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TUTTE LE AZIONI E GLI ETF PER PUNTARE SULL`ARGENTO
MATERIE PRIME METALLI PREZIOSI TUTTE LE AZIONI E GLI ETF PER PUNTARE SULL’ARGENTO ■ di Guido Bellosta Gli investitori privati argento è un metallo scarsamente non lo conoscono e non L ’ seguito dagli investitori. Il risparmiatore conosce vagamente le caratlo seguono, anche se teristiche di questo elemento, conduttore ideale di calore ed elettricità, nel passato ha visto anche se per ragioni di prezzo viene quasi sempre sostituito dal rame. Viestagioni di grandi rialzi, ne utilizzato, oltre che come strumento monetario, nei prodotti elettrici, con protagonisti famosi elettronici, odontoiatrici, nelle batterie a lunga durata in lega con zinco o come i fratelli Hunt cadmio e come catalizzatore. o Warren Buffet. Quel che L’argento rappresenta un’interessante forma di investimento. Il suo acquiè certo è che in futuro sto, nel recente passato, ha offerto ottime soddisfazioni. Ma le quotazioni diventerà più scarso. rimangono lontanissime dai livelli toccati nel 1980. Ecco ragioni e strumenti L’ oro ha infatti segnato poche settiper un investimento mane fa nuovi massimi storici, alme- Focus A differenza dell’oro, che viene tesaurizzato, l’agento - utilizzato nell’industria, nella gioielleria, nella fotografia viene consumato e disperso, tanto da far ipotizzare una grave scarsità per il futuro. ■ Le quotazioni dell’argento non sono legate all’andamento della Borsa americana. Potrebbero essere favorite dall’inflazione, e al contrario penalizzate da una recessione. ■ Per investire in Borsa esiste soltano un pugno di grandi società minerarie specializzate nell’estrazione dell’argento. Ne esistono poi di minori, quotate nelle Borse locali. ■ Un’alternativa sono gli Etf, i fondi quotati che replicano l’andamento dei prezzi metallo. Nella Borsa italiana sono quotati due Etf sull’argento. ■ Per investire è consigliabile tuttavia attendere che si esaurisca una attuale situazione di forti speculazioni al ribasso. no nominali, stracciando il vecchio Quanto è salito in tre anni 19,00 17,00 15,00 13,00 11,00 ■ 9,00 7,00 5,00 dal 30 dicembre 2004 al 28 dicembre 2007 argento spot L’andamento del prezzo dell’argento dal 2005 al 2007. marzo 2008 ■ Investire 063 MATERIE PRIME METALLI PREZIOSI record di 850 dollarti per oncia segnato nel 1980 (1 oncia troy = 31,1 grammi circa) L’argento, che l’ha accompagnato nella cavalcata iniziata cinque anni fa, rimane invece fortemente sottovalutato rispetto al massimo di 52 dollari l’oncia registrato 28 anni fa. Il paragone non è corretto, in quanto negli anni Settanta i fratelli Hunt avevano effettuato una clamorosa incetta di metallo bianco spingendo il metallo a quotazioni stratosferiche. Una storia che merita di essere ricordata prima di qualsiasi analisi dell’argento in quanto mostra le caratteristiche speculative che caratterizzano questo mercato. commercianti arabi. Le quotazioni iniziarono a salire, toccando i 5 dollari. Grazie al rastrellamento di consistenti quantitativi di contratti future, l’ascesa diventò, all’inizio del 1980, inarrestabile. Il gruppo capitanato dai fratelli texani controllava ormai 200 milioni di once, una quantità pari a circa la metà dell’argento disponibile nel mondo per pronta consegna. Le quotazioni s’impennarono fino a toccare il livello di 52 dollari l’oncia. La colossale operazione rialzista sembrava vincente. Un prossimo rialzo pareva alle porte in quanto stavano per saltare molte mani forti che si erano poste al ribasso per stratosferici quantitativi d’argento venduti allo scoperto. LA SCALATA DEGLI HUNT Negli anni Settanta l’economia degli Stati Uniti era caratterizzata, come in Europa, da un crescente tasso di