...

La concimazione del tappeto erboso maturo

by user

on
Category: Documents
16

views

Report

Comments

Transcript

La concimazione del tappeto erboso maturo
La concimazione del tappeto erboso maturo
I
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
buzione centrifuga, si deve effettuare con
due passaggi incrociati per garantire una
omogenea distribuzione del concime.
Se si prevede l’impiego di un concime
composto a lenta cessione e ad alto tenore
in azoto, come ad esempio Floranid Rasen
– che contiene il 20% di azoto (N), il 5%
di fosforo (P), l’8% di potassio (K) e microelementi – o prodotti similari, la concimazione del tappeto erboso rustico richiede cinque interventi annuali: a fine inverno (marzo); in primavera (maggio); in
estate (luglio); ad inizio autunno (settembre); a fine autunno (dicembre).
L’uniformità di distribuzione del concime è fondamentale e viene garantita
dall’impiego di appositi carrelli spandiconcime a gravità (nella foto) o a distribuzione centrifuga
re il manto erboso in tempi rapidi, ad
esempio in presenza di malattie prodotte
dalla mancanza di riserve nutritive.
La buona riuscita della concimazione
dipende in primo luogo dall’uniformità di
distribuzione; per questo è consigliato distribuire il concime con l’ausilio di carrelli spandiconcime, evitando i concimi che
tendono facilmente a polverizzarsi e preferendo quelli con granuli di piccole dimensioni che penetrano facilmente nella vegetazione densa. La distribuzione con il carrello consente di ottenere un’elevata omogeneità cromatica e di crescita del manto
erboso senza rischio di bruciature fogliari.
In commercio esistono due tipi di
spandiconcime: quelli a caduta verticale,
detti anche a gravità (molto adatti nei
tappeti erbosi rustici di dimensioni limitate), e quelli a distribuzione centrifuga.
Per i tappeti erbosi di più grandi dimensioni è preferibile il secondo tipo, sia
perché più semplice da adoperare, sia
perché consente un risparmio di tempo.
La distribuzione con carrello a gravità, diversamente da quella con carrello a distri-
Marzo: l’apporto di concime, in particolare di azoto, alla fine dell’inverno è
fondamentale per sostenere la ripresa
vegetativa dopo il periodo freddo (20-25
grammi per metro quadrato).
Maggio: in primavera non bisogna
eccedere con la concimazione; la disponibilità di azoto, infatti, stimolerebbe
soprattutto la crescita verticale dell’erba
con conseguente aumento del numero di
tagli (10 grammi per metro quadrato).
Luglio: la concimazione estiva è una
concimazione di mantenimento; si preferisce non distribuire il fosforo, mentre
l’azoto e il potassio possono essere riforniti mediante un concime a pronto effetto
ad esempio nitrato potassico-13/45, alla
dose di 10 grammi per metro quadrato.
Settembre: nella prima metà del mese si effettua un’ulteriore concimazione,
anche abbondante (25-30 grammi per
metro quadrato), allo scopo di infittire il
tappeto erboso. In questo periodo, infatti,
le piante sono predisposte alla formazione di nuovi fusti che viene stimolata dalla disponibilità di elementi nutritivi.
Dicembre: l’ultima concimazione va
effettuata quando è già iniziata la stasi vegetativa e serve per il mantenimento del
manto erboso durante il periodo invernale
(20 grammi per metro quadrato).
Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
Set.
NPK 20-5-8
20 grammi/m2
NPK 20-5-8
25-30 grammi/m2
NPK 20-5-8
10 grammi/m2
nitrato potassico-13/45
10 grammi/m2
Piano di concimazione per tappeto erboso rustico maturo
NPK 20-5-8
20-25 grammi/m2
n base alla necessità delle piante, gli
elementi nutritivi vengono distinti in
macroelementi (azoto, fosforo e potassio) e microelementi (calcio, magnesio, ferro, zolfo ecc.).
L’elemento nutritivo più importante
per il tappeto erboso è l’azoto che viene
utilizzato in grande quantità dalle graminacee. La disponibilità di azoto nel
terreno è indispensabile per mantenere il
tappeto erboso sano, bello e vigoroso.
I sintomi di una insufficiente presenza
di azoto sono rappresentati da un progressivo ingiallimento delle foglie, una
diminuzione della crescita dell’erba e
una maggiore suscettibilità alle malattie.
Se l’azoto è indispensabile alla vita del
tappeto erboso, non bisogna però eccedere nella sua distribuzione. La somministrazione di una quantità troppo elevata di
questo elemento, infatti, al pari della sua
mancanza, indebolisce la vegetazione. Gli
effetti più evidenti sono: la diminuzione
della crescita delle radici, la riduzione della formazione dei nuovi fusti ed una maggiore suscettibilità ad alcune malattie.
Per sostenere il tappeto erboso è indispensabile che vi sia disponibilità nel
terreno anche di fosforo e potassio.
Il fosforo favorisce la crescita delle
radici ed è fondamentale durante la fase
di insediamento del tappeto erboso.
Il potassio permette alle piante di superare le condizioni termiche avverse
(troppo caldo o troppo freddo) ed inoltre
aumenta la resistenza alle malattie.
Oltre a questi tre elementi principali il
tappeto erboso necessita, seppur in quantità minore, di altri elementi nutritivi, i microelementi, come ad esempio: calcio,
magnesio, ferro, zolfo, ecc. La maggior
parte dei terreni ne contiene una quantità
sufficiente a garantire la sopravvivenza
dell’erba, però non sempre questi elementi sono disponibili per le piante.
I concimi per tappeti erbosi contengono solitamente i microelementi di maggior valore (calcio, magnesio e zolfo) che
svolgono funzioni importanti per la pianta – soprattutto quando combinati con gli
altri elementi – e per questo vengono
spesso considerati importanti al pari dell’azoto, fosforo e potassio.
Per la concimazione dei tappeti erbosi rustici si ricorre, generalmente, a concimi granulari a lenta cessione che rilasciano gradualmente gli elementi nutritivi. Rispetto agli altri concimi, quelli a
lenta cessione hanno costi maggiori, che
però vengono ammortizzati nel tempo
perché richiedono un numero minore di
distribuzioni rispetto al concime a pronto
effetto. Quest’ultimo, però, può risultare
utile in tutti i casi in cui si deve rinvigori-
Ott.
Nov.
Dic.
35
Le trasemine e le ricostituzioni
delle aree gravemente danneggiate
Q
ualora il tappeto erboso subisca
seri danni, o presenti sostanziali
imperfezioni dovute a carenze in
sede di realizzazione, per risanare le aree danneggiate, o rimediare agli
errori commessi, è necessario effettuare
delle trasemine, oppure nuove semine localizzate o eventualmente dei trapianti.
Al pari delle pratiche colturali ordinarie,
anche questi interventi richiedono
un’esecuzione attenta e scrupolosa.
La trasemina
Si effettua quando la densità del manto
erboso è assai ridotta, oppure quando,
per rimediare ad errori effettuati
al momento della semina, si vuole
introdurre una nuova specie
o una nuova varietà
La trasemina si effettua nei casi in cui la
densità del manto erboso sia diminuita
in modo grave, come appare nella foto
La trasemina consiste nella distribuzione di seme su un tappeto erboso
maturo per far nascere nuove piante in
mezzo alla vegetazione esistente.
Si interviene con la trasemina quando
la densità del manto erboso è diminuita
oltre i limiti accettabili, oppure quando si
vuole introdurre una nuova specie o varietà da aggiungere a quelle esistenti.
La necessità di introdurre nuove specie dipende da errori che si commettono
all’atto della realizzazione del tappeto
erboso, ad esempio quando sono state
scelte specie non adatte alle condizioni
climatiche locali, alle caratteristiche del
suolo, alle possibilità di gestione oppure
alla destinazione d’uso.
In altri casi, la necessità di introdurre
nuove specie si deve alla mancanza, rispetto al miscuglio seminato, di una o
più specie. Le cause possono essere
molteplici, la più comune però è riconducibile ad un errore nella scelta della
percentuale di seme delle singole specie
all’atto della formazione del miscuglio.
Se la trasemina viene eseguita con
l’intento di aumentare la densità del tappeto erboso, bisogna effettuare, innanzitutto, un’analisi dello stato della vegetazione.
Nel caso in cui più del 50% della superficie necessiti della trasemina, è preferibile eliminare tutta la vegetazione
esistente e ricostituire del tutto il manto
erboso. Nel caso, invece, vi sia almeno il
60% di vegetazione in buone condizioni, allora è ragionevole provvedere a rinfoltire il manto erboso con un intervento
localizzato.
Prima di effettuare la trasemina è bene valutare le cause che hanno portato al
deterioramento del tappeto. La diminuzione della densità della vegetazione
può dipendere, infatti, da numerose cause. La più diffusa è senz’altro l’errata
gestione del prato; a questa però, si possono aggiungere altre cause o concause,
1
come ad esempio le malattie, il calpestamento oppure l’ombreggiamento.
