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“ passiamo all`altra riva” (Mc 4,35)

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“ passiamo all`altra riva” (Mc 4,35)
NEWSLETTER bimestrale
Il passaggio...
“
dell’Oratorio “Seminarino” di Bergamo Alta
... passiamo all’altra riva” (Mc 4,35)
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
REALIZZATO IN PROPRIO PRO MANOSCRITTO IL 30/9/2010
a cura di don Gianluca
Nessuno resta fermo nella vita.
C’ è un movimento che ci appartiene
e ci costituisce che dice di un moto costante e
progressivo dell’esistenza.
Da una parte assistiamo ad un
mutamento che ci pervade e di cui noi
non ne caratterizziamo nè ne cambiamo il
percorso. Sono le età e le stagioni della vita
che modificano i tratti somatici, che mutano le
forme corporee, che determinano i passaggi
dell’esperienza umana. Queste si possono
forse rallentare ma non fermare.
Dall’altra siamo invitati a scegliere
e codificare, con la nostra libertà, alcune
decisioni che ci portano a intraprendere, volta
per volta, sentieri importanti per la nostra vita.
Qui si raccolgono tutte quelle svolte attraverso
le quali maturiamo nella crescita umana e
spirituale oppure regrediamo in zone d’ombra
tutt’altro che umanizzanti.
Ma c’è una terza via che si offre quale
frutto provvidenziale di una decisione altra e
oltre, e che non “s’impone” senza il concorso
di una libera e accorta accoglienza dell’uomo.
Essa spesso si serve di una mediazione. é
l’invito e la proposta di Dio. Egli chiama ad
uno spostamento che incide sull’interno e
sull’esterno della persona, verso una direzione
e una collocazione altra. Spesso essa non è
neppure prevista e desiderata. Ma si presenta
con le caratteristiche di un bene per te e per gli
altri.
é quello che nuovamente il Signore ha
chiesto a me attraverso il Vescovo Francesco.
In questi giorni sto vivendo questo passaggio
che certamente non stravolge la mia vita,
anzi le consente di verificare la veridicità
qualitativa del suo orientamento e le chiede
un nuovo rito di inserimento e una nuova
dinamica di appropriazione. Nuova casa,
nuove prospettive e configurazioni, nuovi volti
e nuove relazioni. Ma nello stempo tempo la
gioia di poter rimanere nell’incanto di Città Alta
pur con altre mansioni e occupazioni.
Non è facile affrontare il passaggio.
Non tanto per il cambiamento in sè. Si sa che
ogni ricollocazione comporta un rimotivare e
rilanciare il proprio vissuto. Ma per la necessità
di mantenere un equilibrio nell’oscillazione
tra l’attenzione e il pensiero ai volti e agli
impegni in Oratorio (Seminarino) e la cura e
il lavoro in Seminario. Non sempre, infatti, ti
senti totalmente partecipe e empaticamente
presente in modo pieno nè all’uno nè all’altro. In
realtà vorresti fare bene entrambi. Tui accorgi
però che non ne sei capace e allora cerchi di
fare meglio che puoi e di vivere il passaggio
consapevole che questo ancoraggio al passato
ti fa ancora molto bene ed è assai gradito.
é con questa piccola riflessione che
vorrei augurare a tutti che quest’anno segni
un ulteriore passaggio per me, per noi, per la
nostra comunità. Siamo chiamati a camminare
sempre di più e meglio. Lo facciamo con il motto
scelto per le attività catechetico-oratoriane
di quest’anno: “PER ASPERA AD ASTRA!”
(attraverso le difficoltà verso le stelle!).
Condivideremo
tempi,
spazi,
esperienze. Forse io un po’ meno. Ma alla
carenza quantitativa subentri una presenza
qualitativa e feconda.
E ci incamminiamo consapevoli che
siamo spinti a ciò da tutti i passi e i passaggi
che già abbiamo affrontato e condiviso fin qui.
A questo proposito troverete in questo
numero di Seminanius alcuni racconti ed
esperienze che raccolgono le ultime avventure
vissute insieme.
Ci aspettano mesi di paziente
accoglienza del nuovo, di umile collaborazione,
di sapiente rilettura e ricomposizione del già
seminato e raccolto.
In questi giorni sta passando in mezzo
a noi Mattia, il nuovo seminarista che diventerà
diacono a fine ottobre. Viene ad offrire il suo
tempo, la sua passione e il suo servizio nella
nostra Comunità. Gli diciamo grazie e lo
sentiamo già come uno uno di noi.
I collaboratori si sono già ritrovati
e hanno ripreso i loro compiti con volontà
di far bene, uniti, per il bene comune, sotto
la referenza di Suor Maria. Don Giuseppe
e Don Romano rimangono le nostre guide
affinchè non ci smarriamo nel passaggio ma
ci irrobustiamo sempre più nella fede e nella
carità.
Quanti passaggi nella Bibbia, quanti
passaggi nella vita. Dio passa, le cose
passano, l’uomo passa. Ogni passaggio
diventa il luogo della salvezza. Ogni passaggio
segna una rinascita. Sia così per tutti senza
lasciarci fermare o senza indietreggiare per le
inevitabili prove che ogni passaggio riserva.
Ma impegniandoci con gioia a vivere ogni
passaggio come un rilancio di testimonianza e
di vita.
Buon cammino!
