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piano di azione per la tutela ed il risanamento dell`atmosfera della
CITTÀ DI TREVISO
PIANO DI AZIONE PER LA TUTELA ED IL RISANAMENTO
DELL’ATMOSFERA DELLA CITTA’ DI TREVISO
Indice
1. Premessa e riferimenti normativi
2. Piano Regionale per la Tutela ed il Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A.) e
azioni conseguenti
3. Anagrafe delle azioni per la lotta all’inquinamento atmosferico
3.1 Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) e Piano Urbano dei Parcheggi (P.U.P.)
3.2 Monitoraggio della qualità dell’aria
3.3 Azioni in tema di lotta all’inquinamento atmosferico
3.4 Verde e forestazione urbana
3.5 Le infrastrutture digitali
4. Patto dei Sindaci – Inventario Base delle Emissioni e Piano di Azione per
l’Energia Sostenibile (IBE / PAES)
5. Provvedimenti emergenziali per la stagione critica 2012-2013
1
1.
Premessa e riferimenti normativi
In ottemperanza all’art.5 del D.Lgs. 4.8.1999, n.351, “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia
di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente”, che aveva tra le proprie finalità la
determinazione degli obiettivi per la qualità dell’aria dell’ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli
effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso, la Giunta regionale del Veneto, in
data 28.3.2003, con provvedimento n.799, individuava in via preliminare le zone del territorio regionale nelle
quali i livelli di uno o più inquinanti comportavano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di
allarme (art. 7 del D.Lgs.351/99) e le zone e agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti eccedevano il
valore limite aumentato del margine di tolleranza (art.8 del D.Lgs.351/99).
Con la sopracitata DGRV n.799/2003, il Comune di Treviso è stato inserito nell’elenco dei Comuni
appartenenti alla “Zona A” per i parametri particolato PM10, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), biossido
di azoto (NO2) e alla “Zona B” per il parametro Benzene. L’appartenenza alla “Zona A”, quale area più
critica, determinava la necessità di applicare i cosiddetti “Piani di azione”, ossia l’insieme “….delle misure
da adottare nel breve periodo affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di
allarme…”; delle “Zone B” dovevano invece trovare applicazione nei cd. “Piani di risanamento”, mentre
nelle “Zone C” nelle quali non si registravano superamenti, era sufficiente l’applicazione dei “Piani di
mantenimento” della qualità dell’aria atti a mantenerne o a migliorarne il livello.
Con l’entrata in vigore del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A.),
approvato con delibera di Consiglio regionale n.54 dell’11.11.2004 e pubblicato sul BUR n.130 del
21.12.2004, si è confermata la necessità di intraprendere azioni concrete per il controllo dei fenomeni
connessi all’inquinamento atmosferico.
La Normativa Generale del P.R.T.R.A. ribadiva che i Comuni individuati elaborassero i Piani d’Azione in
campo urbanistico, energetico, ambientale, viabilistico e mobilità, costituiti da provvedimenti da porre in
essere in modo strutturale e programmatico, a medio-lungo termine (“Azioni Integrate”), al fine di rispettare
i valori limite e le scadenze temporali stabilite dalla normativa ambientale comunitaria e statale.
La principale finalità del Piano era quella di superare la logica dei “soli” provvedimenti estemporanei ed
emergenziali (le cosiddette “Azioni Dirette”), generalmente rivolti alla limitazione del traffico, individuando
le azioni locali da intraprendere e realizzare per il miglioramento della qualità dell’aria, nel quadro delle
politiche regionali, nazionali e comunitarie.
Successivamente (il 30.9.2010), in attuazione della Direttiva 2008/50/CE, è entrato in vigore il D.Lgs.
13.8.2010, n.155, che costituisce il Testo Unico sulla qualità dell’aria ambiente.
Tale decreto abroga, di fatto, tutto il corpo normativo previgente sulla qualità dell’aria pur non portando
modifiche ai valori limite/obiettivo per gli inquinanti già normati dalle leggi precedenti.
Tra i punti salienti del decreto si ricorda che l’attività di valutazione della qualità dell’aria deve essere
condotta facendo riferimento alla zonizzazione, cioè alla suddivisione in zone o agglomerati del territorio
nazionale (e di conseguenza regionale), concetto già stabilito dal D.Lgs. 351/99 e ribadito dal nuovo decreto.
Il D.Lgs. 155/2010 prevede che in ogni zona e/o agglomerato (definite dalla DGRV n. 3195/06 per la
provincia di Treviso come Zona C, Zona A1 Provincia e Zona A1 Agglomerato) deve essere effettuata, ogni
anno, la valutazione della qualità dell’aria ambiente per ciascun inquinante. A seconda degli esiti di tale
valutazione si applicano delle tipologie di monitoraggio distinte.
Per ogni inquinante e in ogni zona la valutazione viene condotta attraverso il confronto dei livelli di
inquinanti registrati rispetto ad opportune soglie di valutazione (inferiori e superiori) definite nel D.Lgs.
155/2010.
Una novità significativa del D.Lgs. 155/2010 riguarda l’obbligo di monitoraggio per il particolato PM2.5. Per
questo inquinante il Decreto fissa due obiettivi per contrastare l’inquinamento:
1. mirare ad una riduzione generale delle concentrazioni nei siti di fondo urbani per garantire che ampie
fasce della popolazione beneficino di una migliore qualità dell’aria;
2. garantire un livello minimo di tutela della salute su tutto il territorio.
Tali obiettivi si traducono in due indicatori molto differenti tra loro:
- indicatore di esposizione media IEM (art.12, comma 2), espresso in µg/m³ calcolato come
concentrazione media annua su tre anni civili e ricavato dalla media di alcuni punti di campionamento
di background urbano in cui viene misurato il PM 2.5. Entro il 2015, tale indicatore dovrà rispettare il
2
valore limite di concentrazione di 20 µg/m³. Le stazioni di fondo per il calcolo dello IEM, presenti nel
territorio nazionale, verranno scelte con apposito decreto ministeriale (art.12, comma2);
- valore limite per la protezione della salute umana, calcolato come media annuale delle misure
giornaliere in ogni stazione.
Al valore limite per la protezione della salute umana è associato un margine di tolleranza di 5µg/m³ da
ridurre a partire dal 1° gennaio 2009 e successivamente ogni 12 mesi fino a raggiungere il valore
limite di 25 µg/m³ entro il 1° gennaio 2015.
Riesame della zonizzazione in attuazione del D.Lgs. 155/2010.
Il riesame della zonizzazione costituisce il presupposto su cui si organizza l'attività di valutazione della
qualità dell'aria ambiente, come indicato tra i principi del D.Lgs. 155/2010. In accordo con la Regione
Veneto-Unità Complessa Tutela Atmosfera, il progetto di riesame della zonizzazione è stato redatto da
ARPAV-Servizio Osservatorio Aria.
La metodologia utilizzata per la zonizzazione del territorio ha visto la previa individuazione degli
agglomerati e la successiva definizione delle altre zone. Per la zonizzazione si è valutata la qualità dell'aria
con riferimento alla salute umana. Per alcune zone, in corrispondenza di alcune stazioni di fondo rurale, si
effettua inoltre la valutazione della qualità dell’aria con riferimento alla vegetazione ed agli ecosistemi.
Una differenza sostanziale rispetto alla metodologia del 2006 consiste nel fatto che i Comuni non sono stati
riclassificati sulla base dei monitoraggi della qualità dell’aria, ma solamente in base ai criteri definiti
dall’Appendice I al D.Lgs. 155/2010, e principalmente riconducibili alle caratteristiche orografiche e
meteoclimatiche, al carico emissivo ed al grado di urbanizzazione del territorio.
In particolare gli agglomerati sono stati individuati sulla base della definizione riportata all’art. 1 ed in
Appendice I. Ciascun agglomerato corrisponde ad una zona con popolazione residente superiore a 250.000
abitanti, ed è costituito da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che dipendono da
quella principale sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci.
Come previsto in Appendice I, per gli inquinanti “primari” la zonizzazione è stata effettuata sulla base del
carico emissivo. Per gli inquinanti con prevalente o totale natura “secondaria”, le altre zone sono state
individuate sulla base di ulteriori informazioni legate alle caratteristiche orografiche e meteoclimatiche, al
carico emissivo e al grado di urbanizzazione del territorio. Le zone sono costituite anche da aree tra loro non
contigue, ma omogenee sotto il profilo delle caratteristiche predominanti. Le zone individuate in relazione ai
diversi inquinanti (primari e secondari) sono state tra loro integrate in modo tale da costituire una
zonizzazione omogenea.
A seguito della zonizzazione del territorio, ciascuna zona o agglomerato è stata classificata allo scopo di
individuare le modalità di valutazione mediante misurazioni in conformità alle disposizioni dell’Allegato II
del D.Lgs. 155/2010:
- Agglomerato_Venezia (IT0508)
- Agglomerato_Treviso (IT0509)
- Agglomerato_Padova (IT0510)
- Agglomerato_Vicenza (IT0511)
- Agglomerato_Verona (IT0512)
- Pianura_Capoluogo_Bassa_Pianura (IT0513). E’ costituita dai Comuni con densità emissiva
superiore a 7 t/a km² e dai Comuni riclassificati in questa zona per motivazioni diverse.
Comprende la zona centrale della pianura e Rovigo, Comune Capoluogo di Provincia situato
geograficamente nella bassa pianura.
- Bassa_Pianura_Colli (IT0514). E’ costituita dai Comuni con densità emissiva inferiore a 7 t/a
km² e dai Comuni riclassificati in questa zona per motivazioni diverse. Comprende la parte
orientale della provincia di Venezia, la bassa pianura delle province di Verona, Padova e
Venezia, la provincia di Rovigo (escluso il Comune Capoluogo), l’area geografica dei Colli
Euganei e dei Colli Berici.
- Prealpi_Alpi (IT0515). Coincidente con la zona montuosa della regione, comprende i Comuni
con altitudine della casa comunale > 200 m (dato ISTAT 2001), tranne i Comuni che vengono
riclassificati in altre zone per motivazioni diverse.
- Val_Belluna (IT0516). E’ rappresentata dall’omonima valle in provincia di Belluno, identificata
dalla porzione di territorio intercomunale definita dall’altitudine, inferiore all’isolinea dei 600 m.
Interseca 29 Comuni della provincia di Belluno e comprende il Comune Capoluogo.
