poter
una parte potrebbe trattarsi dare soluzione a un mistero
di un qualcosa che si dissolve che, tra luci e ombre, intriga
in una bolla di sapone, dal- e non poco, gli abitanti di
l’altra potrebbe essere anche questo paese alle falde deluna “manifestazione divina”. l’Aspromonte.
E’ evidente che, in entrambi
FRANCESCA CARPINELLI
i casi, regna l’incredulità. [email protected]
RIZZICONI
In bici per combattere la fame
La triste storia di Francesco
sbarca allo Juventus Stadium
Scaglione presenta la sua personale ricetta contro lo spreco di cibo
CINQUEFRONDI
«La fame è un prodotto,
non certo una calamità naturale. E non è neppure una
questione di soldi che mancano per debellarla».
Daniele Scaglione, responsabile del dipartimento campaigning della ong ActionAid, presenta a Cinquefrondi il suo libro “La bicicletta
che salverà il mondo. La lotta alla fame raccontata a cavallo di un sellino” (Infinito,
128 pagine, 12 euro, prefazione di Francesco Moser).
A introdurre l’ex presidente di Amnesty Italia, i promotori dell’iniziativa, l’assessore alla cultura Anselmo Scappatura e il responsabile della
mediateca, dove l’evento si è
svolto, Domenico Bellocco.
Hanno partecipato gli alunni
di scuole di Cinquefrondi e
Polistena.
Fame è terreno multistrato, sconfinate le implicazioni,
dal sistema macro – speculazione finanziaria, cambiamenti climatici, colonialismo
delle multinazionali – alle
abitudini minime che ciascuno di noi può mettere in campo ogni giorno contro gli
sprechi e per valorizzare i
prodotti agricoli del territorio in cui si vive. «Penso al recupero della nostra tradizione gastronomica, alla cucina
povera, la pratica del chilometro zero» dice Eleonora
Scrivo, referente per la provincia di ActionAid. E allora,
un possibile antidoto al problema fame ridotto a merce,
sono le biciclette che percorrono il testo di Scaglione.
Ogni capitolo ha in testa il
nome di una parte della bicicletta, cui è collegata una storia che parla di diritto al cibo
e a un’esistenza dignitosa.
Parla pure di biocarburanti,
un altro degli ingrassatori
della fame, come denunciato
dalla Fao.
Le multinazionali espropriano terreni vastissimi per
coltivazioni intensive di soia,
mais, grano, zucchero, da cui
si produce bioetanolo, contribuendo così non solo all’impoverimento e alla fame
di fasce sempre più larghe di
popolazione mondiale, ma
pure all’inquinamento globale. Diffondere quindi l’uso
della bicicletta nei superluoghi occidentali, un mezzo che
in molti paesi africani rappresenta la principale risorsa per il sostentamento, significa adottare una scelta civica, riappropriarsi dell’ambiente e delle sue pieghe.
Quasi una scelta di ritrovato realismo, che se rievoca la
vita agra di “Ladri di bicilette” e il nostro passato più domestico, chiama anche un
apparentamento non meno
necessario con i migranti dell’oggi. Quelli che ci sfilano a
un palmo di naso, su velocipedi orgogliosi e amari, tra
caporali e facce dure.
ANGELO SICILIANO
[email protected]
ROSARNO
Da scuola media a nuova biblioteca
Amministrazione al lavoro per il cambio d’utilizzo della Scopelliti
ROSARNO Da scuola media a nuova biblioteca. L’amministrazione comunale di
Rosarno vuole dare maggiore dignità alla biblioteca, ed ha intenzione di utilizzare, a tal
fine, l’immobile in cui c’erano i locali della
scuola media “Scopelliti”, ormai trasferita
nella nuova sede di via nazionale. Si tratta di
un progetto importante, che ha avuto un primo vaglio positivo da parte della giunta comunale. Nei desiderata dell’amministrazione, infatti, nell’ambito della riorganizzazione
delle strutture pubbliche, c’è la volontà di
procedere alla ristrutturazione ed all’adeguamento di un immobile di proprietà per adibirlo a nuova sede della biblioteca comunale. L’immobile in questione si chiama “casa
Foberti” ed è ubicato vicino all’attuale bibliomediateca. Il quadro economico, redatto dai
tecnici comunali, delinea un importo com-
plessivo di 460.000 euro, di cui 300.680 euro per lavori, 15.034 euro per oneri per la sicurezza e 144.286 euro per somme a disposizione dell’amministrazione. La scelta di
ampliare lo spazio fisico della biblioteca nasce dall’esigenza di offrire nuove opportunità culturali alla cittadinanza, facendo anche
leva sul fatto che l’attuale bibliomediateca è
un punto di riferimento essenziale per i giovani, meno giovani ed anche migranti che
hanno l’opportunità di fruire di uno spazio
condiviso in cui studiare, fare ricerche ed utilizzare internet. Una delle biblioteche più attive del panorama comprensoriale, diretta
da Carmen Lacquanti, che in questo periodo sta gestendo un progetto in partnership
con Gioia Tauro. Lo stabile attuale è il piano
inferiore dell’auditorium medmeo, dedicato
a Francesco Foberti. (Do.Ma.)
RIZZICONI
Dopo l’allenamento di domenica scorsa della nazionale
di calcio italiana al campetto di Rizziconi, era inevitabile ricordare tra le altre vittime di mafia, anche Francesco Inzitari, brutalmente ucciso tre anni fa a soli diciotto anni. «Era
un ragazzo che amava lo sport, lo sport pulito», lo ha ricordato così don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, durante la
manifestazione. E proprio in sua memoria, sarà presentato allo “Juventus Stadium” di Torino, in prima nazionale,
il romanzo a lui dedicato da Paola Bottero, “Bianco come
la vaniglia”, edito da Sabbia Rossa. Oltre alla Bottero, giornalista e scrittrice, ci saranno anche Nicoletta Inzitari, presidente della fondazione “Francesco Maria Inzitari” e don
Pino De Masi, referente calabrese di Libera, a ripercorrere,
tra le pagine del romanzo, gli ultimi due anni e mezzo della vita del giovane rizziconese, «dimostrando che i valori positivi sopravvivono anche ai peggiori delitti della criminalità organizzata». «Francesco è un ragazzo diciottenne figlio
di Calabria. – si legge sulla copertina del libro - Puro, pulito, carico di vita e di sogni. Francesco è l’ennesima vittima
innocente della ’ndrangheta, ma questo romanzo non parla e non vuole parlare di mafie né di sangue. Il racconto della vita di Francesco è un’urgenza per andare oltre la cronaca nera e giudiziaria e restituire alla memoria un fratello, un
figlio, un amico, il suo sorriso e la sua gioia di vivere che sono l’unica vera realtà da non dimenticare».
L’argomento principale sarà dunque Francesco nella sua
purezza, nella sua innocenza, raccontando una storia che
inizia a fine luglio e termina il cinque dicembre di due anni dopo. «È la sua storia. È la mia storia. È la nostra storia»,
continua la scrittrice. Il libro rappresenta dunque un omaggio alla famiglia di Francesco e a tutte le persone pur non
avendolo conosciuto, hanno sofferto per la sua fine.
Quella di Ciccio rappresenta infatti una delle più spietate pagine della storia mafiosa mai scritte prima, una storia
difficile da dimenticare e che la Bottero riprende con la dolcezza che il suo stesso viso esprime.
Eva Saltalamacchia
33
MARTEDÌ 15 novembre 2011
calabria
ora
V I B O
Un’altra delle caselle mancanti è stata riempita. Giuseppe Pugliese, 57 anni di Briatico, si è consegnato ieri mattina ai carabinieri del tenente
Marco Califano, del Norm di
Vibo Valentia, accompagnato
dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Di Renzo. Sul
suo capo pendeva un mandato di cattura vergato dal gip del
tribunale di Roma, Maurizio
Caivano, a seguito delle indagini che hanno condotto alla
maxioperazione antidroga denominata “Meta 2010” culminata con una retata dei carabinieri nella notte tra mercoledì
e giovedì scorsi. Con l’inchiesta
è stata sgominata una presunta organizzazione criminale
dedita al narcotraffico, la quale avrebbe importato in Italia
enormi quantitativi di cocaina
provenienti dal Sudamerica.
Gli indagati sono 33, dodici dei
quali vibonesi. Proprio il gruppo “locale” ricoprirebbe un
ruolo apicale, al cui vertice vi
sarebbe stato, fino al 12 marzo
scorso, Vincenzo Barbieri,
freddato da due killer quando
si trovava a San Calogero. A
prendere il suo posto, continuando a portare avanti gli affari, sarebbe subentrato - scrive il gip nella sua ordinanza il genero Giorgio Galiano, 36
anni di Vibo, affiancato da
Giuseppe Topia, 30 anni di Vibo, il quale si sarebbe occupato di coordinare e gestire anche logisticamente le trattative
e le importazioni dello stupefacente. Entrambi sono attualmente ricercati insieme ad Antonio Franzè, 32 anni di Vibo,
il quale, in un’occasione, si sarebbe recato direttamente in
Colombia per trattare, per
conto di Barbieri, alcune partite di coca da portare nel Bel-
«Ale, trattalo bene»
I consigli di Pugliese
al figlio in Colombia
Narcotraffico, si costituisce pure Giuseppe
Il ruolo di snodo e i rapporti della famiglia
IN CARCERE Giuseppe Pugliese, di Briatico, si è consegnato ieri ai carabinieri di Vibo
paese.
In tutto questo la famiglia
Pugliese - oltre al padre Giuseppe, infatti, sono stati arrestati anche i due figli Vincenzo,
35 anni, e Alessandro, 34 avrebbe assunto un «fondamentale ruolo di snodo» tra
l’Italia e la Colombia, luogo di
residenza di quest’ultimo. Giuseppe e Vincenzo operavano
dall’Italia, fungendo da collegamento «tra i fornitori colombiani intermediati da “Pupetto” (Alessandro, ndr) ed i
vertici dell’organizzazione criminale. Gli stessi - si legge nell’ordinanza - sono costante-
CRONACA
Venti colpi di pistola esplosi Controlli nei supermercati
da un’auto in corsa a Ricadi Quattromila euro di multa
Numerosi colpi di pistola calibro 9x21, una
ventina circa, sono stati sparati la notte scorsa
all’indirizzo di un centro estetico e del circolo
“Melograno” attiguo, dove si riuniscono gli
operatori turistici. Il fatto è avvenuto a Ricadi,
lungo la strada provinciale della frazione San
Nicolò. Le pallottole sparate all’impazzata,
probabilmente da un’auto in corsa, oltre ad
aver danneggiato gli infissi dei due esercizi,
hanno anche provocato danni ai muri esterni
delle abitazioni. Nessun danno fortunatamente
alle persone, che data la tarda ora non erano
per strada, erano circa le 2, e nemmeno agli
inquilini che abitano ai piani superiori.
Sopralluogo dei carabinieri della stazione di
Spilinga diretti dal maresciallo Antonio Di Carlo
per l’avvio delle indagini. Si tende ad appurare
innanzitutto a chi era diretto l’attentato.
Nuovi controlli ai supermercati da parte degli
uomini della Compagnia carabinieri di Vibo
Valentia e del Nas di Catanzaro. I carabinieri della
stazione di Maierato ed i loro colleghi del
Nucleo antisofisticazione e sanità hanno infatti
ispezionato un noto e frequentato supermercato
della piccola cittadina alle porte del capoluogo
accertando come la titolare dell’attività non
avesse minimamente predisposto l’obbligatorio
piano di autocontrollo alimentare. Per la donna è
così scattata la sanzione amministrativa di 2mila
euro. Inoltre, nel corso del controllo, gli uomini
della Benemerita hanno sorpreso i corrieri di
due panifici della zona che stavano trasportando
il pane su mezzi del tutto privi dei minimi
requisiti igienici.Anche per loro è così subito
scattata la sanzione amministrativa di mille euro a
testa oltre alla segnalazione alle autorità sanitarie.
Stendono le reti e rubano olive Vettura di un carpentiere
Coppia di agricoltori in arresto presa di mira a San Gregorio
Una coppia di coniugi, C.G e C.M., lui di 60 anni,
la moglie di 55, braccianti agricoli con precedenti
specifici, sono stati arrestati dai carabinieri della
stazione di Arena diretti dal maresciallo
Emanuele Stelluti, con l’accusa di furto di olive. Il
fatto è avvenuto nella serata dell’altro ieri a
Dasà, in località “Cannaletta”. I due, a cui il
giudice ha concesso i benefici degli arresti
domiciliari, dopo essersi introdotti nel fondo del
vicino, hanno steso delle reti e abbattuto una
grossa quantità di olive con cui hanno riempito
delle cassette e una volta caricate su un trattore
stavano ritornando a casa, quando sono
incappati in una pattuglia dei carabinieri che li ha
fermati e dichiarati in arresto.
Due colpi di fucile caricato a pallettoni sono
stati esplosi la scorsa contro la parte
posteriore di un’automobile, una Opel Meriva,
di proprietà di un carpentiere di 50 anni,
G.B.B. Il fatto è avvenuto a San Gregorio
D’Ippona.
Al momento dell’attentato l’autovettura era
parcheggiata in via Milite Ignoto, sotto la
abitazione del carpentiere.
Sul posto sono successivamente intervenuti i
carabinieri della locale stazione diretti dal
maresciallo Fabio Salvatore, i quali hanno
avviato le indagini per tentare di risalire agli
autori del grave gesto, e cercare di
comprenderne la natura.
mente in contatto con il loro
congiunto in Colombia relazionandosi sull’organizzazione dei carichi di sostanza stupefacente e sulla consegna del
denaro ai corrieri del sodalizio inviati in Italia per ritirare
le somme da trasferire alle organizzazioni colombiane per
dare avvio alle nuove transazioni illecite». Il ruolo di padre e figlio, quindi, sarebbe
stato quello di organizzare
l’invio del denaro in Colombia
«sia utilizzando le autovetture al cui interno veniva occultato il denaro, sia attraverso
rimesse di denaro tramite il
circuito Western Union il cui
ammontare complessivo è
stato ricostruito per 60mila
euro circa».
I Pugliese, inoltre, ci tenevano a fare bella figura con Vincenzo Barbieri. In una conversazione intercettata il 27 ottobre 2010, infatti, Giuseppe
raccomandava al figlio Alessandro di trattare «con la massima cortesia» gli emissari del
Barbieri che stavano arrivando, ovvero Antonio Franzè e
Antonio Della Rocca, perché
ciò avrebbe agevolato i successivi rapporti con lo stesso Barbieri. Il padre al figlio: «Ale
mio trattatelo benissimo, che
questo poi gli telefona e gli
parla bene hai capito?». E ancora: «Così lui glielo dice...
meno male che c’era lui... tu
torni a casa però per lui risponde lui qua con la famiglia». Da qui la deduzione del
giudice per la quale l’esito
eventualmente favorevole dell’incontro, nell’ipotesi in cui il
Barbieri fosse rimasto soddisfatto, «avrebbe potuto agevolare stabili rapporti tra l’organizzazione e i fornitori colombiani».
Intanto ieri è comparso davanti al gip Cristina De Luca
per l’interrogatorio Vincenzo
Pugliese. Accompagnato dagli
avvocati Nazzareno Latassa e
Marcello Scarmato, l’indagato
si è avvalso della facoltà di non
rispondere.
Giuseppe Mazzeo
operazione “bacco”
Novemila litri
di vino “sigillati”
dalla Forestale
Novemila litri di vino
sfuso sono stati sequestrati nel corso dell’operazione “Bacco”, condotta dagli agenti del Corpo
forestale di Spilinga con
la collaborazione del Dipartimento di prevenzione dell’Asp. L’intervento
è stato eseguito in una
nota azienda di Paravati,
frazione di Mileto, all’interno della quale, a seguito di un’ispezione, è stato
rinvenuto l’ingente quantitativo di prodotto, stoccato in silos di vetroresina della capacita di 2000
litri ciascuno, per essere
rivenduto al dettaglio tramite spillatura. Le modalità di conservazione e la
mancanza di etichettatura dei contenitori hanno
indotto gli agenti del Cfs
ad approfondire il controllo. Mancando la documentazione necessaria
in materia di autocontrollo sanitario, Forestale
e Asp hanno sequestrato
l’intera partita di vino,
per un valore di circa
20mila euro. Inoltre, sono state riscontrate irregolarità sul piano amministrativo, mancando la
denuncia di inizio attività. Per questo è stata disposta la chiusura dell’azienda, con una sanzione per il titolare di
5mila euro.
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
9
Calabria
.
L’OMICIDIO Un attimo di follia, conseguente a uno dei tanti litigi, e il bracciante agricolo Giovanni Frisina ha ucciso la 52enne Rita
Oppido, massacra la sorella a coltellate
Poco dopo aver commesso il delitto si è costituito al Commissariato di Polizia di Palmi
Domenico Zito
REGGIO La Procura riformula l’accusa
TAURIANOVA
Un momento di follia, conseguente a una delle tanti liti in
famiglia, e Giovanni Frisina,
42 anni, di Oppido Mamertina, ha ucciso la sorella Rita,
di dieci anni maggiore di lui.
Si è conclusa così, nel peggiore dei modi, una convivenza resa difficile dalla depressione della donna, che
per tale motivo beneficiava
pure di una pensione di invalidità. Non si conosce bene
quale sia stato il motivo
dell’ultima discussione, degenerata in modo così drammatico, perché l’unico testimone dei fatto è lo stesso autore, reo confesso del delitto,
che al momento si trova in
stato di choc presso la casa
circondariale di Palmi.
Giovanni Frisina, l’aria
stravolta e i vestiti sporchi di
sangue, si è costituito poco
dopo aver consumato l’atroce delitto presso il Commissariato della Polizia di Stato
di Palmi. Un atto repentino,
ancorché “figlio” di pregressi
rapporti non certo caratterizzati da serenità, del quale
l’autore non pare abbia completa contezza, quasi come se
avesse agito in stato di trance, esasperato dal ripetersi
dell’intercalare con cui la sorella lo subissava di richieste
e/o raccomandazioni.
Comunque sia, agli agenti
che si sono recati sul luogo
del delitto, la casa familiare
dei Frisina ubicata in corso
Aspromonte di Oppido Mamertina, non è rimasto altro
che constare il decesso della
donna - il cui corpo straziato
giaceva per terra in un lago
di sangue - in conseguenza
delle ferite mortali infertele
dal fratello in totale preda al
raptus.
L’omicidio, secondo quanto è stato possibile appurare
sin qui dagli inquirenti, è maturato attorno alle 9 del mattino. Giovanni Frisina, che lavora come bracciante agricolo e risulta incensurato, si
trovava in casa con la sorella.
I due, che hanno altri congiunti in paese, vivevano da
soli dopo la morte dei genitori.
Forse una delle tante discussioni, una battuta o qualche altro episodio in via di accertamento, ha scatenato un
raptus di follia nell’uomo,
che ha preso un coltello da
cucina con la lama lunga e
appuntita e, verosimilmente
dopo una breve colluttazione, ha cominciato a colpire
alla cieca.
Rita Frisina si sarebbe accasciata al pavimento della
cucina quasi subito, forse dopo un piccolo ed inutile tentativo di difesa. A questo fa-
Corruzione elettorale
si aggrava la posizione
di Rappoccio (Pri)
La casa familiare dei Frisina ubicata in corso Aspromonte a Oppido Mamertino
Investigatori fanno ingresso nell’abitazione teatro del delitto
rebbe pensare il ritrovamento di una tazzina di caffè rotta per terra, frutto forse della
blanda reazione della donna.
Sempre in stato di choc, il
fratello avrebbe sferrato circa 25 coltellate, colpendo la
donna ai fianchi, all’addome
L’omicidio, secondo
quanto riferito
dagli inquirenti,
è maturato alle 9
Giovanni Frisina
è stato interrogato
dal sostituto
procuratore Pantano
ed al petto. Ciò ha provocato
la lesione di vari organi vitali
e la fuoriuscita di molto sangue. La morte, dunque,
dev’essere stata quasi immediata.
Resosi conto dell’accaduto, pur in uno stato di perdurante confusione, l’uomo si
sarebbe messo alla guida della propria autovettura e
avrebbe raggiunto il Commissariato di Palmi dove ha
raccontato l’accaduto, ammettendo la propria responsabilità e consegnandosi alla
giustizia.
Giovanni Frisina è stato lungamente interrogato dagli inquirenti
coordinati
dalla
dott.ssa Giulia Pantano, sostituito procuratore della Repubblica di Palmi, che sovrainten-
Giovanni Frisina
Rita Frisina
de alle indagini che sono condotte da tre autorità. Operano, infatti, gli agenti del Commissariato della polizia di
Taurianova, guidati dal vice
questore Andrea Ludovico,
competenti per territorio,
quelli del Commissariato di
Palmi, guidati dal vice questore Fabio Catalano, dove l’uomo si è consegnato, e i carabinieri della Compagnia di Palmi, diretti dal capitano Maurizio De Angelis, che sono intervenuti per primi sul luogo del
delitto.
Il corpo della donna è stato
condotto a Reggio dove verrà
sottoposto all’autopsia. Sebbene ormai il quadro delle responsabilità sia abbastanza
chiaro, le indagini sono comunque ancora in corso per ri-
costruire tutti i vari passaggi
di questa tragica quanto tristissima vicenda.
Da quanto emerso sin qui
pare che i rapporti tra i due
protagonisti di questo episodio delittuoso, come accennato, erano diventati difficili a
causa della depressione in cui
era caduta Rita Frisina.
La donna pare che stressasse di continuo il fratello con le
richieste più disparate e con la
stranezza dei suoi comportamenti. Sarebbe quindi questo
il “movente”, ovvero la causa
scatenante di tanta violenza
tra congiunti che ha avuto come unico risultato quello di
vedere una vita spezzata senza rimedio e un’altra segnata
per sempre dal peso del rimorso.
