Modigliani, gli artisti maledetti e il fiuto di Jonas Netter
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Modigliani, gli artisti maledetti e il fiuto di Jonas Netter
corriere5__ 28/02/13 14:34 Pagina 1 P E R I O D I C O GALLERIA La Rocca Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 D I C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N E GALLERIA La Rocca Fondato da Carlo Accossato nel 1994 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901 E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale DES ARTS Anno XIX - n° 5 - Venerdì 8 Marzo 2013 € 2,50 Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 6.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno ANDREA D’AGOSTINO enza di lui non ci sarebbero stati Amedeo Modigliani, tantomeno Chaïm Soutine o Maurice Utrillo. Ma se oggi chiedete in giro chi era Jonas Netter, quasi nessuno saprà darvi una risposta. A meno che non vi troviate a Palazzo Reale a Milano, dove il 21 febbraio è stata inau- S gurata la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter (fino all’8 settembre). Il protagonista è proprio Netter: ebreo alsaziano, nato nel 1867 e morto a quasi 80 anni nel 1946, si era trasferito nella Parigi di inizio Novecento come rappresentante di ditte. Ricco, ma non abbastanza da potersi permettere le opere degli impressionisti – i cui prezzi erano ormai saliti alle stelle – si avvicinò ad altri artisti a lui più accessibili, che lavoravano nel malfamato quartiere di Montparnasse. E dimostrò un grande fiuto, iniziando a collezionare le opere dell’italiano “Modì” (di cui Milano, Palazzo Reale Modigliani, gli artisti maledetti e il fiuto di Jonas Netter Amedeo Modigliani , “Ritratto di Jeanne Hébuterne”, (1918) © Pinacothèque de Paris arrivò a possedere 40 dipinti), del lituano Chaïm Soutine e del francese Maurice Utrillo, figlio della bellissima e “scandalosa” pittrice Suzanne Valadon (anche lei presto “arruolata” da Netter). Eppure, il nome di questo colto mercante e collezionista è caduto nell’oblio, anche a causa di un carattere assai schivo. A mag- gior ragione questa mostra, curata da Marc Restellini, è importante, perché gli restituisce il merito di essere stato un grande “talent scout” – coadiuvato dal poeta polacco Léopold Zborowski – e sostenitore di tanti artisti su cui nessuno, all’epoca, avrebbe scommesso. Non solo, la sua importanza sta anche nella grande opera di promozione di molti di loro: la mostra racconta come non esitò a vendere a un suo corrispondente in Argentina sette quadri di Modì per farlo conoscere nel mercato sudamericano. In tutto sono esposte 120 opere di questi artisti ritenuti “maledetti” per il loro stile di vita trasgressivo, che in alcuni casi avrà esiti tragici, come per Modigliani e la sua compagna Jeanne Hébuterne (presente in mostra con l’intenso Adamo ed Eva). Le prime sale sono dedicate ai più noti: si incomincia proprio con il pittore livornese con alcuni celebri ritratti come Elvire con colletto bianco, la Fanciulla in abito giallo, il Ritratto di Zborowski e quello di Soutine, realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che strinsero una solida amicizia, al punto che fu proprio Modigliani a presentare Netter a Soutine. Di quest’ultimo sono esposti venti olii, tra cui Uomo con cappello, Scalinata rossa a Cagnes e La pazza. Allo stesso modo ADRIANO OLIVIERI è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico” recitano i versi pascoliani. Ora anche a Torino c’è qualcosa insieme di nuovo e d’antico custodito dietro il garbato adito liberty che introduce alla Promotrice delle Belle Arti. Si tratta dell’ottava edizione della mostra intitolata “Peintres d’aujourd’hui France-Italie/Pittori d’oggi Francia-Ita- C’ Le statuette della notte degli Oscar E lo schiavismo di Lincoln resta a guardare ELIO RABBIONE ta allo scoccar dell’ora, ha osannato quale miglior film Argo di Ben Affleck. La notte degli Oscar è ultima immagine è stata di Madame terminata così. Con i vincitori ed i vinti di semObama che, con tanto di frangetta e di pre, con le manfrine dei ringraziamenti e i picfasciante abito d’argento, come una fa- coli incidenti che fanno spuntare un piccolo sorriso di compassione a quanti vivono tranquillamente metri e metri sotto il cielo delle star, con il sospetto di inciuccio per un frazionamento o un premio che lascia a bocca asciutta chi forse lo meritava di più. Sulla china del pessimismo, potremmo dire che tutto questo, il cinema con l’iniziale minuscola, altro non è che un’industria; o forse, in vena di un pizzico di cosciente ottimismo, potremmo dire che tutto questo, L’ segue a pag. 2 Ben Affleck, che non aveva ricevuto la nomination quale miglior regista, ha visto premiare il suo “Argo” quale miglior film Netter scoprì i quadri del periodo bianco di Utrillo, soprattutto vedute, tra le quali Piazza della chiesa a Montmagny, Chiesa di periferia e Rue Muller a Montmartre; di sua madre Suzanne Valadon (grande pittrice mai esposta in Italia) sono presenti alcune opere della maturità come i ritratti di Gaby e di Maria Lani. Il percorso prosegue con André Derain, Maurice de Vlaminck e via via con i meno noti Isaac Antcher, Lèon Solà, Moïse Kisling, Zygmund Landau, solo per citarne alcuni (in totale sono 27). Come si evince dai nomi erano quasi tutti ebrei anche se, come scrive Restellini, «questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione… la loro arte non è polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale. Ed è a Parigi, l’unico luogo al mondo in cui la rivolta ha diritto di cittadinanza, che quegli artisti – tutti ebrei – si sono ritrovati per tentare la sorte». Milano, Palazzo Reale Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter fino al 9 settembre www.mostramodigliani.it Palazzo della Promotrice delle Belle Arti - Torino L’arte contemporanea fra Italia e Francia lia” l’ultima delle quali fu allestita nel lontano 1961. Nell’anno in cui Torino celebra il proprio secolare legame con la Francia, l’attuale esposizione tenta di analizzare la situazione dell’arte contemporanea nelle due nazioni, riallacciando un discorso iniziato nel 1951 e terminato con la progressiva ascesa dell’arte americana. Il bilancio che se ne può trarre non è tuttavia dei più esaltanti. A quella che fu, nonostante l’ambivalenza del titolo della mostra, una connaturata debolezza delle prime sette edizioni, ossia la sperequata penetrazione culturale dell’arte francese in Italia - che pare continuare tuttora nella mancanza di un’edizione francese della mostra - si aggiunge ora una paradossale selezione generazionale degli artisti dei quali due sono nati negli anni Dieci, nove negli anni Venti, undici negli anni Trenta, nove nei Quaranta, sei rispettivamente nei due decenni successivi e uno solo negli anni Settanta, precisamente del 1971. Quello che dovrebbe essere un punto della situazione si trasforma quindi nella situazione di un punto, pressappoco fermo a cinquant’anni fa. La totale assenza di artisti con meno di quarant’anni si coniuga con la presenza di altri che parteciparono alle edizioni storiche evidentemente più attente a una situazione in atto essa stessa assai più ricca - come giovani promesse capaci, all’epoca, di soddisfare le aspettative presupposte nel titolo dell’esposizione che recita appunto: “pittori d’oggi”. Ci soccorre in questa circostanza la rassicurante presenza di alcuni maestri - che sarebbe stato bello vedere affiancati da giovani artisti di talento nei quali troviamo conferma di una storia segue a pag. 2 Francesco Casorati, “Origamo nel teatrino”, 2012, olio su tela I.P. corriere5__ 28/02/13 14:26 Pagina 2 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 2 DES ARTS 8 Marzo 2013 segue da pag. 1 E lo schiavismo di Lincoln resta a guardare il Cinema con la sua bella iniziale maiuscola, altro non è (o quasi) che cultura (quella che in casa nostra si sta sgretolando, falla dopo falla, e il nostro cinema ne è una delle voragini più tangibili), e quindi da guardare con il cuore e la testa e non con il metro della pancia: forse con buona pace dell’immusonita Natalia Aspesi, che nelle colonne di Repubblica considerava l’appuntamento come un giocattolino con cui curarsi le pene personali, “anche se non ci riguarda minimamente”. Quindi i giurati (o gli studios o i grandi produttori o i gruppi o grupponi che governano la settima arte d’oltreoceano) hanno bocciato Spielberg ed il suo Lincoln (chiaramente il monumento Daniel Day-Lewis non vedeva concorrenti attorno a sé) preferendogli Argo ma non Affleck, del resto nemmeno nominato quale miglior regista: soluzione neppure troppo politically correct per l’amministrazione Obama, se è vero come è vero che al governo iraniano non è andata giù questa “di- mensione politica del premio” e già parlano di falsificazione della storia. Tra i premi più da condividere, il miglior regista è giustamente Ang Lee con il suo Vita di Pi, elegia di salvezza e di speranza che ha toccato il cuore di molti, Anne Hathaway con la sua Fantine migliore attrice non protagonista tra dolcezza e tragicità, il montaggio sfrenato di Argo, Amour di Haneke quale miglior film straniero depredato tuttavia della statuetta ad una Emanuelle Riva grandiosa nella sua discesa nella malattia, contro cui nessuno avrebbe dovuto avere un briciolo di speranza, nemmeno la ventiduenne Jennifer Lawrence (inciampo nell’abito di Dior a parte) felicissima per la statuetta ottenuta per Il lato positivo, e siamo pronti a scommetterci quando vedremo il film sui nostri schermi. Il sempre luciferino Tarantino s’è preso la statuetta per la miglior sceneggiatura originale (ancora ad Argo la miglior sceneggiatura non originale) ed il suo attore feticcio Christoph Waltz è uscito miglior non protagonista con buona pace di un Tommy Lee Jones o di un De Niro. segue da pag. 1 L’arte contemporanea fra Italia e Francia insieme personale e collettiva, ormai classica ma sempre attuale per qualità e coerenza. Così Soffiantino con i suoi nautilus emergenti dalle umbratili profondità boscose, metafore della biologica rigenerazione marina quanto della caducità della vita. Così pure Licata con il suo sempre uguale e sempre diverso alfabeto, i suoi archeologici segni che paiono traslati dall’antico runico e che diventano il mezzo di una ricerca totale passando da totemici a “portatili”, dalla pittura a olio alla tessera musiva, dalle arti belle a quelle applicate. Mentre i nomi di Piero Raspi e Vasco Bendini ci riportano alla memoria quegli artisti piemontesi e bolognesi indicati da Arcangeli e Carluccio come neonaturalisti, il padovano Alberto Biasi ci rammenta le glorie progressivamente sfumate di un momento storico e l’intenso impegno estetico del Gruppo N e di quel fronte dell’Arte Programmata attivo negli anni Sessanta. Tra gli artisti d’oltralpe Louis Nallard, classe 1918, stende paste sontuose quanto la cucina borgognona, tonalità sorde, terragne di un autunno ormai inoltrato ma capace di improvvise accensioni cromatiche che paiono ardere da dentro. Jean Cortot dispiega i suoi “Elogi” misti di pittura, fotografia, e parole con un orror vacui che contamina e salda linguaggio e dipinto in un insieme di addizionata seduzione estetica. Correttamente esposto vicino a Biasi, Julio Le- Galleria Vailati - Torino Cendrine Rovini, “Mon sang désire ton sang”, 2011, tecnica mista su carta parc, argentino di nascita ma trapiantato in Francia, espone uno dei suoi lavori in cui forme e colori pulsano formando giochi ottici e cinetici. Oltre a citare almeno la presenza di Giorgio Celiberti, di Jean Pierre Tanguy, di Giorgio Griffa e di Marc Champieux ci pare infine bello chiudere con due artisti molto differenti tra loro: la pittrice francese Cendrine Rovini, la più giovane presenza alla mostra, e il nostro Francesco Casorati, appena scomparso. Alle mortifere adolescenti della prima, erotiche, masochiste, intimamente connesse ad