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INDICE - Regione Calabria

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INDICE - Regione Calabria
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
INDICE
0 SINTESI
1
0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO
0.1.1 I corpi idrici significativi
9
9
0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività
antropica sullo stato delle acque
20
0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento
21
0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento
38
0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento
54
0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento
55
0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di
Inquinamento: Reflui oleari
57
0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi
60
0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi)
60
0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione
68
0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere
70
0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee
72
0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione
79
0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di
acqua potabile
80
0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo
80
0.1.4.1.2 Risultati
80
0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci
84
0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo
84
0.1.4.2.2 Risultati
85
0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi
86
0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo
86
0.1.4.3.2 Risultati
87
0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99
90
0.2.1 Aree sensibili
90
0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola
92
Indice – Relazione di Sintesi
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.1 Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi porosi
0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS
92
93
0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il
calcolo della vulnerabilità intrinseca
0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati
0.2.2.2.1 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Sibari
101
109
111
0.2.2.2.2 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero
del Fiume Lao
112
0.2.2.2.3 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero
di Lamezia Terme
113
0.2.2.2.4 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero
di Gioia Tauro
114
0.2.2.2.5 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero
di Reggio Calabria
115
0.2.2.2.6 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero
di Crotone
0.2.2.2.7 Conclusioni
116
117
0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119
0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari
121
0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo
umano
123
0.2.4.1 Zone di riserva strategica
123
0.2.4.2 Aree di ricarica delle falde
134
0.2.4.3 Zone di rispetto
136
0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro
137
0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia
145
0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao
149
0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria
150
0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari
160
0.3 GLI OBIETTIVI
168
0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino
168
0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano
174
0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali
Indice – Relazione di Sintesi
177
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi
177
0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi
288
0.3.2.1.2.1 Acque superficiali
288
0.3.2.1.2.2 Caratterizzazione quantitativa dei 32
bacini dei corpi idrici significativi
299
0.3.2.2 Acque di transizione
365
0.3.2.3 Acque marino costiere
368
0.3.2.4 Corpi idrici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi
381
0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area
d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di Sibari
382
0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area
d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di S.Eufemia
388
0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area
d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di Gioia Tauro
393
0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli
acquiferi della fascia costiera tra Villa
S.Giovanni e Reggio Calabria
398
0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative
dell’acquifero della Piana del Lao
404
0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative
dell’acquifero dell’area di Crotone
0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione
407
409
0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua
potabile
410
0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci
427
0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi
434
0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE
435
0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità
ambientale dei corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152
0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di
Indice – Relazione di Sintesi
435
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
qualità dei corpi idrici superficiali significativi
di I° e II° ordine
440
0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi
di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse naturalistico
– paesaggistico
460
0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi
di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse “alto carico
inquinante”
469
0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento
degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali
significativi e di interesse
499
0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del
raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque
marino costiere e loro stima economica
505
0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del
raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque
a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del D.lgs. 152/99
508
0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla
produzione di acqua potabile
508
0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee
alla vita dei pesci
509
0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi
510
0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione
510
0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del
raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque sotterranee
540
0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99
550
0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99
557
0.4.6.1 Settore civile
557
0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale
557
0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040
558
0.4.6.2 Settore industriale
564
0.4.6.3 Settore irriguo
567
Indice – Relazione di Sintesi
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso
lo spargimento sul suolo
582
0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di
soddisfare gli obiettivi ambientali
585
0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE
MISURE PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI
OBIETTIVI DI QUALITA’ AMBIENTALE
Indice – Relazione di Sintesi
586
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0 SINTESI
Lo strumento di pianificazione “Piano di Tutela delle Acque della regione Calabria”
costituisce il percorso di reciproca incidenza tra lo stato ambientale dei corpi idrici
(nell’intero comparto di idrosfera), le modificazioni che detti corpi idrici possono subire a
seguito di pressioni ed impatti di origine antropica, la rispondenza al reticolo di strumenti,
misure di intervento e azioni di salvaguardia a cui le pressioni antropiche devono sottostare
ai fini dell’ottemperanza ai dettami normativi, quale il D.Lgs 152/99 e sue modifiche ed
integrazioni, nonché nella consapevolezza del recepimento della WFD 2000/60.
La Relazione di Sintesi rappresenta un compendio di tutte le attività di studio espletate, dalle
fasi prodromiche di ricostruzione del patrimonio conoscitivo, di primaria organizzazione in
un geoDB territoriale (appositamente organizzato e definito nelle funzioni di up-grade nella
continuità), allo step applicato alle risultanze dei sistemi di monitoraggio (parte essenziale e
reale grid d’ingresso per le classificazioni e gli obiettivi a perseguirsi), ovvero integrazione
del geoDB non solo aperta alle variazioni dinamiche dei livelli informativi connessi ai
sistemi di monitoraggio, ma anche alle sintesi di apporti scientifici sinergici che si sono
susseguiti negli ultimi 5 anni di attività esperite.
Forza concreta della relazione di sintesi è l’analisi delle condizioni ambientali dei corpi
idrici (completiva, laddove verificata la disponibilità di dati fruibili ed omogenei, di
classificazione), condotta fino alla definizione delle criticità precipue dei diversi corpi idrici
(significativi e di particolare interesse ambientale), nonché alla individuazione di obiettivi
“perseguibili”, stante il loro condizionamento ambientale.
La fase applicativa finale illustra i criteri e le misure d’intervento, in relazione agli obiettivi
di qualità individuati, le azioni di salvaguardia di acque a specifica destinazione, le possibili
individuazioni di norme tecniche di attuazione. A tal proposito si sottolinea che in detta fase
finale di studio degli scenari di maggiore stress quali-quantitativo della risorsa si è cercato
di predisporre una analisi territoriale a scala di bacino per la individuazione di criticità
caratterizzanti le aree scolanti nel dominio di competenza del bacino imbrifero principale.
Tale azione è stata predisposta ancorché nella consapevolezza dell’impossibilità di
circoscrivere le problematiche all’interno di domini amministrativi per i campi di esistenza
degli acquiferi rispetto appunto al dominio di bacino idrografico. La considerazione nasce
dalla circostanza che il PTA si configura come strumento di pianificazione regionale, di
fatto sostitutivo dei vecchi “Piani di risanamento” previsti dalla Legge 319/76, e rappresenta
un piano stralcio di settore del Piano di Bacino ai sensi dell’art. 17 della L.183/1989
Relazione di sintesi
1
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
“Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”, di cui dovrebbe
ricalcare l’impianto strategico 1. In virtù della sua natura di stralcio di settore del Piano di
bacino, pertanto, se quest’ultimo rappresenta un piano strategico per la definizione degli
obiettivi e delle priorità degli interventi su scala di bacino, il Piano di Tutela delle Acque si
configura, invece, come piano di più ampio dettaglio di scala regionale, elaborato e adottato
dalle Regioni, ma comunque sottoposto al parere vincolante delle Autorità di Bacino. Sarà,
infatti, attraverso l’approvazione dei singoli piani regionali di tutela, tra loro accomunati
dalla fissazione di obiettivi di bacino, volti a garantire la considerazione sistemica del
territorio, che si perverrà conseguentemente alla realizzazione della complessiva
pianificazione di bacino nel settore della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse
idriche, così come previsto dalla stessa legge sulla difesa del suolo.
In questa relazione di sintesi è necessario, comunque, proporre un breve richiamo alle fasi
temporali (in cui si sono esperite le diverse consegne di PTA) e normative di assogettabilità.
Lo strumento del Piano di Tutela delle Acque è individuato dal D.lgs. 152/99 “Disposizioni
sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa
alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti
agricole”, come strumento prioritario per il raggiungimento e il mantenimento degli
obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli
obiettivi di qualità per specifica destinazione, nonché della tutela qualitativa e quantitativa
del sistema idrico. Nella gerarchia della pianificazione regionale, quindi, il Piano di Tutela
delle Acque si colloca come uno strumento sovraordinato di carattere regionale le cui
disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti
pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia
dal piano stesso. In questo senso il Piano di Tutela delle Acque si presta a divenire uno
strumento organico di disposizioni che verrà recepito dagli altri strumenti di pianificazioni
territoriali e dagli altri comparti di governo.
Allo stato attuale il Piano di Tutela delle Acque è uno specifico piano di settore la cui
disciplina fa riferimento al Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che ne definisce le
finalità. Esse riguardano (art. 73) la tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali,
marine costiere e sotterranee attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:
1
Le stesse Autorità di Bacino di rilievo nazionale e interregionale, ai sensi dello stesso D.lgs.152/99, sentite le Province e le Autorità
d’Ambito, definiscono gli obiettivi su scala di bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi.
Relazione di sintesi
2
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;
•
conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle
destinate a particolari usi;
•
perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle
potabili;
•
mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità
di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
•
mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità (…);
•
impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli
ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente
dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.”
Alla realizzazione di dette finalità concorrono, per quanto previsto all’art. 75 dello stesso
Decreto, lo Stato (attraverso il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, fatte salve
le competenze in materia igienico-sanitaria spettanti al Ministro della salute), le regioni e gli
enti locali.
In particolare, per quanto richiamato dall’Art. 61 del citato Decreto, le Regioni ferme
restando le attività da queste svolte nell'ambito delle competenze del Servizio nazionale di
protezione civile, ove occorra d'intesa tra loro, esercitano le funzioni e i compiti ad esse
spettanti nel quadro delle competenze costituzionalmente determinate e nel rispetto delle
attribuzioni statali, ed in particolare: “c) provvedono alla elaborazione, adozione,
approvazione ed attuazione dei piani di tutela di cui all’art. 121”
In conformità con ciò, la regione Calabria dovrà adottare il Piano di Tutela delle Acque, con
Deliberazione della Giunta Regionale.
In seguito all’adozione, il Settore Tutela delle Acque dell’Assessorato regionale di
competenza dovrà promuovere un’ampia campagna di comunicazione dell'avvenuta
predisposizione del Piano (verosimilmente a rendersi disponibile sul sito della regione) e
organizzare una serie di incontri in tutte le province della Calabria per l’illustrazione tecnica
e il confronto sul Piano con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non. Dette attività
dovranno essere poste in essere in conformità ad una opportuna deliberazione di Giunta
Regionale (con la adozione del Piano) al fine di garantire la partecipazione pubblica, ai sensi
dell’art.122 del D.Lgs. n.152/2006, ai fini della proposta definitiva del Piano, concedendo
un periodo di sei mesi dalla data di pubblicazione, del medesimo provvedimento, per la
presentazione delle osservazioni scritte.
Relazione di sintesi
3
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel predetto provvedimento deliberativo dovranno essere specificate le articolazioni ed i
provvedimenti per la revisione del Piano a seguito delle valutazioni dei dati di monitoraggio
dei corpi idrici e delle osservazioni derivanti dalle consultazioni di cui sopra, ai fini di
sottoporre il documento alle determinazioni del Consiglio Regionale per l’approvazione
definitiva che dovrebbe avvenire, così come disposto dall’art.121, comma 5, del D.Lgs.
n.152/2006, entro e non oltre il 31 dicembre 2008.
Ai sensi di quanto previsto dallo stesso Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Parte
Seconda, successivamente modificato con il D. Lgs. Del 16 gennaio 2008, n. 4, si rende,
inoltre, necessario sottoporre il Piano di Tutela a Valutazione Ambientale Strategica. Le
revisioni che il Settore Tutela delle Acque individuato della regione Calabria produrrà ai fini
dell’approvazione definitiva del Piano dovranno, quindi, includere anche quelle derivanti
dal processo di VAS, la cui finalità è quella di “garantire un elevato livello di protezione
dell'ambiente
e
contribuire
all'integrazione
di
considerazioni
ambientali
all'atto
dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che
siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile” (art. 4 D. lgs.
4/2008).
Il Piano si compone:
-
della Relazione di sintesi;
-
della Relazione generale;
-
degli Allegati alla Relazione generale;
-
degli Elaborati cartografici prodotti.
La relazione di sintesi contiene:
•
la sintesi del quadro conoscitivo;
•
le aree indicate al Titolo III, Capo I, D.lgs. 152/99 e s.m.i.;
•
gli obiettivi;
•
la sintesi dei programmi di misura da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di
qualità ambientale;
•
il programma di verifica dell’efficacia delle misure previste per il raggiungimento
degli obiettivi di qualità ambientale.
La Relazione generale contiene:
•
il quadro conoscitivo;
•
la progettazione del sistema di monitoraggio;
•
i deflussi naturali disponibili;
Relazione di sintesi
4
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
il bilancio idrico tra disponibilità ed utilizzazioni;
•
le curve di durata dei deflussi superficiali;
•
condizioni idrologiche di riferimento e DMV;
•
gli acquiferi sotterranei;
•
analisi dei risultati, classificazione e distribuzione spaziale dello stato di qualità dei
corpi idrici superficiali;
•
la qualità delle acque superficiali;
•
gli interventi per la tutela delle acque.
Gli allegati alla Relazione generale contengono:
•
Caratteristiche idrologiche e morfologiche dei 32 bacini dei corpi idrici significativi
(All. 1)
•
Caratterizzazione fisiografica ed idrologica dei 118 bacini superiori ai 10 km2 (All.
1.1)
•
Caratterizzazione faunistica e floristica. Aree naturali protette (All. 2)
•
Le schede “rete Natura 2000” e “IBA” della regione Calabria (All. 2.1)
•
Elaborazioni statistiche – Fiume Crati, Fiume Savuto e Fiume Petrace (All. 3)
•
Caratterizzazione idrologica e analisi dell’alterazione idrologica in alcuni corsi
d’acqua alla sezione di chiusura (All. 4)
•
Stima del Deflusso Minimo Vitale alle sezioni di chiusura dei 32 bacini dei corpi idrici
significativi della Calabria (All. 5)
•
Descrizione del Sistema Informativo (All. 6)
•
Validazione del modello di bilancio idrologico (All. A)
•
Simulazione dei deflussi naturali sui 32 bacini significativi (All. B)
•
Valori medi e trends critici (All. C)
•
Simulazione dei deflussi naturali per 118 bacini superiori ai 10 km2 (All. D)
•
Analisi del bilancio idrico (All. E)
•
Qualità delle acque superficiali. Stima delle pressioni e degli impatti da fonti puntuali
e diffuse (All. F)
•
Stima del carico di nutrienti da attività agricole nelle acque di scorrimento superficiale
e nel percolato della regione Calabria (All. F1)
•
Caratterizzazione idrogeologica (All. G)
•
Bilancio idrogeologico (All. H)
Relazione di sintesi
5
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Classificazione acque sotterranee (All. I)
•
Vulnerabilità intrinseca (All. L)
•
Le aree di salvaguardia (All. M)
•
Acque Marino-costiere (All.N)
Gli elaborati cartografici prodotti si articolano nelle seguenti tavole:
•
Localizzazione delle stazioni per il prelievo e la classificazione delle acque marino
costiere
•
Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei
laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione
funzionale – I° anno di monitoraggio
•
Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei
laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione
funzionale – II° anno di monitoraggio
•
Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e
invasi artificiali (SEL) – I° anno
•
Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e
invasi artificiali (SEL) – II° anno
•
Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e
invasi artificiali (SEL) - biennio
•
Classificazione acque superficiali – Acque marino costiere (TRIX) e acque di
transizione (stato ecologico)
•
Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque
destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP)
e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) – I° anno
•
Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque
destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP)
e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) –II° anno
•
Punti di prelievo
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Sibari
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico del Fiume Lao
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Crotone
Relazione di sintesi
6
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Lamezia
Terme
•
Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Reggio
Calabria
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Sibari
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico del Fiume
Lao
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Crotone
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Gioia
Tauro
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Lamezia
Terme
•
Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Reggio
Calabria
•
Vulnerabilita’
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Sibari
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico del Fiume Lao
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Crotone
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Gioia Tauro
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Lamezia Terme
•
Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Reggio Calabria
•
Vulnerabilità da nitrati per i cinque bacini idrogeologici significativi
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Sibari
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico del Fiume Lao
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Crotone
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme
•
Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria
•
Fonti di approvvigionamento per i cinque bacini idrogeologici significativi
•
Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Sibari
Relazione di sintesi
7
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del Fiume Lao
•
Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria
•
Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro
•
Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme
•
Sistema delle Aree Naturali Protette - Rete Natura 2000
•
Aree irrigue ed opere di presa
•
Carichi civili
•
Aree di ricarica degli acquiferi
Relazione di sintesi
8
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO
0.1.1 I corpi idrici significativi
Sulla base degli artt. 3, 4 e 5 del D.lgs.152/99 e s.m.i. e per le finalità di cui al medesimo
decreto sono stati individuati come corpi idrici significativi sia i corpi idrici superficiali che
sotterranei.
I corpi idrici sono distinti in 5 categorie:
-
corsi d’acqua;
-
laghi naturali e artificiali;
-
acque di transizione;
-
acque marino – costiere;
-
acque sotterranee.
Corsi d’acqua
Il D.Lgs. 152/99 dispone che le Regioni individuino, sulla base delle indicazioni contenute
nell’allegato 1 del Decreto stesso, i corpi idrici significativi, che devono conseguentemente
essere monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità
ambientale (attività oggetto del presente progetto di rilevamento).
In particolare, devono essere considerati significativi tutti i corsi d’acqua naturali di primo
ordine (cioè quelli recapitanti direttamente in mare) il cui bacino imbrifero abbia una
2
superficie maggiore di 200 km , nonché tutti i corsi d’acqua di secondo ordine o superiore
2
il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 400 km .
“Devono inoltre essere censiti, monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per
valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante
interesse ambientale”.
“Infine devono essere monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per il carico
inquinante da essi convogliato, possono avere un’influenza negativa rilevante sui corpi
idrici significativi”.
Su tali basi, sono stati individuati i seguenti 32 bacini significativi (ed altri 3 minori, oggetto
di rilevamento qualitativo nel II° anno di monitoraggio):
Relazione di sintesi
9
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici
superficiali significativi
CORSI D’ACQUA I° ORDINE
Denominazione BACINO
1
R18012
Fiume Crati
2447.8
319.6
3.47
2
R18047
Fiume Neto
1073.3
219.3
4.15
3
R18096
Fiume Mesima
815.3
152.0
3.20
4
I016
Fiume Lao
595.9
144.7
2.91
5
R18069
Fiume Amato
443.8
131.7
3.06
6
R18060
Fiume Tacina
426.9
129.5
4.87
7
R18118
Fiume Petrace
422.3
107.2
2.51
8
R18057
Fiume Savuto
411.5
126.4
2.84
9
R18066
Fiume Corace
294.4
113.3
4.32
10
R18030
Torrente Trionto
288.8
128.9
4.80
Area
[km2]
Densità di
Perimetro
drenaggio
[km]
[km/km2]
Tabella 1
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici
superficiali significativi
CORSI D’ACQUA II° ORDINE
Denominazione BACINO
11
R18012
Fiume Esaro
542.9
132.9
3.34
12
R18016
Fiume Coscile
405.5
99.1
2.55
Area
[km2]
Densità di
Perimetro
drenaggio
[km]
[km/km2]
Tabella 2
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici
superficiali significativi
CORSI D’ACQUA AD ALTO
VALORE PAESAGGISTICO
Denominazione BACINO
13
R18009
Torrente Raganello
164.6
82.3
3.06
14
R18133
Fiumara Amendolea
150.4
69.6
5.50
15
R18068
Fiume Crocchio
129.7
83.4
5.00
16
R18134
Fiumara La Verde
117.0
71.6
5.12
17
I016
Torrente Argentino
65.9
42.9
3.47
Area
[km2]
Perimetro
Densità di
[km]
drenaggio[km/km2]
Tabella 3
Relazione di sintesi
10
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici
superficiali significativi
CORSI D’ACQUA AD ALTO
CARICO INQUINANTE
Denominazione BACINO
18
R18096
Fiume Marepotamo
234.1
75.6
3.79
19
R18096
Fiume Metramo
234.1
81.1
3.41
20
R18089
Fiume Angitola
190.1
73.6
2.94
21
R18042
Fiume Nicà
175.0
77.5
5.36
22
R18097
Fiume Ancinale
173.4
83.6
4.19
23
R18131
Fiumara Bonamico
136.4
62.6
5.08
24
R18110
Fiumara Allaro
130.1
76.8
4.87
25
R18071
Fiume Esaro di Crotone
110.8
50.6
2.17
26
R18115
Fiumara Budello
84.2
53.5
0.43
27
R18132
Fiumara di Gallico
59.6
49.7
3.45
28
R18085
Torrente Turrina
57.7
40.5
2.07
29
R18121
Fiumara Novito
55.9
45.4
4.52
30
R18136
Fiumara Calopinace
53.5
44.5
4.73
31
R18099
Fiumara della Ruffa
43.5
36.5
2.51
32
R18036
Torrente Fiumarella
34.3
43.7
3.44
Area
[km2]
Perimetro
[km]
Area
[km2]
Densità di
Perimetro
drenaggio
[km]
[km/km2]
Tabella 4
Numero
Codice
BACINO Identificazione dei corpi idrici
superficiali significativi
CORSI D’ACQUA MINORI
Denominazione BACINO
33
R18017
Fiume Abatemarco
64,78
49,46
34
R18038
Fiume Aron
37,48
28,85
35
R18050
Fiume Deuda
12,32
20,74
Tabella 5
In ottemperanza alle specifiche finalità del Piano di Tutela delle Acque della regione
Calabria è stata predisposta una fase di censimento dei corsi d’acqua, aventi un bacino
idrografico con estensione superiore a 10 km2, dei laghi naturali ed artificiali, delle acque
marine costiere e delle acque di transizione del territorio della regione Calabria. Sempre in
ottemperanza a quanto stabilito dall’allegato 3 del D.Lgs 152/99 e s.m.i., per ogni corpo
idrico superficiale sono state analizzate le caratteristiche fisiografiche ed idrologiche, e le
relative elaborazioni sono contenute negli Allegati 1 e 1.1 alla Relazione generale.
I corsi superficiali con bacino idrografico superiore a 10 km2 sono di seguito elencati:
Relazione di sintesi
11
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici superficiali con bacino
idrografico superiore a 10 km2 compresi i bacini
significativi individuati ai sensi del D.lgs. 152/99
Area
[km2]
1
R18005
Canale Cardona
21.02
2
R18003
Canale Rendeti
17.24
3
R18007
Fiumara Saraceno
88.06
4
I
Fiume Sinni
5
R18012
Fiume Crati
2447.8
5.a
R18012
Fiume Busento
-
5.b
R18012
Fiume Mucone
-
5.c
R18012
Fiume Follone
-
5.d
R18012
Fiume Gronde
-
5.e
R18012
Fiume Esaro
-
5.f
R18012
Fiume Cosciale
-
6
R18008
Torrente Avena
32.68
7
R18014
Torrente Caldana
56.69
8
R18002
Torrente Canna
53.05
9
R18004
Torrente Ferro
119.9
10
R18010
Torrente Magliaro
13.76
12
R18021
Torrente San Mauro
72.27
13
R18001
Torrente San Nicola
36.97
14
R18011
Torrente Satanasso
43.75
15
R18006
Torrente Straface
40.08
16
R18009
Torrente Raganello
164.56
17
R18023
Torrente Malfrancato
57.35
18
R18025
Torrente Coriglianeto
62.76
19
R18027
Torrente Gennarito
10.53
20
R18029
Torrente Grammisato
21.06
21
R18028
Torrente Cino
48.52
22
R18034
Torrente Citrea
11.41
23
R18033
Torrente Colognati
65.90
24
R18032
Torrente Cokerie
86.24
25
R18035
Fosso Nubrica
12.38
26
R18030
Torrente Trionto
288.82
26.a
R18030
Fiume Laurenzana
-
27
R18036
Torrente Fiumarella
31.92
28
R18039
Torrente Acquaniti
45.68
29
R18040
Torrente Arso
28.96
Relazione di sintesi
12
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
30
R18042
Fiume Nicà
175.05
31
R18045
Torrente Votagrande
32.40
32
R18046
Torrente San Nicola
10.83
33
R18048
Canale Olivatella
11.02
34
R18049
Torrente Lipuda
159.82
35
R18052
Torrente Trinchicello
10.06
36
R18053
Torrente Surbolo
17.69
37
R18047
Fiume Neto
1073.29
37.a
R18047
Fiume Arvo
-
37.b
R18047
Fiume Lese
-
37.c
R18047
Fiume Vitravo
-
38
R18058
Torrente Talesi
18.54
39
R18062
Torrente Fallao
22.14
40
R18063
Torrente Ponticelli
18.20
41
R18065
Fosso del Passovecchio
79.12
42
R18071
Fiume Esaro di Crotone
110.82
43
R18080
Canale Fossa dell’Acqua
23.94
44
R18078
Vallone Vorga
63.90
45
R18074
Vallone del Dragone
31.77
46
R18073
Vallone Pozzo Fieto
21.63
47
R18060
Fiume Tacina
426.95
48
R18068
Fiume Crocchio
129.69
49
R18076
Torrente Frasso
23.68
50
R18079
Torrente Scilotraco
16.31
51
R18072
Torrente Uria
72.90
52
R18067
Fiume Simeri
129.61
53
R18083
Torrente Fegado
14.67
54
R18064
Fiume Alli
128.35
55
R18084
Torrente Castaci
20.31
56
R18082
Torrente Fiumarella
34.27
57
R18066
Fiume Corace
294.41
58
R18088
Torrente Alessi
99.03
59
R18091
Vallone Fiumarella
18.12
60
R18090
Torrente Soverato o Beltrame
84.37
61
R18097
Fiume Ancinale
173.35
62
R18100
Fiumara Alaca
41.11
63
R18101
Torrente Salubro
19.12
64
R18102
Torrente Gallipari
29.68
Relazione di sintesi
13
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
65
R18104
Torrente Vodà
16.38
66
R18107
Torrente Ponzo
11.45
67
R18111
Torrente Munita
14.42
68
R18108
Fiumarella di Guardavalle
28.58
69
R18105
Fiumara Assi
66.40
70
R18109
Fiumara Stilaro
95.17
71
R18116
Vallone Favaco
10.38
72
R18113
Fiumara Precarito
55.71
73
R18110
Fiumara Allaro
130.12
74
R18117
Fiumara Amusa
39.40
75
R18120
Fiumara Barruca
22.89
76
R18119
Fiumara Romanò
22.89
77
R18114
Fiume Torbido
160.52
78
R18122
Torrente Lordo
13.13
79
R18121
Fiumara Novito
55.86
80
R18123
Fiume Gerace
38.98
81
R18124
Fiumara Portigliola
35.02
82
R18126
Torrente Condoianni
66.53
83
R18130
Torrente Pintammati
14.17
84
R18138
Fiumara Careri
92.08
85
R18131
Fiumara Bonamico
136.42
86
R18139
Torrente Sant’Antonio
10.05
87
R18134
Fiumara La Verde
116.97
88
R18142
Fiumara di Bruzzano
52.62
89
R18148
Fiumarella Sena
11.11
90
R18147
Fiumara di Spartivento
16.39
91
R18151
Fiumara di Spropoli
11.69
92
R18143
Fiumara di Palizzi
36.46
93
R18144
Fiumara di San Pasquale
25.88
94
R18150
Torrente Sideroni
10.77
95
R18133
Fiumara Amendolea
150.38
96
R18149
Torrente Acrifa
17.32
97
R18138
Fiumara di Melito
80.01
98
R18145
Fiumara di Sant’Elia
28.95
99
R18146
Torrente Oliveto
13.64
100
R18141
Fiumara Valanidi
29.07
101
R18140
Fiumara D’Armo
15.05
102
R18137
Fiumara Sant’Agata
52.33
Relazione di sintesi
14
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
103
R18136
Fiumara Calopinace
53.46
104
R18135
Fiumara dell’Annunziata
22.52
105
R18132
Fiumara di Gallico
59.63
106
R18129
Fiumara di Catona
68.48
107
R18127
Fiumara di Favazzina
20.46
108
R18125
Fiumara Sfalassà
24.03
109
R18118
Fiume Petrace
422.29
109.a
R18118
Torrente Marro
-
109.b
R18118
Torrente Duverso
-
110
R18115
Fiumara Budello
84.24
111
R18106
Fosso San Giovanni
18.56
112
R18103
Fosso Britto
10.99
113
R18096
Fiume Mesima
815.26
113.a
R18096
Fiume Marepotamo
-
113.b
R18096
Fiume Metramo
-
113.c
R18096
Torrente Sciarapotamo
-
113.d
R18096
Torrente Vacale
-
114
R18099
Fiumara della Ruffa
43.51
115
R18098
Torrente della Grazia
11.62
116
R18094
Fiumara Potame
10.92
117
R18092
Fiumara Murria
28.18
118
R18093
Fiumara Spadara
21.86
119
R18095
Fiumara Trainiti
25.97
120
R18089
Fiume Angitola
190.09
121
R18085
Torrente Turrina
57.72
122
R18069
Fiume Amato
443.83
122.a
R18069
Fiume Sant’Ippolito
-
123
R18075
Torrente Bagni
74.64
124
R18081
Torrente Spilinga
11.58
125
R18077
Torrente Castiglione
11.59
126
R18057
Fiume Savuto
411.55
127
R18070
Fiume Torbido
18.14
128
R18061
Fiume Oliva
59.35
129
R18056
Torrente Licetto
47.07
130
R18059
Torrente Verri
15.22
131
R18055
Torrente Bardano
10.35
132
R18054
Fosso di Mare
25.28
133
R18051
Torrente Scioviano
19.55
Relazione di sintesi
15
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
134
R18050
Torrente Deuda
12.32
135
R18044
Torrente Maddalena
12.02
136
R18043
Fiumara La Serra
13.68
137
R18041
Fiumara dei Bagni
24.19
138
R18038
Fiume Aron
37.48
139
R18037
Torrente Triolo
16.92
140
R18031
Torrente Sangineto
28.64
141
R18026
Torrente Soleo
15.91
142
R18020
Torrente Corvino
35.61
143
R18019
Torrente Vaccuta
32.14
144
R18017
Fiume Abatemarco
64.78
145
I016
Fiume Lao
595.93
146
R18013
Torrente Fiuzzi
11.48
147
R18087
Collettore Imbutillo
14.85
148
R18086
Torrente S. Eufrasio
22.32
Tabella 6
Laghi e invasi artificiali
La configurazione morfostrutturale regionale, articolata su un sistema geologico fortemente
complicato dalle differenti evoluzioni tettoniche, non risulta di fatto caratterizzata da una
adeguata presenza di laghi naturali. Sotto un punto di vista meramente fisico-geografico,
l’unico lago naturale (peraltro formatosi per evenienze morfostrutturali recenti connesse ad
eventi gravitativi) è il lago Costantino, con una superficie dello specchio liquido pari a circa
2
0,08 km .
Di contro, il medesimo sistema geomorfologico ha favorito, a fronte di una spiccata
idroesigenza, la realizzazione di una marcata quantità di invasi artificiali, di cui si fornisce
di seguito l’elenco unitamente ai dati di prima caratterizzazione fisico-idraulica.
Relazione di sintesi
16
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
1
2
3
4
5
IR1801203
IR1804703
IR1804704
IR1801201
IR1806401
Identificazione dei corpi
idrici superficiali
significativi
LAGHI ED INVASI
ARTIFICIALI
Denominazione
Cecita
Arvo
Ampollino
Farneto del Principe
Passante
6
IR1809601
Metramo
7
IR1808901
Angitola
8
IR1801202
Tarsia
9
10
11
12
13
14
15
IR1807101
IR1812201
IR1804702
IR1804701
IR1805701
IR1806001
IR1804705
Vasca S. Anna
Lordo
Votturino
Ariamacina
Savuto
Migliarite
Orichella
Numero
Codice
Utilizzazione
Idroelettrica
Idroelettrica
Idroelettrica
Irrigua
Idroelettrica
Irrigua –
Potabile –
Industriale
Irrigua
Irrigua –
Industriale
Irrigua
Irrigua
Irrigua
Idroelettrica
Idroelettrica
Idroelettrica
Idroelettrica
Superficie
specchio
liquido
(Km2)
Perimetro
(Km)
Capacità
massima
(Mm3)
5,37
5,52
4,92
5,49
0,89
46,9
22,4
26,7
15,4
9,8
108,0
83,0
67,0
46,3
38,0
1,68
13,7
26,6
1,74
10,8
21,0
1,97
11,2
16,0
0,94
1,17
0,23
0,48
0,14
0,12
0,02
3,6
9,4
3,2
4,9
2,3
1,8
0,9
16,0
8,0
3,0
2,0
1,0
0,4
0,2
Tabella 7
Ai fini della ottemperanza alle normative alla base del presente progetto, sono stati
considerati significativi i laghi artificiali il cui bacino di alimentazione sia interessato da
attività antropiche che ne possano compromettere la qualità e aventi superficie dello
specchio liquido almeno pari a 1 km2 o con volume d’invaso almeno pari a 5 milioni di m3.
Tale superficie è riferita al periodo di massimo invaso.
Acque di transizione
Il D. Lgs. 152/99 identifica come significative, tra le acque di transizione, le acque delle
lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri. Le uniche zone umide costiere presenti in
Calabria, intese come acque di transizione, sono le zone umide di Gizzeria Lido e il Pantano
di Saline Joniche.
Numero
Codice
Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi
ACQUE DI TRANSIZIONE
Denominazione
1
2
T1801
T1802
Stagni di Gizzeria
Pantano di Saline Joniche
Tabella 8
Relazione di sintesi
17
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Acque marino costiere
Sono state considerate significative le acque marino costiere dell’intero perimetro costiero
regionale, comprese entro i 3000 m dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 m.
L’intero tratto costiero è stato suddiviso in 15 segmenti a carattere omogeneo (dettagliati
nella tabella che segue) al fine di pervenire ad una caratterizzazione e classificazione
dell’ambiente marino costiero in base a precise identità territoriali omogenee.
Numero
SWB2
Codice
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
M1801
M1802
M1803
M1804
M1805
M1806
M1807
M1808
M1809
M1810
M1811
M1812
M1813
M1814
M1815
Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi
ACQUE MARINO COSTIERE
Denominazione
Fiume Sinni – Roseto Capo Spulico
Roseto Capo Spulico – Capo Trionto
Capo Trionto – Punta Alice
Punta Alice – Capo Rizzuto
Capo Rizzuto – Staletti
Staletti – Punta Stilo
Punta Stilo – Siderno
Siderno – Capo Spartivento
Capo Spartivento – Capo dell’Armi
Capo dell’Armi – Punta Pezzo
Punta Pezzo – Capo Vaticano
Capo Vaticano – Capo Suvero
Capo Suvero – Belmonte Calabro
Belmonte Calabro– Capo Bonifati
Capo Bonifati – Tortora
L (Km)
23
71
50
87
71
35
30
48
42
37
80
82
29
50
43
Tabella 9
Acque sotterranee
Secondo quanto previsto dal D.lgs. 152/99, sono significativi gli accumuli d’acqua contenuti
nel sottosuolo e permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione
permanente. Fra esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o no)
contenute in formazioni permeabili e, in via subordinata, i corpi d’acqua intrappolati entro
formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Le manifestazioni sorgentizie,
concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di acque
in quanto, affioramenti della circolazione idrica sotterranea.
In base ai principali criteri geolitologici, strutturali e morfologici della regione e delle
problematiche connesse all’uso delle risorse stesse, sono state individuate, ai fini della
definizione del sistema di rilevamento delle risorse idriche sotterranee, cinque aree di
interesse prioritario, coincidenti con altrettanti complessi idrogeologici, ossia:
1.
Bacino Idrogeologico di Sibari
Relazione di sintesi
18
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
2.
Bacino Idrogeologico del fiume Lao
3.
Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme
4.
Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro
5.
Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria
Nel secondo anno di monitoraggio, a seguito della rimodulazione della rete di rilevamento
quali – quantitativo delle acque sotterranee, sono stati individuati quattro nuovi punti acqua
appartenenti agli acquiferi sottesi dai bacini idrografici dei fiumi Corace, Crocchio, Alli e
Tacina (che per facilità di discussione ed inquadramento sono stati definiti “Bacino
Idrogeologico di Crotone”).
In dette aree sono presenti acquiferi costituiti da complessi detritici sabbioso-conglomeratici
plio-pleistocenici e da depositi alluvionali di fondo valle dei principali corsi d’acqua e delle
piane costiere.
Identificazione e caratterizzazione iniziale delle acque sotterranee
1
2
3
4
5
Acquifero detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e
fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e
fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene), sabbioso e conglomeratico
della piana di Sibari
Acquifero detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali
(Olocene) e sabbioso e conglomeratico della piana del Lao
Acquifero depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte), detriticoalluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene),
detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene),
sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di
Sant’Eufemia
Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene
medio-inferiore), depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte),
detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale
(Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge
attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e
Pliocene) della piana di Gioia Tauro
Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene
medio-inferiore), arenaceo ed argilloso (subordinati calcari ed
evaporati) (Miocene superiore), detritico-depositi alluvionali e
fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico
(Pleistocene e Pliocene) della piana di Reggio Calabria
Tabella 10
Ed infine, i quattro nuovi punti acqua appartengono ad un Acquifero detritico-alluvionale
terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e
Relazione di sintesi
19
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e
Pliocene) della piana di Crotone.
0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica
sullo stato delle acque
Allo scopo di individuare le pressioni che impattano sui corpi idrici significativi, sia
superficiali che sotterranei individuati, sono stati analizzate, per ciascuno dei bacini
idrografici significativi ricadenti nel territorio, le seguenti:
‰
‰
Sorgenti puntuali di inquinamento
a)
Impianti di trattamento dei reflui
b)
Siti di Interesse Nazionale
Sorgenti diffuse di inquinamento
a)
carichi di origine civile come deficit di trattamento
b)
carichi di origine agricola
c)
carichi di origine zootecnica
d)
carichi provenienti da acque meteoriche dilavanti su aree urbane
e)
carichi di origine industriale, proveniente da agglomerati e nuclei industriali
f)
carichi potenziali derivanti dalle attività produttive idroesigenti che si
sviluppano sul territorio regionale calabrese
Nella regione Calabria i maggiori carichi inquinanti afferenti ai corpi idrici superficiali e
sotterranei possono ritenersi attribuibili prevalentemente: agli scarichi domestici solo in
parte trattati in impianti di depurazione, alla fertilizzazione dei suoli operata in agricoltura,
ai residui dell’attività zootecnica ed alle acque di prima pioggia dilavanti le aree urbanizzate
il cui carico inquinante spesso è piuttosto rilevante.
Tali contributi sono stati stimati sulla base delle informazioni disponibili sull’uso del suolo
del territorio calabrese, le pratiche agronomiche adottate, la distribuzione sui diversi comuni
delle popolazioni residenti e fluttuanti, delle attività zootecniche e degli impianti di
depurazione, e alla piovosità media caratteristica dei bacini esaminati. La definizione
dell’impatto proveniente da fonte diffusa prende in considerazione tutte le attività di natura
antropica e naturale, che per tipologia e provenienza non sono circoscrivibili. Tra le fonti di
inquinamento diffuso vengono presi in considerazione i carichi generati prodotti da fonti
agricole e zootecniche e industriali. Limitate sono risultate le alterazioni attribuibili agli
Relazione di sintesi
20
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
apporti inquinanti di origine agricola e zootecnica che sembrano avere effetti significativi
sui soli invasi artificiali.
0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento
ƒ
Impianti di trattamento reflui
I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici calabresi sono stati stimati come somma dei
carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non serviti da impianto di
depurazione.
Per tale calcolo, per gli impianti di depurazione a servizio di agglomerati maggiori di 15000
A.E. si è fatto riferimento a dati aggiornati al 31/12/2004, risultato di un censimento relativo
a 45 impianti censiti. Di 44 sono state fornite le coordinate geografiche, di 43 la
potenzialità, di 32 la portata effluente, di 43 la concentrazione del carico organico in
ingresso e di 36 di quello in uscita.
In base a tali dati, per gli impianti dei quali erano disponibili la portata Q e la
concentrazione del carico organico in uscita, è stato possibile calcolare direttamente il carico
organico afferente ai corpi idrici mediante la seguente relazione:
C BOD5 = Q * BOD5,OUT
Per il calcolo dei carichi di azoto e fosforo, non avendo a disposizione le loro
concentrazioni, è stato necessario stimarne i valori sulla base dei carichi di BOD5 in
ingresso agli impianti, calcolati come prodotto tra la portata e la concentrazione in ingresso,
ipotizzando per l’azoto che il rapporto tra BOD5 ed N sia pari a 5 e che il suo abbattimento
nell’impianto sia pari al 35% (L.Bonomo, R.Salvetti), e per il fosforo ipotizzando che il
rapporto tra BOD5 e P sia pari a 33,3 e che il suo abbattimento sia pari al 25% (L.Bonomo,
R.Salvetti).
Relazione di sintesi
21
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Carico
Potenzialità
nominal
(a.e.)
e (a.e.)
Portata
annuale
(m3/anno)
Tipo
BOD5
Fosforo BOD5 Azoto
Nome corpo
Azoto in
Fosforo
corpo
in
in
in
in
idrico
entrata
in uscita
idrico
entrata
entrata uscita uscita
recettore
[t/y]
[t/y]
recettore
[t/y]
[t/y]
[t/y] [t/y]
Agglomerato
Impianto
Comuni Serviti
Tipo di
Trattamento
Belvedere Marittimo
Praie
Belvedere Marittimo
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
26126
60000
965.060
acque dolci
- costiere
torrante soleo
296,6
59,3
8,9
21,9
38,6
6,7
Cariati (Nicà)
Cariati (loc.
Nicà)
Cariati
preliminare+primario
+secondario
25989
30000
723.065
acque dolci
Fiume Nicà
153,8
30,8
4,6
14,4
20,0
3,5
Cassano allo Ionio
(Spadelle)
Cassano
(Spadelle)
Cassano allo Ionio
preliminare + primario
+ secondario
16548
15000
1.000.000
acque dolci fosso comunale
169,5
33,9
5,1
17,0
22,0
3,8
Castrovillari
Castrovillari
(San Rocco)
Castrovillari
preliminare + primario
+ secondario
30896
28800
2.400.000
acque dolci fiume fiumicello
384,0
76,8
11,5
38,4
49,9
8,6
Cetraro (loc.
Sottocastello)
Cetraro (loc.
Sottocastello)
Cetraro
preliminare+
primario+secondario
17000
15000
781.200
acque dolci
Fiume Aron
199,1
39,8
6,0
29,9
25,9
4,5
Diamante Buonvicino (Sorbo)
Diamante (loc.
Sorbo)
Diamante- Buonvicino
preliminare + primario
+ secondario
20000
22000
1.737.371
acque
costiere
Tratto Capo
Bonifati Tortora
486,9
97,4
14,6
37,7
63,3
11,0
Diamante - Grisolia Maierà-Buonvicino
preliminare+primario
+secondario+terziario
50000
40000
803.029
acque dolci Torrente Vaccuta
258,3
51,7
7,8
15,3
33,6
5,8
Diamante - Grisolia - Diamante (loc.
Maierà - Buonvicino
Cirella (Vaccuta)
Vaccuta)
Fuscaldo
Fuscaldo (loc.
Maddalena)
Fuscaldo
preliminare+primario
+secondario
21144
32000
1.170.000
acque
costiere
Tratto Belmonte
Calabro - Capo
Bonifati
294,6
58,9
8,8
29,5
38,3
6,6
Paola
Paola (loc.
Pantani)
Paola
preliminare+primario
+secondario+terziario
37829
50000
2.500.000
acque
costiere
Tratto Belmonte
Calabro - Capo
Bonifati
450,0
90,0
13,5
45,0
58,5
10,1
Relazione di sintesi
22
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
31000
46000
1.400.000
acque
costiere
Tratto Capo
Bonifati Tortora
65,4
13,1
2,0
6,5
8,5
1,5
Cosenza, Rende,
Castrolibero, Marano
Marchesato, Marano
Principato, Castiglione
Cosentino, San Pietro in
Rende (loc. Coda
preliminare + primario
Guarano, Lappano,
231633
di Volpe)
+ secondario
Rovito, Zumpano, Casole
Bruzio, Trenta, Spezzano
Piccolo, Montalto Uffugo,
San Fili, Rose, Carolei,
Dipignano, Mendicino
250000
30.615.956
acque dolci
Fiume Crati
4016,3
803,3
120,5
404,4
522,1
90,4
Roseto Capo Spulico
Roseto Capo
Spulico (loc.
Piano d'Orlando)
Roseto Capo Spulico
preliminare+primario
+secondario
17473
20000
1.275.529
acque dolci Torrente Ferro
237,1
47,4
7,1
23,7
30,8
5,3
Rossano
Rossano (loc.
S.Angelo)
Rossano
preliminare+primario
+secondario
60000
40000
4.380.000
109,5
21,9
3,3
109,5
14,2
2,5
Corigliano Calabro
Corigliano
Calabro (loc.
Boscarello)
Corigliano Calabro
4.380.000
796,4
159,3
23,9
204,7
103,5
17,9
Santa Maria del
Cedro
Santa Maria del
Cedro (loc.
Frecciaro)
Santa Maria del CedroGrisolia
preliminare+primario
+secondario
39598
90000
1.650.000
acque
costiere
368,1
73,6
11,0
16,1
47,9
8,3
Scalea
Scalea (loc.
Lintiscita)
Scalea
preliminare+primario
+secondario
89756
115000
2.700.000
acque
costiere
2144,4
428,9
64,3
81,5
278,8
48,2
Tortora
Tortora (loc.
Falconara)
Tortora
preliminare+primario
+secondario
26130
15000
565.680
acque
costiere
132,3
26,5
4,0
17,2
17,2
3,0
Trebisacce
Trebisacce (c.da
Malomo)
Trebisacce
preliminare+primario
+secondario
18119
30000
985.500
24,6
4,9
0,7
24,6
3,2
0,6
Praia a Mare
Rende - Cosenza
Praia a Mare
(loc. Lungomare)
Praia a Mare
preliminare+primario
+secondario+terziario
60000
Relazione di sintesi
Tratto Capo
Bonifati Tortora
Tratto Capo
Bonifati Tortora
Tratto Capo
Bonifati Tortora
acque dolci Torrente Pagliaro
23
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Villapiana
Villapiana (loc.
Orto della
Signora)
Villapiana
preliminare+primario
+secondario
20268
30000
1.479.564
acque dolci
Torrente
Saraceno
291,5
58,3
8,7
29,1
37,9
6,6
Catanzaro
Catanzaro (loc.
Verghello)
Catanzaro
preliminare+primario
+secondario
148292
90000
8.935.200
acque dolci
Fiume Corace
1857,0
371,4
55,7
135,2
241,4
41,8
Isca sullo Jonio,
Isca sullo Jonio, Badolato,
Badolato,
Isca (loc. Marina
preliminare+primario
Sant'Andrea Apostolo
di Isca)
+secondario+terziario
Sant'Andrea Apostolo
dello Jonio
dello Jonio
20773
20000
1.516.429
acque dolci
Torrente
Gallipari
361,1
72,2
10,8
42,7
46,9
8,1
Lamezia Terme preliminare+secondari
Lamezia Terme - Ex SIR
110600
Ex SIR
o+avanzato
110000
6.290.000
acque dolci
Collettore
Ferroni
1488,4
297,7
44,7
135,7
193,5
33,5
acque dolci
Torrente
Soverato o
Beltrame
155,6
31,1
4,7
16,3
20,2
3,5
1207,8
241,6
36,2
123,7
157,0
27,2
53,7
10,7
1,6
5,2
7,0
1,2
802,9
160,6
24,1
80,2
104,4
18,1
Lamezia Terme +
Falerna Marina,
Gizzeria, Curinga
Montepaone,
Gasperina, Montauro, Soverato (loc.
Fiumarata)
Petrizzi e Stalettì
(parte)
Soverato (loc. Fiumarata)
preliminare+primario
+secondario
27906
20000
700.000
Nocera Terinese (loc.
Marina De Luca)
preliminare+primario
+secondario+terziario
0
84000
6.132.000
Sellia Marina (loc. Uria)
preliminare+secondari
o+avanzato
19886
25000
242.000
Soverato, Satriano, Soverato (loc.
Soverato (loc. Soverato preliminare+primario
Davoli, San Sostene Soverato Marina)
Marina)
+secondario+terziario
45163
40000
3.296.899
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
32000
30000
2.332.759
acque
costiere
Tratto Punta
Alice - Capo
Rizzuto
620,5
124,1
18,6
65,9
80,7
14,0
Crotone
Crotone (Comunale - loc. preliminare + primario
(Comunale - loc.
Ponte)
+ secondario
Ponte)
69777
60000
6.480.000
acque dolci
Torrente
Papaniciaro
1466,5
293,3
44,0
260,3
190,6
33,0
Amantea, Belmonte,
Nocera Terinese
Nocera Terinese e
(loc. Marina De
Falerna (centro
Luca)
abitato)
Sellia Marina 1
Cirò Marina
Crotone
Sellia Marina
(loc. Uria)
Cirò Marina
(contrada
Saverona)
Cirò Marina (contrada
Saverona)
Relazione di sintesi
acque dolci Torrente Grande
acque dolci
Torrente Uria
acque dolci Fiume Ancinale
24
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Cutro e parte
(Praialonga) di Isola
Capo Rizzuto
Cutro (S.
Leonardo)
Cutro (S. Leonardo)
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
37152
30000
748.530
acque dolci
Fosso del
Dragone
188,4
37,7
5,7
22,8
24,5
4,2
Isola di Capo Rizzuto
(Le Castella)
Isola di Capo
Rizzuto (Le
Castella)
Isola di Capo Rizzuto (Le
Castella)
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
26157
35000
560.000
acque
costiere
Tratto Capo
Rizzuto - Stalettì
144,5
28,9
4,3
8,1
18,8
3,3
Isola di Capo Rizzuto
(Capo Rizzuto)
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
22097
30000
1.613.081
acque dolci
Fosso Seleno
183,7
36,7
5,5
35,5
23,9
4,1
Isola di Capo
Isola di Capo Rizzuto
Rizzuto (Capo
(Capo Rizzuto)
Rizzuto)
Strongoli
Strongoli (loc.
Scannaporcello)
Strongoli (loc.
Scannaporcello)
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
16400
33000
1.197.200
acque dolci
Fosso Gabella
Grande
54,6
10,9
1,6
6,0
7,1
1,2
Tropea, Parghelia,
Zaccanopoli
(loc. Le Grazie)
Parghelia (Le
Grazie)
Parghelia (Le Grazie)
preliminare+primario
+secondario
21000
40000
1.455.000
acque
costiere
tratto Capo
Vaticano Capo
Suvero
206,9
41,4
6,2
13,6
26,9
4,7
Vibo Marina, Briatico
Vibo Valentia
(parte) (Loc.
(Porto Salvo)
Portosalvo)
Vibo Valentia (Porto
Salvo)
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
29000
35000
1.500.000
acque
costiere
tratto Capo
Vaticano Capo
Suvero
291,0
58,2
8,7
25,8
37,8
6,5
Vibo Valentia parte (loc. preliminare+primario
Piscopio)
+secondario+terziario
20659
20000
1.073.000
acque dolci Fosso del Falco
53,3
10,7
1,6
11,1
6,9
1,2
preliminare+primario
+secondario+terziario
20000
20000
1.460.000
tratto Capo
Vaticano Capo
Suvero
192,9
38,6
5,8
24,5
25,1
4,3
Vibo Valentia parte
(loc. Piscopio)
Vibo Valentia
(Piscopio)
Pizzo (loc. Marinella) Pizzo (Marinella)
Pizzo (loc. Marinella)
Relazione di sintesi
acque
costiere
25
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Locri, Siderno e parte
di Grotteria mare
(loc. Breccia)
Siderno
(loc.Breccia)
Bagnara Calabra
Bagnara Calabra
(loc. Cacilì)
Benestare, Bianco,
Bovalino
Bianco (loc.
Sant'Antonio)
Gioia tauro
Locri, Siderno e parte di
preliminare + primario
Grotteria mare (loc.
+ secondario
Breccia)
56753
83000
3.420.000
acque
costiere
tratto: Siderno Capo Spartivento
372,9
74,6
11,2
47,9
48,5
8,4
Bagnara Calabra
preliminare+primario
+secondario
16130
15000
909.854
acque
costiere
Tratto Punta
Pezzo - Capo
Vaticano
144,9
29,0
4,3
13,0
18,8
3,3
Benestare, Bianco,
Bovalino
preliminare + primario
+ secondario +
avanzato
25183
41000
1.380.000
acque dolci
torrente
Sant'Antonio
137,1
27,4
4,1
32,6
17,8
3,1
Gioia Tauro,
Cinquefrondi,
Cittanova, Feroleto della
Chiesa,
Galatro, Laureana di
Gioia Tauro
preliminare + primario
Borrelo,
158183
(contrada lamia)
+ secondario
Melicucco, Nicotera (VV),
Palmi,, Polistena,
Rizziconi,, Rosarno,
San Ferdinando,
Taurianova
260000
16.500.000
acque dolci fiumara budello
4140,5
828,1
124,2
286,9
538,3
93,2
16953
18000
1.314.000
acque dolci Fiume Torbido
204,0
40,8
6,1
45,3
26,5
4,6
22950
18000
1.275.000
acque dolci
Fiumara di
Sant'Elia
111,5
22,3
3,3
9,7
14,5
2,5
50000
120000
4.439.438
acque dolci
Fiumara
Sant'Agata
540,2
108,0
16,2
48,8
70,2
12,2
Marina di Gioiosa
Marina di
Gioiosa (loc.
Sant'Anna)
Marina di Gioiosa
Melito di Porto Salvo
- Roghudi
Melito Porto
Salvo - loc.
Sant'Elia
Melito di Porto Salvo Roghudi
Reggio Calabria
(Ravagnese)
Reggio Calabria
(fraz.ne
Ravagnese)
Reggio Calabria
(Ravagnese)
preliminare+primario
+secondario
preliminare+primario
+secondario
Relazione di sintesi
26
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Reggio Calabria
(Pellaro)
Villa San Giovanni
Reggio Calabria
preliminare+primario
Reggio Calabria (Pellaro)
(fraz.ne Pellaro)
+secondario
Villa San
Giovanni (loc.
Cannitello Punta Pezzo)
Villa San Giovanni
preliminare+primario
+secondario
0
25318
11000
2.192.904
acque dolci
Fiumarella di
Lume
594,1
118,8
17,8
190,4
77,2
13,4
948.612
acque
costiere
Tratto Punta
Pezzo - Capo
Vaticano
242,1
48,4
7,3
35,9
31,5
5,4
Tabella 11
Relazione di sintesi
27
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici significativi calabresi, provenienti da
impianti di depurazione a sevizio di agglomerati superiori ed inferiori ai 15.000 AE, sono
stati stimati come somma dei carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non
serviti da impianto di depurazione.
Carichi inquinanti di origine civile per bacino come deficit di trattamento
CIVILI
TRATTATI
BACINO
NON TRATTATI
TOTALI
CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO
N
P
BOD5
N
P
BOD5
N
P
BOD5
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
(t/y)
Fiume Petrace
20,0
3,0
15,0
109,0
16,0
543,0
129,0
19,0
558,0
Fiume Amato
Fiume Corace (*)
Fiume Tacina
Fiume Savuto (*)
Fiume Neto
Torrente Trionto
Fiume Crati (*)
Fiume Lao
Fiume Mesima (*)
Fiumara Calopinace
Fiumara di Gallico
Fiumara Bonamico
Fiumara Novità (*)
Fiumara Budello (*)
Fiumara Allaro
Fiumara della Ruffa
Fiume Ancinale (*)
Fiume Angitola
Torrente Turrina (*)
Torrente Fiumarella
Fiume Esaro di Crotone (*)
Fiume Nicà (*)
Fiume Crocchio
Fiumara Amendolea
Fiumara La Verde
Torrente Raganello
Torrente Argentino
Fiume Metramo
Fiume Marepotamo
90,0
305,0
4,0
68,0
85,0
48,0
803,0
30,0
78,0
0,0
206,0
1,4
0,0
533,0
0,0
7,0
23,0
20,0
205,0
1,4
191,0
24,0
26,0
19,0
0,0
16,0
0,0
40,0
11,0
16,0
53,0
0,5
12,0
15,0
8,0
139,0
5,0
14,0
0,0
36,0
0,2
0,0
92,0
0,0
1,0
4,0
3,0
36,0
0,2
33,0
4,0
5,0
3,0
0,0
3,0
0,0
7,0
2,0
69,0
234,0
7,0
53,0
65,0
37,0
618,0
23,0
60,0
0,0
159,0
1,0
0,0
287,0
0,0
6,0
18,0
16,0
144,0
1,0
260,0
18,0
20,0
15,0
0,0
12,0
0,0
31,0
8,0
48,0
57,0
115,0
53,0
135,0
20,0
613,0
9,0
130,0
2,0
0,0
16,0
18,0
11,0
35,0
4,0
62,0
45,0
0,0
46,0
57,0
21,0
0,0
0,0
9,0
2,0
0,0
99,0
90,0
7,0
9,0
17,0
8,0
20,0
3,0
92,0
1,0
19,0
0,3
0,0
2,0
3,0
1,7
5,0
0,7
9,0
7,0
0,0
7,0
9,0
3,0
0,0
0,0
1,0
0,3
0,0
15,0
13,0
239,0
285,0
575,0
263,0
677,0
98,0
3066,0
44,0
649,0
9,0
0,0
81,0
88,0
55,0
177,0
22,0
310,0
227,0
0,0
230,0
285,0
105,0
0,0
0,0
44,0
11,0
0,0
497,0
448,0
138,0
362,0
119,0
121,0
220,0
68,0
1416,0
39,0
208,0
2,0
206,0
17,4
18,0
544,0
35,0
11,0
85,0
65,0
205,0
47,4
248,0
45,0
26,0
19,0
9,0
18,0
0,0
139,0
101,0
23,0
62,0
17,5
20,0
35,0
11,0
231,0
6,0
33,0
0,3
36,0
2,2
3,0
93,7
5,0
1,7
13,0
10,0
36,0
7,2
42,0
7,0
5,0
3,0
1,0
3,3
0,0
22,0
15,0
308,0
519,0
582,0
316,0
742,0
135,0
3684,0
67,0
709,0
9,0
159,0
82,0
88,0
342,0
177,0
28,0
328,0
243,0
144,0
231,0
545,0
123,0
20,0
15,0
44,0
23,0
0,0
528,0
456,0
Tabella 12
(*)
Carichi di origine civile provenienti da impianti di depurazione a sevizio di agglomerati > 15000 AE e <
15000 AE. I restanti (non contraddistinti dal simbolo (*) sono relativi ai soli carichi civili provenienti da
impianti di depurazione e/o scarichi di acque reflue urbane provenienti a servizio di agglomerati < 15000
AE
Relazione di sintesi
28
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 1: Carichi di BOD5 di origine civile
Relazione di sintesi
29
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 2: Carichi di azoto di origine civile
Relazione di sintesi
30
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 3: Carichi di fosforo di origine civile
Relazione di sintesi
31
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ƒ
Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN)
L’unico sito di interesse nazionale per le bonifiche della regione Calabria è quello di
Crotone, che comprende i comuni di Crotone, Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria.
Il Sito di Interesse Nazionale di Crotone - Cassano - Cerchiara è stato incluso nell’elenco
dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01.
Con D.M. 26 novembre 2002 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1
comma 4 della Legge 426/98.
Il perimetro comprende un territorio di circa 530 ha a terra e 1452 ha a mare (comprensivi di
132 ha di area portuale), nel quale sono incluse aree pubbliche ed aree private.
Relativamente alla compromissione di natura socio/sanitario ed ambientale presente nel sito
di interesse nazionale nonché alla titolarità/proprietà delle aree incluse nel perimetro del
sito, di seguito si vanno a dettagliare la titolarità pubblica o privata di ciascuna area e le
criticità ambientali presenti nelle stesse.
Limitatamente alle aree private, queste interessano circa 400 ha del sito e coinvolgono i
seguenti soggetti privati:
Settore
Chimico
Chimico
Metallurgico
Industriale
Aziende
Ex Agricoltura
(SYNDIAL)
Ex Pertusola
(SYNDIAL)
Criticità
Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di
potassio, calcare, pirite ed additivi. Acque di falda e
suoli contaminati
Materie prime: fosforite e quarzite, fosforo e acido
fosforico, sono state utilizzate fosforiti con
concentrazioni di radioisotopi naturali variabili da
partita a partita. acque di falda e suoli contaminati
primo impianto in Italia della metallurgia dello
zinco. Acque di falda e suoli contaminati
Privati
contaminazione da metalli pesanti: zinco, cadmio,
piombo, rame e arsenico, dovuti principalmente
all’attività svolta nello Stabilimento ex Pertusola Sud
(ora Syndial)
Fosfotec s.r.l.
Tabella 13
Per quanto riguarda l’area pubblica, questa interessa circa 130 ha alla quale si aggiunge
l’area marino costiera prospiciente la zona industriale, compresa tra la foce del fiume Esaro
a sud e quella del fiume Passovecchio a nord, per una lunghezza di circa 5 km lungo la costa
e di 3 km verso il largo. Il territorio comprende le seguenti aree di attenzione:
Relazione di sintesi
32
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Area
Un’area ubicata nel comune di Cassano
allo Jonio (Località “Chidichimo”, “Tre
Ponti” e “Sibari”)
Un’area ubicata nel comune di
Cerchiara Calabra (località Capraro),
Area archeologica
Criticità
Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di
zinco)
Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di
zinco)
Inquinamento da metalli pesanti
Discarica pubblica caratterizzata da smaltimento di
RSU
Inquinamento da metalli pesanti
Discarica Tufolo - Farina
L’Area marino costiera
Tabella 14
Interventi ad oggi attivati
Aree private
Aree pubbliche
Realizzazione delle indagini geognostiche sulle argille
basali finalizzate alla progettazione della barriera fisica, da
realizzare come intervento di MISE nell’area Ex Pertusola
Sud
Caratterizzazione
dell’area
riguardante la discarica a mare
(loc.tà Armeria). Attualmente sono
in corso le analisi dei campioni
prelevati
Realizzazione dei campionamenti previsti dalle indagini di
caratterizzazione dell’area dello stabilimento Ex Pertusola Realizzazione e messa in opera dei
Sud, effettuati alla presenza di personale ARPACAL
piezometri previsti sulla discarica a
mare
Eseguita la caratterizzazione integrativa dell’area dello
stabilimento Ex Pertusola Sud. Attualmente sono in corso le Bonifica da ordigni bellici sulla
analisi dei campioni prelevati
discarica a mare e nello specchio
marino antistante lo stabilimento Ex
Bonifica da ordigni bellici all’interno dello stabilimento Ex Pertusola Sud
Pertusola Sud
Caratterizzazione a mare dell’area
Approvato con decreto interministeriale il Progetto A1 prospiciente Ex Pertusola Sud
definitivo di bonifica delle acque di falda del Punto Vendita
n. 8559, trasmesso da ENI Div. Refining & Marketing
Tabella 15
Interventi programmati
Area
di
competenza
interessata
Area archeologica
Discarica Tufolo Farina
pubblica
Intervento programmato
Bonifica dell’area
Caratterizzazione e bonifica della discarica
MISE delle discariche mediante la rimozione e lo
Discariche dei comuni di Cassano allo
smaltimento dei rifiuti industriali presenti, presso
Jonio e Cerchiara Calabra
idonea discarica autorizzata
Tabella 16
E’ in corso di definizione un Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare e regione Calabria, provincia di Crotone, comune di
Crotone, Autorità portuale di Gioia Tauro, per la realizzazione degli interventi di messa in
sicurezza e bonifica delle aree comprese nel “SIN di Crotone-Cassano-Cerchiara”.
Relazione di sintesi
33
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Tessuto produttivo
La struttura del sistema imprenditoriale provinciale mostra una predominanza di imprese
attive nel settore terziario, seguono le imprese agricole e di costruzioni.
Il tessuto produttivo crotonese, in termini di incidenza, è fortemente caratterizzato dalla
presenza di imprese agricole. Come conseguenza diretta del peso dell’agricoltura, si è
sviluppata nella provincia una consistente industria agroalimentare.
Nell’area particolare interesse riveste il Distretto agroalimentare di Sibari. I Comuni
ricadenti nel territorio del Distretto cosentino sono circa 32, tra cui Rossano, Corigliano
Calabro e Cassano allo Ionio. Nel settore agricolo, agro-alimentare e industriale, particolare
importanza assumono alcuni comparti e le imprese locali che, grazie a moderni criteri di
coltivazione, si sono ormai rese competitive sul piano nazionale e internazionale. Notevole
anche la coltivazione e lavorazione della liquirizia, di cui si producono qui i tre quarti del
totale nazionale (presente anche Amarelli). Significative inoltre l’orticoltura, la frutticoltura,
l’olivicoltura (impiantata dai Benedettini dopo il 1400, rinomata oggi per l’olio extravergine
d’oliva Bruzio DOP con menzione geografica specifica ‘Sibaritide’) e la viticoltura (con due
vitigni autoctoni, Gaglioppo e Greco Bianco, dodici vini DOC e tredici IGT per l’intera
regione). Caratteristiche dell’area, infine, la lavorazione di conserve alimentari, di prodotti
caseari (Caciocavallo Silano DOP e numerosi formaggi freschi e stagionati, ricotte
affumicate di mucca e ovicaprine), di cereali e pasta e di insaccati di qualità certificata
(salsiccia, capicollo, pancetta e soppressata DOP). Presenti e integrati con le PMI locali, gli
insediamenti di Parmalat e del Gruppo Cirio.
Settori rilevanti
Dimensione imprese
Servizi
PMI
Costruzioni
PMI
Agroalimentare
Grandi imprese - PMI
Tabella 17
Di seguito si riporta una breve descrizione dei principali soggetti privati presenti nel SIN
“Crotone – Cassano – Cerchiara”.
Ex Pertusola
L’area interessata ha una superficie di 48 ha ed è limitata sul lato mare dalla ferrovia
Metaponto-Reggio Calabria e sul lato monte dalla S.S.106.
Relazione di sintesi
34
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lo stabilimento entra in funzione nel 1928 e costituisce il primo impianto in Italia della
metallurgia dello zinco, con una capacità produttiva iniziale di 10.000 tonn/a di zinco, fino
ad arrivare a 90.000 tonn/a nel 1973, con la messa in marcia del forno Cubilot.
Nel 1993, a seguito della dismissione del forno Cubilot viene costruito internamente allo
stabilimento un deposito temporaneo per le ferriti di zinco. Nel 1999 è stata interrotta
l’attività produttiva.
Dalle indagini di caratterizzazione eseguite, è emerso quanto segue:
Per i suoli:
-
i materiali di riporto presenti negli stadi superficiali di gran parte del sito sono
risultati contaminati da metalli (Zn, Pb, Cu, As, Cd, Hg) spesso compresenti in
concentrazione superiori ai limiti di accettabilità per i siti industriali; in alcuni punti
si riscontra anche un’alta concentrazione da idrocarburi pesanti;
-
tali materiali superficiali sottoposti a test di cessione rilasciano concentrazioni di
metalli inaccettabili per le discariche di 2° categoria tipo B;
-
la contaminazione da metalli Zn e Cd si è propagata anche negli strati sottostanti (23 metri) raggiungendo in alcuni punti dell’area impianti , anche 9-10m di profondità.
Per le acque:
le acque sotterranee risultano in genere salate e in alcuni punti acide ed inquinate da almeno
un parametro, anche se in molti punti superano il limite di accettabilità solo il Mn e i solfati.
Questi analiti potrebbero essere in parte associati ad una situazione naturale; gli inquinanti
presenti nelle acque in concentrazioni superiori ai limiti di legge sono principalmente
metalli, Cd soprattutto, ma anche Zn, Pb, Fe, Hg, As.
Ex Agricoltura
Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone ed è limitato sul lato mare dalla
ferrovia Metaponto-Reggio Calabria e sul lato interno dalla SS106 Ionica, confina a Nord
con lo stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial) e a Sud con l’area di stabilimento
SASOL Spa.
Il sito ex Agricoltura occupa una superficie complessiva di circa 6,3 ha.
L’insediamento era destinato alla produzione di fertilizzanti complessi (azotati e fosfatici) e
ha cessato la sua attività produttiva nel febbraio 1992.
In particolare si lavoravano i seguenti materiali:
-
Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi.
-
Prodotti finiti: fertilizzanti complessi, acido nitrico, acido solforico e oleum.
Relazione di sintesi
35
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel 1997 è stata effettuata una messa in sicurezza permanente dell’area Nord dello
stabilimento di 22.840 mq mediante asportazione divisa in settori ed un ritombamento con i
materiali scavati nel settore centrale. Successivamente nel settore ritombato con i terreni
compromessi si è eseguita una cinturazione con diaframma plastico immorsato nello strato
argilloso sottostante e successiva asfaltatura di tipo stradale.
I risultati delle analisi condotte su campioni di terreno hanno evidenziato una
contaminazione da metalli pesanti (diffusa per l’As e locale per Cd, Zn e Hg) ed idrocarburi
(C>12, PCB ed IPA), mentre le analisi condotte su campioni di acqua di falda hanno
rilevato concentrazioni superiori ai limiti normativi per i parametri alifatici clorurati
cancerogeni (in particolare 1,1,2 Tricloroetano, 1,2 -dicloroetano, tetracloroetilene,
triclorometano), alifatici alogenati cancerogeni (bromodiclorometano), benzene, nitrati e
metalli (in particolare Fe, Mn e Zn).
E’ attiva da maggio 2004 una barriera idraulica la cui configurazione attuale risulta
composta da n. 9 pozzi superficiali e n. 4 pozzi profondi di emungimento.
Discarica Ex Fosfotec - Farina Trappeto
La discarica occupa un'area situata nel comune di Crotone in prossimità della zona
industriale nella fascia costiera compresa tra la linea ferroviaria Crotone - Metaponto e il
mare, per una lunghezza di circa 550 m e una larghezza variabile tra 180 e 40 m e si
sviluppa di fronte al perimetro delle Ex Agricoltura S.p.A. e SASOL Spa (ex Società
Fosfotec s.r.l.).
L'ubicazione della discarica e la sua delimitazione, all'epoca dell'autorizzazione provvisoria
per l’attività di smaltimento di rifiuti solidi inerti, è la seguente:
-
ad ovest dalla strada del Consorzio di Bonifica Crotone-Neto;
-
a nord dai terreni ricadenti nell' area della Società Pertusola;
-
a sud dall'alveo del fiume Esaro;
-
ad est dal Mare Jonio.
La discarica è ubicata in un'area già interessata da conferimenti abusivi e disordinati di
rifiuti con presenza di riporti di materiali.
Area Ex Fosfotec (Forno Noduli)
Lo stabilimento ex Fosfotec di Crotone si trova in un’area con destinazione d’uso
industriale ubicata nell’ampia area pianeggiante a nord della città, che percorre il tratto
costiero a nord della foce del fiume Esaro ed estesa fino al torrente Passovecchio. L’area è
Relazione di sintesi
36
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
allungata parallelamente alla costa ed ha dimensioni di circa 1500 m in lunghezza e circa
400 m in larghezza; verso la costa è delimitata dal percorso della ferrovia e verso l’interno
della strada statale ionica S.S.106.
In detto ambito sono comprese, da sud a nord, le aree di proprietà Fosfotec s.r.l. in
liquidazione, della Sasol Italy S.p.A. e dell’Enichem (Ex Agricoltura).
L’area denominata “Forno Noduli” si trova a sud del complesso industriale ed ha una
superficie di circa 48.000 mq. In questa area la società Fosfotec ha iniziato la propria attività
relativa alla produzione di fosforo e derivati nel 1992. Nel giugno 2003 sono cessate le
produzioni e si è provveduto alla messa in sicurezza degli impianti e delle infrastrutture ad
essi collegate fino allo smantellamento definitivo dell’area avvenuto nell’arco temporale
1996-1998.
In merito allo stato di inquinamento delle matrici ambientali risulta:
-
nel primo metro del terreno di riporto contaminazione da metalli pesanti (As, Cd, Pb,
Zn, Hg);
-
nei campioni di terreno, non solo superficiale, è stato rilevato il parametro fosforo
totale, anche in concentrazioni elevate;
-
nelle acque di falda contaminazione da As, nitrati e ammoniaca (parametri ricercati:
As, fosforo totale, idrocarburi totali nitriti nitrati ed ammoniaca).
Sasol
Lo stabilimento della Sasol Italy a Crotone si trova in un’area industriale ubicata a nord
dell’abitato, lungo il tratto costiero percorso dalla SS 106 (Strada Statale Ionica). Lo
stabilimento occupa una superficie complessiva di circa 10 ha e confina a sud con l’ex
stabilimento Fosfotec, a est con la costa, a ovest con la SS 106 e a nord con lo stabilimento
Agricoltura.
La prima società che si insediò nell’area (1927) si occupava della produzione di ammoniaca
e fertilizzanti azotati. Nel corso degli anni lo stabilimento ha prodotto acido solforico,
oleum, acido fosforico via umida, fertilizzanti fosfatici, fosforo via termica, acido fosforico
via termica, acido nitrico e tripolifosfato. Dal 1992 sono attive le produzioni di zeoliti
(silicoalluminati di sodio) per detergenza e di silicato di sodio, gestite da EniChem Augusta,
che ha assunto nel 1996 il nome di Condea Augusta e nel 2001 di Sasol Italy.
Nelle precedenti indagini ambientali si è rilevato il superamento dei limiti in 2 campioni di
terreno ed in particolare, entrambi i campioni prelevati sono risultati contaminati da Hg e il
Relazione di sintesi
37
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
campione più superficiale (0-5m) prelevato in uno dei due punti è risultato debolmente
contaminato da Cd. Le acque di falda sono risultate contaminate da As, Cd, Fe, Mn, Hg, Pb.
Centrale Eni
Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone, in località Passovecchio, a
circa 3 km dal centro della città. Il sito, limitato sul lato mare dalla ferrovia MetapontoReggio Calabria, confina a Sud con la strada consortile e con lo stabilimento ex Pertusola
Sud (ora Syndial), mentre a Nord e ad Ovest con altre aree industriali che comprendono in
particolare una falegnameria, una carpenteria e, a 700 m di distanza, l’impianto consortile di
trattamento delle acque industriali.
L’area occupa una superficie complessiva di 66.000 mq di cui:
ƒ
35.000 mq impiegati per gli impianti di trattamento del gas;
ƒ
31.000 mq utilizzati per deposito momentaneo di materiali di perforazione e area
doganale.
Le situazioni di non conformità rispetto alle concentrazioni previste dal DM 471/99 sono
riconducibili a:
ƒ
per i terreni: presenza di idrocarburi C<12;
ƒ
per le acque: presenza di As e di idrocarburi totali. Rilevata inoltre la presenza di
prodotto in fase separata LNAPL.
0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento
a)
Carichi di origine zootecnica
Il carico organico di origine zootecnica è stato determinato facendo riferimento alla
metodologia elaborata dal CNR-IRSA (CNR – IRSA Quaderno 90, 1991) che propone di
calcolare l’apporto inquinante di natura organica di ogni specifica categoria di animali
allevati, in termini di BOD5.
Per il calcolo del carico inquinante di azoto e fosforo di origine zootecnica, la metodologia
adottata è quella proposta da G. Provolo (“I piani di tutela delle acque” a cura di Bonomo e
Vismara, 2004) .
Tale metodologia si basa sull’attribuzione, per ogni tipologia di allevamento, del peso vivo
di ogni singolo capo e di un coefficiente di produzione di azoto e fosforo riferito al peso
vivo dei capi allevati. Calcolando la sommatoria dei singoli apporti è possibile individuare il
contributo di azoto e fosforo al campo dovuto alla zootecnia.
Relazione di sintesi
38
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i carichi totali e
specifici superficiali di azoto, fosforo e BOD5 prodotti dall’attività zootecnica.
Carichi inquinanti di origine zootecnica per bacino
ZOOTECNIA
BACINO
SIGNIFICATIVO
CARICO N CARICO P CARICO BOD5
(t/y)
Fiume Petrace
94,726
Fiume Amato
214,174
Fiume Corace
94,521
Fiume Tacina
265,556
Fiume Savuto
127,155
Fiume Neto
390,040
Torrente Trionto
126,671
Fiume Crati
1321,382
Fiume Lao
159,596
Fiume Mesima
534,691
Fiume Coscile
192,785
Fiume Esaro
212,877
Fiumara Calopinace
6,421
Fiumara di Gallico
6,776
Fiumara Bonamico
12,722
Fiumara Novito
14,632
Fiumara Budello
4,485
Fiumara Allaro
31,612
Fiumara della Ruffa
122,548
Fiume Ancinale
65,014
Fiume Angitola
102,804
Torrente Turrina
20,908
Torrente Fiumarella
5,679
Fiume Esaro di Crotone 52,821
Fiume Nicà
148,391
Fiume Crocchio
27,538
Fiumara Amendolea
39,709
Fiumara La Verde
40,079
Torrente Raganello
109,024
Torrente Argentino
13,445
Fiume Metramo
45,998
Fiume Marepotamo
70,143
CARICO N CARICO P
CARICO BOD5 SPECIFICO
SPECIFICO SPECIFICO
(t/y)
(t/y)
(t/ y*Km2)
(t/ y*Km2)
(t/ y*Km2)
36,508
89,811
39,048
106,226
57,865
166,503
55,295
576,772
69,651
218,244
84,151
92,933
2,785
3,023
5,462
6,913
2,022
14,917
49,053
27,668
43,635
9,150
2,205
22,589
63,212
10,039
15,126
15,797
47,586
5,866
22,050
28,533
883,949
1363,677
699,178
1631,928
741,742
2052,594
748,011
7494,929
967,886
3103,530
1005,497
1209,201
100,139
115,715
111,488
172,626
37,510
203,912
646,934
428,768
595,541
128,227
31,475
448,075
800,051
169,135
252,150
222,474
623,554
74,539
231,393
404,600
0,179
0,386
0,257
0,498
0,247
0,291
0,351
0,432
0,214
0,525
0,380
0,314
0,096
0,091
0,075
0,210
0,043
0,194
2,253
0,300
0,433
0,290
0,133
0,381
0,678
0,170
0,211
0,274
0,530
0,163
0,157
0,240
0,017
0,040
0,027
0,050
0,028
0,031
0,038
0,047
0,023
0,054
0,041
0,034
0,010
0,010
0,008
0,025
0,005
0,023
0,225
0,032
0,046
0,032
0,013
0,041
0,072
0,015
0,020
0,027
0,058
0,018
0,019
0,024
2,093
3,073
2,375
3,822
1,802
1,912
2,590
3,062
1,624
3,807
2,479
2,227
1,873
1,941
0,817
3,091
0,445
1,567
14,868
2,473
3,133
2,222
0,918
4,043
4,571
1,304
1,677
1,902
3,789
1,132
0,988
1,728
Tabella 18
Relazione di sintesi
39
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 4: Carichi di BOD5 di origine zootecnica
Relazione di sintesi
40
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 5: Carichi di azoto di origine zootecnica
Relazione di sintesi
41
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 6: Carichi di fosforo di origine zootecnica
Relazione di sintesi
42
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
b)
Carichi di origine agricola
I carichi di origine agricola sono stati stimati per ogni comune, tenendo conto delle carte
dell’ uso del suolo e dei surplus di fertilizzanti di azoto e di fosforo che vengono applicati in
Calabria sui diversi suoli coltivati (Cavazza L. e Caliandro A., 2003), surplus che non
essendo assorbiti dalle colture sono potenzialmente dilavabili dal terreno.
Poiché la cartografia di riferimento riporta la distribuzione territoriale dell’uso del suolo
per le quattro diverse stagioni, i surplus sono stati distribuiti stagionalmente applicando le
percentuali di fertilizzanti utilizzati nei diversi trimestri. Una volta calcolati i contributi
stagionali, dalla loro somma si è risalito alle quantità annuali di azoto e fosforo disponibili
al dilavamento. Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i
carichi totali di azoto e fosforo di origine agricola prodotti (Tab.19).
Carichi inquinanti di origine agricola per bacino
AGRICOLTURA
BACINO
CARICO CARICO CARICO N CARICO P
N
P
SP
SP
SIGNIFICATIVO
Fiume Petrace
Fiume Amato
Fiume Corace
Fiume Tacina
Fiume Savuto
Fiume Neto
Torrente Trionto
Fiume Crati
Fiume Lao
Fiume Mesima
Fiume Coscile
Fiume Esaro
Fiumara Calopinace
Fiumara di Gallico
Fiumara Bonamico
Fiumara Novito
Fiumara Budello
Fiumara Allaro
Fiumara della Ruffa
Fiume Ancinale
Fiume Angitola
Torrente Turrina
Torrente Fiumarella
Fiume Esaro di Crotone
Fiume Nicà
Fiume Crocchio
(t/y)
1020,784
586,801
287,628
545,233
178,998
703,350
96,860
3104,187
100,661
1306,851
655,338
721,030
58,214
9,543
47,677
52,988
286,891
56,064
60,981
97,028
160,753
121,987
40,495
125,727
85,440
154,133
(t/y)
256,616
74,525
39,017
74,287
27,875
106,674
13,873
430,860
18,619
178,023
86,161
100,754
8,013
1,507
6,065
7,409
35,954
8,045
11,980
15,130
22,234
15,860
5,881
23,632
12,061
21,761
Relazione di sintesi
(t /y*Km2 )
2,417
1,322
0,977
1,277
0,435
0,655
0,335
1,268
0,169
1,603
1,616
1,328
1,089
0,160
0,349
0,949
3,406
0,431
1,401
0,560
0,846
2,114
1,182
1,134
0,488
1,188
(t /y*Km2 )
0,608
0,168
0,133
0,174
0,068
0,099
0,048
0,176
0,031
0,218
0,212
0,186
0,150
0,025
0,044
0,133
0,427
0,062
0,275
0,087
0,117
0,275
0,172
0,213
0,069
0,168
43
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Fiumara Amendolea
Fiumara La Verde
Torrente Raganello
Torrente Argentino
Fiume Metramo
Fiume Marepotamo
113,735
64,435
143,238
0,000
225,890
287,492
14,154
9,089
22,016
0,000
30,133
23,943
0,756
0,551
0,870
0,000
0,965
1,228
0,094
0,078
0,134
0,000
0,129
0,102
Tabella 19
Relazione di sintesi
44
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 7: Carichi di azoto di origine agricola
Relazione di sintesi
45
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 8: Carichi di fosforo di origine agricola
Relazione di sintesi
46
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
c)
Carichi delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane
Le acque meteoriche risultano caratterizzate da carichi inquinanti spesso paragonabili a
quelli di origine domestica ed a volte anche superiori ad essi. Per tale ragione è stato stimato
anche il loro carico inquinante attribuendo ad ogni bacino carichi specifici di BOD5, N e P
proposti, per unità di superficie di area urbana e per millimetro di pioggia, nel 2002,
congiuntamente dalla regione Emilia Romagna e dall’ARPA Emilia Romagna:
BOD5 = 0,297 Kg/ha/mm
Azoto = 0.032 Kg/ha/mm
Fosforo = 0.010 Kg/ha/mm
Carichi inquinanti da dilavamento di aree urbane
BACINO
SIGNIFICATIVO
Fiume Petrace
Fiume Amato
Fiume Corace
Fiume Tacina
Fiume Savuto
Fiume Neto
Torrente Trionto
Fiume Crati
Fiume Lao
Fiume Mesima
Fiume Coscile
Fiume Esaro
Fiumara Calopinace
Fiumara di Gallico
Fiumara Bonamico
Fiumara Novito
Fiumara Budello
Fiumara Allaro
Fiumara della Ruffa
Fiume Ancinale
Fiume Angitola
Torrente Turrina
Torrente Fiumarella
Fiume Esaro di Crotone
Fiume Nicà
Fiume Crocchio
Fiumara Amendolea
Fiumara La Verde
Torrente Raganello
Torrente Argentino
Fiume Metramo
Fiume Marepotamo
DILAVAMENTO METEORICO
CARICO N
(t/y)
31,276
53,714
22,253
19,040
31,196
39,785
4,825
215,461
5,895
83,268
28,087
25,113
10,790
3,961
2,874
0,884
24,332
5,147
1,096
20,965
8,942
5,686
23,369
16,723
3,881
5,789
2,244
1,054
2,444
0,235
28,366
14,002
CARICO P
(t/y)
9,774
16,786
6,954
5,950
9,749
12,433
1,508
67,332
1,842
26,021
8,777
7,848
3,372
1,238
0,898
0,276
7,604
1,716
0,342
6,551
2,794
1,777
7,303
5,226
1,213
1,809
0,701
0,329
0,764
0,073
8,864
4,376
CARICO BOD5
(t/y)
290,281
498,537
206,535
176,713
289,540
369,253
44,784
1999,747
54,716
772,827
260,686
233,082
100,144
36,766
26,676
8,208
225,831
50,953
10,172
194,578
82,989
52,777
216,894
155,210
36,025
53,729
20,824
9,778
22,686
2,179
263,271
129,956
Tabella 20
Relazione di sintesi
47
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 9: Carichi di BOD5 da dilavamento di aree urbane
Relazione di sintesi
48
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 10: Carichi di azoto da dilavamento di aree urbane
Relazione di sintesi
49
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 11: Carichi di fosforo da dilavamento di aree urbane
Relazione di sintesi
50
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
d)
Carichi di origine industriale
La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel
caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona,
consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il
fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che
cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano
secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si
aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua dipendente dai ricicli e dalla
qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un
aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti
industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli
stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi
totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua
inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è
anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di
più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad
esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo
depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a
risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la
quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente
essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo
schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei
fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli
elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione
dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di
industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello
stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare
fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il
fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe
essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte,
infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va
incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono
neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute
Relazione di sintesi
51
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
"segreti industriali". Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile
dei fabbisogni attuali dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei
fabbisogni futuri.
Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi
difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente
indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta
lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di
Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali).
Qui di seguito è riportata in forma tabellare la sintesi delle aree di sviluppo industriale ed i
nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie totale espressa
in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa anch’essa in
ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima del
fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno:
Superficie impegnata
Superficie totale (ha) per attività produttive
già in esercizio (ha)
Numero Addetti
fabbisogno idrico
industriale [1000
mc/anno]
AGGLOMERATI INDUSTRIALI
Studio
1999
Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando
SIFLISIFLISIFLIASI Studio
ASI Studio
ASI
1999
IPI
IPI
IPI
2007 1999
2007 1999
2007
2006
2006
2006
1.483 1.483 1.330
848
498
76
2005
2010
1377 2175 32,57 223,44 360,15
Reggio Calabria - Gebbione
35
35
35
224
57,29
57,29
63,05
Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo
20
20
20
397
89,46
89,46
94,07
Villa S. Giovanni - Campo Calabro
15
15
14
354
89,41
89,41 332,53
Saline Joniche
140
140
140
308
28,73
28,73
TOTALE ASI REGGIO C.
1.693 1.483 1.540 1.057
498
0
28,73
1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53
Media Valle Crati
221
130
125
20
103
400
40,11
48,11
123,2
Piana di Cammarata
200
210
120
35
227
500
49,05
56,86
83,9
330
221
61
99
Schiavonea
440
Sant'Irene
192
Piano Lago
150
139
139
67
Follone
149
136
167
101
605
1.037
733
418
363
878
611
878
611
0
0
0
TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352
330
Marina di Maida
1.086 1.086
TOTALE NI LAMEZIA TERME
1.086 1.086
0
227
150
635
45
288
84
60
522
764
1200 122,63 122,63
107
53
220
253
700
800
61,63
60,88
66,81 177,04
60,88
1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93
604
657
142,14 115,95 297,81
604
657
0
0
0
Crotone
796
796
Porto Salvo
210
177
926
255,59 273,73 273,73
Aeroporto (VV)
72
26
173
11,69
11,69
11,69
81,99
81,99
81,99
Maierato
25
307
TOTALE REGIONALE
0
0
693
1.539
142,14 115,95 297,81
TOTALE NI CROTONE
TOTALE NI VIBO VALENTIA
693
1052 3500 154,89 166,15 422,79
25
0
0
228
1.539
415,58 542,56 542,56
331
0
5.234 3.174 2.577 3.589 1.527
0
363
1.430
0
0
415,58 542,56 542,56
349,27 367,41 367,41
6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24
Tabella 21
Relazione di sintesi
52
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nella tabella sottostante sono stati calcolati i carichi potenziali generati dai singoli
agglomerati industriali, supponendo un riutilizzo dell'acqua pari al 40% e che scaricano a
norma nei limiti di tabella 3 Allegato 5 D.lgs.152/99.
Carico potenziale generato dagli agglomerati
industriali
AGGLOMERATI INDUSTRIALI
BOD5
tonn/y
Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando
5,36256
Reggio Calabria - Gebbione
1,37496
Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo
2,14704
Villa S. Giovanni - Campo Calabro
2,14584
Saline Joniche
0,68952
TOTALE ASI REGGIO C.
11,71992
Media Valle Crati
1,15464
Piana di Cammarata
1,36464
Schiavonea
3,9876
Sant'Irene
1,60344
Piano Lago
2,94312
Follone
1,46112
TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 12,51456
Marina di Maida
2,7828
TOTALE NI LAMEZIA TERME
2,7828
Crotone
13,02144
TOTALE NI CROTONE
13,02144
Porto Salvo
6,56952
Aeroporto (VV)
0,28056
Maierato
1,96776
TOTALE NI VIBO VALENTIA
8,81784
TOTALE REGIONALE
48,85656
COD
tonn/y
21,45024
5,49984
8,58816
8,58336
2,75808
46,87968
4,61856
5,45856
15,9504
6,41376
11,77248
5,84448
50,05824
11,1312
11,1312
52,08576
52,08576
26,27808
1,12224
7,87104
35,27136
195,42624
NP
N - NO2 N - NO3
NH4
tonn/y tonn/y tonn/y
tonn/y
2,01096 0,080438 2,68128 1,34064
0,51561 0,020624 0,68748 0,34374
0,80514 0,032206 1,07352 0,53676
0,80469 0,032188 1,07292 0,53646
0,25857 0,010343 0,34476 0,17238
4,395 0,1758 5,85996 2,92998
0,43299 0,01732 0,57732 0,28866
0,51174 0,02047 0,68232 0,34116
1,49535 0,059814 1,9938 0,9969
0,60129 0,024052 0,80172 0,40086
1,10367 0,044147 1,47156 0,73578
0,54792 0,021917 0,73056 0,36528
4,693 0,18772 6,25728 3,12864
1,04355 0,041742 1,3914 0,6957
1,0436 0,04174 1,3914 0,6957
4,88304 0,195322 6,51072 3,25536
4,883 0,19532 6,51072 3,25536
2,46357 0,098543 3,28476 1,64238
0,10521 0,004208 0,14028 0,07014
0,73791 0,029516 0,98388 0,49194
3,3067 0,13227 4,40892 2,20446
18,321 0,73285 24,42828 12,2141
Tabella 22
e)
Carichi potenziali derivanti dalle attività produttive idroesigenti che si
sviluppano sul territorio regionale calabrese
Al fine di valutare la pressione antropica esercitata sulla risorsa idrica dalle attività
antropiche che si sviluppano sul territorio sono stati utilizzati, quali indicatori dei potenziali
carichi inquinanti: il BOD5, l’azoto (N) e il fosforo (P).
I carichi organici relativi alle attività produttive sono stati desunti elaborando i dati dei
censimenti ISTAT ’91 e ’96; ciò si è reso necessario in quanto il censimento intermedio ‘96
non fornisce le disaggregazioni per le singole classi di attività (definite per il censimento ’91
Relazione di sintesi
53
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
– cfr Relazione generale – Capitolo 10 Tabb. 10.C e 10.D) e pertanto si è ritenuto necessario
effettuare una doppia elaborazione onde poter valutare i coefficienti di equivalenza da
adottare per gli accorpamenti di classi disponibili.
I dati di base relativi alle attività industriali idroesigenti sono quelli del censimento ISTAT,
per il quale sono disponibili i dati aggregati a livello comunale. Per tali attività, il carico di
fosforo è stato valutato pari al 10% del carico complessivo prodotto dalla popolazione
residente, ovvero è stato ottenuto applicando il coefficiente di 0.6 Kg/addetto/anno al
numero totale di addetti alle classi di attività economica considerate ai fini della
popolazione equivalente, mentre per l’azoto il carico è stato ottenuto applicando il
coefficiente di 10 Kg per addetto per anno al numero totale di addetti alle classi di attività
economica considerate ai fini della popolazione equivalente.
Nella Tabella 23 vengono riportati i carichi potenziali generati dalle attività produttive
idroesigenti che si sviluppano sul territorio regionale accorpati per provincia.
Nel capitolo 10 della Relazione generale è riportata una trattazione più dettagliata.
Province
COSENZA
CATANZARO
CROTONE
VIBO
VALENTIA
REGGIO
CALABRIA
TOTALE
totale addetti
idroesigenti
16605
8516
4379
Carico di nutrienti
potenziale generato dagli
addetti idroesigenti
N tot
P tot
(tonn/y)
(tonn/y)
166,05
9,96
85,16
5,11
43,79
2,63
484278,30
236816,70
144038,80
Carico di BOD5
(espresso come 60
g/ae/giorno)
BOD5
(tonn/y)
10605,69
5186,29
3154,45
.
Totale A.E
4099
40,99
2,46
122645,20
2685,93
10111
101,11
6,07
353098,10
7732,85
43710
437,10
26.23
1340877,10
29365,21
Tabella 23
0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento
In relazione alle fonti puntuali di inquinamento che insistono sulle acque sotterranee occorre
evidenziare che dall’analisi delle sorgenti puntuali di inquinamento, quali gli impianti di
depurazione e trattamento dei reflui urbani, non si evince alcuna sorgente diretta nei corpi
idrici sotterranei. Tuttavia, lo studio condotto sugli acquiferi, nell’ambito della redazione del
Piano di Tutela delle Acque, ha permesso di avere informazioni importanti sugli interscambi
fra la falda ed il fiume, ovvero su quali sono le zone in cui è la falda che alimenta i fiumi e
Relazione di sintesi
54
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
viceversa, in quanto quando è il fiume che alimenta la falda, generalmente nelle zone di
monte, lo sversamento non trattato dei reflui nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua
di falda. Pertanto, se per disfunzionamenti dell’impianto di depurazione o per
sottodimensionamento dello stesso per periodi di alta affluenza, la piattaforma depurativa
non tratta opportunamente i reflui ad essa afferenti, questi diventano degli sversamenti
accidentali di sostanze contaminanti che possono causare in modo diretto l’inquinamento
della risorsa idrica sotterranea laddove si abbia un emungimento per scopi acquedottistici.
0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento
L’indagine qualitativa condotta sui corpi idrici sotterranei, nell’ambito del Piano di Tutela
della regione Calabria, ha evidenziato la presenza di contaminanti attribuibili ad
inquinamento da fonti diffuse di origine agricola piuttosto che puntuali di origine
urbano/industriale.
Nel complesso, infatti, le tipologie di inquinanti non sono numerose e quelli rinvenuti nelle
diverse aree monitorate sono sempre gli stessi ed in particolare nitrati, ferro, manganese,
fluoruri, antiparassitari totali, idrocarburi policiclici aromatici, ammonio, arsenico e
alluminio. Inoltre, solo per alcuni di questi, ed in particolare nitrati, ferro, manganese,
fluoruri e ammonio, è verificata una certa diffusione areale, mentre nella gran parte dei casi
si tratta di situazioni di contaminazione molto localizzate.
Nelle figure seguenti (Figg. 12, 13 e 14) è riporta la stima dei carichi di nutrienti,
determinata secondo quanto riportato nell’allegato F1, presenti nel suolo agrario e
disponibili ad essere solubilizzati, relativa ai tre trimestri autunno, inverno, primavera.
Relazione di sintesi
55
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 12: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_I trimestre
Figura 13: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre
Relazione di sintesi
56
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 14: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre
0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento: Reflui
oleari
La produzione olivicola italiana risulta concentrata per il 72 % circa in tre regioni del
Mezzogiorno italiano: Puglia, Calabria e Sicilia. L’olivicoltura calabrese costituisce un
settore di primaria importanza nell’ambito dell’agricoltura calabrese. In base all’ultimo
censimento generale dell’agricoltura, la coltivazione dell’olivo si estende per una SAU di
165.297 ettari, pari al 29.6% del totale regionale (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 –
Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione
Calabria), come si può notare nella figura riportata qui di seguito.
Relazione di sintesi
57
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
(fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005)
Relazione di sintesi
58
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
L’attività molitoria dei frantoi oleari produce mediamente, a livello regionale, circa 800.000
mc/anno di acque di vegetazione. Col termine ‘acque di vegetazione’ si intendono i reflui
provenienti dalla lavorazione meccanica delle olive e dai processi di estrazione dell’olio, sia
col metodo tradizionale (discontinuo) che mediante estrazione centrifuga (impianti
continui). Tali reflui sono costituiti sostanzialmente da: - acqua di costituzione delle olive
stesse che contiene diversi componenti di origine vegetale, soprattutto organici, ma anche
componenti minerali, naturalmente presenti nel succo della drupa dell’oliva con un modesto
residuo di olio; - acqua di lavaggio delle olive; - acque di lavaggio degli impianti; - acque di
diluizione delle paste usate negli impianti continui. La gestione di tali reflui presenta
notevoli implicazioni di carattere ambientale, normativo ed economico. I composti presenti
nelle acque di vegetazione, che variano quantitativamente in funzione del processo di
estrazione dell’olio, sono sia di natura organica (zuccheri, sostanze fenoliche, acidi organici,
etc.) che di natura minerale (principalmente potassio, calcio e fosforo). Pur trattandosi di
prodotti naturali, i reflui oleari devono essere considerati inquinanti per l'elevato contenuto
in sostanza organica, la cui degradazione comporta un elevato valore di BOD e COD, per la
presenza di un elevato contenuto salino, un basso pH e per la presenza di sostanze
biotossiche con spiccata azione antimicrobica e fitotossica. Dalla produzione di 100 litri di
olio residuano fino a 500 litri di acque di vegetazione con un carico organico equivalente a
quello del refluo prodotto da 130 abitanti in un giorno. Pertanto, sebbene le acque di
vegetazione non contengano sostanze pericolose (quali agenti patogeni, metalli pesanti,
molecole di sintesi di accertata pericolosità), la loro gestione pone comunque particolari
problematiche. Negli ultimi decenni sono state condotte innumerevoli ricerche che nel
complesso non hanno fornito valide soluzioni tecnologiche ed è emerso, in maniera sempre
più evidente, che l'utilizzazione agronomica rappresenta la più “valida” fra le soluzioni
possibili. Tale alternativa si muove, tra l'altro, nell'ottica di ricostruire i cicli biologici
naturali restituendo al suolo la sostanza asportata con le produzioni. Tuttavia va evidenziato
che la capacità del “sistema suolo” di valorizzare le sostanze contenute nelle acque di
vegetazione, limitando o eliminando gli effetti negativi legati al loro spargimento delle
acque di vegetazione, varia spazialmente al variare delle tipologie pedologiche. E' evidente
quindi la necessità di stabilire, attraverso la valutazione di alcuni parametri pedoambientali,
la capacità di autodepurazione dei diversi suoli, nonché la loro capacità protettiva nei
confronti dei corpi idrici sotterranei. La "Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle
acque di vegetazione" in scala 1.250.000, redatta dall’ARSSA ed adottata dalla regione
Relazione di sintesi
59
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Calabria con D.G.R. n. 17 del 16/01/2006, fornisce una prima risposta a questa problematica
(cfr. 0.4.7). La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione
fortemente interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura,
rappresenta una scelta strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione
di qualità ambientale. La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo
settore, con l'indicazione di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti
per l'economia aziendale, possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non
autorizzato nell'ambiente (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei
suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione Calabria).
0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi
0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi)
I risultati dell’attività di rilevazione condotta sui corsi d’acqua calabresi nel biennio NOV
2005 – 2007 , hanno consentito di classificarne lo Stato Ecologico, lo Stato Chimico e lo
Stato Ambientale, secondo le metodologie proposte dal Dlgs 152/99. Tali risultati sono
riportati sinteticamente nella Tabella 24.
Stazione Codice stazione
CS01
CS02
CS03
CS04
CS05
CS06
CS07
CS08
CS09
CS10
CS11
CS12
CS13
CS14
CS15
CS16
CS17
CS18
CS19
CS20
CS21
R18069F0003
R18069F0002
R18069F0001
R18066F0002
R18066F0001
R18012F0004
R18012F0001
R18012F0005
R18012F0006
I016F0001
I016F0003
R18096F0004
R18096F0002
R18047F0002
R18047F0003
R18047F0001
R18118F0003
R18118F0001
R18118F0002
R18057F0001
R18057F0002
Nome
LIM
Fiume Amato
Fiume Amato
Fiume Amato
Fiume Corace
Fiume Corace
Fiume Crati
Fiume Crati
Fiume Crati
Fiume Crati
Fiume Lao
Fiume Lao
Fiume Mesima
Fiume Mesima
Fiume Neto
Fiume Neto
Fiume Neto
Fiume Petrace
Fiume Petrace
Fiume Petrace
Fiume Savuto
Fiume Savuto
3
2
2
2
3
3
2
3
4
2
2
3
3
2
2
2
3
2
2
2
2
Relazione di sintesi
IBE SECA
III
III
III
I
III
III
IV
IV
IV
I
II
III
III
III
III
IV
IV
III
III
III
II
Stato
SACA
chimico
3
3
3
2
3
3
4
4
4
2
2
3
3
3
3
4
4
3
3
3
2
60
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CS22
CS23
CS24
CS25
CS26
CS27
CS28
R18057F0003
R18060F0001
R18060F0002
R18030F0001
R18030F0002
R18012F0003
R18012F0002
CS29
R18133F0001
CS30
CS31
CS32
CS33
CS34
CS35
CS36
CS37
CS38
CS39
I016F0002
R18068F0001
R18134F0001
R18009F0001
R18110F0001
R18097F0002
R18097F0001
R18089F0001
R18131F0001
R18115F0001
CS40
R18136F0001
CS41
R18071F0001
CS42
R18099F0001
CS43
R18132F0001
CS44
R18082F0001
CS47
CS48
CS49
R18096F0001
R18096F0003
R18042F0001
CS45
R18121F0001
CS46
CS50
CS51
CS52
R18085F0001
R18017F0001
R18038F0001
R18050F0001
Fiume Savuto
Fiume Tacina
Fiume Tacina
Fiume Trionto
Fiume Trionto
Fiume Coscile
Fiume Esaro
Fiumara
Amendolea
Fiume Argentino
Fiume Crocchio
Fiumara La Verde
Torrente Raganello
Fiumara Allaro
Fiume Ancinale
Fiume Ancinale
Fiume Angitola
Fiumara Bonamico
Fiumara Budello
Fiumara
Calopinace
Fiume Esaro di
Crotone
Fiumara della
Ruffa
Fiumara di Gallico
Torrente
Fiumarella
Fiume Nicà
Fiumara Novito
Torrente Turrina
Fiume
Marepotamo
Fiume Metramo
Fiume Abatemarco
Fiume Aron
Torrente Deuda
2
3
3
2
2
3
2
IV
III
IV
V
IV
III
III
4
3
4
5
4
3
3
2
IV
4
2
2
2
2
2
2
2
2
2
4
I
II
III
IV
III
II
III
III
III
IV
2
2
3
4
3
2
3
3
3
4
2
III
3
4
IV
4
3
III
3
2
IV
4
2
III
3
2
2
2
IV
III
IV
4
3
4
3
III
3
3
2
2
2
IV
II
II
III
4
2
2
3
Tabella 24
Delle 52 sezioni monitorate nessuna risulta in uno stato ecologico elevato (classe 1), solo 9
in uno stato buono (classe 2), 26 in uno stato appena sufficiente (classe 3), ben 15 in uno
stato scadente (classe 4) e 1 in uno stato pessimo (classe 5). Tale situazione evidenzia una
diffusa alterazione della condizione ambientale dei corsi d’acqua con una distribuzione delle
classi, quasi sempre coincidente, tranne in tre casi, con la distribuzione dell’IBE (Indice
Biotico Esteso), perché individua il SECA (Stato Ecologico Corpi Idrici), il peggiore tra
l’IBE e il LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori).
