Leguminose testo - Università degli Studi della Basilicata
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Leguminose testo - Università degli Studi della Basilicata
Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca CAPITOLO 19 _______________________________________________________________________________________ ASPETTI GENERALI DELLE LEGUMINOSE DA CONSUMO FRESCO E DA GRANELLA SECCA 19.1 Generalità Le leguminose da consumo fresco e secco sono piante annuali che costituiscono per le loro caratteristiche botaniche, agronomiche e nutrizionali un gruppo di colture abbastanza omogeneo. Il termine leguminose deriva dal latino “legere”, che significa cogliere, raccattare, perché si aveva l’abitudine di raccogliere i baccelli a mano. La loro coltivazione ha origini antiche, esse sono quasi tutte originarie del Vecchio mondo, escluse alcune specie di Phaseolus e di Lupinus provenienti dal Nuovo mondo e la soia proveniente dall’Estremo Oriente. Sono diffuse per lo più in Asia, seguita dall’Europa e dall’Africa. La famiglia delle Leguminose comprende un gran numero di genere e specie di notevole importanza alimentare, perché capaci di fornire semi altamente proteici (dal 20 al 40%). I semi di alcune leguminose (es. soia e arachide) oltre che essere ricchi di proteine sono ricchi anche di grassi, ciò che ha valso a queste colture la 1 denominazione di proteaginose, per cui costituiscono la materia prima per l’industria degli oli, dei pannelli e farine. In Italia la coltivazione delle leguminose ha subìto in passato un periodo di decadenza dovuta a diversi fattori: basse rese, incertezza del prezzo di mercato, difficoltà di meccanizzazione, limitato apporto del miglioramento genetico, riduzione dei consumi alimentari, oggettive difficoltà offerte dalla lunga cottura; carattere questo incompatibile con le esigenze della famiglia moderna. Attualmente, sono in ripresa per motivi economici e agro-ambientali, quali: aumento dei consumi alimentari, estrazione industriale di proteine, sviluppo di preparati precucinati o di prodotti iperproteici; incremento delle colture miglioratrici nei sistemi colturali particolarmente in agricoltura biologica. Il miglioramento genetico delle leguminose riguarda principalmente: l’aumento della qualità delle proteine (con l’obiettivo di una più bilanciata composizione amminoacidica) e la diminuzione di sostanze che ne limitano la loro digeribilità e disponibilità. 19.2 Cenni botanici e morfologici Alle leguminose appartengono diversi generi e specie. In questo capitolo verranno presi in esame le specie alimentari di maggiore interesse per la realtà italiana, sia come produzione secca che come consumo fresco e per l’industria, cioè: fava (Vicia faba,) pisello (Pisum sativum), fagiolo (Phaseolus vulgaris), cece (Cicer arietinum), lenticchia (Lens culinaris) e soia (Soja hispida). Nella tabella 19.1 sono riportate le caratteristiche botaniche e morfologiche delle suddette specie alimentari. 2 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Tab. 19.1 - Caratteristiche botaniche e morfologiche delle leguminose alimentari di maggiore interesse in Italia Classe: Dicotiledone, Ordine: Fabales, Famiglia: Leguminose Radice: Foglie: Fiori: Frutti: Semi: SPECIE Fava fittonante composte, con alla base, a volte, presenza di stipole riuniti in infiorescenze “ a racemo”, fiori ermafroditi, pentameri (corolla costituita da 5 petali – 1 vessillo 2 petali detti ali e altri 2 petali saldati insieme costituiscono la carena legumi (baccelli), costituito da 2 valve, contenenti i semi (Fig. 19.1) di dimensioni, forma e colore diversi tra le diverse specie. Sono ricchi di sostanze di riserva Caratteristiche morfologiche Fusto Foglie Fiori Baccelli eretto, cavo a sezione quadrangolare, a sviluppo indeterminato paripennate con 4-6 foglioline strisciante, a sviluppo indeterminato Composte-pennate con 2 o 3 paia di foglioline, presenza di stipole e cirri pennate trifogliate Pisello Cece eretto (nelle varietà nane), rampicante e provvisto di cirri (nelle varietà ad accrescimento