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Trattamenti delle acque reflue
Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue Materiali di supporto Dott.ssa Elisabetta Zavoli: [email protected] Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Gli effluenti liquidi/1 ¨ ACQUE NATURALI SUPERFICIALI: le acque interne (correnti o stagnanti), ad eccezione di quelle sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere; INQUINAMENTO ¨ D.lgs. 152/2006 art. 74 Definizioni/1 IDRICO: l’introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana, di sostanze o di calore nell’acqua, che possono nuocere alla salute umana o alla qualità degli ecosistemi acquatici; ACQUE REFLUE DOMESTICHE: acque reflue provenienti ¨ da insediamenti di tipo residenziale e da servizi derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche; ACQUE REFLUE INDUSTRIALI: qualsiasi tipo di acque ¨ reflue provenienti da edifici od installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, differenti qualitativamente dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento; Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue Gli effluenti liquidi/2 ¨ D.lgs. 152/2006 art. 74 Definizioni/2 ACQUE REFLUE URBANE: il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali, e/o di acque meteoriche di dilavamento, convogliate in reti fognarie e provenienti da agglomerato; AGGLOMERATO: l’area in cui la popolazione o le attività ¨ produttive sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile, sia tecnicamente che economicamente in rapporto anche ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento in fognatura delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale; Quali sono i parametri che caratterizzano il grado di inquinamento di un’acqua reflua rispetto ad un’acqua naturale? Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue Gli effluenti liquidi/3 (A) PARAMETRI DI CARICO AUTOCTONO Parametri di carico/1 (C) PARAMETRI DI CARICO ANTROPICO (E) PARAMETRI DI CARICO TOSSICO A1) pH A2) temperatura C1) BOD5 E1) arsenico A3) conducibilità elettrica C2) COD E2) cadmio A4) durezza totale C3) fosforo totale (come P) E3) cromo totale e cromo esavalente A5) solfati C4) azoto ammoniacale E4) mercurio A6) cloruri C5) azoto nitroso E5) nichel A7) azoto nitrico C6) sostanze estraibli in etere di petrolio E6) piombo A8) ossigeno disciolto (oli minerali, grassi animali e vegetali) E7) rame A9) sodio C7) tensioattivi anionici E8) zinco A10) ferro C8) ortofosfati solubili E9) cianuri A11) manganese (B) PARAMETRI DI CARICO OTTICO E10) solfuri (D) PARAMETRI DI CARICO BATTERICO B1) torbidità E11) solfiti E12) fenoli totali B2) materiali grossolani D1) coliformi totali E13) pesticidi B3) materiali sedimentabili D2) coliformi fecali E14) fluoruri B4) materiali in sospensione totali D3) streptococchi fecali E15) cloro libero B5) materiali in sospensione volatili D4) clostridi solfito-riduttori Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue Gli effluenti liquidi/4 Parametri di carico/2 PARAMETRI ACQUA NATURALE LIQUAME DOMESTICO REFLUI INDUSTRIALI pH 7,5-8,5 6,8-7,5 2-12 solidi sospesi totali (mg/l) 5-80 200-50000 10-50000 BOD5 (mgO2/l) 1-15 80-20000 5-20000 COD (mgO2/l) 5-50 200-100000 50-100000 azoto ammoniacale (mgN/l) 0-7 10-300 0-700 azoto nitroso (mgN/l) 0-0,3 0-0,5 0-10 azoto nitrico (mgN/l) 0,5-10 0-1 0-50 azoto totale (mgN/l) 5-10 20-500 0-1000 fosforo totale (mgP/l) 0-3 1-100 1-50 20-100 50-1000 - cloruri (mgCl /l) 5 7 10-100000 coliformi totali (ufc/ml) 1-200 10 -10 - tensioattivi totali (mg/l) 0-1 5-50 0-1000 D.lgs. 152/2006 art. 74 ¨ ABITANTE EQUIVALENTE biodegradabile, avente