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Ma è veramente quanto ci ha chiesto l`Europa?

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Ma è veramente quanto ci ha chiesto l`Europa?
ancAperta
Periodico della Banca del Cilento e Lucania Sud
Filiale del mese:
Francavilla in Sinni
7
Socio del mese:
Giancarlo Sergio
8
Anno V - numero 2 - Febbraio 2016
http://www.bcccilentoelucaniasud.it
Grande Lucania: una
Fondazione per lo sviluppo 10
Comunicazione: il
nuovo portale della BCC 15
La riforma del Credito Cooperativo varata dal Governo
Ma è veramente quanto
ci ha chiesto l’Europa?
Il punto del
Presidente
Francesco Castiello
Due riforme per la nostra BCC,
protagonista del progetto unitario
della categoria
I- All’adunanza del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio scorso ha assunto definitiva consistenza il nuovo
assetto del Credito Cooperativo.
Ci sarà una sola Capogruppo, frutto della fusione di ICCREA holding e di Cassa Centrale, cui aderirà la maggior parte delle BCC.
La società Capogruppo, che sarà partecipata per la
maggioranza del capitale dalle BCC, è chiamata ad
esercitare su di esse ampi controlli e ad impartire indirizzi strategici.
L’autonomia delle BCC integrate nel
Gruppo è direttamente proporzionale segue a pag. 2
Il punto del
Direttore Generale
Ciro Solimeno
Il decreto legge approvato rischia di creare
un vulnus nel mondo della cooperazione
Terza fase del credito italiano? A giudicare dal lungo e articolato dibattito sull’autoriforma del credito cooperativo e sul decreto legge approvato a metà febbraio dal Governo, sembra proprio che bisogna rispondere in
Bilancio 2015: continua il trend
modo affermativo a questo quesito. In Europa, dopo la fase di nascita del sistema di credito cooperativo, alla
fine del XIX secolo, il modello si perfeziona nel corso del Novecento, sino a raggiungere un sostanziale assetto
positivo per la Banca del Cilento e
istituzionale con la Legge Bancaria del ’93. Il fermento di quest’ultimo anno sull’autoregolamentazione e la
successiva approvazione del decreto legge in queste settimane, segna una sorta di nuovo corso del sistema della
Lucania Sud
cooperazione di credito italiano. “Effettivamente si possono individuare tre fasi” afferma il direttore generale
della Banca del Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimano. “C’è la fase iniziale” continua il direttore SolimePositivo il bilancio della Banca del Cilento e Lucania Sud
no “quella voluta dai padri fondatori, quella di Raiffeisen, ma anche quella di Leone XIII con la Rerum Novarum
approvato dal CdA nell’ultima riunione; continua il trend
da cui nacque la Cassa Rurale di Loreggio che in Italia, fa sorgere le Casse
positivo del risultato economico e si consolida il fondo
rurali vicine alle parrocchie ed alla cooperazione sociale minore, per rispon- Dai dubbi di costitupatrimoniale confermando che l’istituto di credito ha queldere alle esigenze del popolo e delle piccole società artigiane ed economiche.
la solidità tale da permettergli di affrontare il progetto di
zionalità sulla “way
Nasce, in questo periodo, il mondo della cooperazione cattolico e socialista. Ad
concentrazione in tutta tranquillità in corso con la Bcc di
onor del vero, per onestà intelletuale, bisogna riconoscere che anche durante out” all’aumento
Sassano. A parlarci di questo nuovo risultato è il direttore
il Ventennio, si riscontra rispetto per la cooperazione in generale e per quella delle quote di partecigenerale, dottor Ciro Solimeno. “Il Consiglio di Amminidi credito cooperativo in particolare, rispetto e riconoscimento che trovano pazione, dalla contenstrazione della nostra banca ha, in effetti, definito, le poste
riscontro nella Legge bancaria del 1936.
di bilancio e con esse sia il risultato economico che quello
dibilità dei patrimoni
Cosa succede con la Legge del 1993?
patrimoniale, nonché i cosiddetti fondi
alla privatizzazione
segue a pag. 3
La normativa del ’93 ha trasformato le istituzioni creditizie sociali, cioè le ex
propri.” Afferma il direttore Solimeno.
CRA, Casse Rurali ed Artigiane, in vere e proprie banche ancorché mantenen- dei fondi. Il credito
done la caratteristica di banca del territorio finalizzata all’assistenza creditizia cooperativo reggerà
sociale di base. Questa normativa, di conseguenza, ha comportato una grossa modifica delle ex CRA trasformandole in Bcc che hanno all’urto della riforassunto la caratteristica di banche universali. In sostanza, tali istituti, dal ’93 in poi, possono effettuare tutte le operazioni bancarie come ma emanata col DL
qualsiasi altro istituto di altro tipo. Ritornando alla prospettiva storica, possiamo quindi affermare che la Legge del ‘36 era quella della 18/2016?
specializzazione bancaria e divideva gli istituti a breve, a medio e a lungo termine, istituti a carattere sociale, casse di risparmio, popolari
e BCC. La legge del ‘93 ha rappresentato, invece, la normativa della despecializzazione del sistema bancario, sulla base del principio in
base al quale anche le BCC sono banche e possono effettuare tutte le operazioni degli altri istituti di credito, ovviamente nella misura in cui vi è la forza e la capacità interna di poter affrontare il mercato e, naturalmente, sotto il controllo della Banca d’Italia. Con le nuove normative economiche e bancarie europee che hanno comportato
l’istituzione di regole uniche del sistema bancario europeo è nata la necessità di rafforzare i sistemi bancari degli stati Membri tra cui l’Italia e, nell’ambito di ciò, nella
cooperazione di credito italiana.
Quali sono i sistemi di credito cooperativo esistenti attualmente in Europa?
In Europa ci sono diversi modelli. C’è il modello francese, il Crèdit Agricole, dove esiste una banca capogruppo in un sistema verticale: le banche segue alle pagg. 4 e 5
Il punto del Presidente Francesco Castiello
Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno
La nostra banca non si limiterà a sottoscrivere il contratto di coesione, ma sarà protagonista
del progetto unitario della categoria con apporto di idee, proposte e iniziative
Un ottimo risultato che permette di affrontare con tranquillità la fusione con la BCC di
Sassano
Le due riforme della nostra banca di credito
cooperativo
segue dalla prima
alla virtuosità nella gestione. Meglio la
singola BCC è amministrata e più i conti
sono in ordine, meno pervasivi e condizionanti saranno le interferenze e i controlli della holding, che possono plasticamente definirsi “a geometria variabile”.
L’integrazione delle BCC con la Capogruppo e i relativi rapporti restano regolati da un patto di coesione, che prevede
la garanzia in solido delle obbligazioni
assunte dalla Capogruppo medesima e
dalle singole BCC aderenti.
Tenuto conto del fatto che la dotazione complessiva è di circa 20 miliardi di
euro, si può ben dire che il Gruppo delle
Banche di Credito Cooperativo è il più
patrimonializzato in Italia. Poiché il patrimonio costituisce la “polizza di assicurazione” dei depositanti, ne consegue
continua dalla prima
che la clientela delle BCC è quella che
sarà meglio garantita. In definitiva, col
nuovo assetto, esse divengono le banche
più sicure del sistema e la sicurezza, di
questi tempi, è il marchio di qualità più
apprezzato.
II- Il riassetto della categoria si accompagna, inevitabilmente, all’accelerazione
delle concentrazioni. Queste, da tempo in
atto, vedranno accentuati fortemente i ritmi e ridotti i tempi.
I risparmiatori cercano, oggi, sicurezza
ed efficienza e queste non possono essere
garantite se non da banche che abbiano
raggiunto una certa consistenza.
Il Ministro dell’economia Padoan, proprio in concomitanza con la seduta del
Consiglio dei Ministri che ha approvato
l’autoriforma della categoria, ha preci-
sato che, come effetto unitario, la concentrazione è un processo tanto sicuro
quanto irreversibile.
III- La nostra banca non si limiterà a
sottoscrivere il contratto di coesione e
a integrarsi nel Gruppo che, secondo
le previsioni, si costituirà entro la fine
dell’anno, ma sarà protagonista del
progetto unitario della categoria con
apporto di idee, proposte e iniziative
In questa prospettiva la nostra banca
si vede impegnata a rafforzare e migliorare l’aspetto organizzativo nella
consapevolezza che è giunto il tempo
della “grande trasformazione”, incentrata sulle due riforme: quella della integrazione nel Gruppo delle BCC con
la sottoscrizione del patto di coesione
e quella di una stretta collaborazione con
altre BCC operanti in aree contigue che
condividano il disegno unitario complessivo, tanto da poter finanche confluire in
una grande Banca di Credito Cooperativo, ben patrimonializzata ed organizzata,
come tale in grado di salvaguardare la
propria autonomia nei confronti della Capogruppo e di assolvere più efficacemente il ruolo di banca di sviluppo delle economie locali, nel rispetto dei valori della
mutualità e dell’assenza di fini di speculazione privata, in conformità al modello
cooperativo voluto e tutelato dall’articolo
45 della Costituzione.
Rimane, però, forte la preoccupazione per alcuni aspetti del decreto che
tendono a indebolire la coerenza cooperativa
2
miliardo; la definizione di “patti di coesione” atti a regolare, secondo un principio di meritevolezza, il rapporto tra
BCC e Gruppo Bancario Cooperativo.
In attesa di conoscere compiutamente
l’articolato del provvedimento, preoccupazioni vengono però espresse riguardo
alla possibilità di consentire, alle BCC
oltre una certa soglia patrimoniale, la
cessione dell’attività bancaria ad una
Spa con un affrancamento delle riserve indivisibili. Una previsione, secondo
Federcasse, che va nel senso contrario
rispetto a quello ufficialmente perseguito, in quanto favorisce la frammentazione
bancaria e finisce con
lo scoraggiare il fare
banca con finalità mutualistiche, indebolendo
di fatto la “coerenza
cooperativa” dell’intero
sistema.
Oggi l’ordinamento cooperativo – ricorda Federcasse - difeso nei decenni da diversi attacchi
politici, prevede che, nel
caso di trasformazione di una cooperativa in Spa o altra forma societaria, le
riserve indivisibili e intangibili - anche
in ragione della specifica disciplina
fiscale che ne regola l’accumulazione
- debbano essere devolute a finalità di
interesse pubblico nel rispetto dell’articolo 45 della Costituzione che “riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza
fini di speculazione privata”.
Si teme, inoltre, che il provvedimento
non tenga conto delle specificità del
sistema delle Casse Raiffeisen altoatesine, riconosciute e tutelate nella proposta del Credito Cooperativo.
Secondo il presidente di Federcasse
Alessandro Azzi, “il provvedimento
passa adesso al vaglio del Parlamento
e ci auguriamo che in quella sede possa essere discusso approfonditamente e
migliorato. Proprio per evitare che la
riforma del Credito Cooperativo raggiunga obiettivi diversi da quelli che si
poneva in origine, vale a dire il consolidamento e l’irrobustimento delle aziende bancarie italiane”.
Il Comitato Esecutivo di Federcasse,
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
“Il risultato economico” continua il direttore generale “è stato positivo, in linea
con quello dell’anno scorso: superiamo il
milione e seicentomila euro di utile netto,
nonostante abbiamo sostenuto svalutazioni
superiori a quelle dell’anno scorso. I fondi
propri, invece, si incrementano di circa un
milione di euro; stiamo ormai poco sotto
i cinquanta milioni di euro e per una banca che ha venticinque anni, credo che sia
un risultato assolutamente positivo che ci
permette di andare avanti con tranquillità
nell’operazione di fusione che stiamo portando avanti con la consorella di Sassano.
