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Modigliani, gli artisti maledetti e il fiuto di Jonas Netter

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Modigliani, gli artisti maledetti e il fiuto di Jonas Netter
corriere5__ 28/02/13 14:34 Pagina 1
P E R I O D I C O
GALLERIA
La Rocca
Manifesti,
originali,
grafica,
multipli e dipinti
Via della Rocca, 4
TORINO
Tel. 011.8174644
D I
C U L T U R A
E
I N F O R M A Z I O N E
GALLERIA
La Rocca
Fondato da Carlo Accossato nel 1994
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER
Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino.
Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901
E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it
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Spedizione in abbonamento postale
DES
ARTS
Anno XIX - n° 5 - Venerdì 8 Marzo 2013
€ 2,50
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Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 6.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno
ANDREA D’AGOSTINO
enza di lui non ci sarebbero stati Amedeo
Modigliani, tantomeno Chaïm Soutine o
Maurice Utrillo. Ma se oggi chiedete in giro chi era Jonas Netter, quasi nessuno saprà darvi
una risposta. A meno che non vi troviate a Palazzo Reale a Milano, dove il 21 febbraio è stata inau-
S
gurata la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter (fino all’8 settembre). Il protagonista è proprio Netter: ebreo alsaziano, nato nel 1867
e morto a quasi 80 anni nel 1946,
si era trasferito nella Parigi di inizio Novecento come rappresentante di ditte.
Ricco, ma non abbastanza da
potersi permettere le opere degli impressionisti – i cui prezzi erano ormai saliti alle stelle – si avvicinò ad altri artisti
a lui più accessibili, che lavoravano nel malfamato quartiere di Montparnasse. E dimostrò un grande fiuto, iniziando a collezionare le opere dell’italiano “Modì” (di cui
Milano, Palazzo Reale
Modigliani, gli artisti maledetti
e il fiuto di Jonas Netter
Amedeo Modigliani ,
“Ritratto di Jeanne Hébuterne”,
(1918) © Pinacothèque de Paris
arrivò a possedere 40 dipinti),
del lituano Chaïm Soutine e
del francese Maurice Utrillo,
figlio della bellissima e “scandalosa” pittrice Suzanne Valadon (anche lei presto “arruolata” da Netter). Eppure, il
nome di questo colto mercante e collezionista è caduto nell’oblio, anche a causa di un
carattere assai schivo. A mag-
gior ragione questa mostra, curata da Marc Restellini, è importante, perché gli restituisce il merito di essere stato un grande “talent scout” – coadiuvato dal poeta polacco Léopold Zborowski –
e sostenitore di tanti artisti su cui nessuno, all’epoca, avrebbe scommesso. Non solo, la sua importanza sta anche nella grande opera di promozione di molti di loro: la mostra racconta come non
esitò a vendere a un suo corrispondente in Argentina sette quadri di Modì per farlo conoscere nel
mercato sudamericano.
In tutto sono esposte 120 opere di questi artisti ritenuti “maledetti” per il loro stile di vita trasgressivo, che in alcuni casi avrà esiti tragici, come per
Modigliani e la sua compagna Jeanne Hébuterne
(presente in mostra con l’intenso Adamo ed Eva).
Le prime sale sono dedicate ai più noti: si incomincia proprio con il pittore livornese con alcuni
celebri ritratti come Elvire con colletto bianco, la
Fanciulla in abito giallo, il Ritratto di Zborowski
e quello di Soutine, realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che strinsero una solida amicizia, al punto che fu proprio Modigliani a presentare Netter a Soutine. Di quest’ultimo sono esposti venti olii, tra cui Uomo con cappello, Scalinata rossa a Cagnes e La pazza. Allo stesso modo
ADRIANO OLIVIERI
è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico” recitano i versi pascoliani. Ora anche a Torino c’è qualcosa insieme di nuovo e d’antico custodito dietro il garbato adito
liberty che introduce alla Promotrice delle Belle Arti. Si
tratta dell’ottava edizione della mostra intitolata “Peintres
d’aujourd’hui France-Italie/Pittori d’oggi Francia-Ita-
C’
Le statuette della notte degli Oscar
E lo schiavismo
di Lincoln resta a guardare
ELIO RABBIONE
ta allo scoccar dell’ora, ha osannato quale miglior
film Argo di Ben Affleck. La notte degli Oscar è
ultima immagine è stata di Madame terminata così. Con i vincitori ed i vinti di semObama che, con tanto di frangetta e di pre, con le manfrine dei ringraziamenti e i picfasciante abito d’argento, come una fa- coli incidenti che fanno spuntare un piccolo sorriso di compassione a quanti vivono tranquillamente metri e metri sotto il cielo delle star, con il sospetto di inciuccio per un
frazionamento o un premio che lascia a
bocca asciutta chi forse lo meritava di più.
Sulla china del pessimismo, potremmo dire che tutto questo, il cinema con l’iniziale
minuscola, altro non è che un’industria; o
forse, in vena di un pizzico di cosciente ottimismo, potremmo dire che tutto questo,
L’
segue a pag. 2
Ben Affleck, che non aveva ricevuto la nomination
quale miglior regista, ha visto premiare
il suo “Argo” quale miglior film
Netter scoprì i quadri del periodo bianco di Utrillo, soprattutto vedute, tra le quali Piazza della
chiesa a Montmagny, Chiesa di periferia e Rue
Muller a Montmartre; di sua madre Suzanne Valadon (grande pittrice mai esposta in Italia) sono
presenti alcune opere della maturità come i ritratti di Gaby e di Maria Lani. Il percorso prosegue
con André Derain, Maurice de Vlaminck e via via
con i meno noti Isaac Antcher, Lèon Solà, Moïse
Kisling, Zygmund Landau, solo per citarne alcuni (in totale sono 27).
Come si evince dai nomi erano quasi tutti ebrei
anche se, come scrive Restellini, «questi spiriti
tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione… la loro arte non è polacca,
bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale. Ed è a Parigi, l’unico luogo al
mondo in cui la rivolta ha diritto di cittadinanza, che quegli artisti – tutti ebrei – si sono ritrovati per tentare la sorte».
Milano, Palazzo Reale
Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti.
La collezione Netter
fino al 9 settembre
www.mostramodigliani.it
Palazzo della Promotrice delle Belle Arti - Torino
L’arte contemporanea
fra Italia e Francia
lia” l’ultima delle quali fu allestita nel lontano 1961. Nell’anno in cui Torino celebra il
proprio secolare legame con
la Francia, l’attuale esposizione tenta di analizzare la situazione dell’arte contemporanea nelle due nazioni, riallacciando un discorso iniziato nel 1951 e terminato con la
progressiva ascesa dell’arte
americana. Il bilancio che se
ne può trarre non è tuttavia
dei più esaltanti. A quella che
fu, nonostante l’ambivalenza
del titolo della mostra, una
connaturata debolezza delle
prime sette edizioni, ossia la
sperequata penetrazione culturale dell’arte francese in Italia - che pare continuare tuttora nella mancanza di un’edizione francese della mostra
- si aggiunge ora una paradossale selezione generazionale degli artisti dei quali due
sono nati negli anni Dieci, nove negli anni Venti, undici negli anni Trenta, nove nei Quaranta, sei rispettivamente nei
due decenni successivi e uno
solo negli anni Settanta, precisamente del 1971. Quello
che dovrebbe essere un punto
della situazione si trasforma
quindi nella situazione di un
punto, pressappoco fermo a
cinquant’anni fa. La totale assenza di artisti con meno di
quarant’anni si coniuga con la
presenza di altri che parteciparono alle edizioni storiche evidentemente più attente a
una situazione in atto essa
stessa assai più ricca - come
giovani promesse capaci, all’epoca, di soddisfare le aspettative
presupposte nel titolo
dell’esposizione che recita appunto: “pittori
d’oggi”. Ci soccorre in
questa circostanza la
rassicurante presenza
di alcuni maestri - che
sarebbe stato bello vedere affiancati da giovani artisti di talento nei quali troviamo
conferma di una storia
segue a pag. 2
Francesco Casorati,
“Origamo nel teatrino”,
2012, olio su tela
I.P.
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CORRIEREdell’ARTE
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DES
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8 Marzo 2013
segue da pag. 1
E lo schiavismo di Lincoln resta a guardare
il Cinema con la sua bella iniziale maiuscola, altro non è (o quasi) che cultura (quella che in casa nostra si sta sgretolando, falla dopo falla, e il
nostro cinema ne è una delle voragini più tangibili), e quindi da guardare con il cuore e la testa
e non con il metro della pancia: forse con buona pace dell’immusonita Natalia Aspesi, che
nelle colonne di Repubblica considerava l’appuntamento come un giocattolino con cui curarsi le pene personali, “anche se non ci riguarda
minimamente”. Quindi i giurati (o gli studios
o i grandi produttori o i gruppi o grupponi che
governano la settima arte d’oltreoceano) hanno bocciato Spielberg ed il suo Lincoln (chiaramente il monumento Daniel Day-Lewis non
vedeva concorrenti attorno a sé) preferendogli
Argo ma non Affleck, del resto nemmeno nominato quale miglior regista: soluzione neppure troppo politically correct per l’amministrazione Obama, se è vero come è vero che al governo iraniano non è andata giù questa “di-
mensione politica del premio” e già parlano di
falsificazione della storia. Tra i premi più da
condividere, il miglior regista è giustamente
Ang Lee con il suo Vita di Pi, elegia di salvezza e di speranza che ha toccato il cuore di molti, Anne Hathaway con la sua Fantine migliore attrice non protagonista tra dolcezza e tragicità, il montaggio sfrenato di Argo, Amour di
Haneke quale miglior film straniero depredato
tuttavia della statuetta ad una Emanuelle Riva
grandiosa nella sua discesa nella malattia, contro cui nessuno avrebbe dovuto avere un briciolo di speranza, nemmeno la ventiduenne Jennifer Lawrence (inciampo nell’abito di Dior a
parte) felicissima per la statuetta ottenuta per
Il lato positivo, e siamo pronti a scommetterci
quando vedremo il film sui nostri schermi. Il
sempre luciferino Tarantino s’è preso la statuetta per la miglior sceneggiatura originale (ancora ad Argo la miglior sceneggiatura non originale) ed il suo attore feticcio Christoph Waltz
è uscito miglior non protagonista con buona pace di un Tommy Lee Jones o di un De Niro.
segue da pag. 1
L’arte contemporanea fra Italia e Francia
insieme personale e collettiva, ormai classica
ma sempre attuale per qualità e coerenza. Così Soffiantino con i suoi nautilus emergenti dalle umbratili profondità boscose, metafore della biologica rigenerazione marina quanto della
caducità della vita. Così pure Licata con il suo
sempre uguale e sempre diverso alfabeto, i suoi
archeologici segni che paiono traslati dall’antico runico e che diventano il mezzo di una ricerca totale passando da totemici a “portatili”,
dalla pittura a olio alla tessera musiva, dalle arti belle a quelle applicate. Mentre i nomi di Piero Raspi e Vasco Bendini ci riportano alla memoria quegli artisti piemontesi e bolognesi indicati da Arcangeli e Carluccio come neonaturalisti, il padovano Alberto Biasi ci rammenta
le glorie progressivamente sfumate di un momento storico e l’intenso impegno estetico del
Gruppo N e di quel fronte dell’Arte Programmata attivo negli anni Sessanta. Tra gli artisti d’oltralpe Louis Nallard, classe 1918, stende paste sontuose quanto la cucina borgognona, tonalità sorde, terragne di un autunno ormai inoltrato ma capace di improvvise accensioni cromatiche che paiono ardere da dentro.
Jean Cortot dispiega i suoi “Elogi” misti di pittura, fotografia, e parole con un orror vacui
che contamina e salda linguaggio e dipinto in
un insieme di addizionata seduzione estetica.
Correttamente esposto vicino a Biasi, Julio Le-
Galleria Vailati - Torino
Cendrine Rovini, “Mon sang désire ton sang”,
2011, tecnica mista su carta
parc, argentino di nascita ma trapiantato in
Francia, espone uno dei suoi lavori in cui forme e colori pulsano formando giochi ottici e
cinetici. Oltre a citare almeno la presenza di
Giorgio Celiberti, di Jean Pierre Tanguy, di
Giorgio Griffa e di Marc Champieux ci pare
infine bello chiudere con due artisti molto differenti tra loro: la pittrice francese Cendrine
Rovini, la più giovane presenza alla mostra, e
il nostro Francesco Casorati, appena scomparso. Alle mortifere adolescenti della prima, erotiche, masochiste, intimamente connesse ad animali sciamanici quanto debitrici dell’immaginario giapponese, si oppongono le tele di un caro e umile maestro di
Torino che ha saputo garbatamente narrarci storie di teatri colmi di poesia, di castelli fantastici, di navi e uccelli di carta legati da esili fil rouge tesi su misteriosi cieli
acquei illuminati da soli simili a lampare
accese in una notte indimenticabile.