animali sciamanici quanto debitrici dell’immaginario giapponese, si oppongono le tele di un caro e umile maestro di Torino che ha saputo garbatamente narrarci storie di teatri colmi di poesia, di castelli fantastici, di navi e uccelli di carta legati da esili fil rouge tesi su misteriosi cieli acquei illuminati da soli simili a lampare accese in una notte indimenticabile. Palazzo della Promotrice delle Belle Arti Viale Balsamo Crivelli, 11 – Torino Peintres d’aujourd’hui France-Italie/Pittori d’oggi Francia-Italia VIII edizione 2013 a cura di Giovanna Barbero e Frédérique Malaval fino al 30 marzo Ingresso libero sce Andrea Taricco: “L’estro compositivo di Beny è caratterizzato dall’evocazione pop di temi d’attualità elaborati con maestria e determinazione mediante la tecnica serigrafica: usata in ambiti artistici ed artigianali a partire dal Novecento, determina l’ausilio di immagini, su qualsiasi tessuto, facendo depositare l’inchiostro sulle aree libere del supporto. La sua manualità, l’ha ereditata da una lunga esperienza che traspare in opere che fuoriescono dal suo laboratorio, sino ai ritratti ad olio su tela di vari personaggi... Le sue opere sottolineano il desiderio di estrapolare dalla quotidianità e indurre ad un nuovo grado di riconoscibilità.” L’Artmusic di Beny Giansiracusa i inaugura oggi 8 marzo alle ore 18,30 presso la Galleria Vailati di corso Bramante, 78 a Torino, la mostra Art Music di Beny Giansiracusa curata da Antonio Attini. In esposizione 35 opere eseguite con diverse tecniche quali serigrafie, litografie e creazioni uniche in acrilico composte da vari blocchi uniti a mosaico. Il tema è la musica coniugata artisticamente attraverso alcuni suoi epigoni quali i Beatles, Bob Dylan, i Kiss e magnificamente rappresentata dai suoi strumenti. Con un ricco e prestigioso percorso nel settore Giansiracusa oggi è tra i più famosi e abili serigrafi italiani; ha lavorato per tutti i più grandi artisti. E come recensi- S Beny Giansiracusa, “I Beatles” Galleria Vailati Corso Bramante, 78 – Torino Art Music di Beny Giansiracusa Dall’8 al 22 marzo corriere5__ 28/02/13 14:19 Pagina 3 CORRIEREdell’ARTE COURRIER 8 Marzo 2013 to dalle prospettive bizzarre e perfette di Paolo Uccello; per poi debuttare nei primi anni Cinquanta con gli amici Tabusso, Chessa, Aimone, Campagnoli, Soffiantino, Ruggeri e Saroni. Francesco Casorati è stato uno “scrittore per immagini”, un narratore instancabile, inconfondibile nella personalità acquisita e conquistata, con le grandi figure in primo piano che improvvisamente prendono a vibrare: prima di pennellate armonicamente accostate nelle campiture del mare e del cielo, in una stesura sempre più polifonica, poi nelle sottili e lunghissime linee continue, quasi fili che si accavallano e si ingarbugliano, su cui infine cominciava a scrivere. Letteralmente. Col lapis sulla tela. Incidendo a matita la superficie del quadro ancora molle di biacca: parole e colori, macchie e geroglifici, appunti e immagini. Con paziente e operosa sperimentazione concettuale. Casorati ha costruito e raccontato la sua fiaba nell’invenzione della memoria, ne è stato regista invitandoci a diventare protagonisti di un gioco in perpetuo movimento, ogni tela un capitolo. Con una rara e straordinaria accuratezza di esecuzione, tono e sapore, piacere della pittura. Un giardino di sogni lieti, di giochi, affollato di personaggi magici e di macchine mirabolanti. Il regno dell’improbabile, dell’impossibile, dell’assurdo. Con naturalezza e spontaneità, col candore di chi ha saputo trasmettere il fascino dell’evasione nella fantasia Nella trasgressione che ribalta rapporto e proporzioni, che annulla le pareti della stanza, che scrive i fianchi di una collina, che ingorga le fronde di un albero, che colora di arcobaleno gli spazi infiniti. Francesco Casorati, pittore di giochi DI GIANFRANCO SCHIALVINO rancesco Casorati è morto improvvisamente lunedì 18 febbraio, in tarda serata, nella sua casa-atelier di via Mazzini. Un indirizzo difficile e pesante, saturo di attività febbrile e fervido di antiche memorie: substrato fertile, alfine, ma che già furono pastoie. In quello studio, esattamente mezzo secolo fa, l’1 marzo del 1963, era spirato Felice Casorati, suo padre. Ma a dispetto delle difficoltà di un nome così gravoso, Francesco è stato una persona speciale: per educazione, di vita e di arte, raffinata ed elitaria; per amabilità, come artista e come insegnante; per generosità, di intelletto e di fatto; per costanza, coerenza, dedizione in un mestiere difficile quando perseguito come ideale, quello del pittore. E pittore autentico, per stile, creatività, passione, missione Francesco Casorati lo è stato compiutamente, fuori da ogni accostamento. Poche ore prima del tragico infarto che lo ha stroncato ancora lavorava a un quadro dove specchi di cielo azzurro si riflettono tra cielo e mare, popolati di pesci e di uccelli essenzializzati nei suoi caratteristici profili geometrici, come usava da sempre: da quando visitando con la madre Daphne il Louvre era stato ammalia- F DES ARTS Pagina 3 Francesco Preverino a Palazzo Salmatoris – Cherasco Gli sviluppi della figurazione al 9 al 31 marzo, nelle sale di Palazzo Salmatoris a Cherasco, si svolgerà la mostra personale di Francesco Preverino dal titolo “Racconti silenti attese”, curata da Francesco De Bartolomeis. Connotato da tempo come uno dei più rappresentativi artisti piemontesi, il Maestro Preverino, che fa parte dell’Associazione Piemontese Arte, ha un D curriculum espositivo ad ampio raggio ricco di riconoscimenti di grande prestigio. La mostra, con opere dal 2000 al 2012, segna il percorso ultimo dell’artista torinese. Scrive De Bartolomeis: «La ricerca di Francesco Preverino si colloca negli sviluppi della figurazione che ben oltre gli anni del dopo guerra si confrontano drammaticamente con lo spazio come luogo di vita, con il mutare delle condizioni e degli eventi, con i mezzi materiali per dare esistenza a un mondo. Dipinti con varie tecniche e su vari supporti e un buon numero di studi con particolarità qualitative arricchiscono il repertorio delle soluzioni stilistiche. È un complesso da cui emerge la piena maturità dell’artista. Le opere hanno alle spalle un trentennio circa di ricerche e dimostrano che Francesco Preverino ha sempre radicato il suo lavoro nei fatti della vita. Le opere nascono da progetti e disciplina, inquietati dall’inconscio, dalle emozioni, dalle sensazioni, dal caso.. L’invenzione morfologica fino a deformazioni spinte è amore del soggetto. I riferimenti realistici dei titoli (giardini, alberi, mare, paesaggi, vallata…) rimandano sempre all’interiorità dell’artista...». Palazzo Salmatoris Via Vittorio Emanuele, 31 – Cherasco Racconti silenti attese Personale di Francesco Preverino Dal 9 al 31 marzo Info: 0172 427050 Francesco Preverino, “Paesaggio” Sezione Cral di Arti Visive della Regione Piemonte - Sala espositiva del Centro Congressi In corso la mostra di primavera ome già pubblicato sul numero precedente, la sezione Cral di Arti Visive della Regione Piemonte, riprende la sua attività artistica con la: “ IV Mostra di Primavera “, come sempre a guidare il gruppo è Gianfranco Gavinelli che organizza e coordina tale iniziativa. La Mostra, allestita presso la Sala del Centro Congressi della Regione Piemonte - corso Stati Uniti 23 , Torino - è stata inaugurata il 4 marzo e si concluderà il 28 dello stesso mese. A rendere interessante l’ evento oltre i dipinti, i carboncini, gli acquerelli saranno presenti sculture, nomi illustri come: Tatiana Veremejenko, Gianni Sesia della Merla, Umberto Viapiano, Guido Appendino, Elda Lazzaretto, Max della Rocca, Anna Borgarelli, Roberto Dellavalle, Rodolfo Trotta, che presenteranno le loro opere. Ricordiamo inoltre le dipendenti della Regione Piemonte Laura Boldrino e Stefania Lucà, che si sono distinte per le loro creazioni. Anche Flaviana Chiarotto ha offerto un valido contributo, stuzzicando l’interesse degli appassionati. Citiamo qui di seguito i nomi degli altri partecipanti che per bravura hanno saputo imporsi con i loro disegni suscitando emozioni, facendoci sognare attraverso un mondo multicolore, offrendo uno spaccato di stili tra il formale e l’informale, anche se la Mostra ha un carattere prettamente figurativo, non mancano, fiori, marine e paesaggi montani. I nomi degli artisti sono: Guido Appendino, Giorgio Benci, Sergio Bilucaglia, Laura Boldrino, Anna Borgarelli, Rosanna Campra, Adriano Carpani, Fran- C co Castiglioni, Flaviana Chiarotto, Paolo Civera, Roberto Dellavalle, Michele De Stefano, Mariapia Fransos, Gianfranco Gavinelli, Anna Virginia Lanfranchini, Elda lazzaretto, Stefania Lucà, Lillia Marengo, Armida Mazzotti, Max della Roc- A destra: Flaviana Chiarotto, “Fiore solitario” Qui sopra: Franco Castiglioni, “Il Tempo” A sinistra: Sergio Bilucaglia, “La Lettera” ca, Mariell Chirone Guglielminetti, Arianna Michieletti, Nikolova Nikolinka, Luisella Pastorino, Rosa Maria Peira, Luciana Pistone, Nicoletta Pizzetti, Rosa Prestigiacomo, Marco Primiterra, Amelia Putignano, Simonetta Secci, Gianni Sesia della Merla, Maria Antonietta Sismondo, Paola Targa, Lucia Terzo, Carmen Triglia, Rodolfo Trotta, Giusy Uljanic, Ornella Vacchina, Tatiana Veremejenko, Umberto Viapiano, Graziella Vigna, Loredana Zucca, Umberto Zullo. La mostra resterà aperta fino al 28 marzo, con i seguenti orari: dalle ore 10.00 alle ore 17.00 (con orario continuato dal lunedì al venerdì, sabati e le domeniche escluse). Sala espositiva del Centro Congressi della Regione Piemonte Corso Stati Uniti 23 in Torino IV Mostra di Primavera di Arte Figurativa ed Astratta Organizzata dalla Sezione Cral di Arti Visive della Regione Piemonte Fino al 28 marzo corriere5__ 28/02/13 14:29 Pagina 4 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 4 DES ARTS 8 Marzo 2013 INTERVISTA a Massimiliano Caretto naugurata a Roma da soli 2 mesi, la mostra “Brueghel. Meraviglie dell’Arte Fiamminga” ha già incassato i centomila visitatori e il plauso di gran parte della critica. Perché la Galleria Caretto ha deciso di partecipare ad un’iniziativa puramente culturale? Per noi è un’esperienza tutt’altro che nuova. La collaborazione tra enti pubblici e privati in Europa è una consuetudine che ci ha visto coinvolti diverse volte negli anni passati anni. La possibilità di intraprendere simili iniziative anche nel nostro Paese fa parte di una politica che abbiamo deciso di perseguire fin dal ‘99 con una mostra a Vercelli, poi nel 2007 con una ad Aosta, l’anno scorso con una a Napoli e infine coi progetti legati alla “Dinastia Brueghel”. Se è vero che, in un momento di crisi economica e culturale come questo, i privati devono contribuire in qualsiasi modo, il nostro ruolo tende alla possibilità di permettere la realizzazione di progetti culturali con l’apporto di importanti opere in mano ai privati, oltre che come consulenti tecnici. Una partecipazione a tutto campo, quindi, la vostra? Esattamente. La grande rassegna romana sui Brueghel è stata l’occasione per portare in Italia una pittura mai abbastanza conosciuta, ma meravigliosa. Oltre al prestito di nove dipinti, raccolti anche molto indietro nel tempo, abbiamo voluto porre particolare attenzione al percorso espositivo, in modo che risultasse il più chiaro possibile anche ai profani. La curatela del catalogo è stata capillare, sia nelle schede dei dipinti che nella realizzazione di un saggio volto ad approfondire alcuni temi toccati nella mostra e che io e Francesco Occhinegro, che condivide con me l’avventura della Galleria, abbiamo voluto pensare come un manuale che rimanga nel tempo, anche oltre la durata della mostra. Qual è, secondo lei, il miglior pregio della mostra? La capacità di saper unire rigore scientifico a scopi divulgativi. Klaus Ertz, massimo esperto mondiale sui Brueghel, ha vagliato, assieme agli altri membri della commissione (tutti