attacchi linguali bidimensionali 2D® nella pratica clinica
by user
Comments
Transcript
attacchi linguali bidimensionali 2D® nella pratica clinica
12 Pratica & Clinica Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2013 Il trattamento estetico delle recidive: attacchi linguali bidimensionali 2D® nella pratica clinica Federica Rognoni, Renzo Rizzi L’ortodonzia linguale rappresenta la scelta d’elezione non solo per il trattamento di frequenti tipologie di malocclusione, ma anche delle recidive nel paziente adulto, sia per l’aspetto estetico sia per la non richiesta di collaborazione. Tuttavia, la maggior parte dei clinici ritiene il trattamento linguale più impegnativo rispetto a quello con mascherine per i tempi lunghi alla poltrona, mentre in altri casi è il paziente a preferire tecniche differenti a causa dei costi elevati. Il presente articolo descrive una tecnica semplice ed efficace che prevede l’uso di bracket linguali (2D® Forestadent, già noti come “Philippe”) a controllo bidimensionale utili per la risoluzione di casi ben selezionati, senza la necessità di un set-up della malocclusione. La sua praticità fa sì che più ortodontisti possano accostarsi alla tecnica e che più persone possano accedere a una terapia invisibile grazie ai costi contenuti. Di seguito saranno presentati casi di recidiva trattati senza compromettere l’estetica del paziente con i bracket linguali 2D®. Fig. 1 - Bracket linguale 2D® Forestadent. to nel 2006 come evoluzione degli “attacchi di Philippe”. Essi sono caratterizzati da clip apribili con una spatolina apposita. Gli attacchi sono di tipo medio gemellare, con o senza gancio gengivale, piccolo con singola clip (Fig. 5a) e largo gemellare (Fig. 5b) spessi 1,3 mm; nella terza generazione sono disponibili attacchi medio con gancio a “T” (Fig. 5c) per inserire catenelle e con aletta aggiuntiva rigida (Fig. 6a) per applicare il torque sul singolo dente. Quest’ultimo, il 2D® plus è disponibile anche con gancio gen- givale per l’applicazione di elastici intermascellari (Fig. 6b). A questi si uniscono i MiniAnts, ottimali per il controllo rotazionale anche in presenza di elevato affollamento della zona antero-inferiore, perché stretti ma con due alette affiancate (Fig. 7). Sono presenti, inoltre, i nuovi tubi dedicati per la tecnica linguale. L’applicazione può essere diretta oppure indiretta con una dima o con mascherina di trasferimento (es. Track C Forestadent®). Per ciò che concerne la scelta dell’arco, l’ortodontista ha a disposizione diverse possibilità. 1. Archi NiTi preformati tradizionali (Titanol Superelastic linguali) disponibili per arcata superiore e inferiore, si possono modellare con pinza 3 becchi Introduzione Il numero crescente di adulti che richiede trattamento ortodontico (in alcuni casi si tratta di recidive dopo lunghe terapie con apparecchi fissi tradizionali che il paziente non accetta più) ha determinato lo sviluppo di apparecchiature invisibili tali da non compromettere la vita sociale. Più spesso vengono preferite le sequenze di mascherine rimovibili, ma dal punto di vista dell’ortodontista la scelta d’elezione dovrebbe essere una metodica controllata dallo specialista più veloce ed economica, quale la tecnica linguale senza set-up. Ad esempio, quella effettuata con attacchi linguali autoleganti a frizione progressiva senza informazioni 2D® Forestadent (ex “Philippe”, distribuiti in Italia da Foresta-Dental Srl). Il bracket 2D® (Fig. 1) è un attacco linguale a inserzione verticale dell’arco senza informazioni nello slot e nella base; queste caratteristiche consentono un facile e rapido ingaggio dell’arco, un maggior controllo su di esso per la minore tendenza alla fuoriuscita quando vi sono forze lingualizzanti e la possibilità di mantenere una buona distanza inter-bracket in virtù delle piccole dimensioni dell’attacco. Ciò è particolarmente utile nei frequenti casi di affollamento terziario (cioè successivo al trattamento ortodontico) nel settore anteriore-inferiore dove le distanze inter-bracket diventano minime (Figg. 2-4). Fig. 2 - Caso 1: arcata inferiore con affollamento del sestante anteriore. Fig. 3 - Caso 1: applicazione apparecchio linguale. Materiali e metodi Per trattare pazienti con recidiva sono utili i bracket