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L`inverno tarda a sce- mare e la primavera, sebbene calendarizzata

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L`inverno tarda a sce- mare e la primavera, sebbene calendarizzata
L'inverno tarda a scemare e la primavera,
sebbene calendarizzata
già da un pezzo, non
riscalda come dovrebbe.
Il meteo, nuova droga
degli italiani, riflette
l'immagine di una locride che non riesce a liberarsi di un cielo tetro e
grigio sopra la sua testa.
continua a pagina 4
FACE
CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 20 APRILE
3
SONDAGGIO
16sindaci per Siderno
ECCO COSA PENSANO ALCUNI (E)LETTORI
A
quasi un anno di distanza dalle elezioni amministrative
del comune di Siderno che con ogni probabilità si terranno nel mese di maggio 2015, come provocazione,
abbiamo inteso lanciare sul social-network alcune autorevoli
candidature di nostri illustri concittadini anche per cercare di
testare , come si dice il gergo, “gli umori della piazza virtuale”. Ne sono scaturiti numerosi commenti che, volentieri, sottoponiamo alla vostra attenzione con la consapevolezza che si
LUIGI BRUGNANO
Caro Direttore, sono gratificato di far
parte - mio malgrado - del “menu’” e
seguo divertito la tua intelligente provocazione giornalistica ma, conclusa da
tempo la stagione del mio impegno politico, mi sono dedicato ad aiutare il mio
paese candidandomi a fare il “buon cittadino”. Con tanti “buoni cittadini” e,
credimi, non è retorica, forse sarebbe più
facile avere buoni partiti e trovare un
“buon Sindaco”. Io ho fatto il mio tempo,
ora è l’ora dei giovani, ... che sono tanti e
capaci. Cari affettuosi saluti.
PEPPE GERASOLO
FRANCESCO
DE MATTEIS
Tutti nomi illustri,
certamente bisogna
considerare nel contesto l’esperienza ed i
ruoli istituzionali di
rilievo del Sen. Fuda.
Siderno in ogni caso
non potrà sbagliare...
È in gioco la sopravvivenza della città
LINA FRAGOMENI
Scusate se mi intrometto e
non fatevi fuorviare dal mio
cognome: non conosco nessuno a Siderno
PAOLO FRAGOMENI
anche se sicuramente
Posta così la cosa assomiglia ad una lotteria. il mio ceppo è proMi permetto di dire che le persone sono
prio lì da voi. Vista
certamente importanti (e tra quei nomi ce
da fuori questa “quene sono di affidabili), ma ancora più impor- relle” mi ha fatto pentante è definire quali siano gli indirizzi e le
sare: a questo punto,
priorità programmatiche su cui lavorare per se hanno un Don
il futuro di questa nostra cittadina oggi pro- Camillo, candiderei
strata e mortificata.
Peppone......
...c’è solo odore di qualcosa di stantio
è trattato di un nostro mini sondaggio che sicuramente ha
tenuto conto del vissuto politico di molti “competitor” che a
dispetto della dichiarazione di dissesto economico del comune di Siderno potrebbero fare bene per il rilancio della nostra
Citta.
La “poltrona” di sindaco di Siderno è ambita da molti e noi
abbiamo provato ad indicare alcuni nominativi potrebbero
essere potenziali candidati a sindaco o aspiranti tali. I nomi
PISCIONERI
ANTONIO
Giovani , armatevi di buona
volontà, vestitevi
col vestito del
missuionario e
date una svolta al
Paese. Ne ha
bisogno. Basta
con la vecchia
politica utilizzata
dal potere.
che abbiamo inserito nella rosa dei papabili sono: Riccardo
Ritorto, Mariateresa Fragomeni, Mimmo Barranca, Pietro
Sgarlato, Paolo Fragomeni, Enzo Mollica,Giovanni
Lanzafame,Luigi Errigo,Luigi Brugnano, Mario Diano,Pietro
Fuda, Anna Romeo, Mimmo Catalano,Enzo Romeo (giornalista Rtv), Ercole Macrì, Antonio Ferreri. Chi, tra questi,
secondo voi potrebbe essere il possibile vincitore ? Mistero.
Antonio Tassone
GIANCARLO RACCO
FABRIZIO FIGLIOMENI
MARY ZAVAGLIA
Mi fa piacere che in questa
lista non ci sono alcuni nomi
ma il prossimo sindaco a mio
avviso dovrà essere uno/a con
tanta umiltà supportata da
tutti noi e soprattutto, tutti
quelli che hanno esperienza
si mettano a disposizione di
essa. Avanti anche senza
casacche ma col cuore in
mano . Siamo all’anno zero o
facciamo bene oppure addio!
Serve un sindaco che non
sia mai stato immischiato
nella politica,ne nazionale e ne locale,serve un
sindaco vicino ai cittadini! Non il solito giacca e
cravatta!
Volti nuovi,ma soprattutto volti giovanili,sono i
giovani gli unici che possono cambiare qualcosa,i
soliti volti non servono...
Signor Tassone certi nomi era meglio non
farli... tipo uno o due, mah… già ci sono problemi a siderno. .....
LUIGI ERRIGO
Luigi Errigo si
autoesclude. Per
come intendo il
sindaco, non ho
abbastanza
tempo per servirvi. Lo avrei
fatto con piacere,
lo ammetto.
Infatti, in questa
lista mi sarei
auto votato
FRANCESCO BARBARO
Fare il sindaco, il politico, l’amministratore ecc in una zona come la
nostra è prima di tutto un impegno
che va a cozzare con determinate
realtà della società attuale.. cumparati,amicizie, corruzione,compromessi..e perché no anche paura di
perdere a volte la propria tranquillità..Prima di tutto serve coraggio!
Coraggio di andare contro..chi e
cosa è inutile anche dirlo..ma andare contro è il primo requisito!
PINO CORREALE
Sarà questione di grande gioia poter eleggere un nuovo sindaco a Siderno,dopotutto si esegue un iter democratico, particolarmente
dopo la parte buia che Siderno ha vissuto e che ancora sta vivendo. Certo e sicuro che chi si candiderà’ a parte i nomi che sono stati
fatti, dovra’ avere molto ma molto coraggio,cancellare le solite presunte paure,semplicemente perché’ chi gestirà’ con il cuore e dovuta coscienza verso il proprio paese ed i propri cittadini,non deve avere paura. Deve solamente e consapevolmente lavorare e gestire
nei soli interessi di tutta la collettività’ sidernese,per quei fini ammirabili ed onorabili che esistevano un tempo,ai tempi gloriosi della
Siderno bene,con massimo rispetto l’uno verso l’altro,con quella grande eleganza che solo Siderno sapeva distinguersi,per la disciplina,il senso civico,l’educazione,la cultura,l’arte,la musica e perché’ no,il dialogo,il confrontarsi educatamente con la buona
politica,quella vera pero’.Sin da adesso io come tanti e veramente numerosissimi Sidernesi che viviamo fuori,auguriamo che questa
sia la volta buona di farsi avanti e ricominciare,con tanta fiducia e speranza con l’augurio che la nostra Siderno risorgerà a tempi pacifici e fruttuosi per tutti i suoi cittadini. Nel massimo rispetto ed osservanza verso tutti.
GIOVANNI TROPIANO
Effettivamente, “chisti simu”!
GIORGIO RUSO
Penso che Siderno abbia bisogno di un
profondo rinnovamento guardando al futuro
per ridare speranza ai cittadini. chi ha gia
dato un contributo alla comunità dovra continuare a darlo ma nn credo che guardare al
passato possa farci ritornare perla dello ionio
FRANCESCA BARRANCA
Ancora siamo lontani dalle elezioni comunali.
Per tutti è importante lavorare per Siderno e
la sua gente. non bisogna ricordarsi che i cittadini esistono solo 15 giorni prima delle
urne. Questo è il politico che serve a Siderno.
MARIA GIOVANNA
COGLIANDRO
C’è anche Ercole
Macrì?! Allora lui, per
forza!
ENZO ROMEO
GIUSEPPE BRUZZESE
Antonio per governare Siderno
credo che ci voglia un sindaco
russo, con annessa amministrazione.
Hai fatto bene a specificare giornalista di Rtv. Si sarebbe pituto pensare
all’illustre omonimo della Rai. A pensarci bene...non sarebbe male pensare a lui come candidato a sindaco. Chissà un giorno. .. hai visto mai?
SETTIMANALE
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PRIMO PIANO
DOMENICA 20 APRILE
4
di Doroteo
M ORTACCI
Spazziamo via le nubi dalla Locride,
da Roccella Jonica un vento nuovo
L
'inverno tarda a scemare e
la primavera, sebbene
calendarizzata già da un
pezzo, non riscalda come dovrebbe. Il meteo, nuova droga degli
italiani, riflette l'immagine di una
Locride che non riesce a liberarsi
di un cielo tetro e grigio sopra la
sua testa. Ma pochi giorni fa a
Roccella è comparso uno sprazzo
di sole tiepido accompagnato da
un arcobaleno che ha fatto capolino tra le nubi piene di oscurità.
Francesco Loccisano, Fabio
Macagnino,
Mujura
e
QuartAumentata,
“Musicisti
della Locride” che hanno intrapreso la complicata strada della
condivisione e dell'unione a discapito di invidie e premierati. Un
segnale di modernità e speranza
che, tanto per cambiare, ha come
sfondo Roccella Jonica, quella
Roccella che sta alla Locride un
poco come Kiev sta alla Russia,
qualcuno prova ad annetterla forzatamente ad un territorio che
culturalmente non gli appartiene.
Un senso di appartenenza che
manca, non perché le radici non
RIA
A
I
Z
I
GIUD
Leregole“rivoluzione”della “Santa”
Le regole del grado di 'ndrangheta della "Santa" erano rivoluzionarie rispetto alle precedenti non soltanto perché le formalità e i rituali si discostavano dal mondo tradizionale del
crimine, ma perché le regole erano molto più vicine a quelle
della massoneria. In realtà, la finalità essenziale della "Santa",
secondo quanto si legge nell'indagine della Procura distrettuale reggina n° 46/93, era di costituire dei "gruppi armati"
(che un collaboratore di giustizia, tale G.A., definiva “squadroni della morte”), presenti sull'intero territorio della provincia reggina. Tali gruppi potevano essere sempre utilizzati
dai capi della "Santa" sul territorio nazionale per sostenere
qualunque iniziativa tendente a destabilizzare l'ordine democratico dello Stato. È naturale che i capi della "Santa" erano
tutte persone legate all'eversione. Nel corso delle indagini è
emerso che anche i rituali dell'organizzazione facevano riferimento a uomini dell'antica massoneria, quali Mazzini,
Garibaldi e La Marmora e non alle figure della cosiddetta
“'ndrangheta tradizionale”.
Peraltro la "Santa" si proponeva qualunque forma di illecito
guadagno, la commissione di delitti che in passato la 'ndrangheta non consentiva (quali i sequestri di persona e il traffico
di droga) e il santista aveva l'opportunità di avere contatti con
esponenti delle Istituzioni, contrariamente con quanto avveniva in passato. Il santista poteva essere scelto tra persone
provenienti da qualsiasi ceto sociale e ciò differentemente dal
passato quando nella ''ndrangheta si accedeva da famiglie
"onorate", cioè non coinvolte con le istituzioni o disonorate da
fatti infamanti. Un santista pur di salvare l'organizzazione
poteva persino tradire cento camorristi o sgarristi. Ci sarebbero stati persino degli esempi di tale rivoluzionario principio e
divennero perfino usuali le soffiate alle Forze dell'Ordine con
vere e proprie delazioni da parte dei santisti. Notorio era nell'ambiente carcerario che perfino alcuni esponenti della
'ndrangheta della città di Reggio Calabria frequentassero
esponenti dei servizi segreti e delle Forze dell'Ordine.
Per comprendere la collocazione della "Santa" all'interno
della 'ndrangheta bisogna portate un esempio: all'interno di
un grande contenitore quello della 'ndrangheta tradizionale
composto da calabresi affiliati ai vari locali e subordinati a
delle regole comuni per tutti, si trovava un gruppo, proprio
quello dei santisti, segretato, nel senso che il santista non era
noto a tutti quelli che avevano gradi inferiori (uno sgarrista
non conosceva nessun santista, mentre tutti i santisti conoscevano gli affiliati con grado inferiore).
Nei locali controllati dall'associazione vi erano quindi due
organismi: quello più vasto e generale della 'ndrangheta, un
vero serbatoio che consentiva alla "Santa" di scegliere i soggetti che potevano fare parte proprio di tale organismo.
lr
siano ben piantate al terreno della
Locride, ma perché hanno iniziato, da tempo, a camminare velocemente sottotraccia verso direzioni di crescita e giustizia sociale,
insomma Roccella Jonica è come
Campione d'Italia, un esempio di
italianità cosciente e vincente circondata da un territorio avverso
alla bellezza. La musica e la cultura hanno dato una lezione di
dignità e prospettiva alla politica,
e i musicisti locridei hanno lanciato un segnale forte: anche se suoniamo generi diversi e strumenti
differenti, cerchiamo di intonare
un'unica melodia a favore di un
popolo a cui è stata sottratta la possibilità di avere un futuro. Roccella
Jonica è sinonimo di buona amministrazione e capacità gestionale, e
non perché manchino raccomandati e nominati, quelli ci sono a
Roccella come in ogni parte del
mondo, ma perché tra le persone
che si sono dovute piazzare nei
posti che contano, poltrone politiche e amministrative, si è pescato
tra professionisti capaci e lungimiranti e non tra somari tirati per le
redini da vecchi padroni ormai
stanchi.
In altre parole a Roccella Jonica si è
puntato sulla capacità prima che
sulla sola appartenenza, ed è per
questo che oggi musicisti, scrittori e
artisti si trovano a loro agio in un
contesto libero e aperto, scevro da
pregiudizi morali e politici.
D'altra parte, che ne dicano di dietrologi e i disfattisti di professione
(quelli che parlano a slogan e luoghi
comuni), un Porto, un Roccella
Jazz ed una macchina politicoamministrativa funzionante non si
hanno per caso, e qui la politica nel
senso partitico c'entra poco, non è
una questione di Pd, Pdl, Ncd o
altro, è questione di cervello.
Dunque, con il collettivo “Mulo”
(Musicisti della Locride) si è aperto
uno squarcio importante nel modo
di interpretare la rinascita di un territorio.
