“Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto preoccuparsi
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“Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto preoccuparsi
N°2 Aprile 2015 I.I.S.S D. De Ruggieri “Quando non si può tornare indietro bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare” (Paulo Coelho) La “Garanzia Giovani” (Youth Guarantee) è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training). In sinergia con la Raccomandazione europea del 2013, l'Italia dovrà garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale. Per un giovane tra i 15 e i 29 anni, residente in Italia – cittadino comunitario o straniero extra UE, regolarmente soggiornante – non impegnato in un’attività lavorativa né inserito in un corso scolastico o formativo, la Garanzia Giovani è un’iniziativa concreta che può aiutarti a entrare nel mondo del lavoro, valorizzando le tue attitudini e il tuo background formativo e professionale. In generale, obiettivo della "Garanzia per i Giovani" è quello di offrire una risposta ai ragazzi e alle ragazze che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro dopo la conclusione degli studi. Considerato lo specifico contesto italiano tale iniziativa prevede, inoltre, anche azioni mirate ai giovani disoccupati e scoraggiati, che hanno necessità di ricevere un'adeguata attenzione da parte delle strutture preposte alle politiche attive del lavoro. Tutto ciò presuppone una considerazione molto importante: la scelta del percorso scolastico prima e di quello universitario poi: una scelta che deve essere ponderata e oculata. Mi piace citare una riflessione in tal senso di Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana, scomparsa nel 2013: “Quando dovrete decidere cosa studiare, non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma a quello che vi piace veramente. Poi fatelo seriamente. Alle ragazze, in particolare, consiglio di avere più fiducia in se stesse e pretendere che i loro diritti vengano rispettati. E, da ex sportiva, voglio dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la vita come s’affronta una gara. Con la voglia di vincere” . E allora, cari ragazzi, affrontate la vita come una gara da vincere, con forza, volontà e determinazione! Il “Vostro” Dirigente scolastico Stefano MILDA Pagina 2 La voce dello studente VITA SCOLASTICA Dreamingmilano DIRETTORE RESPONSABILE Prof.ssa Leogrande Mariella REDAZIONE Prof.ssa Amandonico Annamaria Prof.ssa Mazzarone Mirella Caramia Anna Lucia Cione Luigi Fanigliulo Federica Giovinazzi Francesca Gisonna Maria Stella Martucci Francesca Moscariello Federica Pastella Annarita Pagliari Giulia Pignatelli Silvia Rossi Francesco Rubino Simona Simone Nicola Zanframundo Gregorio CORRISPONDENTI DALL’ESTERO Fisicaro Marco Proprio con questa foto gli alunni del Liceo scientifico D. De Ruggieri hanno vinto il concorso “Fai torneo del paesaggio 2015”, bandito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano). Nicola Simone, Miriana Natuzzi e Marco Pepe, alunni delle classi 3^B e 3^A, guidati dalla professoressa Mariella Leogrande, hanno aderito all’iniziativa dell’associazione che si impegna a promuovere l’ambiente, l’arte, la natura e le tradizioni dell’ Italia. Dreamingmilano è un sogno divenuto realtà: questi tre ragazzi il 18 Maggio saranno premiati all’ EXPO 2015 insieme alle altre classi vincitrici provenienti da tutta Italia. Nicola “armato di macchina foto- grafica” ha ritratto alcuni scorci del nostro paesaggio rurale. Naturalmente, scattare fotografie era la prima tappa di questo concorso. Le foto dovevano essere pubblicate su Instagram seguite dall’ hashtag #Faitorneodelpaesaggio2015 e le più votate sono approdate alla seconda fase che consisteva nel comporre una scheda descrittiva del paesaggio immortalato nella fotografia. Abbiamo incrociato le dita e la giuria di esperti del FAI ha giudicato la foto come la migliore della regione Puglia, insieme...In attesa della partenza per l’ EXPO di Milano, quando il nome del nostro Liceo risuonerà fra le scuole vincitrici, plaudiamo al FAI ed alle encomiabili attività in favore dell’Italia. Giulia Pagliari, Nicola Simone 3^B SOMMARIO: Vita scolastica 2-3 Voci dagli USA 4 L’altra metà del cielo 5-6 Musica 7 Attualità 8-9 Consigliati per voi 10-11 Luoghi da visitare 12-13 EXPO 14-15 Scienze e tecnologia 16-17 Apettando l’estate 18 Giochi 19 Soluzione giochi 20 VITA SCOLASTICA Pagina 3 Berlin Calling Per noi alunni delle classi 5^A, 5^B e 5^D del liceo “De Ruggieri” il 2015 è davvero iniziato alla grande ; i progetti di fine anno sono andati in porto, ed accompagnati dalla professoressa Rossi e consorte, ma soprattutto protetti dal velo divino del nostro amato Don Michele, ci siamo recati a Berlino per il sospira- un inglese non proprio perfetto, grazie alla vasta ed efficiente rete di metropolitane, abbiamo visitato molti luoghi ai nostri occhi quasi surreali. La storia del ‘900, i fatti della Seconda Guerra Mondiale si respirano ovunque, nonostante la città sia totalmente ricostruita. Forti delle nozioni di storia, abbiamo trovato un Palazzo Reichstag, Berlino to viaggio d’istruzione di fine percorso scolastico . Con la valigia piena della nostra voglia di fare nuove esperienze, con il sostegno degli accompagnatori meno giovani di noi, e con il nostro stesso spirito, abbiamo affrontato gli orari “abbastanza” rigidi e il pregiudizio verso un popolo non proprio famoso per l’accoglienza nei confronti degli Italiani . I viaggi d’istruzione servono ad abbattere le barriere , a confrontarsi con Paesi diversi , anche se siamo sempre in Europa. Armati di cantiere in piena attività, centri commerciali, ristoranti, concessionarie e fast food, in un mix davvero formidabile. E poi ci sono il Muro, la Porta di Brandeburgo, il Reichstag, i musei del Pergamon e quello egizio. Ai nostri occhi si è presentata una città affascinante ma con due volti ben distinti: da un lato si percepiva un senso