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In collaborazione con L’ALTA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TORTONA DELLA BASSA VALLE SCRIVIA Foto: Controluce PROVINCIA DI ALESSANDRIA Progetto grafico: Pietro Cordelli_Art Director QUALITA’ B A S S A V A L L E S C R I V I A. T U T T A U N ’ A L T A Q U A L I T À’. BASSA VALLE SCRIVIA TUTTA UN’ALTA QUALITA’. Alluvioni Cambio’ Alzano Scrivia Castelnuovo Scrivia Guazzora Isola S. Antonio Molino dei Torti Pontecurone Sale BASSA VALLE SCRIVIA L’idea di collegare un territorio che si adagia sul torrente Scrivia e che ne rappresenta la fase ultima del percorso delle acque ad un marchio di qualità è sorta per una duplice ragione: l’elevata qualità delle coltivazioni e la professionalità degli imprenditori agricoli occupati. La Bassa Valle Scrivia che comprende i comuni di Alzano Scrivia, Guazzora, Isola S. Antonio, Molino dei Torti, Castelnuovo Scrivia e i baricentrici Pontecurone, Sale ed Alluvioni Cambiò è storicamente un territorio legato all’imprenditoria agricola e ad una vasta espansione nelle campagne grazie soprattutto alla ricchezza dei propri terreni. L’iniziativa congiunta delle amministrazioni comunali con la Provincia di Alessandria, la Regione Piemonte ed altri enti partecipati non vuole essere un’imposizione dall’alto di un marchio di qualità. Significa, piuttosto, l’opportunità per gli agricoltori di dare un valore aggiunto alle proprie produzioni. Coloro che lo riterranno opportuno, nelle forme e nei modi che verranno studiati nel corso dell’anno, potranno chiedere l’utilizzo del marchio. Compito delle pubbliche amministrazioni sarà quello di supportare e di veicolare un’idea di ‘alta qualità’ delle nostre produzioni. Chi ha avuto l’opportunità di cibarsi dei prodotti della nostra terra sa che l’alta qualità alla quale si fa riferimento non è un capriccio campanilistico. E’ la traduzione del lavoro accurato che si svolge nelle nostre campagne, nell’amore per il proprio mestiere, nell’elevata professionalità degli imprenditori agricoli. In un momento di profonda crisi del settore, di certezze che vanno scomparendo e di un allontanamento dalle campagne crediamo sia giusto e doveroso supportare l’attività con la veicolazione di un marchio che possa contribuire ad aumentare il ‘peso’ commerciale dei prodotti delle nostre terre. Giusto, doveroso e, soprattutto, sincero. SEDANO_A LLUVIONI C AMBIO’ FAGIOLI_A LZANO S CRIVIA PATATE E SPINACI_CASTELNUOVO SCRIVIA PATATE_G UAZZORA MELONE_I SOLA S. A NTONIO AGLIO_M OLINO DEI T ORTI CIPOLLA_P ONTECURONE GRISSINI E ZUCCHINE_S ALE IL SEDANO ALLUVIONI CAMBIO’ SEDANO. Famiglia: Umbelliferae. Specie: Apium graveolens L. Nota specie spontanea della zona mediterranea già nell’antichità, come testimoniato da citazioni storiche e letterarie tra cui quella di Omero nell’Odissea, veniva impiegata come erba medicinale, per incoronare gli atleti e per guarnire le corone sepolcrali. La sua coltivazione a scopo alimentare è stata avviata in Italia tra il 1500 e il 1600. Ortaggio molto esigente dal punto di vista idrico, il sedano contiene un’essenza, la sedanina, responsabile del tipico aroma. A G O S T O SAGRA DEL SEDANO BASSA VALLE SCRIVIA La Bassa Valle Scrivia è una delle zone più vocate per la coltivazione del sedano che predilige terreni di medio impasto, profondi, fertili e freschi, tipici di quest’area di origine alluvionale. Queste condizioni, garantendo un’elevata qualità del prodotto, hanno permesso l’inserimento del “Sedano di Alluvioni Cambiò” nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del Piemonte. La coltivazione, prati- cata dalla primavera all’autunno, avviene in pieno campo utilizzando cultivar di grande pregio a coste di colore bianco o verde caratterizzate, oltre che dall’eccezionale croccantezza, dall’aroma gradevole e delicato l’una, più saporito e gustoso l’altra. Tipicamente piemontese è