Da Roccella può partire una nuova
primavera. Basterebbe che ai musicisti e alle loro intuizioni facessero
seguito i soffi forti e impettoriti di
tutta la Locride, così da creare un
vortice di aria nuova che spazzi via
le nubi grigie dal cielo sopra lo jonio
e faccia finalmente splendere un
sole caldo.
La“Bastarda“ di Locri
U
n conoscitore di 'ndrangheta, di quelli veri, nell'ultima parte degli anni
'90, denunciava la degenerazione
della 'ndrangheta di Locri con
una qualifica che non lasciava
moltissime interpretazioni: “La
Bastarda” la definì allora. Poi
aggiunse giustificando l'aggettivo, di uso ndranghetistico, che
quel modo di agire è tipico dei
figli illegittimi, non riconosciuti
dai padri, né dalla Mamma e né
dai compari.
Il clan dei Cordì, diventato il più
forte del mandamento Jonico,
forse più dei Commisso, dei
Morabito, degli Aquino e finanche di quelli della Sacra
Montagna, aveva dichiarato
guerra ai Cataldo, senza accetta-
re consigli e compromessi. “ Qui
comandiamo noi” avevano affermato più volte, consapevoli di
una forza di fuoco invidiabile, ai
buoni propositi dei saggi della
'ndrangheta che miravano al
quieto vivere di tutte le cosche.
“Qui comandiamo” noi dicevano
i Cordì, “qui comandiamo noi”
rispondevano
i
Cataldo.
Entrambi, andando avanti senza
sentire o accettare altri ragionamenti e gerarchie. Locri non
sapeva stare come si deve nel
Crimine. Locri fu sciolta da chi in
quel periodo ne aveva facoltà. Lo
stesso criminologo arrivò addirittura ad affermare che l'omicidio
di Cosimo Cordì, capo indiscusso
dei Cordì, non dipese esclusivamente da una volontà della cosca
paesana nemica, ma dalla volontà
comune di più pezzi da novanta.
Della degenerazione del locale di
Locri, se ce ne fosse ancora bisogno, c'ha dato pronto conferma
Lunedì Nicola Gratteri, a Roma,
nell'audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia.
«Quando a Locri scoppiò l'ennesima faida venne un emissario del
Crimine che decretò lo scioglimento del “locale” di 'ndrangheta, che infatti dal 2000 risulta
sospeso. E ancora oggi nel clan ha aggiunto Gratteri- non c'è
governo. Per questo è stato possibile l'omicidio Fortugno.
Siderno definitivamente sepolta
dal lungomare più brutto d'Italia
S
e capiti a Siderno il sabato sera finisci quasi di sicuro in uno dei tanti
pub pieni di sorrisi truccati dai cocktail del fine settimana. Ma basta far passare solo quindici ore, per capire che la
depressione è l'emozione dominante. La
domenica pomeriggio il passo torna lento
come quello dei vavalaci, simbolo crudele
della città con una squadra di calcio retrocessa nella Liga delle frazioni di paese.
Spazzatura, buche a macchia di leopardo,
strade buie, bar vuoti, 'ndranghetisti in
ferie e senza portafogli, famiglie in rosso a
metà mese. Il lungomare più brutto d'italia.
Idraulici, piastrellisti, muratori elettricisti,
imbianchini, meccanici, tutti a spasso,
tranne quelli che si alzano all'alba per
riempire cassette di frutta e verdura di stagione e posarla nei cofani di autovetture
prive di assicurazione. Infine esporla
d'ambulanti inventati lungo e attorno i cigli
delle strade cittadine nella speranza di una
carta da dieci euro per arrivare fino a
domani. Siderno, 20 mila abitanti, la città
più popolosa dello Jonio che va da Reggio
Calabria a Catanzaro Lido, non ha un euro
nelle casse comunali né una prospettiva
nel corpo. Siderno non sta andando da
nessuna parte. L'unica speranza è l'urna.
Ma una città sepolta non ha diritto di voto.
La triade commissariale ha fatto capire
che non si voterà in autunno. L'elezioni
sono un miraggio che s'intravede ben oltre
un altro panettone e addirittura un altro
uovo di Pasqua. Crocefissione: se capiti
alle tre del pomeriggio di una domenica
qualsiasi a Siderno, puoi capire cosa significa sopravvivere nella città dei morti. (em)
RIVIERA
PRIMO PIANO
ILARIO AMMENDOLIA
Il prossimo 26 maggio si voterà anche a Platì,
il cui consiglio comunale è stato sciolto, più
volte, per mafia. La “politica” fugge dai paesi
come Platì ritenendo che tutto possa essere
derubricato in una questione di ordine pubblico. È vero l'opposto.
Platì è uno snodo fondamentale di una frontiera ideale. Se oggi considerassimo persa
Platì o S. Luca domani dovremmo rassegnarci a perdere la Locride, Reggio, la
Calabria.
C'è una linea ideale lungo cui si combatte
ogni giorno. La posta in gioco non è “Platì”
perché su questa frontiera si sta combattendo una battaglia in difesa della Costituzione.
L'Italia “una ed indivisibile” comprende
Platì ed ogni centimetro di questa frontiera
è sacra. È vile arretrare anche di un metro.
Se oggi qualcuno considera Platì territorio
“nemico”, domani la Calabria intera avrà lo
stesso trattamento. Parafrasando i Rosselli
“Oggi a Platì, domani in Calabria”.
A febbraio del 2011, insieme a Pasquino
Crupi abbiamo percorso Platì in lungo ed in
largo parlando con la gente del paese. Da
quella esperienza e da altre successive è
maturato un “sogno”: la presentazione di
una lista di candidati plateoti che abbia per
simbolo il volto di Giovanni Trimboli e
sovrimpressa la scritta “14 novembre 2003”.
Giovanni era un giovane di Platì che teneva
la sua mandria sui monti.
Era un pastore. Dopo un autunno piovoso
arrivò l' inverno.
Una bufera di freddo e di neve si abbatté sui
paesi aspromontani.
Platì sembrava sprofondare sotto un cielo
che si andava abbassando sempre di più, la
montagna diventava bianca mentre la tormenta sembrava demolire le case.
Il torrente si andò gonfiando. Giovanni pensava alla sua mandria in pericolo ed era in
ansia per le sue bestie. Così ha deciso di sfidare la bufera e inerpicandosi sulla montagna, raggiunse la mandria.
Un pastore sa qual è il suo dovere. Trimboli
è un calabrese tenace che non teme il sacrificio ed il rischio estremo quando ciò è
necessario.
È un uomo di Platì che coniuga l'abitudine
Platì
frontiera
democratica
della Locride
Nessuno più sfida la bufera per salvare
la mandria. Eppure i figli dei pastori
sanno quali solo i loro doveri.
Addirittura il sacrificio e il rischio
estremo quando ciò è necessario.
Come quello di Giovanni Trimboli
alla fatica con la fierezza e il coraggio.
Sopraggiunge la sera e gli alberi si piegano
sotto il peso della neve. Le temperature calano verticalmente. La tormenta non si placa.
Giovanni Trimboli resta con le sue bestie.
Lo troveranno morto assiderato. Una statua
di ghiaccio, autentico “cavaliere del lavoro”
in un mondo che non riconosce gli eroi di
questo immenso esercito di calabresi senza
nome e né storia..
Probabilmente se fosse sopravvissuto sarebbe emigrato, oppure lo avrebbero arrestato
quel 14 novembre del 2003. Un giorno in cui
agli orrori dei sequestri di persona operati
dalla ndrangheta si unisce il grave errore dei
“prigionieri” di stato.
C'è un filo rosso che collega l'umile storia di
Giovanni Trimboli, l'emigrazione di massa, e
gli arresti del 2003. Quel giorno di profondo autunno - non solo stagionale - mille militari circondano Platì e all'alba muovono
all'assalto. Circa centocinquanta arrestati,
perquisizioni a raffica, pianto di bimbi, grida
di donne. Il giorno dopo i giornali e le televisioni di tutto il mondo ne parlano, persino la
BBC e il N.Y Times. Dal punto di vista
mediatico il colpo ha fatto “centro”. Tre anni
dopo il gup condanna solo 8 persone e rinvia
a giudizio altre diciannove. Che significa ? In
quella retata sono stati portati in carcere
oltre cento cittadini completamente innocenti. Platì ne esce a testa alta, ma nessuno fa
l'autocritica. Successivi gradi di giudizio
smonteranno ancora le ragioni di quella
retata ma l'onta consumata a Platì si riverbera sulla immagine della Locride, e della
Calabria. Così non si “libera” Platì, la si
perde, perché un paese occupato non è un
paese liberato. Quanto sarà costata l'operazione, la detenzione, i processi, gli avvocati, i
risarcimenti? Non meno di tre, quattro
milioni di euro spesi per infliggere uno sfregio alla Calabria e una debacle per lo
“Stato”.
SETTIMANALE
I
due stralci di
seguito sono
tratti da un
articolo scritto
da Pasquino
Crupi e pubblicato il 26
febbraio 2012. In quel
pezzo si trattava l’autocandidatura a sindaco
di Platì del magistrato
Romano De Grazia,
lametino. Crupi andò a
Platì per sentire cosa
gli abitanti del paese
ne pensassero.
NI
OPINIO
L'operazione di polizia si colloca su una linea
storica che sta alla base della moderna “questione meridionale”. Molti anni fa i bersaglieri, dopo aver sconfitto una banda di briganti, marciarono su Platì con le testa del
Mittica infilzata ad una baionetta. Lo Stato
nel Sud non ha mai saputo prendere le
distanze da quella linea di intervento, intercalando l'impunità per i forti a momenti di
repressione di massa.
Noi non vogliamo e non dobbiamo regalare
Platì alla ndrangheta.
La nostra Platì è quella di Giovanni Trimboli
quella dell'ex sindaco comunista Ciccio
Prestia o del sindaco democristiano De
Maio, barbaramente uccisi senza mai avere
giustizia.
L'antitesi non può essere tra repressione e
abbandono; tra giustizia sommaria e rassegnazione senza speranza., tra civiltà e razzismo. C'è un terza via ed è quella “politica”.
Oggi la “politica” fugge da Platì o ci va di
notte e a fari spenti, per chiedere voti.
Metodi che non hanno niente a che vedere
con l'impegno politico ed ideale.
Ovviamente non ci sarà nessun simbolo
“Giovanni Trimboli” e nessuna lista con la
scritta “14 novembre 2003” perché, in
Calabria, la politica è in “sonno” e i “politici”, non hanno la statura degli uomini come
Giovanni Trimboli che hanno il coraggio di
scalare le montagne e sfidare la bufera.
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sempr rendere i vo nei polmoni ”.
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DOMENICA 20 APRILE
7
L’OPINIONE
La Spiga
delTerzo
millennio
I
lario Amendolia, ancora una
volta, mi stimola ad intervenire su
Platì, a ridosso di una competizione elettorale, dopo il commissariamento per infiltrazioni.
E lo fa riscoprendo pagine tristi ma di
immenso amore, sacrificio e solidarietà come quella del pastore diventato
una “statua di ghiaccio” per salvare
dalla bufera l'unica fonte di reddito
della sua famiglia: le vacche. Così
come ricorda l'altra bufera, quella
umana, del novembre del 2003 abbattutasi con altrettanta violenza quasi
come il ritorno dell'alluvione del 1951.
Oggi Platì non ha bisogno di una compagine amministrativa quale essa sia,
utile ad occupare uno spazio ed un
edificio. Ci vogliono donne ed uomini
in grado, con il loro agire, di risvegliare più che la sterile rivendicazione,
buona solo per “le riserve degli indiani”, la fiducia nell'amministrare,
nelle istituzioni. Donne ed uomini in
grado di rivitalizzare il deserto democratico del nostro territorio, prodotto
da norme inumane, ma salva-coscienze per lo Stato. In grado di ridare la
speranza, la fiducia nel cambiamento,
nel riscatto, nello sviluppo, stimolando i “pratioti” alla lotta, al sacrificio
(come il giovane Trimboli), per
perseguire un futuro migliore e sottrarsi all'inesorabile destino rappresentato da un doppio sbocco amaro:
l'emigrazione oppure la devianza
criminale.
Solo la partecipazione dei platiesi,
non certo quella formale che si regis-
tra al momento del voto e prima ancora della presentazione delle liste, può
contribuire a far risorgere Platì.
Non è un caso che le stagioni migliori,
nell'Italia repubblicana, Platì le abbia
vissute in due momenti di grande
partecipazione popolare, entrambe
rappresentate dalla lista “Spiga”: nel
1946, attorno alle figure “du Massaru
Peppi”, il maresciallo Delfino, e del
giovane Ciccillo Prestia (vittima negli
anni '80 di una follia omicida e non
certo per fatti amministrativi) e nel
1960 con la guida di un giovane sindacalista della Camera del Lavoro
provinciale, Ciccillo Catanzariti,
assieme al già sperimentato Prestia.
Certo, la strada è in salita. Oggi non
esiste nelle nostre comunità l'humus
adatto. Con una politica che ha perso
dignità e primato, partiti e sindacati
simulacri di democrazia, le istituzioni
vengono percepite come luoghi da
occupare e piegare per interessi particolari.
Occorrerebbe, perciò, un'azione complessiva da parte dell'intera comunità
nazionale, regionale e provinciale.
Dare il segno tangibile che per il
futuro dell'Italia occorra risanare
socialmente ed economicamente “le
mille Platì” del Sud. Quanta rassegnazione presente oggi verrebbe spazzata via se le autorità nazionali e locali
tagliassero il nastro della definitiva
realizzazione
della
BovalinoBagnara? Insomma un impegno straordinario per consentire la ripresa
della cultura del lavoro, attenuando,
ad esempio, gli eccessi prodotti dalla
sola risposta data ai platiesi, repressione ed ordine pubblico, che non ha
certo diminuito i fenomeni di devianza e di disagio sociale.
Anch'io sogno, come Ilario, la “Spiga”
del terzo millennio, senza più assistere
alla visione di pellicole già viste: competizioni elettorali asfittiche; amministrazioni pallide e mute; donne e
uomini rassegnati. In attesa di capire
se la nuova bufera, naturale oppure
umana, verrà dalla montagna o dalla
marina, spazzando via l'ennesima
speranza per Platì.
Gianpaolo Catanzariti
“Il volto della Provincia
che
lavora ed ama
la sua terra”
Si raccontano i 22 produttori dell'agroalimentare
di qualità saliti sulla carovana “Bella e Buona”e
l'“olio dei Giganti”, brands promossi
dall'Assessorato Provinciale all'Agricoltura.