Palazzo della Promotrice delle Belle Arti
Viale Balsamo Crivelli, 11 – Torino
Peintres d’aujourd’hui France-Italie/Pittori
d’oggi Francia-Italia
VIII edizione 2013
a cura di Giovanna Barbero e Frédérique Malaval
fino al 30 marzo
Ingresso libero
sce Andrea Taricco: “L’estro compositivo di Beny è caratterizzato
dall’evocazione pop di temi d’attualità elaborati con maestria e determinazione mediante la tecnica
serigrafica: usata in ambiti artistici ed artigianali a partire dal Novecento, determina l’ausilio di immagini, su qualsiasi tessuto, facendo depositare l’inchiostro sulle
aree libere del supporto. La sua manualità, l’ha ereditata da una lunga esperienza che traspare in opere che fuoriescono dal suo laboratorio, sino ai ritratti
ad olio su tela di vari personaggi... Le sue opere sottolineano il desiderio di estrapolare dalla quotidianità e indurre ad un nuovo grado di riconoscibilità.”
L’Artmusic di
Beny Giansiracusa
i inaugura oggi 8 marzo alle ore 18,30 presso la Galleria Vailati di corso Bramante, 78 a
Torino, la mostra Art Music di Beny Giansiracusa curata da Antonio Attini. In esposizione 35
opere eseguite con diverse tecniche quali serigrafie,
litografie e creazioni uniche in acrilico composte da
vari blocchi uniti a mosaico. Il tema è la musica coniugata artisticamente attraverso alcuni suoi epigoni quali i Beatles, Bob Dylan, i Kiss e magnificamente rappresentata dai suoi strumenti. Con un ricco e prestigioso percorso nel settore Giansiracusa
oggi è tra i più famosi e abili serigrafi italiani; ha lavorato per tutti i più grandi artisti. E come recensi-
S
Beny Giansiracusa, “I Beatles”
Galleria Vailati
Corso Bramante, 78 – Torino
Art Music di Beny Giansiracusa
Dall’8 al 22 marzo
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CORRIEREdell’ARTE
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8 Marzo 2013
to dalle prospettive bizzarre e perfette di Paolo
Uccello; per poi debuttare nei primi anni Cinquanta con gli amici Tabusso, Chessa, Aimone,
Campagnoli, Soffiantino, Ruggeri e Saroni.
Francesco Casorati è
stato uno “scrittore per
immagini”, un narratore
instancabile, inconfondibile nella personalità
acquisita e conquistata,
con le grandi figure in
primo piano che improvvisamente prendono
a vibrare: prima di pennellate armonicamente accostate nelle campiture del mare e del
cielo, in una stesura sempre più polifonica,
poi nelle sottili e lunghissime linee continue,
quasi fili che si accavallano e si ingarbugliano, su cui infine cominciava a scrivere. Letteralmente. Col lapis sulla tela. Incidendo a
matita la superficie del quadro ancora molle
di biacca: parole e colori, macchie e geroglifici, appunti e immagini. Con paziente e operosa sperimentazione concettuale. Casorati
ha costruito e raccontato la sua fiaba nell’invenzione della memoria, ne è stato regista invitandoci a diventare protagonisti di un gioco in perpetuo movimento, ogni tela un capitolo. Con una rara e straordinaria accuratezza di esecuzione, tono e sapore, piacere
della pittura. Un giardino di sogni lieti, di giochi, affollato di personaggi magici e di macchine mirabolanti. Il regno dell’improbabile,
dell’impossibile, dell’assurdo. Con naturalezza e spontaneità, col candore di chi ha saputo trasmettere il fascino dell’evasione nella fantasia Nella trasgressione che ribalta rapporto e proporzioni, che annulla le pareti della stanza, che scrive i fianchi di una collina,
che ingorga le fronde di un albero, che colora di arcobaleno gli spazi infiniti.
Francesco Casorati,
pittore di giochi
DI
GIANFRANCO SCHIALVINO
rancesco Casorati è morto improvvisamente lunedì 18 febbraio, in tarda serata, nella sua casa-atelier di via Mazzini. Un indirizzo difficile e pesante, saturo
di attività febbrile e fervido di antiche memorie: substrato fertile, alfine, ma che già furono pastoie. In quello studio, esattamente
mezzo secolo fa, l’1 marzo del 1963, era spirato Felice Casorati, suo padre. Ma a dispetto delle difficoltà di un nome così gravoso,
Francesco è stato una persona speciale: per
educazione, di vita e di arte, raffinata ed elitaria; per amabilità, come artista e come insegnante; per generosità, di intelletto e di fatto; per costanza, coerenza, dedizione in un
mestiere difficile quando perseguito come
ideale, quello del pittore. E pittore autentico, per stile, creatività, passione, missione
Francesco Casorati lo è stato compiutamente, fuori da ogni accostamento. Poche ore prima del tragico infarto che lo ha stroncato ancora lavorava a un quadro dove specchi di
cielo azzurro si riflettono tra cielo e mare, popolati di pesci e di uccelli essenzializzati nei
suoi caratteristici profili geometrici, come
usava da sempre: da quando visitando con la
madre Daphne il Louvre era stato ammalia-
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Francesco Preverino a Palazzo Salmatoris – Cherasco
Gli sviluppi della figurazione
al 9 al 31 marzo, nelle sale di Palazzo Salmatoris a Cherasco, si svolgerà la mostra
personale di Francesco Preverino dal titolo “Racconti silenti attese”, curata da Francesco De Bartolomeis.
Connotato da tempo come uno dei più rappresentativi artisti piemontesi, il Maestro Preverino, che
fa parte dell’Associazione Piemontese Arte, ha un
D
curriculum espositivo ad ampio raggio ricco di riconoscimenti di grande prestigio. La mostra, con
opere dal 2000 al 2012, segna il percorso ultimo
dell’artista torinese. Scrive De Bartolomeis: «La
ricerca di Francesco Preverino si colloca negli
sviluppi della figurazione che ben oltre gli anni del
dopo guerra si confrontano drammaticamente con
lo spazio come luogo di vita, con il mutare delle
condizioni e degli eventi, con i mezzi
materiali per dare esistenza a un mondo. Dipinti con varie tecniche e su vari
supporti e un buon numero di studi con
particolarità qualitative arricchiscono il
repertorio delle soluzioni stilistiche. È
un complesso da cui emerge la piena
maturità dell’artista. Le opere hanno
alle spalle un trentennio circa di
ricerche e dimostrano che Francesco
Preverino ha sempre radicato il suo lavoro nei fatti della vita. Le opere
nascono da progetti e disciplina, inquietati dall’inconscio, dalle emozioni,
dalle sensazioni, dal caso.. L’invenzione
morfologica fino a deformazioni spinte
è amore del soggetto. I riferimenti realistici dei titoli (giardini, alberi, mare,
paesaggi, vallata…) rimandano sempre
all’interiorità dell’artista...».
Palazzo Salmatoris
Via Vittorio Emanuele, 31 – Cherasco
Racconti silenti attese
Personale di Francesco Preverino
Dal 9 al 31 marzo
Info: 0172 427050
Francesco Preverino, “Paesaggio”
Sezione Cral di Arti Visive della Regione Piemonte - Sala espositiva del Centro Congressi
In corso la mostra di primavera
ome già pubblicato sul numero precedente, la sezione Cral di Arti Visive della
Regione Piemonte, riprende la sua attività artistica con la: “ IV Mostra di Primavera “, come sempre a guidare il gruppo è Gianfranco Gavinelli che organizza e coordina tale iniziativa. La Mostra, allestita presso la Sala del Centro Congressi
della Regione Piemonte - corso Stati Uniti 23 , Torino - è stata inaugurata il 4 marzo e
si concluderà il 28 dello stesso mese. A rendere interessante l’ evento oltre i dipinti, i
carboncini, gli acquerelli saranno presenti sculture, nomi illustri come: Tatiana Veremejenko, Gianni Sesia della Merla, Umberto Viapiano, Guido Appendino, Elda Lazzaretto, Max della Rocca, Anna Borgarelli, Roberto Dellavalle, Rodolfo Trotta, che presenteranno le loro opere. Ricordiamo inoltre le dipendenti della Regione Piemonte Laura Boldrino e Stefania Lucà, che si sono distinte per le loro creazioni. Anche Flaviana Chiarotto ha offerto un valido contributo, stuzzicando l’interesse degli appassionati. Citiamo qui di seguito i nomi degli altri partecipanti che per bravura hanno saputo imporsi con i loro
disegni suscitando emozioni, facendoci sognare attraverso un mondo multicolore, offrendo uno spaccato di stili tra il formale e l’informale, anche se la Mostra ha un carattere prettamente figurativo, non
mancano, fiori, marine e paesaggi montani. I nomi degli artisti sono:
Guido Appendino, Giorgio Benci, Sergio Bilucaglia, Laura Boldrino, Anna Borgarelli, Rosanna Campra, Adriano Carpani, Fran-
C
co Castiglioni, Flaviana
Chiarotto, Paolo Civera,
Roberto Dellavalle, Michele De Stefano, Mariapia Fransos, Gianfranco
Gavinelli, Anna Virginia
Lanfranchini, Elda lazzaretto, Stefania Lucà, Lillia Marengo, Armida
Mazzotti, Max della Roc-
A destra: Flaviana Chiarotto, “Fiore solitario”
Qui sopra: Franco Castiglioni, “Il Tempo”
A sinistra: Sergio Bilucaglia, “La Lettera”
ca, Mariell Chirone Guglielminetti, Arianna Michieletti, Nikolova Nikolinka, Luisella Pastorino, Rosa Maria
Peira, Luciana Pistone, Nicoletta Pizzetti, Rosa Prestigiacomo, Marco Primiterra, Amelia Putignano, Simonetta Secci, Gianni Sesia della Merla, Maria Antonietta Sismondo, Paola Targa, Lucia Terzo, Carmen Triglia,
Rodolfo Trotta, Giusy Uljanic, Ornella Vacchina, Tatiana Veremejenko, Umberto Viapiano, Graziella Vigna,
Loredana Zucca, Umberto Zullo. La mostra resterà aperta fino al 28 marzo, con i seguenti orari: dalle ore 10.00
alle ore 17.00 (con orario continuato dal lunedì al venerdì,
sabati e le domeniche escluse).
Sala espositiva del Centro
Congressi della Regione Piemonte
Corso Stati Uniti 23 in Torino
IV Mostra di Primavera di Arte Figurativa ed Astratta
Organizzata dalla Sezione Cral
di Arti Visive della Regione Piemonte
Fino al 28 marzo
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CORRIEREdell’ARTE
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DES
ARTS
8 Marzo 2013
INTERVISTA a Massimiliano Caretto
naugurata a
Roma da soli
2 mesi, la mostra “Brueghel.
Meraviglie dell’Arte Fiamminga” ha già incassato i centomila
visitatori e il plauso di gran parte
della critica. Perché la Galleria
Caretto ha deciso
di partecipare ad
un’iniziativa puramente culturale?
Per noi è un’esperienza tutt’altro che nuova. La collaborazione tra enti pubblici
e privati in Europa è una
consuetudine che ci ha visto
coinvolti diverse volte negli
anni passati anni.
La possibilità di intraprendere simili iniziative anche
nel nostro Paese fa parte di
una politica che abbiamo
deciso di perseguire fin dal
‘99 con una mostra a Vercelli, poi nel 2007 con una
ad Aosta, l’anno scorso con
una a Napoli e infine coi
progetti legati alla “Dinastia Brueghel”. Se è vero
che, in un momento di crisi
economica e culturale come
questo, i privati devono contribuire in qualsiasi modo,
il nostro ruolo tende alla
possibilità di permettere la
realizzazione di progetti culturali con l’apporto di importanti opere in mano ai
privati, oltre che come consulenti tecnici.
Una partecipazione a
tutto campo, quindi, la
vostra?
Esattamente. La grande rassegna romana sui Brueghel
è stata l’occasione per portare in Italia una pittura mai
abbastanza conosciuta, ma
meravigliosa. Oltre al prestito di nove dipinti, raccolti anche molto indietro nel
tempo, abbiamo voluto porre particolare attenzione al
percorso espositivo, in modo che risultasse il più chiaro possibile anche ai profani. La curatela del catalogo
è stata capillare, sia nelle
schede dei dipinti che nella
realizzazione di un saggio
volto ad approfondire alcuni temi toccati nella mostra
e che io e Francesco Occhinegro, che condivide con
me l’avventura della Galleria, abbiamo voluto pensare come un manuale che rimanga nel tempo, anche oltre la durata della mostra.