Relazione di sintesi
61
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In molte delle sezioni controllate è sempre l’IBE ad essere risultato peggiore del LIM, con il
maggior numero di stazioni (50%) collocabili nella classe 3, caratteristica di un ambiente
inquinato o comunque alterato, il 31% nella classe 4, caratteristica di un ambiente molto
inquinato o molto alterato, e 1 stazione nella classe 5.
I risultati dell’IBE devono comunque essere interpretati con estrema cautela, in quanto
molte delle stazioni sono dislocate lungo le fiumare, corsi d’acqua in cui gli alvei fluviali
apparentemente sproporzionati sono legati a due fattori: uno di tipo geomorfologico, alvei
incassati e a forte pendenza; e l’altro di tipo meteorologico, clima mediterraneo, in cui le
precipitazioni sono per lo più concentrate in autunno – inverno e, pertanto, letti in piena,
mentre sono minime, se non del tutto assenti, nel periodo estivo, in cui il letto è quasi o
completamente asciutto, ed è proprio nella subalvea che scorre “il fiume”.
Al contrario, riferendoci all’indice LIM, pur se nessuna delle stazioni risulta inseribile nel
primo livello, il 69% si classifica nel secondo e un ulteriore 25% nel terzo, solo tre stazioni
nel quarto e nessuno nel quinto.
Tale differenza di distribuzione trova pertanto una sua prima giustificazione nella maggiore
sensibilità che hanno gli organismi viventi in base ai quali è determinato l’IBE nei confronti
degli aumenti di temperatura dell’acqua e di riduzione della portata che si verificano in
alcuni corsi d’acqua specialmente nella stagione estiva, molti dei quali vanno in secca per
periodi più o meno lunghi. Importanti osservazioni sono da farsi sulla distribuzione dei
singoli macrodescrittori che contribuiscono all’individuazione del LIM nelle diverse classi.
Le concentrazioni di ossigeno disciolto rilevate sono risultate sempre a valori tali da
assicurare un elevato livello di saturazione delle 52 sezioni controllate, il 35% è risultato
mediamente caratterizzato da un deficit di ossigeno inferiore al 10% (livello 1), il 51%
compreso tra il 10 e il 20%, 6 sole stazioni con valori compresi tra il 20 e il 30% di
saturazione ed un’unica stazione sul fiume Esaro di Crotone con un deficit superiore al 30%.
La presenza di sostanza organica biodegradabile determinata in termini di BOD5, ovvero
espressa come quantità di ossigeno necessario ai batteri per metabolizzarla in un tempo pari
a 5 giorni, è risultata molto limitata. Infatti il BOD5 si è mantenuto minore di 2,5 mg/l
(classe 1) in oltre il 62% dei campioni analizzati, compreso tra 2,5 e 4 mg/l in un ulteriore
21 % (classe 2), solo 8 campioni hanno presentato valori compresi tra 4 e 8 mg/l (classe 3),
un solo campione sul fiume Crati, compreso tra 8 e 15 mg/l (classe 4) e nessun campione
maggiore di 15 mg/l (classe 5).
Relazione di sintesi
62
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il parametro COD, espressione della presenza di sostanze ossidabili chimicamente, ha
mostrato una distribuzione tra le 5 classi peggiore di quella del BOD. Infatti è risultato
inferiore a 5 mg/l in solo due sezioni, nel 75% dei casi è risultato compreso tra 5 e 10 mg/l
(classe 2), 8 sezioni hanno presentato valori compresi tra 10 e 15 mg/l (classe 3), 4 tra 15 e
25 mg/l (classe 4), nessuna inferiore a 25 mg/l (classe 5).
La distribuzione di questi parametri rivela un limitato pur se diffuso, stato di alterazione dei
corsi d’acqua e l’aver riscontrato una peggiore distribuzione del COD rispetto al BOD è
indice di uno sversamento di scarichi organici di limitata biodegradabilità.
La concentrazione di azoto nitrico (NO3- -N) in circa il 90% delle sezioni è risultata
compresa tra 0,3 e 1,5 mg/l (classe 2), in solo 5 sezioni ha raggiunto l’intervallo 1,5-5 mg/l
(classe 3) mentre gli altri intervalli non hanno interessato nessun campione.
Esaminando la distribuzione della concentrazione di azoto ammoniacale si evidenzia la sua
prevalente classificazione negli intervalli di concentrazione compresi tra 0,1 e 0,5 mg/l
(classe 3), nel quale si collocano il 48% delle sezioni, e tra 0,03 e 0,1 mg/l (classe 2) nel
quale se ne collocano 44%. Due sezioni sono risultate caratterizzate da concentrazioni
medie nell’intervallo 0,5-1,5 mg/l (classe 4) ed altre due a valori superiori a 1,5 mg/l (classe
5). Nessuna stazione è risultata caratterizzata da valori inferiori a 0,03 mg/l (classe 1).
La presenza media di fosforo totale (PTOT) nelle diverse stazioni è risultata distribuita in tutti
e cinque gli intervalli caratteristici dei diversi livelli di qualità. Il maggior numero di
stazioni (33%) ricade nell’intervallo 0,15-0,3 mg/l (classe 3), il 27% nell’intervallo 0,070,15 mg/l (classe 2), il 17% tra 0,3 e 0,6 mg/l (classe 4), il 13% a valori minori di 0,07 mg/l
(classe 1) e il 10% a valori superiori a 0,6 mg/l (classe 5).
La presenza di Escherichia Coli è piuttosto diffusa in tutte le stazioni esaminate, con valori
medi anche piuttosto elevati. Nessuna stazione risulta caratterizzata da una frequenza
minore di 100 UFC/100ml (classe 1), il 15% da concentrazioni comprese tra 1000 e 5000
UFC/100ml (classe 2), il 35% comprese tra 5000 e 20000 UFC/100ml (classe 4) e ben il
17% con valori superiori a 20000 UFC/100ml (classe 5). Tale distribuzione rivela una
diffusa e significativa contaminazione di tutti i corpi idrici esaminati, per effetto di apporti
inquinanti di origine civile.
Il fatto che ad un’elevata presenza di microrganismi di origine fecale non si accompagni
un’altrettanto significativa concentrazione di BOD5 e COD ed elevati deficit di ossigeno, è
da attribuirsi alla capacità di autodepurazione dei fiumi calabresi che per le loro
caratteristiche di laminarità, sono capaci di accelerare notevolmente sia i processi di
Relazione di sintesi
63
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
deossigenazione, con cui i batteri presenti nel fiume ossidano la sostanza organica
biodegradabile dispersa nelle acque fluenti, sia il trasporto di ossigeno dall’atmosfera
all’acqua per supplire alla sottrazione di ossigeno disciolto indotta dall’attività batterica per
metabolizzare la sostanza organica. Infatti l’elevato rapporto tra le superfici di interfaccia
della massa d’acqua fluente, sia con il fondo del letto del fiume, sia con l’atmosfera,
favorisce le cinetiche di entrambi i processi. E’ tale capacità autodepurativa a contribuire a
migliorare anche notevolmente gli indici LIM delle stazioni esaminate.
Al contrario la limitata portata dei fiumi non consente una elevata diluizione degli apporti di
microrganismi (Escherichia Coli), di quegli inquinanti poco abbattuti nei processi di
autodepurazione (PTOT) o caratterizzati da cinetiche di ossidazione più lente (N-NH4+). I
valori di azoto nitrico riscontrati non sono tali da destare preoccupazione per eccessivi
apporti di fertilizzanti azotati ai corsi d’acqua.
Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),
lo stato chimico dei corpi idrici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze
chimiche pericolose.
Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da
conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle
concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima
classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in
base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella
tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06.
In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24) (i parametri addizionali
sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti
inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corsi
d’acqua è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs.
152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze
pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle stazioni esaminate presenta
concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06
(Tabella 24).
Nella stazione CS29 l’unico metallo che eccede il limite fissato dalla tabella 1/A – punto 1
del D.lgs. 152/06 ascrivibile alla facies litologica del corso fluviale è il nichel (in alcune
Relazione di sintesi
64
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
stazioni il valore medio del nichel non eccede il limite fissato dalla normativa, ma risulta
prossimo a tale valore, comunque sempre ascrivibile alla facies litologica del corso
fluviale).
Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria
degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici
aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5.
Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state
riscontrate concentrazioni medie significative in nessun tratto fluviale campionato.
Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),
lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati
relativi allo stato ecologico dei corsi d’acqua e la presenza di sostanze chimiche
pericolose, ossia lo stato chimico dei corsi d’acqua. Se le concentrazioni medie
(aritmetiche annuali) delle sostanze pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano
essere inferiori ai valori soglia normati, lo stato ambientale dei corsi d’acqua dipende solo
dalla classificazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua (secondo quanto previsto dalla
Tabella 9 del D.lgs. 152/99).
In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24), la valutazione dello
stato chimico dei tratti di corsi d’acqua esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia
riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica
annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle
stazioni esaminate presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A –
punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei tratti di corsi d’acqua
esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 24).
Laghi ed invasi artificiali
Nel caso degli invasi artificiali, al fine di una loro caratterizzazione conoscitiva in termini
ecologico – ambientali si è effettuata la loro classificazione in termini di SEL, acronimo di
Stato Ecologico dei Laghi. La base di partenza per questa valutazione è stata la
classificazione dei 12 laghi significativi individuati, come punti di monitoraggio, nel biennio
2005 – 2007, considerato come attività conoscitiva iniziale. Questa classificazione, sebbene
Relazione di sintesi
65
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
possa portare ad una definizione non esaustiva dei laghi a rischio, perché invasi artificiali e,
quindi, corpi idrici fortemente modificati, consente di fissare quelle che con ogni evidenza
sono le situazioni maggiormente problematiche.
L’indice SEL è un indice sintetico che definisce la stato ecologico dei laghi valutandone i
differenti stati trofici. I parametri che vengono considerati sono: il valore minimo della
trasparenza, la percentuale a saturazione dell’ossigeno ipolimnico, il valore massimo di
clorofilla “a” e quello del fosforo totale. Altri parametri considerati sono: la temperatura,
l’alcalinità, l’ortofosfato, l’azoto (nitrico, nitroso, ammoniacale e totale), conducibilità
specifica, pH, ossigeno disciolto.
Ai corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri di
misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico
artificiale in questione (All.1, D.lgs. 152/99 e s.m.i). Gli obiettivi ambientali fissati per
questi corpi idrici devono comunque garantire il rispetto degli obiettivi fissati per i corpi
idrici superficiali naturali ad essi connessi. Per quanto riguarda lo stato ecologico,
tendenzialmente, devono avere un livello qualitativo corrispondente almeno a quello
immediatamente piu' basso di quello individuato per gli analoghi corpi idrici naturali.
I risultati delle rilevazioni effettuate sui laghi calabresi, riportati in tabella 25 hanno
evidenziato un loro diffuso stato di alterazione. La loro limitata trasparenza, mai maggiore
di 2 m, e l’elevata concentrazione di fosforo totale e di clorofilla “a” riscontrate, spesso
accompagnate da scostamenti anche elevati dell’ossigeno disciolto dai valori di saturazione,
caratterizzano in tutti i laghi esaminati uno stato ecologico di classe 4. Tale classe è indice
di uno stato ecologico scadente attribuibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione,
specialmente per i laghi Ampollino, del Passante e S. Anna, nei quali le analisi condotte sul
biota hanno segnalato uno stato trofico elevato.
Stazione
Codice
stazione
Denominazione
Categoria
IA01
R18012LA003
Lago Farneto del
Principe
IA02
R18012LA002
Lago Tarsia
IA03
R18012LA001
Lago Cecita
IA04
R18047LA003
Lago Arvo
IA05
R18047LA001
Lago Ampollino
IA06
R18064LA001
Lago del
Passante
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
Relazione di sintesi
Utilizzazione
(fonte RID)
SEL
biennio
Classe
Irrigua
4
Irrigua –
Industriale
4
Idroelettrica
4
Idroelettrica
4
Idroelettrica
4
Idroelettrica
4
Stato
chimico
SAL
66
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
IA07
R18089LA001
Lago Angitola
IA08
R18071LA001
Vasca S. Anna
IA09
R18131LN001
Lago Costantino
IA10
R18096LA001
Diga del
Metramo
IA11
R18122LA001
Lordo
IA12
R18047LA002
Lago Ariamacina
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
NATURALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
Irrigua
4*
Irrigua
4*
0
Irrigua –
Potabile –
Industriale
4
Irrigua
4
Idroelettrica
4
* monitorato solo il II° anno di attività di campionamento
Tabella 25
I parametri che hanno contribuito maggiormente alla determinazione della classe
“scadente”, e quindi dello stato ecologico e trofico dei laghi, sono il “livello di trasparenza”,
il “livello di fosforo totale” ed il “livello di clorofilla” che sono sempre in classe 4 o 5.
C’è da precisare però che, i dati analitici relativi ai siti di acque dolci da destinare alla
produzione di acqua potabile ricadenti in quasi tutti questi invasi artificiali non destano
alcuna preoccupazione per il loro utilizzo in quanto nessuno di loro risulta “non conforme
all’obiettivo di qualità specifico per la produzione di acqua potabile”.
Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),
lo stato chimico dei corpi idrici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze
chimiche pericolose.
Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da
conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle
concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima
classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in
base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella
tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06.
In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25) (i parametri addizionali
sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti
inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico delle
acque superficiali è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1,
del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di
sostanze pericolose nelle acque superficiali. Nessuna delle stazioni di monitoraggio
Relazione di sintesi
67
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dislocate sugli invasi artificiali/lago naturale presenta concentrazioni medie eccedenti i
limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 (Tabella 25).
Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria
degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici
aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5.
Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state
riscontrate concentrazioni medie significative in nessun specchio lacustre campionato.
Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06),
lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati
relativi allo stato ecologico dei laghi e la presenza di sostanze chimiche pericolose, ossia lo
stato chimico dei laghi. Se le concentrazioni medie (aritmetiche annuali) delle sostanze
pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano essere inferiori ai valori soglia normati,
lo stato ambientale dei laghi dipende solo dalla classificazione dello stato ecologico dei
laghi (secondo quanto previsto dalla Tabella 12 del D.lgs. 152/99).
In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25), la valutazione dello
stato chimico dei laghi/invasi artificiali esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia
riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica
annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuno dei
laghi/invasi artificiali esaminati presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla
tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei laghi / invasi
artificiali esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 25).
0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione
Al fine della classificazione delle acque di transizione, secondo quanto prescritto dal D.lgs.
152/99 e s.m.i., si valuta il numero di giorni di anossia/anno, misurate nelle acque di fondo.
Questo risultato va integrato con i risultati delle analisi relative ai sedimenti ed al biota e
con il livello di concentrazione di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità
ambientale fissati dal DM del 12/06/2003 n° 367 (Rif .APAT monitoraggio acque di
transizione 2004) e insieme definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di
transizione.
Relazione di sintesi
68
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
L’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti o l’indicazione di un incremento
statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti o
dell’accumulo negli organismi, ne pregiudica l’attribuzione dello stato sufficiente; e in tal
caso, il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente.
Stazione Codice stazione
AT01
AT02
T180101
T180201
Stato
ambientale
Stagni di Gizzeria
BUONO
Pantano di Saline Joniche SCADENTE
Corpo idrico
Tabella 26
Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del
biennio di monitoraggio 2005 – 2007, per quanto riguarda il sito di Gizzeria Lido (AT01), i
valori monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l,
permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa
situazione
viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui
sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite
indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona”
espressa anche per il 2006. Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati (IPA,
metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei limiti
indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per
questo sito un esito negativo.
Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di
ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l, benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a
2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile
una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è
sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una
serie di informazioni che, come nell’anno precedente, anche in questo secondo anno di
monitoraggio hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari, estremamente
elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi maggiori in periodo
invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in maniera non regolare,
la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il Pantano è caratterizzato, in
particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che superano più volte i 20 mg/mc con
massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il fatto che il sedimento del sito AT02 è
risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e pertanto, poiché la classificazione delle
Relazione di sintesi
69
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
acque lagunari e degli stagni costieri prevede che l’esito positivo dei saggi biologici sui
sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito AT02 (Saliniche Ioniche) va classificato
nella classe scadente.
0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere
Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di
TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”).
Il TRIX è un indice del trofismo del sistema più che un indice di qualità della acque perché
misura l’ampiezza della produzione primaria potenziale o già avvenuta. Il suo limite è
legato al tipo di scala utilizzata, che permette di comparare aree diverse senza considerare il
loro contesto ambientale. L’indice TRIX è stato realizzato per il Nord Adriatico ed è,
quindi, applicabile soltanto in aree eutrofiche, mentre applicato in ambienti oligotrofici,
come possono esserlo le acque costiere calabresi, porta a classificare in uno stato
ELEVATO o BUONO la maggior parte dei siti analizzati.
La classificazione prevede una scala trofica costituita da quattro intervalli di stato di trofia:
ƒ
2-4 = stato elevato;
ƒ
4-5 = stato buono;
ƒ
5-6 = stato mediocre;
ƒ
6-8 = stato scadente.
L’analisi di questi dati, indipendentemente dai loro limiti, impone comunque un tentativo di
classificazione della qualità degli ecosistemi marini costieri calabresi ai sensi della
normativa prima citata.
L’indice TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati
all’interno dei 15 tratti di costa omogenei identificati, sempre con elevata qualità trofica e,
pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dal D.lgs.
152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli obiettivi indicati
dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5).
Accanto al TRIX è stato calcolato anche l’indice CAM, nonostante non sia previsto da
normativa.
L’indice CAM si basa su un criterio diverso di classificazione, in cui viene usata una
procedura statistica di analisi multivariata, tale che le variazioni dei parametri siano quelle
caratteristiche dell’ambiente considerato. Anche il CAM utilizza le variabili legate alla
Relazione di sintesi
70
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
potenzialità produttive del sistema, per cui rappresenta anch’esso una classificazione del
livello trofico del sito, ma confrontato con il bacino di appartenenza.
40°00 N
40°00 N
6
8
scadente
scadente
7
5
6
4
mediocre
39°00 N
mediocre 39°00 N
3
5
sufficiente
buono
2
4
3
38°00 N
elevato
1
elevato
38°00 N
Indice TRIX - 24 mesi
16°00 E
17°00 E
Indice CAM - 24 mesi
2
16°00 E
17°00 E
0
Figura 15: Distribuzione del valore medio (8 campagne – 24 mesi) degli indici TRIX e CAM
L’indice TRIX classifica le acque costiere quasi sempre con elevata qualità trofica (Fig. 15),
mentre l’indice CAM, rileva che durante alcune stagioni, in particolare nelle stagioni
autunnali e invernali, la qualità trofica è appena sufficiente con aree a caratteristiche
mediocri e scadenti (Fig. 15).
Questo aspetto merita una riflessione accurata. Infatti, benché precedentemente l’indice
CAM è stato definito più appropriato per la definizione delle caratteristiche trofiche degli
ecosistemi marini calabresi, bisogna rilevare che le condizioni di partenza di queste aree
potrebbero essere cambiate in questi ultimi anni anche in relazione ai cambiamenti climatici
in atto.
Il problema degli indici sintetici di qualità degli ecosistemi acquatici è, attualmente, al
centro delle discussioni della comunità scientifica nazionale ed europea. Allo stato l’unica
certezza è data dal fatto che appare quasi impossibile classificare la qualità di un ecosistema
marino attraverso l’uso di un solo indice sintetico. Infatti, la qualità trofica è aspetto
assolutamente differente ad esempio, dalla qualità igieno-sanitaria degli ecosistemi
acquatici, come vedremo di seguito, e i dati relativi alle campagne condotte fino ad oggi
enfatizzano questo aspetto.
In molti casi, la qualità trofica buona può corrispondere ad una qualità igienico-sanitaria
scadente; il che, ancora una volta, enfatizza la necessità di utilizzare la combinazione di più
Relazione di sintesi
71
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
indici per la definizione dello stato di salute degli ecosistemi acquatici. In conclusione,
l’elaborazione sintetica dei macrodescrittori di qualità, indici TRIX e CAM, hanno
dimostrato la loro inefficacia ai fini di una corretta classificazione degli ecosistemi marino
costieri.
0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee
Per quanto riguarda la classificazione di qualità, l’Allegato 1 del Decreto Legislativo 11
maggio 1999, n. 152, fissa i criteri relativi al monitoraggio e classificazione delle acque in
funzione degli obiettivi di qualità ambientale e, in particolare, al punto 4 tratta le acque
sotterranee.
Al punto 4.4.2 vengono stabiliti i criteri di classificazione relativamente allo stato chimico
delle acque sotterranee, per le quali vengono individuate cinque classi distinte. Le acque
individuate dal D.lgs. 152/99 e s.m.i.
corrispondono ad acque con caratteristiche
idrochimiche da pregiate (classe 1) a scadenti (classe 4), secondo un gradiente di impatto
antropico crescente.
E’ bene precisare, che in fase di assegnazione delle classi qualitative, ai campioni di acqua
analizzati non è stata assegnata nessuna Classe 0, non disponendo di informazioni
sufficienti a riconoscere come di origine naturale, le cause del superamento dei limiti di
concentrazione. Sarà solo a valle di studi mirati che si potrà stabilire e riconoscere tali
superamenti tabellari per alcuni parametri come “valore di fondo naturale”.
Una corretta interpretazione dei risultati del monitoraggio realizzato nel biennio nov 2005 –
2007, richiede un’analisi per bacini idrogeologici, esaminando i fenomeni che
accompagnano le singole aree oggetto di monitoraggio, in modo da poter individuare
eventuali anomalie, stabilire i trend evolutivi sia qualitativi che quantitativi e riconoscere
stati di crisi in atto, ovvero situazioni di crisi potenziali.
Relazione di sintesi
72
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Complesso acquifero della Piana di Sibari
La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la loro distribuzione nell’area di
monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di una potenziale fonte inquinante.
Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della
Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è
rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari
villaggi turistici collocati lungo la costa.
Nella figura 16, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del
punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Figura 16: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sibari – Valori medi
Relazione di sintesi
73
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Complesso acquifero della Piana del Lao
Tutta l’area di monitoraggio è quasi interamente esente da fenomeni inquinanti di un certo
rilievo. Relativamente ai punti di monitoraggio che presentano classe 4, sulla base della
tipologia di inquinanti rinvenuti e dell’assenza di altri parametri addizionali, risulta difficile
poter avanzare ipotesi circa la loro origine. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione
tra l’alto tenore di solfati e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini
di abbondanza nell’acqua di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata.
Nella figura 17, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del
punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Figura 17: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Lao – Valori medi
Relazione di sintesi
74
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Complesso acquifero della Piana di Lamezia Terme
La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso
delle diverse campagne non sembra suggerire l’attribuzione della contaminazione alle
pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è sicuramente da
collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana di S. Eufemia, in cui
tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme.
Riguardo la diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe
meglio indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti,
ricadono due sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente
note per le loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di
arsenico, ferro e manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita
il pozzo SE14 che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la loro
persistenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante. Nella
figura 18, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto
acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Figura 18: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sant’Eufemia – Valori medi
Relazione di sintesi
75
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Complesso acquifero della Piana di Gioia Tauro
La situazione di inquinamento da nitrati riscontrata (o emersa), sembra abbia interessato
spazialmente una grossa area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli
inquinanti rinvenuti sono sempre gli stessi (nitrati, ferro, manganese e antiparassitari totali)
e tutti sono collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura.
Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati, che tra
l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità 3, sì è
meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra i più
diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia. Il quadro
evidenziato risulta essere abbastanza preoccupante. Infatti, le concentrazioni di nitrati
inferiori a 25 mg/l si rinvengono solo nella parte sud - occidentale dell’area monitorata e in
corrispondenza delle aree più interne. In particolare meriterebbero un maggiore
approfondimento gli altri valori riscontrati in corrispondenza dei pozzi GT01, GT02, GT14.
Nella figura 19, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del
punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Figura 19: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Gioia Tauro – Valori medi
Relazione di sintesi
76
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Complesso acquifero della Piana di Reggio Calabria
Le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate in prossimità della costa ed in
particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio Calabria. Sulla base della tipologia di
inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro, antiparassitari totali) si è portati a legare
tale contaminazione alle pratiche agricole che sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso
di fertilizzanti ed antiparassitari. Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere
un’origine diversa da quella agricola essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi,
sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli altri inquinamenti di rilievo si osservano in
corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella parte centrale più interna dell’area di
monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di elevate concentrazioni di idrocarburi
policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico e ammonio farebbe pensare più ad
una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica RSU o sversamenti di natura
industriale. La carta di uso del suolo non sembra dare riscontro su quanto appena affermato,
pertanto occorrerebbe meglio indagare sulla tipologia di attività antropiche svolte in
quest’area. Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati,
che tra l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità
3, sì è meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra
i più diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia.
Nella figura 20, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del
punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Relazione di sintesi
77
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 20: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Reggio Calabria – Valori medi
Complesso acquifero della Piana di Crotone
Non essendoci superamento dei limiti per alcun parametro addizionale, la classe chimica
complessiva relativa al periodo di monitoraggio è la stessa determinata dai soli parametri di
base.
Pur considerando l’esiguità dei punti di monitoraggio, dalle analisi condotte emerge una
buona situazione qualitativa. Infatti, per le ue campagne effettuate nel corso del solo II°
anno, a seguito di una rimodulazione della rete di monitoraggio rispetto al primo anno, solo
per pochi parametri si rileva un superamento dei limiti. In particolare, nella campagna luglio
2007 questo accade per il ferro e il manganese, nel pozzo Tacina, e per i solfati nel pozzo
Corace. Nella IV campagna invece, i valori di solfato rientrano, mentre permangono alti
valori di ferro e manganese nel pozzo Tacina e compaiono alti valori di ferro nel pozzo
Crocchio. Per quanto riguarda la conducibilità elettrica, i valori misurati, pur non essendo
tali da superare il limite per l’attribuzione alla classe 3 (2500 μS/cm), sono più alti dei valori
misurati in tutte le altre aree di monitoraggio. Questa evidenza assieme alle concentrazioni
riscontrate per cloruri e solfati farebbe ipotizzare un problema di intrusione salina più
Relazione di sintesi
78
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
marcato rispetto alle altre aree. Occorrerebbe comunque un maggior approfondimento a
riguardo. Una situazione abbastanza tranquilla emerge anche dall’analisi delle
concentrazioni di nitrati, per il quali si sono misurati valori molto bassi e tali da determinare
sempre l’attribuzione alla classe 1. Anche le concentrazioni di ione ammonio sono risultate
quasi sempre inferiori al limite di rilevabilità.
Nella figura 21, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del
punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e,
laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno
comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti
fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99).
Figura 21: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Crotonese – Valori medi
0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione
Si riportano in sintesi le reti di monitoraggio a destinazione funzionale per le acque dolci
superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci, e per le
acque destinate alla vita dei molluschi.
Relazione di sintesi
79
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo
Secondo quanto previsto nell’art. 7 nell’All. 2, sez. A del D. Lgs. 152/99, per tutti i laghi
artificiali e per tutti i corsi d’acqua destinati ad essere utilizzati per l’approvvigionamento
idrico potabile, le stazioni di campionamento sono state localizzate in prossimità delle opere
di presa esistenti o previste in modo che i campioni rilevati siano rappresentativi della
qualità delle acque da utilizzare.
La rete di monitoraggio si articola in 26 stazioni, delle quali 12 dislocate, sia su corsi
d’acqua che su invasi artificiali, in prossimità delle opere di presa esistenti (Tabella 27) e le
restanti 14 localizzate in siti che potenzialmente potrebbero essere utilizzate per fini
potabili, previo trattamento specifico (Tabella 28).
Alla luce delle risultanze analitiche e di alcune problematiche emerse nel corso del primo
anno di campionamento, la rete di monitoraggio, rispetto alla rete iniziale, ha subito alcune
modifiche; nel corso del primo anno, già all’inizio dell’attività di campionamento, la
stazione AP03 dislocata sul Torrente Greco è stata soppressa perché non ritenuta idonea ai
fini potabili, in quanto troppo all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato, e sostituita
con AP03 dislocata sull’invaso del Menta; inoltre, da Febbraio 2006 è stata soppressa anche
la stazione AP21 dislocata sul Vallone Minarello perchè ritenuta non idonea ai fini
dell’utilizzazione potabile e sostituita con AP26 dislocata sull’invaso Sant’Anna.
0.1.4.1.2 Risultati
Le determinazioni analitiche condotte nel biennio nov 2005 – 2007 permettono di definire
se un’acqua superficiale può essere utilizzata per la produzione di acqua potabile e, in caso
affermativo, a quale categoria di trattamento (A1, A2, A3) dovrà essere sottoposta (allegato
2 – tabella 1/A, D.lgs. 152/99):
•
A1: Trattamento fisico semplice e disinfezione;
•
A2: Trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;
•
A3: Trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione.
Di seguito vengono riportate le tabelle riassuntive delle stazioni di campionamento (Tabb.
27 e 28) dove sono state effettuate le attività di monitoraggio nel biennio 2005 – 2007 e le
relative categorie di trattamento richieste ai fini della loro utilizzazione.
Relazione di sintesi
80
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Corpo
idrico
Fiume
Sinni
AP01
AP05
R18012AP002
Fiume
Cardona
AP08
R18047AP002
Fiume
Lese
AP09
R18047AP001
Fiume
Neto
Località
Presa impianto
di
potabilizzazione
Presa impianto
di
potabilizzazione
Presa impianto
di
potabilizzazione
Presa impianto
di
potabilizzazione
1° anno
Nov 2005 –
Ott 2006
parametri
critici
A2
A3
BOD5
BOD5,
Coliformi
Totali
A3
Coliformi
Totali
A3
Fenoli
NON
IDONEA
Coliformi
Totali
AP12
R18057AP001
Fiume
Savuto
Presa impianto
di
potabilizzazione
AP14
R18067AP001
Diga del
Passante
Presa impianto
di
potabilizzazione
A3
Salmonelle
1000
A3
AP16
R18096AP001
Invaso del
Metramo
Galatro
A3
Manganese,
BOD5
A3
AP19
R18100AP001
AP19bis R18100AP002
AP23
R18129AP001
AP24
R18030AP001
AP25
R18068AP001
Presa impianto
di
potabilizzazione
Presa impianto
Fiumara
di
Alaca
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
di
Telese
potabilizzazione
Presa impianto
Torrente
di
Trionto
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
di
Crocchio
potabilizzazione
Fiumara
Alaca
A3
Coliformi
Totali
A3
A3
A3
Manganese,
Coliformi
Fecali
Manganese,
Coliformi
Totali
A2
A3
A2
parametri
critici
A2
A2
NON
IDONEA
2° anno
Nov
2006 –
Ott 2007
Coliformi
Totali
Manganese,
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali
Rame,
Coliformi
Totali,
Streptococchi
Fecali
Fenoli,
BOD5,
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali
A3
Manganese
A3
Manganese
A3
Manganese
A3
Fenoli,
Manganese
A3
Fenoli,
Coliformi
Totali
Tabella 27- Siti opere di presa esistenti
Relazione di sintesi
81
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Corpo
idrico
Località
1° anno Nov
2005 – Ott
2006
AP02
I016AP001
Fiume Lao
Papasidero
A3
AP03
R18133AP001
Fiume
Menta
Diga Menta
A2
AP04
R18012AP003
Invaso
dell’Esaro
AP06
R18012AP001 Lago Cecita
AP07
R18017AP001
Fiume
Abatemarco
Verbicaro
NON
IDONEA
AP10
R18047AP004
Lago Arvo
Lago Arvo
A3
AP11
R18047AP003
Lago
Ampollino
Lago
Ampollino
A3
Invaso
dell’Esaro
Lago
Cecita
A2
A3
AP13
R18060AP001
Fiume
Tacina
Petilia
Policastro
NON
IDONEA
AP15
R18096AP002
Fiume
Marepotamo
S. Angelo
NON
IDONEA
AP17
R18089AP001
Fiume
Angitola
Capistrano
A3
Relazione di sintesi
parametri
critici
2° anno
Nov
2006 –
Ott 2007
parametri
critici
Azoto
Kjeldhal,
Coliformi
Totali,
NON
Streptococchi
Coliformi IDONEA
Fecali
Fecali,
Streptococchi
Fecali
Fenoli,
A3
Coliformi
Totali
Coliformi
A3
Totali
Azoto
A2
Kjeldhal
Manganese,
Coliformi
Totali,
Coliformi
A3
Coliformi
Totali
Fecali,
Streptococchi
Fecali
Fenoli,
Manganese,
Manganese,
A3
BOD5
Coliformi
Totali
BOD5
A3
Fenoli
Fenoli,
Coliformi
Coliformi
Totali,
Totali,
A3
Coliformi
Coliformi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
Azoto
Kjeldhal,
Coliformi
Totali,
Coliformi
Coliformi
NON
Totali,
IDONEA Coliformi
Fecali,
Streptococchi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
Manganese,
Azoto
Kjeldhal,
Coliformi
Totali,
NON
Streptococchi
Coliformi IDONEA
Fecali
Fecali,
Streptococchi
Fecali,
Salmonelle
82
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
1000
Fiumara del Fiumara del
Poro
Poro
NON
IDONEA
Fosfati,
BOD5,
Fosfati,
Azoto
Coliformi
Kjeldhal,
Totali,
NON
Coliformi
Coliformi
IDONEA
Totali,
Fecali,
Coliformi
Streptococchi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
Coliformi
A2
Totali
Fosfati,
Azoto
Kjeldhal,
Ammoniaca,
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali,
Streptococchi
Fecali
AP18
R18099AP001
AP20
R18114AP001
Fiume
Torbido
Grotteria
A3
AP21
R18118AP001
Vallone
Minarello
Oppido
Mamertina
NON
IDONEA
AP22
R18122AP001
Invaso del
Lordo
Siderno
A3
Rame
A2
R18071AP001
Vasca S.
Anna
Isola Capo
Rizzuto
A3
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali
A3
AP26
Coliformi
Totali
Tabella 28 – Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano
È da notare che le misure di temperatura di alcune stazioni sono risultate elevate (>25 °C)
nel periodo estivo (luglio agosto 2006), ciò è da imputare ad un periodo meteo
eccezionalmente caldo che ha comportato un innalzamento di temperatura dei corsi d’acqua,
soprattutto in quelli il cui regime è scarso o di deflusso minimo. Tanto nel primo anno,
quanto nel secondo allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini
della classificazione i valori di temperatura. Tale parametro, che sarebbe risultato critico per
alcuni corpi idrici, è derogabile ai sensi di legge e dovrebbe essere pertanto oggetto di
ulteriori approfondimenti per definire più precisamente come valutarlo. Sempre con
riferimento a questo schema non sono infine stati utilizzati i parametri per i quali non sono
definiti i valori limiti per le categorie A1, A2 e A3.
In sintesi:
Relazione di sintesi
83
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
Il primo anno di monitoraggio il 22% delle stazioni monitorate possono essere
destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento A2 (ossia trattamento
fisico e chimico normale e disinfezione), il 56 % delle stazioni monitorate possono
essere destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento di categoria A3
(trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione) ed il restante 22%
risulterebbe essere sito non idoneo alla produzione di acqua potabile per le
concentrazioni fuori limite tabellare dei parametri microbiologici.
-
Il secondo anno di monitoraggio scende la percentuale dei siti in cui le acque
possono essere utilizzate ai fini potabili previo trattamento A2 (passando dal 22% al
15%), sale invece la percentuale dei siti in cui le acque possono essere utilizzate ai
fini potabili previo trattamento delle acque di categoria A3 (passando dal 56% al
65%) e scende anche la percentuale dei siti in cui le acque, per superamenti dei limiti
tabellari a carico principalmente dei parametri microbiologici, risulterebbero essere
non idonee al loro utilizzo per fini potabili.
0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci
0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo
Il piano di monitoraggio sulle acque dolci superficiali prevede interventi miranti alla
classificazione e tutela dei corpi idrici idonei alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli
proseguendo, in un certo senso, quanto già indicato dalle linee guida identificate dal
precedente D. Lgs. 130/92, peraltro attualmente abrogato dall’entrata in vigore del nuovo
D.Lgs. 152/99.
Secondo quanto sancito da quest’ultimo Decreto Legislativo, all’art. 10 ed all’All. 2 Sez. B,
vengono designati e classificati le acque correnti o stagnanti presenti nel territorio di parchi
o riserve naturali statali e regionali, nelle zone umide dichiarate di importanza
internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar, nelle oasi di protezione della fauna (L.
27 dicembre 1977, n. 968), e comunque le acque dolci di rilevante interesse scientifico,
naturalistico e ambientale in quanto habitat di specie animali e vegetali rare o in via di
estinzione o sede di ecosistemi acquatici meritevoli di conservazione, che per il livello di
inquinamento basso o inesistente risultano idonee alla vita dei salmonidi (trote, temoli,
coregoni) o dei ciprinidi (lucci, pesci persici e anguille).
La rete di monitoraggio, nel primo anno di attività, si articola in 22 stazioni dislocate su
corsi d’acqua, alla luce delle risultanze analitiche e delle varie problematiche emerse nel
Relazione di sintesi
84
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
corso del primo anno di campionamento; la rete di monitoraggio, per il secondo anno di
attività è stata rimodulata passando da 22 a 19 stazioni, ed in particolare è stato deciso di
non campionare le stazioni VP01, dislocata sul Torrente Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e
VP22, sulla Fiumara Bonamico, che per gran parte del primo anno di monitoraggio sono
risultati in secca, ed inoltre, di spostare la stazione VP21, della Fiumara Antonimina più a
monte (Stazione VP23) in località dove è stato possibile intercettare l’acqua.
0.1.4.2.2 Risultati
I parametri, le frequenze di rilevamento ed i criteri di classificazione utilizzati sono quelli
riportati all’Allegato 2 Sez. B “Criteri generali e metodologie per il rilevamento delle
caratteristiche qualitative per la classificazione ed il calcolo della conformità delle acque
dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli” del D.Lgs. 152/99.
Nella tabella seguente vengono riportate le stazioni di campionamento monitorate nel
biennio nov 2005 – 2007 e la relativa classificazione.
Stazione
Codice stazione
Corpo idrico
I anno
2005 – 2006
VP 01
R18004VP001
Torrente Ferro
Salmonidi
VP 02
VP 03
VP 04
VP 05
VP 06
VP 07
VP 08
VP 09
VP 10
VP 11
VP 12
VP 13
VP 14
VP 15
VP 16
VP 17
VP 18
VP 19
VP 20
VP 21
VP 22
VP 23
I016VP001
R18012VP004
R18012VP002
R18012VP001
R18012VP003
R18047VP002
R18047VP004
R18047VP003
R18047VP001
R18057VP001
R18064VP001
R18069VP001
R18089VP001
R18097VP001
R18100VP001
R18096VP001
R18105VP001
R18109VP001
R18118VP001
R18124VP001
R18131VP001
R18124VP002
Fiume Lao
Fiume Coscile
Fiume Crati
Fiume Cecita
Fiume Crati
Fiume Lese
Fiume Arvo
Fiume Arvo
Fiume Neto
Fiume Savuto
Fiume Savuto
Fiume Amato
Fiume Angitola
Fiume Ancinale
Fiumara Alaca
Fiumara Rosario
Fiumara Assi
Fiumara Stilaro
Fiume Petrace
Fiumara Portigliola
Fiumara Bonamico
Fiumara Portigliola
Salmonidi
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Ciprinidi
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Salmonidi
Salmonidi
Salmonidi
Ciprinidi
Ciprinidi
Non idonee
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Salmonidi
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Attiva dal II° anno
II anno
2006 – 2007
Salmonidi
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Ciprinidi
Salmonidi
Salmonidi
Salmonidi
Ciprinidi
Salmonidi
Salmonidi
Ciprinidi
Salmonidi
Non idonee
Salmonidi
Ciprinidi
Salmonidi
Tabella 29
Relazione di sintesi
85
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In alcune stazioni, la non idoneità è ascrivibile in particolar modo ai materiali in
sospensione, all’ammoniaca (totale e non ionizzata) e all’ossigeno.
Allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini della
classificazione i valori di temperatura. C’è da evidenziare che oltre ad essere questo un
parametro derogabile, risulta un parametro critico ai fini della classificazione di idoneità alla
vita dei pesci, e pertanto dovrebbero essere fatti ulteriori approfondimenti per definire più
precisamente come valutarla.
In sintesi:
-
il primo anno di monitoraggio il 64% delle stazioni monitorate risultano essere
idonee alla vita dei pesci salmonicoli, il 9% idonee alla vita dei pesci ciprinicoli ed il
restante 27% non idonee alla vita dei pesci per concentrazioni fuori limite tabellare
principalmente dei parametri ammoniaca non ionizzata e cloro residuo totale.
-
il secondo anno di monitoraggio, tenendo conto delle problematiche emerse al
termine del primo anno e rimodulata la rete di monitoraggio, risulta rimanere più o
meno invariata la percentuale di siti idonei alla vita dei pesci salmonicoli (63%),
migliora scendendo la percentuale dei siti non idonei alla vita dei pesci (16%),
mentre cresce la percentuale dei siti idonei alla vita dei pesci ciprinicoli (21%).
0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi
0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo
Il piano di monitoraggio si applica alle acque costiere e salmastre sedi di banchi e
popolazioni naturali di Molluschi Bivalvi e Gasteropodi, designate come richiedenti
protezione e miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per
contribuire alla buona qualità dei prodotti della molluschicoltura destinati al consumo
umano.
La rete di monitoraggio finale si articola in 29 stazioni di prelievo, rimodulata al termine del
primo anno di attività passando da 55 a 29 stazioni, data la scarsa reperibilità di banchi
naturali permanenti.
Nel corso del secondo anno di attività la rete di monitoraggio iniziale è stata modificata
diminuendo le stazioni di monitoraggio e lasciando solo quelle stazioni in cui i banchi
naturali erano più persistenti.
Relazione di sintesi
86
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La rete è composta così da 29 stazioni e l’insieme delle stazioni, nelle quali tra l’altro è
previsto l’impianto, la stabulazione ed il recupero dei mitili provenienti da impianti di
allevamento nelle stazioni dove non risultano presenti banchi naturali, costituisce una rete
che copre tutta la regione e consente una attività di monitoraggio idonea alla valutazione
delle caratteristiche qualitative per definire la conformità delle acque designate alla vita dei
molluschi, che potrà essere utilizzata in futuro per un piano di programmazione di eventuali
interventi atti alla protezione ed al miglioramento delle stesse.
0.1.4.3.2 Risultati
Le determinazioni analitiche condotte sulle acque costiere, idonee alla vita dei molluschi
bivalvi, permettono la valutazione delle caratteristiche qualitative secondo quanto definito
dall’All.2 – sez C del D.lgs. 152/99.
Nel corso del primo anno di attività la problematica che è emersa più di frequente, al punto
da rendere la maggior parte dei punti “non classificabili”, è stata legata alla reperibilità di
banchi naturali di mitili, e questo ha portato a modificare in corso la stessa rete di
monitoraggio per cui per alcune stazioni di mitili il numero di campioni è risultato inferiore
rispetto a quella previsto. In questi casi secondo le direttive imposte dal D.Lgs.152/99, la
conformità ai valori è stata attribuita solo quando essa fosse rispettata nel 100% dei
campioni.
In particolare, solo in 12 stazioni (VM28, VM42, VM43, VM44, VM45, VM46, VM47,
VM48, VM50, VM51, VM52 e VM53) rispetto alle 55 previste dalla rete di monitoraggio
sono risultati sempre presenti i mitili nelle quattro campagne trimestrali effettuate nel corso
del primo anno di attività.
La classificazione per il secondo anno ha portato a definire idonee alla vita dei molluschi
solo 8 stazioni su 29, ciò a causa delle analisi svolte sulla matrice biota che ha evidenziato
dei valori fuori limite rispetto ai metalli e coliformi fecali.
Tortora – Capo
Bonifati
Tratto
costiero
Stazione
Codice
stazione
Denominazione
I° ANNO
VM01 M1815VM001
Capo Scalea
N.C.
VM02 M1815VM002
Fosso Revoce/T. S. Angelo
N.C.
VM03 M1815VM003
Riviere
N.C.
VM04 M1815VM001
Cetraro
Idonea
Relazione di sintesi
II° ANNO
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
non idonea
87
Capo
Belmonte
Bonifati –
Calabro – Capo
Belmonte
Suvero
Calabro
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
VM05 M1815VM005
Torre-Paola
Idonea
non idonea
VM71 M1815VM004
Isola di Dino
Inserita il II° anno
non idonea
VM06 M1814VM003
S. Lucido
N.C.
VM56 M1814VM004
Impianto pescicoltura Signora dello
scoglio
N.C.
VM07 M1813VM001
Amantea
N.C.
VM08 M1813VM002
foce F. Savuto
N.C.
VM72 M1813VM003 Scogli di Isca (Oasi Blu Belmonte) Inserita il II° anno
Punta Pezzo –
Capo dell'Armi
Capo Vaticano – Punta Pezzo
Capo Suvero – Capo Vaticano
VM09 M1812VM001
Capo Suvero
N.C.
Nucleo Industriale Lamezia
Vibo Marina
Briatico
Tropea
non idonea
Idonea
Idonea
Idonea
VM57 M1812VM006
Impianto pescicoltura Nautilus
N.C.
VM58 M1812VM007
Impianto pescicoltura Ora-Ora
Maricoltura
N.C.
VM59 M1812VM008
Impianto pescicoltura Ittisud srl
N.C.
VM60 M1812VM009
Impianto tonnicoltura Coop S.
Francesco di
N.C.
VM10
VM11
VM12
VM13
M1812VM002
M1812VM004
M1812VM003
M1812VM005
VM61 M1812VM010 Impianto pescicoltura Nautilus scarl
N.C.
VM14 M1811VM001
Capo Vaticano
N.C.
VM15 M1811VM002
Foce F. Mesima
Idonea
VM16 M1811VM003
Marina di Gioia Tauro
Idonea
VM17 M1811VM004
Scoglio Trachini-Palmi
Idonea
VM18 M1811VM005
P. Sorrentino
Idonea
VM19 M1811VM006
Bagnara Calabra
Idonea
VM20 M1811VM007
Scilla
N.C.
VM62 M1811VM008
Impianto Seafish
Impianto pescicoltura Marenostro e
VM63 M1811VM009
Fly Fish
Non idonea
N.C.
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
idonea
Tolta dalla
rete
idonea
non idonea
idonea
non idonea
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
idonea
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
non idonea
Tolta dalla
rete
VM73 M1811VM010
Scilla (Zona porticciolo)
Inserita il II° anno
idonea
VM75 M1811VM008
Siderno Marina
Inserita il II° anno
non idonea
VM21 M1810VM001
Villa San Giovanni
N.C.
VM22 M1810VM002
Foce Fiumara di Catona
N.C.
VM23 M1810VM005
Lazzaro
N.C.
Relazione di sintesi
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
88
VM24 M1810VM003
Reggio Calabria
Non idonea
VM25 M1810VM004
Pellaro
Non idonea
VM74 M1810VM006
Punta Pellaio
Inserita il II° anno
VM26 M1809VM001
Porto di Saline
Non idonea
VM27 M1809VM003
Melito Porto Salvo
Non idonea
VM28 M1809VM002 Foce Torrente Sinnero (Sideroni)
Non idonea
VM64 M1809VM004
Non idonea
non idonea
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
idonea
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Non idonea
VM29 M1808VM004
Brancaleone Marina
Non idonea
VM30 M1808VM003
Foce Fiumara Bonamico
Non idonea
VM31 M1808VM002
Locri
Non idonea
VM32 M1808VM001
Siderno Marina
Non idonea
VM33 M1807VM003
Grotteria Mare
Non idonea
VM34 M1807VM002
Roccella Ionica
Non idonea
VM35 M1807VM001
Riace Marina
Non idonea
VM36 M1806VM004
Punta Stilo
Non idonea
VM37 M1806VM003
Badolato Marina
Non idonea
VM38 M1806VM002
Foce Fiume Ancinale
Non idonea
VM39 M1806VM001
Soverato Marina
Non idonea
VM40 M1805VM002
Marina di Catanzaro
Non idonea
VM41 M1805VM001
Villaggio Carrao
Non idonea
VM76 M1805VM003
Soverato Marina
Inserita il II° anno
idonea
VM77 M1805VM004
Catanzaro Lido
Inserita il II° anno
non idonea
VM42 M1804VM006
Capo Rizzuto
Non idonea
VM43 M1804VM005
Capo Cimiti
Non idonea
VM44 M1804VM004
Crotone porto
Non idonea
VM45 M1804VM003
Crotone
Non idonea
Foce del Fiume Neto
Cirò Marina
Foce Esaro
Impianto Esperia
Non idonea
Non idonea
Non idonea
Non idonea
non idonea
Tolta dalla
rete
non idonea
Tolta dalla
rete
non idonea
non idonea
non idonea
non idonea
Siderno – Punta Capo Spartivento
Stilo
Siderno
VM65 M1809VM005 Impianto pescicoltura Nereide scrl
Stalettì – Capo Rizzuto Punta Stilo – Stalettì
Impianto pescicoltura Ifex srl
Tolta dalla
rete
Tolta dalla
rete
Capo Rizzuto – Punta Alice
– Capo dell’Armi – Capo
Spartivento
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
VM46
VM47
VM66
VM67
M1804VM002
M1804VM001
M1804VM008
M1804VM007
Relazione di sintesi
89
Roseto Capo
Punta Alice –
Capo Trionto – Roseto Capo Spulico
Spulico –
Capo Trionto
Fiume Sinni
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
VM n
VM48 M1803VM001
Fiumarella
Non idonea
VM49 M1802VM005
Foce Torrente Coserie
Non idonea
VM50 M1802VM006
S. Angelo
Non idonea
VM51 M1802VM004
Marina di Schiavonea
Non idonea
VM52 M1802VM003
VM53 M1802VM002
Laghi di Sibari
Torre Saraceno
Non idonea
Non idonea
VM54 M1802VM001
Amendolara Marina
Non idonea
VM68 M1802VM007
Impianto Stella Maris
Non idonea
VM69 M1802VM008
Impianto pescicoltura Pro Maris
Non idonea
VM70 M1802VM009
Impianto Mitilicultura
Non idonea
Tolta dalla
rete
idonea
Tolta dalla
rete
non idonea
non idonea
Tolta dalla
rete
non idonea
Tolta dalla
rete
non idonea
VM55 M1801VM001
Roseto Capo Spulico
Non idonea
non idonea
non idonea
Non classificabile per campioni di biota non recuperati (N.C.)
Tabella 30
Relazione di sintesi
90
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99
0.2.1 Aree sensibili
Secondo l’Allegato 6 del D.lgs. 152/99 ‘CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DELLE
AREE SENSIBILI’, si considera area sensibile un sistema idrico classificabile in uno dei
seguenti gruppi:
a) laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o
probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi
specifici.
Per individuare il nutriente da ridurre mediante ulteriore trattamento, vanno tenuti in
considerazione i seguenti elementi:
i) nei laghi e nei corsi d'acqua che si immettono in laghi/bacini/baie chiuse con
scarso ricambio idrico e ove possono verificarsi fenomeni di accumulazione la sostanza da
eliminare è il fosforo, a meno che non si dimostri che tale intervento non avrebbe alcun
effetto sul livello dell'eutrofizzazione. Nel caso di scarichi provenienti da ampi agglomerati
si può prevedere di eliminare anche l'azoto;
ii) negli estuari, nelle baie e nelle altre acque del litorale con scarso ricambio idrico,
ovvero in cui si immettono grandi quantità di nutrienti, se, da un lato, gli scarichi
provenienti da piccoli agglomerati urbani sono generalmente di importanza irrilevante,
dall'altro, quelli provenienti da agglomerati più estesi rendono invece necessari interventi di
eliminazione del fosforo e/o dell'azoto, a meno che non si dimostri che ciò non avrebbe
comunque alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione;
b) acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero
contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a quella stabilita
conformemente alle disposizioni pertinenti della direttiva 75/440/CEE del Consiglio, del 16
giugno 1975, concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di
acqua potabile negli Stati membri;
c) aree che necessitano di un trattamento complementare a quello previsto dall'articolo 4 al
fine di conformarsi alle prescrizioni delle direttive del Consiglio.
Alla luce di quanto precisa la normativa, dai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio
conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali nel biennio nov 2005 – 2007, se ne deduce
che tutti gli invasi artificiali , comprese le loro aree drenanti sul bacino scolante gli specchi
lacuali, rientrerebbero nella categoria di AREE SENSIBILI, viste le elevate concentrazioni
Relazione di sintesi
91
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
medie annue di fosforo totale (appartenenti ai livelli 4 e/o 5 pari a concentrazioni medie
annue 50 - 100 ug/l e/o superiori ai 100 ug/l), tanto da determinarne uno stato ecologico
scadente.
Stazione
Codice
stazione
Denominazione
Categoria
IA01
R18012LA003
Lago Farneto del Principe
LAGO
ARTIFICIALE
IA02
R18012LA002
Lago di Tarsia
IA03
R18012LA001
Lago Cecita
IA04
R18047LA003
Lago Arvo
IA05
R18047LA001
Lago Ampollino
IA06
R18064LA001
Lago del Passante
IA07
R18089LA001
Lago dell’Angitola
IA08
R18071LA001
Vasca S. Anna
IA09
R18131LN001
Lago Costantino
IA10
R18096LA001
Metramo
IA11
R18122LA001
Lordo
IA12
R18047LA002
Lago Ariamacina
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
NATURALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
LAGO
ARTIFICIALE
Utilizzazione
Irrigua –
Laminazione
piene
Irrigua –
Industriale
Area
sensibile
SI
SI
Idroelettrica
SI
Idroelettrica
SI
Idroelettrica
SI
Idroelettrica
SI
Irrigua
SI 2
Irrigua
SI
Irrigua –
Potabile –
Industriale
SI
Irrigua
SI
Idroelettrica
SI
Tabella 31
0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola
0.2.2.1 Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi porosi
Studiare la vulnerabilità “intrinseca” o naturale delle acque sotterranee, comporta studiare
quella legata esclusivamente alle caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi, esulando sia
dalle interazioni di tipo chimico, fisico e biologico tra l’acquifero e i diversi tipi di sostanze
inquinanti (vulnerabilità “specifica”) sia dalle pressioni esercitate dalle attività umane
(carichi puntuali dovuti alla presenza di scarichi di acque reflue o di discariche non
2
Zona umida individuatata ai sensi della convenzione di Ramsar del 02/02/1971, resa esecutiva con D.P.R.
n.448 del 13/03/1976
Relazione di sintesi
92
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
controllate o carichi diffusi dovuti allo spandimento di nutrienti e/o pesticidi legato alle
attività agricole, etc.).
La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la suscettibilità
specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni
geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un
inquinante fluido od idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell’acqua
sotterranea, nello spazio e nel tempo (Civita, 1987). La vulnerabilità intrinseca di un
acquifero è funzione di numerosi fattori, tra i quali assumono particolare importanza la
tipologia del suolo, la geometria e la litologia del sistema idrogeologico, il processo di
ricarica e discarica e l’interazione chimico-fisica con la matrice rocciosa che determina la
qualità naturale dell’acqua sotterranea e la mitigazione di eventuali inquinanti che penetrano
il sistema idrogeologico. La sua conoscenza è uno strumento di previsione e, attraverso la
pianificazione preventiva, diventa anche uno strumento di prevenzione e di identificazione
delle priorità degli interventi.
La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi è stata elaborata mediante
l’applicazione di due metodologie, la prima col metodo SINTACS e la seconda col metodo
COP modificato.
0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS
Si fornisce una breve sintesi dei procedimenti utilizzati per pervenire alla stima dei
parametri utilizzati dalla metodologia SINTACS.
Soggiacenza – E’ stata stimata come differenza tra la superficie topografica (D.T.M. -
Digital Terrain Model) e i livelli piezometrici. Il D.T.M. utilizzato è quello relativo
all’intera regione Calabria e presenta una discretizzazione in celle quadrate di 250 m.
I livelli piezometrici sono stati ricavati dalla implementazione del modello matematico
descrivente il flusso idrico sotterraneo e dai punti di monitoraggio (Progetto Rilevamento
quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei della regione Calabria, 2008) utilizzati per
calibrare il modello matematico stesso. Per un maggiore dettaglio sul modello di bilancio
idrogeologico implementato si veda l’Allegato H. Per le aree di interesse si è ritenuta valida
l’ipotesi di acquifero libero. I valori di soggiacenza variano tra 0 e circa 600 m. Per i
punteggi assegnati agli intervalli di soggiacenza si rimanda all’esame delle singole aree di
interesse.
Relazione di sintesi
93
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Infiltrazione efficace – E’ stata stimata dal Gruppo di Lavoro che ha elaborato la stima del
bilancio idrologico superficiale e si è provveduto, nell’ambito della valutazione della
vulnerabilità, ad attribuire i relativi pesi ai valori di infiltrazione. Questi ultimi, variano tra 0
e 300 mm / anno.
Non-saturo – Per la stima dell’effetto di autodepurazione della zona insatura sono stati
utilizzati i dati ricavati dai rilievi di campagna (profili e trivellate) eseguiti per la
realizzazione della carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo
“I SUOLI DELLA CALABRIA”. Nel caso di uno spessore insaturo costituito da più
litotipi, si è provveduto a calcolare la media pesata utilizzando come peso lo spessore di
ciascuna litologia rispetto allo spessore totale del non saturo.
Tipologia della copertura – Si sono utilizzate le unità pedologiche individuate e descritte
dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i
Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I
SUOLI DELLA CALABRIA”. Per la descrizione delle Unità Podologiche si rimanda alla
suddetta monografia
Acquifero – Le caratteristiche dei complessi rocciosi contenenti la zona satura degli
acquiferi di interesse sono state stimate dai dati di composizione dei complessi idrogeologici
della regione Calabria e dalle indicazione estratte dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA
(Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la
monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I SUOLI DELLA CALABRIA”.
Conducibilità idraulica – Si sono utilizzati i valori di conducibilità idraulica associati ai
complessi idrogeologici della regione Calabria.
Superficie topografica – L’acclività della superficie topografica è stata ricavata dal D.T.M.
utilizzando la funzione “Slope” disponibile con l’estenzione 3D Analyst di ArcMap 9.1. Di
seguito si riportano i risultati della valutazione di vulnerabilità ottenuti per ognuno dei sei
bacini idrogeologici individuati.
Relazione di sintesi
94
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico di Sibari
La vulnerabilità risulta essere alta su gran parte del bacino. La zona in prossimità della
costa, costituita da detriti e depositi alluvionali, presenta valori alti di vulnerabilità. In tale
zona hanno avuto infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a
granulometria grossolana piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i
valori bassi di soggiacenza. Risulta una ristretta area con vulnerabilità elevata, in prossimità
delle quote maggiori, in coincidenza di terreni costituiti da detriti e alluvioni terrazzate a più
alta permeabilità.
Figura 22: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Sibari
Relazione di sintesi
95
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico del Fiume Lao
La vulnerabilità risulta essere alta in corrispondenza dei detriti e dei depositi alluvionali
lungo la zona costiera e leggermente più bassa nelle zone costituite da sabbie e conglomerati
in corrispondenza delle quote maggiori.
Figura 23: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero del Fiume Lao
Relazione di sintesi
96
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme
La vulnerabilità risulta essere alta nella zona costiera del bacino, costituita da detriti e
depositi alluvionali. Nella zona più interna, la vulnerabilità tende ad aumentare in
corrispondenza di sabbie e conglomerati (pliocene e pleistocene). Una vulnerabilità elevata
è presente in una zona isolata caratterizzata da bassa acclività della superficie topografica.
Figura 24: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Lamezia Terme
Relazione di sintesi
97
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro
La vulnerabilità risulta essere elevata per una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita
da depositi eolici (pleistocenici), verso l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e
con valori ancora bassi di pendenza. Sulla restante parte del bacino, la vulnerabilità risulta
alta. Si riscontrano zone a media permeabilità in corrispondenza di sabbie e conglomerati a
quote elevate.
Figura 25: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Gioia Tauro
Relazione di sintesi
98
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria
La vulnerabilità risulta essere media su gran parte del bacino ed in particolare in
corrispondenza di arenarie e conglomerati a bassa permeabilità e caratterizzati da quote e
pendenze elevate. Risulta alta in prossimità della linea di costa costituita essenzialmente da
sabbie e detriti alluvionali.
Figura 26: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Reggio Calabria
Relazione di sintesi
99
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Bacino Idrogeologico di Crotone
La vulnerabilità risulta alta in tutta la zona costiera del bacino, caratterizzata da detriti e
depositi alluvionali associati a basse pendenze ed elevate permeabilità. Risulta invece media
nelle aree più interne caratterizzate da sabbie e conglomerati a quote maggiori.
Figura 27: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Crotone
Relazione di sintesi
100
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il calcolo della vulnerabilità
intrinseca
L’approccio seguito per lo studio di tale aspetto è quello sviluppato nell’ambito dell’Azione
Europea COST 620 3 finanziata dalla Commissione Europea “Action COST 620
Vulnerability and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers” (EC, 2004).
Questo approccio, benché nato per lo studio della vulnerabilità negli acquiferi carbonatici e
carsici, è stato volutamente dotato, dagli esperti che lo hanno proposto, di una flessibilità
tale da ben adattarsi anche ad altri tipi di scenario. Esso descrive, infatti, la vulnerabilità
intrinseca sulla base di alcuni fattori, valutabili indipendentemente: il fattore O (Overlying
layers) che descrive il grado di protezione offerto alla falda dai vari livelli di copertura, tra i
quali il suolo e il sottosuolo roccioso non saturo; il fattore C (Concentration of flow) che
tiene conto di come tale manto protettivo possa essere by-passato in presenza di fenomeni
carsici, quali doline o vore; il fattore P (Precipitation regime) che tiene conto del regime di
precipitazione e rappresenta lo stress esterno applicato al sistema descritto dai primi due
fattori.
Tra le metodologie nate nell’ambito del quadro concettuale dell’approccio europeo, quella
che si è ritenuta meglio adattabile al contesto territoriale della regione Calabria, anche in
relazione alla tipologia dei dati disponibili, è il metodo COP, sviluppato tra il 2001 e il 2002
dal Gruppo di Idrogeologia dell’Università di Malaga.
Il metodo COP, come è facile dedurre dalla sua stessa denominazione, valuta la
vulnerabilità intrinseca mediante la determinazione dei tre fattori C, O, P, di cui si è già fatto
cenno. Il fattore O tiene conto della tessitura e dello spessore del suolo, delle caratteristiche
di permeabilità dei diversi strati rocciosi sovrapposti costituenti la zona insatura e del
relativo spessore, nonché del grado di confinamento della falda. Il fattore C rappresenta la
riduzione del livello di protezione descritto dal fattore O in presenza di eventuali fenomeni
carsici, costituenti vie d’accesso preferenziali di infiltrazione in falda: esso valuta, infatti, la
differente e contrapposta influenza del ruscellamento a seconda che avvenga in aree
costituenti il bacino di alimentazione di doline, vore o cavità carsiche (aumento della
velocità con la quale l’inquinante riesce a raggiungere la zona satura, by-passando il manto
3
Si tratta di un’Azione, finanziata dalla Commissione Europea, Direttorato Generale per la Scienza, la Ricerca
e lo Sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare un approccio alla mappatura della vulnerabilità e del rischio per la
protezione degli acquiferi carsici. Di essa hanno fatto parte delegati di 16 paesi europei che hanno lavorato dal
1997 e il 2003. Il report finale dell’Azione è contenuto “Action COST 620. Vulnerabiliy and risk mapping for
the protection of carbonate (karst) aquifers” (European Commission, 2004).
Relazione di sintesi
101
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
di copertura) o nel resto dell’area (allontanamento dell’inquinante dalla zona interessata da
tali fenomeni). Il fattore P tiene conto di come le caratteristiche idrologiche e meteoclimatiche possano condizionare il grado di vulnerabilità di una certa zona: infatti, se da una
parte un aumento di piovosità favorisce il dilavamento dei suoli e quindi fa aumentare la
probabilità di infiltrazione delle sostanze inquinanti in falda, allo stesso tempo esso provoca
una maggiore diluizione di tali sostanze favorendo, quindi, la mitigazione dell’impatto ad
esse dovuto.
La relativa semplicità con la quale è possibile effettuare il calcolo dei diversi fattori e quindi
esprimere in termini quantitativi il grado di vulnerabilità degli acquiferi è stato senza dubbio
uno dei principali motivi dell’adozione del metodo COP per lo scenario calabrese, anche se,
il fatto di dover trattare la problematica a scala regionale e non locale, la particolare
situazione fisiografica del territorio in studio, e, non ultima, la necessità di sopperire, in
talune zone, alla scarsità dei dati di base, ha palesato l’opportunità di attuare alcuni
adattamenti al metodo, che saranno dettagliatamente descritti nel prosieguo della trattazione.
Definizione della mappa del Fattore O – Overlying layers
Secondo il modello adottato, il fattore O è ottenuto banalmente dalla somma di due
contributi: OS – Soil e OL – Lithology.
Calcolo del sottofattore OS
Il fattore OS descrive il grado di protezione offerto dal suolo che, ove presente, costituisce il
limite superiore della zona insatura dell’acquifero e, di conseguenza, la “prima linea di
difesa” della risorsa idrica sotterranea dalle sostanze inquinanti. I parametri pedologici presi
in considerazione dal metodo COP per valutare il potenziale di attenuazione del suolo sono
la tessitura e lo spessore (vedi nel dettaglio Allegato L).
La classificazione dell’intero territorio regionale nelle quattro classi di tessitura previste dal
metodo COP, unitamente a quella relativa alle tre classi di profondità, è riportata nella
figura successiva. Nella stessa immagine è riportata, infine, la mappa del parametro OS,
ottenuta mediante l’utilizzo della matrice a doppia entrata, che esprime il livello di
protezione che il solo manto di copertura pedologico offre agli acquiferi sottostanti (Fig.
28).
Relazione di sintesi
102
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 28: Mappa del parametro OS e mappe dei sottoparametri Tessitura e Profondità
Relazione di sintesi
103
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Calcolo del sottofattore OL
Il parametro OL esprime il livello di protezione offerto alle acque sotterranee dai litotipi che,
in strati sovrapposti, compongono la zona insatura dell’acquifero. Anche in questo caso, i
parametri presi in esame dal metodo COP sono lo spessore di ciascuno strato e le
caratteristiche di permeabilità dei diversi litotipi, dipendenti non solo dalla porosità, ma
anche dal grado di fessurazione più o meno accentuato di questi.
L’importanza degli strati litologici che compongono l’insaturo viene poi amplificata o
diminuita in relazione agli spessori che li caratterizzano. Sommando, quindi, il contributo di
ciascuno strato, pesato in funzione del suo spessore, si ottiene il cosiddetto “Layer index”
(Fig. 29), il quale, corretto in modo da tener conto delle condizioni di confinamento della
falda (libera, semiconfinata, confinata), costituisce la base per il calcolo del parametro OL
(Fig.30).
La determinazione del parametro OL richiede la conoscenza di dati idrogeologici ben precisi
che riguardano, tra l’altro, la soggiacenza dell’acquifero di cui si intende valutare la
vulnerabilità nonché la composizione litostratigrafica dell’insaturo.
Relazione di sintesi
104
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 29: Mappa del Layer Index, dello spessore dell’insaturo e dei valori di Ly.
Figura 30: Mappa del parametro OL
Relazione di sintesi
105
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dalla somma tra i valori del parametro OS e quelli del parametro OL, effettuata cella per
cella si è ottenuta la mappa del parametro O (Fig.31), ovvero la mappa che esprime il grado
di protezione offerto alle falde profonde dal manto di copertura pedologico e dall’insaturo.
Figura 31: Mappa del parametro O
La mappa ottenuta mette in luce un grado di protezione generalizzato abbastanza alto degli
acquiferi profondi, ad eccezione dell’area carbonatica del Pollino che presenta, invece un
grado di protezione moderato, localmente basso e molto basso. Quest’ultimo risultato è da
tenere particolarmente in conto se si considera che il complesso acquifero del Pollino riveste
un ruolo di primaria importanza nell’approvvigionamento idrico della provincia di Cosenza.
È, inoltre, necessario evidenziare che il territorio calabrese è interessato da una attività
tettonica molto attiva che sicuramente condiziona i fenomeni di infiltrazione negli acquiferi
sotterranei profondi. Per tale motivo lo studio di situazioni strutturali localizzate potrà
sicuramente meglio caratterizzare la vulnerabilità degli acquiferi interessati.
Relazione di sintesi
106
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Fattore C – Concentration of flow
Il parametro C tiene conto di come la presenza di forme carsiche in affioramento condizioni
la vulnerabilità degli acquiferi sotterranei. Per la sua determinazione, il modello prevede due
modi di operare differenti a seconda che si considerino le aree ricadenti nei bacini di ricarica
di tali forme carsiche o le aree esterne. Per maggior dettaglio si rimanda all’Allegato L. La
mappa del parametro C (Fig.32) è costruita, secondo il modello COP, utilizzando 5 classi di
riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa, Media, Alta, Molto Alta.
Figura 32: Carta strutturale in sovrapposizione alla mappa del parametro O
Fattore P – Precipitation
Il fattore P è dato dalla somma di due contributi: PQ e PI, relativi, rispettivamente, alla
quantità e intensità delle precipitazioni calcolate in riferimento agli anni piovosi, ovvero a
quegli anni caratterizzati da precipitazioni annue superiori del 15% rispetto alla media della
serie storica considerata. Le classi di punteggio previste per il parametro PQ in relazione alla
quantità di pioggia media annua tengono conto del fatto che, se da una parte, l’evento
meteorico determina una riduzione della protezione degli acquiferi perché favorisce il
Relazione di sintesi
107
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
veicolamento dell’inquinante in falda, dall’altra, il suo incremento, al quale corrisponde un
aumento dei volumi di acqua infiltrata, favorisce la diluizione dell’inquinante stesso e
determina, di conseguenza, un aumento di vulnerabilità meno marcato. Anche la mappa del
parametro P (Fig.33) considera le classi di riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa,
Media, Alta, Molto Alta. Per maggior dettaglio si rimanda alla trattazione completa
nell’Allegato L.
Figura 33: Mappa del parametro P data dalle sottomappe Pq e Pi
Relazione di sintesi
108
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Conclusioni
Il lavoro svolto ha consentito di realizzare la mappa del grado di protezione offerto agli
acquiferi profondi o fessurati dalla copertura pedologica e dall’insaturo mediante l’utilizzo
del metodo COP opportunamente modificato in modo da tener conto della scala nominale
dell’elaborazione, dei dati disponibili e della particolare situazione geomorfologicastrutturale del territorio oggetto di studio. Il risultato ottenuto deve considerarsi, però, come
il primo degli step necessari per ottenere una valutazione della vulnerabilità in linea con lo
standard sviluppato nell’ambito dell’approccio europeo.
Non si è infatti tenuto conto, per la mancanza di dati aggiornati, dell’influenza dei fenomeni
carsici in essere nell’area del Pollino, che seppure di estensione limitata rispetto al territorio
regionale, costituisce, comunque, una riserva idrica sotterranea strategica sia dal punto di
vista qualitativo che quantitativo. L’inserimento di questi dati nel modello adottato genererà
inevitabilmente una diminuzione del grado di protezione in alcune zone, già allo stato
attuale caratterizzate da una capacità protettiva moderata, rendendo opportuna l’adozione,
per esse, di particolari misure di tutela. Allo stesso modo si dovrà effettuare l’input dei dati
idrologici, ancora mancanti, secondo le modalità già indicate nei paragrafi precedenti.
Lo stesso elaborato prodotto, presenta notevoli possibilità di miglioramento nella stima
dello spessore dell’insaturo e nella valutazione del valore di Ly, nonché del grado di
confinamento della falda, ottenibile certamente con l’opportuna intensificazione dei dati in
input. A tale scopo sarebbe auspicabile la predisposizione di una campagna di rilevamento
idrogeologico di dettaglio finalizzata all’individuazione delle idrostrutture che condizionano
in maniera determinante l’infiltrazione e la circolazione idrica sotterranea.
In conclusione, possiamo dire che la mappa ottenuta relativamente al grado di protezione
offerto dalla copertura pedologica e dall’insaturo, pur costituendo solo la prima tappa nello
studio della vulnerabilità degli acquiferi profondi o fessurati, definisce con migliore
accuratezza il grado di vulnerabilità di zone appartenenti allo stesso tipo di complesso
acquifero ma aventi differenti caratteristiche idrogeologiche locali.
0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati
Si considerano zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, secondo quanto prescritto nella
direttiva 91/676/CEE e poi, nell’allegato 7 parte A del D.lgs. 152/99: “…le zone di
territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in acque già
inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Tali acque sono
Relazione di sintesi
109
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
individuate, in base tra l’altro dei seguenti criteri: 1) la presenza di nitrati o la loro
possibile presenza ad una concentrazione superiore ai 50 mg/L (espressi come NO3-) nelle
acque dolci superficiali, in particolare quelle destinate alla produzione di acque potabili, se
non si interviene; 2) la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una
concentrazione superiore a 50 mg/L nelle acque dolci sotterranee (espressi come NO3-), se
non si interviene; 3) la presenza di eutrofizzazione oppure la possibilità di verificarsi di tale
fenomeno nell’immediato futuro nei laghi naturali di acque dolci, o altre acque dolci,
estuari, acque costiere e marine, se non si interviene…..”.
In virtù del punto 1), non si considera alcun tratto di corpo idrico superficiale significativo
caratterizzato per specifica destinazione funzionale (acque dolci superficiali destinate alla
produzione di acqua potabile) “zona vulnerabile a nitrati”, in quanto la concentrazione di
nitrati rinvenuta nelle acque dolci superficiali non supera mai il valore di 50 mg/L.
L’individuazione delle zone vulnerabili viene effettuata tenendo conto dei carichi (specie
animali allevate, intensità degli allevamenti e loro tipologia, tipologia dei reflui che ne
derivano e modalità di applicazione al terreno, coltivazioni e fertilizzazioni in uso), nonchè
dei fattori ambientali che possono concorrere a determinare uno stato di contaminazione.
Tali fattori dipendono:
-
dalla vulnerabilità intrinseca delle formazioni acquifere ai fluidi inquinanti
(caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e idrodinamiche del sottosuolo e degli
acquiferi);
-
dalla capacità di attenuazione del suolo nei confronti dell’inquinante (caratteristiche
di tessitura, contenuto di sostanza organica ed altri fattori relativi alla sua
composizione e reattività chimico-biologica);
-
dalle condizioni climatiche e idrologiche;
-
dal tipo di ordinamento colturale e dalle relative pratiche agronomiche.
Di seguito si riportano le mappe di vulnerabilità da nitrati per i principali bacini
idrogeologici esaminati.
Relazione di sintesi
110
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.1 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Sibari
Figura 34: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
111
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.2 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero del fiume Lao
Figura 35: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
112
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.3 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Lamezia Terme
Figura 36: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
113
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.4 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Gioia Tauro
Figura 37: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
114
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.5 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Reggio Calabria
Figura 38: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
115
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.6 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Crotone
Figura 39: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
116
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.2.2.7 Conclusioni
La notevole variabilità litologica che caratterizza il territorio analizzato comporta sostanziali
differenze nella distribuzione delle risorse idriche sotterranee, essendo diverso il ruolo
rivestito dai vari acquiferi presenti in relazione alla loro capacità di immagazzinare e
trasmettere le acque di infiltrazione. Nel territorio in questione possono individuarsi infatti
tre principali settori, caratterizzati ognuno da condizioni morfologiche, litostrutturali,
idrogeologiche ed ambientali così definibili:
1. settore montano, con accentuata pendenza dei versanti, prevalenza di terreni metamorfici
generalmente molto tettonizzati, assenza di falde, circolazione idrica sotterranea molto
frazionata, presenza di numerose sorgenti con portata generalmente modesta e spesso a
carattere stagionale, scarsa presenza antropica;
2. settore collinare, con pendenza dei versanti variabile da luogo a luogo ma nell’insieme
più blanda rispetto al settore montano, prevalenza di terreni silicoclastici e pelitici, talora in
alternanza, a cui si accompagnano in maniera del tutto subordinata sedimenti carbonatici,
circolazione idrica sotterranea localizzata in livelli o reti acquifere di estensione
generalmente limitata, grado di antropizzazione variabile ma nell’insieme contenuto;
3. settore costiero, con tratti a morfologia pianeggiante o a debole pendenza, prevalenza di
depositi clastici in gran parte di tipo alluvionale, circolazione idrica sotterranea attiva con
presenza di falde estese e di apprezzabile potenzialità, grado di antropizzazione localmente
elevato.
Dal quadro geologico emerge chiaramente la decisa prevalenza di terreni metamorfici e
plutonici nel settore montano, i quali, assieme ai sedimenti terrigeni delle zone
pedemontane, costituiscono la gran parte del territorio. Fa eccezione l’estremo settore
settentrionale nel quale sono ben rappresentati alle alte quote terreni sedimentari
carbonatici.
I termini costituenti i principali acquiferi, ossia i depositi clastici recenti, compresi i depositi
alluvionali, seppure ben rappresentati, sono subordinati come estensione rispetto ai
precedenti. In tale contesto, la valutazione della vulnerabilità naturale o intrinseca degli
acquiferi, basata sui dati geologici e idrogeologici in precedenza illustrati, ha permesso di
elaborare la relativa carta della vulnerabilità all’inquinamento degli acquiferi di interesse,
utilizzando i criteri e le metodologie proposte da Civita (1994) e adottati dal Gruppo
Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (G.N.D.C.I. – C.N.R.).
Relazione di sintesi
117
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
L’attività antropica comporta, in relazione al grado di permeabilità dei litotipi affioranti e
della soggiacenza della falda, diverse condizioni di pericolosità per potenziali fenomeni di
inquinamento in presenza dei cosiddetti “centri di pericolo”. Questi sono rappresentati da
attività industriali con scarichi e/o rifiuti inorganici, attività manifatturiere in genere, centrali
termoelettriche, cave attive, discariche di rifiuti solidi urbani e misti, nonché punti di
recapito di collettori fognari, allevamenti di bestiame, infrastrutture lineari, quali strade di
grande traffico, autostrade, metanodotti. Elementi del genere sono riportati nell’allegata
carta di vulnerabilità all’inquinamento, relativamente alle aree di maggiore interesse,
unitamente ai soggetti a rischio, rappresentati da opere di captazione delle acque sotterranee.
L’esistenza lungo le fasce costiere e le retrostanti aree pianeggianti di insediamenti abitativi
e di attività produttive, dai quali deriva la maggiore produzione di inquinanti, comporta una
maggiore pericolosità per le risorse idriche sotterranee, riscontrandosi qui generalmente
condizioni di alta vulnerabilità degli acquiferi contenenti falde libere prive di protezione
superficiale e con modesta soggiacenza rispetto al piano di campagna. In particolare,
l’influenza sulla pericolosità esercitata dalle attività agricole, diffuse principalmente nelle
aree pianeggianti costituite da depositi alluvionali, deriva dall’uso di prodotti tossici
(concimi e antiparassitari) in quantità elevate annualmente per ettaro di area coltivata. Nelle
zone costiere le attività agricole sono infatti rappresentate da colture ortive, in parte
praticate in serra, da agrumicoltura, diffusa anche lungo i fondi valle a quote medio-basse,
nonché da viticoltura, i cui impianti si spingono fin sugli altipiani assieme ad estesi uliveti.
Oltre all’alta densità delle attività agricole sono presenti in alcune aree anche attività
industriali e artigianali con produzione di scarichi altamente inquinanti. L’esistenza inoltre
di insediamenti residenziali e turistici, talora estesi, nelle fasce costiere e sui retrostanti
rilievi collinari comporta ulteriore pericolo di inquinamento a causa di scarichi fognari nei
corsi d’acqua. La possibilità di contaminazione delle acque sotterranee è elevata, dato che la
superficie delle falde si pone generalmente a pochi metri di profondità dal piano di
campagna. A ciò contribuiscono gli accumuli di rifiuti solidi urbani, interrati o deposti lungo
gli alvei torrentizi per mancanza di efficienti sistemi di smaltimento. Lo sviluppo delle varie
forme di antropizzazione del territorio, verificatosi negli ultimi venti anni, ha comportato un
forte incremento dei prelievi di acque sotterranee, con conseguente incidenza sull’assetto
idrodinamico delle falde. Ciò ha provocato fenomeni di intrusione del cuneo salino negli
acquiferi delle pianure alluvionali, particolarmente avvertiti durante la stagione asciutta
attraverso un aumento del contenuto in cloruri delle acque.
Relazione di sintesi
118
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dall’analisi della carta della vulnerabilità generata si evince, per ognuno dei bacini
idrogeologici esaminati dal presente studio, uno scenario diffuso di alta vulnerabilità agli
agenti inquinanti. Appare evidente come per le aree in prossimità della costa si riscontrano,
per ognuno dei bacini, valori medio-alti o alti di vulnerabilità. In tale aree hanno avuto
infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a granulometria grossolana
piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i valori bassi di soggiacenza e
pendenza. Solo il bacino idrogeologico di Gioia Tauro presenta una vulnerabilità elevata per
una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita da depositi eolici (pleistocenici), verso
l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e con valori ancora bassi di pendenza.
Risulta, per ognuno dei bacini, una vulnerabilità media in corrispondenza delle zone
caratterizzate da quote maggiori e costituite da terreni che hanno una bassa permeabilità ed
uno spessore dello strato insaturo sufficiente a garantire una efficace azione autodepurante
del terreno.
0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A)
Inoltre, la Giunta Regionale con D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA –
Supplemento straordinario n 5 al n. 9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII)
delibera: “1. di dare atto che la D.G.R. n. 793 del 25/10/2004 avente per oggetto <<
Regolamento Regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine
agricola e relativo programma d’azione>>, non ha concluso l’iter amministrativo per
decadenza del Consiglio Regionale, per cui si rende necessaria la riproposizione; 2. di
approvare il Regolamento regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati
di origine agricola e relativo programma d’azione (All. A – Carta della vulnerabilità da
nitrati di origine agricola scala 1:250.000 e All. B – Programma d’azione per la gestione
della fertilizzazione ed altre pratiche agronomiche nelle aree vulnerabili da nitrati di
origine agricola) che costituiscono parte integrante della presente deliberazione; 3. di
trasmettere il presente atto al Consiglio Regionale, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto
Regionale, per gli adempimenti di competenza.” Con D.G.R. 393 del 6 giugno 2006 (BUR
CALABRIA n. 13 del 15 luglio 2006, parti I e II, Anno XXXVII) la regione Calabria
delibera: “di approvare il nuovo testo del programma d’azione da adottare nelle zone
vulnerabili da nitrati di origine agricola individuate con DGR 817/2005, e che fa parte
integrante della presente deliberazione (All. A);…”
Relazione di sintesi
119
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Di seguito, Fig. 40, si riporta la “Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola”
redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 817/05 All. A.
Figura 40: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola
Relazione di sintesi
120
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari
Si considerano zone vulnerabili da prodotti fitosanitari quanto prescritto nell’allegato 7 parte
B del D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “….Un’area è considerata vulnerabile quando l’utilizzo al suo
interno di prodotti fitosanitari autorizzati pone in condizioni di rischio le risorse idriche e
gli altri comparti ambientali rilevanti…”
La regione Calabria con D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 (BUR CALABRIA n. 10 del 01
giugno 2007) delibera quanto segue: “ di adottare per le finalità di cui al comma 1 dell’art.
92 del D.L. 152/2006, la «carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti
fitosanitari della regione Calabria, scala 1: 250.000» che si allega e fa parte integrante
della presente deliberazione; …”.
Qui di seguito si riporta la “Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti
fitosanitari della regione Calabria” redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 232/07.
Essa, realizzata in scala 1:250.000, evidenzia le aree a potenziale rischio di inquinamento da
prodotti fitosanitari.
Relazione di sintesi
121
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 41: Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria (ARSSA, 2005)
Relazione di sintesi
122
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano
L’art.21 del D.lgs. 152/99 al Titolo III, Capo I inerente la Disciplina delle aree di
salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, recita: “…
Le regioni, al fine della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora
utilizzate per l'uso umano, individuano e disciplinano, all'interno delle zone di protezione,
le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della
falda; c) zone di riserva.
0.2.4.1 Zone di riserva strategica
La Calabria, a differenza delle altre regioni italiane, è caratterizzata da un territorio
geologicamente molto variegato che racchiude domini idrogeologici con caratteristiche
molto diverse tra loro.
Scopo di questa ulteriore elaborazione è quella di definire aree a comportamento
idrogeologicamente omogeneo e di definire, per ciascuna di esse, le potenzialità idriche
legate al sistema di falde profonde. Le informazioni acquisite durante l’esecuzione delle
numerose perforazioni, riportate nel contesto geologico strutturale, ha permesso di
individuare le riserve idriche considerate strategiche nella regione Calabria.
Questi dati offrono già di per sé una informazione puntuale sulle aree della regione da
considerare cruciali per le risorse idriche del territorio; estendendo il dato ai sistemi
idrogeologicamente omogenei si perviene alla definizione di area di ricarica e di area
serbatoio potenzialmente sfruttabili o comunque da preservare.
Le aree considerate omogenee tuttavia non tengono conto dell’interazione con sistemi
strutturali profondi rappresentati da faglie e discontinuità morfologiche che influenzano in
modo significativo la dinamica di circolazione dei fluidi sotterranei. Gli elementi strutturali
tuttavia giocano un ruolo importante nella dinamica dei fluidi sotterranei per cui, per
migliorare ulteriormente l’informazione finale, e’ stata importata una carta che offre una
visione unitaria dell’assetto geostrutturale regionale ricavata dalla geologia della Calabria, e
che, sovrapposta alle aree considerate strategiche, definisce i “Campi di esistenza degli
acquiferi profondi” in cui sono localizzati i principali acquiferi della regione (Cfr. Elaborati
cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi).
Operativamente si è proceduto partendo da una carta di base rappresentata dai complessi
idrogeologici alla scala 1:250.000 sulla quale sono state riportate le principali informazioni
puntuali (profondità, portata, ecc.) provenienti dalle esperienze di perforazioni direttamente
Relazione di sintesi
123
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
espletate sul territorio. Questo ha permesso di estrapolare, a scala regionale, la situazione
sulla distribuzione delle riserve idriche considerate strategiche nonché di redigere una carta
sulla distribuzione di tali aree sul territorio calabrese.
Il risultato finale è una carta tematica delle vulnerabilità degli acquiferi profondi (cfr.
Cartografia allegata alla Relazione generale).
A partire dal nord della regione si individuano i seguenti complessi idrogeologici:
Catena Costiera Tirrenica Settentrionale
L’area è caratterizzata da un più ampio affioramento di carbonati esteso su oltre 200 kmq,
che testimonia l’emergenza del substrato geologico di tutto il sistema a falde del cosiddetto
Arco Calabro, un orogene costituito da una serie di Unità tettoniche alpine, sovrascorse sulle
Unità Carbonatiche che costituiscono i domini più esterni della catena. Gli affioramenti
carbonatici a cui si fa riferimento sono quelli che si ergono nel settore settentrionale della
Catena Costiera. I terreni affioranti, tutti attribuibili al Paleozoico e al Mesozoico (trias)
sono costituiti, in successione referente (dal basso verso l’alto), da una serie di formazioni
che vengono qui di seguito descritte:
•
Scisti filladici (Paleozoico)
•
Complesso di rocce basiche vulcaniche (Paleozoico)
•
Dolomie, calcari dolomitici e calcari (Triassico)
•
Calcari e calcari dolomitici (Cretacico)
•
Brecce o conglomerati calcarei (Eocene)
Nell’area oggetto di studio sussistono almeno due fattori determinanti ai fini della
impostazione della circolazione idrica sotterranea:
1)
Grande diffusione di rocce serbatoio fortemente ricettive, corrispondenti ai rilievi
carbonatici affioranti (M.te Cannitello, M.te La Caccia e Serra la Croce);
2)
Intreccio di motivi stratigrafici e tettonici locali e regionali atti a favorire la creazione
di grandi e piccoli accumuli sotterranei.
Nel dettaglio sono stati distinti una serie di complessi idrogeologici aventi nel loro insieme,
un comportamento sostanzialmente simile nei confronti dell’infiltrazione e della
circolazione idrica sotterranea:
•
Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio scuro fratturato con frequenti
intercalazioni di argilliti e lenti di selce (mesozoico sup.);
Relazione di sintesi
124
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio, intensamente fratturato e carsificato
(triassico);
•
Complesso metamorfico (scisti filladici).
I termini carbonatici costituiscono un complesso caratterizzato da un elevato grado di
permeabilità. Bisogna distinguere la formazione calcareo-dolomitica del mesozoico sup.
caratterizzata da intercalazioni di argilliti e localmente da lenti di selce, responsabili di un
effetto tamponante della circolazione idrica sotterranea. Ciò non consente accumuli idrici
significativi, che invece si riscontrano nella formazione carbonatica triassica a quote più
basse.
Il complesso calcareo-dolomitico del triassico è caratterizzato, infatti, da un’intensa
fratturazione generata dalla presenza di numerose famiglie di faglie. Il grado di
approfondimento della circolazione idrica sotterranea è legato allo sviluppo di tali sistemi di
fratture ed allo stato di intasamento delle stesse. Questo complesso costituisce, tra i terreni
affioranti, il migliore acquifero dell’area; ad esso pertanto afferiscono le principali sorgenti
captate mediante gallerie drenanti e pozzi (es. Loc. “Soleo”, Loc. “Petrosa”). Nel caso
specifico, le emergenze sorgive sono legate a due fattori sostanziali: alla disomogenea
distribuzione della fratture nell’ambito dell’ammasso roccioso ed al contatto con l’altro
complesso idrogeologico costituito dalle unità metamorfiche.
Del complesso metamorfico fanno parte gli scisti filladici, affioranti nella porzione
occidentale dell’area. Trattasi di rocce caratterizzate da una permeabilità primaria per
porosità relativamente medio-bassa, associata alla coltre di alterazione e da una permeabilità
per fessurazione dovuta all’intenso stato di fratturazione derivante dal complesso sistema
strutturale che caratterizza l’area. La circolazione idrica sotterranea pertanto è piuttosto
frammentata e limitata quasi esclusivamente alla coltre epidermica di alterazione e lungo le
superfici di discontinuità di origine tettonica.
Catena Costiera Cosentina Versante Orientale
La tipologia dei litotipi affioranti è costituita da conglomerati poligenici, paragneiss e scisti
biotitici. La permeabilità del complesso metamorfico è generalmente bassa, con aumento
della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e degradazione. I terreni gneissicogranitoidi sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fratturazione, che varia
localmente in funzione del grado di cataclasi dell'ammasso roccioso. La circolazione delle
acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla
Relazione di sintesi
125
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
microscala. La circolazione idrica sotterranea, attraverso l’azione combinata chimica, fisica
e meccanica, agisce sull’ammasso roccioso agevolando i processi di alterazione e
degradazione dello stesso. In tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle
interconnessioni fra i granuli costituenti il sabbione, realizzando una permeabilità per
porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è possibile attribuire, alla
macroscala, un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone in cui affiorano i
prodotti di dilavamento ed i conglomerati poligenici si ha una permeabilità per porosità
primaria. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni esistenti fra i
granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità medio-elevata.
Sui conglomerati poggiano in talune zone (località Valle Alberata, immediatamente ad ovest
del centro abitato di Paterno Calabro) calcari e calcareniti bianco-giallastre o rosate. I terreni
calcareo-calcarenitici sono caratterizzati generalmente da una permeabilità secondaria per
fratturazione, e nelle zone a maggior componente arenacea è possibile che si abbia una
permeabilità per porosità, che tende ad essere ostacolata dai fenomeni di dissoluzione e
ricristallizzazione frequenti nei calcari. Si può quindi affermare che l’acquifero in esame ha
un assetto piuttosto complesso ed è di tipo misto, con circolazione idrica sia per porosità,
che per fratturazione. Una fruttuosa captazione dell’acquifero consisterà quindi nel captare
le vie di circolazione preferenziali delle acque di falda, rappresentate dalle fratture beanti
del complesso igneo-metamorfico.
Relazione di sintesi
126
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 42: V ersante Orientale Catena Costiera: Paterno Calabro studio idrogeologico
Area in Destra Crati (Presila)
I terreni gneissico-granitoidi, affioranti in questa area, sono caratterizzati da una
permeabilità secondaria per fratturazione, che varia localmente in funzione del grado di
cataclasi dell'ammasso roccioso e del grado di alterazione. La circolazione delle acque di
falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla
microscala. Nelle zone dell'ammasso roccioso gneissico-granitoide più superficiali o a
maggiore fratturazione, si realizza un'intensa alterazione, legata principalmente all'idrolisi
dei silicati, ed alla successiva eluviazione delle frazioni argillose residuali. In tali zone si ha
circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del sabbione,
realizzando una permeabilità per porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è
possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Potenzialità idriche
basse, portate per i singoli pozzi di 1-5 l/s. Dal punto di vista qualitativo, acque buone.
Relazione di sintesi
127
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Area Sila Grande
Da un punto di vista litologico l'area in esame è caratterizzata da un complesso metamorfico
d'età paleozoica costituito prevalentemente da gneiss e scisti biotitici, spesso con granati
visibili ad occhio nudo, in associazione con ortogneiss granitoidi. Le rocce di questo
complesso sono in genere coerenti e resistenti all'erosione, eccetto nelle aree di più intensa
fratturazione, dove a causa dell'alterazione e della degradazione meteorica, sono spesso
facilmente disgregabili, e localmente ridotti a sabbione per l'intensa idrolisi dei silicati. In
tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del
sabbione, realizzando una permeabilità per porosità secondaria. La permeabilità è
generalmente bassa, con aumento della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e
degradazione. La circolazione delle acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di
tipo tettonico, sia alla macro che alla microscala. Al complesso gneissico-granitoide è
possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone di
fondovalle nelle quali affiorano i terreni alluvionali si ha una permeabilità per porosità
primaria sindeposizionale. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni
esistenti fra i granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità
medio-elevata. In tali zone è possibile riscontrare falde acquifere contenute sia nei terreni
alluvionali che nella prima porzione di materiale alterato con portate che talvolta superano i
10 l/s.
Figura 43: Sila Grande - Lago Arvo: studio idrogeologico
Relazione di sintesi
128
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Sila Sud-Occidentale
La tipologia dei litotipi affioranti in quest’area, prevalentemente costituiti da gneiss,
paragneiss e gneiss granitoidi. I corsi d’acqua di tale sistema sono caratterizzati da un
regime torrentizio, tipico delle aste drenanti calabresi, con consistenti valori di portata nei
periodi autunnali e invernali che facilitano il trasporto solido e fasi di magra nei periodi
estivi. Particolarmente elevata risulta la portata nei mesi da Febbraio ad Aprile, in
concomitanza con lo scioglimento delle nevi. Nell'area rilevata non si denotano lineamenti
tettonici significativi di notevole entità, mentre sono state rilevati numerosi sistemi di
fratture, di joints e di microfaglie, che rappresentano delle vie preferenziali per
l'infiltrazione e per la circolazione delle acque di falda. Le potenzialità idriche sono basse
(portate dei singoli pozzi 1-3 l/s) con acque di buona qualità.
Figura 44: Valle del Savuto: Complessi idrogeologici
Relazione di sintesi
129
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 45: Valle del Savuto: Complesso alluvionale
Piana di Lamezia
L’area interessa depositi conglomeratici e sabbiosi di conoide e depositi riconducibili a
prodotti alluvionali. Nell’area affiorano dal basso verso l’alto:
–
Depositi conglomeratico-sabbiosi
–
Alluvioni a granulometria eterometrica
I terreni sedimentari quaternari sciolti; i terreni riferibili ai prodotti di alluvial fan sono
costituiti essenzialmente da sabbie e ghiaie con un discreto grado di addensamento; le
ghiaie, in virtù del carattere di distalità deposizionale, hanno granulometria medio-fine e
fine. I terreni alluvionali sono costituiti da materiale anch’esso medio-fine, dato che l’area
risulta in prossimità della foce del fiume Amato. La permeabilità dei terreni di alluvial fan
risulta media e medio-elevata per porosità, poiché la circolazione delle acque di falda
avviene negli interstizi esistenti fra i clasti. Le alluvioni sono anch’esse caratterizzate da
porosità primaria, ed hanno permeabilità elevata poiché il loro grado di addensamento è
molto modesto. Date le caratteristiche di estrema irregolarità dei processi deposizionali si
hanno intercalazioni di materiale fine all’interno di livelli a granulometria più grossolana.
Data la natura e la disposizione geometrica dei litotipi, la presenza di falde sospese e/o in
pressione siamo in presenza di un acquifero del tipo multifalda.
Relazione di sintesi
130
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Piana di Gioia Tauro Settore Settentrionale
La zona nord della Piana di Gioia è caratterizzata dalla presenza delle potenti alluvioni
depositate principalmente dal Fiume Mesima, che rappresenta il collettore principale, in cui
confluiscono i segmenti fluviali di ordine minore ad andamento dendritico. In affioramento
sono presenti alluvioni recenti a granulometria perlopiù grossolana, fissate dalla
vegetazione, e depositi di origine eolica, rappresentati da dune ormai stabilizzate. La
geolitologia locale è estremamente semplice e si può sostanzialmente ricondurre a due
processi deposizionali funzioni dell’ambiente di deposizione dei sedimenti: l’ambiente di
piana alluvionale, e l’ambiente di retrospiaggia. L’ambiente di piana alluvionale è
rappresentato nei suoi settori più distali e quindi i prodotti depositati hanno una
granulometria a dominanza medio-fine, cui si vanno ad intercalare, nei momenti in cui il
flusso idraulico lo permette, sedimenti più grossolani quali ghiaie e blocchi, deposti durante
i maggiori eventi di piena. Le dune di retrospiaggia hanno una dominante granulometrica
nettamente sabbiosa. I depositi alluvionali hanno una granulometria mediamente maggiore
dei depositi eolici e quindi anche una maggiore permeabilità relativa, che si traduce in una
maggiore velocità di filtrazione e di spostamento delle acque di falda. Il movimento delle
acque di falda avviene negli interstizi fra i granuli esistenti fin dal momento della
deposizione (interstizi sindeposizionali). In definitiva si ha una falda superficiale libera in
cui il serbatoio idrico è costituito dai prodotti alluvionali, posta fino ad una profondità di
circa 30-35 m. Al di sotto di tale falda, si ha una seconda falda, di caratteristiche
idrogeochimiche diverse, posta nei terreni limoso-argillosi, che ha una potenza nettamente
maggiore della prima.
Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area.
Relazione di sintesi
131
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 46: Piana di Gioia Tauro settentrionale, Campo Pozzi Medma
Piana di Gioia Tauro Settore Meridionale
Da un punto di vista idrogeologico i terreni affioranti sono caratterizzati da una permeabilità
per porosità alta, la circolazione idrica sotterranea avviene prevalentemente nelle
interconnessioni dei granuli (permeabilità primaria, sindeposizionale); la falda idrica ha un
gradiente piezometrico estremamente basso in virtù dei bassi valori di acclività. Le aree
sono interessate dalla presenza di un acquifero poroso. Gli acquiferi presenti sono
rappresentati da depositi alluvionali ad elevata permeabilità tamponati alla base da livelli a
bassa permeabilità. Tali depositi sono costituiti da sedimenti clastici eterogenei trasportati e
depositati dai corsi d'acqua. Tale assetto provoca generalmente degli ostacoli nella
circolazione idrica sotterranea, identificando falde sovrapposte (acquifero multifalda); il
deflusso preferenziale dell’acqua interessa i litotipi a più alta permeabilità. Le diverse falde,
in questo caso, sono da ricondurre ad un’unica circolazione idrica sotterranea, in quanto la
geometria dei sedimenti lascia, molto spesso, frequenti soluzioni di continuità. Tutto ciò è
ulteriormente avvalorato dai dati idrogeologici raccolti attraverso il censimento dei pozzi
esistenti, dai quali si è riscontrata la presenza di falde acquifere sino alla profondità di 25-30
Relazione di sintesi
132
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
m, con portate d’esercizio di 5-6 l/s. L’emungimento di portate superiori è possibile, tuttavia
se ne sconsiglia l’utilizzo perché ciò potrebbe causare il peggioramento delle caratteristiche
chimico-fisiche delle acque, rendendole non idonee al consumo umano. Alla luce di quanto
sopra esposto si può affermare, con un certo margine di sicurezza, che nelle aree di interesse
è presente una consistente falda acquifera sotterranea.
Area Versante Occidentale dell’Aspromonte .
L’area in esame è caratterizzata prevalentemente dalla presenza di depositi conglomeratici e
sabbiosi di età Pliocene superiore Pleistocene in parte smantellati dall’azione erosiva indotta
dalle aste fluviali. Tali depositi sedimentari, in generale si presentano poco consolidati e
facilmente disgregabili, e quindi presentano permeabilità elevata. Nell’area la circolazione
idrica sotterranea viene influenzata e condizionata dalle caratteristiche geologiche e
litologiche dei terreni presenti, costituiti essenzialmente da conglomerati e sabbie
trasgressive sulle unità cristalline paleozoiche. Da quanto analizzato si evince che
l’acquifero in esame risulta essere di tipo poroso, con possibili presenze di falde sospese
legate alla presenza di lenti di materiale fine argilloso. La permeabilità dei litotipi presenti è
per porosità primaria. Nei terreni precedentemente descritti sono stati individuati due
complessi idrogeologici, distinti in base alle caratteristiche di permeabilità; in particolare è
stato riconosciuto un complesso alluvionale caratterizzato da un’alta permeabilità. L’alta
permeabilità di questo complesso, unita alla bassa acclività delle zone in cui affiorano tali
terreni, fa sì che l’infiltrazione in falda sia fortemente incentivata. Le stesse Fiumare
rappresentano una notevole aliquota delle acque d’infiltrazione che vanno ad arricchire le
acque di falda. Il secondo complesso è rappresentato da prodotti conglomeratici, arenacei e
con rari orizzonti limosi ed argillosi da ricondurre principalmente a depositi di terrazzo.
Tale complesso è caratterizzato da una permeabilità medio-alta che induce una discreta
infiltrazione in falda. Nella zona in esame l’acclività presentata in affioramento da tale
complesso è variabile. Tali complessi idrogeologici poggiano in discordanza stratigrafica sui
complessi delle unità cristalline di catena. Gli acquiferi presenti in tali litotipi sono di tipo
fratturato, e la permeabilità, di tipo secondario per fratturazione, è legata alla presenza delle
discontinuità tettoniche che controllano la circolazione delle acque.
Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area.
Relazione di sintesi
133
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 47: Versante occidentale Aspromonte: studio idrogeologico
0.2.4.2 Aree di ricarica delle falde
Al comma 9, punto a) dell’art.21 del D.lgs. 152/99 si riporta: “le regioni, al fine della
protezione delle acque sotterranee, anche di quelle ancora non utilizzate per l’uso umano,
individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le aree di ricarica delle
falde”.
Le aree di ricarica delle falde, soprattutto quelle profonde, possono trovarsi anche molto
distanti dall’area di captazione. Lo studio per la definizione delle aree di ricarica è stato
affrontato a scala regionale partendo dalla consultazione di studi e ricerche sulla dinamica
degli acquiferi sotterranei esistenti nel territorio calabrese. Successivamente, in base a dati
sperimentali di carattere idrogeologico ed alla consultazione della cartografia tematica
ufficiale a varia scala, si è proceduto alla perimetrazione dei limiti delle aree di ricarica
degli acquiferi profondi porosi. La carta idrogeologica riportata in allegato (cfr Elaborati
cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi), in scala al 250.000, individua le aree
di ricarica degli acquiferi profondi presenti nelle ampie valli alluvionali al di sotto dei
complessi impermeabili argilloso-limosi plio-miocenici e individua i principali flussi di
scorrimento delle acque sotterranee verso le falde di fondovalle.
