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urioso. Rossi: se ne vada
TRENTO 14 giovedì 16 giugno 2016 Il consigliere autonomista, deluso per la mancata elezione alla vicepresidenza del consiglio regionale, ieri in aula ha attaccato il presidente, Dallapiccola e il Pd POLITICA l'Adige Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] ● Dopo l’intervento da oppositore, non intende però lasciare il Patt e dice: «Ho parlato in perfetta sintonia con lo statuto del partito e ho detto quello che chiede la nostra gente» Kaswalder furioso. Rossi: se ne vada Il governatore e Panizza: «Se non si sente nel programma, ne tragga le conseguenze» LUISA MARIA PATRUNO [email protected] Un Walter Kaswalder furioso ha tenuto banco ieri mattina in consiglio regionale per quasi mezz’ora con un intervento da consigliere d’opposizione, con cui si è scatenato in un attacco diretto - in primis - nei confronti del governatore Ugo Rossi, ma poi anche dell’assessore autonomista Michele Dallapiccola, e di chi secondo lui è entrato nel Patt per opportunismo, perché è un partito in ascesa, «come chi sale sull’autobus». E poi è si è espresso con toni durissimi contro il Partito democratico, locale e nazionale, definendo «devastante per l’autonomia» il «cordone ombelicale» che lega il Patt al Pd e chiedendo infine anche la revoca delle deleghe all’assessora regionale al welfare, Violetta Plotegher (Pd), per la sua proposta di revisione del pacchetto famiglia e alcuni suoi voti in giunta (si era astenuta su Cda A22). I consiglieri del Partito democratico, vista la piega che prendeva l’intervento, sono usciti dall’aula mentre Kaswalder parlava, in segno di profondo disappunto. Il consigliere provinciale autonomista, d’altra parte, attribuisce proprio al Pd, oltre che al presidente della Provincia, Ugo Rossi, la responsabilità di aver boicottato la sua promessa elezione alla vicepresidenza del consiglio regionale. E ieri REAZIONI Tra Walter Kaswalder (a sinistra) e Ugo Rossi è rottura: il consigliere invitato ad andare all’opposizione ha riversato in aula tutta la sua rabbia. Ha dato dell’incompetente al presidente Rossi citando i dati della Banca d’Italia sul Pil e il raffronto fra Trentino e Alto Adige che Kaswalder ha definito «impietoso». «Dopo due anni e mezzo in giunta regionale - ha detto il consigliere autonomista - spero che Rossi abbia imparato qualcosa dai colleghi dell’Alto Adige. Invece di pensare al gender e all’omofobia le prio- rità sono altre». Poi ha criticato le politiche turistiche (competenza di Dallapiccola): «Dal lago di Garda se noi oggi ricaviamo 10 l’Alto Adige avrebbe saputo ricavare 500. E in 40 anni non siamo neppure stati capaci di dotare il lago di una viabilità decente: stiamo ancora aspettando la Loppio-Busa». E si è lamentato anche per la presenza dell’orso. Gli strali contro la politica della maggioranza di centrosinistra autonomista sono prose- guiti contestando le posizioni contro la chiusura del Brennero e di accoglienza dei profughi. «Dovremmo metterci nei panni degli austriaci» ha detto Kaswalder. E poi: «Si dovrebbero organizzare traghetti da Tripoli all’Italia facendo pagare il biglietto di mille euro ai profghi, così incasseremmo qualcosa, invece di mobilitare la marina per pattugliare il mare». Poi sul tema della sicurezza si è detto d’accordo con l’opposizione, in particolare L’ADIGE 16 GIUGNO 2016 PAG. 14 IL CASO Nicoletti: vanno tagliati Costi della politica, appello Acli Le Acli, e con esse Cgil, Cisl e Uil, in audizione in Consiglio regionale hanno ribadito l’urgenza e l’importanza di un segnale di responsabilità da parte dei rappresentanti delle nostre istituzioni autonomistiche. La materia, come noto, è quella riferita ai «costi della politica», ovvero alle retribuzioni dei consiglieri regionali così come scritto nella legge di iniziativa popolare presentata dal movimento aclista e che nell’autunno scorso aveva raccolto oltre 10.000 firme di cittadini. In un clima di generale difficoltà economica e sociale – ha ribadito