Quindi, direttore, alla luce del bilancio
approvato, si può affermare che la Banca
del Cilento e Lucania Sud è più solida rispetto agli anni scorsi?
La BCC è certamente una banca solida, lo
è sempre stata, ora lo è diventata ancora di
più, anche perché con la nota di Bankitalia, di cui abbiamo già parlato nello scorso
numero di questo giornale, sono stati restituite alla banca tutte le potenzialità patrimoniali relative agli indici di cui era intrinsecamente dotata. Questo significa che
ha la capacità di governare bene il proprio
mercato di riferimento. In questo periodo,
inoltre, ancora difficile, un momento in
cui il movimento del credito cooperativo
e il sistema bancario è percorso da enormi
stravolgimenti, ma la nostra banca pro-
gramma bene la propria attività e la propria
strategia con grande serenità.
Più volte ci siamo soffermati sul rapporto banca, territorio e crisi: la BCC opera
sul territorio di competenza in tre regioni
e quattro province del Sud. A questa solidità della banca può corrispondere, a suo
avviso, una maggiore solidità dei sistemi
economici locali su uno scenario nazionale ancora incerto?
A livello nazionale il dato è quello che è
emerso in questi giorni, parliamo di uno
0,7 o 0,6 % di crescita. A livello locale,
purtroppo, non dobbiamo dimenticare che
stiamo al Sud e che siamo in una zona un
po’ periferica: l’ho detto più volte che qui si
vive di economia indotta. Il Cilento vive di
quello che succede di buono o di non buono in altre parti, perché durante il periodo
estivo poi si trasferiscono i flussi, quindi
è, in gran parte, la classica economia stagionale, ma questo non significa che non
è un’economia importante. È un’economia
che, specialmente dai risultati dell’ultima
estate, sta invertendo la tendenza degli ultimi anni e sta ricominciando a dare al territorio e alle aziende del territorio, quella
stabilità di cui si è sempre fregiata. Quanto
alla crisi, stiamo ancora un po’ nel guado,
la tendenza è positiva, ma la dobbiamo verificare tuttavia con l’andamento economico della prossima estate.
Viene approvato anche il bilancio della
consorella di Sassano, la BCC coinvolta
A fianco: filiale di Vallo e sullo sfondo la Palazzina
della direzione generale e degli organi collegiali.
Sopra : la filiale di Tortora (CS)
Federcasse: accolto l’impianto della proposta
di autoriforma
Il decreto legge con il quale il Consiglio dei Ministri ha avviato il percorso
di riforma del Credito Cooperativo, ha
accolto l’impianto della proposta presentata, sin dalla scorsa estate, dalle
Autorità dal Credito Cooperativo italiano.
Particolare rilievo, nel decreto legge
governativo, hanno – in tal senso - il
mantenimento del principio di autonomia e di mutualità delle singole BCC;
la previsione della costituzione di un
Gruppo Bancario Cooperativo con una
dotazione patrimoniale di almeno 1
Bilancio 2015: continua il trend positivo per
la BCC
nel progetto di aggregazione con la Banca del Cilento e Lucania Sud. Come sono
i conti di quella banca?
Dobbiamo fare una premessa, Bankitalia
aveva chiesto al nuovo CdA della Sassano e, successivamente a noi che ci siamo
proposti come partner per la futura aggregazione, una inversione di tendenza, una
discontinuità di gestione rispetto al passato, perché la zona del Vallo di Diano in cui
opera, in grande percentuale, la Sassano,
è una zona molto interessante da un punto di vista economico e merita un diverso
approccio. Il pacchetto clienti e soci della
Banca è già di tutto rispetto, ma negli ultimi anni c’erano state grosse fibrillazioni
all’interno della compagine sociale, fibrillazioni che avevano condizionato anche
l’andamento operativo della banca. D’accordo col nuovo CdA che ha preso in mano
le redini della banca in una situazione difficile come quella che descrivevo prima,
abbiamo convenuto che era opportuno
stilare un bilancio trasparenza. Sono state
percorse in lungo e in largo tutte le poste
di bilancio, individuando quelle che erano
le esistenti criticità, selezionando quelle
che erano anche le poste su cui bisognava
lavorare per renderle immediatamente trasparenti e reali. Tutto questo ha consentito
alla banca di approvare un bilancio di cambiamento di rotta, un bilancio in discontinuità rispetto al passato, realizzando quella
risposta che veniva richiesta da Bankitalia,
ma che era necessaria per la
banca stessa, indipendentemente dalla possibile fusione o
da altri fattori. Si è così avuto
modo di poter chiudere la parte
economica con una leggerissima perdita, parliamo di poco
più che centomila euro, ma che
solidifica la banca dal punto di
vista patrimoniale in quanto
tutto questo viene fuori da una
politica di maggiori accantonamenti, maggiori svalutazioni
e quindi, sostanzialmente, di riduzione del
rischio globale, riduzione del rischio esistente e del rischio potenziale. Tutto questo
ha fatto sì che si confermasse il patrimonio
esistente e addirittura si diminuissero le
poste a ponderazione più alta e quindi si
abbassasse l’incidenza del patrimonio sulle
complessive poste a rischio aumentando di
conseguenza il proprio valore. Quindi, sostanzialmente si è realizzata quell’ipotesi
scolastica dove un bilancio, ancorché da un
punto di vista estetico si presenta in leggera
perdita, sostanzialmente è un bilancio più
sano e migliore di quello degli anni precedenti, valorizzando meglio il proprio patrimonio e quindi la proprietà dei soci.
Questo significa che anche gli indici di
rischiosità di quella banca sono stati limitati?
Si, sono stati valutati meglio, in modo più
realistico e questo ha portato, ovviamente, ad una riduzione del rischio. Come
detto sono state individuate quali erano le
problematiche, sono state affrontate e rettificate adeguatamente e oggi la banca è
leggermente avviata verso un processo di
concreto risanamento. Certo, le debolezze
di fondo restano, perché, rispetto al rischio
globale, quella banca ha un patrimonio
troppo esiguo che è quasi impossibile farlo
implementare, e, di conseguenza, la necessità di addivenire ad una operazione di concentrazione con un’altra banca che ha un
patrimonio e una solidità diversa. Quello
che però interessava, era dare dei segnali ai
clienti, ai soci, all’organo di vigilanza e a
tutti quelli che si definiscono stakeholders
della banca, dei segnali, cioè, di assoluta inversione di tendenza e di chiarezza. Questo
hanno fatto gli organi di governo, direzione
e controllo, cui va un plauso, e lo hanno
fatto con la nostra piena condivisione.
A sinistra: la sede amministrativa della BCC di Sassano a Sala Consilina
A destra: la sede legale della Banca del Cilento e
Lucania Sud a Vallo della Lucania
Fusione: l’operazione andrà in porto entro
l’estate
L’aggiornamento dei dati di bilancio, richiesto da Bankitalia, è avvenuto: la
fusione avverrà nella seconda metà dell’anno
riunito oggi a Roma, conferma la validità dell’impianto costruito in collaborazione con le Autorità e condivide
le forti perplessità su alcune parti del
provvedimento. Ribadendo comunque,
all’unanimità, la volontà di procedere verso la realizzazione di un unico
Gruppo Bancario Cooperativo, il solo
in grado di consentire alle banche di
comunità di restare allo stesso tempo
autonome ma competitive all’interno di
quello che potrà diventare il terzo gruppo bancario del nostro Paese ed il primo per apporto di capitali interamente
italiani.
Comunicato stampa Federcasse
Sopra: Alessandro Azzi, presidente di Federcasse
“Banca d’Italia ci aveva chiesto di fare un
aggiornamento dei dati alla luce dell’approvazione del bilancio 2015, cosa che adesso è
avvenuta, nei prossimi giorni presenteremo
questo aggiornamento dei dati e ci aspettiamo
che nel giro di qualche mese l’operazione possa andare in porto.” Entro la prossima estate la
fusione tra la Banca del Cilento e Lucania Sud
e la BCC di Sassano, questo con le decisioni
dei rispettivi consigli di amministrazione e se i
tempi delineati dalla tabella di marcia verranno
rispettati. Nel caso contrario, si provvederà entro il secondo semestre di quest’anno. Il CdA
della Sassano ha intanto provveduto all’approvazione del bilancio. Era questa una delle tappe
con la quale si apriva concretamente il processo di aggregazione delle due BCC, una tappa
voluta dall’organo di vigilanza, come ricorda il
direttore della Banca del Cilento e
Lucania Sud, dottor Ciro Solimeno. “ Bankitalia” continua Solimeno “ ha chiesto a noi anche di
ipotizzare una tempistica possibile
in cui poter fare l’operazione, noi
la tempistica l’abbiamo individuata di concerto con la Federazione
Campana, che resta l’istituzione di
riferimento di questa operazione
perché così ha voluto Bankitalia
e così abbiamo voluto noi partner,
sia noi che la Sassano. Quindi ipotizziamo che
questa tempistica ci debba portare a poter celebrare l’operazione, se le rispettive assemblee
saranno d’accordo e, ovviamente, se lo sarà
l’organo di vigilanza, ipoteticamente dal prossimo I luglio. Se così non dovesse essere, magari
per problematiche tecniche, ogni data rimane
possibile entro il 31 dicembre.
Direttore, nella compagine sociale della Sassano si è notata qualche fibrillazione anche
in occasione degli incontri che sono stati fatti
in questi mesi scorsi. Questa fibrillazione c’è
ancora?
Bisogna distinguere. C’è la gran parte della
compagine sociale e questo l’abbiamo verificato in tutte le riunioni che abbiamo fatto, saranno
state tre, quattro credo. Ogni riunione ha visto
la presenza di oltre duecento persone, parliamo
quindi di una parte importante della compagine
sociale. La gran parte della compagine sociale, pur rendendosi conto della situazione della
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
banca e quindi esprime un giusto rammarico,
perché chiaramente alcuni di loro sono stati i
fautori di questa istituzione creditizia locale, si
è resa conto che l’operazione che viene prospettata è molto seria, è un’operazione concreta.
E’ un’operazione che può portare alla soluzione delle problematiche della Sassano. C’è poi
un’altra frangia, del tutto minoritaria, che muoveva, secondo me, da altre tipologie di analisi
e di interessi. A quest’ultima, l’operazione che
è stata fatta col bilancio ha dato già qualche risposta perché non si può continuare a parlare di
certe cose conoscendo quali sono le problematiche, perché molti di loro sono stati all’interno
del banca, e poi continuare a giocare sui numeri
o ad ipotizzare scenari che non avevano una
base di realtà. Oggi bisogna cominciare a ragionare con le cose che vengono effettivamente
fuori, quella che la normativa sui nuovi sistemi
contabili, definisce fair value, cioè “valutazione
reale”.
3
Riforma delle BCC: il contributo del Direttore Generale Solimeno
Riforma: il DL 18/2016 rischia di creare un vulnus insanabile nel mondo del credito
cooperativo
Il testo varato dal Governo crea problemi politici con la cooperazione italiana, problemi di interpretazione costituzionale in riferimento all’articolo 45 Costituzione, problemi sociali, giacché sottrae fondi costituiti in centinaia di anni dai cooperatori italiani per destinarli in ambienti contendibili e speculativi.
locali non sono altro che filiali, non hanno alcuna autonomia dal punto di vista industriale in quanto tutto è
diretto dalla capogruppo. C’è poi il modello olandese,
quello delle RaboBanck, dove esiste una capogruppo
ma ha natura di cooperativa. Le banche aderiscono
attraverso accordi con la capogruppo, sostanzialmente,
però, il modello è visto come sistema unico, quindi c’è
anche un unico sistema di vigilanza sulla capogruppo.
