Corriere Bologna - Unione delle Camere Penali Italiane
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Corriere Bologna - Unione delle Camere Penali Italiane
Cronaca Corriere di Bologna Venerdì 23 Novembre 2012 9 BO Via Andrea Costa A mezzanotte la brutta avventura di una 30enne: era appena scesa dal bus per tornare a casa Tribunale La segue e tenta lo stupro: le grida lo fanno scappare Emergenza carceri: la protesta degli avvocati «Mi ha spinto a terra e ha iniziato a toccarmi» Via San Vitale «Noi la crisi ce la mangiamo» Manifestazione all’Incoop Un flash mob sotto le Due Torri per ribadire la «necessità di riprendersi il futuro». Lo hanno messo in scena gli attivisti di Làbas, collettivo vicino al Tpo che dal 13 novembre ha occupato l’ex caserma Masini di via Orfeo. All’appuntamento in piazza di porta Ravegnana, alle 13, hanno risposto una trentina di persone. Si sono mosse in corteo dietro lo striscione «Be choosy, take your future», idealmente dedicato al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e alle sue parole rivolte ai giovani «schizzinosi». Ma la vera sorpresa è stato il tentativo di bloccare le casse del punto vendita InCoop di via San Vitale. «Noi la crisi ce la mangiamo» è stato lo slogan mostrato su uno striscione e gridato più volte dai manifestanti. Lo scopo dell’iniziativa era quello di permettere ai clienti di fare la spesa «pagando il giusto, ovvero quanto è nella disponibilità di ogni persona». I cassieri sono stati invitati a fare degli sconti sugli acquisti, «perché mangiare costa troppo e una cooperativa dovrebbe pensare ai consumatori e non a fare profitti», hanno gridato i ragazzi di Làbas. Sulla merce e sulle vetrine sono stati attaccati dei cartelli con la scritta «Dacci un taglio». Il proposito di fermare il supermercato è stato abbandonato dopo un confronto con il direttore dell’InCoop: una delle casse è stata lasciata libera per permettere al punto vendita di continuare a lavorare. L’ha vista sull’autobus e ha deciso di seguirla. Ha aspettato che la sua vittima fosse in un luogo «sicuro» per non darle scampo, voleva braccarla e poi violentarla, ma fortunatamente non c’è riuscito. Una 30enne pugliese, sola, che stava tornando a casa, piombata in pochi secondi in una serata di paura: afferrata da un uomo ri- Il racconto La giovane è andata in Questura a fare denuncia nel cuore della notte: «Era sul 14 con me, ma l’ho visto solo quando è sceso» ha reagito. La 30enne ha iniziato a sgomitare per divincolarsi, poi le urla per chiedere l’intervento di qualcuno. L’ora tarda non ha aiutato, in strada non c’era nessuno e la sua voce sembrava solo fiato sprecato, mentre quell’uomo continuava a tenerla tra le sue braccia. Tra i due non c’è stato scambio di parole, l’aggressore è rimasto sempre in silenzio. Le grida disperate però hanno allarmato delle persone che abitano vicino al punto della tentata violenza, che si sono affacciate per vedere cosa stesse succedendo. A quel punto l’uomo si è dato alla fuga, lasciando la sua «preda» sul marciapiede. La donna è corsa a casa, le è servito del tempo per capire cosa fosse successo. Poi è andata da una vicina, alla quale ha raccontato per prima quello che le era appena capitato. Verso le 4.30 è andata in Questura e ha riferito l’accaduto. «Non mi ero nemmeno accorta che ci fosse un uomo sul 14 — ha spiegato la 30enne —. Mi sono accorta della sua presenza solo quando l’ho visto scendere dietro di me. Pensavo fosse un ladro ma invece non ha nemmeno provato a rapinarmi. La borsa non gli interessava, ha solo iniziato a toccarmi». La paura e i momenti concitati vissuti non le hanno permesso di essere molto precisa sull’accaduto. Ancora scossa, sull’aggressore non è riuscita a dire molto: dalle informazioni date si tratterebbe di un ragazzo tra i 25-30 anni, forse dell’Europa dell’Est. Affinché tutto filasse liscio era necessario sapere quando la funzionaria fosse di turno. «Domani mattina che turni sono?», «Dovrebbero essere due e quattro». Masi e la Raimo parlavano delle sessioni d'esame e la donna sembrava rassicurarlo spiegandogli che sarebbe passata in ufficio per verificare. «Se ce la fai è una bella cosa...così vedo come iniziare ad aggiustare», diceva Masi. La conversazione non sembra lasciare dubbi, così come le riprese delle microcamere piazzate alla Motorizzazione che immortalano la funzionaria mentre intasca bustarelle nel suo ufficio. Domani gli arrestati sfileranno davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia ma è probabile che in questa fase scelgano il silenzio. Ha registrato una «massiccia adesione» degli avvocati penalisti bolognesi l’astensione dalle udienze proclamata