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VECCHIE VARIETË DI MELO 04
Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “A. M. Camaiti” Pieve Santo Stefano (AR) Francesco Grifoni - Vincenzo Gonnelli - Ivano Sensi VECCHIE VARIETÀ DI MELO E DI PERO NELLA VALTIBERINA TOSCANA primo contributo aggiornato ANCIENT VARIETIES OF APPLES AND PEARS IN TUSCAN VALTIBERINA first updated contribution Comunità Montana Valtiberina Toscana La Comunità Montana Valtiberina è impegnata nell’attività di valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio, nel corso degli ultimi 5 anni, in collaborazione con l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “A. M. Camaiti” di Pieve Santo Stefano, ha avviato il progetto “Alla riscoperta delle produzioni tipiche dell’Alta Valtiberina”. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di riscoprire e catalogare le produzioni agro alimentari tipiche della nostra Valle, di prodotti naturali o derivanti dalla lavorazione domestica e artigianale, dai frutti, dai legumi alle conserve, dalle carni ai latticini dai frutti del bosco, sottobosco ai tartufi, al pane ai salumi, e ancora: formaggi, miele, erbe aromatiche. Un primo lotto del progetto “Alla riscoperta delle produzioni tipiche dell’Alta Valtiberina” è stato approvato e finanziato nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Leader II – “Intervento n. 20 Valle ecologica – Centri di diffusione di tecniche di coltivazione biologica”. L’intervento aveva lo scopo di studiare, verificare, sviluppare e diffondere le tecniche di coltivazione biologica relative sia alle coltivazioni industriali maggiormente presenti nel comprensorio, sia a sostegno della reintroduzione di coltivazioni alternative alle attuali, che alla salvaguardia del patrimonio del germoplasma dei fruttiferi autoctoni. Tale obiettivo è stato raggiunto attraverso la realizzazione nella vallata di tre centri pilota così strutturati: 1. Primo centro con compiti di ricerca e analisi delle cultivar di fruttiferi (tipici del territorio ed in serio rischio di estinzione) e loro catalogazione; costituzione di una banca del germoplasma autoctono; riproduzione vegetativa delle cultivar idonee; prove di tecniche di coltivazione; prove di trattamenti con prodotti biologici. 2. Secondo centro al fine di sperimentare e valutare in ogni suo aspetto la reintroduzione nel nostro territorio di colture alternative, più specificatamente Piante Tintorie ed in particolare Guado (Isatis tinctoria L.) attraverso prove di coltivazione, di estrazione dei principi coloranti, prove di tintura. 3. Terzo centro specializzato nella sperimentazione dei metodi di coltivazione biologica relativa alle coltivazioni industriali maggiormente presenti nel comprensorio e nella ricerca e relative prove di applicazione di nuovi prodotti naturali contro fitofagi che colpiscono specie diverse di vegetali. Un secondo lotto è stato presentato anche nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Leader Plus con la denominazione “Alla scoperta delle radici della Valtiberina” finalizzato alla conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale e naturalistico delle zone rurali della Valtiberina Toscana, tramite: 1. interventi che favoriscano la conoscenza, la protezione e la diffusione delle varietà di melo e di pero, 2. realizzazione di un campo catalogo didattico con finalità di conservazione e salvaguardia delle vecchie varietà, che dovrebbe essere tappa qualificante di un itinerario tematico, in questo caso relativo al germoplasma frutticolo della Valtiberina, da proporre oltre che agli alunni delle Scuole della vallata, della Provincia e della Regione Toscana, anche ad un turismo di qualità interessato alla conoscenza del territorio, 3. iniziative di formazione e divulgazione relativamente alle specificità ambientali e culturali del territorio di riferimento, Le finalità di questo progetto sono condivise con A.R.S.I.A. Regionale, che si occupa specificatamente della conservazione di specie vegetali e animali a rischio di erosione genetica. Il progetto continua attraverso una ricerca finalizzata al recupero di vecchie varietà orticole, foraggere, e cerealicole della Valtiberina. L’Assessore Giancarlo Biancheri Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale LA TUTELA DELLE RISORSE GENETICHE DELLA TOSCANA Nel 1997 la Regione Toscana ha emanato la legge n° 50 del 16 luglio 1997, dal titolo "Tutela delle risorse genetiche autoctone. Essa stabilisce un metodo per giungere all'individuazione del germoplasma "autoctono" regionale, sia attraverso la definizione delle caratteristiche morfologiche, sia dei luoghi di conservazione, coltivazione o allevamento tradizionali. Definisce come "risorsa genetica autoctona" tutte quelle "...specie, razze, varietà e cultivar di origine esterna, introdotte da lungo tempo nel territorio della regione ed integrate tradizionalmente nella sua agricoltura e/o nel suo allevamento, nonché tutte le specie, razze, varietà, cultivar, popolazioni ed ecotipi derivanti dalle precedenti per selezione massale sulla base di scelte fenotipiche oltre quelle già autoctone ma attualmente scomparse in Toscana e conservate in orti botanici, allevamenti o centri di ricerca in altre regioni o paesi." Inoltre la legge toscana istituisce i "Repertori Regionali" i quali rappresentano il primo passo verso la conservazione del germoplasma