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Il lusso di - Confindustria Modena
Ritratti d’impresa | Olmar and Mirta Giambattista e Mirta Tirelli si sono specializzati in fashion d’avanguardia Il lusso di Olmar & Mirta Negli ultimi 15 anni l’azienda di Concordia è diventata una factory licenziataria di firme celebri del mondo della moda e nel 2011 ha rilanciato la storica griffe Gentryportofino. «Continuare a realizzare progetti è la risposta al terremoto che ci ha colpito» di Arianna De Micheli 60 OUTLOOK - Marzo/Aprile 2013 L ’ambiente in bianco e nero è spartano, un grezzo tavolo in legno che pare una piazza d’armi, una scrivania deserta, un letto mignon avvolto in drappi neri. E bozze incompiute di abiti in attesa del suo ritorno. «Ecco lavora qui, così l’ha voluto e disegnato lui stesso», Lui è Rick Owens e non abita a Concordia sulla Secchia. Emblema del prêt-à-porter d’avanguardia, è da quasi dieci anni in pianta stabile a Parigi. Ma qui, nel cuore della Bassa modenese, lo stilista della West Coast dai lunghi capelli corvini, incarnato diafano, fisico scolpito e asciutto, look total black e modi impeccabili, è comunque di casa. Con cadenza mensile. La sala che abbiamo descritto è dove partorisce le sue collezioni contemporanee eppure senza tempo, estranee ai cliché e capaci di incantare star da tappeto rosso e vip di entrambi i sessi e di ogni età, compresa la first lady Usa Michelle Obama, che nel 2009 è stata immortalata in versione casual con gilet in pelle e t-shirt in jersey firmate Owens. Lo stilista da dieci anni è il cavallo vincente della scuderia di artisti di talento di Giambattista Tirelli. Un incontro fortuito e casuale quello tra il titolare di Olmar and Mirta, imprenditore prestato alla passerella, e lo stilista che viene definito da molti gotico anche se lui non apprezza questa definizione. «Una scommessa che ha funzionato e i cui ottimi frutti sono evidenti», spiega Tirelli. «Con Rick condividiamo lo showroom a Parigi e sette negozi monomarca nel mondo. La stessa Parigi, Londra, New York, Tokyo ma anche Seul e Honk Kong. Il più recente è lo store di Mirta Tirelli aveva nel mantovano un’impresa tessile che portava il suo nome; nel 1997 con il marito Giambattista rileva la Olmar, ditta specializzata nel conformato per taglie forti. Da qui il nuovo nome. Oggi in azienda lavorano anche le nuove generazioni Nella pagina a sinistra: lo stilista Rick Owen. In alto: Mirta e Giambattista Tirelli Marzo/Aprile 2013 - OUTLOOK 61 L’azienda è in costante crescita: 2002 il fatturato era di 5 milioni di euro nel 2011 ha superato i 55 milioni, per il 90% realizzati sui mercati esteri, nel in particolare Europa, Usa, Giappone e Sud Est asiatico Gianluca Tirelli Olmar and Mirta nasce internazionale già nel nome e determinata a esplorare nuovi orizzonti. «Abbiamo deciso di diversificare la produzione con l’obiettivo di offrire un prodotto di nicchia nel segmento del lusso», ricorda Giambattista Tirelli. «Ci siamo focalizzati sugli stilisti d’avanguardia. Sono stati anni molto duri ma anche elettrizzanti e con costanti riscontri positivi» Milano che verrà inaugurato entro il 2013». Due stabilimenti a Concordia, di cui uno oggi inagibile poiché in piena zona rossa per colpa del terremoto dello scorso maggio, un terzo a San Giacomo delle Segnate in provincia di Mantova dove, dopo il sisma, è stata trasferita la produzione di maglieria e che era già sede della logistica e del controllo qualità del prodotto finito. Olmar and Mirta è factory licenziataria di firme celebri a livello planetario (Owens in esclusiva