Qual è, secondo lei, il miglior pregio della mostra?
La capacità di saper unire
rigore scientifico a scopi divulgativi.
Klaus Ertz, massimo esperto mondiale sui Brueghel,
ha vagliato, assieme agli altri membri della commissione (tutti specialisti del
I
settore), sia la coerenza
complessiva del progetto
che ogni specifica opera
presente. Al tempo stesso,
però, abbiamo operato affinchè il progetto non risultasse una “torre d’avorio”,
ma lasciasse un contributo
di conoscenza al pubblico,
ormai possibile solo attraverso una divulgazione paziente, metodica e ampia.
E che cosa avrebbe voluto
migliorare?
Avrei voluto una maggiore
presenza di opere di Pieter
Brueghel il Vecchio.
Si era partiti con l’idea di
portare la “Torre di Babele” conservata a Vienna, ma
il Kunsthistorische Museum
ci ha da subito comunicato
che tutti i dipinti di Brueghel il Vecchio facevano
parte in un blocco inamovibile. Inoltre i costi assicurativi sarebbero stati esorbitanti anche in tempo di
vacche grasse: in questo periodo di disarmante penuria
economica (e di rifiuto dei
musei stranieri ad imprestare all’Italia le loro opere), sarebbe stato un capriccio infantile impuntarsi
sulla questione. Parimenti,
gli unici due Brueghel italiani sono inamovibili per
problemi conservativi. Il
problema è stato comunque
risolto con la “Resurrezione” presente nella seconda
sala e preceduta pure da
un’opera di Bosch, anche se
ci tengo a ricordare che la
mostra è esplicitamente dedicata a tutta la dinastia e
non solo al capostipite.
Altri progetti per il futuro?
Almeno tre già studiati, di
cui uno ora in cantiere. Lo
scopo sarà quello di svelare i capitoli più belli della
pittura antica del Nord e
conto in futuro di poter regalare altre mostre al pubblico italiano. In particolare, ho in mente un progetto
che sarebbe ideale proprio
per Torino. Spero che le autorità competenti aprano
con maggiore entusiasmo ad
iniziative di questo tipo: io
sono a completa disposizione. Chissà che il prestigioso polo della Venaria non
sia interessato ad un progetto come quello che abbiamo realizzato a Roma?
in corso presso la
Galleria Arte per Voi
di Avigliana la mostra “Percorsi” che propone
i dipinti di Silvana Alasia.
Organizzata dall’Associazione Culturale omonima,
l’esposizione illustra il
cammino a tappe dell’artista, dalla ricerca grafica alla figurazione, da un accurato studio materico a una
tecnica compositiva, alle
sperimentazioni che conducono all’informale.
E, nella presentazione,il gallerista Paolo Nesta sottolinea come: “Se il disegno con
la Composizione musicale
del 1987 ha il pregio di anticipare una fitta serie di dipinti recenti e di analogo tema, che già hanno trovato
spazio nella personale che
“Arte per Voi” le ha dedicato lo scorso anno, mancavano ancora all’appello, nella
ricostruzione dell’ultima stagione dell’itinerario artistico di Silvana Alasia, due capitoli che l’hanno più intensamente occupata tra il 2012
e l’inizio del 2013. Il primo
dei quali – e penso ad esempio ad un soggetto come La
petite jardinière, ben memore di un soggetto, ma anche
di una tecnica compositiva
che già ci era nota dall’esposizione delll’anno scorso
È
Silvana Alasia alla Galleria Arte per Voi – Avigliana
L’interiorità
del messaggio emozionale
– si impernia sulla rivisitazione di temi che, volendo,
si possono ricondurre ai repertori tradizionali definibili come “nature morte”, ma
in cui si fa largo una istanza
di ricerca materica differente, che prende ad operare dal
tessuto pittorico dello
“sfondo”, fino ad interferire progressivamente
con le “figure”, come accade alla Composizione
deco o alle Pagine bianche, che alludono esplicitamente ad una costruzione spaziale e ad una
densità poetica finora insolite nelle sue tele e in
cui ora si afferma con sicurezza una atmosfera
carica di valenze introspettive. Dalla messa a
punto di queste esperienze Silvana Alasia può facilmente trascolorare - e
qui tocchiamo il secondo
e altrettanto recente ed
interessante capitolo nelle sperimentazioni che
conducono alla ricerca
“informale”, in cui il lavoro
di costruzione visuale, tralasciando le interferenze naturalistiche, si concentra sull’interiorità del messaggio
emozionale, affidato alla pura espressività degli impasti
e delle stesure cromatiche.”
Galleria Arte per Voi
Piazza Conte Rosso, 1
Avigliana
“Percorsi”
I dipinti di Silvana Alasia
Fino al 31 marzo
Info: 011 9369179
Silvana Alasia, “Composizione Deco”
Unique. Galerie d’Art di Patrick Caputo - Torino
Oltre lo spazio e il tempo
ANDREA DOMENICO TARICCO
a Galleria Unique di Torino, ha inaugurato il 2 marzo
scorso una personale dedicata a Luciana Libralon intitolata Other Worlds. Si tratta in effetti di un viaggio, oltre i confini della nostra realtà, in cui coesistono esperienze
culturali, sociali e figurative differenti, in un universo ben definito tecnicamente. La capacità di descrivere la figura umana, ed in particolar modo quella femminile, viene infatti, determinata dalla relazione tra il corpo e lo spazio circostante,
assumendo di conseguenza, quelle matrici oggettive che ne de-
L
finiscono l’immediata riconoscibilità. Partendo da queste premesse, intendiamo l’atteggiamento del fruitore che, pur non
avendo mai viaggiato o non essendo mai stato fisicamente nei
luoghi da lei rappresentati, sprofonda in un transfert psicologico sino a recepire, in comunione agli altri, il senso ultimo di
quanto vede in quel dato momento. In altre parole, la poetica
descrittiva applicata dalla Libralon è finalizzata a spostare virtualmente lo spettatore nello spazio e nel tempo, pur lasciandolo nell’immobilità contemplativa. Elementi raggiunti da una
profonda abilità esecutiva caratterizzata da tinte morbide ma
incisive, che riempiono involucri formali destinati ad esprimere la spiritualità della vita attraverso la materia stessa che
la costituisce. Partendo da opere come Nigeria. Il sarto (2004)
acrilico su masonite, descrive il lavoro umano, inserendolo in
una luminosità che lo riporta ai dettami d’una posa eternizzata dal suo fare quotidiano. Così come nell’acrilico su tela Mali. Confusione al mercato (2007), fissa momenti vissuti in un
altrove, non molto distante da qui, nella possibilità che stia avvenendo esattamente in questo istante. Dal racconto d’amore
(2007) in cui sembra echeggiare i fasti delle Mille e una notte, sino alla Danza Khon (2007) in cui immortala la sensualità del gesto, dell’espressione e del rito. Le barriere tra occidente ed oriente decadono progressivamente, grazie ad un senso estetico in cui il desiderio di bellezza pura prevarica su tutto. Questo è il fulcro del suo messaggio pittorico, questa è la
sintesi perfetta d’una modalità espressiva atta a relazionare differenti entità storiche o ideologiche. Così prendono corpo le
essenze di sapori misteriosi, come gli antichi odori speziati o
le atmosfere di mondi lontani che sfociano in un determinismo
romantico in cui l’io è al centro d’una metamorfosi adattativa
secondo la quale, nonostante la finitudine delle cose, tutto continua ad essere oltre noi stessi.
UNIQUE. Galerie d’Art di Patrick Caputo
C.so Vittorio Emanuele II 36 - Torino
Other Worlds. Personale di Luciana Libralon
Fino al 23 marzo
Info: 011 5617049
Luciana Libralon, “Mikado”
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CORRIEREdell’ARTE
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8 Marzo 2013
Padre e figlia hanno esposto insieme a Torino
Il Plurispazialismo o Arte Plurisenso
di Gian Luigi Castelli
G
ian Luigi Castelli, ispiratosi ai tagli di Lucio
Fontana che suggeriscono spazi al di là della tela, si
è avventurato nei plurispazi
mentali, ove collaborano inconscio, preconscio e conscio, e nel
1999 ha creato il Plurispazialismo, in seguito denominato anche Arte Simultanea, Arte Racconto e Arte Relazione, cioè
un’Arte multisenso, un’Arte
multipla per i suoi aspetti.
Nella mostra, dopo alcuni dipinti
surreali metafisici e plurispaziali
relativi al percorso tematico:
“Umanesimo trascendentale”, sviluppato con dipinti che, rifacendosi anche ai miti, evidenziano la
capacità umana di dare ordine al
caos e di sviscerare, nel rispetto
del trascendente, il trascendentale che può apparire irraggiungibile, “Coscienza del sé e del connesso non sé”, sviluppato con dipinti ispirati anche a scritti famosi che portano ad atteggiamenti
consapevoli e responsabili e
“Amore comprensivo e disinteressato”, con dipinti che ricordano anche vite emblematiche che
aprono all’altro con condivisione
e con la conversazione, Gian Lui-
“Demian”
gi Castelli ha voluto evidenziare
con la sua arte l’importanza del
raccontare.
Navigando, similmente a internet, nella caotica e indeterminata
rete relazionale dei suoi dipinti
(vedasi il dipinto Demian), contenenti elementi non già dati, indeterminati con significati simultaneamente sovrapposti e da determinare interagendo similmente alla concezione quantistica che
al Festival della Scienza è stato
detto modificherà il modo di vedere il mondo, l’osservatore può
creare propri significanti e, raccontando, dare corpo, come l’artista creatore del dipinto, a un proprio fluire di pensieri organizzando sensazioni, pulsioni, emozioni e idee, diventando così anche lui un artista io creatore.
Con questo operare pragmatico di
ciascuno nella rete relazionale del
dipinto senza che vi siano direzioni e punti di partenza in precedenza già dati e tracciati, il caos
del dipinto abduttivamente si ordina e gli indeterminati e non già
dati elementi del dipinto, come
gli osservatori scrivevano solo
emozioni e giudizi, Castelli ha realizzato le istallazioni Fabbrica di
Racconti; si è però notato che gli
osservatori avevano difficoltà a
raccontare e spesso si limitavano
a esprimere emozioni e formulare giudizi, sintomo di una società
superficiale bloccata su slogan e
su cose e immagini oggettuali, date, bloccate e determinate suscitanti facili giudizi ed emozioni anche accattivanti e spesso presa dalla degenerazione. Le cose, come
dice Rilke, aspettano invece di essere decantate, raccontate e cercano un’ancora in esseri ancora
più sfuggenti di loro.
Per far prendere coscienza della
differenza tra esporre emozioni,
formulare giudizi e raccontare, le
istallazioni Fabbrica di pensieri e
Fabbrica di racconti sono state
unite in un’unica istallazione denominata Da Fabbrica di pensieri a Fabbrica di racconti.
Ora Gian Luigi Castelli va oltre e
propone un’istallazione Da Fabbrica di Emozioni a Fabbrica di
Giudizi a Fabbrica di Idee a Fabbrica di Racconti che unisce le rispettive istallazioni e fa procedere dall’esprimere emozioni al formulare giudizi, al
creare idee e all’inventare racconti.
Egli cerca di valorizzare ciascuna persona con le sue differenze, talenti e dignità sia dando la
possibilità di inventare e raccontare interpretazioni dei
suoi dipinti, sia tramite il percorso tematico sopraddetto,
sia con le istallazioni che stimolano il
racconto e a diventare esseri creatori.
Così sul palcoscenico delle citate istallazioni ciascun osservatore, nonché
operatore, può scri“Fabbrica di Racconti”
vere le proprie emo-
quelli della vita, procedono verso
la simultaneità dell’evento e la
qualità. Da qui la denominazione
Arte Simultanea.