di benessere, che andava dall’efficienza dei servizi alla pulizia delle strade; dall’altro, in periferia, nei campi di concentramento, alla Porta di Brandeburgo, le tragedie del Novecento, la superiorità etnica che diventa sterminio facevano riflettere sulle atrocità del “secolo breve” e sulla forza della democrazia. Oggi Berlino è soprattutto una città europea, ricca di opportunità per i giovani, dove si sente pulsare il futuro nella tecnologia, nell’arte, nella musica. Per tutti noi la visita al campo di concentramento di Sachsenhausen è stata indimenticabile, di forte impatto emotivo, di riflessione sul passato, sulla guerra, sui pericoli legati ai pregiudizi razziali. Berlino, città multietnica e multiculturale, può essere l’emblema dell’Europa di oggi e di domani, un laboratorio sociale, un punto di riferimento per i paesi alle prese con la globalizzazione e l’integrazione dei popoli. Luigi Cione 5^A Pagina 4 La voce dello studente VOCI DAGLI USA Lettera da Greenwood, stato dell’ Indiana Ormai sono già passati otto mesi da quando sono qui e tra due ritorno a casa. Precisamente il giorno 7 giugno ho l'aereo, e l'8 sono a casa. Posso già dire che è stata un'esperienza fantastica che vale assolutamente la pena di fare. Non ci sentiamo da prima di Natale quindi inizierò da li. Il Natale è stato bello, abbiamo passato una giornata in famiglia e abbiamo scartato i regali tutti insieme vicino all'albero; da Dicembre a Gennaio è stato però un periodo abbastanza buio per me perchè la nostalgia ha preso il sopravvento. Nonostante tutto ce l'ho fatta e l'ho superato abbastanza velocemente. Abbiamo avuto due settimane di pausa da scuola per le vacanze di Natale in cui siamo passati dal primo al secondo semestre e adesso ne abbiamo altre due per la pausa di primavera. Dopo queste due settimane di vacanze, altre sette e la scuola sarà finita, esattamente il 28 maggio. Per quanto riguarda appunto la scuola, nel secondo semestre ho cambiato solamente una materia, poiché da un semestre all'altro si possono cambiare alcune delle materie, e l'avevo deciso a Settembre, quando ho parlato con il consulente scolastico. Ora al posto di disegno del primo semestre faccio Oratoria, quindi discorso, ed è una materia davvero interessante. Le altre sono rimaste le stesse, quindi: Letteratura Americana, Storia Americana, Educazione Fisica (che non è come quella a scuola nostra, qui si fanno pesi e si corre), Coro, Matematica e Inglese come seconda lingua. A scuola mi sono trovato sempre meglio e la mia pagella è ottima. L'inglese ormai non è più un ostacolo, riesco a capire qualsiasi cosa e a dire tutto ciò che penso, ma questo già da un po' di tempo fortunatamente. Infatti a inizio Febbraio mi è venuta a trovare la mia famiglia e traducevo simultaneamente dall'Italiano all' Inglese e viceversa. Quelli sono stati 10 giorni davvero fantastici e ci siamo divertiti tantissimo tutti insieme. La famiglia qui è bravissima, mi sono ambientato dal primo giorno e sicuramente quando me ne andrò saranno le persone che mi mancheranno più di tutti. Ritornando alla scuola, per quanto riguar- da i programmi svolti in questa prima parte del semestre, in Letteratura Americana abbiamo studiato la poesia americana quindi Emily Dickinson, i poeti afro americani del rinascimento di Harlem, Ginsberg e tanti altri, ma abbiamo anche studiato il sonetto inglese e quello italiano, inutile dire che per questi ultimi sapevo molto di più di quello che veniva spiegato. In Storia abbiamo iniziato dal dopoguerra della Prima Guerra Mondiale, gli anni '20 (che qui sono stati davvero importanti), il crollo del '29 e quindi la Grande Depressione, gli anni '30, la Seconda Guerra Mondiale e tutto ciò che ne deriva con Hitler e ora stiamo al periodo precedente la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, ovviamente tutto questo studiato dal punto di vista degli americani, il che è davvero interessante. In matematica abbiamo fatto logaritmi e funzione esponenziale, potenze frazionarie e grafici, se vuole riferire alla prof. Quarato. Per il resto questa esperienza è stata e continua ad essere, un'enorme crescita musicale: a scuola sono nel coro scolastico quindi canto ogni giorno e studio teoria musicale; oggi è già la 3a volta in questi 8 mesi in cui prendo parte ad un progetto (extra scolastico) in cui due coach musicali prendono ragazzi dalle province vicine (per chi ovviamente è interessato) e li mettono insieme formando delle band. Si suona per 5 settimane, si preparano 4 canzoni e poi c'è il concerto finale di tutte le band. Io di solito sono in 2 o 3 band. E poi ancora, a Mercoledi alterni, il mio host dad mi porta in un Bar/Ristorante sulla zona est di Indianapolis in cui prendo parte ad una sessione Blues e suono con altre persone che come me prendono parte. So già che quando me ne andrò tutto questo (la scuola, la musica, la famiglia) mi mancherà, però dall'altro lato, il ritorno mi mette una gran felicità, e non vedo l'ora di rivedere tutto e tutti. Un saluto a tutti i professori, ci vediamo presto, Marco Fisicaro 4^ B L’ALTRA META’ DEL CIELO Pagina 5 "Avrai tante cose da intraprendere... Al di là dei luoghi comuni, che vedono l’Italia come un paese popolato da fannulloSOMETHING TO THINK ABOUT… ni e incivili, i suoi abitanti hanno notevolmente contribuito al “Be less curious about progresso della sopeople and more about cietà globale, sotto ideas”- Marie Curie qualunque aspetto il fenomeno sia guardato. A partire dalla letteratura, è certamente motivo d’orgoglio per la nostra penisola aver dato i natali a personalità del calibro di Dante Alighieri, sicuramente l’autore italiano più tradotto al mondo, o a Giacomo Leopardi e Italo Calvino. In campo scientifico spicca il contributo enorme di Galileo Galilei, padre della corrente di pensiero dell’empirismo e del metodo scientifico, senza il quale tutte le scoperte successive sarebbero state quasi impossibili. Inoltre, l’invenzione del