mondiale, ma anche Maurizio Pecoraro e Gareth Pugh) e nel 2011 si è gettata in una nuova avventura: il rilancio della storica griffe genovese di maglieria in cashmere Gentryportofino. Perché l’azienda crede fermamente nel marchio che fa la differenza, «La forza è nel brand», conferma in modo schietto l’imprenditore e «Meglio ancora se supportato da un made in Italy, come è noto, assai apprezzato all’estero». I mercati di riferimento sono infatti l’Europa e gli Stati Uniti, seguiti a ruota da Russia, Giappone e Sud Est asiatico. Tutti mercati colonizzati dalla maison nostrana che, con lo sguardo puntato verso il Medio Oriente, un piede già in Cina e l’altro in marcia verso il Brasile e l’In- 62 OUTLOOK - Marzo/Aprile 2013 Per Tirelli «la forza è nel brand, meglio ancora se supportato da un made in Italy che come è noto viene assai apprezzato all’estero». Anche l’azienda di Concordia ha risentito della crisi: «Nel 2012 per la prima volta dopo molto tempo siamo rimasti stabili, senza crescere. La perdita di fatturato sul mercato domestico è stata però recuperata grazie all’export» dia, realizza fuori confine il 90 per cento del proprio fatturato. Un giro d’affari che lo scorso anno ha superato i 55 milioni di euro. «La crisi? Anche noi, seppur in modo lieve, ne abbiamo risentito. Tanto che nel 2012, per la prima volta dopo molto tempo, siamo rimasti stabili senza crescere. La perdita di fatturato sul mercato domestico è stata però recuperata completamente grazie all’export». Neppure il devastante terremoto di inizio estate che ha minato molte delle case, chiese e monumenti del piccolo paese di Concordia sembra avere compromesso la solidità di un’impresa familiare molto legata alla propria terra ma sempre curiosa dell’altrove. «Quando è stato il momento di rientrare in azienda», racconta Gianluca, figlio di Giambattista nonché, insieme al fratello Cristiano, alla sorella Benedetta e la nipote Licia, la nuova generazione al lavoro. «La paura era tanta che, per evitare un irrigidimento dei rapporti con il personale, abbiamo optato per un supporto psicologico, e avere a disposizione nuovi strumenti utili a gestire l’ansia ha reso tutti molto più sereni. Qui in via Agnini la struttura, costruita negli anni Sessanta, ha retto alla perfezione. Per precauzione I numeri Da Concordia al mondo più esclusivo Olmar and Mirta, factory licenziataria di firme esclusive con quartier generale a Concordia sulla Secchia è frutto del matrimonio nel 1997 tra il maglificio Mirta e l’azienda dedita al conformato Olmar spa rilevata dallo stesso Giambattista Tirelli. Dopo un periodo di rodaggio alla ricerca di una propria identità, Olmar and Mirta guadagna un posto al sole nel ristretto universo della moda del lusso d’avanguardia. Il fatturato nel giro di un decennio, tra il 2002 e il 2012, passa da cinque a oltre 55 milioni di euro e attualmente l’azienda conta 100 dipendenti e produce oltre 300.000 capi all’anno. Olmar and Mirta realizza fuori confine il 90 per cento del proprio giro d’affari: Europa, Stati Uniti, Russia, Giappone, Sud Est asiatico sono i mercati privilegiati. Ma si stanno aprendo nuove opportunità anche per Cina, Medio Oriente, Brasile e India. Nel 2011 la maison modenese rilancia lo storico marchio ligure Gentryportofino. Il brand nato nel 1974 e rimasto sulla cresta dell’onda sino alla fine degli anni Novanta quando venne fagocitato da Ittierre; passando, prima dell’intervento di Tirelli, per il maglificio Elisabeth Mambrini. Nonostante le difficoltà economiche, il marchio Gentryportorfino continuava a essere forte di un enorme