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Benzina e proiettili davanti casa
Martedì 15 novembre 2011 Nei giorni scorsi analogo “avvertimento” alla collega degli Affari Generali, Adriana Teti Dirigenti nel mirino Benzina e proiettili davanti casa Pasquale Scalamogna a capo del settore Lavori pubblici del Comune di Vibo | IL CASO | di GIANLUCA PRESTIA VIBO VALENTIA - E’a capo del settore Lavori Pubblici del Comune capoluogo. Un ufficio che si suol definire “pesante” non solo per la mole di lavoro, ma per le numerose e delicate pratiche sulle quali ogni giorno è chiamato ad apporre la sua firma. Ed è proprio alla sua attività che Pasquale Scalamogna, 52enne professionista in servizio presso palazzo “Luigi Razza”, fa ricondurre la grave intimidazione di cui è stato fatto oggetto la scorsa notte. Un messaggio inquietante che ha preso le sembianze di una bottiglia di plastica contenente benzina e di una busta con all’interno quattro proiettili di pistola di grosso calibro. Messaggio lanciato da chi, a questo punto, si è sentito danneggiato dal dirigente comunale nei confronti del quale l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola D’Agostino ha fatto quadrato. L’intimidazione è quasi analoga a quella indirizzata contro una collega di Scalamogna, Adriana Teti, dirigente del settore Affari Generali che, tra l’altro, in precedenza aveva anche subito il danneggiamento della sua autovettura, parcheggiata sotto casa, per l’esplosione di un ordigno rudimentale. Nel caso dell’ingegnere 52enne i malviventi hanno agito nel tardo pomeriggio di domenica scorsa, intorno alle 18, lasciando su un gradino della scala esterna della casa, sita nel centro storico del capoluogo di provincia, la bottiglia di vetro piena di benzina avvolta in una busta di plastica con quattro proiettili di pistola di grosso calibro. Il tutto è stato notato dalla moglie della vittima che ha subito chiamato il marito. Immediata la denuncia presso il comando provinciale dei carabinieri il cui personale ha avviato le indagini. «Certamente l’intimidazione è legata alla mia attività professionale al comune», ha riferito l’interessato ancora scosso per quanto accaduto. Ed infatti, il movente del gesto criminoso sembrerebbe proprio essere collegato con la professione di Scalamogna, anche se c’è da aggiungere, che gli investigatori coordinati dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia, non tralasciano, come da prassi, alcuna pista. Anche il più insignificante particolare potrebbe, infatti, mettere gli uomini della Benemerita sulla giusta strada. Un elemento ulteriore d’indagine potrebbe essere rappresentato dal recente sblocco dell’edilizia pubblica, che è prettamente di Pasquale Scalamogna, dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Vibo Valentia | L’ESCALATION competenza del settore Urbanistica, ma con ampi riflessi su quello dei Lavori pubblici. Immediata la reazione del sindaco D'Agostino che ha espresso solidarietà al professionista anche a nome dell'intera amministrazione. I gravi atti intimidatori - ha sostenuto il sindaco - che hanno colpito anche il Comune di Vibo Valentia, nelle persone di Adriana Teti e di Pasquale Scalamogna, non possono più lasciarci indifferenti, ne devono passare inosservati. Un invito ai dirigenti a proseguire nel lavoro che si sta portando avanti per la città, una sollecitazione alle forze dell'ordine nell'intensificare i controlli ed un invito alla cittadinanza tutta nel discostarsi e recriminare azioni fatte nell'ombra da individui che non hanno il coraggio di metterci la faccia, ma si fanno forti dell'anonimato. Occorre ha concluso il primo cittadino - dire a gran voce e insieme “basta” con azioni che offendono la dignità di persone oneste come sono la maggior parte dei cittadini vibonesi». Dirigenti comunali che continuano, per il ruolo che ricoprono, ad essere, dunque, nel mirino della criminalità in un territorio che sta assistendo ad una preoccupante recrudescenza. | Un territorio sotto scacco VIBO VALENTIA - Un territorio che da sempre è stato stretto nella morsa della criminalità. Danneggiamenti, intimidazioni, estorsioni, usura, tentato omicidi e omicidi hanno inesorabilmente minato la serenità della popolazione vibonese che, nell’ultimo periodo, ha assistito, fortemente preoccupata (ed è comprensibile!) ad un’escalation di violenza. Le due gravi intimidazioni ai danni di Pasquale Scalamogna e Adriana Teti (foto) sono, quindi, solo le ultime di Nell’ultimo periodo si è registrata una recrudescenza criminale una lunga lista nera destinata (se questa è la tendenza) purtroppo ad allungarsi. Basti citare, nell’ottobre scorso, quattro agguati verificatisi in appena sei giorni con due morti e due feriti appena sei giorni. Una serie iniziata con il tentato omicidio a Comparni di Mileto del 49enne Rocco La Scala ferito da due colpi di pistola alla testa, per sua fortuna di striscio, e alla scapola destra. Quasi in contemporanea, a Nicotera Marina, un malvivente sparava alla gamba il docente di matematica del Liceo Classico-Itis, Antonino Rocco, 50 anni. Tre giorni dopo l’uccisione di Mario Michele Fiorillo, agricoltore 64enne freddato a colpi di fucile mentre si trovava ad arare la terra del suo fondo in località “Cotura” nel territorio di Piscopio, frazione di Vibo. A distanza di 48 ore l’uccisione del 61enne Fortunato Patania, di Stefanaconi che gli investigatori ritengono possa es- sere collegato con l’omicidio dell’agricoltore. La casella intimidazioni fa segnare un numero superiore a 20 nell’ultimo periodo. Tralasciando le auto bruciate (ormai non si contano più) quelle più gravi sono state gli spari contro casa e azienda dell’imprenditore Antonio Comerci (50 colpi di pistola in due occasioni), la bomba contro il garage di un altro imprenditore Domenico Grasso di San Costantino Calabro e l’incendio del locale “San Pietro” di proprietà del ristoratore Pino Vallone a Paravati di Mileto, andato quasi completamente distrutto. gl. p. Esponenti del mondo politico locale condannano con forza le intimidazioni ai danni dei due professionisti dell’ente «È ora di dire basta a questa spirale di violenza» VIBO VALENTIA - La notizia della duplice intimidazione ai danni dei due dirigenti del comune di Vibo ha suscitato forte preoccupazione da parte degli esponenti del mondo politico locale che hanno, al contempo, voluto manifestare ai diretti interessati la loro vicinanza esortandoli a proseguire nella loro attività professionale. Francesco De Nisi. Per il presidente dell’amministrazione provinciale «questi gesti di matrice criminale si rinnovano ormai con sempre maggiore frequenza accrescendo la preoccupazione di tutti coloro che rinnegano ogni forma di illegalità e anelano un contesto ambientale più civile e sereno». Donne Pd. Sulla stessa scia le donne del Partito democratico di Vibo che hanno manifestato vicinanza alla Teti esortandola a pro- seguire nella sua attività a palazzo “Luigi Razza”. Nazzareno Salerno. Il presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale condanna questi «questi gesti vili che suscitano la riprovazione e lo sdegno di tutte le componenti sane della società e ribadiscono la necessità di una presenza forte dello Stato nel Vibonese. Sono assolutamente convinto che seri professionisti come Scalamogna e la Teti non si faranno impressionare da queste dimostrazioni d'inciviltà e continueranno a svolgere con il consueto impegno il loro lavoro. Allo stesso tempo - afferma in conclusione il consigliere regionale - occorre dire basta a chi fa della violenza e della coercizione uno strumento per ottenere indebiti vantaggi e prendere gli opportuni provvedimenti per tutelare chi con dedizione è al servizio delle Istituzioni e mette le proprie competenze a disposizione della collettività». Udc.Stesso giudizio espresso dal gruppo consiliare, guidato dal capogruppo Antonino Daffinà, dalla delegazione in seno alla giunta comunale, guidata dal vicesindaco Salvatore Bulzomì, e dal commissario cittadino del partito, Raffaelle Iorfida: «L’Udc si dichiara vicino alla dirigente comunale Adriana Teti ribadendo che non è possibile in alcun modo tollerare simili ingerenze nell'esercizio della propria funzione pubblica né tanto meno è accettabile che la vita privata di un dirigente comunale e di un cittadino venga turbata con atti che non sono degni di una società civile». Associazione dei Comuni. Nicolino La Gamba, che parla anche a nome dell'Associazione dei comu- ni “Vibo Vale” si dice convinto che «tutto questo non fa altro che aumentare quel solco tra chi opera in coscienza e in funzione del rispetto delle leggi, cioè della legalità, e chi continua con questi atti ignobili a percorre la strada della vecchia metodologia mafiosa delle minacce. La dignità di ogni uomo libero non può, nè oggi e nè domani, essere condizionata da tali vili minacce. Stiamo lottando tutti assieme per dare segnali tangibili di cambiamento nel Vibonese: magistratura, forze dell'ordine, amministrazioni, cittadini. Siamo tutti partiti proprio dalla legalità - conclude La Gamba - principio dal quale nessuno mai si potrà tirare indietro se si vuole essere uomini liberi che vivono nell'affermare i diritti più semplici e basilari di ogni di noi». gl. p. L’amaro sfogo di una vittima «Non mi sento protetto dalle istituzioni» VIBO VALENTIA - Qualche giorno addietro gli avevano quasi completamente distrutto l’attività che, con tanta fatica e passione, era riuscito a mettere in piedi fin dal 1993. Il fuoco, generato da una scintilla dopo che nel locale erano stati versati oltre 40 litri di benzina, aveva praticamente mandato in fumo i suoi sogni. Per far questo i malviventi avevano scavalcato l’inferriata. Il tutto ripreso dalle telecamere del ristorante per mezzo delle quali però non era stato possibile identificare gli autori in quanto coperti dai passamontagna. Dopo quell’episodio, Pino Vallone, noto ristoratore di Mileto, si aspettava una maggiore vicinanza da parte delle istituzioni. Ma, per come ha egli stesso riferito, ciò non è avvenuto. E per questo ha scritto una brevissima lettera ai giornali per manifestare il suo stato d’animo: «Sono il titolare del ristorante pizzeria San Pietro, distrutto da un incendio doloso la settimana scorsa (era la notte tra l’8 e il 9 novembre), ma, da quel giorno, mi non ho visto la presenza delle istituzioni. Non mi sento protetto, tutelato», spiega amaramente il ristoratore che, nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti soprattutto di livello nazionale. Vallone, nella sua lettera che è un vero e proprio sfogo per «lo stato di solitudine che sta vivendo insieme alla sua famiglia», ha riferito di essersi recato, in due occasioni, «dai carabinieri per informarmi se ci fossero sviluppi sul caso», aggiungendo di non essere, però, «riuscito neanche a parlare con il maresciallo. Un appuntato mi ha detto che mi avrebbe fatto chiamare. Ebbene, ancora oggi attendo quella telefonata». Sentimenti di profondo sconforto e «tanta rabbia» animano il ristoratore che manifesta in tutta la loro drammaticità nel momento in cui afferma che «simili atteggiamenti non incentivano certo ad andare avanti. Comprendo nitidamente - aggiunge l’interessato - che le mie sono parole dettate da uno stato emotivo particolare ma fotografano, tuttavia, una difficoltà nel trovare la forza e la spinta necessarie per ricominciare». gl. p. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 8 Primo piano Martedì 15 novembre 2011 24 ore in Calabria La Procura della Repubblica notifica al consigliere regionale l’aggravante della corruzione elettorale Nuova tegola per Rappoccio Stralcio d’indagine anche contro un corposo presunto gruppo di complici di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA - E’ una nuova tegola quella caduta sulla testa del consigliere regionale del Pri Antonio Rappoccio. Ieri la Procura della Repubblica gli ha infatti notificato un nuovo avviso di conclusioni indagini nel quale la sua posizione si è aggravata. Rappoccio era stato indagato per corruzione elettorale, ma ora la Procura ha deciso di contestargli l’aggravante. Un articolo di legge con il quale si ipotizza la corruzione elettorale in una forma secondo cui il consenso elettorale sarebbe stato carpito in maniera fraudolenta. Dall’avviso ricevuto da Rappoccio si evince anche dell’altro. Ossia che il politico regionale non avrebbe agito da solo, ma i concorso con altri soggetti. Soggetti per i quali si sta procedendo separatamente. Un’inchiesta bis che sarebbe, di fatto, uno stralcio della prima. Un fascicolo voluto dai magistrati reggini per far luce su possibili altri “delitti” collegati all’imbroglio. Nelle scorse settimane, con un avviso a firma del Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e del sostituto Stefano Musolino, era stata chiusa l’inchiesta nata da una denuncia dell’allora Presidente del Consiglio comunale Aurelio Chizzoniti. Il fascicolo originario riguardava una presunta corruzione elettorale di Antonio Rappoccio, il quale avrebbe promesso posti di lavoro in cambio del sostegno elettorale. Secondo la ricostruzione della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, Rappoccio sarebbe l’ispiratore di cooperative finalizzate, almeno ufficialmente, a gestire tutta una serie di servizi e strutture produttive (tra queste un’orto botanico, una clinica sanitaria per la riabilitazione e persino Chiese il voto in cambio di lavoro un’azienda per il fotovoltaico). Tali cooperative, o meglio una di queste (la Alicante), pochi mesi prima delle regionali avrebbe bandito una selezione per l’assunzione di personale. Assunzione che doveva essere fatta a termine di un concorso in due fasi: una prova scritta ed una orale. Dopo gli scritti, sempre secondo l’inchiesta, Rappoccio iniziò a incontrare gli aspiranti dipendenti lasciando intendere che avrebbero ricevuto una spintarella nella seconda prova, fissata dopo il voto, se lo avessero aiutato per le elezioni. Da qui l’accusa dei magistrati. Ora però gli investigatori voglio andare oltre per iniziare a mettere in naso nelle cooperative che in più fasi furono create e successivamente sciolte da persone vicine a Rappoccio. La “Alicante” infatti è solo una di queste. Infatti, nel momento in cui la vicenda delle denunce di Chizzoniti finì sulla stampa, il Antonio Rappoccio fondatore della cooperativa Santo Surace (compare d’anello di Rappoccio), decise di trasferire tutto ad una nuova società la “Iside Solare”. Tra l’altro lo stesso Surace, interrogato dai finanzieri, ha ammesso che il progetto della “Alicante” (che era quello di assumere personale per la costruzione di pannelli fotovoltaici) rimase «aleatorio». Insomma, dietro la selezione di aspiranti operai e tecnici non c’è mai stato nulla di davvero concreto. Ed è questo, al di la delle promesse, o presunte tali, di Rappoccio che gli investigatori vogliono capire. Perchè mai una cooperativa avrebbe dovuto selezionare personale senza uno straccio di contratto in mano? Per gli inquirenti questa parte della storia va ancora chiarita, soprattutto alla luce di alcune testimonianze rilasciate dai ragazzi che si rivolgevano a Rappoccio e ai vertici della Cooperativa. Pignatone alla Bocconi per ricordare Ambrosoli invita la società a tenere alta la guardia «Contro i clan le toghe non bastano» Il magistrato, parlando dell’Expo, ricorda che i controlli sono necessari MILANO -Secondo il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, eventuali infiltrazioni mafiose in vista dei lavori di Expo non possono essere solo un problema della magistratura ma ci deve essere un «sistema di controllo che si può variamente articolare». «Non è solo un problema di Expo – ha detto Pignatone che nel pomeriggio ha partecipato a un convegno, all’università Bocconi di Milano, dedicato a Giorgio Ambrosoli, l’avvocato milanese ucciso dalla mafia mentre era liquidatore della banca privata italiana di Michele Sindona – Le mafie sono attente a cogliere tutte le occasioni: può essere un piccolo lavoro di competenza di un ente locale ma ovviamente l’Expo può attrarre di più per via degli interessi in gioco. Ci deve essere un sistema di controllo che si può variamente articolare La magistratura fa il suo dovere, la procura di Milano è sempre in prima linea ed è un ufficio splendido. Poi però tocca alle altre componenti della società come la politica e la pubblica amministrazione evitare questo rischio». Per i Giuseppe Pignatone, è «essenziale che la società civile del nord certamente più ricca e articolata di quella del sud, combatta in tempo» il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella società e nell’economia. Il procuratore ha spiegato come sia «un problema che non ha la stessa gravità che ha al sud» e «a macchia di leopardo». «Però è fondamentale – ha detto Pignatone – prendere conoscenza di questo problema anche approfittando anche dai dati che vengono dalle indagini, dati oggetti, intercettazioni, dichiarazioni e testimonianze». Pignatone ha anche detto: «Le fabbriche e i cantieri sono campi di battaglia nella lotta contro i clan, che tentano di espellere il sindacato per lasciare soli i lavoratori con i loro problemi. L’altro fronte è il credito. I mafiosi offrono denaro facile, ma quando si aprono loro le porte dell’impresa diventa impossibile liberarsene. Il Progetto San Francesco si impegna su questi fronti e noi siamo al suo fianco». Giuseppe Pignatone COMUNE DI CATANZARO COMUNE DI CATANZARO COMUNE DI CATANZARO ASSESSORATO LL.PP. SERVIZIO GESTIONE DEL TERRITORIO VIA JANNONI - CATANZARO ASSESSORATO LL.PP. SERVIZIO GESTIONE DEL TERRITORIO VIA JANNONI - CATANZARO SETTORE GESTIONE DEL TERRITORIO ESTRATTO AVVISO DI GARA ESTRATTO AVVISO DI GARA COD. CIG. 33941404EE ESTRATTO AVVISO DI GARA COD. CIG. 3394015DC4 Questa Amministrazione indice procedura aperta, per procedere all’ AFFIDAMENTO del SERVIZIO DI VIGILANZA INTERNA PALAZZO DI GIUSTIZIA SITO IN PIAZZA FALCONE E BORSELLINO per il periodo di 24 mesi, con il criterio del prezzo più basso ai sensi del D.Leg.vo 163 del 13.04.06 e s.m.i con le modalità di cui agli artt. 82 comma 1 e dei combinati artt. 86 comma 1 e 5 ed 87 comma 1 dello stesso decreto . Importo a base d’asta Euro 295.000,00 Oneri di sicurezza Euro 5.000,00 Termine presentazione delle offerte: ore 10.00 del 28.12.11. Apertura delle offerte: ore 12.00 del 28.12.11 I requisiti e le modalità di partecipazione alla gara sono riportati nel testo integrale del bando di gara,del disciplinare e del capitolato speciale che sono disponibili, assieme agli altri elaborati tecnici presso la Segreteria Amministrativa del Servizio Gestione del Territorio (tutti i giorni feriali, sabato escluso, dalle ore 10.00 alle ore 12.30 – TF 0961.881392 - FAX 0961.881264). Il bando di gara in data 26.10.11 è stato trasmesso alla G.U.C.E., alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, pubblicato on-line all’albo pretorio di questo Ente e sui siti: www.comunecatanzaro.it e www.confindustria.cz.it, Questa Amministrazione indice procedura aperta, per procedere all’ AFFIDAMENTO del SERVIZIO DI VIGILANZA INTERNA PALAZZO DI GIUSTIZIA SITO IN VIA ARGENTO per il periodo di 24 mesi, con il criterio del prezzo più basso ai sensi del D.Leg.vo 163 del 13.04.06 e s.m.i con le modalità di cui agli artt. 82 comma 1 e dei combinati artt. 86 comma 1 e 5 ed 87 comma 1 dello stesso decreto . Importo a base d’asta Euro 295.000,00 Oneri di sicurezza Euro 5.000,00 Termine presentazione delle offerte: ore 10.00 del 28.12.11. Apertura delle offerte: ore 12.30 del 28.12.11 I requisiti e le modalità di partecipazione alla gara sono riportati nel testo integrale del bando di gara,del disciplinare e del capitolato speciale che sono disponibili, assieme agli altri elaborati tecnici presso la Segreteria Amministrativa del Servizio Gestione del Territorio (tutti i giorni feriali, sabato escluso, dalle ore 10.00 alle ore 12.30 – TF 0961.881392 - FAX 0961.881264). Il bando di gara in data 26.10.11 è stato trasmesso alla G.U.C.E., alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, pubblicato all’albo pretorio di questo Ente e sui siti: www.comunecatanzaro.it e www.confindustria.cz.it, Catanzaro, 15.11.11 Catanzaro, 15.11.11 IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Dott. Luigi Franco IL DIRIGENTE Arch. Carolina Ritrovato IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Dott. Luigi Franco IL DIRIGENTE Arch. Carolina Ritrovato Questa Amministrazione indice procedura aperta, per l’appalto del servizio di trasporto funebre di salme in stato di indigenza, gestione di tutte le opere e servizi occorrenti per la gestione dei cimiteri comunali (operazioni di necroforia, diserbo e piccoli lavori manutentivi, manutenzione delle aree a verde) COD. CIG:31734226AC, ai sensi dell’art. 55, comma 5 del D.Lgs. 163/2006 e smi, con il criterio del prezzo più basso di cui all’art. 82 comma 2 lett. A, con l’esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia individuata ai sensi dell’art. 86 comma 1 del predetto Decreto Legislativo ed ai sensi dell’art. 121 del DPR 207 del 5.10.2010 (regolamento di esecuzione del D.Lgs. n. 163/2006). Importo a base d’asta Euro 406.000,00 oltre a Euro 10.000,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Termine presentazione delle offerte: ore 10.00 del 21.12.11. Apertura delle offerte: ore 12.00 del 21.12.11 I requisiti e le modalità di partecipazione alla gara sono riportati nel testo integrale del bando di gara, del disciplinare e del capitolato speciale che sono disponibili, presso gli Uffici del Responsabile dei Servizi Cimiteriali del Comune di Catanzaro – Via Jannoni (nei giorni di lunedì e mercoledì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – TF 0961.881243 - FAX 0961.881264). Il bando di gara in data 19.10.11 è stato trasmesso alla G.U.R.I., pubblicato (integralmente con il disciplinare ed il capitolato) alla G.U.C.E., on-line all’albo pretorio di questo Ente e sui siti: www.comunecatanzaro.it e www.confindustria.cz.it, Catanzaro, 15.11.11 IL RESPONSABILE SERVIZI CIMITERIALI Emanuele Cannistrà IL DIRIGENTE Arch. Carolina Ritrovato E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 12 BREVI TRA MORANO E CASTROVILLARI OGGI A CASTROVILLARI CONVOCATO DA TALARICO A3, chiusura al traffico in direzione nord Pisl, presentazione ai sindaci del Pollino Venerdi la sanità in consiglio regionale L’ANAS comunica che dalle 7 alle 14 di oggi si procederà alla chiusura al traffico dell’autostrada, in direzione nord, tra gli svincoli di Morano-Castrovillari e Campotenese. Di conseguenza, verrà interdetta al traffico veicolare la rampa di ingresso all’A3, in direzione Salerno. «I PISL come occasione di crescita» è il titolo di un convegno che si svolgerà oggi alle 15.30, nella sala 14 del Protoconvento francescano di Castrovillari. All’incontro partecipare l’assessore regionale Giacomo Mancini e tutti i sindaci del comprensorio. SI aprirà con il dibattito sulla sanità la seduta del Consiglio regionale convocata dal presidente Francesco Talarico per venerdì 18 novembre, alle ore 15.00. Al secondo punto all’ordine del giorno la nomina dei componenti del Corecom. L’annuncio del sindaco durante la manifestazione di avvio della “Gerbera Gialla” A Bagnara “piazza Musella” L’imprenditore che doveva costruire il porto, ucciso il 3 maggio dell’82 BAGNARA - Ha preso il via ieri, da Bagnara Calabra, il progetto “Gerbera Gialla” che avrà il principale obiettivo di diffondere in tutto il territorio nazionale i valori della lotta alle mafie. L’incontro che “Riferimenti” ha voluto rivolgere alle classi dell’Istituto superiore “Fermi”, è stato incentrato sulla figura di Gennaro Musella, imprenditore salernitano trasferitosi a Bagnara e vittima di un attentato dinamitardo (il 3 maggio nel 1982) per aver denunciato gli illeciti nella gara d’appalto per la realizzazione del porto dell’omonima cittadina. All’appuntamento sono intervenuti personaggi della società civile e istituzionale. Il giornalista Domenico Nunnari e il parroco Rosario Pietropaolo hanno voluto porre l’attenzione sulla figura di Musella quale «grande modello di legalità» e «uomo che sorrideva sempre, in qualunque circostanza». Inoltre, gli stessi, hanno sottolineato come «solo attraverso l’impegno civico e la partecipazione attiva dei cittadini si può sconfiggere l’illegalità, oggi imperante». Lo scrittore Ulisse di Palma, autore di una biografia di prossima pubblicazione, invece, si è soffermato sull’amore che «l’ingegnere nutriva nei confronti di Bagnara al punto tale che sognava di trasformarla in una città turistica a tutti gli effetti». Il sindaco Cesare Zappia ha annunciato che «l’intitolazione della piazza più grande della città a questo personaggio storico è un segno concreto che va in direzione della lotta alla criminalità organizzata». Francesco Iermito, rappresentante dell’Associazione Olimpia che ha avanzato la proposta dell’intitolazione, ha ribadito che «il cambiamento non deve essere imposto dall’alto bensì è necessario un movimento culturale che parta dalla piccola realtà in cui viviamo» per questo motivo il sodalizio «sarà ambasciatore della Gerbera Gialla e condividerà i programmi e le iniziative proposte da “Riferimenti” a testimonianza della forza di volontà al con- I relatori del dibattito trasto all’illegalità da parte dei giovani atleti di pallavolo bagnarese». Sulla stessa scia anche il presidente della FIPAV provinciale, Giuseppe Cormaci, il quale ha fatto sottoscrivere agli atleti dell’Olimpia un codice etico annunciando che anche la Federazione da lui presieduta adotterà, da quest’anno, il fiore giallo della memoria. Sull’importanza del ruolo delle istituzioni hanno parlato il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona e il presidente della Provincia reggina, Giuseppe Raffa, i quali hanno comunicato la loro ammirazione per il proficuo impegno che “Riferi- menti” sta perpetrando da ormai vent’anni. Un intervento molto significativo è stato quello di Adriana Musella, la quale ha affermato che «urge sconfiggere la borghesia mafiosa perché presente ovunque, nelle istituzioni, nella politica, nella chiesa e perfino nella magistratura». Insomma parole forti, coraggiose, che forse nessuno prima di lei ha osato ribadire pubblicamente: ciò testimonia lo spirito combattivo e determinato di Adriana Musella, un vero punto di riferimento e baluardo per quell’Italia sana che vuole cambiare. Cosenza. Il mezzo, impazzito, ha invaso la corsia opposta. Vittima una signora di 64 anni, quattro i feriti Furgone contro due auto, muore una donna COSENZA - Un grave incidente stradale ha causato, ieri a mezzogiorno, lunga la 107 per Paola, la morte di una signora di 64 anni e il ferimento di quattropersone, tuttedonne. E’accaduto alle 11.50, all’altezza del bivio per San Fili (Cs). Due auto, una Daewoo con a bordo la vittima e la figlia, e una Peugeot 206, con dentro le altre tre donne, stavano salendo da Cosenza verso Paola. Dalla corsia opposta è sbucato un furgone Ducato, con alla guida un giovane di 24 anni. Il mezzo, come impazzito, ha invaso la corsia percorsa dalle due automobili. Prima ha preso frontalmente la Peugeot che, a causa del forte urto, si è ribaltata sull’asfalto. Quindi ha centrato la Daewoo. L’impatto è stato così violento che il mezzo è ritornato indietro di una ventina di metri. Alla guida c’era Maria V., 38 anni, e la madre Adelina Amendola, di 64. Le due stavano tornando a Campora San Giovanni dopo una visita medica effettuata a Cosenza. La vittima era seduta dietro in quanto il posto davanti era occupato dal seggiolino in uso al nipote, che era però rimasto a casa. Una fatale coincidenza. Se si fosse seduta davanti forse a quest’ora sarebbe viva. Le sue condizioni sono apparse subito gravi ai soccorritori del 118, giunti sul posto anche con un elicottero. La signora alla fine è morta subito dopo il suo arrivo in ospedale. La figlia è stata ricoverata al Reparto di Ortopedia dell’Annun- ziata, per un doloroso trauma al bacino. Ne avrà per trenta giorni. Le occupanti della Peugeot, portate in ospedale con l’ambulanza, sono state praticamente salvate dall’utilizzo delle cinture di sicurezza: si tratta di Alda F., di 54 anni, per lei trauma cranico, Concetta M., 74, trauma alla rachide, e Olga G., 74, per lei lievi escoriazioni. Illeso il conducente del Ducato, che ora rischia l’incriminazione per omicidio colposo. Sul postogli agenti della Polizia Stradale, i vigili del fuoco che hanno estratto i feriti dalle auto e il personale Anas, che ha deviato il traffico sulle strade secondarie. La strada è stata praticamente chiusa per tutto il pomeriggio. r. gr. Una delle auto coinvolte (foto Tosti) E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 13 24 ore Martedì 15 novembre 2011 “Isola felice”. I legali chiedono la revoca delle misure a cui sono sottoposti i loro assistiti Gli indagati si difendono Interrogatori di garanzia delle persone coinvolte nel giro delle patenti facili di TERESA ALOI CATANZARO - Chi ha risposto ha chiarito punto per punto le accuse contestate, dichiarandosi estraneo all'intera vicenda. Qualcuno ha fatto ancora di più, parlando di attività “cristalline”e ancorate a tutti i presupposti di legge. Sette, complessivamente, le persone coinvolte nell'inchiesta “Isola felice”, l'operazione condotta dalla polizia stradale di Lamezia Terme e coordinata dalla Procura della Repubblica lametina su una presunto giro di documenti di guida e certificazioni amministrative che sarebbero stati rilasciati in cambio di dazioni di denaro, sentite ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari Carlo Fontanazza. E se Sebastiano Fruci, titolare di una scuola guida di Curinga (l'uomo, attualmente ai domiciliari, è assistito dall'avvocato Francesco Gambardella, che ha chiesto larevoca dellamisura) siè avvalso della facoltà di non rispondere preferendo il silenzio, l'ingegnere Roberto Arcadia, nella sua qualità di funzionario della Motorizzazione civile della città capoluogo di regione, d'accordo La conferenza stampa dell’operazione “Isola felice” con altri, che, secondo l'accusa,rilasciava certificatidiapprovazione falsi per veicoli allestiti o trasformati perché fondati su relazioni tecniche false; rilasciava patenti facili, false - come esaminatore destinato allo scopo - rilasciando, inoltre, certificazioni altrettanto contraffatte, ha chiarito la sua posizione. Assistito dall'avvocato Giancarlo Pittelli, il professionista si è detto estraneo alla vicenda, spiegando di non essere a conoscenza dei meccanismi che sarebbero poi sfociati nell'operazione giudiziaria. Al termine dell'interrogatorio, l’avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare per l'uomo che attualmente è in regime di arresti domiciliari. Estraneo ai fatti anche Francesco Laudadio, nella sua qualità di esaminatore che, assistito dall'avvocato Piero Chiodo, ha spiegato l'attività “cristallina e ancorata a tutti i presupposti di legge” portata avanti da lui e dagli altri esaminatori. Nes- sun illecito, dunque, nessuna violazione di legge. Trenta minuti di interrogatorio per Gaetano De Salvo, indagato nella sua qualità di direttore della Motorizzazionecivile diCatanzaro.Trenta minuti durante i quali De Salvo, assistito dagli avvocati Gianni Russano e Francesco Pullano, ha chiarito punto per punto la sua posizione, producendo atti e normativa amministrativa finalizzati a dimostrare l'infondatezza dell'ipotesi accusatoria. Ha usato parole quali correttezza, trasparenza, per descrivere l'attività che veniva portata avanti e ha prodotto alcune sommarie informazionidi testimoni che avrebbero parlato di svolgimento corretto delle sedute di esami. Infondato, allora, tutto ciò che viene riportato nelcapo di imputazione. Sentiti dal gip anche Carmelo Tripodi, ex esaminatore della Motorizzazione di Catanzaro (l'uomo è ai domiciliari); Nicola Oliveto e Giulio Marino (sottoposti all'obbligo di dimora). Nell’inchiesta complessivamente sono 9 le persone sottoposte all’obbligo di dimora, 8 ai domiciliari e 144 le persone denunciate in stato di libertà. Rischio sismico, parte un seminario per le scuole CATANZARO – Parte oggi da Reggio Calabria, presso la Sala Calipari del Consiglio Regionale della Calabria, il primo dei tre seminari di formazione per la prevenzione del Rischio Sismico, destinati ai Dirigenti Scolastici e ai Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione di tutte le scuole della regione. Finalità primaria di questi seminari è l’acquisizione della consapevolezza dei rischi a cui è soggetta la Calabria per poter adottare idonee misure cautelative nell’ottica della diffusione della cultura della prevenzione e della protezione civile, punto focale del protocollo d’intesa siglato, il 28 luglio 2011, dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria e dalla Regione Calabria-Settore di Protezione Civile. Già il prossimo 25 Novembre gli studenti della regione saranno chiamati a partecipare attivamente alla Giornata Nazionale della Sicurezza nelle Scuole». Nei seminari sono coinvolti soggetti istituzionali impegnati nella ricerca e studio dei fenomeni sismici e nei sistemi di prevenzione e nelle emergenze quali la Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento di Protezione Civile Nazionale, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la Regione Calabria-Settore di Protezione Civile ed il Comando dei Vigili del Fuoco. I successivi seminari si svolgeranno giovedì a Cosenza presso l'I.T.I."Monaco» e venerdì a Catanzaro Lido presso l'I.I.S. «Pacioli». «La valutazione del Rischio – dichiara il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco Mercurio – è il primo stadio da cui scaturiscono i problemi relativi alle «decisioni»da attivare in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 15 24 ore Martedì 15 novembre 2011 19 Martedì 15 novembre 2011 REDAZIONE: via Cavour, 30 - 89100 Reggio Calabria - Tel. 0965.818768 - Fax 0965.817687 E-mail: [email protected] Scilla Melito Porto Salvo Giunta, esce Santacroce entra De Lorenzo a pagina 28 Loredana De Lorenzo Scoperto supermercato con 9 dipendenti in nero Controlli della Finanza a pagina 29 Nicola Gratteri conquista la scena all’incontro sulla legalità organizzato dalla Provincia di Firenze «In politica capiclan incensurati» Il magistrato: «Eletti in Parlamento perché la gente li giudica persone perbene» «CI sono molti incensurati che sono capimafia e che quindi, credendo che sono persone per bene, possono tranquillamente essere eletti o nominati in Parlamento», ma nè l’attuale sistema elettorale nè la reintroduzione delle preferenze «possono sicuramente arginare questo pericolo di inquinamento. È un problema morale ed etico». Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, a margine dell’incontro “Legalità e democrazia per una cittadinanza responsabile” organizzato dalla Provincia di Firenze. L’incontro si è svolto al Palazzo dei Congressi davanti a circa mille studenti delle scuole superiori fiorentine: tra gli altri hanno partecipato Giuseppe Carlo Marino, docente di storia all’Università di Palermo, Raffaele Cantone, giudice presso il Massimario della Cassazione, il presidente della Provincia Andrea Barducci e l’assessore all’istruzione Giovanni Di Fede. «Il sistema elettorale attuale – ha aggiunto Gratteri - della cosiddetta Seconda Repubblica, ha creato dei nominati e non degli eletti. Nella sostanza sette, otto persone hanno determinato la composizione del Parlamento», quindi «non sono stati rappresentati i bisogni e i voleri delle persone»; e poi “molti parlamentari non sono espressione del territorio sul quale sono stati nominati: con la Seconda Repubblica non ho visto i cambiamenti necessari per la nostra società. Paradossalmente quindi possiamo pensare: qual è la differenza tra avere sei mafiosi 'doc' in Parlamento, rispetto al prodotto che si è avuto fino ad oggi ?». «Non mi pare che sia un grande rischio, visti i risultati» ha aggiunto Gratteri, secondo cui «per mesi si è discusso di problemi inesistenti». Infine rispondendo ai giornalisti, in merito alla forza reale che potrà avere il nuovo Governo tecnico sulle questioni legate alle mafie, Gratteri ha spiegato: «Vediamo quali poteri avrà, dal punto di vista sostanziale cosa potrà fare, quali saranno gli spazi di manovra». Gratteri ha poi parlato dei vantaggi che trae la criminalità dal momento di difficoltà economica che sta attraversando l’Italia. «In momenti di crisi le mafie si avvantaggiano» e «ora stanno approfittando della mancanza di liquidità, perchè le mafie sono le uniche ad avere grandi quantità di denaro liquido, provento in particolare del traffico di cocaina» ha detto il magistrato reggino. Gratteri ha quindi evidenziato che la Provincia di Firenze è stata “sempre molto attenta e organizza spesso incontri per sensibilizzare i giovani: questo è un aspetto importante che in molte altre parti d’Italia, anche in zone più ricche, mi riferisco alla Lombardia e al Piemonte, non vedo». Gratteri ha inoltre ribadito «l'importanza degli esempi positivi» e ha giudicato come «un fatto molto importante» l’allenamento di domenica scorsa della Nazionale su un campo realizzato su un terreno confiscato alla 'ndrangheta. «Mafia, corruzione e politica – ha detto Marino – sono come padre, figlio e spirito santo». «I giovani – ha sottolineato Cantone – hanno capito che la mafia non è solo un problema meridionale. Finalmente al nord si riesce a parlare di mafia, soprattutto quando le amministrazioni sono sensibili su questi temi». «Seconda Repubblica? Nulla è cambiato per la società» Pignatone analizza la mutazione delle dinamiche di potere «’Ndrangheta in ristrutturazione adesso ha anche la sua cupola» ANCHE l’organizzazione criminale calabrese ora ha la sua Cupola. «Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della 'ndrangheta che, pur mantenendo l'articolazione familiare, ha al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impartisce le direttive strategiche ed è in grado di farle rispettare» spiega Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria in un’intervista ad ASud’Europa, settimanale del Centro Pio La Torre, illustrando la mutazione delle dinamiche di potere all’interno della mafia calabrese. «Oggi – continua Pignatone – ci troviamo di fronte a un’organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi economici e dell’espansione in Italia e nel mondo pur mantenendo come centro operativo la provincia di Reggio Calabria». A fornire il quadro della nuova struttura «una serie di operazioni realizzate nel 2010 ("Reale», «Meta» «All Inside») e soprattutto quella condotta in collegamento con la Dda di Milano ("Il Crimine») che hanno dipinto il quadro della situazione attuale della 'ndrangheta, una situazione completamente diversa dalla ricostruzione effettuata dalle Il procuratore Giuseppe Pignatone sentenze di 10-15 anni fa, che descrivevano una 'ndrangheta tradizionale, formata da famiglie sostanzialmente tra loro non collegate se non occasionalmente. Quello che non muta è lo storico interesse della 'ndrangheta per l’infiltrazione nei settori economici della società al sud così come al Nord Italia. «Le enormi liquidità di cui le cosche hanno disponibilità - prosegue Pignatone –possono essere lo strumento per entrare, in qualunque settore economico, dal movimento terra all’esecuzione delle grandi opere, dalla distribuzione commer- ALLA PROCURA Alla Dda arrivano Tedesco Cosentino e Musolino QUESTIONE di giorni o, al massimo, di qualche settimana, e la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dovrebbe avere tre nuovi sostituti procuratori, che passeranno dalle indagini ordinarie a quelle sulla criminalità organizzata. Da circa una settimana, infatti, sono scaduti i termini del bando interno, una ventina di giorni, fissati dal procuratore Giuseppe Pignatone per effettuare la domanda di assegnazione alla Dda. Tre i posti banditi dal capo della Procura, che va così a colmare, almeno parzialmente, il vuoto lasciato dal trasferimento di Mario Andrigo e quelli che si concretizzeranno nelle prossime settimane e nel 2012, allorquando passeranno ad altre sedi i pm Marco Colamonici, Federico Perrone Capano, Beatrice Ronchi, Giuseppe Bontempo e Maria Luisa Miranda. A presentare la richiesta di passaggio alla Dda i sostituti procuratori Stefano Musolino, Rocco Cosentino e Francesco Tedesco. gi.bal. ciale, al mondo della sanità». «Si riscontra però un positivo atteggiamento della società civile – afferma il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco – non ultima la presenza di domenica della Nazionale di calcio a Rizziconi, sul campo sportivo confiscato ai boss». «Chiari segnali di risveglio – conclude Pignatone – come anche l’azione del movimento “Reggionontace” e la grande manifestazione con la partecipazione di migliaia di persone da tutta la regione, l’attività di Libera e del 'Museo della 'ndrangheta». