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regolazione emozioni
La regolazione delle emozioni
Marco Bani
[email protected]
Granularità emozionale
 Gli individui differiscono notevolmente nel modo in cui
sentono le emozioni;
 alcuni sperimentano le emozioni come stati discreti
altamente differenziati, chiaramente distinguibili in una
varietà di stati differenti
 Altri invece sperimentano le emozioni in modo più
indifferenziato, utilizzando espressioni come bene/male per
indicare lo stato del momento descrivendolo in modo globale
come piacevole e spiacevole
 alcune categorie emotive esistono solo in alcuni contesti
culturali, come la parola ligit, che in una tribù delle Filippine
sta a indicare l’esperienza di un’intensa ed euforica
aggressività durante la caccia (Rosaldo, 1980).
 Altre categorie emotive, pur sembrando a prima vista
universali per l’utilizzo della stessa etichetta linguistica, in
realtà variano molto tra cultura e cultura; ad esempio la
rabbia determina una distanza psicologica dall’altro negli
Stati Uniti, mentre aumenta la prossimità in Giappone
(Mesquita et al., 2006).
 Gli approcci psicologico-costruzionisti sono accomunati
dall’assunto che le emozioni non sono dei contenuti mentali
elementari e basilari ma dei composti psichici costituiti da
elementi più semplici che nell’insieme vanno a costruire ciò
che chiamiamo con le differenti etichette emozionali
(Barrett, 2009a).
 Certamente, pur considerando le differenti declinazioni, su
un aspetto tali approcci trovano condivisione assoluta: le
categorie emotive che conosciamo (rabbia, paura, tristezza,
disgusto ecc.) non esistono come categorie naturali innate e
biologicamente basate.
 Ciò significa che non vengono riconosciute dalla mente
umana attraverso i suoi processi di funzionamento ma
costruite attivamente.
 tuttavia, ciò non significa sostenere che le emozioni non
esistano affatto o peggio che esistano solo nella mente di chi
le esperisce, bensì che non sono esse gli elementi basici ed
elementari dell’esperienza emotiva.
Costruzionismo psicologico
 l’assunto di base è che gli eventi psicologici chiamati rabbia,
paura, tristezza, non siano componenti basici ed elementari
dell’emozione ma categorie di senso comune, che
corrispondono a una variabilità di eventi mentali che
derivano dall’interazione di ingredienti psicologici più basici
ed elementari che sono essi stessi il risultato dell’evoluzione
(Barrett, 2009a).
 in psicologia i ricercatori assumono che se un soggetto sente
un’emozione ciò è indice del fatto che in quel momento il
meccanismo relativo a quell’emozione è stato attivato e
questo permette di studiarlo (attraverso differenti approcci
metodologici); se sento rabbia significa che in questo
momento il meccanismo della rabbia è stato elicitato e può
quindi essere misurato in modo oggettivo.
 Dolan (2002, p. 1191) riassume questa prospettiva
sostenendo che «le emozioni sono incarnate e si manifestano
in un pattern comportamentale di espressione facciale,
comportamento e attivazione autonomica»
 l’associazione tra singole emozioni e risposte misurabili si è
dimostrata meno significativa di quanto ritenuto; in
particolare, mancano studi che abbiano misurato
simultaneamente tutti gli indicatori dell’attivazione emotiva
e quelli che ne hanno valutati due e tre (generalmente una
combinazione di esperienza soggettiva, attivazione
autonomica e comportamento) hanno riportano correlazioni
modeste o negative
 sostenere che le categorie emotive non sono innate e naturali
ma costruzioni linguistiche, non significa negare la
dimensione evoluzionistica tout court ma spostarla a un
livello più basico, in cui a essere parte del patrimonio innato
dei mammiferi non sono i circuiti per le singole emozioni ma
processi largamente affettivi
 sostenere che le emozioni come categorie naturali non
esistono non significa sostenere che le emozioni non esistono
affatto (come alcuni approcci costruttivisti radicali
sostengono) ma che non esistono come entità ontologiche;
nell’approccio costruzionista psicologico le categorie
diventano schemi di classificazione che le persone
impongono alla loro percezione del mondo e che sono
costituite da elementi più basici.