REGGIO CALABRIA. Si aggrava
la posizione del consigliere regionale Antonino Rappoccio
nell’ambito dell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri
Ottavio Sferlazza e Stefano
Musolino che, nei giorni scorsi, gli hanno notificato per la
seconda volta (la prima notifica risaliva allo scorso 13 maggio) l’avviso di conclusione
delle indagini contestandogli
il reato di corruzione elettorale continuata e in concorso
con altri per i quali la Procura
sta procedendo separatamente. A differenza del primo avviso, questa volta la Procura
contesta al consigliere regionale il concorso e soprattutto
la violazione dell’articolo 87
Dpr 16/5/1960 n. 570 (e non
più l’art. 86) che comporta
una pena fino a 5 anni di reclusione.
I fatti si riferiscono alle ultime elezioni regionali quando,
secondo i magistrati, il consigliere Rappoccio con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso in vista delle consultazioni elettorali per
il rinnovo del consiglio regionale, al fine di ottenere un
consistente numero di voti
avrebbe promesso numerosi
posti di lavoro. Un particolare
odioso, questo, poiché il candidato Rappoccio, secondo la
ricostruzione dell’accusa, si
sarebbe così approfittato della
grave crisi occupazionale, iniziando, ancora prima della
campagna elettorale, a prospettare concrete possibilità di
lavoro presso cooperative,
strumentalmente costituite,
che avrebbero dovuto operare
in vari settori fra cui, dopo il
fallimento di fantomatici progetti (sportello informatico,
orto botanico per piante rare e
palestra per riabilitazione di
soggetti disabili) anche in
quello foto-voltaico.
Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza sarebbero centinaia le persone
indotte a promettere il proprio
sostegno elettorale e quello di
amici e di stretti congiunti.
La storia di quest’indagine è
lunga e laboriosa. L’avv. Aurelio Chizzoniti, primo dei non
eletti nella lista che ha visto
primeggiare Rappoccio, ha
presentato alla Procura numerosi esposti in cui ha denunciato dettagliatamente le azioni
che avrebbe commesso il canL’avv. Aurelio
Chizzoniti
ha presentato
numerosi
esposti sul caso
didato Rappoccio per raggiungere lo scranno di consigliere
regionale. Da tecnico del diritto, poi, Chizzoniti non si è fermato nemmeno quando la
Procura aveva notificato a
Rappoccio la prima conclusione delle indagini investendo
del caso il Csm e anche la Procura generale chiedendo al pg
Salvatore Di Landro l’avocazione delle indagini. Cosa che
poi non è stata necessaria dal
momento che la Procura ha
approfondito l’inchiesta e ha
riformulato le accuse nei confronti del consigliere regionale.(p.t.)
Il consigliere regionale Antonino Rappoccio
VIBO VALENTIA Presi di mira la dott. Adriana Teti (Affari generali) e l’ing. Pasquale Scalamogna (Lavori pubblici)
CATANZARO Si torna in aula a fine mese
Intimidazione, proiettili a due dirigenti comunali
Gli avvocati si astengono
Slitta l’udienza “Why Not”
Marialucia Conistabile
VIBO VALENTIA
Viaggiano sul filo del piombo e
talvolta del liquido infiammabile,
le intimidazioni contro i dirigenti
del Comune di Vibo Valentia.
Nell’arco di pochi giorni
proiettili per posta sono stati recapitati alla dirigente del settore Affari generali, Adriana Teti, mentre proiettili e liquido infiammabile sono stati riservati al dirigente del settore Lavori pubblici, ing.
Pasquale Scalamogna. E se alla
dottoressa Teti le cartucce sono
state inviate per posta, la busta infatti è stata intercettata all’Ufficio
postale, all’ing. Scalamogna il
“pacchetto” è stato depositato sui
gradini dell’abitazione. Intimidazione, quest’ultima, compiuta domenica qualcuno che, probabilmente, avrà seguito i movimenti
del dirigente e della moglie.
Domenica pomeriggio, infatti,
la coppia è uscita da casa intorno
alle 18. Circa tre quarti d’ora dopo
la moglie dell’ing. Scalamogna è
rientrata notando una busta di
carta verde sui gradini che conducono all’ingresso dell’abitazione,
ubicata nel centro storico di Vibo
Valentia. Pensando che qualche
vicino avesse lasciato qualcosa,
come qualche volta avviene, la
Adriana Teti
Pasquale Scalamogna
donna ha preso il sacchetto portandolo in casa. Una volta in cucina l’ha aperto trovando all’interno una bottiglia di vetro piena di
benzina. Lo stupore è stato tale da
non farle notare il sacchetto di
plastica trasparente legato al collo della bottiglia contenente quattro proiettili (che poi si è scoperto
fossero a salve).
Sull’episodio che ha scatenato
vibrate reazioni negli ambienti vibonesi, sono in corso indagini da
parte dei carabinieri della Stazione che stanno scandagliando l’attività del dirigente legata a un settore complesso e importante, come quello dei lavori pubblici.
CATANZARO. È saltata l’udien-
za nell’ambito del processo a
carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito della nota inchiesta “Why not”. L'inchiesta avviata nel 2006
dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi,
dopo l'avocazione a quest’ultimo, affidata alla Procura generale, che riguardava un presunto comitato d’affari che
avrebbe illecitamente gestito i
soldi destinati allo sviluppo
della Calabria. Il rinvio del
processo - come della maggior
parte delle udienze penali fissate -, slittato al prossimo 29
novembre, è stato necessario
per via dell’astensione dalle
udienze degli avvocati proclamata dall’Unione camere penali, che ha avuto inizio iergi e
dovrebbe durare fino a venerdì, in segno di protesta contro
un’asserita lesione del diritto
di difesa del cittadino, contro
il problema dei rapporti tra politica e giustizia e per chiedere
un maggiore confronto per le
riforme nel settore. (g.m.)
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
23
.
Calabria
L’ex sottosegretario di Stato ai Trasporti con delega alle ferrovie teme un sempre maggiore isolamento - non solo fisico - della nostra regione
Più che i treni si “taglia” la Calabria
In dieci anni le manovre finanziarie hanno portato alla riduzione del 10% della spesa pubblica nel Sud
Paolo Cannizzaro
CATANZARO
«Tutti dicono che la Calabria, per
la sua posizione, è nei fatti la base
logistica avanzata dell’Europa
nel Mediterraneo. È un assunto
condiviso a tutti i livelli, da quello
regionale a quello nazionale ed
europeo. Ma nei fatti, e in tutte le
sedi, non si è conseguenti. E il taglio dei treni a lunga percorrenza
programmato da Trenitalia è
frutto di questa contraddizione,
che nei fatti considera sempre più
residuale un territorio che a parole si indica come strategico». L’on.
Pino Soriero, dirigente del Pd, ex
sottosegretario ai Trasporti con
delega alle ferrovie, continua a
seguire le problematiche legate
alle infrastrutture e ai trasporti
dal suo osservatorio di consigliere dello Svimez. E le sue censure
sui programmi invernali di Trenitalia per la Calabria si aggiungono alle voci critiche che da più
parti si sono levate.
«Se le infrastrutture – dice Soriero – sono da intendere come un
punto di forza nel processo di integrazione europea, allora la proposta di Trenitalia è inaccettabile
e dev’essere messa in discussione
prima che l’orario invernale divenga operativo. C’è ancora un
mese di tempo e si può lavorare
per correggerlo; e magari, nel
contempo, mettere mano a quello che sarà l’orario estivo, dal momento che le scelte relative ai trasporti, per una regione a vocazione turistica, devono essere ragionate e funzionali ai processo di
sviluppo del settore in itinere, sì
da evitare opzioni che danneggino la Calabria anche su questo
versante».
Per Soriero è necessario intervenire subito e con energia: «Abbiamo assistito impotenti, anno
dopo anno, alla decurtazione di
collegamenti che hanno impoverito la regione. Ci sono cose assurde che vanno corrette, anche
quando si ragiona in termini di
analisi costi-benefici. Le Ferrovie, con l'amministratore delegato Mauro Moretti, hanno portato
avanti un’opera di risanamento
efficace rispetto al bilancio, rilanciando l’azione di ammodernamento con le linee ad alta velocità, ma tutto si è fermato a Eboli, e
questo è inaccettabile. Hanno voluto chiamarsi Ferrovie dello Stato Italiane in omaggio ai 150 anni
di unità del Paese, e allora devono
fare proposte coerenti con questa
sottolineatura voluta con la scelta
del nome e del logo. Anche per at-
trezzarsi alla sfida di una concorrenza che prima non esisteva;
competizione che non può essere
fatta distruggendo collegamenti
con un territorio strategico».
Intanto, con la fine del governo Berlusconi, è cambiato l’interlocutore nazionale. Per il consigliere dello Svimez si pone un
problema di risorse: «Auspico –
dice Soriero – che il nuovo governo riesca a correggere la tendenza negativa delle manovre economiche degli ultimi tempi sul Pil
delle due macro-aree italiane. Da
alcuni studi che abbiamo compiuto, per il 2011 gli effetti delle
ultime manovre si tradurranno in
tagli, negli investimenti e nei trasferimenti, dell’1% del Centro-nord e dell’1,1% nel Mezzogiorno; nel 2012 i tagli saranno
del 2,4% nel Centro-nord e del
3,2% nel Mezzogiorno; nel 2013
il divario aumenterà ancora perché nel Centro-nord i tagli saranno dell’1,4% e nel Mezzogiorno
del 2,1%. Complessivamente, da
qui al 2013, per il Centro-nord si
viaggia intorno al 4,8%, e nel
Mezzogiorno al 6%. In dieci anni
la spesa in conto capitale della
pubblica amministrazione nel
Mezzogiorno è scesa dal 40,4%
del 2001 al 30% del 2010. E poi ci
sono i tagli dei Fas, il cui recupero
sta avvenendo solo in parte. Data
la situazione, c’è da chiedersi come possa il Mezzogiorno - e con
esso la Calabria - partecipare a
quel processo di crescita che l’Europa chiede. A mio giudizio ciò
può avvenire modificando la politica economica che ha ceduto al
leghismo e ha sottratto risorse al
Mezzogiorno, e valorizzando fino in fondo i centri di eccellenza
del Mezzogiorno». «Ed allora –
conclude Soriero – come fanno le
ferrovie a tagliare in una regione
dove c’è il porto di Gioia Tauro
che, quale polo del transhipmen,
ha aiutato a far uscire dalla crisi i
porti di Genova, La Spezia, Livorno, Trieste e Ancona? C’è una Calabria che può e vuole dare; ma la
Calabria va difesa con grinta, e va
ridiscusso l’intero servizio ferroviario per la Calabria, correggendo errori grossolani. Da Lecce Bari - Roma ci sono sei coppie di
Frecciargento e Eurostar, per la
Calabria una sola Frecciargento,
che a volte ha materiale rotabile
consunto. E con orari sbagliati,
come l’Eurostar che parte da Roma alle 6.45, spesso vuoto, e per
quello delle 18.10 da Lamezia
verso Roma. Su questo serve l’attenzione e la mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali».
REGGIO Nei grandi affari c’è la “cupola”
Penalizzata in modo particolare la fascia jonica
L’Udc: la nostra protesta sarà ferma
Già investito il gruppo parlamentare
CATANZARO. Dopo le organiz-
Giuseppe Soriero, già sottosegretario ai trasporti
zazioni sindacali anche le forze
politiche si mobilitano per contrastare il taglio ai collegamento ferroviari verso il Nord previsti nell’orario invernale di
Trenitalia. L’Udc annuncia battaglia, anche perché la riduzione dei collegamenti viene programmata - sottolineano il capogruppo consiliare Alfonso
Dattolo ed il suo vice Gianluca
Gallo - «in un periodo di grave
crisi per l’economia nazionale,
avvertita in maniera ancor più
stringente nelle regioni del Meridione».
«Per una Regione che sconta
un’antica carenza infrastrutturale, già costretta all’isolamento da una rete ferroviaria non
elettrificata e a binario unico,
oltre che dagli interminabili lavori lungo l’autostrada, dal
mancato adeguamento della
statale ionica 106 e dalla mancata realizzazione delle trasversali interne, si tratta di una
scelta che assume contorni che
vanno ben al di là della pure legittima decisione imprenditoriale», traducendosi per contro,
aggiungono Dattolo e Gallo,
«in una misura che va ad ingigantire l’isolamento della Calabria dal resto d’Italia, con gravi
e negative ripercussioni non
solo per i cittadini, ma anche
per comparti economici di primo piano, quali l’agricoltura ed
il turismo, pesantemente ed ingiustificatamente penalizzati».
E ciò soprattutto per l’area ionica calabrese, da sempre del
tutto sprovvista di reti di grande comunicazione e servita da
una linea ferroviaria antiquata
e vittima di ripetuti tagli e de-
potenziamenti. «A fronte di
questa situazione – chiosano i
vertici del gruppo consiliare regionale dell’Udc – ferma sarà la
nostra protesta istituzionale.
Abbiamo interessato il nostro
gruppo parlamentare, ma in
occasione dell’imminente seduta del Consiglio regionale
chiederemo all’Assemblea ed
all’Esecutivo, che peraltro attraverso il presidente Giuseppe
Scoppelliti ha già anticipato
l’intenzione di muoversi in tal
senso, di impegnarsi per favorire la ricerca di soluzioni e l’avvio di un confronto che coinvolga anche il Governo nazionale: 150 anni dopo l’unificazione dello Stato italiano, la
Calabria non puÚ essere considerata ancora, nei fatti, come
una mera espressione geografica».
La Cgil all’attacco contesta in particolare l’accordo con Infrastrutture Lombarde per i nuovi ospedali
Sulla Sanità un’anomala concentrazione di poteri
Elena Sodano
CATANZARO
Per la Cgil la sanità in Calabria è
diventata un «epicentro di poteri
inconfessabili». Il segretario generale Sergio Genco e Mimma
Iannello responsabile delle Politiche del Welfare del sindacato,
denunciano le misure sanitarie
adottate dal commissario Giuseppe Scopelliti che secondo loro «agisce in un inedito accentramento di poteri che svuotano di
funzioni la rappresentanza istituzionale e sociale senza riformare la sanità regionale». Per tale motivo venerdì prossimo la
Cgil Calabria aderirà alla giornata di mobilitazione nazionale
per un servizio sanitario nazionale pubblico, universale e di
qualità e concentrerà la sua attenzione, oltre che nelle cinque
province calabresi, anche a Palazzo Campanella dove nella
stessa giornata il consiglio regionale ha convocato una seduta
per discutere di sanità.
«L’inefficacia dei provvedimenti regionali si possono rilevare dalle continue bocciature al
Tavola di verifica interministeriale che bloccano il trasferimento delle risorse per la Calabria necessarie per ripianare i
debiti ed accompagnare la riconversione dei servizi», hanno
riferito i segretari della Cgil. «Il
decreto 106/2011 evidenzia la
logica distorta dentro cui pezzi
di sanità pubblica vengono riposizionati verso il privato sanitario spogliando presidi e territori
di riferimenti sanitari importanti per assicurare l’uniformità dei
Livelli essenziali di assistenza
nel giusto equilibrio tra ospedale, territorio e prevenzione. Del
resto – aggiungono i sindacalisti
– le dimissioni poi rientrate del
presidente dell’apposita commissione consiliare sanità Salerno, i richiami a Scopelliti da parte dell’autorità di vigilanza nazionale sui contratti pubblici e
Mimma Iannello e Sergio Genco
sulla concorrenza scaturiti dagli
esposti della Cgil sulla costruzione dei nuovi ospedale e l’inedita
soluzione data alla Fondazione
Campanella, evidenziano logiche improprie dentro cui si continua a muovere la Sanità cala-
brese, nonostante la propaganda di Scopelliti che mistifica la
realtà sanitaria dei territorio».
Secondo Genco e Iannello «gli
atti aziendali anziché correggere le storture e rivedere il riordino della rete ospedaliera e della
rete emergenza-urgenza, appaiono strumenti blindati dettati dall’alto e del tutto incompleti
rispetto alla definizione dell’assetto dell’offerta dei servizi territoriali e della sanità privata convenzionata. Vogliamo vedere i
conti di questa azione di risanamento che a noi sembra una partita non trasparente che non assicura l’esigibilità ed il monitoraggio dei Lea all’interno di
obiettivi assistenziali e di un
quadro di tenuta finanziaria che
contrasti gli sprechi, il malaffare
e le inefficienze del sistema”. Ed
dalla Cgil chiedono di «rescindere la convenzione milionaria tra
Calabria e Lombardia che affida
alla società Infrastrutture Lombarde il compito di accompagnare la realizzazione dei nuovi
ospedali spogliando la Stazione
Unica Appaltante regionale delle funzioni per cui è stata istituita che è quella di realizzare economie nel sistema degli appalti
sanitari esposti al malaffare».
LAMEZIA TERME Udc, Fli, Mpa e Api lanciano segnali al governo regionale «troppo appiattito su Berlusconi»
Pignatone: ecco come Franco Bruno: Scopelliti guardi al Terzo Polo
cambia la ’ndrangheta
Maria Scaramuzzino
REGGIO CALABRIA. Anche la
’ndrangheta ora ha la sua Cupola. L’organizzazione criminale
calabrese si è ispirata a Cosa nostra siciliana dandosi un’organismo di vertice che sovrintende agli affari più importanti.
Una convinzione maturata dai
magistrati della Dda reggina
nell’ambito dell’inchiesta sfociata nel luglio dello scorso anno nell’operazione “Crimine” e
sostenuta dai cinque pm impegnati nella requisitoria del relativo maxi processo che si sta celebrando con il rito abbreviato.
«Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della ’ndrangheta che sta cambiando definitivamente assetto: pur mantenendo
l’articolazione familiare, ha al
vertice un organismo, definito
Crimine o Provincia che impar-
tisce le direttive strategiche ed è
in grado di farle rispettare». Parole di Giuseppe Pignatone,
procuratore capo di Reggio Calabria in un’intervista ad
ASud’Europa, settimanale del
Centro Pio La Torre, illustrando
la mutazione delle dinamiche di
potere all’interno della mafia
calabrese.
«Oggi – aggiunge Pignatone
– ci troviamo di fronte a un’organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al
crescere degli interessi economici e dell’espansione in Italia e
nel mondo pur mantenendo come centro operativo la provincia di Reggio. Le enormi liquidità di cui le cosche hanno disponibilità possono essere lo strumento per entrare in qualunque
settore economico».(r.rc)
LAMEZIA TERME
«Diventare il motore propulsivo
dell’azione politica, rispettando i
ruoli e le inclinazioni dei vari
gruppi, ma avendo chiaro l’obiettivo precipuo che è quello di far
diventare il Terzo Polo la prima
forza politica calabrese». Piena
comunione d’intenti quella
emersa durante la riunione del
coordinamento regionale del
Terzo Polo ieri mattina a Lamezia, nella sede calabrese di Futuro e libertà.
All’incontro hanno partecipato il vicecoordinatore regionale
di Fli Francesco Grandinetti, la
parlamentare di Fli Angela Napoli responsabile del partito in Calabria, il senatore Gino Trematerra
segretario regionale dell’Udc,
Franco Bruno senatore dell’Api e
coordinatore calabrese, Domeni-
Trematerra, Grandinetti e Napoli ieri a Lamezia
co Vasta delegato di Mpa.
Grandinetti ha evidenziato
che «il Terzo Polo è riuscito a
creare una squadra coesa proprio
in Calabria, una regione alle prese con una miriade di difficoltà e
problemi di grande complessi-
tà». Napoli ha auspicato che il
nuovo governo tecnico guidato
dal presidente del consiglio incaricato Mario Monti «avvii una politica di grande attenzione per il
Sud, al contrario dell’esecutivo
Berlusconi che s’è rivelato anti-
meridionalista, succube della Lega Nord».
Sulla giunta Scopelliti la parlamentare ha detto che «è troppo
appiattita nell’accondiscendere
alla volontà del Cavaliere. Continueremo a fare opposizione costruttiva nell’interesse della Calabria, e attenzioneremo dei settori strategici come occupazione,
sanità e infrastrutture».
Trematerra ha espresso giudizio positivo sull’operato del governatore Scopelliti e della sua
giunta: «Il rafforzamento del governo regionale non può che apportare beneficio alla Calabria.
Dobbiamo camminare insieme,
ognuno con le proprie specificità,
con l’obiettivo comune di dare
una forte spinta alla nostra terra
per una nuova fase di sviluppo e
di crescita».
Soddisfatto anche il senatore
Bruno per il quale «la Calabria
può avere speranza solo in un’Italia che riparte e che la pone al
centro dell’azione politica. C’è
tanto lavoro da fare», ha aggiunto il rappresentante del partito di
Rutelli, «il nostro auspicio è che
Scopelliti comprenda che il berlusconismo è finito e che s’è aperta una nuova fase politica anche
nella nostra regione». Bruno ha
concluso: «Il governatore è persona intelligente e preparata e
sono certo che comprenderà che
bisogna guardare anche alle forze del Terzo Polo se si vuole fare
l’interesse del popolo calabrese».
Vasta ha spiegato che l’Mpa
vuol essere «da stimolo e guida
per migliorare il funzionamento
della macchina amministrativa e
politica nel suo complesso. Bisogna ridare fiducia ai calabresi con
un’alleanza che sappia rappresentare cattolici e laici, liberali e
ambientalisti».
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
25
Calabria
.
CASSANO L’uomo era stato incaricato di compiere quattro omicidi. Nel mirino l’imprenditore Gaetano Novelli poi assassinato nell’ottobre del 2010
Il killer “professionista” nascosto a Sibari
Le rivelazioni del pentito Samuele Lo Vato sui piani delittuosi della temuta cosca di Antonio Forastefano
Arcangelo Badolati
CASSANO
Il siciliano. Un uomo di “panza” e di “grilletto”, sempre a
“disposizione” dei compari disposti a pagare i suoi spietati
servigi. Un uomo dallo sguardo imperscrutabile, con un inconfondibile accento isolano,
reclutato dalla cosca Forastefano per far fuori vecchi amici
e nuovi nemici nell’area ionica
del Cosentino. Un killer silenzioso e affidabile, pronto ad
agire senza fare troppe domande. Rosario – questo il suo
nome di battesimo – nel 2008 è
rimasto per alcuni giorni nella
Sibaritide per prepararsi a
chiudere quattro “contratti”. È
stato il pentito Samuele Lo Vato, 36 anni, “picciotto” legatissimo al boss pentito di Cassano, Antonio Forastefano, a rivelarlo al pm antimafia Vincenzo Luberto. Rosario sembra
il sinistro personaggio inventato da uno sceneggiatore cinematografico per dar corpo e ferocia ad un film. Purtroppo è
invece il protagonista reale
d’una trama mafiosa. «Nel periodo precedente all’esecuzione della cosiddetta operazione
“Omnia” – rivela il collaboratore di giustizia Lo Vato – Antonio Forastefano venne aggredito e picchiato dai fratelli Novelli, per cui ha dato ordine di
ammazzare sia Gaetano che
Vincenzo Novelli. Con questa
finalità fece giungere a Cassano un killer professionista dalla Sicilia del quale ricordo solo
il nome di battesimo, Rosario.
