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“Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto preoccuparsi

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“Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto preoccuparsi
N°2 Aprile 2015
I.I.S.S D. De Ruggieri
“Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto
preoccuparsi del modo migliore per avanzare” (Paulo Coelho)
La “Garanzia Giovani” (Youth Guarantee) è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per
i Paesi Membri con tassi di disoccupazione
superiori al 25%, che saranno investiti in
politiche attive di orientamento, istruzione
e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati
in un'attività lavorativa, né inseriti in un
percorso scolastico o formativo (Neet - Not
in Education, Employment or Training).
In sinergia con la Raccomandazione europea del 2013, l'Italia dovrà garantire ai
giovani al di sotto dei 30 anni un'offerta
qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio,
entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
Per un giovane tra i 15 e i 29 anni, residente in Italia – cittadino comunitario o straniero extra UE, regolarmente soggiornante – non impegnato in un’attività
lavorativa né inserito in un corso scolastico
o formativo, la Garanzia Giovani è un’iniziativa concreta che può aiutarti a entrare
nel mondo del lavoro, valorizzando le tue
attitudini e il tuo background formativo e
professionale.
In generale, obiettivo della "Garanzia per i
Giovani" è quello di offrire una risposta ai
ragazzi e alle ragazze che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro dopo la conclusione degli studi.
Considerato lo specifico contesto italiano
tale iniziativa prevede, inoltre, anche azioni
mirate ai giovani disoccupati e scoraggiati,
che hanno necessità di ricevere un'adeguata attenzione da parte delle strutture
preposte alle politiche attive del lavoro.
Tutto ciò presuppone una considerazione
molto importante: la scelta del percorso
scolastico prima e di quello universitario
poi: una scelta che deve essere ponderata
e oculata.
Mi piace citare una riflessione in tal senso
di Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana, scomparsa nel 2013:
“Quando dovrete decidere cosa studiare,
non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma a quello che vi piace veramente. Poi fatelo seriamente. Alle ragazze,
in particolare, consiglio di avere più fiducia
in se stesse e pretendere che i loro diritti
vengano rispettati. E, da ex sportiva, voglio
dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la
vita come s’affronta una gara. Con la voglia di vincere” .
E allora, cari ragazzi, affrontate la vita come una gara da vincere, con forza, volontà
e determinazione!
Il “Vostro” Dirigente scolastico
Stefano MILDA
Pagina 2
La voce dello studente
VITA SCOLASTICA
Dreamingmilano
DIRETTORE
RESPONSABILE
Prof.ssa Leogrande
Mariella
REDAZIONE
Prof.ssa Amandonico
Annamaria
Prof.ssa Mazzarone
Mirella
Caramia Anna Lucia
Cione Luigi
Fanigliulo Federica
Giovinazzi Francesca
Gisonna Maria Stella
Martucci Francesca
Moscariello Federica
Pastella Annarita
Pagliari Giulia
Pignatelli Silvia
Rossi Francesco
Rubino Simona
Simone Nicola
Zanframundo Gregorio
CORRISPONDENTI
DALL’ESTERO
Fisicaro Marco
Proprio con questa foto gli alunni del Liceo scientifico D. De
Ruggieri hanno vinto il concorso
“Fai torneo del paesaggio 2015”,
bandito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano). Nicola Simone, Miriana Natuzzi e Marco Pepe,
alunni delle classi 3^B e 3^A,
guidati dalla professoressa Mariella Leogrande, hanno aderito
all’iniziativa
dell’associazione
che si impegna a promuovere
l’ambiente, l’arte, la natura e le
tradizioni dell’ Italia.
Dreamingmilano è un sogno divenuto realtà: questi tre ragazzi
il 18 Maggio saranno premiati all’
EXPO 2015 insieme alle altre
classi vincitrici provenienti da tutta Italia.
Nicola “armato di macchina foto-
grafica” ha ritratto alcuni scorci
del nostro paesaggio rurale. Naturalmente, scattare fotografie era la
prima tappa di questo concorso.
Le foto dovevano essere pubblicate su Instagram seguite dall’ hashtag
#Faitorneodelpaesaggio2015 e le
più votate sono approdate alla seconda fase che consisteva nel
comporre una scheda descrittiva
del paesaggio immortalato nella
fotografia. Abbiamo incrociato le
dita e la giuria di esperti del FAI
ha giudicato la foto come la migliore della regione Puglia, insieme...In attesa della partenza per l’
EXPO di Milano, quando il nome
del nostro Liceo risuonerà fra le
scuole vincitrici, plaudiamo al FAI
ed alle encomiabili attività in favore dell’Italia.
Giulia Pagliari, Nicola Simone 3^B
SOMMARIO:
Vita scolastica
2-3
Voci dagli USA
4
L’altra metà del cielo
5-6
Musica
7
Attualità
8-9
Consigliati per voi
10-11
Luoghi da visitare
12-13
EXPO
14-15
Scienze e tecnologia
16-17
Apettando l’estate
18
Giochi
19
Soluzione giochi
20
VITA SCOLASTICA
Pagina 3
Berlin Calling
Per noi alunni delle classi
5^A, 5^B e 5^D del liceo “De
Ruggieri” il 2015 è davvero
iniziato alla grande ; i progetti
di fine anno sono andati in
porto, ed accompagnati dalla
professoressa Rossi e consorte, ma soprattutto protetti
dal velo divino del nostro
amato Don Michele, ci siamo
recati a Berlino per il sospira-
un inglese non proprio perfetto, grazie alla vasta ed efficiente rete di metropolitane,
abbiamo visitato molti luoghi
ai nostri occhi quasi surreali.
La storia del ‘900, i fatti della
Seconda Guerra Mondiale si
respirano ovunque, nonostante la città sia totalmente ricostruita. Forti delle nozioni di
storia, abbiamo trovato un
Palazzo Reichstag, Berlino
to viaggio d’istruzione di fine
percorso scolastico . Con la
valigia piena della nostra voglia di fare nuove esperienze,
con il sostegno degli accompagnatori meno giovani di
noi, e con il nostro stesso spirito, abbiamo affrontato gli
orari “abbastanza” rigidi e il
pregiudizio verso un popolo
non proprio famoso per l’accoglienza nei confronti degli
Italiani . I viaggi d’istruzione
servono ad abbattere le barriere , a confrontarsi con Paesi diversi , anche se siamo
sempre in Europa. Armati di
cantiere in piena attività, centri commerciali, ristoranti, concessionarie e fast food, in un
mix davvero formidabile. E poi
ci sono il Muro, la Porta di
Brandeburgo, il Reichstag, i
musei del Pergamon e quello
egizio.