indeterminato) tendenzialmente eretto Lenticchia Soia Fagiolo riuniti in racemi bianchi con ali macchiate di bruno riuniti in racemi bianchi baccelli allungati, con 25 semi di diverso colore (marrone, verde, violetto) 4-10 semi per baccello di forma tondeggiante riuniti in racemi bianchi, rosa o violetto baccelli con più semi tondi, ovali, allungati, piatti e di colore diverso (bianco, nero, viola, rosso, marrone uniforme screziato con 2-3 semi ovati, di colore bianco, giallastro e marrone di varie gradazioni con 2 semi appiattiti o globosi di dimensioni diverse e di colore variabile dal verde a nero i baccelli sono piccoli, con 1-5 semi, il colore varia dal giallo al grigio chiaro e scuro fino a quasi nero imparipennate con 11-13 foglioline ellittiche riuniti in racemi bianchi venati di rosa o rosso eretto composte pennate, munite di cirri riuniti in racemi di colore bianco, blu o rosa eretto, generalmente a sviluppo indeterminato Pianta molto fogliosa, trifogliate ricoperte di peli rossi e bianchi. La fioritura avviene dal passo verso l’alto, 3 ci Fig. 19.1 - Caratteristiche morfologiche dei baccelli 19.2 Esigenze pedoclimatiche Nella tabella 19.2 sono riportate le esigenze rispetto al clima e al terreno delle principali Leguminose alimentari industriali. In funzione delle esigenze termiche è possibile dividere le Leguminose in due gruppi: a) specie microterme, il cui seme germina a temperature inferiori a 9 °C (fava, lenticchia, cece, pisello; la semina almeno nelle regioni più calde è autunnale; b) specie macroterme il seme germina temperature superiori a 9 °C (fagiolo, soia), la semina è primaverile obbligata. Le Leguminose sono piante cosiddette miglioratrici, pertanto, negli avvicendamenti colturali si alternano con le colture cerealicole (es. frumento, orzo ecc.). Con riferimento alla germinazione dei semi, dopo la semina, la maggior parte delle Leguminose (fava, pisello, cece, lenticchia ecc.), sono a germinazione ipogea, cioè formano un ipocotile corto che non riesce a portare i cotiledoni sopra la superficie del terreno, ma rimangono interrati. Alcune colture (il fagiolo e la soia) presentano, invece, una germinazione epigea, cioè l’ipocotile è abbastanza lungo da spingere i cotiledoni fuori dal terreno (Fig.19.2). Fig.19.2 - Germinazione epigeica nel fagiolo 4 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Nella seguente scheda sono riportate le principali esigenze pedo-climatiche delle principali specie leguminose. Fava Pisello Fagiolo Cece Lenticchia Soia CLIMA E’ microterma. Preferisce climi miti, i forti freddi ne arrestano lo sviluppo, la siccità anticipa la fioritura, l’umidità eccessiva è dannosa alla germinazione. Temperature ottimali: germinazione:5-6 °C fioritura: 8-10 °C maturazione: 13-16 °C E’ microterma. Resiste al freddo non troppo intenso. Preferisce andamenti stagionali miti. Temperature di germinazione: superiore a 4 °C e di vegetazione tra 10 e 20 °C. Nel corso del suo ciclo richiede temperature moderatamente elevate per evitare un rapido indurimento del seme E’ macroterma. Le basse temperature sono sfavorevoli alla crescita; i valori letali oscillano tra 1 e 2 °C. Quelle ottimali di germinazione sono comprese tra: 12-15°C, e di vegetazione tra 18-24 °C. Preferisce, pertanto, clima caldi. Sono dannosi i venti e l’umidità eccessiva E’ microterma. Resiste al freddo meno della fava. Germina a temperature superiori a 10 °C. L’accrescimento e lo sviluppo vegetativo sono adatti al clima caldo-arido perché resistente alla siccità (dovuto al notevole sviluppo dell’apparato radicale), mentre non tollera l’eccessiva umidità E’ microterma. Ciclo autunnoprimaverile. E’ moderatamente resistente alle alte temperature e al secco. La pianta la si può coltivare dal livello del mare fino a 3.000 m di altitudine E’ macroterma. Ciclo primaverileestivo. Temperatura minima di crescita 4-6 °C. Temperature ottimali: germinazione 1315°C Fioritura e maturazione: 2425°C TERRENO Preferisce terreni argilloso calcareo (ricco di calcio). La siccità del terreno è una delle