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ANNO DI PRODUZIONE:1970 – 1974

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ANNO DI PRODUZIONE:1970 – 1974
Lancia Fulvia Club Italia
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Lancia Fulvia Coupè
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La Fulvia Coupè
…un mito senza rivali…
La Fulvia Coupè, nasce ufficialmente nel Marzo del 1965, al Salone di Ginevra.
Derivata dalla Fulvia berlina, sul mercato da ben due anni, la Fulvia Coupè è
frutto della matita di Piero Castagnero, che nel disegnarla parte dall'idea di una
piccola imbarcazione da diporto, che si caratterizza esternamente per l'abitacolo a
torretta, che garantisce un'ottima visibilità. Omologata come 2+2, la nuova
berlinetta Lancia è piuttosto compatta: la lunghezza è di 3,975 metri, la larghezza
è di 1,555 metri e l'altezza è di 1,3 metri. La Fulvia Coupè è una trazione
anteriore e condivide con la berlina il motore anteriore longitudinale a quattro
cilindri con due carburatori doppio corpo, progettato da Ettore Zaccone Mina e
caratterizzato dalla particolare architettura a V stretto di 13° e inclinato di 45° per
ridurre l'ingombro in altezza e con una sola testata per le due bancate di cilindri.
Qui sopra una disegno relativo al nuovo sottotelaio interamente riprogettato per la
Fulvia Coupè. Sono visibili gli attacchi posteriori spostati verso l’esterno
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La Fulvia Coupè nasce sotto la “buona stella”, tant’è che il successo della
soprannominata “Fulvietta” supererà ogni più rosea previsione del marketing
Lancia: il tutto naturalmente grazie alle qualità intrinseche della vettura ma anche
alla cassa di risonanza dei suoi risultati agonistici. Tutto ciò darà ulteriore prova
dell'estrema validità economico/produttive delle sportive di serie, in particolar
modo se supportate da un responso positivo delle corse.
Per quelli che furono gli anni ’60 e ’70, i volumi produttivi della Lancia Fulvia,
nelle sue versioni Berlina, Coupè e Sport Zagato, rappresenta un caso
emblematico nel campo delle automobili di serie, tant’è che la ripartizione quasi
equa tra modelli berlina e versioni sportive, porta a definire un rapporto biunivoco
di 1,3 a 1: come dire che ogni sette Fulvia costruite, ben tre sono quelle sportive.
Su una produzione complessiva di 339.046 unità, le quattro porte risulteranno
solo 192.147 contro le 139.797 Coupè e le 7102 Sport Zagato.
Spiegare quest'apparente anomalia, nel senso di stabilire se mai si sia trattato di
un eccezionale consenso di pubblico verso le Coupè, oppure di un gradimento
relativamente tiepido verso i modelli berlina, resta comunque difficile. Di certo,
comunque, l'intero volume produttivo delle quattro porte non risulterà
disprezzabile, soprattutto considerando l'elevato prezzo d'acquisto di queste
vetture e le oggettive potenzialità produttive dello stabilimento di Chivasso.
…Nasce la Fulvia Coupè 1.2…
La Lancia Fulvia Coupè, prodotta tra il 1965 ed il 1967, vede la luce sulla base
motoristica della capostipite berlina 2C, ma dotata di un gruppo propulsore
(siglato 818.130) capace di erogare una potenza di 80 CV a 6000 giri/min e di
10,6 kgm a 4000 giri/min. Al motore della prima Fulvia Coupè 1.2, la cui
cilindrata complessiva è di 1216 cm3 (V di 12°53'28", mm 76x67 => 1216 cm3),
è associato un cambio manuale a quattro rapporti, lo stesso della Fulvia Berlina
2C, ad eccezione della coppia conica più lunga (10/43 contro la 9/41) che le
consente di raggiunge la velocità massima di 160 Km/h, accelerando da 0 a 100
Km/h in 14 secondi e con consumi medi di 9 litri/100 Km.