telefono -uno degli apparecchi maggiormente usati dalla società contemporanea, pur con nu- Margherita Hack merose modifiche- è avvenuta ad opera di un italiano, Antonio Meucci. Gli Italiani si sono distinti anche e soprattutto in campo arti- Marie Curie stico: le opere dei grandi geni del Rinascimento (Leonardo, Michelangelo, Raffaello etc.) sono tra le più viste ed amate. Dalla seconda metà del secolo scorso, assieme ai meriti di questi uomini illustri, si stanno facendo strada delle grandi donne, che hanno reso e stanno rendendo ancora migliore il nome della nostra Nazione agli occhi del mondo, soprattutto in campo scientifico. Due tra le scienziate italiane a me molto care sono Rita Levi Montalcini e Pagina 6 L’ALTRA META’ DEL CIELO La voce dello studente …se nascerai donna” Margherita Hack. I loro meriti scientifici sono stati notevoli: la prima è stata insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986 per aver scoperto e identificato il fattore di accrescimento della fibra nervosa; la seconda ha contribuito, con le sue ricerche, alla scoperta della “particella di Dio”. Tuttavia, ciò che più mi ha colpito delle loro personalità e che, a mio parere, le rende uniche, sta nella passione con cui il loro amore per la scienza è stato trasmesso ai giovani. Entrambe infatti hanno lavorato a stretto contatto con questi ultimi, cercando di spingerli verso il pensiero libero e autonomo, evitando allo stesso tempo l’egoismo, e dedicando una parte di sé alla società, come esse stesse hanno fatto: hanno combattuto per i diritti civili, per la laicità dello Stato e della scienza, per l’eutanasia e per l’emancipazione delle donne, anche e soprattutto in campo scientifico. A tal proposito Rita Levi Montalcini affermò: “La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.” Una donna italiana che ha rivestito un ruolo di primaria importanza nell’ambito del giornalismo è stata Oriana Fallaci. Cresciuta in un ambiente antifascista, tanto che il padre la spinse a entrare a far parte del movimento della Resistenza “Giustizia e Libertà”, è stata la prima Italiana a recarsi al fronte in qualità di inviata speciale. Il suo merito sta nell’aver divulgato sempre un informazione di tipo oggettivo, pur mantenendosi fedele alle sue idee. Non ha esitato, per esempio, a criticare la decadenza della società occidentale iniziata a suo parere dopo gli attentati dell’11 Settembre, tanto da definire l’Europa e gli Stati Uniti incapaci di difendersi da questa nuova minaccia. E’ stata, inoltre, una forte sostenitrice dei diritti delle donne, affermando che “Essere donna è così affascinante. È un'avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna”. Oltre a queste Italiane celebri, moltissime altre hanno contribuito a migliorare la società in cui viviamo, e proprio per questo spero in futuro di avere il coraggio di riuscire a combattere per un’ideale e di contribuire al benessere delle generazioni presenti e future. Penso infatti che l’Italia sia un bellissimo Paese, ma che per far sì che non venga screditato agli occhi del mondo, ognuno di noi debba impegnarsi per dimostrare che non siamo solo “mafia, pizza e mandolino”. Federica Fanigliulo 4^B Rita Levi Montalcini MUSICA Pagina 7 Il festival di Sanremo negli anni: involuzione o evoluzione? La storia della musica italiana è stata contrassegnata negli anni da un grandissimo evento: il Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Esso è quasi sicuramente il traguardo più importante e l’aspirazione più alta per un cantante o un gruppo italiano. Questa manifestazione musicale nasce nel 1951 da un’idea di Angelo Nicola Amato e Angelo Nizza, che organizzarono nel casinò di Sanremo il primo Festival della Canzone Italiana. Dal 1977 fino ad oggi è tenuto nel teatro Ariston della stessa città. Sin dalla prima edizione, tutti i grandi artisti videro nel Festival di Sanremo la migliore glorificazione che potesse coronare la loro carriera musicale: artisti pluripremiati come Al Bano, Lucio Battisti, Riccardo Cocciante e Domenico Modugno, arrivarono a partecipare a Sanremo solo dopo anni di successo, riuscendo a cambiare la storia della musica italiana con le loro canzoni prima e dopo il Festival. Fino al decennio degli anni ’90, tutti coloro che vinsero Sanremo erano cantanti che avevano già trovato successo, ma, Leone di Sanremo con l’avvento dell’era dei Talent show a partire dal 2000, il Festival di Sanremo ha iniziato a rappresentare il trampolino di lancio più allettante per giovani artisti come Emma Marrone, Arisa e Valerio Scanu. Ora ciò che bisogna valutare è il cambiamento così radicale del Festival, che da punto di arrivo è diventato punto di partenza. All’inizio, serviva a premiare il più grande cantante del panorama musicale italiano, ora invece sembra si voglia premiare l’artista più promettente. Ciò però, ad avviso dei più, non è un bene perché così facendo si va ad annientare il vero significato del Festival così come il prestigio ed il grande valore del premio. Un altro importante lato negativo è la graduale commercializzazione delle canzoni selezionate da cantare successivamente a Sanremo. Ammettendo la partecipazione di altri generi musicali come rap o hip hop, la musica leggera e il pop rock, così cari ai grandi vincitori passati di Sanremo, hanno perso il ruolo centrale che avevano fino a venti anni fa. Come vedere quindi tutto questo cambiamento? E come possiamo noi contribuire al ritorno della vera musica leggera e pop rock italiana nel panorama musicale sanremese? Il cambiamento può essere semplicemente visto come un insieme di scelte sbagliate che hanno fatto pensare a una fine della musica leggera e dei grandi artisti come Lucio Battisti, Lucio Dalla o Fabrizio “Faber” De André. Per cercare di trovare una soluzione a questa dissoluzione dell’essenza del Festival della Canzone Italiana, la gente, invece, deve ricominciare a puntare sugli artisti che prendono ispirazione dai maggiori