patrimonio di brand awarness. «Serviranno minimo quattro, forse sei stagioni per il break even, ossia per raggiungere un obiettivo di pareggio fissato a cinque milioni di euro», valutava Tirelli lo scorso maggio al momento del nuovo inizio. «Contiamo di aprire dieci negozi monomarca nel lasso di un triennio». Marzo/Aprile 2013 - OUTLOOK 63 Ritratti d’impresa | Olmar and Mirta COLPIRE NEL SEGNO Isabella d’Este, marchesa di Mantova in un ritratto di Peter Paul Rubens Rick Owens, emblema del prêt-à-porter d’avanguardia, da dieci anni è il cavallo vincente della scuderia di artisti di talento di Giambattista Tirelli. «Una scommessa che ha funzionato e i cui ottimi frutti sono evidenti», spiega il fondatore dell’azienda insieme alla moglie Mirta. «Con Rick condividiamo lo showroom a Parigi e sette negozi monomarca nel mondo; il più recente è lo store di Milano che sarà inaugurato entro il 2013» ci siamo trasferiti ai piani bassi utilizzando anche alcuni container parcheggiati in cortile. La ristrutturazione degli uffici? Era già in agenda, non potevamo che cogliere la palla al balzo. Lavorare in simili condizioni, con il timore costante di subire gli effetti di ulteriori scosse, è stato difficilissimo. Eppure, nonostante l’inevitabile stop di qualche giorno, le collezioni sono state presentate come da programma e la maggior parte dei capi consegnati nei tempi prestabiliti». Pagine di storia, quella della famiglia Tirelli, scritte con l’inchiostro del coraggio e sottolineate, almeno in parte, dalla dea bendata. E di cui il paragrafo sisma è solo una parentesi inaspettata. «Il rischio è l’anima del gioco. Bisogna provare, osare e sperimentare strade diverse. Ma occorre anche un po’ di buona sorte. E soprattutto una squadra coesa su cui poter fare affidamento anche nei momenti peggiori, persone capaci di puntare alla sintonia lasciando fuori la conflittualità. La forza di questa azienda è il team formato da collaboratori e dipendenti, in totale un centinaio, con una età media intorno ai 35 anni. Si tratta perlopiù di assunzioni maturate nel tempo e poi tradotte in un rapporto di fiducia reciproca. Abbiamo formato molte persone che per noi oggi rappresentano il reale valore aggiunto». Neanche a dirlo è Il libro | Mecenati per amore della moda on solo imprenditore a proprio agio nel multiforme universo della moda, ma anche mecenate di cultura, Giambattista Tirelli diventa sponsor dell’ultima fatica letteraria dello studioso mantovano Giancarlo Malacarne «Fruscianti vestimenti e scintillanti gioie». Un raffinato e voluminoso doppio volume, edito da Linea4 di Verona, del costo di 120 euro e caratterizzato da una scrittura ricercata e impreziosita da eleganti illustrazioni a piena pagina. «Le ho raccolte durante un lungo pellegrinaggio che mi ha portato in numerosi musei italiani ed europei. Gioielli, ritratti, dettagli di vestiti, tutti tradotti in dipinti», spiegava Malacarne lo scorso primo dicembre a margine del debutto in società dell’opera nella spettacolare Sala dei Cavalli di Palazzo Te a Mantova. Immagini preziose che gli enti museali certo non sono soliti regalare. Motivo per cui il sostegno di Tirelli si è rivelato conditio sine qua non per portare a termine con successo l’ardua impresa editoriale. «Isabella d’Este, per la sua epoca», racconta il presidente di Olmar and Mirta, «era una donna senza dubbio all’avanguardia. E non sono in molti a conoscere l’importante contributo dato dai Gonzaga alla ricerca nel campo della moda. Ecco perché non potevo che sposare il progetto di Malacarne». Isabella, marchesa di Mantova che attribuiva