3
Nella figura seguente vengono riportate le zone identificate sul territorio veneto, al termine del processo di
adeguamento della zonizzazione regionale ai criteri del D. Lgs. 155/2010.
Il “Progetto di riesame della zonizzazione della Regione Veneto in adeguamento alle disposizioni del D.Lgs.
13.8.2010, n.155”, è stato approvato con D.G.R.V. n. 2130 del 23.10.2012.
IT0509 Agglomerato di Treviso:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
Treviso
Carbonera
Casale sul Sile
Casier
Mogliano V.to
Paese
Ponzano V.to
Preganziol
Quinto di Treviso
Roncade
Silea
Villorba
Zero Branco
402 Km² - 260.417 abitanti (al 2010)
4
Normativa nazionale
Con il Decreto Legislativo 13.8.2010, n. 155 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità
dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, è stata inserita in un testo unico tutta la precedente
normativa in materia di inquinamento atmosferico.
Quindi sono stati abrogati:
1. il Decreto Legislativo 4.8.1999, n.351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE, del Consiglio, del
27.9.1996, in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” (Gazzetta
Ufficiale n.241 del 13.10.1999);
2. il Decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 1.10.2002, n.261contenente il
“Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria
ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agliarticoli 8 e 9 del decreto
legislativo 4.8.1999, n. 351” (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20.11.2002);
3.
il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 2.4.2002, n.
60”Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22.4.1999 concernente i valori limite
di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e
della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori per il benzene ed il monossido di carbonio nell’aria
ambiente” (Supplemento ordinario n.77 alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13.4.2002);
4.
il Decreto Legislativo 21 Maggio 2004 , n. 183 “Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa
all'ozono nell'aria” (Supplemento ordinario n. 127 alla Gazzetta Ufficiale n. 181 del 23.7. 2004);
5. il Decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152,” Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente
l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente”, e
successive modifiche e integrazioni.
Il D.lgs. n. 155/2010 costituisce quindi il nuovo riferimento per la determinazione degli inquinanti da
monitorare e le relative modalità di determinazione, per la realizzazione delle reti di monitoraggio e
soprattutto per i limiti numerici di concentrazione da rispettare o perseguire come obiettivo. Le tabelle
successive, che sintetizzano questi livelli di riferimento, mostrano che praticamente non sono cambiati
rispetto ai decreti precedenti. La novità riguarda principalmente i nuovi livelli riferiti al PM2.5.
5
Valori limite e livelli critici ALLEGATO XI D.Lgs. 155/2010
Inquinante
Tipo Limite
Soglia di allarme (1)
Biossido di Zolfo
(SO2)
Valore limite per la protezione della salute
umana da non superare più di 24 volte per
anno civile
Valore limite per la protezione della salute
umana da non superare più di 3 volte per
anno civile
Livello critico per la protezione della
vegetazione
Ossidi di Azoto
(NOx)
PM10
Valore
Media 1 ora
500 µg/m³
350 µg/m³
Media 1 ora
Media 1 giorno
400 µg/m³
Valore limite per la protezione della salute
umana da non superare più di 18 volte per
anno civile
Media annuale
200 µg/m³
Valore limite per la protezione della salute
umana
Livello critico per la protezione della
vegetazione
Media annuale
40 µg/m³
Valore limite per la protezione della salute
umana da non superare più di 35 volte per
anno civile
Valore limite per la protezione della salute
umana
Media 1 giorno
50 µg/m³
Media annuale
40 µg/m³
Media annuale
Fase 1: 25 µg/m³ più
margine di
tolleranza di 5
µg/m³ ridotto a zero
entro il 01/01/2015
Fase 2
Valore da stabilire (2)
dal 01/01/2020
5 µg/m³
PM2.5
Media annuale
Valore limite per la protezione della salute
umana
Ozono
(O3)
Arsenico
(As)
Cadmio
(Cd)
Nichel
(Ni)
Benzo [a]Pirene
(C20H12)
Valore limite per la protezione della salute
umana
Media annuale
Valore limite per la protezione della salute
umana
Valore limite per la protezione della salute
umana
20 µg/m³
30 µg/m³
Valore limite per la protezione della salute
umana
Benzene
(C6H6)
Monossido di
Carbonio
(CO)
Piombo
(Pb)
125 µg/m³
Media annuale (1° gennaio – 31
dicembre) e media invernale
(1° ottobre – 31 marzo)
Media 1 ora
Soglia di allarme (1)
Biossido d’Azoto
(NO2)
Parametro Statistico
10 µg/m³
Media annuale
0.5 µg/m³
Soglia di informazione
Superamento del valore su 1 ora
Soglia di allarme
Superamento del valore su 1 ora
180 µg/m³
240 µg/m³
120 µg/m³
Valore obiettivo (4) per la protezione della
salute umana da non superare più di 25 giorni
per anno civile come media su 3
anni
Valore obiettivo (4) per la protezione della
vegetazione come media su 5 anni
Obiettivo a lungo termine per la protezione
della salute umana
Obiettivo a lungo termine per la protezione
della vegetazione
Valore obiettivo (6)
Media massima giornaliera
calcolata su 8 ore (3)
AOT40 (5) calcolato sulla base dei
valori di 1 ora da maggio a luglio
Media massima giornaliera
calcolata su 8 ore (3)
AOT405 calcolato sulla base dei
valori di 1 ora da maggio a luglio
Media annuale
18000 µg/m³ . h
Valore obiettivo (6)
Media annuale
5.0 ng/m³
Valore obiettivo (6)
Media annuale
20.0 ng/m³
Valore obiettivo (6)
Media annuale
1.0 ng/m³
120 µg/m³
6000 µg/m³
6.0 ng/m³
6
Note:
(1) Le soglie devono essere misurate su tre ore consecutive, presso siti fissi di campionamento aventi un'area
di rappresentatività di almeno 100 km² oppure pari all'estensione dell'intera zona o dell'intero agglomerato se
tale zona o agglomerato sono meno estesi.
(2) Valore limite da stabilire con successivo decreto ai sensi dell'articolo 22, comma 6, tenuto conto del
valore indicativo di 20 µg/m³ e delle verifiche effettate dalla Commissione europea alla luce di ulteriori
informazioni circa le conseguenze sulla salute e sull'ambiente, la fattibilità tecnica e l'esperienza circa il
perseguimento del valore obiettivo negli Stati membri.
(3) La massima concentrazione media giornaliera su 8 ore si determina con riferimento alle medie
consecutive su 8 ore, calcolate sulla base di dati orari ed aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore in tal
modo calcolata è riferita al giorno nel quale la serie di 8 ore si conclude: la prima fascia di calcolo per un
giorno é quella compresa tra le ore 17:00 del giorno precedente e le ore 01:00 del giorno stesso; l'ultima
fascia di calcolo per un giorno é quella compresa tra le ore 16:00 e le ore 24:00 del giorno stesso.
(4) Il raggiungimento del valori obiettivo è valutato nel 2013, con riferimento al triennio 2010-2012, per la
protezione della salute umana e nel 2015, con riferimento al quinquennio 2010-2014, per la protezione della
vegetazione.
(5) Per AOT40 (Accumulated Ozone exposure over a Threshold of 40 Parts Per Billion, espresso in µg/m³ h)
si intende la somma della differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m³ (40 parti per miliardo) e
80 µg/m3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le
20:00, ora dell'Europa centrale (CET).
(6) Il valore obiettivo è riferito al tenore totale di ciascun inquinante presente nella frazione PM10 del
materiale particolato, calcolato come media su un anno civile. Ai sensi dell’art. 9, comma 2: “Se, in una o
più aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano,
sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori obiettivo di cui all'allegato XIII, le regioni e le
province autonome, adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo
20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessari ad agire sulle principali sorgenti di
emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo
entro il 31 dicembre 2012”.
Normativa regionale
1. Legge Regionale 16.4.1985, n. 33 “Norme per la tutela dell’ambiente”;
2. Deliberazione Consiglio Regionale 11.11.2004, n.57 “Piano Regionale di Tutela e
Risanamento dell’Atmosfera” (BURV del 21.12.2004 n.130);
3. Deliberazione della Giunta Regionale 16.5.2006, n.1408 Attuazione del "Piano Regionale di
Tutela e Risanamento dell'Atmosfera" ‐ Approvazione del "Piano Progressivo di Rientro
relativo alle polveri PM10";
4. Deliberazione della Giunta Regionale 17.10.2006, n.3195 “Piano Regionale di Tutela e
Risanamento dell'Atmosfera. Comitato di Indirizzo e Sorveglianza sui problemi di tutela
dell'atmosfera. Approvazione della nuova zonizzazione del territorio regionale”;
5. Legge Regionale 1.6.2006, n. 6 “Interventi regionali per la promozione del protocollo di
Kyoto e della direttiva 2003/87/CE”;
7
2.
Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera e le azioni conseguenti
Il P.R.T.R.A. (ad oggi ancora in vigore ed in fase di revisione da parte della Regione del Veneto per
effetto delle disposizioni del D.Lgs. 155/2010), si pone l’obiettivo del rispetto dei limiti previsti per i diversi
parametri degli inquinanti dell’atmosfera attraverso una serie di misure riguardanti i seguenti principali
“macrosettori”:
fonti fisse (edifici, processi industriali);
fonti mobili (mobilità/traffico e motori endotermici in genere);
la depurazione verde dell’aria (realizzata, ad esempio, mediante opportuni interventi di
rimboschimento di aree periurbane atti a garantire il miglioramento della qualità dell’aria grazie
all’assorbimento degli inquinanti e della CO2).
E’ ampiamente riconosciuto che le “fonti fisse” e le “fonti mobili” generano rifiuti solidi, liquidi e gassosi
e, di questi, solo i solidi ed i liquidi (questi ultimi quando opportunamente collettati e trattati con idonei
sistemi di depurazione), una volta prodotti, possono essere raccolti e gestiti. I rifiuti gassosi, invece, quando
emessi in atmosfera non possono più essere raccolti, ovvero, aspirati e trattati. Non rimane quindi che
prevenirne e/o limitarne la formazione, agendo prioritariamente sul contenimento dello spreco e
sull’efficientamento energetico in generale e sulla produzione di energia termica ed elettrica con fonti
rinnovabili (che non generano, localmente, rifiuti gassosi).