I principali complessi idrogeologici ricettivi sono i seguenti:
Relazione di sintesi
134
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Complesso carbonatico Pollino – Catena Costiera Settore Settentrionale.
Permeabilità elevata, alimenta gli acquiferi della Piana di Sibari e di Scalea.
•
Complesso metamorfico Catena Costiera. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta,
media Valle del Crati (settore ovest) e la fascia costiera tirrenica centro settentrionale
calabrese.
•
Complesso igneo-metamorfico Sila. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta e
media e bassa Valle del Crati (settore est), la fascia costiera ionica centro
settentrionale calabrese e la valle della Stretta di Catanzaro.
•
Complesso igneo-metamorfico Serre ed Aspromonte. Permeabilità medio-bassa,
alimenta fascia costiera ionica e tirrenica meridionale calabrese.
La carta è stata ottenuta da una elaborazione arbitraria di una carta di base tenendo conto di
dati riportati in letteratura.
La carta di base è rappresentata dalla “Carta Geologica d’Italia” in scala 1:500.000 e dalla
“Carta delle Grandi Frane e Deformazioni Gravitative Profonde di Versante della Calabria”
a scala 1:250.000, successivamente modificate dai tecnici dell’Autorità di Bacino per la
redazione delle carte a supporto del Piano Stralcio Idrogeologico.
Relazione di sintesi
135
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 48: Aree di ricarica degli acquiferi profondi
0.2.4.3 Zone di rispetto
Le zone che vengono definite, come previsto dalla legge, sono quelle di tutela assoluta, di
rispetto e i protezione. Il loro contorno rappresenta il luogo dei punti con eguale tempo di
ritardo: ogni particella liquida che si trova sul perimetro delle varie zone impiegherà quindi
lo stesso tempo per giungere alla captazione.
Relazione di sintesi
136
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro
Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a
percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.
Per il bacino di Gioia Tauro sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti
da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 49, 50, 51, 52, 53, 54 e 55.
Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è
possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.
Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano per i quali sono state
individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa
idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia
Tauro”):
a)
RC2AQ05P001 – Pozzo CINQUEFRONDI
b)
RC2AQ06P001 – Pozzo POLISTENA
c)
RC2AQ07P001 – Campo Pozzi VACALE (Pozzo VACALE 2)
d)
RC2AQ09P001 – Pozzo RIZZICONI
e)
RC2AQ10-11P001 – Campo Pozzi PETRACE (1a, 1b, 2a, 2b)
f)
RC2AQ20P001 – Pozzo SAN GIORGIO
g)
VV1AQ23P001 – Campo Pozzi MEDMA
Relazione di sintesi
137
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 49: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ05P001
Relazione di sintesi
138
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 50: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ06P001
Relazione di sintesi
139
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 51: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ07P001
Relazione di sintesi
140
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 52: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ09P001
Relazione di sintesi
141
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 53: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ11P001
Relazione di sintesi
142
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 54: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ20P001
Relazione di sintesi
143
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 55: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ23P001
Relazione di sintesi
144
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia
Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a
percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.
Anche per il bacino di Lamezia Terme sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i
pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 56, 57, 58, 59, 60, 61 e
62. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è
possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico
potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di
salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti
(cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme”):
a)
CZ1AQ09P001 – Acquedotto Maiorizzini Pozzo 1 – Pozzo 2 – Pozzo 3
b)
CZ2AQ03 P001 – Campo Pozzi PALAZZO
c)
CZ2AQ04 P001 – Campo Pozzi ACCONIA
d)
CZ2AQ05 P001 – Campo Pozzi SAVUTO
e)
CZ2AQ06 P001 – Campo Pozzi PIAN DEL DUCA
f)
CZ2AQ07 P001 – Campo Pozzi SAMBUCO
g)
VV1AQ08 P001 – Pozzo S. GIORGIELLO 1
Figura 56: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ03P001
Relazione di sintesi
145
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 57: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ04P001
Figura 58: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ1AQ09P001
Relazione di sintesi
146
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 59: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ05P002
Figura 60: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ06P001
Relazione di sintesi
147
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 61: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ07P001
Figura 62: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ08P001
Relazione di sintesi
148
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao
Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a
percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.
Anche per il bacino del Lao sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti
da So.Ri.Cal. e di cui si riporta la mappa nella Figura 63. Successivamente sono state
determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto
ristrette e allargate.
Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono
state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della
risorsa idrica, è il seguente (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del
Fiume Lao”):
a)
CS2AQ02P001 – Pozzo GRISOLIA SCALO
Figura 63: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS2AQ02P001
Relazione di sintesi
149
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria
Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a
percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.
Anche per il bacino di Reggio Calabria sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i
pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 64, 65, 66, 67, 68, 69,
70, 71 e 72. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da
cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.
Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono
state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della
risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di
Reggio Calabria”):
a)
RC1AQ05P001 – Campo Pozzi CATONA
b)
RC1AQ08P001 – Campo Pozzi GALLICO SUPERIORE
c)
RC1AQ15P001 – Pozzo S.ELIA per Masella
d)
RC1AQ20P001 – Campo Pozzi CALOPINACE
e)
RC1AQ22P001 – Pozzo PRIMO
f)
RC1AQ23P001 – Campo Pozzi S. AGATA
g)
RC1AQ24P001 – Campo Pozzi VALANIDI
h)
RC1AQ25P001 – Pozzo GALLICO MARINA
i)
RC1AQ33P001 – Campo Pozzi integr. MELITO
Relazione di sintesi
150
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 64: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ05P001
Relazione di sintesi
151
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 65: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ08P001
Relazione di sintesi
152
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 66: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ15P001
Relazione di sintesi
153
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 67: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ20P001
Relazione di sintesi
154
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 68: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ22P001
Relazione di sintesi
155
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 69: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ23P001
Relazione di sintesi
156
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 70: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ24P001
Relazione di sintesi
157
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 71: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ25P001
Relazione di sintesi
158
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 72: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ33P001
Relazione di sintesi
159
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari
Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a
percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza.
Per il bacino di Sibari sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da
So.Ri.Cal, la società mista che gestisce le acque sotterranee a scopi acquedottistici in
Calabria, di cui si riportano le mappe nelle figure 73, 74, 75, 76, 77, 78 e 79.
Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è
possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate.
Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono
state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della
risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di
Sibari”):
a)
CS1AQ01P001-2 Pozzo SERRA SPIGOLA – Pozzo VIA DE RADA
b)
CS3AQ01P001 – Campo Pozzi FRASCINETO
c)
CS3AQ01P002-3 Campo Pozzi ROSETO CAPO SPULICO – Pozzo COLFARI
d)
CS3AQ01P005 – Pozzi SERRO CAVALLO
e)
CS3AQ02P001 – Campo Pozzi CALOVETO
f)
CS3AQ02P002-3 Campo Pozzi CALOVETO – Campo Pozzi TRIONTO
g)
CS3AQ07P001 – Pozzo ESARO
Relazione di sintesi
160
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 73: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS1AQ01P001 e CS1AQ01P002
Relazione di sintesi
161
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 74: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P001
Relazione di sintesi
162
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 75: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P002
Relazione di sintesi
163
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 76: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P005
Relazione di sintesi
164
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 77: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ02P001
Relazione di sintesi
165
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 78: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS3AQ02P002 e CS3AQ02P003
Relazione di sintesi
166
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 79: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ07P001
Relazione di sintesi
167
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.3 GLI OBIETTIVI
0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino
Gli obiettivi e le priorità degli interventi dei Piani di Tutela delle Acque (PTA) sono
espressamente richiamati agli articoli 44 del D.lgs. 152/99, e 111 del D.lgs. 152/06. Nel
decreto del 1999 il PTA è definito “Piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi
dell’articolo 17, comma 6 – ter della Legge 18 maggio 1989 n.183; nel decreto del 2006, il
PTA è definito “uno specifico piano di settore”. Nel richiamato articolo 44 del 152/99, è
demandato alle Autorità di Bacino di rilievo nazionale ed interregionale, sentite le Province
e le Autorità di Ambito, di definire gli obiettivi su scala di bacino. Nel richiamato articolo
121 del 152/06, le Autorità di Bacino definiscono gli obiettivi su scala di distretto cui
devono attenersi i Piani di Tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi. È altresì
compito delle Autorità di Bacino nazionali o interregionali verificare la conformità del
piano agli obiettivi e alle priorità, esprimendo parere vincolante.
I risultati dell’attività conoscitiva nella regione Calabria, sinora eseguita e documentata,
consentono di formulare scenari e ipotesi dello stato dei corpi idrici regionali, superficiali
(interni, marini e di transizione) e sotterranei, che devono essere ulteriormente precisati in
termini qualitativi e quantitativi. Tuttavia, con riferimento sia a quanto richiesto in generale
dai Decreti ora richiamati, sia allo specifico della situazione calabrese, si possono
riassumere i seguenti obiettivi fondamentali, che comprendono aspetti di qualità (art. 4 del
D.lgs. 152/99, art. 76 del D.lgs. 152/06), di quantità e gestionali della risorsa idrica.
Gli obiettivi generali per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee sono i
seguenti:
•
prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;
•
conseguire il miglioramento dello stato delle acque e la protezione adeguata di quelle
destinate a particolari usi;
•
perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, dando priorità a quelle potabili;
•
mantenere ovunque la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la
capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
•
rinaturalizzare i corsi d’acqua, specialmente in ambienti urbani;
•
mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità;
•
proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli altri ecosistemi
dipendenti da quello acquatico sotto il profilo del fabbisogno idrico.
Relazione di sintesi
168
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi di qualità
Gli obiettivi di qualità sono differenti fra i bacini montani e pedemontani, e quelli vallivi e
le fasce costiere. Per i primi, infatti, si tratta di continuare a mantenere gli attuali livelli e le
attuali caratteristiche di idoneità alla vita dei pesci e all’idoneità ai prelievi per uso potabile,
per i secondi e le terze, invece, l’inquinamento di natura prevalentemente organica e
l’eccessiva antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato
attuale e l’adozione di misure prioritarie. L’obiettivo prioritario è, per i corsi d’acqua
naturali, quello di aumentare la capacità di diluizione e di autodepurazione diminuendo
l’apporto organico puntuale – diffuso, per le acque costiere quello di addurre liquami a
elevato livello di depurazione.
1)
Per i corpi idrici significativi, siano essi superficiali o sotterranei, non si ravvedono le
condizioni (art. 5 comma 5 del D.lgs. 152/99, art. 81 del D.lgs. 152/06) per stabilire
obiettivi di qualità ambientale meno rigorosi di quelli minimi fissati dalla legge. Con
riferimento all’allegato 1 del decreto 152/99 deve assicurarsi il mantenimento dello
stato di qualità “elevato” nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; entro
il 31/12/2016 deve essere mantenuto o raggiunto lo stato di qualità ambientale
“buono”; entro il 31/12/2008 ogni corpo idrico superficiale o tratto di esso che
attualmente possiede uno stato di qualità “scadente” o “pessimo” deve conseguire
almeno i requisiti dello stato “sufficiente”.
2)
Per le acque a specifica destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi
devono essere distinti a seconda della specifica destinazione funzionale.
•
Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve
essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come
definite all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione
di acqua potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono
raggiungere queste qualità entro il 31 dicembre 2010.
•
Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque
idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati,
fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del
medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque
ciprinicole”.
•
Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla
balneazione per inquinamento devono raggiungere entro il 31 dicembre 2010
Relazione di sintesi
169
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
l’idoneità alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n.
470 e successive modifiche e integrazioni.
•
Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre
che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi
bivalvi e gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella
1/C dell’Allegato 2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.
3)
Specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, ai fini del
perseguimento degli obiettivi di qualità, sono richieste nelle seguenti aree:
•
Aree sensibili, per come definite nei due richiamati D.lgs. e meglio delimitate
nei PTA. In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico
complessivo dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane. Per il
raggiungimento dell’obiettivo devono essere abbattuti i nutrienti provenienti
dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti equivalenti superiori a
10000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del carico dei
nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del
suddetto carico anche gli effluenti degli agglomerati superiori a 5000 abitanti
equivalenti. Per il contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica,
devono essere applicate le condizioni contenute nel “Codice di buona pratica
agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 19
aprile 1999.
•
Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, per come individuate con
deliberazioni regionali o dal PTA. In tali zone devono essere attuati i
programmi di azione definiti dalla regione sulla base delle indicazioni di cui
all’allegato 7 del D.Lgs.152/1999 e delle prescrizioni contenute nel “Codice di
buona pratica agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche
Agricole del 19 aprile 1999.
•
Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e zone vulnerabili alla desertificazione,
per come individuate con deliberazioni regionali o dal PTA. Per le prime, se
presenti, devono essere attuati i programmi di azione definiti dalla regione
sulla base delle indicazioni di cui all’allegato 7, parte B, del D.lgs. 152/99. Per
le seconde, se presenti, sono adottate specifiche misure di tutela secondo i
criteri previsti nel Piano d’azione nazionale di cui alla delibera CIPE,
pubblicata nella G.U. n. 39 del 17/02/99.
Relazione di sintesi
170
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo
umano. Per mantenere e migliorare le caratteristiche di qualità delle acque
distribuite alla popolazione mediante acquedotti che rivestono carattere di
pubblico interesse, sono individuate le aree di salvaguardia ai sensi degli
articoli 21 del D.Lgs. 152/99 e 94 del D.lgs. 152/06. L’area di salvaguardia
deve prevedere l’area di tutela assoluta, l’area di rispetto e l’area di protezione.
L’approvazione dell’area di salvaguardia comporta l’applicazione delle
limitazioni d’uso di cui all’articolo 21 del D.Lgs. 152/99. L’area di tutela
assoluta deve essere acquisita dal gestore dell’acquedotto ed adibita
esclusivamente alle opere di captazione; nella suddetta area, recintata, deve
essere interdetto l’accesso ai non autorizzati. Altre attività in essa esistenti,
diverse da quelle anzidette, devono essere rimosse. Eventuali pozzi presenti
nell’area, se non più in uso, come opere di captazione, devono essere chiusi
con tecniche che garantiscano l’isolamento delle falde attraversate. La
deliberazione di approvazione dell’area di salvaguardia deve definire, in
relazione alla natura dei suoli, l’uso possibile di concimi chimici, fertilizzanti e
fitofarmaci nonché le misure da adottare per mettere in sicurezza le attività
preesistenti. In ogni caso gli agglomerati urbani presenti nell’area di rispetto
devono essere dotati di fognature a doppia camicia con pozzetti ispezionabili
per la verifica della tenuta della conduttura fognante. Le acque reflue urbane ed
eventualmente industriali devono essere veicolate in condotte, anche se
depurate, fuori della stessa area di rispetto. La Giunta Regionale disciplinerà le
attività previste dall’articolo 21 del D.lgs. 152/99 per quanto riguarda i centri
di pericolo presenti all’interno delle aree di salvaguardia. Nelle aree di
protezione possono essere previste, nella deliberazione di approvazione
dell’area di salvaguardia, limitazioni agli insediamenti civili artigianali e
agricoli. I reflui di questi insediamenti devono comunque essere trattati in
impianti di depurazione a fanghi attivi dotati di trattamento terziario di
nitrificazione e denitrificazione o, per gli agglomerati minori, in impianti di
fitodepurazione che raggiungono gli stessi livelli di depurazione in relazione al
BOD e alle sostanze azotate. Le nuove captazioni a uso idropotabile non
possono essere dichiarate potabili e distribuite mediante acquedotto alle
popolazioni se non sono state delimitate le aree di salvaguardia secondo la
Relazione di sintesi
171
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
normativa regionale vigente. Le zone di protezione sono adottate con la
deliberazione di adozione del Piano.
Obiettivi di quantità
Dovranno perseguirsi i seguenti obiettivi:
1) Contenimento dei prelievi dalle falde e dai corsi d’acqua. Per questi ultimi, si dovrà
restare sempre al di sotto della soglia del DMV considerato come la portata istantanea
minima necessaria in ogni tratto omogeneo di corso d’acqua per garantire la salvaguardia
delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico fisiche delle acque nonché il
mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Il PTA individuerà le
aree a rischio di crisi ambientale, ossia le aree nelle quali l’utilizzazione quantitativa delle
risorse idriche è tale da compromettere la conservazione della risorsa e le future
utilizzazioni sostenibili. In tali aree devono essere ridotte le utilizzazioni entro limiti di
sostenibilità delle utilizzazioni della risorsa idrica, salvaguardando nell’ordine gli usi
idropotabili, gli usi agricoli e gli altri usi.
2) Azzeramento dei deficit idrici nelle falde idriche.
Obiettivi gestionali
Il PTA dovrà individuare tutte le forme in essere nell’attuale quadro normativo che
ostacolano di fatto la gestione delle acque a uso plurimo.
Primo fra tutti, occorre superare l’estremo grado di frammentazione delle competenze in
settori contigui e spesso sovrapposti, come quello civile, industriale, agricolo. Nello
specifico del settore civile, le azioni del servizio idrico integrato devono essere ricondotte
all’interno del quadro delle conoscenze del PTA.
Il PTA dovrà pure considerare la gestione e l’uso sostenibile delle risorsa acqua, considerata
oramai un bene solo parzialmente rinnovabile destinato a subire riduzioni quantitative e
qualitative in un futuro non molto lontano. L’urgenza riguarda soprattutto l’efficienza delle
reti di distribuzione per i vari usi, ma saranno indispensabili azioni di sensibilizzazione,
informazione e formazione tecnica, circa le pratiche mirate al consumo consapevole della
risorsa, incluso il recupero delle acque reflue.
Priorità di intervento
Per conseguire gli obiettivi sopra delineati all’interno degli orizzonti temporali indicati, il
PTA deve assumere alcune priorità degli interventi:
Relazione di sintesi
172
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
Completamento e messa a regime dell’esistente rete di monitoraggio ed estensione
della stessa con nuovi punti di rilevamento lungo i corsi d’acqua, nelle falde e a mare.
•
Completamento ed adeguamento delle reti fognarie e dei depuratori, in conformità alle
disposizioni del D.lgs. 152/99, dando la precedenza ai sistemi dei centri urbani
maggiori, a quelli recapitanti direttamente a mare e a quelli recapitanti nei corsi
d’acqua aventi livelli qualitativi peggiori. Fermi restando i limiti massimi ammessi
per lo scarico, all’orizzonte temporale ultimo del PTA, i liquami devono essere
depurati con una efficienza depurativa di almeno il 90% relativamente al BOD, di
almeno l’80% relativamente alle sostanze azotate e, nelle aree sensibili, di almeno
l’80% relativamente al fosforo.
•
Incrementare l’adozione di condotte di scarico sottomarine, come misura di
salvaguardia aggiuntiva rispetto ai tradizionali trattamenti a terra.
•
Separazione delle acque di pioggia da quelle di origine domestica nelle fognature
urbane di nuova costruzione. Per i sistemi di raccolta esistenti, adozione di misure di
contenimento dello sversamento diretto nel recapito naturale delle acque di pioggia,
prevedendo appositi stoccaggi e trattamenti leggeri per le acque di prima pioggia.
•
Adozione di misure di contenimento dei consumi idrici e di recupero delle perdite
lungo le adduttrici e le reti idriche.
•
Adozione di opportuni ordinamenti colturali, ottimizzazione della distribuzione di
effluenti zootecnici e di concimi chimici nel comparto agricolo e zootecnico.
•
Contenimento dei consumi irrigui attraverso la progressiva sostituzione dei sistemi a
pelo libero con condotte in pressione.
•
Naturalizzazione dei corsi d’acqua e creazione di fasce riparie naturali nei principali
corsi d’acqua urbani, con progressiva rimozione degli interventi antropici a maggiore
impatto.
•
Adozione di metodi di ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali o dei
versanti.
•
Ricorso alle casse di espansione per il contenimento delle piene nel caso di sezioni
idriche insufficienti al deflusso di piena ai più elevati tempi di ritorno.
•
Censimento di tutti i prelievi in essere, sia da acque superficiali sia da acque
sotterranee. I pozzi non più in uso o abbandonati devono essere adeguatamente chiusi
mediante cementazione. Nelle zone costiere i pozzi profondi devono essere cementati
in modo tale da impedire che le falde superficiali, soggette a penetrazione salina,
Relazione di sintesi
173
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
possano raggiungere le sottostanti falde. La regione può ordinare al responsabile locale
la chiusura di un pozzo manifestamente in stato di abbandono, in cattive condizioni di
manutenzione o realizzato in maniera da costituire pericolo per le sottostanti falde.
Tutti coloro che a qualsiasi titolo prelevano acque dalle falde mediante pozzi devono
installare sistemi di misura delle quantità prelevate e comunicare periodicamente
all’autorità che ha rilasciato l’atto di assenso al prelievo e in tutti i casi alla ABR,
prevedendo sanzioni pesanti per le inadempienze, quali, la cementazione del pozzo
considerato abbandonato o in disuso.
0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque
Gli obiettivi e le priorità d’intervento individuate dall’Autorità di Bacino regionale ben si
interfacciano con quanto previsto dalle normative nazionali e comunitarie.
Secondo quanto prescritto nell’articolo 4, Titolo II, Capo I del D.lgs. 152/99, “al fine della
tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee il decreto individua gli
obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualità
per specifica destinazione dei corpi idrici; l’obiettivo di qualità ambientale è definito in
funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione
e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, …”; al fine di
assicurare il raggiungimento dell’obiettivo finale, la normativa prevede due step in cui ogni
corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire, ossia almeno i
requisiti dello stato “sufficiente” entro il 31/12/2008 ed entro il 31/12/2016 ogni copro
idrico significativo superficiale e sotterraneo deve raggiungere lo stato di qualità ambientale
“buono”.
I principali obiettivi da raggiungere sono:
9 risanamento dei corpi idrici significativi e d’interesse che mostrano uno stato di qualità
ambientale compromesso;
9 mantenere lo stato di qualità buono per tutti quei corpi idrici significativi e d’interesse
che non risentono di pressioni antropiche alteranti il loro stato;
9 raggiungere il miglioramento dello stato di qualità delle acque a specifiche destinazione
d’uso ed attuare un sistema di protezione delle stesse per garantirne un uso quali –
quantitativo da parte di tutti;
9 conservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché
mantenere la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
Relazione di sintesi
174
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In particolare seguendo le indicazioni dell’autorità di Bacino Regionale:
ƒ
nelle aree montane o pedemontane, dove in linea di massima la disponibilità e la qualità
delle acque sono attestate su standard sufficientemente elevati, la priorità consiste nel
mantenere e localmente migliorare gli attuali livelli e le attuali caratteristiche di idoneità
alla vita dei pesci e al prelievo per uso potabile;
ƒ
nelle zone vallive e nelle fasce costiere l’inquinamento di natura organica e l’eccessiva
antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato attuale e
l’adozione immediata di misure finalizzate al miglioramento, attraverso l’aumento della
capacità di diluizione e di autodepurazione, la diminuzione degli apporti organici
puntuali e diffusi, della qualità degli affluenti che convogliano acque reflue, grazie ad un
sostanziale miglioramento del sistema depurativo.
Per i corpi idrici significativi questo vuol dire mantenere, ove presente, il livello di qualità
“elevato”, portare entro il 2008 tutti i corpi idrici ad un livello almeno “sufficiente”,
raggiungere entro il 2016 almeno il livello “buono”.
Dal punto di vista quantitativo appare evidente la necessità di contenere e al limite annullare
gli incrementi di prelievo dalle falde e dai corsi d’acqua, anche per assicurare il
soddisfacimento del minimo deflusso vitale.
In un simile contesto per delineare la strategia di intervento occorre tenere conto dei
principali punti di forza e di debolezza dell’intero sistema.
I punti di forza sono sostanzialmente connessi ai seguenti fattori:
-
la disponibilità residua non ancora utilizzata della risorsa idrica appare, allo stato attuale,
ancora notevole, almeno dal punto di vista quantitativo. Un limitato incremento nell’uso
delle risorse ancora non utilizzate appare ancora possibile, anche se nel quadro di una
visione organica del problema e con interventi oculati e compatibili con la primaria
esigenza di non arrecare ulteriori danni al sistema;
-
la capacità autodepurante dei corsi d’acqua, favorita dalla elevata pendenza delle aste
fluviali e torrentizie, che determina bassa profondità ed elevata turbolenza e, quindi,
elevati scambi di ossigeno sia all’interno del corpo idrico sia tra questo e l’atmosfera
esterna
-
la scarsa densità di popolazione che caratterizza la gran parte del territorio calabrese e
rende meno rilevante rispetto ad altri contesti il carico prodotto dall’inquinamento
diffuso.
I punti di debolezza riguardano:
Relazione di sintesi
175
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
lo squilibrio stagionale degli apporti meteorici che si concentrano nel periodo umido
nella misura dell’80-90%, e non superano il 10% nei tre mesi estivi più secchi. Sono
perciò indispensabili adeguati volumi di compenso stagionale sia naturali sia artificiali;
-
l’inadeguatezza dei volumi di compenso, dal momento che quelli naturali, rappresentati
dagli acquiferi sotterranei, hanno subito un sistematico peggioramento qualitativo e
quantitativo, anche per effetto dell’espansione di cunei salini, mentre i serbatoi artificiali
non hanno avuto lo sviluppo previsto e sono in troppi casi ancora incompleti o
comunque non operativi;
-
il trend negativo imposto dai cambiamenti climatici che appare particolarmente rilevante
in Calabria, dove dai 17 miliardi di m3 all’anno, che mediamente cadevano fino agli anni
80 sotto forma di pioggia o di neve sull’intera regione, si è scesi, nel secolo appena
iniziato, a circa 13 milioni di m3 come valore medio, con punte negative che toccano i
10 milioni di m3 ;
-
la fatiscenza di molte reti di adduzione e di distribuzione, nel settore civile e in quello
irriguo, con perdite notevoli che incrementano i consumi in modo anche molto rilevante;
-
il prelievo abusivo di risorse idriche dalla falda e dalle reti di adduzione e di
distribuzione che produce effetti analoghi e anzi in molti casi finisce per essere
contabilizzato come perdita;
-
l’inadeguatezza del sistema di raccolta e di collettamento delle acque nere, che produce
perdite incontrollate e favorisce percorsi impropri con effetti che si risentono soprattutto
nelle falde;
-
le diffuse carenze nel sistema di collettamento delle acque bianche con effetti sulla
qualità degli acquiferi ricettori particolarmente negativi in occasione delle cosiddette
prime piogge che producono un elevato incremento dei carichi inquinanti;
-
la diffusa illegalità nella realizzazione di scarichi puntuali e diffusi;
-
la non corretta gestione delle lavorazioni agricole, con un uso della risorsa in molti casi
superiore a quello strettamente necessario ai fini produttivi, e una scarsa attenzione alla
qualità dei reflui e alle modalità del loro rilascio nell’ambiente circostante;
-
le carenze del sistema depurativo;
-
l’insufficienza del sistema di controllo e di monitoraggio sui prelievi e sugli scarichi;
-
mancano, o sono incompleti, censimenti sistematici delle fonti di approvvigionamento,
banche dati sui prelievi e sull’erogazione della risorsa, reti di monitoraggio della qualità
e della quantità dei corpi idrici nei tratti di maggiore interferenza con il sistema
Relazione di sintesi
176
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
antropico, serie storiche che consentano di ricostruire l’effettivo funzionamento
gestionale degli impianti di captazione, di accumulo e di erogazione e più in generale di
valutare gli effetti prodotti dalle innumerevoli concessioni. Ne consegue un livello di
affidabilità delle elaborazioni relative al ciclo idrico che appare, in diversi casi,
insufficiente.
0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali
0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi
Sulla base dei dati analiti ottenuti per la classificazione dello stato ecologico (SECA)
relativa al biennio nov 2005 – 2007, risulta che:
9 nessuno dei 52 tratti di corsi d’acqua dei corpi idrici significativi di primo e secondo
ordine, dei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari
utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale e dei corpi idrici che, per
carico inquinante da essi convogliato, possono avere un’inflenza negativa rilevante sui
corpi idrici significativi, mostra uno stato ecologico elevato.
9 9 mostrano uno stato ecologico buono;
9 26 mostrano uno stato ecologico sufficiente;
9 15 mostrano uno stato scadente;
9 ed infine, 1 solo mostra uno stato ecologico pessimo.
Per tutti i corpi idrici significativi o tratti di essi, per tutti i corpi idrici a specifica
destinazione, per quelli di particolare interesse naturalistico e per quelli ad alto carico
inquinante veicolato, sulla base dei dati analitici ottenuti, sono state individuate le criticità
connesse alla tutela della qualità e all’uso della risorsa, definendo le relazioni intercorrenti
tra tali problematiche ed i fattori naturali ed antropici che le determinano, tanto da poter
individuare così gli obiettivi da raggiungere al 2008 e al 2016.
I risultati relativi ai parametri addizionali monitorati non sono utilizzabili allo scopo di
calcolare il SACA (anche se una prima attribuzione dello stato ambientale è stata fatta in
virtù dei risultati ottenuti, Tabella 24), in quanto questi non sono stati determinati per
l’intero biennio di indagine, ma solo per 12 mesi (nel primo anno di indagine eccetto che per
le stazioni CS50, CS51 e CS52 che sono state aggiunte nel secondo anno). Tuttavia i loro
valori sono stati confrontati con le prescrizioni normative e non hanno destato alcuna
preocuppazione essendo sempre inferiori ai valori soglia normati.
Relazione di sintesi
177
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Per i parametri inorganici sono comunque risultati nella maggior parte dei casi valori di
concentrazione sensibilmente inferiori ai limiti di legge, e spesso inferiori anche ai limiti di
rilevabilità strumentali, con l’eccezione del nichel, che in particolare nella stazione CS29 –
Fiumara Amendolea, assume un valore di 75° percentile pari a 0,04 (il limite è di 0,02).
Le sostanze organiche determinate sono nella maggioranza dei casi risultate in
concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale. Nei restanti casi, i valori
puntuali erano comunque al di sotto dei limiti di legge già come valori puntuali.
Relazione di sintesi
178
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Categoria
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al Obiettivo al
2008
2016
Scenario di raggiungibilità
Raggiungibile.
Trattasi di inquinamento principalmente
Corpo idrico
CS01
R18069F0003
Fiume Amato
significativo di I°
3
III
3
sufficiente
Buono
civile (come si evince dai livelli di
inquinamento dei parametri
ordine
microbiologici e nutrienti).
Raggiungibile.
Corpo idrico
CS02
R18069F0002
Fiume Amato
significativo di I°
Trattasi di inquinamento principalmente
2
III
3
sufficiente
Buono
civile (come si evince dai livelli di
inquinamento dei parametri
ordine
microbiologici e nutrienti).
Raggiungibile.
Corpo idrico
CS03
R18069F0001
Fiume Amato
significativo di I°
Trattasi di inquinamento principalmente
2
III
3
sufficiente
Buono
civile (come si evince dai livelli di
inquinamento dei parametri
ordine
microbiologici e nutrienti).
Mantenimento possibile mediante le
misure previste nella scheda di bacino,
Corpo idrico
CS04
R18066F0002
Fiume Corace
significativo di I°
portando da scadente/sufficiente a
2
I
ordine
2
Buono
Buono
buono/elevato sia il livello del fosforo
totale che dell’indicatore
microbiologico.
Relazione di sintesi
179
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e possibile raggiungimento
dello stato buono mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
Corpo idrico
CS05
R18066F0001
Fiume Corace
significativo di I°
3
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
0.3.2.1.1 fronteggiando i livelli
pessimi/scadenti dei parametri relativi
ai nutrienti (eccetto i nitrati), indicatori
microbiologici e sostanze chimicamente
degradabili, segnale di uno scarso ed
inadeguato trattamento dei reflui civili .
Mantenimento intermedio dello stato
Corpo idrico
CS06
R18012F0004
Fiume Crati
significativo di I°
sufficiente e possibile raggiungimento
3
III
3
Sufficiente
Buono
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
ordine
0.3.2.1.1.
Raggiungimento intermedio dello stato
Corpo idrico
CS07
R18012F0001
Fiume Crati
significativo di I°
sufficiente e possibile raggiungimento
2
IV
4
Sufficiente
Buono
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
ordine
0.3.2.1.1.
Mantenimento intermedio dello stato
Corpo idrico
CS08
R18012F0005
Fiume Crati
significativo di I°
3
IV
ordine
4
Sufficiente
Buono
sufficiente e possibile raggiungimento
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
Relazione di sintesi
180
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
pessimi/scadenti dei parametri
macrodescrittori relativi ai nutrienti ed
indicatore microbiologico, segnale di
uno scarso collettamento e trattamento
dei reflui urbani.
Raggiungimento intermedio dello stato
sufficiente e possibile raggiungimento
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
Corpo idrico
CS09
R18012F0006
Fiume Crati
significativo di I°
4
IV
4
Sufficiente
Buono
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi
dei parametri macrodescrittori relativi
ordine
ai nutrienti, sostanze biodegradabili, ed
indicatore microbiologico, segnale di
uno scarso collettamento e trattamento
dei reflui urbani.
Mantenimento possibile dello stato
buono mediante l’adozione delle misure
Corpo idrico
CS10
I016F0001
Fiume Lao
significativo di I°
previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
2
I
2
Buono
Buono
fronteggiando livelli
sufficiente/scadente dell’indicatore
ordine
biologico e sufficiente/buono dello ione
ammonio, segnale di un inquinamento
Relazione di sintesi
181
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
civile puntuale.
Mantenimento possibile dello stato
buono mediante l’adozione delle misure
Corpo idrico
CS11
I016F0003
Fiume Lao
significativo di I°
2
II
2
Buono
Buono
ordine
previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli sufficiente/buono
dello ione ammonio e del parametro
microbiologico.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
Corpo idrico
CS12
R18096F0004
Fiume Mesima
significativo di I°
3
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
scadenti della richiesta chimica di
ossigeno consumato in acqua per
l’ossidazione delle sostanze organiche
ed inorganiche, del nutriente fosforo
totale e dell’indicatore microbiologico,
segnale di una forte contaminazione
antropica di natura civile ed agricola.
Mantenimento intermedio dello stato
Corpo idrico
CS13
R18096F0002
Fiume Mesima
significativo di I°
sufficiente e raggiungimento dello stato
3
III
3
Sufficiente
Buono
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
ordine
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi
Relazione di sintesi
182
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dell’indicatore microbiologico e del
nutriente fosforo totale, i livelli
sufficienti della richiesta chimica di
ossigeno consumato in acqua per
l’ossidazione delle sostanze organiche
ed inorganiche e dei nutrienti azotati,
segnale di una forte contaminazione
antropica di natura civile, industriale e
agricola.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
Corpo idrico
CS14
R18047F0002
Fiume Neto
significativo di I°
2
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
sufficienti dei macrodescrittori
segnalanti apporti inquinanti di origine
civile ed agricola.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
Corpo idrico
CS15
R18047F0003
Fiume Neto
significativo di I°
“buono” possibile mediante l’adozione
2
III
3
Sufficiente
Buono
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
ordine
sufficienti del macrodescrittori
segnalanti apporti inquinanti di origine
Relazione di sintesi
183
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
civile ed agricola.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
Corpo idrico
CS16
R18047F0001
Fiume Neto
significativo di I°
2
IV
4
Sufficiente
Buono
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
ordine
scadenti/sufficienti dei macrodescrittori
segnalanti apporti inquinanti di origine
civile ed agricola.
Raggiungimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli sufficienti e
scadenti solo per l’E.Coli, segnali di
Corpo idrico
CS17
R18118F0003
Fiume Petrace
significativo di I°
una contaminazione antropica sia di
3
IV
ordine
4
Sufficiente
Buono
natura civile/industriale che agricola. Le
note di stazione indicano per questa un
contesto molto artificializzato (si trova
alla periferia di Gioia Tauro), un forte
infangamento, con fondo anche
argilloso e corrente spesso scarsa.
Relazione di sintesi
184
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Mantenimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli sufficienti e
Corpo idrico
CS18
R18118F0001
Fiume Petrace
significativo di I°
2
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
scadenti solo per l’E.Coli, segnali di
una contaminazione antropica di natura
civile e agricola. Le note di stazione
riportano in più occasioni
l’osservazione di mucillagine sul fondo
e sulle sponde e, in periodi di magra, di
un habitat a pozze con anossia sul fondo
Mantenimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando una contaminazione
Corpo idrico
CS19
R18118F0002
Fiume Petrace
significativo di I°
2
III
ordine
3
Sufficiente
Buono
principalmente di natura organica. Le
note di stazione segnalano ricorrenti
lavori in alveo che comportano
temporanee deviazioni del corso del
fiume operate utilizzando ad argine il
sedimento stesso e pertanto effimere. Si
osservano quindi frequenti variazioni
Relazione di sintesi
185
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
del percorso del fiume con evidenti
ripercussioni sui popolamenti bentonici
Mantenimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
Corpo idrico
CS20
R18057F0001
Fiume Savuto
significativo di I°
2
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
fronteggiando i livelli sufficienti per
l’E.Coli e ione ammonio, segnali di una
contaminazione antropica di natura
civile e agricola. Le note di stazione
segnalano che la portata in questa
sezione è molto ridotta.
Mantenimento dello stato buono è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando solo i livelli sufficienti
Corpo idrico
CS21
R18057F0002
Fiume Savuto
significativo di I°
2
II
2
Buono
Buono
per l’E.Coli e lo ione ammonio, segnali
di una modesta contaminazione
ordine
antropica di natura civilee agricola. Le
note di stazione non rilevano particolari
anomalie.
Corpo idrico
CS22
R18057F0003
Fiume Savuto
significativo di I°
Raggiungimento dello stato intermedio
2
IV
4
Sufficiente
Buono
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
ordine
Relazione di sintesi
186
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli sufficienti per
l’E.Coli e del fosforo totale, segnali di
una contaminazione antropica di natura
civile e agricola. Le note di stazione
segnalano una fisionomia di sezione più
volte variata a causa di ricorrenti lavori
in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in
alcune occasioni un calo delle correnti,
con acqua a tratti stagnante e un
ricorrente infangamento.
Mantenimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli sufficienti per
l’E.Coli (inquinamento fecale), ione
Corpo idrico
CS23
R18060F0001
Fiume Tacina
significativo di I°
3
III
3
Sufficiente
Buono
ammonio, fosforo totale, sostanze
biodegradabili e ciclo dell’ossigeno,
ordine
segnali di una contaminazione antropica
di natura civile e agricola. Le note di
stazione riportano in più occasioni
l’osservazione di depositi di reflui
oleari, di mucillagine sul fondo e sulle
Relazione di sintesi
187
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
sponde e, in periodi di magra, di un
habitat a pozze con anossia sul fondo
Raggiungimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
possibile mediante l’adozione delle
Corpo idrico
CS24
R18060F0002
Fiume Tacina
significativo di I°
3
IV
4
Sufficiente
Buono
ordine
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli scadenti per
l’E.Coli e fosforo totale, e sufficienti
per lo ione ammonio, segnale di una
contaminazione civile ed agricola.
Mantenimento dello stato “buono”
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando il livello sufficiente del
Corpo idrico
CS25
R18030F0001
Fiume Trionto
significativo di I°
2
V
5
Buono
Buono
ordine
fosforo totale dell’indicatore biologico,
segnale di una modesta contaminazione
antropica civile/agricola. Il SECA
pessimo dipende solo dal perché la
fiumara naturalmente è soggetta a
frequenti periodi di magra/secca.
Mantenimento dello stato “buono”
Corpo idrico
CS26
R18030F0002
Fiume Trionto
significativo di I°
2
IV
ordine
4
Buono
Buono
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando il livello sufficiente
Relazione di sintesi
188
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dell’indicatore biologico, segnale di una
modesta contaminazione fecale
puntuale. Il SECA scadente dipende
solo dal perché la fiumara naturalmente
è soggetta a frequenti periodi di
magra/secca.
Tabella 32: Corpi idrici significativi di I° ordine
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al
Obiettivo al
2008
2016
Scenario di raggiungibilità
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e possibile raggiungimento
Corpo idrico
CS27
R18012F0003
Fiume Coscile
significativo di II°
3
III
3
Sufficiente
Buono
ordine
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1 all’interno del bacino del
fiume Crati.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e possibile raggiungimento
Corpo idrico
CS28
R18012F0002
Fiume Esaro
significativo di II°
2
III
3
Sufficiente
ordine
Buono
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1 all’interno del bacino del
fiume Crati.
Tabella 33: Corpi idrici significativi di II° ordine
Relazione di sintesi
189
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al Obiettivo al
2008
2016
Scenario di raggiungibilità
Raggiungimento intermedio dello stato
sufficiente e poi buono. I livelli dei
parametri macrodescrittori per le
Corpo idrico
CS29
R18133F0001
Fiumara Amendolea
d’interesse “alto
valore
sostanze biodegradabili ed il ciclo
2
IV
4
Sufficiente
Buono
dell’ossigeno sono buoni, ma sufficienti
e pessimi sono i livelli del nutriente
fosforo totale e sufficienti e buoni i
paesaggistico”
livelli rispettivamente del nutriente
azoto sotto forma di ione ammonio e
dell’indicatore microbiologico.
Mantenimento possibile dello stato
Corpo idrico
CS30
I016F0002
Fiume Argentino
d’interesse “alto
valore
buono, mediante l’adozione delle
2
I
2
Buono
Buono
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
portando a buono/elevato il livello del
paesaggistico”
parametro microbiologico.
Mantenimento possibile dello stato
buono, mediante l’adozione delle
Corpo idrico
CS31
R18068F0001
Fiume Crocchio
d’interesse “alto
valore
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
2
II
2
Buono
Buono
portando a buono/elevato il livello
sufficiente/scadente dell’indicatore
paesaggistico”
microbiologico.
Relazione di sintesi
190
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Mantenimento dello stato “buono”
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
Corpo idrico
CS32
R18134F0001
Fiumara La Verde
d’interesse “alto
valore
fronteggiando il livello scadente del
2
III
3
Buono
Buono
paesaggistico”
fosforo totale e sufficiente
dell’indicatore biologico, segnale di un
inquinamento puntuale di modesta
dimensione. Il SECA sufficiente
dipende perché è soggetto a frequenti
periodi di magra/secca.
Mantenimento dello stato “buono”
possibile mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
Corpo idrico
CS33
R18009F0001
Torrente Raganello
d’interesse “alto
valore
fronteggiando il livello sufficiente
2
IV
4
Buono
Buono
dell’indicatore biologico, segnale di un
inquinamento civile puntuale di
paesaggistico”
modesta dimensione. Il SECA scadente
è perché è soggetto a frequenti periodi
di magra/secca.
Tabella 34: Corpi idrici d’interesse naturalistico – paesaggistico
Relazione di sintesi
191
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico LIM
IBE
SECA
Obiettivo al Obiettivo al
2008
2016
Scenario di raggiungibilità
Mantenimento dello stato “buono”.
I livelli dei parametri macrodescrittori
(nutrienti, sostanze organiche
Corpo idrico
CS34
R18110F0001
Fiumara Allaro
d’interesse “alto
2
III
3
Buono
Buono
carico inquinante”
biodegradabili, ciclo dell’ossigeno e
inquinamento microbiologico) sono
buoni, il SECA sufficiente dipende solo
perché è soggetto a frequenti periodi di
magra/secca.
Corpo idrico
CS35
R18097F0002
Fiume Ancinale
d’interesse “alto
2
II
2
Buono
Buono
carico inquinante”
Mantenimento mediante misure
specifiche (vedi paragrafo 0.3.2.1.1)
Raggiungimento possibile mediante
l’adozione delle misure previste nel
Corpo idrico
CS36
R18097F0001
Fiume Ancinale
d’interesse “alto
2
III
3
Sufficiente
Buono
carico inquinante”
paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i
livelli sufficienti, scadenti e pessimi dei
parametri relativi ai nutrienti e
indicatori microbiologici.
Raggiungimento possibile mediante
Corpo idrico
CS37
R18089F0001
Fiume Angitola
d’interesse “alto
2
III
3
Sufficiente
Buono
l’adozione delle misure previste nel
paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i
carico inquinante”
livelli sufficienti dei parametri relativi
Relazione di sintesi
192
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ai nutrienti (azoto sotto forma di ione
ammonio) e indicatori microbiologici.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, portando da sufficiente a
Corpo idrico
CS38
R18131F0001
Fiumara Bonamico
d’interesse “alto
2
III
3
Sufficiente
Buono
carico inquinante”
buono/elevato il livello del parametro
microbiologico, il ciclo dell’ossigeno ed
il nutriente azoto sotto forma di ione
ammonio.
Il SECA sufficiente dipende solo perché
è soggetto a frequenti periodi di
magra/secca.
Sezione del fiume non naturale,
rettificata, Inquinamento civile
puntuale. Priorità d’intervento per il
possibile raggiungimento intermedio
Corpo idrico
CS39
R18115F0001
Torrente Budello
d’interesse “alto
4
IV
carico inquinante”
4
Sufficiente
Buono
dello stato sufficiente ed il
raggiungimento dello stato buono,
agendo sull’abbattimento dei livelli
pessimi e scadenti delle sostanze
organiche biodegradabili, del ciclo
dell’ossigeno e dell’indicatore
Relazione di sintesi
193
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
microbiologico. (vedi paragrafo
0.3.2.1.1).
Mantenimento dello stato “buono”.
I livelli di tutti i parametri
Corpo idrico
CS40
R18136F0001
Fiumara Calopinace
d’interesse “alto
2
III
3
Buono
Buono
carico inquinante”
macrodescrittori sono elevati/buoni, il
SECA sufficiente dipende solo perché è
soggetto a frequenti periodi di
magra/secca.
Raggiungimento intermedio dello stato
sufficiente e possibile raggiungimento
dello stato buono mediante l’azione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi
Corpo idrico
CS41
R18071F0001
Fiume Esaro di Crotone d’interesse “alto
4
IV
4
Sufficiente
Buono
e scadenti di nutrienti (ione ammonio e
fosforo totale), scadenti dell’indicatore
carico inquinante”
microbiologico e tutti sufficienti i
restanti
macrodescrittori
dell’inquinamento,segnale sia di un
inquinamento
civile
che
agricolo
zootecnico.
Corpo idrico
CS42
R18099F0001
Fiumara della Ruffa
d’interesse “alto
Mantenimento intermedio dello stato
3
III
3
Sufficiente
Buono
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
carico inquinante”
Relazione di sintesi
194
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
scadenti/pessimi dell’indicatore
microbiologico e del nutriente fosforo
totale, sufficienti i livelli del nutriente
azoto, segnale di uno scarso
collettamento e trattamento dei reflui
civili. La fiumara è soggetta a frequenti
periodi di magra.
Mantenimento possibile dello stato
buono mediante l’adozione delle misure
Corpo idrico
CS43
R18132F0001
Fiumara di Gallico
d’interesse “alto
previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
2
IV
4
Buono
Buono
fronteggiando il livello sufficiente
dell’indicatore microbiologico. Il SECA
carico inquinante”
scadente è solo perché è soggetto a
frequenti periodi di magra/secca.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
Corpo idrico
CS44
R18082F0001
Torrente Fiumarella
d’interesse “alto
2
III
carico inquinante”
3
Sufficiente
Buono
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
scadenti/pessimi dell’indicatore
microbiologico e sufficienti dei
nutrienti, segnale di uno scarso
Relazione di sintesi
195
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
collettamento e trattamento dei reflui
civili.
Raggiungimento dello stato intermedio
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
Corpo idrico
CS47
R18096F0001
Fiume Nicà
d’interesse “alto
2
IV
4
Sufficiente
Buono
sufficienti del nutriente fosforo totale e
della saturazione dell’ossigeno, segnale
carico inquinante”
per lo più di un inquinamento agricolo
puntuale di modesta dimensione. Il
SECA scadente dipende molto anche
dai frequenti periodi di magra a cui il
fiume va incontro.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
Corpo idrico
CS48
R18096F0003
Fiumara Novito
d’interesse “alto
2
III
3
Sufficiente
Buono
0.3.2.1.1, portando da
sufficiente/scadente a buono/elevato il
carico inquinante”
livello del parametro microbiologico ed
il nutriente fosforo totale.
Il SECA sufficiente dipende solo perché
Relazione di sintesi
196
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
è soggetto a frequenti periodi di
magra/secca.
Raggiungimento dello stato intermedio
sufficiente e di buono al 2016 è
Corpo idrico
CS49
R18042F0001
Torrente Turrina
d’interesse “alto
possibile mediante l’adozione delle
2
IV
4
Sufficiente
Buono
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli scadenti per
carico inquinante”
l’E.Coli e fosforo totale, segnale di una
contaminazione civile ed agricola.
Mantenimento intermedio dello stato
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi
Corpo idrico
CS45
R18121F0001
Fiume Marepotamo
d’interesse “alto
3
III
3
Sufficiente
Buono
carico inquinante”
dell’indicatore microbiologico
(inquinamento fecale), scadenti del
nutriente fosforo totale (inquinamento
civile e agricolo) sufficienti i livelli
dello ione ammonio, in sotanza segnale
di una forte contaminazione antropica
di natura civile e agricola.
Corpo idrico
CS46
R18085F0001
Fiume Metramo
d’interesse “alto
Raggiungimento intermedio dello stato
3
IV
4
Sufficiente
Buono
sufficiente e raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante l’adozione
carico inquinante”
Relazione di sintesi
197
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
delle misure previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli
scadenti/sufficienti del macrodescrittori
segnalanti apporti inquinanti di origine
civile ed industriale ( attività molitoria e
lavorazione degli agrumi).
Tabella 35: Corpi idrici d’interesse “alto carico inquinante”
Relazione di sintesi
198
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Di seguito si riportano le monografie per singolo corpo idrico significativo e d’interesse e
gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità
ambientale previsto dalla normativa. Nella sezione misure da adottare gli interventi previsti
per mantenere e/o raggiungere lo stato di qualità ambientale “sufficiente” e/o “buono”.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Amato
Il Fiume Amato è stato monitorato quale corpo idrico significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa
444 Kmq, interessando 32 comuni con circa 15 Kmq di aree urbanizzate e con una
popolazione totale stimata pari a 63200 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche è riportata nell’allegato F alla
Relazione generale.
Nella figura 80 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 80
Nel bacino sono stati censiti 24 impianti di depurazione dei quali 5 non funzionanti.
Relazione di sintesi
199
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dei 32 comuni solo 17 scaricano i loro reflui nel bacino, per una popolazione totale di circa
42600 abitanti.
In base alle pressioni antropiche di natura civile, nel complesso nel bacino dell’Amato è
stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 10900 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
90,0
16,0
69,0
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
48,0
7,0
239,0
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
138,0
23,0
308,0
Tabella 36: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso dell’Amato sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio. Una, la VP13,
sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e tre, la
CS03, sita anch’essa nel comune di Maida, e le CS02 e CS01 localizzate nel tratto
terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.
La sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei pesci
salmonicoli.
Lo stato ecologico di CS01, CS02 e CS03 è risultato mediamente sufficiente, con valori
elevati dell’Indice Biotico Esteso e nella CS01 anche con valori elevati dei parametri
microbiologici e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad
apporti inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico.
Relazione di sintesi
200
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al
Obiettivo al
2008
2016
Scenari di raggiungibilità
Raggiungibile (vedi paragrafo
0.3.2.1.1). Trattasi di
CS01
R18069F0003
Fiume Amato
Corpo idrico significativo di
I° ordine
3
III
3
sufficiente
Buono
inquinamento principalmente
civile (come si evince dai livelli
di inquinamento dei parametri
microbiologici e nutrienti).
Raggiungibile (vedi paragrafo
0.3.2.1.1). Trattasi di
CS02
R18069F0002
Fiume Amato
Corpo idrico significativo di
I° ordine
2
III
3
sufficiente
Buono
inquinamento principalmente
civile (come si evince dai livelli
di inquinamento dei parametri
microbiologici e nutrienti).
Raggiungibile (vedi paragrafo
0.3.2.1.1). Trattasi di
CS03
R18069F0001
Fiume Amato
Corpo idrico significativo di
I° ordine
2
III
3
sufficiente
Buono
inquinamento principalmente
civile (come si evince dai livelli
di inquinamento dei parametri
microbiologici e nutrienti).
Tabella 37
Relazione di sintesi
201
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Amato:
9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come obiettivo
di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il
raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 215,1 tonn/y;
9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di
trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 38,4 tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Allaro
La Fiumara Allaro è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 Kmq, interessando 13 comuni
con circa 1,3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 10800
abitanti. Dei 13 comuni ricadenti nel bacino solo 4 scaricano i loro reflui in esso. Una stima
dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica,
dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5,
Azoto e Fosforo, è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 81 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 81
Relazione di sintesi
202
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione tutti non in esercizio, per cui è
stimabile che nel bacino dell’Allaro sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di
circa 8100 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
Efflente
non
nell’impianto
Carico
Carico
P
N
(tonn/y) (tonn/y)
0,00
0,00
0,00
35,0
Effluente trattato nell’impianto
5,0
trattato
Totali
Carico
BOD5
(tonn/y)
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
177,0
35,0
5,0
177,0
Tabella 38: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso della Fiumara Allaro è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS34
localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.
Lo stato ecologico rilevato in questa sezione del corso d’acqua, è risultato mediamente
sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
LIM IBE SECA
idrico
Obiettivo Obiettivo
al 2008
al 2016
Note
Mantenimento dello
stato “buono”. I
livelli dei parametri
macrodescrittori
(nutrienti, sostanze
organiche
biodegradabili, ciclo
Corpo idrico
CS34
R18110F0001
Fiumara
di interesse
Allaro
“alto carico
2
III
3
Buono
Buono
dell’ossigeno e
inquinamento
microbiologico) sono
inquinante”
buoni, il SECA
sufficiente dipende
solo perché è
soggetto a frequenti
periodi di
magra/secca.
Tabella 39
Relazione di sintesi
203
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara
Allaro:
9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato
dal LIM) al 2008 ed al 2016;
9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 159,3 tonn/y;
9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di
trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 28 tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Amendolea
La Fiumara Amendolea è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai
sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i..
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 150 kmq, interessando 13 comuni
con circa 700 mq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata di circa 6300
abitanti.Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 82 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 82
Relazione di sintesi
204
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel bacino è stato censito, oltre all’impianto di depurazione di potenzialità pari a 2000 AE
sito nel comune di Roccaforte del Greco, lo scarico di un altro impianto di depurazione, a
servizio del comune di Condofuri, con una potenzialità di 5000 AE.
Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che entrambi gli impianti siano funzionanti e che i
reflui siano correttamente collettati, si può ritenere che la domanda di trattamento del bacino
sia completamente soddisfatta e che il fiume sia soggetto all’apporto inquinante dei liquami
trattati provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai
15.000 AE, stimabile pari a circa 15 tonn/y di BOD5, 19 tonn/y di N e 3 tonn/y di P.
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
Efflente
non
nell’impianto
Carico
Carico
P
N
(tonn/y) (tonn/y)
19,0
3,0
15,0
0
Effluente trattato nell’impianto
0
trattato
Totali
Carico
BOD5
(tonn/y)
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
0
19,0
3,0
15,0
Tabella 40: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale della Fiumara Amendolea, lungo il suo corso è stata
dislocata una sola stazione di monitoraggio, la CS29, sita nel tratto terminale della sua asta
fluviale.
I risultati delle rilevazioni effettuate rivelano una qualità ecologica del corso d’acqua
scadente, principalmente per i valori assunti dall’ Indice Biotico Esteso, che risulta
influenzato sia dai frequenti periodi di scarsa portata che caratterizzano il fiume, anche con
modifiche del tracciato del corso d’acqua non ascrivibili a fenomeni naturali, sia all’elevata
torbidità dell’acqua dovuta alla presenza a monte della sezione di controllo di un impianto
di estrazione di inerti.
Tra i macrodescrittori assume valori associati ad uno stato pessimo il fosforo totale, la cui
origine potrebbe essere ascritta ai contributi dell’attività agricola e zootecnica, ma anche
all’attività estrattiva presente a monte.
Relazione di sintesi
205
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Raggiungimento
intermedio dello
stato sufficiente e
poi buono. I
livelli dei
parametri
macrodescrittori
per le sostanze
biodegradabili ed
il ciclo
dell’ossigeno
Corpo idrico di
CS29
R18133F0001
Fiumara
interesse
“alto
Amendolea valore
2
IV
4
Sufficiente Buono
paesaggistico”
sono buoni, ma
sufficienti e
pessimi sono i
livelli del
nutriente fosforo
totale e sufficienti
e buoni i livelli
rispettivamente
del nutriente
azoto sotto forma
di ione ammonio
e dell’indicatore
microbiologico.
Tabella 41
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico:
9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato
dal LIM) sia al 2008 che al 2016.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Ancinale
Il fiume Ancinale è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Relazione di sintesi
206
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 173 kmq, interessando 20 comuni
con circa 4,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 24000 abitanti.
Dei 20 comuni ricadenti nel bacino solo 10 scaricano i loro reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 83 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 83
Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione dei quali 5 non in esercizio. Nel
complesso quindi è stimabile che nel bacino dell’Ancinale sia necessario soddisfare un
deficit di trattamento di circa 14150 AE, nell’ipotesi che il centro abitato del paese di
Davoli (1270 AE) sia tutto collettato al depuratore consortile di Soverato.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Soverato, loc.
Corvo) ed inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
207
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
Efflente
non
nell’impianto
Carico
Carico
N
P
(tonn/y) (tonn/y)
23
4
18
62
Effluente trattato nell’impianto
9
trattato
Totali
Carico
BOD5
(tonn/y)
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
310
85
13
328
Tabella 42:Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del fiume Ancinale sono state dislocate 3 stazioni di monitoraggio, la CS35
sita nel comune di Cardinale e la CS36 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per
caratterizzarne lo stato ambientale ed infine la VP15 sita nel comune di Satriano per
valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci.
Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS35 buono; nonostante siano stati
rilevati valori elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori dell’Indice Biotico
Esteso denotanti una buona biodiversità.
Lo stato ecologico rilevato nella CS36 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente
ai valori dell’Indice Biotico Esteso cui si aggiungono anche alti valori riscontrati dei
parametri microbiologici, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad input
inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico.
I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità alla vita
dei pesci ciprinicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli elevati tenori
di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci.
Relazione di sintesi
208
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al
Obiettivo al
2008
2016
Note
Mantenimento
CS35
R18097F0002
Fiume Ancinale
Corpo idrico di interesse
“alto carico inquinante”
2
II
2
Buono
Buono
mediante misure
specifiche (vedi
paragrafo 0.3.2.1.1)
Raggiungimento
possibile mediante
l’adozione delle
misure previste nel
CS36
R18097F0001
Fiume Ancinale
Corpo idrico di interesse
“alto carico inquinante”
paragrafo 0.3.2.1.1 per
2
III
3
Sufficiente
Buono
fronteggiare i livelli
sufficienti, scadenti e
pessimi dei parametri
relativi ai nutrienti e
indicatori
microbiologici.
Tabella 43
Relazione di sintesi
209
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume
Ancinale:
9
per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come
obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il
raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 279,0 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 49,6
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Angitola
Il fiume Angitola è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 190 kmq, interessando 18 comuni
con circa 2,5 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 19600
abitanti. Dei 18 comuni ricadenti nel bacino solo 8 scaricano i loro reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 84 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
210
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 84
Nel bacino sono stati censiti 15 impianti di depurazione dei quali 11 non in esercizio.
Nel complesso è stimabile che nel bacino dell’Angitola sia necessario soddisfare un deficit
di trattamento di circa 10350 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
20
3
16
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
45
7
227
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
66
10
242
Tabella 44: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del fiume Angitola sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio, la
CS37, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato
ambientale, la VP14, sita nel comune di Maierato, per valutare l’idoneità delle acque alla
Relazione di sintesi
211
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
vita dei pesci, la AP17, sita nel comune di Maierato, per verificare l’idoneità delle acque
alla produzione di acqua potabile ed infine la IA07, localizzata nell’invaso dell’Angitola,
per caratterizzare lo stato di qualità ecologica dell’invaso.
Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS37, è risultato
mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il
fiume nel suo corso è soggetto ad apporti inquinanti che influenzano moderatamente il suo
stato ambientale.
I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una idoneità alla vita
dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli alti tenori di BOD5
che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci ciprinidi.
I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno segnalato la non idoneità delle
sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo state classificate il primo anno nella
categoria A3 per gli elevati valori dei parametri microbiologici, parametri che nel secondo
anno hanno raggiunto valori talmente elevati da renderle non idonee alla produzione di
acqua potabile.
I risultati dei controlli effettuati sulla IA07 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico
dell’invaso scadente.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
LIM IBE SECA
idrico
Obiettivo Obiettiv Scenari
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Raggiungimento
possibile mediante
l’adozione delle
misure previste nel
paragrafo 0.3.2.1.1
Corpo idrico di
CS37
R18089F0001
Fiume
interesse “alto
Angitola
carico
per fronteggiare i
2
III
3
Sufficiente Buono
livelli sufficienti
dei parametri
inquinante”
relativi ai nutrienti
(azoto sotto forma
di ione ammonio)
e indicatori
microbiologici.
Tabella 45
Relazione di sintesi
212
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume
Angitola:
9
per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come
obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il
raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 204,3 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,0
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Argentino
Il fiume Argentino è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi
delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. e sottobacino del fiume Lao.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 65 kmq, interessando 6 comuni con
circa 0,06 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 2500 abitanti.
Dei 6 comuni ricadenti nel bacino nessuno scarica i suoi reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 85 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
213
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 85
Nel bacino non è stato censito alcun impianto di depurazione e, alla luce del fatto che in
esso sono presenti 0,06 kmq di aree urbanizzate, il contributo dei carichi inquinanti è
pressoché nullo.
Lungo il corso del fiume Argentino è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS30,
sita nel comune di Orsomarso, localizzata nel tratto terminale dell’asta, prima che sversi le
sue acque nel fiume Lao, per caratterizzarne lo stato ambientale.
Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono.
Relazione di sintesi
214
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
LIM IBE SECA
idrico
Obiettivo Obiettivo Scenari
al 2008
di
al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
possibile
mediante
l’adozione delle
misure previste
Corpo idrico
CS30
I016F0002
Fiume
d’interesse
Argentino
“alto valore
nel paragrafo
2
I
2
Buono
paesaggistico”
Buono
0.3.2.1.1,
portando a
buono/elevato il
livello del
parametro
microbiologico.
Tabella 46
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto valore paesaggistico” del Fiume
Argentino:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia
al 2008 sia al 2016.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Bonamico
La Fiumara Bonamico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico
inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 136 kmq, interessando 11 comuni
con circa 0,7 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 6300
abitanti. Degli 11 comuni ricadenti nel bacino solo 1 scarica i suoi reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 86 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
215
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 86
Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione in esercizio a servizio del
comune di San Luca.
Nel complesso è stimabile che nel bacino del Bonamico sia necessario soddisfare un deficit
di trattamento di circa 3700 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
1,4
0,2
1
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
16
2
81
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
18
3
82
Tabella 47: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso della Fiumara Bonamico sono state dislocate tre stazioni di monitoraggio, la
CS38, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato
Relazione di sintesi
216
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ambientale, la VP22 sita nel comune di San Luca per valutare l’idoneità delle acque alla vita
dei pesci ed, infine, la IA09 nel Lago Costantino per caratterizzare lo stato di qualità
ecologica dell’unico lago calabrese.
I risultati dei controlli effettuati sulla IA09 non hanno permesso di determinare alcun stato
di qualità ecologico, poiché il campionamento delle acque di tale invaso è stato effettuato ad
una sola profondità a causa dell’inaccessibilità del natante al lago.
Da un punto di vista ecologico, la determinazione dell’indice introdotto da Wiederholm, che
dà indicazioni sul grado di eutrofizzazione dei sedimenti, ha evidenziato valori di trofia
bassi, ad indicare la presenza di buone condizioni ambientali.
Nella sezione VP22 le acque sono risultate idonee nel primo anno di monitoraggio, ma nel
secondo non sono state più monitorate poiché spesso in secca.
Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS38, è risultato
mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il
fiume nel suo corso è soggetto ad input inquinanti che influenzano il suo stato ecologico.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettivo Scenari
al 2008
di
al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
intermedio dello stato
sufficiente e
raggiungimento dello
stato “buono” possibile
mediante l’adozione
delle misure previste
Corpo idrico
CS38
R18131F0001
Fiumara
d’interesse
Bonamico
“alto carico
nel paragrafo 0.3.2.1.1,
2
III
3
Sufficiente
Buono
portando da sufficiente
a buono/elevato il
inquinante”
livello del parametro
microbiologico, il ciclo
dell’ossigeno ed il
nutriente azoto sotto
forma di ione
ammonio.
Tabella 48
Relazione di sintesi
217
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della
Fiumara Bonamico:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 e il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,9 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 12,8
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Budello
Il torrente Budello è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i..
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 84 kmq, interessando 5 comuni con
circa 6,6 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione stimata di circa 25.000 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 87 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
218
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 87
In tale bacino è stato censito un solo impianto di depurazione localizzato a Cittanova, che
trattava i reflui di una popolazione di circa 3700 abitanti (ossia a servizio di un agglomerato
inferiore ai 15.000 AE) , ma che è attualmente dismesso. Alla luce delle informazioni
disponibili risulta che la popolazione di tutto il bacino è attualmente convogliata al
depuratore consortile di Gioia Tauro in loc. Lamia, della potenzialità di circa 260.000 A.E..
Tale impianto, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, pur non ricadendo
nell’area del bacino del torrente Budello, scarica nel suo tratto terminale in prossimità della
foce. Esso
dovrebbe trattare i reflui di tutti e cinque i comuni ricadenti nel bacino,
soddisfacendo tutta la domanda di trattamento. Purtroppo i risultati delle rilevazioni
condotte nella stazione CS39, a monte dello sversamento dei reflui trattati nell’impianto
consortile di Gioia Tauro hanno rilevato una qualità ecologica del fiume scadente per
l’elevatissima presenza di E.Coli, indice di un significativo sversamento di reflui civili non
trattati, cui vanno probabilmente ad aggiungersi i contributi di numerosi scarichi di frantoi
oleari e sansifici censiti nel bacino.
Relazione di sintesi
219
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
Obiettivo Obiettivo
LIM IBE SECA
al 2008
al 2016
Scenari di
raggiungibilità
Sezione del fiume
non naturale,
rettificata,
Inquinamento civile
puntuale. Priorità
d’intervento per il
possibile
raggiungimento
intermedio dello
stato sufficiente ed il
Corpo idrico
CS39
R18115F0001
Fiumara
d’interesse “alto
Budello
carico
raggiungimento
4
IV
4
Sufficiente
Buono
dello stato buono,
agendo
inquinante”
sull’abbattimento
dei livelli pessimi e
scadenti delle
sostanze organiche
biodegradabili, del
ciclo dell’ossigeno e
dell’indicatore
microbiologico.
(vedi paragrafo
0.3.2.1.1).
Tabella 49
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della
Fiumara Budello:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Calopinace
La Fiumara Calopinace è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico
inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 53 kmq, interessando 2 comuni con
circa 3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 39800 abitanti.
Relazione di sintesi
220
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dei 2 comuni ricadenti nel bacino, solo uno, Cardeto, scarica i suoi reflui in esso, mentre
l’altro comune, Reggio Calabria, scarica in impianti di depurazione i cui effluenti
afferiscono in altri bacini.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 88 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 88
Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione del comune di Cardeto, non in
esercizio.
Nel complesso è stimabile che nel bacino del Calopinace sia necessario soddisfare un deficit
di trattamento di appena 200 AE, costituito dagli abitanti di Cardeto.
In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile (provenienti da
impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) afferenti al
fiume siano costituiti solo da reflui non trattati, pari a circa 9 tonn/y di BOD5, 2 tonn/y di N,
0,3 tonn/y di P.
Relazione di sintesi
221
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lungo il corso della Fiumara Calopinace è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
CS40 localizzata nella frazione Cannavò del comune di Reggio Calabria, per caratterizzarne
lo stato ambientale.
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i
valori dell’Indice Biotico Esteso, influenzati dal verificarsi di periodi caratterizzati da
portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.
Stazione
Codice
Nome
stazione
Tipo corpo
LIM IBE SECA
idrico
Obiettivo Obiettivo Scenari
al 2008
di
al 2016 raggiungibilità
Mantenimento dello
stato “buono”.
I livelli di tutti i
Corpo idrico
CS40
R18136F0001
Fiumara
d’interesse
Calopinace “alto carico
parametri
2
III
3
Buono
Buono
macrodescrittori sono
elevati/buoni, il SECA
sufficiente dipende
inquinante”
solo perché è soggetto
a frequenti periodi di
magra/secca.
Tabella 50
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della
Fiumara Calopinace:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al
2008 ed al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 8,1 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Corace
Il Fiume Corace è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Relazione di sintesi
222
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 294 kmq, interessando 22 comuni
con circa 6 kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 52500
abitanti.
Nel bacino sono stati censiti 22 impianti di depurazione dei quali di 2 non è nota la
potenzialità e 3 non sono funzionanti.
Anche se dei 22 comuni del bacino solo 14 scaricano nel fiume Corace, in esso afferiscono i
reflui di una popolazione di circa 120000 abitanti, poiché comprensiva della popolazione
della parte del comune di Catanzaro che, pur non ricadendo territorialmente all’interno del
bacino, è servita dall’impianto di Catanzaro Lido.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 89 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 89
Nel complesso è stimabile che nel bacino del Corace sia necessario soddisfare un deficit di
trattamento di circa 13000 AE.
Relazione di sintesi
223
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Catanzaro
Lido) ed inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
305
53
234
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
57
9
285
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
362
61
519
Tabella 51: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del Corace sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, la CS04 sita nel
comune di Gimigliano e la CS05 localizzata nel tratto terminale, per caratterizzarne lo stato
ambientale.
Dai controlli effettuati, lo stato ecologico nella CS04 risulta buono in quanto, nonostante
siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati ottimi
valori dell’Indice Biotico Esteso, denotanti una elevata biodiversità. Lo stato ecologico
rilevato nella CS05 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente ai valori dell’Indice
Biotico Esteso cui si aggiungono anche valori elevati riscontrati dei parametri
microbiologici, dell’azoto ammoniacale e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto
terminale è soggetto ad input inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano
il suo stato ecologico.
Relazione di sintesi
224
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico LIM
IBE
SECA
Obiettivo al
Obiettivo al
2008
2016
Scenari di raggiungibilità
Mantenimento possibile, mediante le misure
previste nella scheda di bacino, portando da
Corpo idrico
CS04
R18066F0002
Fiume Corace significativo di I°
2
I
2
Buono
Buono
scadente/sufficiente a buono/elevato sia il
livello del fosforo totale che dell’indicatore
ordine
microbiologico.
Mantenimento
intermedio
dello
stato
sufficiente e possibile raggiungimento dello
stato buono mediante l’adozione delle
misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1
Corpo idrico
CS05
R18066F0001
Fiume Corace significativo di I°
3
III
3
ordine
Sufficiente
Buono
fronteggiando i livelli pessimi/scadenti dei
parametri relativi ai nutrienti (eccetto i
nitrati), indicatori microbiologici e sostanze
chimicamente degradabili, segnale di uno
scarso ed inadeguato trattamento dei reflui
civili .
Tabella 52
Relazione di sintesi
225
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Corace:
9
per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come
obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS04 il mantenimento dello stato
“buono” sia al 2008 che al 2016 ed per il tratto CS05 il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crati, comprensivo dei suoi
sottobacini di corpi idrici significativi di II° ordine, Fiume Coscile e Fiume Esaro)
Il Fiume Crati è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine, insieme con i suoi
affluenti Esaro e Coscile, entrambi del II ordine, ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e
s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 3.400 kmq, che interessa in maniera rilevante 86
comuni con circa 63 kmq di aree urbanizzate, con una popolazione totale stimata di circa
395.000 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 90 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
226
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 90
Nel bacino sono stati censiti 155 impianti di depurazione, dei quali 51 risultano non attivi.
Degli 86 comuni, 24 sono dotati di impianti di depurazione di potenzialità sufficiente per
soddisfare la domanda di trattamento e 19 sono serviti dall’impianto consortile di Rende –
Coda di Volpe (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), per il quale è
stimabile un deficit di trattamento di circa 77.000 AE, che dovrebbe essere soddisfatto con
opportuni lavori di risistemazione e potenziamento dell’attuale impianto e della rete di
collettamento dei reflui. I restanti comuni presentano un deficit di trattamento complessivo
pari a circa 63000 AE, la maggior parte del quale (71%) è offerto dai comuni di Roggiano
(8200 AE), Bisignano (7000 AE) e Morano (6000 AE), San Marco Argentano (4700 AE),
Longobucco (4500 AE) e Lattarico (4300 AE).
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati sia superiori che inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
227
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
803
139
618
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
613
92
3066
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
1416
231
3684
Tabella 53: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Crati e dei suoi principali affluenti, Coscile
ed Esaro, sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio lungo il corso del fiume
Crati, la CS06, sita nel comune di Castiglione Cosentino, a circa 5 km a monte
dell’impianto consortile di Coda di Volpe, la CS09, sita nel comune di Luzzi in contrada
Principessa, la CS08, a Santa Sofia d’Epiro a monte della confluenza dei fiumi Esaro e
Coscile ed infine la CS07 a sezione di chiusura di bacino, e due stazioni sui fiumi Esaro e
Coscile nelle sezioni di chiusura, la CS28 e la CS27.
Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni
•
La stazione più a monte (CS6) Rende - Castiglione Scalo è posta in un contesto
ambientale già fortemente alterato. L’area è soggetta a vari apporti di acque non trattate
e scarichi di varia natura. Si segnalano inoltre diversi cantieri deputati alla lavorazione
di inerti posti presso la stazione e lungo il corso del fiume. In tutta l’area e lungo il corso
sono presenti numerose opere (ponti, briglie ecc.) che ne limitano fortemente la
naturalità. In più occasioni si segnalano acque molto torbide e massi coperti da spessa
coltre limosa. Sono quindi presenti già in questo tratto a monte disturbi legati a carico
organico e a variazioni relative alla granulometria e quantità dei solidi trasportati, in un
contesto che ostacola i processi di autodepurazione lungo il percorso.
•
Scendendo verso valle si trova la stazione CS09 Luzzi - C. da Principessa; da
osservare in più punti cadute di corrente e acqua quasi stagnante che favorisce
l’accumulo di frazione fine e detrito vegetale. Si evidenzia la presenza di scarichi, di
forte odore e di sedimento ridotto in prossimità delle rive. Sulle rive, tra l’altro, sono
abbondanti i rifiuti urbani. Nel dicembre 2006 non è stato possibile operare la
classificazione dell’IBE: alla CS09 non si rilevava un numero sufficiente di unità
sistematiche.
•
La presenza di un consistente carico inquinante e temporanea carenza di ossigeno è
confermata alla successiva stazione CS08 S. Sofia d'Epiro, dalla abbondanza di
Chironomidi rossi rilevata (il colore indica la forte abbondanza di emoglobina che rende
Relazione di sintesi
228
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
questi organismi adattati ad ambienti anossici). Anche in questa stazione si annotano in
più occasioni diminuzione di velocità della corrente.
•
La stazione prossima alla foce CS07 a Cassano Ionio – Sibari, viene quindi a
scontare l’ingente carico che il fiume ha accumulato lungo il suo percorso, sebbene non
siano localmente presenti scarichi o situazioni particolarmente critiche.
L’effetto dei carichi è ovviamente da considerare in dipendenza delle altre variabili quali la
portata e (non secondario) il dilavamento dei canali affluenti in coincidenza di eventi
piovosi.
Non sorprende quindi che i parametri macrodescrittori maggiormente condizionanti nel
determinare il LIM risultano essere nell’ordine: E. coli, fosforo totale, azoto ammoniacale e
COD.
I risultati dei controlli effettuati hanno individuato nella sezione CS08 una qualità ecologica
mediamente scadente, attribuibile all’elevato apporto in quella sezione di reflui civili non
trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai massimi deficit di trattamento (Morano,
Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco Argentano). Nella sezione CS09, posta a valle
dell’impianto di Coda di Volpe, la qualità ecologica è risultata scadente poiché tale impianto
non assicura un trattamento efficiente dei reflui ed infatti è da prevedersi un’adeguata
manutenzione straordinaria, un potenziamento delle sue unità ed il completamento della rete
di collettamento dei reflui prodotti dai comuni serviti. Anche nella sezione CS07, sita nel
tratto terminale del fiume, la qualità ecologica è risultata scadente per effetto dei progressivi
apporti inquinanti che alterano significativamente lo stato ecologico del fiume; stato
ecologico che risulta appena sufficiente nelle sezioni CS06, CS28 e CS27.
Relazione di sintesi
229
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice stazione
Nome
Tipo corpo idrico
LIM
IBE
SECA
Obiettivo al
2008
Obiettivo al 2016 Scenari di raggiungibilità
Mantenimento
dello
CS27
R18012F0003
Fiume Coscile
Corpo idrico significativo
di II° ordine
3
III
3
Sufficiente
Buono
stato
possibile
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione delle misure previste
nel paragrafo 0.3.2.1.1.
Mantenimento
dello
CS28
R18012F0002
Fiume Esaro
Corpo idrico significativo
di II° ordine
2
III
3
Sufficiente
Buono
stato
possibile
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione delle misure previste
nel paragrafo 0.3.2.1.1.
Mantenimento
dello
CS06
R18012F0004
Fiume Crati
Corpo idrico significativo
di I° ordine
3
III
3
Sufficiente
Buono
stato
possibile
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione delle misure previste
nel paragrafo 0.3.2.1.1.
Raggiungimento
CS07
R18012F0001
Fiume Crati
Corpo idrico significativo
di I° ordine
2
IV
4
Sufficiente
Buono
dello
stato
possibile
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
Relazione di sintesi
230
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
l’azione delle misure previste
nel paragrafo 0.3.2.1.1.
Raggiungimento
dello
stato
intermedio
sufficiente
possibile
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione delle misure previste
nel
CS08
R18012F0005
Fiume Crati
Corpo idrico significativo
di I° ordine
3
IV
4
Sufficiente
Buono
paragrafo
fronteggiando
0.3.2.1.1,
i
livelli
pessimi/scadenti
parametri
relativi
macrodescrittori
ai
indicatore
segnale
dei
nutrienti
ed
microbiologico,
di
uno
scarso
collettamento e trattamento
dei reflui urbani.
Raggiungimento
dello
stato
possibile
CS09
R18012F0006
Fiume Crati
Corpo idrico significativo
di I° ordine
4
IV
4
Sufficiente
Buono
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione delle misure previste
nel
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli pessimi
dei parametri macrodescrittori
Relazione di sintesi
231
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
relativi ai nutrienti, sostanze
biodegradabili, ed indicatore
microbiologico, segnale di
uno scarso collettamento e
trattamento dei reflui urbani.
Tabella 54
Relazione di sintesi
232
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Crati:
9
per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come
obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS06 il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016, mentre per
tutti gli altri tre tratti CS07, CS08, CS09 il raggiungimento dello stato “sufficiente”
al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
per i tratti fluviali dei due corpi idrici significativi di secondo ordine è posto come
obiettivo di qualità ambientale sia per il tratto CS27 che per il tratto CS28 il
mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato
“buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 2759,4 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 490,4
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crocchio
Il fiume Crocchio è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi
delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 kmq, interessando 12 comuni
con circa 2 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 10600 abitanti.
Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 5 scaricano i loro reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 91 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
233
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 91
Nel bacino sono stati censiti 6 impianti di depurazione, tutti in esercizio e di potenzialità
complessiva tale da soddisfare tutta la domanda di trattamento .
Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che tutti i reflui prodotti siano collettati agli
impianti di depurazione (a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE), il fiume
sarebbe soggetto all’apporto di inquinanti costituito dai soli reflui trattati, stimabile pari a
circa 20 tonn/y di BOD5, 26 tonn/y di N, 5 tonn/y di P.
Lungo il corso del fiume Crocchio si trova una stazione di monitoraggio, la CS31
localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente buono in quanto, nonostante
siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori
dell’Indice Biotico Esteso denotanti una buona biodiversità.
Relazione di sintesi
234
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Codice
Stazione
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv Scenari
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
possibile dello stato
buono
l’adozione
Corpo idrico
CS31
R18068F0001
Fiume
Crocchio
misure
d’interesse
“alto valore
mediante
2
II
2
Buono
delle
previste
nel
Buono paragrafo
0.3.2.1.1,
portando
a
paesaggistico
buono/elevato il livello
”
sufficiente/scadente
dell’indicatore
microbiologico.
Tabella 55
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico – paesaggistico
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia
al 2008 che al 2016.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Esaro di Crotone
Il Fiume Esaro di Crotone è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 111 kmq, interessando 3 comuni
con circa 7,9 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 30.100
abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 92 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
235
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 92
Nel bacino sono censiti 2 impianti di depurazione, di cui uno di potenzialità pari a 16.000
AE che risulta dismesso, e l’altro di potenzialità di 60.000 AE a servizio dell’abitato di
Cotrone (ed afferente ad un agglomerato superiore ai 15.000 AE), la cui popolazione totale
è di circa 73.000 abitanti. La limitata potenzialità di tale impianto lascia un deficit di
trattamento dei reflui prodotti dal bacino pari a circa 13.000 abitanti, il cui carico inquinante
può essere valutato in termini di BOD5, Azoto e Fosforo pari a
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
191
33
260
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
57
9
285
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
248
42
545
Tabella 56: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone sono state dislocate 3 stazioni di
monitoraggio, di cui una per caratterizzarne lo stato ambientale, la CS41, sita in prossimità
Relazione di sintesi
236
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
del centro abitato di Crotone; un’altra, la AP26, localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S.
Anna”,
per
verificare
la
possibilità
di
destinare
questo
corpo
idrico
per
l’approvvigionamento potabile, e l’ultima, la IA08, per caratterizzare lo stato ambientale
dello stesso invaso artificiale.
Lo stato ecologico risulta scadente nella stazione CS41, indice che il fiume nel suo corso è
soggetto ad input inquinanti notevoli. Tali input inquinanti possono ritenersi
prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici
e della saturazione di ossigeno, con contributi anche di natura agricola segnalati dagli
elevati valori di azoto ed in particolare di fosforo che sono stati riscontrati.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Scenari di raggiungibilità
Raggiungimento intermedio
dello
stato sufficiente e
possibile
raggiungimento
dello stato buono mediante
l’azione
delle
previste
nel
misure
paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i
Fiume
CS41
R18071F0001 Esaro di
Crotone
livelli pessimi e scadenti di
Corpo idrico
d’interesse
“alto carico
4
IV
4
Sufficiente Buono
inquinante”
nutrienti (ione ammonio e
fosforo
totale),
scadenti
dell’indicatore
microbiologico
sufficienti
e
i
tutti
restanti
macrodescrittori
dell’inquinamento,segnale
sia
di
civile
un
che
inquinamento
agricolo
zootecnico.
Tabella 57
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante”:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y;
Relazione di sintesi
237
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro
Il Torrente Fiumarella di Catanzaro è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto
carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 34 kmq, interessando 3 comuni con
circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 27600 abitanti.
Di questi 3 comuni, quello di Gimigliano risulta scaricare i suoi reflui in altro bacino, quello
di Pentone, caratterizzato da una popolazione totale pari a 1000 abitanti, è servito da un
impianto di depurazione di potenzialità pari solo a 500 AE e quello di Catanzaro risulta
conferire nel bacino i reflui non trattati di circa10.000 AE.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 93 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 93
Relazione di sintesi
238
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione, non in esercizio.
Nel complesso quindi nel bacino della Fiumarella è necessario soddisfare un deficit di
trattamento di circa 10500 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
1,4
0,2
1
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
46
7
230
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
47
7,2
231
Tabella 58: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso della Fiumarella è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS44
localizzata nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, per i valori elevati di
Escherichia Coli, a conferma della presenza di carichi inquinanti di origine civile non trattati
che, pur non inficiando la qualità nel tratto fluviale da un punto di vista di ossigeno
disciolto, BOD5 e COD, grazie alla sua capacità autodepurativa, ne condizionano la qualità
da un punto di vista microbiologico, in quanto la limitata portata non consente una
significativa diluizione della carica batterica.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Scenari di raggiungibilità
Mantenimento intermedio
dello stato sufficiente e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile
mediante l’adozione delle
Corpo idrico
CS44
R18082F0001
Torrente
d’interesse
Fiumarella “alto carico
misure previste nel
2
III
3
Sufficiente Buono
paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli
inquinante”
scadenti/pessimi
dell’indicatore
microbiologico e
sufficienti dei nutrienti,
segnale di uno scarso
Relazione di sintesi
239
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
collettamento e trattamento
dei reflui civili.
Tabella 59
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente
Fiumarella di Catanzaro:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 207 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,8
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Lao
Il fiume Lao è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa
596 kmq, interessando 16 comuni con circa 1,5 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione
totale stimata pari a 19250 abitanti. Dei 16 comuni ricadenti nel bacino solo 6 scaricano i
loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino
dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree
urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione
generale.
Nella figura 94 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
240
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 94
Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione tutti in esercizio.
Nel complesso è stimabile che nel bacino del Lao sia necessario soddisfare un deficit di
trattamento di circa 2000 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
30
5
23
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
9
1
44
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
38
6
67
Tabella 60: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del fiume Lao sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio, la CS10, sita
nel comune di Laino Borgo e la CS11, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per
caratterizzarne lo stato ambientale, la VP02, sita nel comune di Papasidero per valutare
l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e nelle sue vicinanze la AP02, per verificare la
possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile.
Relazione di sintesi
241
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dai controlli effettuati, lo stato ecologico in entrambi le sezioni di monitoraggio CS10 e
CS11 risulta buono.
Stazione Codice stazione Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Scenari di raggiungibilità
Mantenimento possibile dello
stato buono mediante l’adozione
delle
CS10
I016F0001
Fiume
Lao
previste
paragrafo
Corpo idrico
significativo
misure
2
I
2
Buono
Buono
di I° ordine
nel
0.3.2.1.1,
fronteggiando
livelli
sufficiente/scadente
dell’indicatore
biologico
sufficiente/buono
ammonio,
dello
segnale
e
ione
di
un
inquinamento civile puntuale.
Mantenimento possibile dello
stato buono mediante l’adozione
CS11
I016F0003
Fiume
Lao
delle
Corpo idrico
significativo
2
II
2
Buono
Buono
di I° ordine
misure
previste
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando
i
sufficiente/buono
dello
ammonio
e
del
livelli
Tabella 61
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Lao:
è posto come obiettivo di qualità ambientale per entrambi i tratti il mantenimento
dello stato “buono” sia al 2008 che al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2
tonn/y.
Relazione di sintesi
ione
parametro
microbiologico.
9
nel
242
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara di Gallico
La Fiumara di Gallico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico
inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 59 kmq, interessando 6 comuni con
circa 1 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 32400 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 95 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 95
Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, di cui 2 non funzionanti. Nonostante
ciò, pare soddisfatta tutta la domanda di trattamento, per cui il carico afferente al fiume è
attribuibile ai soli reflui trattati (provenienti da impianti di depurazione a servizio di
agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) per dei valori pari a circa 159 tonn/y di BOD5, 206
tonn/y di N e circa 36 tonn/y di P.
Relazione di sintesi
243
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Per caratterizzare lo stato ambientale della fiumara di Gallico, lungo il suo corso è stata
dislocata una stazione di monitoraggio, la CS43, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale.
Dai controlli effettuati lo stato ecologico rilevato in tale stazione è risultato scadente
principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi
caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
LIM IBE SECA
idrico
Obiettivo Obiettiv Scenario
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
possibile dello stato
buono
mediante
l’adozione
misure
R18132F0001
Fiumara di
d’interesse
Gallico
“alto carico
previste
paragrafo
Corpo idrico
CS43
delle
2
IV
4
Buono
Buono
nel
0.3.2.1.1,
fronteggiando il livello
sufficiente
dell’indicatore
inquinante”
microbiologico.
Il
SECA scadente è solo
perché è soggetto a
frequenti
periodi
magra/secca.
Tabella 62
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara
di Gallico:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”
(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico scadente attribuito a
questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate
molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale
indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo
di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione
dello stato ecologico.
Relazione di sintesi
244
di
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara della Ruffa
La Fiumara della Ruffa è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico
inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su
un’area complessiva di circa 43 Kmq, interessando 9 comuni, con circa 400 mq di aree
urbanizzate, dei quali solo 3 sversano i loro reflui nel bacino, con una popolazione totale
stimata pari a circa 3500 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 96 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 96
Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di cui 2 dismessi, uno scaricante a
mare, e l’ultimo, di potenzialità di 3000 AE, sito nel comune di Spilinga, che sembra poter
soddisfare la richiesta di trattamento dei reflui ad esso collettati, provenienti dal comune di
Spilinga (1700 abitanti) e da alcune frazioni di Drapia (840 abitanti).
Relazione di sintesi
245
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In base a tale informazioni è possibile ritenere che afferiscano al fiume senza trattamento i
reflui di circa 1000 abitanti del comune di Drapia con un carico inquinante stimabile pari a
circa 22 tonn/y di BOD5, 4 tonn/y di N, 0,7 tonn/y di P, e risultando quello degli effluenti
trattati pari a circa 6 tonn/y di BOD5, di 7 tonn/y di N e 1 tonn/y di P, si può ritenere che il
carico totale afferente al fiume sia pari a 28 tonn/y di BOD5, di 11 tonn/y di N e 1,5 tonn/y
di P.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
7
1
6
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
4
0,7
22
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
11
1,7
28
Tabella 63: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso della Fiumara della Ruffa sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, una
la AP18, localizzata nel comune di Spilinga (VV), per verificare la possibilità di utilizzare le
sue acque per approvvigionamento potabile, un’altra, la CS42, localizzata nel tratto
terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.Lo stato ecologico
rilevato nella stazione CS42 è risultato sufficiente, mentre, dai controlli effettuati, la
stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio, risultando diversi
parametri rilevati superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla normativa vigente (Tab.
1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di tali valori è probabilmente
attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18 dei reflui non trattati provenienti
dal comune di Drapia.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo LI
idrico
M
IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Mantenimento
dello
Corpo idrico
CS42
R18099F0001
Fiumara
d’interesse
della Ruffa “alto carico
intermedio
stato
sufficiente
raggiungimento
3
III
3
Relazione di sintesi
stato
Sufficiente Buono “buono” possibile mediante
l’adozione
inquinante”
dello
e
delle
misure
previste
nel
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando
246
i
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
livelli
scadenti/pessimi
dell’indicatore microbiologico
e del nutriente fosforo totale,
sufficienti
i
livelli
del
nutriente azoto, segnale di uno
scarso
collettamento
e
trattamento dei reflui civili.
La fiumara è soggetta a
frequenti periodi di magra.
Tabella 64
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carivo inquinante” della
Fiumara della Ruffa:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 19,8 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 3,2
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara La Verde
La Fiumara La Verde è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai
sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 117 Kmq, interessando 12 comuni
con circa 0,3 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 4000 abitanti.
Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 2 scaricano i loro reflui in esso.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 97 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
247
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 97
Nel bacino sono stati censiti 2 impianti di depurazione, entrambi che risultano non in
esercizio.
Nel complesso quindi nel bacino della fiumara La Verde è necessario soddisfare un deficit
di trattamento complessivo di circa 2000 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
0
0
0
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
9
1
44
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
9
1
44
Tabella 65: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso della Fiumara La Verde è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
CS32 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato
ambientale.
Relazione di sintesi
248
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i
valori dell’Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi caratterizzati da
portate molto ridotte, spesso addirittura nulle.
Stazione
Codice
Nome
stazione
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv Scenario
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Mantenimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
previste
R18134F0001
Fiumara La
Verde
paragrafo
livello scadente del fosforo
d’interesse
“alto valore
nel
misure
0.3.2.1.1, fronteggiando il
Corpo idrico
CS32
delle
2
III
3
Buono
paesaggistico
Buono
totale
e
sufficiente
dell’indicatore
biologico,
segnale di un inquinamento
”
puntuale
di
dimensione.
modesta
Il
SECA
sufficiente dipende perché è
soggetto a frequenti periodi
di magra/secca.
Tabella 66
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico della
Fiumara La Verde:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”
(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico sufficiente attribuito a
questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate
molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale
indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo
di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione
dello stato ecologico.
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2
tonn/y.
Relazione di sintesi
249
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Novito
La Fiumara Novito è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico
inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 56 Kmq che interessa 9 comuni con
circa 200 mq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7700 abitanti. Dei
9 comuni ricadenti nel bacino, caratterizzati da una popolazione totale di circa 4000 abitanti,
solo 3 scaricano i loro reflui nel corso d’acqua.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 98 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 98
Nel bacino sono stati censiti 10 impianti di depurazione, dei quali uno, il consortile di
Siderno (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), ha lo scarico in mare e gli
altri 9 risultano non in esercizio, per cui nel suo complesso il bacino del Novito presenta un
Relazione di sintesi
250
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
deficit di trattamento complessivo pari a circa 4000 AE dei tre comuni che scaricano in
esso.
In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile afferenti al
fiume siano costituiti solo da reflui non trattati provenienti da impianti di depurazione a
servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
0
0
0
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
18
3
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
18
3
88
88
Tabella 67: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzarne lo stato ambientale, è stata dislocata lungo il suo corso una stazione di
monitoraggio, la CS48 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale.
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente solo sufficiente, perchè i valori
dell’Indice Biotico Esteso risentono del ricorrente verificarsi di periodi in cui il fiume è
caratterizzato da portate molto ridotte o spesso addirittura nulle.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv Scenario
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
intermedio
dello stato sufficiente e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
previste
Corpo idrico
CS48
R18096F0003
Fiumara
d’interesse
Novito
“alto carico
nel
0.3.2.1.1,
2
III
3
delle
misure
paragrafo
portando
Sufficiente Buono sufficiente/scadente
da
a
buono/elevato il livello del
inquinante”
parametro
ed
il
microbiologico
nutriente
fosforo
totale. Il SECA sufficiente
dipende
solo
perché
è
soggetto a frequenti periodi
di magra/secca.
Tabella 68
Relazione di sintesi
251
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara
Novito:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016. Lo stato
ecologico sufficiente attribuito a questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di
periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non
permettono l’applicazione di tale indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati
bentonici fluviali non ha il tempo di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie
trofico – funzionali, espressione dello stato ecologico.
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 14,4
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Mesima, Metramo, Marepotamo
Il Fiume Mesima è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 815 Kmq, interessando 51 comuni con circa 10
kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 126800 abitanti,
comprensiva della popolazione dei sottobacini Metramo e Marepotamo.
Solo 12 comuni scaricano i loro reflui nel bacino del Mesima.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 99 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
252
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 99
Nel bacino del Mesima sono stati censiti 13 impianti, dei quali 8 non in esercizio.
Nel bacino del Mesima è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento
complessivo pari a 29650 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati sia superiori (ossia l’impianto di depurazione sito in
loc. Piscopio di Vibo Valentia) che inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
78
14
60
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
130
19
649
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
208
33
709
Tabella 69: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Mesima, lungo il suo corso sono state
dislocate due stazioni di monitoraggio, la CS13 nel comune di Serrata e la CS12 nel tratto
terminale del corso d’acqua.
Relazione di sintesi
253
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica
sufficiente in entrambi le sezioni, CS13 e CS12. E’ da sottolineare che nella CS13 sono stati
riscontrati concentrazioni elevate di Escherichia Coli e di Fosforo totale tali da individuare
un loro livello di alterazione corrispondente ad uno stato ecologico pessimo, mediato però
da livelli di qualità caratteristici degli altri parametri, tra cui anche il buono del BOD5 e
l’ottimo dell’ossigeno disciolto. Tale situazione evidenzia che la sezione CS13 è soggetta ad
apporti inquinanti notevoli, la cui origine può ritenersi prevalentemente civile, ma con
contributi significativi dell’attività molitoria, essendo presenti in tutto il bacino del Mesima
molti frantoi oleari e industrie di lavorazione degli agrumi, i cui apporti inquinanti risultano
rilevanti in alcune stagioni. Il contributo dell’attività olearia è confermato anche dalla
differente situazione rilevata tra il primo ed il secondo anno di monitoraggio; il primo
coincidente con l’anno di carica dell’attività molitoria nel corso del quale la situazione
rilevata è risultata notevolmente più compromessa di quella riscontrata nel corso del
secondo anno, coincidente con l’anno di scarica. Per fortuna gli effetti di questi apporti
risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il
Mesima come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Scenario di raggiungibilità
Mantenimento
dello
stato
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
CS12
R18096F0004
Fiume
Mesima
significativo
3
III
3
misure
previste
nel
0.3.2.1.1,
fronteggiando
livelli
Corpo idrico
delle
paragrafo
scadenti
della
Sufficiente Buono richiesta chimica di ossigeno
consumato in acqua
di I° ordine
i
per
l’ossidazione delle sostanze
organiche ed inorganiche,
del nutriente fosforo totale e
dell’indicatore
microbiologico,
segnale di
una forte contaminazione
antropica di natura civile ed
Relazione di sintesi
254
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
agricola.
Mantenimento
dello
stato
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
delle
misure
previste
nel
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando
livelli
i
pessimi
dell’indicatore
CS13
R18096F0002
Fiume
Mesima
microbiologico
Corpo idrico
significativo
3
III
3
e
del
Sufficiente Buono nutriente fosforo totale, i
livelli
di I° ordine
sufficienti
della
richiesta chimica di ossigeno
consumato in acqua
per
l’ossidazione delle sostanze
organiche ed inorganiche e
dei
nutrienti
segnale
di
azotati,
una
forte
contaminazione antropica di
natura civile, industriale e
agricola.
Tabella 70
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo
del primo ordine del Fiume
Mesima:
9
per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto per entrambi
(CS12 e CS13) come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 584,1 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 104,0
tonn/y.
Relazione di sintesi
255
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Marepotamo
Il Fiume Marepotamo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi
inquinanti ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 19 comuni con circa 3,9
kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 21000 abitanti.
Dei 19 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 100 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 100
Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, dei quali 5 non in esercizio.
Nel complesso nel bacino del Marepotamo è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di
trattamento complessivo di 20400 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
256
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
11
2
8
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
90
13
448
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
101
15
456
Tabella 71: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Marepotamo, lungo il suo corso è stata
dislocata una stazione di monitoraggio, la CS45 localizzata nel suo tratto terminale prima di
versare le sue acque nel fiume Mesima.
Altre due stazioni di controllo sono state localizzate lungo il corso d’acqua: una in loc.
Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle acque alla
produzione di acqua potabile, e l’altra, la VP17, localizzata all’altezza della fiumara
Rosario, nel comune di Gerocarne, per verificare l’idoneità alla vita dei pesci.
I risultati dei controlli effettuati nella CS45 hanno individuato mediamente una qualità
ecologica sufficiente, nonostante il fiume sia soggetto a notevoli apporti inquinanti di
origine civile e delle attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, poiché i loro effetti
negativi risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che
caratterizza il Marepotamo come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.
I risultati dei controlli effettuati sulla AP15 e sulla VP17 hanno rilevato la loro non idoneità
delle acque all’utilizzazione quale fonte di approvvigionamento potabile e per la vita dei
pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati valori dei parametri
microbiologici e BOD5 per la AP15, mentre per la VP17 agli elevati valori di
concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv Scenario
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Mantenimento
intermedio dello stato
sufficiente
Corpo idrico
CS45
R18121F0001
Fiume
d’interesse
Marepotamo
“alto carico
e
raggiungimento
3
III
inquinante”
3
dello
Sufficiente Buono stato “buono” possibile
mediante
l’adozione
delle misure previste nel
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando i livelli
Relazione di sintesi
257
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
pessimi dell’indicatore
microbiologico
(inquinamento
fecale),
scadenti del nutriente
fosforo
totale
(inquinamento civile e
agricolo) sufficienti i
livelli
dello
ammonio,
ione
in sotanza
segnale di una forte
contaminazione
antropica
di
natura
civile e agricola.
Tabella 72
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume
Marepotamo:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 403,2 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,0
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Metramo
Il Fiume Metramo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi inquinanti
ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 20 comuni con circa 7
kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di 45400 abitanti.
Dei 20 comuni solo 8 scaricano i loro reflui nel bacino.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 101 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
258
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 101
Nel bacino sono stati censiti 5 impianti di depurazione, dei quali 3 risultano non in esercizio
I 2 attivi sono quelli di Maropati della potenzialità pari a 3500 AE e quello di Polistena di
potenzialità pari a 18.000 AE, anche se è in corso il dirottamento dei reflui di quest’ultimo
all’impianto consortile di Gioia Tauro. A questo impianto confluiscono già i reflui di
Laureana di Borrello e Galatro ed è previsto il conferimento dei reflui dei comuni di
Feroleto della Chiesa e Cinquefrondi; per il trattamento dei reflui dei comuni di Anoia e San
Pietro di Caridà deve essere prevista l’eventuale risistemazione dei vecchi impianti o la
realizzazione dei nuovi.
Nel complesso quindi nel bacino del Metramo è necessario soddisfare un deficit di
trattamento complessivo di 22700 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
259
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
40
7
31
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
99
15
497
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
139
22
528
Tabella 73: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Metramo, lungo il suo corso è stata dislocata
una stazione di monitoraggio, la CS46 localizzata nel suo tratto terminale prima di versare le
sue acque nel fiume Mesima. Altre due stazioni di controllo sono state localizzate
nell’invaso del Metramo, IA10 e AP16, la prima per caratterizzare lo stato di qualità
ecologica dell’invaso e la seconda per verificare l’idoneità delle acque dell’invaso alla
produzione di acqua potabile.
I risultati dei controlli effettuati nella CS46 hanno individuato mediamente una qualità
ecologica scadente del fiume, attribuibile ad apporti inquinanti di origine civile e delle
attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, i cui effetti negativi risultano notevolmente
attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il Metramo come la
maggior parte dei corsi d’acqua calabresi.
I risultati dei controlli effettuati sulla IA10 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico
dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi perché soggetti ad apporti
inquinanti di reflui non trattati.
I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP16 hanno confermato la possibilità di
utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole nella categoria A3 per
effetto degli elevati valori di BOD5 e Coliformi totali e fecali.
Relazione di sintesi
260
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv Scenario
di
al 2008 o al 2016 raggiungibilità
Raggiungimento
intermedio
dello
stato
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
Corpo idrico
CS46
R18085F0001
Fiume
d’interesse
Metramo “alto carico
previste
3
IV
4
delle
nel
misure
paragrafo
Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando i
livelli
inquinante”
scadenti/sufficienti
del
macrodescrittori
segnalanti
apporti
inquinanti di origine civile
ed industriale ( attività
molitoria
e
lavorazione
degli agrumi).
Tabella 74
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume
Metramo:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 447,3 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit
di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Neto
Il Fiume Neto è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 1100 kmq, che interessa 30 comuni con circa 12
kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 68000 abitanti, dei quali
circa 7000 scaricanti fuori bacino.
Relazione di sintesi
261
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 102 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 102
Nel bacino sono stati censiti 25 impianti di depurazione, dei quali 8 risultano non attivi.
I restanti impianti hanno una potenzialità sufficiente per soddisfare la domanda di
trattamento di circa 30000 AE.
Nel complesso quindi nel bacino del Neto è necessario soddisfare un deficit di trattamento
complessivo di 31000 AE, la maggior parte del quale, il 70%, dei comuni di San Giovanni
in Fiore (12000 AE), Rocca di Neto (5800 AE) e Casabona (3500 AE).
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
262
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
85
15
65
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
135
20
677
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
220
35
742
Tabella 75: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Neto sono state dislocate tre stazioni di
monitoraggio lungo il suo corso: la CS14, sita nel centro abitato di Rocca di Neto, la CS15,
a monte di quest’ultima, sita nel centro abitato di Belvedere di Spinello, e la CS16 nel tratto
terminale dell’asta fluviale.