esponenti di quest’ultima, comprando i loro dischi o andando ai loro concerti, permettendogli così di crescere musicalmente senza ricorrere a talent show che, a mio avviso, cercano in tutti i modi di trovare artisti quanto più internazionali possibile e che possano essere usati a loro uso e consumo, senza pensare che il vero artista italiano non deve essere diretto alla commercializzazione, ma all’ emozione, connotazione tipica di tutti i grandi cantanti italiani. Ormai la musica italiana in senso stretto sta scomparendo e, come disse Edoardo Bennato, il Festival di Sanremo sta gradualmente divenFrancesco Rossi 4^B Pagina 8 ATTUALITA’ La voce dello studente La libertà : la miglior truffa dell’era umana Durante la storia dell’umanità, tutte le popolazioni hanno sempre cercato di creare una situazione di pace e libertà. Sottolineo la parola popolazione. I potenti, i re, i capi di stato volevano solo creare un velo dietro il quale poter nascondere la sporcizia e il sudiciume socio politico da loro stessi generato. Pensandoci, le guerre combattute in nome della libertà, sono partite dai pensatori e compiute dal popolo: si pensi alla rivoluzione francese, americana o alla rivoluzione d’ottobre. Tutte le più grandi personalità del 1700/1800 hanno combattuto per la libertà, alcuni di essi sono morti per crearla o per difenderla, in nome di un futuro migliore. Oggi, però, la libertà esiste o è solo un utopico traguardo occidentale? Apparentemente, confrontando la società liberale occidentale con la società conservativa medio-orientale, la risposta è facilissima: l’Occidente ha raggiunto la libertà individuale. Eppure, purtroppo non è così. A prima vista il Medio Oriente, ormai quasi arrivato ad una forma di governo teocratica, è visto come la pecora nera, come l’unica regione in tutto il globo a non concedere libertà alla popolazione, basti pensare alle donne, considerate inferiori agli uomini e costrette a portare sempre il “burqa”, indumento obbligatorio come previsto dalla regione araba. Ma riflettendoci attentamente, l’Occidente non è diverso, presenta solo una pic- cola differenza: è più furbo. Proprio come il “burqa” copre il viso delle donne Orientali, l’Occidente “copre” le brutture e lo squallore che possiede, facendo in modo che la gente possa arrivare a pensare di aver conquistato la libertà, senza però accorgersi che ne siamo tutti ancora lontani. Basti pensare al caso dell’attentato al settimanale francese “Charlie Hebdo”, alla cui commemorazione delle vittime hanno partecipato i più grandi capi di stato occidentali, sostenendo a gran voce, davanti a miliardi di persone, il diritto di libertà di espressione: peccato che abbiano partecipato anche capi come Vladimir Putin, l’attuale presidente russo che ha emanato l’anno scorso una legge secondo la quale tutti i blogger devono essere controllati dal governo, o Abd Al-Fattah Al-Sisi, presidente della Repubblica egiziana che proprio in quel periodo ha vietato e bloccato la propagazione del libro “Walls of Freedom”, che documentava l’evoluzione dei graffiti egiziani durante gli anni della rivoluzione. Ciò che vorrei dire è che per raggiungere la vera libertà non bisogna aspettare che arrivi un uomo che la porti a noi, ma se c’è ancora qualcuno che vuole cambiare ciò che le persone ancora oggi nascondono al popolo, se c’è qualcuno che oltre a gridare “je suis Charlie” e alzare al cielo una matita, voglia con essa scrivere un futuro migliore, senza che qualcuno possa revisionarlo o cancellarlo, deve solo agire in modo razionale e moralmente giusto, poiché è grazie a ciò che le grandi rivoluzioni sono avvenute ed è grazie a ciò che le grandi personalità della storia sono riuscite a cambiare il mondo. Come disse Steve Jobs, fondatore della Apple Inc.: “Siate affamati, siate folli”. “Quando la stampa è libera e ogni uomo in grado di leggere, tutto è sicuro.” (Thomas Jefferson) Francesco Rossi 4^B ATTUALITA’ Pagina 9 Mediterraneo: la culla della vergogna Pagina 10 SCELTI PER VOI La voce dello studente Senza dolore Tre autori: una poetessa dell’amore e del rimorso, un fotografo-scrittore amante del mistero e della suspense, un poliedrico artista pronto a misurarsi con i più diversi generi letterari, affrontano - ognuno con il proprio stile e la propria sensibilità - un solo tema: il dolore. Un dolore vissuto, affrontato, condiviso e a volte silenzioso compagno, pronto a fare la sua comparsa nei momenti più disparati e inattesi. Un viaggio sentimentale, con il quale i protagonisti dei racconti accompagneranno il lettore nel far i conti con la paura, l’ignoto, la nostalgia, il rimpianto, e a riconoscere, nelle loro storie, anche le piccole storie quotidiane di tutti noi. “Senza dolore” è una raccolta di ventiquattro racconti e due poesie, nata per gioco e per caso dall’incontro, appunto, di tre giovani autori del mio paese, che tenta di regalare semplicemente attimi di distrazione, qualche piacevole sensazione e alcuni piccoli istanti di riflessione. Ho preferito leggere separatamente i racconti di ogni autore per raccoglierne meglio le sfumature e i contenuti. Nei testi di Donatella Palmi- sano possiamo trovare una poesia introduttiva sul senso della vita e una conclusiva sul significato del “Senza dolore”. A queste si accompagnano cinque storie incentrate su due tematiche: la prima è la perdita di un familiare in età adolescenziale (“L’abisso dei ricordi”) e il ritorno nella casa dell’infanzia (“L’ingranaggio”) con un finale veramente a sorpresa; la seconda narra le differenti cause che portano alla crisi delle coppie moderne, come l’illusione di un amore non corrisposto e l’ipocrisia di un amore sopportato (“L’arcano”), l’adulterio con i sensi di colpa di chi ha tradito e dell’attesa di chi è stato tradito e non sa darsi una spiegazione del proprio fallimento coniugale (“L’alternativa”), la fine della passione e l’amarezza della sconfitta in età più che matura (“L’abbandono”). Racconti ispirati a