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Latte Trento liquida 49,1 centesimi

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Latte Trento liquida 49,1 centesimi
ECONOMIA
l'Adige
Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263
email: [email protected]
G
venerdì 22 aprile 2016
11
FORNITORI DI LATTE
ZOOTECNIA
41,66
48,29
9,42
140
27,55
I soci allevatori
di Latte Trento
La cooperativa ha ridotto
anche l’indebitamento
Pace fatta con il Concast
RICAVI
DA VENDITE
MILIONI DI LITRI
CONFERITI
MILIONI DI LITRI
PER IL GRANA
IL NUMERO
DEI DIPENDENTI
INDEBITAMENTO
COMPLESSIVO
I ricavi da vendite
nel 2015 sono
stati di 41,66
milioni
Erano a quota
43,43 nel 2014
Nel 2015 i soci
produttori di Latte
Trento hanno
conferito
48.288.125,74
litri di latte
I litri di latte
a grana a fieno
conferiti per il
Trentingrana nel
2015 sono stati
9.428.937,40
Latte Trento, con
Trevilatte, ha 140
dipendenti, per un
costo complessivo
che sfiora i 5
milioni di euro
L’indebitamento
complessivo (verso
banche, soci
e fornitori) è di
27,55 milioni
(28,15 nel 2014)
300
Latte Trento liquida 49,1 centesimi
Il bilancio 2015 «tiene»
nonostante i prezzi in calo
TRENTO - La preoccupazione per il futuro è altissima e l’intera zootecnia
trentina è in sofferenza. Ma con l’aria
che tira sui mercati, il consorzio di produttori (300 allevatori) Latte Trento
sca è riuscito a chiudere il 2015 in modo considerato positivo. Calano i ricavi complessivi (in forza del crollo del
prezzo del latte dopo la fine del regime delle quote), da 44,91 a 43,42 milioni
di euro, e si contrae leggermente il valore medio al litro liquidato ai soci produttori, che scende dal record di 51
centesimi del 2014 a 49,01. Ma scende
pure in modo consistente l’indebitamento netto della cooperativa: da 8,63
a 7,09 milioni: si tenga conto che nel
2011, la posizione finanziaria netta era
a quota 22 milioni. Nello stesso periodo (2011-2015) i mutui a sostegno dell’investimento (da 20,8 milioni di euro) nel nuovo caseificio sono scesi da
18,03 a 11,91 milioni. I 49,01 centesimi
liquidati (in anticipo di un mese) sono per il direttore Sergio Paoli un «valore molto dignitoso, al di sopra delle
più rosee aspettative di bilancio infraannuale».
Bilancio di gruppo.
Considerando anche la controllata Trevilatte, che si occupa della produzione e del confezionamento del latte alimentare e UHT, che nel 2015 ha fatturato 8,48 milioni, i ricavi complessivi
del gruppo Latte Trento, frutto della
fusione con Sav e Pinzolo-Fiavè, superano i 50 milioni di euro. «Trevilatte»
dice Paoli «si sta dimostrando un punto di forza eccezionale. Ha aumentato
ancora il volumi sfiorando i 50 milioni
di litri contro i 46 del 2014, ha fatto pagare il 6% in meno di costo lavoro per
singolo pacchetto confezionato e ha
ristornato ai soci 480 mila euro». L’utile netto di esercizio, pari a 92.854 euro
(100.248 nel 2014) è frutto del rigoroso contenimento dei costi (personale,
trasporti, consumi energetici, etc) posto che sul fronte dei ricavi, con prezzi in calo, non ci sono spazi.
Collaborazioni e pace col Concast.
Sia il direttore Paoli che il presidente
Carlo Graziadei mettono in evidenza la
positiva e crescente collaborazione
con Latterie Vicentine e con Busche di
Belluno (anche con un aumento dei
volumi e dei prodotti), soprattutto con
la Latteria di Soligo. Ma la notizia di
maggior rilievo è l’accordo raggiunto
il giorno prima con il consorzio Concast-Trentingrana di cui Latte Trento
è uno dei caseifici conferitori. Una battaglia, con risvolti anche legali, andava avanti da anni sulla decurtazione
del valore (540 mila euro) del conferito 2012 di Latte Trento. Non solo è stata trovata un’intesa, grazie anche alla
mediazione dell’assessore provinciale Michele Dallapiccola, ma si aprono
anche nuovi spazi di collaborazione,
come spiega il presidente di Concast,
Saverio Trettel. «Un positivo gesto di
distensione» lo definisce Sergio Paoli.
Il nuovo stabilimento.