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Reggio Artuso diventa commissario dell’Aterp. Labate dal Comune è passato in giunta regionale «In Regione? Gli stessi dirigenti» Il Pd: «Scopelliti premia i tecnici ripresi dagli ispettori per incarichi avuti a Reggio» L’ARCHITETTO Artuso è stato nominato commissario dell’Aterp. E il Pd reggino, coordinato dal subcommissario Momo Demaria mette in evidenza: «La notizia della nomina da parte del presidente Scopelliti dell’ennesimo suo collaboratore nel modello cittadino che, dopo essere stato applicato da esterno al Comune, viene applicato ad un ente regionalenonostante i rilievi della procura della Repubblica e del Ministero dell’Economia , oltre che lasciare sbigottiti richiede una riflessione attenta sul rapporto instauratosi prima al comune di Reggio ed ora al governo regionale tra i vertici politico-istituzionali del centro destra e i dirigenti-collaboratori esterni da questi nominati». Il Pd si riferisce alla progettazione del “Regium waterfront” che presenta delle irregolarità, secondo la relazione degli ispettori, inviati dalla Procura. Stando alla relazione degli ispettori Artuso era nella commissione incaricata all’esame dei progetti. In pratica nella relazione degli ispettori, si legge: «Nel provvedimento di nomina non sono indicati i criteri di scelta operanti». Questo però è in fondo un rilievo tecnico. Gli ispettori evidenziano però che il 28 ottobre del 2008, «risultano essere stati liquidati all’architetto Giovanni Artuso, in qualità di componente supplente della commissione giudicatrice, che non figurava tra i componenti nominati nella nota del segretario generale del 5 giugno del 2007, in cui si fa riferimento all’atto di liquidazione». Come e da chi è stato nominato Artuso? Lo dicono le carte: «L’architetto Artuso, coordinatore dell’ufficio progetti e leggi speciali, è stato nominato, quale componente supplente - con la nota 90478 del 6 giugno del 2007 - a firma dell’ingegnere Pasquale Crucitti». Perché il supplente? Il riferimento è a un disciplinare di gara, che prevedeva la sostituzione diun membro effettivo con il membro supplente. L’inghippo? È che Artuso è sempre stato supplente, ma non ha mai sostituito nessuno. Per questo ha ottenuto dal Comune, 31.172 euro«per il solo fatto di essere presente ai lavori della commissione e in base alla parcella da questi prodotta, la quale nella parte descritta indica sinteticamente l’importo delle prestazioni, senza specificare, come esso è stato determinato». L’importo che è al netto di 25.467 euro è lo stesso liquidato agli altri che hanno sempre partecipato ai lavori della commissione. Ebbene proprio ad Artuso, che è tra i consulenti esterni, è arrivata la nomina di commissario dell’Aterp. Da qui l’ira del Pd: «La verità fin quì acclarata è che nella nuova veste Scopelliti ha di fatto replicato alla Regione la squadra che al comune ha prodotto un’elevata quantità di irregolarità, illegittimità e comportamenti contro la pubblica amministrazione censurata dalle autorità contabili, di controllo e giudiziarie. - e il coordinamento provinciale dei democrat - Quello che fa riflettere e sollevare preoccupati dubbi è il dato che il Presidente Scopelliti si sia sinora «Soffre della sindrome di Stoccolma» «Gli ex revisori dei conti tutti sistemati» difeso sostenendo di non sapere le enormitàche accadevano al Comune e, per la verità, anche quelle che commetteva lui firmando incarichi e atti (!!!). Tale impostazione, già risibile di persé, appareoggi comeun impossibile tentativo di presa di distanza da se stesso e, quel che più colpisce, di dileggio della stessa azione delle autorità inquirenti». E il coordinamento del Pd continua: «Scopelliti da sindaco della città ha scelto i dirigenti, prelevandoli dall’esterno,concui hadifattocommissariato il Comune controllandone ogni ganglo vitale (segretario generale, direttore generale, capo di gabinetto, dirigenti della ragioneria, dell’urbanistica, del personale, dei lavori pubblici, dei fondi comunitari, patrimonio, servizi esternalizzati, polizia municipale, responsabili del procedimento nelle opere pubbliche, revisori dei conti, decreto Reggio)» e a detta dei Pd lo stesso sta accadendo adesso alla Regione. A questo punto i democrat partono da un assunto: la buona fede e si chiedono: «Possono essere credibilmente tralasciati e fatti finire nel dimenticatoio i tanti atti firmati e gli incarichi conferiti dallo stesso sindaco Scopelliti alla Fallara ed ai dirigenti da lui scelti? - e dicono ancora - Ed ancora, se Scopelliti da sindaco non sapeva ciò che facevano i professionisti che egli aveva nominato, mentre oggi ha finalmente capito i loro comportamenti, dovrebbe, a salvaguardia della propria dignità e nell’interesse della Regione, comportarsi con loro diversamente sentendosi tradito. Al contrario, egli li sta premiando il che è abnorme, grave e oltretutto mette a nudo la finzione con cui vorrebbe operare la Girolamo Demaria e Giuseppe Scopelliti propria difesa». Il Pd non fa il nome di Artuso. Poi torna su Bruno Labate, compagno della Fallara che ha avuto anche un incarico, poi lasciato alla Regione e dicono: «Occorre ricordare che da Presidente della Giunta Regionale Scopelliti ha nominato dirigente della Delegazione romana della Regione il noto professionista oggi indagato per avere ricevuto senza avernealcun titolooltre 840.000 euro dal Comune; inoltre, il presidente dei revisori delle sue gestioni al Comune è stato nominato prima direttore generale dell’ARSSA (la più grande azienda regionale) e poi presidente dei revisori dei conti dell’Ospedale di Reggio! Ha poi nominato presidente del collegio sindacale della società in house della Regione “Progetto Magna Graecia” un altro revisore dei «Se l’ex sindaco non sapeva, da governatore sa» conti nella sua gestione al Comune. Oltre a ciò ha nominato alla Regione i dirigenti (di personale, urbanistica, direzione generale) cooptati prima al Comune e pure il responsabile del Decreto Reggio oggi destinatoaddirittura alcommissariamento dell’Aterp di Reggio per verificarne niente di meno che la correttezza amministrativa!». E qui la nota è ironica: «C’è forse bisogno di fare l’elenco delle contestazioni che le varie relazioni hanno individuato per parlare di scelte quanto meno azzardate, inopportune e in ogni caso oggi da riconsiderare? Tuttavia, volendo dare credito alla costruzione ed alle tesi difensive del Presidente Scopelliti, può oggi la Regione Calabria essere governata, senza correre seri pericoli, da un presidente affetto dalla sindrome di Stoccolma che, così come le vittime dei sequestri, manifesta sentimenti positivi verso i propri aguzzini fino ad innamorarsene?». In settimana tavola rotonda con il governatore. I sindacati pronti a scendere in piazza Ventuno treni in meno, la Uil protesta Da dicembre soppressione dell’80 per cento dei convogli notturni e 150 licenziamenti di ENRICO DE GRAZIA VENTUNO treni in meno, soppressione dell'80 per cento dei convogli notturni, centocinquanta licenziamenti aziendali e altrettanti nell'indotto. Questi sono i numeri, drammatici, del nuovo piano aziendale di Ferrovie dello Stato nella regione Calabria, che sarà esecutivo dal 12 dicembre. Numeri impietosi che dicono abbastanza chiaramente come Fs non abbia nessuna intenzione di potenziare il servizio di trasporti sul territorio calabrese. L'allarme trasporti è stato lanciato per l'ennesima volta, dopo gli ennesimi tagli, dal sindacato Uil-trasporti che ha presentato, ieri mattina presso palazzo San Giorgio, le prossime iniziative di mobilitazione per impedire che la Calabria venga sempre più isolata dal resto d'Italia. Il primo appuntamento è per la mattina del 16 novembre all'hotel Excelsior, con una tavola rotonda durante la quale i sindacati discuteranno del problema con le istituzioni locali e i dirigenti aziendali del trasporto pubblico. Prevista infatti la presenza del governatore Scopelliti, del sindaco di Reggio, Arena, del direttore generale gruppo Fs, Domenico Braccialarghe, del presi- «Tagliato il 60% delle risorse ai trasporti» La Uil alla presentazione dell’iniziativa a Palazzo San Giorgio dente di Ferrovie della Calabria, Clara Ricozzi e dell'ad di Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), Giuseppe Sciarrone. «Dal 2008 a oggi il Governo ha tagliato il 60% delle risorse destinate alla rete ferroviaria e abbiamo perso seicento posti di lavoro - ha denunciato il segretario generale Uil trasporti Calabria, Giuseppe Bartolo - Tutto ciò non è ammissibile. È la fine per il sistema trasporti in Calabria. Per quanto riguarda Reggio, dal 12 dicembre non arriveranno treni dalle 8.30 fino alle 17. Tutto ciò significa non dare ai calabresi la possibilità di muoversi. Dove sono finiti i nostri diritti? Noi paghiamo le tasse per la realizzazione dell'Alta Velocità a Milano, Venezia, Roma, mentre qui da noi le decisioni di Fs vanno da tutt'altra direzione». A destare molta preoccupazione è stata la recente scelta di Fs di realizzare l'Alta velocità fino a Bari. Un taglio netto, dunque, alle speranze di calabresi e siciliani di vedere migliorato il servizio sul proprio terri- torio. «Secondo un nostro sondaggio - ha evidenziato Bartolo - il 90% dei calabresi preferirebbe prendere il treno per spostarsi. Questo vuol dire che il bacino calabrese ha enormi potenzialità che andrebbero sfruttate dall'azienda. La cosa sconcertante è che con i nuovi treni Parigi-Milano-Venezia stiamo dando il diritto ai francesi di viaggiare di notte per venire in Italia, mentre quello stesso diritto viene negato ai calabresi». Uno stillicidio che non è più tollerabile, secondo i sindacati, che avanzano le loro proposte per migliorare un'offerta che attualmente è di scarsissima qualità: «Abbiamo presentato a Fs una nuova “offerta giorno”, con tre coppie di Eurostar in più sulla tratta ReggioRoma. Tutto questo senza spendere un euro in più, anzi riducendo addirittura i costi - ha spiegato il segretario generale Uil-trasporti - In secondo luogo, noi vogliamo che il mercato in Calabria venga liberalizzato e per questo nel corso della tavola rotonda chiederemo a Ntv di venire inCalabria afare concorrenza a Fs». Infine, la Uil annuncia che l'8 dicembre ci sarà lo sciopero generale del comparto, che si spera abbia il sostegno della politica e delle istituzioni: «Accogliamo con piacere le recenti dichiarazioni di Scopelliti - ha detto Giovanni Itri (Uil-trasporti) - ma è ora che dalle parole si venga ai fatti. La politica deve assumersi la propria responsabilità». Dal provinciale Udc si scaglia contro le Ferrovie dello Stato «IN un periodo di grave crisi per l’economia nazionale, avvertita in maniera ancor più stringente nelle regioni del Meridione, Trenitalia, società privata che però opera in regime di sostanziale monopolio contando peraltro su significativi finanziamenti pubblici, sceglie di far sparire dai suoi orari decine di treni, tutti accomunati dall’avere come punto d’origineo diarrivo lecittà calabresi». È quanto sostengono, in una nota, Alfonso Dattolo e Gianluca Gallo, capogruppo e vice capogruppo dell’Udc al Consiglio regionale. Insommail noaitagli deitreni è unanime. E l’Udc afferma, insieme col coordinamento provinciale reggino: «Per una Regione che sconta un’antica carenza infrastrutturale – proseguono – già costretta all’isolamento da una rete ferroviaria non elettrificata ed a binario unico, oltre che dagli interminabili lavori lungo l’autostrada, dal mancato adeguamento della statale ionica 106 e dalla mancata realizzazione delle trasversali interne, si tratta di una scelta che va a ingigantire l’isolamento della Calabria dal resto d’Italia, con gravi e negative ripercussioni non solo per i cittadini, ma anche per comparti economici di primo piano, quali l'agricoltura e il turismo, pesantemente e ingiustificatamente penalizzati». «A fronte di questa situazione – sostengono gli esponenti dell’Udc – ferma sarà la nostra protesta istituzionale. Abbiamo già interessato il nostro gruppo parlamentare, ma in occasione dell’imminente seduta del Consiglio regionale chiederemo all’assemblea ed all’esecutivo, che peraltro, attraverso il presidente Giuseppe Scoppelliti, ha già anticipato l’intenzione di muoversi in tal senso, di impegnarsi per favorire la ricerca di soluzioni e l’avvio di un confronto che coinvolga anche il Governo nazionale». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Reggio 23 Martedì 15 novembre 2011 35 Ufficio di Corrispondenza: Piazzetta 21 Marzo, 9 - 89024 Polistena Tel/Fax 0966.935320 E-mail: [email protected] Sull’agguato di Varapodio le forze dell’ordine sono davanti a un rebus investigativo Per le eccezioni Partenza stentata per il processo Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di Andrea Longo “Cosa mia” Ferimento, mistero fitto VARAPODIO - Nulla di nuovo, sostanzialmente. Nessuno sviluppo dopo il ferimento del ventiseienne Andrea Longo, a Varapodio, avvenuto durante la notte tra sabato e domenica. Il colpo che Longo ha ricevuto, e che, fortunatamente è passato solo di striscio, proprio per questo motivo non ha prodotto gravi conseguenze al giovane che, comunque, è stato prontamente curato presso il reparto di Pronto Soccorso dell'ospedale di Gioia Tauro. L'attività investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova, sotto l'attento coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, nel frattempo prosegue, e dopo aver interrogato la vittima del ferimento su quanto accaduto, stanno allaragando il cerchio per capire il movente e per tentare di scovare ventuali colpevoli del tentato omicidio. Non è escluso, comunque, che nei prossimi giorni possano esserci degli sviluppi in merito a questa vicenda. Il ferimento di Andrea Longo, comunque, va ad aggiungersi ad altri eventi delittuosi sviluppatisi, in questi giorni. Infatti proprio poche ore prima, a Rosarno era stata messa a segno una rapina ai danni di un tabaccaio. Due individui a volto coperto, di cui uno armato di pistola, si sono introdotti nell'esercizio commerciale, facendosi consegnare dal proprietario 700 euro in contanti. Anche su questo indagano i Carabinieri. Gli uomini della compagnia di Gioia Tauro hanno dato il via ad un'intensa attività investigativa per tentare di fare piena luce sull'accaduto e poter assicurare alla giustizia i due malviventi che hanno effettuato la rapina alla tabaccheria di via Nazionale. Sembra non volersi placare, pertanto, la scia di criminalità sul territorio della Piana di Gioia Tauro. Un tentato omicidio a Varapodio, una rapina a Rosarno. Questo quanto accaduto durante la serata di sabato. Fatti, questi, che met- Controlli dei carabinieri nella Piana di Gioia Tauro Scuola, Arruzzolo difende Calabrese di KETY GALATI ROSARNO - Promette il suo impegno per salvare l'autonomia scolastica di Rosarno, dando piena fiducia al “suo” assessore all'Istruzione provinciale Giovanni Calabrese. E' Gianni Arruzzolo, consigliere provinciale componente della stessa compagine di Calabrese battezzata “Scopelliti presidente”, il quale risponde all'appello lanciato dal primo cit- «Ancora non c’è niente di certo» Barone ricorda all’Anas gli impegni presi sul territorio di Palmi di VIVIANA MINASI di VIVIANA MINASI Dopo le critiche piovute addosso all’assessore provinciale dalla Giunta di Rosarno Per la realizzazione di alcune rotonde PALMI - Nei giorni scorsi finalmente una buona notizia per la martoriata Autostrada Salerno-Reggio Calabria. L'Anas ha, infatti, annunciato di voler dare inizio ai lavori all'altezza dello svincolo di Rosarno ed alle aree ad esso collegate, preparandosi ad affrontare così una spesa ingente. Ben vengano notizie del genere, che contribuiscono, assieme alle parole pronunciate dal ministro Altero Matteoli nei giorni scorsi, durante una visita ai cantieri di Barritteri e Favazzina, ad alimentare la speranza che quanto prima i lavori di ammodernamento della A3 vengano portati a termine. «Nel 2013 saranno terminati», ha detto Matteoli. E ci auguriamo che così sia, e non inveceche vadaafinire comeè finita, anzi, come non è ancora finita, a Palmi. L'Anas, infatti, si era impegnata a costruire e portare a termine i lavori per la realizzazione di due rotonde al Trodio ed in via Nazionale a Palmi, nonché a modificare lo svincolo autostradale, giudicato pericoloso, ma anche a realizzare un sovrappasso a San Gaetano e a mettere in sicurezza le strade che si trovano lungo il tragitto interes- tono di sicuro in cattiva luce un territorio, ma che, allo stesso tempo impegnano sempre più le Forze dell'Ordine nell'attività d'indagine. Molti, infatti, sono gli sforzi della Polizia ed in questo caso dei Carabinieri, per tentare di fare piena luce su vicende come quella di Varapodio e di Rosarno, con grande dispendio di energie e di uomini impegnati al servizio dei cittadini. Anche per quanto riguarda la rapina al tabacchino rosarnese, non si esclude che a breve vi possano essere interessanti novità in merito. fra. pap. sato dai lavori di ammodernamento. Ma di tutto ciò, ad oggi, neanche l'ombra. «Tempo addietro i tecnici Anas hanno incontrato a Palazzo San Nicola le autorità amministrative comunali e provinciali, prendendo impegni ben precisi che ad oggi risultano non mantenuti- scrivein unanota stampa il consigliere provinciale Giovanni Barone - Per quale motivo? Quali le cause dei ritardi? A quando le realizzazioni?». Il consigliere Barone, nell'augurarsi che realmente si possa mettere mano ai lavori di ammodernamento allo svincolo di Rosarno, invita le autorità locali a vigilare su questi lavori, affinché non si verifichi anche a Rosarno ciò che si è verificato a Palmi. «Strade distrutte dal passaggio di enormi camion, carreggiate intransitabili, buche dappertutto, muretti di limitazione della sede stradale crollati o pronti alla distruzione e soprattutto promesse non mantenute a parziale “rimborso”dei danni subiti e dei fastidi arrecati a cittadini e automobilisti per oltre due anni», lamenta Barone, che poi chiosa: «Laverità è cheil territorio appare sempre più terra di conquista a cui nessuno deve dare mai spiegazioni». «Di tutto questo oggi non c’è traccia» tadino rosarnese Elisabetta Tripodi, nel corso di una conferenza stampa convocata nei giorni scorsi a Palazzo San Giovanni. Un incontro durante il quale sia il sindaco Tripodi che l'assessore all'Istruzione e alla Cultura Michele Brilli avevano protestato contro il Piano di dimensionamentoscolastico fattodalla provincia di Reggio Calabria. In maniera particolare Brilli aveva puntato il dito contro l'assessore all'Istruzione provinciale Giovanni Calabrese. Un dettaglio omesso dalla provincia che «ha preferito Gioia Tauro a Rosarno», unendo la scuola elementare “Marvasi” di Rosarno con le scuole di Laureana di Borrello. «Sarò attento a questa vicenda, perché nella maniera più assoluta tengo all'autonomia del plesso scolastico della mia città», assicura Arruzzolo, offrendo la sua comprensione alla Tripodi, seriamente preoccupata per l'autonomia scolastica della “Marvasi”. D'altrocanto il consigliere provinciale cerca di rassicurare il sindaco, facendo notare che per quanto riguarda il piano scolastico provinciale «si è in una fase transitoria e di ipotesi. Non c'è nulla di certo», afferma Arruzzolo, che spezza una lancia a favore di Calabrese:«non si può mettere con le spalle al muro un assessore come lui. Ancora polemiche fra maggiorana e opposizione Polistena, la politica si fa fuori dal Municipio La casa municipale di Polistena BREVI DI NERA San Procopio e Rosarno due automezzi in fiamme POLISTENA - Incendio divampato in piena notte a San Procopio. Era da poco trascorsa la mezzanotte di domenica quando ignoti hanno dato alle fiamme una casa rurale situata non molto distante dal centro abitato. Ad accorgersi dell'accaduto è stato il proprietario, O. L., pensionato, di 76 anni. A Rosarno, invece, ignoti incendiavano l'autocarro Fiat O.M. 50, privo di targa per cessata circolazione e l'autocarro Fiat Iveco 175, entrambi di proprietà della ditta “Detercars lombardo”. I mezzi erano parcheggiati in una piazzale in località Zimbario dove la ditta detiene il parco degli automezzi. POLISTENA - «Bugiardi, zaraffi, incapaci, millantatori, eversivi». Non si sprecano i “complimenti all'indirizzo del gruppo consiliare Polistena nel Cuore. A ribattere a tempo di record alla minoranza è il gruppo di maggioranza Rilanciamo Polistena, che, probabilmente nottetempo, ha voluto replicare alla versione dei fatti fornita sui debiti comunali dagli ex amministratori. «Ancora parlate, interrogate, attaccate, scrivete manifesti di continuo come se nulla fosse, con un'indifferenza glaciale, come se voi del gruppo Polistena nel Cuore foste cosparsi di infinita verginità. Ma purtroppo per voi, tutti sanno, quali e quanti guai, in cinque anni avete combinato al Comune, dove la legalità e l'etica pubblica divenivano fattori opzionali legati agli interessi ed ai vantaggi personali di chi amministrava. E parlate d'incapacità, di scuola di partito? Proprio voi che, quando c'è da inventarsile coseo daimbrogliare la gente su cifre e fatti, potete far scuola a tutti. La vostra scuola non è la nostra scuola. Di questo ne andiamo fieri ed orgogliosi». «Avete fallito - conclude la nota del gruppo guidato da Fabio Racobaldo -, abbiate la dignità di mettervi da parte e lasciate amministrare noi, che diversamente da voi, abbiamo un unico interesse. Quello di risollevare Polistena dalle rovine che avete generato. Questa maggioranza, vostro malgrado, andrà avanti, e non si lascerà intimorire da nessuno, nè tantomeno dai vostri manifesti. Pur se nel momento più drammatico per i comuni italiani, ancora una volta, come sempre, sapremo dare risposte ai cittadini ed amministrare ad esclusivo servizio del popolo». fra. pap. PALMI - Al via ieri a Palmi, presso l'aula bunker del Tribunale, il maxi processo scaturito dall'operazione "Cosa mia" condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dagli agenti del Commissariato di Polizia di Palmi, che nel giugno del 2010 ha portato all'arresto di cinquantadue soggetti, accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata ad omicidi, estorsioni e danneggiamenti ed altri reati commessi nelle aree interessate ai lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Aula gremita, non solo per la presenza dei collegi difensivi ma anche per via della presenza di un folto pubblico di familiari degli imputati, che hanno letteralmente preso d'assalto lo spazio a loro riservato. L’amministrazione regionale e la Provincia di Reggio Calabria, ed i Comuni di Palmi e Seminara si sono costituite parte civile nel processo. Udienza di costituzione delle parti caratterizzata dalle eccezioni, sollevate dai collegi difensivi degli imputati, che hanno portato alla sospensione del processo per diverse ore, per consentire alla Corte d'Assise, presieduta da Silvia Capone (Spedale e Crea a latere) di consultarsi proprio sulle eccezioni. Ritardo nella notifica di conclusione di indagini ad uno degli indagati, oggi imputato, e questioni relative alla "necessita" di uno degli imputati, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Opera, di prendere parte fisicamente al processo, le prime due eccezioni sollevate dalle difese, cui il Pubblico Ministero della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, coadiuvato dal collega Giovanni Musarò, ha replicato giudicandole inopportune. Ben più seria la questione sollevata proprio contro la presidente della Corte, Silvia Capone che dovrà esprimere il suo giudizio sugli imputati del processo “Cosa mia”. La difesa degli imputati Rocco e Domenico Gallico, rappresentata da Francesco Cardone, ha infatti chiesto alla Capone di astenersi dal ruolo di presidente della Corte per incompatibilità, avendo la stessa Capone condotto l'interrogatorio di garanzia dell'imputato Domenico Gallico, in fase di indagine preliminare, il 17 giugno 2010. In tarda serata la Corte del tribunale di Palmi era ancora riunita per decidere sulle eccezioni preliminari sollevate dalle difese. Il processo "Cosa mia" è frutto di oltre due anni di investigazione condotta ai danni di esponenti delle 'ndrine affiliate alle famiglie Gallico-Morgante-Sciglitano-Sgro, operanti nell'area di Palmi e Seminara e che, secondo l'accusa, avrebbero tra l'altro messo le mani nei lavori di ammodernamento dell'A3. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Piana Martedì 15 novembre 2011 Operazione Braking. L’obiettivo è accertare la modifica dei dati. Indagine destinata ad allargarsi Sotto controllo i computer Nominato un esperto per controllare i pc sequestrati nei centri di revisione auto DAGLI AMBIENTI investigativi arriva la conferma: le indagini sulle false revisioni auto non si fermano alle ventuno persone accusate di falso e ai sette centri sequestrati venerdì scorso dalla Polizia Stradale. L’inchiesta, denominata “Braking” (ossia “Frenata”) e diretta dal pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, è destinata infatti ad allargarsi a quella parte dei proprietari che hanno consapevolmente affidato le loro automobili ai centri sotto inchiesta per passare agevolmente la revisione. Il sospetto di fondo, per come si legge nell’ordinanza firmata dal gip Livio Cristofano, del tribunale di Cosenza, è che nei centri di revisione sotto accusa «o si provvedeva (per quanto riguarda i 1133 casi contestati agli indagati, ndr) direttamente a farsi consegnare dai clienti unicamente i libretti di circolazione delle autovetture, le quali non venivano materialmente neanche condotte in azienda, adoperandosi, dopo qualche giorno, ad apporre l'attestato di avvenuta revisione con esito regolare, oppure ci si avvale- L’interno di uno dei sette centri di revisione auto da venerdì scorso sotto sequestro preventivo va di meccanici compiacenti che si facevano consegnare dai clienti esclusivamente il documento di circolazione, provvedendo successivamente a curare l'attività di revisione presso la struttura facente capo agli indagati o, infine, non si effettuavano tutte le operazioni tecniche necessarie per la revisione del veicolo (tra cui i controlli dei gas di scarico e dell’impianto di frenatura) all'insaputa degli ignari proprietari». «In particolare - scrive sempre il gip nella sua ordinanza - quest'ultimo è risultato il metodo maggiormente utilizzato dagli indagati». A proposito degli ignari proprietari, secondo il comandante della Sot- tosezione di Cosenza Nord, Straface, possiamo parlare di una percentuale prossima all'20%. Una percentuale bassa e che porta, per quanto riguarda il restante 80%, alle nuove ipotesi investigative. Per vederci ulteriormente chiaro sulla vicenda delle revisioni il pm Tridico ha nominato come proprio consulente un ingegnere informatico. A questo ultimo è stato dato il compito di esaminare i computer posti sotto sequestro dalla Polizia Stradale nei sette centri di revisione. Lo scopo è quello di accertare se i dati comunicati al ministero dei Trasporti siano stati davvero alterati. I centri sequestrati, ricordiamo, sono “Tiano Revisioni” di Cosenza, “Socel snc” di Cosenza, “Autocentro di Rende e Capone” di Montalto Uffugo (Cs), “Mattia srl” di Torano Castello (Cs), “Lappano Bruno srl” di Rende (Cs), “Besidiae” di Bisignano (Cs) e il “Centro di revisioni Carrozzino Daniele” di Castiglione Cosentino. Le indagini di “Braking” sono state condotte e portate a termine dall'unità di polizia giudiziaria della Polizia Stradale di Cosenza Nord, ossia dall'ispettore capo Bonifacio Venuto, dagli assistenti capo Gianluca Marrelli, Mario Lorenzi, Gianluca Guzzi e Antonio Giovanni Palermo, coordinata dall'ispettore capo Angelo Straface. r. gr. Iniziativa della commissione Diritto di famiglia dell’Ordine Doveri coniugali, confronto tra esperti in tribunale di GIULIA FRESCA «CON l'espressione illecito endofamiliare si intende l'illecito commesso da un familiare a danno di altro soggetto appartenente alla medesima cerchia domestica, differenziandosi dall'illecito esofamiliare, ove l'illecito è commesso da un terzo estraneo a danno di uno dei componenti del nucleo familiare». Su questi termini che ormai stanno entrando nell'uso comune la Commissione Diritto di Famiglia del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Cosenza, presieduta da Rosanna Caruso, ha organizzato, ieri mattina presso la biblioteca del Tribunale, un seminario sul tema “Violazione dei doveri coniugali: addebito e risarcimento del danno”. «Questo seminario coglie uno degli obiettivi che si era posto il Consiglio - ha detto il presidente dell'Ordine degli Avvocati, Oreste Morcavallo - ovvero sollecitare l'attenzione sulle diverse problematiche tenuto conto che esiste una concreta difficoltà a colloquiare con il nostro legislatore. Non dobbiamo limitarci ad una protesta bensì ad avanzare proposte così come facciamo attraverso l'Organismo unitario dell'avvocatura con il nostro consigliere nazionale Lucio Chimento». Fondamentale per il seminario, la relazione del docente di Istituzioni di Diritto Privato dell'Università Magna Grecia, Roberto Amagliani, che ha rappresentato la delicatezza dell'argomento considerato che «la forte presenza del diritto di famiglia a livello massmediatico fa si che i nostri clienti siano “avvertiti”della tematica. Per anni l'illecito civile commesso all'interno della famiglia è ri- Alcuni momenti dell’incontro di ieri masto confinato nella mura domestiche - ha detto Amagliani - e le azioni di risarcimento danni per gli illeciti endofamiliari erano rarissime. La giurisprudenza era contraria, ma prima ancora erano gli stessi danneggiati - soggetti deboli, ad essere restii a promuovere le azioni risarcitorie. Si diceva “la famiglia è un'isola che può essere solo lambita dal diritto” e l'ordinamento non deve intromettersi nelle vicende di natura familiare» Ad entrare nel merito il presidente del tri- bunale di Cosenza, Rosa Scotto Di Carlo e l'avvocato del Foro di Catanzaro, Lanfranco Calderazzo. Dall'incontro è emerso che la dottrina e la giurisprudenza hanno iniziato a riconoscere l'esistenza di “nuovi danni” all'interno della fami- glia, in considerazione della centralità assunta dalla persona nell'universo giuridico, sia come singolo, sia nell'ambito delle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, prima tra tutte la famiglia, in rapporto al coniuge ed alla prole. Organizzato dalla direzione calabrese della Rai con il Coordinamento sedi Un workshop sui servizi digitali UN workshop sui "Servizi digitali per lo sviluppo territoriale" promosso dalla direzione calabrese Rai in collaborazione con la Direzione Coordinamento Sedi è in programma domani, alle ore 15, nella sede regionale a Cosenza. «L'iniziativa è stata assunta dalla direzione calabrese dell'emittente pubblica in corrispondenza del bando regionale Pisl (Progettazione integrata sviluppo locale) su turismo, mobilità, etnie. Il bacino d'interesse riguarda la Regione Calabria e le amministrazioni provinciali, attraverso le rispettive "agenzie in house", i comuni e le comunità montane, gli enti parco, gli enti gestori di aree protette, le associazioni ambientaliste, le università e gli istituti scolastici, gli enti di ricerca pubblici e privati, i parchi scientifici e tecnologici, enti e soggetti per la promozione del turismo, enti o soggetti concessionari o affidatari o Il digitale terreste gestori di servizi e infrastrutture pubblici o di pubblica utilità, imprese e loro consorzi, organizzazioni non governative, agenzie di sviluppo locale». E’il direttore della sede calabrese della Rai, l'ingegnere Demetrio Crucitti, a spiegare l'iniziativa: «La Rai è un'azienda multiservizi - ha detto - in grado di realizzare, oltre all'informazione giornalistica, una programmazione specifica per valorizzare il territorio. Essa è anche multipiattaforma, ossia un soggetto in grado di offrire prestazioni di qualità attraverso l'applicazione delle più avanzate tecnologie in funzione dello sviluppo e della modernizzazione del territorio. Con il workshop la Rai calabrese intende offrire un contributo ai beneficiari del bando Pisl per consentire una migliore conoscenza delle opportunità che derivano dall'utilizzo delle innovazioni attraverso l'uso di Internet mobile, della Web tv, del satellite, della televisione digitale terrestre». Al workshop sarà presentato il Progetto Europeo Biblioteca dello Spettacolo e Tecnologie per i Musei ed il modello dell'Auditorium Museo Strumenti Musicali in collaborazione con RaiTeche. g. f. Camere penali Avvocati in astensione «Difesa aggredita» TRIBUNALE praticamente senza avvocati penalisti, ieri mattina a Cosenza, che hanno dato inizio alla loro protesta, che durerà fino a sabato. Anche la Camera penale bruzia ha infatti aderito alla manifestazione di dissenso che sta interessando tutta l’Italia. Ci si asterrà dalle udienze e da ogni attività giudiziaria per denunciare «la gravità dell'attacco in corso alla funzione difensiva» e ricordare che il diritto alla difesa, «uno dei diritti primari della persona sanciti dalla Costituzione», costituisce «un caposaldo dello Stato democratico». La protesta, ha sottolineato l'Unione delle Camere Penali, vuole pure «sollecitare al nuovo governo e comunque alla politica una riforma forense che sia rispettosa del fondamentale principio di indipendenza dell'avvocatura oltre che la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia». Ieri di questo e di altro si è parlato nell’aula della Corte di Assise del tribunale di Cosenza, nel corso di un’affollato assemblea organizzata dalla Camera penale bruzia: «Stiamo assistendo ha detto il presidente L’avv. Manna Marcello Manna - ad un vera e propria aggressione al diritto di difesa, che ormai in Italia non esiste più». Manna ha proposto all’assemblea una sorta di libro («non sappiamo ancora se denominarlo “bianco” o “nero”») sul quale appuntare «gli atteggiamenti ostili che alcuni magistrati tengono nei confronti dell’avvocato. Il magistrato - ha spiegato il presidente della Camera penale di Cosenza - deve offrire un servizio, non esercitare un potere. Noi avvocati puntualmente ci scontriamo con questa realtà. E’ vero, ci sono bravi magistrati che offrono i loro servizi, ma altri che si concentrano solo sul potere». Durante l’assemblea di ieri è stato a tal proposito citato il caso dell’avvocato dell’imprenditore Tarantini, convocato dalla Procura di Napoli per riferire chi gli ha dato l’incarico difensivo e chi lo ha pagato. «L’autorevolezza dell’avvocatura - ha proseguito Manna - è una cosa seria. La nostra protesta - ha inteso precisare - non è corporativa, ma è rivolta al cittadini sottoposti al processo. Lo hanno capito i detenuti, che hanno deciso di aderire al nostro dissenso». r. gr. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 23 Martedì 15 novembre 2011 Martedì 15 novembre 2011 34 REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected] Il retroscena: «L’incarico mi fu proposto da due professionisti. Perché non l’hanno detto in aula?» Puma, l’autodifesa di Bumbaca Dichiarazioni spontanee dell’ex amministratore del villaggio Praialonga di ANTONIO ANASTASI L’INTERVENTO «SONO qui per chiarire la mia posizione, così assurda e inverosimile». E' iniziata così l'autodifesa di Luigi Bumbaca, ex amministratore dei villaggi Praialonga, Santa Cristina e Costa del Turchese, imputato chiave del processo Puma per il quale il pm Pierpaolo Bruni ha chiesto una condanna a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento, corruzione, voto di scambio, abuso d'ufficio. Facendo dichiarazioni spontanee davanti al Tribunale penale di Crotone, Bumbaca ha contestato la sua presunta appartenenza alla 'ndrangheta. «Appartengo a una famiglia per bene. Sono cresciuto con accanto le divise dei carabinieri. Mio padre è stato carabiniere e nell'Arma si è arruolato anche mio fratello che a Isola Capo Rizzuto ha comandato da luogotenente la Stazione locale e ha combattuto la mafia». Bumbaca ha ripercorso la sua attività trentennale di gestione di villaggi turistici e ha ricordato di aver avuto «modo di conoscere certe persone, che poi sono state arrestate». E ha affermato di non voler, in un primo tempo, accettare l'incarico di Praialonga, che gli fu proposto dall'architetto Mimmo Calabretta e dal medico Lucio Cosentino. Il primo è stato assolto in via definitiva nel troncone del processo col rito abbreviato, il secondo è coimputato di Bumbaca col rito ordinario. «Sono dei professionisti e dei galantuomini, ma sarebbero stati ancora più galantuomini se fossero venuti in aula a dire come stanno le cose». Le cose, secondo Bumbaca, stanno così. «Vennero da me e mi dissero che ero la persona più adatta a gestire Praialonga, dove le cose non andavano bene. Io non volevo accettare perché Stefano Forleo era mio amico e non volevo togliere il pane a nessuno. Ma su insistenza accettai, anche perché Calabretta, che sembrava fosse stato indicato, non voleva accettare per i suoi impegni professionali». Bumbaca ha aggiunto di aver trovato, appena si insediò, un lungo elenco di debiti. I crediti con i condomini, poi, «spesso risalivano a dieci anni fa ed erano prescritti. Ci si sarebbe rimesso anche a spedire le lettere perché poi gli avvocati bisogna pagarli». Ma Bumbaca, sottoposto alla sorveglianza speciale, ha segnalato al Tribunale che per quattro volte è stata rigettata la sua richiesta di sottoporsi ad alcuni accertamenti all'ospedale San Raffaele di Milano relativi ad una patologica cardiaca congenita. E ha ricordato il dramma vissuto dalla sua famiglia. «Sbattuti in prima pagina io e mio figlio Antonio, che all'epoca era un laureando in ingegneria informatica». Ma sul documento dal quale Luigi Bumbaca ha tratto i dati relativi alla situazione debitoria di Praialonga, a suo dire consegnatogli da Regione e Comune di Isola come il Gattopardo che, essendo lo stesso Forleo presente, il documento fosse sottoposto a lui per verificarne l’autenticità. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Labonia, non ha però ritenuto di acquisire il documento considerandolo superfluo ai fini della decisione. La posizione di Antonio Bumbaca è stata trattata poi dall'avvocato Viscomi, mentre in mattinata è intervenuto in difesa di Giovanni Puccio l'avvocato Ernesto D'Ippolito che in aula ha annunciato di aver concluso così 56 anni di avvocatura. All’evento c’erano anche i genitori di Dodò Denuncia di Telecom All’allenamento di Rizziconi un po’ di Crotone Il prefetto Gallo e l’orafo Sacco mostrano la creazione antimafia C’ERA anche un po’ di Crotone a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, nell’appuntamento che ha visto protagonista la nazionale di calcio su un campo confiscato alla ‘ndrangheta. C’erano a Rizziconi i genitori di Dodò Gabriele, il bimbo di 11 anni ferito mentre giocava in un campo di calcetto e morto tre mesi dopo, a cui è stato dedicato il mini torneo. Presente come commissario del Comune, Fabbrizio Gallo, per tanti anni capo di gabinetto della prefettura di Crotone. Per questa occasione, alle richieste del pm. Per la serie non intendiamo esporci più di tanto. Chiediamo un risarcimento, ma ci mettiamo solo mezza faccia. Anzi, neanche quella. Ed è qui che la Gattopardesca mentalità di questo territorio mostra il suo ghigno. Che senso ha organizzare convegni ed incontri, andare in televisione e riempirsi la bocca della parola antimafia se non si ha il coraggio di mostrare la propria faccia in Tribunale durante un processo del genere?. Come si può chiedere al cittadino comune di denunciare, resistere e cambiare mentalità se le istituzioni danno un esempio palesemente opposto? Domande che andrebbero poste al Governatore Giuseppe Scopelliti. Ma qualora si trovasse qualcuno disposto a fargliele, probabilmente non risponderebbe. Come non risponde a chi gli chiede delle informative della Dia, in cui viene dato conto delle sue presunte frequentazioni con mafiosi. Sarebbe bene porre le stesse domande a Carolina Girasole, sindaco di Isola Capo Rizzuto, diventata un’icona della lotta alla ‘ndrangheta dopo le intimidazioni ricevute dalle cosche, a seguito della sua opera come sindaco di Isola. Perchè un primo cittadino che, come racconta lei stessa intervistata un anno fa dal Fatto Quotidiano, “ha messo in discussione tutto: rifatto vecchi bandi di gara, rivisto appalti e concessioni e soprattutto messo le mani su tutte le lottizzazioni”, stavolta non ci ha messo la faccia? Domande dirette che non vengono solo da chi scrive, ma da chi ancora vuole credere ad una frase abusata e diventata per molti vuota come “riscatto sociale, culturale ed economico di un territorio”. Senza tutto questo, le condanne penali sono inutili, perchè non fermano il meccanismo tanto stantio quanto perverso che manda avanti questa città, questa provincia, questa regione. Stefano Forleo testimone di giustizia «Un errore per gli enti la rinuncia a discutere» Il villaggio turistico Praialonga Forleo, si è registrata l’opposizione del pm Bruni e del difensore di Forleo, l’avvocato Attilio Scola. Sia il pm che l’avvocato Scola hanno rilevato che il documento non era firmato. L’avvocato Gregorio Viscomi, difensore di Luigi Bumbaca, ha chiesto “TUTTO cambia, affinchè nulla cambi”. E’ il senso del discorso che Don Fabrizio, il principe di Salina, fa nel Gattopardo. Secondo i critici letterari era il manifesto della sicilianità redatto dall’autore, Tomasi di Lampedusa. E’ passato oltre mezzo secolo dalla pubblicazione del romanzo, ma un pò come i testi di Rino Gaetano, quelle parole sono attualissime se sovrapposte al nostro territorio. Cosa cambia, cosa muta realmente nella nostra città? I burattinai e gli interessi sono sempre gli stessi, come chi ci mette la faccia e subisce le conseguenze. E’ inutile aspettare un vento nuovo, inutile attendere che là dove non arriva la politica arrivi la magistratura. Le condanne in un’aula di Tribunale non hanno un peso sulla vita dei cittadini, perchè costringono a cambiare i musicisti ma lo spartito rimane tragicamente lo stesso. E’ attesa nei prossimi giorni la sentenza del Tribunale sul processo “Puma”. Il sostituto procuratore PierPaolo Bruni ha chiesto 23 condanne per complessivi 118 anni di carcere. Sarà il collegio giudicante ad esprimersi in merito, non è questo che ci interessa ora. Chi si è voluto fare un’idea senza pregiudizi sulla vicenda Praialonga lo ha già fatto da tempo. Chi ha visto e sentito, chi non si è tappato i sensi, ha già la risposta senza attendere che la giustizia faccia il suo corso. Ma comunque vada a finire questo processo, nulla cambierà. Una sentenza attira l’attenzione per 2448 ore, poi si torna alla routine della vita di tutti i giorni. Una routine fatta di compromessi al ribasso e di coscienze disattivate. Le belle parole pronunciate contro la ‘ndrangheta sono come l’arcobaleno che spunta all’orizzonte mentre continua a piovere: danno speranza, ma ci si continua a bagnare. La Regione Calabria e il comune di Isola Capo Rizzuto sono parte civile nel processo Puma. Entrambe, con grande sprezzo del ridicolo, si sono rimesse inoltre, «all’orafo Gerardo Sacco da sempre pronto a far conoscere il volto positivo e sano della Calabria, è stato chiesto di realizzare un segno che potesse esprimere il significato di questa importante iniziativa. L’orafo - si legge in una nota - ha così ideato un’opera in argento su base di cristallo, interamente realizzata a mano, con riprodotto un ragazzo nell’atto di colpire un pallone, dove la gamba è rappresentata dalla Calabria, che anche grazie a queste iniziative, “tira” un calcio alla ‘ndrangheta». Rubati altri 400 metri di rame TELECOM Italia ha reso noto di aver presentato denuncia-querela all’autorità giudiziaria in relazione a un furto di cavi, avvenuto lo scorso 13 novembre in contrada Passovecchio. Sconosciuti hanno divelto circa 400 metri di rame, abbattendo anche dieci pali lungo la linea telefonica. I tecnici di Telecom Italia sono tempestivamente intervenuti sul posto per ripristinare il cavo rubato e riattivare progressivamente tutte le diverse linee coinvolte, il cui ripristino è previsto già a partire da oggi. In merito ai conseguenti disservizi verso la clientela, «l’azienda - è detto in un comunicato - sottolinea di essere parte lesa rispetto ad un fenomeno che si sta verificando con frequenza e gravità». Considerata la complessità della situazione, l’azienda assicura «una proficua collaborazione con le forze dell’ordine al fine di assicurare una tempestiva ed efficace attività di contrasto e mettere in atto ulteriori azioni di prevenzione volte ad arginare il fenomeno, attivandosi nel contempo per ridurre al minimo i disagi per i propri clienti». «Condanne inutili senza riscatto sociale» E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Crotone Operazione Business Cars. Oltre 40.000 euro in contanti, più cambiali per 19.000 euro e altro Trovati banconote e assegni Perquisizione di Carabinieri e Finanza nella casa di Giovanni Battista Tassone di GIANLUCA PRESTIA Pizzo. Lo sostiene Enzo Ceravolo (Pdci) NEL corso di una perquisizione effettuata dagli uomini della sezione polizia giudiziaria della Procura sono stati rinvenuti in casa di Giovanni Battista Tassone denaro contante, assegni e documenti bancari di vario tipo, nonché rogiti. L'attività è stata svolta quasi in contemporanea con l'operazione “Business Cars” che ha portato all'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare, tra carcere e domiciliari, nei confronti di altrettante persone accusate di aver messo sotto usura due titolari di autosaloni e un commerciante, tutti residenti nella provincia vibonese. Nello specifico, l'attività coordinata dalla procura della Repubblica di Vibo e condotta dal personale di Carabinieri e Guardia di Finanza ha portato alla scoperta di circa 40.000 euro in contanti occultati, a mazzetti di 5000 euro ciascuno, in vari punti dell'abitazione di Tassone. In particolare questi erano avvolti in un primo stato di carta assorbente e in un secondo di carta stagnola. Unitamente al denaro sono state rinvenute varie cambiali per un totale di 19.000 euro, assegni privi del soggetto beneficiario, documenti bancari di varia tipologia, rogiti notarili, e compromessi di vendita. Gli investigatori ritengono che tutto il materiale fosse il provento dell'attività illecita messa in atto da Tassone e dagli altri componenti del gruppo dei vibonesi. Le indagini restano, comunque, in corso per individuare altre vittime dell'azione usuraria verso le quali gli inquirenti, riprendendo l'appello del procuratore capo della Repubblica di Vibo, Mario Spagnuolo, rinnovano «Migliorare il sistema dei trasporti su strada e su rotaia» Le banconote e gli assegni trovati in casa di Giovanni Battista Tassone (sotto un suo primo piano) l'appello a collaborare con le forze dell'ordine per far emergere ulteriori elementi probatori a carico degli indagati ed individuare altri presunti responsabili. Secondo le risultanze investigative, che hanno superato lo “scoglio” del gip MUSEI ⊳ PRONTO SOCCORSO ⊳ 43350 MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE 337015 MUSEO STATALE DI MILETO 42040 MUSEO DELL'ARTE SACRA 391221 MUSEO DELL'EMIGRAZIONE del tribunale di Vibo Valentia, Giovanni Battista Tassone viene indicato dagli inquirenti come il vertice del gruppo che avrebbe, messo sotto usura le vittime. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vibo, Gabriella Lupoli, OSPEDALE JAZZOLINO Pronto soccorso 962235 Centralino 962111 Portineria 962337 suem 118 - 962518 Rianimazione 962230 - 962229 Posto di polizia 962238 GUARDIE MEDICHE 70608 Vibo Valentia MUSEO DELLA CERTOSA 118 096341774 Ambulanze 534903 Croce Rossa Italiana MUSEO DEL MARE soccorsoviboneseBaldo 43350 FARMACIE BIBLIOT. CALABRESE 351275 - 352363 (fax) ARIGANELLO CASTELLO NORMANNO MUSEO MARMI SORIANO faceva riferimento alle dichiarazioni rese dalle vittime che ricostruiscono in termini precisi e circostanziati i suoi rapporti con il gruppo. «Da quelle dichiarazioni è stato possibile ricostruire i reati fine dell'associazione, le cui modalità, come già evidenziato, sono sintomatiche dell'esistenza del sodalizio criminale. Le intercettazioni telefoniche, poi, consentono di cristallizzare i rapporti all'interno del gruppo associativo e di focalizzare il ruolo di comando assunto da Tassone. In più, sempre in base a quanto riportato nell’ordinanza a firma del gip Gabriella Lupoli, i documenti sequestrati nel corso dell'attività di Polizia giudiziaria, nella disponibilità dell'indagato, «che inequivocabilmente dimostrano i non occasionali, ma anzi stabili e coordinati, collegamenti con gli altri sodali». 0963-351002 CENTRO SISTEMA BIBLIOTECARIO 547557 BIBLIOTECA COMUNALE 599278 via Mesima, 21 CENTRALE c.so Vittorio Emanuele DAVID via Scannapieco (Vena Superiore) DEPINOpiazzaSanLeoluca Buccarelli via Popilia IORFIDA via V. Industria 43843 472079 596494 42042 263124 42183 592402 572581 IL RE LEONE - 3D 16,00 - 17,50 - 19,40 - 21,30 LEZIONI DI CIOCCOLATO 17,00 - 19,15 - 21,30 IMMORTALS 17,00 - 19,15 - 21,30 I SOLITI IDIOTI 21,30 EMERGENZE ⊳ TANTI AUGURI ⊳ A MARIATERESA MATINA i migliori auguri per i tuoi primi 50 anni. Noi tutti te ne auguriamo ancora tanti, grazie per tutto ciò hai fatto e continui a fare per noi. Con te abbiamo un grosso debito che non riusciamo mai a ripagare. Grazie di esistere e a darci la forza per lottare a raggiungere i nostri sogni. Sei una mamma, nonna e moglie eccezionale». La tua amata famiglia Virdò,i nipoti e i generi. A MARIA STELLA DE LIA, che oggi presso l'Università di Roma Tre conseguirà la laurea Magistrale in “Filologie, Letterature e Storia dell'Antichità”: «Bravissima dottoressa, eravamo più che certi che ce l’avresti fatta a conseguire questo importante obiettivo. Siamo fieri di te». da Mamma, papà ed Emy. Se avete da segnalare un lieto evento (ricorrenze, lauree, nozze, nascite) da pubblicare in questa rubrica, inviate un fax al numero 0963/472059 oppure una mail all’indirizzo [email protected] CINEMA ⊳ MODERNO via E. Gagliardi 41173 sono lasciate le stazioni di GIUSEPPE CULTRERA ferroviarie situate lungo PER risollevare e far de- la cosiddetta “Costa degli collare il turismo locale è Dei”, in particolare da anche indispensabile mi- Francavilla Angitola a Nigliorare il sistema dei tra- cotera: «Mentre in altre losporti su strada e su ferro- calità che non sono nemmeno turistiche - osserva via. Ne è convinto Giuseppe le stazioni ferroviarie venCeravolo, responsabile gono valorizzate, qui da provinciale del settore tra- noi si assiste al degrado sporti del Pdci di Pizzo, il più completo, che poi sfoquale, ovviamente, punta cia, addirittura, in atti di il dito contro lo stato preca- teppismo, come quello che rio (lunghe code e cantieri è accaduto qualche giorno interminabili) dell'auto- fa nella stazione ferroviastrada Salerno-Reggio Ca- ria di Vibo Marina, dove sono stati inlabria e concendiati e ditro l'attuale strutti dei vasituazione goni che da preoccupanalmeno un te che investe anno erano il trasporto in sosta nel su rotaia, sul quinto binaquale, a suo rio». giudizio, ocIn conclucorrerebbe sione, seconpiuttosto indo l’esponenvestire «per te del Pdci, potenziare «questi soprattutto il scempi ed imtrasporto delperdonabili le merci onde trascuratezcreare le conze rimangodizioni per al- Giuseppe Ceravolo no impressi a leggerire il flusso di mezzi pesanti che quei turisti che si vedono circola nelle nostre strade ancora in giro per i nostri e autostrade. In altre parti luoghi, e che porteranno d'Europa - evidenzia Cera- come souvenir anche una volo - vengono trasportati, bella foto dei vagoni incensia su rotaia che via mare, i diati. E se a tutto questo vi mezzi pesanti completi di aggiungiamo l'ulteriore automotrice, con un ri- taglio di treni a lunga persparmio enorme di ener- correnza, previsto entro la gia e, soprattutto, di vite fine dell'anno anche nel territorio vibonese, c'è umane». Quindi, ritornando al davvero da stare poco soprattutto contesto vibonese, Ceravo- tranquilli, lo lamenta lo stato di incu- quando pensiamo al futuria e di abbandono in cui ro dei nostri figli». Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del Fuoco 115 Aci Soccorso stradale 116 Guardia di finanza 117 Pronto soccorso 118 Polizia Municipale 599606 Polizia Stradale 996611 Soccorso in mare 1530 Corpo forestale 1515 Amb. Polistena O. 0963/94420 S.o.s. Violenza389-6464224 NUMERI UTILI ⊳ FFSS Informazione viaggiatori 892021 PRO LOCO 45300 MUNICIPIO (Centralino) 599111 (Numero Verde) 167-276400 (Uff.rela. con il pubblico) 599285 CORPO FORESTALE DI STATO 311022 AEROPORTO di Lamezia Terme 0968/414111 CAPITANERIA DI PORTO 572004 QUESTURA 965111 Carabinieri guardia di finanza PREFETTURA Nuovo complesso penitenziario 592404 42160 965111 262122 servizio guasti Acqua 42991 - 599261 Enel 800 900800 italGas 800 900999 Telecom Italia 182 utilità sociale consultorio familiare via Gentile 591272/591206 Telefono AZZURRO linea di emergenza 19696 ser.t. (ospedale Tropea) 61366 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZE 45019 Comunità TOSSICODIPENDENTI maranatha' 336566 avis 43069 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Vibo 23 Martedì 15 novembre 2011 dal POLLINO allo STRETTO calabria ora MARTEDÌ 15 novembre 2011 PAGINA 7 REGGIO CALABRIA Prima il pentimento di Marco Marino che promette sorprese di non poco conto, poi i risultati dell’incidente probatorio che mettono dei grandi punti interrogativi sui riscontri alle dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice. L’inchiesta sulla stagione delle bombe a Reggio Calabria, ormai è chiaro, è entrata in una fase cruciale. Dopo l’emissione di provvedimenti di custodia cautelare da parte della Dda di Catanzaro, guidata da Vincenzo Lombardo, sembrava che tutti i rilievi fondamentali dell’indagine fossero palesi, con delle precise responsabilità da ascrivere ai soggetti chiamati in causa dalle parole del “nano”. Ma adesso pare proprio che le carte in tavola possano cambiare, anche se dalla procura di Catanzaro non giungono particolari novità. Si lavora sodo, questo è chiaro, ma una novità ulteriore sarebbe dietro l’angolo: l’intervento diretto della Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso. Tra le competenze della Dna, infatti, oltre ad un lavoro di coordinamento e di raccordo, vi è anche quella di impulso alle diverse Procure distrettuali. E sembra proprio che Grasso ed i suoi sostituti si occuperanno ben presto, ed in maniera diretta, di quanto è avvenuto a Reggio Calabria nell’anno della tensione, ovvero tra il 3 gennaio ed il 6 ottobre 2010. L’interessamento diretto e concreto dei magistrati di via Giulia appare come qualcosa più di una semplice ipotesi. Non si possono dimenticare, del resto, le accorate parole pronunciate dal procuratore generale Salvatore Di Landro, proprio dalle colonne di CO: «Temo ancora per la mia vita» disse senza mezzi termini il pg reggino. Parole che diventarono sempre più realistiche in occasione della visita del ministro della Giustizia, Nitto Palma in riva allo Stretto, il quale spiegò che Di Landro aveva tutte le ragioni per non sentirsi al sicuro. Il procuratore motivò tale stato d’animo con la circostanza che l’ultimo livello (i mandanti) degli attentati alla Procura generale, a casa dello stesso Di Landro ed a Pignatone con il bazooka al Cedir, non era stato ancora scovato. In buona sostanza, secondo il pg manca l’identità della persona che materialmente ha ideato questa strategia criminale. Qualche tempo dopo l’intervista rilasciata da Di Landro, è arrivato il pentimento di Marco Marino. Si tratta di uno dei rapinatori condannati all’ergastolo nell’ambito dell’omicidio di Luigi Rende, guardia giurata freddata il 1 agosto 2007, durante una rapina. Proprio quel processo venne indicato come possibile movente della bomba fatta esplodere in pro- Bombe a Reggio La parola passa a Piero Grasso? Appare imminente l’intervento della Dna per fare luce sulla strategia della tensione GARANZIA Il capo della Direzione nazionale antimafia, Piero Grasso: la sua struttura investigativa potrebbe a breve occuparsi della strategia della tensione inaugurata il 3 gennaio del 2010 con la bomba alla Procura generale e proseguita quasi per tutto l’anno cura nelle ore immediatamente successive al fatto. Si seguì la pista che conduceva ai Serraino (tra l’altro Marino viene ritenuto soggetto vicino a tale cosca), fino a quando non fece “irruzione” sulla scena il collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice, che indicò in Antonio Cortese e Vincenzo Puntorieri gli autori materiali di quanto era avvenuto in via Cimino e non soltanto. Secondo Lo Giudice, il processo Rende non c’entrava nulla, ma era una ritorsione della sua famiglia verso uomini delle istituzioni che non avrebbero soddisfatto delle aspettative del fratello Luciano, di rimanere immune da provvedimenti giudiziari. Tesi che non trovò mai alcun riscontro, almeno fino ad oggi, e che cozza in modo piuttosto chiaro anche con le prime risultanze scientifiche venute fuori dall’incidente pro- l’allarme/1 batorio sui reperti degli attentati. In buona sostanza se è vero che, come afferma Lo Giudice, fu Cortese a fare quella telefonata che avvertiva del bazooka al Cedir, l’incidente probatorio esclude tale ipotesi non riconducendo la voce registrata a quella di Cortese; se è vero che fu proprio lui a maneggiare il bazooka stesso, dall’esame probatorio non emerge alcun frammento d’impronta digitale che possa essere comparato. Ergo: non esiste, allo stato e per quanto di pubblico dominio, alcuna possibilità di avere certezze scientifiche che proprio Cortese fu l’autore materiale dei fatti contestati. Rimane solo un aspetto da analizzare e sarà quello che i periti faranno nel corso della prossima udienza: il video che ritrae gli autori dell’attentato del 3 gennaio. Occorrerà vedere se vi sono delle corrispon- A Catanzaro i magistrati della Dda guidata da Vincenzo Lombardo lavorano sodo Ma sarebbe ormai dietro l’angolo l’intervento diretto della Dna: la struttura coordinata da Piero Grasso sarà chiamata ad occuparsi di ciò che accadde a Reggio Calabria tra il 3 gennaio e il 6 ottobre del 2010 con gli attentati prima a Di Landro e poi a Pignatone denze antropometriche tra Cortese e Puntorieri ed i due che stavano sullo scooter quella notte. È chiaro, allora, che i punti oscuri sulla bomba di via Cimino aumentano con il passare delle settimane, così come ancora poco o nulla si è saputo di più attendibile su quanto avvenuto la notte del 26 agosto in via Rosselli, casa del procuratore Di Landro, quando una bomba devastò l’ingresso dell’abitazione del magistrato. Infine la questione bazooka che mostra molti lati irrisolti e tutti ancora da chiarire, come l’interrogativo principale: ci sono particelle ternarie sull’arma che avrebbe sparato? A ciò si aggiunge il pentimento di Marco Marino, persona che forse conosce qualcosa che potrebbe risultare assai interessante ai fini investigativi. Proprio su tutte queste circostanze dovrà concentrarsi l’attenzione dei magistrati della Dda guidati da Vincenzo Lombardo. Esattamente sui medesimi punti verterà il quasi certo intervento della Direzione nazionale antimafia. La verità, del resto, va cercata sino in fondo e ad oggi sembra che alle parole di Lo Giudice corrispondano solo dei riscontri parziali contrastati dai dati scientifici che danno, in parte, ragione alla difesa. Cosa accadrà? È ancora presto per dirlo, ma pare proprio che la verità, tutta la verità, sulla stagione delle bombe debba ancora essere scritta e raccontata. CONSOLATO MINNITI [email protected] l’allarme/2 Parlamento a rischio... ’ndrangheta La mala calabrese ha la sua cupola Gratteri: «Molti capimafia sono incensurati. Possono essere eletti» Pignatone: «Le cosche si riorganizzano. La società civile reagisca» COSENZA «Ci sono molti incensurati che sono capimafia e che, quindi, possono essere eletti o nominati in Parlamento», ma né l’attuale sistema elettorale né la reintroduzione delle preferenze «possono arginare questo pericolo di inquinamento». Lo ha detto Nicola Gratteri (foto) a margine di un incontro organizzato dalla Provincia di Firenze. «Il sistema elettorale attuale ha creato dei nominati e non degli eletti. Nella sostanza 7, 8 persone hanno determinato la composizione del Parlamento», quindi «non sono stati rappresentati i bisogni e i voleri delle persone»; e poi «molti parlamentari non sono espressione del territorio sul quale sono stati nominati: con la Seconda Repubblica non ho visto i cambiamenti necessari per la nostra società. Paradossalmente quindi possiamo pensare: qual è la differenza tra avere sei mafiosi “doc” in Parlamento, rispetto al prodotto che si è avuto fino ad oggi? Non mi pare che sia un grande rischio, visti i risultati» ha aggiunto Gratteri, secondo cui «per mesi si è discusso di problemi inesistenti». Infine rispondendo ai giornalisti, in merito alla forza reale che potrà avere il nuovo Governo tecnico sulle questioni legate alle mafie, Gratteri ha spiegato: «Vediamo quali poteri avrà, dal punto di vista sostanziale cosa potrà fare, quali saranno gli spazi di manovra». COSENZA Anche la mafia calabrese ha la sua Cupola. «Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della ’ndrangheta che, pur mantenendo l’articolazione familiare, ha al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impartisce le direttive strategiche ed è in grado di farle rispettare». A spiegarlo il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone (foto), in un’intervista ad “ASud’Europa”, settimanale del Centro Pio La Torre. «Oggi ci troviamo di fronte ad un’organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi economici e dell’espansione in Italia e nel mondo pur mantenendo come centro opera- tivo la provincia di Reggio». A fornire il quadro della nuova struttura «una serie di operazioni realizzate nel 2010 e soprattutto quella condotta in collegamento con la Dda di Milano (“Il Crimine”) che hanno dipinto il quadro della situazione attuale della ’ndrangheta, completamente diversa dalla ricostruzione effettuata dalle sentenze di 10-15 anni fa, che descrivevano una ’ndrangheta tradizionale, formata da famiglie non collegate tra loro se non occasionalmente». Per il procuratore Pignatone, infine, è «essenziale che la società civile del nord combatta in tempo il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella società e nell’economia». 10 MARTEDÌ 15 novembre 2011 D A L P O L L I N O A L L O calabria ora S T R E T T O le esequie CORIGLIANO L’intera comunità s’è stretta ieri attorno alla famiglia Straface, che sempre ha offerto posti di lavoro in una zona dove la garanzia del salario è stato sempre un obiettivo difficile da raggiungere. I funerali di Franco Straface (nella foto), nella chiesa di San Mauro di località Cantinella di Corigliano, sono stati un momento di raccoglimento attorno ad una famiglia di recente sottoposta a prove davvero difficili. La gente, in una circostanza del genere, non ha voluto pensare alle vicende giudiziarie di Franco e Mario Straface, sulla quale ci sarà modo e tempo per sapere, capire e discutere. Ieri i cittadini di Cantinella, Mandria del Forno, San Nico, ma anche di altre zone del territorio hanno voluto rendere a Franco Corigliano saluta Franco Straface Presenti la sorella Pasqualina e il fratello Mario grazie a un permesso speciale Straface, che nella sua veste di imprenditore ha comunque saputo creare posti di lavoro. La folla ieri era imponente, si calcola circa 3000 persone, così come era già avvenuto nello scorso mese di agosto allorquando, anche per una morte improvvisa, lasciò la vita terrena Mario Guglielmello, cognato di Franco. La piccola chiesa di San Mauro non ha potuto contenere le tantissime persone che non hanno voluto mancare nel rendere l’estremo saluto al noto imprenditore. La salma di Franco Straface alle 16 è partita dall’abitazione della sua famiglia in località Mandria del Forno ed è stata portata fino all’ingresso di Cantinella. Dalla statale 106 e fino alla chiesa il feretro è stato portato a spalla, a seguire la salma c’era anche Mario Straface, giunto sul posto intorno alle 16.30 grazie ad un permesso speciale ricevuto dal giudice di sorveglianza. E il ritardo sull’inizio della cerimonia (prevista per le 15) è stato dovuto proprio all’arrivo di Mario. Il corteo poi è giunto in chiesa dove il parroco don Piero Rose ha officiato il rito funebre. Chie- sa gremita, così come il sagrato e buona parte del piazzale antistante la chiesa. Nell’omelia don Rose nel commentare la prima lettera del Vangelo di Giovanni ha voluto porre in evidenza il ruolo di benefattori che la famiglia Straface ha avuto per la comunità di Cantinella e non solo. E la presenza di tanta gente al funerale, ha sottolineato il parroco, è la testimonianza di quanto affermato. Tra i presenti al rito funebre tutta la famiglia Straface con l’ex sindaco Pasqualina, presente anche il parlamentare Giovanni Dima, il consigliere regionale, Giuseppe Caputo, il sindaco di Rossano, Giovanni Antoniotti, l’ex parlamentare, Giuseppe Geraci e tanti altri esponenti del mondo politico locale. E’ stata una cerimonia lunga e in diversi momenti toccante che è terminata poco dopo le 18. Giacinto De Pasquale Santa Tecla, oggi si torna in aula A Catanzaro proseguono le arrighe della difesa nell’ambito degli abbreviati CORIGLIANO (CS) Santa Tecla, si prosegue con le arringhe del collegio difensivo nell’ambito del giudizio con il rito abbreviato a carico di 73 imputati. Da oggi si torna in aula, dinanzi al gup di Catanzaro Tiziana Macrì, per le ulteriori discussioni della difesa già iniziate alle passate udienze del 2 e 3 novembre dopo la requisitoria del pubblico ministero antimafia Vincenzo Luberto e le discussioni degli avvocati di parte civile. Le arringhe difensive proseguiranno anche alle udienze già fissate per il 16, 17, 29 e 30 novembre, mentre per metà dicembre è prevista la sentenza di primo grado. Un processo che sta facendo già registrare i primi “colpi di scena” quello in corso a Catanzaro, dove lo scorso 2 novembre il collaboratore di giustizia Carmine Alfano non ha riconosciuto in aula l’imputato coriglianese Osvaldo Di Iuri, il quale dopo circa 15 mesi di detenzione in carcere si è sentito dire che quell’uomo che faceva il corriere della droga non era lui. E proprio all’esito di quanto accaduto durante quell’udienza, il gup distrettuale ha disposto la scarcerazione del giovane Di Iuri ritenendo insussistenti le esigenze cautelari. In queste ultime cinque udienze, la parola andrà ancora alla difesa, che tenterà di smontare il castello accusatorio e indebolire il valore probatorio degli elementi addotti dalla pubblica accusa. Il tutto, lo ricordiamo, dopo la lunga e articolata requisitoria del pm Luberto che ha chiesto complessivamente Il pm Luberto ha chiesto per i 73 imputati oltre sette secoli di carcere La conferenza stampa che si tenne il 21 luglio del 2010 per illustrare i risultati dell’operazione oltre sette secoli di carcere (con una sola richiesta di assoluzione) al termine di due giorni di discussione durante i quali ha ripercorso le tappe della maxioperazione che ha inferto un duro colpo al “locale” di Corigliano determinando anche un vero e proprio terremoto politico anche a Rossano dove, disfociato, a giugno di que- nanzi al Tribunale collegiale, st’anno, nello scioglimento è in corso di celebrazione il del consiglio comunale per rito ordinario nell’ambito del condizionamenti da parte quale sono già state separate della criminalità organizza- le posizioni dei fratelli corita. Su questo fronte, si atten- glianesi Maurizio e Fabio Barilari da de la fissazioquelle degli ne delGiovedì altri sette iml’udienza diriprenderà putati. nanzi al Tar Per quella Lazio per la il processo data, amdiscussione ordinario messe già le nel merito a Rossano corpose liste del ricorso testimoniali avanzato dall’ex sindaco, dall’ex giun- delle parti, è prevista l’escusta e dall’ex presidente del sione dei collaboratori di giuconsiglio comunale, che stizia Giovanni Cimino e chiedono l’annullamento del Gianpiero Converso, indicati dal pm. decreto del Viminale. Nel frattempo, giovedì 17 ROSSELLA MOLINARI novembre si torna in aula [email protected] C’è attesa per l’interrogatorio In carcere il 37enne accusato di molestia sessuale su un minore L’interrogatorio si terrà oggi davanti al gip di Rossano Nella foto il Tribunale ROSSANO (CS) Si terrà oggi, dinanzi al gip di Rossano, l’interrogatorio di garanzia nei confronti del trentasettenne del luogo (G.V. le sue iniziali), arrestato giovedì scorso perchè accusato di molestia sessuale su minore. A stringere il cerchio attorno al 37enne sono stati i carabinieri della stazione di Rossano, che avevano ricevuto la denuncia sporta dalla mamma del ragazzino minorenne dando il via ad una approfondita attività di indagine coordinata dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris e dal suo sostituto Simona Rizzo. L’episodio contestato risale all’incirca ad una ventina di giorni fa, quando, lungo una via dello scalo, l’uomo ha incontrato il minore. Lo avrebbe adescato con una scusa facendolo salire a bordo della propria au- to, per poi intrattenersi con lui. Ad un certo punto, sono scattate le avances e successivamente il tentativo di compiere atti sessuali. Per fortuna, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il quattordicenne è riuscito a sottrarsi al peggio, tornando poi a casa dove ha raccontato tutto alla madre. Da qui la denuncia della donna che ha riferito tutti i particolari alle forze dell’ordine. E così, hanno avuto inizio le indagini che, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato gli inquirenti dritti dritti al trentasettenne. Con l’ausilio di personale specializzato e con le procedure della modalità protetta, è stata raccolta anche la testimonianza del minore che ha poi indicato il proprio “adescatore”. Raccolti elementi probatori sufficienti, la Procura ha chiesto e ottenuto dal gip Letizia Benigno un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il trentasettenne. Non è il primo episodio del genere che vede protagonista il trentasettenne. L’ultimo, in ordine cronologico, risale a circa due anni fa quando, in seguito ad un pestaggio di cui rimase vittima, gli inquirenti raccolsero elementi probatori che consentirono di delineare un quadro indiziario da cui emersero reiterate condotte moleste nei confronti di un ragazzo di quindici anni. ALESSANDRO TROTTA [email protected] l’iniziativa L’Unical cede nove pc alla Procura di Vibo COSENZA Nove computer sono stati ceduti dall’Università della Calabria e messi a disposizione della squadra di polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia. Lo ha reso noto, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore Mario Spagnuolo. «Ho voluto rendere pubblico il rapporto sinergico di collaborazione tra istituzioni - ha detto - soprattutto in questa fase dove le difficoltà economiche rappresentano spesso un problema insormontabile nella gestione finanche del quotidiano». La consegna dei nove pc è il risultato dello scambio di comunicazioni tra la segreteria della Procura ed il Polo didattico dell’Unical, soppresso tempo fa e che aveva sede al liceo classico dove i computer erano inutilizzati. Di proprietà dell'Unical i computer sono stati ceduti alla Procura in comodato d'uso gratuito. «Senza enfatizzare l’evento - ha detto Spagnuolo - è parso utile far conoscere all’opinione pubblica vibonese il rapporto tra Istituzioni diverse unite da un unico interesse quale il bene comune. La circostanza tornerà utile per sostenere materialmente il lavoro degli uffici della Procura portato avanti tra mille e oggettive difficoltà». 11 MARTEDÌ 15 novembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Messaggio intimidatorio per un altro dirigente di Vibo NEL MIRINO Proiettili e una bottiglia piena di benzina per il dirigente del Comune, responsabile del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna L’altro ieri invece una busta contenente proiettili - e intercettata al centro distribuzione delle Poste era diretta ad Adriana Teti che si occupa di Affari generali e Personale Dopo la Teti nel mirino anche Scalamogna: per lui 4 proiettili VIBO VALENTIA La criminalità alza il tiro. I “messaggi” intimidatori si stanno susseguendo con una cadenza praticamente quotidiana a Vibo Valentia. E la situazione non accenna a migliorare. L’altro ieri si è registrata la notizia dell’intimidazione ai danni di una dirigente comunale di Vibo, Adriana Teti, che si occupa di Affari generali e Personale, e alla quale era indirizzata una busta - intercettata al centro distribuzione delle Poste del capoluogo - contenente alcuni proiettili. Ieri l’episodio si è ripetuto ai danni delLa moglie ha l’ingegnere Pasquale trovato la tanica Scalamogna, 52 anni, altro dirigente di padi benzina lazzo “Luigi Razza”, e la busta responsabile del settocon i proiettili re Lavori pubblici. Ignoti, intorno alle 18 di domenica, hanno depositato, su un gradino della scala esterna della sua abitazione, sita in via Jazzolino, nel centro storico della città, una bottiglia di vetro piena di benzina avvolta in una busta di plastica con quattro proiettili di pistola di grosso calibro. Ad accorgersene è stata la moglie del professionista vibonese, la quale, non sapendo di cosa si trattasse, ha aperto la busta e comprensibilmente scossa ha subito avvisato il marito ed i carabinieri della Radiomobile, guidati dal tenente Marco Califano, i quali, giunti sul posto, hanno prelevato la busta e l’hanno portata in caserma. L’intimidazione sarebbe da ricondurre alla sua attività professionale. Due dirigenti del Comune di Vibo Valentia, dunque, oggetto di un “messaggio” che certo non lascia tranquillo nessuno. Se per Scalamogna si tratta della prima, triste, volta, lo stesso non può dirsi per Adriana Teti. Il 3 ottobre scorso, infatti, ignoti, intorno alle 22.30, si erano recati sotto la sua abitazione, in via Cordopatri, ed avevano tentato di appiccare il fuoco alla sua automobile. Le indagini su questo caso le stanno conducendo gli agenti della Squadra mobile, mentre ai carabinieri è affidato il compito di fare luce sulla vicenda di Scalamogna. Non è chiaro, al momento, se tra i due episodi vi sia una correlazione o se si tratti di casi singoli. Intanto politici e amministratori hanno voluto esprimere la propria vicinanza ai due dirigenti. In primis l’amministrazione comunale. Il sindaco Nicola D’Agostino ha affermato: «Questi gravi atti intimidatori non possono più lasciare indifferenti, né devono passare inosservati. Invito i dirigenti a proseguire nel loro lavoro, sollecito le forze dell’ordine a intensificare i controlli e la cittadinanza a discostarsi da tali azioni compiute nell’ombra da individui senza coraggio». Solidarietà anche dal gruppo consiliare dell’Udc, col capogruppo Tonino Daffinà. «Non è possibile in alcun modo tollerare simili ingerenze nell’esercizio della propria funzione pubblica né tanto meno è accettabile che la vita privata di un cittadino venga turbata con atti che non sono degni di una società civile». Condanna pure dal presidente della Provincia, Francesco De Nisi: «Questi gesti di matrice criminale si rinnovano ormai con sempre maggiore frequenza. L’auspicio è che forze dell’ordine e magistratura, già strenuamente impegnati sul territorio, riescano al più presto a individuare e punire i responsabili». Solidarietà anche dal presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Nazzareno Salerno: «Questi gesti vili suscitano la riprovazione e lo sdegno di tutte le componenti sane della società e ribadiscono la necessità di una presenza forte dello Stato nel Vibonese». GIUSEPPE MAZZEO [email protected] le parole di raffa l’intervento di costantino La Nazionale di calcio a Rizziconi Un segnale importante ma non basta L’allenamento della nazionale di calcio organizzata a Rizziconi nel campetto confiscato alla ’ndrangheta, può rappresentare certamente un evento importante e, per questo, condivisibile il giudizio espresso da alcune personalità sul fatto nazionali, sull’impiego del denaro pubblico , sul simbolico, un segnale importante e positivo. Niente di più. E quindi, in una Provincia, come riciclaggio del denaro sporco , sull’affarismo di tanquella reggina - il cui territorio costituito da tre ti soggetti , sull’omertà (omertà presente in misumandamenti a cui fanno (o facevano) riferimen- ra maggiore in tanti politici rispetto ai cittadini), sui to al “Crimine” prima della grande operazione del- bilanci di società per essere efficace deve far crescele forze dell’ordine , con 112 cosche operanti nei 97 re le coscienze. Il verticismo e chiusure non servono se anche Comuni e dove , seconda la Dia ,con la più alta densità mafiosa d’Europa (tra quelli che colludo- si vuole pervenire facilmente a individuare anche no, quelli che la subiscono e quelli che evitino di la zona grigia e settori collusi della P.A e che adcontrastare la mafia pari 37 per cento e in una Re- detti spesso ostentano la presenza anche in magione con un media annua di 12mila attentati, in- nifestazioni antimafia E qualche perplessità sorge anche sul tema quatimidazioni e incendi e il più alto numero di reati) - tutte le iniziative contro la criminalità organiz- si slegato dal dramma tremendamente presente in questo territorio per gli insoluti antichi e nuovi zata sono utili. problemi giacché a qualche chiloMa, è da domandare, come posmetro da Rizziconi c’è il Porto di sa incidere il grande calcio nella «È vero gli Gioia Tauro in grave difficoltà, realtà con l’affrettata iniziativa ’ndranghetisti settori agricoli in crisi, impossibisenza neppure un momento serio li condizioni di vita civile. per un confronto e anche perché il non hanno Sarebbe stata una grande e prorischio è la genericità di posizione paura di quattro pizia occasione da cogliere per lesu un tema importante e delicato. tiri al