Il pianale della Fulvia Coupè è la versione accorciata del pianale della berlina (il
cui passo è ridotto di appena 15 cm, passando da 2,48 a 2,33 metri), derivato a
sua volta da quello della Flavia Coupè. Le sospensioni anteriori sono a ruote
indipendenti e quadrilateri deformabili, mentre le posteriori sono ad assale rigido
vincolato al telaio mediante due balestre longitudinali. Della Fulvia 2C, la Coupè
conserva anche i portamozzi posteriori, in ghisa e la valvoliera dell'impianto
elettrico posizionato nel vano motore. La plancia sui primi esemplari è in legno,
mentre su quelli successivi è in plastica impiallacciato. Lo scudetto Lancia sulla
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calandra ha 5 attacchi per la bandiera. Le ruote sono prive di corniere. Le parti
mobili sono in acciaio e l’impianto frenante, senza servofreno, è di produzione
Dunlop, ed i freni sono a disco su tutte e quattro ruote.
Qualche anno più tardi, nell'ottobre del 1967, il motore della Coupè 1.2 beneficerà
di un incremento di cilindrata che passa da 1216 a 1231 cm3 (siglato 818.202 con
V di 12°45'28", mm 75x69,7 => 1231 cm3), anche se la potenza massima,
tuttavia, rimane invariata. Monta il motore 1216 fino al 1967 quando verrà
sostituito dal 1231.
Qui sopra due immagini della Fulvia Coupè milledue. In alto in un’immagine
pubblicitaria dell’epoca e sotto una vista del cruscotto e quadro comandi.
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In alto in un’immagine ¾ posteriore della Coupè milledue che mostra il bellissimo profilo dello specchio
posteriore nonché la nuova fanaleria posteriore. Sotto, un particolare del gruppo ottico posteriore e la
scritta Lancia Fulvia. Originale è anche il profilo dei paraurti in acciaio inox
La Fulvia Coupé 1,2 HF
Pochi mesi dopo la presentazione, la Fulvia Coupè esordisce nel mondo delle
corse, partecipando al Tour de Corse, nel quale però, nonostante le ambizioni di
casa Lancia, la Fulvietta riesce a piazzarsi all'ottavo posto. Si decide allora di
sottoporre la vettura ad una cura dimagrante e, nel Gennaio 1966, viene
presentata la Lancia Fulvia Coupè HF, con carrozzeria alleggerita rispetto alla
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precedente Coupè 1.2. La sigla HF (High Fidelity) è il simbolo della squadra corse
Lancia. Il motore è invariato, ma la potenza cresce fino a raggiungere 88 CV a
6000 giri/minuto, mentre la coppia massima cresce arrivando a 110 Nm a 5000
giri/minuto. Il potenziamento motoristico, non particolarmente esasperato
(appena il 10% in più della Coupè 1.2), realizza una sportiva alquanto grintosa,
sempre nei limiti della sua esigua cilindrata e della destinazione che non
necessariamente è agonistica. Il suo propulsore (siglato 818.140), trae origine
dalla versione 818.130 (V di 12°53'28", mm 76x67 => 1216 cm3), ma con assi a
camme a fasatura più spinta, nuovi pistoni e carburatori più grandi (due Weber
34 DOL oppure Solex 35 PHH).
Qui sopra una foto dell’unità propulsiva della
Coupè HF milledue, tipo 818.140
La trasmissione resta invece invariata rispetto alla Coupé, sia nei singoli rapporti
che nella coppia conica fornita standard, ma con la parallela disponibilità di una
mezza dozzina di soluzioni opzionali per un effettivo uso agonistico della vettura.
La carrozzeria della HF, nota per la striscia adesiva gialla e blu sui cofani anteriore
e posteriore e tettuccio, è resa più leggera, oltre che da una decisa rivisitazione
dell'allestimento interno, sapientemente rivisto grazie alla consulenza di Zagato,
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anche dall'adozione di parti mobili, quali portiere, cofano motore e cofano bagagli,
in Peralluman, di finestrini in plexiglas nonché l’eliminazione dei paraurti: questa
cura dimagrante permette alla fulvia HF di risparmiare, complessivamente, quasi
un quintale della stazza originaria. La plancia é in legno ed al posto dell'orologio
c'é il termometro olio. Sugli ultimi esemplari il fregio lungo sul cofano viene
sostituito da quello corto che caratterizzerà le HF successive. I paraurti non sono
previsti e quindi mancano i relativi fori sui lamierati. Le ruote sono prive di coppe
e di corniere. Monta un impianto frenante Dunlop. Qualche chilo è risparmiato
anche sul fronte meccanico, come ad esempio con l’impiego dei nuovi portamozzi
posteriori in alluminio. All'interno compaiono inediti sedili tipo corsa, più
avvolgenti. La velocità massima della HF è di 161 Km/h, ma all'incremento di
velocità massima corrisponde anche un aumento del consumo, che raggiunge i
9,2 litri/100 Km.