Il nuovo caseificio in costruzione a Spini sarà realisticamente pronto ad inizio 2017, in ritardo sui tempi previsti
anche in seguito ad alcuni varianti introdotte. Vi sarà concentrata la produzione di Fiavè, dove gli spazi, in accordo con Cooperfidi, saranno utilizzati
fino a fine 2018 per lo stoccaggio del
formaggio. A Spini sarà inoltre dirottata parte della produzione di Giustino (Spressa e Grana Trentino), caseificio oggi al limite della saturazione
produttiva, che sarà ristrutturato e
riorganizzato.
Soci eletti e soci premiati.
L’assemblea di Latte Trento (nella foto),
che ieri a Spini ha approvato all’unanimità il bilancio, ha riconfermato cinque membri del cda (Manuel Carli, Tiziano Furlan, Claudio Lever, Carlo Sandri
e Silvio Tomaselli) ed eletto nuovo consigliere Massimo Chelodi per la zona
Fiemme. Sono stati poi premiati alcuni soci per la qualità del loro prodotto: per il Grana Mario Bertoldi di Riva
del Garda e Giorgio Schelfi di Brentonico; per il latte alimentare Valerio Bellin di Ospedaletto (36,10 punti, risultato strepitoso), Marco Vettori di Mori
e i fratelli Beppino e Luciano Dalprà di
Roncegno; per il latte di capra Michele Dapor di Vallarsa.
Do. S.
CAMERA DI COMMERCIO
NOVITÀ. Gli assessori Stanchina e Dallapiccola garantiscono sostegno
A Spini ci sarà la «Cittadella del latte»
TRENTO - Dice il presidente di Trento Latte, Carlo Graziadei: «Il risultato è positivo per il quarto anno. Certo dispiace pensare che potrebbe essere l’ultimo». La crisi del latte «è senza precedenti, il futuro in forte salita. I prezzi sono veramente crollati
e mai erano arrivati a essere così bassi. Graziadei invoca «l’intervento della politica, assolutamente necessario, per poter salvare il Trentino dalla totale chiusura di questo comparto». Spiega che Trento Latte lavora
su una nuova organizzazione commerciale e di marketing, con nuove
assunzioni per sostenere l’espansione verso nuovi mercati. Anche il direttore Sergio Paoli ripete che da soli gli allevatori non ce la fanno: «Le
quote produttive hanno garantito
per anni un equilibrio che adesso si
è rotto in maniera esplosiva, la differenza tra costi e ricavi è enorme».
Per primo, interviene l’assessore comunale Roberto Stanchina, che subito appoggia l’idea di «Cittadella del
latte» che Latte Trento realizzerà con
il nuovo stabilimento (spaccio, spazio visite, marketing): «Nel Comune
di Trento» promette «avrete un partner in più. Perché non pensare ad
una festa del latte in città, per farsi
riconoscere da residenti e turisti?».
Poi butta lì la proposta di un pacchetto preciso di offerta (Stanchina
è nel cda dell’Apt d’ambito, ndr) per
dirottare parte dei visitatori dei mercatini di Natale verso Latte Trento.
La qualità, da sola, non basta, se non
è fatta conoscere. L’assessore pro-
vinciale Michele Dallapiccola ribadisce l’importanza del comparto zootecnico per il Trentino e delle sinergie con il turismo, da rilanciare, e
conferma che, da maggio, saranno
erogati i premi attesi (domanda unica e Psr). Con Trentino Marketing,
potenziata ad hoc, la prima risposta
sarà in estate l’evento «Latte in festa», in due date, in Primiero, Val di
Fiemme, Val di Non e Val di Sole. Anche Trentinalatte di Roveré della Luna, dice Dallapiccola, «va considerata come un partner». E strappa l’applauso quando dice agli allevatori:
«Fate la vostra parte, siate un po’ più
operatori turistici e meno musoni.
Se un ospite vi chiede un’informazione, mollate il rastrello e rispondetegli con un sorriso».
Le proposte alla Provincia per ripartire dopo la crisi
Trentino in affanno: fare più sistema
TRENTO - Il Pil pro capite del
Trentino è ancora ai vertici italiani. Il tessuto economico provinciale ha resistito alla crisi
meglio di altre zone del Paese,
almeno in una prima fase, «anche in virtù di una maggiore dotazione di risorse pubbliche disponibili messe in atto per fronteggiarla». Ora però la ripresa
tarda, la «coda» della crisi colpisce ancora e il Trentino si ritrova con risultati inferiori a
quelli dell’Alto Adige e delle
aree più dinamiche d’Europa.