l’abbinamento del sedano alla bagna caöda al quale viene dedicata la tradizionale sagra. In età medioevale sul territorio esisteva Sparvara, un grosso villaggio con pieve e castello citato nel Diploma Imperiale del 1311 ed infeudato da Bianca Maria Visconti nel 1466 agli omonimi conti il cui casato si estinse nel 1768. Nella storia di questi luoghi gli eventi alluvionali sono sempre stati un motivo ricorrente con effetto devastante sulla conformazione del territorio. Gli abitanti ebbero però la meglio sulla natura e attorno a poche case in terra e legno, costruite sulla sponda destra del fiume, sopravvissute ad una spaventosa piena del 1716, venne eretto l’oratorio dedicato a San Carlo. Con l’avvento di Napoleone, dopo la battaglia di Marengo, la Giunta Esecutiva del Piemonte, con decreto del 14 aprile 1801, istituì il Comune delle Alluvioni di Cambiò. Nella prima metà dell’Ottocento, per via della sua collocazione sulla strada del genovesato che metteva in comunicazione con la Svizzera, il Comune rivestì un’importante posizione strategica per la riscossione dei pedaggi in quanto le sponde del Po, collegate tra loro con i traghetti, segnavano il confine tra Francia e Italia. Nel 1818 al Comune delle Alluvioni di Cambiò, privato dell’Isola di Sant’Antonio, fu accorpato il territorio di Grava che fino a quel momento apparteneva a Bassignana. Personaggio illustre: Francesco Mensi (Grava 1800 - Alessandria 1888) pittore. DA VEDERE. La Parrocchiale di San Carlo. Riedificata a partire dal 1850 sulle basi di una preesistente costruzione ad una sola navata e risalente alla seconda metà del Settecento. Facciata e decorazioni interne sono del 1900. La Gipsoteca “Giovanni Taverna”, ricca di una collezione di gessi e terracotte realizzati dal valente scultore alluvionese allievo di Leonardo Bistolfi. La Parrocchiale di Sant’Anna a Grava (1787) a croce greca, con una maestosa cupola; all’interno un pregevole altare in marmi policromi, preziose tele e capitelli di ordine corinzio. Al ‘700 risale il nobile palazzo Bellingeri che si affaccia sulla piazza della chiesa. SETTEMBRE FRAZIONE GRAVA SAGRA DEL SALAMINO I FAGIOLI ALZANO SCRIVIA FAGIOLO. Famiglia: Fabacae. Specie: Phaseolus vulgaris. Coltivati in Messico già 7000 anni fa. Dopo che Cristoforo Colombo lo scoprì nel suo secondo viaggio a Cuba, gli Spagnoli e i Portoghesi introdussero il fagiolo in Europa nel XVI secolo. Famoso è il fagiolo “lingua di fuoco” di Alzano Scrivia che, probabilmente per la composizione del terreno in cui viene coltivato si presenta di colore rosso vivo ed è un’apprezzata specialità gastronomica. L U G L I O SAGRA DEL FAGIOLO BASSA VALLE SCRIVIA Alzano Scrivia piccolo centro della Bassa Valle Scrivia, collocato tra Alessandria, Tortona e Voghera, ha ancora una forte tradizione agricola incentrata nell’orticoltura, in particolare nella produzione di patate, spinaci, sedano, cavoli e fagioli. Famoso è il fagiolo “lingua di fuoco” di Alzano Scrivia che, probabilmente per la composizione del terreno in cui viene coltivato (zona golenale del torrente Scrivia) si presenta di colore rosso vivo ed è un’apprezzata specialità gastronomica. Dai primi anni 80 e sino al 1994 in Alzano Scrivia si svolgeva una rinomata “Sagra del Fagiolo”; la qualità “lingua di fuoco” era così conosciuta che, nei cataloghi delle maggiori ditte fornitrici di sementi, si associava la provenienza: Alzano Scrivia. Da quest’anno, durante la “Sagra dei Fagioli” che viene riproposta nel mese di luglio, si potrà assaporare la tradizionale e gustosa pasta e fagioli. Il toponimo deriva da “Acianum”, vale a dire “villa di Atius”, presumibilmente un nobile. La prima notizia di una località chiamata Alzano risale al 973 d.C. Nell’atto di vendita datato 18 aprile di quell’anno il prete Roprando acquistò dal marchese Lamberto quarantacinque corti, fra cui è menzionata anche la curtis di Accani. Diversi furono