Solo dopo aver determinato la causa,
si potranno scegliere le specie da traseminare, orientandosi verso quelle in grado di sopportare le condizioni limitanti.
Ad esempio si impiegheranno specie
adatte a sopportare il calpestamento nel
caso in cui il tappeto erboso sia sottoposto ad un uso intenso.
Tuttavia, prima di introdurre una nuova specie è sempre preferibile valutare la
possibilità di eliminare o ridurre la causa
che ha portato al deterioramento del tappeto erboso, per cercare di conservare la
stessa composizione floristica del miscuglio iniziale. Ad esempio, se il problema
è dovuto all’ombreggiamento, prima di
introdurre una nuova specie, più resistente all’ombra, è preferibile, rimuovere la
causa, ad esempio attraverso una potatura degli alberi responsabili dell’ombreggiamento. L’introduzione di nuove specie
in zone circoscritte, infatti, riduce il valore estetico del tappeto erboso, e determina condizioni di disomogeneità che rendono più difficoltose le cure colturali.
In caso di scarsa o errata gestione, invece, è sicuramente preferibile reintrodurre le stesse specie e varietà che costituivano il miscuglio di semina, avendo
l’accortezza di non commettere più gli
errori gestionali che hanno portato al deterioramento del manto erboso.
La trasemina va effettuata in autunno (settembre-ottobre), nel caso di specie microterme, ed in primavera (maggio), nel caso di specie macroterme.
La prima operazione da effettuare è
quella di tagliare il manto erboso il più
basso possibile ed eliminare tutti i residui del taglio: in questo modo si facilita
la penetrazione del seme in mezzo alla
vegetazione esistente.
2
3
Trasemina del tappeto erboso. 1-Si taglia il manto erboso il più basso possibile e si eliminano tutti i residui del taglio. 2-Si smuove il terreno in superficie con un rastrello a denti affilati. 3-Si effettua la semina a mano (o impiegando un distributore a caduta gravitazionale) effettuando due o più passaggi incrociati ed impiegando una quantità di seme doppia 4
o tripla rispetto a quella impiegata per una normale semina. 4- Si copre infine il seme con
3-5 mm di terra fine o torba sminuzzata
36
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Perché la trasemina abbia successo è
però anche necessario che vi sia contatto tra seme e terreno: bisognerà quindi
provvedere a smuovere il terreno rastrellando vigorosamente la superficie con
un rastrello a denti affilati.
In caso di piccole superfici, il seme si
può distribuire a mano, effettuando due
o più passaggi incrociati ed impiegando
una quantità di seme doppia o tripla rispetto a quella raccomandata per una
semina normale. Per grandi superfici,
invece, è meglio utilizzare un distributore a caduta gravitazionale.
Il seme va poi coperto con 3-5 mm di
terra fine oppure torba ben sminuzzata.
La zona traseminata si deve gestire separatamente del resto del tappeto erboso
adottando tutti gli accorgimenti previsti
per una normale semina su terreno nudo.
La trasemina può servire anche ad
eliminare il problema della decolorazione delle specie macroterme durante
il periodo invernale. Ad esempio è possibile traseminare, in autunno, i tappeti
erbosi di Cynodon dactylon in modo da
avere una vegetazione verde anche durante il periodo freddo.
La tecnica non è molto costosa, ma
richiede un impegno gestionale non indifferente. Alla fine del mese di settembre, o nei primi giorni di ottobre, si procede con un taglio molto basso del tappeto erboso di Cynodon, quindi si effettua la trasemina di una specie a rapido
insediamento; la più indicata è sicuramente Lolium perenne.
Durante il periodo invernale Lolium
perenne si afferma nel manto erboso,
mentre Cynoon dactylon perde rapidamente di vigore e si secca. Alla primavera successiva Cynodon dactylon ricaccia
dagli stoloni e dai rizomi e gradualmente prende il sopravvento su Lolium perenne che al sopraggiungere del caldo
sarà completamente sostituito.
Per favorire la ripresa vegetativa primaverile del tappeto erboso di Cynodon
dactylon è necessario effettuare un taglio molto basso con il quale vengono
1
2
3
4
5
6
Ricostituzione del manto erboso mediante risemina. 1-Si rimuove tutta la vegetazione asportando con una vanga i primi 5 cm di terreno. 2-Si apporta nuovo terreno con le stesse caratteristiche di quello esistente, per riportare la superficie a livello. 3-Si lavora il terreno con un rastrello, aggiungendo e interrando il concime. 4-Si distribuisce il seme alla stessa dose consigliata per una
normale semina. 5-Successivamente si interrra il seme con due leggeri passaggi incrociati di rastello. 6-Infine si provvede ad una regolare irrigazione
asportate la maggior parte delle foglie di
Lolium perenne. Perché la tecnica sia efficace è necessario ripetere annualmente
la trasemina.
La ricostituzione
delle aree danneggiate
Piccole aree degradate possono essere
riseminate o recuperate mediante
la tecnica del trapianto
Nel caso di tappeti erbosi ben tenuti, che però presentano aree circoscritte molto danneggiate (ad esempio zone
colpite da malattie, oppure ricoperte da
vegetazione infestante), è preferibile una
ricostituzione completa del manto erboso, limitatamente all’area interessata.
Per ricostituire il manto erboso in
queste zone, si procede alla rimozione di
tutta la vegetazione esistente, asportando con una vanga i primi 5 cm di terreno che possono contenere organi di propagazione vegetativa di specie infestan-
Ricostituzione del manto erboso mediante trapianto. 1-Dopo aver lavorato,
concimato e ripulito la superficie in cui si deve effettuare il trapianto,
si prelevano delle piccole zolle in punti diversi del tappeto
erboso e si trapiantano nella zona danneggiata.
2-Per la maggior parte dei casi sono
sufficienti zolle di 7-10 cm
1
2
x 7-10 cm, disposte
a scacchiera,
ogni 10-15 cm
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
ti. Successivamente si apporta del terreno con le stesse caratteristiche di quello
esistente, per riportare la superficie a livello, si lavora il terreno con un rastrello
e si aggiunge e si interra il concime.
Sulla superficie del terreno, perfettamente livellata, si distribuisce il seme alla
dose consigliata per una normale semina.
Dopo aver distribuito il seme in superficie, si passa nuovamente con il rastrello,
effettuando due leggeri passaggi incrociati per interrare leggermente il seme. Il
seme dovrà essere mantenuto umido sino
alla nascita delle piantine.
In presenza di zone completamente
degradate all’interno di un tappeto erboso vigoroso è possibile anche effettuare dei trapianti.
Questa tecnica è utilizzata solo in
tappeti erbosi costituiti da specie provviste di stoloni e/o rizomi, come ad
esempio Cynodn dactylon, Agrostis stolonifera, Poa pratensis o Festuca rubra,
che sono in grado di ricoprire rapidamente il terreno.
Si procede prelevando delle piccole
zolle in punti diversi del tappeto erboso e
trapiantandole nella zona danneggiata, in
cui il terreno deve essere stato precedentemente lavorato, concimato e ripulito
dall’eventuale vegetazione infestante.
Si devono disporre le piccole zolle in
modo uniforme sull’intera superficie, cercando di interrare parzialmente gli stoloni
più lunghi per favorire la radicazione.
La distribuzione sarà più o meno densa a seconda della specie; per la maggior
parte dei casi sono sufficienti zolle di 710 cm x 7-10 cm disposte a scacchiera
ogni 10-15 cm.
Il terreno va mantenuto umido per almeno un mese dal trapianto e sgombro
da vegetazione infestante.
37
L’impianto fisso per l’irrigazione
del tappeto erboso
Gardena
L
a posa e il mantenimento di un
tappeto erboso costa fatica e un
bel prato verde si mantiene con un
buon impianto di irrigazione, il quale a
sua volta è buono in funzione della bontà della progettazione e delle apparecchiature impiegate.
Oggi la tecnologia ci mette a disposizione una miriade di prodotti fra i quali
è spesso difficile orientarsi.
Secondo la grandezza della superficie da irrigare ci sono tipologie di irrigatori diversi, tutti da installare sotto il
suolo e dotati di una torretta che fuoriesce dal terreno quando l’impianto viene
messo in pressione per irrigare. Al termine del loro lavoro le torrette rientrano nel corpo irrigatore e scompaiono alla vista. È quindi possibile camminare
sul prato, tosare l’erba o anche sdraiarsi
sul prato senza che questi irrigatori arrechino fastidio.
Gli irrigatori
Si può scegliere tra irrigatori
statici e dinamici, in funzione delle
dimensioni della superficie da irrigare,
e della portata e della pressione
d’acqua disponibili
Prima di procedere nel progetto dell’impianto d’irrigazione occorre conoscere i vari tipi di irrigatori disponibili
sul mercato, in modo da scegliere i più
adatti per le varie estensioni di prato e
in funzione della portata e della pressione disponibili.