specialisti del I settore), sia la coerenza complessiva del progetto che ogni specifica opera presente. Al tempo stesso, però, abbiamo operato affinchè il progetto non risultasse una “torre d’avorio”, ma lasciasse un contributo di conoscenza al pubblico, ormai possibile solo attraverso una divulgazione paziente, metodica e ampia. E che cosa avrebbe voluto migliorare? Avrei voluto una maggiore presenza di opere di Pieter Brueghel il Vecchio. Si era partiti con l’idea di portare la “Torre di Babele” conservata a Vienna, ma il Kunsthistorische Museum ci ha da subito comunicato che tutti i dipinti di Brueghel il Vecchio facevano parte in un blocco inamovibile. Inoltre i costi assicurativi sarebbero stati esorbitanti anche in tempo di vacche grasse: in questo periodo di disarmante penuria economica (e di rifiuto dei musei stranieri ad imprestare all’Italia le loro opere), sarebbe stato un capriccio infantile impuntarsi sulla questione. Parimenti, gli unici due Brueghel italiani sono inamovibili per problemi conservativi. Il problema è stato comunque risolto con la “Resurrezione” presente nella seconda sala e preceduta pure da un’opera di Bosch, anche se ci tengo a ricordare che la mostra è esplicitamente dedicata a tutta la dinastia e non solo al capostipite. Altri progetti per il futuro? Almeno tre già studiati, di cui uno ora in cantiere. Lo scopo sarà quello di svelare i capitoli più belli della pittura antica del Nord e conto in futuro di poter regalare altre mostre al pubblico italiano. In particolare, ho in mente un progetto che sarebbe ideale proprio per Torino. Spero che le autorità competenti aprano con maggiore entusiasmo ad iniziative di questo tipo: io sono a completa disposizione. Chissà che il prestigioso polo della Venaria non sia interessato ad un progetto come quello che abbiamo realizzato a Roma? in corso presso la Galleria Arte per Voi di Avigliana la mostra “Percorsi” che propone i dipinti di Silvana Alasia. Organizzata dall’Associazione Culturale omonima, l’esposizione illustra il cammino a tappe dell’artista, dalla ricerca grafica alla figurazione, da un accurato studio materico a una tecnica compositiva, alle sperimentazioni che conducono all’informale. E, nella presentazione,il gallerista Paolo Nesta sottolinea come: “Se il disegno con la Composizione musicale del 1987 ha il pregio di anticipare una fitta serie di dipinti recenti e di analogo tema, che già hanno trovato spazio nella personale che “Arte per Voi” le ha dedicato lo scorso anno, mancavano ancora all’appello, nella ricostruzione dell’ultima stagione dell’itinerario artistico di Silvana Alasia, due capitoli che l’hanno più intensamente occupata tra il 2012 e l’inizio del 2013. Il primo dei quali – e penso ad esempio ad un soggetto come La petite jardinière, ben memore di un soggetto, ma anche di una tecnica compositiva che già ci era nota dall’esposizione delll’anno scorso È Silvana Alasia alla Galleria Arte per Voi – Avigliana L’interiorità del messaggio emozionale – si impernia sulla rivisitazione di temi che, volendo, si possono ricondurre ai repertori tradizionali definibili come “nature morte”, ma in cui si fa largo una istanza di ricerca materica differente, che prende ad operare dal tessuto pittorico dello “sfondo”, fino ad interferire progressivamente con le “figure”, come accade alla Composizione deco o alle Pagine bianche, che alludono esplicitamente ad una costruzione spaziale e ad una densità poetica finora insolite nelle sue tele e in cui ora si afferma con sicurezza una atmosfera carica di valenze introspettive. Dalla messa a punto di queste esperienze Silvana Alasia può facilmente trascolorare - e qui tocchiamo il secondo e altrettanto recente ed interessante capitolo nelle sperimentazioni che conducono alla ricerca “informale”, in cui il lavoro di costruzione visuale, tralasciando le interferenze naturalistiche, si concentra sull’interiorità del messaggio emozionale, affidato alla pura espressività degli impasti e delle stesure cromatiche.” Galleria Arte per Voi Piazza Conte Rosso, 1 Avigliana “Percorsi” I dipinti di Silvana Alasia Fino al 31 marzo Info: 011 9369179 Silvana Alasia, “Composizione Deco” Unique. Galerie d’Art di Patrick Caputo - Torino Oltre lo spazio e il tempo ANDREA DOMENICO TARICCO a Galleria Unique di Torino, ha inaugurato il 2 marzo scorso una personale dedicata a Luciana Libralon intitolata Other Worlds. Si tratta in effetti di un viaggio, oltre i confini della nostra realtà, in cui coesistono esperienze culturali, sociali e figurative differenti, in un universo ben definito tecnicamente. La capacità di descrivere la figura umana, ed in particolar modo quella femminile, viene infatti, determinata dalla relazione tra il corpo e lo spazio circostante, assumendo di conseguenza, quelle matrici oggettive che ne de- L finiscono l’immediata riconoscibilità. Partendo da queste premesse, intendiamo l’atteggiamento del fruitore che, pur non avendo mai viaggiato o non essendo mai stato fisicamente nei luoghi da lei rappresentati, sprofonda in un transfert psicologico sino a recepire, in comunione agli altri, il senso ultimo di quanto vede in quel dato momento. In altre parole, la poetica descrittiva applicata dalla Libralon è finalizzata a spostare virtualmente lo spettatore nello spazio e nel tempo, pur lasciandolo nell’immobilità contemplativa. Elementi raggiunti da una profonda abilità esecutiva caratterizzata da tinte morbide ma incisive, che riempiono involucri formali destinati ad esprimere la spiritualità della vita attraverso la materia stessa che la costituisce. Partendo da opere come Nigeria. Il sarto (2004) acrilico su masonite, descrive il lavoro umano, inserendolo in una luminosità che lo riporta ai dettami d’una posa eternizzata dal suo fare quotidiano. Così come nell’acrilico su tela Mali. Confusione al mercato (2007), fissa momenti vissuti in un altrove, non molto distante da qui, nella possibilità che stia avvenendo esattamente in questo istante. Dal racconto d’amore (2007) in cui sembra echeggiare i fasti delle Mille e una notte, sino alla Danza Khon (2007) in cui immortala la sensualità del gesto, dell’espressione e del rito. Le barriere tra occidente ed oriente decadono progressivamente, grazie ad un senso estetico in cui il desiderio di bellezza pura prevarica su tutto. Questo è il fulcro del suo messaggio pittorico, questa è la sintesi perfetta d’una modalità espressiva atta a relazionare differenti entità storiche o ideologiche. Così prendono corpo le essenze di sapori misteriosi, come gli antichi odori speziati o le atmosfere di mondi lontani che sfociano in un determinismo romantico in cui l’io è al centro d’una metamorfosi adattativa secondo la quale, nonostante la finitudine delle cose, tutto continua ad essere oltre noi stessi. UNIQUE. Galerie d’Art di Patrick Caputo C.so Vittorio Emanuele II 36 - Torino Other Worlds. Personale di Luciana Libralon Fino al 23 marzo Info: 011 5617049 Luciana Libralon, “Mikado” Corriere5_5-11 28-02-2013 15:55 Pagina 5 CORRIEREdell’ARTE COURRIER 8 Marzo 2013 Padre e figlia hanno esposto insieme a Torino Il Plurispazialismo o Arte Plurisenso di Gian Luigi Castelli G ian Luigi Castelli, ispiratosi ai tagli di Lucio Fontana che suggeriscono spazi al di là della tela, si è avventurato nei plurispazi mentali, ove collaborano inconscio, preconscio e conscio, e nel 1999 ha creato il Plurispazialismo, in seguito denominato anche Arte Simultanea, Arte Racconto e Arte Relazione, cioè un’Arte multisenso, un’Arte multipla per i suoi aspetti. Nella mostra, dopo alcuni dipinti surreali metafisici e plurispaziali relativi al percorso tematico: “Umanesimo trascendentale”, sviluppato con dipinti che, rifacendosi anche ai miti, evidenziano la capacità umana di dare ordine al caos e di sviscerare, nel rispetto del trascendente, il trascendentale che può apparire irraggiungibile, “Coscienza del sé e del connesso non sé”, sviluppato con dipinti ispirati anche a scritti famosi che portano ad atteggiamenti consapevoli e responsabili e “Amore comprensivo e disinteressato”, con dipinti che ricordano anche vite emblematiche che aprono all’altro con condivisione e con la conversazione, Gian Lui- “Demian” gi Castelli ha voluto evidenziare con la sua arte l’importanza del raccontare. Navigando, similmente a internet, nella caotica e indeterminata rete relazionale dei suoi dipinti (vedasi il dipinto Demian), contenenti elementi non già dati, indeterminati con significati simultaneamente sovrapposti e da determinare interagendo similmente alla concezione quantistica che al Festival della Scienza è stato detto modificherà il modo di vedere il mondo, l’osservatore può creare propri significanti e, raccontando, dare corpo, come l’artista creatore del dipinto, a un proprio fluire di pensieri organizzando sensazioni, pulsioni, emozioni e idee, diventando così anche lui un artista io creatore. Con questo operare pragmatico di ciascuno nella rete relazionale del dipinto senza che vi siano direzioni e punti di partenza in precedenza già dati e tracciati, il caos del dipinto abduttivamente si ordina e gli indeterminati e non già dati elementi del dipinto, come gli osservatori scrivevano solo emozioni e giudizi, Castelli ha realizzato le istallazioni Fabbrica di Racconti; si è però notato che gli osservatori avevano difficoltà a raccontare e spesso si limitavano a esprimere emozioni e formulare giudizi, sintomo di una società superficiale bloccata su slogan e su cose e immagini oggettuali, date, bloccate e determinate suscitanti facili giudizi ed emozioni anche accattivanti e spesso presa dalla degenerazione. Le cose, come dice Rilke, aspettano invece di essere decantate, raccontate e cercano un’ancora in esseri ancora più sfuggenti di loro. Per far prendere coscienza della differenza tra esporre emozioni, formulare giudizi e raccontare, le istallazioni Fabbrica di pensieri e Fabbrica di racconti sono state unite in un’unica istallazione denominata Da Fabbrica di pensieri a Fabbrica di racconti. Ora Gian Luigi Castelli va oltre e propone un’istallazione Da Fabbrica di Emozioni a Fabbrica di Giudizi a Fabbrica di Idee a Fabbrica di Racconti che unisce le rispettive istallazioni e fa procedere dall’esprimere emozioni al formulare giudizi, al creare idee e all’inventare racconti. Egli cerca di valorizzare ciascuna persona con le sue differenze, talenti e dignità sia dando la possibilità di inventare e raccontare interpretazioni dei suoi dipinti, sia tramite il percorso tematico sopraddetto, sia con le istallazioni che stimolano il racconto e a diventare esseri creatori. Così sul palcoscenico delle citate istallazioni ciascun osservatore, nonché operatore, può scri“Fabbrica di Racconti” vere le proprie emo- quelli della vita, procedono verso la simultaneità dell’evento e la qualità. Da qui la denominazione Arte Simultanea. L’indeterminatezza dei dipinti plurispaziali, con i loro elementi non già dati e immagini non definite e di sapore anche simbolico che possono assumere vari significati e sensi a piacimento di ciascun osservatore, fa si che si va oltre la pittura bloccata, definita e deterministica e arrivare a un’arte più simile al linguaggio verbale e scritto, linguaggio col quale, tramite gli elementi parole con significati non completamente dati, si può liberamente dire e raccontare cosa si vuole con una miriade di sfumature anche poetiche e persino in contrasto tra loro. Così nell’arte di Castelli la cifra va cercata soprattutto in qualcosa di metodologico, in un invisibile più astratto e necessario al visibile affinché questo non sia terribile. L’osservatore, relazionando la propria interpretazione del dipinto plurispaziale col dipinto stesso che rimanda sempre ad altro e che porta a conclusioni sempre nuove, può, ricuperando altre possibili tracce individuabili nella rete relazionale del “Fabbrica di Pensieri” DES ARTS Pagina 5 Astrattismo