autoctono a rischio di estinzione. Si tratta di una banca dati consultabile anche da Internet (http://www.arsia.toscana.it) in cui sono inscritte le piante o gli animali che si intendono tutelare. Si ottiene l'iscrizione al Repertorio Regionale attraverso la presentazione di una domanda all'ARSIA, che verrà poi valutata da parte di una delle competenti Commissioni tecnico-scientifiche. Queste sono 5, una per ogni settore del Repertorio Regionale e vengono nominate direttamente dalla Giunta Regionale. I Repertori sono organizzati in 5 settori: 1) risorse genetiche autoctone animali; 2) specie di interesse forestale; 3) specie legnose da frutto; 4) specie ornamentali e da fiore; 5) specie erbacee. Tra le attività relative a quest'ultime esistono altri due strumenti fondamentali quali la “Banca Regionale del Germoplasma” e i “Coltivatori Custodi”. La Banca Regionale del Germoplasma alla data di stampa conserva a 4 °C, 478 campioni di specie erbacee soprattutto ortive. I Coltivatori Custodi sono stati creati con lo scopo iniziale e principale della riproduzione in campo e possibilmente nelle zone di origine, dei semi conservati nella Banca stessa. Essi rappresentano il primo tentativo della Regione di attuare la conservazione “on farm” ed “in situ” . E' così che dal 1997 sono stati “repertoriati” , alla data di stampa, 523 piante e animali che fanno parte del patrimonio agricolo e zootecnico della Toscana, di essi 417 sono a rischio di erosione genetica o di estinzione. Sono numeri considerevoli, ma acquistano maggior senso se divisi per settori: 19 accessioni di animali di cui 17 a rischio; 326 di specie legnose da frutto di cui 279 a rischio; 39 accessioni di specie erbacee delle quali 32 a rischio; 114 accessioni di specie ornamentali e da fiore delle quali 64 a rischio; infine 25 popolamenti di specie forestali, tutti a rischio. Tra i fruttiferi ben 7 meli e 5 peri sono stati iscritti al Repertorio dall'Istituto IPSAA "A. M. Camaiti" di Pieve Santo Stefano. L'Istituto ha svolto un interessantissimo lavoro di individuazione delle vecchie piante da frutto, di caratterizzazione e di recupero fisico presso i propri campi collezione. Esso inoltre si propone come luogo di conservazione dei fruttiferi iscritti ma anche del "Mociarino" e del "Guado", altre interessanti e perdute coltivazioni tradizionali della Val Tiberina e non solo: il primo conosciuto anche come Vicia, Vecciola, Mochi, Zirlo, Mogerino, Mociarello, Leri, Cervina, era un importante integratore alimentare oggi riscoperto nella medicina veterinaria omeopatica; il secondo conosciuto anche come Guato, Glasto, Pastello dei Tintori, Gualdo, Pastello, è la pianta tintorea utilizzata da Piero della Francesca per i suoi blu e oggi riscoperta per colorazioni particolari di tessuti di grandi marche della moda. “ A coloro che valorizzeranno tutta questa varietà” Presentazione Abbiamo aggiornato la pubblicazione “Vecchie varietà di melo nella Valtiberina Toscanaprimo contributo” aggiungendo altre mele, siamo così quasi a quaranta, ed inserendo alcune pere locali, otto per la precisione. Considerato che non è possibile arrivare rapidamente a conoscere tutte le varietà disperse in un territorio così ampio ed ormai scarsamente abitato, questo tipo di studi può dare risultati apprezzabili solo nel tempo; infatti, le ricerche si arricchiscono via via di ulteriori contributi in virtù, prevalentemente, di un favorevole radicamento dell’Istituto sul territorio e di una rete di buoni rapporti con gli anziani coltivatori o con i rari appassionati che, a ondate successive, ci forniscono notizie sulla presenza di vecchie varietà da frutto interessanti per la ricerca. Nel frattempo alcune persone, anche esterne alla vallata, hanno assaggiato questi frutti Valtiberini e ne hanno apprezzato le caratteristiche non “omologate”; altre ci hanno richiesto delle piante per coltivarle. Tutto questo ci sprona a continuare la ricerca di vecchie varietà vegetali in tutto il territorio Altotiberino anche nei prossimi anni e ci consente di esprimere un desiderio che coltiviamo da qualche tempo: ci piacerebbe che i frutti di queste piante “stuzzicassero” qualche gastronomo, dotato di entusiasmo, creatività e, perché no, rispetto per questo antico materiale, a riscoprire o creare dei piatti utilizzando proprio queste vecchie mele e pere locali. Le ricette, magari semplici e fantasiose, dal primo piatto fino al dolce, potrebbero far conoscere ed esaltare i molteplici sapori e profumi di molti di questi frutti. Il gusto e l’olfatto ce ne sarebbero sicuramente grati! Gli autori Ringraziamenti Un grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito, in vario modo, alla realizzazione di questo lavoro: tutto il personale dell’I.P.S.A.A. “Camaiti”, in particolare la prof.ssa Maria Zucca; gli agricoltori; gli “appassionati”. Francesco Grifoni - Vincenzo Gonnelli - Ivano Sensi 5 Summary This second contribution list - by means of pomological index-cards - several old varieties of apples and pears regained by the staff of the Professional State School for Agricolture and Environment (henceforth I.P.S.A.A.) “A.M. Camaiti” in a zone of Tuscan Valtiberina. A section of said varieties is kept in a germoplasm collection field just at I.P.S.A.A. “A. M. Camaiti” - Pieve S. Stefano (Arezzo) to prevent their definitive extinction. There is another uninvestigated country zone left, and