condizioni più dannose I terreni più adatti sono quelli di medio impasto sciolti, ricchi di calcio e permeabili. La specie è sensibile alla salinità del suolo Preferisce terreni di medio impasto, profondi, tendenzialmente sabbiosi, non calcarei per evitare ispessimenti del tegumento del seme, negativo per la cottura. Molto sensibile alla salinità del suolo Rifugge i terreni argillosi. Quelli più adatti sono i terreni di medio impasto, sabbiosi e profondi. Il calcare danneggia molto la qualità dei semi che risultano di difficile cottura Predilige terreni ragionevolmente fertili, permeabili e non soggetti ad eccessi di umidità Non ha particolari esigenze: sono sconsigliabili solo i terreni troppo umidi e quelli troppo sciolti 5 18.3 Tecniche di coltivazione delle leguminose Nella seguente scheda sono riportate le principali tecniche agronomiche delle Leguminose, che nell’avvicendamento si inseriscono bene tra i cereali. Tecniche colturali Lavorazioni Semina Raccolta Fava Pisello Fagiolo Cece Lenticchia Soia La lavorazione del terreno prima della semina viene effettuata con un’aratura profonda (circa 35 cm) seguita da una complementare per la preparazione del letto di semina e sarchiature durante il ciclo colturale. La semina è fatta a righe (50 cm tra le file e 15 cm sulla file, circa 20-25 piante m-2). Epoca di semina è autunnale nell’Italia meridionale, mentre è primaverile in quella settentrionale. Epoca di raccolta: maggio nel Sud Italia, giugno nel Nord Italia. Produzione areica: di baccelli per il consumo fresco è dell’ordine di 2030 t ha-1. La produzione di semi freschi per l’industria è di 5-6 t ha-1. Per la produzione di semi secchi è di circa 1-3 t ha-1 La lavorazione del terreno prima della semina viene effettuata con un’aratura profonda (circa 30 cm) e una complementare per la preparazione del letto di semina. La lotta alle malerbe è indispensabile e si effettua con diserbo chimico in periodi diversi: pre-semina, preemergenza e postemergenza. La semina è fatta a distanza variabili: per le cultivar nane, circa 20 cm tra le file per una densità di 110 piante/m2 nelle cultivar da industria e 50-60 piante/m2 per la granella secca Epoca di semina da settembre a dicembre nel Sud Italia, da gennaio a febbraio nel Centro Italia e più tardi nel Nord. Nel caso di colture per l’industria le semine si fanno scalari per ottenere raccolti scalari. L’epoca di raccolta e la Produzione areica: dipendono dall’area di coltivazione e tipo di prodotto (fresco o secco) (vedi Cap. 21) La lavorazione del terreno prima della semina è effettuata con un’aratura profonda (25-30 cm) e una complementare per preparare il letto di semina. Durante il ciclo si effettua una sarchiatura La semina è fatta a file distanti 4550 cm per le colture di fagiolino e 50-60 per le colture da granella. La densità d’impianto è pari a 35-40 nel caso dei fagiolini e 2530 piante m-2 in quelle da granella Epoca di semina: marzoaprile al Sud Italia, e maggio al Centro e Nord. Data la brevità del ciclo colturale è’ possibile anche una semina estiva dopo il frumento. L’irrigazione della coltura risulta indispensabile. L’epoca di raccolta dipende dal momento della semina e dalla cultivar e varia tra luglio e ottobre. Produzione areica: varia in base al tipo di coltivazione (vedi Cap. 22) La lavorazione del terreno prima della semina viene effettuata con un’aratura profonda (25-30 cm). La lotta alle malerbe è effettuato con diserbi in preemergenza. La semina a file distanti circa 40 cm con una quantità di seme per ottenere un investimento di circa 30 piante al m2. Epoca di semina In Italia, la semina si effettua dall’autunno; all’inizio della primavera nel Sud; in marzoaprile nel Centro e nel Nord. L’epoca di raccolta è giugno-luglio Produzioni areiche di seme secco molto variabili tra 2 e 5 t ha-1, dipendenti dalle condizioni ambientali e di fertilità del terreno La lavorazione del terreno: come altre microterme. La semina è fatta a file distanti circa 30 cm con una quantità di seme di circa 60-80 kg ha-1 di seme piccolo e 120-160 