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SCUOLA DI COUNSELING IN PSICOSINTESI E PSICOENERGETICA
SONDRIO
PSICOENERGETICA
1° ANNO
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SCUOLA DI COUNSELING IN PSICOSINTESI E PSICOENERGETICA
SONDRIO
LA PSICOENERGETICA E L’UOMO
Psicologia e psicoenergetica
In Comprendere la Psicosintesi Roberto Assagioli dà, della Psicoenergetica,
la seguente definizione:
"Nuova direzione e dimensione della psicologia, Quinta Forza, [che] ha per
oggetto l'indagine di tutte le forze esistenti nell'universo, e dei loro rapporti,
cioè:
1) Le energie fisiche, a partire dal livello subatomico a quello astronomico,
galattico.
2) Le energie biologiche, organizzatrici della materia vivente.
3) Le energie specificatamente psichiche di tutte le qualità e a tutti i livelli.
4) Le energie spirituali, transpersonali, trascendenti."
Non è certo facile cercare di immaginare come sarà la psicologia del nuovo millennio,
visti gli straordinari sviluppi che essa ha avuto nel corso dell’ultimo secolo, e i grandi
cambiamenti intercorsi nella psiche umana (quale oggetto di studio della psicologia
stessa) durante il millennio passato.
Ma se immaginare la psicologia dell’anno 3000 si rivela quasi impossibile, in quanto
anche il solo eventuale sviluppo ad esempio della telepatia potrebbe portare a esiti
assolutamente imprevedibili, è invece più facile, e anche stimolante, cercare di
intravedere le linee di sviluppo che in essa sono già presenti, e cercare di coglierne le
nuove tendenze.
Nella psicosintesi in questo si è avvantaggiati, perchè si è abituati a considerare i
fenomeni più in funzione delle loro possibilità e potenzialità evolutive che non del loro
stato attuale, e quindi a riconoscerne le direttrici di sviluppo e il loro progetto intrinseco.
E questo approccio è da ritenersi valido anche nei confronti della psicologia, anch’essa
considerabile come un’entità psichica, con un suo inconscio plastico e con le sue qualità
latenti in procinto di manifestarsi.
Assagioli ci ha lasciato uno spunto molto scarno, molto essenziale, riguardo ai possibili
sviluppi della psicologia, quando ha parlato della sua futura “quinta forza”, da lui
definita come “psicoenergetica”. Questa povertà di indicazioni sulla natura e sulle
caratteristiche di questa psicoenergetica ha come controparte positiva la maggior libertà
per ciascuno di poter contribuire a definirne possibili configurazioni e aspetti; e di
questa possibilità intendo avvalermi.
Il cammino della psicologia nell’ultimo secolo va inquadrato in quello più ampio
tracciato dalla scienza e dalla cultura, e in questo indubbiamente spiccano con assoluta
evidenza le scoperte della fisica teorica dei primi decenni del novecento, le cui ricadute,
già massicce in numerose e fondamentali discipline scientifiche, ora cominciano ad
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essere avvertite anche a livello di cultura spicciola, nel sentire comune, e in ogni caso
sono lontane dall’essersi esaurite.
La teoria della relatività e la scoperta dell’equivalenza tra massa ed energia hanno
insomma probabilmente innescato la formazione di un nuovo paradigma scientificoculturale che si sta ora affermando con rapidità, e che si basa sull’interpretazione in
termini energetici di tutti i vari tipi di fenomeni, a qualsiasi livello. La conseguenza è
che se un secolo fa il termine “energia” era di stretta pertinenza della fisica, ora questo
termine è entrato prepotentemente nell’uso generale, in mille accezioni diverse, tutte
però coerenti tra loro.
Talmente forte è la significanza di questo nuovo paradigma che tutte le varie discipline
o espressioni culturali tendono prima o poi ad adottarlo, reinterpretandosi ed
esprimendosi in termini di energie.
Anche la psicologia non sfugge a questo processo, ed ecco spiegato perchè questa
“quinta forza” emergente si definisce come psicoenergetica.
Ma cos’è che distingue questa quinta forza da quelle che la precedono? Essenzialmente,
il fatto di considerare i contenuti e le strutture psichiche in una dimensione oggettiva e
“concreta”, e non semplicemente come un vissuto psicologico soggettivo. Per la
psicoenergetica un pensiero, un impulso, un sentimento sono entità reali e
autonome, mentre al contrario per la psicologia classica essi sono non meglio
definite espressioni della struttura psichica dell’individuo, e soprattutto del suo
vissuto. Un’ossessione, o un pensiero fisso, non sono ad esempio considerati dalla
psicologia come entità o realtà a sè stanti, ma soltanto come un puro meccanismo o
evento psichico, ovvero una semplice modalità di comportamento della psiche (in
questo caso di natura patologica).
Che cosa sia poi la psiche stessa per la psicologia classica, anche questo rimane nel non
definito, soprattutto perchè la psicologia è in realtà nata come studio della
psicopatologia, e come tale la sua tendenza primaria era ed è quella di imparare a
correggere i meccanismi psichici malfunzionanti, piuttosto che quella di comprendere e
approfondire la natura e le caratteristiche delle strutture psichiche in se stesse, in quanto
tali.
Al contrario, la sfera di interesse della psicoenergetica è invece molto più ampia, e per
comprenderne l’estensione può essere utile rifarsi a una delle pochissime indicazioni
che Assagioli ha inserito nella psicosintesi riguardo alla psicoenergetica Mi riferisco ai
quattro livelli - o piani di realtà - della manifestazione fenomenica riconosciuti dalla
psicosintesi stessa: il piano fisico, emotivo, mentale e intuitivo.
Riconoscere che il mondo fenomenico si esprime su quattro piani, analoghi fra loro,
significa riconoscere ai tre piani “superiori”, che potremmo definire come psichici, o
sottili, lo stesso grado di realtà e oggettività del piano fisico. Significa riconoscere che i
piani psichici, esattamente come il piano fisico, sono anch’essi pieni di energia, in
questo caso energia psichica, sono pieni di contenuti, in questo caso contenuti psichici,
e anch’essi hanno i loro precisi meccanismi d’azione e le loro leggi, probabilmente
analoghe a quelle fisiche...!
Secondo questa concezione della psicoenergetica, si aprono insomma nuovi mondi da
esplorare, si apre forse quel nuovo “continente” di cui parla Assagioli, rappresentato
dalla dimensione interiore, cioè psichica. Perchè gli strumenti di indagine di questi tre
piani rimangono elettivamente psichici (i sensi interni), ma non necessariamente
soggettivi, nè psicologici. La comune comprensione di un’astratta formula matematica
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rappresenta in questo senso l’esempio di un’esperienza, o di un’azione che è psichica,
oggettiva, e non ha nulla di psicologico. Per la psicoenergetica, la formula stessa è
un’entità psichica, che sussiste indipendentemente dal fatto di essere studiata o meno,
compresa o meno da qualcuno, e che, assieme a tutto il resto del patrimonio culturale
costruito dall’uomo nei millenni, riempie e anima lo spazio dei piani o mondi psichici.
Non è comunque escluso, anzi è probabile, che in futuro si inventino anche strumenti
fisici in grado di registrare eventi e realtà psichiche, facilitando così la percezione della
loro dimensione di concretezza.
Il concetto di energia, essendo quello più ampio e inclusivo oggi a disposizione,
rappresenta il comune denominatore più ovvio per definire questi quattro piani di
manifestazione, e il loro reciproco rapporto. È più che plausibile pensare che anche
l’energia psichica si esprima sotto forma di onde, che esistano campi psichici, magneti
psichici, correnti psichiche, forme psichiche, e perchè no anche materia o sostanza
psichica, visto che già la materia stessa del piano fisico a livello subatomico non è
distinguibile dall’energia, in quanto le due coincidono. È quindi una probabile scoperta
del futuro quella che l’espressione “i pensieri hanno un peso” si riveli di significato
reale, e non più solamente metaforico!
Lo studio della materia psichica, della sua trasformazione e utilizzo, lo studio delle leggi
e dell’energia psichica - in relazione all’uomo, al gruppo, alla società e agli altri regni di
natura (anch’essi parzialmente dotati di una loro dimensione psichica) -, lo studio della
struttura e del funzionamento dei campi informazionali contenuti all’interno dello
spazio psichico, già prefigurati fra gli altri da Teilhard de Chardin con il concetto di
noosfera, da Popper con il “mondo 3”, da Laszlo con il campo psi, o da Sheldrake con i
campi morfogenetici, tutto questo configura un enorme campo di ricerca e d’azione per
la psicoenergetica. Si tratta in prospettiva di costruire una conoscenza e una cultura
dello spazio psichico potenzialmente equivalente a quella costruita in millenni sul piano
fisico.
Compito enorme ma entusiasmante, che travalica assolutamente per ampiezza quello
della psicologia, e che per compiersi richiederà probabilmente un progressivo distacco
da parte della psicoenergetica dalla sua originale matrice psicologica, e la progressiva
adozione di linguaggi e strumenti concettuali sempre più diversificati e inclusivi, a
cominciare da quelli scientifici (fisica, chimica, matematica, logica, ecc.).
Proprio perchè la realtà psichica non è disgiunta da quella fisica, è verosimile
pensare che ogni fenomeno fisico abbia anche una sua controparte psichica, e
viceversa. E questo richiederà un approccio assolutamente interdisciplinare e
sinergico a uno sforzo interpretativo affrontabile soltanto in un’ottica olistica e
globale. È anche verosimile che molti degli attuali fenomeni fisici, così come oggi
empiricamente accertati, possano e debbano essere reinterpretati alla luce della loro
controparte psichica, e questo in particolare per la fisiologia degli organismi viventi,
uomo compreso (come d’altronde già l’espressione “biopsicosintesi” implicitamente sta
a indicare).
Un secondo seme di psicoenergetica nascosto nella psicosintesi, al punto da passare
regolarmente inosservato, è rappresentato a mio avviso dall’indicazione che Assagioli
dà parlando dell’animo molteplice, quando dice che ogni elemento psichico è in realtà
una vera e propria entità vivente. Come dire che ogni intuizione, pensiero, impulso,
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immagine, qualità, ma anche la volontà stessa, sono in realtà entità viventi, quindi
sono... vive.
