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manovre saf 2a - Primapartenza
Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Manovre SAF 2”A” NODO BULINO (GASSA D’AMANTE) ...................................................................... 2 NODO BACHMAN...................................................................................................... 3 NODO CON ASOLE CONTRAPPOSTE E RAMI SIMMETRICI ................................ 4 PARANCO IN 4° TAGLIA CON SPEZZONE/I DI CORDA....... .................................. 5 PARANCO SUPPLEMENTARE CON DOPPIE CARRUCOLE ................................. 6 ABBINAMENTO CARRUCOLA CON BLOCCANTE MECCANICO.......................... 7 ANCORAGGIO PER CORDA DOPPIA...................................................................... 8 DEVIATORE DI TIRO............................................................................................... 10 RECUPERO, CON LA TECNICA DEL CONTRAPPESO ........................................ 11 AUTOSOCCORSO NELLA PROGRESSIONE AL 1°.............. ................................ 12 AUTOSOCCORSO NELLA PROGRESSIONE AL 2°.............. ................................ 14 DISCESA E ACCOMPAGNAMENTO DI INFORTUNATO IN CORDA DOPPIA ..... 19 CALATA CON BARELLA IN ORIZZONTALE ......................................................... 21 PASSAGGIO DEI NODI NEI SISTEMI REGOLATORI DI CALATA ........................ 23 CALATA E RECUPERO CON ARGANO WINCH.................................................... 27 CALATA E RECUPERO SU PALO PESCANTE ..................................................... 28 CALATA E RECUPERO CON CAVALLETTO (CEVEDALE).................................. 29 IMPIEGO DI BARELLA SPALLABILE SU TERRENO A VARIA PENDENZA SOSTENUTA DA DUE OPERATORI (PORTANTINA IN DISCESA) ...................... 30 IMPIEGO DI BARELLA SPALLABILE SU TERRENO A VARIA PENDENZA SOSTENUTA DA DUE OPERATORI (PORTANTINA IN SALITA) ......................... 31 TELEFERICA A PUNTI FISSI .................................................................................. 32 TELEFERICA A CONTRAPPESO ........................................................................... 35 TELEFERICA SISTEMA TELFER ........................................................................... 36 IMBARELLAMENTO DI PERSONA SOSPESA AD UNA CORDA CON CAMBIO D’ASSETTO ............................................................................................................. 39 VARIAZIONE ASSETTO BARELLA TRAMITE CORDE ......................................... 40 RECUPERO DI BARELLA DA POZZO CON L’AUSILIO DI DEVIATORI DI TIRO. 43 PROGRESSIONE IN ORIZZONTALE...................................................................... 44 SFORRAMENTO...................................................................................................... 45 TRASPORTO BARELLA CON PENDOLI DI CORDA............................................. 47 TRASPORTO BARELLA ATTACCATA ALLE IMBRACATURE DEGLI OPERATORI (MEANDRI STRETTI E PROFONDI)........................................................................ 48 TRASPORTO BARELLA SU CANOTTINO ............................................................. 49 CALATA E RECUPERO DI OPERATORE CON IMBRACO AD ASSETTO CAPOVOLTO ........................................................................................................... 50 Febbraio 2002 pag:1 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 1 Tipo di manovra: NODO BULINO (GASSA D’AMANTE) Presentazione: Per ancoraggi. Avvertenze: Per evitare un'eventuale scioglimento quando viene sottoposto a carico se usato come anello d’ancoraggio, chiudere il capo libero con un nodo a contrasto. Note: Riduzione della resistenza della corda 40% circa. Facile da sciogliere Febbraio 2002 pag:2 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 2 Tipo di manovra: NODO BACHMAN Presentazione: Nodo autobloccante su corda, eseguito con moschettone, permette lo scorrimento agevole sulla corda dove viene fissato Avvertenze: Avvolgere tutta la barra fissa del moschettone. Non utilizzare mai il moschettone per assicurarsi, il carico si applica esclusivamente all’asola del cordino. Facile da sciogliere Febbraio 2002 pag:3 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 3 Tipo di manovra: NODO CON ASOLE CONTRAPPOSTE E RAMI SIMMETRICI Presentazione: Permette la possibilità di un aggancio principale su doppia asola e un’aggancio secondario su asola singola contrapposta alle principali, più 2 rami ausiliari in uscita simmetrici e contrapposti alle doppie asole principali. Avvertenze: Comporlo con nodo semplice per evitare che il volume del nodo risulti eccessivo. Evitare accavallamenti nell’esecuzione del nodo. Per l’esecuzione del solo nodo sono necessari 2 mt di corda, bisogna aggiungere a questi la lunghezza di corda necessaria, ai rami ausiliari, in funzione dell’utilizzo prefissato. Note: Viene adoperato in particolari collegamenti, come, sospendita di barelle lato testa, per discesa in verticale. Febbraio 2002 pag:4 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 4 Tipo di manovra: PARANCO IN 4° TAGLIA CON SPEZZONE/I DI CORDA Presentazione: Questa manovra permette di allestire un paranco ausiliario usando anche un solo spezzone di corda e lo stesso attacco principale di lavoro. Deve prevedere l'uso di attrezzi a basso coefficiente di attriti. (carrucole) Ancoraggi: Possono essere inseriti tutti sui punti d’attacco principali Avvertenze: Questa manovra permette di recuperare una o più persone con uno sforzo accettabile purchè vengano ridotti gli attriti usando le carrucole. Consideriamo che per non aumentare il carico sugli ancoraggi durante la manovra, bisogna effettuare la trazione verso l’ancoraggio. Esecuzione: Schema per la costruzione di un paranco in 4° taglia. Febbraio 2002 pag:5 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 5 Tipo di manovra: PARANCO SUPPLEMENTARE CON DOPPIE CARRUCOLE Presentazione: Questa manovra permette di allestire un paranco ausiliario usando corda e carrucole. Note: Il paranco usa i rinvii mobili per ridurre lo sforzo necessario a fare il lavoro, quando si è costretti ad applicarlo senza l'uso deglii attrezzi appropriati la prestazione viene ridotta per la somma degli attriti prodotti. Esecuzione: 25 100 Febbraio 2002 pag:6 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 6 ABBINAMENTO CARRUCOLA CON BLOCCANTE MECCANICO Presentazione: Questa manovra serve per lo scorrimento unidirezionale della corda. Avvertenze: Chiudere sempre i moschettoni ed il bloccante e utilizzare moschettoni appropriati (paralleli ) Note: Tale manovra si può eseguire anche senza l’uso di una carrucola, sostituendo la stessa con un moschettone, tale soluzione però provoca un aumento degli attriti incidenti con riduzione del vantaggio di tutta la manovra. Per tale manovra è conveniente utilizzare attrezzi specifici (block-roll o altri) che sostituiscono l’accoppiamento dei singoli attrezzi. Esecuzione Collegare il bloccante alla carrucola con un moschettone parallelo con ghiera, con il secondo moschettone agganciamo il primo nel punto passante dalle flange della carrucola e lo colleghiamo all’ancoraggio. Nel caso il sistema sia montato contro una parete è necessario posizionarlo con l’apertura del bloccante frontalmente all’operatore (si ottiene tale risultato interponendo un altro moschettone all’ancoraggio). Chiudere il bloccante ed iniziare l’operazione di recupero (e/o di sicura). Febbraio 2002 pag:7 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 7 Tipo di manovra: ANCORAGGIO PER CORDA DOPPIA Esecuzione N° 1 Note: L’applicazione delle asole per la corda di calata, e i nodi barcaioli sui chiodi di ancoraggio aumenta la sicurezza nel caso di tranciamento accidentale di uno o più capi dello spezzone Febbraio 2002 pag:8 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Esecuzione N° 2 Febbraio 2002 pag:9 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 8 Tipo di manovra: DEVIATORE DI TIRO Presentazione: Questa tecnica permette di deviare la direzione della corda di manovra usando uno spezzone di corda collegato ad un attacco di lavoro. Le azioni possibili col deviatore sono l’allungamento e l’accorciamento del ramo in quest’ultimo caso bisogna prevedere.un cordino e un moschettone che permettano di allestire un paranco sulla corda Avvertenze: Nello scegliere il punto d’attacco ricordare che può, in relazione all’angolo della corda deviata, raggiungere uno sforzo pari al doppio del carico applicato. Il deviatore all’occorrenza può essere allestito inserendo il nodo mezzobarcaiolo sul moschettone che devia la corda, questo permette di essere controllato anche dall’operatore collegato alla corda di lavoro. Esecuzione: Febbraio 2002 pag:10 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 9 Tipo di manovra: RECUPERO, CON LA TECNICA DEL CONTRAPPESO Presentazione: Questa manovra risulta utile solo con l'uso di attrezzi che riducano gli attriti al punto di rinvio del contrappeso Avvertenze: In considerazione che l'ancoraggio principale deve essere montato sulla verticale del recupero, ci si potrebbe trovare in posizione non agevole per la fine del recupero del soccorso una volta arrivato vicino alla carrucola. Si supera il problema, montando tra il complesso carrucola e bloccante e ancoraggio, uno spezzone di corda che passa da una 2° carrucola fissata tramite un moschettone all'ancoraggio principale e fissato con un discensore o nodo mezzobarcaiolo con asola e controasola ad un'altro ancoraggio, al fine di permettere che tutto il punto di bloccaggio del contrappeso possa (tutto assieme) cambiare la distanza tra il punto preso in esame e l'ancoraggio, questo facilita la traslazione del soccorso fino al punto più sicuro, anche se questo si trova lontano dal punto ottimale per li recupero in verticale Note: Questa manovra può essere eseguita anche con il soccorso inbarellato. Si dovrà valutare la convenienza di recuperare la barella in orizzontale o in verticale. Esecuzione: All'ancoraggio principale “B” va montata una carrucola usando un moschettone dove va passata una corda che andrà fissata, al 2° ancoraggio “A” tramite un discensore bloccato. All'altro capo della corda viene fissato, tramite 1 moschettone, 1 carrucola ed 1 bloccante in modo che la corda sia recuperata