ieri dall’Unione Camere penali in segno di protesta contro le condizioni delle carcere italiane e il numero crescente di suicidi. A riferire l’alta partecipazione è la Camera penale di Bologna, spiegando che «questa mattina in ogni aula del Tribunale penale è stato osservato un minuto di silenzio quale forma di denuncia delle intollerabili condizioni delle carceri italiane». Alle 11 c’è stato il dibattito sul tema carcere organizzato dalla Camera penale, al quale ha scelto di essere presente anche il presidente del Tribunale, Francesco Scutellari. Oltre ai relatori Michele Leoni (presidente di sezione) e Massimo Ziccone (direttore dell'area pedagogica del carcere della Dozza) e alla presidente della Camera Penale, avvocato Elisabetta d’Errico (nella foto), sono intervenuti Francesco Maisto, presidente del Tribunale di sorveglianza e Maurizio Millo, presidente dei Gip. Il dibattito, spiega la Camera penale, ha evidenziato una «ampia condivisione» tra magistrati ed avvocati sul tema delle «inaccettabili condizioni delle carceri», pur restando molto lontane le loro idee sulla questione delle misure cautelari (di cui gli avvocati da tempo denunciano un «abuso»). In serata sit-in dei Radicali fuori dalla Dozza. L’iniziativa rientra nei quattro giorni di mobilitazioni «non violente» proclamati in tutta Italia dal partito di Marco Pannella dal 19 al 22 novembre «per l'amnistia, la giustizia e la legalità». Gianluca Rotondi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il blitz Animalisti contro il «Premio Hitler» Blitz dell’associazione «100% animalisti» contro il «Premio Hitler» di Federfauna, che sarà consegnato domani, alle 10, all’hotel I Portici (e non nella sede di via Altabella). La targa andrà polemicamente all’animalista dell’anno. Anche l’Anpi ha protestato. (m. g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Mauro Giordano © RIPRODUZIONE RISERVATA Patenti facili Nelle intercettazioni nuovi dettagli sui rapporti tra la «dura» della Motorizzazione e l’autoscuola «Sei di turno? Comincio ad aggiustare» M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA masto senza volto nel buio in cui aveva provato ad approfittare di lei. Mercoledì sera, verso mezzanotte, la giovane stava rientrando dopo aver trascorso la serata in centro. È salita sul 14 direzione Barca, dove vive dopo essersi trasferita a Bologna. È scesa in via Andrea Costa, pochi passi per arrivare a casa, ma un tragit- to sufficiente per il suo aggressore. Quando si è presentata in Questura per sporgere denuncia, ha raccontato di aver sentito una presenza alle sue spalle e di aver capito che un uomo che viaggiava insieme a lei sul bus la stavo seguendo. «Ho pensato che volesse rapinarmi», ha raccontato la vittima agli agenti, ma non era la borsa l’obiettivo dall’aggressore. Pochi istanti per riflettere, pensare di scappare accelerando il passo, ma subito dopo è stata trascinata nel vortice della paura. Quell’uomo, ha raccontato la giovane, l’ha spinta a terra e le è saltato addosso iniziando a palpeggiarla nelle zone intime. A questo punto la paura si è trasformata in vero terrore, ma non si è data per vinta e Alla Dozza Marina Raimo, funzionaria della Motorizzazione «Ho messo due candele fuori dalla mia casa per ricordare la giornata delle vittime della strada: migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di comportamenti e condotte di guida vergognosi e irresponsabili, ma i nostri politici come sempre nicchiano o rilasciano dichiarazioni inutili». Così scriveva appena tre giorni fa su Facebook Marina Raimo, la funzionaria della Motorizzazione arrestata ieri l’altro con l’accusa d’aver preso mazzette per far superare gli esami di guida a candidati fantasma. Sicuramente il tema le stava a cuore ma a quanto pare non si faceva troppi problemi a mettere su strada decine di automobilisti che, stando alle indagini dei carabinieri, non perdevano tempo a studiare i manuali. L’esame di teoria lo faceva sempre Ecaterina Belousov, la controfigura moldava che tra un cambio di parrucca e l’altro ha sostenuto (e superato) una cinquantina di esami in appena sei mesi. Nella ricostruzione della pm Rossella Poggioli, la Raimo, responsabile della correttezza delle prove, era la figura chiave che consentiva a Giuseppe Masi e Moreno Bortolotti, i titolari dell'autoscuola Ma.Bo. anche loro arrestati, di incassare somme consistenti, tra i 2.000 ai 2.500, dai candidati, soprattutto stranieri, che non avevano tempo o voglia di leggersi i manuali. Gli interrogatori Domani gli arrestati saranno davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia: probabilmente sceglieranno di non parlare © RIPRODUZIONE RISERVATA