L’indeterminatezza dei dipinti plurispaziali, con i loro elementi non
già dati e immagini non definite e
di sapore anche simbolico che possono assumere vari significati e
sensi a piacimento di ciascun osservatore, fa si che si va oltre la pittura bloccata, definita e deterministica e arrivare a un’arte più simile al linguaggio verbale e scritto, linguaggio col quale, tramite
gli elementi parole con significati
non completamente dati, si può liberamente dire e raccontare cosa
si vuole con una miriade di sfumature anche poetiche e persino
in contrasto tra loro. Così nell’arte di Castelli la cifra va cercata soprattutto in qualcosa di metodologico, in un invisibile più astratto e
necessario al visibile affinché questo non sia terribile. L’osservatore, relazionando la propria interpretazione del dipinto plurispaziale
col dipinto stesso che rimanda
sempre ad altro e che porta a conclusioni sempre nuove, può, ricuperando altre possibili tracce individuabili nella rete relazionale del
“Fabbrica di Pensieri”
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ARTS
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Astrattismo d’Ambiente di Manuela Castelli
(Astrattismo Contestuale). Le forme geometriche,
colorate e pastose, danno solidità a matericità alle
opere e rimandano alla tradizione classica. Le righe e le nuances dei colori fanno pensare alle suggestioni della moda. Insomma, il mondo astratto
di Manuela Castelli rappresentato in un quadro.
www.astrattismodambiente.it
M
anuela Castelli, architetto di professione e
pittrice per passione, unisce le proprie competenze per creare quadri al limite tra arte e architettura. Quadri astratti d’ambiente o solidi edifici
del sogno, in ogni caso, opere originali e fuori dal
comune, nate per fondersi, anche cromaticamente, con il contesto per il quale sono state create
sere intesa come verità per tutti,
che collaborando si arriva sinergeticamente a capire meglio e che
ciascuna persona deve essere valorizzata con le proprie differenze, talenti e dignità. Si può pertanto intuire che la collaborazione è più fattiva dello scontro, che
blocca su fisse posizioni e insanguina il mondo, e pensare che lo
possa sostituire in un percorso di
rigenerazione dell’umanità.
Il dipinto Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro fa rabbrividire se si guardano
i visi di persone succubi e intrise
della logica dello scontro e che la
fanno trasparire in modo trasparente uscendo da ipocriti formalismi, e fa riflettere come suggerisce il viso pensoso di chi osserva.
Tale percorso artistico, oltre a una
propria peculiarità estetica e di
contenuto, introduce un insieme
di paradigmi che tendono a valorizzare ciascuna persona e stimola a una rigenerazione dell’umanità verso una nuova era.
Si arriva così al dipinto Evoluzione: dal Matriarcato e dal Pa-
scuno valorizzato con le proprie
differenze, talenti e dignità e in cui
il pensiero, il cuore e il linguaggio di ciascuno possano liberamente irradiarsi (irraggiamento
simboleggiato nel quadro da cerchi concentrici) accompagnati da
un affettuoso e trasparente sorriso, era quindi di pace e sicurezza.
Il quadro parte dalle origini dell’umanità e va oltre l’attuale, facendo prendere coscienza di quello che in origine ci è stato dato e
delle potenzialità donateci. Esso
evoca il lungo e tormentato cammino umano, con le sue continue
rinascite e rigenerazioni verso situazioni più evolute che hanno
portato a miglioramenti e che fanno sperare un mondo migliore, e
rievoca l’evoluzione umana dal
matriarcato, legato alla natura e in
cui la madre era il riferimento, al
patriarcato con la nascita di leggi
e di una civiltà - frutti anche del
“Osservando le mentalità intrise
della logica dello scontro”
“Evoluzione: dal Matriarcato e dal Patriarcato
all’era della persona (Personarcato) e oltre”
triarcato all’era della persona (“Personarcato”) e oltre che preannuncia un’era
nella quale
vengono superate divisioni e
catalogazioni
labili nel tempo e anche discriminatorie
“Da ‘Fabbrica di Pensieri’ a ‘Fabbrica di Racconti’” (a sinistra)
e “Da ‘Fabbrica di Emozioni’ a ‘Fabbrica di Giudizi’ a Fabbrica di Idee’ a ‘Fabbrica di Racconti’”
differenze sesdipinto e non prese in considera- zioni, giudizi, idee e racconti e leg- suali; era in cui lo scontro, che inzione in precedenza, superare bloc- gere gli scritti degli altri. Così ope- sanguina il mondo, è sostituito dalcanti rappresentazioni e aprirsi al rando in relazione con gli altri, ci la collaborazione integrata dall’aracconto, nel cui infinito i concet- si può rendere conto che collabo- more comprensivo e disinteressati si piegano. Da qui la denomi- rando si arricchisce non soltanto to e rafforzata da condivisione e
il quadro ma anche se stessi e che conversazione; era di apertura alnazione Arte Racconto.
Siccome sul palcoscenico delle la propria interpretazione non è l’altro, di trasparenti relazioni e di
istallazioni Fabbrica di Pensieri l’unica valida e nemmeno deve es- una felicità basata sul sentirsi cia-
so immenso che ci circonda col
suo mistero e le sue meraviglie e
che ci fa sentire il divino. Un divino richiamato nel dipinto Umano e divino del 2001 con un bianco e splendente chiarore se lo
sguardo è volto all’infinito, infinito simboleggiato nel dipinto.
Il critico d’arte Giovanni Cordero, allorché ricopriva importanti incarichi presso il Ministero dei Beni Culturali a Roma, ha
scritto che l’arte di Gian Luigi
Castelli è sia idiolettica sia socioletica a differenza delle altre
“Umano e Divino”
pensiero filosofico- e di un’organizzazione basata anche sulla
scienza e sulla tecnologia e pilotata da manager in giacca e cravatta sui quali pesano grosse responsabilità. In questo panorama
evolutivo verso un mondo migliore, verso una rigenerazione,
una rinascita umana, hanno giocato, giocano e giocheranno un
ruolo importante la scienza e la
tecnologia, in particolare quelle
bioniche, che, simboleggiate, campeggiano nel quadro in quel cielo
che gli umani scrutano, scienza e
tecnologia, mezzi atti a creare speranze per un mondo migliore, che
promettono anche la conquista di
nuovi mondi e la prosecuzione
della civiltà umana oltre la realtà
terrena, nel virtuale e anche oltre
la fine della terra in quell’univer-
che sono o idiolettiche o sociolettiche, rappresenta un mondo
al contempo irrazionale e razionale, un mondo caotico che reclama un ordine e che quanto
l’artista Castelli ha cercato di
esprimere nelle sue opere e nei
suoi scritti si può riassumere con
le parole dello scrittore Saint
Exupéry “È soltanto con il cuore che si può vedere l’essenziale, perché questo è invisibile agli
occhi”. Concludiamo con quanto ha detto il critico d’arte Angelo Mistrangelo all’inaugurazione di una personale di Gian
Luigi Castelli patrocinata e sponsorizzata dalla Regione Piemonte, disse che l’arte di Castelli
interpreta la società a lui contemporanea e quella futura come fece a suo tempo il Futurismo (Corriere dell’Arte del 9
febbraio 2007). Il Futurismo evidenziò la dinamica fisica di una
società meccanizzata e belligerante, l’Arte Plurisenso e l’Arte
Plurisignificante di Castelli evidenziano e sviluppano la dinamica mentale propria di ciascun
componente di una società che
avanza non solo tecnologicamente, ma specialmente nel progresso di civiltà, che naviga virtualmente nella caotica rete di
internet aprente a democratiche
relazioni, che apprezza la pace
e che valorizza la creatività di
ciascuno favorendo progetti e
iniziative nascenti e di startup.
www.plurispazialismo.com
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ARTS
8 Marzo 2013
Assessorato alla Cultura e Biblioteca Civica di Vinovo
Alla Tinber art Gallery di Pragelato
L’essenza lignea
nelle sculture di Challier
Mostra antologica
dei fratelli Gilardi
stata inaugurata ieri presso
l’Ala Comunale “Don Donadio” di Vinovo la mostra “Foemina in arbore” dello scultore Enrico Challier. Promossa dall’Assesso-
È
Enrico Challier, “Omaggio a Hukusai”
rato alla Cultura e dalla Biblioteca Civica di Vinovo, l’esposizione, curata da Elena Piacentini, presenterà particolari interpretazioni di alcune Anime Femminili contemporanee. Essa
si avvale di una
doppia valenza
culturale: avvicinare il pubblico
adulto alla conoscenza dell’Arte
contemporanea e,
accostandosi alle
nuove metodologie pedagogiche,
coinvolgerà i
bambini in età
scolare nella condivisione di alti
mezzi espressivi
artistici e alla co-
noscenza dell’elementolegno, attraverso laboratori didattici eseguiti dall’Artista che mostrerà le
fasi di lavorazione dal legno nudo all’opera finale.
Ricordiamo che Enrico
Challier, nato a Pinerolo
nel 1974, è docente di scultura e tecnologia del legno presso l’Istituto Professionale Engim di Pinerolo, ha partecipato a concorsi in Italia e all’estero, vincendo primi premi in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino. L’artista scolpisce il legno, principalmente l’essenza di noce: dalla
massa lignea “toglie” il superfluo,
dando vita a forme di giovani donne
a tutto tondo che poi dipinge con pigmenti acrilici e pastelli evidenziando
gli elementi essenziali di ogni singola scultura.
Ala Comunale Don Donadio
Vinovo
Foemina in arbore.
Le sculture di Enrico Challier
Fino al 17 marzo
Info: 011 9931006
Elda Mantovani nelle sale del Circolo degli Artisti a Torino
fra artisti organizzati in valle: i rascards di Chamois,
gli abeti rossicci che punteggiano il pendio dei monti, le stradine innevate, le
rustiche abitazioni situate
oltre il concentrico di Saint
Vincent, sono motivi tutti
che consentono a Elda Mantovani di
ricercare effetti di controluce oppure
di dipingere le nevi nel proprio candore. Molta importanza ha per Elda il
mondo degli affetti: le due figliole Laura e Maria Antonietta vengono ritratte con emotiva partecipazione, intente ora a leggere, ora a proporsi nelle
proprie espressività. Accanto a queste
immagini occorre situare il nudo di
Erika colto in un interno nel quale si
notano altresì tele dipinte, un drappeggio verde e alcuni arredi, oppure il
Nudino disteso giocato fra i bianchi
accesi e felicemente realizzato con impressionistici intenti, nelle aule dell’Accademia nel corso di una sola lezione. “Piacevoli e tranquille riflessioni” definisce le opere della Mantovani il critico Marilina Di Cataldo: ecco allora la serie di Nature morte, con
un ramo di Magnolia fiorito, pannocchie di meliga unite a cachi ancora acerbi, la grandiosa composizione con Mimose lievi, accanto a un antico amorino. Nella mostra organizzata nelle sale del Circolo degli Artisti di Torino, si
sono voluti esporre anche alcuni carboncini; un Autoritratto datato 1969
che dice come la pittura della Mantovani non sia improvvisata e il felice ritrattino di Laura degli anni settanta interpretato con brio e spontaneità.
Elda Mantovani esordisce nel 1975: per
lei sono state organizzate oltre 25 mostre personali in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; anche a Ferrara, città alla
quale la pittrice è emotivamente legata.
Per la nostra pittrice, un mondo fatto di
suggestioni e di emozioni sincere.
Un mondo tra affetti,
fiori, emozioni
GIAN GIORGIO MASSARA
ada Rosso – la giornalista che
nello spazio di una breve colonna sapeva cogliere lo spirito
di chi con lei conversava – alcuni anni
or sono scriveva a proposito del mondo
pittorico di Elda Mantovani: “pittura di
luce e serenità, la sua. Al di là delle mode, al di là della ricerca intellettuale, al
di là del tempo”. E queste sensazioni riviviamo visitando l’atelier torinese di
questa pittrice della quale abbiamo avuto modo di seguire l’iter anche attraverso la partecipazione alle numerose mostre organizzate dall’Associazione “A.
Zerbino”, con la conseguente esposizione in spazi istituzionali.