Fatte salve le considerazioni di carattere tecnico - scientifico in merito alla formazione e diffusione degli
inquinanti nonché i relativi aspetti sanitari, a cui i rispettivi Enti di controllo e sorveglianza possono fornire
adeguato riscontro, si conferma che il Comune di Treviso, a partire dai primi anni ’90 (quindi anche in largo
anticipo rispetto alle indicazioni del P.R.T.R.A.), ha individuato e posto in atto molteplici misure di carattere
emergenziale e strutturale con l’obiettivo di concorrere alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, con
particolare riferimento ai fenomeni che si esplicano durante la stagione invernale.
Il Piano d’Azione per la qualità dell’aria si deve quindi necessariamente esplicare mediante
opportuni interventi di riduzione dei consumi energetici delle fonti fisse e delle fonti mobili, secondo le
seguenti linee di azione: Mobilità e Traffico, Edifici e Processi industriali, Depurazione.
Piano d’Azione
per il contenimento e la
prevenzione
dell’inquinamento
atmosferico
Linee di Azione
per il breve termine
Fonti
mobili
Mobilità e
Traffico
Fonti Fisse
Edifici,
Processi
industriali
Linee di Azione
per il medio/lungo termine
Depurazione
Verde
dell’aria
Fonti
mobili
Mobilità e
Traffico
Fonti Fisse
Edifici,
Processi
industriali
Depurazione
Verde
dell’aria
8
I Piani d’Azione, predisposti ed approvati anno per anno dall’Amministrazione comunale per fronteggiare
la stagione critica invernale, vengono regolarmente sottoposti alla Comitato di Indirizzo e Sorveglianza della
Regione Veneto (C.I.S.) ed al Tavolo Tecnico Zonale della Provincia di Treviso (T.T.Z.), come previsto
dall’art.6 della normativa generale del P.R.T.R.A..
Data la complessità delle problematiche associate ai fenomeni dell’inquinamento atmosferico che si
esplicano su scala molto vasta, appare inoltre opportuno sottolineare che le azioni antismog, affinché
possano determinare benefici tangibili, dovrebbero essere adottate in modo massiccio, diffuso ed esteso
all’intero territorio della Valle Padana e, come minimo, all’intera Regione.
Va comunque considerato che una parte della concentrazione di PM10 in atmosfera è costituita da un valore
naturale di fondo che è in genere piuttosto basso. Una parte consistente è il cosiddetto valore di fondo
regionale, ossia il valore che si registra in luoghi lontani da sorgenti emissive e che è costituito per la
maggior parte dal materiale particolato secondario. Questa parte è determinata dal contributo di tutte le
sorgenti antropiche. Il complesso delle emissioni dell’Europa determina infatti una parte consistente del
livello delle concentrazioni di fondo regionale dell’Italia.
E’ evidente la stretta dipendenza e connessione dei Piani d’Azione con gli strumenti urbanistici comunali e
sovracomunali, tanto più che, trattandosi di inquinamento atmosferico, qualsiasi progettualità riferita ai soli
confini amministrativi è quanto mai anacronistica e rischia di essere inefficace.
Per questa ragione, oltre al “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A.)” si deve
fare riferimento anche agli strumenti urbanistici: P.R.G., Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.).
Relativamente al P.A.T., l’Amministrazione Comunale, con D.G.C. n.190 del 13.06.2012, ha adottato il
Documento Preliminare ed il Rapporto Ambientale Preliminare ed approvato lo schema di accordo di
copianificazione con la Provincia di Treviso, avviando l’iter di formazione del P.A.T..
Gli scenari di riduzione per i prossimi anni delle emissioni inquinanti delineati dalla Regione Veneto (1),
sulla base dell’efficacia degli interventi, prevedono il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione dei
rischi sanitari per i cittadini.
A fronte di questo auspicato miglioramento continueranno tuttavia, con ogni probabilità, a permanere
critiche le concentrazioni delle polveri fini e ultrafini e dell’ozono troposferico che resteranno
prevedibilmente i principali fattori di rischio per la salute umana e per gli ecosistemi acquatici e terrestri.
Nelle regioni del bacino padano, infatti, il fenomeno delle polveri fini e ultrafini è particolarmente marcato:
trattasi, per almeno il 60-70%, di polveri “secondarie” formate da inquinanti gassosi, come ossidi di azoto,
ossidi di zolfo, ammoniaca, composti organici volatili, trasportati anche a lunghe distanze. Le particelle che
si formano in atmosfera in questo modo sono, peraltro, le più pericolose per la salute umana.
_____________
(1) Regione del Veneto, Piano Regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera, B.U.R. 21 dicembre 2004, n. 130,
Cap. 5 e Regione del Veneto – Arpav “Piano Progressivo di rientro del P.R.T.R.A. relativo alle polveri PM10”, 19
ottobre 2005, pagg.10 e 11
9
3.
Anagrafe delle azioni per la lotta all’inquinamento atmosferico
Nell’ottica di perseguire l’obiettivo di contrastare i fenomeni generatori dell’inquinamento atmosferico, il
Comune di Treviso ha da tempo intrapreso molteplici iniziative volte, direttamente o indirettamente, a
concorrere alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti dell’aria.
Il seguente elenco fornisce il quadro sintetico delle azioni (alcune delle quali in fase di esecuzione):
3.1 Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) - Piano Urbano dei Parcheggi (P.U.P.) e principali atti
adottati
• Piano Urbano del Traffico (e sua attuazione) e miglioramento del sistema di trasporto pubblico
locale;
• Piano Comunale dei Parcheggi e sue varianti;
• Piano preliminare della mobilità: individuazione priorità di intervento sulla rete stradale del
territorio comunale: prolungamento della tangenziale e collegamento alla s.s. Feltrina;
identificazione di un possibile nuovo anello tangenziale chiuso a est con un eventuale diverso
utilizzo dell’autostrada (pagamento di un canone forfetario annuale per l’utilizzo dell’asse
autostradale con l’eliminazione dei caselli e realizzazione di nuovi svincoli). Proposta di
elaborazione del Piano degli orari per la mitigazione dell’inquinamento generato dalla
congestione del traffico nelle ore di punta;
Principali atti adottati per il P.U.T. ed il P.U.P.:
D.G.C. n.36350 del 31.10.1989 :
D.G.C. n.77 del 6.10.1994
e n.97 del 2.12.1994 :
Approvazione del 1° P.U.P. - Programma Triennale per la
realizzazione di parcheggi nell’area urbana.
Approvazione Piano preliminare per viabilità e parcheggi del
centro storico.
D.G.C. n.1884 del 31.12.1996 :
Conferimento di incarico per la progettazione esecutiva dei lavori
necessari per dare attuazione allo studio preliminare per la viabilità
ed i parcheggi del Centro storico di Treviso (P.U.T. C.S.).
D.G.C. n.552 del 21.5.1997 :
Approvazione del progetto definitivo per le opere di primo stralcio.
D.G.C. n.1173 del 7.9.1997 :
Approvazione del progetto definitivo per le opere di secondo
stralcio.
D.G.C. n.1446 del 14.11.1997 :
Approvazione del progetto esecutivo per le opere di secondo stralcio.
D.G.C. n.1447 del 14.11.1997 :
Approvazione del progetto definitivo per le opere di terzo stralcio.
D.G.C. n.36 del 28.1.1998 :
Affidamento lavori opere di secondo stralcio.
D.G.C. n.378 dell’8.4.1998 :
Incarico per variante al P.U.T..
D.G.C. n.83 del 24.9.1999 :
Approvazione del P.U.T. in attuazione della DGC n.77/94.
D.D. n.3225 del 30.11.1999 :
Affidamento incarico Direzione Lavori secondo stralcio.
(Il Piano Urbano del Traffico e’ entrato in vigore il 9 luglio 2000).
10
D.G.C. n.420 del 5.10.2011 :
Regolamentazione della sosta nell'ambito della Città delle Istituzioni
in ex Area Appiani.
D.C.C. n.69 del 21.12.2011 :
Aggiornamento del sistema tariffario del servizio di gestione della
sosta con parcheggio regolamentato a tariffa.
D.C.C. n.15 del 30.04.2012 :
Servizio di gestione della sosta con parcheggio regolamentato a
tariffa - Nuove politiche tariffarie.
3.2 Monitoraggio della qualità dell’aria
Il Comune di Treviso, a partire dai primi anni ’90, ha provveduto al monitoraggio della qualità dell’aria
nel proprio territorio. Oltre all’acquisto ed alla gestione in proprio di n.2 stazioni di rilevamento e misura dei
parametri inquinanti dell’aria, sono state effettuate delle campagne per la misurazione del benzene
(mappatura del benzene e delle sostanze organiche volatili – COV– nell’area urbanizzata costituita dal
Comune di Treviso e comuni cointeressati mediante un protocollo di intesa tra Comune di Treviso, Provincia
di Treviso, Comuni di Mogliano Veneto, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea,
Villorba e Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso).
A partire da agosto del 2001, a seguito della decisione di far confluire in ARPAV il servizio di monitoraggio,
sono state sottoscritte apposite convenzioni tra Comune e ARPAV volte a regolamentare la gestione delle
stazioni ed ottenere i dati dell’inquinamento atmosferico mediante opportuni bollettini, pubblicati
quotidianamente sul sito web comunale per la diffusione al pubblico. La convenzione prevede inoltre
redazione da parte di ARPAV le relazioni annuali sulla qualità dell’aria nel comune di Treviso (pubblicate
sul sito web comunale) che illustrano, consuntivano e commentano i parametri misurati.
Principali atti adottati dall’Amministrazione comunale per il monitoraggio:
D.G.C. n.2247 del 6.12.1991 :
Approvazione della campagna di rilevamento dell’inquinamento
atmosferico e acustico nell’area urbana della città di Treviso.
D.G.C. n.2298 del 7.12.1993 :
Gara per l’appalto di fornitura di un sistema integrato di controllo
della qualità dell’aria e relativa gestione e manutenzione.
D.C.P. n.553 del 26.7.1994 :
(Deliberazione del Commissario Prefettizio) Appalto pubblico di
fornitura “chiavi in mano” di un sistema integrato di controllo della
qualità dell’aria e relativa gestione e manutenzione. Approvazione
verbali di gara ed aggiudicazione.