bidimensionali 2D® che la Forestadent ha introdot- Fig. 4 - Caso 1: fine cura con applicazione del retainer. per archi sottili. Sono forniti in 4 diametri tondi (.010-.012-.014.016), uno quadrato (.016 x .016) e uno rettangolare (.022 x .016). Essi sono i più scelti e di norma si personalizzano con pinze apposite (ad esempio, una Aderer per fili molto sottili). Un’altra opzione è rappresentata dal Memory Maker ideato dal prof. Sander. Questo dispositivo consente di modificare la memoria di forma degli archi superelastici come i Titanol oppure altri fili sempre in NiTi. Il Memory Maker funziona cedendo calore al filo superelastico, che è programmato a una temperatura compresa fra i 400° e 600°; normalmente il calore ceduto dal dispositivo può raggiungere i 500° circa. Usando due pinze, collegate alla macchina, si crea un flusso di corrente nel filo che permette di programmare la memoria di forma. Non esiste una temperatura di controllo, per cui il clinico deve controllare il cambiamento cromatico dell’arco che dovrebbe diventare giallo-oro; se si dovesse osservare un viraggio verso il blu, l’arco non sarebbe più utilizzabile. Il processo corretto può essere ripetuto molte volte sullo stesso filo, per modificare, ad esempio, pieghe errate oppure per trasformare archi preformati in fili dritti. Ciò è possibile perché i fili superelastici (e solo quelli) ritornano sempre all’ultima forma programmata e il colore giallooro è visibile ogni qualvolta si riprogramma la forma. L’intensità di corrente da utilizzare dipende da alcuni parametri tra cui la sezione e la lunghezza del filo, l’uso di una corrente pulsata (necessita del 30-40% in più di intensità) o continua. Esistono delle raccomandazioni di base sulle intensità di corrente da usare, con corrente continua, in fili di circa 30 mm, anche se l’alto numero di parametri richiede regolazioni individuali da parte dell’operatore. Ovviamente, l’esperienza del clinico consentirà di eseguire delle pieghe corrette e di non rovinare l’arco poiché se si usa una corrente alternata, l’operatore esperto sentirà il filo diventare malleabile fra le pinze e a quel punto sarà possibile eseguire la piega. 2. Archi in NiTi termoattivo di nuova generazione con forma a fungo (BioLingual) disponibili in diametro .010-.012-.014-.016, con sei diverse forme per adattarsi a tutte le arcate; il clinico può aiutarsi, nella scelta del giusto formato, con il template fornito. >> pagina 13 Fig. 5a - Bracket 2D con singola clip. Fig. 5b - Bracket 2D largo gemellare. Fig. 5c - Bracket 2D con gancio a T. Fig. 6a - Bracket 2D con aletta rigida aggiuntiva per il controllo del torque sul singolo dente. Fig. 6b - Bracket 2D con aletta rigida e gancio gengivale. Fig. 7 - Bracket 2D Mini-Ants con base stretta e due alette affiancate. Pratica & Clinica 13 Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2013 Fig. 9b - Inserimento brackets 2D escludendo il 43. per migliorare l’ancoraggio. I bracket linguali bidimensionali sono d’elezione in tutti i casi di riallineamento delle arcate che non richiedano il controllo del torque per la chiusura di diastemi e per la riapertura del morso. L’allineamento è piuttosto rapido grazie alle clip, che creano una coppia di forze e la conseguente rotazione pura. La presenza di due punti di contatto aiuta la correzione delle inclinazioni presenti negli affollamenti, risolvendoli con la riduzione al massimo del ricorso allo stripping (Figg. 9a-f). Il posizionamento linguale dei bracket consente di avvicinarsi al centro di resistenza del dente e, quindi, di intrudere quasi in modo corporeo e selettivo il gruppo di denti, aprendo il morso (Fig. 10) senza rialzi anteriori; ciò avviene, quindi, in assenza di disclusione e/o estrusione dei settori lateroposteriori, fonte di una più facile recidiva. Discussione Fig. 9c - Molla compressa fra 42 e 44. Figg. 8a-c - Caso1: arcata superiore con affollamento e palato contratto; 8a) inserimento del quad-helix; 8b) inserimento dei brackets 2D e sezionali vestibolari; 8c) allineamento dell’arcata dopo 8 mesi. Fig. 9d - Inserimento del bracket sul 43. Fig. 9a - Caso 2: arcata inferiore con affollamento severo. Fig. 9e - Arco acciaio .016 x .022 con pieghe di rifinitura e compenso. << pagina 12 cienti un paio di archi per completare il trattamento. 