ITINERARIO “VOLTI e RACCONTI”
con don Giuseppe e Sergio Brigenti
(vedi sito del Seminarino)
______________________________
Mercoledì 6 ottobre: inizio catechesi ragazzi
Catechesi al Mercoledì
dalle 14.30 alle 16.00
dalle 16.45 alle 18.00
Venerdì 8 ottobre: inizio catechesi ADO-GIO
Catechesi al Venerdì dalle 20.45 alle 22.15
______________________________
Sabato 30 ottobre
ore 20.30 chiesa ipogea del Seminario
Diaconato di don Mattia Ranza
_______________
Prenotazioni varie
TELEFONARE il lunedì e il mercoledì
dalle 9.00 alle 12.00
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
2
SARDEGNA - Isola di San Pietro 2010
Vacanza con le famiglie e i ragazzi
Sabato 24 luglio 2010, mi trovo sull’aereo diretto a Stansted in
compagnia di Licia e dei suoi figli. Stiamo raggiungendo le altre amiche
Margherita e Sabrina. Dal finestrino vedo ora lo Stretto della Manica e
la mente inizia a volare… il blu…. il mare… il mare…. e l’isola…. l’Isola
di San Pietro che abbiamo lasciato l’altro giorno per recarci ora a Cambridge. L’isola di San Pietro, isola sarda di origine vulcanica, così piccola, così sconosciuta a molti, ma così ricca di particolari, come la sua
discendenza genovese. Il paese Carloforte, infatti, ne è l’esempio e ci si
accorge quando, passeggiando per le vie, si sente il dialetto. La piazza
è il cuore pulsante dell’isola con gli schiamazzi dei bimbi e gli anziani
seduti sotto i fantastici e maestosi ficus che la caratterizzano. Le case
poi hanno dei meravigliosi color pastello, con balconi di ferro battuto
e un’infinità di panni stesi da asciugare. Ma ciò che rende fantastica
l’isola è la zona interna caratterizzata dalla tipica vegetazione
della macchia mediterranea e
la zona esterna con spiagge
diverse tra loro: Bobba, con
l’acqua bassa e trasparente;
PuntaNera con la sua grotta;
Nasca contraddistinta da una
veduta da mozzafiato e da una
piscina naturale collegata al
mare tramite uno stretto passaggio tra gli scogli; Lucaise,
poca spiaggia, ma incastonata
tra le rocce con massi piatti e
levigati; Conca con faraglioni
che cadono a picco (come a
picco si tuffavano i ragazzi e le
ragazze); e le altre Guidi con l’acqua limpidissima; Girin con una fantastica sabbia bianca; Caletta con una lunga spiaggia stupenda; Tonnara
distinta da rocce levigate (e dalle zanzare che ci hanno attaccato in
una della serate trascorse sulla spiaggia). Bellissime, fantastiche!!!
Magnifiche le giornate vissute con il gruppo che abbiamo, con
molto rammarico, lasciato a Villa Aurora per poter partecipare al camp.
Giunte a casa siamo state letteralmente mitragliate dalle tipiche domande: <<Come trascorrevi la giornata? A che ora ti svegliavi? Cosa
facevi? Quanti eravate? E l’ultima: ma chi te lo faceva fare?>> Questa
domanda no! Non rispondo assolutamente! Partire con un gruppo di
circa settanta persone significa convivere insieme. No, non siamo in
un albergo, come qualcuno potrebbe pensare. Soggiorniamo in una
villa costituita da un immenso salone, da una mensa, da camere quadruple e triple il tutto arredato con molta semplicità ed essenzialità. Ci
sono dei responsabili, dei compiti da svolgere, c’è un regolamento da
rispettare; non si può fare di testa propria: si convive con altre persone
nel reciproco rispetto. I partecipanti, suddivisi in sottogruppi, vengono
coinvolti in turni che, quotidianamente, si susseguono: un turno per
servire il pasto, sparecchiare, pulire, lavare e apparecchiare per il pasto successivo (da ripetersi per la colazione, il pranzo e la cena); un
ulteriore turno per le letture del mattino e della messa. La giornata è
molto intensa: si avvia alle ore 7.15 con la sveglia umana (Franco),
per poi continuare a ritmo incalzante con la colazione, la preghiera,
la spiaggia, il pranzo e ancora la spiaggia, la Messa, la cena per poi
a cura di Mara Carlessi
concludersi con i tornei. Tutto dipende da come si vuol vivere questa
vacanza. Solo l’idea di non essere ora presente mi rammarica. Era
troppo bello sedersi intorno alla tavola, non solo per nutrirsi, ma per
condividere l’amicizia, la partecipazione ai fatti accaduti. E’ importante vivere una relazione sincera, comunicativa, umana, con chi stà di
fronte, accanto e vicino senza scegliere le persone preventivamente,
senza la preoccupazione di fare colpo. Per me stare in gruppo è chiaramente stare insieme per dare e per ricevere e ciò che viene svolto
deve partire semplicemente dal cuore. Questa è una vacanza caratterizzata dal senso di fraternità, amicizia, servizio, condivisione; non si
deve primeggiare gli uni sugli altri, si deve essere se stessi. Il gruppo
è costituito da persone che hanno maturato l’intenzione di condividere
spazi e beni di vario genere. Si chiede candidamente la disponibilità per diversi servizi, per i momenti di preghiera e di gioco. Si cerca,
nel gruppo, di superare quel senso di alienazione interiore, dell’essere
stati espropriati di qualcosa/qualcuno che ci appartiene nel profondo.
Vivere insieme per servire.
Tutto è legato però ai momenti di riflessione che quotidianamente Don Gianluca ci lancia. Quest’anno è stata fantastica la lettura
del libro “Nel cuore delle parole - alla scoperta del gusto di camminare”.