I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica
sufficiente per le stazioni CS14 e CS15, per la CS16 è stata individuata una qualità
ecologica scadente, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input
inquinanti che, nel tratto terminale, si cumulano influenzandone lo stato ecologico.
Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità delle
acque alla produzione di acqua potabile sono state dislocate le stazioni IA04 e AP10
nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11 nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso
Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese, affluente del Neto, e la AP09 lungo il corso del
Neto, in prossimità della CS14.
I risultati dei controlli effettuati sulle IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità
ecologico degli invasi scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché
soggetti ad apporti inquinanti di reflui non trattati.
I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10 hanno confermato la possibilità di
utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole, sia il primo che il secondo
anno, nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati.
I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di
utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria
A3 per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2.
Relazione di sintesi
263
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Scenario di raggiungibilità
Mantenimento
dello
stato
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
CS14
R18047F0002
Fiume
Neto
l’adozione
Corpo idrico
significativo
2
III
3
Sufficiente Buono previste
0.3.2.1.1,
di I° ordine
livelli
delle
nel
misure
paragrafo
fronteggiando
sufficienti
macrodescrittori
i
dei
segnalanti
apporti inquinanti di origine
civile ed agricola.
Mantenimento
dello
stato
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
CS15
R18047F0003
Fiume
Neto
l’adozione
Corpo idrico
significativo
2
III
3
Sufficiente Buono previste
0.3.2.1.1,
di I° ordine
livelli
delle
nel
misure
paragrafo
fronteggiando
sufficienti
macrodescrittori
i
dei
segnalanti
apporti inquinanti di origine
civile ed agricola.
Raggiungimento intermedio
dello
stato
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
CS16
R18047F0001
Fiume
Neto
l’adozione
Corpo idrico
significativo
2
IV
4
Sufficiente Buono previste
0.3.2.1.1,
di I° ordine
delle
nel
misure
paragrafo
fronteggiando
i
livelli scadenti/sufficienti dei
macrodescrittori
segnalanti
apporti inquinanti di origine
civile ed agricola.
Tabella 76
Relazione di sintesi
264
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Neto:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
terminale del corso d’acqua CS16;
9
per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di I ordine (CS14 e CS15), è posto
come obiettivo di qualità ambientale, per entrambi, il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 609,3 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit
di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 108,0 tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Nicà
Il Fiume Nicà è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai
sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 175 Kmq, interessando 9 comuni
con circa 1 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7600 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 103 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
265
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 103
Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione dei quali 3 non funzionanti.
Dei 9 comuni solo 6 scaricano i loro reflui nel bacino, per un totale di popolazione di circa
13200 abitanti.
Nel complesso quindi nel bacino del Nicà è necessario soddisfare un deficit di trattamento
di circa 4800 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello con l’impianto di deprazione Cariati,
loc. Fiume Nicà) ed inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
24
4
18
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
21
3
105
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
45
7
123
Tabella 77: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Relazione di sintesi
266
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lungo il corso del Nicà è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS47 localizzata
nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale.
Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente pessimo, principalmente per i
valori dell’Indice Biotico Esteso.
Codice
Stazione
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM
IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Raggiungimento dello stato
intermedio
sufficiente
e
raggiungimento dello stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
previste
delle
nel
misure
paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i
livelli
Corpo idrico
CS47
R18096F0001
Fiume d’interesse “alto
Nicà
carico
2
IV
4
Sufficiente Buono
sufficienti
del
nutriente fosforo totale e
della
saturazione
dell’ossigeno, segnale per lo
inquinante”
più di un inquinamento
agricolo
puntuale
di
modesta
dimensione.
Il
SECA
scadente
dipende
molto anche dai frequenti
periodi di magra a cui il
fiume va incontro.
Tabella 78
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume
Nicà:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 94,5 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,8
tonn/y.
Relazione di sintesi
267
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Petrace
Il Fiume Petrace è stato monitorato quale corso d’acqua significativo del I° ordine ai sensi
delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area di circa 422 kmq, che interessa 29 comuni con circa 7,6
kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 62000 abitanti.
Dei 29 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 104 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 104
Nel bacino sono stati censiti 11 impianti di depurazione, di 2 non si ha alcuna informazione
e 4 risultano non in esercizio.
Nel complesso, nel bacino del Petrace è ipotizzabile sia necessario soddisfare un deficit di
trattamento complessivo di 24000 AE.
Relazione di sintesi
268
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
20
3
15
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
109
16
543
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
129
19
558
Tabella 79: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Petrace, lungo il suo corso sono state
dislocate tre stazioni di monitoraggio, la CS17, localizzata nel suo tratto terminale, la CS18
nel tratto mediano del suo corso, all’altezza del Ponte Quarantona del comune di Seminara,
e la CS19 più a monte di quest’ultima, all’altezza della loc. Case San Domenico del comune
di Seminara.
I risultati dei controlli effettuati nelle stazioni CS19 e CS18 hanno individuato mediamente
una qualità ecologica sufficiente, al contrario della CS17, stazione sita nel tratto terminale
del corso d’acqua che mostra uno stato ecologico scadente, indice che il fiume nel suo corso
è soggetto a progressivi input inquinanti che si cumulano alterando gravemente il suo stato
ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i
valori alti riscontrati dei parametri microbiologici.
La classificazione SECA in questo fiume viene ad essere condizionata in maniera negativa
dalle condizioni relative alla qualità biologica, che presenta una sostanziale stabilità su
valori non soddisfacenti e con occasionali e forti cadute della qualità biologica, in
particolare presso la foce.
Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e
alle osservazioni riportate dagli operatori sulle relative schede compilate nelle fasi di
campionamento si può rilevare che:
•
La stazione più a monte, CS19 Seminara - Case S. Domenico, mostra un certo carico
contaminante e organico, testimoniato, tra l’altro, dalla presenza di Ditteri simulidi nei
popolamenti. Nelle note di campo si segnala il contesto di scarsa naturalità del tratto
dovuto alla presenza di una serie di infrastrutture, strada provinciale, ponte, strada
sterrata che segue il corso, attività di lavorazione inerti ecc.. Sono inoltre riportati forti
sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene. Tale situazione è legata
soprattutto ai ricorrenti lavori in alveo che comportano temporanee deviazioni del
Relazione di sintesi
269
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
corso del fiume, operate utilizzando come argine il sedimento stesso. Si osservano
quindi frequenti variazioni del percorso del fiume con evidenti ripercussioni sui
popolamenti bentonici.
•
Le note di campo per la stazione intermedia sul Petrace, la CS18 Seminara - P.te
Quarantona, riportano in più occasioni l’osservazione di mucillagine sul fondo e sulle
sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo e un
rilevante popolamento a Ditteri simulidi. Si evidenzia, quindi, anche in questa
stazione, la presenza un certo carico trofico che mostra effetti più rilevanti in
coincidenza di ridotti flussi e portate. Anche in questa, come nella precedente, si
osservano sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene e ricorrenti lavori in
alveo.
•
Il carico contaminante è presente anche a valle, alla stazione CS17 Gioia Tauro –
Gonia in prossimità della foce. Le note di stazione indicano per questa un contesto
fortemente modificato (si trova alla periferia di Gioia Tauro), un forte infangamento,
con fondo anche argilloso e corrente spesso scarsa. Presso l’argine del fiume è
presente un’ampia area adibita a discarica abusiva di rifiuti urbani e materiali di varia
origine. Rilevati sul punto stazione odori sgradevoli e sono visibili scarichi di acque
reflue, (alcuni osservabili lungo la stessa strada di accesso).
Un’altra stazione di controllo, la VP20, è stata localizzata lungo l’asta fluviale del Petrace
all’altezza del comune di San Procopio per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei
pesci.
I risultati dei controlli effettuati nella stazione VP20 nel corso del I anno di monitoraggio
hanno verificato l’idoneità delle acque alla vita dei pesci, ma non nel II anno, essendosi
riscontrati valori di BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa.
Relazione di sintesi
270
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIMIBESECA
Obiettivo Obiettivo
al 2008
al 2016
Note
Raggiungimento dello
stato intermedio
sufficiente e di buono al
2016 è possibile mediante
l’adozione delle misure
previste nel paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i
livelli sufficienti e
scadenti solo per l’E.Coli,
segnali di una
Corpo
CS17 R18118F0003Fiume Petrace
contaminazione antropica
idrico
significativo
3
IV
4
Sufficiente Buono
sia di natura
civile/industriale che
di I° ordine
agricola. Le note di
stazione indicano per
questa un contesto molto
artificializzato (si trova
alla periferia di Gioia
Tauro), un forte
infangamento, con fondo
anche argilloso e corrente
spesso scarsa.
Mantenimento dello stato
intermedio sufficiente e di
buono al 2016 è possibile
mediante l’adozione delle
misure previste nel
paragrafo 0.3.2.1.1,
Corpo
CS18 R18118F0001Fiume Petrace
fronteggiando i livelli
idrico
significativo
2
III
3
di I° ordine
Sufficiente Buono sufficienti e scadenti solo
per l’E.Coli, segnali di
una contaminazione
antropica di natura civile
e agricola. Le note di
stazione riportano in più
occasioni l’osservazione
di mucillagine sul fondo e
Relazione di sintesi
271
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
sulle sponde e, in periodi
di magra, di un habitat a
pozze con anossia sul
fondo
Mantenimento dello stato
intermedio sufficiente e di
buono al 2016 è possibile
mediante l’adozione delle
misure previste nel
paragrafo 0.3.2.1.1,
fronteggiando una
contaminazione
principalmente di natura
organica. Le note di
Corpo
CS19 R18118F0002Fiume Petrace
stazione segnalano
idrico
significativo
2
III
3
Sufficiente Buono ricorrenti lavori in alveo
che comportano
di I° ordine
temporanee deviazioni
del corso del fiume
operate utilizzando ad
argine il sedimento stesso
e pertanto effimere. Si
osservano quindi
frequenti variazioni del
percorso del fiume con
evidenti ripercussioni sui
popolamenti bentonici
Tabella 80
Relazione di sintesi
272
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Petrace:
9
è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
terminale dell’asta fluviale CS17;
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per i tratti
CS18 e CS19;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 488,7 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 87,2
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Raganello
Il Torrente Raganello è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai
sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. (per il 75% della sua estensione ricade nel
parco Nazionale del Pollino).
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 164,6 kmq, interessando 9 comuni
con circa 1 kmq di area urbanizzata ed una popolazione totale stimata di circa 13500
abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 105 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Relazione di sintesi
273
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 105
Nel bacino sono stati censiti 3 impianti di depurazione, uno della potenzialità di 2500 AE
risulta servire una popolazione totale pari a circa 1400 AE, un altro della potenzialità di
3000 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione totale pari a circa 3500 AE, e
l’ultimo, della potenzialità di 1400 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione
totale pari a 1100 AE, per cui nel complesso la popolazione non servita risulta pari a circa
500 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
16
3
12
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
2
0,3
11
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
18
3,3
23
Tabella 81: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Relazione di sintesi
274
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Sul torrente Raganello è stata dislocata nel tratto terminale dell’asta fluviale, la CS33, per
caratterizzarne lo stato ambientale. I controlli effettuati hanno individuato una qualità
ecologica scadente principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, influenzati anche dai
frequenti periodi di magra cui il tratto fluviale in esame è soggetto.
Stazione
Codice
Nome
stazione
Tipo corpo
idrico
LIM IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Mantenimento
dello
stato
“buono”
possibile
mediante
l’adozione
delle
misure previste nel
paragrafo
fronteggiando
Corpo idrico
CS33
R18009F0001
Torrente d’interesse “alto
Raganello
valore
0.3.2.1.1,
livello
2
IV
4
Buono
il
sufficiente
Buono dell’indicatore
biologico, segnale di
paesaggistico”
un
inquinamento
civile
puntuale
di
modesta dimensione.
Il SECA scadente è
perché è soggetto a
frequenti periodi di
magra/secca.
Tabella 82
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico del
Torrente Raganello:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono”
(dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS33.
Lo stato ecologico scadente di questo tratto fluviale è attribuibile principalmente ai
valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso
addirittura nulle;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 9,9 tonn/y;
Relazione di sintesi
275
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Savuto
Il Fiume Savuto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 412 kmq, interessando 32 comuni
con circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 36.000 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 106 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 106
Nel bacino sono stati censiti 35 impianti di depurazione dei quali solo 2 non funzionanti.
Relazione di sintesi
276
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La maggior parte di quelli funzionanti soddisfa la domanda di trattamento dei diversi
comuni, per un complessivo deficit di circa 12000 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello sito in loc. Marina De Luca di
Nocera Terinese) ed inferiori ai 15.000 AE:
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
68
12
53
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
BOD5
P
N
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
53
8
263
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
121
20
316
Tabella 83: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Lungo il corso del fiume Savuto sono state dislocate 5 stazioni di monitoraggio, una la
AP12, nel comune di Parenti, per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per
l’approvvigionamento potabile, un’altra, la VP11, nel comune di Scagliano (CS), per
verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci, 3 per caratterizzarne lo
stato ambientale: la prima, la CS21, localizzata nel comune di Martirano (CS), la seconda, la
CS20 nel tratto di monte del bacino e l’ultima, la CS22, nel tratto terminale dell’asta
fluviale.
Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e
alle osservazioni riportate dagli operatori sulle schede di campionamento è possibile
riportare una serie di informazioni relative alle aree in cui ricadono le tre stazioni poste
lungo il corso del Fiume Savuto.
•
La stazione più a monte è la CS20 Parenti - Savuto C.C, la cui condizione biologica è
migliorata nell’ultimo anno. In tale stazione generalmente la portata è molto ridotta. E
proprio in coincidenza di portate ridotte, le note di campo indicano la presenza di un
consistente carico organico, desumibile anche dalla prevalenza nei popolamenti
osservati dei Ditteri simulidi e chironomidi.
•
In un tratto intermedio del fiume è localizzata la stazione CS21 Altilia - Macchia della
Fiera, dove si osservano le condizioni migliori e dove non si rilevano particolari
anomalie.
•
Presso la foce è quindi posta la stazione CS22 Nocera Terinese - Macchia Quinto.
Generalmente questa stazione presenta condizioni insoddisfacenti, inoltre saltuariamente
fa registrare ulteriori cadute di qualità. Le note di campo indicano che questa stazione è
Relazione di sintesi
277
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
posta molto prossima al mare in un contesto molto denaturalizzato (a valle di una
briglia, vicino ad un ponte, ecc.) e con una fisionomia più volte variata a causa di
ricorrenti lavori in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in alcune occasioni un calo delle
correnti, con acqua a tratti stagnante e un ricorrente infangamento. Rilevata come già in
altre stazioni l’abbondanza di rifiuti urbani sulle sponde e in alveo.
I cali di qualità biologica possono quindi essere in buona parte riconducibili alle differenze
legate alla portata nel primo tratto e alle alterazioni sull’alveo nella terza stazione.
Non ci sono particolari fattori critici a livello di macrodescrittori, eccetto E. Coli che nella
stazione CS21 risulta di livello 4.
Dai controlli effettuati entrambe le stazioni monitorate per verificare l’idoneità delle acque a
una specifica utilizzazione, sono risultate idonee in entrambi gli anni di monitoraggio. La
CS21, prossima alla VP11, risulta caratterizzata da uno stato ecologico buono e la CS20 da
uno stato ecologico sufficiente. Al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella
stazione CS22, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale, principalmente per i valori
dell’Indice Biotico Esteso, che segnalano che nel suo tratto potamale il fiume è soggetto a
input inquinanti che si cumulano influenzando il suo stato di salute.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM IBESECA
Obiettivo Obiettivo
al 2008
al 2016
Note
Mantenimento
stato
dello
intermedio
sufficiente e di buono
al 2016 è possibile
mediante l’adozione
delle misure previste
nel paragrafo misure
Corpo idrico
CS20 R18057F0001Fiume Savuto significativo
2
III
di I° ordine
3
Sufficiente Buono
da
adottare,
fronteggiando i livelli
sufficienti
per
l’E.Coli e lo ione
ammonio, segnali di
una
contaminazione
antropica di natura
civile e agricola. Le
note
Relazione di sintesi
di
stazione
278
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
segnalano
che
la
portata
in
questa
sezione
è
molto
ridotta.
Mantenimento
stato
dello
buono
possibile
è
mediante
l’adozione
delle
misure previste nel
paragrafo
0.3.2.1.1,
fronteggiando solo i
livelli sufficienti per
Corpo idrico
CS21 R18057F0002Fiume Savuto significativo
2
II
2
di I° ordine
Buono
Buono
l’E.Coli e lo ione
ammonio, segnali di
una
modesta
contaminazione
antropica di natura
civile e agricola. Le
note di stazione non
rilevano
particolari
anomalie.
Raggiungimento
dello stato intermedio
sufficiente e di buono
al 2016 è possibile
mediante l’adozione
delle misure previste
nel
Corpo idrico
CS22 R18057F0003Fiume Savuto significativo
paragrafo
0.3.2.1.1,
2
IV
di I° ordine
4
Sufficiente Buono fronteggiando i livelli
sufficienti
per
l’E.Coli e del fosforo
totale, segnali di una
contaminazione
antropica di natura
civile e agricola. Le
note
Relazione di sintesi
di
stazione
segnalano
una
279
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
fisionomia di sezione
più volte variata a
causa
di
ricorrenti
lavori
in
alveo
e
lungo il fiume. Si
rilevano
in
occasioni
alcune
un
calo
delle
correnti,
con
acqua
a
tratti
stagnante
e
un
ricorrente
infangamento.
Tabella 84
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Savuto:
9
è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
terminale dell’asta fluviale CS22;
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
CS20;
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al
2008 ed al 2016 per il tratto CS21;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 236,7 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 42,4
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Tacina
Il Fiume Tacina è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 427 kmq, interessando 12 comuni
con circa 6,3 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 34.000
abitanti.
Relazione di sintesi
280
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 107 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 107
Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di potenzialità rispettivamente di:
11000 AE, 6000 AE, 1530 AE e 230 AE, dei quali il primo non risulta in funzione.
Alla luce di tale informazione è stimabile un deficit di trattamento dei reflui civili prodotti
nel bacino, corrispondente ad una popolazione non servita pari a 26.240 AE.
In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di
depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE:
Relazione di sintesi
281
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Effluente trattato nell’impianto
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
4
0,48
7
Efflente non trattato
nell’impianto
Carico
Carico
Carico
N
P
BOD5
(tonn/y) (tonn/y) (tonn/y)
115
17
575
Totali
Carico
N
(tonn/y)
Carico
P
(tonn/y)
Carico
BOD5
(tonn/y)
117
17,48
582
Tabella 85: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento
Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Tacina e per verificare l’idoneità delle sue
acque per approvvigionamento potabile, lungo il suo corso sono state dislocate 3 stazioni di
monitoraggio, una, la AP13, nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità
dell’asta fluviale, un’altra, la CS23, in prossimità della AP13 e l’ultima, la CS24, nel tratto
terminale dell’asta fluviale.
Dai controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un
anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei
parametri microbiologici. La CS23 prossima alla AP13 risulta mediamente caratterizzata da
una qualità ecologica sufficiente, al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella
stazione CS24, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input inquinanti
che si cumulano alterando il suo stato ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi
prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri
microbiologici, non di meno un contributo significativo può essere attribuito alle numerose
attività olearie distribuite lungo il bacino. Infatti, in occasione di alcuni sopralluoghi, si è
osservato in alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM
IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Mantenimento dello stato
intermedio sufficiente e
di buono
al 2016
possibile
CS23
R18060F0001
Fiume
Tacina
mediante
l’adozione delle misure
Corpo idrico
significativo di
è
3
III
3
Sufficiente Buono previste
nel
paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i
I° ordine
livelli
E.Coli
sufficienti
per
(inquinamento
fecale), ione ammonio,
fosforo totale, sostanze
Relazione di sintesi
282
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
biodegradabili
e
ciclo
dell’ossigeno, segnali di
una
contaminazione
antropica di natura civile
e agricola. Le note di
stazione riportano in più
occasioni l’osservazione
di depositi di reflui oleari,
di mucillagine sul fondo e
sulle sponde e, in periodi
di magra, di un habitat a
pozze con anossia sul
fondo
Raggiungimento
stato
dello
intermedio
sufficiente e di buono al
2016 è possibile mediante
l’adozione delle misure
CS24
R18060F0002
Fiume
Tacina
previste
Corpo idrico
3
significativo di
IV
4
nel
paragrafo
Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando i
livelli scadenti per E.Coli
I° ordine
e
fosforo
totale,
e
sufficienti per lo ione
ammonio, segnale di una
contaminazione civile ed
agricola.
Tabella 86
Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Tacina:
9
è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
terminale dell’asta fluviale CS24;
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato
“sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto
CS23;
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 517,5 tonn/y;
Relazione di sintesi
283
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal
deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 92,0
tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Trionto
Il Torrente Trionto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle
specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 290 kmq, che interessa 11 comuni
con circa 800 mq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 14800 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 108 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 108
Relazione di sintesi
284
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, tutti a servizio di agglomerati
inferiori ai 15.000 AE di cui 6 in esercizio, 5 nel comune di Longobucco di potenzialità
totale pari a circa 4500 AE, comunque non sufficienti a soddisfare la domanda di
trattamento del comune stimabile intorno ai 5400 AE; ed uno in quello di Cropalati, di
potenzialità sufficiente a soddisfare la sua domanda di trattamento.
Nel complesso è stimabile una domanda di trattamento non soddisfatto di circa 4500 AE.
Tenendo conto che nel corso d’acqua sversa anche l’impianto di Crosia esterno al bacino, si
può stimare che i carichi dei reflui non trattati afferenti al fiume siano pari a circa 98 tonn/y
di BOD5, 20 tonn/y di N, 3 tonn/y di P, e che i carichi degli effluenti trattati negli impianti
di depurazione siano pari a 37 tonn/y di BOD5, 48 tonn/y di N e 8 tonn/y di P, per un carico
quindi complessivo pari a 135 tonn/y di BOD5, di 68 tonn/y di N e 11 tonn/y di P.
Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Trionto sono state dislocate lungo il suo
corso due stazioni di monitoraggio, una, la CS26 nel Comune di Cropalati (Prov. di Cs) e
un’altra, la CS25 nel tratto terminale dell’asta fluviale.
Inoltre, per verificare la possibilità di utilizzare le acque di questo fiume per
approvvigionamento potabile, un’altra stazione, la AP24, è stata dislocata nel Comune di
Longobucco (prov. di CS), in prossimità dell’asta fluviale.
Dai controlli effettuati, la stazione AP24 è risultata idonea alla produzione di acqua potabile
in entrambi gli anni di monitoraggio, mentre lo stato ecologico rilevato nelle stazioni CS25
e CS26 è risultato rispettivamente pessimo e scadente in entrambi i casi per i valori assunti
dall’Indice Biotico Esteso, parametro influenzato dai frequenti periodi di magra cui il fiume
è soggetto. Tali periodi sono caratterizzati da portate molto ridotte, o anche nulle, dovute
principalmente a cause stagionali.
Stazione
Codice
stazione
Nome
Tipo corpo
idrico
LIM
IBE SECA
Obiettivo Obiettivo
al 2008
al 2016
Note
Mantenimento
dello
stato
“buono” possibile mediante
l’adozione
CS25
R18030F0001
Fiume
Trionto
previste
Corpo idrico
significativo di
2
V
5
Buono
delle
nel
misure
paragrafo
Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando il
livello sufficiente del fosforo
I° ordine
totale
dell’indicatore
biologico, segnale di una
modesta
Relazione di sintesi
contaminazione
285
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
antropica civile/agricola. Il
SECA pessimo dipende solo
dal
perché
la
fiumara
naturalemnete è soggetta a
frequenti
periodi
di
dello
stato
magra/secca.
Mantenimento
“buono” possibile mediante
l’adozione
delle
previste
nel
misure
paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando il
CS26
R18030F0002
Fiume
Trionto
Corpo idrico
2
significativo di
IV
4
Buono
I° ordine
Buono
livello
sufficiente
dell’indicatore
biologico,
segnale
di
una
contaminazione
modesta
fecale
puntuale. Il SECA scadente
dipende solo dal perché la
fiumara
naturalmente
è
soggetta a frequenti periodi
di magra/secca.
Tabella 87
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico significativo di primo ordine del Torrente
Trionto:
9
è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato
dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per entrambi i tratti dell’asta fluviale monitorati. Lo
stato ecologico scadente e pessimo di questi due tratti fluviali sono attribuibili
principalmente ai valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto
ridotte, spesso addirittura nulle.
9
riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile
dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 88,2 tonn/y;
9
riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit
di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,0 tonn/y.
Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Turrina
Il Torrente Turrina è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante ai sensi
delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Relazione di sintesi
286
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 58 kmq, interessando 6 comuni con
circa 1,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 13.500 abitanti.
Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività
zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in
termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale.
Nella figura 109 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi.
Figura 109
Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione, di cui 7 nel comune di Curinga, tutti
dismessi ed i cui reflui sono collettati al depuratore consortile sito nel comune di Lamezia
Terme di potenzialità pari a 110.000 AE, a servizio di tutti i comuni del bacino tranne
Filadelfia e Jacurso i cui reflui risultano essere sversati all’esterno del bacino. L’impianto di
Lamezia Terme, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, risulta poter
soddisfare l’intera domanda di trattamento del bacino per cui al fiume è ipotizzabile che
afferisca il carico inquinante di origine civile
rappresentato dal solo refluo trattato,
stimabile pari a circa 144 tonn/y di BOD5, 205 tonn/y di N e 36 tonn/y di P.
Relazione di sintesi
287
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Turrina è stata localizzata una sola
stazione di controllo della qualità ambientale, la CS49, nel tratto terminale dell’asta fluviale.
Dai controlli effettuati tale stazione è risultata caratterizzata da uno stato ecologico scadente,
a causa dei valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici, indice di un’origine civile
degli apporti inquinanti, legati principalmente a scarichi abusivi.
Stazione
Codice
Nome
stazione
Tipo corpo
idrico
LIM
IBE SECA
Obiettivo Obiettiv
al 2008 o al 2016
Note
Raggiungimento
stato
dello
intermedio
sufficiente e di buono al
2016 è possibile mediante
Corpo idrico
CS49
R18042F0001
Torrente d’interesse
Turrina “alto carico
l’adozione
2
IV
4
Sufficiente Buono previste
delle
nel
misure
paragrafo
0.3.2.1.1, fronteggiando i
inquinante”
livelli scadenti per E.Coli
e fosforo totale, segnale di
una contaminazione civile
ed agricola.
Tabella 88
Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente
Turrina:
9
è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento
dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016
0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi
0.3.2.1.2.1 Acque superficiali
Criteri di regolazione delle portate in alveo definiti dall’ABR
Il Deflusso Minimo Vitale di un corso d’acqua (nel seguito DMV) è stato introdotto nel
quadro legislativo nazionale dalla legge 183/1989 (art. 3, comma 1, lettera i) e
successivamente è stato ripreso dal D.Lgs. 275/1993, dalla legge 36/1994, dal D.Lgs.
152/1999 e, infine, dal recente D.Lgs. 152/2006 di recepimento della Direttiva Europea
sulle Acque 2000/60. Il DMV è la portata minima necessaria per ogni tronco omogeneo del
corso d’acqua a garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico e
Relazione di sintesi
288
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
chimico-fisiche delle acque, nonché per mantenere le biocenosi tipiche delle condizioni
naturali locali.
Tale parametro, evidentemente, è di estrema importanza per le esigenze di tutela delle acque
e deve costituire un riferimento fondamentale per la disciplina delle concessioni di
derivazione, oltre che per le autorizzazioni degli scarichi.
È importante sottolineare, però, che le “Linee Guida per la predisposizione del bilancio
idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per
la determinazione del minimo deflusso vitale” (nel seguito LG), richiamate all’art. 22,
comma 4, del D.lgs. 152/1999 ed emanate dal Ministero dell’Ambiente e Territorio con il
D.M. 28/7/2004 (G.U. n. 268 del 15/11/2004), al paragrafo 7.1 definiscono il DMV come
“la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve
garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisico delle
acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali”. Le
stesse LG, al paragrafo 7.2, specificano che il DMV rappresenta una portata di stretta
attinenza al Piano di Tutela e che alla determinazione del DMV “attengono aspetti di tipo
naturalistico e di tipo antropico caratteristici di ogni tronco di corso d’acqua di interesse”.
Allo scopo di consentire la naturale variabilità del regime dei deflussi in base al quale si
forma l’equilibrio fisico e biologico del corso d’acqua, può inoltre essere opportuno
individuare valori del DMV differenti per ciascun mese o stagione dell’anno.
Il DMV in una determinata sezione del corpo idrico è calcolato secondo la seguente
formula:
DMV = Z + Md
in cui:
DMV = deflusso minimo vitale (l/s);
Z
= termine fisso = A x B x C x D x E x F x G x H (l/s);
Md
= termine di modulazione della portata (l/s), variabile in funzione della portata in
arrivo da monte.
I fattori che forniscono Z hanno il significato qui di seguito specificato:
A = Superficie del bacino idrografico sotteso dall’opera di derivazione (km2) sino alla
linea dello spartiacque, comprendente le aree già interessate da derivazioni esistenti a
monte della captazione prevista;
B = Rilascio specifico: fattore fisso pari a 1,6 (l/s/kmq);
C = Precipitazioni: fattore compreso fra 1,0 e 1,2 e relativo alle precipitazioni medie
Relazione di sintesi
289
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
annue nel bacino sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 89.
Codice
Precipitazione
annua
media
(mm annui di pioggia)
Fattore
a
minore di 800
1,0
b
compresa fra 800 e 1200
1,1
c
oltre 1200
1,2
Tabella 89
D = Altitudine: fattore compreso tra 1,0 e 1,2 relativo all’altitudine media del bacino
sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 90.
Codice
Altitudine media del bacino
(m s.l.m.)
Fattore
a
< 400
1,0
b
400 ÷ 800
1,1
c
= 800
1,2
Tabella 90
E = permeabilità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla permeabilità media dei terreni
costituenti il bacino, ricavato dalla tabella 91.
Codice Permeabilità media del bacino
Fattore
a
bassa
1,0
b
media
1,10
c
alta
1,15
d
elevata
1,20
Tabella 91
F = Qualità biologica del corso d’acqua: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla
classificazione dello stato ecologico nel tratto considerato, così come ottenuto incrociando il
dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell’IBE (rif.to tab. 8 del D.Lgs. n.
152/99), ricavato dalla tabella 92.
Relazione di sintesi
290
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Codice
Stato ecologico
Classe di qualità ecologica
Fattore
a
elevato
classe 1
1,00
b
buono
classe 2
1,05
c
sufficiente
classe 3
1,10
d
scadente
classe 4
1,15
e
pessimo
classe 5
1,20
Tabella 92
In mancanza di puntuali informazioni su cui basare l’attribuzione del punteggio e ove non
sia palesemente dimostrabile l’assegnazione a uno stato ecologico peggiore, è possibile
attribuire al tratto in esame un valore del fattore pari a 1,1.
G = Naturalità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, valutato in relazione alle vocazione naturale
del territorio, alla presenza di aree protette ed all'uso del suolo prevalente all'interno del
bacino considerato, ricavato dalla tabella 93.
Codice
Classi di naturalità
Fattore
a
Aree agricole
1,0
b
Aree naturali
1,1
c
Aree di grande pregio: parchi, riserve naturali, statali e
provinciali, aree SIC, SIR, SIN, ANPIL, ZPS
1,2
Tabella 93
H = Lunghezza captazione: fattore definito dalla formula:
H = 1 + (D x 0.025)
dove, nel caso di prelievi a fini idroelettrici, D è la distanza in km misurata lungo il corso
d’acqua tra l’opera di presa e il punto di restituzione; nel caso di prelievi che non prevedano
restituzione H vale 1,2.
Md = Modulazione di portata.
L’introduzione di quest’ultimo addendo risponde all’esigenza di garantire all’alveo almeno
una modesta percentuale delle variazioni di portata che caratterizzano il regime idrologico
naturale e che influenzano i cicli biologici delle comunità e degli organismi fluviali. Il
Relazione di sintesi
291
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
valore di Md può direttamente essere posto pari al 10% della differenza tra la portata
naturale istantanea e il valore prima calcolato di Z (da applicare solo se di segno positivo),
oppure conseguita praticamente se si applicano delle prescrizioni progettuali alle opere
connesse alla derivazione, in particolare le seguenti:
1.
L’opera di presa deve essere progettata e realizzata in maniera che la derivazione
garantisca prioritariamente il rilascio del DMV nel corso d’acqua mediante opportuno
dimensionamento della soglia sfiorante.
2.
E’ fatto obbligo di dotare l’opera di presa di idoneo passaggio artificiale della fauna
ittica ai sensi della normativa vigente. Tale passaggio dovrà essere eseguito con le
tipologie realizzative più idonee a garantire la funzionalità e il contenimento degli
impatti visivi e, inoltre, attraverso detto passaggio dovrà transitare l’intero DMV
calcolato.
3.
Per derivazioni di acque superficiali a fini diversi da quelli irrigui, fatto salvo l'uso
idropotabile e le derivazioni in essere, si dispone che siano da considerarsi
indisponibili per nuovi impianti, o limitatamente disponibili (DMV da valutare caso
per caso), i tratti di corso d'acqua collocati immediatamente a monte del punto di
derivazione e immediatamente a valle del punto di restituzione di una derivazione non
irrigua in essere per una lunghezza da valutare specificatamente per ciascun progetto.
L’Autorità di Bacino potrà comunque definire dei criteri di limitazione della densità
delle derivazioni sullo stesso corso d’acqua sulla base dell’aggiornamento del quadro
conoscitivo.
4.
Al fine di garantire la qualità complessiva del corso d’acqua e per verificare la
congruità del DMV calcolato, nel tratto compreso fra l’opera di presa e il punto di
restituzione dovranno disporsi controlli ambientali sulla qualità biologica. Nel caso
che il prelievo abbia alterato l’IBE preesistente, si dovrà provvedere a eventuali
incrementi del DMV calcolato.
Nei soli casi di:
a) derivazioni per le quali pur essendo state già realizzate opere, a norma dell’art. 13 del
RD 1775/1933, non risulta formalizzato l’atto di concessione;
b) concessioni comunque in atto che, a norma dell’art. 95, comma 4 del D.Lgs. 152/2006,
devono essere regolate dall’autorità concedente al fine di prevedere “rilasci volti a
garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici”.
Relazione di sintesi
292
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Al fine di limitare l’impatto su utilizzazioni già esistenti e su realtà produttive ad esse
connesse e solo fino all’adozione del Piano di Tutela delle Acque il DMV sarà pari ad 1/3
del valore di portata risultante dall’applicazione del criterio sopra illustrato. Nel caso
di derivazione mediante captazione di sorgenti naturali, si deve prevedere un rilascio pari
ad almeno un terzo della portata minima continua, qualora questa sia superiore a 1 (uno) l/s.
Analisi dell’applicazione della formula dell’ABR a tutto il territorio regionale
L’analisi è stata condotta nei 32 corsi d’acqua della Calabria classificati come significativi ai
sensi del Decreto 152/1999.
Per quanto riguarda i corsi d’acqua, caratterizzati dalla disponibilità di serie storiche
sufficientemente estese di misure di portata giornaliera (<20 anni), sono state definite, alla
sezione della stazione di misura, le condizioni idrologiche di riferimento sulla base del
Metodo IHA-EFC (Richter et al. 1996, 1997; The Nature Conservancy 2005) ed è stata
eseguita la valutazione dell’alterazione idrologica mediante il metodo RVA (Range of
Variabilità Approach, Richter et al. 1997) ipotizzando un rilascio secondo la formula
introdotta dall’ABR a scala temporale giornaliera. Si precisa che, per il F. Savuto, l’analisi
condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della caratterizzazione
idrologica, che pertanto non può essere eseguita. Per quanto riguarda i 32 corsi d’acqua
significativi, il calcolo del DMV alla sezione di chiusura di ogni singolo bacino è stato
effettuato utilizzando il richiamato criterio di calcolo proposto dall’Autorità di Bacino (in
questo caso a scala temporale mensile) e utilizzando i valori delle portate minime di durata
1, 3, 7, 15, 30 giorni consecutivi e dei deflussi medi mensili disponibili.
Relazione di sintesi
293
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Disponibilità dati
Corso d’acqua
Disponibilità dati
assenza o carenza
di misure (<20
anni)
(22 corsi d’acqua)
Neto
Amendolea
Crocchio
La Verde
Argentino
Marepotamo
Angitola
Nicà
Bonamico
Budello
Gallico
Turrina
Novito
Calopinace
Ruffa
Fiumarella
Mesima
Petrace
Trionto
Raganello
Allaro
Esaro di Crotone
Corso
d’acqua
misure sufficienti (>20 Crati
anni)
Lao
(10 corsi d’acqua)
Amato
Savuto 4
Tacina
Corace
Esaro
Coscile
Metramo
Ancinale
Tabella 94
4
Per il F. Savuto, l’analisi condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della
caratterizzazione idrologica, che pertanto non può essere eseguita.
Relazione di sintesi
294
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino
Zsc
Allaro
0.44
Amendolea
Budello
Bonamico
0.46
0.26
0.46
Calopinace
Gallico
0.15
0.17
La verde
Novito
Fiumara
della Ruffa
Amato
Ancinale
Angitola
0.39
0.17
Argentino
Corace
Coscile
Crati
Crocchio
Esaro
Esaro Kr
Lao
0.15
1.30
0.58
0.49
Zssm
0.32
0.39
Da
D0
0,06111 0,06389
0,05625 0,06042
0.04
0,05764 0,04167 0,06111 0,06597
1.24 0,06736 0,06111 0,06597
9.35
4.49 0,05764 0,06319
0.04
2.00
0.26
2.19
0,09097 0,0625 0,06597
1.17
0,05833 0,06319
Marepatamo 0,04583
Metramo
0,05486 0,06042 0,06667
Mesima
2.08
Neto
0,19097
Nicà
0.49
Petrace
1.30
Savuto
1.15
Tacina
1.31
0.28
Trionto
1.06
Fiumarella
Torrente
Raganello
Turrina
0.09
0.42
0,15
Tabella 95
Relazione di sintesi
295
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Con Zsc = frazione costante del DMV calcolata alla sezione di chiusura;
Con Zssm = frazione costante del DMV calcolata alla sezione della stazione di misura;
Con Da e D0 = indici di alterazione idrologica.
Elementi di applicazione del DMV
L’analisi dell’applicazione della metodologia deliberata dall’ABR conduce a ritenere che
essa possa essere applicata su tutto il territorio regionale. Tuttavia, nella relazione proposta:
⎧⎪
Z
Q (t ) < Z
Qr ( t ) = ⎨
⎪⎩ Z + c ( Q ( t ) − Z ) Q ( t ) > Z
si ritiene necessario procedere ad una diversa definizione del Fattore di permeabilità E
utilizzato nel calcolo della frazione costante del DMV:
Z = ABCDEFGH
Il valore E viene più opportunamente definito come Fattore di propensione al deflusso
profondo ed assume valori diversi per le differenti categorie individuabili in base alle
caratteristiche idrogeologiche seguenti.
I. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne alta, con
rilevante presenza di classi di permeabilità elevata (rocce effusive, formazioni
prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi, conglomerati,
brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici)
Fattore di propensione al deflusso profondo: E=2.0
(Fiume Ancinale, Fiume Argentino, Fiume Coscile, Fiume Lao, Torrente Raganello)
II. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne intermedia, con
rilevante presenza di classi di permeabilità media (ofioliti, metamorfiti di alto grado,
rocce intrusive, complessi sedimentari caotici, marne e marne calcaree, formazioni
gessoso-solfifere, evaporiti)
Fattore di propensione al deflusso profondo: E=1.0
(Fiumara Allaro, Fiume Angitola, Fiume Crati, Fiume Crocchio, Fiume Esaro, Fiume
Marepotamo, Fiume Mesima, Fiume Metramo, Fiume Neto, Fiume Petrace, Fiume
Savuto, Fiume Tacina, Fiume Trionto)
III. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne bassa, con
rilevante presenza di classi di permeabilità bassa (metamorfiti di vario, medio e basso
Relazione di sintesi
296
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
grado, argilloscisti, argille) e corsi d’acqua a deflusso discontinuo (fiumare), con
portata estiva nulla in zone di pianura, queste ultime caratterizzate da rilevante
presenza di classi di permeabilità elevata (alluvioni e terreni misti - rocce effusive,
formazioni prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi,
conglomerati, brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici)
Fattore di propensione al deflusso profondo: E=0.5
(Fiumara Amendolea, Fiumara Buonamico, Fiumara Budello, Fiumara Calopinace,
Fiumara della Ruffa, Fiumara di Gallico, Fiumara Laverde, Fiumara Novito, Fiume
Amato, Fiume Corace, Fiume Esaro di Crotone, Fiume Nicà, Torrente Fiumarella,
Torrente Turrina)
Inoltre, per i corsi d’acqua appartenenti:
‐
alla categoria III;
‐
alle categorie I, II con ricorrenza di deflussi pari a zero nel periodo estivo;
allo scopo di non acuire le pronunciate magre estive, è previsto un valore Z pari all’intero
deflusso nel periodo giugno-settembre, ossia il rilascio dell’intera portata in transito
sull’intera asta fluviale e affluenti.
Ne conseguono i seguenti valori di E, Z (Tab.96):
Categoria
E
ottobre-maggio
giugno-settembre
Z
Z
Fiumara Allaro
II
1
0.40
intero deflusso
Fiumara Amendolea
III
0.5
0.25
intero deflusso
Fiumara Bonamico
III
0.5
0.21
intero deflusso
Fiumara Budello
III
0.5
0.11
intero deflusso
Fiumara Calopinace
III
0.5
0.07
intero deflusso
Fiumara della Ruffa
III
0.5
0.07
intero deflusso
Fiumara di Gallico
III
0.5
0.08
intero deflusso
Fiumara La Verde
III
0.5
0.18
intero deflusso
Fiumara Novito
III
0.5
0.08
intero deflusso
Fiume Amato
III
0.5
0.57
intero deflusso
Fiume Ancinale
II
2
1.06
intero deflusso
Fiume Angitola
II
1
0.44
0.44
Fiume Argentino
I
2
0.70
0.70
Fiume Corace
III
0.5
0.38
intero deflusso
Fiume Coscile
I
2
2.07
2.07
Fiume Crati
II
1
8.13
8.13
Fiume Crocchio
II
1
0.40
0.40
Relazione di sintesi
297
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Fiume Esaro
II
1
1.74
1.74
Fiume Esaro di Crotone
III
0.5
0.12
intero deflusso
Fiume Lao
I
2
3.99
3.99
Fiume Marepotamo
II
1
0.60
0.60
Fiume Mesima
II
1
1.89
1.89
Fiume Metramo
II
1
0.65
0.65
Fiume Neto
II
1
3.59
3.59
Fiume Nicà
III
0.5
0.22
intero deflusso
Fiume Petrace
II
1
1.18
1.18
Fiume Savuto
II
1
1.15
1.15
Fiume Tacina
II
1
1.31
1.31
Fiume Trionto
II
1
0.97
0.97
Torrente Fiumarella
III
0.5
0.04
intero deflusso
Torrente Raganello
I
2
0.76
intero deflusso
Torrente Turrina
III
0.5
0.07
intero deflusso
Tabella 96
Inoltre, per quanto concerne l’aliquota variabile del rilascio:
c(Q(t)-Z)
(c=0.1), si può assumere, per tutti i corsi d’acqua:
‐
per impianti ad acqua fluente (traverse): Q(t) pari alla portata istantanea in
transito (e quindi regolazione “in continuo” da ottenersi mediante opportuna
struttura degli organi di captazione);
‐
per impianti a serbatoio: Q(t) pari alla portata media mensile di cui alla
documentazione precedentemente allegata (e quindi regolazione a scala temporale
mensile)
Per il calcolo del DMV Z1 in sezioni diverse da quelle terminali, in via semplificativa, si
possono utilizzare gli stessi valori di Z ridotti in proporzione al rapporto fra l’area del bacino
sotteso A1 e l’area complessiva A:
(per il Crati a monte della confluenza del Coscile il valore di Z deve essere diminuito della
portata Z del Coscile, comprensiva di quella dell’Esaro).
Relazione di sintesi
298
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.3.2.1.2.2 Caratterizzazione quantitativa dei 32 bacini dei corpi idrici significativi
Di seguito si riporta la sintesi della caratterizzazione quantitativa per ciascun bacino
significativo o di interesse. Si rimanda all’Allegato E per una trattazione esaustiva.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Fiume Amato
Il bacino del fiume Amato ha una estensione planimetrica complessiva di 443.83 km2, con
sezione di chiusura coincidente con
la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 131.707 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 57.82 km
con una pendenza media dell’1.6%. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.76.
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda
della presenza o meno del futuro invaso del Melito nel bacino del fiume Corace. Il primo
scenario considera la situazione attuale, mentre il secondo prevede che il sottobacino del
fiume Amato sotteso in località Serrastretta sia allacciato all’invaso del Melito.
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
Nella parte alta della scheda è redatta una tabella riassuntiva riportata di seguito (uguale per
tutti i 32 bacini dei corpi idrici significativi), che sintetizza i valori annuali del bilancio per il
bacino idrografico, sia per l’anno medio che per l’anno scarso, dove:
-
Deflusso naturale è il volume defluito verso il nodo di valle del tratto in condizioni
naturali, senza prelievi e utenze, ecc..
-
Deflusso idrico, è il volume defluito verso il nodo di valle considerando al netto
quindi di tutti i prelievi localizzati a monte della sezione di chiusura;
-
DMV 1, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di
chiusura del bacino, stimato con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino
Regionale;
Relazione di sintesi
299
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
DMV 2, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di
chiusura del bacino, stimato da approcci di natura idrologica, quali la stima dei
deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a
10 anni;
-
Disponibilità 1, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 1, ovvero quello
stimato con il metodo dell’ABR. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel
bacino idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze
e del deflusso minimo vitale;
-
Disponibilità 2, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 2, ovvero quello
riferito alla Q7-10. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel bacino
idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze e del
deflusso minimo vitale.
SCENARIO I
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
22.67
23.71
7.04
0.13
16.67
23.58
20.33
1
38,57
39,75
7,04
0,13
32,71
39,62
1
2
33,05
33,88
6,19
0,12
27,69
33,76
2
19.60
20.45
6.19
0.12
14.26
3
37,82
38,55
6,96
0,13
31,59
38,42
3
14.46
15.32
6.96
0.13
8.36
15.19
4
24,92
25,49
5,57
0,13
19,92
25,36
4
15.54
16.43
5.57
0.13
10.86
16.30
5
11,70
12,28
4,37
0,13
7,91
12,15
5
7.18
7.85
4.37
0.13
3.48
7.72
6
4,44
4,81
3,53
0,13
1,28
4,68
6
3.02
3.49
3.53
0.13
-0.04
3.36
7
2,81
3,50
3,08
0,13
0,42
3,37
7
1.37
2.16
3.08
0.13
-0.92
2.03
8
1,78
2,57
1,98
0,13
0,59
2,44
8
1.13
1.86
1.98
0.13
-0.12
1.73
9
3,35
4,07
3,40
0,13
0,67
3,94
9
3.02
3.72
3.40
0.13
0.32
3.59
4.69
10
5,73
6,68
3,75
0,13
2,93
6,55
10
3.88
4.82
3.75
0.13
1.07
11
10,37
11,51
4,10
0,13
7,41
11,38
11
6.60
7.67
4.10
0.13
3.57
7.54
12
34,49
35,92
6,64
0,13
29,28
35,79
12
12.55
16.50
6.64
0.13
9.86
16.37
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
14.40
14.84
2.63
0.05
12.21
14.79
Mese Naturale
1
8.46
8.85
2.63
0.05
6.22
8.80
2
13.66
14.01
2.56
0.05
11.45
13.96
2
8.10
8.45
2.56
0.05
5.89
8.40
3
14.12
14.39
2.60
0.05
11.79
14.34
3
5.40
5.72
2.60
0.05
3.12
5.67
4
9.61
9.84
2.15
0.05
7.69
9.79
4
6.00
6.34
2.15
0.05
4.19
6.29
5
4.37
4.59
1.63
0.05
2.96
4.54
5
2.68
2.93
1.63
0.05
1.30
2.88
6
1.71
1.86
1.36
0.05
0.50
1.81
6
1.16
1.35
1.36
0.05
-0.01
1.30
7
1.05
1.31
1.15
0.05
0.16
1.26
7
0.51
0.81
1.15
0.05
-0.34
0.76
8
0.66
0.96
0.74
0.05
0.22
0.91
8
0.42
0.69
0.74
0.05
-0.05
0.64
9
1.29
1.57
1.31
0.05
0.26
1.52
9
1.16
1.43
1.31
0.05
0.12
1.38
10
2.14
2.50
1.40
0.05
1.10
2.45
10
1.45
1.80
1.40
0.05
0.40
1.75
11
4.00
4.44
1.58
0.05
2.86
4.39
11
2.55
2.96
1.58
0.05
1.38
2.91
12
12.88
13.41
2.48
0.05
10.93
13.36
12
4.68
6.16
2.48
0.05
3.68
6.11
Tabella 97
Relazione di sintesi
300
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
I risultati mettono in luce dei deficit per l’area irrigua S. Ippolito sia in condizioni
idrologiche di anno medio che in condizioni idrologiche di anno scarso. Ciò è imputabile al
fatto che entrambe le aree irrigue sono alimentate da due affluenti del fiume Amato che nel
periodo estivo hanno portate medie molto basse non idonee a soddisfare i fabbisogni irrigui
richiesti. Non è garantito il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, nella
sezione di chiusura del bacino in condizioni di anno scarso nel periodo giugno - agosto.
SCENARIO II
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
22.67
19.21
7.04
0.13
12.17
19.08
1
38.57
31.57
7.04
0.13
24.53
31.44
1
2
33.05
26.74
6.19
0.12
20.55
26.62
2
19.60
16.89
6.19
0.12
10.70
16.77
3
37.82
30.26
6.96
0.13
23.30
30.13
3
14.46
12.26
6.96
0.13
5.30
12.13
4
24.92
20.16
5.57
0.13
14.59
20.03
4
15.54
12.96
5.57
0.13
7.39
12.83
5
11.70
9.70
4.37
0.13
5.33
9.57
5
7.18
6.50
4.37
0.13
2.13
6.37
6
4.44
3.91
3.53
0.13
0.38
3.78
6
3.02
2.67
3.53
0.13
-0.86
2.54
7
2.81
3.02
3.08
0.13
-0.06
2.89
7
1.37
1.80
3.08
0.13
-1.28
1.67
8
1.78
2.32
1.98
0.13
0.34
2.19
8
1.13
1.65
1.98
0.13
-0.33
1.52
9
3.35
3.57
3.40
0.13
0.17
3.44
9
3.02
3.31
3.40
0.13
-0.09
3.18
10
5.73
5.91
3.75
0.13
2.16
5.78
10
3.88
4.27
3.75
0.13
0.52
4.14
11
10.37
9.62
4.10
0.13
5.52
9.49
11
6.60
6.63
4.10
0.13
2.53
6.50
12
34.49
29.12
6.64
0.13
22.48
28.99
12
12.55
14.70
6.64
0.13
8.06
14.57
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
14.40
11.79
2.63
0.05
9.16
11.74
Mese Naturale
1
8.46
7.17
2.63
0.05
4.54
7.12
2
13.66
11.05
2.56
0.05
8.49
11.00
2
8.10
6.98
2.56
0.05
4.42
6.93
3
14.12
11.30
2.60
0.05
8.70
11.25
3
5.40
4.58
2.60
0.05
1.98
4.53
4
9.61
7.78
2.15
0.05
5.63
7.73
4
6.00
5.00
2.15
0.05
2.85
4.95
5
4.37
3.62
1.63
0.05
1.99
3.57
5
2.68
2.43
1.63
0.05
0.80
2.38
6
1.71
1.51
1.36
0.05
0.15
1.46
6
1.16
1.03
1.36
0.05
-0.33
0.98
7
1.05
1.13
1.15
0.05
-0.02
1.08
7
0.51
0.67
1.15
0.05
-0.48
0.62
8
0.66
0.86
0.74
0.05
0.12
0.81
8
0.42
0.62
0.74
0.05
-0.12
0.57
9
1.29
1.38
1.31
0.05
0.07
1.33
9
1.16
1.28
1.31
0.05
-0.03
1.23
10
2.14
2.21
1.40
0.05
0.81
2.16
10
1.45
1.59
1.40
0.05
0.19
1.54
11
4.00
3.71
1.58
0.05
2.13
3.66
11
2.55
2.56
1.58
0.05
0.98
2.51
12
12.88
10.87
2.48
0.05
8.39
10.82
12
4.68
5.49
2.48
0.05
3.01
5.44
Tabella 98
CRITICITA’
Tale scenario, per ciò che riguarda le aree irrigue, presenta le medesime condizioni di
criticità di quello osservato in precedenza; mentre si accentuano, maggiormente nel periodo
estivo, le criticità dovute al DMV stimato con il metodo dell’ABR in quanto vengono a
mancare nella sezione di chiusura i volumi destinati al futuro invaso del Melito.
Relazione di sintesi
301
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Allaro
Il bacino della fiumara Allaro, ha una estensione planimetrica complessiva (sezione di
chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio) di 130.118 km2. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 76.825 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 35.84 km
con una pendenza media del 2.85 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il
bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 1.9.
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 2
Disp. 1
Mese Naturale
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
13.21
10.43
9.42
2.62
0.78
6.80
8.64
11.10
9.71
2.06
0.70
7.65
9.01
2
7.73
6.75
2.06
0.70
4.69
6.05
3
13.35
11.71
2.38
0.78
9.33
10.93
3
8.23
7.23
2.38
0.78
4.85
6.45
4
8.94
7.67
1.92
0.75
5.75
6.92
4
6.40
5.60
1.92
0.75
3.68
4.85
5
5.32
4.26
1.58
0.78
2.68
3.48
5
3.57
2.77
1.58
0.78
1.19
1.99
6
2.99
1.42
1.32
0.75
0.10
0.67
6
2.02
0.61
1.32
0.75
-0.71
-0.14
7
2.13
0.42
1.26
0.78
-0.84
-0.36
7
1.36
0.00
1.26
0.78
-1.26
-0.78
-0.54
8
0.92
0.00
1.21
0.78
-1.21
-0.78
1.19
9
1.19
0.65
1.30
0.75
-0.65
-0.10
2.43
10
1.20
1.07
1.42
0.78
-0.35
0.29
4.31
11
3.15
2.83
1.61
0.75
1.22
2.08
12.36
12
6.69
5.75
2.54
0.78
3.21
4.97
9
10
11
12
2.63
3.68
5.72
14.75
1.94
3.21
5.06
13.14
1.21
11.37
Idrico
1
Disp. 2
2
0.24
0.78
Volumi mensili (hm )
15.67
1.48
2.62
3
)
1
8
13.99
DMV 1
3
0.78
1.30
-0.97
0.75
1.42
0.64
0.78
1.61
1.79
0.75
2.54
3.45
0.78
10.60
anno medio
anno scarso
3
3
Portate mensili (m /s)
Mese Naturale
Portate mensili (m /s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
5.85
5.22
0.98
0.29
4.24
4.93
Mese Naturale
1
3.89
3.52
0.98
0.29
2.54
3.23
2
4.59
4.01
0.85
0.29
3.16
3.72
2
3.20
2.79
0.85
0.29
1.94
2.50
3
4.98
4.37
0.89
0.29
3.48
4.08
3
3.07
2.70
0.89
0.29
1.81
2.41
4
3.45
2.96
0.74
0.29
2.22
2.67
4
2.47
2.16
0.74
0.29
1.42
1.87
5
1.99
1.59
0.59
0.29
1.00
1.30
5
1.33
1.03
0.59
0.29
0.44
0.74
6
1.15
0.55
0.51
0.29
0.04
0.26
6
0.78
0.24
0.51
0.29
-0.27
-0.05
7
0.79
0.16
0.47
0.29
-0.31
-0.13
7
0.51
0.00
0.47
0.29
-0.47
-0.29
8
0.55
0.09
0.45
0.29
-0.36
-0.20
8
0.34
0.00
0.45
0.29
-0.45
-0.29
9
1.01
0.75
0.50
0.29
0.25
0.46
9
0.46
0.25
0.50
0.29
-0.25
-0.04
10
1.37
1.20
0.53
0.29
0.67
0.91
10
0.45
0.40
0.53
0.29
-0.13
0.11
11
2.21
1.95
0.62
0.29
1.33
1.66
11
1.21
1.09
0.62
0.29
0.47
0.80
12
5.51
4.90
0.95
0.29
3.95
4.61
12
2.50
2.15
0.95
0.29
1.20
1.86
Tabella 99
CRITICITA’
I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nelle condizioni idrologiche di
anno scarso nei mesi di luglio ed agosto. Per ciò che concerne il Deflusso Minimo Vitale,
Relazione di sintesi
302
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
nei mesi estivi sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si
riescono a garantire nella sezione di chiusura i volumi necessari stimati con il metodo
dell’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale della
Fiumara Allaro di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue presenti nella zona di
Caulonia, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da sottolineare,
comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella letteratura
scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con
un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai fini del rilascio in
alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi. Pertanto, la presenza di
utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella sezione di chiusura del bacino
non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema biologico del corso d’acqua. E’ da
sottolineare, comunque, che anche considerando come DMV un valore pari alla Q7-10, si
hanno delle criticità negli stessi periodi rispetto al caso precedente, anche se in misura
minore.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Amendolea
Il bacino della fiumara Amendolea ha una estensione planimetrica complessiva di 150.377
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 69.648 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 38.9 km
con una pendenza media del 4.5%. Il valore della densità di drenaggio è 5.5 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.6.
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a
seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario
stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, il secondo
scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato
sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10
anni. Le caratteristiche della fiumara Amendolea sono quelle tipiche delle fiumare calabresi,
per le quali si hanno valori della Q7-10 prossimi allo zero. Pertanto nel secondo scenario è
stato considerato un rilascio dall’invaso del Menta pari al DMV stimato con il metodo
Relazione di sintesi
303
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dell’ABR, mentre nella sezione di chiusura si è fatto riferimento al valore della Q7-10 , la
quale per la fiumara Amendolea è risultata pari a zero.
Inoltre, il rilascio dell’invaso del Menta è stato incrementato nel periodo estivo di una
quantità idonea a soddisfare le esigenze idriche del comprensorio irriguo sito a valle della
fiumara dell’Amendolea.
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.65
7.44
2.28
5.16
1
4.09
1.60
2.28
-0.68
2
7.61
4.66
1.77
2.89
2
4.42
2.76
1.77
0.99
3
8.30
5.28
1.96
3.32
3
5.16
3.53
1.96
1.57
4
6.31
3.48
1.71
1.77
4
3.26
1.69
1.71
-0.02
5
2.55
1.39
1.37
0.02
5
2.07
1.23
1.37
-0.14
6
0.52
0.33
0.52
-0.19
6
0.31
0.23
0.52
-0.29
7
0.28
0.20
0.29
-0.09
7
0.17
0.16
0.29
-0.13
8
0.15
0.13
0.13
0.00
8
0.10
0.11
0.13
-0.02
9
0.85
0.69
0.86
-0.17
9
0.56
0.52
0.86
-0.34
10
2.17
1.47
1.34
0.13
10
0.53
0.49
1.34
-0.85
11
2.23
1.53
1.30
0.23
11
0.64
0.34
1.30
-0.96
12
8.62
5.28
1.98
3.30
12
2.38
1.53
1.98
-0.45
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
4.35
2.78
0.85
1.93
1
1.53
0.60
0.85
-0.25
2
3.14
1.93
0.73
1.20
2
1.83
1.14
0.73
0.41
3
3.10
1.97
0.73
1.24
3
1.93
1.32
0.73
0.59
4
2.43
1.34
0.66
0.68
4
1.26
0.65
0.66
-0.01
5
0.95
0.52
0.51
0.01
5
0.77
0.46
0.51
-0.05
6
0.20
0.13
0.20
-0.07
6
0.12
0.09
0.20
-0.11
7
0.11
0.07
0.11
-0.04
7
0.06
0.06
0.11
-0.05
8
0.05
0.05
0.05
0.00
8
0.04
0.04
0.05
-0.01
9
0.33
0.27
0.33
-0.06
9
0.22
0.20
0.33
-0.13
10
0.81
0.55
0.50
0.05
10
0.20
0.18
0.50
-0.32
11
0.86
0.59
0.50
0.09
11
0.25
0.13
0.50
-0.37
12
3.22
1.97
0.74
1.23
12
0.89
0.57
0.74
-0.17
Tabella 100
Relazione di sintesi
304
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
I risultano mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non
si riscontrano particolari criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili. Si
evidenziano, invece, delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del
Deflusso Minimo Vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio, agosto e
settembre in condizioni idrologiche di anno medio; nella quasi totalità dei mesi nella
condizione di anno scarso. Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo
estivo sono caratterizzate da deflussi superficiali nulli, giustificano le ipotesi di
alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta.
SCENARIO II
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.65
7.44
0.00
7.44
1
4.09
1.60
0.00
1.60
2
7.61
4.66
0.00
4.66
2
4.42
2.76
0.00
2.76
3
8.30
5.28
0.00
5.28
3
5.16
3.53
0.00
3.53
4
6.31
3.48
0.00
3.48
4
3.26
1.69
0.00
1.69
5
2.55
1.39
0.00
1.39
5
2.07
1.23
0.00
1.23
6
0.52
0.33
0.00
0.33
6
0.31
0.23
0.00
0.23
7
0.28
0.20
0.00
0.20
7
0.17
0.16
0.00
0.16
8
0.15
0.13
0.00
0.13
8
0.10
0.11
0.00
0.11
9
0.85
0.69
0.00
0.69
9
0.56
0.52
0.00
0.52
10
2.17
1.47
0.00
1.47
10
0.53
0.49
0.00
0.49
11
2.23
1.53
0.00
1.53
11
0.64
0.34
0.00
0.34
12
8.62
5.28
0.00
5.28
12
2.38
1.53
0.00
1.53
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
4.35
2.78
0.00
2.78
1
1.53
0.60
0.00
0.60
2
3.14
1.93
0.00
1.93
2
1.83
1.14
0.00
1.14
3
3.10
1.97
0.00
1.97
3
1.93
1.32
0.00
1.32
4
2.43
1.34
0.00
1.34
4
1.26
0.65
0.00
0.65
5
0.95
0.52
0.00
0.52
5
0.77
0.46
0.00
0.46
6
0.20
0.13
0.00
0.13
6
0.12
0.09
0.00
0.09
7
0.11
0.07
0.00
0.07
7
0.06
0.06
0.00
0.06
8
0.05
0.05
0.00
0.05
8
0.04
0.04
0.00
0.04
9
0.33
0.27
0.00
0.27
9
0.22
0.20
0.00
0.20
10
0.81
0.55
0.00
0.55
10
0.20
0.18
0.00
0.18
11
0.86
0.59
0.00
0.59
11
0.25
0.13
0.00
0.13
12
3.22
1.97
0.00
1.97
12
0.89
0.57
0.00
0.57
Tabella 101
Relazione di sintesi
305
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
Tale scenario si differenzia dal precedente solo nella valutazione del deflusso minimo vitale
alla sezione di chiusura del bacino. Il carattere di fiumara dell’Amendolea evidenzia che nei
mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso
minimo vitale anche nullo. In tal senso appare giustificata nei mesi estivi le ipotesi di
alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Ancinale
Il bacino del fiume Ancinale, ha una estensione planimetrica complessiva di 173.354 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 83.58 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 45.6 km con
una pendenza media del 2.1%. Il valore della densità di drenaggio è 4.19 km/km2. Il bacino
presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.79.
BILANCIO IDRICO
scenario anno scarso
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
14.11
18.82
3.70
0.91
15.12
17.91
1
22.83
31.50
3.70
0.91
27.80
30.59
1
2
16.37
22.53
2.90
0.82
19.63
21.71
2
10.71
13.80
2.90
0.82
10.90
12.98
3
19.54
26.78
3.37
0.91
23.41
25.87
3
12.68
15.89
3.37
0.91
12.52
14.98
4
13.06
17.73
2.67
0.88
15.06
16.85
4
10.08
13.28
2.67
0.88
10.61
12.40
5
8.20
11.29
2.22
0.91
9.07
10.38
5
6.03
8.05
2.22
0.91
5.83
7.14
6
4.88
6.89
1.84
0.88
5.05
6.01
6
3.40
4.61
1.84
0.88
2.77
3.73
7
3.65
5.19
1.77
0.91
3.42
4.28
7
2.29
3.15
1.77
0.91
1.38
2.24
8
2.63
3.77
1.66
0.91
2.11
2.86
8
1.72
2.39
1.66
0.91
0.73
1.48
9
3.62
5.17
1.74
0.88
3.43
4.29
9
2.01
2.89
1.74
0.88
1.15
2.01
10
6.12
8.25
2.01
0.91
6.24
7.34
10
2.01
3.00
2.01
0.91
0.99
2.09
11
8.41
11.21
2.20
0.88
9.01
10.33
11
5.29
6.82
2.20
0.88
4.62
5.94
12
21.52
29.38
3.56
0.91
25.82
28.47
12
9.54
12.68
3.56
0.91
9.12
11.77
Relazione di sintesi
306
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
8.53
11.76
1.38
0.34
10.38
11.42
1
5.27
7.02
1.38
0.34
5.64
6.68
2
6.77
9.31
1.20
0.34
8.11
8.97
2
4.43
5.70
1.20
0.34
4.50
5.36
3
7.29
10.00
1.26
0.34
8.74
9.66
3
4.74
5.93
1.26
0.34
4.67
5.59
4
5.04
6.84
1.03
0.34
5.81
6.50
4
3.89
5.12
1.03
0.34
4.09
4.78
5
3.06
4.21
0.83
0.34
3.38
3.87
5
2.25
3.01
0.83
0.34
2.18
2.67
6
1.88
2.66
0.71
0.34
1.95
2.32
6
1.31
1.78
0.71
0.34
1.07
1.44
7
1.36
1.94
0.66
0.34
1.28
1.60
7
0.86
1.18
0.66
0.34
0.52
0.84
8
0.98
1.41
0.62
0.34
0.79
1.07
8
0.64
0.89
0.62
0.34
0.27
0.55
9
1.40
2.00
0.67
0.34
1.33
1.66
9
0.78
1.11
0.67
0.34
0.44
0.77
10
2.28
3.08
0.75
0.34
2.33
2.74
10
0.75
1.12
0.75
0.34
0.37
0.78
11
3.24
4.33
0.85
0.34
3.48
3.99
11
2.04
2.63
0.85
0.34
1.78
2.29
12
8.03
10.97
1.33
0.34
9.64
10.63
12
3.56
4.73
1.33
0.34
3.40
4.39
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 102
CRITICITA’
I risultati non mostrano particolari condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di
anno medio che in condizioni “scarse”.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Angitola
Il bacino del fiume Angitola ha una estensione planimetrica complessiva di 190.086 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 73.581 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 27.97 km
con una pendenza media del 2.83%. Il valore della densità di drenaggio è 2.94 km/km2.
Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.50.
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a
seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario
stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, mentre il
secondo prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato
sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10
anni. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
Relazione di sintesi
307
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
scenario anno scarso
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
13.82
13.62
1.79
11.83
1
7.45
7.29
1.79
5.50
2
12.50
12.18
1.55
10.63
2
7.00
6.78
1.55
5.23
3
14.31
13.84
1.69
12.15
3
7.28
7.01
1.69
5.32
4
10.63
10.14
1.50
8.64
4
8.39
8.02
1.50
6.52
5
6.63
5.76
1.42
4.34
5
6.12
5.32
1.42
3.90
6
3.25
1.64
1.35
0.29
6
2.37
1.49
1.35
0.14
7
2.36
1.48
1.34
0.14
7
1.20
1.31
1.34
-0.03
8
1.63
1.35
1.34
0.01
8
1.01
1.29
1.34
-0.05
9
2.30
1.42
1.30
0.12
9
1.31
1.30
1.30
0.00
10
3.25
1.67
1.39
0.28
10
1.87
1.49
1.39
0.10
11
3.95
1.88
1.48
0.40
11
2.62
1.71
1.48
0.23
12
12.58
7.35
1.85
5.50
12
7.94
3.17
1.85
1.32
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
5.16
5.09
0.67
4.42
1
2.78
2.72
0.67
2.05
2
5.17
5.03
0.64
4.39
2
2.89
2.80
0.64
2.16
3
5.34
5.17
0.63
4.54
3
2.72
2.62
0.63
1.99
4
4.10
3.91
0.58
3.33
4
3.24
3.09
0.58
2.51
5
2.47
2.15
0.53
1.62
5
2.28
1.98
0.53
1.45
6
1.25
0.63
0.52
0.11
6
0.91
0.58
0.52
0.06
7
0.88
0.55
0.50
0.05
7
0.45
0.49
0.50
-0.01
8
0.61
0.50
0.50
0.00
8
0.38
0.48
0.50
-0.02
9
0.89
0.55
0.50
0.05
9
0.51
0.50
0.50
0.00
10
1.21
0.62
0.52
0.10
10
0.70
0.56
0.52
0.04
11
1.53
0.72
0.57
0.15
11
1.01
0.66
0.57
0.09
12
4.70
2.74
0.69
2.05
12
2.97
1.18
0.69
0.49
Tabella 103
CRITICITA’
Il bilancio idrico sul bacino dell’Angitola non mostra problemi rilevanti sul comparto
irriguo sia in condizioni di regime idrologico “medio” che di anno scarso. In particolare per
la condizione idrologica di “anno scarso”, non è garantito il Minimo Deflusso Vitale,
stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nei mesi di luglio ed agosto.
Relazione di sintesi
308
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO II
scenario anno scarso
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
7.45
7.29
0.80
6.49
1
13.82
13.62
0.80
12.82
1
2
12.50
12.18
0.72
11.46
2
7.00
6.78
0.72
6.06
3
14.31
13.84
0.80
13.04
3
7.28
7.01
0.80
6.21
4
10.63
10.14
0.77
9.37
4
8.39
8.02
0.77
7.25
5
6.63
5.76
0.80
4.96
5
6.12
5.32
0.80
4.52
6
3.25
1.17
0.77
0.40
6
2.37
1.02
0.77
0.25
7
2.36
1.03
0.80
0.23
7
1.20
0.86
0.80
0.06
8
1.63
0.91
0.80
0.11
8
1.01
0.84
0.80
0.04
9
2.30
0.99
0.77
0.22
9
1.31
0.87
0.77
0.10
10
3.25
1.18
0.80
0.38
10
1.87
1.00
0.80
0.20
11
3.95
1.30
0.77
0.53
11
2.62
1.13
0.77
0.36
12
12.58
10.14
0.80
9.34
12
7.94
2.31
0.80
1.51
scenario anno scarso
scenario anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
5.16
5.09
0.30
4.79
1
2.78
2.72
0.30
2.42
2
5.17
5.03
0.30
4.73
2
2.89
2.80
0.30
2.50
3
5.34
5.17
0.30
4.87
3
2.72
2.62
0.30
2.32
4
4.10
3.91
0.30
3.61
4
3.24
3.09
0.30
2.79
5
2.47
2.15
0.30
1.85
5
2.28
1.98
0.30
1.68
6
1.25
0.45
0.30
0.15
6
0.91
0.39
0.30
0.09
7
0.88
0.38
0.30
0.08
7
0.45
0.32
0.30
0.02
8
0.61
0.34
0.30
0.04
8
0.38
0.31
0.30
0.01
9
0.89
0.38
0.30
0.08
9
0.51
0.34
0.30
0.04
10
1.21
0.44
0.30
0.14
10
0.70
0.37
0.30
0.07
11
1.53
0.50
0.30
0.20
11
1.01
0.44
0.30
0.14
12
4.70
3.79
0.30
3.49
12
2.97
0.86
0.30
0.56
Tabella 104
CRITICITA’
Lo scenario presente, caratterizzato da un Deflusso Minimo Vitale stimato con la Q7 - 10, non
presenta criticità idriche sia in condizioni idrologiche “medie” che “scarse”.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Argentino
Il bacino del fiume Argentino (sottobacino del Fiume Lao), ha una estensione planimetrica
complessiva di 65.87 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 42.89 km e la
lunghezza della sua asta principale è di circa 17.32 km con una pendenza media del 7.9%. Il
valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda,
evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.49.
Relazione di sintesi
309
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
6.11
5.91
1.58
1.34
4.33
4.57
1
3.15
3.02
1.58
1.34
1.44
1.68
2
4.78
4.60
1.35
1.21
3.25
3.39
2
2.58
2.43
1.35
1.21
1.08
1.22
3
5.11
4.90
1.47
1.34
3.43
3.56
3
2.65
2.51
1.47
1.34
1.04
1.17
4
3.65
3.44
1.30
1.30
2.14
2.14
4
2.36
2.19
1.30
1.30
0.89
0.89
5
2.60
2.37
1.23
1.34
1.14
1.03
5
1.59
1.41
1.23
1.34
0.18
0.07
6
2.03
1.81
1.14
1.30
0.67
0.51
6
1.34
1.16
1.14
1.30
0.02
-0.14
7
1.80
1.56
1.15
1.34
0.41
0.22
7
1.14
0.98
1.15
1.34
-0.17
-0.36
8
1.57
1.34
1.12
1.34
0.22
0.00
8
0.98
0.85
1.12
1.34
-0.27
-0.49
9
1.73
1.52
1.11
1.30
0.41
0.22
9
1.26
1.12
1.11
1.30
0.01
-0.18
10
2.08
1.88
1.18
1.34
0.70
0.54
10
1.48
1.36
1.18
1.34
0.18
0.02
11
3.54
3.37
1.30
1.30
2.07
2.07
11
2.16
2.05
1.30
1.30
0.75
0.75
12
6.83
6.65
1.66
1.34
4.99
5.31
12
3.00
2.88
1.66
1.34
1.22
1.54
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Mese Naturale
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
2.28
2.21
0.59
0.50
1.62
1.71
1
1.17
1.13
0.59
0.50
0.54
0.63
2
1.98
1.90
0.56
0.50
1.34
1.40
2
1.07
1.00
0.56
0.50
0.44
0.50
3
1.91
1.83
0.55
0.50
1.28
1.33
3
0.99
0.94
0.55
0.50
0.39
0.44
4
1.41
1.33
0.50
0.50
0.83
0.83
4
0.91
0.85
0.50
0.50
0.35
0.35
5
0.97
0.88
0.46
0.50
0.42
0.38
5
0.59
0.53
0.46
0.50
0.07
0.03
6
0.79
0.70
0.44
0.50
0.26
0.20
6
0.52
0.45
0.44
0.50
0.01
-0.05
7
0.67
0.58
0.43
0.50
0.15
0.08
7
0.42
0.36
0.43
0.50
-0.07
-0.14
8
0.58
0.50
0.42
0.50
0.08
0.00
8
0.37
0.32
0.42
0.50
-0.10
-0.18
9
0.67
0.59
0.43
0.50
0.16
0.09
9
0.49
0.43
0.43
0.50
0.00
-0.07
10
0.78
0.70
0.44
0.50
0.26
0.20
10
0.55
0.51
0.44
0.50
0.07
0.01
11
1.37
1.30
0.50
0.50
0.80
0.80
11
0.83
0.79
0.50
0.50
0.29
0.29
12
2.55
2.48
0.62
0.50
1.86
1.98
12
1.12
1.07
0.62
0.50
0.45
0.57
Mese Naturale
Tabella 105
CRITICITA’
I risultati mettono in luce che in situazioni siccitose si hanno delle criticità per ciò che
riguarda il deflusso minimo vitale. Infatti, secondo il metodo suggerito dall’Autorità di
Bacino Regionale, il DMV non appare garantito in condizioni di anno scarso nei mesi di
luglio ed agosto. Considerando, inoltre, un approccio idrologico per la stima del DMV, pari
alla portata Q7-10, le caratteristiche calcaree del bacino analizzato comportano delle
situazioni idriche del tutto analoghe al precedente metodo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Bonamico
Il bacino della fiumara Bonamico ha una estensione planimetrica complessiva di 136.433
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 62.637 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.68 km
Relazione di sintesi
310
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
con una pendenza media del 6.18 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.08 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.50.
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
15.03
14.99
2.62
0.00
12.37
14.99
1
7.43
7.41
2.62
0.00
4.79
7.41
2
9.47
9.33
1.96
0.00
7.37
9.33
2
8.17
8.09
1.96
0.00
6.13
8.09
3
12.82
12.63
2.38
0.00
10.25
12.63
3
6.96
6.84
2.38
0.00
4.46
6.84
4
7.51
7.33
1.81
0.00
5.52
7.33
4
5.21
5.07
1.81
0.00
3.26
5.07
5
3.72
3.56
1.47
0.00
2.09
3.56
5
2.82
2.70
1.47
0.00
1.23
2.70
6
1.52
1.42
1.22
0.00
0.20
1.42
6
1.14
1.08
1.22
0.00
-0.14
1.08
7
1.02
0.98
1.02
0.00
-0.04
0.98
7
0.77
0.74
1.02
0.00
-0.28
0.74
8
0.72
0.71
0.72
0.00
-0.01
0.71
8
0.51
0.52
0.72
0.00
-0.20
0.52
9
1.58
1.56
1.24
0.00
0.32
1.56
9
0.75
0.76
1.24
0.00
-0.48
0.76
10
2.97
2.67
1.42
0.00
1.25
2.67
10
0.92
0.95
1.42
0.00
-0.47
0.95
Mese Naturale
Mese Naturale
11
4.34
4.45
1.50
0.00
2.95
4.45
11
1.28
1.32
1.50
0.00
-0.18
1.32
12
12.26
12.34
2.33
0.00
10.01
12.34
12
3.36
3.38
2.33
0.00
1.05
3.38
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
5.61
5.60
0.98
0.00
4.62
5.60
Mese Naturale
1
2.77
2.77
0.98
0.00
1.79
2.77
2
3.91
3.86
0.81
0.00
3.05
3.86
2
3.38
3.34
0.81
0.00
2.53
3.34
3
4.79
4.71
0.89
0.00
3.82
4.71
3
2.60
2.55
0.89
0.00
1.66
2.55
4
2.90
2.83
0.70
0.00
2.13
2.83
4
2.01
1.96
0.70
0.00
1.26
1.96
5
1.39
1.33
0.55
0.00
0.78
1.33
5
1.05
1.01
0.55
0.00
0.46
1.01
6
0.59
0.55
0.47
0.00
0.08
0.55
6
0.44
0.42
0.47
0.00
-0.05
0.42
7
0.38
0.36
0.38
0.00
-0.02
0.36
7
0.29
0.28
0.38
0.00
-0.10
0.28
8
0.27
0.26
0.27
0.00
-0.01
0.26
8
0.19
0.19
0.27
0.00
-0.08
0.19
9
0.61
0.60
0.48
0.00
0.12
0.60
9
0.29
0.29
0.48
0.00
-0.19
0.29
10
1.11
1.00
0.53
0.00
0.47
1.00
10
0.34
0.35
0.53
0.00
-0.18
0.35
11
1.67
1.72
0.58
0.00
1.14
1.72
11
0.49
0.51
0.58
0.00
-0.07
0.51
12
4.58
4.61
0.87
0.00
3.74
4.61
12
1.25
1.26
0.87
0.00
0.39
1.26
Tabella 106
CRITICITA’
I risultati mettono in luce che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso
non è soddisfatto il vincolo fissato dal deflusso minimo vitale stimato con il metodo
suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del Bonamico evidenzia che nei mesi estivi la
portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno,
nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si
potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.
Relazione di sintesi
311
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Budello
Il bacino della fiumara Budello (codice 624) ha un’estensione planimetrica complessiva di
84.241 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro
dell’intero spartiacque è pari a 53.537 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa
6.3 km con una pendenza media dello 0.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 0.43
km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 1.6.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
8.18
8.08
1.45
0.00
6.63
8.08
1
4.93
4.91
1.45
0.00
3.46
4.91
2
5.71
5.52
1.14
0.00
4.38
5.52
2
3.22
3.07
1.14
0.00
1.93
3.07
3
6.09
5.97
1.23
0.00
4.74
5.97
3
3.80
3.74
1.23
0.00
2.51
3.74
4
5.43
5.29
1.14
0.00
4.15
5.29
4
3.29
3.23
1.14
0.00
2.09
3.23
5
2.66
2.56
0.88
0.00
1.68
2.56
5
1.81
1.78
0.88
0.00
0.90
1.78
6
0.82
0.13
0.67
0.00
-0.54
0.13
6
0.53
0.12
0.67
0.00
-0.55
0.12
7
0.49
0.09
0.48
0.00
-0.39
0.09
7
0.33
0.07
0.48
0.00
-0.41
0.07
8
0.29
0.06
0.29
0.00
-0.23
0.06
8
0.20
0.05
0.29
0.00
-0.24
0.05
9
0.67
0.53
0.67
0.00
-0.14
0.53
9
0.39
0.26
0.67
0.00
-0.41
0.26
10
1.25
1.26
0.75
0.00
0.51
1.26
10
0.68
0.75
0.75
0.00
0.00
0.75
11
2.11
2.18
0.80
0.00
1.38
2.18
11
0.85
0.93
0.80
0.00
0.13
0.93
12
6.46
6.48
1.26
0.00
5.22
6.48
12
2.20
2.24
1.26
0.00
0.98
2.24
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Mese Naturale
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
3.05
3.02
0.54
0.00
2.48
3.02
Mese Naturale
1
1.84
1.83
0.54
0.00
1.29
1.83
2
2.36
2.28
0.47
0.00
1.81
2.28
2
1.33
1.27
0.47
0.00
0.80
1.27
3
2.28
2.23
0.46
0.00
1.77
2.23
3
1.42
1.40
0.46
0.00
0.94
1.40
4
2.10
2.04
0.44
0.00
1.60
2.04
4
1.27
1.25
0.44
0.00
0.81
1.25
5
0.99
0.95
0.33
0.00
0.62
0.95
5
0.67
0.67
0.33
0.00
0.34
0.67
6
0.32
0.05
0.26
0.00
-0.21
0.05
6
0.21
0.05
0.26
0.00
-0.21
0.05
7
0.18
0.03
0.18
0.00
-0.15
0.03
7
0.12
0.03
0.18
0.00
-0.15
0.03
8
0.11
0.02
0.11
0.00
-0.09
0.02
8
0.07
0.02
0.11
0.00
-0.09
0.02
9
0.26
0.21
0.26
0.00
-0.05
0.21
9
0.15
0.10
0.26
0.00
-0.16
0.10
10
0.47
0.47
0.28
0.00
0.19
0.47
10
0.25
0.28
0.28
0.00
0.00
0.28
11
0.81
0.84
0.31
0.00
0.53
0.84
11
0.33
0.36
0.31
0.00
0.05
0.36
12
2.41
2.42
0.47
0.00
1.95
2.42
12
0.82
0.84
0.47
0.00
0.37
0.84
Tabella 107
CRITICITA’
I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo sia in condizioni di anno medio
che di anno scarso nel periodo giugno - agosto. Inoltre, nel periodo giugno - settembre non è
garantito il deflusso minimo vitale nella sezione di chiusura del bacino, valutato con il
Relazione di sintesi
312
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
metodo suggerito dall’ABR, poiché esso prevede un DMV pari alla portata idrologica media
transitata non potendo soddisfare quindi le richieste delle utenze irrigue. Il carattere di
fiumara del Budello evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è
molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare,
nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Calopinace
Il bacino della fiumara Calopinace, ha una estensione planimetrica complessiva di 53.46
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 44.502 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.87 km
con una pendenza media del 6.61%. Il valore della densità di drenaggio è 4.73 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.7.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
4.85
4.77
0.86
0.00
3.91
4.77
1
2.21
2.21
0.86
0.00
1.35
2.21
2
3.69
3.53
0.70
0.00
2.83
3.53
2
2.20
2.09
0.70
0.00
1.39
2.09
3
4.42
4.29
0.80
0.00
3.49
4.29
3
2.22
2.15
0.80
0.00
1.35
2.15
4
3.07
3.01
0.65
0.00
2.36
3.01
4
2.07
2.03
0.65
0.00
1.38
2.03
5
1.62
1.59
0.54
0.00
1.05
1.59
5
1.06
1.04
0.54
0.00
0.50
1.04
6
0.69
0.67
0.41
0.00
0.26
0.67
6
0.47
0.45
0.41
0.00
0.04
0.45
7
0.45
0.44
0.40
0.00
0.04
0.44
7
0.28
0.28
0.40
0.00
-0.12
0.28
8
0.28
0.27
0.29
0.00
-0.02
0.27
8
0.18
0.19
0.29
0.00
-0.10
0.19
9
0.46
0.46
0.39
0.00
0.07
0.46
9
0.38
0.40
0.39
0.00
0.01
0.40
10
0.97
0.89
0.46
0.00
0.43
0.89
10
0.36
0.43
0.46
0.00
-0.03
0.43
11
0.84
0.92
0.44
0.00
0.48
0.92
11
0.26
0.35
0.44
0.00
-0.09
0.35
12
3.29
3.35
0.70
0.00
2.65
3.35
12
0.92
1.01
0.70
0.00
0.31
1.01
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Mese Naturale
Relazione di sintesi
313
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
1.81
1.78
0.32
0.00
1.46
1.78
Mese Naturale
1
0.82
0.83
0.32
0.00
0.51
0.83
2
1.52
1.46
0.29
0.00
1.17
1.46
2
0.91
0.86
0.29
0.00
0.57
0.86
3
1.65
1.60
0.30
0.00
1.30
1.60
3
0.83
0.80
0.30
0.00
0.50
0.80
4
1.18
1.16
0.25
0.00
0.91
1.16
4
0.80
0.78
0.25
0.00
0.53
0.78
5
0.61
0.59
0.20
0.00
0.39
0.59
5
0.40
0.39
0.20
0.00
0.19
0.39
6
0.27
0.26
0.16
0.00
0.10
0.26
6
0.18
0.17
0.16
0.00
0.01
0.17
7
0.17
0.16
0.15
0.00
0.01
0.16
7
0.10
0.10
0.15
0.00
-0.05
0.10
8
0.11
0.10
0.11
0.00
-0.01
0.10
8
0.07
0.07
0.11
0.00
-0.04
0.07
9
0.18
0.18
0.15
0.00
0.03
0.18
9
0.15
0.16
0.15
0.00
0.01
0.16
10
0.36
0.33
0.17
0.00
0.16
0.33
10
0.14
0.16
0.17
0.00
-0.01
0.16
11
0.32
0.36
0.17
0.00
0.19
0.36
11
0.10
0.13
0.17
0.00
-0.04
0.13
12
1.23
1.25
0.26
0.00
0.99
1.25
12
0.35
0.38
0.26
0.00
0.12
0.38
Tabella 108
CRITICITA’
In condizioni idrologiche di anno scarso non si riesce a garantire il deflusso minimo vitale
previsto con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara
del Calopinace evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto
bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti l’ecosistema di tale bacino non
risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in
condizione di siccità meteorologica, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Corace
Il bacino del fiume Corace (codice 25) ha una estensione planimetrica complessiva di
294.41 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro
dell’intero spartiacque è pari a 113.256 km e la lunghezza della sua asta principale è di
circa 50.62 km con una pendenza media del 2.27%. Il valore della densità di drenaggio è
4.32 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un
coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.86.
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati tre diversi scenari. Tali scenari si
differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e della futura presenza della diga del
Melito ancora in fase di realizzazione (tabella seguente).
Relazione di sintesi
314
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Scenario
DMV
Diga Melito
I
ABR
No
II
Q7-10
No
III
ABR
Si
Tabella 109: Caratteristiche dei diversi scenari idrici
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno
idrologico medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di
disponibilità idrica naturale.
SCENARIO I
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
27.97
28.05
4.79
23.26
1
14.17
14.00
4.79
9.21
2
21.83
21.74
3.99
17.75
2
13.72
13.68
3.99
9.69
3
26.58
26.42
4.66
21.76
3
10.26
10.21
4.66
5.55
4
16.52
16.39
3.58
12.81
4
10.00
10.02
3.58
6.44
5
8.07
7.98
2.81
5.17
5
4.65
4.63
2.81
1.82
6
3.00
3.01
2.23
0.78
6
1.88
1.76
2.23
-0.47
7
1.72
1.81
1.71
0.10
7
1.10
0.90
1.71
-0.81
8
1.00
1.15
0.99
0.16
8
0.84
0.60
0.99
-0.39
9
1.93
2.13
1.92
0.21
9
1.99
1.73
1.92
-0.19
10
3.22
3.43
2.30
1.13
10
2.12
1.82
2.30
-0.48
11
5.86
6.15
2.51
3.64
11
3.28
2.97
2.51
0.46
12
21.26
21.50
4.12
17.38
12
8.13
7.85
4.12
3.73
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
10.44
10.47
1.79
8.68
1
5.29
5.23
1.79
3.44
2
9.03
8.99
1.65
7.34
2
5.67
5.65
1.65
4.00
3
9.92
9.87
1.74
8.13
3
3.83
3.81
1.74
2.07
4
6.37
6.32
1.38
4.94
4
3.86
3.86
1.38
2.48
5
3.01
2.98
1.05
1.93
5
1.74
1.73
1.05
0.68
6
1.16
1.16
0.86
0.30
6
0.72
0.68
0.86
-0.18
7
0.64
0.68
0.64
0.04
7
0.41
0.34
0.64
-0.30
8
0.37
0.43
0.37
0.06
8
0.31
0.22
0.37
-0.15
9
0.74
0.82
0.74
0.08
9
0.77
0.67
0.74
-0.07
10
1.20
1.28
0.86
0.42
10
0.79
0.68
0.86
-0.18
11
2.26
2.37
0.97
1.40
11
1.27
1.15
0.97
0.18
12
7.94
8.03
1.54
6.49
12
3.04
2.93
1.54
1.39
Tabella 110
Relazione di sintesi
315
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
In condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo giugno - ottobre, non è garantito il
deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nella
sezione di chiusura del bacino.
SCENARIO II
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
14.17
14.00
0.05
13.95
1
27.97
28.05
0.05
28.00
1
2
21.83
21.74
0.05
21.69
2
13.72
13.68
0.05
13.63
3
26.58
26.42
0.05
26.37
3
10.26
10.21
0.05
10.16
4
16.52
16.39
0.05
16.34
4
10.00
10.02
0.05
9.97
5
8.07
7.98
0.05
7.93
5
4.65
4.63
0.05
4.58
6
3.00
3.01
0.05
2.96
6
1.88
1.76
0.05
1.71
7
1.72
1.81
0.05
1.76
7
1.10
0.90
0.05
0.85
8
1.00
1.15
0.05
1.10
8
0.84
0.60
0.05
0.55
9
1.93
2.13
0.05
2.08
9
1.99
1.73
0.05
1.68
10
3.22
3.43
0.05
3.38
10
2.12
1.82
0.05
1.77
11
5.86
6.15
0.05
6.10
11
3.28
2.97
0.05
2.92
12
21.26
21.50
0.05
21.45
12
8.13
7.85
0.05
7.80
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
10.44
10.47
0.02
10.45
1
5.29
5.23
0.02
5.21
2
9.03
8.99
0.02
8.97
2
5.67
5.65
0.02
5.63
3
9.92
9.87
0.02
9.85
3
3.83
3.81
0.02
3.79
4
6.37
6.32
0.02
6.30
4
3.86
3.86
0.02
3.84
5
3.01
2.98
0.02
2.96
5
1.74
1.73
0.02
1.71
6
1.16
1.16
0.02
1.14
6
0.72
0.68
0.02
0.66
7
0.64
0.68
0.02
0.66
7
0.41
0.34
0.02
0.32
8
0.37
0.43
0.02
0.41
8
0.31
0.22
0.02
0.20
9
0.74
0.82
0.02
0.80
9
0.77
0.67
0.02
0.65
10
1.20
1.28
0.02
1.26
10
0.79
0.68
0.02
0.66
11
2.26
2.37
0.02
2.35
11
1.27
1.15
0.02
1.13
12
7.94
8.03
0.02
8.01
12
3.04
2.93
0.02
2.91
Tabella 111
CRITICITA’
Nello scenario attuale non si evidenziano condizioni di criticità. Ciò dimostra che il minimo
deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare
eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali.
Relazione di sintesi
316
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO III
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
27.97
14.46
4.79
9.67
1
14.00
8.06
4.79
3.27
2
21.83
10.71
3.99
6.72
2
13.68
8.47
3.99
4.48
3
26.58
19.37
4.66
14.71
3
10.21
7.01
4.66
2.35
10.02
5.97
3.58
2.39
4
16.52
15.57
3.58
11.99
4
5
8.07
4.93
2.81
2.12
5
4.63
3.86
2.81
1.05
6
3.00
2.94
2.23
0.71
6
1.76
2.37
2.23
0.14
7
1.72
2.18
1.71
0.47
7
0.90
1.72
1.71
0.01
8
1.00
1.42
0.99
0.43
8
0.60
1.21
0.99
0.22
9
1.93
2.56
1.92
0.64
9
1.73
2.53
1.92
0.61
10
3.22
3.56
2.30
1.26
10
1.82
2.79
2.30
0.49
11
5.86
4.73
2.51
2.22
11
2.97
3.55
2.51
1.04
12
21.26
12.05
4.12
7.93
12
7.85
5.89
4.12
1.77
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
10.44
5.40
1.79
3.61
1
5.23
3.01
1.79
1.22
2
9.03
4.43
1.65
2.78
2
5.65
3.50
1.65
1.85
3
9.92
7.23
1.74
5.49
3
3.81
2.62
1.74
0.88
4
6.37
6.01
1.38
4.63
4
3.86
2.30
1.38
0.92
5
3.01
1.84
1.05
0.79
5
1.73
1.44
1.05
0.39
6
1.16
1.13
0.86
0.27
6
0.68
0.92
0.86
0.06
7
0.64
0.81
0.64
0.17
7
0.34
0.64
0.64
0.00
8
0.37
0.53
0.37
0.16
8
0.22
0.45
0.37
0.08
9
0.74
0.99
0.74
0.25
9
0.67
0.98
0.74
0.24
10
1.20
1.33
0.86
0.47
10
0.68
1.04
0.86
0.18
11
2.26
1.82
0.97
0.85
11
1.15
1.37
0.97
0.40
12
7.94
4.50
1.54
2.96
12
2.93
2.20
1.54
0.66
Tabella 112
CRITICITA’
I risultati relativi alla presenza dell’invaso del Melito mostrano che per entrambe le
condizioni idrologiche di anno medio e di anno scarso non si rilevano particolari condizioni
di criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crati
Il bacino del fiume Crati, la cui estensione planimetrica complessiva (sezione di chiusura
2
coincidente con la foce sul Mar Ionio) è pari a 2447.79 km , si sviluppa con una depressione
tra i sistemi rocciosi dell’Appennino e della Sila. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a
circa 319.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 88.725 km con una
pendenza media dell’1.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino
Relazione di sintesi
317
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.82.
BILANCIO IDRICO
Per il bacino del fiume Crati sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del
bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo
fissato dall’ABR ed approccio idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di
Cameli (tabella seguente).
Scenario
DMV
Diga Cameli
I
ABR
No
II
Q7-10
No
III
ABR
Si
Tabella 113: Caratteristiche dei diversi scenari idrici
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
179.00
171.08
40.44
130.64
1
95.09
93.72
40.44
53.28
2
159.70
153.93
36.34
117.59
2
91.02
88.87
36.34
52.53
3
168.17
160.10
39.37
120.73
3
96.64
96.31
39.37
56.94
4
130.74
117.99
34.89
83.10
4
89.97
87.28
34.89
52.39
5
77.22
71.85
30.27
41.58
5
52.84
54.22
30.27
23.95
6
45.09
27.75
26.33
1.42
6
32.46
23.39
26.33
-2.94
7
34.52
21.51
26.01
-4.50
7
21.98
19.50
26.01
-6.51
8
26.59
19.41
25.20
-5.79
8
15.61
15.49
25.20
-9.71
9
31.92
24.45
25.01
-0.56
9
23.09
20.99
25.01
-4.02
10
41.44
39.67
26.68
12.99
10
29.49
27.57
26.68
0.89
11
69.47
69.31
28.77
40.54
11
42.48
38.10
28.77
9.33
12
166.08
158.24
39.16
119.08
12
81.02
77.26
39.16
38.10
Relazione di sintesi
318
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
66.83
63.87
15.10
48.77
1
35.50
34.99
15.10
19.89
2
66.01
63.63
15.02
48.61
2
37.62
36.74
15.02
21.72
3
62.79
59.77
14.70
45.07
3
36.08
35.96
14.70
21.26
4
50.44
45.52
13.46
32.06
4
34.71
33.67
13.46
20.21
5
28.83
26.83
11.30
15.53
5
19.73
20.24
11.30
8.94
6
17.39
10.71
10.16
0.55
6
12.52
9.02
10.16
-1.14
7
12.89
8.03
9.71
-1.68
7
8.21
7.28
9.71
-2.43
8
9.93
7.25
9.41
-2.16
8
5.83
5.78
9.41
-3.63
9
12.31
9.43
9.65
-0.22
9
8.91
8.10
9.65
-1.55
10
15.47
14.81
9.96
4.85
10
11.01
10.29
9.96
0.33
11
26.80
26.74
11.10
15.64
11
16.39
14.70
11.10
3.60
12
62.01
59.08
14.62
44.46
12
30.25
28.84
14.62
14.22
Tabella 114
CRITICITA’
Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei
mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste
criticità hanno riguardato in particolare:
- Le aree irrigue Destra Crati e Cino con condizioni di deficit nei mesi estivi, a causa dello
svuotamento del serbatoio di Tarsia.
- Le aree irrigue Coscile e Garga che, alimentate direttamente da alcune prese sui rispettivi
corsi d’acqua, mostrano delle sofferenze nei mesi estivi di luglio ed agosto in condizioni di
anno medio e nel periodo giugno - agosto in condizioni meteorologiche siccitose.
- Il sistema irriguo Farneto che, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV
stimato secondo le indicazioni dell’ABR, presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in
condizioni idrologiche di “anno scarso” imputabili allo svuotamento dell’invaso.
E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito
dall’ABR, non sono soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di
anno medio, e nel periodo giugno - settembre in condizioni idrologiche di anno scarso.
Relazione di sintesi
319
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO II
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
95.09
92.03
15.03
77.00
1
179.00
169.39
15.03
154.36
1
2
159.70
152.42
13.57
138.85
2
91.02
87.36
13.57
73.79
3
168.17
167.96
15.03
152.93
3
96.64
94.70
15.03
79.67
4
130.74
116.35
14.54
101.81
4
89.97
82.82
14.54
68.28
5
77.22
73.19
15.03
58.16
5
52.84
50.61
15.03
35.58
6
45.09
24.77
14.54
10.23
6
32.46
18.09
14.54
3.55
7
34.52
14.20
15.03
-0.83
7
21.98
12.65
15.03
-2.38
8
26.59
12.57
15.03
-2.46
8
15.61
10.34
15.03
-4.69
9
31.92
28.68
14.54
14.14
9
23.09
14.60
14.54
0.06
10
41.44
48.26
15.03
33.23
10
29.49
28.49
15.03
13.46
11
69.47
68.86
14.54
54.32
11
42.48
42.70
14.54
28.16
12
166.08
156.64
15.03
141.61
12
81.02
79.77
15.03
64.74
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
66.83
63.24
5.61
57.63
1
35.50
34.36
5.61
28.75
2
66.01
63.00
5.61
57.39
2
37.62
36.11
5.61
30.50
3
62.79
62.71
5.61
57.10
3
36.08
35.36
5.61
29.75
4
50.44
44.89
5.61
39.28
4
34.71
31.95
5.61
26.34
5
28.83
27.33
5.61
21.72
5
19.73
18.90
5.61
13.29
6
17.39
9.56
5.61
3.95
6
12.52
6.98
5.61
1.37
7
12.89
5.30
5.61
-0.31
7
8.21
4.72
5.61
-0.89
-1.75
8
9.93
4.69
5.61
-0.92
8
5.83
3.86
5.61
9
12.31
11.07
5.61
5.46
9
8.91
5.63
5.61
0.02
10
15.47
18.02
5.61
12.41
10
11.01
10.64
5.61
5.03
11
26.80
26.57
5.61
20.96
11
16.39
16.48
5.61
10.87
12
62.01
58.48
5.61
52.87
12
30.25
29.78
5.61
24.17
Tabella 115
CRITICITA’
In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo
vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul
comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino del Crati. In tale
scenario infatti non si hanno dei deficit , sia in condizioni idrologiche di anno medio che di
anno scarso, sui comparti irrigui di Mucone, Destra Crati e Cino, e sulle aree irrigue
alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40). Infine, nella sezione terminale del
bacino, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso nei mesi di luglio e
agosto non è garantito il deflusso minimo vitale (Q7-10).
Relazione di sintesi
320
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO III
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
179.00
171.01
40.44
130.57
1
95.09
93.64
40.44
53.20
2
159.70
153.85
36.34
117.51
2
91.02
88.80
36.34
52.46
3
168.17
159.98
39.37
120.61
3
96.64
96.20
39.37
56.83
4
130.74
117.99
34.89
83.10
4
89.97
87.28
34.89
52.39
5
77.22
71.85
30.27
41.58
5
52.84
54.22
30.27
23.95
6
45.09
27.75
26.33
1.42
6
32.46
23.63
26.33
-2.70
7
34.52
21.88
26.01
-4.13
7
21.98
20.56
26.01
-5.45
8
26.59
19.45
25.20
-5.75
8
15.61
16.40
25.20
-8.80
9
31.92
24.45
25.01
-0.56
9
23.09
21.16
25.01
-3.85
10
41.44
39.67
26.68
12.99
10
29.49
27.57
26.68
0.89
11
69.47
65.22
28.77
36.45
11
42.48
38.10
28.77
9.33
12
166.08
156.25
39.16
117.09
12
81.02
76.38
39.16
37.22
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
66.83
63.85
15.10
48.75
1
35.50
34.96
15.10
19.86
2
66.01
63.60
15.02
48.58
2
37.62
36.71
15.02
21.69
3
62.79
59.73
14.70
45.03
3
36.08
35.92
14.70
21.22
4
50.44
45.52
13.46
32.06
4
34.71
33.67
13.46
20.21
5
28.83
26.83
11.30
15.53
5
19.73
20.24
11.30
8.94
6
17.39
10.71
10.16
0.55
6
12.52
9.12
10.16
-1.04
7
12.89
8.17
9.71
-1.54
7
8.21
7.68
9.71
-2.03
8
9.93
7.26
9.41
-2.15
8
5.83
6.12
9.41
-3.29
9
12.31
9.43
9.65
-0.22
9
8.91
8.16
9.65
-1.49
10
15.47
14.81
9.96
4.85
10
11.01
10.29
9.96
0.33
11
26.80
25.16
11.10
14.06
11
16.39
14.70
11.10
3.60
12
62.01
58.34
14.62
43.72
12
30.25
28.52
14.62
13.90
Tabella 116
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che
riguarda sia le aree irrigue Cino e Destra Crati che le condizioni di criticità circa il deflusso
minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso
di Cameli, con un volume utile da destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce
notevoli benefici sull’intera area irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle
condizioni di criticità, in condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo
Farneto (Basso Esaro, Quota 40), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata
ipotizzata una fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli.
Relazione di sintesi
321
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Coscile
Il bacino del fiume Coscile (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica
complessiva di 405.551 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 99.089 km e la
lunghezza della sua asta principale è di circa 30.67 km con una pendenza media del 4.78 %.