Elda Mantovani frequenta per una decina di anni lo studio di Nicola Arduino
– suoi “compagni” di studio Ottavio
Mazzonis e Franco Pieri – per successivamente seguire i Corsi di Nudo
presso l’Accademia Albertina sotto la
guida di Filippo Scroppo e Gianfranco Rizzi. Da questi maestri ha appreso l’uso calibrato del colore, la magìa
D
della luce, lo studio della modella in
posa e la ritrattistica. C’è un dipinto –
proposto due anni or sono in copertina dalla rivista “Percorsi” – nel quale
si abbina la presenza di un grandioso
cesto di frutta posto in primo piano e
il lontano paesaggio di Baldissero Torinese dominato dal campanile stagliato nel cielo appena percorso da nuvole. E il tema del paesaggio ritroviamo nei dipinti realizzati in Sardegna
– terra certamente amata – con rocce
e azzurri spazi di acque trasparenti:
Baia Sardinia, ad esempio, è presente in un gradevole olio nel quale il pontile sconfinante in una macchia di rosso acceso si diparte da una riva boscosa per accedere alle profondità del
mare. Altrettanto interessanti sono le
vedute di Venezia – gli schizzi sono
stati tracciati in un giorno di acqua alta – con i camini esterni che si disegnano nel cielo lagunare, i vasi fioriti
ad allietare le finestre non sempre raggiunte dal sole. E ancora le belle immagini valdostane, specie invernali,
dipinte nel corso di numerosi incontri
Circolo degli Artisti
Via Bogino 9 – Torino
Personale di Elda Mantovani
Dal 15 al 29 marzo
Info 011 8128718
Elda Mantovani, “Frutti di Baldissero”,
olio su tela
ELENA PIACENTINI
abato 9 marzo, nella cornice d’alta
montagna, dove il
bianco della neve
esalta progetti eccellenti, la direzione Artistica della
Galleria Tinber di
Pragelato presenta
una esclusiva mostra antologica dei
fratelli torinesi Piero, Italo e Silvano
Gilardi. Piero, condivide con Italo e
Silvano la passione
per l’ambiente incontaminato presentando 8 tappeti – natura, in poliuretano espanso,
frammenti di paesaggio che si pos-
S
Dall’alto in basso:
Piero Gilardi,
“Violette nel bosco“
Italo Gilardi,
“La bici“
Silvano Gilardi,
“Equilibrio forzoso“
sono riscontrare
nei boschi, intrattenendo con lo
spettatore una
singolare sensazione visiva data dalla splendida mimési formale e coloristica associata al senso del tatto, totalmente dissonante dalla
realtà effettiva. Italo, presenta una selezione di circa 10 tavole: oli, acrilici e pastelli a olio che riconducono la visione a
paesaggi metropolitani del capoluogo piemontese, ponendo l’accento su particolari quasi impercettibili, raffiguranti la
presenza umana come anime-umbrae inquiete. Silvano, conosciuto negli anni ‘50
come Abacuc, co-fondatore dello storico
gruppo Surfanta, in questo evento propone una quindicina di opere a tempera,
inchiostri su carta e oli, che illustrano sequenze di paesaggi, nature morte e figure riprese dalla mitologia e dalla tradizione letteraria, istituendo un dialogo at-
traverso temi allegorici della letteratura
classica e moderna.
L’Esposizione offre una interessante
commistione di materiali originali, associati al virtuosismo tecnico della riproduzione mimetica condotta dagli Artefici; si susseguono tecniche pittoriche
classiche e stili multiformi. Essa esplicita una poliedrica manifestazione di
esperienze estetiche che hanno profondamente segnato il panorama artistico
della fine del secolo XX.
Tinber art Gallery
Via Albergian, 20 – Pragelato
Mostra antologica dei fratelli Gilardi
Dal 9 marzo al 5 maggio
Info: 0121 78461
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CORRIEREdell’ARTE
NEWYORK NEWYORK
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8 Marzo 2013
foto © aut.
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Al Monet-Marmottan di Parigi
Gli anni folli di Marie Laurencin
DAL NOSTRO INVIATO
A Manhattan si riscoprono
le grandi opere su carta
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MAURO LUCENTINI
C
ome se non bastassero le centinaia di gallerie, le dozzine
di musei, le sempre più numerose case d’asta, ci sono dei momenti
in cui interi quartieri di New York
– spesso, ma non sempre, la parte alta dell’Isola di Manhattan ad
est del Central Park – si trasformano in un unico emporio dedicato a una certa categoria di oggetti d’arte. Questo è il momento
dei disegni e delle stampe. Ma non
c’è bisogno di essere milionari e
nemmeno di avere in tasca il proverbiale pugno di dollari per ricavare da queste feste mobili, come
le avrebbe chiamate Hemingway,
un tranquillo divertimento. I negozi d’antiquariato formano una
specie di alleanza ad orario continuato e informano i loro clienti di
quanto hanno di nuovo inviando
inviti, ma l’ingresso è libero e magari qua e là c’è anche il bicchiere di prosecco e il piccolo rinfresco. Trenta botteghe, tutte nella
stessa zona, hanno dato in visione questa settimana un repertorio
complessivo di migliaia di immagini di ogni epoca. Mentre era in
corso questa particolare esibizione dell’arte su carta, nella zona
bassa di Manhattan, il vecchio
Greenwich Village o ai suoi confini i quartieri più recenti degli artisti a Soho e Chelsea se ne è aperta un’altra, organizzata in un gruppo di gallerie locali dall’associazione dei mercanti d’arte, che rimarrà aperta fino a date variabili
durante febbraio e marzo. Nella
stessa zona e negli stessi giorni la
casa d’aste Swann, specializzata
in arte su carta, rovescia sul pubblico una valanga di disegni tra cui
due fantastici nudi in sanguigna
attribuiti a Pietro da Cortona complessivamente quanto ridicolmente
stimati da tre a cinquemila dollari. Intanto nella Morgan Library,
nella villa che fu di J. Pierpont
Morgan e pure essa nella Manhattan “antica”, è in corso una mostra che riunisce oltre 160 opere
su carta di artisti fondatori del surrealismo come Dalí, Ernst, Leonora Carrington e Miró. E’ il primo sforzo diretto a riscoprire il
ruolo che ebbero il disegno e la
grafica nel surrealismo, ruolo che,
considerato secondario in passato, appare invece fondamentale nel
periodo di gestazione, più o meno la prima metà del Novecento.
Le tecniche nuove e vecchie impiegate includono l’automatismo
grafico (André Masson), il collage (inaspettatamente Cornell), la
decalcomania (Tanguy, Hugnet) il
frottage o stropicciamento con la
polvere di grafite e l’ibrido a più
mani che combina la collaborazione al caso, detto exquisite corpse (André Breton,Yves Tanguy) .
Mentre sto finendo di scrivere arriva poi l’annuncio dell’apertura
il 12 marzo in quella che fu la villa del re dell’acciaio sul margine
del Central Park, trasformata nella Frick Collection, di una scelta
di cinquantotto immagini su carta della seconda metà dell’Ottocento francese provenienti da uno
dei più vecchi e nobili musei americani, il Clark Institute di Williamston in Massachusetts. Un
particolare trionfo della carta è proposto dal Guggenheim attraverso
una retrospettiva di Zarina Hashmi, l’artista minimalista nata 75
anni fa sul confine tra India e Pakistan, sensibile a certi aspetti biologici della carta che la spingono
a servirsene in forme anche sculturali, in uno specialissimo formalismo astratto che esorta a una
contemplazione di temi di grande
spiritualità, l’infinito e il nulla, la
presenza e la nostalgia, il passeggero e l’eterno. La mostra sul museo disegnato da Lloyd Wright accanto al grande parco, intitolata
Zarina: Paper as Skin (vale a dire: “carta come pelle”) sarà aperta fino al 21 aprile. A questo tipo
di raffinatezze “minori” farà da
controcanto pochi passi più in giù
e sempre accanto al parco, pure fino al 21 aprile al Metropolitan
Museum, un gruppo di piccoli dipinti sia su carta che su tela, realizzati en plein air, soprattutto a
Roma e dintorni, dai vincitori del
Prix de Rome tra l’epoca neoclassica e il romanticismo. Sono
artisti molto poco conosciuti, ma
capaci, come ci accorgiamo ora,
di sorprendente sensibilità e buon
gusto, come quelle che ispirano
eccezionali visioni crepuscolari di
Paul Flandrin. È intitolata The Path
to Nature: French Paintings from
the Wheelock Whitney Collection.
Paul Flandrin, “Veduta di Villa Torlonia
al crepuscolo”, 1900 ca., olio su tela ©
I
FRANCO BORGA
l Museo Monet-Marmottan di
Parigi ha inaugurato lo scorso
21 febbraio la retrospettiva dedicata a Marie Laurencin, donna, artista e figura controcorrente che ha
vissuto della sua arte, circondata in
vita da personaggi famosi e per molti anni compagna di Guillaume
Apollinaire. Amante di Gertrude
Stein la Laurencin dichiarerà “amo
le donne molto più degli uomini”,
stringendo subito dopo una amicizia amorosa con Nicole Groult, sorella di Paul Poiret. Le grandi tappe della Laurencin sono quelle del
suo primo periodo cubista, anni fecondi, durante i quali frequenta i
compagni del Bateau Lavoir. Picasso, ancora bohémien e con poche risorse, le mostra Les Damoiselles
d’Avignon e Marie ne resta incantata. A Montmartre esegue delle composizioni complesse, molti autoritratti e ritratti dei grandi suoi amici. Sensibile alla vena simbolista, il
suo universo la porta ad avvicinarsi a critici reticenti e nel 1913, con
Francis Picabia è invitata alla grande esposizione d’avanguardia Armory Show a New York. La Laurencin entra in contatto con i migliori
collezionisti dell’epoca raggiun-
gendo una solida notorietà. I suoi
colori, dai toni pastello di raffinata
sensibilità, affascinano il mercato
dell’arte senza abbandonare l’insegnamento. Tra il 1930-50, sono anni prematuri per quella cosidetta
Ecole de Paris che con la Laurencin
annovera anche Van Dongen, Roualt
e Manguin ancora non del tutto
compresa. Dopo svariate controversie sarà il Giappone con il suo stuolo di collezionisti raffinati a darle
nuovo credito acquistando molte
delle sue opere riaffermando il mito di un’artista testimone di quell’epoca, perfetta interprete dei suoi
années folles.
Musée Monet-Marmottan
Rue Boilly 2 – Parigi
Marie Laurencin
In corso
Info: 0033 1 44965033
www.marmottan.com
Marie Laurencin, “Le rendez-vous des amis Gertrude Stein, Fernande Olivier, Guillame Apollinaire,
Pablo Picasso, Marguerite Gillot”, 1909, olio su tela © Musée Picasso, Paris
Trento, il progetto di Piano diventa realtà
Aprirà a luglio il museo del Terzo Millennio
del team di RPBW (Renzo Piano Building Workshop) - e ogni
settimana ci riuniamo per affrontare ogni tipo di tematica da
declinare secondo i principi che seguirà il Muse: zero gravity, spazio unico, grande vuoto e curiosità. Gli allestimenti
saranno invisibili come se fossero in un tempo sospeso”.
Il nuovo MuSe di Trento, progettato dall’archistar Renzo Piano, foto © aut.
A
prirà il 27 luglio, si chiamerà MuSe e c’è
già chi lo definisce “il museo del terzo millennio”. Progettato da Renzo Piano e dedicato alle scienze sarà un museo” la cui finaità non sarà quella di mettere al centro l’oggetto ma il visitatore”, ha dichiarato Michele Lanzinger, Direttore del MuSe. “La visita sarà attiva, attrattiva, memorabile. L’interattività, gli exhibit multimediali e i laboratori scientifici renderanno il
Muse - continua il Direttore - un’esperienza unica e da ripetere nel tempo”.? “Stiamo procedendo
in strettissima collaborazione con lo staff scientifico - fa eco l’architetto Susanna Scarabicchi,
MuSe
Museo delle Scienze
Via Calepina 14 – Trento
Info: 0461 270311 - www.muse2012.eu
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CO RRIEREdell’ARTE
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8
DES
ARTS
8 Marzo 2013
Arte Città Amica – Torino
Tennessee Williams e Pirandello al Carignano di Torino
In equilibrio tra segno e colore
P
rosegue con buon successo di pubblico e
critica presso la Galleria Arte Città Amica di Torino, la mostra collettiva di
Fabrizio Brazzale, Carlo
Cozzi e Angela Gabriella
(Gary Farell).
Fabrizio Brazzale ha frequentato vari corsi di pittura, ove ha perfezionato sia il
segno che il colore. Brazzale di tendenza figurativa realizza pittura murale, ritratti,
paesaggi e sorprendenti vetrate artistiche. Le sue opere
fluttuano in un equilibrio tra
segno e colore con un realismo che alimenta il rispetto
della natura. Il tutto è manifestazione di pura ispirazione. Ha allestito molte mostre personali e collettive in
Italia, in Belgio, Francia e
Germania, con grande apprezzamento della critica e
del pubblico.
Carlo Cozzi, nato a Gallarate (Va), è residente a Lanzo Torinese (To), dove vive
e lavora. Artista di grande
sensibilità, racconta, attraverso la pittura, la poesia di
un prato fiorito, di paesaggi e di cieli azzurri. Dietro
ad ogni opera vi è un po’ della sua vita, racconta il suo
vissuto lo stupore e la mera-
viglia Attraverso colori vivaci e mai violenti che accarezzano l’anima dell’osservatore. In questa mostra presenta circa venti opere selezionate dall’autore.
Angela Gabriella, in arte
Gary Farell, si diploma invece presso il liceo artistico
Lisippo di Taranto per poi
trasferirsi a Milano dove acquisisce l’arte della lavorazione del vetro. In seguito si
diplomerà all’Accademia di
belle arti di Brera. Gary Farell è una artista per carattere molto schiva, non ama mai
parlare di sé o seguire correnti facili che possano garantire il successo. La sua tavolozza ricca di colori, dall’
azzurro al violetto al giallo
ecc., si esprime con linguaggio sobrio ed immediato.