Le parole dell’anima, del corpo, dello spirito, della relazione, dell’amore, della preghiera, dello studio e del cammino. Questi sono temi che
raggruppano altre parole da noi quotidianamente pronunciate; temi che
seguono il cammino della nostra vita. Ogni parola viene analizzata nel
suo significato etimologico; viene espressa nel suo contenuto; viene
rappresentata con un’immagine dove il protagonista è un omino stilizzato nella sua semplicità; viene raccontata con un testo o una poesia o
una descrizione di un dipinto; viene proposta anche un’attività da svolgere in gruppo il cui obiettivo è ben delineato. Nelle “Parole dell’anima”
fanno parte l’intelligenza per capire; la memoria per ricordare; la volontà per scegliere; il desiderio per agire; il sentimento per amare; la riflessione per confrontarci. Queste parole aiutano l’uomo a cercare il senso
della vita e
delle cose
in una ricerca che
non
si
esaurisce
su questa
terra perché c’è
sempre
un oltre
che chiama, attira
e porta
lontano.
Questa è la prima tranche del libro che ho in borsa. Lo leggerò
durante il soggiorno in Inghilterra, ma so fin d’ora che non riuscirò ad
attirare l’attenzione delle mie amiche, forse perché non ci troviamo nel
luogo adatto. Ogni parola che si legge, colpisce la nostra interiorità e ci
permette di riflettere, di pensare, di meditare ancor più se di fronte c’è
il mare e il sole che tramonta, soprattutto se ci si trova sull’Isola di San
Pietro.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
3
DESTINAZIONE: SARDEGNA! a cura di Anna Donini
Come al termine di ogni anno scolastico pieno di studio, impegni e rompicapi, finalmente, arriva l’estate.
E, con l’estate, arrivano le novità e i divertimenti.
Quest’anno un inaspettato viaggio mi attendeva nel torrido luglio ...
Proprio una sera di maggio, ecco che Elisa (amica e compaesana) ha
rivelato la ghiotta proposta: si tratta di passare ben tre settimane con
l’oratorio di Città Alta a Carloforte, nella suggestiva isoletta di S. Pietro
in Sardegna, terra lambita dalle acque smeraldine del mare.
Un’occasione da non lasciarsi sfuggire! Non ho potuto far altro che accettare.
Povera me, non potevo sapere che quella che avrei passato non sarebbe stata una normalissima vacanza incorniciata solo da
sole, sabbia e mare!
Quindi, a dirla tutta, nessuno resisterebbe alla sfrenata, ma
soprattutto disperata ciurma capitanata dal mitico Don Gianluca, con
la quale se ne vedono di belle!
non si può dire che non mi sia divertita!
In effetti, se ripenso a quella vacanza, rimpiango le serate, i
giochi, i momenti di riflessione e i pranzi che insieme abbiamo fatto.
Di certo non sono tornata vuota da questa vacanza, e il segno che mi
ha lasciato nel cuore non durerà poco.
Tra i divertimenti vissuti assieme a queste persone, non è mai
mancato l’impegno di condividere le cose con gli altri e il reciproco
rispetto e aiuto che si deve nei confronti del prossimo.
Ringrazio don Gianluca, la sua banda e ... il Signore (in fondo, dietro a tutto c’è sempre Lui) per avermi fatto vivere questa indimenticabile esperienza, in cui la vita di gruppo è il punto forte.
Insomma, si potuta definire un’utile esperienza che mi ha insegnato un mucchio di cose.
Un ultimo grazie a tutti.
Voci dall’antico: lettura dall’Iliade
Nella suggestiva cornice del Seminarino, per
quattro serate tra Gennaio e Febbraio, ancora
una volta sono risuonate le parole dell’aedo
omerico che ha cantato l’ira funesta del Pelide
Achille e le vicende dell’Iliade in una prospettiva, almeno parzialmente, nuova. Infatti, accanto ai grandi eroi della tradizione, ai loro atti coraggiosi e alle gesta eroiche, si sono poste in
primo piano le grandi figure femminili del poema omerico: Andromaca, la moglie fedele che
prima piange la separazione dal marito e poi
leva il lamento funebre sul copro del caro defunto; Elena funesta nella sua bellezza, vittima
e carnefice che i vecchi di Troia non possono
che guardare con stupore; Cassandra la prima infausta profetessa che annuncia il ritorno
del cadavere di Ettore nella sua città; le grandi
dee come Era che alterna, nel suo rapporto
con Zeus, l’ira alla scaltra seduzione, o Atena
che combatte con i suoi protetti o l’umanissima Teti che pensa solo a proteggere il figlio.
Ascoltare o riascoltare queste alate
parole ha permesso di cogliere la voce più
profonda del poema omerico, quella del dolore che si manifesta in una guerra comunque necessaria per acquistare gloria, unico
mezzo per sopravvivere all’oblio, in una società rigidamente guidata da valori assoluti.
Le note di tragico dolore che la vicenda di
Achille, ancora prima di quella di Ettore, nasconde, sono apparse di una modernità sorprendente grazie all’accostamento tra il poema antico e la voce di scrittori contemporanei.
L’iniziativa è nata ancora una volta da
una proposta avanzata dai professori Paola
Missale e Mauro Messi e resa possibile grazie
alla gentilezza dell’Associazione degli Ex-allievi ed amici del Seminarino, soprattutto nelle
persone di Sergio Beretta ed Ernesto Taramelli,
alla cortesia del parroco don Giuseppe Sala e di
don Gianluca Brescianini ed al lavoro preciso di
molti altri, dal grafico Fabio Poli ai tecnici delle
luci, alle persone della segreteria, che nell’ombra si sono adoperati per la riuscita del tutto.