D.G.C. n.1139 del 21.6.1995 :
Appalto pubblico di fornitura “chiavi in mano” di un sistema
integrato di controllo della qualità dell’aria e relativa gestione e
manutenzione. Finanziamento spesa per gestione e manutenzione.
D.G.C. n.624 del 14.7.1999 :
Progetto per la stesura del 1° rapporto annuale della qualità dell’aria
nel territorio comunale. Approvazione e finanziamento della spesa.
Approvazione dello schema di accordo di programma tra Comune,
Provincia e ARPAV ai sensi dell’art.27 della L.142/90. Avvio 1°
stralcio.
D.G.C. n.356 del 28.6.2001 :
Approvazione dello schema di convenzione tra ARPAV e Comune
per il trasferimento ad ARPAV della rete comunale di rilevamento
dell’inquinamento atmosferico.
D.G.C. n.347 del 29.7.2002 :
Approvazione dello schema di convenzione tra ARPAV e Comune
per le funzioni connesse alla gestione da parte ARPAV della
centralina di rilevamento atmosferico di Via Lancieri di Novara (dal
2002 al 2007).
11
D.D. n.1744 del 27.10.2008 :
Approvazione dello schema di convenzione tra ARPAV e Comune
per le funzioni connesse alla gestione da parte ARPAV della
centralina di rilevamento atmosferico di Via Lancieri di Novara (dal
2008 al 2012).
3.3 Azioni in tema di lotta all’inquinamento atmosferico
Nelle more dell’approvazione del P.R.T.R.A. da parte del Consiglio Regionale avvenuta a novembre
2004, ovvero in assenza dei necessari provvedimenti d’urgenza regionali che ne anticipassero gli effetti e
consentissero il rispetto dei limiti fissati dalla normativa prevista dal D.Lgs. 351/1999 e dal D.M. 60/2002,
sono state perseguite le seguenti iniziative:
•
incontri di coordinamento tra gli Assessori all’Ambiente dei Comuni capoluogo di provincia
con
l’obiettivo di concordare le azioni - anche di carattere emergenziale - volte alla
limitazione dell’inquinamento consistenti in:
- formulazione di pacchetti di misure limitative del traffico;
- definizione dell’obiettivo di incrementare l’efficacia delle misure emergenziali tentando di
ampliare le aree di applicazione degli stessi anche mediante il coinvolgimento del maggior
numero possibile di Comuni;
- rappresentazione alla Regione dell’urgenza dell’approvazione del Piano di Tutela e
Risanamento dell’Atmosfera da parte del Consiglio Regionale e dello stanziamento di
congrui finanziamenti a sostegno sia delle azioni di breve periodo che di quelle di mediolungo termine indispensabili per conseguire un efficace abbattimento delle concentrazioni di
PM10 nell’aria;
- riconoscimento della necessità di coinvolgimento delle superiori autorità per il varo di
opportuni provvedimenti di emergenza volti a produrre il rispetto dei limiti di legge per il
PM10.
Riferimenti:
- D.G.C. n.434 del 3.11.2003 : Approvazione del Protocollo di intesa fra gli Assessori
all’Ambiente dei Comuni capoluogo di provincia del Veneto per l’adozione omogenea
delle misure limitative del traffico. Adozione e provvedimenti conseguenti;
- D.G.C. n.416 del 18.10.2004 : Nuovo protocollo di intesa fra gli Assessori all’Ambiente
dei Comuni capoluogo di provincia del Veneto per l’adozione delle prime misure urgenti
volte al contenimento del PM10. Approvazione e provvedimenti conseguenti;
•
realizzazione dello “Studio preliminare per il contenimento della produzione di PM10 e degli
altri inquinanti dell’aria”. Lo Studio è stato approvato con D.G.C. n. 416 del 18.10.2004.
Successivamente, dopo l’approvazione del P.R.T.R.A., si è tentato i trasferire tale esperienza al
Tavolo Tecnico Zonale provinciale (TTZ) istituito dalla normativa generale di Piano, senza
peraltro ottenere l’adesione significativa dei Comuni della Provincia alle iniziative messe in atto
dal comune capoluogo per la mitigazione dei problemi dell’inquinamento atmosferico;
•
trasmissione di comunicazioni (anno 2004) con richieste di intervento (trattandosi di
inquinamento sovracomunale) a: Presidenza Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente;
Ministero delle Infrastrutture e Trasporti; Ministero dello Salute; Prefetto; Presidente delle
Regione Veneto; Presidente della Provincia di Treviso; ANAS; Veneto Strade;
•
introduzione del Bollino Blu per le emissioni dei veicoli (anno 2005). E’ stata concordata la
gestione del provvedimento da parte della Provincia, dopo aver stabilito con la Regione ed i
sette Comuni capoluogo uniformi tariffe e modalità di applicazione;
12
•
estensione della rete comunale di “pannelli a messaggio variabile” utilizzando specifici
finanziamenti regionali dedicati a campagne informative riguardanti azioni previste dal Piano
regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera (messaggi informativi vari, anche in ordine ai
provvedimenti di limitazione al traffico durante la stagione critica): Rif. D.G.C. n.409 del
11.10.2004 e C.di G. n.336 del 28.5.2007. (n.7 pannelli per complessivi 147.724,80 euro);
•
verifica del buon funzionamento degli impianti termici: in data 29.10.2007 è stata stipulata una
convenzione con l’ente Provincia di Treviso per l’attribuzione delle verifiche degli impianti
termici del territorio comunale alla Provincia;
•
incentivazione al risparmio energetico: 2009-2010 collaborazione con la onlus Energoclub per
la campagna di sensibilizzazione dei cittadini mediante l’esecuzione gratuita di audit e check up
energetici per circa 150 edifici condotta utilizzando un opportuno protocollo di verifica fondato
sui consumi ricavati dalle bollette energetiche dei singoli edifici;
•
ulteriore campagna di check up energetici, a partire dal 2011, mediante l’esecuzione gratuita di
verifiche termografiche di edifici di varie tipologie di edifici privati e pubblici presenti nel
territorio comunale al fine di evidenziare i punti critici e stimolare la realizzazione, da parte dei
cittadini e dei soggetti responsabili, di interventi volti a conseguire il risparmio energetico;
l’iniziativa è in itinere;
•
patrocinio del Comune di Treviso alle iniziative denominate “Gruppi d’Acquisto Fotovoltaici”
in collaborazione con Energoclub Onlus e relative azioni informative ai cittadini volte a
stimolare l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte
rinnovabile;
•
elaborazione della proposta di Piano Fotovoltaico per l’installazione di impianti su idonee
superfici comunali (su terreni di aree marginali e su tetti di immobili di edifici pubblici).
In particolare: progetto di riqualificazione dell’area marginale e degradata dell’ex discarica RSU
di Via Orsenigo mediante la realizzazione di un parco fotovoltaico ed il recupero a verde
pubblico con la piantumazione di alberature e arbusti;
•
accordo con Consorzio Energia Veneto (CEV) per la realizzazione di n.12 impianti fotovoltaici
su tetti di edifici scolastici per una potenza complessiva di ca.223 kWp. Rif. D.G.C. n.91 del
23.3.2011; D.G.C. n.108 dell’1.4.2011; D.G.C. n.349 del 27.7.2011; D.G.C. n.350 del
27.7.2011. (Gli impianti sono tutti in funzione);
•
adesione al bando del Ministero dell’Ambiente 2012 “il sole a scuola” finalizzato a promuovere
la realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici e, simultaneamente, l’avvio di
un’attività didattica volta alla realizzazione di analisi energetiche e di interventi di
razionalizzazione e risparmio energetico negli edifici scolastici, tramite il coinvolgimento degli
studenti (adesione al bando per un totale di n.10 scuole primarie e secondarie di I° grado);
•
individuazione di siti idonei alla produzione di energia idroelettrica mediante impianti “miniidroelettrici” (derivazione e/o salti d’acqua presenti sui vari corsi d’acqua del territorio
comunale con particolare riferimento ai punti utilizzati in passato da vecchie manifatture,
mulini, ecc.);
•
2012: predisposizione del “Regolamento Sostenibilità Ambientale e Bioedilizia” ed iter di
approvazione. Variante al REC che permetta la costituzione dell’anagrafe degli interventi di
efficientamento energetico degli edifici privati mediante l’integrazione della documentazione
prevista dalle istanze di Permesso di costruire, DIA, SCIA, PAS, con una relazione indicante la
stima del risparmio energetico (e quindi di CO2 utilizzando gli opportuni fattori di conversione)
conseguibile realizzando l’intervento previsto dal progetto;
13
•
progetto EnergyCity (di cooperazione transnazionale): analisi delle dispersioni energetiche degli
edifici mediante riprese termografiche effettuate con il sorvolo aereo del territorio comunale;
•
incentivazione del progetto “bassa tensione”: sottoscrizione di Protocolli d’Intesa tra Comune e
“Rete di Scuole per la sicurezza della Provincia di Treviso” per interventi formativi/informativi
rivolti agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I° grado sulle tematiche del risparmio e
dell’efficienza energetica degli edifici, partendo dalla verifica dei consumi degli edifici
scolastici;
•
incentivazione all’uso del metano per gli impianti di riscaldamento: incentivazione alla
rottamazione vecchie caldaie e sostituzione con quelle più efficienti a metano, del tipo a
condensazione;
•
riduzione dei fattori di emissione per chilometro percorso dei mezzi di trasporto pubblici e
privati: ACTT- acquistati n.27 bus a metano da ACTT; installato nuovo impianto di
metanizzazione con n.27 punti di rifornimento . Società La Marca: rinnovato parzialmente parco
circolante con acquisto di mezzi Euro 5;
•
adesione del Comune di Treviso alla convenzione I.C.B.I. (Iniziativa Carburanti a Basso
Impatto) avvenuta con D.C.C. n.80 del 29.11.2004, per consentire ai cittadini residenti,
compatibilmente alle risorse economiche periodicamente messe via via a disposizione del
Ministero dello Sviluppo Economico, di beneficiare dei contributi per l’installazione dei
impianti a gas metano e GPL nei propri veicoli;
•
incentivazione all’acquisto di biciclette elettriche a pedalata assistita (finora n.1284 biciclette,
per 312.553,51 Euro);
•
elaborazione del progetto di razionalizzazione della distribuzione delle merci nel centro storico
con veicoli a ridotto impatto ambientale (“city logistics”). Rif. D.G.C. n.337 del 2.8.2004;
D.G.C. n.313 del 22.8.2005; D.G.C. n.406 del 4.1.2005; D.G.C. n.340 del 29.9.2006.