…La milledue HF, guidata dalla coppia Cella/Bombardini, si
aggiudica nel 1966 il rally dei fiori.
La Lancia stavolta non sbaglia e difatti la Fulvia Coupè 1.2 HF, si aggiudica in
quello stesso anno il Rally dei Fiori. La Fulvia Coupé HF sarà prodotta nel biennio
1966-1967.
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La Fulvia Coupè Rallye 1,3
Nel Marzo del 1967, al Salone di Ginevra, l'evoluzione della Coupè continua: viene
presentata la Fulvia Coupè Rallye 1.3. Identica alla precedente versione milledue,
a parte la intuibile variante nella cubatura motoristica in cui il nuovo 4V, siglato
818.302, adotta l'angolo caratteristico di 12°45'28") e la corsa del propulsore
818.202, salvo l'alesaggio aumentato di due millimetri e una cilindrata finale di
1298 cm3.
Grazie pure all'adozione degli stessi carburatori Solex e del collettore di scarico
dell'HF, vengono conseguiti sensibili incrementi sia nella potenza che nella coppia,
raggiungendo una potenza pari a 87 CV (sempre a 6000 giri/min) e a 11,5 kgm a
4500 giri/min.
La Fulvia Coupè Rallye 1.3. Si distingue dalla milledue per e lo
specchietto retrovisore esterno e la nuova scritta identificativa
La trasmissione ricalca la soluzione di rapporti già impiegata sulla Fulvia Sport
Zagato 1.2, contribuendo pertanto a innalzare la velocità di punta a 168 km/h.
Esternamente le modifiche si limitano all'adozione di un retrovisore esterno sul
parafango, l’aggiunta delle corniere ai cerchioni e le nuove scritte identificative
Rallye 1,3 sul lato sinistro dello specchio di coda.
L'adozione di parti mobili in peralluman riduce il peso complessivo di 25 kg
rispetto la Coupé 1,2 HF. La Fulvia Coupé Rallye 1,3 termina di essere prodotta
dopo soli 3 anni dalla sua presentazione (nell’autunno del 1969).
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La Fulvia Coupè Rallye 1,3 S
Nel Novembre del 1968, al Salone di Torino debutta la Fulvia Coupè Rallye 1.3S.
Con carburatori a doppio corpo, il motore è una versione aggiornata e potenziata
del primo milletré (ora siglato 818.303), avente una funzionalità meccanica
migliorata e prestazioni leggermente accresciute. Sempre di 1298 cm3 di
cilindrata, il nuovo propulsore ha una potenza massima di 90 CV a 6200
giri/minuto e una coppia massima di 116 Nm a 5000 giri/minuto.
La velocità massima della Fulvia Rallye 1.3S è di 173 Km/h, mentre il consumo
medio è ancora di 8,9 litri/100 Km. Sul propulsore 818.303 si installa un radiatore
olio motore e, per migliorare la frenata, viene aggiunto un servofreno a
depressione sull'impianto frenante.
Qui sopra tre stupende foto relative alla Coupè Rallye 1.3 S. I coprimozzo, di profilo
diverso rispetto alla Rallye 1.3, e gli anelli sono gli stessi della Berlina GT. Si notano i
dettagli della scritta identificativa posteriore e sulla griglia anteriore.
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La trasmissione è identica alla Fulvia Coupè Rallye 1.3, nonché il peso che resta
pressoché invariato. Le modifiche estetiche si limitano alle nuove coppe ruote,
con l'aggiunta delle corniere in inox ai cerchioni, ai deflettori apribili ai
tergicristalli a finitura chiara ma opaca e naturalmente alle scritte identificative
Rallye 1,3 S e il fregio sulla griglia del radiatore. La produzione della Fulvia Coupè
Rallye 1.3S, sarà conclusa nel 1970.
La Fulvia Coupè Rallye 1,3 HF
Prodotta tra il 1968-1969, Fulvia Coupé Rallye 1,3 HF, è la seconda versione delle
HF, nettamente più potente e corsaiola di quella precedente. Essa è formalmente
identica alla Fulvia Coupè HF 1.2, salvo la nuova unità propulsiva e una scelta
ulteriormente allargata di coppie coniche oltre la 10/37 standard. II 4V che la
equipaggia, siglato 818.340, è conformato sulla base dei milletré Rallye e Rallye
S, dei quali adotta le medesime caratteristiche (alesaggio, corsa, cilindrata e
apertura di bancata) ma con il rapporto di compressione portato a 10,5:1 grazie
all'impiego di nuovi stantuffi.