una 60gO2/giorno; (AE): il carico organico richiesta di BOD5 pari a Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I sistemi di trattamento/1 Definizioni Quali sono i processi di trattamento di un’acqua reflua ai fini di rimuovere i parametri di carico che ne alterano le caratteristiche naturali? TRATTAMENTO ¨ APPROPRIATO: il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo o un sistema di smaltimento che, dopo lo scarico, garantisca la conformità dei corpi idrici recettori ai relativi obiettivi di qualità; D.lgs. 152/2006 art. 74 ¨ RECAPITO FINALE: il corpo idrico superficiale o sotterraneo o il suolo dove viene scaricata l’acqua reflua, anche sottoposta a preventivo trattamento di depurazione; Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I sistemi di trattamento/2 Modello concettuale/1 Acque reflue domestiche Rete fognaria Acque reflue industriali Corpo idrico superficiale Depuratore di acque reflue urbane Impianti di trattamento CHI.FI.BI, interni, consortili Spandimento fanghi sul suolo Smaltimento fanghi in discarica o in imp. d’incenerimento Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I sistemi di trattamento/3 Trattamenti primari LINEA FANGHI LINEA ACQUE Pretrattamenti •grigliatura; •dissabbiatura/ disoleatura; •equalizzazione/ omogeneizzazione; •preaerazione; Fango secondario Trattamenti secondari Trattamenti terziari •sedimentazione primaria; •ossidazione biologica; •rimozione dell’azoto; •chiariflocculazi one; •digestione anaerobica; •rimozione del fosforo; •flottazione. •sedimentazion e secondaria. •filtrazione; •neutralizzazione. Fango primario Modello concettuale/2 Concentrazione •digestione aerobica; •a flottazione; •digestione anaerobica. •a centrifugazione. •clorazione; •ozonizzazione; •trattamento con raggi UV. •adsorbimento Stabilizzazone •ispessimento a gravità; Disinfezione Disidratazione •pressa a nastro; •filtropressa. Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I sistemi di trattamento/4 Trattamenti interni I trattamenti interni sono procedure, utilizzate all’interno di processi industriali o negli impianti consortili, per l’abbattimento di particolari sostanze presenti nel refluo generato da quel determinato ciclo produttivo. Sono trattamenti preliminari grazie ai quali si ottiene un refluo che può essere inviato all’impianto di trattamento reflui urbani. ¨ METALLI: ossidoriduzione, precipitazione, filtrazione; ¨ COMPOSTI ORGANICI O INORGANICI: ossidazione, ¨ COMPOSTI VOLATILI: strippaggio ad aria o vapore (es. adsorbimento su GAC (es. fenoli, cianuri, solfiti, ecc..); H2S, NH3, solventi, acidi organici, ecc...); Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I sistemi di trattamento/5 Sistemi solido-liquido Tipi di solidi Solidi grossolani Sabbie Argille Colloidi Particelle Dimensione delle particelle (mm) Φ < 100 Φ~1 Φ ~ 10-2 10-6 < Φ < 10-3 Φ < 10-7 Tipo di miscela solido-liquido sospensione eterogenea sospensione eterogenea sospensione eterogenea sospensione colloidale soluzione omogenea Tipo di separazione grigliatura sedimentazione per gravità sedimentazione per gravità coagulazione, flocculazione reazione chimica ¨ SOSPENSIONE: quando la concentrazione dei solidi è < 10-20 g/l; ¨ FANGO: quando la concentrazione dei solidi è ≥ 10-20 g/l; Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I pretrattamenti/1 Grigliatura Lo scopo è separare i solidi grossolani dal refluo per impatto. ¨ La griglia può avere la forma di barre o maglie metalliche e può essere piana, verticale, inclinata o curva. ¨ In base alla luce del vaglio, la grigliatura può essere: • grossolana (separa solidi con Φ > 30-60 mm); • fine (separa solidi con Φ > 10-20 mm); • microgrigliatura (separa solidi con Φ > 1-15 mm); ¨ La velocità del refluo non dovrebbe mai scendere sotto 0,5-0,7 m/s. ¨ Il materiale trattenuto dalla griglia deve essere periodicamente asportato e la pulizia può essere automatica o manuale. ¨ Il materiale grigliato è raccolto tal quale in tramogge e cassonetti o pressato e inviato a smaltimento. Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/1 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Grigliatura Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Dissabbiatura/Disoleatura Lo scopo è separare le sabbie per sedimentazione e gli olii per galleggiamento. ¨ Avviene la separazione delle sabbie in virtù della differenza di densità acqua-solido: ρ acqua ≅ 1000 kg/m3 ρ sabbia ≅ 2500 kg/m3 ¨ Le tipologie di dissabbiatori sono due: •gravità (canale sagomato attraversato dal refluo, insufflazione laterale di aria a creare un moto spiroidale che separa dalle sabbie, olii, ecc...); •centrifuga (vasca di forma tronco-conica, dove il liquame è immesso tangenzialmente originando un moto circolare); ¨ La velocità del refluo dovrebbe essere di circa 0,3 m/s. ¨ Con la disoleatura avviene la separazione, per galleggiamento, di oli e grassi in virtù della densità inferiore a quella dell’acqua. Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Dissabbiatura/Disoleatura Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/3 Equalizzazione/Omogeneizzazione/Preaerazione Lo scopo è alimentare l’impianto di trattamento con un refluo dalla portata costante e dai carichi inquinanti omogenei. ¨ Equalizzazione è l’operazione di regolazione delle portate. ¨ Omogeneizzazione inquinanti. ¨ Il liquame è raccolto in una vasca di accumulo di capacità adeguata ad assorbire variazioni di portate e dotata di sistemi di miscelazione. è l’operazione di regolazione dei carichi Lo scopo è controllare l’emissione di cattivi odori e migliorare la trattabilità del refluo. ¨ Preaerazione è l’operazione di immissione di aria compressa nel refluo. ¨ Generalmente questa fase dura 30-45 min. Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/3 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Equalizzazione/Omogeneizzazione/Preaerazione Trattamenti delle acque reflue I pretrattamenti/4 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Neutralizzazione Lo scopo è aggiustare il pH del refluo alla neutralità. ¨ Perchè occorre correggere il pH? • favorire i processi biologici successivi, che avvengono tra pH 6,5-7,5; • il refluo trattato non dovrà alterare il pH dell’ambiente in cui viene scaricato; • il refluo non deve essere corrosivo nei confronti dell’impianto. ¨ I reattivi usati sono: • per acque alcaline, si usa H SO , CO ; 2 4 2 • per acque acide, si usa calce (CaO, Ca(OH) , CaCO ), latte di calce, 2 3 NaOH. ¨ Attenzione alla formazione di idrossidi di metalli insolubili! Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/1 Separazione solido-liquido Sedimentabili Solidi Sospesi Solidi Totali (organici + minerali) Non Sedimentabili Solidi Filtrabili Sabbie Argille Colloidi (tempo di deposito per gravità ~ 10 sec) (tempo di deposito per gravità ~ 2 h) (tempo di deposito per gravità ~ 2 anni) Sedimentazione per gravità (dissabbiatori e sedimentatori primari) Coagulazione, flocculazione, sedimentazione (chiariflocculatori) Solidi filtrabili (letti di sabbie) Filtrazione (letti a sabbie) Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti chimico-fisici/1 SEDIMENTAZIONE PRIMARIA Lo scopo è separare i solidi sospesi sedimentabili che non si sono fermati nei precedenti trattamenti. ¨ Avviene in bacini in cui si crea una zona di calma che permette la sedimentazione di materia per gravità. ¨ I bacini si distinguono in base alla direzione di flusso del refluo tra ingresso e uscita: • flusso verticale; • flusso orizzontale longitudinale; • flusso orizzontale radiale. ¨ Il tempo di permanenza del refluo, scelto per il dimensionamento del bacino, è generalmente di 2h. ¨ Questa fase porta all’abbattimento di solidi sospesi compreso tra 5060% e di BOD5 tra 25-30%. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti chimico-fisici/1 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/3 Trattamenti chimico-fisici/2 CHIARIFLOCCULAZIONE Lo scopo è abbattere i solidi sospesi non sedimentabili (fase colloidale) e alcune sostanze organiche disciolte. ¨ . ¨ Fase colloidale: particelle che si trovano in uno stato finemente disperso, intermedio tra la sospensione e la soluzione, in moto browniano. La fase è stabile se ha particelle cariche dello stesso segno che si respingono. Coagulazione: processo di destabilizzazione della fase colloidale tramite aggiunta di un agente coagulante che neutralizza le cariche elettriche superficiali facendo avvicinare i colloidi. ¨ Flocculazione: fase di formazione di grossi fiocchi che precipitano per gravità. reflui domestici generalmente si usa ¨ Per poliidrossisolfatodialluminio Al (SO ).nH O; 2 4 2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/4 Jar test Il Jar test è la prova pratica sperimentale, che si effettua in laboratorio, per determinare il dimensionamento dei sedimentatori primari e il dosaggio degli agenti coagulanti. t0 t1 t2 Refluo chiarificato Fase miscelata . Sedimentazione libera ¨ Sedimentazione ostacolata Sedimento t0 Fase miscelata Agente coagulante t1 Fase miscelata Determino la velocità di spostamento (vc) dell’interfaccia tra liquido chiarificato e sedimento. t2 ¨ Determino il dosaggio di coagulante (Cc) per ottenere la chiarificazione del refluo. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/3 . Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti chimico-fisici/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti primari/5 Flottazione Lo scopo è separare i solidi sospesi mediante galleggiamento. . ¨ Il refluo viene saturato mediante insufflazione di aria compressa: man mano che le bollicine salgono aderiscono alle particelle in sospensione abbassandone la densità. ¨ Per migliorare il processo si possono aggiungere additivi chimici (organici o inorganici) che favoriscano l’adesione delle bolle d’aria alle particelle. In superficie il materiale galleggiante viene raccolto da un raschiatore, mentre in refluo esce da sfiori posti ad una certa profondità. Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti secondari/1 Ossidazione biologica/1 Lo scopo è la trasformazione, da parte di microrganismi, delle sostanze organiche inquinanti in sostanze più semplici. ¨ Batteri: naturalmente presenti nei reflui, possono essere aerobici, anaerobici, facoltativi. ¨ Ossidazione biologica: in questo processo di sintesi, la sostanza organica edibile è utilizzata dai batteri come fonte di energia (respirazione aerobica) e fonte di materia per la crescita cellulare. SO + O2 + (N + P) microrganismi cellule + CO2 + H2O + residui Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti secondari/2 Ossidazione biologica/2 ¨ Questi sistemi possono essere: • a biomassa dispersa (fanghi attivi, lagune aerate); • a biomassa adesa (filtri percolatori, biodischi). ¨ Fango attivo: materia mucillaginosa in cui vivono grandi quantità di batteri e protozoi. FANGO ATTIVO SOLIDI SOSPESI TOTALI ACQUA SOLIDI SOSPESI VOLATILI (75%) RESIDUO INERTE (25%) CELLULE BATTERICHE SOLIDI ORGANICI INERTI VIVE MORTE Trattamenti delle acque reflue Ossidazione biologica/3 IMPIANTO A FANGHI ATTIVI I trattamenti secondari/3 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori ¨ Lagune areate: sono sistemi a fanghi attivi, formati però da vasche molto estese e poco profonde (50 cm), senza sistemi di aerazione forzata. Sistema di trattamento discontinuo. Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti secondari/4 BIO-BALL (4-8 cm) ARIA REFLUO AEROBICO ANAEROBICO LETTI PERCOLATORI BIODISCHI Ossidazione biologica/4 B I O F I L M Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti secondari/5 Digestione anaerobica Lo scopo è la degradazione, da parte di batteri anaerobici, delle sostanze organiche fino ad ottenere biogas. ¨ ¨ Reattore: simile al letto percolatore ma le reazioni avvengono a più alte T (35°C, condizioni mesofile) e in assenza di O2. Fango secondario: la quantità prodotta è circa 1/5 di quella prodotta dai processi aerobici ed è già stabilizzata. Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti terziari/1 Rimozione dell’azoto/1 Lo scopo è l’abbattimento dell’azoto ammoniacale (NH4+) che si forma per ammonificazione. CLORO RESIDUO TOTALE (LIBERO + COMBINATO) mg/L 0.7 basato sull’equilibrio ¨ 1)Chimico-fisico: + NH4 + OH ↔ NH3 + H2O A ¨ 2)Chimico: clorazione al break-point (vedi 0.6 0.5 I II III IV 0.4 B 0.3 CLORO LIBERO 0.2 0.1 CLORO COMBINATO BREAK POINT 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 1.1 1.2 CLORO DOSATO mg/L curva della domanda di cloro), mediante l’uso di Cl2 o HClO/NaClO: • NH 3 + Cl2 ↔ HCl + NH2Cl (clorammina) • NH Cl + Cl 2 2 ↔ HCl + NHCl2 (diclorammina) + • NCl +Cl →NCl 3 2 4 +3H2O+Cl →HNO3+4HCl Problema: formazione (cancerogeni per l’uomo). dei THM Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti terziari/2 Rimozione dell’azoto/2 ¨ 3)Biologico: ad opera di diversi tipi di batteri aerobici: Nitrosazione (Nitrosomonas) NH4+ + ½O2 → NO2- + 2H+ + H2O Nitrificazione (Nitrobacter) NO2- + ½O2 → NO3- e anaerobici: Denitrificazione (batteri eterotrofi) NO3- → NO2- → N2 Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti terziari/3 Rimozione del fosforo Lo scopo è l’abbattimento del fosforo presente in forma di ortofosfati solubili (PO43-), polifosfati e fosfati organici. Sodio trifosfato ATP (fosfato organico) 1) Chimico: tramite dosaggio di sali Fe2+ o ¨ 3+ , sali di Al3+, sali di Ca2+, si ha la precipitazione di polifosfati insolubili. Il dosaggio viene determinato sperimentalmente con il Jar test. Reattivi: allume (Al2(SO4)3.14H2O), ferro (FeCl3, FeSO4), calce. ¨ 2) Biologico: mediante l’utilizzo di ceppi batterici fosfo-accumulanti, come ad es. Acinetobacter, in grado di accumulare polifosfati all’interno della cellula. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti terziari/4 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Filtrazione Lo scopo è l’abbattimento delle particelle sospese, sfuggite ai processi di sedimentazione precedenti, mediante l’attraversamento di un mezzo permeabile che trattiene il solido. 1) Su STRATO: il refluo attraversa il letto filtrante mentre le particelle sono ¨ trattenute all’interno del mezzo. ¨ 2) Su SUPERFICIE: il refluo attraversa il letto filtrante mentre le particelle si depositano sulla superficie formando un pannello di materiale che trattiene le successive particelle. ¨ Dopo un certo periodo di tempo i filtri necessitano di un controlavaggio con fluido pulito o la rimozione meccanica del pennello, al fine di ripristinarne la capacità filtrante. Filtri a sabbia a pressione Trattamenti delle acque reflue I trattamenti terziari/5 