Lui era originario della Sicilia
ma dimorava sia in Svizzera
che in Germania. Tonino voleva che i due fratelli fossero uccisi insieme, quando il martedì
mattina andavano a trovare
Leonardo Portoraro. Una motopala avrebbe dovuto sbarrare loro il tragitto, il killer sarebbe entrato in azione ed i
corpi fatti sparire. La disposizione di ammazzare i fratelli
insieme ha ritardato l’azione».
Il duplice delitto non venne
consumato. Gaetano Novelli,
però, è stato assassinato la notte di venerdì otto ottobre 2010
a colpi di pistola, all’ingresso
di Marina di Sibari. Il suo è ancora un delitto impunito.
Il pentito Samuele Lo Vato,
ha rivelato al magistrato della
Dda di Catanzaro che i Forastefano volevano assassinare,
sempre nel 2008, altri “rivali”.
«Un altro obiettivo – ha spiegato il collaboratore di giustizia –
era Francesco Abbruzzese,
detto “Dentuzzo” e in tal senso
Antonio Forastefano aveva
trovato l’appoggio di una persona che abita proprio di fronte alla caserma dei carabinieri
di Cassano. “Dentuzzo” dove-
va essere colpito quando andava a firmare dai carabinieri.
Anche questo piano è sfumato
perchè abbiamo saputo che
Abbruzzese aveva ottenuto di
firmare presso il proprio domicilio. Altro obiettivo della nostra cosca era Nicola Acri, di
Rossano. Avevamo saputo che
ogni mercoledì Acri andava a
Lauropoli a incontrare “Dentuzzo”. Non solo Rosario, il killer siciliano, era stato accompagnato preswso la palestra di
Rossano dove Acri si allenava
inmodo che potesse riconoscerlo».
Nessuno dei crimini progettati è stato poi realizzato. Ma
chi è Rosario? Dove vive, come
viene contattato dai “compari”
che hanno bisogno della sua
mano assassina? Tutti interrogativi ai quali tentano di offrire
una risposta gl’investigatori
del Ros. Non è la prima volta
che nella Sibaritide compaiono sicari di provenienza sicula.
Pure Giuseppe Cirillo, negli
anni ‘90, agganciò “pistoleri”
d’Oltrestretto per fronteggiare
l’offensiva scatenata contro il
suo gruppo dai coriglianesi. I
siciliani garantirono il loro appoggio ma senza successo. Con
Cirillo, tuttavia, finirono a giudizio nel maxiprocesso “Galassia” incassando però a conclusione del dibattimento una
piena assoluzione.
Samuele Lo Vato
Antonio Forastefano
L’autovettura su cui è stato assassinato Gaetano Novelli nell’ottobre del 2010
COSENZA I pc finiti sotto chiave sono stati prelevati nel corso del blitz legato all’inchiesta sul presunto business dei falsi controlli
Revisioni “fantasma”, si cercano prove nei 24 pc sequestrati
Giovanni Pastore
COSENZA
Il pm Antonio Tridico va a caccia di prove informatiche
dell’ipotetico business delle revisioni “fantasma”. Tracce che
potrebbero nascondersi nei
computer finiti sotto chiave nel
corso del blitz “Braking”. Ventiquattro pc utilizzati dagl’indagati nella gestione dei controlli antietà a cui non sarebbero stati sottoposti i veicoli da
esaminare. Hard disk e memorie removibili saranno esplorate dai superconsulenti della
Procura diretta da Dario Granieri nella speranza di ricavare
elementi utili a rafforzare l’architrave che sorregge l’impianto accusatorio cristallizzato nel
decreto di sequestro vergato
dal gip Livio Cristofano. Per
puntellare i sospetti sui presunti controlli fasulli che avrebbero garantito esiti positivi anche
per auto-rottami, il pm Tridico
ha già tratto linfa dalle immagini delle telecamere piazzate
davanti alle officine dai detective della Polstrada, guidati dal
vicequestore Antonio Provenzano. Immagini che dimostre-
MOTTA S. G. Lo ricorda Giovanni Verduci
Tre mesi senza Azzarà
Una triste ricorrenza
Giuseppe Toscano
MOTTA SAN GIOVANNI
Tre mesi senza Francesco.
Un’eternità per chi, come i genitori, i parenti e gli amici, lo sta
aspettando per poterlo riabbracciare. Il giovane originario
di Motta San Giovanni è tuttora
nelle mani della banda che il 14
agosto scorso lo ha rapito nel
Darfur. Il suo rilascio è sempre
l’obiettivo principale dell’attività che viene portata avanti a livello istituzionale, e che procede, secondo quanto più volte assicurato dalla Farnesina, a ritmi
frenetici. Nonostante tutto, però, il giovane cooperante di
Emergency non ha ancora riacquistato la sua libertà.
«Con oggi – ha ricordato nella giornata di ieri il vicepresidente della Provincia, Giovanni
Verduci – sono tre mesi che
Francesco Azzarà è in mano a
sequestratori che lo tengono
lontano dai suoi affetti più cari,
dai suoi interessi, dalle sue passioni. In questo particolare momento, non voglio fare appelli
alle autorità che, sono convinto,
stanno facendo il massimo per
la sua liberazione. Non intendo
neppure sollecitare Emergency,
che tanto si sta spendendo sul
territorio sudanese. Il mio pensiero è rivolto ai suoi genitori, ai
suoi familiari, agli amici di sempre e a quelli che, in questi tre
mesi, hanno prima conosciuto,
poi apprezzato, quindi sostenuto Francesco. Lui, il volontario
dell’associazione di Gino Strada, che pochissimi sapevano essere in Sudan, è un ragazzo forte, determinato, solare e molto,
molto legato alla sua terra».
Verduci si rivolge in particolare ai ragazzi e alle associazioni vicine a Francesco ed ai suoi
cari: «Hanno fatto tanto, continueranno a farlo, saranno determinanti così come lo sono già
stati in passato. Sono convinto –
conclude – che Francesco e i
suoi genitori avvertono tutto
questo affetto, sanno che possono contare su tutti loro. L’amore
per il prossimo non ha confini,
supera tutte le barriere, arriva
diritto al cuore».
rebbero l’esistenza di patti inconfessabili tra clienti e titolari
dei centri autorizzati. «Quello
che abbiamo visto nei filmati ci
ha allarmato perchè era la rappresentazione d’un fenomeno
sociale», aveva sottolineato il
comandante provinciale della
Stradale, Antonio Provenzano.
«Non sottoporre il veicolo a revisione per risparmiare al massimo poche centinaia di euro significa pregiudicare la propria
e l’altrui sicurezza stradale. Un
veicolo non efficiente può essere causa di incidenti anche
molto gravi. E tra le cause prin-
L’isp. Straface, il vicequestore Provenzano, l’isp. Molinaro e il sovr. Sarro
cipali dei sinistri stradali che
quotidianamente si verificano
c’è proprio l’inefficienza dei
mezzi coinvolti». In pochi mesi
d’investigazioni riservate, gli
agenti avrebbero accertato
l’esistenza di 1.500 vetture “sospette”, molte delle quali sarebbero certamente non verificate, nonostante il conseguimento del talloncino adesivo
attaccato sul libretto di circolazione. Secondo il gip Cristofano, i finti controlli sarebbero
stati possibili grazie al fatto
«che, una volta inserita nell’apparecchio elettronico la targa
Il pm Vincenzo Luberto
dell’autoveicolo da revisionare,
sulla pedana metallica veniva
posizionata, invece, una qualsiasi altra vettura. Il congegno
elettronico, quindi, consentiva
la stampa del certificato adesivo, riportante la targa del veicolo, del giorno, dell’ora
dell’operazione e, infine, della
dicitura “revisione esito regolare”. L’escamotage, operando
esclusivamente su autovetture
tecnicamente regolari, permetteva ovviamente, da un lato, di
acquisire un certificato di revisione sempre con esito positivo
e, dall’altro lato, garantiva ai
gestori dell’officina di rilasciare
un numero considerevole di
certificati di revisione in tempi
molto rapidi e con un significativo risparmio di energie umane».
27
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
Cronaca di Reggio
.
COMUNE La commissione Bilancio ha convocato anche i vertici della burocrazia per conoscere le strategie di risparmio in ogni settore
TERZO SETTORE
Taglio delle spese, l’ora dei dirigenti
Marino (Pd)
chiede
lumi
su un bando
Le audizioni inizieranno la prossima settimana. Lunedì Consiglio in aula per il Psc
Piero Gaeta
Bisogna cominciare dai caldi
giorni dell’estate appena trascorsa per capire bene l’attualità. Lo scorso 26 agosto, infatti, la giunta municipale ha
deliberato il «piano di contenimento delle spese» che ogni
settore dell’Amministrazione
comunale deve attuare nel
prossimo triennio 2011-2013.
La giunta-Arena, sempre
nella stessa delibera, ha indicato ai dirigenti anche come
procedere ai tagli delle spese
seguendo alla lettera i “suggerimenti” dell’ultima finanziaria. Si tratta di provvedimenti
importanti e pesanti (dal punta di vista economico) per avviare il necessario risanamento dei conti comunali. E proprio per non correre il rischio
che la delibera della giunta
possa restare “lettera morta”
la commissione bilancio si è
già attivata convocando i tutti
i dirigenti di Palazzo San Giorgio per conoscere lo stato
dell’arte e le iniziative da loro
messe in campo per contenere
i costi dell’Amministrazione.
«Nel programma che avevamo stilato volevamo fare
cominciare le audizioni il
prossimo lunedì, tuttavia la
convocazione del Consiglio
comunale ci ha costretto a farle slittare di qualche giorno –
ha dichiarato il presidente
della commissione Demetrio
Marino –. Perché abbiamo ritenuto di dovere convocare i
dirigenti? Semplice: vogliamo
capire bene come hanno programmato di agire e quali tagli hanno intenzione di attuare nei settori di loro competenza. Lo scorso 17 settembre
abbiamo votato il Bilancio di
previsione 2011 che conteneva anche quella delibera di
giunta. Ebbene, da quando il
bilancio di previsione è stato
approvato che cosa è successo? Quali provvedimenti i dirigenti hanno assunto? Siamo
curiosi e attenti come consiglieri vogliamo svolgere in
pieno il nostro ruolo di controllori. Gli ispettori della Procura nella loro relazione hanno evidenziato che ci voleva
22
sono i rilievi
mossi dagli
ispettori
ministeriali
Il presidente Sebastiano Vecchio ha convocato il consiglio comunale per il prossimo lunedì
anche maggiore attenzione da
parte dei consiglieri comunali
per evitare il buco nel Bilancio. Noi vogliamo essere parte
attiva e diligente in questa
storia, e leggeremo con attenzione le relazioni che abbiamo
chiesto a ogni dirigente».
In attesa di audire i vertici
della burocrazia comunale,
sono comunque giorni intensi
Agenda telefonica cittadina
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giorni 24 ore su 24 chiamando ai se-
per la Commissione Bilancio,
che da giovedì inizierà a esaminare 4 punti al giorno dei
22 rilievi mossi dagli ispettori
all’Amministrazione. La proposta è stata avanzata dal
consigliere Giuseppe Bova ed
è stata accolta con favore dalla maggioranza.
«Ci aspettano tre settimane
intense, ma entro dicembre
vogliamo concludere l’esame
di ogni punto contestato», ha
aggiunto il presidente Marino. Che non si stanca mai di
lodare lo spirito di «grande
concordia che si respira all’interno della Commissione, il
cui unico imperativo è quello
di capire e fare chiarezza anche per il futuro della città».
Oggi pomeriggio, intanto, è
previsto l’esame della situazione dell’Atam. «Che sarà doverosamente approfondito –
ha promesso il presidente della commissione – così come è
stato quello della altre società
partecipate dal Comune. Con
l’esame dell’Atam metteremo
un punto fermo anche all’esame delle varie società miste, i
cui onerosi contratti rappresentano il prossimo ostacolo
con cui si dovrà misurare
l’Amministrazione comunale».
Intanto, il presidente del
consiglio Sebastiano Vecchio
ha convocato il Consiglio comunale per il prossimo lunedì
(appuntamento che slitterà a
martedì se la seduta dovesse
andare deserta in prima convocazione) che dovrà discutere del Piano strutturale comunale. Un argomento davvero
“tosto” su cui tutti i consiglieri
saranno chiamati a confrontarsi prima delle due sedute
che il Consiglio dovrà dedicare all’assestamento del bilancio (entro la fine di questo mese) e all’approvazione del conto consuntivo 2010 (verosimilmente entro la fine dell’anno).
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Lunedì Circolo del cinema “Cesare
Zavattini”.
Giuseppe Marino, vicepresidente del Consiglio Comunale,
ha presentato un’interrogazione per sapere «se l’Amministrazione Comunale intende partecipare al bando del Ministero
del Lavoro attraverso la presentazione di progetti, entro la
scadenza del 30 novembre
p.v., in uno dei seguenti ambiti: inclusione sociale e lotta alla
povertà (ad esempio per anziani soli o con un coniuge non autosufficiente), tutela dei minori e della famiglia, incentivo al
volontariato di anziani e per
anziani, non autosufficienza e
disabilità, in particolare per favorire la domiciliarità».
L’interrogazione si fonda
sulla premessa che «il Ministero del Lavoro, con relativo avviso pubblico, ha messo a disposizione 450 mila euro per
progetti finalizzati alla realizzazione di interventi di sperimentazione sociale presentati dai Comuni ma con l’obbligatoria collaborazione di soggetti del terzo settore».
Marino evidenzia che «gli
Enti del Terzo Settore stanno
attraversando una grave crisi
finanziaria
determinata
dall’insolvenza in cui si è venuto a trovare il Comune»; e considera che l’avviso pubblico ministeriale rappresenta un’importante occasione per attrarre finanziamenti statali e reperire risorse fondamentali per
consentire la sopravvivenza di
servizi sociali che rischiano seriamente di sparire».
29
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
Cronaca di Reggio
.
Proseguono gli incontri allo Scientifico tra gli studenti e i rappresentanti di magistratura e forze dell’ordine
Il Liceo “Volta” nel segno della legalità
Di Landro e Lombardo spronano i giovani: «Siate leali e rispettate le regole»
Domenico Malara
Proseguono gli incontri sulla
legalità al Liceo scientifico
“Alessandro Volta”, ospiti stavolta il procuratore generale
Salvatore Di Landro, e il magistrato della Dda Giuseppe
Lombardo e Attilio Cavallaro,
presidente del Comitato spontaneo
antimafia
“Livatino-Saetta”.
L’iniziativa si inserisce in un
percorso di legalità voluto e curato personalmente dalla dirigente scolastica, Italia Condello, che coerentemente con il
messaggio rivolto ai suoi studenti nell’assumere il nuovo incarico, intende offrire loro continui stimoli di riflessione sul
rispetto delle regole.
Già in un precedente incontro, il Liceo “Volta” ha ospitato
il procuratore della Dda, Roberto Di Palma, magistrato da
anni impegnato in prima linea
nella lotta alla criminalità organizzata, che ha rivolto agli
studenti un messaggio diretto e
incisivo. Di Palma ha tenuto costantemente alta l’attenzione
dei ragazzi, che sono rimasto
particolarmente colpito quando il magistrato ha parlato di
quella “zona grigia” che esiste
tra i due estremi della crimina-
Salvatore Di Landro
Giuseppe Lombardo
Roberto Di Palma
lità organizzata e della cittadinanza onesta, nella quale è incluso chi tace e chi, in modo diverso, favorisce la mafia attraverso gli affari e la politica.
Partecipato anche il secondo
incontro che ha visto protagonisti, come detto, il procuratore generale Salvatore Di Landro, il magistrato della Dda
Giuseppe Lombardo e il presidente del Omitato spontaneo
antimafia
“Livatino-Saetta”,
Attilio Cavallaro.
Nel suo intervento Di Landro
ha voluto tracciare un quadro
della legalità in cui siamo chiamati a vivere: «Legalità – afferma il procuratore generale –
come rispetto delle regole e
abito mentale che impone di rispettare gli altri; come contrapposizione radicale all’organizzazione criminale; come limite del potere o meglio strumento di controllo del potere».
Il magistrato reggino ha
quindi affermato che «la legali-
tà non chiude il cerchio perché
c’è qualcosa di più alto della
stessa legalità, che è l’etica».
Espressione, questa, molto cara a Di Landro, che ha voluto illustrare con due esempi: i due
grandi dittatori, Hitler e Stalin,
che “con la legalità” hanno
mandato a morte milioni di
persone e l’eroina tragica Antigone, che rappresenta il contrasto tra legge universale/divina da una parte e legge umana/dello stato dall’altra, risolto
con la vittoria delle leggi etiche. «Aldilà delle leggi, quello
che importa – conclude nel suo
messaggio ai giovani Di Landro
– è ciò che portiamo nel cuore,
le regole di correttezza e i principi di lealtà e bontà».
Apprezzato anche l’intervento del sostituto procuratore
Lombardo che ha parlato di
«scelta libera e priva di condizionamenti», di «libertà, quale
parola che ricorre maggiormente nella Costituzione», di
«dovere di conoscenza», di
«credibilità». Con frequente riferimento alla sua personale
esperienza e alla sua meditata
scelta, il giovane procuratore,
citando le parole del genio visionario Steve Jobs, ha invitato
i ragazzi «a non vivere la vita
degli altri» , ma a scegliere con
consapevolezza. Li ha esortati
anche a non restare soli «perché la solitudine è nemica della
legalità e dove si è soli non c’è
bisogno di regole».
L’intervento si è concluso
con un appello forte di Lombardo agli studenti: «La Calabria – ha affermato il magistrato – deve smettere di essere silenziosa ma deve urlare, voi
non dovete essere silenziosi e
non dovete farvi schiacciare da
nessuno».
PROVINCIA Nell’ambito del progetto “Work in parliament” rivolto a sensibilizzare i giovani sui temi comunitari
Simulazione dei lavori del Parlamento europeo
Un momento della simulazione con gli studenti degli istituti “De Paoli” e ”Ferraris”
CULTURA
Tornano
gli incontri
del centro
“Pierre”
Tornano gli appuntamenti
con gli autori al centro Pierre
di via Santa Caterina.
Dopo la pausa estiva, Pierre
che ha partecipato a inizaitive
a scopo sociale e benefico come la collaborazione alla
“Happy Run” organizzata
dall’associazione “Disabili no
limits” di Giusy Versace, ha
scelto di apire la stagione autunnale con l’opera “Chiaroscuri” della reggina Ketty
Adornato. Un volume di racconti, edito da Laruffa, che sarà presentato alla città domani alle 19 nella saletta del centro.
Una lettura dei passi più significativi del volume con la
collaborazione di Gaetano
Tramontana, noto attore reggino, che ne curerà le letture
sceniche. Il commento a
“Chiaroscuri” è affidato, invece ad Andrea Espostito. A moderare il dibattito la giornalista Angelita Tomaselli.
Il Comune e la Provincia, in collaborazione con l’Associazione
Pronexus, ha avviato, nell'ambito delle azioni implementate
dalla Rete Europe Direct del
Comune di Reggio, un’attività
di simulazione dei lavori del
Parlamento Europeo secondo
la nuova normativa introdotta
dal Trattato di Lisbona.
Scopo del progetto Work in
Parliament 2011 è quello di incoraggiare nei giovani la cittadinanza attiva, stimolare la
partecipazione delle nuove generazioni alla vita democratica,
sensibilizzarli sulle tematiche
europee e metterli nelle condizioni di proiettarsi in una dimensione europea.
Il 12 novembre, nel Salone
del Palazzo provinciale, si è
svolta una giornata di simulazione per un gruppo di studenti
degli Istituti scolastici San Vincenzo De Paoli e G Ferraris, volta ad eleggere il Presidente e i
Vice Presidenti del Parlamento
Europeo, nonché i componenti
delle commissioni. Gli studenti
si sono subito immedesimati
nel loro ruolo di parlamentari
europei.
Ha presieduto i lavori il Presidente del consiglio Provinciale Antonio Eroi il quale, nel ribadire la sensibilità dell' Ente
verso le tematiche europee, ha
condotto la simulazione fino all'elezione del Presidente, Alessia Romeo, dei Vice Presidenti
Luana Princi e Kubiak Jakub e
dei Questori Gloria Nucera e
Daniele Chiovaro.
Gli alunni della “Vittorino Da Feltre” presenti all’incontro
Secondo step di “Quello che non ho”
Il Diario dei diritti
fa il suo esordio
anche alla “Vittorino”
Ketty Tramontana
«Quello che non ho è un segreto
in banca, quello che non ho sono
le tue pistole per conquistarmi il
cielo per guadagnarmi il sole».
Così cantava Fabrizio De Andrè
e così l’associazione che riprende il nome dal titolo della canzone del cantautore genovese lancia un messaggio preciso ai ragazzi in riva allo Stretto: quali
sono le cose che mancano ai piccoli studenti in questa città? Ma,
soprattutto: a quali cose hanno
dovuto rinunciare per diventare
dei bravi allievi?
Una serie azzeccata di interrogativi per stimolare i giovani
al dibattito e per far maturare in
loro quel senso critico necessario per affrontare tematiche fondamentali per la crescita di un
ragazzo come la formazione sulla legalità, l'arte e la cultura per i
diritti e contro le mafie.