we hope its survey may give other pleasant rediscoveries. Premessa La tutela della biodiversità ambientale è sempre più ritenuta fondamentale per il mantenimento di sani equilibri ecologici sul nostro pianeta e questa tematica continua ad essere uno dei punti focali del dibattito scientifico internazionale e delle scelte di politica ambientale ai differenti livelli. Il recupero di risorse genetiche vegetali locali, pertanto, continua a rappresentare secondo noi una risposta efficace ad una serie di esigenze, tra le quali ricordiamo: - conservazione di germoplasma autoctono a rischio di estinzione; - valorizzazione culturale ed economica dell’agricoltura collinare e montana della Valtiberina toscana. Per questi motivi l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Camaiti“ di Pieve S. Stefano, in linea con quanto legiferato dalla Regione Toscana per la valorizzazione del germoplasma regionale (L.R. 50/’97) e con il sostegno della Comunità Montana Valtiberina Toscana, prosegue nell’iniziativa di ricerca, catalogazione e conservazione in campo catalogo di vecchie varietà da frutto. L’Istituto, nel periodo fine anni ‘80 inizio dei ’90, ha impostato e realizzato una prima ricerca relativa all’individuazione proprio di queste varietà - con particolare riferimento al melo presenti, inizialmente, nel solo territorio del Comune di Pieve S. Stefano, allargando poi progressivamente ad altri comuni e realizzando nel frattempo un - ingresso al campo catalogo. campo catalogo nell’a(foto Grifoni) zienda della scuola (lavoro tanto più significativo se consideriamo che alcune delle prime piante madri censite sono ormai scomparse). I primi risultati, con le schede pomologiche, sono confluiti in “Vecchie varietà di melo nella Valtiberina Toscana- primo contributo”, di cui questa pubblicazione costituisce un aggiornamento. 6 Metodologia Il metodo di lavoro e le fasi del Progetto attuale (LEADER Plus) sono le stesse dei lavori precedenti (Grifoni et al. 2001; Grifoni e Sensi 2002): 1. 2. 3. 4. 5. censimento delle varietà determinazione e caratterizzazione pomologica delle varietà raccolta del materiale vegetativo ed innesto in campo catalogo pubblicazione e divulgazione dei risultati ridiffusione sul territorio. CENSIMENTO Si tratta di una fase fondamentale visto che dal suo esito dipende naturalmente la possibilità di sviluppare le altre fasi del progetto. Il territorio rurale indagato è stato generalmente ancora quello dei comuni montani orientali della vallata: Badia Tedalda, Sestino, Pieve S. Stefano, anche se alcune varietà sono state individuate nel territorio di Caprese Michelangelo, Comune nord occidentale della Valtiberina. Sostanzialmente si è cercato di ampliare ed aggiornare la precedente indagine. Questo tipo di studi, infatti, è impegnativo ed oneroso e con difficoltà può essere considerato concluso in tempi brevi, a meno di disporre di forze e risorse massicce per battere a tappeto l’ampio territorio rurale. Nel nostro caso, la segnalazione di nuove varietà diventa possibile solo grazie all’efficace radicamento dell’Istituto sul territorio e alla rete di rapporti coltivati nel tempo con le - Pianta Madre di Melo Biancone persone anziane ed alcuni appassionati rimasti nelle in località Ville di Roti Pieve S. Stefano zone agricole. Il lavoro procede quindi per settori del (foto Gonnelli) territorio e per fasi successive, confidando che la divulgazione delle prime varietà faciliti l’individuazione delle altre. Poiché sono ancora da indagare i restanti Comuni della Comunità Montana Valtiberina Toscana, ovvero Sansepolcro, Monterchi e gran parte di Caprese Michelangelo, un progetto finalizzato a tale scopo è già stato presentato all’ARSIA. Oltre ai frutti sono state censite le piante madri, delle quali, per alcune varietà, vengono riportate le foto nella scheda. DETERMINAZIONE E CARATTERIZZAZIONE POMOLOGICA DELLE VARIETÀ I frutti di ciascuna varietà sono stati descritti in base ad un’apposita scheda pomologica utilizzando alcuni parametri ricavati da Baldini e Sansavini (1967). La scheda pomologica è corredata dall’eventuale denominazione, quando è stato possibile individuare il nome, o sigla identificativa, dall’indicazione della località di raccolta e dalla foto a colori del frutto; su una buona parte delle varietà individuate si riportano anche i risultati di semplici test organolettici, che hanno permesso una prima valutazione delle loro più importanti proprietà percepibili e valutabili sensorialmente. I caratteri presi in considerazione sono i più semplici e finalizzati ad identificare meglio ciascuna varietà, anche per l’eventuale destinazione d’uso: - spessore e colore della buccia - consistenza della polpa - sapore - profumo (non per tutte le varietà). 