Non è il caso di commentare qui questa informazione, abbastanza sbalorditiva; sarebbe
forse prematuro farlo. Mi limito a suggerire di non volerla prendere soltanto come
un’ipotesi, un modo di dire o una metafora, ma di provare a considerare le enormi
implicazioni che deriverebbero da un’interpretazione strettamente letterale di questo
concetto. Servirebbe a farsi un’idea della portata dalla psicoenergetica. O addirittura dei
suoi limiti.
Quanto tempo ci vorrà perchè la psicoenergetica dispieghi il suo potenziale, e svolga il
suo enorme compito? Basterà un millennio, o sarà sufficiente qualche secolo? Ecco una
buona domanda per stimolare l’immaginazione.
Quel che è certo è che nel frattempo la psicologia, come strumento di cura e di
facilitazione psicologica, continuerà a operare e a svolgere sempre meglio la sua
funzione. Il maggiore include sempre il minore, e come le psicologie transpersonali non
hanno reso obsoleta ad esempio la psicoanalisi, che continua a restare utile al suo
livello, così la psicoenergetica convivrà prevedibilmente con la psicologia, almeno fino
a che il suo sviluppo non dovesse essere tale da poter arrivare un giorno a
ricomprenderla, essendo la conoscenza e la cultura psichica arrivate a comprendere e a
includere quella psicologica. (Vittorio Viglienghi)
Le tendenze principali della psicologia cui si riferisce Assagioli sono:
1- Il Comportamentismo, concezione meccanicistica dell'attività psichica sviluppata
soprattutto da Watson e Skinner. Questa corrente ha fornito una serie di dati utili per
varie applicazioni pratiche, ma si è limitata a studiare gli esseri umani e gli animali
dall'esterno, considerandoli come ''oggetti" di osservazione e di sperimentazione.
Il Comportamentismo limita in modo eccessivo il campo di ricerca sul fenomeno umano
in quanto viene rifiutata ogni forma di introspezione che per sua natura sfugge alla
verifica oggettiva. Del resto studiare l'uomo in laboratorio è impossibile! Rifiutato lo
strumento introspettivo nel tentativo di costruire una psicologia sul modello delle
scienze naturali, vengono adottati i concetti di stimolo e reazione nonché le
corrispondenti leggi che ne esprimono i rapporti causali. Molte sono state le critiche
mosse a tale approccio psicologico, dal momento che non è possibile non prendere in
considerazione i processi cognitivi superiori della mente umana. Il comportamento
umano è più funzione della mente che degli stimoli e condizioni esterne, mentre le
ricerche in laboratorio sono appropriate per stabilire correlazioni tra comportamenti e
situazioni stimolo. Inoltre il comportamento umano ha un ordine e forse un tipo di
complessità che risulta difficile da ricostruire partendo dai segmenti isolati studiati in
laboratorio.
2- La Psicologia del Profondo, che include non soltanto la psicoanalisi freudiana, ma
anche correnti piuttosto divergenti da essa, come quella junghiana. Tale corrente ha
allargato e arricchito le conoscenze sulla psiche umana, mettendo l'accento sulla
dimensione inconscia. La denominazione "Psicologia del profondo" si riferisce a tutte
quelle psicologie che adottano un metodo di indagine che opera collegando l'Io a strati
psichici inconsci.
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3- La Psicologia Umanistica in cui il punto di partenza e l'aspetto a cui viene data la
massima importanza è l'essere umano nella sua vivente realtà. In modo particolare le
caratteristiche principali di questa "terza forza" della psicologia sono: lo studio della
natura e delle qualità dell'essere umano sano, la scoperta delle sue potenzialità latenti, lo
sviluppo e l'uso delle tecniche per attuare quelle potenzialità. La Psicologia Umanistica
è un orientamento psicologico inaugurato da AH. Maslow che, persuasosi della
irrilevanza in termini di significato esistenziale delle ricerche psicologico-sperimentali e
dei presupposti deterministici che sono alla base della teoria psicoanalitica, accentua il
carattere di irriducibilità di ogni soggetto, le cui motivazioni all'azione non sono
immediatamente riducibili alle pulsioni sottostanti, ma sono promosse da valenze non
quantificabili, come il bisogno di esplorazione, la creatività, la visione del mondo in cui
si esprime la propria identità, la qualità di relazione con gli altri e soprattutto
l'autorealizzazione che è alla base della interpretazione umanistica del bisogno, della
motivazione e della personalità. La Psicologia Umanistica, che si collega alla psicologia
analitica esistenziale di C. G. Jung, ritiene che la conoscenza delle proprie motivazioni,
che sono note solo al soggetto, e che non possono essere interite dalle prestazioni,
consenta a ciascuno di evitare l'autoinganno e di giungere alla conoscenza del proprio
Sé, inteso come la realtà più profonda ed essenziale dell'uomo, al di là delle maschere
che ciascuno è costretto ad adottare nel momento pubblico della sua esistenza. La
Psicologia Umanistica comunque integra ed utilizza anche altri metodi e tecniche
psicologiche trovando molti punti di contatto ad esempio con la psicologia rogersiana.
4 - La Psicologia Transpersonale si occupa di studiare in modo empirico e scientifico
gli aspetti superiori dell'essere umano, cioè la sua natura e la sua vita generalmente
chiamata spirituale. Si tratta di una visione psicologica che muta di considerare l'Io
personale quale istanza ultima di riferimento come accade nella teoria psiconalitica,
perché ritiene che l'Io appartenga a un Tutto a cui è possibile relazionarsi attraverso
esperienze intuitive e trascendenti. Questo principio guida è rintracciabile nella visione
"cosmologica" ad esempio del pensiero greco antico, della tradizione indiana e di quella
cinese che vedono il cosmo non tanto come un sistema fisico quanto come l'ordine
necessario a cui l'uomo come parte deve assimilarsi. Secondo la Psicologia
Transpersonale numerosi disagi psicologici derivano dalla rimozione di quelle
potenzialità che consentirebbero all'uomo di oltrepassare, senza negarlo, il proprio Io e
soddisfare l'esigenza di trascendenza egoica presente in ogni uomo. Il retto
avvicinamento transpersonale richiede la conoscenza del supercosciente, delle diverse
vie che vi conducono, dei metodi per penetrarvi, come passo sulla via che conduce alla
realtà superiore. La nuova Psicologia Transpersonale insegnerà lo sviluppo e l'uso delle
funzioni superiori, ad esempio l'intuizione e la sua giusta interpretazione ed anche
l'utilizzazione dei simboli, dando gli strumenti operativi all'uomo che vuole fare la
propria parte per la manifestazione di un nuovo cielo e di una nuova terra."
(R.Assagioli)
5- Arriviamo infine alla quinta forza della psicologia, alla Psicoenergetica, nuova
direzione e dimensione nello studio dell'essere umano di cui tutti gli sviluppi della
psicologia fin qui descritti costituiscono le basi e gli inizi. L'affermazione che il cosmo
non è limitato è una chiave per cercare di comprendere la visione psicoenergetica. La
percezione dell'Universo così come lo conosciamo è limitata a ciò che è percepibile ai
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nostri sensi ordinari, anche quando vengono usati strumenti tecnologici in grado di
amplificare la portata e la potenza: i telescopi, i microscopi e le altre realizzazioni
tecniche hanno infatti una grande importanza a livello di ricerca scientifica, ma non
forniscono tuttavia una visione esauriente del cosmo. Tutti i grandi insegnamenti,
religiosi, filosofici e scientifici hanno contribuito nel tempo all'ampliamento e
all'approfondimento del sapere dell'uomo e hanno da sempre parlato dell'Universo in
termini globali, olistici, ampliando la concezione meramente "fisica ''. Parlando di
"energie invisibili'', di '' ordini superiori'' di "creazione'' di ''essere cosmico" e di altri
concetti o termini, hanno trasmesso una visione complessivamente più ampia di quella
deducibile dalle osservazioni limitate alla conoscenza concreta.
Nonostante le tante scoperte nel campo della fisica che portano a conoscenza l’esistenza
del vuoto, dell’universo e dell’uomo come manifestazioni di campi energetici, in ogni
campo si procede come se questa scoperta non fosse mai stata fatta.
Si continua a considerare la realtà come ciò che è visibile con gli occhi e spiegare una
serie di fatti legati all’uomo come prodotti di reazioni chimiche di parti del corpo.
Per es. la paura dettata da neuroni che si attivano in un angolo del cervello, la rabbia
solo adrenalina ecc.
Noi non vogliamo ignorare queste scoperte ed facciamo questa Ipotesi:Tutto è energia
In psicoenergetica prendiamo la definizione di Leobrand “ è qualcosa di primordiale,
che sta alla base di tutte le manifestazioni della vita nel mondo, un impulso vitale,
qualcosa che muove il mondo, che trasmuta le forme, che ispira l’evoluzione; si intende
soprattutto il potere costruttore, ma anche purificatore e distruttore dell’eterna
trasformazione. Questa energia che pervade il tutto può essere anche chiamata spirito o
energia psichica”.
Le principali ipotesi di studio e ricerca posti dalla Psicoenergetica
• Riferimento costante al mondo delle energie di cui è composta la coscienza.
E' dal movimento di queste energie che dipendono i processi che si svolgono sui vari
livelli, da quelli invisibili a quelli visibili . La fisica classica definisce così l'energia:
ENERGIA: dal greco "energes" = agire, "ergon" = azione; cioè ciò che agisce che
produce effetti. Ovunque si manifesta un'azione (ovvero si produce un ''lavoro'', un
effetto), lì vi è energia.
Le Energie psichiche sono differenziate in:
Prana: è l'energia psichica nella sua qualità di forza vitale, che è diffusa ovunque ed è
assorbita dall'uomo soprattutto col respiro.
(Kundalini) è la stessa energia che, scorrendo e agendo attraverso i Centri energetici,
collega nell'uomo Terra e Cielo quando, risvegliata, eleva la polarizzazione della
coscienza dai chakra inferiori a quelli superiori.
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Fohat: o elettricità cosmica, è il fondamento di tutte le manifestazioni elettriche; il
pensiero elevato rappresenta la qualità superiore di questa energia.
La coscienza è considerata un campo elettromagnetico con un suo polo positivo e uno
negativo: è un sistema bipolare. Il polo positivo è l'essenza, quello negativo è la
sostanza, che diviene forma attraverso la vibrazione emessa.
• L'elettromagnetismo della coscienza.