Parte da qui il progetto
“Quello che non ho, diario scolastico per i diritti” in collaborazione con la Reggina Calcio e
concepito dal partenariato tra
Anpi di Reggio, associazione Ad
personam, associazione daSud,
Ente Scuola edile per la formazione e la sicurezza, Fondazione
Di Vittorio e Ufficio scolastico
provinciale, in collaborazione
con Magistratura Democratica.
Un’iniziativa che ha già registrato il suo esordio con l’incontro al
Liceo “da Vinci”, durante il quale si è distinta la presenza, tra gli
altri, dell’ex magistrato Gherardo Colombo, e che adesso segna
il suo secondo step con l’appuntamento di ieri all’Istituto scolastico “Vittorino Da Feltre”.
Un’adunanza che ha raccolto
la partecipazione di molti piccoli studenti chiamati ad assistere
ad una vera e propria lezione e
ad un confronto molto partecipato sui temi della legalità, dei
diritti e della democrazia. Grande attesa serpeggiava tra i giovani allievi per l’arrivo del centrocampista Simone Missiroli
che, però, ha dovuto disertare
l’incontro a causa di un malessere fisico. «Niente di grave» rassicura Gianpiero Versace, responsabile area comunicazione della
Reggina Calcio in rappresentanza della società che partecipa in
modo attivo al progetto sposando uno slogan chiaro: “Facciamo rete contro l'illegalità”.
Ad intavolare la discussione
con gli alunni ès tato Francesco
Alì, della Fondazione Di Vittorio
e portavoce dell’associazione
“Quello che non ho”, Sandro Vitale, presidente dell’Anpi di
Reggio, e Fabrizio Smorto, curatore del Diario Scolastico per i
Diritti al curatore.
Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
32
Cronaca di Reggio
.
Concluso in Assise il processo per la tragica fine dell’elettricista di San Sperato. I fatti avvenuti nel giugno 2009
L’arch. Labate propone una transazione
Omicidio Casile, due condanne
Caso Fallara, giovedì
i revisori dei conti
davanti ai magistrati
Ventidue anni di reclusione ciascuno ai cugini Vito e Andrea Morelli
Paolo Toscano
Due condanne a 22 anni per
l’omicidio di Giovanni Casile, il
trentaquattrenne elettricista raggiunto da alcuni colpi di pistola il
14 giugno del 2009, mentre si trovava nella piazza antistante la
chiesa di San Sperato, e morto in
ospedale dopo nove giorni di agonia.
La Corte d’assise ha giudicato
colpevoli i cugini Vito Morelli e
Andrea Morelli, 28 e 25 anni, ed
escludendo le aggravanti di premeditazione, motivi abietti e futili e recidiva, li ha condannati entrambi a 21 anni per l’omicidio e a
1 anno per la violazione delle legge sulle armi. Condannato a quattro anni di carcere l’imputato minore del processo, Massimo Berlingieri, accusato di favoreggiamento.
Il dispositivo di sentenza è stato letto dal presidente Vincenzo
Giglio intorno alle 20,30 al rientro in aula dopo una lunga camera di consiglio. L’udienza era iniziata in mattinata con il deposito
dell’ultimo elaborato del dott.
Daniele Maesano, consulente
tecnico d’ufficio che doveva procedere alla trascrizione di alcune
intercettazioni ambientali, in
particolare dei colloqui in carcere
Andrea Morelli si era costituito presentandosi in Questura
Il pm Sara Ombra
tra i cugini Morelli e i loro congiunti in occasione delle visite.
Poi, in un’aula gremita dai
congiunti degli imputati, tutti appartenenti alla comunità rom, ha
preso la parola il pubblico ministero Sara Ombra. Nella prima
parte della requisitoria ha ripercorso i momenti più importanti
go dove si erano svolti i fatti per
una ragione semplice in quanto ci
abita. La presenza di Andrea Morelli a San Sperato per il difensore
era da considerare, quindi, un dato neutro.
L’avvocato Mariateresa Pratticò, sempre in difesa di Andrea
Morelli, si è soffermata sulle richiarazioni fatte in aula dal suo
assistito. L’imputato aveva sostenuto che quando era successo il
fatto lui si trovava con la moglie
ed era appena tornato a casa, a
pochi passi dalla piazzetta di San
Quattro anni di carcere
a Massimo Berlingieri
per favoreggiamento
della vicenda giudiziaria. La rappresentante dell’accusa non ha
avuto dubbi nel sostenere la responsabilità di Vito e Andrea Morelli in ordine all’omicidio e ha
concluso il suo intervento chiedendo per entrambi la condanna
all’ergastolo. Per Massimo Berlingieri il pm ha chiesto 4 anni di
reclusione.
L’avvocato Paolo Tommasini è
intervenuto in difesa di Andrea
Morelli. Il punto di forza della difesa si basava sulla circostanza
che l’imputato si trovava sul luo-
Sperato.
L’avvocato Giacomo Iaria, difensore di Vito Morelli e Massimo
Berlingieri, ha chiuso la serie degli interventi. Il penalista ha affrontato la posizione più difficile,
quella di Morelli che, a differenza
del cugino, non abita a San Sperato. Iaria ha sostenuto che dai tabulati telefonici risulta che alle
22,35 (la sparatoria viene collocata tra le 22,30 e le 22,40) il portatile di Vito Morelli agganciava
la cella a Ciccarello. Un tecnico ha
stabilito nell’ora in questione non
c’era sovraccarico telefonico e, di
conseguenza, non poteva esserci
un eventuale cambio di cella. Il
penalista ha dato una spiegazione anche alla circostanza che, prima ancora che fosse emessa la misura cautelare, i cugini Morelli si
erano dati alla latitanza: «Anche
se non avevano alcuna responsabilità – ha chiosato il difensore –
in ordine al fatto di sangue, temevano che potessero esserci ritorsioni nei loro confronti».
Andrea Morelli era stato arrestato in un appartamento del padre, nel quartiere Arghillà,
nell’ambito di un’operazione
condotta in sinergia da Polizia e
Guardia di finanza. Il cugino, invece, si era presentato in Questura.
Settimana cruciale per l’inchiesta relativa al “caso Orsola
Fallara”, il dirigente del settore Finanze del Comune, morta
suicida dopo aver ingerito un
composto di acido muriatico il
16 dicembre dello scorso anno. Dopodomani davanti ai
magistrati della Procura compariranno i revisori dei conti
Carmelo Stracuzzi, Domenico
D'Amico e Ruggero Alessandro
De Medici. I tre sono indagati,
insieme con Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria
ed ex sindaco della città, per
falso in atto pubblico a causa di
irregolarità contabili rilevate
nei bilanci comunali approvati
negli anni 2008-2010. L’interrogatorio di Scopelliti, inizialmente programmato per il 17
novembre, dovrebbe slittare a
causa di impegni istituzionali .
L’indagine, coordinata dal
procuratore aggiunto Ottavio
Sferlazza e condotta dai pm
Francesco Tripodi e Sara Ombra, era partita in seguito ad
un esposto presentato dall’ex
assessore regionale Demetrio
Naccari Carlizzi e dall’ex consigliere comunale Sebi Romeo. I due esponenti del Pd sostenevano che la dirigente Orsola Fallara si era attribuita
Orsola Fallara
emolumenti aggiuntivi non
spettanti quale rappresentante del comune nella commissione tributaria e che i bilanci
comunali erano irregolari. Dagli accertamenti era emerso,
tra l’altro, che all’architetto
Bruno Labate, legato sentimentalmente alla Fallara, erano state corrisposte somme
non spettanti pari a 842 mila
euro. Labate, che restituito
nell’immediatezza dello scandalo, 160 mila euro, avrebbe
proposto al Comune una transazione pluriennale senza interessi e rivalutazione, per restituire la somma di 600 mila
euro.
L’intera categoria in sciopero dal 21 novembre al 2 dicembre
I giudici di pace chiedono interventi
per avere la continuità delle funzioni
Il presidente della sezione distrettuale dei giudici di pace
Antonino Scordo comunica che
l’Associazione nazionale di categoria, d’intesa con l’Unione
nazionale dei giudici di pace,
ha deliberato lo sciopero nazionale dal 21 novembre al 2 dicembre 2011.
«Le associazioni di categoria
– si legge in una nota a firma
del presidente Scordo – hanno
da tempo denunciato una volontà punitiva nei nostri confronti, che si è estrinsecata nel
mancato rispetto della Carta
costituzionale e delle norme
europee, negando le nostre
istanze fondamentali: la situazione di precarietà e di grave illegalità del trattamento della
categoria, che richiede la rinnovabilità dei mandati fino a
75 anni e le tutele previdenziali, retributive e ordinamentali
previste dalla Costituzione; le
gravissime disfunzioni degli
Uffici del giudice di pace deter-
Antonino Scordo
minate dalla assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio, carente del
50% rispetto alle necessità, che
in alcuni altri uffici, ha provocato, tra l’altro, ritardi di 2 anni
nella pubblicazione delle sentenze».
«La situazione è grave – prosegue Scordo –, vi è il rischio
molto concreto che entro un
paio di anni verranno avvicen-
dati tutti i giudici di pace attualmente in servizio. Inoltre,
senza un intervento che assicuri la continuità delle funzioni,
con 700 giudici di pace già in
scadenza definitiva del mandato il 31 dicembre prossimo, e i
restanti 1.600 giudici di pace in
scadenza nei successivi 2 anni,
si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi degli uffici
e all’impossibilità di garantire
l’assolvimento dei loro compiti
istituzionali, con particolare riferimento all’inesigibilità delle
espulsioni e all’improcedibilità
dei reati di immigrazione clandestina con gravissime ripercussioni sull’ordine pubblico
per l’intero Paese e sulla sicurezza dei cittadini».
Conclude Scordo: «Stante la
gravità della situazione lo sciopero viene indetto per la durata
massima consentita dal codice
di autoregolamentazione e con
riferimento a tutte le attività
dei giudici di pace».
L’ex consigliere comunale passa al contrattacco giudiziario
Agliano querela il pentito Moio
«Mente sapendo di calunniare»
L’ex consigliere e assessore comunale Giuseppe Agliano ha
querelato il collaboratore di giustizia Roberto Moio dopo le dichiarazioni fatte in udienza nel
processo “Testamento”, in corso
di celebrazione davanti alla Corte d’appello.
«Ho appreso dagli organi di
stampa – scrive Agliano nella sua
denuncia – che tale Roberto
Moio, sedicente mafioso, e oggi
collaboratore di giustizia, ha affermato che il sottoscritto sarebbe stato appoggiato dalla sua
consorteria nelle elezioni amministrative ove ero candidato al
Comune. Moio ha dichiarato che
io avrei fatto da collettore di voti
per il governatore Scopelliti e che
avrei avuto lo zoccolo duro delle
mie preferenze nel rione Archi».
L’ex assessore comunale ag-
Giuseppe Agliano
giunge: «Quanto dichiarato
all’autorità giudiziaria dal sedicente pentito, mafioso ora collaboratore di giustizia Roberto
Moio è calunnioso e diffamatorie. Non ho mai avuto alcun tipo
di rapporto con Moio o con co-
sche. È vero che sono nato ad Archi e la mia gioventù l’ho trascorsa in quel rione dove conosco
molte persone. Ma è altrettanto
vero che sin da quando ero ragazzo il mio comportamento è sempre stato improntato a principi e
valori nobili di onestà essendo
cresciuto con gli ideali di “Dio,
patria e lavoro”, ed ho sempre avversato la mafia anche politicamente».
Agliano conclude: «Moio
mente con la consapevolezza di
calunniare, sapendomi innocente, quando parla di “zoccolo duro” delle mie preferenze stante
l’evidente risultato elettorale negativo cristallizzato nella media
dei 50-70 voti in un rione di 4000
elettori, che denota invece, un indotto di voti basati sulla conoscenza personale».
Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
34
Reggio Tirrenica
.
PALMI Incardinato ieri il maxi processo derivante dall’operazione sulle infiltrazioni negli appalti dell’A3
“Cosa mia”, in 47 a rito ordinario
Riflettori sui fatti criminosi che hanno insanguinato la Piana negli anni
Ivan Pugliese
PALMI
È l’ennesimo maxi processo che
approda dinanzi alla Corte d’Assise di Palmi (Silvia Capone presidente con a latere Gaspare Spedale). Il procedimento è stato
aperto nella giornata di ieri e
prende il nome dall’operazione
“Cosa Mia”.
Per chi c’era, è un tuffo nella
memoria, fatta di ricordi tragici e
sanguinosi, quando sente snocciolare cognomi e nomi di alcuni
degli imputati. Alla sbarra, infatti, ci sono alcuni dei componenti
della consorteria Gallico impegnati dalla fine degli anni ’70 in
una sanguinosa faida con i Condello prima e con i Bruzzise (anche loro a processo) poi.
Numeroso il dispiegamento di
Forze di Polizia e Carabinieri oltre al personale della Polizia penitenziaria. Impressionante la
folla di familiari nel locale predisposto ad accogliere i parenti. Diverse decine gli avvocati impegnati nei collegi difensivi. Sono i
numeri che danno il segno
dell’importanza del procedimento avviato a Palmi ai quali va ad
aggiungersi il principale, quello
relativo al numero degli imputati: 47 quelli che hanno scelto di
farsi giudicare con il rito ordinario.
E sono: Oscar Barbaro (avvocati Francesco Napoli e Vladimir
Solano), Antonio Bruzzise (Eleonora Masseo e Stefano Nimpo),
Carmelo Bruzzise (Antonino Managò e Masseo), Fortunata Bruzzise (Michele Iaria), Elena Bruzzise (Managò e Antonino Napoli), Giovanni Bruzzise (Napoli e
Managò), Giuseppe Bruzzise
(Napoli e Managò), Vincenzo
Bruzzise (Masseo e Napoli), Vincenzo Camnareri (Napoli e Managò), Antonino Giovanni Campagna (Ceravolo), Domenico
Dodaro, Cortese, Pignatone, Casabona, Prestipino e Trotta durante la conferenza stampa di “Cosa mia”
Vincenzo Campagna (Ceravolo),
Roberto Caratozzolo (Giacomo
Iaria e Managò), Carmela Carbone (Napoli e Managò), Antonio
Cilona (Oreste Albanese e Domenico Putrino), Antonino Ciappina (Putrino e Domenico Alvaro),
Antonino Costa, latitante (Giuseppe Milicia), Antonio Costantino (Alvaro e Gerardina Riolo),
Francesco Cutrì (Antonio Attinà
e Guido Contestabile), Maria Ditto (Ceravolo), Carmine Gaglioti
(Renato Vigna e Francesco Sabatino), Mariangela Gaglioti (Pasquale Foti), Rocco Salvatore Gaglioti (Napoli ed Elio Cannizza-
ro), Pasquale Galimi (Putrino),
Vincenzo Galimi, latitante, (Putrino e Giuseppe Martino), Antonino Gallico (Giovanni Marafioti
e Gianfranco Giunta), Domenico
Gallico (Francesco Cardone e
Managò), Giuseppe Gallico (Girolamo Curti), Rocco Gallico
(Cardone e Managò), Teresa Gallico (Putrino), Matteo Gramuglia
(Milicia e Francesco Formica),
Vincenzo Gramuglia (Milicia e
Contestabile), Pasquale Mattiani
(Rosarico Pricoco), Alfredo Morabito (Putrino), Filippo Morgante (Putrino), Lucia Giuseppe
Morgante (Managò), Placido
(ARCHIVIO)
Morgante (Pasquale Lioacono),
Salvatore Morgante (Gaetano
Muscari), Vincenzo Oliverio (Solano e Veneto), Giuseppe Papasergi (Concetto Pirrottina e Francesco Collia), Fortunato Princi
(Domenico Minasi e Grazia Maria Violi), Diego Rao (Napoli e
Managò), Carmine Demetrio
Santaiti (Francesco Calabrese e
Squillaci per Nico D’Ascola), Carmelo Sciglitano (Giovanni Piccolo e Milicia), Domenico Sciglitano (Putrino e Milicia), Vincenzo
Sciglitano (Piccolo e Contestabile), Maria Carmela Surace (Putrino e Vincenzo Minasi) e Vincenza
PALMI Immediata conseguenza dell’inchiesta sui casi d’assenteismo
Surace (Putrino e Iaria).
A chiedere la costituzione di
parte civile il comune di Palmi
(avv. D’Agostino), Seminara
(Costantino), Rsoarno (Famà),
la Regione Calabria (Pugliese) e
provincia Reggio Calabria (Condello).
Pubblica accusa rappresentata in aula dai sostituti procuratori
della Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma e Giovanni Musarò.
Fino a tarda serata la Corte è rimasta in camera di consiglio per
sciogliere le riserve relative alle
questioni preliminari poste della
parti. In particolare la richiesta di
astensione dal giudizio della
dott.ssa Capone perché già in
passato aveva trattato una posizione (questione poi respinta).
Mentre nella prossima udienza
dovrebbe essere sollevata l’eccezione relativa al deposito fuori
tempo massimo della lista testi
da parte dell’accusa.
L’operazione condotta nel giugno del 2010 dalla Dda reggina,
dalla Squadra mobile di Reggio
Calabria e dal Commissariato di
Palmi, aveva portato alla luce le
attenzioni che alcune famiglie
operanti nel triangolo territoriale compreso tra Palmi, Seminara
e Barrittieri, avevano messo sugli
appalti nei cantieri del costruendo quinto macrolotto della A3 Salerno - Reggio Calabria, con la
pretesa dell’ormai noto 3% quale
tassa di sicurezza imposto dalle
cosche nei territori di competenza. Allo stesso modo gli inquirenti, con l’operazione “Cosa Mia”,
hanno anche fatto luce su alcuni
cruenti fatti criminosi che hanno
insanguinato negli ultimi anni e
non solo, il territorio della Piana
di Gioia Tauro. Tra questi alcuni
omicidi rimasti irrisolti nella
cruenta faida e su cui gli inquirenti ipotizzano di aver fatto finalmente luce.
I bambini della primaria usufruiranno a breve di un servizio essenziale
VILLA Novità in vista nelle scuole
Si riparte con la mensa
Il pullmino, invece
resta ancora... fermo
Giusy Caminiti
VILLA SAN GIOVANNI
Ormai manca poco al via per
le mense scolastiche delle
scuole materne ed elementari. Domani, infatti si apriranno le buste con le richieste
delle ditte, a seguito della decisione dell’amministrazione
comunale che ha optato per
l’affidamento diretto del servizio. I tempi lunghi del bando di gara, pubblicato lo scorso 26 ottobre, infatti, non lasciavano, a detta degli amministratori, altra possibilità di
quella dell’affidamento diretto. Lo aveva garantito due
settimane orsono il vicesindaco ed assessore ai Servizi Antonio Messina: «Presto la
mensa partirà – aveva detto –
e provvederemo anche alla
sostituzione del pulmino C
noleggiando un altro mezzo».
Per la mensa così è stato,
tanto che le maestre già ieri
mattina hanno provveduto alla compilazione delle liste degli alunni che vorranno fruire
del servizio, invitando i genitori a presentare i modelli
Isee, in base ai quali avverrà il
pagamento del ticket. Resta
irrisolto, per ora, il problema
del pulmino C, fermo perché
andato alla malora. Per ora a
subirne le conseguenze sono i
ragazzi che frequentano le
scuole medie, che non stanno
fruendo del trasporto comunale.
Ma la promessa è che presto anche questo disagio verrà risolto: resta da capire se
mettendo a nuovo il pulmino
comunale o noleggiando un
mezzo diverso. Insomma, tutto si dovrebbe presto avviare
alla normalità. Con la mensa
finalmente i piccolissimi delle
materne e i ragazzi del tempo
prolungato delle scuole medie potranno frequentare nel
pomeriggio. Dai tre ai cinque
anni la scuola offrirà il servizio fino alle 16,30 e questo
consentirà alle famiglie di
evitare costi aggiuntivi (nella
maggior parte di casi entrambi i genitori lavorano), ma anche di avviare i progetti pomeridiani, che nello scorso
anno scolastico sono stati particolarmente graditi dai bimbi e anche dalle famiglie. Insegnamenti prescolari che
hanno permesso a fine anno
di fare bella mostra di quanto
imparato.
ROSARNO Si è votato per il rinnovo del consiglio dei delegati
Comune, s’insedia la commissione disciplinare Consorzio di Bonifica, sbancano
i candidati della lista Coldiretti
PALMI. Facce tese, poca voglia di
parlare e atteggiamenti che lasciano trasparire un certo nervosismo. È questo il quadro del “day
after” al Comune dopo che sono
state rese note le risultanze
dell’attività di controllo contro il
presunto caso di assenteismo
condotta nei giorni scorsi dalla
Polizia locale diretta dal maggiore Francesco Managò.
In soldoni si tratta di una consistente informativa di reato a carico di impiegati e funzionari comunali denunciati per “truffa aggravata ai danni dell’ente e falsa
attestazione della presenza sul
luogo di lavoro”. Le posizioni poste all’attenzione della Procura
sono complessivamente 21 ma
particolarmente gravi e lesive per
l’ente sono ritenute dalla Polizia
locale quelle di 10 dipendenti che
si sarebbero assentati con sistematicità e anche per lunghi periodi. Per due dipendenti la denuncia è scattata anche per peculato
(uso indebito dell’auto di servizio) e falsità ideologica.
Contestualmente, secondo le
nuove regole introdotte dal decreto Brunetta, una eguale consistente informativa è stata inoltrata al presidente della Commissione disciplinare dell’Ente, ossia il
segretario generale Caterina Romanò, per l’avvio delle procedure
disciplinari.
Le ultime novità provenienti
I controlli sono
stati eseguiti
dalla Polizia
locale guidata
dal magg. Managò
da Palazzo San Nicola annunciano proprio l’insediamento della
Commissione disciplinare che dovrà fare luce su quanto messo in
evidenza dall’indagine della Polizia Locale. L’inchiesta, insomma,
sta andando avanti dal punto di
vista disciplinare. Nel giro di pochi giorni potrebbero essere rilevate le prime contestazioni ai singoli dipendenti. Infine, nel breve
volgere di qualche mese, si potrebbe giungere, qualora tutto
fosse confermato, all'applicazione delle sanzioni indipendentemente dalle risultanze dell’indagine penale.