kg ha-1 di seme grande. Epoca di semina a novembre nelle zone di pianura e marzo-aprile in quelle di collina e montagna. L’epoca di raccolta in estate. Produzione areica: 1,5 2 t ha-1 di semi secchi. La lavorazione del terreno prima della semina viene effettuata con un’aratura profonda (circa 35 cm) e lavori di affinamento eseguiti per preparare un buon letto di semina. La lotta alle malerbe è effettuato con diserbi in pre e post-emergenza. La semina a file distanti circa 4045 cm con una quantità di semi atta a produrre 30-35 piante al m-2. Epoca di semina è fatta in primavera. L’irrigazione della coltura risulta indispensabile. L’epoca di raccolta è in settembre– ottobre quando la pianta è quasi completamente defogliata e presenta semi e steli di colore marrone. Produzione areica: varia tra 3.5-4.5 t ha-1 6 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Tutte le leguminose presentano il fenomeno dell’azotofissazione, hanno cioè la prerogativa di poter stabilire un rapporto di simbiosi con un batterio azotofissatore, il Rhizobium leguminosarum (o Bacillus radicicola); nel caso della soia la simbiosi avviene con un microrganismo azoto fissatore specifico, Rhizobium japonicum che nei terreni nuovi alla coltivazione di questa coltura è assente. In questo caso occorre inserire il simbionte insieme al seme nel momento della semina. I suddetti batteri si insediano sulle radici delle leguminose e vi formano tubercoli nei quali fissano l’azoto dell’aria, utilizzando per questo processo energia fornitagli dalla pianta ospite sotto forma di zuccheri (Fig. 19.3). Il risultato di questa simbiosi è che le leguminose sono autosufficienti per l’azoto, e per questo hanno un’alta concentrazione di sostanze azotate nei loro tessuti. Inoltre, per la proprietà di fissare l’azoto atmosferico le leguminose sono mezzi importanti per mantenere o aumentare il livello di fertilità azotata del terreno. Esse svolgono, pertanto, un ruolo fondamentale in agricoltura sostenibile e biologica soprattutto nelle aree del mediterraneo, offrendo una preziosa opportunità di alternanza a colture sfruttanti come i cereali. Nitrogenasi + Fe + Mo Tubercolo N 2 + 8 H+ H 2O + 2NH3 Radice MgAT P? MgAD P energia d al m et abolismo della p iant a ospite Sostanz a az otata alla pianta ospite Radici nod ulat e Fig. 19.3 - Radici con noduli prodotti da batteri azoto fissatori e processo di azotofissazione 7 19.4 Composizione e valore nutrizionale della granella L’organo utilizzato dalle Leguminose è costituito dal seme, ordinariamente consumato allo stato secco, tranne la fava, il pisello, il fagiolo, nelle quali i semi possono essere consumati anche freschi. Il seme è sostanzialmente privo di endosperma e si compone di un tegumento seminale che circonda un grande e ben sviluppato embrione dotato di due cotiledoni. A parte la notevole conservabilità, una caratteristica peculiare del seme delle leguminose, come già detto, è costituita dall’elevato contenuto in sostanze proteiche, assai variabile sia tra le specie che nell’ambito della stessa specie, il cui valore è compreso tra 2 e 7% del peso fresco, tra 20 e 40% del peso secco. Questa elevata dotazione proteica determina il valore biologico della granella di leguminose e spiega l’antico impiego di essa nell’alimentazione umana e in quella animale. Le proteine dei legumi sono meno eterogenee di quelle dei cereali e consistono in due frazioni principali: la maggior parte sono globuline (legumina e vicilina) e albumine. Esse hanno un valore biologico limitato per il basso contenuto di amminoacidi solforati (cistina, metionina, triptofano), al contrario però la lisina è presente in abbondanza: ciò fa si che le proteine delle leguminose completino e integrino in maniera ideale quella dei cereali (Tab. 19.3). Insieme all’elevato contenuto proteico (2-3 volte superiori alle proteine dei cereali) sono una buona fonte di vitamine (A e C) e di alcuni minerali, e contengono inoltre polisaccaridi. Tab. 19.3 – Contenuto di amminoacidi essenziali nei semi di leguminose (g/16 g di