Esiste poi il sistema austro-tedesco che è molto simile
al nostro. Nello stesso
ci sono molte banche
Il modello austrodi piccole dimensioni a
tedesco del credito
carattere locale. In tale
cooperativo, quello sistema, queste banche
delle Raiffeisnprendono la denomiBank, prevede un
nazione di Raiffeisen
Bank , dal nome del pasistema di banche
autonome, collega- dre fondatore, Federico
Guglielmo Raiffeisen.
te da un vincolo di
A differenza del sistema
solidarietà (F.I.P.)
italiano, queste banche
che consente di
sono tutte banche autonome, ma sono forteaffrontare le crisi
mente collegate tra loro
delle singole banda vincoli di solidarietà,
che.
gestiti da un fondo di solidarietà (F.I.P.) di sistema che ha quasi un centinaio di anni ed è molto ricco.
La vera differenza rispetto al sistema italiano è questa;
il fondo consente di affrontare le crisi, o le probabili
crisi, delle singole banche in modo concreto, effettivo
in quanto si hanno i fondi per poter effettuare questo
tipo di attività.
In Italia invece come è regolato il sistema attualmente?
In Italia, l’organizzazione del credito cooperativo aderisce al mondo della cooperazione ed è organizzata su
due livelli, c’è un livello sociale e di rappresentanza che
è retto da una federazione nazionale, “Federcasse”,
organizzata a livello territoriale attraverso federazioni
regionali. Gli esponenti di questi organismi sono i presidenti delle BCC e svolgono essenzialmente un’attività
di rappresentanza di tutto il movimento della cooperazione di credito sotto il profilo dell’identità, della socialità, della fornitura di servizi specialistici di supporto
e quant’altro. Parallelamente, esiste poi il sistema tecnico, costituito da banche di primo livello, le BCC, che
in questo momento sono 364. Poi ci sono le banche di
secondo livello che sono partecipate dalle stesse BCC,
dalle altre banche di simile livello e dalla federazione
nazionale, sono in definitiva quelle che consentono a
tutte le BCC di poter competere sul mercato bancario
globale. Tutte queste banche sono tenute assieme dall’
interesse economico socialmente incrociate con le attività delle banche di primo e di secondo livello. Il tutto
è coordinato dal potere politico della Federazione. In
realtà, oggi non esiste un vero e proprio collante di tipo
giuridico che consenta a tutte queste entità di essere un
gruppo in senso tecnico.
Perché c’è la necessità di creare un gruppo tecnicogiuridico?
Il decreto legge che disciplina la riforma delle BCC,
varato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, che
poi recepisce, in qualche modo, le direttive di autori-
4
forma che il sistema stesso si è dato, mira
proprio a colmare questo gap. Mira cioè a
definire un collante effettivo tra il movimento
e le BCC. In pratica si mira a far sì che le
banche di credito cooperativo, tutte insieme, possano essere definite gruppo in senso
tecnico, quindi che possano mettere assieme
tutti i loro patrimoni per poter poi far fronte a tutti quelli che possono essere gli stati
di crisi. Questa è, in sostanza, la richiesta
che veniva dall’Europa. L’unione bancaria
europea è, oggi, principalmente fondata su
due istituti: la moneta unica, l’euro, e il sistema di gestione delle crisi, l’EBA. Per poter
aderire a questa precisa istanza dell’Unione
Bancaria Europea, il Governo ha emanato
questa nuova regolamentazione sulla base di un progetto di autoriforma generato dalla stessa Federazione. Il
decreto legge per il momento ha dettato dei capisaldi,
non ha fatto altro che, tenendo presente l’autoriforma
proposta, costruire la cornice entro cui bisogna definire contenuti. Questi contenuti saranno realizzati in
primis dal Parlamento, che dovrà convertire il decreto
in legge, saranno realizzati da Bankitalia che ha avuto il compito di modificare alcuni articoli della legge
bancaria per renderli applicabili ed attuativi rispetto ai
principi del decreto. Il tutto trasformando il decreto in
normativa di vigilanza. Una volta definite queste regole,
il mondo della cooperazione di credito poi ha diciotto
mesi di tempo per poter realizzare il gruppo, attraverso l’istituzione di una capogruppo, che dovrebbe essere
una Newco, una società nuova, dotata di licenza bancaria e dovrà svolgere quel ruolo di direzione, di indirizzo e di controllo su tutto il sistema della cooperazione
di credito. Allo stesso tempo dovrà gestire quelli che
sono i fondi comuni e i patrimoni comuni, finalizzando
gli stessi a prevenire o affrontare le situazioni di crisi. Questo è il quadro di riferimento, tutte le banche di
credito cooperativo possono e devono aderire a questo
sistema attraverso un patto parasociale, nel significato
tecnico del termine. Quest’ultimo viene definito “patto
di coesione”, patto col quale si delega alla capogruppo
la capacità di direzione, organizzazione e controllo. In
questo modo si realizza un modello di gruppo anche in
senso giuridico, un gruppo vero e proprio fondato su
cooperative che operano tutte assieme. L’unica differenza è data proprio dalla natura giuridica della capogruppo che il Governo ha voluto, per un problema di
snellezza operativa, non fosse una cooperativa, ma una
società per azioni, con un capitale minimo di un miliardo. Il decreto ha individuato, inoltre, anche una cosiddetta via di fuga per quelle banche di credito cooperativo che, dotate di una certa consistenza patrimoniale,
indicata in 200 ml minimo, non avessero la volontà di
aderire a questo gruppo.
Proprio su questo concetto di “way out”, si leggono
dai giornali rilievi polemici verso la normativa introdotta dal decreto. E’ così?
La norma specifica ha infatti previsto che, in determinate condizioni e parametri, che si possa anche non far
parte del gruppo unico. Per quello che si legge costantemente sulla stampa nazionale e su quella specializzata, sembra che questa ipotesi di way out sia fortemente avversata da quanti vedono in questa possibilità
un “vulnus” che corre il rischio di colpire
pesantemente tutta la cooperazione italiana,
partendo dalla cooperazione di credito. In
queste ultime settimane si sono addirittura
pronunciate parole forti da parte di qualche
esponente di rilievo della cooperazione, tacciando il decreto di eccessivo dirigismo. Si
sono utilizzati termini forti riferiti al ventennio quantunque, come dicevo, in quel periodo
v’è stata una grossa attenzione per il mondo
della cooperazione.
Allora, direttore, chiariamo due punti. In
primo luogo, si può ancora affermare che,
stando così le cose, possa ancora esistere un
concetto di autonomia del credito cooperativo? Inoltre, quale può essere il valore concreto di questa cosiddetta via di fuga?
Ragionando sulle cose e procedendo con ordine, l’autonomia del credito cooperativo esiste nella misura in cui
la BCC sia virtuosa o meno. In altri termini, il livello di
autonomia è direttamente proporzionale alla capacità
della BCC di saper stare sul mercato, più la banca è
virtuosa, più è autonoma. Nel caso una banca di credito
cooperativo sia poco virtuosa, ci sono dei meccanismi
che tendono a correggere il suo modo di agire, addirittura attraverso azioni di bocciatura del gruppo dirigente e della governance, con la finalità di riportarla
alla sana e prudente gestione. Questo è un meccanismo
che ha voluto sia la BCE che Bankitalia la quale dovrà
anche disciplinarne i contenuti tecnici nell’ambito della
cornice di cui si parlava. Su questo credo che, più o
meno, tutte le banche possano convenire: è evidente che
si vuol mettere a fattor comune quelli che sono sacrifici,
patrimoni, la vita delle singole Bcc, delle persone e di
una miriade di soci che vi operano. Non è giusto che per
iniziative di alcuni o per poca lungimiranza si mettano
a repentaglio risorse di una pluralità di persone. Su
questo punto attendiamo l’individuazione dei meccanismi tecnici.
Quanto alla way out?
Sull’altro aspetto, quello della cosiddetta via di fuga,
le correnti sono diverse. Alcune posizioni si basano su
presupposti giuridici, anche rispettabili. Affinché, infatti, si possa parlare di via di fuga, la possibilità cioè
che una banca di credito cooperativo non aderisca al
gruppo, occorre la presenza di due condizioni: la prima è che si abbia un patrimonio netto, e preciso il decreto parla di patrimonio netto, superiore a 200 ml di
euro e che si devolva al fisco il 20% a titolo di imposta.
Quest’ultima non è devoluzione di una parte delle riserve, come si è letto su alcuni giornali: le riserve restano
tutte, si pagano solo le tasse. L’altra condizione necessaria per la via di fuga è che bisogna trasformarsi in
società per azioni. Questo è il vero punto che secondo
me non va bene.
In che senso?
Individuo in questo, ma mi sembra che anche molti autorevoli interpreti di questa riforma lo dicano, un vulnus che addirittura potrebbe generare un ricorso alla
Corte Costituzionale.
Perché?
Perché in questo caso risorse accumulate in tanti anni
e in modo lento e parsimonioso godendo anche di una
fiscalità di vantaggio, si rendono disponibili ad un soggetto privato, che poi diventa soggetto speculativo, per
forma tecnica, con la costituzione di una SpA e quindi
stravolgendo completamente la natura e l’origine del
mondo della cooperazione, della socialità, del bene comune. A contrasto di questa deriva vi è l’articolo 45
della nostra Costituzione dove si legge che “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione
a carattere di mutualità e senza fini di speculazione
privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento
con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni
controlli, il carattere e le finalità”. In questo concordo
con chi ha sollevato questa problematica.
Mi sembra di aver letto anche altri tipi di eccezione su
questo punto, è così?
Esatto, ci sono altri tipi di posizioni, quelle del mondo della cooperazione, secondo le quali si individua
in questa possibilità un “vulnus” che rende attaccabili
i fondi della cooperazione. Oggi questa via di fuga è
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
resa possibile per la cooperazione di credito, visto che
si inserisce il nuovo principio secondo il quale pagando un’imposta si possano portar via questi fondi dal
mondo della cooperazione, domani questo principio
può riguardare altre cooperative di altro genere. Quindi la presa di posizione di quell’esponente importante
di Confcooperative, che ha affermato che nemmeno il
fascismo si era permesso di fare una cosa del genere,
trova riscontro in questo tipo di preoccupazione.
Applicando questo criterio vi sarebbero quinOggi la via di fuga
di meno garanzie?
è resa possibile per
Vi sarebbero meno risorse, non solo quella cooperazione di
le esistenti, ma anche
credito, visto che si
potenziali future.
inserisce il nuovo prin- quelle
Oggi parliamo di quello
cipio secondo il quale
che è stato scritto nelle
pagando un’imposta
due pagine del decreto,
poi bisogna vedere il
si possano portar via
questi fondi dal mondo quadro normativo che
della cooperazione, do- ci va a costruire sopra.
Mi sembra però che su
mani questo principio
questo punto vi siano
può riguardare altre
stare prese di posiziocooperative
ni politiche importanti
anche all’interno del
governo. Questa è un
principio molto dibattuto.
Vi è però anche chi sostiene che questo punto rappresenti un principio effettivo della libertà di impresa…
Sì, è vero. E’ giusto che, da un punto di vista teorico, creare una via di fuga per quelle banche di credito
cooperativo che non vogliono aderire ad un progetto
comune, nell’ambito della libertà di impresa, possano rimanerne fuori. Sarebbe il riconoscimento della
libertà economica imprenditoriale tutelata anch’essa
dalla nostra Costituzione. Se questo, però, lo si vuole
introdurre, perché dobbiamo limitarlo alle banche che
hanno almeno 200 milioni? Forse perché una banca
con 200 ml acquisisce la patente per stare
sul mercato in modo sicuro? Non direi, visto
quello che è successo recentemente alle famose quattro banche che avevano un patrimonio di gran lunga superiore ai duecento
milioni e che sono andate tutte in default.