Il valore della densità di drenaggio è 2.55 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale
rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.38.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
23.55
23.14
5.36
-
17.78
-
1
12.36
12.00
5.36
-
6.64
-
2
20.35
19.87
4.74
-
15.13
-
2
10.98
10.55
4.74
-
5.81
-
3
20.00
19.44
5.01
-
14.43
-
3
9.23
8.75
5.01
-
3.74
-
4
14.62
13.35
4.35
-
9.00
-
4
8.93
7.81
4.35
-
3.46
-
5
9.98
8.20
3.99
-
4.21
-
5
5.82
4.24
3.99
-
0.25
-
6
7.62
0.88
3.65
-
-2.77
-
6
4.93
0.56
3.65
-
-3.09
-
7
6.85
0.77
3.70
-
-2.93
-
7
4.31
0.48
3.70
-
-3.22
-
8
6.05
0.66
3.62
-
-2.96
-
8
3.81
0.41
3.62
-
-3.21
-
9
7.25
4.95
3.63
-
1.32
-
9
5.34
3.28
3.63
-
-0.35
-
10
8.77
8.21
3.88
-
4.33
-
10
6.14
5.83
3.88
-
1.95
-
11
12.41
11.93
4.15
-
7.78
-
11
6.47
6.19
4.15
-
2.04
-
12
23.78
23.37
5.38
-
17.99
-
12
11.94
11.61
5.38
-
6.23
-
Mese Naturale
Mese Naturale
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
8.79
8.64
2.00
-
6.64
-
1
4.61
4.48
2.00
-
2.48
-
2
8.41
8.21
1.96
-
6.25
-
2
4.54
4.36
1.96
-
2.40
-
3
7.47
7.26
1.87
-
5.39
-
3
3.44
3.27
1.87
-
1.40
-
4
5.64
5.15
1.68
-
3.47
-
4
3.44
3.01
1.68
-
1.33
-
5
3.72
3.06
1.49
-
1.57
-
5
2.17
1.58
1.49
-
0.09
-
6
2.94
0.34
1.41
-
-1.07
-
6
1.90
0.22
1.41
-
-1.19
-
7
2.56
0.29
1.38
-
-1.09
-
7
1.61
0.18
1.38
-
-1.20
-
8
2.26
0.25
1.35
-
-1.10
-
8
1.42
0.15
1.35
-
-1.20
-
9
2.80
1.91
1.40
-
0.51
-
9
2.06
1.26
1.40
-
-0.14
-
10
3.28
3.06
1.45
-
1.61
-
10
2.29
2.18
1.45
-
0.73
-
11
4.79
4.60
1.60
-
3.00
-
11
2.50
2.39
1.60
-
0.79
-
12
8.88
8.72
2.01
-
6.71
-
12
4.46
4.33
2.01
-
2.32
-
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 117
CRITICITA’
I risultati mettono in luce delle condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di anno
medio che di anno scarso sui comparti irrigui nei mesi estivi, dove si raggiungono deficit
quasi del 60%. Emergono, inoltre, dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale.
Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Coscile, caratterizzato da deflussi estivi
Relazione di sintesi
322
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che,
nel caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo
dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo
per redigere il DMV del Coscile che, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di
anno scarso, non appare garantito nel periodo estivo in corrispondenza della sezione di
chiusura del bacino. Tale situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale del
fiume Coscile di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue ‘Garga’ e ‘Coscile’,
privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro
Il bacino del fiume Esaro (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica
complessiva di 542.89 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 132.94 km e la
lunghezza della sua asta principale è di circa 40 km con una pendenza media dell’1.67 %. Il
valore della densità di drenaggio è 3.34 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale
rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.6 .
BILANCIO IDRICO
Sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del bilancio idrico. Tali scenari si
differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo fissato dall’ABR ed approccio
idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di Cameli (tabella 118).
Scenario
DMV
Diga Cameli
I
ABR
No
II
Q7-10
No
III
ABR
Si
Tabella 118: Caratteristiche dei diversi scenari idrici
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
Relazione di sintesi
323
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
1
45.31
44.73
9.35
35.38
1
17.21
16.78
9.35
7.43
2
39.92
39.21
8.35
30.86
2
21.55
20.91
8.35
12.56
3
41.34
40.35
8.95
31.40
3
22.93
22.06
8.95
13.11
4
30.32
17.83
7.70
10.13
4
20.33
13.56
7.70
5.86
5
18.20
11.23
6.64
4.59
5
11.08
8.15
6.64
1.51
6
10.94
7.48
5.75
1.73
6
7.08
5.93
5.75
0.18
7
8.45
6.31
5.65
0.66
7
5.27
5.14
5.65
-0.51
8
6.51
5.35
5.46
-0.11
8
4.10
3.29
5.46
-2.17
9
7.68
6.00
5.42
0.58
9
5.61
4.97
5.42
-0.45
10
9.90
7.27
5.81
1.46
10
6.99
6.23
5.81
0.42
11
19.53
18.70
6.61
12.09
11
10.68
9.77
6.61
3.16
12
41.56
41.08
8.97
32.11
12
22.56
18.52
8.97
9.55
anno medio
Disponibilità
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
16.92
16.70
3.49
13.21
1
6.43
6.26
3.49
2.77
2
16.50
16.21
3.45
12.76
2
8.91
8.64
3.45
5.19
3
15.43
15.07
3.34
11.73
3
8.56
8.24
3.34
4.90
4
11.70
6.88
2.97
3.91
4
7.84
5.23
2.97
2.26
5
6.79
4.19
2.48
1.71
5
4.14
3.04
2.48
0.56
6
4.22
2.89
2.22
0.67
6
2.73
2.29
2.22
0.07
7
3.16
2.35
2.11
0.24
7
1.97
1.92
2.11
-0.19
8
2.43
2.00
2.04
-0.04
8
1.53
1.23
2.04
-0.81
9
2.96
2.32
2.09
0.23
9
2.17
1.92
2.09
-0.17
10
3.70
2.71
2.17
0.54
10
2.61
2.33
2.17
0.16
11
7.54
7.21
2.55
4.66
11
4.12
3.77
2.55
1.22
12
15.52
15.34
3.35
11.99
12
8.42
6.91
3.35
3.56
Tabella 119
CRITICITA’
Per il presente scenario emergono delle criticità sul sistema irriguo che, per effetto degli
abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV stimato secondo le indicazioni dell’ABR,
presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in condizioni idrologiche di “anno scarso”
imputabili allo svuotamento dell’invaso. E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste
dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono soddisfatte nel mese di agosto
in condizioni idrologiche di anno medio, e nel periodo luglio - settembre in condizioni
idrologiche di anno scarso.
Relazione di sintesi
324
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO II
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
17.21
16.78
1.04
15.74
1
45.31
44.73
1.04
43.69
1
2
39.92
39.21
0.94
38.27
2
21.55
20.91
0.94
19.97
3
41.34
40.35
1.04
39.31
3
22.93
22.06
1.04
21.02
4
30.32
14.73
1.01
13.72
4
20.33
10.45
1.01
9.44
5
18.20
13.58
1.04
12.54
5
11.08
5.55
1.04
4.51
6
10.94
5.28
1.01
4.27
6
7.08
3.73
1.01
2.72
7
8.45
4.17
1.04
3.13
7
5.27
3.00
1.04
1.96
8
6.51
3.30
1.04
2.26
8
4.10
2.44
1.04
1.40
9
7.68
3.96
1.01
2.95
9
5.61
3.33
1.01
2.32
10
9.90
15.64
1.04
14.60
10
6.99
4.02
1.04
2.98
11
19.53
19.19
1.01
18.18
11
10.68
9.22
1.01
8.21
12
41.56
41.08
1.04
40.04
12
22.56
22.19
1.04
21.15
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
16.92
16.70
0.39
16.31
1
6.43
6.26
0.39
5.87
2
16.50
16.21
0.39
15.82
2
8.91
8.64
0.39
8.25
3
15.43
15.07
0.39
14.68
3
8.56
8.24
0.39
7.85
4
11.70
5.68
0.39
5.29
4
7.84
4.03
0.39
3.64
5
6.79
5.07
0.39
4.68
5
4.14
2.07
0.39
1.68
6
4.22
2.04
0.39
1.65
6
2.73
1.44
0.39
1.05
7
3.16
1.56
0.39
1.17
7
1.97
1.12
0.39
0.73
8
2.43
1.23
0.39
0.84
8
1.53
0.91
0.39
0.52
9
2.96
1.53
0.39
1.14
9
2.17
1.29
0.39
0.90
10
3.70
5.84
0.39
5.45
10
2.61
1.50
0.39
1.11
11
7.54
7.40
0.39
7.01
11
4.12
3.56
0.39
3.17
12
15.52
15.34
0.39
14.95
12
8.42
8.28
0.39
7.89
Tabella 120
CRITICITA’
In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo
vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul
comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino dell’Esaro. In
tale scenario infatti non si hanno dei deficit, sia in condizioni idrologiche di anno medio che
di anno scarso, sulle aree irrigue alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40).
Relazione di sintesi
325
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO III
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
17.21
16.70
9.35
Disponibilità
7.35
1
45.31
44.66
9.35
35.31
1
2
39.92
39.14
8.35
30.79
2
21.55
20.84
8.35
12.49
3
41.34
40.24
8.95
31.29
3
22.93
21.95
8.95
13.00
4
30.32
17.83
7.70
10.13
4
20.33
13.56
7.70
5.86
5
18.20
11.23
6.64
4.59
5
11.08
8.15
6.64
1.51
6
10.94
7.48
5.75
1.73
6
7.08
5.93
5.75
0.18
7
8.45
6.31
5.65
0.66
7
5.27
5.14
5.65
-0.51
8
6.51
5.35
5.46
-0.11
8
4.10
3.46
5.46
-2.00
9
7.68
6.00
5.42
0.58
9
5.61
4.96
5.42
-0.46
10
9.90
7.27
5.81
1.46
10
6.99
6.23
5.81
0.42
11
19.53
14.61
6.61
8.00
11
10.68
9.77
6.61
3.16
12
41.56
39.08
8.97
30.11
12
22.56
17.65
8.97
8.68
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
16.92
16.67
3.49
13.18
1
6.43
6.24
3.49
2.75
2
16.50
16.18
3.45
12.73
2
8.91
8.61
3.45
5.16
3
15.43
15.02
3.34
11.68
3
8.56
8.19
3.34
4.85
4
11.70
6.88
2.97
3.91
4
7.84
5.23
2.97
2.26
5
6.79
4.19
2.48
1.71
5
4.14
3.04
2.48
0.56
6
4.22
2.89
2.22
0.67
6
2.73
2.29
2.22
0.07
7
3.16
2.35
2.11
0.24
7
1.97
1.92
2.11
-0.19
8
2.43
2.00
2.04
-0.04
8
1.53
1.29
2.04
-0.75
9
2.96
2.32
2.09
0.23
9
2.17
1.91
2.09
-0.18
10
3.70
2.71
2.17
0.54
10
2.61
2.33
2.17
0.16
11
7.54
5.64
2.55
3.09
11
4.12
3.77
2.55
1.22
12
15.52
14.59
3.35
11.24
12
8.42
6.59
3.35
3.24
Tabella 121
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che
riguarda le condizioni di criticità circa il deflusso minimo vitale stimato con il metodo
dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso di Cameli, con un volume utile da
destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce notevoli benefici sull’intera area
irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle condizioni di criticità, in
condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo Farneto (Basso Esaro,
Sinistra Crati), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata ipotizzata una
fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli.
Relazione di sintesi
326
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crocchio
Il bacino del fiume Crocchio, ha una estensione planimetrica complessiva di 129.693 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 83.399 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 40.74 km
con una pendenza media del 3.9 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.0 km/km2. Il
bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 2.06.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
7.46
7.47
1.71
0.54
5.76
6.93
1
2.15
2.17
1.71
0.54
0.46
1.63
2
5.64
5.64
1.43
0.00
4.21
5.64
2
2.40
2.41
1.43
0.48
0.98
1.93
3
8.00
8.00
1.77
0.54
6.23
7.46
3
1.89
1.90
1.77
0.54
0.13
1.36
4
5.34
4.64
1.45
0.52
3.19
4.12
4
1.72
1.03
1.45
0.52
-0.42
0.51
5
3.99
3.27
1.37
0.54
1.90
2.73
5
1.18
0.47
1.37
0.54
-0.90
-0.07
6
2.60
1.90
1.19
0.52
0.71
1.38
6
0.62
0.00
1.19
0.52
-1.19
-0.52
7
1.95
1.24
1.15
0.54
0.09
0.70
7
0.57
0.00
1.15
0.54
-1.15
-0.54
8
1.42
0.70
1.10
0.54
-0.40
0.16
8
0.46
0.00
1.10
0.54
-1.10
-0.54
9
1.57
0.88
1.09
0.52
-0.21
0.36
9
0.95
0.26
1.09
0.52
-0.83
-0.26
10
2.14
1.42
1.18
0.54
0.24
0.88
10
0.84
0.13
1.18
0.54
-1.05
-0.41
11
2.44
2.45
1.17
0.52
1.28
1.93
11
0.68
0.69
1.17
0.52
-0.48
0.17
12
6.33
6.35
1.58
0.54
4.77
5.81
12
1.07
1.08
1.58
0.54
-0.50
0.54
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Mese Naturale
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
2.78
2.79
0.64
0.20
2.15
2.59
Mese Naturale
1
0.80
0.81
0.64
0.20
0.17
0.61
2
2.33
2.33
0.59
0.20
1.74
2.13
2
0.99
1.00
0.59
0.20
0.41
0.80
3
2.99
2.99
0.66
0.20
2.33
2.79
3
0.71
0.71
0.66
0.20
0.05
0.51
4
2.06
1.79
0.56
0.20
1.23
1.59
4
0.66
0.40
0.56
0.20
-0.16
0.20
5
1.49
1.22
0.51
0.20
0.71
1.02
5
0.44
0.18
0.51
0.20
-0.33
-0.02
6
1.00
0.73
0.46
0.20
0.27
0.53
6
0.24
0.00
0.46
0.20
-0.46
-0.20
7
0.73
0.46
0.43
0.20
0.03
0.26
7
0.21
0.00
0.43
0.20
-0.43
-0.20
8
0.53
0.26
0.41
0.20
-0.15
0.06
8
0.17
0.00
0.41
0.20
-0.41
-0.20
9
0.61
0.34
0.42
0.20
-0.08
0.14
9
0.37
0.10
0.42
0.20
-0.32
-0.10
10
0.80
0.53
0.44
0.20
0.09
0.33
10
0.31
0.05
0.44
0.20
-0.39
-0.15
11
0.94
0.94
0.45
0.20
0.49
0.74
11
0.26
0.27
0.45
0.20
-0.18
0.07
12
2.36
2.37
0.59
0.20
1.78
2.17
12
0.40
0.40
0.59
0.20
-0.19
0.20
Tabella 122
Relazione di sintesi
327
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
I risultati mostrano che in condizioni idrologiche di anno scarso, nel periodo giugno agosto, si hanno dei deficit per ciò che concerne la derivazione sull’asta terminale del Fiume
Crocchio. Elevate criticità si hanno nel soddisfacimento del deflusso minimo vitale, infatti
sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, non si riesce a garantire
nella sezione di chiusura del bacino il deflusso minimo vitale determinato con il criterio
dell’Autorità di Bacino Regionale. I valori di deflusso minimo vitale determinati con tale
metodo sembrerebbero sovrastimati poiché nel periodo estivo risultano dello stesso ordine
di grandezza delle portate naturali medie.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro di Crotone
Il bacino del fiume Esaro di Crotone ha una estensione planimetrica complessiva di 110.825
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 50.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.94 km
con una pendenza media dello 0.91 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.17 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.35.
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
4.38
4.53
1.07
0.00
3.46
4.53
1
0.29
0.42
1.07
0.00
-0.65
0.42
2
2.42
2.54
0.80
0.00
1.74
2.54
2
0.21
0.34
0.80
0.00
-0.46
0.34
3
3.66
3.79
0.99
0.00
2.80
3.79
3
0.48
0.61
0.99
0.00
-0.38
0.61
4
1.72
1.84
0.78
0.00
1.06
1.84
4
0.54
0.66
0.78
0.00
-0.12
0.66
5
0.51
0.64
0.51
0.00
0.13
0.64
5
0.15
0.28
0.51
0.00
-0.23
0.28
6
0.06
0.18
0.05
0.00
0.13
0.18
6
0.02
0.15
0.05
0.00
0.10
0.15
7
0.03
0.15
0.03
0.00
0.12
0.15
7
0.01
0.14
0.03
0.00
0.11
0.14
8
0.01
0.14
0.00
0.00
0.14
0.14
8
0.01
0.14
0.00
0.00
0.14
0.14
9
0.39
0.52
0.39
0.00
0.13
0.52
9
0.28
0.41
0.39
0.00
0.02
0.41
10
1.00
1.09
0.72
0.00
0.37
1.09
10
0.31
0.44
0.72
0.00
-0.28
0.44
11
1.81
1.93
0.78
0.00
1.15
1.93
11
0.01
0.14
0.78
0.00
-0.64
0.14
12
4.30
4.43
1.04
0.00
3.39
4.43
12
0.52
0.64
1.04
0.00
-0.40
0.64
Mese Naturale
Mese Naturale
Relazione di sintesi
328
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
1.63
1.69
0.40
0.00
1.29
1.69
Mese Naturale
1
0.11
0.16
0.40
0.00
-0.24
0.16
2
1.00
1.05
0.33
0.00
0.72
1.05
2
0.09
0.14
0.33
0.00
-0.19
0.14
3
1.37
1.41
0.37
0.00
1.04
1.41
3
0.18
0.23
0.37
0.00
-0.14
0.23
4
0.66
0.71
0.30
0.00
0.41
0.71
4
0.21
0.26
0.30
0.00
-0.04
0.26
5
0.19
0.24
0.19
0.00
0.05
0.24
5
0.06
0.11
0.19
0.00
-0.08
0.11
6
0.02
0.07
0.02
0.00
0.05
0.07
6
0.01
0.06
0.02
0.00
0.04
0.06
7
0.01
0.06
0.01
0.00
0.05
0.06
7
0.00
0.05
0.01
0.00
0.04
0.05
8
0.00
0.05
0.00
0.00
0.05
0.05
8
0.01
0.05
0.00
0.00
0.05
0.05
9
0.15
0.20
0.15
0.00
0.05
0.20
9
0.11
0.16
0.15
0.00
0.01
0.16
10
0.37
0.41
0.27
0.00
0.14
0.41
10
0.12
0.16
0.27
0.00
-0.11
0.16
11
0.70
0.75
0.30
0.00
0.45
0.75
11
0.00
0.05
0.30
0.00
-0.25
0.05
12
1.60
1.65
0.39
0.00
1.26
1.65
12
0.19
0.24
0.39
0.00
-0.15
0.24
Tabella 123
CRITICITA’
I risultati mettono in luce che in condizioni idrologiche di anno scarso non è soddisfatto il
vincolo del deflusso minimo vitale determinato con il metodo suggerito dall’ABR nel
periodo autunnale ed invernale, metodi meno ristrettivi (Q7-10) non presentano tali
limitazioni. Il carattere di fiumara dell’Esaro di Crotone evidenzia che nei mesi estivi la
portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno,
nulla, pertanto si potrebbe pensare, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara della Ruffa
Il bacino della fiumara della Ruffa ha una estensione planimetrica complessiva di 43.512
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro
dell’intero spartiacque è pari a 36.511 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa
17.27 km con una pendenza media del 3.02 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.51
km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente
di forma (Gravelius) pari a 1.56.
Relazione di sintesi
329
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
1
1.86
Idrico
DMV 1
1.77
3
DMV 2
0.54
3
Volumi mensili (hm )
)
Disp. 1
0.11
1.23
Disp. 1
Disp. 2
1.66
1
1.18
1.12
0.54
0.11
0.58
1.01
0.93
0.82
0.48
0.10
0.34
0.72
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
2
1.60
1.47
0.48
0.10
0.99
1.37
2
3
1.98
1.80
0.56
0.11
1.24
1.69
3
0.98
0.86
0.56
0.11
0.30
0.75
4
1.30
1.12
0.47
0.10
0.65
1.02
4
0.81
0.70
0.47
0.10
0.23
0.60
5
0.83
0.64
0.43
0.11
0.21
0.53
5
0.43
0.32
0.43
0.11
-0.11
0.21
0.29
0.19
0.39
0.10
-0.20
0.09
6
0.51
0.34
0.39
0.10
-0.05
0.24
6
7
0.41
0.25
0.40
0.11
-0.15
0.14
7
0.21
0.14
0.40
0.11
-0.26
0.03
8
0.31
0.19
0.32
0.11
-0.13
0.08
8
0.13
0.09
0.32
0.11
-0.23
-0.02
9
0.44
0.35
0.39
0.10
-0.04
0.25
9
0.28
0.24
0.39
0.10
-0.15
0.14
10
0.59
0.53
0.40
0.11
0.13
0.42
10
0.41
0.38
0.40
0.11
-0.02
0.27
11
0.66
0.61
0.41
0.10
0.20
0.51
11
0.40
0.37
0.41
0.10
-0.04
0.27
12
1.90
1.84
0.54
0.11
1.30
1.73
12
0.70
0.66
0.54
0.11
0.12
0.55
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m 3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m 3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
0.70
0.66
0.20
0.04
Disp. 1 Disp. 2
0.46
0.62
Mese Naturale
1
0.44
0.42
0.20
0.04
Disp. 1 Disp. 2
0.22
0.38
2
0.66
0.61
0.20
0.04
0.41
0.57
2
0.38
0.34
0.20
0.04
0.14
0.30
3
0.74
0.67
0.21
0.04
0.46
0.63
3
0.37
0.32
0.21
0.04
0.11
0.28
4
0.50
0.43
0.18
0.04
0.25
0.39
4
0.31
0.27
0.18
0.04
0.09
0.23
5
0.31
0.24
0.16
0.04
0.08
0.20
5
0.16
0.12
0.16
0.04
-0.04
0.08
6
0.20
0.13
0.15
0.04
-0.02
0.09
6
0.11
0.07
0.15
0.04
-0.08
0.03
7
0.15
0.10
0.15
0.04
-0.05
0.06
7
0.08
0.05
0.15
0.04
-0.10
0.01
8
0.12
0.07
0.12
0.04
-0.05
0.03
8
0.05
0.03
0.12
0.04
-0.09
-0.01
9
0.17
0.13
0.15
0.04
-0.02
0.09
9
0.11
0.09
0.15
0.04
-0.06
0.05
10
0.22
0.20
0.15
0.04
0.05
0.16
10
0.15
0.14
0.15
0.04
-0.01
0.10
11
0.26
0.24
0.16
0.04
0.08
0.20
11
0.15
0.14
0.16
0.04
-0.02
0.10
12
0.71
0.69
0.20
0.04
0.49
0.65
12
0.26
0.25
0.20
0.04
0.05
0.21
Tabella 124
CRITICITA’
I risultati mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non
si riesce a garantire il deflusso minimo vitale stimato con il metodo suggerito dall’Autorità
di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara del bacino della Ruffa evidenzia che nei mesi
estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,
pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in condizione di siccità meteorologica, di
considerare un deflusso minimo vitale anche nullo.
Relazione di sintesi
330
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara di Gallico
Il bacino della fiumara di Gallico ha una estensione planimetrica complessiva di 59.629
km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 49.7 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.99 km con
una pendenza media del 6.9%. Il valore della densità di drenaggio è 3.45 km/km2. Il bacino
presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.8.
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1.73
1.81
0.91
0.00
0.90
1.81
1
4.98
5.04
0.91
0.00
4.13
5.04
1
2
3.73
3.68
0.73
0.00
2.95
3.68
2
1.66
1.70
0.73
0.00
0.97
1.70
3
4.55
4.49
0.86
0.00
3.63
4.49
3
1.94
1.95
0.86
0.00
1.09
1.95
4
3.25
3.22
0.73
0.00
2.49
3.22
4
1.76
1.76
0.73
0.00
1.03
1.76
5
1.74
1.73
0.59
0.00
1.14
1.73
5
0.95
0.97
0.59
0.00
0.38
0.97
6
0.78
0.77
0.47
0.00
0.30
0.77
6
0.38
0.41
0.47
0.00
-0.06
0.41
7
0.54
0.55
0.46
0.00
0.09
0.55
7
0.27
0.33
0.46
0.00
-0.13
0.33
0.18
0.25
0.35
0.00
-0.10
0.25
8
0.35
0.39
0.35
0.00
0.04
0.39
8
9
0.53
0.58
0.44
0.00
0.14
0.58
9
0.46
0.54
0.44
0.00
0.10
0.54
10
0.92
0.93
0.48
0.00
0.45
0.93
10
0.42
0.51
0.48
0.00
0.03
0.51
11
0.70
0.80
0.47
0.00
0.33
0.80
11
0.25
0.35
0.47
0.00
-0.12
0.35
3.20
12
1.20
1.30
0.72
0.00
0.58
1.30
12
3.11
3.20
0.72
0.00
2.48
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
1.86
1.88
0.34
0.00
1.54
1.88
Mese Naturale
1
0.65
0.68
0.34
0.00
0.34
0.68
2
1.54
1.52
0.30
0.00
1.22
1.52
2
0.69
0.70
0.30
0.00
0.40
0.70
3
1.70
1.68
0.32
0.00
1.36
1.68
3
0.72
0.73
0.32
0.00
0.41
0.73
4
1.25
1.24
0.28
0.00
0.96
1.24
4
0.68
0.68
0.28
0.00
0.40
0.68
5
0.65
0.64
0.22
0.00
0.42
0.64
5
0.36
0.36
0.22
0.00
0.14
0.36
6
0.30
0.30
0.18
0.00
0.12
0.30
6
0.15
0.16
0.18
0.00
-0.02
0.16
7
0.20
0.21
0.17
0.00
0.04
0.21
7
0.10
0.12
0.17
0.00
-0.05
0.12
8
0.13
0.15
0.13
0.00
0.02
0.15
8
0.07
0.09
0.13
0.00
-0.04
0.09
9
0.20
0.22
0.17
0.00
0.05
0.22
9
0.18
0.21
0.17
0.00
0.04
0.21
10
0.34
0.35
0.18
0.00
0.17
0.35
10
0.16
0.19
0.18
0.00
0.01
0.19
11
0.27
0.31
0.18
0.00
0.13
0.31
11
0.10
0.13
0.18
0.00
-0.05
0.13
12
1.16
1.20
0.27
0.00
0.93
1.20
12
0.45
0.48
0.27
0.00
0.21
0.48
Tabella 125
Relazione di sintesi
331
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo estivo non è
garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il metodo dell’ABR
poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di chiusura del
bacino. Il carattere di fiumara come è appunto quella di Gallico evidenzia che nei mesi
estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,
pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche
nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Fiumarella
Il bacino del torrente Fiumarella ha una estensione planimetrica complessiva di 34.274 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 43.737 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 20.28 km
con una pendenza media del 4.1%. Il valore della densità di drenaggio è 3.44 km/km2. Il
bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 2.1.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
2.01
2.06
0.40
0.00
1.66
2.06
1
0.81
0.89
0.40
0.00
0.49
0.89
2
1.54
1.54
0.34
0.00
1.20
1.54
2
0.85
0.91
0.34
0.00
0.57
0.91
3
1.99
2.00
0.40
0.00
1.60
2.00
3
0.94
1.01
0.40
0.00
0.61
1.01
4
1.18
1.21
0.31
0.00
0.90
1.21
4
0.53
0.59
0.31
0.00
0.28
0.59
5
0.57
0.62
0.27
0.00
0.35
0.62
5
0.34
0.41
0.27
0.00
0.14
0.41
6
0.26
0.31
0.23
0.00
0.08
0.31
6
0.17
0.23
0.23
0.00
0.00
0.23
7
0.18
0.24
0.19
0.00
0.05
0.24
7
0.11
0.18
0.19
0.00
-0.01
0.18
8
0.12
0.19
0.11
0.00
0.08
0.19
8
0.08
0.16
0.11
0.00
0.05
0.16
0.28
Mese Naturale
Mese Naturale
9
0.23
0.30
0.23
0.00
0.07
0.30
9
0.20
0.28
0.23
0.00
0.05
10
0.37
0.46
0.24
0.00
0.22
0.46
10
0.22
0.31
0.24
0.00
0.07
0.31
11
0.57
0.65
0.26
0.00
0.39
0.65
11
0.12
0.21
0.26
0.00
-0.05
0.21
12
1.83
1.91
0.40
0.00
1.51
1.91
12
0.46
0.55
0.40
0.00
0.15
0.55
Relazione di sintesi
332
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
0.75
0.77
0.15
0.00
0.62
0.77
1
0.30
0.33
0.15
0.00
0.18
0.33
2
0.64
0.64
0.14
0.00
0.50
0.64
2
0.35
0.38
0.14
0.00
0.24
0.38
3
0.74
0.75
0.15
0.00
0.60
0.75
3
0.35
0.38
0.15
0.00
0.23
0.38
4
0.45
0.47
0.12
0.00
0.35
0.47
4
0.20
0.23
0.12
0.00
0.11
0.23
5
0.21
0.23
0.10
0.00
0.13
0.23
5
0.13
0.15
0.10
0.00
0.05
0.15
6
0.10
0.12
0.09
0.00
0.03
0.12
6
0.06
0.09
0.09
0.00
0.00
0.09
7
0.07
0.09
0.07
0.00
0.02
0.09
7
0.04
0.07
0.07
0.00
0.00
0.07
8
0.04
0.07
0.04
0.00
0.03
0.07
8
0.03
0.06
0.04
0.00
0.02
0.06
9
0.09
0.12
0.09
0.00
0.03
0.12
9
0.08
0.11
0.09
0.00
0.02
0.11
10
0.14
0.17
0.09
0.00
0.08
0.17
10
0.08
0.12
0.09
0.00
0.03
0.12
11
0.22
0.25
0.10
0.00
0.15
0.25
11
0.05
0.08
0.10
0.00
-0.02
0.08
12
0.68
0.71
0.15
0.00
0.56
0.71
12
0.17
0.21
0.15
0.00
0.06
0.21
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 126
CRITICITA’
I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nei mesi di luglio e
novembre non è garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il
metodo dell’ABR poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di
chiusura del bacino. Il carattere di fiumara del torrente Fiumarella evidenzia che nei mesi
estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso
minimo vitale anche nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara La Verde
Il bacino della fiumara La Verde ha una estensione planimetrica complessiva di 116.97 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 71.57 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 33.73 km
con una pendenza media del 5.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.12 km/km2. Il
bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.8.
BILANCIO IDRICO
Il bacino della Fiumara La Verde è interessato da una grande derivazione (Stretta di Samo)
ad uso irriguo. Le caratteristiche di tale derivazione, secondo le indicazioni dell’ABR, sono
riportate nella tabella seguente.
Relazione di sintesi
333
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Corso
Titolare
d’acqua
Fiumara
La
Cons. Bon. Raggr. (Ver. Cal.
Portata
Comune (opera di
Concessione
presa)
0.84 m3/s
Loc. Stretta di Samo
Uso
Irriguo
Jonio Mer.)
Verde
Tabella 127: Caratteristica della grande derivazione ad uso irriguo
Le portate prelevate dalla grande derivazione, nell’ipotesi di un utilizzo costante di 6 mesi
su dodici e di 6 ore su 24, implicherebbe un volume irriguo complessivo pari a circa 3.2
Mm3, pari al doppio del fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture
presenti nel comprensorio considerato.
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda
della portata prelevata dalla presa in località Samo. Il primo scenario considera il
fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture presenti nel
comprensorio considerato pari a 1.16 Mm3, mentre il secondo prevede il prelievo della
portata secondo le indicazioni dell’Autorità di Bacino Regionale.
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
11.34
11.45
2.09
0.00
9.36
11.45
1
4.97
5.01
2.09
0.00
2.92
5.01
2
7.59
7.56
1.62
0.00
5.94
7.56
2
5.39
5.38
1.62
0.00
3.76
5.38
3
9.53
9.46
1.90
0.00
7.56
9.46
3
5.75
5.72
1.90
0.00
3.82
5.72
4
6.15
6.13
1.53
0.00
4.60
6.13
4
3.66
3.66
1.53
0.00
2.13
3.66
5
2.89
2.88
1.23
0.00
1.65
2.88
5
1.98
1.98
1.23
0.00
0.75
1.98
6
1.02
0.74
1.04
0.00
-0.30
0.74
6
0.64
0.43
1.04
0.00
-0.61
0.43
7
0.70
0.48
0.70
0.00
-0.22
0.48
7
0.45
0.34
0.70
0.00
-0.36
0.34
8
0.50
0.38
0.51
0.00
-0.13
0.38
8
0.33
0.27
0.51
0.00
-0.24
0.27
9
1.18
1.03
1.04
0.00
-0.01
1.03
9
0.62
0.54
1.04
0.00
-0.50
0.54
10
2.61
2.16
1.21
0.00
0.95
2.16
10
0.74
0.76
1.21
0.00
-0.45
0.76
11
3.00
3.17
1.22
0.00
1.95
3.17
11
0.87
0.90
1.22
0.00
-0.32
0.90
12
9.27
9.47
1.81
0.00
7.66
9.47
12
1.81
1.84
1.81
0.00
0.03
1.84
Mese Naturale
Mese Naturale
Relazione di sintesi
334
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
4.24
4.27
0.78
0.00
3.49
4.27
Mese Naturale
1
1.86
1.87
0.78
0.00
1.09
1.87
2
3.14
3.12
0.67
0.00
2.45
3.12
2
2.23
2.23
0.67
0.00
1.56
2.23
3
3.56
3.53
0.71
0.00
2.82
3.53
3
2.15
2.14
0.71
0.00
1.43
2.14
4
2.37
2.36
0.59
0.00
1.77
2.36
4
1.41
1.41
0.59
0.00
0.82
1.41
5
1.08
1.07
0.46
0.00
0.61
1.07
5
0.74
0.74
0.46
0.00
0.28
0.74
6
0.40
0.28
0.40
0.00
-0.12
0.28
6
0.25
0.17
0.40
0.00
-0.23
0.17
7
0.26
0.18
0.26
0.00
-0.08
0.18
7
0.17
0.13
0.26
0.00
-0.13
0.13
8
0.19
0.14
0.19
0.00
-0.05
0.14
8
0.12
0.10
0.19
0.00
-0.09
0.10
9
0.46
0.40
0.40
0.00
0.00
0.40
9
0.24
0.21
0.40
0.00
-0.19
0.21
10
0.97
0.81
0.45
0.00
0.36
0.81
10
0.27
0.28
0.45
0.00
-0.17
0.28
11
1.16
1.22
0.47
0.00
0.75
1.22
11
0.34
0.35
0.47
0.00
-0.12
0.35
12
3.46
3.54
0.70
0.00
2.84
3.54
12
0.67
0.69
0.70
0.00
-0.01
0.69
Tabella 128
CRITICITA’
I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit
raggiunge circa il 50% nei mesi di luglio ed agosto, amplificandosi ovviamente in
condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella
sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo
giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni
idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi
estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,
pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche
nullo.
SCENARIO II
anno scarso
anno medio
3
Volumi mensili (hm3)
Volumi mensili (hm )
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
11.34
11.45
2.09
0.00
9.36
11.45
1
4.97
5.01
2.09
0.00
2.92
5.01
2
7.59
7.56
1.62
0.00
5.94
7.56
2
5.39
5.38
1.62
0.00
3.76
5.38
3
9.53
9.46
1.90
0.00
7.56
9.46
3
5.75
5.72
1.90
0.00
3.82
5.72
4
6.15
5.64
1.53
0.00
4.11
5.64
4
3.66
3.17
1.53
0.00
1.64
3.17
5
2.89
2.39
1.23
0.00
1.16
2.39
5
1.98
1.49
1.23
0.00
0.26
1.49
6
1.02
0.60
1.04
0.00
-0.44
0.60
6
0.64
0.43
1.04
0.00
-0.61
0.43
7
0.70
0.48
0.70
0.00
-0.22
0.48
7
0.45
0.34
0.70
0.00
-0.36
0.34
8
0.50
0.38
0.51
0.00
-0.13
0.38
8
0.33
0.27
0.51
0.00
-0.24
0.27
9
1.18
0.67
1.04
0.00
-0.37
0.67
9
0.62
0.35
1.04
0.00
-0.69
0.35
10
2.61
2.16
1.21
0.00
0.95
2.16
10
0.74
0.76
1.21
0.00
-0.45
0.76
11
3.00
3.17
1.22
0.00
1.95
3.17
11
0.87
0.90
1.22
0.00
-0.32
0.90
12
9.27
9.47
1.81
0.00
7.66
9.47
12
1.81
1.84
1.81
0.00
0.03
1.84
Mese Naturale
Mese Naturale
Relazione di sintesi
335
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
4.24
4.27
0.78
0.00
3.49
4.27
1
1.86
1.87
0.78
0.00
1.09
1.87
2
3.14
3.12
0.67
0.00
2.45
3.12
2
2.23
2.23
0.67
0.00
1.56
2.23
3
3.56
3.53
0.71
0.00
2.82
3.53
3
2.15
2.14
0.71
0.00
1.43
2.14
4
2.37
2.18
0.59
0.00
1.59
2.18
4
1.41
1.22
0.59
0.00
0.63
1.22
5
1.08
0.89
0.46
0.00
0.43
0.89
5
0.74
0.56
0.46
0.00
0.10
0.56
6
0.40
0.23
0.40
0.00
-0.17
0.23
6
0.25
0.17
0.40
0.00
-0.23
0.17
7
0.26
0.18
0.26
0.00
-0.08
0.18
7
0.17
0.13
0.26
0.00
-0.13
0.13
8
0.19
0.14
0.19
0.00
-0.05
0.14
8
0.12
0.10
0.19
0.00
-0.09
0.10
9
0.46
0.26
0.40
0.00
-0.14
0.26
9
0.24
0.14
0.40
0.00
-0.26
0.14
10
0.97
0.81
0.45
0.00
0.36
0.81
10
0.27
0.28
0.45
0.00
-0.17
0.28
11
1.16
1.22
0.47
0.00
0.75
1.22
11
0.34
0.35
0.47
0.00
-0.12
0.35
12
3.46
3.54
0.70
0.00
2.84
3.54
12
0.67
0.69
0.70
0.00
-0.01
0.69
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 129
CRITICITA’
I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit
raggiunge un valore massimo del 70% nel mese di agosto, amplificandosi ovviamente in
condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella
sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo
giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni
idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi
estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi
dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca,
pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche
nullo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Lao
Il bacino del fiume Lao ha una estensione planimetrica complessiva di 595.93 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 144.71 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 48.68 km
con una pendenza media dell’1.9%. Il valore della densità di drenaggio è 2.91 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.67.
Relazione di sintesi
336
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
35.82
35.39
10.77
-
24.62
Disp. 2
-
1
54.90
53.47
10.77
-
42.70
-
1
2
43.10
42.00
9.10
-
32.90
-
2
28.96
27.96
9.10
-
18.86
-
3
44.45
43.51
9.72
-
33.79
-
3
27.64
26.54
9.72
-
16.82
-
4
33.47
32.39
8.45
-
23.94
-
4
23.95
22.67
8.45
-
14.22
-
5
22.84
20.47
7.58
-
12.89
-
5
15.84
13.73
7.58
-
6.15
-
6
17.36
13.72
6.84
-
6.88
-
6
12.56
9.34
6.84
-
2.50
-
7
15.59
11.23
6.86
-
4.37
-
7
11.06
7.29
6.86
-
0.43
-
8
13.83
11.40
6.67
-
4.73
-
8
9.98
7.99
6.67
-
1.32
-
9
15.79
14.12
6.69
-
7.43
-
9
11.56
10.20
6.69
-
3.51
-
10
21.01
19.96
7.39
-
12.57
-
10
14.74
14.01
7.39
-
6.62
-
11
38.25
37.33
8.94
-
28.39
-
11
26.10
25.40
8.94
-
16.46
-
12
62.25
56.86
11.52
-
45.34
-
12
37.24
32.86
11.52
-
21.34
-
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
20.50
19.96
4.02
-
15.94
-
1
13.37
13.21
4.02
-
9.19
-
2
17.82
17.36
3.76
-
13.60
-
2
11.97
11.56
3.76
-
7.80
-
3
16.59
16.25
3.63
-
12.62
-
3
10.32
9.91
3.63
-
6.28
-
4
12.91
12.50
3.26
-
9.24
-
4
9.24
8.75
3.26
-
5.49
-
5
8.53
7.64
2.83
-
4.81
-
5
5.91
5.13
2.83
-
2.30
-
6
6.70
5.30
2.64
-
2.66
-
6
4.85
3.60
2.64
-
0.96
-
7
5.82
4.19
2.56
-
1.63
-
7
4.13
2.72
2.56
-
0.16
-
8
5.16
4.26
2.49
-
1.77
-
8
3.73
2.98
2.49
-
0.49
-
9
6.09
5.45
2.58
-
2.87
-
9
4.46
3.94
2.58
-
1.36
-
10
7.84
7.45
2.76
-
4.69
-
10
5.50
5.23
2.76
-
2.47
-
11
14.76
14.40
3.45
-
10.95
-
11
10.07
9.80
3.45
-
6.35
-
12
23.24
21.23
4.30
-
16.93
-
12
13.90
12.27
4.30
-
7.97
-
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 130
CRITICITA’
Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo sia in condizioni
idrologiche di anno medio che di anno scarso. Emergono dei problemi circa la stima del
deflusso minimo vitale. Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Lao, caratterizzato
da deflussi estivi molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di
tipo idrologico che, nel caso specifico, appare dello stesso ordine di grandezza di quello
stimato mediante il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è
ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere il DMV del fiume Lao che comunque è
garantito, sia in condizioni idrologiche medie che scarse, nella sezione di chiusura del
bacino.
Relazione di sintesi
337
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Marepotamo
Il bacino del fiume Marepotamo (sottobacino Mesima), ha una estensione planimetrica
complessiva di 234.15 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 75.581 km e la
lunghezza della sua asta principale è di circa 32.74 km con una pendenza media del 2.35 %.
Il valore della densità di drenaggio è 3.79 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale
rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.39.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
18.09
17.97
3.40
0.88
14.57
17.09
1
12.30
12.23
3.40
0.88
8.83
11.35
2
15.83
15.66
3.02
0.80
12.64
14.86
2
10.02
9.91
3.02
0.80
6.89
9.11
3
17.49
17.27
3.35
0.88
13.92
16.39
3
8.12
7.99
3.35
0.88
4.64
7.11
4
14.37
14.22
2.98
0.86
11.24
13.36
4
7.89
7.77
2.98
0.86
4.79
6.91
5
8.28
8.07
2.41
0.88
5.66
7.19
5
5.82
5.63
2.41
0.88
3.22
4.75
6
4.15
3.03
1.94
0.86
1.09
2.17
6
2.79
1.68
1.94
0.86
-0.26
0.82
7
3.09
1.50
1.90
0.88
-0.40
0.62
7
1.88
0.30
1.90
0.88
-1.60
-0.58
8
2.20
1.37
1.79
0.88
-0.42
0.49
8
1.41
0.60
1.79
0.88
-1.19
-0.28
9
3.06
2.66
1.84
0.86
0.82
1.80
9
2.55
2.19
1.84
0.86
0.35
1.33
10
4.19
4.07
2.01
0.88
2.06
3.19
10
2.23
2.21
2.01
0.88
0.20
1.33
11
5.95
5.93
2.13
0.86
3.80
5.07
11
3.49
3.48
2.13
0.86
1.35
2.62
12
16.77
16.73
3.27
0.88
13.46
15.85
12
8.74
8.71
3.27
0.88
5.44
7.83
Mese Naturale
Mese Naturale
anno scarso
anno medio
3
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m /s)
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
6.75
6.71
1.27
0.33
5.44
6.38
1
4.59
4.57
1.27
0.33
3.30
4.24
2
6.54
6.47
1.25
0.33
5.22
6.14
2
4.14
4.10
1.25
0.33
2.85
3.77
3
6.53
6.45
1.25
0.33
5.20
6.12
3
3.03
2.98
1.25
0.33
1.73
2.65
4
5.54
5.49
1.15
0.33
4.34
5.16
4
3.05
3.00
1.15
0.33
1.85
2.67
5
3.09
3.01
0.90
0.33
2.11
2.68
5
2.17
2.10
0.90
0.33
1.20
1.77
6
1.60
1.17
0.75
0.33
0.42
0.84
6
1.08
0.65
0.75
0.33
-0.10
0.32
7
1.15
0.56
0.71
0.33
-0.15
0.23
7
0.70
0.11
0.71
0.33
-0.60
-0.22
8
0.82
0.51
0.67
0.33
-0.16
0.18
8
0.53
0.22
0.67
0.33
-0.45
-0.11
9
1.18
1.02
0.71
0.33
0.31
0.69
9
0.98
0.84
0.71
0.33
0.13
0.51
10
1.57
1.52
0.75
0.33
0.77
1.19
10
0.83
0.82
0.75
0.33
0.07
0.49
11
2.30
2.29
0.82
0.33
1.47
1.96
11
1.35
1.34
0.82
0.33
0.52
1.01
12
6.26
6.25
1.22
0.33
5.03
5.92
12
3.26
3.25
1.22
0.33
2.03
2.92
Mese Naturale
Tabella 131
Relazione di sintesi
338
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
Non riscontrano condizioni di criticità sul comparto irriguo. In condizioni idrologiche di
anno medio non si garantisce il minimo deflusso vitale, valutato secondo il metodo proposto
dall’ABR, nella sezione di chiusura del bacino nel periodo estivo. In condizioni
particolarmente siccitose non è garantito il deflusso minimo vitale valutato con la Q7-10 nei
mesi di luglio ed agosto.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Mesima
Il bacino del fiume Mesima ha una estensione planimetrica complessiva di 815.265 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 152.038 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 51.43 km
con una pendenza media dell’1.47 %.Il valore della densità di drenaggio è 3.2 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.50.
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a
seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale.
In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino
Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio
idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di
ritorno pari a 10 anni.
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
Relazione di sintesi
339
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO I
scenario anno medio
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
1
61.17
58.62
11.14
47.48
1
40.75
39.37
11.14
28.23
2
52.44
50.01
9.77
40.24
2
32.86
31.40
9.77
21.63
3
59.00
56.03
10.93
45.10
3
27.98
26.58
10.93
15.65
4
47.64
45.37
9.62
35.75
4
27.92
26.61
9.62
16.99
5
27.39
25.33
7.77
17.56
5
19.94
18.53
7.77
10.76
6
12.76
7.41
6.14
1.27
6
8.75
3.80
6.14
-2.34
7
9.14
4.98
5.95
-0.97
7
5.29
1.49
5.95
-4.46
8
6.31
3.99
5.65
-1.66
8
4.08
0.74
5.65
-4.91
9
9.27
7.29
5.78
1.51
9
5.61
4.08
5.78
-1.70
10
13.14
12.27
6.35
5.92
10
7.46
7.32
6.35
0.97
11
18.19
17.34
6.69
10.65
11
12.81
12.71
6.69
6.02
12
53.89
51.80
10.42
41.38
12
26.98
25.68
10.42
15.26
scenario anno medio
Disponibilità
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
22.84
21.89
4.16
17.73
1
15.22
14.70
4.16
10.54
2
21.67
20.67
4.04
16.63
2
13.58
12.98
4.04
8.94
3
22.03
20.92
4.08
16.84
3
10.45
9.93
4.08
5.85
4
18.38
17.51
3.71
13.80
4
10.77
10.27
3.71
6.56
5
10.23
9.46
2.90
6.56
5
7.45
6.92
2.90
4.02
6
4.92
2.86
2.37
0.49
6
3.37
1.47
2.37
-0.90
7
3.41
1.86
2.22
-0.36
7
1.98
0.56
2.22
-1.66
8
2.35
1.49
2.11
-0.62
8
1.52
0.27
2.11
-1.84
9
3.58
2.81
2.23
0.58
9
2.16
1.57
2.23
-0.66
10
4.91
4.58
2.37
2.21
10
2.78
2.73
2.37
0.36
11
7.02
6.69
2.58
4.11
11
4.94
4.90
2.58
2.32
12
20.12
19.34
3.89
15.45
12
10.07
9.59
3.89
5.70
Tabella 132
CRITICITA’
Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano
situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di destinare una parte
dei volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Condizioni di criticità
si hanno, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, nel soddisfacimento del
deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, nel periodo compreso tra giugno e
settembre. Considerando che sull’asta terminale del fiume Mesima è presente una presa che
alimenta l’area irrigua di interesse, non è possibile nei mesi estivi soddisfare
contemporaneamente l’utenza irrigua e garantire il deflusso minimo vitale.
Relazione di sintesi
340
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO II
scenario anno medio
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
61.17
58.47
1.12
57.35
1
40.75
39.22
1.12
38.10
2
52.44
49.87
1.02
48.85
2
32.86
31.26
1.02
30.24
3
59.00
55.88
1.12
54.76
3
27.98
26.43
1.12
25.31
4
47.64
45.25
1.09
44.16
4
27.92
26.49
1.09
25.40
5
27.39
25.24
1.12
24.12
5
19.94
18.44
1.12
17.32
6
12.76
7.36
1.09
6.27
6
8.75
3.74
1.09
2.65
7
9.14
4.93
1.12
3.81
7
5.29
1.49
1.12
0.37
8
6.31
3.94
1.12
2.82
8
4.08
1.14
1.12
0.02
9
9.27
7.24
1.09
6.15
9
5.61
4.03
1.09
2.94
10
13.14
12.21
1.12
11.09
10
7.46
7.26
1.12
6.14
11
18.19
17.27
1.09
16.18
11
12.81
12.64
1.09
11.55
12
53.89
51.66
1.12
50.54
12
26.98
25.54
1.12
24.42
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
22.84
21.83
0.42
21.41
1
15.22
14.64
0.42
14.22
2
21.67
20.62
0.42
20.20
2
13.58
12.92
0.42
12.50
3
22.03
20.86
0.42
20.44
3
10.45
9.87
0.42
9.45
4
18.38
17.46
0.42
17.04
4
10.77
10.22
0.42
9.80
5
10.23
9.42
0.42
9.00
5
7.45
6.89
0.42
6.47
6
4.92
2.84
0.42
2.42
6
3.37
1.44
0.42
1.02
7
3.41
1.84
0.42
1.42
7
1.98
0.56
0.42
0.14
8
2.35
1.47
0.42
1.05
8
1.52
0.43
0.42
0.01
9
3.58
2.79
0.42
2.37
9
2.16
1.56
0.42
1.14
10
4.91
4.56
0.42
4.14
10
2.78
2.71
0.42
2.29
11
7.02
6.66
0.42
6.24
11
4.94
4.88
0.42
4.46
12
20.12
19.29
0.42
18.87
12
10.07
9.53
0.42
9.11
Tabella 133
CRITICITA’
Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si
evidenziano situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di
destinare una parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. Con un metodo meno
restrittivo come la Q7-10, il minimo deflusso vitale nel tratto vallivo del Mesima è garantito
anche nel periodo estivo.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Metramo
Il bacino del fiume Metramo (sottobacino del Fiume Mesima), ha una estensione
planimetrica complessiva di 234.089 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 81.08
km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.8 km con una pendenza media del
3.54 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.41 km/km2. Il bacino presenta una forma
ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50.
Relazione di sintesi
341
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a
seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale.
In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino
Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio
idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di
ritorno pari a 10 anni.
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
scenario anno medio
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
22.06
19.80
4.12
15.68
1
13.10
11.86
4.12
7.74
12.44
11.29
3.51
7.78
2
17.78
15.96
3.51
12.45
2
3
20.27
18.12
3.94
14.18
3
11.75
10.72
3.94
6.78
4
15.99
14.35
3.45
10.90
4
9.90
8.91
3.45
5.46
5
10.39
8.97
2.95
6.02
5
7.09
6.09
2.95
3.14
6
5.66
2.42
2.41
0.01
6
4.15
1.15
2.41
-1.26
7
4.17
2.89
2.33
0.56
7
2.57
1.37
2.33
-0.96
8
3.03
2.24
2.20
0.04
8
2.01
0.29
2.20
-1.91
9
3.81
2.54
2.23
0.31
9
2.34
1.28
2.23
-0.95
10
5.21
4.52
2.44
2.08
10
2.79
2.55
2.44
0.11
11
7.19
6.27
2.57
3.70
11
3.77
3.51
2.57
0.94
12
19.13
17.00
3.83
13.17
12
11.58
10.20
3.83
6.37
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
8.24
7.39
1.54
5.85
1
4.89
4.43
1.54
2.89
2
7.35
6.60
1.45
5.15
2
5.14
4.67
1.45
3.22
3
7.57
6.77
1.47
5.30
3
4.39
4.00
1.47
2.53
4
6.17
5.53
1.33
4.20
4
3.82
3.44
1.33
2.11
5
3.88
3.35
1.10
2.25
5
2.65
2.27
1.10
1.17
6
2.18
0.93
0.93
0.00
6
1.60
0.44
0.93
-0.49
7
1.56
1.08
0.87
0.21
7
0.96
0.51
0.87
-0.36
8
1.13
0.83
0.82
0.01
8
0.75
0.11
0.82
-0.71
9
1.47
0.98
0.86
0.12
9
0.90
0.50
0.86
-0.36
10
1.95
1.69
0.91
0.78
10
1.04
0.95
0.91
0.04
11
2.77
2.42
0.99
1.43
11
1.45
1.35
0.99
0.36
12
7.14
6.35
1.43
4.92
12
4.32
3.81
1.43
2.38
Tabella 134
Relazione di sintesi
342
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano
situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dei
volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Nel caso idrologico di
anno scarso, il DMV stimato secondo quanto proposto dall’ABR non risulta garantito nel
periodo giugno - settembre.
SCENARIO II
scenario anno medio
scenario anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
22.06
19.65
0.96
18.69
1
13.10
11.71
0.96
10.75
2
17.78
15.83
0.87
14.96
2
12.44
11.15
0.87
10.28
3
20.27
17.97
0.96
17.01
3
11.75
10.57
0.96
9.61
4
15.99
14.22
0.93
13.29
4
9.90
8.79
0.93
7.86
5
10.39
8.88
0.96
7.92
5
7.09
6.00
0.96
5.04
6
5.66
2.36
0.93
1.43
6
4.15
1.09
0.93
0.16
7
4.17
2.84
0.96
1.88
7
2.57
1.43
0.96
0.47
8
3.03
2.19
0.96
1.23
8
2.01
0.45
0.96
-0.51
9
3.81
2.49
0.93
1.56
9
2.34
1.23
0.93
0.30
10
5.21
4.46
0.96
3.50
10
2.79
2.50
0.96
1.54
11
7.19
6.21
0.93
5.28
11
3.77
3.44
0.93
2.51
12
19.13
16.86
0.96
15.90
12
11.58
10.06
0.96
9.10
scenario anno medio
scenario anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
8.24
7.34
0.36
6.98
1
4.89
4.37
0.36
4.01
2
7.35
6.54
0.36
6.18
2
5.14
4.61
0.36
4.25
3
7.57
6.71
0.36
6.35
3
4.39
3.95
0.36
3.59
4
6.17
5.49
0.36
5.13
4
3.82
3.39
0.36
3.03
5
3.88
3.32
0.36
2.96
5
2.65
2.24
0.36
1.88
6
2.18
0.91
0.36
0.55
6
1.60
0.42
0.36
0.06
7
1.56
1.06
0.36
0.70
7
0.96
0.54
0.36
0.18
8
1.13
0.82
0.36
0.46
8
0.75
0.17
0.36
-0.19
9
1.47
0.96
0.36
0.60
9
0.90
0.48
0.36
0.12
10
1.95
1.67
0.36
1.31
10
1.04
0.93
0.36
0.57
11
2.77
2.39
0.36
2.03
11
1.45
1.33
0.36
0.97
12
7.14
6.30
0.36
5.94
12
4.32
3.76
0.36
3.40
Tabella 135
CRITICITA’
Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si
evidenziano situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una
parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. L’uso di un DMV meno restrittivo come la
Q7-10, non produce quelle criticità presenti nello scenario precedente durante i mesi estivi.
Relazione di sintesi
343
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Neto
Il bacino del fiume Neto ha una estensione planimetrica complessiva di 1073.29 km2 con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 219.297 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 75 km con
una pendenza media del 2.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.15 km/km2. Il bacino
presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.89.
BILANCIO IDRICO
Alla luce delle schematizzazioni ed ipotesi di gestione mostrate nelle sezioni precedenti, per
il bacino del fiume Neto sono stati previsti 5 scenari differenti per la realizzazione del
bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e delle
regole di gestione degli impianti idroelettrici.
Percentuale di
Scenario
DMV
I
ABR
90 %
II
ABR
50 %
III
ABR
25 %
IV
Q7-10
90 %
V
Q7-10
50 %
utilizzo della capacità massima
Tabella 136: Caratteristiche dei diversi scenari idrici
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
Relazione di sintesi
344
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
Volumi mensili (hm3)
)
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
32.08
31.94
17.57
14.37
1
80.57
74.88
17.57
57.31
1
2
60.33
55.65
14.64
41.01
2
28.18
24.17
14.64
9.53
3
74.88
68.27
17.01
51.26
3
33.58
28.79
17.01
11.78
4
52.11
46.71
14.41
32.30
4
29.94
24.34
14.41
9.93
5
36.00
39.14
13.12
26.02
5
21.58
15.71
13.12
2.59
6
20.56
22.93
11.28
11.65
6
12.31
4.53
11.28
-6.75
7
14.87
4.45
11.01
-6.56
7
8.67
0.00
11.01
-11.01
8
10.66
3.97
10.58
-6.61
8
6.37
0.00
10.58
-10.58
9
13.36
9.77
10.55
-0.78
9
14.28
11.51
10.55
0.96
10
19.50
17.91
11.46
6.45
10
8.86
6.29
11.46
-5.17
11
26.37
25.31
11.85
13.46
11
12.12
10.59
11.85
-1.26
12
69.39
65.33
16.47
48.86
12
23.09
19.21
16.47
2.74
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
30.08
27.96
6.56
21.40
1
11.98
11.92
6.56
5.36
2
24.94
23.01
6.05
16.96
2
11.65
9.99
6.05
3.94
3
27.96
25.49
6.35
19.14
3
12.54
10.75
6.35
4.40
4
20.10
18.02
5.56
12.46
4
11.55
9.39
5.56
3.83
5
13.44
14.61
4.90
9.71
5
8.06
5.87
4.90
0.97
6
7.93
8.85
4.35
4.50
6
4.75
1.75
4.35
-2.60
7
5.55
1.66
4.11
-2.45
7
3.24
0.00
4.11
-4.11
8
3.98
1.48
3.95
-2.47
8
2.38
0.00
3.95
-3.95
9
5.16
3.77
4.07
-0.30
9
5.51
4.44
4.07
0.37
10
7.28
6.69
4.28
2.41
10
3.31
2.35
4.28
-1.93
11
10.17
9.77
4.57
5.20
11
4.68
4.09
4.57
-0.48
12
25.91
24.39
6.15
18.24
12
8.62
7.17
6.15
1.02
Tabella 137
CRITICITA’
Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei
mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste
criticità hanno riguardato in particolare:
- Gli invasi idroelettrici dell’Arvo e dell’Ampollino che, già in condizioni di anno medio, si
svuotano a partire dal mese di agosto, non rilasciano nel fiume Tacina i volumi necessari al
soddisfacimento del fabbisogno irriguo del comprensorio Capo Colonna nel periodo luglio settembre;
- L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di
deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile
lungo l’asta terminale del fiume Neto;
Tale scenario mette in luce che l’ipotesi di rilascio da parte degli invasi idroelettrici del 90%
del volume massimo invasabile, è poco probabile poiché da esperienze passate non risulta
Relazione di sintesi
345
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
che gli invasi silani nel periodo autunnale si presentino vuoti. Per tale motivo gli scenari
successivi ipotizzati prevedono un rilascio rispettivamente pari al 50% e al 25% della
capacità massima d’invaso dei due serbatoi Arvo ed Ampollino. E’ da sottolineare, infine,
che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono
soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di anno medio, e nel
periodo giugno – novembre in condizioni idrologiche di anno scarso.
SCENARIO II
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
80.57
71.79
17.57
54.22
1
32.08
31.69
17.57
14.12
2
60.33
52.57
14.64
37.93
2
28.18
27.05
14.64
12.41
3
74.88
65.19
17.01
48.18
3
33.58
29.24
17.01
12.23
4
52.11
43.62
14.41
29.21
4
29.94
24.23
14.41
9.82
5
36.00
32.66
13.12
19.54
5
21.58
14.55
13.12
1.43
6
20.56
16.45
11.28
5.17
6
12.31
1.48
11.28
-9.80
7
14.87
9.35
11.01
-1.66
7
8.67
0.00
11.01
-11.01
8
10.66
11.87
10.58
1.29
8
6.37
0.00
10.58
-10.58
9
13.36
17.54
10.55
6.99
9
14.28
9.65
10.55
-0.90
10
19.50
18.36
11.46
6.90
10
8.86
6.29
11.46
-5.17
11
26.37
25.31
11.85
13.46
11
12.12
10.59
11.85
-1.26
12
69.39
62.24
16.47
45.77
12
23.09
19.21
16.47
2.74
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
30.08
26.81
6.56
20.25
1
11.98
11.83
6.56
5.27
2
24.94
21.73
6.05
15.68
2
11.65
11.18
6.05
5.13
3
27.96
24.34
6.35
17.99
3
12.54
10.92
6.35
4.57
4
20.10
16.83
5.56
11.27
4
11.55
9.35
5.56
3.79
5
13.44
12.20
4.90
7.30
5
8.06
5.43
4.90
0.53
6
7.93
6.35
4.35
2.00
6
4.75
0.57
4.35
-3.78
7
5.55
3.49
4.11
-0.62
7
3.24
0.00
4.11
-4.11
8
3.98
4.43
3.95
0.48
8
2.38
0.00
3.95
-3.95
9
5.16
6.77
4.07
2.70
9
5.51
3.72
4.07
-0.35
10
7.28
6.85
4.28
2.57
10
3.31
2.35
4.28
-1.93
11
10.17
9.77
4.57
5.20
11
4.68
4.09
4.57
-0.48
12
25.91
23.24
6.15
17.09
12
8.62
7.17
6.15
1.02
Tabella 138
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 50% del volume massimo invasabile
consente, in condizioni di anno medio, di rilasciare nel fiume Tacina i volumi necessari al
soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna. E’ da sottolineare
comunque, che anche con tale rilascio, i principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si
Relazione di sintesi
346
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
svuotano nel periodo autunnale, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV
stimato secondo le indicazioni dell’ABR.
L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di
deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile
lungo l’asta terminale del fiume Neto;
In tale scenario, per ciò che riguarda le portate richieste dal deflusso minimo vitale, si hanno
delle criticità nel mese di luglio in condizioni idrologiche medie, mentre nel periodo giugno
– novembre in condizioni idrologiche “scarse”.
SCENARIO III
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
80.57
74.59
17.57
57.02
1
32.08
29.76
17.57
12.19
2
60.33
54.34
14.64
39.70
2
28.18
25.12
14.64
10.48
3
74.88
67.71
17.01
50.70
3
33.58
29.10
17.01
12.09
4
52.11
44.61
14.41
30.20
4
29.94
25.13
14.41
10.72
5
36.00
29.14
13.12
16.02
5
21.58
18.33
13.12
5.21
6
20.56
12.40
11.28
1.12
6
12.31
6.11
11.28
-5.17
7
14.87
5.30
11.01
-5.71
7
8.67
0.22
11.01
-10.79
8
10.66
8.05
10.58
-2.53
8
6.37
4.21
10.58
-6.37
9
13.36
13.60
10.55
3.05
9
14.28
14.45
10.55
3.90
10
19.50
18.77
11.46
7.31
10
8.86
9.03
11.46
-2.43
11
26.37
24.50
11.85
12.65
11
12.12
13.23
11.85
1.38
12
69.39
60.31
16.47
43.84
12
23.09
21.55
16.47
5.08
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
30.08
27.85
6.56
21.29
1
11.98
11.11
6.56
4.55
2
24.94
22.46
6.05
16.41
2
11.65
10.39
6.05
4.34
3
27.96
25.28
6.35
18.93
3
12.54
10.86
6.35
4.51
4
20.10
17.21
5.56
11.65
4
11.55
9.70
5.56
4.14
5
13.44
10.88
4.90
5.98
5
8.06
6.84
4.90
1.94
6
7.93
4.78
4.35
0.43
6
4.75
2.36
4.35
-1.99
7
5.55
1.98
4.11
-2.13
7
3.24
0.08
4.11
-4.03
8
3.98
3.01
3.95
-0.94
8
2.38
1.57
3.95
-2.38
9
5.16
5.25
4.07
1.18
9
5.51
5.58
4.07
1.51
10
7.28
7.01
4.28
2.73
10
3.31
3.37
4.28
-0.91
11
10.17
9.45
4.57
4.88
11
4.68
5.10
4.57
0.53
12
25.91
22.52
6.15
16.37
12
8.62
8.04
6.15
1.89
Tabella 139
Relazione di sintesi
347
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 25% del volume massimo invasabile
consente, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, di rilasciare nel fiume Tacina i
volumi necessari al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna.
In tale scenario, infatti, i serbatoi Arvo ed Ampollino non si presentano vuoti sia in
condizioni idrologiche “medie” che in condizioni siccitose.
Permane, però, la condizione di criticità per ciò che riguarda il deflusso minimo vitale
stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale.
SCENARIO IV
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
80.57
72.04
1.10
70.94
1
32.08
32.48
1.10
31.38
2
60.33
53.29
0.99
52.30
2
28.18
25.79
0.99
24.80
3
74.88
65.52
1.10
64.42
3
33.58
28.80
1.10
27.70
4
52.11
44.39
1.06
43.33
4
29.94
24.22
1.06
23.16
5
36.00
37.05
1.10
35.95
5
21.58
14.58
1.10
13.48
6
20.56
21.15
1.06
20.09
6
12.31
1.52
1.06
0.46
7
14.87
14.08
1.10
12.98
7
8.67
0.00
1.10
-1.10
8
10.66
3.65
1.10
2.55
8
6.37
0.00
1.10
-1.10
9
13.36
9.41
1.06
8.35
9
14.28
9.70
1.06
8.64
10
19.50
17.57
1.10
16.47
10
8.86
6.37
1.10
5.27
11
26.37
25.06
1.06
24.00
11
12.12
10.65
1.06
9.59
12
69.39
62.66
1.10
61.56
12
23.09
19.24
1.10
18.14
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
30.08
26.89
0.41
26.48
1
11.98
12.13
0.41
11.72
2
24.94
22.03
0.41
21.62
2
11.65
10.66
0.41
10.25
3
27.96
24.46
0.41
24.05
3
12.54
10.75
0.41
10.34
4
20.10
17.13
0.41
16.72
4
11.55
9.35
0.41
8.94
5
13.44
13.83
0.41
13.42
5
8.06
5.44
0.41
5.03
6
7.93
8.16
0.41
7.75
6
4.75
0.58
0.41
0.17
7
5.55
5.26
0.41
4.85
7
3.24
0.00
0.41
-0.41
8
3.98
1.36
0.41
0.95
8
2.38
0.00
0.41
-0.41
9
5.16
3.63
0.41
3.22
9
5.51
3.74
0.41
3.33
10
7.28
6.56
0.41
6.15
10
3.31
2.38
0.41
1.97
11
10.17
9.67
0.41
9.26
11
4.68
4.11
0.41
3.70
12
25.91
23.39
0.41
22.98
12
8.62
7.18
0.41
6.77
Tabella 140
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che
concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari
Relazione di sintesi
348
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sia
sul comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo
ed Ampollino).
E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è nettamente inferiore al deflusso
minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di
chiusura solo nei mesi di luglio ed agosto in condizioni idrologiche di anno scarso.
SCENARIO V
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
80.57
68.95
1.10
67.85
1
32.08
29.40
1.10
28.30
2
60.33
50.20
0.99
49.21
2
28.18
25.15
0.99
24.16
3
74.88
67.85
1.10
66.75
3
33.58
28.82
1.10
27.72
4
52.11
45.15
1.06
44.09
4
29.94
25.19
1.06
24.13
5
36.00
31.94
1.10
30.84
5
21.58
20.73
1.10
19.63
6
20.56
14.67
1.06
13.61
6
12.31
9.32
1.06
8.26
7
14.87
7.60
1.10
6.50
7
8.67
0.00
1.10
-1.10
8
10.66
10.39
1.10
9.29
8
6.37
7.61
1.10
6.51
9
13.36
15.96
1.06
14.90
9
14.28
10.32
1.06
9.26
10
19.50
18.92
1.10
17.82
10
8.86
6.43
1.10
5.33
11
26.37
24.67
1.06
23.61
11
12.12
10.65
1.06
9.59
12
69.39
59.57
1.10
58.47
12
23.09
19.24
1.10
18.14
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
30.08
25.74
0.41
25.33
1
11.98
10.98
0.41
10.57
2
24.94
20.75
0.41
20.34
2
11.65
10.40
0.41
9.99
3
27.96
25.33
0.41
24.92
3
12.54
10.76
0.41
10.35
4
20.10
17.42
0.41
17.01
4
11.55
9.72
0.41
9.31
5
13.44
11.93
0.41
11.52
5
8.06
7.74
0.41
7.33
6
7.93
5.66
0.41
5.25
6
4.75
3.59
0.41
3.18
7
5.55
2.84
0.41
2.43
7
3.24
0.05
0.41
-0.36
8
3.98
3.88
0.41
3.47
8
2.38
2.84
0.41
2.43
9
5.16
6.16
0.41
5.75
9
5.51
3.98
0.41
3.57
10
7.28
7.06
0.41
6.65
10
3.31
2.40
0.41
1.99
11
10.17
9.52
0.41
9.11
11
4.68
4.11
0.41
3.70
12
25.91
22.24
0.41
21.83
12
8.62
7.18
0.41
6.77
Tabella 141
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che
concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari
alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio produce benefici, rispetto allo scenario II, sia sul
comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo ed
Relazione di sintesi
349
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Ampollino), i quali, in condizioni idrologiche di anno scarso si svuotano a partire dal mese
di settembre.
Il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di chiusura nel mese di luglio, in
condizioni idrologiche di anno scarso.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Nicà
Il bacino del fiume Nicà ha una estensione planimetrica complessiva di 175.046 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 77.508 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.27 km
con una pendenza media del 2.1 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.36 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.65
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm 3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
14.10
14.16
2.60
0.00
11.56
14.16
1
2.76
2.80
2.60
0.00
0.20
2.80
2
9.49
9.53
2.01
0.00
7.52
9.53
2
2.67
2.70
2.01
0.00
0.69
2.70
3
11.67
11.71
2.36
0.00
9.35
11.71
3
5.02
5.06
2.36
0.00
2.70
5.06
4
7.10
7.13
1.87
0.00
5.26
7.13
4
3.70
3.73
1.87
0.00
1.86
3.73
5
3.64
3.67
1.55
0.00
2.12
3.67
5
1.82
1.85
1.55
0.00
0.30
1.85
6
1.80
1.82
1.48
0.00
0.34
1.82
6
0.85
0.88
1.48
0.00
-0.60
0.88
7
1.27
1.29
1.26
0.00
0.03
1.29
7
0.64
0.67
1.26
0.00
-0.59
0.67
8
0.92
0.94
0.91
0.00
0.03
0.94
8
0.44
0.47
0.91
0.00
-0.44
0.47
9
1.63
1.66
1.32
0.00
0.34
1.66
9
0.98
1.01
1.32
0.00
-0.31
1.01
1.17
1.21
1.58
0.00
-0.37
1.21
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
10
3.95
3.78
1.58
0.00
2.20
3.78
10
11
4.62
4.75
1.61
0.00
3.14
4.75
11
4.04
4.08
1.61
0.00
2.47
4.08
12
12.07
12.16
2.38
0.00
9.78
12.16
12
3.92
3.96
2.38
0.00
1.58
3.96
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m 3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m 3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
5.26
5.29
0.97
0.00
Disp. 1 Disp. 2
4.32
5.29
Mese Naturale
1
1.03
1.05
0.97
0.00
Disp. 1 Disp. 2
0.08
1.05
2
3.92
3.94
0.83
0.00
3.11
3.94
2
1.10
1.12
0.83
0.00
0.29
1.12
3
4.36
4.37
0.88
0.00
3.49
4.37
3
1.87
1.89
0.88
0.00
1.01
1.89
4
2.74
2.75
0.72
0.00
2.03
2.75
4
1.43
1.44
0.72
0.00
0.72
1.44
5
1.36
1.37
0.58
0.00
0.79
1.37
5
0.68
0.69
0.58
0.00
0.11
0.69
6
0.70
0.70
0.57
0.00
0.13
0.70
6
0.33
0.34
0.57
0.00
-0.23
0.34
7
0.47
0.48
0.47
0.00
0.01
0.48
7
0.24
0.25
0.47
0.00
-0.22
0.25
8
0.34
0.35
0.34
0.00
0.01
0.35
8
0.16
0.18
0.34
0.00
-0.16
0.18
9
0.63
0.64
0.51
0.00
0.13
0.64
9
0.38
0.39
0.51
0.00
-0.12
0.39
10
1.47
1.41
0.59
0.00
0.82
1.41
10
0.44
0.45
0.59
0.00
-0.14
0.45
11
1.78
1.83
0.62
0.00
1.21
1.83
11
1.56
1.57
0.62
0.00
0.95
1.57
12
4.51
4.54
0.89
0.00
3.65
4.54
12
1.47
1.48
0.89
0.00
0.59
1.48
Tabella 142
Relazione di sintesi
350
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del
deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR nel periodo giugno - ottobre nella
condizione di anno scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in
condizioni di anno medio è dello stesso ordine delle portate naturali.
Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate
da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV
anche nullo in quanto l’ecosistema di tale bacino non risente di una prolungata condizione
di secca.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Novito
Il bacino della fiumara Novito ha una estensione planimetrica complessiva di 55.857 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 45.435 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.89 km
con una pendenza media del 4.46 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.52 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.7.
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm 3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
5.89
5.82
1.02
0.00
4.80
5.82
1
3.55
3.50
1.02
0.00
2.48
3.50
2
3.98
3.89
0.77
0.00
3.12
3.89
2
3.08
3.01
0.77
0.00
2.24
3.01
3
5.35
5.24
0.96
0.00
4.28
5.24
3
3.57
3.48
0.96
0.00
2.52
3.48
4
3.26
3.15
0.73
0.00
2.42
3.15
4
2.36
2.25
0.73
0.00
1.52
2.25
5
1.83
1.71
0.59
0.00
1.12
1.71
5
1.43
1.33
0.59
0.00
0.74
1.33
6
0.81
0.70
0.49
0.00
0.21
0.70
6
0.60
0.49
0.49
0.00
0.00
0.49
7
0.52
0.41
0.46
0.00
-0.05
0.41
7
0.40
0.30
0.46
0.00
-0.16
0.30
8
0.33
0.23
0.32
0.00
-0.09
0.23
8
0.26
0.17
0.32
0.00
-0.15
0.17
9
0.77
0.68
0.49
0.00
0.19
0.68
9
0.37
0.29
0.49
0.00
-0.20
0.29
10
1.12
1.02
0.54
0.00
0.48
1.02
10
0.48
0.44
0.54
0.00
-0.10
0.44
11
1.70
1.66
0.57
0.00
1.09
1.66
11
0.91
0.89
0.57
0.00
0.32
0.89
12
4.75
4.70
0.88
0.00
3.82
4.70
12
1.22
1.19
0.88
0.00
0.31
1.19
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
Mese Naturale
Relazione di sintesi
Disp. 1 Disp. 2
351
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m 3/s)
Portate mensili (m 3/s)
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
2.20
2.17
0.38
0.00
Disp. 1 Disp. 2
1.79
2.17
1
1.32
1.31
0.38
0.00
0.93
1.31
2
1.64
1.61
0.32
0.00
1.29
1.61
2
1.27
1.24
0.32
0.00
0.92
1.24
3
2.00
1.96
0.36
0.00
1.60
1.96
3
1.33
1.30
0.36
0.00
0.94
1.30
4
1.26
1.21
0.28
0.00
0.93
1.21
4
0.91
0.87
0.28
0.00
0.59
0.87
5
0.68
0.64
0.22
0.00
0.42
0.64
5
0.54
0.50
0.22
0.00
0.28
0.50
6
0.31
0.27
0.19
0.00
0.08
0.27
6
0.23
0.19
0.19
0.00
0.00
0.19
7
0.19
0.15
0.17
0.00
-0.02
0.15
7
0.15
0.11
0.17
0.00
-0.06
0.11
8
0.12
0.09
0.12
0.00
-0.03
0.09
8
0.10
0.06
0.12
0.00
-0.06
0.06
9
0.30
0.26
0.19
0.00
0.07
0.26
9
0.14
0.11
0.19
0.00
-0.08
0.11
10
0.42
0.38
0.20
0.00
0.18
0.38
10
0.18
0.16
0.20
0.00
-0.04
0.16
11
0.66
0.64
0.22
0.00
0.42
0.64
11
0.35
0.34
0.22
0.00
0.12
0.34
12
1.77
1.75
0.33
0.00
1.42
1.75
12
0.45
0.45
0.33
0.00
0.12
0.45
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
Tabella 143
CRITICITA’
Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del
deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio ed agosto in
condizioni idrologiche di anno medio; nel periodo luglio - ottobre nella condizione di anno
scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in condizioni di anno medio è
dello stesso ordine delle portate naturali.
Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate
da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV
anche nullo in quanto l’ecosistema di tale tipologia di bacino non risente di una prolungata
condizione di secca.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Petrace
Il bacino del fiume Petrace, ha una estensione planimetrica complessiva di 422.29 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 107.17 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.73 km
con una pendenza media del 4.4%. Il valore della densità di drenaggio è 2.51 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.47.
Relazione di sintesi
352
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
3
Volumi mensili (hm3)
)
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
27.84
27.49
7.66
0.21
19.83
27.28
1
45.28
44.85
7.66
0.21
37.19
44.64
1
2
34.38
33.78
6.27
0.21
27.51
33.57
2
21.35
20.73
6.27
0.21
14.46
20.52
3
37.87
37.33
6.91
0.21
30.42
37.12
3
27.26
26.75
6.91
0.21
19.84
26.54
4
30.53
29.88
6.07
0.21
23.81
29.67
4
22.66
22.06
6.07
0.21
15.99
21.85
5
17.22
16.50
4.85
0.21
11.65
16.29
5
12.77
12.14
4.85
0.21
7.29
11.93
6
8.74
7.57
3.89
0.21
3.68
7.36
6
7.15
6.03
3.89
0.21
2.14
5.82
7
6.32
4.93
3.75
0.21
1.18
4.72
7
4.57
3.24
3.75
0.21
-0.51
3.03
8
4.63
3.68
3.59
0.21
0.09
3.47
8
3.36
2.46
3.59
0.21
-1.13
2.25
9
5.96
5.43
3.63
0.21
1.80
5.22
9
3.96
3.46
3.63
0.21
-0.17
3.25
10
9.45
8.88
4.07
0.21
4.81
8.67
10
4.53
4.32
4.07
0.21
0.25
4.11
11
14.14
14.08
4.43
0.21
9.65
13.87
11
8.72
8.56
4.43
0.21
4.13
8.35
12
38.00
37.81
6.91
0.21
30.90
37.60
12
18.63
18.42
6.91
0.21
11.51
18.21
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
16.90
16.74
2.86
0.08
13.88
16.66
Mese Naturale
1
10.40
10.26
2.86
0.08
7.40
10.18
2
14.21
13.97
2.59
0.08
11.38
13.89
2
8.83
8.57
2.59
0.08
5.98
8.49
3
14.14
13.94
2.58
0.08
11.36
13.86
3
10.18
9.99
2.58
0.08
7.41
9.91
4
11.78
11.53
2.34
0.08
9.19
11.45
4
8.74
8.51
2.34
0.08
6.17
8.43
5
6.43
6.16
1.81
0.08
4.35
6.08
5
4.77
4.53
1.81
0.08
2.72
4.45
6
3.37
2.92
1.50
0.08
1.42
2.84
6
2.76
2.33
1.50
0.08
0.83
2.25
7
2.36
1.84
1.40
0.08
0.44
1.76
7
1.70
1.21
1.40
0.08
-0.19
1.13
8
1.73
1.37
1.34
0.08
0.03
1.29
8
1.25
0.92
1.34
0.08
-0.42
0.84
9
2.30
2.09
1.40
0.08
0.69
2.01
9
1.53
1.34
1.40
0.08
-0.06
1.26
10
3.53
3.32
1.52
0.08
1.80
3.24
10
1.69
1.61
1.52
0.08
0.09
1.53
11
5.46
5.43
1.71
0.08
3.72
5.35
11
3.36
3.30
1.71
0.08
1.59
3.22
12
14.19
14.12
2.58
0.08
11.54
14.04
12
6.95
6.88
2.58
0.08
4.30
6.80
Tabella 144
CRITICITA’
Non si hanno condizioni di criticità nel comparto irriguo sia in condizioni idrologiche di
anno medio che di anno scarso. Non è assicurato in condizioni di anno scarso il deflusso
minimo vitale, stimato con il metodo dell’autorità di bacino, nella sezione di chiusura per il
periodo compreso da luglio a settembre.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Raganello
Il bacino del torrente Raganello ha una estensione planimetrica complessiva di 164.565 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 82.279 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 31.91 km
con una pendenza media del 4.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il
Relazione di sintesi
353
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 1.8.
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
7.21
7.26
1.74
-
5.52
-
1
2.46
2.53
1.74
-
0.79
-
2
6.08
6.12
1.52
-
4.60
-
2
2.34
2.39
1.52
-
0.87
-
3
5.81
5.86
1.61
-
4.25
-
3
1.71
1.77
1.61
-
0.16
-
4
4.12
4.12
1.40
-
2.72
-
4
1.94
1.97
1.40
-
0.57
-
5
2.93
2.66
1.31
-
1.35
-
5
1.34
1.10
1.31
-
-0.21
-
6
2.38
1.64
1.22
-
0.42
-
6
1.33
0.61
1.22
-
-0.61
-
7
2.24
1.13
1.23
-
-0.10
-
7
1.22
0.26
1.23
-
-0.97
-
8
2.05
1.35
1.23
-
0.12
-
8
1.13
0.45
1.23
-
-0.78
-
9
2.62
2.35
1.24
-
1.11
-
9
1.58
1.33
1.24
-
0.09
-
10
3.05
3.10
1.31
-
1.79
-
10
1.65
1.71
1.31
-
0.40
-
11
3.48
3.53
1.32
-
2.21
-
11
1.21
1.27
1.32
-
-0.05
-
12
7.29
7.35
1.74
-
5.61
-
12
2.30
2.37
1.74
-
0.63
-
Mese Naturale
Mese Naturale
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
2.69
2.71
0.65
-
2.06
-
1
0.92
0.94
0.65
-
0.29
-
2
2.51
2.53
0.63
-
1.90
-
2
0.97
0.99
0.63
-
0.36
-
3
2.17
2.19
0.60
-
1.59
-
3
0.64
0.66
0.60
-
0.06
-
4
1.59
1.59
0.54
-
1.05
-
4
0.75
0.76
0.54
-
0.22
-
5
1.09
0.99
0.49
-
0.50
-
5
0.50
0.41
0.49
-
-0.08
-
6
0.92
0.63
0.47
-
0.16
-
6
0.51
0.23
0.47
-
-0.24
-
7
0.84
0.42
0.46
-
-0.04
-
7
0.46
0.10
0.46
-
-0.36
-
8
0.77
0.50
0.46
-
0.04
-
8
0.42
0.17
0.46
-
-0.29
-
9
1.01
0.90
0.48
-
0.42
-
9
0.61
0.51
0.48
-
0.03
-
10
1.14
1.16
0.49
-
0.67
-
10
0.61
0.64
0.49
-
0.15
-
11
1.34
1.36
0.51
-
0.85
-
11
0.47
0.49
0.51
-
-0.02
-
12
2.72
2.75
0.65
-
2.10
-
12
0.86
0.88
0.65
-
0.23
-
Mese Naturale
Mese Naturale
Tabella 145
CRITICITA’
Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo in condizioni
idrologiche di anno medio, mentre in condizioni di anno scarso si ha un deficit dell’11% nel
mese di luglio. Emergono dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale. Infatti, le
caratteristiche calcaree del bacino del Raganello, caratterizzato da deflussi estivi molto
elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che, nel
caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo dell’Autorità
di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere
Relazione di sintesi
354
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
il DMV del Raganello che, in condizioni idrologiche di anno scarso, non appare garantito
nel periodo estivo nella sezione di chiusura del bacino.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Savuto
Il bacino del fiume Savuto ha una estensione planimetrica complessiva di 411.55 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 126.411 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 53.27 km
con una pendenza media del 4.24%. Il valore della densità di drenaggio è 2.84 km/km2. Il
bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.75.
BILANCIO IDRICO
scenario anno scarso
scenario anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
42.33
37.89
6.99
0.16
30.90
37.73
1
26.14
24.15
6.99
0.16
17.16
23.99
2
38.08
34.18
6.31
0.15
27.87
34.03
2
22.61
20.62
6.31
0.15
14.31
20.47
3
42.14
37.55
6.99
0.16
30.56
37.39
3
21.03
18.71
6.99
0.16
11.72
18.55
4
31.19
27.19
5.81
0.16
21.38
27.03
4
19.65
17.38
5.81
0.16
11.57
17.22
5
17.86
14.30
4.55
0.16
9.75
14.14
5
10.69
8.30
4.55
0.16
3.75
8.14
6
7.85
4.40
3.47
0.16
0.93
4.24
6
5.21
2.53
3.47
0.16
-0.94
2.37
7
5.10
1.46
3.27
0.16
-1.81
1.30
7
3.21
0.09
3.27
0.16
-3.18
-0.07
8
3.35
0.98
3.11
0.16
-2.13
0.82
8
2.00
0.00
3.11
0.16
-3.11
-0.16
9
4.32
2.60
3.11
0.16
-0.51
2.44
9
3.19
1.81
3.11
0.16
-1.30
1.65
10
5.97
4.50
3.37
0.16
1.13
4.34
10
4.08
3.26
3.37
0.16
-0.11
3.10
11
12.05
10.50
3.89
0.16
6.61
10.34
11
6.75
6.02
3.89
0.16
2.13
5.86
12
35.41
31.90
6.29
0.16
25.61
31.74
12
20.92
19.81
6.29
0.16
13.52
19.65
Mese Naturale
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
scenario anno scarso
scenario anno medio
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
DMV 1
DMV 2
1
15.81
14.15
2.61
0.06
11.54
14.09
1
9.76
9.02
2.61
0.06
6.41
8.96
2
15.74
14.13
2.61
0.06
11.52
14.07
2
9.35
8.52
2.61
0.06
5.91
8.46
3
15.73
14.02
2.61
0.06
11.41
13.96
3
7.85
6.99
2.61
0.06
4.38
6.93
4
12.03
10.49
2.24
0.06
8.25
10.43
4
7.58
6.70
2.24
0.06
4.46
6.64
5
6.67
5.34
1.70
0.06
3.64
5.28
5
3.99
3.10
1.70
0.06
1.40
3.04
6
3.03
1.70
1.34
0.06
0.36
1.64
6
2.01
0.98
1.34
0.06
-0.36
0.92
7
1.90
0.55
1.22
0.06
-0.67
0.49
7
1.20
0.03
1.22
0.06
-1.19
-0.03
8
1.25
0.37
1.16
0.06
-0.79
0.31
8
0.75
0.00
1.16
0.06
-1.16
-0.06
9
1.67
1.00
1.20
0.06
-0.20
0.94
9
1.23
0.70
1.20
0.06
-0.50
0.64
10
2.23
1.68
1.26
0.06
0.42
1.62
10
1.52
1.22
1.26
0.06
-0.04
1.16
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Mese Naturale
Idrico
Disp. 1 Disp. 2
11
4.65
4.05
1.50
0.06
2.55
3.99
11
2.60
2.32
1.50
0.06
0.82
2.26
12
13.22
11.91
2.35
0.06
9.56
11.85
12
7.81
7.40
2.35
0.06
5.05
7.34
Tabella 146
Relazione di sintesi
355
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
CRITICITA’
I risultati mostrano che non si rilevano sostanziali condizioni di criticità sul comparto
irriguo. Rimane sempre il problema del MDV che, nei mesi estivi, sia in condizioni
idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riesce a garantire nella sezione di
chiusura con il metodo suggerito dall’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla
presenza sull’asta terminale del Fiume Savuto di punti di prelievo che, alimentando le aree
irrigue del lametino, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da
sottolineare, comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella
letteratura scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni
consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai
fini del rilascio in alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi.
Pertanto, la presenza di utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella
sezione di chiusura del bacino non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema
biologico del corso d’acqua.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Tacina
Il bacino del fiume Tacina ha una estensione planimetrica complessiva di 426.95 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 129.5 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 60.250 km
con una pendenza media del 2.46%. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il
bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.76.
BILANCIO IDRICO
Poiché nel bacino del Tacina sono rilasciati volumi idrici dagli impianti silani a scopo
irriguo, sono stati previsti diversi scenari congruenti con le regole di gestione ipotizzate per
gli impianti silani del bacino del Neto. Tali scenari (tabella seguente) si differenziano tra
loro in funzione del DMV adottato e delle regole di gestione degli impianti idroelettrici
silani.
Relazione di sintesi
356
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Percentuale di
Scenario
DMV
I
ABR
90 %
II
ABR
50 %
III
ABR
25 %
IV
Q7-10
90 %
V
Q7-10
50 %
utilizzo della capacità massima
Caratteristiche dei diversi scenari idrici
Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero:
-
Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico
medio;
-
Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità
idrica naturale.
SCENARIO I
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
29.60
24.59
6.11
18.48
1
7.23
6.19
6.11
0.08
2
19.45
14.34
4.79
9.55
2
7.44
5.45
4.79
0.66
3
26.35
21.23
5.79
15.44
3
5.73
4.39
5.79
-1.40
4
16.49
16.24
4.69
11.55
4
5.18
4.53
4.69
-0.16
5
11.91
10.70
4.34
6.36
5
4.24
1.94
4.34
-2.40
6
7.12
3.78
3.76
0.02
6
2.41
0.00
3.76
-3.76
7
5.32
0.55
3.70
-3.15
7
1.53
0.00
3.70
-3.70
8
3.89
0.31
3.54
-3.23
8
1.18
0.00
3.54
-3.54
9
4.73
2.43
3.53
-1.10
9
3.98
2.53
3.53
-1.00
10
7.21
5.19
3.88
1.31
10
2.66
2.62
3.88
-1.26
11
9.17
6.96
3.97
2.99
11
3.68
3.43
3.97
-0.54
12
22.94
17.95
5.46
12.49
12
4.76
4.89
5.46
-0.57
Relazione di sintesi
357
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.05
9.18
2.28
6.90
1
2.70
2.31
2.28
0.03
2
8.04
5.93
1.98
3.95
2
3.08
2.25
1.98
0.27
3
9.84
7.93
2.16
5.77
3
2.14
1.64
2.16
-0.52
4
6.36
6.27
1.81
4.46
4
2.00
1.75
1.81
-0.06
5
4.45
4.00
1.62
2.38
5
1.58
0.72
1.62
-0.90
6
2.75
1.46
1.45
0.01
6
0.93
0.00
1.45
-1.45
7
1.99
0.20
1.38
-1.18
7
0.57
0.00
1.38
-1.38
8
1.45
0.12
1.32
-1.20
8
0.44
0.00
1.32
-1.32
9
1.82
0.94
1.36
-0.42
9
1.54
0.98
1.36
-0.38
10
2.69
1.94
1.45
0.49
10
0.99
0.98
1.45
-0.47
11
3.54
2.69
1.53
1.16
11
1.42
1.32
1.53
-0.21
12
8.57
6.70
2.04
4.66
12
1.78
1.83
2.04
-0.21
CRITICITA’
Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei
mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste
criticità hanno riguardato in particolare:
- l’area irrigua Basso Tacina che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta deficit
consistenti (maggiori del 40%) nel periodo giugno – agosto;
- il minimo deflusso vitale, stimato secondo il metodo suggerito dall’ABR, che in condizioni
idrologiche di anno medio non è garantito nella sezione di chiusura nel periodo luglio –
settembre, e in condizioni meteorologiche siccitose (anno scarso) nel periodo marzo –
dicembre.
Non si riscontrano condizioni di criticità per ciò che riguarda il comprensorio irriguo Capo
Colonna.
SCENARIO II
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
29.60
24.59
6.11
18.48
1
7.23
6.19
6.11
0.08
2
19.45
14.34
4.79
9.55
2
7.44
5.45
4.79
0.66
3
26.35
21.23
5.79
15.44
3
5.73
4.39
5.79
-1.40
4
16.49
16.24
4.69
11.55
4
5.18
4.53
4.69
-0.16
5
11.91
10.70
4.34
6.36
5
4.24
1.94
4.34
-2.40
6
7.12
3.78
3.76
0.02
6
2.41
0.00
3.76
-3.76
7
5.32
2.27
3.70
-1.43
7
1.53
0.00
3.70
-3.70
8
3.89
1.26
3.54
-2.28
8
1.18
0.00
3.54
-3.54
9
4.73
3.43
3.53
-0.10
9
3.98
2.53
3.53
-1.00
10
7.21
5.19
3.88
1.31
10
2.66
2.62
3.88
-1.26
11
9.17
6.96
3.97
2.99
11
3.68
3.43
3.97
-0.54
12
22.94
17.95
5.46
12.49
12
4.76
4.89
5.46
-0.57
Relazione di sintesi
358
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.05
9.18
2.28
6.90
1
2.70
2.31
2.28
0.03
2
8.04
5.93
1.98
3.95
2
3.08
2.25
1.98
0.27
3
9.84
7.93
2.16
5.77
3
2.14
1.64
2.16
-0.52
4
6.36
6.27
1.81
4.46
4
2.00
1.75
1.81
-0.06
5
4.45
4.00
1.62
2.38
5
1.58
0.72
1.62
-0.90
6
2.75
1.46
1.45
0.01
6
0.93
0.00
1.45
-1.45
7
1.99
0.85
1.38
-0.53
7
0.57
0.00
1.38
-1.38
8
1.45
0.47
1.32
-0.85
8
0.44
0.00
1.32
-1.32
9
1.82
1.32
1.36
-0.04
9
1.54
0.98
1.36
-0.38
10
2.69
1.94
1.45
0.49
10
0.99
0.98
1.45
-0.47
11
3.54
2.69
1.53
1.16
11
1.42
1.32
1.53
-0.21
12
8.57
6.70
2.04
4.66
12
1.78
1.83
2.04
-0.21
Tabella 147
CRITICITA’
Tale scenario mostra dei risultati analoghi a quello precedente poiché, in condizioni di anno
scarso, gli invasi silani si svuotano fornendo all’utenza idroelettrica un volume pari al 50%
della capacità massima d’invaso, non rilasciando quindi sul fiume Tacina i volumi necessari
al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Basso Tacina.
SCENARIO III
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
29.60
24.59
6.11
18.48
1
7.23
6.19
6.11
0.08
2
19.45
14.34
4.79
9.55
2
7.44
5.45
4.79
0.66
3
26.35
21.23
5.79
15.44
3
5.73
4.39
5.79
-1.40
4
16.49
16.24
4.69
11.55
4
5.18
5.03
4.69
0.34
5
11.91
10.70
4.34
6.36
5
4.24
3.13
4.34
-1.21
6
7.12
3.78
3.76
0.02
6
2.41
0.00
3.76
-3.76
7
5.32
2.27
3.70
-1.43
7
1.53
0.00
3.70
-3.70
8
3.89
1.26
3.54
-2.28
8
1.18
0.00
3.54
-3.54
9
4.73
3.43
3.53
-0.10
9
3.98
2.88
3.53
-0.65
10
7.21
5.19
3.88
1.31
10
2.66
2.62
3.88
-1.26
11
9.17
6.96
3.97
2.99
11
3.68
3.43
3.97
-0.54
12
22.94
17.95
5.46
12.49
12
4.76
4.89
5.46
-0.57
Relazione di sintesi
359
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.05
9.18
2.28
6.90
1
2.70
2.31
2.28
0.03
2
8.04
5.93
1.98
3.95
2
3.08
2.25
1.98
0.27
3
9.84
7.93
2.16
5.77
3
2.14
1.64
2.16
-0.52
4
6.36
6.27
1.81
4.46
4
2.00
1.94
1.81
0.13
5
4.45
4.00
1.62
2.38
5
1.58
1.17
1.62
-0.45
6
2.75
1.46
1.45
0.01
6
0.93
0.00
1.45
-1.45
7
1.99
0.85
1.38
-0.53
7
0.57
0.00
1.38
-1.38
8
1.45
0.47
1.32
-0.85
8
0.44
0.00
1.32
-1.32
9
1.82
1.32
1.36
-0.04
9
1.54
1.11
1.36
-0.25
10
2.69
1.94
1.45
0.49
10
0.99
0.98
1.45
-0.47
11
3.54
2.69
1.53
1.16
11
1.42
1.32
1.53
-0.21
12
8.57
6.70
2.04
4.66
12
1.78
1.83
2.04
-0.21
Tabella 148
CRITICITA’
In tale scenario, in condizioni idrologiche di anno scarso, si ha una riduzione dei deficit per
il comparto irriguo Basso Tacina, poiché gli invasi silani non svuotandosi completamente
sono in grado di rilasciare nel fiume Tacina volumi d’acqua maggiori rispetto agli scenari
precedenti. Permangono le condizioni di criticità dovuti al minimo deflusso vitale, poiché il
metodo dell’ABR è troppo restrittivo per le caratteristiche tipiche dei corsi d’acqua
calabresi.
SCENARIO IV
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Volumi mensili (hm3)
)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
29.60
24.40
0.91
23.49
1
7.23
6.19
0.91
5.28
2
19.45
14.19
0.82
13.37
2
7.44
5.45
0.82
4.63
3
26.35
21.05
0.91
20.14
3
5.73
4.39
0.91
3.48
4
16.49
16.21
0.88
15.33
4
5.18
4.39
0.88
3.51
5
11.91
10.44
0.91
9.53
5
4.24
1.94
0.91
1.03
6
7.12
3.90
0.88
3.02
6
2.41
0.00
0.88
-0.88
7
5.32
1.93
0.91
1.02
7
1.53
0.00
0.91
-0.91
8
3.89
1.57
0.91
0.66
8
1.18
0.00
0.91
-0.91
9
4.73
3.39
0.88
2.51
9
3.98
2.53
0.88
1.65
10
7.21
5.19
0.91
4.28
10
2.66
2.52
0.91
1.61
11
9.17
6.96
0.88
6.08
11
3.68
3.43
0.88
2.55
12
22.94
17.78
0.91
16.87
12
4.76
4.73
0.91
3.82
Relazione di sintesi
360
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.05
9.11
0.34
8.77
1
2.70
2.31
0.34
1.97
2
8.04
5.87
0.34
5.53
2
3.08
2.25
0.34
1.91
3
9.84
7.86
0.34
7.52
3
2.14
1.64
0.34
1.30
4
6.36
6.25
0.34
5.91
4
2.00
1.69
0.34
1.35
5
4.45
3.90
0.34
3.56
5
1.58
0.72
0.34
0.38
6
2.75
1.50
0.34
1.16
6
0.93
0.00
0.34
-0.34
7
1.99
0.72
0.34
0.38
7
0.57
0.00
0.34
-0.34
8
1.45
0.59
0.34
0.25
8
0.44
0.00
0.34
-0.34
9
1.82
1.31
0.34
0.97
9
1.54
0.98
0.34
0.64
10
2.69
1.94
0.34
1.60
10
0.99
0.94
0.34
0.60
11
3.54
2.69
0.34
2.35
11
1.42
1.32
0.34
0.98
12
8.57
6.64
0.34
6.30
12
1.78
1.76
0.34
1.42
Tabella 149
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che
concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari
alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sul
comparto dell’utenza irrigua Basso Tacina poiché, in condizioni idrologiche “scarse”, i
principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si presentano vuoti.
E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è inferiore al deflusso minimo vitale
stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di chiusura solo
nel periodo giugno – agosto in situazione di siccità meteorologica.
SCENARIO V
anno medio
anno scarso
3
Volumi mensili (hm
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Volumi mensili (hm3)
)
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
7.23
6.19
0.91
5.28
1
29.60
24.40
0.91
23.49
1
2
19.45
14.19
0.82
13.37
2
7.44
5.45
0.82
4.63
3
26.35
21.05
0.91
20.14
3
5.73
4.39
0.91
3.48
4
16.49
16.10
0.88
15.22
4
5.18
4.89
0.88
4.01
5
11.91
10.57
0.91
9.66
5
4.24
3.01
0.91
2.10
6
7.12
3.68
0.88
2.80
6
2.41
0.00
0.88
-0.88
7
5.32
2.17
0.91
1.26
7
1.53
0.00
0.91
-0.91
8
3.89
1.16
0.91
0.25
8
1.18
0.00
0.91
-0.91
9
4.73
3.33
0.88
2.45
9
3.98
2.53
0.88
1.65
10
7.21
5.19
0.91
4.28
10
2.66
2.52
0.91
1.61
11
9.17
6.96
0.88
6.08
11
3.68
3.43
0.88
2.55
12
22.94
17.78
0.91
16.87
12
4.76
4.73
0.91
3.82
Relazione di sintesi
361
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anno medio
anno scarso
Portate mensili (m3/s)
Portate mensili (m3/s)
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
Mese
Naturale
Idrico
DMV
Disponibilità
1
11.05
9.11
0.34
8.77
1
2.70
2.31
0.34
1.97
2
8.04
5.87
0.34
5.53
2
3.08
2.25
0.34
1.91
3
9.84
7.86
0.34
7.52
3
2.14
1.64
0.34
1.30
4
6.36
6.21
0.34
5.87
4
2.00
1.88
0.34
1.54
5
4.45
3.95
0.34
3.61
5
1.58
1.12
0.34
0.78
6
2.75
1.42
0.34
1.08
6
0.93
0.00
0.34
-0.34
7
1.99
0.81
0.34
0.47
7
0.57
0.00
0.34
-0.34
8
1.45
0.43
0.34
0.09
8
0.44
0.00
0.34
-0.34
9
1.82
1.29
0.34
0.95
9
1.54
0.98
0.34
0.64
10
2.69
1.94
0.34
1.60
10
0.99
0.94
0.34
0.60
11
3.54
2.69
0.34
2.35
11
1.42
1.32
0.34
0.98
12
8.57
6.64
0.34
6.30
12
1.78
1.76
0.34
1.42
Tabella 150
CRITICITA’
Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che
concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari
alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici significativi.
Come nello scenario precedente, il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di
chiusura nel periodo giugno – agosto in condizioni idrologiche “scarse”.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Trionto
Il bacino del fiume Trionto ha una estensione planimetrica complessiva di 288.82 km2, con
sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il
perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 128.95 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 43.82 km
con una pendenza media del 2.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.8 km/km2. Il
bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di
forma (Gravelius) pari a 2.1.