La corrente elettrica, percorrendo un conduttore, genera nello spazio circostante un
campo magnetico, la cui intensità, in un qualunque punto dello spazio, è direttamente
proporzionale all'intensità della corrente che percorre il conduttore e inversamente
proporzionale alla distanza del punto stesso dal conduttore. Analogamente l'elemento
nucleare dell'uomo, lo Spirito o Sé, genera nello spazio della coscienza un campo
magnetico.
• Rapporto tra energia , massa e pensiero
Secondo la formula di Einstein esiste identità tra materia ed energia, nel senso che la
materia è energia allo stato potenziale e l'energia è materia allo stato radiante.
La massa di un corpo è dunque legata al contenuto di energia: se il corpo assorbe
energia la sua massa aumenta, se viceversa emette energia, la sua massa diminuisce.
Come dire che M (massa) ed E (energia) sono equivalenti (C2 si può considerare come
un fattore di conversione)
Facendo un'analogia con il funzionamento del campo psichico, si può prevedere che
quando si incontrano degli ostacoli e li si affronta mettendo in moto un processo di
cambiamento ("accelerando") questi si trasformano in energia potenziale. Come dire che
gli ostacoli si bruciano man mano che andiamo avanti.
Poichè ''l'energia segue il pensiero'', la trasformazione parte dal pensiero. E' quindi
necessario essere vigili sul piano del pensiero.
Gli ostacoli superati possono tornare, ma li incontriamo a livelli sempre superiori, in un
processo a spirale, fino a scioglierli e farli diventare energia pura; nella voluta superiore
ci sono maggiori possibilità di trasformazione e di comprensione.
Il termine luce dunque è connesso soprattutto all'attività creatrice dell'essere umano
effettuata tramite la mente, a sua volta in contatto con il Sè.
Questo è infatti una forza magnetica, intelligente e creatrice che trasmette - come un
polo positivo - le sue energie all'apparato mentale (polo negativo/ricettivo): nel punto di
contatto tra le due energie si crea un punto di luce che è poi il germe di una formapensiero, spesso un piano o un progetto, suggerito appunto dal Sè alla mente.
L'individuo lavora su questa forma-pensiero considerandola una vera e propria sostanza
sottile, sviluppandola e dandole vita seguendo una precisa metodologia. La luce, così
plasmata dal pensiero dell'individuo, col tempo si materializza, dando origine a una
qualche forma di attività o portando rivelazione e illuminazione su qualche aspetto
ancora oscuro o incompreso. La luce dunque è materia del piano mentale e il vero
pensiero è costituito dalla capacità della mente di costruire forme con quella materia.
Esiste infatti una sostanza per ogni livello, quindi anche per quello mentale e noi, grazie
all' efficacia che può raggiungere la nostra mente, manipoliamo tale sostanza mentale;
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in tal modo creiamo delle forme-pensiero.
Pensare significa appunto essere capaci di creare forme-pensiero, 'plasmando' sostanza
mentale. La coscienza dell'essere umano, man mano che progredisce, diviene capace di
operare con la sostanza di un numero sempre maggiore di livelli, creando forme su
ciascuno di essi e, in un certo senso, impadronendosi deI processo della creazione.
• Esistenza dei cicli – Legge di ricapitolazione
E' una legge che agisce all'interno della nostra coscienza con un ritmo settenario.
Ogni settenario presuppone da parte della coscienza l'appropriazione di un corpo
(fisico, emotivo, mentale) con le sue funzioni specifiche. Ovviamente ci sono
moltissime differenze individuali, ma è possibile ricostruire anche a posteriori questo
percorso settenario nella vita di ciascuno di noi poiché la progressione è sempre la
medesima. Fino al quarto settenario (ventotto anni) la coscienza deve impadronirsi delle
sue strutture fondamentali (i corpi sopra citati) prima di procedere ad un ulteriore
espansione cosciente.
PSICOENERGETICA: studio scientifico della coscienza, è la quinta forza della
psicologia già introdotta ed intuita da Assagioli.
E’ la scienza che privilegia lo studio dei vuoti, l’invisibile agli occhi, l’energia.
Ciò capovolge tutto, compreso la visione dell’uomo.
L’Universo è inteso come un sistema con regole e leggi e l’uomo ha sempre studiato la
visione fisica dell’universo:
Newton: legge di gravità, tempo rigido, se dai una causa hai un effetto. Visione rigida e
meccanicistica della vita
Einstein: introduce il tempo come una variabile ed afferma che nulla è rigidamente
meccanicistico. L’osservazione dipende da chi osserva.
La fisica quantistica introduce il concetto di energia come possibilità di diventare
forma, la materia è semplicemente energia compattata.
La creazione è un enorme campo di energia sul quale ogni tanto si forma la materia che
rimane per un po’ (incarnazione) e poi ritorna energia.
Parliamo dell’esistenza di una vita Una che si manifesta in miriadi di forme in uno
spazio infinito e in un tempo eterno che ha un andamento bifasico. La vita stessa è
bifasica: nascita e morte sono due fasi dell’esistenza
Possiamo considerarci un condensato di energia che per convenzione è stata chiamata
Uomo.
Come già abbiamo detto, la condensazione dell’energia diventa forma ma è nel vuoto
che c’è una potenza infinita.
In questa nuova ottica l’Universo è un campo di forze
La materia è energia compattata
Il vuoto è energia allo stato puro
Lo spazio è percorso da onde
Sperimentare è l’imperativo seguendo l’indicazione di Assagioli
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“Noi abbiamo il laboratorio e l’officina sempre con noi….”
“Noi vediamo, sentiamo, parliamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire,
parlare, pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo
quell’energia. Questa è l’apoteosi dell’ignoranza dell’uomo.
Albert Einstein
Prima o poi, la fisica nucleare e la psicologia dell’inconscio si avvicineranno fra loro
poiché entrambe, indipendentemente una dall’altra e partendo da direzioni opposte, si
spingono avanti in un territorio trascendentale. La psiche non può essere totalmente
diversa dalla materia, giacchè in tal caso come potrebbe muovere la materia? E la
materia produrre la psiche? Psiche e materia esistono nello stesso mondo, e ciascuna ha
parte nell’altra, altrimenti ogni azione reciproca sarebbe impossibile. Se solo la ricerca
potesse avanzare abbastanza, dovremmo arrivare perciò ad un accordo ultimo fra
concetti fisici e psicologici. I nostri tentativi presenti possono esser audaci, ma io credo
che siano nella direzione giusta.
Jung, tratto da Aion
Quando parliamo di energia è inevitabile parlare di Campo che possiamo definire come
uno spazio entro il quale agisce una forza o delle forze. Per esempio, il gruppo attuale
dà origine ad un campo e, altra cosa importante, all’interno di un campo agisce un
magnete che, nell’esempio del gruppo, è l’obiettivo che il gruppo si è posto.
La Terra è un magnete che, dato i due poli positivo e negativo, fa circolare onde
energetiche.
Ma come è nata?
Dalla nube di gas iniziale si è creata una spirale ed un vortice attratto da un magnete
centrale; ruotando, gli atomi hanno dato origine alla accensione del sole che ha
organizzato il sistema solare.
Definiamo il sistema solare come un campo con un centro, il sole, che lo tiene vitale e
un confine determinato dal limite della forza del magnete. E’ sul confine che un
magnete incontra altre energie di altri magneti.
Nel Cosmo c’è una Gerarchia ed un Ordine perfetti, è organizzato in Campi e regna un
equilibrio perfetto. Il ritmo del Cosmo guida il ritmo dei cuori degli uomini
La psicoenergetica fonda le sue radici in questa visione del Cosmo come
manifestazione di un oceano di energia.
Applicando la legge dell’Analogia “ come in alto così in basso”, Macrocosmo, cosmo e
microcosmo indicano tre livelli della realtà e della coscienza e sono fra loro collegate
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Ciclo e bipolarità
Tutto, nella creazione, si manifesta secondo cicli. Tutto ciò che esiste su ogni piano è
governato dalla ''legge dei cicli''. Un uomo, un atomo, si sviluppano ed evolvono
attraverso un processo che prevede un movimento ciclico. Questo movimento si può
rappresentare utilizzando il simbolo della spirale: tutto procede attraverso un moto che
periodicamente torna al punto di origine, mentre il sistema nel suo insieme si è spostato
nello spazio. La linea che ne risulta è una spirale. Ciò che accade nel Sistema Solare ne
è un esempio chiaro: la Terra, come tutti i pianeti, compie una rivoluzione attorno al
Sole, tornando ogni anno sullo stesso punto: ad esempio nell'equinozio di primavera.
Ma nel frattempo il Sole si è a sua volta mosso nello spazio interstellare, seguendo un
movimento analogo su un livello superiore: da tutto ciò risulta che la Terra si muove
nello spazio disegnando una spirale senza fine. Il simbolo della spirale è poi presente in
molti aspetti della vita, su ogni livello: la troviamo nella struttura molecolare deI DNA;
è base di numerose strutture organiche; simbolo di compimento e di perfezione, calcolo
matematico armonico. "ll principio della spirale è ovunque": con questa frase un antico
insegnamento illustra questa realtà, confermando che questo simbolo è associabile alle
idee di vita, compiutezza, evoluzione.
Se applichiamo il concetto del ciclo a campi a noi familiari, ci rendiamo conto che la
dualità della manifestazione è insita in qualsiasi cosa, e che il ciclo, o onda energetica, è
quel flusso che unisce in modo creativo i due opposti di ogni aspetto.
Alcuni esempi di manifestazione bipolare sono:
Attività – recettività
Maschile – femminile
Vita -morte
Luce-ombra
Giorno - notte
Espansione - contrazione
Ispirazione - espirazione: il respiro
Sistole - diastole: il pulsare dei cuore
Allora l’uomo, per la psicoenergetica, chi è? Com’è?
L'uomo è un campo di energie al centro del quale c'è un magnete, o centro, che è il Sé.
Questa parte presente in ciascuno è la causa prima dell'esistenza di ogni uomo, il
motore, il proposito. Essa ha un proprio progetto, che prevede uno sviluppo attraverso
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molte vite. Essa in sé è già perfetta, ma ha il compito di estrinsecare nella materia,
rendendola così sacra, tutta la propria natura. Cosa intendiamo per 'magnete'?