Ai nostri occhi si è presentata
una città affascinante ma con
due volti ben distinti: da un
lato si percepiva un senso di
benessere,
che
andava
dall’efficienza dei servizi alla
pulizia delle strade; dall’altro,
in periferia, nei campi di concentramento, alla Porta di
Brandeburgo, le tragedie
del Novecento, la superiorità etnica che diventa
sterminio facevano riflettere sulle atrocità del
“secolo breve” e sulla
forza della democrazia.
Oggi Berlino è soprattutto una città europea, ricca di opportunità per i
giovani, dove si sente
pulsare il futuro nella tecnologia, nell’arte, nella
musica.
Per tutti noi la visita al
campo di concentramento di Sachsenhausen è
stata indimenticabile, di
forte impatto emotivo, di
riflessione sul passato,
sulla guerra, sui pericoli
legati ai pregiudizi razziali. Berlino, città multietnica e multiculturale,
può essere l’emblema
dell’Europa di oggi e di
domani, un laboratorio
sociale, un punto di riferimento per i paesi alle
prese con la globalizzazione e l’integrazione dei
popoli.
Luigi Cione 5^A
Pagina 4
La voce dello studente
VOCI DAGLI USA
Lettera da Greenwood, stato dell’ Indiana
Ormai sono già passati otto mesi da quando sono qui e tra due ritorno a casa. Precisamente il giorno 7 giugno ho l'aereo, e
l'8 sono a casa. Posso già dire che è stata
un'esperienza fantastica che vale assolutamente la pena di fare. Non ci sentiamo
da prima di Natale quindi inizierò da li. Il
Natale è stato bello, abbiamo passato una
giornata in famiglia e abbiamo scartato i
regali tutti insieme vicino all'albero; da Dicembre a Gennaio è stato però un periodo
abbastanza buio per me perchè la nostalgia ha preso il sopravvento. Nonostante
tutto ce l'ho fatta e l'ho superato abbastanza velocemente. Abbiamo avuto due settimane di pausa da scuola per le vacanze
di Natale in cui siamo passati dal primo al
secondo semestre e adesso ne abbiamo
altre due per la pausa di primavera. Dopo
queste due settimane di vacanze, altre
sette e la scuola sarà finita, esattamente il
28 maggio. Per quanto riguarda appunto
la scuola, nel secondo semestre ho cambiato solamente una materia, poiché da
un semestre all'altro si possono cambiare
alcune delle materie, e l'avevo deciso a
Settembre, quando ho parlato con il consulente scolastico. Ora al posto di disegno
del primo semestre faccio Oratoria, quindi
discorso, ed è una materia davvero interessante. Le altre sono rimaste le stesse,
quindi: Letteratura Americana, Storia
Americana, Educazione Fisica (che non è
come quella a scuola nostra, qui si fanno
pesi e si corre), Coro, Matematica e Inglese come seconda lingua. A scuola mi sono trovato sempre meglio e la mia pagella
è ottima. L'inglese ormai non è più un
ostacolo, riesco a capire qualsiasi cosa e
a dire tutto ciò che penso, ma questo già
da un po' di tempo fortunatamente. Infatti
a inizio Febbraio mi è venuta a trovare la
mia famiglia e traducevo simultaneamente
dall'Italiano all' Inglese e viceversa. Quelli
sono stati 10 giorni davvero fantastici e ci
siamo divertiti tantissimo tutti insieme. La
famiglia qui è bravissima, mi sono ambientato dal primo giorno e sicuramente
quando me ne andrò saranno le persone
che mi mancheranno più di tutti.
Ritornando alla scuola, per quanto riguar-
da i programmi
svolti in questa
prima parte del
semestre,
in
Letteratura
Americana abbiamo studiato
la poesia americana
quindi
Emily
Dickinson, i poeti afro
americani
del
rinascimento di
Harlem, Ginsberg e tanti altri, ma abbiamo anche studiato il sonetto inglese e quello italiano,
inutile dire che per questi ultimi sapevo molto di
più di quello che veniva spiegato. In Storia abbiamo iniziato dal dopoguerra della Prima
Guerra Mondiale, gli anni '20 (che qui sono stati
davvero importanti), il crollo del '29 e quindi la
Grande Depressione, gli anni '30, la Seconda
Guerra Mondiale e tutto ciò che ne deriva con
Hitler e ora stiamo al periodo precedente la
Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, ovviamente tutto questo studiato dal punto di
vista degli americani, il che è davvero interessante. In matematica abbiamo fatto logaritmi e
funzione esponenziale, potenze frazionarie e
grafici, se vuole riferire alla prof. Quarato. Per il
resto questa esperienza è stata e continua ad
essere, un'enorme crescita musicale: a scuola
sono nel coro scolastico quindi canto ogni giorno e studio teoria musicale; oggi è già la 3a volta in questi 8 mesi in cui prendo parte ad un
progetto (extra scolastico) in cui due coach musicali prendono ragazzi dalle province vicine
(per chi ovviamente è interessato) e li mettono
insieme formando delle band. Si suona per 5
settimane, si preparano 4 canzoni e poi c'è il
concerto finale di tutte le band. Io di solito sono
in 2 o 3 band. E poi ancora, a Mercoledi alterni,
il mio host dad mi porta in un Bar/Ristorante
sulla zona est di Indianapolis in cui prendo parte ad una sessione Blues e suono con altre persone che come me prendono parte. So già che
quando me ne andrò tutto questo (la scuola, la
musica, la famiglia) mi mancherà, però dall'altro
lato, il ritorno mi mette una gran felicità, e non
vedo l'ora di rivedere tutto e tutti.
Un saluto a tutti i professori, ci vediamo presto,
Marco Fisicaro 4^ B
L’ALTRA META’ DEL CIELO
Pagina 5
"Avrai tante cose da intraprendere...
Al di là dei luoghi comuni, che vedono l’Italia come un paese
popolato da fannulloSOMETHING TO THINK ABOUT…
ni e incivili, i suoi abitanti hanno notevolmente contribuito al
“Be less curious about
progresso della sopeople and more about cietà globale, sotto
ideas”- Marie Curie
qualunque aspetto il
fenomeno sia guardato.