I finanziamenti regionali hanno consentito di incentivare l’acquisto di veicoli commerciali
(camion e furgoni a gas per complessivi n.150 veicoli per 377.000 euro) da parte di imprese
aventi sede nel territorio comunale e negli 11 comuni classificati in zona “A1 Agglomerato”
(Villorba, Carbonera, Silea, Casier, Casale sul Sile, Preganziol, Mogliano Veneto, Quinto di
Treviso, Zero Branco, Paese e Ponzano Veneto);
•
predisposizione ed attuazione del piano di lavaggio strade (rif. D.G.C. n.478 del 15.12.2005):
circa 150 km di strade (comprese alcune vie principali dei comuni contermini) per complessivi
circa 320 km di corsie;
•
campagna di verifiche in strada delle emissioni inquinanti da parte dei veicoli commerciali (tre
giornate di controlli effettuati nel corso del 2010 con il supporto della società T.E.S.A. e della
Polizia Locale)-rif. determinazione del dirigente del Dirigente del Settore Affari Istituzionali,
Contratti e Appalti n.253 del 3.3.2010;
•
previsione del tracciato della tangenziale di collegamento fra Feltrina e Castellana "Tangenziale
di Treviso – IV° Lotto, SR 53/SR 348";
•
proposta di utilizzo di quota parte del sedime ferroviario della ex linea Treviso-Ostiglia per la
realizzazione di un sistema di trasporto passeggeri tra il terminal dell’aeroporto A. Canova e la
stazione FF.SS., a fronte del previsto raddoppio del traffico aeroportuale entro il 2020;
•
provvedimenti antismog annuali per le fonti mobili (limitazione del traffico dei veicoli più
inquinanti in tutto il territorio comunale) e per le fonti fisse (limitazione/regolamentazione delle
combustioni di combustibili fossili);
14
•
•
interventi di fluidificazione del traffico veicolare mediante interventi di miglioramento della rete
stradale:
- realizzazione sovrappassi sulla Tangenziale sud di Treviso;
- eliminazione di passaggi a livello e realizzazione dei sottopassi ferroviari per il Servizio
Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR);
- realizzazione delle rotatorie di Viale Europa;
- risoluzione delle criticità viarie dell’Area Stiore con realizzazione delle rotatorie e nuova
regolazione dell’impianto semaforico;
- nuovo accesso sulla tangenziale del quartiere S.Angelo e realizzazione delle rotatorie
previste nel Piano di lottizzazione Zemit;
- progettazione delle nuove rotatorie tra Viale della Repubblica, Via San Pelaio e Strada
comunale Corti;
- centralizzazione e coordinamento degli impianti semaforici;
- realizzazione, dal 2008, di quasi 10 km di nuovi percorsi ciclabili (da 43,3 a 53 km);
- approvazione del Piano della mobilità ciclabile (Bici Plan) che prevede il potenziamento
delle piste ciclabili passando dagli attuali 53 km a 115 km;
- attivazione del servizio di Bike Sharing (da agosto 2010 con n.14 postazioni, n.128
colonnine e n.58 biciclette). E’ previsto il potenziamento del servizio che prevede il
raggiungimento di n. 23 postazioni, n.246 colonnine, n.94 biciclette ed 11 rastrelliere
dotate di coperture fotovoltaiche;
- attuazione del nuovo sistema di gestione della sosta e relativo sistema informativo che
fornisce in tempo reale i dati sull’occupazione e rotazione sui singoli stalli, limitando il
traffico generato dalla ricerca di stalli di sosta liberi.
- valutazioni per la realizzazione degli interventi relativi al progetto “Ampliamento Zona a
Traffico Limitato – Fasi 1^- 4^”;
- gara per l’affidamento dei servizi di TPL nel Bacino provinciale di Treviso a seguito
dell’avvio del percorso di fusione delle 4 aziende di TPL della Provincia di Treviso;
- aumenti della frequenza di alcune linee di trasporto pubblico;
Istituzione della struttura del Mobility Manager di Area:
nel 2009 il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato un “Bando di cofinanziamento per la diffusione
di azioni finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane ed al potenziamento
del trasporto pubblico rivolto ai Comuni non rientranti nelle aree metropolitane.”
Il Comune di Treviso ha partecipato facendo richiesta di cofinanziamento con un progetto dal titolo:
“Istituzione delle figure del Mobility Manager di Area e aziendali del Comune di Treviso e delle
strutture scolastiche firmatarie del Protocollo d’intesa per l’attuazione di interventi relativi alla
mobilità sostenibile”.
Nel 2010 il Ministero dell’Ambiente ci ha riconosciuto un cofinanziamento di 275.000,00 €,
pertanto si procede con l’attività programmata.
La struttura del Mobility Manager di Area (struttura di supporto e coordinamento dei responsabili
della mobilità aziendale) coordinerà il lavoro dei Mobility Manager di 9 aziende:
-Comune di Treviso;
-Distretti scolastici;
-n.3 scuole medie.
Sono in fase di redazione i Piani spostamento casa scuola e casa lavoro delle aziende.
Attività del Tavolo tecnico di lavoro istituito per l’attuazione dei “Percorsi sicuri casa-scuola” e dei
“Pedibus” in collaborazione con i Distretti scolastici, le scuole secondarie, USLL, ecc.;
Realizzazione degli interventi infrastrutturali individuati per la messa in sicurezza dei percorsi casa
scuola.
15
Principali atti adottati per la lotta all’inquinamento atmosferico:
D.G.C. n.380 del 26.10.2006 :
Misure minime per il contenimento e la prevenzione
dell’inquinamento atmosferico. Approvazione del Piano di Azione
per il periodo autunno-inverno 2006 /2007.
D.G.C. n.465 del 19.10.2007 :
Piano d’azione ai fini del contenimento e della prevenzione degli
episodi acuti di inquinamento atmosferico per il periodo autunnoinverno 2007/2008.
D.G.C. n.512 del 12.11.2008 :
Piano d’azione ai fini del contenimento e della prevenzione
dell’inquinamento atmosferico per il periodo autunno-inverno
2008/2009. Indirizzi e disposizioni.
D.G.C. n.355 del 4.10.2009 :
Piano d’azione ai fini del contenimento e della prevenzione
dell’inquinamento atmosferico per il periodo autunno-inverno
2009/2010.
D.G.C. n.394 del 16.11.2009 :
Adesione alla convenzione CONSIP denominata “Convenzione per
la fornitura di Servizio Energia e dei servizi connessi per le
Pubbliche Amministrazioni – lotto3”: servizio integrato “chiavi in
mano” con unico fornitore per gli interventi di gestione ed
ottimizzazione degli impianti termici e della climatizzazione estiva
degli edifici comunali (manutenzioni ordinarie e straordinarie,
ottimizzazione degli impianti e loro messa a norma, riqualificazione
e conversione degli apparati di produzione termica con progressiva
sostituzione degli impianti alimentati a combustibili liquidi con
impianti ad alto rendimento a gas metano).
D.G.C. n.413 del 27.10.2010 :
Piano d’azione ai fini del contenimento e della prevenzione
dell’inquinamento atmosferico per il periodo autunno-inverno
2010/2011.
D.G.C. n.432 del 12.10.2011 :
Piano d’azione ai fini del contenimento e della prevenzione
dell’inquinamento atmosferico per il periodo autunno-inverno
2011/2012.
Carta di Aalborg-Agenda 21 e Città Slow:
D.C.C. n.32631/100 dell’8.8.1995 :
Adesione del Comune di Treviso alla Carta delle città europee per lo
sviluppo durevole e sostenibile (Carta di Aalborg).
Comunicazione di G.C. n.65732 del 29.10.1999 : Carta delle città Europee per uno sviluppo durevole e
sostenibile (carta di Aalborg). Sottoscrizione carta.
Sottoscrizione della Carta di Ferrara e adesione al Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
D.G.C. n.670 del 11.10.2010 :
Città Slow. Adesione al programma ed approvazione carta
costitutiva. Attuazione di una politica ambientale tendente a
mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio e del tessuto
urbano. Promozione dell’uso di tecnologie orientato a migliorare la
qualità dell’ambiente e del tessuto urbano.
16
Servizio Mobilità:
D.G.C. n.66 del 12.02.2007 :
Treviso in bici. Attivazione di un servizio di trasporto pubblico in
bici (bike sharing).
D.G.C. n.485 del 29.10.2008 :
Treviso in bici. Attivazione di un servizio di trasporto pubblico in
bici - 2^ fase. Approvazione progetto.
D.G.C. n.392 del 13.10.2010 :
Treviso in bici – 3^ fase: potenziamento del servizio di bike sharing.
Approvazione progetto preliminare ai fini della richiesta di
contributo al Ministero dell'Ambiente ai sensi del bando "Bike
sharing e fonti rinnovabili".
C.G.C. n.300-61 del 09.02.2011 :
Istituzione Ufficio Biciclette.
D.G.C. n.465 del 9.11.2011 :
Treviso in bici – 3^ fase - potenziamento del servizio di bike sharing.
Approvazione progetto per il potenziamento del servizio di bike
sharing attraverso la fornitura di nuove postazioni.
D.G.C. n.487 del 30.11.2011 :
Treviso in bici - potenziamento del servizio di bike sharing.
Approvazione progetto per la fornitura e posa in opera di 11
pensiline con copertura fotovoltaica.
Approvazione e adozione definitiva del "Bici Plan. Piano della
mobilità ciclabile comunale".
D.C.C. n.21 del 30.04.2012 :
D.G.C. n.469 del 15.10.2008 :
Attuazione dei progetti "Percorsi sicuri casa scuola" e "Pedibus".
Approvazione schema protocollo d'intesa e costituzione di un tavolo
tecnico di lavoro.
D.G.C. n.159 del 19.5.2009 :
Bando di cofinanziamento per la diffusione di azioni finalizzate al
miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane ed al
potenziamento del trasporto pubblico rivolto ai Comuni non
rientranti nelle aree metropolitane. Approvazione dell'attività e
dell'istanza di contributo.