a se stessa il ruolo di «prima profumera del mondo», realizzava abiti, inventava nuovi profumi e si dilettava nel creare fantasiose acconciature. Il suo parere in fatto di stile pare fosse richiesto dalle dame più eleganti d’Europa, in primis la regina di Francia. «Caterina de’ Medici chiese tramite missiva alla figlia di Isabella, Margherita Paleologo, di farle confezionare alcune camicie a Mantova. La lettera, insieme al campione di seta sempre inviato dalla regina», rivelava Malacarne, per sua stessa ammissione instancabile divoratore della corrispondenza dei Gonzaga, «è tuttora custodita nell’Archivio di Stato. Nel libro sono incluse le fotografie di questi tessuti». N Marzo/Aprile 2013 - OUTLOOK 65 Ritratti d’impresa | Olmar and Mirta La Olmar and Mirta si è specializzata nel ristretto universo della moda del lusso d’avanguardia: primo tra tutti Clements Ribeiro e, di passaggio, Riccardo Tisci fino ad arrivare a Maurizio Pecoraro e a Rick Owens. Recentemente si è aggiunto anche ANDREA ZIRONI Gareth Pugh, giovane londinese molto promettente AMMINISTRATORE UNICO S18K STUDIO 18 KARATI 100 dipendenti e realizza 300.000 capi all’anno L’azienda conta oltre Anche lo storico marchio ligure Gentryportofino è diventato di casa a Concordia.«Non è di avanguardia ma il prodotto è eccezionale e non ha perso il proprio fascino», conferma Tirelli. «Abbiamo all’attivo due negozi monomarca a Portofino e a Cortina. E contiamo di inaugurare prestissimo una terza boutique a Bologna» Mirta la collaboratrice numero uno, l’anima indispensabile cui la factory deve buona parte del proprio successo. «Tutto questo è merito di mia moglie», chiosa Tirelli senior, rivelando una profonda stima. «Io infatti mi occupavo di tutt’altro e nulla sapevo del settore dell’abbigliamento. È lei che cura la modellistica e si occupa della collaborazione con gli stilisti». Ecco giunto il momento di recuperare tra le pagine di storia le prime, quelle delle origini. A Mirta, appunto. E quindi al piccolo marchio aziendale che, con sede a Quistello nel mantovano, portava il suo nome. Ed è proprio lì, nella splendida cornice di Villa Cocapana, attuale sede legale dell’impresa di Concordia che, alla fine di agosto, a tre mesi dal sisma, Rick Owens e la moglie Michelle, sua musa ispiratrice, si inventano una festa-omaggio per i dipendenti di Tirelli con famiglie al seguito. Stilisti e dipendenti insieme, una variopinta torre di Babele dai numerosi idiomi. «Contro la paura», titolò una stampa euforica e ancora partecipe di un dolore non sopito. Ma questa è storia recentissima. Il bandolo della matassa sta altrove. Anno 1997. Un po’ per scherzo, un po’ per scommessa, guidato dal fiuto proprio dell’imprenditore di lungo corso e forte del talento stilistico della moglie, Tirelli rileva la Olmar Spa, ditta spe- Nelle immagini, una creazione di Gareth Pugh e una di Gentryportofino cializzata nel conformato per taglie forti. Nasce così Olmar and Mirta, internazionale già nel nome di battesimo (la scelta di «and» tra i due nomi a discapito di una più immediata «e» non è casuale) e determinata a esplorare nuovi orizzonti. «Abbiamo deciso di diversificare la produzione prendendo le distanze dallo stile classico e formale. L’obiettivo? Offrire un prodotto di nicchia nel segmento del lusso. Nel 1998 di fronte a me si sono spalancate le porte di un mondo sconosciuto e magnifico». «Ci siamo focalizzati», ricorda il titolare, «sugli stilisti d’avanguardia, primi tra tutti Clements Ribeiro e di passaggio Riccardo Tisci fino ad arrivare a Maurizio Pecoraro e successivamente a Rick