in un solo senso (complesso (carrucola e bloccante) dentro questo complesso si fa passare la corda del recupero. Nel frattempo, usando la corda di servizio, sempre fissata all'ancoraggio principale, 1 soccorritore raggiunge il soccorso, gli fissa il capo della corda che passa nella carrucola-bloccante, al delta dell’imbraco. Un secondo operatore si porta sulla parte della corda di recupero, opposta alla carrucola, fissandosi con il bloccante ventrale e maniglia. Avrà altresì agganciato lo spezzone di corda dinamico, fissandolo, da una parte, al proprio delta di chiusura dell'imbraco e dall'altra all'ancoraggio (questo spezzone gli permette una escursione di circa mt 1,5 dalla carrucola verso il basso e sarà anche la sua sicura) Questo soccorritore dovrà agire con il proprio peso, (che è contrapposto al peso del soccorso) sulla corda in cui grava con il bloccante ventrale, e aiutandosi, recuperando la parte di corda (in salita) dove si trova il soccorso farà salire lo stesso. Alla fine dell'escursione della corda dinamica, aiutandosi con la maniglia sale fino alla prossimità dell'ancoraggio e ripete l'operazione fino a fare arrivare il soccorso vicino alla carrucola. Durante questa manovra il 1° soccorritore, usando la corda di servizio, accompagna il soccorso. Finita l'escursione in salita il 2° soccorritore si stacca dalle corde affiancando il 3° soccorritore per le manovre necessarie al completo recupero. Agganciata alla barella un’ulteriore corda di servizio, tramite il moschettone e vincola all’ancoraggio “A” con nodo semibarcaiolo regolato da operatore in recupero. In questa fase regolando in discesa la corda alla quale è fissata la seconda carrucola e recuperando contemporaneamente sul semibarcaiolo (o ulteriore complesso carrucola-bloccante) la corda di servizio, fino alla posizione più idonea allo sganciamento del soccorso. Febbraio 2002 pag:11 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 10 AUTOSOCCORSO NELLA PROGRESSIONE AL 1° Presentazione: La manovra di autosoccorso al primo , permette con le stesse attrezzature che necessitano per la progressione, di bloccare una situazione accidentale accorsa al primo operatore che è salito lungo una struttura e non è più autosufficiente di poterlo raggiungere e riportarlo in basso. Avvertenze: Si sottolinea che una persona infortunata, imbracata e sospesa, deve essere riportata quanto prima in basso o posizione comoda, in modo da non aggravare la situazione sanitaria. Note: Questa manovra viene intesa con gli operatori che non hanno alcuna altra risorsa di attrezzatura al di fuori di quella per la progressione e discesa, pertanto tutte le altre situazioni analoghe ma che possono disporre di altre attrezzature e persone, sono di risoluzione più semplice. Esecuzione: Dal momento dell’evento , si blocca il dispositivo di assicurazione posto sull’ancoraggio a valle con chiave di blocco e nodo di sicura. Il secondo operatore sale sulla struttura utilizzando come sicurezza la maniglia auto bloccante inserita sulla corda bloccata, vincolata allo imbraco tramite un baffo del dissipatore regolato in modo tale da consentire di allungare tutto l’arto che impugna la maniglia, questa viene fatta scorrere tenendola sempre sopra l’altezza delle spalle. Durante la salita, i rinvii vengono oltrepassati e agganciati nuovamente alla corda. Quando il secondo operatore arriva in prossimità del penultimo rinvio o in posizione che lui determina appropriata, predispone uno spezzone vincolato con mezzo barcaiolo bloccato ad un punto di attacco e con il capo libero esegue un nodo auto bloccante sulla corda tesa verso monte, così vincola il peso del primo operatore. Il secondo operatore predispone l’attrezzatura per scendere sull’ancoraggio principale a valle tramite la corda tesa e bloccata, pertanto installa su questa un sistema auto bloccante basso e lo collega al proprio imbraco, posiziona sulla corda tesa a monte del bloccante ed opportunamente distanziato da questo, il discensore per corda singola, montato nel modo appropriato per tale discesa. Nella discesa si oltrepassano i punti di rinvio agganciandoli alla corda, arrivato alla base, l’operatore allenta la corda accertandosi che il blocco alla sommità funzioni, disfa l’ancoraggio principale recuperando tutta l’attrezzatura. Il secondo operatore risale nuovamente la struttura utilizzando come sicurezza entrambi i bloccanti di cui è dotato (maniglia e bloccante ventrale), durante la salita recupera tutti i rinvii, sino allo spezzone installato in precedenza. Lavorando in auto sicura, installa un sistema di discesa sull’ancoraggio e trasferisce il peso del primo operatore, dallo spezzone al discensore, continuando a calarlo sino al posto di lavoro, dove trasferirà nuovamente il peso dal discensore allo spezzone di vincolo, bloccato all’ancoraggio con mezzo barcaiolo bloccato. A questo punto i secondo operatore rimanendo sul posto, recupera la corda dal rinvio a monte, sfilandola e la posiziona sull’ancoraggio in doppio per la discesa successiva che verrà eseguita scendendo entrambi sullo stesso discensore, posizionando il primo operatore sulla schiena del secondo. collegare il discensore all’ancoraggio MAPPING trasferire il peso dallo spezzone al discensore • bloccare l’assicurazione al primo calare l’infortunato sino all’ancoraggio • salire sulla struttura trasferire il peso dal discensore allo spezzone • usare la maniglia sulla corda come sicura ⇒ recuperare la corda • la maniglia è tenuta più alta delle spalle disporre la corda in doppia nell’ancoraggio arrivo in posizione favorevole o rinvio predisporre l’autobloccante di sicurezza a valle valutazione attacchi collegare sistema discensore bloccato a monte auto assicurazione trasferire il peso dallo spezzone al discensore comporre autobloccante alto con spezzone collegarsi al discensore bloccare lo spezzone con mezzo barcaiolo recuperare attrezzatura autobloccante a valle su corda tesa all’imbraco posizionare l’infortunato sulle spalle discensore su corda tesa distanziato all’imbraco stabilizzare l’infortunato con bretella a otto discesa su corda tesa scendere con l’infortunato sino a terra oltrepassare i punti di rinvio OPPURE Mandare in carico lo spezzone alla sosta superiore scendo sino a 3-4 metri dal termine delle corde recuperare l’ancoraggio principale a valle comporre un ancoraggio sulla struttura risalire con maniglia e ventrale come sicura mi vincolo in modo dinamico all’ancoraggio recuperare tutti i rinvii trasferire l’infortunato su spezzone di vincolo porsi in auto assicurazione ⇒ IL CICLO SI RIPETE SINO A NECESSITA' inserire la corda a monte nel discensore Febbraio 2002 pag:12 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:13 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 11 AUTOSOCCORSO NELLA PROGRESSIONE AL 2° Presentazione: Questa manovra permette all’operatore situato in alto, di riportare il secondo operatore (bloccato per qualsiasi causa) in basso, qualora la corda disponibile al primo sia superiore alla metà di quella impiegata. Avvertenze: Trattandosi di una manovra d’emergenza nell’emergenza, la sicurezza della sua attuazione dipende dall’attenzione dell’operatore, in quanto dovrà sfruttare il principio del contrappeso nella prima parte della manovra. Questo sempre che l’evento non abbia comportato anche il danneggiamento della corda. Note: Nell’esecuzione corretta della prima parte della manovra, il secondo operatore presunto infortunato, deve rimanere alla quota senza eccessivi momenti di calata o recupero. Questa manovra può essere preceduta da una variante nel caso in cui il secondo operatore si trovi bloccato ad una distanza dal primo superiore alla metà della corda impiegata. In tal caso la manovra vera e propria viene preceduta da una manovra di avvicinamento da parte del primo con una discesa in contrappeso. Esecuzione: Per attuare il soccorso del secondo da parte del primo operatore, bisogna scaricare il peso del secondo dal dispositivo assicuratore (fig.1). Questo si ottiene inserendo un secondo moschettone nell’ancoraggio principale, in questo si inserisce uno spezzone di servizio, ai capi di questo spezzone da una parte si compone un nodo bloccante tipo “Bellunese” sulla corda caricata, l’altro verrà bloccato con mezzo barcaiolo al moschettone (fig.2). A questo punto si cala leggermente tramite il Gri-Gri, trasferendo il peso da questo, allo spezzone di servizio. All’uscita del bloccante sulla corda scarica si compone un nodo galera di sicurezza per bloccare eventuali scorrimenti accidentali nel bloccante (fig.3). Si toglie il dispositivo assicuratore dal moschettone e in questo si inserisce direttamente la corda proveniente dal bloccante. Il dispositivo assicuratore capovolto, lo si aggancia allo imbraco, diventando così un discensore (ricordarsi del moschettone di rinvio) (fig.4). Si recupera tutta la corda in eccesso, togliendo anche il nodo galera ed andando a bloccare con chiave di blocco il discensore (fig.5). Si sblocca lo spezzone di servizio e rimanendo in contrappeso, si manda nuovamente tutto il carico sulla corda (attenzione all’ampiezza verso il basso del primo operatore) (fig.6). Si recupera tutto il materiale non più necessario, spezzone di servizio, auto sicura, moschettoni. Il primo operatore inizia a scendere in contrappeso con il presunto infortunato, sino a portarsi allo stesso livello, recuperando gli eventuali rinvii. In questa fase la corda non deve scorrere nel moschettone posto nell’ancoraggio a monte (fig.7). Arrivato all’infortunato, lo aggancia se non si ha predisposto in precedenza un collegamento e si continua nella discesa sino alla quota voluta o a due , tre metri dalla fine della corda disponibile (fig.8). qualora non si sia raggiunta la quota voluta (fig.9). Qualora non si sia raggiunta la quota voluta, predisporre dove ritenuto opportuno un ulteriore ancoraggio per la propria auto assicurazione, un ancoraggio per assicurare il secondo operatore ed un ancoraggio principale, il tutto per una successiva discesa (fig.9). Si assicura il secondo operatore tramite uno spezzone di servizio, oppure il secondo baffo lungo in uscita dal dissipatore all’ancoraggio di servizio, tramite dispositivo assicuratore “Gri-Gri”, o mezzo barcaiolo bloccato, si cala fintanto che il peso del secondo