D.G.C. n.52 del 03.02.2010 :
Bando di cofinanziamento per la diffusione di azioni finalizzate al
miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane ed al
potenziamento del trasporto pubblico rivolto ai Comuni non
rientranti nelle aree metropolitane. Progetto "Istituzione delle figure
del Mobility manager di Area e aziendali del Comune di Treviso e
delle strutture scolastiche firmatarie del Protocollo d'intesa per
l'attuazione di interevnti relativi alla mobilità sostenibile".
Approvazione del Piano Operativo di Dettaglio.
17
3.4 Depurazione verde e forestazione urbana
L’aumento delle superfici di terreno urbanizzate non ha solo un evidente impatto negativo sulla
tutela e conservazione delle acque e del suolo. La perdita del patrimonio boschivo e delle zone verdi con
la progressiva cementificazione e asfaltatura ha una diretta conseguenza sulla qualità dell’aria e sulle
condizioni climatiche nelle aree urbane: minor vegetazione vuol dire anche minor capacità di depurazione
dell’aria e riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2), uno dei principali gas climalteranti.
Oltre al più conosciuto processo di fotosintesi, ossia la capacità della vegetazione di assorbire le
emissioni di CO2, rallentando l’incremento in atmosfera dei gas serra prodotti dalle numerose forme di
combustione (petroli, carbone, metano, legna, ecc.), alcune specie arboree (ad esempio quelle a foglia
caduca), sono in grado di assorbire e trattenere due fra gli inquinati più complessi e pericolosi presenti
nell’atmosfera urbana: le polveri sottili, i composti organici volatili (COV), il monossido di carbonio
(CO), gli ossidi di azoto (NOx) e l’ozono troposferico (O3). Anche le piante ornamentali sono in grado di
svolgere un’azione depuratrice, come le barriere di siepi profonde, che sono in grado di abbattere in
qualche misura il piombo nell’aria che le attraversa. Inoltre, nell’ambiente cittadino alcune piante sono
validi indicatori dell’inquinamento atmosferico e del suolo.
Contemporaneamente bisogna considerare che l’inquinamento atmosferico, in particolare quello
prodotto dagli ossidanti fotochimici, rappresenta uno dei principali fattori di stress per la vegetazione. La
tossicità dell’aria si manifesta visibilmente sulle foglie, determina rallentamento della crescita e
accelerazione della senescenza.
Per queste ragioni la normativa sulla qualità dell’aria prevede, ad esempio per l’ozono, valori limite non
solo riferiti alla protezione della salute umana, ma anche alla protezione degli ecosistemi e della
vegetazione. L’ozono, infatti, è in grado di influenzare il meccanismo della fotosintesi, riducendo lo
sviluppo vegetativo di alcune specie.
In merito alle misure da applicare per la riduzione dell’ozono, lo stesso P.R.T.R.A. indica quali
interventi strutturali, l’incentivazione delle colture di specie vegetali e arboree non produttrici di
idrocarburi biogenici precursori dell’ozono, come i COV, e l’estensione della piantumazione nelle aree
più sensibili come parchi, scuole, asili, ospedali, sino ad arrivare ad un rapporto di un albero per ogni
cittadino (1).
Per questo è necessario considerare la forestazione urbana e l’incremento delle aree verdi
(individuando le specie da privilegiare) al pari delle altre infrastrutture che incidono sensibilmente nella
sostenibilità e qualità dell’ambiente cittadino.
Le azioni
Il rinnovamento dell’impianto urbano esige nuove e significative azioni di tutela degli equilibri
ecologici della città, riconoscendo la crescente richiesta di fruizione di un verde pubblico riportato a un
più alto grado di incidenza sull’ambiente urbano.
Nel quadro di un programma che intende promuovere la realizzazione di ampie superfici boscate, quali
agenti naturali di un miglioramento ambientale sotto più profili, sono state poste in atto le seguenti
azioni:
-
Bosco del respiro già realizzato, accogliendo anche una proposta dell’Associazione per la lotta
contro l’insufficienza respiratoria (ALIR), con piante che producono pollini a basso potere
allergizzante;
-
Bosco di Via Paludetti (bosco del respiro 2 o bosco semplice); in fase di realizzazione per
un’estensione di 3,65 ettari la cui forestazione è prevista mediante donazioni celebrative, da
parte dei cittadini, di piante appartenenti a specie arboree e arbustive specifiche, scelte in base
alla diffusione attuale, al potenziale di assorbimento di inquinanti e al rischio allergenico.
-------------------------------------------------(1) Regione del Veneto, P.R.T.R.A., pag. 203 e pagg. 221- 224
18
3.1
Le infrastrutture digitali
Un importante contributo alla razionalizzazione/riduzione delle esigenze degli spostamenti di
persone e merci deriva dal sempre maggiore sviluppo delle infrastrutture digitali che offrono
servizi sempre più efficienti all’utenza.
La progressiva diffusione di tali strumenti e reti di comunicazione (telefonia cellulare, internet
anche in mobilità, ecc.) consente infatti l’accesso in tempo reale ai servizi offerti dai diversi
operatori, aumentando il livello dei dati forniti all’utenza e personalizzando le informazioni in
funzione delle specifiche esigenze. Le nuove tecnologie inserite negli “smartphone”, forniscono
numerosissime possibilità, anche in relazione all’integrazione con la tecnologia satellitare GPS che
consente, ad esempio, la razionalizzazione dei percorsi e, più in generale, di ottenere la riduzione
della domanda di mobilità (telelavoro, l’home-banking, il commercio elettronico, i telepagamenti, la
consultazione di documenti da remoto, ecc.) che determina, di fatto, un minor numero di
spostamenti e quindi il conseguente minor tasso di emissioni di rifiuti gassosi in atmosfera.
Il Comune di Treviso, a partire dal 1999, con incarico conferito al settore Ambiente, ha
iniziato a predisporre il piano di localizzazione per gli impianti di telefonia mobile, al fine di al fine
di regolamentare il rilascio delle autorizzazioni e di corrispondere alle richieste di maggiore tutela
espressa dai cittadini anche alla luce della D. G. R. n. 5268, del 29 dicembre 1998.
L’attività è stata avviata costituendo un data base informativo territoriale, con il rilievo degli
elementi cospicui e rilevanti ai fini pianificatori (stazioni radi base, elettrodotti, impianti
radiotelevisivi, siti sensibili, chiese e campanili, proprietà pubbliche quali aree verdi, edifici
comunali, strade prioritarie, vincoli urbanistici/paesaggistici/ambientali) che sono stati rappresentati
su apposita cartografia del territorio comunale.
E’ stata quindi elaborata una pianificazione pluriennale delle necessità infrastrutturali evidenziate
dai gestori, che ha portato all’individuazione, in via generale, di una rete per il servizio pubblico di
telefonia mobile, costituita da circa 240 s.r.b. per i sei gestori, previsione ridotta poi a 160 s.r.b. in
seguito al fallimento di due gestori.
Attualmente si sta implementando lo standard di telefonia mobile denominato LTE (Long Term
Evolution) – 3,5G (o impropriamente 4G) – che, in funzione della categoria del termine (e della
qualità del canale), sarà in grado di gestire connessioni dati fino a 100 Mbps di picco di downlink e
50 Mbps in unplink.
Tali performance di rete, sono ottenibili mediante l’impiego di una modulazione radio molto più
efficiente e da nuove tecniche di processamento dei segnali digitali che consentono trasmissioni di
flussi dati paralleli su antenne multiple in trasmissione ed in ricezione e da una nuova architettura
della rete che riduce sensibilmente i tempi di ritardo tra gli elementi della rete stessa.
La successiva versione dello standard LTE-Advanced rappresenterà il vero passaggio alla quarta
generazione. L’LTE-Advanced introdurrà ulteriori miglioramenti portando la banda massima in
download fino a 1 Gbit/s e in upload a 500 Mbit/s.
19
4.
Patto dei Sindaci
In aggiunta alle sopraelencate azioni, il Comune di Treviso ha colto una importante opportunità volta a
perseguire la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti dell’aria aderendo all’iniziativa denominata
“Covenant of Mayors” (Patto dei Sindaci), promossa dalla comunità europea nell’ambito delle azioni
finalizzate a ridurre le emissioni di gas climalteranti (CO2), riconoscendo che avrebbe altresì inciso nella
riduzione degli altri inquinanti atmosferici.
L’adesione al Patto dei Sindaci, avvenuta con D.C.C. n.38, del 27.7.2011, ha comportato la predisposizione:
- dell’Inventario Base delle Emissioni (IBE) che costituisce una fotografia della situazione energetica
comunale rispetto all’anno di riferimento adottato (2006), ricavato dall’analisi dei consumi elettrici e
termici delle fonti fisse (edifici e processi industriali) e mobili (motori / traffico);
- del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), che definisce le politiche energetiche che il
Comune di Treviso intende adottare al fine di perseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni di
CO2 entro il 2020.
Il PAES, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale con D.C.C. n.37, del 25.7.2012, prevede 29
azioni, le cui attuazioni porteranno ad una riduzione delle emissioni di CO2 di quasi 60.000 tonnellate,
rispettando così l’obiettivo finale di riduzione del 20% di CO2 (contribuendo, parallelamente, alla riduzione
degli altri inquinanti atmosferici), rispetto all’anno di riferimento prescelto (2006).
Le tematiche considerate nel PAES sono trasversali rispetto ai vari settori dell’Amministrazione
comunale, pertanto ogni futuro sviluppo a livello urbano dovrà tenere in considerazione quanto previsto dal
Piano d’Azione: il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della CO2 (e degli altri inquinanti atmosferici)
avviene infatti mediante l’applicazione di tecnologie convenzionali e attraverso il perseguimento di una
razionalizzazione in termini di sinergia degli interventi e di coordinamento a livello di governance con il
coinvolgimento dei vari portatori di interesse (stakeholders) che partecipano allo sviluppo socio-economico
del territorio.