i signori di Alzano, dai Cistercensi di Lucedio, al comune di Tortona (1127) al vescovo di Tortona Giseprando; dal 1314 al 1447 dominio visconteo, dal 1450 al 1526 dominio sforzesco, spagnolo dal 1526 al 1568, della famiglia genovese dei Marini dal 1568; ultimi signori di Alzano furono i Torti. Fino al 1924 il Comune era denominato solamente Alzano. Personaggi illustri Giovanni Marcello Zampolini (1888 Alzano Scrivia - 1948 Lima) pittore che ottenne successi in tutto il mondo ed in particolare in America. Pier Felice Balduzzi (1832 Alzano Scrivia-1894 Alessandria) classicista, letterato e poeta. DA VEDERE. La Chiesa della Natività di Maria. Edificata a partire dal 1846 sulle fondamenta dell’edificio preesistente, l’antica chiesa di cui si fa menzione nel 1127. Di forme neoclassiche, presenta, all’interno, quattro tele seicentesche di autore sconosciuto, rappresentanti San Sebastiano, Santa Caterina da Siena, Sant’Antonio da Padova e San Gerolamo. Sulla facciata una riproduzione della Natività, opera bronzea del vogherese Casati. PATATE E SPINACI CASTELNUOVO SCRIVIA PATATE. Famiglia: Solanaceae. Specie: Solanum tuberosum. Originaria dell’America latina, dove veniva coltivata dagli Incas e dagli Aztechi. Introdotta in Europa nel Cinquecento il suo nome attuale deriva dalla parola caraibica “batata”, che indica la patata dolce. SPINACI. Famiglia: Chenopodiacee. Specie: Spinacio oleracea. Provenienti dall’Asia sudoccidentale e introdotti in Europa attorno al 1100 durante le crociate o dai maomettani durante le loro invasioni, gli spinaci sono tra i prodotti ortofrutticoli più diffusi nel mondo. O T T O B R E SAGRA DELLE SAGRE BASSA VALLE SCRIVIA I primi insediamenti nel nostro territo rio sono di epoca romana, attestate dalle tracce di centuriazione e dai molti reperti rinvenuti nelle zone di San Damiano, Bovera, Goide, Ova e Cadè. Il nucleo abitato sorse intorno al 370 d.C. ad opera degli Alemanni e soprattutto nel 500 per opera degli Ostrogoti di Teodorico, potenziato successivamente nel 722 dal re longobardo Liutprando. Le vicende più note si riferiscono al medioevo quando Castelnuovo, di parte Ghibellina, fu alleato di Federico Barbarossa e partecipò alla distruzione di Tortona (1155) ottenendo in cambio opere pubbliche, immunità e privilegi, tra i quali il diritto di collocare sulla torre la bandiera comunale e di avere l’esclusiva del mercato del gualdo (erba utilizzata per tingere le stoffe di colore turchino). Dopo un breve periodo come libero comune divenne feudo del ducato di Milano e tra i feudatari va ricordato Borso d’Este che nel periodo 1443-1445 diede impulso alle attività economiche e culturali. In tale epoca Castelnuovo divenne un centro di grande importanza ed assai ricco, testimoniato dalle ampie case costruite in quel periodo di cui rimane traccia evidente. Tra gli uomini illustri, il più noto è senz’altro Matteo Bandello (1484-1561) celebre per le sue novelle. Ad una di queste si ispirò Shakespeare per la sua celebre “Giulietta e Romeo”. A Castelnuovo la lunga serie di iniziative è aperta a marzo con la festa di San Giuseppe; segue San Desiderio, il 23 maggio, è l’occasione per la rievocazione storica che negli ultimi anni riscuote un vasto consenso. Evento clou è lo spettacolo pirotecnico aereo, il lunedì dopo la quarta domenica d’agosto: una tradizione secolare grazie alla famiglia castelnovese dei Beltrame, artigiani pirotecnici di inizio novecento. Al fitto calendario si vanno ad aggiungere le manifestazioni annuali organizzate dal Centro Studi Bandello, che ha sede a Castelnuovo Scrivia. DA VEDERE. La Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, romanica del secolo XII, restaurata nel XVI secolo e a fine1800. Il Palazzo Pretorio (Castello dei Torriani e dei Bandello) del XIV secolo, con porticato ogivale, bifore, balconcino e con l’antica torre merlata alta 39 metri. La Chiesa di Sant’Ignazio, secentesca, con