Qualunque elemento del mondo interno od esterno che è caricato di energia, acquista il
potere di attrarre. Il processo di magnetizzazione può essere attivo e volontario o
passivo e automatico e, a livello psicologico, può essere espresso con la sesta legge
della Psicodinamica :
''Attenzione, interesse, affermazione, ripetizione, rafforzano le idee, le immagini e le
formazioni psicologiche su cui si accentrano"
Un punto fondamentale della Psicoenergetica è la visione dell'uomo secondo i diversi
livelli di espressione. Essi sono i piani di manifestazione, le varie "orbite'' cui è
suddiviso il campo di coscienza dell'uomo. Li possiamo definire come livello fisico,
emotivo, mentale.
1) II livello fisico è la manifestazione visibile dell'uomo, che percepiamo attraverso i
cinque sensi Essa comprende il corpo fisico, e la struttura elettrica che lo vitalizza: il
corpo eterico.
Il corpo eterico o ''doppio eterico" è la parte del corpo fisico non percepibile
normalmente dagli usuali organi di senso.. Attraverso di esso fluiscono le correnti della
vitalità che mantengono il corpo in vita, come un ponte che convoglia le onde del
pensiero e del sentimento dal piano astrale a quello della materia fisica densa.
Risulta come una massa, debolmente luminosa, di colore grigio-violetto che si estende
appena al di là del corpo tra i 5 e i 7 cm. Il livello eterico è formato da una intricata rete
di piccoli canali di energie che si intersecano fra loro, si chiamano NADI.
Corrispondono esattamente, parlando del corpo fisico, al sistema nervoso. In questa fitta
rete di nadi si trovano 7 punti focali, i famosi Chakra e il compito delle nadi e quello di
distribuire energia fra i diversi chakra
2) Il livello emotivo è il piano sul quale ''sentiamo'' dove proviamo la marea di
emozioni e sentimenti che ci sono tanto familiari. Esso è considerato un piano ''liquido'',
soggetto a continui sbalzi e reflussi. E’ anche chiamato corpo astrale e si estende tra i 7
e i 45 cm oltre il corpo eterico.
3) Il livello mentale dell'uomo, che si estende tra i 45 e i 150 cm oltre il corpo astrale, è
la sede della funzione pensiero, intesa come attività mentale concreta, e in più ha la
capacità di volgersi verso il livello superiore, quello del mentale astratto, per cogliere le
linee-guida, le idee. Nella sua parte di funzionamento come mente ordinaria, noi
parliamo di pensiero logico mente concreta,o funzione pensiero; nella parte che si apre
al livello superiore, parliamo di mente astratta, pensiero analogico, funzione intuitiva.
Le due menti complessivamente costituiscono il piano mentale, e da un buon
funzionamento di questo piano dipende l'andamento della nostra vita.
La mente concreta viene influenzata dal livello emotivo, essendo a stretto contatto con
esso: quando non c'è uno stato di consapevolezza, i pensieri sono "mossi" o prodotti
dall'attività del piano emotivo, e quindi non producono una visione chiara, o sono
carenti di direzione. "Vagare con il pensiero" è un'attività in cui si nota bene questo
meccanismo. Dove vanno i nostri pensieri? A ciò che in quel momento ci tiene in
tensione sul piano emotivo.
Se decidiamo invece di studiare, o di dedicarci a un'attività, scegliamo di usare la mente
in modo direzionato applicandola a un campo specifico. Ci accorgiamo allora che le
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cose cambiano, che possiamo dare una direzione consapevole alle energie mentali.
Questo è un allenamento molto importante, poiché padroneggiare la mente ci permette
di compiere dei processi altrimenti impossibili. La meditazione riflessiva ad esempio,
intesa come capacità di concentrazione e di pensiero riflessivo focalizzato su un tema, è
una tecnica molto preziosa.
Abbiamo fin qui parlato dei tre livelli di manifestazione della personalità, quella
complessa e multiforme struttura psichica che porta ciascuno di noi a operare nel mondo
degli effetti e a procurarci le esperienze più varie.
Per personalità si intende quindi la caratteristica energetica risultante dall'integrazione
sempre più serrata (che si effettua per azione del Sé) tra le forze del corpo fisico, quelle
del corpo emotivo e quelle del corpo mentale. Man mano che questa integrazione
procede, dal coacervo delle forze coinvolte e delle loro caratteristiche emerge una nota
diversa e riconoscibile; l'individuo cioè si indirizza nella vita verso mete, in funzione di
valori, e secondo motivazioni, caratterizzate da una crescente coerenza. Man mano che
si sviluppa la volontà, la personalità si integra sempre di più, stabilendo una gerarchia
di valori e affermandola all'interno e all'esterno, così da ridurre al minimo le
contraddizioni. Il culmine di questo processo si definisce personalità integrata.
La formazione di una personalità ben organizzata è quindi conseguenza dell'assunzione
nella sfera di consapevolezza di elementi inconsci e di coesione in un tutto organico del
corpo, della natura emotiva e della mente.
I CENTRI
l Centri o Chakra (termine sanscrito che significa ruota, cerchio) sono punti di
connessione nei quali l'energia fluisce da un veicolo, o corpo, a un altro. Sono vortici di
energia che collegano i vari veicoli dell'essere umano. I primi 5 chakra sono posizionati
sulla colonna vertebrale, il 6 e 7 sulla testa; il flusso energetico è dall’alto verso il basso
sulla parte anteriore del corpo e dal basso verso l’alto sulla parte posteriore del corpo.
Abbiamo visto la struttura dell’uomo nei suoi corpi fisico/eterico, astrale, mentale.
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Possiamo dire che esiste un’unica energia con diversi livelli e l’uomo può vibrare su un
livello o l’altro:
1° Livello fisico
Energia molecolare
2° Livello /psichico/sottile
Energia atomica (si manifesta ai nostri 5 sensi)
3° Livello del fuoco (monodico)
Energia nucleare
I chakra principali sono 7: 21 minori ed altri 49 ancora più piccoli. Vediamo i più
importanti
7 Corona
6 Ajna
5 Gola
4 Cuore
3 Plesso solare
2 Sex Ch. o sacrale
1 Base
(Sommità del capo)
( Frontale)
(Gola)
(Cuore)
(Stomaco)
(Vicino all’inguine)
(Alla base della colonna vertebrale)
IL CHAKRA E’ L’ORGANO ENERGETICO CHE HA LA FUNZIONE DI
RIFORNIRE DI BIOENERGIA SOTTILE GLI ORGANI E LE CELLULE.
Filtro esterno:
una barriera che
difende il chakra da
contaminazioni
ambientali
Radice: Il “cervello”
del chakra
Parte esterna. Collettore
dell’energia da e verso l’ambiente
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Abbiamo visto come è fatto un chakra e che si presenta come una sorta di imbuto
La parte a sfera è quella vicino al corpo e la forma a imbuto, o vortice o tromba, va
verso l’esterno.
La parte esterna comunica con l’ambiente esterno grazie ad una sorta di filtro, di
materia eterica abbastanza densa; la parte sferica risulta più “solida” di quella esterna..
I chakra sono in grado di aspirare energia sottile dall’ambiente e di espellerla sporca ed
usata nell’ambiente. Questa possibilità è data da un moto rotatorio dell’energia, inverso
nei due sensi di entrata e di uscita.
L’energia che entra ed esce dai chakra ruota in modo vorticoso e, per alcuni girano
anche i chakra stessi, per altri il senso della rotazione è dato dal movimento rotatorio
dell’energia su chakra perfettamente immobili.
Le diverse valvole servono a far entrare energia pura ed espellere energia sporca ed a
volte, in questo movimento vi è una congestione che impedisce al chakra di far entrare
energia pura e nuova.
In questo caso il chakra entra in sofferenza, smette di assorbire energie pura ed il rischio
è che dopo un po’ sono gli organi connessi a quel chakra che entrano in sofferenza e si
ammalano.
La crescita della coscienza dipende dal grado di purificazione di ogni chakra da
condizionamenti e abitudini regressive, egoistiche o egocentriche, in modo da favorire
lo spostamento della polarizzazione dai chakra sotto il diaframma a quelli superiori.
Sono costituiti da un nucleo e da un numero variabile di anelli energetici concentrici denominati 'petali', con velocità rotatoria corrispondente allo stato di coscienza
dell'essere umano. Ogni chakra governa determinate aree della vita fisiopsico-spirituale
dell'essere umano, determinandone obiettivi, valori, motivazioni e modalità
d'espressione.
Ognuno dei chakra corrisponde ad una precisa ghiandola posta sul nostro corpo
fisico. Il corpo eterico immette energia nel corpo fisico, l’aggancio è il sistema
nervoso che a sua volta agisce sul sistema endocrino che riversa i suoi ormoni nel
sangue, nel sistema circolatorio.
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CHAKRA
GHIANDOLA
CORPO
ELEMENTO
AZIONE
CORONA 7
PINEALE
CORTECCIA
CEREBRALE,
PENSIERO
RITMO,
CONSAPEVOLEZZA,
SISTEMA
NERVOSO
CENTRALE
OCCHI,
MALATTIE
MENTALI
AJNA 6
IPOFISI/PITUARIA
GOLA 5
TIROIDE
CUORE 4
TIMO
PLESSO
SOLARE 3
PANCREAS
SEX
CHAKRA 2
o SACRALE
OVAIE, TESTICOLI VENTRE,
BASE 1
SURRENALI
COLLO SPALLE
BRACCIA
ESTERNE, MANI
POLMONI,
CUORE,
BRACCIA
INTERNE,
PALMO
APPARATO
DIGERENTE,
MUSCOLI
GENITALI, RENI,
VESCICA, PELLE
SISTEMA
CIRCOLATORIO
RENI, COLONNA
VERTEB.
GAMBE, PIEDI,
OSSA.
LUCE
SUONO
POTERE
SPIRITUALE,
INTUIZIONE
BIPOLARITA’,
SINTESI
INTUIZIONE,
IMMAGINAZIONE
CREATIVITA’
SUPERIORE,
COMUNICAZIONE
ARIA
DISCRIMINAZIONE,
FUOCO
AFFETTIVITA’,
POSSESSO,
FORZA,
ESPRESSIONE DI
SE’, AZIONE
SEPARATIVITA’
INDIVIDUAZIONE,
SESSUALITA’.