pallone» vare alto e forte per dire che non Per questo l’affermazione conc’è più un giorno da perdere per tenuta nel commento di Davide superare il profondo disagio e rabVarì su Calabria Ora è pienamente condivisibile laddove asserisce che gli ’ndran- bia esistente per i tanti torti subiti confermati dalghetisti non hanno paura di quattro tiri al pallone lo stesso crescente divario tra la Regione Calabria e tornati nelle proprie sedi i ragazzi di Rizziconi sa- più indietro economicamente rispetto alle altre ranno nuovamente soli con i loro problemi quoti- Regioni del Nord. Nessuno oramai nega ( e come si potrebbe nediani. La denuncia sulle infiltrazioni della criminalità garlo essendo confinati in coda a tutte le graduain alcune istituzioni, in strutture pubbliche e pri- torie?) le grandi emergenze di questa terra amara vate, sull’aggiudicazione di appalti e subappalti, per i diritti negati, le promesse non mantenute dai sul mondo della sanità, sulle truffe comunitarie e vari governi, la mancanza di giustizia e la sua len- tezza, l’arretratezza di infrastrutture e servizi aggravatasi con la vergogna ora dei tagli dei treni, la grande disoccupazione giovanile, il continuo dissesto del territorio ed i rischi esistenti per le popolazioni. Fa fare l’allenamento della nazionale alcun passo in avanti? La ndrangheta senza un rinnovamento profondo della Calabria volto a creare sviluppo e modernizzazione ha sempre possibilità di reclutare i giovani e non senza speranze e prospettive. Occorre coerenza, serietà, impegno, coesione e determinatezza. Non discutiamo sulla somma utilizzata di 240 mila euro – e non solo quelle – per consentire l’organizzazione della manifestazione sportiva , ma se si lascia – ad esempio - il Consorzio “ Piana Sicura”, di cui fanno parte i Comuni viciniori di Rizziconi e cioè : Gioia Tauro, Rosario, San Ferdinando, guidato dal generale Angelo Pellegrino senza mezzi e che minaccia le dimissioni, compiti e finalità della lotta contro la criminalità vengono vanificati . Ecco se in questo momento – anche in vista degli obiettivi che si prefiggerà il nuovo Governo – la manifestazione sportiva di Rizziconi, per vastità dei mezzi di comunicazione nazionale messi in campo, fosse collegata – insieme al problema della malavita organizzata – ai tanti drammi per dare il senso della gravità della situazione economica di Reggio e della Calabria ,sarebbe certamente un atto sia pure altrettanto simbolico, positivo, rivolto a dare risposte nei vari campi ai cittadini. Demetrio Costantino (Prensidente Cids ) «Non deve rimanere solo un momento celebrativo» «Lo sport - ha affermato in una nota il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa - aggrega, come ha dimostrato ieri la Nazionale. Trascorso il momento emotivo, anche manifestazioni come quella di domenica rischiano di rimanere solo un momento celebrativo. Ed allora abbiamo il dovere di chiederci cosa fare e come porci dopo l’evento “azzurro”, altamente simbolico, che ha monopolizzato l’attenzione mediatica, questa volta non per episodi legati alla ’ndrangheta, sul piccolo centro della Piana. Innanzitutto occorre essere consapevoli che esibizioni del genere, da sole non bastano per isolare le forze dell’antistato. Occorrono, invece, nuovi strumenti in grado di dotare di anticorpi sociali il territorio, sempre più esposto alla pervasività della criminalità organizzata. Le parole di don Luigi Ciotti, “la lotta alla mafia si fa a Roma”, e il saluto del ct azzurro, “non mollate mai”, ci aiutano a non perdere la speranza in noi stessi» 12 MARTEDÌ 15 novembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Patenti facili, primi interrogatori Chiamati in sette, quattro non rispondono, gli altri si dicono «estranei» Arcadia, difeso dall’avvocato Giancarlo Pittelli che ha chiesto per il suo asSi sono svolti ieri mattina davanti al sistito la scarcerazione. Revoca della misura cautelare delGiudice delle indagini preliminari del tribunale di Lamezia Terme, Carlo l’obbligo di dimora per il suo cliente, Fontanazza, gli interrogatori di ga- invece, è stata chiesta da Piero Chioranzia delle diciassette persone coin- do, difensore di Francesco Laudadio volte a vario titolo nell’inchiesta “Iso- che si è detto «assolutamente estrala felice” che alcuni giorni fa ha por- neo» alla vicenda confutando ogni artato all’arresto di otto persone, finite gomento di accusa e spiegando le moai domiciliari, ed all’emissione di no- dalità con cui si sono svolti gli esami ve obblighi di dimora per altrettante «fatti in modo cristallino ed alla luce del sole». persone. Gaetano De Salvo, difeso dagli avDei diciassette coinvolti, tra cui ci sono gli attuali direttori della motoriz- vocati Gianni Russano e Francesco zazione civile di Reggio Calabria e di Pullano, ha risposto all’interrogatorio di garanzia riCatanzaro, il capo spondendo ad ogni area conducenti, un Nelle giornate singola domanda funzionario del medi oggi e domani posta dal Gip e fordesimo Ente, titolari nendo a sostegno di e dipendenti di autoil gip sentirà quanto argomentascuole e di agenzie di anche il resto to «atti a contenuto disbrigo pratiche con degli indagati probatorio e normasede a Lamezia, Cutiva amministrativa ringa, Praia, Soverato, ieri è stata la volta di sette di loro finalizzata a dimostrare la correttezza di cui alcuni si sono avvalsi della facol- dell’azione amministrativa e l’infontà di non rispondere come, ad esem- datezza dell’ipotesi accusatoria a torpio, Sebastiano Fruci, difeso dagli av- to contestatagli. I difensori, in uno al vocati Francesco Gambardella e Mas- proprio assistito, tengono a precisare similiano Carnevale. Altri, invece, che i provvedimenti emessi dall’Autohanno risposto al magistrato, respin- rità giudiziaria non vanno discussi ma gendo ogni accusa. rispettati e commentati nelle sedi giuIn particolare, ha risposto a tutte le diziarie opportune, in tal caso in sede domande, respingendo le accuse e incidentale de libertate». spiegando la sua posizione, Roberto Ieri mattina davanti al Gip lametiLAMEZIA TERME (CZ) VIBO V. All’appello mancava soltanto Massimo Zappia. Era lui il decimo elemento destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Vibo Valentia ed eseguita dai militari della Guardia di finanza e da quelli del Comando provinciale dell’Arma di Vibo, che giovedì scorso aveva portato all’arresto di nove persone indagate a vario titolo per il reato di usura perseguito con minacce ed estorsioni ai danni di alcuni imprenditori e commercianti del Vibonese. Zappia, 35 anni di Benestare (Rc), ieri mattina si è presentato spontaneamente alla stazione dei carabinieri di Platì, i quali, dopo le formalità di rito, lo hanno tradotto ai domiciliari, per come prevede l’ordinanza del gip. Secondo la Procura di Vibo Valentia, Zappia farebbe parte di una presunta organizzazione criminale dedita all’usura, sgominata giovedì, appunto, con l’operazione “Business” car. Gli investigatori vibonesi, a seguito della denuncia del titolare di una concessionaria d’auto di Serra San Bruno, hanno avviato le indagini circa un anno fa, venendo a conoscenza dell’esistenza di due gruppi, uno operante nel Reggino e nel Catanzarese, di cui farebbe parte Zappia col ruolo di rivenditore delle auto provento di usura, e l’altro nel Vibonese, guidato - Le fiamme gialle sequestrano 40mila euro in contanti a casa di Tassone Gli uffici della motorizzazione civile di Catanzaro no sono comparsi anche Carmelo Tripodi, difeso dall’avvocato Giovanni Gerace, e Nicola Oliveti e Giulio Marino difesi dagli avvocati Francesco Oliveti e Antonio Ferrari. Della facoltà di non rispondere, inoltre, si era avvalso anche Gaspare Pastore nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi, in presenza del suo avvocato, Foti, a Reggio Calabria. Tra oggi e domani, intanto, sarà la volta delle altre nove persone coinvolte nell’inchiesta nell’ambito della quale sono state denunciate in stato di libertà altre 144 persone, nella maggior parte coloro che hanno ottenuto le certificazioni senza aver sostenuto alcun esame. Per tutti l’accusa, a vario titolo, è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni dello Operazione Business Car Zappìa si costituisce secondo gli inquirenti - da Giovanni Battista Tassone. Proprio nell’abitazione di quest’ultimo a Soriano Calabro, sempre nella giornata di ieri, gli agenti del Nucleo di polizia tributaria della Gdf, guidati dal colonnello Michele Di Nunno, hanno rinvenuto circa 40mila euro in contanti occultati, a mazzetti di 5000 euro ciascu- no, in vari punti della casa. Il denaro era avvolto in un primo strato di carta assorbente e in un secondo di carta stagnola. Unitamente ai contanti sono state rinvenute varie cambiali per un totale di 19mila euro, assegni privi del soggetto beneficiario, documenti bancari di varia tipologia, rogiti notarili e compromessi di vendita. Gli in- Stato. In particolare, secondo l’accusa, era stato creato un vero e proprio giro per rilasciare patenti, certificazioni Adr (obbligatorie per condurre veicoli per il trasporto di merci pericolose) e di trasformazione di mezzi, senza far sostenere gli esami ai diretti interessati o senza nemmeno far sostenere il corso o effettuare i prescritti collaudi. Secondo gli inquirenti, infatti, i coinvolti nell’inchiesta avevano dato vita ad una vera e propria organizzazione alla quale si rivolgevano, nella maggior parte dei casi, extracomunitari (tra cui molti cinesi) che, previo pagamento fino a tremila euro, ottenevano sia le patenti che i certificati Adr, per il rilascio dei quali si presuppone l’aver seguito corsi di formazione e nulla osta, o i collaudi per le auto. Nell’ordinanza, il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di 66 patenti di guida, 50 certificati di formazione professionale Adr e 195 veicoli sottoposti a collaudo straordinario mediante la produzione di relazioni tecniche apocrife. Le indagini, condotte dalla Polstrada di Lamezia Terme in collaborazione con quella di Catanzaro e coordinate dal Pm Domenico Galletta, presero il via nel 2007 in seguito ad una segnalazione. SAVERIA MARIA GIGLIOTTI [email protected] I soldi sequestrati a Tassone vestigatori ritengono che tutto il materiale sia provento della presunta attività illecita messa in atto da Tassone e dagli altri componenti del gruppo dei vibonesi. Ma le indagini stanno comunque proseguendo per accertare se vi siano altre vittime. GIUSEPPE MAZZEO [email protected] faida GIOIA TAURO (RC) C’era attesa per la prima udienza del procedimento Cosa Mia, il maxi processo scaturito dall’operazione che aveva messo fine alla sanguinosa faida tra il gruppo dei Gallico di Palmi e quello dei Bruzzise di Barritteri di Seminara e che aveva portato alla luce il giro vorticoso di mazzette e estorsioni che gravitavano sull’infinito cantiere per la ristrutturazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. E così ieri, nell’aula bunker del tribunale di Palmi, c’era il pubblico delle grandi occasioni: parenti e amici dei 47 imputati hanno letteralmente affollato il gabbione destinato al pubblico delle udienze, finendo per venire richiamati più volte dal presidente della Corte d’assise Silvia Capone. Un’udienza transitoria quella di ieri, in gran parte trascorsa in attesa delle decisioni prese dalla Corte Processo Cosa mia, aula affollata ma si rinvia tutto a sabato prossimo Il carcere di Palmi sulle numerose eccezioni presentate dai numerosi avvocati difensori presenti in aula. Eccezioni che hanno riguardato alcuni disguidi burocratici relativi alle notifiche relative alla traduzione di alcuni imputati detenuti in regime di carcere duro, e soprattutto hanno riguardato lo stesso presidente Capone, a cui i legali degli imputati hanno chiesto l’astensione volontaria dal processo visto che la Capone ha svolto, nel giugno del 2010, il ruolo di Giudice per le indagini preliminari nell’interrogatorio di garanzia relativo all’imputato Domenico Gallico (imputato che ha deciso di farsi giudicare con la formula del rito abbreviato davanti al Gup di Reggio Calabria) fratello di Rocco Gallico che invece verrà giudicato con la formula del rito ordinario. L’eccezione però è stata rigettata (stesa sorte toccata alle eccezioni precedentemente formulate) perché lo stesso Presidente Capone, nell’occasione specifica dell’interrogatorio per rogatoria «non ha svolto funzioni decisionali o valutative». Una decisione arrivata dopo una lunga camera di consiglio ma che non ha convinto gli avvocati che hanno infatti presentato una formale richiesta di ricusazione del giudice. La palla passa adesso alla Corte d’Appello di Reggio Calabria che deciderà nei prossimi giorni (prima comunque della prossima udienza calendarizzata per il 19 di novembre) se Silvia Capone potrà essere il Presidente della corte che deciderà di questo procedimento. VINCENZO IMPERITURA [email protected] 19 MARTEDÌ 15 novembre 2011 calabria ora R E G G I O Cosa hanno in comune Peppe Scopelliti e la sindrome di Stoccolma? Apparentemente nulla, e nei fatti forse anche qualcosa in meno. Per qualcuno però, il partito democratico, le similitudini ci sarebbero. La sindrome di Stoccolma è quella patologia che porta la vittima a provare sentimenti positivi, se non proprio amore, nei confronti del suo aguzzino e Scopelliti, sempre secondo il Pd, ne sarebbe affetto. Il motivo? La nuova nomina fiduciaria dell’ennesimo dirigente a tempo determinato alla Regione Calabria. Il prescelto, come già accaduto, sarebbe uno dei portatori sani di quel Modello Reggio sui cui conti stanno indaganto tanto la magistratura quanto il Ministero dell’Economia. Ma la cosa davvero incredibile è che il nome sia quello di Bruno Labate, lo stesso dirigente che avrebbe percepito nell’affaire Fallara somme di cui non sapeva nulla e che adesso vorrebbe restituire a rate e a tasso zero. Una notizia che «oltre che lasciare sbigottiti scrive in una nota stampa il partito democratico - richiede una riflessione attenta sul rapporto instauratosi prima al comune di Reggio ed ora al governo regionale tra i vertici politico-istituzionali del centro destra e i dirigenticollaboratori esterni da questi nominati. La verità fin quì acclarata è che nella nuova veste Scopelliti ha di fatto replicato alla Regione la squadra che al comune ha prodotto un’elevata quantità di irregolarità, illegittimità e comportamenti contro la pubblica amministrazione censurata dalle autorità contabili, di controllo e giudiziarie». E se Scopelliti si è finora «difeso sostenendo di non sapere le enormità che accadevano al Comune e, per la verità, anche quelle che commetteva lui firmando incarichi e atti». Un’impostazione «già risibile di per sé» che «appare oggi come un impossibile tentativo di presa di distanza da se stesso». Il governatore infatti «da sindaco della città ha scelto i dirigenti, prelevandoli dall’esterno, con cui ha di fatto commissariato il Comune controllandone ogni ganglo vitale». Poi la domanda re- Il Pd su Scopelliti: «È sindrome di Stoccolma» Dopo Bruno Labate “premiati” anche i revisori coinvolti nel “caso Fallara” ASTRONAVE Palazzo Campanella sede della Regione GOVERNATORE Scopelliti torica. «Possono essere cre- corre ricordare che da Presidibilmente tralasciati e fatti dente della Giunta Regionafinire nel dimenticatoio - le Scopelliti ha nominato discrivono i democrat - i tanti rigente della delegazione roatti firmati e gli incarichi mana della Regione il noto conferiti dallo stesso sindaco professionista oggi indagato per avere riScopelliti alcevuto senza la dottoressa Il paradosso: averne alcun Fallara ed ai «Aveva ricevuto titolo oltre dirigenti da 840.000 eului scelti?» 840mila euro ro dal ComuMa se Scosenza averne pelliti prima ne; inoltre, il alcun titolo» non sapeva, presidente «mentre ogdei revisori gi ha finalmente capito i loro delle sue gestioni al Comune comportamenti, dovrebbe, a è stato nominato prima disalvaguardia della propria rettore generale dell’Arssa dignità e nell’interesse della (la più grande azienda regioRegione, comportarsi con lo- nale) e poi presidente dei rero diversamente sentendosi visori dei conti dell’Ospedatradito». Ma le nomine di le di Reggio. Ha poi nominaScopelliti non riguardano so- to presidente del collegio lo i dirigenti comunali: alla sindacale della società in Regione è stato dato ampio house della Regione “Progetspazio ai “distratti” revisori to Magna Graecia” un altro comunali, quelli che non si revisore dei conti nella sua sono accorti di nulla. «Oc- gestione al Comune. Oltre a ciò ha nominato alla Regione i dirigenti (di personale, urbanistica, direzione generale) cooptati prima al Comune e pure il responsabile del Decreto Reggio oggi destinato addirittura al commissariamento dell’Aterp di Reggio per verificarne niente di meno che la correttezza amministrativa». Così, sarcasticamente, ecco la diagnosi per Scopelliti. «Tuttavia conclude la nota - volendo dare credito alla costruzione ed alle tesi difensive del Presidente Scopelliti, può oggi la Regione Calabria essere governata, senza correre seri pericoli, da un presidente affetto dalla sindrome di Stoccolma che, così come le vittime dei sequestri, manifesta sentimenti positivi verso i propri aguzzini fino ad innamorarsene?». E se invece si trattasse di semplice Alzheimer? l’iniziativa Se non ora quando: «Basta al Modello» All’insegna del grido “Basta modello Reggio”, prosegue la serie di iniziative itineranti di “Se non ora quando” nelle diverse realtà comunali. Dopo il recente incontro svoltosi nella sede dell’ex Quinta circoscrizione, il movimento di donne, nel tardo pomeriggio di ieri al centro civico di Ravagnese, ha dato vita al quarto appuntamento del proprio tour cittadino. Anche a Ravagnese, da padrone l’hanno fatta i problemi finanziari di palazzo San Giorgio e i problemi che a Reggio si registrano un po’ ovunque. «Dobbiamo riappropriarci dei luoghi della democrazia e sentirli nostri – le parole con le quali Luciana Bova di Snoq ha spiegato la filosofia della serie di iniziative volte all’ascolto di cittadini ed associazioni e alla raccolta delle loro istanze da sintetizzare in una piattaforma di proposte e mobilitazione – e passare dall’indignazione all’azione». Il dibattito, ricco di interventi, al quale hanno partecipato esponenti di realtà come Energia pulita, Sinistra ecologia e libertà, Ethos e Nausicaa, è partito dal deficit e si è allargato alle criticità sui territori. «Il buco riguarda tutti. Non è astratto, ma è legato ai problemi che viviamo in una città che non è normale» ha affermato la stessa Bova. «È un bilancio con intorno un buco – ha detto Marinella Morabito di Snoq evocando questioni, leggibili in un documento del movimento, come spese prive di copertura finanziaria; residui attivi Ici, Tarsu e Acquedotto quantificati in eccesso; somme derivanti da gestioni pregresse impegnate e pagate in esercizi successivi; mancato rispetto patto di stabilità dal 2007, liquidazioni non previste dalla norma e omessi versamenti delle ritenute ai dipendenti – il buco ci appartiene e influenza la nostra vita di cittadini». Concetto ulteriormente ribadito da Peppe Musarella di Ethos: «Non c’è solo un problema di responsabilità di un buco usato a scopi personali e per alimentare un sistema clientelare, ma anche delle sue ricadute negative sulle famiglie reggine». Snoq ha raccolto numerose sollecitazioni: sia generali e valevoli per molte zone cittadine, come carenze idriche, assenza o insufficienza di servizi sociali essenziali e strade dissestate, sia prettamente legate a Ravagnese e dintorni, quali presenza di amianto, rischio idrogeologico, depuratore e viabilità. Ma quella che ha più segnato l’incontro è stata quella di una bimba di nove anni afflitta da problemi fisici di mobilità, che, attraverso una toccante lettera letta dalla madre, ha chiesto spazi verdi e altri elementi utili per una città a misura di piccoli. Luca Assumma politiche sociali Marino “interroga” Arena Il sindaco invitato a partecipare a un bando da 450mila euro Il consigliere comunale del partito democratico Giuseppe Marino, vice presidente del consiglio, ha depositato nei giorni scorsi una interrogazione a risposta scritta rivolta al sindaco della città in tema di servizi sociali. In particolare, Marino ha indicato la concreta possibilità di reperire risorse finanziarie, attraverso la partecipazione ad un bando emesso dal Ministero del Lavoro - Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali – per complessivi 450 mila euro, da destinare a progetti in uno dei seguenti ambiti: inclusione sociale e lotta alla povertà (ad esempio per anziani soli o con un coniuge non autosufficiente); tute- la dei minori e della famiglia; incentivo al volontariato degli anziani e per gli anziani; non autosufficienza e disabilità, in particolare per favorire la domiciliarità. I progetti dovranno essere presentati, con la obbligatoria collaborazione di soggetti del terzo settore, entro la scadenza del 30 novembre. L’iniziativa istituzionale del vice presidente Marino, finalizzata a contribuire alla soluzione dei problemi del Terzo settore e dei servizi sociali cittadini, non ha ancora trovato riscontro alcuno da parte dell’attuale Amministrazione Comunale. Marino chiede «di sapere se l'Amministrazione Co- munale di Reggio Calabria ha partecipato - si legge nell’interrogazione - o intende partecipare al suindicato bando attraverso la presentazione di progetti, entro la scadenza del 30 novembre ». In particolare, l’esponente dell’opposizione democrat vuole sapere se, in caso di partecipazione, il Comune di Reggio abbia partecipato alla sezione «inclusione sociale - ancora l’interrogazione - e lotta alla povertà (ad esempio per anziani soli o con un coniuge non autosufficiente), tutela dei minori e della famiglia», oppure alla misura concernente l’ «incentivo al volontariato degli anziani e per gli anziani» o infine per la sezione dedicata alla «non autosufficienza e disabilità - conclude l’interrogazione di Marino - in particolare per favorire la domiciliarità». Da palazzo San Giorgio ancora nessuna risposta e le politiche sociali continuano a soffrire. l’ORA dello STRETTO calabria ora MARTEDÌ 15 novembre 2011 PAGINA 26 COMUNI Campo Calabro Villa San Giovanni Bagnara Scilla Sant’Eufemia d’Aspromonte San Roberto Calanna BAGNARA Mattinata incentrata sui temi della legalità, della giustizia e della lotta alla ‘ndragheta, quella registratasi ieri nella sala convention dell’Hotel Victoria. Un pubblico molto giovane, composto per la maggiore dagli allievi dell’istituto scolastico “E.Fermi” e dagli atleti della società “Olimpia Pallavolo”, ha assistito alla convention organizzata dalla società sportiva suddetta dal titolo “Oltre la memoria, Gennaro Musella. Imprenditoria e legalità”. L’incontro ha rappresentato l’avvio al percorso “Gerbera Gialla”, progetto che ormai da anni il coordinamento “Riferimenti”, propone tra le varie associazioni e le scuole per educare alla legalità. Presenti, il presidente dell’associazione Adriana Musella, figlia dell’ingegnere Musella, al quale la giornata è stata dedicata, il sindaco di Bagnara Calabra, Cesare Zappia, Monsignor Rosario Pietropaolo, abate della parrocchia “Santa Maria e i XII Apostoli, la professoressa Angela Maria Palazzolo, dirigente scolastico dell’istituto “Fermi”, il giornalista Domenico Nunnari, lo scrittore Ulisse di Palma, Francesco Iermito, dirigente dell’associazione “Olimpia”, il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, il questore Carmelo Casabona ed il presidente dell’associazione sportiva Fipav regionale, GUARDIE MEDICHE 0965 757509 0965 795195 0966 373299 0965 755175 0966 961051 0965 753812 0965 742012 Campo Calabro Villa San Giovanni Bagnara Scilla (Ospedale) Sant’Eufemia d’Aspromonte San Roberto Calanna Giuseppe Comaci. I lavori sono stati coordinati da Stefano Monterosso. Diversi sono stati gli spunti di riflessione e le tematiche trattate. Ha esordito poi Adriana Musella spiegando cosa sia la Gerbera e quali sono le motivazioni che spingono l’associazione a proseguire nel percorso d’educazione e valorizzazione. «La Gerbera Gialla è un fiore per non dimenticare per esprimere la forza dell'amore sull'odio e sulla violenza; forza che non conosce resa, supera qualsiasi barriera e vince anche la morte. È un fiore che nasce dal dolore e dalle lacrime dei lutti. È la vita che rinasce attraverso l'impegno di tutti e di ognuno per prendersi la propria rivincita, così come maggio su novembre, perchè nessuno sia stato sacrificato invano e il silenzio non uccida per la seconda volta, perchè la memoria sia più della polvere e della complicità. È un messaggio di reazione e di speranza che trasmettiamo ai giovani, perchè lo recepiscano e lo facciano proprio. A loro affidiamo rinascita e riscatto, a loro il compito di costruire una nuova storia. Ci si accorge dell'esistenza della mafia - ha proseguito la Musella - solo quando si spara o scoppia la bomba. Se quest'avviene è perchè qualcosa ha intralciato i loro affari, altrimenti c'è il silenzio, un accordo tacito che rende la criminalità invisibile con la com- 0965 751560 0965 751560 0966 335359 0965 790071 0966 965844 0965 753347 0965 742336 CARABINIERI Campo Calabro Villa San Giovanni Bagnara Scilla Sant’Eufemia d’Aspromonte San Roberto Calanna TEMPO LIBERO 0965 797082 0965 751010 0966 474447 0965 790488 0966 961001 0965 753010 0965 742010 VILLA SAN GIOVANNI Biblioteca comunale 0965 752070 BAGNARA Biblioteca comunale 0966 371319 SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE Piccolo Museo civiltà contadina 0966 961003 La Gerbera gialla riparte nel ricordo di Musella Bagnara intitolerà una via all’ingegnere ucciso dalla mafia Un momento della manifestazione con la Musella plicità dei colletti bianchi. La mafia imprenditrice ha i suoi tentacoli ovunque: è una società quotata in borsa, l'unica realtà in attivo del nostro Paese». Tuonano come un fulmine fragoroso, le parole della presidente Musella alle quali fa eco l’intervento del parroco Rosario Pietropaolo, che ha voluto ricordare la figura, sul piano personale e professiona- le dell’ingegnere Musella: «Io vorrei ricordare il sogno che l’ingegnere aveva per Bagnara: creare la seconda Positano attraverso l’utilizzo dei terreni vicino la torre “Ruggiero”. Gennaro Musella era un uomo geniale, un uomo del nord, campano sì, ma per noi calabresi pur sempre del nord. Ha dato molto lavoro e molta speranza a questo paese che deve a lui molto. Se oggi si assiste ancora a questo fenomeno di dissesto idrogeologico lo dobbiamo all’abbandono dei nostri terrazzamenti e delle nostre colline e quindi alla mancanza di figure come Gennaro Musella». Durante l’iniziativa è stata ribadita la volontà di intitolare all’ignegnere, ucciso dalla ‘ndrangheta trent’anni fa, una via del paese di Bagnara. I lavori si sono conclusi con gli interventi degli allievi del Fermi, con la firma da parte degli atleti del protocollo omonimo all’associazione con il quale si impegnano a vivere la loro attività sportiva nella massima legalità e nel rispetto delle regole e con la consegna simbolica ai rappresentati della stessa società di una gerbera gialla, fiore divenuto simbolo della lotta alla criminalità e della legalità. MARIA CARMELA FEDELE [email protected] CRONACA Discarica abusiva di eternit a Campo CAMPO CALABRO I militari della locale Stazione hanno denunciato in stato di libertà: C.G., 70 anni; C.D., 70 anni; C.F., 44 anni; C.A., 47 anni. Durante una verifica eseguita su un immobile, è stato accertato che l’ampliamento di un fabbricato per civile abitazione preesistente, nonché la realizzazione due strutture cementate con copertura in lamiera utilizzate a deposito erano state costruite abusivamente. Nella stessa occasione i militari di Campo Calabro hanno inoltre accertato l’esistenza di una discarica abusiva di materiale vario tra cui alcune lastre di eternit. 32 MARTEDÌ 15 novembre 2011 calabria ora P I A N A Lo strano caso dell’ostia rossa Oppido, i fedeli gridano al miracolo ma il parroco frena gli entusiasmi OPPIDO MAMERTINA Si fanno sempre più insistenti, a Oppido Mamertina, le voci di un evento prodigioso e la gente “grida quasi al miracolo”, ma la vicenda è avvolta nel più fitto mistero e richiede rispetto assoluto Tutto è cominciato circa un mese fa col ritrovamento di un frammento di ostia nel presbiterio della Cattedrale. Ipotizzando il fatto che potesse essere consacrato, è stata seguita una specifica procedura per cui è stato inserito in un comune bicchiere di plastica contenente acqua e conservato in luogo sicuro. Ma, secondo le indiscrezioni, a una manciata di giorni dal rinvenimento, è accaduta una cosa di per sé in- spiegabile: all’interno del bicchiere in cui era stato riposto il frammento di ostia è stata, infatti, notata una strana formazione di colore rossastro che ha dato l’impressione di un coagulo di sangue. La notizia ha rapidamente fatto il giro del paese e ha scaldato gli animi delle persone che, imboccando il sentiero della fede, hanno dato un’interpretazione personale dell’accaduto, credendo fermamente che fosse un “segno divino”. Ma non c’è unanimità di pensiero, perché lo scetticismo è tutt’altro che assente. Sulla questione, al momento insoluta, vige il massimo riserbo e le autorità ecclesiastiche: si muovono, ed è doveroso che agiscano così, con cautela. Però, a rompere CATTEDRALE La chiesa di Oppido Mamertina il silenzio e a smorzare gli entusiasmi, ridimensionando la situazione, è il parroco don Benedetto Rustico. «Non dò adito a queste voci - ha dichiarato il sacerdote - e non CINQUEFRONDI bisogna farsi condizionare cora non si sa quale sia la vedagli eventi, perché non si rità, ma la verità c’è e va scovata, per poter dare risalto altratta di un miracolo». Un commento secco e la- la vicenda. Un significato che potrebpidario quello del parroco, un commento che non lascia be far scrivere una nuova paspazio né all’immaginazione gina di storia ad un paese, Oppido Mané a ripensamertina, sementi futuri. L’ostia posta de della DioI fedeli, in un bicchiere cesi, che, dal però, vogliopunto di vino vederci con dell’acqua sta religioso, chiaro e riha cambiato ne ha scritte chiedono colore veramente tutti gli aptante. La veprofondimenti del caso perché, se da rità è l’unica chiave per poter una parte potrebbe trattarsi dare soluzione a un mistero di un qualcosa che si dissolve che, tra luci e ombre, intriga in una bolla di sapone, dal- e non poco, gli abitanti di l’altra potrebbe essere anche questo paese alle falde deluna “manifestazione divina”. l’Aspromonte. E’ evidente che, in entrambi FRANCESCA CARPINELLI i casi, regna l’incredulità. [email protected] RIZZICONI In bici per combattere la fame La triste storia di Francesco sbarca allo Juventus Stadium Scaglione presenta la sua personale ricetta contro lo spreco di cibo CINQUEFRONDI «La fame è un prodotto, non certo una calamità naturale. E non è neppure una questione di soldi che mancano per debellarla». Daniele Scaglione, responsabile del dipartimento campaigning della ong ActionAid, presenta a Cinquefrondi il suo libro “La bicicletta che salverà il mondo. La lotta alla fame raccontata a cavallo di un sellino” (Infinito, 128 pagine, 12 euro, prefazione di Francesco Moser). A introdurre l’ex presidente di Amnesty Italia, i promotori dell’iniziativa, l’assessore alla cultura Anselmo Scappatura e il responsabile della mediateca, dove l’evento si è svolto, Domenico Bellocco. Hanno partecipato gli alunni di scuole di Cinquefrondi e Polistena. Fame è terreno multistrato, sconfinate le implicazioni, dal sistema macro – speculazione finanziaria, cambiamenti climatici, colonialismo delle multinazionali – alle abitudini minime che ciascuno di noi può mettere in campo ogni giorno contro gli sprechi e per valorizzare i prodotti agricoli del territorio in cui si vive. «Penso al recupero della nostra tradizione gastronomica, alla cucina povera, la pratica del chilometro zero» dice Eleonora Scrivo, referente per la provincia di ActionAid. E allora, un possibile antidoto al problema fame ridotto a merce, sono le biciclette che percorrono il testo di Scaglione. Ogni capitolo ha in testa il nome di una parte della bicicletta, cui è collegata una storia che parla di diritto al cibo e a un’esistenza dignitosa. Parla pure di biocarburanti, un altro degli ingrassatori della fame, come denunciato dalla Fao. Le multinazionali espropriano terreni vastissimi per coltivazioni intensive di soia, mais, grano, zucchero, da cui si produce bioetanolo, contribuendo così non solo all’impoverimento e alla fame di fasce sempre più larghe di popolazione mondiale, ma pure all’inquinamento globale. Diffondere quindi l’uso della bicicletta nei superluoghi occidentali, un mezzo che in molti paesi africani rappresenta la principale risorsa per il sostentamento, significa adottare una scelta civica, riappropriarsi dell’ambiente e delle sue pieghe. Quasi una scelta di ritrovato realismo, che se rievoca la vita agra di “Ladri di bicilette” e il nostro passato più domestico, chiama anche un apparentamento non meno necessario con i migranti dell’oggi. Quelli che ci sfilano a un palmo di naso, su velocipedi orgogliosi e amari, tra caporali e facce dure. ANGELO SICILIANO [email protected] ROSARNO Da scuola media a nuova biblioteca Amministrazione al lavoro per il cambio d’utilizzo della Scopelliti ROSARNO Da scuola media a nuova biblioteca. L’amministrazione comunale di Rosarno vuole dare maggiore dignità alla biblioteca, ed ha intenzione di utilizzare, a tal fine, l’immobile in cui c’erano i locali della scuola media “Scopelliti”, ormai trasferita nella nuova sede di via nazionale. Si tratta di un progetto importante, che ha avuto un primo vaglio positivo da parte della giunta comunale. Nei desiderata dell’amministrazione, infatti, nell’ambito della riorganizzazione delle strutture pubbliche, c’è la volontà di procedere alla ristrutturazione ed all’adeguamento di un immobile di proprietà per adibirlo a nuova sede della biblioteca comunale. L’immobile in questione si chiama “casa Foberti” ed è ubicato vicino all’attuale bibliomediateca. Il quadro economico, redatto dai tecnici comunali, delinea un importo com- plessivo di 460.000 euro, di cui 300.680 euro per lavori, 15.034 euro per oneri per la sicurezza e 144.286 euro per somme a disposizione dell’amministrazione. La scelta di ampliare lo spazio fisico della biblioteca nasce dall’esigenza di offrire nuove opportunità culturali alla cittadinanza, facendo anche leva sul fatto che l’attuale bibliomediateca è un punto di riferimento essenziale per i giovani, meno giovani ed anche migranti che hanno l’opportunità di fruire di uno spazio condiviso in cui studiare, fare ricerche ed utilizzare internet. Una delle biblioteche più attive del panorama comprensoriale, diretta da Carmen Lacquanti, che in questo periodo sta gestendo un progetto in partnership con Gioia Tauro. Lo stabile attuale è il piano inferiore dell’auditorium medmeo, dedicato a Francesco Foberti. (Do.Ma.) RIZZICONI Dopo l’allenamento di domenica scorsa della nazionale di calcio italiana al campetto di Rizziconi, era inevitabile ricordare tra le altre vittime di mafia, anche Francesco Inzitari, brutalmente ucciso tre anni fa a soli diciotto anni. «Era un ragazzo che amava lo sport, lo sport pulito», lo ha ricordato così don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, durante la manifestazione. E proprio in sua memoria, sarà presentato allo “Juventus Stadium” di Torino, in prima nazionale, il romanzo a lui dedicato da Paola Bottero, “Bianco come la vaniglia”, edito da Sabbia Rossa. Oltre alla Bottero, giornalista e scrittrice, ci saranno anche Nicoletta Inzitari, presidente della fondazione “Francesco Maria Inzitari” e don Pino De Masi, referente calabrese di Libera, a ripercorrere, tra le pagine del romanzo, gli ultimi due anni e mezzo della vita del giovane rizziconese, «dimostrando che i valori positivi sopravvivono anche ai peggiori delitti della criminalità organizzata». «Francesco è un ragazzo diciottenne figlio di Calabria. – si legge sulla copertina del libro - Puro, pulito, carico di vita e di sogni. Francesco è l’ennesima vittima innocente della ’ndrangheta, ma questo romanzo non parla e non vuole parlare di mafie né di sangue. Il racconto della vita di Francesco è un’urgenza per andare oltre la cronaca nera e giudiziaria e restituire alla memoria un fratello, un figlio, un amico, il suo sorriso e la sua gioia di vivere che sono l’unica vera realtà da non dimenticare». L’argomento principale sarà dunque Francesco nella sua purezza, nella sua innocenza, raccontando una storia che inizia a fine luglio e termina il cinque dicembre di due anni dopo. «È la sua storia. È la mia storia. È la nostra storia», continua la scrittrice. Il libro rappresenta dunque un omaggio alla famiglia di Francesco e a tutte le persone pur non avendolo conosciuto, hanno sofferto per la sua fine. Quella di Ciccio rappresenta infatti una delle più spietate pagine della storia mafiosa mai scritte prima, una storia difficile da dimenticare e che la Bottero riprende con la dolcezza che il suo stesso viso esprime. Eva Saltalamacchia 33 MARTEDÌ 15 novembre 2011 calabria ora V I B O Un’altra delle caselle mancanti è stata riempita. Giuseppe Pugliese, 57 anni di Briatico, si è consegnato ieri mattina ai carabinieri del tenente Marco Califano, del Norm di Vibo Valentia, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Di Renzo. Sul suo capo pendeva un mandato di cattura vergato dal gip del tribunale di Roma, Maurizio Caivano, a seguito delle indagini che hanno condotto alla maxioperazione antidroga denominata “Meta 2010” culminata con una retata dei carabinieri nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Con l’inchiesta è stata sgominata una presunta organizzazione criminale dedita al narcotraffico, la quale avrebbe importato in Italia enormi quantitativi di cocaina provenienti dal Sudamerica. Gli indagati sono 33, dodici dei quali vibonesi. Proprio il gruppo “locale” ricoprirebbe un ruolo apicale, al cui vertice vi sarebbe stato, fino al 12 marzo scorso, Vincenzo Barbieri, freddato da due killer quando si trovava a San Calogero. A prendere il suo posto, continuando a portare avanti gli affari, sarebbe subentrato - scrive il gip nella sua ordinanza il genero Giorgio Galiano, 36 anni di Vibo, affiancato da Giuseppe Topia, 30 anni di Vibo, il quale si sarebbe occupato di coordinare e gestire anche logisticamente le trattative e le importazioni dello stupefacente. Entrambi sono attualmente ricercati insieme ad Antonio Franzè, 32 anni di Vibo, il quale, in un’occasione, si sarebbe recato direttamente in Colombia per trattare, per conto di Barbieri, alcune partite di coca da portare nel Bel- «Ale, trattalo bene» I consigli di Pugliese al figlio in Colombia Narcotraffico, si costituisce pure Giuseppe Il ruolo di snodo e i rapporti della famiglia IN CARCERE Giuseppe Pugliese, di Briatico, si è consegnato ieri ai carabinieri di Vibo paese. In tutto questo la famiglia Pugliese - oltre al padre Giuseppe, infatti, sono stati arrestati anche i due figli Vincenzo, 35 anni, e Alessandro, 34 avrebbe assunto un «fondamentale ruolo di snodo» tra l’Italia e la Colombia, luogo di residenza di quest’ultimo. Giuseppe e Vincenzo operavano dall’Italia, fungendo da collegamento «tra i fornitori colombiani intermediati da “Pupetto” (Alessandro, ndr) ed i vertici dell’organizzazione criminale. Gli stessi - si legge nell’ordinanza - sono costante- CRONACA Venti colpi di pistola esplosi Controlli nei supermercati da un’auto in corsa a Ricadi Quattromila euro di multa Numerosi colpi di pistola calibro 9x21, una ventina circa, sono stati sparati la notte scorsa all’indirizzo di un centro estetico e del circolo “Melograno” attiguo, dove si riuniscono gli operatori turistici. Il fatto è avvenuto a Ricadi, lungo la strada provinciale della frazione San Nicolò. Le pallottole sparate all’impazzata, probabilmente da un’auto in corsa, oltre ad aver danneggiato gli infissi dei due esercizi, hanno anche provocato danni ai muri esterni delle abitazioni. Nessun danno fortunatamente alle persone, che data la tarda ora non erano per strada, erano circa le 2, e nemmeno agli inquilini che abitano ai piani superiori. Sopralluogo dei carabinieri della stazione di Spilinga diretti dal maresciallo Antonio Di Carlo per l’avvio delle indagini. Si tende ad appurare innanzitutto a chi era diretto l’attentato. Nuovi controlli ai supermercati da parte degli uomini della Compagnia carabinieri di Vibo Valentia e del Nas di Catanzaro. I carabinieri della stazione di Maierato ed i loro colleghi del Nucleo antisofisticazione e sanità hanno infatti ispezionato un noto e frequentato supermercato della piccola cittadina alle porte del capoluogo accertando come la titolare dell’attività non avesse minimamente predisposto l’obbligatorio piano di autocontrollo alimentare. Per la donna è così scattata la sanzione amministrativa di 2mila euro. Inoltre, nel corso del controllo, gli uomini della Benemerita hanno sorpreso i corrieri di due panifici della zona che stavano trasportando il pane su mezzi del tutto privi dei minimi requisiti igienici.Anche per loro è così subito scattata la sanzione amministrativa di mille euro a testa oltre alla segnalazione alle autorità sanitarie. Stendono le reti e rubano olive Vettura di un carpentiere Coppia di agricoltori in arresto presa di mira a San Gregorio Una coppia di coniugi, C.G e C.M., lui di 60 anni, la moglie di 55, braccianti agricoli con precedenti specifici, sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Arena diretti dal maresciallo Emanuele Stelluti, con l’accusa di furto di olive. Il fatto è avvenuto nella serata dell’altro ieri a Dasà, in località “Cannaletta”. I due, a cui il giudice ha concesso i benefici degli arresti domiciliari, dopo essersi introdotti nel fondo del vicino, hanno steso delle reti e abbattuto una grossa quantità di olive con cui hanno riempito delle cassette e una volta caricate su un trattore stavano ritornando a casa, quando sono incappati in una pattuglia dei carabinieri che li ha fermati e dichiarati in arresto. Due colpi di fucile caricato a pallettoni sono stati esplosi la scorsa contro la parte posteriore di un’automobile, una Opel Meriva, di proprietà di un carpentiere di 50 anni, G.B.B. Il fatto è avvenuto a San Gregorio D’Ippona. Al momento dell’attentato l’autovettura era parcheggiata in via Milite Ignoto, sotto la abitazione del carpentiere. Sul posto sono successivamente intervenuti i carabinieri della locale stazione diretti dal maresciallo Fabio Salvatore, i quali hanno avviato le indagini per tentare di risalire agli autori del grave gesto, e cercare di comprenderne la natura. mente in contatto con il loro congiunto in Colombia relazionandosi sull’organizzazione dei carichi di sostanza stupefacente e sulla consegna del denaro ai corrieri del sodalizio inviati in Italia per ritirare le somme da trasferire alle organizzazioni colombiane per dare avvio alle nuove transazioni illecite». Il ruolo di padre e figlio, quindi, sarebbe stato quello di organizzare l’invio del denaro in Colombia «sia utilizzando le autovetture al cui interno veniva occultato il denaro, sia attraverso rimesse di denaro tramite il circuito Western Union il cui ammontare complessivo è stato ricostruito per 60mila euro circa». I Pugliese, inoltre, ci tenevano a fare bella figura con Vincenzo Barbieri. In una conversazione intercettata il 27 ottobre 2010, infatti, Giuseppe raccomandava al figlio Alessandro di trattare «con la massima cortesia» gli emissari del Barbieri che stavano arrivando, ovvero Antonio Franzè e Antonio Della Rocca, perché ciò avrebbe agevolato i successivi rapporti con lo stesso Barbieri. Il padre al figlio: «Ale mio trattatelo benissimo, che questo poi gli telefona e gli parla bene hai capito?». E ancora: «Così lui glielo dice... meno male che c’era lui... tu torni a casa però per lui risponde lui qua con la famiglia». Da qui la deduzione del giudice per la quale l’esito eventualmente favorevole dell’incontro, nell’ipotesi in cui il Barbieri fosse rimasto soddisfatto, «avrebbe potuto agevolare stabili rapporti tra l’organizzazione e i fornitori colombiani». Intanto ieri è comparso davanti al gip Cristina De Luca per l’interrogatorio Vincenzo Pugliese. Accompagnato dagli avvocati Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Giuseppe Mazzeo operazione “bacco” Novemila litri di vino “sigillati” dalla Forestale Novemila litri di vino sfuso sono stati sequestrati nel corso dell’operazione “Bacco”, condotta dagli agenti del Corpo forestale di Spilinga con la collaborazione del Dipartimento di prevenzione dell’Asp. L’intervento è stato eseguito in una nota azienda di Paravati, frazione di Mileto, all’interno della quale, a seguito di un’ispezione, è stato rinvenuto l’ingente quantitativo di prodotto, stoccato in silos di vetroresina della capacita di 2000 litri ciascuno, per essere rivenduto al dettaglio tramite spillatura. Le modalità di conservazione e la mancanza di etichettatura dei contenitori hanno indotto gli agenti del Cfs ad approfondire il controllo. Mancando la documentazione necessaria in materia di autocontrollo sanitario, Forestale e Asp hanno sequestrato l’intera partita di vino, per un valore di circa 20mila euro. Inoltre, sono state riscontrate irregolarità sul piano amministrativo, mancando la denuncia di inizio attività. Per questo è stata disposta la chiusura dell’azienda, con una sanzione per il titolare di 5mila euro. Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 9 Calabria . L’OMICIDIO Un attimo di follia, conseguente a uno dei tanti litigi, e il bracciante agricolo Giovanni Frisina ha ucciso la 52enne Rita Oppido, massacra la sorella a coltellate Poco dopo aver commesso il delitto si è costituito al Commissariato di Polizia di Palmi Domenico Zito REGGIO La Procura riformula l’accusa TAURIANOVA Un momento di follia, conseguente a una delle tanti liti in famiglia, e Giovanni Frisina, 42 anni, di Oppido Mamertina, ha ucciso la sorella Rita, di dieci anni maggiore di lui. Si è conclusa così, nel peggiore dei modi, una convivenza resa difficile dalla depressione della donna, che per tale motivo beneficiava pure di una pensione di invalidità. Non si conosce bene quale sia stato il motivo dell’ultima discussione, degenerata in modo così drammatico, perché l’unico testimone dei fatto è lo stesso autore, reo confesso del delitto, che al momento si trova in stato di choc presso la casa circondariale di Palmi. Giovanni Frisina, l’aria stravolta e i vestiti sporchi di sangue, si è costituito poco dopo aver consumato l’atroce delitto presso il Commissariato della Polizia di Stato di Palmi. Un atto repentino, ancorché “figlio” di pregressi rapporti non certo caratterizzati da serenità, del quale l’autore non pare abbia completa contezza, quasi come se avesse agito in stato di trance, esasperato dal ripetersi dell’intercalare con cui la sorella lo subissava di richieste e/o raccomandazioni. Comunque sia, agli agenti che si sono recati sul luogo del delitto, la casa familiare dei Frisina ubicata in corso Aspromonte di Oppido Mamertina, non è rimasto altro che constare il decesso della donna - il cui corpo straziato giaceva per terra in un lago di sangue - in conseguenza delle ferite mortali infertele dal fratello in totale preda al raptus. L’omicidio, secondo quanto è stato possibile appurare sin qui dagli inquirenti, è maturato attorno alle 9 del mattino. Giovanni Frisina, che lavora come bracciante agricolo e risulta incensurato, si trovava in casa con la sorella. I due, che hanno altri congiunti in paese, vivevano da soli dopo la morte dei genitori. Forse una delle tante discussioni, una battuta o qualche altro episodio in via di accertamento, ha scatenato un raptus di follia nell’uomo, che ha preso un coltello da cucina con la lama lunga e appuntita e, verosimilmente dopo una breve colluttazione, ha cominciato a colpire alla cieca. Rita Frisina si sarebbe accasciata al pavimento della cucina quasi subito, forse dopo un piccolo ed inutile tentativo di difesa. A questo fa- Corruzione elettorale si aggrava la posizione di Rappoccio (Pri) La casa familiare dei Frisina ubicata in corso Aspromonte a Oppido Mamertino Investigatori fanno ingresso nell’abitazione teatro del delitto rebbe pensare il ritrovamento di una tazzina di caffè rotta per terra, frutto forse della blanda reazione della donna. Sempre in stato di choc, il fratello avrebbe sferrato circa 25 coltellate, colpendo la donna ai fianchi, all’addome L’omicidio, secondo quanto riferito dagli inquirenti, è maturato alle 9 Giovanni Frisina è stato interrogato dal sostituto procuratore Pantano ed al petto. Ciò ha provocato la lesione di vari organi vitali e la fuoriuscita di molto sangue. La morte, dunque, dev’essere stata quasi immediata. Resosi conto dell’accaduto, pur in uno stato di perdurante confusione, l’uomo si sarebbe messo alla guida della propria autovettura e avrebbe raggiunto il Commissariato di Palmi dove ha raccontato l’accaduto, ammettendo la propria responsabilità e consegnandosi alla giustizia. Giovanni Frisina è stato lungamente interrogato dagli inquirenti coordinati dalla dott.ssa Giulia Pantano, sostituito procuratore della Repubblica di Palmi, che sovrainten- Giovanni Frisina Rita Frisina de alle indagini che sono condotte da tre autorità. Operano, infatti, gli agenti del Commissariato della polizia di Taurianova, guidati dal vice questore Andrea Ludovico, competenti per territorio, quelli del Commissariato di Palmi, guidati dal vice questore Fabio Catalano, dove l’uomo si è consegnato, e i carabinieri della Compagnia di Palmi, diretti dal capitano Maurizio De Angelis, che sono intervenuti per primi sul luogo del delitto. Il corpo della donna è stato condotto a Reggio dove verrà sottoposto all’autopsia. Sebbene ormai il quadro delle responsabilità sia abbastanza chiaro, le indagini sono comunque ancora in corso per ri- costruire tutti i vari passaggi di questa tragica quanto tristissima vicenda. Da quanto emerso sin qui pare che i rapporti tra i due protagonisti di questo episodio delittuoso, come accennato, erano diventati difficili a causa della depressione in cui era caduta Rita Frisina. La donna pare che stressasse di continuo il fratello con le richieste più disparate e con la stranezza dei suoi comportamenti. Sarebbe quindi questo il “movente”, ovvero la causa scatenante di tanta violenza tra congiunti che ha avuto come unico risultato quello di vedere una vita spezzata senza rimedio e un’altra segnata per sempre dal peso del rimorso. REGGIO CALABRIA. Si aggrava la posizione del consigliere regionale Antonino Rappoccio nell’ambito dell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Ottavio Sferlazza e Stefano Musolino che, nei giorni scorsi, gli hanno notificato per la seconda volta (la prima notifica risaliva allo scorso 13 maggio) l’avviso di conclusione delle indagini contestandogli il reato di corruzione elettorale continuata e in concorso con altri per i quali la Procura sta procedendo separatamente. A differenza del primo avviso, questa volta la Procura contesta al consigliere regionale il concorso e soprattutto la violazione dell’articolo 87 Dpr 16/5/1960 n. 570 (e non più l’art. 86) che comporta una pena fino a 5 anni di reclusione. I fatti si riferiscono alle ultime elezioni regionali quando, secondo i magistrati, il consigliere Rappoccio con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso in vista delle consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio regionale, al fine di ottenere un consistente numero di voti avrebbe promesso numerosi posti di lavoro. Un particolare odioso, questo, poiché il candidato Rappoccio, secondo la ricostruzione dell’accusa, si sarebbe così approfittato della grave crisi occupazionale, iniziando, ancora prima della campagna elettorale, a prospettare concrete possibilità di lavoro presso cooperative, strumentalmente costituite, che avrebbero dovuto operare in vari settori fra cui, dopo il fallimento di fantomatici progetti (sportello informatico, orto botanico per piante rare e palestra per riabilitazione di soggetti disabili) anche in quello foto-voltaico. Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza sarebbero centinaia le persone indotte a promettere il proprio sostegno elettorale e quello di amici e di stretti congiunti. La storia di quest’indagine è lunga e laboriosa. L’avv. Aurelio Chizzoniti, primo dei non eletti nella lista che ha visto primeggiare Rappoccio, ha presentato alla Procura numerosi esposti in cui ha denunciato dettagliatamente le azioni che avrebbe commesso il canL’avv. Aurelio Chizzoniti ha presentato numerosi esposti sul caso didato Rappoccio per raggiungere lo scranno di consigliere regionale. Da tecnico del diritto, poi, Chizzoniti non si è fermato nemmeno quando la Procura aveva notificato a Rappoccio la prima conclusione delle indagini investendo del caso il Csm e anche la Procura generale chiedendo al pg Salvatore Di Landro l’avocazione delle indagini. Cosa che poi non è stata necessaria dal momento che la Procura ha approfondito l’inchiesta e ha riformulato le accuse nei confronti del consigliere regionale.(p.t.) Il consigliere regionale Antonino Rappoccio VIBO VALENTIA Presi di mira la dott. Adriana Teti (Affari generali) e l’ing. Pasquale Scalamogna (Lavori pubblici) CATANZARO Si torna in aula a fine mese Intimidazione, proiettili a due dirigenti comunali Gli avvocati si astengono Slitta l’udienza “Why Not” Marialucia Conistabile VIBO VALENTIA Viaggiano sul filo del piombo e talvolta del liquido infiammabile, le intimidazioni contro i dirigenti del Comune di Vibo Valentia. Nell’arco di pochi giorni proiettili per posta sono stati recapitati alla dirigente del settore Affari generali, Adriana Teti, mentre proiettili e liquido infiammabile sono stati riservati al dirigente del settore Lavori pubblici, ing. Pasquale Scalamogna. E se alla dottoressa Teti le cartucce sono state inviate per posta, la busta infatti è stata intercettata all’Ufficio postale, all’ing. Scalamogna il “pacchetto” è stato depositato sui gradini dell’abitazione. Intimidazione, quest’ultima, compiuta domenica qualcuno che, probabilmente, avrà seguito i movimenti del dirigente e della moglie. Domenica pomeriggio, infatti, la coppia è uscita da casa intorno alle 18. Circa tre quarti d’ora dopo la moglie dell’ing. Scalamogna è rientrata notando una busta di carta verde sui gradini che conducono all’ingresso dell’abitazione, ubicata nel centro storico di Vibo Valentia. Pensando che qualche vicino avesse lasciato qualcosa, come qualche volta avviene, la Adriana Teti Pasquale Scalamogna donna ha preso il sacchetto portandolo in casa. Una volta in cucina l’ha aperto trovando all’interno una bottiglia di vetro piena di benzina. Lo stupore è stato tale da non farle notare il sacchetto di plastica trasparente legato al collo della bottiglia contenente quattro proiettili (che poi si è scoperto fossero a salve). Sull’episodio che ha scatenato vibrate reazioni negli ambienti vibonesi, sono in corso indagini da parte dei carabinieri della Stazione che stanno scandagliando l’attività del dirigente legata a un settore complesso e importante, come quello dei lavori pubblici. CATANZARO. È saltata l’udien- za nell’ambito del processo a carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito della nota inchiesta “Why not”. L'inchiesta avviata nel 2006 dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest’ultimo, affidata alla Procura generale, che riguardava un presunto comitato d’affari che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati allo sviluppo della Calabria. Il rinvio del processo - come della maggior parte delle udienze penali fissate -, slittato al prossimo 29 novembre, è stato necessario per via dell’astensione dalle udienze degli avvocati proclamata dall’Unione camere penali, che ha avuto inizio iergi e dovrebbe durare fino a venerdì, in segno di protesta contro un’asserita lesione del diritto di difesa del cittadino, contro il problema dei rapporti tra politica e giustizia e per chiedere un maggiore confronto per le riforme nel settore. (g.m.) Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 23 . Calabria L’ex sottosegretario di Stato ai Trasporti con delega alle ferrovie teme un sempre maggiore isolamento - non solo fisico - della nostra regione Più che i treni si “taglia” la Calabria In dieci anni le manovre finanziarie hanno portato alla riduzione del 10% della spesa pubblica nel Sud Paolo Cannizzaro CATANZARO «Tutti dicono che la Calabria, per la sua posizione, è nei fatti la base logistica avanzata dell’Europa nel Mediterraneo. È un assunto condiviso a tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale ed europeo. Ma nei fatti, e in tutte le sedi, non si è conseguenti. E il taglio dei treni a lunga percorrenza programmato da Trenitalia è frutto di questa contraddizione, che nei fatti considera sempre più residuale un territorio che a parole si indica come strategico». L’on. Pino Soriero, dirigente del Pd, ex sottosegretario ai Trasporti con delega alle ferrovie, continua a seguire le problematiche legate alle infrastrutture e ai trasporti dal suo osservatorio di consigliere dello Svimez. E le sue censure sui programmi invernali di Trenitalia per la Calabria si aggiungono alle voci critiche che da più parti si sono levate. «Se le infrastrutture – dice Soriero – sono da intendere come un punto di forza nel processo di integrazione europea, allora la proposta di Trenitalia è inaccettabile e dev’essere messa in discussione prima che l’orario invernale divenga operativo. C’è ancora un mese di tempo e si può lavorare per correggerlo; e magari, nel contempo, mettere mano a quello che sarà l’orario estivo, dal momento che le scelte relative ai trasporti, per una regione a vocazione turistica, devono essere ragionate e funzionali ai processo di sviluppo del settore in itinere, sì da evitare opzioni che danneggino la Calabria anche su questo versante». Per Soriero è necessario intervenire subito e con energia: «Abbiamo assistito impotenti, anno dopo anno, alla decurtazione di collegamenti che hanno impoverito la regione. Ci sono cose assurde che vanno corrette, anche quando si ragiona in termini di analisi costi-benefici. Le Ferrovie, con l'amministratore delegato Mauro Moretti, hanno portato avanti un’opera di risanamento efficace rispetto al bilancio, rilanciando l’azione di ammodernamento con le linee ad alta velocità, ma tutto si è fermato a Eboli, e questo è inaccettabile. Hanno voluto chiamarsi Ferrovie dello Stato Italiane in omaggio ai 150 anni di unità del Paese, e allora devono fare proposte coerenti con questa sottolineatura voluta con la scelta del nome e del logo. Anche per at- trezzarsi alla sfida di una concorrenza che prima non esisteva; competizione che non può essere fatta distruggendo collegamenti con un territorio strategico». Intanto, con la fine del governo Berlusconi, è cambiato l’interlocutore nazionale. Per il consigliere dello Svimez si pone un problema di risorse: «Auspico – dice Soriero – che il nuovo governo riesca a correggere la tendenza negativa delle manovre economiche degli ultimi tempi sul Pil delle due macro-aree italiane. Da alcuni studi che abbiamo compiuto, per il 2011 gli effetti delle ultime manovre si tradurranno in tagli, negli investimenti e nei trasferimenti, dell’1% del Centro-nord e dell’1,1% nel Mezzogiorno; nel 2012 i tagli saranno del 2,4% nel Centro-nord e del 3,2% nel Mezzogiorno; nel 2013 il divario aumenterà ancora perché nel Centro-nord i tagli saranno dell’1,4% e nel Mezzogiorno del 2,1%. Complessivamente, da qui al 2013, per il Centro-nord si viaggia intorno al 4,8%, e nel Mezzogiorno al 6%. In dieci anni la spesa in conto capitale della pubblica amministrazione nel Mezzogiorno è scesa dal 40,4% del 2001 al 30% del 2010. E poi ci sono i tagli dei Fas, il cui recupero sta avvenendo solo in parte. Data la situazione, c’è da chiedersi come possa il Mezzogiorno - e con esso la Calabria - partecipare a quel processo di crescita che l’Europa chiede. A mio giudizio ciò può avvenire modificando la politica economica che ha ceduto al leghismo e ha sottratto risorse al Mezzogiorno, e valorizzando fino in fondo i centri di eccellenza del Mezzogiorno». «Ed allora – conclude Soriero – come fanno le ferrovie a tagliare in una regione dove c’è il porto di Gioia Tauro che, quale polo del transhipmen, ha aiutato a far uscire dalla crisi i porti di Genova, La Spezia, Livorno, Trieste e Ancona? C’è una Calabria che può e vuole dare; ma la Calabria va difesa con grinta, e va ridiscusso l’intero servizio ferroviario per la Calabria, correggendo errori grossolani. Da Lecce Bari - Roma ci sono sei coppie di Frecciargento e Eurostar, per la Calabria una sola Frecciargento, che a volte ha materiale rotabile consunto. E con orari sbagliati, come l’Eurostar che parte da Roma alle 6.45, spesso vuoto, e per quello delle 18.10 da Lamezia verso Roma. Su questo serve l’attenzione e la mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali». REGGIO Nei grandi affari c’è la “cupola” Penalizzata in modo particolare la fascia jonica L’Udc: la nostra protesta sarà ferma Già investito il gruppo parlamentare CATANZARO. Dopo le organiz- Giuseppe Soriero, già sottosegretario ai trasporti zazioni sindacali anche le forze politiche si mobilitano per contrastare il taglio ai collegamento ferroviari verso il Nord previsti nell’orario invernale di Trenitalia. L’Udc annuncia battaglia, anche perché la riduzione dei collegamenti viene programmata - sottolineano il capogruppo consiliare Alfonso Dattolo ed il suo vice Gianluca Gallo - «in un periodo di grave crisi per l’economia nazionale, avvertita in maniera ancor più stringente nelle regioni del Meridione». «Per una Regione che sconta un’antica carenza infrastrutturale, già costretta all’isolamento da una rete ferroviaria non elettrificata e a binario unico, oltre che dagli interminabili lavori lungo l’autostrada, dal mancato adeguamento della statale ionica 106 e dalla mancata realizzazione delle trasversali interne, si tratta di una scelta che assume contorni che vanno ben al di là della pure legittima decisione imprenditoriale», traducendosi per contro, aggiungono Dattolo e Gallo, «in una misura che va ad ingigantire l’isolamento della Calabria dal resto d’Italia, con gravi e negative ripercussioni non solo per i cittadini, ma anche per comparti economici di primo piano, quali l’agricoltura ed il turismo, pesantemente ed ingiustificatamente penalizzati». E ciò soprattutto per l’area ionica calabrese, da sempre del tutto sprovvista di reti di grande comunicazione e servita da una linea ferroviaria antiquata e vittima di ripetuti tagli e de- potenziamenti. «A fronte di questa situazione – chiosano i vertici del gruppo consiliare regionale dell’Udc – ferma sarà la nostra protesta istituzionale. Abbiamo interessato il nostro gruppo parlamentare, ma in occasione dell’imminente seduta del Consiglio regionale chiederemo all’Assemblea ed all’Esecutivo, che peraltro attraverso il presidente Giuseppe Scoppelliti ha già anticipato l’intenzione di muoversi in tal senso, di impegnarsi per favorire la ricerca di soluzioni e l’avvio di un confronto che coinvolga anche il Governo nazionale: 150 anni dopo l’unificazione dello Stato italiano, la Calabria non puÚ essere considerata ancora, nei fatti, come una mera espressione geografica». La Cgil all’attacco contesta in particolare l’accordo con Infrastrutture Lombarde per i nuovi ospedali Sulla Sanità un’anomala concentrazione di poteri Elena Sodano CATANZARO Per la Cgil la sanità in Calabria è diventata un «epicentro di poteri inconfessabili». Il segretario generale Sergio Genco e Mimma Iannello responsabile delle Politiche del Welfare del sindacato, denunciano le misure sanitarie adottate dal commissario Giuseppe Scopelliti che secondo loro «agisce in un inedito accentramento di poteri che svuotano di funzioni la rappresentanza istituzionale e sociale senza riformare la sanità regionale». Per tale motivo venerdì prossimo la Cgil Calabria aderirà alla giornata di mobilitazione nazionale per un servizio sanitario nazionale pubblico, universale e di qualità e concentrerà la sua attenzione, oltre che nelle cinque province calabresi, anche a Palazzo Campanella dove nella stessa giornata il consiglio regionale ha convocato una seduta per discutere di sanità. «L’inefficacia dei provvedimenti regionali si possono rilevare dalle continue bocciature al Tavola di verifica interministeriale che bloccano il trasferimento delle risorse per la Calabria necessarie per ripianare i debiti ed accompagnare la riconversione dei servizi», hanno riferito i segretari della Cgil. «Il decreto 106/2011 evidenzia la logica distorta dentro cui pezzi di sanità pubblica vengono riposizionati verso il privato sanitario spogliando presidi e territori di riferimenti sanitari importanti per assicurare l’uniformità dei Livelli essenziali di assistenza nel giusto equilibrio tra ospedale, territorio e prevenzione. Del resto – aggiungono i sindacalisti – le dimissioni poi rientrate del presidente dell’apposita commissione consiliare sanità Salerno, i richiami a Scopelliti da parte dell’autorità di vigilanza nazionale sui contratti pubblici e Mimma Iannello e Sergio Genco sulla concorrenza scaturiti dagli esposti della Cgil sulla costruzione dei nuovi ospedale e l’inedita soluzione data alla Fondazione Campanella, evidenziano logiche improprie dentro cui si continua a muovere la Sanità cala- brese, nonostante la propaganda di Scopelliti che mistifica la realtà sanitaria dei territorio». Secondo Genco e Iannello «gli atti aziendali anziché correggere le storture e rivedere il riordino della rete ospedaliera e della rete emergenza-urgenza, appaiono strumenti blindati dettati dall’alto e del tutto incompleti rispetto alla definizione dell’assetto dell’offerta dei servizi territoriali e della sanità privata convenzionata. Vogliamo vedere i conti di questa azione di risanamento che a noi sembra una partita non trasparente che non assicura l’esigibilità ed il monitoraggio dei Lea all’interno di obiettivi assistenziali e di un quadro di tenuta finanziaria che contrasti gli sprechi, il malaffare e le inefficienze del sistema”. Ed dalla Cgil chiedono di «rescindere la convenzione milionaria tra Calabria e Lombardia che affida alla società Infrastrutture Lombarde il compito di accompagnare la realizzazione dei nuovi ospedali spogliando la Stazione Unica Appaltante regionale delle funzioni per cui è stata istituita che è quella di realizzare economie nel sistema degli appalti sanitari esposti al malaffare». LAMEZIA TERME Udc, Fli, Mpa e Api lanciano segnali al governo regionale «troppo appiattito su Berlusconi» Pignatone: ecco come Franco Bruno: Scopelliti guardi al Terzo Polo cambia la ’ndrangheta Maria Scaramuzzino REGGIO CALABRIA. Anche la ’ndrangheta ora ha la sua Cupola. L’organizzazione criminale calabrese si è ispirata a Cosa nostra siciliana dandosi un’organismo di vertice che sovrintende agli affari più importanti. Una convinzione maturata dai magistrati della Dda reggina nell’ambito dell’inchiesta sfociata nel luglio dello scorso anno nell’operazione “Crimine” e sostenuta dai cinque pm impegnati nella requisitoria del relativo maxi processo che si sta celebrando con il rito abbreviato. «Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della ’ndrangheta che sta cambiando definitivamente assetto: pur mantenendo l’articolazione familiare, ha al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impar- tisce le direttive strategiche ed è in grado di farle rispettare». Parole di Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria in un’intervista ad ASud’Europa, settimanale del Centro Pio La Torre, illustrando la mutazione delle dinamiche di potere all’interno della mafia calabrese. «Oggi – aggiunge Pignatone – ci troviamo di fronte a un’organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi economici e dell’espansione in Italia e nel mondo pur mantenendo come centro operativo la provincia di Reggio. Le enormi liquidità di cui le cosche hanno disponibilità possono essere lo strumento per entrare in qualunque settore economico».(r.rc) LAMEZIA TERME «Diventare il motore propulsivo dell’azione politica, rispettando i ruoli e le inclinazioni dei vari gruppi, ma avendo chiaro l’obiettivo precipuo che è quello di far diventare il Terzo Polo la prima forza politica calabrese». Piena comunione d’intenti quella emersa durante la riunione del coordinamento regionale del Terzo Polo ieri mattina a Lamezia, nella sede calabrese di Futuro e libertà. All’incontro hanno partecipato il vicecoordinatore regionale di Fli Francesco Grandinetti, la parlamentare di Fli Angela Napoli responsabile del partito in Calabria, il senatore Gino Trematerra segretario regionale dell’Udc, Franco Bruno senatore dell’Api e coordinatore calabrese, Domeni- Trematerra, Grandinetti e Napoli ieri a Lamezia co Vasta delegato di Mpa. Grandinetti ha evidenziato che «il Terzo Polo è riuscito a creare una squadra coesa proprio in Calabria, una regione alle prese con una miriade di difficoltà e problemi di grande complessi- tà». Napoli ha auspicato che il nuovo governo tecnico guidato dal presidente del consiglio incaricato Mario Monti «avvii una politica di grande attenzione per il Sud, al contrario dell’esecutivo Berlusconi che s’è rivelato anti- meridionalista, succube della Lega Nord». Sulla giunta Scopelliti la parlamentare ha detto che «è troppo appiattita nell’accondiscendere alla volontà del Cavaliere. Continueremo a fare opposizione costruttiva nell’interesse della Calabria, e attenzioneremo dei settori strategici come occupazione, sanità e infrastrutture». Trematerra ha espresso giudizio positivo sull’operato del governatore Scopelliti e della sua giunta: «Il rafforzamento del governo regionale non può che apportare beneficio alla Calabria. Dobbiamo camminare insieme, ognuno con le proprie specificità, con l’obiettivo comune di dare una forte spinta alla nostra terra per una nuova fase di sviluppo e di crescita». Soddisfatto anche il senatore Bruno per il quale «la Calabria può avere speranza solo in un’Italia che riparte e che la pone al centro dell’azione politica. C’è tanto lavoro da fare», ha aggiunto il rappresentante del partito di Rutelli, «il nostro auspicio è che Scopelliti comprenda che il berlusconismo è finito e che s’è aperta una nuova fase politica anche nella nostra regione». Bruno ha concluso: «Il governatore è persona intelligente e preparata e sono certo che comprenderà che bisogna guardare anche alle forze del Terzo Polo se si vuole fare l’interesse del popolo calabrese». Vasta ha spiegato che l’Mpa vuol essere «da stimolo e guida per migliorare il funzionamento della macchina amministrativa e politica nel suo complesso. Bisogna ridare fiducia ai calabresi con un’alleanza che sappia rappresentare cattolici e laici, liberali e ambientalisti». Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 25 Calabria . CASSANO L’uomo era stato incaricato di compiere quattro omicidi. Nel mirino l’imprenditore Gaetano Novelli poi assassinato nell’ottobre del 2010 Il killer “professionista” nascosto a Sibari Le rivelazioni del pentito Samuele Lo Vato sui piani delittuosi della temuta cosca di Antonio Forastefano Arcangelo Badolati CASSANO Il siciliano. Un uomo di “panza” e di “grilletto”, sempre a “disposizione” dei compari disposti a pagare i suoi spietati servigi. Un uomo dallo sguardo imperscrutabile, con un inconfondibile accento isolano, reclutato dalla cosca Forastefano per far fuori vecchi amici e nuovi nemici nell’area ionica del Cosentino. Un killer silenzioso e affidabile, pronto ad agire senza fare troppe domande. Rosario – questo il suo nome di battesimo – nel 2008 è rimasto per alcuni giorni nella Sibaritide per prepararsi a chiudere quattro “contratti”. È stato il pentito Samuele Lo Vato, 36 anni, “picciotto” legatissimo al boss pentito di Cassano, Antonio Forastefano, a rivelarlo al pm antimafia Vincenzo Luberto. Rosario sembra il sinistro personaggio inventato da uno sceneggiatore cinematografico per dar corpo e ferocia ad un film. Purtroppo è invece il protagonista reale d’una trama mafiosa. «Nel periodo precedente all’esecuzione della cosiddetta operazione “Omnia” – rivela il collaboratore di giustizia Lo Vato – Antonio Forastefano venne aggredito e picchiato dai fratelli Novelli, per cui ha dato ordine di ammazzare sia Gaetano che Vincenzo Novelli. Con questa finalità fece giungere a Cassano un killer professionista dalla Sicilia del quale ricordo solo il nome di battesimo, Rosario. Lui era originario della Sicilia ma dimorava sia in Svizzera che in Germania. Tonino voleva che i due fratelli fossero uccisi insieme, quando il martedì mattina andavano a trovare Leonardo Portoraro. Una motopala avrebbe dovuto sbarrare loro il tragitto, il killer sarebbe entrato in azione ed i corpi fatti sparire. La disposizione di ammazzare i fratelli insieme ha ritardato l’azione». Il duplice delitto non venne consumato. Gaetano Novelli, però, è stato assassinato la notte di venerdì otto ottobre 2010 a colpi di pistola, all’ingresso di Marina di Sibari. Il suo è ancora un delitto impunito. Il pentito Samuele Lo Vato, ha rivelato al magistrato della Dda di Catanzaro che i Forastefano volevano assassinare, sempre nel 2008, altri “rivali”. «Un altro obiettivo – ha spiegato il collaboratore di giustizia – era Francesco Abbruzzese, detto “Dentuzzo” e in tal senso Antonio Forastefano aveva trovato l’appoggio di una persona che abita proprio di fronte alla caserma dei carabinieri di Cassano. “Dentuzzo” dove- va essere colpito quando andava a firmare dai carabinieri. Anche questo piano è sfumato perchè abbiamo saputo che Abbruzzese aveva ottenuto di firmare presso il proprio domicilio. Altro obiettivo della nostra cosca era Nicola Acri, di Rossano. Avevamo saputo che ogni mercoledì Acri andava a Lauropoli a incontrare “Dentuzzo”. Non solo Rosario, il killer siciliano, era stato accompagnato preswso la palestra di Rossano dove Acri si allenava inmodo che potesse riconoscerlo». Nessuno dei crimini progettati è stato poi realizzato. Ma chi è Rosario? Dove vive, come viene contattato dai “compari” che hanno bisogno della sua mano assassina? Tutti interrogativi ai quali tentano di offrire una risposta gl’investigatori del Ros. Non è la prima volta che nella Sibaritide compaiono sicari di provenienza sicula. Pure Giuseppe Cirillo, negli anni ‘90, agganciò “pistoleri” d’Oltrestretto per fronteggiare l’offensiva scatenata contro il suo gruppo dai coriglianesi. I siciliani garantirono il loro appoggio ma senza successo. Con Cirillo, tuttavia, finirono a giudizio nel maxiprocesso “Galassia” incassando però a conclusione del dibattimento una piena assoluzione. Samuele Lo Vato Antonio Forastefano L’autovettura su cui è stato assassinato Gaetano Novelli nell’ottobre del 2010 COSENZA I pc finiti sotto chiave sono stati prelevati nel corso del blitz legato all’inchiesta sul presunto business dei falsi controlli Revisioni “fantasma”, si cercano prove nei 24 pc sequestrati Giovanni Pastore COSENZA Il pm Antonio Tridico va a caccia di prove informatiche dell’ipotetico business delle revisioni “fantasma”. Tracce che potrebbero nascondersi nei computer finiti sotto chiave nel corso del blitz “Braking”. Ventiquattro pc utilizzati dagl’indagati nella gestione dei controlli antietà a cui non sarebbero stati sottoposti i veicoli da esaminare. Hard disk e memorie removibili saranno esplorate dai superconsulenti della Procura diretta da Dario Granieri nella speranza di ricavare elementi utili a rafforzare l’architrave che sorregge l’impianto accusatorio cristallizzato nel decreto di sequestro vergato dal gip Livio Cristofano. Per puntellare i sospetti sui presunti controlli fasulli che avrebbero garantito esiti positivi anche per auto-rottami, il pm Tridico ha già tratto linfa dalle immagini delle telecamere piazzate davanti alle officine dai detective della Polstrada, guidati dal vicequestore Antonio Provenzano. Immagini che dimostre- MOTTA S. G. Lo ricorda Giovanni Verduci Tre mesi senza Azzarà Una triste ricorrenza Giuseppe Toscano MOTTA SAN GIOVANNI Tre mesi senza Francesco. Un’eternità per chi, come i genitori, i parenti e gli amici, lo sta aspettando per poterlo riabbracciare. Il giovane originario di Motta San Giovanni è tuttora nelle mani della banda che il 14 agosto scorso lo ha rapito nel Darfur. Il suo rilascio è sempre l’obiettivo principale dell’attività che viene portata avanti a livello istituzionale, e che procede, secondo quanto più volte assicurato dalla Farnesina, a ritmi frenetici. Nonostante tutto, però, il giovane cooperante di Emergency non ha ancora riacquistato la sua libertà. «Con oggi – ha ricordato nella giornata di ieri il vicepresidente della Provincia, Giovanni Verduci – sono tre mesi che Francesco Azzarà è in mano a sequestratori che lo tengono lontano dai suoi affetti più cari, dai suoi interessi, dalle sue passioni. In questo particolare momento, non voglio fare appelli alle autorità che, sono convinto, stanno facendo il massimo per la sua liberazione. Non intendo neppure sollecitare Emergency, che tanto si sta spendendo sul territorio sudanese. Il mio pensiero è rivolto ai suoi genitori, ai suoi familiari, agli amici di sempre e a quelli che, in questi tre mesi, hanno prima conosciuto, poi apprezzato, quindi sostenuto Francesco. Lui, il volontario dell’associazione di Gino Strada, che pochissimi sapevano essere in Sudan, è un ragazzo forte, determinato, solare e molto, molto legato alla sua terra». Verduci si rivolge in particolare ai ragazzi e alle associazioni vicine a Francesco ed ai suoi cari: «Hanno fatto tanto, continueranno a farlo, saranno determinanti così come lo sono già stati in passato. Sono convinto – conclude – che Francesco e i suoi genitori avvertono tutto questo affetto, sanno che possono contare su tutti loro. L’amore per il prossimo non ha confini, supera tutte le barriere, arriva diritto al cuore». rebbero l’esistenza di patti inconfessabili tra clienti e titolari dei centri autorizzati. «Quello che abbiamo visto nei filmati ci ha allarmato perchè era la rappresentazione d’un fenomeno sociale», aveva sottolineato il comandante provinciale della Stradale, Antonio Provenzano. «Non sottoporre il veicolo a revisione per risparmiare al massimo poche centinaia di euro significa pregiudicare la propria e l’altrui sicurezza stradale. Un veicolo non efficiente può essere causa di incidenti anche molto gravi. E tra le cause prin- L’isp. Straface, il vicequestore Provenzano, l’isp. Molinaro e il sovr. Sarro cipali dei sinistri stradali che quotidianamente si verificano c’è proprio l’inefficienza dei mezzi coinvolti». In pochi mesi d’investigazioni riservate, gli agenti avrebbero accertato l’esistenza di 1.500 vetture “sospette”, molte delle quali sarebbero certamente non verificate, nonostante il conseguimento del talloncino adesivo attaccato sul libretto di circolazione. Secondo il gip Cristofano, i finti controlli sarebbero stati possibili grazie al fatto «che, una volta inserita nell’apparecchio elettronico la targa Il pm Vincenzo Luberto dell’autoveicolo da revisionare, sulla pedana metallica veniva posizionata, invece, una qualsiasi altra vettura. Il congegno elettronico, quindi, consentiva la stampa del certificato adesivo, riportante la targa del veicolo, del giorno, dell’ora dell’operazione e, infine, della dicitura “revisione esito regolare”. L’escamotage, operando esclusivamente su autovetture tecnicamente regolari, permetteva ovviamente, da un lato, di acquisire un certificato di revisione sempre con esito positivo e, dall’altro lato, garantiva ai gestori dell’officina di rilasciare un numero considerevole di certificati di revisione in tempi molto rapidi e con un significativo risparmio di energie umane». 