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CURIOSO COME GEORGE Età consigliata dai 4 anni Genere Animazione Titolo originale Curious George Regia Matthew O’Callaghan Origine Usa, 2006 Durata 99’ Distribuzione U.I.P. Per risollevare le sorti del museo archeologico Bloomsberry di New York e impedire che al suo posto venga costruito un parcheggio, l’anziano direttore decide di partire per l’Africa alla ricerca dell’idolo di Zagawa, appartenuto a un’antica tribù, e di riportarlo in America. Il giovane cicerone Ted s’improvvisa archeologo e si offre di partire in missione al suo posto. Scortato da una guida locale Ted, dopo l’incontro con la scimmietta George, trova una statuetta raffigurante l’idolo. Il signor Bloomsberry però si aspetta una statua alta dodici metri e ha già organizzato una conferenza stampa e una mostra per presentarla al pubblico, realizzando perfino gadget pubblicitari. Così Ted rientra a New York e si prepara a essere licenziato. Nel frattempo George, che lo aveva seguito nel viaggio di ritorno, lo trascina in una serie di situazioni imbarazzanti: Ted deve nascondere la scimmia nel suo appartamento perché il padrone di casa non vuole animali nel condominio e il portiere Ivan è intransigente nel pretendere il rispetto delle regole; è costretto a rincorrerla allo zoo e a volare appeso ai palloncini per raggiungerla; deve precipitarsi nell’appartamento di una cantante sua vicina di casa perché l’animale ne ha imbrattato le pareti con vernici colorate… A questo punto Ted rimanda George nel suo habitat naturale ma poi, preso dal rimorso, la raggiunge. In Africa questa volta l’archeologo con l’aiuto della scimmietta trova l’idolo originale di dimensioni macroscopiche. La mostra ha un clamoroso successo e determina la rinascita del museo. “Il modo migliore per apprendere è fare esperienza e lasciarsi guidare dalla curiosità”. (Ted) Scimmietta socievole e dalla curiosità insaziabile, George fu ideato e disegnato nel 1941 dai coniugi tedeschi Hans August e Margret Rey, i quali ne hanno fatto il protagonista di una serie di libri per l’infanzia famosissima in ambito anglosassone, in particolare negli Stati Uniti, e tradotta in diciassette lingue. L’autografo dell’autore si ritrova sull’imbarcazione che conduce George in Africa per la seconda volta, battezzata appunto H.A. Rey. La prima vera trasposizione cinematografica delle avventure di questo animaletto, dopo difficoltà finanziarie durate un decennio, è stata coprodotta da Ron Howard, regista di film di grande successo come “Apollo 13” e “Il Codice da Vinci”, ma soprattutto indimenticabile Ricky Cunningham della celeberrima serie “Happy Days”, pietra miliare della cultura televisiva statunitense. Il regista a cui è stata affidata è Matthew O’Callaghan, autore precedentemente di “Topolino - Strepitoso Natale”, di scuola disneyana: si tratta infatti di un lungometraggio d’animazione classico, realizzato in due dimensioni e in 3D solo per i fondali, con disegnatori veri, computer quasi inesistente e ambientazione essenziale. La grafica, infantile e rispettosa dei libri originali, è caratterizzata da caldi colori pastello, forme tondeggianti, fluidità approssimativa nei movimenti e sfondi lasciati in secondo piano. Marca distintiva del lavoro è pertanto la semplicità della storia e dello sguardo, che lo rende adatto anche a bambini molto piccoli, fornendo loro un quadro d’insieme esemplare: si sottolinea l’importanza 8 del rispetto per gli animali, della tenacia nelle cose in cui si crede, dell’avventura come motore di creatività. Non mancano tuttavia spunti curiosi anche per un pubblico adulto e più sofisticato. In primo luogo tutti gli snodi principali dell’intreccio sono basati su proiettori che dilatano le proporzioni delle figure e rivelano così verità inattese, proprio come il cinema: la fotografia scattata in Africa e mandata tramite il telefono cellulare da Ted al signor Bloomsberry fa sembrare la statuetta alta pochi centimetri un’opera imponente, il fascio di luce del proiettore costruito dall’inventore Clovis genera il medesimo effetto, e quando lo stesso proiettore viene trasportato sul furgone da Ted riproduce un’immagine gigantesca di George sulle facciate dei grattacieli di New York, seminando il panico tra gli automobilisti e la folla dei passanti. Secondariamente, questa immagine alterata della scimmietta riporta alla memoria la celebre passeggiata nella metropoli del gorilla “King Kong”, protagonista dell’omonimo film, mentre Ted, giovane guida timida e impacciata che si improvvisa esploratore in partenza per l’Africa con una inconfondibile tenuta gialla, risulta una gustosa parodia di “Indiana Jones”. Avventura e amicizia, senso di libertà e divertimento, fascino per l’incognito che desta curiosità caratterizzano questo film d’animazione, che intreccia le atmosfere dinamiche e frenetiche proprie del contesto metropolitano con quelle dense di libertà e imprevisti tipiche della savana e