il vicepresidente vicario delle Acli Walter Nicoletti – è necessario un segnale di discontinuità con il passato al fine di avvicinare, anche nel trattamento economico, la vita di coloro che si occupano di politica con la vita dei cittadini. A dare man forte alla proposta aclista era presente una delegazione dei sindacati trentini di Cgil, Cisl e Uil. Borga e Fugatti, e ha detto: «Trento è un disastro». Ha contestato l’Icef nei servizi sociali e infine la riforma costituzionale di Renzi sostenendo che per l’autonomia: «Era meglio la riforma del leghista Calderoli». Al termine dell’intevento ha comunque confermato: «Faccio parte di questa maggioranza». E a margine della seduta ha spiegato: «Ho parlato in perfezza sintonia con lo statuto del Patt. Non me ne vado né dal gruppo né dalla maggioranza. I dati che ho citato sono nella relazione della Banca d’Italia e il resto è quello che chiede la nostra gente». Ma sia il presidente Rossi che il segretario del Patt, Franco Panizza, la pensano diversamente e chiedono a Kaswalder di trarre le conseguenze delle sue parole e andarsene all’opposizione. Il presidente Ugo Rossi dopo aver sentito Kaswalder ha in- Intanto Claudio Cia corteggia il consigliere autonomista per coinvolgerlo in un nuovo progetto Il gruppo «dem» ha abbandonato l’aula mentre parlava Kaswalder Il Pd: «Si pone fuori dalla maggioranza» «Con le affermazioni odierne il consigliere Kaswalder non è più “borderline” rispetto alla maggioranza di centro sinistra autonomista, si pone infatti nettamente al di fuori». Lo scrive in un comunicato Alessio Manica, capogruppo del Pd in consiglio regionale e provinciale a nome di tutto il gruppo. Proprio Manica aveva definito a «borderline» rispetto alla maggioranza il consigliere autonomista Walter Kaswalder, in particolare per la sua posizione sull’omofobia, nel motivare il «no» del Pd alla sua nomina a vicepresidente del consiglio regionale. Ieri i consiglieri del Pd sono usciti dall’aula mentre Ka- REGIONE swalder parlava e nel comunicato ufficiale hanno definito «inqualificabile il trasportare in aula questioni personali, di gruppo o di partito» e definito «inaccettabili le affermazioni di merito fatte sui temi più disparati». «Se la maggioranza di centro sinistra autonomista è per il consigliere Kaswalder, un giogo “devastante” sotto il Partito democratico, - aggiunge il gruppo del Pd - scelga con un minimo di coerenza logica altre strade o case. Sono inqualificabili gli attacchi al Partito democratico ed ai suoi esponenti. Invece che annunciare mozioni di sfiducia verso l’assessora Plotegher, valuti, per coe- renza con quanto detto, di dimettersi dalla presidenza della prima commissione regionale, alla quale è stato eletto con i voti dell’intera maggioranza e quindi anche del fastidioso Partito democratico. Respingiamo al mittente - conclude il Pd - la strampalata idea che la difesa dell’autonomia passi solo da se stesso o dal Patt: se c’è la clausola dell’intesa è per il peso del Pd nelle aule del parlamento italiano e per il lavoro complessivo del centro sinistra autonomista, non per le curiose retoriche che ha usato in aula». In consiglio regionale, dopo l’intervento di Kaswalder, per il Patt era Il gruppo del Pd compatto ribatte a Kaswalder intervenuto l’assessore provinciale Michele Dallapiccola, che a nome del gruppo ha preso le distanze dissociandosi dalle parole del consigliere Kaswalder che ha definito «posizioni personali» e riaffermando che il gruppo sostiene il governo e la maggioranza provinciale. Intanto, da parte dell’opposizione si guarda con interesse a Kaswalder nella speranza di staccare un altro pezzo al gruppo del Patt. Claudio Cia, che sabato lancerà il suo nuovo movimento politico, ha già iniziato a corteggiare il consigliere autonomista per cercare di strapparlo alle Stelle alpine. L.P. Il presidente eletto ieri al posto di Rossi, le ritiene adeguate. Sui vitalizi: «Decidono i giudici» Indennità, Kompatscher non vuole tagliare La seduta di ieri del consiglio regionale, monopolizzata