• Patate della Valle Belbo • Patate della Bisalta • Patate di Entracque
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• Patate della Valle Belbo • Patate della Bisalta • Patate di Entracque
• • • • Patate della Valle Belbo Patate della Bisalta Patate di Entracque Patate della Valle Belbo: Prodotto agroalimentare Tradizionale Patate della Bisalta: Marchio di natura privata e/o commerciale Patate di Entracque: Marchio di natura privata e/o commerciale La coltivazione della patata, pur diffusa in tutti gli ambienti, trova la sua collocazione ideale nelle zone di montagna. Qui infatti i terreni sciolti e il clima fresco e mediamente più piovoso assecondano le esigenze della pianta e contribuiscono a rendere regolare il ciclo della coltivazione e dell'accrescimento dei tuberi. Inoltre la coltivazione in montagna ha di norma carattere meno intensivo, si ricorre frequentemente al letame per la concimazione anziché ai concimi chimici, spesso il diserbo è meccanico o manuale e non chimico, a certe altitudini le malattie e le avversità parassitarie sono meno presenti e/o meno virulenti per cui è possibile ridurre o azzerare del tutto i trattamenti. La minor intensità della coltivazione eseguita su terreni mediamente meno fertili di quelli della pianura, se comporta una diminuzione delle rese produttive, dall'altro esalta le caratteristiche organolettiche delle patate prodotte in montagna, che risultano tra l'altro anche più conservabili. Si capisce pertanto la ragione per cui queste patate sono cercate dai consumatori e per cui la coltivazione si è conservata pur in presenza di produzioni inferiori. In particolare la coltivazione si è conservata in alcuni ambienti di media e bassa montagna dove la coltura ha trovato un ambiente di elezione. Ricca di carboidrati la patata è anche una fonte di vitamine - soprattutto C - e sali minerali, in particolare potassio, prezioso per la funzionalità muscolare. Ha proprietà antiossidanti, diuretiche ed è adatta a chi ha problemi circolatori. In più è molto digeribile e meno calorica di quanto comunemente si pensi: 85 calorie per 100 g purtroppo tende ad assorbire molto i condimenti ed è per questo motivo che è sempre bandita dalle diete a regime ipocalorico. Unità di misura Parte edibile Patate Cotte senza buccia % 83 100 Acqua g 78,5 80,1 Proteine g 2,1 1,8 Lipidi g 1 0,1 Carboidrati g 17,9 16,9 Amido g 15,9 15 Zuccheri solubili g 0,4 0,4 Fibra totale g 1,6 1,3 Energia kcal 85 71 Energia kJ 354 299 Sodio mg 7 7 Potassio mg 570 280 Ferro mg 0,6 0,4 Calcio mg 10 5 Fosforo mg 54 31 Tiamina mg 0,1 0,08 Riboflavina mg 0,04 0,01 Niacina mg 2,5 0,5 mcg 3 tr mg 15 6 Vit A ret. eq. Vit C • Patate Crude Fonte: Inran - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione La patata, nome botanico Solanum tuberosum, appartenente alla famiglia della Solanacee come pomodoro, peperone e melanzana, giunse in Europa con la scoperta dell'America ma di fatto, almeno in Italia ed in Piemonte in particolare, la sua coltivazione iniziò a svilupparsi soltanto nel sec. XIX. La sua coltivazione si diffuse velocemente soprattutto per far fronte alle esigenze alimentari di gran parte della popolazione del periodo: a parità di superficie coltivata la patata era la coltura che garantiva il maggior quantitativo di raccolto e pertanto venne frequentemente inserita nella dieta tradizionale a sostituzione dei cereali. La coltura si diffuse in modo particolare nelle zone di montagna dove la patata, chiamata in dialetto occitano "bodi", in qualche zona anche "trifola", "tartifla" o "tartifola" per la somiglianza al pregiato tartufo, entrò nell'uso quotidiano quasi a contendere il primato a castagne e polenta. In particolare nell'area della Bisalta si venne a formare un'area ad alta specializzazione perdurante ancora oggi. Dal punto di vista varietale oggi vengono principalmente coltivate nuove varietà, anche se si sta cercando in qualche caso di recuperare antiche selezioni. PATATE DELLA VALLE BELBO E' il caso della patata della Valle Belbo i cui tuberi sono caratterizzate da una pezzatura medio piccola e da caratteristiche organolettiche particolari, che le rendono particolarmente adatte al consumo fresco. Infatti le terre sabbiose e collinari della zona di produzione, e l'impossibilità di effettuare irrigazioni, data la natura collinare del territorio, forniscono il massimo di consistenza organolettica attribuendo un sapore inimitabile e non riproponibile in altre aree. Inoltre la coltivazione in zone collinari e montani (fino a 900 m ) permette di ridurre al minimo gli interventi fitosanitari necessari aumentando così la naturalezza del prodotto. I metodi di coltivazione sopra descritti consentono la produzione e la commercializzane della patata secondo il metodo di produzione biologico. Le varietà che vengono coltivate sono molteplici anche se in questi anni, grazie all'azione del Consorzio per la valorizzazione e tutela delle patate dell'Alta Valle Belbo, si è cercato di recuperare le antiche varietà. La vallata del Belbo è sempre stata caratterizzata da questa coltivazione, in particolare il Comune di Mombarcaro godeva di un particolare privilegio per la qualità ed il sapore delle sue patate. Molti anni orsono, vi era una forte richiesta delle patate di Mombarcaro da parte della vicina Liguria; ancora oggi, i produttori che vanno a vendere sui mercati liguri riescono a spuntare un prezzo maggiore per la particolare attenzione degli acquirenti verso le patate prodotte in valle Belbo. Va però ricordato