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Tira e taci La legge di Stabilità pesa sui campi
ANNO 1 NUMERO 11 NOVEMBRE 2012 d e l l a P R O V I N C I A G R A N D A Tira e taci La legge di Stabilità pesa sui campi I prezzi della frutta sulle bancarelle tedesche Lombriasco, quando l’agricoltura fa scuola 1 2 3 SOMMARIO O RIZZONTE 9 E T ERRA Se tieni la testa bassa vedi solo le piccole cose L’ EDITORIALE 6 Gli esodati agricoli e la frontiera digitale L’IMPRENDITORE AGRICOLO della provincia Granda L’ ARIA Direttore responsabile: Osvaldo Bellino 8 Editore: Réclame S.r.l. Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Progetto grafico: Marco Grussu Pubblicità: Réclame Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 e-mail: [email protected] www.reclamesavigliano.it Stampa: G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 3 del 09/01/2012 Abbonamento anno 2013 Euro 18,00 Copia gratuita inviata a tutti gli imprenditori agricoli della provincia di Cuneo Associato Unione Stampa periodica Italiana 4 P RIMO 10 A TTUALITÀ Fondo Sbloccacrediti Cos’è, come funziona? 14 Controlli a campione sulle aziende che hanno chiesto i contributi agroambientali 54 Cooperative e consorzi gli interventi della Regione PIANO E adesso ci dicano da dove arriva il latte lavorato in Piemonte 12 43 Gioie e dolori del ministro Catania Direttore editoriale: Valerio Maccagno Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 [email protected] www.imprenditoreagricolo.com CHE TIRA Cisterne carburante nuova norma prorogata al 7 ottobre 2013 18 Esportiamo più cibo che automobili 21 Il pianeta ha sempre più fame Ma i mercati strozzano i campi 28 A Savigliano, i “veri buoni” si trovano in ospedale! 32 Cooperative cuneesi in allarme « Ci attendono altri mesi difficili » F IERE 24 Sant’Andrea a Saluzzo il 24-25 novembre 34 La Fiera fredda che scalda i cuori 45 Fiera del porro, del cappone, del grano saraceno e della castagna 52 Torna la Fiera Napoleonica R ICERCA 55 L’irrigazione secondo il Creso Guida pratica all’uso dell’acqua O RTOFRUTTA 19 La patata italiana rimane la migliore 20 Una mela al giorno è un farmaco naturale 60 Vendemmia, quotazione delle uve in netto rialzo Ai cinesi piace rosso i nostri vini in Oriente N OTIZIE 48 49 Cassinelli Tractor 2000 apre le porte alle novità DEI C AMPI L’autostrada, le dighe, i trafori... E l’aquila che depose il ciucun F ORMAZIONE 40 Lombriasco quando l’agricoltura fa scuola F ISCO E TRIBUTI 30 L’equo canone dei fondi rustici è aumentato dell’ 1% 58 Le anime sono in mezzo a noi 31 59 Ricordando il ragionier Pietrasanta Fabbricati rurali a catasto entro il 30 novembre 2012 38 61 Storia e ricetta della bagna cauda “La salsa del pover uomo” La stabilità del Governo che non piace all’agricoltura 50 Società agricole addio al reddito catastale? A ZIENDE Moro Aratri generazione Spider V OCI 46 DALLE Dai campi al computer R ADICI E NOLOGIA 26 42 C URIOSITÀ M ERCATINO 36 Ecco i prezzi della frutta sulle bancarelle tedesche 63 53 Caccia grossa S ALUTE 44 B IOLOGICO 17 « Crediamo nel biologico dei grandi numeri » Gli affari dell’imprenditore Meno sale in cucina per prevenire l’ictus R ICETTA 62 Involtini di porri e gorgonzola S EMINATIVI 22 Mais, allarme aflatossine Il Piemonte sta in guardia Se la terra, oggi, nonostante tutto rimane il patrimonio collettivo per eccellenza, il bene primario degli uomini di tutti i tempi, che qui costruiscono la loro vita e muoiono, va riconosciuto al lavoro degli agricoltori il valore aggiunto della memoria e della custodia del territorio, dell’ambiente e quindi del cibo, energia vitale e comune denominatore dell’umanità. (Osvaldo Bellino) CLICCA QUI! 5 L’ EDITORIALE DI O SVALDO B ELLINO Gli esodati agricoli e la frontiera digitale L’agricoltura è l’unico settore “in crescita”, i giovani tornano a lavorare la terra, l’esportazione di cibo ha superato quella delle automobili… Dalle statistiche al presidente del Consiglio, tutti dicono