In base alla superficie di prato da irrigare si può distinguere tra:
1) irrigatori statici per larghezze di
prato da 1 a 6 metri;
2) irrigatori dinamici a piccolo raggio per larghezze da 6 a 10 metri;
3) irrigatori dinamici a medio raggio
per larghezze da 8 a 15 metri;
4) irrigatori dinamici a grande raggio
per larghezze da 12 a 22 metri.
I più usati nei giardini residenziali sono quelli delle prime due categorie;
si passa alla terza categoria per superfici
più grandi, mentre i tipi della quarta categoria sono poco usati in questo tipo di
installazioni per il consumo d’acqua più
elevato, per la maggior pressione richiesta e per il loro maggiore costo.
Un buon impianto di irrigazione
garantisce la bellezza e la durata
del tappeto erboso
Gli irrigatori statici
Gardena
L’impianto fisso deve garantire l’omogeneità della distribuzione dell’acqua sulla
superficie da irrigare. Nella foto: evidenti segni di sofferenza dell’erba dovuti ad
una installazione non corretta degli irrigatori statici, che sono stati posizionati ad
una distanza superiore al loro raggio d’azione
Gli irrigatori più usati nei giardini residenziali sono quelli statici per larghezze di
prato da 1 a 6 metri (a sinistra) e gli irrigatori dinamici a piccolo raggio per larghezze da 6 a 10 metri (a destra)
38
Sono costituiti da un corpo principale
con una torretta di sollevamento dotata
di una molla di richiamo e di un filtrino,
inserito alla base della testina, che rappresenta la parte irrigante.
Sono disponibili di altezze diverse in
funzione del tipo di prato che si prevede
di dover gestire:
– torrette con fuoriuscita di 5 cm per
prati all’inglese ben rasati;
– torrette con fuoriuscita di 7 o 10 cm
per i prati normali;
– torrette con fuoriuscita di 15 cm per
prati rustici e movimentati;
– torrette con fuoriuscita di 30 cm per
prati con zone a cespuglio o per aiole e
bordure.
Gli ugelli di base hanno forma di irrigazione prefissata: a 360° (pieno cerchio), 270°, 180°, 120°, 90°, a quadrato,
a striscia centrale o laterale.
Ogni forma è disponibile in varie serie di raggio:
– serie 15 per 3,5-4,5 metri di raggio;
– serie 12 per 2,5-3,5 metri di raggio;
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
4
Claber
2
1
Gli irrigatori dinamici
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
2
Claber
Gli irrigatori dinamici per la posa
sotto suolo sono oggi, quasi tutti, del tipo con azionamento a turbina idraulica
inserita nel corpo dell’irrigatore. Si tratta di un meccanismo lubrificato ad acqua che fa girare la torretta portaugello.
Le versioni standard sono dotate di
ugelli che si possono cambiare senza dover rimuovere la testina; possono funzionare a settore regolabile o a cerchio
intero con grande facilità di regolazione
dall’alto.
Come nel caso precedente sono disponibili con torrette di varie altezze: da
10 a 43 cm, ma l’altezza normalmente
usata è quella di 10 cm
Alcuni sono dotati di vite di regolazione per ridurre il raggio di azione, ma
è preferibile cambiare ugello per mantenere l’uniformità di distribuzione.
Sono dotati di una guarnizione che
pulisce la torretta al suo rientro per evitare che lo sporco possa impedirne il
rientro stesso.
Anche in questo caso è possibile in-
3
Gli ugelli di base degli irrigatori statici
hanno forma di irrigazione prefissata: a
pieno cerchio (1) e a settori di cerchio
– 270°, 180° (2), 120°, 90° (3) –; esistono anche ugelli con forma di irrigazione
quadrata, a striscia centrale e a striscia
laterale
Rain Bird
Gli irrigatori
statici sono
costituiti
1
da un corpo
di contenimento (1),
con una torretta
di sollevamento (2)
dotata di una molla
di richiamo (3)
e di un filtrino (4),
inserito alla base
della testina,
3 che rappresenta
la parte
irrigante (5)
Claber
5
Claber
– serie 10 a getto teso per 2-2,8 metri
di raggio;
– serie 8 a getto teso per 1,5-2 metri di
raggio.
Le serie suddette sono disponibili anche con testine ad ugello regolabile da 0
a 360° e portata proporzionale al settore
da irrigare. A queste si aggiunge la serie
17 o 18 (secondo il produttore) che può
arrivare ad un raggio di 6 metri (vedi tabella qui a destra).
Un’ultima innovazione è quella delle
testine rotanti che con portate minori
hanno raggi da 5 a 7 metri. Rispetto alle
testine precedenti hanno una pluviometria ridotta e vengono usate nei terreni in
pendenza per evitare ruscellamenti, o in
alternativa agli irrigatori dinamici quando la pressione disponibile è molto bassa (2-2,5 bar) (1).
Eccezionalmente, in presenza di dislivelli, gli irrigatori possono essere dotati di una valvola di ritegno, per mantenere l’impianto in pressione o per evitare il drenaggio dell’impianto nei punti
più bassi, oppure di un regolatore di
pressione per mantenere la pressione nei
valori ideali.
L’intensità di pioggia oraria è molto
elevata: fino a 60 mm/ora (60 litri per metro quadrato per ora); tenendo conto che
il fabbisogno del prato è di 3-6 mm di acqua al giorno, secondo il tipo di erba e la
temperatura, il tempo di irrigazione giornaliero si riduce a 3-5 minuti al giorno.
Questi irrigatori devono essere distanziati in base al loro raggio di azione
e non vanno mai inseriti in settori in cui
siano presenti irrigatori dinamici.
Gli irrigatori statici sono
disponibili con altezze
diverse della torretta
di sollevamento, da 5 a 30 cm,
in funzione
delle caratteristiche
del prato
che si deve irrigare
Caratteristiche degli irrigatori statici
serie 15 standard - 30° (1)
Area Pressione Raggio Portata
bagnata
(bar)
(m) (l/min) (m3/ora)
15F
1,0
3,4
10,0 0,60
1,5
3,9
12,0 0,72
2,0
4,5
14,0 0,84
15TQ
1,0
3,4
7,5 0,45
1,5
3,9
9,0 0,54
2,0
4,5
10,5 0,63
15H
1,0
3,4
5,0 0,30
1,5
3,9
6,0 0,36
2,0
4,5
7,0 0,42
15T
1,0
3,4
3,33 0,20
1,5
3,9
4,0 0,24
2,0
4,5
4,67 0,28
15Q
1,0
3,4
2,5 0,15
1,5
3,9
3,0 0,18
2,0
4,5
3,5 0,21
15SQ
1,0
5,5x5,5 10,17 0,61
1,5
5,8x5,8 11,5 0,69
2,0
6,4x6,4 13,0 0,78
15EST
1,0
1,2x4,0 1,67 0,10
1,5
1,2x4,3 1,83 0,11
2,0
1,2x4,3 2,17 0,13
15CST
1,0
1,2x7,9 3,33 0,20
1,5
1,2x8,5 3,83 0,23
2,0
1,2x8,5 4,17 0,25
15SST
1,0
1,2x7,9 3,33 0,20
1,5
1,2x8,5 3,83 0,23
2,0
1,2x8,5 4,17 0,25
Legenda:
F = Full (pieno) = 360°;
TQ = Tre quarti = 270°;
H = Half (mezzo) = 180°;
T = Un terzo = 120°;
Q = Un quarto = 90°;
SQ = Square = Quadrato;
EST = End strip = Finale di striscia;
CST = Center strip = Centro striscia;
SST = Side strip = Lato striscia.
Gli irrigatori statici a settore variabile vengono indicati con l’abbreviazione «VAR».
(1) La distanza tra gli irrigatori deve essere
pari al raggio d’azione.
39
K. Rain
3
1
2
Gli irrigatori
dinamici sono
azionati da una
turbina
idraulica (1)
lubrificata ad
acqua, inserita
nel corpo
dell’irrigatore
(2), che fa
girare la
torretta
portaugello (3)
Caratteristiche degli irrigatori
dinamici attacco 3/4 di pollice (1)
Portata
Tipo di Pressione Raggio
ugello
(bar)
(m) (l/min) (m3/
ora)
Angolo standard (25°)
1,5
2
2,5
Caratteristiche degli irrigatori
dinamici attacco 1/2 pollice (1)
Rain Bird
Portata
Tipo di Pressione Raggio
ugello
(bar)
(m) (l/min) (m3/
ora)
1,7
4,6
2,0
0,12
2,5
5,2
2,7
0,16
0,75
3,0
5,2
2,9
0,17
3,8
5,5
3,2
0,19
1,7
6,1
2,9
0,17
2,5
6,4
3,5
0,21
1
3,0
6,4
4,0
0,24
3,8
6,7
4,5
0,27
1,7
7,0
4,0
0,24
2,5
7,0
5,0
0,30
1,5
3,0
7,3
5,5
0,33
3,8
7,3
6,2
0,37
1,7
8,2
5,4
0,32
2,5
8,2
6,5
0,39
2
3,0
8,2
7,2
0,43
3,8
8,5
8,2
0,49
1,7
8,8
8,2
0,49
2,5
9,4
10,0 0,60
3
3,0
9,4
11,2 0,67
3,8
9,8
12,4 0,74
1,7
9,4
11,2 0,67
2,5
10,1
13,9 0,83
4
3,0
10,6
15,4 0,92
3,8
10,7
17,4 1,04
(1) La distanza tra gli irrigatori deve essere
pari al raggio d’azione.