EMOZIONI,
MOVIMENTO
ACQUA
TERRA
RELAZIONI,
AMORE-SAGGEZZA
AUTOAFFERMAZIO
NE,
SOPRAVVIVENZA
Questi centri durante il processo evolutivo si “risvegliano” grazie alle esperienze che
l’uomo va facendo (con tempi diversi, a volte occorre tutta una vita per un solo centro,
alle volte alcuni di essi si sviluppano quasi contemporaneamente) e si attivano molto più
rapidamente quando l’uomo decide di percorrere consapevolmente il sentiero evolutivo.
Gli elementi principali che caratterizzano l'energia manifesta sono:
1) DIREZIONE (Logos)
2) INTENSITÀ (Eros)
Nel campo psichico, se si eccede con l'Intensità, si ha troppo Eros ma non si ha
direzione, ci si disperde e si perde la bussola, si crea il caos. Viceversa se si ha troppa
direzione ma non si ha Eros non si ha spinta e non si arriva da nessuna parte.
L'Eros e il Logos nell'uomo si manifestano su due diversi gruppi di funzioni psichiche:
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EROS
LOGOS
. Sensazioni
. Pensiero
. Emozioni
. Immaginazione
. Impulsi/Desideri
• Intuizione
• Volontà
Le forze dell'Eros e le energie del Logos sono da sintetizzarsi tra loro.
Il senso della vita dell’uomo è quello di imparare a trasformare se stesso e il proprio
ambiente ampliando sempre di più la sua visione fino ad arrivare a percepire quella
cosmica e vibrare con il flusso evolutivo e dove ognuno può realizzare il meglio di se
stesso.
L’IO E IL MAGNETISMO
Per diventare consapevoli e responsabili nell'uso dell'energia psichica è importante
assumersi la responsabilità di scegliere dove dirigere le varie forze della nostra
vita, cominciando a comprendere che la vita stessa è un atto di creazione di cui
possiamo diventare consapevoli e corresponsabili. Questo è il primo passaggio, il
secondo è quello della magnetizzazione della coscienza.
Cos'è un magnete? E'un corpo dotato di carica magnetica, che perciò viene detto
"polarizzato". Un magnete produce un campo magnetico nello spazio circostante, e
subisce l'influenza deI campo magnetico in cui si trova. All'interno di un magnete vi
sono due poli che non si possono separare: è un sistema bipolare.
Un magnete genera un campo magnetico intorno a sé, e possiamo dire che una sostanza
sottoposta all'azione di tale campo magnetico si magnetizza, acquista cioè cariche
magnetiche.
All'interno della coscienza umana il fenomeno deI magnetismo corrisponde all'aumento
deI voltaggio energetico della coscienza stessa. Questo aumento di voltaggio avviene
quando le parti che compongono la coscienza si integrano tra di loro (integrazione della
personalità). Cosa significa integrazione di queste parti? Significa che non ci sono più
contrapposizioni tra di esse e che sono cessate dannose dispersioni. Entra allora in atto il
fenomeno della sinergia tra le diverse forze in campo che ora convergono: questo porta
alla sviluppo di un potente magnetismo del nucleo centrale della coscienza poichè tale
nucleo diventa il punto centrale in cui tutte le forze si concentrano.
Quindi quando i tre livelli che compongono la personalità, e cioè il livello fisico,
livello emotivo e il livello mentale, si siano sufficientemente allineati, il centro della
coscienza aumenta il proprio magnetismo: l’uomo allora è capace, tra l’altro di
attrarre coscienze affini e quando un individuo integra la propria personalità,
sviluppa un magnetismo particolare, che avrà un timbro diverso a seconda del
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livello (inferiore o superiore) di integrazione.
Il magnetismo nella relazione uomo-uomo; uomo-cosmo; pianeti-sole
L’incontro con l’altro può essere dolce o violento…ma dobbiamo sapere che l’uomo
non è solo quello che vediamo come materia ma il suo vero essere è avvolto da un
campo energetico per cui quando incontriamo l’altro incontriamo anche il suo corpo
energetico che ha diversi strati.
L’incontro scatena una serie di emozioni: rabbia, dolore, gioia, piacere…
Per questa ragione il contatto deve essere fatto con molta gentilezza perché ogni persona
ha un bagaglio personale di ferite, problemi, bellezze.
OGNI PERSONA E’ UN ESSERE SACRO ed ognuno quando si avvicina all’altro
entra in quella sacralità.
Anche nel campo della relazione tra individui si può osservare il fenomeno dei
magnetismo. Infatti l' "Io" e il "Tu" possono essere considerati come "poli" che entrano
in relazione fra loro attivando una corrente, un flusso. In questo modo si crea un campo
energetico caratterizzato dalle qualità che i due poli immettono nello spazio e che
produce effetti sui vari piani della coscienza. Il processo avviene indipendentemente dal
fatto di esserne consapevoli, avviene cioè anche a livello inconscio, e
indipendentemente anche dai contenuti che si immettono nel campo stesso. Solo la
consapevolezza, comunque, permette di attivare nel campo della relazione la vibrazione
della volontà.
La qualità della vibrazione deI campo energetico della relazione dipende da diversi
fattori, tra i quali:
Il livello sul quale livello la coscienza è attestata o vibra maggiormente;
Le qualità specifiche di una coscienza, collegate ad esempio alle note tipologiche;
Il magnetismo, inteso come esperienza vissuta, assimilata e quindi testimoniata, di
ciascun polo.
Si può dire che l' energia psichica abbia le proprietà di un magnete. Alcuni straordinari
eroi della spirito apparsi nelle varie epoche sono stati (o sono) portatori eccezionali di
un magnetismo che potremmo chiamare cosmico, grazie alla straordinario sviluppo
della loro energia psichica. La loro volontà è così potente perché riconoscono il volere
deI cosmo e si identificano con questo. Ogni grande guida è collegata al magnete
dell'evoluzione. Loro stesse sono magneti cosmici e i loro sforzi hanno un successo
duraturo solo se le loro mete sono rivolte al bene comune. Le vere guide infatti si
riconoscono dalle loro azioni.
Il magnete interiore si sviluppa e sboccia attraverso le innumerevoli esperienze de la
vita esterna e interiore. Questo magnete non può essere tenuto segreto o essere nascosto;
poiché, se un magnete fisico produce effetti attraverso sostanze spesse e definite, quanto
più potente è la forza deI magnete spirituale che impregna tutto!
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Lo stesso magnete cosmico è il cuore deI cosmo, il centro di energia attrattivo di un
sistema solare, che a sua volta viene alimentato da sistemi più alti.
Il nostro Sole infatti è un grande magnete. Come tutti i magneti, esso è caratterizzato dal
fatto di avere due polarità (positivo e negativo) tra le quali scorre un potente flusso
magnetico. Questa circolazione induce un campo magnetico che si estende nello spazio
circostante il Sole, influenzando gli altri corpi celesti del sistema, come la Terra. Il
Sistema Solare dunque è caratterizzato anche dal fatto di essere un grande campo
magnetico, orientato dal Sole stesso, all'interno deI quale esistono campi magnetici
locali, come ad esempio quello terrestre.
In un certo senso si può dire che il Sole è il focalizzatore del Sistema Solare .
Ricordiamo la struttura della coscienza.
Tre orbite esterne formano la personalità composta da un corpo fisico-eterico, un corpo
emotivo, un corpo mentale. Si possono assimilare al monda fisico a manifesto.
Un orbita più interna: si tratta del Sè. I petali del Sè sono quelli della conoscenza, amore
spirituale, sacrificio. Tale orbita si può assimilare al mondo psichico o sottile.
Un nucleo interno; Monade, distinto in energia di Luce, Amore, Potere divino. Si parla
nelle varie tradizioni di Mondo Manadico o deI Fuoco.
La personalità è costituita da tre energie:
1. corpo eterico che veicola l'energia vitale
2. corpo astrale che veicola l'energia sensibile o forza senziente
3. corpo mentale che veicola l'energia intelligente della volontà ed è destinata ad essere
l'aspetto creativo dominante.
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Il Sè è costituito da tre energie:
Volontà o Proposito
Amore.
Intelligenza o Luce
Tutte e tre sono qualità sostanziali della Vita Una e quando dominano l'aspetto mente
dell'uomo, producono l'Armonia.
Compito di chi è su un cammino evolutivo è quello di esprimere la dualità di Amore e
Volontà mediante la propria struttura psichica.
Identificazione. Raggiunto l'incontro tra Sè e personalità, per esprimere sempre di più il
magnetismo dell'aspetto del Sè sarà necessario riorientare l’io personale inferiore in
modo tale che il complesso dei suoi desideri e la soddisfazione deI successo personale
siano posti in secondo piano e l’uomo autoaffermato dovrà volgere l’interesse vitale
verso nuovi conseguimenti dall’ambizione egocentrica e personale alle necessità di
gruppi e al servizio mondiale.
Vivere con questa consapevolezza allargata è vedere la Realtà con i chakra superiori.
LA VOLONTÀ E LA SUA ENERGIA TRASFORMATIVA
HOMINES SUNT VOLUNTATES (S. Agostino).
Un attributo essenziale della volontà è il potere di “giocare con gli opposti”, di regolare
l’interazione di forze e funzioni che sono agli antipodi, stabilendo così un equilibrio e
una sintesi dinamici, senza ricorrere al compromesso, ma piuttosto attraverso una
regolazione DA UN LIVELLO SUPERIORE.
L’attività volitiva è in stretto rapporto con la coscienza dell’Io quale Centro attivo e
unificatore di tutti gli elementi della vita psichica. L’Io, che all’inizio è un soggetto
misterioso, il punto di riferimento di ogni esperienza psichica, a poco a poco si afferma,
man mano che riesce a distinguersi, quale centro di attività, da ognuno dei suoi elementi
particolari (sentimenti, tendenze, istinti, idee). La volontà è proprio questa attività
dell’Io che è un’unità, che si eleva al disopra della molteplicità dei suoi contenuti, e che
sostituisce la precedente azione impulsiva, frammentaria e centrifuga di questi
contenuti. IO e VOLONTÀ sono termini correlativi; L’IO ESISTE IN QUANTO HA
LA SUA PROPRIA SPECIFICA CAPACITÀ DI AZIONE CHE È LA VOLONTÀ, e
la volontà esiste solo come attività distinta e autonoma dell’Io.