dalla polemica tutta trentina innescata dall’intervento di Walter Kaswalder (Patt), in realtà avrebbe dovuto concentrarsi sulla «staffetta» di metà legislatura alla guida della Regione, tra il presidente di lingua italiana a quello di lingua tedesca. Il passaggio comunque c’è stato e il consiglio regionale ha eletto presidente della Regione per la seconda parte della legislatura, Arno Kompatscher (nella foto), che è anche il presidente della Provincia di Bolzano, e vicepresidente il trentino Ugo Rossi che fino a ieri era il presidente. Nell’assumere l’incarico, Kompatscher ha toccato varie questioni, dalla modifica dello Statuto di autonomia; al ruolo della Regione e le collaborazioni fra Trento e Bolzano e poi anche Innsbruck nell’Euregio; alla problema della chiusura del Brennero. «Abbiamo garantito e continueremo a garantire la nostra Autonomia» ha detto Kompatscher in merito alla riforma costituzionale sulla quale ci sarà il referendum a ottobre e che non vede la contrarietà delle due Province. «L’orientamento centralista non ci piace - ha ribadito -, ma abbiamo la clausola di salvaguardia e abbiamo l’occasione di chiedere che questa clausola sia definitiva se inserita all’interno dello Statuto d’Autonomia». Riguardo poi ai due percorsi paralleli avviati per la modifica dello Statoto - a Bolzano con la convenzione e a Trento con la consulta - il presidente della Regione ha detto: «Lo Statuto è l’adempimento di accordi internazionali. Non esiste un doppio binario, ma una unica via. Bisogna discutere nelle due Province e poi si deve trovare l’accordo in Regione». Nella sua relazione il neopresidente ha toccato anche la questione dell’attuazione della riforma dei vitalizi - si devono ancora recuperare tutti i soldi - mentre non ha lasciato speranze sull’ipotesi di una nuova riduzione delle indennità dei consiglieri regionali come chiesto dal disegno di legge di iniziativa popolare promosso dalle Acli. «La prima metà della legislatura - ha detto Kompatscher - è stata dominata dal dibattito sui “costi della fatti dichiarato in termini altrettanto duri: «Ognuno è libero di avere le proprie idee e io le rispetto tutte anche se non condivido niente di ciò che ha detto. E comunque un conto è avere proprie sensibilità e un conto è avere idee completamente opposte, come in questo caso, al programma del governo provinciale e regionale e all’azione del governo provinciale e regionale. Se non si sente dentro quel programma credo - conclude Rossi - che dovrebbe trarne le conseguenze con serenità. Quindi spetta prima di tutto a lui fare una riflessione». Quasi identiche sono le parole del senatore Franco Panizza che precisa: «Su questo programma della coalizione il Patt ha chiesto ed ottenuto il voto degli elettori. Se Kaswalder non si sente dentro quel programma credo che dovrebbe trarne le conseguenze in serenità. Spetta a lui decidere». politica”. In particolare la disciplina dei vitalizi, così come era stata concepita e attuata in precedenza, si è rivelata insostenibile agli occhi della popolazione generando ostilità e rifiuto. La nuova legge regionale volta a introdurre dei correttivi in materia è a sua volta oggetto di critica - anche per i suoi effetti in parte retroattivi - ed è stata impugnata. Spetta ora alla magistratura chiarire le relative questioni». Dice no invece a ulteriori tagli alle indennità visto che ritiene adeguata la situazione attuale: «Sono convinto che delle indennità commisurate alla responsabilità dei decisori politici siano un presupposto per la buona gestione della cosa pubblica. Ma occorre assolutamente evitare che oltre alla remunerazione prevista i politici godano di privilegi occulti o palesi. Con la completa abolizione del sistema dei vitalizi, il passaggio al sistema contributivo e l’adeguamento all’età pensionabile comunemente prevista sono stati compiuti i passi fondamentali in tale direzione. Ora si tratta di comunicare in maniera trasparente la nuova disciplina». Copia di b9ccb9a79d65f3c56f205a7a95adec0a 20 