La tradizione delle letture invernali di
“Voci dell’antico” verrà ripresa nel prossimo
mese di Febbraio ad opera della neonata associazione K’Epos, di cui fanno parte i professori Missale e Messi. Questa associazione,
infatti, si propone tra i suoi obiettivi anche di
tenere vivo quell’interesse che già si è riscontrato per la cultura e la tradizione classica.
a cura di Mauro Messi e Paola Missale
Il nuovo ciclo avrà per tema: Le
voci dall’antico: I giochi degli eroi e consisterà nella lettura, anche a più voci, di pagine significative dell’Iliade, dell’Odissea,
dei lirici greci, dei poeti ellenistici e di Virgilio che abbiano per tema lo sport e i giochi.
Nelle gare sportive si rispecchia l’ideale di un mondo che muta, valori che cambiano con il mutare del contesto sociale. Diversi
modi di vivere l’evento agonistico nascondono
diversi modi di
rapportarsi al
mondo. Non
solo, quindi,
lo sport inteso
come evasione ma come
evento che
impegna la
totalità dell’individuo nella
strenua ricerca della vittoria, ottenuta però nel rigido rispetto delle norme.
Una moralità antica che affonda le sue radici
nel rito e che ha ancora qualcosa da dire oggi.
4
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
Pellegrinaggio dei Giovani della Diocesi di Bergamo
SANTIAGO 1 - 9 agosto 2010 Diario del Pellegrino
a cura di Monica Mandelli
1 Agosto 2010, Domenica
Ore 6.00 Piazzale della Malpensata.
Il tempo dell’attesa e della preparazione (fisica e non!) è ormai terminato: finalmente si parte.
Il primo giorno prevede un lungo viaggio di circa 12 ore in pullman con meta Tolosa, tappa scelta anche nel passato dai pellegrini nel
loro avvicinarsi alla Spagna e all’inizio del cammino per Santiago.
C’è la possibilità di riposarsi ma soprattutto di superare l’imbarazzo iniziale dei piccoli gruppi, di fare conoscenza e di imparare a
considerarsi tutti compagni di viaggio, “sentirsi gruppo”.
L’unica sosta prevista è nella tarda mattinata a Sanremo, dove
i 14 preti che ci accompagnano celebrano la messa nel monastero delle
Suore Carmelitane Scalze: è il primo momento comunitario e liturgico
che segna ufficialmente l’inizio del pellegrinaggio. Le suore ci accolgono con calda ospitalità e dicono che ci ricorderanno nelle loro preghiere
durante tutto il nostro viaggio. È una sensazione particolare che coglieremo più di una volta in questi giorni: non cammineremo mai da soli,
accompagnati sempre non solo dalle persone accanto a noi ma anche
da tutti i parenti e gli amici che sono rimasti a casa e che ci seguono con
il pensiero.
delle sagome di lamiera raffiguranti una carovana di pellegrini in marcia, “Donde se cruza el camino del viento con el de la estrellas”, dove
si incrocia il cammino del vento con quello delle stelle; da qui la vista
spazia sulla valle di Puente la Reina, paese legato al nome della regina
Dona Mayor che fece costruire un ponte sul fiume Arga per favorire il
passaggio dei pellegrini. Oggi quel ponte accoglie noi, che giungiamo a
piccoli gruppi (avendo ognuno camminato con il proprio passo) e che,
tolti gli scarponi e con i piedi all’aria, ci godiamo sfiniti i caldi raggi del
sole.
Con il pullman raggiungiamo poi Burgos e nella Cattedrale gotica di Santa Maria celebriamo la Messa. La fatica e la preoccupazione
pervadono molti, già colpiti dalle temute vesciche. Ancora una volta la
parola del Vangelo e la riflessione del vescovo ci vengono incontro:
per quanto possa essere difficile il cammino, bisogna avere fiducia per
poter “galleggiare” sulle acque; questo è possibile solo se il viaggiare
non è fine a se stesso ma ha un senso e una direzione. Nel Vangelo
la meta di Pietro è Gesù; la nostra è il campo stellato della tomba di S.
Giacomo.
4 Agosto 2010, Mercoledì
3ª tappa a piedi: Fromista - Villalcazar de Sirga - Carriòn de
Los
Condes,
18 km per una media di 4 ore e mezza.
2 Agosto 2010, Lunedì
Dopo essere giunti con il pullman a Fromista e aver ammira
Sveglia prestissimo. Con il pullman raggiungiamo i Pirenei e Saint Jean Pied de Port, piccolo centro e inizio del cammino per molti to la piccola chiesa di San Martin, fatta costruire sempre dalla regina
pellegrini. La giornata è nuvolosa e minaccia pioggia; sembra adatto il Dona Mayor, ci mettiamo in cammino.
Il paesaggio è cambiato: lasciati i Pirenei ci troviamo nella remotto suggeritoci da don Gianluca che ci darà carica anche nei gior- gione
desertica
delle Mesetas, altipiani pianeggianti e aridi, con campi
ni successivi: AD ASTRA PER ASPERA, “verso le stelle attraverso le
sterminati (pellegrino = per agros = per campi) coltivati a grano. Il perasperità”.
A Roncisvalle ci raggiunge il vescovo Francesco, nostra guida corso non è difficile ma la monotonia del panorama non permette di
e soprattutto nostro compagno di viaggio, che celebra la messa nella vedere la fine e lascia vagare lo sguardo in questo spazio di solitudine
bellissima Collegiata di Santa Maria di Orreaga: spinti da motivi diversi e di piattezza.