Per i ventidue produttori reggini dell’agroalimentare
di qualità, il Sol&Agrifood 2014 è un’esperienza che
lascia la convinzione che la strada del marketing territoriale, sotto l’egida della Provincia di Reggio Calabria,
porterà i suoi frutti nel medio termine della pianificazione del mercato italiano ed estero.
Ne è convinto l’Assessore all’Agricoltura della Provincia
di Reggio Calabria, Gaetano Rao che con l’allestimento
degli spazi espositivi, il potenziamento delle pratiche di
B2B, la variegata possibilità di familiarità e conoscenza del
prodotto calabrese (a partire da degustazioni, cooking show e
percorsi sensoriali) ha centrato – e senza indugi lo confermano le
ventidue aziende in fiera a Verona - l’obiettivo di promozione territoriale.
“REGGIO CALABRIA,
L’OLIO DEI GIGANTI” La valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva è una storia tramandata da oliveti secolari, le cui radici sostengono una terra che, senza l’amore e la passione degli agricoltori, si sgretolerebbe per le avversità
economiche e sociali. I produttori promuovono la conoscenza delle
peculiarità chimiche e sensoriali degli oli ottenuti dalle innumerevoli varietà autoctone radicate, da secoli, nel territorio di Reggio
Calabria.
Ma qual è il beneficio, per Voi produttori d’olio extravergine d’oliva, di
essere il volto unico deIla Provincia di Reggio Calabria?
Pietro Taccone di ACTON DI LEPORANO AZIENDA AGRICOLA, è certo che “aumenta la possibilità di usufruire del contatto con altri operatori del settore, implementando l’offerta
di un paniere di prodotti che nella loro complementarietà
aumentano il portfolio cliente. Più attenzione all’olio
quando il food dell’agroalimentare è in netta crescita”. Aurora Spanò di AURORA AZIENDA
L'Assessorato all'Agricoltura della
AGRICOLA racconta che “la Calabria è una
Provincia di Reggio Calabria, nella quattro giorni
terra molto amata. Siamo più riconoscibili territorialmente e la celebrazione passa dai
al Sol&Agrifood 2014, conquista una presenza mediatica
sapori e profumi dei prodotti”. Ferdinando
d'impatto sui maggiori quotidiani regionali, testate giornalistiche
Carbone di CARBONE AZIENDA
on line, riviste specialistiche di settore.
AGRICOLA ITALIANA, punta “al
L'ASSESSORE GAETANO RAO:
packaging innovativo. Un brand più forte
“Un'imponente campagna di comunicazione per
restituisce dignità al prodotto calabrese”.
rilanciare le produzioni identitarie del territorio”
Giuseppe Lombardo di OLEIFICIO F.LLI LOMBARDO
evidenzia “l’immagine unitaria ed identitaria è una qualità
aggiunta alla diversità dei
nostri prodotti”. Marco
Licastro di LICASTRO
AZIENDA AGRICOLA la
considera “una vetrina
importante per prodotti di nicchia. Dimostrare l’orgoglio di
una Provincia che sostiene la
qualità”.
Giuseppe
Guadagnino di OLIVOLIO
SOCIETA’ COOPERATIVA
AGRICOLA confida nel volto
della Provincia “la rivalsa di un
popolo che produce il meglio degli
oli monovarietali. Associarsi è
necessario per competere sul mercato”.
Francesco Posterino di
POSTERINO AZIENDA AGRICOLA registra “i benefici di presentarsi
come Istituzione al potenziale cliente.
Più credibilità e contenimento dei costi
grazie al supporto logistico offerto”.
Michele Pronestì di PRONESTI’
AZIENDA AGRICOLA porta “la giovane età al servizio della qualità. La storia della Provincia si fonde con i prodotti del territorio”. Domenico Richichi
del CONSORZIO TERRE DEL
SOLE riconosce nei brands della Provincia gli “stessi valori di eticità, solidarietà e valorizzazione dei campi di lavoro. Aiuto reciproco così come
vuole la terra”.
“REGGIO CALABRIA,
la provincia BUONA E BELLA”
Sono i paesaggi ricchi di sapore ritratti in “un affresco” dell’agroalimentare di qualità che incanta e seduce i visitatori. Camminando lungo la
costa jonica della Punta dello Stivale, passando dalla Piana di Gioia
Tauro e Rosarno, spingendosi lassù sui Monti Aspromontani, sono
custodite vecchie tradizioni che sconvolgono i palati più sopraffini.
Valorizzare l’agroalimentare sotto lo stemma della Provincia, aiuterà salumi, formaggi, passate di pomodoro,olive, pasta, marmellate, succhi e bibite
al bergamotto, liquori, etc. a crescere sul mercato?
Armando Benedetto di BENEDETTO SALUMI è “sicuro di sì.
Trasmettiamo non solo le emozioni di un’azienda ma di un territorio, nell’era dei social che al prosciutto di maiale nero fanno scattare ben 15 “selfie”. Carmine Giordana di CALABRIA MAGNA LIQUORI punta “al
marketing che passa dalle bellezze paesaggistiche. Profumi, colori, essenze in
bottiglia è come vendere fuori un pezzo di Calabria”. De Luca Antonio( )
di DIAMANTE SALUMI D’ASPROMONTE sa che “assaggiare un prodotto autoctono non ha paragoni sulla concorrenza generica. La nostra
forza è origine e territorio”. Arturo Pratticò di I PRODOTTI DEL CASALE deve “ringraziare la Provincia per la visibilita offerta all’azienda che promuove il bergamotto. Il Golosario Prize è frutto di un sogno condiviso con
le Istituzioni.” Raffaele Caruso di L’ANTICO MULINO PASTIFICIO
calcola “il potenziale offerto dall’allestimento. Visibili, identificabili, uniti
nella forza del prodotto artigianale.” Antonio Autelitano di LA SPINA
SANTA BERGOTTO annuncia “il bergamotto è la nuova frontiera delle
essenze agroalimentari. La Provincia crede fermamente nelle potenzialità
dell’agrume ed eccoci uniti.” Giovanna Frisina di LE TERRE DI ZOE
ORGANIC FARM esalta “l’opportunità di una buona comunicazione per
le produzioni totalmente biologiche. La frutta ben lavorata non sarà semplice marmellata ma esperienza sensoriale!” Antonio Palattella di MORABITO OLIVE porta “le olive in tavola, prodotto trasformato per approfondire la conoscenza del gusto calabrese, circoscritto e ben delimitato territorialmente. La Provincia è la marcia in più”. Cardone Giuseppe di NERO DI
CALABRIA ringrazia la Provincia, “rifiuta la massificazione del gusto e va
avanti! E’ la metafora del lavoro di produttori che credono nel prodotto di
nicchia e lo sostengono con tutte le proprie forze. L’Unione è la variabile che
ci contraddistingue sul mercato”. Domenico Siciliano di ROMANOSICILIANO AZIENDA CACIOCAVALLO DI CIMINA’ è entusiasta
del successo ottenuto e “con ben 50 kg di caciocavallo abbiamo fatto grande promozione. Il GOLOSARIO PRIZE vale tutto il nostro duro lavoro”.
Laura Multari di SALUMIFICIO ARTIGIANALE SAPORI ANTICHI
D’ASPROMONTE è la donna del GOLOSARIO PRIZE. “La
Provincia ha messo in luce la realtà imprenditoriale ed artigianale di un piccolo paese aspromontano che è la culla del sapore autoctono”. Francesco
De Mario di SIRIANNI PRODOTTI TIPI CALABRESI concorda “con
la strategia di prossimità spaziale e simultaneità con il Vinitaly. Grande
affluenza, ottimi “tasting” con operatori qualificati, ritorno d’immagine
eccezionale per l’azienda”. Michele Luccisano di VERDIANA QUALITA’
MEDITERRANEA svela che “l’azienda punta a raggiungere più utenti in
tempi brevi. L’evento fieristico è una scelta obbligata per noi operatori. La
Provincia ha concretizzato la strategia aziendale di comunicazione”.
RIVIERA
ATTUALITÀ
A
differenza di quanto dichiarato nelle scorse settimane dal presidente di Confindustria Calabria
Giuseppe Speziali e dopo l’allarme lanciato da
Ignazio Messina di Idv risponde Paolo Commisso presidente del Comitato d’Investimento del Fondo
Jeremie Calabria che chiarisce e rettifica alcuni punti:
«Come ormai noto, il Fondo rotativo Jeremie è uno
strumento di ingegneria finanziaria ideato dalla
Commissione Europea, dalla BEI e dal Fondo
Europeo per gli Investimenti (FEI), che consente, alla
Regione Calabria, l’utilizzo dei fondi strutturali FESR
per concedere prestiti alle Pmi con sede operativa in
Calabria».
Sul territorio regionale i finanziamenti vengono erogati per il tramite di due banche selezionate dal FEI con
bando ad evidenza pubblica: Banca del Mezzogiorno
Medio Credito Centrale e Banco di Napoli del Gruppo
Intesa, che hanno cofinanziato il fondo con ingenti
risorse proprie. E ancora Paolo Commisso spiega: «In
questo particolare momento congiunturale, contraddistinto dal “credit crunch”, ciò che caratterizza questi
prestiti è il favorevole tasso d’interesse applicato che, a
parità di condizioni, è in media, la metà del tasso ordinario. Infatti, sulla quota di finanziamento erogato è
applicato il tasso d’interesse solo alla metà della somma
in ammortamento (nel caso della Banca del
Mezzogiorno MCC), essendo l’altra metà (quota di
fondi Comunitari) a tasso zero».
«Entrando nello specifico del fondo Jeremie Calabria
questo ha una dotazione complessiva di 94 milioni di
euro, dei quali ad oggi sono stati erogati complessivamente circa 18 milioni di euro e non 1 milione come
erroneamente dichiarato dal presidente di
Confindustria Calabria appena pochi giorni fa», dice
Paolo Commisso, che aggiunge: «Sul territorio calabrese sono oltre 60 le imprese che hanno già potuto beneficiare dei finanziamenti a tasso agevolato. Molte di
queste sono iscritte a Confindustria. Il presidente
Commisso dichiara inoltre «C’è consapevolezza della
necessità di fare ancor meglio per massimizzare i benefici dello strumento di ingegneria finanziaria e per questo, il Comitato d’Investimento, d’intesa con il
Dipartimento Attività Produttive della Regione
Calabria, sta svolgendo un ruolo di continuo stimolo
presso gli intermediari finanziari che operano sulla
misura, affinché possano garantire piena attuazione
allo strumento entro i termini previsti dalla normativa
comunitaria, ovvero il 31/12/2015».
Va detto inoltre che dal mese corrente di aprile, le
imprese che richiedono i finanziamenti Jeremie,
potranno ricorrere (anche per mezzo dei Confidi regionali) alla garanzia statale di cui alla legge 662 per garantire (fino all’80%) la quota bancaria del finanziamento
consentendo di ampliare le imprese concretamente
eleggibili al finanziamento per investimenti in capitale
circolante e beni strumentali. E Paolo Commisso del
Comitato Investimento Jeremie conclude: "Le novità
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Il presidente del fondo, Paolo
Commisso, risponde all'allarme
lanciato da Ignazio Messina
Fondo Jeremie:
«Già erogati oltre 15
milioni di euroa molte
imprese capaci di
crescere e svilupparsi!»
introdotte avranno certamente ripercussioni positive in
termini di maggiore imprese finanziate e minor costo
del denaro.
Il prossimo 10 giugno si terrà un importante Seminario
su "Fondi Jeremie: opportunità di crescita e sviluppo
d'impresa nel sistema regionale" a Locri presso il
Palazzo della Cultura cui prenderanno parte tra gli altri
l'ABI Regionale, il FEI Fondo Europeo degli
Investimenti oltre alle banche interessate, il tutto con il
coordinamento dell'Investment Board ed il supporto
del Dipartimento Attività Produttive.
Sarà l'occasione di fare il punto sullo stato dell'arte ed
offrire, a tutti gli imprenditori e professionisti che prenderanno parte all'importante evento, una concreta
opportunità di approfondimento tecnico sulla iniziativa
che per ammontare e metodologia adottata costituisce
uno dei migliori esempi di cooperazione finanziaria
pubblico-privato a concreto sostegno delle imprese più
meritevoli di fondi per lo sviluppo d'impresa.
DOMENICA 20 ARILE
10
Imprese dalla
Locride alla Cina
“Un capolavoro italiano”è un
convegno per illustrare alle
aziende locali le mille opportunità
offerte dallo Stato asiatico
Il
prossimo 26 aprile a Siderno, presso il Gran
Hotel President, organizzato dall'AT Group
Italia, attiva da anni nel campo dell'internazionalizzazione delle aziende calabresi, con la collaborazione di Confimprese Nord-Ovest, nell' ambito del
progetto denominato “Parco delle eccellenze italiana” ,
si svolgerà il convegno dal tema “Un capolavoro italiano”- Opportunità reali e concrete in Cina, per le aziende calabresi. Si tratta di un progetto importante che la
"AT Group Italia”, vuole portare all'attenzione delle
aziende
regionali, al fine di poter indicare le nuove
opportunità d'inserimento imprenditoriale sui mercati
asiatici,
con particolare riferimento alla Repubblica
Cinese.
Considerata la situazione di crisi in cui riversa oggi la
nostra regione, potrebbero svilupparsi importanti
opportunità ' per favorire l'espansione commerciale nei
mercati esteri. In questo ambito il progetto "Parco
Eccellenze Italiane", promosso in collaborazione con
Confimprese Nord-Ovest ha come finalità principale
la promozione di un rapporto economico-commerciale stabile tra la Cina e l'Italia.
Le Aziende calabresi avranno la possibilità di proporre
i propri prodotti a Qiangjiang, I'aerea del massimo sviluppo economico della città di Hanghzou, una delle
sette famose antiche capitali della Cina. Le Aziende
interessate potranno essere quelle operanti nei settori
del design, dell'arte e arredamento, del fashion prestigioso e del “food “più prelibato, attraverso i rapporti
intrattenuti con le istituzioni locali, l' azienda è riuscita
ad ottenere delle interessanti agevolazioni che potrebbero favorire l'insediamento delle realtà produttive
calabresi in Cina.