proteine) AMMINOACIDI ESSENZIALI Fava Pisello Fagiolo Cece Lenticchia Soia O.M.S. Esigenze Standard (g/100 g di proteina) Cistina Metionina Lisina Isoleucina Leucina Fenilalanina Tirosina Treonina Triptofano Valina 0.8 0.7 6.5 4.0 7.1 4.3 3.2 3.4 -4.4 1,0 0,9 7.3 4.2 7.0 4.4 3.1 3.8 -4.7 0.8 1.0 7.2 4.2 7.6 5.2 2.6 4.0 -4.6 1.0 1.3 6.8 4.3 7.7 5.2 4.0 3.8 1.1 4.6 8 0.9 0.8 7.2 4.3 7.6 5.2 3.3 4.0 -5.0 1.3 1.3 6.4 4.5 7.8 4.9 3.1 3.9 1.3 4.8 3.5 -5.5 4.0 7.0 -6.0 4.0 1.0 5.0 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Nella Tab. 19.5 sono riportati i contenuti nutrizionali dei principali legumi freschi e secchi. Tab. 19.5 – Valore energetico e contenuto in alcuni nutrienti dei principali legumi freschi e secchi (per 100 g di parte edibile) LEGUMI Acqua Energia Zuccheri Proteine Grassi Vitamine Minerali disponibili fibra amido vit. C vit. A ferro calcio potassio fosforo sodio (g) (g) (g) (mg) (mg) (mg) (mg) (mg) (mg) (mg) (g) Freschi Fagioli Fagiolini Fave Piselli Secchi Ceci Fagioli Fave sgusciate Lenticchie Piselli Soia (%) (kcal) 62,3 90,5 80,7 76,1 104 17 37 76 6,4 2,1 5,4 7,0 19,4 2,4 4,2 12,4 10,6 2,9 5,1 5,2 16,5* 0 3,4 7,3 0,6 0,1 0,2 0,2 10 16 24 28 18 41 11 49 3,0 0,9 1,8 1,8 44 35 23 47 650 280 210 202 180 48 98 101 2 2 18 1 13,0 10,7 334 311 21,8 23,6 54,3 51,7 13,8 17,0 46,0 43,2 4,9 2,5 5 3 30 3 6,1 6,7 117 137 800 1445 299 437 6 4 13,3 342 27,2 55,3 7,0 45,0 3,0 4 10 5,0 90 0 420 0 11,6 13,0 8,5 325 306 398 25,0 21,7 36,9 54,0 53,6 23,3 13,7 15,7 11,9 46,5 45,7 11,1 2,5 2,0 18,1 3 4 0 10 10 0 5,1 4,5 6,9 127 48 257 980 990 1740 347 320 591 8 38 4 * variabile con il grado di maturazione Dalla stessa tabella si può notare che il valore calorico nella granella secca è molto elevato (valori superiori a 300 kcal/100 g di parte edibile). Abbondante risulta il loro contenuti in fibre alimentari, che come è noto, favoriscono la funzionalità dell’intestino con vantaggiosi riflessi sul metabolismo del colesterolo. I carboidrati rappresentano circa il 60% del peso secco dei semi secchi e sono costituiti da zuccheri complessi o polisaccaridi (amidi e fibre). I carboidrati complessi dei legumi svolgono effetti positivi sulla salute umana, quali: un basso indice glicemico, un effetto protettivo verso il cancro del colon retto, il controllo del transito intestinale degli alimenti con conseguente controllo dell’obesità; un’effetto protettivo verso le malattie cardiovascolari per l’abbassamento dei trigliceridi plastici; un effetto nell’abbassamento del colesterolo nel plasma. L’amido costituisce il 40-50% dei legumi secchi ed è rappresentata da due frazioni di amilosio e amilopectina nel rapporto 1 a 3. Gli zuccheri sono costituiti oltre che da tracce di glucosio e di fruttosio, essenzialmente da saccarosio e da composti specifici di questa classe di alimenti che sono gli α-galattosidi, raffinosio, stachiosio e verbascosio, responsabili della flautolenza. 9 I lipidi sono presenti nei legumi in quantità molto modesta (1-2% nel secco) tranne che nel cece dove raggiungono il 6%. Sono costituiti per il 60% da acidi grassi polinsaturi e contengono piccole quantità di fitosteroli. Il contenuto in vitamine dei legumi è apprezzabile, infatti, sono una buona fonte di alcune vitamine del gruppo A e C, specialmente nei legumi freschi. I legumi hanno, inoltre, un contenuto altamente significativo di molti minerali, in particolare ferro, potassio, fosforo, sodio, magnesio e calcio. Le colture di leguminose oltre che per la produzione di semi sono apprezzate anche per la costituzione di erbai, per la produzione di foraggio fresco o di sostanza verde da sovescio. Ad esse, sin dall’antichità è stata riconosciuta, infatti, una notevole importanza dal punto di vista agronomico, ai fini del miglioramento e mantenimento della fertilità del terreno. Questo ruolo è da attribuire sia alla, già citata, capacità di fissazione simbiotica dell’azoto atmosferico, sia al fatto che il soddisfacimento delle loro esigenze impone particolari attenzioni nella preparazione del terreno, nella concimazione e nelle cure colturali, per cui alcune di esse si sono rese insostituibili colture miglioratrici della fertilità del suolo. 