Secondo quanto affermato dagli uomini diretti dal maggiore
Managò si sarebbe constata l’assenza ripetuta di alcun impiegati
comunali che nel tempo erano
stati monitorati dagli agenti. Per
il momento, però, è bene specificarlo non si tratta di soggetti indagati dalla Procura di Palmi che sta
attentamente seguendo l’indagine ma denunciati. Sulla vicenda
sarà ora la Procura a dover fare luce.
Secondo quanto evidenziato
nell’indagine nel corso dei servizi
di controllo, tra marzo e novembre, «si è acquisita la lista delle
timbrature presso l’ufficio del
personale onde riscontrare se l’assenza dal servizio fosse giustificata e, ovviamente, si acquisivano
anche, presso ogni singola area, i
“registri delle assenze per servizio”». Insomma, non si tratterebbe solo della classica “pausa caffè” ma, secondo la Polizia locale,
«di una vera e propria truffa aggravata e continuata ai danni
dell’ente pubblico». (i.p.)
ROSARNO Le indagini sull’atto intimidatorio sono affidate ai carabinieri
In fiamme due mezzi nel deposito “Detercart”
Gioacchino Saccà
GIOIA TAURO
In un raid incendiario che si è
registrato a Rosarno nella tarda serata di domenica sono rimasti completamente distrutti
due autocarri - un Fiat OM modello "50" e un Fiat Iveco modello "175" - della società “Detercart Lombardo” che erano in
sosta in un'area di parcheggio
antistante i capannoni adibiti a
depositi di merce, si tratta in
particolare di detersivi e articoli per la casa e di carta e cartoni
da imballaggio, della quale l'azienda cura il trasporto e la di-
stribuzione in tutta la provincia
di Reggio e anche in altre aree
della Calabria.
Il grande deposito è ubicato
in contrada Zimbario alle porte
del centro abitato di Rosarno e
l'allarme è stato dato intorno
alle ventuno di domenica, a
quanto pare da un automobilista, che transitando sulla strada provinciale ha notato alte
fiamme, che ha informato telefonicamente attraverso il 112 i
carabinieri.
Sul posto si sono subito portate alcune pattuglie da Rosarno e da Gioia Tauro ed Š stato
chiesto l'intervento dei vigili
del fuoco del distaccamento di
Palmi.
I pompieri sono rimasti impegnati per diverse ore prima
per circoscrivere l'incendio e
poi per spegnere il fuoco appiccato ai due mezzi da sconosciuti che non hanno fatto risparmio di liquido infiammabile cosparso all'interno delle cabine
di guida e sui cassoni.
Le indagini dei carabinieri
seguono varie piste ma resta
privilegiata quella che porterebbe ad un atto intimidatorio
messo in atto dall'anonima del
racket ai danni della "Detercart
Lombardo" azienda molto nota
tanto nel Reggino che nella altre province calabresi.
I militari hanno già sentito il
titolare dell'azienda, A.L. 62
anni, di Melicucco, dove la società ha sede legale, per tentare
di mettere assieme quanti più
elementi possibili da utilizzare
per fare luce sul grave episodio. L'entità del danno subito
dalla società, definito ingentissimo, non è stata quantificata.
SAN PROCOPIO. Ignoti, mediante incendio, hanno danneggiato una casa rurale di
proprietà di O.L. 76 anni. indagano i carabinieri.
Giuseppe Lacquaniti
ROSARNO
La Coldiretti ha vinto le elezioni per il rinnovo del consiglio
dei delegati, che, dopo un lungo periodo di commissariamento, dovrà amministrare il
Consorzio di Bonifica Tirreno
Reggino per i prossimi 5 anni.
Dei 15 seggi disponibili, 9 sono
stati appannaggio della lista
Coldiretti, mentre i rimanenti 6
sono andati al raggruppamento formato da Confagricoltura
e Cia. Sono stati 1956 gli agricoltori di tutti i comuni della
Piana che domenica scorsa si
sono recati a votare nei seggi
allestiti a Rosarno, Cinquefrondi, Cittanova, Gioia Tauro, Palmi, Laureana di Borrello, Oppido Mamertina. Un numero elevato di presenze, di gran lunga
superiore al quorum richiesto
per la validità della tornata
elettorale. La lista della Coldiretti ha ottenuto 1175 voti validi (62,4%), quella della Confagricoltura–Cia 709 (37,6%).
Nel rispetto delle 3 sezioni di
contribuenza in cui sono distribuiti gli aventi diritto al voto,
sono stati eletti per la Coldiretti: Pino Perrone, Marcello Ieroianni, Pasquale Zuccalà (prima sezione); Domenico Cannatà, Filippo Zerbi, Francesco
Orfanò (seconda sezione);
Giuseppe Timpano, Giovanni
Scarcella, Cesare Scarfò (terza
sezione). Per la Confagricoltura-Cia gli eletti sono: Arcangelo Fiorello e Rocco De Marco
(prima sezione); Rocco Sergio
e Gioacchino Sorrenti (seconda sezione); Salvatore Adorna-
Pietro Molinaro
to e Giovambattista Valensise
((terza sezione).
In una nota, i dirigenti provinciali e regionali della Coldiretti manifestano soddisfazione per l’affermazione ottenuta,
segnale di un forte radicamento dell’organizzazione nella
Piana di Rosarno-Gioia Tauro,
“capace di intercettare le diverse ma complementari esigenze
delle imprese agricole e agroalimentari. Gli agricoltori, nonostante l’attuale congiuntura
sfavorevole, sanno farsi trovare pronti agli appuntamenti di
democrazia a testimonianza di
un sano protagonismo ed interesse per il territorio”.
A parere della Coldiretti
“con le elezioni si rafforza
l’agricoltura calabrese, che ha
bisogno sempre di più dei servizi reali che fanno capo agli Enti
consortili, ma, insieme a questo, offrire competenze alle esi-
genze di sviluppo del territorio
in termini di sicurezza e prevenzione del rischio idrogeologico, ambientale e ammodernamento delle infrastrutturazioni ad uso irriguo”.
Per il Presidente della Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro,
gli impegni assunti con gli agricoltori saranno portati avanti
in modo convinto “nella piana
di Rosarno-Gioia Tauro, tenendo fede ad una intensa presenza e attività contrassegnata
dallo slogans di alta valenza
economico e sociale “non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi”. A guidare e orientare l’azione vi è la
consapevolezza di dover realizzare servizi importanti per le
imprese agricole ed agroalimentari e per il territorio che,
messo in sicurezza, deve fare
coesistere gli interessi legittimi
delle imprese e delle popolazioni. Per la Coldiretti – prosegue Molinaro - la costruzione di
una filiera tutta agricola e tutta
italiana firmata degli agricoltori, trae dai consorzi di bonifica
un insostituibile alleato per la
realizzazione della qualità delle produzioni e per la piena legittimazione di un agricoltore
al servizio del territorio e dei
cittadini. Lo stesso impegno si
concentrerà anche nella giusta
innovazione della struttura
consortile per renderla maggiormente in linea con le nuove
esigenze e richieste”. Un grazie
convinto Molinaro infine lo rivolge “a tutti i sindaci del comprensorio consortile, con i quali è stata trovata un’ampia convergenza programmatica”.
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
37
Reggio Ionica
.
LOCRI Il sidernese, in regime di carcere duro all’Aquila, interviene al processo Simari
SIDERNO
Il boss Costa in videoconferenza:
«Non vedo lo schermo, trasferitemi»
Processo
“Recupero”
il 5 dicembre
l’udienza
preliminare
Il dibattimento è stato poi sospeso per lo sciopero degli avvocati
Rocco Muscari
LOCRI. Fissata al 5 dicembre
LOCRI
«Il complicato stato di salute in
cui verso, a causa di un intervento
agli occhi, pregiudica la mia partecipazione alle udienze in videoconferenza e, per questo motivo,
chiedo alla Corte di prendere gli
opportuni provvedimenti affinché possa assistere al processo». È
quanto ha detto Tommaso Costa,
52 anni, intervenendo dal carcere dell’Aquila, in cui si trova recluso in regime di 41-bis, al processo per l’omicidio di Pasquale
Simari, del quale è accusato di essere stato l’esecutore materiale.
Costa, ritenuto il boss
dell’omonima famiglia di Siderno, che sta scontando l’ergastolo
inflitto in primo grado per l’omicidio di Gianluca Congiusta, ha
chiesto di rendere spontanee dichiarazioni al fine di informare la
Corte d’assise di Locri sulle sue
condizioni di salute affermando
che, a seguito dell’intervento chirurgico subito alcuni giorni addietro, non si trova in condizione
di guardare lo schermo che dirama le immagini dell’aula di Locri.
«Sebbene nel penitenziario vi sia
un ottimo servizio medico – ha riferito il 52enne – i miei occhi continuano a lacrimare e rischio di
perdere la vista».
Il presidente dell’Assise Alfredo Sicuro, assistito a latere da Davide Lauro, ha interrotto le dichiarazioni di Costa precisando
all’imputato la necessità di presentare un’istanza attraverso il
proprio legale di fiducia, che sarà
presa in considerazione dalla
Corte. Costa, da parte sua, ha insistito sulla richiesta di intervento repentino, sostenendo di avere
difficoltà anche a scrivere, e comunque rinviando per le ulteriori
puntualizzazioni alla prossima
Il palazzo del municipio di Locri
LOCRI Archiviazione per 22 “municipali”
I presunti assenteisti
scagionati dal gip:
«Erano in pausa caffè»
LOCRI. Non è stata ravvisata
Tommaso Costa, 52 anni, sta scontando l’ergastolo (condannato in primo grado) per l’omicidio Congiusta
udienza, fissata al 5 dicembre.
Per il resto l’istruttoria dibattimentale non si è tenuta, nonostante la presenza di alcuni testimoni dell’accusa, rappresentata
dal pm Antonio De Bernardo, per
l’adesione dei difensori, avvocati
Ferrari Menotti, Antonio Mittica,
Maria Tripodi e Riccardo Tropiano, all’astensione promossa a livello nazionale dall’Unione delle
Camere penali italiane, naturalmente nel rispetto degli imputati
detenuti che, ieri, hanno acconsentito a non svolgere l’udienza.
L’astensione dei legali, alla quale
ha aderito anche la Camera di Locri, si protrarrà fino al 18 novembre. I penalisti scendono in sciopero astenendosi dalle udienze e
da ogni attività giudiziaria per
cinque giorni «per denunciare - si
legge in una nota dell’Unione – la
gravità dell’attacco in corso alla
funzione difensiva» e per ricordare che il diritto alla difesa, «uno
dei diritti primari della persona
sanciti dalla Costituzione», costituisce «un caposaldo dello Stato
democratico» e per sollecitare al
nuovo governo «una riforma forense che sia rispettosa del fondamentale principio di indipendenza dell’avvocatura oltre che la ripresa del dibattito sulla riforma
costituzionale della giustizia». La
situazione «desta grande preoccupazione, anche perché la classe
politica – segnala l’Ucpi – non ha
mostrato alcuna sollecitudine,
non spingendo come avrebbe dovuto sulle riforme che meglio garantirebbero la funzione difensiva: la riforma costituzionale per
l’affermazione della terzietà del
giudice – evidenziano i penalisti –
proposta come “epocale” e poi di
fatto abbandonata ben prima che
la crisi economica travolgesse il
dibattito politico, è il corretto riconoscimento che il primo presupposto per il pieno esercizio del
diritto di difesa è la possibilità di
esplicarlo all’interno di un processo “giusto”, inteso come luogo
in cui vi sia una effettiva parità
delle parti processuali. Ma soprattutto l’Unione delle Camere
torna a chiedere l’approvazione,
«senza alcun ulteriore arretramento che finirebbe per neutralizzarne gli effetti», della riforma
forense: «L'attacco al diritto di difesa è favorito anche dalla grave
debolezza intrinseca che oggi
connota la figura stessa dell’avvocato. Accesso alla professione
fondato sul merito, effettività del
controllo disciplinare e specializzazione sono l’unico serio incentivo all’ingresso nella professione
dei giovani più meritevoli».
l’ipotesi di truffa ai danni
dell’ente comunale e, di conseguenza, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Locri, dott. Andrea Amadei, su richiesta della Procura,
ha disposto l’archiviazione del
procedimento penale a carico
di 22 dipendenti del Comune di
Locri. A conclusione dell’indagine la procura ha rilevato che
dall’analisi degli atti «emerge in
modo in equivoco l’insussistenza degli elementi oggettivi e
soggettivi» del reato contestato.
Dalla lettura della documentazione relativa ai dipendenti
del Comune di Locri è emerso
che l’assenza dal lavoro rispetto
al complessivo orario effettivamente svolto, è pari a circa
mezz’ora al giorno, «tempo necessario secondo consolidata
prassi per la pausa caffè».
«Pertanto – rileva l’ufficio di
Procura – non si può ritenere
che il danno economico cagionato possa considerarsi giuridicamente apprezzabile» e, per
tali motivi, si chiede al gip di disporre l’archiviazione del procedimento penale. Richiesta accolta dal giudice competente
che ha disposto l’archiviazione
del fascicolo a carico dei dipendenti comunali di Locri.
La Procura nell’aprile scorso
aveva notificato 22 avvisi di garanzia a carico di funzionari e
dipendenti del Comune di Locri. L’ipotesi di reato contestata
dal pubblico ministero Rosanna
Sgueglia era quella di truffa ai
danni dell’ente comunale. I dipendenti finiti nel registro degli
indagati, secondo quanto ipotizzato all’epoca dagli inquirenti, avrebbero più volte lasciato il
posto di lavoro senza un giustificato motivo. Assenze definite
«anomale», in particolare durante l’estate, e che erano state
oggetto di segnalazioni arrivate
dai cittadini di Locri. Da queste
segnalazioni era partita un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica che, attraverso una specifica delega alla
polizia giudiziaria, ha portato
all’esecuzione di numerosi accertamenti presso gli uffici pubblici, ivi compresi i controlli sul
personale, oltre che all’analisi
dei filmati della videosorveglianza posta nei pressi del palazzo municipale, al fine di verificare la presenza di ingiustificato assenteismo durante le ore
di lavoro da parte dei dipendenti comunali.(r.m.)
l’udienza preliminare del procedimento “Recupero” o “Bene Comune”. Nel decreto, notificato al collegio di difesa, il
gup di Reggio, giudice Adriana
Trapani, ha stabilito che in
quella data è prevista anche
una camera di consiglio per il
conferimento dell’incarico peritale per la trascrizione delle
intercettazioni telefoniche e
ambientali. Il decreto dispone
anche la necessità di provvedere ad organizzare la partecipazione a distanza per due indagati, Michele Correale, detto
“Zorro”, e Antonio Figliomeni,
(cl. 49), alias “u topu”, detenuti in regime di carcere duro, per
i quali sarà allestito apposito
collegamento in audiovisivo.
Costituite in qualità di parte
offesa la Regione Calabria, la
Provincia di Reggio Calabria, il
Comune di Siderno, ed il 61enne N.C. di Agnana Calabra.
Il procedimento penale a
carico di 70 indagati è il risultato di una complessa indagine
coordinata dalla Dda di Reggio
, in particolare dal pm Antonio
De Bernardo nei confronti di
alcuni appartenenti ai clan di
Siderno, confederati alla “cosca madre” dei Commisso. Gli
indagati sono ritenuti responsabili, unitamente a Giuseppe
Commisso, (cl. 47), alias “u
mastro”, nei confronti del quale si procede separatamente
nell’ambito dell’operazione
“Crimine”, di appartenere a
un’associazione mafiosa operante a Siderno e all’estero,
specificatamente in Canada.
Tra gli indagati c’è anche l’ex
sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni, attualmente
detenuto a Parma.(r.m.)
Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
36
Cronaca di Lamezia
.
ISOLA FELICE Partono gli interrogatori del Gip Fontanazza
LICEO CLASSICO
Patenti a 3 mila euro
Gli indagati negano
di avere facilitato
gli esami di guida
Comitato
di studenti
dice basta
alla creolina
Alcuni protestano la loro innocenza atti alla mano
altri scelgono di non rispondere al magistrato
Giuseppe Natrella
Sono iniziati ieri mattina davanti al giudice delle indagini
preliminari Carlo Fontanazza
gli interrogatori di garanzia di
alcune delle persone coinvolte
nell’operazione “Isola felice”
portata a termine giovedì mattina dopo quattro anni d'indagini dalla polizia stradale lametina. Un’operazione che ha
permesso di scoprire un'organizzazione specializzata nel
“taroccare” patenti di guida e
altri benefici, venduti fino a 3
mila euro ciascuno.
Davanti al Gip sono comparsi 7 dei 17 imputati colpiti
da provvedimenti restrittivi.
Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri hanno respinto ogni
accusa.
Tra gli indagati che hanno
deciso di rispondere Roberto
Arcadia, ingegnere 46enne di
Catanzaro, funzionario della
Motorizzazione civile, che assistito dall’avvocato Giancarlo
Pittelli ha riferito al magistrato che il suo operato è stato
corretto. Ed il difensore ha
chiesto la revoca del provvedimento.
Per l’accusa Arcadia «rilasciava, compiacente il diretto-
re Pastore, certificati di approvazione falsi (per veicoli allestiti o trasformati)», ed inoltre
«rilasciava patenti facili (false) come esaminatore allo scopo destinato e Adr (falsi) presso l’autoscuola De Sensi, d’accordo il direttore Pastore e turnando con l’ingegnere Gaetano De Salvo».
Anche Francesco Laudadio,
62 anni di Catanzaro, dipendente della Motorizzazione ed
ex assessore regionale ai Trasporti, difeso dall’avvocato
Piero Chiodo, ha respinto ogni
addebito, sottolineando che il
suo operato è stato regolare. Il
difensore ha chiesto che il suo
clienti torni in libertà. Secondo l’accusa Laudadio «accettava il ruolo d’esaminatore per
le sedute d’esami da pilotare a
beneficio dei candidati predestinati al conseguimento delle
patenti facili (false)».
Mentre Sebastiano Fruci,
58 anni, titolare di un'autoscuola a Curinga, difeso dagli
avvocati Francesco Gambar-
L’accusa: esami
truccati per
conseguire patenti
a pagamento
della e Massimiliano Carnovale, ha scelto i non rispondere
al Gip. Secondo l’accusa, il titolare dell’autoscuola, svolgeva profittando «del suo rapporto privilegiato con De Sensi
e Pastore, il ruolo di reclutatore di candidati alle patenti facili da segnale al direttore Pastore perchè si provvedesse ad
organizzare apposite sedute
d’esami, teorico e pratico, da
gestire e pilotare ad arte con il
coinvolgimento di esaminatori
ed impiegati».
Nell’aula delle udienze preliminari accompagnato dagli
avvocati Francesco Pullano e
Gianni Russano del foro di Catanzaro, è comparso anche
Gaetano De Salvo, ingegnere e
dirigente dell’ufficio catanzarese, che da quanto si appreso
ha risposto puntualmente ed
in maniera specifica alle domande del magistrato. De Salvo inoltre avrebbe riferito su
ogni circostanza, sostenendo
la sua estraneità ai fatti e fornendo al magistrato atti amministrativi per dimostrare
l’infondatezza delle accuse
contro di lui.
De Salvo secondo l’accusa
in qualità di funzionario della
Motorizzazione «rilasciava patenti facili (false) come esami-
La sede provinciale della Motorizzazione civile a Catanzaro
Roberto Arcadia
natore» ed inoltre «rilasciava
facili Adr (falsi) presso l’autoscuola De Sensi d’accordo il direttore Pastore e turnando con
l’ingegnere Roberto Arcadia».
Davanti al giudice dell’indagini preliminari del tribunale lametino sono comparsi, inoltre,
Carmelo Tripodi, 65 anni di
Sidereo; Giulio Marino, 57 anni, di Tortora (Cs); Nicola Oliveto, 56 anni, di Saracena
(Cs).
Oggi davanti al Gip compariranno Achille Amendola, 40
anni, collaboratore di De Sensi; ed i titolari di autoscuole lametine Vincenzo De Sensi, 49
anni, Gennaro Vecchi di 37, e
Rosina Sgrò di 41. Nel pomeriggio sono previsti gli interrogatori di Luigi Zullo, 65 anni,
pensionato di Catanzaro, defi-
Franco Laudadio
nito dagli inquirenti il “faccendiere”; Andrea Cristini, 21 anni, di Catanzaro; Andrea Scalzo, 32 anni, di Catanzaro; Nicola Sola, 45 anni, di Mormanno (Cs); Antonio Iozzo, 40 anni di Chiaravalle.
L'ex direttore della Motorizzazione di Reggio Gaspare Pastore, è stato sentito per deroga dai magistrati dello Stretto
ai quali non ha risposto.
Le accuse sono, a vario titolo, d’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso
ed alla truffa ai danni del ministero dei Trasporti. In tutto
le persone coinvolte nell’inchiesta sono 161: le persone
colpite da provvedimenti culturali sono 17, gli indagati
144.
L’inchiesta
Un’organizzazione di 160
persone avrebbe gestito un
mercato delle patenti di guida e di autorizzazioni rilasciate dalla Motorizzazione
civile.
La procura sostiene che dirigenti e funzionari della
Motorizzazione, d’accordo
con i titolari di alcune autoscuole a Lamezia e nel Cosentino, avrebbero venduto
le patenti a 3 mila euro ciascuna.
Tra i beneficiari delle patenti facili diversi stranieri,
molti dei quali cinesi.
«C’è un’esigenza primaria,
quella di farci sentire, di dire
la nostra, di dissociarci dalla
massa e di rispondere alle critiche». Questi i motivi che
hanno spinto un gruppo di
alunni del liceo classico “Fiorentino” a creare il Cosac, cioè
il Comitato studentesco
d’azione civile.
«Gli ultimi episodi avvenuti nel liceo», spiegano i ragazzi riferendosi alla creolina
nella scuola, «hanno fatto
scaturire diverse discussioni
sulla serietà dubbia e la moralità di noi studenti. Vogliamo
dimostrare che noi, in quanto
studenti e parte attiva della
nostra scuola, ci riteniamo
estranei agli atti vandalici, e ci
dichiariamo parte lesa».