Molto consistente l'aumento della potenza, ora pari a 101 CV a 6400 giri/min, ma
ugualmente migliorata è anche la coppia, sia in termini assoluti (13,3 kgm contro
i precedenti 11 kgm della Fulvia Coupè HF 1.2 e gli 11,6 kgm della Rallye 1,3S)
che nelle modalità di erogazione, con il momento torcente massimo ora
conseguito a 4750 giri/min.
Qui sopra una foto del propulsore tipo 818.340 della
Coupè Rallye 1,3 HF
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Peso analogo a quello della Fulvia Coupè HF 1.2, cioè 825 kg, e velocità massima
di 174 km/h, mentre il consumo medio si assesta sul valore di 8,9 litri/100 Km.
Lancia Coupè Rallye 1,3 HF: dettaglio della scritta identificativa posteriore
La Rallye 1.3 HF si distingue dalla Rallye 1.3 per la banda bicolore giallo-blu sul
cofano, la scritta HF sulla fiancata, il differente specchietto esterno, i cerchi ruota
senza coprimozzo e l'assenza dei paraurti. La Fulvia Coupè Rallye 1.3 HF in
allestimento Corsa (preparata per le gare) è equipaggiata con il nuovo cambio a
cinque marce, progettato da Lancia e ZF e caratterizzato dall'avere la prima in
basso a sinistra.
La Fulvia Coupè Rallye 1,6 HF/Lusso
La Fulvia Coupè Rallye 1.6 HF, presentata nel 1968 e prodotta solamente un anno
dopo (ma solo fino al 1970), rappresenta la massima espressione la dinastia HF.
Nata per sostituire la 1.3 HF nelle competizioni, ha un motore di 1584 cm 3, con
potenza massima di 115 CV a 6200 giri/minuto e coppia massima di 156 Nm a
4500 giri/minuto. Equipaggiata di serie col nuovo cambio a cinque marce, con fari
allo iodio e differenziale autobloccante, si distingue esternamente per i fari
abbaglianti di dimensioni maggiori rispetto al passato: da qui è derivato il
celeberrimo soprannome di "Fanalone".
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Sopra, un particolare del muso della Coupè Rallye 1.6 HF.
È facilmente intuibile il motivo del soprannome “Fanalone”
La stesura del suo motore si attua in un clima di manifesta ostilità da parte del
direttore tecnico Fessia, costringendo Zaccone Mina a una progettazione svolta
quasi per intero tra le proprie mura domestiche. Il risultato è la superba unità
siglata 818.540, che consegnerà il proprio testimone agonistico soltanto alla
Stratos. Questo propulsore viene impostato con un angolo tra i cilindri ancora più
ridotto delle soluzioni precedenti (appena 11°21'00”), con dimensioni pari a
82x75 => 1584 cm3. È un motore nuovo da cima a fondo che condivide con i suoi
4V di più piccola cilindrata solo alcuni particolari secondari, quale il coperchio
punterie, la cartella della distribuzione, le pompe acqua e olio e la ventola di
raffreddamento. Con un rapporto di compressione di 10,5:1, e alimentato da due
Solex C 42 DDF, una coppia di ben 15,6 kgm a 4500 giri/min.
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Propulsore tipo 818.540 della Coupè Rallye 1.6 HF Fanalone
Presto si rendono disponibili i componenti della famosa variante "1016",
caratterizzata da pistoni ad alta compressione (11:1), camme più spinte e
carburatori Solex C 45 DDHS; in questa configurazione 4V può erogare 132 CV a
6600 giri/min, con una coppia massima di 16,5 kgm (ottenuta però a un regime
superiore di 1000 giri). Evoluzione della Rallye 1,3 HF da cui si distingue per la
scritta posteriore Rallye 1,6 HF, per lo specchio Vitaloni Sebring, per i fari
abbaglianti di grosso diametro Carello, e le fessure tra calandra e abbaglianti ed i
codolini riportati in vetroresina.