7 Di alcune schede, pubblicate nella precedente edizione, sono state aggiornate le foto; inoltre, sono state raccolte ulteriori informazioni che ci hanno permesso di meglio precisare la denominazione di varietà già descritte (es. mela fiorentina gialla). Agli inizi del 2003 il gruppo di lavoro sul recupero del germoplasma vegetale ed animale, attivato presso l’Istituto “Camaiti”, ha ottenuto l’iscrizione nel “Repertorio Regionale delle varietà a rischio di erosione genetica in Toscana”, tenuto dall’ARSIA, di sette varietà locali di melo e cinque di pero, che rappresentano, tuttavia, solo una modesta porzione del materiale genetico conosciuto e parzialmente conservato nel campo catalogo annesso all’IPSAA “Camaiti”. La gran parte delle piante madri di ciascuna varietà sono state anch’esse oggetto di catalogazione, seguita dal rilievo di una serie di parametri, inseriti in un data base, che vengono di seguito elencati: - denominazione, sigla di riconoscimento proprietario stato vegetativo coordinate geografiche diametro altezza età stimata sigla foto archivio posizione nel campo catalogo anno di rilevazione - veduta parziale del campo catalogo. (foto Sensi) RACCOLTA DEL MATERIALE VEGETATIVO ED INNESTO IN CAMPO CATALOGO Da quasi tutte le piante madri delle varietà reperite sono state prelevate marze, poi utilizzate per innesti su franco: tale materiale è andato ad arricchire il campo catalogo. A seguito dell’attivazione del Progetto LEADER Plus nell’anno 2003 e della convenzione fra Comunità Montana Valtiberina Toscana e Istituto “Camaiti”, si è dotato il campo catalogo di un’adeguata recinzione contro i selvatici e di un impianto di irrigazione a goccia. Tali interventi permetteranno da una parte di riprendere l’attività d’innesto di nuove varietà da conservare, rallentate dai danni subiti dalla selvaggina e da persone, dall’altra, tramite l’irrigazione di ogni singola pianta madre, di favorire un maggior rigoglio vegetativo e, quindi, la raccolta di marze o gemme per la produzione di piante da ridiffondere. Buona parte delle varietà presentate in questa pubblicazione sono comunque coltivate nel campo catalogo della scuola. Resta da completare in questa annata la raccolta di materiale vegetativo delle varietà non presenti, per l’innesto. Il campo catalogo è situato nell’azienda didattica dell’Istituto “Camaiti”, ad un’altitudine media di 480 metri s.l.m., in terreni tendenzialmente compatti, da superficiali a mediamente profondi, ricchi di carbonati. - varietà altotiberine innestate su franco. (foto Sensi) 8 DIVULGAZIONE E PUBBLICAZIONE DEI RISULTATI. Il lavoro di ricerca e catalogazione è stato costantemente accompagnato da iniziative di divulgazione, in particolare: a) presentazione e distribuzione di materiale illustrativo, opportunamente prodotto dall’Istituto, alle “Fiere di Mezzaquaresima” (Sansepolcro aprile 2000), con l’allestimento di due stand nelle zone frequentate da allevatori, agricoltori e quanti altri interessati al settore; b) nell’aprile 2001, nell’ambito della giornata dedicata alle scuole di ogni ordine e grado del Distretto scolastico della Valtiberina, l’Istituto ha allestito, in piazza Torre di Berta a Sansepolcro, uno stand dove ha presentato anche materiale divulgativo del progetto “Conservazione del Germoplasma”; c) nel maggio 2001 l’Istituto, nell’ambito della manifestazione di inaugurazione del centro Tevere-Expo, ha presentato al “Convegno Valle Ecologica“ una relazione nella quale sono state illustrate le finalità, il lavoro svolto e le prospettive future; nel primo e nel secondo giorno della manifestazione l’Istituto è stato presente in uno stand dell’area espositiva e sono stati presi contatti anche con le aziende agrituristiche del territorio, che si sono dimostrate particolarmente interessate al progetto. In questa occasione è stata distribuita ai presenti una sintetica pubblicazione, “RELAZIONE SUI RISULTATI DELLE RICERCHE ESEGUITE NELL’AMBITO DEL PROGETTO N.20 SALVAGUARDIA DEL GERMOPLASMA”, approntata proprio allo scopo di far conoscere l’esistenza sia del campo catalogo che della ricerca in atto; d) il 19 gennaio 2002 si è tenuto a Pieve S. - 1° Mostra Pomologica della Valtiberina a Pieve (foto Gonnelli) Stefano (AR) un incontro dibattito sul tema “Raccolta conservazione e valorizzazione di vecchie varietà di melo nella Valtiberina Toscana”, seguito da una visita ai campi catalogo di conservazione del germoplasma frutticolo locale presso l’IPSAA “Camaiti”. In questa occasione è stata distribuita ai presenti la pubblicazione “VECCHIE VARIETÀ DI MELO NELLA VALTIBERINA TOSCANA - PRIMO CONTRIBUTO”; e) nell’autunno 2002, in occasione della mostra micologica organizzata a Pieve S. Stefano dal locale gruppo “Bresadola”, si è - Cento Gusti dell’Appennino ad Anghiari tenuta anche una mostra pomologica di mele e (foto Grifoni) altri frutti raccolti in Valtiberina finalizzata, fra l’altro, a raccogliere informazioni sui nomi delle varietà non ancora ben identificate; f) nell’autunno 2003 all’interno del Castello di Cafaggiolo (Barberino del Mugello), nell’ambito di una manifestazione enogastronomica di valenza internazionale, l’Istituto “Camaiti” ha presentato alcuni poster sul lavoro svolto, varie antiche cultivar di mele, censite e raccolte in Valtiberina, e le pubblicazioni prodotte; g) il giorno successivo nel Palazzo comunale di Anghiari (Arezzo), nell’ambito del “Salone del - Asta Internazionale del Tartufo al Castello gusto”, l’IPSAA “Camaiti”, in collaborazione di Cafaggiolo (Barberino del Mugello) (foto Grifoni) 9 con l’Istituto Alberghiero di Caprese Michelangelo, ha presentato una serie di accostamenti gastronomici diversi finalizzati a valorizzare alcune vecchie varietà di mele locali; ha inoltre sinteticamente esposto in un incontro pubblico i risultati finora raggiunti nell’ambito della ricerca ed ha distribuito le pubblicazioni finora prodotte; h) nell’autunno 2003 materiale divulgativo, pubblicazioni, poster e alcune piante innestate con le vecchie varietà sono stati presenti presso lo