A partire dalla letteratura, è certamente motivo
d’orgoglio per la nostra penisola aver dato i natali a personalità del calibro di Dante Alighieri,
sicuramente l’autore italiano più tradotto al mondo, o a Giacomo Leopardi e Italo Calvino. In
campo scientifico spicca il contributo enorme di
Galileo Galilei, padre della corrente di pensiero
dell’empirismo e del metodo scientifico, senza il
quale tutte le scoperte successive sarebbero
state quasi impossibili. Inoltre, l’invenzione del
telefono -uno degli apparecchi maggiormente
usati dalla società contemporanea, pur con nu-
Margherita Hack
merose modifiche- è avvenuta ad opera di
un italiano, Antonio Meucci. Gli Italiani si sono distinti anche e soprattutto in campo arti-
Marie Curie
stico: le opere dei grandi geni del Rinascimento (Leonardo, Michelangelo, Raffaello etc.) sono tra le più viste ed amate.
Dalla seconda metà del secolo scorso,
assieme ai meriti di questi uomini illustri,
si stanno facendo strada delle grandi
donne,
che
hanno reso e
stanno
rendendo ancora
migliore il nome della nostra Nazione
agli occhi del
mondo,
soprattutto
in
campo scientifico.
Due tra le
scienziate italiane a me
molto care sono Rita Levi
Montalcini e
Pagina 6
L’ALTRA META’ DEL CIELO
La voce dello studente
…se nascerai donna”
Margherita Hack. I loro meriti scientifici
sono stati notevoli: la prima è stata insignita del premio Nobel per la medicina nel
1986 per aver scoperto e identificato il fattore di accrescimento della fibra nervosa;
la seconda ha contribuito, con le sue ricerche, alla scoperta della “particella di
Dio”. Tuttavia, ciò che più mi ha colpito
delle loro personalità e che, a mio parere,
le rende uniche, sta nella passione con
cui il loro amore per la scienza è stato trasmesso ai giovani. Entrambe infatti hanno
lavorato a stretto contatto con questi ultimi, cercando di spingerli verso il pensiero
libero e autonomo, evitando allo stesso
tempo l’egoismo, e dedicando una parte
di sé alla società, come esse stesse hanno fatto: hanno combattuto per i diritti civili, per la laicità dello Stato e della scienza,
per l’eutanasia e per l’emancipazione delle donne, anche e soprattutto in campo
scientifico. A tal proposito Rita Levi Montalcini affermò: “La donna è stata bloccata
per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto
più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.”
Una donna italiana che ha rivestito un ruolo di
primaria importanza nell’ambito del giornalismo
è stata Oriana Fallaci. Cresciuta in un ambiente
antifascista, tanto che il padre la spinse a entrare a far parte del movimento della Resistenza “Giustizia e Libertà”, è stata la prima Italiana
a recarsi al fronte in qualità di inviata speciale.
Il suo merito sta nell’aver divulgato sempre un
informazione di tipo oggettivo, pur mantenendosi fedele alle sue idee. Non ha esitato, per
esempio, a criticare la decadenza della società
occidentale iniziata a suo parere dopo gli attentati dell’11 Settembre, tanto da definire l’Europa
e gli Stati Uniti incapaci di difendersi da questa
nuova minaccia. E’ stata, inoltre, una forte sostenitrice dei diritti delle donne, affermando che
“Essere donna è così affascinante. È un'avventura che richiede tale coraggio, una sfida che
non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna”.
Oltre a queste Italiane celebri, moltissime altre
hanno contribuito a migliorare la società in cui
viviamo, e proprio per questo spero in futuro di
avere il coraggio di riuscire a combattere per
un’ideale e di contribuire al benessere
delle generazioni presenti e future. Penso infatti che l’Italia sia un bellissimo
Paese, ma che per far sì che non venga
screditato agli occhi del mondo, ognuno
di noi debba impegnarsi per dimostrare
che non siamo solo “mafia, pizza e mandolino”.
Federica Fanigliulo 4^B
Rita Levi Montalcini
MUSICA
Pagina 7
Il festival di Sanremo negli anni: involuzione o evoluzione?
La storia della musica italiana è stata contrassegnata negli anni da un grandissimo evento: il
Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Esso è quasi sicuramente il traguardo più importante e l’aspirazione più alta per un cantante o
un gruppo italiano. Questa manifestazione musicale nasce nel 1951 da un’idea di Angelo Nicola Amato e Angelo Nizza, che organizzarono
nel casinò di Sanremo il primo Festival della
Canzone Italiana. Dal 1977 fino ad oggi è tenuto
nel teatro Ariston della stessa città. Sin dalla prima edizione, tutti i grandi artisti videro nel Festival di Sanremo la migliore glorificazione che potesse coronare la loro carriera musicale: artisti
pluripremiati come Al Bano, Lucio Battisti, Riccardo Cocciante e Domenico Modugno, arrivarono a partecipare a Sanremo solo dopo anni di
successo, riuscendo a cambiare la
storia della musica italiana con le loro canzoni prima e dopo il
Festival. Fino al
decennio degli anni ’90, tutti coloro
che vinsero Sanremo erano cantanti
che avevano già trovato successo, ma,
Leone di Sanremo
con l’avvento dell’era dei Talent show a partire dal 2000, il Festival
di Sanremo ha iniziato a rappresentare il trampolino di lancio più allettante per giovani artisti
come Emma Marrone, Arisa e Valerio Scanu.
Ora ciò che bisogna valutare è il cambiamento
così radicale del Festival, che da punto di arrivo
è diventato punto di partenza. All’inizio, serviva
a premiare il più grande cantante del panorama
musicale italiano, ora invece sembra si voglia
premiare l’artista più promettente. Ciò però, ad
avviso dei più, non è un bene perché così facendo si va ad annientare il vero significato del
Festival così come il prestigio ed il grande valore del premio. Un altro importante lato negativo
è la graduale commercializzazione delle
canzoni selezionate da cantare successivamente a Sanremo. Ammettendo la partecipazione di altri generi musicali come rap o
hip hop, la musica leggera e il pop rock, così
cari ai grandi vincitori passati di Sanremo,
hanno perso il ruolo centrale che avevano
fino a venti anni fa. Come vedere quindi tutto questo cambiamento? E come possiamo
noi contribuire al ritorno della vera musica
leggera e pop rock italiana nel panorama
musicale sanremese?