inflazione. La famiglia texana Hunt, probabilmente la più ricca, decise di cautelarsi dalla prospettata svalutazione del dollaro. Poichè le leggi statunitensi proibivano il possesso dell’oro, i fratelli William Herbert e Nelson Bunker Hunt puntarono sull’argento rastrellando lentamente il metallo messo in vendita. Nel 1973 il prezzo dell’argento era di 1,5 dollari l’oncia. Nel 1979 l’ incetta di metallo accelerò grazie agli accordi stretti con ricchi 064 Investire ■ marzo 2008 Ma gli Hunt non avevano tenuto conto della reazione delle autorità governative americane. Queste intervennero innalzando drasticamente i margini sui contratti future sul COMEX. Provocarono in tal modo vendite forzate da parte di fragili speculatori che si erano inseriti nel gioco rialzista acquistando, grazie all’effetto leva, imponenti quantità. Gli stessi Hunt vennero travolti. Al COMEX - New York Metals Market - si ricorda ancora con apprensione la tragica seduta del 27 marzo 1980 che vide l’incredibile discesa del prezzo dell’argento da 21,60 a 10,80 dollari. Un crollo del 50% in poche ore. L’ascesa “diventò, all’inizio del 1980, inarrestabile. Il gruppo capitanato dai fratelli texani controllava ormai 200 milioni di once, circa la metà dell’argento disponibile nel mondo ” Gli Hunt fecero bancarotta e l’argento scese per molti anni in Borsa, dimenticato dalla maggior parte degli operatori. Nel 1998, dopo che aveva toccato 3,5 dollari l’oncia, venne riscoperto da Warren Buffett, il più famoso investitore del mondo, che rastrellò il metallo fisico e spinse la quotazione al raddoppio. Negli anni successivi le vendite ebbero la prevalenza e soltanto con il nuovo secolo l’argento tornò a interessare gli operatori. I 52 $ L’ONCIA DEL 1980 OGGI SAREBBERO 390 James Turk, uno dei più seri e blasonati analisti del settore minerario, ha calcolato il prezzo corrente dell’oro, tenendo conto dell’erosione monetaria, rispetto al massimo di 850 dollari l’oncia del 1980. La sua dettagliata analisi giunge alla conclusione che gli 850 dollari del 1980 sono diventati ora 2310 dollari sulla base dell’indice CPI ufficiale statunitense. Questo indice relativo ai prezzi al consumo, al pari di quello italiano, è stato però modificato nei suoi componenti più volte negli scorsi 28 anni. James Turk ha perciò ricalcolato tale valore tenendo conto dei beni presenti nel 1980 giungendo alla conclusione che il prezzo dell’oro,utilizzando il vecchio CPI non modificato, toccherebbe ora 6,255 dollari per oncia. Le malelingue statunitensi, al pari di quanto è accaduto in Italia, dicono che tali modifiche avvengono per non mostrare la reale situazione della svalutazione monetaria. Proprio in Italia infatti pochi credono alle statistiche ufficiali che da molti anni mostrano una limitata inflazione compresa tra il 2% ed il 3%. Se utilizziamo i due indici riportati da Turk anche per l’argento i prezzi record di 52 dollari oncia segnati nel 1980 corrisponderebbero rispettivamente a 140 e 390 dollari. Le attuali quotazioni di 16 dollari oncia risultano sideralmente lontane. Ma questa è solo un’esercitazione accademica, in quanto non è corretto valutare la convenienza di un investimento sulla base di un massimo segnato quasi trenta anni fa. PRODUZIONE E CONSUMO IN BILICO DOPO 60 ANNI DI DEFICIT STRUTTURALE Secondo J.Hommel l’estrazione dell’argento raggiunge 650 milioni di once. Si aggiungano 200 milioni da riciclo (recuperate cioè dall’industria fotografica, elettronica etc) e un centinaio di milioni da disinvestimenti di privati e si ottiene una disponibilità annuale attorno ai 950 milioni di once. Tale quantità viene assorbita per il 42% dall’industria, per il 28% dalla gioielleria, per il 20% dalla fotografia, per il 5% da medaglie