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Valutazione della tecnologia Neutron™ del
R IE P ILOG O DE LLO ST UDIO Valutazione della tecnologia Neutron™ del dispositivo di mantenimento della pervietà dei cateteri needle-free e della resistenza all'ingresso microbico Relazione di uno studio commissionato da ICU e condotto da AAIPharma Services PREMESSA Secondo una stima del CDC ogni anno negli Stati Uniti si registrano circa 250.000 casi di infezioni del flusso ematico catetere-correlati (Catheter Related Bloodstream Infections, CRBSI).1 Anche se non è chiaro a che cosa sia da attribuire la mortalità per CRBSI, queste infezioni sono state associate a costi, tassi di mortalità e numero di giorni di ricovero più elevati.1,2 Tra le circostanze che costituiscono un rischio per l'uso sicuro dei cateteri, si ricordano l'ingresso di microbi e l'occlusione trombotica intraluminale, causata dalla formazione di coaguli nel lumen o nella punta del catetere o del connettore needle-free, a causa della presenza di sangue. Neutron è un connettore needle-free a chiusura meccanica e microbiologica, che permette l'accesso al catetere utilizzando una connessione luer lock. Il dispositivo di mantenimento della pervietà del catetere Neutron è inoltre il primo e solo dispositivo approvato dalla FDA che abbia dimostrato di ridurre tutti i tipi di reflusso verso il catetere, preservando al contempo la barriera antimicrobica. Neutron impedisce il reflusso di sangue nel catetere, fattore che altrimenti provocherebbe una occlusione trombotica e la compromissione della pervietà. La U.S. Food and Drug Administration (FDA) classifica i connettori needle-free come dispositivi medicali di classe II, che richiedono l'approvazione dell'agenzia, in conformità con il documento guida pubblicato “Intravascular Administration Sets Premarket Notification Submission” [510(K)].3 Questo documento prescrive che tutti i connettori needle-free devono ottenere l'approvazione del caso, per potere includere uno studio sull'ingresso microbico come parte della presentazione. ICU Medical ha incaricato autonomamente AAIPharma Services di Wilmington, North Carolina, di eseguire il test prescritto. La presente relazione illustra i risultati. SCOPO La terapia endovenosa (IV) rappresenta il percorso principale per i regimi terapeutici in contesti di cure intensive. Quasi tutti i pazienti ricoverati hanno qualche tipo di dispositivo di accesso vascolare inserito a supporto del proprio trattamento. Essendo aumentato il ricorso ai percorsi endovenosi, il rischio potenziale di lesioni causate accidentalmente dagli aghi ha condotto alla creazione di connettori needle-free con attivazione luer. Si tratta di dispositivi utilizzati per collegare cateteri, set di erogazione e/o siringhe per somministrare la terapia endovenosa. Sfortunatamente il posizionamento di un dispositivo per accesso vascolare aumenta il rischio di infezione del flusso ematico. Di fatto circa l'87% delle infezioni del flusso ematico è associato alla presenza di un qualche tipo di dispositivo intravascolare.4 Due sono le vie di accesso primarie per i batteri nel flusso ematico attraverso un catetere: la prima è la sede dell'inserimento, la seconda il raccordo, dove si trova il connettore needle-free con funzione di porta di accesso. L'esigenza di impedire efficacemente l'ingresso batterico attraverso il connettore needle-free è di fondamentale importanza per contribuire a prevenire le infezioni del flusso ematico. Nel rispetto della guida della FDA, il test dell'ingresso microbico valuta la struttura di un prodotto e la sua capacità di resistere al passaggio di microorganismi, avvalendosi di un modello di utilizzo simulato. Scopo dello studio è dimostrare che il dispositivo è in grado di agire come barriera alla contaminazione batterica intraluminale in condizioni di utilizzo normali. Nello specifico il test dell'ingresso microbico dovrebbe dimostrare che se il dispositivo fosse disinfettato mediante strofinamento manuale con un disinfettante standard, il successivo collegamento mediante dispositivo sterile non trasmetterebbe batteri. La FDA raccomanda di testare i dispositivi nuovi in condizioni di utilizzo estreme, come il ripetuto inserimento nel raccordo luer femmina o l'inserimento in setto preinciso divaricabile e statico nell'arco di un determinato numero di ore. Lo sviluppo dei metodi e dei protocolli del presente white paper si è basato sulle indicazioni della FDA 2008, incluso il periodo di test di 72 ore e il test condotto con almeno 4 diversi tipi di