Nel corso della manifestazione verrà presentato il
Progetto "Parco delle Eccellenze Italiane". Si parlerà
inoltre :
-dei processi di internazionalizzazione delle imprese
-delle modalità di ammissione ed eventuali agevolazioni per l'inserimento nelprogetto
- modalità di commercializzazione e vendita dei
(brand) presenti nel Parco
-come produrre e distribuire il prodotto direttamente
all'interno del Parco.
AT
L'uovo pasquale
Un tempo il giorno di Pasqua era chiamato “Pasqua
d'uovo” poiché si festeggiava donando e mangiando
uova sode dipinte o colorate, benedette in chiesa. Spesso
si regalavano uova smaltate, di porcellana o vetro, ma
anche di materiali più pregiati, come lapislazzuli, oro e
argento. Oggi l'usanza è stata mantenuta solo in ristrettissime comunità, o è sopravvissuta secolarizzata nei
dolci pasquali o nelle uova di cioccolato che arrivano
sulle nostre tavole senza essere passate per la chiesa.
L'uovo è il simbolo del Cristo risorto e della speranza
della resurrezione dei fedeli in Lui. In ogni tradizione
l'uovo è simbolo di fecondità, nascita e resurrezione. Omne vivo ex ovo, dice un proverbio:
tutto nasce da un uovo. Uova di marmo sono
state trovate nei sepolcri, a Roma, nelle tombe
di santa Balbina e santa Teodora ne sono state
rinvenute parecchie. Il simbolismo della
Resurrezione si trova anche nei reliquiari
medievali che contengono uova di struzzo montate su coppe, mentre nella cattedrale di Burgos, in
Spagna, sono sospese alcune uova sull'altare. Celebre
è la cosiddetta “Madonna dell'uovo”, raffigurata nella
Pala di Brera da Piero della Francesca. Già nel XII
secolo, mentre i ceti poveri si scambiavano uova
benedette, i nobili si donavano uova di materiali pregiati, decorati. La sorpresa inserita nell'uovo è un'usanza più tardiva, pare che la prima sia stata donata a
Francesco I di Francia: all'interno di un guscio d'uovo
era contenuta una minuscola incisione in legno raffigurante la Passione. Sotto i fasti del Re Sole la moda
crebbe rapidamente, nel Settecento Luigi XVI donò
alla sua bellissima e sfortunata favorita, Madame du
Barry, un grande uovo decorato che conteneva una statua di cupido. Le uova decorate si arricchiscono ancora
fino alle famose “uova Fabergé” create alla corte degli
zar russi nell'Ottocento.
In qualche modo questa brevissima e non esaustiva storia dell'uovo pasquale ci fa apprezzare maggiormente i
normali ovetti di gallina delle nostre campagne, avvolti
dalla soffice sguta.
LO SPECIALE
Placanica: Pasqua con la Madonna dello Scoglio
U
GIUSEPPE CAVALLO
na settimana di intensa attività liturgica in tutta la diocesi locridea grazie
alla sapiente guida di monsignor
Femia, amministratore diocesano, in attesa,
mentre stiamo scrivendo, di sapere chi sarà
il nuovo vescovo che succederà a monsignor Morosini.
Anche alla Madonna dello Scoglio, in questa settimana santa, grazie alla presenza
costante dei padri missionari del Crocefisso
si svolgeranno particolari riti. Mercoledì
santo, 16 aprile, si svolgerà il pio esercizio
della Via Crucis, sempre con i sacerdoti, a
cominciare da padre Raffaele Vaccaro,
padre Antonio, padre Michele e da Fratel
Cosimo Fragomeni. Giovedì santo, la Santa
Messa della Cena avrà invece inizio alle ore
19,30. Venerdì santo la Passione del
Signore Gesù verrà ricordata alle ore 19.00.
Sabato santo, la veglia pasquale avrà inizio
alle ore 22.00 mentre sia la domenica di
Pasqua sia il lunedì dell'Angelo, le concelebrazioni eucaristiche avranno luogo alle ore
11.00 e alle 18.00, così come le domeniche.
Gli incontri di preghiera, dopo la settimana
santa, proseguiranno, costanti, come sempre, ogni mercoledì e ogni sabato, dalle ore
15.00 e ogni domenica dalle ore 17.00. Per
il 10 e 11 maggio, poi, è attesa una immensa fiumana di fedeli perché l'11maggio
ricorre il quarantaseiesimo anniversario
silenzio sacrale, raccoglimento, elevata spiritualità, momento privilegiato per la riconciliazione con il Signore. Un cristiano vero
Fratel Cosimo, che spende la propria vita,
in modo eroico, per aiutare gli altri e per
invitarli, costantemente, alla riconciliazione
con il Signore, quindi alla confessione, presso la Madonna dello Scoglio, luogo di culto
riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa,
dove vi sono diversi sacerdoti che dispensano il prezioso sacramento e presso le parrocchie di provenienza. Cento persone il
mercoledì e cento il sabato,
della prima apparizione della Madonna a
Fratel Cosimo, appunto sopra una roccia,
definita lo Scoglio. Intanto di Fratel
Cosimo Fragomeni, che viene ormai considerato l'erede spirituale di padre Pio, si
parla su molte riviste e TV italiane ed estere.
Lui continua, nell'umiltà, nel nascondimento e nella preghiera, in piena ubbidienza
alla Chiesa, a portare avanti il proprio ministero. Questo presso l'Opera da lui fondata,
a Santa Domenica di Placanica, caratterizzata da un clima di profonda compostezza,
di ogni settimana, mese e anno, che Fratel
Cosimo incontra a colloquio privato, per un
totale di circa diecimila persone all'anno, e
questo da circa mezzo secolo, la dicono
lunga sulla solidità della sua missione, affidatagli dalla Beata sempre Vergine Maria
Immacolata Concezione, l'11 maggio 1968,
quando gli è apparsa sullo Scoglio di Santa
Domenica di Placanica, davanti al quale lui
stava passando. Nel corso delle quattro
apparizioni che ebbero luogo dall'11 al 14
maggio, la Madre di Dio, gli disse: “Se gli
uomini si convertiranno, si pentiranno dei
loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a DIO e lo ameranno con tutto il
cuore Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà
nella Sua casa”. Un invito chiaro e inequivocabile, così come quello per la costruzione del santuario, la cui prima pietra è stata
benedetta da papa Francesco e posata dall'arcivescovo attuale di Reggio-Bova, all'epoca pastore della diocesi locrese, monsignor Morosini. “Ti chiedo il favore di trasformare questa valle;” - gli disse, infatti, la
Sempre Vergine Maria - “qui desidero un
grande centro di spiritualità, dove le anime
troveranno pace e ristoro. In questo luogo,
Dio vuole aprire una finestra verso il cielo;
qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia.” Un santuario
che, come ha ricordato Fratel Cosimo,
“Sarà degno della Madonna e di tutti i
Suoi devoti”.
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DOMENICA 20 APRILE
13
SIDERNO
La fantasia artigianale
approda in piazza Portosalvo Èqui la“fiesta”
A
PASQUETTA
Il
sole pallido, una leggera brezza e
tanta aria di festa hanno fatto da sfondo, a Siderno, all'interessante mercatino artigianale organizzato in piazza
Portosalvo.
Sabato 12 Aprile, gli artigiani si sono adoperati
per allestire al meglio il loro stand perché - si sa
- anche l'occhio vuole la sua parte.
Fieri di poter mettere sotto gli occhi dei curiosi
visitatori i prodotti, frutto del loro ingegno,
della loro bravura e in alcuni casi anche della
loro fantasia, hanno animato un sabato
pomeriggio di aprile, disponibili verso quanti
fossero interessati all'acquisto di regali in vista
della Santa Pasqua.
Sì, perché gli artigiani hanno presentato tutto il
loro estro, proponendo oggetti e prodotti alternativi, e soprattutto innovativi con cui sorprendere, distaccandosi dai consueti e abitudinari
prodotti del mercato internazionale, prodotti
chissà dove in Italia o all'estero.
Oltre a piccole opere d'arte, realizzate interamente a mano con i più diversi materiali, agli
accessori con cui è possibile dare un tocco di
originalità al proprio stile, c'erano anche dolci
pasquali e prodotti tipici sempre apprezzati,
che rafforzano e portano avanti le tradizioni di
una terra che da trasmettere ha proprio tanto.
Vini particolari, insolite marmellate dalle
sfiziose confezioni, la bigiotteria originale e
unica, realizzata a mano, hanno colorato di
vivacità quello che è ormai il grigiore della pizza
sidernese.
Un'iniziativa importante, questa, per una cittadina come Siderno, che ora più che mai, ha
bisogno di eventi che attirino curiosità e interesse per gli stessi cittadini e per il piccolo turismo di prossimità. Speriamo che l'evento venga
ripetuto.
Di facce incuriosite e interessate ce n'erano
infatti molte: donne intente a scovare qualcosa
di particolare, ragazzine ammaliate dal luccichìo della bigiotteria; e poi gli uomini, alla ricerca del liquore o del vino tradizionale, magari
casereccio, e infine i collezionisti, attratti dai
sapori insoliti.
Una lieta giornata che ha dato l'opportunità
agli artigiani di esporre, e a quanti fossero interessati, di acquistare prodotti inediti e unici.
A Siderno si respirava un'aria di gioia, di solidarietà, ma soprattutto di allegria, che coronava,
anche se un po' in ritardo, l'arrivo della primavera. Un'atmosfera di festa che sembrava ricordare quella della donzelletta cantata dal
Leopardi, nel suo celebre "Sabato del villaggio".
Sara Leone
La Pasquetta, a Siderno, da anni costituisce una giornata particolare solennizzata da una manifestazione che abitualmente richiama in città una folla notevole. Quest'anno la “ Pasquetta” sidernese rischiava di saltare a causa della
mancanza di fondi economici. Ma grazie all'iniziativa dell' associazione culturale l'Eco di Siderno e della Pro-loco, il tradizionale evento del lunedi
dell'Angelo verrà riproposto. Per lunedì 21 aprile, infatti, dalle ore 16,00 in poi,
nella centralissima Piazza Portosalvo, si svolgerà la “Pasquetta Sidernese
2014”. Ospiti d’onore il gruppo musicale
“Fantasy Group”. La motivazione che ha stimolato gli organizzatori a cercare di offrire
una giornata di svago, nonostante la crisi e le
recenti calamità naturali che hanno colpito
duramente la città, sta nel fatto che Siderno
ha sempre esercitato un ruolo di forza
trainante del territorio e, nell'indifferenza
generale, stava rischiando di perdere anche
un altro importante appuntamento che ha
sempre esercitato un fascino particolare
richiamando migliaia e migliaia di visitatori.
A Siderno ci sono sempre state persone abituate al sacrificio ed al lavoro quotidiano e
proprio nel momento in cui la città sembra
vivere un momento di generale difficoltà, tutta l'organizzazione comunica ai
lettori di “Riviera” che ha lavorato in questi giorni al fine di invogliare tutti
quanti alla partecipazione attiva. Bisogna rispolverare quell'energia positiva
e propulsiva , quel senso di appartenenza alla comunità sidernese, che hanno
come unica finalità quella di far riemergere le potenzialità turistiche attrattive
della nostra bellissima Città. E' vero che la “ferita” del lungomare è troppo vistosa per farla passare “inosservata” ma è anche vero che , pur consapevoli che
non può bastare una semplice manifestazione per cambiare la situazione, non
si poteva e non si doveva rimanere indifferenti.
l.r.
SETTIMANALE
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POSTA
E se l’elogio viene dal Nord vale due volte
Siamo tristemente abituati ad associare le strutture
ospedaliere nostrane a bui episodi che possono andare
da casi di malasanità alla chiusura di reparti o interi
nosocomi; e di fronte alla possibile scelta tra una visita
specialistica in uno dei nostri ospedali e una presso la
più putrida stamberga purché a Nord collocata, non ci
pensiamo due volte a prendere la via delle Alpi. Inutile
negarci che tra tagli, piani di rientro e carenze strutturali lo stato di salute, scusate il gioco di parole, della nostra
Sanità non sia dei migliori; ma è anche vero che se ci si
sofferma solo sulle mancanze e sui disservizi facciamo
un grave torto a quelle centinaia di validi professionisti
che ogni giorno si rimboccano le maniche e affrontano
quei tagli e quelle carenze per offrirci la miglior assistenza possibile. La storia che sto per raccontarvi, non
ve lo nego, mi inorgoglisce particolarmente sebbene in
un primo momento ho temuto di aver capito male o di
aver preso un abbaglio: una famiglia di grandi imprenditori del Nord mi celebrava l' assistenza seria e scrupolosa e l'umanità ricevuti in uno dei nostri ospedali. E sì,
già mi sembra di vedervi mentre increduli vi stropicciate gli occhi, ma avete capito benissimo. A raccontarmi
la storia è Roberto il più giovane della famiglia Giunta,
famiglia di imprenditori originari di Melito ma trasferitisi a Milano da giovinetti e cresciuti lì. “Il ritorno”,
S
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
15
LA LETTERA
OSPEDALE DI LOCRI
ul giornale “Riviera” del
30/03/2014 ho letto di un progetto per una spesa di 250 mila
euro che prevede il posizionamento
di 2800 gabbioni lungo 500 metri di
lungomare di Siderno lato Nord.
Mi soni venuti diversi dubbi e consultando un testo di Idraulica Marittima
(di Valerio Milano-Maggioli Editore)
al capitolo 10. Dinamica costiera e
sistemazione dei litorali, sconsiglia
l'impiego di gabbioni metallici sui litorali come opere di difesa. I gabbioni
vengono invece realizzati sui corsi
d'acqua come difese di sponda.
Realizzare i gabbioni sulle spiagge è
sconsigliabile in quando l'azione delle
onde ne provoca la rottura del filo
metallico con il conseguente pericolo
dei bagnanti per la presenza di resti di
spezzoni di reti metalliche lungo la
battigia.
Le opere di difesa consigliabili per
permettere un miglioramento della
situazione esistente possono essere
costituite da: opere fisse costituite da
scogliere parallele alla riva e da pennelli perpendicolari alla riva; rinascimenti artificiali consistenti nel versamento di sedimenti sulla spiaggia.
Tralasciando la realizzazione di scogliere e pennelli per l'alto costo e con
un studio preliminare sulla dinamica
delle correnti, si consiglia per l'urgenza il ripascimento artificiale.