grava totalmente sullo spezzone. La corda a questo punto scarica, viene recuperata e posizionata in doppia nell’ancoraggio principale, da dove si prosegue con la manovra di accompagnamento in doppia. Sicurezze: La sicurezza supplementare da porre in atto nel periodo di formazione, è data da: • Il secondo operatore, quando stabilisce la quota di blocco, si auto assicura alla struttura con uno spezzone che dia la possibilità di movimento di circa cm.50. • Il primo operatore agisce asservito da una corda di sicura collegata sull’attacco dorsale con un nodo a sedia • Quando il primo raggiunge il secondo, collega a questo ultimo la cima della corda di sicura all’attacco dorsale. • La corda di sicura è regolata da un operatore tramite assicuratore auto bloccante con ancoraggio a punti fissi. Febbraio 2002 pag:14 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” MAPPING DELL’ AUTOSOCCORSO NELLA PROGRESSIONE PRIMO OPERATORE SECONDO OPERATORE • • Blocca il dispositivo assicuratore • Predispone lo spezzone di servizio a valle dell’assicuratore con un nodo auto bloccante vincolato a monte con un mezzo barcaiolo bloccato • • Trasferisce il carico sullo spezzone di servizio Costruisce un nodo galera a monte del nodo auto bloccante Sgancia l’assicuratore dall’ancoraggio principale Inserisce la corda in uscita dal nodo auto bloccante nel moschettone all’ancoraggio principale Collega il dispositivo assicuratore – discensore allo imbraco collocandolo il più vicino possibile all’ancoraggio principale Recupera tutta la corda in eccesso sfacendo anche il nodo galera Blocca il dispositivo discensore con chiave Carica la corda del proprio peso Con manovra di contrappeso solleva leggermente il secondo operatore Recupera tutta l’attrezzatura non più necessaria Toglie l’auto assicurazione mantenendo il contrappeso Si collega con un moschettone alla corda che va al secondo operatore Sblocca il dispositivo discensore e con manovra delicata di contrappeso senza far scorrere la corda nel moschettone dell’ancoraggio principale Scende sino al secondo operatore Posiziona correttamente il secondo operatore Continua la discesa sino a terra o a meno di due , tre metri dalla fine della corda disponibile Predispone ulteriore ancoraggio se necessario Vedi manovra di accompagnamento in doppia • • • • • • • • • • • • • • Febbraio 2002 pag:15 Non riesce più a muoversi per una qualsiasi causa Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:16 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:17 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:18 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 12 Tipo di manovra: DISCESA E ACCOMPAGNAMENTO DI INFORTUNATO IN CORDA DOPPIA Presentazione: Questa manovra permette di scendere accompagnando un operatore non più autosufficiente che necessita di essere spostato velocemente in una superficie piana, possibilmente a terra. Avvertenze: Sulla corda doppia si devono comporre i nodi di sicura ai capi. Durante il recupero dell’attrezzatura porre attenzione alla caduta di eventuali materiali. Note: Viene usata anche quando le corde non sono sufficientemente lunghe per raggiungere la quota voluta o quando non si hanno altre corde a disposizione. Esecuzione: Il soccorritore predisporre un ancoraggio per la propria auto assicurazione, un ancoraggio principale, ed un ancoraggio per assicurare il secondo operatore non autosufficiente con uno spezzone di servizio (oppure con il secondo baffo in uscita dal dissipatore regolato lungo), tramite dispositivo assicuratore “Gri-Gri”, o mezzo barcaiolo bloccato. L’infortunato viene sospeso totalmente sullo spezzone. Predispone la corda in doppio, posizionandola sulla mezzeria all’ancoraggio principale (fig.9). Alla corda doppia vengono applicati in serie due discensori paralleli tipo “Gi-Gi”, collegati fra loro con un moschettone a base larga, il primo discensore posto più in alto, viene bloccato con la corda. A valle dell’ultimo discensore si posiziona un auto bloccante per corda doppia tipo “Schunt” (fig.10). Il primo operatore si collega all’auto bloccante tipo ”Schunt” tramite moschettone all’anello metallico dello imbraco, successivamente collega il baffo libero in uscita dal dissipatore all’ultimo discensore posto più in basso. Si collega l’imbraco dell’infortunato al moschettone a base larga posto a collegare anche i due discensori, tramite il baffo libero in uscita del dissipatore opportunamente regolato a m.0,5 circa, o equivalente spezzone. Si libera lo spezzone di servizio e si cala l’infortunato sino a trasferire il peso al primo discensore posto più alto (fig.11). Recuperati i materiali e sganciata la sicura del primo operatore, questo sblocca il sistema di discesa e mantenendo le corde in tensione in uscita del primo discensore, ne recupera il lasco in eccesso verso il basso, controlla la sua posizione sino a gravare il proprio peso sul secondo discensore bloccato dallo “Schunt”. A questo punto si può posizionare l’operatore inabile sulla schiena del primo, stabilizzandolo con delle bretelle costituite da un anello di fettuccia incrociata ad otto di cm.150, oppure due fettucce da cm.80 collegate fra loro, in questo modo il primo a una buona visibilità ed allo stesso tempo si pone tra l’inabile e le strutture. Si prosegue così sino alla quota voluta , o a due ,tre metri dalla fine della corda disponibile, da dove se necessario il ciclo si ripete sino a necessità, sempre con una successione di corde doppie (fig.12). MAPPING ACCOMPAGNAMENTO IN DOPPIA • Si auto assicura • Trasferisce il secondo operatore sullo spezzone di servizio • Recupera la corda • Allestisce una corda doppia • Predispone i due discensori tipo “Gi-Gi” collegati tra di loro (il primo bloccato, a valle del secondo il bloccante di sicurezza) • Trasferisce il peso del secondo sul discensore • Recupera l’attrezzatura non più necessaria • Sblocca il primo discensore mantenendo tese le corde • Recupera l’eventuale lasco di corda • Carica del proprio peso il secondo discensore • Scende sino alla quota voluta o a due, tre metri dalla fine della corda • Il ciclo si ripete eventualmente sino a necessità Febbraio 2002 pag:19 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:20 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 13 Tipo di manovra: CALATA CON BARELLA IN ORIZZONTALE Presentazione: Questa manovra si rende indispensabile quando, si debba trasportare una persona infortunata ed il percorso è prevalentemente verticale o quasi, sia in calata che in recupero. Questa manovra permette il trasporto su di un dislivello verticale o quasi , di una persona nella posizione orizzontale, accompagnata da un operatore, qualora non ci siano ostacoli particolari per la barella, con la possibilità di eseguire vincoli e svincoli. Avvertenze: Definire bene la verticale dell’operazione prima di iniziare. Accompagnare sempre la barella. Usare sempre mimo due corde. Prima di procedere al trasporto, preoccuparsi di stabilizzare l’infortunato sotto l’aspetto sanitario e di controllarlo durante lo stesso. Note: E’ indispensabile una buona comunicazione fra i due soccorritori, eventualmente con idonei apparati radio. E’ importante ricordare che vi sono ambienti e strutture che presentano imbuti, fessure, spaccature tali ove le corde durante la manovra si potrebbero incastrare. Esecuzione Ricordando a tutti gli operatori che lavorano in posizioni con pericolo di caduta dall’alto, devono essere auto assicurati durante tutta la manovra e in questo caso specifico è necessario assicurare, dalle cadute accidentali anche la barella con spezzone di corda collegato all’ancoraggio principale con mezzo barcaiolo bloccato. Si costruisce un sistema di calata e si inseriscono le corde, bloccandole. I capi finali liberi delle corde di calata devono essere agganciati per sicurezza ad un punto dell’ancoraggio. Ai due capi iniziali liberi delle corde si fanno dei nodi a otto con asola collegandoli alla “sospendita” in dotazione alla barella, con due moschettoni con ghiera a base larga, avendo l’accortezza di posizionarli in modo tale che risultino con le aperture opposte tra di loro. Qualora si prevedano svincoli sulla struttura e/o sia previsto l’arrivo dell’elicottero durante l’operazione, con possibile svincolo dalle corde, si devono prevedere tra i moschettoni delle corde principali e la barella, degli spezzoni opportunamente collegati (vedi disegno) che permettono tali operazioni in qualsiasi momento. Successivamente si costruisce, con uno spezzone di corda, un nodo auto bloccante (bellunese), sulle corde di calata, collegandolo ad altro ancoraggio con nodo mezzo barcaiolo bloccato. L’operatore che accompagna la barella deve essere con imbraco in assetto minimo 1B completo. L’operatore, dopo aver agganciato la barella, si collega tramite i due bloccanti, allo spezzone collegato direttamente alle corde principali di calata, questo permette la regolazione dell’operatore rispetto alla barella ed è in ogni caso indipendente da questa per una qualsiasi evenienza. Si inizia la fase di calata con gli operatori all’ancoraggio che controllano lo scorrimento delle corde all’interno del sistema e nel nodo auto bloccante. L’operatore che scende assieme alla barella deve mantenere un percorso che non si scosti dalla verticale di calata, evitare gli ostacoli o aiutarne il superamento. E’ comunque fondamentale mantenere un buon collegamento eventualmente radio, tra l’operatore che scende con la barella e quelli che regolano la calata alla sommità. LEGGENDA DEL DISEGNO 1 = spezzone di collegamento della barella che consente lo svincolo nel recupero con l’elicottero, qualora l’operazione di calata o recupero sia già iniziata e si reputi necessaria l’operazione 2 = spezzone di collegamento per l’operatore, il quale può regolare la sua posizione rispetto alla barella ed essere autonomo 3 = spezzone di servizio qualora si preveda il vincolo e lo svincolo da strutture, generalmente su operazioni con dislivelli superiori alla lunghezza delle corde disponibili G = anello per aggancio gancio del verricello S = capo vincolato dello spezzone 1 per sicurezza Febbraio 2002 pag:21 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” OPZIONI A = il collegamento dei vari dispositivi risulta facilitato e più sicuro con l’impiego