stand della Comunità Montana Valtiberina, allestito nell’ambito della manifestazione nazionale sull’agriturismo, tenutasi presso il Centro Affari e Convegni di Arezzo; i) nell’autunno 2004, se la fruttificazione sarà soddisfacente, l’Istituto “Camaiti” organizzerà una giornata di studio dedicata all’assaggio e degustazione dei frutti valtiberini da parte di esperti del settore. RIDIFFUSIONE SUL TERRITORIO Le svariate manifestazioni e pubblicazioni divulgative curate negli ultimi anni, oltre a portare a nuove segnalazioni, hanno avuto un buon riscontro presso vari operatori agricoli e agrituristici, locali e non, che hanno richiesto all’Istituto “Camaiti” piante o materiale vegetativo per innesti delle vecchie varietà recuperate. Nel 2003, visto l’interesse esistente per il recupero di alcune di queste cultivar, è stato presentato all’ARSIA un progetto della Scuola teso a verificare le condizioni fitosanitarie del germoplasma iscritto nel Repertorio regionale, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, per permettere la moltiplicazione e commercializzazione delle piante da parte di chi fosse interessato. Sempre nell’ambito del progetto LEADER Plus, l’Istituto consegnerà alle aziende agrituristiche della Valtiberina toscana alcune piante delle vecchie cultivar di melo, per raccogliere così primi dati sperimentali sul loro adattamento alle diverse condizioni dei vari ambienti valtiberini. Tutto il germoplasma autoctono (marze e gemme) proveniente da piante conservate nel campo catalogo dell’IPSAA “A. M. Camaiti” è patrimonio della Comunità Valtiberina e quindi disponibile per la ridiffusione. Risultati I risultati delle osservazioni sulle caratteristiche pomologiche sono esposti nelle seguenti 44 schede; in alcune di queste è riportata, oltre la foto descrittiva dei caratteri del frutto, anche una fotografia della pianta madre. Le schede delle piante iscritte nel repertorio regionale delle cultivar a rischio di erosione genetica sono graficamente differenziate. La ricerca è tuttora in atto e si stanno prendendo in considerazione le segnalazioni ricevute. 10 SCHEDE POMOLOGICHE MELE 11 P1 Località di reperimento: BADIA TEDALDA, SESTINO BUCCIA spessa, colore verde con riflessi gialli POLPA croccante SAPORE acidulo, gradevole PROFUMO lievemente dolciastro 12 19 Renetta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA spessore medio, colore verde/giallo-verdognolo POLPA farinosa SAPORE amarognolo PROFUMO non è stato oggetto di rilievo 13 Bianca Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA sottile, colore verde chiaro POLPA farinosa SAPORE PROFUMO aromatico forte, retrogusto lievemente acidulo aspro, aromatico 14 Verdina Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessa, colore giallo/giallo-verde chiaro POLPA croccante SAPORE decisamente acidulo PROFUMO asciutto, gradevole, non intenso 15 9 Renetta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA colore giallo con zone ruggionose POLPA SAPORE PROFUMO 16 Panaia Località di reperimento: BADIA TEDALDA, SESTINO Di questa cultivar esistono varianti caratterizzate da diverso colore della buccia (verde, gialla, rossa) BUCCIA spessa, colore giallo o rosso POLPA a grana fine SAPORE PROFUMO acidulo non è stato oggetto di rilievo 17 M2 Località di reperimento: SESTINO BUCCIA sottile, liscia, untuosa al tatto (*), colore giallo POLPA farinosa SAPORE PROFUMO aromatico forte, che riempie la bocca con retrogusto lievemente acidulo aspro, aromatico (*) l’untuosità tende a riformarsi anche dopo ripetuti strofinamenti 18 Statina Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Le due foto sono relative a momenti di maturazione diversi BUCCIA spessa, colore giallo a maturazione completa, con rugginosità ampia alla cavità peduncolare POLPA lievemente croccante SAPORE acidulo, gradevole PROFUMO asciutto, non aromatico, poco marcato 19 21 Renetta Località di reperimento: VALLE DEL TEVERE BUCCIA sottile, colore giallo POLPA lievemente croccante SAPORE inizialmente dolciastro e poi lievemente acidulo, persistente in bocca PROFUMO molto intenso al momento della raccolta 20 M5 Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessa, colore giallo intenso con aree rossastre POLPA farinosa SAPORE PROFUMO dolce, asciutto intenso, tendenzialmente dolciastro 21 Rosa Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA spessa, colore giallo verdognolo/rosa chiaro, con rugginosità alla cavità peduncolare POLPA abbastanza croccante, grana fine SAPORE poco marcato, lievemente dolciastro PROFUMO non e’ stato oggetto di rilievo 22 25 Località di reperimento: BADIA TEDALDA BUCCIA spessore medio, colore giallo, con zone rossastre POLPA farinosa SAPORE acido, amarognolo PROFUMO simile al frutto della rosa 23 Moscatello Località di reperimento: CAPRESE MICHELANGELO BUCCIA spessa, di colore giallo con ampie zone rosso rosate POLPA lievemente croccante SAPORE dolce, ricorda il moscato PROFUMO asciutto, floreale, intenso (*) valutata in condizioni di avanzato stato di maturazione 24 Agretta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA colore rosso scuro,striato/verde POLPA SAPORE PROFUMO 25 Rigata Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA colore rosso scuro striato / verde POLPA farinosa SAPORE PROFUMO buono non rilevabile 26 M3 Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessa, colore rosso striato e giallo POLPA farinosa