Nella situazione attuale vi è un forte
dislivello dalla quota strada lungomare alla riva con formazione di una
duna di riva e una mancanza di sedi-
DOMENICA 20 APRILE
come spesso accade, era avvenuto qualche settimana fa
a causa dalla malattia dell'amata nonna Maria Palma,
ricoverata prima presso l'ospedale di Melito e poi a
Locri nel reparto di terapia intensiva e sub terapia del
direttore Adamo. “Abbiamo trovato un calore, un'umanità assoluti. Nulla a che vedere con l'immagine degli
ospedali del Sud che circola di solito. Una cosa da sfatare assolutamente. I medici ci hanno seguito passo
passo spiegandoci ogni cosa e con la stessa dedizione
per tutti gli ammalati. Ho visto una voglia di lavorare
assoluta”. L'entusiasmo del giovane e la voce ferma e
convinta mi spiazzano. Sì, sta parlando di noi. E sta parlando di un' unità che sorge in un ospedale ormai ridotto all'osso, dove neanche qualche giorno fa due reparti
sono stati “declassati” ad ambulatori. Più e più volte il
nosocomio locrese ,lo sappiamo, è stato nell'occhio del
ciclone ma ricordiamoci che si parla di una realtà
importante e da tutelare, per tutelare noi stessi e un
bacino d'utenza di ben 140.000 abitanti e 42 comuni. La
stessa professionalità, la stessa dedizione a quello che
più di un lavoro è una missione dovremmo ricominciare a vederla anche noi e a farla vedere a chi ci rappresenta ai piani alti.” Io e la mia famiglia-continua- non
possiamo smettere di ringraziare il direttore del reparto Adamo e i dottori Blefari, Nicita, Sinopoli, Zannino,
Raso, Putortì, Archinà, Rullo e tutto il personale paramedico. Fare sanità qui al Sud è due volte più duro.” È
così. E noi lo sappiamo. Ma sono quei centinaia di dottor Adamo, Blefari, Nicita che affollano le nostre corsie
che una luce in fondo al tunnel ce la fanno intravedere;
purché il tunnel non lo chiudano. Cari conterranei, non
siamo abituati ma questa volta ci tocca: leviamoci le
orecchie d'asino da ultimi della classe e abbandoniamo
il cantuccio dietro la lavagna. Stavolta siamo stati promossi.
Anna Laura Tringali
menti al di sotto del lungomare. Tale
dislivello può essere colmato con un
versamento artificiale di sabbia e
ghiaia per quantitativo di circa 20 mila
mc . Considerato che il costo di trasporto e sistemazione della sabbia è di
10 euro al mc dal prezziario regionale
dei lavori pubblici il costo complessivo
si aggira sui 200 mila euro.
Tale intervento risolverebbe il ripascimento della spiaggia, la messa in sicurezza e l'utilizzo per la stagione estiva
del lungomare lato Nord.
Geologo Antonio Romeo
Ricostruzione
lungomare Siderno:
« i gabbioni non sono
una buona soluzione»
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Ercole Macrì, Eleonora Aragona,
Domenico Macrì, Franco Parrello,
Daniele Mangiola, Lidia Zitara,
Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò.
Lo sviluppo turistico
è impossibile
in Calabria
A
ncora una volta ho dovuto confrontarmi con la
dura realtà e il pressapochismo che serpeggiano nei corridoi delle pubbliche amministrazioni, nello specifico quelli della Regione Calabria
Assessorato al Turismo.
Dopo una stagione di spettacoli dal vivo svolta nell'estate 2013, l'ufficio di competenza - quello del
Turismo, dirigente Pandullo - per l'ennesima volta ha
dimostrato di voler continuare a gestire il bando dei
finanziamenti per gli eventi dal vivo favorendo programmazioni e seguendo logiche che difficilmente
possono essere considerate turismo. Lo posso affermare con certezza perché ho richiesto l'accesso agli
atti, potendo valutare in prima persona i punteggi dati
alle agenzie di programmazione turistica per eventi
musicali che non hanno né capacità organizzative né
la concezione di cosa significhi promozione turistica,
culturale e commerciale.
Tornando all'iter burocratico, posso affermare senza
timore di smentita che l'Ufficio Turismo della
Regione, per aprire le documentazioni presentate da
ogni singola agenzia, ci ha messo praticamente cinque
mesi. Eppure stiamo parlando di nove pratiche, meno
di una a testa per le almeno 20 persone che lavorano
all'interno dell'Ufficio. Dopo questi cinque mesi,
quindi, a marzo sono stato chiamato ad integrare
alcuni documenti che mancavano alla pratica che
avevo presentato. Da lì a dieci giorni, alla richiesta di
una conferma che la documentazione fosse a posto,
hanno risposto di non saperlo ancora, ma anche di
avere a disposizione un mese di tempo per potermelo
dire. Lo stesso dirigente Pandullo ha affermato di
essere in regola con i tempi, piuttosto. Sono rimasto a
bocca aperta: forse dalle parti dell'Ufficio Turismo
della Regione Calabria ancora non sanno che la
Comunità Europea impone alle Pubbliche amministrazioni trenta giorni di tempo, non sette mesi, non
per rispondere se la documentazione presentata dalle
imprese è a posto o meno, ma per pagarle proprio le
imprese.
Noi imprenditori lo sappiamo bene: se molte aziende
sono costrette oggi a chiudere i battenti la colpa non è
solo della crisi. Troppo spesso, la buona volontà si
deve confrontare con la farraginosità e le incompetenze dell'attuale burocrazia, che sembra sempre più specializzata nel lasciar passare il tempo, facendo perdere anche soldi a noi che ci rimettiamo prima di tutti.
Non possiamo solo sperare che nei tagli previsti da
Renzi, tra gli esuberi, sia compreso anche quello di
tutti coloro che operano in questa maniera. Ci sono
settori, quale quello del Turismo, che dovrebbero
essere più veloci nella gestione delle pratiche, così
come nella liquidazione dei finanziamenti: la mia
agenzia aspetta ancora dall'Ufficio Turismo della
Regione Calabria, somme riallocate dal 2009. Non c'è
altro da aggiungere. Credo che non ci siano altre
imprese che avanzano finanziamenti da così tanto
tempo. Roba da Guinness dei primati.
Maurizio Senese
Esse Emme Musica
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Siderno
RIVIERA
CULTURA
CONVERSAZIONE CON FRANCESCO D. CARIDI SUI DUE NARRATORI CALABRESI
Strati e Alvaro,
uniti nell’oblio
Saverio Strati se n’è andato a
novant’anni, qualche settimana fa.
Il fatto ti ha colpito?
«Come scrittore Strati era in disarmo da più di vent’anni, la sua vena
narrativa
si
era
essiccata.
Mondadori, che aveva pubblicato
l’ultimo suo romanzo nel 1989,
congedò brutalmente l’autore,
senza nemmeno la sinecura di una
collaborazione ai giornali. Pensa
che l’ultranovantenne Raffaele La
Capria, al quale Mondadori ha
dedicato un Meridiano, è ancora
elzevirista del Corriere della Sera».
La vita dell’anziano Strati fu resa
difficile dall’ostracismo editoriale?
«In realtà la sua vecchiezza era
stata segnata da volenterosi quanto
umilianti tentativi di sopravvivere,
non tanto nel sistema letterario
che l’aveva espunto, quanto nella
considerazione sentimentale dei
calabresi, dalla cui sorte aveva
però da molto tempo staccato la
sua. Se si eccettua il movimento
d’opinione pubblica regionale che
l’aveva adottato grazie alla iniziativa di Matteo Cosenza, direttore
del Quotidiano, per fini umanitari
(il sussidio della Legge Bacchelli),
gli intellettuali calabresi, e i lettori
calabresi in genere, s’erano ormai
dimenticati di Strati, anzi pensavano che fosse già scomparso da un
pezzo, quando invece era ancora
semplicemente latente».
Si può paragonare la personalità
di Strati a quella di Corrado
Alvaro?
«Per combinazione astrale il vero
esordio letterario di Strati avvenne
con Mondadori lo stesso anno
della morte di Corrado Alvaro, il
1956. Tre anni prima a Caraffa del
Bianco il giovane speranzoso Strati
aveva conosciuto il famoso Alvaro,
al quale aveva mostrato i suoi
Non si possono fare raffronti tra i due scrittori per formazione culturale,
per profondità e per esperienze professionali e mondane. Alvaro possedeva un senso della realtà che Strati non ebbe. Alvaro non aveva il complesso di inferiorità che si sarebbe percepito in Strati suo malgrado
primi racconti. Ma la coincidenza
si ferma qui. Non si possono fare
raffronti tra i due per formazione
culturale, per profondità e per
esperienze professionali e mondane. Alvaro possedeva un senso
della realtà che Strati non ebbe.
Alvaro non aveva il complesso di
inferiorità che si sarebbe percepito
in Strati suo malgrado. Alvaro si
era cimentato nel giornalismo per
grandi testate rapportandosi ai fermenti europei della sua epoca.
«In Calabria non
sappiamo
costruire sull’opera
dei nostri scrittori»
Strati, invaghitosi prima di Firenze
poi della Svizzera, dove visse per
pochi anni prima di ritirarsi a
Scandicci, era rimasto in cuor suo
sempre uno sradicato, non riusciva
del tutto nelle sue narrazioni ad
universalizzare i sentimenti, nemmeno quello dello spaesamento,
cioè non era destinato a diventare
un classico come Alvaro, e forse
questa fu la sua vera pena.
D’altronde, nessuno lo cercava più
per chiedergli una opinione sull’at-
tualità, od anche sulle circostanze
del passato, come si fa con i vecchi
maestri delle patrie lettere anche
quando questi hanno raggiunto un
grado di rimbambimento».
Stai classificando per valori o per
disvalori la condizione di Strati
rispetto a quella di Alvaro?
«No, ma vorrei che si considerasse
il solo punto che paradossalmente
accomuna i due scrittori: quello
della loro dimenticanza.
Entrambi, Strati perché aveva
detto tutto quel che aveva da dire
senza lasciare porte aperte alla sua
rivisitazione, Alvaro perché invece
non ha finora trovato una promozione non accademica benché la
sua opera abbia ancora molto da
suggerire ai lettori comuni (ad
esempio L’uomo è forte), sono
obliati dai calabresi».
Per te, la colpa della dimenticanza
di Strati e di Alvaro, come di altri
nostri autori, è dunque attribuibile alla indifferenza dei calabresi?
«Osservo solamente che comunque in Calabria non sappiamo
costruire sull’opera dei nostri scrittori, ed anche sulle loro biografie,
quella dimensione di mito che è
intrinseca alla letteratura, e che
serve anche a valorizzare i territori
d’origine dei talenti. Altrimenti
perché si creerebbero i parchi letterari, che suscitano tante curiosità
in varie parti d’Italia?
Nella buona letteratura si inverano
le memorie e le esperienze umane,
senza le quali un popolo non si
riconosce comunità, è privo di
slancio e di finalità.
E poi, per tornare alla triste vicenda di Strati, ma si potrebbero citare altri autori similmente ignorati,
bisogna proprio aspettare che uno
scrittore calabrese languisca nella
indigenza oppure muoia per renderlo protagonista di un articolo in
SETTIMANALE
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DOMENICA 20 APRILEO 17
P
CARLO A. PASCALE
iccolo di statura, piuttosto tarchiato, bianco di carnagione e
coi capelli crespi. La figura dell’uomo è grosso modo questa. Bisogna
aggiungere però che nel complesso lo
scrittore Saverio Strati mostrava una
nativa verecondia che lo caratterizzava
come uomo che desidera tenere a
distanza i grandi eventi della vita. Negli
anni ottanta dalla Toscana era sceso
nella provincia di Reggio Calabria a
reclamizzare uno dei suoi libri più belli e
più affascinanti, Il Selvaggio di Santa
Venera. Un romanzo , anche questo,
come tanti altri suoi romanzi, ancorato
alla letteratura neo realistica vergata
però da una nativa vena di analisi interiore e di introspezione. Ecco Saverio
Strati sin dai primi romanzi ma specialmente con Tibi e Tascia propone una
narrativa non giocata esclusivamente
“in re”, portata a scavare e a giungere
nell’intimo dei personaggi. In Tibi e
Tascia il gioco dello scavo psicologico
diventa evidente ed essenziale per poter
parlare di un romanzo che tende e in
gran parte esce dal neorealismo così
presente nella seconda meta del
Novecento nei nostri paesi culturali e
politici del Sud. C’era allora e c’è tuttora una questione meridionale a cui la
saggezza dei nostri scrittori non si è mai
tirata indietro descrivendo la nostra esistenza di gente del Sud e la nostra sofferenza a non riuscire ad avviare un
discorso risolutivo dei nostri mali. C’è
stata la denuncia, anche da parte di
Saverio Starti, ma non si è andati molto
più in là. Quasi gli scrittori invece di
essere forza traente ed avanguardia fossero dei ricettori risucchiati anch’essi da
una politica vaga e disonesta nei confronti del Sud. Se volessimo essere spietatamente sinceri dovremmo aggiungere che anche Saverio Strati non ha voluto o non ha saputo togliere tutta la ruggine in cui è rimasta impigliata la letteratura del Sud. Ma ciò che lo scrittore di
Sant’Agata del Bianco ha scritto e la
maestria con cui si è espresso stanno a
significare che i nostri più grandi scrittori de Novecento si sono assunto un
compito gravoso e sollecito di denuncia
e di esemplificazione. Altro è il discorso
perché gli scrittori del Sud non riescono
ad imporsi, specie in Italia, mentre nei
paesi stranieri trovano ancora oggi accoglienza, affetto e spazio per parlare e
farsi ascoltare. È questa la maledizione.
La nostra è una terra, anche quella
nazionale, che agisce con il vizio della
non fiducia, della non validità, del solito
ritornello detto dai soliti piagnoni del
Sud. I romanzi dello scrittore di
Sant’Agata del Bianco, oggi, nella triste
dipartita dello scrittore, dovrebbero trovare nuovo spazio e nuova linfa; dovrebbero dar luogo nelle sedi universitarie e
in quelle scolastiche e laico-culturali
ampio spazio e segnare una riconciliazione con la cultura nazionale.
Speriamo che il futuro dell’opera di
Strati trovi più amore e più accoglienza,
più devozione e più impegno critico.