 L’approccio psicologico costruzionista non nega l’esistenza di
strategie complesse di azione guidate da circuiti innati e
largamente condivisi con gli altri mammiferi, tutt’altro, sono
proprio questi sistemi biologicamente orientati a organizzare
il comportamento verso la sopravvivenza ad avere avuto
riscontri importanti anche rispetto alla loro base neurale;
tuttavia, non è possibile ascrivere ai sistemi motivazionali
delle emozioni di riferimento specifiche cioè tali circuiti non
sono associati tout court ad alcune categorie emotive.
Quante emozioni
esistono?
Meccanismi
cerebrali
Ruolo
dell’evoluzione
Emozioni come categorie naturali
Ci sono poche privilegiate categorie
emozionali (almeno rabbia, tristezza,
paura, disgusto, gioia).
Costruzionismo psicologico
Non esistono categorie emozionali naturali.
Le persone analizzano il core affect
inserendolo in categorie sulla base di concetti
che sono stati appresi.
Specifici tipi di emozioni sono prodotti
Ci sono due distinti sistemi neurali
distribuiti: uno per elaborare una valutazione
da circuiti neuronali distinti e dedicati.
e l’altro per implementare la conoscenza
concettuale relativa alle emozioni.
I circuiti neurali per le emozioni discrete Gli esseri umani hanno una capacità innata
sono innati e omologhi ai mammiferi non per il core affect che è omologa con i
mammiferi non umani. Gli esseri umani
umani.
inoltre hanno la capacità innata di apprendere
categorie, benché le categorie emotive che
apprendono non sono biologicamente date.
Gli esseri umani possono inoltre avere un
propensione innata a categorizzare i propri
stati interni e i comportamenti degli altri,
poiché abbiamo bisogno di essere competenti
nel comunicare i nostri stati interni e
nell’inferire quelli degli altri.
Differenziazione
emotiva
Differenti esperienze emozionali
possono essere distinte a livello
sensoriale.
Ruolo delle
elaborazioni topdown
Organizzazione della
conoscenza
concettuale
L’elaborazione top-down ha poca o
nessuna influenza sull’esperienza delle
emozioni.
Le categorie possono essere organizzare
classicamente, sia come rappresentazioni
semantiche che come rappresentazioni
incarnate che mostrano poca variazione
situazionale all’interno di una categoria.
Oppure possono essere concettualizzazioni
situate, che sono state apprese
(permettendo alle persone di imparare a
riconoscere e anticipare le regole di
espressione o altre forme di regolazione,
che introducono variazioni nella risposta
emotiva).
Differenti esperienze emozionali
vengono distinte a livello
concettuale (anche se
probabilmente non c’è uno
stretto legame tra
rappresentazioni concettuali e
percettive).
L’elaborazione top-down è necessaria,
ma non sempre sufficiente per
l’esperienza delle emozioni.
Il sistema concettuale è organizzato
come concettualizzazioni situate che
sono contesto dipendenti.
Origine delle
categorie di
conoscenza
Variazioni nella
conoscenza
concettuale
Percezione delle
emozioni
I concetti emozionali sono sia
innati che derivati dalla struttura
statistica della risposta
emozionale così come realmente
accade.
Tutti gli esseri umani hanno lo stesso
sistema concettuale per le emozioni
che contiene ampiamente gli stessi
contenuti.
Rabbia, tristezza, paura, e così via,
sono meccanismi reali che causano il
comportamento, ma le persone li
possono percepire in modo più o meno
accurato.
L’acquisizione della
conoscenza emozionale è
dipendente dal linguaggio.