SAPORE PROFUMO dolce asciutto 27 M1 Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessa, saporita e gustosa, colore rosso striato/giallo scuro POLPA lievemente farinosa, grana fine SAPORE PROFUMO dolciastro con lievissima acidità di mela 28 Rosa Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessa, colore rosso scuro striato e giallo-verde POLPA farinosa SAPORE PROFUMO dolce aromatico, asciutto 29 P4 Località di reperimento: BADIA TEDALDA, SESTINO BUCCIA sottile, colore rosso scuro striato POLPA croccante SAPORE misto dolce/acidulo, con leggera prevalenza acidula , lievemente allappante PROFUMO aromatico, asciutto 30 22 Righetta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA spessore medio, colore rosso striato/giallo-verdognolo POLPA farinosa SAPORE acidulo - fruttato PROFUMO non e’ stato oggetto di rilievo 31 Imperatore Località di reperimento: SESTINO BUCCIA sottile, colore rosso striato POLPA farinosa SAPORE lievemente acidulo PROFUMO asciutto, non intenso 32 18 Righetta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA spessa, colore rosso striato POLPA bianca SAPORE poco marcato, lievemente dolciastro, con leggera punta acidula PROFUMO non e’ stato oggetto di rilievo 33 Olio Località di reperimento: SESTINO BUCCIA sottile, colore rosso, con rugginosità alla cavità peduncolare POLPA farinosa SAPORE PROFUMO buon equilibrio dolce/acido, con lieve prevalenza dolce lievemente dolciastro 34 Fiorentina Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA sottile, colore rosso/giallo verdognolo POLPA croccante SAPORE PROFUMO buon equilibrio fra dolciastro e lievemente acidulo non è stato oggetto di rilievo 35 Fiorentina gialla Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA colore rosso chiaro/giallo chiaro POLPA SAPORE PROFUMO 36 P2 Località di reperimento: BADIA TEDALDA, SESTINO BUCCIA Sottile, colore rosso chiaro/giallo POLPA farinosa SAPORE aromatico, lievemente acidulo PROFUMO asciutto, acidulo 37 Rosa Località di reperimento: SESTINO BUCCIA spessore medio, colore giallo/rosa-arancio POLPA croccante SAPORE PROFUMO aromatico, con buon equilibrio fra acido e dolce, con prevalenza acidula, gradevole intenso, dolce, floreale 38 Rossa Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA spessa, colore rosso scuro POLPA abbastanza croccante alla raccolta SAPORE dolce, con retrogusto lievemente asprigno PROFUMO non rilevato 39 Roggia Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO, BADIA TEDALDA, SESTINO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA spessa, rugosa al tatto, colore marrone chiaro, rugginosa su tutta la superficie POLPA croccante SAPORE PROFUMO con prevalenza acidula acidulo, aromatico 40 Biancona Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA mediamente spessa, gialla con guancia rossastra POLPA tendenzialmente farinosa SAPORE PROFUMO inizialmente asprigno e sucessivamente lievemente allappante non rilevabile 41 Briaca Località di reperimento: CAPRESE MICHELANGELO BUCCIA fine, di colore rosso scuro tendente al vinaccia POLPA farinosa SAPORE PROFUMO poco marcato, acidulo e leggermente allappante di mela 42 Rosetta Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA sottile POLPA croccante SAPORE leggermente acidulo PROFUMO non rilevabile 43 Gialla buona Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA mediamente spessa, amarognola, colore giallo con guancia rosa POLPA tendenzialmente farinosa SAPORE PROFUMO lievemente dolciastro con sottile retrogusto amarognolo anche senza buccia leggerissimo profumo di mela 44 Gialla costoluta Località di reperimento: BADIA TEDALDA BUCCIA fine POLPA farinosa SAPORE acidulo PROFUMO non rilevabile (*) l’untuosità tende a riformarsi anche dopo ripetuti strofinamenti 45 Limone Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA mediamente sottile, colore giallo paglierino POLPA lievemente croccante SAPORE PROFUMO decisamente asprigno con retrogusto lievemente allappante non rilevabile 46 Culo d’asino Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa mela è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA sottile, colore giallo POLPA grana fine, lievemente croccante SAPORE PROFUMO dolciastro con retrogusto lievemente amarognolo non rilevabile 47 SCHEDE POMOLOGICHE PERE 49 Cacina Località di reperimento: BADIA TEDALDA Questa pera è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA rugosa, colore verde chiaro/rossatro POLPA fine, fondente, succosa SAPORE buono PROFUMO medio 50 Giovanazza Località di reperimento: BADIA TEDALDA BUCCIA rugosa, colore giallo POLPA grossolana, fondente SAPORE medio PROFUMO scarso 51 Giallona Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA giallo ocra con rugginosità POLPA grossolana SAPORE buono PROFUMO medio 52 Porcinella Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO BUCCIA spessa POLPA marrone intorno ai semi, granulosa, che da biancastra passa a bianco sporco poco dopo il taglio SAPORE PROFUMO inizialmente allappante, poi dolce dolciastro 53 Vendemmiale Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa pera è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA rugosa,colore giallo ocra con rugginosità POLPA bianca, grossolana croccante SAPORE buono PROFUMO medio 54 Paste Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa pera è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA liscia, colore giallo sul rosso POLPA