delle foreste africane. Il lungometraggio, ispirandosi al genere avventuroso senza però tralasciare aspetti legati alla magia del fiabesco, punta l’attenzione sul recupero di valori come l’amicizia, l’altruismo, la solidarietà e il rispetto per l’ambiente e gli animali. Motore dell’azione per Ted è il desiderio di andare a curiosare oltre oceano in una terra assolata e incontaminata, ricca di vegetazione, abitata da animali liberi, per riportare in America un pezzo di storia di un’antica tribù africana. Quindi non è solo “curioso George”, come recita il titolo originale, ma prima di lui anche Ted. I due protagonisti compiono un doppio viaggio. Entrambi, spinti appunto dalla curiosità, vanno alla scoperta di una realtà ricca di novità, ma anche di imprevisti, che diventa occasione per recuperare la parte più innocente e pura di sé, quel senso di libertà che appartiene anche a chi vive fuori da schemi precostituiti. Entrambi soli per timidezza e temperamento, colmano questo vuoto recuperando un sentimento di affetto che li conduce a vivere insieme, attimo per attimo, il fascino di un percorso avventuroso aperto all’imprevisto e al cambiamento, all’incontro con l’altro e al divertimento, un’occasione per ritrovare se stessi e condividere esperienze bizzarre e insolite, tra fiaba e tradizione, sogno e realtà. Ted compie inoltre un viaggio di iniziazione e di crescita emotiva e psicologica: dall’incontro con George, sorprendente e denso di tenerezza, all’inevitabile e drastica separazione, dalla riflessione su ciò che sta accadendo dentro e intorno a lui al lieto fine, con il ritrovarsi che diventa occasione per far tesoro di preziosi valori come il rispetto per l’altro, la generosità e la capacità di non perdere l’entusiasmo e la gioia di vivere tipici della fanciullezza. Proprio la fanciullezza e l’innocenza caratterizzano ogni gesto e comportamento di George, scimmietta curiosa, talvolta impertinente, ma bisognosa d’affetto come dimostra il suo immediato attaccamento a Ted.Va sottolineato che George è un personaggio che non parla, a differenza della stragrande maggioranza degli animali nei film d’animazione, quindi il suo 9 legame con Ted appare più naturale e realistico. I dialoghi, nella loro semplicità fluidi ed efficaci, e il disegno che unisce tratti della tradizionale scuola disneyana alla modernità dello stile giapponese, caratterizzano bene i personaggi, che risultano quasi tutti simpatici, compreso il cattivo Junior, figlio del direttore Bloomsberry, il quale soffre di complesso di inferiorità e prova invidia e gelosia nei confronti di Ted perché vede che è tenuto in grandissima considerazione da suo padre. Questo triangolo di rapporti, fin troppo caricaturale nella sua rappresentazione, risulta forse un limite del film. Suggestivi risultano gli ambienti e le ampie distese dell’Africa delle sequenze iniziali, come anche gli angusti e popolosi spazi della città, tra grattacieli, strade affollate di persone e automobili, colori accesi che portano una ventata di allegria.Ad accompagnare i protagonisti in questa girandola di avvenimenti sono le sequenze musicali dei brani scritti e interpretati da Jack Johnson and Friends, il cui ritmo incalzante segue ogni loro vicissitudine tra l’imprevisto e il divertimento, e la colonna sonora di Heitor Pereira. Tutta la pellicola ha un’impostazione fortemente didattica, condensata in un messaggio centrale: il modo migliore per apprendere è fare esperienza e lasciarsi guidare dalla curiosità. Forte è la preoccupazione degli autori di non suggerire comportamenti sbagliati agli spettatori più piccoli: addirittura, quando verso la fine della storia Ted lancia l’auto a tutta velocità per raggiungere nel porto l’imbarcazione su cui si trova George, si rivolge con lo sguardo in macchina direttamente al pubblico esclamando: “Bambini, non imitatemi!” Il risultato finale è un film adatto a un pubblico di giovanissimi per i contenuti, espressi con immediatezza e genuinità, ma anche per le atmosfere fiabesche che lasciano spazio all’immaginazione. a cura di Silvia Savoldelli SPUNTI DI RIFLESSIONE • Quali sono le caratteristiche principali di Ted? Durante lo svolgimento della storia rimangono immutate o cambiano in qualche aspetto? • George è una scimmietta simpatica, ma anche molto dispettosa. Prova a fare un elenco in parallelo dei suoi pregi e dei suoi difetti. • Perché Junior non vuole che Ted riesca a raggiungere l’idolo e a diventare famoso? • Il portiere Ivan, la cantante lirica, l’inventore Clovis: quale di questi personaggi secondari ti è sembrato più divertente? Motiva la tua risposta. PERCORSI DIDATTICI • Che cosa è un idolo? Con l’aiuto dei tuoi insegnanti, scopri i diversi significati che può assumere questo vocabolo. • Sei mai stato a visitare un museo, oppure una mostra? Eri con la scuola o con la tua famiglia? Racconta. • Immagina di poter scegliere la meta di un viaggio. Preferiresti partire per New York o per l’Africa? Perché? 10