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INDICE - Regione Calabria
Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria INDICE 0 SINTESI 1 0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO 0.1.1 I corpi idrici significativi 9 9 0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque 20 0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento 21 0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento 38 0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento 54 0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento 55 0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di Inquinamento: Reflui oleari 57 0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi 60 0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi) 60 0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione 68 0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere 70 0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee 72 0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione 79 0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 80 0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo 80 0.1.4.1.2 Risultati 80 0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 84 0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo 84 0.1.4.2.2 Risultati 85 0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi 86 0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo 86 0.1.4.3.2 Risultati 87 0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99 90 0.2.1 Aree sensibili 90 0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 92 Indice – Relazione di Sintesi Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.1 Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi porosi 0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS 92 93 0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il calcolo della vulnerabilità intrinseca 0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati 0.2.2.2.1 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Sibari 101 109 111 0.2.2.2.2 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero del Fiume Lao 112 0.2.2.2.3 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Lamezia Terme 113 0.2.2.2.4 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Gioia Tauro 114 0.2.2.2.5 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Reggio Calabria 115 0.2.2.2.6 Vulnerabilità da nitrati per l’acquifero di Crotone 0.2.2.2.7 Conclusioni 116 117 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) 119 0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari 121 0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano 123 0.2.4.1 Zone di riserva strategica 123 0.2.4.2 Aree di ricarica delle falde 134 0.2.4.3 Zone di rispetto 136 0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro 137 0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia 145 0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao 149 0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria 150 0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari 160 0.3 GLI OBIETTIVI 168 0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino 168 0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano 174 0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali Indice – Relazione di Sintesi 177 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi 177 0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi 288 0.3.2.1.2.1 Acque superficiali 288 0.3.2.1.2.2 Caratterizzazione quantitativa dei 32 bacini dei corpi idrici significativi 299 0.3.2.2 Acque di transizione 365 0.3.2.3 Acque marino costiere 368 0.3.2.4 Corpi idrici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi 381 0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di Sibari 382 0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di S.Eufemia 388 0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di Gioia Tauro 393 0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli acquiferi della fascia costiera tra Villa S.Giovanni e Reggio Calabria 398 0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero della Piana del Lao 404 0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero dell’area di Crotone 0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione 407 409 0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 410 0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 427 0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi 434 0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE 435 0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152 0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di Indice – Relazione di Sintesi 435 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria qualità dei corpi idrici superficiali significativi di I° e II° ordine 440 0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse naturalistico – paesaggistico 460 0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse “alto carico inquinante” 469 0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali significativi e di interesse 499 0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque marino costiere e loro stima economica 505 0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del D.lgs. 152/99 508 0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 508 0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 509 0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi 510 0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione 510 0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque sotterranee 540 0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99 550 0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99 557 0.4.6.1 Settore civile 557 0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale 557 0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040 558 0.4.6.2 Settore industriale 564 0.4.6.3 Settore irriguo 567 Indice – Relazione di Sintesi Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso lo spargimento sul suolo 582 0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli obiettivi ambientali 585 0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE MISURE PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA’ AMBIENTALE Indice – Relazione di Sintesi 586 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0 SINTESI Lo strumento di pianificazione “Piano di Tutela delle Acque della regione Calabria” costituisce il percorso di reciproca incidenza tra lo stato ambientale dei corpi idrici (nell’intero comparto di idrosfera), le modificazioni che detti corpi idrici possono subire a seguito di pressioni ed impatti di origine antropica, la rispondenza al reticolo di strumenti, misure di intervento e azioni di salvaguardia a cui le pressioni antropiche devono sottostare ai fini dell’ottemperanza ai dettami normativi, quale il D.Lgs 152/99 e sue modifiche ed integrazioni, nonché nella consapevolezza del recepimento della WFD 2000/60. La Relazione di Sintesi rappresenta un compendio di tutte le attività di studio espletate, dalle fasi prodromiche di ricostruzione del patrimonio conoscitivo, di primaria organizzazione in un geoDB territoriale (appositamente organizzato e definito nelle funzioni di up-grade nella continuità), allo step applicato alle risultanze dei sistemi di monitoraggio (parte essenziale e reale grid d’ingresso per le classificazioni e gli obiettivi a perseguirsi), ovvero integrazione del geoDB non solo aperta alle variazioni dinamiche dei livelli informativi connessi ai sistemi di monitoraggio, ma anche alle sintesi di apporti scientifici sinergici che si sono susseguiti negli ultimi 5 anni di attività esperite. Forza concreta della relazione di sintesi è l’analisi delle condizioni ambientali dei corpi idrici (completiva, laddove verificata la disponibilità di dati fruibili ed omogenei, di classificazione), condotta fino alla definizione delle criticità precipue dei diversi corpi idrici (significativi e di particolare interesse ambientale), nonché alla individuazione di obiettivi “perseguibili”, stante il loro condizionamento ambientale. La fase applicativa finale illustra i criteri e le misure d’intervento, in relazione agli obiettivi di qualità individuati, le azioni di salvaguardia di acque a specifica destinazione, le possibili individuazioni di norme tecniche di attuazione. A tal proposito si sottolinea che in detta fase finale di studio degli scenari di maggiore stress quali-quantitativo della risorsa si è cercato di predisporre una analisi territoriale a scala di bacino per la individuazione di criticità caratterizzanti le aree scolanti nel dominio di competenza del bacino imbrifero principale. Tale azione è stata predisposta ancorché nella consapevolezza dell’impossibilità di circoscrivere le problematiche all’interno di domini amministrativi per i campi di esistenza degli acquiferi rispetto appunto al dominio di bacino idrografico. La considerazione nasce dalla circostanza che il PTA si configura come strumento di pianificazione regionale, di fatto sostitutivo dei vecchi “Piani di risanamento” previsti dalla Legge 319/76, e rappresenta un piano stralcio di settore del Piano di Bacino ai sensi dell’art. 17 della L.183/1989 Relazione di sintesi 1 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”, di cui dovrebbe ricalcare l’impianto strategico 1. In virtù della sua natura di stralcio di settore del Piano di bacino, pertanto, se quest’ultimo rappresenta un piano strategico per la definizione degli obiettivi e delle priorità degli interventi su scala di bacino, il Piano di Tutela delle Acque si configura, invece, come piano di più ampio dettaglio di scala regionale, elaborato e adottato dalle Regioni, ma comunque sottoposto al parere vincolante delle Autorità di Bacino. Sarà, infatti, attraverso l’approvazione dei singoli piani regionali di tutela, tra loro accomunati dalla fissazione di obiettivi di bacino, volti a garantire la considerazione sistemica del territorio, che si perverrà conseguentemente alla realizzazione della complessiva pianificazione di bacino nel settore della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, così come previsto dalla stessa legge sulla difesa del suolo. In questa relazione di sintesi è necessario, comunque, proporre un breve richiamo alle fasi temporali (in cui si sono esperite le diverse consegne di PTA) e normative di assogettabilità. Lo strumento del Piano di Tutela delle Acque è individuato dal D.lgs. 152/99 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”, come strumento prioritario per il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli obiettivi di qualità per specifica destinazione, nonché della tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Nella gerarchia della pianificazione regionale, quindi, il Piano di Tutela delle Acque si colloca come uno strumento sovraordinato di carattere regionale le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia dal piano stesso. In questo senso il Piano di Tutela delle Acque si presta a divenire uno strumento organico di disposizioni che verrà recepito dagli altri strumenti di pianificazioni territoriali e dagli altri comparti di governo. Allo stato attuale il Piano di Tutela delle Acque è uno specifico piano di settore la cui disciplina fa riferimento al Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che ne definisce le finalità. Esse riguardano (art. 73) la tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali, marine costiere e sotterranee attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi: 1 Le stesse Autorità di Bacino di rilievo nazionale e interregionale, ai sensi dello stesso D.lgs.152/99, sentite le Province e le Autorità d’Ambito, definiscono gli obiettivi su scala di bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi. Relazione di sintesi 2 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; • conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; • perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; • mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; • mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità (…); • impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.” Alla realizzazione di dette finalità concorrono, per quanto previsto all’art. 75 dello stesso Decreto, lo Stato (attraverso il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, fatte salve le competenze in materia igienico-sanitaria spettanti al Ministro della salute), le regioni e gli enti locali. In particolare, per quanto richiamato dall’Art. 61 del citato Decreto, le Regioni ferme restando le attività da queste svolte nell'ambito delle competenze del Servizio nazionale di protezione civile, ove occorra d'intesa tra loro, esercitano le funzioni e i compiti ad esse spettanti nel quadro delle competenze costituzionalmente determinate e nel rispetto delle attribuzioni statali, ed in particolare: “c) provvedono alla elaborazione, adozione, approvazione ed attuazione dei piani di tutela di cui all’art. 121” In conformità con ciò, la regione Calabria dovrà adottare il Piano di Tutela delle Acque, con Deliberazione della Giunta Regionale. In seguito all’adozione, il Settore Tutela delle Acque dell’Assessorato regionale di competenza dovrà promuovere un’ampia campagna di comunicazione dell'avvenuta predisposizione del Piano (verosimilmente a rendersi disponibile sul sito della regione) e organizzare una serie di incontri in tutte le province della Calabria per l’illustrazione tecnica e il confronto sul Piano con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non. Dette attività dovranno essere poste in essere in conformità ad una opportuna deliberazione di Giunta Regionale (con la adozione del Piano) al fine di garantire la partecipazione pubblica, ai sensi dell’art.122 del D.Lgs. n.152/2006, ai fini della proposta definitiva del Piano, concedendo un periodo di sei mesi dalla data di pubblicazione, del medesimo provvedimento, per la presentazione delle osservazioni scritte. Relazione di sintesi 3 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel predetto provvedimento deliberativo dovranno essere specificate le articolazioni ed i provvedimenti per la revisione del Piano a seguito delle valutazioni dei dati di monitoraggio dei corpi idrici e delle osservazioni derivanti dalle consultazioni di cui sopra, ai fini di sottoporre il documento alle determinazioni del Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva che dovrebbe avvenire, così come disposto dall’art.121, comma 5, del D.Lgs. n.152/2006, entro e non oltre il 31 dicembre 2008. Ai sensi di quanto previsto dallo stesso Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Parte Seconda, successivamente modificato con il D. Lgs. Del 16 gennaio 2008, n. 4, si rende, inoltre, necessario sottoporre il Piano di Tutela a Valutazione Ambientale Strategica. Le revisioni che il Settore Tutela delle Acque individuato della regione Calabria produrrà ai fini dell’approvazione definitiva del Piano dovranno, quindi, includere anche quelle derivanti dal processo di VAS, la cui finalità è quella di “garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile” (art. 4 D. lgs. 4/2008). Il Piano si compone: - della Relazione di sintesi; - della Relazione generale; - degli Allegati alla Relazione generale; - degli Elaborati cartografici prodotti. La relazione di sintesi contiene: • la sintesi del quadro conoscitivo; • le aree indicate al Titolo III, Capo I, D.lgs. 152/99 e s.m.i.; • gli obiettivi; • la sintesi dei programmi di misura da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale; • il programma di verifica dell’efficacia delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. La Relazione generale contiene: • il quadro conoscitivo; • la progettazione del sistema di monitoraggio; • i deflussi naturali disponibili; Relazione di sintesi 4 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • il bilancio idrico tra disponibilità ed utilizzazioni; • le curve di durata dei deflussi superficiali; • condizioni idrologiche di riferimento e DMV; • gli acquiferi sotterranei; • analisi dei risultati, classificazione e distribuzione spaziale dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali; • la qualità delle acque superficiali; • gli interventi per la tutela delle acque. Gli allegati alla Relazione generale contengono: • Caratteristiche idrologiche e morfologiche dei 32 bacini dei corpi idrici significativi (All. 1) • Caratterizzazione fisiografica ed idrologica dei 118 bacini superiori ai 10 km2 (All. 1.1) • Caratterizzazione faunistica e floristica. Aree naturali protette (All. 2) • Le schede “rete Natura 2000” e “IBA” della regione Calabria (All. 2.1) • Elaborazioni statistiche – Fiume Crati, Fiume Savuto e Fiume Petrace (All. 3) • Caratterizzazione idrologica e analisi dell’alterazione idrologica in alcuni corsi d’acqua alla sezione di chiusura (All. 4) • Stima del Deflusso Minimo Vitale alle sezioni di chiusura dei 32 bacini dei corpi idrici significativi della Calabria (All. 5) • Descrizione del Sistema Informativo (All. 6) • Validazione del modello di bilancio idrologico (All. A) • Simulazione dei deflussi naturali sui 32 bacini significativi (All. B) • Valori medi e trends critici (All. C) • Simulazione dei deflussi naturali per 118 bacini superiori ai 10 km2 (All. D) • Analisi del bilancio idrico (All. E) • Qualità delle acque superficiali. Stima delle pressioni e degli impatti da fonti puntuali e diffuse (All. F) • Stima del carico di nutrienti da attività agricole nelle acque di scorrimento superficiale e nel percolato della regione Calabria (All. F1) • Caratterizzazione idrogeologica (All. G) • Bilancio idrogeologico (All. H) Relazione di sintesi 5 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Classificazione acque sotterranee (All. I) • Vulnerabilità intrinseca (All. L) • Le aree di salvaguardia (All. M) • Acque Marino-costiere (All.N) Gli elaborati cartografici prodotti si articolano nelle seguenti tavole: • Localizzazione delle stazioni per il prelievo e la classificazione delle acque marino costiere • Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione funzionale – I° anno di monitoraggio • Localizzazione delle stazioni per il rilevamento delle caratteristiche qualitative dei laghi naturali e artificiali e per la classificazione dei corpi idrici a destinazione funzionale – II° anno di monitoraggio • Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e invasi artificiali (SEL) – I° anno • Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e invasi artificiali (SEL) – II° anno • Classificazione acque superficiali – Corsi d’acqua superficiali (SECA) e Laghi e invasi artificiali (SEL) - biennio • Classificazione acque superficiali – Acque marino costiere (TRIX) e acque di transizione (stato ecologico) • Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP) e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) – I° anno • Classificazione acque superficiali a specifica destinazione funzionale – Acque destinate alla produzione di acqua potabile (AP), Acque idonee alla vita dei pesci (VP) e Acque idonee alla vita dei molluschi (VM) –II° anno • Punti di prelievo • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Sibari • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico del Fiume Lao • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Crotone Relazione di sintesi 6 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme • Rete di monitoraggio delle acque sotterranee – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Sibari • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico del Fiume Lao • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Crotone • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme • Classificazione Acque sotterranee – Stato Chimico – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria • Vulnerabilita’ • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Sibari • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico del Fiume Lao • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Crotone • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Gioia Tauro • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Lamezia Terme • Vulnerabilita’– Bacino idrogeologico di Reggio Calabria • Vulnerabilità da nitrati per i cinque bacini idrogeologici significativi • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Sibari • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico del Fiume Lao • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Crotone • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme • Vulnerabilità da nitrati – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria • Fonti di approvvigionamento per i cinque bacini idrogeologici significativi • Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Sibari Relazione di sintesi 7 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del Fiume Lao • Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria • Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro • Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme • Sistema delle Aree Naturali Protette - Rete Natura 2000 • Aree irrigue ed opere di presa • Carichi civili • Aree di ricarica degli acquiferi Relazione di sintesi 8 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.1 IL QUADRO CONOSCITIVO 0.1.1 I corpi idrici significativi Sulla base degli artt. 3, 4 e 5 del D.lgs.152/99 e s.m.i. e per le finalità di cui al medesimo decreto sono stati individuati come corpi idrici significativi sia i corpi idrici superficiali che sotterranei. I corpi idrici sono distinti in 5 categorie: - corsi d’acqua; - laghi naturali e artificiali; - acque di transizione; - acque marino – costiere; - acque sotterranee. Corsi d’acqua Il D.Lgs. 152/99 dispone che le Regioni individuino, sulla base delle indicazioni contenute nell’allegato 1 del Decreto stesso, i corpi idrici significativi, che devono conseguentemente essere monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale (attività oggetto del presente progetto di rilevamento). In particolare, devono essere considerati significativi tutti i corsi d’acqua naturali di primo ordine (cioè quelli recapitanti direttamente in mare) il cui bacino imbrifero abbia una 2 superficie maggiore di 200 km , nonché tutti i corsi d’acqua di secondo ordine o superiore 2 il cui bacino imbrifero abbia una superficie maggiore di 400 km . “Devono inoltre essere censiti, monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale”. “Infine devono essere monitorati e classificati anche tutti quei corpi idrici che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere un’influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi”. Su tali basi, sono stati individuati i seguenti 32 bacini significativi (ed altri 3 minori, oggetto di rilevamento qualitativo nel II° anno di monitoraggio): Relazione di sintesi 9 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi CORSI D’ACQUA I° ORDINE Denominazione BACINO 1 R18012 Fiume Crati 2447.8 319.6 3.47 2 R18047 Fiume Neto 1073.3 219.3 4.15 3 R18096 Fiume Mesima 815.3 152.0 3.20 4 I016 Fiume Lao 595.9 144.7 2.91 5 R18069 Fiume Amato 443.8 131.7 3.06 6 R18060 Fiume Tacina 426.9 129.5 4.87 7 R18118 Fiume Petrace 422.3 107.2 2.51 8 R18057 Fiume Savuto 411.5 126.4 2.84 9 R18066 Fiume Corace 294.4 113.3 4.32 10 R18030 Torrente Trionto 288.8 128.9 4.80 Area [km2] Densità di Perimetro drenaggio [km] [km/km2] Tabella 1 Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi CORSI D’ACQUA II° ORDINE Denominazione BACINO 11 R18012 Fiume Esaro 542.9 132.9 3.34 12 R18016 Fiume Coscile 405.5 99.1 2.55 Area [km2] Densità di Perimetro drenaggio [km] [km/km2] Tabella 2 Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi CORSI D’ACQUA AD ALTO VALORE PAESAGGISTICO Denominazione BACINO 13 R18009 Torrente Raganello 164.6 82.3 3.06 14 R18133 Fiumara Amendolea 150.4 69.6 5.50 15 R18068 Fiume Crocchio 129.7 83.4 5.00 16 R18134 Fiumara La Verde 117.0 71.6 5.12 17 I016 Torrente Argentino 65.9 42.9 3.47 Area [km2] Perimetro Densità di [km] drenaggio[km/km2] Tabella 3 Relazione di sintesi 10 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi CORSI D’ACQUA AD ALTO CARICO INQUINANTE Denominazione BACINO 18 R18096 Fiume Marepotamo 234.1 75.6 3.79 19 R18096 Fiume Metramo 234.1 81.1 3.41 20 R18089 Fiume Angitola 190.1 73.6 2.94 21 R18042 Fiume Nicà 175.0 77.5 5.36 22 R18097 Fiume Ancinale 173.4 83.6 4.19 23 R18131 Fiumara Bonamico 136.4 62.6 5.08 24 R18110 Fiumara Allaro 130.1 76.8 4.87 25 R18071 Fiume Esaro di Crotone 110.8 50.6 2.17 26 R18115 Fiumara Budello 84.2 53.5 0.43 27 R18132 Fiumara di Gallico 59.6 49.7 3.45 28 R18085 Torrente Turrina 57.7 40.5 2.07 29 R18121 Fiumara Novito 55.9 45.4 4.52 30 R18136 Fiumara Calopinace 53.5 44.5 4.73 31 R18099 Fiumara della Ruffa 43.5 36.5 2.51 32 R18036 Torrente Fiumarella 34.3 43.7 3.44 Area [km2] Perimetro [km] Area [km2] Densità di Perimetro drenaggio [km] [km/km2] Tabella 4 Numero Codice BACINO Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi CORSI D’ACQUA MINORI Denominazione BACINO 33 R18017 Fiume Abatemarco 64,78 49,46 34 R18038 Fiume Aron 37,48 28,85 35 R18050 Fiume Deuda 12,32 20,74 Tabella 5 In ottemperanza alle specifiche finalità del Piano di Tutela delle Acque della regione Calabria è stata predisposta una fase di censimento dei corsi d’acqua, aventi un bacino idrografico con estensione superiore a 10 km2, dei laghi naturali ed artificiali, delle acque marine costiere e delle acque di transizione del territorio della regione Calabria. Sempre in ottemperanza a quanto stabilito dall’allegato 3 del D.Lgs 152/99 e s.m.i., per ogni corpo idrico superficiale sono state analizzate le caratteristiche fisiografiche ed idrologiche, e le relative elaborazioni sono contenute negli Allegati 1 e 1.1 alla Relazione generale. I corsi superficiali con bacino idrografico superiore a 10 km2 sono di seguito elencati: Relazione di sintesi 11 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali con bacino idrografico superiore a 10 km2 compresi i bacini significativi individuati ai sensi del D.lgs. 152/99 Area [km2] 1 R18005 Canale Cardona 21.02 2 R18003 Canale Rendeti 17.24 3 R18007 Fiumara Saraceno 88.06 4 I Fiume Sinni 5 R18012 Fiume Crati 2447.8 5.a R18012 Fiume Busento - 5.b R18012 Fiume Mucone - 5.c R18012 Fiume Follone - 5.d R18012 Fiume Gronde - 5.e R18012 Fiume Esaro - 5.f R18012 Fiume Cosciale - 6 R18008 Torrente Avena 32.68 7 R18014 Torrente Caldana 56.69 8 R18002 Torrente Canna 53.05 9 R18004 Torrente Ferro 119.9 10 R18010 Torrente Magliaro 13.76 12 R18021 Torrente San Mauro 72.27 13 R18001 Torrente San Nicola 36.97 14 R18011 Torrente Satanasso 43.75 15 R18006 Torrente Straface 40.08 16 R18009 Torrente Raganello 164.56 17 R18023 Torrente Malfrancato 57.35 18 R18025 Torrente Coriglianeto 62.76 19 R18027 Torrente Gennarito 10.53 20 R18029 Torrente Grammisato 21.06 21 R18028 Torrente Cino 48.52 22 R18034 Torrente Citrea 11.41 23 R18033 Torrente Colognati 65.90 24 R18032 Torrente Cokerie 86.24 25 R18035 Fosso Nubrica 12.38 26 R18030 Torrente Trionto 288.82 26.a R18030 Fiume Laurenzana - 27 R18036 Torrente Fiumarella 31.92 28 R18039 Torrente Acquaniti 45.68 29 R18040 Torrente Arso 28.96 Relazione di sintesi 12 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 30 R18042 Fiume Nicà 175.05 31 R18045 Torrente Votagrande 32.40 32 R18046 Torrente San Nicola 10.83 33 R18048 Canale Olivatella 11.02 34 R18049 Torrente Lipuda 159.82 35 R18052 Torrente Trinchicello 10.06 36 R18053 Torrente Surbolo 17.69 37 R18047 Fiume Neto 1073.29 37.a R18047 Fiume Arvo - 37.b R18047 Fiume Lese - 37.c R18047 Fiume Vitravo - 38 R18058 Torrente Talesi 18.54 39 R18062 Torrente Fallao 22.14 40 R18063 Torrente Ponticelli 18.20 41 R18065 Fosso del Passovecchio 79.12 42 R18071 Fiume Esaro di Crotone 110.82 43 R18080 Canale Fossa dell’Acqua 23.94 44 R18078 Vallone Vorga 63.90 45 R18074 Vallone del Dragone 31.77 46 R18073 Vallone Pozzo Fieto 21.63 47 R18060 Fiume Tacina 426.95 48 R18068 Fiume Crocchio 129.69 49 R18076 Torrente Frasso 23.68 50 R18079 Torrente Scilotraco 16.31 51 R18072 Torrente Uria 72.90 52 R18067 Fiume Simeri 129.61 53 R18083 Torrente Fegado 14.67 54 R18064 Fiume Alli 128.35 55 R18084 Torrente Castaci 20.31 56 R18082 Torrente Fiumarella 34.27 57 R18066 Fiume Corace 294.41 58 R18088 Torrente Alessi 99.03 59 R18091 Vallone Fiumarella 18.12 60 R18090 Torrente Soverato o Beltrame 84.37 61 R18097 Fiume Ancinale 173.35 62 R18100 Fiumara Alaca 41.11 63 R18101 Torrente Salubro 19.12 64 R18102 Torrente Gallipari 29.68 Relazione di sintesi 13 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 65 R18104 Torrente Vodà 16.38 66 R18107 Torrente Ponzo 11.45 67 R18111 Torrente Munita 14.42 68 R18108 Fiumarella di Guardavalle 28.58 69 R18105 Fiumara Assi 66.40 70 R18109 Fiumara Stilaro 95.17 71 R18116 Vallone Favaco 10.38 72 R18113 Fiumara Precarito 55.71 73 R18110 Fiumara Allaro 130.12 74 R18117 Fiumara Amusa 39.40 75 R18120 Fiumara Barruca 22.89 76 R18119 Fiumara Romanò 22.89 77 R18114 Fiume Torbido 160.52 78 R18122 Torrente Lordo 13.13 79 R18121 Fiumara Novito 55.86 80 R18123 Fiume Gerace 38.98 81 R18124 Fiumara Portigliola 35.02 82 R18126 Torrente Condoianni 66.53 83 R18130 Torrente Pintammati 14.17 84 R18138 Fiumara Careri 92.08 85 R18131 Fiumara Bonamico 136.42 86 R18139 Torrente Sant’Antonio 10.05 87 R18134 Fiumara La Verde 116.97 88 R18142 Fiumara di Bruzzano 52.62 89 R18148 Fiumarella Sena 11.11 90 R18147 Fiumara di Spartivento 16.39 91 R18151 Fiumara di Spropoli 11.69 92 R18143 Fiumara di Palizzi 36.46 93 R18144 Fiumara di San Pasquale 25.88 94 R18150 Torrente Sideroni 10.77 95 R18133 Fiumara Amendolea 150.38 96 R18149 Torrente Acrifa 17.32 97 R18138 Fiumara di Melito 80.01 98 R18145 Fiumara di Sant’Elia 28.95 99 R18146 Torrente Oliveto 13.64 100 R18141 Fiumara Valanidi 29.07 101 R18140 Fiumara D’Armo 15.05 102 R18137 Fiumara Sant’Agata 52.33 Relazione di sintesi 14 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 103 R18136 Fiumara Calopinace 53.46 104 R18135 Fiumara dell’Annunziata 22.52 105 R18132 Fiumara di Gallico 59.63 106 R18129 Fiumara di Catona 68.48 107 R18127 Fiumara di Favazzina 20.46 108 R18125 Fiumara Sfalassà 24.03 109 R18118 Fiume Petrace 422.29 109.a R18118 Torrente Marro - 109.b R18118 Torrente Duverso - 110 R18115 Fiumara Budello 84.24 111 R18106 Fosso San Giovanni 18.56 112 R18103 Fosso Britto 10.99 113 R18096 Fiume Mesima 815.26 113.a R18096 Fiume Marepotamo - 113.b R18096 Fiume Metramo - 113.c R18096 Torrente Sciarapotamo - 113.d R18096 Torrente Vacale - 114 R18099 Fiumara della Ruffa 43.51 115 R18098 Torrente della Grazia 11.62 116 R18094 Fiumara Potame 10.92 117 R18092 Fiumara Murria 28.18 118 R18093 Fiumara Spadara 21.86 119 R18095 Fiumara Trainiti 25.97 120 R18089 Fiume Angitola 190.09 121 R18085 Torrente Turrina 57.72 122 R18069 Fiume Amato 443.83 122.a R18069 Fiume Sant’Ippolito - 123 R18075 Torrente Bagni 74.64 124 R18081 Torrente Spilinga 11.58 125 R18077 Torrente Castiglione 11.59 126 R18057 Fiume Savuto 411.55 127 R18070 Fiume Torbido 18.14 128 R18061 Fiume Oliva 59.35 129 R18056 Torrente Licetto 47.07 130 R18059 Torrente Verri 15.22 131 R18055 Torrente Bardano 10.35 132 R18054 Fosso di Mare 25.28 133 R18051 Torrente Scioviano 19.55 Relazione di sintesi 15 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 134 R18050 Torrente Deuda 12.32 135 R18044 Torrente Maddalena 12.02 136 R18043 Fiumara La Serra 13.68 137 R18041 Fiumara dei Bagni 24.19 138 R18038 Fiume Aron 37.48 139 R18037 Torrente Triolo 16.92 140 R18031 Torrente Sangineto 28.64 141 R18026 Torrente Soleo 15.91 142 R18020 Torrente Corvino 35.61 143 R18019 Torrente Vaccuta 32.14 144 R18017 Fiume Abatemarco 64.78 145 I016 Fiume Lao 595.93 146 R18013 Torrente Fiuzzi 11.48 147 R18087 Collettore Imbutillo 14.85 148 R18086 Torrente S. Eufrasio 22.32 Tabella 6 Laghi e invasi artificiali La configurazione morfostrutturale regionale, articolata su un sistema geologico fortemente complicato dalle differenti evoluzioni tettoniche, non risulta di fatto caratterizzata da una adeguata presenza di laghi naturali. Sotto un punto di vista meramente fisico-geografico, l’unico lago naturale (peraltro formatosi per evenienze morfostrutturali recenti connesse ad eventi gravitativi) è il lago Costantino, con una superficie dello specchio liquido pari a circa 2 0,08 km . Di contro, il medesimo sistema geomorfologico ha favorito, a fronte di una spiccata idroesigenza, la realizzazione di una marcata quantità di invasi artificiali, di cui si fornisce di seguito l’elenco unitamente ai dati di prima caratterizzazione fisico-idraulica. Relazione di sintesi 16 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 1 2 3 4 5 IR1801203 IR1804703 IR1804704 IR1801201 IR1806401 Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi LAGHI ED INVASI ARTIFICIALI Denominazione Cecita Arvo Ampollino Farneto del Principe Passante 6 IR1809601 Metramo 7 IR1808901 Angitola 8 IR1801202 Tarsia 9 10 11 12 13 14 15 IR1807101 IR1812201 IR1804702 IR1804701 IR1805701 IR1806001 IR1804705 Vasca S. Anna Lordo Votturino Ariamacina Savuto Migliarite Orichella Numero Codice Utilizzazione Idroelettrica Idroelettrica Idroelettrica Irrigua Idroelettrica Irrigua – Potabile – Industriale Irrigua Irrigua – Industriale Irrigua Irrigua Irrigua Idroelettrica Idroelettrica Idroelettrica Idroelettrica Superficie specchio liquido (Km2) Perimetro (Km) Capacità massima (Mm3) 5,37 5,52 4,92 5,49 0,89 46,9 22,4 26,7 15,4 9,8 108,0 83,0 67,0 46,3 38,0 1,68 13,7 26,6 1,74 10,8 21,0 1,97 11,2 16,0 0,94 1,17 0,23 0,48 0,14 0,12 0,02 3,6 9,4 3,2 4,9 2,3 1,8 0,9 16,0 8,0 3,0 2,0 1,0 0,4 0,2 Tabella 7 Ai fini della ottemperanza alle normative alla base del presente progetto, sono stati considerati significativi i laghi artificiali il cui bacino di alimentazione sia interessato da attività antropiche che ne possano compromettere la qualità e aventi superficie dello specchio liquido almeno pari a 1 km2 o con volume d’invaso almeno pari a 5 milioni di m3. Tale superficie è riferita al periodo di massimo invaso. Acque di transizione Il D. Lgs. 152/99 identifica come significative, tra le acque di transizione, le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni costieri. Le uniche zone umide costiere presenti in Calabria, intese come acque di transizione, sono le zone umide di Gizzeria Lido e il Pantano di Saline Joniche. Numero Codice Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi ACQUE DI TRANSIZIONE Denominazione 1 2 T1801 T1802 Stagni di Gizzeria Pantano di Saline Joniche Tabella 8 Relazione di sintesi 17 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Acque marino costiere Sono state considerate significative le acque marino costiere dell’intero perimetro costiero regionale, comprese entro i 3000 m dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 m. L’intero tratto costiero è stato suddiviso in 15 segmenti a carattere omogeneo (dettagliati nella tabella che segue) al fine di pervenire ad una caratterizzazione e classificazione dell’ambiente marino costiero in base a precise identità territoriali omogenee. Numero SWB2 Codice 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 M1801 M1802 M1803 M1804 M1805 M1806 M1807 M1808 M1809 M1810 M1811 M1812 M1813 M1814 M1815 Identificazione dei corpi idrici superficiali significativi ACQUE MARINO COSTIERE Denominazione Fiume Sinni – Roseto Capo Spulico Roseto Capo Spulico – Capo Trionto Capo Trionto – Punta Alice Punta Alice – Capo Rizzuto Capo Rizzuto – Staletti Staletti – Punta Stilo Punta Stilo – Siderno Siderno – Capo Spartivento Capo Spartivento – Capo dell’Armi Capo dell’Armi – Punta Pezzo Punta Pezzo – Capo Vaticano Capo Vaticano – Capo Suvero Capo Suvero – Belmonte Calabro Belmonte Calabro– Capo Bonifati Capo Bonifati – Tortora L (Km) 23 71 50 87 71 35 30 48 42 37 80 82 29 50 43 Tabella 9 Acque sotterranee Secondo quanto previsto dal D.lgs. 152/99, sono significativi gli accumuli d’acqua contenuti nel sottosuolo e permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione permanente. Fra esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o no) contenute in formazioni permeabili e, in via subordinata, i corpi d’acqua intrappolati entro formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Le manifestazioni sorgentizie, concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di acque in quanto, affioramenti della circolazione idrica sotterranea. In base ai principali criteri geolitologici, strutturali e morfologici della regione e delle problematiche connesse all’uso delle risorse stesse, sono state individuate, ai fini della definizione del sistema di rilevamento delle risorse idriche sotterranee, cinque aree di interesse prioritario, coincidenti con altrettanti complessi idrogeologici, ossia: 1. Bacino Idrogeologico di Sibari Relazione di sintesi 18 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 2. Bacino Idrogeologico del fiume Lao 3. Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme 4. Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro 5. Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria Nel secondo anno di monitoraggio, a seguito della rimodulazione della rete di rilevamento quali – quantitativo delle acque sotterranee, sono stati individuati quattro nuovi punti acqua appartenenti agli acquiferi sottesi dai bacini idrografici dei fiumi Corace, Crocchio, Alli e Tacina (che per facilità di discussione ed inquadramento sono stati definiti “Bacino Idrogeologico di Crotone”). In dette aree sono presenti acquiferi costituiti da complessi detritici sabbioso-conglomeratici plio-pleistocenici e da depositi alluvionali di fondo valle dei principali corsi d’acqua e delle piane costiere. Identificazione e caratterizzazione iniziale delle acque sotterranee 1 2 3 4 5 Acquifero detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene), sabbioso e conglomeratico della piana di Sibari Acquifero detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico della piana del Lao Acquifero depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte), detriticoalluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene), sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Sant’Eufemia Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene medio-inferiore), depositi eolici (Olocene-Pleistocenici pro-parte), detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Gioia Tauro Acquifero arenaceo e conglomeratico- talora torbiditico (Miocene medio-inferiore), arenaceo ed argilloso (subordinati calcari ed evaporati) (Miocene superiore), detritico-depositi alluvionali e fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Reggio Calabria Tabella 10 Ed infine, i quattro nuovi punti acqua appartengono ad un Acquifero detritico-alluvionale terrazzato-fluviolacustre e fluvioglaciale (Pleistocene), detritico-depositi alluvionali e Relazione di sintesi 19 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria fluviolacustri-spiagge attuali (Olocene) e sabbioso e conglomeratico (Pleistocene e Pliocene) della piana di Crotone. 0.1.2 Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque Allo scopo di individuare le pressioni che impattano sui corpi idrici significativi, sia superficiali che sotterranei individuati, sono stati analizzate, per ciascuno dei bacini idrografici significativi ricadenti nel territorio, le seguenti: Sorgenti puntuali di inquinamento a) Impianti di trattamento dei reflui b) Siti di Interesse Nazionale Sorgenti diffuse di inquinamento a) carichi di origine civile come deficit di trattamento b) carichi di origine agricola c) carichi di origine zootecnica d) carichi provenienti da acque meteoriche dilavanti su aree urbane e) carichi di origine industriale, proveniente da agglomerati e nuclei industriali f) carichi potenziali derivanti dalle attività produttive idroesigenti che si sviluppano sul territorio regionale calabrese Nella regione Calabria i maggiori carichi inquinanti afferenti ai corpi idrici superficiali e sotterranei possono ritenersi attribuibili prevalentemente: agli scarichi domestici solo in parte trattati in impianti di depurazione, alla fertilizzazione dei suoli operata in agricoltura, ai residui dell’attività zootecnica ed alle acque di prima pioggia dilavanti le aree urbanizzate il cui carico inquinante spesso è piuttosto rilevante. Tali contributi sono stati stimati sulla base delle informazioni disponibili sull’uso del suolo del territorio calabrese, le pratiche agronomiche adottate, la distribuzione sui diversi comuni delle popolazioni residenti e fluttuanti, delle attività zootecniche e degli impianti di depurazione, e alla piovosità media caratteristica dei bacini esaminati. La definizione dell’impatto proveniente da fonte diffusa prende in considerazione tutte le attività di natura antropica e naturale, che per tipologia e provenienza non sono circoscrivibili. Tra le fonti di inquinamento diffuso vengono presi in considerazione i carichi generati prodotti da fonti agricole e zootecniche e industriali. Limitate sono risultate le alterazioni attribuibili agli Relazione di sintesi 20 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria apporti inquinanti di origine agricola e zootecnica che sembrano avere effetti significativi sui soli invasi artificiali. 0.1.2.1 Acque superficiali – Sorgenti puntuali di inquinamento Impianti di trattamento reflui I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici calabresi sono stati stimati come somma dei carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non serviti da impianto di depurazione. Per tale calcolo, per gli impianti di depurazione a servizio di agglomerati maggiori di 15000 A.E. si è fatto riferimento a dati aggiornati al 31/12/2004, risultato di un censimento relativo a 45 impianti censiti. Di 44 sono state fornite le coordinate geografiche, di 43 la potenzialità, di 32 la portata effluente, di 43 la concentrazione del carico organico in ingresso e di 36 di quello in uscita. In base a tali dati, per gli impianti dei quali erano disponibili la portata Q e la concentrazione del carico organico in uscita, è stato possibile calcolare direttamente il carico organico afferente ai corpi idrici mediante la seguente relazione: C BOD5 = Q * BOD5,OUT Per il calcolo dei carichi di azoto e fosforo, non avendo a disposizione le loro concentrazioni, è stato necessario stimarne i valori sulla base dei carichi di BOD5 in ingresso agli impianti, calcolati come prodotto tra la portata e la concentrazione in ingresso, ipotizzando per l’azoto che il rapporto tra BOD5 ed N sia pari a 5 e che il suo abbattimento nell’impianto sia pari al 35% (L.Bonomo, R.Salvetti), e per il fosforo ipotizzando che il rapporto tra BOD5 e P sia pari a 33,3 e che il suo abbattimento sia pari al 25% (L.Bonomo, R.Salvetti). Relazione di sintesi 21 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Carico Potenzialità nominal (a.e.) e (a.e.) Portata annuale (m3/anno) Tipo BOD5 Fosforo BOD5 Azoto Nome corpo Azoto in Fosforo corpo in in in in idrico entrata in uscita idrico entrata entrata uscita uscita recettore [t/y] [t/y] recettore [t/y] [t/y] [t/y] [t/y] Agglomerato Impianto Comuni Serviti Tipo di Trattamento Belvedere Marittimo Praie Belvedere Marittimo preliminare + primario + secondario + avanzato 26126 60000 965.060 acque dolci - costiere torrante soleo 296,6 59,3 8,9 21,9 38,6 6,7 Cariati (Nicà) Cariati (loc. Nicà) Cariati preliminare+primario +secondario 25989 30000 723.065 acque dolci Fiume Nicà 153,8 30,8 4,6 14,4 20,0 3,5 Cassano allo Ionio (Spadelle) Cassano (Spadelle) Cassano allo Ionio preliminare + primario + secondario 16548 15000 1.000.000 acque dolci fosso comunale 169,5 33,9 5,1 17,0 22,0 3,8 Castrovillari Castrovillari (San Rocco) Castrovillari preliminare + primario + secondario 30896 28800 2.400.000 acque dolci fiume fiumicello 384,0 76,8 11,5 38,4 49,9 8,6 Cetraro (loc. Sottocastello) Cetraro (loc. Sottocastello) Cetraro preliminare+ primario+secondario 17000 15000 781.200 acque dolci Fiume Aron 199,1 39,8 6,0 29,9 25,9 4,5 Diamante Buonvicino (Sorbo) Diamante (loc. Sorbo) Diamante- Buonvicino preliminare + primario + secondario 20000 22000 1.737.371 acque costiere Tratto Capo Bonifati Tortora 486,9 97,4 14,6 37,7 63,3 11,0 Diamante - Grisolia Maierà-Buonvicino preliminare+primario +secondario+terziario 50000 40000 803.029 acque dolci Torrente Vaccuta 258,3 51,7 7,8 15,3 33,6 5,8 Diamante - Grisolia - Diamante (loc. Maierà - Buonvicino Cirella (Vaccuta) Vaccuta) Fuscaldo Fuscaldo (loc. Maddalena) Fuscaldo preliminare+primario +secondario 21144 32000 1.170.000 acque costiere Tratto Belmonte Calabro - Capo Bonifati 294,6 58,9 8,8 29,5 38,3 6,6 Paola Paola (loc. Pantani) Paola preliminare+primario +secondario+terziario 37829 50000 2.500.000 acque costiere Tratto Belmonte Calabro - Capo Bonifati 450,0 90,0 13,5 45,0 58,5 10,1 Relazione di sintesi 22 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 31000 46000 1.400.000 acque costiere Tratto Capo Bonifati Tortora 65,4 13,1 2,0 6,5 8,5 1,5 Cosenza, Rende, Castrolibero, Marano Marchesato, Marano Principato, Castiglione Cosentino, San Pietro in Rende (loc. Coda preliminare + primario Guarano, Lappano, 231633 di Volpe) + secondario Rovito, Zumpano, Casole Bruzio, Trenta, Spezzano Piccolo, Montalto Uffugo, San Fili, Rose, Carolei, Dipignano, Mendicino 250000 30.615.956 acque dolci Fiume Crati 4016,3 803,3 120,5 404,4 522,1 90,4 Roseto Capo Spulico Roseto Capo Spulico (loc. Piano d'Orlando) Roseto Capo Spulico preliminare+primario +secondario 17473 20000 1.275.529 acque dolci Torrente Ferro 237,1 47,4 7,1 23,7 30,8 5,3 Rossano Rossano (loc. S.Angelo) Rossano preliminare+primario +secondario 60000 40000 4.380.000 109,5 21,9 3,3 109,5 14,2 2,5 Corigliano Calabro Corigliano Calabro (loc. Boscarello) Corigliano Calabro 4.380.000 796,4 159,3 23,9 204,7 103,5 17,9 Santa Maria del Cedro Santa Maria del Cedro (loc. Frecciaro) Santa Maria del CedroGrisolia preliminare+primario +secondario 39598 90000 1.650.000 acque costiere 368,1 73,6 11,0 16,1 47,9 8,3 Scalea Scalea (loc. Lintiscita) Scalea preliminare+primario +secondario 89756 115000 2.700.000 acque costiere 2144,4 428,9 64,3 81,5 278,8 48,2 Tortora Tortora (loc. Falconara) Tortora preliminare+primario +secondario 26130 15000 565.680 acque costiere 132,3 26,5 4,0 17,2 17,2 3,0 Trebisacce Trebisacce (c.da Malomo) Trebisacce preliminare+primario +secondario 18119 30000 985.500 24,6 4,9 0,7 24,6 3,2 0,6 Praia a Mare Rende - Cosenza Praia a Mare (loc. Lungomare) Praia a Mare preliminare+primario +secondario+terziario 60000 Relazione di sintesi Tratto Capo Bonifati Tortora Tratto Capo Bonifati Tortora Tratto Capo Bonifati Tortora acque dolci Torrente Pagliaro 23 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Villapiana Villapiana (loc. Orto della Signora) Villapiana preliminare+primario +secondario 20268 30000 1.479.564 acque dolci Torrente Saraceno 291,5 58,3 8,7 29,1 37,9 6,6 Catanzaro Catanzaro (loc. Verghello) Catanzaro preliminare+primario +secondario 148292 90000 8.935.200 acque dolci Fiume Corace 1857,0 371,4 55,7 135,2 241,4 41,8 Isca sullo Jonio, Isca sullo Jonio, Badolato, Badolato, Isca (loc. Marina preliminare+primario Sant'Andrea Apostolo di Isca) +secondario+terziario Sant'Andrea Apostolo dello Jonio dello Jonio 20773 20000 1.516.429 acque dolci Torrente Gallipari 361,1 72,2 10,8 42,7 46,9 8,1 Lamezia Terme preliminare+secondari Lamezia Terme - Ex SIR 110600 Ex SIR o+avanzato 110000 6.290.000 acque dolci Collettore Ferroni 1488,4 297,7 44,7 135,7 193,5 33,5 acque dolci Torrente Soverato o Beltrame 155,6 31,1 4,7 16,3 20,2 3,5 1207,8 241,6 36,2 123,7 157,0 27,2 53,7 10,7 1,6 5,2 7,0 1,2 802,9 160,6 24,1 80,2 104,4 18,1 Lamezia Terme + Falerna Marina, Gizzeria, Curinga Montepaone, Gasperina, Montauro, Soverato (loc. Fiumarata) Petrizzi e Stalettì (parte) Soverato (loc. Fiumarata) preliminare+primario +secondario 27906 20000 700.000 Nocera Terinese (loc. Marina De Luca) preliminare+primario +secondario+terziario 0 84000 6.132.000 Sellia Marina (loc. Uria) preliminare+secondari o+avanzato 19886 25000 242.000 Soverato, Satriano, Soverato (loc. Soverato (loc. Soverato preliminare+primario Davoli, San Sostene Soverato Marina) Marina) +secondario+terziario 45163 40000 3.296.899 preliminare + primario + secondario + avanzato 32000 30000 2.332.759 acque costiere Tratto Punta Alice - Capo Rizzuto 620,5 124,1 18,6 65,9 80,7 14,0 Crotone Crotone (Comunale - loc. preliminare + primario (Comunale - loc. Ponte) + secondario Ponte) 69777 60000 6.480.000 acque dolci Torrente Papaniciaro 1466,5 293,3 44,0 260,3 190,6 33,0 Amantea, Belmonte, Nocera Terinese Nocera Terinese e (loc. Marina De Falerna (centro Luca) abitato) Sellia Marina 1 Cirò Marina Crotone Sellia Marina (loc. Uria) Cirò Marina (contrada Saverona) Cirò Marina (contrada Saverona) Relazione di sintesi acque dolci Torrente Grande acque dolci Torrente Uria acque dolci Fiume Ancinale 24 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Cutro e parte (Praialonga) di Isola Capo Rizzuto Cutro (S. Leonardo) Cutro (S. Leonardo) preliminare + primario + secondario + avanzato 37152 30000 748.530 acque dolci Fosso del Dragone 188,4 37,7 5,7 22,8 24,5 4,2 Isola di Capo Rizzuto (Le Castella) Isola di Capo Rizzuto (Le Castella) Isola di Capo Rizzuto (Le Castella) preliminare + primario + secondario + avanzato 26157 35000 560.000 acque costiere Tratto Capo Rizzuto - Stalettì 144,5 28,9 4,3 8,1 18,8 3,3 Isola di Capo Rizzuto (Capo Rizzuto) preliminare + primario + secondario + avanzato 22097 30000 1.613.081 acque dolci Fosso Seleno 183,7 36,7 5,5 35,5 23,9 4,1 Isola di Capo Isola di Capo Rizzuto Rizzuto (Capo (Capo Rizzuto) Rizzuto) Strongoli Strongoli (loc. Scannaporcello) Strongoli (loc. Scannaporcello) preliminare + primario + secondario + avanzato 16400 33000 1.197.200 acque dolci Fosso Gabella Grande 54,6 10,9 1,6 6,0 7,1 1,2 Tropea, Parghelia, Zaccanopoli (loc. Le Grazie) Parghelia (Le Grazie) Parghelia (Le Grazie) preliminare+primario +secondario 21000 40000 1.455.000 acque costiere tratto Capo Vaticano Capo Suvero 206,9 41,4 6,2 13,6 26,9 4,7 Vibo Marina, Briatico Vibo Valentia (parte) (Loc. (Porto Salvo) Portosalvo) Vibo Valentia (Porto Salvo) preliminare + primario + secondario + avanzato 29000 35000 1.500.000 acque costiere tratto Capo Vaticano Capo Suvero 291,0 58,2 8,7 25,8 37,8 6,5 Vibo Valentia parte (loc. preliminare+primario Piscopio) +secondario+terziario 20659 20000 1.073.000 acque dolci Fosso del Falco 53,3 10,7 1,6 11,1 6,9 1,2 preliminare+primario +secondario+terziario 20000 20000 1.460.000 tratto Capo Vaticano Capo Suvero 192,9 38,6 5,8 24,5 25,1 4,3 Vibo Valentia parte (loc. Piscopio) Vibo Valentia (Piscopio) Pizzo (loc. Marinella) Pizzo (Marinella) Pizzo (loc. Marinella) Relazione di sintesi acque costiere 25 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Locri, Siderno e parte di Grotteria mare (loc. Breccia) Siderno (loc.Breccia) Bagnara Calabra Bagnara Calabra (loc. Cacilì) Benestare, Bianco, Bovalino Bianco (loc. Sant'Antonio) Gioia tauro Locri, Siderno e parte di preliminare + primario Grotteria mare (loc. + secondario Breccia) 56753 83000 3.420.000 acque costiere tratto: Siderno Capo Spartivento 372,9 74,6 11,2 47,9 48,5 8,4 Bagnara Calabra preliminare+primario +secondario 16130 15000 909.854 acque costiere Tratto Punta Pezzo - Capo Vaticano 144,9 29,0 4,3 13,0 18,8 3,3 Benestare, Bianco, Bovalino preliminare + primario + secondario + avanzato 25183 41000 1.380.000 acque dolci torrente Sant'Antonio 137,1 27,4 4,1 32,6 17,8 3,1 Gioia Tauro, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Laureana di Gioia Tauro preliminare + primario Borrelo, 158183 (contrada lamia) + secondario Melicucco, Nicotera (VV), Palmi,, Polistena, Rizziconi,, Rosarno, San Ferdinando, Taurianova 260000 16.500.000 acque dolci fiumara budello 4140,5 828,1 124,2 286,9 538,3 93,2 16953 18000 1.314.000 acque dolci Fiume Torbido 204,0 40,8 6,1 45,3 26,5 4,6 22950 18000 1.275.000 acque dolci Fiumara di Sant'Elia 111,5 22,3 3,3 9,7 14,5 2,5 50000 120000 4.439.438 acque dolci Fiumara Sant'Agata 540,2 108,0 16,2 48,8 70,2 12,2 Marina di Gioiosa Marina di Gioiosa (loc. Sant'Anna) Marina di Gioiosa Melito di Porto Salvo - Roghudi Melito Porto Salvo - loc. Sant'Elia Melito di Porto Salvo Roghudi Reggio Calabria (Ravagnese) Reggio Calabria (fraz.ne Ravagnese) Reggio Calabria (Ravagnese) preliminare+primario +secondario preliminare+primario +secondario Relazione di sintesi 26 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Reggio Calabria (Pellaro) Villa San Giovanni Reggio Calabria preliminare+primario Reggio Calabria (Pellaro) (fraz.ne Pellaro) +secondario Villa San Giovanni (loc. Cannitello Punta Pezzo) Villa San Giovanni preliminare+primario +secondario 0 25318 11000 2.192.904 acque dolci Fiumarella di Lume 594,1 118,8 17,8 190,4 77,2 13,4 948.612 acque costiere Tratto Punta Pezzo - Capo Vaticano 242,1 48,4 7,3 35,9 31,5 5,4 Tabella 11 Relazione di sintesi 27 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria I carichi di origine civile afferenti ai corpi idrici significativi calabresi, provenienti da impianti di depurazione a sevizio di agglomerati superiori ed inferiori ai 15.000 AE, sono stati stimati come somma dei carichi effluenti dagli impianti di depurazione, e di quelli non serviti da impianto di depurazione. Carichi inquinanti di origine civile per bacino come deficit di trattamento CIVILI TRATTATI BACINO NON TRATTATI TOTALI CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO CARICO N P BOD5 N P BOD5 N P BOD5 (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) Fiume Petrace 20,0 3,0 15,0 109,0 16,0 543,0 129,0 19,0 558,0 Fiume Amato Fiume Corace (*) Fiume Tacina Fiume Savuto (*) Fiume Neto Torrente Trionto Fiume Crati (*) Fiume Lao Fiume Mesima (*) Fiumara Calopinace Fiumara di Gallico Fiumara Bonamico Fiumara Novità (*) Fiumara Budello (*) Fiumara Allaro Fiumara della Ruffa Fiume Ancinale (*) Fiume Angitola Torrente Turrina (*) Torrente Fiumarella Fiume Esaro di Crotone (*) Fiume Nicà (*) Fiume Crocchio Fiumara Amendolea Fiumara La Verde Torrente Raganello Torrente Argentino Fiume Metramo Fiume Marepotamo 90,0 305,0 4,0 68,0 85,0 48,0 803,0 30,0 78,0 0,0 206,0 1,4 0,0 533,0 0,0 7,0 23,0 20,0 205,0 1,4 191,0 24,0 26,0 19,0 0,0 16,0 0,0 40,0 11,0 16,0 53,0 0,5 12,0 15,0 8,0 139,0 5,0 14,0 0,0 36,0 0,2 0,0 92,0 0,0 1,0 4,0 3,0 36,0 0,2 33,0 4,0 5,0 3,0 0,0 3,0 0,0 7,0 2,0 69,0 234,0 7,0 53,0 65,0 37,0 618,0 23,0 60,0 0,0 159,0 1,0 0,0 287,0 0,0 6,0 18,0 16,0 144,0 1,0 260,0 18,0 20,0 15,0 0,0 12,0 0,0 31,0 8,0 48,0 57,0 115,0 53,0 135,0 20,0 613,0 9,0 130,0 2,0 0,0 16,0 18,0 11,0 35,0 4,0 62,0 45,0 0,0 46,0 57,0 21,0 0,0 0,0 9,0 2,0 0,0 99,0 90,0 7,0 9,0 17,0 8,0 20,0 3,0 92,0 1,0 19,0 0,3 0,0 2,0 3,0 1,7 5,0 0,7 9,0 7,0 0,0 7,0 9,0 3,0 0,0 0,0 1,0 0,3 0,0 15,0 13,0 239,0 285,0 575,0 263,0 677,0 98,0 3066,0 44,0 649,0 9,0 0,0 81,0 88,0 55,0 177,0 22,0 310,0 227,0 0,0 230,0 285,0 105,0 0,0 0,0 44,0 11,0 0,0 497,0 448,0 138,0 362,0 119,0 121,0 220,0 68,0 1416,0 39,0 208,0 2,0 206,0 17,4 18,0 544,0 35,0 11,0 85,0 65,0 205,0 47,4 248,0 45,0 26,0 19,0 9,0 18,0 0,0 139,0 101,0 23,0 62,0 17,5 20,0 35,0 11,0 231,0 6,0 33,0 0,3 36,0 2,2 3,0 93,7 5,0 1,7 13,0 10,0 36,0 7,2 42,0 7,0 5,0 3,0 1,0 3,3 0,0 22,0 15,0 308,0 519,0 582,0 316,0 742,0 135,0 3684,0 67,0 709,0 9,0 159,0 82,0 88,0 342,0 177,0 28,0 328,0 243,0 144,0 231,0 545,0 123,0 20,0 15,0 44,0 23,0 0,0 528,0 456,0 Tabella 12 (*) Carichi di origine civile provenienti da impianti di depurazione a sevizio di agglomerati > 15000 AE e < 15000 AE. I restanti (non contraddistinti dal simbolo (*) sono relativi ai soli carichi civili provenienti da impianti di depurazione e/o scarichi di acque reflue urbane provenienti a servizio di agglomerati < 15000 AE Relazione di sintesi 28 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 1: Carichi di BOD5 di origine civile Relazione di sintesi 29 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 2: Carichi di azoto di origine civile Relazione di sintesi 30 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 3: Carichi di fosforo di origine civile Relazione di sintesi 31 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN) L’unico sito di interesse nazionale per le bonifiche della regione Calabria è quello di Crotone, che comprende i comuni di Crotone, Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria. Il Sito di Interesse Nazionale di Crotone - Cassano - Cerchiara è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01. Con D.M. 26 novembre 2002 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1 comma 4 della Legge 426/98. Il perimetro comprende un territorio di circa 530 ha a terra e 1452 ha a mare (comprensivi di 132 ha di area portuale), nel quale sono incluse aree pubbliche ed aree private. Relativamente alla compromissione di natura socio/sanitario ed ambientale presente nel sito di interesse nazionale nonché alla titolarità/proprietà delle aree incluse nel perimetro del sito, di seguito si vanno a dettagliare la titolarità pubblica o privata di ciascuna area e le criticità ambientali presenti nelle stesse. Limitatamente alle aree private, queste interessano circa 400 ha del sito e coinvolgono i seguenti soggetti privati: Settore Chimico Chimico Metallurgico Industriale Aziende Ex Agricoltura (SYNDIAL) Ex Pertusola (SYNDIAL) Criticità Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi. Acque di falda e suoli contaminati Materie prime: fosforite e quarzite, fosforo e acido fosforico, sono state utilizzate fosforiti con concentrazioni di radioisotopi naturali variabili da partita a partita. acque di falda e suoli contaminati primo impianto in Italia della metallurgia dello zinco. Acque di falda e suoli contaminati Privati contaminazione da metalli pesanti: zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico, dovuti principalmente all’attività svolta nello Stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial) Fosfotec s.r.l. Tabella 13 Per quanto riguarda l’area pubblica, questa interessa circa 130 ha alla quale si aggiunge l’area marino costiera prospiciente la zona industriale, compresa tra la foce del fiume Esaro a sud e quella del fiume Passovecchio a nord, per una lunghezza di circa 5 km lungo la costa e di 3 km verso il largo. Il territorio comprende le seguenti aree di attenzione: Relazione di sintesi 32 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Area Un’area ubicata nel comune di Cassano allo Jonio (Località “Chidichimo”, “Tre Ponti” e “Sibari”) Un’area ubicata nel comune di Cerchiara Calabra (località Capraro), Area archeologica Criticità Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di zinco) Smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di zinco) Inquinamento da metalli pesanti Discarica pubblica caratterizzata da smaltimento di RSU Inquinamento da metalli pesanti Discarica Tufolo - Farina L’Area marino costiera Tabella 14 Interventi ad oggi attivati Aree private Aree pubbliche Realizzazione delle indagini geognostiche sulle argille basali finalizzate alla progettazione della barriera fisica, da realizzare come intervento di MISE nell’area Ex Pertusola Sud Caratterizzazione dell’area riguardante la discarica a mare (loc.tà Armeria). Attualmente sono in corso le analisi dei campioni prelevati Realizzazione dei campionamenti previsti dalle indagini di caratterizzazione dell’area dello stabilimento Ex Pertusola Realizzazione e messa in opera dei Sud, effettuati alla presenza di personale ARPACAL piezometri previsti sulla discarica a mare Eseguita la caratterizzazione integrativa dell’area dello stabilimento Ex Pertusola Sud. Attualmente sono in corso le Bonifica da ordigni bellici sulla analisi dei campioni prelevati discarica a mare e nello specchio marino antistante lo stabilimento Ex Bonifica da ordigni bellici all’interno dello stabilimento Ex Pertusola Sud Pertusola Sud Caratterizzazione a mare dell’area Approvato con decreto interministeriale il Progetto A1 prospiciente Ex Pertusola Sud definitivo di bonifica delle acque di falda del Punto Vendita n. 8559, trasmesso da ENI Div. Refining & Marketing Tabella 15 Interventi programmati Area di competenza interessata Area archeologica Discarica Tufolo Farina pubblica Intervento programmato Bonifica dell’area Caratterizzazione e bonifica della discarica MISE delle discariche mediante la rimozione e lo Discariche dei comuni di Cassano allo smaltimento dei rifiuti industriali presenti, presso Jonio e Cerchiara Calabra idonea discarica autorizzata Tabella 16 E’ in corso di definizione un Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e regione Calabria, provincia di Crotone, comune di Crotone, Autorità portuale di Gioia Tauro, per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel “SIN di Crotone-Cassano-Cerchiara”. Relazione di sintesi 33 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Tessuto produttivo La struttura del sistema imprenditoriale provinciale mostra una predominanza di imprese attive nel settore terziario, seguono le imprese agricole e di costruzioni. Il tessuto produttivo crotonese, in termini di incidenza, è fortemente caratterizzato dalla presenza di imprese agricole. Come conseguenza diretta del peso dell’agricoltura, si è sviluppata nella provincia una consistente industria agroalimentare. Nell’area particolare interesse riveste il Distretto agroalimentare di Sibari. I Comuni ricadenti nel territorio del Distretto cosentino sono circa 32, tra cui Rossano, Corigliano Calabro e Cassano allo Ionio. Nel settore agricolo, agro-alimentare e industriale, particolare importanza assumono alcuni comparti e le imprese locali che, grazie a moderni criteri di coltivazione, si sono ormai rese competitive sul piano nazionale e internazionale. Notevole anche la coltivazione e lavorazione della liquirizia, di cui si producono qui i tre quarti del totale nazionale (presente anche Amarelli). Significative inoltre l’orticoltura, la frutticoltura, l’olivicoltura (impiantata dai Benedettini dopo il 1400, rinomata oggi per l’olio extravergine d’oliva Bruzio DOP con menzione geografica specifica ‘Sibaritide’) e la viticoltura (con due vitigni autoctoni, Gaglioppo e Greco Bianco, dodici vini DOC e tredici IGT per l’intera regione). Caratteristiche dell’area, infine, la lavorazione di conserve alimentari, di prodotti caseari (Caciocavallo Silano DOP e numerosi formaggi freschi e stagionati, ricotte affumicate di mucca e ovicaprine), di cereali e pasta e di insaccati di qualità certificata (salsiccia, capicollo, pancetta e soppressata DOP). Presenti e integrati con le PMI locali, gli insediamenti di Parmalat e del Gruppo Cirio. Settori rilevanti Dimensione imprese Servizi PMI Costruzioni PMI Agroalimentare Grandi imprese - PMI Tabella 17 Di seguito si riporta una breve descrizione dei principali soggetti privati presenti nel SIN “Crotone – Cassano – Cerchiara”. Ex Pertusola L’area interessata ha una superficie di 48 ha ed è limitata sul lato mare dalla ferrovia Metaponto-Reggio Calabria e sul lato monte dalla S.S.106. Relazione di sintesi 34 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lo stabilimento entra in funzione nel 1928 e costituisce il primo impianto in Italia della metallurgia dello zinco, con una capacità produttiva iniziale di 10.000 tonn/a di zinco, fino ad arrivare a 90.000 tonn/a nel 1973, con la messa in marcia del forno Cubilot. Nel 1993, a seguito della dismissione del forno Cubilot viene costruito internamente allo stabilimento un deposito temporaneo per le ferriti di zinco. Nel 1999 è stata interrotta l’attività produttiva. Dalle indagini di caratterizzazione eseguite, è emerso quanto segue: Per i suoli: - i materiali di riporto presenti negli stadi superficiali di gran parte del sito sono risultati contaminati da metalli (Zn, Pb, Cu, As, Cd, Hg) spesso compresenti in concentrazione superiori ai limiti di accettabilità per i siti industriali; in alcuni punti si riscontra anche un’alta concentrazione da idrocarburi pesanti; - tali materiali superficiali sottoposti a test di cessione rilasciano concentrazioni di metalli inaccettabili per le discariche di 2° categoria tipo B; - la contaminazione da metalli Zn e Cd si è propagata anche negli strati sottostanti (23 metri) raggiungendo in alcuni punti dell’area impianti , anche 9-10m di profondità. Per le acque: le acque sotterranee risultano in genere salate e in alcuni punti acide ed inquinate da almeno un parametro, anche se in molti punti superano il limite di accettabilità solo il Mn e i solfati. Questi analiti potrebbero essere in parte associati ad una situazione naturale; gli inquinanti presenti nelle acque in concentrazioni superiori ai limiti di legge sono principalmente metalli, Cd soprattutto, ma anche Zn, Pb, Fe, Hg, As. Ex Agricoltura Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone ed è limitato sul lato mare dalla ferrovia Metaponto-Reggio Calabria e sul lato interno dalla SS106 Ionica, confina a Nord con lo stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial) e a Sud con l’area di stabilimento SASOL Spa. Il sito ex Agricoltura occupa una superficie complessiva di circa 6,3 ha. L’insediamento era destinato alla produzione di fertilizzanti complessi (azotati e fosfatici) e ha cessato la sua attività produttiva nel febbraio 1992. In particolare si lavoravano i seguenti materiali: - Materie prime: ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi. - Prodotti finiti: fertilizzanti complessi, acido nitrico, acido solforico e oleum. Relazione di sintesi 35 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel 1997 è stata effettuata una messa in sicurezza permanente dell’area Nord dello stabilimento di 22.840 mq mediante asportazione divisa in settori ed un ritombamento con i materiali scavati nel settore centrale. Successivamente nel settore ritombato con i terreni compromessi si è eseguita una cinturazione con diaframma plastico immorsato nello strato argilloso sottostante e successiva asfaltatura di tipo stradale. I risultati delle analisi condotte su campioni di terreno hanno evidenziato una contaminazione da metalli pesanti (diffusa per l’As e locale per Cd, Zn e Hg) ed idrocarburi (C>12, PCB ed IPA), mentre le analisi condotte su campioni di acqua di falda hanno rilevato concentrazioni superiori ai limiti normativi per i parametri alifatici clorurati cancerogeni (in particolare 1,1,2 Tricloroetano, 1,2 -dicloroetano, tetracloroetilene, triclorometano), alifatici alogenati cancerogeni (bromodiclorometano), benzene, nitrati e metalli (in particolare Fe, Mn e Zn). E’ attiva da maggio 2004 una barriera idraulica la cui configurazione attuale risulta composta da n. 9 pozzi superficiali e n. 4 pozzi profondi di emungimento. Discarica Ex Fosfotec - Farina Trappeto La discarica occupa un'area situata nel comune di Crotone in prossimità della zona industriale nella fascia costiera compresa tra la linea ferroviaria Crotone - Metaponto e il mare, per una lunghezza di circa 550 m e una larghezza variabile tra 180 e 40 m e si sviluppa di fronte al perimetro delle Ex Agricoltura S.p.A. e SASOL Spa (ex Società Fosfotec s.r.l.). L'ubicazione della discarica e la sua delimitazione, all'epoca dell'autorizzazione provvisoria per l’attività di smaltimento di rifiuti solidi inerti, è la seguente: - ad ovest dalla strada del Consorzio di Bonifica Crotone-Neto; - a nord dai terreni ricadenti nell' area della Società Pertusola; - a sud dall'alveo del fiume Esaro; - ad est dal Mare Jonio. La discarica è ubicata in un'area già interessata da conferimenti abusivi e disordinati di rifiuti con presenza di riporti di materiali. Area Ex Fosfotec (Forno Noduli) Lo stabilimento ex Fosfotec di Crotone si trova in un’area con destinazione d’uso industriale ubicata nell’ampia area pianeggiante a nord della città, che percorre il tratto costiero a nord della foce del fiume Esaro ed estesa fino al torrente Passovecchio. L’area è Relazione di sintesi 36 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria allungata parallelamente alla costa ed ha dimensioni di circa 1500 m in lunghezza e circa 400 m in larghezza; verso la costa è delimitata dal percorso della ferrovia e verso l’interno della strada statale ionica S.S.106. In detto ambito sono comprese, da sud a nord, le aree di proprietà Fosfotec s.r.l. in liquidazione, della Sasol Italy S.p.A. e dell’Enichem (Ex Agricoltura). L’area denominata “Forno Noduli” si trova a sud del complesso industriale ed ha una superficie di circa 48.000 mq. In questa area la società Fosfotec ha iniziato la propria attività relativa alla produzione di fosforo e derivati nel 1992. Nel giugno 2003 sono cessate le produzioni e si è provveduto alla messa in sicurezza degli impianti e delle infrastrutture ad essi collegate fino allo smantellamento definitivo dell’area avvenuto nell’arco temporale 1996-1998. In merito allo stato di inquinamento delle matrici ambientali risulta: - nel primo metro del terreno di riporto contaminazione da metalli pesanti (As, Cd, Pb, Zn, Hg); - nei campioni di terreno, non solo superficiale, è stato rilevato il parametro fosforo totale, anche in concentrazioni elevate; - nelle acque di falda contaminazione da As, nitrati e ammoniaca (parametri ricercati: As, fosforo totale, idrocarburi totali nitriti nitrati ed ammoniaca). Sasol Lo stabilimento della Sasol Italy a Crotone si trova in un’area industriale ubicata a nord dell’abitato, lungo il tratto costiero percorso dalla SS 106 (Strada Statale Ionica). Lo stabilimento occupa una superficie complessiva di circa 10 ha e confina a sud con l’ex stabilimento Fosfotec, a est con la costa, a ovest con la SS 106 e a nord con lo stabilimento Agricoltura. La prima società che si insediò nell’area (1927) si occupava della produzione di ammoniaca e fertilizzanti azotati. Nel corso degli anni lo stabilimento ha prodotto acido solforico, oleum, acido fosforico via umida, fertilizzanti fosfatici, fosforo via termica, acido fosforico via termica, acido nitrico e tripolifosfato. Dal 1992 sono attive le produzioni di zeoliti (silicoalluminati di sodio) per detergenza e di silicato di sodio, gestite da EniChem Augusta, che ha assunto nel 1996 il nome di Condea Augusta e nel 2001 di Sasol Italy. Nelle precedenti indagini ambientali si è rilevato il superamento dei limiti in 2 campioni di terreno ed in particolare, entrambi i campioni prelevati sono risultati contaminati da Hg e il Relazione di sintesi 37 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria campione più superficiale (0-5m) prelevato in uno dei due punti è risultato debolmente contaminato da Cd. Le acque di falda sono risultate contaminate da As, Cd, Fe, Mn, Hg, Pb. Centrale Eni Il sito è inserito all’interno della zona industriale di Crotone, in località Passovecchio, a circa 3 km dal centro della città. Il sito, limitato sul lato mare dalla ferrovia MetapontoReggio Calabria, confina a Sud con la strada consortile e con lo stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial), mentre a Nord e ad Ovest con altre aree industriali che comprendono in particolare una falegnameria, una carpenteria e, a 700 m di distanza, l’impianto consortile di trattamento delle acque industriali. L’area occupa una superficie complessiva di 66.000 mq di cui: 35.000 mq impiegati per gli impianti di trattamento del gas; 31.000 mq utilizzati per deposito momentaneo di materiali di perforazione e area doganale. Le situazioni di non conformità rispetto alle concentrazioni previste dal DM 471/99 sono riconducibili a: per i terreni: presenza di idrocarburi C<12; per le acque: presenza di As e di idrocarburi totali. Rilevata inoltre la presenza di prodotto in fase separata LNAPL. 0.1.2.2 Acque superficiali – Sorgenti diffuse di inquinamento a) Carichi di origine zootecnica Il carico organico di origine zootecnica è stato determinato facendo riferimento alla metodologia elaborata dal CNR-IRSA (CNR – IRSA Quaderno 90, 1991) che propone di calcolare l’apporto inquinante di natura organica di ogni specifica categoria di animali allevati, in termini di BOD5. Per il calcolo del carico inquinante di azoto e fosforo di origine zootecnica, la metodologia adottata è quella proposta da G. Provolo (“I piani di tutela delle acque” a cura di Bonomo e Vismara, 2004) . Tale metodologia si basa sull’attribuzione, per ogni tipologia di allevamento, del peso vivo di ogni singolo capo e di un coefficiente di produzione di azoto e fosforo riferito al peso vivo dei capi allevati. Calcolando la sommatoria dei singoli apporti è possibile individuare il contributo di azoto e fosforo al campo dovuto alla zootecnia. Relazione di sintesi 38 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i carichi totali e specifici superficiali di azoto, fosforo e BOD5 prodotti dall’attività zootecnica. Carichi inquinanti di origine zootecnica per bacino ZOOTECNIA BACINO SIGNIFICATIVO CARICO N CARICO P CARICO BOD5 (t/y) Fiume Petrace 94,726 Fiume Amato 214,174 Fiume Corace 94,521 Fiume Tacina 265,556 Fiume Savuto 127,155 Fiume Neto 390,040 Torrente Trionto 126,671 Fiume Crati 1321,382 Fiume Lao 159,596 Fiume Mesima 534,691 Fiume Coscile 192,785 Fiume Esaro 212,877 Fiumara Calopinace 6,421 Fiumara di Gallico 6,776 Fiumara Bonamico 12,722 Fiumara Novito 14,632 Fiumara Budello 4,485 Fiumara Allaro 31,612 Fiumara della Ruffa 122,548 Fiume Ancinale 65,014 Fiume Angitola 102,804 Torrente Turrina 20,908 Torrente Fiumarella 5,679 Fiume Esaro di Crotone 52,821 Fiume Nicà 148,391 Fiume Crocchio 27,538 Fiumara Amendolea 39,709 Fiumara La Verde 40,079 Torrente Raganello 109,024 Torrente Argentino 13,445 Fiume Metramo 45,998 Fiume Marepotamo 70,143 CARICO N CARICO P CARICO BOD5 SPECIFICO SPECIFICO SPECIFICO (t/y) (t/y) (t/ y*Km2) (t/ y*Km2) (t/ y*Km2) 36,508 89,811 39,048 106,226 57,865 166,503 55,295 576,772 69,651 218,244 84,151 92,933 2,785 3,023 5,462 6,913 2,022 14,917 49,053 27,668 43,635 9,150 2,205 22,589 63,212 10,039 15,126 15,797 47,586 5,866 22,050 28,533 883,949 1363,677 699,178 1631,928 741,742 2052,594 748,011 7494,929 967,886 3103,530 1005,497 1209,201 100,139 115,715 111,488 172,626 37,510 203,912 646,934 428,768 595,541 128,227 31,475 448,075 800,051 169,135 252,150 222,474 623,554 74,539 231,393 404,600 0,179 0,386 0,257 0,498 0,247 0,291 0,351 0,432 0,214 0,525 0,380 0,314 0,096 0,091 0,075 0,210 0,043 0,194 2,253 0,300 0,433 0,290 0,133 0,381 0,678 0,170 0,211 0,274 0,530 0,163 0,157 0,240 0,017 0,040 0,027 0,050 0,028 0,031 0,038 0,047 0,023 0,054 0,041 0,034 0,010 0,010 0,008 0,025 0,005 0,023 0,225 0,032 0,046 0,032 0,013 0,041 0,072 0,015 0,020 0,027 0,058 0,018 0,019 0,024 2,093 3,073 2,375 3,822 1,802 1,912 2,590 3,062 1,624 3,807 2,479 2,227 1,873 1,941 0,817 3,091 0,445 1,567 14,868 2,473 3,133 2,222 0,918 4,043 4,571 1,304 1,677 1,902 3,789 1,132 0,988 1,728 Tabella 18 Relazione di sintesi 39 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 4: Carichi di BOD5 di origine zootecnica Relazione di sintesi 40 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 5: Carichi di azoto di origine zootecnica Relazione di sintesi 41 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 6: Carichi di fosforo di origine zootecnica Relazione di sintesi 42 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria b) Carichi di origine agricola I carichi di origine agricola sono stati stimati per ogni comune, tenendo conto delle carte dell’ uso del suolo e dei surplus di fertilizzanti di azoto e di fosforo che vengono applicati in Calabria sui diversi suoli coltivati (Cavazza L. e Caliandro A., 2003), surplus che non essendo assorbiti dalle colture sono potenzialmente dilavabili dal terreno. Poiché la cartografia di riferimento riporta la distribuzione territoriale dell’uso del suolo per le quattro diverse stagioni, i surplus sono stati distribuiti stagionalmente applicando le percentuali di fertilizzanti utilizzati nei diversi trimestri. Una volta calcolati i contributi stagionali, dalla loro somma si è risalito alle quantità annuali di azoto e fosforo disponibili al dilavamento. Per ognuno dei 32 bacini significativi individuati sono stati ottenuti i carichi totali di azoto e fosforo di origine agricola prodotti (Tab.19). Carichi inquinanti di origine agricola per bacino AGRICOLTURA BACINO CARICO CARICO CARICO N CARICO P N P SP SP SIGNIFICATIVO Fiume Petrace Fiume Amato Fiume Corace Fiume Tacina Fiume Savuto Fiume Neto Torrente Trionto Fiume Crati Fiume Lao Fiume Mesima Fiume Coscile Fiume Esaro Fiumara Calopinace Fiumara di Gallico Fiumara Bonamico Fiumara Novito Fiumara Budello Fiumara Allaro Fiumara della Ruffa Fiume Ancinale Fiume Angitola Torrente Turrina Torrente Fiumarella Fiume Esaro di Crotone Fiume Nicà Fiume Crocchio (t/y) 1020,784 586,801 287,628 545,233 178,998 703,350 96,860 3104,187 100,661 1306,851 655,338 721,030 58,214 9,543 47,677 52,988 286,891 56,064 60,981 97,028 160,753 121,987 40,495 125,727 85,440 154,133 (t/y) 256,616 74,525 39,017 74,287 27,875 106,674 13,873 430,860 18,619 178,023 86,161 100,754 8,013 1,507 6,065 7,409 35,954 8,045 11,980 15,130 22,234 15,860 5,881 23,632 12,061 21,761 Relazione di sintesi (t /y*Km2 ) 2,417 1,322 0,977 1,277 0,435 0,655 0,335 1,268 0,169 1,603 1,616 1,328 1,089 0,160 0,349 0,949 3,406 0,431 1,401 0,560 0,846 2,114 1,182 1,134 0,488 1,188 (t /y*Km2 ) 0,608 0,168 0,133 0,174 0,068 0,099 0,048 0,176 0,031 0,218 0,212 0,186 0,150 0,025 0,044 0,133 0,427 0,062 0,275 0,087 0,117 0,275 0,172 0,213 0,069 0,168 43 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Fiumara Amendolea Fiumara La Verde Torrente Raganello Torrente Argentino Fiume Metramo Fiume Marepotamo 113,735 64,435 143,238 0,000 225,890 287,492 14,154 9,089 22,016 0,000 30,133 23,943 0,756 0,551 0,870 0,000 0,965 1,228 0,094 0,078 0,134 0,000 0,129 0,102 Tabella 19 Relazione di sintesi 44 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 7: Carichi di azoto di origine agricola Relazione di sintesi 45 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 8: Carichi di fosforo di origine agricola Relazione di sintesi 46 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria c) Carichi delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane Le acque meteoriche risultano caratterizzate da carichi inquinanti spesso paragonabili a quelli di origine domestica ed a volte anche superiori ad essi. Per tale ragione è stato stimato anche il loro carico inquinante attribuendo ad ogni bacino carichi specifici di BOD5, N e P proposti, per unità di superficie di area urbana e per millimetro di pioggia, nel 2002, congiuntamente dalla regione Emilia Romagna e dall’ARPA Emilia Romagna: BOD5 = 0,297 Kg/ha/mm Azoto = 0.032 Kg/ha/mm Fosforo = 0.010 Kg/ha/mm Carichi inquinanti da dilavamento di aree urbane BACINO SIGNIFICATIVO Fiume Petrace Fiume Amato Fiume Corace Fiume Tacina Fiume Savuto Fiume Neto Torrente Trionto Fiume Crati Fiume Lao Fiume Mesima Fiume Coscile Fiume Esaro Fiumara Calopinace Fiumara di Gallico Fiumara Bonamico Fiumara Novito Fiumara Budello Fiumara Allaro Fiumara della Ruffa Fiume Ancinale Fiume Angitola Torrente Turrina Torrente Fiumarella Fiume Esaro di Crotone Fiume Nicà Fiume Crocchio Fiumara Amendolea Fiumara La Verde Torrente Raganello Torrente Argentino Fiume Metramo Fiume Marepotamo DILAVAMENTO METEORICO CARICO N (t/y) 31,276 53,714 22,253 19,040 31,196 39,785 4,825 215,461 5,895 83,268 28,087 25,113 10,790 3,961 2,874 0,884 24,332 5,147 1,096 20,965 8,942 5,686 23,369 16,723 3,881 5,789 2,244 1,054 2,444 0,235 28,366 14,002 CARICO P (t/y) 9,774 16,786 6,954 5,950 9,749 12,433 1,508 67,332 1,842 26,021 8,777 7,848 3,372 1,238 0,898 0,276 7,604 1,716 0,342 6,551 2,794 1,777 7,303 5,226 1,213 1,809 0,701 0,329 0,764 0,073 8,864 4,376 CARICO BOD5 (t/y) 290,281 498,537 206,535 176,713 289,540 369,253 44,784 1999,747 54,716 772,827 260,686 233,082 100,144 36,766 26,676 8,208 225,831 50,953 10,172 194,578 82,989 52,777 216,894 155,210 36,025 53,729 20,824 9,778 22,686 2,179 263,271 129,956 Tabella 20 Relazione di sintesi 47 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 9: Carichi di BOD5 da dilavamento di aree urbane Relazione di sintesi 48 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 10: Carichi di azoto da dilavamento di aree urbane Relazione di sintesi 49 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 11: Carichi di fosforo da dilavamento di aree urbane Relazione di sintesi 50 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria d) Carichi di origine industriale La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona, consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua dipendente dai ricicli e dalla qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte, infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute Relazione di sintesi 51 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria "segreti industriali". Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile dei fabbisogni attuali dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei fabbisogni futuri. Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali). Qui di seguito è riportata in forma tabellare la sintesi delle aree di sviluppo industriale ed i nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie totale espressa in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa anch’essa in ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima del fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno: Superficie impegnata Superficie totale (ha) per attività produttive già in esercizio (ha) Numero Addetti fabbisogno idrico industriale [1000 mc/anno] AGGLOMERATI INDUSTRIALI Studio 1999 Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando SIFLISIFLISIFLIASI Studio ASI Studio ASI 1999 IPI IPI IPI 2007 1999 2007 1999 2007 2006 2006 2006 1.483 1.483 1.330 848 498 76 2005 2010 1377 2175 32,57 223,44 360,15 Reggio Calabria - Gebbione 35 35 35 224 57,29 57,29 63,05 Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 20 20 20 397 89,46 89,46 94,07 Villa S. Giovanni - Campo Calabro 15 15 14 354 89,41 89,41 332,53 Saline Joniche 140 140 140 308 28,73 28,73 TOTALE ASI REGGIO C. 1.693 1.483 1.540 1.057 498 0 28,73 1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53 Media Valle Crati 221 130 125 20 103 400 40,11 48,11 123,2 Piana di Cammarata 200 210 120 35 227 500 49,05 56,86 83,9 330 221 61 99 Schiavonea 440 Sant'Irene 192 Piano Lago 150 139 139 67 Follone 149 136 167 101 605 1.037 733 418 363 878 611 878 611 0 0 0 TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352 330 Marina di Maida 1.086 1.086 TOTALE NI LAMEZIA TERME 1.086 1.086 0 227 150 635 45 288 84 60 522 764 1200 122,63 122,63 107 53 220 253 700 800 61,63 60,88 66,81 177,04 60,88 1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93 604 657 142,14 115,95 297,81 604 657 0 0 0 Crotone 796 796 Porto Salvo 210 177 926 255,59 273,73 273,73 Aeroporto (VV) 72 26 173 11,69 11,69 11,69 81,99 81,99 81,99 Maierato 25 307 TOTALE REGIONALE 0 0 693 1.539 142,14 115,95 297,81 TOTALE NI CROTONE TOTALE NI VIBO VALENTIA 693 1052 3500 154,89 166,15 422,79 25 0 0 228 1.539 415,58 542,56 542,56 331 0 5.234 3.174 2.577 3.589 1.527 0 363 1.430 0 0 415,58 542,56 542,56 349,27 367,41 367,41 6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24 Tabella 21 Relazione di sintesi 52 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nella tabella sottostante sono stati calcolati i carichi potenziali generati dai singoli agglomerati industriali, supponendo un riutilizzo dell'acqua pari al 40% e che scaricano a norma nei limiti di tabella 3 Allegato 5 D.lgs.152/99. Carico potenziale generato dagli agglomerati industriali AGGLOMERATI INDUSTRIALI BOD5 tonn/y Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando 5,36256 Reggio Calabria - Gebbione 1,37496 Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 2,14704 Villa S. Giovanni - Campo Calabro 2,14584 Saline Joniche 0,68952 TOTALE ASI REGGIO C. 11,71992 Media Valle Crati 1,15464 Piana di Cammarata 1,36464 Schiavonea 3,9876 Sant'Irene 1,60344 Piano Lago 2,94312 Follone 1,46112 TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 12,51456 Marina di Maida 2,7828 TOTALE NI LAMEZIA TERME 2,7828 Crotone 13,02144 TOTALE NI CROTONE 13,02144 Porto Salvo 6,56952 Aeroporto (VV) 0,28056 Maierato 1,96776 TOTALE NI VIBO VALENTIA 8,81784 TOTALE REGIONALE 48,85656 COD tonn/y 21,45024 5,49984 8,58816 8,58336 2,75808 46,87968 4,61856 5,45856 15,9504 6,41376 11,77248 5,84448 50,05824 11,1312 11,1312 52,08576 52,08576 26,27808 1,12224 7,87104 35,27136 195,42624 NP N - NO2 N - NO3 NH4 tonn/y tonn/y tonn/y tonn/y 2,01096 0,080438 2,68128 1,34064 0,51561 0,020624 0,68748 0,34374 0,80514 0,032206 1,07352 0,53676 0,80469 0,032188 1,07292 0,53646 0,25857 0,010343 0,34476 0,17238 4,395 0,1758 5,85996 2,92998 0,43299 0,01732 0,57732 0,28866 0,51174 0,02047 0,68232 0,34116 1,49535 0,059814 1,9938 0,9969 0,60129 0,024052 0,80172 0,40086 1,10367 0,044147 1,47156 0,73578 0,54792 0,021917 0,73056 0,36528 4,693 0,18772 6,25728 3,12864 1,04355 0,041742 1,3914 0,6957 1,0436 0,04174 1,3914 0,6957 4,88304 0,195322 6,51072 3,25536 4,883 0,19532 6,51072 3,25536 2,46357 0,098543 3,28476 1,64238 0,10521 0,004208 0,14028 0,07014 0,73791 0,029516 0,98388 0,49194 3,3067 0,13227 4,40892 2,20446 18,321 0,73285 24,42828 12,2141 Tabella 22 e) Carichi potenziali derivanti dalle attività produttive idroesigenti che si sviluppano sul territorio regionale calabrese Al fine di valutare la pressione antropica esercitata sulla risorsa idrica dalle attività antropiche che si sviluppano sul territorio sono stati utilizzati, quali indicatori dei potenziali carichi inquinanti: il BOD5, l’azoto (N) e il fosforo (P). I carichi organici relativi alle attività produttive sono stati desunti elaborando i dati dei censimenti ISTAT ’91 e ’96; ciò si è reso necessario in quanto il censimento intermedio ‘96 non fornisce le disaggregazioni per le singole classi di attività (definite per il censimento ’91 Relazione di sintesi 53 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria – cfr Relazione generale – Capitolo 10 Tabb. 10.C e 10.D) e pertanto si è ritenuto necessario effettuare una doppia elaborazione onde poter valutare i coefficienti di equivalenza da adottare per gli accorpamenti di classi disponibili. I dati di base relativi alle attività industriali idroesigenti sono quelli del censimento ISTAT, per il quale sono disponibili i dati aggregati a livello comunale. Per tali attività, il carico di fosforo è stato valutato pari al 10% del carico complessivo prodotto dalla popolazione residente, ovvero è stato ottenuto applicando il coefficiente di 0.6 Kg/addetto/anno al numero totale di addetti alle classi di attività economica considerate ai fini della popolazione equivalente, mentre per l’azoto il carico è stato ottenuto applicando il coefficiente di 10 Kg per addetto per anno al numero totale di addetti alle classi di attività economica considerate ai fini della popolazione equivalente. Nella Tabella 23 vengono riportati i carichi potenziali generati dalle attività produttive idroesigenti che si sviluppano sul territorio regionale accorpati per provincia. Nel capitolo 10 della Relazione generale è riportata una trattazione più dettagliata. Province COSENZA CATANZARO CROTONE VIBO VALENTIA REGGIO CALABRIA TOTALE totale addetti idroesigenti 16605 8516 4379 Carico di nutrienti potenziale generato dagli addetti idroesigenti N tot P tot (tonn/y) (tonn/y) 166,05 9,96 85,16 5,11 43,79 2,63 484278,30 236816,70 144038,80 Carico di BOD5 (espresso come 60 g/ae/giorno) BOD5 (tonn/y) 10605,69 5186,29 3154,45 . Totale A.E 4099 40,99 2,46 122645,20 2685,93 10111 101,11 6,07 353098,10 7732,85 43710 437,10 26.23 1340877,10 29365,21 Tabella 23 0.1.2.3 Acque sotterranee – Sorgenti puntuali di inquinamento In relazione alle fonti puntuali di inquinamento che insistono sulle acque sotterranee occorre evidenziare che dall’analisi delle sorgenti puntuali di inquinamento, quali gli impianti di depurazione e trattamento dei reflui urbani, non si evince alcuna sorgente diretta nei corpi idrici sotterranei. Tuttavia, lo studio condotto sugli acquiferi, nell’ambito della redazione del Piano di Tutela delle Acque, ha permesso di avere informazioni importanti sugli interscambi fra la falda ed il fiume, ovvero su quali sono le zone in cui è la falda che alimenta i fiumi e Relazione di sintesi 54 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria viceversa, in quanto quando è il fiume che alimenta la falda, generalmente nelle zone di monte, lo sversamento non trattato dei reflui nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda. Pertanto, se per disfunzionamenti dell’impianto di depurazione o per sottodimensionamento dello stesso per periodi di alta affluenza, la piattaforma depurativa non tratta opportunamente i reflui ad essa afferenti, questi diventano degli sversamenti accidentali di sostanze contaminanti che possono causare in modo diretto l’inquinamento della risorsa idrica sotterranea laddove si abbia un emungimento per scopi acquedottistici. 0.1.2.4 Acque sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento L’indagine qualitativa condotta sui corpi idrici sotterranei, nell’ambito del Piano di Tutela della regione Calabria, ha evidenziato la presenza di contaminanti attribuibili ad inquinamento da fonti diffuse di origine agricola piuttosto che puntuali di origine urbano/industriale. Nel complesso, infatti, le tipologie di inquinanti non sono numerose e quelli rinvenuti nelle diverse aree monitorate sono sempre gli stessi ed in particolare nitrati, ferro, manganese, fluoruri, antiparassitari totali, idrocarburi policiclici aromatici, ammonio, arsenico e alluminio. Inoltre, solo per alcuni di questi, ed in particolare nitrati, ferro, manganese, fluoruri e ammonio, è verificata una certa diffusione areale, mentre nella gran parte dei casi si tratta di situazioni di contaminazione molto localizzate. Nelle figure seguenti (Figg. 12, 13 e 14) è riporta la stima dei carichi di nutrienti, determinata secondo quanto riportato nell’allegato F1, presenti nel suolo agrario e disponibili ad essere solubilizzati, relativa ai tre trimestri autunno, inverno, primavera. Relazione di sintesi 55 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 12: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_I trimestre Figura 13: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre Relazione di sintesi 56 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 14: Carichi di nitrati e fosfati in deflusso profondo_II trimestre 0.1.2.5 Acque superficiali e/o sotterranee – Sorgenti diffuse di inquinamento: Reflui oleari La produzione olivicola italiana risulta concentrata per il 72 % circa in tre regioni del Mezzogiorno italiano: Puglia, Calabria e Sicilia. L’olivicoltura calabrese costituisce un settore di primaria importanza nell’ambito dell’agricoltura calabrese. In base all’ultimo censimento generale dell’agricoltura, la coltivazione dell’olivo si estende per una SAU di 165.297 ettari, pari al 29.6% del totale regionale (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione Calabria), come si può notare nella figura riportata qui di seguito. Relazione di sintesi 57 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria (fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005) Relazione di sintesi 58 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria L’attività molitoria dei frantoi oleari produce mediamente, a livello regionale, circa 800.000 mc/anno di acque di vegetazione. Col termine ‘acque di vegetazione’ si intendono i reflui provenienti dalla lavorazione meccanica delle olive e dai processi di estrazione dell’olio, sia col metodo tradizionale (discontinuo) che mediante estrazione centrifuga (impianti continui). Tali reflui sono costituiti sostanzialmente da: - acqua di costituzione delle olive stesse che contiene diversi componenti di origine vegetale, soprattutto organici, ma anche componenti minerali, naturalmente presenti nel succo della drupa dell’oliva con un modesto residuo di olio; - acqua di lavaggio delle olive; - acque di lavaggio degli impianti; - acque di diluizione delle paste usate negli impianti continui. La gestione di tali reflui presenta notevoli implicazioni di carattere ambientale, normativo ed economico. I composti presenti nelle acque di vegetazione, che variano quantitativamente in funzione del processo di estrazione dell’olio, sono sia di natura organica (zuccheri, sostanze fenoliche, acidi organici, etc.) che di natura minerale (principalmente potassio, calcio e fosforo). Pur trattandosi di prodotti naturali, i reflui oleari devono essere considerati inquinanti per l'elevato contenuto in sostanza organica, la cui degradazione comporta un elevato valore di BOD e COD, per la presenza di un elevato contenuto salino, un basso pH e per la presenza di sostanze biotossiche con spiccata azione antimicrobica e fitotossica. Dalla produzione di 100 litri di olio residuano fino a 500 litri di acque di vegetazione con un carico organico equivalente a quello del refluo prodotto da 130 abitanti in un giorno. Pertanto, sebbene le acque di vegetazione non contengano sostanze pericolose (quali agenti patogeni, metalli pesanti, molecole di sintesi di accertata pericolosità), la loro gestione pone comunque particolari problematiche. Negli ultimi decenni sono state condotte innumerevoli ricerche che nel complesso non hanno fornito valide soluzioni tecnologiche ed è emerso, in maniera sempre più evidente, che l'utilizzazione agronomica rappresenta la più “valida” fra le soluzioni possibili. Tale alternativa si muove, tra l'altro, nell'ottica di ricostruire i cicli biologici naturali restituendo al suolo la sostanza asportata con le produzioni. Tuttavia va evidenziato che la capacità del “sistema suolo” di valorizzare le sostanze contenute nelle acque di vegetazione, limitando o eliminando gli effetti negativi legati al loro spargimento delle acque di vegetazione, varia spazialmente al variare delle tipologie pedologiche. E' evidente quindi la necessità di stabilire, attraverso la valutazione di alcuni parametri pedoambientali, la capacità di autodepurazione dei diversi suoli, nonché la loro capacità protettiva nei confronti dei corpi idrici sotterranei. La "Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione" in scala 1.250.000, redatta dall’ARSSA ed adottata dalla regione Relazione di sintesi 59 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Calabria con D.G.R. n. 17 del 16/01/2006, fornisce una prima risposta a questa problematica (cfr. 0.4.7). La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione fortemente interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura, rappresenta una scelta strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione di qualità ambientale. La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo settore, con l'indicazione di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti per l'economia aziendale, possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non autorizzato nell'ambiente (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione Calabria). 0.1.3 La classificazione dei corpi idrici significativi 0.1.3.1 La qualità delle acque superficiali interne (Fiumi e laghi) I risultati dell’attività di rilevazione condotta sui corsi d’acqua calabresi nel biennio NOV 2005 – 2007 , hanno consentito di classificarne lo Stato Ecologico, lo Stato Chimico e lo Stato Ambientale, secondo le metodologie proposte dal Dlgs 152/99. Tali risultati sono riportati sinteticamente nella Tabella 24. Stazione Codice stazione CS01 CS02 CS03 CS04 CS05 CS06 CS07 CS08 CS09 CS10 CS11 CS12 CS13 CS14 CS15 CS16 CS17 CS18 CS19 CS20 CS21 R18069F0003 R18069F0002 R18069F0001 R18066F0002 R18066F0001 R18012F0004 R18012F0001 R18012F0005 R18012F0006 I016F0001 I016F0003 R18096F0004 R18096F0002 R18047F0002 R18047F0003 R18047F0001 R18118F0003 R18118F0001 R18118F0002 R18057F0001 R18057F0002 Nome LIM Fiume Amato Fiume Amato Fiume Amato Fiume Corace Fiume Corace Fiume Crati Fiume Crati Fiume Crati Fiume Crati Fiume Lao Fiume Lao Fiume Mesima Fiume Mesima Fiume Neto Fiume Neto Fiume Neto Fiume Petrace Fiume Petrace Fiume Petrace Fiume Savuto Fiume Savuto 3 2 2 2 3 3 2 3 4 2 2 3 3 2 2 2 3 2 2 2 2 Relazione di sintesi IBE SECA III III III I III III IV IV IV I II III III III III IV IV III III III II Stato SACA chimico 3 3 3 2 3 3 4 4 4 2 2 3 3 3 3 4 4 3 3 3 2 60 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CS22 CS23 CS24 CS25 CS26 CS27 CS28 R18057F0003 R18060F0001 R18060F0002 R18030F0001 R18030F0002 R18012F0003 R18012F0002 CS29 R18133F0001 CS30 CS31 CS32 CS33 CS34 CS35 CS36 CS37 CS38 CS39 I016F0002 R18068F0001 R18134F0001 R18009F0001 R18110F0001 R18097F0002 R18097F0001 R18089F0001 R18131F0001 R18115F0001 CS40 R18136F0001 CS41 R18071F0001 CS42 R18099F0001 CS43 R18132F0001 CS44 R18082F0001 CS47 CS48 CS49 R18096F0001 R18096F0003 R18042F0001 CS45 R18121F0001 CS46 CS50 CS51 CS52 R18085F0001 R18017F0001 R18038F0001 R18050F0001 Fiume Savuto Fiume Tacina Fiume Tacina Fiume Trionto Fiume Trionto Fiume Coscile Fiume Esaro Fiumara Amendolea Fiume Argentino Fiume Crocchio Fiumara La Verde Torrente Raganello Fiumara Allaro Fiume Ancinale Fiume Ancinale Fiume Angitola Fiumara Bonamico Fiumara Budello Fiumara Calopinace Fiume Esaro di Crotone Fiumara della Ruffa Fiumara di Gallico Torrente Fiumarella Fiume Nicà Fiumara Novito Torrente Turrina Fiume Marepotamo Fiume Metramo Fiume Abatemarco Fiume Aron Torrente Deuda 2 3 3 2 2 3 2 IV III IV V IV III III 4 3 4 5 4 3 3 2 IV 4 2 2 2 2 2 2 2 2 2 4 I II III IV III II III III III IV 2 2 3 4 3 2 3 3 3 4 2 III 3 4 IV 4 3 III 3 2 IV 4 2 III 3 2 2 2 IV III IV 4 3 4 3 III 3 3 2 2 2 IV II II III 4 2 2 3 Tabella 24 Delle 52 sezioni monitorate nessuna risulta in uno stato ecologico elevato (classe 1), solo 9 in uno stato buono (classe 2), 26 in uno stato appena sufficiente (classe 3), ben 15 in uno stato scadente (classe 4) e 1 in uno stato pessimo (classe 5). Tale situazione evidenzia una diffusa alterazione della condizione ambientale dei corsi d’acqua con una distribuzione delle classi, quasi sempre coincidente, tranne in tre casi, con la distribuzione dell’IBE (Indice Biotico Esteso), perché individua il SECA (Stato Ecologico Corpi Idrici), il peggiore tra l’IBE e il LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori). Relazione di sintesi 61 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In molte delle sezioni controllate è sempre l’IBE ad essere risultato peggiore del LIM, con il maggior numero di stazioni (50%) collocabili nella classe 3, caratteristica di un ambiente inquinato o comunque alterato, il 31% nella classe 4, caratteristica di un ambiente molto inquinato o molto alterato, e 1 stazione nella classe 5. I risultati dell’IBE devono comunque essere interpretati con estrema cautela, in quanto molte delle stazioni sono dislocate lungo le fiumare, corsi d’acqua in cui gli alvei fluviali apparentemente sproporzionati sono legati a due fattori: uno di tipo geomorfologico, alvei incassati e a forte pendenza; e l’altro di tipo meteorologico, clima mediterraneo, in cui le precipitazioni sono per lo più concentrate in autunno – inverno e, pertanto, letti in piena, mentre sono minime, se non del tutto assenti, nel periodo estivo, in cui il letto è quasi o completamente asciutto, ed è proprio nella subalvea che scorre “il fiume”. Al contrario, riferendoci all’indice LIM, pur se nessuna delle stazioni risulta inseribile nel primo livello, il 69% si classifica nel secondo e un ulteriore 25% nel terzo, solo tre stazioni nel quarto e nessuno nel quinto. Tale differenza di distribuzione trova pertanto una sua prima giustificazione nella maggiore sensibilità che hanno gli organismi viventi in base ai quali è determinato l’IBE nei confronti degli aumenti di temperatura dell’acqua e di riduzione della portata che si verificano in alcuni corsi d’acqua specialmente nella stagione estiva, molti dei quali vanno in secca per periodi più o meno lunghi. Importanti osservazioni sono da farsi sulla distribuzione dei singoli macrodescrittori che contribuiscono all’individuazione del LIM nelle diverse classi. Le concentrazioni di ossigeno disciolto rilevate sono risultate sempre a valori tali da assicurare un elevato livello di saturazione delle 52 sezioni controllate, il 35% è risultato mediamente caratterizzato da un deficit di ossigeno inferiore al 10% (livello 1), il 51% compreso tra il 10 e il 20%, 6 sole stazioni con valori compresi tra il 20 e il 30% di saturazione ed un’unica stazione sul fiume Esaro di Crotone con un deficit superiore al 30%. La presenza di sostanza organica biodegradabile determinata in termini di BOD5, ovvero espressa come quantità di ossigeno necessario ai batteri per metabolizzarla in un tempo pari a 5 giorni, è risultata molto limitata. Infatti il BOD5 si è mantenuto minore di 2,5 mg/l (classe 1) in oltre il 62% dei campioni analizzati, compreso tra 2,5 e 4 mg/l in un ulteriore 21 % (classe 2), solo 8 campioni hanno presentato valori compresi tra 4 e 8 mg/l (classe 3), un solo campione sul fiume Crati, compreso tra 8 e 15 mg/l (classe 4) e nessun campione maggiore di 15 mg/l (classe 5). Relazione di sintesi 62 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il parametro COD, espressione della presenza di sostanze ossidabili chimicamente, ha mostrato una distribuzione tra le 5 classi peggiore di quella del BOD. Infatti è risultato inferiore a 5 mg/l in solo due sezioni, nel 75% dei casi è risultato compreso tra 5 e 10 mg/l (classe 2), 8 sezioni hanno presentato valori compresi tra 10 e 15 mg/l (classe 3), 4 tra 15 e 25 mg/l (classe 4), nessuna inferiore a 25 mg/l (classe 5). La distribuzione di questi parametri rivela un limitato pur se diffuso, stato di alterazione dei corsi d’acqua e l’aver riscontrato una peggiore distribuzione del COD rispetto al BOD è indice di uno sversamento di scarichi organici di limitata biodegradabilità. La concentrazione di azoto nitrico (NO3- -N) in circa il 90% delle sezioni è risultata compresa tra 0,3 e 1,5 mg/l (classe 2), in solo 5 sezioni ha raggiunto l’intervallo 1,5-5 mg/l (classe 3) mentre gli altri intervalli non hanno interessato nessun campione. Esaminando la distribuzione della concentrazione di azoto ammoniacale si evidenzia la sua prevalente classificazione negli intervalli di concentrazione compresi tra 0,1 e 0,5 mg/l (classe 3), nel quale si collocano il 48% delle sezioni, e tra 0,03 e 0,1 mg/l (classe 2) nel quale se ne collocano 44%. Due sezioni sono risultate caratterizzate da concentrazioni medie nell’intervallo 0,5-1,5 mg/l (classe 4) ed altre due a valori superiori a 1,5 mg/l (classe 5). Nessuna stazione è risultata caratterizzata da valori inferiori a 0,03 mg/l (classe 1). La presenza media di fosforo totale (PTOT) nelle diverse stazioni è risultata distribuita in tutti e cinque gli intervalli caratteristici dei diversi livelli di qualità. Il maggior numero di stazioni (33%) ricade nell’intervallo 0,15-0,3 mg/l (classe 3), il 27% nell’intervallo 0,070,15 mg/l (classe 2), il 17% tra 0,3 e 0,6 mg/l (classe 4), il 13% a valori minori di 0,07 mg/l (classe 1) e il 10% a valori superiori a 0,6 mg/l (classe 5). La presenza di Escherichia Coli è piuttosto diffusa in tutte le stazioni esaminate, con valori medi anche piuttosto elevati. Nessuna stazione risulta caratterizzata da una frequenza minore di 100 UFC/100ml (classe 1), il 15% da concentrazioni comprese tra 1000 e 5000 UFC/100ml (classe 2), il 35% comprese tra 5000 e 20000 UFC/100ml (classe 4) e ben il 17% con valori superiori a 20000 UFC/100ml (classe 5). Tale distribuzione rivela una diffusa e significativa contaminazione di tutti i corpi idrici esaminati, per effetto di apporti inquinanti di origine civile. Il fatto che ad un’elevata presenza di microrganismi di origine fecale non si accompagni un’altrettanto significativa concentrazione di BOD5 e COD ed elevati deficit di ossigeno, è da attribuirsi alla capacità di autodepurazione dei fiumi calabresi che per le loro caratteristiche di laminarità, sono capaci di accelerare notevolmente sia i processi di Relazione di sintesi 63 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria deossigenazione, con cui i batteri presenti nel fiume ossidano la sostanza organica biodegradabile dispersa nelle acque fluenti, sia il trasporto di ossigeno dall’atmosfera all’acqua per supplire alla sottrazione di ossigeno disciolto indotta dall’attività batterica per metabolizzare la sostanza organica. Infatti l’elevato rapporto tra le superfici di interfaccia della massa d’acqua fluente, sia con il fondo del letto del fiume, sia con l’atmosfera, favorisce le cinetiche di entrambi i processi. E’ tale capacità autodepurativa a contribuire a migliorare anche notevolmente gli indici LIM delle stazioni esaminate. Al contrario la limitata portata dei fiumi non consente una elevata diluizione degli apporti di microrganismi (Escherichia Coli), di quegli inquinanti poco abbattuti nei processi di autodepurazione (PTOT) o caratterizzati da cinetiche di ossidazione più lente (N-NH4+). I valori di azoto nitrico riscontrati non sono tali da destare preoccupazione per eccessivi apporti di fertilizzanti azotati ai corsi d’acqua. Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06), lo stato chimico dei corpi idrici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose. Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06. In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24) (i parametri addizionali sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corsi d’acqua è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle stazioni esaminate presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 (Tabella 24). Nella stazione CS29 l’unico metallo che eccede il limite fissato dalla tabella 1/A – punto 1 del D.lgs. 152/06 ascrivibile alla facies litologica del corso fluviale è il nichel (in alcune Relazione di sintesi 64 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria stazioni il valore medio del nichel non eccede il limite fissato dalla normativa, ma risulta prossimo a tale valore, comunque sempre ascrivibile alla facies litologica del corso fluviale). Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5. Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state riscontrate concentrazioni medie significative in nessun tratto fluviale campionato. Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06), lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati relativi allo stato ecologico dei corsi d’acqua e la presenza di sostanze chimiche pericolose, ossia lo stato chimico dei corsi d’acqua. Se le concentrazioni medie (aritmetiche annuali) delle sostanze pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano essere inferiori ai valori soglia normati, lo stato ambientale dei corsi d’acqua dipende solo dalla classificazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua (secondo quanto previsto dalla Tabella 9 del D.lgs. 152/99). In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 24), la valutazione dello stato chimico dei tratti di corsi d’acqua esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuna delle stazioni esaminate presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei tratti di corsi d’acqua esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 24). Laghi ed invasi artificiali Nel caso degli invasi artificiali, al fine di una loro caratterizzazione conoscitiva in termini ecologico – ambientali si è effettuata la loro classificazione in termini di SEL, acronimo di Stato Ecologico dei Laghi. La base di partenza per questa valutazione è stata la classificazione dei 12 laghi significativi individuati, come punti di monitoraggio, nel biennio 2005 – 2007, considerato come attività conoscitiva iniziale. Questa classificazione, sebbene Relazione di sintesi 65 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria possa portare ad una definizione non esaustiva dei laghi a rischio, perché invasi artificiali e, quindi, corpi idrici fortemente modificati, consente di fissare quelle che con ogni evidenza sono le situazioni maggiormente problematiche. L’indice SEL è un indice sintetico che definisce la stato ecologico dei laghi valutandone i differenti stati trofici. I parametri che vengono considerati sono: il valore minimo della trasparenza, la percentuale a saturazione dell’ossigeno ipolimnico, il valore massimo di clorofilla “a” e quello del fosforo totale. Altri parametri considerati sono: la temperatura, l’alcalinità, l’ortofosfato, l’azoto (nitrico, nitroso, ammoniacale e totale), conducibilità specifica, pH, ossigeno disciolto. Ai corpi idrici artificiali si applicano gli stessi elementi di qualità e gli stessi criteri di misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che più si accostano al corpo idrico artificiale in questione (All.1, D.lgs. 152/99 e s.m.i). Gli obiettivi ambientali fissati per questi corpi idrici devono comunque garantire il rispetto degli obiettivi fissati per i corpi idrici superficiali naturali ad essi connessi. Per quanto riguarda lo stato ecologico, tendenzialmente, devono avere un livello qualitativo corrispondente almeno a quello immediatamente piu' basso di quello individuato per gli analoghi corpi idrici naturali. I risultati delle rilevazioni effettuate sui laghi calabresi, riportati in tabella 25 hanno evidenziato un loro diffuso stato di alterazione. La loro limitata trasparenza, mai maggiore di 2 m, e l’elevata concentrazione di fosforo totale e di clorofilla “a” riscontrate, spesso accompagnate da scostamenti anche elevati dell’ossigeno disciolto dai valori di saturazione, caratterizzano in tutti i laghi esaminati uno stato ecologico di classe 4. Tale classe è indice di uno stato ecologico scadente attribuibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione, specialmente per i laghi Ampollino, del Passante e S. Anna, nei quali le analisi condotte sul biota hanno segnalato uno stato trofico elevato. Stazione Codice stazione Denominazione Categoria IA01 R18012LA003 Lago Farneto del Principe IA02 R18012LA002 Lago Tarsia IA03 R18012LA001 Lago Cecita IA04 R18047LA003 Lago Arvo IA05 R18047LA001 Lago Ampollino IA06 R18064LA001 Lago del Passante LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE Relazione di sintesi Utilizzazione (fonte RID) SEL biennio Classe Irrigua 4 Irrigua – Industriale 4 Idroelettrica 4 Idroelettrica 4 Idroelettrica 4 Idroelettrica 4 Stato chimico SAL 66 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria IA07 R18089LA001 Lago Angitola IA08 R18071LA001 Vasca S. Anna IA09 R18131LN001 Lago Costantino IA10 R18096LA001 Diga del Metramo IA11 R18122LA001 Lordo IA12 R18047LA002 Lago Ariamacina LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO NATURALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE Irrigua 4* Irrigua 4* 0 Irrigua – Potabile – Industriale 4 Irrigua 4 Idroelettrica 4 * monitorato solo il II° anno di attività di campionamento Tabella 25 I parametri che hanno contribuito maggiormente alla determinazione della classe “scadente”, e quindi dello stato ecologico e trofico dei laghi, sono il “livello di trasparenza”, il “livello di fosforo totale” ed il “livello di clorofilla” che sono sempre in classe 4 o 5. C’è da precisare però che, i dati analitici relativi ai siti di acque dolci da destinare alla produzione di acqua potabile ricadenti in quasi tutti questi invasi artificiali non destano alcuna preoccupazione per il loro utilizzo in quanto nessuno di loro risulta “non conforme all’obiettivo di qualità specifico per la produzione di acqua potabile”. Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06), lo stato chimico dei corpi idrici superficiali è definito in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose. Ai fini dell’attribuzione dello stato chimico, lo standard di qualità delle acque superficiali da conseguire entro il 31 dicembre 2008 è riferito alla media aritmetica annuale delle concentrazioni delle sostanze pericolose nelle acque superficiali. Ai fini della prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in base ai valori soglia dei parametri da controllare nelle acque superficiali riportati nella tabella 1/A (punti 1, 2, 3, 4, 5, 6), Allegato 1, D.lgs. 152/06. In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25) (i parametri addizionali sono stati analizzati solo il primo anno di monitoraggio), relativamente ai metalli (inquinanti inorganici), ai fini di una prima classificazione, la valutazione dello stato chimico delle acque superficiali è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali. Nessuna delle stazioni di monitoraggio Relazione di sintesi 67 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dislocate sugli invasi artificiali/lago naturale presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 (Tabella 25). Per quanto riguarda tutte le altre sostanze chimiche pericolose, appartenenti alla categoria degli inquinanti organici (Tabella 1/A, D.lgs. 152/06, punto 2. Idrocarburi policiclici aromatici, punto 3. Idrocarburi aromatici, punto 4. Idrocarburi alifatici clorurati, punto 5. Prodotti fitosanitari e biocidi, punto 6. Composto organici semivolatili) non sono state riscontrate concentrazioni medie significative in nessun specchio lacustre campionato. Secondo quanto previsto dall’Allegato 1 del D.lgs. 152/99 (oggi superato dal D.lgs. 152/06), lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali è definito in base al rapporto tra i dati relativi allo stato ecologico dei laghi e la presenza di sostanze chimiche pericolose, ossia lo stato chimico dei laghi. Se le concentrazioni medie (aritmetiche annuali) delle sostanze pericolose (Tab. 1 D.lgs. 152/99 e s.m.i.) risultano essere inferiori ai valori soglia normati, lo stato ambientale dei laghi dipende solo dalla classificazione dello stato ecologico dei laghi (secondo quanto previsto dalla Tabella 12 del D.lgs. 152/99). In base ai risultati ottenuti nel biennio di monitoraggio (Tabella 25), la valutazione dello stato chimico dei laghi/invasi artificiali esaminati è stata effettuata in base ai valori soglia riportati in Tabella 1/A, punto 1, del D.lgs. 152/06, ossia in base alla media aritmetica annuale delle concentrazioni di sostanze pericolose nelle acque superficiali, e nessuno dei laghi/invasi artificiali esaminati presenta concentrazioni medie eccedenti i limiti fissati dalla tabella 1/A – punto 1, del D.lgs. 152/06 e, pertanto, lo stato ambientale dei laghi / invasi artificiali esaminati risulta essere lo stesso dello stato ecologico (Tabella 25). 0.1.3.2 La qualità delle acque di transizione Al fine della classificazione delle acque di transizione, secondo quanto prescritto dal D.lgs. 152/99 e s.m.i., si valuta il numero di giorni di anossia/anno, misurate nelle acque di fondo. Questo risultato va integrato con i risultati delle analisi relative ai sedimenti ed al biota e con il livello di concentrazione di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità ambientale fissati dal DM del 12/06/2003 n° 367 (Rif .APAT monitoraggio acque di transizione 2004) e insieme definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di transizione. Relazione di sintesi 68 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria L’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti o l’indicazione di un incremento statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti o dell’accumulo negli organismi, ne pregiudica l’attribuzione dello stato sufficiente; e in tal caso, il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente. Stazione Codice stazione AT01 AT02 T180101 T180201 Stato ambientale Stagni di Gizzeria BUONO Pantano di Saline Joniche SCADENTE Corpo idrico Tabella 26 Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del biennio di monitoraggio 2005 – 2007, per quanto riguarda il sito di Gizzeria Lido (AT01), i valori monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l, permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa situazione viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona” espressa anche per il 2006. Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati (IPA, metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei limiti indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per questo sito un esito negativo. Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l, benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a 2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una serie di informazioni che, come nell’anno precedente, anche in questo secondo anno di monitoraggio hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari, estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che superano più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il fatto che il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e pertanto, poiché la classificazione delle Relazione di sintesi 69 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria acque lagunari e degli stagni costieri prevede che l’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito AT02 (Saliniche Ioniche) va classificato nella classe scadente. 0.1.3.3 La qualità delle acque marino costiere Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”). Il TRIX è un indice del trofismo del sistema più che un indice di qualità della acque perché misura l’ampiezza della produzione primaria potenziale o già avvenuta. Il suo limite è legato al tipo di scala utilizzata, che permette di comparare aree diverse senza considerare il loro contesto ambientale. L’indice TRIX è stato realizzato per il Nord Adriatico ed è, quindi, applicabile soltanto in aree eutrofiche, mentre applicato in ambienti oligotrofici, come possono esserlo le acque costiere calabresi, porta a classificare in uno stato ELEVATO o BUONO la maggior parte dei siti analizzati. La classificazione prevede una scala trofica costituita da quattro intervalli di stato di trofia: 2-4 = stato elevato; 4-5 = stato buono; 5-6 = stato mediocre; 6-8 = stato scadente. L’analisi di questi dati, indipendentemente dai loro limiti, impone comunque un tentativo di classificazione della qualità degli ecosistemi marini costieri calabresi ai sensi della normativa prima citata. L’indice TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati all’interno dei 15 tratti di costa omogenei identificati, sempre con elevata qualità trofica e, pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli obiettivi indicati dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5). Accanto al TRIX è stato calcolato anche l’indice CAM, nonostante non sia previsto da normativa. L’indice CAM si basa su un criterio diverso di classificazione, in cui viene usata una procedura statistica di analisi multivariata, tale che le variazioni dei parametri siano quelle caratteristiche dell’ambiente considerato. Anche il CAM utilizza le variabili legate alla Relazione di sintesi 70 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria potenzialità produttive del sistema, per cui rappresenta anch’esso una classificazione del livello trofico del sito, ma confrontato con il bacino di appartenenza. 40°00 N 40°00 N 6 8 scadente scadente 7 5 6 4 mediocre 39°00 N mediocre 39°00 N 3 5 sufficiente buono 2 4 3 38°00 N elevato 1 elevato 38°00 N Indice TRIX - 24 mesi 16°00 E 17°00 E Indice CAM - 24 mesi 2 16°00 E 17°00 E 0 Figura 15: Distribuzione del valore medio (8 campagne – 24 mesi) degli indici TRIX e CAM L’indice TRIX classifica le acque costiere quasi sempre con elevata qualità trofica (Fig. 15), mentre l’indice CAM, rileva che durante alcune stagioni, in particolare nelle stagioni autunnali e invernali, la qualità trofica è appena sufficiente con aree a caratteristiche mediocri e scadenti (Fig. 15). Questo aspetto merita una riflessione accurata. Infatti, benché precedentemente l’indice CAM è stato definito più appropriato per la definizione delle caratteristiche trofiche degli ecosistemi marini calabresi, bisogna rilevare che le condizioni di partenza di queste aree potrebbero essere cambiate in questi ultimi anni anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto. Il problema degli indici sintetici di qualità degli ecosistemi acquatici è, attualmente, al centro delle discussioni della comunità scientifica nazionale ed europea. Allo stato l’unica certezza è data dal fatto che appare quasi impossibile classificare la qualità di un ecosistema marino attraverso l’uso di un solo indice sintetico. Infatti, la qualità trofica è aspetto assolutamente differente ad esempio, dalla qualità igieno-sanitaria degli ecosistemi acquatici, come vedremo di seguito, e i dati relativi alle campagne condotte fino ad oggi enfatizzano questo aspetto. In molti casi, la qualità trofica buona può corrispondere ad una qualità igienico-sanitaria scadente; il che, ancora una volta, enfatizza la necessità di utilizzare la combinazione di più Relazione di sintesi 71 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria indici per la definizione dello stato di salute degli ecosistemi acquatici. In conclusione, l’elaborazione sintetica dei macrodescrittori di qualità, indici TRIX e CAM, hanno dimostrato la loro inefficacia ai fini di una corretta classificazione degli ecosistemi marino costieri. 0.1.3.4 La qualità delle acque sotterranee Per quanto riguarda la classificazione di qualità, l’Allegato 1 del Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152, fissa i criteri relativi al monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale e, in particolare, al punto 4 tratta le acque sotterranee. Al punto 4.4.2 vengono stabiliti i criteri di classificazione relativamente allo stato chimico delle acque sotterranee, per le quali vengono individuate cinque classi distinte. Le acque individuate dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. corrispondono ad acque con caratteristiche idrochimiche da pregiate (classe 1) a scadenti (classe 4), secondo un gradiente di impatto antropico crescente. E’ bene precisare, che in fase di assegnazione delle classi qualitative, ai campioni di acqua analizzati non è stata assegnata nessuna Classe 0, non disponendo di informazioni sufficienti a riconoscere come di origine naturale, le cause del superamento dei limiti di concentrazione. Sarà solo a valle di studi mirati che si potrà stabilire e riconoscere tali superamenti tabellari per alcuni parametri come “valore di fondo naturale”. Una corretta interpretazione dei risultati del monitoraggio realizzato nel biennio nov 2005 – 2007, richiede un’analisi per bacini idrogeologici, esaminando i fenomeni che accompagnano le singole aree oggetto di monitoraggio, in modo da poter individuare eventuali anomalie, stabilire i trend evolutivi sia qualitativi che quantitativi e riconoscere stati di crisi in atto, ovvero situazioni di crisi potenziali. Relazione di sintesi 72 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Complesso acquifero della Piana di Sibari La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la loro distribuzione nell’area di monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di una potenziale fonte inquinante. Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari villaggi turistici collocati lungo la costa. Nella figura 16, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Figura 16: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sibari – Valori medi Relazione di sintesi 73 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Complesso acquifero della Piana del Lao Tutta l’area di monitoraggio è quasi interamente esente da fenomeni inquinanti di un certo rilievo. Relativamente ai punti di monitoraggio che presentano classe 4, sulla base della tipologia di inquinanti rinvenuti e dell’assenza di altri parametri addizionali, risulta difficile poter avanzare ipotesi circa la loro origine. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione tra l’alto tenore di solfati e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini di abbondanza nell’acqua di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata. Nella figura 17, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Figura 17: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Lao – Valori medi Relazione di sintesi 74 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Complesso acquifero della Piana di Lamezia Terme La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso delle diverse campagne non sembra suggerire l’attribuzione della contaminazione alle pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è sicuramente da collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana di S. Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo la diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe meglio indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti, ricadono due sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente note per le loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di arsenico, ferro e manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita il pozzo SE14 che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la loro persistenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante. Nella figura 18, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Figura 18: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Sant’Eufemia – Valori medi Relazione di sintesi 75 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Complesso acquifero della Piana di Gioia Tauro La situazione di inquinamento da nitrati riscontrata (o emersa), sembra abbia interessato spazialmente una grossa area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli inquinanti rinvenuti sono sempre gli stessi (nitrati, ferro, manganese e antiparassitari totali) e tutti sono collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura. Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati, che tra l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità 3, sì è meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra i più diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia. Il quadro evidenziato risulta essere abbastanza preoccupante. Infatti, le concentrazioni di nitrati inferiori a 25 mg/l si rinvengono solo nella parte sud - occidentale dell’area monitorata e in corrispondenza delle aree più interne. In particolare meriterebbero un maggiore approfondimento gli altri valori riscontrati in corrispondenza dei pozzi GT01, GT02, GT14. Nella figura 19, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Figura 19: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Gioia Tauro – Valori medi Relazione di sintesi 76 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Complesso acquifero della Piana di Reggio Calabria Le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate in prossimità della costa ed in particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio Calabria. Sulla base della tipologia di inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro, antiparassitari totali) si è portati a legare tale contaminazione alle pratiche agricole che sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso di fertilizzanti ed antiparassitari. Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere un’origine diversa da quella agricola essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi, sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli altri inquinamenti di rilievo si osservano in corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella parte centrale più interna dell’area di monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico e ammonio farebbe pensare più ad una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica RSU o sversamenti di natura industriale. La carta di uso del suolo non sembra dare riscontro su quanto appena affermato, pertanto occorrerebbe meglio indagare sulla tipologia di attività antropiche svolte in quest’area. Considerata l’importanza attribuita dal D.Lgs 152/99 all’inquinamento da nitrati, che tra l’altro risultano l’unico fattore discriminante per l’attribuzione alla classe di qualità 3, sì è meglio voluto indagare sulla distribuzione spaziale di questo inquinante che risulta tra i più diffusi soprattutto in aree prevalentemente vocate all’agricoltura e alla zootecnia. Nella figura 20, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Relazione di sintesi 77 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 20: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana di Reggio Calabria – Valori medi Complesso acquifero della Piana di Crotone Non essendoci superamento dei limiti per alcun parametro addizionale, la classe chimica complessiva relativa al periodo di monitoraggio è la stessa determinata dai soli parametri di base. Pur considerando l’esiguità dei punti di monitoraggio, dalle analisi condotte emerge una buona situazione qualitativa. Infatti, per le ue campagne effettuate nel corso del solo II° anno, a seguito di una rimodulazione della rete di monitoraggio rispetto al primo anno, solo per pochi parametri si rileva un superamento dei limiti. In particolare, nella campagna luglio 2007 questo accade per il ferro e il manganese, nel pozzo Tacina, e per i solfati nel pozzo Corace. Nella IV campagna invece, i valori di solfato rientrano, mentre permangono alti valori di ferro e manganese nel pozzo Tacina e compaiono alti valori di ferro nel pozzo Crocchio. Per quanto riguarda la conducibilità elettrica, i valori misurati, pur non essendo tali da superare il limite per l’attribuzione alla classe 3 (2500 μS/cm), sono più alti dei valori misurati in tutte le altre aree di monitoraggio. Questa evidenza assieme alle concentrazioni riscontrate per cloruri e solfati farebbe ipotizzare un problema di intrusione salina più Relazione di sintesi 78 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria marcato rispetto alle altre aree. Occorrerebbe comunque un maggior approfondimento a riguardo. Una situazione abbastanza tranquilla emerge anche dall’analisi delle concentrazioni di nitrati, per il quali si sono misurati valori molto bassi e tali da determinare sempre l’attribuzione alla classe 1. Anche le concentrazioni di ione ammonio sono risultate quasi sempre inferiori al limite di rilevabilità. Nella figura 21, per tutti i punti acqua monitorati, si riporta l’indicazione della tipologia del punto acqua (pozzo o sorgente), l’indicazione cromatica della classe qualitativa assegnata e, laddove quest’ultima fosse risultata la peggiore (classe 4), i parametri che ne hanno comportato l’assegnazione (quelli cioè che hanno fatto registrare il superamento dei limiti fissati dalle tabelle 20 e 21 del D.Lgs. 152/99). Figura 21: Indicazione spaziale delle classi di qualità assegnate – Piana del Crotonese – Valori medi 0.1.4 Individuazione dei corpi idrici per specifica destinazione Si riportano in sintesi le reti di monitoraggio a destinazione funzionale per le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci, e per le acque destinate alla vita dei molluschi. Relazione di sintesi 79 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.1.4.1 Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 0.1.4.1.1 Localizzazione dei punti di prelievo Secondo quanto previsto nell’art. 7 nell’All. 2, sez. A del D. Lgs. 152/99, per tutti i laghi artificiali e per tutti i corsi d’acqua destinati ad essere utilizzati per l’approvvigionamento idrico potabile, le stazioni di campionamento sono state localizzate in prossimità delle opere di presa esistenti o previste in modo che i campioni rilevati siano rappresentativi della qualità delle acque da utilizzare. La rete di monitoraggio si articola in 26 stazioni, delle quali 12 dislocate, sia su corsi d’acqua che su invasi artificiali, in prossimità delle opere di presa esistenti (Tabella 27) e le restanti 14 localizzate in siti che potenzialmente potrebbero essere utilizzate per fini potabili, previo trattamento specifico (Tabella 28). Alla luce delle risultanze analitiche e di alcune problematiche emerse nel corso del primo anno di campionamento, la rete di monitoraggio, rispetto alla rete iniziale, ha subito alcune modifiche; nel corso del primo anno, già all’inizio dell’attività di campionamento, la stazione AP03 dislocata sul Torrente Greco è stata soppressa perché non ritenuta idonea ai fini potabili, in quanto troppo all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato, e sostituita con AP03 dislocata sull’invaso del Menta; inoltre, da Febbraio 2006 è stata soppressa anche la stazione AP21 dislocata sul Vallone Minarello perchè ritenuta non idonea ai fini dell’utilizzazione potabile e sostituita con AP26 dislocata sull’invaso Sant’Anna. 0.1.4.1.2 Risultati Le determinazioni analitiche condotte nel biennio nov 2005 – 2007 permettono di definire se un’acqua superficiale può essere utilizzata per la produzione di acqua potabile e, in caso affermativo, a quale categoria di trattamento (A1, A2, A3) dovrà essere sottoposta (allegato 2 – tabella 1/A, D.lgs. 152/99): • A1: Trattamento fisico semplice e disinfezione; • A2: Trattamento fisico e chimico normale e disinfezione; • A3: Trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione. Di seguito vengono riportate le tabelle riassuntive delle stazioni di campionamento (Tabb. 27 e 28) dove sono state effettuate le attività di monitoraggio nel biennio 2005 – 2007 e le relative categorie di trattamento richieste ai fini della loro utilizzazione. Relazione di sintesi 80 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Corpo idrico Fiume Sinni AP01 AP05 R18012AP002 Fiume Cardona AP08 R18047AP002 Fiume Lese AP09 R18047AP001 Fiume Neto Località Presa impianto di potabilizzazione Presa impianto di potabilizzazione Presa impianto di potabilizzazione Presa impianto di potabilizzazione 1° anno Nov 2005 – Ott 2006 parametri critici A2 A3 BOD5 BOD5, Coliformi Totali A3 Coliformi Totali A3 Fenoli NON IDONEA Coliformi Totali AP12 R18057AP001 Fiume Savuto Presa impianto di potabilizzazione AP14 R18067AP001 Diga del Passante Presa impianto di potabilizzazione A3 Salmonelle 1000 A3 AP16 R18096AP001 Invaso del Metramo Galatro A3 Manganese, BOD5 A3 AP19 R18100AP001 AP19bis R18100AP002 AP23 R18129AP001 AP24 R18030AP001 AP25 R18068AP001 Presa impianto di potabilizzazione Presa impianto Fiumara di Alaca potabilizzazione Presa impianto Fiume di Telese potabilizzazione Presa impianto Torrente di Trionto potabilizzazione Presa impianto Fiume di Crocchio potabilizzazione Fiumara Alaca A3 Coliformi Totali A3 A3 A3 Manganese, Coliformi Fecali Manganese, Coliformi Totali A2 A3 A2 parametri critici A2 A2 NON IDONEA 2° anno Nov 2006 – Ott 2007 Coliformi Totali Manganese, Coliformi Totali, Coliformi Fecali Rame, Coliformi Totali, Streptococchi Fecali Fenoli, BOD5, Coliformi Totali, Coliformi Fecali A3 Manganese A3 Manganese A3 Manganese A3 Fenoli, Manganese A3 Fenoli, Coliformi Totali Tabella 27- Siti opere di presa esistenti Relazione di sintesi 81 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Corpo idrico Località 1° anno Nov 2005 – Ott 2006 AP02 I016AP001 Fiume Lao Papasidero A3 AP03 R18133AP001 Fiume Menta Diga Menta A2 AP04 R18012AP003 Invaso dell’Esaro AP06 R18012AP001 Lago Cecita AP07 R18017AP001 Fiume Abatemarco Verbicaro NON IDONEA AP10 R18047AP004 Lago Arvo Lago Arvo A3 AP11 R18047AP003 Lago Ampollino Lago Ampollino A3 Invaso dell’Esaro Lago Cecita A2 A3 AP13 R18060AP001 Fiume Tacina Petilia Policastro NON IDONEA AP15 R18096AP002 Fiume Marepotamo S. Angelo NON IDONEA AP17 R18089AP001 Fiume Angitola Capistrano A3 Relazione di sintesi parametri critici 2° anno Nov 2006 – Ott 2007 parametri critici Azoto Kjeldhal, Coliformi Totali, NON Streptococchi Coliformi IDONEA Fecali Fecali, Streptococchi Fecali Fenoli, A3 Coliformi Totali Coliformi A3 Totali Azoto A2 Kjeldhal Manganese, Coliformi Totali, Coliformi A3 Coliformi Totali Fecali, Streptococchi Fecali Fenoli, Manganese, Manganese, A3 BOD5 Coliformi Totali BOD5 A3 Fenoli Fenoli, Coliformi Coliformi Totali, Totali, A3 Coliformi Coliformi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali Azoto Kjeldhal, Coliformi Totali, Coliformi Coliformi NON Totali, IDONEA Coliformi Fecali, Streptococchi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali Manganese, Azoto Kjeldhal, Coliformi Totali, NON Streptococchi Coliformi IDONEA Fecali Fecali, Streptococchi Fecali, Salmonelle 82 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 1000 Fiumara del Fiumara del Poro Poro NON IDONEA Fosfati, BOD5, Fosfati, Azoto Coliformi Kjeldhal, Totali, NON Coliformi Coliformi IDONEA Totali, Fecali, Coliformi Streptococchi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali Coliformi A2 Totali Fosfati, Azoto Kjeldhal, Ammoniaca, Coliformi Totali, Coliformi Fecali, Streptococchi Fecali AP18 R18099AP001 AP20 R18114AP001 Fiume Torbido Grotteria A3 AP21 R18118AP001 Vallone Minarello Oppido Mamertina NON IDONEA AP22 R18122AP001 Invaso del Lordo Siderno A3 Rame A2 R18071AP001 Vasca S. Anna Isola Capo Rizzuto A3 Coliformi Totali, Coliformi Fecali A3 AP26 Coliformi Totali Tabella 28 – Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano È da notare che le misure di temperatura di alcune stazioni sono risultate elevate (>25 °C) nel periodo estivo (luglio agosto 2006), ciò è da imputare ad un periodo meteo eccezionalmente caldo che ha comportato un innalzamento di temperatura dei corsi d’acqua, soprattutto in quelli il cui regime è scarso o di deflusso minimo. Tanto nel primo anno, quanto nel secondo allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini della classificazione i valori di temperatura. Tale parametro, che sarebbe risultato critico per alcuni corpi idrici, è derogabile ai sensi di legge e dovrebbe essere pertanto oggetto di ulteriori approfondimenti per definire più precisamente come valutarlo. Sempre con riferimento a questo schema non sono infine stati utilizzati i parametri per i quali non sono definiti i valori limiti per le categorie A1, A2 e A3. In sintesi: Relazione di sintesi 83 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - Il primo anno di monitoraggio il 22% delle stazioni monitorate possono essere destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento A2 (ossia trattamento fisico e chimico normale e disinfezione), il 56 % delle stazioni monitorate possono essere destinate alla produzione di acqua potabile previo trattamento di categoria A3 (trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione) ed il restante 22% risulterebbe essere sito non idoneo alla produzione di acqua potabile per le concentrazioni fuori limite tabellare dei parametri microbiologici. - Il secondo anno di monitoraggio scende la percentuale dei siti in cui le acque possono essere utilizzate ai fini potabili previo trattamento A2 (passando dal 22% al 15%), sale invece la percentuale dei siti in cui le acque possono essere utilizzate ai fini potabili previo trattamento delle acque di categoria A3 (passando dal 56% al 65%) e scende anche la percentuale dei siti in cui le acque, per superamenti dei limiti tabellari a carico principalmente dei parametri microbiologici, risulterebbero essere non idonee al loro utilizzo per fini potabili. 0.1.4.2 Le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci 0.1.4.2.1 Localizzazione dei punti di prelievo Il piano di monitoraggio sulle acque dolci superficiali prevede interventi miranti alla classificazione e tutela dei corpi idrici idonei alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli proseguendo, in un certo senso, quanto già indicato dalle linee guida identificate dal precedente D. Lgs. 130/92, peraltro attualmente abrogato dall’entrata in vigore del nuovo D.Lgs. 152/99. Secondo quanto sancito da quest’ultimo Decreto Legislativo, all’art. 10 ed all’All. 2 Sez. B, vengono designati e classificati le acque correnti o stagnanti presenti nel territorio di parchi o riserve naturali statali e regionali, nelle zone umide dichiarate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar, nelle oasi di protezione della fauna (L. 27 dicembre 1977, n. 968), e comunque le acque dolci di rilevante interesse scientifico, naturalistico e ambientale in quanto habitat di specie animali e vegetali rare o in via di estinzione o sede di ecosistemi acquatici meritevoli di conservazione, che per il livello di inquinamento basso o inesistente risultano idonee alla vita dei salmonidi (trote, temoli, coregoni) o dei ciprinidi (lucci, pesci persici e anguille). La rete di monitoraggio, nel primo anno di attività, si articola in 22 stazioni dislocate su corsi d’acqua, alla luce delle risultanze analitiche e delle varie problematiche emerse nel Relazione di sintesi 84 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria corso del primo anno di campionamento; la rete di monitoraggio, per il secondo anno di attività è stata rimodulata passando da 22 a 19 stazioni, ed in particolare è stato deciso di non campionare le stazioni VP01, dislocata sul Torrente Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e VP22, sulla Fiumara Bonamico, che per gran parte del primo anno di monitoraggio sono risultati in secca, ed inoltre, di spostare la stazione VP21, della Fiumara Antonimina più a monte (Stazione VP23) in località dove è stato possibile intercettare l’acqua. 0.1.4.2.2 Risultati I parametri, le frequenze di rilevamento ed i criteri di classificazione utilizzati sono quelli riportati all’Allegato 2 Sez. B “Criteri generali e metodologie per il rilevamento delle caratteristiche qualitative per la classificazione ed il calcolo della conformità delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli” del D.Lgs. 152/99. Nella tabella seguente vengono riportate le stazioni di campionamento monitorate nel biennio nov 2005 – 2007 e la relativa classificazione. Stazione Codice stazione Corpo idrico I anno 2005 – 2006 VP 01 R18004VP001 Torrente Ferro Salmonidi VP 02 VP 03 VP 04 VP 05 VP 06 VP 07 VP 08 VP 09 VP 10 VP 11 VP 12 VP 13 VP 14 VP 15 VP 16 VP 17 VP 18 VP 19 VP 20 VP 21 VP 22 VP 23 I016VP001 R18012VP004 R18012VP002 R18012VP001 R18012VP003 R18047VP002 R18047VP004 R18047VP003 R18047VP001 R18057VP001 R18064VP001 R18069VP001 R18089VP001 R18097VP001 R18100VP001 R18096VP001 R18105VP001 R18109VP001 R18118VP001 R18124VP001 R18131VP001 R18124VP002 Fiume Lao Fiume Coscile Fiume Crati Fiume Cecita Fiume Crati Fiume Lese Fiume Arvo Fiume Arvo Fiume Neto Fiume Savuto Fiume Savuto Fiume Amato Fiume Angitola Fiume Ancinale Fiumara Alaca Fiumara Rosario Fiumara Assi Fiumara Stilaro Fiume Petrace Fiumara Portigliola Fiumara Bonamico Fiumara Portigliola Salmonidi Salmonidi Non idonee Salmonidi Ciprinidi Salmonidi Non idonee Salmonidi Salmonidi Salmonidi Salmonidi Ciprinidi Ciprinidi Non idonee Salmonidi Non idonee Salmonidi Salmonidi Salmonidi Non idonee Salmonidi Attiva dal II° anno II anno 2006 – 2007 Salmonidi Salmonidi Non idonee Salmonidi Non idonee Salmonidi Ciprinidi Salmonidi Salmonidi Salmonidi Ciprinidi Salmonidi Salmonidi Ciprinidi Salmonidi Non idonee Salmonidi Ciprinidi Salmonidi Tabella 29 Relazione di sintesi 85 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In alcune stazioni, la non idoneità è ascrivibile in particolar modo ai materiali in sospensione, all’ammoniaca (totale e non ionizzata) e all’ossigeno. Allo scopo di poter raffrontare i risultati, non sono stati considerati ai fini della classificazione i valori di temperatura. C’è da evidenziare che oltre ad essere questo un parametro derogabile, risulta un parametro critico ai fini della classificazione di idoneità alla vita dei pesci, e pertanto dovrebbero essere fatti ulteriori approfondimenti per definire più precisamente come valutarla. In sintesi: - il primo anno di monitoraggio il 64% delle stazioni monitorate risultano essere idonee alla vita dei pesci salmonicoli, il 9% idonee alla vita dei pesci ciprinicoli ed il restante 27% non idonee alla vita dei pesci per concentrazioni fuori limite tabellare principalmente dei parametri ammoniaca non ionizzata e cloro residuo totale. - il secondo anno di monitoraggio, tenendo conto delle problematiche emerse al termine del primo anno e rimodulata la rete di monitoraggio, risulta rimanere più o meno invariata la percentuale di siti idonei alla vita dei pesci salmonicoli (63%), migliora scendendo la percentuale dei siti non idonei alla vita dei pesci (16%), mentre cresce la percentuale dei siti idonei alla vita dei pesci ciprinicoli (21%). 0.1.4.3 Le acque destinate alla vita dei molluschi 0.1.4.3.1 Localizzazione dei punti di prelievo Il piano di monitoraggio si applica alle acque costiere e salmastre sedi di banchi e popolazioni naturali di Molluschi Bivalvi e Gasteropodi, designate come richiedenti protezione e miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per contribuire alla buona qualità dei prodotti della molluschicoltura destinati al consumo umano. La rete di monitoraggio finale si articola in 29 stazioni di prelievo, rimodulata al termine del primo anno di attività passando da 55 a 29 stazioni, data la scarsa reperibilità di banchi naturali permanenti. Nel corso del secondo anno di attività la rete di monitoraggio iniziale è stata modificata diminuendo le stazioni di monitoraggio e lasciando solo quelle stazioni in cui i banchi naturali erano più persistenti. Relazione di sintesi 86 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La rete è composta così da 29 stazioni e l’insieme delle stazioni, nelle quali tra l’altro è previsto l’impianto, la stabulazione ed il recupero dei mitili provenienti da impianti di allevamento nelle stazioni dove non risultano presenti banchi naturali, costituisce una rete che copre tutta la regione e consente una attività di monitoraggio idonea alla valutazione delle caratteristiche qualitative per definire la conformità delle acque designate alla vita dei molluschi, che potrà essere utilizzata in futuro per un piano di programmazione di eventuali interventi atti alla protezione ed al miglioramento delle stesse. 0.1.4.3.2 Risultati Le determinazioni analitiche condotte sulle acque costiere, idonee alla vita dei molluschi bivalvi, permettono la valutazione delle caratteristiche qualitative secondo quanto definito dall’All.2 – sez C del D.lgs. 152/99. Nel corso del primo anno di attività la problematica che è emersa più di frequente, al punto da rendere la maggior parte dei punti “non classificabili”, è stata legata alla reperibilità di banchi naturali di mitili, e questo ha portato a modificare in corso la stessa rete di monitoraggio per cui per alcune stazioni di mitili il numero di campioni è risultato inferiore rispetto a quella previsto. In questi casi secondo le direttive imposte dal D.Lgs.152/99, la conformità ai valori è stata attribuita solo quando essa fosse rispettata nel 100% dei campioni. In particolare, solo in 12 stazioni (VM28, VM42, VM43, VM44, VM45, VM46, VM47, VM48, VM50, VM51, VM52 e VM53) rispetto alle 55 previste dalla rete di monitoraggio sono risultati sempre presenti i mitili nelle quattro campagne trimestrali effettuate nel corso del primo anno di attività. La classificazione per il secondo anno ha portato a definire idonee alla vita dei molluschi solo 8 stazioni su 29, ciò a causa delle analisi svolte sulla matrice biota che ha evidenziato dei valori fuori limite rispetto ai metalli e coliformi fecali. Tortora – Capo Bonifati Tratto costiero Stazione Codice stazione Denominazione I° ANNO VM01 M1815VM001 Capo Scalea N.C. VM02 M1815VM002 Fosso Revoce/T. S. Angelo N.C. VM03 M1815VM003 Riviere N.C. VM04 M1815VM001 Cetraro Idonea Relazione di sintesi II° ANNO Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete non idonea 87 Capo Belmonte Bonifati – Calabro – Capo Belmonte Suvero Calabro Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria VM05 M1815VM005 Torre-Paola Idonea non idonea VM71 M1815VM004 Isola di Dino Inserita il II° anno non idonea VM06 M1814VM003 S. Lucido N.C. VM56 M1814VM004 Impianto pescicoltura Signora dello scoglio N.C. VM07 M1813VM001 Amantea N.C. VM08 M1813VM002 foce F. Savuto N.C. VM72 M1813VM003 Scogli di Isca (Oasi Blu Belmonte) Inserita il II° anno Punta Pezzo – Capo dell'Armi Capo Vaticano – Punta Pezzo Capo Suvero – Capo Vaticano VM09 M1812VM001 Capo Suvero N.C. Nucleo Industriale Lamezia Vibo Marina Briatico Tropea non idonea Idonea Idonea Idonea VM57 M1812VM006 Impianto pescicoltura Nautilus N.C. VM58 M1812VM007 Impianto pescicoltura Ora-Ora Maricoltura N.C. VM59 M1812VM008 Impianto pescicoltura Ittisud srl N.C. VM60 M1812VM009 Impianto tonnicoltura Coop S. Francesco di N.C. VM10 VM11 VM12 VM13 M1812VM002 M1812VM004 M1812VM003 M1812VM005 VM61 M1812VM010 Impianto pescicoltura Nautilus scarl N.C. VM14 M1811VM001 Capo Vaticano N.C. VM15 M1811VM002 Foce F. Mesima Idonea VM16 M1811VM003 Marina di Gioia Tauro Idonea VM17 M1811VM004 Scoglio Trachini-Palmi Idonea VM18 M1811VM005 P. Sorrentino Idonea VM19 M1811VM006 Bagnara Calabra Idonea VM20 M1811VM007 Scilla N.C. VM62 M1811VM008 Impianto Seafish Impianto pescicoltura Marenostro e VM63 M1811VM009 Fly Fish Non idonea N.C. Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete idonea Tolta dalla rete idonea non idonea idonea non idonea Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete idonea Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete non idonea Tolta dalla rete VM73 M1811VM010 Scilla (Zona porticciolo) Inserita il II° anno idonea VM75 M1811VM008 Siderno Marina Inserita il II° anno non idonea VM21 M1810VM001 Villa San Giovanni N.C. VM22 M1810VM002 Foce Fiumara di Catona N.C. VM23 M1810VM005 Lazzaro N.C. Relazione di sintesi Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete 88 VM24 M1810VM003 Reggio Calabria Non idonea VM25 M1810VM004 Pellaro Non idonea VM74 M1810VM006 Punta Pellaio Inserita il II° anno VM26 M1809VM001 Porto di Saline Non idonea VM27 M1809VM003 Melito Porto Salvo Non idonea VM28 M1809VM002 Foce Torrente Sinnero (Sideroni) Non idonea VM64 M1809VM004 Non idonea non idonea Tolta dalla rete Tolta dalla rete idonea Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Tolta dalla rete Non idonea VM29 M1808VM004 Brancaleone Marina Non idonea VM30 M1808VM003 Foce Fiumara Bonamico Non idonea VM31 M1808VM002 Locri Non idonea VM32 M1808VM001 Siderno Marina Non idonea VM33 M1807VM003 Grotteria Mare Non idonea VM34 M1807VM002 Roccella Ionica Non idonea VM35 M1807VM001 Riace Marina Non idonea VM36 M1806VM004 Punta Stilo Non idonea VM37 M1806VM003 Badolato Marina Non idonea VM38 M1806VM002 Foce Fiume Ancinale Non idonea VM39 M1806VM001 Soverato Marina Non idonea VM40 M1805VM002 Marina di Catanzaro Non idonea VM41 M1805VM001 Villaggio Carrao Non idonea VM76 M1805VM003 Soverato Marina Inserita il II° anno idonea VM77 M1805VM004 Catanzaro Lido Inserita il II° anno non idonea VM42 M1804VM006 Capo Rizzuto Non idonea VM43 M1804VM005 Capo Cimiti Non idonea VM44 M1804VM004 Crotone porto Non idonea VM45 M1804VM003 Crotone Non idonea Foce del Fiume Neto Cirò Marina Foce Esaro Impianto Esperia Non idonea Non idonea Non idonea Non idonea non idonea Tolta dalla rete non idonea Tolta dalla rete non idonea non idonea non idonea non idonea Siderno – Punta Capo Spartivento Stilo Siderno VM65 M1809VM005 Impianto pescicoltura Nereide scrl Stalettì – Capo Rizzuto Punta Stilo – Stalettì Impianto pescicoltura Ifex srl Tolta dalla rete Tolta dalla rete Capo Rizzuto – Punta Alice – Capo dell’Armi – Capo Spartivento Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria VM46 VM47 VM66 VM67 M1804VM002 M1804VM001 M1804VM008 M1804VM007 Relazione di sintesi 89 Roseto Capo Punta Alice – Capo Trionto – Roseto Capo Spulico Spulico – Capo Trionto Fiume Sinni Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria VM n VM48 M1803VM001 Fiumarella Non idonea VM49 M1802VM005 Foce Torrente Coserie Non idonea VM50 M1802VM006 S. Angelo Non idonea VM51 M1802VM004 Marina di Schiavonea Non idonea VM52 M1802VM003 VM53 M1802VM002 Laghi di Sibari Torre Saraceno Non idonea Non idonea VM54 M1802VM001 Amendolara Marina Non idonea VM68 M1802VM007 Impianto Stella Maris Non idonea VM69 M1802VM008 Impianto pescicoltura Pro Maris Non idonea VM70 M1802VM009 Impianto Mitilicultura Non idonea Tolta dalla rete idonea Tolta dalla rete non idonea non idonea Tolta dalla rete non idonea Tolta dalla rete non idonea VM55 M1801VM001 Roseto Capo Spulico Non idonea non idonea non idonea Non classificabile per campioni di biota non recuperati (N.C.) Tabella 30 Relazione di sintesi 90 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2 AREE INDICATE AL TITOLO III, CAPO I, D.lgs. 152/99 0.2.1 Aree sensibili Secondo l’Allegato 6 del D.lgs. 152/99 ‘CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SENSIBILI’, si considera area sensibile un sistema idrico classificabile in uno dei seguenti gruppi: a) laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi specifici. Per individuare il nutriente da ridurre mediante ulteriore trattamento, vanno tenuti in considerazione i seguenti elementi: i) nei laghi e nei corsi d'acqua che si immettono in laghi/bacini/baie chiuse con scarso ricambio idrico e ove possono verificarsi fenomeni di accumulazione la sostanza da eliminare è il fosforo, a meno che non si dimostri che tale intervento non avrebbe alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione. Nel caso di scarichi provenienti da ampi agglomerati si può prevedere di eliminare anche l'azoto; ii) negli estuari, nelle baie e nelle altre acque del litorale con scarso ricambio idrico, ovvero in cui si immettono grandi quantità di nutrienti, se, da un lato, gli scarichi provenienti da piccoli agglomerati urbani sono generalmente di importanza irrilevante, dall'altro, quelli provenienti da agglomerati più estesi rendono invece necessari interventi di eliminazione del fosforo e/o dell'azoto, a meno che non si dimostri che ciò non avrebbe comunque alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione; b) acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a quella stabilita conformemente alle disposizioni pertinenti della direttiva 75/440/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile negli Stati membri; c) aree che necessitano di un trattamento complementare a quello previsto dall'articolo 4 al fine di conformarsi alle prescrizioni delle direttive del Consiglio. Alla luce di quanto precisa la normativa, dai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali nel biennio nov 2005 – 2007, se ne deduce che tutti gli invasi artificiali , comprese le loro aree drenanti sul bacino scolante gli specchi lacuali, rientrerebbero nella categoria di AREE SENSIBILI, viste le elevate concentrazioni Relazione di sintesi 91 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria medie annue di fosforo totale (appartenenti ai livelli 4 e/o 5 pari a concentrazioni medie annue 50 - 100 ug/l e/o superiori ai 100 ug/l), tanto da determinarne uno stato ecologico scadente. Stazione Codice stazione Denominazione Categoria IA01 R18012LA003 Lago Farneto del Principe LAGO ARTIFICIALE IA02 R18012LA002 Lago di Tarsia IA03 R18012LA001 Lago Cecita IA04 R18047LA003 Lago Arvo IA05 R18047LA001 Lago Ampollino IA06 R18064LA001 Lago del Passante IA07 R18089LA001 Lago dell’Angitola IA08 R18071LA001 Vasca S. Anna IA09 R18131LN001 Lago Costantino IA10 R18096LA001 Metramo IA11 R18122LA001 Lordo IA12 R18047LA002 Lago Ariamacina LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO NATURALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE LAGO ARTIFICIALE Utilizzazione Irrigua – Laminazione piene Irrigua – Industriale Area sensibile SI SI Idroelettrica SI Idroelettrica SI Idroelettrica SI Idroelettrica SI Irrigua SI 2 Irrigua SI Irrigua – Potabile – Industriale SI Irrigua SI Idroelettrica SI Tabella 31 0.2.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 0.2.2.1 Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi porosi Studiare la vulnerabilità “intrinseca” o naturale delle acque sotterranee, comporta studiare quella legata esclusivamente alle caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi, esulando sia dalle interazioni di tipo chimico, fisico e biologico tra l’acquifero e i diversi tipi di sostanze inquinanti (vulnerabilità “specifica”) sia dalle pressioni esercitate dalle attività umane (carichi puntuali dovuti alla presenza di scarichi di acque reflue o di discariche non 2 Zona umida individuatata ai sensi della convenzione di Ramsar del 02/02/1971, resa esecutiva con D.P.R. n.448 del 13/03/1976 Relazione di sintesi 92 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria controllate o carichi diffusi dovuti allo spandimento di nutrienti e/o pesticidi legato alle attività agricole, etc.). La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido od idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell’acqua sotterranea, nello spazio e nel tempo (Civita, 1987). La vulnerabilità intrinseca di un acquifero è funzione di numerosi fattori, tra i quali assumono particolare importanza la tipologia del suolo, la geometria e la litologia del sistema idrogeologico, il processo di ricarica e discarica e l’interazione chimico-fisica con la matrice rocciosa che determina la qualità naturale dell’acqua sotterranea e la mitigazione di eventuali inquinanti che penetrano il sistema idrogeologico. La sua conoscenza è uno strumento di previsione e, attraverso la pianificazione preventiva, diventa anche uno strumento di prevenzione e di identificazione delle priorità degli interventi. La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi è stata elaborata mediante l’applicazione di due metodologie, la prima col metodo SINTACS e la seconda col metodo COP modificato. 0.2.2.1.1 Vulnerabilità intrinseca metodologia SINTACS Si fornisce una breve sintesi dei procedimenti utilizzati per pervenire alla stima dei parametri utilizzati dalla metodologia SINTACS. Soggiacenza – E’ stata stimata come differenza tra la superficie topografica (D.T.M. - Digital Terrain Model) e i livelli piezometrici. Il D.T.M. utilizzato è quello relativo all’intera regione Calabria e presenta una discretizzazione in celle quadrate di 250 m. I livelli piezometrici sono stati ricavati dalla implementazione del modello matematico descrivente il flusso idrico sotterraneo e dai punti di monitoraggio (Progetto Rilevamento quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei della regione Calabria, 2008) utilizzati per calibrare il modello matematico stesso. Per un maggiore dettaglio sul modello di bilancio idrogeologico implementato si veda l’Allegato H. Per le aree di interesse si è ritenuta valida l’ipotesi di acquifero libero. I valori di soggiacenza variano tra 0 e circa 600 m. Per i punteggi assegnati agli intervalli di soggiacenza si rimanda all’esame delle singole aree di interesse. Relazione di sintesi 93 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Infiltrazione efficace – E’ stata stimata dal Gruppo di Lavoro che ha elaborato la stima del bilancio idrologico superficiale e si è provveduto, nell’ambito della valutazione della vulnerabilità, ad attribuire i relativi pesi ai valori di infiltrazione. Questi ultimi, variano tra 0 e 300 mm / anno. Non-saturo – Per la stima dell’effetto di autodepurazione della zona insatura sono stati utilizzati i dati ricavati dai rilievi di campagna (profili e trivellate) eseguiti per la realizzazione della carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I SUOLI DELLA CALABRIA”. Nel caso di uno spessore insaturo costituito da più litotipi, si è provveduto a calcolare la media pesata utilizzando come peso lo spessore di ciascuna litologia rispetto allo spessore totale del non saturo. Tipologia della copertura – Si sono utilizzate le unità pedologiche individuate e descritte dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I SUOLI DELLA CALABRIA”. Per la descrizione delle Unità Podologiche si rimanda alla suddetta monografia Acquifero – Le caratteristiche dei complessi rocciosi contenenti la zona satura degli acquiferi di interesse sono state stimate dai dati di composizione dei complessi idrogeologici della regione Calabria e dalle indicazione estratte dalla carta dei suoli prodotta dall’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura) e pubblicata con la monografia divulgativa del 2003 dal titolo “I SUOLI DELLA CALABRIA”. Conducibilità idraulica – Si sono utilizzati i valori di conducibilità idraulica associati ai complessi idrogeologici della regione Calabria. Superficie topografica – L’acclività della superficie topografica è stata ricavata dal D.T.M. utilizzando la funzione “Slope” disponibile con l’estenzione 3D Analyst di ArcMap 9.1. Di seguito si riportano i risultati della valutazione di vulnerabilità ottenuti per ognuno dei sei bacini idrogeologici individuati. Relazione di sintesi 94 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico di Sibari La vulnerabilità risulta essere alta su gran parte del bacino. La zona in prossimità della costa, costituita da detriti e depositi alluvionali, presenta valori alti di vulnerabilità. In tale zona hanno avuto infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a granulometria grossolana piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i valori bassi di soggiacenza. Risulta una ristretta area con vulnerabilità elevata, in prossimità delle quote maggiori, in coincidenza di terreni costituiti da detriti e alluvioni terrazzate a più alta permeabilità. Figura 22: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Sibari Relazione di sintesi 95 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico del Fiume Lao La vulnerabilità risulta essere alta in corrispondenza dei detriti e dei depositi alluvionali lungo la zona costiera e leggermente più bassa nelle zone costituite da sabbie e conglomerati in corrispondenza delle quote maggiori. Figura 23: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero del Fiume Lao Relazione di sintesi 96 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico di Lamezia Terme La vulnerabilità risulta essere alta nella zona costiera del bacino, costituita da detriti e depositi alluvionali. Nella zona più interna, la vulnerabilità tende ad aumentare in corrispondenza di sabbie e conglomerati (pliocene e pleistocene). Una vulnerabilità elevata è presente in una zona isolata caratterizzata da bassa acclività della superficie topografica. Figura 24: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Lamezia Terme Relazione di sintesi 97 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico di Gioia Tauro La vulnerabilità risulta essere elevata per una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita da depositi eolici (pleistocenici), verso l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e con valori ancora bassi di pendenza. Sulla restante parte del bacino, la vulnerabilità risulta alta. Si riscontrano zone a media permeabilità in corrispondenza di sabbie e conglomerati a quote elevate. Figura 25: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Gioia Tauro Relazione di sintesi 98 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico di Reggio Calabria La vulnerabilità risulta essere media su gran parte del bacino ed in particolare in corrispondenza di arenarie e conglomerati a bassa permeabilità e caratterizzati da quote e pendenze elevate. Risulta alta in prossimità della linea di costa costituita essenzialmente da sabbie e detriti alluvionali. Figura 26: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Reggio Calabria Relazione di sintesi 99 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il Bacino Idrogeologico di Crotone La vulnerabilità risulta alta in tutta la zona costiera del bacino, caratterizzata da detriti e depositi alluvionali associati a basse pendenze ed elevate permeabilità. Risulta invece media nelle aree più interne caratterizzate da sabbie e conglomerati a quote maggiori. Figura 27: Vulnerabilità normalizzata dell’acquifero di Crotone Relazione di sintesi 100 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.1.2 Applicazione del metodo COP modificato per il calcolo della vulnerabilità intrinseca L’approccio seguito per lo studio di tale aspetto è quello sviluppato nell’ambito dell’Azione Europea COST 620 3 finanziata dalla Commissione Europea “Action COST 620 Vulnerability and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers” (EC, 2004). Questo approccio, benché nato per lo studio della vulnerabilità negli acquiferi carbonatici e carsici, è stato volutamente dotato, dagli esperti che lo hanno proposto, di una flessibilità tale da ben adattarsi anche ad altri tipi di scenario. Esso descrive, infatti, la vulnerabilità intrinseca sulla base di alcuni fattori, valutabili indipendentemente: il fattore O (Overlying layers) che descrive il grado di protezione offerto alla falda dai vari livelli di copertura, tra i quali il suolo e il sottosuolo roccioso non saturo; il fattore C (Concentration of flow) che tiene conto di come tale manto protettivo possa essere by-passato in presenza di fenomeni carsici, quali doline o vore; il fattore P (Precipitation regime) che tiene conto del regime di precipitazione e rappresenta lo stress esterno applicato al sistema descritto dai primi due fattori. Tra le metodologie nate nell’ambito del quadro concettuale dell’approccio europeo, quella che si è ritenuta meglio adattabile al contesto territoriale della regione Calabria, anche in relazione alla tipologia dei dati disponibili, è il metodo COP, sviluppato tra il 2001 e il 2002 dal Gruppo di Idrogeologia dell’Università di Malaga. Il metodo COP, come è facile dedurre dalla sua stessa denominazione, valuta la vulnerabilità intrinseca mediante la determinazione dei tre fattori C, O, P, di cui si è già fatto cenno. Il fattore O tiene conto della tessitura e dello spessore del suolo, delle caratteristiche di permeabilità dei diversi strati rocciosi sovrapposti costituenti la zona insatura e del relativo spessore, nonché del grado di confinamento della falda. Il fattore C rappresenta la riduzione del livello di protezione descritto dal fattore O in presenza di eventuali fenomeni carsici, costituenti vie d’accesso preferenziali di infiltrazione in falda: esso valuta, infatti, la differente e contrapposta influenza del ruscellamento a seconda che avvenga in aree costituenti il bacino di alimentazione di doline, vore o cavità carsiche (aumento della velocità con la quale l’inquinante riesce a raggiungere la zona satura, by-passando il manto 3 Si tratta di un’Azione, finanziata dalla Commissione Europea, Direttorato Generale per la Scienza, la Ricerca e lo Sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare un approccio alla mappatura della vulnerabilità e del rischio per la protezione degli acquiferi carsici. Di essa hanno fatto parte delegati di 16 paesi europei che hanno lavorato dal 1997 e il 2003. Il report finale dell’Azione è contenuto “Action COST 620. Vulnerabiliy and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers” (European Commission, 2004). Relazione di sintesi 101 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria di copertura) o nel resto dell’area (allontanamento dell’inquinante dalla zona interessata da tali fenomeni). Il fattore P tiene conto di come le caratteristiche idrologiche e meteoclimatiche possano condizionare il grado di vulnerabilità di una certa zona: infatti, se da una parte un aumento di piovosità favorisce il dilavamento dei suoli e quindi fa aumentare la probabilità di infiltrazione delle sostanze inquinanti in falda, allo stesso tempo esso provoca una maggiore diluizione di tali sostanze favorendo, quindi, la mitigazione dell’impatto ad esse dovuto. La relativa semplicità con la quale è possibile effettuare il calcolo dei diversi fattori e quindi esprimere in termini quantitativi il grado di vulnerabilità degli acquiferi è stato senza dubbio uno dei principali motivi dell’adozione del metodo COP per lo scenario calabrese, anche se, il fatto di dover trattare la problematica a scala regionale e non locale, la particolare situazione fisiografica del territorio in studio, e, non ultima, la necessità di sopperire, in talune zone, alla scarsità dei dati di base, ha palesato l’opportunità di attuare alcuni adattamenti al metodo, che saranno dettagliatamente descritti nel prosieguo della trattazione. Definizione della mappa del Fattore O – Overlying layers Secondo il modello adottato, il fattore O è ottenuto banalmente dalla somma di due contributi: OS – Soil e OL – Lithology. Calcolo del sottofattore OS Il fattore OS descrive il grado di protezione offerto dal suolo che, ove presente, costituisce il limite superiore della zona insatura dell’acquifero e, di conseguenza, la “prima linea di difesa” della risorsa idrica sotterranea dalle sostanze inquinanti. I parametri pedologici presi in considerazione dal metodo COP per valutare il potenziale di attenuazione del suolo sono la tessitura e lo spessore (vedi nel dettaglio Allegato L). La classificazione dell’intero territorio regionale nelle quattro classi di tessitura previste dal metodo COP, unitamente a quella relativa alle tre classi di profondità, è riportata nella figura successiva. Nella stessa immagine è riportata, infine, la mappa del parametro OS, ottenuta mediante l’utilizzo della matrice a doppia entrata, che esprime il livello di protezione che il solo manto di copertura pedologico offre agli acquiferi sottostanti (Fig. 28). Relazione di sintesi 102 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 28: Mappa del parametro OS e mappe dei sottoparametri Tessitura e Profondità Relazione di sintesi 103 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Calcolo del sottofattore OL Il parametro OL esprime il livello di protezione offerto alle acque sotterranee dai litotipi che, in strati sovrapposti, compongono la zona insatura dell’acquifero. Anche in questo caso, i parametri presi in esame dal metodo COP sono lo spessore di ciascuno strato e le caratteristiche di permeabilità dei diversi litotipi, dipendenti non solo dalla porosità, ma anche dal grado di fessurazione più o meno accentuato di questi. L’importanza degli strati litologici che compongono l’insaturo viene poi amplificata o diminuita in relazione agli spessori che li caratterizzano. Sommando, quindi, il contributo di ciascuno strato, pesato in funzione del suo spessore, si ottiene il cosiddetto “Layer index” (Fig. 29), il quale, corretto in modo da tener conto delle condizioni di confinamento della falda (libera, semiconfinata, confinata), costituisce la base per il calcolo del parametro OL (Fig.30). La determinazione del parametro OL richiede la conoscenza di dati idrogeologici ben precisi che riguardano, tra l’altro, la soggiacenza dell’acquifero di cui si intende valutare la vulnerabilità nonché la composizione litostratigrafica dell’insaturo. Relazione di sintesi 104 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 29: Mappa del Layer Index, dello spessore dell’insaturo e dei valori di Ly. Figura 30: Mappa del parametro OL Relazione di sintesi 105 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dalla somma tra i valori del parametro OS e quelli del parametro OL, effettuata cella per cella si è ottenuta la mappa del parametro O (Fig.31), ovvero la mappa che esprime il grado di protezione offerto alle falde profonde dal manto di copertura pedologico e dall’insaturo. Figura 31: Mappa del parametro O La mappa ottenuta mette in luce un grado di protezione generalizzato abbastanza alto degli acquiferi profondi, ad eccezione dell’area carbonatica del Pollino che presenta, invece un grado di protezione moderato, localmente basso e molto basso. Quest’ultimo risultato è da tenere particolarmente in conto se si considera che il complesso acquifero del Pollino riveste un ruolo di primaria importanza nell’approvvigionamento idrico della provincia di Cosenza. È, inoltre, necessario evidenziare che il territorio calabrese è interessato da una attività tettonica molto attiva che sicuramente condiziona i fenomeni di infiltrazione negli acquiferi sotterranei profondi. Per tale motivo lo studio di situazioni strutturali localizzate potrà sicuramente meglio caratterizzare la vulnerabilità degli acquiferi interessati. Relazione di sintesi 106 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Fattore C – Concentration of flow Il parametro C tiene conto di come la presenza di forme carsiche in affioramento condizioni la vulnerabilità degli acquiferi sotterranei. Per la sua determinazione, il modello prevede due modi di operare differenti a seconda che si considerino le aree ricadenti nei bacini di ricarica di tali forme carsiche o le aree esterne. Per maggior dettaglio si rimanda all’Allegato L. La mappa del parametro C (Fig.32) è costruita, secondo il modello COP, utilizzando 5 classi di riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa, Media, Alta, Molto Alta. Figura 32: Carta strutturale in sovrapposizione alla mappa del parametro O Fattore P – Precipitation Il fattore P è dato dalla somma di due contributi: PQ e PI, relativi, rispettivamente, alla quantità e intensità delle precipitazioni calcolate in riferimento agli anni piovosi, ovvero a quegli anni caratterizzati da precipitazioni annue superiori del 15% rispetto alla media della serie storica considerata. Le classi di punteggio previste per il parametro PQ in relazione alla quantità di pioggia media annua tengono conto del fatto che, se da una parte, l’evento meteorico determina una riduzione della protezione degli acquiferi perché favorisce il Relazione di sintesi 107 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria veicolamento dell’inquinante in falda, dall’altra, il suo incremento, al quale corrisponde un aumento dei volumi di acqua infiltrata, favorisce la diluizione dell’inquinante stesso e determina, di conseguenza, un aumento di vulnerabilità meno marcato. Anche la mappa del parametro P (Fig.33) considera le classi di riduzione di protezione: Molto Bassa, Bassa, Media, Alta, Molto Alta. Per maggior dettaglio si rimanda alla trattazione completa nell’Allegato L. Figura 33: Mappa del parametro P data dalle sottomappe Pq e Pi Relazione di sintesi 108 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Conclusioni Il lavoro svolto ha consentito di realizzare la mappa del grado di protezione offerto agli acquiferi profondi o fessurati dalla copertura pedologica e dall’insaturo mediante l’utilizzo del metodo COP opportunamente modificato in modo da tener conto della scala nominale dell’elaborazione, dei dati disponibili e della particolare situazione geomorfologicastrutturale del territorio oggetto di studio. Il risultato ottenuto deve considerarsi, però, come il primo degli step necessari per ottenere una valutazione della vulnerabilità in linea con lo standard sviluppato nell’ambito dell’approccio europeo. Non si è infatti tenuto conto, per la mancanza di dati aggiornati, dell’influenza dei fenomeni carsici in essere nell’area del Pollino, che seppure di estensione limitata rispetto al territorio regionale, costituisce, comunque, una riserva idrica sotterranea strategica sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. L’inserimento di questi dati nel modello adottato genererà inevitabilmente una diminuzione del grado di protezione in alcune zone, già allo stato attuale caratterizzate da una capacità protettiva moderata, rendendo opportuna l’adozione, per esse, di particolari misure di tutela. Allo stesso modo si dovrà effettuare l’input dei dati idrologici, ancora mancanti, secondo le modalità già indicate nei paragrafi precedenti. Lo stesso elaborato prodotto, presenta notevoli possibilità di miglioramento nella stima dello spessore dell’insaturo e nella valutazione del valore di Ly, nonché del grado di confinamento della falda, ottenibile certamente con l’opportuna intensificazione dei dati in input. A tale scopo sarebbe auspicabile la predisposizione di una campagna di rilevamento idrogeologico di dettaglio finalizzata all’individuazione delle idrostrutture che condizionano in maniera determinante l’infiltrazione e la circolazione idrica sotterranea. In conclusione, possiamo dire che la mappa ottenuta relativamente al grado di protezione offerto dalla copertura pedologica e dall’insaturo, pur costituendo solo la prima tappa nello studio della vulnerabilità degli acquiferi profondi o fessurati, definisce con migliore accuratezza il grado di vulnerabilità di zone appartenenti allo stesso tipo di complesso acquifero ma aventi differenti caratteristiche idrogeologiche locali. 0.2.2.2 Aree vulnerabili a nitrati Si considerano zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, secondo quanto prescritto nella direttiva 91/676/CEE e poi, nell’allegato 7 parte A del D.lgs. 152/99: “…le zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Tali acque sono Relazione di sintesi 109 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria individuate, in base tra l’altro dei seguenti criteri: 1) la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una concentrazione superiore ai 50 mg/L (espressi come NO3-) nelle acque dolci superficiali, in particolare quelle destinate alla produzione di acque potabili, se non si interviene; 2) la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una concentrazione superiore a 50 mg/L nelle acque dolci sotterranee (espressi come NO3-), se non si interviene; 3) la presenza di eutrofizzazione oppure la possibilità di verificarsi di tale fenomeno nell’immediato futuro nei laghi naturali di acque dolci, o altre acque dolci, estuari, acque costiere e marine, se non si interviene…..”. In virtù del punto 1), non si considera alcun tratto di corpo idrico superficiale significativo caratterizzato per specifica destinazione funzionale (acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile) “zona vulnerabile a nitrati”, in quanto la concentrazione di nitrati rinvenuta nelle acque dolci superficiali non supera mai il valore di 50 mg/L. L’individuazione delle zone vulnerabili viene effettuata tenendo conto dei carichi (specie animali allevate, intensità degli allevamenti e loro tipologia, tipologia dei reflui che ne derivano e modalità di applicazione al terreno, coltivazioni e fertilizzazioni in uso), nonchè dei fattori ambientali che possono concorrere a determinare uno stato di contaminazione. Tali fattori dipendono: - dalla vulnerabilità intrinseca delle formazioni acquifere ai fluidi inquinanti (caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e idrodinamiche del sottosuolo e degli acquiferi); - dalla capacità di attenuazione del suolo nei confronti dell’inquinante (caratteristiche di tessitura, contenuto di sostanza organica ed altri fattori relativi alla sua composizione e reattività chimico-biologica); - dalle condizioni climatiche e idrologiche; - dal tipo di ordinamento colturale e dalle relative pratiche agronomiche. Di seguito si riportano le mappe di vulnerabilità da nitrati per i principali bacini idrogeologici esaminati. Relazione di sintesi 110 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.1 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Sibari Figura 34: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 111 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.2 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero del fiume Lao Figura 35: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 112 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.3 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Lamezia Terme Figura 36: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 113 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.4 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Gioia Tauro Figura 37: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 114 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.5 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Reggio Calabria Figura 38: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 115 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.6 Vulnerabilità da Nitrati per l’acquifero di Crotone Figura 39: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 116 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.2.2.7 Conclusioni La notevole variabilità litologica che caratterizza il territorio analizzato comporta sostanziali differenze nella distribuzione delle risorse idriche sotterranee, essendo diverso il ruolo rivestito dai vari acquiferi presenti in relazione alla loro capacità di immagazzinare e trasmettere le acque di infiltrazione. Nel territorio in questione possono individuarsi infatti tre principali settori, caratterizzati ognuno da condizioni morfologiche, litostrutturali, idrogeologiche ed ambientali così definibili: 1. settore montano, con accentuata pendenza dei versanti, prevalenza di terreni metamorfici generalmente molto tettonizzati, assenza di falde, circolazione idrica sotterranea molto frazionata, presenza di numerose sorgenti con portata generalmente modesta e spesso a carattere stagionale, scarsa presenza antropica; 2. settore collinare, con pendenza dei versanti variabile da luogo a luogo ma nell’insieme più blanda rispetto al settore montano, prevalenza di terreni silicoclastici e pelitici, talora in alternanza, a cui si accompagnano in maniera del tutto subordinata sedimenti carbonatici, circolazione idrica sotterranea localizzata in livelli o reti acquifere di estensione generalmente limitata, grado di antropizzazione variabile ma nell’insieme contenuto; 3. settore costiero, con tratti a morfologia pianeggiante o a debole pendenza, prevalenza di depositi clastici in gran parte di tipo alluvionale, circolazione idrica sotterranea attiva con presenza di falde estese e di apprezzabile potenzialità, grado di antropizzazione localmente elevato. Dal quadro geologico emerge chiaramente la decisa prevalenza di terreni metamorfici e plutonici nel settore montano, i quali, assieme ai sedimenti terrigeni delle zone pedemontane, costituiscono la gran parte del territorio. Fa eccezione l’estremo settore settentrionale nel quale sono ben rappresentati alle alte quote terreni sedimentari carbonatici. I termini costituenti i principali acquiferi, ossia i depositi clastici recenti, compresi i depositi alluvionali, seppure ben rappresentati, sono subordinati come estensione rispetto ai precedenti. In tale contesto, la valutazione della vulnerabilità naturale o intrinseca degli acquiferi, basata sui dati geologici e idrogeologici in precedenza illustrati, ha permesso di elaborare la relativa carta della vulnerabilità all’inquinamento degli acquiferi di interesse, utilizzando i criteri e le metodologie proposte da Civita (1994) e adottati dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (G.N.D.C.I. – C.N.R.). Relazione di sintesi 117 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria L’attività antropica comporta, in relazione al grado di permeabilità dei litotipi affioranti e della soggiacenza della falda, diverse condizioni di pericolosità per potenziali fenomeni di inquinamento in presenza dei cosiddetti “centri di pericolo”. Questi sono rappresentati da attività industriali con scarichi e/o rifiuti inorganici, attività manifatturiere in genere, centrali termoelettriche, cave attive, discariche di rifiuti solidi urbani e misti, nonché punti di recapito di collettori fognari, allevamenti di bestiame, infrastrutture lineari, quali strade di grande traffico, autostrade, metanodotti. Elementi del genere sono riportati nell’allegata carta di vulnerabilità all’inquinamento, relativamente alle aree di maggiore interesse, unitamente ai soggetti a rischio, rappresentati da opere di captazione delle acque sotterranee. L’esistenza lungo le fasce costiere e le retrostanti aree pianeggianti di insediamenti abitativi e di attività produttive, dai quali deriva la maggiore produzione di inquinanti, comporta una maggiore pericolosità per le risorse idriche sotterranee, riscontrandosi qui generalmente condizioni di alta vulnerabilità degli acquiferi contenenti falde libere prive di protezione superficiale e con modesta soggiacenza rispetto al piano di campagna. In particolare, l’influenza sulla pericolosità esercitata dalle attività agricole, diffuse principalmente nelle aree pianeggianti costituite da depositi alluvionali, deriva dall’uso di prodotti tossici (concimi e antiparassitari) in quantità elevate annualmente per ettaro di area coltivata. Nelle zone costiere le attività agricole sono infatti rappresentate da colture ortive, in parte praticate in serra, da agrumicoltura, diffusa anche lungo i fondi valle a quote medio-basse, nonché da viticoltura, i cui impianti si spingono fin sugli altipiani assieme ad estesi uliveti. Oltre all’alta densità delle attività agricole sono presenti in alcune aree anche attività industriali e artigianali con produzione di scarichi altamente inquinanti. L’esistenza inoltre di insediamenti residenziali e turistici, talora estesi, nelle fasce costiere e sui retrostanti rilievi collinari comporta ulteriore pericolo di inquinamento a causa di scarichi fognari nei corsi d’acqua. La possibilità di contaminazione delle acque sotterranee è elevata, dato che la superficie delle falde si pone generalmente a pochi metri di profondità dal piano di campagna. A ciò contribuiscono gli accumuli di rifiuti solidi urbani, interrati o deposti lungo gli alvei torrentizi per mancanza di efficienti sistemi di smaltimento. Lo sviluppo delle varie forme di antropizzazione del territorio, verificatosi negli ultimi venti anni, ha comportato un forte incremento dei prelievi di acque sotterranee, con conseguente incidenza sull’assetto idrodinamico delle falde. Ciò ha provocato fenomeni di intrusione del cuneo salino negli acquiferi delle pianure alluvionali, particolarmente avvertiti durante la stagione asciutta attraverso un aumento del contenuto in cloruri delle acque. Relazione di sintesi 118 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dall’analisi della carta della vulnerabilità generata si evince, per ognuno dei bacini idrogeologici esaminati dal presente studio, uno scenario diffuso di alta vulnerabilità agli agenti inquinanti. Appare evidente come per le aree in prossimità della costa si riscontrano, per ognuno dei bacini, valori medio-alti o alti di vulnerabilità. In tale aree hanno avuto infatti notevole influenza i punteggi alti attribuiti ai materiali a granulometria grossolana piuttosto permeabili, il ridotto spessore dello stato insaturo e i valori bassi di soggiacenza e pendenza. Solo il bacino idrogeologico di Gioia Tauro presenta una vulnerabilità elevata per una vasta zona che si estenda dalla costa, costituita da depositi eolici (pleistocenici), verso l’interno costituito da detriti ed alluvioni terrazzati e con valori ancora bassi di pendenza. Risulta, per ognuno dei bacini, una vulnerabilità media in corrispondenza delle zone caratterizzate da quote maggiori e costituite da terreni che hanno una bassa permeabilità ed uno spessore dello strato insaturo sufficiente a garantire una efficace azione autodepurante del terreno. 0.2.2.2.8 Vulnerabilità da nitrati di origine agricola (A.R.S.S.A) Inoltre, la Giunta Regionale con D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA – Supplemento straordinario n 5 al n. 9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII) delibera: “1. di dare atto che la D.G.R. n. 793 del 25/10/2004 avente per oggetto << Regolamento Regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d’azione>>, non ha concluso l’iter amministrativo per decadenza del Consiglio Regionale, per cui si rende necessaria la riproposizione; 2. di approvare il Regolamento regionale recante: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d’azione (All. A – Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola scala 1:250.000 e All. B – Programma d’azione per la gestione della fertilizzazione ed altre pratiche agronomiche nelle aree vulnerabili da nitrati di origine agricola) che costituiscono parte integrante della presente deliberazione; 3. di trasmettere il presente atto al Consiglio Regionale, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto Regionale, per gli adempimenti di competenza.” Con D.G.R. 393 del 6 giugno 2006 (BUR CALABRIA n. 13 del 15 luglio 2006, parti I e II, Anno XXXVII) la regione Calabria delibera: “di approvare il nuovo testo del programma d’azione da adottare nelle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola individuate con DGR 817/2005, e che fa parte integrante della presente deliberazione (All. A);…” Relazione di sintesi 119 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Di seguito, Fig. 40, si riporta la “Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola” redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 817/05 All. A. Figura 40: Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola Relazione di sintesi 120 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari Si considerano zone vulnerabili da prodotti fitosanitari quanto prescritto nell’allegato 7 parte B del D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “….Un’area è considerata vulnerabile quando l’utilizzo al suo interno di prodotti fitosanitari autorizzati pone in condizioni di rischio le risorse idriche e gli altri comparti ambientali rilevanti…” La regione Calabria con D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 (BUR CALABRIA n. 10 del 01 giugno 2007) delibera quanto segue: “ di adottare per le finalità di cui al comma 1 dell’art. 92 del D.L. 152/2006, la «carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria, scala 1: 250.000» che si allega e fa parte integrante della presente deliberazione; …”. Qui di seguito si riporta la “Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria” redatta dall’ARSSA ed approvata con delibera 232/07. Essa, realizzata in scala 1:250.000, evidenzia le aree a potenziale rischio di inquinamento da prodotti fitosanitari. Relazione di sintesi 121 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 41: Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria (ARSSA, 2005) Relazione di sintesi 122 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4 Aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano L’art.21 del D.lgs. 152/99 al Titolo III, Capo I inerente la Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, recita: “… Le regioni, al fine della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora utilizzate per l'uso umano, individuano e disciplinano, all'interno delle zone di protezione, le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della falda; c) zone di riserva. 0.2.4.1 Zone di riserva strategica La Calabria, a differenza delle altre regioni italiane, è caratterizzata da un territorio geologicamente molto variegato che racchiude domini idrogeologici con caratteristiche molto diverse tra loro. Scopo di questa ulteriore elaborazione è quella di definire aree a comportamento idrogeologicamente omogeneo e di definire, per ciascuna di esse, le potenzialità idriche legate al sistema di falde profonde. Le informazioni acquisite durante l’esecuzione delle numerose perforazioni, riportate nel contesto geologico strutturale, ha permesso di individuare le riserve idriche considerate strategiche nella regione Calabria. Questi dati offrono già di per sé una informazione puntuale sulle aree della regione da considerare cruciali per le risorse idriche del territorio; estendendo il dato ai sistemi idrogeologicamente omogenei si perviene alla definizione di area di ricarica e di area serbatoio potenzialmente sfruttabili o comunque da preservare. Le aree considerate omogenee tuttavia non tengono conto dell’interazione con sistemi strutturali profondi rappresentati da faglie e discontinuità morfologiche che influenzano in modo significativo la dinamica di circolazione dei fluidi sotterranei. Gli elementi strutturali tuttavia giocano un ruolo importante nella dinamica dei fluidi sotterranei per cui, per migliorare ulteriormente l’informazione finale, e’ stata importata una carta che offre una visione unitaria dell’assetto geostrutturale regionale ricavata dalla geologia della Calabria, e che, sovrapposta alle aree considerate strategiche, definisce i “Campi di esistenza degli acquiferi profondi” in cui sono localizzati i principali acquiferi della regione (Cfr. Elaborati cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi). Operativamente si è proceduto partendo da una carta di base rappresentata dai complessi idrogeologici alla scala 1:250.000 sulla quale sono state riportate le principali informazioni puntuali (profondità, portata, ecc.) provenienti dalle esperienze di perforazioni direttamente Relazione di sintesi 123 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria espletate sul territorio. Questo ha permesso di estrapolare, a scala regionale, la situazione sulla distribuzione delle riserve idriche considerate strategiche nonché di redigere una carta sulla distribuzione di tali aree sul territorio calabrese. Il risultato finale è una carta tematica delle vulnerabilità degli acquiferi profondi (cfr. Cartografia allegata alla Relazione generale). A partire dal nord della regione si individuano i seguenti complessi idrogeologici: Catena Costiera Tirrenica Settentrionale L’area è caratterizzata da un più ampio affioramento di carbonati esteso su oltre 200 kmq, che testimonia l’emergenza del substrato geologico di tutto il sistema a falde del cosiddetto Arco Calabro, un orogene costituito da una serie di Unità tettoniche alpine, sovrascorse sulle Unità Carbonatiche che costituiscono i domini più esterni della catena. Gli affioramenti carbonatici a cui si fa riferimento sono quelli che si ergono nel settore settentrionale della Catena Costiera. I terreni affioranti, tutti attribuibili al Paleozoico e al Mesozoico (trias) sono costituiti, in successione referente (dal basso verso l’alto), da una serie di formazioni che vengono qui di seguito descritte: • Scisti filladici (Paleozoico) • Complesso di rocce basiche vulcaniche (Paleozoico) • Dolomie, calcari dolomitici e calcari (Triassico) • Calcari e calcari dolomitici (Cretacico) • Brecce o conglomerati calcarei (Eocene) Nell’area oggetto di studio sussistono almeno due fattori determinanti ai fini della impostazione della circolazione idrica sotterranea: 1) Grande diffusione di rocce serbatoio fortemente ricettive, corrispondenti ai rilievi carbonatici affioranti (M.te Cannitello, M.te La Caccia e Serra la Croce); 2) Intreccio di motivi stratigrafici e tettonici locali e regionali atti a favorire la creazione di grandi e piccoli accumuli sotterranei. Nel dettaglio sono stati distinti una serie di complessi idrogeologici aventi nel loro insieme, un comportamento sostanzialmente simile nei confronti dell’infiltrazione e della circolazione idrica sotterranea: • Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio scuro fratturato con frequenti intercalazioni di argilliti e lenti di selce (mesozoico sup.); Relazione di sintesi 124 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Complesso calcareo-dolomitico di colore grigio, intensamente fratturato e carsificato (triassico); • Complesso metamorfico (scisti filladici). I termini carbonatici costituiscono un complesso caratterizzato da un elevato grado di permeabilità. Bisogna distinguere la formazione calcareo-dolomitica del mesozoico sup. caratterizzata da intercalazioni di argilliti e localmente da lenti di selce, responsabili di un effetto tamponante della circolazione idrica sotterranea. Ciò non consente accumuli idrici significativi, che invece si riscontrano nella formazione carbonatica triassica a quote più basse. Il complesso calcareo-dolomitico del triassico è caratterizzato, infatti, da un’intensa fratturazione generata dalla presenza di numerose famiglie di faglie. Il grado di approfondimento della circolazione idrica sotterranea è legato allo sviluppo di tali sistemi di fratture ed allo stato di intasamento delle stesse. Questo complesso costituisce, tra i terreni affioranti, il migliore acquifero dell’area; ad esso pertanto afferiscono le principali sorgenti captate mediante gallerie drenanti e pozzi (es. Loc. “Soleo”, Loc. “Petrosa”). Nel caso specifico, le emergenze sorgive sono legate a due fattori sostanziali: alla disomogenea distribuzione della fratture nell’ambito dell’ammasso roccioso ed al contatto con l’altro complesso idrogeologico costituito dalle unità metamorfiche. Del complesso metamorfico fanno parte gli scisti filladici, affioranti nella porzione occidentale dell’area. Trattasi di rocce caratterizzate da una permeabilità primaria per porosità relativamente medio-bassa, associata alla coltre di alterazione e da una permeabilità per fessurazione dovuta all’intenso stato di fratturazione derivante dal complesso sistema strutturale che caratterizza l’area. La circolazione idrica sotterranea pertanto è piuttosto frammentata e limitata quasi esclusivamente alla coltre epidermica di alterazione e lungo le superfici di discontinuità di origine tettonica. Catena Costiera Cosentina Versante Orientale La tipologia dei litotipi affioranti è costituita da conglomerati poligenici, paragneiss e scisti biotitici. La permeabilità del complesso metamorfico è generalmente bassa, con aumento della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e degradazione. I terreni gneissicogranitoidi sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fratturazione, che varia localmente in funzione del grado di cataclasi dell'ammasso roccioso. La circolazione delle acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla Relazione di sintesi 125 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria microscala. La circolazione idrica sotterranea, attraverso l’azione combinata chimica, fisica e meccanica, agisce sull’ammasso roccioso agevolando i processi di alterazione e degradazione dello stesso. In tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli costituenti il sabbione, realizzando una permeabilità per porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è possibile attribuire, alla macroscala, un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone in cui affiorano i prodotti di dilavamento ed i conglomerati poligenici si ha una permeabilità per porosità primaria. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni esistenti fra i granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità medio-elevata. Sui conglomerati poggiano in talune zone (località Valle Alberata, immediatamente ad ovest del centro abitato di Paterno Calabro) calcari e calcareniti bianco-giallastre o rosate. I terreni calcareo-calcarenitici sono caratterizzati generalmente da una permeabilità secondaria per fratturazione, e nelle zone a maggior componente arenacea è possibile che si abbia una permeabilità per porosità, che tende ad essere ostacolata dai fenomeni di dissoluzione e ricristallizzazione frequenti nei calcari. Si può quindi affermare che l’acquifero in esame ha un assetto piuttosto complesso ed è di tipo misto, con circolazione idrica sia per porosità, che per fratturazione. Una fruttuosa captazione dell’acquifero consisterà quindi nel captare le vie di circolazione preferenziali delle acque di falda, rappresentate dalle fratture beanti del complesso igneo-metamorfico. Relazione di sintesi 126 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 42: V ersante Orientale Catena Costiera: Paterno Calabro studio idrogeologico Area in Destra Crati (Presila) I terreni gneissico-granitoidi, affioranti in questa area, sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fratturazione, che varia localmente in funzione del grado di cataclasi dell'ammasso roccioso e del grado di alterazione. La circolazione delle acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla microscala. Nelle zone dell'ammasso roccioso gneissico-granitoide più superficiali o a maggiore fratturazione, si realizza un'intensa alterazione, legata principalmente all'idrolisi dei silicati, ed alla successiva eluviazione delle frazioni argillose residuali. In tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del sabbione, realizzando una permeabilità per porosità secondaria. Al complesso gneissico-granitoide è possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Potenzialità idriche basse, portate per i singoli pozzi di 1-5 l/s. Dal punto di vista qualitativo, acque buone. Relazione di sintesi 127 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Area Sila Grande Da un punto di vista litologico l'area in esame è caratterizzata da un complesso metamorfico d'età paleozoica costituito prevalentemente da gneiss e scisti biotitici, spesso con granati visibili ad occhio nudo, in associazione con ortogneiss granitoidi. Le rocce di questo complesso sono in genere coerenti e resistenti all'erosione, eccetto nelle aree di più intensa fratturazione, dove a causa dell'alterazione e della degradazione meteorica, sono spesso facilmente disgregabili, e localmente ridotti a sabbione per l'intensa idrolisi dei silicati. In tali zone si ha circolazione delle acque di falda anche nelle interconnessioni fra i granuli del sabbione, realizzando una permeabilità per porosità secondaria. La permeabilità è generalmente bassa, con aumento della stessa nelle zone di più intensa fratturazione e degradazione. La circolazione delle acque di falda avviene all'interno delle discontinuità di tipo tettonico, sia alla macro che alla microscala. Al complesso gneissico-granitoide è possibile attribuire un grado di permeabilità da medio a medio-basso. Nelle zone di fondovalle nelle quali affiorano i terreni alluvionali si ha una permeabilità per porosità primaria sindeposizionale. In tali terreni le acque di falda circolano nelle interconnessioni esistenti fra i granuli, ed a queste litologie è possibile attribuire un grado di permeabilità medio-elevata. In tali zone è possibile riscontrare falde acquifere contenute sia nei terreni alluvionali che nella prima porzione di materiale alterato con portate che talvolta superano i 10 l/s. Figura 43: Sila Grande - Lago Arvo: studio idrogeologico Relazione di sintesi 128 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Sila Sud-Occidentale La tipologia dei litotipi affioranti in quest’area, prevalentemente costituiti da gneiss, paragneiss e gneiss granitoidi. I corsi d’acqua di tale sistema sono caratterizzati da un regime torrentizio, tipico delle aste drenanti calabresi, con consistenti valori di portata nei periodi autunnali e invernali che facilitano il trasporto solido e fasi di magra nei periodi estivi. Particolarmente elevata risulta la portata nei mesi da Febbraio ad Aprile, in concomitanza con lo scioglimento delle nevi. Nell'area rilevata non si denotano lineamenti tettonici significativi di notevole entità, mentre sono state rilevati numerosi sistemi di fratture, di joints e di microfaglie, che rappresentano delle vie preferenziali per l'infiltrazione e per la circolazione delle acque di falda. Le potenzialità idriche sono basse (portate dei singoli pozzi 1-3 l/s) con acque di buona qualità. Figura 44: Valle del Savuto: Complessi idrogeologici Relazione di sintesi 129 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 45: Valle del Savuto: Complesso alluvionale Piana di Lamezia L’area interessa depositi conglomeratici e sabbiosi di conoide e depositi riconducibili a prodotti alluvionali. Nell’area affiorano dal basso verso l’alto: – Depositi conglomeratico-sabbiosi – Alluvioni a granulometria eterometrica I terreni sedimentari quaternari sciolti; i terreni riferibili ai prodotti di alluvial fan sono costituiti essenzialmente da sabbie e ghiaie con un discreto grado di addensamento; le ghiaie, in virtù del carattere di distalità deposizionale, hanno granulometria medio-fine e fine. I terreni alluvionali sono costituiti da materiale anch’esso medio-fine, dato che l’area risulta in prossimità della foce del fiume Amato. La permeabilità dei terreni di alluvial fan risulta media e medio-elevata per porosità, poiché la circolazione delle acque di falda avviene negli interstizi esistenti fra i clasti. Le alluvioni sono anch’esse caratterizzate da porosità primaria, ed hanno permeabilità elevata poiché il loro grado di addensamento è molto modesto. Date le caratteristiche di estrema irregolarità dei processi deposizionali si hanno intercalazioni di materiale fine all’interno di livelli a granulometria più grossolana. Data la natura e la disposizione geometrica dei litotipi, la presenza di falde sospese e/o in pressione siamo in presenza di un acquifero del tipo multifalda. Relazione di sintesi 130 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Piana di Gioia Tauro Settore Settentrionale La zona nord della Piana di Gioia è caratterizzata dalla presenza delle potenti alluvioni depositate principalmente dal Fiume Mesima, che rappresenta il collettore principale, in cui confluiscono i segmenti fluviali di ordine minore ad andamento dendritico. In affioramento sono presenti alluvioni recenti a granulometria perlopiù grossolana, fissate dalla vegetazione, e depositi di origine eolica, rappresentati da dune ormai stabilizzate. La geolitologia locale è estremamente semplice e si può sostanzialmente ricondurre a due processi deposizionali funzioni dell’ambiente di deposizione dei sedimenti: l’ambiente di piana alluvionale, e l’ambiente di retrospiaggia. L’ambiente di piana alluvionale è rappresentato nei suoi settori più distali e quindi i prodotti depositati hanno una granulometria a dominanza medio-fine, cui si vanno ad intercalare, nei momenti in cui il flusso idraulico lo permette, sedimenti più grossolani quali ghiaie e blocchi, deposti durante i maggiori eventi di piena. Le dune di retrospiaggia hanno una dominante granulometrica nettamente sabbiosa. I depositi alluvionali hanno una granulometria mediamente maggiore dei depositi eolici e quindi anche una maggiore permeabilità relativa, che si traduce in una maggiore velocità di filtrazione e di spostamento delle acque di falda. Il movimento delle acque di falda avviene negli interstizi fra i granuli esistenti fin dal momento della deposizione (interstizi sindeposizionali). In definitiva si ha una falda superficiale libera in cui il serbatoio idrico è costituito dai prodotti alluvionali, posta fino ad una profondità di circa 30-35 m. Al di sotto di tale falda, si ha una seconda falda, di caratteristiche idrogeochimiche diverse, posta nei terreni limoso-argillosi, che ha una potenza nettamente maggiore della prima. Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area. Relazione di sintesi 131 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 46: Piana di Gioia Tauro settentrionale, Campo Pozzi Medma Piana di Gioia Tauro Settore Meridionale Da un punto di vista idrogeologico i terreni affioranti sono caratterizzati da una permeabilità per porosità alta, la circolazione idrica sotterranea avviene prevalentemente nelle interconnessioni dei granuli (permeabilità primaria, sindeposizionale); la falda idrica ha un gradiente piezometrico estremamente basso in virtù dei bassi valori di acclività. Le aree sono interessate dalla presenza di un acquifero poroso. Gli acquiferi presenti sono rappresentati da depositi alluvionali ad elevata permeabilità tamponati alla base da livelli a bassa permeabilità. Tali depositi sono costituiti da sedimenti clastici eterogenei trasportati e depositati dai corsi d'acqua. Tale assetto provoca generalmente degli ostacoli nella circolazione idrica sotterranea, identificando falde sovrapposte (acquifero multifalda); il deflusso preferenziale dell’acqua interessa i litotipi a più alta permeabilità. Le diverse falde, in questo caso, sono da ricondurre ad un’unica circolazione idrica sotterranea, in quanto la geometria dei sedimenti lascia, molto spesso, frequenti soluzioni di continuità. Tutto ciò è ulteriormente avvalorato dai dati idrogeologici raccolti attraverso il censimento dei pozzi esistenti, dai quali si è riscontrata la presenza di falde acquifere sino alla profondità di 25-30 Relazione di sintesi 132 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria m, con portate d’esercizio di 5-6 l/s. L’emungimento di portate superiori è possibile, tuttavia se ne sconsiglia l’utilizzo perché ciò potrebbe causare il peggioramento delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, rendendole non idonee al consumo umano. Alla luce di quanto sopra esposto si può affermare, con un certo margine di sicurezza, che nelle aree di interesse è presente una consistente falda acquifera sotterranea. Area Versante Occidentale dell’Aspromonte . L’area in esame è caratterizzata prevalentemente dalla presenza di depositi conglomeratici e sabbiosi di età Pliocene superiore Pleistocene in parte smantellati dall’azione erosiva indotta dalle aste fluviali. Tali depositi sedimentari, in generale si presentano poco consolidati e facilmente disgregabili, e quindi presentano permeabilità elevata. Nell’area la circolazione idrica sotterranea viene influenzata e condizionata dalle caratteristiche geologiche e litologiche dei terreni presenti, costituiti essenzialmente da conglomerati e sabbie trasgressive sulle unità cristalline paleozoiche. Da quanto analizzato si evince che l’acquifero in esame risulta essere di tipo poroso, con possibili presenze di falde sospese legate alla presenza di lenti di materiale fine argilloso. La permeabilità dei litotipi presenti è per porosità primaria. Nei terreni precedentemente descritti sono stati individuati due complessi idrogeologici, distinti in base alle caratteristiche di permeabilità; in particolare è stato riconosciuto un complesso alluvionale caratterizzato da un’alta permeabilità. L’alta permeabilità di questo complesso, unita alla bassa acclività delle zone in cui affiorano tali terreni, fa sì che l’infiltrazione in falda sia fortemente incentivata. Le stesse Fiumare rappresentano una notevole aliquota delle acque d’infiltrazione che vanno ad arricchire le acque di falda. Il secondo complesso è rappresentato da prodotti conglomeratici, arenacei e con rari orizzonti limosi ed argillosi da ricondurre principalmente a depositi di terrazzo. Tale complesso è caratterizzato da una permeabilità medio-alta che induce una discreta infiltrazione in falda. Nella zona in esame l’acclività presentata in affioramento da tale complesso è variabile. Tali complessi idrogeologici poggiano in discordanza stratigrafica sui complessi delle unità cristalline di catena. Gli acquiferi presenti in tali litotipi sono di tipo fratturato, e la permeabilità, di tipo secondario per fratturazione, è legata alla presenza delle discontinuità tettoniche che controllano la circolazione delle acque. Di seguito si riporta un esempio di carta dei complessi idrogeologici dell’area. Relazione di sintesi 133 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 47: Versante occidentale Aspromonte: studio idrogeologico 0.2.4.2 Aree di ricarica delle falde Al comma 9, punto a) dell’art.21 del D.lgs. 152/99 si riporta: “le regioni, al fine della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle ancora non utilizzate per l’uso umano, individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le aree di ricarica delle falde”. Le aree di ricarica delle falde, soprattutto quelle profonde, possono trovarsi anche molto distanti dall’area di captazione. Lo studio per la definizione delle aree di ricarica è stato affrontato a scala regionale partendo dalla consultazione di studi e ricerche sulla dinamica degli acquiferi sotterranei esistenti nel territorio calabrese. Successivamente, in base a dati sperimentali di carattere idrogeologico ed alla consultazione della cartografia tematica ufficiale a varia scala, si è proceduto alla perimetrazione dei limiti delle aree di ricarica degli acquiferi profondi porosi. La carta idrogeologica riportata in allegato (cfr Elaborati cartografici – Aree di ricarica degli acquiferi profondi), in scala al 250.000, individua le aree di ricarica degli acquiferi profondi presenti nelle ampie valli alluvionali al di sotto dei complessi impermeabili argilloso-limosi plio-miocenici e individua i principali flussi di scorrimento delle acque sotterranee verso le falde di fondovalle. I principali complessi idrogeologici ricettivi sono i seguenti: Relazione di sintesi 134 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Complesso carbonatico Pollino – Catena Costiera Settore Settentrionale. Permeabilità elevata, alimenta gli acquiferi della Piana di Sibari e di Scalea. • Complesso metamorfico Catena Costiera. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta, media Valle del Crati (settore ovest) e la fascia costiera tirrenica centro settentrionale calabrese. • Complesso igneo-metamorfico Sila. Permeabilità medio-bassa, alimenta l’alta e media e bassa Valle del Crati (settore est), la fascia costiera ionica centro settentrionale calabrese e la valle della Stretta di Catanzaro. • Complesso igneo-metamorfico Serre ed Aspromonte. Permeabilità medio-bassa, alimenta fascia costiera ionica e tirrenica meridionale calabrese. La carta è stata ottenuta da una elaborazione arbitraria di una carta di base tenendo conto di dati riportati in letteratura. La carta di base è rappresentata dalla “Carta Geologica d’Italia” in scala 1:500.000 e dalla “Carta delle Grandi Frane e Deformazioni Gravitative Profonde di Versante della Calabria” a scala 1:250.000, successivamente modificate dai tecnici dell’Autorità di Bacino per la redazione delle carte a supporto del Piano Stralcio Idrogeologico. Relazione di sintesi 135 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 48: Aree di ricarica degli acquiferi profondi 0.2.4.3 Zone di rispetto Le zone che vengono definite, come previsto dalla legge, sono quelle di tutela assoluta, di rispetto e i protezione. Il loro contorno rappresenta il luogo dei punti con eguale tempo di ritardo: ogni particella liquida che si trova sul perimetro delle varie zone impiegherà quindi lo stesso tempo per giungere alla captazione. Relazione di sintesi 136 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4.3.1 Acquifero della Piana di Gioia Tauro Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza. Per il bacino di Gioia Tauro sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 49, 50, 51, 52, 53, 54 e 55. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano per i quali sono state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Gioia Tauro”): a) RC2AQ05P001 – Pozzo CINQUEFRONDI b) RC2AQ06P001 – Pozzo POLISTENA c) RC2AQ07P001 – Campo Pozzi VACALE (Pozzo VACALE 2) d) RC2AQ09P001 – Pozzo RIZZICONI e) RC2AQ10-11P001 – Campo Pozzi PETRACE (1a, 1b, 2a, 2b) f) RC2AQ20P001 – Pozzo SAN GIORGIO g) VV1AQ23P001 – Campo Pozzi MEDMA Relazione di sintesi 137 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 49: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ05P001 Relazione di sintesi 138 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 50: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ06P001 Relazione di sintesi 139 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 51: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ07P001 Relazione di sintesi 140 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 52: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ09P001 Relazione di sintesi 141 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 53: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ11P001 Relazione di sintesi 142 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 54: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC2AQ20P001 Relazione di sintesi 143 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 55: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ23P001 Relazione di sintesi 144 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4.3.2 Acquifero della Piana di Sant’Eufemia Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza. Anche per il bacino di Lamezia Terme sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 56, 57, 58, 59, 60, 61 e 62. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Lamezia Terme”): a) CZ1AQ09P001 – Acquedotto Maiorizzini Pozzo 1 – Pozzo 2 – Pozzo 3 b) CZ2AQ03 P001 – Campo Pozzi PALAZZO c) CZ2AQ04 P001 – Campo Pozzi ACCONIA d) CZ2AQ05 P001 – Campo Pozzi SAVUTO e) CZ2AQ06 P001 – Campo Pozzi PIAN DEL DUCA f) CZ2AQ07 P001 – Campo Pozzi SAMBUCO g) VV1AQ08 P001 – Pozzo S. GIORGIELLO 1 Figura 56: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ03P001 Relazione di sintesi 145 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 57: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ04P001 Figura 58: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ1AQ09P001 Relazione di sintesi 146 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 59: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ05P002 Figura 60: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ06P001 Relazione di sintesi 147 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 61: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CZ2AQ07P001 Figura 62: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi VV1AQ08P001 Relazione di sintesi 148 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4.3.3 Acquifero della Piana del Lao Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza. Anche per il bacino del Lao sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riporta la mappa nella Figura 63. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, è il seguente (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico del Fiume Lao”): a) CS2AQ02P001 – Pozzo GRISOLIA SCALO Figura 63: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS2AQ02P001 Relazione di sintesi 149 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4.3.4 Acquifero della Piana di Reggio Calabria Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza. Anche per il bacino di Reggio Calabria sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da So.Ri.Cal. e di cui si riportano le mappe nelle Figure 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71 e 72. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Reggio Calabria”): a) RC1AQ05P001 – Campo Pozzi CATONA b) RC1AQ08P001 – Campo Pozzi GALLICO SUPERIORE c) RC1AQ15P001 – Pozzo S.ELIA per Masella d) RC1AQ20P001 – Campo Pozzi CALOPINACE e) RC1AQ22P001 – Pozzo PRIMO f) RC1AQ23P001 – Campo Pozzi S. AGATA g) RC1AQ24P001 – Campo Pozzi VALANIDI h) RC1AQ25P001 – Pozzo GALLICO MARINA i) RC1AQ33P001 – Campo Pozzi integr. MELITO Relazione di sintesi 150 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 64: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ05P001 Relazione di sintesi 151 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 65: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ08P001 Relazione di sintesi 152 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 66: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ15P001 Relazione di sintesi 153 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 67: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ20P001 Relazione di sintesi 154 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 68: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ22P001 Relazione di sintesi 155 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 69: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ23P001 Relazione di sintesi 156 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 70: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ24P001 Relazione di sintesi 157 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 71: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ25P001 Relazione di sintesi 158 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 72: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi RC1AQ33P001 Relazione di sintesi 159 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.2.4.3.5 Acquifero della Piana di Sibari Dalla definizione di velocità come rapporto fra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla, si arriva a definire le isocrone ovvero le linee ad eguale tempo di percorrenza. Per il bacino di Sibari sono state stimate le aree di salvaguardia per tutti i pozzi gestiti da So.Ri.Cal, la società mista che gestisce le acque sotterranee a scopi acquedottistici in Calabria, di cui si riportano le mappe nelle figure 73, 74, 75, 76, 77, 78 e 79. Successivamente sono state determinate le isocrone di 60, 180 e 365 giorni da cui è possibile definire le aree di rispetto ristrette e allargate. Punti di prelievo per scopo idrico potabile destinato al consumo umano, per i quali sono state individuate le aree di salvaguardia previste dalla normativa al fine della tutela della risorsa idrica, sono i seguenti (cfr cartografia “Aree di rispetto – Bacino idrogeologico di Sibari”): a) CS1AQ01P001-2 Pozzo SERRA SPIGOLA – Pozzo VIA DE RADA b) CS3AQ01P001 – Campo Pozzi FRASCINETO c) CS3AQ01P002-3 Campo Pozzi ROSETO CAPO SPULICO – Pozzo COLFARI d) CS3AQ01P005 – Pozzi SERRO CAVALLO e) CS3AQ02P001 – Campo Pozzi CALOVETO f) CS3AQ02P002-3 Campo Pozzi CALOVETO – Campo Pozzi TRIONTO g) CS3AQ07P001 – Pozzo ESARO Relazione di sintesi 160 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 73: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS1AQ01P001 e CS1AQ01P002 Relazione di sintesi 161 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 74: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P001 Relazione di sintesi 162 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 75: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P002 Relazione di sintesi 163 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 76: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ01P005 Relazione di sintesi 164 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 77: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ02P001 Relazione di sintesi 165 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 78: Delimitazione aree di salvaguardia per i campi pozzi CS3AQ02P002 e CS3AQ02P003 Relazione di sintesi 166 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 79: Delimitazione aree di salvaguardia per il campo pozzi CS3AQ07P001 Relazione di sintesi 167 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.3 GLI OBIETTIVI 0.3.1 Obiettivi definiti dall’Autorità di Bacino Gli obiettivi e le priorità degli interventi dei Piani di Tutela delle Acque (PTA) sono espressamente richiamati agli articoli 44 del D.lgs. 152/99, e 111 del D.lgs. 152/06. Nel decreto del 1999 il PTA è definito “Piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell’articolo 17, comma 6 – ter della Legge 18 maggio 1989 n.183; nel decreto del 2006, il PTA è definito “uno specifico piano di settore”. Nel richiamato articolo 44 del 152/99, è demandato alle Autorità di Bacino di rilievo nazionale ed interregionale, sentite le Province e le Autorità di Ambito, di definire gli obiettivi su scala di bacino. Nel richiamato articolo 121 del 152/06, le Autorità di Bacino definiscono gli obiettivi su scala di distretto cui devono attenersi i Piani di Tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi. È altresì compito delle Autorità di Bacino nazionali o interregionali verificare la conformità del piano agli obiettivi e alle priorità, esprimendo parere vincolante. I risultati dell’attività conoscitiva nella regione Calabria, sinora eseguita e documentata, consentono di formulare scenari e ipotesi dello stato dei corpi idrici regionali, superficiali (interni, marini e di transizione) e sotterranei, che devono essere ulteriormente precisati in termini qualitativi e quantitativi. Tuttavia, con riferimento sia a quanto richiesto in generale dai Decreti ora richiamati, sia allo specifico della situazione calabrese, si possono riassumere i seguenti obiettivi fondamentali, che comprendono aspetti di qualità (art. 4 del D.lgs. 152/99, art. 76 del D.lgs. 152/06), di quantità e gestionali della risorsa idrica. Gli obiettivi generali per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee sono i seguenti: • prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; • conseguire il miglioramento dello stato delle acque e la protezione adeguata di quelle destinate a particolari usi; • perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, dando priorità a quelle potabili; • mantenere ovunque la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; • rinaturalizzare i corsi d’acqua, specialmente in ambienti urbani; • mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità; • proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli altri ecosistemi dipendenti da quello acquatico sotto il profilo del fabbisogno idrico. Relazione di sintesi 168 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi di qualità Gli obiettivi di qualità sono differenti fra i bacini montani e pedemontani, e quelli vallivi e le fasce costiere. Per i primi, infatti, si tratta di continuare a mantenere gli attuali livelli e le attuali caratteristiche di idoneità alla vita dei pesci e all’idoneità ai prelievi per uso potabile, per i secondi e le terze, invece, l’inquinamento di natura prevalentemente organica e l’eccessiva antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato attuale e l’adozione di misure prioritarie. L’obiettivo prioritario è, per i corsi d’acqua naturali, quello di aumentare la capacità di diluizione e di autodepurazione diminuendo l’apporto organico puntuale – diffuso, per le acque costiere quello di addurre liquami a elevato livello di depurazione. 1) Per i corpi idrici significativi, siano essi superficiali o sotterranei, non si ravvedono le condizioni (art. 5 comma 5 del D.lgs. 152/99, art. 81 del D.lgs. 152/06) per stabilire obiettivi di qualità ambientale meno rigorosi di quelli minimi fissati dalla legge. Con riferimento all’allegato 1 del decreto 152/99 deve assicurarsi il mantenimento dello stato di qualità “elevato” nei corpi idrici che già si trovano in queste condizioni; entro il 31/12/2016 deve essere mantenuto o raggiunto lo stato di qualità ambientale “buono”; entro il 31/12/2008 ogni corpo idrico superficiale o tratto di esso che attualmente possiede uno stato di qualità “scadente” o “pessimo” deve conseguire almeno i requisiti dello stato “sufficiente”. 2) Per le acque a specifica destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda della specifica destinazione funzionale. • Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste qualità entro il 31 dicembre 2010. • Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”. • Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla balneazione per inquinamento devono raggiungere entro il 31 dicembre 2010 Relazione di sintesi 169 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria l’idoneità alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive modifiche e integrazioni. • Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato 2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010. 3) Specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, ai fini del perseguimento degli obiettivi di qualità, sono richieste nelle seguenti aree: • Aree sensibili, per come definite nei due richiamati D.lgs. e meglio delimitate nei PTA. In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane. Per il raggiungimento dell’obiettivo devono essere abbattuti i nutrienti provenienti dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti equivalenti superiori a 10000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del carico dei nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del suddetto carico anche gli effluenti degli agglomerati superiori a 5000 abitanti equivalenti. Per il contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica, devono essere applicate le condizioni contenute nel “Codice di buona pratica agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 19 aprile 1999. • Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, per come individuate con deliberazioni regionali o dal PTA. In tali zone devono essere attuati i programmi di azione definiti dalla regione sulla base delle indicazioni di cui all’allegato 7 del D.Lgs.152/1999 e delle prescrizioni contenute nel “Codice di buona pratica agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 19 aprile 1999. • Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e zone vulnerabili alla desertificazione, per come individuate con deliberazioni regionali o dal PTA. Per le prime, se presenti, devono essere attuati i programmi di azione definiti dalla regione sulla base delle indicazioni di cui all’allegato 7, parte B, del D.lgs. 152/99. Per le seconde, se presenti, sono adottate specifiche misure di tutela secondo i criteri previsti nel Piano d’azione nazionale di cui alla delibera CIPE, pubblicata nella G.U. n. 39 del 17/02/99. Relazione di sintesi 170 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Per mantenere e migliorare le caratteristiche di qualità delle acque distribuite alla popolazione mediante acquedotti che rivestono carattere di pubblico interesse, sono individuate le aree di salvaguardia ai sensi degli articoli 21 del D.Lgs. 152/99 e 94 del D.lgs. 152/06. L’area di salvaguardia deve prevedere l’area di tutela assoluta, l’area di rispetto e l’area di protezione. L’approvazione dell’area di salvaguardia comporta l’applicazione delle limitazioni d’uso di cui all’articolo 21 del D.Lgs. 152/99. L’area di tutela assoluta deve essere acquisita dal gestore dell’acquedotto ed adibita esclusivamente alle opere di captazione; nella suddetta area, recintata, deve essere interdetto l’accesso ai non autorizzati. Altre attività in essa esistenti, diverse da quelle anzidette, devono essere rimosse. Eventuali pozzi presenti nell’area, se non più in uso, come opere di captazione, devono essere chiusi con tecniche che garantiscano l’isolamento delle falde attraversate. La deliberazione di approvazione dell’area di salvaguardia deve definire, in relazione alla natura dei suoli, l’uso possibile di concimi chimici, fertilizzanti e fitofarmaci nonché le misure da adottare per mettere in sicurezza le attività preesistenti. In ogni caso gli agglomerati urbani presenti nell’area di rispetto devono essere dotati di fognature a doppia camicia con pozzetti ispezionabili per la verifica della tenuta della conduttura fognante. Le acque reflue urbane ed eventualmente industriali devono essere veicolate in condotte, anche se depurate, fuori della stessa area di rispetto. La Giunta Regionale disciplinerà le attività previste dall’articolo 21 del D.lgs. 152/99 per quanto riguarda i centri di pericolo presenti all’interno delle aree di salvaguardia. Nelle aree di protezione possono essere previste, nella deliberazione di approvazione dell’area di salvaguardia, limitazioni agli insediamenti civili artigianali e agricoli. I reflui di questi insediamenti devono comunque essere trattati in impianti di depurazione a fanghi attivi dotati di trattamento terziario di nitrificazione e denitrificazione o, per gli agglomerati minori, in impianti di fitodepurazione che raggiungono gli stessi livelli di depurazione in relazione al BOD e alle sostanze azotate. Le nuove captazioni a uso idropotabile non possono essere dichiarate potabili e distribuite mediante acquedotto alle popolazioni se non sono state delimitate le aree di salvaguardia secondo la Relazione di sintesi 171 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria normativa regionale vigente. Le zone di protezione sono adottate con la deliberazione di adozione del Piano. Obiettivi di quantità Dovranno perseguirsi i seguenti obiettivi: 1) Contenimento dei prelievi dalle falde e dai corsi d’acqua. Per questi ultimi, si dovrà restare sempre al di sotto della soglia del DMV considerato come la portata istantanea minima necessaria in ogni tratto omogeneo di corso d’acqua per garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico fisiche delle acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Il PTA individuerà le aree a rischio di crisi ambientale, ossia le aree nelle quali l’utilizzazione quantitativa delle risorse idriche è tale da compromettere la conservazione della risorsa e le future utilizzazioni sostenibili. In tali aree devono essere ridotte le utilizzazioni entro limiti di sostenibilità delle utilizzazioni della risorsa idrica, salvaguardando nell’ordine gli usi idropotabili, gli usi agricoli e gli altri usi. 2) Azzeramento dei deficit idrici nelle falde idriche. Obiettivi gestionali Il PTA dovrà individuare tutte le forme in essere nell’attuale quadro normativo che ostacolano di fatto la gestione delle acque a uso plurimo. Primo fra tutti, occorre superare l’estremo grado di frammentazione delle competenze in settori contigui e spesso sovrapposti, come quello civile, industriale, agricolo. Nello specifico del settore civile, le azioni del servizio idrico integrato devono essere ricondotte all’interno del quadro delle conoscenze del PTA. Il PTA dovrà pure considerare la gestione e l’uso sostenibile delle risorsa acqua, considerata oramai un bene solo parzialmente rinnovabile destinato a subire riduzioni quantitative e qualitative in un futuro non molto lontano. L’urgenza riguarda soprattutto l’efficienza delle reti di distribuzione per i vari usi, ma saranno indispensabili azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione tecnica, circa le pratiche mirate al consumo consapevole della risorsa, incluso il recupero delle acque reflue. Priorità di intervento Per conseguire gli obiettivi sopra delineati all’interno degli orizzonti temporali indicati, il PTA deve assumere alcune priorità degli interventi: Relazione di sintesi 172 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria • Completamento e messa a regime dell’esistente rete di monitoraggio ed estensione della stessa con nuovi punti di rilevamento lungo i corsi d’acqua, nelle falde e a mare. • Completamento ed adeguamento delle reti fognarie e dei depuratori, in conformità alle disposizioni del D.lgs. 152/99, dando la precedenza ai sistemi dei centri urbani maggiori, a quelli recapitanti direttamente a mare e a quelli recapitanti nei corsi d’acqua aventi livelli qualitativi peggiori. Fermi restando i limiti massimi ammessi per lo scarico, all’orizzonte temporale ultimo del PTA, i liquami devono essere depurati con una efficienza depurativa di almeno il 90% relativamente al BOD, di almeno l’80% relativamente alle sostanze azotate e, nelle aree sensibili, di almeno l’80% relativamente al fosforo. • Incrementare l’adozione di condotte di scarico sottomarine, come misura di salvaguardia aggiuntiva rispetto ai tradizionali trattamenti a terra. • Separazione delle acque di pioggia da quelle di origine domestica nelle fognature urbane di nuova costruzione. Per i sistemi di raccolta esistenti, adozione di misure di contenimento dello sversamento diretto nel recapito naturale delle acque di pioggia, prevedendo appositi stoccaggi e trattamenti leggeri per le acque di prima pioggia. • Adozione di misure di contenimento dei consumi idrici e di recupero delle perdite lungo le adduttrici e le reti idriche. • Adozione di opportuni ordinamenti colturali, ottimizzazione della distribuzione di effluenti zootecnici e di concimi chimici nel comparto agricolo e zootecnico. • Contenimento dei consumi irrigui attraverso la progressiva sostituzione dei sistemi a pelo libero con condotte in pressione. • Naturalizzazione dei corsi d’acqua e creazione di fasce riparie naturali nei principali corsi d’acqua urbani, con progressiva rimozione degli interventi antropici a maggiore impatto. • Adozione di metodi di ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali o dei versanti. • Ricorso alle casse di espansione per il contenimento delle piene nel caso di sezioni idriche insufficienti al deflusso di piena ai più elevati tempi di ritorno. • Censimento di tutti i prelievi in essere, sia da acque superficiali sia da acque sotterranee. I pozzi non più in uso o abbandonati devono essere adeguatamente chiusi mediante cementazione. Nelle zone costiere i pozzi profondi devono essere cementati in modo tale da impedire che le falde superficiali, soggette a penetrazione salina, Relazione di sintesi 173 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria possano raggiungere le sottostanti falde. La regione può ordinare al responsabile locale la chiusura di un pozzo manifestamente in stato di abbandono, in cattive condizioni di manutenzione o realizzato in maniera da costituire pericolo per le sottostanti falde. Tutti coloro che a qualsiasi titolo prelevano acque dalle falde mediante pozzi devono installare sistemi di misura delle quantità prelevate e comunicare periodicamente all’autorità che ha rilasciato l’atto di assenso al prelievo e in tutti i casi alla ABR, prevedendo sanzioni pesanti per le inadempienze, quali, la cementazione del pozzo considerato abbandonato o in disuso. 0.3.2 Definizione degli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque Gli obiettivi e le priorità d’intervento individuate dall’Autorità di Bacino regionale ben si interfacciano con quanto previsto dalle normative nazionali e comunitarie. Secondo quanto prescritto nell’articolo 4, Titolo II, Capo I del D.lgs. 152/99, “al fine della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee il decreto individua gli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualità per specifica destinazione dei corpi idrici; l’obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, …”; al fine di assicurare il raggiungimento dell’obiettivo finale, la normativa prevede due step in cui ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire, ossia almeno i requisiti dello stato “sufficiente” entro il 31/12/2008 ed entro il 31/12/2016 ogni copro idrico significativo superficiale e sotterraneo deve raggiungere lo stato di qualità ambientale “buono”. I principali obiettivi da raggiungere sono: 9 risanamento dei corpi idrici significativi e d’interesse che mostrano uno stato di qualità ambientale compromesso; 9 mantenere lo stato di qualità buono per tutti quei corpi idrici significativi e d’interesse che non risentono di pressioni antropiche alteranti il loro stato; 9 raggiungere il miglioramento dello stato di qualità delle acque a specifiche destinazione d’uso ed attuare un sistema di protezione delle stesse per garantirne un uso quali – quantitativo da parte di tutti; 9 conservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché mantenere la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Relazione di sintesi 174 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In particolare seguendo le indicazioni dell’autorità di Bacino Regionale: nelle aree montane o pedemontane, dove in linea di massima la disponibilità e la qualità delle acque sono attestate su standard sufficientemente elevati, la priorità consiste nel mantenere e localmente migliorare gli attuali livelli e le attuali caratteristiche di idoneità alla vita dei pesci e al prelievo per uso potabile; nelle zone vallive e nelle fasce costiere l’inquinamento di natura organica e l’eccessiva antropizzazione di alcuni tratti fluviali richiedono il miglioramento dello stato attuale e l’adozione immediata di misure finalizzate al miglioramento, attraverso l’aumento della capacità di diluizione e di autodepurazione, la diminuzione degli apporti organici puntuali e diffusi, della qualità degli affluenti che convogliano acque reflue, grazie ad un sostanziale miglioramento del sistema depurativo. Per i corpi idrici significativi questo vuol dire mantenere, ove presente, il livello di qualità “elevato”, portare entro il 2008 tutti i corpi idrici ad un livello almeno “sufficiente”, raggiungere entro il 2016 almeno il livello “buono”. Dal punto di vista quantitativo appare evidente la necessità di contenere e al limite annullare gli incrementi di prelievo dalle falde e dai corsi d’acqua, anche per assicurare il soddisfacimento del minimo deflusso vitale. In un simile contesto per delineare la strategia di intervento occorre tenere conto dei principali punti di forza e di debolezza dell’intero sistema. I punti di forza sono sostanzialmente connessi ai seguenti fattori: - la disponibilità residua non ancora utilizzata della risorsa idrica appare, allo stato attuale, ancora notevole, almeno dal punto di vista quantitativo. Un limitato incremento nell’uso delle risorse ancora non utilizzate appare ancora possibile, anche se nel quadro di una visione organica del problema e con interventi oculati e compatibili con la primaria esigenza di non arrecare ulteriori danni al sistema; - la capacità autodepurante dei corsi d’acqua, favorita dalla elevata pendenza delle aste fluviali e torrentizie, che determina bassa profondità ed elevata turbolenza e, quindi, elevati scambi di ossigeno sia all’interno del corpo idrico sia tra questo e l’atmosfera esterna - la scarsa densità di popolazione che caratterizza la gran parte del territorio calabrese e rende meno rilevante rispetto ad altri contesti il carico prodotto dall’inquinamento diffuso. I punti di debolezza riguardano: Relazione di sintesi 175 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - lo squilibrio stagionale degli apporti meteorici che si concentrano nel periodo umido nella misura dell’80-90%, e non superano il 10% nei tre mesi estivi più secchi. Sono perciò indispensabili adeguati volumi di compenso stagionale sia naturali sia artificiali; - l’inadeguatezza dei volumi di compenso, dal momento che quelli naturali, rappresentati dagli acquiferi sotterranei, hanno subito un sistematico peggioramento qualitativo e quantitativo, anche per effetto dell’espansione di cunei salini, mentre i serbatoi artificiali non hanno avuto lo sviluppo previsto e sono in troppi casi ancora incompleti o comunque non operativi; - il trend negativo imposto dai cambiamenti climatici che appare particolarmente rilevante in Calabria, dove dai 17 miliardi di m3 all’anno, che mediamente cadevano fino agli anni 80 sotto forma di pioggia o di neve sull’intera regione, si è scesi, nel secolo appena iniziato, a circa 13 milioni di m3 come valore medio, con punte negative che toccano i 10 milioni di m3 ; - la fatiscenza di molte reti di adduzione e di distribuzione, nel settore civile e in quello irriguo, con perdite notevoli che incrementano i consumi in modo anche molto rilevante; - il prelievo abusivo di risorse idriche dalla falda e dalle reti di adduzione e di distribuzione che produce effetti analoghi e anzi in molti casi finisce per essere contabilizzato come perdita; - l’inadeguatezza del sistema di raccolta e di collettamento delle acque nere, che produce perdite incontrollate e favorisce percorsi impropri con effetti che si risentono soprattutto nelle falde; - le diffuse carenze nel sistema di collettamento delle acque bianche con effetti sulla qualità degli acquiferi ricettori particolarmente negativi in occasione delle cosiddette prime piogge che producono un elevato incremento dei carichi inquinanti; - la diffusa illegalità nella realizzazione di scarichi puntuali e diffusi; - la non corretta gestione delle lavorazioni agricole, con un uso della risorsa in molti casi superiore a quello strettamente necessario ai fini produttivi, e una scarsa attenzione alla qualità dei reflui e alle modalità del loro rilascio nell’ambiente circostante; - le carenze del sistema depurativo; - l’insufficienza del sistema di controllo e di monitoraggio sui prelievi e sugli scarichi; - mancano, o sono incompleti, censimenti sistematici delle fonti di approvvigionamento, banche dati sui prelievi e sull’erogazione della risorsa, reti di monitoraggio della qualità e della quantità dei corpi idrici nei tratti di maggiore interferenza con il sistema Relazione di sintesi 176 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria antropico, serie storiche che consentano di ricostruire l’effettivo funzionamento gestionale degli impianti di captazione, di accumulo e di erogazione e più in generale di valutare gli effetti prodotti dalle innumerevoli concessioni. Ne consegue un livello di affidabilità delle elaborazioni relative al ciclo idrico che appare, in diversi casi, insufficiente. 0.3.2.1 Corsi d’acqua superficiali 0.3.2.1.1 Aspetti qualitativi Sulla base dei dati analiti ottenuti per la classificazione dello stato ecologico (SECA) relativa al biennio nov 2005 – 2007, risulta che: 9 nessuno dei 52 tratti di corsi d’acqua dei corpi idrici significativi di primo e secondo ordine, dei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale e dei corpi idrici che, per carico inquinante da essi convogliato, possono avere un’inflenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi, mostra uno stato ecologico elevato. 9 9 mostrano uno stato ecologico buono; 9 26 mostrano uno stato ecologico sufficiente; 9 15 mostrano uno stato scadente; 9 ed infine, 1 solo mostra uno stato ecologico pessimo. Per tutti i corpi idrici significativi o tratti di essi, per tutti i corpi idrici a specifica destinazione, per quelli di particolare interesse naturalistico e per quelli ad alto carico inquinante veicolato, sulla base dei dati analitici ottenuti, sono state individuate le criticità connesse alla tutela della qualità e all’uso della risorsa, definendo le relazioni intercorrenti tra tali problematiche ed i fattori naturali ed antropici che le determinano, tanto da poter individuare così gli obiettivi da raggiungere al 2008 e al 2016. I risultati relativi ai parametri addizionali monitorati non sono utilizzabili allo scopo di calcolare il SACA (anche se una prima attribuzione dello stato ambientale è stata fatta in virtù dei risultati ottenuti, Tabella 24), in quanto questi non sono stati determinati per l’intero biennio di indagine, ma solo per 12 mesi (nel primo anno di indagine eccetto che per le stazioni CS50, CS51 e CS52 che sono state aggiunte nel secondo anno). Tuttavia i loro valori sono stati confrontati con le prescrizioni normative e non hanno destato alcuna preocuppazione essendo sempre inferiori ai valori soglia normati. Relazione di sintesi 177 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Per i parametri inorganici sono comunque risultati nella maggior parte dei casi valori di concentrazione sensibilmente inferiori ai limiti di legge, e spesso inferiori anche ai limiti di rilevabilità strumentali, con l’eccezione del nichel, che in particolare nella stazione CS29 – Fiumara Amendolea, assume un valore di 75° percentile pari a 0,04 (il limite è di 0,02). Le sostanze organiche determinate sono nella maggioranza dei casi risultate in concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale. Nei restanti casi, i valori puntuali erano comunque al di sotto dei limiti di legge già come valori puntuali. Relazione di sintesi 178 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Categoria LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenario di raggiungibilità Raggiungibile. Trattasi di inquinamento principalmente Corpo idrico CS01 R18069F0003 Fiume Amato significativo di I° 3 III 3 sufficiente Buono civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri ordine microbiologici e nutrienti). Raggiungibile. Corpo idrico CS02 R18069F0002 Fiume Amato significativo di I° Trattasi di inquinamento principalmente 2 III 3 sufficiente Buono civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri ordine microbiologici e nutrienti). Raggiungibile. Corpo idrico CS03 R18069F0001 Fiume Amato significativo di I° Trattasi di inquinamento principalmente 2 III 3 sufficiente Buono civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri ordine microbiologici e nutrienti). Mantenimento possibile mediante le misure previste nella scheda di bacino, Corpo idrico CS04 R18066F0002 Fiume Corace significativo di I° portando da scadente/sufficiente a 2 I ordine 2 Buono Buono buono/elevato sia il livello del fosforo totale che dell’indicatore microbiologico. Relazione di sintesi 179 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo Corpo idrico CS05 R18066F0001 Fiume Corace significativo di I° 3 III 3 Sufficiente Buono ordine 0.3.2.1.1 fronteggiando i livelli pessimi/scadenti dei parametri relativi ai nutrienti (eccetto i nitrati), indicatori microbiologici e sostanze chimicamente degradabili, segnale di uno scarso ed inadeguato trattamento dei reflui civili . Mantenimento intermedio dello stato Corpo idrico CS06 R18012F0004 Fiume Crati significativo di I° sufficiente e possibile raggiungimento 3 III 3 Sufficiente Buono dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo ordine 0.3.2.1.1. Raggiungimento intermedio dello stato Corpo idrico CS07 R18012F0001 Fiume Crati significativo di I° sufficiente e possibile raggiungimento 2 IV 4 Sufficiente Buono dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo ordine 0.3.2.1.1. Mantenimento intermedio dello stato Corpo idrico CS08 R18012F0005 Fiume Crati significativo di I° 3 IV ordine 4 Sufficiente Buono sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo Relazione di sintesi 180 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi/scadenti dei parametri macrodescrittori relativi ai nutrienti ed indicatore microbiologico, segnale di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui urbani. Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo Corpo idrico CS09 R18012F0006 Fiume Crati significativo di I° 4 IV 4 Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi dei parametri macrodescrittori relativi ordine ai nutrienti, sostanze biodegradabili, ed indicatore microbiologico, segnale di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui urbani. Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione delle misure Corpo idrico CS10 I016F0001 Fiume Lao significativo di I° previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, 2 I 2 Buono Buono fronteggiando livelli sufficiente/scadente dell’indicatore ordine biologico e sufficiente/buono dello ione ammonio, segnale di un inquinamento Relazione di sintesi 181 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria civile puntuale. Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione delle misure Corpo idrico CS11 I016F0003 Fiume Lao significativo di I° 2 II 2 Buono Buono ordine previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficiente/buono dello ione ammonio e del parametro microbiologico. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli Corpo idrico CS12 R18096F0004 Fiume Mesima significativo di I° 3 III 3 Sufficiente Buono ordine scadenti della richiesta chimica di ossigeno consumato in acqua per l’ossidazione delle sostanze organiche ed inorganiche, del nutriente fosforo totale e dell’indicatore microbiologico, segnale di una forte contaminazione antropica di natura civile ed agricola. Mantenimento intermedio dello stato Corpo idrico CS13 R18096F0002 Fiume Mesima significativo di I° sufficiente e raggiungimento dello stato 3 III 3 Sufficiente Buono “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo ordine 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi Relazione di sintesi 182 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dell’indicatore microbiologico e del nutriente fosforo totale, i livelli sufficienti della richiesta chimica di ossigeno consumato in acqua per l’ossidazione delle sostanze organiche ed inorganiche e dei nutrienti azotati, segnale di una forte contaminazione antropica di natura civile, industriale e agricola. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione Corpo idrico CS14 R18047F0002 Fiume Neto significativo di I° 2 III 3 Sufficiente Buono ordine delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti dei macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed agricola. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato Corpo idrico CS15 R18047F0003 Fiume Neto significativo di I° “buono” possibile mediante l’adozione 2 III 3 Sufficiente Buono delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli ordine sufficienti del macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine Relazione di sintesi 183 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria civile ed agricola. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione Corpo idrico CS16 R18047F0001 Fiume Neto significativo di I° 2 IV 4 Sufficiente Buono delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli ordine scadenti/sufficienti dei macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed agricola. Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti e scadenti solo per l’E.Coli, segnali di Corpo idrico CS17 R18118F0003 Fiume Petrace significativo di I° una contaminazione antropica sia di 3 IV ordine 4 Sufficiente Buono natura civile/industriale che agricola. Le note di stazione indicano per questa un contesto molto artificializzato (si trova alla periferia di Gioia Tauro), un forte infangamento, con fondo anche argilloso e corrente spesso scarsa. Relazione di sintesi 184 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti e Corpo idrico CS18 R18118F0001 Fiume Petrace significativo di I° 2 III 3 Sufficiente Buono ordine scadenti solo per l’E.Coli, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione riportano in più occasioni l’osservazione di mucillagine sul fondo e sulle sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando una contaminazione Corpo idrico CS19 R18118F0002 Fiume Petrace significativo di I° 2 III ordine 3 Sufficiente Buono principalmente di natura organica. Le note di stazione segnalano ricorrenti lavori in alveo che comportano temporanee deviazioni del corso del fiume operate utilizzando ad argine il sedimento stesso e pertanto effimere. Si osservano quindi frequenti variazioni Relazione di sintesi 185 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria del percorso del fiume con evidenti ripercussioni sui popolamenti bentonici Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, Corpo idrico CS20 R18057F0001 Fiume Savuto significativo di I° 2 III 3 Sufficiente Buono ordine fronteggiando i livelli sufficienti per l’E.Coli e ione ammonio, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione segnalano che la portata in questa sezione è molto ridotta. Mantenimento dello stato buono è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando solo i livelli sufficienti Corpo idrico CS21 R18057F0002 Fiume Savuto significativo di I° 2 II 2 Buono Buono per l’E.Coli e lo ione ammonio, segnali di una modesta contaminazione ordine antropica di natura civilee agricola. Le note di stazione non rilevano particolari anomalie. Corpo idrico CS22 R18057F0003 Fiume Savuto significativo di I° Raggiungimento dello stato intermedio 2 IV 4 Sufficiente Buono sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle ordine Relazione di sintesi 186 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti per l’E.Coli e del fosforo totale, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione segnalano una fisionomia di sezione più volte variata a causa di ricorrenti lavori in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in alcune occasioni un calo delle correnti, con acqua a tratti stagnante e un ricorrente infangamento. Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti per l’E.Coli (inquinamento fecale), ione Corpo idrico CS23 R18060F0001 Fiume Tacina significativo di I° 3 III 3 Sufficiente Buono ammonio, fosforo totale, sostanze biodegradabili e ciclo dell’ossigeno, ordine segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione riportano in più occasioni l’osservazione di depositi di reflui oleari, di mucillagine sul fondo e sulle Relazione di sintesi 187 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle Corpo idrico CS24 R18060F0002 Fiume Tacina significativo di I° 3 IV 4 Sufficiente Buono ordine misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti per l’E.Coli e fosforo totale, e sufficienti per lo ione ammonio, segnale di una contaminazione civile ed agricola. Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando il livello sufficiente del Corpo idrico CS25 R18030F0001 Fiume Trionto significativo di I° 2 V 5 Buono Buono ordine fosforo totale dell’indicatore biologico, segnale di una modesta contaminazione antropica civile/agricola. Il SECA pessimo dipende solo dal perché la fiumara naturalmente è soggetta a frequenti periodi di magra/secca. Mantenimento dello stato “buono” Corpo idrico CS26 R18030F0002 Fiume Trionto significativo di I° 2 IV ordine 4 Buono Buono possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando il livello sufficiente Relazione di sintesi 188 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dell’indicatore biologico, segnale di una modesta contaminazione fecale puntuale. Il SECA scadente dipende solo dal perché la fiumara naturalmente è soggetta a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 32: Corpi idrici significativi di I° ordine Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenario di raggiungibilità Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento Corpo idrico CS27 R18012F0003 Fiume Coscile significativo di II° 3 III 3 Sufficiente Buono ordine dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1 all’interno del bacino del fiume Crati. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento Corpo idrico CS28 R18012F0002 Fiume Esaro significativo di II° 2 III 3 Sufficiente ordine Buono dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1 all’interno del bacino del fiume Crati. Tabella 33: Corpi idrici significativi di II° ordine Relazione di sintesi 189 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenario di raggiungibilità Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e poi buono. I livelli dei parametri macrodescrittori per le Corpo idrico CS29 R18133F0001 Fiumara Amendolea d’interesse “alto valore sostanze biodegradabili ed il ciclo 2 IV 4 Sufficiente Buono dell’ossigeno sono buoni, ma sufficienti e pessimi sono i livelli del nutriente fosforo totale e sufficienti e buoni i paesaggistico” livelli rispettivamente del nutriente azoto sotto forma di ione ammonio e dell’indicatore microbiologico. Mantenimento possibile dello stato Corpo idrico CS30 I016F0002 Fiume Argentino d’interesse “alto valore buono, mediante l’adozione delle 2 I 2 Buono Buono misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, portando a buono/elevato il livello del paesaggistico” parametro microbiologico. Mantenimento possibile dello stato buono, mediante l’adozione delle Corpo idrico CS31 R18068F0001 Fiume Crocchio d’interesse “alto valore misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, 2 II 2 Buono Buono portando a buono/elevato il livello sufficiente/scadente dell’indicatore paesaggistico” microbiologico. Relazione di sintesi 190 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, Corpo idrico CS32 R18134F0001 Fiumara La Verde d’interesse “alto valore fronteggiando il livello scadente del 2 III 3 Buono Buono paesaggistico” fosforo totale e sufficiente dell’indicatore biologico, segnale di un inquinamento puntuale di modesta dimensione. Il SECA sufficiente dipende perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, Corpo idrico CS33 R18009F0001 Torrente Raganello d’interesse “alto valore fronteggiando il livello sufficiente 2 IV 4 Buono Buono dell’indicatore biologico, segnale di un inquinamento civile puntuale di paesaggistico” modesta dimensione. Il SECA scadente è perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 34: Corpi idrici d’interesse naturalistico – paesaggistico Relazione di sintesi 191 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenario di raggiungibilità Mantenimento dello stato “buono”. I livelli dei parametri macrodescrittori (nutrienti, sostanze organiche Corpo idrico CS34 R18110F0001 Fiumara Allaro d’interesse “alto 2 III 3 Buono Buono carico inquinante” biodegradabili, ciclo dell’ossigeno e inquinamento microbiologico) sono buoni, il SECA sufficiente dipende solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Corpo idrico CS35 R18097F0002 Fiume Ancinale d’interesse “alto 2 II 2 Buono Buono carico inquinante” Mantenimento mediante misure specifiche (vedi paragrafo 0.3.2.1.1) Raggiungimento possibile mediante l’adozione delle misure previste nel Corpo idrico CS36 R18097F0001 Fiume Ancinale d’interesse “alto 2 III 3 Sufficiente Buono carico inquinante” paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i livelli sufficienti, scadenti e pessimi dei parametri relativi ai nutrienti e indicatori microbiologici. Raggiungimento possibile mediante Corpo idrico CS37 R18089F0001 Fiume Angitola d’interesse “alto 2 III 3 Sufficiente Buono l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1 per fronteggiare i carico inquinante” livelli sufficienti dei parametri relativi Relazione di sintesi 192 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria ai nutrienti (azoto sotto forma di ione ammonio) e indicatori microbiologici. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, portando da sufficiente a Corpo idrico CS38 R18131F0001 Fiumara Bonamico d’interesse “alto 2 III 3 Sufficiente Buono carico inquinante” buono/elevato il livello del parametro microbiologico, il ciclo dell’ossigeno ed il nutriente azoto sotto forma di ione ammonio. Il SECA sufficiente dipende solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Sezione del fiume non naturale, rettificata, Inquinamento civile puntuale. Priorità d’intervento per il possibile raggiungimento intermedio Corpo idrico CS39 R18115F0001 Torrente Budello d’interesse “alto 4 IV carico inquinante” 4 Sufficiente Buono dello stato sufficiente ed il raggiungimento dello stato buono, agendo sull’abbattimento dei livelli pessimi e scadenti delle sostanze organiche biodegradabili, del ciclo dell’ossigeno e dell’indicatore Relazione di sintesi 193 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria microbiologico. (vedi paragrafo 0.3.2.1.1). Mantenimento dello stato “buono”. I livelli di tutti i parametri Corpo idrico CS40 R18136F0001 Fiumara Calopinace d’interesse “alto 2 III 3 Buono Buono carico inquinante” macrodescrittori sono elevati/buoni, il SECA sufficiente dipende solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi Corpo idrico CS41 R18071F0001 Fiume Esaro di Crotone d’interesse “alto 4 IV 4 Sufficiente Buono e scadenti di nutrienti (ione ammonio e fosforo totale), scadenti dell’indicatore carico inquinante” microbiologico e tutti sufficienti i restanti macrodescrittori dell’inquinamento,segnale sia di un inquinamento civile che agricolo zootecnico. Corpo idrico CS42 R18099F0001 Fiumara della Ruffa d’interesse “alto Mantenimento intermedio dello stato 3 III 3 Sufficiente Buono sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione carico inquinante” Relazione di sintesi 194 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti/pessimi dell’indicatore microbiologico e del nutriente fosforo totale, sufficienti i livelli del nutriente azoto, segnale di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui civili. La fiumara è soggetta a frequenti periodi di magra. Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione delle misure Corpo idrico CS43 R18132F0001 Fiumara di Gallico d’interesse “alto previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, 2 IV 4 Buono Buono fronteggiando il livello sufficiente dell’indicatore microbiologico. Il SECA carico inquinante” scadente è solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione Corpo idrico CS44 R18082F0001 Torrente Fiumarella d’interesse “alto 2 III carico inquinante” 3 Sufficiente Buono delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti/pessimi dell’indicatore microbiologico e sufficienti dei nutrienti, segnale di uno scarso Relazione di sintesi 195 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria collettamento e trattamento dei reflui civili. Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli Corpo idrico CS47 R18096F0001 Fiume Nicà d’interesse “alto 2 IV 4 Sufficiente Buono sufficienti del nutriente fosforo totale e della saturazione dell’ossigeno, segnale carico inquinante” per lo più di un inquinamento agricolo puntuale di modesta dimensione. Il SECA scadente dipende molto anche dai frequenti periodi di magra a cui il fiume va incontro. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo Corpo idrico CS48 R18096F0003 Fiumara Novito d’interesse “alto 2 III 3 Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, portando da sufficiente/scadente a buono/elevato il carico inquinante” livello del parametro microbiologico ed il nutriente fosforo totale. Il SECA sufficiente dipende solo perché Relazione di sintesi 196 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è Corpo idrico CS49 R18042F0001 Torrente Turrina d’interesse “alto possibile mediante l’adozione delle 2 IV 4 Sufficiente Buono misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti per carico inquinante” l’E.Coli e fosforo totale, segnale di una contaminazione civile ed agricola. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi Corpo idrico CS45 R18121F0001 Fiume Marepotamo d’interesse “alto 3 III 3 Sufficiente Buono carico inquinante” dell’indicatore microbiologico (inquinamento fecale), scadenti del nutriente fosforo totale (inquinamento civile e agricolo) sufficienti i livelli dello ione ammonio, in sotanza segnale di una forte contaminazione antropica di natura civile e agricola. Corpo idrico CS46 R18085F0001 Fiume Metramo d’interesse “alto Raggiungimento intermedio dello stato 3 IV 4 Sufficiente Buono sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione carico inquinante” Relazione di sintesi 197 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti/sufficienti del macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed industriale ( attività molitoria e lavorazione degli agrumi). Tabella 35: Corpi idrici d’interesse “alto carico inquinante” Relazione di sintesi 198 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Di seguito si riportano le monografie per singolo corpo idrico significativo e d’interesse e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nella sezione misure da adottare gli interventi previsti per mantenere e/o raggiungere lo stato di qualità ambientale “sufficiente” e/o “buono”. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Amato Il Fiume Amato è stato monitorato quale corpo idrico significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 444 Kmq, interessando 32 comuni con circa 15 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 63200 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 80 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 80 Nel bacino sono stati censiti 24 impianti di depurazione dei quali 5 non funzionanti. Relazione di sintesi 199 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dei 32 comuni solo 17 scaricano i loro reflui nel bacino, per una popolazione totale di circa 42600 abitanti. In base alle pressioni antropiche di natura civile, nel complesso nel bacino dell’Amato è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 10900 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 90,0 16,0 69,0 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 48,0 7,0 239,0 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 138,0 23,0 308,0 Tabella 36: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso dell’Amato sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio. Una, la VP13, sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e tre, la CS03, sita anch’essa nel comune di Maida, e le CS02 e CS01 localizzate nel tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale. La sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei pesci salmonicoli. Lo stato ecologico di CS01, CS02 e CS03 è risultato mediamente sufficiente, con valori elevati dell’Indice Biotico Esteso e nella CS01 anche con valori elevati dei parametri microbiologici e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad apporti inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico. Relazione di sintesi 200 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenari di raggiungibilità Raggiungibile (vedi paragrafo 0.3.2.1.1). Trattasi di CS01 R18069F0003 Fiume Amato Corpo idrico significativo di I° ordine 3 III 3 sufficiente Buono inquinamento principalmente civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri microbiologici e nutrienti). Raggiungibile (vedi paragrafo 0.3.2.1.1). Trattasi di CS02 R18069F0002 Fiume Amato Corpo idrico significativo di I° ordine 2 III 3 sufficiente Buono inquinamento principalmente civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri microbiologici e nutrienti). Raggiungibile (vedi paragrafo 0.3.2.1.1). Trattasi di CS03 R18069F0001 Fiume Amato Corpo idrico significativo di I° ordine 2 III 3 sufficiente Buono inquinamento principalmente civile (come si evince dai livelli di inquinamento dei parametri microbiologici e nutrienti). Tabella 37 Relazione di sintesi 201 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Amato: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 215,1 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 38,4 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Allaro La Fiumara Allaro è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 Kmq, interessando 13 comuni con circa 1,3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 10800 abitanti. Dei 13 comuni ricadenti nel bacino solo 4 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo, è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 81 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 81 Relazione di sintesi 202 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione tutti non in esercizio, per cui è stimabile che nel bacino dell’Allaro sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 8100 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) Efflente non nell’impianto Carico Carico P N (tonn/y) (tonn/y) 0,00 0,00 0,00 35,0 Effluente trattato nell’impianto 5,0 trattato Totali Carico BOD5 (tonn/y) Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 177,0 35,0 5,0 177,0 Tabella 38: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso della Fiumara Allaro è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS34 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Lo stato ecologico rilevato in questa sezione del corso d’acqua, è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo LIM IBE SECA idrico Obiettivo Obiettivo al 2008 al 2016 Note Mantenimento dello stato “buono”. I livelli dei parametri macrodescrittori (nutrienti, sostanze organiche biodegradabili, ciclo Corpo idrico CS34 R18110F0001 Fiumara di interesse Allaro “alto carico 2 III 3 Buono Buono dell’ossigeno e inquinamento microbiologico) sono inquinante” buoni, il SECA sufficiente dipende solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 39 Relazione di sintesi 203 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara Allaro: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) al 2008 ed al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 159,3 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 28 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Amendolea La Fiumara Amendolea è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 150 kmq, interessando 13 comuni con circa 700 mq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata di circa 6300 abitanti.Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 82 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 82 Relazione di sintesi 204 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel bacino è stato censito, oltre all’impianto di depurazione di potenzialità pari a 2000 AE sito nel comune di Roccaforte del Greco, lo scarico di un altro impianto di depurazione, a servizio del comune di Condofuri, con una potenzialità di 5000 AE. Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che entrambi gli impianti siano funzionanti e che i reflui siano correttamente collettati, si può ritenere che la domanda di trattamento del bacino sia completamente soddisfatta e che il fiume sia soggetto all’apporto inquinante dei liquami trattati provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE, stimabile pari a circa 15 tonn/y di BOD5, 19 tonn/y di N e 3 tonn/y di P. Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) Efflente non nell’impianto Carico Carico P N (tonn/y) (tonn/y) 19,0 3,0 15,0 0 Effluente trattato nell’impianto 0 trattato Totali Carico BOD5 (tonn/y) Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 0 19,0 3,0 15,0 Tabella 40: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale della Fiumara Amendolea, lungo il suo corso è stata dislocata una sola stazione di monitoraggio, la CS29, sita nel tratto terminale della sua asta fluviale. I risultati delle rilevazioni effettuate rivelano una qualità ecologica del corso d’acqua scadente, principalmente per i valori assunti dall’ Indice Biotico Esteso, che risulta influenzato sia dai frequenti periodi di scarsa portata che caratterizzano il fiume, anche con modifiche del tracciato del corso d’acqua non ascrivibili a fenomeni naturali, sia all’elevata torbidità dell’acqua dovuta alla presenza a monte della sezione di controllo di un impianto di estrazione di inerti. Tra i macrodescrittori assume valori associati ad uno stato pessimo il fosforo totale, la cui origine potrebbe essere ascritta ai contributi dell’attività agricola e zootecnica, ma anche all’attività estrattiva presente a monte. Relazione di sintesi 205 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e poi buono. I livelli dei parametri macrodescrittori per le sostanze biodegradabili ed il ciclo dell’ossigeno Corpo idrico di CS29 R18133F0001 Fiumara interesse “alto Amendolea valore 2 IV 4 Sufficiente Buono paesaggistico” sono buoni, ma sufficienti e pessimi sono i livelli del nutriente fosforo totale e sufficienti e buoni i livelli rispettivamente del nutriente azoto sotto forma di ione ammonio e dell’indicatore microbiologico. Tabella 41 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Ancinale Il fiume Ancinale è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Relazione di sintesi 206 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 173 kmq, interessando 20 comuni con circa 4,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 24000 abitanti. Dei 20 comuni ricadenti nel bacino solo 10 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 83 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 83 Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione dei quali 5 non in esercizio. Nel complesso quindi è stimabile che nel bacino dell’Ancinale sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 14150 AE, nell’ipotesi che il centro abitato del paese di Davoli (1270 AE) sia tutto collettato al depuratore consortile di Soverato. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Soverato, loc. Corvo) ed inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 207 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) Efflente non nell’impianto Carico Carico N P (tonn/y) (tonn/y) 23 4 18 62 Effluente trattato nell’impianto 9 trattato Totali Carico BOD5 (tonn/y) Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 310 85 13 328 Tabella 42:Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del fiume Ancinale sono state dislocate 3 stazioni di monitoraggio, la CS35 sita nel comune di Cardinale e la CS36 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale ed infine la VP15 sita nel comune di Satriano per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS35 buono; nonostante siano stati rilevati valori elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori dell’Indice Biotico Esteso denotanti una buona biodiversità. Lo stato ecologico rilevato nella CS36 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente ai valori dell’Indice Biotico Esteso cui si aggiungono anche alti valori riscontrati dei parametri microbiologici, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad input inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità alla vita dei pesci ciprinicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli elevati tenori di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci. Relazione di sintesi 208 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Note Mantenimento CS35 R18097F0002 Fiume Ancinale Corpo idrico di interesse “alto carico inquinante” 2 II 2 Buono Buono mediante misure specifiche (vedi paragrafo 0.3.2.1.1) Raggiungimento possibile mediante l’adozione delle misure previste nel CS36 R18097F0001 Fiume Ancinale Corpo idrico di interesse “alto carico inquinante” paragrafo 0.3.2.1.1 per 2 III 3 Sufficiente Buono fronteggiare i livelli sufficienti, scadenti e pessimi dei parametri relativi ai nutrienti e indicatori microbiologici. Tabella 43 Relazione di sintesi 209 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume Ancinale: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 279,0 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 49,6 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Angitola Il fiume Angitola è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 190 kmq, interessando 18 comuni con circa 2,5 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 19600 abitanti. Dei 18 comuni ricadenti nel bacino solo 8 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 84 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 210 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 84 Nel bacino sono stati censiti 15 impianti di depurazione dei quali 11 non in esercizio. Nel complesso è stimabile che nel bacino dell’Angitola sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 10350 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 20 3 16 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 45 7 227 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 66 10 242 Tabella 44: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del fiume Angitola sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio, la CS37, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale, la VP14, sita nel comune di Maierato, per valutare l’idoneità delle acque alla Relazione di sintesi 211 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria vita dei pesci, la AP17, sita nel comune di Maierato, per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile ed infine la IA07, localizzata nell’invaso dell’Angitola, per caratterizzare lo stato di qualità ecologica dell’invaso. Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS37, è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il fiume nel suo corso è soggetto ad apporti inquinanti che influenzano moderatamente il suo stato ambientale. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una idoneità alla vita dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli alti tenori di BOD5 che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci ciprinidi. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno segnalato la non idoneità delle sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo state classificate il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori dei parametri microbiologici, parametri che nel secondo anno hanno raggiunto valori talmente elevati da renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati sulla IA07 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico dell’invaso scadente. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo LIM IBE SECA idrico Obiettivo Obiettiv Scenari di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Raggiungimento possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1 Corpo idrico di CS37 R18089F0001 Fiume interesse “alto Angitola carico per fronteggiare i 2 III 3 Sufficiente Buono livelli sufficienti dei parametri inquinante” relativi ai nutrienti (azoto sotto forma di ione ammonio) e indicatori microbiologici. Tabella 45 Relazione di sintesi 212 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume Angitola: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 204,3 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,0 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Argentino Il fiume Argentino è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. e sottobacino del fiume Lao. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 65 kmq, interessando 6 comuni con circa 0,06 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 2500 abitanti. Dei 6 comuni ricadenti nel bacino nessuno scarica i suoi reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 85 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 213 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 85 Nel bacino non è stato censito alcun impianto di depurazione e, alla luce del fatto che in esso sono presenti 0,06 kmq di aree urbanizzate, il contributo dei carichi inquinanti è pressoché nullo. Lungo il corso del fiume Argentino è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS30, sita nel comune di Orsomarso, localizzata nel tratto terminale dell’asta, prima che sversi le sue acque nel fiume Lao, per caratterizzarne lo stato ambientale. Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono. Relazione di sintesi 214 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo LIM IBE SECA idrico Obiettivo Obiettivo Scenari al 2008 di al 2016 raggiungibilità Mantenimento possibile mediante l’adozione delle misure previste Corpo idrico CS30 I016F0002 Fiume d’interesse Argentino “alto valore nel paragrafo 2 I 2 Buono paesaggistico” Buono 0.3.2.1.1, portando a buono/elevato il livello del parametro microbiologico. Tabella 46 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto valore paesaggistico” del Fiume Argentino: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia al 2008 sia al 2016. Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Bonamico La Fiumara Bonamico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 136 kmq, interessando 11 comuni con circa 0,7 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 6300 abitanti. Degli 11 comuni ricadenti nel bacino solo 1 scarica i suoi reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 86 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 215 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 86 Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione in esercizio a servizio del comune di San Luca. Nel complesso è stimabile che nel bacino del Bonamico sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 3700 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 1,4 0,2 1 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 16 2 81 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 18 3 82 Tabella 47: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso della Fiumara Bonamico sono state dislocate tre stazioni di monitoraggio, la CS38, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato Relazione di sintesi 216 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria ambientale, la VP22 sita nel comune di San Luca per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci ed, infine, la IA09 nel Lago Costantino per caratterizzare lo stato di qualità ecologica dell’unico lago calabrese. I risultati dei controlli effettuati sulla IA09 non hanno permesso di determinare alcun stato di qualità ecologico, poiché il campionamento delle acque di tale invaso è stato effettuato ad una sola profondità a causa dell’inaccessibilità del natante al lago. Da un punto di vista ecologico, la determinazione dell’indice introdotto da Wiederholm, che dà indicazioni sul grado di eutrofizzazione dei sedimenti, ha evidenziato valori di trofia bassi, ad indicare la presenza di buone condizioni ambientali. Nella sezione VP22 le acque sono risultate idonee nel primo anno di monitoraggio, ma nel secondo non sono state più monitorate poiché spesso in secca. Lo stato ecologico rilevato nella sezione terminale del corso d’acqua, la CS38, è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, indice che il fiume nel suo corso è soggetto ad input inquinanti che influenzano il suo stato ecologico. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettivo Scenari al 2008 di al 2016 raggiungibilità Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste Corpo idrico CS38 R18131F0001 Fiumara d’interesse Bonamico “alto carico nel paragrafo 0.3.2.1.1, 2 III 3 Sufficiente Buono portando da sufficiente a buono/elevato il inquinante” livello del parametro microbiologico, il ciclo dell’ossigeno ed il nutriente azoto sotto forma di ione ammonio. Tabella 48 Relazione di sintesi 217 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara Bonamico: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 e il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,9 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 12,8 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Budello Il torrente Budello è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i.. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 84 kmq, interessando 5 comuni con circa 6,6 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione stimata di circa 25.000 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 87 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 218 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 87 In tale bacino è stato censito un solo impianto di depurazione localizzato a Cittanova, che trattava i reflui di una popolazione di circa 3700 abitanti (ossia a servizio di un agglomerato inferiore ai 15.000 AE) , ma che è attualmente dismesso. Alla luce delle informazioni disponibili risulta che la popolazione di tutto il bacino è attualmente convogliata al depuratore consortile di Gioia Tauro in loc. Lamia, della potenzialità di circa 260.000 A.E.. Tale impianto, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, pur non ricadendo nell’area del bacino del torrente Budello, scarica nel suo tratto terminale in prossimità della foce. Esso dovrebbe trattare i reflui di tutti e cinque i comuni ricadenti nel bacino, soddisfacendo tutta la domanda di trattamento. Purtroppo i risultati delle rilevazioni condotte nella stazione CS39, a monte dello sversamento dei reflui trattati nell’impianto consortile di Gioia Tauro hanno rilevato una qualità ecologica del fiume scadente per l’elevatissima presenza di E.Coli, indice di un significativo sversamento di reflui civili non trattati, cui vanno probabilmente ad aggiungersi i contributi di numerosi scarichi di frantoi oleari e sansifici censiti nel bacino. Relazione di sintesi 219 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico Obiettivo Obiettivo LIM IBE SECA al 2008 al 2016 Scenari di raggiungibilità Sezione del fiume non naturale, rettificata, Inquinamento civile puntuale. Priorità d’intervento per il possibile raggiungimento intermedio dello stato sufficiente ed il Corpo idrico CS39 R18115F0001 Fiumara d’interesse “alto Budello carico raggiungimento 4 IV 4 Sufficiente Buono dello stato buono, agendo inquinante” sull’abbattimento dei livelli pessimi e scadenti delle sostanze organiche biodegradabili, del ciclo dell’ossigeno e dell’indicatore microbiologico. (vedi paragrafo 0.3.2.1.1). Tabella 49 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara Budello: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Calopinace La Fiumara Calopinace è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 53 kmq, interessando 2 comuni con circa 3 Kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 39800 abitanti. Relazione di sintesi 220 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dei 2 comuni ricadenti nel bacino, solo uno, Cardeto, scarica i suoi reflui in esso, mentre l’altro comune, Reggio Calabria, scarica in impianti di depurazione i cui effluenti afferiscono in altri bacini. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 88 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 88 Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione del comune di Cardeto, non in esercizio. Nel complesso è stimabile che nel bacino del Calopinace sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di appena 200 AE, costituito dagli abitanti di Cardeto. In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile (provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) afferenti al fiume siano costituiti solo da reflui non trattati, pari a circa 9 tonn/y di BOD5, 2 tonn/y di N, 0,3 tonn/y di P. Relazione di sintesi 221 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lungo il corso della Fiumara Calopinace è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS40 localizzata nella frazione Cannavò del comune di Reggio Calabria, per caratterizzarne lo stato ambientale. Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, influenzati dal verificarsi di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle. Stazione Codice Nome stazione Tipo corpo LIM IBE SECA idrico Obiettivo Obiettivo Scenari al 2008 di al 2016 raggiungibilità Mantenimento dello stato “buono”. I livelli di tutti i Corpo idrico CS40 R18136F0001 Fiumara d’interesse Calopinace “alto carico parametri 2 III 3 Buono Buono macrodescrittori sono elevati/buoni, il SECA sufficiente dipende inquinante” solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 50 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara Calopinace: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al 2008 ed al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 8,1 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Corace Il Fiume Corace è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Relazione di sintesi 222 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 294 kmq, interessando 22 comuni con circa 6 kmq di aree urbanizzate e con una popolazione totale stimata pari a 52500 abitanti. Nel bacino sono stati censiti 22 impianti di depurazione dei quali di 2 non è nota la potenzialità e 3 non sono funzionanti. Anche se dei 22 comuni del bacino solo 14 scaricano nel fiume Corace, in esso afferiscono i reflui di una popolazione di circa 120000 abitanti, poiché comprensiva della popolazione della parte del comune di Catanzaro che, pur non ricadendo territorialmente all’interno del bacino, è servita dall’impianto di Catanzaro Lido. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 89 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 89 Nel complesso è stimabile che nel bacino del Corace sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 13000 AE. Relazione di sintesi 223 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE (solo quello di Catanzaro Lido) ed inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 305 53 234 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 57 9 285 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 362 61 519 Tabella 51: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del Corace sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, la CS04 sita nel comune di Gimigliano e la CS05 localizzata nel tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Dai controlli effettuati, lo stato ecologico nella CS04 risulta buono in quanto, nonostante siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati ottimi valori dell’Indice Biotico Esteso, denotanti una elevata biodiversità. Lo stato ecologico rilevato nella CS05 è mediamente sufficiente, ascrivibile principalmente ai valori dell’Indice Biotico Esteso cui si aggiungono anche valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici, dell’azoto ammoniacale e del P totale, indice che il fiume nel suo tratto terminale è soggetto ad input inquinanti, prevalentemente di origine civile, che influenzano il suo stato ecologico. Relazione di sintesi 224 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al Obiettivo al 2008 2016 Scenari di raggiungibilità Mantenimento possibile, mediante le misure previste nella scheda di bacino, portando da Corpo idrico CS04 R18066F0002 Fiume Corace significativo di I° 2 I 2 Buono Buono scadente/sufficiente a buono/elevato sia il livello del fosforo totale che dell’indicatore ordine microbiologico. Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1 Corpo idrico CS05 R18066F0001 Fiume Corace significativo di I° 3 III 3 ordine Sufficiente Buono fronteggiando i livelli pessimi/scadenti dei parametri relativi ai nutrienti (eccetto i nitrati), indicatori microbiologici e sostanze chimicamente degradabili, segnale di uno scarso ed inadeguato trattamento dei reflui civili . Tabella 52 Relazione di sintesi 225 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Corace: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS04 il mantenimento dello stato “buono” sia al 2008 che al 2016 ed per il tratto CS05 il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crati, comprensivo dei suoi sottobacini di corpi idrici significativi di II° ordine, Fiume Coscile e Fiume Esaro) Il Fiume Crati è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine, insieme con i suoi affluenti Esaro e Coscile, entrambi del II ordine, ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 3.400 kmq, che interessa in maniera rilevante 86 comuni con circa 63 kmq di aree urbanizzate, con una popolazione totale stimata di circa 395.000 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 90 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 226 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 90 Nel bacino sono stati censiti 155 impianti di depurazione, dei quali 51 risultano non attivi. Degli 86 comuni, 24 sono dotati di impianti di depurazione di potenzialità sufficiente per soddisfare la domanda di trattamento e 19 sono serviti dall’impianto consortile di Rende – Coda di Volpe (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), per il quale è stimabile un deficit di trattamento di circa 77.000 AE, che dovrebbe essere soddisfatto con opportuni lavori di risistemazione e potenziamento dell’attuale impianto e della rete di collettamento dei reflui. I restanti comuni presentano un deficit di trattamento complessivo pari a circa 63000 AE, la maggior parte del quale (71%) è offerto dai comuni di Roggiano (8200 AE), Bisignano (7000 AE) e Morano (6000 AE), San Marco Argentano (4700 AE), Longobucco (4500 AE) e Lattarico (4300 AE). In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati sia superiori che inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 227 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 803 139 618 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 613 92 3066 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 1416 231 3684 Tabella 53: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Crati e dei suoi principali affluenti, Coscile ed Esaro, sono state dislocate quattro stazioni di monitoraggio lungo il corso del fiume Crati, la CS06, sita nel comune di Castiglione Cosentino, a circa 5 km a monte dell’impianto consortile di Coda di Volpe, la CS09, sita nel comune di Luzzi in contrada Principessa, la CS08, a Santa Sofia d’Epiro a monte della confluenza dei fiumi Esaro e Coscile ed infine la CS07 a sezione di chiusura di bacino, e due stazioni sui fiumi Esaro e Coscile nelle sezioni di chiusura, la CS28 e la CS27. Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni • La stazione più a monte (CS6) Rende - Castiglione Scalo è posta in un contesto ambientale già fortemente alterato. L’area è soggetta a vari apporti di acque non trattate e scarichi di varia natura. Si segnalano inoltre diversi cantieri deputati alla lavorazione di inerti posti presso la stazione e lungo il corso del fiume. In tutta l’area e lungo il corso sono presenti numerose opere (ponti, briglie ecc.) che ne limitano fortemente la naturalità. In più occasioni si segnalano acque molto torbide e massi coperti da spessa coltre limosa. Sono quindi presenti già in questo tratto a monte disturbi legati a carico organico e a variazioni relative alla granulometria e quantità dei solidi trasportati, in un contesto che ostacola i processi di autodepurazione lungo il percorso. • Scendendo verso valle si trova la stazione CS09 Luzzi - C. da Principessa; da osservare in più punti cadute di corrente e acqua quasi stagnante che favorisce l’accumulo di frazione fine e detrito vegetale. Si evidenzia la presenza di scarichi, di forte odore e di sedimento ridotto in prossimità delle rive. Sulle rive, tra l’altro, sono abbondanti i rifiuti urbani. Nel dicembre 2006 non è stato possibile operare la classificazione dell’IBE: alla CS09 non si rilevava un numero sufficiente di unità sistematiche. • La presenza di un consistente carico inquinante e temporanea carenza di ossigeno è confermata alla successiva stazione CS08 S. Sofia d'Epiro, dalla abbondanza di Chironomidi rossi rilevata (il colore indica la forte abbondanza di emoglobina che rende Relazione di sintesi 228 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria questi organismi adattati ad ambienti anossici). Anche in questa stazione si annotano in più occasioni diminuzione di velocità della corrente. • La stazione prossima alla foce CS07 a Cassano Ionio – Sibari, viene quindi a scontare l’ingente carico che il fiume ha accumulato lungo il suo percorso, sebbene non siano localmente presenti scarichi o situazioni particolarmente critiche. L’effetto dei carichi è ovviamente da considerare in dipendenza delle altre variabili quali la portata e (non secondario) il dilavamento dei canali affluenti in coincidenza di eventi piovosi. Non sorprende quindi che i parametri macrodescrittori maggiormente condizionanti nel determinare il LIM risultano essere nell’ordine: E. coli, fosforo totale, azoto ammoniacale e COD. I risultati dei controlli effettuati hanno individuato nella sezione CS08 una qualità ecologica mediamente scadente, attribuibile all’elevato apporto in quella sezione di reflui civili non trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai massimi deficit di trattamento (Morano, Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco Argentano). Nella sezione CS09, posta a valle dell’impianto di Coda di Volpe, la qualità ecologica è risultata scadente poiché tale impianto non assicura un trattamento efficiente dei reflui ed infatti è da prevedersi un’adeguata manutenzione straordinaria, un potenziamento delle sue unità ed il completamento della rete di collettamento dei reflui prodotti dai comuni serviti. Anche nella sezione CS07, sita nel tratto terminale del fiume, la qualità ecologica è risultata scadente per effetto dei progressivi apporti inquinanti che alterano significativamente lo stato ecologico del fiume; stato ecologico che risulta appena sufficiente nelle sezioni CS06, CS28 e CS27. Relazione di sintesi 229 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo al 2008 Obiettivo al 2016 Scenari di raggiungibilità Mantenimento dello CS27 R18012F0003 Fiume Coscile Corpo idrico significativo di II° ordine 3 III 3 Sufficiente Buono stato possibile intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1. Mantenimento dello CS28 R18012F0002 Fiume Esaro Corpo idrico significativo di II° ordine 2 III 3 Sufficiente Buono stato possibile intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1. Mantenimento dello CS06 R18012F0004 Fiume Crati Corpo idrico significativo di I° ordine 3 III 3 Sufficiente Buono stato possibile intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1. Raggiungimento CS07 R18012F0001 Fiume Crati Corpo idrico significativo di I° ordine 2 IV 4 Sufficiente Buono dello stato possibile intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato buono mediante Relazione di sintesi 230 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1. Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente possibile e raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel CS08 R18012F0005 Fiume Crati Corpo idrico significativo di I° ordine 3 IV 4 Sufficiente Buono paragrafo fronteggiando 0.3.2.1.1, i livelli pessimi/scadenti parametri relativi macrodescrittori ai indicatore segnale dei nutrienti ed microbiologico, di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui urbani. Raggiungimento dello stato possibile CS09 R18012F0006 Fiume Crati Corpo idrico significativo di I° ordine 4 IV 4 Sufficiente Buono intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli pessimi dei parametri macrodescrittori Relazione di sintesi 231 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria relativi ai nutrienti, sostanze biodegradabili, ed indicatore microbiologico, segnale di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui urbani. Tabella 54 Relazione di sintesi 232 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del Fiume Crati: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto come obiettivo di qualità ambientale per il tratto CS06 il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016, mentre per tutti gli altri tre tratti CS07, CS08, CS09 il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 per i tratti fluviali dei due corpi idrici significativi di secondo ordine è posto come obiettivo di qualità ambientale sia per il tratto CS27 che per il tratto CS28 il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 2759,4 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 490,4 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Crocchio Il fiume Crocchio è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 130 kmq, interessando 12 comuni con circa 2 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 10600 abitanti. Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 5 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 91 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 233 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 91 Nel bacino sono stati censiti 6 impianti di depurazione, tutti in esercizio e di potenzialità complessiva tale da soddisfare tutta la domanda di trattamento . Alla luce di tali informazioni, nell’ipotesi che tutti i reflui prodotti siano collettati agli impianti di depurazione (a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE), il fiume sarebbe soggetto all’apporto di inquinanti costituito dai soli reflui trattati, stimabile pari a circa 20 tonn/y di BOD5, 26 tonn/y di N, 5 tonn/y di P. Lungo il corso del fiume Crocchio si trova una stazione di monitoraggio, la CS31 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente buono in quanto, nonostante siano stati rilevati valori leggermente elevati di Escherichia Coli, sono stati riscontrati valori dell’Indice Biotico Esteso denotanti una buona biodiversità. Relazione di sintesi 234 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Codice Stazione stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv Scenari di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Mantenimento possibile dello stato buono l’adozione Corpo idrico CS31 R18068F0001 Fiume Crocchio misure d’interesse “alto valore mediante 2 II 2 Buono delle previste nel Buono paragrafo 0.3.2.1.1, portando a paesaggistico buono/elevato il livello ” sufficiente/scadente dell’indicatore microbiologico. Tabella 55 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico – paesaggistico 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” sia al 2008 che al 2016. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Esaro di Crotone Il Fiume Esaro di Crotone è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 111 kmq, interessando 3 comuni con circa 7,9 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 30.100 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 92 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 235 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 92 Nel bacino sono censiti 2 impianti di depurazione, di cui uno di potenzialità pari a 16.000 AE che risulta dismesso, e l’altro di potenzialità di 60.000 AE a servizio dell’abitato di Cotrone (ed afferente ad un agglomerato superiore ai 15.000 AE), la cui popolazione totale è di circa 73.000 abitanti. La limitata potenzialità di tale impianto lascia un deficit di trattamento dei reflui prodotti dal bacino pari a circa 13.000 abitanti, il cui carico inquinante può essere valutato in termini di BOD5, Azoto e Fosforo pari a Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 191 33 260 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 57 9 285 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 248 42 545 Tabella 56: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone sono state dislocate 3 stazioni di monitoraggio, di cui una per caratterizzarne lo stato ambientale, la CS41, sita in prossimità Relazione di sintesi 236 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria del centro abitato di Crotone; un’altra, la AP26, localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S. Anna”, per verificare la possibilità di destinare questo corpo idrico per l’approvvigionamento potabile, e l’ultima, la IA08, per caratterizzare lo stato ambientale dello stesso invaso artificiale. Lo stato ecologico risulta scadente nella stazione CS41, indice che il fiume nel suo corso è soggetto ad input inquinanti notevoli. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici e della saturazione di ossigeno, con contributi anche di natura agricola segnalati dagli elevati valori di azoto ed in particolare di fosforo che sono stati riscontrati. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Scenari di raggiungibilità Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e possibile raggiungimento dello stato buono mediante l’azione delle previste nel misure paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i Fiume CS41 R18071F0001 Esaro di Crotone livelli pessimi e scadenti di Corpo idrico d’interesse “alto carico 4 IV 4 Sufficiente Buono inquinante” nutrienti (ione ammonio e fosforo totale), scadenti dell’indicatore microbiologico sufficienti e i tutti restanti macrodescrittori dell’inquinamento,segnale sia di civile un che inquinamento agricolo zootecnico. Tabella 57 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante”: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 256,5 tonn/y; Relazione di sintesi 237 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 45,6 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro Il Torrente Fiumarella di Catanzaro è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 34 kmq, interessando 3 comuni con circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 27600 abitanti. Di questi 3 comuni, quello di Gimigliano risulta scaricare i suoi reflui in altro bacino, quello di Pentone, caratterizzato da una popolazione totale pari a 1000 abitanti, è servito da un impianto di depurazione di potenzialità pari solo a 500 AE e quello di Catanzaro risulta conferire nel bacino i reflui non trattati di circa10.000 AE. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 93 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 93 Relazione di sintesi 238 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel bacino è stato censito un solo impianto di depurazione, non in esercizio. Nel complesso quindi nel bacino della Fiumarella è necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 10500 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 1,4 0,2 1 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 46 7 230 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 47 7,2 231 Tabella 58: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso della Fiumarella è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS44 localizzata nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, per i valori elevati di Escherichia Coli, a conferma della presenza di carichi inquinanti di origine civile non trattati che, pur non inficiando la qualità nel tratto fluviale da un punto di vista di ossigeno disciolto, BOD5 e COD, grazie alla sua capacità autodepurativa, ne condizionano la qualità da un punto di vista microbiologico, in quanto la limitata portata non consente una significativa diluizione della carica batterica. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Scenari di raggiungibilità Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle Corpo idrico CS44 R18082F0001 Torrente d’interesse Fiumarella “alto carico misure previste nel 2 III 3 Sufficiente Buono paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli inquinante” scadenti/pessimi dell’indicatore microbiologico e sufficienti dei nutrienti, segnale di uno scarso Relazione di sintesi 239 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria collettamento e trattamento dei reflui civili. Tabella 59 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente Fiumarella di Catanzaro: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 207 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 36,8 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Lao Il fiume Lao è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 596 kmq, interessando 16 comuni con circa 1,5 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 19250 abitanti. Dei 16 comuni ricadenti nel bacino solo 6 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 94 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 240 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 94 Nel bacino sono stati censiti 7 impianti di depurazione tutti in esercizio. Nel complesso è stimabile che nel bacino del Lao sia necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 2000 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 30 5 23 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 9 1 44 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 38 6 67 Tabella 60: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del fiume Lao sono state dislocate 4 stazioni di monitoraggio, la CS10, sita nel comune di Laino Borgo e la CS11, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale, la VP02, sita nel comune di Papasidero per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e nelle sue vicinanze la AP02, per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile. Relazione di sintesi 241 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dai controlli effettuati, lo stato ecologico in entrambi le sezioni di monitoraggio CS10 e CS11 risulta buono. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Scenari di raggiungibilità Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione delle CS10 I016F0001 Fiume Lao previste paragrafo Corpo idrico significativo misure 2 I 2 Buono Buono di I° ordine nel 0.3.2.1.1, fronteggiando livelli sufficiente/scadente dell’indicatore biologico sufficiente/buono ammonio, dello segnale e ione di un inquinamento civile puntuale. Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione CS11 I016F0003 Fiume Lao delle Corpo idrico significativo 2 II 2 Buono Buono di I° ordine misure previste paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i sufficiente/buono dello ammonio e del livelli Tabella 61 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Lao: è posto come obiettivo di qualità ambientale per entrambi i tratti il mantenimento dello stato “buono” sia al 2008 che al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2 tonn/y. Relazione di sintesi ione parametro microbiologico. 9 nel 242 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara di Gallico La Fiumara di Gallico è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 59 kmq, interessando 6 comuni con circa 1 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 32400 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 95 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 95 Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, di cui 2 non funzionanti. Nonostante ciò, pare soddisfatta tutta la domanda di trattamento, per cui il carico afferente al fiume è attribuibile ai soli reflui trattati (provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE ) per dei valori pari a circa 159 tonn/y di BOD5, 206 tonn/y di N e circa 36 tonn/y di P. Relazione di sintesi 243 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Per caratterizzare lo stato ambientale della fiumara di Gallico, lungo il suo corso è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS43, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale. Dai controlli effettuati lo stato ecologico rilevato in tale stazione è risultato scadente principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo LIM IBE SECA idrico Obiettivo Obiettiv Scenario di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Mantenimento possibile dello stato buono mediante l’adozione misure R18132F0001 Fiumara di d’interesse Gallico “alto carico previste paragrafo Corpo idrico CS43 delle 2 IV 4 Buono Buono nel 0.3.2.1.1, fronteggiando il livello sufficiente dell’indicatore inquinante” microbiologico. Il SECA scadente è solo perché è soggetto a frequenti periodi magra/secca. Tabella 62 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara di Gallico: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico scadente attribuito a questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione dello stato ecologico. Relazione di sintesi 244 di Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara della Ruffa La Fiumara della Ruffa è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 43 Kmq, interessando 9 comuni, con circa 400 mq di aree urbanizzate, dei quali solo 3 sversano i loro reflui nel bacino, con una popolazione totale stimata pari a circa 3500 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 96 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 96 Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di cui 2 dismessi, uno scaricante a mare, e l’ultimo, di potenzialità di 3000 AE, sito nel comune di Spilinga, che sembra poter soddisfare la richiesta di trattamento dei reflui ad esso collettati, provenienti dal comune di Spilinga (1700 abitanti) e da alcune frazioni di Drapia (840 abitanti). Relazione di sintesi 245 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In base a tale informazioni è possibile ritenere che afferiscano al fiume senza trattamento i reflui di circa 1000 abitanti del comune di Drapia con un carico inquinante stimabile pari a circa 22 tonn/y di BOD5, 4 tonn/y di N, 0,7 tonn/y di P, e risultando quello degli effluenti trattati pari a circa 6 tonn/y di BOD5, di 7 tonn/y di N e 1 tonn/y di P, si può ritenere che il carico totale afferente al fiume sia pari a 28 tonn/y di BOD5, di 11 tonn/y di N e 1,5 tonn/y di P. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 7 1 6 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 4 0,7 22 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 11 1,7 28 Tabella 63: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso della Fiumara della Ruffa sono state dislocate 2 stazioni di monitoraggio, una la AP18, localizzata nel comune di Spilinga (VV), per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per approvvigionamento potabile, un’altra, la CS42, localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale.Lo stato ecologico rilevato nella stazione CS42 è risultato sufficiente, mentre, dai controlli effettuati, la stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio, risultando diversi parametri rilevati superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla normativa vigente (Tab. 1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di tali valori è probabilmente attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18 dei reflui non trattati provenienti dal comune di Drapia. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo LI idrico M IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Mantenimento dello Corpo idrico CS42 R18099F0001 Fiumara d’interesse della Ruffa “alto carico intermedio stato sufficiente raggiungimento 3 III 3 Relazione di sintesi stato Sufficiente Buono “buono” possibile mediante l’adozione inquinante” dello e delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando 246 i Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria livelli scadenti/pessimi dell’indicatore microbiologico e del nutriente fosforo totale, sufficienti i livelli del nutriente azoto, segnale di uno scarso collettamento e trattamento dei reflui civili. La fiumara è soggetta a frequenti periodi di magra. Tabella 64 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carivo inquinante” della Fiumara della Ruffa: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 19,8 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 3,2 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara La Verde La Fiumara La Verde è stata monitorata quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 117 Kmq, interessando 12 comuni con circa 0,3 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 4000 abitanti. Dei 12 comuni ricadenti nel bacino solo 2 scaricano i loro reflui in esso. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 97 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 247 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 97 Nel bacino sono stati censiti 2 impianti di depurazione, entrambi che risultano non in esercizio. Nel complesso quindi nel bacino della fiumara La Verde è necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo di circa 2000 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 0 0 0 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 9 1 44 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 9 1 44 Tabella 65: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso della Fiumara La Verde è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS32 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Relazione di sintesi 248 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente sufficiente, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, che risentono del verificarsi di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle. Stazione Codice Nome stazione Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv Scenario di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione previste R18134F0001 Fiumara La Verde paragrafo livello scadente del fosforo d’interesse “alto valore nel misure 0.3.2.1.1, fronteggiando il Corpo idrico CS32 delle 2 III 3 Buono paesaggistico Buono totale e sufficiente dell’indicatore biologico, segnale di un inquinamento ” puntuale di dimensione. modesta Il SECA sufficiente dipende perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 66 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico della Fiumara La Verde: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016. Lo stato ecologico sufficiente attribuito a questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione dello stato ecologico. 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 39,6 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 7,2 tonn/y. Relazione di sintesi 249 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione qualitativa del Bacino della Fiumara Novito La Fiumara Novito è stata monitorata quale corso d’acqua soggetto ad un alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 56 Kmq che interessa 9 comuni con circa 200 mq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7700 abitanti. Dei 9 comuni ricadenti nel bacino, caratterizzati da una popolazione totale di circa 4000 abitanti, solo 3 scaricano i loro reflui nel corso d’acqua. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 98 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 98 Nel bacino sono stati censiti 10 impianti di depurazione, dei quali uno, il consortile di Siderno (a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE), ha lo scarico in mare e gli altri 9 risultano non in esercizio, per cui nel suo complesso il bacino del Novito presenta un Relazione di sintesi 250 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria deficit di trattamento complessivo pari a circa 4000 AE dei tre comuni che scaricano in esso. In base a tali dati è possibile stimare che i carichi inquinanti di origine civile afferenti al fiume siano costituiti solo da reflui non trattati provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 0 0 0 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 18 3 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 18 3 88 88 Tabella 67: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzarne lo stato ambientale, è stata dislocata lungo il suo corso una stazione di monitoraggio, la CS48 localizzata nel tratto terminale dell’asta fluviale. Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente solo sufficiente, perchè i valori dell’Indice Biotico Esteso risentono del ricorrente verificarsi di periodi in cui il fiume è caratterizzato da portate molto ridotte o spesso addirittura nulle. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv Scenario di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Mantenimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione previste Corpo idrico CS48 R18096F0003 Fiumara d’interesse Novito “alto carico nel 0.3.2.1.1, 2 III 3 delle misure paragrafo portando Sufficiente Buono sufficiente/scadente da a buono/elevato il livello del inquinante” parametro ed il microbiologico nutriente fosforo totale. Il SECA sufficiente dipende solo perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 68 Relazione di sintesi 251 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” della Fiumara Novito: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016. Lo stato ecologico sufficiente attribuito a questo tratto è funzione dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle, che non permettono l’applicazione di tale indice in quanto la comunità dei macroinvertebrati bentonici fluviali non ha il tempo di colonizzare e quindi ripartirsi nelle varie nicchie trofico – funzionali, espressione dello stato ecologico. 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 14,4 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Mesima, Metramo, Marepotamo Il Fiume Mesima è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 815 Kmq, interessando 51 comuni con circa 10 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 126800 abitanti, comprensiva della popolazione dei sottobacini Metramo e Marepotamo. Solo 12 comuni scaricano i loro reflui nel bacino del Mesima. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 99 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 252 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 99 Nel bacino del Mesima sono stati censiti 13 impianti, dei quali 8 non in esercizio. Nel bacino del Mesima è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo pari a 29650 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati sia superiori (ossia l’impianto di depurazione sito in loc. Piscopio di Vibo Valentia) che inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 78 14 60 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 130 19 649 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 208 33 709 Tabella 69: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Mesima, lungo il suo corso sono state dislocate due stazioni di monitoraggio, la CS13 nel comune di Serrata e la CS12 nel tratto terminale del corso d’acqua. Relazione di sintesi 253 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica sufficiente in entrambi le sezioni, CS13 e CS12. E’ da sottolineare che nella CS13 sono stati riscontrati concentrazioni elevate di Escherichia Coli e di Fosforo totale tali da individuare un loro livello di alterazione corrispondente ad uno stato ecologico pessimo, mediato però da livelli di qualità caratteristici degli altri parametri, tra cui anche il buono del BOD5 e l’ottimo dell’ossigeno disciolto. Tale situazione evidenzia che la sezione CS13 è soggetta ad apporti inquinanti notevoli, la cui origine può ritenersi prevalentemente civile, ma con contributi significativi dell’attività molitoria, essendo presenti in tutto il bacino del Mesima molti frantoi oleari e industrie di lavorazione degli agrumi, i cui apporti inquinanti risultano rilevanti in alcune stagioni. Il contributo dell’attività olearia è confermato anche dalla differente situazione rilevata tra il primo ed il secondo anno di monitoraggio; il primo coincidente con l’anno di carica dell’attività molitoria nel corso del quale la situazione rilevata è risultata notevolmente più compromessa di quella riscontrata nel corso del secondo anno, coincidente con l’anno di scarica. Per fortuna gli effetti di questi apporti risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il Mesima come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Scenario di raggiungibilità Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione CS12 R18096F0004 Fiume Mesima significativo 3 III 3 misure previste nel 0.3.2.1.1, fronteggiando livelli Corpo idrico delle paragrafo scadenti della Sufficiente Buono richiesta chimica di ossigeno consumato in acqua di I° ordine i per l’ossidazione delle sostanze organiche ed inorganiche, del nutriente fosforo totale e dell’indicatore microbiologico, segnale di una forte contaminazione antropica di natura civile ed Relazione di sintesi 254 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria agricola. Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando livelli i pessimi dell’indicatore CS13 R18096F0002 Fiume Mesima microbiologico Corpo idrico significativo 3 III 3 e del Sufficiente Buono nutriente fosforo totale, i livelli di I° ordine sufficienti della richiesta chimica di ossigeno consumato in acqua per l’ossidazione delle sostanze organiche ed inorganiche e dei nutrienti segnale di azotati, una forte contaminazione antropica di natura civile, industriale e agricola. Tabella 70 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo del primo ordine del Fiume Mesima: 9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine è posto per entrambi (CS12 e CS13) come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 584,1 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 104,0 tonn/y. Relazione di sintesi 255 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Marepotamo Il Fiume Marepotamo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi inquinanti ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 19 comuni con circa 3,9 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 21000 abitanti. Dei 19 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 100 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 100 Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, dei quali 5 non in esercizio. Nel complesso nel bacino del Marepotamo è stimabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo di 20400 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 256 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 11 2 8 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 90 13 448 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 101 15 456 Tabella 71: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Marepotamo, lungo il suo corso è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS45 localizzata nel suo tratto terminale prima di versare le sue acque nel fiume Mesima. Altre due stazioni di controllo sono state localizzate lungo il corso d’acqua: una in loc. Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile, e l’altra, la VP17, localizzata all’altezza della fiumara Rosario, nel comune di Gerocarne, per verificare l’idoneità alla vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati nella CS45 hanno individuato mediamente una qualità ecologica sufficiente, nonostante il fiume sia soggetto a notevoli apporti inquinanti di origine civile e delle attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, poiché i loro effetti negativi risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il Marepotamo come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi. I risultati dei controlli effettuati sulla AP15 e sulla VP17 hanno rilevato la loro non idoneità delle acque all’utilizzazione quale fonte di approvvigionamento potabile e per la vita dei pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati valori dei parametri microbiologici e BOD5 per la AP15, mentre per la VP17 agli elevati valori di concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv Scenario di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Mantenimento intermedio dello stato sufficiente Corpo idrico CS45 R18121F0001 Fiume d’interesse Marepotamo “alto carico e raggiungimento 3 III inquinante” 3 dello Sufficiente Buono stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli Relazione di sintesi 257 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria pessimi dell’indicatore microbiologico (inquinamento fecale), scadenti del nutriente fosforo totale (inquinamento civile e agricolo) sufficienti i livelli dello ammonio, ione in sotanza segnale di una forte contaminazione antropica di natura civile e agricola. Tabella 72 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume Marepotamo: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 403,2 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 72,0 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Metramo Il Fiume Metramo è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alti carichi inquinanti ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 234 kmq, interessando 20 comuni con circa 7 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di 45400 abitanti. Dei 20 comuni solo 8 scaricano i loro reflui nel bacino. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 101 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 258 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 101 Nel bacino sono stati censiti 5 impianti di depurazione, dei quali 3 risultano non in esercizio I 2 attivi sono quelli di Maropati della potenzialità pari a 3500 AE e quello di Polistena di potenzialità pari a 18.000 AE, anche se è in corso il dirottamento dei reflui di quest’ultimo all’impianto consortile di Gioia Tauro. A questo impianto confluiscono già i reflui di Laureana di Borrello e Galatro ed è previsto il conferimento dei reflui dei comuni di Feroleto della Chiesa e Cinquefrondi; per il trattamento dei reflui dei comuni di Anoia e San Pietro di Caridà deve essere prevista l’eventuale risistemazione dei vecchi impianti o la realizzazione dei nuovi. Nel complesso quindi nel bacino del Metramo è necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo di 22700 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 259 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 40 7 31 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 99 15 497 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 139 22 528 Tabella 73: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Metramo, lungo il suo corso è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS46 localizzata nel suo tratto terminale prima di versare le sue acque nel fiume Mesima. Altre due stazioni di controllo sono state localizzate nell’invaso del Metramo, IA10 e AP16, la prima per caratterizzare lo stato di qualità ecologica dell’invaso e la seconda per verificare l’idoneità delle acque dell’invaso alla produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati nella CS46 hanno individuato mediamente una qualità ecologica scadente del fiume, attribuibile ad apporti inquinanti di origine civile e delle attività molitoria e di lavorazione degli agrumi, i cui effetti negativi risultano notevolmente attenuati dall’elevato potere di autodepurazione che caratterizza il Metramo come la maggior parte dei corsi d’acqua calabresi. I risultati dei controlli effettuati sulla IA10 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi perché soggetti ad apporti inquinanti di reflui non trattati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP16 hanno confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole nella categoria A3 per effetto degli elevati valori di BOD5 e Coliformi totali e fecali. Relazione di sintesi 260 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv Scenario di al 2008 o al 2016 raggiungibilità Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione Corpo idrico CS46 R18085F0001 Fiume d’interesse Metramo “alto carico previste 3 IV 4 delle nel misure paragrafo Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli inquinante” scadenti/sufficienti del macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed industriale ( attività molitoria e lavorazione degli agrumi). Tabella 74 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume Metramo: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 447,3 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 79,2 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Neto Il Fiume Neto è stato monitorato quale bacino significativo del I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 1100 kmq, che interessa 30 comuni con circa 12 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di circa 68000 abitanti, dei quali circa 7000 scaricanti fuori bacino. Relazione di sintesi 261 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 102 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 102 Nel bacino sono stati censiti 25 impianti di depurazione, dei quali 8 risultano non attivi. I restanti impianti hanno una potenzialità sufficiente per soddisfare la domanda di trattamento di circa 30000 AE. Nel complesso quindi nel bacino del Neto è necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo di 31000 AE, la maggior parte del quale, il 70%, dei comuni di San Giovanni in Fiore (12000 AE), Rocca di Neto (5800 AE) e Casabona (3500 AE). In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 262 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 85 15 65 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 135 20 677 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 220 35 742 Tabella 75: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Neto sono state dislocate tre stazioni di monitoraggio lungo il suo corso: la CS14, sita nel centro abitato di Rocca di Neto, la CS15, a monte di quest’ultima, sita nel centro abitato di Belvedere di Spinello, e la CS16 nel tratto terminale dell’asta fluviale. I risultati dei controlli effettuati hanno individuato mediamente una qualità ecologica sufficiente per le stazioni CS14 e CS15, per la CS16 è stata individuata una qualità ecologica scadente, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input inquinanti che, nel tratto terminale, si cumulano influenzandone lo stato ecologico. Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile sono state dislocate le stazioni IA04 e AP10 nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11 nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese, affluente del Neto, e la AP09 lungo il corso del Neto, in prossimità della CS14. I risultati dei controlli effettuati sulle IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico degli invasi scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché soggetti ad apporti inquinanti di reflui non trattati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10 hanno confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole, sia il primo che il secondo anno, nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2. Relazione di sintesi 263 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Scenario di raggiungibilità Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante CS14 R18047F0002 Fiume Neto l’adozione Corpo idrico significativo 2 III 3 Sufficiente Buono previste 0.3.2.1.1, di I° ordine livelli delle nel misure paragrafo fronteggiando sufficienti macrodescrittori i dei segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed agricola. Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante CS15 R18047F0003 Fiume Neto l’adozione Corpo idrico significativo 2 III 3 Sufficiente Buono previste 0.3.2.1.1, di I° ordine livelli delle nel misure paragrafo fronteggiando sufficienti macrodescrittori i dei segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed agricola. Raggiungimento intermedio dello stato sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante CS16 R18047F0001 Fiume Neto l’adozione Corpo idrico significativo 2 IV 4 Sufficiente Buono previste 0.3.2.1.1, di I° ordine delle nel misure paragrafo fronteggiando i livelli scadenti/sufficienti dei macrodescrittori segnalanti apporti inquinanti di origine civile ed agricola. Tabella 76 Relazione di sintesi 264 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Neto: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto terminale del corso d’acqua CS16; 9 per i tratti fluviali del corpo idrico significativo di I ordine (CS14 e CS15), è posto come obiettivo di qualità ambientale, per entrambi, il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 609,3 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 108,0 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Nicà Il Fiume Nicà è stato monitorato quale corso d’acqua soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 175 Kmq, interessando 9 comuni con circa 1 Kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 7600 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 103 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 265 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 103 Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione dei quali 3 non funzionanti. Dei 9 comuni solo 6 scaricano i loro reflui nel bacino, per un totale di popolazione di circa 13200 abitanti. Nel complesso quindi nel bacino del Nicà è necessario soddisfare un deficit di trattamento di circa 4800 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello con l’impianto di deprazione Cariati, loc. Fiume Nicà) ed inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 24 4 18 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 21 3 105 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 45 7 123 Tabella 77: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Relazione di sintesi 266 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lungo il corso del Nicà è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la CS47 localizzata nel suo tratto terminale, per caratterizzarne lo stato ambientale. Lo stato ecologico in essa rilevato è risultato mediamente pessimo, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso. Codice Stazione stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e raggiungimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione previste delle nel misure paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli Corpo idrico CS47 R18096F0001 Fiume d’interesse “alto Nicà carico 2 IV 4 Sufficiente Buono sufficienti del nutriente fosforo totale e della saturazione dell’ossigeno, segnale per lo inquinante” più di un inquinamento agricolo puntuale di modesta dimensione. Il SECA scadente dipende molto anche dai frequenti periodi di magra a cui il fiume va incontro. Tabella 78 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Fiume Nicà: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 94,5 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,8 tonn/y. Relazione di sintesi 267 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Petrace Il Fiume Petrace è stato monitorato quale corso d’acqua significativo del I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area di circa 422 kmq, che interessa 29 comuni con circa 7,6 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata di oltre 62000 abitanti. Dei 29 comuni solo 13 scaricano i loro reflui nel bacino. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 104 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 104 Nel bacino sono stati censiti 11 impianti di depurazione, di 2 non si ha alcuna informazione e 4 risultano non in esercizio. Nel complesso, nel bacino del Petrace è ipotizzabile sia necessario soddisfare un deficit di trattamento complessivo di 24000 AE. Relazione di sintesi 268 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 20 3 15 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 109 16 543 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 129 19 558 Tabella 79: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Petrace, lungo il suo corso sono state dislocate tre stazioni di monitoraggio, la CS17, localizzata nel suo tratto terminale, la CS18 nel tratto mediano del suo corso, all’altezza del Ponte Quarantona del comune di Seminara, e la CS19 più a monte di quest’ultima, all’altezza della loc. Case San Domenico del comune di Seminara. I risultati dei controlli effettuati nelle stazioni CS19 e CS18 hanno individuato mediamente una qualità ecologica sufficiente, al contrario della CS17, stazione sita nel tratto terminale del corso d’acqua che mostra uno stato ecologico scadente, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input inquinanti che si cumulano alterando gravemente il suo stato ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i valori alti riscontrati dei parametri microbiologici. La classificazione SECA in questo fiume viene ad essere condizionata in maniera negativa dalle condizioni relative alla qualità biologica, che presenta una sostanziale stabilità su valori non soddisfacenti e con occasionali e forti cadute della qualità biologica, in particolare presso la foce. Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e alle osservazioni riportate dagli operatori sulle relative schede compilate nelle fasi di campionamento si può rilevare che: • La stazione più a monte, CS19 Seminara - Case S. Domenico, mostra un certo carico contaminante e organico, testimoniato, tra l’altro, dalla presenza di Ditteri simulidi nei popolamenti. Nelle note di campo si segnala il contesto di scarsa naturalità del tratto dovuto alla presenza di una serie di infrastrutture, strada provinciale, ponte, strada sterrata che segue il corso, attività di lavorazione inerti ecc.. Sono inoltre riportati forti sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene. Tale situazione è legata soprattutto ai ricorrenti lavori in alveo che comportano temporanee deviazioni del Relazione di sintesi 269 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria corso del fiume, operate utilizzando come argine il sedimento stesso. Si osservano quindi frequenti variazioni del percorso del fiume con evidenti ripercussioni sui popolamenti bentonici. • Le note di campo per la stazione intermedia sul Petrace, la CS18 Seminara - P.te Quarantona, riportano in più occasioni l’osservazione di mucillagine sul fondo e sulle sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo e un rilevante popolamento a Ditteri simulidi. Si evidenzia, quindi, anche in questa stazione, la presenza un certo carico trofico che mostra effetti più rilevanti in coincidenza di ridotti flussi e portate. Anche in questa, come nella precedente, si osservano sconvolgimenti dell’alveo in coincidenza delle piene e ricorrenti lavori in alveo. • Il carico contaminante è presente anche a valle, alla stazione CS17 Gioia Tauro – Gonia in prossimità della foce. Le note di stazione indicano per questa un contesto fortemente modificato (si trova alla periferia di Gioia Tauro), un forte infangamento, con fondo anche argilloso e corrente spesso scarsa. Presso l’argine del fiume è presente un’ampia area adibita a discarica abusiva di rifiuti urbani e materiali di varia origine. Rilevati sul punto stazione odori sgradevoli e sono visibili scarichi di acque reflue, (alcuni osservabili lungo la stessa strada di accesso). Un’altra stazione di controllo, la VP20, è stata localizzata lungo l’asta fluviale del Petrace all’altezza del comune di San Procopio per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati nella stazione VP20 nel corso del I anno di monitoraggio hanno verificato l’idoneità delle acque alla vita dei pesci, ma non nel II anno, essendosi riscontrati valori di BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa. Relazione di sintesi 270 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIMIBESECA Obiettivo Obiettivo al 2008 al 2016 Note Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli sufficienti e scadenti solo per l’E.Coli, segnali di una Corpo CS17 R18118F0003Fiume Petrace contaminazione antropica idrico significativo 3 IV 4 Sufficiente Buono sia di natura civile/industriale che di I° ordine agricola. Le note di stazione indicano per questa un contesto molto artificializzato (si trova alla periferia di Gioia Tauro), un forte infangamento, con fondo anche argilloso e corrente spesso scarsa. Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, Corpo CS18 R18118F0001Fiume Petrace fronteggiando i livelli idrico significativo 2 III 3 di I° ordine Sufficiente Buono sufficienti e scadenti solo per l’E.Coli, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione riportano in più occasioni l’osservazione di mucillagine sul fondo e Relazione di sintesi 271 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria sulle sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando una contaminazione principalmente di natura organica. Le note di Corpo CS19 R18118F0002Fiume Petrace stazione segnalano idrico significativo 2 III 3 Sufficiente Buono ricorrenti lavori in alveo che comportano di I° ordine temporanee deviazioni del corso del fiume operate utilizzando ad argine il sedimento stesso e pertanto effimere. Si osservano quindi frequenti variazioni del percorso del fiume con evidenti ripercussioni sui popolamenti bentonici Tabella 80 Relazione di sintesi 272 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Petrace: 9 è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS17; 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per i tratti CS18 e CS19; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 488,7 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 87,2 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Raganello Il Torrente Raganello è stato monitorato quale corpo idrico ad alto valore paesaggistico ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. (per il 75% della sua estensione ricade nel parco Nazionale del Pollino). Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 164,6 kmq, interessando 9 comuni con circa 1 kmq di area urbanizzata ed una popolazione totale stimata di circa 13500 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 105 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Relazione di sintesi 273 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 105 Nel bacino sono stati censiti 3 impianti di depurazione, uno della potenzialità di 2500 AE risulta servire una popolazione totale pari a circa 1400 AE, un altro della potenzialità di 3000 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione totale pari a circa 3500 AE, e l’ultimo, della potenzialità di 1400 AE, cui risultano afferire i reflui di una popolazione totale pari a 1100 AE, per cui nel complesso la popolazione non servita risulta pari a circa 500 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 16 3 12 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 2 0,3 11 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 18 3,3 23 Tabella 81: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Relazione di sintesi 274 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Sul torrente Raganello è stata dislocata nel tratto terminale dell’asta fluviale, la CS33, per caratterizzarne lo stato ambientale. I controlli effettuati hanno individuato una qualità ecologica scadente principalmente per i valori di Indice Biotico Esteso, influenzati anche dai frequenti periodi di magra cui il tratto fluviale in esame è soggetto. Stazione Codice Nome stazione Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo fronteggiando Corpo idrico CS33 R18009F0001 Torrente d’interesse “alto Raganello valore 0.3.2.1.1, livello 2 IV 4 Buono il sufficiente Buono dell’indicatore biologico, segnale di paesaggistico” un inquinamento civile puntuale di modesta dimensione. Il SECA scadente è perché è soggetto a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 82 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse naturalistico - paesaggistico del Torrente Raganello: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS33. Lo stato ecologico scadente di questo tratto fluviale è attribuibile principalmente ai valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 9,9 tonn/y; Relazione di sintesi 275 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 1,6 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Savuto Il Fiume Savuto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 412 kmq, interessando 32 comuni con circa 8 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 36.000 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 106 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 106 Nel bacino sono stati censiti 35 impianti di depurazione dei quali solo 2 non funzionanti. Relazione di sintesi 276 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La maggior parte di quelli funzionanti soddisfa la domanda di trattamento dei diversi comuni, per un complessivo deficit di circa 12000 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati superiori (quello sito in loc. Marina De Luca di Nocera Terinese) ed inferiori ai 15.000 AE: Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 68 12 53 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico BOD5 P N (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 53 8 263 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 121 20 316 Tabella 83: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Lungo il corso del fiume Savuto sono state dislocate 5 stazioni di monitoraggio, una la AP12, nel comune di Parenti, per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile, un’altra, la VP11, nel comune di Scagliano (CS), per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci, 3 per caratterizzarne lo stato ambientale: la prima, la CS21, localizzata nel comune di Martirano (CS), la seconda, la CS20 nel tratto di monte del bacino e l’ultima, la CS22, nel tratto terminale dell’asta fluviale. Osservazioni relative al contesto ambientale nelle stazioni: Sulla base delle note di campo e alle osservazioni riportate dagli operatori sulle schede di campionamento è possibile riportare una serie di informazioni relative alle aree in cui ricadono le tre stazioni poste lungo il corso del Fiume Savuto. • La stazione più a monte è la CS20 Parenti - Savuto C.C, la cui condizione biologica è migliorata nell’ultimo anno. In tale stazione generalmente la portata è molto ridotta. E proprio in coincidenza di portate ridotte, le note di campo indicano la presenza di un consistente carico organico, desumibile anche dalla prevalenza nei popolamenti osservati dei Ditteri simulidi e chironomidi. • In un tratto intermedio del fiume è localizzata la stazione CS21 Altilia - Macchia della Fiera, dove si osservano le condizioni migliori e dove non si rilevano particolari anomalie. • Presso la foce è quindi posta la stazione CS22 Nocera Terinese - Macchia Quinto. Generalmente questa stazione presenta condizioni insoddisfacenti, inoltre saltuariamente fa registrare ulteriori cadute di qualità. Le note di campo indicano che questa stazione è Relazione di sintesi 277 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria posta molto prossima al mare in un contesto molto denaturalizzato (a valle di una briglia, vicino ad un ponte, ecc.) e con una fisionomia più volte variata a causa di ricorrenti lavori in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in alcune occasioni un calo delle correnti, con acqua a tratti stagnante e un ricorrente infangamento. Rilevata come già in altre stazioni l’abbondanza di rifiuti urbani sulle sponde e in alveo. I cali di qualità biologica possono quindi essere in buona parte riconducibili alle differenze legate alla portata nel primo tratto e alle alterazioni sull’alveo nella terza stazione. Non ci sono particolari fattori critici a livello di macrodescrittori, eccetto E. Coli che nella stazione CS21 risulta di livello 4. Dai controlli effettuati entrambe le stazioni monitorate per verificare l’idoneità delle acque a una specifica utilizzazione, sono risultate idonee in entrambi gli anni di monitoraggio. La CS21, prossima alla VP11, risulta caratterizzata da uno stato ecologico buono e la CS20 da uno stato ecologico sufficiente. Al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella stazione CS22, sita nel tratto terminale dell’asta fluviale, principalmente per i valori dell’Indice Biotico Esteso, che segnalano che nel suo tratto potamale il fiume è soggetto a input inquinanti che si cumulano influenzando il suo stato di salute. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBESECA Obiettivo Obiettivo al 2008 al 2016 Note Mantenimento stato dello intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo misure Corpo idrico CS20 R18057F0001Fiume Savuto significativo 2 III di I° ordine 3 Sufficiente Buono da adottare, fronteggiando i livelli sufficienti per l’E.Coli e lo ione ammonio, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note Relazione di sintesi di stazione 278 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria segnalano che la portata in questa sezione è molto ridotta. Mantenimento stato dello buono possibile è mediante l’adozione delle misure previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando solo i livelli sufficienti per Corpo idrico CS21 R18057F0002Fiume Savuto significativo 2 II 2 di I° ordine Buono Buono l’E.Coli e lo ione ammonio, segnali di una modesta contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione non rilevano particolari anomalie. Raggiungimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure previste nel Corpo idrico CS22 R18057F0003Fiume Savuto significativo paragrafo 0.3.2.1.1, 2 IV di I° ordine 4 Sufficiente Buono fronteggiando i livelli sufficienti per l’E.Coli e del fosforo totale, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note Relazione di sintesi di stazione segnalano una 279 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria fisionomia di sezione più volte variata a causa di ricorrenti lavori in alveo e lungo il fiume. Si rilevano in occasioni alcune un calo delle correnti, con acqua a tratti stagnante e un ricorrente infangamento. Tabella 84 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Savuto: 9 è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS22; 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto CS20; 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” al 2008 ed al 2016 per il tratto CS21; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 236,7 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 42,4 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Tacina Il Fiume Tacina è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 427 kmq, interessando 12 comuni con circa 6,3 kmq di aree urbanizzate ed una popolazione totale stimata pari a 34.000 abitanti. Relazione di sintesi 280 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 107 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 107 Nel bacino sono stati censiti 4 impianti di depurazione di potenzialità rispettivamente di: 11000 AE, 6000 AE, 1530 AE e 230 AE, dei quali il primo non risulta in funzione. Alla luce di tale informazione è stimabile un deficit di trattamento dei reflui civili prodotti nel bacino, corrispondente ad una popolazione non servita pari a 26.240 AE. In base a tali dati è possibile stimare i carichi inquinanti dei reflui provenienti da impianti di depurazione a servizio di agglomerati tutti inferiori ai 15.000 AE: Relazione di sintesi 281 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Effluente trattato nell’impianto Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 4 0,48 7 Efflente non trattato nell’impianto Carico Carico Carico N P BOD5 (tonn/y) (tonn/y) (tonn/y) 115 17 575 Totali Carico N (tonn/y) Carico P (tonn/y) Carico BOD5 (tonn/y) 117 17,48 582 Tabella 85: Carichi inquinanti di origine civile come deficit di trattamento Per caratterizzare lo stato ambientale del fiume Tacina e per verificare l’idoneità delle sue acque per approvvigionamento potabile, lungo il suo corso sono state dislocate 3 stazioni di monitoraggio, una, la AP13, nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità dell’asta fluviale, un’altra, la CS23, in prossimità della AP13 e l’ultima, la CS24, nel tratto terminale dell’asta fluviale. Dai controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei parametri microbiologici. La CS23 prossima alla AP13 risulta mediamente caratterizzata da una qualità ecologica sufficiente, al contrario, lo stato ecologico risulta scadente nella stazione CS24, indice che il fiume nel suo corso è soggetto a progressivi input inquinanti che si cumulano alterando il suo stato ambientale. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici, non di meno un contributo significativo può essere attribuito alle numerose attività olearie distribuite lungo il bacino. Infatti, in occasione di alcuni sopralluoghi, si è osservato in alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Mantenimento dello stato intermedio sufficiente e di buono al 2016 possibile CS23 R18060F0001 Fiume Tacina mediante l’adozione delle misure Corpo idrico significativo di è 3 III 3 Sufficiente Buono previste nel paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i I° ordine livelli E.Coli sufficienti per (inquinamento fecale), ione ammonio, fosforo totale, sostanze Relazione di sintesi 282 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria biodegradabili e ciclo dell’ossigeno, segnali di una contaminazione antropica di natura civile e agricola. Le note di stazione riportano in più occasioni l’osservazione di depositi di reflui oleari, di mucillagine sul fondo e sulle sponde e, in periodi di magra, di un habitat a pozze con anossia sul fondo Raggiungimento stato dello intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante l’adozione delle misure CS24 R18060F0002 Fiume Tacina previste Corpo idrico 3 significativo di IV 4 nel paragrafo Sufficiente Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando i livelli scadenti per E.Coli I° ordine e fosforo totale, e sufficienti per lo ione ammonio, segnale di una contaminazione civile ed agricola. Tabella 86 Obiettivi sui tratti fluviali del corpo idrico significativo di primo ordine del Fiume Tacina: 9 è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto terminale dell’asta fluviale CS24; 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 per il tratto CS23; 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 517,5 tonn/y; Relazione di sintesi 283 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 92,0 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Fiume Trionto Il Torrente Trionto è stato monitorato quale bacino significativo di I° ordine ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 290 kmq, che interessa 11 comuni con circa 800 mq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata pari a 14800 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 108 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 108 Relazione di sintesi 284 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nel bacino sono stati censiti 9 impianti di depurazione, tutti a servizio di agglomerati inferiori ai 15.000 AE di cui 6 in esercizio, 5 nel comune di Longobucco di potenzialità totale pari a circa 4500 AE, comunque non sufficienti a soddisfare la domanda di trattamento del comune stimabile intorno ai 5400 AE; ed uno in quello di Cropalati, di potenzialità sufficiente a soddisfare la sua domanda di trattamento. Nel complesso è stimabile una domanda di trattamento non soddisfatto di circa 4500 AE. Tenendo conto che nel corso d’acqua sversa anche l’impianto di Crosia esterno al bacino, si può stimare che i carichi dei reflui non trattati afferenti al fiume siano pari a circa 98 tonn/y di BOD5, 20 tonn/y di N, 3 tonn/y di P, e che i carichi degli effluenti trattati negli impianti di depurazione siano pari a 37 tonn/y di BOD5, 48 tonn/y di N e 8 tonn/y di P, per un carico quindi complessivo pari a 135 tonn/y di BOD5, di 68 tonn/y di N e 11 tonn/y di P. Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Trionto sono state dislocate lungo il suo corso due stazioni di monitoraggio, una, la CS26 nel Comune di Cropalati (Prov. di Cs) e un’altra, la CS25 nel tratto terminale dell’asta fluviale. Inoltre, per verificare la possibilità di utilizzare le acque di questo fiume per approvvigionamento potabile, un’altra stazione, la AP24, è stata dislocata nel Comune di Longobucco (prov. di CS), in prossimità dell’asta fluviale. Dai controlli effettuati, la stazione AP24 è risultata idonea alla produzione di acqua potabile in entrambi gli anni di monitoraggio, mentre lo stato ecologico rilevato nelle stazioni CS25 e CS26 è risultato rispettivamente pessimo e scadente in entrambi i casi per i valori assunti dall’Indice Biotico Esteso, parametro influenzato dai frequenti periodi di magra cui il fiume è soggetto. Tali periodi sono caratterizzati da portate molto ridotte, o anche nulle, dovute principalmente a cause stagionali. Stazione Codice stazione Nome Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettivo al 2008 al 2016 Note Mantenimento dello stato “buono” possibile mediante l’adozione CS25 R18030F0001 Fiume Trionto previste Corpo idrico significativo di 2 V 5 Buono delle nel misure paragrafo Buono 0.3.2.1.1, fronteggiando il livello sufficiente del fosforo I° ordine totale dell’indicatore biologico, segnale di una modesta Relazione di sintesi contaminazione 285 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria antropica civile/agricola. Il SECA pessimo dipende solo dal perché la fiumara naturalemnete è soggetta a frequenti periodi di dello stato magra/secca. Mantenimento “buono” possibile mediante l’adozione delle previste nel misure paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando il CS26 R18030F0002 Fiume Trionto Corpo idrico 2 significativo di IV 4 Buono I° ordine Buono livello sufficiente dell’indicatore biologico, segnale di una contaminazione modesta fecale puntuale. Il SECA scadente dipende solo dal perché la fiumara naturalmente è soggetta a frequenti periodi di magra/secca. Tabella 87 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico significativo di primo ordine del Torrente Trionto: 9 è posto come obiettivo di qualità ambientale il mantenimento dello stato “buono” (dato dal LIM) sia al 2008 che al 2016 per entrambi i tratti dell’asta fluviale monitorati. Lo stato ecologico scadente e pessimo di questi due tratti fluviali sono attribuibili principalmente ai valori dell’IBE, che risente di periodi caratterizzati da portate molto ridotte, spesso addirittura nulle. 9 riduzione del 90% del carico totale di BOD5 prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 88,2 tonn/y; 9 riduzione di almeno l’80% del carico totale delle sostanze azotate prodotto dal deficit di trattamento civile dell’effluente non trattato nell’impianto, pari a 16,0 tonn/y. Caratterizzazione qualitativa del Bacino del Torrente Turrina Il Torrente Turrina è stato monitorato quale fiume soggetto ad alto carico inquinante ai sensi delle specifiche del D.lgs. 152/99 e s.m.i. Relazione di sintesi 286 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il suo bacino si estende su un’area complessiva di circa 58 kmq, interessando 6 comuni con circa 1,7 kmq di aree urbanizzate e una popolazione totale stimata di circa 13.500 abitanti. Una stima dei carichi inquinanti prodotti annualmente in questo bacino dall’attività zootecnica, dall’attività agricola e delle acque meteoriche dilavanti su aree urbane, in termini di BOD5, Azoto e Fosforo , è riportata nell’allegato F alla Relazione generale. Nella figura 109 si riporta il carico totale di BOD5, N e P scorporato nei diversi contributi. Figura 109 Nel bacino sono stati censiti 8 impianti di depurazione, di cui 7 nel comune di Curinga, tutti dismessi ed i cui reflui sono collettati al depuratore consortile sito nel comune di Lamezia Terme di potenzialità pari a 110.000 AE, a servizio di tutti i comuni del bacino tranne Filadelfia e Jacurso i cui reflui risultano essere sversati all’esterno del bacino. L’impianto di Lamezia Terme, a servizio di un agglomerato superiore ai 15.000 AE, risulta poter soddisfare l’intera domanda di trattamento del bacino per cui al fiume è ipotizzabile che afferisca il carico inquinante di origine civile rappresentato dal solo refluo trattato, stimabile pari a circa 144 tonn/y di BOD5, 205 tonn/y di N e 36 tonn/y di P. Relazione di sintesi 287 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Per caratterizzare lo stato ambientale del Torrente Turrina è stata localizzata una sola stazione di controllo della qualità ambientale, la CS49, nel tratto terminale dell’asta fluviale. Dai controlli effettuati tale stazione è risultata caratterizzata da uno stato ecologico scadente, a causa dei valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici, indice di un’origine civile degli apporti inquinanti, legati principalmente a scarichi abusivi. Stazione Codice Nome stazione Tipo corpo idrico LIM IBE SECA Obiettivo Obiettiv al 2008 o al 2016 Note Raggiungimento stato dello intermedio sufficiente e di buono al 2016 è possibile mediante Corpo idrico CS49 R18042F0001 Torrente d’interesse Turrina “alto carico l’adozione 2 IV 4 Sufficiente Buono previste delle nel misure paragrafo 0.3.2.1.1, fronteggiando i inquinante” livelli scadenti per E.Coli e fosforo totale, segnale di una contaminazione civile ed agricola. Tabella 88 Obiettivi sul tratto fluviale del corpo idrico d’interesse “alto carico inquinante” del Torrente Turrina: 9 è posto come obiettivo prioritario di qualità ambientale il raggiungimento dello stato “sufficiente” al 2008 ed il raggiungimento dello stato “buono” al 2016 0.3.2.1.2 Aspetti quantitativi 0.3.2.1.2.1 Acque superficiali Criteri di regolazione delle portate in alveo definiti dall’ABR Il Deflusso Minimo Vitale di un corso d’acqua (nel seguito DMV) è stato introdotto nel quadro legislativo nazionale dalla legge 183/1989 (art. 3, comma 1, lettera i) e successivamente è stato ripreso dal D.Lgs. 275/1993, dalla legge 36/1994, dal D.Lgs. 152/1999 e, infine, dal recente D.Lgs. 152/2006 di recepimento della Direttiva Europea sulle Acque 2000/60. Il DMV è la portata minima necessaria per ogni tronco omogeneo del corso d’acqua a garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico e Relazione di sintesi 288 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria chimico-fisiche delle acque, nonché per mantenere le biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Tale parametro, evidentemente, è di estrema importanza per le esigenze di tutela delle acque e deve costituire un riferimento fondamentale per la disciplina delle concessioni di derivazione, oltre che per le autorizzazioni degli scarichi. È importante sottolineare, però, che le “Linee Guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la determinazione del minimo deflusso vitale” (nel seguito LG), richiamate all’art. 22, comma 4, del D.lgs. 152/1999 ed emanate dal Ministero dell’Ambiente e Territorio con il D.M. 28/7/2004 (G.U. n. 268 del 15/11/2004), al paragrafo 7.1 definiscono il DMV come “la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisico delle acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali”. Le stesse LG, al paragrafo 7.2, specificano che il DMV rappresenta una portata di stretta attinenza al Piano di Tutela e che alla determinazione del DMV “attengono aspetti di tipo naturalistico e di tipo antropico caratteristici di ogni tronco di corso d’acqua di interesse”. Allo scopo di consentire la naturale variabilità del regime dei deflussi in base al quale si forma l’equilibrio fisico e biologico del corso d’acqua, può inoltre essere opportuno individuare valori del DMV differenti per ciascun mese o stagione dell’anno. Il DMV in una determinata sezione del corpo idrico è calcolato secondo la seguente formula: DMV = Z + Md in cui: DMV = deflusso minimo vitale (l/s); Z = termine fisso = A x B x C x D x E x F x G x H (l/s); Md = termine di modulazione della portata (l/s), variabile in funzione della portata in arrivo da monte. I fattori che forniscono Z hanno il significato qui di seguito specificato: A = Superficie del bacino idrografico sotteso dall’opera di derivazione (km2) sino alla linea dello spartiacque, comprendente le aree già interessate da derivazioni esistenti a monte della captazione prevista; B = Rilascio specifico: fattore fisso pari a 1,6 (l/s/kmq); C = Precipitazioni: fattore compreso fra 1,0 e 1,2 e relativo alle precipitazioni medie Relazione di sintesi 289 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria annue nel bacino sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 89. Codice Precipitazione annua media (mm annui di pioggia) Fattore a minore di 800 1,0 b compresa fra 800 e 1200 1,1 c oltre 1200 1,2 Tabella 89 D = Altitudine: fattore compreso tra 1,0 e 1,2 relativo all’altitudine media del bacino sotteso alla derivazione, ricavato dalla tabella 90. Codice Altitudine media del bacino (m s.l.m.) Fattore a < 400 1,0 b 400 ÷ 800 1,1 c = 800 1,2 Tabella 90 E = permeabilità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla permeabilità media dei terreni costituenti il bacino, ricavato dalla tabella 91. Codice Permeabilità media del bacino Fattore a bassa 1,0 b media 1,10 c alta 1,15 d elevata 1,20 Tabella 91 F = Qualità biologica del corso d’acqua: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, relativo alla classificazione dello stato ecologico nel tratto considerato, così come ottenuto incrociando il dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell’IBE (rif.to tab. 8 del D.Lgs. n. 152/99), ricavato dalla tabella 92. Relazione di sintesi 290 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Codice Stato ecologico Classe di qualità ecologica Fattore a elevato classe 1 1,00 b buono classe 2 1,05 c sufficiente classe 3 1,10 d scadente classe 4 1,15 e pessimo classe 5 1,20 Tabella 92 In mancanza di puntuali informazioni su cui basare l’attribuzione del punteggio e ove non sia palesemente dimostrabile l’assegnazione a uno stato ecologico peggiore, è possibile attribuire al tratto in esame un valore del fattore pari a 1,1. G = Naturalità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, valutato in relazione alle vocazione naturale del territorio, alla presenza di aree protette ed all'uso del suolo prevalente all'interno del bacino considerato, ricavato dalla tabella 93. Codice Classi di naturalità Fattore a Aree agricole 1,0 b Aree naturali 1,1 c Aree di grande pregio: parchi, riserve naturali, statali e provinciali, aree SIC, SIR, SIN, ANPIL, ZPS 1,2 Tabella 93 H = Lunghezza captazione: fattore definito dalla formula: H = 1 + (D x 0.025) dove, nel caso di prelievi a fini idroelettrici, D è la distanza in km misurata lungo il corso d’acqua tra l’opera di presa e il punto di restituzione; nel caso di prelievi che non prevedano restituzione H vale 1,2. Md = Modulazione di portata. L’introduzione di quest’ultimo addendo risponde all’esigenza di garantire all’alveo almeno una modesta percentuale delle variazioni di portata che caratterizzano il regime idrologico naturale e che influenzano i cicli biologici delle comunità e degli organismi fluviali. Il Relazione di sintesi 291 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria valore di Md può direttamente essere posto pari al 10% della differenza tra la portata naturale istantanea e il valore prima calcolato di Z (da applicare solo se di segno positivo), oppure conseguita praticamente se si applicano delle prescrizioni progettuali alle opere connesse alla derivazione, in particolare le seguenti: 1. L’opera di presa deve essere progettata e realizzata in maniera che la derivazione garantisca prioritariamente il rilascio del DMV nel corso d’acqua mediante opportuno dimensionamento della soglia sfiorante. 2. E’ fatto obbligo di dotare l’opera di presa di idoneo passaggio artificiale della fauna ittica ai sensi della normativa vigente. Tale passaggio dovrà essere eseguito con le tipologie realizzative più idonee a garantire la funzionalità e il contenimento degli impatti visivi e, inoltre, attraverso detto passaggio dovrà transitare l’intero DMV calcolato. 3. Per derivazioni di acque superficiali a fini diversi da quelli irrigui, fatto salvo l'uso idropotabile e le derivazioni in essere, si dispone che siano da considerarsi indisponibili per nuovi impianti, o limitatamente disponibili (DMV da valutare caso per caso), i tratti di corso d'acqua collocati immediatamente a monte del punto di derivazione e immediatamente a valle del punto di restituzione di una derivazione non irrigua in essere per una lunghezza da valutare specificatamente per ciascun progetto. L’Autorità di Bacino potrà comunque definire dei criteri di limitazione della densità delle derivazioni sullo stesso corso d’acqua sulla base dell’aggiornamento del quadro conoscitivo. 4. Al fine di garantire la qualità complessiva del corso d’acqua e per verificare la congruità del DMV calcolato, nel tratto compreso fra l’opera di presa e il punto di restituzione dovranno disporsi controlli ambientali sulla qualità biologica. Nel caso che il prelievo abbia alterato l’IBE preesistente, si dovrà provvedere a eventuali incrementi del DMV calcolato. Nei soli casi di: a) derivazioni per le quali pur essendo state già realizzate opere, a norma dell’art. 13 del RD 1775/1933, non risulta formalizzato l’atto di concessione; b) concessioni comunque in atto che, a norma dell’art. 95, comma 4 del D.Lgs. 152/2006, devono essere regolate dall’autorità concedente al fine di prevedere “rilasci volti a garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici”. Relazione di sintesi 292 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Al fine di limitare l’impatto su utilizzazioni già esistenti e su realtà produttive ad esse connesse e solo fino all’adozione del Piano di Tutela delle Acque il DMV sarà pari ad 1/3 del valore di portata risultante dall’applicazione del criterio sopra illustrato. Nel caso di derivazione mediante captazione di sorgenti naturali, si deve prevedere un rilascio pari ad almeno un terzo della portata minima continua, qualora questa sia superiore a 1 (uno) l/s. Analisi dell’applicazione della formula dell’ABR a tutto il territorio regionale L’analisi è stata condotta nei 32 corsi d’acqua della Calabria classificati come significativi ai sensi del Decreto 152/1999. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, caratterizzati dalla disponibilità di serie storiche sufficientemente estese di misure di portata giornaliera (<20 anni), sono state definite, alla sezione della stazione di misura, le condizioni idrologiche di riferimento sulla base del Metodo IHA-EFC (Richter et al. 1996, 1997; The Nature Conservancy 2005) ed è stata eseguita la valutazione dell’alterazione idrologica mediante il metodo RVA (Range of Variabilità Approach, Richter et al. 1997) ipotizzando un rilascio secondo la formula introdotta dall’ABR a scala temporale giornaliera. Si precisa che, per il F. Savuto, l’analisi condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della caratterizzazione idrologica, che pertanto non può essere eseguita. Per quanto riguarda i 32 corsi d’acqua significativi, il calcolo del DMV alla sezione di chiusura di ogni singolo bacino è stato effettuato utilizzando il richiamato criterio di calcolo proposto dall’Autorità di Bacino (in questo caso a scala temporale mensile) e utilizzando i valori delle portate minime di durata 1, 3, 7, 15, 30 giorni consecutivi e dei deflussi medi mensili disponibili. Relazione di sintesi 293 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Disponibilità dati Corso d’acqua Disponibilità dati assenza o carenza di misure (<20 anni) (22 corsi d’acqua) Neto Amendolea Crocchio La Verde Argentino Marepotamo Angitola Nicà Bonamico Budello Gallico Turrina Novito Calopinace Ruffa Fiumarella Mesima Petrace Trionto Raganello Allaro Esaro di Crotone Corso d’acqua misure sufficienti (>20 Crati anni) Lao (10 corsi d’acqua) Amato Savuto 4 Tacina Corace Esaro Coscile Metramo Ancinale Tabella 94 4 Per il F. Savuto, l’analisi condotta ha evidenziato l’inidoneità delle misure disponibili ai fini della caratterizzazione idrologica, che pertanto non può essere eseguita. Relazione di sintesi 294 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino Zsc Allaro 0.44 Amendolea Budello Bonamico 0.46 0.26 0.46 Calopinace Gallico 0.15 0.17 La verde Novito Fiumara della Ruffa Amato Ancinale Angitola 0.39 0.17 Argentino Corace Coscile Crati Crocchio Esaro Esaro Kr Lao 0.15 1.30 0.58 0.49 Zssm 0.32 0.39 Da D0 0,06111 0,06389 0,05625 0,06042 0.04 0,05764 0,04167 0,06111 0,06597 1.24 0,06736 0,06111 0,06597 9.35 4.49 0,05764 0,06319 0.04 2.00 0.26 2.19 0,09097 0,0625 0,06597 1.17 0,05833 0,06319 Marepatamo 0,04583 Metramo 0,05486 0,06042 0,06667 Mesima 2.08 Neto 0,19097 Nicà 0.49 Petrace 1.30 Savuto 1.15 Tacina 1.31 0.28 Trionto 1.06 Fiumarella Torrente Raganello Turrina 0.09 0.42 0,15 Tabella 95 Relazione di sintesi 295 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Con Zsc = frazione costante del DMV calcolata alla sezione di chiusura; Con Zssm = frazione costante del DMV calcolata alla sezione della stazione di misura; Con Da e D0 = indici di alterazione idrologica. Elementi di applicazione del DMV L’analisi dell’applicazione della metodologia deliberata dall’ABR conduce a ritenere che essa possa essere applicata su tutto il territorio regionale. Tuttavia, nella relazione proposta: ⎧⎪ Z Q (t ) < Z Qr ( t ) = ⎨ ⎪⎩ Z + c ( Q ( t ) − Z ) Q ( t ) > Z si ritiene necessario procedere ad una diversa definizione del Fattore di permeabilità E utilizzato nel calcolo della frazione costante del DMV: Z = ABCDEFGH Il valore E viene più opportunamente definito come Fattore di propensione al deflusso profondo ed assume valori diversi per le differenti categorie individuabili in base alle caratteristiche idrogeologiche seguenti. I. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne alta, con rilevante presenza di classi di permeabilità elevata (rocce effusive, formazioni prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi, conglomerati, brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici) Fattore di propensione al deflusso profondo: E=2.0 (Fiume Ancinale, Fiume Argentino, Fiume Coscile, Fiume Lao, Torrente Raganello) II. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne intermedia, con rilevante presenza di classi di permeabilità media (ofioliti, metamorfiti di alto grado, rocce intrusive, complessi sedimentari caotici, marne e marne calcaree, formazioni gessoso-solfifere, evaporiti) Fattore di propensione al deflusso profondo: E=1.0 (Fiumara Allaro, Fiume Angitola, Fiume Crati, Fiume Crocchio, Fiume Esaro, Fiume Marepotamo, Fiume Mesima, Fiume Metramo, Fiume Neto, Fiume Petrace, Fiume Savuto, Fiume Tacina, Fiume Trionto) III. Corsi d’acqua con bacini aventi propensione al deflusso perenne bassa, con rilevante presenza di classi di permeabilità bassa (metamorfiti di vario, medio e basso Relazione di sintesi 296 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria grado, argilloscisti, argille) e corsi d’acqua a deflusso discontinuo (fiumare), con portata estiva nulla in zone di pianura, queste ultime caratterizzate da rilevante presenza di classi di permeabilità elevata (alluvioni e terreni misti - rocce effusive, formazioni prevalentemente arenacee, unità prevalentemente flishoidi, torbiditi, conglomerati, brecce, calcari detritici, sabbie e conglomerati, travertini, depositi eolici) Fattore di propensione al deflusso profondo: E=0.5 (Fiumara Amendolea, Fiumara Buonamico, Fiumara Budello, Fiumara Calopinace, Fiumara della Ruffa, Fiumara di Gallico, Fiumara Laverde, Fiumara Novito, Fiume Amato, Fiume Corace, Fiume Esaro di Crotone, Fiume Nicà, Torrente Fiumarella, Torrente Turrina) Inoltre, per i corsi d’acqua appartenenti: ‐ alla categoria III; ‐ alle categorie I, II con ricorrenza di deflussi pari a zero nel periodo estivo; allo scopo di non acuire le pronunciate magre estive, è previsto un valore Z pari all’intero deflusso nel periodo giugno-settembre, ossia il rilascio dell’intera portata in transito sull’intera asta fluviale e affluenti. Ne conseguono i seguenti valori di E, Z (Tab.96): Categoria E ottobre-maggio giugno-settembre Z Z Fiumara Allaro II 1 0.40 intero deflusso Fiumara Amendolea III 0.5 0.25 intero deflusso Fiumara Bonamico III 0.5 0.21 intero deflusso Fiumara Budello III 0.5 0.11 intero deflusso Fiumara Calopinace III 0.5 0.07 intero deflusso Fiumara della Ruffa III 0.5 0.07 intero deflusso Fiumara di Gallico III 0.5 0.08 intero deflusso Fiumara La Verde III 0.5 0.18 intero deflusso Fiumara Novito III 0.5 0.08 intero deflusso Fiume Amato III 0.5 0.57 intero deflusso Fiume Ancinale II 2 1.06 intero deflusso Fiume Angitola II 1 0.44 0.44 Fiume Argentino I 2 0.70 0.70 Fiume Corace III 0.5 0.38 intero deflusso Fiume Coscile I 2 2.07 2.07 Fiume Crati II 1 8.13 8.13 Fiume Crocchio II 1 0.40 0.40 Relazione di sintesi 297 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Fiume Esaro II 1 1.74 1.74 Fiume Esaro di Crotone III 0.5 0.12 intero deflusso Fiume Lao I 2 3.99 3.99 Fiume Marepotamo II 1 0.60 0.60 Fiume Mesima II 1 1.89 1.89 Fiume Metramo II 1 0.65 0.65 Fiume Neto II 1 3.59 3.59 Fiume Nicà III 0.5 0.22 intero deflusso Fiume Petrace II 1 1.18 1.18 Fiume Savuto II 1 1.15 1.15 Fiume Tacina II 1 1.31 1.31 Fiume Trionto II 1 0.97 0.97 Torrente Fiumarella III 0.5 0.04 intero deflusso Torrente Raganello I 2 0.76 intero deflusso Torrente Turrina III 0.5 0.07 intero deflusso Tabella 96 Inoltre, per quanto concerne l’aliquota variabile del rilascio: c(Q(t)-Z) (c=0.1), si può assumere, per tutti i corsi d’acqua: ‐ per impianti ad acqua fluente (traverse): Q(t) pari alla portata istantanea in transito (e quindi regolazione “in continuo” da ottenersi mediante opportuna struttura degli organi di captazione); ‐ per impianti a serbatoio: Q(t) pari alla portata media mensile di cui alla documentazione precedentemente allegata (e quindi regolazione a scala temporale mensile) Per il calcolo del DMV Z1 in sezioni diverse da quelle terminali, in via semplificativa, si possono utilizzare gli stessi valori di Z ridotti in proporzione al rapporto fra l’area del bacino sotteso A1 e l’area complessiva A: (per il Crati a monte della confluenza del Coscile il valore di Z deve essere diminuito della portata Z del Coscile, comprensiva di quella dell’Esaro). Relazione di sintesi 298 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.3.2.1.2.2 Caratterizzazione quantitativa dei 32 bacini dei corpi idrici significativi Di seguito si riporta la sintesi della caratterizzazione quantitativa per ciascun bacino significativo o di interesse. Si rimanda all’Allegato E per una trattazione esaustiva. Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Fiume Amato Il bacino del fiume Amato ha una estensione planimetrica complessiva di 443.83 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 131.707 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 57.82 km con una pendenza media dell’1.6%. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.76. BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda della presenza o meno del futuro invaso del Melito nel bacino del fiume Corace. Il primo scenario considera la situazione attuale, mentre il secondo prevede che il sottobacino del fiume Amato sotteso in località Serrastretta sia allacciato all’invaso del Melito. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. Nella parte alta della scheda è redatta una tabella riassuntiva riportata di seguito (uguale per tutti i 32 bacini dei corpi idrici significativi), che sintetizza i valori annuali del bilancio per il bacino idrografico, sia per l’anno medio che per l’anno scarso, dove: - Deflusso naturale è il volume defluito verso il nodo di valle del tratto in condizioni naturali, senza prelievi e utenze, ecc.. - Deflusso idrico, è il volume defluito verso il nodo di valle considerando al netto quindi di tutti i prelievi localizzati a monte della sezione di chiusura; - DMV 1, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di chiusura del bacino, stimato con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale; Relazione di sintesi 299 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - DMV 2, è il deflusso minimo vitale che deve essere garantito nella sezione di chiusura del bacino, stimato da approcci di natura idrologica, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni; - Disponibilità 1, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 1, ovvero quello stimato con il metodo dell’ABR. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel bacino idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze e del deflusso minimo vitale; - Disponibilità 2, è la differenza tra il deflusso idrico e il DMV 2, ovvero quello riferito alla Q7-10. Esso, pertanto, è il volume annuo utilizzabile nel bacino idrografico, tenendo conto delle condizioni ipotizzate di prelievo delle utenze e del deflusso minimo vitale. SCENARIO I scenario anno medio Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 22.67 23.71 7.04 0.13 16.67 23.58 20.33 1 38,57 39,75 7,04 0,13 32,71 39,62 1 2 33,05 33,88 6,19 0,12 27,69 33,76 2 19.60 20.45 6.19 0.12 14.26 3 37,82 38,55 6,96 0,13 31,59 38,42 3 14.46 15.32 6.96 0.13 8.36 15.19 4 24,92 25,49 5,57 0,13 19,92 25,36 4 15.54 16.43 5.57 0.13 10.86 16.30 5 11,70 12,28 4,37 0,13 7,91 12,15 5 7.18 7.85 4.37 0.13 3.48 7.72 6 4,44 4,81 3,53 0,13 1,28 4,68 6 3.02 3.49 3.53 0.13 -0.04 3.36 7 2,81 3,50 3,08 0,13 0,42 3,37 7 1.37 2.16 3.08 0.13 -0.92 2.03 8 1,78 2,57 1,98 0,13 0,59 2,44 8 1.13 1.86 1.98 0.13 -0.12 1.73 9 3,35 4,07 3,40 0,13 0,67 3,94 9 3.02 3.72 3.40 0.13 0.32 3.59 4.69 10 5,73 6,68 3,75 0,13 2,93 6,55 10 3.88 4.82 3.75 0.13 1.07 11 10,37 11,51 4,10 0,13 7,41 11,38 11 6.60 7.67 4.10 0.13 3.57 7.54 12 34,49 35,92 6,64 0,13 29,28 35,79 12 12.55 16.50 6.64 0.13 9.86 16.37 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 14.40 14.84 2.63 0.05 12.21 14.79 Mese Naturale 1 8.46 8.85 2.63 0.05 6.22 8.80 2 13.66 14.01 2.56 0.05 11.45 13.96 2 8.10 8.45 2.56 0.05 5.89 8.40 3 14.12 14.39 2.60 0.05 11.79 14.34 3 5.40 5.72 2.60 0.05 3.12 5.67 4 9.61 9.84 2.15 0.05 7.69 9.79 4 6.00 6.34 2.15 0.05 4.19 6.29 5 4.37 4.59 1.63 0.05 2.96 4.54 5 2.68 2.93 1.63 0.05 1.30 2.88 6 1.71 1.86 1.36 0.05 0.50 1.81 6 1.16 1.35 1.36 0.05 -0.01 1.30 7 1.05 1.31 1.15 0.05 0.16 1.26 7 0.51 0.81 1.15 0.05 -0.34 0.76 8 0.66 0.96 0.74 0.05 0.22 0.91 8 0.42 0.69 0.74 0.05 -0.05 0.64 9 1.29 1.57 1.31 0.05 0.26 1.52 9 1.16 1.43 1.31 0.05 0.12 1.38 10 2.14 2.50 1.40 0.05 1.10 2.45 10 1.45 1.80 1.40 0.05 0.40 1.75 11 4.00 4.44 1.58 0.05 2.86 4.39 11 2.55 2.96 1.58 0.05 1.38 2.91 12 12.88 13.41 2.48 0.05 10.93 13.36 12 4.68 6.16 2.48 0.05 3.68 6.11 Tabella 97 Relazione di sintesi 300 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ I risultati mettono in luce dei deficit per l’area irrigua S. Ippolito sia in condizioni idrologiche di anno medio che in condizioni idrologiche di anno scarso. Ciò è imputabile al fatto che entrambe le aree irrigue sono alimentate da due affluenti del fiume Amato che nel periodo estivo hanno portate medie molto basse non idonee a soddisfare i fabbisogni irrigui richiesti. Non è garantito il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, nella sezione di chiusura del bacino in condizioni di anno scarso nel periodo giugno - agosto. SCENARIO II scenario anno medio Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 22.67 19.21 7.04 0.13 12.17 19.08 1 38.57 31.57 7.04 0.13 24.53 31.44 1 2 33.05 26.74 6.19 0.12 20.55 26.62 2 19.60 16.89 6.19 0.12 10.70 16.77 3 37.82 30.26 6.96 0.13 23.30 30.13 3 14.46 12.26 6.96 0.13 5.30 12.13 4 24.92 20.16 5.57 0.13 14.59 20.03 4 15.54 12.96 5.57 0.13 7.39 12.83 5 11.70 9.70 4.37 0.13 5.33 9.57 5 7.18 6.50 4.37 0.13 2.13 6.37 6 4.44 3.91 3.53 0.13 0.38 3.78 6 3.02 2.67 3.53 0.13 -0.86 2.54 7 2.81 3.02 3.08 0.13 -0.06 2.89 7 1.37 1.80 3.08 0.13 -1.28 1.67 8 1.78 2.32 1.98 0.13 0.34 2.19 8 1.13 1.65 1.98 0.13 -0.33 1.52 9 3.35 3.57 3.40 0.13 0.17 3.44 9 3.02 3.31 3.40 0.13 -0.09 3.18 10 5.73 5.91 3.75 0.13 2.16 5.78 10 3.88 4.27 3.75 0.13 0.52 4.14 11 10.37 9.62 4.10 0.13 5.52 9.49 11 6.60 6.63 4.10 0.13 2.53 6.50 12 34.49 29.12 6.64 0.13 22.48 28.99 12 12.55 14.70 6.64 0.13 8.06 14.57 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 14.40 11.79 2.63 0.05 9.16 11.74 Mese Naturale 1 8.46 7.17 2.63 0.05 4.54 7.12 2 13.66 11.05 2.56 0.05 8.49 11.00 2 8.10 6.98 2.56 0.05 4.42 6.93 3 14.12 11.30 2.60 0.05 8.70 11.25 3 5.40 4.58 2.60 0.05 1.98 4.53 4 9.61 7.78 2.15 0.05 5.63 7.73 4 6.00 5.00 2.15 0.05 2.85 4.95 5 4.37 3.62 1.63 0.05 1.99 3.57 5 2.68 2.43 1.63 0.05 0.80 2.38 6 1.71 1.51 1.36 0.05 0.15 1.46 6 1.16 1.03 1.36 0.05 -0.33 0.98 7 1.05 1.13 1.15 0.05 -0.02 1.08 7 0.51 0.67 1.15 0.05 -0.48 0.62 8 0.66 0.86 0.74 0.05 0.12 0.81 8 0.42 0.62 0.74 0.05 -0.12 0.57 9 1.29 1.38 1.31 0.05 0.07 1.33 9 1.16 1.28 1.31 0.05 -0.03 1.23 10 2.14 2.21 1.40 0.05 0.81 2.16 10 1.45 1.59 1.40 0.05 0.19 1.54 11 4.00 3.71 1.58 0.05 2.13 3.66 11 2.55 2.56 1.58 0.05 0.98 2.51 12 12.88 10.87 2.48 0.05 8.39 10.82 12 4.68 5.49 2.48 0.05 3.01 5.44 Tabella 98 CRITICITA’ Tale scenario, per ciò che riguarda le aree irrigue, presenta le medesime condizioni di criticità di quello osservato in precedenza; mentre si accentuano, maggiormente nel periodo estivo, le criticità dovute al DMV stimato con il metodo dell’ABR in quanto vengono a mancare nella sezione di chiusura i volumi destinati al futuro invaso del Melito. Relazione di sintesi 301 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Allaro Il bacino della fiumara Allaro, ha una estensione planimetrica complessiva (sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio) di 130.118 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 76.825 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 35.84 km con una pendenza media del 2.85 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.9. BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 2 Disp. 1 Mese Naturale DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 13.21 10.43 9.42 2.62 0.78 6.80 8.64 11.10 9.71 2.06 0.70 7.65 9.01 2 7.73 6.75 2.06 0.70 4.69 6.05 3 13.35 11.71 2.38 0.78 9.33 10.93 3 8.23 7.23 2.38 0.78 4.85 6.45 4 8.94 7.67 1.92 0.75 5.75 6.92 4 6.40 5.60 1.92 0.75 3.68 4.85 5 5.32 4.26 1.58 0.78 2.68 3.48 5 3.57 2.77 1.58 0.78 1.19 1.99 6 2.99 1.42 1.32 0.75 0.10 0.67 6 2.02 0.61 1.32 0.75 -0.71 -0.14 7 2.13 0.42 1.26 0.78 -0.84 -0.36 7 1.36 0.00 1.26 0.78 -1.26 -0.78 -0.54 8 0.92 0.00 1.21 0.78 -1.21 -0.78 1.19 9 1.19 0.65 1.30 0.75 -0.65 -0.10 2.43 10 1.20 1.07 1.42 0.78 -0.35 0.29 4.31 11 3.15 2.83 1.61 0.75 1.22 2.08 12.36 12 6.69 5.75 2.54 0.78 3.21 4.97 9 10 11 12 2.63 3.68 5.72 14.75 1.94 3.21 5.06 13.14 1.21 11.37 Idrico 1 Disp. 2 2 0.24 0.78 Volumi mensili (hm ) 15.67 1.48 2.62 3 ) 1 8 13.99 DMV 1 3 0.78 1.30 -0.97 0.75 1.42 0.64 0.78 1.61 1.79 0.75 2.54 3.45 0.78 10.60 anno medio anno scarso 3 3 Portate mensili (m /s) Mese Naturale Portate mensili (m /s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 5.85 5.22 0.98 0.29 4.24 4.93 Mese Naturale 1 3.89 3.52 0.98 0.29 2.54 3.23 2 4.59 4.01 0.85 0.29 3.16 3.72 2 3.20 2.79 0.85 0.29 1.94 2.50 3 4.98 4.37 0.89 0.29 3.48 4.08 3 3.07 2.70 0.89 0.29 1.81 2.41 4 3.45 2.96 0.74 0.29 2.22 2.67 4 2.47 2.16 0.74 0.29 1.42 1.87 5 1.99 1.59 0.59 0.29 1.00 1.30 5 1.33 1.03 0.59 0.29 0.44 0.74 6 1.15 0.55 0.51 0.29 0.04 0.26 6 0.78 0.24 0.51 0.29 -0.27 -0.05 7 0.79 0.16 0.47 0.29 -0.31 -0.13 7 0.51 0.00 0.47 0.29 -0.47 -0.29 8 0.55 0.09 0.45 0.29 -0.36 -0.20 8 0.34 0.00 0.45 0.29 -0.45 -0.29 9 1.01 0.75 0.50 0.29 0.25 0.46 9 0.46 0.25 0.50 0.29 -0.25 -0.04 10 1.37 1.20 0.53 0.29 0.67 0.91 10 0.45 0.40 0.53 0.29 -0.13 0.11 11 2.21 1.95 0.62 0.29 1.33 1.66 11 1.21 1.09 0.62 0.29 0.47 0.80 12 5.51 4.90 0.95 0.29 3.95 4.61 12 2.50 2.15 0.95 0.29 1.20 1.86 Tabella 99 CRITICITA’ I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nelle condizioni idrologiche di anno scarso nei mesi di luglio ed agosto. Per ciò che concerne il Deflusso Minimo Vitale, Relazione di sintesi 302 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria nei mesi estivi sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riescono a garantire nella sezione di chiusura i volumi necessari stimati con il metodo dell’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale della Fiumara Allaro di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue presenti nella zona di Caulonia, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da sottolineare, comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella letteratura scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai fini del rilascio in alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi. Pertanto, la presenza di utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella sezione di chiusura del bacino non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema biologico del corso d’acqua. E’ da sottolineare, comunque, che anche considerando come DMV un valore pari alla Q7-10, si hanno delle criticità negli stessi periodi rispetto al caso precedente, anche se in misura minore. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Amendolea Il bacino della fiumara Amendolea ha una estensione planimetrica complessiva di 150.377 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 69.648 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 38.9 km con una pendenza media del 4.5%. Il valore della densità di drenaggio è 5.5 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.6. BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, il secondo scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni. Le caratteristiche della fiumara Amendolea sono quelle tipiche delle fiumare calabresi, per le quali si hanno valori della Q7-10 prossimi allo zero. Pertanto nel secondo scenario è stato considerato un rilascio dall’invaso del Menta pari al DMV stimato con il metodo Relazione di sintesi 303 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dell’ABR, mentre nella sezione di chiusura si è fatto riferimento al valore della Q7-10 , la quale per la fiumara Amendolea è risultata pari a zero. Inoltre, il rilascio dell’invaso del Menta è stato incrementato nel periodo estivo di una quantità idonea a soddisfare le esigenze idriche del comprensorio irriguo sito a valle della fiumara dell’Amendolea. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.65 7.44 2.28 5.16 1 4.09 1.60 2.28 -0.68 2 7.61 4.66 1.77 2.89 2 4.42 2.76 1.77 0.99 3 8.30 5.28 1.96 3.32 3 5.16 3.53 1.96 1.57 4 6.31 3.48 1.71 1.77 4 3.26 1.69 1.71 -0.02 5 2.55 1.39 1.37 0.02 5 2.07 1.23 1.37 -0.14 6 0.52 0.33 0.52 -0.19 6 0.31 0.23 0.52 -0.29 7 0.28 0.20 0.29 -0.09 7 0.17 0.16 0.29 -0.13 8 0.15 0.13 0.13 0.00 8 0.10 0.11 0.13 -0.02 9 0.85 0.69 0.86 -0.17 9 0.56 0.52 0.86 -0.34 10 2.17 1.47 1.34 0.13 10 0.53 0.49 1.34 -0.85 11 2.23 1.53 1.30 0.23 11 0.64 0.34 1.30 -0.96 12 8.62 5.28 1.98 3.30 12 2.38 1.53 1.98 -0.45 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 4.35 2.78 0.85 1.93 1 1.53 0.60 0.85 -0.25 2 3.14 1.93 0.73 1.20 2 1.83 1.14 0.73 0.41 3 3.10 1.97 0.73 1.24 3 1.93 1.32 0.73 0.59 4 2.43 1.34 0.66 0.68 4 1.26 0.65 0.66 -0.01 5 0.95 0.52 0.51 0.01 5 0.77 0.46 0.51 -0.05 6 0.20 0.13 0.20 -0.07 6 0.12 0.09 0.20 -0.11 7 0.11 0.07 0.11 -0.04 7 0.06 0.06 0.11 -0.05 8 0.05 0.05 0.05 0.00 8 0.04 0.04 0.05 -0.01 9 0.33 0.27 0.33 -0.06 9 0.22 0.20 0.33 -0.13 10 0.81 0.55 0.50 0.05 10 0.20 0.18 0.50 -0.32 11 0.86 0.59 0.50 0.09 11 0.25 0.13 0.50 -0.37 12 3.22 1.97 0.74 1.23 12 0.89 0.57 0.74 -0.17 Tabella 100 Relazione di sintesi 304 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ I risultano mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riscontrano particolari criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili. Si evidenziano, invece, delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del Deflusso Minimo Vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio, agosto e settembre in condizioni idrologiche di anno medio; nella quasi totalità dei mesi nella condizione di anno scarso. Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate da deflussi superficiali nulli, giustificano le ipotesi di alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta. SCENARIO II anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.65 7.44 0.00 7.44 1 4.09 1.60 0.00 1.60 2 7.61 4.66 0.00 4.66 2 4.42 2.76 0.00 2.76 3 8.30 5.28 0.00 5.28 3 5.16 3.53 0.00 3.53 4 6.31 3.48 0.00 3.48 4 3.26 1.69 0.00 1.69 5 2.55 1.39 0.00 1.39 5 2.07 1.23 0.00 1.23 6 0.52 0.33 0.00 0.33 6 0.31 0.23 0.00 0.23 7 0.28 0.20 0.00 0.20 7 0.17 0.16 0.00 0.16 8 0.15 0.13 0.00 0.13 8 0.10 0.11 0.00 0.11 9 0.85 0.69 0.00 0.69 9 0.56 0.52 0.00 0.52 10 2.17 1.47 0.00 1.47 10 0.53 0.49 0.00 0.49 11 2.23 1.53 0.00 1.53 11 0.64 0.34 0.00 0.34 12 8.62 5.28 0.00 5.28 12 2.38 1.53 0.00 1.53 anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 4.35 2.78 0.00 2.78 1 1.53 0.60 0.00 0.60 2 3.14 1.93 0.00 1.93 2 1.83 1.14 0.00 1.14 3 3.10 1.97 0.00 1.97 3 1.93 1.32 0.00 1.32 4 2.43 1.34 0.00 1.34 4 1.26 0.65 0.00 0.65 5 0.95 0.52 0.00 0.52 5 0.77 0.46 0.00 0.46 6 0.20 0.13 0.00 0.13 6 0.12 0.09 0.00 0.09 7 0.11 0.07 0.00 0.07 7 0.06 0.06 0.00 0.06 8 0.05 0.05 0.00 0.05 8 0.04 0.04 0.00 0.04 9 0.33 0.27 0.00 0.27 9 0.22 0.20 0.00 0.20 10 0.81 0.55 0.00 0.55 10 0.20 0.18 0.00 0.18 11 0.86 0.59 0.00 0.59 11 0.25 0.13 0.00 0.13 12 3.22 1.97 0.00 1.97 12 0.89 0.57 0.00 0.57 Tabella 101 Relazione di sintesi 305 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ Tale scenario si differenzia dal precedente solo nella valutazione del deflusso minimo vitale alla sezione di chiusura del bacino. Il carattere di fiumara dell’Amendolea evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. In tal senso appare giustificata nei mesi estivi le ipotesi di alimentazione delle utenze irrigue anche attraverso l’invaso del Menta. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Ancinale Il bacino del fiume Ancinale, ha una estensione planimetrica complessiva di 173.354 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 83.58 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 45.6 km con una pendenza media del 2.1%. Il valore della densità di drenaggio è 4.19 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.79. BILANCIO IDRICO scenario anno scarso scenario anno medio Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 14.11 18.82 3.70 0.91 15.12 17.91 1 22.83 31.50 3.70 0.91 27.80 30.59 1 2 16.37 22.53 2.90 0.82 19.63 21.71 2 10.71 13.80 2.90 0.82 10.90 12.98 3 19.54 26.78 3.37 0.91 23.41 25.87 3 12.68 15.89 3.37 0.91 12.52 14.98 4 13.06 17.73 2.67 0.88 15.06 16.85 4 10.08 13.28 2.67 0.88 10.61 12.40 5 8.20 11.29 2.22 0.91 9.07 10.38 5 6.03 8.05 2.22 0.91 5.83 7.14 6 4.88 6.89 1.84 0.88 5.05 6.01 6 3.40 4.61 1.84 0.88 2.77 3.73 7 3.65 5.19 1.77 0.91 3.42 4.28 7 2.29 3.15 1.77 0.91 1.38 2.24 8 2.63 3.77 1.66 0.91 2.11 2.86 8 1.72 2.39 1.66 0.91 0.73 1.48 9 3.62 5.17 1.74 0.88 3.43 4.29 9 2.01 2.89 1.74 0.88 1.15 2.01 10 6.12 8.25 2.01 0.91 6.24 7.34 10 2.01 3.00 2.01 0.91 0.99 2.09 11 8.41 11.21 2.20 0.88 9.01 10.33 11 5.29 6.82 2.20 0.88 4.62 5.94 12 21.52 29.38 3.56 0.91 25.82 28.47 12 9.54 12.68 3.56 0.91 9.12 11.77 Relazione di sintesi 306 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 8.53 11.76 1.38 0.34 10.38 11.42 1 5.27 7.02 1.38 0.34 5.64 6.68 2 6.77 9.31 1.20 0.34 8.11 8.97 2 4.43 5.70 1.20 0.34 4.50 5.36 3 7.29 10.00 1.26 0.34 8.74 9.66 3 4.74 5.93 1.26 0.34 4.67 5.59 4 5.04 6.84 1.03 0.34 5.81 6.50 4 3.89 5.12 1.03 0.34 4.09 4.78 5 3.06 4.21 0.83 0.34 3.38 3.87 5 2.25 3.01 0.83 0.34 2.18 2.67 6 1.88 2.66 0.71 0.34 1.95 2.32 6 1.31 1.78 0.71 0.34 1.07 1.44 7 1.36 1.94 0.66 0.34 1.28 1.60 7 0.86 1.18 0.66 0.34 0.52 0.84 8 0.98 1.41 0.62 0.34 0.79 1.07 8 0.64 0.89 0.62 0.34 0.27 0.55 9 1.40 2.00 0.67 0.34 1.33 1.66 9 0.78 1.11 0.67 0.34 0.44 0.77 10 2.28 3.08 0.75 0.34 2.33 2.74 10 0.75 1.12 0.75 0.34 0.37 0.78 11 3.24 4.33 0.85 0.34 3.48 3.99 11 2.04 2.63 0.85 0.34 1.78 2.29 12 8.03 10.97 1.33 0.34 9.64 10.63 12 3.56 4.73 1.33 0.34 3.40 4.39 Mese Naturale Mese Naturale Tabella 102 CRITICITA’ I risultati non mostrano particolari condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di anno medio che in condizioni “scarse”. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Angitola Il bacino del fiume Angitola ha una estensione planimetrica complessiva di 190.086 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 73.581 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 27.97 km con una pendenza media del 2.83%. Il valore della densità di drenaggio è 2.94 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50. BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, il primo scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, mentre il secondo prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; Relazione di sintesi 307 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I scenario anno scarso scenario anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 13.82 13.62 1.79 11.83 1 7.45 7.29 1.79 5.50 2 12.50 12.18 1.55 10.63 2 7.00 6.78 1.55 5.23 3 14.31 13.84 1.69 12.15 3 7.28 7.01 1.69 5.32 4 10.63 10.14 1.50 8.64 4 8.39 8.02 1.50 6.52 5 6.63 5.76 1.42 4.34 5 6.12 5.32 1.42 3.90 6 3.25 1.64 1.35 0.29 6 2.37 1.49 1.35 0.14 7 2.36 1.48 1.34 0.14 7 1.20 1.31 1.34 -0.03 8 1.63 1.35 1.34 0.01 8 1.01 1.29 1.34 -0.05 9 2.30 1.42 1.30 0.12 9 1.31 1.30 1.30 0.00 10 3.25 1.67 1.39 0.28 10 1.87 1.49 1.39 0.10 11 3.95 1.88 1.48 0.40 11 2.62 1.71 1.48 0.23 12 12.58 7.35 1.85 5.50 12 7.94 3.17 1.85 1.32 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 5.16 5.09 0.67 4.42 1 2.78 2.72 0.67 2.05 2 5.17 5.03 0.64 4.39 2 2.89 2.80 0.64 2.16 3 5.34 5.17 0.63 4.54 3 2.72 2.62 0.63 1.99 4 4.10 3.91 0.58 3.33 4 3.24 3.09 0.58 2.51 5 2.47 2.15 0.53 1.62 5 2.28 1.98 0.53 1.45 6 1.25 0.63 0.52 0.11 6 0.91 0.58 0.52 0.06 7 0.88 0.55 0.50 0.05 7 0.45 0.49 0.50 -0.01 8 0.61 0.50 0.50 0.00 8 0.38 0.48 0.50 -0.02 9 0.89 0.55 0.50 0.05 9 0.51 0.50 0.50 0.00 10 1.21 0.62 0.52 0.10 10 0.70 0.56 0.52 0.04 11 1.53 0.72 0.57 0.15 11 1.01 0.66 0.57 0.09 12 4.70 2.74 0.69 2.05 12 2.97 1.18 0.69 0.49 Tabella 103 CRITICITA’ Il bilancio idrico sul bacino dell’Angitola non mostra problemi rilevanti sul comparto irriguo sia in condizioni di regime idrologico “medio” che di anno scarso. In particolare per la condizione idrologica di “anno scarso”, non è garantito il Minimo Deflusso Vitale, stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nei mesi di luglio ed agosto. Relazione di sintesi 308 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO II scenario anno scarso scenario anno medio Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 7.45 7.29 0.80 6.49 1 13.82 13.62 0.80 12.82 1 2 12.50 12.18 0.72 11.46 2 7.00 6.78 0.72 6.06 3 14.31 13.84 0.80 13.04 3 7.28 7.01 0.80 6.21 4 10.63 10.14 0.77 9.37 4 8.39 8.02 0.77 7.25 5 6.63 5.76 0.80 4.96 5 6.12 5.32 0.80 4.52 6 3.25 1.17 0.77 0.40 6 2.37 1.02 0.77 0.25 7 2.36 1.03 0.80 0.23 7 1.20 0.86 0.80 0.06 8 1.63 0.91 0.80 0.11 8 1.01 0.84 0.80 0.04 9 2.30 0.99 0.77 0.22 9 1.31 0.87 0.77 0.10 10 3.25 1.18 0.80 0.38 10 1.87 1.00 0.80 0.20 11 3.95 1.30 0.77 0.53 11 2.62 1.13 0.77 0.36 12 12.58 10.14 0.80 9.34 12 7.94 2.31 0.80 1.51 scenario anno scarso scenario anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 5.16 5.09 0.30 4.79 1 2.78 2.72 0.30 2.42 2 5.17 5.03 0.30 4.73 2 2.89 2.80 0.30 2.50 3 5.34 5.17 0.30 4.87 3 2.72 2.62 0.30 2.32 4 4.10 3.91 0.30 3.61 4 3.24 3.09 0.30 2.79 5 2.47 2.15 0.30 1.85 5 2.28 1.98 0.30 1.68 6 1.25 0.45 0.30 0.15 6 0.91 0.39 0.30 0.09 7 0.88 0.38 0.30 0.08 7 0.45 0.32 0.30 0.02 8 0.61 0.34 0.30 0.04 8 0.38 0.31 0.30 0.01 9 0.89 0.38 0.30 0.08 9 0.51 0.34 0.30 0.04 10 1.21 0.44 0.30 0.14 10 0.70 0.37 0.30 0.07 11 1.53 0.50 0.30 0.20 11 1.01 0.44 0.30 0.14 12 4.70 3.79 0.30 3.49 12 2.97 0.86 0.30 0.56 Tabella 104 CRITICITA’ Lo scenario presente, caratterizzato da un Deflusso Minimo Vitale stimato con la Q7 - 10, non presenta criticità idriche sia in condizioni idrologiche “medie” che “scarse”. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Argentino Il bacino del fiume Argentino (sottobacino del Fiume Lao), ha una estensione planimetrica complessiva di 65.87 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 42.89 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 17.32 km con una pendenza media del 7.9%. Il valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.49. Relazione di sintesi 309 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 6.11 5.91 1.58 1.34 4.33 4.57 1 3.15 3.02 1.58 1.34 1.44 1.68 2 4.78 4.60 1.35 1.21 3.25 3.39 2 2.58 2.43 1.35 1.21 1.08 1.22 3 5.11 4.90 1.47 1.34 3.43 3.56 3 2.65 2.51 1.47 1.34 1.04 1.17 4 3.65 3.44 1.30 1.30 2.14 2.14 4 2.36 2.19 1.30 1.30 0.89 0.89 5 2.60 2.37 1.23 1.34 1.14 1.03 5 1.59 1.41 1.23 1.34 0.18 0.07 6 2.03 1.81 1.14 1.30 0.67 0.51 6 1.34 1.16 1.14 1.30 0.02 -0.14 7 1.80 1.56 1.15 1.34 0.41 0.22 7 1.14 0.98 1.15 1.34 -0.17 -0.36 8 1.57 1.34 1.12 1.34 0.22 0.00 8 0.98 0.85 1.12 1.34 -0.27 -0.49 9 1.73 1.52 1.11 1.30 0.41 0.22 9 1.26 1.12 1.11 1.30 0.01 -0.18 10 2.08 1.88 1.18 1.34 0.70 0.54 10 1.48 1.36 1.18 1.34 0.18 0.02 11 3.54 3.37 1.30 1.30 2.07 2.07 11 2.16 2.05 1.30 1.30 0.75 0.75 12 6.83 6.65 1.66 1.34 4.99 5.31 12 3.00 2.88 1.66 1.34 1.22 1.54 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Mese Naturale anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 2.28 2.21 0.59 0.50 1.62 1.71 1 1.17 1.13 0.59 0.50 0.54 0.63 2 1.98 1.90 0.56 0.50 1.34 1.40 2 1.07 1.00 0.56 0.50 0.44 0.50 3 1.91 1.83 0.55 0.50 1.28 1.33 3 0.99 0.94 0.55 0.50 0.39 0.44 4 1.41 1.33 0.50 0.50 0.83 0.83 4 0.91 0.85 0.50 0.50 0.35 0.35 5 0.97 0.88 0.46 0.50 0.42 0.38 5 0.59 0.53 0.46 0.50 0.07 0.03 6 0.79 0.70 0.44 0.50 0.26 0.20 6 0.52 0.45 0.44 0.50 0.01 -0.05 7 0.67 0.58 0.43 0.50 0.15 0.08 7 0.42 0.36 0.43 0.50 -0.07 -0.14 8 0.58 0.50 0.42 0.50 0.08 0.00 8 0.37 0.32 0.42 0.50 -0.10 -0.18 9 0.67 0.59 0.43 0.50 0.16 0.09 9 0.49 0.43 0.43 0.50 0.00 -0.07 10 0.78 0.70 0.44 0.50 0.26 0.20 10 0.55 0.51 0.44 0.50 0.07 0.01 11 1.37 1.30 0.50 0.50 0.80 0.80 11 0.83 0.79 0.50 0.50 0.29 0.29 12 2.55 2.48 0.62 0.50 1.86 1.98 12 1.12 1.07 0.62 0.50 0.45 0.57 Mese Naturale Tabella 105 CRITICITA’ I risultati mettono in luce che in situazioni siccitose si hanno delle criticità per ciò che riguarda il deflusso minimo vitale. Infatti, secondo il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, il DMV non appare garantito in condizioni di anno scarso nei mesi di luglio ed agosto. Considerando, inoltre, un approccio idrologico per la stima del DMV, pari alla portata Q7-10, le caratteristiche calcaree del bacino analizzato comportano delle situazioni idriche del tutto analoghe al precedente metodo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Bonamico Il bacino della fiumara Bonamico ha una estensione planimetrica complessiva di 136.433 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 62.637 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.68 km Relazione di sintesi 310 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria con una pendenza media del 6.18 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.08 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50. BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 15.03 14.99 2.62 0.00 12.37 14.99 1 7.43 7.41 2.62 0.00 4.79 7.41 2 9.47 9.33 1.96 0.00 7.37 9.33 2 8.17 8.09 1.96 0.00 6.13 8.09 3 12.82 12.63 2.38 0.00 10.25 12.63 3 6.96 6.84 2.38 0.00 4.46 6.84 4 7.51 7.33 1.81 0.00 5.52 7.33 4 5.21 5.07 1.81 0.00 3.26 5.07 5 3.72 3.56 1.47 0.00 2.09 3.56 5 2.82 2.70 1.47 0.00 1.23 2.70 6 1.52 1.42 1.22 0.00 0.20 1.42 6 1.14 1.08 1.22 0.00 -0.14 1.08 7 1.02 0.98 1.02 0.00 -0.04 0.98 7 0.77 0.74 1.02 0.00 -0.28 0.74 8 0.72 0.71 0.72 0.00 -0.01 0.71 8 0.51 0.52 0.72 0.00 -0.20 0.52 9 1.58 1.56 1.24 0.00 0.32 1.56 9 0.75 0.76 1.24 0.00 -0.48 0.76 10 2.97 2.67 1.42 0.00 1.25 2.67 10 0.92 0.95 1.42 0.00 -0.47 0.95 Mese Naturale Mese Naturale 11 4.34 4.45 1.50 0.00 2.95 4.45 11 1.28 1.32 1.50 0.00 -0.18 1.32 12 12.26 12.34 2.33 0.00 10.01 12.34 12 3.36 3.38 2.33 0.00 1.05 3.38 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 5.61 5.60 0.98 0.00 4.62 5.60 Mese Naturale 1 2.77 2.77 0.98 0.00 1.79 2.77 2 3.91 3.86 0.81 0.00 3.05 3.86 2 3.38 3.34 0.81 0.00 2.53 3.34 3 4.79 4.71 0.89 0.00 3.82 4.71 3 2.60 2.55 0.89 0.00 1.66 2.55 4 2.90 2.83 0.70 0.00 2.13 2.83 4 2.01 1.96 0.70 0.00 1.26 1.96 5 1.39 1.33 0.55 0.00 0.78 1.33 5 1.05 1.01 0.55 0.00 0.46 1.01 6 0.59 0.55 0.47 0.00 0.08 0.55 6 0.44 0.42 0.47 0.00 -0.05 0.42 7 0.38 0.36 0.38 0.00 -0.02 0.36 7 0.29 0.28 0.38 0.00 -0.10 0.28 8 0.27 0.26 0.27 0.00 -0.01 0.26 8 0.19 0.19 0.27 0.00 -0.08 0.19 9 0.61 0.60 0.48 0.00 0.12 0.60 9 0.29 0.29 0.48 0.00 -0.19 0.29 10 1.11 1.00 0.53 0.00 0.47 1.00 10 0.34 0.35 0.53 0.00 -0.18 0.35 11 1.67 1.72 0.58 0.00 1.14 1.72 11 0.49 0.51 0.58 0.00 -0.07 0.51 12 4.58 4.61 0.87 0.00 3.74 4.61 12 1.25 1.26 0.87 0.00 0.39 1.26 Tabella 106 CRITICITA’ I risultati mettono in luce che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non è soddisfatto il vincolo fissato dal deflusso minimo vitale stimato con il metodo suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del Bonamico evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Relazione di sintesi 311 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Budello Il bacino della fiumara Budello (codice 624) ha un’estensione planimetrica complessiva di 84.241 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 53.537 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 6.3 km con una pendenza media dello 0.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 0.43 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.6. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 8.18 8.08 1.45 0.00 6.63 8.08 1 4.93 4.91 1.45 0.00 3.46 4.91 2 5.71 5.52 1.14 0.00 4.38 5.52 2 3.22 3.07 1.14 0.00 1.93 3.07 3 6.09 5.97 1.23 0.00 4.74 5.97 3 3.80 3.74 1.23 0.00 2.51 3.74 4 5.43 5.29 1.14 0.00 4.15 5.29 4 3.29 3.23 1.14 0.00 2.09 3.23 5 2.66 2.56 0.88 0.00 1.68 2.56 5 1.81 1.78 0.88 0.00 0.90 1.78 6 0.82 0.13 0.67 0.00 -0.54 0.13 6 0.53 0.12 0.67 0.00 -0.55 0.12 7 0.49 0.09 0.48 0.00 -0.39 0.09 7 0.33 0.07 0.48 0.00 -0.41 0.07 8 0.29 0.06 0.29 0.00 -0.23 0.06 8 0.20 0.05 0.29 0.00 -0.24 0.05 9 0.67 0.53 0.67 0.00 -0.14 0.53 9 0.39 0.26 0.67 0.00 -0.41 0.26 10 1.25 1.26 0.75 0.00 0.51 1.26 10 0.68 0.75 0.75 0.00 0.00 0.75 11 2.11 2.18 0.80 0.00 1.38 2.18 11 0.85 0.93 0.80 0.00 0.13 0.93 12 6.46 6.48 1.26 0.00 5.22 6.48 12 2.20 2.24 1.26 0.00 0.98 2.24 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Mese Naturale anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 3.05 3.02 0.54 0.00 2.48 3.02 Mese Naturale 1 1.84 1.83 0.54 0.00 1.29 1.83 2 2.36 2.28 0.47 0.00 1.81 2.28 2 1.33 1.27 0.47 0.00 0.80 1.27 3 2.28 2.23 0.46 0.00 1.77 2.23 3 1.42 1.40 0.46 0.00 0.94 1.40 4 2.10 2.04 0.44 0.00 1.60 2.04 4 1.27 1.25 0.44 0.00 0.81 1.25 5 0.99 0.95 0.33 0.00 0.62 0.95 5 0.67 0.67 0.33 0.00 0.34 0.67 6 0.32 0.05 0.26 0.00 -0.21 0.05 6 0.21 0.05 0.26 0.00 -0.21 0.05 7 0.18 0.03 0.18 0.00 -0.15 0.03 7 0.12 0.03 0.18 0.00 -0.15 0.03 8 0.11 0.02 0.11 0.00 -0.09 0.02 8 0.07 0.02 0.11 0.00 -0.09 0.02 9 0.26 0.21 0.26 0.00 -0.05 0.21 9 0.15 0.10 0.26 0.00 -0.16 0.10 10 0.47 0.47 0.28 0.00 0.19 0.47 10 0.25 0.28 0.28 0.00 0.00 0.28 11 0.81 0.84 0.31 0.00 0.53 0.84 11 0.33 0.36 0.31 0.00 0.05 0.36 12 2.41 2.42 0.47 0.00 1.95 2.42 12 0.82 0.84 0.47 0.00 0.37 0.84 Tabella 107 CRITICITA’ I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo sia in condizioni di anno medio che di anno scarso nel periodo giugno - agosto. Inoltre, nel periodo giugno - settembre non è garantito il deflusso minimo vitale nella sezione di chiusura del bacino, valutato con il Relazione di sintesi 312 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria metodo suggerito dall’ABR, poiché esso prevede un DMV pari alla portata idrologica media transitata non potendo soddisfare quindi le richieste delle utenze irrigue. Il carattere di fiumara del Budello evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara Calopinace Il bacino della fiumara Calopinace, ha una estensione planimetrica complessiva di 53.46 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 44.502 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.87 km con una pendenza media del 6.61%. Il valore della densità di drenaggio è 4.73 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.7. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 4.85 4.77 0.86 0.00 3.91 4.77 1 2.21 2.21 0.86 0.00 1.35 2.21 2 3.69 3.53 0.70 0.00 2.83 3.53 2 2.20 2.09 0.70 0.00 1.39 2.09 3 4.42 4.29 0.80 0.00 3.49 4.29 3 2.22 2.15 0.80 0.00 1.35 2.15 4 3.07 3.01 0.65 0.00 2.36 3.01 4 2.07 2.03 0.65 0.00 1.38 2.03 5 1.62 1.59 0.54 0.00 1.05 1.59 5 1.06 1.04 0.54 0.00 0.50 1.04 6 0.69 0.67 0.41 0.00 0.26 0.67 6 0.47 0.45 0.41 0.00 0.04 0.45 7 0.45 0.44 0.40 0.00 0.04 0.44 7 0.28 0.28 0.40 0.00 -0.12 0.28 8 0.28 0.27 0.29 0.00 -0.02 0.27 8 0.18 0.19 0.29 0.00 -0.10 0.19 9 0.46 0.46 0.39 0.00 0.07 0.46 9 0.38 0.40 0.39 0.00 0.01 0.40 10 0.97 0.89 0.46 0.00 0.43 0.89 10 0.36 0.43 0.46 0.00 -0.03 0.43 11 0.84 0.92 0.44 0.00 0.48 0.92 11 0.26 0.35 0.44 0.00 -0.09 0.35 12 3.29 3.35 0.70 0.00 2.65 3.35 12 0.92 1.01 0.70 0.00 0.31 1.01 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Mese Naturale Relazione di sintesi 313 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 1.81 1.78 0.32 0.00 1.46 1.78 Mese Naturale 1 0.82 0.83 0.32 0.00 0.51 0.83 2 1.52 1.46 0.29 0.00 1.17 1.46 2 0.91 0.86 0.29 0.00 0.57 0.86 3 1.65 1.60 0.30 0.00 1.30 1.60 3 0.83 0.80 0.30 0.00 0.50 0.80 4 1.18 1.16 0.25 0.00 0.91 1.16 4 0.80 0.78 0.25 0.00 0.53 0.78 5 0.61 0.59 0.20 0.00 0.39 0.59 5 0.40 0.39 0.20 0.00 0.19 0.39 6 0.27 0.26 0.16 0.00 0.10 0.26 6 0.18 0.17 0.16 0.00 0.01 0.17 7 0.17 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16 7 0.10 0.10 0.15 0.00 -0.05 0.10 8 0.11 0.10 0.11 0.00 -0.01 0.10 8 0.07 0.07 0.11 0.00 -0.04 0.07 9 0.18 0.18 0.15 0.00 0.03 0.18 9 0.15 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16 10 0.36 0.33 0.17 0.00 0.16 0.33 10 0.14 0.16 0.17 0.00 -0.01 0.16 11 0.32 0.36 0.17 0.00 0.19 0.36 11 0.10 0.13 0.17 0.00 -0.04 0.13 12 1.23 1.25 0.26 0.00 0.99 1.25 12 0.35 0.38 0.26 0.00 0.12 0.38 Tabella 108 CRITICITA’ In condizioni idrologiche di anno scarso non si riesce a garantire il deflusso minimo vitale previsto con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara del Calopinace evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in condizione di siccità meteorologica, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Corace Il bacino del fiume Corace (codice 25) ha una estensione planimetrica complessiva di 294.41 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 113.256 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 50.62 km con una pendenza media del 2.27%. Il valore della densità di drenaggio è 4.32 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.86. BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati tre diversi scenari. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e della futura presenza della diga del Melito ancora in fase di realizzazione (tabella seguente). Relazione di sintesi 314 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Scenario DMV Diga Melito I ABR No II Q7-10 No III ABR Si Tabella 109: Caratteristiche dei diversi scenari idrici Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 27.97 28.05 4.79 23.26 1 14.17 14.00 4.79 9.21 2 21.83 21.74 3.99 17.75 2 13.72 13.68 3.99 9.69 3 26.58 26.42 4.66 21.76 3 10.26 10.21 4.66 5.55 4 16.52 16.39 3.58 12.81 4 10.00 10.02 3.58 6.44 5 8.07 7.98 2.81 5.17 5 4.65 4.63 2.81 1.82 6 3.00 3.01 2.23 0.78 6 1.88 1.76 2.23 -0.47 7 1.72 1.81 1.71 0.10 7 1.10 0.90 1.71 -0.81 8 1.00 1.15 0.99 0.16 8 0.84 0.60 0.99 -0.39 9 1.93 2.13 1.92 0.21 9 1.99 1.73 1.92 -0.19 10 3.22 3.43 2.30 1.13 10 2.12 1.82 2.30 -0.48 11 5.86 6.15 2.51 3.64 11 3.28 2.97 2.51 0.46 12 21.26 21.50 4.12 17.38 12 8.13 7.85 4.12 3.73 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 10.44 10.47 1.79 8.68 1 5.29 5.23 1.79 3.44 2 9.03 8.99 1.65 7.34 2 5.67 5.65 1.65 4.00 3 9.92 9.87 1.74 8.13 3 3.83 3.81 1.74 2.07 4 6.37 6.32 1.38 4.94 4 3.86 3.86 1.38 2.48 5 3.01 2.98 1.05 1.93 5 1.74 1.73 1.05 0.68 6 1.16 1.16 0.86 0.30 6 0.72 0.68 0.86 -0.18 7 0.64 0.68 0.64 0.04 7 0.41 0.34 0.64 -0.30 8 0.37 0.43 0.37 0.06 8 0.31 0.22 0.37 -0.15 9 0.74 0.82 0.74 0.08 9 0.77 0.67 0.74 -0.07 10 1.20 1.28 0.86 0.42 10 0.79 0.68 0.86 -0.18 11 2.26 2.37 0.97 1.40 11 1.27 1.15 0.97 0.18 12 7.94 8.03 1.54 6.49 12 3.04 2.93 1.54 1.39 Tabella 110 Relazione di sintesi 315 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ In condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo giugno - ottobre, non è garantito il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale, nella sezione di chiusura del bacino. SCENARIO II anno medio anno scarso Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 14.17 14.00 0.05 13.95 1 27.97 28.05 0.05 28.00 1 2 21.83 21.74 0.05 21.69 2 13.72 13.68 0.05 13.63 3 26.58 26.42 0.05 26.37 3 10.26 10.21 0.05 10.16 4 16.52 16.39 0.05 16.34 4 10.00 10.02 0.05 9.97 5 8.07 7.98 0.05 7.93 5 4.65 4.63 0.05 4.58 6 3.00 3.01 0.05 2.96 6 1.88 1.76 0.05 1.71 7 1.72 1.81 0.05 1.76 7 1.10 0.90 0.05 0.85 8 1.00 1.15 0.05 1.10 8 0.84 0.60 0.05 0.55 9 1.93 2.13 0.05 2.08 9 1.99 1.73 0.05 1.68 10 3.22 3.43 0.05 3.38 10 2.12 1.82 0.05 1.77 11 5.86 6.15 0.05 6.10 11 3.28 2.97 0.05 2.92 12 21.26 21.50 0.05 21.45 12 8.13 7.85 0.05 7.80 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 10.44 10.47 0.02 10.45 1 5.29 5.23 0.02 5.21 2 9.03 8.99 0.02 8.97 2 5.67 5.65 0.02 5.63 3 9.92 9.87 0.02 9.85 3 3.83 3.81 0.02 3.79 4 6.37 6.32 0.02 6.30 4 3.86 3.86 0.02 3.84 5 3.01 2.98 0.02 2.96 5 1.74 1.73 0.02 1.71 6 1.16 1.16 0.02 1.14 6 0.72 0.68 0.02 0.66 7 0.64 0.68 0.02 0.66 7 0.41 0.34 0.02 0.32 8 0.37 0.43 0.02 0.41 8 0.31 0.22 0.02 0.20 9 0.74 0.82 0.02 0.80 9 0.77 0.67 0.02 0.65 10 1.20 1.28 0.02 1.26 10 0.79 0.68 0.02 0.66 11 2.26 2.37 0.02 2.35 11 1.27 1.15 0.02 1.13 12 7.94 8.03 0.02 8.01 12 3.04 2.93 0.02 2.91 Tabella 111 CRITICITA’ Nello scenario attuale non si evidenziano condizioni di criticità. Ciò dimostra che il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Relazione di sintesi 316 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO III anno medio anno scarso Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 27.97 14.46 4.79 9.67 1 14.00 8.06 4.79 3.27 2 21.83 10.71 3.99 6.72 2 13.68 8.47 3.99 4.48 3 26.58 19.37 4.66 14.71 3 10.21 7.01 4.66 2.35 10.02 5.97 3.58 2.39 4 16.52 15.57 3.58 11.99 4 5 8.07 4.93 2.81 2.12 5 4.63 3.86 2.81 1.05 6 3.00 2.94 2.23 0.71 6 1.76 2.37 2.23 0.14 7 1.72 2.18 1.71 0.47 7 0.90 1.72 1.71 0.01 8 1.00 1.42 0.99 0.43 8 0.60 1.21 0.99 0.22 9 1.93 2.56 1.92 0.64 9 1.73 2.53 1.92 0.61 10 3.22 3.56 2.30 1.26 10 1.82 2.79 2.30 0.49 11 5.86 4.73 2.51 2.22 11 2.97 3.55 2.51 1.04 12 21.26 12.05 4.12 7.93 12 7.85 5.89 4.12 1.77 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 10.44 5.40 1.79 3.61 1 5.23 3.01 1.79 1.22 2 9.03 4.43 1.65 2.78 2 5.65 3.50 1.65 1.85 3 9.92 7.23 1.74 5.49 3 3.81 2.62 1.74 0.88 4 6.37 6.01 1.38 4.63 4 3.86 2.30 1.38 0.92 5 3.01 1.84 1.05 0.79 5 1.73 1.44 1.05 0.39 6 1.16 1.13 0.86 0.27 6 0.68 0.92 0.86 0.06 7 0.64 0.81 0.64 0.17 7 0.34 0.64 0.64 0.00 8 0.37 0.53 0.37 0.16 8 0.22 0.45 0.37 0.08 9 0.74 0.99 0.74 0.25 9 0.67 0.98 0.74 0.24 10 1.20 1.33 0.86 0.47 10 0.68 1.04 0.86 0.18 11 2.26 1.82 0.97 0.85 11 1.15 1.37 0.97 0.40 12 7.94 4.50 1.54 2.96 12 2.93 2.20 1.54 0.66 Tabella 112 CRITICITA’ I risultati relativi alla presenza dell’invaso del Melito mostrano che per entrambe le condizioni idrologiche di anno medio e di anno scarso non si rilevano particolari condizioni di criticità sul comparto delle utenze irrigue e potabili. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crati Il bacino del fiume Crati, la cui estensione planimetrica complessiva (sezione di chiusura 2 coincidente con la foce sul Mar Ionio) è pari a 2447.79 km , si sviluppa con una depressione tra i sistemi rocciosi dell’Appennino e della Sila. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a circa 319.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 88.725 km con una pendenza media dell’1.56 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.47 km/km2. Il bacino Relazione di sintesi 317 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.82. BILANCIO IDRICO Per il bacino del fiume Crati sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo fissato dall’ABR ed approccio idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di Cameli (tabella seguente). Scenario DMV Diga Cameli I ABR No II Q7-10 No III ABR Si Tabella 113: Caratteristiche dei diversi scenari idrici Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 179.00 171.08 40.44 130.64 1 95.09 93.72 40.44 53.28 2 159.70 153.93 36.34 117.59 2 91.02 88.87 36.34 52.53 3 168.17 160.10 39.37 120.73 3 96.64 96.31 39.37 56.94 4 130.74 117.99 34.89 83.10 4 89.97 87.28 34.89 52.39 5 77.22 71.85 30.27 41.58 5 52.84 54.22 30.27 23.95 6 45.09 27.75 26.33 1.42 6 32.46 23.39 26.33 -2.94 7 34.52 21.51 26.01 -4.50 7 21.98 19.50 26.01 -6.51 8 26.59 19.41 25.20 -5.79 8 15.61 15.49 25.20 -9.71 9 31.92 24.45 25.01 -0.56 9 23.09 20.99 25.01 -4.02 10 41.44 39.67 26.68 12.99 10 29.49 27.57 26.68 0.89 11 69.47 69.31 28.77 40.54 11 42.48 38.10 28.77 9.33 12 166.08 158.24 39.16 119.08 12 81.02 77.26 39.16 38.10 Relazione di sintesi 318 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 66.83 63.87 15.10 48.77 1 35.50 34.99 15.10 19.89 2 66.01 63.63 15.02 48.61 2 37.62 36.74 15.02 21.72 3 62.79 59.77 14.70 45.07 3 36.08 35.96 14.70 21.26 4 50.44 45.52 13.46 32.06 4 34.71 33.67 13.46 20.21 5 28.83 26.83 11.30 15.53 5 19.73 20.24 11.30 8.94 6 17.39 10.71 10.16 0.55 6 12.52 9.02 10.16 -1.14 7 12.89 8.03 9.71 -1.68 7 8.21 7.28 9.71 -2.43 8 9.93 7.25 9.41 -2.16 8 5.83 5.78 9.41 -3.63 9 12.31 9.43 9.65 -0.22 9 8.91 8.10 9.65 -1.55 10 15.47 14.81 9.96 4.85 10 11.01 10.29 9.96 0.33 11 26.80 26.74 11.10 15.64 11 16.39 14.70 11.10 3.60 12 62.01 59.08 14.62 44.46 12 30.25 28.84 14.62 14.22 Tabella 114 CRITICITA’ Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste criticità hanno riguardato in particolare: - Le aree irrigue Destra Crati e Cino con condizioni di deficit nei mesi estivi, a causa dello svuotamento del serbatoio di Tarsia. - Le aree irrigue Coscile e Garga che, alimentate direttamente da alcune prese sui rispettivi corsi d’acqua, mostrano delle sofferenze nei mesi estivi di luglio ed agosto in condizioni di anno medio e nel periodo giugno - agosto in condizioni meteorologiche siccitose. - Il sistema irriguo Farneto che, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV stimato secondo le indicazioni dell’ABR, presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in condizioni idrologiche di “anno scarso” imputabili allo svuotamento dell’invaso. E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di anno medio, e nel periodo giugno - settembre in condizioni idrologiche di anno scarso. Relazione di sintesi 319 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO II anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 95.09 92.03 15.03 77.00 1 179.00 169.39 15.03 154.36 1 2 159.70 152.42 13.57 138.85 2 91.02 87.36 13.57 73.79 3 168.17 167.96 15.03 152.93 3 96.64 94.70 15.03 79.67 4 130.74 116.35 14.54 101.81 4 89.97 82.82 14.54 68.28 5 77.22 73.19 15.03 58.16 5 52.84 50.61 15.03 35.58 6 45.09 24.77 14.54 10.23 6 32.46 18.09 14.54 3.55 7 34.52 14.20 15.03 -0.83 7 21.98 12.65 15.03 -2.38 8 26.59 12.57 15.03 -2.46 8 15.61 10.34 15.03 -4.69 9 31.92 28.68 14.54 14.14 9 23.09 14.60 14.54 0.06 10 41.44 48.26 15.03 33.23 10 29.49 28.49 15.03 13.46 11 69.47 68.86 14.54 54.32 11 42.48 42.70 14.54 28.16 12 166.08 156.64 15.03 141.61 12 81.02 79.77 15.03 64.74 anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 66.83 63.24 5.61 57.63 1 35.50 34.36 5.61 28.75 2 66.01 63.00 5.61 57.39 2 37.62 36.11 5.61 30.50 3 62.79 62.71 5.61 57.10 3 36.08 35.36 5.61 29.75 4 50.44 44.89 5.61 39.28 4 34.71 31.95 5.61 26.34 5 28.83 27.33 5.61 21.72 5 19.73 18.90 5.61 13.29 6 17.39 9.56 5.61 3.95 6 12.52 6.98 5.61 1.37 7 12.89 5.30 5.61 -0.31 7 8.21 4.72 5.61 -0.89 -1.75 8 9.93 4.69 5.61 -0.92 8 5.83 3.86 5.61 9 12.31 11.07 5.61 5.46 9 8.91 5.63 5.61 0.02 10 15.47 18.02 5.61 12.41 10 11.01 10.64 5.61 5.03 11 26.80 26.57 5.61 20.96 11 16.39 16.48 5.61 10.87 12 62.01 58.48 5.61 52.87 12 30.25 29.78 5.61 24.17 Tabella 115 CRITICITA’ In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino del Crati. In tale scenario infatti non si hanno dei deficit , sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, sui comparti irrigui di Mucone, Destra Crati e Cino, e sulle aree irrigue alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40). Infine, nella sezione terminale del bacino, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso nei mesi di luglio e agosto non è garantito il deflusso minimo vitale (Q7-10). Relazione di sintesi 320 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO III anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 179.00 171.01 40.44 130.57 1 95.09 93.64 40.44 53.20 2 159.70 153.85 36.34 117.51 2 91.02 88.80 36.34 52.46 3 168.17 159.98 39.37 120.61 3 96.64 96.20 39.37 56.83 4 130.74 117.99 34.89 83.10 4 89.97 87.28 34.89 52.39 5 77.22 71.85 30.27 41.58 5 52.84 54.22 30.27 23.95 6 45.09 27.75 26.33 1.42 6 32.46 23.63 26.33 -2.70 7 34.52 21.88 26.01 -4.13 7 21.98 20.56 26.01 -5.45 8 26.59 19.45 25.20 -5.75 8 15.61 16.40 25.20 -8.80 9 31.92 24.45 25.01 -0.56 9 23.09 21.16 25.01 -3.85 10 41.44 39.67 26.68 12.99 10 29.49 27.57 26.68 0.89 11 69.47 65.22 28.77 36.45 11 42.48 38.10 28.77 9.33 12 166.08 156.25 39.16 117.09 12 81.02 76.38 39.16 37.22 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 66.83 63.85 15.10 48.75 1 35.50 34.96 15.10 19.86 2 66.01 63.60 15.02 48.58 2 37.62 36.71 15.02 21.69 3 62.79 59.73 14.70 45.03 3 36.08 35.92 14.70 21.22 4 50.44 45.52 13.46 32.06 4 34.71 33.67 13.46 20.21 5 28.83 26.83 11.30 15.53 5 19.73 20.24 11.30 8.94 6 17.39 10.71 10.16 0.55 6 12.52 9.12 10.16 -1.04 7 12.89 8.17 9.71 -1.54 7 8.21 7.68 9.71 -2.03 8 9.93 7.26 9.41 -2.15 8 5.83 6.12 9.41 -3.29 9 12.31 9.43 9.65 -0.22 9 8.91 8.16 9.65 -1.49 10 15.47 14.81 9.96 4.85 10 11.01 10.29 9.96 0.33 11 26.80 25.16 11.10 14.06 11 16.39 14.70 11.10 3.60 12 62.01 58.34 14.62 43.72 12 30.25 28.52 14.62 13.90 Tabella 116 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che riguarda sia le aree irrigue Cino e Destra Crati che le condizioni di criticità circa il deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso di Cameli, con un volume utile da destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce notevoli benefici sull’intera area irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle condizioni di criticità, in condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo Farneto (Basso Esaro, Quota 40), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata ipotizzata una fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli. Relazione di sintesi 321 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Coscile Il bacino del fiume Coscile (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica complessiva di 405.551 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 99.089 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 30.67 km con una pendenza media del 4.78 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.55 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.38. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 23.55 23.14 5.36 - 17.78 - 1 12.36 12.00 5.36 - 6.64 - 2 20.35 19.87 4.74 - 15.13 - 2 10.98 10.55 4.74 - 5.81 - 3 20.00 19.44 5.01 - 14.43 - 3 9.23 8.75 5.01 - 3.74 - 4 14.62 13.35 4.35 - 9.00 - 4 8.93 7.81 4.35 - 3.46 - 5 9.98 8.20 3.99 - 4.21 - 5 5.82 4.24 3.99 - 0.25 - 6 7.62 0.88 3.65 - -2.77 - 6 4.93 0.56 3.65 - -3.09 - 7 6.85 0.77 3.70 - -2.93 - 7 4.31 0.48 3.70 - -3.22 - 8 6.05 0.66 3.62 - -2.96 - 8 3.81 0.41 3.62 - -3.21 - 9 7.25 4.95 3.63 - 1.32 - 9 5.34 3.28 3.63 - -0.35 - 10 8.77 8.21 3.88 - 4.33 - 10 6.14 5.83 3.88 - 1.95 - 11 12.41 11.93 4.15 - 7.78 - 11 6.47 6.19 4.15 - 2.04 - 12 23.78 23.37 5.38 - 17.99 - 12 11.94 11.61 5.38 - 6.23 - Mese Naturale Mese Naturale anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 8.79 8.64 2.00 - 6.64 - 1 4.61 4.48 2.00 - 2.48 - 2 8.41 8.21 1.96 - 6.25 - 2 4.54 4.36 1.96 - 2.40 - 3 7.47 7.26 1.87 - 5.39 - 3 3.44 3.27 1.87 - 1.40 - 4 5.64 5.15 1.68 - 3.47 - 4 3.44 3.01 1.68 - 1.33 - 5 3.72 3.06 1.49 - 1.57 - 5 2.17 1.58 1.49 - 0.09 - 6 2.94 0.34 1.41 - -1.07 - 6 1.90 0.22 1.41 - -1.19 - 7 2.56 0.29 1.38 - -1.09 - 7 1.61 0.18 1.38 - -1.20 - 8 2.26 0.25 1.35 - -1.10 - 8 1.42 0.15 1.35 - -1.20 - 9 2.80 1.91 1.40 - 0.51 - 9 2.06 1.26 1.40 - -0.14 - 10 3.28 3.06 1.45 - 1.61 - 10 2.29 2.18 1.45 - 0.73 - 11 4.79 4.60 1.60 - 3.00 - 11 2.50 2.39 1.60 - 0.79 - 12 8.88 8.72 2.01 - 6.71 - 12 4.46 4.33 2.01 - 2.32 - Mese Naturale Mese Naturale Tabella 117 CRITICITA’ I risultati mettono in luce delle condizioni di criticità sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso sui comparti irrigui nei mesi estivi, dove si raggiungono deficit quasi del 60%. Emergono, inoltre, dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale. Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Coscile, caratterizzato da deflussi estivi Relazione di sintesi 322 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che, nel caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere il DMV del Coscile che, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, non appare garantito nel periodo estivo in corrispondenza della sezione di chiusura del bacino. Tale situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale del fiume Coscile di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue ‘Garga’ e ‘Coscile’, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro Il bacino del fiume Esaro (sottobacino del Fiume Crati), ha una estensione planimetrica complessiva di 542.89 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 132.94 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 40 km con una pendenza media dell’1.67 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.34 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.6 . BILANCIO IDRICO Sono stati previsti 3 scenari differenti per la realizzazione del bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato (metodo fissato dall’ABR ed approccio idrologico Q7-10), e per la futura presenza della diga di Cameli (tabella 118). Scenario DMV Diga Cameli I ABR No II Q7-10 No III ABR Si Tabella 118: Caratteristiche dei diversi scenari idrici Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; Relazione di sintesi 323 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV 1 45.31 44.73 9.35 35.38 1 17.21 16.78 9.35 7.43 2 39.92 39.21 8.35 30.86 2 21.55 20.91 8.35 12.56 3 41.34 40.35 8.95 31.40 3 22.93 22.06 8.95 13.11 4 30.32 17.83 7.70 10.13 4 20.33 13.56 7.70 5.86 5 18.20 11.23 6.64 4.59 5 11.08 8.15 6.64 1.51 6 10.94 7.48 5.75 1.73 6 7.08 5.93 5.75 0.18 7 8.45 6.31 5.65 0.66 7 5.27 5.14 5.65 -0.51 8 6.51 5.35 5.46 -0.11 8 4.10 3.29 5.46 -2.17 9 7.68 6.00 5.42 0.58 9 5.61 4.97 5.42 -0.45 10 9.90 7.27 5.81 1.46 10 6.99 6.23 5.81 0.42 11 19.53 18.70 6.61 12.09 11 10.68 9.77 6.61 3.16 12 41.56 41.08 8.97 32.11 12 22.56 18.52 8.97 9.55 anno medio Disponibilità anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 16.92 16.70 3.49 13.21 1 6.43 6.26 3.49 2.77 2 16.50 16.21 3.45 12.76 2 8.91 8.64 3.45 5.19 3 15.43 15.07 3.34 11.73 3 8.56 8.24 3.34 4.90 4 11.70 6.88 2.97 3.91 4 7.84 5.23 2.97 2.26 5 6.79 4.19 2.48 1.71 5 4.14 3.04 2.48 0.56 6 4.22 2.89 2.22 0.67 6 2.73 2.29 2.22 0.07 7 3.16 2.35 2.11 0.24 7 1.97 1.92 2.11 -0.19 8 2.43 2.00 2.04 -0.04 8 1.53 1.23 2.04 -0.81 9 2.96 2.32 2.09 0.23 9 2.17 1.92 2.09 -0.17 10 3.70 2.71 2.17 0.54 10 2.61 2.33 2.17 0.16 11 7.54 7.21 2.55 4.66 11 4.12 3.77 2.55 1.22 12 15.52 15.34 3.35 11.99 12 8.42 6.91 3.35 3.56 Tabella 119 CRITICITA’ Per il presente scenario emergono delle criticità sul sistema irriguo che, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV stimato secondo le indicazioni dell’ABR, presenta dei deficit consistenti nei mesi estivi in condizioni idrologiche di “anno scarso” imputabili allo svuotamento dell’invaso. E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono soddisfatte nel mese di agosto in condizioni idrologiche di anno medio, e nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di anno scarso. Relazione di sintesi 324 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO II anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 17.21 16.78 1.04 15.74 1 45.31 44.73 1.04 43.69 1 2 39.92 39.21 0.94 38.27 2 21.55 20.91 0.94 19.97 3 41.34 40.35 1.04 39.31 3 22.93 22.06 1.04 21.02 4 30.32 14.73 1.01 13.72 4 20.33 10.45 1.01 9.44 5 18.20 13.58 1.04 12.54 5 11.08 5.55 1.04 4.51 6 10.94 5.28 1.01 4.27 6 7.08 3.73 1.01 2.72 7 8.45 4.17 1.04 3.13 7 5.27 3.00 1.04 1.96 8 6.51 3.30 1.04 2.26 8 4.10 2.44 1.04 1.40 9 7.68 3.96 1.01 2.95 9 5.61 3.33 1.01 2.32 10 9.90 15.64 1.04 14.60 10 6.99 4.02 1.04 2.98 11 19.53 19.19 1.01 18.18 11 10.68 9.22 1.01 8.21 12 41.56 41.08 1.04 40.04 12 22.56 22.19 1.04 21.15 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 16.92 16.70 0.39 16.31 1 6.43 6.26 0.39 5.87 2 16.50 16.21 0.39 15.82 2 8.91 8.64 0.39 8.25 3 15.43 15.07 0.39 14.68 3 8.56 8.24 0.39 7.85 4 11.70 5.68 0.39 5.29 4 7.84 4.03 0.39 3.64 5 6.79 5.07 0.39 4.68 5 4.14 2.07 0.39 1.68 6 4.22 2.04 0.39 1.65 6 2.73 1.44 0.39 1.05 7 3.16 1.56 0.39 1.17 7 1.97 1.12 0.39 0.73 8 2.43 1.23 0.39 0.84 8 1.53 0.91 0.39 0.52 9 2.96 1.53 0.39 1.14 9 2.17 1.29 0.39 0.90 10 3.70 5.84 0.39 5.45 10 2.61 1.50 0.39 1.11 11 7.54 7.40 0.39 7.01 11 4.12 3.56 0.39 3.17 12 15.52 15.34 0.39 14.95 12 8.42 8.28 0.39 7.89 Tabella 120 CRITICITA’ In tale scenario che prevede l’uso di metodi meno restrittivi in termini di deflusso minimo vitale, considerando un valore pari alla Q7-10, si riducono sensibilmente i deficit sul comporto irriguo, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino dell’Esaro. In tale scenario infatti non si hanno dei deficit, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, sulle aree irrigue alimentate dalla diga di Farneto (Basso Esaro, Quota 40). Relazione di sintesi 325 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO III anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV 17.21 16.70 9.35 Disponibilità 7.35 1 45.31 44.66 9.35 35.31 1 2 39.92 39.14 8.35 30.79 2 21.55 20.84 8.35 12.49 3 41.34 40.24 8.95 31.29 3 22.93 21.95 8.95 13.00 4 30.32 17.83 7.70 10.13 4 20.33 13.56 7.70 5.86 5 18.20 11.23 6.64 4.59 5 11.08 8.15 6.64 1.51 6 10.94 7.48 5.75 1.73 6 7.08 5.93 5.75 0.18 7 8.45 6.31 5.65 0.66 7 5.27 5.14 5.65 -0.51 8 6.51 5.35 5.46 -0.11 8 4.10 3.46 5.46 -2.00 9 7.68 6.00 5.42 0.58 9 5.61 4.96 5.42 -0.46 10 9.90 7.27 5.81 1.46 10 6.99 6.23 5.81 0.42 11 19.53 14.61 6.61 8.00 11 10.68 9.77 6.61 3.16 12 41.56 39.08 8.97 30.11 12 22.56 17.65 8.97 8.68 anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 16.92 16.67 3.49 13.18 1 6.43 6.24 3.49 2.75 2 16.50 16.18 3.45 12.73 2 8.91 8.61 3.45 5.16 3 15.43 15.02 3.34 11.68 3 8.56 8.19 3.34 4.85 4 11.70 6.88 2.97 3.91 4 7.84 5.23 2.97 2.26 5 6.79 4.19 2.48 1.71 5 4.14 3.04 2.48 0.56 6 4.22 2.89 2.22 0.67 6 2.73 2.29 2.22 0.07 7 3.16 2.35 2.11 0.24 7 1.97 1.92 2.11 -0.19 8 2.43 2.00 2.04 -0.04 8 1.53 1.29 2.04 -0.75 9 2.96 2.32 2.09 0.23 9 2.17 1.91 2.09 -0.18 10 3.70 2.71 2.17 0.54 10 2.61 2.33 2.17 0.16 11 7.54 5.64 2.55 3.09 11 4.12 3.77 2.55 1.22 12 15.52 14.59 3.35 11.24 12 8.42 6.59 3.35 3.24 Tabella 121 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili al primo scenario per ciò che riguarda le condizioni di criticità circa il deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR. L’ipotesi di entrata in funzione dell’invaso di Cameli, con un volume utile da destinare a scopi irrigui pari a 50 milioni di m3, produce notevoli benefici sull’intera area irrigua della Piana di Sibari. Infatti, non si registrano delle condizioni di criticità, in condizioni idrologiche di anno medio, sia per il comparto irriguo Farneto (Basso Esaro, Sinistra Crati), sia per le aree irrigue Coscile e Garga per le quali è stata ipotizzata una fornitura idrica proveniente anche dall’invaso di Cameli. Relazione di sintesi 326 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Crocchio Il bacino del fiume Crocchio, ha una estensione planimetrica complessiva di 129.693 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 83.399 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 40.74 km con una pendenza media del 3.9 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.0 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 2.06. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 7.46 7.47 1.71 0.54 5.76 6.93 1 2.15 2.17 1.71 0.54 0.46 1.63 2 5.64 5.64 1.43 0.00 4.21 5.64 2 2.40 2.41 1.43 0.48 0.98 1.93 3 8.00 8.00 1.77 0.54 6.23 7.46 3 1.89 1.90 1.77 0.54 0.13 1.36 4 5.34 4.64 1.45 0.52 3.19 4.12 4 1.72 1.03 1.45 0.52 -0.42 0.51 5 3.99 3.27 1.37 0.54 1.90 2.73 5 1.18 0.47 1.37 0.54 -0.90 -0.07 6 2.60 1.90 1.19 0.52 0.71 1.38 6 0.62 0.00 1.19 0.52 -1.19 -0.52 7 1.95 1.24 1.15 0.54 0.09 0.70 7 0.57 0.00 1.15 0.54 -1.15 -0.54 8 1.42 0.70 1.10 0.54 -0.40 0.16 8 0.46 0.00 1.10 0.54 -1.10 -0.54 9 1.57 0.88 1.09 0.52 -0.21 0.36 9 0.95 0.26 1.09 0.52 -0.83 -0.26 10 2.14 1.42 1.18 0.54 0.24 0.88 10 0.84 0.13 1.18 0.54 -1.05 -0.41 11 2.44 2.45 1.17 0.52 1.28 1.93 11 0.68 0.69 1.17 0.52 -0.48 0.17 12 6.33 6.35 1.58 0.54 4.77 5.81 12 1.07 1.08 1.58 0.54 -0.50 0.54 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Mese Naturale anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 2.78 2.79 0.64 0.20 2.15 2.59 Mese Naturale 1 0.80 0.81 0.64 0.20 0.17 0.61 2 2.33 2.33 0.59 0.20 1.74 2.13 2 0.99 1.00 0.59 0.20 0.41 0.80 3 2.99 2.99 0.66 0.20 2.33 2.79 3 0.71 0.71 0.66 0.20 0.05 0.51 4 2.06 1.79 0.56 0.20 1.23 1.59 4 0.66 0.40 0.56 0.20 -0.16 0.20 5 1.49 1.22 0.51 0.20 0.71 1.02 5 0.44 0.18 0.51 0.20 -0.33 -0.02 6 1.00 0.73 0.46 0.20 0.27 0.53 6 0.24 0.00 0.46 0.20 -0.46 -0.20 7 0.73 0.46 0.43 0.20 0.03 0.26 7 0.21 0.00 0.43 0.20 -0.43 -0.20 8 0.53 0.26 0.41 0.20 -0.15 0.06 8 0.17 0.00 0.41 0.20 -0.41 -0.20 9 0.61 0.34 0.42 0.20 -0.08 0.14 9 0.37 0.10 0.42 0.20 -0.32 -0.10 10 0.80 0.53 0.44 0.20 0.09 0.33 10 0.31 0.05 0.44 0.20 -0.39 -0.15 11 0.94 0.94 0.45 0.20 0.49 0.74 11 0.26 0.27 0.45 0.20 -0.18 0.07 12 2.36 2.37 0.59 0.20 1.78 2.17 12 0.40 0.40 0.59 0.20 -0.19 0.20 Tabella 122 Relazione di sintesi 327 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ I risultati mostrano che in condizioni idrologiche di anno scarso, nel periodo giugno agosto, si hanno dei deficit per ciò che concerne la derivazione sull’asta terminale del Fiume Crocchio. Elevate criticità si hanno nel soddisfacimento del deflusso minimo vitale, infatti sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso, non si riesce a garantire nella sezione di chiusura del bacino il deflusso minimo vitale determinato con il criterio dell’Autorità di Bacino Regionale. I valori di deflusso minimo vitale determinati con tale metodo sembrerebbero sovrastimati poiché nel periodo estivo risultano dello stesso ordine di grandezza delle portate naturali medie. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiume Esaro di Crotone Il bacino del fiume Esaro di Crotone ha una estensione planimetrica complessiva di 110.825 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 50.56 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.94 km con una pendenza media dello 0.91 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.17 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.35. BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 4.38 4.53 1.07 0.00 3.46 4.53 1 0.29 0.42 1.07 0.00 -0.65 0.42 2 2.42 2.54 0.80 0.00 1.74 2.54 2 0.21 0.34 0.80 0.00 -0.46 0.34 3 3.66 3.79 0.99 0.00 2.80 3.79 3 0.48 0.61 0.99 0.00 -0.38 0.61 4 1.72 1.84 0.78 0.00 1.06 1.84 4 0.54 0.66 0.78 0.00 -0.12 0.66 5 0.51 0.64 0.51 0.00 0.13 0.64 5 0.15 0.28 0.51 0.00 -0.23 0.28 6 0.06 0.18 0.05 0.00 0.13 0.18 6 0.02 0.15 0.05 0.00 0.10 0.15 7 0.03 0.15 0.03 0.00 0.12 0.15 7 0.01 0.14 0.03 0.00 0.11 0.14 8 0.01 0.14 0.00 0.00 0.14 0.14 8 0.01 0.14 0.00 0.00 0.14 0.14 9 0.39 0.52 0.39 0.00 0.13 0.52 9 0.28 0.41 0.39 0.00 0.02 0.41 10 1.00 1.09 0.72 0.00 0.37 1.09 10 0.31 0.44 0.72 0.00 -0.28 0.44 11 1.81 1.93 0.78 0.00 1.15 1.93 11 0.01 0.14 0.78 0.00 -0.64 0.14 12 4.30 4.43 1.04 0.00 3.39 4.43 12 0.52 0.64 1.04 0.00 -0.40 0.64 Mese Naturale Mese Naturale Relazione di sintesi 328 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 1.63 1.69 0.40 0.00 1.29 1.69 Mese Naturale 1 0.11 0.16 0.40 0.00 -0.24 0.16 2 1.00 1.05 0.33 0.00 0.72 1.05 2 0.09 0.14 0.33 0.00 -0.19 0.14 3 1.37 1.41 0.37 0.00 1.04 1.41 3 0.18 0.23 0.37 0.00 -0.14 0.23 4 0.66 0.71 0.30 0.00 0.41 0.71 4 0.21 0.26 0.30 0.00 -0.04 0.26 5 0.19 0.24 0.19 0.00 0.05 0.24 5 0.06 0.11 0.19 0.00 -0.08 0.11 6 0.02 0.07 0.02 0.00 0.05 0.07 6 0.01 0.06 0.02 0.00 0.04 0.06 7 0.01 0.06 0.01 0.00 0.05 0.06 7 0.00 0.05 0.01 0.00 0.04 0.05 8 0.00 0.05 0.00 0.00 0.05 0.05 8 0.01 0.05 0.00 0.00 0.05 0.05 9 0.15 0.20 0.15 0.00 0.05 0.20 9 0.11 0.16 0.15 0.00 0.01 0.16 10 0.37 0.41 0.27 0.00 0.14 0.41 10 0.12 0.16 0.27 0.00 -0.11 0.16 11 0.70 0.75 0.30 0.00 0.45 0.75 11 0.00 0.05 0.30 0.00 -0.25 0.05 12 1.60 1.65 0.39 0.00 1.26 1.65 12 0.19 0.24 0.39 0.00 -0.15 0.24 Tabella 123 CRITICITA’ I risultati mettono in luce che in condizioni idrologiche di anno scarso non è soddisfatto il vincolo del deflusso minimo vitale determinato con il metodo suggerito dall’ABR nel periodo autunnale ed invernale, metodi meno ristrettivi (Q7-10) non presentano tali limitazioni. Il carattere di fiumara dell’Esaro di Crotone evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara della Ruffa Il bacino della fiumara della Ruffa ha una estensione planimetrica complessiva di 43.512 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 36.511 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 17.27 km con una pendenza media del 3.02 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.51 km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.56. Relazione di sintesi 329 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm Mese Naturale 1 1.86 Idrico DMV 1 1.77 3 DMV 2 0.54 3 Volumi mensili (hm ) ) Disp. 1 0.11 1.23 Disp. 1 Disp. 2 1.66 1 1.18 1.12 0.54 0.11 0.58 1.01 0.93 0.82 0.48 0.10 0.34 0.72 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 2 1.60 1.47 0.48 0.10 0.99 1.37 2 3 1.98 1.80 0.56 0.11 1.24 1.69 3 0.98 0.86 0.56 0.11 0.30 0.75 4 1.30 1.12 0.47 0.10 0.65 1.02 4 0.81 0.70 0.47 0.10 0.23 0.60 5 0.83 0.64 0.43 0.11 0.21 0.53 5 0.43 0.32 0.43 0.11 -0.11 0.21 0.29 0.19 0.39 0.10 -0.20 0.09 6 0.51 0.34 0.39 0.10 -0.05 0.24 6 7 0.41 0.25 0.40 0.11 -0.15 0.14 7 0.21 0.14 0.40 0.11 -0.26 0.03 8 0.31 0.19 0.32 0.11 -0.13 0.08 8 0.13 0.09 0.32 0.11 -0.23 -0.02 9 0.44 0.35 0.39 0.10 -0.04 0.25 9 0.28 0.24 0.39 0.10 -0.15 0.14 10 0.59 0.53 0.40 0.11 0.13 0.42 10 0.41 0.38 0.40 0.11 -0.02 0.27 11 0.66 0.61 0.41 0.10 0.20 0.51 11 0.40 0.37 0.41 0.10 -0.04 0.27 12 1.90 1.84 0.54 0.11 1.30 1.73 12 0.70 0.66 0.54 0.11 0.12 0.55 anno medio anno scarso Portate mensili (m 3/s) Mese Naturale Portate mensili (m 3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 0.70 0.66 0.20 0.04 Disp. 1 Disp. 2 0.46 0.62 Mese Naturale 1 0.44 0.42 0.20 0.04 Disp. 1 Disp. 2 0.22 0.38 2 0.66 0.61 0.20 0.04 0.41 0.57 2 0.38 0.34 0.20 0.04 0.14 0.30 3 0.74 0.67 0.21 0.04 0.46 0.63 3 0.37 0.32 0.21 0.04 0.11 0.28 4 0.50 0.43 0.18 0.04 0.25 0.39 4 0.31 0.27 0.18 0.04 0.09 0.23 5 0.31 0.24 0.16 0.04 0.08 0.20 5 0.16 0.12 0.16 0.04 -0.04 0.08 6 0.20 0.13 0.15 0.04 -0.02 0.09 6 0.11 0.07 0.15 0.04 -0.08 0.03 7 0.15 0.10 0.15 0.04 -0.05 0.06 7 0.08 0.05 0.15 0.04 -0.10 0.01 8 0.12 0.07 0.12 0.04 -0.05 0.03 8 0.05 0.03 0.12 0.04 -0.09 -0.01 9 0.17 0.13 0.15 0.04 -0.02 0.09 9 0.11 0.09 0.15 0.04 -0.06 0.05 10 0.22 0.20 0.15 0.04 0.05 0.16 10 0.15 0.14 0.15 0.04 -0.01 0.10 11 0.26 0.24 0.16 0.04 0.08 0.20 11 0.15 0.14 0.16 0.04 -0.02 0.10 12 0.71 0.69 0.20 0.04 0.49 0.65 12 0.26 0.25 0.20 0.04 0.05 0.21 Tabella 124 CRITICITA’ I risultati mostrano che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riesce a garantire il deflusso minimo vitale stimato con il metodo suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale. Il carattere di fiumara del bacino della Ruffa evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi in condizione di siccità meteorologica, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Relazione di sintesi 330 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino Fiumara di Gallico Il bacino della fiumara di Gallico ha una estensione planimetrica complessiva di 59.629 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 49.7 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 22.99 km con una pendenza media del 6.9%. Il valore della densità di drenaggio è 3.45 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.8. BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1.73 1.81 0.91 0.00 0.90 1.81 1 4.98 5.04 0.91 0.00 4.13 5.04 1 2 3.73 3.68 0.73 0.00 2.95 3.68 2 1.66 1.70 0.73 0.00 0.97 1.70 3 4.55 4.49 0.86 0.00 3.63 4.49 3 1.94 1.95 0.86 0.00 1.09 1.95 4 3.25 3.22 0.73 0.00 2.49 3.22 4 1.76 1.76 0.73 0.00 1.03 1.76 5 1.74 1.73 0.59 0.00 1.14 1.73 5 0.95 0.97 0.59 0.00 0.38 0.97 6 0.78 0.77 0.47 0.00 0.30 0.77 6 0.38 0.41 0.47 0.00 -0.06 0.41 7 0.54 0.55 0.46 0.00 0.09 0.55 7 0.27 0.33 0.46 0.00 -0.13 0.33 0.18 0.25 0.35 0.00 -0.10 0.25 8 0.35 0.39 0.35 0.00 0.04 0.39 8 9 0.53 0.58 0.44 0.00 0.14 0.58 9 0.46 0.54 0.44 0.00 0.10 0.54 10 0.92 0.93 0.48 0.00 0.45 0.93 10 0.42 0.51 0.48 0.00 0.03 0.51 11 0.70 0.80 0.47 0.00 0.33 0.80 11 0.25 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35 3.20 12 1.20 1.30 0.72 0.00 0.58 1.30 12 3.11 3.20 0.72 0.00 2.48 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 1.86 1.88 0.34 0.00 1.54 1.88 Mese Naturale 1 0.65 0.68 0.34 0.00 0.34 0.68 2 1.54 1.52 0.30 0.00 1.22 1.52 2 0.69 0.70 0.30 0.00 0.40 0.70 3 1.70 1.68 0.32 0.00 1.36 1.68 3 0.72 0.73 0.32 0.00 0.41 0.73 4 1.25 1.24 0.28 0.00 0.96 1.24 4 0.68 0.68 0.28 0.00 0.40 0.68 5 0.65 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64 5 0.36 0.36 0.22 0.00 0.14 0.36 6 0.30 0.30 0.18 0.00 0.12 0.30 6 0.15 0.16 0.18 0.00 -0.02 0.16 7 0.20 0.21 0.17 0.00 0.04 0.21 7 0.10 0.12 0.17 0.00 -0.05 0.12 8 0.13 0.15 0.13 0.00 0.02 0.15 8 0.07 0.09 0.13 0.00 -0.04 0.09 9 0.20 0.22 0.17 0.00 0.05 0.22 9 0.18 0.21 0.17 0.00 0.04 0.21 10 0.34 0.35 0.18 0.00 0.17 0.35 10 0.16 0.19 0.18 0.00 0.01 0.19 11 0.27 0.31 0.18 0.00 0.13 0.31 11 0.10 0.13 0.18 0.00 -0.05 0.13 12 1.16 1.20 0.27 0.00 0.93 1.20 12 0.45 0.48 0.27 0.00 0.21 0.48 Tabella 125 Relazione di sintesi 331 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo estivo non è garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il metodo dell’ABR poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di chiusura del bacino. Il carattere di fiumara come è appunto quella di Gallico evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Fiumarella Il bacino del torrente Fiumarella ha una estensione planimetrica complessiva di 34.274 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 43.737 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 20.28 km con una pendenza media del 4.1%. Il valore della densità di drenaggio è 3.44 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 2.1. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 2.01 2.06 0.40 0.00 1.66 2.06 1 0.81 0.89 0.40 0.00 0.49 0.89 2 1.54 1.54 0.34 0.00 1.20 1.54 2 0.85 0.91 0.34 0.00 0.57 0.91 3 1.99 2.00 0.40 0.00 1.60 2.00 3 0.94 1.01 0.40 0.00 0.61 1.01 4 1.18 1.21 0.31 0.00 0.90 1.21 4 0.53 0.59 0.31 0.00 0.28 0.59 5 0.57 0.62 0.27 0.00 0.35 0.62 5 0.34 0.41 0.27 0.00 0.14 0.41 6 0.26 0.31 0.23 0.00 0.08 0.31 6 0.17 0.23 0.23 0.00 0.00 0.23 7 0.18 0.24 0.19 0.00 0.05 0.24 7 0.11 0.18 0.19 0.00 -0.01 0.18 8 0.12 0.19 0.11 0.00 0.08 0.19 8 0.08 0.16 0.11 0.00 0.05 0.16 0.28 Mese Naturale Mese Naturale 9 0.23 0.30 0.23 0.00 0.07 0.30 9 0.20 0.28 0.23 0.00 0.05 10 0.37 0.46 0.24 0.00 0.22 0.46 10 0.22 0.31 0.24 0.00 0.07 0.31 11 0.57 0.65 0.26 0.00 0.39 0.65 11 0.12 0.21 0.26 0.00 -0.05 0.21 12 1.83 1.91 0.40 0.00 1.51 1.91 12 0.46 0.55 0.40 0.00 0.15 0.55 Relazione di sintesi 332 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 0.75 0.77 0.15 0.00 0.62 0.77 1 0.30 0.33 0.15 0.00 0.18 0.33 2 0.64 0.64 0.14 0.00 0.50 0.64 2 0.35 0.38 0.14 0.00 0.24 0.38 3 0.74 0.75 0.15 0.00 0.60 0.75 3 0.35 0.38 0.15 0.00 0.23 0.38 4 0.45 0.47 0.12 0.00 0.35 0.47 4 0.20 0.23 0.12 0.00 0.11 0.23 5 0.21 0.23 0.10 0.00 0.13 0.23 5 0.13 0.15 0.10 0.00 0.05 0.15 6 0.10 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12 6 0.06 0.09 0.09 0.00 0.00 0.09 7 0.07 0.09 0.07 0.00 0.02 0.09 7 0.04 0.07 0.07 0.00 0.00 0.07 8 0.04 0.07 0.04 0.00 0.03 0.07 8 0.03 0.06 0.04 0.00 0.02 0.06 9 0.09 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12 9 0.08 0.11 0.09 0.00 0.02 0.11 10 0.14 0.17 0.09 0.00 0.08 0.17 10 0.08 0.12 0.09 0.00 0.03 0.12 11 0.22 0.25 0.10 0.00 0.15 0.25 11 0.05 0.08 0.10 0.00 -0.02 0.08 12 0.68 0.71 0.15 0.00 0.56 0.71 12 0.17 0.21 0.15 0.00 0.06 0.21 Mese Naturale Mese Naturale Tabella 126 CRITICITA’ I risultati evidenziano che in condizioni idrologiche di anno scarso nei mesi di luglio e novembre non è garantito il soddisfacimento del deflusso minimo vitale previsto con il metodo dell’ABR poiché esso è coincidente con la portata media idrologica alla sezione di chiusura del bacino. Il carattere di fiumara del torrente Fiumarella evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara La Verde Il bacino della fiumara La Verde ha una estensione planimetrica complessiva di 116.97 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 71.57 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 33.73 km con una pendenza media del 5.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.12 km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.8. BILANCIO IDRICO Il bacino della Fiumara La Verde è interessato da una grande derivazione (Stretta di Samo) ad uso irriguo. Le caratteristiche di tale derivazione, secondo le indicazioni dell’ABR, sono riportate nella tabella seguente. Relazione di sintesi 333 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Corso Titolare d’acqua Fiumara La Cons. Bon. Raggr. (Ver. Cal. Portata Comune (opera di Concessione presa) 0.84 m3/s Loc. Stretta di Samo Uso Irriguo Jonio Mer.) Verde Tabella 127: Caratteristica della grande derivazione ad uso irriguo Le portate prelevate dalla grande derivazione, nell’ipotesi di un utilizzo costante di 6 mesi su dodici e di 6 ore su 24, implicherebbe un volume irriguo complessivo pari a circa 3.2 Mm3, pari al doppio del fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture presenti nel comprensorio considerato. Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari a seconda della portata prelevata dalla presa in località Samo. Il primo scenario considera il fabbisogno irriguo stimato attraverso l’analisi delle singole colture presenti nel comprensorio considerato pari a 1.16 Mm3, mentre il secondo prevede il prelievo della portata secondo le indicazioni dell’Autorità di Bacino Regionale. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno medio anno scarso Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 11.34 11.45 2.09 0.00 9.36 11.45 1 4.97 5.01 2.09 0.00 2.92 5.01 2 7.59 7.56 1.62 0.00 5.94 7.56 2 5.39 5.38 1.62 0.00 3.76 5.38 3 9.53 9.46 1.90 0.00 7.56 9.46 3 5.75 5.72 1.90 0.00 3.82 5.72 4 6.15 6.13 1.53 0.00 4.60 6.13 4 3.66 3.66 1.53 0.00 2.13 3.66 5 2.89 2.88 1.23 0.00 1.65 2.88 5 1.98 1.98 1.23 0.00 0.75 1.98 6 1.02 0.74 1.04 0.00 -0.30 0.74 6 0.64 0.43 1.04 0.00 -0.61 0.43 7 0.70 0.48 0.70 0.00 -0.22 0.48 7 0.45 0.34 0.70 0.00 -0.36 0.34 8 0.50 0.38 0.51 0.00 -0.13 0.38 8 0.33 0.27 0.51 0.00 -0.24 0.27 9 1.18 1.03 1.04 0.00 -0.01 1.03 9 0.62 0.54 1.04 0.00 -0.50 0.54 10 2.61 2.16 1.21 0.00 0.95 2.16 10 0.74 0.76 1.21 0.00 -0.45 0.76 11 3.00 3.17 1.22 0.00 1.95 3.17 11 0.87 0.90 1.22 0.00 -0.32 0.90 12 9.27 9.47 1.81 0.00 7.66 9.47 12 1.81 1.84 1.81 0.00 0.03 1.84 Mese Naturale Mese Naturale Relazione di sintesi 334 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 4.24 4.27 0.78 0.00 3.49 4.27 Mese Naturale 1 1.86 1.87 0.78 0.00 1.09 1.87 2 3.14 3.12 0.67 0.00 2.45 3.12 2 2.23 2.23 0.67 0.00 1.56 2.23 3 3.56 3.53 0.71 0.00 2.82 3.53 3 2.15 2.14 0.71 0.00 1.43 2.14 4 2.37 2.36 0.59 0.00 1.77 2.36 4 1.41 1.41 0.59 0.00 0.82 1.41 5 1.08 1.07 0.46 0.00 0.61 1.07 5 0.74 0.74 0.46 0.00 0.28 0.74 6 0.40 0.28 0.40 0.00 -0.12 0.28 6 0.25 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17 7 0.26 0.18 0.26 0.00 -0.08 0.18 7 0.17 0.13 0.26 0.00 -0.13 0.13 8 0.19 0.14 0.19 0.00 -0.05 0.14 8 0.12 0.10 0.19 0.00 -0.09 0.10 9 0.46 0.40 0.40 0.00 0.00 0.40 9 0.24 0.21 0.40 0.00 -0.19 0.21 10 0.97 0.81 0.45 0.00 0.36 0.81 10 0.27 0.28 0.45 0.00 -0.17 0.28 11 1.16 1.22 0.47 0.00 0.75 1.22 11 0.34 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35 12 3.46 3.54 0.70 0.00 2.84 3.54 12 0.67 0.69 0.70 0.00 -0.01 0.69 Tabella 128 CRITICITA’ I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit raggiunge circa il 50% nei mesi di luglio ed agosto, amplificandosi ovviamente in condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. SCENARIO II anno scarso anno medio 3 Volumi mensili (hm3) Volumi mensili (hm ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 11.34 11.45 2.09 0.00 9.36 11.45 1 4.97 5.01 2.09 0.00 2.92 5.01 2 7.59 7.56 1.62 0.00 5.94 7.56 2 5.39 5.38 1.62 0.00 3.76 5.38 3 9.53 9.46 1.90 0.00 7.56 9.46 3 5.75 5.72 1.90 0.00 3.82 5.72 4 6.15 5.64 1.53 0.00 4.11 5.64 4 3.66 3.17 1.53 0.00 1.64 3.17 5 2.89 2.39 1.23 0.00 1.16 2.39 5 1.98 1.49 1.23 0.00 0.26 1.49 6 1.02 0.60 1.04 0.00 -0.44 0.60 6 0.64 0.43 1.04 0.00 -0.61 0.43 7 0.70 0.48 0.70 0.00 -0.22 0.48 7 0.45 0.34 0.70 0.00 -0.36 0.34 8 0.50 0.38 0.51 0.00 -0.13 0.38 8 0.33 0.27 0.51 0.00 -0.24 0.27 9 1.18 0.67 1.04 0.00 -0.37 0.67 9 0.62 0.35 1.04 0.00 -0.69 0.35 10 2.61 2.16 1.21 0.00 0.95 2.16 10 0.74 0.76 1.21 0.00 -0.45 0.76 11 3.00 3.17 1.22 0.00 1.95 3.17 11 0.87 0.90 1.22 0.00 -0.32 0.90 12 9.27 9.47 1.81 0.00 7.66 9.47 12 1.81 1.84 1.81 0.00 0.03 1.84 Mese Naturale Mese Naturale Relazione di sintesi 335 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 4.24 4.27 0.78 0.00 3.49 4.27 1 1.86 1.87 0.78 0.00 1.09 1.87 2 3.14 3.12 0.67 0.00 2.45 3.12 2 2.23 2.23 0.67 0.00 1.56 2.23 3 3.56 3.53 0.71 0.00 2.82 3.53 3 2.15 2.14 0.71 0.00 1.43 2.14 4 2.37 2.18 0.59 0.00 1.59 2.18 4 1.41 1.22 0.59 0.00 0.63 1.22 5 1.08 0.89 0.46 0.00 0.43 0.89 5 0.74 0.56 0.46 0.00 0.10 0.56 6 0.40 0.23 0.40 0.00 -0.17 0.23 6 0.25 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17 7 0.26 0.18 0.26 0.00 -0.08 0.18 7 0.17 0.13 0.26 0.00 -0.13 0.13 8 0.19 0.14 0.19 0.00 -0.05 0.14 8 0.12 0.10 0.19 0.00 -0.09 0.10 9 0.46 0.26 0.40 0.00 -0.14 0.26 9 0.24 0.14 0.40 0.00 -0.26 0.14 10 0.97 0.81 0.45 0.00 0.36 0.81 10 0.27 0.28 0.45 0.00 -0.17 0.28 11 1.16 1.22 0.47 0.00 0.75 1.22 11 0.34 0.35 0.47 0.00 -0.12 0.35 12 3.46 3.54 0.70 0.00 2.84 3.54 12 0.67 0.69 0.70 0.00 -0.01 0.69 Mese Naturale Mese Naturale Tabella 129 CRITICITA’ I risultati evidenziano delle criticità sul comparto irriguo nei mesi estivi dove il deficit raggiunge un valore massimo del 70% nel mese di agosto, amplificandosi ovviamente in condizioni idrologiche di anno scarso. Inoltre, non è garantito il deflusso minimo vitale nella sezione di chiusura del bacino, valutato con il metodo suggerito dall’ ABR, nel periodo giugno - settembre in condizioni idrologiche “medie”, da giugno a dicembre in condizioni idrologiche “scarse”. Il carattere di fiumara del bacino La Verde evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Lao Il bacino del fiume Lao ha una estensione planimetrica complessiva di 595.93 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 144.71 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 48.68 km con una pendenza media dell’1.9%. Il valore della densità di drenaggio è 2.91 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.67. Relazione di sintesi 336 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 35.82 35.39 10.77 - 24.62 Disp. 2 - 1 54.90 53.47 10.77 - 42.70 - 1 2 43.10 42.00 9.10 - 32.90 - 2 28.96 27.96 9.10 - 18.86 - 3 44.45 43.51 9.72 - 33.79 - 3 27.64 26.54 9.72 - 16.82 - 4 33.47 32.39 8.45 - 23.94 - 4 23.95 22.67 8.45 - 14.22 - 5 22.84 20.47 7.58 - 12.89 - 5 15.84 13.73 7.58 - 6.15 - 6 17.36 13.72 6.84 - 6.88 - 6 12.56 9.34 6.84 - 2.50 - 7 15.59 11.23 6.86 - 4.37 - 7 11.06 7.29 6.86 - 0.43 - 8 13.83 11.40 6.67 - 4.73 - 8 9.98 7.99 6.67 - 1.32 - 9 15.79 14.12 6.69 - 7.43 - 9 11.56 10.20 6.69 - 3.51 - 10 21.01 19.96 7.39 - 12.57 - 10 14.74 14.01 7.39 - 6.62 - 11 38.25 37.33 8.94 - 28.39 - 11 26.10 25.40 8.94 - 16.46 - 12 62.25 56.86 11.52 - 45.34 - 12 37.24 32.86 11.52 - 21.34 - anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 20.50 19.96 4.02 - 15.94 - 1 13.37 13.21 4.02 - 9.19 - 2 17.82 17.36 3.76 - 13.60 - 2 11.97 11.56 3.76 - 7.80 - 3 16.59 16.25 3.63 - 12.62 - 3 10.32 9.91 3.63 - 6.28 - 4 12.91 12.50 3.26 - 9.24 - 4 9.24 8.75 3.26 - 5.49 - 5 8.53 7.64 2.83 - 4.81 - 5 5.91 5.13 2.83 - 2.30 - 6 6.70 5.30 2.64 - 2.66 - 6 4.85 3.60 2.64 - 0.96 - 7 5.82 4.19 2.56 - 1.63 - 7 4.13 2.72 2.56 - 0.16 - 8 5.16 4.26 2.49 - 1.77 - 8 3.73 2.98 2.49 - 0.49 - 9 6.09 5.45 2.58 - 2.87 - 9 4.46 3.94 2.58 - 1.36 - 10 7.84 7.45 2.76 - 4.69 - 10 5.50 5.23 2.76 - 2.47 - 11 14.76 14.40 3.45 - 10.95 - 11 10.07 9.80 3.45 - 6.35 - 12 23.24 21.23 4.30 - 16.93 - 12 13.90 12.27 4.30 - 7.97 - Mese Naturale Mese Naturale Tabella 130 CRITICITA’ Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso. Emergono dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale. Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Lao, caratterizzato da deflussi estivi molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che, nel caso specifico, appare dello stesso ordine di grandezza di quello stimato mediante il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere il DMV del fiume Lao che comunque è garantito, sia in condizioni idrologiche medie che scarse, nella sezione di chiusura del bacino. Relazione di sintesi 337 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Marepotamo Il bacino del fiume Marepotamo (sottobacino Mesima), ha una estensione planimetrica complessiva di 234.15 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 75.581 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 32.74 km con una pendenza media del 2.35 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.79 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.39. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 18.09 17.97 3.40 0.88 14.57 17.09 1 12.30 12.23 3.40 0.88 8.83 11.35 2 15.83 15.66 3.02 0.80 12.64 14.86 2 10.02 9.91 3.02 0.80 6.89 9.11 3 17.49 17.27 3.35 0.88 13.92 16.39 3 8.12 7.99 3.35 0.88 4.64 7.11 4 14.37 14.22 2.98 0.86 11.24 13.36 4 7.89 7.77 2.98 0.86 4.79 6.91 5 8.28 8.07 2.41 0.88 5.66 7.19 5 5.82 5.63 2.41 0.88 3.22 4.75 6 4.15 3.03 1.94 0.86 1.09 2.17 6 2.79 1.68 1.94 0.86 -0.26 0.82 7 3.09 1.50 1.90 0.88 -0.40 0.62 7 1.88 0.30 1.90 0.88 -1.60 -0.58 8 2.20 1.37 1.79 0.88 -0.42 0.49 8 1.41 0.60 1.79 0.88 -1.19 -0.28 9 3.06 2.66 1.84 0.86 0.82 1.80 9 2.55 2.19 1.84 0.86 0.35 1.33 10 4.19 4.07 2.01 0.88 2.06 3.19 10 2.23 2.21 2.01 0.88 0.20 1.33 11 5.95 5.93 2.13 0.86 3.80 5.07 11 3.49 3.48 2.13 0.86 1.35 2.62 12 16.77 16.73 3.27 0.88 13.46 15.85 12 8.74 8.71 3.27 0.88 5.44 7.83 Mese Naturale Mese Naturale anno scarso anno medio 3 Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m /s) Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 6.75 6.71 1.27 0.33 5.44 6.38 1 4.59 4.57 1.27 0.33 3.30 4.24 2 6.54 6.47 1.25 0.33 5.22 6.14 2 4.14 4.10 1.25 0.33 2.85 3.77 3 6.53 6.45 1.25 0.33 5.20 6.12 3 3.03 2.98 1.25 0.33 1.73 2.65 4 5.54 5.49 1.15 0.33 4.34 5.16 4 3.05 3.00 1.15 0.33 1.85 2.67 5 3.09 3.01 0.90 0.33 2.11 2.68 5 2.17 2.10 0.90 0.33 1.20 1.77 6 1.60 1.17 0.75 0.33 0.42 0.84 6 1.08 0.65 0.75 0.33 -0.10 0.32 7 1.15 0.56 0.71 0.33 -0.15 0.23 7 0.70 0.11 0.71 0.33 -0.60 -0.22 8 0.82 0.51 0.67 0.33 -0.16 0.18 8 0.53 0.22 0.67 0.33 -0.45 -0.11 9 1.18 1.02 0.71 0.33 0.31 0.69 9 0.98 0.84 0.71 0.33 0.13 0.51 10 1.57 1.52 0.75 0.33 0.77 1.19 10 0.83 0.82 0.75 0.33 0.07 0.49 11 2.30 2.29 0.82 0.33 1.47 1.96 11 1.35 1.34 0.82 0.33 0.52 1.01 12 6.26 6.25 1.22 0.33 5.03 5.92 12 3.26 3.25 1.22 0.33 2.03 2.92 Mese Naturale Tabella 131 Relazione di sintesi 338 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ Non riscontrano condizioni di criticità sul comparto irriguo. In condizioni idrologiche di anno medio non si garantisce il minimo deflusso vitale, valutato secondo il metodo proposto dall’ABR, nella sezione di chiusura del bacino nel periodo estivo. In condizioni particolarmente siccitose non è garantito il deflusso minimo vitale valutato con la Q7-10 nei mesi di luglio ed agosto. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Mesima Il bacino del fiume Mesima ha una estensione planimetrica complessiva di 815.265 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 152.038 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 51.43 km con una pendenza media dell’1.47 %.Il valore della densità di drenaggio è 3.2 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50. BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. Relazione di sintesi 339 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO I scenario anno medio scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV 1 61.17 58.62 11.14 47.48 1 40.75 39.37 11.14 28.23 2 52.44 50.01 9.77 40.24 2 32.86 31.40 9.77 21.63 3 59.00 56.03 10.93 45.10 3 27.98 26.58 10.93 15.65 4 47.64 45.37 9.62 35.75 4 27.92 26.61 9.62 16.99 5 27.39 25.33 7.77 17.56 5 19.94 18.53 7.77 10.76 6 12.76 7.41 6.14 1.27 6 8.75 3.80 6.14 -2.34 7 9.14 4.98 5.95 -0.97 7 5.29 1.49 5.95 -4.46 8 6.31 3.99 5.65 -1.66 8 4.08 0.74 5.65 -4.91 9 9.27 7.29 5.78 1.51 9 5.61 4.08 5.78 -1.70 10 13.14 12.27 6.35 5.92 10 7.46 7.32 6.35 0.97 11 18.19 17.34 6.69 10.65 11 12.81 12.71 6.69 6.02 12 53.89 51.80 10.42 41.38 12 26.98 25.68 10.42 15.26 scenario anno medio Disponibilità scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 22.84 21.89 4.16 17.73 1 15.22 14.70 4.16 10.54 2 21.67 20.67 4.04 16.63 2 13.58 12.98 4.04 8.94 3 22.03 20.92 4.08 16.84 3 10.45 9.93 4.08 5.85 4 18.38 17.51 3.71 13.80 4 10.77 10.27 3.71 6.56 5 10.23 9.46 2.90 6.56 5 7.45 6.92 2.90 4.02 6 4.92 2.86 2.37 0.49 6 3.37 1.47 2.37 -0.90 7 3.41 1.86 2.22 -0.36 7 1.98 0.56 2.22 -1.66 8 2.35 1.49 2.11 -0.62 8 1.52 0.27 2.11 -1.84 9 3.58 2.81 2.23 0.58 9 2.16 1.57 2.23 -0.66 10 4.91 4.58 2.37 2.21 10 2.78 2.73 2.37 0.36 11 7.02 6.69 2.58 4.11 11 4.94 4.90 2.58 2.32 12 20.12 19.34 3.89 15.45 12 10.07 9.59 3.89 5.70 Tabella 132 CRITICITA’ Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dei volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Condizioni di criticità si hanno, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, nel soddisfacimento del deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, nel periodo compreso tra giugno e settembre. Considerando che sull’asta terminale del fiume Mesima è presente una presa che alimenta l’area irrigua di interesse, non è possibile nei mesi estivi soddisfare contemporaneamente l’utenza irrigua e garantire il deflusso minimo vitale. Relazione di sintesi 340 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO II scenario anno medio scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 61.17 58.47 1.12 57.35 1 40.75 39.22 1.12 38.10 2 52.44 49.87 1.02 48.85 2 32.86 31.26 1.02 30.24 3 59.00 55.88 1.12 54.76 3 27.98 26.43 1.12 25.31 4 47.64 45.25 1.09 44.16 4 27.92 26.49 1.09 25.40 5 27.39 25.24 1.12 24.12 5 19.94 18.44 1.12 17.32 6 12.76 7.36 1.09 6.27 6 8.75 3.74 1.09 2.65 7 9.14 4.93 1.12 3.81 7 5.29 1.49 1.12 0.37 8 6.31 3.94 1.12 2.82 8 4.08 1.14 1.12 0.02 9 9.27 7.24 1.09 6.15 9 5.61 4.03 1.09 2.94 10 13.14 12.21 1.12 11.09 10 7.46 7.26 1.12 6.14 11 18.19 17.27 1.09 16.18 11 12.81 12.64 1.09 11.55 12 53.89 51.66 1.12 50.54 12 26.98 25.54 1.12 24.42 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 22.84 21.83 0.42 21.41 1 15.22 14.64 0.42 14.22 2 21.67 20.62 0.42 20.20 2 13.58 12.92 0.42 12.50 3 22.03 20.86 0.42 20.44 3 10.45 9.87 0.42 9.45 4 18.38 17.46 0.42 17.04 4 10.77 10.22 0.42 9.80 5 10.23 9.42 0.42 9.00 5 7.45 6.89 0.42 6.47 6 4.92 2.84 0.42 2.42 6 3.37 1.44 0.42 1.02 7 3.41 1.84 0.42 1.42 7 1.98 0.56 0.42 0.14 8 2.35 1.47 0.42 1.05 8 1.52 0.43 0.42 0.01 9 3.58 2.79 0.42 2.37 9 2.16 1.56 0.42 1.14 10 4.91 4.56 0.42 4.14 10 2.78 2.71 0.42 2.29 11 7.02 6.66 0.42 6.24 11 4.94 4.88 0.42 4.46 12 20.12 19.29 0.42 18.87 12 10.07 9.53 0.42 9.11 Tabella 133 CRITICITA’ Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano situazioni critiche nei comparti irrigui e potabili, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. Con un metodo meno restrittivo come la Q7-10, il minimo deflusso vitale nel tratto vallivo del Mesima è garantito anche nel periodo estivo. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Metramo Il bacino del fiume Metramo (sottobacino del Fiume Mesima), ha una estensione planimetrica complessiva di 234.089 km2. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 81.08 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 29.8 km con una pendenza media del 3.54 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.41 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50. Relazione di sintesi 341 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO Per la valutazione del bilancio idrico sono stati considerati due diversi scenari variabili a seconda del metodo di stima del Minimo Deflusso Vitale. In particolare, uno scenario stima il DMV secondo quanto suggerito dall’Autorità di Bacino Regionale, l’altro scenario prevede invece che il DMV sia valutato attraverso un approccio idrologico basato sul deflusso di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni. Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I scenario anno medio scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 22.06 19.80 4.12 15.68 1 13.10 11.86 4.12 7.74 12.44 11.29 3.51 7.78 2 17.78 15.96 3.51 12.45 2 3 20.27 18.12 3.94 14.18 3 11.75 10.72 3.94 6.78 4 15.99 14.35 3.45 10.90 4 9.90 8.91 3.45 5.46 5 10.39 8.97 2.95 6.02 5 7.09 6.09 2.95 3.14 6 5.66 2.42 2.41 0.01 6 4.15 1.15 2.41 -1.26 7 4.17 2.89 2.33 0.56 7 2.57 1.37 2.33 -0.96 8 3.03 2.24 2.20 0.04 8 2.01 0.29 2.20 -1.91 9 3.81 2.54 2.23 0.31 9 2.34 1.28 2.23 -0.95 10 5.21 4.52 2.44 2.08 10 2.79 2.55 2.44 0.11 11 7.19 6.27 2.57 3.70 11 3.77 3.51 2.57 0.94 12 19.13 17.00 3.83 13.17 12 11.58 10.20 3.83 6.37 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 8.24 7.39 1.54 5.85 1 4.89 4.43 1.54 2.89 2 7.35 6.60 1.45 5.15 2 5.14 4.67 1.45 3.22 3 7.57 6.77 1.47 5.30 3 4.39 4.00 1.47 2.53 4 6.17 5.53 1.33 4.20 4 3.82 3.44 1.33 2.11 5 3.88 3.35 1.10 2.25 5 2.65 2.27 1.10 1.17 6 2.18 0.93 0.93 0.00 6 1.60 0.44 0.93 -0.49 7 1.56 1.08 0.87 0.21 7 0.96 0.51 0.87 -0.36 8 1.13 0.83 0.82 0.01 8 0.75 0.11 0.82 -0.71 9 1.47 0.98 0.86 0.12 9 0.90 0.50 0.86 -0.36 10 1.95 1.69 0.91 0.78 10 1.04 0.95 0.91 0.04 11 2.77 2.42 0.99 1.43 11 1.45 1.35 0.99 0.36 12 7.14 6.35 1.43 4.92 12 4.32 3.81 1.43 2.38 Tabella 134 Relazione di sintesi 342 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ Sia per la condizione di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dei volumi immagazzinati dall’invaso del Metramo per uso potabile. Nel caso idrologico di anno scarso, il DMV stimato secondo quanto proposto dall’ABR non risulta garantito nel periodo giugno - settembre. SCENARIO II scenario anno medio scenario anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 22.06 19.65 0.96 18.69 1 13.10 11.71 0.96 10.75 2 17.78 15.83 0.87 14.96 2 12.44 11.15 0.87 10.28 3 20.27 17.97 0.96 17.01 3 11.75 10.57 0.96 9.61 4 15.99 14.22 0.93 13.29 4 9.90 8.79 0.93 7.86 5 10.39 8.88 0.96 7.92 5 7.09 6.00 0.96 5.04 6 5.66 2.36 0.93 1.43 6 4.15 1.09 0.93 0.16 7 4.17 2.84 0.96 1.88 7 2.57 1.43 0.96 0.47 8 3.03 2.19 0.96 1.23 8 2.01 0.45 0.96 -0.51 9 3.81 2.49 0.93 1.56 9 2.34 1.23 0.93 0.30 10 5.21 4.46 0.96 3.50 10 2.79 2.50 0.96 1.54 11 7.19 6.21 0.93 5.28 11 3.77 3.44 0.93 2.51 12 19.13 16.86 0.96 15.90 12 11.58 10.06 0.96 9.10 scenario anno medio scenario anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 8.24 7.34 0.36 6.98 1 4.89 4.37 0.36 4.01 2 7.35 6.54 0.36 6.18 2 5.14 4.61 0.36 4.25 3 7.57 6.71 0.36 6.35 3 4.39 3.95 0.36 3.59 4 6.17 5.49 0.36 5.13 4 3.82 3.39 0.36 3.03 5 3.88 3.32 0.36 2.96 5 2.65 2.24 0.36 1.88 6 2.18 0.91 0.36 0.55 6 1.60 0.42 0.36 0.06 7 1.56 1.06 0.36 0.70 7 0.96 0.54 0.36 0.18 8 1.13 0.82 0.36 0.46 8 0.75 0.17 0.36 -0.19 9 1.47 0.96 0.36 0.60 9 0.90 0.48 0.36 0.12 10 1.95 1.67 0.36 1.31 10 1.04 0.93 0.36 0.57 11 2.77 2.39 0.36 2.03 11 1.45 1.33 0.36 0.97 12 7.14 6.30 0.36 5.94 12 4.32 3.76 0.36 3.40 Tabella 135 CRITICITA’ Sia per la condizione idrologica di anno medio che per quella di anno scarso non si evidenziano situazioni critiche nei comparti considerati, nonostante l’ipotesi di destinare una parte dell’invaso del Metramo per uso potabile. L’uso di un DMV meno restrittivo come la Q7-10, non produce quelle criticità presenti nello scenario precedente durante i mesi estivi. Relazione di sintesi 343 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Neto Il bacino del fiume Neto ha una estensione planimetrica complessiva di 1073.29 km2 con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 219.297 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 75 km con una pendenza media del 2.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.15 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.89. BILANCIO IDRICO Alla luce delle schematizzazioni ed ipotesi di gestione mostrate nelle sezioni precedenti, per il bacino del fiume Neto sono stati previsti 5 scenari differenti per la realizzazione del bilancio idrico. Tali scenari si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e delle regole di gestione degli impianti idroelettrici. Percentuale di Scenario DMV I ABR 90 % II ABR 50 % III ABR 25 % IV Q7-10 90 % V Q7-10 50 % utilizzo della capacità massima Tabella 136: Caratteristiche dei diversi scenari idrici Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. Relazione di sintesi 344 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SCENARIO I anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico Volumi mensili (hm3) ) DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 32.08 31.94 17.57 14.37 1 80.57 74.88 17.57 57.31 1 2 60.33 55.65 14.64 41.01 2 28.18 24.17 14.64 9.53 3 74.88 68.27 17.01 51.26 3 33.58 28.79 17.01 11.78 4 52.11 46.71 14.41 32.30 4 29.94 24.34 14.41 9.93 5 36.00 39.14 13.12 26.02 5 21.58 15.71 13.12 2.59 6 20.56 22.93 11.28 11.65 6 12.31 4.53 11.28 -6.75 7 14.87 4.45 11.01 -6.56 7 8.67 0.00 11.01 -11.01 8 10.66 3.97 10.58 -6.61 8 6.37 0.00 10.58 -10.58 9 13.36 9.77 10.55 -0.78 9 14.28 11.51 10.55 0.96 10 19.50 17.91 11.46 6.45 10 8.86 6.29 11.46 -5.17 11 26.37 25.31 11.85 13.46 11 12.12 10.59 11.85 -1.26 12 69.39 65.33 16.47 48.86 12 23.09 19.21 16.47 2.74 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 30.08 27.96 6.56 21.40 1 11.98 11.92 6.56 5.36 2 24.94 23.01 6.05 16.96 2 11.65 9.99 6.05 3.94 3 27.96 25.49 6.35 19.14 3 12.54 10.75 6.35 4.40 4 20.10 18.02 5.56 12.46 4 11.55 9.39 5.56 3.83 5 13.44 14.61 4.90 9.71 5 8.06 5.87 4.90 0.97 6 7.93 8.85 4.35 4.50 6 4.75 1.75 4.35 -2.60 7 5.55 1.66 4.11 -2.45 7 3.24 0.00 4.11 -4.11 8 3.98 1.48 3.95 -2.47 8 2.38 0.00 3.95 -3.95 9 5.16 3.77 4.07 -0.30 9 5.51 4.44 4.07 0.37 10 7.28 6.69 4.28 2.41 10 3.31 2.35 4.28 -1.93 11 10.17 9.77 4.57 5.20 11 4.68 4.09 4.57 -0.48 12 25.91 24.39 6.15 18.24 12 8.62 7.17 6.15 1.02 Tabella 137 CRITICITA’ Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste criticità hanno riguardato in particolare: - Gli invasi idroelettrici dell’Arvo e dell’Ampollino che, già in condizioni di anno medio, si svuotano a partire dal mese di agosto, non rilasciano nel fiume Tacina i volumi necessari al soddisfacimento del fabbisogno irriguo del comprensorio Capo Colonna nel periodo luglio settembre; - L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile lungo l’asta terminale del fiume Neto; Tale scenario mette in luce che l’ipotesi di rilascio da parte degli invasi idroelettrici del 90% del volume massimo invasabile, è poco probabile poiché da esperienze passate non risulta Relazione di sintesi 345 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria che gli invasi silani nel periodo autunnale si presentino vuoti. Per tale motivo gli scenari successivi ipotizzati prevedono un rilascio rispettivamente pari al 50% e al 25% della capacità massima d’invaso dei due serbatoi Arvo ed Ampollino. E’ da sottolineare, infine, che le portate richieste dal DMV, secondo il metodo suggerito dall’ABR, non sono soddisfatte nel periodo luglio - settembre in condizioni idrologiche di anno medio, e nel periodo giugno – novembre in condizioni idrologiche di anno scarso. SCENARIO II anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 80.57 71.79 17.57 54.22 1 32.08 31.69 17.57 14.12 2 60.33 52.57 14.64 37.93 2 28.18 27.05 14.64 12.41 3 74.88 65.19 17.01 48.18 3 33.58 29.24 17.01 12.23 4 52.11 43.62 14.41 29.21 4 29.94 24.23 14.41 9.82 5 36.00 32.66 13.12 19.54 5 21.58 14.55 13.12 1.43 6 20.56 16.45 11.28 5.17 6 12.31 1.48 11.28 -9.80 7 14.87 9.35 11.01 -1.66 7 8.67 0.00 11.01 -11.01 8 10.66 11.87 10.58 1.29 8 6.37 0.00 10.58 -10.58 9 13.36 17.54 10.55 6.99 9 14.28 9.65 10.55 -0.90 10 19.50 18.36 11.46 6.90 10 8.86 6.29 11.46 -5.17 11 26.37 25.31 11.85 13.46 11 12.12 10.59 11.85 -1.26 12 69.39 62.24 16.47 45.77 12 23.09 19.21 16.47 2.74 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 30.08 26.81 6.56 20.25 1 11.98 11.83 6.56 5.27 2 24.94 21.73 6.05 15.68 2 11.65 11.18 6.05 5.13 3 27.96 24.34 6.35 17.99 3 12.54 10.92 6.35 4.57 4 20.10 16.83 5.56 11.27 4 11.55 9.35 5.56 3.79 5 13.44 12.20 4.90 7.30 5 8.06 5.43 4.90 0.53 6 7.93 6.35 4.35 2.00 6 4.75 0.57 4.35 -3.78 7 5.55 3.49 4.11 -0.62 7 3.24 0.00 4.11 -4.11 8 3.98 4.43 3.95 0.48 8 2.38 0.00 3.95 -3.95 9 5.16 6.77 4.07 2.70 9 5.51 3.72 4.07 -0.35 10 7.28 6.85 4.28 2.57 10 3.31 2.35 4.28 -1.93 11 10.17 9.77 4.57 5.20 11 4.68 4.09 4.57 -0.48 12 25.91 23.24 6.15 17.09 12 8.62 7.17 6.15 1.02 Tabella 138 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 50% del volume massimo invasabile consente, in condizioni di anno medio, di rilasciare nel fiume Tacina i volumi necessari al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna. E’ da sottolineare comunque, che anche con tale rilascio, i principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si Relazione di sintesi 346 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria svuotano nel periodo autunnale, per effetto degli abbondanti rilasci invernali dovuti al DMV stimato secondo le indicazioni dell’ABR. L’area irrigua Basso Neto che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta condizioni di deficit nei mesi di luglio ed agosto utilizzando, quindi, l’intera risorsa idrica disponibile lungo l’asta terminale del fiume Neto; In tale scenario, per ciò che riguarda le portate richieste dal deflusso minimo vitale, si hanno delle criticità nel mese di luglio in condizioni idrologiche medie, mentre nel periodo giugno – novembre in condizioni idrologiche “scarse”. SCENARIO III anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 80.57 74.59 17.57 57.02 1 32.08 29.76 17.57 12.19 2 60.33 54.34 14.64 39.70 2 28.18 25.12 14.64 10.48 3 74.88 67.71 17.01 50.70 3 33.58 29.10 17.01 12.09 4 52.11 44.61 14.41 30.20 4 29.94 25.13 14.41 10.72 5 36.00 29.14 13.12 16.02 5 21.58 18.33 13.12 5.21 6 20.56 12.40 11.28 1.12 6 12.31 6.11 11.28 -5.17 7 14.87 5.30 11.01 -5.71 7 8.67 0.22 11.01 -10.79 8 10.66 8.05 10.58 -2.53 8 6.37 4.21 10.58 -6.37 9 13.36 13.60 10.55 3.05 9 14.28 14.45 10.55 3.90 10 19.50 18.77 11.46 7.31 10 8.86 9.03 11.46 -2.43 11 26.37 24.50 11.85 12.65 11 12.12 13.23 11.85 1.38 12 69.39 60.31 16.47 43.84 12 23.09 21.55 16.47 5.08 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 30.08 27.85 6.56 21.29 1 11.98 11.11 6.56 4.55 2 24.94 22.46 6.05 16.41 2 11.65 10.39 6.05 4.34 3 27.96 25.28 6.35 18.93 3 12.54 10.86 6.35 4.51 4 20.10 17.21 5.56 11.65 4 11.55 9.70 5.56 4.14 5 13.44 10.88 4.90 5.98 5 8.06 6.84 4.90 1.94 6 7.93 4.78 4.35 0.43 6 4.75 2.36 4.35 -1.99 7 5.55 1.98 4.11 -2.13 7 3.24 0.08 4.11 -4.03 8 3.98 3.01 3.95 -0.94 8 2.38 1.57 3.95 -2.38 9 5.16 5.25 4.07 1.18 9 5.51 5.58 4.07 1.51 10 7.28 7.01 4.28 2.73 10 3.31 3.37 4.28 -0.91 11 10.17 9.45 4.57 4.88 11 4.68 5.10 4.57 0.53 12 25.91 22.52 6.15 16.37 12 8.62 8.04 6.15 1.89 Tabella 139 Relazione di sintesi 347 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra che un rilascio pari al 25% del volume massimo invasabile consente, sia in condizioni di anno medio che di anno scarso, di rilasciare nel fiume Tacina i volumi necessari al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Capo Colonna. In tale scenario, infatti, i serbatoi Arvo ed Ampollino non si presentano vuoti sia in condizioni idrologiche “medie” che in condizioni siccitose. Permane, però, la condizione di criticità per ciò che riguarda il deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. SCENARIO IV anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 80.57 72.04 1.10 70.94 1 32.08 32.48 1.10 31.38 2 60.33 53.29 0.99 52.30 2 28.18 25.79 0.99 24.80 3 74.88 65.52 1.10 64.42 3 33.58 28.80 1.10 27.70 4 52.11 44.39 1.06 43.33 4 29.94 24.22 1.06 23.16 5 36.00 37.05 1.10 35.95 5 21.58 14.58 1.10 13.48 6 20.56 21.15 1.06 20.09 6 12.31 1.52 1.06 0.46 7 14.87 14.08 1.10 12.98 7 8.67 0.00 1.10 -1.10 8 10.66 3.65 1.10 2.55 8 6.37 0.00 1.10 -1.10 9 13.36 9.41 1.06 8.35 9 14.28 9.70 1.06 8.64 10 19.50 17.57 1.10 16.47 10 8.86 6.37 1.10 5.27 11 26.37 25.06 1.06 24.00 11 12.12 10.65 1.06 9.59 12 69.39 62.66 1.10 61.56 12 23.09 19.24 1.10 18.14 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 30.08 26.89 0.41 26.48 1 11.98 12.13 0.41 11.72 2 24.94 22.03 0.41 21.62 2 11.65 10.66 0.41 10.25 3 27.96 24.46 0.41 24.05 3 12.54 10.75 0.41 10.34 4 20.10 17.13 0.41 16.72 4 11.55 9.35 0.41 8.94 5 13.44 13.83 0.41 13.42 5 8.06 5.44 0.41 5.03 6 7.93 8.16 0.41 7.75 6 4.75 0.58 0.41 0.17 7 5.55 5.26 0.41 4.85 7 3.24 0.00 0.41 -0.41 8 3.98 1.36 0.41 0.95 8 2.38 0.00 0.41 -0.41 9 5.16 3.63 0.41 3.22 9 5.51 3.74 0.41 3.33 10 7.28 6.56 0.41 6.15 10 3.31 2.38 0.41 1.97 11 10.17 9.67 0.41 9.26 11 4.68 4.11 0.41 3.70 12 25.91 23.39 0.41 22.98 12 8.62 7.18 0.41 6.77 Tabella 140 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari Relazione di sintesi 348 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sia sul comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino). E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è nettamente inferiore al deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di chiusura solo nei mesi di luglio ed agosto in condizioni idrologiche di anno scarso. SCENARIO V anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 80.57 68.95 1.10 67.85 1 32.08 29.40 1.10 28.30 2 60.33 50.20 0.99 49.21 2 28.18 25.15 0.99 24.16 3 74.88 67.85 1.10 66.75 3 33.58 28.82 1.10 27.72 4 52.11 45.15 1.06 44.09 4 29.94 25.19 1.06 24.13 5 36.00 31.94 1.10 30.84 5 21.58 20.73 1.10 19.63 6 20.56 14.67 1.06 13.61 6 12.31 9.32 1.06 8.26 7 14.87 7.60 1.10 6.50 7 8.67 0.00 1.10 -1.10 8 10.66 10.39 1.10 9.29 8 6.37 7.61 1.10 6.51 9 13.36 15.96 1.06 14.90 9 14.28 10.32 1.06 9.26 10 19.50 18.92 1.10 17.82 10 8.86 6.43 1.10 5.33 11 26.37 24.67 1.06 23.61 11 12.12 10.65 1.06 9.59 12 69.39 59.57 1.10 58.47 12 23.09 19.24 1.10 18.14 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 30.08 25.74 0.41 25.33 1 11.98 10.98 0.41 10.57 2 24.94 20.75 0.41 20.34 2 11.65 10.40 0.41 9.99 3 27.96 25.33 0.41 24.92 3 12.54 10.76 0.41 10.35 4 20.10 17.42 0.41 17.01 4 11.55 9.72 0.41 9.31 5 13.44 11.93 0.41 11.52 5 8.06 7.74 0.41 7.33 6 7.93 5.66 0.41 5.25 6 4.75 3.59 0.41 3.18 7 5.55 2.84 0.41 2.43 7 3.24 0.05 0.41 -0.36 8 3.98 3.88 0.41 3.47 8 2.38 2.84 0.41 2.43 9 5.16 6.16 0.41 5.75 9 5.51 3.98 0.41 3.57 10 7.28 7.06 0.41 6.65 10 3.31 2.40 0.41 1.99 11 10.17 9.52 0.41 9.11 11 4.68 4.11 0.41 3.70 12 25.91 22.24 0.41 21.83 12 8.62 7.18 0.41 6.77 Tabella 141 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio produce benefici, rispetto allo scenario II, sia sul comparto delle utenze irrigue che sui volumi invasati dai principali serbatoi silani (Arvo ed Relazione di sintesi 349 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Ampollino), i quali, in condizioni idrologiche di anno scarso si svuotano a partire dal mese di settembre. Il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di chiusura nel mese di luglio, in condizioni idrologiche di anno scarso. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Nicà Il bacino del fiume Nicà ha una estensione planimetrica complessiva di 175.046 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 77.508 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.27 km con una pendenza media del 2.1 %. Il valore della densità di drenaggio è 5.36 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.65 BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm 3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 14.10 14.16 2.60 0.00 11.56 14.16 1 2.76 2.80 2.60 0.00 0.20 2.80 2 9.49 9.53 2.01 0.00 7.52 9.53 2 2.67 2.70 2.01 0.00 0.69 2.70 3 11.67 11.71 2.36 0.00 9.35 11.71 3 5.02 5.06 2.36 0.00 2.70 5.06 4 7.10 7.13 1.87 0.00 5.26 7.13 4 3.70 3.73 1.87 0.00 1.86 3.73 5 3.64 3.67 1.55 0.00 2.12 3.67 5 1.82 1.85 1.55 0.00 0.30 1.85 6 1.80 1.82 1.48 0.00 0.34 1.82 6 0.85 0.88 1.48 0.00 -0.60 0.88 7 1.27 1.29 1.26 0.00 0.03 1.29 7 0.64 0.67 1.26 0.00 -0.59 0.67 8 0.92 0.94 0.91 0.00 0.03 0.94 8 0.44 0.47 0.91 0.00 -0.44 0.47 9 1.63 1.66 1.32 0.00 0.34 1.66 9 0.98 1.01 1.32 0.00 -0.31 1.01 1.17 1.21 1.58 0.00 -0.37 1.21 Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 10 3.95 3.78 1.58 0.00 2.20 3.78 10 11 4.62 4.75 1.61 0.00 3.14 4.75 11 4.04 4.08 1.61 0.00 2.47 4.08 12 12.07 12.16 2.38 0.00 9.78 12.16 12 3.92 3.96 2.38 0.00 1.58 3.96 anno medio anno scarso Portate mensili (m 3/s) Mese Naturale Portate mensili (m 3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 5.26 5.29 0.97 0.00 Disp. 1 Disp. 2 4.32 5.29 Mese Naturale 1 1.03 1.05 0.97 0.00 Disp. 1 Disp. 2 0.08 1.05 2 3.92 3.94 0.83 0.00 3.11 3.94 2 1.10 1.12 0.83 0.00 0.29 1.12 3 4.36 4.37 0.88 0.00 3.49 4.37 3 1.87 1.89 0.88 0.00 1.01 1.89 4 2.74 2.75 0.72 0.00 2.03 2.75 4 1.43 1.44 0.72 0.00 0.72 1.44 5 1.36 1.37 0.58 0.00 0.79 1.37 5 0.68 0.69 0.58 0.00 0.11 0.69 6 0.70 0.70 0.57 0.00 0.13 0.70 6 0.33 0.34 0.57 0.00 -0.23 0.34 7 0.47 0.48 0.47 0.00 0.01 0.48 7 0.24 0.25 0.47 0.00 -0.22 0.25 8 0.34 0.35 0.34 0.00 0.01 0.35 8 0.16 0.18 0.34 0.00 -0.16 0.18 9 0.63 0.64 0.51 0.00 0.13 0.64 9 0.38 0.39 0.51 0.00 -0.12 0.39 10 1.47 1.41 0.59 0.00 0.82 1.41 10 0.44 0.45 0.59 0.00 -0.14 0.45 11 1.78 1.83 0.62 0.00 1.21 1.83 11 1.56 1.57 0.62 0.00 0.95 1.57 12 4.51 4.54 0.89 0.00 3.65 4.54 12 1.47 1.48 0.89 0.00 0.59 1.48 Tabella 142 Relazione di sintesi 350 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR nel periodo giugno - ottobre nella condizione di anno scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in condizioni di anno medio è dello stesso ordine delle portate naturali. Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV anche nullo in quanto l’ecosistema di tale bacino non risente di una prolungata condizione di secca. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiumara Novito Il bacino della fiumara Novito ha una estensione planimetrica complessiva di 55.857 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 45.435 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 18.89 km con una pendenza media del 4.46 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.52 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.7. BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm 3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 5.89 5.82 1.02 0.00 4.80 5.82 1 3.55 3.50 1.02 0.00 2.48 3.50 2 3.98 3.89 0.77 0.00 3.12 3.89 2 3.08 3.01 0.77 0.00 2.24 3.01 3 5.35 5.24 0.96 0.00 4.28 5.24 3 3.57 3.48 0.96 0.00 2.52 3.48 4 3.26 3.15 0.73 0.00 2.42 3.15 4 2.36 2.25 0.73 0.00 1.52 2.25 5 1.83 1.71 0.59 0.00 1.12 1.71 5 1.43 1.33 0.59 0.00 0.74 1.33 6 0.81 0.70 0.49 0.00 0.21 0.70 6 0.60 0.49 0.49 0.00 0.00 0.49 7 0.52 0.41 0.46 0.00 -0.05 0.41 7 0.40 0.30 0.46 0.00 -0.16 0.30 8 0.33 0.23 0.32 0.00 -0.09 0.23 8 0.26 0.17 0.32 0.00 -0.15 0.17 9 0.77 0.68 0.49 0.00 0.19 0.68 9 0.37 0.29 0.49 0.00 -0.20 0.29 10 1.12 1.02 0.54 0.00 0.48 1.02 10 0.48 0.44 0.54 0.00 -0.10 0.44 11 1.70 1.66 0.57 0.00 1.09 1.66 11 0.91 0.89 0.57 0.00 0.32 0.89 12 4.75 4.70 0.88 0.00 3.82 4.70 12 1.22 1.19 0.88 0.00 0.31 1.19 Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Relazione di sintesi Disp. 1 Disp. 2 351 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m 3/s) Portate mensili (m 3/s) Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 2.20 2.17 0.38 0.00 Disp. 1 Disp. 2 1.79 2.17 1 1.32 1.31 0.38 0.00 0.93 1.31 2 1.64 1.61 0.32 0.00 1.29 1.61 2 1.27 1.24 0.32 0.00 0.92 1.24 3 2.00 1.96 0.36 0.00 1.60 1.96 3 1.33 1.30 0.36 0.00 0.94 1.30 4 1.26 1.21 0.28 0.00 0.93 1.21 4 0.91 0.87 0.28 0.00 0.59 0.87 5 0.68 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64 5 0.54 0.50 0.22 0.00 0.28 0.50 6 0.31 0.27 0.19 0.00 0.08 0.27 6 0.23 0.19 0.19 0.00 0.00 0.19 7 0.19 0.15 0.17 0.00 -0.02 0.15 7 0.15 0.11 0.17 0.00 -0.06 0.11 8 0.12 0.09 0.12 0.00 -0.03 0.09 8 0.10 0.06 0.12 0.00 -0.06 0.06 9 0.30 0.26 0.19 0.00 0.07 0.26 9 0.14 0.11 0.19 0.00 -0.08 0.11 10 0.42 0.38 0.20 0.00 0.18 0.38 10 0.18 0.16 0.20 0.00 -0.04 0.16 11 0.66 0.64 0.22 0.00 0.42 0.64 11 0.35 0.34 0.22 0.00 0.12 0.34 12 1.77 1.75 0.33 0.00 1.42 1.75 12 0.45 0.45 0.33 0.00 0.12 0.45 Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 Tabella 143 CRITICITA’ Si evidenziano delle condizioni di criticità per ciò che riguarda il soddisfacimento del deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR: nei mesi di luglio ed agosto in condizioni idrologiche di anno medio; nel periodo luglio - ottobre nella condizione di anno scarso. Lo stesso appare sovrastimato poiché nei mesi estivi in condizioni di anno medio è dello stesso ordine delle portate naturali. Le caratteristiche tipiche delle fiumare calabresi, che nel periodo estivo sono caratterizzate da deflussi superficiali nulli, giustificano l’ipotesi di considerare, nei mesi estivi, un DMV anche nullo in quanto l’ecosistema di tale tipologia di bacino non risente di una prolungata condizione di secca. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Petrace Il bacino del fiume Petrace, ha una estensione planimetrica complessiva di 422.29 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 107.17 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 37.73 km con una pendenza media del 4.4%. Il valore della densità di drenaggio è 2.51 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.47. Relazione di sintesi 352 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV 1 3 Volumi mensili (hm3) ) DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 27.84 27.49 7.66 0.21 19.83 27.28 1 45.28 44.85 7.66 0.21 37.19 44.64 1 2 34.38 33.78 6.27 0.21 27.51 33.57 2 21.35 20.73 6.27 0.21 14.46 20.52 3 37.87 37.33 6.91 0.21 30.42 37.12 3 27.26 26.75 6.91 0.21 19.84 26.54 4 30.53 29.88 6.07 0.21 23.81 29.67 4 22.66 22.06 6.07 0.21 15.99 21.85 5 17.22 16.50 4.85 0.21 11.65 16.29 5 12.77 12.14 4.85 0.21 7.29 11.93 6 8.74 7.57 3.89 0.21 3.68 7.36 6 7.15 6.03 3.89 0.21 2.14 5.82 7 6.32 4.93 3.75 0.21 1.18 4.72 7 4.57 3.24 3.75 0.21 -0.51 3.03 8 4.63 3.68 3.59 0.21 0.09 3.47 8 3.36 2.46 3.59 0.21 -1.13 2.25 9 5.96 5.43 3.63 0.21 1.80 5.22 9 3.96 3.46 3.63 0.21 -0.17 3.25 10 9.45 8.88 4.07 0.21 4.81 8.67 10 4.53 4.32 4.07 0.21 0.25 4.11 11 14.14 14.08 4.43 0.21 9.65 13.87 11 8.72 8.56 4.43 0.21 4.13 8.35 12 38.00 37.81 6.91 0.21 30.90 37.60 12 18.63 18.42 6.91 0.21 11.51 18.21 anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 16.90 16.74 2.86 0.08 13.88 16.66 Mese Naturale 1 10.40 10.26 2.86 0.08 7.40 10.18 2 14.21 13.97 2.59 0.08 11.38 13.89 2 8.83 8.57 2.59 0.08 5.98 8.49 3 14.14 13.94 2.58 0.08 11.36 13.86 3 10.18 9.99 2.58 0.08 7.41 9.91 4 11.78 11.53 2.34 0.08 9.19 11.45 4 8.74 8.51 2.34 0.08 6.17 8.43 5 6.43 6.16 1.81 0.08 4.35 6.08 5 4.77 4.53 1.81 0.08 2.72 4.45 6 3.37 2.92 1.50 0.08 1.42 2.84 6 2.76 2.33 1.50 0.08 0.83 2.25 7 2.36 1.84 1.40 0.08 0.44 1.76 7 1.70 1.21 1.40 0.08 -0.19 1.13 8 1.73 1.37 1.34 0.08 0.03 1.29 8 1.25 0.92 1.34 0.08 -0.42 0.84 9 2.30 2.09 1.40 0.08 0.69 2.01 9 1.53 1.34 1.40 0.08 -0.06 1.26 10 3.53 3.32 1.52 0.08 1.80 3.24 10 1.69 1.61 1.52 0.08 0.09 1.53 11 5.46 5.43 1.71 0.08 3.72 5.35 11 3.36 3.30 1.71 0.08 1.59 3.22 12 14.19 14.12 2.58 0.08 11.54 14.04 12 6.95 6.88 2.58 0.08 4.30 6.80 Tabella 144 CRITICITA’ Non si hanno condizioni di criticità nel comparto irriguo sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso. Non è assicurato in condizioni di anno scarso il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’autorità di bacino, nella sezione di chiusura per il periodo compreso da luglio a settembre. Caratterizzazione quantitativa del Bacino del Torrente Raganello Il bacino del torrente Raganello ha una estensione planimetrica complessiva di 164.565 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 82.279 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 31.91 km con una pendenza media del 4.3 %. Il valore della densità di drenaggio è 3.06 km/km2. Il Relazione di sintesi 353 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.8. BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 7.21 7.26 1.74 - 5.52 - 1 2.46 2.53 1.74 - 0.79 - 2 6.08 6.12 1.52 - 4.60 - 2 2.34 2.39 1.52 - 0.87 - 3 5.81 5.86 1.61 - 4.25 - 3 1.71 1.77 1.61 - 0.16 - 4 4.12 4.12 1.40 - 2.72 - 4 1.94 1.97 1.40 - 0.57 - 5 2.93 2.66 1.31 - 1.35 - 5 1.34 1.10 1.31 - -0.21 - 6 2.38 1.64 1.22 - 0.42 - 6 1.33 0.61 1.22 - -0.61 - 7 2.24 1.13 1.23 - -0.10 - 7 1.22 0.26 1.23 - -0.97 - 8 2.05 1.35 1.23 - 0.12 - 8 1.13 0.45 1.23 - -0.78 - 9 2.62 2.35 1.24 - 1.11 - 9 1.58 1.33 1.24 - 0.09 - 10 3.05 3.10 1.31 - 1.79 - 10 1.65 1.71 1.31 - 0.40 - 11 3.48 3.53 1.32 - 2.21 - 11 1.21 1.27 1.32 - -0.05 - 12 7.29 7.35 1.74 - 5.61 - 12 2.30 2.37 1.74 - 0.63 - Mese Naturale Mese Naturale anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 2.69 2.71 0.65 - 2.06 - 1 0.92 0.94 0.65 - 0.29 - 2 2.51 2.53 0.63 - 1.90 - 2 0.97 0.99 0.63 - 0.36 - 3 2.17 2.19 0.60 - 1.59 - 3 0.64 0.66 0.60 - 0.06 - 4 1.59 1.59 0.54 - 1.05 - 4 0.75 0.76 0.54 - 0.22 - 5 1.09 0.99 0.49 - 0.50 - 5 0.50 0.41 0.49 - -0.08 - 6 0.92 0.63 0.47 - 0.16 - 6 0.51 0.23 0.47 - -0.24 - 7 0.84 0.42 0.46 - -0.04 - 7 0.46 0.10 0.46 - -0.36 - 8 0.77 0.50 0.46 - 0.04 - 8 0.42 0.17 0.46 - -0.29 - 9 1.01 0.90 0.48 - 0.42 - 9 0.61 0.51 0.48 - 0.03 - 10 1.14 1.16 0.49 - 0.67 - 10 0.61 0.64 0.49 - 0.15 - 11 1.34 1.36 0.51 - 0.85 - 11 0.47 0.49 0.51 - -0.02 - 12 2.72 2.75 0.65 - 2.10 - 12 0.86 0.88 0.65 - 0.23 - Mese Naturale Mese Naturale Tabella 145 CRITICITA’ Non si hanno condizioni di criticità strutturali per il comparto irriguo in condizioni idrologiche di anno medio, mentre in condizioni di anno scarso si ha un deficit dell’11% nel mese di luglio. Emergono dei problemi circa la stima del deflusso minimo vitale. Infatti, le caratteristiche calcaree del bacino del Raganello, caratterizzato da deflussi estivi molto elevati, non consentono di ritenere idonea la Q7-10 per il DMV di tipo idrologico che, nel caso specifico, appare eccessivo rispetto a quello stimato mediante il metodo dell’Autorità di Bacino Regionale. Per tale motivo si è ipotizzato solo l’uso di questo ultimo per redigere Relazione di sintesi 354 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria il DMV del Raganello che, in condizioni idrologiche di anno scarso, non appare garantito nel periodo estivo nella sezione di chiusura del bacino. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Savuto Il bacino del fiume Savuto ha una estensione planimetrica complessiva di 411.55 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 126.411 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 53.27 km con una pendenza media del 4.24%. Il valore della densità di drenaggio è 2.84 km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.75. BILANCIO IDRICO scenario anno scarso scenario anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 42.33 37.89 6.99 0.16 30.90 37.73 1 26.14 24.15 6.99 0.16 17.16 23.99 2 38.08 34.18 6.31 0.15 27.87 34.03 2 22.61 20.62 6.31 0.15 14.31 20.47 3 42.14 37.55 6.99 0.16 30.56 37.39 3 21.03 18.71 6.99 0.16 11.72 18.55 4 31.19 27.19 5.81 0.16 21.38 27.03 4 19.65 17.38 5.81 0.16 11.57 17.22 5 17.86 14.30 4.55 0.16 9.75 14.14 5 10.69 8.30 4.55 0.16 3.75 8.14 6 7.85 4.40 3.47 0.16 0.93 4.24 6 5.21 2.53 3.47 0.16 -0.94 2.37 7 5.10 1.46 3.27 0.16 -1.81 1.30 7 3.21 0.09 3.27 0.16 -3.18 -0.07 8 3.35 0.98 3.11 0.16 -2.13 0.82 8 2.00 0.00 3.11 0.16 -3.11 -0.16 9 4.32 2.60 3.11 0.16 -0.51 2.44 9 3.19 1.81 3.11 0.16 -1.30 1.65 10 5.97 4.50 3.37 0.16 1.13 4.34 10 4.08 3.26 3.37 0.16 -0.11 3.10 11 12.05 10.50 3.89 0.16 6.61 10.34 11 6.75 6.02 3.89 0.16 2.13 5.86 12 35.41 31.90 6.29 0.16 25.61 31.74 12 20.92 19.81 6.29 0.16 13.52 19.65 Mese Naturale Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 scenario anno scarso scenario anno medio Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) DMV 1 DMV 2 1 15.81 14.15 2.61 0.06 11.54 14.09 1 9.76 9.02 2.61 0.06 6.41 8.96 2 15.74 14.13 2.61 0.06 11.52 14.07 2 9.35 8.52 2.61 0.06 5.91 8.46 3 15.73 14.02 2.61 0.06 11.41 13.96 3 7.85 6.99 2.61 0.06 4.38 6.93 4 12.03 10.49 2.24 0.06 8.25 10.43 4 7.58 6.70 2.24 0.06 4.46 6.64 5 6.67 5.34 1.70 0.06 3.64 5.28 5 3.99 3.10 1.70 0.06 1.40 3.04 6 3.03 1.70 1.34 0.06 0.36 1.64 6 2.01 0.98 1.34 0.06 -0.36 0.92 7 1.90 0.55 1.22 0.06 -0.67 0.49 7 1.20 0.03 1.22 0.06 -1.19 -0.03 8 1.25 0.37 1.16 0.06 -0.79 0.31 8 0.75 0.00 1.16 0.06 -1.16 -0.06 9 1.67 1.00 1.20 0.06 -0.20 0.94 9 1.23 0.70 1.20 0.06 -0.50 0.64 10 2.23 1.68 1.26 0.06 0.42 1.62 10 1.52 1.22 1.26 0.06 -0.04 1.16 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale Idrico Disp. 1 Disp. 2 11 4.65 4.05 1.50 0.06 2.55 3.99 11 2.60 2.32 1.50 0.06 0.82 2.26 12 13.22 11.91 2.35 0.06 9.56 11.85 12 7.81 7.40 2.35 0.06 5.05 7.34 Tabella 146 Relazione di sintesi 355 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria CRITICITA’ I risultati mostrano che non si rilevano sostanziali condizioni di criticità sul comparto irriguo. Rimane sempre il problema del MDV che, nei mesi estivi, sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non si riesce a garantire nella sezione di chiusura con il metodo suggerito dall’ABR. Questa situazione di criticità è dovuta alla presenza sull’asta terminale del Fiume Savuto di punti di prelievo che, alimentando le aree irrigue del lametino, privano il corso d’acqua di volumi idrici significativi. E’da sottolineare, comunque, che approcci di natura idrologica univocamente riconosciuti nella letteratura scientifica internazionale, quali la stima dei deflussi di magra su 7 giorni consecutivi Q7 con un associato tempo di ritorno pari a 10 anni, risultano meno restrittivi ai fini del rilascio in alveo come si evince dalle tabelle riportate nelle schede di sintesi. Pertanto, la presenza di utenze irrigue che riducono nel periodo estivo le portate nella sezione di chiusura del bacino non dovrebbero creare condizioni di criticità al sistema biologico del corso d’acqua. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Tacina Il bacino del fiume Tacina ha una estensione planimetrica complessiva di 426.95 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 129.5 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 60.250 km con una pendenza media del 2.46%. Il valore della densità di drenaggio è 4.87 km/km2. Il bacino presenta una forma rettangolare bislunga, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.76. BILANCIO IDRICO Poiché nel bacino del Tacina sono rilasciati volumi idrici dagli impianti silani a scopo irriguo, sono stati previsti diversi scenari congruenti con le regole di gestione ipotizzate per gli impianti silani del bacino del Neto. Tali scenari (tabella seguente) si differenziano tra loro in funzione del DMV adottato e delle regole di gestione degli impianti idroelettrici silani. Relazione di sintesi 356 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Percentuale di Scenario DMV I ABR 90 % II ABR 50 % III ABR 25 % IV Q7-10 90 % V Q7-10 50 % utilizzo della capacità massima Caratteristiche dei diversi scenari idrici Ciascuno degli scenari prevede due condizioni idrologiche, ovvero: - Anno medio, con le portate caratteristiche di riferimento per l’anno idrologico medio; - Anno scarso, con le portate di regime che rappresentano valori critici di disponibilità idrica naturale. SCENARIO I anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 29.60 24.59 6.11 18.48 1 7.23 6.19 6.11 0.08 2 19.45 14.34 4.79 9.55 2 7.44 5.45 4.79 0.66 3 26.35 21.23 5.79 15.44 3 5.73 4.39 5.79 -1.40 4 16.49 16.24 4.69 11.55 4 5.18 4.53 4.69 -0.16 5 11.91 10.70 4.34 6.36 5 4.24 1.94 4.34 -2.40 6 7.12 3.78 3.76 0.02 6 2.41 0.00 3.76 -3.76 7 5.32 0.55 3.70 -3.15 7 1.53 0.00 3.70 -3.70 8 3.89 0.31 3.54 -3.23 8 1.18 0.00 3.54 -3.54 9 4.73 2.43 3.53 -1.10 9 3.98 2.53 3.53 -1.00 10 7.21 5.19 3.88 1.31 10 2.66 2.62 3.88 -1.26 11 9.17 6.96 3.97 2.99 11 3.68 3.43 3.97 -0.54 12 22.94 17.95 5.46 12.49 12 4.76 4.89 5.46 -0.57 Relazione di sintesi 357 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.05 9.18 2.28 6.90 1 2.70 2.31 2.28 0.03 2 8.04 5.93 1.98 3.95 2 3.08 2.25 1.98 0.27 3 9.84 7.93 2.16 5.77 3 2.14 1.64 2.16 -0.52 4 6.36 6.27 1.81 4.46 4 2.00 1.75 1.81 -0.06 5 4.45 4.00 1.62 2.38 5 1.58 0.72 1.62 -0.90 6 2.75 1.46 1.45 0.01 6 0.93 0.00 1.45 -1.45 7 1.99 0.20 1.38 -1.18 7 0.57 0.00 1.38 -1.38 8 1.45 0.12 1.32 -1.20 8 0.44 0.00 1.32 -1.32 9 1.82 0.94 1.36 -0.42 9 1.54 0.98 1.36 -0.38 10 2.69 1.94 1.45 0.49 10 0.99 0.98 1.45 -0.47 11 3.54 2.69 1.53 1.16 11 1.42 1.32 1.53 -0.21 12 8.57 6.70 2.04 4.66 12 1.78 1.83 2.04 -0.21 CRITICITA’ Per il presente scenario emergono una serie di criticità che maggiormente si concentrano nei mesi estivi e, ovviamente, si amplificano in condizioni idrologiche di “anno scarso”. Queste criticità hanno riguardato in particolare: - l’area irrigua Basso Tacina che, in condizioni idrologiche “scarse”, presenta deficit consistenti (maggiori del 40%) nel periodo giugno – agosto; - il minimo deflusso vitale, stimato secondo il metodo suggerito dall’ABR, che in condizioni idrologiche di anno medio non è garantito nella sezione di chiusura nel periodo luglio – settembre, e in condizioni meteorologiche siccitose (anno scarso) nel periodo marzo – dicembre. Non si riscontrano condizioni di criticità per ciò che riguarda il comprensorio irriguo Capo Colonna. SCENARIO II anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 29.60 24.59 6.11 18.48 1 7.23 6.19 6.11 0.08 2 19.45 14.34 4.79 9.55 2 7.44 5.45 4.79 0.66 3 26.35 21.23 5.79 15.44 3 5.73 4.39 5.79 -1.40 4 16.49 16.24 4.69 11.55 4 5.18 4.53 4.69 -0.16 5 11.91 10.70 4.34 6.36 5 4.24 1.94 4.34 -2.40 6 7.12 3.78 3.76 0.02 6 2.41 0.00 3.76 -3.76 7 5.32 2.27 3.70 -1.43 7 1.53 0.00 3.70 -3.70 8 3.89 1.26 3.54 -2.28 8 1.18 0.00 3.54 -3.54 9 4.73 3.43 3.53 -0.10 9 3.98 2.53 3.53 -1.00 10 7.21 5.19 3.88 1.31 10 2.66 2.62 3.88 -1.26 11 9.17 6.96 3.97 2.99 11 3.68 3.43 3.97 -0.54 12 22.94 17.95 5.46 12.49 12 4.76 4.89 5.46 -0.57 Relazione di sintesi 358 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.05 9.18 2.28 6.90 1 2.70 2.31 2.28 0.03 2 8.04 5.93 1.98 3.95 2 3.08 2.25 1.98 0.27 3 9.84 7.93 2.16 5.77 3 2.14 1.64 2.16 -0.52 4 6.36 6.27 1.81 4.46 4 2.00 1.75 1.81 -0.06 5 4.45 4.00 1.62 2.38 5 1.58 0.72 1.62 -0.90 6 2.75 1.46 1.45 0.01 6 0.93 0.00 1.45 -1.45 7 1.99 0.85 1.38 -0.53 7 0.57 0.00 1.38 -1.38 8 1.45 0.47 1.32 -0.85 8 0.44 0.00 1.32 -1.32 9 1.82 1.32 1.36 -0.04 9 1.54 0.98 1.36 -0.38 10 2.69 1.94 1.45 0.49 10 0.99 0.98 1.45 -0.47 11 3.54 2.69 1.53 1.16 11 1.42 1.32 1.53 -0.21 12 8.57 6.70 2.04 4.66 12 1.78 1.83 2.04 -0.21 Tabella 147 CRITICITA’ Tale scenario mostra dei risultati analoghi a quello precedente poiché, in condizioni di anno scarso, gli invasi silani si svuotano fornendo all’utenza idroelettrica un volume pari al 50% della capacità massima d’invaso, non rilasciando quindi sul fiume Tacina i volumi necessari al soddisfacimento dei fabbisogni irrigui del comprensorio Basso Tacina. SCENARIO III anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 29.60 24.59 6.11 18.48 1 7.23 6.19 6.11 0.08 2 19.45 14.34 4.79 9.55 2 7.44 5.45 4.79 0.66 3 26.35 21.23 5.79 15.44 3 5.73 4.39 5.79 -1.40 4 16.49 16.24 4.69 11.55 4 5.18 5.03 4.69 0.34 5 11.91 10.70 4.34 6.36 5 4.24 3.13 4.34 -1.21 6 7.12 3.78 3.76 0.02 6 2.41 0.00 3.76 -3.76 7 5.32 2.27 3.70 -1.43 7 1.53 0.00 3.70 -3.70 8 3.89 1.26 3.54 -2.28 8 1.18 0.00 3.54 -3.54 9 4.73 3.43 3.53 -0.10 9 3.98 2.88 3.53 -0.65 10 7.21 5.19 3.88 1.31 10 2.66 2.62 3.88 -1.26 11 9.17 6.96 3.97 2.99 11 3.68 3.43 3.97 -0.54 12 22.94 17.95 5.46 12.49 12 4.76 4.89 5.46 -0.57 Relazione di sintesi 359 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.05 9.18 2.28 6.90 1 2.70 2.31 2.28 0.03 2 8.04 5.93 1.98 3.95 2 3.08 2.25 1.98 0.27 3 9.84 7.93 2.16 5.77 3 2.14 1.64 2.16 -0.52 4 6.36 6.27 1.81 4.46 4 2.00 1.94 1.81 0.13 5 4.45 4.00 1.62 2.38 5 1.58 1.17 1.62 -0.45 6 2.75 1.46 1.45 0.01 6 0.93 0.00 1.45 -1.45 7 1.99 0.85 1.38 -0.53 7 0.57 0.00 1.38 -1.38 8 1.45 0.47 1.32 -0.85 8 0.44 0.00 1.32 -1.32 9 1.82 1.32 1.36 -0.04 9 1.54 1.11 1.36 -0.25 10 2.69 1.94 1.45 0.49 10 0.99 0.98 1.45 -0.47 11 3.54 2.69 1.53 1.16 11 1.42 1.32 1.53 -0.21 12 8.57 6.70 2.04 4.66 12 1.78 1.83 2.04 -0.21 Tabella 148 CRITICITA’ In tale scenario, in condizioni idrologiche di anno scarso, si ha una riduzione dei deficit per il comparto irriguo Basso Tacina, poiché gli invasi silani non svuotandosi completamente sono in grado di rilasciare nel fiume Tacina volumi d’acqua maggiori rispetto agli scenari precedenti. Permangono le condizioni di criticità dovuti al minimo deflusso vitale, poiché il metodo dell’ABR è troppo restrittivo per le caratteristiche tipiche dei corsi d’acqua calabresi. SCENARIO IV anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Volumi mensili (hm3) ) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 29.60 24.40 0.91 23.49 1 7.23 6.19 0.91 5.28 2 19.45 14.19 0.82 13.37 2 7.44 5.45 0.82 4.63 3 26.35 21.05 0.91 20.14 3 5.73 4.39 0.91 3.48 4 16.49 16.21 0.88 15.33 4 5.18 4.39 0.88 3.51 5 11.91 10.44 0.91 9.53 5 4.24 1.94 0.91 1.03 6 7.12 3.90 0.88 3.02 6 2.41 0.00 0.88 -0.88 7 5.32 1.93 0.91 1.02 7 1.53 0.00 0.91 -0.91 8 3.89 1.57 0.91 0.66 8 1.18 0.00 0.91 -0.91 9 4.73 3.39 0.88 2.51 9 3.98 2.53 0.88 1.65 10 7.21 5.19 0.91 4.28 10 2.66 2.52 0.91 1.61 11 9.17 6.96 0.88 6.08 11 3.68 3.43 0.88 2.55 12 22.94 17.78 0.91 16.87 12 4.76 4.73 0.91 3.82 Relazione di sintesi 360 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.05 9.11 0.34 8.77 1 2.70 2.31 0.34 1.97 2 8.04 5.87 0.34 5.53 2 3.08 2.25 0.34 1.91 3 9.84 7.86 0.34 7.52 3 2.14 1.64 0.34 1.30 4 6.36 6.25 0.34 5.91 4 2.00 1.69 0.34 1.35 5 4.45 3.90 0.34 3.56 5 1.58 0.72 0.34 0.38 6 2.75 1.50 0.34 1.16 6 0.93 0.00 0.34 -0.34 7 1.99 0.72 0.34 0.38 7 0.57 0.00 0.34 -0.34 8 1.45 0.59 0.34 0.25 8 0.44 0.00 0.34 -0.34 9 1.82 1.31 0.34 0.97 9 1.54 0.98 0.34 0.64 10 2.69 1.94 0.34 1.60 10 0.99 0.94 0.34 0.60 11 3.54 2.69 0.34 2.35 11 1.42 1.32 0.34 0.98 12 8.57 6.64 0.34 6.30 12 1.78 1.76 0.34 1.42 Tabella 149 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario I, salvo per ciò che concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici, rispetto allo scenario I, sul comparto dell’utenza irrigua Basso Tacina poiché, in condizioni idrologiche “scarse”, i principali serbatoi silani (Arvo ed Ampollino) si presentano vuoti. E’ da sottolineare, comunque, che il valore della Q7-10 è inferiore al deflusso minimo vitale stimato con il metodo dell’ABR, infatti esso non è garantito nella sezione di chiusura solo nel periodo giugno – agosto in situazione di siccità meteorologica. SCENARIO V anno medio anno scarso 3 Volumi mensili (hm Mese Naturale Idrico DMV Volumi mensili (hm3) ) Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 7.23 6.19 0.91 5.28 1 29.60 24.40 0.91 23.49 1 2 19.45 14.19 0.82 13.37 2 7.44 5.45 0.82 4.63 3 26.35 21.05 0.91 20.14 3 5.73 4.39 0.91 3.48 4 16.49 16.10 0.88 15.22 4 5.18 4.89 0.88 4.01 5 11.91 10.57 0.91 9.66 5 4.24 3.01 0.91 2.10 6 7.12 3.68 0.88 2.80 6 2.41 0.00 0.88 -0.88 7 5.32 2.17 0.91 1.26 7 1.53 0.00 0.91 -0.91 8 3.89 1.16 0.91 0.25 8 1.18 0.00 0.91 -0.91 9 4.73 3.33 0.88 2.45 9 3.98 2.53 0.88 1.65 10 7.21 5.19 0.91 4.28 10 2.66 2.52 0.91 1.61 11 9.17 6.96 0.88 6.08 11 3.68 3.43 0.88 2.55 12 22.94 17.78 0.91 16.87 12 4.76 4.73 0.91 3.82 Relazione di sintesi 361 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anno medio anno scarso Portate mensili (m3/s) Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità Mese Naturale Idrico DMV Disponibilità 1 11.05 9.11 0.34 8.77 1 2.70 2.31 0.34 1.97 2 8.04 5.87 0.34 5.53 2 3.08 2.25 0.34 1.91 3 9.84 7.86 0.34 7.52 3 2.14 1.64 0.34 1.30 4 6.36 6.21 0.34 5.87 4 2.00 1.88 0.34 1.54 5 4.45 3.95 0.34 3.61 5 1.58 1.12 0.34 0.78 6 2.75 1.42 0.34 1.08 6 0.93 0.00 0.34 -0.34 7 1.99 0.81 0.34 0.47 7 0.57 0.00 0.34 -0.34 8 1.45 0.43 0.34 0.09 8 0.44 0.00 0.34 -0.34 9 1.82 1.29 0.34 0.95 9 1.54 0.98 0.34 0.64 10 2.69 1.94 0.34 1.60 10 0.99 0.94 0.34 0.60 11 3.54 2.69 0.34 2.35 11 1.42 1.32 0.34 0.98 12 8.57 6.64 0.34 6.30 12 1.78 1.76 0.34 1.42 Tabella 150 CRITICITA’ Lo scenario ipotizzato mostra situazioni del tutto simili allo scenario II, salvo per ciò che concerne gli effetti prodotti da un rilascio come deflusso minimo vitale di una quantità pari alla portata Q7-10. L’ipotesi di tale rilascio non produce benefici significativi. Come nello scenario precedente, il deflusso minimo vitale non è garantito nella sezione di chiusura nel periodo giugno – agosto in condizioni idrologiche “scarse”. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Fiume Trionto Il bacino del fiume Trionto ha una estensione planimetrica complessiva di 288.82 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Ionio. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 128.95 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 43.82 km con una pendenza media del 2.5 %. Il valore della densità di drenaggio è 4.8 km/km2. Il bacino presenta una forma particolarmente allungata, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 2.1. Relazione di sintesi 362 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno scarso anno medio Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm3) ) Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 1 20.79 20.76 4.63 0.88 16.13 19.88 1 10.00 10.00 4.63 0.88 5.37 9.12 2 17.89 17.81 4.11 0.80 13.70 17.01 2 9.15 9.10 4.11 0.80 4.99 8.30 3 21.21 21.10 4.69 0.88 16.41 20.22 3 12.51 12.45 4.69 0.88 7.76 11.57 4 15.68 15.54 4.04 0.86 11.50 14.68 4 9.85 9.78 4.04 0.86 5.74 8.92 5 9.38 9.25 3.51 0.88 5.74 8.37 5 6.22 6.15 3.51 0.88 2.64 5.27 6 5.80 5.68 3.06 0.86 2.62 4.82 6 3.92 3.84 3.06 0.86 0.78 2.98 7 4.37 4.27 3.00 0.88 1.27 3.39 7 2.86 2.79 3.00 0.88 -0.21 1.91 8 3.31 3.21 2.89 0.88 0.32 2.33 8 2.14 2.08 2.89 0.88 -0.81 1.20 9 4.07 3.99 2.88 0.86 1.11 3.13 9 2.51 2.47 2.88 0.86 -0.41 1.61 10 6.93 6.75 3.27 0.88 3.48 5.87 10 3.28 3.23 3.27 0.88 -0.04 2.35 11 7.54 7.57 3.24 0.86 4.33 6.71 11 4.30 4.32 3.24 0.86 1.08 3.46 12 20.20 20.21 4.58 0.88 15.63 19.33 12 7.18 7.19 4.58 0.88 2.61 6.31 Mese Naturale Idrico DMV 1 DMV 2 Mese Naturale anno scarso anno medio Portate mensili (m3/s) Mese Naturale Disp. 2 Portate mensili (m3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 Idrico DMV 1 DMV 2 Disp. 1 Disp. 2 1 7.76 7.75 1.73 0.33 6.02 7.42 1 3.73 3.73 1.73 0.33 2.00 3.40 2 7.40 7.36 1.70 0.33 5.66 7.03 2 3.78 3.76 1.70 0.33 2.06 3.43 3 7.92 7.88 1.75 0.33 6.13 7.55 3 4.67 4.65 1.75 0.33 2.90 4.32 4 6.05 6.00 1.56 0.33 4.44 5.67 4 3.80 3.77 1.56 0.33 2.21 3.44 5 3.50 3.45 1.31 0.33 2.14 3.12 5 2.32 2.30 1.31 0.33 0.99 1.97 6 2.24 2.19 1.18 0.33 1.01 1.86 6 1.51 1.48 1.18 0.33 0.30 1.15 7 1.63 1.59 1.12 0.33 0.47 1.26 7 1.07 1.04 1.12 0.33 -0.08 0.71 8 1.23 1.20 1.08 0.33 0.12 0.87 8 0.80 0.78 1.08 0.33 -0.30 0.45 9 1.57 1.54 1.11 0.33 0.43 1.21 9 0.97 0.95 1.11 0.33 -0.16 0.62 10 2.59 2.52 1.22 0.33 1.30 2.19 10 1.22 1.21 1.22 0.33 -0.01 0.88 11 2.91 2.92 1.25 0.33 1.67 2.59 11 1.66 1.67 1.25 0.33 0.42 1.34 12 7.54 7.55 1.71 0.33 5.84 7.22 12 2.68 2.69 1.71 0.33 0.98 2.36 Mese Naturale Tabella 151 CRITICITA’ I risultati mostrano che si hanno particolari condizioni di criticità per ciò che riguarda il deflusso minimo vitale, stimato con il metodo dell’ABR, in condizioni idrologiche di anno scarso nel periodo luglio - ottobre. Caratterizzazione quantitativa del Bacino della Torrente Turrina Il bacino del torrente Turrina ha una estensione planimetrica complessiva di 57.716 km2, con sezione di chiusura coincidente con la foce del Mar Tirreno. Il perimetro dell’intero spartiacque è pari a 40.553 km e la lunghezza della sua asta principale è di circa 16.48 km con una pendenza media del 5.13 %. Il valore della densità di drenaggio è 2.07 km/km2. Il bacino presenta una forma ovale rotonda, evidenziata da un coefficiente di forma (Gravelius) pari a 1.50. Relazione di sintesi 363 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BILANCIO IDRICO anno medio anno scarso Volumi mensili (hm 3 Volumi mensili (hm 3) ) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 3.59 3.67 0.72 0.00 2.95 3.67 1 2.57 2.66 0.72 0.00 1.94 2.66 2 3.25 3.32 0.65 0.00 2.67 3.32 2 1.50 1.58 0.65 0.00 0.93 1.58 3 3.68 3.76 0.72 0.00 3.04 3.76 3 2.09 2.17 0.72 0.00 1.45 2.17 4 2.38 2.45 0.57 0.00 1.88 2.45 4 1.40 1.47 0.57 0.00 0.90 1.47 5 1.38 1.45 0.48 0.00 0.97 1.45 5 0.95 1.01 0.48 0.00 0.53 1.01 6 0.66 0.50 0.41 0.00 0.09 0.50 6 0.41 0.26 0.41 0.00 -0.15 0.26 7 0.50 0.26 0.40 0.00 -0.14 0.26 7 0.27 0.17 0.40 0.00 -0.23 0.17 8 0.36 0.22 0.35 0.00 -0.13 0.22 8 0.23 0.17 0.35 0.00 -0.18 0.17 9 0.54 0.58 0.39 0.00 0.19 0.58 9 0.41 0.46 0.39 0.00 0.07 0.46 10 0.80 0.87 0.43 0.00 0.44 0.87 10 0.52 0.60 0.43 0.00 0.17 0.60 11 1.20 1.28 0.47 0.00 0.81 1.28 11 0.72 0.80 0.47 0.00 0.33 0.80 12 3.69 3.78 0.72 0.00 3.06 3.78 12 1.49 1.57 0.72 0.00 0.85 1.57 Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 Mese Naturale anno scarso anno medio Portate mensili (m 3/s) Mese Naturale Disp. 1 Disp. 2 Portate mensili (m 3/s) Idrico DMV 1 DMV 2 Idrico DMV 1 DMV 2 1 1.34 1.37 0.27 0.00 Disp. 1 Disp. 2 1.10 1.37 Mese Naturale 1 0.96 0.99 0.27 0.00 Disp. 1 Disp. 2 0.72 0.99 2 1.34 1.37 0.27 0.00 1.10 1.37 2 0.62 0.65 0.27 0.00 0.38 0.65 3 1.37 1.40 0.27 0.00 1.13 1.40 3 0.78 0.81 0.27 0.00 0.54 0.81 4 0.92 0.94 0.22 0.00 0.72 0.94 4 0.54 0.57 0.22 0.00 0.35 0.57 5 0.52 0.54 0.18 0.00 0.36 0.54 5 0.35 0.38 0.18 0.00 0.20 0.38 6 0.25 0.19 0.16 0.00 0.03 0.19 6 0.16 0.10 0.16 0.00 -0.06 0.10 7 0.19 0.10 0.15 0.00 -0.05 0.10 7 0.10 0.06 0.15 0.00 -0.09 0.06 8 0.13 0.08 0.13 0.00 -0.05 0.08 8 0.09 0.06 0.13 0.00 -0.07 0.06 9 0.21 0.22 0.15 0.00 0.07 0.22 9 0.16 0.18 0.15 0.00 0.03 0.18 10 0.30 0.32 0.16 0.00 0.16 0.32 10 0.20 0.22 0.16 0.00 0.06 0.22 11 0.46 0.49 0.18 0.00 0.31 0.49 11 0.28 0.31 0.18 0.00 0.13 0.31 12 1.38 1.41 0.27 0.00 1.14 1.41 12 0.56 0.59 0.27 0.00 0.32 0.59 Tabella 152 CRITICITA’ La situazione di maggiore criticità si ha nella condizione idrologica di anno scarso, nella quale non si riesce a soddisfare la richiesta irrigua nei mesi di luglio ed agosto con un deficit rispettivamente del 48% e del 34 %. In condizioni di siccità meteorologica, tali problemi potranno essere opportunamente risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza, dai quali valutare le priorità tra la risorsa superficiale e quella sotterranea ad integrazione della prima. I risultati mostrano, inoltre, che sia in condizioni idrologiche di anno medio che di anno scarso non viene soddisfatto il vincolo di deflusso minimo vitale determinato con il metodo suggerito dall’ABR. Il carattere di fiumara del torrente Turrina evidenzia che nei mesi estivi la portata naturalmente disponibile è molto bassa o addirittura, per alcuni periodi dell’anno, nulla. Infatti, l’ecosistema di tale bacino non risente di tale Relazione di sintesi 364 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria condizione di secca, pertanto si potrebbe pensare, nei mesi estivi, di considerare un deflusso minimo vitale anche nullo. 0.3.2.2 Acque di transizione Per la definizione del giudizio di qualità chimica, alle indagini di base sulle acque sono state associate indagini sui sedimenti e sul biota. La rete di stazioni per il monitoraggio delle acque di transizione comprende due siti: Zone Umide di Gizzeria Lido (codice AT01) e Pantano di Saline Ioniche (codice AT02). Mentre il Pantano di Saline (codice sito AT02) va incontro a ripetuti e prolungati periodi di isolamento dal mare, con conseguenti sostanziosi cali di salinità e accumulo di sostanze organiche, le acque di Gizzeria (codice sito AT01) sono caratterizzate da una vivificazione (ossia dall’ingresso di acque marine) più frequente. In particolar modo, relativamente al sito AT01, i parametri rilevati (in particolare quelli chimico-fisici) risentono nell’arco dell’anno, in modo significativo, sia delle variazioni climatiche che degli apporti di acque dolci. La bassa profondità misurata fa si che si registrino valori di temperatura con minimi più bassi nei mesi invernali e picchi nei mesi estivi rispetto alle acque marine costiere corrispondenti, nell’anno la temperatura minima registrata è stata infatti di circa 10 gradi in dicembre – gennaio e di circa 29 a fine agosto. Il pH non mostra forti variazioni, mantenendosi in genere poco al di sotto dei valori tipici delle acque marine (8,2-8,3), i valori risultano più elevati in corrispondenza delle maggiori salinità. Per quanto attiene agli enterococchi, le concentrazioni rilevate in 7 occasioni nei campioni superficiali e in 5 in quelli prelevati sul fondo, risultano superiori al limite previsto di 100 UFC/100 ml, indicando una contaminazione fecale che, ad una analisi degli andamenti, pare associata ai cali di salinità e non direttamente al valore di quest’ultima. Le concentrazioni relative a fosforo e azoto totali appaiono influenzate dal contributo dato dalla frazione particellata e dal plancton presente. I maggiori valori in biomassa, espressa come CHla, si registrano nei mesi tardo primaverili ed estivi, quando le condizioni termiche e di illuminazione delle acque meglio si prestano alla proliferazione delle piccole forme flagellate, che caratterizzano il popolamento fitoplanctonico. Per quanto concerne il sito AT02, la temperatura registrata mostra lo stesso andamento di quella rilevata nel sito AT 01. In questa stazione i massimi rilevati dalla fine di agosto raggiungono i 30 gradi. Relazione di sintesi 365 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La trasparenza è sempre estremamente ridotta, con valori più volte inferiori al metro. La salinità mostra valori significativamente inferiori a quella marina con decisi incrementi che la portano su valori prossimi al mare in gennaio e in ottobre. Le variazioni interessano tutto lo strato d’acqua con differenze molto ridotte tra superficie e fondo. Si osserva una tendenza all’aumento progressivo nei mesi caldi. Sono state osservate in entrambi gli anni di monitoraggio concentrazioni irregolari, ma estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di Chla, che superano più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc. Il campione relativo al sito AT01 non ha rivelato tossicità acuta (EC50 non calcolabile per nessun organismo testato), mentre il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri. Per la classificazione delle acque di transizione si valuta il numero di giorni di anossia/anno, misurate nelle acque di fondo. Questo risultato va integrato con il livello di concentrazione di inquinanti prioritari riferito agli standard di qualità ambientale fissati dal DM del 12/06/2003 n° 367 (Rif.APAT monitoraggio acque di transizione 2004) e insieme definiscono lo stato ambientale complessivo delle acque di transizione. Sulla base dei risultati osservati dalle concentrazioni di ossigeno disciolto nell’arco del biennio di monitoraggio, per quanto riguarda il sito di Gizzeria Lido (AT01), i valori monitorati non mostrano in nessuna occasione concentrazioni inferiori ad 1 mg/l, permettendo di attribuire a questa stazione una classe ambientale “buona”. Questa situazione viene confermata anche dall’esito delle analisi condotte sulle acque e sui sedimenti dove pur registrando valori elevati per il cromo, che eccede di poco il limite indicato dal D.M. 367/03, ciò non porta a pregiudicare il giudizio di qualità “buona” espressa anche per il 2006 (cfr relazione II° rapporto annuale progetto di rilevamento quali – quantitativo delle acque superficiali). Le concentrazioni di tutti gli altri parametri analizzati (IPA, metalli pesanti, composti organoclorurati e composti organostannici) rientrano nei limiti indicati dalla normativa. Anche i saggi biologici condotti sui sedimenti hanno dato per questo sito un esito negativo. Pertanto, l’obiettivo di qualità al 2016 è quello del mantenimento di detto stato. Relazione di sintesi 366 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Anche per quanto concerne il sito di Saline Joniche (AT02), non sono stati rilevati livelli di ossigeno disciolto inferiori a 1 mg/l benchè in alcune occasioni siano registrabili cali fino a 2 mg/l. Per quanto attiene a questo parametro anche a questa stazione è quindi attribuibile una classe di Qualità Ambientale “Buona”. Tuttavia questo risultato da solo non è sufficiente a definire lo stato ambientale del corpo idrico, ma anzi va integrato con tutta una serie di informazioni che hanno evidenziato per questo sito concentrazioni irregolari, estremamente elevate, dei nutrienti, sia nella frazione disciolta che totale, con picchi maggiori in periodo invernale e fine estivo autunnale. A tali concentrazioni si associa, in maniera non regolare, la presenza di enterococchi, quasi sempre superiori al limite. Il Pantano è caratterizzato, in particolare, da elevatissime concentrazioni di CHla, che superano più volte i 20 mg/mc con massimi di oltre 180 mg/mc. A questo si aggiunge il fatto che il sedimento del sito AT02 è risultato tossico per il batterio Vibrio fischeri e pertanto poiché la classificazione delle acque lagunari e degli stagni costieri prevede che l’esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti ne pregiudichi lo stato ambientale, il sito AT02 (Saline Ioniche) va classificato nella classe scadente. Pertanto, per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale dello stato “buono” al 2016 dovranno essere poste in essere una serie di indagini volte a verificare l’eventuale presenza di una contaminazione antropica per l’elevate concentrazioni di nutrienti, clorofilla ed indicatori microbiologici, e verificare le motivazioni della tossicità del sedimento al batterio Vibrio fisheri. Le informazioni ecotossicologiche avute inducono ad ipotizzare una situazione compromessa dal punto di vista ambientale, sia pregressa che attuale, in quanto presente sia nel primo che nel secondo anno di campionamento. In entrambi gli anni di campionamento, gli organismi di Mytilus galloprovincialis raccolti sono sempre risultati scarsi come numero e di dimensioni ridotte poiché quelli di dimensioni maggiori sono morti nel periodo di esposizione. I punti di innesto sono stati localizzati al centro del sito dove i mitili sono stati ancorati ad una boa. Se prendiamo in considerazione i valori limite imposti dal Regolamento CEE 466/2001 relativi al piombo, mercurio e cadmio nei molluschi destinati all’alimentazione umana e riportati nella seguente tabella: Relazione di sintesi 367 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria METALLO LIMITE mg/kg Mercurio 0,5 Piombo 1,5 Cadmio 1 Tabella 153 si nota che le concentrazioni ottenute per questi elementi nelle due campagne risultano inferiori ai corrispondenti valori limite tranne che per il piombo che nel mese di luglio risulta eccedente il valore guida adottato di 1,5 mg/Kg. Per quanto riguarda i microinquinanti organici, i mitili prelevati non hanno evidenziato livelli di inquinamento difformi da quelli riscontrati nei mitili naturali analizzati nel corso delle campagne relative alle acque idonee alla vita dei molluschi. 0.3.2.3 Acque marino costiere Il D.lgs. 152/99 e s.m.i. pone quale obiettivo per il 31/12/2008 il raggiungimento di valori di TRIX inferiori a 5 unità su ciascuna delle stazioni monitorate (stato “buono”). L’indice TRIX classifica le acque costiere calabresi, ossia tutti i 67 transetti dislocati all’interno dei 15 tratti di costa omogenei identificati già nel paragrafo 0.1, sempre con elevata qualità trofica e, pertanto, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. si rileva che le condizioni di trofia sono già in linea con gli obiettivi indicati dalla normativa per il 2008 ed il 2016 (indice trofico TRIX < 5). Il monitoraggio per la caratterizzazione delle acque marino costiere calabresi, condotto dal novembre 2005 a settembre 2007, ha evidenziato una buona qualità trofica degli ecosistemi marini. Durante i due anni di indagine non sono mai state rilevate situazioni di allontanamento dalla naturalità quali, ad esempio la scarsa trasparenza delle acque, valori di saturazione percentuali di ossigeno molto bassi o, peggio, anossie di fondo, eutrofizzazione costiera, presenza e fioriture monospecifiche di specie fitoplanctoniche potenzialmente tossiche, elevate concentrazioni di nutrienti inorganici ed organici. La figura 110 riporta la classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere attraverso l’applicazione dell’indice trofico (TRIX), ovvero “il valore medio dell’indice trofico derivato dalle singole misure durante un complessivo periodo di indagine di 24 mesi” (Tab. 17 del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n. 152). Relazione di sintesi 368 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 110: Classificazione dello stato ambientale delle acque marino costiere attraverso l’applicazione dell’indice trofico. L’indagine sulle biocenosi condotta su praterie di Posidonia oceanica ha rilevato uno stato di sofferenza su 6 dei 10 siti analizzati, senza però regressioni evidenti del limite inferiore. Riteniamo assolutamente rilevanti le osservazioni effettuate su alcune praterie dove sono evidenti i segni di attività di pesca a strascico e di danni procurati dall’ancoraggio. Tra gli ambienti marini mediterranei le praterie a Posidonia oceanica costituiscono un ecosistema di fondamentale importanza per la riproduzione, lo sviluppo ed il rifugio di moltissime specie animali provenienti non solo dallo stesso ambiente a Posidonia, ma da numerosi ambienti costieri limitrofi. Il fondamentale ruolo ecologico svolto dalle praterie a Posidonia oceanica è dovuto alla particolare stabilità del sistema che permette l’ambientamento della fauna marina alle molteplici nicchie che si creano all’interno dell’ecosistema stesso. La sua stabilità deriva dalle caratteristiche morfologiche e funzionali della pianta le cui strutture vegetative sono particolarmente persistenti. Questo è valido soprattutto per il comparto dei rizomi (corrispondenti al fusto) che, potendo crescere sia in senso orizzontale che verticale, può formare una struttura complessa a terrazzo, definita “matte”, che può raggiungere lo spessore di 5-6 metri e persistere per centinaia di anni. Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che l’accrescimento di Posidonia oceanica è Relazione di sintesi 369 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria molto lento, 1-2 cm/anno per i rizomi a crescita verticale, 2-3 cm/anno per i rizomi a crescita orizzontale. Tutto questo si traduce in una relativa resistenza agli impatti grazie alla robustezza del sistema, ma ad una bassissima capacità rigenerativa, dovuta appunto ai lenti ritmi di crescita. Con un facile calcolo è possibile stimare che la ricostituzione di una piccola zolla di ca. 20 x 20 cm, strappata da un’ancora, possa avvenire in un tempo minimo di 10 anni. Esistono ad oggi, nel nostro paese, pochi studi sulla valutazione degli effetti delle ancore sul sistema a Posidonia. Gli autori di questi studi hanno evidenziato un danno effettivo al sistema commisurato al tipo di ancora utilizzato. Sperimentazioni di reimpianto su piccola ed ampia scala in aree degradate da impatto antropico (inquinamento, scarico di materiali) hanno dato risultati molto scarsi nonostante gli altissimi costi economici. L'ipotesi di una possibile "riforestazione" di aree degradate quindi, a parte il presupposto di rimuovere a monte le cause del degrado, non sembra praticabile su larga scala. Quindi, è importante sottolineare come la prateria a Posidonia oceanica non è una risorsa rinnovabile, per cui per mantenerne i documentati benefici (grande valenza biologicoambientale, protezione dall’erosione dei fondali e prevenzione del depauperamento degli arenili) la scelta della sua protezione a priori rimane di fondamentale importanza. Dove non sono presenti le praterie di Posidonia oceanica, sono state effettuate indagini sulle comunità bentoniche di SFBC. L’analisi di queste comunità ha evidenziato la presenza di aree di pregio quali Saline Ioniche e aree caratterizzate da specie indicatrici di fondi molli instabili. In aggiunta, l’indice di diversità specifica mostra un andamento abbastanza diverso nei siti analizzati evidenziando aree a bassa diversità e, quindi, in sofferenza. Le indagini condotte offrono utili indicazioni sullo stato di salute degli ecosistemi costieri individuando le causa di stress in una generica pressione antropica che è abbastanza diffusa lungo le coste della regione. I risultati relativi alla contaminazione microbiologica evidenziano, anch’essi, una buona qualità delle acque marino costiere, con eccezione di una campagna di campionamento condotta nel mese di settembre 2007 quando è stato rilevata, soprattutto nel settore tirrenico, una elevata contaminazione microbiologica mai registrata prima nelle acque marine costiere calabresi. Il piano di campionamento condotto da novembre 2005 a settembre 2007 prevedeva che l’ubicazione delle stazioni più costiere, dei 67 transetti ubicati lungo il periplo della regione Calabria, tenesse conto delle indicazioni del testo aggiornato del D.Lgs 11 maggio 1999, n. Relazione di sintesi 370 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 152 e, quindi, della tipologia di fondale (basso, medio o alto). Con questa logica, la distanza minima dalla costa è tale da non intercettare, quasi mai e, soprattutto, nelle aree a basso e medio fondale, il segnale delle acque dolci veicolate dai corsi d’acqua che tendono a scorrere lungo le coste. Questa fascia marina, strettamente costiera, oltre ad essere quella più utilizzata dal punto di vista della balneazione è quella che enfatizza maggiormente il contributo degli apporti del bacino versante oltre che l’impatto degli scarichi fognari. L’analisi dei dati ha evidenziato che, nel caso specifico della Calabria, le scale spaziotemporali ai sensi del D. Lgs. 152/99 e s.m.i. sono inadeguate sia per valutare le cause di stress ambientale dovute agli apporti antropici, che per individuarne le fonti certe di inquinamento al fine di proporre rimedi e mitigazioni. Bisogna tener presente che la regione Calabria presenta una elevata complessità idrografica costiera e un bacino versante con particolari caratteristiche, ovvero con apporti discontinui di corsi d’acqua che sperimentano, nel corso dell’anno, regimi di piena e lunghi periodi di scarsa portata o di secca, Di contro, un controllo su scale spazio-temporali adeguate è certamente il monitoraggio condotto per la balneazione (secondo quanto prescritto o previsto dal DPR 470/82), delegato, per legge, alle agenzie regionali. Questa azione di monitoraggio, è condotta per poco più di quattro mesi, nel periodo compreso tra aprile e settembre e risponde adeguatamente all’obiettivo della balneabilità, ma anch’esso non è idoneo ad individuare le fonti di contaminazione, se non per il periodo di indagine (1 Aprile- 30 Settembre). In aggiunta, in questo complesso quadro problematico, bisogna tener presente che le colimetrie costituiscono solo indici di inquinamento, ma non danno indicazioni accurate sulle caratteristiche microbiologiche delle matrici conservative che potrebbero risultare contaminate da batteri patogeni anche in assenza di indici di contaminazione fecale. Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione microbiologica delle acque costiere, esiste la necessità di analizzare, ove presenti, serie temporali lunghe, soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua disomogeneità sia spaziale che temporale. Come notazione di carattere generale bisogna tener presente che l’ambiente marino pelagico, è soggetto, in ogni suo punto, ad un continuo ricambio del corpo d’acqua, su scale spaziali e temporali estremamente variabili. Questa caratteristica dei sistemi acquatici rende l’osservazione puntuale scarsamente rappresentativa della condizione ambientale e, comunque, di più difficile interpretazione. Pertanto, solo osservazioni ripetute su appropriate scale spazio-temporali possono delineare un quadro più affidabile del Relazione di sintesi 371 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria funzionamento del sottosistema marino e, nel caso di un’area costiera, consentire l’individuazione di segnali di impatto antropico. La regione Calabria, attraverso il finanziamento e l’attuazione del Programma d’interventi per la valutazione delle condizioni ambientali delle acque marine calabresi, che in pratica ha riguardato l’arco temporale compreso tra il 1990 e il 1995 e tra il 1998 e il 2000, ha prodotto risultati che rappresentano vere e proprie serie temporali, che benché scarsamente utilizzati, costituiscono una base-dati di grande rilevanza ai fini gestionali in relazione alla persistente ed incontrollata pressione antropica oltre che a cambiamenti indotti da variazioni climatiche. I dati relativi alle serie temporali sopra riportate sono stati analizzati, in un’unica visione problematica, insieme ai risultati del monitoraggio Nov. 2005-Sett.2007 e ai dati recenti relativi alla balneazione. In aggiunta, per una interpretazione adeguata delle fenomenologie che interessano la fascia costiera, le informazioni delle caratteristiche igienico sanitarie delle acque costiere sono stati analizzate in una visione integrata, con l’analisi delle acque destinate alla vita dei molluschi e alla loro eventuale contaminazione microbiologica (cfr. Allegato N). Una integrazione reale necessita anche di valutare la contaminazione della terraferma che favorisce, com’è noto, fenomeni di accumulo e di permanenza delle sostanze inquinanti e di molti organismi per tempi lunghi. Tale contaminazione, in modo assolutamente imprevedibile, è veicolata a mare, essenzialmente durante le stagioni autunnali, invernali e primaverili. Questa tipologia di analisi è assolutamente indispensabile in un territorio con caratteristiche peculiari tipiche come quelle della regione Calabria. L’analisi di tutti i dati di contaminazione fecale relativi al quinquennio 1990-1995, ha evidenziato che l’11% dei campioni analizzati è risultato contaminato. L’analisi puntuale dei siti ha rilevato che il 58% di essi è risultato, anche se sporadicamente, contaminato (Figura 111). Ciò ad enfatizzare l’esistenza, sul territorio a terra, di focolai di contaminazioni e l’irregolarità delle fonti inquinanti che sono numerose e di difficile controllo. Tutto ciò appare imputabile alla inadeguata rete fognaria e/o al pessimo funzionamento della depurazione, ove presente. Relazione di sintesi 372 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml 11% 42% 89% A 58% B Figura 111: Contaminazione microbiologica : 1990-1995, A) % campioni contaminati (800 su 7231), B) % siti contaminati (219 su 377). Più nel dettaglio, analizzando i settori ionico e tirrenico e lo Stretto di Messina separatamente è emerso che le coste tirreniche presentano, percentualmente, un numero di campioni contaminati quasi doppio rispetto al settore ionico (12% contro il 7% ). L’area dello Stretto di Messina, che è sottoposta agli impatti della città di Reggio Calabria, è certamente l’area maggiormente inquinata con ben il 34 % dei campioni analizzati e il 96% dei siti investigati. Sulla base di questi risultati, durante gli anni 1998-2000, l’attenzione fu puntata su 16 aree costiere della Calabria ritenute a rischio igienico-sanitario o comunque meritevoli di approfondimento in base ai risultati del precedente quinquennio. Tali aree sono rappresentate dai tratti di costa interessati dagli apporti dei corsi d’acqua Amato, Turrina, Angitola, Ruffa, Mesima, Budello e Petrace, per quanto riguarda la costa tirrenica e dell’Ancinale, Corace, Melito, Esaro, Neto e Crati, per quanto riguarda la costa ionica e dai litorali dei centri urbani di Paola, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone. Questa indagine mirata ha evidenziato che in queste aree, per l’intero triennio e per tutte le stagioni, circa il 50% dei campioni analizzati è risultato contaminato con livelli di contaminazione molto elevati (Figura 112). Tra i siti analizzati, il 92% è contaminato con una frequenza di contaminazione elevatissima (>60%). Alcuni di questi siti, ad esempio le aree antistanti la foce del Crati, la foce dell’Esaro, alcuni siti del litorale di Reggio Calabria, alcune siti antistante corsi d’acqua nel Golfo di Gioa Tauro, sono risultati sempre contaminati. Relazione di sintesi 373 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml 8% 92% 48% 52% A B Figura 112: Contaminazione microbiologica : Febbraio 1998-Ottobre 2000, A) % campioni contaminati (807 su 1669), B) % siti contaminati (129 su 140). In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 19901995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le seguenti tipologie di contaminazioni: • aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la depurazione e lo smaltimento dei reflui; • aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima pressione antropica; • aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua. Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90 fino al 2000. L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una maggiore incidenza nel settore tirrenico (Figura 113). Relazione di sintesi 374 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Coliformi fecali > 100 UFC/ml < 100 UFC/ml 4% 14% 96% 86% A B Figura 113: Contaminazione microbiologica: balneazione 2007, A) % campioni contaminati (201 su 5394), B) % siti contaminati (88 su 634). Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la conseguente influenza sul regime delle precipitazioni. Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007 sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori, rilevate durante il 2007, potrebbe essere coerente con il modesto livello di inquinamento rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006. Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione. Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e, quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel Relazione di sintesi 375 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15 nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94% dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica, in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno. In definitiva, riteniamo di poter affermare quanto già evidenziato durante le indagini condotte nel decennio 1990-2000, ovvero che la regione Calabria manifesta grandi carenze nel collettamento degli scarichi fognari enfatizzato dai risultati delle indagini di contaminazione dei corsi d’acqua superficiali dove, nell’arco di 12 campionamenti mensili (Dic. 2006 – Nov. 2007) più del 90% dei campioni analizzati è risultato pesantemente contaminato. Un discorso a parte merita l’anomalia registrata a settembre 2007 quando sono stati misurati a mare livelli di contaminazione elevatissimi soprattutto nel settore tirrenico. L’inquinamento registrato non è correlabile con variabili chimico-fisiche, ad esempio la salinità, tali da enfatizzare consistenti arrivi di acqua dolce da terra. L’unico dato di tipo oceanografico, in qualche modo correlabile è il segnale del minimo sub superficiale di salinità. Tale struttura oceanografica è presente, durante l’estate, lungo le coste tirreniche della Calabria a segnalare la presenza di una massa d’acqua denominata MAW (Modified Atlantic Water) che normalmente si colloca tra i 50 e i 90 metri. Di contro, durante la tarda estate del 2007 la MAW era posizionata tra i 20 e i 50 metri (Figura 114). Relazione di sintesi 376 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria A B Figura 114: Distribuzione spaziale della salinità alla quota di 20 metri A) estate 2007, B) settembre 2006. Il segnale della presenza di questa massa d’acqua, di norma è più evidente nella parte meridionale della costa tirrenica della Calabria e tende a scomparire procedendo verso nord. Nel settembre 2007 non solo il minimo si colloca in un differente strato della colonna d’acqua, e ciò potrebbe essere dovuto alla anomalia termica invernale che ha alterato consistentemente il rimescolamento verticale della colonna d’acqua, ma è differente il senso della distribuzione di questo segnale che è esattamente contrario a quello normalmente osservato ad enfatizzare un possibile scenario di cambio della circolazione costiera con tutte le implicazioni, anche di tipo trofico, che tale situazione comporta. Se da una parte non esistono chiare correlazioni con i classici parametri abiotici, un segnale dell’anomalia della fine di agosto del 2007 potrebbe essere ricavato dall’analisi dei dati satellitari. I questo senso, i dati satellitari utilizzati in questo studio provengono dal sensore MODISAqua. Sono stati presi in esame quelle grandezze che potessero fornire informazioni riguardanti sversamenti costieri che aumentano il contenuto di clorofilla (Chla), di materiale totale sospeso (TSM), di carbonio organico particellato (POC) con la conseguente variazione del coefficiente di attenuazione della luce a 490 nanometri (k490). Per questo studio di sintesi, sono state elaborate le immagini relative al periodo compreso tra la fine di agosto e la prima decade di settembre 2007. Relazione di sintesi 377 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Tramite le immagini True-color è possibile individuare, grazie all’elevata risoluzione, una fioritura fitoplanctonica costiera quale risultato di apporti di acque continentali a mare legate ad un evento precedente. In questo senso, analizzando a titolo di esempio il giorno 1 settembre a confronto con la sequenza dei giorni 5, 6 e 7 settembre, è visibile un chiaro segnale di risposta del comparto primario ad un eventuale precedente sversamento da terra, indicato da filamenti di colore più chiaro all’altezza di Scalea (Figg. 115, 116, 117 e 118). A B Figura 115: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 1 settembre 2007 Le concentrazioni di clorofilla in condizioni “normali” dovrebbero essere intorno a 0.08 mg m3 mentre il 6 settembre, nelle acque antistanti Scalea la concentrazione di clorofilla arriva a 0,3 – 0,4 mg m3. Le concentrazioni di biomassa fitoplanctonica, così come il coefficiente di attenuazione della luce, (k490) ottenuti per i primi giorni di settembre, sono ben correlati con la distribuzione degli enterococchi rinvenuti durante la campagna oceanografica effettuata alla fine di agosto nel settore tirrenico . Relazione di sintesi 378 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria A B Figura 116: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 5 settembre 2007 A B Figura 117: Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 6 settembre 2007 Relazione di sintesi 379 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 118 : Distribuzione spaziale di A) clorofilla (Chla) e B) coefficiente di attenuzione della luce (k490) relative al 7 settembre 2007 Nonostante le date di campionamento non siano coincidenti ma distanziate di qualche giorno, la correlazione tra Enterococchi e presenza di particellato in acqua potrebbe essere coerente con un evento straordinario verificatosi a fine agosto. I dati relativi alla balneazione non sono utili ad una verifica di coerenza con i risultati del monitoraggio Nov. 2005-Sett.2007 perchè i campionamenti relativi alla balneabilità delle aree costiere del settore tirrenico sono stati effettuati prima del 24 Agosto e, quindi, antecedenti a quelli effettuati durante la campagna di fine estate del 2007. Questi ultimi, interessano aree molto distanti dalla fascia marina strettamente costiera dove si campiona per la balneazione. A questo punto sono possibili solo ipotesi non essendoci inequivocabili evidenze sperimentali. Una ipotesi plausibile è che siano stati scaricati, mediante condotte, carichi di nutrienti e di contaminanti microbiologici non trattati e molto concentrati. In relazione alla struttura della colonna d’acqua, tale carico è rimasto nella zona fotica e si è distribuito nell’arco di qualche giorno nella colonna d’acqua generando una fioritura fitoplanctonica e distribuendo l’inquinamento microbiologico su un’ampia area. Si ricorda che gli Enterococchi sono più resistenti dei coliformi in ambiente marino. Tale ipotesi è coerente con la distribuzione spaziale della MAW durante il campionamento e con le immagini satellitari degli inizi di settembre. Nella figura 119 si riporta la distribuzione spaziale dell’inquinamento fecale e la posizione delle condotte sottomarine. E’ evidente che la posizione delle condotte ricalca, abbastanza fedelmente, la distribuzione dei contaminanti microbiologici nel settore orientale della Relazione di sintesi 380 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Calabria a supporto dell’ipotesi di una scorretta operazione di scarico a mare di inquinanti accumulati durante il periodo di massima pressione antropica nella fascia costiera tirrenica. A B Figura 119: A) Distribuzione superficiale degli Enterococchi UFC/100 ml (28 Ago.-9 Sett. 2007), B) condotte sottomarine 0.3.2.4 Corpi idrici sotterranei: aspetti quantitativi e qualitativi La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran lunga maggiore, rispetto a quello esaminato, per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee delle aree in oggetto. Pertanto, secondo il D.Lgs. 152/99, “in assenza di serie storiche significative di dati dal punto di vista quantitativo in una prima fase la classificazione sarà basata sullo stato chimico delle risorse, ipotizzando, per la parte quantitativa, una classe C”. Seguendo tale principio, secondo quanto riportato nella Tab.22 dell’All.1 al D.Lgs.152/99, lo stato ambientale dei corpi idrici sotterranei sarebbe scadente per tutti i pozzi e le sorgenti oggetto di monitoraggio. Relazione di sintesi 381 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stato Stato Stato elevato buono sufficiente scadente particolare 1A 1-B 3A 1C 0A 2-A 3B 2C 0B 3C 0C 4C 0D 4A 1D 4B 2D 2-B Stato Stato 3D 4D Tabella 154: Tabella 22 dell’All.1 del D.Lgs.152/99: Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei L’obiettivo al 2016, imposto dal decreto suddetto al Titolo II, Capo I, art.4 commi a) e b), prevede il conseguimento dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”. Allo stato attuale, in base alle conoscenze acquisite, è possibile ragionare solo in termini di stato chimico delle acque sotterranee, fermo restando che, mediante disponibilità ulteriori di dati quantitativi, lo stato passi da C a B o A al 2016. 0.3.2.4.1 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di Sibari Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana di Sibari e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nell’acquifero di Sibari sono stati monitorati 26 punti acqua di cui 21 pozzi e 5 sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Codice Stazione Tipo Stato chimico SB01 POZZO 2 SB02 POZZO 1 Obiettivo al 2016 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B per ricadere nello stato buono. Relazione di sintesi 382 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SB03 POZZO 4 SB04 POZZO 4 SB05 POZZO 4 SB06 POZZO 4 SB06bis POZZO 4 SB07 POZZO 2 SB08 POZZO 2 SB09 POZZO 2 SB10 POZZO 2 SB11 POZZO 4 SB12 POZZO 3 SB13 POZZO 4 SB14 POZZO 2 SB15 POZZO 2 SB16 POZZO 4 SB17 POZZO 4 SB18 POZZO 4 SB19 POZZO 2 SB20 POZZO 2 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Relazione di sintesi 383 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SB21 SORGENTE 4 SB22 SORGENTE 2 SB23 SORGENTE 3 SB24 SORGENTE 2 SB25 SORGENTE 1 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B per ricadere nello stato buono. Tabella 155: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana di Sibari Lo stato chimico 1 è stato registrato solo per 1 pozzo ed 1 sorgente, mentre lo stato chimico 2 caratterizza 9 pozzi e 2 sorgenti. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B così come accennato precedentemente. Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 1 pozzo ed 1 sorgente. Per entrambi i punti acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in quasi tutte le campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, il pozzo e la sorgente in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l. Infine, per 10 pozzi ed una sorgente lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 3 pozzi hanno presentato concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri e Pesticidi totali), mentre per i rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei parametri di base. In molti casi i parametri incriminati sono il ferro, il manganese e lo ione ammonio, a cui seguono in minor numero cloruri e solfati. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa. Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una Relazione di sintesi 384 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un discreto miglioramento nella seconda. In particolare è da segnalare come piuttosto accentuato l’inquinamento microbiologico rilevato con costanza, in tutte le campagne di monitoraggio, in corrispondenza dei pozzi SB17 ed SB19. Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di allevamenti zootecnici. In definitiva, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale, nelle aree più prossime alla costa. La tipologia piuttosto varia di inquinanti rinvenuti e la loro distribuzione nell’area di monitoraggio rendono piuttosto difficile l’identificazione di una potenziale fonte inquinante. Sicché la derivazione di obiettivi di qualità e, conseguentemente, la formulazioni di misure d’intervento atte al passaggio di classe di qualità, risulta un processo non precipuamente indirizzato al raggiungimento della rimozione o mitigazione della causa generatrice. Va, tuttavia, evidenziato che la Piana di Sibari è la più grande pianura alluvionale della Calabria e tra le aree a maggiore densità abitativa. Principale risorsa economica della zona è rappresentata dall’attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), oltre che dal turismo con vari villaggi turistici collocati lungo la costa. Quanto affermato è ben evidenziato dalla prevalenza delle aree coltivate a frutteto. A questo si può probabilmente attribuire la diffusa presenza di manganese essendo questo molto utilizzato proprio nelle concimazioni di agrumi. Le concentrazioni di nitrati sono inferiori a 25 mg/l per la quasi totalità dell’area monitorata. Fa eccezione una piccola zona centrale in corrispondenza dei pozzi SB17, SB23, SB12. Questa apparente contraddizione rispetto alla vocazione agricola del territorio sembra invece in accordo con l’utilizzo di altre tipologie di prodotti fertilizzanti come già detto a proposito della massiccia presenza di manganese. Ulteriore elemento di noise allo stato qualitativo del settore fisico geografico competente l’idrosfera in argomento è rappresentato dai fenomeni di intrusione salina, elemento di degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa, quale conseguenza diretta del sovrasfruttamento delle falde con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori di Cl- sono per gran parte dei casi esaminati tali da classificare le acque come dolci e solo in Relazione di sintesi 385 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria alcuni casi salmastre. Ciononostante, non risulta nessuna evidente relazione tra i tenori di Cl- e la distanza dalla costa. Una chiara indicazione sulla presenza di contaminazione marina è riscontrata per il pozzo SB11 che non è in assoluto il più prossimo alla costa. Nessuna evidenza sembra rilevata per gli altri punti di monitoraggio. I risultati ottenuti -quasi tutti inferiori all’unità- indicherebbero che le acque sono da considerarsi a bassa-media salinità. Altro elemento di qualificazione delle acque sotterranee della Piana di Sibari: la mineralizzazione delle acque risulta da poco accentuata ad eccessiva con una netta prevalenza di acque con mineralizzazione media e importante. Questo fa pensare a circuiti non proprio superficiali e tempi di rinnovo mediamente lunghi. Aspetto quantitativo La complessità idrogeologica del sistema necessita di un periodo di osservazione di gran lunga maggiore rispetto a quello esaminato per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area in oggetto, tuttavia si possono fare delle osservazioni legate al monitoraggio relativo al biennio 2006-2007, di seguito esposte. La superficie piezometrica dei livelli profondi, rilevata nel 1974, risulta avere l'andamento tipico di un conoide che si estende dal punto di sbocco del torrente Raganello fino al mare. Le linee di maggiore deflusso hanno un andamento NO-SE, mentre l'artesianità delle acque, in vicinanza della costa, legata alla presenza di formazioni argillose lenticolari, è di soli circa 1.0-1.5 m sul piano campagna. La discarica naturale delle acque sotterranee ha luogo in gran parte attraverso impaludamenti che risultano essere presenti nella zona e che sono attualmente bonificati da una rete di canali. L’acquifero della Piana di Sibari rappresenta una importante risorsa idrica per le attività di agricoltura intensiva che ivi sono praticate. Conseguentemente, la caratterizzazione del potenziale di tale sistema acquifero è un requisito essenziale per lo sfruttamento sostenibile di una risorsa, dimostratosi –a seguito di classificazione esperita, su base sistema di monitoraggio- a rischio di depauperamento qualitativo. La stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle caratteristiche delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto. Di seguito sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione della Piana di Sibari, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore Relazione di sintesi 386 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale. 90° percent. (mm) 10° percent. (mm) Media (mm) P annuale P ott-apr % 1632 492 1058 1323 439 882 81% 89% 83% ricarica annuale (30÷50% di P) 489 ÷ 816 148 ÷ 246 317 ÷ 529 ricarica ott-apr (30÷50% di P) 397 ÷ 662 132 ÷ 220 265 ÷ 441 Tabella 156: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale. Il regime climatico della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo, è caratterizzato da un’elevata stagionalità delle precipitazioni, concentrate nel periodo ottobre-aprile e quindi maggiormente utili al fine della ricarica degli acquiferi. Di contro la facies di emungimento, stante la distribuzione dell’idroesigenza colturale (land-use), si esplica maggiormente nei periodi maggio-settembre. I valori monitorati evidenziano una sensibile riduzione del livello piezometrico corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore afflusso meteorico dell’ultimo anno. Inoltre, da un confronto tra i livelli stessi rilevati nei pozzi durante il biennio 2006/2007 è possibile individuare le aree che, nel corso di tale periodo di indagine, si comportano come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle in cui lo sfruttamento quantitativo della falda è più marcato. Nel caso dell’area di Sibari, si possono notare le aree di maggiore ricarica a nord-ovest, ad ovest e a sud-est, corrispondenti ai rilievi montuosi circostanti la piana. Allo stesso modo, è stato possibile con tale rappresentazione seguire l’evoluzione dell’area di maggiore depressione della superficie piezometrica, coincidente con la periferia meridionale. Inoltre, l’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere i periodi di maggiore ricarica corrispondenti al periodo invernale, nonché quelli di maggiore prelievo corrispondenti all’estate 2007. Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007. Relazione di sintesi 387 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. Nelle propaggini vallive la pressione antropica è da ricondursi alla forzante “agricoltura intensiva”, precipuamente localizzabile nella fascia valliva di piana. In detta aree è la falda che alimenta i fiumi, pertanto la risorsa idrica da proteggere è proprio la falda. A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari è rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da carichi inquinanti elevati (cfr. All. I), indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del dilavamento. Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di permeabilità da media ad elevata. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto questa aliquota è compresa nella stima dell’infiltrazione efficace. 0.3.2.4.2 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di S.Eufemia Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Sant’Eufemia e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nell’acquifero di Sant’Eufemia sono stati monitorati 15 pozzi. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Relazione di sintesi 388 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Codice Stato Tipo Stazione chimico SE01 POZZO 2 SE02 POZZO 2 SE03 POZZO 2 SE04 POZZO 2 SE05 POZZO 4 SE06 POZZO 3 SE07 POZZO 3 SE08 POZZO 4 SE09 POZZO 3 SE10 POZZO 2 SE11 POZZO 4 SE13 POZZO 4 SE14 POZZO 4 SE15 POZZO 4 SE16 POZZO 4 Obiettivo al 2016 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Tabella 157: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Sant’Eufemia Lo stato chimico 1 non è stato registrato per alcun pozzo, mentre per 5 pozzi lo stato chimico risultante ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B. Relazione di sintesi 389 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in tutte le campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l. Infine, per 7 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4, di questi solo 1 ha presentato concentrazioni elevate anche dei parametri addizionali (Fluoruri ed Arsenico), mentre per i rimanenti lo stato chimico è dovuto alle sole concentrazioni dei parametri di base. In due casi è la concentrazione dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Per i rimanenti 5 pozzi in classe 4, i parametri la cui concentrazione è superiore ai limiti sono il ferro ed il manganese ed in un solo caso lo ione ammonio. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa. Le risultanze delle analisi del sistema di monitoraggio approntato descrivono molto bene una situazione qualitativa tutt’altro che rassicurante. Sono pochissimi, infatti, i punti acqua dove non vi siano le indicazioni dei parametri le cui concentrazioni misurate sono risultate superiori al limite relativo ai parametri stessi. I fattori inquinanti sono ben diffusi su tutto il territorio dell’area in esame, alternandosi tra nitrati, ferro, manganese e ione ammonio. La seconda campagna, se da un lato riduce il numero di punti indicativi di un inquinamento in atto, dall’altro presenta nuovi parametri inquinanti quali i fluoruri nella zona occidentale e gli idrocarburi policiclici aromatici nella parte settentrionale dell’area, che si accompagnano agli stessi parametri presenti in forma massiccia nel corso della prima campagna. La tipologia di inquinanti rinvenuti (con esclusione dei nitrati) e la loro alternanza nel corso delle diverse campagne di analisi delle acque di falda non sembra suggerire l’attribuzione della contaminazione alle pratiche agricole. La presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è sicuramente da collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana di S. Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo la diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) occorrerebbe meglio indagare poiché è ipotizzabile una origine naturale. Nell’area in esame, infatti, ricadono due sorgenti di acqua termale, quella di Caronte e quella di Sant' Elia, storicamente note per le Relazione di sintesi 390 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria loro acque sulfuree. Tali acque possono essere associate alla presenza di arsenico, ferro e manganese di origine profonda. In ogni caso, particolare attenzione merita il pozzo SE14 che per la contestuale presenza di diverse tipologie di inquinante e per la persistenza della loro presenza fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante. Per quanto riguarda i cloruri le concentrazioni misurate sono risultate sempre abbondantemente inferiori al limite di 250 mg/l, anche se i risultati ottenuti sembrano indicare una tendenza in atto. Aspetto quantitativo La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata profondità (5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di oltre 300 m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti termini del complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di qualche l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50 l/s. L’articolazione della superficie piezometrica mette in evidenza un deflusso della falda convergente verso la costa, con valori del gradiente idraulico relativamente elevati lungo la valle del F. Amato (1,5% - 0,6%) e decisamente più bassi nell’area pianeggiante (0,4 0,2%). Ai margini dei depositi terrazzati e lungo la valle del F. Amato scaturiscono importanti sorgenti, indicative del drenaggio della falda contenuta nei depositi clastici più grossolani da parte del corso d’acqua. L’interesse per le aree agricole è palesato anche dagli sviluppi progettuali delle organizzazioni Consortili per la gestione delle aree agricole (cfr. L.R. 11/2003 e successive D.G.R.). Altri sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono da correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in termini di programmazione). Per quanto concerne l’aspetto quantitativo della risorsa in questo settore fisico-geografico di competenza, sono esemplificativi i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione della Piana di S. Eufemia (sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore ricarica della falda, ottobre-aprile). Relazione di sintesi 391 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 90° percent. (mm) 10° percent. (mm) Media (mm) P annuale P ott-apr % 1467 531 971 1146 452 780 78% 85% 80% ricarica annuale (30÷50% di P) 440 ÷ 733 159 ÷ 265 291 ÷ 485 ricarica ott-apr (30÷50% di P) 344 ÷ 573 135 ÷ 226 234 ÷ 399 Tabella 158: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale. La complessità idrogeologica del sistema necessiterebbe di un periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area, tuttavia, dai valori riscontrati durante il periodo di analisi appare palese una riduzione del livello piezometrico corrispondente al minimo estivo tra l’estate 2006 e l’estate 2007, nonostante il maggiore afflusso meteorico dell’ultimo anno. In sintesi, per il comparto idrogeologico della piana di S. Eufemia, si palesano aree di maggiore ricarica corrispondenti al bordo meridionale del contesto territoriale in argomento, corrispondenti ai rilievi montuosi confinanti con la piana. I dati del monitoraggio mettono in risalto, in modo significativo, che non si sono riscontrate tendenze evidenti di diminuzione della piezometrie a seguito di emungimenti, ma solo lievi abbassamenti in corrispondenza della porzione nord-occidentale dell’area nel periodo tardoestivo e autunnale del 2007. Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Le portate emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate visti i volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero. I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Lamezia Terme sono rappresentati dai pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 700 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti e ricadenti nell’acquifero in esame. Relazione di sintesi 392 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La zonizzazione delle aree in cui è la falda che alimenta i fiumi e viceversa, permette, di sviluppare le procedure per le misure di salvaguardia della risorsa. Quando è il fiume che alimenta la falda, questo accade generalmente nelle zone di monte, lo sversamento non trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda, mentre nelle aree in cui è la falda che alimenta i fiumi, e questo invece si ha generalmente nelle zone vallive, la risorsa idrica da proteggere è proprio la falda. L’andamento dei carichi piezometrici sull’acquifero di Lamezia Terme evidenzia che nella parte Nord, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella parte rimanente è la falda che alimenta i fiumi. Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. 0.3.2.4.3 Le condizioni quali-quantitative dell’area d’interesse idrogeologico dell’acquifero di Gioia Tauro Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’acquifero di Gioia Tauro e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nell’acquifero di Gioia Tauro sono stati monitorati 25 punti acqua di cui 20 pozzi e 5 sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Codice Stazione Tipo Stato chimico GT01 POZZO 4 GT02 POZZO 4 GT03 POZZO 2 GT04 POZZO 3 GT05 POZZO 2 GT06 POZZO 2 Obiettivo al 2016 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Relazione di sintesi 393 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria GT07 POZZO 1 GT08 POZZO 3 GT09 POZZO 2 GT10 POZZO 2 GT11 POZZO 2 GT12 POZZO 1 GT13 POZZO 2 GT14 POZZO 4 GT15 POZZO 4 GT16 POZZO 2 GT17 POZZO 2 GT18 POZZO 2 GT19 POZZO 3 GT20 POZZO 4 GT21 SORGENTE 2 GT22 SORGENTE 1 GT23 SORGENTE 2 GT24 SORGENTE 2 GT25 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Tabella 159: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Gioia Tauro Relazione di sintesi 394 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lo stato chimico 1 è stato registrato per due pozzi ed una sorgente, per 14 pozzi lo stato chimico risultante, invece, ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B. Per quel che concerne lo stato chimico 3, esso è rappresentativo di 3 pozzi. Per tutti i punti acqua lo stato chimico 3 è attribuibile al parametro Nitrati, che è risultato in quasi tutte le campagne di monitoraggio superiore a 25 mg/l. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione di nitrati ivi rilevata scenda al di sotto di 25 mg/l. Infine, per 5 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4. In tre dei 5 casi è la concentrazione dei Nitrati a far attribuire ai pozzi lo stato chimico 4. Nei rimanenti due casi sono il ferro ed il manganese a far attribuire lo stato chimico 4, sebbene le concentrazioni siano risultate elevate per entrambi i punti in una sola campagna di monitoraggio. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa. In sostanza, la situazione di inquinamento da nitrati ha interessato spazialmente una grossa area a nord della Piana di Gioia Tauro. Si osserva, inoltre, che gli inquinanti rinvenuti sono tutti collegabili all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in agricoltura. Gli acquiferi che interessano l’area in esame, mostrano chiari i segni di una antropizzazione diffusa, che ha determinato frequenti fenomeni di inquinamento da nitrati. Nel complesso, le concentrazioni di nitrati misurate nei due anni di monitoraggio nell’area in esame, hanno mostrato una antropizzazione piuttosto consistente, sia in termini di concentrazioni, che dal punto di vista dell’estensione dell’area interessata. Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area di Gioia Tauro si completa con i livelli d’informazione relativi all’analisi dei parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne (pur non essendo questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99). Le analisi comparative fanno registrare una situazione piuttosto altalenante con un netto peggioramento nella seconda e nella quarta campagna. Per quest’ultima, in particolare, spiccano sicuramente gli alti valori ritrovati in corrispondenza del pozzo GT18, e delle sorgenti GT21 e GT24. Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici investigati si può legare questa forma di contaminazione alla Relazione di sintesi 395 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria presenza di insediamenti abitativi non serviti dal fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di allevamenti zootecnici. Nella pianura costiera la falda è sfruttata mediante un elevato numero di pozzi di varia profondità, con frequenza maggiore nella parte orientale; le portate variano da 1 l/s ad oltre 30 l/s. La salinità delle acque si mantiene intorno ai 500 mg/l nelle zone più interne, mentre si innalza in prossimità della fascia costiera denunciando effetti di intrusione salina nei livelli più profondi del deposito, fino ad una distanza di oltre 1 km dal litorale. La mineralizzazione delle acque della Piana di Gioia Tauro risulta, infatti, da bassa ad importante con una netta prevalenza di acque con mineralizzazione poco accentuata. Questo fa pensare a circuiti poco profondi e tempi di rinnovo non lunghi. Aspetto quantitativo La configurazione orografica e gli aspetti geologico-strutturali, ben noti e reiterati in tutti gli altri settori del PTA Calabria, evidenziano la congruità con le scelte di propensione per gli acquiferi di piana sul versante Tirrenico. Molto chiara la crescita e lo sviluppo delle attività antropiche nella Piana di Gioia Tauro. La derivazione delle considerazioni di gestione e tutela delle acque sotterranee per la Piana di Gioia Tauro è ben testimoniata dalla distribuzione spaziale e dalla concentrazione delle opere di captazione (cfr. layer catasto pozzi). La falda nel suo insieme è sfruttata mediante numerosi pozzi scavati di limitata profondità (5 - 30 m) e perforazioni di profondità variabile da 80 - 100 m ad un massimo di oltre 300m; i pozzi più profondi interessano, oltre che i depositi alluvionali, i sottostanti termini del complesso sabbioso-conglomeratico. La portata dei pozzi scavati è sull’ordine di qualche l/s, mentre quella delle perforazioni più profonde è variabile da pochi l/s ad oltre 50 l/s. L’area pianeggiante che si sviluppa tra Gioia Tauro e Rosarno è sede di consistenti depositi alluvionali che si estendono sui fondi valle dei principali corsi d’acqua e sulle colline circostanti sotto forma di depositi terrazzati. Le alluvioni di fondo valle e della pianura costiera hanno composizione granulometrica prevalentemente sabbioso-limosa e quindi nel complesso scarsamente permeabili, ma dotate di consistente spessore, variabile fra un minimo di 20 - 30 m ed oltre 100 m allo sbocco del F. Mesima. Le falde contenute nelle alluvioni vallive e nei depositi della piana costiera sono continue tra di loro e vanno considerate come un unico sistema; a tale sistema possono assimilarsi Relazione di sintesi 396 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria anche le falde contenute nei depositi terrazzati. La falda di tipo libero o semiconfinato defluisce dalle colline verso la costa, con direzioni da SW a NE e da NW a SE, analogamente alla direzione dei principali corsi d’acqua che solcano la pianura costiera, con gradiente idraulico variabile da 1,5 - 2,0% a monte a 0,2% a valle. L’andamento della superficie piezometrica mette in evidenza un marcato drenaggio della falda in corrispondenza delle valli con presenza di numerose sorgenti, nella maggior parte di portata modesta, localizzate ai margini dei terrazzi collinari. Ai fini di una migliore fruibilità degli aspetti quantitativi della risorsa sotterranea nel campo di esistenza dell’acquifero in stretta considerazione, è importante rimarcare i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione della Piana di Gioia Tauro, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche riportato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale. 90° percent. (mm) 10° percent. (mm) Media (mm) P annuale 1718 511 1088 P ott-apr 1343 439 877 % 78% 86% 81% ricarica annuale (30÷50% di P) 515 ÷ 859 153 ÷ 255 326 ÷ 544 ricarica ott-apr (30÷50% di P) 403 ÷ 671 132 ÷ 219 263 ÷ 438 Tabella 160: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale. Le analisi idrologiche condotte (riscontrabili nel dettaglio negli appositi paragrafi di caratterizzazione) evidenziano la anomala stagione climatica che ha caratterizzato l’inverno 2006-2007. L’analisi variazionale della superficie piezometrica ha consentito di riconoscere i periodi di maggiore prelievo a ridosso della fascia costiera e il bordo sud-occidentale, nel periodo estivo (luglio 2006 e luglio 2007). Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza dell’estate 2007. Le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza Relazione di sintesi 397 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono redistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. Del resto questa aliquota è compresa nella stima dell’infiltrazione efficace. Le portate emunte ad uso industriale sono relativamente basse e possono essere trascurate visti i volumi che entrano in gioco all’interno di un acquifero. I principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Gioia Tauro sono rappresentati dai pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti, che hanno fornito i dati in possesso relativi ad ubicazione e portata emunta (oltre 900 l/s) in tutti i pozzi da loro gestiti e ricadenti nell’acquifero in esame. Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici nell’acquifero di Gioia Tauro, si evince che i fiumi alimentano la falda per una zona limitata posta nella parte Ovest, mentre in tutta la parte rimanente è la falda che alimenta i fiumi. 0.3.2.4.4 Le condizioni quali-quantitative degli acquiferi della fascia costiera tra Villa S.Giovanni e Reggio Calabria Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa della fascia costiera tra Villa S.Giovanni e Reggio Calabria e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nell’acquifero di Reggio Calabria sono stati monitorati 20 punti acqua di cui 15 pozzi e 5 sorgenti. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Codice Stazione Tipo Stato chimico RC01 POZZO 2 RC02 POZZO 2 Obiettivo al 2016 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Relazione di sintesi 398 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria RC03 POZZO 2 RC04 POZZO 2 RC05 POZZO 2 RC06 POZZO 2 RC07 POZZO 2 RC08 POZZO 2 RC09 POZZO 4 RC10 POZZO 4 RC11 POZZO 2 RC12 POZZO 2 RC13 POZZO 4 RC14 POZZO 4 RC15 POZZO 4 RC16 SORGENTE 2 RC17 SORGENTE 1 RC18 SORGENTE 2 RC19 SORGENTE 2 RC20 SORGENTE 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 1 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Tabella 161: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero di Reggio Calabria Relazione di sintesi 399 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lo stato chimico 1 è stato registrato per una sola sorgente. La maggior parte dei pozzi e sorgenti dell’acquifero (14) ricade in classe 2. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B. Non si registrano punti il cui stato chimico sia 3, mentre, per 5 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4. In un caso l’attribuzione della classe 4 è da imputare ai Fluoruri ed in un caso ai Nitrati Per un solo pozzo sono il Ferro ed il Manganese i parametri discriminanti, mentre per due pozzi è la concentrazione dei Solfati a stabilire la classe 4. In questo ultimo caso, la vicinanza alla costa potrebbe spiegare le concentrazioni rilevate. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi e le sorgenti in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa. Il quadro qualitativo degli acquiferi dell’area in esame si completa con l’analisi dei parametri microbiologici che sono stati monitorati in tutte le campagne pur non essendo questi esplicitamente previsti dal D.Lgs. 152/99. Le risultanze fanno registrare una situazione piuttosto altalenante tra le diverse campagne di monitoraggio con un deciso peggioramento progressivo, con concentrazioni crescenti, passando dalle prime due campagne, alla terza e poi alla quarta. Considerata l’esclusiva provenienza fecale della gran parte dei parametri microbiologici investigati si può legare questa forma di contaminazione alla presenza di insediamenti abitativi non serviti da fogna o a perdite della stessa rete fognaria o ancora alla presenza di allevamenti zootecnici. In sintesi, le aree più interessate dai fenomeni inquinanti sono collocate, in generale, nelle aree più prossime alla costa ed in particolare lungo la fascia costiera a sud di Reggio Calabria. Sulla base della tipologia di inquinanti rinvenuti (nitrati, solfati, fluoruri, ferro, antiparassitari totali) si è portati ad legare tale contaminazione alle pratiche agricole che sempre più diffusamente fanno ricorso all’uso di fertilizzanti e antiparassitari. Relativamente al fluoruro, tuttavia, non è da escludere un’origine diversa da quella agricola essendo quest’ultimo presente in prodotti solventi, sgrassanti, conservanti o refrigeranti. Gli altri inquinamenti di rilievo si osservano in corrispondenza dei punti d’acqua ubicati nella parte centrale più interna dell’area di monitoraggio. La presenza, se pur non costante, di elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), manganese, ferro, arsenico Relazione di sintesi 400 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria e ammonio farebbe pensare più ad una fonte di tipo puntuale quale ad esempio una discarica RSU o sversamenti di natura industriale. Un ulteriore elemento di degrado qualitativo delle falde situate in prossimità della costa è rappresentato dall’intrusione salina, conseguenza diretta del sovrasfruttamento delle falde con richiamo del cuneo di acqua salina dal mare. I tenori di Cl-, tranne in un solo caso, sono tutti tali da classificare le acque come dolci. Ciononostante, si è osservato come al diminuire della distanza dalla costa i tenori di Cl- tendano ad aumentare. Aspetto quantitativo Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area. Elevati sviluppi di programmazione delle opere di distribuzione e collettamento sono da correlarsi agli interessi turistici costieri (settore in trend evolutivo positivo, almeno in termini di programmazione). Nella fascia costiera sono riscontrabili gli acquiferi alluvionali, originati dal notevole trasporto solido dei corsi d’acqua a causa della forte pendenza degli alvei e dello stato di degrado dei terreni attraversati, presentano spessori consistenti, dell’ordine di 20 - 50 m nel tratto mediano delle fiumare e va aumentando verso valle, man mano che ci si avvicina alla costa, raggiungendo gli 80 - 100 m in prossimità del litorale allo sbocco delle fiumare Catona e Gallico, a nord di Reggio, e delle fiumare Calopinace e Sant’Agata a sud dell’abitato. In questi tratti vallivi delle fiumare i depositi alluvionali sono sede di consistenti deflussi in subalvea, che alimentano le falde presenti nella fascia costiera. Le acque sotterranee, che da tempo rappresentano la principale fonte di approvvigionamento idrico per scopi civili, agricoli e industriali, sono captate mediante opere singole o collettive (pozzi e gallerie drenanti), sopperendo alle esigenze della zona. La permeabilità è complessivamente alta (0,2 - 0,5 x 10-3 m/s), seppure variabile in senso sia verticale che orizzontale, come anche la trasmissività il cui valore è dell’ordine di 1 - 6 x Relazione di sintesi 401 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 10-2 m2/s. Ciò consente produttività di singoli pozzi da 10 a 50 l/s, se ubicati nei siti più favorevoli. Nella fascia costiera il substrato delle alluvioni è generalmente costituito da argille, arenarie e conglomerati pliocenici e si pone a quote di 50-100 m al di sotto del livello del mare. Le falde contenute in tali depositi, abbondantemente alimentate dalle fiumare anzidette, sono qui interconnesse, costituendo un’unica falda idrica a nord e a sud di Monte Pentimele dove la continuità è interrotta per l’affioramento dei terreni del substrato. Si individuano così due zone indipendenti, ossia a nord di detto rilievo, dove sfociano le fiumare S. Giovanni, Catona, Gallico, Scaccioti, e a sud, dove sfociano le fiumare Annunziata, Calopinace, Sant’Agata, Valanidi e Pellaro. La superficie piezometrica mostra direzioni di deflusso costantemente da est verso ovest, con gradiente idraulico medio pari a 1 - 2% nelle vallate e dello 0.5 - 0.8% nella fascia costiera. Nel corso degli anni le opere di captazione, rappresentate soprattutto da pozzi, si sono moltiplicate in maniera notevole con forte incremento dei prelievi, che in taluni settori, come quello in cui ricadono gli impianti del comune di Reggio, ha causato forti depressioni della superficie piezometrica ed il conseguente richiamo di acqua marina nell’entroterra. Per il sistema acquifero di Reggio Calabria sono stati riportati i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); è stato anche indicato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale. 90° percent. (mm) 10° percent. (mm) Media (mm) P annuale 1675 519 1113 P ott-apr 1361 447 917 % 81% 86% 82% ricarica annuale (30÷50% di P) 503 ÷ 838 156 ÷ 259 334 ÷ 557 ricarica ott-apr (30÷50% di P) 408 ÷ 681 134 ÷ 224 275 ÷ 458 Tabella 162: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale. Nel caso dell’area di Reggio Calabria si è potuto notare l’anomala dispersione delle condizioni piezometriche, verosimilmente dovuta all’esistenza di numerosi livelli acquiferi caratterizzati da dinamiche differenti. Tuttavia, è stato possibile evidenziare il fenomeno della ricarica degli acquiferi che si estendono lungo la fascia costiera; talché è stato Relazione di sintesi 402 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria possibile riconoscere l’evoluzione dell’abbassamento della superficie piezometrica nella zona a sud di Reggio Calabria, dovuto agli emungimenti del periodo maggio-ottobre 2007. Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, è stato possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza del secondo periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto rimpinguamento dell’inverno 2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente stagione primaverile-estiva. Il sistema acquifero sotterraneo di Reggio Calabria è tra i maggiori per estensione della regione ed ha un’area di alimentazione, approssimativamente, di quasi 700 km2. Come gli altri finora trattati, anche tale sistema acquifero è soggetto a notevoli pressioni antropiche in buona parte connesse alle pratiche agricole. In sintesi la stima della potenzialità dell’acquifero effettuata è strettamente legata alle caratteristiche delle forzanti climatico-idrologiche dell’area in oggetto. Il regime climatico della regione quasi completamente appartenente al regime mediterraneo, è caratterizzato da un’elevata stagionalità delle precipitazioni con la massima parte delle precipitazioni concentrate nel periodo autunno-invernale. In tale periodo, tra l’altro, il regime termico è tale da determinare una ridotta domanda evapotraspirativa, favorendo così nel bilancio idrologico i processi di deflusso superficiale e di infiltrazione profonda degli afflussi meteorici. In un simile contesto, l’infiltrazione efficace, prescindendo dalla complessità dei processi idrologici che la determinano, può essere mediamente assunta variabile in un range che va dal 30 al 50 % della pioggia media annua. Con specifica finalità della discretizzazione delle misure di salvaguardia per le aree di captazione della risorsa (utilizzi nobili) è importante sottolineare che i principali prelievi acquedottistici nell’acquifero di Reggio Calabria sono rappresentati dai pozzi gestiti dalla Società SORICAL e dai Comuni ivi ricadenti. Le portate emunte ai fini potabili sono di oltre 1,5 mc/s. Nelle pertinenze fisico-geografiche di monte, quando è il fiume che alimenta la falda, lo sversamento non trattato nei fiumi produce un inquinamento dell’acqua di falda. L’intero bacino risulta molto sfruttato nei riguardi degli emungimenti a scopo acquedottistico. Nel quadro generale dell’analisi della tutela della risorsa idrica, quindi, questo assume una rilevanza notevole in quanto uno sversamento potrebbe contaminare direttamente la falda ed avere una ricaduta immediata sull’approvvigionamento potabile. Relazione di sintesi 403 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il sistema agricolo, sotto l’aspetto della distribuzione della idroesigenza colturale, è un sistema essenzialmente particellare. Talché, le portate emunte ad uso irriguo sono utilizzate quasi esclusivamente intorno all’area di prelievo, ciò significa che i volumi d’acqua estratti dall’acquifero vengono ridistribuiti sul terreno con conseguente ritorno in falda a meno della parte soggetta ad evapotraspirazione ad opera delle piante. A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di approvvigionamento irriguo nelle aree della fascia costiera di Reggio Calabria è rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da carichi inquinanti elevati indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del dilavamento. Tale fenomeno si verifica a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di permeabilità da media ad elevata. Si rimanda,invece, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. 0.3.2.4.5 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero della Piana del Lao Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa della Piana del Lao e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Nell’acquifero del Lao sono stati monitorati 8 pozzi. Dal monitoraggio eseguito emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Codice Stato Tipo Stazione chimico L01 POZZO 2 L02 POZZO 2 Obiettivo al 2016 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Relazione di sintesi 404 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria L03 POZZO 2 L04 POZZO 4 L05 POZZO 2 L06 POZZO 2 L07 POZZO 4 L08 POZZO 2 Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Tabella 163: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero della Piana del Lao Per nessun punto è stato registrato lo stato chimico 1, mentre lo stato chimico 2 caratterizza 6 degli 8 pozzi oggetto di indagine. Per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B. In nessun caso è stato attribuito lo stato chimico 3, mentre per soli 2 pozzi lo stato chimico è risultato essere 4. Per il pozzo L04 si può ipotizzare una relazione tra l’alto tenore di solfati e la vicinanza alla costa, essendo il solfato il terzo ione, in termini di abbondanza nell’acqua di mare. Ma si tratta di una ipotesi che andrebbe meglio verificata. Per il pozzo L07, invece, l’attribuzione della classe 4 è dovuta alle alte concentrazioni di Ferro e Manganese. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si deve agire affinché le concentrazioni elevate dei parametri di base ivi rilevati scenda al di sotto dei valori soglia imposti da normativa. Il quadro qualitativo delle acque analizzate nell’area in esame è stato completato con le valutazioni sulle concentrazioni dei parametri addizionali che, in nessun caso superano i limiti previsti per i diversi inquinanti organici ed inorganici ad ulteriore conferma della buona situazione qualitativa già messa in evidenza dai parametri di base. Relazione di sintesi 405 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La buona situazione qualitativa della Piana del Lao trova riscontro con l’uso del suolo in cui è evidente la netta prevalenza delle aree forestali ed a colture orticole, mentre mancano quasi del tutto aree coltivate a frutteti. Si tratta, tuttavia, di un’area con una discreta presenza di aree urbane, alcune delle quali relative a località piuttosto note dal punto di vista turistico. Questo dovrebbe non far abbassare la guardia in termini di monitoraggio e controllo del territorio pur essendo la situazione attuale abbastanza tranquilla. Anche per i nitrati il quadro evidenziato non risulta essere allarmante. Infatti, le concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori a 25 mg/l su tutta l’area monitorata. In sostanza, l’assetto qualitativo della Piana del Lao non presenta uno scenario di marcata patologia di affezione e le emergenze della classificazione non palesano condizioni di priorità di ricorso all’intervento diretto. Aspetto quantitativo Si riportano i valori numerici dell’afflusso riferito all’area di alimentazione del sistema acquifero della Piana del Lao, sia come valori totali annui che come totali del periodo di maggiore ricarica della falda (ottobre-aprile); indicativamente, è stato anche riportato un range verosimile per i valori di ricarica efficace variabili tra il 30 e il 50% della pioggia. Detti valori, ancorché risultanti da un metodo approssimato, forniscono una indicazione di massima sui tassi di ricarica naturale degli acquiferi, sia in termini medi che di variabilità inter-annuale. ricarica annuale ricarica ott-apr P annuale P ott-apr % (30÷50% di P) (30÷50% di P) 90° percent. (mm) 1969 1482 75% 591 ÷ 984 445 ÷ 741 10° percent. (mm) 296 267 90% 89 ÷ 148 80 ÷ 134 Media (mm) 1071 850 79% 321 ÷ 536 255 ÷ 425 Tabella 164: Valori di afflusso mediato sull’intera superficie dell’area di alimentazione con indicazione dei tassi di infiltrazione efficace variabili tra il 30 e 50% della pioggia annua e di quella relativa al solo periodo ottobre-aprile. La colonna intestata come “%” riporta il rapporto tra il totale di pioggia del periodo ottobre-aprile e il totale annuale. L’analisi delle variazioni di quota della superficie piezometrica rilevate durante le campagne di monitoraggio ha messo in risalto le aree che, nel corso del periodo di indagine, si sono comportate come zone di ricarica della falda e, analogamente, quelle in cui lo sfruttamento quantitativo della falda è stato più marcato. Nel caso della Piana del Lao, nonostante il ridotto numero di punti acqua, la rappresentazione delle evoluzioni piezometriche è apparsa significativa. Infatti, sono risultati evidenti sia il fenomeno della ricarica diffusa della Relazione di sintesi 406 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria primavera 2007, successiva ad un periodo di siccità invernale, che il marcato abbassamento dell’ottobre 2007. Infine, nonostante la brevità del periodo di indagine, anche per tale area di studio è stato possibile evidenziare, per confronto tra due analoghe stagioni di due anni consecutivi, l’ottobre 2006 e l’ottobre 2007, la maggiore diminuzione della superficie piezometrica in corrispondenza del secondo periodo, che verosimilmente può essere ricondotta al ridotto rimpinguamento dell’inverno 2006-2007, in qualche misura aggravato dalla seguente stagione primaverile-estiva. Si rimanda, infine, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che nella parte più interna del bacino, nella parte Ovest, sono i fiumi che alimentano la falda mentre nella parte valliva ad Est è la falda che alimenta i fiumi. 0.3.2.4.6 Le condizioni quali-quantitative dell’acquifero dell’area di Crotone Aspetto qualitativo Di seguito si riportano la situazione qualitativa dell’area di Crotone e gli obiettivi individuati per il raggiungimento od il mantenimento dello stato di qualità ambientale previsto dalla normativa. Questa area di monitoraggio, è stata aggiunta nel secondo anno di attività. Nello specifico sono stati individuati 4 nuovi punti stazione, tutti costituiti da pozzi, che si sono aggiunti alla rete di monitoraggio già esistente. Sui 4 punti acqua integrativi dell’area di Crotone sono state effettuate due sole campagne di misura del livello e di prelievo di campioni per le analisi di laboratorio nei periodi di luglio 2007 e in corrispondenza di ottobre 2007. Pertanto, considerata l’esiguità dei dati, sia in merito al numero di punti d’acqua monitorati che alla frequenza temporale delle misure, non è stato possibile effettuare le stesse elaborazioni realizzate per le altre aree di monitoraggio. Dal monitoraggio eseguito sull’Acquifero di Crotone emerge la seguente classificazione dello stato chimico. Relazione di sintesi 407 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Codice Stazione Tipo Stato chimico POZZO TACINA POZZO 4 POZZO ALLI POZZO 2 POZZO POZZO CROCCHIO 4 POZZO CORACE POZZO 2 Obiettivo al 2016 Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Mantenimento dello stato chimico 2 e raggiungimento dello stato quantitativo B o A per ricadere nello stato buono. Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Passaggio allo stato chimico 2 e definizione dello stato quantitativo B o A per raggiungere l’obiettivo “buono” Tabella 165: Stato chimico ed obiettivo al 2016 dei punti monitorati nell’acquifero dell’area del crotonese Due pozzi sono risultati avere stato chimico 2 (per i suddetti punti lo stato ambientale al 2016 può ritenersi raggiunto se ulteriori indagini sullo stato quantitativo daranno indicazioni di livello A o B) e due pozzi stato chimico 4, attribuibile ai parametri manganese e ferro, probabilmente attribuibili alle pratiche agricole. Per raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” al 2016, fermo restando quanto già detto in precedenza sulla classificazione dello stato quantitativo, i pozzi in questione devono essere portati allo stato chimico 2, ovvero si dovrà agire affinché la concentrazione dei parametri ivi rilevata scenda al di sotto dei valori imposti da normativa. Aspetto quantitativo Ai fini della ottimizzazione del modello afflussi/deflussi, ovvero della discretizzazione di uno scenario quantitativo del campo di esistenza dell’acquifero, data la complessità idrogeologica del sistema, si dovrebbe potenziare la rete di controllo. Inoltre, necessita un periodo di osservazione di gran lunga maggiore per poter estrapolare informazioni sulle tendenze a medio e lungo termine dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee dell’area. Il modello geologico - tecnico presenta le tipiche peculiarità del sistema idrogeologico di pianura costiera in cui le acque dolci continentali defluendo verso l’interfaccia acqua dolce – acqua salata sono in continuo rimescolamento con il mare posto poco distante. La circolazione sotterranea si organizza in generale secondo delle direttrici poste circa ovest – est. La circolazione verticale si organizza secondo linee di drenaggio verso gli strati Relazione di sintesi 408 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria superficiali più permeabili. In alcuni casi, l’acquifero si trova in pressione per la presenza di acquiclude limo – argilloso, specialmente in coincidenza dei periodi piovosi; in questo caso, si può instaurare filtrazione attraverso un mutuo scambio di volumi idrici dagli strati profondi verso gli strati superficiali e viceversa. Si rimanda, per maggiori approfondimenti circa l’individuazione delle aree di interscambio tra la falda ed il fiume, significative ai fini della definizione di zone su cui devono essere prese misure di salvaguardia della risorsa, all’Allegato H “Bilancio Idrogeologico”. Analizzando i risultati della modellazione dei carichi piezometrici, si evince che i fiumi alimentano la falda per una zona limitata mentre in tutta la parte rimanente è la falda che alimenta i fiumi. 0.3.3 Gli obiettivi di qualità per specifica destinazione L’art.4, comma 3 del D.lgs.152/99 recita: “…l’obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi..”. A tal fine, entro il 31/12/2016, devono essere mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a specifica destinazione (le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci e le acque destinate alla vita dei molluschi) gli obiettivi di qualità ambientale previsti dal decreto, secondo le specifiche per i criteri e la metodologia da utilizzare per l’assegnazione della conformità riportate nell’Allegato 2 del decreto. Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino regionale, ed in linea con quanto previsto dal D.lgs. 152/06, ex D.lgs. 152/99 e s.m.i.: “… Per le acque a specifica destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda della specifica destinazione funzionale: • Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: deve essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste qualità entro il 31 dicembre 2010. • Acque superficiali idonee alla vita dei pesci: la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti Relazione di sintesi 409 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”. • Acque superficiali di balneazione: tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive modifiche e integrazioni. • Acque destinate alla vita dei molluschi: tutte le acque marine costiere salmastre che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato 2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010. 0.3.3.1 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile Siti opere di presa esitenti Stazione AP01 AP05 AP08 AP09 Corpo idrico Località 1° anno Nov 2005 – Ott 2006 Presa impianto di A2 potabilizzazione Presa impianto Fiume A3 di Cardona potabilizzazione Presa impianto Fiume A2 di Lese potabilizzazione Presa impianto Fiume NON di IDONEA Neto potabilizzazione parametri critici Fiume Sinni 2° anno Nov 2006 – Ott 2007 parametri critici A2 BOD5 BOD5, Coliformi Totali A3 Coliformi Totali A3 Fenoli NON IDONEA Coliformi Totali AP12 Fiume Savuto Presa impianto di potabilizzazione AP14 Diga del Passante Presa impianto di potabilizzazione A3 Salmonelle 1000 A3 AP16 Invaso del Metramo Galatro A3 Manganese, BOD5 A3 AP19 Fiumara Alaca Presa impianto di potabilizzazione A3 Manganese, Coliformi Fecali A3 A3 Coliformi Totali A3 Relazione di sintesi Obiettivo al 2010 (ABR CALABRIA) Obiettivo al 2016 Mantenimento Mantenimento dello stato di dello stato di qualità. qualità. Raggiungimento Vedi dello stato di commento qualità A2 Raggiungimento Vedi dello stato di commento qualità A2 Raggiungimento Vedi dello stato di commento qualità A2 Manganese, Coliformi Raggiungimento Totali, dello stato di Coliformi qualità A2 Fecali Rame, Coliformi Raggiungimento Totali, dello stato di Streptococchi qualità A2 Fecali Fenoli, BOD5, Raggiungimento Coliformi dello stato di Totali, qualità A2 Coliformi Fecali Raggiungimento Manganese dello stato di qualità A2 Vedi commento Vedi commento Vedi commento Vedi commento 410 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria AP19bis AP23 AP24 AP25 Presa impianto di potabilizzazione Presa impianto Fiume di Telese potabilizzazione Presa impianto Torrente di Trionto potabilizzazione Presa impianto Fiume di Crocchio potabilizzazione Fiumara Alaca A3 Manganese, Coliformi Totali A2 A3 Coliformi Totali A2 A3 Manganese A3 Manganese A3 Fenoli, Manganese A3 Fenoli, Coliformi Totali Raggiungimento dello stato di qualità A2 Raggiungimento dello stato di qualità A2 Raggiungimento dello stato di qualità A2 Raggiungimento dello stato di qualità A2 Vedi commento Vedi commento Vedi commento Vedi commento Tabella 166 In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento, si può dedurre che ai fini del mantenimento o raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti dal decreto per le acque a specifica destinazione funzionale, dei 12 tratti di corsi d’acqua ove sono localizzate in prossimità delle opere di presa le stazioni di campionamento per verificare l’utilizzo delle acque ai fini potabili, risultano quasi tutte, a parte una (sita lungo il corso d’acqua del Fiume Neto), essere disponibili ai fini potabili previo loro trattamento A2 e A3. Per quelle richiedenti trattamento A3, i parametri critici risultati sono principalmente di origine microbiologica, indicanti la presenza di apporti inquinanti di origine prevalentemente civile. AP05, presa impianto di potabilizzazione fiume Cardona, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno il BOD5 ed il secondo anno i coliformi totali. Dalla analisi ambientale effettuata in campo, tale stazione risulta essere incassata all’interno di un tessuto montano fortemente naturalistico a circa 1300 m slm. Il centro urbano di Spezzano Piccolo e quello di Serra Pedace sono abbastanza lontani da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali che richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabili è imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, attraverso la localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi esistenti. Relazione di sintesi 411 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 120 Questa opera di presa è a servizio dell’impianto di potabilizzazione “Casali”, situato nel comune di Spezzano Piccolo nella provincia di Cosenza, serve i comuni di Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila, Trenta, Celico, Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace e Pietrafitta. L’impianto è dotato di un chiariflocculatore e di tre filtri a pressione. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato sia in testa all’impianto che in uscita ed occasionalmente quando i valori di torbidità dell’acqua sono elevati viene dosato anche il policloruro di alluminio. L’impianto non è provvisto di sistema per il recupero delle acque di controlavaggio che vengono riversate nel fiume. AP12, presa impianto di potabilizzazione fiume Savuto, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano, previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno solo i Coli totali per il secondo ad essi si aggiungono anche i Coli fecali ed il Manganese. Essa è sita a valle del piccolo centro abitato di Vallelaposta di soli 50 abitanti residenti, il cui impianto di depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, al momento della ricognizione del 2006 risultava essere in esercizio, ma interrato. La presenza di concentrazioni dei parametri microbiologici che prevedono un trattamento A3 delle acque per poter essere utilizzate può essere adducibile alla presenza di questo impianto con tali caratteristiche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo. L’opera di presa viene incanalata nell’impianto di potabilizzazione “Piano Lago” situato nel comune di Mangone in provincia di Cosenza. L’opera di presa è posta a circa 25 km di distanza dall’impianto in loc. Parenti, l’impianto serve principalmente la città di Cosenza. L’impianto è provvisto di quattro coppie di filtri a pressione ed utilizza per la potabilizzazione ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio. Non esiste una vasca per recuperare l’acqua di lavaggio dei filtri, per cui la stessa viene scaricata nel fiume. Relazione di sintesi 412 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 121 AP14, presa impianto di potabilizzazione Fiume Simeri, a valle delle acque turbinate nell’invaso del Passante ad utilizzo idroelettrico. Per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno le Salmonelle e per il secondo anno rame, coliformi totali, coli fecali. Tale sito è localizzato all’interno di un tessuto montano fortemente naturalistico. Il centro urbano di Magisano è abbastanza lontano da tale sito, pertanto la presenza di concentrazioni di Coli totali e Coli fecali che richiedono un trattamento A3 delle acque per essere utilizzate ai fini potabile è imputabile probabilmente alla sola presenza di qualche casa sparsa dislocata a monte di questo sito che non possiede un trattamento adeguato dei propri reflui domestici. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo per le case sparse. Figura 122 Le acque vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Santa Domenica”, sito nel comune di Catanzaro e serve la città di Catanzaro. L’impianto è dotato di tre decantatori e di una batteria di dodici filtri a gravità. Per la potabilizzazione viene utilizzato l’ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio per abbattere le torbidità presenti nell’acqua. Relazione di sintesi 413 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria AP16, presa potabilizzazione invaso del Metramo, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno manganese e BOD5, il secondo al BOD5 si aggiungono i coli totali e coli fecali ed i fenoli. Il sito è all’interno dell’invaso del Metramo, ad una altitudine di circa 900 m slm, all’interno di un tessuto montano altamente naturalistico. Nessun centro urbano è presente a monte di esso, ci troviamo in testa bacino. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche (Notiziario anno 11 n.3 giugno – settembre 1991, Metodi analitici per le acque, CNR Istituto di ricerca sulle acque). Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali e coli fecali solo il secondo anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo o a qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno dell’invaso. Si suggeriscono interventi nel settore fognario depurativo attraverso la localizzazione e l’idoneo collettamento e/o trattamento degli scarichi esistenti. Figura 123 AP19 e AP19 bis, presa impianto di potabilizzazione fiumara Alaca, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno manganese, coli totali e coli fecali per il secondo anno solo il manganese. Le due opere di presa sono dislocate una sull’invaso e l’altra su un affluente dell’invaso, a monte dell’invaso non risultano pressioni antropiche da grandi centri urbani, potenziali veicoli di carichi civili inquinanti di origine civile, pertanto la presenza di Relazione di sintesi 414 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria concentrazioni per i parametri microbiologici nelle acque che richiedono un trattamento A3 potrebbero essere addotte alla presenza di case sparse con sistemi di trattamento non del tutto adeguati. Queste due opere di presa vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Alaco”, situato nelle Serre nel comune di San Sostene in provincia di Catanzaro a circa 900 m slm. L’impianto serve i comuni di Guardavalle, Santa Caterina sullo Jonio, Badolato, Simbario, Spadola, Vibo Valentia, Isca sullo Jonio, Sant’Andrea sullo Jonio, Cardinale, Fabrizia, Mongiana, Soriano, Sorianello, Arena, Dasà e Dinami. L’impianto è dotato di due chiariflocculatori, che funzionano alternativamente, e di quattro filtri doppi a gravità. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, policloruro di alluminio e quando il pH scende al di sotto dei limiti stabiliti per legge viene utilizzata anche la soda. L’impianto è presidiato. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili. Si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo, potenziando il processo di disinfezione. AP24, presa impianto di potabilizzazione fiume Trionto, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, i parametri critici risultano essere il primo anno i Coli totali e per il secondo Fenoli e Manganese. La presa è sita lungo le fluente del Trionto ad una altitudine di circa 1000 m slm, immersa in tessuto altamente naturalistico. Non vi sono a monte grossi centri urbani. Figura 124 Le acque del Trionto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Trionto”, situato nella Sila Greca nel comune di Longobucco in provincia di Cosenza a circa 1200 m slm. L’impianto serve i comuni di Acri, Bisignano, Luzzi, Santa Sofia d’Epiro, San Demetrio Corona e San Giorgio Albanese. Questo impianto è dotato di due chiariflocculatori e di una batteria di quattro filtri doppi a gravità. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio dosato sia in testa Relazione di sintesi 415 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria all’impianto sia all’uscita dell’acqua in modo da limitare il più possibile la formazione di organo alogenati, mentre per la flocculazione viene utilizzato il policloruro di alluminio. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Obiettivo al 2010: raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali e coli fecali solo il primo anno potrebbe essere un evento casuale, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno dell’invaso. Si suggeriscono interventi nel settore fognario – depurativo, potenziando il processo di disinfezione). AP01, presa impianto di potabilizzazione fiume Sinni, in entrambi gli anni di monitoraggio le determinazioni analitiche condotte classificano le acque ai fini dell’utilizzo umano idonee previo trattamento A2, che ai fini degli obiettivi di qualità ambientale previsti dal decreto è necessario mantenere (senza prevedere alcun tipo di intervento). Le acque provenienti dal Sinni vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione di Rocca Imperiale. Questo impianto è situato nel comune di Rocca Imperiale in provincia di Cosenza e serve i comuni di Rocca Imperiale e Montegiordano. L’impianto è dotato di sei filtri a pressione, per la potabilizzazione viene utilizzato ipoclorito di sodio e policloruro di alluminio, il sistema di dosaggio dei reattivi è automatico. I fanghi prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua vengono riversati nel fiume. Obiettivo al 2010: mantenere lo stato di qualità A2, non previsto alcun intervento specifico. AP08, presa impianto di potabilizzazione fiume Lese, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 770 m slm, all’interno di un tessuto altamente naturalistico, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai Relazione di sintesi 416 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. Figura 125 Le acque del fiume Lese vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Savelli”, questo impianto è situato nel comune di Savelli in provincia di Crotone a circa 1000 m slm e serve i comuni di Verzino, Cirò, Savelli, Cariati, Cropani Superiore, Melissa, Strongoli, Campana e San Nicola. L’impianto è dotato di due chiariflocculatori e di quattro filtri a gravità. Per il trattamento dell’acqua viene utilizzato esclusivamente ipoclorito di sodio, dosato solo in testa all’impianto, mentre non è presente alcun tipo di flocculante. L’acqua di controlavaggio viene riversata nel fiume. AP09, presa impianto di potabilizzazione fiume Neto, attualmente non utilizzata e sostituita da una presa dalla vasca di demodulazione delle acque provenienti dalla centrale elettrica di Orichella. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP09 hanno rilevato, per entrambi gli anni di monitoraggio, la non idoneità delle acque a scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e dei parametri microbiologici. In particolare, tale stazione è sita nel comune di Rocca di Neto, i cui reflui risultano totalmente non trattati in quanto i due impianti di depurazione a servizio di questo comune sono temporaneamente fuori esercizio e si è in attesa di un loro riavvio (dato presente nell’aggiornamento del Piano d’Ambito di ATO KR). Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione dell’opera di presa esistente, con intervento urgente di adeguamento normativo 152/06 per i due impianti di depurazione a monte, al fine del raggiungimento di qualità di categoria A2. Relazione di sintesi 417 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 126 Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e l’impianto di potabilizzazione di Crotone è collegato alla vasca di demodulazione Orichella, dove confluiscono le acque turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di Orichella. Le acque del fiume Neto vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Crotone”, situato nella città di Crotone. L’impianto è il più grande della Calabria, serve la zona industriale, in cui le acque non vengono filtrate, ed il resto dell’acqua derivata e trattata fornisce la città di Crotone. L’impianto è dotato di due decantatori di tipo Pulsator che funzionano alternativamente e di quattro filtri a gravità. Per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato ipoclorito di sodio, dosato sia in testa all’impianto che nell’acqua in uscita, mentre per la flocculazione viene utilizzato il policloruro di alluminio. AP23, presa impianto di potabilizzazione fiume Telese, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di manganese che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è sita ad una altitudine di circa 1300 m slm, nel cuore del Parco dell’Aspromonte, immersa in un tessuto altamente naturalistico e paesaggistico. A monte di essa non vi è alcun centro urbano. Le acque del fiume Telese vengono convogliate nell’impianto di potabilizzazione “Gambarie”. Questo impianto è situato in Aspromonte nel comune di Santo Stefano d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria a circa 1300 m slm e serve il comprensorio di Santo Stefano. L’impianto è dotato di tre filtri a pressione, per la potabilizzazione dell’acqua viene utilizzato l’ipoclorito di sodio dosato sia in testa all’impianto sia nell’acqua in uscita e quando la torbidità dell’acqua dell’acqua aumenta viene dosato anche del policloruro di alluminio. L’impianto è presidiato. I fanghi vengono regolarmente stoccati e smaltiti secondo normativa, sono presenti, vidimato e regolarmente compilati i registri di carico e scarico del fango prodotto e Relazione di sintesi 418 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria smaltito. Obiettivo al 2010: mantenimento dello stato di qualità delle acque con trattamento A2 delle stesse per consumo umano, facendo attenzione alla concentrazione di manganese, che si può tranquillamente abbattere mediante l’utilizzo di filtri a letti catalitici e filtri multistrato. AP25, presa impianto di potabilizzazione fiume Crocchio, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque fluenti ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e A3, il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli e coli totali che richiedono un trattamento A3. L’opera di presa è a circa 1330 m slm, all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale della Sila, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Le acque del fiume Crocchio vengono convogliate all’impianto di potabilizzazione “Crocchio”. Questo impianto è situato nella Sila Piccola a circa 1000 m slm, nel comune di Sersale in provincia di Catanzaro. L’impianto serve i comuni di Cropani, Sersale, Andali, Marcedusa, Belcastro e Cerva. L’impinato è dotato di cinque filtri a pressione, utilizza per il processo di potabilizzazione ipoclorito di sodio e, nel caso di aumento di torbidità dell’acqua in ingresso, anche policloruro di alluminio. L’impianto è presidiato. L’impianto non è provvisto di una vasca di recupero dell’acqua di controlavaggio dei filtri, per cui questa viene riversata direttamente nel fiume. Obiettivo al 2010: Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo o a qualche casa sparsa, data la totale assenza di centri abitati nell’intorno. Non si suggerisce nessun intervento specifico. Relazione di sintesi 419 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Siti potenziali ai fini dell’utilizzazione delle acque per uso umano Stazione Corpo idrico Località 1° anno Nov 2005 – Ott 2006 AP02 Fiume Lao Papasidero A3 AP03 Fiume Menta Diga Menta A2 AP04 Invaso dell’Esaro Invaso dell’Esaro A2 AP06 Lago Cecita Lago Cecita A3 AP07 Fiume Abatemarco Verbicaro NON IDONEA AP10 Lago Arvo Lago Arvo A3 AP11 Lago Ampollino Lago Ampollino A3 parametri critici 2° anno Nov 2006 – Ott 2007 parametri critici Obiettivi al 2016 Utilizzabile Azoto Kjeldhal, ai fini di un Coliformi consumo Totali, NON Streptococchi umano Coliformi IDONEA Fecali previo Fecali, trattamento Streptococchi A3 Fecali Utilizzabile ai fini di un Fenoli, consumo Coliformi A3 umano Totali previo trattamento A2 Utilizzabile ai fini di un consumo Coliformi A3 umano Totali previo trattamento A2 Utilizzabile ai fini di un consumo Azoto umano A2 Kjeldhal previo trattamento A2 Manganese, Utilizzabile Coliformi ai fini di un Totali, consumo Coliformi A3 Coliformi umano Totali Fecali, previo Streptococchi trattamento Fecali A3 Utilizzabile ai fini di un Fenoli, consumo Manganese, Manganese, A3 umano BOD5 Coliformi previo Totali trattamento A3 Utilizzabile ai fini di un consumo BOD5 A3 Fenoli umano previo trattamento A3 Relazione di sintesi 420 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria AP13 Fiume Tacina Petilia Policastro NON IDONEA AP15 Fiume Marepotamo S. Angelo NON IDONEA AP17 Fiume Angitola Capistrano A3 AP18 Fiumara del Poro Fiumara del Poro NON IDONEA AP20 AP21 AP22 Fiume Torbido Vallone Minarello Invaso del Lordo Grotteria Oppido Mamertina Siderno Fenoli, Coliformi Coliformi Totali, Totali, A3 Coliformi Coliformi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali Azoto Coliformi Kjeldhal, Coliformi Totali, Coliformi NON Totali, Coliformi Fecali, IDONEA Streptococchi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali Manganese, Azoto Kjeldhal, Coliformi Totali, NON Streptococchi Coliformi IDONEA Fecali Fecali, Streptococchi Fecali, Salmonelle 1000 Fosfati, BOD5, Fosfati, Azoto Coliformi Kjeldhal, Totali, NON Coliformi Coliformi Totali, IDONEA Fecali, Coliformi Streptococchi Fecali, Fecali Streptococchi Fecali A3 Coliformi Totali NON IDONEA Fosfati, Azoto Kjeldhal, Ammoniaca, Coliformi Totali, Coliformi Fecali, Streptococchi Fecali A3 Rame Relazione di sintesi Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A3 Non utilizzabile ai fini di un consumo umano. VEDI NOTA Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A3, trattasi di invaso collinare. VEDI NOTA Non utilizzabile A2 Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A2/A3 A2 Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento 421 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria A2/A3 AP26 Vasca S. Anna Isola Capo Rizzuto A3 Coliformi Totali, Coliformi Fecali A3 Coliformi Totali Utilizzabile ai fini di un consumo umano previo trattamento A3 Tabella 167 In base alle risultanze analitiche ottenute per il biennio di attività di campionamento sui restanti tratti di corpi idrici superificiali per verificare la possibilità di poter utilizzare le acque, previo appropriato trattamento previsto da normativa, ai fini potabili, si evince che solo per due tratti di corsi d’acqua (AP15 e AP18) le acque sono risultate non idonee ai fini potabili, mentre le restanti 12 richiedono trattamenti A2 o A3 ed in alcuni casi il primo o il secondo anno sono risultate non idonee per superamenti di alcuni parametri. Obiettivo comune al 2010: si potrebbero utilizzare le acque dei tratti dei corsi d’acqua monitorati previo trattamento. Lungo il corso della Fiumara della Ruffa è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP18 localizzata nel comune di Spilinga (VV) per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli effettuati, la stazione AP18 è risultata non idonea in entrambi gli anni di monitoraggio, risultando diversi parametri rilevati, superiori ai valori limiti imperativi imposti dalla normativa vigente (Tab. 1/A, Allegato 2 del D.lgs. 152/99 e s.m.i.). Il superamento di tali valori è probabilmente attribuibile allo sversamento a monte della stazione AP18 dei reflui non adeguatamente trattati provenienti dall’impianto di depurazione sito nel comune di Spilinga. Obiettivo al 2010: Si potrebbero utilizzare le fluenze della fiumara ai fini potabili spostando la stazione a monte del centro abitato di Spilinga. Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, in loc. Sant’Angelo del comune di Gerocarne, la AP15, per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile, I risultati dei controlli effettuati sulla AP15 hanno rilevato la non idoneità delle acque all’utilizzazione quale fonte di approvvigionamento potabile. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati valori dei parametri microbiologici e BOD5 per la AP15. Essa è situata al confine tra i comuni di Gerocarne e Soriano Calabro, a valle del centro abitato di Soriano Calabro, Relazione di sintesi 422 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria in cui dalla ricognizione 2006 risulta che l’impianto di depurazione comunale è in stato di abbandono, non in esercizio. Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata la AP02 sita nel comune di Papasidero per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione AP02, nelle immediate vincinanze di VP02, hanno evidenziato da un lato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli e dall’altro hanno confermato l’impossibilità di utilizzare le sue acque a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori dei parametri microbiologici che nel secondo si sono innalzati talmente da renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Questo è adducibile all’apporto di carichi di origine prevalentemente civile veicolati nel fiume dall’impianto di depurazione a servizio del centro abitato di Papasidero che si trova a monte della sezione. Obiettivo al 2010: si potrebbe utilizzare ai fini potabili, agendo sul potenziamento della disinfezione nell’impianto di depurazione di Papasidero, anche se data l’altitudine della stazione ed il fatto che ci trova nel Parco Nazionale del Pollino si potrebbe spostare la stazione più a monte lontano dal centro abitato e sfruttare la pendenza montana del fiume e la sua capacità autodepurativa per permetterne l’utilizzo delle acque a uso potabile. AP03, invaso del Menta, per entrambi gli anni di monitoraggio risultano essere utilizzabili le acque dell’invaso ai fini di un consumo umano previo trattamento A2 e A3 il secondo anno per la presenza di concentrazioni di fenoli e coli totali. La stazione è sita all’interno di un tessuto altamente naturalistico, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, non vi sono a monte grossi centri urbani. La presenza dei fenoli solo il secondo anno potrebbe essere un evento del tutto naturale, come risultato di un processo naturale quale la biodegradazione di sostanze umiche e fulviche. Mantenere un trattamento A2 per l’utilizzo delle acque ai fini potabili, prevedendo l’abbattimento dell’arricchimento di fenoli di origine naturale mediante l’utilizzo del biossido di cloro. La presenza di Coli totali solo il secondo anno potrebbe essere un evento casuale, legato alla presenza di mandrie al pascolo. Relazione di sintesi 423 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 127 Lungo il corso di uno dei principali affluenti del fiume Crati, fiume Esaro, due stazioni di controllo sono state localizzate nell’invaso Farneto del Principe, sbarrato dalle fluenze dell’Esaro, IA01 e AP04, la prima per caratterizzarne lo stato di qualità ecologica dell’invaso, la seconda per verificare l’idoneità delle sue acque alla produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati sulla IA01 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico dell’invaso scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP04 hanno confermato la possibilità di utilizzare le acque dell’invaso a scopo potabile, classificandole il primo anno nella categoria A2 ed il secondo anno nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati in quell’anno. L’invaso è sito in un impluvio in cui insistono diversi grossi centri urbani, i cui reflui trattati se non adeguatamente trattati e sversati lungo le fluenze degli immissari dell’invaso potrebbero pregiudicarne l’utilizzazione delle sue acque. Al momento le acque invasate vengono utilizzate a scopo irriguo. Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione delle acque dell’invaso previo trattamento A2, agendo sui parametri microbiologici con l’adeguamento di tutti gli impianti di depurazione che sversano i loro reflui sugli immissari dell’invaso ed il potenziamento del processo di disinfezione degli stessi. Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP17 sita nel comune di Maierato per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP17 hanno segnalato la non idoneità delle sue acque ad essere utilizzate a scopo potabile, essendo state classificate il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori dei parametri microbiologici, parametri che nel secondo anno hanno raggiunto valori talmente elevati da renderle non idonee alla produzione di acqua potabile. Essa è situatata a Relazione di sintesi 424 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria circa 80 m slm, a valle di una serie di grossi centri abitati; inoltre, non dista molto in linea d’aria dall’immissione delle sue acque nell’invaso dell’Angitola, zona umida riconosciuta ed istituita ai sensi della Convenzione di Ramsar, inglobato all’interno del Parco regionale delle Serre. Le acque dell’invaso Angitola sono utilizzate per scopi irrigui. Lungo il corso del bacino del fiume Esaro di Crotone è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP26 localizzata nell’invaso artificiale “Vasca S. Anna” per verificare la possibilità di destinare questo corpo idrico per l’approvvigionamento potabile, ed un’altra, la IA08 per caratterizzare lo stato ambientale dello stesso invaso artificiale. Dai controlli effettuati la stazione AP26 è risultata idonea alla produzione di acqua potabile in entrambi gli anni di monitoraggio previo trattamento A3 delle acque dovuto al superamento di concentrazione dei parametri microbiologici, mentre la stazione IA08, non campionata nel corso del I° anno, ha rilevato nel II° anno uno stato ecologico scadente, ascrivibile prevalentemente a fenomeni di eutrofizzazione. L’utilizzo, al momento, delle acque della Vasca Sant’Anna è a scopo irriguo. Obiettivo al 2010: possibile utilizzazione delle acque invasate ai fini potabili previo trattamento A2 delle acque, prevedendo interventi nel settore fognario depurativo per abbattere la carica batterica, responsabile del trattamento A3. Per caratterizzare lo stato di qualità ecologica degli invasi e per verificare l’idoneità delle acque alla produzione di acqua potabile, lungo il bacino del fiume Neto, sono state dislocate le stazioni IA04 e AP10 nell’invaso Arvo, le stazioni IA05 e AP11 nell’invaso Ampollino, la IA12 nell’invaso Ariamacina, la AP08 lungo il fiume Lese, affluente del Neto in prossimità dell’opera di presa dell’impianto di potabilizzazione “Savelli”, e la AP09 lungo il corso del Neto, in prossimità dell’opera di presa dell’impianto di potabilizzazione “Crotone”. I risultati dei controlli effettuati sulle IA04, IA05 e IA12 hanno rilevato uno stato di qualità ecologico degli invasi scadente, comune a tutti gli invasi artificiali calabresi, alterati perché soggetti ad apporti inquinanti di reflui non trattati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP10 hanno confermato la possibilità di utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che al momento sono a scopo idroelettrico, classificandole sia il primo che il secondo anno nella categoria A3, per gli elevati valori di Coliformi totali e BOD5 riscontrati. I risultati dei controlli effettuati nella stazione AP11 hanno confermato la possibilità di utilizzare a scopo potabile le acque dell’invaso, che al momento sono a scopo Relazione di sintesi 425 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria idroelettrico, classificandole il primo anno nella categoria A3 per gli elevati valori di Coliformi totali riscontrati ed il secondo anno nella categoria A2. Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzazione delle acque degli invasi ai fini potabili, con trattamento A2, suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo. Lungo il corso del fiume Tacina per verificare l’idoneità delle sue acque per approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP13 nel comune di Petilia Policastro (prov. KR) in prossimità dell’asta fluviale. Dai controlli effettuati la AP13 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a valori elevati di BOD5 e dei parametri microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine civile dati i valori elevati riscontrati dei parametri microbiologici; un contributo significativo può essere inoltre attribuito alle numerose attività olearie distribuite lungo il bacino. In occasione di alcuni controlli, si è infatti osservato in alveo l’evidente presenza di residui di acque di vegetazione. Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzazione delle acque fluenti ai fini potabili, con trattamento A2, suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo e nel settore delle attività produttive (attività molitorie). AP06, invaso artificiale Cecita, l’utilizzo delle acque al momento è a scopo idroelettrico. Lungo l’invaso è stata posizionata una stazione di monitoraggio, la AP06 tra le loc. Cupole e Cuponello del comune di Spezzano della Sila, in provincia di Cosenza, per verificare la possibilità di poter utilizzare le acque dell’invaso, previo appropriato trattamento, a scopo potabile. Dai risultati analitici del biennio di monitoraggio emerge che le acque sono idonee alla produzione di acqua potabile previo trattamento A2 il secondo anno e A3 il primo, per superamenti di concentrazione del parametro Azoto Kjeldhal. Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzazione delle acque dell’invaso ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo. Lungo il corso del fiume Abatemarco per verificare l’idoneità delle sue acque per approvvigionamento potabile, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP07, sita nel comune di Santa Maria del Cedro in provincia di Cosenza. Dai controlli effettuati la AP07 è risultata non idonea alla produzione di acqua potabile un anno su due di monitoraggio, non idoneità ascrivibile a superamenti dei valori dei parametri microbiologici. Tali input inquinanti possono ritenersi prevalentemente di origine Relazione di sintesi 426 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria civile, data la bassa altitudine in cui la stazione è dislocata. Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzazione delle acque ai fini potabili con trattamento A2, suggerendo interventi specifici nel settore fognario – depurativo o semplicemente spostando ancora più a monte il sito di prelievo. Lungo il corso della fiumara Caturello, affluente del fiume Torbido è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP20 per verificare l’idoneità delle sue acque per approvvigionamento potabile. Essa è sita nel comune di Grotteria in provincia di Reggio Calabria e dai controlli effettuati nel biennio di monitoraggio è risultata idonea alla produzione di acqua potabile previo trattamento acque A2/A3 (A3 per superamenti dei coliformi totali il primo anno). Obiettivo al 2010: non si suggeriscono interventi specifici, in quanto il superamento della carica batterica che ha determinato la riclassificazione, è ascrivibile ad eventi del tutto eccezionali verificatisi esclusivamente nel primo anno. Lungo l’invaso collinare del Lordo, le cui acque sono utilizzate a scopo irriguo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la AP22 per verificare l’idoneità delle sue acque per approvvigionamento potabile. Dai controlli effettuati nel biennio di monitoraggio essa è risultata idonea in entrambi gli anni ai fini potabili previo trattamento delle acque di categoria A2/A3 (A3 per superamenti nel primo anno delle concentrazioni di Rame). Obiettivo al 2010: possibilità di utilizzare le acque ai fini potabili, previo trattamento specifico per la verifica del superamento del rame, se occasionale o persistente. 0.3.3.2 Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci La classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”. Stazione Codice stazione VP 01 R18004VP001 VP 02 I016VP001 Corpo idrico Torrente Ferro Fiume Lao I anno 2005 – 2006 Parametri critici Salmonidi Salmonidi Relazione di sintesi II anno 2006 – 2007 Parametri critici n.c. Tolta dalla rete Salmonidi Obiettivo al 2016 Mantenere lo stato di qualità ambientale 427 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione VP 03 Codice stazione Corpo idrico R18012VP004 Fiume Coscile I anno 2005 – 2006 Parametri critici Salmonidi Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca totale Fiume Crati VP 05 R18012VP001 Fiume Cecita Salmonidi VP 06 R18012VP003 Fiume Crati Ciprinidi VP 07 R18047VP002 Fiume Lese Salmonidi VP 08 R18047VP004 Fiume Arvo Non idonee VP 09 R18047VP003 Fiume Arvo Salmonidi VP 10 R18047VP001 Fiume Neto Salmonidi VP 11 R18057VP001 Fiume Savuto Salmonidi VP 12 R18064VP001 Fiume Savuto Salmonidi VP 13 R18069VP001 Fiume Amato Ciprinidi BOD5 VP 14 R18089VP001 Fiume Angitola Ciprinidi Ossigeno, BOD5 VP 15 R18097VP001 Fiume Ancinale Non idonee Ammoniaca non ionizzata Non idonee Parametri critici Ossigeno Ossigeno Relazione di sintesi Non idonee Obiettivo al 2016 Mantenere lo stato di qualità ambientale Salmonidi R18012VP002 VP 04 II anno 2006 – 2007 Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca totale, NON IDONEA Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere Ammoniaca lo stato di Non qualità non idonee ambientale ionizzata “ciprinidi” Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di qualità Ciprinidi Ossigeno ambientale “ciprinidi” Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di Ciprinidi Ossigeno qualità ambientale Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di Salmonidi qualità ambientale Mantenere lo stato di Ossigeno, Ciprinidi qualità BOD5 ambientale 428 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Stazione VP 16 Codice stazione Corpo idrico R18100VP001 Fiumara Alaca I anno 2005 – 2006 Parametri critici Salmonidi II anno 2006 – 2007 Materiali in sospensione, BOD5, Ammoniaca totale Fiumara Rosario VP 18 R18105VP001 Fiumara Assi Salmonidi Salmonidi VP 19 R18109VP001 Fiumara Stilaro Salmonidi n.c. R18118VP001 Fiume Petrace VP 20 Non idonee Salmonidi Concentrazione di ioni idrogeno, Ammoniaca non ionizzata VP 21 R18124VP001 Fiumara Portigliola VP 22 R18131VP001 Fiumara Salmonidi Bonamico VP 23 Fiumara Attiva dal R18124VP002 Portigliola II° anno Non idonee Non idonee Materiali in sospensione, Ammoniaca non ionizzata, Ammoniaca totale NON IDONEA Mantenere lo stato di qualità ambientale Tolta dalla rete Ciprinidi BOD5 n.c. Tolta dalla rete n.c. Tolta dalla rete Salmonidi Obiettivo al 2016 Mantenere lo stato di qualità ambientale Salmonidi R18096VP001 VP 17 Parametri critici Mantenere lo stato di qualità ambientale Mantenere lo stato di qualità ambientale Tabella 168 In generale sono rilevate forti fluttuazioni delle portate e periodi, anche lunghi, di secca o di ridottissima portata e fasi ad alta torbidità delle acque. In varie occasioni si è osservata presso le stazioni VP06,VP10,VP15,VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito e di odori persistenti. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione organica e si riferiscono a stazioni che presentano quasi sempre valori critici relativamente a parametri quali BOD5 e Ammoniaca. La frequenza delle situazioni di secca ha imposto la modifica della rete di monitoraggio iniziale nel secondo anno di attività, a partire da febbraio 2007. In particolare è stato deciso di non campionare le stazioni VP01, sul Torrente Ferro, VP19, sul Torrente Stilaro e VP22, Fiumara Bonamico risultate in secca per gran parte del primo anno di monitoraggio; inoltre la stazione VP21 sulla Fiumara Antonimina è stata spostata più a monte (Stazione VP23) dove era possibile intercettare l’acqua. E’ utile ricordare le particolari condizioni meteo soprattutto nel secondo anno, con bassa piovosità e Relazione di sintesi 429 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria temperature più alte rispetto agli anni precedenti. Le temperature infatti, conformi al valore imperativo previsto per le acque salmonicole nei mesi invernali e primaverili, in estate hanno superato tale valore in ben 11 dei 23 corpi idrici monitorati, in tre casi la temperatura risultava anche oltre la soglia dell’imperativo relativo ai ciprinidi. I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. Ricordiamo che la temperatura è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori considerazioni. Nel caso in esame sono state considerate il particolare regime dei corsi d’acqua e le particolari condizioni climatiche del periodo monitorato. L’aumento della temperatura estiva in alcuni corpi idrici ha causato un generalizzato abbassamento della concentrazione dell’ossigeno disciolto. La considerevole riduzione di portata e il conseguente effetto di concentrazione degli inquinanti ha sicuramente influenzato la situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e all’ammoniaca indissociata. Relativamente a questi parametri la qualità delle acque monitorate nel secondo anno risulta infatti significativamente peggiorata. Meno influente ai fini della classificazione è risultata la concentrazione dello ione nitrito, che supera il valore limite imperativo di 0,88 mg/l previsto per le acque salmonicole solo in un sito (VP 04 gennaio 07). Le concentrazioni medie di fosforo totale, fanno registrare valori superiori al valore guida in varie stazioni, (VP04, VP06, VP10, VP15, VP17, VP20), in altre stazioni sono inoltre presenti diversi valori di picco relativi a singoli campionamenti nei quali il fosforo totale è risultato oltre i valori guida. Questo parametro, non utilizzato per la classificazione, è indice di un significativo carico organico più o meno continuo. La concentrazione media per i materiali in sospensione è in tutte le stazioni conforme ai valori imperativi fissati per le acque idonee ai salmonidi e ai ciprinidi, tranne nel sito VP17, soprattutto nel secondo anno (> 80 mg/l). Di notevole importanza ai fini della classificazione è risultato il valore del BOD5 che sia nel primo che nel secondo anno supera più volte il valore di parametro previsto per le acque salmonicole (5mg/l O2 ) in 7 siti, e in uno anche quello per le acque ciprinicole. I valori più elevati di BOD5 possono essere ascrivibili ad impatto antropico, in quanto nei corsi d’acqua su cui sono localizzate le stazioni di prelievo è stata verificata la presenza di scarichi fognari. Lungo il corso dell’Amato è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP13, sita nel comune di Maida, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. La sezione VP13 è risultata, in entrambi gli anni di monitoraggio, idonea alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità. Relazione di sintesi 430 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Lungo il corso del fiume Ancinale è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP15 sita nel comune di Satriano per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP15 hanno evidenziato una idoneità alla vita dei pesci ciprinicoli, fatta eccezione per il primo anno nel quale, a causa degli elevati tenori di ammoniaca, la sezione è risultata non idonea alla vita dei pesci. Il tratto di corso d’acqua in esame è sito a valle del centro abitato di Satriano, pertanto per mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli è necessario operare un trattamento appropriato dei reflui all’interno dell’impianto. Lungo il corso del fiume Angitola è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP14 sita nel comune di Maierato per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP14 hanno evidenziato una idoneità alla vita dei pesci salmonicoli, fatta eccezione per il primo anno a causa degli alti tenori di BOD5 che hanno portato a classificarla idonea alla sola vita dei pesci ciprinidi. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità del tratto di corso d’acqua in esame idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli/salmonicoli, data la vicinanza all’invaso dell’Angitola. Lungo il corso del Crati, per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono state dislocate 2 stazioni di controllo, la VP06 a monte della CS06, la VP04 in prossimità della CS08, ed un’altra, la VP03 nel bacino del Coscile, nel territorio comunale di Morano. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci delle acque del Coscile, mentre sono risultate sempre non idonee le acque del Crati nella sezione VP04, per gli elevati tenori di azoto ammoniacale libero o combinato in esse presenti, attribuibili all’elevato apporto in quella sezione di reflui civili non trattati provenienti dai comuni caratterizzati dai massimi deficit di trattamento (Morano, Bisignano, Roggiano Gravina e San Marco Argentano). Nella sezione VP06 le acque sono risultate idonee il primo anno di monitoraggio, ma non idonee il secondo, anche in tal caso per l’elevato tenore di ammoniaca riscontrato. Tale evoluzione delle caratteristiche può essere attribuito sia alla localizzazione di questa stazione immediatamente a valle del canale Liguori, che è causa di apporti inquinanti saltuari, sia per la localizzazione abusiva di un accampamento sulle sponde del fiume a monte della stazione ferroviaria. Lungo il corso d’acqua del fiume Coscile, un affluente importante del fiume Crati, è stata posizionata una stazione di monitoraggio, la VP03, sita nel comune di Morano Relazione di sintesi 431 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Calabro in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il corso del fiume Lao è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP02 sita nel comune di Papasidero per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci e nelle sue vicinanze la AP02 per verificare la possibilità di utilizzare le sue acque per l’approvvigionamento potabile. I risultati dei controlli effettuati nella sezione VP02 hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il corso del fiume Marepotamo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP17 localizzata all’altezza della fiumara Rosario nel comune di Gerocarne (spartiacque col comune di Soriano Calabro) per verificare l’idoneità alla vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati sulla VP17 hanno rilevato la non idoneità delle acque per la vita dei pesci. Tale non idoneità è dovuta principalmente agli elevati valori di concentrazione di ammoniaca e materiale in sospensione, probabilmente ascrivibili ad un trattamento non adeguato dei reflui provenienti dall’impianto di depurazione sito nella frazione di Sorianello. Per valutare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci sono state dislocate nel bacino del Fiume Neto 4 stazioni di monitoraggio,una dislocata lungo il corso d’acqua del Neto la VP10, un’altra la VP08, sul Fiume Arvo, la VP09 sul Fiume Ampollino , ed infine la VP07 sul Fiume Lese, tutti affluenti del fiume Neto. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato, nelle stazioni VP10, VP07 e VP09, una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli, mentre nella sezione VP08 è stata riscontrata una non idoneità alla vita dei pesci nel corso del primo anno di monitoraggio, ascrivibile alle elevate concentrazioni di BOD5 e basse concentrazioni di ossigeno disciolto; solo queste ultime sono perdurate nel corso del secondo anno nel quale è stata rilevata una idoneità alla vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli nelle sezioni VP07, VP09 e VP10, mentre nella sezione VP08 mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli. Lungo l’asta fluviale del Petrace, all’altezza del comune di San Procopio in provincia di Reggio Calabria, per verificare l’idoneità delle acque alla vita dei pesci è stata dislocata una stazione di controllo, la VP20. I risultati dei controlli effettuati nella Relazione di sintesi 432 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria stazione VP20 nel corso del I° anno di monitoraggio hanno verificato l’idoneità delle acque alla vita dei pesci salmonicoli, mentre nel II anno, essendosi riscontrati valori di BOD5 superiori ai valori imperativi previsti dalla normativa, è risultata idonea alla vita dei pesci ciprinicoli. Obiettivo al 2016: mantenimento dello stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli/ciprinicoli. Lungo il corso del fiume Savuto è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP11 nel comune di Scigliano (CS) per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il fiume Cecita, prima di versare le sue acque nell’invaso omonimo, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP05, sita nel comune di Spezzano della Sila in provincia di Cosenza, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il corso della fiumara Alaca, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP16, sita nel comune di San Sostene, in provincia di Catanzaro, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il corso della fiumara Assi, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP18, sita nel comune di Stilo, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli. Lungo il corso del Fiume Alli, a valle dello sbarramento sul fiume Passante, affluente dell’Alli, è stata dislocata una stazione di monitoraggio, la VP12 sita al confine tra i comuni di Sorbo San Basile e Taverna, per verificare l’idoneità del corso d’acqua a sostenere la vita dei pesci. I risultati dei controlli effettuati hanno evidenziato una costante idoneità alla vita dei pesci salmonicoli il primo anno e ciprinicoli il secondo anno. Obiettivo al 2016: mantenere lo stato di qualità idoneo alla vita dei pesci salmonicoli/ciprinicoli. Relazione di sintesi 433 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.3.3.3 Acque destinate alla vita dei molluschi Anche per le acque a specifica destinazione vita dei molluschi, come le acque marino costiere, purtroppo manca un’indagine su scala temporale idonea e la classificazione non può essere fatta con sufficiente accuratezza se no su un numero limitato di campioni. Di contro, questa tipologia di indagine è comunque utilissima ai fini della valutazione della contaminazione microbiologica e chimica della fascia costiera e, attualmente, costituisce uno standard metodologico utilizzato con questo obiettivo. I risultati di questa indagine (Cfr. paragrafo 0.1.4.3.2 – Risultati) non sono molto confortanti e evidenziano un inquinamento fecale che non rientra nei limiti stabiliti (CF ≤ 300/100 gr polpa e liquido intervalvare) nella maggior parte dei casi di studio. La figura 128 riporta la percentuale di stazioni non idonee alla vita dei molluschi nei due differenti anni di indagine. In particolare 41 siti sui 59 classificabili nel primo anno non sono risultati idonei, coerentemente con le osservazione relative al secondo anno di indagine quando su 29 stazioni, 21 non sono risultati idonei. Questa indagine ha anche offerto un ulteriore spunto di riflessione. La presenza di sassitossina in alcuni molluschi evidenzia la presenza di specie fitoplanctoniche tossiche ed impone la necessità di un continuo monitoraggio in aree eventualmente destinate a mitilicoltura o a semplice stabulazione. Coliformi fecali > 300/100 gr di polpa e liquido intervalvare 18% 28% 82% 72% A B Figura 128:Percentuale di stazioni (VM) non idonee alla vita dei molluschi A) 2005-2006 e B) 2006-2007 Relazione di sintesi 434 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4 SINTESI DEI PROGRAMMI DI MISURA DA ADOTTARE 0.4.1 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici di cui all’art.5 del D.lgs. 152/99 I risultati degli studi e delle indagini descritte (cfr. Relazione generale) forniscono un quadro puntuale dei problemi di depauperamento qualitativo e quantitativo che caratterizzano i 32 bacini idrografici identificati come significativi nella regione Calabria. Questi problemi rendono necessaria l’attuazione di un sistema articolato e complesso di interventi urgenti e di più ampio respiro finalizzati alla tutela e alla valorizzazione delle risorse idriche regionali, da sviluppare in modo coordinato e armonico nell’ambito della prospettiva strategica delineata in questo Piano di Tutela delle Acque. La struttura geologica, la configurazione orografica, la posizione geografica, la morfologia a grande e a piccola scala, le condizioni climatiche rendono particolarmente rilevante il rapporto del territorio calabrese con le acque che la circondano o scorrono sulla sua superficie o nei suoi strati più profondi. La possibilità di disporre di questa grande ricchezza è decisiva per lo sviluppo della regione per garantire standard di vita adeguati, per favorire lo sviluppo delle attività agricole e industriali, per l’uso idroelettrico e per l’uso ricreazionale e lo sviluppo del turismo ad esso associato. Negli ultimi decenni la qualità complessiva dei corpi idrici si è progressivamente deteriorata per effetto di uno sviluppo poco razionale di nuovi insediamenti e di nuove infrastrutture e per la scarsa attenzione dedicata al problema del mantenimento di adeguati standard qualitativi. Anche dal punto di vista quantitativo la situazione è nettamente peggiorata sia per la sostanziale incapacità di razionalizzare l’utilizzazione della risorsa, specie di quella sotterranea, sia per gli effetti dei cambiamenti climatici che in una regione come quella calabrese hanno avuto effetti più devastanti rispetto ad altre realtà regionali, con una drastica diminuzione della piogge su scala annuale. Garantire il mantenimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi è una delle maggiori priorità della regione Calabria, perché senza un intervento rigoroso e razionale è da aspettarsi che nei prossimi anni le risorse idriche disponibili saranno sempre di meno e la loro qualità e quella dei corpi recettori sarà sempre peggiore. L’obiettivo prioritario è, quindi, quello di evitare che la situazione si comprometta ulteriormente evitando, con opportuni provvedimenti normativi, che nuovi insediamenti, nuove utilizzazioni e altre azioni potenzialmente interferenti possano apportare significativi Relazione di sintesi 435 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria peggioramenti sia quantitativi sia qualitativi. Ma è necessario nello stesso tempo attivare iniziative che consentano di invertire la tendenza e produrre nel corso degli anni l’incremento della disponibilità e il miglioramento della qualità della risorsa. Il grafico riportato in figura 129 rappresenta in modo efficace i concetti appena espressi. Senza alcun intervento il peggioramento aumenterà progressivamente (curva A). Imponendo adeguati standard per tutte le nuove iniziative che potrebbero interferire, anche se solo potenzialmente, con la tutela delle acque la situazione tenderà a stabilizzarsi (curva B), attuando gli interventi previsti dal Piano di tutela si potranno avere, infine, sensibili miglioramenti (curva C). Figura 129 Le strategie di intervento che è necessario sviluppare appaiono facilmente delineabili in base al quadro complessivo finora tracciato. Si tratta di un complesso di misure e di interventi che sono finalizzati al conseguimento di una duplice finalità: - evitare che il degrado complessivo delle acque calabresi prosegua con la stessa intensità che ha caratterizzato gli ultimi decenni, mantenendo le situazioni di eccellenza e impedendo ulteriori peggioramenti nei corpi idrici già compromessi; - avviare iniziative di risanamento dei corpi idrici maggiormente inquinati per raggiungere gli obiettivi imposti dalla normativa. Le strategie di intervento da adottare possono essere sintetizzate così: 1. migliorare la conoscenza del sistema e dei processi che in esso avvengono, attraverso un sistema di monitoraggio permanente che consenta: Relazione di sintesi 436 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria - di acquisire in modo sistematico e completo l’informazione connessa ai dati di ingresso e di uscita relativi agli impianti di utilizzazione della risorsa idrica gestiti in concessione; - di censire in modo sistematico e dinamico tutti i punti di interferenza tra il sistema e il sistema antropico: pozzi, prese in alveo, invasi artificiali, scarichi puntuali e diffusi; - di misurare: i deflussi naturali, l’andamento dei volumi negli acquiferi sotterranei e negli invasi artificiali, l’entità nel tempo dei prelievi e dei rilasci nei corpi idrici, nonché la qualità dei corpi d’acqua, dei prelievi, dei rilasci, con particolare riguardo alle Aree di Salvaguardia delle opere di captazione di cui al successivo punto 7. In particolare occorre assicurare la continuità dell’attuale rete di monitoraggio e il suo ulteriore potenziamento; - di creare banche dati e sistemi informativi territoriali che contengano i risultati del censimento e del monitoraggio sopra indicati; - di realizzare mappe con la zonizzazione del rischio idrico, che identifichino le aree nelle quali le caratteristiche quantitative e qualitative dei corpi idrici sono maggiormente compromesse e quelle dove sono presenti o sono previste tipologie di intervento potenzialmente impattanti sulla qualità dei corpi idrici (opere di captazione, derivazione, accumulo, drenaggio e collettamento acque reflue, collettamento e drenaggio delle acque bianche; nuove impermeabilizzazioni del suolo; nuovi insediamenti urbani, industriali agricoli, zootecnici; nuovi impianti energetici; ecc.…). 2. assicurare il risparmio della risorsa idrica e il contenimento dei consumi idrici attraverso: - l’adeguamento dei fabbisogni agli standard nazionali ed europei; - la riduzione delle perdite nelle reti di adduzione e di distribuzione, in particolare nelle reti urbane e nelle canalizzazioni irrigue, promuovendo ovunque il passaggio alle condotte in luogo dei canali a cielo aperto; - la razionalizzazione del quadro complessivo degli ordinamenti colturali, tenendo conto, in primo luogo, dei consumi idrici previsti; - la razionalizzazione delle tariffe per il consumo non potabile; - il riuso della risorsa idrica; - l’eliminazione dei prelievi non autorizzati. Relazione di sintesi 437 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 3. migliorare il sistema di raccolta, collettamento, trattamento e smaltimento delle acque reflue attraverso: - l’eliminazione degli scarichi abusivi anche attraverso una normativa che preveda oltre alle sanzioni previste dalle norme, ulteriori misure connesse alla perdita di benefici regionali (finanziamenti, licenze, marchi di qualità, ecc.); - il miglioramento delle reti fognarie procedendo: al loro completamento nei centri storici e nei quartieri di più recente realizzazione; al rifacimento dei tratti che appaiono di dimensione insufficiente o presentano perdite non più sanabili con semplici interventi di manutenzione; alla separazione del sistema di convogliamento delle acque bianche da quello delle acque nere; - la realizzazione di interventi finalizzati alla raccolta e al trattamento preliminare in loco delle acque di prima pioggia, rendendo tale tipologia di intervento obbligatoria nelle aree di nuova impermeabilizzazione e favorendone la realizzazione progressiva nelle grandi aree urbane; - la riorganizzazione delle attività delle aziende agricole e zootecniche in modo tale da limitare l’uso dei concimi chimici favorendo un’utilizzazione controllata dei reflui zootecnici ai fini di una buona pratica agricola; - il controllo e la razionalizzazione del sistema di raccolta e di smaltimento dei reflui provenienti dalle lavorazioni di prodotti agricoli particolarmente inquinanti (frantoi, ecc.); - il completamento del sistema regionale degli impianti di depurazione e il miglioramento dell’efficienza degli impianti esistenti, secondo quanto puntualmente indicato nel capitolo 4 e richiamato più avanti nelle schede di sintesi. 4. affrontare in modo organico il problema della microidrografia dei centri storici dove il percorso previsto per il drenaggio delle acque piovane è spesso obliterato da deviazioni, tombature, immissioni occasionali nella rete fognaria, perdite diffuse, che si accompagnano in molti casi a perdite diffuse anche nella rete di adduzione e nella rete fognaria, creando significativi problemi anche alla stabilità dei versanti; 5. assicurare la chiusura dei pozzi abbandonati che possono diventare oggetto di prelievi abusivi o di inquinamenti puntuali in falda, con particolare attenzione alla sigillatura dei pozzi che si trovano in zone costiere interessate da possibili risalite del cuneo salino che potrebbe per tali vie interessare gli acquiferi; Relazione di sintesi 438 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 6. favorire l’autodepurazione e la rinaturazione dei corpi idrici, assicurando il rispetto del deflusso minimo vitale, evitando restringimenti che incrementano la profondità della sezione idrica, creando tratti di autodepurazione con tiranti idrici modesti ed elevata turbolenza, incrementando la vegetazione ripariale, privilegiando gli interventi di ingegneria naturalistica nelle sistemazioni fluviali, realizzando aree di ricarica delle falde acquifere; 7. delimitare le Aree di Salvaguardia delle opere di captazione sul territorio al fine di proteggere l'approvvigionamento idrico potabile dai rischi dell'inquinamento antropico, limitando l’eccessiva fiducia nei processi di disinfezione delle acque, attraverso: - la delimitazione di aree nelle quali occorre proibire-regolamentare le attività a rischio, da definire in modo da non gravare eccessivamente sullo sviluppo del territorio; - la predisposizione di norme e vincoli tali da rendere possibile la gestione dei campi acquiferi in condizioni di sicurezza; - la predisposizione di una rete di controllo della qualità delle acque sotterranee e l'organizzazione della tipologia e frequenza delle analisi da effettuare nell’ambito del più complessivo sistema di monitoraggio di cui al precedente punto 1. 8. applicazione dei trattamenti più spinti del secondario per l’abbattimento dell’azoto nel rispetto dei valori limite di emissione di cui alla tabella 2, allegato 5 del D.lgs. 152/99, agli scarichi di acque reflue urbane degli agglomerati ricadenti in aree sensibili e nei bacini drenanti ad esse afferenti, con popolazione superiore ai 15.000 AE. Quest’ultimo trattamento viene esteso all’orizzonte temporale del 2016 anche agli impianti a servizio di agglomerati tra i 2.000 ed i 15.000 AE; 9. disinfezione estiva per i depuratori oltre i 15.000 AE nella fascia di 10 km dalla costa; 10. contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti dagli effluenti zootecnici e non, e valutazione della riduzione dei carichi connessi agli effluenti zootecnici e non, in relazione all’individuazione delle arre vulnerabili da nitrati, secondo secondo quanto deliberato nel Regolamento regionale recante: designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d’azione (D.G.R. n.817 del 23/09/2005 (BUR CALABRIA – Supplemento straordinario n 5 al n. 9 del 16 maggio 2006, parti I e II, Anno XXXVII); 11. rinaturalizzazione di alcuni tratti fluviali. Relazione di sintesi 439 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Di seguito si riportano in forma sintetica gli interventi previsti per ognuno dei 32 bacini dei corpi idrici significativi e d’interesse. Alla fine della disamina si riporta una tabella riassuntiva degli stessi interventi, di tipo quali – quantitativo, da operare su ciascun bacino, suddivisi in funzione dei diversi livelli di informazione acquisita, a cui sono associati, in funzione del loro peso, diversi giudizi di valutazione. 0.4.1.1 Sintesi delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali significativi di I° e II° ordine Bacino del Fiume Amato Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 10900 AE ottenibile potenziando gli impianti in esercizio, riavviando quelli attualmente non funzionanti o anche realizzandone dei nuovi; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Amato evidenziano dei deficit sull’area irrigua S. Ippolito per effetto delle modeste portate estive dei corsi d’acqua (affluenti del fiume Amato) che l’alimentano. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno comunque essere risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare globalmente a scala di bacino. Qui di seguito si riportano in forma sintetica le strategie di intervento (di Livello 1 e Livello 2) a scala di bacino, con cui, in base alla conoscenza dei singoli punti del livello 2, si può arrivare al miglioramento od al mantenimento della qualità. Relazione di sintesi 440 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME AMATO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P P 4 3 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 2 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 4 4 3 4 4 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 441 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Crati Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone con urgenza l’esecuzione dei seguenti interventi per il soddisfacimento del deficit di trattamento dei reflui civili prodotti. A tal fine è necessario prevedere: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento dei deficit di trattamento di circa 140000 AE delle acque reflue prodotte nel bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi, provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie per assicurare a tutti i reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Crati, pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune strategie di intervento di carattere generale: 1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino del Crati; 2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore dell’invaso del Cecita le modalità di rilascio in alveo dei volumi invasati, specialmente quelli invernali, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento sia delle utenze irrigue del Mucone, sia di quelle in Destra Crati per effetto dei maggiori volumi presenti nella Diga di Tarsia; 3. La realizzazione della Diga di Cameli, oltre a soddisfare le future richieste irrigue necessarie ai comprensori della Piana di Sibari, riducendo drasticamente il prelievo esasperato ed incontrollato della risorsa idrica sotterranea, potrebbe con opportuni Relazione di sintesi 442 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria interventi di canalizzazione eliminare tutte le situazioni di deficit attualmente presenti sui comprensori irrigui del Coscile e del Garga. BACINO DEL FIUME CRATI INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 5 5 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 5 5 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 5 5 5 5 5 5 5 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 443 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Corace Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 13000 AE ottenibile potenziando gli impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone dei nuovi; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della più idonea stima del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali quali quelle calabresi. La realizzazione futura dell’invaso del Melito, pur soddisfacendo ampiamente alle richieste potabili ed irrigue, necessiterà comunque di opportuni piani strategici e di emergenza per la gestione ottimale delle risorse idriche in condizioni di siccità. Relazione di sintesi 444 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME CORACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 5 2 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 3 3 3 3 4 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 445 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Lao Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 2000 AE ottenibile con l’adeguamento degli impianti già esistenti e l’eventuale realizzazione di nuovi; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle caratteristiche calcaree come quello del fiume Lao. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 446 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME LAO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 3 1 P A P A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 2 3 2 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 447 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Mesima Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare il mantenimento della loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento di circa 29650 AE ottenibile potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la possibilità di ripristinare quelli non funzionanti; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato è emerso che l’ipotesi di destinare parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta irrigua della parte valliva del bacino. L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori analisi è la validazione di un metodo per la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile con le reali caratteristiche idrologiche e geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal senso, anche in questo corso d’acqua, il metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale implica volumi idrici sensibili che in situazioni di ripetuti deficit pluviometrici (anno scarso) non possono essere soddisfatti o, come avviene in condizioni medie di regime nelle parti terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non è possibile garantire il normale fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in alveo (quasi comparabili con quelli naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale. Relazione di sintesi 448 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME MESIMA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 5 4 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 4 5 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 4 5 4 4 3 CHIUDERE POZZI ABBANDONATI FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE DEI CORSI D’ACQUA DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 449 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Neto Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 31000 AE, ottenibile potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando eventualmente anche la possibilità di ripristinare quelli non funzionanti. In particolare il deficit del comune di Rocca di Neto potrebbe essere soddisfatto in tempi brevi provvedendo al riavvio dei due impianti di depurazione temporaneamente fuori esercizio, così come potrebbe essere soddisfatto quello del comune di Casabona con la realizzazione già prevista di tre impianti di depurazione e quello del comune di San Giovanni in Fiore prevedendo il riavvio dell’impianto attualmente non in esercizio per adeguamento; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Neto, pur se basati su differenti ipotesi di funzionamento, mostrano in modo oggettivo alcune strategie di intervento di carattere generale. 1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema del corso d’acqua del bacino del Neto. 2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico (Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle prese sul fiume Tacina. Relazione di sintesi 450 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. BACINO DEL FIUME NETO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 5 4 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 5 5 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 4 3 4 4 4 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 451 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Petrace Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 24000 AE, potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, anche valutando la possibilità di ripristinare quelli non più funzionanti; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino, negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 452 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME PETRACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 5 4 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 3 5 3 4 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 453 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Savuto Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: - La manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; - Soddisfacimento del deficit di trattamento di depurazione di circa 12000 AE ed il completamento della rete fognaria per assicurare che tutti i reflui prodotti nel bacino possano afferire agli impianti di trattamento; - L’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di verificare la corretta gestione degli impianti e di valutare gli effetti degli interventi effettuati sull’evoluzione di salute del corpo idrico. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 454 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME SAVUTO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 4 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 3 2 3 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 455 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Tacina Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 26240 AE, potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi e prevedendo la messa in esercizio dell’impianto di Mesoraca da anni completato e mai entrato in funzione; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di controllo del territorio che assicuri il rispetto della normativa per lo smaltimento delle acque di vegetazione prodotte nell’area; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Gli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico effettuato sul bacino del fiume Tacina, sono strettamente connessi alle ipotesi di funzionamento dell’intero sistema idroelettrico del bacino del fiume Neto. In tal senso si può affermare che: 1. Il minimo deflusso vitale stimato con il metodo proposto dall’Autorità di Bacino Regionale appare eccessivo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, generando nei primi condizioni di deficit imputabili allo svuotamento invernale della risorsa idrica immagazzinata dai serbatoi. L’uso di metodi meno restrittivi, come nel caso della Q710, riducono sensibilmente molti problemi di gestione, senza inficiare l’ecosistema dei corso d’acqua Neto e Tacina. 2. E’ necessario concordare con l’Ente gestore degli invasi silani a scopo idroelettrico (Arvo, Ampollino, Orichella e Migliarite) le modalità di rilascio in alveo dei volumi invasati, al fine di garantire durante i mesi estivi, il soddisfacimento delle utenze irrigue sia del Basso Neto, sia del comprensorio di Capo Colonna alimentate dalle prese sul fiume Tacina. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 456 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME TACINA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 5 4 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 4 2 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 3 2 4 4 4 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 457 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Trionto Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 4500 AE, prodotte nel bacino attraverso il potenziamento degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi, provvedendo nel contempo all’adeguamento delle reti fognarie per assicurare a tutti i reflui prodotti nel bacino di poter afferire negli impianti di depurazione; il controllo dell’attività di prelievo d’acqua dal fiume e dalla subalvea che impedisca i prelievi non autorizzati; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare gli effetti degli interventi attuati sull’evoluzione dello stato di salute del corpo idrico. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 458 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL TORRENTE TRIONTO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 3 2 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 2 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 3 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 459 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.1.2 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse naturalistico – paesaggistico Bacino del Torrente Raganello Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento dei deficit di trattamento delle acque reflue, 500 AE, possibilmente utilizzando gli impianti esistenti, eventualmente potenziandoli; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle. l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per un bacino dalle caratteristiche calcaree come quello del torrente Raganello. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 460 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL TORRENTE RAGANELLO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 1 1 P A A A P A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 3 3 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 2 3 1 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 461 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Argentino Dai controlli effettuati, lo stato ecologico risulta nella CS30 buono, per cui non si ritiene necessario proporre alcun intervento, se non la manutenzione straordinaria delle reti fognarie. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere criticità di tipo strutturale, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. BACINO DEL FIUME ARGENTINO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P P 1 1 P A A A P A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 1 2 2 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 1 1 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 462 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara La Verde Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 2000 AE, ottenibile con la messa in esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. I risultati ottenuti dall’applicazione del bilancio idrico evidenziano delle criticità sul comparto delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Si potrebbe pensare di realizzare delle vasche nella zona medio - valliva del bacino in modo da accumulare i deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 463 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA LA VERDE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 1 1 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 2 1 CHIUDERE POZZI ABBANDONATI FAVORIRE RINATURAZIONE E AUTODEPURAZIONE DEI CORSI D’ACQUA DELIMITARE LE AREE DI SALVAGUARDIA ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 464 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara Amendolea Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle. l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico nel tempo; controllo dell’attività di estrazione di inerti presente nella fiumara. Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. L’ipotesi di alimentare l’utenza irrigua attraverso l’invaso del Menta è risultata compatibile con la capacità complessiva dello stesso. Si può pensare, pertanto, di canalizzare opportunamente i volumi destinati alle aree irrigue interessate. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 465 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA AMENDOLEA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 5 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 2 1 P A A A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 2 3 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 3 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 466 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Crocchio Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione. Dall’analisi del bilancio idrico emerge la necessità che in condizioni idrologiche particolarmente siccitose è opportuno utilizzare per un periodo ridotto l’opera di presa sull’asta terminale del Fiume Crocchio. Emerge inoltre, il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 467 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME CROCCHIO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 1 1 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 2 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 2 2 1 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 468 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.1.3 Programmi di misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali d’interesse “alto carico inquinante” Bacino della Fiumara Allaro Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: il soddisfacimento del deficit di trattamento, circa 8100 AE, realizzando impianti nuovi o anche prevedendo l’attivazione e la messa in esercizio degli impianti di depurazione già presenti nel bacino e attualmente non in esercizio; la manutenzione straordinaria ed il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione funzionanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’applicazione del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 469 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME ALLARO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 3 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 3 4 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 3 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 470 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Nicà Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4800 AE, ottenibile potenziando gli impianti esistenti, riavviando quelli attualmente non in esercizio o realizzandone dei nuovi; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di controllo della corretta gestione degli impianti e di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 471 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME NICA’ INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 3 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 2 2 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 3 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 472 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Esaro di Crotone Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 13000 AE, potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi e valutando anche la possibilità di ripristinare l’impianto dismesso in loc. Cutro paese; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale, pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 473 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME ESARO DI CROTONE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A P 4 3 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 3 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 2 2 2 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 474 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Torrente Fiumarella di Catanzaro Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10500 AE, mediante il potenziamento degli impianti di depurazione di Pentone e di Catanzaro; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 475 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL TORRENTE FIUMARELLA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 4 3 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 1 1 2 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 3 1 1 3 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 476 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Torrente Turrina Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il controllo dello stato attuale e l’eventuale completamento delle reti fognarie per assicurare il completo soddisfacimento della richiesta di collettamento di tutti i reflui prodotti nel bacino, all’impianto di depurazione di Lamezia Terme; l’organizzazione di un’attività di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 477 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL TORRENTE TURRINA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 4 1 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 3 2 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 2 2 1 4 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 478 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Angitola Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 10350 AE, ottenibile con la messa in esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio e l’eventuale realizzazione di nuovi; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Il bacino dell’Angitola, a regime, non richiede interventi sostanziali di tipo strutturale. L’insorgere di prolungati periodi di siccità necessita, invece, di una gestione pro - attiva del serbatoio con cui limitare i rilasci nei mesi primaverili per fronteggiare i mesi estivi più critici. Relazione di sintesi 479 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME ANGITOLA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 4 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 4 3 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 2 1 2 3 3 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 480 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Ancinale Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 14150 AE, ottenibile con la messa in esercizio degli impianti di depurazione attualmente non in esercizio (in particolar modo il tempestivo riavvio dell’impianto di depurazione consortile sito nel comune di Simbario a servizio dei comuni di Simbario, Spadola e Brognaturo) e l’eventuale realizzazione di nuovi, quale il già previsto impianto di depurazione consortile di Cardinale ed a servizio dei comuni di Cardinale e parte di Chiaravalle centrale e Torre di Ruggiero; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 481 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME ANCINALE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 4 3 P A P A A A 5 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 4 1 4 5 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P 2 MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 2 1 2 4 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 482 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara della Ruffa Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; Il soddisfacimento del seppur limitato deficit di trattamento del comune di Drapia, 1000 AE, verificando, al contempo, che le reti fognarie siano in gradi di far afferire negli impianti di depurazione tutti i reflui prodotti nel bacino; Il controllo dell’efficienza dell’impianto di depurazione di Spilinga con particolare riguardo al trattamento di disinfezione; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 483 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA DELLA RUFFA INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P P 2 1 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 2 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 3 1 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 484 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Torrente Budello Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: il controllo dello stato e l’eventuale completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino nell’impianto consortile di Gioia Tauro; l’organizzazione di un servizio di smaltimento, secondo normativa, delle acque di vegetazione prodotte nell’area; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati; l’applicazione di metodi di ingegneria naturalistica per rinaturalizzare il corso d’acqua caratterizzato da tratti nell’area urbana con vegetazione riparia assente e sponde artificiali. L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato evidenzia delle criticità sul comparto delle utenze irrigue nel periodo estivo (giugno - agosto). Poiché la risorsa idrica sotterranea è gia ampiamente utilizzata, si potrebbe pensare di realizzare delle vasche nella zona medio - valliva del bacino in modo da accumulare i deflussi invernali riutilizzandoli nel periodo irriguo (aprile - settembre). Inoltre permane il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 485 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL TORRENTE BUDELLO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A P 4 2 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 3 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 3 3 3 1 2 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 486 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara Novito Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 4000 AE, valutando anche l’opportunità di rimettere in esercizio gli impianti di depurazione attualmente dismessi; l’adeguamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse criticità di tipo strutturale, anche se rimane sempre il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 487 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA NOVITO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 2 2 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 1 2 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 3 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 488 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara Bonamico Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e dell’unico impianto di depurazione in esercizio; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 3700 AE, ed il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di controllare la corretta gestione degli impianti e di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. I risultati ottenuti dall’analisi del bilancio idrico non mostrano criticità di tipo strutturale, pur rimanendo il problema della stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 489 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA BONAMICO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A P 3 2 P A A A A A 3 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 3 3 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 2 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 490 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara Gallico Pur ritenendo che lo stato ecologico alterato non sia attribuibile tanto ad apporti inquinanti di origine civile, ma al regime idrologico cui è soggetta la fiumara, per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il controllo dell’utilizzo del corso d’acqua quale fonte di approvvigionamento per limitare il verificarsi di periodi di magra caratterizzati da portate quasi nulle. Le uniche criticità emerse dall’analisi del bilancio idrico riguardano la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 491 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA DI GALLICO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 2 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 3 1 P A A A A A 2 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 2 1 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 1 1 1 1 2 1 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 492 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino della Fiumara Calopinace Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 200 AE, ottenibile con la messa in esercizio dell’unico impianto di depurazione di Cardeto ricadente nel bacino, attualmente non in esercizio; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione cui sono destinati; L’analisi dei risultati del bilancio idrico effettuato non fa emergere particolari condizioni di criticità, salvo la stima più idonea del Minimo Deflusso Vitale per realtà fluviali tipiche calabresi. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 493 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DELLA FIUMARA CALOPINACE INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su P A P 1 1 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 3 1 4 2 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. A MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 3 2 1 2 1 1 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 494 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Metramo Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 22700 AE, potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi o anche valutando la possibilità di ripristinare quelli non funzionanti; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Negli scenari considerati nell’analisi del bilancio idrico è emerso che l’ipotesi di destinare parte dell’invaso del Metramo ad uso potabile non confligge con la richiesta irrigua della parte valliva del bacino. L’aspetto che maggiormente necessita di ulteriori analisi è la validazione di un metodo per la stima del Minimo Deflusso Vitale compatibile con le reali caratteristiche idrologiche e geomorfiche dei corsi d’acqua calabresi. In tal senso, anche in questo corso d’acqua, il metodo fissato dall’Autorità di Bacino Regionale implica volumi idrici sensibili che in situazioni di deficit pluviometrici non possono essere soddisfatti o, come avviene in condizioni medie di regime nelle parti terminali del reticolo in presenza di prese irrigue, non è possibile garantire il normale fabbisogno colturale penalizzato da abbondanti rilasci in alveo (quasi comparabili con quelli naturali idrologici) a tutela dell’ecosistema fluviale. Relazione di sintesi 495 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME METRAMO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 4 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A A A 5 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 4 4 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 3 3 3 3 2 4 3 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 496 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Bacino del Fiume Marepotamo Per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale previsti (cfr 0.3.2.1.1), si propone l’esecuzione dei seguenti interventi: la manutenzione straordinaria delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per assicurare la loro efficienza; il soddisfacimento del deficit di trattamento, 20400 AE, ottenibile potenziando gli impianti esistenti o realizzandone dei nuovi, valutando eventualmente anche la possibilità di ripristinare quelli non funzionanti; il completamento delle reti fognarie per assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino negli impianti di depurazione; l’organizzazione di un servizio di controllo che impedisca l’uso abusivo del corpo idrico quale recettore di apporti inquinanti; l’organizzazione di un’attività di monitoraggio operativo che consenta di valutare l’effettiva evoluzione dello stato di salute del corpo idrico a seguito degli interventi attuati. Dai risultati ottenuti nell’analisi del bilancio idrico non sono emerse particolari condizioni di criticità. Eventuali problemi di gestione, in condizioni di siccità meteorologica, potranno essere comunque risolti attraverso l’attuazione di piani strategici e di emergenza da valutare sia a scala di comprensorio che di bacino. Relazione di sintesi 497 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria BACINO DEL FIUME MAREPOTAMO INTERVENTI DI LIVELLO 1 LIVELLO 2 MIGLIORARE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA E DEI PROCESSI, ATTRAVERSO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO PERMANENTE, agendo su VALUTAZIONE 3 Pozzi Prese in alveo Invasi Scarichi puntuali Scarichi diffusi Deflussi naturali Volumi degli acquiferi Prelievi Rilasci Aree di salvaguardia Altro … ASSICURARE IL RISPARMIO DELLA RISORSA IDRICA E IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI IDRICI, agendo su A P A 4 3 P A A A A A 4 Perdite nelle reti Ordinamenti colturali Riuso Prelievi non autorizzati Altro …. 5 2 3 4 Scarichi abusivi Completamento reti fognarie Manutenzione reti fognarie Acque meteoriche dilavanti su aree urbane Agricoltura Zootecnia Realizzazione e potenziamento impianti di depurazione Manutenzione impianti di depurazione Altro …. P MIGLIORARE IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE, agendo su 2 2 2 3 2 4 2 ► Rilevanza attribuita agli interventi di livello 1 mediante una scala ordinale da 1 a 5 : 1 poco o nulla rilevante; 2 abbastanza rilevante; 3 di media rilevanza; 4 molto rilevante; 5 di straordinaria rilevanza. ► Valutazione degli interventi di livello 2 mediante una scala sintetica su due livelli: A assente; P presente Oppure quella su 5 livelli Relazione di sintesi 498 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.1.4 Stima economica delle azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali significativi e di interesse Le indagini condotte hanno rivelato che dei 32 corsi d’acqua indagati, un solo tratto presenta lo stato ambientale pessimo e 15 in cui risulta scadente. Su questi è necessario intervenire con la massima urgenza per portarli entro il dicembre 2008, come prevede la legge, allo stato di qualità ambientale di almeno sufficiente. Risultano caratterizzati da uno stato ecologico scadente il Crati, il Tacina, il Petrace, il Neto, il Savuto, l’Esaro di Crotone, il Mesima (Metramo e Marepotamo), il Turrina, il Nicà ed il Budello, il Trionto, l’Amendolea, il Raganello e la Gallico (per gli ultimi quattro lo stato di alterazione ambientale è attribuibile alle frequenti riduzioni di portata cui è soggetto il corso d’acqua, riduzioni che influenzano negativamente l’Indice Biotico Esteso). Lo stato dei primi due è attribuibile all’elevato deficit di trattamento che presentano i comuni del loro territorio, stimabili intorno ai 140.000 AE sul Crati e di circa 26.000 AE sul Tacina. Tali deficit devono essere soddisfatti al più presto provvedendo al potenziamento dei vecchi impianti o alla realizzazione di nuovi impianti e alla risistemazione della rete fognaria in modo da poter assicurare l’afferenza di tutti i reflui prodotti nel bacino agli impianti di trattamento. Una stima dei costi necessari per tali interventi e per la manutenzione straordinaria sia degli impianti di trattamento che delle reti fognarie già esistenti è riportata nella tabella 15, per tutti i bacini esaminati. L’alterazione ambientale del fiume Trionto sembra sia attribuibile, più che al deficit di trattamento presente nel suo bacino, stimabile intorno ai 4.500 AE, alle frequenti riduzioni di portata cui esso è soggetto, quindi è necessario, per recuperarne la qualità ambientale, non solo soddisfare il deficit di trattamento realizzando nuovi impianti e potenziando quelli esistenti, ma anche imporre una utilizzazione molto controllata delle sue acque, poiché trattasi di una fiumara soggetta al regime torrentizio mediterraneo. Anche il fiume Budello risulta caratterizzato da una qualità ambientale scadente, nonostante sia stato già realizzato e sia attualmente funzionante l’impianto di Gioia Tauro in grado di trattare i reflui prodotti da tutti i comuni del suo bacino. Lo stato di degrado rilevato è indice della presenza di carenze strutturali nella rete fognaria che richiede quindi di essere risistemata al più presto. Dei 10 corsi d’acqua caratterizzati da una qualità ambientale scadente, in 6 il loro stato è attribuibile alla presenza di un significativo deficit di trattamento depurativo stimabile per il Neto ed il Mesima intorno ai 30.000 AE, per il Petrace ai 24.000 AE, per il Metramo ai Relazione di sintesi 499 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 22.700 AE, per l’Esaro di Crotone ai 13.000 AE e per il Savuto ai 12.000 AE. Diverso è il caso del torrente Turrina, la cui domanda di trattamento dei reflui prodotti nel bacino dovrebbe essere soddisfatta pienamente dall’impianto consortile di Lamezia Terme. L’aver rilevato un grave stato di compromissione del torrente è indice che esso è soggetto ad apporti inquinanti abusivi. Essi sono in parte attribuiti a carenze strutturali nella rete fognaria, ma anche a sversamenti occasionali di grossi apporti inquinanti di fanghi provenienti da bottini o di acque di vegetazione, spesso scaricati nottetempo da autobotti come segnalatoci dalle forze dell’ordine. Degli altri corsi d’acqua esaminati, nessuno risulta di qualità ambientale ottima, solo 9 appaiono di qualità buona, e i restanti 26 di qualità sufficiente. Anche per questi è imposto dalla normativa che vengano effettuati al più presto, entro il 31/12/2016, tutti gli interventi necessari per soddisfare la domanda di trattamento, ma con una urgenza inferiore rispetto ai precedenti. Nella tabella 169 è riportata, per ogni singolo bacino indagato, una stima dei costi sia d’impianto, necessari per soddisfare i deficit di trattamento depurativo, sia di manutenzione straordinaria nell’ipotesi di un’età media degli impianti esistenti pari a circa 15 anni. Tali costi sono stati calcolati utilizzando un software dedicato che consente di determinare le spese di impianto e di esercizio, con livelli di accuratezza più o meno elevati, a secondo la qualità delle informazioni disponibili sullo stato ambientale dei corsi d’acqua, le loro modalità di fruizione, gli obiettivi di qualità ambientale che si intende raggiungere e la tipologia di interventi previsti. Con tale software, infatti, disponendo di informazioni molto accurate, è possibile individuare anche il numero di unità di personale necessario alla conduzione degli impianti, la loro qualifica, i consumi energetici prevedibili, la quantità di reattivi da utilizzare, la produzione di fanghi da smaltire, etc.. Nel nostro caso, data la limitata disponibilità di informazioni sull’effettivo stato di funzionalità degli impianti esistenti e sulle modalità che si intende adottare per il loro potenziamento e la realizzazione dei nuovi, le stime dei costi d’impianto sono da considerarsi solo approssimative, calcolate nell’ipotesi che per tutti gli impianti vengano adottati cicli di trattamento del tipo a fanghi attivi e che quelli in esercizio abbiano un’età di 15 anni. I costi per il completamento delle reti fognarie esistenti sono stati calcolati tenendo conto della localizzazione e dell’estensione delle aree urbanizzate e non avendo dati affidabili sullo stato attuale di copertura, sono stati ipotizzati due diversi scenari di copertura attuale, Relazione di sintesi 500 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria uno che soddisfa il 70% dell’utenza e l’altro il 90%. Nell’ipotesi di questi due scenari si è preceduto alla valutazione anche dei costi di manutenzione straordinaria necessaria per assicurare la funzionalità delle reti esistenti, ipotizzando una loro vetustà di circa 30 anni. IMPIANTI DI DEPURAZIONE BACINO COSTI DEGLI INTERVENTI PER SODDISFARE I DEFICIT DI TRATTAMENTO RETI FOGNARIE COSTI DELLA MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEGLI IMPIANTI ESISTENTI Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie del 70% Costi per manutenzione straordinaria Costi d'impianto Allaro € 1.917.821 € - € 409.161 Amato € 2.471.449 € 232.970 € Amendolea € - € 55.829 € Ipotesi di copertura attuale delle reti fognarie del 90% Costi per manutenzione straordinaria Costi d'impianto € 25.612 € 136.387 € 32.928 3.391.502 € 212.290 € 195.645 € 12.247 € 1.130.501 € 272.942 65.215 € 15.745 Ancinale € 3.078.573 € 78.626 € 1.158.767 € 72.531 € 386.256 € 93.257 Angitola € 2.366.238 € 75.452 € 795.845 € 49.816 € 265.282 € 64.048 Argentino € - € - € 26.646 € 1.668 € 8.882 € 2.144 Bonamico € 991.083 € 6.011 € 307.459 € 19.245 € 102.486 € 24.744 Budello € 714.712 € - € 1.390.049 € 87.009 € 463.350 € 111.869 Calopinace € 154.972 € - € 1.479.947 € 92.636 € 493.316 € 119.104 Corace € 2.867.550 € 576.035 € 1.546.016 € 96.772 € 515.339 € 124.420 Crati € 21.320.860 € 1.311.272 € 14.281.805 € 893.957 € 4.760.602 € 1.149.377 Crocchio Esaro di Crotone € - € 73.536 € 594.317 € 37.201 € 198.106 € 47.830 € 2.867.550 € 342.628 € 2.035.322 € 127.399 € 678.441 € 163.800 Fiumarella € 2.392.620 € 6.011 € 1.916.615 € 119.969 € 638.872 € 154.245 Gallico € - € 413.678 € 415.196 € 25.989 € 138.399 € 33.415 Lao € 591.957 € 88.631 € 429.414 € 26.878 € 143.138 € 34.559 LaVerde € 591.957 € - € 124.575 € 7.798 € 41.525 € 10.026 Marepotamo € 4.201.446 € 70.967 € 1.102.292 € 68.998 € 367.431 € 88.711 Mesima € 5.745.597 € 196.168 € 2.454.950 € 153.665 € 818.317 € 197.571 Metramo € 4.586.353 € 144.018 € 1.708.061 € 106.915 € 569.354 € 137.463 Neto € 5.954.245 € 263.675 € 2.571.962 € 160.989 € 857.321 € 206.988 Nicà € 1.233.925 € 175.658 € 445.592 € 27.890 € 148.531 € 35.860 Novito € 1.062.943 € 450.646 € 102.978 € 6.446 € 34.326 € 8.287 Petrace € 4.942.344 € 56.838 € 2.068.456 € 129.473 € 689.485 € 166.465 Raganello € 183.591 € 55.155 € 287.055 € 17.968 € 95.685 € 23.101 Ruffa € 329.663 € 69.029 € 200.851 € 12.572 € 66.950 € 16.164 Savuto € 2.679.459 € 158.038 € 1.786.583 € 111.831 € 595.528 € 143.781 Tacina € 5.187.213 € 60.906 € 1.299.443 € 81.338 € 433.148 € 104.577 Trionto € 1.164.086 € 118.110 € 343.161 € 21.480 € 114.387 € 27.617 Turrina € - € 571.649 € 479.219 € 29.997 € 159.740 € 38.566 TOTALE € 79.598.208 € 5.651.539 € 45.348.884 € 2.838.579 € 3.649.604 € 15.116.295 Tabella 169 - Costi di nuove realizzazioni e di manutenzione staordinaria degli impianti esistenti Relazione di sintesi 501 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nella tabella 170 è riportata una stima dei costi di gestione per soddisfare il raggiungimento degli obiettivi di qualità (cfr. 0.3.2.1.1 e 0.4.1.1, 0.4.1.2, 0.4.1.3), in virtù del deficit di trattamento civile prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti nei 32 bacini dei corpi idrici significativi. BACINO Fiume Amato Fiumara Allaro Fiumara Amendolea Fiume Ancinale Fiume Angitola Torrente Argentino Fiumara Bonamico Torrente Budello Fiumara Calopinace Fiume Corace Fiume Crati – F. Esaro – F. Coscile Fiume Crocchio Fiume Esaro di Crotone Torrente Fiumarella Fiume Lao Fiumara di Gallico Fiumara della Ruffa Fiumara La Verde Fiumara Novito Fiume Mesima Fiume Marepotamo Fiume Metramo Fiume Neto Fiume Nicà Fiume Petrace Torrente Raganello Fiume Savuto Fiume Tacina Torrente Trionto Torrente Turrina TOTALE Costo di gestione BOD5 Abbattimento CARICO BOD5 Abbattimento CARICO N (t/y) 215,1 159,3 279,0 204,3 72,9 8,1 256,5 (t/y) 38,4 28,0 49,6 36,0 12,8 1,6 45,6 €/Kg 141966 105138 184140 134838 48114 5346 169290 Costo di gestione N €/Kg 24960 18200 32240 23400 8320 1040 29640 2759,4 490,4 1821204 318760 256,5 207 39,6 19,8 39,6 79,2 584,1 403,2 447,3 609,3 94,5 488,7 9,9 236,7 571,5 88,2 8129,7 45,6 36,8 7,2 3,2 7,2 14,4 104,0 72,0 79,2 108,0 16,8 87,2 1,6 42,4 92,0 16,0 1436 169290 136620 26136 13068 26136 52272 385506 266112 295218 402138 62370 322542 6534 156222 377190 58212 5.365.602,00 29640 23920 4680 2080 4680 9360 67600 46800 51480 70200 10920 56680 1040 27560 59800 10400 933.400,00 Tabella 170 - Costi di gestione per soddisfare il raggiungimento degli obiettivi di qualità, in virtù del deficit di trattamento civile prodotto dagli effluenti non trattati dagli impianti di depurazione presenti nei 32 bacini dei corpi idrici significativi Relazione di sintesi 502 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Il quadro triennale degli interventi (P.O.T.) e l’Accordo di Programma Quadro (A.P.Q.) Tra gli obiettivi prioritari individuati nel primo triennio per il settore fognario – depurativo (presenti nel POT 2003 – 2006 allegato ai Piani d’Ambito, realizzati dalla stessa Autorità d’Ambito, conteneva gli interventi suddivisi per obiettivi da realizzare nei tre anni di riferimento), vi è la “messa a norma delle infrastrutture fognarie e di trattamento reflui rispetto alle prescrizioni del D.lgs. 152/99 e s.m.i.”, che si specifica nei seguenti punti: 1. Opere di nuova realizzazione o interventi di adeguamento degli impianti di depurazione rispetto al citato decreto; 2. Completamento del grado di copertura del servizio di fognatura con priorità per gli agglomerati con un numero di a.e. superiore a 15.000, e successivamente tra 2.000 e 15.000. Sempre nel POT 2003 – 2006, oltre agli interventi previsti per il triennio di riferimento, venivano anche riportati come “interventi da realizzare” anche quelli contenuti nel Piano Stralcio, redatto dall’Ufficio del Commissario e ritenuti importanti per i quali però al momento non si disponeva della copertura finanziaria per la loro realizzazione. Nella successiva Tabella 171 si riporta l’ammontare complessivo delle risorse economiche previste nel POT, scorporato per ciascun Ente d’Ambito, al fine della realizzazione degli interventi nel settore fognature – collettamento – depurazione, inteso come somma di quelli previsti nel triennio di riferimento e di quelli riportati nel Piano Stralcio, al momento senza copertura finanziaria. La Tabella 172 riporta le risorse destinate a ciascun Ente d’Ambito con il Nuovo A.P.Q. (Accordo Programma Quadro) stipulato in data 28.06.2006 nel settore fognature – collettamento – depurazione. Si evidenzia che non sono compresi in tali importi della Tabella 2 gli interventi attuati dall’Ufficio del Commissario, ma solo quelli previsti nei POT ed attuati dai Comuni di cui alla Tabella 1. La Tabella 173 infine riporta le ulteriori somme destinate al settore fognature – collettamento – depurazione in virtù della riprogrammazione effettuata nell’Ottobre 2008 delle risorse economiche inizialmente accantonate per la realizzazione della Diga dell’Alto Esaro a Cameli. Complessivamente si può dire, quindi, che nel settore fognature – collettamento – depurazione, a fronte di una previsione nei 5 POT per un totale di € 141.260.314,95 ad oggi Relazione di sintesi 503 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria risultano impegnate nell’APQ “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche” della Regione Calabria [92.149.701,10+65.624.507,18] = € 157.774.208,28. ATO COSENZA CATANZARO CROTONE VIBO VALENTIA REGGIO CALABRIA TOTALE Risorse previste nei POT 18.084.392,95 25.535.407 24.948.277 30.474.238 42.218.000 141.260.314,95 Tabella 171 – Risorse previste nei POT 2003 – 2006 per il triennio di riferimento più quelle previste per interventi inseriti nel Piano Stralcio ma sprovvisti di copertura finanziaria ATO COSENZA CATANZARO CROTONE VIBO VALENTIA REGGIO CALABRIA TOTALE Risorse impegnate in APQ alla stipula del 28.06.2006 33.010.000,00 26.923.912,03 7.428.526,00 4.386.000,00 20.401.263,07 92.149.701,10 Tabella 172 – Risorse previste in APQ alla stipula del 28.06.2006 per il settore fognature-collettamento-depurazione ATO COSENZA CATANZARO CROTONE VIBO VALENTIA REGGIO CALABRIA TOTALE Ulteriori somme assegnate con la riprogrammazione delle risorse ex Esaro 23.913.428,01 12.173.278,00 5.571.000,00 5.657.554,51 18.309.246,66 65.624.507,18 Tabella 173 – Ulteriori risorse assegnate al settore fognature-collettamento-depurazione con la riprogrammazione dell’accantonamento per la Diga dell’Esaro Alla luce delle analisi economiche effettuate (prendendo in considerazione le risorse economiche stimate nel POT 2003 – 2006, le risorse economiche impegnate nell’APQ del 28/06/2006 ed infine le risorse economiche impegnate a seguito della riprogrammazione dei fondi a valere sulla Delibera CIPE 35/2005) sembra esserci una copertura economica complessiva stanziata tale da adempiere al soddisfacimento del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti dal D.lgs. 152/99 e s.m.i. Relazione di sintesi 504 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.2 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque marino costiere e loro stima economica Sulla base dell’analisi dei dati del monitoraggio Nov. 2005 – Sett. 07 è evidente che gran parte della fascia marina costiera calabrese è sottoposta a differenti tipologie di impatto antropico. L’elemento preponderante che influenza le dinamiche ecologiche di queste aree è l’apporto del bacino versante. Se da una parte la condizione trofica del dominio pelagico appare di buona qualità, dall’altro le matrici che integrano i risultati di stress ambientali evidenziano un generale stato di sofferenza anche nelle aree a maggior pregio paesaggistico e ambientale. Il diffuso inquinamento dei corsi d’acqua superficiali, in ogni periodo dell’anno, evidenzia la pessima gestione/mancanza del sistema fognario e di depurazione delle acque reflue. L’inquinamento preponderante nella fascia costiera tirrenica sottolinea una errata programmazione dell’ubicazione delle condotte sottomarine di smaltimento di reflui trattati, in uno con il pessimo funzionamento degli impianti di depurazione. Il peggioramento delle condizioni igienico sanitarie durante la stagione invernale, indica che è preponderante il ruolo nefasto del bacino versante rispetto all’impatto delle aree costiere. Questo aspetto evidenzia la complessità di intervento nel senso che è abbastanza semplice intervenire sulla rete fognaria e la depurazione delle aree costiere ma è molto più complesso intervenire nel territorio interno. La tipologia di impatto del bacino versante autorizza a ritenere che una corretta riprogettazione della rete fognaria e, un’altrettanto efficienza di depurazione delle acque reflue sanerebbe, definitivamente, molti aspetti di qualità degli ecosistemi costieri non solo dal punto di vista turistico balneare, ma anche per specifiche destinazioni di alcune aree particolarmente vocate all’acquacoltura, una delle attività produttive emergenti. In relazione a quanto ipotizzato quale causa dell’evento straordinario verificatosi a fine estate del 2007 e al maggiore inquinamento del settore tirrenico rispetto a quello ionico (Cfr paragrafo 0.3.2.3), un intervento prioritario è la verifica della rete fognaria, dello stato di funzionalità ed eventuale ripristino delle condotte sottomarine e degli impianti di depurazioni e, infine, del censimento e dell’eliminazione degli scarichi abusivi ubicati nella fascia costiera. Un monitoraggio contestuale di almeno due periodi estivi è indispensabile per valutare gli effetti positivi di tali interventi. Un controllo a monte e a valle delle condotte, effettuato anche con moderne tecnologie di acquisizione continue, avrebbe dei costi modesti e potrebbe produrre risultati immediati. Il costo complessivo di questa azione Relazione di sintesi 505 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria di monitoraggio non supererebbe, attualmente, 2 milioni di euro. Una delle aree costiere sottoposte a maggiore impatto antropico è il litorale di Reggio Calabria. In questo caso è evidente che il ruolo del bacino versante è modesto e, pertanto, si propone la stessa tipologia di intervento suggerita per il settore tirrenico. L’altro elemento di impatto è legato alle attività turistiche e produttive della fascia costiera. Il continuo danneggiamento di ecosistemi fragili ma di importanza vitale nella fascia costiera può essere facilmente affrontato attraverso un vero e proprio piano regolatore del mare. Ci riferiamo, a titolo di esempio, allo stato di sofferenza delle praterie di fanerogame marine. In alcuni casi è chiaro l’elemento preponderante di disturbo legato ad attività di pesca a strascico ed ad ancoraggi selvaggi. Una regolamentazione degli ancoraggi, della pesca e degli accessi in queste aree risulterebbe di primaria importanza per salvaguardare questi straordinari ed indispensabili ecosistemi costieri. In molte aree del Mediterraneo, come a Port-Cros (Mentone) o a Lavezzi (Corsica) in Francia, o alle isole Medes (Catalogna-Spagna), è stata avvertita la medesima esigenza di salvaguardia per questa risorsa e si sono approntati parchi boe. I parchi boe, che possono essere di diversi tipi, sono essenzialmente riconducibili a due tipologie principali: corpi morti (i "moorings" degli anglosassoni) e strutture infisse nel fondo (i "vitoni"). I corpi morti e le relative catene e catenarie possono provocare essi stessi, in aree interessate da Posidonia, alcuni danni alla prateria: la catena che poggia sul fondale provoca l’estirpazione delle piante sia nella superficie occupata dal corpo morto sia in quella limitrofa. Negli ultimi anni in Francia è stata adottata una tecnica molto meno invasiva che potrebbe essere adatta in Calabria e per la quale se ne consiglia l’introduzione. Si tratta di parchi boe che utilizzano un sistema di ancoraggio tramite “vitoni” impiantati nel fondale e non prevedono l’uso di catene ma di cime che grazie a una boa galleggiante a mezz’acqua non esercitano un’azione meccanica sul fondale. Questo sistema di ancoraggio, sperimentato con risultati soddisfacenti per quanto riguarda resistenza ed affidabilità, è adattabile a diverse tipologie di fondale e presenta una messa in posa relativamente semplice. Relazione di sintesi 506 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Sono stati utilizzate due tipologie di “vitoni” a diversa struttura, a seconda se il substrato di ancoraggio è costituito da sabbia (strutture tubolari con alettoni laterali) o “matte” di Posidonia oceanica (strutture a "molla" o vite). Nel citato esempio di applicazione sono stati utilizzati “vitoni” in acciaio speciale, galvanizzati a caldo per evitare fenomeni di usura precoce dovuta ad ossidazione dei materiali a mare. Questo provocherebbe non solo nuovi costi per la sostituzione di quelli usurati, ma causerebbe la possibilità del moltiplicarsi di intrusioni con susseguente indebolimento della “matte” di Posidonia, sia per l’azione meccanica che per l’abbandono di corpi metallici in stato di ossidazione al suo interno. La necessaria distanza di rispetto dalla costa impone di posizionare le boe a partire da una batimetria non inferiore agli 8-10 m e ai 12-15 metri di profondità per imbarcazioni di grandi dimensioni. L’istituzione di campi boe andrebbe programmata per tutte le aree e baie con presenza di fanerogame marine attraverso specifiche concessioni, ad esempio agli Scuba Diving, con l’obbligo anche di effettuare osservazioni e, quindi diventare osservatori permanenti dell’evoluzione di questi particolari ecosistemi. Una operazione di questo tipo si tradurrebbe in una primaria protezione di un ecosistema fragile, in uno stimolo all’imprenditoria giovanile, ad una sensibilizzazione sul valore di questi ecosistemi alle loro conoscenze che si tradurrebbe, immediatamente, in una protezione di fatto. Tale operazione, in relazione alle limitate aree di intervento, si tradurrebbe in un investimento ammortizzabile con eventuali costi di concessione e con incalcolabili benefici ambientali. Un intervento indispensabile è un monitoraggio finalizzato all’aggiornamento delle dinamiche idrografiche costiere e all’evoluzione dell’ecosistema planctonico tentando di coglierne fluttuazioni e regolarità, anche in relazione a specie potenzialmente tossiche in continuo aumento in relazione ai cambiamenti climatici. L’introduzione di specie “aliene” animali e vegetali sta modificando la funzionalità e la struttura degli ecosistemi costieri e solo la conoscenza delle dinamiche ed evoluzione degli ecosistemi bentonici possono consentire, ove possibile, eventuali interventi di mitigazione. Un’attività di questo tipo andrebbe programmata partendo dalle conoscenze attuali e indirizzando l’attenzione allo studio di ecosistemi modello. Le necessità prioritarie possono essere definite solo in relazione alla disponibilità di risorse che sono sempre inadeguate rispetto alle problematiche in gioco. Relazione di sintesi 507 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.3 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione di cui al Titolo II, Capo II, del D.lgs. 152/99. Secondo quanto previsto dall’Autorità di Bacino Calabria, per le acque a specifica destinazione, tenuto conto dello stato attuale, gli obiettivi devono essere distinti a seconda della specifica destinazione funzionale. • Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile (AP): deve essere mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie Al e A2 come definite all’articolo 7 del D.lgs. 152/99. I corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile che non sono classificati almeno in categoria A2 devono raggiungere queste qualità entro il 31 dicembre 2010. • Acque superficiali idonee alla vita dei pesci (VP): la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci deve essere estesa agli interi corpi idrici classificati, fermo restando la possibilità di classificare e designare nell’ambito del medesimo corpo idrico tratti come “acque salmonicole” e tratti come “acque ciprinicole”. • Acque superficiali di balneazione (BAL): tutti i tratti di costa attualmente inagibili alla balneazione per inquinamento devono eseguire entro il 31 dicembre 2010 l’idoneità alla balneazione secondo i requisiti di cui al DPR 08 giugno l982 n. 470 e successive modifiche e integrazioni. • Acque destinate alla vita dei molluschi (VM): tutte le acque marine costiere salmastre che sono attualmente sede di banchi di popolazioni naturali di molluschi bivalvi e gasteropodi devono risultare conformi ai requisiti di cui alla tabella 1/C dell’Allegato 2 del citato D.lgs. 152/99 entro il 31 dicembre 2010. 0.4.3.1 Programmi d’azione per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile A seguito del monitoraggio effettuato nel biennio Nov 2005 – Ott 2007 sia su corsi d’acqua che su invasi artificiali in prossimità delle opere di presa esistenti e in siti che potenzialmente potrebbero essere utilizzati ai fini di produzione di acqua potabile, circa il 60% delle acque in prossimità delle opere di presa esistenti risultano essere classificabili in categoria A3 e solo 1 delle 12 risulta non idonea. Per tutte quelle che sono risultate classificabili in categoria A3 per superamenti delle cariche batteriche, segnale di una Relazione di sintesi 508 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria contaminazione fecale, condizionando negativamente la qualità del tratto d’acqua, si suggeriscono, al fine di raggiungere l’obiettivo di qualità di categoria A2 entro il 31/12/2010, interventi sul settore fognario – depurativo a livello case sparse che gravano nell’intorno delle opere di presa. Per le stazioni AP08, AP23, AP25, non sono previsti programmi specifici di miglioramento, in quanto il peggioramento dei parametri che hanno determinato la riclassificazione nel II° anno è dovuto ad eventi eccezionali – casuali verificatisi esclusivamente in quell’anno. Se il monitoraggio successivo confermerà tale trend, questi tratti saranno riclassificati in A2. Per la stazione AP12, al fine del raggiungimento dello stato di qualità ambientale A2, si suggeriscono interventi di ripristino ed adeguamento normativo per l’impianto di depurazione a “fanghi attivi” di potenzialità pari a 200 AE, a servizio del piccolo centro abitato di Vallelaposta (di soli 50 residenti) che al momento della ricognizione del 2006 risultava essere in esercizio, ma interrato. Infine per la AP09, i risultati dei controlli effettuati hanno rilevato, per entrambi gli anni di monitoraggio, la non idoneità delle acque a scopo potabile, per gli elevati tenori di BOD5 e dei parametri microbiologici. Ad oggi la presa risulta comunque non utilizzata e, l’impianto di potabilizzazione di Crotone è collegato alla vasca di demodulazione “Orichella”, dove confluiscono le acque turbinate da ENEL sul II° salto nella centrale idroelettrica di Orichella. 0.4.3.2 Programmi d’azione per le acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci Dalle analisi condotte nel biennio Nov 2005 – Ott 2007, in varie occasioni si è osservata presso le stazioni VP04, VP06, VP10, VP15, VP17 e VP20 la presenza di scarichi, di detrito trasportato e di odori. Queste osservazioni testimoniano l’evidenza di una contaminazione organica e si riferiscono a stazioni che quasi sempre risulteranno effettivamente presentare valori critici relativamente a parametri quali BOD5 e Ammoniaca. I valori di temperatura non sono stati considerati ai fini della classificazione. La temperatura è un parametro derogabile per il quale sono necessarie ulteriori considerazioni. Nel caso sono state considerate il particolare regime dei corsi d’acqua e le particolari condizioni climatiche del periodo monitorato. L’aumento della temperatura estiva in alcuni corpi idrici, ha causato un generalizzato abbassamento della concentrazione dell’ossigeno disciolto. Relazione di sintesi 509 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La considerevole riduzione di portata e il conseguente effetto di concentrazione degli inquinanti, ha sicuramente influenzato la situazione legata ai livelli di ammoniaca totale e all’ammoniaca indissociata. Relativamente a questi parametri la qualità delle acque monitorate nel secondo anno risulta infatti significativamente peggiorata. Si ritiene che gli interventi specifici previsti nel settore fognario – depurativo permetteranno di poter estendere la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci agli interi corpi idrici classificati. 0.4.3.3 Programmi d’azione per le acque idonee alla vita dei molluschi Dall’analisi delle acque destinate alla vita dei molluschi condotte nel biennio Nov 2005 – Ott 2007, la maggior parte risulta non idonea per superamento dei limiti di inquinamento fecale. E’ altrettanto evidente che concentrazione di metalli pesanti superano raramente i limiti di legge così come la concentrazione delle sostanze xenobiotiche. Pertanto, con eccezione di Siti di Interesse Nazionale (es. Crotone) per i quali si stanno programmando ulteriori caratterizzazioni e piani di intervento specifici, il raggiungimento dei criteri di qualità possono essere raggiunti, in tempi brevissimi, a patto che si provveda alla sistemazione definitiva della rete fognaria e alla relativa depurazione dei reflui. D’altronde, una depurazione avanzata aiuterebbe ad utilizzare in modo produttivo la risorsa acqua migliorando significativamente la qualità dell’ambiente e portando benessere ad altre attività produttive (agricoltura) senza la necessità di contaminare l’ambiente terrestre e marino e continuare ad emungere le falde. 0.4.3.4 Programmi d’azione per le acque di balneazione Il D.Lgs. 152/1999 e s.m.i. stabilisce che le acque destinate alla balneazione debbano rispondere ai requisiti del DPR n. 470/82 e s.m.i. A seguito del monitoraggio effettuato dall’ARPACAL nella stagione balneare 2007, si riportano di seguito i tratti di costa interdetti alla balneazione per l’anno 2008. Relazione di sintesi 510 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'art.6 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008 Provincia di Cosenza Comune CASSANO ALLO IONIO Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario Lunghezza (metri) 04:02:14,34 E ; 39:45:24,71 618 04:06:38,52 E ; 39:38:34,57 891 078-029-354 100 MT DX VENA MORTA CORIGLIANO CALABRO 078-044-341 MANDATORICCIO 078-074-325 PAOLA 078-091-256 ROSSANO 078-108-335 100 MT DX T. GENNARITO LOC. S. NICOLA 100 MT DX C. ARMIRO' LIDO OASI 100 MT DX TORRENTE S. FRANCESCO 100 MT DX TORRENTE COSERIE 04:25:13,84 E ; 39:32:08,51 03:34:30,05 E ; 39:21:50,05 04:14:16,88 E ; 39:37:16,74 581 316 340 Provincia di Reggio di Calabria Comune Codice Denominazione BIANCO 080-009-097 CAMPING IONIO BLU BRANCALEONE 080-014-089 PONTILE MOTTA SAN GIOVANNI 080-054-064 REGGIO DI CALABRIA 080-063-048 REGGIO DI CALABRIA 080-063-136 LAZZARO - TORRENTE S.VINCENZO 200 MT LIDO COMUNALE VILLA ZERBI CIRCOLO VELICO Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario 03:42:21,01 E ; 38:05:45,02 03:39:13,01 E ; 37:57:56,02 03:12:55,10 E ; 37:57:54,97 03:11:32,02 E ; 38:06:41,97 03:11:13,09 E ; 38:06:29,02 Lunghezza 810 1096 1011 437 1114 Provincia di Catanzaro Comune Codice CROPANI 079-036-084 CURINGA Denominazione 300 MT NORD FIUME FRASSO 500 MT NORD TORRENTE 079-039-158 S.EUFRASIA CURINGA 079-039-160 TORRE DI MEZZA PRAIA GIZZERIA 079-060-152 LIDO S.ANTONIO LAMEZIA TERME 079-160-256 NOCERA TERINESE 079-087-225 SOVERATO 079-137-123 DIR.DON PEDRO SOVERATO 079-137-253 LOC. CORVO 500 MT. SUD TORRENTE BAGNI 200 MT. NORD FIUME SAVUTO Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario 04:21:00,01 E ; 38:54:09,03 03:45:58,09 E ; 38:50:20,40 03:45:42,28 E ; 38:49:17,05 03:44:53,87 E ; 38:55:48,86 03:46:05,00 E ; 38:54:31,02 03:38:34,00 E ; 39:02:07,02 04:06:28,01 E ; 38:40:50,02 04:06:24,00 E ; 38:40:42,02 Lunghezza (metri) 300 1604 1731 580 791 1215 228 692 Tabella 174: Fonte ARPACAL Relazione di sintesi 511 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Divieti temporanei alla balneazione ai sensi dell'art.7 del D.P.R. 470/82 e s.m. a valere per l'anno 2008 Provincia di Cosenza Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario Lunghezza (metri) AMANTEA 078-010-235 200 MT SX TORRENTE CATOCASTRO 03:36:43,45 E ; 39:08:12,97 98 AMANTEA 078-010-236 200 MT DX TORRENTE CATOCASTRO 078-015-285 250 MT SX FIUME SOLEO 03:36:42,16 E ; 39:08:25,92 03:24:05,96 E ; 39:36:27,71 03:24:00,74 E ; 39:36:43,29 03:23:50,89 E ; 39:37:13,37 03:23:43,75 E ; 39:37:13,50 03:24:59,35 E ; 39:33:48,26 03:24:54,26 E ; 39:34:00,32 04:29:49,87 E ; 39:30:00,79 04:06:11,72 E ; 39:38:54,84 04:06:04,59 E ; 39:38:58,21 04:20:02,59 E ; 39:36:39,08 03:33:20,89 E ; 39:24:40,54 03:33:33,05 E ; 39:24:13,24 03:33:28,98 E ; 39:24:22,40 03:36:25,35 E ; 39:12:11,41 03:35:20,07 E ; 39:19:27,93 03:35:02,90 E ; 39:20:43,06 03:19:01,92 E ; 39:54:04,66 03:19:21,46 E ; 39:53:49,07 04:10:08,80 E ; 40:05:51,34 04:09:56,01 E ; 39:58:52,49 04:16:21,01 E ; 39:36:59,03 03:35:54,74 E ; 39:17:33,15 03:35:31,06 E ; 39:18:36,36 03:35:23,07 E ; 39:19:14,84 BELVEDERE MARITTIMO BELVEDERE MARITTIMO BELVEDERE MARITTIMO BELVEDERE MARITTIMO 078-015-286 250 MT DX FIUME SOLEO 078-015-287 078-015-288 BONIFATI 078-019-281 BONIFATI 078-019-282 CARIATI 078-025-128 CORIGLIANO CALABRO 078-044-343 CORIGLIANO CALABRO 078-044-344 CROSIA 078-047-146 FUSCALDO 078-058-044 FUSCALDO 078-058-261 FUSCALDO 078-058-262 LONGOBARDI 078-067-017 PAOLA 078-091-252 PAOLA 078-091-253 PRAIA A MARE 078-101-115 PRAIA A MARE 078-101-310 ROCCA IMPERIALE 078-103-229 ROSETO CAPO SPULICO 078-107-213 ROSSANO 078-108-153 SAN LUCIDO 078-122-027 SAN LUCIDO 078-122-249 SAN LUCIDO 078-122-251 100 MT SX T. DI MARE L.TA' CAPO TIRONE 100 MT DX T. DI MARE L.TA' CAPO TIRONE 200 MT SX TORRENTE BAMBAGIA 200 MT DX TORRENTE BAMBAGIA FOCE T. PANNIZZARO 100 MT DX TORRENTE CORIGLIANETO 100 MT SX TORRENTE CORIGLIANETO SBOCCO FOSSO DECANATO INIZIO LUNGOMARE 150 MT SX TORRENTE MADDALENA 150 MT DX TORRENTE MADDALENA TORRENTE CORDARO 200 MT DX TORRENTE DEUDA 300 MT SX C.DA PETRARO SBOCCO C.LE SOTTOMARLANE 50 MT SX CANALE FIUMARELLA TORRENTE CANNA IL CASTELLO FOSSO NUBRICO TORRENTE PETRALONGA 150 MT SX TORRENTE S.COMO 200 MT SX TORRENTE DEUDA Relazione di sintesi 595 541 326 216 513 206 379 1.081 338 515 957 512 766 304 1240 400 260 415 777 1295 761 1206 1.020 148 320 512 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SANGINETO 078-117-284 SANTA MARIA DEL CEDRO 078-132-298 VILLAPIANA 078-154-195 150 MT DX FIUME SANGINETO 200 MT SX FIUME ABATEMARCO 03:24:32,93 E ; 39:34:54,35 03:20:53,35 E ; 39:45:13,36 04:03:59,01 E ; 39:50:35,02 FIUMARA SARACENO 614 152 1331 Provincia di Catanzaro Comune Codice Denominazione LAMEZIA TERME 079-160-232 200 MT A NORD F. AMATO LAMEZIA TERME 079-160-233 200 MT A SUD F. AMATO LAMEZIA TERME 079-160-156 DIREZIONE STAZ. FF.SS. S.PIETRO AMAIDA Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario 03:45:50,01 E ; 38:52:55,41 03:45:50,08 E ; 38:53:08,88 03:46:00,61 E ; 38:52:05,02 Lunghezza 853 847 1.210 Provincia di Vibo Valentia Comune Codice Denominazione NICOTERA 102-025-226 200 MT A DX F. MESIMA BRIATICO 102-003-228 200 MT A SX T. TRAINITI Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario 03:27:42,00 E ; 38:30:27,02 03:37:06,46 E ; 38:43:15,13 Lunghezza 560 868 Provincia di Reggio di Calabria Comune Codice Denominazione BAGNARA CALABRA 080-007-133 200 M S TORR. PRAIA LONGA BRANCALEONE 080-014-146 I.D. BRANCALEONE REGGIO DI CALABRIA 080-063-036 CATONA - BAR REITANO REGGIO CALABRIA 080-063-037 GALLICO LIMONETO REGGIO CALABRIA 080-063-042 PENTIMELE REGGIO CALABRIA 080-063-045 CIRCOLO NAUTICO REGGIO DI CALABRIA 080-063-046 REGGIO DI CALABRIA 080-063-047 REGGIO CALABRIA 080-063-058 PELLARO LUME REGGIO DI CALABRIA 080-063-135 500 M N TOTT. ANNUNZIATA VILLA S.GIOVANNI 080-096-169 300 M N PUNTO 031 S.FERDINANDO 080-097-168 DELTA MESIMA LIDO COMUNALE PONTILE N LIDO COMUNALE PONTILE S Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario 03:19:19,88 E ; 38:16:14,10 03:39:47,96 E ; 37:58:41,61 03:11:16,65 E ; 38:10:51,34 03:11:11,31 E ; 38:10:16,14 03:11:57,46 E ; 38:08:32,64 03:12:05,00 E ; 38:07:53,43 03:11:42,02 E ; 38:06:50,09 03:11:39,38 E ; 38:06:46,61 03:11:29,80 E ; 38:01:24,38 03:11:38,92 E ; 38:07:16,05 03:10:57,76 E ; 38:13:53,68 03:27:44,00 E ; 38:30:11,02 Lunghezza 1863 1668 905 1009 574 781 544 179 1371 592 812 419 Provincia di Crotone Comune Codice Denominazione Coordinate geografiche: Sistema Monte Mario Lunghezza CUTRO 101-012-072 CATERISANO 04:29:30,01 E ; 38:56:04,03 1413 Tabella 175: Fonte ARPACAL Relazione di sintesi 513 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Nella tabella sottostante vengono invece riportati nel dettaglio tutti i punti di prelievo per la balneazione distribuiti lungo i circa 750 km di costa della Regione Calabria. Codice ISTAT regione Codice ISTAT provincia Codice ISTAT comune Codice punto di prelievo Descrizione 180 078 002 054 Antistante Chiesa 180 078 002 272 150 Mt Dx Fiume Bagni 180 078 002 273 100 Mt Sx Torrente Fiumicello 180 078 002 370 50 Metri Sx Torrente Acquafetida 180 078 002 371 50 Metri Dx Torrente Acquafetida 180 078 006 204 Torre Albidona 180 078 010 002 Vena Della Carretta 180 078 010 003 Staz. FF.SS. Campora San Giovanni 180 078 010 005 Corica Scoglio Grande 180 078 010 006 Sottopassaggio FF.SS. 180 078 010 007 Torrente Colongi 180 078 010 008 Torrente S.Maria 180 078 010 009 Staz.FF.SS. Amantea 180 078 010 231 100 Mt Sx Fiume Torbido 180 078 010 232 100 Mt Dx Fiume Torbido 180 078 010 233 100 Mt Sx Fiume Oliva 180 078 010 234 100 Mt Dx Fiume Oliva 180 078 010 235 200 Mt Sx Torrente Catocastro 180 078 010 236 200 Mt Dx Torrente Catocastro 180 078 011 206 Foce T. Straface 180 078 011 207 Il Molo Relazione di sintesi 514 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 011 208 1 Km Nord Il Molo 180 078 011 209 Torre Spulico 180 078 011 210 Torrente Ferro 180 078 011 367 1200 Mt Nord T.Avena 180 078 013 013 Staz.FF.SS.Belmonte C. 180 078 013 014 Torrente San Martino 180 078 013 237 150 Mt Sx Torrente Verre 180 078 013 238 150 Mt Dx Torrente Verre 180 078 015 071 Rio Palazza 180 078 015 073 Staz.Ne FF.SS.Belvedere M. 180 078 015 075 Scoglio Vetticelle 180 078 015 076 Hotel Belvedere 180 078 015 078 Punta.S.Litterata 180 078 015 079 Hotel Poseidon 180 078 015 285 250 Mt Sx Fiume Soleo 180 078 015 286 250 Mt Dx Fiume Soleo 180 078 015 287 100 Mt Sx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone 180 078 015 288 100 Mt Dx T. Di Mare L.Ta' Capo Tirone 180 078 019 063 Fosso Telegrafo 180 078 019 064 Lungomare Sud 180 180 078 078 019 019 065 280 Club Tortuga 50 Mt Dx Torrente S. Pietro 180 078 019 281 200 Mt Sx Torrente Bambagia 180 078 019 282 200 Mt Dx Torrente Bambagia 180 180 078 078 021 025 140 122 Bazia S.Maria 180 078 025 124 Casello Caruso 180 078 025 126 Vallone Dei Totani 180 078 025 127 Sbocco Fosso Varco 180 078 025 128 Foce T. Pannizzaro Relazione di sintesi 515 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 025 130 Punta San Cataldo 180 078 025 316 200 Mt Sx Fiume Nika' 180 078 025 324 200 Mt Sx Canale Moranera 180 078 025 372 Camping Pettirosso 180 078 029 181 Lido Laghi Di Sibari 180 078 029 182 I Casoni 180 078 029 183 Camping Marina Di Sibari 180 078 029 186 Bruscate Millepini 180 078 029 353 400 Mt Sx Fiume Crati 180 078 029 354 100 Mt Dx Vena Morta 180 078 029 355 100 Mt Sx Vena Morta 180 078 029 357 50 Mt Sx Torrente Raganello 180 078 040 056 Torrente Santamaria 180 078 040 057 Colonia San Benedetto 180 078 040 061 Scogliera Dei Rizzi 180 078 040 062 Cavinia Nord 180 078 040 274 100 Mt Dx Torrente Fiumicello 180 078 040 275 100 Mt Sx Fiume Aron 180 078 040 276 100 Mt Dx Fiume Aron 180 078 040 278 100 Mt Dx Torrente Triolo 180 078 044 171 Quadrato 180 078 044 173 200 Mt Nord Missionante 180 078 044 174 Canale Malfrancato 180 078 044 177 Camping Thurium Relazione di sintesi 516 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 044 341 100 Mt Dx T. Gennarito Loc. S. Nicola 180 078 044 342 100 Mt Sx T. Gennarito Loc. S. Nicola 180 078 044 343 100 Mt Dx Torrente Coriglianeto 180 078 044 344 100 Mt Sx Torrente Coriglianeto 180 078 044 345 200 Mt Dx Canale Missionante 180 078 044 346 100 Mt Dx Canale Salice 180 078 044 347 100 Mt Sx Canale Salice 180 078 044 348 100 Mt Dx Canale S. Mauro 180 078 044 349 100 Mt Sx Canale S. Mauro 180 078 044 350 100 Mt Dx Canale Scavolino 180 078 044 351 100 Mt Sx Canale Scavolino 180 078 044 352 400 Mt Dx Fiume Crati 180 078 047 144 Macchia Della Vura 180 078 047 146 Sbocco F.So Decanato 180 078 047 148 C.Da Pantano 180 078 047 330 100 Mt Sx Torrente Fiumarella 180 078 048 080 L.Ta' Guardiola 180 078 048 083 Hotel Riviera Blue 180 078 048 086 Torrente Aurora 180 078 048 087 Antistante Isola Di Cirella 180 078 048 089 Punta Cirella 180 078 048 090 Torrente Vaccuta Relazione di sintesi 517 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 048 292 100 Mt Sx Torrente Corvino 180 078 048 293 100 Mt Dx Torrente Corvino 180 078 052 244 50 Mt Dx Torrente Fabiano 180 078 052 245 100 Mt Sx Torrente Malpertuso 180 078 055 020 C.Da Reggio-Vallone Oscuro 180 078 055 022 Staz.Ff.Ss. Fiumefreddo 180 078 055 240 50 Mt Dx Torrente Vardano 180 078 055 241 100 Mt Sx Fiume Di Mare 180 078 055 242 100 Mt Dx Fiume Di Mare 180 078 058 044 Cunettone Via De Seta 180 078 058 258 50 Mt Dx Torrente Laponte 180 078 058 261 150 Mt Sx Torrente Maddalena 180 078 058 262 150 Mt Dx Torrente Maddalena 180 078 058 264 50 Mt Dx Torrente Mercaudo 180 078 058 266 50 Mt Dx Torrente Trappeto 180 078 058 268 50 Mt Dx Torrente Serra 180 078 058 269 50 Mt Sx Torrente Lavandaia 180 078 060 092 Canale Magarosa 180 078 060 093 Foce C.Le Fiumicello Relazione di sintesi 518 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 060 295 50 Mt Dx Canale Acchio 180 078 061 049 1 Km Nord Torrente Lavandaia 180 078 061 050 Staz.Ff.Ss.Guardia P/Se 180 078 061 270 50 Mt Dx Torrente Lavandaia 180 078 061 271 150 Mt Sx Fiume Bagni 180 078 067 016 Torrente Agosto 180 078 067 017 Torrente Cordaro 180 078 067 018 Staz.Ff.Ss. Longobardi 180 078 074 132 Torrente Arso 180 078 074 133 1 Km Nord Torrente Arso 180 078 074 134 Vallone Procello 180 078 074 325 100 Mt Dx C. Armiro' Lido Oasi 180 078 074 326 100 Mt Sx C. Armiro' Lido Oasi 180 078 074 327 100 Mt Dx Torrente Acquaniti 180 078 082 219 Torrente Garibaldi 180 078 082 220 Rio Taverna 180 078 082 221 Ristorante Vii Cielo 180 180 180 078 078 078 082 091 091 373 033 039 Lido Due Scogli Camping Baia Da Tina-S.Agata 180 078 091 252 200 Mt Dx Torrente Deuda 180 078 091 253 300 Mt Sx C.Da Petraro 180 078 091 254 300 Mt Dx Canale Fiumarella 180 078 091 255 100 Mt Sx Torrente S. Francesco Relazione di sintesi 519 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 091 256 100 Mt Dx Torrente S. Francesco 180 078 091 257 50 Mt Sx Torrente Laponte 180 078 091 374 Via Scirocco 180 078 091 375 Via Castagnaro 180 078 091 376 Via Petrulla 180 078 091 377 Sottopasso Ferrovia 180 078 091 378 Via Del Pettirosso 180 078 091 379 200 Metri N. Canale Prosp. Depuratore 180 078 091 380 200 Mt S. Canale Prosp. Depuratore 180 078 091 382 T. San Domenico 180 078 099 137 Villaggio Irene 180 078 099 139 Torrente Calamiti 180 078 099 328 100 Mt Sx Torrente Acquaniti 180 180 078 078 101 101 112 113 Punta Fiuzzi Calabria Mare 180 078 101 115 Sbocco C.Le Sottomarlane 180 078 101 310 50 Mt Sx Canale Fiumarella 180 078 101 311 50 Mt Dx Canale Fiumarella 180 078 101 315 50 Mt Dx Canale Marlane 180 078 103 224 Scoglio Del Cerbaro 180 078 103 225 Canale Armi 180 078 103 228 Fosso Piscitelli 180 078 103 229 Torrente Canna 180 078 103 230 Torrente S.Nicola 180 078 107 211 Gabbiano Azzurro 180 078 107 212 Rustico Rosetano Relazione di sintesi 520 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 107 213 Il Castello 180 078 107 214 Camping La Ionica 180 078 107 215 Scoglio Della Galera 180 078 107 216 Baja Bella 180 078 107 217 Scoglio La Grilla 180 078 108 151 Faro Trionto 180 078 108 152 Sbocco F.So Frascone 180 078 108 153 Fosso Nubrico 180 078 108 154 Casello Toscano 180 180 078 078 108 108 157 158 Da Seggio Torre Pinta 180 078 108 163 Torrente Momeno 180 078 108 165 Da Siciliano 180 078 108 335 100 Mt Dx Torrente Coserie 180 078 108 336 100 Mt Sx Torrente Coserie 180 078 108 337 100 Mt Dx Torrente Colognati 180 078 108 338 100 Mt Sx Torrente Colognati 180 078 108 339 100 Mt Dx Torrente Cino Piccolo 180 078 108 340 100 Mt Sx Torrente Cino Piccolo 180 078 108 368 200 Mt Sx Del Fiume Trionto 180 078 108 369 50 Mt Dx Del Fiume Trionto 180 078 108 383 Lido San Angelo 180 078 108 384 Club Sol-Areval 180 078 117 068 Fosso Marianna 180 078 117 070 Staz.Ne Ff.Ss.Sangineto Relazione di sintesi 521 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 117 283 150 Mt Sx Fiume Sangineto 180 078 117 284 150 Mt Dx Fiume Sangineto 180 078 122 027 Torrente Petralonga 180 078 122 029 Lo Scoglio 180 078 122 031 Staz.Ff.Ss. San Lucido 180 078 122 246 100 Mt Dx Torrente Malpertuso 180 078 122 247 50 Mt Sx Torrente Torbido 180 078 122 248 50 Mt Dx Torrente Torbido 180 078 122 249 150 Mt Sx Torrente S.Como 180 078 122 251 200 Mt Sx Torrente Deuda 180 078 125 106 Torre Dino 180 078 125 107 Palazzo Del Principe 180 078 125 108 Torre San Nicola 180 078 125 111 Spiaggia Di Arcomagno 180 078 125 309 50 Mt Dx Canale Grande 180 078 132 094 Chiatta In Ferro 180 078 132 298 200 Mt Sx Fiume Abatemarco 180 078 132 299 200 Mt Dx Fiume Abatemarco 180 078 137 131 Torrente S.Leo 180 078 138 102 Hotel Parco Dei Principi 180 078 138 104 Grotta Della Pecora 180 078 138 105 Vallone Dei Carpini 180 078 138 300 300 Mt Sx Canale Varchera Relazione di sintesi 522 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 078 138 301 300 Mt Dx Canale Varchera 180 078 138 306 150 Mt Sx Canale Tirello 180 078 138 307 150 Mt Dx Canale Tirello 180 078 138 363 250 Mt Sx Foce F. Lao 180 078 138 364 250 Mt Dx Foce F. Lao 180 078 138 365 150 Mt Sx Sbocco F.So Revoce 180 078 138 366 150 Mt Dx Sbocco F.So Revoce 180 078 149 117 La Pineta 180 078 149 119 250 Mt Sud Fiume Noce 180 180 078 078 150 150 196 198 Giardini Il Molo 180 078 150 199 Campo Sportivo 180 078 150 201 Casello 104 180 078 150 202 Canale Monaco 180 078 150 203 Torrente Angeloni 180 078 150 359 300 Mt Dx Torrente Pagliaro 180 078 150 360 300 Mt Sx Torrente Pagliaro 180 078 154 188 Cugno Della Macchia 180 078 154 190 Torrente Satanasso 180 180 180 078 078 078 154 154 154 191 192 193 Pantano Casello 114 Casello 112 180 078 154 194 Torre Saraceno 180 078 154 195 Fiumara Saraceno 180 078 154 358 Torrente Caldana 180 079 008 131 1 Km Sud Fiume Gallipari Relazione di sintesi 523 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 079 008 132 1 Km Nord Torrente Voda' 180 079 008 133 500 Mt Sud Torrente Voda' 180 079 009 076 Localita'magliacane 180 079 011 104 Lido Roccelletta 180 079 011 105 Lido Camping Mazza 180 079 011 106 Lido Calabrisella 180 079 012 077 Localita's.Pietro 180 079 012 078 Lido Botricello 180 180 079 079 012 012 079 080 Localita'botro Localita'cino' 180 079 012 081 300 Mt Nord Fiume Crocchio 180 180 180 079 079 079 023 023 023 096 097 098 Bellino Fiume Castace Tibi Dabo 180 079 023 099 Ristorante Porto 180 180 079 079 023 023 100 101 Palace Hotel Case U.N.R.A. 180 079 023 102 Capitaneria Di Porto 180 079 023 103 Palazzo Bianco 180 079 023 247 200 Mt A Nord F. Alli 180 079 023 248 200 Mt A Sud F. Corace 180 079 036 082 300 Mt Sud Fiume Crocchio 180 079 036 083 Lido Cropani 180 079 036 084 300 Mt Nord Fiume Frasso 180 079 039 158 500 Mt Nord Torrente S.Eufrasia 180 079 039 159 1 Km Nord Torrente Di Mezza Praia 180 079 039 160 Torre Di Mezza Praia 180 180 180 079 079 079 042 047 047 125 144 145 Lido Golden Hotel Torino 2 Eurolido Relazione di sintesi 524 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 079 047 146 Hotel Old America 180 079 047 147 Bar Vittoria 180 079 047 255 850 Mt. Sx Punto 145 180 079 060 148 200 Mt Nord Fiume Casale 180 079 060 149 Lido Capo Suvero 180 079 060 150 Direzione Allevamento Anguille 180 079 060 151 Ristorante Pesce Fresco 180 079 060 152 Lido S.Antonio 180 079 061 139 300 Mt Sud Torrente S.Giorgio 180 079 061 140 A 1500 Mt.Torrente San Giorgio 180 079 061 141 A 3 Km.Torrente San Giorgio 180 079 063 130 Lido "La Feluca" 180 079 063 252 200 Mt A Nord T. Gallipari 180 079 080 114 Lido La Pergola 180 180 180 079 079 079 080 081 081 115 116 117 Lido Azzurro Lido Estella Lido Soleado 180 079 087 142 200 Mt Sud Camping "La Macchia" 180 079 087 143 Ristorante Maris 180 079 087 225 200 Mt. Nord Fiume Savuto 180 079 087 236 200 Mt A Sud Fiume Savuto 180 079 087 254 800 Mt. Sx Punto 143 180 079 116 126 1 Km A Nord Fiume Alaca 180 079 116 224 Di Fronte Fiume Alaca 180 079 117 134 Km 149 Strada Provinciale Relazione di sintesi 525 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 079 117 135 Km 148,5 Strada Provinciale 180 079 117 136 Km 146 Strada Provinciale 180 079 117 137 Lido La Torre 180 079 117 138 300 Mt Nord Torrente S.Giorgio 180 079 118 127 Staz. Ff.Ss. 180 079 118 128 Lido Trocadero 180 079 118 129 Villaggio Cometa 180 079 118 251 600 Mt A Sud F. Alaca 180 180 180 180 180 180 079 079 079 079 079 079 123 127 127 127 127 127 124 085 086 087 088 089 Loc Fazzaro Sirio Triton Sagapo' Asso Di Fiori Rivachiara 180 079 127 090 Spiaggia Soveria S. 180 079 127 091 Antenna Americani 180 079 127 092 Omo Morto 180 079 127 246 200 Mt A Nord F. Simeri 180 180 180 079 079 079 133 133 133 093 094 095 Robinson Marincoli Pilacco 180 079 137 118 Camping Glauco 180 079 137 119 Dir.Polizia Stradale 180 180 180 180 079 079 079 079 137 137 137 137 120 121 122 123 S.Domenico Lido Miramare Lido Ottagono Dir.Don Pedro 180 079 137 249 200 Mt A Nord T. Soverato 180 079 137 250 200 Mt A Sud T. Soverato 180 180 180 180 180 079 079 079 079 079 137 142 142 143 143 253 107 108 109 110 Loc. Corvo Lido Napoli Lido Cin-Cin Lido Vitale Lido Guglielmo 180 079 143 111 Ristorante Bilbo' Relazione di sintesi 526 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 079 143 112 Caminia 180 079 143 113 Lido Pietragrande 180 079 160 153 Lido Marinella 180 079 160 155 1000 Mt Sud Torrente Bagni 180 079 160 156 Direzione Staz. Ff.Ss. S.Pietro Amaida 180 079 160 157 La Conchiglia 180 079 160 232 200 Mt A Nord F. Amato 180 079 160 233 200 Mt A Sud F. Amato 180 079 160 234 200 Mt A Sud T. Bagni 180 079 160 235 200 Mt A Nord T. Bagni 180 079 160 256 500 Mt. Sud Torrente Bagni 180 080 001 092 Torre Del Capo Chiosco Galleria 180 080 001 093 Staz. Ff.Ss. 180 080 001 094 Villaggio La Verde 180 080 005 102 Lido Ardore 180 080 005 103 Complesso Turistico 180 080 005 151 Km 89 Della Ss 106 180 080 005 152 Km 92 - Torr. Condoianni 180 080 007 017 Loc.Melarosa 180 080 007 018 Martorano Loc. 180 080 007 019 Ex Lido 180 080 007 020 Scuola Media E.Fermi 180 080 007 133 200 M S Torr. Praia Longa 180 180 080 080 009 009 095 096 Staz. Ff.Ss. Camping 180 080 009 097 Camping Ionio Blu 180 080 009 148 Torrente Vallone 180 080 009 149 Km 82 Della Ss 106 Relazione di sintesi 527 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 080 012 099 Stab.Balneare 180 080 012 100 Fine Lungomare Nord 180 080 012 101 Eur Hotel 180 080 012 150 Km 85 Della Ss 106 180 080 013 079 Villaggio Costa Dei Saraceni 180 080 013 080 Centro 200 Mt Est Rada Azzurra 180 080 013 081 Bova Est 180 080 013 139 Discoteca Miramare 180 080 013 140 Camping La Perla Ionica 180 080 013 141 Km 49 Della Ss 106 180 180 080 080 014 014 086 087 Galati Altalia 180 080 014 088 Lido Ristorante Dancing 180 080 014 089 Pontile 180 080 014 145 Torrente Cosmano 180 080 014 146 I.D. Brancaleone 180 080 015 090 Scoglio Cuzzufri 180 080 017 164 Casa Cantoniera 180 080 017 165 Km 133,5 Della Ss 106 180 080 024 098 Casignana Km 83 180 180 180 080 080 080 025 025 025 122 123 124 Campo Tennis Club Tam Tam Bar 180 080 025 125 Camping Palafitte 180 080 025 160 Camping Calipso 180 180 180 080 080 080 029 029 029 076 077 078 Crisapulli Centro Boschetto 180 080 029 138 600 M E F.Ra Amendolea 180 080 033 091 Staz. Ff.Ss. Relazione di sintesi 528 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 080 033 147 Km 68.5 Della Ss 106 180 180 180 180 180 180 180 180 080 080 080 080 080 080 080 080 038 038 038 038 040 043 043 043 006 007 008 009 115 106 107 108 Pontile N Pontile S Sidac 200 M.Petrace Centro Abitato Rione Sbarre Stab.Locretta Lido Plaia 180 080 043 109 Camping Nosside 180 080 043 153 Km 96.5 Della Ss 106 180 080 045 116 Sotto Casa Dei Marinai 180 080 045 117 Hotel Miramare 180 180 080 080 045 045 118 119 Ionico Tourst Lido Calura 180 080 045 155 Ristorante Niagara 180 080 050 069 S.Leonardo 180 080 050 070 Lido Rosa Dei Venti 180 180 180 080 080 080 050 050 050 071 072 073 Staz. Ff.Ss. Marina Pilati 180 080 052 129 Camping Punta Stilo 180 080 052 130 Staz.Ff.Ss. 180 080 052 131 Antistante Casa Dott.Bosco 180 080 052 166 Km 137 Della Ss 106 180 080 053 067 Lazzaro - Saline Staz. Ff.Ss. 180 180 080 080 053 053 068 137 Musa S.Elia Officine Ff.Ss. 180 080 054 062 Lazzaro - Lido Sogno 180 080 054 063 Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt Relazione di sintesi 529 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 080 054 064 Lazzaro - Torrente S.Vincenzo 200 Mt 180 080 054 065 Lazzaro - Ristorante Faro 180 180 180 180 180 080 080 080 080 080 054 056 056 056 056 066 082 083 084 085 Lazzaro - Riace Palizzi Ovest Staz. Ff.Ss. Bar Nava Spropoli 180 080 056 142 200 M Ad E Torr. Sinnero 180 080 056 143 Camping Doccica 180 080 056 144 Km 57 Della Ss 106 180 180 180 180 180 080 080 080 080 080 057 057 057 057 057 010 011 012 013 016 Lido La Quiete Lido Pierino Porto Tonnara Lido Miami Marinella 180 080 057 132 Villaggio Due Pini 180 080 057 167 Scoglio Dell'ulivo 180 080 062 105 Camping Hellies 180 080 063 035 Catona - Centro Svizzero 180 080 063 036 Catona - Bar Reitano 180 080 063 037 Gallico - Limoneto 180 080 063 038 Gallico - Fata Morgana 180 080 063 039 Gallico - Lido Mimmo 180 080 063 040 Gallico - Camping 180 180 180 180 080 080 080 080 063 063 063 063 041 042 043 044 Archi Stazione Pentimele Oasi Lido Caponera 180 080 063 045 Circolo Nautico 180 080 063 046 Lido Comunale Pontile N Relazione di sintesi 530 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 080 063 047 Lido Comunale Pontile S 180 080 063 048 Lido Comunale Villa Zerbi 180 080 063 049 Calamizzi 180 080 063 050 Pastificio Canale 180 080 063 051 Capannina 180 080 063 052 Ravagnese - Aeroporto 180 080 063 053 Ravagnese - Sabbie Bianche 180 080 063 055 S.Gregorio - Temesa N 180 080 063 056 Pellaro - Occhio Di Pellaro 180 080 063 057 Pellaro - Martorana 180 080 063 058 Pellaro - Lume 180 080 063 059 Bocale 2 - Lido Cc 180 080 063 060 Bocale 2 - Staz. Ff.Ss. 180 080 063 061 Bocale - Spiaggia Calipso 180 080 063 135 500 M N Tott. Annunziata 180 180 180 080 080 080 063 063 064 136 170 128 Circolo Velico Punta Pellaro Staz.Ff.Ss. 180 080 064 162 Ristorante Stella Marina 180 080 064 163 Ristorante La Scogliera 180 180 080 080 067 067 120 121 Lido La Calura Staz. Ff.Ss. 180 080 067 156 Camping Albabianca 180 080 067 157 Hotel Gianfranco 180 080 067 158 Cimitero 180 080 067 159 Camping Holliday Park 180 080 073 074 Torre Del Salto 180 080 073 075 Abitato 180 080 082 104 Stabil.Balneare 180 080 085 021 Gdf (Favazzina) Relazione di sintesi 531 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 080 085 022 Depuratore 180 080 085 023 Chiesa San Giuseppe 180 080 085 024 Spirito Santo 180 080 085 025 Scuola Elementare 180 080 085 026 Monacina 180 080 085 027 Lido Costa Viola 180 080 085 134 200 M N Vallone Condoleo 180 080 088 110 Hotel President Torrente Novito 180 080 088 111 Casa Di Cura Torrente Garino 180 080 088 112 Passaggio A Livello Via Tasso 180 080 088 113 Fabb.Materazzi 180 080 088 114 Torrente Bifera Lato Siderno 180 080 088 154 Km 106.5 Della Ss 106 180 080 091 126 Camping La Plaia 180 080 091 127 Redidence Paola 180 080 091 161 Km 126 Della Ss 106 180 080 096 028 Alta Fiumara 180 080 096 029 Lido Dello Stretto Porticello 180 080 096 030 Centro Cannitello Osp.Nuovo 180 080 096 031 Ristorante La Botte 180 180 080 080 096 096 033 034 Acciarello Lido Kalura 180 080 096 169 300 M. Nord Punto 031 Rist. La Botte 180 080 096 171 Lido Boccaccio 180 080 097 002 Camping Porta Del Sole Relazione di sintesi 532 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 180 180 180 080 080 080 080 097 097 097 097 003 004 005 168 Lido Vascello Centro Convento Delta Mesima 180 101 007 007 Costa Elisabetta 180 101 007 008 Carafuno Di Cappellieri 180 101 007 009 Casello 194 (Marinella) 180 101 007 010 Volvito Residence 180 101 008 011 Cervana 180 101 008 012 Madonna Di Mare 180 101 008 013 Zona Montedison 180 180 101 101 008 008 014 015 Punta Alice Vurghe 180 101 008 016 Camping Punta Alice 180 101 008 017 Hotel Gabbiano 180 101 008 018 200 Mt Nord Depuratore Ciro'marina 180 101 008 020 200 Mt Nord Canalone Artino 180 101 008 021 Hotel Ranch 180 101 008 022 Camping Torre Nova 180 180 101 101 008 008 023 024 Zona Feudo Armeria 180 101 010 037 A 500 Mt A Sud Fiume Neto 180 101 010 038 A 2 Km A Sud Fiume Neto 180 101 010 039 A 4 Km A Sud Fiume Neto 180 101 010 040 A 6 Km A Sud Fiume Neto 180 101 010 041 Lido Catia 180 101 010 042 Gabella Grande 180 180 101 101 010 010 043 044 Lido Tricoli Lido Aurora 180 101 010 045 Di Fronte Cimitero 180 101 010 046 Scuola S.Anna Relazione di sintesi 533 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 101 010 047 S.Leonardo 180 101 010 048 Lido Degli Scogli 180 180 180 180 101 101 101 101 010 010 010 010 049 050 051 052 Boschetto Magna Grecia Casa Rossa Camping Alfieri 180 101 010 053 Camping Paradiso 180 101 010 237 500 Mt Nord Capo Colonna 180 101 010 238 500 Mt Sud Capo Colonna 180 101 011 001 Olivaretto 180 101 011 002 A 200 Mt.Nord Depuratore 180 101 011 003 A 300 Mt.Sud Del Torrente Cassia 180 180 180 101 101 101 011 011 011 004 005 006 Lido Brutium Lido Ottagono Lido Fico D'india 180 101 012 070 A 500 Mt Fosso Campo Longo 180 180 180 101 101 101 012 012 012 071 072 073 Lido Del Sole Caterisano Eucaliptus 180 101 012 074 Albergo Madama 180 101 012 075 Campeggio Arcobaleno 180 101 012 244 Lido Del Sole 1 180 101 012 245 200 Mt. Nord Fiume Tacina 180 101 013 054 A 500 Mt A Nord Capo Marinella 180 101 013 055 Corrispondente Valtur 180 101 013 056 Direzione Bosco Fratte 180 101 013 057 A 500 Mt Nord Punta Fratte 180 101 013 058 A 1 Km Sud Punta Fratte 180 101 013 059 A 1 Km Nord Capo Bianco 180 101 013 060 Capo Bianco Relazione di sintesi 534 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 101 013 061 500 Mt Nord Villaggio Capo Rizzuto 180 101 013 062 Villaggio Capo Rizzuto 180 101 013 063 500 Mt Sud Villaggio Capo Rizzuto 180 101 013 064 Villaggio Seleno 180 101 013 065 Capo Piccolo 180 101 013 066 Localita'sovereto 180 101 013 067 Di Fronte Villaggio 180 101 013 068 Hotel Club Le Castella 180 101 013 069 Praialonga 180 101 013 239 1 Km Nord Capo Cimiti 180 101 013 240 Di Fronte Capo Cimiti 180 101 013 241 Centro Abitato 180 101 013 242 Villaggio Tucano 180 101 013 243 Club Le Castella 1 180 101 014 025 Palazzina Caparra 180 101 014 026 Zona Depuratore 180 180 180 180 101 101 101 101 014 014 025 025 027 028 029 030 Lido Cavallaro Zona Taverna Palazzina Iona' Lido Iondolino 180 101 025 031 Casa Cantoniera 180 101 025 032 Casello 215 180 101 025 033 Torre Borgatorio 180 180 101 101 025 025 034 035 Casello 217 Santa Foca' 180 101 025 036 300 Mt Nord Fiume Neto 180 180 180 102 102 102 003 003 003 176 177 178 Punta Safo' La Rocchetta Localita'cocca 180 102 003 179 Localita's.Giuseppe Relazione di sintesi 535 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 102 003 180 Localita's.Irene 180 102 003 228 200 Mt A Sx T. Trainiti 180 180 180 102 102 102 018 018 018 202 203 204 Porticciolo Localita'corizzi Giardinello 180 102 018 205 Fiumara Della Morte 180 102 018 206 Campo Sportivo 180 180 180 180 180 102 102 102 102 102 025 025 025 025 025 207 208 209 210 211 Spiaggia Torre Praicciola Lido Medameo Lido Oasi Lido Sajonara 180 102 025 212 800 Mt Sud Sajonara 180 102 025 213 Valtur 180 102 025 226 200 Mt A Dx F. Mesima 180 102 026 183 A 1400 Mt.Nord Punta Tonnara 180 102 026 184 A 700 Mt.Nord Punta Tonnara 180 102 026 185 Punta Della Tonnara 180 102 026 186 Spiaggia Contura 180 102 026 187 Scoglio Palombaro 180 180 102 102 026 027 188 161 Scoglio Ringa Pineta Mare 180 102 027 162 600 Mt Nord Angitola 180 102 027 163 1 Km Sud Angitola 180 180 180 102 102 102 027 027 027 164 165 166 Lido Ottagono Lido Isidora Hotel Grillo 180 102 027 167 Direz.Chiesa Piedigrotta 180 180 180 102 102 102 027 027 027 168 169 170 Seggiola Porticciolo Stazione Ff.Ss. 180 102 027 230 200 Mt A Sud F. Angitola 180 102 027 231 Di Fronte Torrente Quercia Relazione di sintesi 536 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 180 102 027 233 Lido Malfara 180 102 027 234 Spiaggia Maricello 180 102 030 193 Spiaggia Riaci 180 102 030 194 700 Mt Sud Spiaggia Riaci 180 102 030 195 Spiaggia Formicoli 180 102 030 196 Spiaggia Torre Marina 180 102 030 197 1400 Mt.Sud Torre Marina 180 102 030 198 Spiaggia Del Tuono 180 102 030 199 Grotticelle 180 102 030 200 Spiaggia S.Maria 180 180 102 102 030 030 201 235 Porticello Torre Ruffa 180 102 030 236 Villaggio La Scogliera 180 102 044 189 Lido "Le Roccette" 180 102 044 190 Marina Dell'isola 180 102 044 191 300 Mt Marina Dell'isola 180 102 044 192 Spiaggia Club Aldiana 180 102 044 238 Lido La Grazia 180 102 047 171 Lido Proserpina 180 102 047 172 Lido La Capannina 180 102 047 173 Lido La Marinella 180 102 047 174 300 Mt Nord Torrente S.Anna 180 102 047 175 Fosso Industriale Porto Salvo 180 102 047 229 200 Mt A Dx T. Trainiti 180 180 180 102 102 102 047 047 049 232 237 181 Pennello Lido La Vela Capo Cozzo 180 102 049 182 Spiaggia Zambrone 180 102 049 227 200 Mt A Sx F. Potame Tabella 176: Fonte ARPACAL Relazione di sintesi 537 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria In sintesi, pur sottolineando che esistono in Calabria estesi tratti di costa dove le condizioni igienico-sanitarie delle acque marine appaiono accettabili (con la presenza di sporadici fenomeni di contaminazione di origine cloacale) l’analisi dei risultati relativi agli anni 19901995 e 1998-2000 ha evidenziato che lungo le coste della Calabria sono individuabili le seguenti tipologie di contaminazioni: • aree con indici di contaminazione che persistono, se pur con variazioni di intensità, in tutti i periodi stagionali. Si tratta delle aree costiere marine in corrispondenza di alcuni centri urbani, che evidentemente non dispongono di reti tecnologiche adeguate per la depurazione e lo smaltimento dei reflui; • aree con indici di contaminazione che si riscontano solo nel periodo estivo di massima pressione antropica; • aree con indici di contaminazione che persistono solo nel periodo stagionale delle piogge e, quindi, di piena dei corsi d’acqua. Quanto sopra riportato è, comunque, un’informazione utile ma datata agli inizi degli anni 90 fino al 2000. L’analisi dei dati recenti (2007) della balneazione fornito dall’ARPACAL mostra una situazione abbastanza differente nel senso che, tra aprile e settembre, soltanto il 4% dei campioni analizzati e il 14% dei siti investigati risultano contaminati confermando una maggiore incidenza nel settore tirrenico. Paragonando il passato decennio con le analisi della balneazione del 2007 sembra che la contaminazione delle acque costiere calabresi sia molto migliorata. Ovviamente un anno di dati relativi ad un solo periodo dell’anno non rappresenta una prova del miglioramento reale della situazione igienico-sanitaria delle coste calabresi anche in considerazione dell’anomalia termica del 2007, con l’inverno più caldo degli ultimi 50 anni, e con la conseguente influenza sul regime delle precipitazioni. Integrando questi risultati con l’analisi delle portate dei corsi d’acqua, si mette in evidenza che in tutto il territorio calabrese le misure di portata dei corsi d’acqua per il 2006 e 2007 sono differenti. Infatti, nel 2007 sono state registrate portate inferiori nel 77% dei corsi d’acqua investigati. Questo quadro mette in risalto che i meccanismi di contaminazione delle acque costiere sono differenti in questi due anni di indagine e le portate minori, rilevate durante il 2007, potrebbero essere coerenti con il modesto livello di inquinamento rilevato a mare durante l’estate dello stesso anno. Più in particolare, analizzando solo i dati Relazione di sintesi 538 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria di portata durante il periodo di indagine della balneazione, la percentuale dei corsi d’acqua a minor portata aumenta (87%) nel 2007 rispetto al 2006. Indipendentemente da questa considerazione, anche i risultati relativi alle acque destinate alla vita dei molluschi e l’analisi degli stessi organismi evidenziano una situazione igienico sanitaria alquanto differente da quella rilevata dai dati della balneazione. Inoltre, è importante segnalare l’inquinamento dei corsi d’acqua superficiali rilevato nell’arco temporale compreso tra Dic. 2006 e Nov. 2007. Durante questo biennio, i corsi d’acqua superficiali nel 90% dei casi sono risultati inquinati con un livello di concentrazione di Escherichia coli, quindi anche di organismi potenzialmente patogeni, molto elevati. In questo caso abbiamo considerato solo i siti di campionamento strettamente costieri e, quindi, potenzialmente fonti di eventuale contaminazione delle acque marine. Più nel dettaglio, esaminando le stazioni costiere di 15 corsi d’acqua superficiali nel Tirreno e 15 nello Ionio, risulta che il maggior inquinamento è presente nel settore tirrenico con il 94% dei campioni contaminati contro l’87% nel settore ionico. I dati relativi ai restanti campioni della parte più interna dei corsi d’acqua, evidenziano una situazione ancora più drammatica, in quanto il 95% dei campioni analizzati è risultato contaminato. E’ evidente che l’intero territorio calabrese è sottoposto ad un notevole inquinamento costante e diffuso e che i corsi d’acqua superficiali sono ricettacoli di scarichi fognari non trattati. Fanno eccezione, per un modesto livello di inquinamento fecale, i corsi d’acqua Calopinace, Gallico, Deuda per il settore tirrenico e Trionto, LaVerde, Nicà, Raganello e Bonomico per il settore ionico che sono torrenti e fiumare, alcuni dei quali spesso in secca durante il corso dell’anno. In definitiva, si ritiene che i vincoli relativi alla balneazione siano dipendenti dalle grandi carenze nel collettamento degli scarichi fognari e nella scarsa efficienza degli impianti di depurazione. Il raggiungimento dell’obiettivo di balneabilità dovrebbe essere garantito attraverso gli interventi previsti nel comparto fognario e depurativo. Si sottolinea inoltre che il monitoraggio ai fini della balneazione, condotta per poco più di quattro mesi, nel periodo compreso tra 1° aprile e 30 settembre (dovendo iniziare un mese prima della stagione balneare e terminare con la fine della stessa), risponde adeguatamente all’obiettivo della balneabilità ma non è idoneo ad individuare le fonti di contaminazione, se non solo per il periodo di indagine. In aggiunta, bisogna tener presente che le colimetrie costituiscono solo indici di inquinamento ma non danno indicazioni accurate sulle caratteristiche microbiologiche delle Relazione di sintesi 539 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria matrici conservative che potrebbero risultare contaminate da batteri patogeni anche in assenza di indici di contaminazione fecale. Per quanto sopra detto, per una più accurata valutazione dello stato di contaminazione microbiologica delle acque costiere, risulta necessario produrre serie temporali lunghe, soprattutto in relazione all’estrema dinamicità dell’ambiente e alla sua disomogeneità sia spaziale che temporale, attraverso l’estensione del monitoraggio per tutto l’arco dell’anno. 0.4.4 Specifici programmi di miglioramento previsti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque sotterranee Gli orientamenti prescrittivi per l’idrosfera delle acque sotterranee sono una diretta derivazione delle valutazioni delle criticità, interconnesse tanto all’aspetto quantitativo, quanto alla qualità del corpo idrico. Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, risulta importante sottolineare che la classificazione si basa sulle risultanze di un sistema di monitoraggio; sebbene i comparti fisico-geografici interessati dalla presenza di acquiferi alluvionali o comunque superficiali non abbiano palesato uno squilibrio tra idroesigenza e bilancio idrogeologico sull’intero campo di esistenza, non risultava disponibile un livello informativo di base che consentisse una analisi comparata (piezometrie datate e non temporalmente confrontabili). In relazione agli aspetti qualitativi, le risultanze del sistema di monitoraggio evidenziano condizioni di stress della risorsa tipologicamente variegati. Le linee di pressione sono: - deficit nel collettamento e depurazione dei reflui, interconnesso alle falde nelle propaggini pedemontane laddove il fiume alimenta la falda; - pressione agricola e zootecnica; - ingressione marina (comparto SSE degli acquiferi della fascia costiera di RC; area sud-orientale della Piana di Sibari), ovvero stress della risorsa (emungimento per esigenza colturale particellare, non coordinata; pressione da utilizzo plurimo per crescita iperbolica del turismo costiero) ed avanzamento del cuneo salino. Il rischio di crescita del depauperamento della risorsa è banalmente connesso alla pressione derivata dalla agricoltura intensiva, ovvero dall’uso di una risorsa già contaminata e vulnerata (esempio, da nitrati) che viene esaltata da fattori incrementali ascrivibili alla pressione di “nuovi nutrienti” per ettaro/anno che l’agricoltura “comunque” somministra. Relazione di sintesi 540 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Sulla base degli obiettivi minimi di qualità ambientale indicati nel paragrafo 0.3.2.4 vengono definite, per le diverse tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, ricadenti nel territorio della regione Calabria, le misure di salvaguardia da adottare e le azioni da intraprendere, al fine di un recupero dello stato quali-quantitativo della risorsa, assicurando, al tempo stesso, una maggiore tutela ambientale dei corpi idrici sotterranei. Le misure sono state articolate e suddivise tenendo in considerazione le peculiarità idrogeologiche, idrodinamiche, idrostrutturali ed antropiche differenti per le diverse tipologie di corpi idrici sotterranei significativi, e criticità ambientali e fattori di criticità quali-quantitativi diversificati, sia nell’ambito dei vari corpi idrici sotterranei significativi, sia nell’ambito di uno stesso corpo idrico. Data la complessità idrogeologica, idrostratigrafica, idrodinamica ed antropica che caratterizza i corpi idrici sotterranei alluvionali delle piane interne bisogna prevedere: • interventi di potenziamento ed ottimizzazione della gestione dell’attuale rete di stazioni idrometrografiche, mediante l’installazione di ulteriori stazioni di misura e/o eventuale sostituzione di quelle esistenti; ciò al fine di acquisire nuovi e più dettagliati elementi conoscitivi riguardanti: • - il regime idrologico dei corsi d’acqua; - i volumi di deflusso idrico globale (superficiale e sotterraneo); - i volumi idrici di interscambio falda-fiume; interventi finalizzati al recupero, laddove è possibile, necessario e vantaggioso, dei deflussi superficiali in alveo o delle acque sotterranee circolanti nei depositi di subalvea, pur salvaguardando gli equilibri naturali falda-fiume ed il deflusso minimo vitale; • favorire l’impiego razionale di risorse attualmente solo in minima parte utilizzate (cfr. cartografia ad orientamento tematico: zone di riserva strategica, paragrafo 0.2.4.1) ; • interventi finalizzati alla diminuzione dei prelievi, revocando, se è necessario, le concessioni per i prelievi non indispensabili e/o riducendo le portate di concessione e/o trasferendo risorse da altri acquiferi e rendendole economicamente competitive con i prelievi locali. In tale contesto, l’attuazione del progetto di monitoraggio ha permesso il controllo dello stato quali-quantitativo degli acquiferi alluvionali della regione Calabria al fine di consentire un'idonea politica di gestione delle risorse e di controllo delle criticità (sovrasfruttamento, Relazione di sintesi 541 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria depauperamento, inquinamento) in relazione alle utilizzazioni in atto nelle singole aree individuate, valutando quanto queste possano incidere sullo stato quali-quantitativo delle risorse idriche sotterranee. Gli elementi di carattere qualitativo e quantitativo esposti nel paragrafo 0.3.2.4 delineano un quadro abbastanza variegato di situazioni in cui le risorse idriche sotterranee sono caratterizzate da un buono stato ambientale, per contro si identificano ampie porzioni del territorio in cui le stesse manifestano gli effetti indotti da attività antropiche che si attuano sul territorio. Le situazioni più critiche riguardano l’acquifero di Sibari, quello di Santa Eufemia e quello di Gioa Tauro. La valutazione dell’inquinamento diffuso subito dalle acque sotterranee comporta diverse difficoltà che derivano dalle caratteristiche peculiari di questa risorsa e dalle modalità di consumo. Gli effetti dell’inquinamento delle acque sotterranee sono fortemente dipendenti da condizioni locali, perciò una stessa quantità di inquinante emesso può provocare danni ed impatti molto differenti a seconda delle condizioni idrogeologiche, il grado di interferenza con ecosistemi e acque superficiali connessi, come anche dai potenziali utilizzi a fini economici della risorsa. I danni avvenuti provocano effetti percepiti a lungo nel tempo e risultano molto difficili da correggere: nel caso di inquinamento diffuso (l’agricoltura la principale fonte di inquinamento di tipo diffuso delle acque sotterranee) il potenziale di ripristino è molto limitato perciò è importante rivolgere le misure alla riduzione delle emissioni. Allo stesso tempo, nel caso dell’agricoltura, l’analisi delle pressioni sulla qualità delle acque non dipende unicamente dalla quantità e tipologia di contaminante emesso e dalle condizioni idrogeologiche, ma anche da fattori come i tempi di applicazione dei trattamenti e dalle concentrazioni già presenti nel terreno. Di conseguenza, l’inquinamento diffuso dovuto ad attività agricole può essere ridotto anche attraverso misure specifiche come una migliore gestione dell’irrigazione, oltre all’applicazione dei fertilizzanti calibrata sulle quantità già presenti nel terreno. La problematica legata all’inquinamento delle acque di falda può essere affrontata mediante interventi volti al rimedio e, se possibile, all’eliminazione fisica dell’inquinamento dagli acquiferi oppure attraverso un approccio di prevenzione dell’inquinamento stesso. A fronte di tali considerazioni e tenuto conto che, allo stato attuale, la principale fonte di approvvigionamento irriguo nelle aree della Piana di Sibari, Santa Eufemia e Gioia Tauro, è rappresentata dalle acque sotterranee, l’utilizzo continuo di tali acque, già caratterizzate da carichi inquinanti elevati, indurrebbe un progressivo aumento della concentrazione di nitrati Relazione di sintesi 542 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria e di altre sostanze derivanti dall’utilizzo di concimi ed ammendanti organici ad opera del dilavamento. Tale fenomeno si verificherebbe a fronte del fatto che detti acquiferi possono essere considerati come acquiferi permeabili per porosità, alimentati prevalentemente dalle acque superficiali delle fiumare e dai ruscellamenti dei pendii, e caratterizzati da valori di permeabilità da media ad elevata. In tale ottica, per consentire il miglioramento del loro stato qualitativo, occorrerebbe ridurre l’entità degli emungimenti garantendo comunque il soddisfacimento dei fabbisogni sia attraverso il miglioramento dell’efficienza dei sistemi irrigui, finalizzato al contenimento delle perdite di distribuzione, e mediante una gestione della risorsa basata su un maggior controllo dei consumi e dei criteri di distribuzione, sia indirizzando l’utilizzo di risorse alternative quali le acque proveniente dagli invasi. A tal proposito, si è valutata la capacità degli invasi di costituire una fonte di approvvigionamento irriguo sostitutiva alle acque di falda nelle aree in cui la risorsa risulta essere qualitativamente compromessa. Risulta inoltre imprescindibile l’applicazione delle misure obbligatorie già adottate dalla regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con D.G.R. n.817 del 23/09/2005 recante: - Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche effettuate nelle aziende zootecniche; - Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche effettuate nelle aziende non zootecniche; - Le indicazioni di carattere generale (razionalizzazione delle concimazioni e controlli) Acquifero di Sibari Nello specifico, analizzando la situazione attuale, si evince come il 39% della superficie costituente l’acquifero di Sibari sia occupata da colture irrigue; il 35% di queste risultano localizzate lungo la costa determinando un rilevante impatto sullo stato qualitativo delle acque di falda. Infatti è proprio in tale zona che il corpo idrico sotterraneo manifesta evidenti problemi di alterazione dello stato qualitativo indotto dal sovrasfruttamento (Classe 4) evidenziato dalle elevate concentrazioni di Ferro e Manganese, composti utilizzati per la concimazione degli agrumi che, assieme a oliveti e risaie, rappresentano una delle principali colture della zona (Fig.130) Relazione di sintesi 543 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 130: Acquifero di Sibari Si è valutato che, al fine di soddisfare il fabbisogno complessivo delle colture irrigue (calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni), ipotizzando la completa sospensione degli emungimenti, occorrerebbe una disponibilità idrica pari a 153,97 Mm3/anno. Relazione di sintesi 544 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 131: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Sibari Restringendo tale analisi alla sola area costiera, ossia all’area che necessita di urgenti misure di tutela, tale disponibilità si riduce al 40% portandosi ad un valore pari a 56,60 Mm3/anno, valore che può essere completamente soddisfatto dagli invasi di Farneto del Principe e Tarsia, la cui capacità complessiva è pari a 62,3 Mm3. Acquifero di Gioia Tauro La stessa analisi è stata effettuata per l’acquifero di Gioia Tauro per il quale si evince che il 44% della superficie totale è occupata da colture irrigue (Fig. 132) il cui fabbisogno complessivo (calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui valori di precipitazione media degli ultimi quindici anni) è pari a 69,73 Mm3/anno. Relazione di sintesi 545 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 132: Acquifero di Gioia Tauro Anche in questo caso l’analisi è stata ristretta all’area costiera interessata maggiormente dal fenomeno di sovrasfruttamento qualitativo; il fabbisogno irriguo di tale zona, pari al 38% (26,3 Mm3/anno) del fabbisogno totale può essere, anche in questo caso, soddisfatto dall’invaso di Metramo la cui capacità massima risulta pari a 26,6 Mm3. Relazione di sintesi 546 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 133: Ripartizione delle colture irrigue nel bacino dell’acquifero di Gioia Tauro Acquifero di Sant’Eufemia Più complessa risulta essere la questione per quanto riguarda l’acquifero di Santa Eufemia caratterizzato da una situazione qualitativa decisamente negativa non attribuibile, a causa della tipologia di inquinanti rinvenuti (ad esclusione dei nitrati) e della loro altalenanza durante il corso delle diverse campagne di monitoraggio, alla sola contaminazione agricola. Infatti, la presenza di alcuni inquinanti (ammonio, IPA) è da collegarsi all’esteso sviluppo di aree urbanizzate presenti nella Piana di Santa Eufemia, in cui tra l’altro ricade anche l’aeroporto di Lamezia Terme. Riguardo alla diffusa presenza di Ferro e Manganese e di altri metalli (As, Al) è ipotizzabile una loro origine naturale attribuibile alla presenza di acque termali. Riguardo i nitrati le concentrazioni risultano essere inferiori a 25 mg/l 5 unicamente in corrispondenza della zona centrale dell’area di monitoraggio. Al fine di ricondurre l’acquifero ad uno stato qualitativo “buono” occorrerebbe, anche in tal caso, ridurre i prelievi dal sottosuolo, principalmente nelle aree costiere, soddisfacendo il fabbisogno irriguo corrispondente, pari a 13,17 Mm3/anno (61% del fabbisogno irriguo totale, calcolato sulla base dell’idroesigenza per tipologia colturale, integrata con valutazioni sui valori di 5 D.Lgs. 152/99 "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" Allegato 1 punto 4 Tabella 20: Classificazione chimica in base ai parametri di base. A Relazione di sintesi 547 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria precipitazione media degli ultimi quindici anni)) attraverso l’utilizzo di una fonte di approvvigionamento idrico alternativa rappresentata dall’invaso Angitola, la cui capacità massima è pari a 21 Mm3. Figura 134: Acquifero di Santa Eufemia Particolare attenzione merita il pozzo SE08 che per la persistenza di un’elevata concentrazione di nitrati (Fig. 135) fa pensare ad un inquinamento di tipo puntuale piuttosto importante; in tale area infatti risulta ubicato la scarico dell’impianto di depurazione a servizio del comune di Platania. Ne consegue che, al fine di migliorare lo stato qualitativo del corpo idrico sotterraneo e di quello superficiale che lo alimenta, è necessario prevedere degli interventi di adeguamento dei sistemi di depurazione e dei recapiti finali nel rispetto dei limiti imposti dalla normativa nazionale. Relazione di sintesi 548 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 135: Carta della distribuzione dei nitrati per la piana di Santa Eufemia Le misure individuate comporterebbero non solo la riduzione del carico inquinante associato alle acque sotterranee ma, altresì, l’arresto del fenomeno di intrusione salina già in atto. E’ importante sottolineare, in conclusione, che facendo riferimento al D.M. 185/03 6, relativo al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, le acque sotterranee degli acquiferi monitorati non risulterebbero idonee per l’utilizzo irriguo in quanto caratterizzate da concentrazioni di alcuni parametri (Manganese, Ferro) di gran lunga superiori rispetto ai valori limite; si presume, infatti, che nel settore agricolo, debbano essere utilizzate acque i cui requisiti di qualità siano superiori o almeno uguali a quelli fissati dalla direttiva sul riutilizzo delle acque reflue. Acquifero fascia costiera di Reggio Calabria Per l’acquifero dell’intera fascia costiera di Reggio Calabria, dove sussiste un delicato equilibrio acqua dolce-acqua salata, soggetto altresì a probabili fenomeni di sovrasfruttamento della falda, nelle condizioni idrodinamiche locali e sulla base delle attuali conoscenze idrogeologiche (cfr. Relazione generale), dovrà essere possibile prelevare solo acque sotterranee in condizioni artesiane, isolando l’acquifero superficiale oggetto di stress 6 D.M. n.185 del 2003 “Regolamento recante norma tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’articolo 26, comma 2, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152” Relazione di sintesi 549 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria della risorsa e sottoposto alle pressioni interconnesse alla aree di ricarica in condizioni di vulnerabilità elevata. Ovviamente, in questo caso non si fa riferimento ad un eventuale inquinamento diretto, di origine antropica, proveniente non dalle aree interne, bensì a quello che potrebbe derivare dal mescolamento dell’acqua dolce di falda con quella salata di origine marina, per effetto di emungimenti locali o diffusi non perfettamente equilibrati con le condizioni idrodinamiche e la potenzialità dell’acquifero. In particolare, per l’anzidetta fascia costiera, il rilascio di concessioni, da parte degli Enti competenti, relativamente alle richieste di captazione di acque sotterranee, dovrà essere subordinato all’acquisizione di dati ed agli eventuali accertamenti finalizzati: alla verifica di compatibilità tra potenzialità della risorsa idrica ed emungimenti globalmente esistenti, sia per la falda superficiale sia per quelle sottostanti semiconfinate; ad evitare che un eventuale sovrasfruttamento, anche localizzato, delle falde provochi fenomeni di ingressione marina; ad evitare che un eccessivo emungimento dai singoli pozzi possa provocare, sia pure localmente, una eccessiva risalita dell’interfaccia acqua dolce-acqua di mare. Pertanto, per le suddetta fascia costiera, essendo un’area richiedente specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento, è consentito, previe opportune verifiche, l’uso delle acque sotterranee, perché non vengano modificati, anche solo localmente, i delicati equilibri esistenti tra acqua dolce e acqua di ingressione marina. 0.4.5 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo I, del D.lgs. 152/99 Per preservare e/o migliorare dall’inquinamento le aree di cui all’art. 18 (Aree sensibili), art. 19 (Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola), art. 20 (Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e altre zone vulnerabili) e art. 21 (Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano) del decreto, devono essere individuate una serie di misure, finalizzate al miglioramento delle acque da applicare all’orizzonte temporale del 2016. Per le aree sensibili (art. 18), in base ai risultati analitici ottenuti dal monitoraggio conoscitivo sulle acque degli invasi artificiali e dell’unico lago naturale effettuato nel biennio Nov 2005 – 2007, si definiscono aree sensibili tutti gli invasi artificiali e l’unico Relazione di sintesi 550 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria lago naturale monitorati (viste le elevate concentrazioni medie annue di fosforo totale – concentrazioni comprese tra i 50 ed i 100 ug/L e superiori ai 100 ug/L – tanto da determinarne uno stato ecologico scadente), comprese le loro aree drenanti sul bacino scolante gli specchi lacuali. In tali aree, deve essere abbattuto almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane. Per il raggiungimento dell’obiettivo devono essere abbattuti i nutrienti provenienti dagli effluenti di tutti gli agglomerati con abitanti equivalenti superiori a 10.000; qualora non si raggiunga ancora l’abbattimento del 75% del carico dei nutrienti, dovranno essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del suddetto carico anche gli effluenti degli agglomerati superiore a 5000 abitanti equivalenti. Per il contenimento dei nutrienti di origine agricola e zootecnica, devono essere applicate le condizioni contenute nel “Codice di buona pratica agricola” approvato con decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 19 aprile 1999. Delle 12 aree sensibili solo 5 hanno sul loro bacino scolante pressioni antropiche da aree urbane, per le quali è necessario abbattere almeno il 75% del carico complessivo dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, e nello specifico: Relazione di sintesi 551 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Pressione antropica (Depuratori e scarichi acque reflue urbane presenti nell’area drenante dell’area sensibile) Carico complessivo nutrienti (N + P) tratt e non tratt nell’impianto su tutta l’area drenante [tonn/anno] Abbattimento del carico complessivo nutrienti (almeno il 75%) su tutta l’area drenante [tonn/anno] Nessuna 0 0 Nessuna 0 0 Nessuna 0 0 Nessuna 0 0 Nessuna 0 0 Nessuna 0 0 Invaso artificiale/ Lago naturale Utilizzo acque dell’invaso (fonte R.I.D.) Superficie area bacino drenante [kmq] Metramo Irr. /pot./ind. 15,35 Costantino Naturale 41,65 Lordo Irr. 10,39 Arvo Idroelettr. 76,78 Ampollino Idroelettr. 75,76 Passante Idroelettr. 30,22 Vasca S.Anna Irr. 3,62 Cutro, Isola Capo Rizzuto Nessuna 0 0 Comuni ricadenti nell’area drenante sull’invaso San Pietro di Caridà, Galatro, Grotteria Cosoleto, San Luca, Samo Mammola, Agnana Calabra, Siderno San Giovanni in Fiore, Pedace, Aprigliano, Santo Stefano di Rogliano San Giovanni in Fiore, Aprigliano, Cotronei, Taverna Taverna, Parenti, Bianchi, Sorbo San Basile 245,4 * Sì 165,12 123,84 Tarsia Irr. /Laminazione piene Irr. /Ind. 1310,55 Sì 881,84 661,38 Cecita Idroelettr. 154,16 Sì 103,73 77,80 Ariamacina Angitola Idroelettr. Irr. 38,15 154,65 ** Longobucco, Celico, Rose, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, San Pietro in Guarano Spezzano Piccolo, Pedace *** Sì Sì 9,06 61,02 6,80 45,76 Farneto del Principe * Altomonte, Belvedere Marittimo, Bonifati, Cetraro, Fagnano Castello, Malvito, Mottafollone, Roggiano Gravina, San Donato di Ninea, San Marco Argentano, San Sosti, Sangineto, Sant’Agata d’Esaro, Santa Caterina Albanese ** Acri, Celico, Bisignano, Spezzano della Sila, Luzzi, Montalto Uffugo, Rende, San Pietro in Guarano, Rose, Lattarico, Aprigliano, Cosenza, Torano Castello, San Marco Argentano, Mendicino, Longobucco, Paterno Calabro, San Martino di Finita, Dipignano, Romanico, San Fili, San Benedetto Ullano, San Vincenzo La Costa, Santa Sofia d’Epiro, Cerzeto, Spezzano Piccolo, Carolei, Tarsia, Castiglione Cosentino, Cerisano, Rota Greca, Pedace, Lappano, Castrolibero, Rovito,Mangone, Mongrassano, Pietrafitta, Serra Pedace, Zumpano, Cervicati, Cellara, Marano Marchesato, Trenta, Marano Principato, Belsito, Figline Vegliaturo, Casole Bruzio, Malito, Piane Crati, Fuscaldo, Santo Stefano di Rogliano, San Lucido, Paola *** Jacurso, Filadelfia, Pizzo, Polia, Cenadi, Maierato, Monterosso Calabro, San Vito sullo Jonio, Capistrano, Chiaravalle Centrale, Torre di Ruggiero, Sant’Onofrio, Filogaso, San Nicola da Crissa, Vallelonga Per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (art.19) si rimanda alle misure obbligatorie già adottate dalla regione e indicate nel Regolamento regionale approvato con D.G.R. n.817 del 23/09/2005 e successivo D.G.R. 393 del 06/06/2006 recante: - Le norme relative alla gestione della fertilizzazione ed alle pratiche agronomiche effettuate nelle aziende zootecniche: divieti: divieti di utilizzazione dei letami e dei concimi azotati e ammendanti organici di cui alla Legge 748 del 1984, divieti nell’utilizzo dei liquami; contenitori per lo stoccaggio e/o il trattamento: criteri generali, caratteristiche dello stoccaggio e dell’accumulo dei materiali palabili, Relazione di sintesi 552 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria caratteristiche e dimensionamento dei contenitori per lo stoccaggio dei materiali non palabili; modalità di utilizzazione agronomica: tecniche di distribuzione, dosi di applicazione, attitudine dei suoli allo spargimento dei liquami zootecnici (capacità di accettazione dei liquami senza il rischio che si verifichino scorrimenti superficiali, capacità depurativa del suolo, rischio di incrostamento, rischio di inondazione); Piano di Utilizzazione Agronomica (PAU): contenuti del PAU, indice finale del PAU; comunicazione e trasporto: comunicazione per l’utilizzo degli effluenti zootecnici, trasporto degli effluenti zootecnici; - Le norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche effettuate nelle aziende non zootecniche ed in quelle zootecniche non soggette al Piano di Utilizzazione Agronomica: - definizioni; divieti; misure obbligatorie; misure raccomandate; Le indicazioni di carattere generale: razionalizzazione delle concimazioni e controlli. Per le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari ed altre zone vulnerabili (art.20) si rimanda D.G.R. n. 232 del 23 aprile 2007 nella quale viene deliberata la “Carta del rischio di contaminazione degli acquiferi da prodotti fitosanitari della regione Calabria” recante la delimitazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari. La carta, redatta dall’ARSSA a scala 1:250.000, costituisce un primo documento di carattere generale (o indagine preliminare o di riconoscimento), la quale evidenzia le aree a potenziale rischio di inquinamento da prodotti fitosanitari (Cfr. paragrafo 0.2.3). Essa è stata effettuata con l’ausilio di un GIS integrando due strati informativi: “Carta delle aree ad agricoltura intensiva” e “Carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi”; è stata utilizzata come strumento base per le elaborazioni, la “Carta dei suoli della Calabria”, redatta sempre dall’ARSSA nel 2003. Relazione di sintesi 553 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria La prima carta ha consentito di escludere le aree in cui le destinazioni d’uso evidenziano delle situazioni di scarso o assente pericolo di inquinamento da prodotti fitosanitari (aree non agricole o interessate da agricoltura tradizionalemente a basso impatto); e a tal proposito, l’ARSSA ha utilizzato strati informativi realizzati da loro stessi nell’ambito dei programmi di cartografia pedologica e, per le aree non coperte, ha utilizzato informazioni derivanti dalla carta delle aree di studio per l’irrigazione (CASI 3) elaborata dall’INEA (INEA, 2001). A ciascuna classe di uso del suolo ha attribuito il proprio fattore di pericolo, sulla base della metodologia proposta dal CNR (GNDC – CNR, 1999). Sono state considerate aree a potenziale rischio: i seminativi irrigui a ciclo primaverile – estivo ed estivo – autunnale, le colture permanenti irrigue (comprendenti i frutteti e frutti minori) ed i vigneti, in quanto per tali destinazioni d’uso si fa ricorso generalmente a significativi input chimici. La seconda carta relativa alla vulnerabilità intrinseca degli acquiferi elaborata con la metodologia SINTACS (GNDCI – CNR, 2000), utilizza un sistema parametrico a punteggi e pesi che prende in considerazione sette parametri (soggiacenza, infiltrazione, autodepurazione del non saturo, copertura, acclività, caratteristiche idrogeologiche e conducibilità dell’acquifero). Per quanto concerne le acque sotterranee, non è stato possibile, a scala regionale, eseguire valutazioni in merito alla vulnerabilità da fitofarmaci, per l’assenza di dati ed informazioni di base. Si ritiene pertanto necessario effettuare una prima analisi conoscitiva con l’obiettivo di determinare i principali prodotti fitosanitari che potenzialmente possono contaminare la risorsa idrica, in quelle porzioni di territorio dove possono essere presenti situazioni compromettenti delle acque sotterranee. In attesa di acquisire dati sperimentali a riguardo, è possibile, in via cautelativa, considerare corpi idrici sotterranei vulnerabili (e/o vulnerati) da fitofarmaci quelli che, allo stato attuale, sono risultati vulnerabili (e/o vulnerati) da nitrati di origine agricola. Per le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano (art. 21), la Regione, una volta individuate le aree di salvaguardia, distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto (definite nel paragrafo 0.2.4.3), deve al fine di tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata o derivata: 1. per la zona di tutela assoluta (area immediatamente circostante le captazioni o le derivazioni): avere una estensione (in caso di acque sotterranee e, ove possibile per le Relazione di sintesi 554 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria acque superficiali) di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione ed essere adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio; 2. per la zona di rispetto (porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilita' e rischio della risorsa): avere un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione e vietare: - la dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurate; - l’accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi; - lo spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi (salvo che l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilita' delle risorse idriche); - la dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e strade; - la presenza di insediamenti come le aree cimiteriali; - l’apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; - l’apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione della estrazione ed alla protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica; - la presenza di insediamenti per la gestione di rifiuti; - lo stoccaggio di prodotti ovvero di sostanze chimiche pericolose e di sostanze radioattive; - la presenza di insediamenti o attività adibiti a centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; - il pascolo e la stabulazione di bestiame che ecceda i 170 kg/ha di azoto presenti negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione; 3. per la zona di rispetto, inoltre, disciplinare le seguenti strutture od attività: le fognature; l’edilizia residenziale e le relative opere di urbanizzazione; le opere viarie, ferroviarie ed infrastrutturali di servizio; … Relazione di sintesi 555 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Una volta delimitate le zone di rispetto (cfr. 0.2.4.3), si è proceduto a redigere un computo metrico atto a stimare i costi da sostenere per i lavori necessari alla perimetrazione delle suddette aree. Nello specifico, per ognuna delle zone di rispetto delimitate, si è contabilizzato: l’esproprio dell’area ricadente all’interno delle zone di rispetto, ossia sono state catalogate, in base alla carta dell’uso del suolo, le varie tipologie di colture presenti all’interno delle suddette aree; successivamente, facendo riferimento al BURC Parte III ● Anno XXXIX ● N. 17 del 24/04/2008, contenente “valori agricoli medi per ettaro e per tipo di coltura dei terreni compresi nelle singole regioni agrarie della regione Calabria”, si è calcolato, mediante tecniche G.I.S., il valore agricolo medio per mq di superficie da espropriare; la recinzione metallica necessaria a proteggere le zone di rispetto, ossia si è calcolato, mediante tecniche G.I.S., il perimetro delle zone di rispetto in modo da contabilizzare i metri lineari di rete metallica di recinzione, in filo di ferro zincato a maglia quadrata, di altezza pari a 1,8 m su supporti realizzati in tubolare di acciaio zincato φ 63 fissati su plinti di fondazione di dimensioni pari a 0.3 x 0.3x 0.3 m, necessari a perimetrare le suddette zone; la fornitura e posa in opera di una cancellata di ingresso all’area di rispetto in acciaio zincato di dimensione pari a 1.5 x 1.8 m. Il costo complessivo di questa azione, per un totale di 34 zone di rispetto delimitate, è pari a 14.408.656,00 € ed in particolare (come si evince dalla seguente tabella) si ha: Costi per la perimetrazione delle zone di rispetto delimitate Costo esproprio dell’area ricadente all’interno delle zone di rispetto ACQUIFERO di Sibari € 4.230.224,45 Costo recinzione metallica necessaria a proteggere le zone di rispetto Costo fornitura e posa in opera di una cancellata di ingresso alla zona di rispetto € € 1.020.880,00 18.000,00 TOTALE € 5.269.104,45 della Piana del Lao € 23.150,00 € 30.520,00 € 1.800,00 della Piana di Sant'Eufemia € 1.754.009,50 € 494.920,00 € 12.600,00 € 2.261.529,50 della Piana di Gioia Tauro € 2.679.423,40 € 544.920,00 € 12.600,00 € 3.236.943,40 € 377.400,00 € 16.200,00 € 3.585.608,70 di Reggio Calabria € TOTALE € 3.192.008,70 11.878.816,05 € 2.468.640,00 € 61.200,00 € 55.470,00 € 14.408.656,05 Tabella 177 Relazione di sintesi 556 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.6 Misure da adottare ai sensi del Titolo III, Capo II, del D.lgs. 152/99 Per una trattazione di maggiore dettaglio inerente ai “Bilanci idrici tra disponibilità ed utilizzazioni” si rimanda alla Relazione generale ed agli Allegati A, B e C. Si dettagliano di seguito le possibili evoluzioni dei fabbisogni idrici, per i settori civile, industriale ed irriguo. Tali dati, attualmente in fase di rivisitazione a seguito dell’aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della regione Calabria da parte dell’Assessorato Lavori Pubblici, devono ancora essere sottoposti a validazione, e devono pertanto essere interpretati con le dovute cautele. 0.4.6.1 Settore civile 0.4.6.1.1 Analisi del fabbisogno idrico attuale In Calabria, in generale per quasi tutti i comuni, non vi sono misurazioni puntuali dirette dell’acqua alle diverse fonti di approvvigionamento, né nei punti di immissione in rete. Pertanto in diversi casi non si possono conoscere con esattezza i volumi idrici effettivamente in gioco. La valutazione della dotazione idrica pro capite e del fabbisogno attuali, relativi ad ogni singolo comune, è stata svolta partendo dai risultati di una ricognizione per risalire alla disponibilità idrica attuale totale di ciascun comune della Calabria. Le disponibilità idriche sono state espresse in termini di portata media annua (Q) e corrispondono alle portate erogate ai comuni (dalla So.Ri.Cal., dai Consorzi di bonifica, dall’ARSSA, da Italgas, etc.) e prodotte internamente ai comuni stessi. Nella tabella 180 si riportano, per i cinque ATO, i dati relativi a: - popolazione residente, fluttuante e totale al 2007; - dotazione teorica lorda; - fabbisogno idrico teorico lordo; - portata idrica teorica; - disponibilità idrica lorda attuale; - dotazione lorda attuale; - surplus o deficit lordi. Si parla di surplus quando la differenza tra il fabbisogno idrico attuale e quello teorico fornisce come risultato dei valori positivi, mentre di deficit quando i valori ottenuti sono negativi. Relazione di sintesi 557 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Dall’analisi effettuata (Tabella 180) emerge che, nel 2007, la Calabria, per soddisfare il proprio fabbisogno idrico ha consumato circa 410 milioni di metri cubi d’acqua con una dotazione idrica pro-capite di circa 510 l/(d·ab). Confrontando il fabbisogno idrico attuale lordo con quello teorico si evince che si ha un surplus di risorsa idrica quantificabile in circa 185 milioni di metri cubi di acqua (Tabella 180). Inoltre, la dotazione lorda attuale è circa il doppio di quella teorica. 0.4.6.1.2 Previsione del fabbisogno idrico al 2030 e al 2040 Il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, disposto con Legge n. 129 del 4 Febbraio 1963, e successivamente approvato con Decreto Ministeriale del 16 Marzo 1967, stabilisce le dotazioni lorde medie al 2015 per tutti i comuni italiani. Tali dotazioni sono funzione della popolazione servita come riportato nella tabella 178. Popolazione (ab) Case sparse < 5.000 5.000 - 10.000 10.000 - 50.000 50.000 - 100.000 > 100.000 Fluttuanti stagionali Fluttuanti giornalieri Dotazione [l/(d·ab)] 80 – 100 120 – 150 150 - 200 200 – 250 250 – 400 400 200 100 Tabella 178 Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 Marzo 1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche” stabilisce, nell’articolo 8, i livelli minimi dei servizi che devono essere garantiti in ciascun ambito territoriale ottimale. Per quanto riguarda la dotazione idrica pro capite giornaliera alla consegna, intesa come volume attingibile dall’utente nelle 24 ore (dotazione netta), essa non deve essere inferiore a 150 l/d·ab. Relativamente agli anni futuri, la dotazione idrica lorda pro capite obiettivo è stata definita, dagli ATO della regione Calabria, ipotizzando di assegnare per la popolazione residente una dotazione lorda base di 200 l/d·ab (corrispondente alla dotazione minima netta prevista nel DPCM del 4/03/96 di 150 l/d·ab); a questa, per tener conto dell’incidenza dei consumi urbani e collettivi, è stato aggiunto un incremento variabile in funzione della classe Relazione di sintesi 558 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria demografica del comune. Altro obiettivo degli ATO è quello di raggiungere una riduzione delle perdite fino a circa il 25%. Il valore degli incrementi e la dotazione per classi demografiche sono di seguito riportati (Tabella 179). La dotazione netta si ottiene sottraendo dalla dotazione lorda il 25% delle perdite. (ab) Incrementi di dotazione lorda (l/d·ab) Dotazione lorda (l/d·ab) Dotazione netta (l/d·ab) < 5.000 5.000 - 10.000 10.000 - 50.000 50.000 - 100.000 > 100.000 Fluttuanti (presenza 60 d/anno) 60 80 100 120 140 - 260 280 300 320 340 200 195 210 225 240 255 150 Popolazione Tabella 179 La stima della popolazione residente e fluttuante al 2030 e al 2040 per i singoli comuni, associata ai valori di dotazione procapite, ha permesso di valutare i valori teorici lordi del fabbisogno idrico futuro (Tab.181). La tabella riassuntiva a scala provinciale mostra che il fabbisogno idrico lordo al 2007 per la Calabria risulta pari a circa 412 milioni di metri cubi (Tabella 180) ovvero quasi 2 volte il fabbisogno idrico previsto per il 2030 e il 2040 (Tabella 181). L’apparente contraddizione nasce dalla differenza sostanziale tra le dotazioni lorde attuali (calcolate come acqua erogata per abitante, che raggiungono anche valori di oltre 800 l/ab g, come nel caso della città di Cosenza) e le dotazioni teoriche future, che ipotizzano perdite in rete del 25%. Fermo restando che l’aggregazione del bilancio fabbisogno/disponibilità a scala di ATO e non di schema acquedottistico, non permette di evidenziare situazioni critiche locali di deficit per specifiche realtà comunali, le analisi fino ad ora condotte sembrano comunque confermare una discreta disponibilità di risorsa per uso idropotabile a scala regionale. La politica di progressiva sostituzione dell’approvvigionamento delle risorse sotterranee (economicamente onerose e spesso di scarsa qualità) con acque superficiali, e l’utilizzo plurimo di tali risorse, impone di inserire nella pianificazione la realizzazione e/o il completamento di alcuni invasi artificiali, quali l’Alto Esaro, il Menta, l’Alaco, il Melito ed il Metramo. Relazione di sintesi 559 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Si rimanda comunque al PRGA in corso di elaborazione per gli aspetti specifici relativi alle politiche regionali di intervento nel settore acquedottistico. Relazione di sintesi 560 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Analisi della domanda attuale – anno 2007. Popolazione totale media annua Popolazione totale nel giorno di massima presenza Dotazione teorica lorda residenti Dotazione teorica lorda fluttuanti Fabbisogno idrico teorico lordo medio annuo residenti Fabbisogno idrico teorico lordo medio annuo fluttuanti Fabbisogno idrico teorico lordo medio annuo totale Popolazione residente 2007 Presenze annue totali Popolazione fluttuante nel giorno di massima presenza (ab) (ab x d) (ab) (ab) (ab) [l/(d·ab)] [l/(d·ab)] (m3) (m3) (m3) ATO 1 - Cosenza 727.694 32.376.050 576.683 816.396 1.304.377 285 200 75.701.314 6.475.210 82.176.524 ATO 2 - Catanzaro 366.647 13.658.016 239.919 404.066 606.566 290 200 38.788.806 2.731.603 41.520.409 ATO 3 - Crotone 172.171 8.682.411 152.076 195.958 324.247 294 200 18.488.243 1.736.482 20.224.725 ATO 4 - Vibo Valentia 167.628 9.194.067 139.371 192.817 306.999 273 200 16.710.131 1.838.813 18.548.944 ATO 5 - Reggio Calabria 563.912 18.185.750 316.420 613.736 880.332 300 200 61.789.427 3.637.150 65.426.577 1.998.052 82.096.293 1.424.469 2.222.973 3.422.521 290 200 211.477.919 16.419.259 227.897.178 Provincia Totale - Regione Calabria Fabbisogno idrico teorico lordo medio invernale totale Fabbisogno idrico teorico lordo medio estivo totale Fabbisogno idrico teorico nel giorno di massima presenza (di calcolo) Portata idrica teorica media annua Portata idrica teorica di punta giornaliera (di calcolo) Portata idrica teorica di punta mensile (di letteratura) Portata idrica teorica di punta giornaliera (di letteratura) Dotazione teorica lorda totale Disponibilità idrica lorda media annua attuale Disponibilità idrica lorda media annua attuale Dotazione lorda attuale Surplus o deficit lordi medio annui Surplus o deficit lordi medio annui (m3) (m3) (m3) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) [l/(d·ab)] (l/s) (m3) [l/(d·ab)] (m3) (l/s) ATO 1 - Cosenza 50 659 004 31 517 520 322.737 2.606 3.735 3.388 6.515 276 4.855 153.101.863 514 70.925.339 2.249 ATO 2 - Catanzaro 26 124 544 15 395 865 154.254 1.317 1.785 1.712 3.292 282 2.191 69.080.399 468 27.559.991 874 ATO 3 - Crotone 12 411 434 7 813 291 81.068 641 938 834 1.603 283 831 26.219.918 367 5.995.193 190 ATO 4 - Vibo Valentia 11 216 884 7 332 060 73.655 588 852 765 1.470 264 1.019 32.147.600 457 13.598.655 431 42 197 377 23 229 200 232.570 2.075 2.692 2.697 5.187 292 4.183 131.920.544 589 66.493.967 2.109 142 609 242 85 287 936 864.285 7.227 10.003 9.395 18.066 281 13.079 412.470.323 508 184.573.145 5.853 Provincia ATO 5 - Reggio Calabria Totale - Regione Calabria Tabella 180 Relazione di sintesi 561 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Analisi della domanda al 2030 e 2040 Popolazione residente Popolazione fluttuante nel giorno di massima presenza Presenze totali annue Provincia Popolazione totale nel giorno di massima presenza Popolazione totale media annua 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 (ab) (ab) (ab x d) (ab x d) (ab) (ab) (ab) (ab) (ab) (ab) ATO 1 - Cosenza 781 328 809 350 39 134 671 41 355 518 699 272 739 172 888 546 922 653 1 480 599 1 548 522 ATO 2 - Catanzaro 360 059 358 181 17 501 821 18 686 038 290 927 307 440 408 010 409 375 650 987 665 621 ATO 3 - Crotone 158 410 154 698 17 449 460 20 550 058 191 528 203 999 206 217 210 999 349 938 358 697 ATO 4 - Vibo Valentia 165 028 163 497 11 772 265 12 530 867 167 552 176 165 197 281 197 828 332 580 339 662 ATO 5 - Reggio Calabria 557 063 555 633 25 583 820 28 342 339 376 666 396 245 627 156 633 283 933 730 951 878 2 021 888 2 041 358 111 442 038 121 464 820 1 725 945 1 823 021 2 327 209 2 374 139 3 747 833 3 864 379 Totale - Regione Calabria Dotazione teorica lorda residenti [l/(d·ab)] Fabbisogno idrico teorico lordo medio annuo totale (m3) Fabbisogno idrico teorico lordo medio invernale totale Fabbisogno idrico teorico lordo medio estivo totale Provincia 2030 2040 2030 3 2040 3 Fabbisogno idrico teorico nel giorno di massima presenza (di calcolo) 2030 2040 2030 2040 2030 2040 (m3) (m3) (m3) (m ) (m3) 3 [l/(d·ab)] [l/(d·ab)] (m ) (m ) (m3) ATO 1 - Cosenza 276 278 89 452 873 93 463 981 54 622 247 57 007 909 34 830 627 36 456 072 363 487 381 240 ATO 2 - Catanzaro 280 279 41 649 989 41 710 801 25 763 796 25 667 620 15 886 194 16 043 182 162 705 165 525 ATO 3 - Crotone 273 269 20 575 482 20 746 882 11 562 357 11 293 587 9 013 125 9 453 295 85 115 86 380 ATO 4 - Vibo Valentia 262 262 18 832 087 18 884 841 11 079 373 11 018 921 7 752 714 7 865 920 78 655 80 106 ATO 5 - Reggio Calabria 290 289 66 380 212 66 903 605 42 020 690 24 359 522 24 842 542 243 178 247 016 Totale - Regione Calabria 279 279 236 890 644 241 710 110 145 048 463 42 061 062 147 049 099 91 842 182 94 661 011 933 140 960 268 Relazione di sintesi 562 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Portata idrica teorica lorda media annua (l/s) Portata idrica teorica di Portata idrica teorica di punta Portata idrica teorica di punta punta mensile (di giornaliera (di calcolo) giornaliera (di letteratura) letteratura) Provincia Disponibilità Disponibilità idrica lorda idrica lorda media media annua annua attuale attuale 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2030 2040 2007 2007 (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (l/s) (m3) ATO 1 - Cosenza 2 837 2 964 4 207 4 412 3 687 3 853 7 091 7 409 4 855 153 101 863 ATO 2 - Catanzaro 1 321 1 323 1 883 1 916 1 717 1 719 3 302 3 307 2 191 69 080 399 ATO 3 - Crotone 652 658 985 1 000 848 855 1 631 1 645 831 26 219 918 ATO 4 - Vibo Valentia 597 599 910 927 776 778 1 493 1 497 1 019 32 147 600 ATO 5 - Reggio Calabria 2 105 2 121 2 815 2 859 2 736 2 758 5 262 5 304 4 183 131 920 544 Totale - Regione Calabria 7 512 7 665 10 800 11 114 9 765 9 964 18 779 19 161 13 079 412 470 323 Surplus o deficit lordi medio annui anno 2030 rispetto al 2007 (l/s) Surplus o deficit lordi medio annui anno 2030 rispetto al 2007 (m3) Surplus o deficit lordi medio annui anno 2040 rispetto al 2007 (l/s) Surplus o deficit lordi medio annui anno 2040 rispetto al 2007 (m3) 2 018 63 648 989 1 891 59 637 881 ATO 2 - Catanzaro 870 27 430 410 868 27 369 598 ATO 3 - Crotone 179 5 644 435 174 5 473 036 ATO 4 - Vibo Valentia 422 13 315 512 421 13 262 759 ATO 5 - Reggio Calabria 2 078 65 540 331 2 062 65 016 939 Totale - Regione Calabria 5 568 175 579 678 5 415 170 760 213 Provincia ATO 1 - Cosenza Tabella 181 Relazione di sintesi 563 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.6.2 Settore industriale La valutazione dei fabbisogni per l'industria presenta sempre notevoli difficoltà. Mentre nel caso dell'irrigazione ci sono parametri che, pur oscillando notevolmente da zona a zona, consentono di stabilire una buona approssimazione dei limiti attendibili, per l'industria il fabbisogno si presenta ricco di incognite e ciò perché le industrie hanno fabbisogni che cambiano con il tipo di prodotto, ma anche nell'ambito della stessa produzione, variano secondo la dimensione, la struttura e il grado di efficienza degli impianti. Se a ciò si aggiunge il diverso grado di utilizzazione della stessa acqua, dipendente dai ricicli e dalla qualità dell'acqua ammessa per lo scarico, la situazione diventa ancora più difficile. Un aspetto importante che occorre mettere in rilievo è che l'acqua consumata negli impianti industriali rappresenta circa solo il 5% di quella prelevata. Ciò sta a significare che gli stabilimenti industriali restituiscono la quasi totalità dell'acqua che impiegano, cioè la quasi totalità dell'acqua prelevata. È pur vero che nel maggior numero dei casi si tratta di acqua inquinata e che, per essere reimpiegata, ha bisogno di trattamenti di depurazione, ma è anche vero che i progressi compiuti nell'ambito della depurazione ne consentono sempre di più l'utilizzazione. Nell'industria, inoltre, è possibile utilizzare acqua di precaria qualità (ad esempio nei processi di raffreddamento) e ciò consente, da un lato, di adeguare il processo depurativo alle esigenze qualitative dell'acqua da reimpiegare, dall'altro, di ricorrere a risorse non utilizzabili in altri settori. Pertanto, da quanto sopra evidenziato, deriva che la quantità d'acqua destinata all'uso industriale è estremamente variabile e dipendente essenzialmente dal tipo d'industria e di impiego effettuato, dall'entità dei ricicli interni, dallo schema e dalla potenzialità del processo produttivo. Di conseguenza, qualsiasi analisi dei fabbisogni idrici nell'industria è necessariamente approssimata, in quanto ciascuno degli elementi influenti non può essere univocamente definito. Pertanto per una valutazione dettagliata dei fabbisogni nel settore industriale occorrerebbe individuare i vari tipi di industrie, in relazione al prodotto fornito, al tipo di lavorazione ed alla dimensione dello stabilimento. In tale direzione le maggiori difficoltà che si incontrano sono quelle di trovare fonti attendibili su cui basarsi per ricavare la serie di parametri necessari a definire il fabbisogno unitario d'acqua riferito ad un termine specifico e significativo, quale potrebbe essere il prodotto finale dello stabilimento o l'entità del personale addetto. Tutte le volte, infatti, che si tenta una rilevazione precisa dei prelievi idrici effettuati dalle industrie si va incontro a parziali insuccessi, sia perché quasi sempre le stesse industrie non li conoscono Relazione di sintesi 564 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria neppure, sia perché esistono al riguardo reticenze, in quanto le notizie relative sono ritenute "segreti industriali". Se per le ragioni anzidette riesce difficile una valutazione attendibile dei fabbisogni attuali dell'acqua nell'industria, molto più aleatoria diventa la valutazione dei fabbisogni futuri. Per una prima definizione del fabbisogno idrico industriale in Calabria e, pur con grandi difficoltà, si è proceduto ad analizzare il problema partendo da un’accurata e recente indagine effettuata presso i singoli agglomerati industriali, accompagnata da un’attenta lettura delle linee di sviluppo dei Piani Regolatori Generali delle singole A.S.I. (Aree di Sviluppo Industriale) e N.I. (Nuclei Industriali). Qui di seguito è riportata in forma tabellare (Tabella 182) la sintesi delle aree di sviluppo industriale ed i nuclei industriali presenti in Calabria e di ognuno se ne riporta la superficie totale espressa in ha, la superficie impegnata per attività produttive già in esercizio espressa anch’essa in ettari, il numero di addetti occupati per singolo agglomerato ed infine la stima del fabbisogno idrico espresso in milioni di metricubo anno: AGGLOMERATI INDUSTRIALI Superficie impegnata per Superficie totale attività produttive Numero Addetti (ha) già in esercizio (ha) fabbisogno idrico industriale [1000 mc/anno] SIFLISIFLISIFLIASI ASI Studio ASI Studio Studio 1999 IPI IPI IPI 2007 2007 1999 2007 1999 1999 2006 2006 2006 Gioia Tauro.Rosarno-San Ferdinando Reggio Calabria - Gebbione 1.483 1.483 1.330 35 35 848 498 76 35 1377 2175 224 2005 2010 32,57 223,44 360,15 57,29 57,29 63,05 94,07 Reggio Calabria-S. Gregorio-S. Leo 20 20 20 397 89,46 89,46 Villa S. Giovanni - Campo Calabro 15 15 14 354 89,41 89,41 332,53 140 140 140 308 28,73 28,73 Saline Joniche TOTALE ASI REGGIO C. 1.693 1.483 1.540 1.057 498 28,73 0 1.359 1.377 2.175 297,46 488,33 878,53 Media Valle Crati 221 130 125 20 103 400 40,11 48,11 123,2 Piana di Cammarata 200 210 120 35 227 500 49,05 56,86 83,9 Schiavonea 440 330 330 221 227 150 635 Sant'Irene 192 61 99 45 288 1052 3500 154,89 166,15 422,79 800 61,63 66,81 177,04 Piano Lago 150 139 139 67 84 60 522 764 1200 122,63 122,63 Follone 149 136 167 101 107 53 220 253 700 TOTALE ASI SIBARI-VALLE CRATI 1.352 605 1.037 733 418 363 1.995 2.069 7.100 489,19 521,44 806,93 878 611 878 611 Marina di Maida 1.086 1.086 TOTALE NI LAMEZIA TERME 1.086 1.086 Crotone 796 TOTALE NI CROTONE 796 Porto Salvo 210 0 693 0 0 693 177 Relazione di sintesi 0 60,88 604 657 142,14 115,95 297,81 604 657 0 142,14 115,95 297,81 0 0 415,58 542,56 542,56 1.539 0 60,88 0 1.539 926 415,58 542,56 542,56 255,59 273,73 273,73 565 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Aeroporto (VV) 72 26 173 11,69 11,69 11,69 Maierato 25 25 331 81,99 81,99 81,99 TOTALE NI VIBO VALENTIA TOTALE REGIONALE 307 0 0 228 0 0 1.430 0 0 349,27 367,41 367,41 5.234 3.174 2.577 3.589 1.527 363 6.927 4.103 9.275 1693,64 2035,69 2893,24 Tabella 182 La valutazione del fabbisogno idrico specifico per l’industria in Calabria porta, attraverso varie considerazioni, ad individuare una tendenza generale verso valori decrescenti. La necessità di conoscere l’entità del fabbisogno idrico nelle singole industrie, a qualsiasi scala e aggregazione, su cui si sta continuando a lavorare, presenta grande complessità legata alla disponibilità di dati di difficile reperimento. Accanto ad una metodologia atta a formulare valutazioni di sintesi e previsioni, vi sono molti altri aspetti che dovrebbero essere convenientemente esaminati, quali, ad esempio, l’identificazione e la messa a punto di tecnologie “non idroesigenti”, l’incremento del riciclo e l’utilizzo di risorse non convenzionali, così come l’esame delle concessioni e dei relativi canoni, nonché le modalità con cui può essere migliorato il circuito dell’acqua all’interno del complesso produttivo. Una gestione corretta del patrimonio idrico dovrà anche imporre la misura e la contabilizzazione dei quantitativi d’acqua prelevati e restituiti, nonchè la necessità di evidenziare l’aspetto qualitativo sia al prelievo che allo scarico. La conoscenza di questi dati è essenziale non solo per il “gestore” pubblico della risorsa, oggi previsto dalla legge 36/94, ma anche per il titolare della concessione, al fine di meglio organizzare il processo produttivo e di instaurare chiari rapporti con lo stesso “gestore” ed altri utenti. La previsione di domanda d’acqua per uso industriale nei progetti di sviluppo di lungo termine, come evidenziato dal precedente confronto, è poco significativa se elaborata estrapolando indicazioni attuali, ovvero di breve periodo. La pratica più attendibile è quella di determinare il massimo quantitativo accumulabile di acqua per uso industriale da destinare ad un ambito territoriale. L’offerta idrica è da vedere anche come fattore di localizzazione determinante e riveste un ruolo decisivo nell’ubicazione di nuovi insediamenti produttivi e nella ridistribuzione delle attività presenti. Le problematiche legate all’acqua, nel Mezzogiorno, spaziano dal reperimento di nuove fonti idriche e dallo sfruttamento ottimale dei corpi idrici già in produzione all’ultimazione Relazione di sintesi 566 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria dei sistemi di adduzione e distribuzione dell’acqua, nonchè allo studio di schemi sempre più intersettoriali. 0.4.6.3 Settore irriguo La Calabria é suddivisa in tre grandi sistemi infrastrutturali a livello irriguo (Settentrionale, Centrale, Meridionale) caratterizzati per avere, in atto o previste per il futuro, interconnessioni di opere idrauliche per migliorare ed ampliare la consistenza dell'irrigazione, ma anche della distribuzione potabile ed industriale. L'irrigazione pubblica è realizzata in Calabria da 15 Consorzi di Bonifica, che complessivamente gestiscono 83 schemi idrici ad uso irriguo. Oltre ai Consorzi di Bonifica, fino al 1993, anche l’ex Ente di Sviluppo Agricolo della Calabria (ESAC) aveva in gestione alcuni impianti irrigui minori, per lo più localizzati nei comprensori della Sila. Con il passaggio da Ente di Sviluppo ad Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i Servizi in Agricoltura (ARSSA) e la successiva liquidazione di quest’ultima, le competenze sull'irrigazione sono state eliminate, ma il previsto passaggio delle stesse per la gestione degli impianti ai Consorzi competenti per territorio è ancora in itinere. Nella figura 136 sono riportati tutti gli impianti irrigui pubblici in Calabria appartenenti ai singoli sistemi e comprensori mentre nella tabella successiva (Tabella 183) sono riportate le relative superfici dominate, irrigabili ed effettivamente irrigate. Le informazioni ed i dati di cui sopra derivano da riscontri effettuati direttamente presso i Consorzi che in alcuni casi hanno fornito dei valori variabilissimi, sia per le stesse aree e sia, in alcuni casi, per gli stessi impianti e le stesse tecnologie di distribuzione. Pertanto, al fine di arrivare alla definizione di dati quanto più possibile aderenti alla realtà, i risultati dell’indagine sono stati opportunamente confrontati con documenti e atti ufficiali di studi sullo stato dell’irrigazione in Calabria eseguiti dall’INEA e dall’URBI. Da essi si evince che, allo stato attuale, le aree dominate da impianti pubblici nell'intero territorio regionale riguardano 144.247 ettari di cui 97.230 ettari risultano irrigabili e solo 48.475 sono effettivamente irrigati. Relazione di sintesi 567 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Figura 136 SUPERFICIE (Ha) SISTEMA Dominata Irrigabile Irrigata Settentrionale 70.643 42.191 25.346 Centrale 47.445 34.975 13.571 Meridionale 26.159 20.064 9.558 TOTALE 144.247 97.230 48.475 Tabella 183 Valori, come si può notare, abbastanza lontani da quelli del citato P.S. 26 che prevedeva appunto circa 260.000 ettari irrigabili al 2016. Lo scarto esistente tra la superficie dominata e quella irrigabile attrezzata, non é dovuto soltanto alla incidenza delle tare geografiche, morfologiche e pubbliche, ma talora anche Relazione di sintesi 568 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria alla espansione della urbanizzazione e di ipotetici insediamenti industriali, che hanno ridotto le aree inizialmente sottese dagli impianti irrigui. Molti comprensori, infatti, pur presentando una vocazione agricola, senza alcun dubbio preminente e prioritaria per il favorevole ambiente climatico e pedologico, sono stati progressivamente erosi e penalizzati dalla penetrazione e dalle interferenze di strutture e di infrastrutture esterne che ne hanno alterato la destinazione iniziale. Più sensibile ancora, risulta la differenza tra le superfici effettivamente irrigate e quelle irrigabili: circa 49.000 ettari in tutta la regione contro i circa 100.000 ettari irrigabili, con un grado di utilizzazione degli impianti mediamente del 49%. Per quanto riguarda le aree in oggetto, nelle tabelle 184, 185, 186 sono stati riportati, per singoli Consorzi, i fabbisogni irrigui occorrenti nella situazione attuale e futura, nonché il volume irriguo disponibile dalle attuali fonti di approvvigionamento. Purtroppo non si sono potuti acquisire molti dati certi sul reale consumo d'acqua nei vari comprensori perché le erogazioni d'acqua non vengono generalmente registrate, né esistono solitamente strumenti tecnici per la misurazione delle portate d'acqua immesse negli adduttori delle reti di distribuzione irrigue. Pertanto, in questa sede, si è proceduto ad una valutazione di massima utilizzando alcune ipotesi di seguito illustrate. Il fabbisogno attuale è stato ricavato moltiplicando la superficie irrigata per la dotazione idrica stagionale, quello futuro moltiplicando la dotazione per la superficie irrigabile, ipotizzando che a medio termine possa essere irrigata l’intera superficie irrigabile. Le stime degli scenari suddetti sono state effettuate ipotizzando sia una dotazione irrigua stagionale di 4000 mc/ha che di 5000 mc/ha. I fabbisogni così calcolati sono da intendersi comprensivi delle prevedibili perdite nelle reti di adduzione e distribuzione. Il calcolo della disponibilità idrica relativa ai singoli impianti consortili è stato eseguito sulla base dei valori delle portate concesse o dichiarate dagli Enti di competenza e assumendo queste come portata di punta, al fine di tenere in conto la variazione della portata durante il periodo irriguo preso a riferimento e pari mediamente a sei mesi per i comprensori del sistema settentrionale e centrale ed a cinque mesi per quelli del sistema meridionale, per come suggerito dai Consorzi intervistati. I valori così determinati rappresentano pertanto delle stime, che assumono solo carattere indicativo e, peraltro, sono riferiti all’intero periodo irriguo non essendo disponibili dati di portata derivata per singoli mesi. Per quanto concerne le prese subalvee, si è assunta come portata di punta quella di concessione (max derivabile) coincidente con la richiesta di luglio, mentre per il calcolo del volume necessario e Relazione di sintesi 569 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria disponibile si è fatto riferimento ai diversi diagrammi di richiesta idrica irrigua che sono stati desunti da progettazioni originarie o forniti direttamente dai responsabili dei Consorzi. Per gli invasi è stato considerato il volume utile disponibile e quello regolabile per come è stato possibile ricavare dai progetti originari. Si è anche proceduto alla determinazione delle portate di punta necessarie, che sono state confrontate con le portate disponibili ed i risultati sono riportati in sintesi nella tabella 187. Nella tabella 188 sono, invece, sintetizzati i confronti fra i fabbisogni e i volumi disponibili per i singoli sistemi. SISTEMA SETTENTRIONALE ENTE FABBISOGNI Mmc Dotazione: 4000 mc/ha VOLUME DISPONIBILE Mmc Dotazione: 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO Consorzio di Bonifica del Pollino 8,24 10,86 10,3 13,58 16,99 Consorzio di Bonifica del Lao 15,32 16,21 19,15 20,26 47,12 Consorzio di Bonifica Ferro e Sparviero 8,44 19,6 10,55 24,5 14,31 Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e Media Valle Crati 68,36 105,6 85,45 132 194,96 ex ESAC 1,03 16,5 1,29 20,62 4,5 TOTALE SISTEMA SETTENTRIONALE 101,38 168,76 126,73 210,96 277,88 Tabella 184: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo)_Sistema Settentrionale SISTEMA CENTRALE ENTE FABBISOGNI Mmc Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha VOLUME DISPONIBILE Mmc ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO 8,9 46,96 11,13 58,7 50,87 Consorzio di Bonifica Capo Colonna 14,95 35,6 18,69 44,5 42,5 Consorzio di Bonifica Alli Punta delle Castella 10,8 23,09 13,5 28,86 46,93 Consorzio di Bonifica Alli Copanello 2 9,68 2,5 12,1 14,41 Consorzio di Bonifica Assi Soverato 4,36 4,36 5,45 5,45 10,58 Consorzio di Bonifica Piana di S. Eufemia 10,56 16,72 13,2 20,9 20,92 Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia 2,71 3,49 3,39 4,37 6,66 TOTALE SISTEMA CENTRALE 54,28 139,9 67,86 174,88 192,86 Consorzio di Bonifica Valle Neto Tabella 185: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) _Sistema Centrale Relazione di sintesi 570 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SISTEMA MERIDIONALE FABBISOGNI Mmc Dotazione: 4000 mc/ha ENTE ATTUALE Dotazione: 5000 mc/ha VOLUME DISPONIBILE Mmc FUTURO ATTUALE FUTURO 12,99 34,5 16,24 43,13 38,88 Consorzio di Bonifica di Caulonia 7,5 12,44 9,38 15,56 22,34 Consorzio di Bonifica Versante Ionico Meridionale 5,77 9,29 7,22 11,62 9,73 Consorzio di Bonifica Area dello Stretto 11,97 24,02 14,97 30,03 10,08 TOTALE SISTEMA MERIDIONALE 38,23 80,26 47,79 100,32 81,03 Consorzio di Bonifica Piana di Rosarno Tabella 186: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) _Sistema Meridionale PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec ) Dotazione: 4000 mc/ha SISTEMA Dotazione: 5000 mc/ha PORTATE DISPONIBILI (l/sec) ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO SISTEMA SETTENTRIONALE 17829 29677 22286 37097 17882 SISTEMA CENTRALE 8398 21250 10497 26563 16598 SISTEMA MERIDIONALE 5353 11237 6691 14046 6253 TOTALE 31579 62164 39474 77705 40732 Tabella 187: Portate disponibili – Portate di punta richieste (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI FABBISOGNI Mmc SISTEMA Dotazione: 4000 mc/ha Dotazione: 5000 mc/ha VOLUME DISPONIBILE Mmc ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO SISTEMA SETTENTRIONALE 101,38 168,76 126,73 210,96 277,88 SISTEMA CENTRALE 54,28 139,9 67,86 174,88 192,86 SISTEMA MERIDIONALE 38,23 80,26 47,79 100,32 81,03 TOTALE 193,9 388,92 242,38 486,15 551,78 Tabella 188: Sintesi Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili (senza tener conto degli apporti dalle dighe Alto Esaro, Melito e Metramo) C’è da evidenziare che, per quanto riguarda i volumi invasati, sono stati stimati al netto della capacità utile relativa all’invaso Alto Esaro per quanto riguarda il sistema settentrionale, al netto della capacità utile relativa al Melito per quanto concerne il sistema centrale e al netto della capacità utile del Metramo per quanto si riferisce al sistema meridionale. Dalle tabelle 184, 185, 186, 187 e 188 si può notare facilmente quali siano le situazioni di insufficienza. Esse sicuramente potranno essere colmate con la piena utilizzazione delle acque del Basso Esaro, del Votturino e del Redisole, con le capacità che Relazione di sintesi 571 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria deriveranno dall’invaso Alto Esaro e dall’invaso del Melito, una volta realizzati, dall’utilizzo delle acque del Metramo, nonché dal fatto che i fabbisogni tenderanno a ridursi consistentemente al di sotto delle soglie ipotizzate man mano che nei singoli comprensori si procederà alla riconversione delle reti esistenti da canalette a tubate e si utilizzeranno moderni sistemi di automatizzazione e telecontrollo degli impianti. Proprio per tener conto del ruolo importante che potranno svolgere gli invasi in corso di realizzazione e quelli già realizzati, ma ancora non utilizzati pienamente, si è inteso sintetizzare le caratteristiche fondamentali ed i nuovi modelli di utilizzazione che sono stati assegnati loro. Invaso Alto Esaro Per quanto riguarda il completamento dell’invaso dell’Alto Esaro, esso consentirà di irrigare nuove aree irrigue per un totale di 8000 ha per come riportato nella tabella 189 e di integrare alcuni impianti esistenti, qualora dovesse essercene bisogno. Superficie Irrigabile Netta Comprensorio irriguo (SAU) Cino 3000 Estensione destra Crati 1100 Estensione Apollinara 1180 Estensione Garga 1070 Grondo 650 Occido-Rosa 1000 TOTALI 8000 Tabella 189 La soluzione individuata per l’utilizzazione delle acque del serbatoio Alto Esaro a Cameli, riservate all’agricoltural, è conforme alle attuali direttive comunitarie e regionali nel settore agricolo, che limitano i nuovi interventi al riordino dei comprensori irrigui esistenti e all’ammodernamento e ristrutturazione delle relative reti di distribuzione idrica. Contestualmente all’utilizzo irriguo, l’Alto Esaro contribuirà anche al potabile e all’industriale, nonché alla produzione di energia. Per tale invaso è stata esaminata un’ipotesi di regolazione sia in relazione al solo apporto del bacino tributario primario e sia in relazione all’apporto derivante dai bacini limitrofi allacciabili. Relazione di sintesi 572 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Invasi Melito e Metramo L’utilizzo dei suddetti invasi è stato esaminato nel contesto del sistema intersettoriale “Melito-Alaco-Metramo-Lordo”. Si tratta di un sistema idrico a scopo plurimo e con più strutture idrauliche principali, incentrato pertanto su quattro dighe e sugli schemi di utilizzazione ad esse afferenti, tra loro interconnettibili per sfruttarne integralmente le potenzialità e aumentarne l'affidabilità complessiva dell'offerta (fig. 137). Figura 137 Le dighe, sul Metramo e sul Lordo, sono già state realizzate, ma non sono ancora pienamente utilizzate, mancando, allo stato, i collegamenti con gli usi di valle. Le singole caratteristiche sono di seguito riportate. La diga sul Metramo, ha attualmente finalità irrigua, potabile ed industriale, gestita dal Relazione di sintesi 573 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Consorzio di Bonifica Piano di Rosario. Essa è realizzata in terra zonata, in località Castagnara, con altezza massima di 102 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 16,5 kmq, livello di massimo invaso a quota 888,50 m s.m.m., capacità utile di 26,60 Mmc e capacità complessiva di 29,90 Mmc. Inizialmente concepita per il servizio irriguo nella Piana di Gioia Tauro e per gli usi industriali del ventilato centro siderurgico, può essere oggi utilizzata, prioritariamente a scopo potabile (10 Mmc/anno su 26,6 utili), per alimentare a gravità il ramo tirrenico reggino dell’acquedotto dell’Alaco, mediante un collegamento estremamente breve, e sconnettendo, di fatto, tale ramo dalle fonti attuali di alimentazione (campi pozzi e le limitate fluenze dell’Alaco). Per quanto concerne l’utilizzo irriguo, servirà in parte ad integrare le portate destinate ad impianti già esistenti, Metramo B e C (~5 Mmc), contribuendo a colmare alcune deficienze emerse nelle tabelle 184, 185 e 186, nonché a servire i nuovi impianti dei Piani di Ghilina (~ 1 Mmc), la cui rete è in corso di realizzazione, ed i comprensori A e B, rispettivamente in area di Taurianova e di Laureana (~ 10 Mmc). Le caratteristiche di tali aree sono riportate in tabella 190. Superficie (ha) COMPRENSORIO Irrigabile Effettivamente irrigata PIANI DI GHILINA 2200 1760 COMPRENSORIO “A” 6574 5259 COMPRENSORIO “B” 1000 800 TOTALE 9774 7819 Tabella 190 : Sviluppo irrigazione prevista L’invaso sul T. Lordo in località Timpa Pantaleo, posto a quota bassa nella fascia costiera della Locride, nasce con finalità essenzialmente irrigua. L’attuale finalità è invece irrigua e potabile, è gestito dal Consorzio di Bonifica di Caulonia, è realizzato a tergo di una diga in terra, con altezza massima di 45 m, bacino imbrifero direttamente sotteso di 10,59 kmq, livello di massimo invaso a quota 87.00 m s.m.m., capacità utile di 8 Mmc e capace di regolare circa 13 Mmc di cui 4 Mmc per uso irriguo e 9 Mmc per uso potabile. Per quanto concerne le altre due dighe, sull’Alaco e sul Melito, la prima è stata completata, la seconda è in corso di realizzazione e in via sintetica si può evidenziare quanto segue: La diga sul fiume Alaco è una diga a gravità in calcestruzzo, ad oggi completamente realizzata, ed è caratterizzata da un bacino imbrifero direttamente sotteso di 14,9 kmq, quota Relazione di sintesi 574 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria max di ritenuta pari a 990 m s.m.m. e una capacità utile di 29,86 Mmc. L’invaso è ad esclusivo uso potabile e consentirà la regolazione delle disponibilità per l’acquedotto omonimo, oggi alimentato in modo assai ridotto dalle fluenze superficiali dell’Alaco e in modo assai più consistente da campi pozzi posti lungo il tracciato dell’acquedotto stesso. La diga sul Melito è una diga in terra in corso di realizzazione in località Gimigliano, ha finalità irrigua, potabile ed industriale, altezza massima di 108 m e bacino imbrifero direttamente sotteso di 38 kmq. Il livello di massimo invaso è a quota 600,30 m s.m.m. e presenta una capacità utile di 98 Mmc e complessiva di 100 Mmc. È gestita dal Consorzio di Bonifica Alli-Copanello. Originariamente era stata concepita per regolare circa 100 Mmc/anno a fini prevalentemente irrigui delle aree (anche in quota) del versante jonico catanzarese. Essa rappresenta una struttura strategica di approvvigionamento a fini multipli per tutta la Calabria centrale. La realizzazione della diga ha subito tutta una serie di interruzioni di natura burocratica autorizzativa che ha comportato anche una riduzione del sistema di collettamento alla diga delle acque di bacini limitrofi. Il volume che essa renderà disponibile, sebbene ridotto in base alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente relative alla captazione del fiume Amato (volume regolabile da 96 Mmc/anno a 69 Mmc/anno), trova sicura destinazione per realizzare l’equilibrio domanda-offerta intersettoriale di tutta l’area centrale della Calabria e risolvere quelle situazioni di deficit emerse nelle tabelle 184, 185 e 186. Dei 69 Mmc regolati, circa 40 Mmc sono destinati ad irrigazione e la restante parte a potabile ed industriale. Fondamentalmente le sue acque dovranno servire per: - le aree irrigue e irrigabili della fascia costiera jonica catanzarese; - le aree irrigue del lametino non servite da rete pubblica e per parte di quelle già servite, ma alimentate da falda (per diminuire il livello degli emungimenti); - alimentare gli usi potabili serviti dagli acquedotti costieri tra Soverato e Isola Capo Rizzuto, sostituendo gran parte degli attuali prelievi da pozzi; - interconnettersi infine con l’acquedotto dell’Alaco, con possibilità di integrarne le risorse nel ramo jonico e nella diramazione per Vibo Valentia. Le aree irrigue da servire prioritariamente sono quelle riportate nella tabella 191. Relazione di sintesi 575 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SUPERFICIE (ha) COMPRENSORIO Dominata Irrigabile ZONA BASSA LAMEZIA 7.858 6.700 ZONA ALTA LAMEZIA 6.355 5.084 ALTOPIANO DI BORGIA 4.656 3.725 TOTALE 18.869 15.509 Tabella 191:- Aree da irrigare prioritariamente con le acque del Melito In sintesi, si può affermare che gli interventi che riguardano l’area caratterizzata dagli invasi Melito, Metramo, Alaco e Lordo sono fondamentalmente i seguenti: - utilizzare nell’immediato le acque del Metramo a fini potabili, connettendosi all’Acquedotto dell’Alaco; - proseguire l’irrigazione della Piana di Gioia Tauro, nel lungo termine, con acque del Metramo, realizzando al contempo produzione di energia elettrica mediante installazione di una centrale a Galatro; - razionalizzare con prelievi dal Lordo l’attuale pratica irrigua nel comprensorio irriguo del Torbido (fascia costiera della Locride) – eliminandone il regime precario con prelievi da falda, operato direttamente dai coltivatori e integrare l’acquedotto potabile jonico costituendone un prolungamento verso la Locride da Roccella a Brancaleone; - integrare ulteriormente le risorse convogliate dall’Acquedotto Alaco verso il Vibonese e la fascia jonica, una volta realizzata la diga sull’Alaco; - realizzare, infine, per l’uso delle risorse dell’invaso del Melito, un potabilizzatore e le adduttrici per l’alimentazione del complesso degli acquedotti costieri di Catanzaro, della piana lametina e dello stesso Alaco, nonché le adduttrici irrigue e le relative reti. Si è proceduto, infine, ad esaminare la situazione dei bilanci anche alla luce dell’utilizzo delle risorse dei costruendi invasi Esaro Alto e Melito e dal pieno utilizzo dell’invaso del Metramo. Nelle tabelle 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198 e 199 sono riportate le situazioni dei singoli comprensori tenendo conto della possibile utilizzazione delle suddette risorse. Relazione di sintesi 576 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo) SISTEMA SETTENTRIONALE FABBISOGNI DOTAZIONE : 4000 mc/ha ATTUALE FUTURO ENTE VOLUME IRRIGUO DISPONIBILE DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO Consorzio di Bonifica 8,24 10,86 10,30 del Pollino Consorzio di Bonifica 15,32 16,21 19,15 del Lao Consorzio di Bonifica 8,44 19,60 10,55 Ferro e Sparviero Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e 68,36 137,60 85,45 Media Valle Crati (*) ex ESAC 1,03 16,50 1,29 TOTALE SISTEMA 101,38 200,76 126,73 SETTENTRIONALE (*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due allaccianti (ipotesi 2) Mmc/anno FUTURO (ipotesi 1) Mmc/anno FUTURO (ipotesi 2) Mmc/anno 13,58 16,99 16,99 16,99 20,26 47,12 47,12 47,12 24,50 14,31 14,31 14,31 172,00 194,96 214,46 234,96 ATTUALE 20,62 4,50 4,50 4,50 250,96 277,88 297,38 317,88 possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con Tabella 192 :Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine SISTEMA CENTRALE ENTE FABBISOGNI DOTAZIONE : 4000 mc/ha ATTUALE FUTURO DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO VOLUME IRRIGUO DISPONIBILE ATTUALE Mmc/anno Consorzio di 8,90 46,96 11,13 58,70 50,87 Bonifica Valle Neto Consorzio di Bonifica Capo 14,95 35,60 18,69 44,50 42,50 Colonna Consorzio di Bonifica Alli Punta 10,80 23,09 13,50 28,86 46,93 delle Castella Consorzio di Bonifica Alli 2,00 9,68 2,50 12,10 14,41 Copanello Consorzio di Bonifica Assi 4,36 4,36 5,45 5,45 10,58 Soverato Consorzio di 10,56 78,76 13,20 98,45 20,92 Bonifica Piana di S. Eufemia (**) Consorzio di 2,71 3,49 3,39 4,37 6,66 Bonifica di Vibo Valentia TOTALE SISTEMA 54,28 201,94 67,86 252,43 192,86 CENTRALE (**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc FUTURO Mmc/anno 50,87 42,50 46,93 14,41 10,58 60,92 6,66 232,86 Tabella 193: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine Relazione di sintesi 577 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SISTEMA MERIDIONALE ENTE VOLUME IRRIGUO DISPONIBILE FABBISOGNI DOTAZIONE : 4000 mc/ha ATTUALE FUTURO DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ATTUALE Mmc/anno Consorzio di 12,99 57,74 16,24 72,17 38,88 Bonifica Piana di Rosarno (***) Consorzio di 7,50 12,44 9,38 15,56 22,34 Bonifica di Caulonia Consorzio di 5,77 9,29 7,22 11,62 9,73 Bonifica Versante Ionico Meridionale Consorzio di Bonifica Area dello 11,97 24,02 14,97 30,03 10,08 Stretto TOTALE SISTEMA 38,23 103,50 47,79 129,37 81,03 MERIDIONALE (***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc FUTURO Mmc/anno 55,48 22,34 9,73 10,09 97,64 Tabella 194: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo) SISTEMA SETTENTRIONALE ENTE PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) DOTAZIONE : 4000 mc/ha DOTAZIONE : 5000 mc/ha PORTATE DISPONIBILI ATTUALE FUTURO (ipotesi 1) FUTURO (ipotesi 2) l/sec ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO l/sec l/sec Consorzio di Bonifica 1.448 1.910 1.810 2.387 1.093 1.093 1.093 del Pollino Consorzio di Bonifica 2.694 2.850 3.368 3.563 3.030 3.030 3.030 del Lao Consorzio di Bonifica 1.484 3.447 1.855 4.308 920 920 920 Ferro e Sparviero Consorzio di Bonifica Piana di Sibari e 12.021 24.197 15.026 30.246 12.550 16.092 19.819 Media Valle Crati (*) ex ESAC 181 2.901 226 3.626 289 818 818 TOTALE SISTEMA 17.829 35.305 22.286 44.131 17.882 21.953 25.680 SETTENTRIONALE (*) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Alto Esaro in due possibili condizioni: senza allaccianti (ipotesi 1) e con allaccianti (ipotesi 2) Tabella 195: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine Relazione di sintesi 578 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria SISTEMA CENTRALE ENTE PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) DOTAZIONE : 4000 mc/ha ATTUALE FUTURO DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO PORTATE DISPONIBILI ATTUALE Mmc/anno Consorzio di 1.316 6.943 1.645 8.679 5.550 Bonifica Valle Neto Consorzio di Bonifica Capo 2.211 5.263 2.763 6.579 3.210 Colonna Consorzio di Bonifica Alli Punta 1.597 3.414 1.996 4.267 3.995 delle Castella Consorzio di 296 1.431 370 1.789 1.390 Bonifica Alli Copanello Consorzio di 645 645 806 806 680 Bonifica Assi Soverato Consorzio di 1.857 13.849 2.321 17.311 1.345 Bonifica Piana di S. Eufemia (**) Consorzio di Bonifica di Vibo 477 614 596 768 428 Valentia TOTALE SISTEMA 8.398 32.159 10.497 40.199 16.598 CENTRALE (**) Con ampliamenti previsti e con apporti dall'invaso Melito – Volume irriguo disponibile = 40,00 Mmc FUTURO Mmc/anno 5.550 3.210 3.995 1.390 680 8.614 428 23.867 Tabella 196: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine SISTEMA MERIDIONALE ENTE PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) DOTAZIONE : 4000 mc/ha ATTUALE FUTURO DOTAZIONE : 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO PORTATE DISPONIBILI ATTUALE Mmc/anno Consorzio di Bonifica Piana di 1.818 8.084 2.273 10.104 3.000 Rosarno (***) Consorzio di 1.050 1.742 1.313 2.178 1.724 Bonifica di Caulonia Consorzio di Bonifica Versante 808 1.301 1.010 1.626 751 Ionico Meridionale Consorzio di Bonifica Area dello 1.676 3.363 2.095 4.204 778 Stretto TOTALE SISTEMA 5.353 14.490 6.691 18.112 6.253 MERIDIONALE (***) Con ampliamenti previsti e con apporti e utilizzo dell'invaso Metramo – Volume irriguo disponibile = 16,60 Mmc FUTURO Mmc/anno 5.671 1.724 751 778 8.924 Tabella 197: Portate disponibili – Portate di punta richieste previste a lungo termine Relazione di sintesi 579 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria FABBISOGNI – VOLUMI IRRIGUI DISPONIBILI PREVISTI A LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo) VOLUME DISPONIBILE FABBISOGNI (Mmc) FUTURO SISTEMA DOTAZIONE: 4000 mc/ha DOTAZIONE: 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO SISTEMA SETTENTRIONALE 101,38 200,76 126,73 250,96 SISTEMA CENTRALE 54,28 201,94 67,86 SISTEMA MERIDIONALE 38,23 103,49 TOTALE 193,9 506,19 ATTUALE (Mmc) ipotesi 1 (Mmc) ipotesi 2 (Mmc) 277,88 297,38 317,88 252,43 192,86 232,86 232,86 47,79 129,37 81,03 97,64 97,64 242,38 632,76 551,78 627,88 648,38 (IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti) Tabella 198: Fabbisogni – Volumi irrigui disponibili previsti a lungo termine PORTATE DISPONIBILI – PORTATE DI PUNTA RICHIESTE PREVISTE A LUNGO TERMINE (considerando le disponibilità degli invasi Alto Esaro, Melito e Metramo) PORTATE DI PUNTA RICHIESTE (l/sec) PORTATA DISPONIBILE FUTURO SISTEMA DOTAZIONE: 4000 mc/ha DOTAZIONE: 5000 mc/ha ATTUALE FUTURO ATTUALE FUTURO SISTEMA SETTENTRIONALE 17.829 35.304 22.286 44.131 SISTEMA CENTRALE 8.398 32.159 10.497 SISTEMA MERIDIONALE 5.353 14.490 6.691 ATTUALE (l/sec) ipotesi 1 (l/sec) ipotesi 2 (l/sec) 17.882 21.953 25.680 40.199 16.598 23.867 23.867 18.112 6.253 8.924 8.924 31.579 81.953 39.474 102.442 TOTALE (IPOTESI 1: Diga Esaro senza allaccianti) (IPOTESI 2: Diga Esaro con allaccianti) 40.732 54.744 58.471 Tabella 199: Portate di punta richieste – Portata disponibile prevista a lungo termine Alla luce della situazione attuale, è necessario adottare strumenti per il miglioramento dell'efficienza dei sistemi irrigui e, più in generale, per conseguire un'utilizzazione più razionale delle risorse idriche in agricoltura. Questo obiettivo può essere conseguito sia attraverso interventi di carattere strutturale, finalizzati al contenimento delle perdite di distribuzione, sia mediante una gestione della risorsa basata su un maggior controllo dei Relazione di sintesi 580 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria consumi e dei criteri di distribuzione. Il primo passo richiede l’ammodernamento degli attuali impianti di adduzione e distribuzione, a livello consortile ed aziendale, completando il processo di sostituzione delle reti a superficie libera ancora esistenti con condotte in pressione e procedendo ad una verifica dello stato d'uso e della funzionalità degli impianti in pressione realizzati da maggior tempo. In molti casi, infatti, è possibile migliorare il funzionamento delle reti esistenti attraverso interventi di entità limitata (connessioni, sostituzioni di tratti parziali di condotte, etc.). L'esercizio efficiente delle reti di distribuzione irrigua non può però prescindere da un controllo dei volumi e delle portate prelevati dalle utenze. Nei casi in cui la risorsa idrica sia insufficiente questo controllo è particolarmente importante se si vuole evitare una ripartizione dell'acqua non programmata ed il rischio di un troppo rapido esaurimento della risorsa, con conseguenti gravi danni per la produzione. In un contesto di crescente conflittualità nell'uso delle risorse idriche, è necessario, quindi, prevedere una sostanziale revisione delle tecniche di controllo e di gestione degli impianti. Appare, pertanto, evidente la necessità di una riorganizzazione complessiva del servizio irriguo con l’introduzione di sistemi di misurazione e controllo qualitativo e quantitativo della risorsa erogata. Ciò implica un’organizzazione diversa della struttura consortile e sistemi di tariffazione differenziati a seconda del consumo effettivo della coltura irrigata e del periodo irriguo preferito dall’utenza, nonché la necessità di una diminuzione dell’evasione contributiva. Ci sono, tuttavia, situazioni comprensoriali in cui la disponibilità stessa alla fonte appare insufficiente a coprire i fabbisogni delle stesse superfici attrezzate, sia pure con i limiti della stagionalità e della distribuzione turnata. In tale ottica appare di estrema importanza il completamento delle opere di accumulo in corso di realizzazione, così come risulta necessaria la revisione delle convenzioni che regolano l’utilizzo delle portate turbinate nei grandi schemi idroelettrici silani. In questo contesto, è opportuno fare oggi un attimo di riflessione su quanto é stato fatto e magari correggere alcune scelte che ieri potevano essere giuste ma che oggi, probabilmente, rischiano di risultare non del tutto congruenti rispetto alle linee di tendenza attuali. Non c’è alcun dubbio, infatti, che importanza prioritaria debba assumere per il futuro la valorizzazione del potenziale produttivo esistente, sia nelle aree già attrezzate sia in quelle in fase di completamento. Pertanto, occorre evidenziare l'assoluta necessità di avviare, contestualmente alla realizzazione degli impianti, una serie di iniziative atte a favorire la pronta utilizzazione dell'acqua. È certamente necessario per il futuro continuare nella realizzazione di infrastrutture di base e cioè opere di accumulo, adduzione e distribuzione, Relazione di sintesi 581 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria ma occorre farlo in un'ottica più mirata ed all'interno di una pianificazione generale regionale di cui si possano intravedere, o almeno si possano ipotizzare, i fini e che tenga principalmente conto del reale stato di fatto. Ma ciò che è più importante è che la gestione dell'irrigazione in Calabria non può limitarsi alle esigenze produttive del comparto agricolo, ma deve essere legata anche a problematiche di carattere ambientale. Gran parte delle aree coltivate sono particolarmente vulnerabili non solo alla siccità ed all'erosione, ma anche agli squilibri nella gestione delle risorse idriche ed alla qualità delle acque. Si tratta spesso di agrosistemi fragili da un punto di vista ecologico, che necessitano di interventi di conservazione dei suoli e che risentono in modo sensibile delle conseguenze di cattive gestioni dell'irrigazione. In alcune realtà, la fenomenologia legata al dissesto idrogeologico è determinata non soltanto dalle condizioni meteorologiche (frequenza degli eventi piovosi di particolare intensità, alternati a lunghi periodi di siccità), ma anche alla mancanza di adeguate politiche di gestione del territorio rurale. La gestione dell'irrigazione va quindi inserita in un contesto più ampio, ove accanto alle esigenze di funzionamento dei sistemi irrigui, si guardi anche a problematiche di carattere ambientale in un'ottica di "sostenibilità" dell'irrigazione stessa. 0.4.7 Misure per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione attraverso lo spargimento sul suolo Con la D.G.R. n. 17 del 16/01/2006 pubblicata sul BURC n. 13 del 15/07/2006, la regione Calabria adotta il regolamento relativo alle “Norme tecniche per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione degli scarichi di vegetazione di frantoi oleari (All. A alla DGR 17 del 16/01/06)” ed adotta quale Piano di Spandimento dei reflui oleari la “Carta di Attitudine dei Suoli allo spargimento delle acque di vegetazione e relativa monografia divulgativa prodotta dall’ARSSA Servizio Agropedologia (All. B alla DGR 17 del 16/01/06)”. La valorizzazione agronomica delle acque di vegetazione, per una regione fortemente interessata dall'olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura, rappresenta una scelta strategica fondamentale nonchè un presupposto per la certificazione di qualità ambientale. La regolamentazione e la pianificazione degli interventi in questo settore, con l'indicazione di possibili soluzioni sostenibili per l'ambiente e non penalizzanti per l'economia aziendale, possono, tra l'altro, prevenire i fenomeni di scarico non autorizzato nell'ambiente. Relazione di sintesi 582 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria L'utilizzazione agronomica delle acque reflue dei frantoi oleari, dal lavoro svolto dall’ARSSA ed adottato dalla Regione con DGR n. 17 del 16/01/60, risulta essere, a livello regionale, una strada percorribile. Una attenta valutazione di tutti i parametri pedoambientali che interagiscono con i componenti delle acque reflue, ha evidenziato che in tutti i comprensori olivicoli calabresi esistono suoli "adatti" allo spargimento. L'estensione dei suoli è di gran lunga superiore rispetto a quella necessaria alla distribuzione delle acque prodotte. Anche le valutazioni effettuate a livello comunale hanno confermato tale dato. E pertanto, l'identificazione dei suoli adatti allo spargimento dei reflui oleari fornisce gli elementi necessari per evitare il degrado del suolo, evitare l'inquinamento dei corpi idrici superficiali e profondi, evitare danni alle colture e non ultimo, valorizzare un sottoprodotto naturale di sicuro interesse fertilizzante, con particolare riferimento al contenuto in potassio. Il lavoro, muovendo dal presupposto che l'ambiente "ricevitore" delle acque di vegetazione varia spazialmente, ha evidenziato per ciascuna tipologia di suolo, le "limitazioni" all'uso specifico. Il tipo e l'intensità delle limitazioni indicate devono intendersi come rischio crescente di degrado del sistema ambientale. Sulla base delle specifiche limitazioni devono essere calibrate le strategie di gestione dei reflui e/o dei suoli su cui effettuare lo spandimento. Il lavoro nel complesso ha fornito gli elementi conoscitivi funzionali alla regolamentazione e alla pianificazione degli interventi in materia. La carta di attitudine allo spargimento dei reflui, infine, consentirà di pianificare gli interventi di monitoraggio di medio e lungo periodo per i suoli a differente attitudine allo spargimento (ARSSA, Monografia divulgativa, 2005 – Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di vegetazione della Regione Calabria). Relazione di sintesi 583 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria Fonte ARSSA, Monografia divulgativa 2005 Relazione di sintesi 584 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.4.8 Informazioni su misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli obiettivi ambientali Le misure aggiuntive ritenute necessarie al fine di soddisfare gli obiettivi ambientali sono principalmente connesse ad azioni rigorose per il contenimento dell’apporto alle acque superficiali del carico puntuale di origine civile, quali: - Rinaturalizzazioni d’alveo e creazioni di “buffer zones” (o fasce tampone); - Trattamenti di fitodepurazione; - Riuso delle acque reflue per utilizzo irriguo; - Riusi spinti delle acque reflue per utilizzi in settori diversi dall’irriguo; - Imporre i rilasci nel rispetto del DMV e coerenti con il bilancio idrico; - Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto; - Potenziamento dei processi di disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere sulle caratteristiche di balneabilità delle acque marino costiere, sulle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile e idonee alla vita dei pesci; - Adeguamento delle reti fognarie e della relativa infrastrutturazione depurativa, al fine di evitare eccessive attivazioni degli scaricatori di piena; - Riduzione dei limiti d’uscita dai depuratori per i nutrienti; - Realizzazione di vasche di prima pioggia; - Promuovere azioni volte ad evitare che il recettore finale di un impianto di depurazione a servizio di agglomerati superiori ai 15.000 AE e tra i 2.000 e 15.000 AE sia la “fiumara” calabrese. Meno problematico è il carico inquinante di origine diffusa che opera verso una riduzione ed una razionalizzazione degli inquinanti mediante l’applicazione dei codici di Buona Pratica Agricola, prioritariamente nelle zone vulnerabili e potenzialemente vulnerabili individuate. È necessario comunque, al fine di valutare il soddisfacimento degli obiettivi ambientali, effettuare un monitoraggio continuo sulle modalità di applicazione del codice di Buona Pratica Agricola. Relazione di sintesi 585 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria 0.5 PROGRAMMA DELLE VERIFICHE DELL’EFFICACIA DELLE MISURE PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA’ AMBIENTALE A fronte di una situazione complessivamente sufficiente ed in linea con gli obiettivi intermedi di qualità fissati dalla normativa vigente, sarà necessario monitorare alcune situazioni critiche per eliminare gli effetti/fattori di rischio che vanno ad incidere sensibilmente sulla qualità dei corpi idrici superficiali. Risulta imprescindibile, al fine del raggiungimento degli obiettivi intermedi di qualità ambientale previsti dalla normativa, la riattivazione della rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Il controllo del raggiungimento degli obiettivi di qualità avviene attraverso attività di verifica, di studio e, nello specifico, tramite il monitoraggio quali-quantitativo che rappresenta l’indicatore primario degli interventi di risanamento. E’ quindi indicato l’utilizzo di sistemi informativi territoriali e modelli matematici previsionali in grado di supportare la definizione degli interventi e la verifica delle azioni intraprese. I modelli ambientali sono uno strumento di indagine necessario a fornire in tempi contenuti differenti scenari di intervento completati dal loro grado di efficacia ed efficienza. Questi risultati rappresentano la situazione attuale della qualità dei corpi idrici della regione Calabria che, unitamente agli studi sulla vulnerabilità del territorio, della pressione antropica diffusa e puntuale e dell’ uso del suolo, permettono di identificare le criticità presenti sul territorio e di predisporre le azioni integrate. La Regione dovrà, ai fini del completamento del sistema di monitoraggio: intensificare la rete di controllo dei corpi idrici superficiali e sotterranei, in particolare in quelli attualmente non monitorati; estendere i monitoraggi anche ai parametri addizionali (la loro ricerca si è limitata al primo anno di campionamento) al fine di poter classificare i singoli corpi idrici in base al loro stato ambientale ed, inoltre, di definire, mediante studi mirati, eventuali valori di fondo naturali per le aree calabresi; predisporre il monitoraggio delle acque volto all’Identificazione delle Sostanze Pericolose immesse nell’ambiente idrico (per dare attuazione al Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 6 Novembre 2003 n. 367: “Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose ai sensi dell’art. 3 comma 4 del D.Lgs 152/1999”, che individuava standard di qualità per 160 sostanze pericolose nelle Relazione di sintesi 586 Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria acque superficiali interne, di transizione e marino-costiere e standard di qualità per 27 sostanze nei sedimenti di acque marino-costiere, lagunari e di stagni costieri. Il DM 367/03 è ora stato sostituito dal D.Lgs 152/06, che ha fissato nuovi standard di qualità per le sostanze pericolose (Allegati alla Parte III – Sezione II – A.2.6 – Tabelle 1/A e 1/B), anche se l’elenco dei parametri da controllare è pressochè il medesimo rispetto alla vecchia normativa. Relazione di sintesi 587