Nella Costituzione, ricordano gli studenti viene affermato il diritto allo studio «ma
nel momento in cui viene
danneggiata la scuola questo
diritto viene violato. Veniamo
dunque lesi noi come studenti
e come cittadini». Il Cosac
parla di «omertosa condotta
che ha reso inaccessibili ai più
i nomi dei responsabili degli
atti vandalici», e aggiungono
che «è necessario un radicale
cambiamento di pensiero e
azione affinché la verità, la
lealtà e la legalità ne diventino i principi fondanti. L’unico
passo in avanti che ci è attualmente possibile fare è quello
di condannare l’atto e di cercare di sensibilizzare i presenti e futuri alunni del liceo nella speranza che vengano presi
provvedimenti che portino, in
un immediato presente, a migliorare l’attuale situazione e
rialzare il nome della scuola».
Da qui un appello «al buon
senso e alle coscienze di ogni
studente della città» .
In breve
La giunta propone un regolamento al consiglio comunale
Presto il mercato del contadino
verrà aperto in Piazza Botticelli
Dal produttore al consumatore. È
il principio tutto incentrato
sull’economia locale che viene
ufficializzato nel mercato di Piazza Botticelli dove gli agricoltori
ogni mattina potranno vendere
la loro merce senza passare da intermediari.
C’è una delibera di giunta l’assessore comunale alle Attività
produttive Giusi Crimi propone
al consiglio un regolamento per il
“mercato del contadino”: coltivatori singoli e in cooperativa possono procedere alla vendita diretta come prevede il codice civile.
Obiettivo principale del regolamento è di tutelare la qualità
dei prodotti, favorendo tutte le
iniziative che garantiscano il consumatore e facilitino la sua libertà di scelta alimentare: tracciabilità, coltivazioni bio, trasparenza. Bisogna inoltre offrire nel
mercato «un contesto idoneo e il
rispetto di regole comportamentali».
Gli imprenditori agricoli interessati, inoltre, potrebbero chiedere l’autorizzazione all’amministrazione comunale per costituire un comitato del mercato per
l’organizzazione d’iniziative promozionali e pubblicitarie; attività didattiche e dimostrative legate ai prodotti alimentari, tradizionali ed artigianali del territorio; proposte all’amministrazione comunale sul funzionamento
Il mercato di Piazza Botticelli
della struttura di Piazza Botticelli
rinnovata e aperta da pochi mesi.
«Il mercato coperto è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione e recupero che ne ha
profondamente mutato le caratteristiche strutturali, e l’atrio del
piano terra del nuovo stabile
ospita il “mercato del contadino”.
Qui sono stati realizzati dei banchi per l’esposizione e la vendita
dei prodotti agricoli locali da assegnare ai singoli imprenditori
agricoli», ha ricordato l'assessore
Giusi Crimi. Che ha aggiunto:
«Con il mercato e ora con la proposta di regolamento l’amministrazione comunale punta a utilizzare le normative che impongono l’istituzione di luoghi di
vendita riservati agli imprenditori agricoli, con l’obiettivo di consolidare e sostenere le attività
tradizionali, in particolare la vendita diretta dei prodotti dell’agricoltura locale da parte dei contadini provenienti dalle aree rurali
del Lametino».
Agenda telefonica cittadina
FARMACIE DI TURNO
PETRONIO - Via Sposato - Tel.
0968433485
FARMACIA NOTTURNA
FURCI - Via Capitano Manfredi - Tel.
096821503
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NICASTRO NORD tel 096822150
NICASTRO SUD tel. 0968461584
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SANTA EUFEMIA tel. 096853424
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OSPEDALE CIVILE - Viale Perugini tel.
0968/2081 (centralino)
OSPEDALE CIVILE - Pronto soccorso tel.
0968/208464
OSPEDALE CIVILE - Direzione sanitaria
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OSPEDALE CIVILE SOVERIA MANNELLI Centralino 0968662171 - Pronto soccorso 0968/662210 - 0968662222
PRONTO SOCCORSO
Tel. 0968208962 - 0968462860
POLIAMBULATORIO
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AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE CZ
AREA LAMEZIA
N. verde Cup (Centro prenotazioni) 800
006662
Centralino 0968/2081
Direzione generale ambito
0968/208704
Sportello informazione 0968/208410
Responsabile Ufficio relazioni pubbliche
0968/208815 (anche fax)
Direttore distretto sanitario del Lametino 0968/208443
Direttore dipartimento prevenzione
0968/208421
Assistenza sanitaria di base e specialistica 0968/208419
Assistenza farmaceutica 0968/462167
Igiene e sanità pubblica (dip. prov.)
0968/208304
CENTRO TRASFUSIONALE
Numero Tel. 0968/208525
ASS.NZA TOSSICODIPENDENTI
SERT, tel. 0968208763
TRIBUNALE DEI DIRITTI
DEL MALATO
Numero tel. 0968/208625
ASSOCIAZIONE PER LA LOTTA
ALLA MUCOVISCIDOSI
Tel. 0968/439066
CINEMA
THE SPACE CINEMA
Programmazione dall’11 al 15 novembre 2011
Sala 1
3D «Le avventure di Tin Tin» - Spett.
ore: 14.50 sab. e dom.; tutti i giorni 17.10
- 19.30.
Sala 1
3D «Immortals» - Spett. ore: 22 tutti i
giorni; 0.25 solo sabato.
Sala 2
(35 MM) «I soliti idioti» - Spett. ore: 16
sab. e dom.; 18.10 - 20.20 - 22.30 tutti i
giorni; 0.35 solo sabato.
Sala 3
«La peggiore settimana della mia vita». Spett. ore: 15.45 sab. e dom.; 18 20.10 - 22.20 tutti i giorni; 0.30 solo sabato
Sala 4
«Matrimonio a Parigi». Spett. ore:
14.45 sab. e dom.; 19.55 - 22.10 tutti i
giorni; 0.25 solo sabato.
Sala 4
WORRIOR ORARI: 17 tutti i giorni.
Sala 5
«Incidious» - Spett. ore: 22.25 tutti i
giorni; 0.40 solo sabato.
Apertura sabato e domenica alle ore
14.45. Apertura gli altri giorni 17.
Spett. programmazione dall’11 al 15
novembre 2011 al The Space Cinema
Maida (CZ).
THE SPACE CINEMA
Programmazione dal 16 al 17 novembre 2011
Sala 1
3D «Le avventure di Tin Tin» - Spett.
ore: tutti i giorni 17.10.
Sala 1
3D «Immortals» - Spett. ore: tutti i giorni
19.35 - 22.
Sala 2
«The twilight saga» - Spett. ore: breaking dawn: 17.20 19.55; 22.30 tutti i
giorni.
Sala 3
«The twilight saga». Spett. ore: breaking dawn: 16.20 - 18.55; 21.30 tutti i
giorni.
Sala 4
«I soliti idioti». Spett. ore: 18.10 - 20.20
- 22.20 tutti i giorni.
Sala 5
(No 3D) «Immortals» - Spett. ore: 18
tutti i giorni.
Sala 5
«La peggiore settimana della mia vita» - Spett. ore: 20.25 - 22.30 tutti i giorni.
Apertura gli altri giorni 16.20.
SAN FRANCESCO
Un convegno
dedicato
al protettore
della Calabria
LAMEZIAEUROPA E BORGOMEO ALLE CANTINE STATTI
Responsabilità dell’impresa
Venerdì alle 9.30 alle Cantine Statti, in Via del Progresso, si
dibatterà su “La responsabilità sociale dell’impresa” secondo le
linee dettate dall’Ocse. L’appuntamento è organizzato da Lameziaeuropa (nella foto la sede) e C.Borgomeo&co. in collaborazione col ministero dello Sviluppo economico.
DOMENICA AL “DUE MARI”
SABATO ALLE 18
Il segreto di Fatima
di Giacobbe Elia
Massimo Teodori
presenta il suo libro
Domenica alle 18 al Centro
commerciale “Due Mari”
Giacobbe Elia presenta il suo
libro “Il segreto di Fatima.
Salvati da una profezia”; un
che si snoda nei risvolti più
misteriosi della storia moderna attraverso gli eventi religiosi e civili del XX secolo.
Sabato alle 18 alla libreria
Tavella sarà presentato il libro dello storico e saggista
Massimo Teodori “Risorgimento laico. Gli inganni clericali sull’Unità d’Italia”. Per
l’occasione l’autore sarà intervistato da Antonio Bagnato.
OGGI AL COMUNE
LA NAZIONALE DI CALCIO
Conferenza stampa
su Expo al femminile
Speranza e Piccioni
accolgono gli azzurri
Oggi alle 9,30 a Palazzo
Maddamme si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'evento interregionale intitolato “Expo al
femminile”. Saranno presenti Giusi Crimi, Roberto
Costanzo, Paolo Abramo,
Amedeo Colacino ed Eleonora Longo.
Il sindaco Gianni Speranza,
accompagnato dall'assessore allo Sport, Rosario Piccioni, ha accolto la comitiva
della nazionale italiana di
calcio che è atterrata all'aeroporto l in vista della manifestazione di Rizziconi
promossa da Libera e dall'Unione sportiva Acli.
In occasione del decennale di fondazione della parrocchia del Redentore, guidata da don Armando Augello, si è svolto un convegno su San Francesco di Paola, nel
corso del quale sono stati inoltre
presentati il libro intitolato “San
Francesco di Paola e l’Ordine dei
Minimi a Corigliano Calabro” di
Padre Giovanni Cozzolino, delegato generale dell’Ordine dei Minimi, e il libro “Eremita viandante. Laicità e contemporaneità di
San Francesco di Paola” di Filippo
D’Andrea. Ha introdotto e moderato i lavori Demetrio Guzzardi,
tracciando la bibliografia e l’impegno intellettuale e cristiano degli autori, ponendo in risalto la
questione meridionale come questione morale, così come viene intesa dal documento Cei “Per un
paese solidale”. Padre Giovanni
Cozzolino ha esposto il libro di Filippo D’Andrea rilevando la novità della lettura antropologica e
sociale del Santo paolano. «Un
santo di equilibrio tra eremitismo
e missionarietà in mezzo alla gente calabra, siciliana e francese del
XV secolo – ha detto Cozzolino –
la laicità dell’Eremita, non prete e
non diacono, ha espresso la dimensione esistenziale dentro una
vita ascetica colta e vissuta nella
piena unitarietà testimoniale».
D’Andrea ha presentato poi il libro di padre Cozzolino cogliendo
il rapporto tra San Francesco e
Corigliano Calabro fin dal
1476-1478, biennio in cui ha costruito il convento avviando un
rapporto spirituale e di prossimità umana con la popolazione.
Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
41
Cronaca di Vibo
Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900
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Sinistra e libertà
incontra i giornalisti
Il comitato cittadino
di Sinistra e libertà
domani (ore 10.30)
incontrerà la stampa
nella sede della Cna.
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.
COMUNE Altra intimidazione al responsabile del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna dopo la lettera con proiettili inviata ad Adriana Teti
Dirigenti sotto tiro, la solidarietà bipartisan
Il sindaco sollecita le forze dell’ordine a effettuare maggiori controlli e la comunità a discostarsi da queste azioni
Stefania Marasco
È una solidarietà bypartisan quella espressa ai due dirigenti comunali finiti sotto il tiro della violenza criminale. E, infatti, dopo i
messaggi inviati alla dirigente
Adriana Teti – alla quale nei giorni scorsi era stata indirizzata una
busta con proiettili, intercettata
negli uffici delle poste di Vibo Valentia – ieri, a finire nel mirino, il
dirigente del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna.
In questo caso, una bottiglia di
vetro piena di benzina avvolta in
una busta di plastica con quattro
proiettili di pistola di grosso calibro, è stata depositata su un gradino della scala esterna dell’abitazione del dirigente. Il fatto è avvenuto intorno alle 18 di domenica nel centro storico della città dove il professionista abita con la famiglia. Questi gli ultimi avvenimenti in ordine cronologico – anche se c’è da ricordare che qualche
mese fa un altro attentato era stato messo a segno sempre nei confronti della dirigente Teti, quando ignoti avevano dato alle fiamme la sua autovettura parcheggiata davanti casa.
Gesti che sicuramente hanno
destato scalpore ma che altresì
hanno rimesso in moto la macchina della solidarietà che purtroppo
in questa provincia pare non possa avere sosta. E, anche in questo
caso, tanti gli attestati di fiducia e
sostegno nei confronti dei due dirigenti.
Il primo a fare arrivare la sua
solidarietà lo stesso sindaco Nicola D’Agostino che a nome suo, della Giunta, dei dirigenti e del suo
staff ha espresso vicinanza ai dirigenti: «I gravi atti intimidatori –
sottolinea – che hanno colpito anche il Comune, non possono più
lasciarci indifferenti, nè devono
passare inosservati». Quindi, l’invito di D’Agostino a «proseguire
nel lavoro che si sta portando
avanti per la città» e altresì una
«sollecitazione alle forze dell’ordine nell’intensificare i controlli
ed un invito – aggiunge il Sindaco
– alla cittadinanza tutta, nel discoastarsi e recriminare azioni
fatte nell’ombra da individui che
non hanno il coraggio di metterci
la faccia, ma si fanno forti
nell’anonimato».
Un appello, insomma, «a dire a
gran voce basta» per difendere la
dignità di chi lavora e della città
stessa. Un appello che fa suo anche il presidente della Provincia,
Francesco De Nisi che ribadisce
come «questi gesti di matrice criminale si rinnovano ormai con
sempre maggiore frequenza accrescendo la preoccupazione di
tutti coloro che rinnegano ogni
forma di illegalità e anelano un
contesto ambientale più civile e
sereno. L’auspicio – prosegue – è
che le forze dell’ordine e magistratura, già strenuamente impegnati sul territorio, riescano al più
presto a individuare e punire i responsabili». Si cerca giustizia, si
cerca tranquillità per una comu-
Il dirigente del settore lavori pubblici ingegnere Pasquale Scalamogna. Accanto la dirigente del settore Affari generale Adriana Teti
nità che appare sempre più, e a
tutti i livelli, stretta nella morsa
della violenza. E che, allo stesso
tempo, chiede che si vada oltre le
parole. Così come chiede anche
l’assessore comunale alla Legalità
e trasparenza, Nicolino La Gamba
che reitera il suo «sdegno» per
questo ennesimo atto intimidatorio. «La dignità di ogni uomo –
spiega – non può nè oggi e nè domani essere condizionata da tali
vili minacce». E, in questo senso,
La Gamba, ribadisce il suo impegno in nome della legalità. Un impegno che per il gruppo consiliare
dell’Udc, guidato da Antonino
Daffinà, deve essere condotto
senza e senza ma perchè «non è
possibile – sottolineano Daffinà
insieme al vice sindaco Salvatore
Bulzomì e al commissario cittadino dell’Udc Raffaele Iorfida – in
alcun modo tollerare simili ingerenze nell’esercizio della propria
funzione pubblica nè tanto meno
è accettabile che la vita privata di
un dirigente comunale e di un cittadino venga turbata con atti che
non sono degni di una società civile». Una società chiamata a fare i
conti con la violenza, che pare sia
divenuta una forma di risposta a
qualsiasi atto. E di questo è ram-
maricato il consigliere regionale
Nazzareno Salerno che, come gli
altri, condanna questi atti che
«suscitano – spiega – la riprovazione e lo sdegno di tutte le componenti sane della società» e ribadisce la necessità «di una presenza forte dello Stato».
Una condanna unanime, insomma. Davanti alla quale, però,
resta il silenzio della città. Forse
indifferente. Forse assuefatta e
spaventata. Ma che prima o dopo
dovrà iniziare a fare sentire la
propria voce. Così come la politica che, prima o poi, dovrà andare
oltre la semplice voce.
I pc erano in dotazione al Polo universitario cittadino chiuso definitivamente dopo dieci anni di attività
In sintesi
Dirigenti comunali sotto il
tiro della violenza che continua a “bussare” alle porte
di palazzo “Luigi Razza”. E,
infatti, dopo la busta con
proiettili indirizzata ad
Adriana Teti, un nuovo inquietante messaggio è stato
recapitato sopra un gradino
della scala esterna dell’abitazione del dirigente del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna, dove ignoti
hanno lasciato una bottiglia
di vetro piena di benzina avvolta in una busta di plastica con quattro proiettili di
pistola di grosso calibro.
Un gesto al quale hanno subito risposto, fra gli altri,
con la propria solidarietà e
l’appello a proseguire
nell’impegno il sindaco
D’Agostino e il presidente
della Provincia De Nisi.
Il circolo Spartacus chiede le dimissioni
Si rafforza la collaborazione fra Unical e Procura Comune, il Prc incalza
sulla questione morale
Donati agli uffici di Pg nove personal computer
Marialucia Conistabile
Calato definitivamente il sipario sul Polo universitario in città, un segmento di quell’esperienza continuerà comunque a
rimanere attivo nel capoluogo. Non si tratta di professionalità ma di ausilii informatici
che consentiranno ad altri di
poter compiere – almeno più
velocemente – parte del proprio lavoro.
Da ieri mattina, infatti, nove personal computer e relativi accessori, di proprietà
dell’Università della Calabria,
sono stati sistemati negli uffici
della Procura che ha ricevuto
dall’Unical i pc in comodato
d’uso gratuito. E in un momento in cui le difficoltà economiche sono all’ordine del
giorno, tanto da ostacolare
molto spesso la gestione dei
problemi quotidiani (anche
quelli più spiccioli), la donazione dei nove computer acquista un particolare significato. Mettendo, soprattutto, in
risalto l’efficacia della sinergia
tra Istituzioni quando si riesce
a metterla in pratica.
Proprio allo scopo di sottolineare la volontà di superare,
con iniziative locali, gli ostacoli derivanti dai tagli lineari
praticati dal ministero della
Giustizia, il procuratore Mario
Spagnuolo ha voluto rendere
nota l’iniziativa dell’Unical
che vede coinvolto anche il Liceo Classico “Morelli” che ha
ospitato negli ultimi due anni
il Polo universitario. Infatti accanto al procuratore Spagnuo-
Il prof. Fabrizio Ferrucci, il procuratore Mario Spagnuolo, il dirigente del Liceo classico Raffaele Suppa
lo c’erano il delegato della Facoltà per il Polo didattico Unical, prof. Fabrizio Ferrucci e il
dirigente del Liceo Classico,
Raffaele Suppa.
E il capo della Procura, dopo aver evidenziato che i nove
computer consentiranno di attenuare la carenza di attrezzature informatiche che pesava
sulla Sezione di polizia giudiziaria, ha ribadito l’importanza di «fare rete, di fare squadra» tra le varie Istituzioni dello Stato, in particolar modo in
un delicato momento come
Il Liceo Classico
nella cui sede
è stato ospitato
il Polo didattico
universitario
quello che il Paese sta attraversando. «La Procura ringrazia l’Unical e il Liceo Classico –
ha detto Spagnuolo – per questa iniziativa, risultato di uno
scambio di comunicazioni fra
il direttore della segreteria
della Procura, dottoressa Maria Teresa Valentini e il prof.
Fabrizio Ferrucci, delegato
Unical al Polo universitario vibonese. E sebbene con un pò
di rammarico per la chiusura
del Polo universitario – ha aggiunto il procuratore – tengo a
sottolineare la volontà di questo Ufficio di ricercare strumenti idonei per poter lavorare. Il nostro lavoro è anche
questo e, anziché piangerci
addosso, preferiamo, quando
possibile, trovare soluzione ai
vari problemi, tra cui quello
relativo alla cronica carenza di
organico». A tal riguardo il
Procuratore ha ricordato le
convenzioni stipulate con Regione e Provincia per l’utilizzo
del personale precario, nonché il progetto pilota sull’informatizzazione giudiziaria.
Al tempo stesso Spagnuolo
ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale della scuola
nella formazione, soprattutto
quando questo ruolo si traduce in iniziative come quelle da
tempo intraprese dal “Morelli”
che con la Procura agisce in
prefetta sinergia. Un “legame”
che già unisce anche la Procura all’Unical, nell’ottica di un
continuo scambio culturale e
di concreta collaborazione, di
cui rappresenta una testimonianza il lavoro di squadra
condotto, per importanti inchieste, dagli Uffici giudiziari
con l’Università della Calabria
e il Cnr.
Un aspetto, quest’ultimo,
posto in evidenza dal prof.
Ferrucci il quale, riferendosi
alla donazione dei 9 computer, ha rilevato che «poteva,
comunque, essere di più se ci
si muoveva diversamente e
per tempo». Un «gesto minimale» ha definito il prof. Ferrucci la donazione testimonianza, comunque, «della
grande disponibilità dell’Unical». Il delegato dell’Università della Calabria ha poi toccato il dolente “tasto” della chiusura del Polo, dopo dieci anni
di attività, rilevando la qualità
della preparazione dei giovani
(complessivamente al momento 160), che hanno conseguito la laurea breve «il 40%
dei quali – ha ricordato il prof.
Ferrucci – ha proseguito con
successo il corso con gli anni
di specialistica, sia all’Unical
che in altre università italiane».
Collaborazione con la Procura e rammarico per la chiusura del Polo universitario il
leitmotiv dell’intervento del
dirigente scolastico del “Morelli” il quale, nel ribadire l’intenzione di continuare, anzi
rafforzare, il confronto con la
magistratura e di fare squadra
con essa qualora ve ne fosse
bisogno, non ha mancato di
porre l’accento sulla «distrazione» di chi avrebbe dovuto e
potuto tutelare il Polo universitario e non l’ha fatto.
e il Pdl ritrova l’unità
Dimissioni e nessuna alternativa. Il messaggio del circolo Spartacus di Rifondazione comunista non lascia spazio a dubbi:
l’Amministrazione
targata
D’Agostino deve lasciare la guida del Comune. Perchè? I motivi
sono tanti, ma il segretario Antonio Callà parte dalla “fine”.