di moltiplicatori di punti di attacco B = ai capi iniziali delle corde principali si può eseguire il nodo a sedia che oltre a dare la possibilità di aggancio nelle asole, rende disponibile il capo di corda che tenuto di lunghezza adeguata, può essere utilizzato per garantire una sicurezza supplementare o di aggancio ad un livello diverso C = le stesse caratteristiche del punto B, si ottengono con il nodo ad otto in linea bloccato Febbraio 2002 pag:22 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 14 PASSAGGIO DEI NODI NEI SISTEMI REGOLATORI DI CALATA Presentazione: Tale manovra viene adottata nel caso la lunghezza delle corde non permetta di raggiungere la quota voluta se non tramite la giunzione delle stesse. Ancoraggio: 2 ancoraggi dinamici su 2 o più punti sfalsati in altezza di circa 50 cm e sulla stessa linea, nel caso lo sfalsamento sia laterale è necessario controllare lo scorrimento delle corde di calata anche con l’uso di eventuali deviatori di tiro che prevedano, nel caso di collasso dell’ancoraggio principale con la conseguente trazione sull’ancoraggio di sicura, di non avere una traslazione laterale di tipo “pendolo” che possa mettere in pericolo il sistema [corde e persone]. All’ancoraggio principale viene agganciato il sistema regolatore di calata, nell’altro ancoraggio di sicura viene agganciato 1 moschettone a base larga con ghiera, per la regolazione del bloccante di sicura con l’uso del nodo mezzo barcaiolo con asola e contro asola di blocco. Avvertenze: Ricordarsi di predisporre le comunicazioni radio. Se le corde sono interessate da spigoli, soprattutto nelle immediate vicinanze dell’ancoraggio principale, è preferibile impiegare delle rulliere di scorrimento opportunamente assicurate, nel caso non si abbiano a disposizione è necessario proteggere le corde dalle abrasioni, controllando lo sfregamento anche adottando deviatori di tiro che le allontanino dal punto di abrasione. I capi liberi delle corde di calata vanno vincolati ad idoneo punto fisso o comunque assicurarsi che vi siano dei nodi a contrasto che oltre ad avvertire della fine corda, non passino attraverso i regolatori di calata. Note: E’ opportuno che le giunzioni siano sfalsate per rendere più sicura la procedura di unione delle corde e nel contempo non accoppiare gli ingrossamenti delle due corde perché si aumenta la possibilità di un incastro delle stesse. E’ utile, a volte necessario predisporre uno spezzone di servizio per garantirci di effettuare i necessari svincoli . In questa manovra si è esaminato il caso in cui il problema si presenti durante la calata su due corde. Nel caso di recupero è sufficiente montare un sistema bloccante sulle corde di recupero (girare il GI_GI può essere un sistema) e svolgere la manovra del passaggio dei nodi in modo inverso con l’adozione di un paranco ausiliario separato. Esecuzione Nell’ancoraggio principale si applica un sistema regolatore di calata che può essere il doppio GiGi, doppio freno moschettone o altri discensori nei quali i nodi di giunzione non passano. A valle del regolatore, tramite uno spezzone o cima di corda, si applica un nodo auto bloccante bellunese che avvolga e blocchi le due corde, il capo in uscita da questo viene fissato all’ancoraggio di servizio utilizzando un moschettone a base larga tramite mezzo barcaiolo asola e contro asola di blocco. Mantenendo leggermente sbloccato il nodo Bellunese si inizia la calata. Arrivati in prossimità della fine della prima corda, si attiverà il nodo auto bloccante assicurandoci che blocchi tutte e due le corde. Blocchiamo la corda lunga con asola di blocco a valle del sistema regolatore. Allentiamo la corda da giuntare e per sicurezza eseguiamo su di essa un nodo galera contro il nodo bellunese per evitare accidentali scorrimenti. Nell’asola del galera inseriremo un moschettone per garantirci che non si sciolga. Infiliamo la seconda corda nel regolatore di calata effettuando la giunzione con un nodo doppio inglese. Blocchiamo la corda giuntata con asola di blocco a valle del sistema frenante. Togliere il moschettone dal galera. Sbloccare l’altra corda e lo spezzone contemporaneamente calando entrambi sino a mettere in tiro le corde appena collegate. Bloccare lo spezzone ausiliario. Rieseguire le manovre anzi descritte sulle seconde corde da collegare, cercando che i due nodi di giunzione, siano sfalsati tra di loro. Una volta giuntate e messe in tiro, si bloccano tutte e due le corde di calata. Con le corde bloccate, si disfa il nodo auto bloccante sullo spezzone ausiliario e lo si ricompone a ridosso del regolatore di calata. Dopo esserci assicurati che blocchi entrambe le corde, si sbloccano le corde e tenendo allentato il bloccante, si riprende la manovra. Qualora si disponga di un secondo capo di corda, prima di disfare l’auto bloccante a valle dei nodi di giunzione, se ne esegue un secondo a monte bloccando lo spezzone all’ancoraggio. Febbraio 2002 pag:23 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” PASSAGGIO NODI MAPPING • • • • • • • BLOCCO IL BLOCCANTE SULLE DUE CORDE NODO GALERA A MONTE DEL BLOCCANTE SULLA CORDA DA GIUNTARE ASOLA DI BLOCCO E CONTRONODO SULLA SECONDA CORDA A VALLE DEL DISPOSITIVO SFILO LA CIMA DA GIUNTARE INFILO LA CIMA NUOVA COMPONGO IL NODO DI GIUNZIONE IN MODO SERRATO ASOLA DI BLOCCO E CONTRONODO SULLA PRIMA CORDA A VALLE DEL DISPOSITIVO ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ SBLOCCO DELLA SECONDA CORDA E MANTENGO LA TENSIONE SBLOCCO SPEZZONE AUSILIARIO E MANTENGO LA TENSIONE CALO CONTEMPORANEAMENTE LA SECONDA CORDA E LO SPEZZONE IL NODO GALERA SI DISFA AUTOMATICAMENTE LA CORDA E’ BLOCCATA E IN TENSIONE BLOCCO LO SPEZZONE CON ASOLA E CONTRONODO NODO GALERA SULLA SECONDA CORDA DA GIUNTARE A MONTE DEL BLOCCANTE SFILO LA SECONDA CIMA DA GIUNTARE INFILO LA SECONDA CIMA NUOVA COMPONGO IL NODO DI GIUNZIONE ASOLA E CONTRONODO SULLA SECONDA CORDA A VALLE DEL DISPOSITIVO SBLOCCO LO SPEZZONE E MANTENGO LA TENSIONE SBLOCCO LA PRIMA CORDA E MANTENGO LA TENSIONE CALO CONTEMPORANEAMENTE LA PRIMA CORDA E LO SPEZZONE IL GALERA SI DISFA AUTOMATICAMENTE ENTRAMBE LE CORDE SONO IN TENSIONE BLOCCO LA PRIMA CORDA LE CORDE SONO ENTRAMBE BLOCCATE ALLENTO LO SPEZZONE ALARGO IL BLOCCANTE TRASFERISCO IL BLOCCANTE A MONTE DEI NODI DI GIUNZIONE RECUPERO LO SPEZZONE BLOCCO LO SPEZZONE CON ASOLOA E CONTRONODO ⇒ SBLOCCO LE CORDE MANTENENDO LA TENSIONE ⇒ MANTENERE LEGGERMENTE SBLOCCATO IL BLOCCANTE SULLE CORDE ⇒ MODULANDO LA TENSIONE LE CORDE SCORRONO NEL DISPOSITIVO DI CALATA Febbraio 2002 pag:24 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:25 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:26 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 15 Tipo di manovra: CALATA E RECUPERO CON ARGANO WINCH Presentazione: Il Winch permette di ridurre notevolmente lo sforzo necessario al sollevamento. Si può usare in tutte le situazioni di calata o recupero in verticale. Ancoraggio: Statico o dinamico a più punti. Avvertenze: E’ sempre necessario usare due corde, nel caso la corda possa sfregare su superfici abrasive è necessario prevedere l’uso di rulliere o comunque di materiali che ne attenuino l’attrito. Un operatore di manovra avrà l’accortezza di tenere la corda di tiro in uscita dal Winch ben tesa per mantenerne l’aderenza al tamburo senza caricare il bloccante di sicura. Note: Per il soccorso di feriti bloccati in posizione sospesa è necessario prima di attuare la manovra descritta in questa scheda fare riferimento alla scheda sull’imbarellamento. Esecuzione Si esegue un ancoraggio statico o dinamico a più punti, quindi si inserisce uno spezzone di trattenuta tra argano ed ancoraggi fermato sull’argano con nodo ad otto con asola e sugli ancoraggi con moschettone, mezzo barcaiolo e asola e controasola di bloccaggio. Il mezzobarcaiolo è necessario qualora successivamente serva a retrarre l’argano stesso. E’ possibile inoltre fissare direttamente sul terreno o sui mezzi dedicati al servizio S.A.F. l’argano, tramite spit fix o perni filettati. Su ancoraggio separato si posiziona poi la fune dinamica di sicura, collegata tramite mezzo barcaiolo su moschettone e sul soccorritore tramite nodo a otto con asola su moschettone di vincolo. Nella fase di calata la corda statica viene avvolta con due spire sul tamburo dell’argano partendo dal basso rispetto all’entrata nel bloccante di sicura. Filare gradualmente le corde di tiro e di sicura e, raggiunto ed assicurato il pericolante, si provvede alla fase di recupero. In questa fase la corda di tiro si avvolge con tre spire sul tamburo dell’argano e la si passa poi nella gola del bloccante di sicura. Avuto il consenso da parte del soccorritore precedentemente calato, si inizia, azionando le maniglie poste sul tamburo dell’argano il recupero, provvedendo contestualmente a recuperare e tenere in tensione anche la corda di sicura. Nel caso in cui il fine corsa della corda di tiro non consenta di portare soccorritore e pericolante in posizione di sicura evacuazione, si presenta l’esigenza di arretrare l’argano a sufficienza per trovare tale posizione. L’arretramento avviene bloccando la corda di sicurezza con asola e contro asola di bloccaggio, quindi si apre il bloccante di sicura sull’argano, si libera una spira di avvolgimento sul tamburo e calando la fune di tiro si porta il peso sulla corda di sicura. Si provvede poi tramite lo spezzone ausiliario precedentemente posizionato ad arretrare (trazionandolo) l’argano fino alla sede voluta. Bloccato nuovamente lo spezzone e riposizionata la corda sull’argano, si riinizia il recupero, riportando il carico sulla corda principale e recuperando quella di sicura tramite mezzo barcaiolo fino ad una zona adeguata. Febbraio 2002 pag:27 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 16 Tipo di manovra: CALATA E RECUPERO SU PALO PESCANTE Presentazione: L’uso di questo attrezzo è modulare per inclinazione, si posiziona a sbalzo (pescante), direttamente nel vuoto, per calate e recuperi su pareti strapiombanti o crepacci con bordi molto larghi. Si posiziona in modo da consentire la variazione dell’inclinazione tramite due paranchi laterali di tenuta, evitando così lo sfregamento della corda in calata e recupero su dossi o asperità presenti nella verticale E’ possibile montarlo direttamente sui mezzi