d’Ambiente di Manuela Castelli (Astrattismo Contestuale). Le forme geometriche, colorate e pastose, danno solidità a matericità alle opere e rimandano alla tradizione classica. Le righe e le nuances dei colori fanno pensare alle suggestioni della moda. Insomma, il mondo astratto di Manuela Castelli rappresentato in un quadro. www.astrattismodambiente.it M anuela Castelli, architetto di professione e pittrice per passione, unisce le proprie competenze per creare quadri al limite tra arte e architettura. Quadri astratti d’ambiente o solidi edifici del sogno, in ogni caso, opere originali e fuori dal comune, nate per fondersi, anche cromaticamente, con il contesto per il quale sono state create sere intesa come verità per tutti, che collaborando si arriva sinergeticamente a capire meglio e che ciascuna persona deve essere valorizzata con le proprie differenze, talenti e dignità. Si può pertanto intuire che la collaborazione è più fattiva dello scontro, che blocca su fisse posizioni e insanguina il mondo, e pensare che lo possa sostituire in un percorso di rigenerazione dell’umanità. Il dipinto Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro fa rabbrividire se si guardano i visi di persone succubi e intrise della logica dello scontro e che la fanno trasparire in modo trasparente uscendo da ipocriti formalismi, e fa riflettere come suggerisce il viso pensoso di chi osserva. Tale percorso artistico, oltre a una propria peculiarità estetica e di contenuto, introduce un insieme di paradigmi che tendono a valorizzare ciascuna persona e stimola a una rigenerazione dell’umanità verso una nuova era. Si arriva così al dipinto Evoluzione: dal Matriarcato e dal Pa- scuno valorizzato con le proprie differenze, talenti e dignità e in cui il pensiero, il cuore e il linguaggio di ciascuno possano liberamente irradiarsi (irraggiamento simboleggiato nel quadro da cerchi concentrici) accompagnati da un affettuoso e trasparente sorriso, era quindi di pace e sicurezza. Il quadro parte dalle origini dell’umanità e va oltre l’attuale, facendo prendere coscienza di quello che in origine ci è stato dato e delle potenzialità donateci. Esso evoca il lungo e tormentato cammino umano, con le sue continue rinascite e rigenerazioni verso situazioni più evolute che hanno portato a miglioramenti e che fanno sperare un mondo migliore, e rievoca l’evoluzione umana dal matriarcato, legato alla natura e in cui la madre era il riferimento, al patriarcato con la nascita di leggi e di una civiltà - frutti anche del “Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro” “Evoluzione: dal Matriarcato e dal Patriarcato all’era della persona (Personarcato) e oltre” triarcato all’era della persona (“Personarcato”) e oltre che preannuncia un’era nella quale vengono superate divisioni e catalogazioni labili nel tempo e anche discriminatorie “Da ‘Fabbrica di Pensieri’ a ‘Fabbrica di Racconti’” (a sinistra) e “Da ‘Fabbrica di Emozioni’ a ‘Fabbrica di Giudizi’ a Fabbrica di Idee’ a ‘Fabbrica di Racconti’” differenze sesdipinto e non prese in considera- zioni, giudizi, idee e racconti e leg- suali; era in cui lo scontro, che inzione in precedenza, superare bloc- gere gli scritti degli altri. Così ope- sanguina il mondo, è sostituito dalcanti rappresentazioni e aprirsi al rando in relazione con gli altri, ci la collaborazione integrata dall’aracconto, nel cui infinito i concet- si può rendere conto che collabo- more comprensivo e disinteressati si piegano. Da qui la denomi- rando si arricchisce non soltanto to e rafforzata da condivisione e il quadro ma anche se stessi e che conversazione; era di apertura alnazione Arte Racconto. Siccome sul palcoscenico delle la propria interpretazione non è l’altro, di trasparenti relazioni e di istallazioni Fabbrica di Pensieri l’unica valida e nemmeno deve es- una felicità basata sul sentirsi cia- so immenso che ci circonda col suo mistero e le sue meraviglie e che ci fa sentire il divino. Un divino richiamato nel dipinto Umano e divino del 2001 con un bianco e splendente chiarore se lo sguardo è volto all’infinito, infinito simboleggiato nel dipinto. Il critico d’arte Giovanni Cordero, allorché ricopriva importanti incarichi presso il Ministero dei Beni Culturali a Roma, ha scritto che l’arte di Gian Luigi Castelli è sia idiolettica sia socioletica a differenza delle altre “Umano e Divino” pensiero filosofico- e di un’organizzazione basata anche sulla scienza e sulla tecnologia e pilotata da manager in giacca e cravatta sui quali pesano grosse responsabilità. In questo panorama evolutivo verso un mondo migliore, verso una rigenerazione, una rinascita umana, hanno giocato, giocano e giocheranno un ruolo importante la scienza e la tecnologia, in particolare quelle bioniche, che, simboleggiate, campeggiano nel quadro in quel cielo che gli umani scrutano, scienza e tecnologia, mezzi atti a creare speranze per un mondo migliore, che promettono anche la conquista di nuovi mondi e la prosecuzione della civiltà umana oltre la realtà terrena, nel virtuale e anche oltre la fine della terra in quell’univer- che sono o idiolettiche o sociolettiche, rappresenta un mondo al contempo irrazionale e razionale, un mondo caotico che reclama un ordine e che quanto l’artista Castelli ha cercato di esprimere nelle sue opere e nei suoi scritti si può riassumere con le parole dello scrittore Saint Exupéry “È soltanto con il cuore che si può vedere l’essenziale, perché questo è invisibile agli occhi”. Concludiamo con quanto ha detto il critico d’arte Angelo Mistrangelo all’inaugurazione di una personale di Gian Luigi Castelli patrocinata e sponsorizzata dalla Regione Piemonte, disse che l’arte di Castelli interpreta la società a lui contemporanea e quella futura come fece a suo tempo il Futurismo (Corriere dell’Arte del 9 febbraio 2007). Il Futurismo evidenziò la dinamica fisica di una società meccanizzata e belligerante, l’Arte Plurisenso e l’Arte Plurisignificante di Castelli evidenziano e sviluppano la dinamica mentale propria di ciascun componente di una società che avanza non solo tecnologicamente, ma specialmente nel progresso di civiltà, che naviga virtualmente nella caotica rete di internet aprente a democratiche relazioni, che apprezza la pace e che valorizza la creatività di ciascuno favorendo progetti e iniziative nascenti e di startup. www.plurispazialismo.com corriere5__ 28/02/13 14:19 Pagina 6 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 6 DES ARTS 8 Marzo 2013 Assessorato alla Cultura e Biblioteca Civica di Vinovo Alla Tinber art Gallery di Pragelato L’essenza lignea nelle sculture di Challier Mostra antologica dei fratelli Gilardi stata inaugurata ieri presso l’Ala Comunale “Don Donadio” di Vinovo la mostra “Foemina in arbore” dello scultore Enrico Challier. Promossa dall’Assesso- È Enrico Challier, “Omaggio a Hukusai” rato alla Cultura e dalla Biblioteca Civica di Vinovo, l’esposizione, curata da Elena Piacentini, presenterà particolari interpretazioni di alcune Anime Femminili contemporanee. Essa si avvale di una doppia valenza culturale: avvicinare il pubblico adulto alla conoscenza dell’Arte contemporanea e, accostandosi alle nuove metodologie pedagogiche, coinvolgerà i bambini in età scolare nella condivisione di alti mezzi espressivi artistici e alla co- noscenza dell’elementolegno, attraverso laboratori didattici eseguiti dall’Artista che mostrerà le fasi di lavorazione dal legno nudo all’opera finale. Ricordiamo che Enrico Challier, nato a Pinerolo nel 1974, è docente di scultura e tecnologia del legno presso l’Istituto Professionale Engim di Pinerolo, ha partecipato a concorsi in Italia e all’estero, vincendo primi premi in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino. L’artista scolpisce il legno, principalmente l’essenza di noce: dalla massa lignea “toglie” il superfluo, dando vita a forme di giovani donne a tutto tondo che poi dipinge con pigmenti acrilici e pastelli evidenziando gli elementi essenziali di ogni singola scultura. Ala Comunale Don Donadio Vinovo Foemina in arbore. Le sculture di Enrico Challier Fino al 17 marzo Info: 011 9931006 Elda Mantovani nelle sale del Circolo degli Artisti a Torino fra artisti organizzati in valle: i rascards di Chamois, gli abeti rossicci che punteggiano il pendio dei monti, le stradine innevate, le rustiche abitazioni situate oltre il concentrico di Saint Vincent, sono motivi tutti che consentono a Elda Mantovani di ricercare effetti di controluce oppure di dipingere le nevi nel proprio candore. Molta importanza ha per Elda il mondo degli affetti: le due figliole Laura e Maria Antonietta vengono ritratte con emotiva partecipazione, intente ora a leggere, ora a proporsi nelle proprie espressività. Accanto a queste immagini occorre situare il nudo di Erika colto in un interno nel quale si notano altresì tele dipinte, un drappeggio verde e alcuni arredi, oppure il Nudino disteso giocato fra i bianchi accesi e felicemente realizzato con impressionistici intenti, nelle aule dell’Accademia nel corso di una sola lezione. “Piacevoli e tranquille riflessioni” definisce le opere della Mantovani il critico Marilina Di Cataldo: ecco allora la serie di Nature morte, con un ramo di Magnolia fiorito, pannocchie di meliga unite a cachi ancora acerbi, la grandiosa composizione con Mimose lievi, accanto a un antico amorino. Nella mostra organizzata nelle sale del Circolo degli Artisti di Torino, si sono voluti esporre anche alcuni carboncini; un Autoritratto datato 1969 che dice come la pittura della Mantovani non sia improvvisata e il felice ritrattino di Laura degli anni settanta interpretato con brio e spontaneità. Elda Mantovani esordisce nel 1975: per lei sono state organizzate oltre 25 mostre personali in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; anche a Ferrara, città alla quale la pittrice è emotivamente legata. Per la nostra pittrice, un mondo fatto di suggestioni e di emozioni sincere. Un mondo tra affetti, fiori, emozioni GIAN GIORGIO MASSARA ada Rosso – la giornalista che nello spazio di una breve colonna sapeva cogliere lo spirito di chi con lei conversava – alcuni anni or sono scriveva a proposito del mondo pittorico di Elda Mantovani: “pittura di luce e serenità, la sua. Al di là delle mode, al di là della ricerca intellettuale, al di là del tempo”. E queste sensazioni riviviamo visitando l’atelier torinese di questa pittrice della quale abbiamo avuto modo di seguire l’iter anche attraverso la partecipazione alle numerose mostre organizzate dall’Associazione “A. Zerbino”, con la conseguente esposizione in spazi istituzionali. Elda Mantovani frequenta per una decina di anni lo studio di Nicola Arduino – suoi “compagni” di studio Ottavio Mazzonis e Franco Pieri – per successivamente seguire i Corsi di Nudo presso l’Accademia Albertina sotto la guida di Filippo Scroppo e Gianfranco Rizzi. Da questi maestri ha appreso l’uso calibrato del colore, la magìa D della luce, lo studio della modella in posa e la ritrattistica. C’è un dipinto – proposto due anni or sono in copertina dalla rivista “Percorsi” – nel quale si abbina la presenza di un grandioso cesto di frutta posto in primo piano e il lontano paesaggio di Baldissero Torinese dominato dal campanile stagliato nel cielo appena percorso da nuvole. E il tema del paesaggio ritroviamo nei dipinti realizzati in Sardegna – terra certamente amata – con rocce e azzurri spazi di acque trasparenti: Baia Sardinia, ad esempio, è presente in un gradevole olio nel quale il pontile sconfinante in una macchia di rosso acceso si diparte da una riva boscosa per accedere alle profondità del mare. Altrettanto interessanti sono le vedute di Venezia – gli schizzi sono stati tracciati in un giorno di acqua alta – con i camini esterni che si disegnano nel cielo lagunare, i vasi fioriti ad allietare le finestre non sempre raggiunte dal sole. E ancora le belle immagini