E, in particolare, dal caso Luzzo che ha segnato i passi delle ultime giornate: «La rovinosa marcia indietro – spiega infatti – a
cui è stata costretta l’Amministrazione per il caso Luzzo è la
più palese prova dell’illegittimità del provvedimento». Sic et
simpliciter, una prova per la
quale non servono altre “indagini”, anche perchè spiegano dal
Prc, «questo significa che non solo l’incalzante pressione delle
opposizioni dentro e fuori il
Consiglio è servita a smascherare l’ennesima stortura della
maggioranza di centrodestra,
ma che attualmente – incalzano
– Vibo proprio sotto la guida di
queste aquile con la meningite,
sta attraversando il più buio dei
suoi periodi». Buio nel quale si fa
spazio, «l’incapacità manifesta –
chiosano – della destra vibonese
che rischia di ripercuotersi negativamente su una città che di
certo ha bisogno di uomini ed
azioni contrarie a quelle attuali». Netta condanna, insomma,
si riserva alla politica che si muove «nel solo ed esclusivo interesse personale» senza «programmi, idee o riforme». Una «questione morale» ma non solo,
quella che si solleva dal Prc. Che
Il palazzo Municipale
oggi arriverà in Consiglio comunale, dove si discuterà, appunto
il caso Luzzo – che nei giorni
scorsi era andato in standby con
la richiesta di revoca della determina chiesta dalla dirigente Teti
e il congelamento della liquidazione del pagamento – e il caso
Modafferi. E, in Aula, a quanto
pare la maggioranza ci arriverà
con l’unità ritrovata dopo le “cadute” nell’ultimo Consiglio. Divisioni confermate anche nei
giorni scorsi quando fra le stanze del palazzo giravano fogli per
raccogliere firme per sfiduciare
il capogruppo del Pdl. Ieri, però,
dopo la riunione del Pdl prima e
di maggioranza dopo, pare che
nel centrodestra sia stata ritrovata l’armonia. Anche con l’Udc.
Anche perchè quando si scivola
si rischia. Roma docet(s.m.)
Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
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Cronaca di Vibo
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NARCOTRAFFICO Coinvolto nell’operazione “Meta 2010” era sfuggito all’arresto perché si trovava in Romania. Ancora ricercati altri tre indagati
Giuseppe Pugliese si presenta ai carabinieri
L’organizzazione avrebbe allestito un laboratorio per “saggiare” la purezza della droga arrivata in Italia
Giuseppe Baglivo
Si è costituito ieri ai carabinieri
del Norm di Vibo, Giuseppe Pugliese di Cessaniti, residente a
Sciconi di Briatico, raggiunto da
ordinanza di custodia cautelare
in carcere nell’ambito dell’operazione “Meta 2010”. Il 57enne si
trovava in Romania e, rientrato in
Italia, ha contattato l’avv. Giuseppe Di Renzo e si è costituito.
Giuseppe Pugliese viene ritenuto dagli inquirenti in diretto
contatto con i narcos colombiani
attraverso il figlio Alessandro, in
stato di fermo in Colombia ed in
attesa della richiesta di estradizione. Vincenzo Pugliese (altro figlio di Giuseppe), difeso dagli
avv. Marcello Scarmato e Nazzareno Latassa, è stato invece interrogato ieri per rogatoria nel carcere di Vibo, ma dinanzi al giudice
Cristina De Luca si è avvalso della
facoltà di non rispondere. Assistito dall’avv. Francesco Muzzopappa si è poi avvalso della facoltà di
non rispondere anche Giorgio Galiano, 36 anni, di Vibo, genero di
Vincenzo Barbieri, interrogato ieri a Cosenza.
Al momento restano dunque
irreperibili: Giuseppe Topia, 30
anni, di Vibo, residente a Ionadi;
Antonio Franzè, 32 anni, di Vibo;
Filippo Paolì, 31 anni, di Vibo.
L’operazione ha portato ad uno
fra i maggiori sequestri di cocaina
– 2mila e 600 chili – mai compiuti.
Dall’ordinanza emerge che l’organizzazione di Vincenzo Barbieri (ucciso a San Calogero il 12
marzo scorso), coadiuvato al vertice, secondo gli inquirenti, da Topia, Franzè e Galiano, avrebbe allestito «un laboratorio per verificare la purezza della droga giunta
in Italia». Per il gip, tale notizia
«trova riscontro nelle attività sulle utenze degli indagati, dalle
quali emergono specifici riferi-
menti alla possibilità di individuare il principio attivo del narcotico». Sempre dall’ordinanza si ricava poi che il 16 gennaio scorso
la polizia ha monitorato un incontro a Bologna fra Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici, l’ex sodale ai tempi dell’operazione “Decollo” che in quel periodo, stando
all’inchiesta “Due Torri connection” scattata ad agosto, stava gestendo per proprio conto un’importazione di cocaina dal Sudamerica via aerea.
Il sequestro di 400 chili di cocaina a Bogotà il 13 settembre
2010, una seconda importazione
via aerea fallita nell’ottobre successivo, e poi il sequestro di mille
chili di cocaina a Gioia Tauro il 12
novembre 2010, avevano tuttavia messo in fibrillazione l’intera
organizzazione vibonese. I colombiani in contatto con Alessandro Pugliese, dal canto loro, pretendevano il saldo del narcotico
sequestrato, ma Barbieri avrebbe
risposto che il pagamento delle
vecchie forniture sarebbe avvenuto solo dopo aver ricevuto un
nuovo carico. I sospetti dei vibonesi per i sequestri subìti sarebbero quindi ricaduti sul pugliese
Ambrogio Sansone (arrestato)
che, a sua volta, pensava di essere
stato truffato dal palermitano Calogero Nicosia (pure lui arrestato) il quale, per appropriarsi di
340mila euro investiti da Sansone per conto di Barbieri, avrebbe
“pilotato” il sequestro dei 400 chili di cocaina collaborando con la
polizia colombiana. Fatto sta che
Sansone, debitore nei confronti
dei vibonesi di 1 milione e 300mila euro, aveva pensato di rendersi
irreperibile. Proposito dal quale
avrebbe poi desistito incontrando
Vincenzo Barbieri che gli avrebbe
detto: «Hai sbagliato persona,
nella mia vita mai nessuno si è
permesso ciò che hai fatto tu».
TRIBUNALE
Disposta
una perizia
sul giovane
di Arena
Giuseppe Pugliese
Vincenzo Barbieri
La sede del Comando provinciale dell’Arma dove Pugliese si è presentato
COMUNE Avviso di asta per concedere in locazione due unità del prestigioso immobile
Esercizio commerciale a palazzo Gagliardi
Palazzo Gagliardi torna a pulsare. Un cuore nel centro della città
che presto potrebbe aprire le sue
porte ad un locale commerciale.
Una decisione che non mancherà
di suscitare reazioni, ma
dall’Amministrazione è stata
presa la decisione e in esecuzione
alla delibera di Giunta a firma del
dirigente Demetrio Beatino, annuncia «la volontà di concedere
in locazione due unità immobiliari site in piazza Garibaldi e ampie rispettivamente 80 e 90 mq».
Concessione, per cui è stato pub-
blicato un avviso di asta pubblica, «a terzi tramite contratto di
diritto privato previsto dalla normativa vigente in materia di locazioni, in quanto – spiegano ancora – idoneo ad essere classificato
e destinato ad uso commerciale e
per la somministrazione di bevande ed alimenti». Insomma,
l’obiettivo degli Amministratori
«è non solo ricercare sul mercato
operatori commerciali che offrano un canone di locazione adeguato ma anche di rivitalizzare
piazza Garibaldi». Un canone
BUSINESS CARS Nell’abitazione di Tassone trovati e sequestrati denaro e cambiali
che, comunque, spiega il sindaco
aiuterà anche a ridurre il debito.
Chi parteciperà all’asta potrà
visionare i locali prima del termine di scadenza della presentazione della domanda – entro il 7 dicembre si dovranno inviare le domande a mezzo raccomandata
a.r. ed entro le ore 12 dello stesso
giorno per le offerte recapitate a
mano, a mezzo corriere o posta
celere – fissando un appuntamento da concordare con il Servizio patrimonio, sito nel palazzo
Comunale.(s.m.)
L’esterno di palazzo Gagliardi
È stato conferito ieri l’incarico a un consulente per una
perizia su Cristian Barilaro, il
giovane di 23 anni di Arena,
che nei giorni scorsi era stato
fermato dai carabinieri per
porto abusivo di armi, minaccia aggravata e resistenza
a pubblico ufficiale.
Già da sabato, comunque,
il ventitreenne (difeso dagli
avvocati Patrizio Cuppari e
Pasquale Calabria) si trova al
centro Maranathà di Mileto
dove è stato affidato dal giudice Cristina De Luca che ha
convalidato l’arresto ma, accogliendo l’istanza della difesa, ha rimesso in libertà il
giovane disponendo per lui
l’affidamento al Maranathà.
Ora il giudice rimane in attesa della consulenza del
dott. Romano prima di determinarsi sulla destinazione
definitiva di Barilaro il quale
presenterebbe problemi di
natura comportamentale.
Nei giorni scorsi a innescare la reazione del giovane,
che ha minacciato il padre
con un fucile e seminato panico in paese dove si è aggirato in preda a un forte stato
di agitazione, l’interruzione
del rapporto con la fidanzata. Il 23enne è stato poi localizzato e bloccato dai carabinieri, dopo una breve colluttazione.
Intervento del presidente della Camera penale “F. Casuscelli”
Usura aggravata, si costituisce Zappia Penalisti da oggi in sciopero
Si è costituito sabato sera ai carabinieri il decimo indagato, coinvolto nell’operazione “Business
cars” e per questo ricercato. Si
tratta di Massimo Zappia, 35 anni
originario di Bovalino ma residente a Benestare. Nei confronti
dell’uomo, che era già latitante
nell’ambito di un’altra inchiesta,
vengono ipotizzati, in concorso
con gli altri indagati e a vario titolo, i reati di usura aggravata, abusiva intermediazione aggravata
ed estorsione.
Relativamente all’operazione
condotta dai carabinieri in collaborazione con il Nucleo di polizia
tributaria della Guardia di finanza, il gip ha applicato a Zappia gli
arresti domiciliari.
Sabato sera il 35enne si è presentato alla Stazione carabinieri
Massimo Zappia
di Platì (Reggio Calabria) ponendo così fine alla sua latitanza. I militari gli hanno, dunque, notificato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip
Lupoli, su richiesta della Procura.
Complessivamente sono dieci
le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Business
cars”, di cui sei in carcere e quattro ai domiciliari, ritenute responsabili del reato di usura ai
danni di un commerciante di Serra San Bruno. Tra loro anche Giovanni Battista Tassone, 56 anni di
Soriano ritenuto a capo del gruppo che sarebbe stato dedito
all’usura nel Vibonese e avrebbe
avuto rapporti con un analogo
gruppo operante nelle province di
Reggio Calabria e Catanzaro e al
cui vertice ci sarebbe stato Maurizio Camera, 36 anni di Ardore.
E proprio nell’abitazione di
Tassone, durante una perquisizione, carabinieri e finanzieri
hanno rinvenuto e sequestrato
40mila euro in contante. Somma
che, suddivisa in mazzetti da 5mila euro ciascuno – ognuno dei
quali prima avvolto in carta assorbente e poi nella carta stagnola –
era occultata in diversi punti
dell’abitazione. Inoltre gli investigatori hanno anche rinvenuto
cambiali, per un totale di 19mila
euro, assegni privi del soggetto
beneficiario, documenti bancari
di varia tipologia, rogiti notarili e
compromessi di vendita. Materiale che gli inquirenti ritengono
provento dell’attività illecita.(m.c.)
Incontro nella chiesa di San Michele promosso da don Cannatelli presidente di Abraham
Il filo dell’integrazione che lega vibonesi e romeni
Lidia Ruffa
“Romeni e vibonesi in armonia”, è questo il titolo dell’incontro che si è svolto ieri pomeriggio nella chiesa di San Michele. Con l’obiettivo di integrare le comunità presenti in
città, don Bruno Cannatelli,
presidente
dell’associazione
Abraham, da anni promuove attività di incontro e confronto
tra gli stranieri e la cittadinanza.
La comunità romena infatti,
è la più numerosa attualmente
presente in città, sono circa due
mila i cittadini provenienti dal-
la Romania che vivono e lavorano sul territorio comunale.
L’incontro di ieri, ha registrato inoltre, la partecipazione di
padre Constantin Ghimisi, parroco della chiesa Romena
“Sant’Anna”, il quale si è soffermato nel corso della sua relazione sugli aspetti positivi della
Romania e dei suoi abitanti,
«per screditare soprattutto – ha
sottolineato padre Ghimisi –
l’idea negativa che, negli anni,
la gente si è fatta di noi».
A tal proposito infatti, il parroco di Sant’Anna, ha proiettato
alcuni filmati inerenti sia le abitudini, le tradizioni religiose e
culturali che la bellezza dei luoghi della Romania, «per dimostrare – ha proseguito – che la
Romania è tutt’altro e per suscitare nei cittadini vibonesi la
cuorisità di andare e visitare
quei luoghi».
Subito dopo la proiezione, è
toccato ai presenti diventare
parte attiva della manifestazione. I residenti vibonesi infatti,
hanno posto molte domande ai
romeni per capire e approfondire il loro stile di vita. «Un modo
–, ha affermato don Bruno Cannatelli – per facilitare, attraverso questo momento di fraternità l’integrazione tra due popoli
che seppur diversi, hanno molte cose in comune».
Nei prossimi mesi seguiranno altri appuntamenti organizzati dall’associazione culturale
Abraham, tra i quali: la preghiera di tutte le parrocchie cattoliche del comune che si terrà il
prossimo 30 novembre alle 19,
all’interno del duomo di San
Leoluca, organizzata dall’associazione “Rinascita”, alla quale
sono stati invitati a partecipare
tutti i cittadini stranieri presenti in città. A gennaio invece, si
svolgerà la preghiera ecumenica che avrà luogo tra il 18 ed il
25 dello stesso mese.
Ecco le ragioni della protesta
Vogliono fare sentire le proprie
ragioni e per questo fino venerdì
non si fermerà lo sciopero dei penalisti italiani. Una presa di posizione sulla quale il presidente
della Camera Penale “Francesco
Casuscelli”, avv. Vincenzo Gennaro, ha voluto aprire una riflessione per illustrare le ragioni dello sciopero, indetto dall’Unione
Camere Penali.
«L’astensione – spiega – è un
atto dovuto di censura di avvenimenti che si susseguono in vari
Tribunali. Ormai la funzione difensiva subisce pesanti attacchi,
denunciati con puntualità dalle
Camere penali territoriali e
dall’Unione delle camere penali,
il cui risultato è una forma di intimidazione verso i meno forti e di
discredito della professione, con
la conseguenza che il diritto di difesa spesso è compresso. Vi sono
denunce di ritardi nell’iscrizione
del registro degli indagati, cui segue l’escussione del potenziale
indagato anzicchè come tale,
dunque con la presenza del difensore e le garanzie riconosciute
dal codice di procedura penale,
come semplice testimone. Problema a cui il legislatore non ha
mai inteso porvi rimedio. Il principio dell’inviolabilità – prosegue
– delle comunicazioni tra difensore e proprio assistito sembra
avere perso ogni valore. Capita di
leggere in dei processi conversazioni che avvengono tra il difensore e l’assistito e che, pur non costituendo reato, vengono, in violazione all’art. 103 c.p.p., trascritte dalla polizia giudiziaria
con un tentativo di utilizzarle, in
spregio al divieto posto dalla norma. Prassi che purtroppo non ha
L’avv. Vincenzo Gennaro
trovato censura né da parte degli
organi giurisdizionali, tanto meno da quelli istituzionali. Situazione che da tempo viene denunciata anche in sede politica, tant’è
che in Parlamento “giace” una
proposta di legge per la modifica
dell’art. 103 c.p.p. che, ove approvata, impedirebbe tali prassi». Però, annota Gennaro, «la classe politica ha dimostrato poco interesse. Anzi capita a volte che politici
si ergano a giudici contestando
assoluzioni o scarcerazioni a loro
non gradite. Si è giunti persino
all’irruzione da parte delle forze
di polizia nello studio di un avvocato, senza il rispetto delle modalità imposte dall’art. 103, per arrestare il cliente a colloquio con il difensore, tra l’altro senza necessità, ben potendo l’atto essere eseguito all’uscita dell’indagato senza violare uno studio professionale. Presupposto per un corretto
esercizio di difesa è che vi sia l’ef-
fettiva parità tra le parti nel processo, cosa che purtroppo l’esperienza ha dimostrato in tanti casi
non esserci, e pertanto, diventa
ineludibile che si attui quella separazione delle carriere tra Giudici e P.M., sempre nell’indipendenza di questi ultimi, che il rito accusatorio aveva posto come suo criterio ispiratore. Criterio, spesso
oggetto di strumentalizzazioni di
parte di politici e non, e da qui
l’amara constatazione dell’impotenza della politica di dotare il
processo degli strumenti per un
suo migliore funzionamento. La
specializzazione nel suo settore
professionale dell’avvocato penalista affinchè sia nella migliore
condizione di svolgere il suo compito. Queste per grandi linee le ragioni della protesta dei penalisti».
Una denuncia, quindi, «che vuole
essere lo stimolo perché vi sia da
parte di ogni operatore del diritto
il pieno rispetto delle regole, non
l’impunità per i colpevoli». Garanzia il leitmotiv «nell’interesse reale della società e del diritto sia sostanziale che procedurale. Quel
rispetto dovuto all’imputato, o indagato, alle parti offese, al difensore, al magistrato, a chiunque interviene nel processo. Oggi vi è un
proliferare di norme discutibili,
che sono tali non già per il fine che
vorrebbero garantire, ma perché
non sono il frutto della riflessione
e della competenza da cui deve
scaturire la legge, bensì dell’emozione. Da ciò – conclude – ne deriva un’applicazione opinabile, dovuta ad una genesi frettolosa e
parziale, o a deleghe in bianco ad
operatori poco sensibili alle conseguenze che i loro giudizi o pareri possono comportare».
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Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011
Cronaca di Vibo
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CORTE D’ASSISE D’APPELLO Il sindaco di Stefanaconi rivisita gli atti e affida di nuovo ad un legale il mandato di rappresentare l’amministrazione comunale
Caso Penna, il Comune torna nel processo
A settembre la giunta aveva votato una delibera con la quale di fatto rinunciava alla costituzione di parte civile
Nicola Lopreiato
Avrebbe dovuto riprendere
stamane davanti alla Corte
d’Assise d’Appello di Catanzaro il processo a carico di Emilio
Antonio Bartolotta, di Stefanaconi, condannato in primo grado a 25 anni di carcere perché
ritenuto responsabile, insieme
ad altri, della scomparsa di Michele Penna. Ma l’udienza è
destinata a slittare, questa volta per via dello sciopero degli
avvocati penalisti.
A sorpresa, però, rientra nel
processo a carico di Bartolotta
l’Amministrazione comunale
di Stefanaconi. Nella prima
udienza aveva deciso di abbandonare il processo, benché in
primo grado al Comune era
stato riconosciuto un risarcimento di 80mila euro. La decisione era stata assunta con delibera votata all’unanimità dalla giunta comunale nei primi
giorni di settembre ed aveva
suscitato non poche perplessità nell’opinione pubblica e, in
particolare, da parte del prefetto Luisa Latella che aveva
avuto un lungo colloquio con il
sindaco al termine del quale
Franzè aveva ritenuto opportuno riflettere ulteriormente fino ad arrivare alla revoca della
delibera. Ieri, alla vigilia del
processo, la decisione. «A seguito di una più attenta considerazione degli atti di causa –
scrive il sindaco Franzè in una
breve nota indirizzata alla
Gazzetta del Sud – il comune
di Stefanaconi sarà presente,
con proprio legale di fiducia
nel procedimento penale d’appello per la scomparsa di Michele Penna. La iniziale decisione di non procedere oltre –
ha spiegato ancora il Sindaco –
e che non ha mai costituito rinuncia alla costituzione di parte civile, è stata dettata dalla
necessità di evitare ulteriori
impegni di spesa e dal fatto che
si riteneva che la sentenza di
primo grado fosse stata impugnata solo dalla difesa dell’imputato».
Poiché «da una più accurata
analisi della posizione è emerso, invece – si legge nella nota
– che contro il giudizio espresso dalla Corte ha fatto ricorso
anche la Procura della Repubblica, con lo scopo preciso di
ottenere il riconoscimento delle aggravanti previste dalla
Legge 203/91, l’ente ha ritenuto opportuno confermare la
sua posizione processuale e
proseguire la lotta alla legalità
alla quale la comunità da me
rappresentata non si è mai sottratta e mai si sottrarrà». Ma il
giorno in cui l’amministrazione di Stefanaconi ha deciso di
tornare con il suo legale
nell’aula della Corte d’assise
d’Appello, non troverà nessuno. Anche Emilio Antonio Bartolotta, attualmente in carcere,
ha dato il suo assenso all’astensione del suo legale di fiducia,
l’avv. Salvatore Staiano. Pertanto il processo andrà incontro ad un nuovo rinvio.
DURA LA POSIZIONE DELL’AVV. REPICI
La vicenda arrivò subito
sul tavolo del Prefetto
Gli scavi nelle campagne di Stefanaconi alla ricerca del corpo (mai trovato) di Michele Penna
In sintesi
Il processo a carico di Emilio Antonio Bartolotta, davanti alla Corte d’Assise
d’Appello di Catanzaro, slitterà ancora. Oggi scioperano gli avvocati penalisti.
Ma la novità della giornata
è costituita dal ripensamento del Comune di Stefanaconi di tornare al processo con un proprio legale.
Michele Penna
Emilio Antonio Bartolotta
A perdere la vita è stato Enrico Alessio. Lo scontro avvenuto in provincia di Venezia
Drammatico incidente, muore un 25enne
Un giovane di 25 anni, Enrico
Alessio, è deceduto a Mira,
centro in provincia di Venezia,
in seguito ad un drammatico
incidente stradale.
Il giovane si trovava a bordo
della sua moto enduro e stava
superando una colonna di auto
lungo la provinciale tra Marano e Mira, a poche decine di
metri da un semaforo e da una
pista ciclabile. Il ragazzo stava
rientrando a casa quando
avrebbe urtato una Fiat Punto
che ha compiuto un leggero
scarto sulla sinistra. Il vibonese
ha quindi battuto violentemente la testa contro la base in
ferro del guardrail ed è poi ruzzolato giù lungo il dislivello
della strada.