dedicati al servizio SAF tramite ancoraggi già predisposti. Ancoraggio: Spit fix ai piedi del palo, paranco di Poldo autobloccante Avvertenze: Anche nel caso si recuperi una sola persona è necessario usare due corde di cui una di sicura che deve poter trattenere il carico anche in caso di collasso di sistema (prevedere che in caso di collasso del sistema non possa esserci un’escursione del carico) Controllare sempre il blocco delle spine di tenuta dell’argano di recupero. Verificare il corretto serraggio degli spit-fix di fermo al suolo del palo. Note: Il piede del palo è snodabile e consente il recupero terminale anche attraverso il ribaltamento dello stesso. Esecuzione Occorre per prima cosa vincolare il palo al terreno. Cercheremo poi nel terreno retrostante dei punti dove poter fare gli ancoraggi per applicare i due paranchi di Poldo con il compito mantenere stabile il palo anche con il peso applicato. Nel caso non si trovino due punti laterali al palo si può usare un solo paranco di Poldo centrale che garantisce l’inclinazione verso il peso applicato e stabilizzato il palo nei due versi laterali DX e SX ancorandolo sulla linea di cerniera della base del palo a due ancoraggi. Febbraio 2002 pag:28 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 17 Tipo di manovra: CALATA E RECUPERO CON CAVALLETTO (CEVEDALE) Presentazione: L’uso di questo attrezzo è modulare per altezza, utilizzo, ed adattabilità all’inclinazione e natura del terreno. In caso di necessità si può posizionare anche a sbalzo (pescante), direttamente nel vuoto, per calate e recuperi su pareti strapiombanti o crepacci con bordi molto larghi. Si appoggia sulle 3 gambe telescopiche, con la possibilità di variare la posizione del fulcro, all’interno della base di appoggio, per il recupero in pozzi, cisterne, tombini e altro Avvertenze: Collegare sempre la base delle 3 gambe telescopiche, con lo spezzone di corda tramite gli occhielli e i moschettoni in dotazione. Evitare di usarlo alla massima estensione e massima apertura, in quanto vengono limitate le capacità di carico. Se usato a sbalzo (pescante) è indispensabile montare dei tiranti di tenuta (venti), che vanno costruiti con spezzoni di corda della lunghezza necessaria al posizionamento del cavalletto, per la tensione usare il “paranco in corda autobloccante (Poldo)”. E' necessario usare 2 corde di portata, di cui, una di lavoro e l’altra di sicura anche nel caso si recuperi una sola persona. Nella posizione a sbalzo. usando le corde alternativamente come lavoro e sicura bisogna prevedere di allestire un altro attacco a cui viene collegata una corda componendo con questa, con un nodo autobloccante alla corda che useremo di sicura, non facendola passare dal sistema di recupero. Su terreno inconsistente (franoso, neve molle.ecc...) non posizionare le gambe telescopiche in prossimità dei bordi. Note: L’assicurazione in discesa dell’operatore, si può fare in diversi modi, sia con l’uso di discensore e bloccante di sicura, che usando il WINCH, facendo 3 giri della corda sul tamburo e un bloccante di sicura, oppure con un nodo mezzobarcaiolo montato sul moschettone in dotazione al Winchcon. Il fulcro viene tenuto nella posizione più congeniale al lavoro, utilizzando la possibilità di variare l’escursione delle gambe telescopiche che hanno una regolazione da 195 a 300cm.. Con questo cavalletto, si possono impiegare diverse attrezzature di recupero ( barelle, imbrachi, triangoli evacuatori, ecc.) Esecuzione Inserite le corde nelle apposite carrucole in dotazione, si eseguono sui rispettivi capi di corda, un nodo ad otto con asola portandoli ad una altezza idonea al lavoro e bloccati sulle maniglie in dotazione aggiungendo un moschettone di sicura che evita la fuoriuscita della corda in fase di calata con la maniglia aperta. Posizionato il cavalletto nel modo più idoneo, si collegano le basi delle gambe con uno spezzone di corda per impedirne l’apertura accidentale. Inserite le corde sul sistema di calata, ed agganciato l’operatore si inizia la fase di discesa. Raggiunto l’infortunato, immobilizzato e predisposto per l’aggancio alle corde, bloccando la maniglia, si passa alla fase di recupero. Le corde vengono avvolte sul tamburo per almeno 3 giri nel senso del recupero. L’operatore alla manovra del Winch, dovrà mantenere la tensione sulla corda in uscita dal tamburo per garantire un buon contatto della corda. Febbraio 2002 pag:29 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 18 IMPIEGO DI BARELLA SPALLABILE SU TERRENO A VARIA PENDENZA SOSTENUTA DA DUE OPERATORI (portantina in discesa) Presentazione: Questa manovra viene usata nei casi dove ci si trova di fronte ad un terreno con pendenze variabili che arrivino fino allo strapiombo (o strutture similari), mantenendo la continuità della manovra. Consente inoltre di passare dove si trovino ostacoli che non permettono la calata con la barella in orizzontale. Avvertenze: Gli operatori devono collegare lo spezzone di corda alla struttura della barella e contemporaneamente alla braga di calata come sicurezza. Durante la manovra in ambienti verticali, gli operatori devono evitare di variare la perpendicolarità della barella rispetto al punto di ancoraggio ciò per evitare pericolosi pendoli con urti contro la parete. L’operatore a valle deve scegliere sempre un percorso che dia meno difficoltà possibili alla manovra, l’operatore a monte deve portare attenzione agli eventuali ostacoli per la limitata visuale causata dalla propria posizione. Evitare per quanto possibile lo sfregamento delle corde sulla roccia, impiegare nel caso rulliere di scorrimento, soprattutto in prossimità dell’ancoraggio principale, Prima di iniziare la manovra controllare il corretto assetto delle imbracature, il serraggio delle ghiere dei moschettoni e il posizionamento degli attrezzi. Note: Durante la discesa in verticale gli operatori, devono scaricare gran parte del loro peso sugli spallacci e scendere con il viso rivolto verso valle. Esecuzione In terreni a forte pendenza, le difficoltà sono limitate al superamento degli ostacoli che si incontrano. Considerando che si esegue un soccorso è indispensabile avere sempre la barella assicurata con una corda. Nell’impiego in terreni prossimi alla verticale una volta predisposti gli ancoraggi sia per la fune di calata che per quella di sicura si predispone la barella collegata alle corde di calata e sicura, preventivamente ancorate e passate in un sistema di regolazione di calata o un discensore stop con la leva di blocco resa inattiva per la corda di lavoro, mentre la corda di sicura sarà controllata da un gri-gri. Agganceremo quindi la braga di collegamento tra barella e corde tramite un moschettone a pera con ghiera alla barella e le funi di calata a questa tramite nodo a otto con asola. Si dispone la barella nel senso della discesa, gli accompagnatori si agganceranno con una longe del dissipatore alla struttura della barella e contemporaneamente alla braga (precedentemente infilato nelle apposite feritoie). I due accompagnatori dovranno svolgere le funzioni di comunicazione con la piazzola di calata, sostenere il peso della barella mantenendo con le gambe divaricate, un inclinazione rispetto al terreno di 90°. E’ importante che questi operatori scarichino opportunamente il proprio peso sui manici della barella. Febbraio 2002 pag:30 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 19 Tipo di manovra: IMPIEGO DI BARELLA SPALLABILE SU TERRENO A VARIA PENDENZA SOSTENUTA DA DUE OPERATORI (portantina in salita) Presentazione: Questa manovra viene usata nei casi dove ci si trova di fronte ad un terreno con pendenze variabili che arrivino fino allo strapiombo (o strutture similari). Consente inoltre di passare dove si trovino ostacoli che non permettono il recupero con la barella in orizzontale. Avvertenze: Gli operatori addetti alla barella devono collegare una longe del dissipatore alla struttura della barella e contemporaneamente alla braga di calata come sicurezza. Gli operatori addetti al contrappeso dovranno collegarsi oltre che alla corda statica di recupero alla corda dinamica di sicura del contrappeso. Note: In questo caso, a differenza della manovra descritta nella scheda precedente, i barellieri avranno lo sguardo rivolto a monte e gli spallacci saranno invertiti rispetto al posizionamento degli stessi in discesa. La tecnica del contrappeso può essere utilizzata anche per recuperare una barella con soccorritore nel vuoto. Esecuzione In questa manovra si può usare sia la tecnica del contrappeso che l’uso di un paranco accessorio. Gli operatori addetti al contrappeso dovranno essere distanziati dallo spazio di lavoro necessario ed essere assicurati da una corda dinamica predisposta con delle asole distanziate alle quali agganceranno la longe del dissipatore rimasta libera. Potrebbe essere necessario durante il percorso deviare il tragitto e la direzione della barella, questa operazione è possibile utilizzando dei deviatori di tiro costruiti con spezzoni di corda ancorati e bloccati su un moschettone a base larga con ghiera mediante mezzo barcaiolo, asola e cotroasola, ed alla estremità opposta una puleggia di rinvio. Quando la barella raggiungerà il deviatore un operatore disimpegnerà lo spezzone e di conseguenza la barella potrà riprendere il cammino orientandosi nella nuova e più congeniale direzione. Febbraio 2002 pag:31 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 20 Tipo di manovra: TELEFERICA A PUNTI FISSI Presentazione: Questa manovra si rende necessaria quando si devono superare dislivelli od ostacoli tali da impedire il normale trasporto manuale o con altri mezzi ordinari. Ancoraggio: Gli ancoraggi di una teleferica devono essere oltremodo sicuri viste le grosse tensioni che si potrebbero creare. Avvertenze: Non esagerare nel tensionare le corde (indicativamente una persona che traziona usando un paranco in doppia taglia. Bisogna sempre prevedere che le corde portanti siano statiche. Gli ancoraggi delle singole corde devono essere diversificati. L’ancoraggio delle corde traenti e di “va e vieni” quando usati come corde di sicura devono trovarsi più bassi al fine di evitare sfregamenti con le portanti. Le corde messe in tensione con attrezzi meccanici devono essere trattenute direttamente