Poi in pullman fino a Leòn e breve visita del centro storico. La
siamo tutti impazienti di cominciare il cammino, carichi di aspettative e Cattedrale ci colpisce per la sua magnificenza e le sue vetrate . La predi curiosità.
1° tappa a piedi: Zubiri -Trinidad de Arrè – Burlada - Pamplo- dica incisiva e trascinante del vescovo Francesco ci regala la figura delna, 20 km ca. la cananea (la “napoletana” secondo una nuova interpretazione), una
per una media donna che va oltre i confini senza trasgredire, capace di non perdersi
di 4 ore e mez- d’animo pur di ottenere dal Signore quello che porta nel cuore non solo
per lei ma per la figlia.
za.
Il tempo è
clemente
e
quando ormai
raggiungiamo
Pamplona il cielo si è schiarito
e l’aria è fresca.
A cena in
hotel gli sguardi
che ci scambiamo sono più eloquenti di qualsiasi parola: il cammino è
stato duro e comincia a far male tutto, si desidera solo il letto.
3 Agosto 2010, Martedì
2° tappa a piedi: Pamplona - Sierra del perdono – Uterga –
Obanos - Puente la Reina, 25 km per una media di 5 ore e mezza.
Il cammino prevede la salita all’Alto del Perdòn tra campi di
girasoli e pale eoliche; giunti al valico troviamo una statua moderna,
5
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
5 Agosto 2010, Giovedì
È l’ultimo giorno di cammino. Lasciata Leòn entriamo nella provincia di Lugo e giungiamo a O Cebreiro, piccolo villaggio risalente ai
Celti, a 1293 metri d’altitudine, tra i monti galiziani. Qui celebriamo la
Messa.
4ª tappa a piedi: O Cebreiro - Alto del Pojo, 10 km per una
media di 2 ore.
Con il pullman raggiungiamo poi nel pomeriggio il Monte do
Gozo, il monte della gioia, da dove è possibile vedere il pegno della
nostra fatica, le guglie della cattedrale di Santiago. Ai piedi della gigantesca statua che ricorda la GMG lì celebrata nel 1989 da Giovanni
Paolo II, il vescovo Francesco ci invita a camminare insieme a lui, in
silenzio, fino alle porte della città.
Monte Gozo - Santiago de Compostela, 5 km per 1 ora di cammino.
Le prime case, la periferia ed infine il centro storico: la gioia è troppo grande, incontenibile, esplode in canti accompagnati dalle
chitarre. “Quale gioia mi dissero andremo alla casa del Signore, ora
i piedi o Gerusalemme si fermano davanti a te.” Santiago è piena di
pellegrini e di altri giovani provenienti da tutta Europa per festeggiare
l’anno giacobeo. In piazza lunga fila per entrare in Cattedrale e, come
è usanza, abbracciare infine la statua di S. Giacomo e sostare un attimo sulla tomba dell’apostolo. Ognuno con i suoi ringraziamenti, le sue
paure superate, le sue gioie e i suoi dolori. Un sorriso, una lacrima, una
preghiera.
il breve racconto di un ebreo che si rivolge ad una cristiana con queste
parole :”Voi che avete trovato la luce, che uso ne state facendo?”
Il pomeriggio è libero per le confessioni, o semplicemente per
passeggiare nelle strette vie di Santiago, una città santa che ha il sapore della storia e del mondo.
6 Agosto 2010, Venerdì
È il compleanno del nostro vescovo Francesco. Porgendogli i
nostri auguri lo ringraziamo per il regalo che lui ha fatto a noi: dedicarci
il suo tempo (una settimana non è poco, vista la sua fitta agenda!) e
offrirci la sua guida in
un’esperienza così
densa di significato.
La giornata è dedicata alla
visita di Santiago.
Nella chiesa di S.
Francesco
don
Pasquale, rettore
del Seminario, tiene una catechesi
sull’affascinante
figura dell’apostolo
Giacomo, un uomo
che si è lasciato
sedurre anche solo
da uno sguardo,
quello di Gesù, e di
cui se ne è innamorato. In Cattedrale
partecipiamo alla
Messa in spagnolo
celebrata dal vescovo della città e
assistiamo al rito del “botafumeiro”, il grande turibolo che fatto oscillare
ci ricopre con il profumo dell’incenso. Durante la predica (grazie al contributo di una preziosa traduttrice) riusciamo a cogliere un passaggio,
8 Agosto 2010, Domenica
Pernottiamo a Bilbao, dove celebriamo la Messa nella chiesa di Santa Maria del Begùn e ammiriamo l’avveniristica struttura del
Museo Guggenheim. Alla sera raggiungiamo Nimes. Le molte ore e
le lunghe distanze coperte in pullman sono il segno più evidente che
il pellegrinaggio ci ha
davvero portato lontano, ai confini della
terra.
7 Agosto 2010, Sabato
Prima di intraprendere il lungo viaggio di ritorno raggiungiamo
l’oceano a Finisterre, tappa ultima del Cammino tradizionale, dove ha
termine la terra conosciuta e dove il corpo è impossibilitato a proseguire di fronte alla distesa infinita del mare.
Alla luce del sole appena sorto, abbarbicati sulla scogliera,
celebriamo la Messa. Le amicizie appena nate, quelle consolidate, la
condivisione delle fatiche e delle gioie, le riflessioni forti e i confronti:
il tempo delle parole è finito, si può solo contemplare la meraviglia davanti agli occhi facendo lievitare nell’animo tutto ciò che si è vissuto. Le
preghiere di ringraziamento nascono spontanee.