valdostane, specie invernali, dipinte nel corso di numerosi incontri Circolo degli Artisti Via Bogino 9 – Torino Personale di Elda Mantovani Dal 15 al 29 marzo Info 011 8128718 Elda Mantovani, “Frutti di Baldissero”, olio su tela ELENA PIACENTINI abato 9 marzo, nella cornice d’alta montagna, dove il bianco della neve esalta progetti eccellenti, la direzione Artistica della Galleria Tinber di Pragelato presenta una esclusiva mostra antologica dei fratelli torinesi Piero, Italo e Silvano Gilardi. Piero, condivide con Italo e Silvano la passione per l’ambiente incontaminato presentando 8 tappeti – natura, in poliuretano espanso, frammenti di paesaggio che si pos- S Dall’alto in basso: Piero Gilardi, “Violette nel bosco“ Italo Gilardi, “La bici“ Silvano Gilardi, “Equilibrio forzoso“ sono riscontrare nei boschi, intrattenendo con lo spettatore una singolare sensazione visiva data dalla splendida mimési formale e coloristica associata al senso del tatto, totalmente dissonante dalla realtà effettiva. Italo, presenta una selezione di circa 10 tavole: oli, acrilici e pastelli a olio che riconducono la visione a paesaggi metropolitani del capoluogo piemontese, ponendo l’accento su particolari quasi impercettibili, raffiguranti la presenza umana come anime-umbrae inquiete. Silvano, conosciuto negli anni ‘50 come Abacuc, co-fondatore dello storico gruppo Surfanta, in questo evento propone una quindicina di opere a tempera, inchiostri su carta e oli, che illustrano sequenze di paesaggi, nature morte e figure riprese dalla mitologia e dalla tradizione letteraria, istituendo un dialogo at- traverso temi allegorici della letteratura classica e moderna. L’Esposizione offre una interessante commistione di materiali originali, associati al virtuosismo tecnico della riproduzione mimetica condotta dagli Artefici; si susseguono tecniche pittoriche classiche e stili multiformi. Essa esplicita una poliedrica manifestazione di esperienze estetiche che hanno profondamente segnato il panorama artistico della fine del secolo XX. Tinber art Gallery Via Albergian, 20 – Pragelato Mostra antologica dei fratelli Gilardi Dal 9 marzo al 5 maggio Info: 0121 78461 Corriere5_5-11 28-02-2013 15:57 Pagina 7 CORRIEREdell’ARTE NEWYORK NEWYORK COURRIER 8 Marzo 2013 foto © aut. DES ARTS Pagina 7 Al Monet-Marmottan di Parigi Gli anni folli di Marie Laurencin DAL NOSTRO INVIATO A Manhattan si riscoprono le grandi opere su carta DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MAURO LUCENTINI C ome se non bastassero le centinaia di gallerie, le dozzine di musei, le sempre più numerose case d’asta, ci sono dei momenti in cui interi quartieri di New York – spesso, ma non sempre, la parte alta dell’Isola di Manhattan ad est del Central Park – si trasformano in un unico emporio dedicato a una certa categoria di oggetti d’arte. Questo è il momento dei disegni e delle stampe. Ma non c’è bisogno di essere milionari e nemmeno di avere in tasca il proverbiale pugno di dollari per ricavare da queste feste mobili, come le avrebbe chiamate Hemingway, un tranquillo divertimento. I negozi d’antiquariato formano una specie di alleanza ad orario continuato e informano i loro clienti di quanto hanno di nuovo inviando inviti, ma l’ingresso è libero e magari qua e là c’è anche il bicchiere di prosecco e il piccolo rinfresco. Trenta botteghe, tutte nella stessa zona, hanno dato in visione questa settimana un repertorio complessivo di migliaia di immagini di ogni epoca. Mentre era in corso questa particolare esibizione dell’arte su carta, nella zona bassa di Manhattan, il vecchio Greenwich Village o ai suoi confini i quartieri più recenti degli artisti a Soho e Chelsea se ne è aperta un’altra, organizzata in un gruppo di gallerie locali dall’associazione dei mercanti d’arte, che rimarrà aperta fino a date variabili durante febbraio e marzo. Nella stessa zona e negli stessi giorni la casa d’aste Swann, specializzata in arte su carta, rovescia sul pubblico una valanga di disegni tra cui due fantastici nudi in sanguigna attribuiti a Pietro da Cortona complessivamente quanto ridicolmente stimati da tre a cinquemila dollari. Intanto nella Morgan Library, nella villa che fu di J. Pierpont Morgan e pure essa nella Manhattan “antica”, è in corso una mostra che riunisce oltre 160 opere su carta di artisti fondatori del surrealismo come Dalí, Ernst, Leonora Carrington e Miró. E’ il primo sforzo diretto a riscoprire il ruolo che ebbero il disegno e la grafica nel surrealismo, ruolo che, considerato secondario in passato, appare invece fondamentale nel periodo di gestazione, più o meno la prima metà del Novecento. Le tecniche nuove e vecchie impiegate includono l’automatismo grafico (André Masson), il collage (inaspettatamente Cornell), la decalcomania (Tanguy, Hugnet) il frottage o stropicciamento con la polvere di grafite e l’ibrido a più mani che combina la collaborazione al caso, detto exquisite corpse (André Breton,Yves Tanguy) . Mentre sto finendo di scrivere arriva poi l’annuncio dell’apertura il 12 marzo in quella che fu la villa del re dell’acciaio sul margine del Central Park, trasformata nella Frick Collection, di una scelta di cinquantotto immagini su carta della seconda metà dell’Ottocento francese provenienti da uno dei più vecchi e nobili musei americani, il Clark Institute di Williamston in Massachusetts. Un particolare trionfo della carta è proposto dal Guggenheim attraverso una retrospettiva di Zarina Hashmi, l’artista minimalista nata 75 anni fa sul confine tra India e Pakistan, sensibile a certi aspetti biologici della carta che la spingono a servirsene in forme anche sculturali, in uno specialissimo formalismo astratto che esorta a una contemplazione di temi di grande spiritualità, l’infinito e il nulla, la presenza e la nostalgia, il passeggero e l’eterno. La mostra sul museo disegnato da Lloyd Wright accanto al grande parco, intitolata Zarina: Paper as Skin (vale a dire: “carta come pelle”) sarà aperta fino al 21 aprile. A questo tipo di raffinatezze “minori” farà da controcanto pochi passi più in giù e sempre accanto al parco, pure fino al 21 aprile al Metropolitan Museum, un gruppo di piccoli dipinti sia su carta che su tela, realizzati en plein air, soprattutto a Roma e dintorni, dai vincitori del Prix de Rome tra l’epoca neoclassica e il romanticismo. Sono artisti molto poco conosciuti, ma capaci, come ci accorgiamo ora, di sorprendente sensibilità e buon gusto, come quelle che ispirano eccezionali visioni crepuscolari di Paul Flandrin. È intitolata The Path to Nature: French Paintings from the Wheelock Whitney Collection. Paul Flandrin, “Veduta di Villa Torlonia al crepuscolo”, 1900 ca., olio su tela © I FRANCO BORGA l Museo Monet-Marmottan di Parigi ha inaugurato lo scorso 21 febbraio la retrospettiva dedicata a Marie Laurencin, donna, artista e figura controcorrente che ha vissuto della sua arte, circondata in vita da personaggi famosi e per molti anni compagna di Guillaume Apollinaire. Amante di Gertrude Stein la Laurencin dichiarerà “amo le donne molto più degli uomini”, stringendo subito dopo una amicizia amorosa con Nicole Groult, sorella di Paul Poiret. Le grandi tappe della Laurencin sono quelle del suo primo periodo cubista, anni fecondi, durante i quali frequenta i compagni del Bateau Lavoir. Picasso, ancora bohémien e con poche risorse, le mostra Les Damoiselles d’Avignon e Marie ne resta incantata. A Montmartre esegue delle composizioni complesse, molti autoritratti e ritratti dei grandi suoi amici. Sensibile alla vena simbolista, il suo universo la porta ad avvicinarsi a critici reticenti e nel 1913, con Francis Picabia è invitata alla grande esposizione d’avanguardia Armory Show a New York. La Laurencin entra in contatto con i migliori collezionisti dell’epoca raggiun- gendo una solida notorietà. I suoi colori, dai toni pastello di raffinata sensibilità, affascinano il mercato dell’arte senza abbandonare l’insegnamento. Tra il 1930-50, sono anni prematuri per quella cosidetta Ecole de Paris che con la Laurencin annovera anche Van Dongen, Roualt e Manguin ancora non del tutto compresa. Dopo svariate controversie sarà il Giappone con il suo stuolo di collezionisti raffinati a darle nuovo credito acquistando molte delle sue opere riaffermando il mito di un’artista testimone di quell’epoca, perfetta interprete dei suoi années folles. Musée Monet-Marmottan Rue Boilly 2 – Parigi Marie Laurencin In corso Info: 0033 1 44965033 www.marmottan.com Marie Laurencin, “Le rendez-vous des amis Gertrude Stein, Fernande Olivier, Guillame Apollinaire, Pablo Picasso, Marguerite Gillot”, 1909, olio su tela © Musée Picasso, Paris Trento, il progetto di Piano diventa realtà Aprirà a luglio il museo del Terzo Millennio del team di RPBW (Renzo Piano Building Workshop) - e ogni settimana ci riuniamo per affrontare ogni tipo di tematica da declinare secondo i principi che seguirà il Muse: zero gravity, spazio unico, grande vuoto e curiosità. Gli allestimenti saranno invisibili come se fossero in un tempo sospeso”. Il nuovo MuSe di Trento, progettato dall’archistar Renzo Piano, foto © aut. A prirà il 27 luglio, si chiamerà MuSe e c’è già chi lo definisce “il museo del terzo millennio”. Progettato da Renzo Piano e dedicato alle scienze sarà un museo” la cui finaità non sarà quella di mettere al centro l’oggetto ma il visitatore”, ha dichiarato Michele Lanzinger, Direttore del MuSe. “La visita sarà attiva, attrattiva, memorabile. L’interattività, gli exhibit multimediali e i laboratori scientifici renderanno il Muse - continua il Direttore - un’esperienza unica e da ripetere nel tempo”.? “Stiamo procedendo in strettissima collaborazione con lo staff scientifico - fa eco l’architetto Susanna Scarabicchi, MuSe Museo delle Scienze Via Calepina 14 – Trento Info: 0461 270311 - www.muse2012.eu Corriere5_5-11 28-02-2013 16:02 Pagina 8 CO RRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 8 DES ARTS 8 Marzo 2013 Arte Città Amica – Torino Tennessee Williams e Pirandello al Carignano di Torino In equilibrio tra segno e colore P rosegue con buon successo di pubblico e critica presso la Galleria Arte Città Amica di Torino, la mostra collettiva di Fabrizio Brazzale, Carlo Cozzi e Angela Gabriella (Gary Farell). Fabrizio Brazzale ha frequentato vari corsi di pittura, ove ha perfezionato sia il segno che il colore. Brazzale di tendenza figurativa realizza pittura murale, ritratti, paesaggi e sorprendenti vetrate artistiche. Le sue opere fluttuano in un equilibrio tra segno e colore con un realismo che alimenta il rispetto della natura. Il tutto è manifestazione di pura ispirazione. Ha allestito molte mostre personali e collettive in Italia, in Belgio, Francia e Germania, con grande apprezzamento della critica e del pubblico. Carlo Cozzi, nato a Gallarate (Va), è residente a Lanzo Torinese (To), dove vive e lavora. Artista di grande sensibilità, racconta, attraverso la pittura, la poesia di un prato fiorito, di paesaggi e di cieli azzurri. Dietro ad ogni opera vi è un po’ della sua vita, racconta il suo vissuto lo stupore e la mera- viglia Attraverso colori vivaci e mai violenti che accarezzano l’anima dell’osservatore. In questa mostra presenta circa venti opere selezionate dall’autore. Angela Gabriella, in arte Gary Farell, si diploma invece presso il liceo artistico Lisippo di Taranto per poi trasferirsi a Milano dove acquisisce l’arte della lavorazione del vetro. In seguito si diplomerà all’Accademia di belle arti di Brera. Gary Farell è una artista per carattere molto schiva, non ama mai parlare di sé o seguire correnti facili che possano garantire il successo. La sua tavolozza ricca di colori, dall’ azzurro al violetto al giallo ecc., si esprime con linguaggio sobrio ed immediato. Galleria Arte Città Amica Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 Torino Mostra collettiva di Fabrizio Brazzale Carlo Cozzi e Angela Gabriella (Gary Farell) Fino al 10 marzo Info: 011 7768845 Alla Galleria La Telaccia di Torino Una collettiva tutta al femminile La memoria come filtro di dolori femminili ELIO RABBIONE C ’è un comune punto centrale a legare – vicende, visioni, tragicità al femminile – le riletture registiche di Un tram che si chiama desiderio (del 1947) di Tennessee Williams e di Trovarsi (del 1932) di Pirandello visti di recente al Carignano per la stagione dello Stabile torinese. Blanche Dubois e Donata Genzi sono raccontate, analizzate, scavate intimamente attraverso il filtro della memoria, capace di destrutturare le loro esistenze, di renderle più immediate allo spettatore di oggi. L’introspezione preziosa con cui Antonio Latella ha ricostruito testo e personaggio fa di Un tram uno degli spettacoli più belli, disperatamente bello, dell’annata, affondando tutta la sensualità dei Campi Elisi di New Orleans in un’accecante (di luci fortissime e di suoni) scenografia annegata nel biancore di elementi che sono l’arredamento umile della casa di Stanley e di Stella, un frigo, un letto imbarocchito, una vasca da bagno, una porta che s’apre sul nulla. Latella ha capovolto il dramma, ha preso per mano Blanche dal finale d’abbandono verso la clinica e l’ha spinta a rivivere come sul lettino dello psicanalista ogni propria amarezza, ha fisicizzato un nuovo per- FOTORAMA sonaggio pronto a concretizzare seccamente ogni momento didascalico, salvo vederselo distruggere immancabilmente dallo scordinamento della protagonista, una pagina scritta, razionale, fissata contro cui Blanche combatte con ogni sua forza, irrobustendo i ritmi narrativi, pigiando il pedale della suspence, portando alla luce poco a poco il perché dell’abbandono (della fuga) del proprio mondo aristocratico e decadente per scivolare verso un altro dove tutto è debordante fierezza, violenza, prevaricazione, una lotta continua di attrazione e di ripulsa, vittima e no della sessualità di Stanley. In una messa in scena e tra un gruppo d’attori che già hanno rastrellato premi su premi, Laura Marinoni costruisce la sua personalissima Blanche tra fierezza e distruzione, con accenti di una maturità davvero eccezionale. Di Mascia Musy già in altre occasioni si sono applaudite le prove d’attrice, premiatissima “Anna Karenina”, per restare ad un solo esempio. Qui è una straziata Donata Genzi, grandiosa, capace di rendere appieno ogni più nascosta sfaccettatura del personaggio, illuminata e illuminante in quei monologhi che viene a porgere al pubblico, sulla scaletta che dà in platea, efficace nel ricostruire una storia che la regia di Enzo Vetrano e Stefano Ran- foto © au Laura Marinoni eccellente interprete di “Un tram che si chiama desiderio” messo in scena da Antonio Latella disi un po’ forzatamente, tra passi lenti e specchi, tra ingombranti prologhi ed epiloghi, le fa rivivere. Un buon apporto glielo offre la vivace giovinezza di Angelo Campolo come Elj, ma il resto della compagnia s’infossa in quel pirandellismo d’antichissima maniera che il duo registico non ha voluto rispolverare. Avrebbero dovuto Vetrano e Randisi prosciugare – come hanno fatto con gli elementi scenografici e con l’essenzialità del secondo atto – il testo e avviarlo con forza verso un versante decisamente più moderno. Sono rimasti in bilico e il loro Trovarsi lo si ricorderà quasi soltanto per una grande prova d’attrice. - fior dell’ottomarzo - a cura di Enrico S. Laterza Fondazione Merz e Palazzo Reale Una Magnum di fotografia R. Capa, Miliziano lealista ferito a morte, Spagna, 1936 © aut./Magnum/Contrasto Da Burri a Capa, i grandi maestri a Torino Maria Grazia Angiolini Alessandra Bertacco I naugura oggi, venerdì 8 marzo presso le sale della Galleria d’Arte La Telaccia (in via Santarosa 1 a Torino), l’esposizione collettiva Le donne nell’Arte. Le artiste, presenti in mostra fino al 16 marzo, sono Maria Grazia Angiolini, Alessandra Bertacco, Sabrina Bertolelli, Rosalba Mangione (Alba02), Silvia Masato, Gianna Mora. Per info: 011 5628220 Sabrina Bertolelli Rosalba Mangione Silvia Masato Gianna Mora Palazzo Reale, p.za Castello / p.ta Reale, 1 Torino. Robert Capa, retrospettiva antologica. Fondazione Merz, via Limone, 24 - Torino. Tinguely, immagini di René Burri. Dopo il buio seguito alla chiusura della Fondazione Italiana per la Fotografia (phos, photòs, in greco, significa “luce”, no?), ennesima autentica primizia torinese sacrificata sull’altare di strombazzati quanto farlocchi risparmi di bilancio (si confronti, ad esempio, il caso Grinzane-Cavour, di cui invece non s’avvide l’avveduta Amministrazione regionale del tempo), ritornano i grandi maestri del settore, sotto l’egida di Magnum: dal 15 marzo al 14 luglio, a Palazzo Reale, in occasione del centenario della nascita, è protagonista il magiaro-statunitense co-creatore dell’agenzia (insieme a Cartier-Bresson) Robert Capa, alias Endre E. Friedmann, artefice di storici scatti dai campi di battaglia delle troppe guerre in giro per il globo, come la celebre sequenza del miliziano spagnolo ferito, sorta di moderno galata morente, per immagini, oppure l’ugualmente famosa istantanea del soldato americano col contadino siculo, durante lo sbarco alleato nel ’43, quindi il reportage dall’Indocina, ove calò tragicamente il sipario, in forma di mina, sulla vita dell’autore stesso (nel 1954); inoltre si svolge alla Fondazione Merz, sino al 5 maggio, a cura di Lorenza Bravetta e Maria Centonze, l’esposizione su Jean Tinguely, ritratto dall’obbiettivo di René Burri in 122 positivi bianco-e-nero ed a colori, lungo un ventennio di professione del geniale scultore elvetico. Al Forte di Bard (Aosta), all’inizio dell’estate prossima - non improvvisamente - si terrà poi la mostra Contact Sheets, mentre per l’autunno s’annuncia una retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt, di nuovo nel capoluogo subalpino, in sede non ancora precisata. Frattanto, lo scorso 13 febbraio, ha lasciato questo mondo Basilico, “Gabriele nelle città”. Il suo sguardo ci mancherà. Ma non si è spento. Info: 011 19719437 - www.fondazionemerz.org Centro Velan – Torino Salvarsi a San Salvario Il multietnico quartiere visto da I. Krauss Velan - Centro d’Arte Contemporanea, via Saluzzo, 64 - Torino. San Salvario di Ingvar Krauss, mostra a cura di Francesca Referza: il ritratto, fors’anche il riscatto, del multietnico quartiere torinese è visto attraverso l’ottica della Mamya analogica del fotografo berlinese, che con gli scatti realizzati durante due settimane intensamente vissute - per questo progetto ad hoc, in occasione del ventennale d’attività del Centro Velan - ha saputo raccontare nelle infinite sfumature del bianco-e-nero volti e storie della “variegata umanità” che popola questa parte della I. Krauss, San Salvario Torino, 2013 città, restituendola in © aut./Velan una dimensione di “tempo sottratto al tempo”, secondo l’espressione di Lalla Romano, citata in presentazione. Attimi immortalati. Apertura al pubblico ancora sino al 9 marzo. Info: 011 280406 velancenter.it Corriere5_5-11 28-02-2013 16:07 Pagina 9 CORRIEREdell’ARTE Spettacoli COURRIER 8 Marzo 2013 “Anna Karenina” di Joe Wright DES ARTS Pagina 9 “The Full Monty” all’Alfieri di Torino Amicizia e buonumore che salvano la vita Un classico rivisitato dal cinema tecnologico BARBARA LORENZON S foto © aut. e deve essere finzione, in quanto opera artistica, finzione è, indubbiamente e fino in fondo, l’ultima versione per il cinema del romanzo di Tolstoj, Anna Karenina, vincitore dell’Oscar per i migliori costumi. L’eroina ottocentesca, che ha il piglio moderno e deciso di Keira Knightley, ritorna sugli schermi per riproporre, in una versione convincente, un dramma sentimentale incentrato sull’adulterio e sulle conseguenze estreme che la scelta della passione amorosa comporta. Il contesto sociale contemporaneo, per quanto conservi moralismo e ipocrisia, non è paragonabile a quello della Russia zarista del romanzo a cui il film si ispira. Nonostante ciò rimane il valore paradigmatico di una vicenda che vuole raccontare di sentimenti universali, attraverso l’intreccio inestricabile di estasi e tormento, sempre efficace dal punto di vista diegetico, secondo un clichè molto frequentato dalla letteratura ottocentesca. Il regista inglese Joe Wright, già abituato a confrontarsi con classici come Orgoglio e pregiudizio, esibisce con decisione il filtro enunciativo della rappresentazione cinematografica, unendolo a quello teatrale, in un montaggio che attraversa, con ritmi alterni, ma Keira Knightley è Anna Karenina nel film di Joe Wright; a lato, un momento di “The Full Monty” in scena all’Alfieri di Torino foto © aut sempre piuttosto sostenuti, entrambi i linguaggi. Gli effetti speciali fanno poi la loro parte per permettere agli attori di cambiare continuamente scena, senza stacchi, tra un piano e l’altro, tra interno e esterno. Il risultato è un fraseggio verso cui convergono, oltre che il cinema e il teatro, anche la danza e la musica. Le scene sono inquadrature cinematografiche e insieme palcoscenici che subito si autodenunciano come spettacolo, si svelano in un gioco metalinguistico che compie anche incursioni nel dietro le quinte. È proprio questo rifiuto del realismo, questa distanza che il film mette tra sé e gli spettatori che contribuisce a giustificare quanto c’è di antiquato nel carattere dei personaggi, come il controllato e imperturbabile Karenin (Jude Law), nella rigidità delle convenzioni sociali a cui tutta l’aristocrazia russa aderisce. Teatro Regio Torino Don Giovanni in Sicilia ALESSANDRO MORMILE T orna sulle scene del Regio l’allestimento di Don Giovanni di Mozart che Michele Placido firmò nel 2005, oggi rimontato dal noto attore con l’ausilio preziosissimo di Vittorio Borrelli, direttore di scena del teatro d’opera torinese. È uno spettacolo, con scene e costumi di Maurizio Balò, che sposta l’ambientazione dell’opera dalla Spagna seicentesca a una Sicilia tardo ottocentesca che evoca atmosfere gattopardesche, con richiami alla narrativa verghiana. Un Don Giovanni dalle tinte scure e tetre, che non psicanalizza la drammaturgia dell’opera ma la rende fedele al libretto pur nella libertà di alcune scelte di ambientazione. Occhi puntati sulla ben assortita e doppia compagnia di canto prevista per le nove recite in cartellone, oltre che sull’interessante direzione di Christopher Hogwood, che sceglie una lettura preclassica, per di più spogliata da ogni contaminazione preromantica. Come spesso capita di osservare nelle esecuzioni affidate agli specialisti del suono barocco come lui (anche se l’Orchestra del Regio suona ovviamente con strumenti moderni), c’è grande attenzione ai colori di un fraseggio orchestrale che persegue una tinta leggera, un suono che pare annullare la spaccatura fra recitativi e arie tentando di rendere lo scorrere della narrazione mutevole nel gioco d’intrecci fra archi e fiati, pur nel segno di un equilibrio sonoro sempre pulito e levigato. Nobile e signorile il Don Giovanni baritonale di Carlos Álvarez, ripreso in alcune delle repliche successive alla prima da Markus Werba, di lui più aitante, giovanile e dinamico, anche se con voce certo più asciutta. Dei due interpreti di Leporello, Mirco Pa- lazzi convince più di Carlo Lepore, mentre fra le donne spiccano la splendida Donna Elvira di Carmela Remigio e l’elegante Donna Anna di Eva Mei. Buoni tutti gli altri. Una ripresa curata come fosse una prima. Segno che al Regio si lavora bene. MANUELA MARASCIO C ome un grande cerchio tracciato sui nostri cuori facilmente suggestionabili, un musical che canta in apertura lo spread e termina con la proiezione del primo articolo della nostra Costituzione, “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”, non può che configurarsi come la medicina più efficace contro il mal di pancia da crisi politico-finanziaria. Il remake di Full Monty firmato Massimo Romeo