attiguo il collegio e la Chiesa di San Rocco. Palazzo Centurione, esempio di architettura genovese del XVII secolo, ora sede del Municipio. Sulla strada per Molino dei Torti, il grande Arco secentesco, una delle cinque porte che consentivano il passaggio attraverso la cinta muraria. LE PATATE GUAZZORA PATATE. Famiglia: Solanaceae. Specie: Solanum tuberosum. Originaria dell’America latina, in particolare del Perù, Bolivia e Messico. La sua coltivazione si fa risalire alla civiltà degli Incas e degli Aztechi. Venne introdotta in Europa nel Cinquecento e per alcuni decenni fu considerata come pianta ornamentale. Il suo nome attuale deriva da “batata”, parola caraibica che denota a patata dolce. A G O S T O S A G R A D E L L A PATATA BASSA VALLE SCRIVIA La coltivazione della patata a Guazzora risale all’inizio del secolo, la produzione è di 20.000 q.li l’anno circa ed è estesa su una superficie di 50 ettari. Diversi sono i tempi di semina e raccolta durante l’anno delle diverse varietà coltiva te, tutte con un uso specifico nelle prepara zioni culinarie. Nell’area vengono coltivati anche vari ortaggi, meloni e angurie, barbabietole da zucchero, mais e grano. Ogni anno dopo ferragosto, in concomitanza con la ricorrenza religiosa della Madonna Assunta, viene organizzata la “Sagra della Patata” con la degustazione di “Gnocchi di patate” e dei piatti tipici della Bassa Valle Scrivia. Contemporaneamente ha luogo la Corsa Ciclistica “Trofeo Bassa Valle Scrivia”. Gara che risale agli anni del Primo Giro d’Italia e annovera tra i partecipanti illustri campioni del presente e del passato, come Fausto Coppi, a cui è dedicato un monumento sito nell’omonima piazza. Nel XII sec. il paese era detto Guadatorium per la presenza di un servizio di traghetto. Nel corso del XII sec. si parla di una Curte Guazzatoria. I primi insediamenti sorsero tra il XII e il XIII sec.; sin dal 1100 si stabilì a Guadatorium una famiglia nobiliare, i Curti o de Corte: ai quali nel 1314, Matteo Visconti affidò il castello di Montemerlo, per assicurarsi il passaggio del Po. Nel 1412 il conte di Pavia decise di conferire ai nobili della Guazzatoria l’immunità, l’imperio sui sudditi e la possibilità di eleggere un podestà per l’amministrazione della giustizia. Guazzora, si legge in una visita pastorale anteriore al 1606, non era cintata da mura ma difesa da un Castello. A partire dal 1644 i Corti riuscirono ad ottenere dal Comune di Pavia un particolare previlegio al fine di ampliare i loro possessi. Nel 1667 Carlo Conti decise di lasciare la sua parte del feudo, il Cassinone, al Vescovo di Tortona, e anche Aureliano Beccaria fece altrettanto cedendolo ai padri Barnabiti. Nel XVIII sec. Guazzora divenne feudo dei nobili Biglia. DA VEDERE. La Chiesa dell’ Assunta. Parrocchiale. Già cappella dei padri barnabiti. All’interno un pregevole organo di fabbricazione “Mentasti” del 1850 da poco restaurato ed utilizzato per concerti; un’ altare barocco di stile genovese e una statua in rame sbalzato della Vergine risalente alla metà del XIX sec. Inoltre il “Cassinone”, villa Settecentesca già residenza estiva del Vescovo di Tortona. IL MELONE ISOLA S.ANTONIO MELONE. Famiglia: Cucurbitacee. Specie: Cucumis melo. Pianta erbacea originaria dell’Asia Tropicale e dell’Africa, è costituita da un fusto strisciante e fiori di colore giallo. Il frutto della pianta ha polpa farinosa, succosa e zuccherina, molto profumata di colore giallo, bianco o verdastro. Alcuni dipinti trovati ad Ercolano testimoniano che l’introduzione di questa coltura in Italia risale all’era cristiana. Plinio il Vecchio racconta che piacevano moltissimo all’Imperatore Tiberio. Sarebbe stato re Carlo VIII a diffonderlo in Francia. L U G L I O SAGRA DEL MELONE BASSA VALLE SCRIVIA Le prime piantagioni di melone risalgono al 1950 e la loro produzione è legata alla tradizione tramandata di padre in figlio. La