A fronte di questo «occorre dar
modo alle imprese di produrre
ricchezza», senza penalizzazioni, sburocratizzando e rendendo più «leggera» l’economia
trentina. Che, d’altra parte, deve fare sistema e mettere al centro della sua strategia l’innovazione e le produzioni ad alto valore aggiunto.
Sono i risultati dell’analisi e delle proposte fatte dalla Camera
di Commercio nelle «Linee di
indirizzo per la crescita economica del Trentino 2016», il rapporto preparato con la consulenza di un gruppo di esperti Michele Andreaus, Maria Stella
Righettini, Alessandro Garofalo
e Daniele Marini - che è stato
consegnato nei giorni scorsi alla giunta provinciale come contributo al Documento di economia e finanza (Def), al suo esordio in sede trentina. L’iniziativa è prevista dall’Accordo di
programma tra Provincia e ente camerale, che segna l’avvio
di un «nuovo modello di governance» del sistema trentino.
Il rapporto è stato presentato
ieri in Camera di Commercio
dal presidente Gianni Bort, dal
vice Graziano Rigotti, dal segretario generale Mauro Leveghi,
da Massimo Pavanelli dell’Ufficio studi e dal professor Andreaus del gruppo di esperti. «Il lavoro è il frutto di una riflessione congiunta di esperti e imprenditori - sottolinea Bort - Siamo partiti dalla lettura dell’economia trentina e di ciò che
esprimono le imprese per indicare alcune direttrici verso cui
indirizzare l’azione pubblica.
Abbiamo individuato quattro
parole chiave da cui ripartire:
leggerezza, integrazione/interazione, narrazione, attrazione/apertura. Leggerezza, ad
esempio, vuol dire eliminare il
superfluo, le sovrapposizioni,
i colli di bottiglia creati dalle
burocrazie pubbliche».
«Non abbiamo fatto un’analisi
critica del passato ma proposto linee di azione per il futuro
- afferma Andreaus - In Trentino abbiamo punti di forza e di
debolezza. Tra i primi, imprese di assoluto rilievo che si sen-
tono legate alla comunità. In un
territorio come il nostro si dovrebbe puntare su produzioni
ad alto valore aggiunto e sulla
capacità di vendere emozioni».
Tra le criticità, è stata evidenziata la bassa capacità di fare
sistema. «Nel rapporto tuttavia
si parla poco di singole categorie e si punta ad una competitività globale».
F. Ter.
Da sinistra Pavanelli, Leveghi, Bort, Rigotti, Andreaus. Foto Alessio Coser
Edilizia | Chiesto da fornitori, 7 milioni di debiti
NOTIZIE IN BREVE
Log Engineering al fallimento
CONFINDUSTRIA: HA SCIOPERATO IL 26%
TRENTO - Secondo Confindustria Trento, il tasso medio di
partecipazione allo sciopero dei metalmeccanici di mercoledì sul
contratto nazionale è stato del 26%, con picchi più elevati negli
stabilimenti maggiori. «Il dialogo e il confronto con il sindacato
devono continuare» dice il direttore Roberto Busato.
IL TRENTINO TURISTICO SI PRESENTA IN BAVIERA
TRENTO - I turisti tedeschi in Trentino pesano per il 51,9% negli
arrivi dall’estero ed è un mercato che nel breve periodo è tornato a
crescere di oltre il 4%. Il Trentino ha presentato la propria offerta
estiva a Monaco di Baviera, nel tradizionale incontro con i maggiori
quotidiani, periodici, tv e radio bavaresi. «La Baviera - dice
Maurizio Rossini di Trentino Marketing - è un bacino strategico».
TRENTO - La Log Engineering di Lavis è arrivata al fallimento in tempo record. L’istanza di autofallimento era stata presentata dallo stesso titolare Lorenzo Perini, dopo aver annunciato a sorpresa ai 57 lavoratori poco più di un mese fa la chiusura dell’azienda specializzata in case in legno e il loro licenziamento. Ma ad essa si sono aggiunte le istanze di fornitori
come Grisenti srl e Termodolomiti srl e così la settimana scorsa il Tribunale di Trento ha dichiarato il fallimento dell’impresa. Giudice delegato è stato nominato Monica Attanasio, curatore fallimentare Cristina Scartezzini. L’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo è fissata per il 21 luglio.
Log Engineering è arrivata al capolinea per mancanza di commesse e errori su preventivi precedenti. I debiti ammontano
a 7 milioni di euro, il patrimonio netto è negativo per 3 milioni.
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