Piparo ha colto nel segno, andando a toccare i punti più salienti di una situazione tanto vicina alla quotidianità quanto straordinariamente duttile all’interno del gioco di finzione teatrale. Ecco sei uomini alle prese con la loro stessa mascolinità, per i quali lo spogliarello rappresenta la meta ultima di tutta una serie di prove mirate al recupero di identità, fiducia in se stessi e spirito combattivo. Riconosciamo fin da subito l’aria familiare della nostra città, tra operai avvita-bulloni e lettere di licenziamento: uno scenario che quasi si commenta da sé, ma che non porta mai alla caduta nel più banale patetismo, anzi, offre allo spettacolo il trampolino di lancio per un entusiasmante crescendo. I sei compagni d’avventura (ne s/vestono i panni alfabetico) Paolo Calabresi, Gianni Fantoni, Ser- gio Muniz, Paolo Ruffini, Jacopo Sarno e Pietro Sermonti con l’apporto paritario di Marco Serafini e Simone Lagrasta) matureranno una nuova consapevolezza nei confronti di un’esistenza che, per quanto piena di spiacevoli imprevisti, offre sempre un appiglio sicuro cui aggrapparsi – il sorriso di un figlio, l’abbraccio di una moglie. Un divertentissimo schiaffo alla crisi deleteria, una ventata di buonumore contro il pessimismo, una coinvolgente prova d’attore da premiare con urla e applausi d’approvazione e di ringraziamento. Aria di marzo tra Erba, Gioiello e Alfieri I l regista Giovanni Anfuso porta in scena al Teatro Erba, dal 12 al 17 marzo, una perla del grande teatro di Molière, Tartufo: la prima assoluta dell’opera risale al 12 maggio 1664, nella sontuosa reggia di Luigi XIV, e generò immediatamente sdegno e agita- I “Concerti del pomeriggio” all’Alfieri Tra Mozart e Brahms CHIARA SANDRETTO L ’esibizione del pianista Francesco Villa, il 6 marzo, ha inaugurato il trio conclusivo di Concerti del pomeriggio all’Alfieri nel segno di alcuni amatissimi “momenti musicali”: una sonata di Scarlatti, breve incursione nel pieno Settecento, poi via attraverso l’Ottocento: Mozart, anche nei toni malinconici della Fantasia K397, le sonate Al chiaro di luna e Patetica di Beethoven, due improvvisi di Schubert e il Sogno d’amore di Liszt, Chopin con notturni, valzer e fantasie che sanno arrivare dove le parole falliscono. Un programma vasto e ambizioso, ma sempre vincente. In occasione del concerto del 20 marzo (ore 16), di scaletta più ridotta, il pianoforte (Sandro Leone) sarà accompagnato dal violino (Sergio Lamberto) nell’esecuzione di tre “grandi sonate”: la brillante K296 di Mozart, una delle prime a offrire pari importanza ai due strumenti dialoganti, La Primavera di Beethoven, felicemente melodica e al contempo rivelatrice dell’animo del compositore in alcuni scoppi espressivi, e la n. 3 op. 108 di Brahms, bellissima nella continua permutazione del materiale sonoro attraverso piccole tensioni – ritmiche, melodiche, armoniche – tipiche del gusto tardo-ottocentesco. Esemplari i curricula degli interpreti. Sergio Lamberto, diplomatosi al Conservatorio di Torino col massimo dei voti, ha ricoperto il ruolo di solista, Sergio Lamberto (violino) e Sandro Leone (al pianoforte) foto © aut./TeatroAlfieri primo violino e violino concertatore in varie orchestre italiane ed europee, e fa parte del Trio di Torino con cui ha ottenuto ottimi riconoscimenti. L’attività di Sandro Leone spazia dalla musica da camera a quella per orchestra: ad oggi vanta più di seicento concerti e ampi consensi, anche tra i critici. Ha fondato l’Accademia Musicale Triade d’oro e l’Orchestra Sinfonica di Rivoli, enti di cui è il Direttore Artistico. Aspettiamo quindi ansiosi l’appuntamento del 20 marzo, il penultimo della stagione 2012/13 dei “Concerti del pomeriggio”, che il pubblico dell’Alfieri accoglierà di certo con calore, come sempre. Il successo della rassegna, giunta alla XXIII edizione, è da ricercarsi, oltre che in un orario facilmente accessibile, anche nella scelta di coinvolgere sia artisti affermati sia giovani promettenti, per tingere il palcoscenico con differenti coloriture d’estro e di passione. zione all’interno dei salotti più conformisti. Dopo diverse traversie, la commedia ottenne il successo che meritava, con tutto la sua impetuosa carica anticlericale, e il suo protagonista ancora oggi è ricordato come emblema per eccellenza dell’ipocrisia. A seguire, la proposta del TeatroPer, L’uomo del destino, che vede la partecipazione di Orso Maria Guerrini e Cristina Sebastianelli. Lui è Paul Parsky, scrittore di successo; lei è Martha, una sua fan. S’incontrano su un treno che percorre il tratto Parigi-Francoforte, ma per un po’ sono solo i loro pensieri a parlare. Il regista Maurizio Panici definisce quest’opera di Yasmine Reza come “una partitura di sentimenti, un gioco di brividi e battiti del cuore dettato dall’empatia di un riconoscimento”. All’Erba dal 19 al 24. Nello stesso periodo, spostandoci al cartellone del Teatro Gioiello, incontriamo La strana coppia, capolavoro comico di Neil Simon che racconta la rocambolesca convivenza tra Felix e Oscar, due amici diametralmente opposti, nella New York degli Anni ’60. Infine, uno sguardo all’Alfieri. Con repliche fino a domenica 10, Frankenstein Junior delizia gli animi dei più nostalgici: il musical, diretto a Broadway dallo stesso Mel Brooks, replicato dal 2007 al 2009, e qui riproposto per la regia di Saverio Marconi, è l’omaggio all’indimenticabile cult movie del ’75. Da martedì 12 sino a domenica 17, una commedia da Guinness dei primati, Boeing Boeing, che solo a Londra negli anni sessanta rimase in cartellone per ben sette anni consecutivi; successivamente, la Paramount ne ricavò un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter. Viene ora riproposto da noi, ispirato alla regia originale di Matthew Warchus. Una carrellata di equivoci e gran divertimento assicurato con le avventure dell’architetto italiano Bernardo che vive e lavora a Parigi, capace di dividersi fra tre fidanzate straniere che fanno le assistenti di volo per tre diverse compagnie aeree. Ma le cose non andranno sempre lisce, e ben presto il calendario da lui puntigliosamente organizzato per impedire un incontro al femminile dagli esiti disastrosi, verrà irrimediabilmente scombussolato. Il cast vede il ritorno sul palcoscenico di Gianluca Guidi, in coppia per la prima volta con Gianluca Ramazzotti, affiancati da Ariella Reggio. Ela Weber, Barbara Snellenburg e Marjo Berasategui sono le tre presenze belle ma a volte decisamente ingombranti. (ma. ma.) Corriere5_5-11 28-02-2013 16:10 Pagina 10 CO RRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 10 DES ARTS 8 Marzo 2013 TORINO e PIEMONTE “ I l P o p o l o d i B ro n z o ” M o s t r a d i a rm i , a b i t i e u t e n s i l i d e i b ro n z e t t i n u r a g i c i r i c o s t ru i t i a g r a n d e z z a n a t u r a l e MRSN Museo Regionale di Scienze Naturali Via Giolitti 36 Torino Fino al 7 aprile Info: 011 4326354 L’esposizione, curata da Angela Demontis, propone attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo e sulle informazioni sul gusto estetico, sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la crescita e lo sviluppo delle diverse etnie. “ A t t o rn o a d u n ‘ m a n q u e ’ ” Mo s tr a pe r s on a l e d i S o p h ie A nn e He r in PHOS Centr o Polifunzionale per la Fotografia e le Ar ti V isive diretto da Enzo Obiso Palazzo Buschetti Via Garibaldi 35 bis Chieri (To) Dall’8 marzo al 19 aprile Info: 011 7604867 - www.phosfotografia.it Il progetto iconografico della Herin vuole indagare il corpo per narrarne visivamente i paesaggi interiori, luoghi e itinerari che s’avviano ed inerpicano a partire da una mancanza, condizioni esistenziali costituite sulle fondamenta di un vuoto, un’assenza, appunto, in bilico tra disabilità, disagio psicologico, dimensione onirica e contesti stranianti, talora disumanizzanti. (e.s.l.) D i p i n t i d i B ru n o B e c c a ro Cir colo degli Ar tisti di Torino Palazzo Graneri della Roccia Via Bogino 9 Torino Fino al 12 marzo Info: 011 8128718 Chi si accosta per la prima volta alla pittura di Bruno Beccaro è colto dall’emozione fondamentale dello sbalordimento. L’impressionante splendore della tecnica, di una purezza raffinata e abbagliante, lascia sgomenti perché immediatamente ci interroga e ci impone una rapidissima inchiesta riassuntiva di tutto ciò che abbiamo visto finora. L’innovazione di Beccaro è essersi dedicato, con profonda fede nel cammino controcorrente, alla ricerca della perfezione, della luce, del significato. La luminosità delle tele nasce dagli sfondi assolutamente puri e la natura illustrata sa sottrarsi al facile tecnicismo di maniera varcando la soglia del significato. Ti n o Ai me “ Il bi an co , po es i a de l t emp o ” Galleria Losano Via Savoia 33 Pinerolo (To) Info: 0121 74059 Fino al 30 marzo Il bianco come luogo dell’anima e dimensione spirituale di ricerca, tra le meraviglie della montagna, rivisitate dalla inconfondibile pronuncia poetica di Tino Aime, amatissimo artista di rara finezza: nei diipinti in mostra l’artista decifra anche l’ultimo frullo d’ali tra le siepi, nel vasto grembo del tramonto, attraverso una nutrita di evocazioni e alimentata da una profonda dedizione, poetica e civile, condivisa con scrittori Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern. E nr ico Pa ul ucci “ G u a z z i e d i s eg n i ” Galleria Cir costa Via Arcivescovado 9 Torino Fino al 30 marzo Info: 011 5788238 In mostra l’esposizione di una trentina di guazzi e disegni del maestro Enrico Paulucci, artista di fama che, dopo l’esperienza dei “Sei di Torino”, proprio nel capoluogo lombardo, fondò con Felice Casorati lo studio Casorati-Paulucci sede organizzativa di molte mostre d’avanguardia, tra cui la prima mostra italiana d’arte astatta del Gruppo milanese del Milione. F r a n c e s c o P re v e r i n o “ R a c co n t i s i l e n z i a t te s e ” Palazzo Salmatoris Via Vittorio Emanuele 29-31 Cherasco (Cn) Dal 9 al 31 marzo Info: 0172 427050 La mostra, a cura di Francesco De Bartolomeis, con opere dal 2000 al 2012, segna il percorso ultimo dell’artista torinese. Scrive il curatore: ”La ricerca di Francesco Preverino si colloca negli sviluppi della figurazione che ben oltre gli anni del dopo guerra si confrontano drammaticamente con lo spazio come luogo di vita, con il mutare delle condizioni e degli eventi, con i mezzi materiali per dare esistenza a un mondo. Dipinti con varie tecniche e su vari supporti e un buon numero di studi con particolarità qualitative arricchiscono il repertorio delle soluzioni stilistiche. IL CORRIERE DELL’ARTE IL CORRIERE DELL’ARTE È REPERIBILE A MILANO PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : È REPERIBILE A ROMA PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : • P.za Castello • Molino delle Armi ang. Ticinese • C.so Magenta f.te Teatro Litta • C.so Garibaldi 83 • Via Boscovich 22 • P.le Principessa Clotilde • Bookstore Triennale • Bookstore Palazzo delle Stelline • Bookshop Villa Necchi Campiglio Via Mozart 14 • P.za Oberdan ang. v.le Piave • P.za Croce Rossa • P.za Colonna • P.za Colonna ang. l.go Chigi/Tritone • P.za S. Silvestro • L.go Argentina • Via Nomentana • C.so Francia • P.za Fontanella Borghese • P.za Porta Maggiore • Dorothy Circus Gallery Via dei Pettinari 76 • La Diagonale Libreria Via dei Chiavari 75 Segnalazioni della Settimana in ITALIA Vernissage Sabato 9 marzo - ore 18,00 Tinber Art Gallery Via Albergian 20 – Pragelato (To) Mostra antologica dei fratelli Gilardi Venerdì 8 marzo - ore 14,30 La Telaccia Galleria d’Arte by Malinpensa Via Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino “Le donne nell’Arte” Collettiva Mercoledì 13 marzo - ore 18,00 Galleria TeArt Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 - Torino “Oblivion Store” di Mario Bianco 15 marzo - ore 18,00 Circolo degli Artisti di Torino Via Bogino 9 – Torino Personale di Elda Mantovani Liber tà