produzione si aggira dai 400 ai 500 q.li per ettaro. Nel territorio di Isola Sant’Antonio, il melone viene coltivato in serra e a pieno campo, con raccolta da inizio luglio a metà settembre, in un’area caratterizzata da un terreno adatto a produrre ortaggi pregiati. Altre coltivazioni di Isola Sant’Antonio sono: angurie, spinaci, cavoli-verze, zucchine, pomodori, insalata, zucche, peperoni. A tavola il melone è presente come antipasto, come dessert e come ingrediente per macedonie. Con i meloni si possono ottenere marmellate, mostarda, sottaceti. Durante la classica “Sagra del Melone”, a soddisfare i palati più raffinati, viene servito: Gelato al melone, Prosciutto crudo e melone, Melone al moscato e Risotto al melone. Il nome di Isola Sant’Antonio deriva dal fatto che fino ad un secolo fa, il territorio era circondato dalle acque del Po, del Tanaro e dello Scrivia. Anticamente era un aggregato di isole attraversate dai canali che ad ogni inondazione devastavano il territorio intorno. L’isola principale fu detta di S. Antonio poichè esisteva una cappella dedicata al Santo. In questa isola c’erano tre frazioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Nei documenti antichi fino alla metà del 1200 (e ancora oggi) Isola Sant’Antonio è comunemente chiamata Inferno. Si crede che questo nome sia stato dato a questa zona perché abitata da banditi detta “gente d’inferno”. Probabile l’origine del nome nella natura del terreno in quei tempi paludoso e selvaggio; così come si usa chiamare inferno certe località pericolose e tetre. La consacrazione definitiva del nome di Isola Sant’Antonio si ebbe nel 1818, quando il territorio fu eretto a Comune. Il primo nucleo di popolazione stabile, risale al 1545 ed era rappresentato da contadini che si insediarono nell’isola con lo scopo di coltivare e migliorare la superficie. Tra la frazione Inferno e il Purgatorio si trovava (e si trova) il campo del Diavolo. Il purgatorio fu interamente distrutto dal Po e gli abitanti si trasferirono in una zona che si chiamò Brusa Vecchia. DA VEDERE. La chiesa di Sant’Antonio da Padova. Parrocchiale, edificata nel 1819, il campanile è del 1827, l’orologio venne aggiunto nel 1838. Fu eretta in Parrocchia nel 1829. Il Centro Ricreativo Turistico Isolabella. Le Cappelle votive. L’AGLIO MOLINO DEI TORTI AGLIO. Famiglia: Liliaceae. Specie: Allium sativum. E’ una specie antichissima che non ha subìto grandi modificazioni nelle odierne coltivazioni. Citato per la prima volta da un erborista cinese vissuto circa 4.000 anni a.C. Pianta erbacea perenne, con foglie piatte e sottili, che raggiunge un’altezza di 30 cm. circa i cui bulbi sono composti da 8 a 15 spicchi. Contiene un olio essenziale responsabile dell’aroma tipico, in cui è contenuta l’allina, che una volta esposta all’aria si trasforma in allicina, e quest’ultima in disolfuro di allile, un composto con azione antibatterica e antimicotica. S E T T E M B R E S A G R A D E L L’ A G L I O BASSA VALLE SCRIVIA L’aglio di Molino dei Torti è annoverato tra i prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Piemonte, poiché i produttori di Molino non hanno mai abbandonato le tecniche tradizionali e, nel corso degli anni, il loro prodotto si è guadagnato un posto di rilievo sul palcoscenico nazionale. Le tecniche di coltivazione prevedono ancora oggi l’esercizio manuale di buona parte delle operazioni colturali che lo rendono unico sia nelle dimensioni del bulbo che nella colorazione particolarmente bianca della pelle. L’economia agricola di Molino dei Torti, in virtù delle caratteristiche geomorfologiche del territorio composto prevalentemente da depositi alluvionali e da suoli calcarei, privi di limitazioni e quindi adatti ad un’ampia scelta di colture agrarie, è fortemente orientata alle produzioni orticole quali: aglio, cipolle, patate, piselli e sedani così come la bietola da zucchero, i cereali vernini (frumento, orzo) e i cereali estivi (mais). A tavola, unito ad olio e peperoncino dona ai primi piatti un sapore unico ed inconfondibile. Molino dei Torti si trova a pochi chilometri da Castelnuovo Scrivia, sulla riva destra del fiume Scrivia, in prossimità della confluenza di quest’ultimo con il Po. Di Rotta si hanno notizie a partire dal 410 quando Alarico passò con il suo esercito per la bassa valle Scrivia lasciando un nutrito presidio a difesa del guado del Po. La parrocchia era dedicata a San Michele e constava di 190 anime. Le famiglie più importanti di Rotta dei Torti furono quelle dei Galli e dei Torti. Borso d’Este, nel 1443, conferma la sudditanza di Molino de’ Torti a Castelnuovo che dura fino al 1664, quando la comunità ottenne l’indipen- denza, che durò pochissimi anni. Solo nel 1788 ottenne l’autonomia comunale. L’ubicazione originaria dell’agglomerato era molto più vicino al Po, dal quale fu eroso. Si decise così di spostare le abitazioni nel sito attuale. Alcune fonti parlano di un castello: probabilmente di Montemerso o Montemerlo, costruito per volere di Federico II nel 1220 ed in seguito restaurato da Matteo Visconti. La vita di Molino e quella del castello tuttavia si sono svolte in maniera del tutto indipendente. DA VEDERE. La Parrocchia viene edificata nel 1585. La Chiesa attuale sorge sull’area dell’antico oratorio di San Francesco e venne costruita all’inizio del secolo scorso. Il Campanile è del 1928. All’interno è presente un imponente altare in marmi policromi; la facciata presenta un mosaico raffigurante la Madonna del Rosario. LE CIPOLLE PONTECURONE CIPOLLA. Famiglia: Liliaceae. Specie: Allium cepa. Il nome del genere Allium deriva dal celtico “ALL ” che significa caldo, che brucia; “CEPA” dal latino caput, perché è la più importante tra le “capitate”, provvista cioè di bulbo che volgarmente viene ancora oggi chiamato capo o testa (testa d’aglio, di cipolla). Originaria dell’Asia, coltivata in Babilonia, apprezzata da Romani, Egizi e Greci, oggi è diffusa e coltivata in tutto il mondo. Pianta biennale (annuale nelle colture), con bulbo semplice e foglie fistolose. E’una pianta che richiede buona fertilità del suolo e clima temperato. S E T T E M B R E SAGRA DELLA CIPOLLA BASSA VALLE SCRIVIA A Pontecurone si è cominciato a coltivare la cipolla nel lontano 1948 dalla Cascina Salvadora dei Signori Stringa, fino agli anni ’70 riprendendo la produzione intorno agli anni 1977/78 fino ad oggi e coltivando il bulbo in poco più di 10 ettari di terreno; negli anni ’80 i F.lli Ricotti hanno iniziato la coltivazione di tale bulbo incrementando di anno in anno la produzione. Nell’anno 2000 ne sono state prodotte più di 25.000 q.li. A Pontecurone la cipolla ha trovato terreno fertile poichè il suolo è di medio impasto idoneo alla coltivazione di tale ortaggio. Altre colture orticole presenti a Pontecurone sono il pomodoro da industria, il pisello proteico, la patata. Durante la ”Sagra della Cipolla”, la zuppa di cipolle rappresenta il matrimonio perfetto tra questo ortaggio e la buona tavola legata alle tradizioni del territorio. Il nome deriva dal latino pons Coronis o pontis Coronis, con riferimento evidente al ponte sul torrente Curone. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti risalenti al neolitico. Le prime popolazioni che iniziarono a stabilirsi nella zona furono alcuni gruppi di liguri e gallo-boi. Alla fine del II sec. a.C. Roma estese su tutto il territorio di Pontecurone il proprio dominio. Pochi anni prima del Mille, e più precisamente nel 962, Ottone I donò al monastero pavese di San Pietro in Ciel d’Oro alcuni possedimenti, tra i quali anche la località Pontem Coironum. In seguito Pontecurone ospitò per un certo periodo Federico I Barbarossa (1154). Nel corso del Trecento il borgo venne fortificato dai Visconti e nel 1482 entrò a far parte dei territori degli Sforza, per poi passare