Non direi, visto quello che sta succedendo
in Germania a Deutch Bank etc. Quindi, se
questo non è un livello di consistenza patrimoniale che di per sé consente di affrontare
con sicurezza il mercato, allora perché porre
questo limite? E’ giusto dare una via di fuga,
credo che sia giusto darla a coloro i quali
non ritengono, per tanti motivi, di aderire
alla cooperazione di credito nazionale. In
Italia ci sono delle banche che, pur essendo
BCC, sono però da sempre fuori dalla cooperazione di
credito, sono fuori da Federcasse. Parliamo di CrediBo, parliamo di tutto il gruppo il gruppo CaBel, sono
tutte banche che sono fuori da questo movimento. Perché dovrebbero aderire ad un progetto del genere visto
che hanno già dimostrato di poter stare autonomamente sul mercato?
Perché per le Bcc è stata esclusa la trasformazione in
banche popolari?
Questo è un altro aspetto che contrasta col principio di
fondo. I patrimoni delle banche di credito cooperativo
sono nati nell’ambito del sistema della cooperazione
ed hanno avuto un regime fiscale di vantaggio. Perché
poi, le BCC che non vogliono aderire, devono costituire modelli societari che hanno fini speculativi come
le società per azioni, semplicemente pagando una tassa? Questo principio mi sembra veramente povero
dal punto di vista concettuale. Infatti, come già detto
in precedenza la normativa sembra che crei problemi
politici con la cooperazione italiana, problemi di interpretazione costituzionale in riferimento all’articolo 45
Cost., problemi sociali, giacché sottrae fondi costituiti
in decine o centinaia di anni dai cooperatori italiani
per destinarli in ambienti contendibili e, per loro na-
tura, speculativi. Militano in questa direzione anche
altri aspetti del DL n.18/2016 che meritano altrettanta
riflessione.
Quali?
a. L’aumento del numero minimo dei soci occorrenti
per la costituzione di una nuova Bcc, da 200 a 500 soci
minimo (art.2, lettera a);
b. l’aumento da 50mila 100mila euro della quota azionaria massima possedibile dal singolo socio (art.2,
comma 4, lettera b);
c. l’introduzione della volontà di sottoscrivere quote
come requisito di immissione a socio (art.2, comma
4bis, lettera c);
In definitiva, questi aspetti sembrano indirizzare la cooperazione italiana del credito verso la concentrazione
e la contendibilità del sistema, concetti del tutto diversi
dallo spirito mutualistico e sociale ideato e pensato dai
padri fondatori. Bisogna a questo punto chiedersi se
veramente l’Europa ci avesse chiesto tutto questo.
Nella pagina a fianco
Sotto: la sede legale della Banca del Cilento e Lucania Sud a Vallo
della Lucania
Sopra: il territorio di competenza della banca in tre regioni e quatro
province
ConfCooperative esprime aspre critiche
al decreto di riforma
Ottolini: “è una violenza istituzionale che ci riporta indietro di decenni, ai
giorni del fascismo, che sciolse le associazioni cooperative”
“E’ una violenza istituzionale che ci riporta indietro di
decenni, ai giorni del fascismo che sciolse le associazioni
cooperative”. Confcooperative si esprime in toni duri nel
commentare il Decreto Legge varato dal Governo. Il giorno
dopo il varo della normativa il suo vicepresidente vicario,
Maurizio Ottolini, esprime commenti di rammarico, riportati da “Il Sole 24Ore”: se dovesse passare l’impianto giuridico del decreto, si assisterebbe ad uno sfaldamento dell’intero sistema della cooperazione, una sorta di ciclone che
rischierebbe di compromettere non solo il mondo bancario
e creditizio, ma il modello cooperativo nella sua
interezza. “Il governo di centrodestra” continua il
vicepresidente vicario di Confcooperative, “mosso in passato da istinti punitivi nei confronti della
cooperazione, ha capito e rispettato la natura cooperativa. Assistiamo, invece, in questo caso, a intese con il governo stravolte per assecondare altre
necessità nel progetto di riforma delle Bcc. Abbiamo creduto anche alle dichiarazioni di Renzi
che più volte ha ribadito i valori della cooperazione, ma le misure annunciate ieri sono un attacco
al cuore delle Bcc e della cooperazione in generale”. Ottolini esprime quindi “profonda delusione”
in merito alla presentazione della riforma delle Banche di
Credito Cooperativo contenuta nel DL 18/2016. “Abbiamo
lavorato per un anno con il Mef e con Bankitalia”, ricorda.
“Abbiamo superato le divisioni di veduta interne” continua
ancora il vicepresidente vicario “con la logica di rafforzare
le Bcc, garantendo loro l’autonomia e il presidio sul territorio. Eravamo orgogliosi di questa proposta che avrebbe
posto le Banche di Credito Cooperativo come modello
esclusivo. Ne riceviamo una doccia fredda, perché le misure tradiscono le intese, stravolgono e pervertono la soluzione concordata e aprono una falla disastrosa nella tenuta del
sistema”. Non
meno critico
sulla normativa del decreto
è il presidente
di ConfCoop, Maurizio
Gardni. “Al
governo non
chiediamo
favoritismi,
chiediamo che
non
venga
stravolta la nostra natura di cooperative” così si è espresso
Gardini nell’intervento all’assemblea di Confocooperative
di Piacenza a metà febbraio. “Il legislatore” continua il
presidente “consente la trasformazione di una cooperativa
in altro tipo di impresa senza però poter disporre del patrimonio accantonato per decenni dai soci. Così si rompe il
patto intergenerazionale. Questa distorsione sarebbe frutto
di una visione omologatrice del mercato”.
A sinistra: il presidente di ConfCooperative Maurizio Gardini
Sopra: il vicepresidente vicario Maurizio Ottolini
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
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Riforma: la normativa del DL 18/2016
Una filiale al mese: Fancavilla in Sinni
Cosa prevede la normativa approvata
dal Governo
Una filiale nel pieno centro della cittadina
con grosse potenzialità
I punti essenziali del Decreto Legge del 14 febbraio 2016, n. 18 sulle banche
di credito cooperativo
Negli imprenditori, negli artigiani e nei commercianti c’è voglia di emergere ed
è necessario accompagnarne lo sviluppo
Il pacchetto di misure del Decreto Legge 14 febbraio 2016, n. 18 (pubblicato in
Gazzetta Ufficiale 15 febbraio 2016, n.
37), contenente misure urgenti per la riforma delle banche di credito cooperativo e
altre disposizioni urgenti per il settore del
credito, si inserisce nell’ampio disegno di
ristrutturazione del sistema bancario italiano con l’obiettivo di rafforzarlo al fine di
renderlo più resistente agli shock, mettere
gli istituti nelle condizioni di finanziare
adeguatamente l’economia reale e quindi
favorire la crescita e l’occupazione. Fanno parte di questo disegno la riforma delle
Banche Popolari approvata lo scorso anno
e l’autoriforma delle Fondazioni di origine
bancaria, sostenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in qualità di Autorità
di vigilanza. La riforma delle BCC consentirà di superare le criticità che presenta
la vigente disciplina del settore: debolezze
strutturali derivanti dal modello di attività, particolarmente esposto all’andamento
dell’economia del territorio di riferimento,
ed anche dagli assetti organizzativi e dalla
dimensione ridotta. Allo stesso tempo viene confermato il valore del modello cooperativo per il settore bancario e rimane il
principio del voto capitario.
Le linee guida dell’intervento riformatore
sono:
confermare il ruolo delle BCC come banche cooperative delle comunità e dei territori;
migliorare la qualità della governance e
semplificare l’organizzazione interna;
assicurare una più efficiente allocazione
delle risorse all’interno del sistema;
consentire il tempestivo reperimento di capitale in caso di tensioni patrimoniali, an-
che attraverso l’accesso di capitali esterni
al mondo cooperativo;
garantire l’unità del sistema per accrescere la competitività e la stabilità nel mediolungo periodo.
In particolare, la riforma del settore del credito cooperativo prevede:
Obbligo per le BCC di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come
capogruppo una società per azioni con un
patrimonio non inferiore a 1 miliardo di
euro. L’adesione ad un gruppo bancario è
la condizione per il rilascio, da parte della
Banca d’Italia, dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo.
La Bcc che non intende aderire ad un gruppo bancario, può farlo a condizione che abbia riserve di una entità consistente (almeno
200 milioni) e versi un’imposta straordinaria del 20 per cento sulle stesse riserve. Non
può però continuare ad operare come banca
di credito cooperativo e deve deliberare la
sua trasformazione in spa. In alternativa è
prevista la liquidazione.
La società capogruppo svolge attività di direzione e di coordinamento sulle BCC in
base ad accordi contrattuali chiamati ‘’contratti di coesione’’. Il contratto di coesione
indica disciplina e poteri della capogruppo
sulla singola banca. I poteri saranno più o
meno stringenti a seconda del grado di rischiosità della singola banca misurato sulla
base di parametri oggettivamente individuati.
La maggioranza del capitale della capogruppo è detenuto dalle BCC del gruppo.
Il resto del capitale potrà essere detenuto
da soggetti omologhi (gruppi cooperativi
bancari europei, fondazioni) o destinato al
mercato dei capitali.
Al fine di favorire la patrimonializzazione delle singole
BCC è stato elevato il limite
massimo dell’investimento in
azioni di una banca di credito
cooperativo e il numero minimo dei soci.
La capogruppo potrà sottoscrivere azioni di finanziamento
(di cui all’articolo 2526 del
codice civile) per contribuire
al rafforzamento patrimoniale delle BCC,
anche in situazioni diverse dall’inadeguatezza patrimoniale o dall’amministrazione
straordinaria.
Disposizioni transitorie: la banca che intende assumere il ruolo di capogruppo deve
trasmettere la relativa comunicazione alla
Banca d’Italia entro 18 mesi dalla data di
entrata in vigore delle disposizioni di attuazione della stessa Banca d’Italia. Il contratto
di coesione è stipulato entro 90 giorni dalla conclusione degli accertamenti di Banca
d’Italia. Sono previsti 60 mesi dall’entrata
in vigore della legge per l’adeguamento da
parte delle BCC al nuovo numero minimo
di soci.
Il decreto legge include inoltre le disposizioni che permettono di avviare il regime di
garanzia sulle passività emesse nell’ambito
di operazioni di cartolarizzazione realizzate
a fronte della cessione da parte di banche
italiane di portafogli di crediti pecuniari
qualificati come sofferenze. La misura ha
caratteristiche tali da escludere la presenza
di elementi di aiuto come formalmente confermato oggi dalla Commissione europea.
Scopo della misura è favorire lo sviluppo
del mercato italiano dei non performing
loans (prestiti non performanti), facilitando l’accesso di investitori con orizzonte
di medio-lungo periodo e contribuendo a
ridurre la forbice di prezzo tra chi vende e
chi compra crediti deteriorati, che rappresenta l’ostacolo principale per la crescita di
questo mercato.
La garanzia dello Stato può essere concessa solo ai titoli della classe senior e purché
questi abbiano previamente ottenuto un livello di rating da una agenzia riconosciuta
dalla BCE corrispondente a un investment
grade. La garanzia diviene efficace quando
la banca abbia venduto più del 50% dei titoli junior.
La garanzia è onerosa e il prezzo della
garanzia è costruito prendendo come riferimento i prezzi dei credit default swap di
società italiane con un rating corrispondente a quello dei tioli senior che verrebbero
garantiti.
Il decreto legge definisce anche le caratteristiche delle operazioni ammissibili e
dei titoli senior, la procedura di richiesta e
l’eventuale fase di escussione delle garanzia.