19.5 Aspetti antinutrizioni che limitano il consumo di legumi Nonostante l’elevato potenziale nutrizionale dei semi dei legumi, il loro impiego nella nutrizione umana e animale è spesso limitato dalla presenza di un gruppo eterogeneo di composti, di natura proteica e non proteica, noti nel loro complesso come “fattori antinutrizionali” o “antinutrienti”, a causa dei loro effetti potenzialmente tossici o dannosi. Essi possono interferire con la digeribilità di proteine, l’assorbimento di minerali e vitamine, e le funzioni dell’epitelio intestinale, provocando così carenze nutrizionali, oppure sono responsabili di reazioni allergiche in soggetti suscettibili. I fattori antinutrizionali di natura proteica più studiati sono le lecitine e gli inibitori enzimatici-inibitori delle proteasi (tripsina, chimo tripsina) e dell’α-amilasi, mentre tra quelli di natura non proteica i più noti comprendono i fenoli, semplici e complessi (flavonoidi, chinoni isoflavonoidi, tannini), i fitati, gli α-galattosidi, i glucosidi pirimidinici, gli alcaloidi e le saponine. Nella tabella 19.6 sono indicati i principali composti antinutrizionali presenti nei semi di leguminose e i possibili trattamenti per la loro eliminazione. I fattori antinutrizionali di natura proteica, inibitori enzimatici e lecitine, vengono inattivati con il trattamento termico precedente il consumo dei legumi, mentre quelli di natura non proteica (in parte termostabili) possono essere ridotti mediante altri trattamenti, usati anche in abbinamento. Va tenuto, in considerazione, tuttavia, che gli effetti 10 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca negativi dei fattori antinutrizionali possono essere osservati solo nei casi in cui i legumi vengono assunti in grande quantità. Tab. 19.6 – Principali composti antinutrizionali presenti nei semi di leguminose Composto Natura chimica Fonti Fava, Pisello, Cece, Lenticchia, Fagiolo, Soia Inibitori enzimatici Proteine Lecitine Proteine e glicoproteine Polifenoli Gossipolo, acidi fenolici, tannini idrolizzabili Fava, Pisello, Cece, Lenticchia, Fagiolo, Soia Fava, Pisello, Cece, Lenticchia, Fagiolo, Soia Acido fitico Mio-inositolesafosfato Effetto antinutrizionale Ipertrofia pancreatica, ridotto accrescimento e utilizzazione proteica Ridotto assorbimento nutrizionale dei nutrienti Inattivazione Trattamento termico Trattamento termico Perdita di peso corporeo Riduzione per ammollo, cottura e decorticazione Riduzione per ammollo cottura Ridotta utilizzazione di minerali e proteine Riduzione per ammollo, cottura, fermentazione e germinazione Fattori del favismo Vicina e Convicina (glucosidi pirimidinici) Fava Anemia emolitica acuta (Favismo) Nessun trattamento Fattori della flautolenza Raffinosio, stachiosio e verbascosio Fava, Pisello, Cece, Lenticchia, Fagiolo, Soia Fermentazione nel colon e formazione di gas Riduzione per ammollo, fermentazione e germinazione Pisello, Fagiolo, Soia Attività emolitica Trattamento termico Lupino Inibitore della digestione Ammollo in soluzione saline Cianogeni Glucosidi cianogeni Pisello, Cece, Fagiolo e Fagiolo dell’occhio Intossicazione acuta o cronica Trattamento termico e ammollo Latirogeni Derivati di amminoacidi Cicerchia, Fava Effetto sul sistema nervoso Trattamento termico e decorticazione Amminoacidi tossici Amminoacidi non proteici Fagiolo Interferenza sull’assorbimento degli amminoacidi Trattamento termico Saponine Alcaloidi Glucosidi steroidei o triperpenici Composti chinolizidinici 11 18.7 Utilizzo dei legumi e nuovi prodotti Le diverse specie di Leguminose possono essere destinate per (Tab. 19.7): l’alimentazione umana (direttamente o per l’industria); l’alimentazione zootecnica; il sovescio. Tab. 19.7 – Destinazione dei legumi Fava Pisello Fagiolo Cece Lenticchia Soia Mercato del seme fresco Mercato del seme secco Industria sottovuoto Industria surgelato Industria mangimistica Alimentazione zootecnica Sovescio Nell’alimentazione