espr essi v e due Diciassette ar tisti per una città Mostra organizzata dal Corriere dell’Arte Palazzo Lomellini Carmagnola (To) Fino al 17 marzo 2013 CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Dir ettor e Editoriale Pietro Panacci Dir ettor e Responsabile Virginia Colacino Condir ettor e Elio Rabbione Assistente di Dir ezione Chiara Pittavino Comitato di Redazione Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Segreteria editoriale Anna Maria Perrone Cor rispondente da New York Mauro Lucentini Cor rispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Hanno collaborato F. Borga, A. D’Agostino, E.S. Laterza, B. Lorenzoni, M. Marascio, A. Olivieri, E. Piacentini, C. Sandretto, A.D. Taricco Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza e G. Vece Fotografo uf ficiale Antonio Attini Redazioni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa Arti Grafiche Civerchia Latina e Moncalieri (To) Distribuzione EditService S.r.l. - Leinì (To) Editor e Associazione Culturale Arte Giovani Torino - P.IVA 06956300013 “Re nato Guttu so I l R ea li s m o e l ’ a t t ua li t à d el l ’ i m m a g in e ” MAR Museo Ar cheologico Regionale P.za Roncas 1 – Aosta Dal 27 marzo al 22 settembre Info: 0165 274401 www.regione.vda.it Maggiore esponente del realismo in pittura, Renato Guttuso è presente in un’attentissima selezione di opere riunite nella mostra ospitata al Museo Archeologico Regionale, curata da Flaminio Gualdoni e Franco Calarota. Il visitatore potrà instaurare di persona un dialogo con l’opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico. “ S t re e t D ’ A r s ” Studio D’Ars Fondazione D’Ars Via S. Agnese 12/8 – Milano Fino al 15 marzo Info: 02 860290 - 346 6292285 www.fondazionedars.it Street D’Ars è un progetto che si svilupperà durante tutto il 2013 attraverso la programmazione di mostre personali di artisti di street art, che saranno coinvolti sia all’interno dello Studio D’Ars di via Sant’Agnese 12/8 a Milano sia con la partecipazione a fiere internazionali di arte contemporanea: Street D’Ars è stato presentato per la prima volta al Contemporary Art Talent Show nell’ambito di Arte Genova dal 15 al 18 febbraio 2013 e sono confermate le partecipazioni a Stroke Urban Art Fair di Monaco e Berlino. Fino al 15 marzo allo Studio D’Ars sarà esposto un vero spaccato del panorama artistico metropolitano, con le opere di sette tra i più importanti esponenti della street art italiana: si propongono infatti l’accoppiata Corn79+Rems182, le illustrazioni fotografiche de El Señor Vombato, le città prospettiche di Etnik, le visioni fantastiche di Nais, i ritratti a stencil di Orticanoodles e il simbolismo multietnico di Run. “ G u e r zo n i u n c o n te m p o r an e o a P al az z o Pi t ti ” Stanze dell’Andito degli Angiolini Palazzo Pitti P.za dei Pitti – Firenze Fino al 7 aprile Info: 055 238 8763 www.uffizi.firenze.it Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primi Anni ’70, nel clima del concettualismo allora imperante, si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico, prestando granAbbonamenti Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero Arretrati: euro 4,00 de attenzione al mondo archeologico. Curata da Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio D’Amico, la mostra è incentrata sui risultati dell’ultimo decennio dell’esperienza dell’artista, che ha aggiunto un nuovo e corposo capitolo al ricco e variegato romanzo per figure che Guerzoni ha via via creato sui temi dell’usura del tempo, delle rovine, delle archeologie, delle tracce della memoria. “N e v e r S ay th e Ey e i s R i g i d A rc h i t e c t u r a l D r a w i n g s o f Da n i el L i b es ki n d ” I d i s e g n i d e l l ’ a rc h i t e t t o Da ni el Li b es k in d Er manno Tedeschi Galler y Via del Portico d’Ottavia 7 – Roma Info: 06 45551063 www.etgallery.it La mostra di Libeskind è un vero e proprio tour espositivo per l’Italia attraverso le Ermanno Tedeschi Gallery e grazie al prezioso contributo della Mapei, che da sempre sposa progetti di alto profilo culturale. All’inaugurazione di Roma seguiranno le esposizioni di Milano, nel prossimo maggio, e di Torino, nel prossimo settembre. Infine, il tour terminerà in Israele, alla Ermanno Tedeschi Gallery di Tel Aviv. Le opere torneranno poi a New York per una mostra complessiva. Quello del gallerista Ermanno Tedeschi e della Mapei è un progetto culturale di grande prestigio, che grazie ai tre spazi espositivi in Italia darà vita al primo tour italiano delle opere di uno dei più importanti architetti del mondo. “ T i ff a n y & G a l l è e i mae st r i d el l ’ Ar t - N o u v e au D a l M u s e o d i A rt i A p p l i c a t e di B u d ap e s t ” Musei Capitolini Palazzo Caffar elli Via delle Tre Pile 1- Roma In corso Info: 06 39967800 Nell’ambito dell’Anno Culturale Ungheria-Italia 2013, da Budapest a Roma, oltre novanta opere di eccezionale qualità - fra ornamenti in vetro e ceramica, tessuti e gioielli - a rappresentare l’epoca d’oro dell’Art Nouveau . “ E x p o A rt e ” Fi e r a I n t e rn a z i o n a l e d ’ A rt e M o d e rn a e C o n te mpo r an ea 30 a E d iz i o ne Fiera del Levante Padiglione Nuovo P.za Moro 22 – Bari Dall’8 all’11 marzo Info: 080 9645445 www.expoarte.eu c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 ABBÒNATI al CORRIEREdell’ARTE a soli 50 euro per un anno 22 numeri a casa tua Corriere5_5-11 28-02-2013 16:12 Pagina 11 GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: [email protected] CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Gallerie A.L.P.G.A.M.C. Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea ACCADEMIA Galleria Via Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 885408 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì Fino al 18/3 Collettiva di Maestri contemporanei MERCURIO Galleria d’Arte Contemporanea Via F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 3656300 [email protected] - www.galleriamercurio.com In permanenza Opere di Roberto Demarchi A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura Immagine C.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 2483717 [email protected] Orario: lun. - sab. 16,00-19,00 OTTORINO RESPIGHI Centro Culturale Musicale Via Vincenzo Monti, 11/E – Torino - Cell. 348 6387959 [email protected] - www.centromusicaleottorinorespighi.it Orario: visite su appuntamento Sono aperte le iscrizioni ai corsi musicali ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845 www.artecittaamica.it Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiuso Fino al 10/3 Personali di Fabrizio Brazzale, Carlo Cozzi e Angela Gabriella Farrella (Farrell) ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 2523791 [email protected] - www.artepervoi.it Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 8710636 [email protected] Orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Fino al 31/3 “Percorsi” Personale di Silvana Alasia ART GALLERY LA LUNA Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 339 7108501 [email protected] Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 Fino al 24/3 “Signaturae” Personale di Anna Valla GIORGIO MAROSI Galleria C.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 7495348 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festivi Opere grafiche di Emanuele Luzzati LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 [email protected] - www.lalanternaarte.com Orario: lun. - sab. 16,00-19,00 A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croati e grafica nazionale ed internazionale LA ROCCA Galleria Via della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026 Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiuso Manifesti originali, grafica, multipli e dipinti LUCE Gallery C.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 8141011 [email protected] - www.lucegallery.com Orario: mer. - sab. 15,30-19,30 Fino al 14/3 “A descending bolt (paused)” di Dashiell Manley LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 9492688 [email protected] - www.luna-art-collection.com Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo Maestro Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale Via Servais 56 – Torino - Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705 [email protected] - www.raulviglione.it MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323 Cell. 335 360545 [email protected] Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00 Sono aperte le iscrizioni ai corsi GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: [email protected] PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957 P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 542737 [email protected] - www.piemonteartistico.it - presente su facebook Orario: lun. - sab. 15,30-19,30 Fino al 23/3 Opere del Piemonte Artistico Culturale RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara - Cell. 328 6979208 [email protected] www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com Orario: mar. - sab. (su appuntamento) Fino al 9/4 “Nuovo Arcaismo Contemporaneo (N.A.C.). I noetici dell’Arte” Collettiva SENESI Galleria d’Arte Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922 www.senesiarte.it Fino al 17/3 “Racconti” Personale di Lorenzo Caula SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEA Via Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414 Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235 Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante TEART Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422 Orario: mart. - sab.17,00-19,00 Fino al 9/3 “Le vecchie glorie del Teart” Mostra antologica dei Soci Dal 13/3 al 6/4 “Oblivion Store” di Mario Bianco TINBER ART GALLERY Via Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 78461 [email protected] Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier, Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne, Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi, Luciano Spessot ULTIME FRONTIERE Galleria Via Varazze 11 – Torino - Tel. 349 8462892 Visite su appuntamento “Uomini a bordo” UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTO C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 8017314 [email protected] - www.galerieunique.com Orario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30 Fino al 23/3 “Other Worlds” Personale di Luciana Libralon VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e Culturale Via Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 3114769 [email protected] - www.viviarteviva.it Orario: lun. - sab.16,00-19,00 BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 CENTRO ARTE LA TESORIERA C.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso o su appuntamento In preparazione Mostra personale di Ugo Nespolo DAVICO Galleria Gall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152 Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiuso Fino al 16/3 Max Ferrigno LA TELACCIA Galleria d’Arte Via Pietro Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino - Tel/Fax 011 5628220 www.latelaccia.it Orario: lun. - sab. 15,00-19,30 Fino al 16/3 “Le donne nell’Arte” Collettiva TERRE D’ARTE Galleria Via Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453 www.terredarte.net Orario: lun. - sab. 10,30-13,00/16,30-19,30 Ceramiche italiane del Novecento Arte Antica AVERSA Galleria Via Cavour 13 int. cortile – Torino - Tel. 011 532662 Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 CASA D’ASTE DELLA ROCCA Via della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244 [email protected] - www.dellarocca.net LUIGI CARETTO Galleria Via Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274 Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese SANT’AGOSTINO Casa d’Aste C.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 CORRIEREdell’ARTE 8 Marzo 2013 corriere5__ 28/02/13 14:19 Pagina 12