testi poetici e sfumati nei punti cruciali della narrazione: la poesia diventa ora testo letterario. Mariano Marangi è un appassionato di temi inquietanti. Gli otto racconti gli hanno permesso di intercalare storie e tematiche verosimili o fantasiose che troppo spesso sfociano in terrificanti e fatali fobie, spaziando dalla vendetta (“Il Natale di Chiara”) all’anoressia e all’ipocondria (“La balena beffarda” e “Macabro riflesso”), a temi più mistici che rivelano le paure dell’uomo sull’i- gnoto, il dolore e la morte (“Ultima fermata”, “Tacito baratto” e “Quadri alle pareti”), a storie puramente sinistre e cupe (“La stanza delle bambole” e “La maschera”). Ha curato le fotografie interne e quelle di copertina, arricchendo sicuramente il romanzo di un ulteriore e preziosissimo elemento. Ci sono poi gli undici racconti di Giorgio Rossano, qui alla sua quarta esperienza letteraria, il quale ha cercato di utilizzare differenti tecniche narrative per affrontare temi sociali e attuali con particolare sensibilità e fantasia, anche nei momenti più drammatici. Così un disoccupato, un ladro e un tossicodipendente si confessano in “Caro diario”. Egli mette a confronto la vita quotidiana di una ragazzina della società opulenta con quella di una ragazzina del Terzo Mondo ne “Il risveglio di Laura”; affronta malattie come il cancro e l’Alzheimer con due favole ne “Il messaggio” e “Maria”; racconta il modo in cui la discriminazione per un bambino down e un errore giudiziario sono uniti da uno stretto legame nei racconti “Il senso di colpa” e “Il mistero”. “Cenere sulla panchina” è la considerazione che ha di sé un anziano mentre “Le fate, l’orco e il cantastorie” è il breve thriller che lascia al lettore intuire i nessi con altre storie presenti nel libro. SCELTI PER VOI Un fulmineo dialogo tra uno psicopatico e un analista sfociano in un imprevisto ne “La trentesima notte”; un dodicenne emarginato da una società frenetica, disattenta e indifferente al dolore umano muore per salvare un’altra vita nel racconto “Il ragazzo invisibile”. le note di canzoni che si interrompono ed emettono suoni simili alle urla. E non sono urla” scrive la bambina in quello che è un tema per la scuola. E continua: “C’è pure una stanza che lacrime. E non sono lacrime di dolore. È’ un pianto di gioia. Come un inno al cielo. Anche io dico le preghiere, però non piango così. E vorrei tanto conoscere quell’angelo, per dirgli: «Non piangere. Pregherò io con te». Mi sono commossa leggendo questo racconto: nessuna bambina dovrebbe vivere un simile dramma familiare e nessuna madre dovrebbe nascondere la propria sofferenza e la propria paura, cercando spiegazioni fantasiose per non rivelare il proprio dolore. Mi sono commossa nel leggere tutto il libro. E ve lo consiglio: “Oggi. Domani. E forse per sempre. Senza dolore”. Il mio preferito è “La mia casa”, in cui l’autore tenta di far percepire il dramma dei maltrattamenti familiari, perfino nell’inopinato finale. “La mia casa ha tante stanze. Quelle brutte sono una, due… tre. Sì, sono tre. C’è la stanza delle urla, che è chiusa quando le sento. Ma si sentono forti. Mi copro le orecchie con le mani oppure mi nascondo sotto la scrivania. E si sentono lo stesso. Però non sempre, soltanto quando il papà prende la mamma per un braccio e la porta in quella stanza. Non ricordo da quanto tempo c’è. E la mamma dice che non è come sembra. C’è all’interno della stanza una specie di vecchio grammofono d’oro. Lei e il papà ballano sul- Pagina 11 piange. Davvero! Se avvicino moltissimo un orecchio alla porta, posso sentire le lacrime di… di infelicità. Ho provato a spiare dalla serratura. Non si vede nulla. È una stanza piccola e sempre chiusa. La mamma mi ha confidato che in quel ripostiglio c’è una grande finestra colorata e c’è un angelo che prega. Ecco perché si sentono le Annalucia Caramia 4^D Pagina 12 LUOGHI DA VISITARE La voce dello studente La chiesa di Padre Pio La chiesa di Padre Pio, anche conosciuta come Santuario di San Pio, è un luogo di culto cattolico di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, nel territorio dell'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste -San Giovanni Rotondo. Commissionata dall'Ordine dei frati minori cappuccini della provincia di Foggia, venne progettata dall'architetto italiano Renzo Piano per contenere le migliaia di pellegrini che ogni anno giungono a onorare la memoria di Padre Pio da Pietrelcina. Con i suoi 6000 m², è una delle chiese più grandi in Italia per dimensioni. La costruzione ha raccolto critiche, in quanto realizzata con stile contemporaneo, diversa dalle forme più canoniche di chiesa nell'immaginario collettivo. Renzo Piano è il più famoso architetto italiano nel mondo. Nato nel 1937, si fa conoscere nel mondo dell’architettura e del design per il suo sguardo contemporaneo, futurista, che gli è valso anche il “Premio Pritzker”, consegnatogli nel 1998 dall’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Renzo Piano è sicuramente una delle eccellenze del “Made in Italy”, che tutto il mondo ci invidia: può anche vantare una citazione sul quotidiano londinese “Time”. Nel 1968, con la realizzazione di un padiglione alla XIV Triennale di Milano, comincia ad essere riconosciuto a livello internazionale, tanto che l’anno seguente curerà il padiglione italiano all’Esposizione Universale di Osaka. Nel 1971 vince il concorso per la realizzazione del Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 1981 Renzo Piano fonda il Renzo Piano Building Workshop, aprendo uffici a Genova, Parigi e New York. Grandissime e memorabili le opere compiute in patria, altrettanto indimenticabili quelle proposte in altri paesi del mondo, soprattutto negli Stati Uniti d’America, dove la sua visione è stata acclamata in più di un edificio. Il Santuario di San Giovanni Rotondo, unico nel suo genere, ha la forma di una conchiglia. I diciassette arditi e possenti archi, disposti a raggiera, realizzati