umana i legumi possono essere utilizzati in differenti modi, sia allo stato fresco (anche crudo per fava e pisello) che allo stato secco. Come riportato nella figura 19.5, in particolare i semi secchi sono destinati alla cottura: casalinga, surgelazione, appertizzazione, o come semilavorati (farine, concentrati/isolati proteici, testurizzati, isolati di amido e fibra). Questi ultimi possono essere utilizzati per la produzione di alimenti non convenzionali e innovativi (pasta, pane, snack e cereali da colazione prodotti con farine composite (meat analogs), amidi e farine pregelatinizzati “instant food”, prodotti per l’infanzia ecc.) e anche per scopi non alimentari (bioplastiche, film edibili, polimeri biodegradabili, agenti per incapsulare pesticidi ecc.). 12 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Infine, nella figura 19.6 vengono riportati i principali trattamenti eseguiti sui legumi per la loro utilizzazione come consumo diretto, inscatolamento e surgelazione, consistenti in: idratazione, cottura, fermentazione e germinazione, surgelazione, appertizzazione o altri processi per l’ottenimento di nuovi prodotti. GRANELLA APPERTIZZAZIONE SURGELAZIONE AMMOLLO SCOTTATURA INSCATOLAMENTO (STERILIZZAZIONE/ COTTURA) SCOTTATURA CONGELAMENTO SFARINATI COTTURA (AMMOLLO) TOSTATURA FERMENTAZIONE GERMINAZIONE ESTRUSIONE/ COTTURA CLASSIFICAZIONE AD ARIA ESTRUSIONE/ COTTURA CONSUMO CASALINGO PRODOTTO SURGELATO CONSERVE FARINE POLVERI PRODOTTI STRUTTURATI FRAZIONI ARRICCHITE IN: proteine amido, fibra Fig. 19.5 – Trattamenti per utilizzo alimentare della granella di legumi INSCATOLAMENTO (appertizzazione) CONSUMO DIRETTO Granella secca Trasporto, vendita Idratazione (8-10 h di ammollo ± bicarbonato Na) SURGELAZIONE Granella fresca Idratazione In soluzione salina Scottatura a vapore (blanching) 80-105 °C per 1-2 min Pulitura, lavaggio, calibratura Riempimento scatole semi + liquido di governo (H2O*NaCl 2%) Sigillatura delle scatole ± a vuoto Cottura ( per tempi lunghi es. 55-110 min) Sterilizzazione delle scatole (cottura a 115-120 °C per 15-20 min Scottatura a vapore (blanching) 80-105 °C per 1-2 min Rapida surgelazione in tunnel ad aria fino a -40°C (FLO-FREEZE) Confezionamento a -18°C Raffreddamento + etichettatura Consumo Tutti Ceci Cannellini Borlotti Lenticchie Trasporto, vendita Consumo 13 Trasporto, vendita Piselli Borlotti Fave Consumo PROTEINE concentrati isolati AMIDO Fig. 19.6 – Lavorazione dei semi per consumo diretto, inscatolamento e surgelazione 14 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Idratazione La granella secca utilizzata per la cottura casalinga è prevalentemente sottoposta a un trattamento di ammollo per reidratare il seme in modo da ridurre i tempi di cottura e allontanare o ridurre alcuni fattori antinutrizionali quali polifenoli, oligosaccaridi (raffinosio, stachiosio e verbascosio responsabili della flautolenza), ecc. L’ammollo può essere eseguito in acqua fredda o in acqua calda, sia di rubinetto che con aggiunta di Sali (bicarbonato di sodio <0.05%). Il bicarbonato riduce il tempo di idratazione e di cottura dal momento che rende le pareti cellulari più permeabili riducendo le interazioni tra pectine (acidi uronici) e minerali (calcio). L’idratazione è completa quando l’acqua assorbita raggiunge un valore costante che si aggira in funzione del tipo e della varietà dei legumi tra il 90 e il 130% del peso iniziale del seme (gH2O/100 g campione). Cottura La cottura dei legumi, oltre a consentire di raggiungere la consistenza ottimale (texture), ha la funzione di gelatinizzare l’amido, di degradare i fattori antinutrizionali termolabili quali gli inibitori della proteasi e le lecitine incrementando la digeribilità delle proteine e dell’amido. Durante la cottura avvengono, tuttavia, fenomeni che provocano la perdita di amminoacidi, di minerali e di vitamine. E’ importante ricordare che la durezza dell’acqua (ricca di calcio) rende i legumi più resistenti alla cottura per l’interazione tra acidi uronici e calcio che stabilizza le sostanze