e monete. Rimane un misero 5% disponibile per eventuali investimenti. Una quantità troppo limitata come testimonia l’effetto provocato sulle quotazioni del metallo dalla creazione degli Etf sui vari mercati mobiliari internazionali nel 2006 e nel 2007. L’estrazione d’altronde è rigida. L’argento, in massima parte, non viene estratto dalle società argentifere, ma come sottoprodotto della lavorazione di rame, oro, zinco, piombo. La prova inequivocabile di tale inelasticità è data dal comportamento dei prezzi alla fine degli anni Settanta. Mentre infatti le quotazioni salivano fino a decuplicarsi in un paio di anni, la produzione del 1980 risultò inferiore a quella del 1979. ORO ED ARGENTO, UN DESTINO DIVERSO: IL PRIMO E’ SEMPRE STATO TESAURIZZATO, IL SECONDO SPESSO DILAPIDATO Ted Butler, stimato analista del settore, ha pubblicato poche settimane fa un interessante articolo sul diverso destino dei due principali metalli preziosi, una volta estratti. L’oro infatti da secoli viene religiosamente tesaurizzato. In pratica il suo quantitativo continua ad aumentare. L’argento invece viene spesso dilapidato. Infatti quasi tutti gli strumenti elettronici compresi i telefoni cellulari - lo richiedono per quantitativi irrisori a livello di singolo apparecchio. Non è perciò conveniente riciclarlo. Ma tutta questa quantità di argento viene persa e non sarà più recuperabile. Secondo Ted Butler cento anni fa vi erano sulla terra 12 miliardi di once di argento disponibili ed un miliardo di once d’oro. Oggi, per l’analista, possiamo contare su un miliardo di once d’argento e su 5 miliardi di once d’oro. In pratica l’argento è stato consumato, l’oro tesaurizzato. Prima o poi perciò si potrebbe parlare di una grave scarsità di argento. Con ovvie conseguenze sui prezzi. DEFICIT O SURPLUS ? Le discussioni sulla reale entità del deficit che ha caratterizzato oltre sessanta anni non cessano di essere alimentate da nuovi dati. Secondo VM Group il mercato dell’argento è caratterizzato invece da un surplus. Nell’ultimo quinquennio infatti il tradizionale deficit, a causa della cessazione delle vendite governative e del minore utilizzo per il settore fotografico, è mutato in surplus. Si citano, sulla base dei dati del GFMS, 6.828 tonnellate nel 2004, 5283 tonnellate nel 2006 e 6141 tonnellate nel 2007 (197 milioni di once). Questi dati sono presi con le pinze da altri commentatori. Infatti nello stesso periodo le quotazioni dell’argento sono triplicate. Come questo possa essere accaduto in un mercato caratterizzato dal deficit è inspiegabile. marzo 2008 ■ Investire 065 MATERIE PRIME METALLI PREZIOSI La folle impennata del 1980 SPECULAZIONI IN CORSO, SITUAZIONE ESPLOSIVA Mentre scriviamo questo articolo, agli inizi di febbraio 2008, il mercato dell’argento è nuovamente in piena bolla speculativa. Le posizioni ribassiste hanno toccato livelli elevatissimi. A fine gennaio i primi quattro delears avevano venduto argento allo scoperto per quasi 290 milioni di once. I primi otto operatori sono allo scoperto per 360 milioni di once. In pratica la produzione mondiale di quasi sette mesi! Questi speculatori solitamente vincono le loro scommesse. Ma la statistica mostra anche talune sconfitte. Quello che è indubbio è l’elevatissimo rischio, nei due sensi, che caratterizza il metallo in queste settimane. Una sola decisione dovrebbe essere presa. Elevare al massimo gli scarti di garanzia. Portarli, come dice Theodore Butler, al 100% nel caso si acquistino più di mille contratti. L’esperienza del 1980 è ormai dimenticata. Prepariamoci perciò ad assistere a funamboliche oscillazioni per questo metallo. Non sappiamo però in che direzione, nel breve termine. UNA RECESSIONE POTREBBE PROVOCARE IL CROLLO DEL