27 Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 Cronaca di Reggio . COMUNE La commissione Bilancio ha convocato anche i vertici della burocrazia per conoscere le strategie di risparmio in ogni settore TERZO SETTORE Taglio delle spese, l’ora dei dirigenti Marino (Pd) chiede lumi su un bando Le audizioni inizieranno la prossima settimana. Lunedì Consiglio in aula per il Psc Piero Gaeta Bisogna cominciare dai caldi giorni dell’estate appena trascorsa per capire bene l’attualità. Lo scorso 26 agosto, infatti, la giunta municipale ha deliberato il «piano di contenimento delle spese» che ogni settore dell’Amministrazione comunale deve attuare nel prossimo triennio 2011-2013. La giunta-Arena, sempre nella stessa delibera, ha indicato ai dirigenti anche come procedere ai tagli delle spese seguendo alla lettera i “suggerimenti” dell’ultima finanziaria. Si tratta di provvedimenti importanti e pesanti (dal punta di vista economico) per avviare il necessario risanamento dei conti comunali. E proprio per non correre il rischio che la delibera della giunta possa restare “lettera morta” la commissione bilancio si è già attivata convocando i tutti i dirigenti di Palazzo San Giorgio per conoscere lo stato dell’arte e le iniziative da loro messe in campo per contenere i costi dell’Amministrazione. «Nel programma che avevamo stilato volevamo fare cominciare le audizioni il prossimo lunedì, tuttavia la convocazione del Consiglio comunale ci ha costretto a farle slittare di qualche giorno – ha dichiarato il presidente della commissione Demetrio Marino –. Perché abbiamo ritenuto di dovere convocare i dirigenti? Semplice: vogliamo capire bene come hanno programmato di agire e quali tagli hanno intenzione di attuare nei settori di loro competenza. Lo scorso 17 settembre abbiamo votato il Bilancio di previsione 2011 che conteneva anche quella delibera di giunta. Ebbene, da quando il bilancio di previsione è stato approvato che cosa è successo? Quali provvedimenti i dirigenti hanno assunto? Siamo curiosi e attenti come consiglieri vogliamo svolgere in pieno il nostro ruolo di controllori. Gli ispettori della Procura nella loro relazione hanno evidenziato che ci voleva 22 sono i rilievi mossi dagli ispettori ministeriali Il presidente Sebastiano Vecchio ha convocato il consiglio comunale per il prossimo lunedì anche maggiore attenzione da parte dei consiglieri comunali per evitare il buco nel Bilancio. Noi vogliamo essere parte attiva e diligente in questa storia, e leggeremo con attenzione le relazioni che abbiamo chiesto a ogni dirigente». In attesa di audire i vertici della burocrazia comunale, sono comunque giorni intensi Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO DIURNO Dal 13 novembre 2011 al 19 novembre 2011 (8.30-20.00) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 GIOFFRÈ - Via C. Portanova 9 - Tel. 096525041 FARMACIE APERTE IL SABATO (8.30-13.00 / 16.00-19.30) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 FARMACIE APERTE SOLO IL SABATO MATTINA (8.30-12.30) ARCUDI-ASCHENEZ-SAN PIETRO/BATTAGLIA-CATALANO-COSTA-IGEA-LAZZARO-PELLICANÒ-SAN BRUNELLO-SCERRA-SANT’AGATA FARMACIE NOTTURNE (19.30-8.30) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 GUARDIA MEDICA FESTIVA E NOTTURNA ACCIARELLO tel. 751356 BAGNARA CALABRA tel. 372251 BOVA MARINA tel. 761500 CALANNA tel. 742336 CARDETO tel. 343771 CATAFORIO tel. 341300 CONDOFURI tel. 727085 FOSSATO tel. 785490 GALLICO tel. 370804 MELITO PORTO SALVO tel. 781581 MODENA tel. 347432 MOTTA S. GIOVANNI tel. 711397 ORTI’ tel. 336436 PELLARO tel. 358385 RAVAGNESE tel. 644379 REGGIO (ex Eca) tel. 347052 REGGIO (ex Vigili) tel. 347432 ROCCAFORTE DEL GRECO tel. 722987 SAN LORENZO tel. 721143 SAN PROCOPIO tel. 333180 SAN ROBERTO tel. 753347 S. STEFANO D’ASPROM. tel. 740057 SCILLA tel. 754830. TELEFONO AMICO Il Telefono Amico svolge il servizio tutti i giorni 24 ore su 24 chiamando ai se- per la Commissione Bilancio, che da giovedì inizierà a esaminare 4 punti al giorno dei 22 rilievi mossi dagli ispettori all’Amministrazione. La proposta è stata avanzata dal consigliere Giuseppe Bova ed è stata accolta con favore dalla maggioranza. «Ci aspettano tre settimane intense, ma entro dicembre vogliamo concludere l’esame di ogni punto contestato», ha aggiunto il presidente Marino. Che non si stanca mai di lodare lo spirito di «grande concordia che si respira all’interno della Commissione, il cui unico imperativo è quello di capire e fare chiarezza anche per il futuro della città». Oggi pomeriggio, intanto, è previsto l’esame della situazione dell’Atam. «Che sarà doverosamente approfondito – ha promesso il presidente della commissione – così come è stato quello della altre società partecipate dal Comune. Con l’esame dell’Atam metteremo un punto fermo anche all’esame delle varie società miste, i cui onerosi contratti rappresentano il prossimo ostacolo con cui si dovrà misurare l’Amministrazione comunale». Intanto, il presidente del consiglio Sebastiano Vecchio ha convocato il Consiglio comunale per il prossimo lunedì (appuntamento che slitterà a martedì se la seduta dovesse andare deserta in prima convocazione) che dovrà discutere del Piano strutturale comunale. Un argomento davvero “tosto” su cui tutti i consiglieri saranno chiamati a confrontarsi prima delle due sedute che il Consiglio dovrà dedicare all’assestamento del bilancio (entro la fine di questo mese) e all’approvazione del conto consuntivo 2010 (verosimilmente entro la fine dell’anno). Il grande schermo guenti numeri: 0965812000 800848444 (numero verde). SERVIZIO-URGENZA EMERGENZA-MEDICA (SUEM) Numero tel. unico prov.le 118 LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Via Tenente Panella n. 3 - Tel. e fax 0965331563 (8.30-12.30 / 15.30-17) AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA Ufficio relazioni con il pubblico: via Sant’Anna II tronco n. 18/P 89128 tel. 0965/347374 - 0965347367 - tel-fax 0965/347435 www.asp.rc.it e-mail: [email protected] AZIENDA OSPEDALIERA Centro prenotazione 800198629 AVIS Corso Garibaldi 404 - 0965/813250 ADSPEM-FIDAS c/o Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morelli in Viale Europa tel. e fax 0965393822 - tel. 096554446. CINEMA LUMIÈRE MULTISALA Viale La Boccetta - Reggio Calabria - Info: Tel. 0965/51036 - Cell. 3938131781 www.multisalalumiere.it. Sala De Curtis: «Il re leone in 3D» animazione Disney - Spett. ore: 17 19 - 21* (sono disponibili proiezioni mattutine per le scuole materne/elementari/medie dietro appuntamento. Prezzo scontato Euro 8,00). Segue: «Lezioni di cioccolato 2» - commedia con L. Argentero, V. Salemme, A. Finocchiaro. Unico spett. ore: 22.30. Sala Sordi: «Immortal in 3D» azione con M. Rourke, J. Hart, F. Pinto. Spett. ore: 17.45 - 19.55 - 22. Sala De Sica: «Lezioni cioccolato 2»commedia con L. Argentero, V. Salemme, A. Finocchiaro. Spett. ore: 18.10 - 20.20. Sabato e domenica anche alle ore 16. Segue: «Warrior» - azione/dramma, con N. Nolte, T. Hardy, J. Edgerton. Unico spett. ore: 22.30. Sala Mastroianni: «La peggior settimana della mia vita» commedia con F. De Luigi, A. Siani, C. Capotondi. Spett. ore: 17 - 18.45 - 21 - 23. N.B.: dal 16/11: in contemporanea anche al CINE PERGOLA: «The Twilight Saga: Breaking Down parte 1» prevendita aperta. Spett. ore: 16 - 18.10 - 20.20 - 22.30. Lunedì e mercoledì ingresso € 6,50 - In 3D € 9,50 - In digitale € 7,00. Dal lunedì al giovedì per gli Over60 ingresso € 6,50. Attività promozionale: c/o il botteghino le Card-Abbonamento. CINEMA NUOVA PERGOLA Tel. 096521515 - Infoline: 347/5359831 http://cinemanuovapergola.it: «Il cuore grande delle ragazze» regia di Pupi Avati, commedia con Cesare Cremonini, Micaela Ramazzotti. Spett. ore: 16.30 - 18.30 - 20.30 22.30. N.B.: dal 16/11: in contemporanea anche al Multisala Lumiere: «The Twilight Saga: Breaking Down parte 1» prevendita aperta. Spett. ore: 16.30 - 18.40 - 20.50 - 23. Il martedì prezzo ridotto € 6,00. Over 60, da lun. a ven., € 6,00. CINEMA TEATRO ODEON Reggio Calabria - Tel. 0965898168 www.odeonrc.it: «I soliti idioti» (genere: comico) con Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio. Orario spettacoli: 18 - 20 - 22 Lunedì ingresso ridotto € 5,00. CINEMA AURORA Reggio Calabria Tel. 096545373 fax 0965883456 Info: 3400661061 - indirizzo internet: www.cinemaaurora.it - e-mail: [email protected] «One day» - sentimentale, con Anne Hathaway, Jim Sturgess. - Orario spettacoli: 16 - 18.10 - 20.20 22.30. Mercoledì ingresso ridotto € 5. Lunedì Circolo del cinema “Cesare Zavattini”. Giuseppe Marino, vicepresidente del Consiglio Comunale, ha presentato un’interrogazione per sapere «se l’Amministrazione Comunale intende partecipare al bando del Ministero del Lavoro attraverso la presentazione di progetti, entro la scadenza del 30 novembre p.v., in uno dei seguenti ambiti: inclusione sociale e lotta alla povertà (ad esempio per anziani soli o con un coniuge non autosufficiente), tutela dei minori e della famiglia, incentivo al volontariato di anziani e per anziani, non autosufficienza e disabilità, in particolare per favorire la domiciliarità». L’interrogazione si fonda sulla premessa che «il Ministero del Lavoro, con relativo avviso pubblico, ha messo a disposizione 450 mila euro per progetti finalizzati alla realizzazione di interventi di sperimentazione sociale presentati dai Comuni ma con l’obbligatoria collaborazione di soggetti del terzo settore». Marino evidenzia che «gli Enti del Terzo Settore stanno attraversando una grave crisi finanziaria determinata dall’insolvenza in cui si è venuto a trovare il Comune»; e considera che l’avviso pubblico ministeriale rappresenta un’importante occasione per attrarre finanziamenti statali e reperire risorse fondamentali per consentire la sopravvivenza di servizi sociali che rischiano seriamente di sparire». 29 Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 Cronaca di Reggio . Proseguono gli incontri allo Scientifico tra gli studenti e i rappresentanti di magistratura e forze dell’ordine Il Liceo “Volta” nel segno della legalità Di Landro e Lombardo spronano i giovani: «Siate leali e rispettate le regole» Domenico Malara Proseguono gli incontri sulla legalità al Liceo scientifico “Alessandro Volta”, ospiti stavolta il procuratore generale Salvatore Di Landro, e il magistrato della Dda Giuseppe Lombardo e Attilio Cavallaro, presidente del Comitato spontaneo antimafia “Livatino-Saetta”. L’iniziativa si inserisce in un percorso di legalità voluto e curato personalmente dalla dirigente scolastica, Italia Condello, che coerentemente con il messaggio rivolto ai suoi studenti nell’assumere il nuovo incarico, intende offrire loro continui stimoli di riflessione sul rispetto delle regole. Già in un precedente incontro, il Liceo “Volta” ha ospitato il procuratore della Dda, Roberto Di Palma, magistrato da anni impegnato in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, che ha rivolto agli studenti un messaggio diretto e incisivo. Di Palma ha tenuto costantemente alta l’attenzione dei ragazzi, che sono rimasto particolarmente colpito quando il magistrato ha parlato di quella “zona grigia” che esiste tra i due estremi della crimina- Salvatore Di Landro Giuseppe Lombardo Roberto Di Palma lità organizzata e della cittadinanza onesta, nella quale è incluso chi tace e chi, in modo diverso, favorisce la mafia attraverso gli affari e la politica. Partecipato anche il secondo incontro che ha visto protagonisti, come detto, il procuratore generale Salvatore Di Landro, il magistrato della Dda Giuseppe Lombardo e il presidente del Omitato spontaneo antimafia “Livatino-Saetta”, Attilio Cavallaro. Nel suo intervento Di Landro ha voluto tracciare un quadro della legalità in cui siamo chiamati a vivere: «Legalità – afferma il procuratore generale – come rispetto delle regole e abito mentale che impone di rispettare gli altri; come contrapposizione radicale all’organizzazione criminale; come limite del potere o meglio strumento di controllo del potere». Il magistrato reggino ha quindi affermato che «la legali- tà non chiude il cerchio perché c’è qualcosa di più alto della stessa legalità, che è l’etica». Espressione, questa, molto cara a Di Landro, che ha voluto illustrare con due esempi: i due grandi dittatori, Hitler e Stalin, che “con la legalità” hanno mandato a morte milioni di persone e l’eroina tragica Antigone, che rappresenta il contrasto tra legge universale/divina da una parte e legge umana/dello stato dall’altra, risolto con la vittoria delle leggi etiche. «Aldilà delle leggi, quello che importa – conclude nel suo messaggio ai giovani Di Landro – è ciò che portiamo nel cuore, le regole di correttezza e i principi di lealtà e bontà». Apprezzato anche l’intervento del sostituto procuratore Lombardo che ha parlato di «scelta libera e priva di condizionamenti», di «libertà, quale parola che ricorre maggiormente nella Costituzione», di «dovere di conoscenza», di «credibilità». Con frequente riferimento alla sua personale esperienza e alla sua meditata scelta, il giovane procuratore, citando le parole del genio visionario Steve Jobs, ha invitato i ragazzi «a non vivere la vita degli altri» , ma a scegliere con consapevolezza. Li ha esortati anche a non restare soli «perché la solitudine è nemica della legalità e dove si è soli non c’è bisogno di regole». L’intervento si è concluso con un appello forte di Lombardo agli studenti: «La Calabria – ha affermato il magistrato – deve smettere di essere silenziosa ma deve urlare, voi non dovete essere silenziosi e non dovete farvi schiacciare da nessuno». PROVINCIA Nell’ambito del progetto “Work in parliament” rivolto a sensibilizzare i giovani sui temi comunitari Simulazione dei lavori del Parlamento europeo Un momento della simulazione con gli studenti degli istituti “De Paoli” e ”Ferraris” CULTURA Tornano gli incontri del centro “Pierre” Tornano gli appuntamenti con gli autori al centro Pierre di via Santa Caterina. Dopo la pausa estiva, Pierre che ha partecipato a inizaitive a scopo sociale e benefico come la collaborazione alla “Happy Run” organizzata dall’associazione “Disabili no limits” di Giusy Versace, ha scelto di apire la stagione autunnale con l’opera “Chiaroscuri” della reggina Ketty Adornato. Un volume di racconti, edito da Laruffa, che sarà presentato alla città domani alle 19 nella saletta del centro. Una lettura dei passi più significativi del volume con la collaborazione di Gaetano Tramontana, noto attore reggino, che ne curerà le letture sceniche. Il commento a “Chiaroscuri” è affidato, invece ad Andrea Espostito. A moderare il dibattito la giornalista Angelita Tomaselli. Il Comune e la Provincia, in collaborazione con l’Associazione Pronexus, ha avviato, nell'ambito delle azioni implementate dalla Rete Europe Direct del Comune di Reggio, un’attività di simulazione dei lavori del Parlamento Europeo secondo la nuova normativa introdotta dal Trattato di Lisbona. Scopo del progetto Work in Parliament 2011 è quello di incoraggiare nei giovani la cittadinanza attiva, stimolare la partecipazione delle nuove generazioni alla vita democratica, sensibilizzarli sulle tematiche europee e metterli nelle condizioni di proiettarsi in una dimensione europea. Il 12 novembre, nel Salone del Palazzo provinciale, si è svolta una giornata di simulazione per un gruppo di studenti degli Istituti scolastici San Vincenzo De Paoli e G Ferraris, volta ad eleggere il Presidente e i Vice Presidenti del Parlamento Europeo, nonché i componenti delle commissioni. Gli studenti si sono subito immedesimati nel loro ruolo di parlamentari europei. Ha presieduto i lavori il Presidente del consiglio Provinciale Antonio Eroi il quale, nel ribadire la sensibilità dell' Ente verso le tematiche europee, ha condotto la simulazione fino all'elezione del Presidente, Alessia Romeo, dei Vice Presidenti Luana Princi e Kubiak Jakub e dei Questori Gloria Nucera e Daniele Chiovaro. Gli alunni della “Vittorino Da Feltre” presenti all’incontro Secondo step di “Quello che non ho” Il Diario dei diritti fa il suo esordio anche alla “Vittorino” Ketty Tramontana «Quello che non ho è un segreto in banca, quello che non ho sono le tue pistole per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole». Così cantava Fabrizio De Andrè e così l’associazione che riprende il nome dal titolo della canzone del cantautore genovese lancia un messaggio preciso ai ragazzi in riva allo Stretto: quali sono le cose che mancano ai piccoli studenti in questa città? Ma, soprattutto: a quali cose hanno dovuto rinunciare per diventare dei bravi allievi? Una serie azzeccata di interrogativi per stimolare i giovani al dibattito e per far maturare in loro quel senso critico necessario per affrontare tematiche fondamentali per la crescita di un ragazzo come la formazione sulla legalità, l'arte e la cultura per i diritti e contro le mafie. Parte da qui il progetto “Quello che non ho, diario scolastico per i diritti” in collaborazione con la Reggina Calcio e concepito dal partenariato tra Anpi di Reggio, associazione Ad personam, associazione daSud, Ente Scuola edile per la formazione e la sicurezza, Fondazione Di Vittorio e Ufficio scolastico provinciale, in collaborazione con Magistratura Democratica. Un’iniziativa che ha già registrato il suo esordio con l’incontro al Liceo “da Vinci”, durante il quale si è distinta la presenza, tra gli altri, dell’ex magistrato Gherardo Colombo, e che adesso segna il suo secondo step con l’appuntamento di ieri all’Istituto scolastico “Vittorino Da Feltre”. Un’adunanza che ha raccolto la partecipazione di molti piccoli studenti chiamati ad assistere ad una vera e propria lezione e ad un confronto molto partecipato sui temi della legalità, dei diritti e della democrazia. Grande attesa serpeggiava tra i giovani allievi per l’arrivo del centrocampista Simone Missiroli che, però, ha dovuto disertare l’incontro a causa di un malessere fisico. «Niente di grave» rassicura Gianpiero Versace, responsabile area comunicazione della Reggina Calcio in rappresentanza della società che partecipa in modo attivo al progetto sposando uno slogan chiaro: “Facciamo rete contro l'illegalità”. Ad intavolare la discussione con gli alunni ès tato Francesco Alì, della Fondazione Di Vittorio e portavoce dell’associazione “Quello che non ho”, Sandro Vitale, presidente dell’Anpi di Reggio, e Fabrizio Smorto, curatore del Diario Scolastico per i Diritti al curatore. Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 32 Cronaca di Reggio . Concluso in Assise il processo per la tragica fine dell’elettricista di San Sperato. I fatti avvenuti nel giugno 2009 L’arch. Labate propone una transazione Omicidio Casile, due condanne Caso Fallara, giovedì i revisori dei conti davanti ai magistrati Ventidue anni di reclusione ciascuno ai cugini Vito e Andrea Morelli Paolo Toscano Due condanne a 22 anni per l’omicidio di Giovanni Casile, il trentaquattrenne elettricista raggiunto da alcuni colpi di pistola il 14 giugno del 2009, mentre si trovava nella piazza antistante la chiesa di San Sperato, e morto in ospedale dopo nove giorni di agonia. La Corte d’assise ha giudicato colpevoli i cugini Vito Morelli e Andrea Morelli, 28 e 25 anni, ed escludendo le aggravanti di premeditazione, motivi abietti e futili e recidiva, li ha condannati entrambi a 21 anni per l’omicidio e a 1 anno per la violazione delle legge sulle armi. Condannato a quattro anni di carcere l’imputato minore del processo, Massimo Berlingieri, accusato di favoreggiamento. Il dispositivo di sentenza è stato letto dal presidente Vincenzo Giglio intorno alle 20,30 al rientro in aula dopo una lunga camera di consiglio. L’udienza era iniziata in mattinata con il deposito dell’ultimo elaborato del dott. Daniele Maesano, consulente tecnico d’ufficio che doveva procedere alla trascrizione di alcune intercettazioni ambientali, in particolare dei colloqui in carcere Andrea Morelli si era costituito presentandosi in Questura Il pm Sara Ombra tra i cugini Morelli e i loro congiunti in occasione delle visite. Poi, in un’aula gremita dai congiunti degli imputati, tutti appartenenti alla comunità rom, ha preso la parola il pubblico ministero Sara Ombra. Nella prima parte della requisitoria ha ripercorso i momenti più importanti go dove si erano svolti i fatti per una ragione semplice in quanto ci abita. La presenza di Andrea Morelli a San Sperato per il difensore era da considerare, quindi, un dato neutro. L’avvocato Mariateresa Pratticò, sempre in difesa di Andrea Morelli, si è soffermata sulle richiarazioni fatte in aula dal suo assistito. L’imputato aveva sostenuto che quando era successo il fatto lui si trovava con la moglie ed era appena tornato a casa, a pochi passi dalla piazzetta di San Quattro anni di carcere a Massimo Berlingieri per favoreggiamento della vicenda giudiziaria. La rappresentante dell’accusa non ha avuto dubbi nel sostenere la responsabilità di Vito e Andrea Morelli in ordine all’omicidio e ha concluso il suo intervento chiedendo per entrambi la condanna all’ergastolo. Per Massimo Berlingieri il pm ha chiesto 4 anni di reclusione. L’avvocato Paolo Tommasini è intervenuto in difesa di Andrea Morelli. Il punto di forza della difesa si basava sulla circostanza che l’imputato si trovava sul luo- Sperato. L’avvocato Giacomo Iaria, difensore di Vito Morelli e Massimo Berlingieri, ha chiuso la serie degli interventi. Il penalista ha affrontato la posizione più difficile, quella di Morelli che, a differenza del cugino, non abita a San Sperato. Iaria ha sostenuto che dai tabulati telefonici risulta che alle 22,35 (la sparatoria viene collocata tra le 22,30 e le 22,40) il portatile di Vito Morelli agganciava la cella a Ciccarello. Un tecnico ha stabilito nell’ora in questione non c’era sovraccarico telefonico e, di conseguenza, non poteva esserci un eventuale cambio di cella. Il penalista ha dato una spiegazione anche alla circostanza che, prima ancora che fosse emessa la misura cautelare, i cugini Morelli si erano dati alla latitanza: «Anche se non avevano alcuna responsabilità – ha chiosato il difensore – in ordine al fatto di sangue, temevano che potessero esserci ritorsioni nei loro confronti». Andrea Morelli era stato arrestato in un appartamento del padre, nel quartiere Arghillà, nell’ambito di un’operazione condotta in sinergia da Polizia e Guardia di finanza. Il cugino, invece, si era presentato in Questura. Settimana cruciale per l’inchiesta relativa al “caso Orsola Fallara”, il dirigente del settore Finanze del Comune, morta suicida dopo aver ingerito un composto di acido muriatico il 16 dicembre dello scorso anno. Dopodomani davanti ai magistrati della Procura compariranno i revisori dei conti Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero Alessandro De Medici. I tre sono indagati, insieme con Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria ed ex sindaco della città, per falso in atto pubblico a causa di irregolarità contabili rilevate nei bilanci comunali approvati negli anni 2008-2010. L’interrogatorio di Scopelliti, inizialmente programmato per il 17 novembre, dovrebbe slittare a causa di impegni istituzionali . L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e condotta dai pm Francesco Tripodi e Sara Ombra, era partita in seguito ad un esposto presentato dall’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi e dall’ex consigliere comunale Sebi Romeo. I due esponenti del Pd sostenevano che la dirigente Orsola Fallara si era attribuita Orsola Fallara emolumenti aggiuntivi non spettanti quale rappresentante del comune nella commissione tributaria e che i bilanci comunali erano irregolari. Dagli accertamenti era emerso, tra l’altro, che all’architetto Bruno Labate, legato sentimentalmente alla Fallara, erano state corrisposte somme non spettanti pari a 842 mila euro. Labate, che restituito nell’immediatezza dello scandalo, 160 mila euro, avrebbe proposto al Comune una transazione pluriennale senza interessi e rivalutazione, per restituire la somma di 600 mila euro. L’intera categoria in sciopero dal 21 novembre al 2 dicembre I giudici di pace chiedono interventi per avere la continuità delle funzioni Il presidente della sezione distrettuale dei giudici di pace Antonino Scordo comunica che l’Associazione nazionale di categoria, d’intesa con l’Unione nazionale dei giudici di pace, ha deliberato lo sciopero nazionale dal 21 novembre al 2 dicembre 2011. «Le associazioni di categoria – si legge in una nota a firma del presidente Scordo – hanno da tempo denunciato una volontà punitiva nei nostri confronti, che si è estrinsecata nel mancato rispetto della Carta costituzionale e delle norme europee, negando le nostre istanze fondamentali: la situazione di precarietà e di grave illegalità del trattamento della categoria, che richiede la rinnovabilità dei mandati fino a 75 anni e le tutele previdenziali, retributive e ordinamentali previste dalla Costituzione; le gravissime disfunzioni degli Uffici del giudice di pace deter- Antonino Scordo minate dalla assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio, carente del 50% rispetto alle necessità, che in alcuni altri uffici, ha provocato, tra l’altro, ritardi di 2 anni nella pubblicazione delle sentenze». «La situazione è grave – prosegue Scordo –, vi è il rischio molto concreto che entro un paio di anni verranno avvicen- dati tutti i giudici di pace attualmente in servizio. Inoltre, senza un intervento che assicuri la continuità delle funzioni, con 700 giudici di pace già in scadenza definitiva del mandato il 31 dicembre prossimo, e i restanti 1.600 giudici di pace in scadenza nei successivi 2 anni, si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi degli uffici e all’impossibilità di garantire l’assolvimento dei loro compiti istituzionali, con particolare riferimento all’inesigibilità delle espulsioni e all’improcedibilità dei reati di immigrazione clandestina con gravissime ripercussioni sull’ordine pubblico per l’intero Paese e sulla sicurezza dei cittadini». Conclude Scordo: «Stante la gravità della situazione lo sciopero viene indetto per la durata massima consentita dal codice di autoregolamentazione e con riferimento a tutte le attività dei giudici di pace». L’ex consigliere comunale passa al contrattacco giudiziario Agliano querela il pentito Moio «Mente sapendo di calunniare» L’ex consigliere e assessore comunale Giuseppe Agliano ha querelato il collaboratore di giustizia Roberto Moio dopo le dichiarazioni fatte in udienza nel processo “Testamento”, in corso di celebrazione davanti alla Corte d’appello. «Ho appreso dagli organi di stampa – scrive Agliano nella sua denuncia – che tale Roberto Moio, sedicente mafioso, e oggi collaboratore di giustizia, ha affermato che il sottoscritto sarebbe stato appoggiato dalla sua consorteria nelle elezioni amministrative ove ero candidato al Comune. Moio ha dichiarato che io avrei fatto da collettore di voti per il governatore Scopelliti e che avrei avuto lo zoccolo duro delle mie preferenze nel rione Archi». L’ex assessore comunale ag- Giuseppe Agliano giunge: «Quanto dichiarato all’autorità giudiziaria dal sedicente pentito, mafioso ora collaboratore di giustizia Roberto Moio è calunnioso e diffamatorie. Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con Moio o con co- sche. È vero che sono nato ad Archi e la mia gioventù l’ho trascorsa in quel rione dove conosco molte persone. Ma è altrettanto vero che sin da quando ero ragazzo il mio comportamento è sempre stato improntato a principi e valori nobili di onestà essendo cresciuto con gli ideali di “Dio, patria e lavoro”, ed ho sempre avversato la mafia anche politicamente». Agliano conclude: «Moio mente con la consapevolezza di calunniare, sapendomi innocente, quando parla di “zoccolo duro” delle mie preferenze stante l’evidente risultato elettorale negativo cristallizzato nella media dei 50-70 voti in un rione di 4000 elettori, che denota invece, un indotto di voti basati sulla conoscenza personale». Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 34 Reggio Tirrenica . PALMI Incardinato ieri il maxi processo derivante dall’operazione sulle infiltrazioni negli appalti dell’A3 “Cosa mia”, in 47 a rito ordinario Riflettori sui fatti criminosi che hanno insanguinato la Piana negli anni Ivan Pugliese PALMI È l’ennesimo maxi processo che approda dinanzi alla Corte d’Assise di Palmi (Silvia Capone presidente con a latere Gaspare Spedale). Il procedimento è stato aperto nella giornata di ieri e prende il nome dall’operazione “Cosa Mia”. Per chi c’era, è un tuffo nella memoria, fatta di ricordi tragici e sanguinosi, quando sente snocciolare cognomi e nomi di alcuni degli imputati. Alla sbarra, infatti, ci sono alcuni dei componenti della consorteria Gallico impegnati dalla fine degli anni ’70 in una sanguinosa faida con i Condello prima e con i Bruzzise (anche loro a processo) poi. Numeroso il dispiegamento di Forze di Polizia e Carabinieri oltre al personale della Polizia penitenziaria. Impressionante la folla di familiari nel locale predisposto ad accogliere i parenti. Diverse decine gli avvocati impegnati nei collegi difensivi. Sono i numeri che danno il segno dell’importanza del procedimento avviato a Palmi ai quali va ad aggiungersi il principale, quello relativo al numero degli imputati: 47 quelli che hanno scelto di farsi giudicare con il rito ordinario. E sono: Oscar Barbaro (avvocati Francesco Napoli e Vladimir Solano), Antonio Bruzzise (Eleonora Masseo e Stefano Nimpo), Carmelo Bruzzise (Antonino Managò e Masseo), Fortunata Bruzzise (Michele Iaria), Elena Bruzzise (Managò e Antonino Napoli), Giovanni Bruzzise (Napoli e Managò), Giuseppe Bruzzise (Napoli e Managò), Vincenzo Bruzzise (Masseo e Napoli), Vincenzo Camnareri (Napoli e Managò), Antonino Giovanni Campagna (Ceravolo), Domenico Dodaro, Cortese, Pignatone, Casabona, Prestipino e Trotta durante la conferenza stampa di “Cosa mia” Vincenzo Campagna (Ceravolo), Roberto Caratozzolo (Giacomo Iaria e Managò), Carmela Carbone (Napoli e Managò), Antonio Cilona (Oreste Albanese e Domenico Putrino), Antonino Ciappina (Putrino e Domenico Alvaro), Antonino Costa, latitante (Giuseppe Milicia), Antonio Costantino (Alvaro e Gerardina Riolo), Francesco Cutrì (Antonio Attinà e Guido Contestabile), Maria Ditto (Ceravolo), Carmine Gaglioti (Renato Vigna e Francesco Sabatino), Mariangela Gaglioti (Pasquale Foti), Rocco Salvatore Gaglioti (Napoli ed Elio Cannizza- ro), Pasquale Galimi (Putrino), Vincenzo Galimi, latitante, (Putrino e Giuseppe Martino), Antonino Gallico (Giovanni Marafioti e Gianfranco Giunta), Domenico Gallico (Francesco Cardone e Managò), Giuseppe Gallico (Girolamo Curti), Rocco Gallico (Cardone e Managò), Teresa Gallico (Putrino), Matteo Gramuglia (Milicia e Francesco Formica), Vincenzo Gramuglia (Milicia e Contestabile), Pasquale Mattiani (Rosarico Pricoco), Alfredo Morabito (Putrino), Filippo Morgante (Putrino), Lucia Giuseppe Morgante (Managò), Placido (ARCHIVIO) Morgante (Pasquale Lioacono), Salvatore Morgante (Gaetano Muscari), Vincenzo Oliverio (Solano e Veneto), Giuseppe Papasergi (Concetto Pirrottina e Francesco Collia), Fortunato Princi (Domenico Minasi e Grazia Maria Violi), Diego Rao (Napoli e Managò), Carmine Demetrio Santaiti (Francesco Calabrese e Squillaci per Nico D’Ascola), Carmelo Sciglitano (Giovanni Piccolo e Milicia), Domenico Sciglitano (Putrino e Milicia), Vincenzo Sciglitano (Piccolo e Contestabile), Maria Carmela Surace (Putrino e Vincenzo Minasi) e Vincenza PALMI Immediata conseguenza dell’inchiesta sui casi d’assenteismo Surace (Putrino e Iaria). A chiedere la costituzione di parte civile il comune di Palmi (avv. D’Agostino), Seminara (Costantino), Rsoarno (Famà), la Regione Calabria (Pugliese) e provincia Reggio Calabria (Condello). Pubblica accusa rappresentata in aula dai sostituti procuratori della Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma e Giovanni Musarò. Fino a tarda serata la Corte è rimasta in camera di consiglio per sciogliere le riserve relative alle questioni preliminari poste della parti. In particolare la richiesta di astensione dal giudizio della dott.ssa Capone perché già in passato aveva trattato una posizione (questione poi respinta). Mentre nella prossima udienza dovrebbe essere sollevata l’eccezione relativa al deposito fuori tempo massimo della lista testi da parte dell’accusa. L’operazione condotta nel giugno del 2010 dalla Dda reggina, dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Palmi, aveva portato alla luce le attenzioni che alcune famiglie operanti nel triangolo territoriale compreso tra Palmi, Seminara e Barrittieri, avevano messo sugli appalti nei cantieri del costruendo quinto macrolotto della A3 Salerno - Reggio Calabria, con la pretesa dell’ormai noto 3% quale tassa di sicurezza imposto dalle cosche nei territori di competenza. Allo stesso modo gli inquirenti, con l’operazione “Cosa Mia”, hanno anche fatto luce su alcuni cruenti fatti criminosi che hanno insanguinato negli ultimi anni e non solo, il territorio della Piana di Gioia Tauro. Tra questi alcuni omicidi rimasti irrisolti nella cruenta faida e su cui gli inquirenti ipotizzano di aver fatto finalmente luce. I bambini della primaria usufruiranno a breve di un servizio essenziale VILLA Novità in vista nelle scuole Si riparte con la mensa Il pullmino, invece resta ancora... fermo Giusy Caminiti VILLA SAN GIOVANNI Ormai manca poco al via per le mense scolastiche delle scuole materne ed elementari. Domani, infatti si apriranno le buste con le richieste delle ditte, a seguito della decisione dell’amministrazione comunale che ha optato per l’affidamento diretto del servizio. I tempi lunghi del bando di gara, pubblicato lo scorso 26 ottobre, infatti, non lasciavano, a detta degli amministratori, altra possibilità di quella dell’affidamento diretto. Lo aveva garantito due settimane orsono il vicesindaco ed assessore ai Servizi Antonio Messina: «Presto la mensa partirà – aveva detto – e provvederemo anche alla sostituzione del pulmino C noleggiando un altro mezzo». Per la mensa così è stato, tanto che le maestre già ieri mattina hanno provveduto alla compilazione delle liste degli alunni che vorranno fruire del servizio, invitando i genitori a presentare i modelli Isee, in base ai quali avverrà il pagamento del ticket. Resta irrisolto, per ora, il problema del pulmino C, fermo perché andato alla malora. Per ora a subirne le conseguenze sono i ragazzi che frequentano le scuole medie, che non stanno fruendo del trasporto comunale. Ma la promessa è che presto anche questo disagio verrà risolto: resta da capire se mettendo a nuovo il pulmino comunale o noleggiando un mezzo diverso. Insomma, tutto si dovrebbe presto avviare alla normalità. Con la mensa finalmente i piccolissimi delle materne e i ragazzi del tempo prolungato delle scuole medie potranno frequentare nel pomeriggio. Dai tre ai cinque anni la scuola offrirà il servizio fino alle 16,30 e questo consentirà alle famiglie di evitare costi aggiuntivi (nella maggior parte di casi entrambi i genitori lavorano), ma anche di avviare i progetti pomeridiani, che nello scorso anno scolastico sono stati particolarmente graditi dai bimbi e anche dalle famiglie. Insegnamenti prescolari che hanno permesso a fine anno di fare bella mostra di quanto imparato. ROSARNO Si è votato per il rinnovo del consiglio dei delegati Comune, s’insedia la commissione disciplinare Consorzio di Bonifica, sbancano i candidati della lista Coldiretti PALMI. Facce tese, poca voglia di parlare e atteggiamenti che lasciano trasparire un certo nervosismo. È questo il quadro del “day after” al Comune dopo che sono state rese note le risultanze dell’attività di controllo contro il presunto caso di assenteismo condotta nei giorni scorsi dalla Polizia locale diretta dal maggiore Francesco Managò. In soldoni si tratta di una consistente informativa di reato a carico di impiegati e funzionari comunali denunciati per “truffa aggravata ai danni dell’ente e falsa attestazione della presenza sul luogo di lavoro”. Le posizioni poste all’attenzione della Procura sono complessivamente 21 ma particolarmente gravi e lesive per l’ente sono ritenute dalla Polizia locale quelle di 10 dipendenti che si sarebbero assentati con sistematicità e anche per lunghi periodi. Per due dipendenti la denuncia è scattata anche per peculato (uso indebito dell’auto di servizio) e falsità ideologica. Contestualmente, secondo le nuove regole introdotte dal decreto Brunetta, una eguale consistente informativa è stata inoltrata al presidente della Commissione disciplinare dell’Ente, ossia il segretario generale Caterina Romanò, per l’avvio delle procedure disciplinari. Le ultime novità provenienti I controlli sono stati eseguiti dalla Polizia locale guidata dal magg. Managò da Palazzo San Nicola annunciano proprio l’insediamento della Commissione disciplinare che dovrà fare luce su quanto messo in evidenza dall’indagine della Polizia Locale. L’inchiesta, insomma, sta andando avanti dal punto di vista disciplinare. Nel giro di pochi giorni potrebbero essere rilevate le prime contestazioni ai singoli dipendenti. Infine, nel breve volgere di qualche mese, si potrebbe giungere, qualora tutto fosse confermato, all'applicazione delle sanzioni indipendentemente dalle risultanze dell’indagine penale. Secondo quanto affermato dagli uomini diretti dal maggiore Managò si sarebbe constata l’assenza ripetuta di alcun impiegati comunali che nel tempo erano stati monitorati dagli agenti. Per il momento, però, è bene specificarlo non si tratta di soggetti indagati dalla Procura di Palmi che sta attentamente seguendo l’indagine ma denunciati. Sulla vicenda sarà ora la Procura a dover fare luce. Secondo quanto evidenziato nell’indagine nel corso dei servizi di controllo, tra marzo e novembre, «si è acquisita la lista delle timbrature presso l’ufficio del personale onde riscontrare se l’assenza dal servizio fosse giustificata e, ovviamente, si acquisivano anche, presso ogni singola area, i “registri delle assenze per servizio”». Insomma, non si tratterebbe solo della classica “pausa caffè” ma, secondo la Polizia locale, «di una vera e propria truffa aggravata e continuata ai danni dell’ente pubblico». (i.p.) ROSARNO Le indagini sull’atto intimidatorio sono affidate ai carabinieri In fiamme due mezzi nel deposito “Detercart” Gioacchino Saccà GIOIA TAURO In un raid incendiario che si è registrato a Rosarno nella tarda serata di domenica sono rimasti completamente distrutti due autocarri - un Fiat OM modello "50" e un Fiat Iveco modello "175" - della società “Detercart Lombardo” che erano in sosta in un'area di parcheggio antistante i capannoni adibiti a depositi di merce, si tratta in particolare di detersivi e articoli per la casa e di carta e cartoni da imballaggio, della quale l'azienda cura il trasporto e la di- stribuzione in tutta la provincia di Reggio e anche in altre aree della Calabria. Il grande deposito è ubicato in contrada Zimbario alle porte del centro abitato di Rosarno e l'allarme è stato dato intorno alle ventuno di domenica, a quanto pare da un automobilista, che transitando sulla strada provinciale ha notato alte fiamme, che ha informato telefonicamente attraverso il 112 i carabinieri. Sul posto si sono subito portate alcune pattuglie da Rosarno e da Gioia Tauro ed Š stato chiesto l'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Palmi. I pompieri sono rimasti impegnati per diverse ore prima per circoscrivere l'incendio e poi per spegnere il fuoco appiccato ai due mezzi da sconosciuti che non hanno fatto risparmio di liquido infiammabile cosparso all'interno delle cabine di guida e sui cassoni. Le indagini dei carabinieri seguono varie piste ma resta privilegiata quella che porterebbe ad un atto intimidatorio messo in atto dall'anonima del racket ai danni della "Detercart Lombardo" azienda molto nota tanto nel Reggino che nella altre province calabresi. I militari hanno già sentito il titolare dell'azienda, A.L. 62 anni, di Melicucco, dove la società ha sede legale, per tentare di mettere assieme quanti più elementi possibili da utilizzare per fare luce sul grave episodio. L'entità del danno subito dalla società, definito ingentissimo, non è stata quantificata. SAN PROCOPIO. Ignoti, mediante incendio, hanno danneggiato una casa rurale di proprietà di O.L. 76 anni. indagano i carabinieri. Giuseppe Lacquaniti ROSARNO La Coldiretti ha vinto le elezioni per il rinnovo del consiglio dei delegati, che, dopo un lungo periodo di commissariamento, dovrà amministrare il Consorzio di Bonifica Tirreno Reggino per i prossimi 5 anni. Dei 15 seggi disponibili, 9 sono stati appannaggio della lista Coldiretti, mentre i rimanenti 6 sono andati al raggruppamento formato da Confagricoltura e Cia. Sono stati 1956 gli agricoltori di tutti i comuni della Piana che domenica scorsa si sono recati a votare nei seggi allestiti a Rosarno, Cinquefrondi, Cittanova, Gioia Tauro, Palmi, Laureana di Borrello, Oppido Mamertina. Un numero elevato di presenze, di gran lunga superiore al quorum richiesto per la validità della tornata elettorale. La lista della Coldiretti ha ottenuto 1175 voti validi (62,4%), quella della Confagricoltura–Cia 709 (37,6%). Nel rispetto delle 3 sezioni di contribuenza in cui sono distribuiti gli aventi diritto al voto, sono stati eletti per la Coldiretti: Pino Perrone, Marcello Ieroianni, Pasquale Zuccalà (prima sezione); Domenico Cannatà, Filippo Zerbi, Francesco Orfanò (seconda sezione); Giuseppe Timpano, Giovanni Scarcella, Cesare Scarfò (terza sezione). Per la Confagricoltura-Cia gli eletti sono: Arcangelo Fiorello e Rocco De Marco (prima sezione); Rocco Sergio e Gioacchino Sorrenti (seconda sezione); Salvatore Adorna- Pietro Molinaro to e Giovambattista Valensise ((terza sezione). In una nota, i dirigenti provinciali e regionali della Coldiretti manifestano soddisfazione per l’affermazione ottenuta, segnale di un forte radicamento dell’organizzazione nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, “capace di intercettare le diverse ma complementari esigenze delle imprese agricole e agroalimentari. Gli agricoltori, nonostante l’attuale congiuntura sfavorevole, sanno farsi trovare pronti agli appuntamenti di democrazia a testimonianza di un sano protagonismo ed interesse per il territorio”. A parere della Coldiretti “con le elezioni si rafforza l’agricoltura calabrese, che ha bisogno sempre di più dei servizi reali che fanno capo agli Enti consortili, ma, insieme a questo, offrire competenze alle esi- genze di sviluppo del territorio in termini di sicurezza e prevenzione del rischio idrogeologico, ambientale e ammodernamento delle infrastrutturazioni ad uso irriguo”. Per il Presidente della Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, gli impegni assunti con gli agricoltori saranno portati avanti in modo convinto “nella piana di Rosarno-Gioia Tauro, tenendo fede ad una intensa presenza e attività contrassegnata dallo slogans di alta valenza economico e sociale “non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi”. A guidare e orientare l’azione vi è la consapevolezza di dover realizzare servizi importanti per le imprese agricole ed agroalimentari e per il territorio che, messo in sicurezza, deve fare coesistere gli interessi legittimi delle imprese e delle popolazioni. Per la Coldiretti – prosegue Molinaro - la costruzione di una filiera tutta agricola e tutta italiana firmata degli agricoltori, trae dai consorzi di bonifica un insostituibile alleato per la realizzazione della qualità delle produzioni e per la piena legittimazione di un agricoltore al servizio del territorio e dei cittadini. Lo stesso impegno si concentrerà anche nella giusta innovazione della struttura consortile per renderla maggiormente in linea con le nuove esigenze e richieste”. Un grazie convinto Molinaro infine lo rivolge “a tutti i sindaci del comprensorio consortile, con i quali è stata trovata un’ampia convergenza programmatica”. Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 37 Reggio Ionica . LOCRI Il sidernese, in regime di carcere duro all’Aquila, interviene al processo Simari SIDERNO Il boss Costa in videoconferenza: «Non vedo lo schermo, trasferitemi» Processo “Recupero” il 5 dicembre l’udienza preliminare Il dibattimento è stato poi sospeso per lo sciopero degli avvocati Rocco Muscari LOCRI. Fissata al 5 dicembre LOCRI «Il complicato stato di salute in cui verso, a causa di un intervento agli occhi, pregiudica la mia partecipazione alle udienze in videoconferenza e, per questo motivo, chiedo alla Corte di prendere gli opportuni provvedimenti affinché possa assistere al processo». È quanto ha detto Tommaso Costa, 52 anni, intervenendo dal carcere dell’Aquila, in cui si trova recluso in regime di 41-bis, al processo per l’omicidio di Pasquale Simari, del quale è accusato di essere stato l’esecutore materiale. Costa, ritenuto il boss dell’omonima famiglia di Siderno, che sta scontando l’ergastolo inflitto in primo grado per l’omicidio di Gianluca Congiusta, ha chiesto di rendere spontanee dichiarazioni al fine di informare la Corte d’assise di Locri sulle sue condizioni di salute affermando che, a seguito dell’intervento chirurgico subito alcuni giorni addietro, non si trova in condizione di guardare lo schermo che dirama le immagini dell’aula di Locri. «Sebbene nel penitenziario vi sia un ottimo servizio medico – ha riferito il 52enne – i miei occhi continuano a lacrimare e rischio di perdere la vista». Il presidente dell’Assise Alfredo Sicuro, assistito a latere da Davide Lauro, ha interrotto le dichiarazioni di Costa precisando all’imputato la necessità di presentare un’istanza attraverso il proprio legale di fiducia, che sarà presa in considerazione dalla Corte. Costa, da parte sua, ha insistito sulla richiesta di intervento repentino, sostenendo di avere difficoltà anche a scrivere, e comunque rinviando per le ulteriori puntualizzazioni alla prossima Il palazzo del municipio di Locri LOCRI Archiviazione per 22 “municipali” I presunti assenteisti scagionati dal gip: «Erano in pausa caffè» LOCRI. Non è stata ravvisata Tommaso Costa, 52 anni, sta scontando l’ergastolo (condannato in primo grado) per l’omicidio Congiusta udienza, fissata al 5 dicembre. Per il resto l’istruttoria dibattimentale non si è tenuta, nonostante la presenza di alcuni testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm Antonio De Bernardo, per l’adesione dei difensori, avvocati Ferrari Menotti, Antonio Mittica, Maria Tripodi e Riccardo Tropiano, all’astensione promossa a livello nazionale dall’Unione delle Camere penali italiane, naturalmente nel rispetto degli imputati detenuti che, ieri, hanno acconsentito a non svolgere l’udienza. L’astensione dei legali, alla quale ha aderito anche la Camera di Locri, si protrarrà fino al 18 novembre. I penalisti scendono in sciopero astenendosi dalle udienze e da ogni attività giudiziaria per cinque giorni «per denunciare - si legge in una nota dell’Unione – la gravità dell’attacco in corso alla funzione difensiva» e per ricordare che il diritto alla difesa, «uno dei diritti primari della persona sanciti dalla Costituzione», costituisce «un caposaldo dello Stato democratico» e per sollecitare al nuovo governo «una riforma forense che sia rispettosa del fondamentale principio di indipendenza dell’avvocatura oltre che la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia». La situazione «desta grande preoccupazione, anche perché la classe politica – segnala l’Ucpi – non ha mostrato alcuna sollecitudine, non spingendo come avrebbe dovuto sulle riforme che meglio garantirebbero la funzione difensiva: la riforma costituzionale per l’affermazione della terzietà del giudice – evidenziano i penalisti – proposta come “epocale” e poi di fatto abbandonata ben prima che la crisi economica travolgesse il dibattito politico, è il corretto riconoscimento che il primo presupposto per il pieno esercizio del diritto di difesa è la possibilità di esplicarlo all’interno di un processo “giusto”, inteso come luogo in cui vi sia una effettiva parità delle parti processuali. Ma soprattutto l’Unione delle Camere torna a chiedere l’approvazione, «senza alcun ulteriore arretramento che finirebbe per neutralizzarne gli effetti», della riforma forense: «L'attacco al diritto di difesa è favorito anche dalla grave debolezza intrinseca che oggi connota la figura stessa dell’avvocato. Accesso alla professione fondato sul merito, effettività del controllo disciplinare e specializzazione sono l’unico serio incentivo all’ingresso nella professione dei giovani più meritevoli». l’ipotesi di truffa ai danni dell’ente comunale e, di conseguenza, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Locri, dott. Andrea Amadei, su richiesta della Procura, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di 22 dipendenti del Comune di Locri. A conclusione dell’indagine la procura ha rilevato che dall’analisi degli atti «emerge in modo in equivoco l’insussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi» del reato contestato. Dalla lettura della documentazione relativa ai dipendenti del Comune di Locri è emerso che l’assenza dal lavoro rispetto al complessivo orario effettivamente svolto, è pari a circa mezz’ora al giorno, «tempo necessario secondo consolidata prassi per la pausa caffè». «Pertanto – rileva l’ufficio di Procura – non si può ritenere che il danno economico cagionato possa considerarsi giuridicamente apprezzabile» e, per tali motivi, si chiede al gip di disporre l’archiviazione del procedimento penale. Richiesta accolta dal giudice competente che ha disposto l’archiviazione del fascicolo a carico dei dipendenti comunali di Locri. La Procura nell’aprile scorso aveva notificato 22 avvisi di garanzia a carico di funzionari e dipendenti del Comune di Locri. L’ipotesi di reato contestata dal pubblico ministero Rosanna Sgueglia era quella di truffa ai danni dell’ente comunale. I dipendenti finiti nel registro degli indagati, secondo quanto ipotizzato all’epoca dagli inquirenti, avrebbero più volte lasciato il posto di lavoro senza un giustificato motivo. Assenze definite «anomale», in particolare durante l’estate, e che erano state oggetto di segnalazioni arrivate dai cittadini di Locri. Da queste segnalazioni era partita un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica che, attraverso una specifica delega alla polizia giudiziaria, ha portato all’esecuzione di numerosi accertamenti presso gli uffici pubblici, ivi compresi i controlli sul personale, oltre che all’analisi dei filmati della videosorveglianza posta nei pressi del palazzo municipale, al fine di verificare la presenza di ingiustificato assenteismo durante le ore di lavoro da parte dei dipendenti comunali.(r.m.) l’udienza preliminare del procedimento “Recupero” o “Bene Comune”. Nel decreto, notificato al collegio di difesa, il gup di Reggio, giudice Adriana Trapani, ha stabilito che in quella data è prevista anche una camera di consiglio per il conferimento dell’incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Il decreto dispone anche la necessità di provvedere ad organizzare la partecipazione a distanza per due indagati, Michele Correale, detto “Zorro”, e Antonio Figliomeni, (cl. 49), alias “u topu”, detenuti in regime di carcere duro, per i quali sarà allestito apposito collegamento in audiovisivo. Costituite in qualità di parte offesa la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, il Comune di Siderno, ed il 61enne N.C. di Agnana Calabra. Il procedimento penale a carico di 70 indagati è il risultato di una complessa indagine coordinata dalla Dda di Reggio , in particolare dal pm Antonio De Bernardo nei confronti di alcuni appartenenti ai clan di Siderno, confederati alla “cosca madre” dei Commisso. Gli indagati sono ritenuti responsabili, unitamente a Giuseppe Commisso, (cl. 47), alias “u mastro”, nei confronti del quale si procede separatamente nell’ambito dell’operazione “Crimine”, di appartenere a un’associazione mafiosa operante a Siderno e all’estero, specificatamente in Canada. Tra gli indagati c’è anche l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni, attualmente detenuto a Parma.(r.m.) Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 36 Cronaca di Lamezia . ISOLA FELICE Partono gli interrogatori del Gip Fontanazza LICEO CLASSICO Patenti a 3 mila euro Gli indagati negano di avere facilitato gli esami di guida Comitato di studenti dice basta alla creolina Alcuni protestano la loro innocenza atti alla mano altri scelgono di non rispondere al magistrato Giuseppe Natrella Sono iniziati ieri mattina davanti al giudice delle indagini preliminari Carlo Fontanazza gli interrogatori di garanzia di alcune delle persone coinvolte nell’operazione “Isola felice” portata a termine giovedì mattina dopo quattro anni d'indagini dalla polizia stradale lametina. Un’operazione che ha permesso di scoprire un'organizzazione specializzata nel “taroccare” patenti di guida e altri benefici, venduti fino a 3 mila euro ciascuno. Davanti al Gip sono comparsi 7 dei 17 imputati colpiti da provvedimenti restrittivi. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri hanno respinto ogni accusa. Tra gli indagati che hanno deciso di rispondere Roberto Arcadia, ingegnere 46enne di Catanzaro, funzionario della Motorizzazione civile, che assistito dall’avvocato Giancarlo Pittelli ha riferito al magistrato che il suo operato è stato corretto. Ed il difensore ha chiesto la revoca del provvedimento. Per l’accusa Arcadia «rilasciava, compiacente il diretto- re Pastore, certificati di approvazione falsi (per veicoli allestiti o trasformati)», ed inoltre «rilasciava patenti facili (false) come esaminatore allo scopo destinato e Adr (falsi) presso l’autoscuola De Sensi, d’accordo il direttore Pastore e turnando con l’ingegnere Gaetano De Salvo». Anche Francesco Laudadio, 62 anni di Catanzaro, dipendente della Motorizzazione ed ex assessore regionale ai Trasporti, difeso dall’avvocato Piero Chiodo, ha respinto ogni addebito, sottolineando che il suo operato è stato regolare. Il difensore ha chiesto che il suo clienti torni in libertà. Secondo l’accusa Laudadio «accettava il ruolo d’esaminatore per le sedute d’esami da pilotare a beneficio dei candidati predestinati al conseguimento delle patenti facili (false)». Mentre Sebastiano Fruci, 58 anni, titolare di un'autoscuola a Curinga, difeso dagli avvocati Francesco Gambar- L’accusa: esami truccati per conseguire patenti a pagamento della e Massimiliano Carnovale, ha scelto i non rispondere al Gip. Secondo l’accusa, il titolare dell’autoscuola, svolgeva profittando «del suo rapporto privilegiato con De Sensi e Pastore, il ruolo di reclutatore di candidati alle patenti facili da segnale al direttore Pastore perchè si provvedesse ad organizzare apposite sedute d’esami, teorico e pratico, da gestire e pilotare ad arte con il coinvolgimento di esaminatori ed impiegati». Nell’aula delle udienze preliminari accompagnato dagli avvocati Francesco Pullano e Gianni Russano del foro di Catanzaro, è comparso anche Gaetano De Salvo, ingegnere e dirigente dell’ufficio catanzarese, che da quanto si appreso ha risposto puntualmente ed in maniera specifica alle domande del magistrato. De Salvo inoltre avrebbe riferito su ogni circostanza, sostenendo la sua estraneità ai fatti e fornendo al magistrato atti amministrativi per dimostrare l’infondatezza delle accuse contro di lui. De Salvo secondo l’accusa in qualità di funzionario della Motorizzazione «rilasciava patenti facili (false) come esami- La sede provinciale della Motorizzazione civile a Catanzaro Roberto Arcadia natore» ed inoltre «rilasciava facili Adr (falsi) presso l’autoscuola De Sensi d’accordo il direttore Pastore e turnando con l’ingegnere Roberto Arcadia». Davanti al giudice dell’indagini preliminari del tribunale lametino sono comparsi, inoltre, Carmelo Tripodi, 65 anni di Sidereo; Giulio Marino, 57 anni, di Tortora (Cs); Nicola Oliveto, 56 anni, di Saracena (Cs). Oggi davanti al Gip compariranno Achille Amendola, 40 anni, collaboratore di De Sensi; ed i titolari di autoscuole lametine Vincenzo De Sensi, 49 anni, Gennaro Vecchi di 37, e Rosina Sgrò di 41. Nel pomeriggio sono previsti gli interrogatori di Luigi Zullo, 65 anni, pensionato di Catanzaro, defi- Franco Laudadio nito dagli inquirenti il “faccendiere”; Andrea Cristini, 21 anni, di Catanzaro; Andrea Scalzo, 32 anni, di Catanzaro; Nicola Sola, 45 anni, di Mormanno (Cs); Antonio Iozzo, 40 anni di Chiaravalle. L'ex direttore della Motorizzazione di Reggio Gaspare Pastore, è stato sentito per deroga dai magistrati dello Stretto ai quali non ha risposto. Le accuse sono, a vario titolo, d’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni del ministero dei Trasporti. In tutto le persone coinvolte nell’inchiesta sono 161: le persone colpite da provvedimenti culturali sono 17, gli indagati 144. L’inchiesta Un’organizzazione di 160 persone avrebbe gestito un mercato delle patenti di guida e di autorizzazioni rilasciate dalla Motorizzazione civile. La procura sostiene che dirigenti e funzionari della Motorizzazione, d’accordo con i titolari di alcune autoscuole a Lamezia e nel Cosentino, avrebbero venduto le patenti a 3 mila euro ciascuna. Tra i beneficiari delle patenti facili diversi stranieri, molti dei quali cinesi. «C’è un’esigenza primaria, quella di farci sentire, di dire la nostra, di dissociarci dalla massa e di rispondere alle critiche». Questi i motivi che hanno spinto un gruppo di alunni del liceo classico “Fiorentino” a creare il Cosac, cioè il Comitato studentesco d’azione civile. «Gli ultimi episodi avvenuti nel liceo», spiegano i ragazzi riferendosi alla creolina nella scuola, «hanno fatto scaturire diverse discussioni sulla serietà dubbia e la moralità di noi studenti. Vogliamo dimostrare che noi, in quanto studenti e parte attiva della nostra scuola, ci riteniamo estranei agli atti vandalici, e ci dichiariamo parte lesa». Nella Costituzione, ricordano gli studenti viene affermato il diritto allo studio «ma nel momento in cui viene danneggiata la scuola questo diritto viene violato. Veniamo dunque lesi noi come studenti e come cittadini». Il Cosac parla di «omertosa condotta che ha reso inaccessibili ai più i nomi dei responsabili degli atti vandalici», e aggiungono che «è necessario un radicale cambiamento di pensiero e azione affinché la verità, la lealtà e la legalità ne diventino i principi fondanti. L’unico passo in avanti che ci è attualmente possibile fare è quello di condannare l’atto e di cercare di sensibilizzare i presenti e futuri alunni del liceo nella speranza che vengano presi provvedimenti che portino, in un immediato presente, a migliorare l’attuale situazione e rialzare il nome della scuola». Da qui un appello «al buon senso e alle coscienze di ogni studente della città» . In breve La giunta propone un regolamento al consiglio comunale Presto il mercato del contadino verrà aperto in Piazza Botticelli Dal produttore al consumatore. È il principio tutto incentrato sull’economia locale che viene ufficializzato nel mercato di Piazza Botticelli dove gli agricoltori ogni mattina potranno vendere la loro merce senza passare da intermediari. C’è una delibera di giunta l’assessore comunale alle Attività produttive Giusi Crimi propone al consiglio un regolamento per il “mercato del contadino”: coltivatori singoli e in cooperativa possono procedere alla vendita diretta come prevede il codice civile. Obiettivo principale del regolamento è di tutelare la qualità dei prodotti, favorendo tutte le iniziative che garantiscano il consumatore e facilitino la sua libertà di scelta alimentare: tracciabilità, coltivazioni bio, trasparenza. Bisogna inoltre offrire nel mercato «un contesto idoneo e il rispetto di regole comportamentali». Gli imprenditori agricoli interessati, inoltre, potrebbero chiedere l’autorizzazione all’amministrazione comunale per costituire un comitato del mercato per l’organizzazione d’iniziative promozionali e pubblicitarie; attività didattiche e dimostrative legate ai prodotti alimentari, tradizionali ed artigianali del territorio; proposte all’amministrazione comunale sul funzionamento Il mercato di Piazza Botticelli della struttura di Piazza Botticelli rinnovata e aperta da pochi mesi. «Il mercato coperto è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione e recupero che ne ha profondamente mutato le caratteristiche strutturali, e l’atrio del piano terra del nuovo stabile ospita il “mercato del contadino”. Qui sono stati realizzati dei banchi per l’esposizione e la vendita dei prodotti agricoli locali da assegnare ai singoli imprenditori agricoli», ha ricordato l'assessore Giusi Crimi. Che ha aggiunto: «Con il mercato e ora con la proposta di regolamento l’amministrazione comunale punta a utilizzare le normative che impongono l’istituzione di luoghi di vendita riservati agli imprenditori agricoli, con l’obiettivo di consolidare e sostenere le attività tradizionali, in particolare la vendita diretta dei prodotti dell’agricoltura locale da parte dei contadini provenienti dalle aree rurali del Lametino». Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO PETRONIO - Via Sposato - Tel. 0968433485 FARMACIA NOTTURNA FURCI - Via Capitano Manfredi - Tel. 096821503 GUARDIA MEDICA NICASTRO NORD tel 096822150 NICASTRO SUD tel. 0968461584 SAMBIASE tel. 0968433491 SANTA EUFEMIA tel. 096853424 OSPEDALI OSPEDALE CIVILE - Viale Perugini tel. 0968/2081 (centralino) OSPEDALE CIVILE - Pronto soccorso tel. 0968/208464 OSPEDALE CIVILE - Direzione sanitaria tel. 0968/208253 OSPEDALE CIVILE SOVERIA MANNELLI Centralino 0968662171 - Pronto soccorso 0968/662210 - 0968662222 PRONTO SOCCORSO Tel. 0968208962 - 0968462860 POLIAMBULATORIO NOCERA TERINESE, 0968/91107 AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE CZ AREA LAMEZIA N. verde Cup (Centro prenotazioni) 800 006662 Centralino 0968/2081 Direzione generale ambito 0968/208704 Sportello informazione 0968/208410 Responsabile Ufficio relazioni pubbliche 0968/208815 (anche fax) Direttore distretto sanitario del Lametino 0968/208443 Direttore dipartimento prevenzione 0968/208421 Assistenza sanitaria di base e specialistica 0968/208419 Assistenza farmaceutica 0968/462167 Igiene e sanità pubblica (dip. prov.) 0968/208304 CENTRO TRASFUSIONALE Numero Tel. 0968/208525 ASS.NZA TOSSICODIPENDENTI SERT, tel. 0968208763 TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO Numero tel. 0968/208625 ASSOCIAZIONE PER LA LOTTA ALLA MUCOVISCIDOSI Tel. 0968/439066 CINEMA THE SPACE CINEMA Programmazione dall’11 al 15 novembre 2011 Sala 1 3D «Le avventure di Tin Tin» - Spett. ore: 14.50 sab. e dom.; tutti i giorni 17.10 - 19.30. Sala 1 3D «Immortals» - Spett. ore: 22 tutti i giorni; 0.25 solo sabato. Sala 2 (35 MM) «I soliti idioti» - Spett. ore: 16 sab. e dom.; 18.10 - 20.20 - 22.30 tutti i giorni; 0.35 solo sabato. Sala 3 «La peggiore settimana della mia vita». Spett. ore: 15.45 sab. e dom.; 18 20.10 - 22.20 tutti i giorni; 0.30 solo sabato Sala 4 «Matrimonio a Parigi». Spett. ore: 14.45 sab. e dom.; 19.55 - 22.10 tutti i giorni; 0.25 solo sabato. Sala 4 WORRIOR ORARI: 17 tutti i giorni. Sala 5 «Incidious» - Spett. ore: 22.25 tutti i giorni; 0.40 solo sabato. Apertura sabato e domenica alle ore 14.45. Apertura gli altri giorni 17. Spett. programmazione dall’11 al 15 novembre 2011 al The Space Cinema Maida (CZ). THE SPACE CINEMA Programmazione dal 16 al 17 novembre 2011 Sala 1 3D «Le avventure di Tin Tin» - Spett. ore: tutti i giorni 17.10. Sala 1 3D «Immortals» - Spett. ore: tutti i giorni 19.35 - 22. Sala 2 «The twilight saga» - Spett. ore: breaking dawn: 17.20 19.55; 22.30 tutti i giorni. Sala 3 «The twilight saga». Spett. ore: breaking dawn: 16.20 - 18.55; 21.30 tutti i giorni. Sala 4 «I soliti idioti». Spett. ore: 18.10 - 20.20 - 22.20 tutti i giorni. Sala 5 (No 3D) «Immortals» - Spett. ore: 18 tutti i giorni. Sala 5 «La peggiore settimana della mia vita» - Spett. ore: 20.25 - 22.30 tutti i giorni. Apertura gli altri giorni 16.20. SAN FRANCESCO Un convegno dedicato al protettore della Calabria LAMEZIAEUROPA E BORGOMEO ALLE CANTINE STATTI Responsabilità dell’impresa Venerdì alle 9.30 alle Cantine Statti, in Via del Progresso, si dibatterà su “La responsabilità sociale dell’impresa” secondo le linee dettate dall’Ocse. L’appuntamento è organizzato da Lameziaeuropa (nella foto la sede) e C.Borgomeo&co. in collaborazione col ministero dello Sviluppo economico. DOMENICA AL “DUE MARI” SABATO ALLE 18 Il segreto di Fatima di Giacobbe Elia Massimo Teodori presenta il suo libro Domenica alle 18 al Centro commerciale “Due Mari” Giacobbe Elia presenta il suo libro “Il segreto di Fatima. Salvati da una profezia”; un che si snoda nei risvolti più misteriosi della storia moderna attraverso gli eventi religiosi e civili del XX secolo. Sabato alle 18 alla libreria Tavella sarà presentato il libro dello storico e saggista Massimo Teodori “Risorgimento laico. Gli inganni clericali sull’Unità d’Italia”. Per l’occasione l’autore sarà intervistato da Antonio Bagnato. OGGI AL COMUNE LA NAZIONALE DI CALCIO Conferenza stampa su Expo al femminile Speranza e Piccioni accolgono gli azzurri Oggi alle 9,30 a Palazzo Maddamme si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'evento interregionale intitolato “Expo al femminile”. Saranno presenti Giusi Crimi, Roberto Costanzo, Paolo Abramo, Amedeo Colacino ed Eleonora Longo. Il sindaco Gianni Speranza, accompagnato dall'assessore allo Sport, Rosario Piccioni, ha accolto la comitiva della nazionale italiana di calcio che è atterrata all'aeroporto l in vista della manifestazione di Rizziconi promossa da Libera e dall'Unione sportiva Acli. In occasione del decennale di fondazione della parrocchia del Redentore, guidata da don Armando Augello, si è svolto un convegno su San Francesco di Paola, nel corso del quale sono stati inoltre presentati il libro intitolato “San Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi a Corigliano Calabro” di Padre Giovanni Cozzolino, delegato generale dell’Ordine dei Minimi, e il libro “Eremita viandante. Laicità e contemporaneità di San Francesco di Paola” di Filippo D’Andrea. Ha introdotto e moderato i lavori Demetrio Guzzardi, tracciando la bibliografia e l’impegno intellettuale e cristiano degli autori, ponendo in risalto la questione meridionale come questione morale, così come viene intesa dal documento Cei “Per un paese solidale”. Padre Giovanni Cozzolino ha esposto il libro di Filippo D’Andrea rilevando la novità della lettura antropologica e sociale del Santo paolano. «Un santo di equilibrio tra eremitismo e missionarietà in mezzo alla gente calabra, siciliana e francese del XV secolo – ha detto Cozzolino – la laicità dell’Eremita, non prete e non diacono, ha espresso la dimensione esistenziale dentro una vita ascetica colta e vissuta nella piena unitarietà testimoniale». D’Andrea ha presentato poi il libro di padre Cozzolino cogliendo il rapporto tra San Francesco e Corigliano Calabro fin dal 1476-1478, biennio in cui ha costruito il convento avviando un rapporto spirituale e di prossimità umana con la popolazione. Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 41 Cronaca di Vibo Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel. 0963.44034-472005 / Fax 0963.44192 [email protected] Sinistra e libertà incontra i giornalisti Il comitato cittadino di Sinistra e libertà domani (ore 10.30) incontrerà la stampa nella sede della Cna. Concessionaria: Publikompass S.p.A. Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel./Fax 0963.45551 [email protected] . COMUNE Altra intimidazione al responsabile del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna dopo la lettera con proiettili inviata ad Adriana Teti Dirigenti sotto tiro, la solidarietà bipartisan Il sindaco sollecita le forze dell’ordine a effettuare maggiori controlli e la comunità a discostarsi da queste azioni Stefania Marasco È una solidarietà bypartisan quella espressa ai due dirigenti comunali finiti sotto il tiro della violenza criminale. E, infatti, dopo i messaggi inviati alla dirigente Adriana Teti – alla quale nei giorni scorsi era stata indirizzata una busta con proiettili, intercettata negli uffici delle poste di Vibo Valentia – ieri, a finire nel mirino, il dirigente del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna. In questo caso, una bottiglia di vetro piena di benzina avvolta in una busta di plastica con quattro proiettili di pistola di grosso calibro, è stata depositata su un gradino della scala esterna dell’abitazione del dirigente. Il fatto è avvenuto intorno alle 18 di domenica nel centro storico della città dove il professionista abita con la famiglia. Questi gli ultimi avvenimenti in ordine cronologico – anche se c’è da ricordare che qualche mese fa un altro attentato era stato messo a segno sempre nei confronti della dirigente Teti, quando ignoti avevano dato alle fiamme la sua autovettura parcheggiata davanti casa. Gesti che sicuramente hanno destato scalpore ma che altresì hanno rimesso in moto la macchina della solidarietà che purtroppo in questa provincia pare non possa avere sosta. E, anche in questo caso, tanti gli attestati di fiducia e sostegno nei confronti dei due dirigenti. Il primo a fare arrivare la sua solidarietà lo stesso sindaco Nicola D’Agostino che a nome suo, della Giunta, dei dirigenti e del suo staff ha espresso vicinanza ai dirigenti: «I gravi atti intimidatori – sottolinea – che hanno colpito anche il Comune, non possono più lasciarci indifferenti, nè devono passare inosservati». Quindi, l’invito di D’Agostino a «proseguire nel lavoro che si sta portando avanti per la città» e altresì una «sollecitazione alle forze dell’ordine nell’intensificare i controlli ed un invito – aggiunge il Sindaco – alla cittadinanza tutta, nel discoastarsi e recriminare azioni fatte nell’ombra da individui che non hanno il coraggio di metterci la faccia, ma si fanno forti nell’anonimato». Un appello, insomma, «a dire a gran voce basta» per difendere la dignità di chi lavora e della città stessa. Un appello che fa suo anche il presidente della Provincia, Francesco De Nisi che ribadisce come «questi gesti di matrice criminale si rinnovano ormai con sempre maggiore frequenza accrescendo la preoccupazione di tutti coloro che rinnegano ogni forma di illegalità e anelano un contesto ambientale più civile e sereno. L’auspicio – prosegue – è che le forze dell’ordine e magistratura, già strenuamente impegnati sul territorio, riescano al più presto a individuare e punire i responsabili». Si cerca giustizia, si cerca tranquillità per una comu- Il dirigente del settore lavori pubblici ingegnere Pasquale Scalamogna. Accanto la dirigente del settore Affari generale Adriana Teti nità che appare sempre più, e a tutti i livelli, stretta nella morsa della violenza. E che, allo stesso tempo, chiede che si vada oltre le parole. Così come chiede anche l’assessore comunale alla Legalità e trasparenza, Nicolino La Gamba che reitera il suo «sdegno» per questo ennesimo atto intimidatorio. «La dignità di ogni uomo – spiega – non può nè oggi e nè domani essere condizionata da tali vili minacce». E, in questo senso, La Gamba, ribadisce il suo impegno in nome della legalità. Un impegno che per il gruppo consiliare dell’Udc, guidato da Antonino Daffinà, deve essere condotto senza e senza ma perchè «non è possibile – sottolineano Daffinà insieme al vice sindaco Salvatore Bulzomì e al commissario cittadino dell’Udc Raffaele Iorfida – in alcun modo tollerare simili ingerenze nell’esercizio della propria funzione pubblica nè tanto meno è accettabile che la vita privata di un dirigente comunale e di un cittadino venga turbata con atti che non sono degni di una società civile». Una società chiamata a fare i conti con la violenza, che pare sia divenuta una forma di risposta a qualsiasi atto. E di questo è ram- maricato il consigliere regionale Nazzareno Salerno che, come gli altri, condanna questi atti che «suscitano – spiega – la riprovazione e lo sdegno di tutte le componenti sane della società» e ribadisce la necessità «di una presenza forte dello Stato». Una condanna unanime, insomma. Davanti alla quale, però, resta il silenzio della città. Forse indifferente. Forse assuefatta e spaventata. Ma che prima o dopo dovrà iniziare a fare sentire la propria voce. Così come la politica che, prima o poi, dovrà andare oltre la semplice voce. I pc erano in dotazione al Polo universitario cittadino chiuso definitivamente dopo dieci anni di attività In sintesi Dirigenti comunali sotto il tiro della violenza che continua a “bussare” alle porte di palazzo “Luigi Razza”. E, infatti, dopo la busta con proiettili indirizzata ad Adriana Teti, un nuovo inquietante messaggio è stato recapitato sopra un gradino della scala esterna dell’abitazione del dirigente del settore Lavori pubblici Pasquale Scalamogna, dove ignoti hanno lasciato una bottiglia di vetro piena di benzina avvolta in una busta di plastica con quattro proiettili di pistola di grosso calibro. Un gesto al quale hanno subito risposto, fra gli altri, con la propria solidarietà e l’appello a proseguire nell’impegno il sindaco D’Agostino e il presidente della Provincia De Nisi. Il circolo Spartacus chiede le dimissioni Si rafforza la collaborazione fra Unical e Procura Comune, il Prc incalza sulla questione morale Donati agli uffici di Pg nove personal computer Marialucia Conistabile Calato definitivamente il sipario sul Polo universitario in città, un segmento di quell’esperienza continuerà comunque a rimanere attivo nel capoluogo. Non si tratta di professionalità ma di ausilii informatici che consentiranno ad altri di poter compiere – almeno più velocemente – parte del proprio lavoro. Da ieri mattina, infatti, nove personal computer e relativi accessori, di proprietà dell’Università della Calabria, sono stati sistemati negli uffici della Procura che ha ricevuto dall’Unical i pc in comodato d’uso gratuito. E in un momento in cui le difficoltà economiche sono all’ordine del giorno, tanto da ostacolare molto spesso la gestione dei problemi quotidiani (anche quelli più spiccioli), la donazione dei nove computer acquista un particolare significato. Mettendo, soprattutto, in risalto l’efficacia della sinergia tra Istituzioni quando si riesce a metterla in pratica. Proprio allo scopo di sottolineare la volontà di superare, con iniziative locali, gli ostacoli derivanti dai tagli lineari praticati dal ministero della Giustizia, il procuratore Mario Spagnuolo ha voluto rendere nota l’iniziativa dell’Unical che vede coinvolto anche il Liceo Classico “Morelli” che ha ospitato negli ultimi due anni il Polo universitario. Infatti accanto al procuratore Spagnuo- Il prof. Fabrizio Ferrucci, il procuratore Mario Spagnuolo, il dirigente del Liceo classico Raffaele Suppa lo c’erano il delegato della Facoltà per il Polo didattico Unical, prof. Fabrizio Ferrucci e il dirigente del Liceo Classico, Raffaele Suppa. E il capo della Procura, dopo aver evidenziato che i nove computer consentiranno di attenuare la carenza di attrezzature informatiche che pesava sulla Sezione di polizia giudiziaria, ha ribadito l’importanza di «fare rete, di fare squadra» tra le varie Istituzioni dello Stato, in particolar modo in un delicato momento come Il Liceo Classico nella cui sede è stato ospitato il Polo didattico universitario quello che il Paese sta attraversando. «La Procura ringrazia l’Unical e il Liceo Classico – ha detto Spagnuolo – per questa iniziativa, risultato di uno scambio di comunicazioni fra il direttore della segreteria della Procura, dottoressa Maria Teresa Valentini e il prof. Fabrizio Ferrucci, delegato Unical al Polo universitario vibonese. E sebbene con un pò di rammarico per la chiusura del Polo universitario – ha aggiunto il procuratore – tengo a sottolineare la volontà di questo Ufficio di ricercare strumenti idonei per poter lavorare. Il nostro lavoro è anche questo e, anziché piangerci addosso, preferiamo, quando possibile, trovare soluzione ai vari problemi, tra cui quello relativo alla cronica carenza di organico». A tal riguardo il Procuratore ha ricordato le convenzioni stipulate con Regione e Provincia per l’utilizzo del personale precario, nonché il progetto pilota sull’informatizzazione giudiziaria. Al tempo stesso Spagnuolo ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale della scuola nella formazione, soprattutto quando questo ruolo si traduce in iniziative come quelle da tempo intraprese dal “Morelli” che con la Procura agisce in prefetta sinergia. Un “legame” che già unisce anche la Procura all’Unical, nell’ottica di un continuo scambio culturale e di concreta collaborazione, di cui rappresenta una testimonianza il lavoro di squadra condotto, per importanti inchieste, dagli Uffici giudiziari con l’Università della Calabria e il Cnr. Un aspetto, quest’ultimo, posto in evidenza dal prof. Ferrucci il quale, riferendosi alla donazione dei 9 computer, ha rilevato che «poteva, comunque, essere di più se ci si muoveva diversamente e per tempo». Un «gesto minimale» ha definito il prof. Ferrucci la donazione testimonianza, comunque, «della grande disponibilità dell’Unical». Il delegato dell’Università della Calabria ha poi toccato il dolente “tasto” della chiusura del Polo, dopo dieci anni di attività, rilevando la qualità della preparazione dei giovani (complessivamente al momento 160), che hanno conseguito la laurea breve «il 40% dei quali – ha ricordato il prof. Ferrucci – ha proseguito con successo il corso con gli anni di specialistica, sia all’Unical che in altre università italiane». Collaborazione con la Procura e rammarico per la chiusura del Polo universitario il leitmotiv dell’intervento del dirigente scolastico del “Morelli” il quale, nel ribadire l’intenzione di continuare, anzi rafforzare, il confronto con la magistratura e di fare squadra con essa qualora ve ne fosse bisogno, non ha mancato di porre l’accento sulla «distrazione» di chi avrebbe dovuto e potuto tutelare il Polo universitario e non l’ha fatto. e il Pdl ritrova l’unità Dimissioni e nessuna alternativa. Il messaggio del circolo Spartacus di Rifondazione comunista non lascia spazio a dubbi: l’Amministrazione targata D’Agostino deve lasciare la guida del Comune. Perchè? I motivi sono tanti, ma il segretario Antonio Callà parte dalla “fine”. E, in particolare, dal caso Luzzo che ha segnato i passi delle ultime giornate: «La rovinosa marcia indietro – spiega infatti – a cui è stata costretta l’Amministrazione per il caso Luzzo è la più palese prova dell’illegittimità del provvedimento». Sic et simpliciter, una prova per la quale non servono altre “indagini”, anche perchè spiegano dal Prc, «questo significa che non solo l’incalzante pressione delle opposizioni dentro e fuori il Consiglio è servita a smascherare l’ennesima stortura della maggioranza di centrodestra, ma che attualmente – incalzano – Vibo proprio sotto la guida di queste aquile con la meningite, sta attraversando il più buio dei suoi periodi». Buio nel quale si fa spazio, «l’incapacità manifesta – chiosano – della destra vibonese che rischia di ripercuotersi negativamente su una città che di certo ha bisogno di uomini ed azioni contrarie a quelle attuali». Netta condanna, insomma, si riserva alla politica che si muove «nel solo ed esclusivo interesse personale» senza «programmi, idee o riforme». Una «questione morale» ma non solo, quella che si solleva dal Prc. Che Il palazzo Municipale oggi arriverà in Consiglio comunale, dove si discuterà, appunto il caso Luzzo – che nei giorni scorsi era andato in standby con la richiesta di revoca della determina chiesta dalla dirigente Teti e il congelamento della liquidazione del pagamento – e il caso Modafferi. E, in Aula, a quanto pare la maggioranza ci arriverà con l’unità ritrovata dopo le “cadute” nell’ultimo Consiglio. Divisioni confermate anche nei giorni scorsi quando fra le stanze del palazzo giravano fogli per raccogliere firme per sfiduciare il capogruppo del Pdl. Ieri, però, dopo la riunione del Pdl prima e di maggioranza dopo, pare che nel centrodestra sia stata ritrovata l’armonia. Anche con l’Udc. Anche perchè quando si scivola si rischia. Roma docet(s.m.) Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 42 Cronaca di Vibo . NARCOTRAFFICO Coinvolto nell’operazione “Meta 2010” era sfuggito all’arresto perché si trovava in Romania. Ancora ricercati altri tre indagati Giuseppe Pugliese si presenta ai carabinieri L’organizzazione avrebbe allestito un laboratorio per “saggiare” la purezza della droga arrivata in Italia Giuseppe Baglivo Si è costituito ieri ai carabinieri del Norm di Vibo, Giuseppe Pugliese di Cessaniti, residente a Sciconi di Briatico, raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “Meta 2010”. Il 57enne si trovava in Romania e, rientrato in Italia, ha contattato l’avv. Giuseppe Di Renzo e si è costituito. Giuseppe Pugliese viene ritenuto dagli inquirenti in diretto contatto con i narcos colombiani attraverso il figlio Alessandro, in stato di fermo in Colombia ed in attesa della richiesta di estradizione. Vincenzo Pugliese (altro figlio di Giuseppe), difeso dagli avv. Marcello Scarmato e Nazzareno Latassa, è stato invece interrogato ieri per rogatoria nel carcere di Vibo, ma dinanzi al giudice Cristina De Luca si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dall’avv. Francesco Muzzopappa si è poi avvalso della facoltà di non rispondere anche Giorgio Galiano, 36 anni, di Vibo, genero di Vincenzo Barbieri, interrogato ieri a Cosenza. Al momento restano dunque irreperibili: Giuseppe Topia, 30 anni, di Vibo, residente a Ionadi; Antonio Franzè, 32 anni, di Vibo; Filippo Paolì, 31 anni, di Vibo. L’operazione ha portato ad uno fra i maggiori sequestri di cocaina – 2mila e 600 chili – mai compiuti. Dall’ordinanza emerge che l’organizzazione di Vincenzo Barbieri (ucciso a San Calogero il 12 marzo scorso), coadiuvato al vertice, secondo gli inquirenti, da Topia, Franzè e Galiano, avrebbe allestito «un laboratorio per verificare la purezza della droga giunta in Italia». Per il gip, tale notizia «trova riscontro nelle attività sulle utenze degli indagati, dalle quali emergono specifici riferi- menti alla possibilità di individuare il principio attivo del narcotico». Sempre dall’ordinanza si ricava poi che il 16 gennaio scorso la polizia ha monitorato un incontro a Bologna fra Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici, l’ex sodale ai tempi dell’operazione “Decollo” che in quel periodo, stando all’inchiesta “Due Torri connection” scattata ad agosto, stava gestendo per proprio conto un’importazione di cocaina dal Sudamerica via aerea. Il sequestro di 400 chili di cocaina a Bogotà il 13 settembre 2010, una seconda importazione via aerea fallita nell’ottobre successivo, e poi il sequestro di mille chili di cocaina a Gioia Tauro il 12 novembre 2010, avevano tuttavia messo in fibrillazione l’intera organizzazione vibonese. I colombiani in contatto con Alessandro Pugliese, dal canto loro, pretendevano il saldo del narcotico sequestrato, ma Barbieri avrebbe risposto che il pagamento delle vecchie forniture sarebbe avvenuto solo dopo aver ricevuto un nuovo carico. I sospetti dei vibonesi per i sequestri subìti sarebbero quindi ricaduti sul pugliese Ambrogio Sansone (arrestato) che, a sua volta, pensava di essere stato truffato dal palermitano Calogero Nicosia (pure lui arrestato) il quale, per appropriarsi di 340mila euro investiti da Sansone per conto di Barbieri, avrebbe “pilotato” il sequestro dei 400 chili di cocaina collaborando con la polizia colombiana. Fatto sta che Sansone, debitore nei confronti dei vibonesi di 1 milione e 300mila euro, aveva pensato di rendersi irreperibile. Proposito dal quale avrebbe poi desistito incontrando Vincenzo Barbieri che gli avrebbe detto: «Hai sbagliato persona, nella mia vita mai nessuno si è permesso ciò che hai fatto tu». TRIBUNALE Disposta una perizia sul giovane di Arena Giuseppe Pugliese Vincenzo Barbieri La sede del Comando provinciale dell’Arma dove Pugliese si è presentato COMUNE Avviso di asta per concedere in locazione due unità del prestigioso immobile Esercizio commerciale a palazzo Gagliardi Palazzo Gagliardi torna a pulsare. Un cuore nel centro della città che presto potrebbe aprire le sue porte ad un locale commerciale. Una decisione che non mancherà di suscitare reazioni, ma dall’Amministrazione è stata presa la decisione e in esecuzione alla delibera di Giunta a firma del dirigente Demetrio Beatino, annuncia «la volontà di concedere in locazione due unità immobiliari site in piazza Garibaldi e ampie rispettivamente 80 e 90 mq». Concessione, per cui è stato pub- blicato un avviso di asta pubblica, «a terzi tramite contratto di diritto privato previsto dalla normativa vigente in materia di locazioni, in quanto – spiegano ancora – idoneo ad essere classificato e destinato ad uso commerciale e per la somministrazione di bevande ed alimenti». Insomma, l’obiettivo degli Amministratori «è non solo ricercare sul mercato operatori commerciali che offrano un canone di locazione adeguato ma anche di rivitalizzare piazza Garibaldi». Un canone BUSINESS CARS Nell’abitazione di Tassone trovati e sequestrati denaro e cambiali che, comunque, spiega il sindaco aiuterà anche a ridurre il debito. Chi parteciperà all’asta potrà visionare i locali prima del termine di scadenza della presentazione della domanda – entro il 7 dicembre si dovranno inviare le domande a mezzo raccomandata a.r. ed entro le ore 12 dello stesso giorno per le offerte recapitate a mano, a mezzo corriere o posta celere – fissando un appuntamento da concordare con il Servizio patrimonio, sito nel palazzo Comunale.(s.m.) L’esterno di palazzo Gagliardi È stato conferito ieri l’incarico a un consulente per una perizia su Cristian Barilaro, il giovane di 23 anni di Arena, che nei giorni scorsi era stato fermato dai carabinieri per porto abusivo di armi, minaccia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Già da sabato, comunque, il ventitreenne (difeso dagli avvocati Patrizio Cuppari e Pasquale Calabria) si trova al centro Maranathà di Mileto dove è stato affidato dal giudice Cristina De Luca che ha convalidato l’arresto ma, accogliendo l’istanza della difesa, ha rimesso in libertà il giovane disponendo per lui l’affidamento al Maranathà. Ora il giudice rimane in attesa della consulenza del dott. Romano prima di determinarsi sulla destinazione definitiva di Barilaro il quale presenterebbe problemi di natura comportamentale. Nei giorni scorsi a innescare la reazione del giovane, che ha minacciato il padre con un fucile e seminato panico in paese dove si è aggirato in preda a un forte stato di agitazione, l’interruzione del rapporto con la fidanzata. Il 23enne è stato poi localizzato e bloccato dai carabinieri, dopo una breve colluttazione. Intervento del presidente della Camera penale “F. Casuscelli” Usura aggravata, si costituisce Zappia Penalisti da oggi in sciopero Si è costituito sabato sera ai carabinieri il decimo indagato, coinvolto nell’operazione “Business cars” e per questo ricercato. Si tratta di Massimo Zappia, 35 anni originario di Bovalino ma residente a Benestare. Nei confronti dell’uomo, che era già latitante nell’ambito di un’altra inchiesta, vengono ipotizzati, in concorso con gli altri indagati e a vario titolo, i reati di usura aggravata, abusiva intermediazione aggravata ed estorsione. Relativamente all’operazione condotta dai carabinieri in collaborazione con il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, il gip ha applicato a Zappia gli arresti domiciliari. Sabato sera il 35enne si è presentato alla Stazione carabinieri Massimo Zappia di Platì (Reggio Calabria) ponendo così fine alla sua latitanza. I militari gli hanno, dunque, notificato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip Lupoli, su richiesta della Procura. Complessivamente sono dieci le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Business cars”, di cui sei in carcere e quattro ai domiciliari, ritenute responsabili del reato di usura ai danni di un commerciante di Serra San Bruno. Tra loro anche Giovanni Battista Tassone, 56 anni di Soriano ritenuto a capo del gruppo che sarebbe stato dedito all’usura nel Vibonese e avrebbe avuto rapporti con un analogo gruppo operante nelle province di Reggio Calabria e Catanzaro e al cui vertice ci sarebbe stato Maurizio Camera, 36 anni di Ardore. E proprio nell’abitazione di Tassone, durante una perquisizione, carabinieri e finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato 40mila euro in contante. Somma che, suddivisa in mazzetti da 5mila euro ciascuno – ognuno dei quali prima avvolto in carta assorbente e poi nella carta stagnola – era occultata in diversi punti dell’abitazione. Inoltre gli investigatori hanno anche rinvenuto cambiali, per un totale di 19mila euro, assegni privi del soggetto beneficiario, documenti bancari di varia tipologia, rogiti notarili e compromessi di vendita. Materiale che gli inquirenti ritengono provento dell’attività illecita.(m.c.) Incontro nella chiesa di San Michele promosso da don Cannatelli presidente di Abraham Il filo dell’integrazione che lega vibonesi e romeni Lidia Ruffa “Romeni e vibonesi in armonia”, è questo il titolo dell’incontro che si è svolto ieri pomeriggio nella chiesa di San Michele. Con l’obiettivo di integrare le comunità presenti in città, don Bruno Cannatelli, presidente dell’associazione Abraham, da anni promuove attività di incontro e confronto tra gli stranieri e la cittadinanza. La comunità romena infatti, è la più numerosa attualmente presente in città, sono circa due mila i cittadini provenienti dal- la Romania che vivono e lavorano sul territorio comunale. L’incontro di ieri, ha registrato inoltre, la partecipazione di padre Constantin Ghimisi, parroco della chiesa Romena “Sant’Anna”, il quale si è soffermato nel corso della sua relazione sugli aspetti positivi della Romania e dei suoi abitanti, «per screditare soprattutto – ha sottolineato padre Ghimisi – l’idea negativa che, negli anni, la gente si è fatta di noi». A tal proposito infatti, il parroco di Sant’Anna, ha proiettato alcuni filmati inerenti sia le abitudini, le tradizioni religiose e culturali che la bellezza dei luoghi della Romania, «per dimostrare – ha proseguito – che la Romania è tutt’altro e per suscitare nei cittadini vibonesi la cuorisità di andare e visitare quei luoghi». Subito dopo la proiezione, è toccato ai presenti diventare parte attiva della manifestazione. I residenti vibonesi infatti, hanno posto molte domande ai romeni per capire e approfondire il loro stile di vita. «Un modo –, ha affermato don Bruno Cannatelli – per facilitare, attraverso questo momento di fraternità l’integrazione tra due popoli che seppur diversi, hanno molte cose in comune». Nei prossimi mesi seguiranno altri appuntamenti organizzati dall’associazione culturale Abraham, tra i quali: la preghiera di tutte le parrocchie cattoliche del comune che si terrà il prossimo 30 novembre alle 19, all’interno del duomo di San Leoluca, organizzata dall’associazione “Rinascita”, alla quale sono stati invitati a partecipare tutti i cittadini stranieri presenti in città. A gennaio invece, si svolgerà la preghiera ecumenica che avrà luogo tra il 18 ed il 25 dello stesso mese. Ecco le ragioni della protesta Vogliono fare sentire le proprie ragioni e per questo fino venerdì non si fermerà lo sciopero dei penalisti italiani. Una presa di posizione sulla quale il presidente della Camera Penale “Francesco Casuscelli”, avv. Vincenzo Gennaro, ha voluto aprire una riflessione per illustrare le ragioni dello sciopero, indetto dall’Unione Camere Penali. «L’astensione – spiega – è un atto dovuto di censura di avvenimenti che si susseguono in vari Tribunali. Ormai la funzione difensiva subisce pesanti attacchi, denunciati con puntualità dalle Camere penali territoriali e dall’Unione delle camere penali, il cui risultato è una forma di intimidazione verso i meno forti e di discredito della professione, con la conseguenza che il diritto di difesa spesso è compresso. Vi sono denunce di ritardi nell’iscrizione del registro degli indagati, cui segue l’escussione del potenziale indagato anzicchè come tale, dunque con la presenza del difensore e le garanzie riconosciute dal codice di procedura penale, come semplice testimone. Problema a cui il legislatore non ha mai inteso porvi rimedio. Il principio dell’inviolabilità – prosegue – delle comunicazioni tra difensore e proprio assistito sembra avere perso ogni valore. Capita di leggere in dei processi conversazioni che avvengono tra il difensore e l’assistito e che, pur non costituendo reato, vengono, in violazione all’art. 103 c.p.p., trascritte dalla polizia giudiziaria con un tentativo di utilizzarle, in spregio al divieto posto dalla norma. Prassi che purtroppo non ha L’avv. Vincenzo Gennaro trovato censura né da parte degli organi giurisdizionali, tanto meno da quelli istituzionali. Situazione che da tempo viene denunciata anche in sede politica, tant’è che in Parlamento “giace” una proposta di legge per la modifica dell’art. 103 c.p.p. che, ove approvata, impedirebbe tali prassi». Però, annota Gennaro, «la classe politica ha dimostrato poco interesse. Anzi capita a volte che politici si ergano a giudici contestando assoluzioni o scarcerazioni a loro non gradite. Si è giunti persino all’irruzione da parte delle forze di polizia nello studio di un avvocato, senza il rispetto delle modalità imposte dall’art. 103, per arrestare il cliente a colloquio con il difensore, tra l’altro senza necessità, ben potendo l’atto essere eseguito all’uscita dell’indagato senza violare uno studio professionale. Presupposto per un corretto esercizio di difesa è che vi sia l’ef- fettiva parità tra le parti nel processo, cosa che purtroppo l’esperienza ha dimostrato in tanti casi non esserci, e pertanto, diventa ineludibile che si attui quella separazione delle carriere tra Giudici e P.M., sempre nell’indipendenza di questi ultimi, che il rito accusatorio aveva posto come suo criterio ispiratore. Criterio, spesso oggetto di strumentalizzazioni di parte di politici e non, e da qui l’amara constatazione dell’impotenza della politica di dotare il processo degli strumenti per un suo migliore funzionamento. La specializzazione nel suo settore professionale dell’avvocato penalista affinchè sia nella migliore condizione di svolgere il suo compito. Queste per grandi linee le ragioni della protesta dei penalisti». Una denuncia, quindi, «che vuole essere lo stimolo perché vi sia da parte di ogni operatore del diritto il pieno rispetto delle regole, non l’impunità per i colpevoli». Garanzia il leitmotiv «nell’interesse reale della società e del diritto sia sostanziale che procedurale. Quel rispetto dovuto all’imputato, o indagato, alle parti offese, al difensore, al magistrato, a chiunque interviene nel processo. Oggi vi è un proliferare di norme discutibili, che sono tali non già per il fine che vorrebbero garantire, ma perché non sono il frutto della riflessione e della competenza da cui deve scaturire la legge, bensì dell’emozione. Da ciò – conclude – ne deriva un’applicazione opinabile, dovuta ad una genesi frettolosa e parziale, o a deleghe in bianco ad operatori poco sensibili alle conseguenze che i loro giudizi o pareri possono comportare». 43 Gazzetta del Sud Martedì 15 Novembre 2011 Cronaca di Vibo . CORTE D’ASSISE D’APPELLO Il sindaco di Stefanaconi rivisita gli atti e affida di nuovo ad un legale il mandato di rappresentare l’amministrazione comunale Caso Penna, il Comune torna nel processo A settembre la giunta aveva votato una delibera con la quale di fatto rinunciava alla costituzione di parte civile Nicola Lopreiato Avrebbe dovuto riprendere stamane davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro il processo a carico di Emilio Antonio Bartolotta, di Stefanaconi, condannato in primo grado a 25 anni di carcere perché ritenuto responsabile, insieme ad altri, della scomparsa di Michele Penna. Ma l’udienza è destinata a slittare, questa volta per via dello sciopero degli avvocati penalisti. A sorpresa, però, rientra nel processo a carico di Bartolotta l’Amministrazione comunale di Stefanaconi. Nella prima udienza aveva deciso di abbandonare il processo, benché in primo grado al Comune era stato riconosciuto un risarcimento di 80mila euro. La decisione era stata assunta con delibera votata all’unanimità dalla giunta comunale nei primi giorni di settembre ed aveva suscitato non poche perplessità nell’opinione pubblica e, in particolare, da parte del prefetto Luisa Latella che aveva avuto un lungo colloquio con il sindaco al termine del quale Franzè aveva ritenuto opportuno riflettere ulteriormente fino ad arrivare alla revoca della delibera. Ieri, alla vigilia del processo, la decisione. «A seguito di una più attenta considerazione degli atti di causa – scrive il sindaco Franzè in una breve nota indirizzata alla Gazzetta del Sud – il comune di Stefanaconi sarà presente, con proprio legale di fiducia nel procedimento penale d’appello per la scomparsa di Michele Penna. La iniziale decisione di non procedere oltre – ha spiegato ancora il Sindaco – e che non ha mai costituito rinuncia alla costituzione di parte civile, è stata dettata dalla necessità di evitare ulteriori impegni di spesa e dal fatto che si riteneva che la sentenza di primo grado fosse stata impugnata solo dalla difesa dell’imputato». Poiché «da una più accurata analisi della posizione è emerso, invece – si legge nella nota – che contro il giudizio espresso dalla Corte ha fatto ricorso anche la Procura della Repubblica, con lo scopo preciso di ottenere il riconoscimento delle aggravanti previste dalla Legge 203/91, l’ente ha ritenuto opportuno confermare la sua posizione processuale e proseguire la lotta alla legalità alla quale la comunità da me rappresentata non si è mai sottratta e mai si sottrarrà». Ma il giorno in cui l’amministrazione di Stefanaconi ha deciso di tornare con il suo legale nell’aula della Corte d’assise d’Appello, non troverà nessuno. Anche Emilio Antonio Bartolotta, attualmente in carcere, ha dato il suo assenso all’astensione del suo legale di fiducia, l’avv. Salvatore Staiano. Pertanto il processo andrà incontro ad un nuovo rinvio. DURA LA POSIZIONE DELL’AVV. REPICI La vicenda arrivò subito sul tavolo del Prefetto Gli scavi nelle campagne di Stefanaconi alla ricerca del corpo (mai trovato) di Michele Penna In sintesi Il processo a carico di Emilio Antonio Bartolotta, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, slitterà ancora. Oggi scioperano gli avvocati penalisti. Ma la novità della giornata è costituita dal ripensamento del Comune di Stefanaconi di tornare al processo con un proprio legale. Michele Penna Emilio Antonio Bartolotta A perdere la vita è stato Enrico Alessio. Lo scontro avvenuto in provincia di Venezia Drammatico incidente, muore un 25enne Un giovane di 25 anni, Enrico Alessio, è deceduto a Mira, centro in provincia di Venezia, in seguito ad un drammatico incidente stradale. Il giovane si trovava a bordo della sua moto enduro e stava superando una colonna di auto lungo la provinciale tra Marano e Mira, a poche decine di metri da un semaforo e da una pista ciclabile. Il ragazzo stava rientrando a casa quando avrebbe urtato una Fiat Punto che ha compiuto un leggero scarto sulla sinistra. Il vibonese ha quindi battuto violentemente la testa contro la base in ferro del guardrail ed è poi ruzzolato giù lungo il dislivello della strada. La moto impazzita ha invece continuato la corsa senza guidatore per almeno duecento metri, fermandosi contro un La moto sulla quale viaggiava il giovane Enrico Alessio altro guardrail. Immediatamente sono scattati i soccorsi, sia da parte del conducente della Fiat Punto che da parte dei numerosi automobilisti in transito. Sul posto è arrivata prontamente anche un’ambulanza del 118, ma per Enrico Alessio non c’è stato nulla da fare. Il decesso è avvenuto poco dopo l’impatto ed il colpo è stato talmente forte da spaccare il casco e il trauma subìto alla testa non ha lasciato scampo al 25enne. I mezzi coinvotli nel terribile incidente stradale, come in genere succede in questi casi, sono stati posti sotto sequestro e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Spetterà ora al magistrato decidere se eseguire o meno l’autopsia.(g.b.) Agenda telefonica cittadina FARMACIA DI TURNO FARMACIA MONTORO - Via Luigi Razza, 58/66 - Tel. 096341551 FARMACIA NOTTURNA FARMACIA MARCELLINI - Via Toscana, 26 - Vibo Marina - Tel. 0963572034 GUARDIA MEDICA Orario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore 20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; notturni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario, tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621 ACQUARO tel. 353289 ARENA tel. 355312 BRIATICO tel. 391946 CAPISTRANO tel. 325548 CESSANITI tel. 501005 DINAMI tel. 0966/904478 DRAPIA (Brattirò) tel. 68455 FABRIZIA tel. 314156 FILADELFIA tel. 0968/724425 GEROCARNE (Ciano) tel. 356314 JOPPOLO tel. 883336 LIMBADI tel. 85990 MAIERATO tel. 253399 MILETO tel. 336303 MONGIANA tel. 311214 MONTEROSSO CALABRO, 325557 NARDODIPACE tel. 313135 NICOTERA tel. 886222 PIZZO tel. 534102 PIZZONI tel. 358688 POLIA tel. 321157 RICADI tel. 663818 ROMBIOLO tel. 366011 SAN CALOGERO tel. 361092 SAN COSTANTINO CAL., 331574 SAN GREGORIO D’IPPONA 261483 SAN NICOLA DA CRISSA, 73013 SANT’ONOFRIO tel. 267214 SERRA SAN BRUNO tel. 71354 SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776 SORIANO CALABRO tel. 351433 SPILINGA tel. 65500 STEFANACONI tel. 508637 TROPEA tel. 61366 VIBO VALENTIA tel. 41774 VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621 ZAMBRONE tel. 392450 ZUNGRI tel. 664404 IGIENE PUBBLICA Tel. 0963 962541-962537 AMBULANZE Croce Rossa italiana tel. 43843. Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420 EMERGENZA INFANZIA tel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psico-fisica di bambini e adolescenti in pericolo immediato. «118» Servizio d’emergenza sanitaria. VIGILI DEL FUOCO Chiamata di soccorso 115 Sala operativa tel. 0963/9969 Uffici tel. 0963591648 Distaccamento portuale 0963572900 OSPEDALE CIVILE Centralino tel. 9621 Pronto soccorso tel. 962352 CARITAS - CENTRO SERVIZI Piazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria del socc.) tel. 0963/471750 COMUNE Tel. 0963/599111 ITALGAS Ufficio guasti tel. 800 900 999 POLIZIA MUNICIPALE Tel. 0963/599606 TELEFONO AZZURRO Linea di emergenza tel. 19696 (gratuito) Linea istituzionale tel. 051/481048 BENZINAIO NOTTURNO Self-Serv. 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Adombravano, in questo modo, sospetti per quanto concerne pressioni o condizionamenti mafiosi sull’amministrazione Franzè. In quell’occasione il sindaco rispose in maniera piuttosto ferma: «Abbiamo sempre agito nel pieno rispetto delle regole, né l’amministrazione presieduta dal sottoscritto si è mai fatta in alcun modo intimorire. Abbiamo lottato anche in questa triste vicenda, per scoprire la verità, lo abbiamo fatto con atti e non con parole. Ecco perché la nostra targa antimafia affissa all’ingresso del palazzo cittadino, ce la teniamo ben stretta e la consideriamo Saverio Franzè assolutamente meritata e di prestigio...». Il sindaco aveva spiegato che l’abbandono del processo era dovuto ai costi legali elevati (40mila euro). «Da qui l’idea trasformata in atto dall’esecutivo – spiegava in quell’occasione Franzè – di non proseguire nel percorso, fermo restando la nostra piena condizione e fiducia nell’operato della magistratura affinché su questa storia, triste e dolorosa per tutti, possa essere fatta al più presto piena luce». (n.l.) 44 Martedì 15 Novembre 2011 Gazzetta del Sud Vibo - Provincia . RICADI Su iniziativa del gruppo del Pd in consiglio regionale si è discusso delle potenzialità e dei limiti del turismo calabrese PIZZO «Seguire il modello Tropea e Capo Vaticano» Un angolo del centro diventa ricettacolo di riufiuti La nuova legge non risponde a tutte le esigenze e la rete infrastrutturale è al collasso Viviana Mazzocca RICADI Una Calabria migliore, con infrastrutture e servizi efficienti che possano competere con le esigenze e le realtà turistiche di altre località. Questo l’auspicio, corale e fiducioso, che ha caratterizzato il forum della politica e degli operatori turistici voluto dal gruppo regionale del Partito democratico e svoltosi nella sala congressi dell’hotel Calabrisella. Ad aprire i lavori il consigliere regionale Bruno Censore, il quale si è soffermato sul piano triennale di sviluppo sul turismo calabrese, approvato per la prima volta dalla giunta regionale alcuni giorni fa. Contrario Censore su alcuni aspetti del piano di sviluppo, in particolare su «alcune criticità, come le mancanze nell’innovazione o nel sostegno alla domanda dei tour operator. Avevamo chiesto – afferma il consigliere regionale – al governatore di investire dieci milioni di euro a sostegno dei tour operator, ma la Regione ha preferito la scelta di inserire nel piano la somma di trenta milioni di euro da investire nelle manifestazioni fieristiche e nel marketing». Le critiche si rivolgono poi alla scelta di inserire nel piano ben 209 comuni, considerati a potenzialità turistica. «Non tutti i comuni hanno attrattiva turistica. Era essenziale invece concentrare le somme a disposizione in cinque o sei distretti». Sulla stessa linea anche il sindaco di Ricadi, il quale ha presentato una dettagliata relazione sui flussi turistici della zona e sulle azioni di marketing da attuare per il potenziamento delle realtà turistiche esistenti e ormai consolidate. Pur plaudendo alla creazione del piano di sviluppo, per Giuliano bisogna stabilire su quali forze puntare per il rilancio turistico della regione. «Tropea e Capo vaticano, nomi famosi nella nostra regione, devono essere considerate come un modello forte su cui puntare per muovere anche l’economia dei dintorni». Michelangelo Mirabello ha invece rilevato, nel suo intervento, gli sforzi dei privati nelle opere di riqualificazione e il ritardo delle amministrazioni, «rimaste un passo indietro» senza aiutare il settore. Mirabello si è inoltre soffermato sulle criticità esistenti, quali la rete viaria, gli svincoli autostradali e la situazione delle ferrovie. Taglienti e polemici gli interventi di Roberto Villella, amministratore delegato della “Meeting Point Calabria”, e di Giovanni Imparato, managing director “Hispanitalia Hotels” e direttore dell’hotel “Rocca Nettuno”, i quali hanno entrambi concordato nella poca utilità di investire milioni di euro in fiere e azioni di marketing che, invece, «devono essere gestite con maggior criterio». A trarre le conclusioni del forum il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Luigi Fedele, il quale ha evidenziato il successo dell’approvazione del piano regionale di sviluppo turistico. «Si tratta – ha affermato Fedele – di un documento perfettibile ma sicuramente un punto di inizio di una programmazione che in Calabria mancava». Ha precisato inoltre che «i fondi destinati alle fiere ammontano a 4 milioni di euro per due anni» e che verranno «finanziati i potenziamenti per la legge charter». A chiudere i lavori del convegno Sandro Principe, capogruppo del Pd in consiglio regionale. Principe ha concluso affermando la necessità di interagire con gli operatori durante la programmazione e la pianificazione turistica regionale. Rosaria Marrella PIZZO Si è discusso delle prospettive del turismo in Calabria durante l’iniziativa promossa dal Partito democratico RICADI Nel mirino l’associazione “Il Melograno”, un centro estetico e un barista Colpi di pistola nella notte a San Nicolò RICADI. Ancora una volta un gesto spregevole ha segnato il territorio di Ricadi. Una sfilza di colpi di arma da fuoco ha seminato il panico la scorsa notte in via Vaisette, arteria principale della frazione di San Nicolò. Ignoti, presumibilmente a bordo di un’auto in corsa, hanno infatti esploso una raffica di oltre una decina di colpi di pistola calibro 9x21 che hanno raggiunto diverse attività situate lungo la via. A farne le spese la sede dell’associa- TROPEA Ieri a Monaco il vertice chiesto dagli imprenditori vibonesi Gli operatori tedeschi di “Fti” valutano le proposte di Caridi TROPEA. È la programmazione la carta che la Regione Calabria intende giocare sul tavolo del turismo con i tour operator internazionali. È questa l’offerta che l’assessore regionale Antonio Caridi ha presentato a Dietmar Gunz, manager della «Fti», nel corso dell’incontro che si è svolto ieri a Monaco. A rappresentare la Calabria c’erano anche il direttore generale del dipartimento al Turismo, Raffaele Rio, e il presidente della Sacal, Vincenzo Speziali. Il tour operator tedesco, che ogni anno sposta verso le coste calabresi migliaia di turisti, si è mostrato interessato alle proposte, riservandosi, comunque, una valutazione più serena, pri- ma di sottoscrivere il proprio impegno. «Sono ottimista – si è limitato ad affermare al suo ritorno dalla Baviera l’assessore Caridi – anche se c’è un tavolo ancora aperto e attendiamo una risposta complessiva da parte di Fti. Insieme – ha aggiunto – abbiamo studiato delle soluzioni per rendere efficace e duraturo questo rapporto. Ritengo che si sia avviato un discorso costruttivo, fondato su alcune ipotesi di lavoro da approfondire insieme. Abbiamo offerto collaborazione e, soprattutto, la possibilità di quella programmazione che la nuova legge sul turismo ora ci consente. Dobbiamo e vogliamo superare – ha L’assessore Antonio Caridi zione “il Melograno”, luogo di riunioni tra gli imprenditori turistici che, colpita ripetutamente dai proiettili, è stata danneggiata in diversi punti agli infissi e alle pareti esterne. Bersagliate dai colpi di pistola anche la sede di un centro estetico e l’automobile del gestore del bar “Shaker”, locale centralissimo del paese, parcheggiata a pochi metri dal luogo dell’accaduto. Sul posto sono intervenuti i puntualizzato l’assessore Caridi – quell’improvvisazione che rimanda le soluzioni dei problemi senza mai affrontarli in modo compiuto e che sinora ha rallentato la crescita e lo sviluppo della Calabria». Sulle proposte messe sul tavolo dalla Regione, l’assessore Caridi è rimasto cauto, preferendo attendere le valutazioni da parte di «Fti». Nelle prossime ore, comunque, si capirà quanto questa missione in terra di Germania potrà rafforzare i legami con questo tour operator e, soprattutto, quali prospettive si apriranno per gli operatori tropeani e della costa vibonese, in ansia dopo gli annunciati tagli ai voli per Lamezia Terme. A rischio non c’è solo la stagione 2012 e la sorte di alcune importanti strutture alberghiere che hanno rapporti con Fti, ma le stesse prospettive a lungo termine dell’economia legata al turismo lungo la Costa degli Dei. (f.b.) In breve SAN GREGORIO D’IPPONA CAPISTRANO DASÀ MAIERATO Fucilate contro l’auto di un carpentiere Polizia municipale Oggi il concorso Rubano olive ai vicini Arrestati due coniugi Sanzioni a panifici e supermercato Due colpi di fucile caricato a pallettoni sono stati esplosi la scorsa notte contro la parte posteriore di una Opel Meriva, di proprietà di G.B.B., carpentiere, 50 anni. Il fatto è avvenuto a San Gregorio D’Ippona. Al momento dell’attentato l’autovettura era parcheggia in via Milite Ignoto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, diretti dal maresciallo Fabio Salvatore che hanno subito avviato le indagini per risalire agli autori del gesto. Si tengono oggi, con inizio alle 8.30, nella sala consiliare del Comune, la prima e la seconda prova scritta del concorso per titoli ed esami per la copertura di un posto a tempo indeterminato part-time di agente di Polizia municipale. Il responsabile dell’area amministrativa del Comune, Giuseppe Calogero, ricorda agli ammessi di presentarsi con un valido documento di riconoscimento. Le prove erano previste per il 28 ottobre e sono state poi rinviate a oggi. Una coppia di coniugi, G. C. e M. C., lui di 60 anni, la moglie di 55, sono stati arrestati dai carabinieri di Arena con l’accusa di furto. Il fatto è avvenuto nella serata di domenica a Dasà. I due, a cui il giudice ha concesso gli arresti domiciliari, dopo essersi introdotti nel fondo del vicino, hanno riempito dodici cassette di olive. Dopo averle caricate su un trattore stavano tornando a casa, quando sono incappati in una pattuglia dell’Arma che li ha fermati e dichiarati in arresto. Un supermercato e i corrieri di due panifici sono incappati nei controlli della Compagnia dei Carabinieri di Vibo e del Nas di Catanzaro. Al supermercato, hanno accertato come la titolare non avesse predisposto il piano di autocontrollo alimentare, elevando una sanzione amministrativa di 2 mila euro. Sorpresi anche i corrieri di due panifici della zona che stavano trasportando il pane su mezzi del tutto privi di requisiti igienici. Per loro sanzione di mille euro a testa. carabinieri della stazione di Spilinga al comando del maresciallo Antonio Di Carlo, i quali, dopo aver effettuato i rilievi del caso, hanno avviato le indagini per rintracciare gli autori di questa ennesima condotta criminale e per accertare la natura del gesto. Da quanto ancora emerso non dovrebbe trattarsi di un gesto intimidatorio, alla luce del fatto che i colpi di pistola sembrano essere stati esplosi alla rinfusa, senza un bersaglio preciso, e colpendo persone le cui attività e interessi non sono legati tra loro. Gli accertamenti dei carabinieri, al lavoro da ieri notte, daranno comunque delle risposte alla popolazione. Intanto, da parte dell’amministrazione comunale giungono attestati di solidarietà alle persone colpite «da un gesto inqualificabile – ha detto il sindaco Pino Giuliano – che desta preoccupazione e che non dovrebbe avere luogo in una società civile». (v.m.) Una discarica in pieno centro storico. Deprecabile atteggiamento di persone scriteriate che hanno gettato materiale di ogni genere in un’area interdetta al pubblico. Il terremoto dell’anno scorso, aveva posto sotto i riflettori sul pericolo di cedimento del cornicione di una struttura fatiscente che si erge e affaccia direttamente su via Marcello Salomone, a qualche metro di distanza dall’ingresso in piazza della Repubblica. Si era diventati oramai avvezzi a quello scenario, perchè a tutto ci si abitua ma l’immagine apparsa in queste ha offeso letteralmente i cittadini di Pizzo. Arrivare a tanto è fuori da ogni logica. la mini discarica sorge infatti nell’unica strada che attraversa la cittadina tirrenica e collega via Nazionale al centro e alla Marina. Un baule, alcuni materassi e, addirittura, una piccola bicicletta nonchè altri oggetti di arredo, tutto disseminato nel perimetro recintato. Un gesto condannato dai napitini che chiedono un intervento di bonifica. La mini-discarica NICOTERA Lo scioglimento del consiglio PIZZO L’ex sindaco Reggio presenta il ricorso al Consiglio di Stato Proteste estreme e disagio sociale Pino Brosio NICOTERA Scioglimento del consiglio comunale, la partita è ancora aperta. L’ex sindaco Salvatore Reggio e gli ex undici consiglieri (Maria Teresa Mercuri, Paolino Campanaro, Baldassarre Isaia, Francesco Capria, Francesco Giofrè, Mario Giuseppe Italo Solano, Antonio Corso, Umberto Solano, Gaetano Campennì, Domenico Pirelli e Domenico Battaglia) ancora in carica al 13 agosto 2010, data di emanazione del decreto che poneva fine alla loro esperienza amministrativa per condizionamenti della criminalità organizzata, hanno, infatti, notificato alle controparti (Presidenza della Repubblica, Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno, Prefettura di Vibo, Comune di Nicotera e Commissione straordinaria) il loro ricorso al Consiglio di Stato. A rappresentarli e difenderli sarà l’avvocato Domenico Colaci. I ricorrenti chiedono l’annullamento e/o la riforma, previa sospensiva, della sentenza del Tar Lazio dello scorso 7 luglio. Reggio e gli undici ex consiglieri puntano a far valere le loro ragioni, confutando in maniera capillare i contenuti delle relazioni redatte dalla Commissione d’accesso agli atti e dalla Prefettura e poste a base dello scioglimento. A loro avviso la sentenza appellata, oltre che essere «errata e ingiusta», va annullata per «tra- Salvatore Reggio visamento dei fatti, inesistenza dei presupposti, violazione dell’art. 143 del decreto legislativo n.267/2000 e dei principi informatori della materia». La linea difensiva mette in evidenza tutte le iniziative antimafia poste in essere dall’amministrazione Reggio, esclude ogni responsabilità per la mancata presentazione di altre due liste. Il ricorso smantella anche tutte le tesi messe in campo dalla Commissione d’accesso riguardo alla questione del porto in quanto «destituite di fondamento» e valuta come «ininfluenti» i capitoli relativi alle concessioni demaniali e agli appalti. In conclusione, 35 pagine di contestazioni fitte fitte e ben motivate. Basteranno per capovolgere la situazione? PIZZO. Di sicuro il commissario straordinario, Bruno Strati, accettando l’incarico al Comune di Pizzo, pensava di andare a gestire l’ordinario, non considerava che nella cittadina vi erano situazione al limite e gente pronta a forme estreme di protesta. Il lavoro e l’alloggio sono due autentiche emergenze. Al riguardo, il commissario ha tenuto a evidenziare che «il Comune di Pizzo ha seguito e sta seguendo con successo una serie di questioni di disagio sociale». Sul caso che ha visto un cittadino minacciare di darsi fuoco, Strati registra «la difficoltà che da parte delle istituzioni coinvolte nella vicenda di svolgere le proprie funzioni. Troppo spesso si è verificata infatti sia una confusione dei ruoli che di certo non ha agevolato la risoluzione della problematica, ma anzi ha finito per complicarla maggiormente». (r.m.) Il commissario Bruno Strati