pectiche. L’aggiunta di bicarbonato, complessando il calcio, come già detto, riduce i tempi di cottura. Al fine di ridurre il tempo di cottura dei legumi si possono adottare procedure di cottura sotto pressione, sia con sistemi di riscaldamento convenzionali, che con irraggiamento a microonde. Quest’ultima tecnologia consente un più rapido e intenso riscaldamento del prodotto dovuto alla migrazione di ioni e alla rotazione dei dipoli (H2O) all’interno del seme E’ stato dimostrato, infatti, che la cottura a microonde in contenitori chiusi (sotto pressione) consente di ridurre il tempo di cottura dei fagioli da 55 minuti della cottura convenzionale a 9 minuti e dei ceci da 110 a 11 minuti. Fermentazione e germinazione I processi di fermentazione e di germinazione a cui sono sottoposti i legumi sono utilizzati quasi esclusivamente in India, in alcuni Paesi africani e quelli 15 dell’Estremo Oriente. Questi processi hanno il duplice scopo di migliorare le caratteristiche nutrizionali (degradazione/riduzione di fattori antinutrizionali quali oligosaccaridi, acido fitico, tannini e produzione di sostanze bioattive quali enzimi e vitamine) e organolettiche del prodotto (consistenza, flavour ecc.). Surgelazione Le conserve di legumi surgelati si ottengono dal prodotti fresco, raccolto a un appropriato grado di maturazione (grado tenderometrico) e riguardano in particolare pisello (rappresentano l’80-90% del totale dei legumi) seguite nell’ordine dal fagiolo e dalla fava. Il processo di surgelazione prevede un trattamento di scottatura (blanching) seguito da un rapido congelamento del prodotto a -40 °C (surgelazione). La scottatura o “blanching” ha la funzione principale di inattivare gli enzimi (per ossidasi, catalisi, fenolasi, lipossigenasi, pectinmetilesterasi, poligalatturonasi) responsabili di reazioni negative nelle successive fasi di trasformazione quali alterazione del colore, formazione di aromi estranei, rancidità e perdita di consistenza. Altri vantaggi della scottatura sono a diminuzione della carica microbica naturale, l’eliminazione dell’aria occlusa nei tessuti vegetali tale da permettere un apprezzabile grado di vuoto nei contenitori da sterilizzare, l’intenerimento parziale del prodotto e l’eliminazione di colorazioni e odori sgradevoli. I trattamento di scottatura sono effettuati a temperature comprese tra 80 e 105 °C per tempi compresi tra 1 e 10 minuti. Appertizzazione Le conserve (in scatola di vetro o di banda stagnata) di legumi appertizzati si possono ottenere dal prodotto fresco (piselli, fagioli), raccolto a un opportuno grado di maturazione e/o dal prodotto secco (fagioli, ceci, lenticche, piselli). Il processo commerciale di inscatolamento della granella secca prevede diverse fasi: pulitura, lavaggio, cernita (eliminazione di semi rotti e difettosi), calibratura, scottatura, riempimento scatole con aggiunta di liquido di governo, chiusura contenitori, sterilizzazione /cottura, raffreddamento, etichettatura e stoccaggio. Una tecnologia innovativa del sistema di appertizzazione è la preparazione di conserve sottovuoto che si differenzia da quella tradizionale, in quanto al prodotto posto in scatola si aggiunge una minima quantità di liquido di governo e si effettua la chiusura dei contenitori in condizioni di vuoto spinto. Tali condizioni consentono di ottenere una significativa riduzione delle percentuali di semi rotti e una migliore conservazione delle proprietà nutrizionali dovuta alla minore perdita di sostanze idrosolubili nel liquido di governo. 16 Cap. 19 – Leguminose da granella fresca e secca Processi per la preparazione di “nuovi” prodotti Al fine di incrementare l’utilizzazione della granella dei legumi per usi alimentari e non, sono state impiegate alcune tecnologie per la produzione e strutturazione di semilavorati (farine, concentrati, isolati, testurizzati proteici, amidacei) con caratteristiche nutrizionali e reologiche adeguate all’uso in diverse formulazioni (per esempio in miscela con i cereali per incrementare il valore biologico delle proteine). 17