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il saggio breve

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il saggio breve
IL SAGGIO BREVE (guida teorica)
Elementi costitutivi del Saggio breve (la cui struttura è di tipo argomentativo):
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Titolo: enuncia l’argomento o il problema trattato (deve avere carattere riassuntivo, sintetico, e non
persuasivo, retorico, e, dunque, essere sobrio, oggettivo, non ad effetto!).
Struttura: costituita da un certo numero di blocchi o paragrafi, meglio se separati l’uno dall’altro da
uno spazio bianco (si salta una riga), ed eventualmente anch’essi titolati, ciascuno dei quali contenente
un diverso nucleo tematico. Nel primo blocco va enunciata subito la tesi che poi si intende
dimostrare, seguita (nella parte finale) dai “segnalatori di organizzazione testuale”; nell’ultimo
blocco si tirano le conclusioni. I blocchi interni contengono le singole parti dell’argomentazione (ecco
perché conviene titolarli). Ciascun blocco va suddiviso in capoversi (segnati dall’ a capo e dal rientro
nella riga).
Argomentazione: va sviluppata tramite l’utilizzo critico dei Documenti, contenuti nel
Dossier (fornito assieme alle “Consegne”, cioè le regole da rispettare, gli impegni da assolvere), e
qualsiasi altro dato attinto alla cosiddetta “enciclopedia personale” (ossia alle conoscenze che
costituiscono il proprio sapere). Posta la tesi iniziale, ovvero l’idea di fondo che contiene
l’interpretazione complessiva data personalmente ad un determinato problema, quello richiesto dalla
traccia, ( e seguita, come si è detto, dai segnalatori di organizzazione testuale), vanno utilizzati
liberamente tutti quei dati, affermazioni, spunti, presenti nei Documenti, che servono a dimostrare e
approfondire detta tesi. L’uso dei Documenti può avvenire in forma diretta tramite citazione o in forma
indiretta tramite riferimenti, affermazioni, esempi. Naturalmente essi devono essere puntualmente
accompagnati da discussione, commento, osservazioni critiche personali che ne costituiscano
l’interpretazione, la spiegazione, l’approfondimento e lo sviluppo.
Le citazioni possono essere anche di una certa estensione, ma a patto che non si riducano ad un
riempitivo anzi siano funzionali al lavoro di argomentazione. E’ poi consigliabile l’uso delle note:
esse possono essere usate con valore esplicativo (per chiarire o completare un’informazione) o
documentario (per fornire un rimando bibliografico). Le note vanno distinte con numero e apposte o a
piè pagina o alla fine del saggio.
Tecniche argomentative: sono di vario tipo e si consiglia pertanto di alternarle nel discorso,
usando ovviamente quelle che di volta in volta risultano più funzionali, utili al fine che ci si propone. Fra
esse il procedimento causa-effetto, identità-differenza, inclusione-esclusione, deduzione-induzione, etc.,
etc.
Segnalatori : si distinguono in segnalatori di organizzazione testuale e segnalatori pragmatici, i
primi guidano il discorso e servono per anticipare il percorso delle idee (per es. Per comprendere
quanto detto analizziamo…; Ma veniamo al primo aspetto della questione…; Va anzitutto considerato
che… inoltre occorre tenere presente che… si deve anche riconoscere che…;… Si devono tenere
presenti tre cose…; in primo luogo… inoltre… infine…dunque.., pertanto…, quindi…, infatti…), mentre
i secondi tengono il contatto con il lettore. Sono di fondamentale importanza!
Linguaggio/stile: deve essere piano, oggettivo, quasi scientifico, privo cioè di enfasi, artifici e
appesantimenti retorici. Per questo va evitato anche l’uso della prima persona singolare e di
puntualizzazioni di tipo soggettivo come il secondo me, io credo, io stimo, sono dell’avviso che, dal mio
punto di vista, etc, etc … La sintassi dovrà essere articolata e preferibilmente ipotattica, il lessico
settoriale (quello cioè specifico della materia trattata, con uso dunque di tecnicismi) e preciso.
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