L’uomo esperimenta la sua individualità nei termini della sua volontà, e ciò significa
che la sua esistenza personale è identica alla sua capacità di esprimere la sua volontà nel
mondo. (Otto Rank)
Il compito della volontà è di “mobilitare” le altre funzioni psichiche e poi di dirigerne e
utilizzarne le attività. Non si tratta quindi di imposizione diretta, ma di suscitare,
promuovere, coordinare, dirigere e regolare le altre funzioni.... Per farlo occorre
soprattutto la CONCENTRAZIONE per tenere ben presente la meta da raggiungere ed
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eliminare tutto ciò che produrrebbe dispersione di energie o deviazioni. È necessaria
soprattutto affinché l’interesse e l’attenzione prestati all’uso dei MEZZI necessari non
prevalgano, come spesso succede, in modo da far perdere di vista o addirittura
dimenticare lo SCOPO finale dell’atto volitivo.
È vero che c’è una MOLTEPLICITÀ in noi, ma la volontà è essenzialmente
l’ATTIVITÀ DELL’IO che si pone sopra la molteplicità. Dirige, regola, equilibra le
altre funzioni della personalità IN MODO CREATIVO.
La volontà non è qualcosa di duro, rigido, che dà ordini e impone proibizioni. Invece ha
essenzialmente una funzione di REGOLAZIONE. È una funzione psichica che dirige e
regola il GIOCO di tutte le altre.
La volontà è raffigurata al centro, in contatto diretto con l’Io cosciente, per mostrare che
essa è aderente, intima all’Io, e che ATTRAVERSO DI ESSA l’Io può RICEVERE
dalle altre funzioni psichiche impressioni e informazioni, e a sua volta agire su di esse,
influenzarle, dirigerle.
Grande è il potere delle IMMAGINI, e si può dire che ESSE SONO UN TRAMITE
NECESSARIO TRA LA VOLONTÀ E LE ALTRE FUNZIONI PSICHICHE.
La funzione specifica della volontà è di DIRIGERE, e non come comunemente si crede
di ESEGUIRE.
Si ritiene e si tenta di agire, di eseguire, MEDIANTE UNO SFORZO, un’imposizione
della volontà sugli ORGANI DI AZIONE. Invece il compito della volontà è DI
DIRIGERE L’ESECUZIONE, cioè di mettere in opera i mezzi necessari e opportuni per
il raggiungimento del fine che si era proposta.
LA VOLONTÀ SERVE SEMPLICEMENTE COME ENERGIA CHE DIRIGE
TUTTE LE ALTRE FUNZIONI PSICHICHE.
La SCOPERTA DELLA VOLONTÀ dentro di noi può rappresentare una vera
RIVELAZIONE in grado di cambiare, a volte radicalmente, la nostra autocoscienza e
tutto il nostro atteggiamento verso noi stessi, gli altri e il mondo.
Percepiamo di essere un SOGGETTO VIVENTE DOTATO DEL POTERE di
scegliere, di costruire rapporti, di operare cambiamenti nella nostra personalità, negli
altri, nelle circostanze.
La funzione della volontà è simile a quella del timoniere di una nave. Sa quale deve
essere la rotta della nave, e la mantiene con fermezza nonostante le sbandate causate dal
vento e dalla corrente.
L’EDUCAZIONE E LO SVILUPPO DELLA VOLONTÀ sono il COMPITO
CENTRALE della Psicosintesi, poichè la volontà è il PRINCIPIO UNIFICATORE E
DIRETTIVO di tutte le funzioni psichiche.
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Il METODO CENTRALE, e in certo senso PRELIMINARE, per attuare la psicosintesi
è lo sviluppo e l’uso appropriato della volontà. Si deve RICONOSCERE LA
POSIZIONE CENTRALE E LA FUNZIONE IMPORTANTE che ha la volontà, questa
Cenerentola della psicologia moderna. Infatti anche le azioni più semplici e gli esercizi
psicologici elementari richiedono l’uso della volontà. Ma quegli esercizi, a loro volta,
servono anche ad allenare e rafforzare la volontà stessa.
È possibile dirigere e trasformare i nostri STATI D’ANIMO, e bisogna decidersi a farlo.
L’ORDINE, la DISCIPLINA, e il RITMO esterno aiutano a disciplinare e riordinare la
mente e le emozioni.
La volontà sta dietro, o meglio al centro di ogni attività consapevole e deliberata.
Ogni TECNICA richiede L’USO DELLA VOLONTÀ, che potrebbe essere considerata
quale il "Deus ex machina" di ognuna.
La volontà è il CENTRO e l’ENERGIA PROPULSIVA dell’azione psicosintetica in
ogni suo campo: formazione e sviluppo individuale, terapia, educazione, rapporti
interpersonali, vita sociale.
Il CENTRO, il PERNO
VOLONTÀ.
di ogni azione interna è l’EDUCAZIONE DELLA
L’ATTENZIONE e la CONCENTRAZIONE sono funzioni specifiche della volontà.
La VOLONTÀ costituisce il CENTRO PIÙ INTIMO E PIÙ REALE DELL’UOMO,
ciò che lo rende AUTOCOSCIENTE - LIBERO - RESPONSABILE.
La VOLONTÀ è ciò che fa essere l’uomo tale, veramente se stesso.
Tutti sono capaci di SVILUPPARE LA PROPRIA VOLONTÀ.
La volontà SI ESERCITA VOLENDO.
La volontà, come ogni altra funzione della personalità, può essere sistematicamente
sviluppata e rafforzata, e se è debole può essere allenata da un esercizio regolare, nella
stessa maniera in cui i muscoli sono sviluppati dalla ginnastica. Se una persona
incomincia con una volontà debole, può, col semplice miracolo della
ipercompensazione, sviluppare una forza di volontà maggiore del normale. OGNUNO
HA ABBASTANZA VOLONTÀ PER INCOMINCIARE IL PROCESSO e per
svilupparne di più.
L’Io cosciente può e deve innanzitutto suscitare e sviluppare la volontà stessa, usando la
quota di volontà che già possiede. Poi può usare la volontà per sviluppare le altre
funzioni della psiche.
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La VOLONTÀ è un’ESPERIENZA INTERNA, vivida e forte (nei momenti di pericolo,
o di seduzione, o di minacce).
Nell’AZIONE, nella LOTTA contro un OSTACOLO, si sente in noi un POTERE,
un’ENERGIA SPECIALE, e proviamo naturalmente il SENSO DI “VOLERE”.
Poiché la volontà si rivela come l’ESSENZA INTIMA DEL NOSTRO IO, la scoperta
della volontà coincide con la scoperta di noi stessi, del nostro vero Io.
Ma non possiamo dire: “io non sono la mia volontà” perchè essa è intimamente
aderente, INSITA NELL’IO, inscindibile da esso.
Una delle ragioni di questo mistero della volontà è che essa è intimamente collegata con
l’Io, col centro di coscienza. In realtà tutte le funzioni sono FUNZIONI DI UN
ESSERE VIVENTE, DI UN IO. È l’Io che sente e che pensa, che immagina, che
desidera e che vuole. Ma soprattutto che VUOLE. Perciò se, come vedremo, si ha in
generale un senso molto vago, indistinto di noi stessi, dell’autocoscienza, è naturale che
si abbia un senso altrettanto vago e indistinto della sua funzione fondamentale: la
volontà.
L’esperienza della volontà può essere fatta quindi in due modi, o sotto due aspetti. Il
primo, che si può chiamare ESSENZIALE o ONTOLOGICO, come un Punto, un
Centro stabile, immutabile, non influenzato dal fluire della vita psichica. Come PURA
AUTOCOSCIENZA: “Io sono”. L’esercizio di disidentificazione porta a questo tipo di
consapevolezza.
Il secondo metodo, che si può chiamare DINAMICO, è stato così esposto: “Quando
sperimentiamo noi stessi... abbiamo l’esperienza di un quid, un qualcosa che evoca
immediatamente l’analogia di ciò che è chiamato nella fisica FORZA o ENERGIA.
Particolarmente, quando mi sento un SOGGETTO posso comunicare la mia esperienza
solo dicendo: “Io sono una forza, una causa”.”. Questo attesta che l’Io è vissuto come
un AGENTE, cioè come una VOLONTÀ OPERANTE.
Queste due esperienze, quella statica e quella dinamica, non sono in contrasto: sono due
modalità o aspetti di una stessa realtà
Noi sappiamo che la nostra volontà È un punto fisso, ma che HA un’azione dinamica.
Nell’elevazione interna, nella fervida aspirazione, arriviamo a realizzare che LA NOTA
ESSENZIALE DELLO SPIRITO È VOLONTÀ, energia pura che spazza via ogni
ostacolo, che si afferma in modo irresistibile.
Tener viva la facoltà dello SFORZO con piccoli ESERCIZI INUTILI fatti ogni giorno.
Essere sistematicamente EROICI ogni giorno nelle PICCOLE COSE NON
NECESSARIE. Fare ogni giorno qualcosa per la sola e semplice ragione che è difficile
e che preferireste non farla.
Tutti gli ostacoli, inconvenienti e disappunti della giornata diventano allora la sbarra
con cui far fare VOLTEGGI alla nostra volontà!
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Se la VOLONTÀ si mette in DIRETTA OPPOSIZIONE CON ALTRE FUNZIONI,
viene spesso sopraffatta.
È vero che non si possono cambiare i nostri stati d’animo DIRETTAMENTE con una
imposizione volontaria. L’uso imperativo e repressivo della volontà suscita spesso
reazioni contrarie e fallisce al suo scopo.
Ogni SFORZO è per se stesso più o meno sgradevole, e suscita perciò facilmente
reazioni di difesa, disattenzione, mancanza di ricettività e fatica. Spesso più uno si
sforza più cresce l’OPPOSIZIONE INTERNA, e quindi più scarso è il risultato.
La funzione della volontà è di DIRIGERE l’esecuzione, non di produrla con uno sforzo
diretto. La volontà deve AGIRE ATTRAVERSO, E
PER MEZZO
DELL’INCONSCIO; deve andare d’accordo con l’inconscio. All’inconscio si possono
dare ordini e istruzioni, ma non si deve forzarlo perchè altrimenti si ribella. Quindi la
tecnica da usare richiede molta abilità; occorre che la volontà agisca, ma in un modo
particolare, cioè “DANDO UNA DIREZIONE”, INDICANDO UNA META E
TENENDOLA FISSA, ma SENZA INTERVENIRE DIRETTAMENTE nel processo
che va dall’inizio alla meta.