Le principali azioni previste annoverano, in sintesi:
- il settore edilizio che rappresenta un comparto particolarmente energivoro. Le azioni previste sono
rivolte sia alle nuove costruzioni che al patrimonio edilizio esistente; in particolare per le nuove
costruzioni le misure adottate devono essere finalizzate ad aumentare il numero di edifici caratterizzati
da prestazioni energetiche più elevate rispetto a quelle vigenti a livello nazionale o regionale mentre,
per quanto riguarda gli edifici esistenti, dovranno essere individuati gli interventi di efficientamento
energetico da applicare nei diversi sotto-settori considerati (edilizia pubblica e privata residenziale,
edilizia scolastica, terziario, ecc.);
- l’impostazione di un sistema di mobilità che promuova all’interno dell’area urbana il miglioramento
delle condizioni di accessibilità mediante modalità alternative di trasporto, privilegiando il trasporto
pubblico locale e la modalità ciclabile e pedonale;
- l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, che permettono di ridurre la dipendenza da fonti energetiche
tradizionali non rinnovabili come i combustibili fossili e di attuare una politica di effettiva riduzione
delle emissioni di gas climalteranti. In questo senso è strettamente necessario attuare politiche
energetiche locali che valorizzino le specifiche caratteristiche del territorio. La produzione di energia
elettrica e termica su base locale si stanno imponendo come un fattore chiave della politica di
diversificazione delle fonti e di sostenibilità ambientale.
L’energia solare, da biomasse, idroelettrica da piccoli impianti, geotermica, la cogenerazione e la
trigenerazione, possono essere infatti le chiavi di una politica di generazione energetica locale che,
combinata ad una ottimizzazione degli usi e ad una politica di risparmio energetico allargata ai diversi
ambiti di consumo, porta ad una riduzione della dipendenza dai grossi impianti di potenza (e
dell’acquisto di energia dall’estero) con conseguenti effetti positivi connessi alla riduzione delle
emissioni di gas climalteranti ed alla riduzione dei costi;
- un sistema di pianificazione territoriale moderno ed aggiornabile, attraverso la messa a punto di una
sinergia (concettuale e temporale) tra piani e programmi e l’inserimento di criteri ambientali ed
energetici nei processi di predisposizione degli strumenti urbanistici e di settore;
- una politica di acquisti verdi;
20
- l’impostazione di processi di sensibilizzazione, formazione e partecipazione con il reperimento di
spazi di confronto e divulgazione, la messa a punto delle iniziative, il progetto di corsi di formazione
ecc., orientati, come contenuto e metodo, al principio di sostenibilità ed all’educazione alle corrette
abitudini al consumo ed al risparmio energetico.
Considerato dunque che il PAES è allo stesso tempo un documento di attuazione delle politiche
energetiche ed uno strumento di comunicazione verso gli stakeholders, ma anche un documento condiviso a
livello politico e sociale all’interno dell’Amministrazione comunale e della collettività cittadina, è stato
predisposto un opportuno Protocollo di Intesa tra Comune e stakeholders con la finalità di avviare il processo
virtuoso di coinvolgimento/opportunità nei confronti dei settori produttivi, finanziari come banche e Esco,
professionali rappresentati dalle rispettive associazioni di categoria, nonché dei gestori dei servizi di
trasporto pubblico, delle aziende municipalizzate locali e dei distributori di energia elettrica e gas.
Pertanto, il Piano Antismog del Comune di Treviso, oltre alle azioni di carattere emergenziale/strutturale
attuate anno per anno durante la stagione critica per l’inquinamento atmosferico, si configura e si esplica
altresì nel perseguire, da parte di tutte le strutture coinvolte, le 29 azioni previste nel PAES, il cui elenco è
rappresentato nella seguente tabella:
21
5.
A)
Provvedimenti emergenziali per la stagione critica 2012-2013
Provvedimenti per la limitazione del consumo di carburanti fossili per trazione
il divieto di circolazione su tutto il territorio comunale, con le modalità e le eccezioni di seguito
indicate, nel periodo tra il 26 novembre 2012 ed il 21 dicembre 2012 e tra il 7 gennaio 2013 ed il 30
aprile 2013, dal lunedì al venerdì, escluse le giornate festive infrasettimanali, dalle ore 8.00 alle ore
12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00, alle seguenti categorie di veicoli:
1. autoveicoli, come individuati all’art. 54, lettere a,b,c,d,e,f,g,h,i,l,m,n, (*) del D.Lgs 30.4.1992,
n°285 “Nuovo Codice della Strada” ad accensione comandata (benzina) e ad accensione
spontanea (diesel) non rispondenti alle direttive Euro 3 e successive;
2. motoveicoli e ciclomotori a 2 tempi, immatricolati prima del 17 Giugno 1999 o comunque non
rispondenti alle direttive 97/24/CE Cap.5 (Euro 1).
Resta esclusa dal blocco della circolazione di cui trattasi solo il tratto di S.R. n° 53 (la strada Tangenziale).
Le auto munite di bollino blu sono comunque soggette alle misure di limitazione della circolazione stradale
di cui alla presente ordinanza.
E’ fatto altresì obbligo, su tutto il territorio comunale, per l’intero periodo dal xx.yy.2012 al 30 aprile 2013,
di spegnimento dei motori per tutte le soste maggiori di 1 minuto, con esclusione dei veicoli frigoriferi (della
cosiddetta catena del freddo) adibiti al trasporto di merci deperibili.
Eccezioni
Sono escluse dai divieti di cui al precedente punto 1) le seguenti categorie di veicoli:
1. veicoli alimentati a GPL o a gas metano purché utilizzino per la circolazione dinamica esclusivamente
GPL o gas metano;
2. veicoli a emissione zero o ibridi purché funzionanti a motore elettrico;
3. veicoli alimentati a gasolio classificati “Euro 2”, quando dotati di efficaci sistemi di abbattimento delle
polveri sottili, per dotazione di fabbrica o per successiva installazione, omologati ai sensi della vigente
normativa (ad esempio F.A.P.) e la cui installazione e/o aggiornamento siano annotati nella carta di
circolazione;
4. autobus adibiti al servizio pubblico ed al servizio di Enti, Aziende, Comunità e Scuole;
5. veicoli immatricolati ai sensi dell’art.138 del D.Lgs. 30,4.1992, n.285, “Nuovo Codice della Strada”;
veicoli dei Corpi e Servizi Polizia Stradale ed altri veicoli, sempre al servizio dei Corpi e Servizi di
Polizia, con targa non civile (anche targhe sotto copertura) o per i cui accertamenti tecnici,
immatricolazione e rilascio documenti di circolazione, si applica quanto previsto dal comma 1 dell’art.
138 del D.Lgs. 285/1992;
6. veicoli degli Enti Locali; Trevisoservizi S.p.a.; ATS Servizi, S.p.a.; AIM S.p.a. (compresi i veicoli che
operano in dipendenza di contratti d’appalto dal Comune e dalle Aziende Speciali e previa esposizione di
una nota del Comune o dell’Azione da Speciale stessa); ULSS; Poste; ENEL; Istituti di Vigilanza
privata; i veicoli blindati destinati al trasporto valori disciplinati dal decreto del Ministero dei Trasporti
2.2.1998, n.332; mezzi adibiti alla rimozione forzata dei veicoli ed al soccorso stradale, e i veicoli adibiti
esclusivamente al pronto intervento su impianti, essenziali al funzionamento delle comunicazioni, dei
servizi dell’acqua - luce - gas, alla gestione di emergenza di impianti (ascensori, caldaie, sistemi
informatici, ecc.); adibiti al trasporto di derrate deperibili; farmaci, quotidiani e periodici alle edicole,
nonché quelli necessari a garantire il funzionamento dei servizi pubblici essenziali rientranti nell’ambito
dell’elencazione di cui all’art. 1, lettera a), b) c) d) ed e) della legge 12.6.1990 “Norme sull’esercizio del
diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona
costituzionalmente tutelati” (compresi i veicoli al servizio dei mezzi d’informazione privata), purché
siano tutti facilmente individuabili da scritte o particolari simboli di riconoscimento esterni applicati alle
fiancate della carrozzeria del mezzo di trasporto;
7. veicoli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari, muniti di
apposito contrassegno distintivo; veicoli dei paramedici e dei tecnici ospedalieri o case di cura in
servizio di reperibilità, nonché i veicoli di associazioni o imprese che svolgono assistenza sanitaria e/o
sociale;
8. veicoli adibiti al servizio di portatori di handicap (muniti di contrassegno); di soggetti affetti
da gravi patologie documentate con certificazione rilasciata dagli Enti competenti o autocertificazione,
ivi comprese le persone che hanno subito un trapianto di organi o che sono immunodepresse; delle
persone sottoposte a terapie indispensabili ed indifferibili;
cure, analisi e visite mediche; delle persone impegnate nell’assistenza a ricoverati in luoghi
di cura, nel proprio domicilio o nei servizi residenziali per autosufficienti e non;
9. veicoli dei lavoratori dipendenti o autonomi con certificazione dell’orario di lavoro rilasciata
dall’impresa o dall’ente presso cui prestano la loro opera, quando dalla certificazione risulti un orario di
inizio o fine turno tale da non consentire l’uso del mezzo pubblico (da documentare mediante “titolo
autorizzatorio”);
10. veicoli di lavoratori dipendenti o autonomi con certificazione rilasciata dall’impresa o dall’ente presso
cui prestano la loro opera e da cui risulti che la sede dell’azienda, dell’ente o l’abitazione del lavoratore
non sono normalmente servite dai mezzi pubblici di trasporto (da documentare mediante “titolo
autorizzatorio”);
11. veicoli adibiti a cerimonie nuziali o funebri, o di altre cerimonie religiose e relativi ed eventuali veicoli al
seguito; i conducenti dovranno essere provvisti di autocertificazione;
12. veicoli che effettuano il car-pooling, ossia che trasportino almeno tre persone a bordo, quale promozione
dell’uso collettivo dell’auto e per incentivare l’adozione di piani di mobility management aziendale;
13. veicoli al servizio di persone che si devono recare alla stazione ferroviaria o a porti ed aeroporti, per
accompagnare o per prelevare passeggeri di treni e/o autobus, compresi coloro che devono utilizzare i
mezzi di trasporto ferroviari e/o ferrotranviari; i conducenti dovranno essere provvisti di
autocertificazione o di biglietto e/o abbonamento treni/autobus;
14. taxi e veicoli in servizio di noleggio con conducente;
15. veicoli degli ospiti degli alberghi, strutture ricettive simili, case d’accoglienza, o dei loro
accompagnatori, situati nell’area interdetta, limitatamente al percorso necessario all’andata e al ritorno