Quanto vale e
quanto è efficiente
il sistema delle
cooperative di
credito in Italia
Come si evince dal grafico redatto dal
Corsera, l’universo del sistema di credito
cooperativo in Italia consta, oggi, di 363
BCC dopo il forte impulso all’aggregazione che si è verificato nell’ultimo quinquennio. Il mondo del credito cooperativo offre lavoro a 37.000 dipendenti, ha
una raccolta diretta che sfiora 164mld di
euro ed impieghi per 135mld. Il patrimonio aggregato è pari a 20,2 mld di euro. Il
rapporto tra il patrimonio e l’attivo ponderato per il rischio, al giugno del 2014,
è del 15,6%. Tra il 2011 e il 2014, i crediti anomali sui prestiti totali hanno subito
un incremento passando dal 10,4 al 18%,
hanno subito un aumento, nello stesso
periodo, anche le sofferenze passando
dal 4,5 al 9.1%. Nel biennio 2013-2014,
si registra un incremento del tasso di copertura dei crediti anomali che rimane
però di gran lunga inferiore rispetto alla
media del sistema bancario. Nello stesso
biennio di riferimento, si registra un incremento del tasso di copertura delle sole
sofferenze, ma anche in questo caso si è
al di sotto della media del sistema bancario.
6
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
“Sono da poco tempo nella Banca del Cilento e Lucania Sud, ma la mia provenienza è sempre targata credito cooperativo.”
Vito De Marco, direttore della filiale di
Francavilla in Sinni della Banca del Cilento e Lucania Sud, ha iniziato la sua attività
professionale nel mondo della cooperazione del credito per poi proseguirla sempre
in questa grande famiglia, a contatto con la
clientela, con le imprese e con le comunità
locali del Mezzogiorno. Conosce bene il
mondo imprenditoriale della Basilicata e
del Sud, ne conosce gli aspetti più reconditi della vivacità economica e dei punti di
crisi. “Francavilla e il suo comprensorio” ci
dice “è molto importante dal punto di vista
bancario, perché offre sicuramente molti
punti di sviluppo. Francavilla in Sinni, in
particolare, è una cittadina molto commerciale: in effetti dall’ingresso fino al centro
del paese si possono notare una miriade di
attività. E’ molto dinamica dal punto di vista economico; troviamo, infatti, una nuo-
Questo indica una notevole effervescenza di queste zone considerando anche il
periodo di crisi cui si è assistito in questo
ultimo quinquennio. E’ così?
Sì, ho visto negli imprenditori e negli artigiani, nei commercianti, una voglia di
va area industriale che è partita solo cinque
anni fa e già vediamo diverse attività che si
sono trasferite e che operano non solo nel
territorio di Francavilla, ma che puntano
anche sul territorio regionale ed extraregionale.
Ci diceva il sindaco Cupparo che nel giro
di un paio d’anni sono assegnate le aree.
emergere, una voglia di fare: sono persone
che hanno voglia di operare e di produrre.
Rispetto ad altre zone che ho frequentato
per la mia attività lavorativa, vedo che qui
sono molto dediti al lavoro, hanno principi sani: proprio per questo ci sono ottime
possibilità di fare ottimi risultati, come
speriamo di fare nel prossimo futuro con la
Banca del Cilento e Lucania Sud.
Uno dei suoi primi atti è stato quello di
andare in giro per le attività imprenditoriali per conoscere cosa facevano e come
operavano. Perché?
La necessità da parte di noi operatori è sicuramente quella di capire cosa fanno le
aziende e come si muovono. Questo si può
fare solo andando a visitarle. Fra le altre
cose, per quelle che sono le aziende che ho
visitato, per la verità poche, perché sono
da fine dicembre a Francavilla, ho potuto
verificare che gli imprenditori apprezzano
molto il fatto che la banca si muova e vada
a trovarli a casa loro. Ho potuto notare che
ci sono attività effervescenti che hanno
ottime possibilità di venir fuori bene dal
punto di vista commerciale. Quando parliamo di aziende che devono fare un passo
importante per la loro attività, hanno anche
la necessità di essere assistite, di avere una
forma di consulenza: il fatto stesso che la
banca si muova per andare a visitarli, li rassicura e fa prendere maggiore coscienza di
quella che è la loro azienda. Cresce, quindi, l’autostima e cresce, in qualche modo,
la voglia e l’energia di muoversi e di fare
ancora di più.
Questo rientra anche tra i compiti a carattere sociale di una BCC, se non sbaglio?
Il compito storico della BCC è sempre stato quello di essere attivi anche nel sociale
e per poterlo fare, una delle azioni fondamentali è quella di uscire dalla filiale e
visitare il nostro territorio e le attività che
vi insistono e vi operano. Solo in questo
modo riusciamo a vedere la realtà che ci
circonda e che si muove con le attività e
le persone che vivono le problematiche
di tutti i giorni su questo territorio. Questo fa vedere e capire anche quali sono le
possibilità di sviluppo e in qualche modo
accompagnare anche, diciamo, dal punto
di vista emotivo, l’azienda. Ci sono alcuni
imprenditori molto bravi che magari hanno
ereditato l’azienda e che sono nella condizione di poter fare un passo importante, ma
hanno paura di intraprendere questo nuovo cammino; quindi se noi, come banca,
come credito cooperativo, riusciamo in
questo momento delicato per l’azienda ad
esserle vicini e, magari, anche ad esserne
consulenti nelle scelte, sicuramente diamo
un’ulteriore servizio all’azienda che poi
crea un legame forte con la nostra banca
e non ci lascerà neanche nel prosieguo. È
questo il vero scopo del credito cooperativo oltre che eventualmente intervenire
laddove si sono delle situazioni particolari
di disagio: è questo il compito sociale di un
istituto di credito cooperativo sul territorio.
La Banca del Cilento e Lucania Sud è
prossima ad una nuova fusione per incorporazione con la BCC di Sassano, Lei
ha vissuto l’area del Vallo di Diano e del
Potentino per ragioni professionali. Cosa
ne pensa di quell’area?
Sicuramente la zona di Tito, con l’area industriale, è una zona che ha delle criticità,
però ha anche aziende che sono operative
nei dodici mesi dell’anno. Questo, quindi,
darebbe la possibilità alla banca di lavorare
su un territorio per tutto il corso dell’anno.
Dico questo perché nel territorio di competenza della banca del Cilento e Lucania Sud
ci sono delle filiali che lavorano con forte
stagionalità, ad esempio le filiali della zona
marina, altre filiali che lavorono in una
zona a forte conduzione agricola. Questo
significa che in alcune aree del territorio di
competenza ci sono alcuni periodi dell’anno in cui si lavora di più, in altre zone si
lavora per il fatto che si è strettamente
collegati a servizi, penso, ad esempio, alla
zona del Vallo. Con la fusione ci sarebbe
poi la zona di nuova apertura che è la zona
dove sono presenti delle piccole industrie,
quindi l’alta Basilicata come Potenza, la
stessa Tito, Sala Consilina, Polla. Queste
zone darebbero un sfogo all’attività di altre
zone del territorio della banca che in questo
momento magari non trovano abbastanza
disponibilità per poter fare ulteriori passi
per uscire da un momento delicato di congiuntura economica particolare.
Di quante unità si compone l’organico
della filiale di Francavilla?
Ho due collaboratori che operano in filiale: l’addetto alla cassa, Nicolò Cupparo e
l’addetto commerciale e fidi, Elvira Rizzo.
Sopra: Vito De Marco, preposto della filiale di
Francavilla in Sinni
Al centro: la nuova sede della filiale
Francavilla in Sinni è un fulcro artigianale e
commerciale del Sud della Lucania
Francavilla in Sinni, comune in provincia
di Potenza di 4.233 abitanti, nasce nel XV
sec. come borgo attorno alla Certosa di San
Nicola. La nascita giuridica del borgo ha
una data: il 1426, quando il duca di Chiaromonte, Venceslao Sanseverino, concesse
ai monaci certosini un ampio feudo tra la
vallate del fiume Sinni e il monte Caramola. Si narra che la cessione sia avvenuta a
seguito del voto a San Nicola, fatto dalla
Principessa Giovanna, moglie del Sanseverino, per la guarigione del primogenito del
duca. Per grazia ricevuta, fu così donato ai
certosini “quanto territorio della vallata si
riusciva a scorgere dalla finestra del castello di Chiaromonte”. Il borgo prese il nome
di “Francavilla” in quanto i coloni che vi
si insediarono, erano affrancati dal pagamento dei tributi. La Certosa di San Nicola,
distrutta quasi completamente nel periodo
napoleonico di inizio Ottocento, doveva
essere maestosa a giudicare dalle sue mura:
era la terza nel Mezzogiorno, dopo quella
di Padula e quella di Serra San Bruno in
Calabria. Sul piano economico e produttivo, nel secondo dopoguerra si sviluppano
attività artigianali legate alla trasformazione del legno, dalle segherie all’artigianato
dell’indotto. Ancora presente come settore artigianale, l’industria del legno offre
produzioni artigianali di sedie, botti e tini.
Altra attività artigianale è quella del ferro
battuto che offre ancora un buon indotto
commerciale, non di minore importanza
è l’artigianato della ceramica e dei cesti.
Negli ultimi anni, una cooperativa ha ripreso con ottimo riscontro l’antica fattura
del ricamo. Notevole è la zona artigianale
cresciuta nell’ultimo decennio, in questa si
riscontrano aziende prestigiose che hanno
industrializzato la produzione di manufatti
per l’edilizia, infissi e meccanica. Sul pia-
no demografico, la popolazione comunale
nell’ultimo decennio si è attestata su poco
più di quattromila abitanti, questa soglia
rimane stabile (come si può notare dal
grafico a fianco
che
elabora
dati Istat) dagli
anni 70, quando Francavilla
diventa punto
di riferimento
per attività artigianali e per i
servizi nel vasto
comprensorio
dei centri della
vallata del Sinni
e del monte Caramola. In questi anni si sviluppa una forte
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
attività commerciale che attrae la popolazione dei comuni limitrofi. In particolare si
diffonde il commercio dell’abbigliamento,
di auto e di macchinari artigianali.
7
Socio del mese: Gianfranco Sergio
Una grossa impresa di distribuzione e
commercio di prodotti petroliferi
L’orgoglio di essere socio della BCC: “mi sento di far parte di una squadra
vincente al servizio della gente”
“L’azienda SERGIO PETROLI SRL
nasce come ditta individuale nel 1973
avendo ad oggetto la commercializzazione di prodotti petroliferi.” Così
Giancarlo Sergio, amministratore della
società ci parla della sua azienda che
dagli anno 70 si è estesa su tutto il territorio nazionale nel settore della com-
mercializzazione dei prodotti petroliferi.
E’ stata una crescita graduale e costante,
dal mercato locale a quello regionale,
sino alle forniture nazionali. “A seguito
8
di trasformazioni, fusioni e
acquisizioni” continua Giancarlo “l’azienda oggi garantisce forniture e distribuzione
in tutto il territorio nazionale.
Come si sviluppa il mercato
dei carburanti nel territorio
del Sud?
La nostra clientela riguarda
società di autotrasporto, movimento terra, aziende agricole e distributori di carburanti, le pompe bianche.
Quali sono le criticità di
questo mercato, sembra di
capire che il calo del prezzo
del petrolio abbia danneggiato, piuttosto che aiutato
l’economia nazionale e meridionale in particolare?