Non c’è più il grande critico della nostra
letteratura meridionale, il professore
Pasquino Crupi, che è stato il vessillifero
della cultura calabrese, ma proprio per
questo è necessario che ognuno di noi
trovi il coraggio per dire e celebrare i
nostri grandi scrittori. Saverio Starti ha
ancora da insegnarci tanto. Se non altro
a stimolarci a rivedere la nostra posizione e il nostro ruolo di coscienza del
Saverio Stratici lascia
una eredità preziosa
da non perdere
Sud..Ma tutta la vita dello Scrittore di
Sant’Agata testimonia un impegno a
creare le ragioni buone per non demordere e portare a compimento ciò che ci
ha lasciato Crupi e, soprattutto, ciò che
in eredità preziosa, oggi, ci lascia
Saverio Strati. Il Selvaggio di Santa
Venera ci insegna ancora che non basta
lavorare al Sud tutta una vita a dissodare la terra, ma che, ieri come oggi, è
improcrastinabile eliminare la mafia e
creare uno strato solido e incrollabile di
civiltà. Non fuggendo. Denunciango
con vigore. Dovremmo dare spazio alla
civiltà della consapevolezza che lo scrittore di Sant’Agata del Bianco ha acceso in noi tutti. Oggi, per allargare e
meglio impiantare il discorso critico di
Pasquino Crupi, crediamo che sia più
necessario trattare la letteratura come
impegno politico che è sempre sottinteso, ma amministrarla come potenzialità
e intelligenza dichiaratamente umane.
Rivedere Crupi per aggiungere alla narrativa di Strati ciò che un dettato di
parte non lo ha reso possibile prima. A
nostro modo di vedere ogni romanzo di
Saverio Strati è uno spaccato sociale,
Sorgono dalla realtà del Sud, dalla tristezza dei paesi e cercano nel vivo del
dettato sociale la loro pienezza di essere. Anche quando viene indicata nella
fuga dalla Calabria la soluzione. Resta il
fatto tuttavia che i romanzi di Strati sorgono dalla passione per la sua terra,
nella quale esprime le forze dell’impegno e le dimensioni storiche necessarie
e incontrovertibili. È sulla nostra storia
che bisogna lavorare. È questo il messaggio ancora vivo che ci lascia in eredità lo scrittore, Saverio Strati, al quale
oggi va il nostro ringraziamento di averci tanto insegnato.
Addio Saverio Strati: uno dei più grandi scrittori calabresi
11 APRILE FIRENZE
È spirato mercoledì 9 ma la notizia è trapelata solo
dopo 48 ore. A dare l'annuncio il sindaco di
Sant'Agata del Bianco, il paese del Reggino nel
quale il celebre letterato era nato 90 anni fa
Il mondo della cultura è in lutto. Se ne va a
novant'anni Saverio Strati, uno dei più grandi scrittori calabresi di tutti i tempi. La morte è avvenuta
mercoledì 9 a Firenze, nella terra in cui da anni
aveva stabilito la sua residenza, ma la notizia è
emersa solo oggi e a renderla nota è il sindaco di
Sant'Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, il paese
della Locride nel quale Strati era nato il 16 agosto
1924.
Il profilo: raccontava le battaglie della sua terra.
Proprio in vista del novantesimo compleanno dello
scrittore era stata organizzata una serie di iniziative
in suo onore e il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano aveva conferito una medaglia
alla manifestazione riconsocendone l'alto valore.
Ma il 2014 era iniziato con un dolore per Strati, che
aveva appreso della morte di un altro grande nome
della Calabria, Vincenzo Ziccarelli, scomparso il 6
gennaio: «Qualsiasi cosa dicessi o scrivessi in questo
momento, mi porterebbe lacrime», aveva commentato Strati.
Due polmoni che hanno dato ossigeno culturale
alla Calabria, Ziccarelli e Strati. Lo scrittore di
Sant'Agata del Bianco era sempre stato affascinato
Da sinistra: Mimmo Agostini,
Saverio Strati e il preside
Vincenzo Gatto. La foto in alto
ritrae Isabella Lo Schiavo Prete
mentre presenta un profilo dello
scrittore. Da sinistra: Mimmo
Agostini, Vincenzo Gatto, Angela
Amuso, Saverio Strati e Isabella
Lo Schiavo
dal mondo lettarario, anche quando, da giovane,
lavorava come muratore. Dopo la seconda guerra
mondiale riesce a riprendere gli studi interrotti e a
conseguire il diploma. Poi si iscrive all'Università di
Messina, per studiare Medicina, secondo la volontà
dei genitori. Presto, però, riabbraccia le lettere. E
nel 1953 si trasferisce a Firenze, per completare gli
studi. Appaiono i suoi primi racconti sulle riviste Il
Ponte, Paragone, e sul quotidiano Il Nuovo
Corriere. E scrive i suoi primi romanzi: La Teda e
Tibi e Tascia.
Per sei anni si trasferisce in Svizzera, poi dal 1964
torna in Toscana, a Scandicci, dove vivrà fino agli
ultimi giorni. Nel 1977 il suo romanzo "Il selvaggio
di Santa Venere vinse il Premio Campiello".
Ma il tempo è ingeneroso e per Strati la vita diventa difficile. Solo nel 2009, al termine di una campagna promossa dal Quotidiano della Calabria, il
Governo gli concede i benefici della Legge
Bacchelli con un assegno vitalizio "alla luce degli
speciali meriti artistici riconosciuti".
In questi giorni, per i suoi 90 anni, sarebbe dovuto
arrivare il tributo di riconoscenza della sua gente
ma Strati se n'è andato. Schivo come sempre, nel
silenzio. (nella foto un bellissimo ricordo del 6 giugno 1981, Presentazione dello scrittore.
Mimmo Agostini
SETTIMANALE
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CULTURA
Vento di cultura su Siderno
S
PROTESTA E PROPOSTA IL 23 APRILE PER LA BIBLIOTECA
embra che l'associazione
“Amici del Libro e della
Biblioteca” abbia sfondato il
muro della passività sidernese, e
abbia destato interesse generale tra
media e politici. Forse spira vento di
cultura per Siderno? C'è da augurarselo, poiché non è concepibile una
rinascita economica fuori da una
rinascita culturale. I libri sono da
molti considerati degli “acchiappapolvere”, o dei mezzi per dimostrare
uno status culturale (parliamo delle
enciclopedie costose o dei libri da
collezione che non vengono mai
aperti).
Se pensiamo alle recenti statistiche
che attribuiscono agli italiani un'altissima percentuale di analfabetismo
funzionale (l'incapacità di comprendere un qualsiasi testo scritto), e
all'esplosione di ignoranza sui social
network, c'è di che tremare. Negli
ultimi 40 anni l'Italia ha sfornato
generazioni di ignoranti e vigliacchi:
i paurosi e gli sciocchi sono facili da
manipolare. Attraverso il deterioramento dei sistemi giudiziario e scolastico, il “sistema Italia” sta mettendo sul tappeto del futuro un popolo
di automi, acefali, o peggio, approfittatori e millantatori.
Se c'è una resurrezione possibile per
Siderno, questa passa attraverso il
libro, che è la manifestazione tangibile della cultura. Non basta “un
libro” per fare cultura, ma occorrono molti libri e che questi libri siano
letti, e che le idee in essi contenute
vengano divulgate, senza alcuna
restrizione. Una biblioteca a questo
serve. Non serve solo a risparmiare i
15 euro occasionali per la lettura di
un romanzo, ma deve svolgere il
compito di aggregatore sociale, di
spinta per la crescita del paese. Non
si può lecitamente pensare che i
commissari non sappiano queste
cose, che sono alla base della gestione di un qualunque paese. Forse
proprio perché lo sanno, ed essendo
funzionari del “sistema” che vuole il
Sud sempre più degradato, hanno
ben pensato di raccogliere tutti i
volumi della Biblioteca e ficcarli in
un sottoscala, di fatto impedendo
alla cittadinanza l'accesso ai libri.
L'associazione, presieduta dal professor Cosimo Pellegrino, si è opposta fin da subito a tale trattamento,
pur non ottenendo altro che un
assordante silenzio a ogni richiesta
(mettere in sicurezza i libri, fornire
un divisorio, un corretto impianto
elettrico, sedie, tavoli, scaffali,
telefono, wc, rete internet). Per tale
motivo promuove una pacifica
manifestazione di protesta in occasione della giornata mondiale del
libro e del diritto d'autore, che si
tiene ogni 23 aprile. Chi riterrà di
voler aggiungere la sua voce al coro
di dissenso, si può recare la mattina
del 23 aprile presso il cortile esterno
del plesso “Lorenzini” a Siderno
Superiore. Il raduno è previsto per
le 10:30. Ma visto che le manifestazioni di dissenso devono essere sempre accompagnato da proposte
costruttive, l'associazione promuove, per il pomeriggio del 23, uno
spettacolo che avrà come tema il
romanzo di Saint-Exupéry, Il Piccolo
Principe, che si terrà a partire dalle
17:30 alla scuola “Michele Bello”.
Bambini dagli otto anni in su, fino a
giovani universitari, reciteranno
brani scelti dal romanzo, e i più piccoli metteranno in scena il famoso
capitolo sull'amicizia. È fondamentale che questi insegnamenti non
vadano poi perduti tra il liceo e l'università (o la vita lavorativa), ove si
diventa schiavi delle dinamiche del
materialismo contemporaneo.
Lidia Zitara
La scuola primaria di Sant'Ilario
dello Ionio si “Apre … all'informazione”
La nostra scuola, che fa parte dell'istituto comprensivo “De Amicis- Maresca”,
offre tantissime opportunità per la formazione culturale e personale di ognuno di noi. Durante l'anno scolastico
abbiamo realizzato diversi progetti relativi alla cittadinanza e costituzione, alla
valorizzazione del nostro territorio,
all'ambiente, alla salute. Ci siamo soffermati anche sul testo giornalistico e in
modo particolare su come si raccolgono
le informazioni e si scrivono gli articoli
di cronaca. Per approfondire tutto ciò,
noi alunni di classe quarta e quinta
della scuola primaria di Sant'Ilario dello
Ionio, un piccolo comune in provincia
di Reggio Calabria, giorno nove aprile
siamo andati a visitare la redazione
giornalistica della “Riviera”. È stata un
esperienza molto bella e interessante; ci
siamo resi conto che scrivere un articolo non è una cosa facile. Fare informazione è un compito che richiede una
grande responsabilità. Abbiamo capito
che per essere un buon cronista, accanto alle doti professionali non devono
mancare discrezione e rispetto verso
tutti.
Vogliamo esprimere il nostro grazie ai
giornalisti, che hanno dimostrato gentilezza e disponibilità nei nostri confronti
e cogliamo l'occasione per porgere a
tutti i migliori auguri di Buona Pasqua.
Gli alunni di classe quarta e quinta
della scuola primaria di Sant'Ilario dello
Ionio
“OMBRE, LUCI E LUMIE”
In scena lo spettacolo diVincenzo Muià
Il piccolo palcoscenico del locale-cult “El
Ombligo de la Luna” ha ospitato il saggio della
Scuola “Locri Teatro” diretta da Vincenzo
Muià e Bernardo Migliaccio Spina. La rappresentazione andata in scena, scritto da Vincenzo
Muià rielaborando dialoghi e opere di
Pirandello, ha visto la partecipazione di un folto
pubblico di giovani (finalmente!). Due le frazioni dello spettacolo: la prima recitata dagli allievi
del corso serale, con alle spalle poche ore di
prove, tutta giocata su luci gettate da piccole
torce accese e spente dagli attori stessi, e un
avvolgente buio in sala, un po' disturbato dai
molti flash (compreso il mio). La seconda tranche, più tradizionale, recitata dagli allievi “storici” del corso pomeridiano, era una rielaborazione “aggiornata” del bellissimo e controverso
“Lumìe di Sicilia”, in cui il protagonista
Micuccio offre una stimolante prospettiva delle
differenze tra la vita di paese e quella cittadina,
la cultura meridionale e quella settentrionale,
l'arrivismo inconsapevole contrapposto ad un
altrettanto inconsapevole ingenuità nei confronti della vita. Muià conferma la sua vocazione di interprete del teatro tradizionale, che rivisita con lo spirito del forgiatore di talenti. Il suo
prossimo impegno un film in Estonia, dove reciterà in un film comico sul genere del celebre
“Borat”, per la ChaosMonger Studio. Per gli
allievi della Scola “Locri Teatro”, si ritorna agli
esercizi basilari, cioè la respirazione, il camminato, il controllo del corpo in armonia con la
mente.
Hanno recitato: Giulia Palmisano, Giuseppe
Futia, Pasquale Franco, Gigi Chianese,
Nicoletta Nesci, Emanuela Leone, Natalina
Belvedere, Ermen Latronico, Teresa Barreca,
Delia Mercuri, Lorenzo Mendicino.
L.Z.
DOMENICA 20 APRILE
18
Imprevisti e
inconvenienti
nel mezzogiorno
di un sabato
Si paga il biglietto per andare a teatro, a vedere
gli spettacoli di Brignano e Gioele Dix, per ridere. Per ridere, perché dottori, psicologi, sociologi e Luciano Onder sostengono che, nel 2014, si
rida poco. Strano, penseremmo, poiché basta
guardarsi intorno per capire quanto si possano
trovare, per strada, personaggi degni di farti
ridere di cuore, senza biglietto da pagare o fila
da sopportare. Siderno, Corso Garibaldi, mezzogiorno, ora di punta. Semaforo all'altezza del
Commissariato di Polizia. Rosso. Le macchine
cominciano a ringhiare, in attesa del verde che
dà il via alla corsa sfrenata verso casa, ferme al
pit stop obbligatorio del semaforo. Scatta il
verde, scatta il delirio. Clacson, urla, imprecazioni contro una malcapitata alla quale l'acceleratore non ha risposto. La donna scende dall'auto, rossa e sudata in preda ad un attacco di
panico. Le Xanax, chiuse nel cassetto del cruscotto, non la possono salvare. Prende dalla
borsa un telefono ricco di glitter, comprati al
china store, e compone il 113. Trovandosi proprio all'altezza del Commissariato, spera nell'aiuto di un poliziotto, magari belloccio.
Risponde al telefono un impiegato che si giustifica dicendo: “Signora, mi dispiace, ma al
momento non abbiamo macchine” (questa
segnatevela che ci scriviamo l'ennesima barzelletta). La donna, strabuzza gli occhi oltre il
bordo degli occhiali color fucsia, che le scivolano sul naso poco francese e grasso. Sottolinea,
stizzita: “Mi trovo proprio accanto a voi. Potete
venire pure a piedi”. Sembra convincersi, il
poliziotto, probabilmente seccato di dover
interrompere la partita a candy crush saga.