Trento TRENTINO GIOVEDÌ 16 GIUGNO 2016 il caso della settimanA » VIOLENZA SULLE DONNE di Matteo Ciangherotti ◗ TRENTO «Viviamo ancora in una società che legittima certi comportamenti dell'uomo nei confronti delle donne, le pene ci sono, ma quello che manca è la sensibilità». La responsabile del Centro antiviolenza di Trento per donne in situazione di abuso, Barbara Bastarelli, racconta il suo punto di vita. Lo sguardo di una donna sulle donne. Oltre 260 casi seguiti dal Centro ogni anno (259 nel 2015). Non pochi, anche perché il numero, rispetto alle reali situazioni di violenza, è ampiamente sottostimato (statisticamente le donne che chiedono aiuto sono la minoranza). «C'è bisogno di una sensibilità maggiore a livello culturale, programmando interventi di formazione a scuola e nei luoghi di lavoro». Come arriva una donna a rivolgersi al vostro Centro? «Una donna arriva da noi perché o ci ha cercato in internet, o perché ha chiamato il numero verde nazionale o perché consigliata da un amico. Con il nostro numero, 0461 220048, garantiamo il totale anonimato e la segretezza. Si prende un primo appuntamento per un colloquio dove cerchiamo di instaurare una relazione con la persona e, a seconda della gravità del caso, si prosegue con uno o due colloqui settimanali». Quali sono le prime azioni che mettete in campo? «Innanzitutto, cerchiamo di capire al meglio il caso e, soprat- «Le pene possono bastare ma manca la sensibilità» Il cervello umano scandisce il tempo e va di corsa Sui femminicidi interviene anche la responsabile del Centro antiviolenza di Trento Barbara Bastarelli. «Bisogna fare formazione nelle scuole» La responsabile del centro antiviolenza di Trento, Barbara Bastarelli tutto, di far prendere consapevolezza alla donna della situazione che sta vivendo. Nella necessità che la persona abbia bisogno di una residenza protetta per sé e per i suoi figli, la indirizziamo alle strutture presenti sul nostro territorio. Forniamo un consulto legale e psicologico, la accompagniamo in questura e al pron- to soccorso». I segnali che dovrebbero far preoccupare una donna, quali sono, se ci sono? «Non vi sono segnali specifici prima di un'aggressione fisica, ma io dico sempre che tutto ciò che fa soffrire una donna è già abbastanza perché essa possa prendere consapevolezza dei rischi che sta correndo. Un segnale, il dolore, che deve spingere a un confronto necessario. Se piango, c'è sempre qualcosa che non va». Che cosa blocca una donna nel chiedere aiuto? Sensi di colpa, vergogna? «Soprattutto il sentimento di vergogna che va di pari passo al grado di istruzione. Spesso nelle donne che subiscono violenze, nell'affidarsi all'aiuto altrui, subentra la paura che siano gli altri a decidere per loro. Cosa farò, allora, una volta sola? Questa domanda assilla il loro animo». Violenza fisica e psicologica vanno di pari passo? «La violenza fisica e quella psicologica nella maggior parte dei casi si accompagnano, anche perché dietro ad episodi ripetuti di violenza psicologica, che comprende atti e parole volte a sminuire il ruolo e la figura della donna (“non vali niente” etc.), si nascondono almeno un paio di episodi di violenza fisica. Spesso le donne vengono minacciate di portare via loro i figli, o di rovinarle se dovessero parlare». Per la sua esperienza quotidiana, cosa manca per arrestare il fenomeno? «Guardi, le pene ci sono e sono sufficienti. Il problema è culturale e tutti noi siamo chiamati giorno per giorno a un'educazione rispettosa dei generi. La violenza in contesti di intimità è lacerante. La cultura ha bisogno del suo tempo per cambiare, ma va in qualche modo accelerata. Abbiamo necessità di una crescente sensibilità sulla questione». Anche il cervello umano va di corsa. Succede quando gli stimoli che arrivano dall’esterno sono molti. Il cervello deve fare un super-lavoro per mettere l’etichetta giusta a ogni rivolo del flusso sensoriale continuo. Il cambiamento nel ritmo di lavoro dei neuroni è stato documentato da un gruppo di ricercatori con delle