Il cambiamento può essere semplicemente visto come un insieme di scelte
sbagliate che hanno fatto pensare a una
fine della musica leggera e dei grandi
artisti come Lucio Battisti, Lucio Dalla o
Fabrizio “Faber” De André. Per cercare
di trovare una soluzione a questa dissoluzione dell’essenza del Festival della
Canzone Italiana, la gente, invece, deve
ricominciare a puntare sugli artisti che
prendono ispirazione dai maggiori esponenti di quest’ultima, comprando i loro
dischi o andando ai loro concerti, permettendogli così di crescere musicalmente senza ricorrere a talent show che,
a mio avviso, cercano in tutti i modi di
trovare artisti quanto più internazionali
possibile e che possano essere usati a
loro uso e consumo, senza pensare che
il vero artista italiano non deve essere
diretto alla commercializzazione, ma all’
emozione, connotazione tipica di tutti i
grandi cantanti italiani. Ormai la musica
italiana in senso stretto sta scomparendo
e, come disse Edoardo Bennato, il Festival di Sanremo sta gradualmente divenFrancesco Rossi 4^B
Pagina 8
ATTUALITA’
La voce dello studente
La libertà : la miglior truffa dell’era umana
Durante la storia dell’umanità, tutte le popolazioni hanno sempre cercato di creare una
situazione di pace e libertà. Sottolineo la
parola popolazione. I potenti, i re, i capi di
stato volevano solo creare un velo dietro il
quale poter nascondere la sporcizia e il sudiciume socio politico da loro stessi generato. Pensandoci, le guerre combattute in nome della libertà, sono partite dai pensatori e
compiute dal popolo: si pensi alla rivoluzione francese, americana o alla rivoluzione
d’ottobre. Tutte le più grandi personalità del
1700/1800 hanno combattuto per la libertà,
alcuni di essi sono morti per crearla o per
difenderla, in nome di un futuro migliore.
Oggi, però, la libertà esiste o è solo un utopico traguardo occidentale?
Apparentemente, confrontando la società
liberale occidentale con la società conservativa medio-orientale, la risposta è facilissima: l’Occidente ha raggiunto la libertà individuale. Eppure, purtroppo non è così. A prima vista il Medio Oriente, ormai quasi arrivato ad una forma di governo teocratica, è
visto come la pecora nera, come l’unica regione in tutto il globo a non concedere libertà alla popolazione, basti pensare alle donne, considerate inferiori agli uomini e costrette a portare sempre il “burqa”, indumento obbligatorio come previsto dalla regione
araba. Ma riflettendoci attentamente, l’Occidente non è diverso, presenta solo una pic-
cola differenza: è più furbo. Proprio come il
“burqa” copre il viso delle donne Orientali, l’Occidente “copre” le brutture e lo squallore che
possiede, facendo in modo che la gente possa
arrivare a pensare di aver conquistato la libertà,
senza però accorgersi che ne siamo tutti ancora
lontani. Basti pensare al caso dell’attentato al
settimanale francese “Charlie Hebdo”, alla cui
commemorazione delle vittime hanno partecipato i più grandi capi di stato occidentali, sostenendo a gran voce, davanti a miliardi di persone, il diritto di libertà di espressione: peccato
che abbiano partecipato anche capi come Vladimir Putin, l’attuale presidente russo che ha
emanato l’anno scorso una legge secondo la
quale tutti i blogger devono essere controllati
dal governo, o Abd Al-Fattah Al-Sisi, presidente
della Repubblica egiziana che proprio in quel
periodo ha vietato e bloccato la propagazione
del libro “Walls of Freedom”, che documentava
l’evoluzione dei graffiti egiziani durante gli anni
della rivoluzione.
Ciò che vorrei dire è che per raggiungere la vera libertà non bisogna aspettare che arrivi un
uomo che la porti a noi, ma se c’è ancora qualcuno che vuole cambiare ciò che le persone ancora oggi nascondono al popolo, se c’è qualcuno che oltre a gridare “je suis Charlie” e alzare
al cielo una matita, voglia con essa scrivere un
futuro migliore, senza che qualcuno possa revisionarlo o cancellarlo, deve solo agire in modo
razionale e moralmente giusto, poiché è grazie
a ciò che le grandi rivoluzioni sono avvenute ed
è grazie a ciò che le grandi personalità della
storia sono riuscite a cambiare il mondo.
Come disse Steve Jobs, fondatore della Apple
Inc.: “Siate affamati, siate folli”.
“Quando la stampa è libera e ogni uomo in grado di leggere, tutto è sicuro.” (Thomas Jefferson)
Francesco Rossi 4^B
ATTUALITA’
Pagina 9
Mediterraneo: la culla della vergogna
Pagina 10
SCELTI PER VOI
La voce dello studente
Senza dolore
Tre autori: una poetessa
dell’amore e del rimorso, un
fotografo-scrittore amante
del mistero e della suspense, un poliedrico artista
pronto a misurarsi con i più
diversi generi letterari, affrontano - ognuno con il
proprio stile e la propria
sensibilità - un solo tema: il
dolore. Un dolore vissuto,
affrontato, condiviso e a
volte silenzioso compagno,
pronto a fare la sua comparsa nei momenti più disparati
e inattesi.
Un viaggio sentimentale, con
il quale i protagonisti dei racconti accompagneranno il
lettore nel far i conti con la
paura, l’ignoto, la nostalgia, il
rimpianto, e a riconoscere,
nelle loro storie, anche le piccole storie quotidiane di tutti
noi.
“Senza dolore” è una raccolta di ventiquattro racconti e
due poesie, nata per gioco e
per caso dall’incontro, appunto, di tre giovani autori
del mio paese, che tenta di
regalare semplicemente attimi di distrazione, qualche
piacevole sensazione e alcuni piccoli istanti di riflessione.
Ho preferito leggere separatamente i racconti di ogni autore per raccoglierne meglio
le sfumature e i contenuti.
Nei testi di Donatella Palmi-
sano possiamo trovare una poesia introduttiva sul senso della
vita e una conclusiva sul significato del “Senza dolore”. A queste si accompagnano cinque storie incentrate su due tematiche:
la prima è la perdita di un familiare
in
età
adolescenziale
(“L’abisso dei ricordi”) e il ritorno
nella
casa
dell’infanzia
(“L’ingranaggio”) con un finale
veramente a sorpresa; la seconda narra le differenti cause che
portano alla crisi delle coppie
moderne, come l’illusione di un
amore non corrisposto e l’ipocrisia di un amore sopportato
(“L’arcano”), l’adulterio con i sensi di colpa di chi ha tradito e
dell’attesa di chi è stato tradito e
non sa darsi una spiegazione del
proprio
fallimento
coniugale
(“L’alternativa”), la fine della passione e l’amarezza della sconfitta
in
età
più
che
matura
(“L’abbandono”). Racconti ispirati
a testi poetici e sfumati nei punti
cruciali della narrazione: la poesia diventa ora testo letterario.