Finisterre. La fine della terra. La fine del viaggio. Ma l’uomo
non può non pensare all’OLTRE. Quell’OLTRE che grida l’immensità
della vita, che spaventa perché si pensa che in esso possa operare
solo Dio. Il vescovo ci invita a continuare la via della terra e del cielo, a
proseguire il nostro cammino sulle orme di San Giacomo e di tutti i santi
che abbiamo incontrato in questi giorni.
“Viaggiare non significa andare lontano perché il viaggio essenzialmente è cambiare lo sguardo anche restando nel quotidiano.”
9 Agosto 2010, Lunedì
Si torna a casa. Ultime chiacchiere, ultime foto,ultimi ricordi.
Il programma è stato spesso cambiato
di giorno in giorno,
in fieri. Così oggi
decidiamo di terminare ufficialmente il
pellegrinaggio celebrando la Messa là
dove eravamo partiti,
a Sanremo presso le
Suore Carmelitane.
Sembrerebbe
un
cerchio che si chiude
se non fossimo tutti consapevoli che questa è un’esperienza troppo intensa per essere
archiviata. Ormai appartiene anche a noi l’antico motto dei pellegrini
compostelani: ULTREYA … SUSEYA!, “sempre più avanti, sempre più
in alto!”
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
6
a cura di Veronica Brescianini
“Per
aspera
ad
astra”
(attraverso le asperità verso le stelle!)
Raccontare di un viaggio non è mai facile. Non è facile perché
foto, parole e souvenir non bastano. Non sono sufficienti, non esauriscono il vissuto.
carestie potevano bloccare definitivamente il viaggio. Non credo, in fondo, che oggi la situazione sia totalmente cambiata: permane il rischio
di non tornare più. Certo, ora si possono compiere tratti di strada con
i mezzi di trasporto moderni, si calzano scarpe più o meno comode, si
incontrano macchinette dove poter prelevare acqua fresca, si possiede
ogni tipo di indumento per ripararsi il meglio possibile da vento, sole ed
acqua. Nonostante ciò, partire è sempre allontanarsi da chi si era, è
rischiare di non riconoscersi, è mettersi in gioco, è lasciare qualcosa di
noi.
“Lo straordinario risiede nel cammino della persone comuni” (P.
Coelho). Il cammino di Santiago è un cammino aperto a tutti, ognuno
può intraprenderlo seguendo i suoi ritmi, il suo fiato, la sua energia, la
sua fede. Non ci si può perdere: conchiglie e frecce gialle segnano il
tracciato. Questo è camminare sicuri, affidarsi a chi ci ha preceduto calpestando quell’erba, quell’asfalto, quella terra. Mentre seguo le huellas
(impronte) di chi ha camminato prima di me, mi risuona prepotente nella
mente lo stesso pensiero: nel cammino fisico la meta è conosciuta,
concreta, certa, la tomba dell’apostolo non si muove ma, nel cammino
Raccontare di un viaggio è viaggiare nuovamente, è ingranare la prima interiore, nel cammino della mia vita, quale è la mia meta?
nel motore del cuore e non fermarsi. È rinunciare ad ancorarsi al pas- Orientarsi non è un gioco da ragazzi. Non esiste il “tom tom
sato, è protendersi verso il futuro, è ricercare l’eternità nel presente.
dell’esistenza umana” e, anche se ci fosse, che destinazione vi porrei?
Si cammina troppo spesso verso orizzonti inutili, ricercando le certezze
Raccontare di un viaggio è fare i conti con se stessi, è contare in ciò che certo non è. Si finisce col PERDERSI. Panico, indecisione,
le ferite, le vesciche, la carne viva. È scavarsi dentro.
fallimenti e delusioni ridisegnano troppo spesso ciò che un tempo si
Raccontare di un viaggio è testimoniare il cammino.
definiva come meta. Ogni parola racchiude però in sé una molteplicità
di significati. Io, dunque, decido di perdermi.
Che cosa spinga un gruppo di giovani ad incamminarsi seguen- Non è proprio quando “si perde la testa per qualcuno” che ci
do le orme di Santiago, l’apostolo Giacomo, credo rimarrà un mistero. si sente così carichi da poterlo rincorrere fino in capo al mondo? O,
Forse quella sana curiosità di chi sa di avere ancora molto da scoprire, meglio, fino ai “confini della terra”?
quel pizzico di pazzia che è il sale che dà sapore a tanta gioventù o Non può avvenire una cosa simile anche per i sogni? Avete mai
quella promessa fatta a se stessi. Qualunque sia stato il motivo, noi perso la testa per un sogno? Perdersi nei sogni serve per orientarsi nelalle luci dell’alba eravamo lì in quel piazzale, pronti per quell’avventura. la vita. Servono quei sogni genuini, belli, quelle speranze che fanno dire
Valigie più o meno grandi, zaini più o meno colmi, segno dell’incapacità “che bello vivere!”. Quando hai un sogno vai, prosegui e ripeti “ultreya,
umana di concepire l’essenziale.
suseya”, ossia “vai oltre, vai, forza pellegrino, varca i confini”.
Solo adesso, sforzandomi di ricercare l’Oltre, mi rendo conto
Si racconta che, nel Medioevo, i pellegrini che si accingevano dell’importanza dei segni: la conchiglia, l’essenziale, il sapere usare il
a partire per Santiago avessero l’usanza di fare testamento. Il rischio di proprio talento, grande o piccolo che sia, per abbeverarsi e far abbevenon tornare era assai alto: il cammino era lungo ed impervio, malattie e rare gli altri alla sorgente della vita; il bastone, per appoggiarsi e riprendere fiato; le calzature, per vincere salite e discese, rocce e sabbia.