con blocchi di pietra garganica forte, come la fede dell’uomo, costituiscono la struttura portante della struttura secondaria in legno e acciaio che sorregge la volta, e convergono tutti nel punto dov’è l’altare del sacrificio di Cristo, che è la pietra angolare che regge il Regno di Dio. L’altare e la croce, realizzata con la tecnica “a cera persa”, sono opere dell’artista Arnaldo Pomodoro. L’organo a canne è il più grande mai costruito in Italia del tipo meccanico. In corrispondenza dell’altare, nella parte sotto- LUOGHI DA VISITARE stante, c’è l’unico enorme plinto centrale in cemento armato, su cui poggiano gli archi, frutto di un’unica gittata durata 74 ore, ottenuta con l’avvicendamento continuo, diurno e notturno, delle betoniere. Nel pilastro centrale è stata collocata l’urna contenente i resti di Padre Pio, traslati dalla cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie il 19 aprile 2010. In chiesa si accede passando sotto un grande arco con un’ampia vetrata luminosa, che per gli israeliti simboleggiava la pace tra l’uomo e Dio, come l’arcobaleno apparso dopo il diluvio universale. In tutto sono stati utilizzati 1.320 blocchi di pietra e 27.000 metri cubi di cemento armato. L’arco principale è il più grande arco in pietra mai realizzato nel mondo. Per decorare la chiesa, i frati hanno commissionato molte opere a diversi artisti famosi nel loro campo. La vetrata è decorata con una scena dell'apocalisse. Le scene dell'apocalisse, in pratica, sono riprodotte su 500 tende motorizzate e sincronizzate, che ne permettono l'apertura o la chiusura. Le file orizzontali possono essere movimentate indipendentemente, per dosare la luce nell'aula, in base alla posizione del sole. Il caratteristico campanile orizzontale è costituito da otto campane, offerte da altrettanti devoti, interposte a nove colonne. Le campane sono dedicate a vari santi francescani. In particolare, la Pagina 13 terza, a partire dalla campana più lontana dalla croce, è dedicata allo stesso Padre Pio. La croce, alta più di 40 metri e composta da 70 conci in totale, unico dono di un ente pubblico, fu progettata dallo stesso Renzo Piano . Come per gli archi, per assicurare stabilità all'immensa struttura, si è inserito nella pietra dei cavi di compressione ad altezze diverse e in numero decrescente verso la sommità. Sempre considerando che la struttura sorge in una zona a rischio sismico, si è proceduto a inserire ogni otto blocchi di pietra un cuscinetto di malta rinforzata con fibre di acciaio. La croce domina l'intera area e, opportunamente illuminata, sarebbe visibile anche da Canosa di Puglia e Candela. L'ambone e le sculture che decorano l'interno sono state realizzate da Giuliano Vangi. Il portone di ingresso in bronzo, raffigurante nelle due ante il buon pastore e Abramo, è stata opera di Mimmo Paladino. Gli otto aquilotti in pietra, rappresentanti la rigenerazione operata dalla divinità (alta più di 40 metri, composta da 70 conci in totale), sono opera di Mario Rossello. I confratelli di Padre Pio, dunque, hanno eretto a S. Giovanni Rotondo un degno «tempio di fede», in cui Cristo è il centro del mondo e la preghiera è il mezzo per arrivare a Lui. Il Santuario è diventato meta ambita dei pellegrinaggi da parte dei fedeli di San Pio da Pietrelcina. Federica Moscariello 3^D Pagina 14 EXPO La voce dello studente L’Albero della Vita: simbolo dell’innovazione italiana, ora svetta nei cieli milanesi. L’esposizione Universale del 2015 che si terrà a Milano, oltre ad essere un evento di portata mondiale, rappresenta l’opportunità di valorizzare l’Italia per le sue eccellenze in vari campi, come quelli della tecnologia, della scienza e della produzione. Da ciò si evince il motivo per cui il padiglione Italia rappresenta l’innovazione tecnologica al servizio della città e del Paese: questo, infatti, ha l’aspetto di vivaio, metafora di uno spazio che Piazza del Campidoglio, l’Albero della Vita di Otranto e il progetto di quello di Milano aiuta le idee dei giovani a germogliare e crescere, davanti al quale vi è un albero, l’Albero della Vita, simbolo di natura e vitalità. Questo edificio-albero, che affonda le proprie radici in terra e libera i rami e la chioma rivestita da una vetrata fotovoltaica verso l’alto, si divide in quattro livelli dell’area espositiva, che conducono alla terrazza realizzata con un cemento con proprietà fotocatalitiche, in grado di catturare gli inquinanti presenti nell’aria a contatto con il Sole e convertirli in sali inerti. L’Albero della Vita si innalza verso il cielo con i suoi 37 metri di altezza, riflettendosi nello specchio d’acqua del Lake Arena; questo sarà un punto di riferimento durante il semestre espositivo: luogo di relax durante il giorno e di spettacolo, grazie alle luci ed effetti speciali, nelle ore serali, sarà il punto dal quale avranno origine tutte le manifestazioni del Padiglione Italia. Ciò che più stupisce di questa L’Albero della Vita di Milano in costruzione opera contemporanea è proprio il suo significato simbolico: l’architetto Marco Balich, per la forma complessa dell’Albero della Vita, si ispira al disegno della stella a dodici punte -simbolo delle costellazioniche decora il pavimento di piazza del Campidoglio, realizzata da Michelangelo nel Rinascimento. L’Albero vuole essere, quindi, il simbolo di uno slancio verso il futuro e dell’innovazione, pur mantenendo salde le radici nel Rinascimento, che ha caratterizzato l’Italia non solo a livello artistico, ma che ha contribuito anche a diffondere una nuova visione dell’uomo. Questo Albero, dopo mesi e mesi di preparazione, svetta dal 4 Marzo nei cieli di Milano e, destinato a rimanere anche nel periodo successivo alla manifestazione, continuerà ad essere il simbolo della varietà, ricchezza e identità dell’Italia e delle eccellenze che la compongono e rendono unica. Francesca Martucci 3^D EXPO Pagina 15 Expo 2015: Foody e la natura immortale di Arcimboldo