4. In tutti i casi clinici, alla fine della terapia, deve essere eseguito uno splintaggio con fili in accia- Questo tipo di arco è meno facile da lavorare rispetto al tradizionale, qualora se ne presentasse la necessità. 3. Per la rifinitura possono essere usati l’australiano .018 o il betatitanio. Nella maggior parte dei pazienti, comunque, sono suffi- io intrecciato o altro. In particolari situazioni è utile associare altri dispositivi, quali barre trans-palatine, quad-helix e sezionali (Figg. 8a, b) anche vestibolari L’insuccesso più frequente è il nuovo affollamento dell’arcata inferiore nella porzione anteriore, che consegue alla costrizione della lunghezza e della larghezza dell’arcata dopo il trattamento ortodontico. Il grado di affollamento che si sviluppa dopo la contenzione (qualora essa non venga più portata o controllata) è variabile e non prevedibile, e questo impone al clinico di usare tutti gli strumenti per seguire nel tempo il paziente, poiché l’instabilità è la regola e non l’eccezione. In tali circostanze è necessario ricercare un metodo poco visibile per ripristinare l’armonia delle arcate e soprattutto poco costoso. La scelta di una tecnica invisibile è spesso l’unica alternativa accettata dal paziente, al quale però non possono essere prospettate cure eccessivamente costose come lo sono quelle con gli attacchi linguali tridimensionali o con le mascherine trasparenti. Al clinico può essere d’aiuto l’uso dei bracket linguali bidimensionali 2D® che associano al costo contenuto, semplicità, comfort e caratteristiche biomeccaniche ideali, soprattutto negli affollamenti dell’arcata inferiore in regione anteriore. Come descritto precedentemente, la presenza delle alette consente un buon controllo delle rotazioni, meglio dei bracket con i moduli elastici per trattenere il filo, perché le due clip creano due punti di contatto col filo che facilitano la derotazione. Questo movimento è meno probabile con gli altri tipi di attacchi linguali in cui il filo è completamente schiacciato nello slot, data la scarsa distanza interbracket. Vantaggi clinici sono il posizionamento del filo abbastanza veloce e quindi tempi relativamente brevi alla poltrona, buon controllo del movimento, tempi e costi di laboratorio ridotti per l’assenza di set-up della malocclusione. >> pagina 14 14 Pratica & Clinica Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2013 << pagina 13 Per il paziente, oltre all’indubbio vantaggio estetico, si aggiunge quello fonetico, grazie allo spessore estremamente ridotto fra 1,3 e 1,65 mm e dal profilo morfologico particolarmente arrotondato, cui si associa un minor accumulo di placca. Rispetto agli apparecchi rimovibili, la chiusura dei diastemi (Figg. 11a e 11b) avviene rapidamente e senza round-tripping che si osserva con le mascherine indossate con poca costanza. Conclusioni Fig. 9f - Fine cura. Sempre più persone, senza limiti d’età e senza sentirsi condizionati dall’imbarazzo che l’ortodonzia tradizionale può provocare nel mondo del lavoro e della società moderna, ricorrono all’ortodonzia invisibile. L’ortodonzia linguale, in genera- le, richiede buone conoscenze dei principi biomeccanici e abilità manuale. Tuttavia, la tecnica che fa uso di bracket linguali bidimensionali e archi in NiTi preformati tradizionali (Titanol Superelastic lingual) oppure termoattivi preformati “a fungo” (Biolingual) s’inserisce in questo contesto come alternativa ai più complessi dispositivi tridimensionali con i vantaggi di una tecnica fissa estetica meno costosa. I bracket linguali 2D® sono d’elezione nelle recidive per le loro caratteristiche biomeccaniche che consentono al clinico di risolvere affollamenti recidivati delle arcate e di riaprire gli spazi in modo abbastanza veloce, anche per chi si avvicina per la prima volta alla tecnica. La soddisfazione del paziente è notevole, in quanto migliora il proprio sorriso senza problemi estetici e fonetici. Figg. 10a-d - Caso 2: foto overjet e frontale prima-dopo: si notano correzione del morso profondo, linee mediane centrate, miglioramento della salute parodontale conseguente al riallineamento dell’arcata inferiore. Figg. 11a, 11b - Chiusura diastema mediano arcata superiore con bracket 2D. bibliografia 1. Fujita K: New orthodontic treatment with lingual bracket mushroom archwire appliance. Am J Orthod76:657-675, 1979. 