all’ancoraggio su moschettoni a base larga con ghiera tramite mezzo barcaiolo, asola e controasola di bloccaggio. Le corde di trazione “va e vieni” vengono fissate direttamente alle carrucole. Note: L’abbinamento delle pulegge può essere fatto con vari sistemi, importante è la continuità meccanica del sistema di “va e vieni” e che i nodi non sfreghino le corde. Esecuzione: Costruiti gli ancoraggi la prima fase è quella del trasporto sulla parte opposta delle corde. Ci sono diverse possibilità dipendenti dalla distanza, dal dislivello e dalle condizioni ambientali. Si può provare con: • trasporto a mano di un capo; • utilizzo del lanciasagole; • lancio di un cordino di servizio con un peso applicato; • trasporto tramite elicottero. In tutti i casi bisogna che le corde siano filate nei sacchi con i capi superiore ed inferiore fissati ed evidenziati all’esterno, l’inferiore viene collegata all’ancoraggio di partenza, l’altro viene traslato all’ancoraggio d’arrivo. Gli ancoraggi delle corde portanti, vengono effettuati su moschettoni con mezzo barcaiolo e asola e controasola di bloccaggio. Il tensionamento delle corde viene eseguito dal punto dove tale manovra risulta più agevole ed utile. La manovra viene eseguita prima tensionando le corde con le attrezzature a disposizione (bloccante meccanico e carrucola, block-roll o altro), dopo si recupererà sul mezzo barcaiolo la corda che di volta in volta viene messa in tiro. Quando si ritiene che la corda sia sufficientemente tesa la si blocca con asola e controasola, tale manovra va eseguita singolarmente su ogni corda. Si raccomanda di non provocare delle esagerate tensioni sulle corde, può essere utile stabilire un parametro indicativo della forza da impiegare, infatti quando un operatore non riesce più a tendere la corda con un paranco ad una taglia questa ha raggiunto già una tensione operativa. Non devono rimanere bloccanti meccanici caricati sulle corde in tensione. Il paranco asservito per tensionare le corde può essere anche usato in mancanza di altro dispositivo più efficiente (Winch) al recupero della barella a monte. Febbraio 2002 pag:32 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:33 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” VARIAZIONE DELLE FORZE AGENTI A PARITA’ DI PESO APPLICATO (IN ROSSO) SULLA CORDA (IN VERDE) E SUGLI ATTACCHI (IN BLU) IN RELAZIONE ALL’INCLINAZIONE DELLA CORDA RISPETTO ALL’ORRIZZONTALE Febbraio 2002 pag:34 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 21 Tipo di manovra: TELEFERICA A CONTRAPPESO Presentazione: Questa manovra permette di trasferire feriti seguendo un percorso orizzontale superando ostacoli dovuti alla morfologia del luogo, o quando il trasferimento deve avvenire in una spaccature tra due pareti di roccia. Avvertenze: Gli attacchi devono essere oltremodo sicuri. Le corde traenti devono essere sempre tenute in buona tensione. Note: Prevedere rulliere di protezione nel caso che le corde sfreghino sulle pareti, in special modo nella fase di recupero a ridosso degli ancoraggi principali. Esecuzione: Una volta sistemata la corda portante fissa su un ancoraggio e tensionabile sulla carrucola montata sull’ancoraggio opposto, si posizioneranno le pulegge sulla corda stessa, agganciandole tramite moschettoni alla barella. Procederemo quindi al vincolo della barella con le funi traenti comandate da una parte da un sistema di recupero, mentre dall’altra sarà trattenuta da un altro operatore tramite GRI-GRI o mezzo barcaiolo e nodo autobloccante di sicura su ancoraggio diverso da quello della fune portante. A questo punto due operatori si agganceranno alla fune portante dal lato della puleggia tramite bloccanti imponendo così la giusta tensionatura della corda portante. La barella è ora pronta ad essere traslata superando ostacoli e spaccature presenti nello scenario incidentale a cui ci troviamo di fronte. Febbraio 2002 pag:35 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 22 TELEFERICA SISTEMA TELFER Presentazione: Questa manovra consente, di calare, recuperare e traslare orizzontalmente barella e operatore in ambienti dove i punti d’attacco sono laterali al punto di soccorso . Ancoraggio: Statico o dinamico a più punti e separato sia per la corda di lavoro che per quella portante. Avvertenze: Controllare la corretta disposizione delle carrucole sul sistema di traslazione e controllare il serraggio delle ghiere dei moschettoni. L’operatore agganciato alla corda pescante se necessario sarà in tenuta fluviale più l’imbraco completo. Note: Questa manovra, può essere utilizzata in altri scenari incidentali anche non legati all’ambiente fluviale. Esecuzione Per tale manovra occorre creare due piazzole di lavoro dove installare gli ancoraggi delle corde, di lavoro e di portante e del sistema di va e vieni. I disegni presentano due sistemi il primo è il Telfer base, la sicurezza dell’operatore sul pescante è data da un’altra corda ancorata alla puleggia di calata, dove l’operatore applicherà un nodo autobloccante ancorato al proprio imbraco. Il secondo disegno è un Telfer dove l’operatore si cala sul pescante ancorandosi ad una pileggia mobile del paranco e userà la corda fissata alla puleggia per garantirsi la sicura tramite un’autobloccante. Rimane inteso che durante la traslazione orizzontale l’operatore si deve assicurare con una longe alla puleggia di pescante. La traslazione del sistema sarà affidata ai due tiranti va’ e vieni mentre l’operatore sarà vincolato al sistema tramite longe fintanto che non arriverà sulla verticale dove effettuare il salvataggio. E’ a questo punto che il soccorritore agganciato alla teleferica richiederà di bloccare i tiranti va’ e vieni e di mettere in tensione la fune pescante, potendo così sganciare la longe di vincolo e successivamente farsi calare per provvedere al recupero. Febbraio 2002 pag:36 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Febbraio 2002 pag:37 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” ALLEGATO ALLA MANOVRA N° 22 Febbraio 2002 pag:38 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 23 Manovra IMBARELLAMENTO DI PERSONA SOSPESA AD UNA CORDA CON CAMBIO D’ASSETTO Presentazione: Questa manovra viene impiegata nel recupero di un ferito sospeso su una corda, nel vuoto o parete verticale. Avvertenze: Durante questa manovra è consigliato indossare al ferito un giubbotto estricatore ed un collare cervicale. Note: Per agevolare la manovra di contrappeso è necessario montare un paranco semplice tra il punto d'attacco delle sospendite e la sospendita lato piedi. Esecuzione: La prima operazione consiste nel mantenere le due sospendite predisposte. La barella verrà agganciata tramite moschettoni inseriti nelle apposite feritoie, alle sospendite; mentre la sospendita lato-testa verrà agganciata alle corde di calata fin dal momento di preparazione della manovra, la seconda sospendita lato-piedi sarà agganciata ad uno spezzone ausiliario dove verrà montato il paranco usando il Gri-Gri e una carrucola e agganciato sulle asole finali delle corde di calata. L’operatore addetto alla barella si aggancerà alle corde di calata tramite l'altro spezzone a cui sarà assicurato inserendo il proprio bloccante ventrale e la maniglia con la staffa, questo gli permette di rendersi autonomo e la possibilità di muoversi lungo la lunghezza della barella. Il soccorritore, raggiunto il ferito posiziona la barella alle sue spalle, ed inizia, partendo dalla parte del petto ad allacciargli le cinture poste all’interno della barella. Quanto le cinture saranno allacciate il soccorritore si predispone al cambio d’assetto della barella passando la maniglia sul paranco agganciato alla sospendita lato-piedi sul ramo in uscita dal Gri-Gri, usare il proprio peso gravando sulla pedaliera agganciata alla maniglia mentre con la mano opposta si solleva la barella lato-piedi, raggiunta la posizione orizzontale la si farà recuperare quel tanto necessario perché l’infortunato si possa adagiare poi bisogna posizionare le cinture fino ai piedi. Ricordiamo che il Gri-Gri non solo può bloccare la variazione d'assetto della barella nella posizione voluta, ma si usa anche come discensore nel caso sia necessario ricambiarne l'assetto in qualsiasi momento. Febbraio 2002 pag:39 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 24 VARIAZIONE ASSETTO BARELLA TRAMITE CORDE Presentazione: Questa manovra permette, durante un recupero o una calata, di variare l’assetto della barella in continuità dagli operatori a monte, recuperando o calando una o l’altra corda secondo le necessità. Contemporaneamente permette la variazione della posizione dell’accompagnatore in modo autonomo, rispetto alla barella. Avvertenze: L’accompagnatore deve sempre collegare oltre ai due bloccanti, lo spezzone di sicurezza alla barella. Disfare le asole, quando vengono scollegate dalle bretelle della barella, nella variazione di assetto. Le corde vanno collegate alla barella componendo nodi ad otto con asola tramite moschettoni separati. Se l’anello della bretella principale non consente il collegamento diretto dello spezzone per il collegamento dell’accompagnatore, si collega questo tramite un nodo ad otto a doppia asola (nodo coniglio) con moschettoni direttamente alle due corde, in modo separato. Gli attacchi di testa della barella determinano diverse inclinazioni di questa; nella necessità di mantenere una inclinazione determinata, si possono collegare le corde agli attacchi con due nodi (Coniglio) calibrati per trazionare maggiormente uno dei due attacchi. Le asole di collegamento vanno tenute molto corte. I capi delle corde devono essere ben distinguibili. Note: E’ opportuno adottare un sistema di comunicazione sicuro. Lo spezzone di collegamento per l’accompagnatore, deve essere almeno un metro più lungo della barella posta verticalmente, questo per permettere che lo stesso si possa posizionare sotto la barella nei passaggi stretti. Esecuzione: La posizione orizzontale è da preferirsi nel trasporto di un qualsiasi infortunato, pertanto quella verticale è da adottarsi qualora si debba oltrepassare una strettoia o sia strettamente necessaria per un motivo non prevedibile, qualsiasi sia la causa, si deve ripristinare quanto prima la posizione orizzontale. Alla barella verrà collegato uno spezzone