Differenti storie di apprendimento
producono sistemi concettuali per
le emozioni che differiscono nei
contenuti.
Non vi è alcun chiaro criterio
empirico per giudicare il
verificarsi di rabbia, tristezza,
paura, e così via, quindi
l'accuratezza non può essere
valutata. Invece, è possibile
valutare se la conoscenza
concettuale utilizzata è normativa
per una data situazione all'interno
di una determinata cultura.
Granularità
emozionale
Variazioni culturali
Le differenze di granularità
emotiva sono prodotte da
differenze nell’accuratezza dei
self-report.
Tutte le persone sperimentano la
rabbia, la tristezza, la paura, e
così via, ma solo alcuni riportano
tali esperienze.
Vi è una variazione culturale negli
stimoli che scatenano un’emozione e
nelle modalità che ne regolano
l'espressione.
Le differenze di granularità
sono prodotte da differenze
nella conoscenza concettuale
che le persone utilizzano per
categorizzare il core affect.
Non tutti sperimentano la
rabbia. la tristezza, la paura, e
così via.
Vi è una variazione culturale
nell'esperienza delle emozioni che
è intrinsecamente guidata da
differenze culturali nelle categorie
e nei concetti emotivi.
Il «Conceptual Act Model»
 Lo studio delle emozioni si trova a confrontarsi con un
paradosso: le persone credono di conoscere un’emozione
quando la vedono (negli altri) o la sentono (in se stessi) e
come conseguenza ritengono che le emozioni siano degli
eventi discreti, riconoscibili con un certo grado di
accuratezza (e questo è ciò che emerge dai resoconti
soggettivi);
 Il Conceptual Act Model propone una soluzione a questo
paradosso ipotizzando che le emozioni come la rabbia, la
paura, la tristezza ecc., lungi dall’essere categorie basiche e
innate sono categorie che emergono dall’interazione
d’ingredienti psicologici più basici; sono quindi categorie che
esistono a livello di percezione umana e non di sistemi
cerebrali.
 Il modello presenta sia una prospettiva dimensionale, nel
senso che ogni evento emotivo è basato su una risposta
affettiva che è basicamente positiva o negativa, piacevole o
spiacevole, ma mantiene anche una prospettiva categoriale
dal momento che la categorizzazione è un processo messo in
atto continuamente.
 La categorizzazione non più come un processo sequenziale
che avviene per disambiguare gli stati affettivi (quindi a un
livello di elaborazione successivo e «cognitivo») o perché gli
individui sentono il bisogno o la motivazione cosciente a
concettualizzare, ma come una naturale conseguenza del
modo in cui il cervello funziona. Il cervello umano
categorizza continuamente, spontaneamente,
inesorabilmente.
 Pertanto gli uomini nascono con la capacità di avere semplici
risposte affettive (core affect) e di categorizzarle proprio
perché la capacità di categorizzare è un processo adattivo che
fornisce un vantaggio evolutivo (legato al vivere in gruppi
sociali complessi) e pertanto viene biologicamente
preservata.
 Alcune categorie si basano sulle regolarità statistiche del
mondo mentre altre no, e per queste ultime sono le parole
che agiscono come un collante linguistico; senza le parole
queste categorie non esiterebbero e le emozioni sono un
esempio proprio di questo secondo tipo di categorie.
 Il Conceptual Act Model si fonda sulla semplice osservazione
che ogni momento presente deriva dalla combinazione di tre
fonti di stimolazione: le sensazioni provenienti dall’ambiente
esterno (sensorialità esterocettiva), le sensazioni provenienti
dall’interno (sensorialità enterocettiva) e le esperienze
precedenti rese disponibili dal cervello attraverso processi di
attivazione o inibizione.