grossolana, croccante SAPORE buono PROFUMO scarso 55 Brutta buona Località di reperimento: PIEVE S. STEFANO Questa pera è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA rugosa, colore giallo ocra POLPA color crema, grossolana, fondente SAPORE buono PROFUMO medio 56 Rossina Località di reperimento: BADIA TEDALDA Questa pera è iscritta nel repertorio delle cultivar a rischio di erosione genetica in Toscana. L.R. 50/97 BUCCIA liscia, colore giallo sul rosso POLPA fine, fondente SAPORE buono PROFUMO scarso 57 Discussione dei risultati I risultati, presentati essenzialmente attraverso le schede pomologiche descrittive, naturalmente non sono definitivi, ma consentono di fornire indicazioni generali sulle caratteristiche distintive pomologiche ed organolettiche delle varietà prese in considerazione. Di alcune, meritevoli di attenzione soprattutto per quanto concerne proprio le loro caratteristiche organolettiche, qui di seguito elenchiamo i nomi: “Mela roggia”, “Mela verdina”, “P1”, “Mela statina”, “Mela rosa” e “Fiorentina” ecc.. Mancano ancora, per insufficienza di “forze” e di risorse, informazioni sperimentali sulle caratteristiche fenologiche e biologiche delle varietà oggetto della ricerca, con particolare riferimento alle epoche di antesi e di maturazione, ai rapporti di auto e intercompatibilità ed al comportamento agronomico. Relativamente a quest’ultimo aspetto, tuttavia, si può fondatamente ipotizzare che, in generale, le varietà osservate siano dotate di un buon livello di rusticità e resistenza ai fattori ambientali sfavorevoli, tenuto conto che le piante madri sono state individuate in condizioni di più o meno totale abbandono colturale, ad altitudini, in genere, elevate, in terreni spesso diffficili e marginali, non più coltivati da più o meno lungo tempo. Occorre sottolineare, che generalmente queste piante, spesso centenarie, non sono state mai sottoposte a cure fitosanitarie e questo ne evidenzia ulteriormente la rusticità e la valenza per un eventuale utilizzo in un’agricoltura rispettosa della naturalità dei processi produttivi. La descrizione delle varietà raccolte ripresenta generalmente ancora i limiti già individuati. I parametri presi in considerazione nella scheda pomologica sono sicuramente parziali e risentono delle limitazioni che sono emerse nel corso delle ricerche, in particolare: condizioni meteorologiche non favorevoli durante gli anni della ricerca, che hanno influenzato negativamente la quantità e qualità dei frutti; scarsità delle piante madri, spesso in condizioni vegetative pessime perché abbandonate da anni; dispersione delle piante su un territorio di vaste dimensioni, anche in relazione alla esiguità di risorse umane coinvolte; difficoltà nel rintracciare con sicurezza la denominazione di molte varietà, a causa dell’ormai ridotto numero di persone presente sul territorio in grado di fornire informazioni. La scarsità di materiale, raccolto anche in momenti successivi alla maturazione, ci ha creato difficoltà nella caratterizzazione pomologica tramite le foto; anche le semplici rilevazioni organolettiche, che accompagnano le immagini di alcune varietà, hanno talvolta necessariamente risentito dei limiti sopra ricordati. A fronte di questi limiti e di queste difficoltà, è doveroso sottolineare che le ricerche hanno evidenziato nelle zone oggetto di indagine un’ancora interessante grado di ricchezza varietale, testimoniato, lasciando da parte le segnalazioni che continuano ad arrivare e che sono ancora da riscontrare, dall’elevato numero di varietà individuate, oltre 50 fra mele e pere, in un’area che rappresenta solo parzialmente l’intera Comunità Montana. Da rilevare inoltre che le varietà presenti in questa monografia sono quelle che hanno fornito un minimo di frutti utili ad una, anche se parziale, identificazione a livello pomologico, ma rappresentano solo una parte di quelle censite. Per dare un’idea di quanto materiale genetico differente sia ancora presente, riepiloghiamo le varietà su cui è attiva la ricerca: Elenco varietà segnalate e attualmente oggetto di indagine PERA Vernina Giugnina Verdicchia Moscatello Briaca Farinaccio Sementina MELA Musa Caterina Lombarda Garofano Verdina Delizia 58 Dalle ricerche sono emersi casi di omonimia la presenza, cioè tra le varietà studiate, di uguali denominazioni per varietà che presentano caratteristiche diverse, quali ad esempio “Mela rosa” S2, “Mela rosa “S5 e “ Mela rosa” di Pieve S.Stefano, oppure “Righetta”, e di sinonimia, cioè di differenti denominazioni per frutti che, invece, presentano caratteristiche uguali. Questo può dipendere dal fatto che in ogni località veniva assegnata alle varietà una denominazione che non necessariamente corrispondeva a quella attribuita alla stessa varietà altrove. Oppure veniva usata un’uguale denominazione per varietà che, seppure con qualche somiglianza, erano sostanzialmente diverse. E’ sembrato opportuno, anche in questo contributo, indicare i frutti con il nome attribuito loro localmente e riportare con una sigla le varietà di cui non siamo ancora riusciti a precisare la denominazione, o i casi di omonimia, sperando che la diffusione anche di questa pubblicazione possa favorire l’afflusso di ulteriori informazioni. Ulteriori indagini permetteranno via via una più precisa identificazione di ciascuna delle varietà allo studio, anche con gli ormai necessari approfondimenti