Mariano Marangi è un appassionato di temi inquietanti. Gli otto
racconti gli hanno permesso di
intercalare storie e tematiche
verosimili o fantasiose che troppo spesso sfociano in terrificanti
e fatali fobie, spaziando dalla
vendetta (“Il Natale di Chiara”)
all’anoressia e all’ipocondria (“La
balena beffarda” e “Macabro riflesso”), a temi più mistici che
rivelano le paure dell’uomo sull’i-
gnoto, il dolore e la morte
(“Ultima fermata”, “Tacito baratto”
e “Quadri alle pareti”), a storie
puramente sinistre e cupe (“La
stanza delle bambole” e “La maschera”). Ha curato le fotografie
interne e quelle di copertina, arricchendo sicuramente il romanzo
di un ulteriore e preziosissimo
elemento.
Ci sono poi gli undici racconti di
Giorgio Rossano, qui alla sua
quarta esperienza letteraria, il
quale ha cercato di utilizzare differenti tecniche narrative per affrontare temi sociali e attuali con
particolare sensibilità e fantasia,
anche nei momenti più drammatici. Così un disoccupato, un ladro
e un tossicodipendente si confessano in “Caro diario”.
Egli mette a confronto la vita quotidiana di una ragazzina della società opulenta con quella di una
ragazzina del Terzo Mondo ne “Il
risveglio di Laura”; affronta malattie come il cancro e l’Alzheimer
con due favole ne “Il messaggio”
e “Maria”; racconta il modo in cui
la discriminazione per un bambino down e un errore giudiziario
sono uniti da uno stretto legame
nei racconti “Il senso di colpa” e
“Il mistero”.
“Cenere sulla panchina” è la considerazione che ha di sé un anziano mentre “Le fate, l’orco e il
cantastorie” è il breve thriller che
lascia al lettore intuire i nessi con
altre storie presenti nel libro.
SCELTI PER VOI
Un fulmineo dialogo tra uno
psicopatico e un analista sfociano in un imprevisto ne “La
trentesima notte”; un dodicenne emarginato da una società
frenetica, disattenta e indifferente al dolore
umano muore per
salvare
un’altra
vita nel racconto
“Il ragazzo invisibile”.
le note di canzoni che si interrompono ed emettono suoni
simili alle urla. E non sono urla”
scrive la bambina in quello che
è un tema per la scuola. E continua: “C’è pure una stanza che
lacrime. E non sono lacrime
di dolore. È’ un pianto di
gioia. Come un inno al cielo.
Anche io dico le preghiere,
però non piango così. E vorrei tanto conoscere quell’angelo, per dirgli:
«Non
piangere.
Pregherò io con
te».
Mi sono commossa leggendo questo racconto: nessuna bambina dovrebbe vivere un
simile
dramma
familiare e nessuna madre dovrebbe nascondere la
propria sofferenza
e la propria paura,
cercando spiegazioni
fantasiose
per non rivelare il
proprio dolore. Mi
sono commossa
nel leggere tutto il
libro. E ve lo consiglio: “Oggi. Domani. E forse per
sempre.
Senza
dolore”.
Il mio preferito è
“La mia casa”, in
cui l’autore tenta
di far percepire il
dramma dei maltrattamenti familiari, perfino nell’inopinato finale.
“La mia casa ha
tante
stanze.
Quelle brutte sono
una, due… tre. Sì,
sono tre.
C’è la stanza delle
urla, che è chiusa
quando le sento.
Ma si sentono forti. Mi copro le
orecchie con le
mani oppure mi
nascondo sotto la scrivania. E
si sentono lo stesso. Però non
sempre, soltanto quando il papà prende la mamma per un
braccio e la porta in quella
stanza. Non ricordo da quanto
tempo c’è. E la mamma dice
che non è come sembra. C’è
all’interno della stanza una
specie di vecchio grammofono
d’oro. Lei e il papà ballano sul-
Pagina 11
piange. Davvero! Se avvicino
moltissimo un orecchio alla porta, posso sentire le lacrime di…
di infelicità. Ho provato a spiare
dalla serratura. Non si vede
nulla. È una stanza piccola e
sempre chiusa. La mamma mi
ha confidato che in quel ripostiglio c’è una grande finestra colorata e c’è un angelo che prega. Ecco perché si sentono le
Annalucia Caramia
4^D
Pagina 12
LUOGHI DA VISITARE
La voce dello studente
La chiesa di Padre Pio
La chiesa di Padre Pio, anche conosciuta come Santuario di San Pio, è un luogo di culto cattolico di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, nel territorio dell'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste
-San Giovanni Rotondo. Commissionata
dall'Ordine dei frati minori cappuccini
della provincia di Foggia, venne progettata dall'architetto italiano Renzo Piano
per contenere le migliaia di pellegrini
che ogni anno giungono a onorare la
memoria di Padre Pio da Pietrelcina.
Con i suoi 6000 m², è una delle chiese
più grandi in Italia per dimensioni. La
costruzione ha raccolto critiche, in quanto realizzata con stile
contemporaneo, diversa dalle
forme più
canoniche
di chiesa
nell'immaginario collettivo.