Il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha deciso di prestare l’ “Ortolano” dell’Arcimboldo, affinchè venga esposto «nei primi QUATTRO mesi» dell’Expo 2015 di Milano. Foody, la simpatica mascotte, che racchiude il tema fondante dell’Esposizione Universale “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, firmata dalla Disney, è un personaggio ispirato proprio dall’”Ortolano” dell’Arcimboldo. Rappresenta la comunità, la diversità ed il cibo inteso nella sua accezione più estesa, fonte di vita ed energia, ed è per questo che è costituito da una famiglia di 11 elementi. I personaggi che la compongono sono: Guagliò - l'aglio, Arabella - l'arancia, Josephine - la banana, Gury - l'anguria, Pomina - la mela, Max Mais - il mais blu, Manghy - il mango, Rodolfo - il fico, Piera - la pera, Rap Brothers - i rapanelli, Chicca - la melagrana. L’”Ortolano” fa parte dei cosiddetti La mascotte dell’EXPO: Foody quadri “reversibili”: se lo si guarda in un senso si può vedere la faccia di un giardiniere, rovesciando poi l’immagine, l’uomo sparisce per lasciare il posto ad una ciotola piena di ortaggi. Il pittore milanese che realizzò l’opera, Giuseppe Arcimboldo, fu interprete della cultura magicocabalistica del XVI secolo, oltre che esponente di quel manierismo nel quale andò progressivamente ad infiacchirsi la pittura rinascimentale. Nella sua formazione milanese occuparono un posto di rilievo le deformazioni fisionomiche di Leonardo. Nel 1562 partì per Vienna, invitato dal principe (e futuro imperatore) Massimiliano II d’Asburgo a corte. Arcimboldo non fu solo “pittore di corte”: l’imperatore si rivolgeva a lui per le mascherate, i giochi ed i cortei fantastici che rallegravano la vita di corte. In questo periodo realizzò le sue note “Teste Composte” , opere che appaiono come dei complicati puzzle fatti di frutta, verdura, fiori e oggetti di vario tipo. Le sue opere più celebri sono, in effetti, le otto tavole raffiguranti, in forma di ritratto allegorico, le quattro stagioni (Primavera, Estate, Autunno e Inverno) e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua). Nelle otto allegorie si ammira anche la cura lenticolare dei particolari, per influsso della pittura fiamminga, e la varietà cromatica L’”Ortolano” di Arcimboldo della sua brillante tavolozza. Per l’artista fu importante parlare dell’anima umana attraverso la pittura, per far capire come la morte essenzialmente non esista per noi tutti, in quanto figli di un’unica madre che non sa morire. Una madre chiamata Natura, che alchemicamente compresa, rivela la sua vera essenza immortale a tutti coloro che riescono a ripensarsi come l’ultimo dei suoi atti creanti. L'arte di Arcimboldo è, dunque, alla ricerca del significato nascosto delle cose, alle corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo e al senso enigmatico e nascosto delle cose. E’ inoltre figlia del suo tempo: infatti, con la scoperta delle Americhe, gli scienziati scoprirono nuove specie animali e vegetali che il pittore milanese riportò nelle sue opere (nella “Primavera” dipinse 80 specie di fiori!). Alla morte dell’imperatore, Arcimboldo passò al servizio del successore Rodolfo II, interessato agli studi alchemici e a tutto ciò che appariva esoterico nel campo dell'arte, delle scienze e della cose naturali incontrando subito la sua stima. Successivamente, si spostò a Praga quando Rodolfo II vi stabilì la capitale dell'impero. Per i lunghi anni di servizio prestati alla corte imperiale, oltre alla fama artistica e al benessere economico, Arcimboldo beneficiò di speciali onorificenze fino a essere nominato dall’imperatore "Conte Palatino". Con la promessa di rimanere al suo servizio, l’artista ottenne il permesso di tornare, nel 1587, nella sua Milano. Gli anni del secondo periodo milanese furono ancora ricchi di impegno e di successi: a tale periodo risalgono i dipinti della ninfa Flora e di Rodolfo II in veste di Vertunno (dio romano di origine etrusca), celebrati anch’essi da poeti e scrittori di corte. Nel 1593, Arcimboldo morì a Milano. Molti pittori tentarono di imitare le sue invenzioni fantastiche, ma la riscoperta della sua produzione artistica da parte della critica dovette attendere, nel xx secolo, l’impulso della pittura surrealista, con l’inquietudine esistenziale che essa seppe mettere in scena. A causa di questi strani dipinti, oggi l’aggettivo “arcimboldesco” è diventato sinonimo di bizzarro e stravagante. Maria Stella Gisonna 3^D Pagina 16 SCIENZE E TECNOLOGIE La voce dello studente i-Cub iCub, la cui “i” deriva da I, robot (“Io, robot”), l’insieme di raccolti di fantascienza di Isaac Asimov, e “cub”, (da “Mancub”), descritto ne “Il libro della giungla”, è un cucciolo di robot che rappresenta una delle maggiori innovazioni degli ultimi 10 anni. Alto 1,04 m e pesante all’incirca 25 kg, simile ad un bambino di 4 anni, è nato a Genova nel 2004, nonostante sia ancora in fase di studio. iCub è in grado di camminare (più lentamente rispetto ad altri robot), di tenersi in pedi su una gamba (è stato sottoposto al cosiddetto “Test dell’ariete”, nel quale un ricercatore ha cercato di fargli perdere l’equilibrio), di esprimere emozioni tramite espressioni facciali, di afferrare oggetti e correggersi, sapendo quindi imparare dai suoi errori. Il suo cervello è costituito da sei computer a 4 e a 8 processori collegati alla sua testa, ma si sta pensando di creare un collegamento Wi-Fi e un sistema di alimentazione a batterie; la pelle presenta 5000 sensori di pressione che percepiscono indirettamente il calore e le differenze di superficie; gli occhi sono formati da due telecamere sensibili alle variazioni di luce e agli oggetti in movimento; i microfoni rappresentano le orecchie, che hanno anche un sistema di giroscopi, comparabili al nostro organo dell’equilibrio; il collo e le braccia possiedono rispettivamente 3 e 7 gradi di libertà (per ogni arto superiore che può sollevare fino a 5 kg), che permettono movimenti