Galleria Arte Città Amica
Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15
Torino
Mostra collettiva
di Fabrizio Brazzale
Carlo Cozzi
e Angela Gabriella
(Gary Farell)
Fino al 10 marzo
Info: 011 7768845
Alla Galleria La Telaccia di Torino
Una collettiva tutta al femminile
La memoria come filtro di dolori femminili
ELIO RABBIONE
C
’è un comune punto centrale a legare – vicende, visioni, tragicità al femminile – le riletture registiche di Un tram
che si chiama desiderio (del 1947)
di Tennessee Williams e di Trovarsi (del 1932) di Pirandello visti di recente al Carignano per la stagione
dello Stabile torinese. Blanche Dubois e Donata Genzi sono raccontate, analizzate, scavate intimamente attraverso il filtro della memoria,
capace di destrutturare le loro esistenze, di renderle più immediate allo spettatore di oggi. L’introspezione preziosa con cui Antonio Latella ha ricostruito testo e personaggio
fa di Un tram uno degli spettacoli
più belli, disperatamente bello, dell’annata, affondando tutta la sensualità dei Campi Elisi di New Orleans in un’accecante (di luci fortissime e di suoni) scenografia annegata nel biancore di elementi che sono l’arredamento umile della casa
di Stanley e di Stella, un frigo, un
letto imbarocchito, una vasca da bagno, una porta che s’apre sul nulla.
Latella ha capovolto il dramma, ha
preso per mano Blanche dal finale
d’abbandono verso la clinica e l’ha
spinta a rivivere come sul lettino dello psicanalista ogni propria amarezza, ha fisicizzato un nuovo per-
FOTORAMA
sonaggio pronto a concretizzare seccamente ogni momento didascalico, salvo vederselo distruggere immancabilmente dallo scordinamento della protagonista, una pagina
scritta, razionale, fissata contro cui
Blanche combatte con ogni sua forza, irrobustendo i ritmi narrativi, pigiando il pedale della suspence, portando alla luce poco a poco il perché dell’abbandono (della fuga) del
proprio mondo aristocratico e decadente per scivolare verso un altro
dove tutto è debordante fierezza, violenza, prevaricazione, una lotta continua di attrazione e di ripulsa, vittima e no della sessualità di Stanley.
In una messa in scena e tra un gruppo d’attori che già hanno rastrellato
premi su premi, Laura Marinoni costruisce la sua personalissima Blanche tra fierezza e distruzione, con
accenti di una maturità davvero eccezionale. Di Mascia Musy già in
altre occasioni si sono applaudite le
prove d’attrice, premiatissima “Anna Karenina”, per restare ad un solo esempio. Qui è una straziata Donata Genzi, grandiosa, capace di rendere appieno ogni più nascosta sfaccettatura del personaggio, illuminata e illuminante in quei monologhi
che viene a porgere al pubblico, sulla scaletta che dà in platea, efficace
nel ricostruire una storia che la regia di Enzo Vetrano e Stefano Ran-
foto © au
Laura Marinoni eccellente interprete
di “Un tram che si chiama desiderio”
messo in scena da Antonio Latella
disi un po’ forzatamente, tra passi
lenti e specchi, tra ingombranti prologhi ed epiloghi, le fa rivivere. Un
buon apporto glielo offre la vivace giovinezza di Angelo Campolo come Elj, ma il resto della compagnia s’infossa in quel pirandellismo d’antichissima maniera che
il duo registico non ha voluto rispolverare. Avrebbero dovuto Vetrano e Randisi prosciugare – come hanno fatto con gli elementi
scenografici e con l’essenzialità
del secondo atto – il testo e avviarlo con forza verso un versante decisamente più moderno. Sono rimasti in bilico e il loro Trovarsi lo si ricorderà quasi soltanto per una grande prova d’attrice.
- fior dell’ottomarzo - a cura di Enrico S. Laterza
Fondazione Merz e Palazzo Reale
Una Magnum di fotografia
R. Capa, Miliziano lealista ferito a morte,
Spagna, 1936 © aut./Magnum/Contrasto
Da Burri a Capa, i grandi maestri a Torino
Maria Grazia Angiolini
Alessandra Bertacco
I
naugura oggi, venerdì
8 marzo presso le sale della Galleria d’Arte La Telaccia (in via Santarosa 1 a Torino), l’esposizione collettiva Le donne nell’Arte.
Le artiste, presenti in mostra fino al 16 marzo, sono Maria Grazia Angiolini, Alessandra Bertacco, Sabrina Bertolelli,
Rosalba Mangione (Alba02), Silvia Masato,
Gianna Mora.
Per info: 011 5628220
Sabrina Bertolelli
Rosalba Mangione
Silvia Masato
Gianna Mora
Palazzo Reale, p.za Castello / p.ta Reale, 1 Torino. Robert Capa, retrospettiva antologica.
Fondazione Merz, via Limone, 24 - Torino.
Tinguely, immagini di René Burri.
Dopo il buio seguito alla chiusura della Fondazione
Italiana per la Fotografia (phos, photòs, in greco, significa “luce”, no?), ennesima autentica primizia torinese sacrificata sull’altare di strombazzati quanto
farlocchi risparmi di bilancio (si confronti, ad esempio, il caso Grinzane-Cavour, di cui invece non s’avvide l’avveduta Amministrazione regionale del tempo), ritornano i grandi maestri del settore, sotto l’egida di Magnum: dal 15 marzo al 14 luglio, a Palazzo Reale, in occasione del centenario della nascita, è protagonista il magiaro-statunitense co-creatore
dell’agenzia (insieme a Cartier-Bresson) Robert Capa, alias Endre E. Friedmann, artefice di storici scatti dai campi di battaglia delle troppe guerre in giro
per il globo, come la celebre sequenza del miliziano
spagnolo ferito, sorta di moderno galata morente, per
immagini, oppure l’ugualmente famosa istantanea
del soldato americano col contadino siculo, durante
lo sbarco alleato nel ’43, quindi il reportage dall’Indocina, ove calò tragicamente il sipario, in forma di
mina, sulla vita dell’autore stesso (nel 1954); inoltre
si svolge alla Fondazione Merz, sino al 5 maggio, a
cura di Lorenza Bravetta e Maria Centonze, l’esposizione su Jean Tinguely, ritratto dall’obbiettivo di
René Burri in 122 positivi bianco-e-nero ed a colori, lungo un ventennio di professione del geniale scultore elvetico. Al Forte di Bard (Aosta), all’inizio dell’estate prossima - non improvvisamente - si terrà poi
la mostra Contact Sheets, mentre per l’autunno s’annuncia una retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt,
di nuovo nel capoluogo subalpino, in sede non ancora precisata. Frattanto, lo scorso 13 febbraio, ha
lasciato questo mondo Basilico, “Gabriele nelle città”. Il suo sguardo ci mancherà. Ma non si è spento.
Info: 011 19719437 - www.fondazionemerz.org
Centro Velan – Torino
Salvarsi a San Salvario
Il multietnico quartiere visto da I. Krauss
Velan - Centro d’Arte Contemporanea, via Saluzzo, 64 - Torino. San Salvario di Ingvar Krauss, mostra a cura di Francesca Referza: il ritratto, fors’anche
il riscatto, del multietnico quartiere torinese è visto attraverso l’ottica della Mamya analogica del fotografo berlinese, che con gli scatti realizzati durante due
settimane intensamente vissute - per questo progetto
ad hoc, in occasione del ventennale d’attività del Centro Velan - ha saputo raccontare nelle infinite sfumature del bianco-e-nero volti e storie della “variegata
umanità” che popola questa parte della I. Krauss, San Salvario
Torino, 2013
città, restituendola in © aut./Velan
una dimensione di
“tempo sottratto al
tempo”, secondo
l’espressione di Lalla Romano, citata in
presentazione. Attimi immortalati.
Apertura al pubblico ancora sino
al 9 marzo.
Info: 011 280406
velancenter.it
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CORRIEREdell’ARTE
Spettacoli
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8 Marzo 2013
“Anna Karenina” di Joe Wright
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“The Full Monty” all’Alfieri di Torino
Amicizia e buonumore
che salvano la vita
Un classico rivisitato
dal cinema tecnologico
BARBARA LORENZON
S
foto © aut.
e deve essere finzione, in quanto
opera artistica, finzione è, indubbiamente e fino in fondo, l’ultima
versione per il cinema del romanzo di
Tolstoj, Anna Karenina, vincitore dell’Oscar per i migliori costumi. L’eroina
ottocentesca, che ha il piglio moderno e
deciso di Keira Knightley, ritorna sugli
schermi per riproporre, in una versione
convincente, un dramma sentimentale
incentrato sull’adulterio e sulle conseguenze estreme che la scelta della passione amorosa comporta. Il contesto sociale contemporaneo, per quanto conservi moralismo e ipocrisia, non è paragonabile a quello della Russia zarista del
romanzo a cui il film si ispira. Nonostante ciò rimane il valore paradigmatico di una vicenda che vuole raccontare di sentimenti universali, attraverso
l’intreccio inestricabile di estasi e tormento, sempre efficace dal punto di vista diegetico, secondo un clichè molto
frequentato dalla letteratura ottocentesca. Il regista inglese Joe Wright, già
abituato a confrontarsi con classici come Orgoglio e pregiudizio, esibisce con
decisione il filtro enunciativo della rappresentazione cinematografica, unendolo a quello teatrale, in un montaggio
che attraversa, con ritmi alterni, ma
Keira Knightley
è Anna Karenina
nel film di Joe Wright;
a lato, un momento
di “The Full Monty”
in scena all’Alfieri
di Torino
foto © aut
sempre piuttosto sostenuti, entrambi i
linguaggi. Gli effetti speciali fanno poi
la loro parte per permettere agli attori
di cambiare continuamente scena, senza stacchi, tra un piano e l’altro, tra interno e esterno. Il risultato è un fraseggio verso cui convergono, oltre che il
cinema e il teatro, anche la danza e la
musica. Le scene sono inquadrature cinematografiche e insieme palcoscenici che subito si autodenunciano come
spettacolo, si svelano in un gioco metalinguistico che compie anche incursioni nel dietro le quinte. È proprio questo rifiuto del realismo, questa distanza che il film mette tra sé e gli spettatori che contribuisce a giustificare quanto c’è di antiquato nel carattere dei personaggi, come il controllato e imperturbabile Karenin (Jude Law), nella
rigidità delle convenzioni sociali a
cui tutta l’aristocrazia russa aderisce.
Teatro Regio Torino
Don Giovanni in Sicilia
ALESSANDRO MORMILE
T
orna sulle scene del Regio l’allestimento di Don Giovanni di Mozart
che Michele Placido firmò nel 2005,
oggi rimontato dal noto attore con l’ausilio
preziosissimo di Vittorio Borrelli, direttore
di scena del teatro d’opera torinese. È uno
spettacolo, con scene e costumi di Maurizio Balò, che sposta l’ambientazione dell’opera dalla Spagna seicentesca a una Sicilia tardo ottocentesca che evoca atmosfere gattopardesche, con richiami alla narrativa verghiana. Un Don Giovanni dalle tinte scure e tetre, che non psicanalizza la drammaturgia dell’opera ma la rende fedele al libretto pur nella libertà di alcune scelte di
ambientazione. Occhi puntati sulla ben assortita e doppia compagnia di canto prevista per le nove recite in cartellone, oltre che
sull’interessante direzione di Christopher
Hogwood, che sceglie una lettura preclassica, per di più spogliata da ogni contaminazione preromantica. Come spesso capita
di osservare nelle esecuzioni affidate agli
specialisti del suono barocco come lui (anche se l’Orchestra del Regio suona ovviamente con strumenti moderni), c’è grande
attenzione ai colori di un fraseggio orchestrale che persegue una tinta leggera, un suono che pare annullare la spaccatura fra recitativi e arie tentando di rendere lo scorrere della narrazione mutevole nel gioco d’intrecci fra archi e fiati, pur nel segno di un
equilibrio sonoro sempre pulito e levigato.
Nobile e signorile il Don Giovanni baritonale di Carlos Álvarez, ripreso in alcune delle repliche successive alla prima da Markus
Werba, di lui più aitante, giovanile e dinamico, anche se con voce certo più asciutta.
Dei due interpreti di Leporello, Mirco Pa-
lazzi convince più di Carlo Lepore, mentre
fra le donne spiccano la splendida Donna
Elvira di Carmela Remigio e l’elegante Donna Anna di Eva Mei. Buoni tutti gli altri.
Una ripresa curata come fosse una prima. Segno che al Regio si lavora bene.