batteri, inclusi i ceppi Gram negativi e Gram positivi. MATERIALI E METODI Per poter valutare se il setto del connettore Neutron possa essere efficacemente disinfettato con alcool isopropile al 70% e mantenere una barriera fisica ai batteri, è stato sviluppato un protocollo, che è stato eseguito da AAIPharma Services utilizzando quattro ceppi batterici: >> >> >> >> Staphylococcus epidermidis, ATCC #12228 Staphylococcus aureaus, ATCC #6538 Klebsiella pneumonia, ATCC #4352 Pseudomonas aeruginosa, ATCC #9027 Sono stati preparati ventiquattro (24) campioni di test in aggiunta a otto (8) campioni di controllo negativi e otto (8) campioni di controllo positivi. Ogni dispositivo campione è stato sottoposto a 5 inoculazioni/disinfezioni/attivazioni per 24 ore per 3 giorni. Dopo la quindicesima attivazione, sono state eseguite 2 attivazioni aggiuntive: una “attivazione estesa” di quattro ore e una attivazione finale, in cui il dispositivo è stato lavato con 10 ml di brodo di coltura “Soybean Casein Digest Broth” (SCDB) con il 5% di albumina di siero bovino deattivata. Il test è stato eseguito secondo quanto prescritto da AAIPharma Protocol ICMS122809. In un periodo della durata di tre giorni questa sperimentazione si è avvalsa della contaminazione artificiale del setto del dispositivo Neutron con livello di inoculazione di organismi almeno pari a 10,3 per simulare condizioni di utilizzo estremo. Ogni campione è stato sottoposto a inoculazione e lasciato asciugare per almeno un minuto; ha fatto seguito la procedura di disinfezione ospedaliera standard, mediante tampone imbevuto di alcool isopropile al 70%, strofinando vigorosamente con un movimento circolare per tre secondi. L'intera procedura è stata eseguita per cinque (5) volte nell'arco di 24 ore. Dopo ogni procedura è stato raccolto l'iniettato attraverso il connettore ed è stato esaminato per ricercare l'eventuale presenza dei microorganismi di provocazione. I controlli positivi inclusi nello studio sono stati inoculati con lo stesso numero di organismi utilizzato per i campioni di test, ma essi non sono stati sottoposti a disinfezione prima dell'attivazione. I controlli negativi inclusi nello studio non sono stati inoculati con nessuno degli organismi di provocazione, ma sono stati sottoposti alle medesime procedure di disinfezione e attivazione delle unità campione. Tutti i campioni di controllo negativi sono risultati negativi all'ingresso di uno qualsiasi degli organismi di provocazione. RISULTATI Dei quattro ceppi batterici i dati indicano che zero (0) unità formanti colonia (CFU) di ciascun organismo di test hanno oltrepassato il setto del connettore needle-free Neutron per tutte le 17 attivazioni alle quali ciascuno dei 24 campioni di test è stato sottoposto. (Vedere la tabella) TABELLA Organismo di test Attivazione estesa (CFU) Lavaggio con SCDB (CFU) Log di riduzione controllo positivo Staphylococcus epidermidis 0 0 3,3 Staphylococcus aureaus 0 0 3,1 Klebsiella pneumonia 0 0 3,1 Pseudomonas aeruginosa 0 0 3,1 CONCLUSIONE In tutti i casi la barriera microbica del dispositivo di mantenimento della pervietà per cateteri needle-free Neutron ha impedito efficacemente l'ingresso microbico in seguito a inoculazione di almeno 3 log (99,9%) di organismi e provocata in condizioni di utilizzo estremo simulato. Inoltre i risultati confermano che la barriera antimicrobica del dispositivo Neutron soddisfa i requisiti definiti dal documento guida della FDA del 2008 “Intravascular Administration Sets Premarket Notification Submissions” [510(k)]. Il dispositivo Neutron può essere considerato un efficace strumento che contribuisce alla prevenzione della contaminazione del raccordo del catetere e della conseguente colonizzazione batterica intraluminale. Riferimenti bibliografici 1. Blot SI, Depuydt P, Annemans L, et al. Clinical and economic outcomes in critically ill patients with nosocomial catheter-related bloodstream infections. Clin Infect Dis 2005;41:1591-1598. 2. Centers for Disease Control and Prevention. Reduction in central line-associated bloodstream infections among patients in intensive care units—Pennsylvania, April 2001– March 2005. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2005;54:1013-1016. 3. Guidance for Industry and FDA Staff: Intravascular Administration Sets Premarket Notification Submission [510(K)]. 2005. 4. Ryder, M. Catheter-related infections: It’s all about biofilm. Topics Adv Pract Nurse Journal. 2005 [cited 2006 Sept 11]; 5(3). Disponibile su www.medscape.com/ viewarticle/508109. © 2012 ICU Medical Inc. M1-1313 Rev. 01