La criticità del nostro settore
è dovuta soprattutto alla difficoltà di accesso al credito dei nostri clienti, i quali
hanno necessità di utilizzare il sistema
Sviluppo e Autonomie Locali: Francesco Cupparo, sindaco di Francavilla in Sinni
Salute, Scuola e Trasporti, i prossimi
obiettivi dell’amministrazione
Francavilla è capofila di un’area interna di diciannove comuni per lo sviluppo
di servizi integrati a favore delle collettività locali
Efficienza della Pubblica Amministrazione, ma soprattutto razionalità e competenza nella gestione delle risorse; il
primo cittadino di Francavilla in Sinni,
Francesco Cupparo, è risoluto nel trattare
anche argomenti spinosi, ma che riguardano lo sviluppo futuro dell’area sinnica.
Il comprensorio meridionale interno della Basilicata, tagliato dalla superstrada,
la Sinnica, che collega Lauria allo Ionio,
è necessario che si avvii verso uno sviluppo endogeno, accompagnato, ma non
bancario per ottemperare al mancato pagamento da parte dello stato, catena che
purtroppo da noi si interrompe in quanto
le compagnie petrolifere non accettano
dilazioni. Quanto al crollo del prezzo
del petrolio, questo fatto non ha assolutamente danneggiato l’economia, anzi,
ha messo in evidenza la quota delle tasse
presenti in ogni litro di carburante.
In che senso?
Faccio un esempio: oggi un litro di gasolio per autotrazione al consumatore finale costa mediamente €/lt 1,18. Di questo
costo finale circa 21 centesimi rappresentano l’IVA, 0,212 € per essere più
precisi, 61 centesimi (0,6174 €) rappresentano l’accisa. Il prezzo del gasolio,
comprensivo di estrazione, raffinazione,
stoccaggio e trasporto, è di 35 centesimi (0,3506 per la precisione). Questo
per evidenziare qual è il costo reale del
carburante soggetto alle variazioni del
costo del barile espresso in dollari che
a sua volta è soggetto al cambio dollaro/
euro. Inoltre, al contrario di quel che si
dice, la Regione Basilicata è una delle
poche regioni d’Italia che non applica
addizionale di accisa.
La sua azienda nasce e si sviluppa, almeno nella fase iniziale, lungo la Sinnica, quanto è stata importante questa
via di comunicazione per l’impresa locale?
Sicuramente la logistica in prossimità di
un’arteria importante come la Sinnica,
aiuta a raggiungere clientela più lontana
riducendo in tal modo i costi di traspor-
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
to.
Dal suo punto di vista privilegiato, qual
è, a suo avviso, l’apporto per l’economia lucana delle aree estrattive della
Val d’Agri?
Nessuno. I benefici delle estrazioni petrolifere in Val d’ Agri vengono riconosciuti e utilizzati non da imprenditori e
non in tutto il territorio regionale.
La Banca del Cilento e Lucania Sud è
un istituto di credito cooperativo, quale, a sua avviso, è stato il suo supporto
all’economia locale in questi tempi di
crisi?
La Bcc del Cilento e Lucania Sud è un
istituto di credito presente nel nostro territorio a supporto dell’economia locale.
Questa sua presenza è cosa indispensabile in questi tempi di crisi delle aziende
di questo territorio. La qualità distintiva
di questo istituto di credito cooperativo è
la sua forza nelle persone e nei rapporti
con le persone.
Come considera il suo essere socio della BCC?
Mi sento di far parte di una squadra vincente al servizio della gente.
Qual è il rapporto con la direzione della
banca e con gli organi amministrativi?
Il rapporto è cordiale, informale: è soprattutto un rapporto di dialogo con tanta fiducia.
In alto sinistra: Giancarlo Sergio, amministratore
della Sergio Petroli
Nella pagina: gli impianti della Sergio Petroli in
Italia
forzato, dagli investimenti pubblici. Bisogna mirare all’essenziale sul piano della
politica di intervento, agendo però con
razionalità e con una pianificazione adeguata su area vasta. “Oggi è chiaro che il
cittadino è abituato ad avere tutto sempre
e senza spendere soldi” afferma, infatti,
il sindaco di Francavilla “oggi la politica
deve cercare di contenere alcuni sprechi
dei decenni scorsi. Per contenerli deve
intervenire su alcuni servizi. E’ chiaro
dunque che si dovrebbe fare attenzione
su quali servizi si vanno a eliminare o a
ridurre.”
vizio dello Stato, della Asl e dei comuni:
quando cioè deve effettuare una visita,
non ci vuole molto a prenotarsi come ci
si prenota quando si fa una visita privata.
Facendo in questo modo si razionalizza
la spesa e si contengono i costi. Diciamo
che la cosa ideale sarebbe questa. Quando
parliamo di Sviluppo ci vengono in mente anche le banche. Abbiamo un rapporto
veramente eccezionale con la BCC Cilento e Lucania Sud. La nostra tesoreria
è presso questo istituto. Ora ha cambiato
ubicazione nel contesto urbano della nostra cittadina.
E’ proprio di fronte al municipio,
al centro del paese….
L’immagine che dà, al centro del
paese, e soprattutto di fronte al comune, è veramente eccezionale.
Noi oggi diciamo al Presidente, al
Consiglio di Amministrazione e al
Direttore Generale di attenzionare
Francavilla, perché è un paese che
cresce molto. Vorremmo anche suggerire di non cambiare troppo spesso il direttore. Speriamo che questo nuovo direttore che è venuto, ce lo facciano godere.
Al di là della battuta, penso che in tutte
le attività, soprattutto poi in un banca, la
persona diventa di fiducia nel momento
in cui si crea un rapporto di amicizia e il
rapporto di amicizia non si crea restando
in un paese un anno, poi andando via. Tenendo invece qui un direttore per un tempo maggiore, penso che ci possa dare un
servizio migliore alle piccole e medie imprese, agli artigiani, ai commercianti, che
sono tanti qui a Francavilla.
Negli ultimi tempi è stata costituita
un’aggregazione di comuni dell’area
interna di Francavilla è il comune capofila, questo per razionalizzare le risorse
e i servizi. Su quali servizi è necessario
intervenire?
Sì, Francavilla è il capofila di un’area che
comprende diciannove comuni dell’area
interna che è stata costituita. Avremo tante
azioni da mettere in campo. Gli obiettivi
principali, come dice anche il Ministero
e la Ragione, sono la Sanità, la Scuola, i
Trasporti e lo sviluppo. La Sanità è uno
dei servizi principali in queste aree, solo
che, come cittadini e comunità locali
dell’area dobbiamo chiedere alla politica i
servizi che sono essenziali e necessari. E’
chiaro, ad esempio, che i reparti all’ospedale di Chiaromonte non li possiamo più
avere come prima, però è fondamentale
avere l’emergenza. Noi dobbiamo chiedere alla politica di assicurarci questo servizio fondamentale. Avere poi il pediatra
o l’oculista un giorno in più o un giorno
in meno, non è quello il problema fondamentale. La politica deve cercare di assicurare alle comunità locali questo servizio
di emergenza. Il cittadino, però, dal canto
suo, dovrebbe cercare di essere più al ser-
Cosa fare per questi comuni per le aree
interne? Purtroppo le statistiche non
sono incoraggianti, anzi si parla di progressivo spopolamento e di progressiva
desertificazione. Quali sono le azioni per
evitare tutto questo?
Oltre alla Sanità, gli altri punti su si focalizza l’attenzione sono la Scuola, i Trasporti e lo Sviluppo. Quando parliamo di
Scuola, dobbiamo dare ai nostri ragazzi la
possibilità di andare a scuola, ma soprattutto non stare nelle pluriclassi, perché
in molti comuni interni di queste zone ci
sono ancora le pluriclassi, cose che non
devono più esistere. La responsabilità delle pluriclassi è un po’ anche di noi sindaci
che dobbiamo cominciare a fare i sindaci, non possiamo fare i direttori didattici.
Dobbiamo cioè far capire ai cittadini che
un ragazzo se invece di andare a scuola a
Francavilla va a Senise, non è un dramma,
però ci vuole il servizio trasporti, che è un
altro argomento fondamentale. Si deve
assicuare la possibilità che i ragazzi vengono presi, portati a scuola e poi riportati
a casa, sempre con un certo controllo. Per
risolvere il problema dello spopolamento,
è necessario dare dignità ai giovani che
stanno in centri più piccoli. Dobbiamo as-
sicurare la possibilità di utilizzare i servizi
che sono presso tutti comuni, soprattutto
in quelli più grandi. I ragazzi devono avere la possibilità di seguire i corsi di scuola
calcio, di piscina, di danza. L’obiettivo
è quello di organizzare anche trasporti
pomeridiani, in modo tale che i ragazzi
possano raggiungere questi servizi. Per
la scuola, la mia idea è quella di dare a
tutti i ragazzi delle scuole di tutti i diciannove comuni, la possibilità di mettersi in
contatto con i professori anche nel pomeriggio: dare cioè un iPad ai ragazzi e agli
insegnanti. L’importante però non è il regalo; oltre a dar loro l’iPad, bisogna organizzare i corsi per fare in modo che questi
ragazzi possano essere formati in modo
tale da essere in collegamento tra loro, soprattutto tra loro e gli insegnanti. Devi far
capire l’importanza di questi strumenti.
Quanto ai Trasporti, le nostre aree del Parco del Pollino il collegamento con Matera
lo devono avere; è una necessità di ordine
pratico per attrarre turisti, poi, chiaramente ogni comune si organizza per portare
turisti nei propri territori, ma è necessario
costruire il servizio di collegamento. Queste sono le cose fondamentali.
Quali le azioni programmate su area vasta per lo sviluppo?
Ho detto ai sindaci degli altri comuni che
non si devono preoccupare perché Francavilla non ha più bisogno di opere, ha bisogno, invece, dell’ampliamento dell’area
artigianale. Noi abbiamo venticinque posti e sono tutti occupati, ci sono già, in
pianta stabile, dodici aziende, alcuni devono iniziare, altri stanno già producendo. Quando
sono diventato sindaco,
c’era
una
sola attività, la Gemi,
oggi ce ne
sono dieci;
questo vuol
dire che abbiamo dato
credibilità,
abbiamo dimostrato, soprattutto, la
rapidità nell’espletare l’iter delle concessioni e delle autorizzazioni: in cinque
anni abbiamo dato concessioni, i pareri,
il parere ambientale. Abbiamo cioè dato i
servizi necessari tanto che, se consideriamo il periodo degli ultimi quattro anni, ci
sono già imprese che sono in produzione
da due anni. Il comune ha realizzato lo
svincolo che sbocca direttamente sulla
Sinnica, abbiamo realizzato una pista atletica per rendere bella quella zona e per
creare anche un momento di distrazione
perché lo sviluppo è anche distrazione,
noi dobbiamo lavora per guadagnare e far
lavorare quante più persone è possibile.
Quanto alle altre opere nell’ambito comunale?
Ho un vanto, io come sindaco e i consiglieri di maggioranza e assessori. Abbiamo realizzato a Francavilla i parcheggi
che mancavano da trent’anni. Abbiamo
realizzato due parcheggi: uno, con i fondi
regionali, all’ingresso del paese, il parcheggio Emanuele Gianturco, l’altro in
piazza San Francesco. Quest’ultimo è
ubicato al centro del paese. Era occupato in modo abusivo, perché, quando sono
arrivato al comune, ho scoperto che quel
terreno era un terreno del demanio. Era
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
diventato un degrado totale, ci tenevano
cani: una cosa orribile. In più abbiamo
scoperto che addirittura, chi lo deteneva
abusivamente aveva realizzato un locale,
quindi un’opera sul terreno demaniale,
abusiva. Lo abbiamo requisito al patrimonio comunale e oggi sono veramente
soddisfatto perché con quindicimila euro
ho realizzato questo parcheggio: ho solo
asfaltato, visto che era al centro del paese.