METALLO BIANCO? La maggior parte degli operatori è sostanzialmente convinta delle valide ragioni (deficit strutturale, produzione stagnante, incremento degli impieghi) che rendono l’argento un valido investimento. Non dimenticano però il balzo del 300% dei prezzi negli ultimi anni e temono gli effetti di un’eventuale caduta di Wall Street sui consumi del metallo. Secondo Roland Watson le quotazioni di Wall Street sono però scarsamente correlate con i prezzi dell’argento. Dal 1980 al 2000 l’argento è sceso mentre Wall Street saliva. Ma doveva smaltire la colossale sbornia rialzista dei fratelli Hunt con relativo crack. Molto più interessante è paragonare come si è comportato il mercato azio066 Investire ■ marzo 2008 L’andamento storico dell’argento dal 1960. Evidentissimo il picco raggiunto al culmine della speculazione dei fratelli Hunt all’inizio del 1980. Su insieme da mesi oro, platino e argento La salita del prezzo dell’oro da settembre 2007 al febbraio scorso. Anche il platino è protagonista da mesi di un quasi costante apprezzamento. Pur se con un andamento più contrastato, anche l’agento ha fatto segnare un analogo rialzo nello stesso periodo. stessa “Lacosa è avvenuta all’inizio del 2000. Per un paio d’anni l’oro, riscoperto dalla speculazione, era tornato al centro degli interessi. L’argento, a lungo dimenticato, ha poi superato la fase di apatia quadruplicando in pochi anni i prezzi. Questi ritardi temporali sono sfruttabili dallo speculatore ” nario statunitense durante i tre periodi di marcati rialzi del metallo bianco del recente passato: 2004, 2006 e 2008. L’esito di questa indagine e’ sconfortante. Nel 2004 è salito, nel 2006 è rimasto invariato, nel 2008 è crollato. Non bisogna perciò basarsi su Wall Street per scegliere di puntare sull’argento. Le conseguenze sui prezzi dell’argento, in caso di una severa recessione, potrebbero invece essere pesanti. Ma si può contare sull’elicottero di Ben Bernanke. Il responsabile della Fed ha detto che non tollererà una recessione al punto che è - ironicamente disposto a gettare i dollari dall’elicottero per evitare una stagnazione. Con queste premesse l’inflazione è assicurata, con relativa diminuzione del potere d’acquisto del dollaro. Gli americani che vogliono mantenere invariato il loro potere d’acquisto, in presenza di un dollaro calante, punteranno perciò sempre più sui preziosi. L’Europa si trova in una posizione decisamente diversa. La Bce privilegia la lotta all’inflazione,anche a costo di un continuo rafforzamento dell’euro. Il risparmiatore europeo interessato ai preziosi risulta penalizzato rispetto all’americano. Parte di una eventuale ascesa delle quotazioni dell’argento sarà penalizzata dalla contemporanea discesa del dollaro. A meno di porre in essere complicate operazioni di copertura dell’investimento con conseguenti costi (certi) e profitti (incerti). L’ARGENTO SEGUE SEMPRE L’ORO, MA CON RITARDO (PRONOSTICABILE) L’argento ha sempre seguito, esasperandoli, i movimenti dell’oro. Il decennio 1970-1980 rappresenta una prima conferma di questo assioma. Le quotazioni del metallo bianco erano rimaste sotto pressione mentre l’oro volava da 100 a 850 dollari. Soltanto alla fine del decennio il prezzo dell’argento era salito violentemente, moltiplicando la quotazione di 20 volte. La stessa cosa è avvenuta all’inizio del 2000. Per un paio d’anni l’oro, riscoperto dalla speculazione, era tornato al centro degli interessi. L’argento, a lungo dimenticato, ha successivamente superato la fase di apatia quadruplicando in pochi anni i prezzi. Questi ritardi temporali sono sfruttabili dallo speculatore se dovessero ripresentarsi anche in futuro. UNA VITTORIA DI PIRRO PER WARREN BUFFETT L’argento ha rappresentato un