Owens. In tempi più recenti Gareth Pugh, giovane londinese molto promettente e nuovo talento visionario. Ricerche incessanti, tentativi e prove: sono stati anni elettrizzanti ma anche molto duri. Il fatturato del conformato stava scemando e i nuovi brand stentavano a decollare. Poi grazie all’originalità di Maurizio Pecoraro e alla sua interpretazione contemporanea di un lusso sempre attento al dettaglio e ricercato nei materiali, sono arrivati i primi riscontri positivi. Nel lasso di un decennio il nostro giro d’affari è passato da cinque milioni a 55 milioni di euro soprattutto grazie alla Marzo/Aprile 2013 - OUTLOOK 67 www.notiziedue.it Ritratti d’impresa «Il rischio è l’anima del gioco», avverte Tirelli senior. «Bisogna provare, osare e sperimentare strade diverse. Ma occorre anche un po’ di buona sorte. E soprattutto una squadra coesa su cui poter fare affidamento anche nei momenti peggiori. La forza di questa azienda è il nostro team di collaboratori e dipendenti» collaborazione con Rick Owens. Lavoriamo molto il cashmire, anche per Gentryportofino, marchio rimasto a lungo in stand by, e su cui ora stiamo investendo parecchio». Un’occasione ghiotta quella prospettata al patron di Olmar and Mirta: rilevare in un colpo solo il brand e lo storico maglificio ligure. «Nonostante non lo si possa definire di avanguardia, il prodotto è eccezionale e certo non ha perso il proprio fascino. Abbiamo all’attivo due negozi monomarca entrambi in località esclusive, Portofino e Cortina. E andremo a inaugurare entro aprile un terzo store in Galleria Cavour a Bologna». Trecentomila capi sfornati in un anno, 150.000 in una sola stagione, e un ritorno di merce da parte di clienti insoddisfatti pari allo zero. Questi i numeri importanti di Olmar and Mirta, azienda da sempre fedele alla qualità e al saper fare tricolore. «Qui a Concordia ci occupiamo della prototipia e della realizzazione del campionario, quindi la parte creativa, ma non solo. Qui ha sede l’amministrazione e la parte commerciale. La produzione è esternalizzata per il 90 per cento in Italia. La pelle, materia prima per le creazioni di Rick Owens, richiede un’abilità particolare», spiega Gianluca. «Il tagliatore infatti deve sapere ricavare dalla pezza la maggior quantità e qualità di materiale possibile. Noi la lavoriamo in Moldavia, in un’azienda al cento per cento di nostra proprietà, dove il centinaio di dipendenti sono stati tutti formati da noi per raggiungere gli alti standard qualitativi. Questo, insieme al copyright, garantisce una sicurezza totale». Perché l’occhio indiscreto è sempre dietro l’angolo. E capita che diventi ladro di idee. Anche e soprattutto nella nicchia esclusiva della moda d’avanguardia. • I principali obiettivi di apprendimento professionali Migliorare la competenza linguistica richiesta dal proprio ruolo aziendale: “Role-building” Where language works for YOU and YOUR company IO RUOLO Consulenza e formazione linguistica di Migliorare la capacità di comunicare per creare e mantenere rapporti sociali: “Relationship-building” IO PERSONA Migliorare l’immagine di sè nel presentare e parlare in pubblico: “Image-building” IO LEADER I prossimi appuntamenti: English@aperitif: un invito per un aperitivo speciale, un’opportunità per conoscersi e socializzare in inglese! The English Movie: per chi ama il cinema in lingua originale e per commentare il film, in inglese! LanguageWorks consulenza e formazione linguistica per utilizzo professionale Nuova Didactica - LanguageWorks c.so Cavour 56, 41121 Modena Orianna RAGGIOLI Cell. +39 348 7219164 [email protected]