Renzo Piano è il più
famoso
architetto
italiano nel mondo. Nato nel 1937, si fa
conoscere nel mondo dell’architettura e
del design per il suo sguardo contemporaneo, futurista, che gli è valso anche il
“Premio Pritzker”, consegnatogli nel
1998 dall’allora Presidente degli Stati
Uniti Bill Clinton. Renzo Piano è sicuramente una delle eccellenze del “Made in
Italy”, che tutto il mondo ci invidia: può
anche vantare una citazione sul quotidiano londinese “Time”. Nel 1968, con la
realizzazione di un padiglione alla XIV Triennale di Milano, comincia ad essere riconosciuto a livello internazionale, tanto che l’anno seguente curerà il padiglione italiano
all’Esposizione Universale di Osaka. Nel
1971 vince il concorso per la realizzazione
del Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel
1981 Renzo Piano fonda il Renzo Piano
Building Workshop, aprendo uffici a Genova, Parigi e New York. Grandissime e memorabili le opere compiute in patria, altrettanto indimenticabili quelle proposte in altri
paesi del mondo, soprattutto negli Stati Uniti
d’America, dove la sua visione è stata acclamata in più di un edificio. Il Santuario di San
Giovanni
Rotondo,
unico
nel
suo genere,
ha la forma
di una conchiglia. I diciassette arditi e possenti archi,
disposti
a
raggiera,
realizzati
con blocchi
di pietra garganica forte, come la fede dell’uomo, costituiscono la struttura portante della struttura
secondaria in legno e acciaio che sorregge
la volta, e convergono tutti nel punto dov’è
l’altare del sacrificio di Cristo, che è la pietra
angolare che regge il Regno di Dio. L’altare
e la croce, realizzata con la tecnica “a cera
persa”, sono opere dell’artista Arnaldo Pomodoro. L’organo a canne è il più grande
mai costruito in Italia del tipo meccanico. In
corrispondenza dell’altare, nella parte sotto-
LUOGHI DA VISITARE
stante, c’è l’unico enorme plinto centrale in
cemento armato, su cui poggiano gli archi,
frutto di un’unica gittata durata 74 ore, ottenuta con l’avvicendamento continuo, diurno e
notturno, delle betoniere. Nel pilastro centrale
è stata collocata l’urna contenente i resti di
Padre Pio, traslati dalla cripta della chiesa di
Santa Maria delle Grazie il 19 aprile 2010. In
chiesa si accede passando sotto un grande
arco con un’ampia vetrata luminosa, che per
gli israeliti simboleggiava la pace tra l’uomo e
Dio, come l’arcobaleno apparso dopo il diluvio universale. In tutto sono stati utilizzati
1.320 blocchi di pietra e 27.000 metri cubi di
cemento armato. L’arco principale è il più
grande arco in pietra mai realizzato nel mondo. Per decorare la chiesa, i frati hanno commissionato molte opere a diversi artisti famosi
nel loro campo. La vetrata è decorata con
una scena dell'apocalisse. Le scene dell'apocalisse, in pratica, sono riprodotte su 500 tende motorizzate e sincronizzate, che ne permettono l'apertura o la chiusura. Le file orizzontali possono essere movimentate indipendentemente, per dosare la luce nell'aula, in
base alla posizione del sole. Il caratteristico
campanile orizzontale è costituito da otto
campane, offerte da altrettanti devoti, interposte a nove colonne. Le campane sono dedicate a vari santi francescani. In particolare, la
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terza, a partire dalla campana
più lontana dalla croce, è dedicata allo stesso Padre Pio. La
croce, alta più di 40 metri e
composta da 70 conci in totale, unico dono di un ente pubblico, fu progettata dallo stesso Renzo Piano . Come per gli
archi, per assicurare stabilità
all'immensa struttura, si è inserito nella pietra dei cavi di
compressione ad altezze diverse e in numero decrescente verso la
sommità. Sempre considerando che la
struttura sorge in una zona a rischio sismico, si è proceduto a inserire ogni otto
blocchi di pietra un cuscinetto di malta
rinforzata con fibre di acciaio. La croce
domina l'intera area e, opportunamente
illuminata, sarebbe visibile anche da Canosa di Puglia e Candela. L'ambone e le
sculture che decorano l'interno sono
state realizzate da Giuliano Vangi. Il
portone di ingresso in bronzo, raffigurante nelle due ante il buon pastore e
Abramo, è stata opera di Mimmo Paladino. Gli otto aquilotti in pietra, rappresentanti la rigenerazione operata dalla divinità (alta più di 40 metri, composta da
70 conci in totale), sono opera di Mario
Rossello. I confratelli di Padre Pio, dunque, hanno eretto a S. Giovanni Rotondo un degno «tempio di fede», in cui
Cristo è il centro del mondo e la preghiera è il mezzo per arrivare a Lui. Il
Santuario è diventato meta ambita dei
pellegrinaggi da parte dei fedeli di San
Pio da Pietrelcina.
Federica Moscariello 3^D
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EXPO
La voce dello studente
L’Albero della Vita: simbolo dell’innovazione italiana,
ora svetta nei cieli milanesi.
L’esposizione Universale del 2015 che si terrà a Milano, oltre ad essere un evento di portata mondiale,
rappresenta l’opportunità di valorizzare l’Italia per le
sue eccellenze in vari campi, come quelli della tecnologia, della scienza e della produzione. Da ciò si
evince il motivo per cui il padiglione Italia rappresenta l’innovazione tecnologica al servizio della città e
del Paese: questo, infatti, ha l’aspetto di vivaio, metafora di uno spazio che Piazza del Campidoglio, l’Albero della Vita
di Otranto e il progetto di quello di Milano
aiuta le idee dei giovani a
germogliare e crescere, davanti al quale vi è un albero, l’Albero
della Vita, simbolo di natura e vitalità. Questo edificio-albero,
che affonda le proprie radici in terra e libera i rami e la chioma
rivestita da una vetrata fotovoltaica verso l’alto, si divide in
quattro livelli dell’area espositiva, che conducono alla terrazza
realizzata con un cemento con proprietà fotocatalitiche, in grado di catturare gli inquinanti presenti nell’aria a contatto con il
Sole e convertirli in sali inerti. L’Albero della Vita si innalza verso il cielo con i suoi 37 metri di altezza, riflettendosi nello specchio d’acqua del Lake Arena; questo sarà un punto di riferimento durante il semestre espositivo: luogo di relax durante il giorno e di spettacolo, grazie alle luci ed effetti speciali, nelle ore
serali, sarà il punto dal quale avranno origine tutte le manifestazioni del Padiglione Italia. Ciò che più stupisce di questa
L’Albero della Vita di Milano in costruzione
opera contemporanea è
proprio il suo significato simbolico: l’architetto Marco Balich,
per la forma complessa dell’Albero della Vita, si ispira al disegno della stella a dodici punte -simbolo delle costellazioniche decora il pavimento di piazza del Campidoglio, realizzata
da Michelangelo nel Rinascimento. L’Albero vuole essere,
quindi, il simbolo di uno slancio verso il futuro e dell’innovazione, pur mantenendo salde le radici nel Rinascimento, che
ha caratterizzato l’Italia non solo a livello artistico, ma che ha
contribuito anche a diffondere una nuova visione dell’uomo.
Questo Albero, dopo mesi e mesi di preparazione, svetta dal
4 Marzo nei cieli di Milano e, destinato a rimanere anche nel
periodo successivo alla manifestazione, continuerà ad essere il simbolo della varietà, ricchezza e identità dell’Italia e delle eccellenze che la compongono e rendono unica.
Francesca Martucci 3^D
EXPO
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Expo 2015: Foody e la natura immortale di Arcimboldo
Il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha deciso di prestare l’ “Ortolano”
dell’Arcimboldo, affinchè venga esposto «nei primi QUATTRO mesi» dell’Expo
2015 di Milano. Foody, la simpatica mascotte, che racchiude il tema fondante dell’Esposizione Universale “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, firmata
dalla Disney, è un personaggio ispirato proprio dall’”Ortolano” dell’Arcimboldo.