dopo sotto il controllo di Giacomo Medici. Gli ultimi feudatari furono gli Spinola di Los Balbassos. Il feudo di Pontecurone fu quindi venduto nel 1668. Da questo momento in poi la storia di Pontecurone segue quella del territorio circostante: il periodo Napoleonico, la celebre battaglia di Marengo nel 1800, e le guerre risorgimentali poi. Il 23 Giugno del 1872 nacque a Pontecurone San Luigi Orione, mentre sette anni più tardi furono edificati per volere di Giacomo Bossi l’ospedale, a lui intitolato, ed il campanile. Nel 1915, l’inaugurazione di una seconda fornace, testimonia lo sviluppo industriale. Nel 1930 venne edificato il monumento in onore dei caduti della Grande guerra. DA VEDERE. Oltre alla casa natale di San Luigi Orione, la Pieve di Santa Maria Assunta. Edificata prima dell’anno Mille, dotata di quattro canonicati e tre cappellanie, eretta dall’arciprete Don Matteo Torello. La Chiesa di San Giovanni, con tre cappellanie, eretta da Simone Passalacqua. L’oratorio di San Francesco, risalente al XVI sec., restaurato recentemente e contenente alcune opere tra cui una deposizione attribuita al Fiamminghino. La torre Trecentesca eretta al centro del paese è facente parte dell’antico palazzo comunale. Nell’attuale palazzo comunale sono conservate alcune pregevoli tele di Giovan Battista Carlone (XVII-XVIII sec.) GRISSINI E ZUCCHINE SALE ZUCCHINE. Famiglia: Cucurbitacee. Specie: Cucurbita pepo. Coltivata già da qualche millennio a.C., nell’America meridionale, venne importata in Europa solo dopo la scoperta dell’America. I Romani consumavano una cucurbita che oggi viene chiamata Lagenaria vulgaris, simile alla zucchina, sostituita in seguito dalle zucche e zucchi- Nelle Bassa Valle Scrivia la coltivazione delle zucchine riveste una discreta importanza dal momento che, in queste zone, la pianta trova le condizioni climatiche ideali per dare produzioni qualitativamente ed eco nomicamente interessanti, sia in estese colti vazioni di pien’aria, sia in orti a conduzione familiare. Anche i fiori delle zucchine, detti fiori di zucca, che crescono sulla sommità del vegetale, sono molto apprezzati, nelle frittate o ripieni e fritti. Da ricordare anche i tradizionali GRISSINI di Santo Stefano, fatti a mano, per i quali è in corso il riconoscimento a prodotto tipico ne provenienti dalle Americhe. e i classici BACI DI DAMA. Le origini di Sale risalgono al III-IV secolo dopo Cristo. Nel 490 i Goti si stabilizzarono in questi luoghi molto acquitrinosi dove vi costruirono una fortezza. Nella zona si trovavano già tre tribù denominate in seguito le “Tre Sale” dal termine “sail” della lingua gotica che significa “dimora”. Le Sale, indipendenti l’una dall’altra, vivevano attorno alle loro chiese: S.Siro, S. Giovanni e S. Calocero. M A G G I G I U G N O O SAGRA DELLA LASAGNA BASSA VALLE SCRIVIA Quando nel 553 Narsete, generale dell’impero di Bisanzio sconfisse l’ultimo esercito dei Goti il recinto fortificato rimase per lungo tempo disabitato finché le genti delle “tre sale” lo occuparono e vi posero la loro dimora. Di quell’epoca rimane una torre di vedetta, l’attuale campanile di S. Calocero. Dal 600 al 1000 gli abitanti delle Sale si trasferirono nel recinto fortificato, sorse così l’Oppidum Salarum. Il 24 giugno 1165 nella chiesa di Santa Maria e San Siro si riunirono i delegati dei pavesi e quelli dei tortonesi che firmarono la pace riconoscendo la supremazia di Pavia, alleata di Federico Barbarossa. Sale rimase ai Pavesi finchè non passò sotto la signoria dei Visconti, nel 1363. In seguito passò a Francesco Bussone, conte di Carmagnola quindi ai Visconti e agli Sforza. Dopo la vittoriosa conquista francese del ducato di Milano, il re Luigi XII investiva Sale al Cardinale D’Ambroise, che nel 1500 lo vendeva al pavese Bergonzio Botta, i cui eredi nel 1549 lo cederanno a Costanzo D’Adda di Milano. Dal 1535 al 1714 Sale fece parte del principato