VOLONTÀ (consapevole, decisa e tenace, diretta alla meta) che deve:
- conquistare zone dell’inconscio
- disciplinare gli elementi ribelli e contrastanti
- comporre dissidi, dissolvere complessi
- liberare energie represse
- trasformare, elevare, utilizzare al meglio le forze istintive,
passionali, emotive
- volgere all’alto desideri e aspirazioni
- risvegliare le energie spirituali
- eliminare gli ostacoli all’azione dello Spirito
La VOLONTÀ NON È soltanto AUTOAFFERMATIVA, aggressiva, e con
funzioni di controllo. C’è anche la volontà che accetta, che cede, la volontà che si
dona. Si potrebbe dire che c’è una POLARITÀ FEMMINILE nella volontà l’abbandono spontaneo, la gioiosa accettazione delle altre funzioni della
personalità.
Arrivare a una PACE PROFONDA dipende dall’armonia della volontà.
Che ci piaccia o no, l’essere umano è PARTE DI UNA VOLONTÀ UNIVERSALE,
con cui deve in qualche maniera entrare in sintonia e partecipare volontariamente.
L’armonizzazione e l’unificazione della volontà individuale con quella universale è uno
degli scopi umani più alti, sebbene raramente realizzato.
Una caratteristica della volontà è la LIBERTÀ - la libertà di scegliere e di agire nella
maniera in cui vogliamo. (LIBERTÀ NELL’ACCETTAZIONE).
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L’ATTO DI VOLONTÀ può essere e spesso è intrinsecamente GIOIOSO.
Il risultato della soddisfazione delle esigenze superiori è GIOIA. La volontà buona è
gioiosa! Essa crea un’atmosfera armoniosa, lieta, e gli atti di buona volontà hanno fertili
e a volte sorprendenti risultati. Le attività altruistiche e umanitarie danno poi profonda
soddisfazione, e la sensazione di aver realizzato il proprio vero scopo nella vita.
Poiché il risultato di un atto di volontà riuscito è la soddisfazione delle nostre esigenze,
possiamo vedere che l’atto di volontà è essenzialmente gioioso. E la realizzazione
dell’Io, o più esattamente di ESSERE UN IO dà un senso profondamente gioioso di
libertà, di potere, di dominio.
Nel prendere posizione verso la vita, siamo soliti commettere gli stessi errori che
abbiamo rilevato nei rapporti con i nostri simili. La nostra ORGOGLIOSA VOLONTÀ
PERSONALE tenta continuamente di forzare la natura, di RIBELLARSI AGLI
EVENTI. Ma la natura, la vita, non si lasciano vincere così. Vi è nell’Universo,
comunque lo si concepisca, una grande legge di armonia, di equilibrio, di
compensazione, per la quale ogni azione produce una reazione corrispondente, ogni
violazione dell’ordine e dell’armonia si ripercuote coi suoi effetti su chi l’ha prodotta,
come un boomerang. Occorre dunque raffreddare i nostri moti di ribellione, imparare a
intonarci e a cooperare con le leggi che dirigono la vita.
Abbiamo detto che per avere la pura esperienza del Sè ci si deve disidentificare da ciò
che non è il Sè; e che per essere capaci di farlo si deve prima avere l’esperienza del Sè
personale, o Io.
Per questo bisogna usare la volontà: innanzitutto per acquisire la consapevolezza
dell’Io, e in secondo luogo per elevarsi verso il Sè. Al tempo stesso il Sè, per mezzo
della volontà transpersonale, attrae e riassorbe l’Io che ha emanato. In questo processo
si vede L’AZIONE COORDINATA della volontà personale e della volontà
transpersonale.
Il libero allineamento della volontà dell’Io con la volontà transpersonale è un compito
molto difficile e un atto culminante, che SOLO UN IO FORTE CON UNA VOLONTÀ
PIENAMENTE SVILUPPATA È CAPACE DI RAGGIUNGERE, e per cui tutti i
precedenti atti di volontà nel mondo della personalità possono essere considerati una
preparazione e un allenamento.
La volontà individuale, che liberamente aderisce alla volontà universale, che si immerge
e si fonde con essa, non si diminuisce per questo, non si annulla, e nell’istante in cui
sembra "morire" risorge trasfigurata. Quando ha accettato di cooperare armonicamente
con la volontà che muove l’universo, si accorge che questa volontà coopera con lei,
mette a sua disposizione le proprie energie infinite.
L’ATTO DI VOLONTÀ, mediante il quale si prendono le decisioni e si fanno le scelte.
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Quello che caratterizza l’AZIONE VOLONTARIA e la distingue dalle altre è anzitutto
la chiara visione di un fine, di una meta da raggiungere, di un proposito da attuare.
Questo è un carattere necessario, ma non sufficiente: infatti, finchè la visione del fine
resta pura immagine, o contemplazione di esso, non è ancora volontà. Occorre che il
fine sia valutato, apprezzato, e che quindi susciti dei MOVENTI, cioè una SPINTA AD
ATTUARLO. La parola stessa "movente" indica qualcosa di attivo, di dinamico, e I
MOVENTI SONO SUSCITATI DALL’APPREZZAMENTO, CIOÈ DALLA
VALUTAZIONE DEL FINE, della meta da raggiungere.
Un proposito è la volontà di raggiungere una meta, un fine; ma un fine non è tale se non
è apprezzato e valutato, a sua volta un movente non è tale se non muove, se non spinge
verso un fine.
Le motivazioni sono basate sulle valutazioni, e le valutazione sono basate sul significato
attribuito alla vita; ma questo significato a sua volta dipende dal fine, dallo scopo della
vita stessa e dal raggiungimento di questo scopo. Quindi è importante, anzi necessario
AVERE UNA CONCEZIONE POSITIVA DEL SIGNIFICATO E DELLO SCOPO
DELLA VITA. Anzitutto riconoscere che la vita ha uno scopo, che ha un significato,
poi che questo scopo, che questo significato è positivo, costruttivo, buono.
Il presupposto dell’azione volitiva è quello che LA VITA ABBIA UN SIGNIFICATO
POSITIVO, e non soltanto la vita individuale, ma TUTTA la vita. Infatti l’uomo non è
isolato, ma INTESSUTO, non solo nella vita interindividuale e sociale, ma nell’intero
fluire e divenire della vita universale. Perciò, ogni fine, ogni scopo individuale dovrebbe
essere in armonia col fine universale della vita.
Si noti che tutto ciò può sorgere dall’interno, dal nostro essere, spontaneamente, oppure
avviene (anzi più spesso) per opera di stimoli esterni, quali gli esempi viventi, oppure
immagini, letture, idee altrui. Ma essi diventano efficaci soltanto SE VENGONO
ACCOLTI IN NOI, INTROIETTATI. Perciò questa diversa origine non cambia la
natura dell’atto volitivo che per essere tale richiede una consapevole adesione dell’Io.
Il terzo stadio, che la rende più completa ed efficace, è la scoperta di ESSERE UNA
VOLONTÀ, ciò che è diverso che “avere una volontà”. ... Essa implica la scoperta di sè
come SOGGETTO COSCIENTE, distinto da ogni suo contenuto o determinazione. È la
rivelazione della vera autocoscienza, dell’”Io sono".
Riguardo alle motivazioni, è opportuno distinguere fra MOVENTE e MOTIVAZIONE.
Un movente è costituito, prodotto da un impulso, da una spinta, e che possono essere
coscienti o inconsci. Il movente può essere considerato genericamente una tendenza
spontanea, “ciò che ci muove”, o che tende a muoverci. Invece la motivazione, per
essere veramente tale, deve essere consapevole, avere un aspetto conoscitivo, mentale:
esso richiede una chiara visione del fine e poi l’apprezzamento di esso, il
riconoscimento del suo valore.
Dopo essere stati esaminati, i moventi devono essere SUSCITATI E USATI. Altrimenti
stabilire gli obiettivi e analizzarli rimane un fatto puramente accademico. Le energie
psicologiche devono essere messe in moto e usate con il chiaro intento di servire un
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bene superiore; devono essere raccolte e combinate in modo che la volontà possa
procedere efficientemente verso l’azione che condurrà dagli obiettivi alla realizzazione.
Con questo ARDORE iniziale, una persona può procedere ad esaminare
deliberatamente i modi in cui può effettivamente raggiungere un dato scopo. Se i suoi
moventi non sono dinamici, per chiari che siano i suoi obiettivi, per quanto nobili
possano essere, gli mancherà la spinta ad andare avanti, rimarrà solo un sognatore, non
l’esecutore di un atto di volontà.
Il primo passo o stadio della DELIBERAZIONE consiste nel VEDER CHIARO, nel
porre nettamente il problema e le alternative che ci stanno davanti; questo sembra ovvio,
ma molto spesso non viene fatto. Il secondo stadio consiste nel riconoscere con senso
realistico le POSSIBILITÀ di attuare lo scopo che vorremmo raggiungere; la
TEMPESTIVITÀ che l’azione richiede; la GRADUALITÀ dei vari passi o tempi
occorrenti per passare dal progetto, dal programma all’attuazione.
Le DELIBERAZIONI che ognuno di noi può trovarsi a dover prendere insieme con altri
dovrebbero consistere nel “consigliarsi insieme” SU UNA BASE DI PARITÀ.
Gli INDECISI dovrebbero acquistare chiara coscienza che DECIDERE È
INEVITABILE, e che IL NON DECIDERE È GIÀ UNA DECISIONE, talvolta la
peggiore. Essi devono sviluppare il CORAGGIO DI SBAGLIARE, riconoscendo che
gli errori possono dimostrarsi utili come fonte di esperienza. Nella scienza e nella
tecnica si usa continuamente il metodo del “trial and error”, cioè della prova ed errore.
L’AFFERMAZIONE È CREAZIONE.
Dopo aver deliberato, scelto, deciso, comincia il processo della vera e propria
ATTUAZIONE DELLA VOLONTÀ, o più precisamente di quello che si vuole che sia,
che avvenga, che si manifesti.
Il primo passo o atto di questa fase consiste nell’AFFERMAZIONE. Senza di essa la
decisione resta una possibilità, ma NON DIVIENE UNA ENERGIA OPERANTE.
“La volontà è il POTERE di affermare o di negare”. (Spinoza).