Rappresenta la comunità, la diversità ed il cibo inteso nella sua accezione più
estesa, fonte di vita ed energia, ed è per questo che è costituito da una famiglia
di 11 elementi. I personaggi che la compongono sono: Guagliò - l'aglio, Arabella - l'arancia, Josephine - la banana, Gury - l'anguria, Pomina - la mela, Max
Mais - il mais blu, Manghy - il mango, Rodolfo - il fico, Piera - la pera, Rap Brothers - i rapanelli, Chicca - la melagrana. L’”Ortolano” fa parte dei cosiddetti La mascotte dell’EXPO: Foody
quadri “reversibili”: se lo si guarda in un senso si può vedere la faccia di un
giardiniere, rovesciando poi l’immagine, l’uomo sparisce per lasciare il posto ad una ciotola piena di ortaggi. Il
pittore milanese che realizzò l’opera, Giuseppe Arcimboldo, fu interprete della cultura magicocabalistica del XVI secolo, oltre che esponente di quel manierismo nel quale andò progressivamente ad infiacchirsi la pittura rinascimentale. Nella sua formazione milanese occuparono un posto di rilievo le deformazioni
fisionomiche di Leonardo. Nel 1562 partì per Vienna, invitato dal principe (e futuro imperatore) Massimiliano II
d’Asburgo a corte. Arcimboldo non fu solo “pittore di
corte”: l’imperatore si rivolgeva a lui per le mascherate, i giochi ed i cortei fantastici che rallegravano la vita
di corte. In questo periodo realizzò le sue note “Teste
Composte” , opere che appaiono come dei complicati
puzzle fatti di frutta, verdura, fiori e oggetti di vario
tipo. Le sue opere più celebri sono, in effetti, le otto
tavole raffiguranti, in forma di ritratto allegorico,
le quattro stagioni (Primavera, Estate, Autunno e Inverno) e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua). Nelle otto allegorie si
ammira anche la cura lenticolare dei particolari, per
influsso della pittura fiamminga, e la varietà cromatica
L’”Ortolano” di Arcimboldo
della sua brillante tavolozza. Per l’artista fu importante parlare dell’anima umana attraverso la pittura, per far capire come la morte essenzialmente non esista per
noi tutti, in quanto figli di un’unica madre che non sa morire. Una madre chiamata Natura, che alchemicamente
compresa, rivela la sua vera essenza immortale a tutti coloro che riescono a ripensarsi come l’ultimo dei suoi
atti creanti. L'arte di Arcimboldo è, dunque, alla ricerca del significato nascosto delle cose, alle corrispondenze
tra macrocosmo e microcosmo e al senso enigmatico e nascosto delle cose. E’ inoltre figlia del suo tempo:
infatti, con la scoperta delle Americhe, gli scienziati scoprirono nuove specie animali e vegetali che il pittore
milanese riportò nelle sue opere (nella “Primavera” dipinse 80 specie di fiori!). Alla morte dell’imperatore, Arcimboldo passò al servizio del successore Rodolfo II, interessato agli studi alchemici e a tutto ciò che appariva
esoterico nel campo dell'arte, delle scienze e della cose naturali incontrando subito la sua stima. Successivamente, si spostò a Praga quando Rodolfo II vi stabilì la capitale dell'impero. Per i lunghi anni di servizio prestati
alla corte imperiale, oltre alla fama artistica e al benessere economico, Arcimboldo beneficiò di speciali onorificenze fino a essere nominato dall’imperatore "Conte Palatino". Con la promessa di rimanere al suo servizio,
l’artista ottenne il permesso di tornare, nel 1587, nella sua Milano. Gli anni del secondo periodo milanese furono ancora ricchi di impegno e di successi: a tale periodo risalgono i dipinti della ninfa Flora e di Rodolfo II in
veste di Vertunno (dio romano di origine etrusca), celebrati anch’essi da poeti e scrittori di corte. Nel 1593, Arcimboldo morì a Milano. Molti pittori tentarono di imitare le sue invenzioni fantastiche, ma la riscoperta della
sua produzione artistica da parte della critica dovette attendere, nel xx secolo, l’impulso della pittura surrealista, con l’inquietudine esistenziale che essa seppe mettere in scena. A causa di questi strani dipinti, oggi l’aggettivo “arcimboldesco” è diventato sinonimo di bizzarro e stravagante.
Maria Stella Gisonna 3^D
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SCIENZE E TECNOLOGIE
La voce dello studente
i-Cub
iCub, la cui “i” deriva da I, robot (“Io, robot”), l’insieme di raccolti di fantascienza
di Isaac Asimov, e “cub”, (da “Mancub”),
descritto ne “Il libro della giungla”, è un
cucciolo di robot che rappresenta una
delle maggiori innovazioni degli ultimi 10
anni. Alto 1,04 m e pesante all’incirca 25
kg, simile ad un bambino di 4 anni, è nato a Genova nel 2004, nonostante sia
ancora in fase di studio. iCub è in grado
di camminare (più lentamente rispetto ad
altri robot), di tenersi in pedi su una gamba (è stato sottoposto al cosiddetto “Test
dell’ariete”, nel quale un ricercatore ha
cercato di fargli perdere l’equilibrio), di
esprimere emozioni tramite espressioni
facciali, di afferrare oggetti e correggersi,
sapendo quindi imparare dai suoi errori.
Il suo cervello è costituito da sei computer a 4 e a 8 processori collegati alla sua
testa, ma si sta pensando di creare un
collegamento Wi-Fi e un sistema di alimentazione a batterie; la pelle presenta
5000 sensori di pressione che percepiscono indirettamente il calore e le differenze di superficie; gli occhi sono formati
da due telecamere sensibili alle variazioni di luce e agli oggetti in movimento; i
microfoni rappresentano le orecchie, che hanno
anche un sistema di giroscopi, comparabili al nostro organo dell’equilibrio; il collo e le braccia
possiedono rispettivamente 3 e 7 gradi di libertà
(per ogni arto superiore che può sollevare fino a
5 kg), che permettono movimenti nello spazio; la
mano ha 22 snodi, più o meno come la mano
umana, e le dita sono costituite da 3 falangi che
non si muovono tutte indipendentemente dalle
altre. Per costruire un iCub occorrono 250.000
Euro: attualmente ne esistono solo 25 in tutto il
mondo, di cui 3 sono presenti a Genova. Lo scopo per cui questo robot viene sempre più perfezionato è legato all’utilizzo che potrà avere in futuro: l’assistenza agli anziani, quindi il controllo
del loro stato di salute e dell’assunzione di medicine, ma anche la voglia di far fare sempre più
passi avanti alla scienza.