Passano i minuti, aumenta la sudorazione, e le
uniche persone in uniforme presenti sul corso
sono due postini che chiacchierano e ridono da
uno scarabeo all'altro.
Si avvicinano, con andatura traballante, due
anziani signori. L'uno, sostenuto da un bastone,
con un maglioncino a quadri, pesante di colore
e di spessore; l'altro, capelli tinti e probabile
parrucchino. Presa a cuore la difficoltà della
goffa signora, si immolano a salvatori di quest'ultima. “In realtà ho avuto un bypass tre settimane fa, alla clinica a Catanzaro, quella vicino
al Pugliese” e giù di lì con dettagli aggiuntivi che
solo il vero calabrese usa e regala. Si impegnano, i due, ad accostare l'auto vicino al marciapiede, mentre la donna spinge sulla frizione col
suo stivaletto di camoscio. La signora ringrazia,
mentre i due raccontano della severa educazione e dei sani principi ricevuti. Ora che i battiti
sono rallentati, la signora prende dal cofano
della macchina le tre buste del Conad, col merluzzo ormai scongelato e la nutella fatta frappè.
La cassa d'acqua resta in macchina, ovviamente. E mentre cammina verso casa, con le braccia
ormai dolenti e la borsa che le scivola lungo la
spalla, pensa di aver scelto un ottimo giorno per
indossare, dopo anni, quegli stivali col tacco.
Sara Jacopetta
SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:
INDIRIZZO
“ CALABRIA & Europa”
Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione
Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i
nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
www.eurokomonline.eu
Avvincente il
dibattito di
Palmi sul Futuro
dell’Europa
Dopo il Tour della Commissione
non sono però concluse le tappe di
dialogo con la cittadinanza dedicate ai territori italiani. Una delle
migliori iniziative italiane si è infatti tenuta con un ottimo afflusso di
pubblico presso la sala consigliare
della città di Palmi, lo scorso 12
aprile, con il “Dibattito sul futuro
dell’Europa” organizzato
dall’Associazione Eurokom Ed
Calabria&Europa, l’Associazione
Un Ponte per l’Europa di Palmi e
l’Europe Direct di Reggio
Calabria. Ben 130 cittadini vi
hanno preso parte con una guarnita rappresentanza di giovani delle
scuole superiori e universitari calabresi. A dialogare con la cittadinanza due docenti universitari i
professori: Angelo Viglianisi
Ferraro - Docente di Diritto privato europeo - Facoltà di
Giurisprudenza dell’Università
Mediterranea di Reggio Calabria e
Giampaolo Gerbasi - Docente di
Diritto pubblico dell’Unione
Europea—Facoltà di Scienze
Politiche dell’Università della
Calabria.
Il fulcro dei lavori è consistito in
un confronto aperto di approfondimento dedicato ai giovani ed ai
cittadini su: Europa: Qual è il rapporto tra rigore e crescita;
Esiste un popolo europeo?
Cosa sono gli accordi vincolanti tra
Stato e UE per le riforme difficili...
L’iniziativa ha inteso riprendere il
dibattito in corso in tutta Europa
che parte dalla provocazione del
Presidente della Commissione
Europea Barroso: “Vogliamo
migliorare l’Europa o ci arrendiamo?”. Si è discusso per oltre tre
ore con la moderazione di Maria
Giovanna Ursida
dell’Associazione un Ponte per
l’Europa e l’introduzione di
Alessandra Tuzza -Europe direct
“Calabria&Europa”. Ad animare
il dibattito le domande dei cittadini
e le provocazioni di Giovanni
Barone (Sindaco della Città di
Palmi); Gaetano Muscari
(Presidente del Consiglio
Comunale); Loredana Panetta
(Europe direct
“Calabria&Europa”); Raffaella
Rinaldis (Europe direct
“Calabria&Europa”) le conclusioni sono state lasciate a Grazia
Giannaccari -Europe Direct
Comune di Reggio Calabria.
Si è concluso il Tour per stimolare
il dibattito sull’Europa promosso dalla
Commissione Europea in Italia
Diciassette tappe, diciassette città per
portare l’Europa nelle regioni italiane:
è stato questo l’obiettivo del tour nazionale organizzato dalla Rappresentanza
in Italia della Commissione europea
con la collaborazione degli Europe
Direct presenti su tutto il territorio
nazionale e delle istituzioni locali. Le
opportunità offerte dalla prossima programmazione finanziaria dell’UE 20142020 e le sfide per il futuro nel contesto
delle elezioni del Parlamento europeo e
del rinnovamento degli incarichi istituzionali europei sono stati gli argomenti
centrali del dibattito portato avanti dal
capo del settore stampa della
Rappresentanza in Italia, Ewelina
Jelenkowska-Luca’ e dal capo della
comunicazione Alessandro Giordani.
Un viaggio partito lo scorso 17 ottobre
a Siena e che visto protagonista anche
la città di Gioiosa Jonica lo scorso 3
Dicembre con la tappa calabrese dell’evento, e terminato il 15 aprile a Trento,
passando per Roma, Salerno, Milano,
Lecce, Enna, Aosta, Urbino e molte
altre città italiane rappresentative di un
territorio e in cui fosse presente un centro Europe Direct. I centri Europe
Direct rappresentano il primo punto di
riferimento per i cittadini che vogliono
conoscere l’Unione europea, le sue
opportunità e dibattere sul futuro. In
ogni tappa del tour il pubblico ha partecipato attivamente al dibattito sottoponendo dubbi e domande, aspettative e
frustrazioni ai rappresentanti della
Commissione e delle Istituzioni locali
presenti all’incontro. I diciassette
incontri avevano l’obiettivo di avviare, a
loro volta, un ciclo di dibattiti regionali
(#Raegionieuropa), organizzati direttamente sul territorio dagli Europe
Direct e dedicati ciascuno all’approfondimento di specifiche tematiche europee, dal voto all’unione bancaria alla
costruzione dell’Europa. Sul sito dialogocittadini.it è possibile consultare l’elenco completo di tutti i dibattiti organizzati sul territorio italiano, da quelli
già conclusi, a quelli in programma
nelle prossime settimane. Nel corso
degli eventi è stata presentata anche la
nuova applicazione mobile “L’Europa
intorno a me” presente su app store e
google play e scaricabile gratuitamente.
L’applicazione permette di geolocalizzare i servizi, i centri di informazione e
gli eventi riguardanti l’Unione europea.
Il progetto è promosso dalle reti di
informazione e assistenza dell’UE e
comporta un costante e tempestivo
aggiornamento delle informazioni
offerte dall’applicazione.
Il 2014 sarà un anno importante per
l’Europa e per l’Italia. Non solo per le
elezioni del 22-25 maggio che rinnoveranno il Parlamento europeo, ma anche
perché da luglio il nostro Paese assumerà per sei mesi la Presidenza del
Consiglio dell’Unione europea. Grazie
ai dibattiti regionali e al tour “L’Europa
a…”, l’Unione europea ha ulteriormente rafforzato la sua presenza e la sua
vicinanza ai cittadini, sciogliendo dubbi
e illustrando tutte le opportunità che
l’UE offre ai cittadini, partendo dal
presupposto che essi sono parte attiva
anche nel decidere quale Europa avremo domani.
Si avvicina a grandi passi il 9 Maggio
La giornata europea per eccellenza dedicata alla nascita
dell’UE è il 9 Maggio e come
ogni anno tutte le reti della
Commissione si preparano a
festeggiarla al meglio soprattutto
in vista dell’importante data del
prossimo 25 aprile che vedrà i cittadini europei impegnati con le
consultazioni per il rinnovo
dell’Europarlamento e l’inizio a
luglio del semestre italiano alla
guida del Consiglio Europeo.
Anche nella Locride non mancheranno gli eventi istituzionali il
primo sarà quello dedicato alla
cittadinanza tutta ed alle associazioni del terzo settore ed ai giovani che si terrà a Gerace nella
serata del prossimo 9 maggio con
un concerto dedicato all’Europa
e diverse performance di artisti
locali e stranieri che allieteranno
le letture sul tema della cittadinanza
europea
offerte
dall’Europe
Direct
“Calabria&Europa” e dall’antenna tematica “Fimmina TV”.
Prenderanno parte alla manifestazione numerosi ospiti stranieri, che saranno in loco per una tre
giorni dedicata all’innovazione e
alla promozione delle imprese
creative promossa nell’ambito del
progetto MED di capitalizzazione “Shapes”, che ha tra i propri
partner l’Associazione Eurokom
antenna
ospitante
l’Europe
Direct Calabria&Europa. Tra gli
ospiti più attesi Massimo Cusato
che allieterà la serata con i suoi
artisti e le sue note magiche.
800 678 910 11
info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica
Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022
email associazioneeurokom@tiscali. it
Bandi in scadenza:
JPI Cultural Heritage, nuove
opportunità di finanziamento per i
progetti internazionali
Finalità: Il bando proposto ha
come scopo quello di promuovere
la nascita e lo sviluppo di nuove
conoscenze fondate sulla ricerca
ed atte a promuovere l’uso sostenibile e la gestione del patrimonio
culturale per affrontare le nuove
sfide sociali contribuendo allo sviluppo della società stessa.
Si intende finanziare prestigiose
collaborazioni e progetti di ricerca
e sviluppo di natura internazionale, interdisciplinare ed innovativa
focalizzati principalmente sulla
ricerca nel campo dei beni materiali del patrimonio culturale , pur
non escludendo gli aspetti ad essi
ricollegati e che riguardano, invece, i beni immateriali e digitali
legati sempre al patrimonio culturale .
Beneficiari: Possono parteciparvi
esclusivamente i ricercatori che
operano nei Paesi che hanno aderito alla Heritage Plus Call che
sono i seguenti:
Belgio, Francia, Lituania, Polonia,
Spagna, Cipro, Israele, Irlanda,
Portogallo, Svezia,Danimarca,
Italia, Norvegia, Romania e Regno
Unito.
Campo di Interventi Progetti e
Spese ammissibili:
Il bando sosterrà i progetti attraverso tre temi principali:
-Salvaguardia del patrimonio culturale tangibile e al suo correlato
significato intangibile;
-Strategie sostenibili per la protezione e la gestione del patrimonio
culturale;
-Uso e riuso del patrimonio culturale.
La Call di Heritage Plus sosterrà
progetti di ricerca e sviluppo ben
definiti,di natura interdisciplinare
e basati sulla collaborazione tra
Stati, volti a massimizzare il valore
dei risultati di ricerca.
Stanziamento: La cifra massima
disponibile per il seguente Avviso,
è pari a 9.000,00 di Euro.
Scadenza: Il termine ultimo per la
presentazione delle proposte progettuali è il 28 Aprile 2014,entro e
non oltre le 18:00.
Link:http://www.ricercainternazionale.miur.it/media/16725/heritage_plus_call.pdf
Bando nazionale:”Exploding your
idea - Call Internazionale di idee
per lo sviluppo del programma
culturale del padiglione della
società civile in Expo Milano
2015”.
Finalità: La Fondazione Triulza si
propone, insieme ad Expo 2015
S.p.A., di accreditare e coordinare
in seno ad Expo Milano
2015,all’interno della Cascina
Triulza, un ampio palinsesto di
eventi che assicuri:
-La massima pluralità di soggetti e
declinazioni del tema “Nutrire il
Pianeta - Energia per la Vita”;
-Il coinvolgimento attivo di
stakeholder con esperienza sul
Tema, siano essi nazionali od
internazionali;
-L’adeguata rappresentazione delle
esperienze con cui le organizzazioni della società civile dimostrano di
affrontare le sfide poste dal tema
dell’Esposizione Universale.
Beneficiari: Possono parteciparvi
tutte le organizzazioni della società
civile nazionali ed internazionali
che operano per fini mutualistici e
solidaristici. I soggetti con finalità
di lucro, che non presentano caratteristiche mutualistiche e/o solidaristiche, Gli enti pubblici, gli enti
regionali, gli enti locali, così come
le autorità di governo nazionale ed
internazionale potranno partecipare alla chiamata di idee solamente
in partnership con una o più organizzazioni della società civile.
Campo di interventi progetti e
Spese Ammissibili: La Fondazione
invita a formulare proposte in
grado di esprimere in maniera
chiara e convincente:
-Originalità, attrattività e non convenzionalità sia nel contenuto sia
nella forma;
-Aderenza alla complessiva proposta culturale della Cascina Triulza;
-Dimensione internazionale anche
attraverso accordi con la società
civile di altri paesi;
-Contenuti funzionali allo sviluppo
del progetto “EXPlOding energies
to change the world” anche dopo i
sei mesi dell’Esposizione
Universale;
-Un’impostazione che non si limiti
all’esclusivo carattere promozionale.
Le proposte dovranno risultare
coerenti con il contesto
dell’Esposizione Universale e gli
eventi dovranno rispettare le regolamentazioni complessive di Expo
Milano 2015.
Stanziamento: Le organizzazioni
che sottoscriveranno il contratto di
partecipazione entro il 30 Giugno
2014 potranno godere di una riduzione del 10% sui costi relativi
all’utilizzo degli spazi.
Scadenza: Il termine ultimo per
potervi partecipare è il 30 Maggio
2014.
Link:http://www.fondazionetriulza.org/wpcontent/uploads/2014/02/Explodin
g-your-ideaDestination-ExpoMilano-2015_IT_def.pdf
RUBRICHE
CARTOLINE MERIDIONALI
di Antonio Calabrò
Il sole diventa un Sandwich
luminoso su una salsa marina,
mentre tutto attorno esplode il
cielo, come esplodono i nostri desideri di Calabresi nostalgici, colmi
di una malinconia struggente per ciò che poteva essere, e non è , per
ciò che potrà diventare, e non diventerà, e allora resta soltanto questa natura da cartolina a consolarci, questo sole chiuso tra le nubi, e
uno scoglio solitario, che non argina il mare.
Sole Jonico
Pillole
Naturopatiche
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia Nutrizionale®
Presidente Associazione Culturale Tone
www.associazione-tone.it
[email protected]
Per la gioia di grandi e piccini in questa Santa Domenica di Pasqua voglio farvi un regalo :
La cioccolata tante virtù
con gusto e sapore
Il cioccolato, dal punto di vista nutrizionale, quali virtù
possiede?