 Queste tre fonti d’informazione (dal mondo, dal corpo,
l’esperienza precedente), sono sempre disponibili e variano
continuamente andando a costituire gli ingredienti basici
della vita mentale che, combinandosi con altri elementi,
producono l’infinità degli eventi mentali che vengono poi
comunemente definiti come cognizioni, emozioni, percezioni
(Barrett, 2009b), che non si configurano più quindi come
processi di pensiero discreti e indipendenti ma facce
differenti della stessa medaglia.
 La percezione è il nome dato al processo attraverso cui si
cerca di capire a quale aspetto del mondo si riferisce una
sensazione proveniente dall’esterno;
 la cognizione (memoria, pensiero, immaginazione ecc.) si
riferisce ai momenti in cui il focus è sulla comprensione di
come l’esperienza precedente (proveniente dal corpo o dal
mondo) viene reintegrata nel cervello e rielaborata per un
utilizzo futuro.
 L’emozione infine è il processo attraverso cui si attribuisce
significato alle sensazioni interne.
 Quindi quando una persona sente paura, sulla base del
modello ha categorizzato delle informazioni sensoriali
provenienti dal corpo e dal mondo utilizzando la conoscenza
della categoria «paura»; pertanto sentirà questo stato
spiacevole di elevata attivazione come l’evidenza che la
situazione è pericolosa.
 Nel Conceptual Act Model le parole rabbia, tristezza, paura,
definiscono categorie dipendenti dall’osservatore, cioè che
non esistono in assenza di un osservatore, senza il quale ci
sarebbero solo sensazioni interne e un fiume di attivazioni
fisiche.
 Il Conceptual Act Model ipotizza che le emozioni emergano
in modo istantaneo da tre ingredienti basici ed elementari
(cioè che non possono essere scomposti in elementi più
semplici) che sono continuamente attivi: un sistema innato
ancestrale che rappresenta gli stati fisici come piacevoli o
spiacevoli (il core affect), un sistema concettuale per le
emozioni legato alla memoria (le conoscenze che una
persona ha in merito alle emozioni) e l’attenzione controllata
(non necessariamente intenzionale).
 Che cos’è un’emozione?
 A che cosa servono le emozioni?
 Quante e quali sono?
 Le emozioni sono innate o apprese?
 Quali sono le basi fisiologiche delle emozioni?
 Come si regolano le emozioni?
Cos’è l’emozione?
 “L’emozione è come la pornografia: gli esperti
hanno grosse difficoltà a definirla, ma noi tutti la
riconosciamo quando la vediamo!”
 Dodge& Garber, 1991
A che cosa servono le emozioni?
 a comunicare con e a influenzare le altre persone
 organizzano e motivano le azioni
 sono auto-validanti e informative
 Emozione: riposta “olistica”, valenza positiva e negativa,
relativamente breve ed intensa, oggetto-specifico, tendenza a
rispondere
 Umore: più lunga durata, più diffuso, non relato ad un
oggetto, può influenzare il comportamento in maniera
aspecifica
 Affetto: categoria sovraordinata che contiene “emozione”,
“umore”, “stress”e “impulso motivazionale”
Regolazione emotiva
Gli individui non solo esperiscono le
emozioni, ma possono anche manipolarle
per mezzo di strategie regolatorie (Frijda,
1986)
La regolazione emotiva è l’insieme dei
processi che influenzano le emozioni che
l’individuo esperisce, quando e in che
modo le esperisce e come le esprime
(Gross, 1998b)
Regolazione emozionale
 “Tentativo, consapevole o inconsapevole, che un individuo
mette in atto per influenzare quale emozione provare, come
esperirla o esprimerla”(Mauss, Bunge & Gross, 2007)
Regolazione delle emozioni sia negative sia positive
2. La regolazione emotiva può essere sia consapevole sia
inconsapevole o automatica
3. Nessun tipo di regolazione emotiva è di per sé più o meno
adattiva. Il termine di riferimento è sempre il contesto.