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Qui sopra un particolare anteriore della 1.6 HF Fanalone in cui è mostrato il particolare del codolino in
tinta con la carrozzeria, optional disponibile all’epoca solo su richiesta e senza prezzo aggiuntivo
Nuova è anche la trasmissione, a cinque rapporti e comandata da un'asta più
corta, il cui carter viene approntato combinando la fusione del vecchio quattro
marce con un distanziale posteriore. La frizione è finalmente irrobustita grazie a
un nuovo complessivo con molla a diaframma. Percettibilmente modificato risulta
l'assetto generale della vettura, grazie a un accentuato camber negativo davanti e
nuovi cerchi 6J-13 sia Campagnolo che Cromodora. A dir poco esaltanti le sue
prestazioni: velocità massima di oltre 180 km/h e appena 31,2 secondi il tempo
sui 400 metri da fermo. I consumi si attestano mediamente sui 10,8 litri/100 Km.
Il peso è di di 850 kg, qualcosa in più per la versione Lusso completa di paraurti,
insonorizzazione interna e di un arredamento più curato. Nella versione Lusso
scompaiono le strisce adesive gialle e blu presenti sul cofano della 1.3 HF, ma la
dotazione di serie è arricchita dai cerchi in lega con pneumatici maggiorati,
vernice metallizzata e finestrature in vetro.
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Qui sopra una foto che mostrano tutti i muscoli della
Coupè Rallye 1.6 HF Fanalone
Con una produzione di soli 1258 unità, la Coupè Rallye 1.6 HF Fanalone esce di
scena nel settembre del 1970. Dopo l’uscita di produzione, fu allestito un ulteriore
lotto di 20 scocche (stranamente non numerate) di tipo 818.540, a solo uso del
reparto corse con una potenza massima di 160 CV capace di superare i 200
Km/h.
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Qui sopra uno scorcio dello specchio di coda della Coupè
Rallye 1.6 HF Fanalone
Qui sopra due profili comparativi tra la fulvia Coupè Rallye 1.3 HF in alto e la Rallye 1,6 HF in basso
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Fulvia Coupè 1,3S Seconda Serie
A Novembre del 1970, al Salone di Torino, debutta la seconda serie della Fulvia
Coupè, con la presentazione della 1.3S Seconda Serie, che sostituisce la Rallye
1.3s, ed il rinnovamento della 1.6 HF. La 1.3S Seconda Serie si distingue
esternamente dalla precedente versione per la nuova calandra, in plastica
cromata, più bassa e con i fari anteriori integrati, per i paraurti rialzati con profili
in gomma, per gli inediti indicatori di direzione laterali e per il nuovo specchietto
retrovisore esterno, spostato dal parafango anteriore alla portiera. Scompare
inoltre il profilo cromato che attraversa il cofano motore della serie precedente ed
i cerchi ruota hanno nuovo disegno. All'interno la plancia è arricchita da una
piccola console centrale con vano portaoggetti, alcuni comandi secondari sono
spostati sulle levette ai lati dello sterzo (che ora ha il piantone di tipo collassabile)
e un sistema di ventilazione/riscaldamento nettamente più efficace; i sedili, con
gli schienali regolabili e reclinabili, sono in panno Lancia, ma sono disponibili in
opzione gli interni in pelle, oltre al lunotto termico ed alla vernice metallizzata.
Meccanicamente la 1.3S Seconda Serie, segna un punto di svolta nella storia della
Fulvia Coupè. La principale novità meccanica è nella trasmissione, ora a cinque
marce (lo stesso già visto sulla 1.6 HF) e contenuta in una nuova fusione senza
distanziale. Rinnovato anche l'impianto frenante, ora di produzione Girling, con
servofreno e con limitatore di frenata al retrotreno.
Qui sopra una vista tre quarti della nuova della Fulvia Coupè 1.3 S Seconda serie. È visibile nuova
calandra, in plastica cromata, più bassa e con i fari anteriori integrati, i nuovi paraurti rialzati con
profili in gomma, per gli inediti indicatori di direzione laterali e per il nuovo specchietto retrovisore
esterno, spostato dal parafango anteriore alla portiera
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La velocità massima dichiarata è di poco inferiore rispetto a quella della Rallye
1.3S (ora è di 170 Km/h), mentre il consumo medio resta invariato.