di corda collegandolo alle corde principali, con un capo al sistema di posizione orizzontale, l’altro capo a quello verticale formando così un anello chiuso. Allo spezzone si collega un accompagnatore tramite i due bloccanti della vestizione 1B. L’accompagnatore oltre che i bloccanti dovrà collegare lo spezzone di sicurezza alla barella. Qualora necessiti la variazione di assetto della barella, questa verrà comunicata agli operatori a monte i quali seguiranno le indicazioni dall’accompagnatore. La variazione di assetto della barella, è eseguita contemporaneamente, alla variazione di posizione in modo autonomo dell’accompagnatore sullo spezzone, mantenendo sempre il collegamento di sicurezza. Oltre che alle attenzioni della manovra in sé, sono da non dimenticare quelle sanitarie della persona trasportata. Per quanto riguarda la successione dei movimenti, si rimanda allo schema riassuntivo della stessa. MAPPING BARELLA ORIZZONTALE – VERTICALE BARELLA VERTICALE – ORRIZZONTALE Operatore collegato su spezzone in D1 più Operatore collegato su spezzone in D2 e sicurezza su collegamento di sicurezza su barella orizzontale barella verticale Blocca il recupero Blocca recupero Collega maniglia bloccante alla corda 2 Inserire maniglia su corda 1 Allenta corda 2 da punto A Allenta corda 1 Recupero lasco di corda 2 su maniglia Recupero lasco corda 1 su maniglia Scollegare corda 2 da punto A Compone nodo ad otto con asola su corda 1 Recupera moschettone Collega asola 1 al punto A Disfare nodo corda 2° Togliere maniglia da corda 1 Aprire blocco della maniglia Porre in tensione corda 1 su punto A Recuperare tutto il lasco della corda 2 Operatore in sicurezza si posiziona su spezzone in D1 Togliere la maniglia dalla corda 2 Barella orizzontale Porre in tensione corda 2 su punto C Allenta corda 2 Operatore in sicurezza, si posiziona su spezzone in D2 Collega maniglia alla corda 2 Barella verticale Recupera lasco corda 2 su maniglia Inserire maniglia su corda 1 Compone nodo ad otto con asola su corda 2 Febbraio 2002 pag:40 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Allenta corda 1 Recupero lasco corda 1 su maniglia Scollega corda 1 da punto Recupera moschettone Sciogliere nodo 1° Aprire blocco della maniglia Porre in tensione corda 1 su punto B Togliere la corda dalla maniglia Recupero in verticale Febbraio 2002 pag:41 Collega asola 2 su punto A Scollegare maniglia da corda 2 Porre in tensione corda 2 su punto A Recupero in orizzontale Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” ALLEGATO ALLA MANOVRA N° 24 Febbraio 2002 pag:42 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 25 Tipo di manovra: RECUPERO DI BARELLA DA POZZO CON L’AUSILIO DI DEVIATORI DI TIRO Presentazione: Questa manovra permette di recuperare feriti da pozzi o da verticali in luoghi chiusi, dove, data la conformazione, è necessario deviare la verticale di recupero affinché la corda di lavoro non strusci pericolosamente contro le asperità presenti. Ancoraggi: Dinamici a più punti. Di rinvio con puleggia Avvertenze: Dato lo scenario incidentale e vista la pericolosità è consigliato di utilizzare, lungo la verticale di recupero, il numero minimo di soccorritori. A tal fine è necessario valutare tutte le possibili verticali di recupero del ferito e scegliere quella dove sono necessari il minor numero di deviatori di tiro. Note: I sistemi di recupero sono vari (contrappeso, paranco, argano) tra questi sarà scelto quello che più si adatterà alla conformazione dello scenario incidentale. Esecuzione: La manovra non si discosta particolarmente dal recupero con argano o con paranco trattati nelle schede 20 e 35. E’ solamente diverso lo scenario incidentale a cui ci troviamo di fronte, dato che i pozzi naturali sono caratterizzati da frequenti interruzioni delle linee verticali. E’ necessario quindi, per evitare che la corda di lavoro strusci pericolosamente contro le asperità della roccia, interporre dei deviatori di tiro alla stessa altezza delle asperità presenti lungo la migliore verticale di recupero. Il deviatore di tiro (composto con uno spezzone di corda bloccato agli ancoraggi tramite moschettone, mezzo barcaiolo, asola e controasola) avrà al suo termine una puleggia di rinvio. Quando la barella arriverà in prossimità del deviatore un soccorritore si occuperà di sbloccare il mezzo barcaiolo, disimpegnando così il deviatore di tiro e di conseguenza si potrà continuare la fase di recupero con la barella che si orienterà nella nuova verticale. Febbraio 2002 pag:43 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 26 Tipo di manovra: PROGRESSIONE IN ORIZZONTALE Presentazione: Questa manovra viene impiegata per progredire su una corda tensionata tipo teleferica e permette di portarsi sulla barella, usando le corde portanti. Avvertenze: Durante questa manovra è consigliato essere collegati ad una corda di sicura controllata dagli operatori all’ancoraggio, per garantire una progressione controllata nella eventuale fase in discesa del percorso, nel caso non sia possibile si può usare la tecnica di scendere con il discensore da una corda tesa. Esecuzione: Febbraio 2002 pag:44 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 27 Tipo di manovra: SFORRAMENTO Presentazione: Questa manovra viene impiegata in ambienti dove è necessario controllare che il recupero sia mantenuto lontano da pareti con notevole pericolo di crollo di oggetti pericolanti. Ancoraggi: Principali e dimensionati per sostenere una trazione notevole. Avvertenze: La manovra si divide in due parti salienti, la fase della (tecnica del deviatore di tiro), quando il carico sospeso si trova ad una quota bassa, in questa fase i punti d’attacco sono interessati ad una trazione che può arrivare al peso applicato. Nella fase della (tecnica di teleferica), Quando gli angoli della corda superano i 120°, i punti d’attacco sono interessati ad una trazione elevata questo avviene durante la traslazione orizzontale con le corde tensionate. Note: Per effettuare la manovra di traslazione della barella è necessario montare un paranco. Esecuzione: Disce Paran Fase della teleferica Fase di deviatore di tiro Febbraio 2002 pag:45 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tensioni risultanti ai punti d'attacco e ai deviatori di tiro Peso applicato 100 Angolo dei rami Trazione risultante ai punti d'attacco 0 100 5 100 10 100 15 100 20 100 25 100 30 100 35 100 40 100 45 100 50 100 55 100 60 100 65 100 70 100 75 100 80 100 85 100 90 100 95 100 100 100 105 100 110 100 115 100 120 100 125 100 130 100 135 100 140 100 145 100 150 100 155 100 160 100 165 Febbraio 2002 50,0 50,0 50,2 50,4 50,8 51,2 51,8 52,4 53,2 54,1 55,2 56,4 57,7 59,3 61,0 63,0 65,3 67,8 70,7 74,0 77,8 82,1 87,2 93,1 100,0 108,3 118,3 130,7 146,2 166,3 193,2 231,0 287,9 383,1 pag:46 Trazione risultante ai deviatori di tiro 200,0 199,8 199,2 198,3 197,0 195,3 193,2 190,7 187,9 184,8 181,3 177,4 173,2 168,7 163,8 158,7 153,2 147,5 141,4 135,1 128,6 121,8 114,7 107,5 100,0 92,3 84,5 76,5 68,4 60,1 51,8 43,3 34,7 26,1 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 28 Tipo di manovra: TRASPORTO BARELLA CON PENDOLI DI CORDA Presentazione: Viene usata in luoghi molto stretti, ma con altezza sufficente, che impediscono ai soccorritori di posizionarsi ai lati o sotto la barella. Viene usata anche quando i soccorritori, per esempio in una galleria o in un meandro con pareti lisce che non hanno punti stabili di posizionamento per effettuare il passamano della barella Avvertenze: Il tipo di manovra ( scarse sollecitazioni, minima altezza di traslazione ) non prevede il doppiaggio delle corde di sollevamento e trazione, per cui e` necessario che soprattutto l’ ancoraggio di sollevamento sia di provata solidita`, altrimenti va posizionata una corda di sicura aggiuntiva su attacchi differenziati Note: La manovra può essere proseguita posizionando altre corde di sollevamento, a cui assicurare la barella per una movimentazione a pendoli successivi Esecuzione: 1. Si effettua in alto un ancoraggio a piu` punti statici a cui si fissa una carrucola, nella quale si fa passare la corda di sollevamento da fissare sugli attacchi della barella ( a seconda della necessita`, la barella puo` essere posizionata orizzontalmente o verticalmente ). Questo attacco sara` opportunamente avanzato rispetto alla posizione della barella. 2. In posizione avanzata, su un altro attacco a piu` punti, si collega tramite carrucola e bloccante la corda di trazione da collegare alla sospendita della barella e, con un mezzo barcaiolo la corda di sollevamento. Se questo attacco e` posizionato alto, potra` allegerire in parte il carico della corda di sollevamento ed essere utilizzato per un pendolo successivo. 3. Posteriormente alla barella si collega uno spezzone di corda che servira` da guida e freno durante il pendolo. 4. Utilizzando le braccia e il proprio peso sulla corda di sollevamento, i due operatori avanzati sollevano la barella quanto necessario. 5. L’ operatore alla postazione di partenza, con la corda di freno, controlla il movimento della barella. 6. I due operatori avanzati recuperano la corda di trazione e allentano opportunamente quella di sollevamento fino a portare la barella nella loro postazione Febbraio 2002 pag:47 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” SCHEDA n° 29 Tipo di manovra: TRASPORTO BARELLA ATTACCATA ALLE IMBRACATURE DEGLI OPERATORI (meandri stretti e profondi) Presentazione: Si effettua quando la larghezza e la profondita`di un meandro, permette il movimento degli operatori e della barella solo su piani ad altezza diversa Avvertenze: Il movimento degli operatoratori deve essere sincrono, cercando valida presa per opposizione tra le pareti del meandro. Se fosse necessario trasportare la barella posizionata verticalmente, questa dovra` essere accompagnata da un operatore a diretto contatto con un altro. Note: Se la forma del meandro lo rende necessario si puo` aumentare la lunghezza delle corde di collegamento fra operatori e barella per permettere ai soccorritori di procedere su sezioni di meandro agevoli, mentre la barella piu` in basso sara` accompagnata in posizione orizzontale o verticale da un quarto operatore. Esecuzione: 1. Con tre spezzoni di corda si collegano le maniglie di trasporto laterale della barella, creando tre ancoraggi sull’asse centrale posizionati in maniera equilibrata. 