3
4
5
6
8
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,5
3,0
4,0
10,2
10,6
10,6
10,8
11,2
11,1
10,9
11,3
11,3
11,2
12,1
12,2
11,6
12,7
12,8
12,1
13,5
13,7
12,4
13,9
14,9
11,8
14,1
15,2
4,66
5,66
6,66
6,00
7,50
8,66
7,33
9,33
10,66
9,16
11,50
13,33
11,83
14,83
17,33
15,16
18,83
21,00
17,50
22,33
25,83
24,16
29,83
34,33
0,28
0,34
0,40
0,36
0,45
0,52
0,44
0,56
0,64
0,55
0,69
0,80
0,71
0,89
1,04
0,91
1,13
1,32
1,05
1,34
1,55
1,45
1,79
2,06
8,0
8,8
8,8
8,6
9,4
9,4
9,1
9,7
10,1
9,3
10,6
11,0
3,0
3,66
4,33
4,66
5,83
6,83
6,0
7,50
8,66
9,16
11,30
13,33
0,18
0,22
0,26
0,28
0,35
0,41
0,36
0,45
0,52
0,55
0,68
0,80
Angolo basso (10°)
1
1,5
2
3
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
2,0
3,0
4,0
(1) La distanza tra gli irrigatori deve essere
pari al raggio d’azione.
1
Sezione di
un’elettrovalvola.
1-Dispositivo per
l’apertura manuale.
2-Regolatore manuale
del flusso.
3-Coperchio.
4-Membrana di gomma.
5-Spillo in acciaio
per la pulizia
dell’orifizio di carico.
6-Foro per il montaggio
40
2
3
4
5
6
serire una valvola di ritegno per evitare
lo svuotamento nei punti più bassi dell’impianto.
Come per gli statici, la distanza tra
gli irrigatori va tenuta in base al raggio
di azione previsto.
I tipi più usati nelle aree verdi residenziali sono quelli con:
– attacco inferiore da ½ pollice (piccolo
raggio) con ugelli che permettono raggi
da 6 a 10 metri, portate fra 3 e 15 litri al
minuto, pressioni da 2 a 3,5 bar, angolo
di getto di 25°;
– attacco inferiore da ¾ di pollice (medio
raggio) con ugelli che permettono raggi
di azione da 10 a 15 metri, nella versione
con angolo di getto di 25°, e da 8 a 11
metri nella versione ad angolo basso
(10°) che si usa in aree arborate per irrigare sotto la chioma degli alberi stessi.
Come abbiamo detto gli ugelli sono
intercambiabili e sono forniti in un set
che comprende 4-8 ugelli diversi per
ciascun irrigatore, con foro di varie forme per conseguire la miglior uniformità
di distribuzione. Esistono anche particolari ugelli (MPR) che hanno una portata
proporzionale all’angolo di lavoro, per
una migliore uniformità globale.
Le elettrovalvole
Questi congegni, comandati
dal programmatore, aprono e chiudono
la tubazione che fornisce acqua
ad ogni settore
Per ogni settore occorre installare una
elettrovalvola che per portate fino a 120
litri al minuto può essere da 1 pollice.
L’elettrovalvola è in sostanza una
valvola idraulica costituita da tre parti
essenziali: una camera posta sopra una
membrana, la membrana e una camera,
posta sotto la membrana, in cui passa
l’acqua quando la membrana si apre a
seguito dello svuotamento della camera
superiore, provocato dal congegno di
apertura.
Un orifizio interno collega la camera
superiore all’esterno e viene normalmente tenuto chiuso da un pistoncino il
quale è inserito in un solenoide, congegno che sotto l’azione della corrente
elettrica si solleva; questo fa sì che la camera superiore si svuoti per la pressione
esercitata sulla membrana dall’acqua
proveniente dalla condotta di alimentazione che agisce dalla camera inferiore.
Spesso le valvole sono dotate di una
vite di regolazione del flusso che consente di controllare, entro certi limiti, la
portata d’acqua da erogare nel settore.
Per pressioni molto elevate (sopra i 5
bar) le elettrovalvole possono essere trasformate in riduttori di pressione tramite un apposito riduttore da installare sulSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
È il cervello dell’impianto:
comanda l’apertura e la chiusura
delle elettrovalvole in tempi
e per la durata prestabiliti
Il programmatore, oltre alla funzione
di azionare i vari settori dell’impianto,
razionalizza l’irrigazione consentendo
un risparmio di acqua. La maggior parte
dei programmatori ha una funzione («water budget») che consente di aumentare o
diminuire in percentuale il tempo di irrigazione secondo l’andamento climatico,
ed è quindi possibile irrigare secondo le
reali necessità del prato.
La scelta del programmatore va fatta
in base al numero di valvole previste (da
1 a 24, con possibilità di ulteriore espansione).
La maggior parte dei programmatori
disponibili sono oggi di tipo elettronico
e possiedono un piccolo pannello («display») su cui si visualizzano i vari stadi della programmazione (giorno e ora
attuali, ora e giorni in cui irrigare, durata dell’irrigazione per ciascuna valvola)
e una pulsantiera di 4 tasti per effettuare
tutte le programmazioni volute.
Esistono anche programmatori «ibridi», cioè con parte della programmazione meccanica (dotati di una o più manopole che consentono di visualizzare le
funzioni sul pannello), che hanno il vantaggio di visualizzare immediatamente i
dati di irrigazione impostati ma che hanno un costo leggermente superiore ai
programmatori tutti elettronici.
Pressoché in disuso sono invece i
programmatori totalmente elettromeccanici (la cui impostazione si effettua
tramite levette).
Accessorio utile è il sensore di pioggia che interrompe il ciclo di irrigazione
in caso di pioggia e lo riattiva quando
l’eccesso di pioggia è terminato.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Rain Bird
I moderni programmatori sono di tipo
elettronico e sono muniti di un piccolo
pannello («display»), su cui si visualizzano i vari stadi della programmazione
(giorno e ora attuali, ora e giorni in cui
irrigare, durata dell’irrigazione per ciascuna valvola), e di una pulsantiera per
la programmazione
Hunter
Il programmatore
Le tubazioni
Sono in polietilene e vengono
fornite in vari diametri, secondo
le caratteristiche dell’impianto
per il quale vengono impiegate
Negli impianti d’irrigazione per il
tappeto erboso normalmente si usano tubazioni in PE (polietilene) a bassa densità, in quanto più morbide e di più agevole utilizzo, con pressione nominale di
esercizio PN6 (6 bar) per le tubazioni di
distribuzione ai singoli punti-irrigatore e
con pressione nominale di esercizio
PN10 (10 bar) per le tubazioni di adduzione principale.
Queste tubazioni sono fornite in rotoli di varia lunghezza con diametri di mm
20, 25, 32, 40, 50, 63, 75, in funzione
delle portate d’acqua e della distanza. È
importante che siano contrassegnate dal
marchio IIP (Istituto Italiano dei Plastici), che garantisce che i tubi sono stati
fabbricati secondo la normativa vigente.
La progettazione
e l’installazione
Ecco come procedere
alla progettazione e all’installazione
di un buon impianto irriguo
per il tappeto erboso
I programmatori «ibridi», con parte della programmazione meccanica, hanno il
vantaggio di visualizzare immediatamente sul pannello i dati di irrigazione
impostati
Del Taglia
la valvola stessa.
Tutte le elettrovalvole sono anche dotate di una apertura manuale ausiliaria,
utile negli interventi di manutenzione o
di emergenza.
La maggior qualità di una elettrovalvola è l’affidabilità. Se una valvola non
funziona regolarmente l’impianto non
funziona e sostituire una valvola è una
notevole perdita di tempo, senza contare
i possibili danni causati dal mancato
funzionamento: sofferenza del prato che
non viene irrigato se la valvola non apre
o sovrairrigazione con possibili allagamenti se la valvola non chiude.
Sul mercato si trovano valvole di tutti i tipi ma, come regola generale, è meglio non scegliere valvole troppo economiche.
Operazioni preliminari. È bene, per
prima cosa, disegnare la pianta del giardino sulla quale riportare le zone a prato
interessate all’irrigazione, inserendo gli
elementi che possono influire sul posizionamento degli irrigatori (alberi, cespugli, aiole fiorite, passaggi pedonali e
carrabili, pozzetti, lampade ecc.) rilevando le misure dei lati con una cordella metrica. Il disegno va effettuato in
scala 1:100 (1 cm = 1 metro) o 1:200 (1
cm = 2 metri) e su di esso va segnato il
punto di presa dell’acqua.