speciali “telecamere”. A descriverlo nell’articolo pubblicato sulla rivista “Current Biology” sono un gruppo di scienziati tra cui David Melcher, del Centro Mente Cervello dell’università di Trento: «Il problema di base è che noi umani, come ogni essere vivente, dobbiamo basare tutta la nostra conoscenza ed esperienza sull’informazione che arriva dai sensi». ©RIPRODUZIONERISERVATA TRENTINO 16 GIUGNO 2016 PAG. 20 la proposta di legge Acli e sindacati trentini contro i costi della politica ◗ BOLZANO Nel corso dell’audizione di martedì scorso a Bolzano, le Acli, e con esse le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, hanno ribadito l’urgenza e l’importanza di un segnale di responsabilità da parte dei rappresentanti delle nostre istituzioni autonomistiche. La materia è quella riferita ai “costi della politica”, ovvero alle retribuzioni dei consiglieri regionali così come scritto nella legge di iniziativa popolare presentata dal movimento aclista e che nell’autunno scorso aveva raccolto oltre 10.000 firme di cittadini. “In un clima di generale difficoltà economica e sociale – ha ribadito il vicepresidente vi- cario delle Acli Walter Nicoletti – è necessario un segnale di discontinuità con il passato al fine di avvicinare, anche nel trattamento economico, la vita di coloro che si occupano di politica con la vita dei cittadini”. A dare man forte alla proposta aclista era presente una delegazione dei sindacati trentini di Cgil, Cisl e Uil rappresentata da Andrea Grosselli (Cgil) e Michele Bezzi (Cisl). Secondo Grosselli le attuali retribuzioni non sono sostenibili se paragonate alle difficoltà delle famiglie e dei lavoratori. Pertanto, un segnale di ulteriore limitazione nelle retribuzioni dei consiglieri consentirebbe di dare vita a un Fondo di solidarietà per i cittadini in difficoltà. a condino Rissa fra vicini: e spunta la mazza Nell’ex convento, il lido Inchiostro Il martedì e venerdì, il prato si trasforma in una spiaggia con musica e teatro ◗ TRENTO La serata d’inaugurazione organizzata dall’associazione Inchiostro Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, la Direzione e tutto il Personale della Cassa Rurale di Levico Terme partecipano al dolore della dipendente Francesca Vettorazzi per la perdita del padre I soci dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino partecipano al dolore della famiglia Vettorazzi per la scomparsa del caro GIANCARLO VETTORAZZI GIANCARLO Levico Terme, 16 giugno 2016 ■ ■ Un litigio fra vicini di pianerottolo nel pomeriggio di martedì a Condino. Coinvolte due famiglie, una di africani e una serba con l’intervento di carabinieri e polizia locale per calmare gli animi. E il sequestro di una mazza da baseball. (a.p.) Grande partecipazione alla prima serata del 10 giugno della neonata associazione “Inchiostro”, che trasformerà fino a fine luglio, tutti i martedì e venerdì, il chiostro dell’ex convento egli Agostiniani, in vicolo San Marco in “spiaggia”. L’associazione formata da Jacopo Mazzonelli 32 anni, insegnante di pianoforte e artista multimediale, Martino Tomio, 35 anni consulente dell’Agenzia del lavoro e il coetaneo Lorenzo Graffer, dentista vuole sfruttare uno spazio suggestivo come il chiostro di vicolo San Marco, poco utilizzato. L’intenzione è quella di allestire una sorta di lido ur- bano, con sdraio, ombrelloni e bancone vintage, sullo stile della Rimini anni Cinquanta, dove poter degustare vini della cantina De Vescovi Ulzbach, birra artigianale Rethia e i piatti della cucina del Rifugio Bindesi. Il rifugio di Villazzano, gestito da Fabio Bortolotti e Federico Weber, si è distinto per una cucina attenta alla tradizione trentina, con materie prime selezionate. Non mancheranno i momenti musicali e l’animazione attraverso il teatro e la partnership con le politiche giovanili del Comune di Trento per partecipare alla piattaforma Futura Trento. Domani è previsto il post partita Italia Svezia con AleSoul dj set. Trento, 16-06-2016 Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)