Abbiamo fatto di quell’opera abusiva una
sala di attesa: oggi in Basilicata, quanto ai
bus terminal, li hanno tre paesi: Francavilla, Potenza e Matera. Questa è una grande
soddisfazione per il Comune.
Sindaco, ultima domanda: in fondo i
Comuni hanno un po’ una funzione comune a quella delle BCC, quella cioè di
assicurare lo sviluppo e il benessere delle
comunità locali. Come è possibile, a suo
avviso, creare sinergie con la BCC?
La cosa più importante è familiarizzare.
Per far questo, ripeto, bisogna cercare di
non spostare troppo i dipendenti che sono
nelle varie filiali, salvo, naturalmente esigenze diverse. In questi cinque anni le
banche ci hanno dato una mano fondamentale. La BCC deve dare la possibilità
ai preposti che stanno a Francavilla di visitare le aziende, di rendersi conto di quello che facciamo: solo attraverso questi incontri con gli imprenditori si crea questo
rapporto familiare. Le BCC sono state
create anche per questo, per aiutare i piccoli artigiani. A Francavilla ne abbiamo
tanti, sono proprio loro a mantenere il comune perché la disoccupazione che oggi
c’è nel nostro comune, è una disoccupazione soprattutto di diplomati e laureati:
l’operaio diventa difficile trovarlo perché
i giovani hanno capito che il lavoro non è
vergogna.
Ecco, sindaco, lei è un imprenditore di
riferimento del territorio. Spopolamento,
oltre a mancanza di servizi, significa anche mancanza di sviluppo. Lei ha citato
il problema dell’occupazione giovanile
che è il dramma del Mezzogiorno ed è,
al contempo, una delle cause della desertificazione territoriale. Quali sono le
pianificazioni della PA in questo senso?
Guardi, le voglio fare un esempio tratto
dalla mie esperienza personale. Oggi sono
un imprenditore che dà lavoro a cento dipendenti. Quando stavo in convitto a Potenza e ad Assisi, vedovo che le donne facevano gli operatori ecologici. Bene, oggi
a Francavilla le donne fanno gli operatori
ecologici. Questo vuol dire che si è capito, abbiamo fatto capire anche noi, come
politica di amministrazione e gestione del
territorio, che a noi serve il lavoro perché
non è vergogna. Qualsiasi tipo di lavoro
che viene dato ai giovani, lo accettiamo, i
giovani lo accettano con piacere. La prima
cosa che dobbiamo capire, noi imprenditori, artigiani e commecianti, è che ai giovani va data una dignità: il giovane, quando viene assunto, deve avere la sua busta
paga, perché solo in questo modo si rende
l’uomo libero di poter giudicare qualsiasi
operato: quello che fanno le banche, quello che fa la politica e anche quello che
fanno le amministrazioni.
In alto sinistra: il sindaco di Francavilla in Sinni,
Francesco Cupparo.
Nella pagina: a sinistra il municipio che conserva
l’architettura degli anni 30 e, a destra, l’area artigianale
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La BCC nel 2016: la “Grande Lucania”
Cliente del mese: Giovanni Mele
Nasce la Onlus “Grande Lucania”: i suoi scopi sono la crescita culturale
ed economica, ma anche progetti di innovazione
“Francavilla è molto sviluppata, questo è merito di tanti artigiani e imprenditori come noi, che l’abbiamo fatta crescere nei servizi”
Una Fondazione per lo sviluppo e la ricerca
nel Mezzogiorno
Una Onlus per la promozione culturale, sociale ed economica del Mezzogiorno: nasce la “Fondazione Grande Lucania” dalle costole della Banca del Cilento e Lucania Sud. Nei
giorni scorsi presso la sede dell’istituto di credito cooperativo
a Vallo della Lucania, è stato siglato l’atto costitutivo e lo statuto dell’ente che si occuperà di sviluppo culturale e ricerca
sul territorio di competenza delle tre regioni e quattro province. “Grande Lucania” è una fondazione bancaria, la partecipazione alla costituzione è avvenuta con fondi della BCC.
A presiederne il consiglio di amministrazione è il presidente
della Banca del Cilento e Lucania Sud, Francesco Castiello,
la vicepresidenza è stata assegnata a Luca Romanelli, che si
è anche occupato materialmente dell’iter procedurale per la
onlus. Gli altri quattro membri del CdA della Fondazione
sono: Giuseppe Condorelli, Francesco Di Donato, Giuseppe
Suanno e Antonio Mainenti. Nata come fondazione bancaria, i membri del consiglio, che non possono ricoprire più di
due mandati, sono nominati dal CdA della BCC, possono
essere anche esterni al consiglio di amministrazione, ma devono essere soci della banca. “E’ il braccio sociale e culturale della nostra cooperativa di credito” afferma il Presidente
Francesco Castiello “l’abbiamo fondata tenendo fede ai principi della Carta dei Valori
del Credito
Cooperativo
che prevede
che le BCC
siano imprese
bancarie il cui
fine primario
è lo sviluppo
dei territori e delle comunità locali.” La Fondazione prende
il nome dall’aggregato socio-politico e culturale dell’antica Lucania. In uno dei due medaglioni che compongono il
logo della Fondazione, è evidenziato l’antico territorio della
Lucania che comprendeva, oltre l’attuale Basilicata, l’area
meridionale della Campania, quella del Cilento e del Vallo
di Diano, e quella settentrionale della Calabria. Nell’altro
medaglione del logo è riportata una moneta commemorativa
di Orazio, il grande poeta latino che denominò l’area cilentana come “le narici della Lucania”. Funzione principale della
Fondazione è lo “sviluppo nel senso più ampio del termine”
sottolinea ancora Castiello “vale a dire sviluppo economico,
sviluppo sociale, sviluppo culturale e sviluppo civile”. Sviluppo significa anche ricerca e innovazione ed è quanto sottolinea il vicepresidente della Fondazione, Luca Romanelli.
“Metterò tutto il mio impegno” afferma Romanelli “per
questa carica a supporto del presidente e di tutto il consiglio
della Fondazione al fine di avviare dei progetti di sviluppo e
di innovazione per tutto il territorio con l’obiettivo di creare
delle ricadute in ambito sociale e di supporto all’economia
locale con dei progetti di innovazione”.
Nella foto: il presidente Francesco Castiello firma la costituzione della
Fondazione Grande Lucania
I fratelli Mele e la rete di vendita in tutta il
meridione della Lucania
“Prêt-à-porter” è un gruppo di società che si occupa
della commercializzazione di abbigliamento ed opera
nell’area meridionale della Basilicata, a reggerne le
sorti sono i fratelli Mele, Salvatore, Giovanni e Prospero, clienti della Banca del Cilento e Lucania Sud. L’attività nasce alcune decenni fa tra i banchi dei mercati
rionali della Lucania. Col passare del tempo si sviluppa
in punti vendita, vengono poi realizzati dei marchi attraverso i quali si commercializzano il “pronto da portare” in tutta la Basilicata. “Noi abbiamo tre società, tre
Srl” afferma Salvatore Mele “sono società commercia-
Un “monumento più duraturo del bronzo”, i versi del grande poeta
Orazio per esprimere il perenne interesse per il Mezzogiorno
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo impotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e più alto della mole regale delle
piramidi, che nè la pioggia che corrode né l’Aquilone (il vento di tramontana) sfrenato
o l’innumerevole serie degli anni e la fuga dei tempi, possa demolire.
E’ l’incipit della Ode 30 (vv. 1-15) di Orazio, componimento noto anche col titolo di
“orgoglio di poeta”. Il primo verso verso oraziano diviene quello che nel gergo moderno
della comunicazione si chiama “pay-off”, il contenuto che chiude e chiarisce il senso
del logo. Nel logo della Fondazione Grande Lucania compare infatti una raffigurazione
commemorativa del grande poeta latino, nel medaglione a sinistra, e i confini dell’antica Lucania che si estendevano nella
parte meridionale della Campania, comprendendo il Cilento e il Vallo di Diano, e nella parte settentrionale della Calabria.
Questi antichi confini rappresentano l’odierno territorio di competenza della Banca del Cilento e Lucania Sud.
li medie di abbigliamento ed operiamo nel Sud della
Basilicata, un po’ nella terra più aspra. Cerchiamo di
andare avanti e grazie all’aiuto anche di questa banca,
stiamo andando bene: ci trattano bene e noi gli siamo
fedeli
Quanto aiuta il fatto di essere seguiti dalla banca? La Banca del Cilento e
Lucania Sud, infatti, non effettua solo il
servizio bancario, ma presta anche assistenza e, in alcuni casi, consulenza alle
imprese...
Questo è importante. Se una banca ti segue,
tu puoi svolgere tranquillamente gli affari, li puoi far crescere. In definitiva, puoi
occuparti completamente alla tua azienda.
Dobbiamo ringraziare tutti gli operatori
di questa banca a partire dalla direzione
generale ai preposti delle filiali. Grazie a
loro stiamo operando bene e stiamo crescendo con la nostra attività.
Come è strutturata la vostra rete di vendita?
La nostra rete di vendita si articola in una
grande piattaforma a Francavilla, una
media struttura di 1500 metri. Sempre a
Francavilla abbiamo anche un’altra attività: un punto vendita di calzature. Inoltre,
abbiamo una struttura di vendita a Senise,
una a Policoro e una a Lauria. Noi, per la
verità, vorremmo tanto che la Banca del
Cilento e Lucania Sud aprisse una filiale
anche a Policoro. In quel luogo siamo costretti ad appoggiarci ad un altro istituto per
i nostri affari, ma con l’eventuale apertura
di una filiale anche a Policoro, potremmo svolgere tutta la nostra attività presso questa banca.
Lei ha detto che operate nella parte più aspra della Lucania,
com’è questa zona dal punto di vista commerciale?
Francavilla è molto sviluppata, questo è merito di tanti artigiani
e imprenditori come noi, che nel corso degli anni l’abbiamo
fatta crescere nei servizi. Nei dintorni, però, i paesi sono troppo piccoli. Poi ci affacciamo sul lato ionico e la piazza è più
vasta e più dinamica: c’è più turismo e più movimento. Noi
operiamo in queste diverse aree della Basilicata e quello che
noi facciamo va bene, stiamo andando avanti.
Com’è andata in questo periodo di crisi?
Devi dire che, almeno per quanto ci riguarda come imprenditori lucani, in questo periodo c’è stata una specie di sfida da
La Scuola Musicale “R. Goitre”
Sede Decentrata del Conservatorio Statale di Musica
in convenzione con
l’Istituto di Alta Formazione Musicale “G. Martucci” di Salerno
Presenta
Il Barbiere di Sivigla
di Gioacchino Rossini
arie eseguite dal Quartetto “I Solisti del San Carlo”
Teatro Leo De Berardinis di Vallo della Lucania
Sabato 7 maggio 2016
Buono sconto del 50%
per i soci della
Banca del Cilento e Lucania Sud
L’esibizione di questo coupon dà diritto ad uno sconto del 50% sul prezzo del biglietto.
E’ una iniziativa sociale della Banca del Cilento e Lucania Sud
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BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
parte nostra a voler portare avanti le nostre attività. Ce l’abbiamo messa tutto, continuiamo a farlo ogni giorno e ci stiamo
riuscendo
In questo periodo, la crisi si è fatta sentire soprattutto per la
mancanza di liquidità, questo ha fatto in modo che le vendite
calassero?
La mancanza di liquidi c’è stata e continua ad esserci senza
dubbio, però con un po’ di saper fare, si riesce a raggiungere
i budget degli anni precedenti. Per intraprendere questo tipo
di attività ci vuole anche voglia di fare le cose e soprattutto ci
vuole la stima verso se stessi e verso i propri prodotti.
Quanto è stato difficile creare una rete commerciale?