Bisogna poi misurare la portata disponibile: è sufficiente calcolare il tempo
Il sensore di pioggia
interrompe il ciclo
di irrigazione
in caso di pioggia,
riattivandolo
dopo alcuni giorni
Negli impianti d’irrigazione
per il tappeto erboso
si impiegano tubazioni in
polietilene a bassa densità,
più morbide e di più
agevole utilizzo. Sono
fornite in diversi diametri e
in rotoli di varia lunghezza
41
Del Taglia
Irrigatori statici
Prato Verde
3-4,5 m
Per progettare
l’impianto, la prima
operazione è quella
di disegnare la pianta del giardino inserendo
gli elementi che possono influire sul posizionamento degli irrigatori: alberi, cespugli, aiole fiorite, passaggi pedonali e carrabili, pozzetti, lampade, ecc.
90°
6-9 m
180°
360°
6-11 m
90°
Irrigatori dinamici
attacco 1/2 pollice
180°
12-24 m
360°
Irrigatori
dinamici
attacco 3/4
di pollice
Posizionamento degli irrigatori. Il prato va suddiviso in zone regolari, preferibilmente rettangolari, all’interno delle quali si posizionano gli irrigatori adatti
in funzione della larghezza della zona da irrigare. Sulla mappa si riportano le
larghezze delle superfici da irrigare e con un compasso si tracciano i raggi degli irrigatori partendo dai punti di angolo
42
di riempimento di un secchio di capacità
nota; se, ad esempio, un secchio da 20 litri si riempie in 30 secondi, la portata è
di 40 litri al minuto (litri 20 : 30 secondi x 60 secondi = 40 litri al minuto).
Vanno anche acquisiti i dati sulla
pressione disponibile: si possono chiedere all’ente gestore dell’acquedotto o ricavare i dati della pompa, se si possiede un
pozzo o altra fonte d’acqua alternativa,
dalla targhetta presente sulla pompa stessa o chiedendoli alla ditta fornitrice.
Si tenga presente che:
– un contatore da ½ pollice può fornire,
senza eccessiva perdita di pressione, dai
20 ai 30 litri al minuto; un contatore da
¾ di pollice da 30 a 50 litri al minuto e
un contatore da 1 pollice fino a 100 litri
al minuto;
– la pressione ideale di funzionamento
per gli irrigatori statici è di 1,5-2,5 bar;
essi possono però funzionare, senza eccessivi problemi di nebulizzazione, a
pressioni fino a 3 bar;
– la pressione ideale di funzionamento
per gli irrigatori dinamici da ½ pollice e
da ¾ di pollice è di 2-4 bar, mentre per
quelli da 1 pollice va da 3 a 5 bar secondo il raggio di azione;
– la normale pressione degli acquedotti
pubblici è di 3-4 bar ma spesso, specie
nei periodi di maggior consumo, scende
sotto questi valori e solo di notte può risalire a valori accettabili; in altri casi la
bassa pressione è... cronica per cui, anche in zone ampie, occorre installare irrigatori a bassa pressione.
Posizionamento degli irrigatori. Il
prato va suddiviso in zone regolari, preferibilmente rettangolari, all’interno delle quali si posizioneranno gli irrigatori
più adatti in funzione della larghezza
della zona da irrigare.
Sulla pianta del giardino precedentemente disegnata si riportano le larghezze
delle superfici da irrigare e con un compasso si tracciano i raggi degli irrigatori
partendo dai punti di angolo. Fra due irrigatori d’angolo, in base al raggio di
azione così ottenuto, si inseriscono altri
irrigatori: meglio un irrigatore in più che
uno in meno. L’operazione va ripetuta
su tutti i lati.
Per zone molto ampie occorre inserire delle linee intermedie distanziate 1012 metri, distanza pari al raggio ottimale degli irrigatori da ¾ di pollice.
Occorre evitare di posizionare irrigatori dietro una pianta o dietro cespugli,
mettendoli invece un poco discosti. Se
c’è una siepe perimetrale, si devono posizionare a qualche centimetro dal suo
limite.
È consigliabile adottare un solo tipo
di irrigatori dinamici ed evitare il loro
impiego in strisce ristrette dove è più
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Suddivisione in settori. Si procede
sulla mappa partendo da un irrigatore
vicino al punto di presa e si somma la
portata prevista dal suo ugello con quella degli irrigatori successivi fino a raggiungere la portata totale disponibile.
È bene non superare mai nel conteggio questa portata, ma starne un poco al
di sotto. Tante volte si raggiunge nel
conteggio con gli irrigatori questa portata, tanti saranno i settori in cui andrà
suddiviso l’impianto.
Al momento dell’installazione non
va inserito l’ugello che andrà posizionato dopo il completamento dell’impianto
e dopo aver spurgato le tubazioni.
Dopo aver inserito gli ugelli bisogna
controllare il loro settore di funzionamento in modo che l’acqua non debordi dal
prato. Il settore degli irrigatori dinamici si
regola con una vite posta in testa all’irrigatore, mentre gli irrigatori statici hanno
il settore visualizzato sulla testina.
Collegamento dei settori alle elettrovalvole. Ciascun settore va collegato
ad una elettrovalvola che a sua volta viene gestita da un programmatore.
Per quando possibile è meglio, agli
effetti della manutenzione, concentrare
le valvole in un unico punto (preferibilmente vicino alla presa d’acqua) partendo da questo con tanti tubi quanti sono i
settori.
Per distanze superiori ai 50-60 m si
possono prevedere uno o più punti-valvola dislocati lungo la condotta di adduzione primaria.
Le elettrovalvole vengono azionate
da un programmatore con corrente a
24VAC (cioè 24 Volt a corrente alternata) e quindi occorre prevedere un condotto tra programmatore e gruppo valvole per infilarvi il cavo necessario che
avrà sezione minima di 1,5 mm2. È necessario un cavo per ogni valvola più un
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Schema di un impianto di irrigazione residenziale
(l’elenco dei materiali e il preventivo di spesa è riportato a pag. 46)
I colori nero, rosso, viola, blu e fucsia
identificano i cinque settori nel quale
è stato suddiviso l’impianto
Elettropompa
Filtro
Elettrovalvola
Programmatore
Cavo Comando
Valvole drenaggio
Irrigatori statici
Irrigatori dinamici
da 1/2 pollice
Irrigatori dinamici
da 3/4 di pollice
Tubazione PEAD PN10
diametro 50 mm
Tubazione PEBD PN6
diametro 32 mm
I numeri
e le lettere
riportati nel presente
schema si riferiscono alle
caratteristiche degli irrigatori statici
utilizzati (per la maggiore comprensione si veda la tabella di pag. 39)
Del Taglia
proficuo l’impiego di irrigatori statici.
È da tener presente che un irrigatore
statico costa in media un terzo di un irrigatore dinamico, ma considerando che
per bagnare la stessa superficie di un dinamico occorrono almeno tre irrigatori
statici con i relativi raccordi e maggiori
scavi, per quanto possibile conviene
l’adozione di irrigatori dinamici.
Dopo aver consultato le tabelle di
portata degli ugelli dei vari tipi di irrigatori (nei cataloghi della ditta fornitrice)
si riportano i dati sulla mappa su cui sono indicati con un numero i vari irrigatori. In base alla portata disponibile si
procede quindi alla determinazione dei
settori.
Gli irrigatori statici non vanno mai
inseriti in un settore con irrigatori dinamici e viceversa.
Schema di assemblaggio
del gruppo-valvole.
Ciascun settore dell’impianto
va collegato ad una elettrovalvola
(in giallo), a sua volta gestita
dal programmatore. Per la loro installazione
si impiegano dei collettori già predisposti
per gruppi di 2-3-4 o più valvole
43
Del Taglia
Del Taglia
I gruppi-valvole vanno inseriti in appositi pozzetti di resina con coperchio verde (a
sinistra), da posizionare a livello del terreno (a destra)
Installazione del programmatore.
Il programmatore va preferibilmente installato in un locale asciutto, lontano almeno 50 cm da altri quadri elettrici. Il
cavo comune delle valvole va inserito
nell’apposito morsetto indicato dalla
scritta COM (comune) e gli altri nei rispettivi morsetti numerati 1, 2, 3, ecc.: il
numero del settore irriguo corrisponde al
numero del morsetto.
Il sensore di pioggia va montato in
una zona esposta alle precipitazioni e
al sole, ma al riparo dal getto degli irrigatori. Alcuni programmatori prevedono appositi morsetti per il sensore; altrimenti si inserisce un cavo del sensore nel morsetto COM e l’altro cavo si
collega al morsetto M («master») delle valvole.
Una volta terminati i collegamenti
delle valvole si inserisce la spina del programmatore in una presa di corrente.
Mese
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
44
Prato Verde
cavo comune. Esistono cavi appositi per
posa sotto suolo, anche con più fili.