dal punto di vista genetico, magari in collaborazione con l’Università. Conclusioni Obiettivo di questo studio è di censire, conservare e contribuire alla ridiffusione del materiale vegetale altotiberino, patrimonio della Comunità locale; gli approfondimenti di tipo agronomico, genetico, ecc. richiedono, invece, l’auspicabile intervento specialistico di enti di ricerca e università (prove di conservazione delle mele senza l’ausilio di impianti di refrigerazione e quindi di anticrittogamici, analisi genetiche, ….). L’Istituto “Camaiti”, organizzando in autunno la giornata di studio dedicata all’assaggio e degustazione da parte di esperti del settore, intende arrivare ad una più precisa caratterizzazione dei frutti finora censiti, presupposto fondamentale per una loro valorizzazione. In conclusione, proponiamo alcune attività ed ambiti di rivalutazione delle vecchie varietà individuate. Il materiale raccolto, specialmente alcune varietà particolarmente pregevoli, potrebbe essere ridiffuso e valorizzato nel territorio della Valtiberina toscana, anche a scopo di produzione di nicchia, e già l’interesse di alcune aziende ci fa ben sperare in tal senso. La valorizzazione di questi frutti può avvenire tramite piantagioni presso le numerose aziende agrituristiche locali, che potrebbero offrirli freschi, cucinati e conservati in vario modo. Dopo adeguate analisi di mercato, potrebbe essere favorita la creazione di impianti delle varietà i cui frutti risultassero più commercializzabili, per rifornire punti vendita della vallata, oppure ristoranti della zona che potrebbero più di altri “riabilitare” i nostri sensi ormai “omologati”, incastonando adeguatamente nei loro menù, profumi e sapori, - Pera Porcinella (foto Grifoni) 59 ricreando conoscenze e sensibilità nell’apprezzare proprio le piacevoli e fini differenze organolettiche di questi frutti. Un altro ambito importante di rivalutazione potrebbe quindi essere quello gastronomico, sia recuperando vecchie ricette d’uso familiare, sia creandone di nuove e trovando così per ogni varietà che lo merita, un uso originale capace di sottolinearne la singola “personalità organolettica”. Un modo meno accademico, ma più pragmatico per mantenere viva la cultura agricola della nostra vallata potrebbe essere quello di inserire alcune di queste varietà, dopo aver testato l’eventuale presenza delle opportune caratteristiche, nelle mense scolastiche; tale esperienza permetterebbe di “assaggiare” il nostro passato oltre che conoscerlo intellettivamente dal punto di vista storico e culturale. Un altro campo di applicazione può essere quello di un eventuale uso officinale e/o cosmetico di questi frutti visto che sul territorio sono presenti aziende del settore. Continuano intanto ad arrivare segnalazioni su varietà di mele e di pere presenti nelle zone del territorio della Comunità Montana e proseguono anche le visite al campo catalogo di scolaresche del territorio e di persone interessate alla tematica del progetto. Sarebbe in ogni caso auspicabile estendere questo tipo di ricerche su altre specie di frutta, di ortaggi, di foraggere, nonché su razze animali, prima che altro prezioso germoplasma scompaia definitivamente. - Mela olio (foto Grifoni) - Produzione sperimentale di confettura extra di mele (foto Sensi) 60 - Cultivar innestate pronte per la ridiffusione (foto Sensi) - Mela rigata (foto Gonnelli) 61 BIBLIOGRAFIA BALDINI E., SANSAVINI S., 1967 - Monografia delle principali cultivar di melo. Ed.Istituto Coltivazioni Arboree, Università di Bologna GRIFONI F., SENSI I., GANOVELLI F., 2001 - Relazione sui risultati delle ricerche eseguite nell’ambito del progetto n.20 SALVAGUARDIA DEL GERMOPLASMA. LEADER II - INTERVENTO N.20, “Valle ecologica - centri di diffusione di tecniche di coltivazione biologica”, I Centro - Salvaguardia del Germoplasma. GAL Consorzio Appennino Aretino, Comunità Montana Valtiberina Toscana. GRIFONI F., SENSI I. 2002 - Vecchie varietà di melo nella Valtiberina Toscana primo contributo. LEADER II - INTERVENTO N.20, “Valle ecologica - centri di diffusione di tecniche di coltivazione biologica”, I Centro- Salvaguardia del Germoplasma. GAL Consorzio Appennino Aretino, Comunità Montana Valtiberina Toscana. Indirizzo degli autori: I - Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “A. M. Camaiti” 52036 Pieve Santo Stefano (Ar) - Tel. +39 0575 799552 - Fax +39 0575 799553 www.ipapieve.it - e-mail: [email protected] INDICE Presentazione e Ringraziamenti Summary e Premessa Metodologia Risultati: Schede pomologiche mele Schede pomologiche pere Discussione dei risultati Conclusioni Bibliografia pag. 5 “ 6 “ 7 “ 10 “ 11 “ 49 “ 58 “ 59 “ 62 ELENCO DELLE VARIETA’ PRESENTI NELLE SCHEDE POMOLOGICHE DI MELE E PERE DENOMINAZIONE O SIGLA MELE P1 19 Renetta Bianca Verdina 9 Renetta Panaia M2 Statina 21 Renetta M5 Rosa 25 Moscatello Agretta Rigata M3 M1 Rosa pag. “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 P4 22 Righetta Imperatore 18 Righetta Olio Fiorentina Fiorentina gialla P2 Rosa Rossa Roggia Biancona Briaca Rosetta Gialla buona Gialla costoluta Limone Culo d’asino pag. “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 pag. “ “ “ 54 55 56 57 DENOMINAZIONE O SIGLA PERE Cacina Giovanazza Giallona Porcinella pag. “ “ “ 50 51 52 53 Vendemmiale Paste Brutta buona Rossina stampato da Grafiche Borgo - Sansepolcro (AR) nel mese di Dicembre 2003