È stato difficile. Siamo tre fratelli e grazie all’aiuto reciproco
abbiamo potato avanti questo lavoro e questa attività.
Lei diceva che per svolgere un’attività commerciale ci vuole
stima e fiducia in se stessi, ma forse ci vuole anche fiducia
nella banca alla quale ci si accompagna nei propri affari.
Non è così?
Guardi, ho tanta fiducia in questa banca; vi ho portato i migliori
amici. Ad esempio, ci siamo accompagnati in questa banca con
Pino Iannuzzi, un mio caro amico. Ha notato che il vostro giornale ha dato già la dovuta attenzione ad un grosso imprenditore; Pino ha un punto vendita a Sapri e in tante altre zone della
Campania, della Basilicata e d’Italia. Con Pino abbiamo fatto
la gavetta insieme, sono quarant’anni che lavoriamo insieme,
eravamo ragazzini, abbiamo fatto i mercati insieme, adesso
collaboriamo per gli acquisti. Lui ha fatto dei marchi, anche io
ne ho fatti, però ci dividiamo il mercato e collaboriamo insieme
Come si trova in questa banca?
Non sono socio di questa banca, ne sono cliente, ma vengo
trattato come se fossi socio. Nei miei riguardi è come se non
vedessi la differenza tra cliente e socio. A dire il vero, mi hanno
chiesto più volte di diventare socio, questo passo lo devo fare.
In alto: da sinistra Salvaore, Giovanni e Pospero Mele
Sopra: l’area espositiva di abbigliamento a Francavilla in Sinni
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La nuova rubrica. Da socio a socio: i provvedimenti del CdA
Partono i lavori per alcune filiali e per la
nuova sede della BCC
Saranno rinnovate le filiali di Casal Velino, Acciaroli e Vallo della Lucania,
partono anche i lavori per la nuova sede in via Badolato
Nei prossimi mesi verranno eseguiti lavori di ammodernamento
strutturale per le filiali di Casal
Velino, Acciaroli e Vallo della
Lucania, a deliberarne l’attività è stato il Consiglio di Amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud in una delle
ultime sedute di febbraio. I lavori riguarderanno ammodernamenti e abbellimenti esterni
ed interni. Nella stessa sessione
di febbraio è stato deliberato l’ormai necessario
avvio dei lavori per la struttura che diventerà la
nuova sede della Banca del Cilento e Lucania Sud,
l’immobile in via Badolato. Sarà questa una sede
di notevole prestigio, una struttura ampia e accessibile, degna di un istituto di credito cooperativo
che opera in tre regioni e quattro province e che,
con la prossima fusione con la Banca di Credito
Cooperativo di Sassano, diventerà uno degli istituti
più importanti del Mezzogiorno.
La BCC a favore delle scuole del territorio
della Campania, Basilicata e Calabria
Contributi per aiutare l’offerta formativa nelle scuole e per riportare all’antico
splendore una tela dell’Ottocento
La Banca del Cilento e Lucania Sud vicina alle comunità locali e alle associazioni del territorio di
competenza:
nell’ultimo
consiglio di amministrazione sono stati deliberati
due contributi per attività
culturali nell’ambito delle
scuole. Il primo contributo
è stato a favore dell’Istituto
De Pino Matrone Iannini di
Maratea per il restauro di
una tela del XIX sec. che da
anni non poteva essere espo-
sta perché gravemente danneggiata dall’usura del
tempo. Fondato come Conservatorio Salesiano nel
1730, l’Istituto De Pino diventa ben presto punto
di riferimento convittuale per ragazze, nel corso
del XIX sec. diventa istituto femminile di Pubblica
Istruzione. Restaurato negli ultimi anni, l’istituto
continua ad offrire ospitalità, anche convenzionata
con la regione, a studentesse che vivono un particolare disagio economico, e che vogliano frequentare
gli istituti scolastici di Maratea. Il secondo contributo deliberato dal CdA della Banca del Cilento e
Lucania Sud è andato a favore di una scuola di Vallo della Lucania per il concorso musicale “Campagnaro e Scandicci”.
Aumenta di sedici unità la base sociale
della BCC
Tra i nuovi soci la maggioranza è delle donne: sette le giovani che entrano
a far parte della grande famiglia del credito cooperativo
Sono sedici i cittadini delle comunità
locali dell’area di
competenza della
Banca del Cilento e Lucania Sud
che entrano a far
parte della grande
famiglia del credito cooperativo.
Nella seduta del 5
febbraio scorso, il
Consiglio di Amministrazione della
BCC ha deliberato l’immissione di
sedici nuovi soci.
Prevale la com-
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ponente femminile: più della metà dei nuovi soci
sono donne, giovani donne, la media è di trentacinque anni, protagoniste della vita sociale e imprenditoriale del territorio. I soci maschi sono sei
ed in media sono quarantenni. Tre le nuove imprese che entrano nella base sociale della BCC. Sorprende, se così si può dire, anche la provenienza
territoriale dei nuovi soci. A pari merito, con la
provenienza di quattro soci, i comprensori delle
filiali di Futani e Francavilla in Sinni, a seguire i
comprensori di Vallo della Lucania, con tre soci,
Casal Velino, con due e Senise e San Giovanni a
Piro con un solo socio.
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Comunicazione e promozione
www.bcccilentoelucaniasud.it, il nuovo
portale della nostra banca
Soluzioni 3.0 per una maggiore visibilità, ma soprattutto per una rapida ed
efficiente consultazione anche da supporti mobili
Un nuovo portale per un rinnovato corso della BCC,
da pochi giorni on line, il sito della Banca del Cilento e
Lucania Sud sta ottenendo molti consensi tra gli utenti.
Finalmente, è proprio il caso di dirlo, compare la denominazione intera della banca: www.bcccilentoelucaniasud.it. In precedenza, inserendo il nome sui motori
di ricerca, compariva la denotazione vecchia; non si
riusciva quindi a capire se vi era una corresponsione
rispetto a quanto era stato trovato. Ma questo è solo
l’inizio. La nuova grafica, la semplicità nella consultazione e la maggiore interazione rendono il portale al
passo con i tempi e con la tecnologia. Si tratta di un
portale, uno spazio web integrato con i social e gli altri sistemi telematici di promozione e comunicazione.
Rappresenta il biglietto da visita della nostra banca, la
vetrina attraverso la quale scoprire la vitalità del nostro
istituto di credito cooperativo e dei nostri prodotti. Il
nuovo portale, realizzato dal responsabile Nicola Parlato, conduce, infatti, i nostri soci, la nostra clientela
e gli utenti nel mondo dei servizi di assistenza alle
aziende e alle famiglie del territorio, li accompagna
attraverso i prodotti commerciali, attraverso le iniziative economiche e sociali che la Banca del Cilento e
Lucania Sud porta avanti nelle tre regioni e nelle quattro province di competenza. Il nostro portale utilizza
una certificazione di sicurezza che consente l’accesso
in maniera protetta a 128 bit, il parametro migliore per
tutelare privacy e sicurezza dei contatti. Novità rispetto
alla versione precedente è la fruibilità anche da supporti mobili come smartphone e tablet. Registrandosi al
sito, si ha la possibilità di essere sempre aggiornati su
notizie e nuovi prodotti commerciali della nostra banca. Inoltre, compilando un form, gli utenti possono richiedere
e fissate appuntamenti col personale della BCC; è questa una novità di grande importanza e sancisce un rapporto
“telematico” tra banca e clientela programmando e rendendo più agevoli i contatti.
Valsinni e Colobraro
Le comunità locali salutano il maresciallo
della stazione dei carabinieri
Al maresciallo Vincenzo Lucio Bianco è stata conferita la cittadinanza onoraria
del comune di Colobraro
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BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
Affettuoso saluto al Maresciallo Bianco. Dopo 12 anni di servizio a capo
della stazione dei Carabinieri di Colobraro e Valsinni, è arrivato il momento dei saluti. Il M.llo Vincenzo Lucio
Bianco viene trasferito al comando
della stazione di Loreto. Comandante
più longevo presso la stazione lucana,
Bianco arriva a Colobraro il giorno
20/12/2003 e qui rimane fino a pochi
giorni fa. Valigia alla mano e tanti ricordi serbati nel cuore e nella mente,
il giorno 27/01/2016 la partenza. Partenza a volte tanto attesa, altre volte
con la speranza che la comunicazione arrivasse il più tardi possibile. Chi
vive in questi luoghi della Basilicata,
anche se pugliese di origine come
Bianco, non può non legarsi a questa
terra brulla che certo non manca di
avere problemi. Dove la microcriminalità si fa sentire e, soprattutto negli
ultimi anni, anche in modo molto forte
e prepotente. Tanti i problemi risolti
da Bianco e dai suoi uomini in questi lunghi anni al servizio dell’arma,
tanti gli interventi. In modo attento e
professionale il M.llo non ha mancato
di far sentire la sua voce a volte anche
in modo imponente e autoritario, ma
sempre con garbo e con attenzione alle
problematiche della gente. Amato e sti-
mato dalla popolazione, viene salutato
con stima e affetto. Di certo si sentirà la
sua mancanza, ma si sa, i militari non
hanno mai una fissa dimora. A rendere
omaggio e un ringraziamento al militare per il lavoro svolto, il sindaco del
comune di Colobraro, il quale, a nome
della cittadinanza ha conferito al M.llo
Vincenzo Lucio Bianco la cittadinanza
onoraria. “Abbiamo sentito il dovere”
ha dichiarato il sindaco Andrea Bernardo “di ringraziare il comandante per
l’attività svolta al servizio dei cittadini,
delle istituzioni democratiche e della
legalità. Con questo riconoscimento
vogliamo sottolineare la competenza
professionale, l’abnegazione e le doti di
grande umanità dimostrate durante i 12
anni che ha trascorso nella nostra comunità”. La cerimonia in forma privata
si è tenuta nei locali della casa comunale. Con la seguente motivazione Bianco
è diventato cittadino onorario del paese
che lega il suo nome al mito della sfortuna ma che della sfortuna ha fatto motivo
di turismo e cultura: “Per l’alto senso
del dovere e della fedeltà dimostrati a
favore dello Stato e delle sue Istituzioni
e per la costante presenza a sostegno e
al fianco delle Istituzioni locali nell’affrontare e risolvere delicate questioni
di comune interesse, per il contributo e
gli interessi di prevenzione, repressione
e controllo del territorio, per la difesa
e sicurezza dei cittadini e della comunità di Colobraro”. A consegnare l’attestato, il sindaco Bernardo in fascia
tricolore. Anche la comunità di Valsinni
ha voluto rendere omaggio a Bianco.
Nella casa comunale è stata consegnata
al sottoufficiale una targa ricordo dai
consiglieri comunali a nome della cittadinanza. Parole di apprezzamento e
stima sono state rivolte al militare che
nella sua lunga carriera si è conquistato affetto e ammirazione da parte dei
cittadini. Un commosso ed emozionato
BancAperta - Anno V - Numero 2 - Febbraio 2016
maresciallo, ha salutato i suoi uomini
e i cittadini tutti al momento della partenza. “Ho cercato di considerare i due
comuni della giurisdizione” ha dichiarato Bianco “alla stregua di due figli
con le normali differenze tra le due cittadinanze e stando vicino ad ogni tipo
di problematica lamentata”. Prende il
comando della stazione di Colobraro e
Valsinni il M.llo Vittorio Benito Barra.
Cerimonio di consegna della cittadinanza onoraria
al Maresciallo Bianco, nella foto il terzo da sinistra. Il secondo da sinistra è il sindaco di Colobraro Andrea Bernanrdo
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Una Fondazione per lo Sviluppo del Territorio
Per la Cultura
Per la Ricerca e l’innovazione
Per la Crescita delle Comunità Locali
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