che, in passato, venivano coltivate varietà "locali" che oggi, purtroppo, sono praticamente sparite; esiste ancora qualche indicazione della loro produzione tramite persone anziane del luogo; compito del Consorzio è quello di ricercare qualche sporadica presenza di vecchie varietà per una loro eventuale reintroduzione. Il 20 agosto 1998, è stato costituito, a Mombarcaro, il "Consorzio per la valorizzazione e tutela delle patate dell'Alta Valle Belbo" che ha per finalità la tutela, la valorizzazione e l'incremento della produzione nonché il commercio delle "Patate dell'Alta Valle Belbo", a difesa e sostegno delle produzioni della valle che necessitano di salvaguardia. La zona di produzione corrisponde al territorio dei comuni Montezemolo, Sale delle Langhe, Sale San Giovanni, Camerana, Paroldo, Mombarcaro, Murazzano, San benedetto Belbo, Niella Belbo, Feisoglio, Cravanzana, Bosia, Castino, Roascio, Torresina, Castellino Tanaro, Igliano, Marsaglia. Consorzio Valorizzazione e Tutela Patata dell'Alta Valle Belbo c/o Municipio - Piazza Libertà - 12070 Mombarcaro Tel. 0174 97155 Fax 0174 907900 PATATE DELLA BISALTA È questo il caso della zona ai piedi della Bisalta, dove gli agricoltori si sono organizzati in un consorzio per la tutela e la valorizzazione del prodotto qui coltivato. Solo le patate prodotte nelle aziende agricole situate nell'area individuata possono fruire del marchio di qualità rilasciato dal Consorzio. Oggi si coltivano varietà moderne e di diversa provenienza. I tuberi sono diversi a seconda della varietà e si differenziano per forma, dimensioni, colore della buccia e della polpa. A seconda della varietà, le patate si differenziano inoltre per l'attitudine all'utilizzazione culinaria (fritte, bollite, per gnocchi e purea). A questo proposito si consiglia il consumatore di informarsi in merito alle attitudini delle varietà che è in procinto di acquistare e scegliere in base all'utilizzo a cui si vogliono destinare le patate, per sfruttare al meglio le caratteristiche qualitative di ogni singola varietà. L'areale di coltivazione interessa la zona ai piedi della Bisalta individuata dalle Valli Gesso, Vermenagna e Pesio e che ha il suo epicentro nel Comune di Boves. Consorzio tutela e valorizzazione patata della Bisalta Via Don Cavallera, 5 - 12012 Boves PATATA DI ENTRACQUE È questo il caso del territorio del Comune di Entraque, dove è sorto il "Gruppo Produttori Patata Entracque" per la promozione e tutela del prodotto qui coltivato. Oggi si coltivano varietà moderne e di diversa provenienza, anche se si sta cercando di recuperare antiche selezioni un tempo coltivate sulle nostre montagne come la Piatlìna, così chiamata per la forma schiacciata del tubero. I tuberi sono diversi a seconda della varietà e si differenziano per forma, dimensioni, colore della buccia e della polpa. A seconda della varietà, le patate si differenziano inoltre per l'attitudine all'utilizzazione culinaria (fritte, bollite, per gnocchi e purea). A questo proposito si consiglia il consumatore di informarsi in merito alle attitudini delle varietà che è in procinto di acquistare e scegliere in base all'utilizzo a cui si vogliono destinare le patate, per sfruttare al meglio le caratteristiche qualitative di ogni singola varietà. L'areale di coltivazione interessa il comune di Entracque. Consorzio Produttori Patata di Entracque c\o municipio, P.zza Giustizia e Libertà - 12020 Entracque Tel. 0171 978108 Fax 0171978637 PATATA PIATLINA E CIARDA DELLA VALLE GRANA La Piattlina, ottima bollita e indicatissima per la produzione di patate fritte, della purè, nelle minestre e minestroni (come la tipica ola piemontese - minestrone di porri, patate e fagioli cotto in vaso di coccio chiuso, nel forno dopo il pane) di gnocchi, dalla polpa bianchissima come la neve e dal gusto sublime, è una antica varietà di patata locale, un tempo ampiamente coltivata sui nostri monti. Poi l’arrivo di nuove cultivar più produttive e la sua contemporanea degenerazione causata da virus dovuta all’autoriproduzione aziendale del suo “seme” ha fatto si che scomparisse quasi del tutto. Ora, con la paziente ricerca presso i rari produttori superstiti e grazie alla collaborazione di tante persone sensibili alla riscoperta di antichi gusti locali, la rivalorizzazione di questo generoso tubero, pare possibile. Da qui è nata la libera Associazione per la promozione, tutela e valorizzazione dell'antica patata locale Piattlina e della patata Ciarda della Valle Grana. La patata Ciarda origina dalla varietà Desirèe ed era già coltivata, sulle nostre montagne (valli occitane), negli anni ‘70 del secolo scorso. Veniva autoriprodotta in azienda e scambiata fra le famiglie Il suo nome deriva dal colore rosso della sua buccia e perché non si concede facilmente al palato (ciarda, nel linguaggio montanaro piemontese, significa anche monella, dispettosa). Infatti, dopo la raccolta, ha bisogno di un periodo di tempo per maturare o "stagionare" (almeno tre mesi) per poi rilasciare tutta la sua particolare e inimitabile bontà, che perdurerà fino a primavera. Questa patata incontrò da subito il favore dei produttori perché ben si adatta al nostro clima fresco e ai terreni leggeri tipici della montagna. Da questi fattori, la Ciarda, ne trae i migliori benefici in gusto e qualità. E’ ottima: nella preparazione dei gnocchi (vuole minor quantità di farina), fritta e arrostita. Associazione Promozione Tutela Antica Patata Piatlina - Via Mistral 21 MONTEROSSO GRANA (Cn) - Contatti: [email protected]