Annarita Pastella 3^D
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SCIENZE E TECNOLOGIE
Uno sguardo al cielo
L’eclissi solare del 20 marzo 2015, conosciuta
anche come eclissi solare dell'equinozio
2015, è stata un evento astronomico leggendario. L'eclissi è stata vista da tutta l'Europa e parte dell'Africa settentrionale e dell'Asia. Il "Sole
nero", però, si è potuto ammirare soltanto dalle
isole FærØer, nelle quali, per qualche minuto, è
calata la notte in pieno giorno. In Italia ha rag-
giunto il suo picco tra le 10.30 e le 10.40, e l'intera penisola è andata in penombra per l'eclissi.
La copertura ha raggiunto il 70% nelle regioni
settentrionali, dove in alcune località le nuvole
hanno rovinato lo spettacolo, il 60% al centro e
il 40% nel Sud. La precedente eclissi solare visibile in Europa fu quella dell'11 agosto 1999,
mentre la prossima avverrà il 21 agosto 2017.
L'allineamento di sole-terra-luna ha determinato
la "marea del secolo". In Francia è stato registrato un valore di 119 su una scala massima di
120: infatti, presso il Mont Saint-Michel, il mare
ha raggiunto i 14 metri d'altezza qualche ora
dopo il massimo dell'eclissi. A Venezia, invece,
è stata registrata una marea di 75 cm (circa 20-
25 centimetri in più della media). L’eclissi è
stata anche un’occasione preziosa per studiare la parte più esterna del Sole, la corona, grazie alla Luna che fa da schermo naturale. Il secondo elemento chimico più
abbondante dell’universo, l’elio, come dimostra il suo stesso nome, è stato, ad
esempio, scoperto per la prima volta nella
corona solare proprio nel corso di un’eclissi, nella seconda metà dell’Ottocento, da
un osservatorio posto sulla cima del monte
Bianco. E fu ancora un’eclissi a rendere Albert Einstein improvvisamente celebre in tutto il mondo. Il Sole nero permise
di misurare con precisione la curvatura dei
raggi luminosi provenienti da un gruppo di
stelle lontane, a causa della massa della
nostra stella. La misura coincise con i calcoli previsti da Einstein, e rappresentò la
prima di una lunga serie di conferme sperimentali alla sua teoria della Relatività Generale, che proprio quest’anno compie un
secolo.
Maria Stella Gisonna 3^D
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ASPETTANDO ...
La voce dello studente
Come superare la prova costume
Arriva la primavera: il sole splende, gli uccellini cinguettano e tutto inizia a sembrare perfetto in vista dell’estate…ma è davvero tutto impeccabile? Certamente no: i segni dell’inverno ancora si sentono e soprattutto si vedono, ed è proprio in questo periodo che iniziano i preparativi per la tragica PROVA COSTUME. Temuta da tutti, fa mettere a dieta uomini, donne, ragazzi e ragazze; infatti, le persone che vogliono superare questo test sono
oltre otto milioni e, da un recente studio, 4 italiani su 10 sono in sovrappeso.
Ecco a voi alcuni consigli per affrontare questa prova non solo con il cibo, ma soprattutto
con voi stessi:
-MAI INIZIARE UNA DIETA DELL’ULTIMO MOMENTO: dimagrire troppo e in poco tempo fa male al metabolismo, e favorisce l’accumulazione di più grassi di quanti se ne vogliono perdere;
-MANGIARE PASTI LIGHT: cereali integrali (come il riso, le cui fibre danno dei benefici
all’intestino), verdure fresche (come il radicchio e i carciofi che hanno un effetto disintossicante, ma anche bietole, carciofi, cavoli, ravanelli), frutti rossi di primavera (quali amarene e fragole, che hanno un’azione diuretica, e le ciliegie che, tuttavia, possono provocare
problemi a livello intestinale);
-EVITARE GRASSI E CONDIMENTI PESANTI: anche l’olio extravergine d’oliva, sebbene presenti delle sostanze antiossidanti, ha bisogno d’essere usato in quantità moderate
(massimo 2 o 3 cucchiaini a crudo per ogni pasto principale);
-BERE MOLTA ACQUA E MENO ALCOL: l’acqua, infatti, aiuta il corpo a depurarsi e bisogna berne oltre due litri al giorno, mentre le bevande alcoliche sono tossiche per il fegato;
-NON CREDERE a pillole miracolose che promettono perdita eccessiva di peso senza privarsi di nulla;
-NON GUARDARSI per troppo tempo allo specchio,
altrimenti si corre il rischio di accorgersi sempre più
delle imperfezioni presenti sul corpo, aumentando i
cosiddetti “complessi mentali”;
-NON FISSARSI eccessivamente con il desiderio di
dimagrire, perché a mare non si va solo per mostrare
i fisici statuari, ma anche e soprattutto per divertirsi.
Annarita Pastella 3^D
...L’ESTATE!!!
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Giochi
1) Crucipuzzle estivo
2)
PINNE FUCILE OCCHIALINI SALE
SALVAGENTE CANOTTO OCCHIALI
INFRADITO SANDALI COSTUME
PESCI ACQUA VELA
BRACCIOLI
3)
5) Sudoku time
4)
SOLUZIONI E GIOCHI
La voce dello studente
I.I.S.S “D.DE RUGGIERI”
Tel.: +390998854134
Fax: +390998801777
Posta elettronica:
[email protected]
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La redazione è disponibile a riservare uno spazio a chiunque voglia
inviare poesie, racconti, disegni, foto o altro cui voglia dare visibilità sul giornale della scuola.
Il nostro istituto si amplia: dal prossimo anno scolastico saremo lieti di accogliere
gli studenti del nuovo indirizzo linguistico
La redazione vi augura buone vacanze estive e vi da appuntamento con un nuovo numero
il prossimo anno scolastico!
SOLUZIONI GIOCHI
1)
3)
FRASE DI AMICIZIA
4)
BARATTOLI SCIVOLOSI
5)
12. Hike
11. Fishing
10. Slide
9. Warm
8.Lemonade
7. Watermelon
6.Hamburgers
4. Weeds
5.Sunglasses
3.Barbecue
2.Bycicle
1.Butterfly
1.Bumblebee
ACROSS:
DOWN:
2)
Fly UP