Relazione di sintesi
362
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno scarso
anno medio
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm3)
)
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
1
20.79
20.76
4.63
0.88
16.13
19.88
1
10.00
10.00
4.63
0.88
5.37
9.12
2
17.89
17.81
4.11
0.80
13.70
17.01
2
9.15
9.10
4.11
0.80
4.99
8.30
3
21.21
21.10
4.69
0.88
16.41
20.22
3
12.51
12.45
4.69
0.88
7.76
11.57
4
15.68
15.54
4.04
0.86
11.50
14.68
4
9.85
9.78
4.04
0.86
5.74
8.92
5
9.38
9.25
3.51
0.88
5.74
8.37
5
6.22
6.15
3.51
0.88
2.64
5.27
6
5.80
5.68
3.06
0.86
2.62
4.82
6
3.92
3.84
3.06
0.86
0.78
2.98
7
4.37
4.27
3.00
0.88
1.27
3.39
7
2.86
2.79
3.00
0.88
-0.21
1.91
8
3.31
3.21
2.89
0.88
0.32
2.33
8
2.14
2.08
2.89
0.88
-0.81
1.20
9
4.07
3.99
2.88
0.86
1.11
3.13
9
2.51
2.47
2.88
0.86
-0.41
1.61
10
6.93
6.75
3.27
0.88
3.48
5.87
10
3.28
3.23
3.27
0.88
-0.04
2.35
11
7.54
7.57
3.24
0.86
4.33
6.71
11
4.30
4.32
3.24
0.86
1.08
3.46
12
20.20
20.21
4.58
0.88
15.63
19.33
12
7.18
7.19
4.58
0.88
2.61
6.31
Mese Naturale
Idrico
DMV 1
DMV 2
Mese Naturale
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m3/s)
Mese Naturale
Disp. 2
Portate mensili (m3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
Disp. 1
Disp. 2
1
7.76
7.75
1.73
0.33
6.02
7.42
1
3.73
3.73
1.73
0.33
2.00
3.40
2
7.40
7.36
1.70
0.33
5.66
7.03
2
3.78
3.76
1.70
0.33
2.06
3.43
3
7.92
7.88
1.75
0.33
6.13
7.55
3
4.67
4.65
1.75
0.33
2.90
4.32
4
6.05
6.00
1.56
0.33
4.44
5.67
4
3.80
3.77
1.56
0.33
2.21
3.44
5
3.50
3.45
1.31
0.33
2.14
3.12
5
2.32
2.30
1.31
0.33
0.99
1.97
6
2.24
2.19
1.18
0.33
1.01
1.86
6
1.51
1.48
1.18
0.33
0.30
1.15
7
1.63
1.59
1.12
0.33
0.47
1.26
7
1.07
1.04
1.12
0.33
-0.08
0.71
8
1.23
1.20
1.08
0.33
0.12
0.87
8
0.80
0.78
1.08
0.33
-0.30
0.45
9
1.57
1.54
1.11
0.33
0.43
1.21
9
0.97
0.95
1.11
0.33
-0.16
0.62
10
2.59
2.52
1.22
0.33
1.30
2.19
10
1.22
1.21
1.22
0.33
-0.01
0.88
11
2.91
2.92
1.25
0.33
1.67
2.59
11
1.66
1.67
1.25
0.33
0.42
1.34
12
7.54
7.55
1.71
0.33
5.84
7.22
12
2.68
2.69
1.71
0.33
0.98
2.36
Mese Naturale
Tabella 151
CRITICITA’
I risultati mostrano che si hanno particolari condizioni di criticità per ciò che riguarda il
deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, in condizioni idrologiche di anno
scarso nel periodo luglio - ottobre.
Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Torrente Turrina
Il bacino del torrente Turrina ha una estensione planimetrica complessiva di 57.716 km2,
con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero
spartiacque è pari a 40.553 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 16.48 km
con una pendenza media del 5.13 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.07 km/km2. Il
bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma
(Gravelius) pari a 1.50.
Relazione di sintesi
363
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BILANCIO IDRICO
anno medio
anno scarso
Volumi mensili (hm
3
Volumi mensili (hm 3)
)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
3.59
3.67
0.72
0.00
2.95
3.67
1
2.57
2.66
0.72
0.00
1.94
2.66
2
3.25
3.32
0.65
0.00
2.67
3.32
2
1.50
1.58
0.65
0.00
0.93
1.58
3
3.68
3.76
0.72
0.00
3.04
3.76
3
2.09
2.17
0.72
0.00
1.45
2.17
4
2.38
2.45
0.57
0.00
1.88
2.45
4
1.40
1.47
0.57
0.00
0.90
1.47
5
1.38
1.45
0.48
0.00
0.97
1.45
5
0.95
1.01
0.48
0.00
0.53
1.01
6
0.66
0.50
0.41
0.00
0.09
0.50
6
0.41
0.26
0.41
0.00
-0.15
0.26
7
0.50
0.26
0.40
0.00
-0.14
0.26
7
0.27
0.17
0.40
0.00
-0.23
0.17
8
0.36
0.22
0.35
0.00
-0.13
0.22
8
0.23
0.17
0.35
0.00
-0.18
0.17
9
0.54
0.58
0.39
0.00
0.19
0.58
9
0.41
0.46
0.39
0.00
0.07
0.46
10
0.80
0.87
0.43
0.00
0.44
0.87
10
0.52
0.60
0.43
0.00
0.17
0.60
11
1.20
1.28
0.47
0.00
0.81
1.28
11
0.72
0.80
0.47
0.00
0.33
0.80
12
3.69
3.78
0.72
0.00
3.06
3.78
12
1.49
1.57
0.72
0.00
0.85
1.57
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
Mese Naturale
anno scarso
anno medio
Portate mensili (m 3/s)
Mese Naturale
Disp. 1 Disp. 2
Portate mensili (m 3/s)
Idrico
DMV 1
DMV 2
Idrico
DMV 1
DMV 2
1
1.34
1.37
0.27
0.00
Disp. 1 Disp. 2
1.10
1.37
Mese Naturale
1
0.96
0.99
0.27
0.00
Disp. 1 Disp. 2
0.72
0.99
2
1.34
1.37
0.27
0.00
1.10
1.37
2
0.62
0.65
0.27
0.00
0.38
0.65
3
1.37
1.40
0.27
0.00
1.13
1.40
3
0.78
0.81
0.27
0.00
0.54
0.81
4
0.92
0.94
0.22
0.00
0.72
0.94
4
0.54
0.57
0.22
0.00
0.35
0.57
5
0.52
0.54
0.18
0.00
0.36
0.54
5
0.35
0.38
0.18
0.00
0.20
0.38
6
0.25
0.19
0.16
0.00
0.03
0.19
6
0.16
0.10
0.16
0.00
-0.06
0.10
7
0.19
0.10
0.15
0.00
-0.05
0.10
7
0.10
0.06
0.15
0.00
-0.09
0.06
8
0.13
0.08
0.13
0.00
-0.05
0.08
8
0.09
0.06
0.13
0.00
-0.07
0.06
9
0.21
0.22
0.15
0.00
0.07
0.22
9
0.16
0.18
0.15
0.00
0.03
0.18
10
0.30
0.32
0.16
0.00
0.16
0.32
10
0.20
0.22
0.16
0.00
0.06
0.22
11
0.46
0.49
0.18
0.00
0.31
0.49
11
0.28
0.31
0.18
0.00
0.13
0.31
12
1.38
1.41
0.27
0.00
1.14
1.41
12
0.56
0.59
0.27
0.00
0.32
0.59
Tabella 152
CRITICITA’
La situazione di maggiore criticità si ha nella condizione idrologica di anno scarso, nella
quale non si riesce a soddisfare la richiesta irrigua nei mesi di luglio ed agosto con un deficit
rispettivamente del 48% e del 34 %. In condizioni di siccità meteorologica, tali problemi
potranno essere opportunamente risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di
emergenza, dai quali valutare le priorità tra la risorsa superficiale e quella sotterranea ad
integrazione della prima. I risultati mostrano, inoltre, che sia in condizioni idrologiche di
anno medio che di anno scarso non viene soddisfatto il vincolo di deflusso minimo vitale
determinato con il metodo suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del torrente Turrina
evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura,
per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale
Relazione di sintesi
364
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso
minimo vitale anche nullo.
0.3.2.2 Acque di transizione
Per la definizione del giudizio di qualità chimica, alle indagini di base sulle acque sono state
associate indagini sui sedimenti e sul biota.
La rete di stazioni per il monitoraggio delle acque di transizione comprende due siti: Zone
Umide di Gizzeria Lido (codice AT01) e Pantano di Saline Ioniche (codice AT02).
Mentre il Pantano di Saline (codice sito AT02) va incontro a ripetuti e prolungati periodi di
isolamento dal mare, con conseguenti sostanziosi cali di salinità e accumulo di sostanze
organiche, le acque di Gizzeria (codice sito AT01) sono caratterizzate da una vivificazione
(ossia dall’ingresso di acque marine) più frequente.
In particolar modo, relativamente al sito AT01, i parametri rilevati (in particolare quelli
chimico-fisici) risentono nell’arco dell’anno, in modo significativo, sia delle variazioni
climatiche che degli apporti di acque dolci. La bassa profondità misurata fa si che si
registrino valori di temperatura con minimi più bassi nei mesi invernali e picchi nei mesi
estivi rispetto alle acque marine costiere corrispondenti, nell’anno la temperatura minima
registrata è stata infatti di circa 10 gradi in dicembre – gennaio e di circa 29 a fine agosto. Il
pH non mostra forti variazioni, mantenendosi in genere poco al di sotto dei valori tipici
delle acque marine (8,2-8,3), i valori risultano più elevati in corrispondenza delle maggiori
salinità.
Per quanto attiene agli enterococchi, le concentrazioni rilevate in 7 occasioni nei campioni
superficiali e in 5 in quelli prelevati sul fondo, risultano superiori al limite previsto di 100
UFC/100 ml, indicando una contaminazione fecale che, ad una analisi degli andamenti, pare
associata ai cali di salinità e non direttamente al valore di quest’ultima.
Le concentrazioni relative a fosforo e azoto totali appaiono influenzate dal contributo dato
dalla frazione particellata e dal plancton presente.
I maggiori valori in biomassa, espressa come CHla, si registrano nei mesi tardo primaverili
ed estivi, quando le condizioni termiche e di illuminazione delle acque meglio si prestano
alla proliferazione delle piccole forme flagellate, che caratterizzano il popolamento
fitoplanctonico.
Per quanto concerne il sito AT02, la temperatura registrata mostra lo stesso andamento di
quella rilevata nel sito AT 01. In questa stazione i massimi rilevati dalla fine di agosto
raggiungono i 30 gradi.
Relazione di sintesi
365
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La trasparenza è sempre estremamente ridotta, con valori più volte inferiori al metro.
La salinità mostra valori significativamente inferiori a quella marina con decisi incrementi
che la portano su valori prossimi al mare in gennaio e in ottobre. Le variazioni interessano
tutto lo strato d’acqua con differenze molto ridotte tra superficie e fondo. Si osserva una
tendenza all’aumento progressivo nei mesi caldi.
Sono state osservate in entrambi gli anni di monitoraggio concentrazioni irregolari, ma
estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi
maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in
maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il
Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di Chla, che superano
più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc.
Il campione relativo al sito AT01 non ha rivelato tossicità acuta (EC50 non calcolabile per
nessun organismo testato), mentre il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il
batterio Vibrio fischeri.
Per la classificazione delle acque di transizione si valuta il numero di giorni di anossia/anno,
misurate nelle acque di fondo. Questo risultato va integrato con il livello di concentrazione
di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità ambientale fissati dal DM del
12/06/2003 n° 367 (Rif.APAT monitoraggio acque di transizione 2004) e insieme
definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di transizione.
Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del
biennio di monitoraggio, per quanto riguarda il sito di Gizzeria Lido (AT01), i valori
monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l,
permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa
situazione
viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui
sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite
indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona”
espressa anche per il 2006 (cfr relazione II° rapporto annuale progetto di rilevamento quali –
quantitativo delle acque superficiali). Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati
(IPA, metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei
limiti indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per
questo sito un esito negativo. Pertanto, l’obiettivo di qualità al 2016 è quello del
mantenimento di detto stato.
Relazione di sintesi
366
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di
ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a
2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile
una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è
sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una
serie di informazioni che hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari,
estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi
maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in
maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il
Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che
superano più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il
fatto che il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e
pertanto poiché la classificazione delle acque lagunari e degli stagni costieri prevede che
l’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito
AT02 (Saline Ioniche) va classificato nella classe scadente. Pertanto, per il
raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale dello stato “buono” al 2016 dovranno
essere poste in essere una serie di indagini volte a verificare l’eventuale presenza di una
contaminazione antropica per l’elevate concentrazioni di nutrienti, clorofilla ed indicatori
microbiologici, e verificare le motivazioni della tossicità del sedimento al batterio Vibrio
fisheri.
Le informazioni ecotossicologiche avute inducono ad ipotizzare una situazione
compromessa dal punto di vista ambientale, sia pregressa che attuale, in quanto presente sia
nel primo che nel secondo anno di campionamento.
In entrambi gli anni di campionamento, gli organismi di Mytilus galloprovincialis raccolti
sono sempre risultati scarsi come numero e di dimensioni ridotte poiché quelli di dimensioni
maggiori sono morti nel periodo di esposizione.
I punti di innesto sono stati localizzati al centro del sito dove i mitili sono stati ancorati ad
una boa. Se prendiamo in considerazione i valori limite imposti dal Regolamento CEE
466/2001 relativi al piombo, mercurio e cadmio nei molluschi destinati all’alimentazione
umana e riportati nella seguente tabella:
Relazione di sintesi
367
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
METALLO
LIMITE mg/kg
Mercurio
0,5
Piombo
1,5
Cadmio
1
Tabella 153
si nota che le concentrazioni ottenute per questi elementi nelle due campagne risultano
inferiori ai corrispondenti valori limite tranne che per il piombo che nel mese di luglio
risulta eccedente il valore guida adottato di 1,5 mg/Kg. Per quanto riguarda i
microinquinanti organici, i mitili prelevati non hanno evidenziato livelli di inquinamento
difformi da quelli riscontrati nei mitili naturali analizzati nel corso delle campagne relative
alle acque idonee alla vita dei molluschi.
0.3.2.3 Acque marino costiere
Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di
TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”). L’indice
TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati all’interno dei
15 tratti di costa omogenei identificati già nel paragrafo 0.1, sempre con elevata qualità
trofica e, pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti
dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli
obiettivi indicati dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5).
Il monitoraggio per la caratterizzazione delle acque marino costiere calabresi, condotto dal
novembre 2005 a settembre 2007, ha evidenziato una buona qualità trofica degli ecosistemi
marini. Durante i due anni di indagine non sono mai state rilevate situazioni di
allontanamento dalla naturalità quali, ad esempio la scarsa trasparenza delle acque, valori di
saturazione percentuali di ossigeno molto bassi o, peggio, anossie di fondo, eutrofizzazione
costiera, presenza e fioriture monospecifiche di specie fitoplanctoniche potenzialmente
tossiche, elevate concentrazioni di nutrienti inorganici ed organici.
La figura 110 riporta la classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere
attraverso l’applicazione dell’indice trofico (TRIX), ovvero “il valore medio dell’indice
trofico derivato dalle singole misure durante un complessivo periodo di indagine di 24
mesi” (Tab. 17 del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n. 152).
Relazione di sintesi
368
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 110: Classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere attraverso l’applicazione dell’indice trofico.
L’indagine sulle biocenosi condotta su praterie di Posidonia oceanica ha rilevato uno stato
di sofferenza su 6 dei 10 siti analizzati, senza però regressioni evidenti del limite inferiore.
Riteniamo assolutamente rilevanti le osservazioni effettuate su alcune praterie dove sono
evidenti i segni di attività di pesca a strascico e di danni procurati dall’ancoraggio.
Tra gli ambienti marini mediterranei le praterie a Posidonia oceanica costituiscono un
ecosistema di fondamentale importanza per la riproduzione, lo sviluppo ed il rifugio di
moltissime specie animali provenienti non solo dallo stesso ambiente a Posidonia, ma da
numerosi ambienti costieri limitrofi. Il fondamentale ruolo ecologico svolto dalle praterie a
Posidonia oceanica è dovuto alla particolare stabilità del sistema che permette
l’ambientamento della fauna marina alle molteplici nicchie che si creano all’interno
dell’ecosistema stesso. La sua stabilità deriva dalle caratteristiche morfologiche e funzionali
della pianta le cui strutture vegetative sono particolarmente persistenti. Questo è valido
soprattutto per il comparto dei rizomi (corrispondenti al fusto) che, potendo crescere sia in
senso orizzontale che verticale, può formare una struttura complessa a terrazzo, definita
“matte”, che può raggiungere lo spessore di 5-6 metri e persistere per centinaia di anni. Il
rovescio della medaglia consiste nel fatto che l’accrescimento di Posidonia oceanica è
Relazione di sintesi
369
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
molto lento, 1-2 cm/anno per i rizomi a crescita verticale, 2-3 cm/anno per i rizomi a
crescita orizzontale.
Tutto questo si traduce in una relativa resistenza agli impatti grazie alla robustezza del
sistema, ma ad una bassissima capacità rigenerativa, dovuta appunto ai lenti ritmi di
crescita. Con un facile calcolo è possibile stimare che la ricostituzione di una piccola zolla
di ca. 20 x 20 cm, strappata da un’ancora, possa avvenire in un tempo minimo di 10 anni.
Esistono ad oggi, nel nostro paese, pochi studi sulla valutazione degli effetti delle ancore sul
sistema a Posidonia. Gli autori di questi studi hanno evidenziato un danno effettivo al
sistema commisurato al tipo di ancora utilizzato. Sperimentazioni di reimpianto su piccola
ed ampia scala in aree degradate da impatto antropico (inquinamento, scarico di materiali)
hanno dato risultati molto scarsi nonostante gli altissimi costi economici. L'ipotesi di una
possibile "riforestazione" di aree degradate quindi, a parte il presupposto di rimuovere a
monte le cause del degrado, non sembra praticabile su larga scala.
Quindi, è importante sottolineare come la prateria a Posidonia oceanica non è una risorsa
rinnovabile, per cui per mantenerne i documentati benefici (grande valenza biologicoambientale, protezione dall’erosione dei fondali e prevenzione del depauperamento degli
arenili) la scelta della sua protezione a priori rimane di fondamentale importanza.
Dove non sono presenti le praterie di Posidonia oceanica, sono state effettuate indagini
sulle comunità bentoniche di SFBC.
L’analisi di queste comunità ha evidenziato la presenza di aree di pregio quali Saline
Ioniche e aree caratterizzate da specie indicatrici di fondi molli instabili. In aggiunta,
l’indice di diversità specifica mostra un andamento abbastanza diverso nei siti analizzati
evidenziando aree a bassa diversità e, quindi, in sofferenza. Le indagini condotte offrono
utili indicazioni sullo stato di salute degli ecosistemi costieri individuando le causa di stress
in una generica pressione antropica che è abbastanza diffusa lungo le coste della regione.
I risultati relativi alla contaminazione microbiologica evidenziano, anch’essi, una buona
qualità delle acque marino costiere, con eccezione di una campagna di campionamento
condotta nel mese di settembre 2007 quando è stato rilevata, soprattutto nel settore tirrenico,
una elevata contaminazione microbiologica mai registrata prima nelle acque marine costiere
calabresi.
Il piano di campionamento condotto da novembre 2005 a settembre 2007 prevedeva che
l’ubicazione delle stazioni più costiere, dei 67 transetti ubicati lungo il periplo della regione
Calabria, tenesse conto delle indicazioni del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n.
Relazione di sintesi
370
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
152 e, quindi, della tipologia di fondale (basso, medio o alto). Con questa logica, la distanza
minima dalla costa è tale da non intercettare, quasi mai e, soprattutto, nelle aree a basso e
medio fondale, il segnale delle acque dolci veicolate dai corsi d’acqua che tendono a
scorrere lungo le coste. Questa fascia marina, strettamente costiera, oltre ad essere quella
più utilizzata dal punto di vista della balneazione è quella che enfatizza maggiormente il
contributo degli apporti del bacino versante oltre che l’impatto degli scarichi fognari.
L’analisi dei dati ha evidenziato che, nel caso specifico della Calabria, le scale spaziotemporali ai sensi del D. Lgs. 152/99 e s.m.i. sono inadeguate sia per valutare le cause di
stress ambientale dovute agli apporti antropici, che per individuarne le fonti certe di
inquinamento al fine di proporre rimedi e mitigazioni. Bisogna tener presente che la regione
Calabria presenta una elevata complessità idrografica costiera e un bacino versante con
particolari caratteristiche, ovvero con apporti discontinui di corsi d’acqua che sperimentano,
nel corso dell’anno, regimi di piena e lunghi periodi di scarsa portata o di secca,
Di contro, un controllo su scale spazio-temporali adeguate è certamente il monitoraggio
condotto per la balneazione (secondo quanto prescritto o previsto dal DPR 470/82),
delegato, per legge, alle agenzie regionali. Questa azione di monitoraggio, è condotta per
poco più di quattro mesi, nel periodo compreso tra aprile e settembre e risponde
adeguatamente all’obiettivo della balneabilità, ma anch’esso non è idoneo ad individuare le
fonti di contaminazione, se non per il periodo di indagine (1 Aprile- 30 Settembre). In
aggiunta, in questo complesso quadro problematico, bisogna tener presente che le colimetrie
costituiscono solo indici di inquinamento, ma non danno indicazioni accurate sulle
caratteristiche microbiologiche delle matrici conservative che potrebbero risultare
contaminate da batteri patogeni anche in assenza di indici di contaminazione fecale.
Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione
microbiologica delle acque costiere, esiste la necessità di analizzare, ove presenti, serie
temporali lunghe, soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua
disomogeneità sia spaziale che temporale.
Come notazione di carattere generale bisogna tener presente che l’ambiente marino
pelagico, è soggetto, in ogni suo punto, ad un continuo ricambio del corpo d’acqua, su scale
spaziali e temporali estremamente variabili. Questa caratteristica dei sistemi acquatici rende
l’osservazione puntuale scarsamente rappresentativa della condizione ambientale e,
comunque, di più difficile interpretazione. Pertanto, solo osservazioni ripetute su
appropriate scale spazio-temporali possono delineare un quadro più affidabile del
Relazione di sintesi
371
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
funzionamento del sottosistema marino e, nel caso di un’area costiera, consentire
l’individuazione di segnali di impatto antropico.
La regione Calabria, attraverso il finanziamento e l’attuazione del Programma d’interventi
per la valutazione delle condizioni ambientali delle acque marine calabresi, che in pratica
ha riguardato l’arco temporale compreso tra il 1990 e il 1995 e tra il 1998 e il 2000, ha
prodotto risultati che rappresentano vere e proprie serie temporali, che benché scarsamente
utilizzati, costituiscono una base-dati di grande rilevanza ai fini gestionali in relazione alla
persistente ed incontrollata pressione antropica oltre che a cambiamenti indotti da variazioni
climatiche.
I dati relativi alle serie temporali sopra riportate sono stati analizzati, in un’unica visione
problematica, insieme ai risultati del monitoraggio Nov. 2005-Sett.2007 e ai dati recenti
relativi alla balneazione. In aggiunta, per una interpretazione adeguata delle fenomenologie
che interessano la fascia costiera, le informazioni delle caratteristiche igienico sanitarie delle
acque costiere sono stati analizzate in una visione integrata, con l’analisi delle acque
destinate alla vita dei molluschi e alla loro eventuale contaminazione microbiologica (cfr.
Allegato N). Una integrazione reale necessita anche di valutare la contaminazione della
terraferma che favorisce, com’è noto, fenomeni di accumulo e di permanenza delle sostanze
inquinanti e di molti organismi per tempi lunghi. Tale contaminazione, in modo
assolutamente imprevedibile, è veicolata a mare, essenzialmente durante le stagioni
autunnali, invernali e primaverili. Questa tipologia di analisi è assolutamente indispensabile
in un territorio con caratteristiche peculiari tipiche come quelle della regione Calabria.
L’analisi di tutti i dati di contaminazione fecale relativi al quinquennio 1990-1995, ha
evidenziato che l’11% dei campioni analizzati è risultato contaminato. L’analisi puntuale
dei siti ha rilevato che il 58% di essi è risultato, anche se sporadicamente, contaminato
(Figura 111). Ciò ad enfatizzare l’esistenza, sul territorio a terra, di focolai di
contaminazioni e l’irregolarità delle fonti inquinanti che sono numerose e di difficile
controllo. Tutto ciò appare imputabile alla inadeguata rete fognaria e/o al pessimo
funzionamento della depurazione, ove presente.
Relazione di sintesi
372
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Coliformi fecali „ > 100 UFC/ml „ < 100 UFC/ml
11%
42%
89%
A
58%
B
Figura 111: Contaminazione microbiologica : 1990-1995, A) % campioni contaminati (800 su 7231), B) % siti contaminati (219 su
377).
Più nel dettaglio, analizzando i settori ionico e tirrenico e lo Stretto di Messina
separatamente è emerso che le coste tirreniche presentano, percentualmente, un numero di
campioni contaminati quasi doppio rispetto al settore ionico (12% contro il 7% ). L’area
dello Stretto di Messina, che è sottoposta agli impatti della città di Reggio Calabria, è
certamente l’area maggiormente inquinata con ben il 34 % dei campioni analizzati e il 96%
dei siti investigati.
Sulla base di questi risultati, durante gli anni 1998-2000, l’attenzione fu puntata su 16 aree
costiere della Calabria ritenute a rischio igienico-sanitario o comunque meritevoli di
approfondimento in base ai risultati del precedente quinquennio. Tali aree sono
rappresentate dai tratti di costa interessati dagli apporti dei corsi d’acqua Amato, Turrina,
Angitola, Ruffa, Mesima, Budello e Petrace, per quanto riguarda la costa tirrenica e
dell’Ancinale, Corace, Melito, Esaro, Neto e Crati, per quanto riguarda la costa ionica e dai
litorali dei centri urbani di Paola, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone.
Questa indagine mirata ha evidenziato che in queste aree, per l’intero triennio e per tutte le
stagioni, circa il 50% dei campioni analizzati è risultato contaminato con livelli di
contaminazione molto elevati (Figura 112). Tra i siti analizzati, il 92% è contaminato con
una frequenza di contaminazione elevatissima (>60%). Alcuni di questi siti, ad esempio le
aree antistanti la foce del Crati, la foce dell’Esaro, alcuni siti del litorale di Reggio Calabria,
alcune siti antistante corsi d’acqua nel Golfo di Gioa Tauro, sono risultati sempre
contaminati.
Relazione di sintesi
373
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Coliformi fecali „ > 100 UFC/ml „ < 100 UFC/ml
8%
92%
48%
52%
A
B
Figura 112: Contaminazione microbiologica : Febbraio 1998-Ottobre 2000, A) % campioni contaminati (807 su 1669), B) % siti
contaminati (129 su 140).
In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni
igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici
fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 19901995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le
seguenti tipologie di contaminazioni:
• aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in
tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni
centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la
depurazione e lo smaltimento dei reflui;
• aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima
pressione antropica;
• aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle
piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua.
Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90
fino al 2000.
L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una
situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei
campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una
maggiore incidenza nel settore tirrenico (Figura 113).
Relazione di sintesi
374
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Coliformi fecali „ > 100 UFC/ml „ < 100 UFC/ml
4%
14%
96%
86%
A
B
Figura 113: Contaminazione microbiologica: balneazione 2007, A) % campioni contaminati (201 su 5394), B) % siti contaminati
(88 su 634).
Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la
contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di
dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale
della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione
dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la
conseguente influenza sul regime delle precipitazioni.
Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza
che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007
sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi
d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione
delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori,
rilevate durante il 2007, potrebbe essere coerente con il modesto livello di inquinamento
rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati
di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a
minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006.
Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate
alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico
sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione.
Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato
nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi
d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione
di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In
questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e,
quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel
Relazione di sintesi
375
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15
nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94%
dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni
della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica,
in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero
territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi
d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un
modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il
settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che
sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno.
In definitiva, riteniamo di poter affermare quanto già evidenziato durante le indagini
condotte nel decennio 1990-2000, ovvero che la regione Calabria manifesta grandi carenze
nel collettamento degli scarichi fognari enfatizzato dai risultati delle indagini di
contaminazione dei corsi d’acqua superficiali dove, nell’arco di 12 campionamenti mensili
(Dic. 2006 – Nov. 2007) più del 90% dei campioni analizzati è risultato pesantemente
contaminato.
Un discorso a parte merita l’anomalia registrata a settembre 2007 quando sono stati misurati
a mare livelli di contaminazione elevatissimi soprattutto nel settore tirrenico.
L’inquinamento registrato non è correlabile con variabili chimico-fisiche, ad esempio la
salinità, tali da enfatizzare consistenti arrivi di acqua dolce da terra. L’unico dato di tipo
oceanografico, in qualche modo correlabile è il segnale del minimo sub superficiale di
salinità. Tale struttura oceanografica è presente, durante l’estate, lungo le coste tirreniche
della Calabria a segnalare la presenza di una massa d’acqua denominata MAW (Modified
Atlantic Water) che normalmente si colloca tra i 50 e i 90 metri. Di contro, durante la tarda
estate del 2007 la MAW era posizionata tra i 20 e i 50 metri (Figura 114).
Relazione di sintesi
376
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
A
B
Figura 114: Distribuzione spaziale della salinità alla quota di 20 metri A) estate 2007, B) settembre 2006.
Il segnale della presenza di questa massa d’acqua, di norma è più evidente nella parte
meridionale della costa tirrenica della Calabria e tende a scomparire procedendo verso nord.
Nel settembre 2007 non solo il minimo si colloca in un differente strato della colonna
d’acqua, e ciò potrebbe essere dovuto alla anomalia termica invernale che ha alterato
consistentemente il rimescolamento verticale della colonna d’acqua, ma è differente il senso
della distribuzione di questo segnale che è esattamente contrario a quello normalmente
osservato ad enfatizzare un possibile scenario di cambio della circolazione costiera con tutte
le implicazioni, anche di tipo trofico, che tale situazione comporta.
Se da una parte non esistono chiare correlazioni con i classici parametri abiotici, un segnale
dell’anomalia della fine di agosto del 2007 potrebbe essere ricavato dall’analisi dei dati
satellitari.
I questo senso, i dati satellitari utilizzati in questo studio provengono dal sensore MODISAqua. Sono stati presi in esame quelle grandezze che potessero fornire informazioni
riguardanti sversamenti costieri che aumentano il contenuto di clorofilla (Chla), di materiale
totale sospeso (TSM), di carbonio organico particellato (POC) con la conseguente
variazione del coefficiente di attenuazione della luce a 490 nanometri (k490). Per questo
studio di sintesi, sono state elaborate le immagini relative al periodo compreso tra la fine di
agosto e la prima decade di settembre 2007.
Relazione di sintesi
377
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Tramite le immagini True-color è possibile individuare, grazie all’elevata risoluzione, una
fioritura fitoplanctonica costiera quale risultato di apporti di acque continentali a mare
legate ad un evento precedente. In questo senso, analizzando a titolo di esempio il giorno 1
settembre a confronto con la sequenza dei giorni 5, 6 e 7 settembre, è visibile un chiaro
segnale di risposta del comparto primario ad un eventuale precedente sversamento da terra,
indicato da filamenti di colore più chiaro all’altezza di Scalea (Figg. 115, 116, 117 e 118).
A
B
Figura 115: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 1 settembre
2007
Le concentrazioni di clorofilla in condizioni “normali” dovrebbero essere intorno a 0.08 mg
m3 mentre il 6 settembre, nelle acque antistanti Scalea la concentrazione di clorofilla arriva
a 0,3 – 0,4 mg m3. Le concentrazioni di biomassa fitoplanctonica, così come il coefficiente
di attenuazione della luce, (k490) ottenuti per i primi giorni di settembre, sono ben correlati
con la distribuzione degli enterococchi rinvenuti durante la campagna oceanografica
effettuata alla fine di agosto nel settore tirrenico .
Relazione di sintesi
378
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
A
B
Figura 116: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 5 settembre
2007
A
B
Figura 117: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 6 settembre
2007
Relazione di sintesi
379
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 118 : Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 7 settembre
2007
Nonostante le date di campionamento non siano coincidenti ma distanziate di qualche
giorno, la correlazione tra Enterococchi e presenza di particellato in acqua potrebbe essere
coerente con un evento straordinario verificatosi a fine agosto. I dati relativi alla
balneazione non sono utili ad una verifica di coerenza con i risultati del monitoraggio Nov.
2005-Sett.2007 perchè i campionamenti relativi alla balneabilità delle aree costiere del
settore tirrenico sono stati effettuati prima del 24 Agosto e, quindi, antecedenti a quelli
effettuati durante la campagna di fine estate del 2007. Questi ultimi, interessano aree molto
distanti dalla fascia marina strettamente costiera dove si campiona per la balneazione. A
questo punto sono possibili solo ipotesi non essendoci inequivocabili evidenze sperimentali.
Una ipotesi plausibile è che siano stati scaricati, mediante condotte, carichi di nutrienti e di
contaminanti microbiologici non trattati e molto concentrati. In relazione alla struttura della
colonna d’acqua, tale carico è rimasto nella zona fotica e si è distribuito nell’arco di qualche
giorno nella colonna d’acqua generando una fioritura fitoplanctonica e distribuendo
l’inquinamento microbiologico su un’ampia area. Si ricorda che gli Enterococchi sono più
resistenti dei coliformi in ambiente marino. Tale ipotesi è coerente con la distribuzione
spaziale della MAW durante il campionamento e con le immagini satellitari degli inizi di
settembre.
Nella figura 119 si riporta la distribuzione spaziale dell’inquinamento fecale e la posizione
delle condotte sottomarine. E’ evidente che la posizione delle condotte ricalca, abbastanza
fedelmente, la distribuzione dei contaminanti microbiologici nel settore orientale della
Relazione di sintesi
380
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Calabria a supporto dell’ipotesi di una scorretta operazione di scarico a mare di inquinanti
accumulati durante il periodo di massima pressione antropica nella fascia costiera tirrenica.
A
B
Figura 119: A) Distribuzione superficiale degli Enterococchi UFC/100 ml (28 Ago.-9 Sett. 2007), B) condotte sottomarine
0.3.2.4 Corpi idrici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi
La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran
lunga maggiore, rispetto a quello esaminato, per poter estrapolare informazioni sulle
tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee
delle aree in oggetto. Pertanto, secondo il D.Lgs. 152/99, “in assenza di serie storiche
significative di dati dal punto di vista quantitativo in una prima fase la classificazione sarà
basata sullo stato chimico delle risorse, ipotizzando, per la parte quantitativa, una classe
C”.
Seguendo tale principio, secondo quanto riportato nella Tab.22 dell’All.1 al D.Lgs.152/99,
lo stato ambientale dei corpi idrici sotterranei sarebbe scadente per tutti i pozzi e le sorgenti
oggetto di monitoraggio.
Relazione di sintesi
381
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stato
Stato
Stato
elevato
buono
sufficiente scadente
particolare
1A
1-B
3A
1C
0A
2-A
3B
2C
0B
3C
0C
4C
0D
4A
1D
4B
2D
2-B
Stato
Stato
3D
4D
Tabella 154: Tabella 22 dell’All.1 del D.Lgs.152/99: Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei
L’obiettivo al 2016, imposto dal decreto suddetto al Titolo II, Capo I, art.4 commi a) e b),
prevede il conseguimento dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di
“buono”.
Allo stato attuale, in base alle conoscenze acquisite, è possibile ragionare solo in termini di
stato chimico delle acque sotterranee, fermo restando che, mediante disponibilità ulteriori di
dati quantitativi, lo stato passi da C a B o A al 2016.
0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di Sibari
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana di Sibari e gli obiettivi
individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale
previsto dalla normativa.
Nell’acquifero di Sibari sono stati monitorati 26 punti acqua di cui 21 pozzi e 5 sorgenti.
Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.
Codice
Stazione
Tipo
Stato
chimico
SB01
POZZO
2
SB02
POZZO
1
Obiettivo al 2016
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B per
ricadere nello stato buono.
Relazione di sintesi
382
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SB03
POZZO
4
SB04
POZZO
4
SB05
POZZO
4
SB06
POZZO
4
SB06bis
POZZO
4
SB07
POZZO
2
SB08
POZZO
2
SB09
POZZO
2
SB10
POZZO
2
SB11
POZZO
4
SB12
POZZO
3
SB13
POZZO
4
SB14
POZZO
2
SB15
POZZO
2
SB16
POZZO
4
SB17
POZZO
4
SB18
POZZO
4
SB19
POZZO
2
SB20
POZZO
2
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Relazione di sintesi
383
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SB21 SORGENTE
4
SB22 SORGENTE
2
SB23 SORGENTE
3
SB24 SORGENTE
2
SB25 SORGENTE
1
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello
stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A per
ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B per
ricadere nello stato buono.
Tabella 155: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana di Sibari
Lo stato chimico 1 è stato registrato solo per 1 pozzo ed 1 sorgente, mentre lo stato chimico
2 caratterizza 9 pozzi e 2 sorgenti. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può
ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello
A o B così come accennato precedentemente.
Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 1 pozzo ed 1 sorgente.
Per entrambi i punti acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è
risultato in quasi tutte le campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere
l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla
classificazione dello stato quantitativo, il pozzo e la sorgente in questione devono essere
portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi
rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.
Infine, per 10 pozzi ed una sorgente lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 3
pozzi hanno presentato concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri e
Pesticidi totali), mentre per i rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei
parametri di base. In molti casi i parametri incriminati sono il ferro, il manganese e lo ione
ammonio, a cui seguono in minor numero cloruri e solfati. Per raggiungere l’obiettivo di
qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato
chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi
rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.
Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei
parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo
questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una
Relazione di sintesi
384
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un discreto
miglioramento nella seconda.
In particolare è da segnalare come piuttosto accentuato l’inquinamento microbiologico
rilevato con costanza, in tutte le campagne di monitoraggio, in corrispondenza dei pozzi
SB17 ed SB19.
Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici
investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti
abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di
allevamenti zootecnici.
In definitiva, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale,
nelle aree più prossime alla costa. La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la
loro distribuzione nell’area di monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di
una potenziale fonte inquinante. Sicché la derivazione di obiettivi di qualità e,
conseguentemente, la formulazioni di misure d’intervento atte al passaggio di classe di
qualità, risulta un processo non precipuamente indirizzato al raggiungimento della
rimozione o mitigazione della causa generatrice.
Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della
Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è
rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari
villaggi turistici collocati lungo la costa.
Quanto affermato è ben evidenziato dalla prevalenza delle aree coltivate a frutteto. A questo
si può probabilmente attribuire la diffusa presenza di manganese essendo questo molto
utilizzato proprio nelle concimazioni di agrumi.
Le concentrazioni di nitrati sono inferiori a 25 mg/l per la quasi totalità dell’area monitorata.
Fa eccezione una piccola zona centrale in corrispondenza dei pozzi SB17, SB23, SB12.
Questa apparente contraddizione rispetto alla vocazione agricola del territorio sembra
invece in accordo con l’utilizzo di altre tipologie di prodotti fertilizzanti come già detto a
proposito della massiccia presenza di manganese.
Ulteriore elemento di noise allo stato qualitativo del settore fisico geografico competente
l’idrosfera in argomento è rappresentato dai fenomeni di intrusione salina, elemento di
degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa, quale conseguenza diretta
del sovrasfruttamento delle falde con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori
di Cl- sono per gran parte dei casi esaminati tali da classificare le acque come dolci e solo in
Relazione di sintesi
385
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
alcuni casi salmastre. Ciononostante, non risulta nessuna evidente relazione tra i tenori di
Cl- e la distanza dalla costa.
Una chiara indicazione sulla presenza di contaminazione marina è riscontrata per il pozzo
SB11 che non è in assoluto il più prossimo alla costa. Nessuna evidenza sembra rilevata per
gli altri punti di monitoraggio. I risultati ottenuti
-quasi tutti inferiori all’unità-
indicherebbero che le acque sono da considerarsi a bassa-media salinità.
Altro elemento di qualificazione delle acque sotterranee della Piana di Sibari: la
mineralizzazione delle acque risulta da poco accentuata ad eccessiva con una netta
prevalenza di acque con mineralizzazione media e importante. Questo fa pensare a circuiti
non proprio superficiali e tempi di rinnovo mediamente lunghi.
Aspetto quantitativo
La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran
lunga maggiore rispetto a quello esaminato per poter estrapolare informazioni sulle tendenze
a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area in
oggetto, tuttavia si possono fare delle osservazioni legate al monitoraggio relativo al biennio
2006-2007, di seguito esposte.
La superficie piezometrica dei livelli profondi, rilevata nel 1974, risulta avere l'andamento
tipico di un conoide che si estende dal punto di sbocco del torrente Raganello fino al mare.
Le linee di maggiore deflusso hanno un andamento NO-SE, mentre l'artesianità delle acque,
in vicinanza della costa, legata alla presenza di formazioni argillose lenticolari, è di soli
circa 1.0-1.5 m sul piano campagna. La discarica naturale delle acque sotterranee ha luogo
in gran parte attraverso impaludamenti che risultano essere presenti nella zona e che sono
attualmente bonificati da una rete di canali.
L’acquifero della Piana di Sibari rappresenta una importante risorsa idrica per le attività di
agricoltura intensiva che ivi sono praticate. Conseguentemente, la caratterizzazione del
potenziale di tale sistema acquifero è un requisito essenziale per lo sfruttamento sostenibile
di una risorsa, dimostratosi –a seguito di classificazione esperita, su base sistema di
monitoraggio- a rischio di depauperamento qualitativo.
La stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle caratteristiche
delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto.
Di seguito sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione
della Piana di Sibari, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore
Relazione di sintesi
386
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per i valori di
ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché risultanti da
un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica
naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.
90° percent. (mm)
10° percent. (mm)
Media (mm)
P annuale
P ott-apr
%
1632
492
1058
1323
439
882
81%
89%
83%
ricarica annuale
(30÷50% di P)
489 ÷ 816
148 ÷ 246
317 ÷ 529
ricarica ott-apr
(30÷50% di P)
397 ÷ 662
132 ÷ 220
265 ÷ 441
Tabella 156: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili
tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale
di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.
Il regime climatico della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo,
è caratterizzato da un’elevata stagionalità delle precipitazioni, concentrate nel periodo
ottobre-aprile e quindi maggiormente utili al fine della ricarica degli acquiferi. Di contro la
facies di emungimento, stante la distribuzione dell’idroesigenza colturale (land-use), si
esplica maggiormente nei periodi maggio-settembre.
I valori monitorati evidenziano una sensibile riduzione del livello piezometrico
corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore
afflusso meteorico dell’ultimo anno. Inoltre, da un confronto tra i livelli stessi rilevati nei
pozzi durante il biennio 2006/2007 è possibile individuare le aree che, nel corso di tale
periodo di indagine, si comportano come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle
in cui lo sfruttamento quantitativo della falda è più marcato. Nel caso dell’area di Sibari, si
possono notare le aree di maggiore ricarica a nord-ovest, ad ovest e a sud-est, corrispondenti
ai rilievi montuosi circostanti la piana. Allo stesso modo, è stato possibile con tale
rappresentazione seguire l’evoluzione dell’area di maggiore depressione della superficie
piezometrica, coincidente con la periferia meridionale.
Inoltre, l’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere i
periodi di maggiore ricarica corrispondenti al periodo invernale, nonché quelli di maggiore
prelievo corrispondenti all’estate 2007.
Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per
confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della
superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007.
Relazione di sintesi
387
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio
tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere
prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”.
Nelle propaggini vallive la pressione antropica è da ricondursi alla forzante “agricoltura
intensiva”, precipuamente localizzabile nella fascia valliva di piana. In detta aree è la falda
che alimenta i fiumi, pertanto la risorsa idrica da proteggere è proprio la falda.
A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di
approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari è rappresentata dalle acque
sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da carichi inquinanti elevati
(cfr. All. I), indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati e di altre
sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del
dilavamento.
Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere considerati
come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque superficiali
delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di permeabilità da
media ad elevata.
Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un
sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate
quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti
dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno
della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto questa aliquota è
compresa nella stima dell’infiltrazione efficace.
0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di S.Eufemia
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Sant’Eufemia e gli obiettivi
individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale
previsto dalla normativa.
Nell’acquifero di Sant’Eufemia sono stati monitorati 15 pozzi. Dal monitoraggio eseguito
emerge la seguente classificazione dello stato chimico.
Relazione di sintesi
388
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Codice
Stato
Tipo
Stazione
chimico
SE01
POZZO
2
SE02
POZZO
2
SE03
POZZO
2
SE04
POZZO
2
SE05
POZZO
4
SE06
POZZO
3
SE07
POZZO
3
SE08
POZZO
4
SE09
POZZO
3
SE10
POZZO
2
SE11
POZZO
4
SE13
POZZO
4
SE14
POZZO
4
SE15
POZZO
4
SE16
POZZO
4
Obiettivo al 2016
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Tabella 157: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Sant’Eufemia
Lo stato chimico 1 non è stato registrato per alcun pozzo, mentre per 5 pozzi lo stato
chimico risultante ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può
ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello
A o B.
Relazione di sintesi
389
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti
acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in tutte le
campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità
“buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello
stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si
dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.
Infine, per 7 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 1 ha presentato
concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri ed Arsenico), mentre per i
rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei parametri di base. In due
casi è la concentrazione dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Per i rimanenti
5 pozzi in classe 4, i parametri la cui concentrazione è superiore ai limiti sono il ferro ed il
manganese ed in un solo caso lo ione ammonio. Per raggiungere l’obiettivo di qualità
“buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico
2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati
scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.
Le risultanze delle analisi del sistema di monitoraggio approntato descrivono molto bene
una situazione qualitativa tutt’altro che rassicurante. Sono pochissimi, infatti, i punti acqua
dove non vi siano le indicazioni dei parametri le cui concentrazioni misurate sono risultate
superiori al limite relativo ai parametri stessi. I fattori inquinanti sono ben diffusi su tutto il
territorio dell’area in esame, alternandosi tra nitrati, ferro, manganese e ione ammonio.
La seconda campagna, se da un lato riduce il numero di punti indicativi di un inquinamento
in atto, dall’altro presenta nuovi parametri inquinanti quali i fluoruri nella zona occidentale
e gli idrocarburi policiclici aromatici nella parte settentrionale dell’area, che si
accompagnano agli stessi parametri presenti in forma massiccia nel corso della prima
campagna.
La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso
delle diverse campagne di analisi delle acque di falda non sembra suggerire l’attribuzione
della contaminazione alle pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio,
IPA) è sicuramente da collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana
di S. Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo la
diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe meglio
indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti, ricadono due
sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente note per le
Relazione di sintesi
390
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di arsenico, ferro e
manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita il pozzo SE14
che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la persistenza della
loro presenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante.
Per quanto riguarda i cloruri le concentrazioni misurate sono risultate sempre
abbondantemente inferiori al limite di 250 mg/l, anche se i risultati ottenuti sembrano
indicare una tendenza in atto.
Aspetto quantitativo
La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata profondità
(5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di oltre 300
m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti termini del
complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di qualche
l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50 l/s.
L’articolazione della superficie piezometrica mette in evidenza un deflusso della falda
convergente verso la costa, con valori del gradiente idraulico relativamente elevati lungo la
valle del F. Amato (1,5% - 0,6%) e decisamente più bassi nell’area pianeggiante (0,4 0,2%).
Ai margini dei depositi terrazzati e lungo la valle del F. Amato scaturiscono importanti
sorgenti, indicative del drenaggio della falda contenuta nei depositi clastici più grossolani da
parte del corso d’acqua.
L’interesse per le aree agricole è palesato anche dagli sviluppi progettuali delle
organizzazioni Consortili per la gestione delle aree agricole (cfr. L.R. 11/2003 e successive
D.G.R.). Altri sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono
da correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in
termini di programmazione).
Per quanto concerne l’aspetto quantitativo della risorsa in questo settore fisico-geografico di
competenza, sono esemplificativi i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di
alimentazione della Piana di S. Eufemia (sia come valori totali annui che come totali del
periodo di maggiore ricarica della falda, ottobre-aprile).
Relazione di sintesi
391
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
90° percent. (mm)
10° percent. (mm)
Media (mm)
P annuale
P ott-apr
%
1467
531
971
1146
452
780
78%
85%
80%
ricarica annuale
(30÷50% di P)
440 ÷ 733
159 ÷ 265
291 ÷ 485
ricarica ott-apr
(30÷50% di P)
344 ÷ 573
135 ÷ 226
234 ÷ 399
Tabella 158: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili
tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale
di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.
La complessità idrogeologica del sistema necessiterebbe di un periodo di osservazione di
gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo
termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area, tuttavia, dai valori
riscontrati durante il periodo di analisi appare palese una riduzione del livello piezometrico
corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore
afflusso meteorico dell’ultimo anno.
In sintesi, per il comparto idrogeologico della piana di S. Eufemia, si palesano aree di
maggiore ricarica corrispondenti al bordo meridionale del contesto territoriale in argomento,
corrispondenti ai rilievi montuosi confinanti con la piana.
I dati del monitoraggio mettono in risalto, in modo significativo, che non si sono riscontrate
tendenze evidenti di diminuzione della piezometrie a seguito di emungimenti, ma solo lievi
abbassamenti in corrispondenza della porzione nord-occidentale dell’area nel periodo tardoestivo e autunnale del 2007.
Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo,
ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con
conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera
delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza
colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo
sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi
d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in
falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Le portate
emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate visti i
volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero.
I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Lamezia Terme sono rappresentati dai
pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in
possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 700 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti
e ricadenti nell’acquifero in esame.
Relazione di sintesi
392
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La zonizzazione delle aree in cui è la falda che alimenta i fiumi e viceversa, permette, di
sviluppare le procedure per le misure di salvaguardia della risorsa. Quando è il fiume che
alimenta la falda, questo accade generalmente nelle zone di monte, lo sversamento non
trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda, mentre nelle aree in cui è la
falda che alimenta i fiumi, e questo invece si ha generalmente nelle zone vallive, la risorsa
idrica da proteggere è proprio la falda.
L’andamento dei carichi piezometrici sull’acquifero di Lamezia Terme evidenzia che nella
parte Nord, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella parte rimanente è la falda che
alimenta i fiumi. Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree
di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui
devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio
Idrogeologico”.
0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero
di Gioia Tauro
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Gioia Tauro e gli obiettivi
individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale
previsto dalla normativa.
Nell’acquifero di Gioia Tauro sono stati monitorati 25 punti acqua di cui 20 pozzi e 5
sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.
Codice
Stazione
Tipo
Stato
chimico
GT01
POZZO
4
GT02
POZZO
4
GT03
POZZO
2
GT04
POZZO
3
GT05
POZZO
2
GT06
POZZO
2
Obiettivo al 2016
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Relazione di sintesi
393
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
GT07
POZZO
1
GT08
POZZO
3
GT09
POZZO
2
GT10
POZZO
2
GT11
POZZO
2
GT12
POZZO
1
GT13
POZZO
2
GT14
POZZO
4
GT15
POZZO
4
GT16
POZZO
2
GT17
POZZO
2
GT18
POZZO
2
GT19
POZZO
3
GT20
POZZO
4
GT21 SORGENTE
2
GT22 SORGENTE
1
GT23 SORGENTE
2
GT24 SORGENTE
2
GT25 SORGENTE
2
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Tabella 159: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Gioia Tauro
Relazione di sintesi
394
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lo stato chimico 1 è stato registrato per due pozzi ed una sorgente, per 14 pozzi lo stato
chimico risultante, invece, ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016
può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di
livello A o B.
Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti
acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in quasi tutte le
campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità
“buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello
stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si
dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l.
Infine, per 5 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4. In tre dei 5 casi è la concentrazione
dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Nei rimanenti due casi sono il ferro ed
il manganese a far attribuire lo stato chimico 4, sebbene le concentrazioni siano risultate
elevate per entrambi i punti in una sola campagna di monitoraggio. Per raggiungere
l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere
portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei
parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.
In sostanza, la situazione di inquinamento da nitrati ha interessato spazialmente una grossa
area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli inquinanti rinvenuti sono
tutti collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura.
Gli acquiferi che interessano l’area in esame, mostrano chiari i segni di una antropizzazione
diffusa, che ha determinato frequenti fenomeni di inquinamento da nitrati.
Nel complesso, le concentrazioni di nitrati misurate nei due anni di monitoraggio nell’area
in esame, hanno mostrato una antropizzazione piuttosto consistente, sia in termini di
concentrazioni, che dal punto di vista dell’estensione dell’area interessata.
Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area di Gioia Tauro si completa con i livelli
d’informazione relativi all’analisi dei parametri microbiologici che sono stati monitorati in
tutte le campagne (pur non essendo questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99). Le
analisi comparative fanno registrare una situazione piuttosto altalenante con un netto
peggioramento nella seconda e nella quarta campagna. Per quest’ultima, in particolare,
spiccano sicuramente gli alti valori ritrovati in corrispondenza del pozzo GT18, e delle
sorgenti GT21 e GT24. Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei
parametri microbiologici investigati si può legare questa forma di contaminazione alla
Relazione di sintesi
395
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
presenza di insediamenti abitativi non serviti dal fogna o a perdite della stessa rete fognaria
o ancora alla presenza di allevamenti zootecnici.
Nella pianura costiera la falda è sfruttata mediante un elevato numero di pozzi di varia
profondità, con frequenza maggiore nella parte orientale; le portate variano da 1 l/s ad oltre
30 l/s.
La salinità delle acque si mantiene intorno ai 500 mg/l nelle zone più interne, mentre si
innalza in prossimità della fascia costiera denunciando effetti di intrusione salina nei livelli
più profondi del deposito, fino ad una distanza di oltre 1 km dal litorale. La
mineralizzazione delle acque della Piana di Gioia Tauro risulta, infatti, da bassa ad
importante con una netta prevalenza di acque con mineralizzazione poco accentuata. Questo
fa pensare a circuiti poco profondi e tempi di rinnovo non lunghi.
Aspetto quantitativo
La configurazione orografica e gli aspetti geologico-strutturali, ben noti e reiterati in tutti gli
altri settori del PTA Calabria, evidenziano la congruità con le scelte di propensione per gli
acquiferi di piana sul versante Tirrenico. Molto chiara la crescita e lo sviluppo delle attività
antropiche nella Piana di Gioia Tauro. La derivazione delle considerazioni di gestione e
tutela delle acque sotterranee per la Piana di Gioia Tauro è ben testimoniata dalla
distribuzione spaziale e dalla concentrazione delle opere di captazione (cfr. layer catasto
pozzi). La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata
profondità (5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di
oltre 300m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti
termini del complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di
qualche l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50
l/s.
L’area pianeggiante che si sviluppa tra Gioia Tauro e Rosarno è sede di consistenti depositi
alluvionali che si estendono sui fondi valle dei principali corsi d’acqua e sulle colline
circostanti sotto forma di depositi terrazzati. Le alluvioni di fondo valle e della pianura
costiera hanno composizione granulometrica prevalentemente sabbioso-limosa e quindi nel
complesso scarsamente permeabili, ma dotate di consistente spessore, variabile fra un
minimo di 20 - 30 m ed oltre 100 m allo sbocco del F. Mesima.
Le falde contenute nelle alluvioni vallive e nei depositi della piana costiera sono continue
tra di loro e vanno considerate come un unico sistema; a tale sistema possono assimilarsi
Relazione di sintesi
396
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
anche le falde contenute nei depositi terrazzati. La falda di tipo libero o semiconfinato
defluisce dalle colline verso la costa, con direzioni da SW a NE e da NW a SE,
analogamente alla direzione dei principali corsi d’acqua che solcano la pianura costiera, con
gradiente idraulico variabile da 1,5 - 2,0% a monte a 0,2% a valle. L’andamento della
superficie piezometrica mette in evidenza un marcato drenaggio della falda in
corrispondenza delle valli con presenza di numerose sorgenti, nella maggior parte di portata
modesta, localizzate ai margini dei terrazzi collinari. Ai fini di una migliore fruibilità degli
aspetti quantitativi della risorsa sotterranea nel campo di esistenza dell’acquifero in stretta
considerazione, è importante rimarcare i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di
alimentazione della Piana di Gioia Tauro, sia come valori totali annui che come totali del
periodo di maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche
riportato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della
pioggia. Detti valori forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale
degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.
90° percent. (mm)
10° percent. (mm)
Media (mm)
P annuale
1718
511
1088
P ott-apr
1343
439
877
%
78%
86%
81%
ricarica
annuale
(30÷50% di P)
515 ÷ 859
153 ÷ 255
326 ÷ 544
ricarica
ott-apr
(30÷50% di P)
403 ÷ 671
132 ÷ 219
263 ÷ 438
Tabella 160: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili
tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale
di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.
Le analisi idrologiche condotte (riscontrabili nel dettaglio negli appositi paragrafi di
caratterizzazione) evidenziano la anomala stagione climatica che ha caratterizzato l’inverno
2006-2007. L’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere
i periodi di maggiore prelievo a ridosso della fascia costiera e il bordo sud-occidentale, nel
periodo estivo (luglio 2006 e luglio 2007).
Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per
confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della
superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007.
Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo,
ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con
conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera
delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza
Relazione di sintesi
397
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo
sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi
d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in
falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto
questa aliquota è compresa nella stima dell’infiltrazione efficace.
Le portate emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate
visti i volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero.
I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Gioia Tauro sono rappresentati dai
pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in
possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 900 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti
e ricadenti nell’acquifero in esame.
Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di
interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui
devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio
Idrogeologico”.
Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici nell’acquifero di Gioia
Tauro, si evince che i fiumi alimentano la falda per una zona limitata posta nella parte
Ovest, mentre in tutta la parte rimanente è la falda che alimenta i fiumi.
0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli acquiferi della fascia costiera tra Villa
S.Giovanni e Reggio Calabria
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa della fascia costiera tra Villa S.Giovanni e
Reggio Calabria e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello
stato di qualità ambientale previsto dalla normativa.
Nell’acquifero di Reggio Calabria sono stati monitorati 20 punti acqua di cui 15 pozzi e 5
sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico.
Codice
Stazione
Tipo
Stato
chimico
RC01
POZZO
2
RC02
POZZO
2
Obiettivo al 2016
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Relazione di sintesi
398
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
RC03
POZZO
2
RC04
POZZO
2
RC05
POZZO
2
RC06
POZZO
2
RC07
POZZO
2
RC08
POZZO
2
RC09
POZZO
4
RC10
POZZO
4
RC11
POZZO
2
RC12
POZZO
2
RC13
POZZO
4
RC14
POZZO
4
RC15
POZZO
4
RC16 SORGENTE
2
RC17 SORGENTE
1
RC18 SORGENTE
2
RC19 SORGENTE
2
RC20 SORGENTE
2
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 1 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico 2 e
raggiungimento dello stato quantitativo B o A
per ricadere nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e definizione
dello stato quantitativo B o A per raggiungere
l’obiettivo “buono”
Tabella 161: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Reggio Calabria
Relazione di sintesi
399
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Lo stato chimico 1 è stato registrato per una sola sorgente. La maggior parte dei pozzi e
sorgenti dell’acquifero (14) ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al
2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni
di livello A o B.
Non si registrano punti il cui stato chimico sia 3, mentre, per 5 pozzi lo stato chimico è
risultato essere 4. In un caso l’attribuzione della classe 4 è da imputare ai Fluoruri ed in un
caso ai Nitrati Per un solo pozzo sono il Ferro ed il Manganese i parametri discriminanti,
mentre per due pozzi è la concentrazione dei Solfati a stabilire la classe 4. In questo ultimo
caso, la vicinanza alla costa potrebbe spiegare le concentrazioni rilevate. Per raggiungere
l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla
classificazione dello stato quantitativo, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere
portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei
parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.
Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei
parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo
questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una
situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un deciso
peggioramento progressivo, con concentrazioni crescenti, passando dalle prime due
campagne, alla terza e poi alla quarta.
Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici
investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti
abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di
allevamenti zootecnici.
In sintesi, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale, nelle
aree più prossime alla costa ed in particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio
Calabria. Sulla base della tipologia di inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro,
antiparassitari totali) si è portati ad legare tale contaminazione alle pratiche agricole che
sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso di fertilizzanti e antiparassitari.
Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere un’origine diversa da quella agricola
essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi, sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli
altri inquinamenti di rilievo si osservano in corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella
parte centrale più interna dell’area di monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di
elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico
Relazione di sintesi
400
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
e ammonio farebbe pensare più ad una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica
RSU o sversamenti di natura industriale.
Un ulteriore elemento di degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa è
rappresentato dall’intrusione salina, conseguenza diretta del sovrasfruttamento delle falde
con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori di Cl-, tranne in un solo caso, sono
tutti tali da classificare le acque come dolci. Ciononostante, si è osservato come al diminuire
della distanza dalla costa i tenori di Cl- tendano ad aumentare.
Aspetto quantitativo
Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di
uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità
idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un
periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle
tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee
dell’area.
Elevati sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono da
correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in
termini di programmazione).
Nella fascia costiera sono riscontrabili gli acquiferi alluvionali, originati dal notevole
trasporto solido dei corsi d’acqua a causa della forte pendenza degli alvei e dello stato di
degrado dei terreni attraversati, presentano spessori consistenti, dell’ordine di 20 - 50 m nel
tratto mediano delle fiumare e va aumentando verso valle, man mano che ci si avvicina alla
costa, raggiungendo gli 80 - 100 m in prossimità del litorale allo sbocco delle fiumare
Catona e Gallico, a nord di Reggio, e delle fiumare Calopinace e Sant’Agata a sud
dell’abitato.
In questi tratti vallivi delle fiumare i depositi alluvionali sono sede di consistenti deflussi in
subalvea, che alimentano le falde presenti nella fascia costiera. Le acque sotterranee, che da
tempo rappresentano la principale fonte di approvvigionamento idrico per scopi civili,
agricoli e industriali, sono captate mediante opere singole o collettive (pozzi e gallerie
drenanti), sopperendo alle esigenze della zona.
La permeabilità è complessivamente alta (0,2 - 0,5 x 10-3 m/s), seppure variabile in senso
sia verticale che orizzontale, come anche la trasmissività il cui valore è dell’ordine di 1 - 6 x
Relazione di sintesi
401
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
10-2 m2/s. Ciò consente produttività di singoli pozzi da 10 a 50 l/s, se ubicati nei siti più
favorevoli.
Nella fascia costiera il substrato delle alluvioni è generalmente costituito da argille, arenarie
e conglomerati pliocenici e si pone a quote di 50-100 m al di sotto del livello del mare. Le
falde contenute in tali depositi, abbondantemente alimentate dalle fiumare anzidette, sono
qui interconnesse, costituendo un’unica falda idrica a nord e a sud di Monte Pentimele dove
la continuità è interrotta per l’affioramento dei terreni del substrato.
Si individuano così due zone indipendenti, ossia a nord di detto rilievo, dove sfociano le
fiumare S. Giovanni, Catona, Gallico, Scaccioti, e a sud, dove sfociano le fiumare
Annunziata, Calopinace, Sant’Agata, Valanidi e Pellaro. La superficie piezometrica mostra
direzioni di deflusso costantemente da est verso ovest, con gradiente idraulico medio pari a
1 - 2% nelle vallate e dello 0.5 - 0.8% nella fascia costiera.
Nel corso degli anni le opere di captazione, rappresentate soprattutto da pozzi, si sono
moltiplicate in maniera notevole con forte incremento dei prelievi, che in taluni settori,
come quello in cui ricadono gli impianti del comune di Reggio, ha causato forti depressioni
della superficie piezometrica ed il conseguente richiamo di acqua marina nell’entroterra.
Per il sistema acquifero di Reggio Calabria sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso
riferito all’area di alimentazione, sia come valori totali annui che come totali del periodo di
maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per
i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché
risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di
ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale.
90° percent. (mm)
10° percent. (mm)
Media (mm)
P annuale
1675
519
1113
P ott-apr
1361
447
917
%
81%
86%
82%
ricarica
annuale
(30÷50% di P)
503 ÷ 838
156 ÷ 259
334 ÷ 557
ricarica
ott-apr
(30÷50% di P)
408 ÷ 681
134 ÷ 224
275 ÷ 458
Tabella 162: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili
tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale
di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.
Nel caso dell’area di Reggio Calabria si è potuto notare l’anomala dispersione delle
condizioni piezometriche, verosimilmente dovuta all’esistenza di numerosi livelli acquiferi
caratterizzati da dinamiche differenti. Tuttavia, è stato possibile evidenziare il fenomeno
della ricarica degli acquiferi che si estendono lungo la fascia costiera; talché è stato
Relazione di sintesi
402
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
possibile riconoscere l’evoluzione dell’abbassamento della superficie piezometrica nella
zona a sud di Reggio Calabria, dovuto agli emungimenti del periodo maggio-ottobre 2007.
Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per
confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007,
la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza del secondo
periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto rimpinguamento dell’inverno
2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente stagione primaverile-estiva.
Il sistema acquifero sotterraneo di Reggio Calabria è tra i maggiori per estensione della
regione ed ha un’area di alimentazione, approssimativamente, di quasi 700 km2. Come gli
altri finora trattati, anche tale sistema acquifero è soggetto a notevoli pressioni antropiche in
buona parte connesse alle pratiche agricole.
In sintesi la stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle
caratteristiche delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto. Il regime climatico
della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo, è caratterizzato da
un’elevata stagionalità delle precipitazioni con la massima parte delle precipitazioni
concentrate nel periodo autunno-invernale. In tale periodo, tra l’altro, il regime termico è
tale da determinare una ridotta domanda evapotraspirativa, favorendo così nel bilancio
idrologico i processi di deflusso superficiale e di infiltrazione profonda degli afflussi
meteorici.
In un simile contesto, l’infiltrazione efficace, prescindendo dalla complessità dei processi
idrologici che la determinano, può essere mediamente assunta variabile in un range che va
dal 30 al 50 % della pioggia media annua.
Con specifica finalità della discretizzazione delle misure di salvaguardia per le aree di
captazione della risorsa (utilizzi nobili) è importante sottolineare che i principali prelievi
acquedottistici nell’acquifero di Reggio Calabria sono rappresentati dai pozzi gestiti dalla
Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti. Le portate emunte ai fini potabili sono di
oltre 1,5 mc/s.
Nelle pertinenze fisico-geografiche di monte, quando è il fiume che alimenta la falda, lo
sversamento non trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda.
L’intero bacino risulta molto sfruttato nei riguardi degli emungimenti a scopo
acquedottistico. Nel quadro generale dell’analisi della tutela della risorsa idrica, quindi,
questo assume una rilevanza notevole in quanto uno sversamento potrebbe contaminare
direttamente la falda ed avere una ricaduta immediata sull’approvvigionamento potabile.
Relazione di sintesi
403
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un
sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate
quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti
dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della
parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante.
A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di
approvvigionamento irriguo nelle aree della fascia costiera di Reggio Calabria è
rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da
carichi inquinanti elevati indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati
e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del
dilavamento. Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere
considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque
superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di
permeabilità da media ad elevata.
Si rimanda,invece, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di
interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui
devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio
Idrogeologico”.
0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero della Piana del Lao
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana del Lao e gli obiettivi individuati
per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla
normativa.
Nell’acquifero del Lao sono stati monitorati 8 pozzi. Dal monitoraggio eseguito emerge la
seguente classificazione dello stato chimico.
Codice
Stato
Tipo
Stazione
chimico
L01
POZZO
2
L02
POZZO
2
Obiettivo al 2016
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Relazione di sintesi
404
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
L03
POZZO
2
L04
POZZO
4
L05
POZZO
2
L06
POZZO
2
L07
POZZO
4
L08
POZZO
2
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e
definizione dello stato quantitativo
B o A per raggiungere l’obiettivo
“buono”
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e
definizione dello stato quantitativo
B o A per raggiungere l’obiettivo
“buono”
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Tabella 163: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana del Lao
Per nessun punto è stato registrato lo stato chimico 1, mentre lo stato chimico 2 caratterizza
6 degli 8 pozzi oggetto di indagine. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può
ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello
A o B.
In nessun caso è stato attribuito lo stato chimico 3, mentre per soli 2 pozzi lo stato chimico è
risultato essere 4. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione tra l’alto tenore di solfati
e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini di abbondanza nell’acqua
di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata. Per il pozzo L07, invece,
l’attribuzione della classe 4 è dovuta alle alte concentrazioni di Ferro e Manganese. Per
raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in
precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere
portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei
parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa.
Il quadro qualitativo delle acque analizzate nell’area in esame è stato completato con le
valutazioni sulle concentrazioni dei parametri addizionali che, in nessun caso superano i
limiti previsti per i diversi inquinanti organici ed inorganici ad ulteriore conferma della
buona situazione qualitativa già messa in evidenza dai parametri di base.
Relazione di sintesi
405
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La buona situazione qualitativa della Piana del Lao trova riscontro con l’uso del suolo in cui
è evidente la netta prevalenza delle aree forestali ed a colture orticole, mentre mancano
quasi del tutto aree coltivate a frutteti. Si tratta, tuttavia, di un’area con una discreta
presenza di aree urbane, alcune delle quali relative a località piuttosto note dal punto di vista
turistico. Questo dovrebbe non far abbassare la guardia in termini di monitoraggio e
controllo del territorio pur essendo la situazione attuale abbastanza tranquilla.
Anche per i nitrati il quadro evidenziato non risulta essere allarmante. Infatti, le
concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori a 25 mg/l su tutta l’area monitorata.
In sostanza, l’assetto qualitativo della Piana del Lao non presenta uno scenario di marcata
patologia di affezione e le emergenze della classificazione non palesano condizioni di
priorità di ricorso all’intervento diretto.
Aspetto quantitativo
Si riportano i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione del sistema
acquifero della Piana del Lao, sia come valori totali annui che come totali del periodo di
maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche riportato un
range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia.
Detti valori, ancorché risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di
massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità
inter-annuale.
ricarica annuale
ricarica ott-apr
P annuale
P ott-apr
%
(30÷50% di P)
(30÷50% di P)
90° percent. (mm)
1969
1482
75%
591 ÷ 984
445 ÷ 741
10° percent. (mm)
296
267
90%
89 ÷ 148
80 ÷ 134
Media (mm)
1071
850
79%
321 ÷ 536
255 ÷ 425
Tabella 164: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili
tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale
di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale.
L’analisi delle variazioni di quota della superficie piezometrica rilevate durante le campagne
di monitoraggio ha messo in risalto le aree che, nel corso del periodo di indagine, si sono
comportate come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle in cui lo sfruttamento
quantitativo della falda è stato più marcato. Nel caso della Piana del Lao, nonostante il
ridotto numero di punti acqua, la rappresentazione delle evoluzioni piezometriche è apparsa
significativa. Infatti, sono risultati evidenti sia il fenomeno della ricarica diffusa della
Relazione di sintesi
406
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
primavera 2007, successiva ad un periodo di siccità invernale, che il marcato abbassamento
dell’ottobre 2007.
Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, anche per tale area di studio è stato
possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi,
l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in
corrispondenza del secondo periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto
rimpinguamento dell’inverno 2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente
stagione primaverile-estiva.
Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di
interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui
devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio
Idrogeologico”.
Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che nella parte
più interna del bacino, nella parte Ovest, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella
parte valliva ad Est è la falda che alimenta i fiumi.
0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero dell’area di Crotone
Aspetto qualitativo
Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’area di Crotone e gli obiettivi
individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale
previsto dalla normativa.
Questa area di monitoraggio, è stata aggiunta nel secondo anno di attività. Nello specifico
sono stati individuati 4 nuovi punti stazione, tutti costituiti da pozzi, che si sono aggiunti
alla rete di monitoraggio già esistente.
Sui 4 punti acqua integrativi dell’area di Crotone sono state effettuate due sole campagne di
misura del livello e di prelievo di campioni per le analisi di laboratorio nei periodi di luglio
2007 e in corrispondenza di ottobre 2007. Pertanto, considerata l’esiguità dei dati, sia in
merito al numero di punti d’acqua monitorati che alla frequenza temporale delle misure, non
è stato possibile effettuare le stesse elaborazioni realizzate per le altre aree di monitoraggio.
Dal monitoraggio eseguito sull’Acquifero di Crotone emerge la seguente classificazione
dello stato chimico.
Relazione di sintesi
407
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Codice
Stazione
Tipo
Stato
chimico
POZZO
TACINA
POZZO
4
POZZO
ALLI
POZZO
2
POZZO
POZZO
CROCCHIO
4
POZZO
CORACE
POZZO
2
Obiettivo al 2016
Passaggio allo stato chimico 2 e
definizione dello stato quantitativo
B o A per raggiungere l’obiettivo
“buono”
Mantenimento dello stato chimico
2 e raggiungimento dello stato
quantitativo B o A per ricadere
nello stato buono.
Passaggio allo stato chimico 2 e
definizione dello stato quantitativo
B o A per raggiungere l’obiettivo
“buono”
Passaggio allo stato chimico 2 e
definizione dello stato quantitativo
B o A per raggiungere l’obiettivo
“buono”
Tabella 165: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero dell’area del crotonese
Due pozzi sono risultati avere stato chimico 2 (per i suddetti punti lo stato ambientale al
2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni
di livello A o B) e due pozzi stato chimico 4, attribuibile ai parametri manganese e ferro,
probabilmente attribuibili alle pratiche agricole.
Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in
precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere
portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione dei parametri
ivi rilevata scenda al di sotto dei valori imposti da normativa.
Aspetto quantitativo
Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di
uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità
idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un
periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle
tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee
dell’area.
Il modello geologico - tecnico presenta le tipiche peculiarità del sistema idrogeologico di
pianura costiera in cui le acque dolci continentali defluendo verso l’interfaccia acqua dolce
– acqua salata sono in continuo rimescolamento con il mare posto poco distante.
La circolazione sotterranea si organizza in generale secondo delle direttrici poste circa ovest
– est. La circolazione verticale si organizza secondo linee di drenaggio verso gli strati
Relazione di sintesi
408
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
superficiali più permeabili. In alcuni casi, l’acquifero si trova in pressione per la presenza di
acquiclude limo – argilloso, specialmente in coincidenza dei periodi piovosi; in questo caso,
si può instaurare filtrazione attraverso un mutuo scambio di volumi idrici dagli strati
profondi verso gli strati superficiali e viceversa.
Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio
tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere
prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”.
Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che i fiumi
alimentano la falda per una zona limitata mentre in tutta la parte rimanente è la falda che
alimenta i fiumi.
0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione
L’art.4, comma 3 del D.lgs.152/99 recita: “…l’obiettivo di qualità per specifica destinazione
individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte
dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi..”.
A tal fine, entro il 31/12/2016, devono essere mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a
specifica destinazione (le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua
potabile, le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla
vita dei pesci e le acque destinate alla vita dei molluschi) gli obiettivi di qualità ambientale
previsti dal decreto, secondo le specifiche per i criteri e la metodologia da utilizzare per
l’assegnazione della conformità riportate nell’Allegato 2 del decreto.
Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino regionale, ed in linea con quanto previsto
dal D.lgs. 152/06, ex D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “… Per le acque a specifica destinazione, tenuto
conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda della specifica
destinazione funzionale:
•
Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve essere
mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite
all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua
potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste
qualità entro il 31 dicembre 2010.
•
Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque idonee alla
vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la
possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti
Relazione di sintesi
409
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.
•
Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla
balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità
alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive
modifiche e integrazioni.
•
Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre che
sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e
gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato
2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.
0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
Siti opere di presa esitenti
Stazione
AP01
AP05
AP08
AP09
Corpo
idrico
Località
1° anno
Nov
2005 –
Ott 2006
Presa impianto
di
A2
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
A3
di
Cardona
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
A2
di
Lese
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
NON
di
IDONEA
Neto
potabilizzazione
parametri
critici
Fiume
Sinni
2° anno
Nov
2006 –
Ott 2007
parametri
critici
A2
BOD5
BOD5,
Coliformi
Totali
A3
Coliformi
Totali
A3
Fenoli
NON
IDONEA
Coliformi
Totali
AP12
Fiume
Savuto
Presa impianto
di
potabilizzazione
AP14
Diga del
Passante
Presa impianto
di
potabilizzazione
A3
Salmonelle
1000
A3
AP16
Invaso
del
Metramo
Galatro
A3
Manganese,
BOD5
A3
AP19
Fiumara
Alaca
Presa impianto
di
potabilizzazione
A3
Manganese,
Coliformi
Fecali
A3
A3
Coliformi
Totali
A3
Relazione di sintesi
Obiettivo al
2010 (ABR
CALABRIA)
Obiettivo al
2016
Mantenimento Mantenimento
dello stato di
dello stato di
qualità.
qualità.
Raggiungimento
Vedi
dello stato di
commento
qualità A2
Raggiungimento
Vedi
dello stato di
commento
qualità A2
Raggiungimento
Vedi
dello stato di
commento
qualità A2
Manganese,
Coliformi Raggiungimento
Totali,
dello stato di
Coliformi
qualità A2
Fecali
Rame,
Coliformi Raggiungimento
Totali,
dello stato di
Streptococchi
qualità A2
Fecali
Fenoli,
BOD5,
Raggiungimento
Coliformi
dello stato di
Totali,
qualità A2
Coliformi
Fecali
Raggiungimento
Manganese
dello stato di
qualità A2
Vedi
commento
Vedi
commento
Vedi
commento
Vedi
commento
410
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
AP19bis
AP23
AP24
AP25
Presa impianto
di
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
di
Telese
potabilizzazione
Presa impianto
Torrente
di
Trionto
potabilizzazione
Presa impianto
Fiume
di
Crocchio
potabilizzazione
Fiumara
Alaca
A3
Manganese,
Coliformi
Totali
A2
A3
Coliformi
Totali
A2
A3
Manganese
A3
Manganese
A3
Fenoli,
Manganese
A3
Fenoli,
Coliformi
Totali
Raggiungimento
dello stato di
qualità A2
Raggiungimento
dello stato di
qualità A2
Raggiungimento
dello stato di
qualità A2
Raggiungimento
dello stato di
qualità A2
Vedi
commento
Vedi
commento
Vedi
commento
Vedi
commento
Tabella 166
In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento, si può
dedurre che ai fini del mantenimento o raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale
previsti dal decreto per le acque a specifica destinazione funzionale, dei 12 tratti di corsi
d’acqua ove sono localizzate in prossimità delle opere di presa le stazioni di campionamento
per verificare l’utilizzo delle acque ai fini potabili, risultano quasi tutte, a parte una (sita
lungo il corso d’acqua del Fiume Neto), essere disponibili ai fini potabili previo loro
trattamento A2 e A3. Per quelle richiedenti trattamento A3, i parametri critici risultati sono
principalmente di origine microbiologica, indicanti la presenza di apporti inquinanti di
origine prevalentemente civile.
ƒ
AP05, presa impianto di potabilizzazione fiume Cardona, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo
trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno il BOD5 ed il secondo
anno i coliformi totali. Dalla analisi ambientale effettuata in campo, tale stazione
risulta essere incassata all’interno di un tessuto montano fortemente naturalistico a
circa 1300 m slm. Il centro urbano di Spezzano Piccolo e quello di Serra Pedace sono
abbastanza lontani da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali che
richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabili è
imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte
di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici.
Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, attraverso la
localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi esistenti.
Relazione di sintesi
411
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 120
Questa opera di presa è a servizio dell’impianto di potabilizzazione “Casali”, situato
nel comune di Spezzano Piccolo nella provincia di Cosenza, serve i comuni di
Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila, Trenta, Celico, Casole Bruzio, Pedace, Serra
Pedace e Pietrafitta. L’impianto è dotato di un chiariflocculatore e di tre filtri a
pressione. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato
sia in testa all’impianto che in uscita ed occasionalmente quando i valori di torbidità
dell’acqua sono elevati viene dosato anche il policloruro di alluminio. L’impianto non
è provvisto di sistema per il recupero delle acque di controlavaggio che vengono
riversate nel fiume.
ƒ
AP12, presa impianto di potabilizzazione fiume Savuto, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano, previo
trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno solo i Coli totali per il
secondo ad essi si aggiungono anche i Coli fecali ed il Manganese. Essa è sita a valle
del piccolo centro abitato di Vallelaposta di soli 50 abitanti residenti, il cui impianto di
depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, al momento della
ricognizione del 2006 risultava essere in esercizio, ma interrato. La presenza di
concentrazioni dei parametri microbiologici che prevedono un trattamento A3 delle
acque per poter essere utilizzate può essere adducibile alla presenza di questo impianto
con tali caratteristiche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità
ambientale A2, si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo.
L’opera di presa viene incanalata nell’impianto di potabilizzazione “Piano Lago”
situato nel comune di Mangone in provincia di Cosenza. L’opera di presa è posta a
circa 25 km di distanza dall’impianto in loc. Parenti, l’impianto serve principalmente
la città di Cosenza. L’impianto è provvisto di quattro coppie di filtri a pressione ed
utilizza per la potabilizzazione ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio. Non
esiste una vasca per recuperare l’acqua di lavaggio dei filtri, per cui la stessa viene
scaricata nel fiume.
Relazione di sintesi
412
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 121
ƒ
AP14, presa impianto di potabilizzazione Fiume Simeri, a valle delle acque turbinate
nell’invaso del Passante ad utilizzo idroelettrico. Per entrambi gli anni di monitoraggio
risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo trattamento
A3, i parametri critici risultano essere il primo anno le Salmonelle e per il secondo
anno rame, coliformi totali, coli fecali. Tale sito è localizzato all’interno di un tessuto
montano fortemente naturalistico. Il centro urbano di Magisano è abbastanza lontano
da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali e Coli fecali che
richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabile è
imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte
di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici.
Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si
suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo per le case sparse.
Figura 122
Le acque vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Santa Domenica”,
sito nel comune di Catanzaro e serve la città di Catanzaro. L’impianto è dotato di tre
decantatori e di una batteria di dodici filtri a gravità. Per la potabilizzazione viene
utilizzato l’ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio per abbattere le torbidità
presenti nell’acqua.
Relazione di sintesi
413
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ƒ
AP16, presa potabilizzazione invaso del Metramo, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo
trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno manganese e BOD5,
il secondo al BOD5 si aggiungono i coli totali e coli fecali ed i fenoli. Il sito è
all’interno dell’invaso del Metramo, ad una altitudine di circa 900 m slm, all’interno di
un tessuto montano altamente naturalistico. Nessun centro urbano è presente a monte
di esso, ci troviamo in testa bacino. La presenza dei fenoli solo il secondo anno
potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale
quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche (Notiziario anno 11 n.3 giugno
– settembre 1991, Metodi analitici per le acque, CNR Istituto di ricerca sulle acque).
Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2 per l’utilizzo
delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di
origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali e
coli fecali solo il secondo anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza
di mandrie al pascolo o a qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati
nell’intorno dell’invaso. Si suggeriscono interventi nel settore fognario depurativo
attraverso la localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi
esistenti.
Figura 123
ƒ
AP19 e AP19 bis, presa impianto di potabilizzazione fiumara Alaca, per entrambi gli
anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un
consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo
anno manganese, coli totali e coli fecali per il secondo anno solo il manganese. Le due
opere di presa sono dislocate una sull’invaso e l’altra su un affluente dell’invaso, a
monte dell’invaso non risultano pressioni antropiche da grandi centri urbani, potenziali
veicoli di carichi civili inquinanti di origine civile, pertanto la presenza di
Relazione di sintesi
414
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
concentrazioni per i parametri microbiologici nelle acque che richiedono un
trattamento A3 potrebbero essere addotte alla presenza di case sparse con sistemi di
trattamento non del tutto adeguati. Queste due opere di presa vengono convogliate
all’impianto di potabilizzazione “Alaco”, situato nelle Serre nel comune di San
Sostene in provincia di Catanzaro a circa 900 m slm. L’impianto serve i comuni di
Guardavalle, Santa Caterina sullo Jonio, Badolato, Simbario, Spadola, Vibo Valentia,
Isca sullo Jonio, Sant’Andrea sullo Jonio, Cardinale, Fabrizia, Mongiana, Soriano,
Sorianello, Arena, Dasà e Dinami. L’impianto è dotato di due chiariflocculatori, che
funzionano alternativamente, e di quattro filtri doppi a gravità. Per la potabilizzazione
dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, policloruro di alluminio e quando il pH
scende al di sotto dei limiti stabiliti per legge viene utilizzata anche la soda.
L’impianto è presidiato. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità
ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili. Si suggeriscono interventi nel
settore fognario – depurativo, potenziando il processo di disinfezione.
ƒ
AP24, presa impianto di potabilizzazione fiume Trionto, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano
previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno i Coli totali e
per il secondo Fenoli e Manganese. La presa è sita lungo le fluente del Trionto ad una
altitudine di circa 1000 m slm, immersa in tessuto altamente naturalistico. Non vi sono
a monte grossi centri urbani.
Figura 124
Le acque del Trionto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Trionto”,
situato nella Sila Greca nel comune di Longobucco in provincia di Cosenza a circa
1200 m slm. L’impianto serve i comuni di Acri, Bisignano, Luzzi, Santa Sofia
d’Epiro, San Demetrio Corona e San Giorgio Albanese. Questo impianto è dotato di
due chiariflocculatori e di una batteria di quattro filtri doppi a gravità. Per la
potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato sia in testa
Relazione di sintesi
415
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
all’impianto sia all’uscita dell’acqua in modo da limitare il più possibile la formazione
di organo alogenati, mentre per la flocculazione viene utilizzato il policloruro di
alluminio. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del
tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di
sostanze umiche e fulviche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità
ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento
dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di
cloro. La presenza di Coli totali e coli fecali solo il primo anno potrebbe essere un
evento casuale, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno dell’invaso. Si
suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo, potenziando il processo di
disinfezione).
ƒ
AP01, presa impianto di potabilizzazione fiume Sinni, in entrambi gli anni di
monitoraggio le determinazioni analitiche condotte classificano le acque ai fini
dell’utilizzo umano idonee previo trattamento A2, che ai fini degli obiettivi di qualità
ambientale previsti dal decreto è necessario mantenere (senza prevedere alcun tipo di
intervento).
Le acque provenienti dal Sinni vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione
di Rocca Imperiale. Questo impianto è situato nel comune di Rocca Imperiale in
provincia di Cosenza e serve i comuni di Rocca Imperiale e Montegiordano.
L’impianto è dotato di sei filtri a pressione, per la potabilizzazione viene utilizzato
ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio, il sistema di dosaggio dei reattivi è
automatico. I fanghi prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua vengono riversati nel
fiume. Obiettivo al 2010: mantenere lo stato di qualità A2, non previsto alcun
intervento specifico.
ƒ
AP08, presa impianto di potabilizzazione fiume Lese, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano
previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli
che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 770 m slm, all’interno di
un tessuto altamente naturalistico, non vi sono a monte grossi centri urbani. La
presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale,
come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e
fulviche. Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai
Relazione di sintesi
416
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale
mediante l’utilizzo del biossido di cloro.
Figura 125
Le acque del fiume Lese vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione
“Savelli”, questo impianto è situato nel comune di Savelli in provincia di Crotone a
circa 1000 m slm e serve i comuni di Verzino, Cirò, Savelli, Cariati, Cropani
Superiore, Melissa, Strongoli, Campana e San Nicola. L’impianto è dotato di due
chiariflocculatori e di quattro filtri a gravità. Per il trattamento dell’acqua viene
utilizzato esclusivamente ipoclorito di sodio, dosato solo in testa all’impianto, mentre
non è presente alcun tipo di flocculante. L’acqua di controlavaggio viene riversata nel
fiume.
ƒ
AP09, presa impianto di potabilizzazione fiume Neto, attualmente non utilizzata e
sostituita da una presa dalla vasca di demodulazione delle acque provenienti dalla
centrale elettrica di Orichella. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP09
hanno rilevato, per entrambi gli anni di monitoraggio, la non idoneità delle acque a
scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e dei parametri microbiologici. In
particolare, tale stazione è sita nel comune di Rocca di Neto, i cui reflui risultano
totalmente non trattati in quanto i due impianti di depurazione a servizio di questo
comune sono temporaneamente fuori esercizio e si è in attesa di un loro riavvio (dato
presente nell’aggiornamento del Piano d’Ambito di ATO KR). Obiettivo al 2010:
possibile utilizzazione dell’opera di presa esistente, con intervento urgente di
adeguamento normativo 152/06 per i due impianti di depurazione a monte, al fine del
raggiungimento di qualità di categoria A2.
Relazione di sintesi
417
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 126
Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e l’impianto di potabilizzazione di
Crotone è collegato alla vasca di demodulazione Orichella, dove confluiscono le acque
turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di Orichella.
Le acque del fiume Neto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione
“Crotone”, situato nella città di Crotone. L’impianto è il più grande della Calabria,
serve la zona industriale, in cui le acque non vengono filtrate, ed il resto dell’acqua
derivata e trattata fornisce la città di Crotone. L’impianto è dotato di due decantatori di
tipo Pulsator che funzionano alternativamente e di quattro filtri a gravità. Per la
potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, dosato sia in testa
all’impianto che nell’acqua in uscita, mentre per la flocculazione viene utilizzato il
policloruro di alluminio.
ƒ
AP23, presa impianto di potabilizzazione fiume Telese, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano
previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di
manganese che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è sita ad una altitudine
di circa 1300 m slm, nel cuore del Parco dell’Aspromonte, immersa in un tessuto
altamente naturalistico e paesaggistico. A monte di essa non vi è alcun centro urbano.
Le acque del fiume Telese vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione
“Gambarie”. Questo impianto è situato in Aspromonte nel comune di Santo Stefano
d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria a circa 1300 m slm e serve il
comprensorio di Santo Stefano. L’impianto è dotato di tre filtri a pressione, per la
potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato l’ipoclorito di sodio dosato sia in testa
all’impianto sia nell’acqua in uscita e quando la torbidità dell’acqua dell’acqua
aumenta viene dosato anche del policloruro di alluminio. L’impianto è presidiato. I
fanghi vengono regolarmente stoccati e smaltiti secondo normativa, sono presenti,
vidimato e regolarmente compilati i registri di carico e scarico del fango prodotto e
Relazione di sintesi
418
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
smaltito. Obiettivo al 2010: mantenimento dello stato di qualità delle acque con
trattamento A2 delle stesse per consumo umano, facendo attenzione alla
concentrazione di manganese, che si può tranquillamente abbattere mediante l’utilizzo
di filtri a letti catalitici e filtri multistrato.
ƒ
AP25, presa impianto di potabilizzazione fiume Crocchio, per entrambi gli anni di
monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano
previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli
e coli totali che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 1330 m slm,
all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale della
Sila, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo il secondo
anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo
naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Le acque del fiume
Crocchio vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Crocchio”. Questo
impianto è situato nella Sila Piccola a circa 1000 m slm, nel comune di Sersale in
provincia di Catanzaro. L’impianto serve i comuni di Cropani, Sersale, Andali,
Marcedusa, Belcastro e Cerva. L’impinato è dotato di cinque filtri a pressione, utilizza
per il processo di potabilizzazione ipoclorito di sodio e, nel caso di aumento di
torbidità dell’acqua in ingresso, anche policloruro di alluminio. L’impianto è
presidiato. L’impianto non è provvisto di una vasca di recupero dell’acqua di
controlavaggio dei filtri, per cui questa viene riversata direttamente nel fiume.
Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini
potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale
mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo
anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo o a
qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno. Non si
suggerisce nessun intervento specifico.
Relazione di sintesi
419
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano
Stazione
Corpo
idrico
Località
1° anno Nov
2005 – Ott
2006
AP02
Fiume Lao
Papasidero
A3
AP03
Fiume
Menta
Diga Menta
A2
AP04
Invaso
dell’Esaro
Invaso
dell’Esaro
A2
AP06
Lago Cecita
Lago Cecita
A3
AP07
Fiume
Abatemarco
Verbicaro
NON
IDONEA
AP10
Lago Arvo
Lago Arvo
A3
AP11
Lago
Ampollino
Lago
Ampollino
A3
parametri
critici
2° anno
Nov 2006
– Ott
2007
parametri
critici
Obiettivi
al 2016
Utilizzabile
Azoto
Kjeldhal,
ai fini di un
Coliformi
consumo
Totali,
NON
Streptococchi
umano
Coliformi
IDONEA
Fecali
previo
Fecali,
trattamento
Streptococchi
A3
Fecali
Utilizzabile
ai fini di un
Fenoli,
consumo
Coliformi
A3
umano
Totali
previo
trattamento
A2
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
Coliformi
A3
umano
Totali
previo
trattamento
A2
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
Azoto
umano
A2
Kjeldhal
previo
trattamento
A2
Manganese, Utilizzabile
Coliformi
ai fini di un
Totali,
consumo
Coliformi
A3
Coliformi
umano
Totali
Fecali,
previo
Streptococchi trattamento
Fecali
A3
Utilizzabile
ai fini di un
Fenoli,
consumo
Manganese,
Manganese,
A3
umano
BOD5
Coliformi
previo
Totali
trattamento
A3
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
BOD5
A3
Fenoli
umano
previo
trattamento
A3
Relazione di sintesi
420
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
AP13
Fiume
Tacina
Petilia
Policastro
NON
IDONEA
AP15
Fiume
Marepotamo
S. Angelo
NON
IDONEA
AP17
Fiume
Angitola
Capistrano
A3
AP18
Fiumara del
Poro
Fiumara del
Poro
NON
IDONEA
AP20
AP21
AP22
Fiume
Torbido
Vallone
Minarello
Invaso del
Lordo
Grotteria
Oppido
Mamertina
Siderno
Fenoli,
Coliformi
Coliformi
Totali,
Totali,
A3
Coliformi
Coliformi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
Azoto
Coliformi
Kjeldhal,
Coliformi
Totali,
Coliformi
NON
Totali,
Coliformi
Fecali,
IDONEA
Streptococchi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
Manganese,
Azoto
Kjeldhal,
Coliformi
Totali,
NON
Streptococchi
Coliformi
IDONEA
Fecali
Fecali,
Streptococchi
Fecali,
Salmonelle
1000
Fosfati,
BOD5,
Fosfati,
Azoto
Coliformi
Kjeldhal,
Totali,
NON
Coliformi
Coliformi
Totali,
IDONEA
Fecali,
Coliformi
Streptococchi
Fecali,
Fecali
Streptococchi
Fecali
A3
Coliformi
Totali
NON
IDONEA
Fosfati,
Azoto
Kjeldhal,
Ammoniaca,
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali,
Streptococchi
Fecali
A3
Rame
Relazione di sintesi
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano
previo
trattamento
A3
Non
utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano.
VEDI
NOTA
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano
previo
trattamento
A3, trattasi
di invaso
collinare.
VEDI
NOTA
Non
utilizzabile
A2
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano
previo
trattamento
A2/A3
A2
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano
previo
trattamento
421
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
A2/A3
AP26
Vasca S.
Anna
Isola Capo
Rizzuto
A3
Coliformi
Totali,
Coliformi
Fecali
A3
Coliformi
Totali
Utilizzabile
ai fini di un
consumo
umano
previo
trattamento
A3
Tabella 167
In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento sui
restanti tratti di corpi idrici superificiali per verificare la possibilità di poter utilizzare le
acque, previo appropriato trattamento previsto da normativa, ai fini potabili, si evince che
solo per due tratti di corsi d’acqua (AP15 e AP18) le acque sono risultate non idonee ai fini
potabili, mentre le restanti 12 richiedono trattamenti A2 o A3 ed in alcuni casi il primo o il
secondo anno sono risultate non idonee per superamenti di alcuni parametri.
Obiettivo comune al 2010: si potrebbero utilizzare le acque dei tratti dei corsi d’acqua
monitorati previo trattamento.
ƒ
Lungo il corso della Fiumara della Ruffa è stata dislocata una stazione di
monitoraggio, la AP18 localizzata nel comune di Spilinga (VV) per verificare la
possibilità di utilizzare le sue acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli
effettuati, la stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio,
risultando diversi parametri rilevati, superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla
normativa vigente (Tab. 1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di
tali valori è probabilmente attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18
dei reflui non adeguatamente trattati provenienti dall’impianto di depurazione sito nel
comune di Spilinga. Obiettivo al 2010: Si potrebbero utilizzare le fluenze della
fiumara ai fini potabili spostando la stazione a monte del centro abitato di Spilinga.
ƒ
Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio,
in loc. Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle
acque alla produzione di acqua potabile, I risultati dei controlli effettuati sulla AP15
hanno rilevato la non idoneità delle acque all’utilizzazione quale fonte di
approvvigionamento potabile. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati
valori dei parametri microbiologici e BOD5 per la AP15. Essa è situata al confine tra i
comuni di Gerocarne e Soriano Calabro, a valle del centro abitato di Soriano Calabro,
Relazione di sintesi
422
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
in cui dalla ricognizione 2006 risulta che l’impianto di depurazione comunale è in
stato di abbandono, non in esercizio.
ƒ
Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata la AP02 sita nel comune di Papasidero
per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento
potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione AP02, nelle immediate
vincinanze di VP02, hanno evidenziato da un lato una costante idoneità alla vita dei
pesci salmonicoli e dall’altro hanno confermato l’impossibilità di utilizzare le sue
acque a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati
valori dei parametri microbiologici che nel secondo si sono innalzati talmente da
renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Questo è adducibile all’apporto
di carichi di origine prevalentemente civile veicolati nel fiume dall’impianto di
depurazione a servizio del centro abitato di Papasidero che si trova a monte della
sezione. Obiettivo al 2010: si potrebbe utilizzare ai fini potabili, agendo sul
potenziamento della disinfezione nell’impianto di depurazione di Papasidero, anche se
data l’altitudine della stazione ed il fatto che ci trova nel Parco Nazionale del Pollino
si potrebbe spostare la stazione più a monte lontano dal centro abitato e sfruttare la
pendenza montana del fiume e la sua capacità autodepurativa per permetterne
l’utilizzo delle acque a uso potabile.
ƒ
AP03, invaso del Menta, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere
utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e
A3 il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli e coli totali. La stazione
è sita all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale
dell’Aspromonte, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo
il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un
processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Mantenere
un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento
dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di
cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo anno potrebbe essere un evento
casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo.
Relazione di sintesi
423
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 127
ƒ
Lungo il corso di uno dei principali affluenti del fiume Crati, fiume Esaro, due
stazioni di controllo sono state localizzate nell’invaso Farneto del Principe, sbarrato
dalle fluenze dell’Esaro, IA01 e AP04, la prima per caratterizzarne lo stato di qualità
ecologica dell’invaso, la seconda per verificare l’idoneità delle sue acque alla
produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati sulla IA01 hanno
rilevato uno stato di qualità ecologico dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi
artificiali calabresi. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP04 hanno
confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile,
classificandole il primo anno nella categoria A2 ed il secondo anno nella categoria A3
per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati in quell’anno. L’invaso è sito in un
impluvio in cui insistono diversi grossi centri urbani, i cui reflui trattati se non
adeguatamente trattati e sversati lungo le fluenze degli immissari dell’invaso
potrebbero pregiudicarne l’utilizzazione delle sue acque. Al momento le acque
invasate vengono utilizzate a scopo irriguo. Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione
delle acque dell’invaso previo trattamento A2, agendo sui parametri microbiologici
con l’adeguamento di tutti gli impianti di depurazione che sversano i loro reflui sugli
immissari dell’invaso ed il potenziamento del processo di disinfezione degli stessi.
ƒ
Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
AP17 sita nel comune di Maierato per verificare l’idoneità delle acque alla produzione
di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno
segnalato la non idoneità delle sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo
state classificate il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori dei parametri
microbiologici, parametri che nel secondo anno hanno raggiunto valori talmente
elevati da renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Essa è situatata a
Relazione di sintesi
424
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
circa 80 m slm, a valle di una serie di grossi centri abitati; inoltre, non dista molto in
linea d’aria dall’immissione delle sue acque nell’invaso dell’Angitola, zona umida
riconosciuta ed istituita ai sensi della Convenzione di Ramsar, inglobato all’interno del
Parco regionale delle Serre. Le acque dell’invaso Angitola sono utilizzate per scopi
irrigui.
ƒ
Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone è stata dislocata una stazione di
monitoraggio, la AP26 localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S. Anna” per
verificare la possibilità di destinare questo corpo idrico per l’approvvigionamento
potabile, ed un’altra, la IA08 per caratterizzare lo stato ambientale dello stesso invaso
artificiale. Dai controlli effettuati la stazione AP26 è risultata idonea alla produzione
di acqua potabile in entrambi gli anni di monitoraggio previo trattamento A3 delle
acque dovuto al superamento di concentrazione dei parametri microbiologici, mentre
la stazione IA08, non campionata nel corso del I° anno, ha rilevato nel II° anno uno
stato ecologico scadente, ascrivibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione.
L’utilizzo, al momento, delle acque della Vasca Sant’Anna è a scopo irriguo.
Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione delle acque invasate ai fini potabili previo
trattamento A2 delle acque, prevedendo interventi nel settore fognario depurativo per
abbattere la carica batterica, responsabile del trattamento A3.
ƒ
Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità
delle acque alla produzione di acqua potabile, lungo il bacino del fiume Neto, sono
state dislocate le stazioni IA04 e AP10 nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11
nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese,
affluente del Neto in prossimità dell’opera di presa dell’impianto di potabilizzazione
“Savelli”, e la AP09 lungo il corso del Neto, in prossimità dell’opera di presa
dell’impianto di potabilizzazione “Crotone”. I risultati dei controlli effettuati sulle
IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico degli invasi scadente,
comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché soggetti ad apporti
inquinanti di reflui non trattati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10
hanno confermato la possibilità di utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che
al momento sono a scopo idroelettrico, classificandole sia il primo che il secondo anno
nella categoria A3, per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati. I
risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di
utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che al momento sono a scopo
Relazione di sintesi
425
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
idroelettrico, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori di
Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2. Obiettivo al 2010:
possibilità di utilizzazione delle acque degli invasi ai fini potabili, con trattamento A2,
suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo.
ƒ
Lungo il corso del fiume Tacina per verificare l’idoneità delle sue acque per
approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP13
nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità dell’asta fluviale. Dai
controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un
anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei
parametri microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di
origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici; un
contributo significativo può essere inoltre attribuito alle numerose attività olearie
distribuite lungo il bacino. In occasione di alcuni controlli, si è infatti osservato in
alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione. Obiettivo al 2010:
possibilità di utilizzazione delle acque fluenti ai fini potabili, con trattamento A2,
suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo e nel settore delle
attività produttive (attività molitorie).
ƒ
AP06, invaso artificiale Cecita, l’utilizzo delle acque al momento è a scopo
idroelettrico. Lungo l’invaso è stata posizionata una stazione di monitoraggio, la AP06
tra le loc. Cupole e Cuponello del comune di Spezzano della Sila, in provincia di
Cosenza, per verificare la possibilità di poter utilizzare le acque dell’invaso, previo
appropriato trattamento, a scopo potabile. Dai risultati analitici del biennio di
monitoraggio emerge che le acque sono idonee alla produzione di acqua potabile
previo trattamento A2 il secondo anno e A3 il primo, per superamenti di
concentrazione del parametro Azoto Kjeldhal. Obiettivo al 2010: possibilità di
utilizzazione delle acque dell’invaso ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo
interventi specifici nel settore fognario – depurativo.
ƒ
Lungo il corso del fiume Abatemarco per verificare l’idoneità delle sue acque per
approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP07,
sita nel comune di Santa Maria del Cedro in provincia di Cosenza. Dai controlli
effettuati la AP07 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un anno su
due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a superamenti dei valori dei parametri
microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine
Relazione di sintesi
426
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
civile, data la bassa altitudine in cui la stazione è dislocata. Obiettivo al 2010:
possibilità di utilizzazione delle acque ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo
interventi specifici nel settore fognario – depurativo o semplicemente spostando
ancora più a monte il sito di prelievo.
ƒ
Lungo il corso della fiumara Caturello, affluente del fiume Torbido è stata dislocata
una stazione di monitoraggio, la AP20 per verificare l’idoneità delle sue acque per
approvvigionamento potabile. Essa è sita nel comune di Grotteria in provincia di
Reggio Calabria e dai controlli effettuati nel biennio di monitoraggio è risultata idonea
alla produzione di acqua potabile previo trattamento acque A2/A3 (A3 per
superamenti dei coliformi totali il primo anno). Obiettivo al 2010: non si suggeriscono
interventi specifici, in quanto il superamento della carica batterica che ha determinato
la riclassificazione, è ascrivibile ad eventi del tutto eccezionali verificatisi
esclusivamente nel primo anno.