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Adsorbimento Lo scopo è l’abbattimento di sostanze organiche residue, tensioattivi, metalli pesanti, composti del cloro (clorammine, THM). ¨ CARBONE ATTIVO: è un solido poroso con una struttura grafitica, all’interno della quale vi sono una miriade di canalini, fori e tasche dove le sostanze adsorbite formano legami fisici con la superficie del carbone. Le sue caratteristiche sono: 2 • elevata superficie specifica (800-1200 m /g); • piccole dimensioni del granulo (qualche mm); • controlavaggio con vapore a 120°C; • rigenerazione in atmosfera inerte a 800°C. ¨ PAC (polverized activated carbon): carbone attivo in polvere che viene dosato nella vasca di aerazione di un trattamento secondario oppure nella vasca di chiariflocculazione. Funzione adsorbente e funzione coadiuvante dei fiocchi. ¨ GAC (granular activated carbon): carbone attivo granulare viene usato come riempimento in letti di filtrazione, orizzontali o verticali. E’ uno stadio terziario di trattamento. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti terziari/5 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Adsorbimento Batterie di filtri orizzontali Batterie di filtri verticali Trattamenti delle acque reflue Disinfezione/1 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Ozonizzazione Lo scopo è l’eliminazione di organismi patogeni (es. salmonelle, coliformi,...). ¨ Ozonizzazione: l’ozono (O3) distrugge i microrganismi agendo come ossidante protoplasmatico. Reagisce con l’acqua a dare radicali liberi, forti ossidanti: Ad es. 1,5 mg/l di O3 , in 5 min, riducono i batteri in sospensione da 70000 ufc/ml a 0 ufc/ml. Svantaggi: • è molto instabile, non può essere stoccato né trasportato per cui deve essere prodotto direttamente in loco con un ozonizzatore; • è corrosivo e tossico per cui va iniettato all’interno della colonna d’acqua e ben miscelato. Trattamenti delle acque reflue Disinfezione/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Irraggiamento UV ¨ Raggi UV: radiazione elettromagnetica di lunghezza d’onda compresa tra 10 e 390 nm. Sono potenti germicidi perchè rompono i legami insaturi, in particolare attaccano le molecole del nucleo cellulare (DNA, RNA,...). Svantaggi: • la loro efficacia è legata alla limpidezza dell’acqua (SST < 30 mg/l). Trattamenti delle acque reflue Disinfezione/3 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Clorazione ¨ Cloro: agente ossidante sotto forma di acido ipocloroso e ione ipoclorito: Meccanismo di azione: si pensa che il cloro penetri all’interno della cellula e data la sua reattività con i composti azotati, denatura soprattutto gli enzimi. L’acido ipocloroso si diffonde nella cellula più rapidamente dell’ipoclorito. Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori I trattamenti nella linea fanghi/1 Concentrazione Lo scopo è ridurre il volume, stabilizzare il materiale organico, distruggere i patogeni. ¨ I fanghi di supero, che vengono inviati al trattamento che precede lo smaltimento, possono essere primari, chimici, o biologici. Lo scopo dell’ispessimento è ridurre il volume del fango. ¨ 1) per GRAVITA’: in vasche con fondo a pareti molto inclinate dove viene versato il fango. Sul fondo ci sono apparecchi per il rimescolamento del fango in modo da agevolarne la compattazione. ¨ 2) per FLOTTAZIONE: in vasche dove l’ispessimento avviene insufflando aria dal fondo che favorisce la compattazione del fango (rompe le strutture ad arco che si formano). ¨ 3) per CENTRIFUGAZIONE. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti nella linea fanghi/1 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Concentrazione Ispessitore a gravità continuo Ispessitore a gravità discontinuo Trattamenti delle acque reflue I trattamenti nella linea fanghi/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Stabilizzazione Lo scopo è l’eliminazione del materiale organico putrescibile. ¨ 1) DIGESTIONE ANAEROBICA: digestori anaerobici per i reflui, da composti solforati composti azotati carboidrati la fermentazione avviene in reattori simili ai cui si ottiene biogas: H2S, mercaptani; NH3; CH4, CO2; La temperatura deve essere alta: attorno 35-38°C se si lavora con batteri mesofili, attorno 55-57 °C per batteri termofili. Occorre rimescolare fango vecchio con nuovo, in modo da creare condizioni omogenee di temperatura e contatto con i batteri. Un fango si dice digerito quando i solidi volatili sono stati ridotti del 50%. ¨ 2) DIGESTIONE AEROBICA: la decomposizione avviene in vasche aperte e ossigenate tramite insufflazione di aria. Un fango si dice digerito quando i solidi volatili sono stati ridotti del 40%. Trattamenti delle acque reflue I trattamenti nella linea fanghi/2 Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Stabilizzazione Digestore aerobico Digestore anaerobico Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue I trattamenti nella linea fanghi/3 Disidratazione Lo scopo è l’eliminazione dell’acqua. ¨ 1) FILTROPRESSE: sono costituite da una serie di piastre e telai disposti alternativamente, che scorrono su guide di supporto. A pressa chiusa, viene pompato fango, la parte liquida esce mentre un pannello di solido rimane sulla tela (25-45% di solido secco). 2) NASTROPRESSE: sono costituite da una banda continua di tessuto filtrante che passa attraverso dei rulli girevoli. Il fango versato in modo continuo sulla banda, passa tra i rulli e viene compresso. Una raschiatrice stacca il fango disidratato dalla banda (20-22% di solido secco). ¨ Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamenti delle acque reflue Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/1 Modello concettuale Impianto di potabilizzazione Corpo idrico superficiale Acquedotto PARAMETRI ACQUA NATURALE ACQUA POTABILE pH 7,5-8,5 7,5 solfati (mgSO4 /l) 40-700 50-150 conducibilità (μS/cm a 20°C) 300-3000 300-1000 ossidabilità (mgO2/l) 1-25 0-1 azoto ammoniacale (mgN/l) 0-7 < 0,1 azoto nitroso (mgN/l) 0-0,3 < 0,01 azoto nitrico (mgN/l) 0,5-10 1-10 torbidità (NTU) 5-200 < 0,5 cloruri (mgCl /l) 20-100 20-100 coliformi totali (ufc/ml) 1-200 0 durezza (°F) 15-50 15-50 alcalinità (°F) 10-30 10-30 temperatura (°C) 3-28 5-30 2- - Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/2 Nuovo Impianto di Potabilizzazione (Ravenna)/1 Canaletta PARATOIE OPERA DI PRESA E GRIGLIATURA Aria Smaltimento grigliato AERAZIONE VASCHE DI SEDIMENTAZIONE OMOGENIZZAZIONE SISTEMA DI POMPE DI RILANCIO Dosaggio anidride carbonica Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/3 Nuovo Impianto di Potabilizzazione (Ravenna)/2 Linea fanghi CHIARIFLOCCULAZIONE CLORAZIONE A BREAKPOINT Dosaggio flocculante + carbone Dosaggio ipoclorito di sodio FILTRI A SILICE Rigenerazione carboni FILTRI A CARBONI ATTIVI STOCCAGGIO SOLLEVAMENTO FINALE DISTRIBUZIONE IN RETE Dosaggio Idrossido di sodio + biossido di cloro Trattamenti delle acque reflue Divisione Reti – Unità Organizzativa Laboratori Ciclo idrico integrato Modello concettuale Acquedotto Acque reflue domestiche Rete fognaria Acque reflue industriali Impianto di potabilizzazione Corpo idrico superficiale Depuratore di acque reflue urbane Impianti di trattamento CHI.FI.BI, interni, consortili Fanghi Spandimento fanghi sul suolo Smaltimento fanghi in discarica o in imp. d’incenerimento