ennesimo, anche se parziale, successo per il Saggio di Omaha. Buffett aveva correttamente puntato sul metallo bianco nel 1997, allorquando comunicò in occasione dell’assemblea della Berkshire l’acquisto di ben 130 milioni di once per consegna 1998.Tale annuncio spinse molti investitori a imitarlo al punto che la quotazione raddoppiò. Venne in tal modo segnato il massimo del periodo compreso tra il 1989 ed il 2005. Warren Buffett, allettato dal consistente profitto, vendette, ma molti anni dopo onestamente, come suo costume, riconobbe di “avere comperato molto presto e di avere venduto molto presto”. Non riusciamo però a criticare il mago americano. Non ha fatto che adeguarsi al noto proverbio “vendi,guadagna e pentiti” che regna su tutti i mercati finanziari. IL RAPPORTO ORO/ARGENTO Il rapporto tra i due metalli preziosi si aggirava storicamente, secoli fa, attorno a 15. All’inizio degli anni TrentaRoosvelt fissò il prezzo ufficiale dell’oro a 35 dollari per oncia. In quei giorni il prezzo dell’argento era pari a 1,29 dollari. Il rapporto tra i due metalli era perciò già salito attorno a 27. Ora ha toccato un livello di 52. Un rapporto che palesa una sfacciata attitudine positiva nei rispetto dell’oro e un pessimismo cosmico nei confronti dell’argento. Nonostante che, come visto, l’ oro estratto annualmente non venga “perso” come spesso accade per l’argento. marzo 2008 ■ Investire 067 MATERIE PRIME METALLI PREZIOSI COME INVESTIRE: AZIONI O ETF? Il numero delle compagnie minerarie specializzate nell’estrazione soltanto dell’argento è limitatissimo. Ricordiamo infatti che oltre l’ 80% della produzione di argento deriva come sottoprodotto di altri metalli. Le principali società quotate negli Stati Uniti sono Silver Standard Resources - SSRI, Pan American Silver PAAS, Hecla Mining-HL, Coeur d’Alene - CDE, Silver Wheaton - SLW. Sulle borse minori sono trattate invece talune junior, compagnie d’esplorazione minori dall’elevato rischio e dalle corrispondenti potenzialità. Ci riferiamo a Silver Eagles MineSVEG.PK, Minco Silver – MISVF, PK e Sterling Minino - SRLM.OB. Le prime due sono anche quotate a Toronto, con sigla SEG.TO e MSV.TO. Vi sono altre compagnie argentifere minori quotate, come Indipendence Lead Mine – ILDS, PK, First Majestic FR-V, Genco Resources - GGC.V, Endeavour Silver - EXK etc etc. Molte azioni di queste società sono veri e propri biglietti della lotteria. I rischi di perdere l’intero capitale sono elevatissimi. Ma se trovano il filone argentifero... Tra queste junior spiccano Minco Silver, che opera in Cina nel Fuwan Deposit e la mitica Sterling Mining, una miniera sfruttata nei tempi eroici del 068 Investire ■ marzo 2008 Far West e solo recentemente riaperta. Tra le più note compagnie Silver Standard Resources ha messo a segno il maggiore rialzo nel decennio, passando da 4 a 44 dollari. Ora passa di mano attorno a 35 dollari. La sede è a Vancouver e la società dispone di permessi di estrazione in Argentina, Canada, Australia, Cile, Messico e Peru’, rilevati quando le quotazioni dell’argento erano scese a livelli infimi. Silver Standard Resources capitalizza circa 2,2 miliardi di dollari. Pan American Silver viene invece valutata 2,8 miliardi. Le azioni si sono quadruplicate negli ultimi cinque anni. Pan American Silver estrae il metallo bianco in Messico, Perù, Argentina e Bolivia. Hecla Mining, valutata dal mercato 1,1 miliardi di dollari, dopo avere incontrato molte difficoltà, ha messo a segno dal 2003 un rialzo del 160%. Hecla, un nome storico, opera nell’Idaho, in Alaska, Venezuela, Messico. La sede è nell’Idaho, a Coeur d’Alene; il nome della città diventato denominazione sociale della sua tradizionale concorrente. Coeur d’Alene, al pari di Hecla, era