1.
 le valutazioni che un individuo fa in una certa situazione
determinano sia il tipo che l’intensità del/le emozioni
che la persona avrà in una particolare situazione
 pertanto non è la natura dell’evento in sé a suscitare
l’emozione, ma il significato che l’individuo
costruisce in relazione al proprio benessere.
Modello modale (Gross, 2007)
Selezione
modifica
situazione
Preparazione
organizzazione
attenzione
Antecedent focused
reappraisal
valutazion
e
modulazione
risposta
response focused
Selezione della situazione:
 riguarda le azioni che massimizzano (o minimizzano) la
possibilità di trovarci in una situazione che ci aspettiamo
eliciterà l’emozione che noi desideriamo (o non
desideriamo).
 Es: una persona può decidere di rimandare la visita
odontoiatrica per l’ansia che questa situazione produce,
oppure per la stessa ragione potrebbe decidere di andarci il
prima possibile.
Strategie di selezione:
 Confronto diretto: affrontare una certa situazione indipendentemente dalla
possibilità che produca emozioni negative. Questa strategia si rivela efficace
soprattutto se può produrre effetti positivi a lungo termine (Suls, Fletcher,
1985).
 Procrastinazione: riguarda il differimento nell’affrontare una situazione, in modo
da evitarne l’ansia associata. Non è una strategia molto studiata, ma alcune
ricerche hanno mostrato che possa produrre minori livelli di stress nel breve
periodo, ma maggiore uso di sostanze, maggiori livelli di stress e minori livelli
di salute generale nel lungo periodo (Sirois, Pychyl, 2002; Tice, Baumsteiner,
1997)
 Evitamento: con questa strategia l’individuo si sottrae completamente alla
situazione. In genere, se una certa situazione difficilmente potrebbe portare a
benefici futuri, oppure se questa può produrre più svantaggi che vantaggi, allora
l’evitamento è spesso la strategia migliore. In tutti gli altri casi è più facile che
questa strategia si riveli disfunzionale (Suls, Fletcher, 1985).
Modifica della situazione
 non è detto che situazioni che potenzialmente possono
elicitare una certa emozione poi conducano inevitabilmente
ad una certa risposta emotiva.
 Anzi, compiamo spesso degli sforzi (anche molto gravosi) per
modificare direttamente la situazione stessa.
 Es: la paura di avere un malore al supermercato e di non
essere soccorso può indurre una persone a chiedere di farsi
accompagnare da una persona fidata.
Strategie di modificazione
 Modifica diretta: quello che viene definito come problem-focused
coping (Folkman, Lazarus, 1980).
 Modifica indiretta: ad esempio cercando l’aiuto dell’altro nel
fronteggiare la situazione
Modello modale (Gross, 2007)
Selezione
modifica
situazione
Preparazione
organizzazione
attenzione
Antecedent focused
reappraisal
valutazion
e
modulazione
risposta
response focused
Preparazione e organizzazione
dell’attenzione:
 dei molteplici aspetti di una certa situazione, scegliamo
attivamente (anche se spesso non consapevolmente) su quali
focalizzarci maggiormente (distrazione e concentrazione
sono due dei processi di regolazione emotiva possibili a
questo livello, così come lo è il rimuginio).
 Es: durante una conversazione che ci annoia possiamo
spostare l’attenzione su aspetti più interessanti dell’ambiente
(o dell’interlocutore).
Strategie attenzione:
 Distrazione: riguarda il reindirizzamento dell’attenzione dalla
situazione complessiva, o dagli aspetti emotivi ad essa
associati. Può essere interna (ad es. rievocare un ricordo dai
toni emotivi positivi) oppure esterna (ad es. ascoltare la
musica)
 Rimuginio/Ruminazione: con questa strategia l’individuo pensa
continuamente alla situazione, focalizzando l’attenzione in
particolare ai suoi aspetti negativi e alle emozioni che attiva.
