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Giovanni Paolo Fedele - Fondazione Antonio Ratti
Giovanni Paolo Fedele Accademia di Belle Arti di L’Aquila Erg - Bruxelles 9437 km from Bruxelles to Ayotzinapa November 2014 - Bruxelles 50.808351,4.384880 Never before have I seen people that love and defend their country, their Rights and their countrymen, like the Mexican at this moment. In all the world mexican citizens are manifesting for justice, for the love that they have for their country and his people. on September 26, 2014, 43 male student from the Raul Isidoro Burgos Rural Teachers’ College of Ayotzinapa went missing in Iguala Guerrero, Mexico. https://vimeo.com/116331010 The pink shape, a walking in the city, to try the moment the when shape the people has lost the importance to looking for the horizon. February 2015, Bruxelles A walk in the city, to try and found the moment when people lose the importance of looking for a horizon. over me 2015 Sketch of a new project, where some people will do a walking with this device, that prevents them to see outside their own world no word December 2014, Brussels https://vimeo.com/119048179 “no word” is a game of communication. I started to work on the theme of the communications between people, when I arrived in Brussels for my Erasmus. The intention of this study is to portray my current situation/drama with not knowing the official language. And for this funny difficulty I have decided to make a presentation for an edition that I did at school with other classmates, in Italian and play with the computer s errors, which broke my speech, that at the start was serious. In the end the playing with this misunderstandings, reflected the day to day situation between people. collaboration with the white cube March/June 2014, L’Aquila - Campo Imperatore He was there, watching me, with his perfection, his equilibrium, his brightness, he was challenging me ... and I wanted to break it. I consumed him slowly, smoothing him with a movement formerly used to smooth sculptures, that was the moment when these came to life. first act second act third act collaboration with metal plaque #1 In questo lavoro ho voluto rappresentare la sfida che l’uomo (io) costantemente manda al resto del mondo, naturale e non. Sfida che da sempre l’uomo pensa di vincere, senza mai essersi troppo preoccupato dell’importanza che hanno il metodo di sfida, le regole, se così si possono chiamare, del come si affronta una battaglia. Parlo di regole perché ci vantiamo di essere l’unico essere al mondo ad avere il dono della razionalità, quindi, di conseguenza, dovremmo tener fede a questo valore che osanniamo tanto, in tutti i contesti che si possono presentare. Ma puntualmente, quando si presenta l’occasione, riusciamo a dimostrare il nostro profondo essere barbari, violenti, senza rispetto alcuno per il prossimo. Imponiamo sempre il nostro volere nel modo più diretto e violento per raggiungere nel minor tempo possibile quella sensazione di soddisfazione profonda che può dare, vedere gli altri crollare al nostro dominio. Dimentichiamo così l’importanza del mentre, del processo che porta alla rottura di un legame, e tutte le sfumature che può avere. (... February/June 2014, L’Aquila i challenged a metal plaque, and he has won collaboration with metal plate #2 February/June 2014, L’Aquila i challenged a metal plate, and he has won ...) Mi sono voluto confrontare con un corpo così piccolo, per provare a vedere quanto, realmente, io posso. Da questa riflessione ho voluto sfidare una piccola lastra di zinco, che apparentemente si presenta così semplice, così debole, ma che, se trattata con “armonia”, se intaccata o attaccata con una certa calma, così da poterle comunque lasciare il tempo di vivere le sue storie, si manifesta dura, resistente, capace di far crollare un uomo ai suoi piedi. Ho sfidato una lastra per provare a relazionarmi con un corpo che sapevo si sarebbe potuto rivelare più resistente della mia volontà, e del mio tempo. La mia volontà era di portare questo corpo alla rottura, con passaggi considerevoli ma alternati a momenti delicati, quasi di aiuto all’altro, per potergli dare comunque la possibilità di vivere le sue storie, fare le proprie esperienze, mentre viene condotto ad una lenta morte. A ripensarci ora, noto che quello che ho provato a fare, a livello teorico, è molto più cattivo della “barbarie”, dato che ho provato a farmi Dio della vita di qualcun altro, provando piacere nel vederla sfuggire via al suo corpo. Scegliendo io cosa gli dovesse capitare, chi potesse incontrare, quando dovesse vivere periodi di buio e quando di luce. Per provare a portare Lastra alla morte mi sono dato un tempo, e ho sfruttato questo fino ad arrivare a perdermi nell’alienazione del fare, senza comunque poi riuscire nel mio intento, portare la lastra alla morte. Umiliato nonostante tutto il tempo impiegato, destinato a vivere all’ombra della vita di una lastra... -sono debole, non sono chiamato ad imporre il mio punto-. follow the invisible collaboration with Eliano Serafini May 2014, L’Aquila https://www.youtube.com/watch?v=SolQc_IekgI Seguire una formica, un gesto insolito, ma denso di senso ed estetica. Dapprima ciò che traspare sono due “matti” che si adoperano ad osservare il nulla, ma poi i due divengono un gruppo, che in sintonia riesce a dedicarsi con grande partecipazione ad un’osservazione quasi scientifica dell’agire di una formica, fino ad accompagnarla alle porte di una dimension e inaccessibile ai nostri sensi.