Per l’installazione di queste elettrovalvole esistono dei collettori già predisposti per gruppi di 2-3-4 o più valvole.
I gruppi-valvole vengono inseriti in
appositi pozzetti in resina con coperchio verde, da posizionare a livello del
terreno.
Gli irrigatori vanno installati su una
astina ad altezza variabile o che può
essere tagliata a misura in corso di
installazione
Programmazione dell’irrigazione.
La programmazione segue uno schema
generale per tutti i programmatori (si vedano le relative istruzioni). I tasti base
sono: selettore di funzione, tasti di modifica della programmazione, selettore
di programma.
Per prima cosa si aggiorna l’orario
dell’orologio, quindi si passa al calendario inserendo i giorni della settimana in
Tappeto erboso: fabbisogni d’acqua giornalieri medi
(pianura padano-veneta e litorali)
Tempo giornaliero di irrigazione
Fabbisogno
giornaliero per m2 con irrigatori statici con irrigatori dinamici
(mm = litri)
(minuti)
(minuti)
3,0
4,0
5,0
6,0
5,5
3,5
2,0
4
5
6
8
7
4
2
12
16
20
24
22
12
8
cui si vuole irrigare, poi l’ora di partenza del ciclo di irrigazione (sono possibili più partenze nella stessa giornata) e
quindi i tempi di irrigazione. Questi variano nell’arco della stagione e orientativamente ci si può basare sulla tabella
qui in basso, indicante i fabbisogni d’acqua del prato riferiti a zone della pianura padano-veneta e dei litorali.
Tubazioni. Di solito in un settore,
per semplicità di installazione, conviene
adottare tubazioni con un unico diametro fino all’irrigatore più lontano (fino a
50-60 metri), anche se la portata diminuisce man mano che si derivano gli irrigatori tramite una presa a staffa con tubi di diametro inferiore (diametro 20 o
25 mm).
Il diametro si sceglie in base alla portata iniziale secondo quanto indicato
nella tabella di pagina 45, adottando la
quale le perdite di pressione massime
sono nell’ordine di 0,4-0,5 bar.
Installazione. In base al progetto
precedentemente elaborato si posizionano sul terreno, con apposite bandierine,
i punti dove andranno collocati gli irrigatori e le valvole, segnando con del
gesso o della calce i percorsi da seguire
per lo scavo.
Gli irrigatori perimetrali è preferibile
raggiungerli con un tubicino da 20 o 25
mm inserito sulla tubazione del settore
tramite una presa a staffa.
Gli irrigatori vanno posti su una astina ad altezza regolabile (la quale cioè
può essere tagliata a misura in corso di
installazione) o ad altezza variabile in
caso di zone con terreno a recente riporto in modo da poter abbassare, nel corso
degli anni, gli irrigatori man mano che il
terreno si assesta.
Le tubazioni vanno poste in uno scavo effettuato con una macchina a catena
o con piccoli escavatori, ad una profondità non inferiore a 30 cm. Lo scavo va
pulito e spianato e vanno tolte eventuali
pietre con spigoli.
Raccordi. Numerosi tipi di raccordo
a compressione permettono tutti i collegamenti necessari (portate il vostro schema da un rivenditore di materiale di irrigazione o di idraulica per avere i raccordi più adatti). Non occorrono collanti; è
sufficiente tagliare il tubo nel punto voluto, con un taglierino per ottenere un
taglio netto, e infilarlo nel raccordo preventivamente allentato e poi stretto a
mano.
Qualche giro di nastro di teflon è necessario sui raccordi filettati alle valvole
o sui raccordi da inserire sulle prese a
staffa, mentre sulle astine di prolunga
non occorre.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
+GF+
Caratteristiche delle tubazioni in polietilene (PE)
normalmente impiegate negli impianti irrigui residenziali
Diametro esterno Pressione
Portata massima
Portata massima
del tubo
nominale
fino a 50 metri
fino a 100 metri
(mm)
(bar)
(litri/minuto)
(litri/minuto)
40
50
63
75
Elettropompa e filtro. Se l’acqua
viene prelevata da un pozzo, una cisterna o un fossato, oppure se la pressione
dell’acquedotto è troppo bassa (sotto i 2
bar) è necessario installare una elettropompa per creare la pressione sufficiente al funzionamento degli irrigatori.
Le pompe esistenti sono di innumerevoli tipi: pompe esterne ad asse orizzontale per pozzi poco profondi, vasche,
o per il rilancio della pressione dell’acquedotto; pompe sommerse per pozzi
profondi; pompe sommergibili per la
presa dell’acqua da una cisterna o da un
fossato.
Nel nostro esempio abbiamo adottato una elettropompa munita di galleggiante di sicurezza che la ferma in caso
di mancanza d’acqua.
Indicativamente la pompa va scelta
in base alla portata precedentemente
calcolata e per una pressione pari alla
somma di pressione di funzionamento
degli irrigatori (3 bar o 30 metri), più il
dislivello fra il terreno e il livello minimo dell’acqua (5 m), più le perdite di carico nelle apparecchiature e nelle tubazioni, che per piccoli impianti si possono quantificare in circa 5 metri. Totale
quindi 40 metri, che rappresenta la media dei vari settori.
All’uscita della pompa, qualunque
sia il tipo di acqua, va posto un filtro, di
solito a dischi o a rete molto fine (120
mesh) (2) per evitare malfunzionamenti
delle valvole e degli irrigatori.
Il filtro è dotato di una valvolina di
spurgo, ma ogni tanto va smontato e pulito sotto un getto d’acqua.
Accessori. Abbiamo già parlato del
sensore di pioggia, strumento indispensabile per il risparmio d’acqua. Nei climi freddi è bene prevedere degli scarichi
d’acqua; vengono impiegate, di solito,
delle piccole valvole di drenaggio autoSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
15-20
30
50
50
80
100
120
150
200
280
350
450
25
35
45
60
80
100
120
200
240
300
Numerosi modelli di raccordi a compressione permettono di effettuare tutti i
collegamenti necessari senza dover ricorrere a collanti
Pedrollo
32
PN6
PN6
PN6
PN10
PN6
PN10
PN6
PN10
PN6
PN10
PN6
PN10
g
Sul mercato sono reperibili pompe di
vario tipo: pompe esterne ad asse
orizzontale, pompe sommerse e sommergibili. Nell’immagine, una elettropompa munita di galleggiante di
sicurezza (g), che la ferma in caso di
mancanza d’acqua
Arag
20
25
matico da inserire nei punti più bassi di
ciascun settore. Normalmente è sufficiente una valvola o due per settore, non
essendo necessario svuotare completamente l’impianto in quanto la poca acqua che rimane, anche nel caso di formazione di ghiaccio, ha lo spazio per
espandersi nel tubo senza causare alcun
danno.
Per un’irrigazione di maggior precisione sono disponibili anche dei sensori
di umidità a contatto elettrico che inibiscono l’irrigazione in caso di troppa
umidità del terreno; ma a dire il vero sono strumenti poco usati.
Nel caso in cui servano prese d’acqua
aggiuntive, da inserire sulla tubazione di
adduzione principale, ad esempio un tubo gomma per bagnare l’orto, i vasi o le
fioriere, per il lavaggio esterno di pavimentazioni, ecc., sono disponibili prese
d’acqua già predisposte sotto forma di
idrantini sotto suolo o di colonnine con
rubinetto.
***
Tutte le apparecchiature citate in questo capitolo sono reperibili presso i negozi specializzati, le rivendite di materiali idraulici, i grandi centri commerciali. I marchi più diffusi sono: Api Italia,
Arag (filtri), Claber, Del Taglia, Gardena,
Georg Fischer +GF+ (raccordi a compressione), Hunter, Hydroself, Ipierre Sirotex,
K. Rain, Naan (elettrovalvole), Nelson,
Pedrollo (pompe), Rain Bird, Toro (distribuito da Prato Verde), Uniflex.
(1) Bar: misura equivalente a 10,2 metri
di colonna d’acqua. La misura di pressione ufficiale è però il kilopascal (1 bar
= 100 kilopascal).
All’uscita della pompa va sempre posto
un filtro a dischi (nella foto) o a rete molto fine (120 mesh), per evitare malfunzionamenti delle valvole e degli irrigatori
(2) Mesh: misura anglosassone che indica il numero di fori presenti su una lunghezza di 1 pollice (25 mm).
45
Elenco materiali e preventivo di spesa per l’impianto d’irrigazione di un prato
(riferito al progetto riportato a pag. 43)
unitario (1)
Quantità Costo (euro)
Voci
Costo Totale (1)
(euro)
Materiali
1-Tubazioni PE PN 10, diametro 50 mm (tubazioni principali)
metri lineari
2-Filtro a rete corpo plastica, diametro 1 pollice e ½
n.
3-Valvola a sfera, diametro 1 pollice e ½
n.
4-Valvola di ritegno con molla, diametro 1 pollice e ½
n.
5-Elettrovalvole con solenoide 24V, regolatore di flusso, diametro 1 pollice
n.