E, infine, gli incontri. Sulla strada più volte si sono incontrati
pellegrini che camminavano come noi, col corpo e con lo spirito. Li superavo quasi sempre, pur non mantenendo un passo eccessivamente
veloce. Questo perché c’è differenza tra chi cammina quattro giorni con
uno zaino che pesa una manciata di chilogrammi, e chi è in viaggio da
settimane e porta zaini ben più pesanti. Ognuno, segue il cammino su
cui è stato avviato.
Loro ti guardavano mentre andavi avanti e, sorridendo, dicevano: “BUEN CAMINO”. Facile associare questo augurio al concreto,
pensando: “Sì, speriamo di riuscire ad arrivare presto alla casetta per
timbrare la credencial”. Ma in quelle parole c’era ben altro. C’è ben
altro. È l’augurio rivolto alla vita, alla tua esistenza. La nostra vita è un
cammino, siamo incamminati verso qualcosa di grande. Ma cosa?
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SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
I rabbini pensano che Dio, dando forma
all’uomo, abbia creato il punto interrogativo e l’abbia
messo nel suo cuore. Domande, domande, domande.
“Chi sono io per Te?”. “Cosa devo fare della mia vita?”.
Cammino sul terreno più o meno battuto, tra
papaveri e girasoli. I girasoli, distese di girasoli rivolti verso l’alto ad ammirare il sole, quel sole che rotola
limpido nell’azzurro e proietta l’ombra del nostro corpo
sul sentiero. Si crede nell’esistenza di due cammini attraverso cui il corpo di Santiago sia potuto giungere in
Galizia: uno terreno, attraverso il mondo sublunare, e
uno celeste, ad opera degli angeli. La terra porta in sé
un tracciato che si rispecchia nelle stelle del cielo, nella
Via Lattea che è uno dei simboli del compimento della
volontà di Dio che opera “come in cielo, così in terra”.
Il cielo e la terra: due meraviglie infinite, unite da qualcosa di misterioso, unite dalla migliore opera
d’arte: l’UOMO. “Pur sapendo che ha i giorni contati e
che tutto finirà quando meno se lo aspetta, l’uomo fa
della vita una lotta degna di un essere eterno” (P. Coelho). L’uomo scopre nel mondo e nella sua esistenza la paternità di un Dio che ama ogni
creatura. Tutto parla di Lui. Il compito dell’uomo è imparare a vivere secondo ciò per cui siamo stati creati. C’è qualcosa di grande sopra ognuno
di noi, qualcosa che ci precede. Non scegliamo di appartenere a Lui, ma tocca a noi scegliere come vivere questa appartenenza.
Scoprire questo è scoprire la luce ma, come ricordava il vescovo di Santiago, Juliàn Barrio, dobbiamo domandarci:
“¿Qué estamos haciendo con esta luz?” (cosa stiamo facendo con
questa luce?). Ora che siamo tornati, rimaniamo con le mani in
mano, tratteniamo l’esperienza per noi o vogliamo invece rivestirci,
come Giacomo e Giovanni, del soprannome “figli del tuono”?
Dentro sento quell’agitazione, quell’inquietudine di chi crede di aver incontrato volti veri e sinceri, accompagnati dalla Parola giusta. Anche Giacomo cambia e non trova spiegazione per il
cambiamento che avviene. Pure io desidero cambiare, accettare la
chiamata a crescere e formarmi alla luce della fede, della speranza e dell’abbandono. È bello sapere che l’apostolo sia riuscito a
rivestirsi di lui, a chiamarlo “Papà” nel momento della prova e della
fatica, a guardare oltre, al di là dei limiti, superando i confini.
Abbiamo bisogno dell’incontro con questi testimoni, abbiamo bisogno di toccare i luoghi sacri dove sono passati, abbiamo
bisogno di essere accompagnati da guide consapevoli che “insegnare significa mostrare che è possibile”. Necessitiamo di apostoli
moderni, di figure come il nostro vescovo Francesco e i sacerdoti
che ci hanno accompagnato: uomini come noi che Lo testimoniano e ci avvicinano a Lui mischiando, mentre avanzano al nostro
fianco, la fatica e il sudore del cammino alla gioia dell’amicizia e
della fratellanza.
Solo così il granello di senapa, simbolo dell’umiltà, avrà la
possibilità di innalzarsi come un grande albero, compimento della
virtù.
Non siamo soli: tutta l’umanità è incamminata. Ognuno
vive nel suo cammino “personalissimo” ma, nel luogo donde se
cruza el camino del viento con el de las estrellas (dove si incrocia
il cammino del vento con quello delle stelle) lì si incontrano i cammini di tutti, lì è la meta del pellegrinaggio, lì è andare non in un posto ma all’i(I)ncontro. Incontrarlo per dire a Lui “pensa che posso
farcela e ce la farò … questo conta, che io capisca … tienimi così,
e dimmelo, dimmelo che non smetterai di volermi bene, mai”. (da
Salmi per il cammino, nr 50).
Y ahora, ¡BUEN CAMINO!
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CALENDARIO
Domenica 3 ottobre
10.15 chiesa del Carmine
Ritrovo per i chierichetti. Incontro e prove.
10.30 chiesa del Carmine:
Ritrovo per le prove di canto.
11.00 chiesa del Carmine
Messa solenne con il Mandato ai Catechisti
e a tutti gli operatori pastorali delle Parocchie
di Città Alta. Sono invitate tutte le famiglie e i
ragazzi.
15.20-17.30 Oratorio Seminarino
Torneo di orienteering e merenda per i ragazzi.