MANUELA MARASCIO
C
ome un grande cerchio tracciato sui nostri cuori facilmente suggestionabili, un
musical che canta in apertura lo
spread e termina con la proiezione
del primo articolo della nostra Costituzione, “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”, non può che configurarsi come la medicina più efficace contro
il mal di pancia da crisi politico-finanziaria. Il remake di Full Monty
firmato Massimo Romeo Piparo ha
colto nel segno, andando a toccare
i punti più salienti di una situazione tanto vicina alla quotidianità
quanto straordinariamente duttile
all’interno del gioco di finzione teatrale. Ecco sei uomini alle prese
con la loro stessa mascolinità, per
i quali lo spogliarello rappresenta
la meta ultima di tutta una serie di
prove mirate al recupero di identità, fiducia in se stessi e spirito combattivo. Riconosciamo fin da subito l’aria familiare della nostra città, tra operai avvita-bulloni e lettere di licenziamento: uno scenario
che quasi si commenta da sé, ma
che non porta mai alla caduta nel
più banale patetismo, anzi, offre allo spettacolo il trampolino di lancio per un entusiasmante crescendo. I sei compagni d’avventura (ne
s/vestono i panni alfabetico) Paolo Calabresi, Gianni Fantoni, Ser-
gio Muniz, Paolo Ruffini, Jacopo
Sarno e Pietro Sermonti con l’apporto paritario di Marco Serafini e
Simone Lagrasta) matureranno una
nuova consapevolezza nei confronti
di un’esistenza che, per quanto piena di spiacevoli imprevisti, offre
sempre un appiglio sicuro cui aggrapparsi – il sorriso di un figlio,
l’abbraccio di una moglie. Un divertentissimo schiaffo alla crisi
deleteria, una ventata di buonumore contro il pessimismo, una
coinvolgente prova d’attore da
premiare con urla e applausi d’approvazione e di ringraziamento.
Aria di marzo tra Erba, Gioiello e Alfieri
I
l regista Giovanni Anfuso porta in scena al Teatro Erba, dal 12 al 17 marzo, una perla del grande teatro di
Molière, Tartufo: la prima assoluta dell’opera risale al
12 maggio 1664, nella
sontuosa reggia di Luigi
XIV, e generò immediatamente sdegno e agita-
I “Concerti del pomeriggio” all’Alfieri
Tra Mozart e Brahms
CHIARA SANDRETTO
L
’esibizione del pianista Francesco Villa,
il 6 marzo, ha inaugurato il trio conclusivo di Concerti del pomeriggio all’Alfieri
nel segno di alcuni amatissimi “momenti musicali”: una sonata di Scarlatti, breve incursione nel pieno Settecento, poi via attraverso l’Ottocento: Mozart, anche nei toni malinconici della Fantasia K397, le sonate Al
chiaro di luna e Patetica di Beethoven, due
improvvisi di Schubert e il Sogno d’amore di Liszt,
Chopin con notturni, valzer e fantasie che sanno
arrivare dove le parole falliscono. Un programma
vasto e ambizioso, ma sempre vincente.
In occasione del concerto del 20 marzo (ore 16), di
scaletta più ridotta, il pianoforte (Sandro Leone) sarà accompagnato dal violino (Sergio Lamberto) nell’esecuzione di tre “grandi sonate”: la brillante K296
di Mozart, una delle prime a offrire pari importanza ai due strumenti dialoganti, La Primavera di Beethoven, felicemente melodica e al contempo rivelatrice dell’animo del compositore in alcuni scoppi
espressivi, e la n. 3 op. 108 di Brahms, bellissima
nella continua permutazione del materiale sonoro
attraverso piccole tensioni – ritmiche, melodiche,
armoniche – tipiche del gusto tardo-ottocentesco.
Esemplari i curricula degli interpreti. Sergio Lamberto, diplomatosi al Conservatorio di Torino col
massimo dei voti, ha ricoperto il ruolo di solista,
Sergio Lamberto (violino)
e Sandro Leone (al pianoforte)
foto © aut./TeatroAlfieri
primo violino e violino concertatore in varie orchestre italiane ed europee, e fa parte del Trio di
Torino con cui ha ottenuto ottimi riconoscimenti.
L’attività di Sandro Leone spazia dalla musica da
camera a quella per orchestra: ad oggi vanta più di
seicento concerti e ampi consensi, anche tra i critici. Ha fondato l’Accademia Musicale Triade d’oro e l’Orchestra Sinfonica di Rivoli, enti di cui è il
Direttore Artistico.
Aspettiamo quindi ansiosi l’appuntamento del 20
marzo, il penultimo della stagione 2012/13 dei “Concerti del pomeriggio”, che il pubblico dell’Alfieri
accoglierà di certo con calore, come sempre.
Il successo della rassegna, giunta alla XXIII edizione, è da ricercarsi, oltre che in un orario facilmente accessibile, anche nella scelta di coinvolgere sia artisti affermati sia giovani promettenti, per tingere il palcoscenico con differenti
coloriture d’estro e di passione.
zione all’interno dei salotti più conformisti. Dopo diverse
traversie, la commedia ottenne il successo che meritava,
con tutto la sua impetuosa carica anticlericale, e il suo protagonista ancora oggi è ricordato come emblema per eccellenza dell’ipocrisia. A seguire, la proposta del TeatroPer,
L’uomo del destino, che vede la partecipazione di Orso Maria Guerrini e Cristina Sebastianelli. Lui è Paul Parsky, scrittore di successo; lei è Martha, una sua fan. S’incontrano su
un treno che percorre il tratto Parigi-Francoforte, ma
per un po’ sono solo i loro pensieri a parlare. Il regista
Maurizio Panici definisce quest’opera di Yasmine Reza come “una partitura di sentimenti, un gioco di brividi e battiti del cuore dettato dall’empatia di un riconoscimento”. All’Erba dal 19 al 24. Nello stesso periodo, spostandoci al cartellone del Teatro Gioiello, incontriamo La strana coppia, capolavoro comico di Neil
Simon che racconta la rocambolesca convivenza tra
Felix e Oscar, due amici diametralmente opposti, nella New York degli Anni ’60. Infine, uno sguardo all’Alfieri. Con repliche fino a domenica 10, Frankenstein Junior delizia gli animi dei più nostalgici: il musical, diretto a Broadway dallo stesso Mel Brooks, replicato dal 2007 al 2009, e qui riproposto per la regia
di Saverio Marconi, è l’omaggio all’indimenticabile
cult movie del ’75. Da martedì 12 sino a domenica 17, una
commedia da Guinness dei primati, Boeing Boeing, che solo a Londra negli anni sessanta rimase in cartellone per ben
sette anni consecutivi; successivamente, la Paramount ne
ricavò un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter. Viene ora riproposto da noi, ispirato alla regia originale di Matthew Warchus. Una carrellata di equivoci e gran
divertimento assicurato con le avventure dell’architetto
italiano Bernardo che vive e lavora a Parigi, capace di dividersi fra tre fidanzate straniere che fanno le assistenti di
volo per tre diverse compagnie aeree. Ma le cose non andranno sempre lisce, e ben presto il calendario da lui puntigliosamente organizzato per impedire un incontro al femminile dagli esiti disastrosi, verrà irrimediabilmente scombussolato. Il cast vede il ritorno sul palcoscenico di Gianluca Guidi, in coppia per la prima volta con Gianluca Ramazzotti, affiancati da Ariella Reggio. Ela Weber, Barbara Snellenburg e Marjo Berasategui sono le tre presenze
belle ma a volte decisamente ingombranti. (ma. ma.)
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8 Marzo 2013
TORINO e PIEMONTE
“ I l P o p o l o d i B ro n z o ”
M o s t r a d i a rm i , a b i t i e u t e n s i l i
d e i b ro n z e t t i n u r a g i c i
r i c o s t ru i t i a g r a n d e z z a n a t u r a l e
MRSN
Museo Regionale
di Scienze Naturali
Via Giolitti 36
Torino
Fino al 7 aprile
Info: 011 4326354
L’esposizione, curata da Angela Demontis,
propone attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo e sulle informazioni sul gusto estetico, sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti
e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la
crescita e lo sviluppo delle diverse etnie.
“ A t t o rn o a d u n ‘ m a n q u e ’ ”
Mo s tr a pe r s on a l e
d i S o p h ie A nn e He r in
PHOS
Centr o Polifunzionale
per la Fotografia e le Ar ti V isive
diretto da Enzo Obiso
Palazzo Buschetti
Via Garibaldi 35 bis
Chieri (To)
Dall’8 marzo al 19 aprile
Info: 011 7604867 - www.phosfotografia.it
Il progetto iconografico della Herin vuole
indagare il corpo per narrarne visivamente i paesaggi interiori, luoghi e itinerari che
s’avviano ed inerpicano a partire da una
mancanza, condizioni esistenziali costituite sulle fondamenta di un vuoto, un’assenza, appunto, in bilico tra disabilità, disagio psicologico, dimensione onirica e contesti stranianti, talora disumanizzanti. (e.s.l.)
D i p i n t i d i B ru n o B e c c a ro
Cir colo degli Ar tisti di Torino
Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino 9
Torino
Fino al 12 marzo
Info: 011 8128718
Chi si accosta per la prima volta alla pittura di Bruno Beccaro è colto dall’emozione fondamentale dello sbalordimento. L’impressionante splendore della tecnica, di una purezza raffinata e abbagliante, lascia sgomenti perché immediatamente ci interroga e ci impone una
rapidissima inchiesta riassuntiva di tutto ciò che abbiamo visto finora. L’innovazione di Beccaro è essersi dedicato,
con profonda fede nel cammino controcorrente, alla ricerca della perfezione,
della luce, del significato. La luminosità delle tele nasce dagli sfondi assolutamente puri e la natura illustrata sa
sottrarsi al facile tecnicismo di maniera varcando la soglia del significato.
Ti n o Ai me
“ Il bi an co , po es i a de l t emp o ”
Galleria Losano
Via Savoia 33
Pinerolo (To)
Info: 0121 74059
Fino al 30 marzo
Il bianco come luogo dell’anima e dimensione spirituale di ricerca, tra le meraviglie
della montagna, rivisitate dalla inconfondibile pronuncia poetica di Tino Aime, amatissimo artista di rara finezza: nei diipinti
in mostra l’artista decifra anche l’ultimo
frullo d’ali tra le siepi, nel vasto grembo
del tramonto, attraverso una nutrita di
evocazioni e alimentata da una profonda
dedizione, poetica e civile, condivisa con
scrittori Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern.
E nr ico Pa ul ucci
“ G u a z z i e d i s eg n i ”
Galleria Cir costa
Via Arcivescovado 9
Torino
Fino al 30 marzo
Info: 011 5788238
In mostra l’esposizione di una trentina di
guazzi e disegni del maestro Enrico Paulucci, artista di fama che, dopo l’esperienza
dei “Sei di Torino”, proprio nel capoluogo
lombardo, fondò con Felice Casorati lo studio Casorati-Paulucci sede organizzativa
di molte mostre d’avanguardia, tra cui
la prima mostra italiana d’arte astatta del Gruppo milanese del Milione.
F r a n c e s c o P re v e r i n o
“ R a c co n t i s i l e n z i a t te s e ”
Palazzo Salmatoris
Via Vittorio Emanuele 29-31
Cherasco (Cn)
Dal 9 al 31 marzo
Info: 0172 427050
La mostra, a cura di Francesco De Bartolomeis, con opere dal 2000 al 2012,
segna il percorso ultimo dell’artista torinese. Scrive il curatore: ”La ricerca di
Francesco Preverino si colloca negli sviluppi della figurazione che ben oltre gli
anni del dopo guerra si confrontano
drammaticamente con lo spazio come
luogo di vita, con il mutare delle condizioni e degli eventi, con i mezzi materiali per dare esistenza a un mondo.
Dipinti con varie tecniche e su vari supporti e un buon numero di studi con
particolarità qualitative arricchiscono
il repertorio delle soluzioni stilistiche.