La moto impazzita ha invece
continuato la corsa senza guidatore per almeno duecento
metri, fermandosi contro un
La moto sulla quale viaggiava il giovane Enrico Alessio
altro guardrail. Immediatamente sono scattati i soccorsi,
sia da parte del conducente
della Fiat Punto che da parte
dei numerosi automobilisti in
transito.
Sul posto è arrivata prontamente anche un’ambulanza
del 118, ma per Enrico Alessio
non c’è stato nulla da fare. Il
decesso è avvenuto poco dopo
l’impatto ed il colpo è stato talmente forte da spaccare il casco e il trauma subìto alla testa
non ha lasciato scampo al
25enne.
I mezzi coinvotli nel terribile incidente stradale, come in
genere succede in questi casi,
sono stati posti sotto sequestro
e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Spetterà ora
al magistrato decidere se eseguire
o
meno
l’autopsia.(g.b.)
Agenda telefonica cittadina
FARMACIA DI TURNO
FARMACIA MONTORO - Via Luigi Razza, 58/66 - Tel. 096341551
FARMACIA NOTTURNA
FARMACIA MARCELLINI - Via Toscana,
26 - Vibo Marina - Tel. 0963572034
GUARDIA MEDICA
Orario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore
20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; notturni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario, tel. 93808 e Vibo Marina tel.
572621
ACQUARO tel. 353289
ARENA tel. 355312
BRIATICO tel. 391946
CAPISTRANO tel. 325548
CESSANITI tel. 501005
DINAMI tel. 0966/904478
DRAPIA (Brattirò) tel. 68455
FABRIZIA tel. 314156
FILADELFIA tel. 0968/724425
GEROCARNE (Ciano) tel. 356314
JOPPOLO tel. 883336
LIMBADI tel. 85990
MAIERATO tel. 253399
MILETO tel. 336303
MONGIANA tel. 311214
MONTEROSSO CALABRO, 325557
NARDODIPACE tel. 313135
NICOTERA tel. 886222
PIZZO tel. 534102
PIZZONI tel. 358688
POLIA tel. 321157
RICADI tel. 663818
ROMBIOLO tel. 366011
SAN CALOGERO tel. 361092
SAN COSTANTINO CAL., 331574
SAN GREGORIO D’IPPONA 261483
SAN NICOLA DA CRISSA, 73013
SANT’ONOFRIO tel. 267214
SERRA SAN BRUNO tel. 71354
SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776
SORIANO CALABRO tel. 351433
SPILINGA tel. 65500
STEFANACONI tel. 508637
TROPEA tel. 61366
VIBO VALENTIA tel. 41774
VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621
ZAMBRONE tel. 392450
ZUNGRI tel. 664404
IGIENE PUBBLICA
Tel. 0963 962541-962537
AMBULANZE
Croce Rossa italiana tel. 43843.
Mimmo Polistena Onlus,
0963/94420
EMERGENZA INFANZIA
tel. 114 (24 ore su 24) sulla salute
psico-fisica di bambini e adolescenti
in pericolo immediato.
«118»
Servizio d’emergenza sanitaria.
VIGILI DEL FUOCO
Chiamata di soccorso 115
Sala operativa tel. 0963/9969
Uffici tel. 0963591648
Distaccamento portuale 0963572900
OSPEDALE CIVILE
Centralino tel. 9621
Pronto soccorso tel. 962352
CARITAS - CENTRO SERVIZI
Piazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria
del socc.) tel. 0963/471750
COMUNE
Tel. 0963/599111
ITALGAS
Ufficio guasti tel. 800 900 999
POLIZIA MUNICIPALE
Tel. 0963/599606
TELEFONO AZZURRO
Linea di emergenza tel. 19696 (gratuito)
Linea istituzionale tel. 051/481048
BENZINAIO NOTTURNO
Self-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari
OSPEDALE CIVILE DI PIZZO
Centralino - Tel. 0963/962983
CONSULTORIO FAMILIARE
Viale Matteotti - Tel. 0963
42014-472105
OSPEDALE CIVILE DI SORIANO
Centralino - Tel. 0963/962700
OSPEDALE CIVILE
DI SERRA SAN BRUNO
Centralino - Tel. 0963/777111
CHIAMATA TAXI
Tel. 41490
OSPEDALE CIVILE DI TROPEA
Centralino - Tel. 0963/962800
CARABINIERI
Via Pellicanò, 19 tel. 0963/592404
Pronto intervento, 112
QUESTURA
Via S. Aloe, tel. 0963/965111
Pronto intervento, 113
Ufficio stranieri tel. 0963/965515
Ufficio Relazione Pubb.,
0963/965549
POLSTRADA
Via Manzoni, tel. 0963/996611
SCUOLA ALLIEVI AGENTI
Piazza D. Taverna, tel. 0963479111
GUARDIA DI FINANZA
Comando provinciale Via Emilia, 11 Vibo Marina tel. 0963/573707
Pronto intervento: 117
Roan: tel. 0963/572082
NUCLEO DI PT E COMPAGNIA
Corso Umberto I, 152 tel.
0963/42160
CAPITANERIA DI PORTO
Vibo Marina, tel. 0963/5739201
Soccorso in mare, 1530
CORPO FORESTALE
DELLO STATO
Via Roma, 30 Mongiana tel.
0963/311022
Pronto intervento, 1515
ADMO
Via ipponio, 10 tel. e fax
0963/43075.
L’uscita di scena dal processo
aveva scatenato non poche polemiche attorno al sindaco di Stefanaconi e alla sua amministrazione. I chiarimenti chiesti dal
prefetto Latella e le successive
prese di posizione da parte
dell’avvocato Fabio Repici del foro di Messina (parte civile della
famiglia Penna) hanno di fatto
rappresentato un momento di
forte tensione.
In particolare l’avvocato Repici si era rivolto al prefetto affinché inviasse a Stefanaconi una
commissione di accesso agli atti
per fare luce sull’intera vicenda.
Adombravano, in questo modo,
sospetti per quanto concerne
pressioni o condizionamenti mafiosi sull’amministrazione Franzè. In quell’occasione il sindaco
rispose in maniera piuttosto ferma: «Abbiamo sempre agito nel
pieno rispetto delle regole, né
l’amministrazione presieduta
dal sottoscritto si è mai fatta in
alcun modo intimorire. Abbiamo
lottato anche in questa triste vicenda, per scoprire la verità, lo
abbiamo fatto con atti e non con
parole. Ecco perché la nostra targa antimafia affissa all’ingresso
del palazzo cittadino, ce la teniamo ben stretta e la consideriamo
Saverio Franzè
assolutamente meritata e di prestigio...».
Il sindaco aveva spiegato che
l’abbandono del processo era dovuto ai costi legali elevati (40mila euro). «Da qui l’idea trasformata in atto dall’esecutivo – spiegava in quell’occasione Franzè –
di non proseguire nel percorso,
fermo restando la nostra piena
condizione e fiducia nell’operato
della magistratura affinché su
questa storia, triste e dolorosa
per tutti, possa essere fatta al più
presto piena luce». (n.l.)
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Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud
Vibo - Provincia
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RICADI Su iniziativa del gruppo del Pd in consiglio regionale si è discusso delle potenzialità e dei limiti del turismo calabrese
PIZZO
«Seguire il modello Tropea e Capo Vaticano»
Un angolo
del centro
diventa
ricettacolo
di riufiuti
La nuova legge non risponde a tutte le esigenze e la rete infrastrutturale è al collasso
Viviana Mazzocca
RICADI
Una Calabria migliore, con infrastrutture e servizi efficienti che
possano competere con le esigenze e le realtà turistiche di altre località. Questo l’auspicio, corale e
fiducioso, che ha caratterizzato il
forum della politica e degli operatori turistici voluto dal gruppo regionale del Partito democratico e
svoltosi nella sala congressi
dell’hotel Calabrisella.
Ad aprire i lavori il consigliere
regionale Bruno Censore, il quale
si è soffermato sul piano triennale
di sviluppo sul turismo calabrese,
approvato per la prima volta dalla
giunta regionale alcuni giorni fa.
Contrario Censore su alcuni
aspetti del piano di sviluppo, in
particolare su «alcune criticità,
come le mancanze nell’innovazione o nel sostegno alla domanda dei tour operator. Avevamo
chiesto – afferma il consigliere regionale – al governatore di investire dieci milioni di euro a sostegno dei tour operator, ma la Regione ha preferito la scelta di inserire nel piano la somma di trenta
milioni di euro da investire nelle
manifestazioni fieristiche e nel
marketing».
Le critiche si rivolgono poi alla
scelta di inserire nel piano ben
209 comuni, considerati a potenzialità turistica. «Non tutti i comuni hanno attrattiva turistica. Era
essenziale invece concentrare le
somme a disposizione in cinque o
sei distretti».
Sulla stessa linea anche il sindaco di Ricadi, il quale ha presentato una dettagliata relazione sui
flussi turistici della zona e sulle
azioni di marketing da attuare per
il potenziamento delle realtà turistiche esistenti e ormai consolidate. Pur plaudendo alla creazione
del piano di sviluppo, per Giuliano bisogna stabilire su quali forze
puntare per il rilancio turistico
della regione. «Tropea e Capo vaticano, nomi famosi nella nostra
regione, devono essere considerate come un modello forte su cui
puntare per muovere anche l’economia dei dintorni». Michelangelo Mirabello ha invece rilevato,
nel suo intervento, gli sforzi dei
privati nelle opere di riqualificazione e il ritardo delle amministrazioni, «rimaste un passo indietro» senza aiutare il settore.
Mirabello si è inoltre soffermato
sulle criticità esistenti, quali la rete viaria, gli svincoli autostradali
e la situazione delle ferrovie. Taglienti e polemici gli interventi di
Roberto Villella, amministratore
delegato della “Meeting Point Calabria”, e di Giovanni Imparato,
managing director “Hispanitalia
Hotels” e direttore dell’hotel
“Rocca Nettuno”, i quali hanno
entrambi concordato nella poca
utilità di investire milioni di euro
in fiere e azioni di marketing che,
invece, «devono essere gestite
con maggior criterio».
A trarre le conclusioni del forum il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Luigi Fedele, il
quale ha evidenziato il successo
dell’approvazione del piano regionale di sviluppo turistico. «Si
tratta – ha affermato Fedele – di
un documento perfettibile ma sicuramente un punto di inizio di
una programmazione che in Calabria mancava». Ha precisato inoltre che «i fondi destinati alle fiere
ammontano a 4 milioni di euro
per due anni» e che verranno «finanziati i potenziamenti per la
legge charter».
A chiudere i lavori del convegno Sandro Principe, capogruppo
del Pd in consiglio regionale.
Principe ha concluso affermando
la necessità di interagire con gli
operatori durante la programmazione e la pianificazione turistica
regionale. Rosaria Marrella
PIZZO
Si è discusso delle prospettive del turismo in Calabria durante l’iniziativa promossa dal Partito democratico
RICADI Nel mirino l’associazione “Il Melograno”, un centro estetico e un barista
Colpi di pistola nella notte a San Nicolò
RICADI. Ancora una volta un
gesto spregevole ha segnato il
territorio di Ricadi. Una sfilza
di colpi di arma da fuoco ha seminato il panico la scorsa notte
in via Vaisette, arteria principale della frazione di San Nicolò. Ignoti, presumibilmente
a bordo di un’auto in corsa,
hanno infatti esploso una raffica di oltre una decina di colpi
di pistola calibro 9x21 che
hanno raggiunto diverse attività situate lungo la via. A farne le spese la sede dell’associa-
TROPEA Ieri a Monaco il vertice chiesto dagli imprenditori vibonesi
Gli operatori tedeschi di “Fti”
valutano le proposte di Caridi
TROPEA. È la programmazione la
carta che la Regione Calabria intende giocare sul tavolo del turismo con i tour operator internazionali. È questa l’offerta che l’assessore regionale Antonio Caridi
ha presentato a Dietmar Gunz,
manager della «Fti», nel corso
dell’incontro che si è svolto ieri a
Monaco. A rappresentare la Calabria c’erano anche il direttore
generale del dipartimento al Turismo, Raffaele Rio, e il presidente della Sacal, Vincenzo Speziali.
Il tour operator tedesco, che
ogni anno sposta verso le coste
calabresi migliaia di turisti, si è
mostrato interessato alle proposte, riservandosi, comunque,
una valutazione più serena, pri-
ma di sottoscrivere il proprio impegno.
«Sono ottimista – si è limitato
ad affermare al suo ritorno dalla
Baviera l’assessore Caridi – anche se c’è un tavolo ancora aperto
e attendiamo una risposta complessiva da parte di Fti. Insieme –
ha aggiunto – abbiamo studiato
delle soluzioni per rendere efficace e duraturo questo rapporto.
Ritengo che si sia avviato un discorso costruttivo, fondato su alcune ipotesi di lavoro da approfondire insieme. Abbiamo offerto collaborazione e, soprattutto,
la possibilità di quella programmazione che la nuova legge sul
turismo ora ci consente. Dobbiamo e vogliamo superare – ha
L’assessore Antonio Caridi
zione “il Melograno”, luogo di
riunioni tra gli imprenditori
turistici che, colpita ripetutamente dai proiettili, è stata
danneggiata in diversi punti
agli infissi e alle pareti esterne.
Bersagliate dai colpi di pistola
anche la sede di un centro
estetico e l’automobile del gestore del bar “Shaker”, locale
centralissimo del paese, parcheggiata a pochi metri dal
luogo dell’accaduto.
Sul posto sono intervenuti i
puntualizzato l’assessore Caridi
– quell’improvvisazione che rimanda le soluzioni dei problemi
senza mai affrontarli in modo
compiuto e che sinora ha rallentato la crescita e lo sviluppo della
Calabria».
Sulle proposte messe sul tavolo dalla Regione, l’assessore Caridi è rimasto cauto, preferendo
attendere le valutazioni da parte
di «Fti». Nelle prossime ore, comunque, si capirà quanto questa
missione in terra di Germania
potrà rafforzare i legami con
questo tour operator e, soprattutto, quali prospettive si apriranno per gli operatori tropeani e
della costa vibonese, in ansia dopo gli annunciati tagli ai voli per
Lamezia Terme. A rischio non c’è
solo la stagione 2012 e la sorte di
alcune importanti strutture alberghiere che hanno rapporti
con Fti, ma le stesse prospettive a
lungo termine dell’economia legata al turismo lungo la Costa degli Dei. (f.b.)
In breve
SAN GREGORIO D’IPPONA
CAPISTRANO
DASÀ
MAIERATO
Fucilate contro l’auto
di un carpentiere
Polizia municipale
Oggi il concorso
Rubano olive ai vicini
Arrestati due coniugi
Sanzioni a panifici
e supermercato
Due colpi di fucile caricato
a pallettoni sono stati esplosi la scorsa notte contro la
parte posteriore di una Opel
Meriva, di proprietà di
G.B.B., carpentiere, 50 anni.
Il fatto è avvenuto a San
Gregorio D’Ippona. Al momento dell’attentato l’autovettura era parcheggia in
via Milite Ignoto. Sul posto
sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, diretti dal maresciallo Fabio
Salvatore che hanno subito
avviato le indagini per risalire agli autori del gesto.
Si tengono oggi, con inizio
alle 8.30, nella sala consiliare del Comune, la prima e
la seconda prova scritta del
concorso per titoli ed esami
per la copertura di un posto
a tempo indeterminato
part-time di agente di Polizia
municipale. Il responsabile
dell’area amministrativa del
Comune, Giuseppe Calogero,
ricorda agli ammessi di presentarsi con un valido documento di riconoscimento.
Le prove erano previste per
il 28 ottobre e sono state poi
rinviate a oggi.
Una coppia di coniugi, G. C.
e M. C., lui di 60 anni, la
moglie di 55, sono stati arrestati dai carabinieri di Arena con l’accusa di furto. Il
fatto è avvenuto nella serata
di domenica a Dasà. I due, a
cui il giudice ha concesso gli
arresti domiciliari, dopo essersi introdotti nel fondo del
vicino, hanno riempito dodici
cassette di olive. Dopo averle
caricate su un trattore stavano tornando a casa, quando sono incappati in una pattuglia dell’Arma che li ha fermati e dichiarati in arresto.
Un supermercato e i corrieri
di due panifici sono incappati
nei controlli della Compagnia dei Carabinieri di Vibo e
del Nas di Catanzaro. Al supermercato, hanno accertato
come la titolare non avesse
predisposto il piano di autocontrollo alimentare, elevando una sanzione amministrativa di 2 mila euro. Sorpresi anche i corrieri di due
panifici della zona che stavano trasportando il pane su
mezzi del tutto privi di requisiti igienici. Per loro sanzione di mille euro a testa.
carabinieri della stazione di
Spilinga al comando del maresciallo Antonio Di Carlo, i quali, dopo aver effettuato i rilievi
del caso, hanno avviato le indagini per rintracciare gli autori di questa ennesima condotta criminale e per accertare
la natura del gesto.
Da quanto ancora emerso
non dovrebbe trattarsi di un
gesto intimidatorio, alla luce
del fatto che i colpi di pistola
sembrano essere stati esplosi
alla rinfusa, senza un bersaglio
preciso, e colpendo persone le
cui attività e interessi non sono
legati tra loro. Gli accertamenti dei carabinieri, al lavoro da
ieri notte, daranno comunque
delle risposte alla popolazione. Intanto, da parte dell’amministrazione comunale giungono attestati di solidarietà alle persone colpite «da un gesto
inqualificabile – ha detto il sindaco Pino Giuliano – che desta
preoccupazione e che non dovrebbe avere luogo in una società civile». (v.m.)
Una discarica in pieno centro
storico. Deprecabile atteggiamento di persone scriteriate
che hanno gettato materiale di
ogni genere in un’area interdetta al pubblico. Il terremoto
dell’anno scorso, aveva posto
sotto i riflettori sul pericolo di
cedimento del cornicione di
una struttura fatiscente che si
erge e affaccia direttamente su
via Marcello Salomone, a qualche metro di distanza dall’ingresso in piazza della Repubblica. Si era diventati oramai
avvezzi a quello scenario, perchè a tutto ci si abitua ma l’immagine apparsa in queste ha
offeso letteralmente i cittadini
di Pizzo. Arrivare a tanto è fuori da ogni logica. la mini discarica sorge infatti nell’unica
strada che attraversa la cittadina tirrenica e collega via Nazionale al centro e alla Marina. Un
baule, alcuni materassi e, addirittura, una piccola bicicletta
nonchè altri oggetti di arredo,
tutto disseminato nel perimetro recintato. Un gesto condannato dai napitini che chiedono
un intervento di bonifica. La mini-discarica
NICOTERA Lo scioglimento del consiglio
PIZZO
L’ex sindaco Reggio
presenta il ricorso
al Consiglio di Stato
Proteste
estreme
e disagio
sociale
Pino Brosio
NICOTERA
Scioglimento del consiglio comunale, la partita è ancora aperta. L’ex sindaco Salvatore Reggio e gli ex undici consiglieri
(Maria Teresa Mercuri, Paolino
Campanaro, Baldassarre Isaia,
Francesco Capria, Francesco
Giofrè, Mario Giuseppe Italo Solano, Antonio Corso, Umberto
Solano, Gaetano Campennì, Domenico Pirelli e Domenico Battaglia) ancora in carica al 13
agosto 2010, data di emanazione del decreto che poneva fine
alla loro esperienza amministrativa per condizionamenti della
criminalità organizzata, hanno,
infatti, notificato alle controparti (Presidenza della Repubblica,
Consiglio dei Ministri, Ministero
dell’Interno, Prefettura di Vibo,
Comune di Nicotera e Commissione straordinaria) il loro ricorso al Consiglio di Stato. A rappresentarli e difenderli sarà l’avvocato Domenico Colaci.
I ricorrenti chiedono l’annullamento e/o la riforma, previa
sospensiva, della sentenza del
Tar Lazio dello scorso 7 luglio.
Reggio e gli undici ex consiglieri
puntano a far valere le loro ragioni, confutando in maniera
capillare i contenuti delle relazioni redatte dalla Commissione
d’accesso agli atti e dalla Prefettura e poste a base dello scioglimento.
A loro avviso la sentenza appellata, oltre che essere «errata e
ingiusta», va annullata per «tra-
Salvatore Reggio
visamento dei fatti, inesistenza
dei presupposti, violazione
dell’art. 143 del decreto legislativo n.267/2000 e dei principi
informatori della materia».
La linea difensiva mette in
evidenza tutte le iniziative antimafia poste in essere dall’amministrazione Reggio, esclude ogni
responsabilità per la mancata
presentazione di altre due liste.
Il ricorso smantella anche tutte
le tesi messe in campo dalla
Commissione d’accesso riguardo alla questione del porto in
quanto «destituite di fondamento» e valuta come «ininfluenti» i
capitoli relativi alle concessioni
demaniali e agli appalti. In conclusione, 35 pagine di contestazioni fitte fitte e ben motivate.
Basteranno per capovolgere
la situazione? PIZZO. Di sicuro il commissario straordinario, Bruno Strati,
accettando l’incarico al Comune di Pizzo, pensava di andare
a gestire l’ordinario, non considerava che nella cittadina vi
erano situazione al limite e
gente pronta a forme estreme
di protesta. Il lavoro e l’alloggio sono due autentiche emergenze. Al riguardo, il commissario ha tenuto a evidenziare
che «il Comune di Pizzo ha seguito e sta seguendo con successo una serie di questioni di
disagio sociale». Sul caso che
ha visto un cittadino minacciare di darsi fuoco, Strati registra
«la difficoltà che da parte delle
istituzioni coinvolte nella vicenda di svolgere le proprie
funzioni. Troppo spesso si è
verificata infatti sia una confusione dei ruoli che di certo non
ha agevolato la risoluzione
della problematica, ma anzi ha
finito per complicarla maggiormente». (r.m.)
Il commissario Bruno Strati
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