Rendiamoci conto di quello che implica e richiede l’affermazione volitiva o la volontà
affermatrice. Innanzitutto un senso o stato d’animo di SICUREZZA. Questa ha due
aspetti, o meglio è la sintesi di due stati interni: FEDE e CONVINZIONE.
Occorre innanzitutto FEDE IN SE STESSI, nel vero Sè, in quello che siamo
essenzialmente “in spirito e verità”. Keyserling lo dice in modo efficace: “Soltanto
l’AFFERMAZIONE INTERNA che è chiamata fede crea la decisione e RENDE
REALE IL SÈ NELL’ESISTENZA FENOMENICA”. Si noti bene, nella “esistenza
fenomenica”, poichè il SÈ, per e in se stesso, esiste già, è indipendente da ogni sua
manifestazione.
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La CONVINZIONE è di natura mentale. Si forma per via razionale oppure per adesione
intellettuale a un’intuizione riconosciuta come rispondente a verità. Nell’esperienza
vivente fede e convinzione coesistono e si fondono in varie proporzioni, e la loro
combinazione ha per risultato la SICUREZZA.
La sicurezza a sua volta suscita e rafforza un’altra qualità del volere: la
RISOLUTEZZA. L’affermazione per essere efficace deve essere ENERGICA, deve
possedere un forte POTENZIALE DINAMICO, o INTENSITÀ; quello che si potrebbe
chiamare con un’analogia tratta dall’elettricità, un alto “voltaggio” psicospirituale.
L’affermazione può essere considerata quale un COMANDO, un comando dato con
AUTORITÀ. Questa autorità può derivare da una posizione, da una carica esterna, ma è
soprattutto ed essenzialmente una qualità, una realtà INTERNA, psicologica o
spirituale. Chi la esercita sente, anzi SA di possederla, e quelli verso cui è diretta la
percepiscono direttamente e sono indotti a OBBEDIRE.
L’AUTORITÀ può, anzi dovrebbe venire esercitata prima di tutto entro di noi, sopra le
energie, le funzioni psichiche che dobbiamo usare per attuare quello che ci siamo
proposti.
Un’AFFERMAZIONE, perchè sia EFFICACE, deve essere espressa in modo chiaro,
preciso. Talvolta può bastare una sola parola, ma spesso è opportuno usare una breve
formula o frase.
Una tecnica importante, anzi spesso necessaria, è quella della RIPETIZIONE. Occorre
RIAFFERMARE PIÙ E PIÙ VOLTE quello che si vuole sia attuato: il COMANDO. Lo
stesso va fatto per l’uso delle immagini e degli atti esterni.
Un ultimo punto riguardante l’affermazione volitiva che è importante e fondamentale, è
il suo rapporto con l’IDENTIFICAZIONE. L’affermazione quale comando rivolto alle
altre funzioni psichiche, e come direzione delle loro attività, deve venir fatta con
DISTACCO, con una certa DISTANZA INTERNA, senza identificarsi con esse. Lo
stesso vale per il comando esercitato all’esterno.
Un’altra norma è di riconoscere, distinguere e articolare in giusta successione i VARI
STADI DELLA PIANIFICAZIONE. Essi si possono così indicare: 1) pianificazione 2)
programmazione 3) progettazione 4) strutturazione 5) modello 6) progetto pilota.
Quando occorre un esame accurato, obiettivo, un’osservazione precisa, la volontà deve
intervenire per dirigere, regolare e usare nel miglior modo LA FUNZIONE
SENSORIALE. Per farlo, deve da un lato mantenere la coscienza concentrata nel
ricevere e assimilare i messaggi recati dai sensi, dall’altro mettere da parte
risolutamente per il tempo necessario tutte le altre impressioni sensoriali, emozioni e
attività mentali che possano interferire.
Occorre perciò un ALLENAMENTO DEL POTERE DI OSSERVAZIONE mediante
una serie di esercizi di osservazione.
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I modi per UTILIZZARE LE ENERGIE EMOTIVE sono diversi secondo la natura di
esse, e anche a seconda delle loro intensità. Fondamentalmente si tratta di collegare, di
associare l’energia delle emozioni con la meta da raggiungere, cioè DIRIGERE LA
CORRENTE DELLE EMOZIONI E DEI SENTIMENTI VERSO LA META
PREFISSA. Spesso ciò richiede una trasmutazione o una sublimazione di quelle
energie; cioè la volontà di dirigerle e di impiegarle verso attività rivolte al futuro, verso
mete utili e superiori che abbiano un potere attrattivo.
Ma spesso avviene che la loro intensità sia tale da suscitare una RESISTENZA
PASSIVA, o anche una RIBELLIONE violenta contro la direzione che la volontà cerca
di dare ad esse. In questi casi la volontà deve usare altri metodi, poichè se si oppone
direttamente a quegli impulsi, desideri, emozioni, spesso non riesce, o, se arriva a farlo
con un atto di imposizione, SUSCITA CONFLITTI che possono avere conseguenze
dannose.
La volontà deve prima scaricare l’intensità, la tensione eccessiva delle energie emotive
e propulsive, e questo può essere fatto con le varie tecniche dello sfogo (CATARSI),
della soddisfazione simbolica - e anche, entro certi limiti, della soddisfazione e
appagamento reale. In questo modo la volontà può arrivare ad eliminare l’opposizione o
a ridurla a un grado di intensità minore, così che le energie possono venir poi usate nel
modo prima indicato.
Bisogna anche tener conto della CARICA ENERGETICA DELLA VOLONTÀ
STESSA. Una volontà debole ha difficoltà a dirigere emozioni anche deboli o di media
intensità, mentre una volontà forte può farlo con successo. Quindi bisogna tener conto
di tale rapporto energetico. Questo si impara solo mediante l’esperienza, ma
un’esperienza consapevole e vigile, e ancor meglio mediante ESERCIZI ED
ESPERIMENTI, che possono venir fatti usando i metodi della direzione, trasmutazione
e sublimazione.
La volontà non ha alcun potere diretto sulla FUNZIONE INTUITIVA; questa sfugge ad
ogni azione volitiva che otterrebbe l’effetto contrario. Ma anche qui vi è un’azione
indiretta molto utile che la volontà può esercitare: essa può creare e mantenere sgombro
il CANALE DI COMUNICAZIONE lungo il quale scendono le impressioni intuitive.
Può farlo frenando o inibendo temporaneamente l’attività disturbatrice delle altre
funzioni psichiche.
La volontà può favorire l’attività intuitiva anche in un altro modo, cioè
FORMULANDO
DOMANDE
RIVOLTE
VERSO
LA
SFERA
DEL
SUPERCOSCIENTE, che è la sede dell’intuizione. Le domande devono esser poste in
modo chiaro e preciso; le risposte possono essere pronte, ma più spesso vengono dopo
qualche tempo e quando meno ci si aspetta.
La volontà ha ancora il compito di FRENARE L’IMPAZIENZA E L’IRRITAZIONE
che spesso insorgono di fronte agli esecutori inetti o svogliati, e deve anche resistere
all’impulso che sorge in tali casi a fare tutto da sè. Questo va frenato, anche se
momentaneamente il fare da sè risulta più rapido e meno faticoso che il sorvegliare
l’attività e correggere gli errori degli altri! Ma in queste situazioni l’Io volente deve
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tenere ben presenti il fine ultimo e le varie parti del programma. Nel farlo, si rende
conto che l’impiego di altre persone è indispensabile, e che è bene prevedere che possa
sorgere la necessità di venire sostituiti, sia in modo temporaneo che duraturo. Perciò
CONVIENE DEDICARSI CON CALMA E PAZIENZA, dando tutto il tempo e le
energie necessarie, A ISTRUIRE E ALLENARE I COLLABORATORI.
Nell’amore come nella volontà esistono differenze qualitative di livello, di grado e di
valore.
Dunque volontà buona e amore buono sono strettamente collegati.
Ci sono molte tecniche per coltivare la volontà una delle quali ricorda il Mandala
delle associazioni di Swami Satyanada: si scrive su un foglio le probabili risposte
alla domanda "che cosa voglio fare nella mia vita?" Si fa una lista veloce, senza
pensarci troppo. Si scrive tutto, qualsiasi cosa abbiamo in mente. Poi si lascia da
parte questa lista e ci si pone un'altra domanda:
Che cosa vorrei fare nei prossimi cinque anni ?
Poi ci si pone una terza domanda: se avessi soltanto sei mesi di vita, che cosa farei ?
Alla fine da queste tre liste si scelgono le due o tre risposte a cui dare maggiore
attenzione e valore: sono le nostre priorità, ciò che ha il potere di dare significato e
dinamismo alla nostra vita.
Ora da questa scala di priorità si agisce giorno per giorno in direzione di ciò che si
desidera, allora sentiamo veramente di non perderci in cose inessenziali, di essere a
fuoco, di avere un progetto.
Generalmente le cose più importanti sono quelle che richiedono maggior sforzo,
maggior impiego di energie, spesso invece è più semplice lasciarsi andare a tutto ciò
che è ovvio e più facile, verso un’ innata tendenza alla conservazione dell’energia,
senza sapere che la perdita di energia si verifica quando non stiamo facendo ciò che
veramente vogliamo.
Ma gli esercizi di volontà non sono solo fare. Al contrario, la volontà può anche
essere un non fare, potremmo paragonarlo a quel senso di “contentamento” sia del
proprio stato che di ciò che si ha, operare una pulizia in tutti gli aspetti della nostra
vita, cioé decidere di fare meno cose; “potare” é un’operazione che rivitalizza.
Goethe diceva che è nell' arte di limitare se stessi che si riconosce il vero maestro.
Uno dei simboli del primo raggio, Volontà, è quello del fulmine.
Il fulmine è l’espressione esterna del flusso di corrente tra due poli elettrici. Quando
l’aria tra i poli si ionizza, accadono due azioni simultaneamente. La nube temporalesca
invia delle “scariche guida”; le quali, sono come flussi di “plasma” che si estendono non
in linea retta, bensì ovunque ci sia un’apertura al flusso. Allo stesso momento dalla terra
si protendono delle “strisce” di plasma verso i flussi discendenti. Quando i due flussi
s’incontrano avviene il trasferimento di corrente e il vuoto elettrico tra i due poli viene
colmato.
Trasformazione e nuove creazioni sono allora possibili.
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