Il propulsore, invece, resta il 4V siglato 818.303 della Rallve 1,3 S, aggiornato
però con l'adozione dell'alternatore e di un’elettroventola al radiatore. Cessa
l'impiego del peralluman per cofani e sportelli, da cui deriva un consistente
aumento (circa 40kg) del peso totale, nonostante la contemporanea soppressione
dell'impianto di raffreddamento dell'olio. Come prestazioni siamo ovviamente un
tantino al di sotto di quelle della Rallye 1,3 S 818.360, ma più che altro nei
riguardi della velocità massima, mentre l'accelerazione non subisce peggioramenti
apprezzabili grazie alla trasmissione a cinque marce.
Il propulsore tipo 818.303 della Coupè 1.3 S Seconda serie.
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Nel 1972 Sandro Munari, alla guida di una 1.6 HF, vince il Rally di Montecarlo. Per
festeggiare l'evento la Lancia commercializza una nuova versione della 1.3s
Seconda Serie: la Montecarlo.
Esternamente si distingue dalla 1.3s Seconda Serie, per l'adozione dei parafanghi
bombati della 1.6 HF, le targhette del rally di Montecarlo, l'assenza dei paraurti e i
fari antinebbia anteriori supplementari inspiegabilmente di forma rettangolare.
All'interno è adottato un nuovo volante in pelle a tre razze (al posto del classico
volante in legno), mentre i sedili sono gli stessi della 1.6 HF Lusso corredati da
cinture di sicurezza. È in vendita soltanto con colore rosso e cofani motore e
bagagliaio neri.
Qui sopra la fulvia Coupè 1,3 S 2a serie Montecarlo in un’immagine pubblicitaria dell’epoca.
Era disponibile nella sola variante di colori rosso corsa e nera
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La Fulvia 1,6 HF/Lusso seconda serie (1970-1973)
La rinnovata 1.6 HF, sostituisce la precedente "Fanalone" e se ne differenzia
esternamente per la nuova calandra (comune alla 1.3s 2 a Serie) più bassa e che
incorpora i fari anteriori e per i fari abbaglianti di dimensioni ridotte, da cui ne è
derivata la denominazione "Fanalino". Rispetto alla 1.3s 2 a Serie, la 1.6 HF ha in
più i cerchi in lega, i sedili avvolgenti e i parafanghi maggiorati. Ne vengono
prodotte due versioni, la 1.6 HF (anche nota come 1.6 HF Corsa) e la 1.6 HF
Lusso. La 1.6 HF differisce dalla Lusso per l'assenza dei paraurti, per gli
allestimenti interni, che eredita dalla Fanalone e per le parti mobili (portiere e
cofani) in Peralluman. La Lusso, ha invece nuovi sedili dotati di poggiatesta in
materiale schiumato, abitacolo meglio insonorizzato, deflettori apribili e luci di
segnalazione sulle portiere, cornici cromate per parabrezza e lunotto, battitacco in
acciaio inox, tasche rigide sotto al cruscotto e lo stesso cruscotto della 1.3s
Seconda Serie (con l'unica differenza rappresentata dal termometro dell'olio che
sostituisce l'orologio). Entrambe le 1.6 hanno di serie il lunotto termico con
filamenti invisibili. La Fanalino, con potenza massima di 115 CV a 6000
giri/minuto e coppia massima di 156 Nm a 5500 giri/minuto, raggiunge la velocità
massima di 180 Km/h, accelera da 0 a 100 Km/h in 8,9 secondi e consuma in
media 10,8 litri/100 Km.
Qui sopra la Fulvia Coupè 2a serie 1,6 HF Lusso
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La scocca della Lusso, tutta in acciaio comprese le parti mobili, è
fondamentalmente quella della 1,3S Seconda serie, ma con i passaruota
posteriori lievemente allargati in luogo dei codolini riportati del Fanalone. Il
propulsore è nominalmente un 818.540, allestito però con un imbiellaggio meno
pregiato, un diverso alloggiamento dell'alternatore, una ventola elettrica al posto
di quella sempre in presa e l'assenza del radiatore olio.
La potenza massima dichiarata resta comunque identica a quella del millesei
prima serie. La trasmissione si avvale del nuovo cambio a cinque rapporti della
1,3S Seconda serie, con coppia conica finale 11/43 .
Anche qui viene adottato il nuovo impianto freni Girling, che nell'esecuzione
Lancia prende il nome di Superduplex. La vettura, nelle intenzioni del costruttore,
non ha più una finalizzazione prettamente agonistica, come si può intuire anche
dal peso che aumenta di rispetto a quello del Fanalone.