dall’albergo, struttura ricettiva simile o dalla casa d’accoglienza, con obbligo di esposizione di copia
della prenotazione o, in alternativa, provvisti di autocertificazione;
24
16. veicoli delle autoscuole adibiti alle esercitazioni alla guida muniti di apposito contrassegno rilasciato dal
Dipartimento Trasporti Terrestri – Ufficio Provinciale di Treviso, nonché i veicoli dei candidati agli
esami per il rilascio della patente di guida; in quest’ultimo caso, i conducenti dovranno essere provvisti
di autocertificazione;
17. veicoli che debbano recarsi alla revisione obbligatoria (comprovata da documentazione dell’ufficio della
Motorizzazione Civile o dei Centri di Revisione autorizzati), limitatamente al percorso necessario
all’andata e al ritorno; i conducenti dovranno essere provvisti di autocertificazione;
18. veicoli dei sacerdoti e dei ministri del culto di qualsiasi confessione per gli adempimenti del proprio
ministero;
19. veicoli d’epoca e di interesse storico e collezionistico così definiti e classificati dal Nuovo Codice della
Strada, art. 60 – D.Lgs. n.285/92, iscritti negli appositi registri tenuti dalle Associazioni riconosciute o
aderenti alla specifica Federazione Internazionale. I conducenti di detti veicoli dovranno avere idonea
documentazione a bordo riferita all’iscrizione o certificazione che comprovi l’appartenenza alle
associazioni aderenti alle specifiche federazioni internazionali;
20. veicoli condotti da farmacisti titolari in servizio o da direttori di farmacia, muniti di idoneo documento
comprovante la propria attività lavorativa, limitatamente ad un’ora prima ed un’ora dopo l’apertura e la
chiusura dell’attività. I conducenti dovranno essere muniti di autocertificazione;
21. veicoli usati per il trasporto dei bambini e dei ragazzi da/per gli asili nido, le scuole dell’infanzia, le
scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado, limitatamente al percorso casa-scuola e
limitatamente alla mezz’ora prima e dopo l’orario di inizio e fine delle lezioni o di altre attività
organizzate in orario extrascolastico dagli istituti di appartenenza; gli accompagnatori dovranno essere in
possesso di autocertificazione, con l’indicazione degli orari di entrata ed uscita dei bambini e dei ragazzi;
22. veicoli dei donatori di sangue muniti di appuntamento per la donazione;
23. veicoli degli operatori sanitari in servizio di reperibilità, degli operatori e delle associazioni ed imprese
che svolgono servizio di assistenza sanitaria o sociale, nonché dei familiari dei soggetti che usufruiscono
dell’assistenza domiciliare integrata (da documentare con le modalità previste dal “titolo
autorizzatorio”);
24. veicoli dei professionisti incaricati della sicurezza dei cantieri ai sensi dei D. Lgs. 81/2008 per
sopralluoghi di carattere di urgenza. I conducenti dovranno essere muniti di autocertificazione;
25. veicoli di trasporto di pasti confezionati per le mense o comunità;
26. veicoli al servizio degli operatori assegnatari di posteggio nei mercati centrali e rionali, limitatamente
alle giornate in cui è in vigore la limitazione alla circolazione secondo quanto disposto dal prese3nte
provvedimento (con l’invito ad usare i veicoli nella fascia oraria in cui la circolazione è consentita per
tutti i veicoli);
27. veicoli utilizzati da direttori e giudici di gara per recarsi al luogo della manifestazione, lungo gli itinerari
strettamente necessari per i relativi spostamenti. I conducenti dovranno essere muniti di
autocertificazione;
28. veicoli adibiti al trasporto collettivo delle società sportive per l’accompagnamento di giovani atleti
(massima categoria giovanissimi) verso le strutture sportive, limitatamente al percorso casa - impianto
sportivo e limitatamente ai 60 minuti prima e dopo l’inizio e la fine degli allenamenti, muniti anche di
chiara identificazione (logo della società) con l’attestazione degli orari da parte del presidente/legale
rappresentante della società sportiva.
25
B)
Provvedimenti per la limitazione del consumo di combustibili fossili per il riscaldamento degli
edifici
la limitazione del consumo di combustibili fossili per il riscaldamento, nell’intero periodo dal 26
novembre 2012 al 30 aprile 2013, secondo le modalità e le eccezioni di seguito indicate:
• negli edifici classificati, in base al D.P.R. n.412/93, con le sigle E.1 (edifici adibiti a residenza e
assimilabili), E.2 (edifici adibiti a uffici e assimilabili), E.4 (edifici adibiti ad attività ricreative o di
culto e assimilabili), E.5 (edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili), E.6 (edifici adibiti
ad attività sportive), la temperatura non dovrà essere superiore a 19° C, con la tolleranza di +2° C;
•
negli edifici classificati, in base al D.P.R. n.412/93, con la sigla E.8 (edifici adibiti ad attività
industriali ed artigianali e assimilabili), la temperatura non deve essere superiore a 17° C, con la
tolleranza di +2° C.
Prescrizioni per tutti gli edifici
•
E’ vietata la climatizzazione dei seguenti spazi dell’abitazione o ambienti ad essa
complementari: box, garage, cantine, ripostigli, scale primarie e secondarie che collegano spazi
di abitazione con cantine, box e garage;
•
E’ vietato l’utilizzo di apparecchi scaldanti funzionanti a biomassa legnosa, come definita nella
norma UNI CEN/TS 14588, appartenenti alle seguenti categorie:
- camini aperti;
- camini chiusi, stufe e qualunque altro apparecchio domestico, alimentati a biomassa
legnosa che non garantiscano un rendimento energetico ≥ al 63 % ed emissioni di
monossido di carbonio (CO) ≤ 0,5 %.
•
E’ concesso l’utilizzo di apparecchi scaldanti che non assicurino tale rendimento minimo solo
nel caso di edifici isolati, temporaneamente sprovvisti di impianto di riscaldamento regolare.
La qualità del pellet per gli impianti ed i singoli apparecchi termici alimentati con tale tipologia di
combustibile deve essere comprovata tramite certificazione della conformità della norma UNI EN 14961-2
classe di qualità A1 e A2 del combustibile.
L’installazione degli impianti e dei singoli apparecchi termici deve essere effettuata da parte di installatori
qualificati e formati, con rilascio di apposito documento attestante l'operazione.
Per gli impianti o apparecchi installati negli anni solari precedenti l’anno solare in corso deve essere
effettuata la manutenzione sull'impianto o sull'apparecchio e sulla canna fumaria da parte di operatori
qualificati e formati, con rilascio di apposito documento attestante l'operazione.
26
Raccomandazioni
1. Bruciare legna secca stagionata (con tenore di umidità uguale o inferiore a 40%). Il legno secco si accende
e brucia facilmente mentre all’aumentare del tenore di umidità aumenta la difficoltà di accensione.
2. Bruciare legna di dimensioni adeguate, evitando pezzi lunghi più di 40 cm e larghi più di 15 cm. Pezzi più
piccoli permettono un migliore stoccaggio della legna prima dell’uso e generalmente bruciano meglio.
3. Non utilizzare legna trattata, legname scarto proveniente dalla demolizione e dalla ristrutturazione degli
edifici, quello costituito da imballaggi (bancali) o mobili di legno usati, la formica, il compensato anche
frammisti con altra legna da ardere.
4. Non utilizzare il legno impregnato, verniciato o trattato, anche se solo frammisto con altra legna da ardere.
La combustione di questo legno può liberare sostanze tossiche ed il suo utilizzo è consentito solo in impianti
di combustione attrezzati per controllare gli inquinanti che si generano.
5. Non bruciare carta plastificata, sostanze artificiali di qualsiasi tipo, confezioni o contenitori (tetrapak). Chi
brucia questi materiali produce gas nocivi e polveri e, allo stesso tempo, danneggia l’impianto.
6. Per accendere la fiamma utilizzare la giusta quantità di legna finemente spaccata e molto secca o carta di
giornale (non utilizzare carta patinata, di riviste o settimanali).
7. Scegliere il rivenditore più affidabile, cui rivolgere le migliori raccomandazioni. Chiedere di poter visitare
l’area magazzino per ispezionare la legna e per stimare, con un campione, la lunghezza del pezzi e la
dimensione della catasta. Cercare legna pulita. Sabbia e fango sulla legna la rendono meno conveniente.
8. Quando si compra legna verde, umida o bagnata, si sta pagando anche l’acqua in questa presente. E buona
norma dunque acquistare la legna durante il periodo estivo (giugno-luglio) poiché essendo il taglio dei boschi
eseguito prevalentemente in autunno, si può essere sicuri che questa sia stagionata da circa un anno.
9. È importante accatastare la legna acquistata in un luogo protetto in modo tale che possa continuare il
processo di stagionatura.
Controllo della combustione
1. Il fumo deve essere quasi invisibile (la fuoriuscita di fumo denso dal camino di colore dal giallo al grigio
scuro, determina maggiore inquinamento).
2. La fiamma blu o rosso chiaro indica una buona combustione (fiamme rosse o rosso scuro significano
cattiva combustione).
3. La cenere deve essere grigio chiaro o bianca (cenere scura e pesante e testa del camino sporca di nero
indicano una cattiva combustione).
4. Non devono essere avvertiti odori (la presenza di odori implica che si stanno formando e quindi respirando
sostanze nocive).
5. Devono prodursi poca fuliggine nei camini e basso consumo di combustibile (la presenza di molta
fuliggine indica che c’è anche un elevato consumo di combustibile).
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6. Lasciare sempre il controllo dell’aria completamente aperto finché nella camera di combustione c’è
fiamma viva o se la camera stessa è ancora ben riscaldata. Non spegnere il controllo dell’aria per tutto il
tempo in cui il fuoco langue. La legna dovrebbe bruciare con fiamma gialla finché non è ridotta a carbonella.
Se il fuoco langue, spaccare il legno in pezzi più piccoli e usare più di un pezzo per ciascun carico.
3) Divieto di combustioni all’aperto
con le seguenti deroghe:
- distruzione di materiale infetto tramite il fuoco relativamente alla lotta obbligatoria contro la
Processionaria del pino e contro il Cancro colorato del platano, rispettando le modalità e adottando le
precauzioni stabilite dalla normativa vigente;
- tralci delle viti, solamente se soggetti ad obbligo di combustione (per disposizione regionale, con
finalità antiparassitaria);
- prove pratiche condotte dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
- preparazione dei cibi occasionale, a condizione di non recare molestia o disturbo al vicinato;
28
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