nello spazio; la mano ha 22 snodi, più o meno come la mano umana, e le dita sono costituite da 3 falangi che non si muovono tutte indipendentemente dalle altre. Per costruire un iCub occorrono 250.000 Euro: attualmente ne esistono solo 25 in tutto il mondo, di cui 3 sono presenti a Genova. Lo scopo per cui questo robot viene sempre più perfezionato è legato all’utilizzo che potrà avere in futuro: l’assistenza agli anziani, quindi il controllo del loro stato di salute e dell’assunzione di medicine, ma anche la voglia di far fare sempre più passi avanti alla scienza. Annarita Pastella 3^D Pagina 17 SCIENZE E TECNOLOGIE Uno sguardo al cielo L’eclissi solare del 20 marzo 2015, conosciuta anche come eclissi solare dell'equinozio 2015, è stata un evento astronomico leggendario. L'eclissi è stata vista da tutta l'Europa e parte dell'Africa settentrionale e dell'Asia. Il "Sole nero", però, si è potuto ammirare soltanto dalle isole FærØer, nelle quali, per qualche minuto, è calata la notte in pieno giorno. In Italia ha rag- giunto il suo picco tra le 10.30 e le 10.40, e l'intera penisola è andata in penombra per l'eclissi. La copertura ha raggiunto il 70% nelle regioni settentrionali, dove in alcune località le nuvole hanno rovinato lo spettacolo, il 60% al centro e il 40% nel Sud. La precedente eclissi solare visibile in Europa fu quella dell'11 agosto 1999, mentre la prossima avverrà il 21 agosto 2017. L'allineamento di sole-terra-luna ha determinato la "marea del secolo". In Francia è stato registrato un valore di 119 su una scala massima di 120: infatti, presso il Mont Saint-Michel, il mare ha raggiunto i 14 metri d'altezza qualche ora dopo il massimo dell'eclissi. A Venezia, invece, è stata registrata una marea di 75 cm (circa 20- 25 centimetri in più della media). L’eclissi è stata anche un’occasione preziosa per studiare la parte più esterna del Sole, la corona, grazie alla Luna che fa da schermo naturale. Il secondo elemento chimico più abbondante dell’universo, l’elio, come dimostra il suo stesso nome, è stato, ad esempio, scoperto per la prima volta nella corona solare proprio nel corso di un’eclissi, nella seconda metà dell’Ottocento, da un osservatorio posto sulla cima del monte Bianco. E fu ancora un’eclissi a rendere Albert Einstein improvvisamente celebre in tutto il mondo. Il Sole nero permise di misurare con precisione la curvatura dei raggi luminosi provenienti da un gruppo di stelle lontane, a causa della massa della nostra stella. La misura coincise con i calcoli previsti da Einstein, e rappresentò la prima di una lunga serie di conferme sperimentali alla sua teoria della Relatività Generale, che proprio quest’anno compie un secolo. Maria Stella Gisonna 3^D Pagina 18 ASPETTANDO ... La voce dello studente Come superare la prova costume Arriva la primavera: il sole splende, gli uccellini cinguettano e tutto inizia a sembrare perfetto in vista dell’estate…ma è davvero tutto impeccabile? Certamente no: i segni dell’inverno ancora si sentono e soprattutto si vedono, ed è proprio in questo periodo che iniziano i preparativi per la tragica PROVA COSTUME. Temuta da tutti, fa mettere a dieta uomini, donne, ragazzi e ragazze; infatti, le persone che vogliono superare questo test sono oltre otto milioni e, da un recente studio, 4 italiani su 10 sono in sovrappeso. Ecco a voi alcuni consigli per affrontare questa prova non solo con il cibo, ma soprattutto con voi stessi: -MAI INIZIARE UNA DIETA DELL’ULTIMO MOMENTO: dimagrire troppo e in poco tempo fa male al metabolismo, e favorisce l’accumulazione di più grassi di quanti se ne vogliono perdere; -MANGIARE PASTI LIGHT: cereali integrali (come il riso, le cui fibre danno dei benefici all’intestino), verdure fresche (come il radicchio e i carciofi che hanno un effetto disintossicante, ma anche bietole, carciofi, cavoli, ravanelli), frutti rossi di primavera (quali amarene e fragole, che hanno un’azione diuretica, e le ciliegie che, tuttavia, possono provocare problemi a livello intestinale); -EVITARE GRASSI E CONDIMENTI PESANTI: anche l’olio extravergine d’oliva, sebbene presenti delle sostanze antiossidanti, ha bisogno d’essere usato in quantità moderate (massimo 2 o 3 cucchiaini a crudo per ogni pasto principale); -BERE MOLTA ACQUA E MENO ALCOL: l’acqua, infatti, aiuta il corpo a depurarsi e bisogna berne oltre due litri al giorno, mentre le bevande alcoliche sono tossiche per il fegato; -NON CREDERE a pillole miracolose che promettono perdita eccessiva di peso senza privarsi di nulla; -NON GUARDARSI per troppo tempo allo specchio, altrimenti si corre il rischio di accorgersi sempre più delle imperfezioni presenti sul corpo, aumentando i cosiddetti “complessi mentali”; -NON FISSARSI eccessivamente con il desiderio di dimagrire, perché a mare non si va solo per mostrare i fisici statuari, ma anche e soprattutto per divertirsi. Annarita Pastella 3^D ...L’ESTATE!!! Pagina 19 Giochi 1) Crucipuzzle estivo 2) PINNE FUCILE OCCHIALINI SALE SALVAGENTE CANOTTO OCCHIALI INFRADITO SANDALI COSTUME PESCI ACQUA VELA BRACCIOLI 3) 5) Sudoku time 4) SOLUZIONI E GIOCHI La voce dello studente I.I.S.S “D.DE RUGGIERI” Tel.: +390998854134 Fax: +390998801777 Posta elettronica: [email protected] [email protected] / ttp:/ h ! t e it/ tern ri.gov. n I e su gi rug mo Sia ceode w.li ww La redazione è disponibile a riservare uno spazio a chiunque voglia inviare poesie, racconti, disegni, foto o altro cui voglia dare visibilità sul giornale della scuola. Il nostro istituto si amplia: dal prossimo anno scolastico saremo lieti di accogliere gli studenti del nuovo indirizzo linguistico La redazione vi augura buone vacanze estive e vi da appuntamento con un nuovo numero il prossimo anno scolastico! SOLUZIONI GIOCHI 1) 3) FRASE DI AMICIZIA 4) BARATTOLI SCIVOLOSI 5) 12. Hike 11. Fishing 10. Slide 9. Warm 8.Lemonade 7. Watermelon 6.Hamburgers 4. Weeds 5.Sunglasses 3.Barbecue 2.Bycicle 1.Butterfly 1.Bumblebee ACROSS: DOWN: 2)