IL CORRIERE DELL’ARTE
IL CORRIERE DELL’ARTE
È REPERIBILE
A MILANO
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
È REPERIBILE
A ROMA
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
• P.za Castello
• Molino delle Armi
ang. Ticinese
• C.so Magenta
f.te Teatro Litta
• C.so Garibaldi 83
• Via Boscovich 22
• P.le Principessa Clotilde
• Bookstore Triennale
• Bookstore
Palazzo delle Stelline
• Bookshop
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14
• P.za Oberdan
ang. v.le Piave
• P.za Croce Rossa
• P.za Colonna
• P.za Colonna
ang. l.go Chigi/Tritone
• P.za S. Silvestro
• L.go Argentina
• Via Nomentana
• C.so Francia
• P.za Fontanella Borghese
• P.za Porta Maggiore
• Dorothy Circus Gallery
Via dei Pettinari 76
• La Diagonale Libreria
Via dei Chiavari 75
Segnalazioni della Settimana
in ITALIA
Vernissage
Sabato 9 marzo - ore 18,00
Tinber Art Gallery
Via Albergian 20 – Pragelato (To)
Mostra antologica
dei fratelli Gilardi
Venerdì 8 marzo - ore 14,30
La Telaccia Galleria d’Arte
by Malinpensa
Via Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino
“Le donne nell’Arte”
Collettiva
Mercoledì 13 marzo - ore 18,00
Galleria TeArt
Associazione Artistico-culturale
Via Giotto 14 - Torino
“Oblivion Store”
di Mario Bianco
15 marzo - ore 18,00
Circolo degli Artisti di Torino
Via Bogino 9 – Torino
Personale di Elda Mantovani
Liber tà espr essi v e
due
Diciassette ar tisti per una città
Mostra organizzata dal Corriere dell’Arte
Palazzo Lomellini
Carmagnola (To)
Fino al 17 marzo 2013
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER DES ARTS
Dir ettor e Editoriale
Pietro Panacci
Dir ettor e Responsabile
Virginia Colacino
Condir ettor e Elio Rabbione
Assistente di Dir ezione
Chiara Pittavino
Comitato di Redazione
Giorgio Barberis, Rolando Bellini,
Massimo Boccaletti, Franco Caresio,
Angelo Caroli, Claudia Cassio,
Massimo Centini, Fernanda De Bernardi,
Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara,
Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,
Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,
Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone
Segreteria editoriale
Anna Maria Perrone
Cor rispondente da New York
Mauro Lucentini
Cor rispondente da Berlino
Sabatino Cersosimo
Hanno collaborato
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B. Lorenzoni, M. Marascio, A. Olivieri,
E. Piacentini, C. Sandretto, A.D. Taricco
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a cura di E.S. Laterza e G. Vece
Fotografo uf ficiale
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Tel. 339 1746312
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Arti Grafiche Civerchia
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Editor e
Associazione Culturale Arte Giovani
Torino - P.IVA 06956300013
“Re nato Guttu so
I l R ea li s m o e l ’ a t t ua li t à
d el l ’ i m m a g in e ”
MAR
Museo Ar cheologico Regionale
P.za Roncas 1 – Aosta
Dal 27 marzo al 22 settembre
Info: 0165 274401
www.regione.vda.it
Maggiore esponente del realismo in pittura, Renato Guttuso è presente in un’attentissima selezione di opere riunite nella mostra ospitata al Museo Archeologico
Regionale, curata da Flaminio Gualdoni
e Franco Calarota. Il visitatore potrà instaurare di persona un dialogo con l’opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico.
“ S t re e t D ’ A r s ”
Studio D’Ars
Fondazione D’Ars
Via S. Agnese 12/8 – Milano
Fino al 15 marzo
Info: 02 860290 - 346 6292285
www.fondazionedars.it
Street D’Ars è un progetto che si svilupperà
durante tutto il 2013 attraverso la programmazione di mostre personali di artisti
di street art, che saranno coinvolti sia all’interno dello Studio D’Ars di via Sant’Agnese 12/8 a Milano sia con la partecipazione a fiere internazionali di arte contemporanea: Street D’Ars è stato presentato per
la prima volta al Contemporary Art Talent
Show nell’ambito di Arte Genova dal 15 al
18 febbraio 2013 e sono confermate le partecipazioni a Stroke Urban Art Fair di Monaco e Berlino. Fino al 15 marzo allo Studio
D’Ars sarà esposto un vero spaccato del panorama artistico metropolitano, con le opere di sette tra i più importanti esponenti della street art italiana: si propongono infatti
l’accoppiata Corn79+Rems182, le illustrazioni fotografiche de El Señor Vombato, le
città prospettiche di Etnik, le visioni fantastiche di Nais, i ritratti a stencil di Orticanoodles e il simbolismo multietnico di Run.
“ G u e r zo n i
u n c o n te m p o r an e o a P al az z o Pi t ti ”
Stanze dell’Andito degli Angiolini
Palazzo Pitti
P.za dei Pitti – Firenze
Fino al 7 aprile
Info: 055 238 8763
www.uffizi.firenze.it
Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primi Anni
’70, nel clima del concettualismo allora imperante, si dedica alla ricerca dei sistemi di
rappresentazione dell’immagine attraverso
l’uso del mezzo fotografico, prestando granAbbonamenti
Annuale (22 nn.):
euro 50,00 per l’Italia
euro 120,00 per l’estero
Arretrati: euro 4,00
de attenzione al mondo archeologico. Curata da Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio
D’Amico, la mostra è incentrata sui risultati dell’ultimo decennio dell’esperienza dell’artista, che ha aggiunto un nuovo e corposo capitolo al ricco e variegato romanzo
per figure che Guerzoni ha via via creato sui
temi dell’usura del tempo, delle rovine, delle archeologie, delle tracce della memoria.
“N e v e r S ay th e Ey e i s R i g i d
A rc h i t e c t u r a l D r a w i n g s
o f Da n i el L i b es ki n d ”
I d i s e g n i d e l l ’ a rc h i t e t t o
Da ni el Li b es k in d
Er manno Tedeschi Galler y
Via del Portico d’Ottavia 7 – Roma
Info: 06 45551063
www.etgallery.it
La mostra di Libeskind è un vero e proprio
tour espositivo per l’Italia attraverso le Ermanno Tedeschi Gallery e grazie al prezioso contributo della Mapei, che da sempre sposa progetti di alto profilo culturale. All’inaugurazione di Roma seguiranno
le esposizioni di Milano, nel prossimo maggio, e di Torino, nel prossimo settembre.
Infine, il tour terminerà in Israele, alla Ermanno Tedeschi Gallery di Tel Aviv. Le opere torneranno poi a New York per una mostra complessiva. Quello del gallerista Ermanno Tedeschi e della Mapei è un progetto culturale di grande prestigio, che grazie ai tre spazi espositivi in Italia darà vita al primo tour italiano delle opere di uno
dei più importanti architetti del mondo.
“ T i ff a n y & G a l l è
e i mae st r i d el l ’ Ar t - N o u v e au
D a l M u s e o d i A rt i A p p l i c a t e
di B u d ap e s t ”
Musei Capitolini
Palazzo Caffar elli
Via delle Tre Pile 1- Roma
In corso
Info: 06 39967800
Nell’ambito dell’Anno Culturale Ungheria-Italia 2013, da Budapest a Roma, oltre novanta opere di eccezionale qualità - fra ornamenti in vetro e
ceramica, tessuti e gioielli - a rappresentare l’epoca d’oro dell’Art Nouveau .
“ E x p o A rt e ”
Fi e r a I n t e rn a z i o n a l e d ’ A rt e M o d e rn a
e C o n te mpo r an ea
30 a E d iz i o ne
Fiera del Levante
Padiglione Nuovo
P.za Moro 22 – Bari
Dall’8 all’11 marzo
Info: 080 9645445
www.expoarte.eu
c.c. postale n. 45958055
intestato a Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Aut. Tribunale di Torino
n. 4818 del 28/07/1995
ABBÒNATI
al CORRIEREdell’ARTE
a soli 50 euro
per un anno
22 numeri a casa tua
Corriere5_5-11
28-02-2013
16:12
Pagina 11
GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy
Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491
E-mail: [email protected]
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER
DES
ARTS
Gallerie
A.L.P.G.A.M.C.
Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
ACCADEMIA Galleria
Via Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 885408
[email protected]
Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì
Fino al 18/3 Collettiva di Maestri contemporanei
MERCURIO Galleria d’Arte Contemporanea
Via F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 3656300
[email protected] - www.galleriamercurio.com
In permanenza Opere di Roberto Demarchi
A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura Immagine
C.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 2483717
[email protected]
Orario: lun. - sab. 16,00-19,00
OTTORINO RESPIGHI Centro Culturale Musicale
Via Vincenzo Monti, 11/E – Torino - Cell. 348 6387959
[email protected] - www.centromusicaleottorinorespighi.it
Orario: visite su appuntamento
Sono aperte le iscrizioni ai corsi musicali
ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845
www.artecittaamica.it
Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiuso
Fino al 10/3 Personali di Fabrizio Brazzale, Carlo Cozzi
e Angela Gabriella Farrella (Farrell)
ARTE PER VOI Associazione Culturale
P.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To)
Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 2523791
[email protected] - www.artepervoi.it
Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 8710636
[email protected]
Orario: sab. - dom. 15,00-19,00
Fino al 31/3 “Percorsi” Personale di Silvana Alasia
ART GALLERY LA LUNA
Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 339 7108501
[email protected]
Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00
Fino al 24/3 “Signaturae” Personale di Anna Valla
GIORGIO MAROSI Galleria
C.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 7495348
[email protected]
Orario: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festivi
Opere grafiche di Emanuele Luzzati
LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO
Direttore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To)
Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962
[email protected] - www.lalanternaarte.com
Orario: lun. - sab. 16,00-19,00
A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso,
Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi,
U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,
G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croati
e grafica nazionale ed internazionale
LA ROCCA Galleria
Via della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026
Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiuso
Manifesti originali, grafica, multipli e dipinti
LUCE Gallery
C.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 8141011
[email protected] - www.lucegallery.com
Orario: mer. - sab. 15,30-19,30
Fino al 14/3 “A descending bolt (paused)” di Dashiell Manley
LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo
Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 9492688
[email protected] - www.luna-art-collection.com
Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata)
In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata
di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino,
Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking,
Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso,
Silvio Vigliaturo
Maestro Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale
Via Servais 56 – Torino - Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705
[email protected] - www.raulviglione.it
MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi
C.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323
Cell. 335 360545
[email protected]
Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;
mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00
Sono aperte le iscrizioni ai corsi
GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy
Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491
E-mail: [email protected]
PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957
P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 542737
[email protected] - www.piemonteartistico.it - presente su facebook
Orario: lun. - sab. 15,30-19,30
Fino al 23/3 Opere del Piemonte Artistico Culturale
RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale
Via Palermo 140 – Pescara - Cell. 328 6979208
[email protected]
www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com
Orario: mar. - sab. (su appuntamento)
Fino al 9/4 “Nuovo Arcaismo Contemporaneo (N.A.C.). I noetici dell’Arte”
Collettiva
SENESI Galleria d’Arte
Via Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922
www.senesiarte.it
Fino al 17/3 “Racconti” Personale di Lorenzo Caula
SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEA
Via Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414
Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento
STORELLO Galleria d’Arte
Via del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235
Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso
In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu,
Garis, Luzzati, Massucco, Musante
TEART Associazione Artistico-culturale
Via Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422
Orario: mart. - sab.17,00-19,00
Fino al 9/3 “Le vecchie glorie del Teart” Mostra antologica dei Soci
Dal 13/3 al 6/4 “Oblivion Store” di Mario Bianco
TINBER ART GALLERY
Via Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 78461
[email protected]
Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00
In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri,
Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier,
Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne,
Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi,
Luciano Spessot
ULTIME FRONTIERE Galleria
Via Varazze 11 – Torino - Tel. 349 8462892
Visite su appuntamento
“Uomini a bordo”
UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTO
C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 8017314
[email protected] - www.galerieunique.com
Orario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30
Fino al 23/3 “Other Worlds” Personale di Luciana Libralon
VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e Culturale
Via Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 3114769
[email protected] - www.viviarteviva.it
Orario: lun. - sab.16,00-19,00
BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte
Via Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511
Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30
CENTRO ARTE LA TESORIERA
C.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147
Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso
o su appuntamento
In preparazione Mostra personale di Ugo Nespolo
DAVICO Galleria
Gall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152
Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiuso
Fino al 16/3 Max Ferrigno
LA TELACCIA Galleria d’Arte
Via Pietro Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino - Tel/Fax 011 5628220
www.latelaccia.it
Orario: lun. - sab. 15,00-19,30
Fino al 16/3 “Le donne nell’Arte” Collettiva
TERRE D’ARTE Galleria
Via Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453
www.terredarte.net
Orario: lun. - sab. 10,30-13,00/16,30-19,30
Ceramiche italiane del Novecento
Arte Antica
AVERSA Galleria
Via Cavour 13 int. cortile – Torino - Tel. 011 532662
Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00
CASA D’ASTE DELLA ROCCA
Via della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244
[email protected] - www.dellarocca.net
LUIGI CARETTO Galleria
Via Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274
Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30
Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese
SANT’AGOSTINO Casa d’Aste
C.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577
Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30
CORRIEREdell’ARTE 8 Marzo 2013
corriere5__ 28/02/13 14:19 Pagina 12
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