6-Programmatore 220x24V 6 stazioni
n.
7-Sensore di pioggia
n.
8-Elettropompa sommergibile completa di condensatore esterno;
portata 50-70 l/m; prevalenza 56-35 m
n.
9-Quadro comando pompa 220V
n.
10-Collettore per valvole, diametro 1 pollice:
a 3 uscite
n.
a 2 uscite
n.
11-Valvole di drenaggio automatico, diametro 1 pollice e ½
n.
12-Irrigatori dinamici attacco ¾ di pollice
n.
13-Irrigatori dinamici attacco ½ pollice
n.
14-Irrigatori statici:
serie 17 Var
n.
serie 15 H
n.
serie 15 Q
n.
serie EST
n.
serie 10 Q
n.
Totale pezzi n.
15-Raccordi a compressione:
maschio: diametro 50 x 2 pollici
n.
diametro 50 x 1 pollice e ½
n.
diametro 32 x 1 pollice
n.
a «T»:
diametro 50 x 1 pollice e ½ x 50 n.
diametro 32 x 32 x 32
n.
a gomito: diametro 50 x 50
n.
diametro 32 x 32
n.
diametro 32 x 3/4 di pollice
n.
diametro 32 x 1/2 pollice
n.
16-Raccordi filettati:
bocchettone diametro 1 pollice e ½
n.
1,82
19,50
72,80
80,00
16,00
12,00
97,50
120,00
57,00
1
500,00
1
190,00
1
1
5
6
6
9,36
23,00
18,00
14,00
9,50
46,80
138,00
108,00
4
2
4
2
4
16
5,50
88,00
1
4
5
1
5
3
3
3
5
5,22
2,17
5,73
9,61
4,12
2,87
3,01
5,22
20,88
10,85
10,82
28,65
28,83
12,36
8,61
15,05
n.
n.
n.
n.
n.
metri lineari
metri lineari
1
2
2
8
4
2
60
50
2,20
2,60
1,30
1,50
40,00
1,20
1,10
8,00
4,40
5,20
10,40
6,00
80,00
72,00
55,00
1931,87
metri lineari
150
3,50
525,00
nippli diametro 1 pollice e ½
manicotti diametro 1 pollice e ½
gomiti diametro 1 pollice e ½
riduzioni diametro 1 pollice e ½ x 1 pollice
17-Pozzetti rettangolari
18-Cavi comando per posa interrata, sezione mm 3x1,5
19-Tubo corrugato passacavi diametro 50 mm
Totale costi forniture
40
1
1
1
5
1
1
Lavorazioni
Scavi e rinterri alla profondità di cm 35
2456,87
Totale costi
Nel preventivo sono esclusi i costi per i collegamenti elettrici ai quadri comando e pompa, che vanno eseguiti da un elettricista professionale.
(1) Prezzi di listino Iva esclusa.
46
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Le macchine e le attrezzature per
«mantenere in forma» il tappeto erboso
P
Trattorini rasaerba e rider
er una corretta gestione del tappeto erboso serve l’aiuto di alcune macchine: rasaerba con motore a scoppio o elettrico e conducente al
seguito, trattorini rasaerba e rider in cui
il conducente è a bordo della macchine,
rasaerba a lame elicoidali, spandiconcime, sfeltratrici, carotatici e rulli.
Le macchine
per il taglio dell’erba
Per il taglio dell’erba del tappeto
erboso è necessario disporre
di un rasaerba di dimensioni adeguate.
Ma quale scegliere?
Rasaerba con motore a scoppio
e con conducente al seguito
Si tratta del tipo di rasaerba più diffuso e prevede un operatore che segue la
macchina a piedi e un apparato di taglio
a lama rotante orizzontale.
All’interno di questa vasta categoria
di attrezzature esistono le versioni semoventi e le versioni prive di trazione; nelle
prime l’avanzamento è assicurato da due
ruote che ricevono il movimento dal motore, mentre nelle altre l’avanzamento
avviene grazie alla spinta dell’operatore.
Tutti questi rasaerba prevedono o meno
la raccolta dell’erba tagliata.
Superficie gestibile: fino a 1.500 metri
quadrati (massimo 2.500).
Precisione di taglio: buona.
Manutenzione: elevata.
Rumorosità: media; dipende in primo
luogo dalla larghezza di lavoro e secondariamente dalla massa e dalla potenza
del motore in modo diretto. Per ridurre
1
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Il rasaerba con motore a scoppio e conducente al seguito dotato di apparato di
taglio a lama rotante orizzontale è la macchina per il taglio dell’erba più diffusa
la rumorosità a valori inferiori a 90 decibel alcuni costruttori propongono dei
rasaerba a lame antisibilanti e con carter
fonoassorbenti.
Pregi: adatti anche per terreni in pendenza a condizione di disporre di motori a due tempi o a quattro tempi con lubrificazione forzata; facile regolazione
dell’altezza di taglio.
Difetti: non utilizzabili in particolari situazioni – pendenza notevole, erba molto alta, presenza di erbacce lignificate
(vecchie) e/o arbusti – o in spazi molto
ristretti, dove è preferibile usare il decespugliatore.
In funzione
della tipologia
costruttiva,
i rasaerba
con conducente
a bordo si possono
classificare
in due
sottocategorie:
i trattorini
rasaerba (1),
con motore anteriore,
e i rider (2),
con motore
posizionato
posteriormente
Si tratta di un tipo di rasaerba con
conducente a bordo e costituiscono
un’ampia categoria di macchine costruite esplicitamente per il taglio e la cura
del tappeto erboso.
In funzione della tipologia costruttiva si possono classificare in due sottocategorie: trattorini rasaerba e rider.
I rider differiscono dai trattorini per
la posizione posteriore del motore (generalmente posto dietro il sedile del conducente anziché in posizione anteriore),
e si possono a loro volta suddividere in
due altri gruppi contraddistinti dalla posizione dell’apparato di taglio: anteriore nei modelli di maggiori dimensioni,
ventrale negli altri modelli.
Superficie gestibile: adatti per tappeti erbosi con superfici da 2.000 a 3.000 metri quadrati nei modelli di minori dimensioni; da 5.000 a 6.000 (massimo 10.000)
per modelli di dimensioni elevate.
Precisione di taglio: buona.
Manutenzione: elevata.
Rumorosità: è in funzione del tipo di
motore, della potenza installata, del regime di giri utilizzato e della larghezza di taglio. Per larghezze di 60-70 cm
i valori vanno da 79 decibel con funzionamento a vuoto del solo motore, fino
a 87 decibel con motore, lame e ventola in funzione.
Pregi: adatti anche per terreni in pendenza (non superiore al 14%), di forma irregolare e/o con presenza di ostacoli, in quanto si tratta di macchine facili da condurre in particolare nei modelli di recente costituzione che sono dotati di trasmissioni idrauliche indipendenti sulle due ruote motrici. Per interven-
2
47
I rasaerba
con motore
elettrico
hanno potenze
limitate e
l’alimentazione
avviene
tramite cavo;
alcuni
modelli sono
però dotati
di batteria
ricaricabile
ti su terreni in pendenza e per assicurare una massima aderenza sono indicati i
modelli a 4 ruote motrici.
Difetti: la grande specializzazione di
queste macchine richiede una spesa iniziale elevata che viene giustificata dall’uso di tecnologie volte ad ottenere un
lavoro di elevata qualità. A titolo puramente indicativo, si fa presente che i
prezzi di queste attrezzature vanno dai
2.000 euro dei modelli di più semplice
costituzione, ai 10.000-15.000 euro delle macchine più grandi.
Rasaerba con motore elettrico
Si tratta di un tipo di rasaerba in cui
il motore elettrico ha potenze limitate,
generalmente comprese tra 0,4 e 2 kW;
l’alimentazione avviene tramite cavo e,
solo in pochi casi, mediante batteria ricaricabile con potenza di 0,4-0,8 kW.
Nei modelli di maggior potenza può
essere prevista la trasmissione del movimento alle ruote (modelli semoven-
ti), ma in generale prevalgono le soluzioni a spinta.
Questi rasaerba montano solitamente apparati di taglio a lama orizzontale che hanno larghezze di lavoro limitate: 30-50 cm.
Superficie gestibile: adatti per tappeti erbosi con superfici fino a 500 metri quadrati (massimo 1.000). I modelli
a batteria ricaricabile tagliano 250-300
metri quadrati ogni ricarica.
Precisione di taglio: discreta.
Manutenzione: ridotta, inferiore a quella di un rasaerba con motore a scoppio. Importante è tenerli puliti ed evitare l’umidità che è il grosso nemico dei
motori elettrici. Occorre poi controllare,
a seconda della modalità di alimentazione, l’integrità dei cavi o la funzionalità
della batteria.
Rumorosità: elemento comune a tutti
rasaerba di questo tipo è la limitata rumorosità limitata, solitamente inferiore
a 80 decibel.
