TORINO: “Complotto politico per farmi fuori con l`assessore”
by user
Comments
Transcript
TORINO: “Complotto politico per farmi fuori con l`assessore”
llaa RReeppuubbbblliiccaa MERCOLEDÌ 6 GIUGNO 2012 CRONACA ■ XI TORINO “Complotto politico per farmi fuori con l’assessore” Sanitopoli, Gambarino si difende e sceglie il giudizio come la Ferrero. Sette vogliono patteggiare FEDERICA CRAVERO NICO imputato presente ieri in aula per l’udienza preliminare dell’inchiesta «Sanitopoli», Piero Gambarino non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «È stata una manovra politica quella che ha portato alla caduta mia e dell’ex assessore Caterina Ferrero — attacca — Hanno voluto liberarsi di noi e nelle intercettazioni c’è la prova di tutto il complotto». Ventiseimila conversazioni acquisite che sono state oggetto anche di una delle eccezioni sollevate dalla difesa di Gambarino, assistito da Gian Maria Nicastro e da Mauro Ronco, perché disponibili solamente pochi giorni prima dell’udienza. Tra le telefonate ce ne sarebbe una, in particolare, in cui il presidente della Regione Roberto Cota, parlando con il responsabile della sua segreteria, Giuseppe Cortese, avrebbe dimostrato soddisfazione per l’arresto di Gambarino, braccio destro dell’assessore alla Sanità piemontese. Dei 14 indagati, la metà ha proposto il patteggiamento a pene che vanno dagli otto ai diciotto mesi di carcere: sono il dentista Marco Mozzati (difeso da Pierfranco Bertolino, che ha proposto 8 mesi di carcere), l’imprenditore Pierfrancesco Camerlengo e il suo collaboratore Pasqualino Fico, l’ex commissario straordinario dell’Asl To5 Vito Plastino, Carmine Piccolo (socio di una società di servizi informatici), Vincenzo Vergano (uomo di fiducia di Gambarino) e il curatore fallimentare Salvatore Taverna (assi- U L’EX I punti Caterina Ferrero ex assessore del Pdl alla Sanità della Regione Piemonte coinvolti nello scandalo tangenti Vuole andare a giudizio PATTEGGIAMENTI Sette dei 14 indagati hanno proposto a pm e gip di patteggiare pene tra gli 8 e i 18 mesi di reclusione RINVIO A GIUDIZIO Discuteranno il rinvio a giudizio chiedendo il proscioglimento gli altri indagati: tra loro Piero Gambarino e Caterina Ferrero PARTI CIVILI Solo tre creditori si sono costituiti parti civili nel processo: non la Regione, né le Asl, anche se hanno ancora tempo IMPUTAZIONI I reati, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e concussione In una telefonata intercettata, Cota si dice soddisfatto per l’arresto del factotum Il caso Dietro la biglietteria Gtt, l’immobile conteso Valdo Fusi: Passoni vuole far rendere gli immobili, ma saltano 1,9 milioni L’assessore stoppa il Museo addio biglietteria e fondi Ue DDIO all’ingresso per il Museo Regionale per le scienze da piazzale Valdo Fusi. Un progetto che sembrava a portata di mano. Tutti d’accordo, Regione e Comune, assessori alla Cultura, Michele Coppola e Maurizio Braccialarghe, e pure il collega alla Viabilità di Palazzo Civico, Claudio Lubatti. Si prevedeva di realizzare un ingresso dal retro dell’uscita del parcheggio sotterraneo di Gtt, sfruttando la sala conferenze, e di costruire un collegamento pedonale sotto via Accademia Albertina. I soldi ci sono: 1 milione e 900 mila euro in tutto. Fondi europei che la Regione può impegnare in un progetto che ha un valore anche per la città. Da un lato si dà un ingresso degno di questo nome ad una struttura che fa 180 mila visitatori all’anno, dall’altro si fa vivere una piazza che da quando è stata ristrutturata ha attirato più critiche che elogi. Integrando così l’area con un museo scintifico aperto ad iniziative di arte, musica e danza. A maggio arriva la doccia fredda. Una lettera dell’assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, dove si dice che il retro del parcheggio va messo a reddito per necessità di bilancio. «Sono dispiaciuto, come amministratore e come torinese. Infatti, senza un centesimo di spesa per il Comune eravamo pronti a realizzare un progetto dai molteplici benefici per Torino e per Piazza Valdo Fusi — dice l’assessore Coppola — un progetto condiviso. Si tratta di un’occasione persa». E anche l’assessore Braccialarghe «spera che Passoni riveda la sua posizione, è un’opportunità per rivitalizzare la piazza e utilizzare uno spazio per attività diverse». (d. lon.) A © RIPRODUZIONE RISERVATA stito da Ezio Audisio, che ha chiesto un patteggiamento a un anno e mezzo perché la posizione è aggravata da una corruzione in atti giudiziari). Gli altri sette indagati, invece, hanno rifiutato riti alternativi e hanno scelto di discutere nella prossima udienza (che si terrà il 24 luglio) con il giudice Francesco Moroni il rinvio a giudizio chiesto dai pm Paolo Toso e Stefano Demontis ed eventualmente andare a dibattimento. Tra loro Gambarino: «Confido di essere prosciolto e ho le prove per dimostrarlo», ha affermato. Stessa posizione assunta anche da Caterina Ferrero, assistita da Roberto Macchia. A chiedere il proscioglimento sono stati anche i vertici (ora decaduti) di Federfarma Luciano Platter e Marco Cossolo, Flavio Solavagione (socio di una società di servizi), l’ex sindaco di Cavagnolo Franco Sampò e Renzo Secreto, ex commissario straordinario dell’Asl To4. Mozzati, Camerlengo e Plastino, inoltre, hanno concordato risarcimenti alla Regione e al comune di Cavagnolo. Nessun ente pubblico, tuttavia, si è costituito parte civile nel procedimento. Anche se c’è tempo fino all’inizio del dibattimento, per ora né la Regione Piemonte, né la controllata Scr, né le Asl coinvolte nello scandalo, che parte da un appalto irregolare per la fornitura di pannoloni e tocca la cessione di aree a Cavagnolo, il depistaggio di controlli per la sicurezza del lavoro, una convenzione senza gara per l’emodinamica di Chivasso e Villa Maria Pia, oltre al tentativo di pilotare nomine in varie società pubbliche. Solo tre creditori di una bancarotta si sono presentati come parti lese. © RIPRODUZIONE RISERVATA T1 T2 PR CV 52 Cronaca di Torino LA STAMPA MERCOLEDÌ 6 GIUGNO 2012 Sanità, tra le parti civili non c’è la Regione Ma al processo patteggiano in 7 per risarcire i danni alla giunta Cota il caso ALBERTO GAINO LA TRUFFA SU OPERAZIONI INESISTENTI egione Piemonte, Scr, Comune di Cavagnolo non si costituiscono parte civile all’udienza preliminare per lo scandalo della sanità che vede come principali imputati l’ex responsabile della giunta regionale per quel settore, Caterina Ferrero, e il suo braccio destro in assessorato, Piero Gambarino. In aula compare l’avvocato Lorenzo Mattioda, dell’ufficio legale della Regione. Uscendone non si sottrae: «La giunta deciderà all’esito dell’udienza preliminare se costituirsi». Fra i sette imputati che patteggiano la pena c’è chi vuol risarcire la Regione. L’imprenditore edile lucrava sull’Iva delle false fatture R Applicata la «Severino» E arriviamo alla seconda novità: i legali di Vito Plastino, Pierfrancesco Camerlengo e Marco Mozzati si sono offerti di calcolare il danno di immagine subìto dalla Regione sulla base dei parametri del disegno di legge «Severino» dall’incerto cammino parlamentare per i continui contrasti nella maggioranza che appoggia il governo Monti. E’ la prima volta che si vuole applicare una legge prima ancora che sia entrata in vigore e, in questo caso particolare, diventa per iniziativa di noti avvocati (Gilberto Lozzi, docente emerito di procedura penale, Anna Ronfani e Pierfrancesco Bertolino) un riconoscimento del lavoro del Guardasigilli. L’avvocato Ronfani chiarisce: «Il disegno di legge fissa Turbativa d’asta e abuso d’ufficio Sono i reati contestati all’ex assessore alla Sanità piemontese Caterina Ferrero, che a dicembre aveva indetto una conferenza stampa per chiarire la sua estraneità a collusioni con la malavita parametri oggettivi per il danno di immagine, il cui risarcimento ora è lasciato alla discrezionalità dei magistrati. Ci è sembrato un buon criterio considerare la base di calcolo della somma contestata sino al doppio, come massimo. Il mio assistito, Plastino, risponde di un danno di 6800 euro ricevuti come consulente di Camerlengo, incarico che aveva già prima di diventare commissario