Mercoledì 6 ottobre
14.30-16.00 Oratorio Seminarino
INIZIO CATECHESI 2010-2011 per i ragazzi
delle elementari e delle medie. Preghiera
in chiesa con i ragazzi sul tema e sul motto
dell’anno. Conoscenza con i catechisti e
suddivisione nelle classi.
Domenica 17 ottobre
Per tutti i collaboratori e le famiglie dell’Oratorio Seminarino.
16.00 Ritrovo all’Oratorio Seminarino
CASTAGNATA.
19.00 Preghiera del Vespro.
19.30 MOMENTO CONVIVIALE.
Martedì 19 ottobre
20.45 Oratorio Seminarino
I Incontro Genitori dei Riconciliandi.
Domenica 24 ottobre
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE.
Martedì 26 ottobre
20.45 Segreteria Parrocchiale
II Incontro “Volti e racconti” con don
Giuseppe e il prof. Sergio Brigenti
Venerdì 8 ottobre
20.45 Oratorio Seminarino
INIZIO CATECHESI adolescenti e giovani.
Sabato 30 ottobre
20.30 chiesa ipogea del Seminario
Diaconato di Don Mattia Ranza.
Domenica 10 ottobre
14.30 Ritrovo alla Fara
Domenica 31 ottobre
9.30 al Seminarino: Ritiro 1a media.
11.00 al Carmine: AMMISSIONE 1a media.
Mercoledì 13 ottobre
20.30-22.15 Casa del Giovane:
I Incontro Scuola della Parola per i catechisti.
Ritrovo a Colle Aperto alle ore 20.00.
Giovedì 14 ottobre
20.45-22.30 Oratorio Seminarino
Incontro catechisti. Programmazione.
Venerdì 15 ottobre
20.30-22.00 chiesa ipogea del Seminario
Scuola di preghiera
Sabato 16 ottobre
21.00-24.00 chiesa del Carmine
ADORAZIONE EUCARISTICA
Una luce nella notte.
GIORNATA DEL SEMINARIO
9.30-15.30 al Seminarino: Ritiro 2a media.
Mercoledì 24 novembre
20.30-22.15 Oratorio Seminarino
Lectio per tutti e Incontro catechisti.
20.30-22.15 Casa del Giovane:
II Incontro Scuola della Parola per i catechisti.
Ritrovo a Colle Aperto alle ore 20.00.
Mercoledì 27 ottobre
20.30-22.15 Casa del Giovane:
III Incontro Scuola della Parola per i catechisti.
Ritrovo a Colle Aperto alle ore 20.00.
Martedì 12 ottobre
20.45 Segreteria Parrocchiale
I Incontro “Volti e racconti” con don Giuseppe
e il prof. Sergio Brigenti
Domenica 21 novembre
Mercoledì 20 ottobre
20.45 Oratorio Seminarino
I Incontro Genitori dei Cresimandi.
20.30- 22.15 Casa del Giovane
Il biblista G. Borgonovo presenta “L’innno
della creazione: con il Creatore verso il suo
“Settimo giorno”. (Consigliato a tutti). Ritrovo
e partenza a Colle Aperto.
Tutti a castagne nei boschi di Pontida con rientro in
Oratorio per le 17.30. A seguire merenda per tutti
i partecipanti. è necessria l’iscrizione apponendo
il proprio nome sulla bacheca dell’Oratorio o
riferendosi a Angelo: 320 4794657.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2010
Mercoledì 3 novembre
20.30-22.15 Casa del Giovane:
IV Incontro Scuola della Parola per i catechisti.
Ritrovo a Colle Aperto alle ore 20.00.
Martedì 9 novembre
20.45 Segreteria Parrocchiale
III Incontro “Volti e racconti” con don
Giuseppe e il prof. Sergio Brigenti
Mercoledì 10 novembre
20.30-22.15 Oratorio Seminarino
Lectio per tutti e Incontro catechisti.
Domenica 14 novembre
9.30 - 12.30 Oratorio Seminarino
Ritrovo “Ex alunni e amici del Seminarino”.
Messa in ricordo dei defunti, Assemblea e
benedizione lapidi.
14.30-18.30 a Chiuduno
Incontro diocesano catechisti con il Vescovo.
Martedì 16 novembre
20.45 Oratorio Seminarino
Incontro Genitori dei bambini di 3a elem.
K’EPOS
L’associazione K’EPOS organizza un corso
di greco antico tenuto dal prof. Pierangelo
Agazzi.
Il corso non presuppone alcuna specifica conoscenza linguistica preliminare e si propone
di fornire ai corsisti gli strumenti che consentano di leggere e comprendere un testo greco
con la traduzione a fronte.
Il corso prevede 20 incontri annuali di 90 minuti ciascuno, a cadenza settimanale, il giovedì dalle ore 18 alle 19.30 presso l’aula 8
del Seminarino in via Tassis 12, a partire dal 4
Novembre 2010.
Iscrizioni e ritiro bollettino pagamento della
quota presso la biblioteca del Liceo classico
Paolo Sarpi in orari scolastici entro il 31 Ottobre.
Per maggiori informazioni chiamare il num.
3201171480.
ORATORIO SEMINARINO
Via Tassis 12
Telefono/fax 035 247478
Cellulare e email don Gianluca
338 1363505
[email protected]
Cellulare e email Suor Maria
320 8522700
[email protected]
Cellulare Mattia Ranza
320 8522700
3280329944
APERTURA e CHIUSURA
Lunedì, martedì,
mercoledì, venerdì
dalle 15.30 alle 18.30
giovedì solo per i compleanni
Sabato e domenica
dalle 15.00 alle 18.45
Per ulteriori informazioni
rimandiamo al sito aggiornato
www.seminarino.it
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