ƒ
Lungo l’invaso collinare del Lordo, le cui acque sono utilizzate a scopo irriguo, è stata
dislocata una stazione di monitoraggio, la AP22 per verificare l’idoneità delle sue
acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli effettuati nel biennio di
monitoraggio essa è risultata idonea in entrambi gli anni ai fini potabili previo
trattamento delle acque di categoria A2/A3 (A3 per superamenti nel primo anno delle
concentrazioni di Rame). Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzare le acque ai fini
potabili, previo trattamento specifico per la verifica del superamento del rame, se
occasionale o persistente.
0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci
La classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi
idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del
medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.
Stazione
Codice
stazione
VP 01
R18004VP001
VP 02
I016VP001
Corpo
idrico
Torrente
Ferro
Fiume
Lao
I anno
2005 –
2006
Parametri
critici
Salmonidi
Salmonidi
Relazione di sintesi
II anno
2006 –
2007
Parametri
critici
n.c.
Tolta dalla
rete
Salmonidi
Obiettivo
al 2016
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
427
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
VP 03
Codice
stazione
Corpo
idrico
R18012VP004
Fiume
Coscile
I anno
2005 –
2006
Parametri
critici
Salmonidi
Ammoniaca
non ionizzata,
Ammoniaca
totale
Fiume
Crati
VP 05
R18012VP001
Fiume
Cecita
Salmonidi
VP 06
R18012VP003
Fiume
Crati
Ciprinidi
VP 07
R18047VP002
Fiume
Lese
Salmonidi
VP 08
R18047VP004
Fiume
Arvo
Non
idonee
VP 09
R18047VP003
Fiume
Arvo
Salmonidi
VP 10
R18047VP001
Fiume
Neto
Salmonidi
VP 11
R18057VP001
Fiume
Savuto
Salmonidi
VP 12
R18064VP001
Fiume
Savuto
Salmonidi
VP 13
R18069VP001
Fiume
Amato
Ciprinidi
BOD5
VP 14
R18089VP001
Fiume
Angitola
Ciprinidi
Ossigeno,
BOD5
VP 15
R18097VP001
Fiume
Ancinale
Non
idonee
Ammoniaca
non ionizzata
Non
idonee
Parametri
critici
Ossigeno
Ossigeno
Relazione di sintesi
Non
idonee
Obiettivo
al 2016
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
Salmonidi
R18012VP002
VP 04
II anno
2006 –
2007
Ammoniaca
non
ionizzata,
Ammoniaca
totale,
NON
IDONEA
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
Ammoniaca lo stato di
Non
qualità
non
idonee
ambientale
ionizzata
“ciprinidi”
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
qualità
Ciprinidi
Ossigeno
ambientale
“ciprinidi”
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Ciprinidi
Ossigeno
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Salmonidi
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
Ossigeno,
Ciprinidi
qualità
BOD5
ambientale
428
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Stazione
VP 16
Codice
stazione
Corpo
idrico
R18100VP001
Fiumara
Alaca
I anno
2005 –
2006
Parametri
critici
Salmonidi
II anno
2006 –
2007
Materiali in
sospensione,
BOD5,
Ammoniaca
totale
Fiumara
Rosario
VP 18
R18105VP001
Fiumara
Assi
Salmonidi
Salmonidi
VP 19
R18109VP001
Fiumara
Stilaro
Salmonidi
n.c.
R18118VP001
Fiume
Petrace
VP 20
Non
idonee
Salmonidi
Concentrazione
di ioni
idrogeno,
Ammoniaca
non ionizzata
VP 21
R18124VP001
Fiumara
Portigliola
VP 22
R18131VP001
Fiumara
Salmonidi
Bonamico
VP 23
Fiumara Attiva dal
R18124VP002
Portigliola II° anno
Non
idonee
Non
idonee
Materiali in
sospensione,
Ammoniaca
non
ionizzata,
Ammoniaca
totale
NON
IDONEA
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
Tolta dalla
rete
Ciprinidi
BOD5
n.c.
Tolta dalla
rete
n.c.
Tolta dalla
rete
Salmonidi
Obiettivo
al 2016
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
Salmonidi
R18096VP001
VP 17
Parametri
critici
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
Mantenere
lo stato di
qualità
ambientale
Tabella 168
In generale sono rilevate forti fluttuazioni delle portate e periodi, anche lunghi, di secca o di
ridottissima portata e fasi ad alta torbidità delle acque. In varie occasioni si è osservata
presso le stazioni VP06,VP10,VP15,VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito e di
odori persistenti. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione
organica e si riferiscono a stazioni che presentano quasi sempre valori critici relativamente
a parametri quali BOD5 e Ammoniaca. La frequenza delle situazioni di secca ha imposto la
modifica della rete di monitoraggio iniziale nel secondo anno di attività, a partire da
febbraio 2007. In particolare è stato deciso di non campionare le stazioni VP01, sul Torrente
Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e VP22, Fiumara Bonamico risultate in secca per gran
parte del primo anno di monitoraggio; inoltre la stazione VP21 sulla Fiumara Antonimina è
stata spostata più a monte (Stazione VP23) dove era possibile intercettare l’acqua. E’ utile
ricordare le particolari condizioni meteo soprattutto nel secondo anno, con bassa piovosità e
Relazione di sintesi
429
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
temperature più alte rispetto agli anni precedenti. Le temperature infatti, conformi al valore
imperativo previsto per le acque salmonicole nei mesi invernali e primaverili, in estate
hanno superato tale valore in ben 11 dei 23 corpi idrici monitorati, in tre casi la temperatura
risultava anche oltre la soglia dell’imperativo relativo ai ciprinidi.
I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. Ricordiamo
che la temperatura è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori
considerazioni. Nel caso in esame sono state considerate il particolare regime dei corsi
d’acqua e le particolari condizioni climatiche del periodo monitorato. L’aumento della
temperatura estiva in alcuni corpi idrici ha causato un generalizzato abbassamento della
concentrazione dell’ossigeno disciolto. La considerevole riduzione di portata e il
conseguente effetto di concentrazione degli inquinanti ha sicuramente influenzato la
situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e all’ammoniaca indissociata. Relativamente
a questi parametri la qualità delle acque monitorate nel secondo anno risulta infatti
significativamente peggiorata. Meno influente ai fini della classificazione è risultata la
concentrazione dello ione nitrito, che supera il valore limite imperativo di 0,88 mg/l previsto
per le acque salmonicole solo in un sito (VP 04 gennaio 07). Le concentrazioni medie di
fosforo totale, fanno registrare valori superiori al valore guida in varie stazioni, (VP04,
VP06, VP10, VP15, VP17, VP20), in altre stazioni sono inoltre presenti diversi valori di
picco relativi a singoli campionamenti nei quali il fosforo totale è risultato oltre i valori
guida. Questo parametro, non utilizzato per la classificazione, è indice di un significativo
carico organico più o meno continuo.
La concentrazione media per i materiali in sospensione è in tutte le stazioni conforme ai
valori imperativi fissati per le acque idonee ai salmonidi e ai ciprinidi, tranne nel sito VP17,
soprattutto nel secondo anno (> 80 mg/l). Di notevole importanza ai fini della
classificazione è risultato il valore del BOD5 che sia nel primo che nel secondo anno supera
più volte il valore di parametro previsto per le acque salmonicole (5mg/l O2 ) in 7 siti, e in
uno anche quello per le acque ciprinicole. I valori più elevati di BOD5 possono essere
ascrivibili ad impatto antropico, in quanto nei corsi d’acqua su cui sono localizzate le
stazioni di prelievo è stata verificata la presenza di scarichi fognari.
ƒ
Lungo il corso dell’Amato è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP13,
sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. La
sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei
pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità.
Relazione di sintesi
430
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ƒ
Lungo il corso del fiume Ancinale è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
VP15 sita nel comune di Satriano per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci.
I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità
alla vita dei pesci ciprinicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli
elevati tenori di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci. Il
tratto di corso d’acqua in esame è sito a valle del centro abitato di Satriano, pertanto
per mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli è necessario
operare un trattamento appropriato dei reflui all’interno dell’impianto.
ƒ
Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
VP14 sita nel comune di Maierato per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei
pesci. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una
idoneità alla vita dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli
alti tenori di BOD5 che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci
ciprinidi. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità del tratto di corso d’acqua in
esame idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli/salmonicoli, data la vicinanza all’invaso
dell’Angitola.
ƒ
Lungo il corso del Crati, per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono
state dislocate 2 stazioni di controllo, la VP06 a monte della CS06, la VP04 in
prossimità della CS08, ed un’altra, la VP03 nel bacino del Coscile, nel territorio
comunale di Morano. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante
idoneità alla vita dei pesci delle acque del Coscile, mentre sono risultate sempre non
idonee le acque del Crati nella sezione VP04, per gli elevati tenori di azoto
ammoniacale libero o combinato in esse presenti, attribuibili all’elevato apporto in
quella sezione di reflui civili non trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai
massimi deficit di trattamento (Morano, Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco
Argentano). Nella sezione VP06 le acque sono risultate idonee il primo anno di
monitoraggio, ma non idonee il secondo, anche in tal caso per l’elevato tenore di
ammoniaca riscontrato. Tale evoluzione delle caratteristiche può essere attribuito sia
alla localizzazione di questa stazione immediatamente a valle del canale Liguori, che è
causa di apporti inquinanti saltuari, sia per la localizzazione abusiva di un
accampamento sulle sponde del fiume a monte della stazione ferroviaria.
ƒ
Lungo il corso d’acqua del fiume Coscile, un affluente importante del fiume Crati, è
stata posizionata una stazione di monitoraggio, la VP03, sita nel comune di Morano
Relazione di sintesi
431
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Calabro in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere
la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante
idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di
qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP02
sita nel comune di Papasidero per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e
nelle sue vicinanze la AP02 per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per
l’approvvigionamento potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP02
hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al
2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio,
la VP17 localizzata all’altezza della fiumara Rosario nel comune di Gerocarne
(spartiacque col comune di Soriano Calabro) per verificare l’idoneità alla vita dei
pesci. I risultati dei controlli effettuati sulla VP17 hanno rilevato la non idoneità delle
acque per la vita dei pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati
valori di concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione, probabilmente
ascrivibili ad un trattamento non adeguato dei reflui provenienti dall’impianto di
depurazione sito nella frazione di Sorianello.
ƒ
Per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono state dislocate nel bacino del
Fiume Neto 4 stazioni di monitoraggio,una dislocata lungo il corso d’acqua del Neto
la VP10, un’altra la VP08, sul Fiume Arvo, la VP09 sul Fiume Ampollino , ed infine
la VP07 sul Fiume Lese, tutti affluenti del fiume Neto. I risultati dei controlli effettuati
hanno evidenziato, nelle stazioni VP10, VP07 e VP09, una costante idoneità alla vita
dei pesci salmonicoli, mentre nella sezione VP08 è stata riscontrata una non idoneità
alla vita dei pesci nel corso del primo anno di monitoraggio, ascrivibile alle elevate
concentrazioni di BOD5 e basse concentrazioni di ossigeno disciolto; solo queste
ultime sono perdurate nel corso del secondo anno nel quale è stata rilevata una
idoneità alla vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità
idoneo alla vita dei pesci salmonicoli nelle sezioni VP07, VP09 e VP10, mentre nella
sezione VP08 mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli.
ƒ
Lungo l’asta fluviale del Petrace, all’altezza del comune di San Procopio in provincia
di Reggio Calabria, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci è stata
dislocata una stazione di controllo, la VP20. I risultati dei controlli effettuati nella
Relazione di sintesi
432
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
stazione VP20 nel corso del I° anno di monitoraggio hanno verificato l’idoneità delle
acque alla vita dei pesci salmonicoli, mentre nel II anno, essendosi riscontrati valori di
BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa, è risultata idonea alla
vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenimento dello stato di qualità idoneo
alla vita dei pesci salmonicoli/ciprinicoli.
ƒ
Lungo il corso del fiume Savuto è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
VP11 nel comune di Scigliano (CS) per verificare l’idoneità del corso d’acqua a
sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una
costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato
di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il fiume Cecita, prima di versare le sue acque nell’invaso omonimo, è stata
dislocata una stazione di monitoraggio, la VP05, sita nel comune di Spezzano della
Sila in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la
vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità
alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo
alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il corso della fiumara Alaca, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
VP16, sita nel comune di San Sostene, in provincia di Catanzaro, per verificare
l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli
effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli.
Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il corso della fiumara Assi, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la
VP18, sita nel comune di Stilo, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere
la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante
idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di
qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli.
ƒ
Lungo il corso del Fiume Alli, a valle dello sbarramento sul fiume Passante, affluente
dell’Alli, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP12 sita al confine tra i
comuni di Sorbo San Basile e Taverna, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a
sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una
costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli il primo anno e ciprinicoli il secondo
anno. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci
salmonicoli/ciprinicoli.
Relazione di sintesi
433
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi
Anche per le acque a specifica destinazione vita dei molluschi, come le acque marino
costiere, purtroppo manca un’indagine su scala temporale idonea e la classificazione non
può essere fatta con sufficiente accuratezza se no su un numero limitato di campioni. Di
contro, questa tipologia di indagine è comunque utilissima ai fini della valutazione della
contaminazione microbiologica e chimica della fascia costiera e, attualmente, costituisce
uno standard metodologico utilizzato con questo obiettivo.
I risultati di questa indagine (Cfr. paragrafo 0.1.4.3.2 – Risultati) non sono molto confortanti
e evidenziano un inquinamento fecale che non rientra nei limiti stabiliti (CF ≤ 300/100 gr
polpa e liquido intervalvare) nella maggior parte dei casi di studio. La figura 128 riporta la
percentuale di stazioni non idonee alla vita dei molluschi nei due differenti anni di indagine.
In particolare 41 siti sui 59 classificabili nel primo anno non sono risultati idonei,
coerentemente con le osservazione relative al secondo anno di indagine quando su 29
stazioni, 21 non sono risultati idonei. Questa indagine ha anche offerto un ulteriore spunto
di riflessione. La presenza di sassitossina in alcuni molluschi evidenzia la presenza di specie
fitoplanctoniche tossiche ed impone la necessità di un continuo monitoraggio in aree
eventualmente destinate a mitilicoltura o a semplice stabulazione.
Coliformi fecali
> 300/100 gr di polpa e liquido intervalvare
18%
28%
82%
72%
A
B
Figura 128:Percentuale di stazioni (VM) non idonee alla vita dei molluschi A) 2005-2006 e B) 2006-2007
Relazione di sintesi
434
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE
0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei
corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152/99
I risultati degli studi e delle indagini descritte (cfr. Relazione generale) forniscono un
quadro puntuale dei problemi di depauperamento qualitativo e quantitativo che
caratterizzano i 32 bacini idrografici identificati come significativi nella regione Calabria.
Questi problemi rendono necessaria l’attuazione di un sistema articolato e complesso di
interventi urgenti e di più ampio respiro finalizzati alla tutela e alla valorizzazione delle
risorse idriche regionali, da sviluppare in modo coordinato e armonico nell’ambito della
prospettiva strategica delineata in questo Piano di Tutela delle Acque.
La struttura geologica, la configurazione orografica, la posizione geografica, la morfologia a
grande e a piccola scala, le condizioni climatiche rendono particolarmente rilevante il
rapporto del territorio calabrese con le acque che la circondano o scorrono sulla sua
superficie o nei suoi strati più profondi. La possibilità di disporre di questa grande ricchezza
è decisiva per lo sviluppo della regione per garantire standard di vita adeguati, per favorire
lo sviluppo delle attività agricole e industriali, per l’uso idroelettrico e per l’uso
ricreazionale e lo sviluppo del turismo ad esso associato.
Negli ultimi decenni la qualità complessiva dei corpi idrici si è progressivamente deteriorata
per effetto di uno sviluppo poco razionale di nuovi insediamenti e di nuove infrastrutture e
per la scarsa attenzione dedicata al problema del mantenimento di adeguati standard
qualitativi. Anche dal punto di vista quantitativo la situazione è nettamente peggiorata sia
per la sostanziale incapacità di razionalizzare l’utilizzazione della risorsa, specie di quella
sotterranea, sia per gli effetti dei cambiamenti climatici che in una regione come quella
calabrese hanno avuto effetti più devastanti rispetto ad altre realtà regionali, con una
drastica diminuzione della piogge su scala annuale.
Garantire il mantenimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi è una delle
maggiori priorità della regione Calabria, perché senza un intervento rigoroso e razionale è
da aspettarsi che nei prossimi anni le risorse idriche disponibili saranno sempre di meno e la
loro qualità e quella dei corpi recettori sarà sempre peggiore.
L’obiettivo prioritario è, quindi, quello di evitare che la situazione si comprometta
ulteriormente evitando, con opportuni provvedimenti normativi, che nuovi insediamenti,
nuove utilizzazioni e altre azioni potenzialmente interferenti possano apportare significativi
Relazione di sintesi
435
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
peggioramenti sia quantitativi sia qualitativi. Ma è necessario nello stesso tempo attivare
iniziative che consentano di invertire la tendenza e produrre nel corso degli anni
l’incremento della disponibilità e il miglioramento della qualità della risorsa.
Il grafico riportato in figura 129 rappresenta in modo efficace i concetti appena espressi.
Senza alcun intervento il peggioramento aumenterà progressivamente (curva A). Imponendo
adeguati standard per tutte le nuove iniziative che potrebbero interferire, anche se solo
potenzialmente, con la tutela delle acque la situazione tenderà a stabilizzarsi (curva B),
attuando gli interventi previsti dal Piano di tutela si potranno avere, infine, sensibili
miglioramenti (curva C).
Figura 129
Le strategie di intervento che è necessario sviluppare appaiono facilmente delineabili in
base al quadro complessivo finora tracciato. Si tratta di un complesso di misure e di
interventi che sono finalizzati al conseguimento di una duplice finalità:
-
evitare che il degrado complessivo delle acque calabresi prosegua con la stessa
intensità che ha caratterizzato gli ultimi decenni, mantenendo le situazioni di
eccellenza e impedendo ulteriori peggioramenti nei corpi idrici già compromessi;
-
avviare iniziative di risanamento dei corpi idrici maggiormente inquinati per
raggiungere gli obiettivi imposti dalla normativa.
Le strategie di intervento da adottare possono essere sintetizzate così:
1. migliorare la conoscenza del sistema e dei processi che in esso avvengono, attraverso un
sistema di monitoraggio permanente che consenta:
Relazione di sintesi
436
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
-
di acquisire in modo sistematico e completo l’informazione connessa ai dati di
ingresso e di uscita relativi agli impianti di utilizzazione della risorsa idrica gestiti in
concessione;
-
di censire in modo sistematico e dinamico tutti i punti di interferenza tra il sistema e
il sistema antropico: pozzi, prese in alveo, invasi artificiali, scarichi puntuali e
diffusi;
-
di misurare: i deflussi naturali, l’andamento dei volumi negli acquiferi sotterranei e
negli invasi artificiali, l’entità nel tempo dei prelievi e dei rilasci nei corpi idrici,
nonché la qualità dei corpi d’acqua, dei prelievi, dei rilasci, con particolare riguardo
alle Aree di Salvaguardia delle opere di captazione di cui al successivo punto 7. In
particolare occorre assicurare la continuità dell’attuale rete di monitoraggio e il suo
ulteriore potenziamento;
-
di creare banche dati e sistemi informativi territoriali che contengano i risultati del
censimento e del monitoraggio sopra indicati;
-
di realizzare mappe con la zonizzazione del rischio idrico, che identifichino le aree
nelle quali le caratteristiche quantitative e qualitative dei corpi idrici sono
maggiormente compromesse e quelle dove sono presenti o sono previste tipologie di
intervento potenzialmente impattanti sulla qualità dei corpi idrici (opere di
captazione, derivazione, accumulo, drenaggio e collettamento acque reflue,
collettamento e drenaggio delle acque bianche; nuove impermeabilizzazioni del
suolo; nuovi insediamenti urbani, industriali agricoli, zootecnici; nuovi impianti
energetici; ecc.…).
2. assicurare il risparmio della risorsa idrica e il contenimento dei consumi idrici
attraverso:
-
l’adeguamento dei fabbisogni agli standard nazionali ed europei;
-
la riduzione delle perdite nelle reti di adduzione e di distribuzione, in particolare
nelle reti urbane e nelle canalizzazioni irrigue, promuovendo ovunque il passaggio
alle condotte in luogo dei canali a cielo aperto;
-
la razionalizzazione del quadro complessivo degli ordinamenti colturali, tenendo
conto, in primo luogo, dei consumi idrici previsti;
-
la razionalizzazione delle tariffe per il consumo non potabile;
-
il riuso della risorsa idrica;
-
l’eliminazione dei prelievi non autorizzati.
Relazione di sintesi
437
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
3. migliorare il sistema di raccolta, collettamento, trattamento e smaltimento delle acque
reflue attraverso:
-
l’eliminazione degli scarichi abusivi anche attraverso una normativa che preveda
oltre alle sanzioni previste dalle norme, ulteriori misure connesse alla perdita di
benefici regionali (finanziamenti, licenze, marchi di qualità, ecc.);
-
il miglioramento delle reti fognarie procedendo: al loro completamento nei centri
storici e nei quartieri di più recente realizzazione; al rifacimento dei tratti che
appaiono di dimensione insufficiente o presentano perdite non più sanabili con
semplici interventi di manutenzione; alla separazione del sistema di convogliamento
delle acque bianche da quello delle acque nere;
-
la realizzazione di interventi finalizzati alla raccolta e al trattamento preliminare in
loco delle acque di prima pioggia, rendendo tale tipologia di intervento obbligatoria
nelle aree di nuova impermeabilizzazione e favorendone la realizzazione progressiva
nelle grandi aree urbane;
-
la riorganizzazione delle attività delle aziende agricole e zootecniche in modo tale da
limitare l’uso dei concimi chimici favorendo un’utilizzazione controllata dei reflui
zootecnici ai fini di una buona pratica agricola;
-
il controllo e la razionalizzazione del sistema di raccolta e di smaltimento dei reflui
provenienti dalle lavorazioni di prodotti agricoli particolarmente inquinanti (frantoi,
ecc.);
-
il completamento del sistema regionale degli impianti di depurazione e il
miglioramento dell’efficienza degli impianti esistenti, secondo quanto puntualmente
indicato nel capitolo 4 e richiamato più avanti nelle schede di sintesi.
4. affrontare in modo organico il problema della microidrografia dei centri storici dove il
percorso previsto per il drenaggio delle acque piovane è spesso obliterato da deviazioni,
tombature, immissioni occasionali nella rete fognaria, perdite diffuse, che si
accompagnano in molti casi a perdite diffuse anche nella rete di adduzione e nella rete
fognaria, creando significativi problemi anche alla stabilità dei versanti;
5. assicurare la chiusura dei pozzi abbandonati che possono diventare oggetto di prelievi
abusivi o di inquinamenti puntuali in falda, con particolare attenzione alla sigillatura dei
pozzi che si trovano in zone costiere interessate da possibili risalite del cuneo salino che
potrebbe per tali vie interessare gli acquiferi;
Relazione di sintesi
438
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
6. favorire l’autodepurazione e la rinaturazione dei corpi idrici, assicurando il rispetto del
deflusso minimo vitale, evitando restringimenti che incrementano la profondità della
sezione idrica, creando tratti di autodepurazione con tiranti idrici modesti ed elevata
turbolenza, incrementando la vegetazione ripariale, privilegiando gli interventi di
ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali, realizzando aree di ricarica delle
falde acquifere;
7. delimitare le Aree di Salvaguardia delle opere di captazione sul territorio al fine di
proteggere l'approvvigionamento idrico potabile dai rischi dell'inquinamento antropico,
limitando l’eccessiva fiducia nei processi di disinfezione delle acque, attraverso:
-
la delimitazione di aree nelle quali occorre proibire-regolamentare le attività a
rischio, da definire in modo da non gravare eccessivamente sullo sviluppo del
territorio;
-
la predisposizione di norme e vincoli tali da rendere possibile la gestione dei campi
acquiferi in condizioni di sicurezza;
-
la predisposizione di una rete di controllo della qualità delle acque sotterranee e
l'organizzazione della tipologia e frequenza delle analisi da effettuare nell’ambito del
più complessivo sistema di monitoraggio di cui al precedente punto 1.
8. applicazione dei trattamenti più spinti del secondario per l’abbattimento dell’azoto nel
rispetto dei valori limite di emissione di cui alla tabella 2, allegato 5 del D.lgs. 152/99,
agli scarichi di acque reflue urbane degli agglomerati ricadenti in aree sensibili e nei
bacini drenanti ad esse afferenti, con popolazione superiore ai 15.000 AE. Quest’ultimo
trattamento viene esteso all’orizzonte temporale del 2016 anche agli impianti a servizio
di agglomerati tra i 2.000 ed i 15.000 AE;
9. disinfezione estiva per i depuratori oltre i 15.000 AE nella fascia di 10 km dalla costa;
10. contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti
dagli effluenti zootecnici e non, e valutazione della riduzione dei carichi connessi agli
effluenti zootecnici e non, in relazione all’individuazione delle arre vulnerabili da nitrati,
secondo secondo quanto deliberato nel Regolamento regionale recante: designazione
delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d’azione
(D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA – Supplemento straordinario n 5 al n.
9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII);
11. rinaturalizzazione di alcuni tratti fluviali.
Relazione di sintesi
439
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Di seguito si riportano in forma sintetica gli interventi previsti per ognuno dei 32 bacini dei
corpi idrici significativi e d’interesse. Alla fine della disamina si riporta una tabella
riassuntiva degli stessi interventi, di tipo quali – quantitativo, da operare su ciascun bacino,
suddivisi in funzione dei diversi livelli di informazione acquisita, a cui sono associati, in
funzione del loro peso, diversi giudizi di valutazione.
0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi
idrici superficiali significativi di I° e II° ordine
Bacino del Fiume Amato
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di
depurazione per assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 10900 AE ottenibile
potenziando gli impianti in esercizio, riavviando quelli attualmente non
funzionanti o anche realizzandone dei nuovi;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui
prodotti nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di
controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva
evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Amato
evidenziano dei deficit sull’area irrigua S. Ippolito per effetto delle modeste portate estive
dei corsi d’acqua (affluenti del fiume Amato) che l’alimentano. Eventuali problemi di
gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno comunque essere risolti attraverso
l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare globalmente a scala di bacino.
Qui di seguito si riportano in forma sintetica le strategie di intervento (di Livello 1 e Livello
2) a scala di bacino, con cui, in base alla conoscenza dei singoli punti del livello 2, si può
arrivare al miglioramento od al mantenimento della qualità.
Relazione di sintesi
440
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME AMATO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
P
4
3
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
2
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
4
4
3
4
4
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
441
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Crati
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone con
urgenza l’esecuzione dei seguenti interventi per il soddisfacimento del deficit di trattamento
dei reflui civili prodotti. A tal fine è necessario prevedere:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento dei deficit di trattamento di circa 140000 AE delle acque reflue
prodotte nel bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la
realizzazione di nuovi, provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie
per assicurare a tutti i reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di
depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la
corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute
del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Crati,
pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune
strategie di intervento di carattere generale:
1.
Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino
Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei
primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica
immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710,
riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del
corso d’acqua del bacino del Crati;
2.
E’ necessario concordare con l’Ente gestore dell’invaso del Cecita le modalità di
rilascio in alveo dei volumi invasati, specialmente quelli invernali, al fine di garantire
durante i mesi estivi, il soddisfacimento sia delle utenze irrigue del Mucone, sia di
quelle in Destra Crati per effetto dei maggiori volumi presenti nella Diga di Tarsia;
3.
La realizzazione della Diga di Cameli, oltre a soddisfare le future richieste irrigue
necessarie ai comprensori della Piana di Sibari, riducendo drasticamente il prelievo
esasperato ed incontrollato della risorsa idrica sotterranea, potrebbe con opportuni
Relazione di sintesi
442
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
interventi di canalizzazione eliminare tutte le situazioni di deficit attualmente presenti
sui comprensori irrigui del Coscile e del Garga.
BACINO DEL FIUME CRATI
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
5
5
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
5
5
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
5
5
5
5
5
5
5
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
443
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Corace
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 13000 AE ottenibile potenziando
gli impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone
dei nuovi;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato non sono emerse criticità
di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della più idonea stima del Minimo
Deflusso Vitale per realtà fluviali quali quelle calabresi. La realizzazione futura dell’invaso
del Melito, pur soddisfacendo ampiamente alle richieste potabili ed irrigue, necessiterà
comunque di opportuni piani strategici e di emergenza per la gestione ottimale delle risorse
idriche in condizioni di siccità.
Relazione di sintesi
444
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME CORACE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
5
2
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
3
3
3
3
4
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
445
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Lao
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 2000 AE ottenibile con
l’adeguamento degli impianti già esistenti e l’eventuale realizzazione di nuovi;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle
caratteristiche calcaree come quello del fiume Lao. Eventuali problemi di gestione, in
condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione
di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
446
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME LAO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
3
1
P
A
P
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
2
3
2
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
447
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Mesima
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare il mantenimento della loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 29650 AE ottenibile potenziando
gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la
possibilità di ripristinare quelli non funzionanti;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato è emerso che l’ipotesi di
destinare parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta
irrigua della parte valliva del bacino. L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori
analisi è la validazione di un metodo per la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile
con le reali caratteristiche idrologiche e geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal
senso, anche in questo corso d’acqua, il metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale
implica volumi idrici sensibili che in situazioni di ripetuti deficit pluviometrici (anno scarso)
non possono essere soddisfatti o, come avviene in condizioni medie di regime nelle parti
terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non è possibile garantire il normale
fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in alveo (quasi comparabili con quelli
naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale.
Relazione di sintesi
448
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME MESIMA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
5
4
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
4
5
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
4
5
4
4
3
CHIUDERE POZZI ABBANDONATI
FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE
DEI CORSI D’ACQUA
DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
449
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Neto
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 31000 AE, ottenibile potenziando gli
impianti esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando eventualmente anche la
possibilità di ripristinare quelli non funzionanti. In particolare il deficit del comune di
Rocca di Neto potrebbe essere soddisfatto in tempi brevi provvedendo al riavvio dei
due impianti di depurazione temporaneamente fuori esercizio, così come potrebbe
essere soddisfatto quello del comune di Casabona con la realizzazione già prevista di
tre impianti di depurazione e quello del comune di San Giovanni in Fiore prevedendo
il riavvio dell’impianto attualmente non in esercizio per adeguamento;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di
monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di
salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Neto,
pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune
strategie di intervento di carattere generale.
1.
Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino
Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei
primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica
immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710,
riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del
corso d’acqua del bacino del Neto.
2.
E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico
(Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi
invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze
irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle
prese sul fiume Tacina.
Relazione di sintesi
450
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere
risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di
comprensorio che di bacino.
BACINO DEL FIUME NETO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
5
4
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
5
5
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
4
3
4
4
4
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
451
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Petrace
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 24000 AE, potenziando gli impianti
esistenti o realizzandone dei nuovi, anche valutando la possibilità di ripristinare quelli
non più funzionanti;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino, negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo
strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso
Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di
siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani
strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
452
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME PETRACE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
5
4
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
3
5
3
4
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
453
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Savuto
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
-
La manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
-
Soddisfacimento del deficit di trattamento di depurazione di circa 12000 AE ed il
completamento della rete fognaria per assicurare che tutti i reflui prodotti nel bacino
possano afferire agli impianti di trattamento;
-
L’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di verificare la
corretta gestione degli impianti e di valutare gli effetti degli interventi effettuati
sull’evoluzione di salute del corpo idrico.
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
454
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME SAVUTO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
4
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
3
2
3
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
455
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Tacina
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 26240 AE, potenziando gli impianti
esistenti o realizzandone dei nuovi e prevedendo la messa in esercizio dell’impianto di
Mesoraca da anni completato e mai entrato in funzione;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di controllo del territorio che assicuri il rispetto della
normativa per lo smaltimento delle acque di vegetazione prodotte nell’area;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta la corretta
gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del
corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Tacina,
sono strettamente connessi alle ipotesi di funzionamento dell’intero sistema idroelettrico del
bacino del fiume Neto. In tal senso si può affermare che:
1.
Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino
Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei
primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica
immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710,
riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema dei
corso d’acqua Neto e Tacina.
2.
E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico
(Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi
invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze
irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle
prese sul fiume Tacina.
Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere
risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di
comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
456
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME TACINA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
5
4
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
4
2
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
3
2
4
4
4
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
457
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Trionto
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 4500 AE, prodotte nel
bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi,
provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie per assicurare a tutti i
reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di depurazione;
ƒ
il controllo dell’attività di prelievo d’acqua dal fiume e dalla subalvea che impedisca i
prelievi non autorizzati;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare gli
effetti degli interventi attuati sull’evoluzione dello stato di salute del corpo idrico.
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
458
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL TORRENTE TRIONTO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
3
2
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
2
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
3
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
459
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi
idrici superficiali d’interesse naturalistico – paesaggistico
Bacino del Torrente Raganello
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 500 AE, possibilmente
utilizzando gli impianti esistenti, eventualmente potenziandoli;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per
limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle
caratteristiche calcaree come quello del torrente Raganello. Eventuali problemi di gestione,
in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso
l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di
bacino.
Relazione di sintesi
460
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL TORRENTE RAGANELLO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
1
1
P
A
A
A
P
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
3
3
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
2
3
1
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
461
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Argentino
Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono, per cui non si ritiene
necessario proporre alcun intervento, se non la manutenzione straordinaria delle reti
fognarie. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere criticità di tipo
strutturale, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
BACINO DEL FIUME ARGENTINO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
P
1
1
P
A
A
A
P
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
1
2
2
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
1
1
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
462
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara La Verde
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 2000 AE, ottenibile con la messa in
esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
I risultati ottenuti dall’applicazione del bilancio idrico evidenziano delle criticità sul
comparto delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Si potrebbe pensare di
realizzare delle vasche nella zona medio - valliva del bacino in modo da accumulare i
deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il
problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
463
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA LA VERDE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
1
1
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
2
1
CHIUDERE POZZI ABBANDONATI
FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE
DEI CORSI D’ACQUA
DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
464
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara Amendolea
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per
limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico nel tempo;
ƒ
controllo dell’attività di estrazione di inerti presente nella fiumara.
Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di
tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo
Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. L’ipotesi di alimentare l’utenza irrigua
attraverso l’invaso del Menta è risultata compatibile con la capacità complessiva dello
stesso. Si può pensare, pertanto, di canalizzare opportunamente i volumi destinati alle aree
irrigue interessate. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica,
potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza
da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
465
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA AMENDOLEA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
5
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
2
1
P
A
A
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
2
3
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
3
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
466
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Crocchio
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione
per assicurare la loro efficienza;
ƒ
il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie
per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di
depurazione.
Dall’analisi del bilancio idrico emerge la necessità che in condizioni idrologiche
particolarmente siccitose è opportuno utilizzare per un periodo ridotto l’opera di presa
sull’asta terminale del Fiume Crocchio. Emerge inoltre, il problema della stima più idonea
del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di
gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso
l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di
bacino.
Relazione di sintesi
467
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME CROCCHIO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
1
1
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
2
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
2
2
1
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
468
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi
idrici superficiali d’interesse “alto carico inquinante”
Bacino della Fiumara Allaro
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 8100 AE, realizzando impianti
nuovi o anche prevedendo l’attivazione e la messa in esercizio degli impianti di
depurazione già presenti nel bacino e attualmente non in esercizio;
ƒ
la manutenzione straordinaria ed il completamento delle reti fognarie per assicurare
l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione
funzionanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di
tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo
Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in
condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione
di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
469
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME ALLARO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
3
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
3
4
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
3
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
470
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Nicà
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4800 AE, ottenibile potenziando gli
impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone dei
nuovi;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di
monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di
salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del
Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione,
in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso
l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di
bacino.
Relazione di sintesi
471
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME NICA’
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
3
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
2
2
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
3
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
472
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Esaro di Crotone
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 13000 AE, potenziando gli impianti
esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando anche la possibilità di ripristinare
l’impianto dismesso in loc. Cutro paese;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale,
pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà
fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità
meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e
di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
473
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME ESARO DI CROTONE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
P
4
3
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
3
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
2
2
2
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
474
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10500 AE, mediante il potenziamento
degli impianti di depurazione di Pentone e di Catanzaro;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la
corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute
del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo
strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso
Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di
siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani
strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
475
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL TORRENTE FIUMARELLA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
4
3
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
1
1
2
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
3
1
1
3
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
476
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Torrente Turrina
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie per
assicurare il completo soddisfacimento della richiesta di collettamento di tutti i reflui
prodotti nel bacino, all’impianto di depurazione di Lamezia Terme;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo
strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso
Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di
siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani
strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
477
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL TORRENTE TURRINA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
4
1
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
3
2
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
2
2
1
4
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
478
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Angitola
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10350 AE, ottenibile con la messa in
esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio e l’eventuale
realizzazione di nuovi;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Il bacino dell’Angitola, a regime, non richiede interventi sostanziali di tipo strutturale.
L’insorgere di prolungati periodi di siccità necessita, invece, di una gestione pro - attiva del
serbatoio con cui limitare i rilasci nei mesi primaverili per fronteggiare i mesi estivi più
critici.
Relazione di sintesi
479
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME ANGITOLA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
4
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
4
3
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
2
1
2
3
3
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
480
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Ancinale
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 14150 AE, ottenibile con la messa in
esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio (in particolar
modo il tempestivo riavvio dell’impianto di depurazione consortile sito nel comune di
Simbario a servizio dei comuni di Simbario, Spadola e Brognaturo) e l’eventuale
realizzazione di nuovi, quale il già previsto impianto di depurazione consortile di
Cardinale ed a servizio dei comuni di Cardinale e parte di Chiaravalle centrale e Torre
di Ruggiero;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la
corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute
del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni
di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
481
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME ANCINALE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
4
3
P
A
P
A
A
A
5
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
4
1
4
5
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
2
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
2
1
2
4
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
482
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara della Ruffa
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
Il soddisfacimento del seppur limitato deficit di trattamento del comune di Drapia,
1000 AE, verificando, al contempo, che le reti fognarie siano in gradi di far afferire
negli impianti di depurazione tutti i reflui prodotti nel bacino;
ƒ
Il controllo dell’efficienza dell’impianto di depurazione di Spilinga con particolare
riguardo al trattamento di disinfezione;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
483
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA DELLA RUFFA
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
P
2
1
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
2
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
3
1
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
484
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Torrente Budello
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
il controllo dello stato e l’eventuale completamento delle reti fognarie per assicurare
l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino nell’impianto consortile di Gioia Tauro;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di smaltimento, secondo normativa, delle acque di
vegetazione prodotte nell’area;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati;
ƒ
l’applicazione di metodi di ingegneria naturalistica per rinaturalizzare il corso d’acqua
caratterizzato da tratti nell’area urbana con vegetazione riparia assente e sponde
artificiali.
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato evidenzia delle criticità sul comparto
delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Poiché la risorsa idrica sotterranea
è gia ampiamente utilizzata, si potrebbe pensare di realizzare delle vasche nella zona medio
- valliva del bacino in modo da accumulare i deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo
irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il problema della stima più idonea del Minimo
Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in
condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione
di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
485
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL TORRENTE BUDELLO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
P
4
2
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
3
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
3
3
3
1
2
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
486
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara Novito
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4000 AE, valutando anche l’opportunità
di rimettere in esercizio gli impianti di depurazione attualmente dismessi;
ƒ
l’adeguamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel
bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo
strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso
Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di
siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani
strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
487
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA NOVITO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
2
2
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
1
2
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
3
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
488
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara Bonamico
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e dell’unico impianto di depurazione
in esercizio;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 3700 AE, ed il completamento delle reti
fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di
depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la
corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute
del corpo idrico a seguito degli interventi attuati.
I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale,
pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà
fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità
meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e
di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
489
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA BONAMICO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
P
3
2
P
A
A
A
A
A
3
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
3
3
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
2
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
490
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara Gallico
Pur ritenendo che lo stato ecologico alterato non sia attribuibile tanto ad apporti inquinanti
di origine civile, ma al regime idrologico cui è soggetta la fiumara, per raggiungere gli
obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti
interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per
limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle.
Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del
Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione,
in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso
l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di
bacino.
Relazione di sintesi
491
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA DI GALLICO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
2
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
3
1
P
A
A
A
A
A
2
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
2
1
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
1
1
1
1
2
1
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
492
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino della Fiumara Calopinace
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 200 AE, ottenibile con la messa in
esercizio dell’unico impianto di depurazione di Cardeto ricadente nel bacino,
attualmente non in esercizio;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione cui sono destinati;
L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di
criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche
calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
493
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DELLA FIUMARA CALOPINACE
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
P
A
P
1
1
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
3
1
4
2
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
A
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
3
2
1
2
1
1
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
494
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Metramo
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 22700 AE, potenziando gli impianti
esistenti o realizzandone dei nuovi o anche valutando la possibilità di ripristinare
quelli non funzionanti;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico è emerso che l’ipotesi di destinare
parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta irrigua della
parte valliva del bacino.
L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori analisi è la validazione di un metodo per
la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile con le reali caratteristiche idrologiche e
geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal senso, anche in questo corso d’acqua, il
metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale implica volumi idrici sensibili che in
situazioni di deficit pluviometrici non possono essere soddisfatti o, come avviene in
condizioni medie di regime nelle parti terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non
è possibile garantire il normale fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in
alveo (quasi comparabili con quelli naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale.
Relazione di sintesi
495
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME METRAMO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
4
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
A
A
5
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
4
4
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
3
3
3
3
2
4
3
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
496
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Bacino del Fiume Marepotamo
Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone
l’esecuzione dei seguenti interventi:
ƒ
la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per
assicurare la loro efficienza;
ƒ
il soddisfacimento del deficit di trattamento, 20400 AE, ottenibile potenziando gli
impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la
possibilità di ripristinare quelli non funzionanti;
ƒ
il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti
nel bacino negli impianti di depurazione;
ƒ
l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo
idrico quale recettore di apporti inquinanti;
ƒ
l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare
l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi
attuati.
Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni
di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno
essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare
sia a scala di comprensorio che di bacino.
Relazione di sintesi
497
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
BACINO DEL FIUME MAREPOTAMO
INTERVENTI DI LIVELLO 1
LIVELLO 2
MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI
PROCESSI,
ATTRAVERSO
UN
SISTEMA
DI
MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su
VALUTAZIONE
3
Pozzi
Prese in alveo
Invasi
Scarichi puntuali
Scarichi diffusi
Deflussi naturali
Volumi degli acquiferi
Prelievi
Rilasci
Aree di salvaguardia
Altro …
ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E
IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su
A
P
A
4
3
P
A
A
A
A
A
4
Perdite nelle reti
Ordinamenti colturali
Riuso
Prelievi non autorizzati
Altro ….
5
2
3
4
Scarichi abusivi
Completamento
reti
fognarie
Manutenzione reti fognarie
Acque meteoriche dilavanti
su aree urbane
Agricoltura
Zootecnia
Realizzazione
e
potenziamento impianti di
depurazione
Manutenzione impianti di
depurazione
Altro ….
P
MIGLIORARE
IL
SISTEMA
DI
RACCOLTA,
COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
DELLE ACQUE REFLUE, agendo su
2
2
2
3
2
4
2
►
Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 :
1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza.
►
Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli:
A assente; P presente
Oppure quella su 5 livelli
Relazione di sintesi
498
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi di
qualità ambientale dei corpi idrici superficiali significativi e di interesse
Le indagini condotte hanno rivelato che dei 32 corsi d’acqua indagati, un solo tratto presenta
lo stato ambientale pessimo e 15 in cui risulta scadente. Su questi è necessario intervenire
con la massima urgenza per portarli entro il dicembre 2008, come prevede la legge, allo
stato di qualità ambientale di almeno sufficiente.
Risultano caratterizzati da uno stato ecologico scadente il Crati, il Tacina, il Petrace, il Neto,
il Savuto, l’Esaro di Crotone, il Mesima (Metramo e Marepotamo), il Turrina, il Nicà ed il
Budello, il Trionto, l’Amendolea, il Raganello e la Gallico (per gli ultimi quattro lo stato di
alterazione ambientale è attribuibile alle frequenti riduzioni di portata cui è soggetto il corso
d’acqua, riduzioni che influenzano negativamente l’Indice Biotico Esteso).
Lo stato dei primi due è attribuibile all’elevato deficit di trattamento che presentano i
comuni del loro territorio, stimabili intorno ai 140.000 AE sul Crati e di circa 26.000 AE sul
Tacina. Tali deficit devono essere soddisfatti al più presto provvedendo al potenziamento
dei vecchi impianti o alla realizzazione di nuovi impianti e alla risistemazione della rete
fognaria in modo da poter assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino agli
impianti di trattamento. Una stima dei costi necessari per tali interventi e per la
manutenzione straordinaria sia degli impianti di trattamento che delle reti fognarie già
esistenti è riportata nella tabella 15, per tutti i bacini esaminati.
L’alterazione ambientale del fiume Trionto sembra sia attribuibile, più che al deficit di
trattamento presente nel suo bacino, stimabile intorno ai 4.500 AE, alle frequenti riduzioni
di portata cui esso è soggetto, quindi è necessario, per recuperarne la qualità ambientale, non
solo soddisfare il deficit di trattamento realizzando nuovi impianti e potenziando quelli
esistenti, ma anche imporre una utilizzazione molto controllata delle sue acque, poiché
trattasi di una fiumara soggetta al regime torrentizio mediterraneo.
Anche il fiume Budello risulta caratterizzato da una qualità ambientale scadente, nonostante
sia stato già realizzato e sia attualmente funzionante l’impianto di Gioia Tauro in grado di
trattare i reflui prodotti da tutti i comuni del suo bacino. Lo stato di degrado rilevato è indice
della presenza di carenze strutturali nella rete fognaria che richiede quindi di essere
risistemata al più presto.
Dei 10 corsi d’acqua caratterizzati da una qualità ambientale scadente, in 6 il loro stato è
attribuibile alla presenza di un significativo deficit di trattamento depurativo stimabile per il
Neto ed il Mesima intorno ai 30.000 AE, per il Petrace ai 24.000 AE, per il Metramo ai
Relazione di sintesi
499
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
22.700 AE, per l’Esaro di Crotone ai 13.000 AE e per il Savuto ai 12.000 AE. Diverso è il
caso del torrente Turrina, la cui domanda di trattamento dei reflui prodotti nel bacino
dovrebbe essere soddisfatta pienamente dall’impianto consortile di Lamezia Terme. L’aver
rilevato un grave stato di compromissione del torrente è indice che esso è soggetto ad
apporti inquinanti abusivi. Essi sono in parte attribuiti a carenze strutturali nella rete
fognaria, ma anche a sversamenti occasionali di grossi apporti inquinanti di fanghi
provenienti da bottini o di acque di vegetazione, spesso scaricati nottetempo da autobotti
come segnalatoci dalle forze dell’ordine.
Degli altri corsi d’acqua esaminati, nessuno risulta di qualità ambientale ottima, solo 9
appaiono di qualità buona, e i restanti 26 di qualità sufficiente. Anche per questi è imposto
dalla normativa che vengano effettuati al più presto, entro il 31/12/2016, tutti gli interventi
necessari per soddisfare la domanda di trattamento, ma con una urgenza inferiore rispetto ai
precedenti.
Nella tabella 169 è riportata, per ogni singolo bacino indagato, una stima dei costi sia
d’impianto, necessari per soddisfare i deficit di trattamento depurativo, sia di manutenzione
straordinaria nell’ipotesi di un’età media degli impianti esistenti pari a circa 15 anni. Tali
costi sono stati calcolati utilizzando un software dedicato che consente di determinare le
spese di impianto e di esercizio, con livelli di accuratezza più o meno elevati, a secondo la
qualità delle informazioni disponibili sullo stato ambientale dei corsi d’acqua, le loro
modalità di fruizione, gli obiettivi di qualità ambientale che si intende raggiungere e la
tipologia di interventi previsti. Con tale software, infatti, disponendo di informazioni molto
accurate, è possibile individuare anche il numero di unità di personale necessario alla
conduzione degli impianti, la loro qualifica, i consumi energetici prevedibili, la quantità di
reattivi da utilizzare, la produzione di fanghi da smaltire, etc..
Nel nostro caso, data la limitata disponibilità di informazioni sull’effettivo stato di
funzionalità degli impianti esistenti e sulle modalità che si intende adottare per il loro
potenziamento e la realizzazione dei nuovi, le stime dei costi d’impianto sono da
considerarsi solo approssimative, calcolate nell’ipotesi che per tutti gli impianti vengano
adottati cicli di trattamento del tipo a fanghi attivi e che quelli in esercizio abbiano un’età di
15 anni.
I costi per il completamento delle reti fognarie esistenti sono stati calcolati tenendo conto
della localizzazione e dell’estensione delle aree urbanizzate e non avendo dati affidabili
sullo stato attuale di copertura, sono stati ipotizzati due diversi scenari di copertura attuale,
Relazione di sintesi
500
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
uno che soddisfa il 70% dell’utenza e l’altro il 90%. Nell’ipotesi di questi due scenari si è
preceduto alla valutazione anche dei costi di manutenzione straordinaria necessaria per
assicurare la funzionalità delle reti esistenti, ipotizzando una loro vetustà di circa 30 anni.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
BACINO
COSTI DEGLI
INTERVENTI PER
SODDISFARE I DEFICIT
DI TRATTAMENTO
RETI FOGNARIE
COSTI DELLA
MANUTENZIONE
STRAORDINARIA
DEGLI IMPIANTI
ESISTENTI
Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie
del 70%
Costi per
manutenzione
straordinaria
Costi d'impianto
Allaro
€
1.917.821
€
-
€
409.161
Amato
€
2.471.449
€
232.970
€
Amendolea
€
-
€
55.829
€
Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie
del 90%
Costi per
manutenzione
straordinaria
Costi d'impianto
€
25.612
€
136.387
€
32.928
3.391.502
€
212.290
€
195.645
€
12.247
€
1.130.501
€
272.942
65.215
€
15.745
Ancinale
€
3.078.573
€
78.626
€
1.158.767
€
72.531
€
386.256
€
93.257
Angitola
€
2.366.238
€
75.452
€
795.845
€
49.816
€
265.282
€
64.048
Argentino
€
-
€
-
€
26.646
€
1.668
€
8.882
€
2.144
Bonamico
€
991.083
€
6.011
€
307.459
€
19.245
€
102.486
€
24.744
Budello
€
714.712
€
-
€
1.390.049
€
87.009
€
463.350
€
111.869
Calopinace
€
154.972
€
-
€
1.479.947
€
92.636
€
493.316
€
119.104
Corace
€
2.867.550
€
576.035
€
1.546.016
€
96.772
€
515.339
€
124.420
Crati
€
21.320.860
€
1.311.272
€
14.281.805
€
893.957
€
4.760.602
€
1.149.377
Crocchio
Esaro di
Crotone
€
-
€
73.536
€
594.317
€
37.201
€
198.106
€
47.830
€
2.867.550
€
342.628
€
2.035.322
€
127.399
€
678.441
€
163.800
Fiumarella
€
2.392.620
€
6.011
€
1.916.615
€
119.969
€
638.872
€
154.245
Gallico
€
-
€
413.678
€
415.196
€
25.989
€
138.399
€
33.415
Lao
€
591.957
€
88.631
€
429.414
€
26.878
€
143.138
€
34.559
LaVerde
€
591.957
€
-
€
124.575
€
7.798
€
41.525
€
10.026
Marepotamo
€
4.201.446
€
70.967
€
1.102.292
€
68.998
€
367.431
€
88.711
Mesima
€
5.745.597
€
196.168
€
2.454.950
€
153.665
€
818.317
€
197.571
Metramo
€
4.586.353
€
144.018
€
1.708.061
€
106.915
€
569.354
€
137.463
Neto
€
5.954.245
€
263.675
€
2.571.962
€
160.989
€
857.321
€
206.988
Nicà
€
1.233.925
€
175.658
€
445.592
€
27.890
€
148.531
€
35.860
Novito
€
1.062.943
€
450.646
€
102.978
€
6.446
€
34.326
€
8.287
Petrace
€
4.942.344
€
56.838
€
2.068.456
€
129.473
€
689.485
€
166.465
Raganello
€
183.591
€
55.155
€
287.055
€
17.968
€
95.685
€
23.101
Ruffa
€
329.663
€
69.029
€
200.851
€
12.572
€
66.950
€
16.164
Savuto
€
2.679.459
€
158.038
€
1.786.583
€
111.831
€
595.528
€
143.781
Tacina
€
5.187.213
€
60.906
€
1.299.443
€
81.338
€
433.148
€
104.577
Trionto
€
1.164.086
€
118.110
€
343.161
€
21.480
€
114.387
€
27.617
Turrina
€
-
€
571.649
€
479.219
€
29.997
€
159.740
€
38.566
TOTALE
€
79.598.208
€
5.651.539
€
45.348.884
€
2.838.579
€
3.649.604
€
15.116.295
Tabella 169 - Costi di nuove realizzazioni e di manutenzione staordinaria degli impianti esistenti
Relazione di sintesi
501
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nella tabella 170 è riportata una stima dei costi di gestione per soddisfare il raggiungimento
degli obiettivi di qualità (cfr. 0.3.2.1.1 e 0.4.1.1, 0.4.1.2, 0.4.1.3), in virtù del deficit di
trattamento civile prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti
nei 32 bacini dei corpi idrici significativi.
BACINO
Fiume Amato
Fiumara Allaro
Fiumara Amendolea
Fiume Ancinale
Fiume Angitola
Torrente Argentino
Fiumara Bonamico
Torrente Budello
Fiumara Calopinace
Fiume Corace
Fiume Crati – F. Esaro – F.
Coscile
Fiume Crocchio
Fiume Esaro di Crotone
Torrente Fiumarella
Fiume Lao
Fiumara di Gallico
Fiumara della Ruffa
Fiumara La Verde
Fiumara Novito
Fiume Mesima
Fiume Marepotamo
Fiume Metramo
Fiume Neto
Fiume Nicà
Fiume Petrace
Torrente Raganello
Fiume Savuto
Fiume Tacina
Torrente Trionto
Torrente Turrina
TOTALE
Costo di
gestione BOD5
Abbattimento
CARICO BOD5
Abbattimento
CARICO N
(t/y)
215,1
159,3
279,0
204,3
72,9
8,1
256,5
(t/y)
38,4
28,0
49,6
36,0
12,8
1,6
45,6
€/Kg
141966
105138
184140
134838
48114
5346
169290
Costo di
gestione
N
€/Kg
24960
18200
32240
23400
8320
1040
29640
2759,4
490,4
1821204
318760
256,5
207
39,6
19,8
39,6
79,2
584,1
403,2
447,3
609,3
94,5
488,7
9,9
236,7
571,5
88,2
8129,7
45,6
36,8
7,2
3,2
7,2
14,4
104,0
72,0
79,2
108,0
16,8
87,2
1,6
42,4
92,0
16,0
1436
169290
136620
26136
13068
26136
52272
385506
266112
295218
402138
62370
322542
6534
156222
377190
58212
5.365.602,00
29640
23920
4680
2080
4680
9360
67600
46800
51480
70200
10920
56680
1040
27560
59800
10400
933.400,00
Tabella 170 - Costi di gestione per soddisfare il raggiungimento degli obiettivi di qualità, in virtù del deficit di trattamento civile
prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti nei 32 bacini dei corpi idrici significativi
Relazione di sintesi
502
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il quadro triennale degli interventi (P.O.T.) e l’Accordo di Programma Quadro
(A.P.Q.)
Tra gli obiettivi prioritari individuati nel primo triennio per il settore fognario – depurativo
(presenti nel POT 2003 – 2006 allegato ai Piani d’Ambito, realizzati dalla stessa Autorità
d’Ambito, conteneva gli interventi suddivisi per obiettivi da realizzare nei tre anni di
riferimento), vi è la “messa a norma delle infrastrutture fognarie e di trattamento reflui
rispetto alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 e s.m.i.”, che si specifica nei seguenti punti:
1. Opere di nuova realizzazione o interventi di adeguamento degli impianti di
depurazione rispetto al citato decreto;
2. Completamento del grado di copertura del servizio di fognatura con priorità per gli
agglomerati con un numero di a.e. superiore a 15.000, e successivamente tra 2.000 e
15.000.
Sempre nel POT 2003 – 2006, oltre agli interventi previsti per il triennio di riferimento,
venivano anche riportati come “interventi da realizzare” anche quelli contenuti nel Piano
Stralcio, redatto dall’Ufficio del Commissario e ritenuti importanti per i quali però al
momento non si disponeva della copertura finanziaria per la loro realizzazione.
Nella successiva Tabella 171 si riporta l’ammontare complessivo delle risorse economiche
previste nel POT, scorporato per ciascun Ente d’Ambito, al fine della realizzazione degli
interventi nel settore fognature – collettamento – depurazione, inteso come somma di quelli
previsti nel triennio di riferimento e di quelli riportati nel Piano Stralcio, al momento senza
copertura finanziaria.
La Tabella 172 riporta le risorse destinate a ciascun Ente d’Ambito con il Nuovo A.P.Q.
(Accordo Programma Quadro) stipulato in data 28.06.2006 nel settore fognature –
collettamento – depurazione.
Si evidenzia che non sono compresi in tali importi della Tabella 2 gli interventi attuati
dall’Ufficio del Commissario, ma solo quelli previsti nei POT ed attuati dai Comuni di cui
alla Tabella 1.
La Tabella 173 infine riporta le ulteriori somme destinate al settore fognature –
collettamento – depurazione in virtù della riprogrammazione effettuata nell’Ottobre 2008
delle risorse economiche inizialmente accantonate per la realizzazione della Diga dell’Alto
Esaro a Cameli.
Complessivamente si può dire, quindi, che nel settore fognature – collettamento –
depurazione, a fronte di una previsione nei 5 POT per un totale di € 141.260.314,95 ad oggi
Relazione di sintesi
503
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
risultano impegnate nell’APQ “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse
Idriche” della Regione Calabria [92.149.701,10+65.624.507,18] = € 157.774.208,28.
ATO
COSENZA
CATANZARO
CROTONE
VIBO VALENTIA
REGGIO CALABRIA
TOTALE
Risorse previste nei POT
18.084.392,95
25.535.407
24.948.277
30.474.238
42.218.000
141.260.314,95
Tabella 171 – Risorse previste nei POT 2003 – 2006 per il triennio di riferimento più quelle previste
per interventi inseriti nel Piano Stralcio ma sprovvisti di copertura finanziaria
ATO
COSENZA
CATANZARO
CROTONE
VIBO VALENTIA
REGGIO CALABRIA
TOTALE
Risorse impegnate in APQ alla stipula del 28.06.2006
33.010.000,00
26.923.912,03
7.428.526,00
4.386.000,00
20.401.263,07
92.149.701,10
Tabella 172 – Risorse previste in APQ alla stipula del 28.06.2006 per il settore fognature-collettamento-depurazione
ATO
COSENZA
CATANZARO
CROTONE
VIBO VALENTIA
REGGIO CALABRIA
TOTALE
Ulteriori somme assegnate con la riprogrammazione
delle risorse ex Esaro
23.913.428,01
12.173.278,00
5.571.000,00
5.657.554,51
18.309.246,66
65.624.507,18
Tabella 173 – Ulteriori risorse assegnate al settore fognature-collettamento-depurazione
con la riprogrammazione dell’accantonamento per la Diga dell’Esaro
Alla luce delle analisi economiche effettuate (prendendo in considerazione le risorse
economiche stimate nel POT 2003 – 2006, le risorse economiche impegnate nell’APQ del
28/06/2006 ed infine le risorse economiche impegnate a seguito della riprogrammazione dei
fondi a valere sulla Delibera CIPE 35/2005) sembra esserci una copertura economica
complessiva stanziata tale da adempiere al soddisfacimento del raggiungimento degli
obiettivi di qualità ambientale previsti dal D.lgs. 152/99 e s.m.i.
Relazione di sintesi
504
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di qualità per le acque marino costiere e loro stima economica
Sulla base dell’analisi dei dati del monitoraggio Nov. 2005 – Sett. 07 è evidente che gran
parte della fascia marina costiera calabrese è sottoposta a differenti tipologie di impatto
antropico. L’elemento preponderante che influenza le dinamiche ecologiche di queste aree è
l’apporto del bacino versante.
Se da una parte la condizione trofica del dominio pelagico appare di buona qualità, dall’altro
le matrici che integrano i risultati di stress ambientali evidenziano un generale stato di
sofferenza anche nelle aree a maggior pregio paesaggistico e ambientale.
Il diffuso inquinamento dei corsi d’acqua superficiali, in ogni periodo dell’anno, evidenzia
la pessima gestione/mancanza del sistema fognario e di depurazione delle acque reflue.
L’inquinamento preponderante nella fascia costiera tirrenica sottolinea una errata
programmazione dell’ubicazione delle condotte sottomarine di smaltimento di reflui trattati,
in uno con il pessimo funzionamento degli impianti di depurazione. Il peggioramento delle
condizioni igienico sanitarie durante la stagione invernale, indica che è preponderante il
ruolo nefasto del bacino versante rispetto all’impatto delle aree costiere. Questo aspetto
evidenzia la complessità di intervento nel senso che è abbastanza semplice intervenire sulla
rete fognaria e la depurazione delle aree costiere ma è molto più complesso intervenire nel
territorio interno.
La tipologia di impatto del bacino versante autorizza a ritenere che una corretta
riprogettazione della rete fognaria e, un’altrettanto efficienza di depurazione delle acque
reflue sanerebbe, definitivamente, molti aspetti di qualità degli ecosistemi costieri non solo
dal punto di vista turistico balneare, ma anche per specifiche destinazioni di alcune aree
particolarmente vocate all’acquacoltura, una delle attività produttive emergenti.
In relazione a quanto ipotizzato quale causa dell’evento straordinario verificatosi a fine
estate del 2007 e al maggiore inquinamento del settore tirrenico rispetto a quello ionico (Cfr
paragrafo 0.3.2.3), un intervento prioritario è la verifica della rete fognaria, dello stato di
funzionalità ed eventuale ripristino delle condotte sottomarine e degli impianti di
depurazioni e, infine, del censimento e dell’eliminazione degli scarichi abusivi ubicati nella
fascia costiera. Un monitoraggio contestuale di almeno due periodi estivi è indispensabile
per valutare gli effetti positivi di tali interventi. Un controllo a monte e a valle delle
condotte, effettuato anche con moderne tecnologie di acquisizione continue, avrebbe dei
costi modesti e potrebbe produrre risultati immediati. Il costo complessivo di questa azione
Relazione di sintesi
505
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
di monitoraggio non supererebbe, attualmente, 2 milioni di euro. Una delle aree costiere
sottoposte a maggiore impatto antropico è il litorale di Reggio Calabria. In questo caso è
evidente che il ruolo del bacino versante è modesto e, pertanto, si propone la stessa tipologia
di intervento suggerita per il settore tirrenico.
L’altro elemento di impatto è legato alle attività turistiche e produttive della fascia costiera.
Il continuo danneggiamento di ecosistemi fragili ma di importanza vitale nella fascia
costiera può essere facilmente affrontato attraverso un vero e proprio piano regolatore del
mare. Ci riferiamo, a titolo di esempio, allo stato di sofferenza delle praterie di fanerogame
marine. In alcuni casi è chiaro l’elemento preponderante di disturbo legato ad attività di
pesca a strascico ed ad ancoraggi selvaggi.
Una regolamentazione degli ancoraggi, della pesca e degli accessi in queste aree
risulterebbe di primaria importanza per salvaguardare questi straordinari ed indispensabili
ecosistemi costieri.
In molte aree del Mediterraneo, come a Port-Cros (Mentone) o a Lavezzi (Corsica) in
Francia, o alle isole Medes (Catalogna-Spagna), è stata avvertita la medesima esigenza di
salvaguardia per questa risorsa e si sono approntati parchi boe.
I parchi boe, che possono essere di diversi tipi, sono essenzialmente riconducibili a due
tipologie principali: corpi morti (i "moorings" degli anglosassoni) e strutture infisse nel
fondo (i "vitoni").
I corpi morti e le relative catene e catenarie possono provocare essi stessi, in aree interessate
da Posidonia, alcuni danni alla prateria: la catena che poggia sul fondale provoca
l’estirpazione delle piante sia nella superficie occupata dal corpo morto sia in quella
limitrofa.
Negli ultimi anni in Francia è stata adottata una tecnica molto meno invasiva che potrebbe
essere adatta in Calabria e per la quale se ne consiglia l’introduzione.
Si tratta di parchi boe che utilizzano un sistema di ancoraggio tramite “vitoni” impiantati nel
fondale e non prevedono l’uso di catene ma di cime che grazie a una boa galleggiante a
mezz’acqua non esercitano un’azione meccanica sul fondale. Questo sistema di ancoraggio,
sperimentato con risultati soddisfacenti per quanto riguarda resistenza ed affidabilità, è
adattabile a diverse tipologie di fondale e presenta una messa in posa relativamente
semplice.
Relazione di sintesi
506
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Sono stati utilizzate due tipologie di “vitoni” a diversa struttura, a seconda se il substrato di
ancoraggio è costituito da sabbia (strutture tubolari con alettoni laterali) o “matte” di
Posidonia oceanica (strutture a "molla" o vite).
Nel citato esempio di applicazione sono stati utilizzati “vitoni” in acciaio speciale,
galvanizzati a caldo per evitare fenomeni di usura precoce dovuta ad ossidazione dei
materiali a mare. Questo provocherebbe non solo nuovi costi per la sostituzione di quelli
usurati, ma causerebbe la possibilità del moltiplicarsi di intrusioni con susseguente
indebolimento della “matte” di Posidonia, sia per l’azione meccanica che per l’abbandono
di corpi metallici in stato di ossidazione al suo interno.
La necessaria distanza di rispetto dalla costa impone di posizionare le boe a partire da una
batimetria non inferiore agli 8-10 m e ai 12-15 metri di profondità per imbarcazioni di
grandi dimensioni.
L’istituzione di campi boe andrebbe programmata per tutte le aree e baie con presenza di
fanerogame marine attraverso specifiche concessioni, ad esempio agli Scuba Diving, con
l’obbligo anche di effettuare osservazioni e, quindi diventare osservatori permanenti
dell’evoluzione di questi particolari ecosistemi. Una operazione di questo tipo si tradurrebbe
in una primaria protezione di un ecosistema fragile, in uno stimolo all’imprenditoria
giovanile, ad una sensibilizzazione sul valore di questi ecosistemi alle loro conoscenze che
si tradurrebbe, immediatamente, in una protezione di fatto. Tale operazione, in relazione alle
limitate aree di intervento, si tradurrebbe in un investimento ammortizzabile con eventuali
costi di concessione e con incalcolabili benefici ambientali.
Un intervento indispensabile è un monitoraggio finalizzato all’aggiornamento delle
dinamiche idrografiche costiere e all’evoluzione dell’ecosistema planctonico tentando di
coglierne fluttuazioni e regolarità, anche in relazione a specie potenzialmente tossiche in
continuo aumento in relazione ai cambiamenti climatici. L’introduzione di specie “aliene”
animali e vegetali sta modificando la funzionalità e la struttura degli ecosistemi costieri e
solo la conoscenza delle dinamiche ed evoluzione degli ecosistemi bentonici possono
consentire, ove possibile, eventuali interventi di mitigazione. Un’attività di questo tipo
andrebbe programmata partendo dalle conoscenze attuali e indirizzando l’attenzione allo
studio di ecosistemi modello. Le necessità prioritarie possono essere definite solo in
relazione alla disponibilità di risorse che sono sempre inadeguate rispetto alle problematiche
in gioco.
Relazione di sintesi
507
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del
D.lgs. 152/99.
Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino Calabria, per le acque a specifica
destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda
della specifica destinazione funzionale.
•
Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile (AP): deve essere
mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite
all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua
potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste
qualità entro il 31 dicembre 2010.
•
Acque superficiali idonee alla vita dei pesci (VP): la classificazione delle acque idonee
alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando
la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti
come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”.
•
Acque superficiali di balneazione (BAL): tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla
balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità
alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive
modifiche e integrazioni.
•
Acque destinate alla vita dei molluschi (VM): tutte le acque marine costiere salmastre
che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e
gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato
2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010.
0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla produzione di
acqua potabile
A seguito del monitoraggio effettuato nel biennio Nov 2005 – Ott 2007 sia su corsi d’acqua
che su invasi artificiali in prossimità delle opere di presa esistenti e in siti che
potenzialmente potrebbero essere utilizzati ai fini di produzione di acqua potabile, circa il
60% delle acque in prossimità delle opere di presa esistenti risultano essere classificabili in
categoria A3 e solo 1 delle 12 risulta non idonea. Per tutte quelle che sono risultate
classificabili in categoria A3 per superamenti delle cariche batteriche, segnale di una
Relazione di sintesi
508
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
contaminazione fecale, condizionando negativamente la qualità del tratto d’acqua, si
suggeriscono, al fine di raggiungere l’obiettivo di qualità di categoria A2 entro il
31/12/2010, interventi sul settore fognario – depurativo a livello case sparse che gravano
nell’intorno delle opere di presa.
Per le stazioni AP08, AP23, AP25, non sono previsti programmi specifici di miglioramento,
in quanto il peggioramento dei parametri che hanno determinato la riclassificazione nel II°
anno è dovuto ad eventi eccezionali – casuali verificatisi esclusivamente in quell’anno. Se il
monitoraggio successivo confermerà tale trend, questi tratti saranno riclassificati in A2.
Per la stazione AP12, al fine del raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si
suggeriscono interventi di ripristino ed adeguamento normativo per l’impianto di
depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, a servizio del piccolo centro
abitato di Vallelaposta (di soli 50 residenti) che al momento della ricognizione del 2006
risultava essere in esercizio, ma interrato.
Infine per la AP09, i risultati dei controlli effettuati hanno rilevato, per entrambi gli anni di
monitoraggio, la non idoneità delle acque a scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e
dei parametri microbiologici. Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e, l’impianto
di potabilizzazione di Crotone è collegato alla vasca di demodulazione “Orichella”, dove
confluiscono le acque turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di
Orichella.
0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci
Dalle analisi condotte nel biennio Nov 2005 – Ott 2007, in varie occasioni si è osservata
presso le stazioni VP04, VP06, VP10, VP15, VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito
trasportato e di odori. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione
organica e si riferiscono a stazioni che quasi sempre risulteranno effettivamente presentare
valori critici relativamente a parametri quali BOD5 e Ammoniaca.
I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. La temperatura
è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori considerazioni.
Nel caso sono state considerate il particolare regime dei corsi d’acqua e le particolari
condizioni climatiche del periodo monitorato.
L’aumento della temperatura estiva in alcuni corpi idrici, ha causato un generalizzato
abbassamento della concentrazione dell’ossigeno disciolto.
Relazione di sintesi
509
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La considerevole riduzione di portata e il conseguente effetto di concentrazione degli
inquinanti, ha sicuramente influenzato la situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e
all’ammoniaca indissociata. Relativamente a questi parametri la qualità delle acque
monitorate nel secondo anno risulta infatti significativamente peggiorata.
Si ritiene che gli interventi specifici previsti nel settore fognario – depurativo permetteranno
di poter estendere la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci agli interi corpi
idrici classificati.
0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi
Dall’analisi delle acque destinate alla vita dei molluschi condotte nel biennio Nov 2005 –
Ott 2007, la maggior parte risulta non idonea per superamento dei limiti di inquinamento
fecale. E’ altrettanto evidente che concentrazione di metalli pesanti superano raramente i
limiti di legge così come la concentrazione delle sostanze xenobiotiche.
Pertanto, con eccezione di Siti di Interesse Nazionale (es. Crotone) per i quali si stanno
programmando ulteriori caratterizzazioni e piani di intervento specifici, il raggiungimento
dei criteri di qualità possono essere raggiunti, in tempi brevissimi, a patto che si provveda
alla sistemazione definitiva della rete fognaria e alla relativa depurazione dei reflui.
D’altronde, una depurazione avanzata aiuterebbe ad utilizzare in modo produttivo la risorsa
acqua migliorando significativamente la qualità dell’ambiente e portando benessere ad altre
attività produttive (agricoltura) senza la necessità di contaminare l’ambiente terrestre e
marino e continuare ad emungere le falde.
0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione
Il D.Lgs. 152/1999 e s.m.i. stabilisce che le acque destinate alla balneazione debbano
rispondere ai requisiti del DPR n. 470/82 e s.m.i. A seguito del monitoraggio effettuato
dall’ARPACAL nella stagione balneare 2007, si riportano di seguito i tratti di costa
interdetti alla balneazione per l’anno 2008.
Relazione di sintesi
510
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'art.6 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008
Provincia di Cosenza
Comune
CASSANO ALLO IONIO
Codice
Denominazione
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
Lunghezza
(metri)
04:02:14,34 E ;
39:45:24,71
618
04:06:38,52 E ;
39:38:34,57
891
078-029-354 100 MT DX VENA MORTA
CORIGLIANO
CALABRO
078-044-341
MANDATORICCIO
078-074-325
PAOLA
078-091-256
ROSSANO
078-108-335
100 MT DX T.
GENNARITO LOC. S.
NICOLA
100 MT DX C. ARMIRO'
LIDO OASI
100 MT DX TORRENTE S.
FRANCESCO
100 MT DX TORRENTE
COSERIE
04:25:13,84 E ;
39:32:08,51
03:34:30,05 E ;
39:21:50,05
04:14:16,88 E ;
39:37:16,74
581
316
340
Provincia di Reggio di Calabria
Comune
Codice
Denominazione
BIANCO
080-009-097
CAMPING IONIO BLU
BRANCALEONE
080-014-089
PONTILE
MOTTA SAN GIOVANNI 080-054-064
REGGIO DI CALABRIA
080-063-048
REGGIO DI CALABRIA
080-063-136
LAZZARO - TORRENTE
S.VINCENZO 200 MT
LIDO COMUNALE VILLA
ZERBI
CIRCOLO VELICO
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
03:42:21,01 E ;
38:05:45,02
03:39:13,01 E ;
37:57:56,02
03:12:55,10 E ;
37:57:54,97
03:11:32,02 E ;
38:06:41,97
03:11:13,09 E ;
38:06:29,02
Lunghezza
810
1096
1011
437
1114
Provincia di Catanzaro
Comune
Codice
CROPANI
079-036-084
CURINGA
Denominazione
300 MT NORD FIUME
FRASSO
500 MT NORD TORRENTE
079-039-158
S.EUFRASIA
CURINGA
079-039-160
TORRE DI MEZZA PRAIA
GIZZERIA
079-060-152
LIDO S.ANTONIO
LAMEZIA TERME
079-160-256
NOCERA TERINESE
079-087-225
SOVERATO
079-137-123
DIR.DON PEDRO
SOVERATO
079-137-253
LOC. CORVO
500 MT. SUD TORRENTE
BAGNI
200 MT. NORD FIUME
SAVUTO
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
04:21:00,01 E ;
38:54:09,03
03:45:58,09 E ;
38:50:20,40
03:45:42,28 E ;
38:49:17,05
03:44:53,87 E ;
38:55:48,86
03:46:05,00 E ;
38:54:31,02
03:38:34,00 E ;
39:02:07,02
04:06:28,01 E ;
38:40:50,02
04:06:24,00 E ;
38:40:42,02
Lunghezza
(metri)
300
1604
1731
580
791
1215
228
692
Tabella 174: Fonte ARPACAL
Relazione di sintesi
511
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'art.7 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008
Provincia di Cosenza
Comune
Codice
Denominazione
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
Lunghezza
(metri)
AMANTEA
078-010-235
200 MT SX TORRENTE
CATOCASTRO
03:36:43,45 E ;
39:08:12,97
98
AMANTEA
078-010-236
200 MT DX TORRENTE
CATOCASTRO
078-015-285
250 MT SX FIUME SOLEO
03:36:42,16 E ;
39:08:25,92
03:24:05,96 E ;
39:36:27,71
03:24:00,74 E ;
39:36:43,29
03:23:50,89 E ;
39:37:13,37
03:23:43,75 E ;
39:37:13,50
03:24:59,35 E ;
39:33:48,26
03:24:54,26 E ;
39:34:00,32
04:29:49,87 E ;
39:30:00,79
04:06:11,72 E ;
39:38:54,84
04:06:04,59 E ;
39:38:58,21
04:20:02,59 E ;
39:36:39,08
03:33:20,89 E ;
39:24:40,54
03:33:33,05 E ;
39:24:13,24
03:33:28,98 E ;
39:24:22,40
03:36:25,35 E ;
39:12:11,41
03:35:20,07 E ;
39:19:27,93
03:35:02,90 E ;
39:20:43,06
03:19:01,92 E ;
39:54:04,66
03:19:21,46 E ;
39:53:49,07
04:10:08,80 E ;
40:05:51,34
04:09:56,01 E ;
39:58:52,49
04:16:21,01 E ;
39:36:59,03
03:35:54,74 E ;
39:17:33,15
03:35:31,06 E ;
39:18:36,36
03:35:23,07 E ;
39:19:14,84
BELVEDERE
MARITTIMO
BELVEDERE
MARITTIMO
BELVEDERE
MARITTIMO
BELVEDERE
MARITTIMO
078-015-286 250 MT DX FIUME SOLEO
078-015-287
078-015-288
BONIFATI
078-019-281
BONIFATI
078-019-282
CARIATI
078-025-128
CORIGLIANO CALABRO 078-044-343
CORIGLIANO CALABRO 078-044-344
CROSIA
078-047-146
FUSCALDO
078-058-044
FUSCALDO
078-058-261
FUSCALDO
078-058-262
LONGOBARDI
078-067-017
PAOLA
078-091-252
PAOLA
078-091-253
PRAIA A MARE
078-101-115
PRAIA A MARE
078-101-310
ROCCA IMPERIALE
078-103-229
ROSETO CAPO SPULICO 078-107-213
ROSSANO
078-108-153
SAN LUCIDO
078-122-027
SAN LUCIDO
078-122-249
SAN LUCIDO
078-122-251
100 MT SX T. DI MARE
L.TA' CAPO TIRONE
100 MT DX T. DI MARE
L.TA' CAPO TIRONE
200 MT SX TORRENTE
BAMBAGIA
200 MT DX TORRENTE
BAMBAGIA
FOCE T. PANNIZZARO
100 MT DX TORRENTE
CORIGLIANETO
100 MT SX TORRENTE
CORIGLIANETO
SBOCCO FOSSO
DECANATO
INIZIO LUNGOMARE
150 MT SX TORRENTE
MADDALENA
150 MT DX TORRENTE
MADDALENA
TORRENTE CORDARO
200 MT DX TORRENTE
DEUDA
300 MT SX C.DA
PETRARO
SBOCCO C.LE
SOTTOMARLANE
50 MT SX CANALE
FIUMARELLA
TORRENTE CANNA
IL CASTELLO
FOSSO NUBRICO
TORRENTE
PETRALONGA
150 MT SX TORRENTE
S.COMO
200 MT SX TORRENTE
DEUDA
Relazione di sintesi
595
541
326
216
513
206
379
1.081
338
515
957
512
766
304
1240
400
260
415
777
1295
761
1206
1.020
148
320
512
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SANGINETO
078-117-284
SANTA MARIA DEL
CEDRO
078-132-298
VILLAPIANA
078-154-195
150 MT DX FIUME
SANGINETO
200 MT SX FIUME
ABATEMARCO
03:24:32,93 E ;
39:34:54,35
03:20:53,35 E ;
39:45:13,36
04:03:59,01 E ;
39:50:35,02
FIUMARA SARACENO
614
152
1331
Provincia di Catanzaro
Comune
Codice
Denominazione
LAMEZIA TERME
079-160-232
200 MT A NORD F.
AMATO
LAMEZIA TERME
079-160-233
200 MT A SUD F. AMATO
LAMEZIA TERME
079-160-156
DIREZIONE STAZ. FF.SS.
S.PIETRO AMAIDA
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
03:45:50,01 E ;
38:52:55,41
03:45:50,08 E ;
38:53:08,88
03:46:00,61 E ;
38:52:05,02
Lunghezza
853
847
1.210
Provincia di Vibo Valentia
Comune
Codice
Denominazione
NICOTERA
102-025-226
200 MT A DX F. MESIMA
BRIATICO
102-003-228
200 MT A SX T. TRAINITI
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
03:27:42,00 E ;
38:30:27,02
03:37:06,46 E ;
38:43:15,13
Lunghezza
560
868
Provincia di Reggio di Calabria
Comune
Codice
Denominazione
BAGNARA CALABRA
080-007-133
200 M S TORR. PRAIA
LONGA
BRANCALEONE
080-014-146
I.D. BRANCALEONE
REGGIO DI CALABRIA
080-063-036
CATONA - BAR REITANO
REGGIO CALABRIA
080-063-037
GALLICO LIMONETO
REGGIO CALABRIA
080-063-042
PENTIMELE
REGGIO CALABRIA
080-063-045
CIRCOLO NAUTICO
REGGIO DI CALABRIA
080-063-046
REGGIO DI CALABRIA
080-063-047
REGGIO CALABRIA
080-063-058
PELLARO LUME
REGGIO DI CALABRIA
080-063-135
500 M N TOTT.
ANNUNZIATA
VILLA S.GIOVANNI
080-096-169
300 M N PUNTO 031
S.FERDINANDO
080-097-168
DELTA MESIMA
LIDO COMUNALE
PONTILE N
LIDO COMUNALE
PONTILE S
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
03:19:19,88 E ;
38:16:14,10
03:39:47,96 E ;
37:58:41,61
03:11:16,65 E ;
38:10:51,34
03:11:11,31 E ;
38:10:16,14
03:11:57,46 E ;
38:08:32,64
03:12:05,00 E ;
38:07:53,43
03:11:42,02 E ;
38:06:50,09
03:11:39,38 E ;
38:06:46,61
03:11:29,80 E ;
38:01:24,38
03:11:38,92 E ;
38:07:16,05
03:10:57,76 E ;
38:13:53,68
03:27:44,00 E ;
38:30:11,02
Lunghezza
1863
1668
905
1009
574
781
544
179
1371
592
812
419
Provincia di Crotone
Comune
Codice
Denominazione
Coordinate geografiche:
Sistema Monte Mario
Lunghezza
CUTRO
101-012-072
CATERISANO
04:29:30,01 E ;
38:56:04,03
1413
Tabella 175: Fonte ARPACAL
Relazione di sintesi
513
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Nella tabella sottostante vengono invece riportati nel dettaglio tutti i punti di prelievo per la
balneazione distribuiti lungo i circa 750 km di costa della Regione Calabria.
Codice ISTAT
regione
Codice ISTAT
provincia
Codice ISTAT
comune
Codice punto di
prelievo
Descrizione
180
078
002
054
Antistante Chiesa
180
078
002
272
150 Mt Dx Fiume Bagni
180
078
002
273
100 Mt Sx Torrente Fiumicello
180
078
002
370
50 Metri Sx Torrente Acquafetida
180
078
002
371
50 Metri Dx Torrente Acquafetida
180
078
006
204
Torre Albidona
180
078
010
002
Vena Della Carretta
180
078
010
003
Staz. FF.SS. Campora San Giovanni
180
078
010
005
Corica Scoglio Grande
180
078
010
006
Sottopassaggio FF.SS.
180
078
010
007
Torrente Colongi
180
078
010
008
Torrente S.Maria
180
078
010
009
Staz.FF.SS. Amantea
180
078
010
231
100 Mt Sx Fiume Torbido
180
078
010
232
100 Mt Dx Fiume Torbido
180
078
010
233
100 Mt Sx Fiume Oliva
180
078
010
234
100 Mt Dx Fiume Oliva
180
078
010
235
200 Mt Sx Torrente Catocastro
180
078
010
236
200 Mt Dx Torrente Catocastro
180
078
011
206
Foce T. Straface
180
078
011
207
Il Molo
Relazione di sintesi
514
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
011
208
1 Km Nord Il Molo
180
078
011
209
Torre Spulico
180
078
011
210
Torrente Ferro
180
078
011
367
1200 Mt Nord T.Avena
180
078
013
013
Staz.FF.SS.Belmonte C.
180
078
013
014
Torrente San Martino
180
078
013
237
150 Mt Sx Torrente Verre
180
078
013
238
150 Mt Dx Torrente Verre
180
078
015
071
Rio Palazza
180
078
015
073
Staz.Ne FF.SS.Belvedere M.
180
078
015
075
Scoglio Vetticelle
180
078
015
076
Hotel Belvedere
180
078
015
078
Punta.S.Litterata
180
078
015
079
Hotel Poseidon
180
078
015
285
250 Mt Sx Fiume Soleo
180
078
015
286
250 Mt Dx Fiume Soleo
180
078
015
287
100 Mt Sx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone
180
078
015
288
100 Mt Dx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone
180
078
019
063
Fosso Telegrafo
180
078
019
064
Lungomare Sud
180
180
078
078
019
019
065
280
Club Tortuga
50 Mt Dx Torrente S. Pietro
180
078
019
281
200 Mt Sx Torrente Bambagia
180
078
019
282
200 Mt Dx Torrente Bambagia
180
180
078
078
021
025
140
122
Bazia
S.Maria
180
078
025
124
Casello Caruso
180
078
025
126
Vallone Dei Totani
180
078
025
127
Sbocco Fosso Varco
180
078
025
128
Foce T. Pannizzaro
Relazione di sintesi
515
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
025
130
Punta San Cataldo
180
078
025
316
200 Mt Sx Fiume Nika'
180
078
025
324
200 Mt Sx Canale Moranera
180
078
025
372
Camping Pettirosso
180
078
029
181
Lido Laghi Di Sibari
180
078
029
182
I Casoni
180
078
029
183
Camping Marina Di Sibari
180
078
029
186
Bruscate Millepini
180
078
029
353
400 Mt Sx Fiume Crati
180
078
029
354
100 Mt Dx Vena Morta
180
078
029
355
100 Mt Sx Vena Morta
180
078
029
357
50 Mt Sx Torrente Raganello
180
078
040
056
Torrente Santamaria
180
078
040
057
Colonia San Benedetto
180
078
040
061
Scogliera Dei Rizzi
180
078
040
062
Cavinia Nord
180
078
040
274
100 Mt Dx Torrente Fiumicello
180
078
040
275
100 Mt Sx Fiume Aron
180
078
040
276
100 Mt Dx Fiume Aron
180
078
040
278
100 Mt Dx Torrente Triolo
180
078
044
171
Quadrato
180
078
044
173
200 Mt Nord Missionante
180
078
044
174
Canale Malfrancato
180
078
044
177
Camping Thurium
Relazione di sintesi
516
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
044
341
100 Mt Dx T. Gennarito Loc. S. Nicola
180
078
044
342
100 Mt Sx T. Gennarito Loc. S. Nicola
180
078
044
343
100 Mt Dx Torrente Coriglianeto
180
078
044
344
100 Mt Sx Torrente Coriglianeto
180
078
044
345
200 Mt Dx Canale Missionante
180
078
044
346
100 Mt Dx Canale Salice
180
078
044
347
100 Mt Sx Canale Salice
180
078
044
348
100 Mt Dx Canale S. Mauro
180
078
044
349
100 Mt Sx Canale S. Mauro
180
078
044
350
100 Mt Dx Canale Scavolino
180
078
044
351
100 Mt Sx Canale Scavolino
180
078
044
352
400 Mt Dx Fiume Crati
180
078
047
144
Macchia Della Vura
180
078
047
146
Sbocco F.So Decanato
180
078
047
148
C.Da Pantano
180
078
047
330
100 Mt Sx Torrente Fiumarella
180
078
048
080
L.Ta' Guardiola
180
078
048
083
Hotel Riviera Blue
180
078
048
086
Torrente Aurora
180
078
048
087
Antistante Isola Di Cirella
180
078
048
089
Punta Cirella
180
078
048
090
Torrente Vaccuta
Relazione di sintesi
517
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
048
292
100 Mt Sx Torrente Corvino
180
078
048
293
100 Mt Dx Torrente Corvino
180
078
052
244
50 Mt Dx Torrente Fabiano
180
078
052
245
100 Mt Sx Torrente Malpertuso
180
078
055
020
C.Da Reggio-Vallone Oscuro
180
078
055
022
Staz.Ff.Ss. Fiumefreddo
180
078
055
240
50 Mt Dx Torrente Vardano
180
078
055
241
100 Mt Sx Fiume Di Mare
180
078
055
242
100 Mt Dx Fiume Di Mare
180
078
058
044
Cunettone Via De Seta
180
078
058
258
50 Mt Dx Torrente Laponte
180
078
058
261
150 Mt Sx Torrente Maddalena
180
078
058
262
150 Mt Dx Torrente Maddalena
180
078
058
264
50 Mt Dx Torrente Mercaudo
180
078
058
266
50 Mt Dx Torrente Trappeto
180
078
058
268
50 Mt Dx Torrente Serra
180
078
058
269
50 Mt Sx Torrente Lavandaia
180
078
060
092
Canale Magarosa
180
078
060
093
Foce C.Le Fiumicello
Relazione di sintesi
518
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
060
295
50 Mt Dx Canale Acchio
180
078
061
049
1 Km Nord Torrente Lavandaia
180
078
061
050
Staz.Ff.Ss.Guardia P/Se
180
078
061
270
50 Mt Dx Torrente Lavandaia
180
078
061
271
150 Mt Sx Fiume Bagni
180
078
067
016
Torrente Agosto
180
078
067
017
Torrente Cordaro
180
078
067
018
Staz.Ff.Ss. Longobardi
180
078
074
132
Torrente Arso
180
078
074
133
1 Km Nord Torrente Arso
180
078
074
134
Vallone Procello
180
078
074
325
100 Mt Dx C. Armiro' Lido Oasi
180
078
074
326
100 Mt Sx C. Armiro' Lido Oasi
180
078
074
327
100 Mt Dx Torrente Acquaniti
180
078
082
219
Torrente Garibaldi
180
078
082
220
Rio Taverna
180
078
082
221
Ristorante Vii Cielo
180
180
180
078
078
078
082
091
091
373
033
039
Lido Due Scogli
Camping Baia
Da Tina-S.Agata
180
078
091
252
200 Mt Dx Torrente Deuda
180
078
091
253
300 Mt Sx C.Da Petraro
180
078
091
254
300 Mt Dx Canale Fiumarella
180
078
091
255
100 Mt Sx Torrente S. Francesco
Relazione di sintesi
519
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
091
256
100 Mt Dx Torrente S. Francesco
180
078
091
257
50 Mt Sx Torrente Laponte
180
078
091
374
Via Scirocco
180
078
091
375
Via Castagnaro
180
078
091
376
Via Petrulla
180
078
091
377
Sottopasso Ferrovia
180
078
091
378
Via Del Pettirosso
180
078
091
379
200 Metri N. Canale Prosp. Depuratore
180
078
091
380
200 Mt S. Canale Prosp. Depuratore
180
078
091
382
T. San Domenico
180
078
099
137
Villaggio Irene
180
078
099
139
Torrente Calamiti
180
078
099
328
100 Mt Sx Torrente Acquaniti
180
180
078
078
101
101
112
113
Punta Fiuzzi
Calabria Mare
180
078
101
115
Sbocco C.Le Sottomarlane
180
078
101
310
50 Mt Sx Canale Fiumarella
180
078
101
311
50 Mt Dx Canale Fiumarella
180
078
101
315
50 Mt Dx Canale Marlane
180
078
103
224
Scoglio Del Cerbaro
180
078
103
225
Canale Armi
180
078
103
228
Fosso Piscitelli
180
078
103
229
Torrente Canna
180
078
103
230
Torrente S.Nicola
180
078
107
211
Gabbiano Azzurro
180
078
107
212
Rustico Rosetano
Relazione di sintesi
520
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
107
213
Il Castello
180
078
107
214
Camping La Ionica
180
078
107
215
Scoglio Della Galera
180
078
107
216
Baja Bella
180
078
107
217
Scoglio La Grilla
180
078
108
151
Faro Trionto
180
078
108
152
Sbocco F.So Frascone
180
078
108
153
Fosso Nubrico
180
078
108
154
Casello Toscano
180
180
078
078
108
108
157
158
Da Seggio
Torre Pinta
180
078
108
163
Torrente Momeno
180
078
108
165
Da Siciliano
180
078
108
335
100 Mt Dx Torrente Coserie
180
078
108
336
100 Mt Sx Torrente Coserie
180
078
108
337
100 Mt Dx Torrente Colognati
180
078
108
338
100 Mt Sx Torrente Colognati
180
078
108
339
100 Mt Dx Torrente Cino Piccolo
180
078
108
340
100 Mt Sx Torrente Cino Piccolo
180
078
108
368
200 Mt Sx Del Fiume Trionto
180
078
108
369
50 Mt Dx Del Fiume Trionto
180
078
108
383
Lido San Angelo
180
078
108
384
Club Sol-Areval
180
078
117
068
Fosso Marianna
180
078
117
070
Staz.Ne Ff.Ss.Sangineto
Relazione di sintesi
521
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
117
283
150 Mt Sx Fiume Sangineto
180
078
117
284
150 Mt Dx Fiume Sangineto
180
078
122
027
Torrente Petralonga
180
078
122
029
Lo Scoglio
180
078
122
031
Staz.Ff.Ss. San Lucido
180
078
122
246
100 Mt Dx Torrente Malpertuso
180
078
122
247
50 Mt Sx Torrente Torbido
180
078
122
248
50 Mt Dx Torrente Torbido
180
078
122
249
150 Mt Sx Torrente S.Como
180
078
122
251
200 Mt Sx Torrente Deuda
180
078
125
106
Torre Dino
180
078
125
107
Palazzo Del Principe
180
078
125
108
Torre San Nicola
180
078
125
111
Spiaggia Di Arcomagno
180
078
125
309
50 Mt Dx Canale Grande
180
078
132
094
Chiatta In Ferro
180
078
132
298
200 Mt Sx Fiume Abatemarco
180
078
132
299
200 Mt Dx Fiume Abatemarco
180
078
137
131
Torrente S.Leo
180
078
138
102
Hotel Parco Dei Principi
180
078
138
104
Grotta Della Pecora
180
078
138
105
Vallone Dei Carpini
180
078
138
300
300 Mt Sx Canale Varchera
Relazione di sintesi
522
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
078
138
301
300 Mt Dx Canale Varchera
180
078
138
306
150 Mt Sx Canale Tirello
180
078
138
307
150 Mt Dx Canale Tirello
180
078
138
363
250 Mt Sx Foce F. Lao
180
078
138
364
250 Mt Dx Foce F. Lao
180
078
138
365
150 Mt Sx Sbocco F.So Revoce
180
078
138
366
150 Mt Dx Sbocco F.So Revoce
180
078
149
117
La Pineta
180
078
149
119
250 Mt Sud Fiume Noce
180
180
078
078
150
150
196
198
Giardini
Il Molo
180
078
150
199
Campo Sportivo
180
078
150
201
Casello 104
180
078
150
202
Canale Monaco
180
078
150
203
Torrente Angeloni
180
078
150
359
300 Mt Dx Torrente Pagliaro
180
078
150
360
300 Mt Sx Torrente Pagliaro
180
078
154
188
Cugno Della Macchia
180
078
154
190
Torrente Satanasso
180
180
180
078
078
078
154
154
154
191
192
193
Pantano
Casello 114
Casello 112
180
078
154
194
Torre Saraceno
180
078
154
195
Fiumara Saraceno
180
078
154
358
Torrente Caldana
180
079
008
131
1 Km Sud Fiume Gallipari
Relazione di sintesi
523
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
079
008
132
1 Km Nord Torrente Voda'
180
079
008
133
500 Mt Sud Torrente Voda'
180
079
009
076
Localita'magliacane
180
079
011
104
Lido Roccelletta
180
079
011
105
Lido Camping Mazza
180
079
011
106
Lido Calabrisella
180
079
012
077
Localita's.Pietro
180
079
012
078
Lido Botricello
180
180
079
079
012
012
079
080
Localita'botro
Localita'cino'
180
079
012
081
300 Mt Nord Fiume Crocchio
180
180
180
079
079
079
023
023
023
096
097
098
Bellino
Fiume Castace
Tibi Dabo
180
079
023
099
Ristorante Porto
180
180
079
079
023
023
100
101
Palace Hotel
Case U.N.R.A.
180
079
023
102
Capitaneria Di Porto
180
079
023
103
Palazzo Bianco
180
079
023
247
200 Mt A Nord F. Alli
180
079
023
248
200 Mt A Sud F. Corace
180
079
036
082
300 Mt Sud Fiume Crocchio
180
079
036
083
Lido Cropani
180
079
036
084
300 Mt Nord Fiume Frasso
180
079
039
158
500 Mt Nord Torrente S.Eufrasia
180
079
039
159
1 Km Nord Torrente Di Mezza Praia
180
079
039
160
Torre Di Mezza Praia
180
180
180
079
079
079
042
047
047
125
144
145
Lido Golden
Hotel Torino 2
Eurolido
Relazione di sintesi
524
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
079
047
146
Hotel Old America
180
079
047
147
Bar Vittoria
180
079
047
255
850 Mt. Sx Punto 145
180
079
060
148
200 Mt Nord Fiume Casale
180
079
060
149
Lido Capo Suvero
180
079
060
150
Direzione Allevamento Anguille
180
079
060
151
Ristorante Pesce Fresco
180
079
060
152
Lido S.Antonio
180
079
061
139
300 Mt Sud Torrente S.Giorgio
180
079
061
140
A 1500 Mt.Torrente San Giorgio
180
079
061
141
A 3 Km.Torrente San Giorgio
180
079
063
130
Lido "La Feluca"
180
079
063
252
200 Mt A Nord T. Gallipari
180
079
080
114
Lido La Pergola
180
180
180
079
079
079
080
081
081
115
116
117
Lido Azzurro
Lido Estella
Lido Soleado
180
079
087
142
200 Mt Sud Camping "La Macchia"
180
079
087
143
Ristorante Maris
180
079
087
225
200 Mt. Nord Fiume Savuto
180
079
087
236
200 Mt A Sud Fiume Savuto
180
079
087
254
800 Mt. Sx Punto 143
180
079
116
126
1 Km A Nord Fiume Alaca
180
079
116
224
Di Fronte Fiume Alaca
180
079
117
134
Km 149 Strada Provinciale
Relazione di sintesi
525
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
079
117
135
Km 148,5 Strada Provinciale
180
079
117
136
Km 146 Strada Provinciale
180
079
117
137
Lido La Torre
180
079
117
138
300 Mt Nord Torrente S.Giorgio
180
079
118
127
Staz. Ff.Ss.
180
079
118
128
Lido Trocadero
180
079
118
129
Villaggio Cometa
180
079
118
251
600 Mt A Sud F. Alaca
180
180
180
180
180
180
079
079
079
079
079
079
123
127
127
127
127
127
124
085
086
087
088
089
Loc Fazzaro
Sirio
Triton
Sagapo'
Asso Di Fiori
Rivachiara
180
079
127
090
Spiaggia Soveria S.
180
079
127
091
Antenna Americani
180
079
127
092
Omo Morto
180
079
127
246
200 Mt A Nord F. Simeri
180
180
180
079
079
079
133
133
133
093
094
095
Robinson
Marincoli
Pilacco
180
079
137
118
Camping Glauco
180
079
137
119
Dir.Polizia Stradale
180
180
180
180
079
079
079
079
137
137
137
137
120
121
122
123
S.Domenico
Lido Miramare
Lido Ottagono
Dir.Don Pedro
180
079
137
249
200 Mt A Nord T. Soverato
180
079
137
250
200 Mt A Sud T. Soverato
180
180
180
180
180
079
079
079
079
079
137
142
142
143
143
253
107
108
109
110
Loc. Corvo
Lido Napoli
Lido Cin-Cin
Lido Vitale
Lido Guglielmo
180
079
143
111
Ristorante Bilbo'
Relazione di sintesi
526
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
079
143
112
Caminia
180
079
143
113
Lido Pietragrande
180
079
160
153
Lido Marinella
180
079
160
155
1000 Mt Sud Torrente Bagni
180
079
160
156
Direzione Staz. Ff.Ss. S.Pietro Amaida
180
079
160
157
La Conchiglia
180
079
160
232
200 Mt A Nord F. Amato
180
079
160
233
200 Mt A Sud F. Amato
180
079
160
234
200 Mt A Sud T. Bagni
180
079
160
235
200 Mt A Nord T. Bagni
180
079
160
256
500 Mt. Sud Torrente Bagni
180
080
001
092
Torre Del Capo Chiosco Galleria
180
080
001
093
Staz. Ff.Ss.
180
080
001
094
Villaggio La Verde
180
080
005
102
Lido Ardore
180
080
005
103
Complesso Turistico
180
080
005
151
Km 89 Della Ss 106
180
080
005
152
Km 92 - Torr. Condoianni
180
080
007
017
Loc.Melarosa
180
080
007
018
Martorano Loc.
180
080
007
019
Ex Lido
180
080
007
020
Scuola Media E.Fermi
180
080
007
133
200 M S Torr. Praia Longa
180
180
080
080
009
009
095
096
Staz. Ff.Ss.
Camping
180
080
009
097
Camping Ionio Blu
180
080
009
148
Torrente Vallone
180
080
009
149
Km 82 Della Ss 106
Relazione di sintesi
527
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
080
012
099
Stab.Balneare
180
080
012
100
Fine Lungomare Nord
180
080
012
101
Eur Hotel
180
080
012
150
Km 85 Della Ss 106
180
080
013
079
Villaggio Costa Dei Saraceni
180
080
013
080
Centro 200 Mt Est Rada Azzurra
180
080
013
081
Bova Est
180
080
013
139
Discoteca Miramare
180
080
013
140
Camping La Perla Ionica
180
080
013
141
Km 49 Della Ss 106
180
180
080
080
014
014
086
087
Galati
Altalia
180
080
014
088
Lido Ristorante Dancing
180
080
014
089
Pontile
180
080
014
145
Torrente Cosmano
180
080
014
146
I.D. Brancaleone
180
080
015
090
Scoglio Cuzzufri
180
080
017
164
Casa Cantoniera
180
080
017
165
Km 133,5 Della Ss 106
180
080
024
098
Casignana Km 83
180
180
180
080
080
080
025
025
025
122
123
124
Campo Tennis
Club Tam Tam
Bar
180
080
025
125
Camping Palafitte
180
080
025
160
Camping Calipso
180
180
180
080
080
080
029
029
029
076
077
078
Crisapulli
Centro
Boschetto
180
080
029
138
600 M E F.Ra Amendolea
180
080
033
091
Staz. Ff.Ss.
Relazione di sintesi
528
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
080
033
147
Km 68.5 Della Ss 106
180
180
180
180
180
180
180
180
080
080
080
080
080
080
080
080
038
038
038
038
040
043
043
043
006
007
008
009
115
106
107
108
Pontile N
Pontile S
Sidac
200 M.Petrace
Centro Abitato
Rione Sbarre
Stab.Locretta
Lido Plaia
180
080
043
109
Camping Nosside
180
080
043
153
Km 96.5 Della Ss 106
180
080
045
116
Sotto Casa Dei Marinai
180
080
045
117
Hotel Miramare
180
180
080
080
045
045
118
119
Ionico Tourst
Lido Calura
180
080
045
155
Ristorante Niagara
180
080
050
069
S.Leonardo
180
080
050
070
Lido Rosa Dei Venti
180
180
180
080
080
080
050
050
050
071
072
073
Staz. Ff.Ss.
Marina
Pilati
180
080
052
129
Camping Punta Stilo
180
080
052
130
Staz.Ff.Ss.
180
080
052
131
Antistante Casa Dott.Bosco
180
080
052
166
Km 137 Della Ss 106
180
080
053
067
Lazzaro - Saline Staz. Ff.Ss.
180
180
080
080
053
053
068
137
Musa S.Elia
Officine Ff.Ss.
180
080
054
062
Lazzaro - Lido Sogno
180
080
054
063
Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt
Relazione di sintesi
529
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
080
054
064
Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt
180
080
054
065
Lazzaro - Ristorante Faro
180
180
180
180
180
080
080
080
080
080
054
056
056
056
056
066
082
083
084
085
Lazzaro - Riace
Palizzi Ovest
Staz. Ff.Ss.