Dell’Asl TO5». Sette patteggiamenti Plastino patteggia la pena principale di un anno di reclusione; Camerlengo, il re delle cliniche, 11 mesi e intende risarcire con gli stessi criteri. Così come l’odontoiatra Marco Mozzati, 8 mesi e danno da quantificare con la Regione. L’imprenditore campano Carmine Piccolo e Vincenzo Vergano, un socio di Gambarino, hanno concordato con i pm Paolo To- so e Stefano Demontis la pena di 11 mesi. Esce con il patteggiamento anche l’architetto (del solito «Gamba») Pasqualino Maurizio Fico che converte la sanzione penale nella multa di 20 mila euro. Il curatore fallimentare Salvatore Taverna patteggia la pena più alta (1 anno e mezzo) perché, in cambio della nomina a componente del collegio sindacale di Trm (inceneritore del Gerbido) e altro, «trattiene» la bancarotta di una coop di Gambarino (Ediltoro) danneggiandone i creditori, i soli ad essersi costituiti ieri parte civile. «Decreto nullo» Il gup Francesco Moroni ha stralciato le 7 posizioni e rinviato al 24 luglio, quando scioglierà la riserva sulle eccezioni di nullità della richiesta di rinvio a giudizio proposta dagli avvocati Mauro Ronco e Gian Maria Nicastro per Gamba- rino: «Solo una settimana fa abbiamo avuto le 2500 pagine di brogliacci e i cd con 26 mila telefonate intercettate. E’ stato leso il diritto di difesa». I pm: «Conversazioni di nessuna utilità ai fini dell’accusa e della difesa». Gambarino, 9 imputazioni (concussione, corruzione, turbativa d’asta, intercettazioni abusive), era presente in aula a differenza di Ferrero, che risponde di turbativa dell’asta per i pannoloni con il braccio destro e i farmacisti Luciano Platter e Marco Cossolo, oltre che di abuso d’ufficio per l’emodinamica di Chivasso con il commissario straordinario dell’Asl TO4 Renzo Secreto e Gambarino. Costoro, con Franco Sampò, l’ex sindaco di Cavagnolo, e Flavio Solavaggione, socio del centro di analisi Lisa di Carmagnola, puntano sul proscioglimento ed eventualmente sul processo ordinario. La Finanza gli sequestra 26 immobili tra box e appartamenti Ventisei immobili sequestrati, un patrimonio del valore di 600 mila euro. I finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Torino, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal pm Vincenzo Pacileo, hanno messo i sigilli a 8 appartamenti e 18 garage, riconducibili ad un’impresa di costruzioni torinese. Il sequestro effettuato dalle fiamme gialle, è stato disposto in via preventiva, per garantire il recupero dell’imposta evasa. Gli immobili si trovano a Torino ed in Liguria, in provincia di Imperia. L’indagine è scaturita dagli accertamenti incrociati su alcuni rapporti imprenditoriali avviati nei mesi scorsi dall’Agenzia delle Entrate, in particolare dei funzionari della Direzione Provinciale 1. Controllando la contabilità di un’impresa del settore, è emersa l’emissione di documenti falsi, poi adoperati dal- La festa dei Carabinieri Con il ministro Il generale Pasquale Lavacca, comandante della Legione (al centro), insieme al ministro del Lavoro Elsa Fornero che ieri ha partecipato nella caserma Cernaia alla celebrazione dei 198 anni di fondazione dell’Arma Fornero: il vostro aiuto prezioso per il lavoro Norme di sicurezza e salute al centro dei controlli svolti dalla Benemerita MASSIMILIANO PEGGIO Controllo dei cantieri e contrasto al lavoro in nero. C’è anche la tutela dei lavoratori tra i risultati annuali dell’Arma dei Carabinieri, annoverati nelle statistiche ufficiali accanto alla lotta alla criminalità organizzata, ai rapinatori di farmacie e ai truffatori di anziani. A sottolineare questa attività investigativa è stato proprio il ministro del Lavoro Elsa Fornero, partecipando ieri alla festa per il 198˚anniversario di fondazione della Benemerita, celebrata alla caserma Cernaia osservando un minuto di silenzio per i terremotati del- l’Emilia. «I nuclei carabinieri, inquadrati presso l’Ispettorato del Lavoro - ha detto il ministro hanno compiti prevalentemente diretti ad accertare violazioni in materia di diritto del lavoro ad accertare il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute». Nel 2011, in Piemonte e Valle d’Aosta, sono state denunciate 224 persone, di cui il 58% per assunzione di lavoratori in nero, e 31% per violazione di norme antinfortunistiche. «Nei primi mesi di quest’anno - spiega il generale Pasquale Lavacca, comandate della Legione carabinieri abbiamo intensificato i controlli, perché crediamo che l’attività di prevenzione, in moti casi, sia più efficace dell’intervento di repressione. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alle sinergie con gli altri enti, l’Inps, Inail, nell’ottica dei controlli incrociati». Nei primi mesi di quest’anno, a Torino, si sono registrati già 22 infortuni di grave entità, di cui due mortali. Nel 2011 i de- la società finita sotto inchiesta per realizzare la frode ai danni del fisco. I finanzieri, seguendo le tracce della documentazione fornita dall’Agenzia, hanno così ricostruito un «giro» di false fatturazioni per 3 milioni di euro. Le fatture false si riferiscono alla compravendita di una vasta area edificabile in un Comune della cintura torinese «finalizzata ad una più ampia operazione di investimento immobiliare». Gli investigatori hanno però accertato che la transazione non è stata perfezionata. Nonostante questo, il venditore avrebbe emesso lo stesso fatture per 3 milioni di euro. «Formalmente - scrivono i finanzieri - a titolo di acconto. L’acquirente, in questo modo, ha potuto contabilizzare fatture per operazioni inesistenti e detrarre, così, l’IVA per 600 mila euro». Di fatto l’imprenditore si sarebbe intascato il 20% dei 3 milioni di euro, «senza aver però sostenuto di fatto alcun esborso di denaro». Un furbetto del fisco. L’indagine è solo all’inizio. L’attività di controllo messa a punto dall’Agenzia delle Entrate di Torino avrebbe permesso di scovare altri intrecci sospetti. [M. PEG.] I numeri Più personale nelle stazioni e più pattuglie sul territorio». Questi gli obiettivi indicati per il 2012 dai vertici dell’Arma in Piemonte. Per intensificare quella capillarità che nel 2011 ha consentito di perseguire il 75% dei reati commessi, con 190 mila denunce. Molti encomi: 41. In particolare ai militari del Nucleo Investigativo e della compagnia di Ivrea impegnati nell’operazione «Minotauro» contro la criminalità calabrese. I cessi erano stati undici. Molti per cadute da impalcature. La provincia piemontese con il maggior numero di notizie di reato, al momento, è Cuneo, con 32 denunciati. Ma tra i temi caldi affrontati del generale Lavacca, c’è anche l’austerity imposta a tutti gli enti dello Stato e il Tav. «Da anni siamo abituati a risparmiare e in futuro garantiremo lo stesso livello di efficienza con risorse inferiori. Di certo non ci è favo- revole l’andamento dei servizi di ordine pubblico che ci vede impegnati soprattutto in Val di Susa» dice. E aggiunge: «Per noi è un doppio problema, perché in quei territori ci viviamo. I carabinieri che vivono in valle hanno contatti diretti con le persone che contestano. Il cantiere oggi è un sito strategico nazionale, presidiato dalla polizia, dall’Arma, dall’esercito. Inviterei a riflettere sui costi che servono a mantenere questo apparato». In altre parole, il Tav è una questione politica, non solo di ordine pubblico e giudiziaria. «La politica dovrebbe trarre insegnamento da quello che sta capitando in valle». C’è il rischio che la contestazione degeneri in qualcos’altro? «La maggior parte dei contestatori scelgono il Tav come occasione di scontro, come pretesto. Spesso fruttando chi è in buona fede, e protesta pacificamente». I fatti di Genova, cioè l’aggressione a un manager dell’Ansaldo, possono contagiare anche Torino? «La città è cambiata dagli anni del terrorismo. Non c’è più quell’humus ideologico di un tempo, che vedeva nella fabbrica il luogo dello sfruttamento. Per certi movimenti questa immagine esiste ancora, anche se il problema oggi è mantenere il lavoro. C’è molta sofferenza in giro. Gli imprenditori lottano accanto ai loro dipendenti per difendere il lavoro». Quel lavoro che va difeso dai pirati dell’abusivismo.