Ciò nonostante le prestazioni rimangono di prim'ordine quasi paragonabili al
modello precedente, addirittura con un certo miglioramento dell'accelerazione sul
chilometro da fermo (almeno stando alle dichiarazioni della Casa).
Qui sopra la fulvia Coupè 2a serie 1,6 HF. Si notano le nuove scritte identificative della 2a
Serie ed in dettaglio la scritta 1600HF
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Qui sopra la fulvia Coupè 2a serie 1,6 HF. Si nota, a differenza della versione Lusso,
l’assenza dei paraurti gommati
…arriva la Fulvia Coupè 3…
A Novembre del 1973 cessa la produzione della Seconda Serie, ed il mese
successivo la Lancia presenta ufficialmente la Coupè 3, terza serie della fortunata
berlinetta sportiva Lancia che, nonostante il debutto della Lancia Beta Coupè, non
ne vuol sapere di andarsene in pensione. La Fulvia 3 rappresenta l'evoluzione
della 1.3s Seconda Serie, che sostituisce e da cui eredita il motore di 1298 cm 3.
Tra le principali differenze esterne citiamo la griglia del radiatore, nera e non più
cromata e la differente foggia della targhetta posteriore. All'interno le modifiche
sono più numerose: la plancia ha quadro strumenti con quadrante grigio a cifre
nere (in passato era nero a cifre bianche), sparisce il volante in legno, sostituito
da un nuovo volante nero, di dimensioni ridotte, il pomello cambio ora è in legno
(ma con cuffia in finta pelle), mentre inedita è la leva del freno a mano; i sedili
anteriori hanno schienali più avvolgenti, con nuovi poggiatesta, e sono rivestiti
con un nuovo tessuto, meno nobile del velluto Lancia che equipaggiava le
precedenti versioni; sono di serie le cinture di sicurezza anteriori, il lunotto
termico e i tappetini in moquette, a differenza delle versioni precedenti che li
aveva in gomma). A richiesta sono disponibili i proiettori fendinebbia, il faro
retronebbia e i cerchi in lega. Alla Coupè 3 si affianca infine la corrispondente
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versione speciale Montecarlo (prodotta in soli 2529 esemplari), disponibile con un
maggior numero di tinte della carrozzeria rispetto alla precedente serie (che era
disponibile solo con colore rosso corsa).
La Fulvia Coupè 3 Montecarlo. Si nota la griglia anteriore in plastica nera.
Gli interni della Fulvia Coupè. È visibile il pomello del cambio in legno ed il nuovo volante in
plastica nera. I sedili hanno il poggiatesta di serie.
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Nel 1974 la Fulvia Coupè partecipa al Safari Rally, e per commemorare l'evento la
Lancia commercializza un'altra versione speciale della Fulvia 3, la Safari,
dall'allestimento molto spartano, fatto che molto probabilmente ne sancì lo scarso
successo commerciale.
Una vista tre quarti della spartana Fulvia 3 Safari. Si nota la scritta Safari sul cofano
anteriore (la stessa scritta è riportata anche sul cofano posteriore in posizione centrale).
Disponibile in un numero limitato di colori, la Safari è priva dei paraurti, ha la
mascherina dei fari, la calandra, la griglia del cofano, i tergicristalli e lo
specchietto esterno di color nero opaco; i sedili sono in similpelle, l'allestimento
interno è ridotto all'osso. A ogni modo si tratta di vetture che sono in tutto e per
tutto delle 818.630, le cui differenze riguardano i soli allestimenti interni, il
trattamento cromatico della carrozzeria e la presenza o meno dei paraurti.
Nel 1976 cessa definitivamente la produzione della Lancia Fulvia Coupè. La Lancia
Beta Coupè, sua sostituta, è sul mercato già da due anni; mentre nelle
competizioni la Fulvia passa il testimone alla Stratos. In undici anni di carriera il
successo di pubblico è stato immediato (nonostante il prezzo elevato) e costante,
al punto da sopravvivere per due anni alla berlina e convivere con la Beta Coupè.
Una curiosità: la Fulvia Coupè fu molto apprezzata dal pubblico femminile per la
linea, la compattezza delle dimensioni, la maneggevolezza e l'eccellente visibilità,
dato che deve far riflettere sulle qualità intrinseche di questa campionessa di
vendite e di competizioni, se si pensa che le vetture sportive degli anni '60 e '70
erano sprovviste di molti accessori votati al confort ed alla sicurezza comuni nelle
più economiche utilitarie di oggi.
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