Pregi: trovano largo impiego nei giar-
1
2
Nei rasaerba a lame elicoidali il sistema di taglio è costituito da più lame a profilo elicoidale montate su un cilindro rotante. Esistono modelli manuali (1) e modelli dotati di motore a scoppio (2) o elettrico
48
dini familiari di modeste dimensioni in
quanto risultano leggeri (il motore elettrico permette di contenere il peso entro valori di 15-30 kg), silenziosi e non
emettono gas di scarico. I modelli a batteria ricaricabile non hanno il cavo di
alimentazione che rappresenta il lato negativo dei comuni rasaerba elettrici.
Difetti: siepi, piante, aiole creano problemi di manovrabilità legati alla presenza del filo di alimentazione il quale può
facilmente essere soggetto anche a lesioni o rotture in caso di uso non corretto.
Nei modelli alimentati a batteria ricaricabile l’autonomia di carica è pari a circa
un’ora; in un’ora di lavoro si possono tagliare 250-300 metri quadrati di prato.
Rasaerba a lame elicoidali
Si tratta di un tipo di rasaerba in cui
il sistema di taglio è costituito da più lame a profilo elicoidale montate su un cilindro rotante.
Il cilindro necessita di una controlama fissa in quanto il taglio avviene per
incisione progressiva dell’erba, grazie
all’effetto «forbice» che si crea tra lama
rotante e controlama fissa.
Il numero di lame per cilindro è variabile tra 4 e 12; più elevato è il numero
numero di lame più si può ridurre l’altezza di taglio dell’erba, in quanto a parità di altre condizioni aumentano i passaggi della lama elicoidale sulla controlama fissa.
Superficie gestibile: adatti per tappeti
erbosi con superfici fino a 100-200 metri quadrati (massimo 2.500) per i modelli a motore; 400-500 metri quadrati (massimo 4.000) per quelli a scoppio
semoventi.
Precisione di taglio: elevata.
Manutenzione: media.
Rumorosità: paragonabile a quella degli
altri rasaerba di uguali dimensioni e con
la stessa tipologia di motore.
Pregi: adatti anche per terreni in pendenza, purché la superficie sia ben livellata; l’espulsione dell’erba tagliata avviene su tutta la larghezza dell’apparato
di taglio e i cesti di raccolta sono in posizione anteriore; in questo modo non ci
sono i problemi di ingolfamento e di utilizzo di ventilatori caratteristici degli altri apparati di taglio. La notevole variabilità nella regolazione dell’altezza di
taglio consente di arrivare a pochi centimetri dal terreno; inoltre si può lavorare
anche con erba bagnata avendo comunque un minor assorbimento di potenza
rispetto agli altri modelli.
Difetti: per una buona uniformità di taglio, l’altezza dell’erba rimasta e la distanza tra una lama elicoidale e la successiva dovrebbero avere uguale misura. Con un ridotto numero di lame o una
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
velocità di avanzamento notevole, si può
ottenere un taglio «a onde». Non sono in
grado di tagliare erba o altre infestanti la
cui altezza sia superiore a 10-15 cm.
Macchine di quest’ultimo tipo costano circa 4.000-7.000 euro e la spesa è giustificata per superfici superiori
ai 5.000 metri quadrati; in tutti gli altri
casi è consigliabile affittare la macchina
presso un garden center.
Macchine e attrezzature
per la manutenzione
Carotatura. La carotatura consiste
nel realizzare dei fori verticali profondi
10-15 centimetri per far arrivare l’aria
in profondità. L’organo che esegue il foro viene denominato «fustella» e può essere pieno (il foro eseguito non decompatta il terreno) o cavo; in quest’ultimo
caso dal terreno viene estratto un cilindro di terra con aumento dell’effetto decompattante.
In relazione al movimento che viene
impresso alle fustelle le diverse attrezzature si dividono in modelli a pistone, a
rotore e a vibrazione.
Esistono modelli in cui le fustelle
sono montate su più perni vibranti che
permettono in contemporanea una foratura e una frantumazione del terreno prossimo al foro. Questa operazione
Il mercato offre un’ampia gamma
di spandiconcime, macchine per la
sfeltratura, carotatrici e rulli. Si tratta
in ogni caso di attrezzature che oggi si
possono facilmente noleggiare
Concimazione. La distribuzione dei
concimi si può effettuare meccanicamente con un semplice carrello trainato o portato, i cui organi distributori sono dei rulli
o dei dischi ad azione centrifuga.
Per piccole superfici esistono modelli
a larghezza predefinita che, al posto del
disco rotante orizzontale, a seconda della tipologia, hanno rulli di larghezze variabili tra i 60 e i 150 cm.
La taratura può variare in funzione
dei differenti modelli; solitamente la
regolazione della quantità da distribuire viene fatta in funzione delle caratteristiche e delle dimensioni del materiale presente nella tramoggia. L’attrezzatura è provvista di una specifica scala di
regolazione, tarata su tutti i tipi di prodotti (dalle sementi più fini ai concimi
granulari di maggiori dimensioni), che
determina una diversa apertura del foro
di uscita del prodotto.
Sfeltratura. Le attrezzature per eseguire la sfeltratura (verticut) del tappeto
erboso possono essere manuali oppure
con motore elettrico o a scoppio.
L’organo di lavoro è costituito da
denti flessibili o lame taglienti, fissati su
un cilindro ad asse orizzontale, che viene fatto opportunamente ruotare.
Le attrezzature manuali sono indicate per superfici contenute, intorno ai
40-60 metri quadrati; quelle con motore elettrico sono ideali per superfici fino
a 500-600 metri quadrati; per superfici
di maggior estensione conviene orientarsi su modelli con motore a scoppio,
in grado di operare su aree fino a 3.000
metri quadrati.
Oltre alla rimozione del feltro, operata da denti, è anche possibile intervenire
in modo più intenso incidendo superficialmente il terreno, a una profondità di
2-3 centimetri, con macchine provviste
di organo sfeltratore costituito da coltelli di varia forma.
La larghezza di lavoro va dai 25 ai 40
centimetri, nei modelli di minori dimensioni, fino anche a 150 centimetri nei
modelli con motore a scoppio o in quelli portati o trainati.
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
La distribuzione dei concimi si può effettuare con carrelli trainati (nella foto)
o portati; la distribuzione del concime
avviene grazie a rulli o dischi ad azione centrifuga
1
2
3
La sfeltratura del tappeto erboso può essere effettuata con attrezzature manuali oppure con macchine dotate di motore elettrico o a scoppio (nella foto) (1). L’organo
di lavoro è costituito da denti flessibili o lame taglienti fissati su un cilindro ad asse orizzontale (2). Esistono anche modelli trainati (3)
49
1-Le carotatrici
decompattano
il terreno
effettuando
dei fori verticali
profondi 10-15
centimetri.
2-I rulli impiegati
per mantenere
livellato il terreno
sono a superficie
liscia e in genere
vengono trainati
da piccole
attrezzature a motore
1
ammorbidisce il suolo circostante i fori, creando spazi e aperture che facilitano l’assorbimento di acqua, aria ed elementi nutritivi da parte delle radici.
Una macchina carotatrice con motore a scoppio e con operatore al seguito, avente una larghezza di lavoro di 3040 centimetri costa circa 700-800 euro
e la spesa è giustificata per superfici superiori a 3.000 metri quadrati; per tutti
gli altri casi è bene affittare la macchina
presso un garden center.
2
Rullatura. I rulli sono a superficie
liscia e vengono solitamente trainati da
piccole attrezzature a motore (come per
esempio trattorini, rider, ecc.).
Queste attrezzature servono per
mantenere livellata e uniforme la superficie del terreno o del tappeto erboso, e per favorire il contatto delle radici al terreno evitando la formazione di
dossi o cavità.
Possono avere larghezze variabili in
funzione della tipologia. I rulli trainati vanno da 60 a 125 centimetri e hanno
solitamente superficie liscia; nei modelli portati o semiportati, che solitamente sono abbinati ad una seminatrice per
prati, le larghezze variano da 140 a 200
centimetri.
Nei rulli trainati il diametro varia da
45 a 60 cm; nei modelli portati o semiportati i diametri minini sono di 25 cm
e quelli massimi sono paragonabili ai
modelli trainati.
Il peso varia da 100 a 200 kg per metro di larghezza nei modelli pieni; i modelli vuoti variano da 40 a 90 kg a seconda delle diverse lunghezze e in alcuni casi possono essere riempiti di acqua
raggiungendo pesi complessivi variabili tra 100 e 365 kg.
Operazioni e tempi (in fondino verde) per la realizzazione e la cura di un tappeto erboso
Operazioni
Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.
Preparazione terreno
Semina
Concimazioni
Taglio dell’erba
Diserbo infestanti a foglia larga
Diserbo infestanti a foglia stretta estive
(pre-emergenza)
Diserbo infestanti a foglia stretta estive
(post-emergenza)
Trattamenti anticrittogamici
Controllo del muschio
Sfeltratura (verticut)
Carotatura
Trasemine
50
SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2007
Fly UP