2. Alexander CM Alexander RG, Gorman JC, Hilgers JJ, Kurz C, Scholz RP, Smith JR: Lingual orthodontics; a status report. J ClinOrthod 16: 255-262, 1982. 3. Nidoli G, Lazzati M, Macchi A: Migliora l’estetica con l’incollaggio linguale dei bracket. Attualità Dent 18: 12–20, 1988. 4. Nidoli G, Lazzati M, Macchi A: Applicazione diretta o indiretta dei bracket linguali. Mondo ortodontico 9:63–72, 1984. 5. Macchi A, Norcini A, Tagliabue A: Primeras experianciascon los nuevos brackets linguales 3D N/M. Ortodoncia Clinica 5: 154-160, 2002ª. 6. Tagliabue A, Levrini L, Macchi A: Attacchi linguali Philippe: considerazioni cliniche. Mondo ortodontico 25: 187–192, 2000. 7. Macchi A, Tagliabue A, Levrini L, Trezzi G: Philippe self–ligatinglingualbrackets. J ClinOrthod 36: 42–45, 2002b. 8. Macchi A, Lazzati M, Nidoli G: Le apparecchiature linguali: contributo per la determinazione dell’angolo di torque. Mondo ortodontico1983; 3: 33–46. 9. Macchi A, Norcini A, Cacciafesta V, Dolci F: The use of “bidimensional” brackets in lingual orthodontics: new horizons in the treatment of adult patients. Orthodontics 1: 21-32, 2004. 10. Bishop A, Womack WR, Derakhshan M. An esthetic and removable orthodontic treatment option for patients: Invisalign. Dent Assist. 2002; 71(5): 14-7. 11. Chenin DA, Trosien AH, Fong PF, Miller RA, Lee RS. Orthodontic treatment with a series or removable appliances. J Am Dent Assoc. 2003; 134(9): 1232-9. 12. Macchi A, Vaj L, Lazzati M: Possibilità ortodontiche nel paziente adulto. Soluzione di problemi estetici. Attualità dentale 1989; 42: 8–21. 13. Macchi A: Tecnica linguale e tecnica vestibolare: differenze biomeccaniche (parte I); Odontoiatria Oggi &Sel. Od. 1996; 1:7–31. 14. Van Der Linden FPGM. Theoretical and practical aspects of crowding in the human dentition. J Am Dent Assoc 1974; 89: 139-153. 15. Macchi A, Ostinelli E, Tagliabue A: La prevenzione dell’affollamento dentale terziario. Odontoiatria Oggi &Sel. Od. 1996; 1: 55–57. 16. Carloni L, Cacciafesta V, Norcini A, Bombardelli M, Macchi A: Confronto tra due tecniche ortodontiche invisibili: ortodonzia linguale bidimensionale ed Invisalign. Ortodonzia Clinica 1: 23–33, 2004. 17. Siciliani G. Ortodonzia Linguale. Milano: Masson 1992. 18. Proffit WR, Henry W Fields Jr. OrtodonziaModerna, Masson 2001. 19. Creekmore T: Lingual orthodontics: its renaissance. Am J OrthodDentofacOrthop 1989; 96:120-137. 20. Philippe J. L’orthodontie de l’adulte. Paris Editions SID 1989. 21. Gorman JC, Trattamento con apparecchi linguali: l’alternativa per il paziente adulto. Quintessenze International, 1988. 22. Scuzzo G, Takemoto K. Invisible Orthodontics. Quintessence Books 2003. 23. Harradine NW: Self–Ligating Brackets and treatment efficiency. ClinOrthod Res 4: 220227, 2000. 24. Carloni L, Cacciafesta V, Norcini A, Macchi A. Speciale Ortodonzia 2005 Gen; 1 (2) Doctor OS: Ortodonzia Linguale Semplificata. 25. Cacciafesta V, Sfondrini MF. One appointment correction of a scissor bite with 2D lingual brackets and fiber-reinforced composites. J ClinOrthod. 2006; 40 (7): 409-11. 26. Nidoli G, Lazzati M, Macchi A, Casagrande V: Apparecchiature linguali: applicazione indiretta dei brackets linguali, nota 2. Mondo Ortodontico 1989; 14: 165–171. 27. Cacciafesta V, Sfondrini MF, Norcini A, Macchi A. Fiber–ReinforcedComposites in lingual Orthodontics. J ClinOrthod, 2005; 710–14. 28. Rizzacasa A, Bassetti E, Fadda M, Piras V. Ortho Tribune italian edition. Anno IV n.1 – Marzo 2010. 29. Little R.M. Stabilità e recidiva dell’allineamento e della forma dell’arcata dentale. Ortgnatodonzia Italiana 1994; Vol. 3, 179– 193. 30. Little R, Wallen T, Riedel R: Stability and relapse of mandibular anterior alignmentfirst premolar extraction cases treated traditional edgewise orthodontics. Am J Orthod. 1981: 349-365. 31. Little R, Riedel R, Artun J: An evaluation of changes in mandibular anterior alignment from 10 years postretention. Am J DentofacialOrthoped 93: 423-428, 1988. 32. Riedel R, Bui T, Little R: Mandibular incisor extraction postretention evaluation of stability and relapse. Angle Orthod., 62: 103-116, 1992.