Le proprietà benefiche sono contenute nelle fave di
cacao, da cui si ottiene la pasta di cacao dopo essere state
tostate e pressate. Dalla pasta si può separare il burro di
cacao che, pur essendo un grasso saturo, contiene fino al
35% di acido oleico come quello dell’olio extravergine,
che al contrario è monoinsaturo, cioè ‘buono”. Il cioccolato non contiene colesterolo ed è ricco di vitamine del
gruppo B, acido folico, magnesio e potassio, nonché
ferro e fosforo.
Come potrebbe essere inserito in un regime dietetico? E’
vero che il cioccolato di tipo fondente è meno grasso?
Il cioccolato extrafondente contiene più grassi che zuccheri, questo lo rende adatto anche in chi tiene alla linea
o nel diabete. Il consumo di cioccolato, infatti, non determina un aumento della glicemia come altri dolciumi,
ecco perché non fa ingrassare e chi ha disturbi del metabolismo degli zuccheri ne può mangiare, magari a fine
pasto invece di un frutto, nella dose di circa 15 gr. E’
come mangiare 1/2 mela, con la differenza che i grassi
del cioccolato limitano la velocità di assorbimento degli
zuccheri e alcune sostanze contenute nel cacao, gli acidi
clorogenici, sono in grado di migliorare la glicemia.
Inoltre, consumare cioccolato appaga e rende più facile
aderire ad un regime alimentare finalizzato alla perdita
del peso corporeo. I Polifenoli, e in particolare i flavanoli, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, migliorano
anche la resistenza all’insulina, il disturbo di cui sono
affetti tutti i soggetti con un aumento della circonferenza addominale e che aumenta anche il rischio di sviluppare il diabete.
Spesso si ritiene che il cioccolato funzioni da antidepressivo e crei una sorta di dipendenza. E’ un effetto
placebo o c’è del vero?
Il cioccolato è l’interruttore della risata, del benessere
perché possiede molte sostanze psico-attive come il triptofano, precursore della serotonina, chiamata appunto
l’ormone del buonumore. Contiene anche una sostanza
simile al tetraidrocannabinolo, principio attivo della
marijuana: la anandamide, che potrebbe spiegare la diffusa ‘dipendenza’ da cioccolato. Nel cacao ci sono anche
alcaloidi: la teobromina in buone quantità e la caffeina,
ma in dosi ridotte pari a mezzo caffè ogni 100 g di cioccolato. La teobromina possiede un effetto stimolante sul
sistema nervoso, migliora il tono generale e la reattività,
ma con un’azione 10 volte inferiore a quella della caffeina. Alla feniletilamina è sta attribuita l’azione antidepressiva e regolatrice dell’umore del cioccolato. Tuttavia,
per un indurre un effetto antidepressivo è necessaria
l’assunzione giornaliera e almeno per 15 giorni di quantità ben più elevate di cioccolato.
Ed invece per quanto riguarda numerosi trattamenti a
base di cioccolato: funzionano? E quali i benefici per
pelle e corpo?
Il cioccolato fa bene alla pelle, la mantiene giovane grazie all’azione antietà delle sostanze che contiene il cacao
tanto che il cioccolato ha conquistato anche le beautyfarm. Sono sempre più diffusi i trattamenti estetici con
creme create dalla sua lavorazione, i polifenoli del cacao,
infatti, sono antiossidanti capaci di contrastare l’azione
dei radicali liberi. La quantità di polifenoli nel cioccolato fondente è di gran lunga superiore a quella presente
nel cioccolato al latte e questo si può testare assaggiando l’alimento; infatti, il contenuto in polifenoli si associa
ad un sapore amaro ed astringente, indipendentemente
dalla quantità di cacao presente nel prodotto oltre che
antiossidante, ha la capacità di migliorare la resistenza
muscolare alla fatica perché favorisce la capillarizzazione, cioè una maggior apporto di ossigeno al muscolo.
RIVIERA
BLOB
COPPIE
1
2
3
4
5
1) Giorgio Imperitura ed il consigliere regionale
Nino De Gaetano: “quant’è bello lu primo
amore, lu secundu è cchjiu bello ancor”
2) Beccato a Reggio Calabria l’amico Enzo:
“Minuetto suona per noi, la mia mente non si
ferma mai”
3) Siderno: attenzione ai pedoni, le ex fioriere di
via Mario Pagano sono sospese per inerzia. Al
posto delle mattonelle “mancanti” c’è il “vuoto”.
Se si passa da quelle parti si prega di fare
attenzione.
4) Una tavolata eccellente tra amici. Tutto lo staff
della Vecchia Hostaria seduto a tavola.
Finalmente, dopo aver deliziato gli ospiti con
succulenti manicaretti, “c’e’ posto anche per loro”.
5) La prima copia del nostro giornale è riservata a
lui. Un nostro attento e affezionato lettore che ci
segue sempre con grande simpatia. Tanti saluti
all’amico Mimmo
L’OROSCOPONE
di Giuditta
CON SORPRESA
ARIETE
per voi l'uovo di Pasqua avrà in serbo una bellissima
sorpresa: a lui scoppierà il preservativo, lei dimenticherà di prendere la pillola. Ovetti e spermetti si
combineranno insieme e alla vostra bella famigliola
si aggiungerà un'altra bocca da sfamare.
TORO
sorpresina nell'ovetto, che in realtà è il cellulare del
vostro partner. Scoprirete una rete di messaggini che
vi renderanno consapevoli che le corna che indossa il
vostro segno zodiacale non sono figurate.
GEMELLI
gli unici fortunati dell'oroscopo di Pasqua: il vostro è
un uovo Fabergé di oro e perle con dentro una delle
sei trascrizioni di “Guerra e Pace” fatte da Sofia
Tolstaja. Che fate, li vendete su ebay?
CANCRO
a voi tocca un normale uovo di gallina, per giunta col
guscio non propriamente pulito. Però è freschissimo: la signora che ve l'ha dato vi ha detto: “Trasi,
trasi, ca mo' mo' i cacaru!”. Poteva essere peggio,
poteva capitarvi una gallina con la diarrea.
LEONE
la sorpresa nel vostro uovo è una piccola bomba a
timer regalatavi dai vostri vicini. I vostri figli, infatti,
non fanno altro che gridare e suonare tamburelli,
fischiare e sparare petardi. Con intenti didattici per i
bambini, i vostri vicini hanno fatto una colletta e
hanno comprato un po' di C4, sperando che detoniate presto.
VERGINE
nel vostro uovo di Pasqua un bell'attacco di dermatite seborroica, esofagite letargica e foruncolosi. Per
completare il triduo pasquale, il lunedì di pasquetta
vi cadrà un dente. Non aspettatevi che arrivi la fatina
del dentino, semmai il conto del dentista!
BILANCIA
nel vostro ovetto la sorpresa sarà una nuova dentiera, perché la vostra ormai non tiene più: avete
la bocca piena di escoriazioni, afte e pustole, vi
puzza a morte come se aveste mangiato un pesce
crudo e tutti i parenti vi evitano. Per pasquetta
una bella gita fuori porta in Romania, a fare turismo odontoiatrico!
SCORPIONE
la vostra sorpresa di Pasqua sarà un braccialetto
luccicante e dall'aspetto preziosissimo! Ma attenzione, non sono diamanti le pietre che vedrete, ma
plutonio. Inizierete a perdere la pelle attorno al
polso, poi vi cresceranno le squame e le branchie.
Dopodiché finirete nell'acquario insieme ai pesci
rossi.
SAGITTARIO
magnifica sorpresa per voi: un'entrata omaggio in un
centro benessere. Vi preparerete con borsa, occhiali
da sole per le lampade, asciugamani per la sauna,
ciabattine per la piscina. Ma cosa avete capito:
“entrata” in un centro benessere non significa “soggiorno”. Appena entrati, dovrete uscire.
CAPRICORNO
visto che siete arrivati dove state imbrogliando e
truffando, i vostri amici del liceo hanno deciso di
regalarvi una laurea finta. Purtroppo tutte le lauree “su” sono già prenotate fino al 2022, e a voi
rimane un diploma di biblioteconomia. Meglio di
niente, sarà per la prossima Pasqua.
ACQUARIO
la sorpresa nel vostro uovo di Pasqua non si apre.
Semplicemente non si apre. È una scatola con un
fiocchetto a pois, ma non si apre. Proverete con tutto,
dal martello, al piede di porco, allo svitol, fino al C4
avanzato a quelli del Leone, ma niente. Rimarrà
così. Si aprirà? Non si aprirà? Boh.
PESCI
I più sfortunati dell'oroscopo: la sorpresa nel
vostro uovo è una foto di Alfano.
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it
DOMENICA 20 APRILE
23
BLOB
WEEK
TANTI AUGURI
OF
RAO CHE CENTRO DESTRA!!
The
WEEK
Inizia a muoversi il centro-destra sidernese. Nell’ottica del rinnovo della
classe dirigente, sospesi tra FI e NCD , qui nella foto vediamo Vincenzo
Loiero (consigliere provinciale), Enzo Brullo (UDC), Michelangelo
Vitale (FI), Riccardo Ritorto (FI) , Gaetano Rao (assessore provinciale)
Pietro Sgarlato (NCD) e Mimmo Catalano (UDC).
GENTE DI GROTTERIA
C’è una Grotteria che “spopola” in giro
per il mondo. Come avviene in tutti i
paesi della Calabria: “c’è chi va e c’è chi
viene”. Davanti a questo “poker”
d’eccellenza, ci genuflettiamo.
AUGURI MELANIA
BACCO, TABACCO E
VENERE
SEI LA NOSTRA PRINCIPESSA.
AUGURI PER ITUOI 18 ANNI.
DAITUOI GENITORI ETUTTA
LA FAMIGLIA
MARIO OLIVERIO A SIDERNO
Visita a Siderno a sorpresa del presidente della
Provincia di Cosenza, Mario Oliverio possibile
candidato del centro sinistra per le ormai prossime
elezioni regionali. Tra una portata e l’altra, alla
presenza di belle donne, Oliverio ha già iniziato con
i brindisi: “ca bona saluti”.
ETERNIT E CIVILTA’
Zona industriale di Siderno:
ammassati ai lati dei
cassonetti del“tal quale”,
alcuni ingombranti e
l’immancabile“eternit”.Non
c’è limite alla deficienza
umana.
ARTE E DINTORNI
EVELYN, FRANCO E LUCIANO DJ
BENVENUTA CRISTINA
“Radio la gru” arriva dove non è arrivata Rtl 102,5. La
radio nazionale di Suraci ha trasformato Peppe Scopelliti
da governatore della Calabria a “Peppe Dj” facendolo
assurgere ad idolo della “movida reggina”. I conduttori
Franco Sgambelluri ed Evelin Candido hanno provato in
piccolo a rifare l’operazione con l’ex consigliere regionale
Luciano Racco qui nella foto mentre risponde al fuoco di
domande incrociato.
Gioia e felicità siano le matite colorate con
cui scrivere le pagine più belle della tua
vita. Auguri ai neo genitori Enzo e
Giusy...gli zii Erika e Carmelo.
di Domenico Spanò
La non Arte di Zoè. Il riciclo come espressione di creatività
Alifraco Nicola, in arte “Zoè”, classe '81 nato
a Cinquefrondi è un giovane artista calabrese
che sperimenta nuove forme di arte e design.
Figlio di quella corrente artistica innovativa e
autodidatta che sta irrompendo in Calabria
con un forte segno distintivo. Voglia di emergere e di mostrare estro e genialità “Made in
Calabria”, a chiunque. Tutto intuizione e
talento di questo giovane artista fatto in casa
e per strada. Come lui, molti i giovani calabresi che si stanno facendo conoscere e
apprezzare nel circolo culturale e artistico
contemporaneo dentro e fuori i confini regionali; quei confini interni dove spesso la mancanza di spazio ai giovani, mancanza di visibilità, opportunità e confronto, porta a rimanere nell'anonimato forzato avendo pure grande talento. Zoè si batte per le sue idee, per
migliorare il mondo del consumismo sfrenato
e del degrado urbano. Dopo un lungo peregrinare tra varie città italiane, dove matura la
sua vena artistica e creativa, decide di tornare in terra natia dedicandosi essenzialmente
alla sua arte basata sul riciclo, estrema
espressione di creatività e genialità.
Attualmente il giovane artista vive in
Calabria nel comune di Laureana di Borrello
RC dove nel suo laboratorio personale sperimenta, inventa , crea, pensa a oggetti di arte
futuristici basati essenzialmente sul riciclo e
riutilizzo di ogni cosa apparentemente ormai
logora e superflua all'uso.
Una nuova chiave di lettura basata sull'utilità
e la valorizzazione artistica di ogni cosa, sulla
resurrezione estetica e funzionale. Fa parte
del movimento ColletizoZero movimento
artistico culturale atto alla sperimentazione
artistica, alla riqualificazione estetica dei luo-
ghi abbandonati, alla sostenibilità ecologica.
Zoè sin da piccolo avvertiva l'esigenza di ricreare, modificare e ri-produrre, ... all' età di
7 anni circa passeggiando col padre nel paese
dove attualmente vive, fu colpito dalla
manualità di un artigiano che lavorava la
creta, creando vasi e statue. Manipolare la
materia per trasformarla in espressione artistica concreta. Fu sin da allora che quella
situazione diede consapevolezza al giovane
talento che anch' egli un giorno avrebbe
avuto un luogo tutto suo dove poter dar sfogo
alla sua creatività.
Oggi girando per le strade del paese trova
oggetti che agli occhi della gente comune
sono solo da buttare, li porta con se nel suo
attuale laboratorio e tirando fuori un qualcosa di geniale, li trasforma , li smembra e
assembla, per ri-creare e farli rivivere sotto
forma di nuovi oggetti di arte e design.
Lampade fatte con bottiglie di whisky, lampadari con cestelli di lavatrici, o griglie di
ventilatori, tavoli con pneumatici, pezzi di
mobili rigenerati, elementi tecnologici obsoleti rivisitati, e molti altri ancora, il tutto sempre con un tocco di colore.
Oggetti originali, esclusivi, funzionali e con
un elevato minimalismo artistico e decorativo. Zoè ci spega che : “ non c'è giorno che
non trovo un qualcosa di inutile e lo rendo
nuovamente utile e originale a gli occhi dei
passanti. Credo di essere un piccolo uomo
che non butta via nulla , per far si che un giorno tutti saremo migliori di ciò che siamo oggi
in questo mondo sfruttato. Tutto ciò per dire
che l'dea è a prova di creatività. Basta solo
saper cogliere l'attimo artistico che si manifesta in ognuno di noi e darne atto”.
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