scesa a cavallo del cambio di secolo. Si è successivamente ripresa e chiude il periodo 2003-2008 con un progresso delle sue azioni del 180%: Coeur d’Alene capitalizza 1,2 miliardi di dollari. Silver Wheaton, che capitalizza 3,3 miliardi di dollari, opera diversamente sul mercato, finanziando altre compagnie interessate all’estrazione e garantendosi royalties. I suoi interessi spaziano dagli Stati Uniti al Cile, all’Argentina, all’Australia e alla Bolivia. La compagnia è quotata solo da tre anni, ma ha avuto perfomance positive analoghe a quelle messe a segno nello scorso triennio da Silver Standard Resources e Pan American Silver. L’acquisto “degli Etf proposti agli investitori americani nell’aprile 2006 ha indubbiamente spinto l’argento verso livelli più elevati. In soli due giorni furono acquistate due milioni di once ” Gli investitori italiani interessati a posizionarsi sull’argento possono anche acquistare due Etf quotati sulla nostra Borsa. Il primo è ETFS Silver, sigla SLVR, caratterizzato da spese annuali di gestione dello 0,49%, ISIN GB00B15KY328. Ricalca pedissequamente le evoluzioni del sottostante metallo. Il secondo è l’ETFS Physical Silver, sigla PHAG, ISIN JE00B1VS3333, con le stesse spese di gestione. Questo prevede l’acquisto fisico del metallo da parte dell’emittente. L’acquisto degli Etf proposti agli investitori americani nell’aprile 2006 ha indubbiamente spinto l’argento verso livelli più elevati. In soli due giorni sul mercato statunitense furono acquistate 20 milioni di once. A fine 2006 gli Etf controllavano a 120 milioni di once. Taluni commentatori hanno rilevato che l’acquisto di 20 milioni di once, da porre nei magazzini inglesi, avrebbe comportato un trasporto eccezionale - non rilevato - di metallo. Si tratta infatti di oltre una quarantina di camion stipati di metallo.Tutto questo mentre i magazzini sembravano già stracolmi. Le malelingue non hanno però impedito che gli acquisti proseguissero nei mesi successivi. Le azioni argentifere solitamente mostrano un effetto – leva nei confronti del metallo sottostante. Un’ascesa del prezzo dell’argento infatti ha un effetto moltiplicatore sui margini. Naturalmente questa caratteristica opera anche in fase di discesa delle quotazioni. Talvolta si notano consistenti differenze tra i movimenti di taluni titoli e del metallo. Questo è dovuto a improvvisi, gravi incidenti che possono portare alla chiusura temporanea dell’estrazione in talune compagnie. Una minore produzione spinge immediatamente al rialzo il prezzo del metallo. L’effetto - leva, caratterizzante anche le azioni aurifere, è drasticamente diminuito d’importanza negli ultimi anni. I vecchi commentatori ricordano infatti che solitamente le azioni delle miniere mettevano a segno un rialzo del 20%-30% se il metallo saliva del 10%. Questo effetto - leva è drasticamente diminuito nel recente passato, probabilmente per la continua crescita dei costi di estrazione. CONCLUSIONI L’argento, tra alti e bassi, diventerà sempre più raro. I prezzi non scontano ancora questa eventualità. Una vecchia tradizione consiglia però di non acquistare le azioni - o i metalli che vengono sbattuti sulla prima pagina dei giornali finanziari per avere toccato nuovi massimi. Proprio quello che è accaduto per l’oro. L’ ipercomprato - e la massiccia posizione scoperta al COMEX - caratterizza in questo momento il mercato dei metalli preziosi. Quando tale ipercomprato sarà smaltito e i giornali finanziari riporteranno articoli critici nei confronti delle azioni aurifere ed argentifere bisognerà valutare l’acquisto delle stesse. I fondamentali infatti non mutano e la legge della domanda e dell’offerta non può non prevalere sul ■ lungo termine. marzo 2008 ■ Investire 069