Bar Nava
Spropoli
180
080
056
142
200 M Ad E Torr. Sinnero
180
080
056
143
Camping Doccica
180
080
056
144
Km 57 Della Ss 106
180
180
180
180
180
080
080
080
080
080
057
057
057
057
057
010
011
012
013
016
Lido La Quiete
Lido Pierino
Porto Tonnara
Lido Miami
Marinella
180
080
057
132
Villaggio Due Pini
180
080
057
167
Scoglio Dell'ulivo
180
080
062
105
Camping Hellies
180
080
063
035
Catona - Centro Svizzero
180
080
063
036
Catona - Bar Reitano
180
080
063
037
Gallico - Limoneto
180
080
063
038
Gallico - Fata Morgana
180
080
063
039
Gallico - Lido Mimmo
180
080
063
040
Gallico - Camping
180
180
180
180
080
080
080
080
063
063
063
063
041
042
043
044
Archi Stazione
Pentimele
Oasi
Lido Caponera
180
080
063
045
Circolo Nautico
180
080
063
046
Lido Comunale Pontile N
Relazione di sintesi
530
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
080
063
047
Lido Comunale Pontile S
180
080
063
048
Lido Comunale Villa Zerbi
180
080
063
049
Calamizzi
180
080
063
050
Pastificio Canale
180
080
063
051
Capannina
180
080
063
052
Ravagnese - Aeroporto
180
080
063
053
Ravagnese - Sabbie Bianche
180
080
063
055
S.Gregorio - Temesa N
180
080
063
056
Pellaro - Occhio Di Pellaro
180
080
063
057
Pellaro - Martorana
180
080
063
058
Pellaro - Lume
180
080
063
059
Bocale 2 - Lido Cc
180
080
063
060
Bocale 2 - Staz. Ff.Ss.
180
080
063
061
Bocale - Spiaggia Calipso
180
080
063
135
500 M N Tott. Annunziata
180
180
180
080
080
080
063
063
064
136
170
128
Circolo Velico
Punta Pellaro
Staz.Ff.Ss.
180
080
064
162
Ristorante Stella Marina
180
080
064
163
Ristorante La Scogliera
180
180
080
080
067
067
120
121
Lido La Calura
Staz. Ff.Ss.
180
080
067
156
Camping Albabianca
180
080
067
157
Hotel Gianfranco
180
080
067
158
Cimitero
180
080
067
159
Camping Holliday Park
180
080
073
074
Torre Del Salto
180
080
073
075
Abitato
180
080
082
104
Stabil.Balneare
180
080
085
021
Gdf (Favazzina)
Relazione di sintesi
531
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
080
085
022
Depuratore
180
080
085
023
Chiesa San Giuseppe
180
080
085
024
Spirito Santo
180
080
085
025
Scuola Elementare
180
080
085
026
Monacina
180
080
085
027
Lido Costa Viola
180
080
085
134
200 M N Vallone Condoleo
180
080
088
110
Hotel President Torrente Novito
180
080
088
111
Casa Di Cura Torrente Garino
180
080
088
112
Passaggio A Livello Via Tasso
180
080
088
113
Fabb.Materazzi
180
080
088
114
Torrente Bifera Lato Siderno
180
080
088
154
Km 106.5 Della Ss 106
180
080
091
126
Camping La Plaia
180
080
091
127
Redidence Paola
180
080
091
161
Km 126 Della Ss 106
180
080
096
028
Alta Fiumara
180
080
096
029
Lido Dello Stretto Porticello
180
080
096
030
Centro Cannitello Osp.Nuovo
180
080
096
031
Ristorante La Botte
180
180
080
080
096
096
033
034
Acciarello
Lido Kalura
180
080
096
169
300 M. Nord Punto 031 Rist. La Botte
180
080
096
171
Lido Boccaccio
180
080
097
002
Camping Porta Del Sole
Relazione di sintesi
532
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
180
180
180
080
080
080
080
097
097
097
097
003
004
005
168
Lido Vascello
Centro
Convento
Delta Mesima
180
101
007
007
Costa Elisabetta
180
101
007
008
Carafuno Di Cappellieri
180
101
007
009
Casello 194 (Marinella)
180
101
007
010
Volvito Residence
180
101
008
011
Cervana
180
101
008
012
Madonna Di Mare
180
101
008
013
Zona Montedison
180
180
101
101
008
008
014
015
Punta Alice
Vurghe
180
101
008
016
Camping Punta Alice
180
101
008
017
Hotel Gabbiano
180
101
008
018
200 Mt Nord Depuratore Ciro'marina
180
101
008
020
200 Mt Nord Canalone Artino
180
101
008
021
Hotel Ranch
180
101
008
022
Camping Torre Nova
180
180
101
101
008
008
023
024
Zona Feudo
Armeria
180
101
010
037
A 500 Mt A Sud Fiume Neto
180
101
010
038
A 2 Km A Sud Fiume Neto
180
101
010
039
A 4 Km A Sud Fiume Neto
180
101
010
040
A 6 Km A Sud Fiume Neto
180
101
010
041
Lido Catia
180
101
010
042
Gabella Grande
180
180
101
101
010
010
043
044
Lido Tricoli
Lido Aurora
180
101
010
045
Di Fronte Cimitero
180
101
010
046
Scuola S.Anna
Relazione di sintesi
533
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
101
010
047
S.Leonardo
180
101
010
048
Lido Degli Scogli
180
180
180
180
101
101
101
101
010
010
010
010
049
050
051
052
Boschetto
Magna Grecia
Casa Rossa
Camping Alfieri
180
101
010
053
Camping Paradiso
180
101
010
237
500 Mt Nord Capo Colonna
180
101
010
238
500 Mt Sud Capo Colonna
180
101
011
001
Olivaretto
180
101
011
002
A 200 Mt.Nord Depuratore
180
101
011
003
A 300 Mt.Sud Del Torrente Cassia
180
180
180
101
101
101
011
011
011
004
005
006
Lido Brutium
Lido Ottagono
Lido Fico D'india
180
101
012
070
A 500 Mt Fosso Campo Longo
180
180
180
101
101
101
012
012
012
071
072
073
Lido Del Sole
Caterisano
Eucaliptus
180
101
012
074
Albergo Madama
180
101
012
075
Campeggio Arcobaleno
180
101
012
244
Lido Del Sole 1
180
101
012
245
200 Mt. Nord Fiume Tacina
180
101
013
054
A 500 Mt A Nord Capo Marinella
180
101
013
055
Corrispondente Valtur
180
101
013
056
Direzione Bosco Fratte
180
101
013
057
A 500 Mt Nord Punta Fratte
180
101
013
058
A 1 Km Sud Punta Fratte
180
101
013
059
A 1 Km Nord Capo Bianco
180
101
013
060
Capo Bianco
Relazione di sintesi
534
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
101
013
061
500 Mt Nord Villaggio Capo Rizzuto
180
101
013
062
Villaggio Capo Rizzuto
180
101
013
063
500 Mt Sud Villaggio Capo Rizzuto
180
101
013
064
Villaggio Seleno
180
101
013
065
Capo Piccolo
180
101
013
066
Localita'sovereto
180
101
013
067
Di Fronte Villaggio
180
101
013
068
Hotel Club Le Castella
180
101
013
069
Praialonga
180
101
013
239
1 Km Nord Capo Cimiti
180
101
013
240
Di Fronte Capo Cimiti
180
101
013
241
Centro Abitato
180
101
013
242
Villaggio Tucano
180
101
013
243
Club Le Castella 1
180
101
014
025
Palazzina Caparra
180
101
014
026
Zona Depuratore
180
180
180
180
101
101
101
101
014
014
025
025
027
028
029
030
Lido Cavallaro
Zona Taverna
Palazzina Iona'
Lido Iondolino
180
101
025
031
Casa Cantoniera
180
101
025
032
Casello 215
180
101
025
033
Torre Borgatorio
180
180
101
101
025
025
034
035
Casello 217
Santa Foca'
180
101
025
036
300 Mt Nord Fiume Neto
180
180
180
102
102
102
003
003
003
176
177
178
Punta Safo'
La Rocchetta
Localita'cocca
180
102
003
179
Localita's.Giuseppe
Relazione di sintesi
535
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
102
003
180
Localita's.Irene
180
102
003
228
200 Mt A Sx T. Trainiti
180
180
180
102
102
102
018
018
018
202
203
204
Porticciolo
Localita'corizzi
Giardinello
180
102
018
205
Fiumara Della Morte
180
102
018
206
Campo Sportivo
180
180
180
180
180
102
102
102
102
102
025
025
025
025
025
207
208
209
210
211
Spiaggia Torre
Praicciola
Lido Medameo
Lido Oasi
Lido Sajonara
180
102
025
212
800 Mt Sud Sajonara
180
102
025
213
Valtur
180
102
025
226
200 Mt A Dx F. Mesima
180
102
026
183
A 1400 Mt.Nord Punta Tonnara
180
102
026
184
A 700 Mt.Nord Punta Tonnara
180
102
026
185
Punta Della Tonnara
180
102
026
186
Spiaggia Contura
180
102
026
187
Scoglio Palombaro
180
180
102
102
026
027
188
161
Scoglio Ringa
Pineta Mare
180
102
027
162
600 Mt Nord Angitola
180
102
027
163
1 Km Sud Angitola
180
180
180
102
102
102
027
027
027
164
165
166
Lido Ottagono
Lido Isidora
Hotel Grillo
180
102
027
167
Direz.Chiesa Piedigrotta
180
180
180
102
102
102
027
027
027
168
169
170
Seggiola
Porticciolo
Stazione Ff.Ss.
180
102
027
230
200 Mt A Sud F. Angitola
180
102
027
231
Di Fronte Torrente Quercia
Relazione di sintesi
536
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
180
102
027
233
Lido Malfara
180
102
027
234
Spiaggia Maricello
180
102
030
193
Spiaggia Riaci
180
102
030
194
700 Mt Sud Spiaggia Riaci
180
102
030
195
Spiaggia Formicoli
180
102
030
196
Spiaggia Torre Marina
180
102
030
197
1400 Mt.Sud Torre Marina
180
102
030
198
Spiaggia Del Tuono
180
102
030
199
Grotticelle
180
102
030
200
Spiaggia S.Maria
180
180
102
102
030
030
201
235
Porticello
Torre Ruffa
180
102
030
236
Villaggio La Scogliera
180
102
044
189
Lido "Le Roccette"
180
102
044
190
Marina Dell'isola
180
102
044
191
300 Mt Marina Dell'isola
180
102
044
192
Spiaggia Club Aldiana
180
102
044
238
Lido La Grazia
180
102
047
171
Lido Proserpina
180
102
047
172
Lido La Capannina
180
102
047
173
Lido La Marinella
180
102
047
174
300 Mt Nord Torrente S.Anna
180
102
047
175
Fosso Industriale Porto Salvo
180
102
047
229
200 Mt A Dx T. Trainiti
180
180
180
102
102
102
047
047
049
232
237
181
Pennello
Lido La Vela
Capo Cozzo
180
102
049
182
Spiaggia Zambrone
180
102
049
227
200 Mt A Sx F. Potame
Tabella 176: Fonte ARPACAL
Relazione di sintesi
537
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni
igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici
fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 19901995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le
seguenti tipologie di contaminazioni:
• aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in
tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni
centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la
depurazione e lo smaltimento dei reflui;
• aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima
pressione antropica;
• aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle
piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua.
Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90
fino al 2000.
L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una
situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei
campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una
maggiore incidenza nel settore tirrenico.
Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la
contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di
dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale
della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione
dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la
conseguente influenza sul regime delle precipitazioni.
Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza
che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007
sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi
d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione
delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori,
rilevate durante il 2007, potrebbero essere coerenti con il modesto livello di inquinamento
rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati
Relazione di sintesi
538
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a
minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006.
Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate
alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico
sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione.
Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato
nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi
d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione
di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In
questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e,
quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel
dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15
nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94%
dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni
della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica,
in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero
territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi
d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un
modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il
settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che
sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno.
In definitiva, si ritiene che i vincoli relativi alla balneazione siano dipendenti dalle grandi
carenze nel collettamento degli scarichi fognari e nella scarsa efficienza degli impianti di
depurazione. Il raggiungimento dell’obiettivo di balneabilità dovrebbe essere garantito
attraverso gli interventi previsti nel comparto fognario e depurativo.
Si sottolinea inoltre che il monitoraggio ai fini della balneazione, condotta per poco più di
quattro mesi, nel periodo compreso tra 1° aprile e 30 settembre (dovendo iniziare un mese
prima della stagione balneare e terminare con la fine della stessa), risponde adeguatamente
all’obiettivo della balneabilità ma non è idoneo ad individuare le fonti di contaminazione, se
non solo per il periodo di indagine.
In aggiunta, bisogna tener presente che le colimetrie costituiscono solo indici di
inquinamento ma non danno indicazioni accurate sulle caratteristiche microbiologiche delle
Relazione di sintesi
539
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
matrici conservative che potrebbero risultare contaminate da batteri patogeni anche in
assenza di indici di contaminazione fecale.
Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione
microbiologica delle acque costiere, risulta necessario produrre serie temporali lunghe,
soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua disomogeneità sia
spaziale che temporale, attraverso l’estensione del monitoraggio per tutto l’arco dell’anno.
0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di qualità per le acque sotterranee
Gli orientamenti prescrittivi per l’idrosfera delle acque sotterranee sono una diretta
derivazione delle valutazioni delle criticità, interconnesse tanto all’aspetto quantitativo,
quanto alla qualità del corpo idrico.
Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, risulta importante sottolineare che la
classificazione si basa sulle risultanze di un sistema di monitoraggio; sebbene i comparti
fisico-geografici interessati dalla presenza di acquiferi alluvionali o comunque superficiali
non abbiano palesato uno squilibrio tra idroesigenza e bilancio idrogeologico sull’intero
campo di esistenza, non risultava disponibile un livello informativo di base che consentisse
una analisi comparata (piezometrie datate e non temporalmente confrontabili).
In relazione agli aspetti qualitativi, le risultanze del sistema di monitoraggio evidenziano
condizioni di stress della risorsa tipologicamente variegati.
Le linee di pressione sono:
-
deficit nel collettamento e depurazione dei reflui, interconnesso alle falde nelle
propaggini pedemontane laddove il fiume alimenta la falda;
-
pressione agricola e zootecnica;
-
ingressione marina (comparto SSE degli acquiferi della fascia costiera di RC; area
sud-orientale della Piana di Sibari), ovvero stress della risorsa (emungimento per
esigenza colturale particellare, non coordinata; pressione da utilizzo plurimo per
crescita iperbolica del turismo costiero) ed avanzamento del cuneo salino.
Il rischio di crescita del depauperamento della risorsa è banalmente connesso alla pressione
derivata dalla agricoltura intensiva, ovvero dall’uso di una risorsa già contaminata e
vulnerata (esempio, da nitrati) che viene esaltata da fattori incrementali ascrivibili alla
pressione di “nuovi nutrienti” per ettaro/anno che l’agricoltura “comunque” somministra.
Relazione di sintesi
540
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Sulla base degli obiettivi minimi di qualità ambientale indicati nel paragrafo 0.3.2.4
vengono definite, per le diverse tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, ricadenti
nel territorio della regione Calabria, le misure di salvaguardia da adottare e le azioni da
intraprendere, al fine di un recupero dello stato quali-quantitativo della risorsa, assicurando,
al tempo stesso, una maggiore tutela ambientale dei corpi idrici sotterranei.
Le misure sono state articolate e suddivise tenendo in considerazione le peculiarità
idrogeologiche, idrodinamiche, idrostrutturali ed antropiche differenti per le diverse
tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, e criticità ambientali e fattori di criticità
quali-quantitativi diversificati, sia nell’ambito dei vari corpi idrici sotterranei significativi,
sia nell’ambito di uno stesso corpo idrico.
Data la complessità idrogeologica, idrostratigrafica, idrodinamica ed antropica che
caratterizza i corpi idrici sotterranei alluvionali delle piane interne bisogna prevedere:
•
interventi di potenziamento ed ottimizzazione della gestione dell’attuale rete di
stazioni idrometrografiche, mediante l’installazione di ulteriori stazioni di misura e/o
eventuale sostituzione di quelle esistenti; ciò al fine di acquisire nuovi e più
dettagliati elementi conoscitivi riguardanti:
•
-
il regime idrologico dei corsi d’acqua;
-
i volumi di deflusso idrico globale (superficiale e sotterraneo);
-
i volumi idrici di interscambio falda-fiume;
interventi finalizzati al recupero, laddove è possibile, necessario e vantaggioso, dei
deflussi superficiali in alveo o delle acque sotterranee circolanti nei depositi di
subalvea, pur salvaguardando gli equilibri naturali falda-fiume ed il deflusso minimo
vitale;
•
favorire l’impiego razionale di risorse attualmente solo in minima parte utilizzate
(cfr. cartografia ad orientamento tematico: zone di riserva strategica, paragrafo
0.2.4.1) ;
•
interventi finalizzati alla diminuzione dei prelievi, revocando, se è necessario, le
concessioni per i prelievi non indispensabili e/o riducendo le portate di concessione
e/o trasferendo risorse da altri acquiferi e rendendole economicamente competitive
con i prelievi locali.
In tale contesto, l’attuazione del progetto di monitoraggio ha permesso il controllo dello
stato quali-quantitativo degli acquiferi alluvionali della regione Calabria al fine di consentire
un'idonea politica di gestione delle risorse e di controllo delle criticità (sovrasfruttamento,
Relazione di sintesi
541
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
depauperamento, inquinamento) in relazione alle utilizzazioni in atto nelle singole aree
individuate, valutando quanto queste possano incidere sullo stato quali-quantitativo delle
risorse idriche sotterranee.
Gli elementi di carattere qualitativo e quantitativo esposti nel paragrafo 0.3.2.4 delineano un
quadro abbastanza variegato di situazioni in cui le risorse idriche sotterranee sono
caratterizzate da un buono stato ambientale, per contro si identificano ampie porzioni del
territorio in cui le stesse manifestano gli effetti indotti da attività antropiche che si attuano
sul territorio. Le situazioni più critiche riguardano l’acquifero di Sibari, quello di Santa
Eufemia e quello di Gioa Tauro.
La valutazione dell’inquinamento diffuso subito dalle acque sotterranee comporta diverse
difficoltà che derivano dalle caratteristiche peculiari di questa risorsa e dalle modalità di
consumo. Gli effetti dell’inquinamento delle acque sotterranee sono fortemente dipendenti
da condizioni locali, perciò una stessa quantità di inquinante emesso può provocare danni ed
impatti molto differenti a seconda delle condizioni idrogeologiche, il grado di interferenza
con ecosistemi e acque superficiali connessi, come anche dai potenziali utilizzi a fini
economici della risorsa. I danni avvenuti provocano effetti percepiti a lungo nel tempo e
risultano molto difficili da correggere: nel caso di inquinamento diffuso (l’agricoltura la
principale fonte di inquinamento di tipo diffuso delle acque sotterranee) il potenziale di
ripristino è molto limitato perciò è importante rivolgere le misure alla riduzione delle
emissioni. Allo stesso tempo, nel caso dell’agricoltura, l’analisi delle pressioni sulla qualità
delle acque non dipende unicamente dalla quantità e tipologia di contaminante emesso e
dalle condizioni idrogeologiche, ma anche da fattori come i tempi di applicazione dei
trattamenti e dalle concentrazioni già presenti nel terreno. Di conseguenza, l’inquinamento
diffuso dovuto ad attività agricole può essere ridotto anche attraverso misure specifiche
come una migliore gestione dell’irrigazione, oltre all’applicazione dei fertilizzanti calibrata
sulle quantità già presenti nel terreno.
La problematica legata all’inquinamento delle acque di falda può essere affrontata mediante
interventi volti al rimedio e, se possibile, all’eliminazione fisica dell’inquinamento dagli
acquiferi oppure attraverso un approccio di prevenzione dell’inquinamento stesso.
A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di
approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari, Santa Eufemia e Gioia Tauro, è
rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da
carichi inquinanti elevati, indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati
Relazione di sintesi
542
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del
dilavamento. Tale fenomeno si verificherebbe a fronte del fatto che detti acquiferi possono
essere considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle
acque superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di
permeabilità da media ad elevata.
In tale ottica, per consentire il miglioramento del loro stato qualitativo, occorrerebbe ridurre
l’entità degli emungimenti garantendo comunque il soddisfacimento dei fabbisogni sia
attraverso il miglioramento dell’efficienza dei sistemi irrigui, finalizzato al contenimento
delle perdite di distribuzione, e mediante una gestione della risorsa basata su un maggior
controllo dei consumi e dei criteri di distribuzione, sia indirizzando l’utilizzo di risorse
alternative quali le acque proveniente dagli invasi.
A tal proposito, si è valutata la capacità degli invasi di costituire una fonte di
approvvigionamento irriguo sostitutiva alle acque di falda nelle aree in cui la risorsa risulta
essere qualitativamente compromessa.
Risulta inoltre imprescindibile l’applicazione delle misure obbligatorie già adottate dalla
regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con D.G.R. n.817 del 23/09/2005
recante:
-
Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche
effettuate nelle aziende zootecniche;
-
Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche
effettuate nelle aziende non zootecniche;
-
Le indicazioni di carattere generale (razionalizzazione delle concimazioni e
controlli)
Acquifero di Sibari
Nello specifico, analizzando la situazione attuale, si evince come il 39% della superficie
costituente l’acquifero di Sibari sia occupata da colture irrigue; il 35% di queste risultano
localizzate lungo la costa determinando un rilevante impatto sullo stato qualitativo delle
acque di falda. Infatti è proprio in tale zona che il corpo idrico sotterraneo manifesta
evidenti problemi di alterazione dello stato qualitativo indotto dal sovrasfruttamento (Classe
4) evidenziato dalle elevate concentrazioni di Ferro e Manganese, composti utilizzati per la
concimazione degli agrumi che, assieme a oliveti e risaie, rappresentano una delle principali
colture della zona (Fig.130)
Relazione di sintesi
543
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 130: Acquifero di Sibari
Si è valutato che, al fine di soddisfare il fabbisogno complessivo delle colture irrigue
(calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui
valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni), ipotizzando la completa
sospensione degli emungimenti, occorrerebbe una disponibilità idrica pari a 153,97
Mm3/anno.
Relazione di sintesi
544
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 131: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Sibari
Restringendo tale analisi alla sola area costiera, ossia all’area che necessita di urgenti misure
di tutela, tale disponibilità si riduce al 40% portandosi ad un valore pari a 56,60 Mm3/anno,
valore che può essere completamente soddisfatto dagli invasi di Farneto del Principe e
Tarsia, la cui capacità complessiva è pari a 62,3 Mm3.
Acquifero di Gioia Tauro
La stessa analisi è stata effettuata per l’acquifero di Gioia Tauro per il quale si evince che il
44% della superficie totale è occupata da colture irrigue (Fig. 132) il cui fabbisogno
complessivo (calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con
valutazioni sui valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni) è pari a 69,73
Mm3/anno.
Relazione di sintesi
545
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 132: Acquifero di Gioia Tauro
Anche in questo caso l’analisi è stata ristretta all’area costiera interessata maggiormente dal
fenomeno di sovrasfruttamento qualitativo; il fabbisogno irriguo di tale zona, pari al 38%
(26,3 Mm3/anno) del fabbisogno totale può essere, anche in questo caso, soddisfatto
dall’invaso di Metramo la cui capacità massima risulta pari a 26,6 Mm3.
Relazione di sintesi
546
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 133: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Gioia Tauro
Acquifero di Sant’Eufemia
Più complessa risulta essere la questione per quanto riguarda l’acquifero di Santa Eufemia
caratterizzato da una situazione qualitativa decisamente negativa non attribuibile, a causa
della tipologia di inquinanti rinvenuti (ad esclusione dei nitrati) e della loro altalenanza
durante il corso delle diverse campagne di monitoraggio, alla sola contaminazione agricola.
Infatti, la presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è da collegarsi all’esteso sviluppo di
aree urbanizzate presenti nella Piana di Santa Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche
l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo alla diffusa presenza di Ferro e Manganese e di
altri metalli (As, Al) è ipotizzabile una loro origine naturale attribuibile alla presenza di
acque termali.
Riguardo i nitrati le concentrazioni risultano essere inferiori a 25 mg/l 5 unicamente in
corrispondenza della zona centrale dell’area di monitoraggio. Al fine di ricondurre
l’acquifero ad uno stato qualitativo “buono” occorrerebbe, anche in tal caso, ridurre i
prelievi dal sottosuolo, principalmente nelle aree costiere, soddisfacendo il fabbisogno
irriguo corrispondente, pari a 13,17 Mm3/anno (61% del fabbisogno irriguo totale, calcolato
sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui valori di
5
D.Lgs. 152/99 "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque
dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" Allegato 1 punto 4 Tabella 20: Classificazione
chimica in base ai parametri di base. A
Relazione di sintesi
547
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
precipitazione media degli ultimi quindici anni)) attraverso l’utilizzo di una fonte di
approvvigionamento idrico alternativa rappresentata dall’invaso Angitola, la cui capacità
massima è pari a 21 Mm3.
Figura 134: Acquifero di Santa Eufemia
Particolare attenzione merita il pozzo SE08 che per la persistenza di un’elevata
concentrazione di nitrati (Fig. 135) fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto
importante; in tale area infatti risulta ubicato la scarico dell’impianto di depurazione a
servizio del comune di Platania. Ne consegue che, al fine di migliorare lo stato qualitativo
del corpo idrico sotterraneo e di quello superficiale che lo alimenta, è necessario prevedere
degli interventi di adeguamento dei sistemi di depurazione e dei recapiti finali nel rispetto
dei limiti imposti dalla normativa nazionale.
Relazione di sintesi
548
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 135: Carta della distribuzione dei nitrati per la piana di Santa Eufemia
Le misure individuate comporterebbero non solo la riduzione del carico inquinante associato
alle acque sotterranee ma, altresì, l’arresto del fenomeno di intrusione salina già in atto.
E’ importante sottolineare, in conclusione, che facendo riferimento al D.M. 185/03 6,
relativo al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, le acque sotterranee degli acquiferi
monitorati non risulterebbero idonee per l’utilizzo irriguo in quanto caratterizzate da
concentrazioni di alcuni parametri (Manganese, Ferro) di gran lunga superiori rispetto ai
valori limite; si presume, infatti, che nel settore agricolo, debbano essere utilizzate acque i
cui requisiti di qualità siano superiori o almeno uguali a quelli fissati dalla direttiva sul
riutilizzo delle acque reflue.
Acquifero fascia costiera di Reggio Calabria
Per l’acquifero dell’intera fascia costiera di Reggio Calabria, dove sussiste un delicato
equilibrio
acqua
dolce-acqua
salata,
soggetto
altresì
a
probabili
fenomeni
di
sovrasfruttamento della falda, nelle condizioni idrodinamiche locali e sulla base delle attuali
conoscenze idrogeologiche (cfr. Relazione generale), dovrà essere possibile prelevare solo
acque sotterranee in condizioni artesiane, isolando l’acquifero superficiale oggetto di stress
6
D.M. n.185 del 2003 “Regolamento recante norma tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione
dell’articolo 26, comma 2, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152”
Relazione di sintesi
549
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
della risorsa e sottoposto alle pressioni interconnesse alla aree di ricarica in condizioni di
vulnerabilità elevata.
Ovviamente, in questo caso non si fa riferimento ad un eventuale inquinamento diretto, di
origine antropica, proveniente non dalle aree interne, bensì a quello che potrebbe derivare
dal mescolamento dell’acqua dolce di falda con quella salata di origine marina, per effetto di
emungimenti locali o diffusi non perfettamente equilibrati con le condizioni idrodinamiche e
la potenzialità dell’acquifero. In particolare, per l’anzidetta fascia costiera, il rilascio di
concessioni, da parte degli Enti competenti, relativamente alle richieste di captazione di
acque sotterranee, dovrà essere subordinato all’acquisizione di dati ed agli eventuali
accertamenti finalizzati:
ƒ
alla verifica di compatibilità tra potenzialità della risorsa idrica ed emungimenti
globalmente esistenti, sia per la falda superficiale sia per quelle sottostanti
semiconfinate;
ƒ
ad evitare che un eventuale sovrasfruttamento, anche localizzato, delle falde
provochi fenomeni di ingressione marina;
ƒ
ad evitare che un eccessivo emungimento dai singoli pozzi possa provocare, sia pure
localmente, una eccessiva risalita dell’interfaccia acqua dolce-acqua di mare.
Pertanto, per le suddetta fascia costiera, essendo un’area richiedente specifiche misure di
prevenzione dall’inquinamento, è consentito, previe opportune verifiche, l’uso delle acque
sotterranee, perché non vengano modificati, anche solo localmente, i delicati equilibri
esistenti tra acqua dolce e acqua di ingressione marina.
0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99
Per preservare e/o migliorare dall’inquinamento le aree di cui all’art. 18 (Aree sensibili), art.
19 (Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola), art. 20 (Zone vulnerabili da prodotti
fitosanitari e altre zone vulnerabili) e art. 21 (Aree di salvaguardia delle acque superficiali e
sotterranee destinate al consumo umano) del decreto, devono essere individuate una serie di
misure, finalizzate al miglioramento delle acque da applicare all’orizzonte temporale del
2016.
Per le aree sensibili (art. 18), in base ai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio
conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali e dell’unico lago naturale effettuato nel
biennio Nov 2005 – 2007, si definiscono aree sensibili tutti gli invasi artificiali e l’unico
Relazione di sintesi
550
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
lago naturale monitorati (viste le elevate concentrazioni medie annue di fosforo totale –
concentrazioni comprese tra i 50 ed i 100 ug/L e superiori ai 100 ug/L – tanto da
determinarne uno stato ecologico scadente), comprese le loro aree drenanti sul bacino
scolante gli specchi lacuali.
In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti
derivanti dalle acque reflue urbane. Per il raggiungimento dell’obiettivo devono essere
abbattuti i nutrienti provenienti dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti
equivalenti superiori a 10.000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del
carico dei nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del suddetto
carico anche gli effluenti degli agglomerati superiore a 5000 abitanti equivalenti. Per il
contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica, devono essere applicate le
condizioni contenute nel “Codice di buona pratica agricola” approvato con decreto del
Ministro delle Politiche Agricole del 19 aprile 1999.
Delle 12 aree sensibili solo 5 hanno sul loro bacino scolante pressioni antropiche da aree
urbane, per le quali è necessario abbattere almeno il 75% del carico complessivo dei
nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, e nello specifico:
Relazione di sintesi
551
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Pressione
antropica
(Depuratori
e scarichi
acque reflue
urbane
presenti
nell’area
drenante
dell’area
sensibile)
Carico
complessivo
nutrienti (N +
P) tratt e non
tratt
nell’impianto
su tutta l’area
drenante
[tonn/anno]
Abbattimento
del carico
complessivo
nutrienti
(almeno il
75%) su tutta
l’area
drenante
[tonn/anno]
Nessuna
0
0
Nessuna
0
0
Nessuna
0
0
Nessuna
0
0
Nessuna
0
0
Nessuna
0
0
Invaso
artificiale/
Lago
naturale
Utilizzo acque
dell’invaso
(fonte R.I.D.)
Superficie
area bacino
drenante
[kmq]
Metramo
Irr. /pot./ind.
15,35
Costantino
Naturale
41,65
Lordo
Irr.
10,39
Arvo
Idroelettr.
76,78
Ampollino
Idroelettr.
75,76
Passante
Idroelettr.
30,22
Vasca
S.Anna
Irr.
3,62
Cutro, Isola Capo Rizzuto
Nessuna
0
0
Comuni ricadenti nell’area
drenante sull’invaso
San Pietro di Caridà, Galatro,
Grotteria
Cosoleto, San Luca, Samo
Mammola, Agnana Calabra,
Siderno
San Giovanni in Fiore,
Pedace, Aprigliano, Santo
Stefano di Rogliano
San Giovanni in Fiore,
Aprigliano, Cotronei, Taverna
Taverna, Parenti, Bianchi,
Sorbo San Basile
245,4
*
Sì
165,12
123,84
Tarsia
Irr.
/Laminazione
piene
Irr. /Ind.
1310,55
Sì
881,84
661,38
Cecita
Idroelettr.
154,16
Sì
103,73
77,80
Ariamacina
Angitola
Idroelettr.
Irr.
38,15
154,65
**
Longobucco, Celico, Rose,
Spezzano della Sila,
Spezzano Piccolo, San Pietro
in Guarano
Spezzano Piccolo, Pedace
***
Sì
Sì
9,06
61,02
6,80
45,76
Farneto del
Principe
* Altomonte, Belvedere Marittimo, Bonifati, Cetraro, Fagnano Castello, Malvito, Mottafollone, Roggiano Gravina, San Donato di
Ninea, San Marco Argentano, San Sosti, Sangineto, Sant’Agata d’Esaro, Santa Caterina Albanese
** Acri, Celico, Bisignano, Spezzano della Sila, Luzzi, Montalto Uffugo, Rende, San Pietro in Guarano, Rose, Lattarico,
Aprigliano, Cosenza, Torano Castello, San Marco Argentano, Mendicino, Longobucco, Paterno Calabro, San Martino di Finita,
Dipignano, Romanico, San Fili, San Benedetto Ullano, San Vincenzo La Costa, Santa Sofia d’Epiro, Cerzeto, Spezzano Piccolo,
Carolei, Tarsia, Castiglione Cosentino, Cerisano, Rota Greca, Pedace, Lappano, Castrolibero, Rovito,Mangone, Mongrassano,
Pietrafitta, Serra Pedace, Zumpano, Cervicati, Cellara, Marano Marchesato, Trenta, Marano Principato, Belsito, Figline Vegliaturo, Casole
Bruzio, Malito, Piane Crati, Fuscaldo, Santo Stefano di Rogliano, San Lucido, Paola
*** Jacurso, Filadelfia, Pizzo, Polia, Cenadi, Maierato, Monterosso Calabro, San Vito sullo Jonio, Capistrano, Chiaravalle Centrale,
Torre di Ruggiero, Sant’Onofrio, Filogaso, San Nicola da Crissa, Vallelonga
Per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (art.19) si rimanda alle misure
obbligatorie già adottate dalla regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con
D.G.R. n.817 del 23/09/2005 e successivo D.G.R. 393 del 06/06/2006 recante:
-
Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche
effettuate nelle aziende zootecniche:
ƒ
divieti: divieti di utilizzazione dei letami e dei concimi azotati e ammendanti
organici di cui alla Legge 748 del 1984, divieti nell’utilizzo dei liquami;
ƒ
contenitori per lo stoccaggio e/o il trattamento: criteri generali,
caratteristiche dello stoccaggio e dell’accumulo dei materiali palabili,
Relazione di sintesi
552
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
caratteristiche e dimensionamento dei contenitori per lo stoccaggio dei
materiali non palabili;
ƒ
modalità di utilizzazione agronomica: tecniche di distribuzione, dosi di
applicazione, attitudine dei suoli allo spargimento dei liquami zootecnici
(capacità di accettazione dei liquami senza il rischio che si verifichino
scorrimenti superficiali, capacità depurativa del suolo, rischio di
incrostamento, rischio di inondazione);
ƒ
Piano di Utilizzazione Agronomica (PAU): contenuti del PAU, indice finale
del PAU;
ƒ
comunicazione e trasporto: comunicazione per l’utilizzo degli effluenti
zootecnici, trasporto degli effluenti zootecnici;
-
Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche
effettuate nelle aziende non zootecniche ed in quelle zootecniche non soggette al
Piano di Utilizzazione Agronomica:
-
ƒ
definizioni;
ƒ
divieti;
ƒ
misure obbligatorie;
ƒ
misure raccomandate;
Le indicazioni di carattere generale: razionalizzazione delle concimazioni e
controlli.
Per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari ed altre zone vulnerabili (art.20) si rimanda
D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 nella quale viene deliberata la “Carta del rischio di
contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria” recante la
delimitazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari. La carta, redatta dall’ARSSA a
scala 1:250.000, costituisce un primo documento di carattere generale (o indagine
preliminare o di riconoscimento), la quale evidenzia le aree a potenziale rischio di
inquinamento da prodotti fitosanitari (Cfr. paragrafo 0.2.3). Essa è stata effettuata con
l’ausilio di un GIS integrando due strati informativi: “Carta delle aree ad agricoltura
intensiva” e “Carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi”; è stata utilizzata come
strumento base per le elaborazioni, la “Carta dei suoli della Calabria”, redatta sempre
dall’ARSSA nel 2003.
Relazione di sintesi
553
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
La prima carta ha consentito di escludere le aree in cui le destinazioni d’uso evidenziano
delle situazioni di scarso o assente pericolo di inquinamento da prodotti fitosanitari (aree
non agricole o interessate da agricoltura tradizionalemente a basso impatto); e a tal
proposito, l’ARSSA ha utilizzato strati informativi realizzati da loro stessi nell’ambito dei
programmi di cartografia pedologica e, per le aree non coperte, ha utilizzato informazioni
derivanti dalla carta delle aree di studio per l’irrigazione (CASI 3) elaborata dall’INEA
(INEA, 2001). A ciascuna classe di uso del suolo ha attribuito il proprio fattore di pericolo,
sulla base della metodologia proposta dal CNR (GNDC – CNR, 1999). Sono state
considerate aree a potenziale rischio: i seminativi irrigui a ciclo primaverile – estivo ed
estivo – autunnale, le colture permanenti irrigue (comprendenti i frutteti e frutti minori) ed i
vigneti, in quanto per tali destinazioni d’uso si fa ricorso generalmente a significativi input
chimici.
La seconda carta relativa alla vulnerabilità intrinseca degli acquiferi elaborata con la
metodologia SINTACS (GNDCI – CNR, 2000), utilizza un sistema parametrico a punteggi
e pesi che prende in considerazione sette parametri (soggiacenza, infiltrazione,
autodepurazione del non saturo, copertura, acclività, caratteristiche idrogeologiche e
conducibilità dell’acquifero).
Per quanto concerne le acque sotterranee, non è stato possibile, a scala regionale, eseguire
valutazioni in merito alla vulnerabilità da fitofarmaci, per l’assenza di dati ed informazioni
di base. Si ritiene pertanto necessario effettuare una prima analisi conoscitiva con l’obiettivo
di determinare i principali prodotti fitosanitari che potenzialmente possono contaminare la
risorsa idrica, in quelle porzioni di territorio dove possono essere presenti situazioni
compromettenti delle acque sotterranee. In attesa di acquisire dati sperimentali a riguardo, è
possibile, in via cautelativa, considerare corpi idrici sotterranei vulnerabili (e/o vulnerati) da
fitofarmaci quelli che, allo stato attuale, sono risultati vulnerabili (e/o vulnerati) da nitrati di
origine agricola.
Per le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano
(art. 21), la Regione, una volta individuate le aree di salvaguardia, distinte in zone di tutela
assoluta e zone di rispetto (definite nel paragrafo 0.2.4.3), deve al fine di tutelare
qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata o derivata:
1.
per la zona di tutela assoluta (area immediatamente circostante le captazioni o le
derivazioni): avere una estensione (in caso di acque sotterranee e, ove possibile per le
Relazione di sintesi
554
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
acque superficiali) di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione ed essere
adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad
infrastrutture di servizio;
2.
per la zona di rispetto (porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta
suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla
tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilita' e
rischio della risorsa): avere un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di
captazione o di derivazione e vietare:
-
la dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurate;
-
l’accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi;
-
lo spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi (salvo che
l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno
specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle
colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della
vulnerabilita' delle risorse idriche);
-
la dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e
strade;
-
la presenza di insediamenti come le aree cimiteriali;
-
l’apertura di cave che possono essere in connessione con la falda;
-
l’apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al
consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione della estrazione ed alla
protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica;
-
la presenza di insediamenti per la gestione di rifiuti;
-
lo stoccaggio di prodotti ovvero di sostanze chimiche pericolose e di sostanze
radioattive;
-
la presenza di insediamenti o attività adibiti a centri di raccolta, demolizione
e rottamazione di autoveicoli;
-
il pascolo e la stabulazione di bestiame che ecceda i 170 kg/ha di azoto
presenti negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione;
3.
per la zona di rispetto, inoltre, disciplinare le seguenti strutture od attività: le
fognature; l’edilizia residenziale e le relative opere di urbanizzazione; le opere viarie,
ferroviarie ed infrastrutturali di servizio; …
Relazione di sintesi
555
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Una volta delimitate le zone di rispetto (cfr. 0.2.4.3), si è proceduto a redigere un computo
metrico atto a stimare i costi da sostenere per i lavori necessari alla perimetrazione delle
suddette aree.
Nello specifico, per ognuna delle zone di rispetto delimitate, si è contabilizzato:
ƒ
l’esproprio dell’area ricadente all’interno delle zone di rispetto, ossia sono state
catalogate, in base alla carta dell’uso del suolo, le varie tipologie di colture presenti
all’interno delle suddette aree; successivamente, facendo riferimento al BURC Parte
III ● Anno XXXIX ● N. 17 del 24/04/2008, contenente “valori agricoli medi per
ettaro e per tipo di coltura dei terreni compresi nelle singole regioni agrarie della
regione Calabria”, si è calcolato, mediante tecniche G.I.S., il valore agricolo medio
per mq di superficie da espropriare;
ƒ
la recinzione metallica necessaria a proteggere le zone di rispetto, ossia si è
calcolato, mediante tecniche G.I.S., il perimetro delle zone di rispetto in modo da
contabilizzare i metri lineari di rete metallica di recinzione, in filo di ferro zincato a
maglia quadrata, di altezza pari a 1,8 m su supporti realizzati in tubolare di acciaio
zincato φ 63 fissati su plinti di fondazione di dimensioni pari a 0.3 x 0.3x 0.3 m,
necessari a perimetrare le suddette zone;
ƒ
la fornitura e posa in opera di una cancellata di ingresso all’area di rispetto in
acciaio zincato di dimensione pari a 1.5 x 1.8 m.
Il costo complessivo di questa azione, per un totale di 34 zone di rispetto delimitate, è pari a
14.408.656,00 € ed in particolare (come si evince dalla seguente tabella) si ha:
Costi per la perimetrazione delle zone di rispetto delimitate
Costo esproprio dell’area
ricadente all’interno delle
zone di rispetto
ACQUIFERO
di Sibari
€
4.230.224,45
Costo recinzione
metallica necessaria
a proteggere le zone
di rispetto
Costo fornitura e posa
in opera di una
cancellata di ingresso
alla zona di rispetto
€
€
1.020.880,00
18.000,00
TOTALE
€ 5.269.104,45
della Piana del Lao
€
23.150,00
€
30.520,00
€
1.800,00
della Piana di Sant'Eufemia
€
1.754.009,50
€
494.920,00
€
12.600,00
€ 2.261.529,50
della Piana di Gioia Tauro
€
2.679.423,40
€
544.920,00
€
12.600,00
€ 3.236.943,40
€
377.400,00
€
16.200,00
€ 3.585.608,70
di Reggio Calabria
€
TOTALE
€
3.192.008,70
11.878.816,05
€ 2.468.640,00
€
61.200,00
€
55.470,00
€ 14.408.656,05
Tabella 177
Relazione di sintesi
556
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99
Per una trattazione di maggiore dettaglio inerente ai “Bilanci idrici tra disponibilità ed
utilizzazioni” si rimanda alla Relazione generale ed agli Allegati A, B e C.
Si dettagliano di seguito le possibili evoluzioni dei fabbisogni idrici, per i settori civile,
industriale ed irriguo. Tali dati, attualmente in fase di rivisitazione a seguito
dell’aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della regione Calabria
da parte dell’Assessorato Lavori Pubblici, devono ancora essere sottoposti a validazione, e
devono pertanto essere interpretati con le dovute cautele.
0.4.6.1 Settore civile
0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale
In Calabria, in generale per quasi tutti i comuni, non vi sono misurazioni puntuali dirette
dell’acqua alle diverse fonti di approvvigionamento, né nei punti di immissione in rete.
Pertanto in diversi casi non si possono conoscere con esattezza i volumi idrici
effettivamente in gioco.
La valutazione della dotazione idrica pro capite e del fabbisogno attuali, relativi ad ogni
singolo comune, è stata svolta partendo dai risultati di una ricognizione per risalire alla
disponibilità idrica attuale totale di ciascun comune della Calabria.
Le disponibilità idriche sono state espresse in termini di portata media annua (Q) e
corrispondono alle portate erogate ai comuni (dalla So.Ri.Cal., dai Consorzi di bonifica,
dall’ARSSA, da Italgas, etc.) e prodotte internamente ai comuni stessi.
Nella tabella 180 si riportano, per i cinque ATO, i dati relativi a:
-
popolazione residente, fluttuante e totale al 2007;
-
dotazione teorica lorda;
-
fabbisogno idrico teorico lordo;
-
portata idrica teorica;
-
disponibilità idrica lorda attuale;
-
dotazione lorda attuale;
-
surplus o deficit lordi.
Si parla di surplus quando la differenza tra il fabbisogno idrico attuale e quello teorico
fornisce come risultato dei valori positivi, mentre di deficit quando i valori ottenuti sono
negativi.
Relazione di sintesi
557
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dall’analisi effettuata (Tabella 180) emerge che, nel 2007, la Calabria, per soddisfare il
proprio fabbisogno idrico ha consumato circa 410 milioni di metri cubi d’acqua con una
dotazione idrica pro-capite di circa 510 l/(d·ab).
Confrontando il fabbisogno idrico attuale lordo con quello teorico si evince che si ha un
surplus di risorsa idrica quantificabile in circa 185 milioni di metri cubi di acqua (Tabella
180). Inoltre, la dotazione lorda attuale è circa il doppio di quella teorica.
0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040
Il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, disposto con Legge n. 129 del 4 Febbraio
1963, e successivamente approvato con Decreto Ministeriale del 16 Marzo 1967, stabilisce
le dotazioni lorde medie al 2015 per tutti i comuni italiani. Tali dotazioni sono funzione
della popolazione servita come riportato nella tabella 178.
Popolazione
(ab)
Case sparse
< 5.000
5.000 - 10.000
10.000 - 50.000
50.000 - 100.000
> 100.000
Fluttuanti stagionali
Fluttuanti giornalieri
Dotazione
[l/(d·ab)]
80 – 100
120 – 150
150 - 200
200 – 250
250 – 400
400
200
100
Tabella 178
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 Marzo 1996 “Disposizioni in
materia di risorse idriche” stabilisce, nell’articolo 8, i livelli minimi dei servizi che devono
essere garantiti in ciascun ambito territoriale ottimale. Per quanto riguarda la dotazione
idrica pro capite giornaliera alla consegna, intesa come volume attingibile dall’utente nelle
24 ore (dotazione netta), essa non deve essere inferiore a 150 l/d·ab.
Relativamente agli anni futuri, la dotazione idrica lorda pro capite obiettivo è stata definita,
dagli ATO della regione Calabria, ipotizzando di assegnare per la popolazione residente una
dotazione lorda base di 200 l/d·ab (corrispondente alla dotazione minima netta prevista nel
DPCM del 4/03/96 di 150 l/d·ab); a questa, per tener conto dell’incidenza dei consumi
urbani e collettivi, è stato aggiunto un incremento variabile in funzione della classe
Relazione di sintesi
558
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
demografica del comune. Altro obiettivo degli ATO è quello di raggiungere una riduzione
delle perdite fino a circa il 25%.
Il valore degli incrementi e la dotazione per classi demografiche sono di seguito riportati
(Tabella 179).
La dotazione netta si ottiene sottraendo dalla dotazione lorda il 25% delle perdite.
(ab)
Incrementi
di dotazione lorda
(l/d·ab)
Dotazione
lorda
(l/d·ab)
Dotazione
netta
(l/d·ab)
< 5.000
5.000 - 10.000
10.000 - 50.000
50.000 - 100.000
> 100.000
Fluttuanti (presenza 60 d/anno)
60
80
100
120
140
-
260
280
300
320
340
200
195
210
225
240
255
150
Popolazione
Tabella 179
La stima della popolazione residente e fluttuante al 2030 e al 2040 per i singoli comuni,
associata ai valori di dotazione procapite, ha permesso di valutare i valori teorici lordi del
fabbisogno idrico futuro (Tab.181).
La tabella riassuntiva a scala provinciale mostra che il fabbisogno idrico lordo al 2007 per la
Calabria risulta pari a circa 412 milioni di metri cubi (Tabella 180) ovvero quasi 2 volte il
fabbisogno idrico previsto per il 2030 e il 2040 (Tabella 181).
L’apparente contraddizione nasce dalla differenza sostanziale tra le dotazioni lorde attuali
(calcolate come acqua erogata per abitante, che raggiungono anche valori di oltre 800 l/ab g,
come nel caso della città di Cosenza) e le dotazioni teoriche future, che ipotizzano perdite in
rete del 25%.
Fermo restando che l’aggregazione del bilancio fabbisogno/disponibilità a scala di ATO e
non di schema acquedottistico, non permette di evidenziare situazioni critiche locali di
deficit per specifiche realtà comunali, le analisi fino ad ora condotte sembrano comunque
confermare una discreta disponibilità di risorsa per uso idropotabile a scala regionale. La
politica di progressiva sostituzione dell’approvvigionamento delle risorse sotterranee
(economicamente onerose e spesso di scarsa qualità) con acque superficiali, e l’utilizzo
plurimo di tali risorse, impone di inserire nella pianificazione la realizzazione e/o il
completamento di alcuni invasi artificiali, quali l’Alto Esaro, il Menta, l’Alaco, il Melito ed
il Metramo.
Relazione di sintesi
559
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Si rimanda comunque al PRGA in corso di elaborazione per gli aspetti specifici relativi alle
politiche regionali di intervento nel settore acquedottistico.
Relazione di sintesi
560
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Analisi della domanda attuale – anno 2007.
Popolazione
totale media
annua
Popolazione
totale nel
giorno di
massima
presenza
Dotazione
teorica lorda
residenti
Dotazione
teorica
lorda
fluttuanti
Fabbisogno
idrico teorico
lordo medio
annuo
residenti
Fabbisogno
idrico teorico
lordo medio
annuo
fluttuanti
Fabbisogno
idrico teorico
lordo medio
annuo totale
Popolazione
residente 2007
Presenze
annue totali
Popolazione
fluttuante nel
giorno di
massima
presenza
(ab)
(ab x d)
(ab)
(ab)
(ab)
[l/(d·ab)]
[l/(d·ab)]
(m3)
(m3)
(m3)
ATO 1 - Cosenza
727.694
32.376.050
576.683
816.396
1.304.377
285
200
75.701.314
6.475.210
82.176.524
ATO 2 - Catanzaro
366.647
13.658.016
239.919
404.066
606.566
290
200
38.788.806
2.731.603
41.520.409
ATO 3 - Crotone
172.171
8.682.411
152.076
195.958
324.247
294
200
18.488.243
1.736.482
20.224.725
ATO 4 - Vibo Valentia
167.628
9.194.067
139.371
192.817
306.999
273
200
16.710.131
1.838.813
18.548.944
ATO 5 - Reggio Calabria
563.912
18.185.750
316.420
613.736
880.332
300
200
61.789.427
3.637.150
65.426.577
1.998.052
82.096.293
1.424.469
2.222.973
3.422.521
290
200
211.477.919
16.419.259
227.897.178
Provincia
Totale - Regione Calabria
Fabbisogno
idrico teorico
lordo medio
invernale
totale
Fabbisogno
idrico
teorico
lordo medio
estivo totale
Fabbisogno
idrico
teorico nel
giorno di
massima
presenza (di
calcolo)
Portata
idrica
teorica
media
annua
Portata idrica
teorica di
punta
giornaliera (di
calcolo)
Portata
idrica
teorica di
punta
mensile (di
letteratura)
Portata
idrica
teorica di
punta
giornaliera
(di
letteratura)
Dotazione
teorica
lorda
totale
Disponibilità
idrica lorda
media annua
attuale
Disponibilità
idrica lorda
media annua
attuale
Dotazione
lorda
attuale
Surplus o
deficit lordi
medio annui
Surplus o
deficit lordi
medio annui
(m3)
(m3)
(m3)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
[l/(d·ab)]
(l/s)
(m3)
[l/(d·ab)]
(m3)
(l/s)
ATO 1 - Cosenza
50 659 004
31 517 520
322.737
2.606
3.735
3.388
6.515
276
4.855
153.101.863
514
70.925.339
2.249
ATO 2 - Catanzaro
26 124 544
15 395 865
154.254
1.317
1.785
1.712
3.292
282
2.191
69.080.399
468
27.559.991
874
ATO 3 - Crotone
12 411 434
7 813 291
81.068
641
938
834
1.603
283
831
26.219.918
367
5.995.193
190
ATO 4 - Vibo Valentia
11 216 884
7 332 060
73.655
588
852
765
1.470
264
1.019
32.147.600
457
13.598.655
431
42 197 377
23 229 200
232.570
2.075
2.692
2.697
5.187
292
4.183
131.920.544
589
66.493.967
2.109
142 609 242
85 287 936
864.285
7.227
10.003
9.395
18.066
281
13.079
412.470.323
508
184.573.145
5.853
Provincia
ATO 5 - Reggio
Calabria
Totale - Regione
Calabria
Tabella 180
Relazione di sintesi
561
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Analisi della domanda al 2030 e 2040
Popolazione residente
Popolazione fluttuante
nel giorno di massima
presenza
Presenze totali annue
Provincia
Popolazione totale nel
giorno di massima
presenza
Popolazione totale media
annua
2030
2040
2030
2040
2030
2040
2030
2040
2030
2040
(ab)
(ab)
(ab x d)
(ab x d)
(ab)
(ab)
(ab)
(ab)
(ab)
(ab)
ATO 1 - Cosenza
781 328
809 350
39 134 671
41 355 518
699 272
739 172
888 546
922 653
1 480 599
1 548 522
ATO 2 - Catanzaro
360 059
358 181
17 501 821
18 686 038
290 927
307 440
408 010
409 375
650 987
665 621
ATO 3 - Crotone
158 410
154 698
17 449 460
20 550 058
191 528
203 999
206 217
210 999
349 938
358 697
ATO 4 - Vibo Valentia
165 028
163 497
11 772 265
12 530 867
167 552
176 165
197 281
197 828
332 580
339 662
ATO 5 - Reggio Calabria
557 063
555 633
25 583 820
28 342 339
376 666
396 245
627 156
633 283
933 730
951 878
2 021 888
2 041 358
111 442 038
121 464 820
1 725 945
1 823 021
2 327 209
2 374 139
3 747 833
3 864 379
Totale - Regione Calabria
Dotazione teorica lorda
residenti [l/(d·ab)]
Fabbisogno idrico teorico
lordo medio annuo totale (m3)
Fabbisogno idrico teorico
lordo medio invernale totale
Fabbisogno idrico teorico lordo medio
estivo totale
Provincia
2030
2040
2030
3
2040
3
Fabbisogno idrico teorico
nel giorno di massima
presenza (di calcolo)
2030
2040
2030
2040
2030
2040
(m3)
(m3)
(m3)
(m )
(m3)
3
[l/(d·ab)]
[l/(d·ab)]
(m )
(m )
(m3)
ATO 1 - Cosenza
276
278
89 452 873
93 463 981
54 622 247
57 007 909
34 830 627
36 456 072
363 487
381 240
ATO 2 - Catanzaro
280
279
41 649 989
41 710 801
25 763 796
25 667 620
15 886 194
16 043 182
162 705
165 525
ATO 3 - Crotone
273
269
20 575 482
20 746 882
11 562 357
11 293 587
9 013 125
9 453 295
85 115
86 380
ATO 4 - Vibo Valentia
262
262
18 832 087
18 884 841
11 079 373
11 018 921
7 752 714
7 865 920
78 655
80 106
ATO 5 - Reggio Calabria
290
289
66 380 212
66 903 605
42 020 690
24 359 522
24 842 542
243 178
247 016
Totale - Regione Calabria
279
279
236 890 644
241 710 110
145 048 463
42 061 062
147 049
099
91 842 182
94 661 011
933 140
960 268
Relazione di sintesi
562
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Portata idrica teorica lorda
media annua (l/s)
Portata idrica teorica di
Portata idrica teorica di punta
Portata idrica teorica di punta
punta mensile (di
giornaliera (di calcolo)
giornaliera (di letteratura)
letteratura)
Provincia
Disponibilità Disponibilità
idrica lorda idrica lorda
media
media
annua
annua
attuale
attuale
2030
2040
2030
2040
2030
2040
2030
2040
2007
2007
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(l/s)
(m3)
ATO 1 - Cosenza
2 837
2 964
4 207
4 412
3 687
3 853
7 091
7 409
4 855
153 101 863
ATO 2 - Catanzaro
1 321
1 323
1 883
1 916
1 717
1 719
3 302
3 307
2 191
69 080 399
ATO 3 - Crotone
652
658
985
1 000
848
855
1 631
1 645
831
26 219 918
ATO 4 - Vibo Valentia
597
599
910
927
776
778
1 493
1 497
1 019
32 147 600
ATO 5 - Reggio Calabria
2 105
2 121
2 815
2 859
2 736
2 758
5 262
5 304
4 183
131 920 544
Totale - Regione Calabria
7 512
7 665
10 800
11 114
9 765
9 964
18 779
19 161
13 079
412 470 323
Surplus o deficit lordi medio
annui anno 2030 rispetto al
2007
(l/s)
Surplus o deficit lordi
medio annui anno
2030 rispetto al 2007
(m3)
Surplus o deficit lordi medio
annui anno 2040 rispetto al
2007
(l/s)
Surplus o deficit lordi
medio annui anno 2040
rispetto al 2007
(m3)
2 018
63 648 989
1 891
59 637 881
ATO 2 - Catanzaro
870
27 430 410
868
27 369 598
ATO 3 - Crotone
179
5 644 435
174
5 473 036
ATO 4 - Vibo Valentia
422
13 315 512
421
13 262 759
ATO 5 - Reggio Calabria
2 078
65 540 331
2 062
65 016 939
Totale - Regione Calabria
5 568
175 579 678
5 415
170 760 213
Provincia
ATO 1 - Cosenza
Tabella 181
Relazione di sintesi
563
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.6.2 Settore industriale
La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel
caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona,
consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il
fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che
cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano
secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si
aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua, dipendente dai ricicli e dalla
qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un
aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti
industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli
stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi
totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua
inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è
anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di
più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad
esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo
depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a
risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la
quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente
essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo
schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei
fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli
elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione
dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di
industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello
stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare
fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il
fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe
essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte,
infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va
incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono
Relazione di sintesi
564
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute
"segreti industriali".
Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile dei fabbisogni attuali
dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei fabbisogni futuri.
Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi
difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente
indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta
lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di
Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali).
Qui di seguito è riportata in forma tabellare (Tabella 182) la sintesi delle aree di sviluppo
industriale ed i nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie
totale espressa in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa
anch’essa in ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima
del fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno:
AGGLOMERATI INDUSTRIALI
Superficie
impegnata per
Superficie totale
attività produttive Numero Addetti
(ha)
già in esercizio
(ha)
fabbisogno idrico
industriale [1000
mc/anno]
SIFLISIFLISIFLIASI
ASI Studio
ASI Studio
Studio
1999
IPI
IPI
IPI
2007
2007 1999
2007 1999
1999
2006
2006
2006
Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando
Reggio Calabria - Gebbione
1.483 1.483 1.330
35
35
848
498
76
35
1377 2175
224
2005
2010
32,57 223,44 360,15
57,29
57,29
63,05
94,07
Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo
20
20
20
397
89,46
89,46
Villa S. Giovanni - Campo Calabro
15
15
14
354
89,41
89,41 332,53
140
140
140
308
28,73
28,73
Saline Joniche
TOTALE ASI REGGIO C.
1.693 1.483 1.540 1.057
498
28,73
0 1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53
Media Valle Crati
221
130
125
20
103
400
40,11
48,11
123,2
Piana di Cammarata
200
210
120
35
227
500
49,05
56,86
83,9
Schiavonea
440
330 330
221
227 150
635
Sant'Irene
192
61
99
45
288
1052 3500 154,89 166,15 422,79
800
61,63
66,81 177,04
Piano Lago
150
139 139
67
84
60
522
764 1200 122,63 122,63
Follone
149
136 167
101
107
53
220
253 700
TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352
605 1.037
733
418 363 1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93
878
611
878
611
Marina di Maida
1.086 1.086
TOTALE NI LAMEZIA TERME
1.086 1.086
Crotone
796
TOTALE NI CROTONE
796
Porto Salvo
210
0
693
0
0
693
177
Relazione di sintesi
0
60,88
604
657
142,14 115,95 297,81
604
657
0 142,14 115,95 297,81
0
0 415,58 542,56 542,56
1.539
0
60,88
0 1.539
926
415,58 542,56 542,56
255,59 273,73 273,73
565
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Aeroporto (VV)
72
26
173
11,69
11,69
11,69
Maierato
25
25
331
81,99
81,99
81,99
TOTALE NI VIBO VALENTIA
TOTALE REGIONALE
307
0
0
228
0
0 1.430
0
0 349,27 367,41 367,41
5.234 3.174 2.577 3.589 1.527 363 6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24
Tabella 182
La valutazione del fabbisogno idrico specifico per l’industria in Calabria porta, attraverso
varie considerazioni, ad individuare una tendenza generale verso valori decrescenti.
La necessità di conoscere l’entità del fabbisogno idrico nelle singole industrie, a qualsiasi
scala e aggregazione, su cui si sta continuando a lavorare, presenta grande complessità
legata alla disponibilità di dati di difficile reperimento.
Accanto ad una metodologia atta a formulare valutazioni di sintesi e previsioni, vi sono
molti altri aspetti che dovrebbero essere convenientemente esaminati, quali, ad esempio,
l’identificazione e la messa a punto di tecnologie “non idroesigenti”, l’incremento del riciclo
e l’utilizzo di risorse non convenzionali, così come l’esame delle concessioni e dei relativi
canoni, nonché le modalità con cui può essere migliorato il circuito dell’acqua all’interno
del complesso produttivo.
Una gestione corretta del patrimonio idrico dovrà anche imporre la misura e la
contabilizzazione dei quantitativi d’acqua prelevati e restituiti, nonchè la necessità di
evidenziare l’aspetto qualitativo sia al prelievo che allo scarico.
La conoscenza di questi dati è essenziale non solo per il “gestore” pubblico della risorsa,
oggi previsto dalla legge 36/94, ma anche per il titolare della concessione, al fine di meglio
organizzare il processo produttivo e di instaurare chiari rapporti con lo stesso “gestore” ed
altri utenti.
La previsione di domanda d’acqua per uso industriale nei progetti di sviluppo di lungo
termine, come evidenziato dal precedente confronto, è poco significativa se elaborata
estrapolando indicazioni attuali, ovvero di breve periodo.
La pratica più attendibile è quella di determinare il massimo quantitativo accumulabile di
acqua per uso industriale da destinare ad un ambito territoriale.
L’offerta idrica è da vedere anche come fattore di localizzazione determinante e riveste un
ruolo decisivo nell’ubicazione di nuovi insediamenti produttivi e nella ridistribuzione delle
attività presenti.
Le problematiche legate all’acqua, nel Mezzogiorno, spaziano dal reperimento di nuove
fonti idriche e dallo sfruttamento ottimale dei corpi idrici già in produzione all’ultimazione
Relazione di sintesi
566
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
dei sistemi di adduzione e distribuzione dell’acqua, nonchè allo studio di schemi sempre più
intersettoriali.
0.4.6.3 Settore irriguo
La Calabria é suddivisa in tre grandi sistemi infrastrutturali a livello irriguo (Settentrionale,
Centrale, Meridionale) caratterizzati per avere, in atto o previste per il futuro,
interconnessioni di opere idrauliche per migliorare ed ampliare la consistenza
dell'irrigazione, ma anche della distribuzione potabile ed industriale.
L'irrigazione pubblica è realizzata in Calabria da 15 Consorzi di Bonifica, che
complessivamente gestiscono 83 schemi idrici ad uso irriguo. Oltre ai Consorzi di
Bonifica, fino al 1993, anche l’ex Ente di Sviluppo Agricolo della Calabria (ESAC) aveva
in gestione alcuni impianti irrigui minori, per lo più localizzati nei comprensori della Sila.
Con il passaggio da Ente di Sviluppo ad Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i Servizi in
Agricoltura (ARSSA) e la successiva liquidazione di quest’ultima, le competenze
sull'irrigazione sono state eliminate, ma il previsto passaggio delle stesse per la gestione
degli impianti ai Consorzi competenti per territorio è ancora in itinere.
Nella figura 136 sono riportati tutti gli impianti irrigui pubblici in Calabria appartenenti ai
singoli sistemi e comprensori mentre nella tabella successiva (Tabella 183) sono riportate
le relative superfici dominate, irrigabili ed effettivamente irrigate.
Le informazioni ed i dati di cui sopra derivano da riscontri effettuati direttamente presso i
Consorzi che in alcuni casi hanno fornito dei valori variabilissimi, sia per le stesse aree e
sia, in alcuni casi, per gli stessi impianti e le stesse tecnologie di distribuzione.
Pertanto, al fine di arrivare alla definizione di dati quanto più possibile aderenti alla realtà,
i risultati dell’indagine sono stati opportunamente confrontati con documenti e atti ufficiali
di studi sullo stato dell’irrigazione in Calabria eseguiti dall’INEA e dall’URBI.
Da essi si evince che, allo stato attuale, le aree dominate da impianti pubblici nell'intero
territorio regionale riguardano 144.247 ettari di cui 97.230 ettari risultano irrigabili e solo
48.475 sono effettivamente irrigati.
Relazione di sintesi
567
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Figura 136
SUPERFICIE (Ha)
SISTEMA
Dominata
Irrigabile
Irrigata
Settentrionale
70.643
42.191
25.346
Centrale
47.445
34.975
13.571
Meridionale
26.159
20.064
9.558
TOTALE
144.247
97.230
48.475
Tabella 183
Valori, come si può notare, abbastanza lontani da quelli del citato P.S. 26 che prevedeva
appunto circa 260.000 ettari irrigabili al 2016.
Lo scarto esistente tra la superficie dominata e quella irrigabile attrezzata, non é dovuto
soltanto alla incidenza delle tare geografiche, morfologiche e pubbliche, ma talora anche
Relazione di sintesi
568
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
alla espansione della urbanizzazione e di ipotetici insediamenti industriali, che hanno
ridotto le aree inizialmente sottese dagli impianti irrigui. Molti comprensori, infatti, pur
presentando una vocazione agricola, senza alcun dubbio preminente e prioritaria per il
favorevole ambiente climatico e pedologico, sono stati progressivamente erosi e
penalizzati dalla penetrazione e dalle interferenze di strutture e di infrastrutture esterne che
ne hanno alterato la destinazione iniziale. Più sensibile ancora, risulta la differenza tra le
superfici effettivamente irrigate e quelle irrigabili: circa 49.000 ettari in tutta la regione
contro i circa 100.000 ettari irrigabili, con un grado di utilizzazione degli impianti
mediamente del 49%.
Per quanto riguarda le aree in oggetto, nelle tabelle 184, 185, 186 sono stati riportati, per
singoli Consorzi, i fabbisogni irrigui occorrenti nella situazione attuale e futura, nonché il
volume irriguo disponibile dalle attuali fonti di approvvigionamento.
Purtroppo non si sono potuti acquisire molti dati certi sul reale consumo d'acqua nei vari
comprensori perché le erogazioni d'acqua non vengono generalmente registrate, né
esistono solitamente strumenti tecnici per la misurazione delle portate d'acqua immesse
negli adduttori delle reti di distribuzione irrigue. Pertanto, in questa sede, si è proceduto ad
una valutazione di massima utilizzando alcune ipotesi di seguito illustrate. Il fabbisogno
attuale è stato ricavato moltiplicando la superficie irrigata per la dotazione idrica
stagionale, quello futuro moltiplicando la dotazione per la superficie irrigabile, ipotizzando
che a medio termine possa essere irrigata l’intera superficie irrigabile. Le stime degli
scenari suddetti sono state effettuate ipotizzando sia una dotazione irrigua stagionale di
4000 mc/ha che di 5000 mc/ha. I fabbisogni così calcolati sono da intendersi comprensivi
delle prevedibili perdite nelle reti di adduzione e distribuzione. Il calcolo della disponibilità
idrica relativa ai singoli impianti consortili è stato eseguito sulla base dei valori delle
portate concesse o dichiarate dagli Enti di competenza e assumendo queste come portata di
punta, al fine di tenere in conto la variazione della portata durante il periodo irriguo preso a
riferimento e pari mediamente a sei mesi per i comprensori del sistema settentrionale e
centrale ed a cinque mesi per quelli del sistema meridionale, per come suggerito dai
Consorzi intervistati. I valori così determinati rappresentano pertanto delle stime, che
assumono solo carattere indicativo e, peraltro, sono riferiti all’intero periodo irriguo non
essendo disponibili dati di portata derivata per singoli mesi. Per quanto concerne le prese
subalvee, si è assunta come portata di punta quella di concessione (max derivabile)
coincidente con la richiesta di luglio, mentre per il calcolo del volume necessario e
Relazione di sintesi
569
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
disponibile si è fatto riferimento ai diversi diagrammi di richiesta idrica irrigua che sono
stati desunti da progettazioni originarie o forniti direttamente dai responsabili dei Consorzi.
Per gli invasi è stato considerato il volume utile disponibile e quello regolabile per come è
stato possibile ricavare dai progetti originari. Si è anche proceduto alla determinazione
delle portate di punta necessarie, che sono state confrontate con le portate disponibili ed i
risultati sono riportati in sintesi nella tabella 187. Nella tabella 188 sono, invece,
sintetizzati i confronti fra i fabbisogni e i volumi disponibili per i singoli sistemi.
SISTEMA SETTENTRIONALE
ENTE
FABBISOGNI Mmc
Dotazione: 4000 mc/ha
VOLUME
DISPONIBILE
Mmc
Dotazione: 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
Consorzio di Bonifica del Pollino
8,24
10,86
10,3
13,58
16,99
Consorzio di Bonifica del Lao
15,32
16,21
19,15
20,26
47,12
Consorzio di Bonifica Ferro e Sparviero
8,44
19,6
10,55
24,5
14,31
Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e Media
Valle Crati
68,36
105,6
85,45
132
194,96
ex ESAC
1,03
16,5
1,29
20,62
4,5
TOTALE SISTEMA SETTENTRIONALE
101,38
168,76
126,73
210,96
277,88
Tabella 184: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e
Metramo)_Sistema Settentrionale
SISTEMA CENTRALE
ENTE
FABBISOGNI Mmc
Dotazione: 4000 mc/ha
Dotazione: 5000 mc/ha
VOLUME
DISPONIBILE
Mmc
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
8,9
46,96
11,13
58,7
50,87
Consorzio di Bonifica Capo Colonna
14,95
35,6
18,69
44,5
42,5
Consorzio di Bonifica Alli Punta delle Castella
10,8
23,09
13,5
28,86
46,93
Consorzio di Bonifica Alli Copanello
2
9,68
2,5
12,1
14,41
Consorzio di Bonifica Assi Soverato
4,36
4,36
5,45
5,45
10,58
Consorzio di Bonifica Piana di S. Eufemia
10,56
16,72
13,2
20,9
20,92
Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia
2,71
3,49
3,39
4,37
6,66
TOTALE SISTEMA CENTRALE
54,28
139,9
67,86
174,88
192,86
Consorzio di Bonifica Valle Neto
Tabella 185: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)
_Sistema Centrale
Relazione di sintesi
570
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SISTEMA MERIDIONALE
FABBISOGNI Mmc
Dotazione: 4000 mc/ha
ENTE
ATTUALE
Dotazione: 5000 mc/ha
VOLUME
DISPONIBILE
Mmc
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
12,99
34,5
16,24
43,13
38,88
Consorzio di Bonifica di Caulonia
7,5
12,44
9,38
15,56
22,34
Consorzio di Bonifica Versante Ionico
Meridionale
5,77
9,29
7,22
11,62
9,73
Consorzio di Bonifica Area dello Stretto
11,97
24,02
14,97
30,03
10,08
TOTALE SISTEMA MERIDIONALE
38,23
80,26
47,79
100,32
81,03
Consorzio di Bonifica Piana di Rosarno
Tabella 186: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)
_Sistema Meridionale
PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE
PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec )
Dotazione: 4000 mc/ha
SISTEMA
Dotazione: 5000 mc/ha
PORTATE
DISPONIBILI
(l/sec)
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
SISTEMA SETTENTRIONALE
17829
29677
22286
37097
17882
SISTEMA CENTRALE
8398
21250
10497
26563
16598
SISTEMA MERIDIONALE
5353
11237
6691
14046
6253
TOTALE
31579
62164
39474
77705
40732
Tabella 187: Portate disponibili – Portate di punta richieste (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e
Metramo)
FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI
FABBISOGNI Mmc
SISTEMA
Dotazione: 4000 mc/ha
Dotazione: 5000 mc/ha
VOLUME
DISPONIBILE
Mmc
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
SISTEMA SETTENTRIONALE
101,38
168,76
126,73
210,96
277,88
SISTEMA CENTRALE
54,28
139,9
67,86
174,88
192,86
SISTEMA MERIDIONALE
38,23
80,26
47,79
100,32
81,03
TOTALE
193,9
388,92
242,38
486,15
551,78
Tabella 188: Sintesi Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e
Metramo)
C’è da evidenziare che, per quanto riguarda i volumi invasati, sono stati stimati al netto
della capacità utile relativa all’invaso Alto Esaro per quanto riguarda il sistema
settentrionale, al netto della capacità utile relativa al Melito per quanto concerne il sistema
centrale e al netto della capacità utile del Metramo per quanto si riferisce al sistema
meridionale. Dalle tabelle 184, 185, 186, 187 e 188 si può notare facilmente quali siano le
situazioni di insufficienza. Esse sicuramente potranno essere colmate con la piena
utilizzazione delle acque del Basso Esaro, del Votturino e del Redisole, con le capacità che
Relazione di sintesi
571
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
deriveranno dall’invaso Alto Esaro e dall’invaso del Melito, una volta realizzati,
dall’utilizzo delle acque del Metramo, nonché dal fatto che i fabbisogni tenderanno a
ridursi consistentemente al di sotto delle soglie ipotizzate man mano che nei singoli
comprensori si procederà alla riconversione delle reti esistenti da canalette a tubate e si
utilizzeranno moderni sistemi di automatizzazione e telecontrollo degli impianti. Proprio
per tener conto del ruolo importante che potranno svolgere gli invasi in corso di
realizzazione e quelli già realizzati, ma ancora non utilizzati pienamente, si è inteso
sintetizzare le caratteristiche fondamentali ed i nuovi modelli di utilizzazione che sono stati
assegnati loro.
Invaso Alto Esaro
Per quanto riguarda il completamento dell’invaso dell’Alto Esaro, esso consentirà di
irrigare nuove aree irrigue per un totale di 8000 ha per come riportato nella tabella 189 e di
integrare alcuni impianti esistenti, qualora dovesse essercene bisogno.
Superficie Irrigabile Netta
Comprensorio irriguo
(SAU)
Cino
3000
Estensione destra Crati
1100
Estensione Apollinara
1180
Estensione Garga
1070
Grondo
650
Occido-Rosa
1000
TOTALI
8000
Tabella 189
La soluzione individuata per l’utilizzazione delle acque del serbatoio Alto Esaro a Cameli,
riservate all’agricoltural, è conforme alle attuali direttive comunitarie e regionali nel settore
agricolo, che limitano i nuovi interventi al riordino dei comprensori irrigui esistenti e
all’ammodernamento e ristrutturazione delle relative reti di distribuzione idrica.
Contestualmente all’utilizzo irriguo, l’Alto Esaro contribuirà anche al potabile e
all’industriale, nonché alla produzione di energia. Per tale invaso è stata esaminata
un’ipotesi di regolazione sia in relazione al solo apporto del bacino tributario primario e sia
in relazione all’apporto derivante dai bacini limitrofi allacciabili.
Relazione di sintesi
572
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Invasi Melito e Metramo
L’utilizzo dei suddetti invasi è stato esaminato nel contesto del sistema intersettoriale
“Melito-Alaco-Metramo-Lordo”. Si tratta di un sistema idrico a scopo plurimo e con più
strutture idrauliche principali, incentrato pertanto su quattro dighe e sugli schemi di
utilizzazione ad esse afferenti, tra loro interconnettibili per sfruttarne integralmente le
potenzialità e aumentarne l'affidabilità complessiva dell'offerta (fig. 137).
Figura 137
Le dighe, sul Metramo e sul Lordo, sono già state realizzate, ma non sono ancora
pienamente utilizzate, mancando, allo stato, i collegamenti con gli usi di valle. Le singole
caratteristiche sono di seguito riportate.
La diga sul Metramo, ha attualmente finalità irrigua, potabile ed industriale, gestita dal
Relazione di sintesi
573
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Consorzio di Bonifica Piano di Rosario. Essa è realizzata in terra zonata, in località
Castagnara, con altezza massima di 102 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 16,5
kmq, livello di massimo invaso a quota 888,50 m s.m.m., capacità utile di 26,60 Mmc e
capacità complessiva di 29,90 Mmc. Inizialmente concepita per il servizio irriguo nella
Piana di Gioia Tauro e per gli usi industriali del ventilato centro siderurgico, può essere
oggi utilizzata, prioritariamente a scopo potabile (10 Mmc/anno su 26,6 utili), per
alimentare a gravità il ramo tirrenico reggino dell’acquedotto dell’Alaco, mediante un
collegamento estremamente breve, e sconnettendo, di fatto, tale ramo dalle fonti attuali di
alimentazione (campi pozzi e le limitate fluenze dell’Alaco). Per quanto concerne l’utilizzo
irriguo, servirà in parte ad integrare le portate destinate ad impianti già esistenti, Metramo
B e C (~5 Mmc), contribuendo a colmare alcune deficienze emerse nelle tabelle 184, 185 e
186, nonché a servire i nuovi impianti dei Piani di Ghilina (~ 1 Mmc), la cui rete è in corso
di realizzazione, ed i comprensori A e B, rispettivamente in area di Taurianova e di
Laureana (~ 10 Mmc). Le caratteristiche di tali aree sono riportate in tabella 190.
Superficie (ha)
COMPRENSORIO
Irrigabile
Effettivamente irrigata
PIANI DI GHILINA
2200
1760
COMPRENSORIO “A”
6574
5259
COMPRENSORIO “B”
1000
800
TOTALE
9774
7819
Tabella 190 : Sviluppo irrigazione prevista
L’invaso sul T. Lordo in località Timpa Pantaleo, posto a quota bassa nella fascia costiera
della Locride, nasce con finalità essenzialmente irrigua. L’attuale finalità è invece irrigua e
potabile, è gestito dal Consorzio di Bonifica di Caulonia, è realizzato a tergo di una diga in
terra, con altezza massima di 45 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 10,59 kmq,
livello di massimo invaso a quota 87.00 m s.m.m., capacità utile di 8 Mmc e capace di
regolare circa 13 Mmc di cui 4 Mmc per uso irriguo e 9 Mmc per uso potabile.
Per quanto concerne le altre due dighe, sull’Alaco e sul Melito, la prima è stata completata,
la seconda è in corso di realizzazione e in via sintetica si può evidenziare quanto segue:
La diga sul fiume Alaco è una diga a gravità in calcestruzzo, ad oggi completamente
realizzata, ed è caratterizzata da un bacino imbrifero direttamente sotteso di 14,9 kmq, quota
Relazione di sintesi
574
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
max di ritenuta pari a 990 m s.m.m. e una capacità utile di 29,86 Mmc. L’invaso è ad
esclusivo uso potabile e consentirà la regolazione delle disponibilità per l’acquedotto
omonimo, oggi alimentato in modo assai ridotto dalle fluenze superficiali dell’Alaco e in
modo assai più consistente da campi pozzi posti lungo il tracciato dell’acquedotto stesso.
La diga sul Melito è una diga in terra in corso di realizzazione in località Gimigliano, ha
finalità irrigua, potabile ed industriale, altezza massima di 108 m e bacino imbrifero
direttamente sotteso di 38 kmq. Il livello di massimo invaso è a quota 600,30 m s.m.m. e
presenta una capacità utile di 98 Mmc e complessiva di 100 Mmc. È gestita dal Consorzio di
Bonifica Alli-Copanello. Originariamente era stata concepita per regolare circa 100
Mmc/anno a fini prevalentemente irrigui delle aree (anche in quota) del versante jonico
catanzarese. Essa rappresenta una struttura strategica di approvvigionamento a fini multipli
per tutta la Calabria centrale. La realizzazione della diga ha subito tutta una serie di
interruzioni di natura burocratica autorizzativa che ha comportato anche una riduzione del
sistema di collettamento alla diga delle acque di bacini limitrofi. Il volume che essa renderà
disponibile, sebbene ridotto in base alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente relative
alla captazione del fiume Amato (volume regolabile da 96 Mmc/anno a 69 Mmc/anno),
trova sicura destinazione per realizzare l’equilibrio domanda-offerta intersettoriale di tutta
l’area centrale della Calabria e risolvere quelle situazioni di deficit emerse nelle tabelle 184,
185 e 186. Dei 69 Mmc regolati, circa 40 Mmc sono destinati ad irrigazione e la restante
parte a potabile ed industriale. Fondamentalmente le sue acque dovranno servire per:
-
le aree irrigue e irrigabili della fascia costiera jonica catanzarese;
-
le aree irrigue del lametino non servite da rete pubblica e per parte di quelle già
servite, ma alimentate da falda (per diminuire il livello degli emungimenti);
-
alimentare gli usi potabili serviti dagli acquedotti costieri tra Soverato e Isola Capo
Rizzuto, sostituendo gran parte degli attuali prelievi da pozzi;
-
interconnettersi infine con l’acquedotto dell’Alaco, con possibilità di integrarne le
risorse nel ramo jonico e nella diramazione per Vibo Valentia.
Le aree irrigue da servire prioritariamente sono quelle riportate nella tabella 191.
Relazione di sintesi
575
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SUPERFICIE (ha)
COMPRENSORIO
Dominata
Irrigabile
ZONA BASSA LAMEZIA
7.858
6.700
ZONA ALTA LAMEZIA
6.355
5.084
ALTOPIANO DI BORGIA
4.656
3.725
TOTALE
18.869
15.509
Tabella 191:- Aree da irrigare prioritariamente con le acque del Melito
In sintesi, si può affermare che gli interventi che riguardano l’area caratterizzata dagli
invasi Melito, Metramo, Alaco e Lordo sono fondamentalmente i seguenti:
-
utilizzare nell’immediato le acque del Metramo a fini potabili, connettendosi
all’Acquedotto dell’Alaco;
-
proseguire l’irrigazione della Piana di Gioia Tauro, nel lungo termine, con acque
del Metramo, realizzando al contempo produzione di energia elettrica mediante
installazione di una centrale a Galatro;
-
razionalizzare con prelievi dal Lordo l’attuale pratica irrigua nel comprensorio
irriguo del Torbido (fascia costiera della Locride) – eliminandone il regime
precario con prelievi da falda, operato direttamente dai coltivatori e integrare
l’acquedotto potabile jonico costituendone un prolungamento verso la Locride da
Roccella a Brancaleone;
-
integrare ulteriormente le risorse convogliate dall’Acquedotto Alaco verso il
Vibonese e la fascia jonica, una volta realizzata la diga sull’Alaco;
-
realizzare, infine, per l’uso delle risorse dell’invaso del Melito, un potabilizzatore e
le adduttrici per l’alimentazione del complesso degli acquedotti costieri di
Catanzaro, della piana lametina e dello stesso Alaco, nonché le adduttrici irrigue e
le relative reti.
Si è proceduto, infine, ad esaminare la situazione dei bilanci anche alla luce dell’utilizzo
delle risorse dei costruendi invasi Esaro Alto e Melito e dal pieno utilizzo dell’invaso del
Metramo. Nelle tabelle 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198 e 199 sono riportate le situazioni
dei singoli comprensori tenendo conto della possibile utilizzazione delle suddette risorse.
Relazione di sintesi
576
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO
TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)
SISTEMA
SETTENTRIONALE
FABBISOGNI
DOTAZIONE : 4000
mc/ha
ATTUALE
FUTURO
ENTE
VOLUME IRRIGUO DISPONIBILE
DOTAZIONE : 5000
mc/ha
ATTUALE
FUTURO
Consorzio di Bonifica
8,24
10,86
10,30
del Pollino
Consorzio di Bonifica
15,32
16,21
19,15
del Lao
Consorzio di Bonifica
8,44
19,60
10,55
Ferro e Sparviero
Consorzio di Bonifica
Piana di Sibari e
68,36
137,60
85,45
Media Valle Crati (*)
ex ESAC
1,03
16,50
1,29
TOTALE SISTEMA
101,38
200,76
126,73
SETTENTRIONALE
(*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due
allaccianti (ipotesi 2)
Mmc/anno
FUTURO
(ipotesi 1)
Mmc/anno
FUTURO
(ipotesi 2)
Mmc/anno
13,58
16,99
16,99
16,99
20,26
47,12
47,12
47,12
24,50
14,31
14,31
14,31
172,00
194,96
214,46
234,96
ATTUALE
20,62
4,50
4,50
4,50
250,96
277,88
297,38
317,88
possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con
Tabella 192 :Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine
SISTEMA
CENTRALE
ENTE
FABBISOGNI
DOTAZIONE : 4000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
DOTAZIONE : 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
VOLUME IRRIGUO
DISPONIBILE
ATTUALE
Mmc/anno
Consorzio di
8,90
46,96
11,13
58,70
50,87
Bonifica Valle Neto
Consorzio di
Bonifica Capo
14,95
35,60
18,69
44,50
42,50
Colonna
Consorzio di
Bonifica Alli Punta
10,80
23,09
13,50
28,86
46,93
delle Castella
Consorzio di
Bonifica Alli
2,00
9,68
2,50
12,10
14,41
Copanello
Consorzio di
Bonifica Assi
4,36
4,36
5,45
5,45
10,58
Soverato
Consorzio di
10,56
78,76
13,20
98,45
20,92
Bonifica Piana di S.
Eufemia (**)
Consorzio di
2,71
3,49
3,39
4,37
6,66
Bonifica di Vibo
Valentia
TOTALE
SISTEMA
54,28
201,94
67,86
252,43
192,86
CENTRALE
(**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc
FUTURO
Mmc/anno
50,87
42,50
46,93
14,41
10,58
60,92
6,66
232,86
Tabella 193: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine
Relazione di sintesi
577
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SISTEMA
MERIDIONALE
ENTE
VOLUME IRRIGUO
DISPONIBILE
FABBISOGNI
DOTAZIONE : 4000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
DOTAZIONE : 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
Mmc/anno
Consorzio di
12,99
57,74
16,24
72,17
38,88
Bonifica Piana di
Rosarno (***)
Consorzio di
7,50
12,44
9,38
15,56
22,34
Bonifica di Caulonia
Consorzio di
5,77
9,29
7,22
11,62
9,73
Bonifica Versante
Ionico Meridionale
Consorzio di
Bonifica Area dello
11,97
24,02
14,97
30,03
10,08
Stretto
TOTALE
SISTEMA
38,23
103,50
47,79
129,37
81,03
MERIDIONALE
(***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc
FUTURO
Mmc/anno
55,48
22,34
9,73
10,09
97,64
Tabella 194: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine
PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A
LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)
SISTEMA
SETTENTRIONALE
ENTE
PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec)
DOTAZIONE : 4000
mc/ha
DOTAZIONE : 5000
mc/ha
PORTATE DISPONIBILI
ATTUALE
FUTURO
(ipotesi 1)
FUTURO
(ipotesi
2)
l/sec
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
l/sec
l/sec
Consorzio di Bonifica
1.448
1.910
1.810
2.387
1.093
1.093
1.093
del Pollino
Consorzio di Bonifica
2.694
2.850
3.368
3.563
3.030
3.030
3.030
del Lao
Consorzio di Bonifica
1.484
3.447
1.855
4.308
920
920
920
Ferro e Sparviero
Consorzio di Bonifica
Piana di Sibari e
12.021
24.197
15.026
30.246
12.550
16.092
19.819
Media Valle Crati (*)
ex ESAC
181
2.901
226
3.626
289
818
818
TOTALE SISTEMA
17.829
35.305
22.286
44.131
17.882
21.953
25.680
SETTENTRIONALE
(*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con
allaccianti (ipotesi 2)
Tabella 195: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine
Relazione di sintesi
578
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
SISTEMA
CENTRALE
ENTE
PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec)
DOTAZIONE : 4000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
DOTAZIONE : 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
PORTATE DISPONIBILI
ATTUALE
Mmc/anno
Consorzio di
1.316
6.943
1.645
8.679
5.550
Bonifica Valle Neto
Consorzio di
Bonifica Capo
2.211
5.263
2.763
6.579
3.210
Colonna
Consorzio di
Bonifica Alli Punta
1.597
3.414
1.996
4.267
3.995
delle Castella
Consorzio di
296
1.431
370
1.789
1.390
Bonifica Alli
Copanello
Consorzio di
645
645
806
806
680
Bonifica Assi
Soverato
Consorzio di
1.857
13.849
2.321
17.311
1.345
Bonifica Piana di S.
Eufemia (**)
Consorzio di
Bonifica di Vibo
477
614
596
768
428
Valentia
TOTALE
SISTEMA
8.398
32.159
10.497
40.199
16.598
CENTRALE
(**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc
FUTURO
Mmc/anno
5.550
3.210
3.995
1.390
680
8.614
428
23.867
Tabella 196: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine
SISTEMA
MERIDIONALE
ENTE
PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec)
DOTAZIONE : 4000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
DOTAZIONE : 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
PORTATE DISPONIBILI
ATTUALE
Mmc/anno
Consorzio di
Bonifica Piana di
1.818
8.084
2.273
10.104
3.000
Rosarno (***)
Consorzio di
1.050
1.742
1.313
2.178
1.724
Bonifica di Caulonia
Consorzio di
Bonifica Versante
808
1.301
1.010
1.626
751
Ionico Meridionale
Consorzio di
Bonifica Area dello
1.676
3.363
2.095
4.204
778
Stretto
TOTALE
SISTEMA
5.353
14.490
6.691
18.112
6.253
MERIDIONALE
(***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc
FUTURO
Mmc/anno
5.671
1.724
751
778
8.924
Tabella 197: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine
Relazione di sintesi
579
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO
TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)
VOLUME DISPONIBILE
FABBISOGNI (Mmc)
FUTURO
SISTEMA
DOTAZIONE: 4000 mc/ha
DOTAZIONE: 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
SISTEMA
SETTENTRIONALE
101,38
200,76
126,73
250,96
SISTEMA CENTRALE
54,28
201,94
67,86
SISTEMA
MERIDIONALE
38,23
103,49
TOTALE
193,9
506,19
ATTUALE
(Mmc)
ipotesi 1
(Mmc)
ipotesi 2
(Mmc)
277,88
297,38
317,88
252,43
192,86
232,86
232,86
47,79
129,37
81,03
97,64
97,64
242,38
632,76
551,78
627,88
648,38
(IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti)
Tabella 198: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine
PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A
LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo)
PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec)
PORTATA DISPONIBILE
FUTURO
SISTEMA
DOTAZIONE: 4000 mc/ha
DOTAZIONE: 5000 mc/ha
ATTUALE
FUTURO
ATTUALE
FUTURO
SISTEMA
SETTENTRIONALE
17.829
35.304
22.286
44.131
SISTEMA CENTRALE
8.398
32.159
10.497
SISTEMA
MERIDIONALE
5.353
14.490
6.691
ATTUALE
(l/sec)
ipotesi 1
(l/sec)
ipotesi 2
(l/sec)
17.882
21.953
25.680
40.199
16.598
23.867
23.867
18.112
6.253
8.924
8.924
31.579
81.953
39.474
102.442
TOTALE
(IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti)
40.732
54.744
58.471
Tabella 199: Portate di punta richieste – Portata disponibile prevista a lungo termine
Alla luce della situazione attuale, è necessario adottare strumenti per il miglioramento
dell'efficienza dei sistemi irrigui e, più in generale, per conseguire un'utilizzazione più
razionale delle risorse idriche in agricoltura. Questo obiettivo può essere conseguito sia
attraverso interventi di carattere strutturale, finalizzati al contenimento delle perdite di
distribuzione, sia mediante una gestione della risorsa basata su un maggior controllo dei
Relazione di sintesi
580
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
consumi e dei criteri di distribuzione. Il primo passo richiede l’ammodernamento degli
attuali impianti di adduzione e distribuzione, a livello consortile ed aziendale, completando
il processo di sostituzione delle reti a superficie libera ancora esistenti con condotte in
pressione e procedendo ad una verifica dello stato d'uso e della funzionalità degli impianti
in pressione realizzati da maggior tempo. In molti casi, infatti, è possibile migliorare il
funzionamento delle reti esistenti attraverso interventi di entità limitata (connessioni,
sostituzioni di tratti parziali di condotte, etc.). L'esercizio efficiente delle reti di
distribuzione irrigua non può però prescindere da un controllo dei volumi e delle portate
prelevati dalle utenze. Nei casi in cui la risorsa idrica sia insufficiente questo controllo è
particolarmente importante se si vuole evitare una ripartizione dell'acqua non programmata
ed il rischio di un troppo rapido esaurimento della risorsa, con conseguenti gravi danni per
la produzione. In un contesto di crescente conflittualità nell'uso delle risorse idriche, è
necessario, quindi, prevedere una sostanziale revisione delle tecniche di controllo e di
gestione degli impianti. Appare, pertanto, evidente la necessità di una riorganizzazione
complessiva del servizio irriguo con l’introduzione di sistemi di misurazione e controllo
qualitativo e quantitativo della risorsa erogata. Ciò implica un’organizzazione diversa della
struttura consortile e sistemi di tariffazione differenziati a seconda del consumo effettivo
della coltura irrigata e del periodo irriguo preferito dall’utenza, nonché la necessità di una
diminuzione dell’evasione contributiva. Ci sono, tuttavia, situazioni comprensoriali in cui
la disponibilità stessa alla fonte appare insufficiente a coprire i fabbisogni delle stesse
superfici attrezzate, sia pure con i limiti della stagionalità e della distribuzione turnata. In
tale ottica appare di estrema importanza il completamento delle opere di accumulo in corso
di realizzazione, così come risulta necessaria la revisione delle convenzioni che regolano
l’utilizzo delle portate turbinate nei grandi schemi idroelettrici silani. In questo contesto, è
opportuno fare oggi un attimo di riflessione su quanto é stato fatto e magari correggere
alcune scelte che ieri potevano essere giuste ma che oggi, probabilmente, rischiano di
risultare non del tutto congruenti rispetto alle linee di tendenza attuali. Non c’è alcun
dubbio, infatti, che importanza prioritaria debba assumere per il futuro la valorizzazione
del potenziale produttivo esistente, sia nelle aree già attrezzate sia in quelle in fase di
completamento.
Pertanto,
occorre
evidenziare
l'assoluta
necessità
di
avviare,
contestualmente alla realizzazione degli impianti, una serie di iniziative atte a favorire la
pronta utilizzazione dell'acqua. È certamente necessario per il futuro continuare nella
realizzazione di infrastrutture di base e cioè opere di accumulo, adduzione e distribuzione,
Relazione di sintesi
581
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
ma occorre farlo in un'ottica più mirata ed all'interno di una pianificazione generale
regionale di cui si possano intravedere, o almeno si possano ipotizzare, i fini e che tenga
principalmente conto del reale stato di fatto. Ma ciò che è più importante è che la gestione
dell'irrigazione in Calabria non può limitarsi alle esigenze produttive del comparto
agricolo, ma deve essere legata anche a problematiche di carattere ambientale. Gran parte
delle aree coltivate sono particolarmente vulnerabili non solo alla siccità ed all'erosione,
ma anche agli squilibri nella gestione delle risorse idriche ed alla qualità delle acque. Si
tratta spesso di agrosistemi fragili da un punto di vista ecologico, che necessitano di
interventi di conservazione dei suoli e che risentono in modo sensibile delle conseguenze
di cattive gestioni dell'irrigazione. In alcune realtà, la fenomenologia legata al dissesto
idrogeologico è determinata non soltanto dalle condizioni meteorologiche (frequenza degli
eventi piovosi di particolare intensità, alternati a lunghi periodi di siccità), ma anche alla
mancanza di adeguate politiche di gestione del territorio rurale.
La gestione dell'irrigazione va quindi inserita in un contesto più ampio, ove accanto alle
esigenze di funzionamento dei sistemi irrigui, si guardi anche a problematiche di carattere
ambientale in un'ottica di "sostenibilità" dell'irrigazione stessa.
0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso lo
spargimento sul suolo
Con la D.G.R. n. 17 del 16/01/2006 pubblicata sul BURC n. 13 del 15/07/2006, la regione
Calabria adotta il regolamento relativo alle “Norme tecniche per l’utilizzazione agronomica
delle acque di vegetazione degli scarichi di vegetazione di frantoi oleari (All. A alla DGR
17 del 16/01/06)” ed adotta quale Piano di Spandimento dei reflui oleari la “Carta di
Attitudine dei Suoli allo spargimento delle acque di vegetazione e relativa monografia
divulgativa prodotta dall’ARSSA Servizio Agropedologia (All. B alla DGR 17 del
16/01/06)”.
La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione fortemente
interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura, rappresenta una scelta
strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione di qualità ambientale.
La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo settore, con l'indicazione
di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti per l'economia aziendale,
possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non autorizzato nell'ambiente.
Relazione di sintesi
582
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
L'utilizzazione agronomica delle acque reflue dei frantoi oleari, dal lavoro svolto
dall’ARSSA ed adottato dalla Regione con DGR n. 17 del 16/01/60, risulta essere, a livello
regionale, una strada percorribile. Una attenta valutazione di tutti i parametri pedoambientali
che interagiscono con i componenti delle acque reflue, ha evidenziato che in tutti i
comprensori olivicoli calabresi esistono suoli "adatti" allo spargimento. L'estensione dei
suoli è di gran lunga superiore rispetto a quella necessaria alla distribuzione delle acque
prodotte. Anche le valutazioni effettuate a livello comunale hanno confermato tale dato. E
pertanto, l'identificazione dei suoli adatti allo spargimento dei reflui oleari fornisce gli
elementi necessari per evitare il degrado del suolo, evitare l'inquinamento dei corpi idrici
superficiali e profondi, evitare danni alle colture e non ultimo, valorizzare un sottoprodotto
naturale di sicuro interesse fertilizzante, con particolare riferimento al contenuto in potassio.
Il lavoro, muovendo dal presupposto che l'ambiente "ricevitore" delle acque di vegetazione
varia spazialmente, ha evidenziato per ciascuna tipologia di suolo, le "limitazioni" all'uso
specifico. Il tipo e l'intensità delle limitazioni indicate devono intendersi come rischio
crescente di degrado del sistema ambientale. Sulla base delle specifiche limitazioni devono
essere calibrate le strategie di gestione dei reflui e/o dei suoli su cui effettuare lo
spandimento. Il lavoro nel complesso ha fornito gli elementi conoscitivi funzionali alla
regolamentazione e alla pianificazione degli interventi in materia. La carta di attitudine allo
spargimento dei reflui, infine, consentirà di pianificare gli interventi di monitoraggio di
medio e lungo periodo per i suoli a differente attitudine allo spargimento (ARSSA,
Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di
vegetazione della Regione Calabria).
Relazione di sintesi
583
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005
Relazione di sintesi
584
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli
obiettivi ambientali
Le misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli obiettivi ambientali sono
principalmente connesse ad azioni rigorose per il contenimento dell’apporto alle acque
superficiali del carico puntuale di origine civile, quali:
-
Rinaturalizzazioni d’alveo e creazioni di “buffer zones” (o fasce tampone);
-
Trattamenti di fitodepurazione;
-
Riuso delle acque reflue per utilizzo irriguo;
-
Riusi spinti delle acque reflue per utilizzi in settori diversi dall’irriguo;
-
Imporre i rilasci nel rispetto del DMV e coerenti con il bilancio idrico;
-
Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto;
-
Potenziamento dei processi di disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere
sulle caratteristiche di balneabilità delle acque marino costiere, sulle acque dolci
superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci;
-
Adeguamento delle reti fognarie e della relativa infrastrutturazione depurativa, al
fine di evitare eccessive attivazioni degli scaricatori di piena;
-
Riduzione dei limiti d’uscita dai depuratori per i nutrienti;
-
Realizzazione di vasche di prima pioggia;
-
Promuovere azioni volte ad evitare che il recettore finale di un impianto di
depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE e tra i 2.000 e 15.000
AE sia la “fiumara” calabrese.
Meno problematico è il carico inquinante di origine diffusa che opera verso una riduzione
ed una razionalizzazione degli inquinanti mediante l’applicazione dei codici di Buona
Pratica Agricola, prioritariamente nelle zone vulnerabili e potenzialemente vulnerabili
individuate. È necessario comunque, al fine di valutare il soddisfacimento degli obiettivi
ambientali, effettuare un monitoraggio continuo sulle modalità di applicazione del codice di
Buona Pratica Agricola.
Relazione di sintesi
585
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE MISURE
PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA’
AMBIENTALE
A fronte di una situazione complessivamente sufficiente ed in linea con gli obiettivi
intermedi di qualità fissati dalla normativa vigente, sarà necessario monitorare alcune
situazioni critiche per eliminare gli effetti/fattori di rischio che vanno ad incidere
sensibilmente sulla qualità dei corpi idrici superficiali. Risulta imprescindibile, al fine del
raggiungimento degli obiettivi intermedi di qualità ambientale previsti dalla normativa, la
riattivazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee.
Il controllo del raggiungimento degli obiettivi di qualità avviene attraverso attività di
verifica, di studio e, nello specifico, tramite il monitoraggio quali-quantitativo che
rappresenta l’indicatore primario degli interventi di risanamento. E’ quindi indicato
l’utilizzo di sistemi informativi territoriali e modelli matematici previsionali in grado di
supportare la definizione degli interventi e la verifica delle azioni intraprese. I modelli
ambientali sono uno strumento di indagine necessario a fornire in tempi contenuti differenti
scenari di intervento completati dal loro grado di efficacia ed efficienza.
Questi risultati rappresentano la situazione attuale della qualità dei corpi idrici della regione
Calabria che, unitamente agli studi sulla vulnerabilità del territorio, della pressione antropica
diffusa e puntuale e dell’ uso del suolo, permettono di identificare le criticità presenti sul
territorio e di predisporre le azioni integrate.
La Regione dovrà, ai fini del completamento del sistema di monitoraggio:
ƒ
intensificare la rete di controllo dei corpi idrici superficiali e sotterranei, in
particolare in quelli attualmente non monitorati;
ƒ
estendere i monitoraggi anche ai parametri addizionali (la loro ricerca si è limitata al
primo anno di campionamento) al fine di poter classificare i singoli corpi idrici in
base al loro stato ambientale ed, inoltre, di definire, mediante studi mirati, eventuali
valori di fondo naturali per le aree calabresi;
ƒ
predisporre il monitoraggio delle acque volto all’Identificazione delle Sostanze
Pericolose immesse nell’ambiente idrico (per dare attuazione al Decreto del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 6 Novembre 2003 n. 367:
“Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente
acquatico per le sostanze pericolose ai sensi dell’art. 3 comma 4 del D.Lgs
152/1999”, che individuava standard di qualità per 160 sostanze pericolose nelle
Relazione di sintesi
586
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
acque superficiali interne, di transizione e marino-costiere e standard di qualità per
27 sostanze nei sedimenti di acque marino-costiere, lagunari e di stagni costieri. Il
DM 367/03 è ora stato sostituito dal D.Lgs 152/06, che ha fissato nuovi standard di
qualità per le sostanze pericolose (Allegati alla Parte III – Sezione II – A.2.6 –
Tabelle 1/A e 1/B), anche se l’elenco dei parametri da controllare è pressochè il
medesimo rispetto alla vecchia normativa.
Relazione di sintesi
587
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