Modello modale (Gross, 2007)
Selezione
modifica
situazione
Preparazione
organizzazione
attenzione
Antecedent focused
reappraisal
valutazion
e
modulazione
risposta
response focused
Cambiamento cognitivo (reappraisal):
 una volta scelta e modificata la situazione, e focalizzata la
nostra attenzione su particolari aspetti di questa, non
possiamo – come esseri umani – evitare di darle un senso (
dei molteplici possibili). L’appraisal vero e proprio avviene a
questo livello, e il significato personale che assegniamo alla
situazione è cruciale nel determinare quale risposta
esperienziale, comportamentale e fisiologica verrà generata.
 Dal punto di vista dello sviluppo, molto si gioca a questo
punto; i genitori insegnano ai figli strategie di regolazione
delle emozioni che coinvolgono un cambiamento cognitivo
(esempio) o producendole direttamente reinterpretando una
certa situazione per il proprio bambino (esempio). Nel
tempo queste esperienze modellano sia il Sé, che l’ambiente
interno del bambino (Rey, Gross, 2009). Per esempio in
seguito ad una bocciatura ad un esame uno studente, per
minimizzare la frustrazione e il senso di colpa verso se stesso,
può attribuire l’insuccesso all’eccessiva severità del docente.
Strategie reappraisal (1)
 Reappraisal positivo: è una delle strategie più studiate, e se
ne distinguono almeno quattro tipi:
 Osservare la situazione da un’altra prospettiva
 Cercare il lato positivo
 Dare un significato positivo alla situazione
 Cercare e correggere le distorsioni cognitive che influenzano la nostra
percezione della realtà.
Strategie reappraisal (2)
 Accettazione: consiste nel prendere atto della situazione o
dell’incapacità dell’individuo di affrontarla. È utile soprattutto nei
casi in cui i benefici possono arrivare solo alungo termine, o
quando le situazioni sono talmente difficili da non rendere
possibile un reappraisal nell’immediato.
 Accusa dell’altro: è un riversamento sugli altri delle proprie
responsabilità per l’occorrenza di un problema o per l’incapacità
di risolverlo.
Modello modale (Gross, 2007)
Selezione
modifica
situazione
Preparazione
organizzazione
attenzione
Antecedent focused
reappraisal
valutazion
e
modulazione
risposta
response focused
Modulazione della risposta:
 si riferisce ai tentativi di influenzare direttamente l’attivazione
fisiologica, l’esperienza o il comportamento, una volta che la
risposta è stata elicitata. Tentativi comuni sono il ricorso a
farmaci (ansiolitici o beta bloccanti, ad esempio), esercizi di
rilassamento progressivo, regolazione dell’espressione (facciale
e/o verbale e non verbale in genere). Una risposta, però, non è
adattiva di per sé, ma lo è nel suo immediato contesto, ragion
per cui questo nodo del processo risente, più degli altri,
probabilmente, di variabili culturali e situazionali.
 Per esempio a seguito di un licenziamento una persona può
cominciare a bare per mitigare il vissuto di tristezza o di rabbia
verso il datore di lavoro.
Strategie modulazione (1):
 Rilassamento: include un insieme di tecniche (soprattutto di
respirazione e movimento) volte ad indurre direttamente una
distensione della muscolatura.
 Soppressione dell’espressione: si riferisce ad un mascheramento
delle risposte comportamentali (espressione facciale,
comportamento non-verbale) legate all’emozione elicitata
dalla situazione.
Strategie modulazione (2):
 Uso/abuso di sostanze: il consumo, più o meno massiccio, di
sostanze è volto ad una modificazione, dal punto di vista
percettivo, della situazione e del vissuto emotivo che questa
produce nell’individuo; può essere anche utilizzata per
indurre un rilassamento muscolare, diminuzione del battito
cardiaco e/o della pressione sanguigna (in particolare quando
la sostanza è un farmaco).
 Aggressione fisica/verbale: solitamente utilizzata per riversare
all’esterno la tensione corporea prodotta dalla situazione.
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