di Pavia. Dopo la pace di Aquisgrana nel 1748 passò definitivamente con l’Oltrepò pavese, sotto il dominio Sabaudo. Sale rimase nella provincia di Voghera fino al 1818, quindi aggregata alla provincia di Tortona. DA VEDERE. La chiesa di San Giovanni già ricordata per la prima volta nel 1009, in tardo stile gotico come il campanile in stile gotico e risalente al 1400. All’interno sono presenti affreschi del pittore Francesco Mensi eseguiti nel 1856. La chiesa di S. Maria e S. Siro risalente ai sec. XI-XII in stile gotico lombardo. La chiesa di S. Calocero edificata nel 1928 sulla preesistente facciata romanica rivestita di mattoni. Il Campanile è la costruzione più antica del paese ed è in stile romanico. L’ALTA QUALITA’ DELLA BASSA VALLE SCRIVIA Il progetto che vede protagonisti tutti i comuni della Bassa Valle Scrivia con la Provincia di Alessandria e il concorso della Regione Piemonte vuole essere un valido strumento a disposizione di chi si occupa del settore primario, l’agricoltura. Se è vero che la produzione orticola nella nostra zona ha un carattere di eccellenza per l’elevata professionalità degli imprenditori agricoli e per la ricchezza naturale dei terreni, è altrettanto vero che il confronto con un mercato sempre più difficile e condizionato dagli apporti esterni debba passare attraverso la qualità di ciò che si offre ai consumatori. BASSA VALLE SCRIVIA Intorno all’ idea di “Alta Qualità” ha preso corpo questa esperienza che intende supportare gli agricoltori e con loro tutti i cittadini che si avvicinano alla Bassa Valle Scrivia attraverso il consumo dei prodotti e per gli itinerari turistici. E quindi il nascere di iniziative spontanee e la veicolazione del marchio che sarà consegnato nell’anno 2006 al mercato, agli agricoltori e ai consumatori. PER INFORMAZIONI. Comune di Alluvioni Cambio’ Tel. (+39) 0131 848121 Fax (+39) 0131 848237 mail: [email protected] Comune di Alzano Scrivia Tel. (+39) 0131 854382 Fax (+39) 0131 854382 mail: [email protected] Comune di Castelnuovo Scrivia Tel. (+39) 0131 826125 info: 800 373973 Fax (+39) 0131 823088 mail: [email protected] Comune di Guazzora Tel. (+39) 0131 857149 Fax (+39) 0131 857329 mail: [email protected] BASSA VALLE SCRIVIA . TUTTA UN’ALTA QUALITA’. Comune di Isola S. Antonio Tel. (+39) 0131 857121 Fax. (+39) 0131 857475 mail: [email protected] [email protected] Comune di Molino dei Torti Tel. (+39) 0131 854361 Fax. (+39) 0131 854379 mail: [email protected] Comune di Pontecurone Tel. (+39) 0131 885211 Fax (+39) 0131 885217 mail: [email protected] Comune di Sale Tel. (+39) 0131 84178 Fax (+39) 0131 828288 mail: [email protected] NOVARA MILANO COME RAGGIUNGERE LA BASSA VALLE SCRIVIA. ISOLA S. ANTONIO MOLINO DEI TORTI ALLUVIONI CAMBIO’ PIACENZA GUAZZORA ALZANO S. SALE CASTELNUOVO S. © Istituto Geografico De Agostini 2005 Basi cartografiche a cura e per concessione dell’ Istituto Geografico De Agostini TORINO PONTECURONE VENTIMIGLIA GENOVA La Bassa Valle Scrivia dista 25 km da Alessandria, 75 km da Genova, 60 km da Milano, 48 km da Pavia, 70 km da Piacenza, 57 km da Asti e 115 km da Torino. E’ facilmente raggiungibile grazie all’importante nodo autostradale che si è formato nella sue vicinanze, tra la A7 (Milano-Genova), la A21 (Torino-Piacenza). A Castelnuovo Scrivia è presente il casello autostradale sulla A7. Verso la Bassa Valle Scrivia convergono, e ne attraversano il territorio, la S.S. n. 10 (che collega Torino a Piacenza) e la S.S. n. 35 (da Milano a Genova) mentre la S.S. 211 la unisce a Novara. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Genova, Milano Linate e Malpensa tutti nel raggio di 100 km; qualche km in più per Torino Caselle. Via ferrovia è raggiungibile da Tortona e da Voghera, dove si intersecano due importanti linee ferroviarie nazionali: la Bologna-Torino e la Genova-Milano. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Pontecurone.