2. I tre operatori collegano gli attacchi ventrali delle proprie imbracature ai rispettivi ancoraggi sulla barella tramite tre spezzoni di corda di lunghezza opportuna ( la barella deve trovarsi piu` bassa dei piedi degli operatori per permettere movimenti liberi ). 3. I tre operatori si muovono in sincronia facendo opposizione con mani e piedi e se necessario con altre parti del corpo ( schiena, gambe ) fra le pareti del meandro. Febbraio 2002 pag:48 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 30 TRASPORTO BARELLA SU CANOTTINO Presentazione: Permette di superare agevolmente piccoli laghetti in forra o in grotta o in altri ambienti, senza dover effettuare scomode pericolose teleferiche. Avvertenze: Ogni caduta in acqua del ferito puo` trasformarsi in una tragedia, infatti questo e` legato all’ interno della barella e non potrebbe comunque muoversi. Gli operatori che devono accompagnare la barella non dovranno mai usare il canottino come appoggio o sostentamento in quanto potrebbero causarne il ribaltamento. Note: Il canottino deve essere di tipo professionale con buona spinta di galleggiamento e piccole dimensioni (i canottini da mare sono troppo delicati). Esecuzione: 1. Due operatori si posizioneranno alle estremita` del percorso per manovrare le corde di recupero e controllo fissate al canottino. 2. I tre operatori alla partenza (dopo aver fissato la corda di controllo) posizioneranno la barella in maniera equilibrata sopra i tubolari del canottino. 3. Due operatori dovrano sempre accompagnare il trasbordo entrando in acqua o percorrendo le sponde, senza mai perdere il contatto col canotto. 4. All’arrivo, dopo aver fissato la corda di recupero, i tre operatori provvederanno a sbarcare la barella . Febbraio 2002 pag:49 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Tipo di manovra: SCHEDA n° 31 CALATA E RECUPERO DI OPERATORE CON IMBRACO AD ASSETTO CAPOVOLTO Presentazione: Questa manovra serve per recuperare in ambiente confinato un pericolante Avvertenze: Per le problematiche inerenti il lavoro del soccorritore in assetto capovolto (g negativo) si devono considerare i limiti di tempo operativi in tale assetto di circa 10-15 minuti. Note: Si deve considerare la difficoltà di respirazione su certe profondità a causa di un possibile inquinamento dell'aria quindi e indispensabile l'utilizzo dell'auto respiratore munito di naspo di prolunga (sia per l'operatore che per l'infortunato), è altresì importante dotare l'operatore di quel materiale che potrebbe essere necessario per il recupero del pericolante, agganciato ad una fettuccia porta attrezzi posizionata anteriormente non si deve dimenticare una buona fonte di illuminazione ed un collegamento con la piazzola di lavoro tramite apparato via cavo o comunicazione radio ad alta frequenza (800-900 MHz). E necessario per il cambio dell’ operatore essere dotati di almeno due imbracature ad assetto capovolto Esecuzione Una volta individuato il sistema da utilizzare per la calata ed il recupero dell’operatore e posizionato sulla verticale del sito in cui operare, si predispone l’operatore che dovrà essere calato, vincolato all’apposita imbracatura regolando bene il tutto fin nei minimi particolari. Vengono allestite due corde di lavoro, la prima viene vincolata all’operatore usando gli appositi attacchi, la seconda corda oltre ad essere usata per sicura dovrà servire a vincolare, assicurare e movimentare il pericolante, questo per garantire che il pericolante non gravi con il suo peso solo sull’operatore. Su tale corda dovranno essere fissati tutti i materiali che possono essere necessari all’operatore, infatti a causa della difficoltà di movimento le attrezzature dovranno essere posizionate davanti al viso ad una distanza facilmente controllabile dalle mani. La calata ed il recupero si effettua solo seguendo le indicazioni dell’operatore. Considerare i tempi massimi di intervento riguardo la lucidità dell’operatore, predisporre sempre la possibilità di fare il recupero d’emergenza anche senza richiesta dell’operatore quando si avvicina o si supera tale limite. Febbraio 2002 pag:50 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” GLOSSARIO Materiali e loro caratteristiche Cordura Tessuto in fibra di nylon, confortevole e traspirante dotato di elevata resistenza meccanica. Non è impermeabile ma asciuga velocemente. La Cordura viene utilizzata per tutte le parti degli equipaggiamenti soggette a stress meccanici. Cotone Ne esistono di diversi tipi da quello filato dal fiocco a quello rigenerato di scarsa qualità. E' tra le fibre che assorbono maggiormente acqua, fino al 15% del suo peso quando esposto alla temperatura di 20° C con il 95% di umidità relativa. Piacevole al tatto, ha un limitato potere termico Everdry Trattamento per le corde, grazie al quale ogni singola fibra è resa assolutamente idrorepellente. Anche in caso di pioggia le proprietà della corda rimangon invariate, dato che la quantità d'acqua che può assorbire una corda con trattamento Everdry è la metà di quella che assorbe una corda normale. Gore-Tex Membrana microporosa ottenuta sottoponendo a trazione il Politetrafluoretilene (Teflon ). La particolare struttura dell membrana del Gore-Tex, composta da micropori 20 mila volte più piccoli della più piccola goccia d'acqua esistente in natura, garantisce una perfetta impermeabilità. La sua struttura reticolare garantisce la traspirazione in quanto ogni singolo poro è 700 volte più grande della più grande molecola di vapore acqueo prodotta dal corpo umano. La struttura della membrana risulta essere talmente fragile da non poter essere utilizzata da sola per il confezionamento di capi d'abbigliamento; per ovviare a questo viene accoppiata con materiale esterno e fodera interna. Nel confezionamento di capi in Gore-Tex è indispensabile nastrare e termosaldare le cuciture, per evitare che i fori prodotti dall'ago possono divenire facile passaggio per l'acqua. Impermeabile La tenuta idrostatica di un tessuto si misura sottoponendolo alla pressione di una colonna d'acqua. Il tessuto viene definito impermeabile quando la colonna d'acqua supera i 200 cm. prima di avere fenomeni di infiltrazione. Nella costruzione di capi d'abbigliamento impermeabili le cuciture devono essere tutte nastrate e termosaldate. Idrorepellente Si definiscono idrorepellenti quei tessuti la cui superfice è stata trattata con un rivestimento impregnante. In caso di prolungato contatto con acqua è probabile l'infiltrazione. Periodicamente i trattamenti impregnanti devono essere ripetuti. Lana E' il tessuto con la più elevata capacità termica, quello che più degli altri consente di mantenere il calore del corpo. La pura lana ha un valore assorbente maggiore del cotone: ci si sente asciutti più a lungo, ma una volta bagnati si resta tali, pesa inoltre il 50% più del polipropilene. Lycra Il lycra è composto da una fibra elastam che fornisce ai tessuti proprietà di allungamento ed elasticità, con il recupero della forma del capo al termine della sollecitazione. Febbraio 2002 pag:51 Ministero dell'interno D.V.F.S.P.D.C. Servizio Tecnico Centrale Commissione Tecnica Nazionale SAF Corso 2° Livello “A” Pelle Scamosciato Impiegato soprattutto nelle calzature misto Cordura per realizzare inserti con funzione di protezione e rinforzo. Il leggero assorbimento d'acqua in condizioni particolarmente difficili si distribuisce omogeneamente sulla superfice rendendo l'asciugatura più rapida. Pile - Polartec 100% poliestere Dacron-Du Pont. Il tessuto è altamente idrorepellente ed antigoccia, al contrario delle felpe tradizionali il lana-cotone, che hanno in confronto un'alta ritenzione di umidità. Il pile così asciuga rapidamente e non si impregna. Il fissaggio antipiling rallenta inoltre l'usura del tessuto. Pile - Polartec 200 Tessuto di medio peso (225 gr./mq.) che forma uno strato di isolamento termico. Estensibile, favorisce la libertà di movimento. Ideale come tessuto interno, perfetto per climi tiepidi e freddi. Garantisce un buon isolamento termico con minor peso rispetto ad altri tessuti. Asciuga rapidamente e si adatta alle variazioni di temperatura del corpo. Ideale per il confezionamento di berretti, guanti, giacche, moffole, maglie, tute. Poliestere ( Pile ) E' costituito da lunghe catene di acidi-alcol polivalenti. Assorbe meno dell'1% del suo peso in acqua, in quanto idrofobico è sempre asciutto, ma deve essere lavorato successivamente per garantire la migliore traspirazione al vapor d'acqua. Polipropilene Della famiglia delle poliofeniliche è un prodotto di riciclaggio dell'industria petrolifera. In ambienti molto umidi assorbe soltanto lo 0,05% del suo peso. Per la particolarità del materiale la coesione delle molecole d'acqua tra di loro è minore dell'adesione alle fibre del polipropilene, il vapore scorre lungo le fibre dalle zone più umide a quelle più asciutte . Nel caso dell'abbigliamento il sudore viene allontanato dal contatto con il corpo senza sottrarre calore. Teflon Trattamento effettuato sulla superfice esterna dei tessuti , costituito da una rete di microcatene erette le quali mantengono le gocce d'acqua distaccate dal tessuto. Ha proprietà antimacchia. Dopo 2/3 lavaggi le catene si adagiano ed il trattamento perde efficacia; viene riattivato dal calore semplicemente stirando l'indumento. E' atossico. Terinda QS Plus Una delle versioni del Teflon. E' costituito da poliestere idrorepellente, con supporto di poliammide, che ne aumenta la resistenza all'abrasione a allo strappo. Gradevole alla pelle, il Terinda risulta anche essere anche antivento, traspirante e leggermente idrorepellente. Thermore Tessuto speciale in poliestere. Trattiene nelle sue fibre il calore corporeo in maniera largamente superiore alle altre imbottiture termiche. Allo stesso modo, mantenendo la temperatura del corpo, costituisce una valida barriera contro il caldo. Wind Stopper Membrana Gore utilizzata per il confezionamento di capi tecnici. Offre una valida protezione contro il vento ed evita la dispersione del calore corporeo. Traspirabilità elevata. La fodera in Wind Stopper contribuisce a mantenere l'ideale microclima corporeo durante sforzi fisici, anche con vento e freddo. Febbraio 2002 pag:52