la stessa cosa, più per esorcizzare la crisi, forse, che per reale convinzione. Dopo di che, rimane pur vero che nessuno sviluppo può prescindere dalla “questione agricola”, per cui vale la pena crederci. Se è vero che la grande industria delude le aspettative, bisogna dirlo chiaro e forte. E passare al contrattacco. In tempi di elezioni americane, parafrasando il buon Kennedy, occorre chiedersi cosa l’agricoltura può fare per il Paese, ma anche cosa il Paese non deve fare per l’agricoltura, visto che leggi come quella sui pagamenti dei prodotti agroalimentari rischiano di creare nuovi “esodati”, questa volta agricoli, che invece di trarre giovamento dalla definizione (pensata a fin di bene) dei tempi di perfezionamento degli accordi commerciali, vedono drasticamente ridursi il loro potere contrattuale, con la condanna, tra l’altro, a nuove pene burocratiche. Per non parlare dell’accatastamento dei fabbricati rurali e della conseguente e scriteriata applicazione dell’imposta sugli immobili fatiscenti. Ma è sul fronte delle barriere generazionali, guardando avanti, che l’agricoltura può giocare una partita per molti versi sorprendente. L’alleanza tra padri e figli, altrove compromessa dal chiudersi delle finestre pensionistiche, nel settore primario può essere rilanciata dalle nuove tecnologie, in particolare dal web, come dimostra fin dai primi passi l’esperienza del neonato quotidiano agricolo on line della provincia di Cuneo, terraoggi.it. I figli, spesso “marginalizzati” dall’organizzazione tradizionalmente patriarcale dei poderi contadini, hanno un’occasione di riscatto immediato all’interno dell’azienda famigliare, proprio attraverso le opportunità della rete, di cui sono i padroni indiscussi. Strumenti applicativi come il “Mercatino dell’usato agricolo” o la “Bottega alimentare”, soprattutto se allestiti su una piattaforma con basi locali, cioè vicine al contesto operativo delle singole realtà agricole, rappresentano di fatto dei ponti di collegamento tra padri e figli, fermo restando che sono questi ultimi, in genere, a portarli in casa. Comprare e vendere attrezzature, come offrire ai consumatori i prodotti della propria fattoria, attraverso il web, diventano attività tutt’altro che virtuali, aprendo la strada verso spazi inesplorati, come, ad esempio, i gruppi di acquisto solidale. Senza contare l’accesso al flusso dell’informazione di settore, anche qui globale nell’orizzonte più lontano, ma locale negli interessi dello stretto quotidiano. Il tutto a portata dei più comuni telefonini, come dei tablet e dei computer, che vi possono gratuitamente accedere dal salotto di casa, come dal frutteto o dalla stalla. La sfida della digitalizzazione agricola tende la mano in primo luogo ai giovani, che tornano in cascina, al fianco dei genitori. 6 Diamoci una mano Diventa amico del nostro giornale d e l l a P R O V I N C I A G R A N D A Abbonati 12 numeri 18,00 euro (euro 1,50 al mese) Come abbonarsi: Presso la redazione in Via Pylos 20 a Savigliano oppure con bollettino postale così compilato 1 0 0 3 8 4 9 5 91 Diciotto euro 18 00 1 0 0 3 8 4 9 5 9 1 1 8 0 0 Diciotto euro Réclame s.r.l - Via Pylos 20 - 12038 Savigliano Réclame s.r.l - Via Pylos 20 - 12038 Savigliano Abbonamento Imprenditore agricolo 2013 Abbonamento Imprenditore agricolo 2013 Rossi Mario Via Rossi 1111 Rossi E L I M I FAC-S Ro s s i V ia Ma rio R o s s i 1 1 1 1 R o s s i RISERVATO AGLI ABBONATI LE SORPRESE NON MANCHERANNO 7 L’ ARIA DI CHE TIRA M ICHELE A NTONIO F INO Gioie e dolori del ministro Catania Il Ministro Catania ci tiene ad essere una persona considerata seria e per bene. E ad onor del vero parla e agisce per confermare questa impressione: non alza mai i toni, mette in campo i provvedimenti che gli competono (proposte di legge e decreti legge) dalla parte degli agricoltori, capisce davvero ciò di cui parla. E dopo anni di ministri che passavano per caso da quelle parti (di tutti i colori), questo ministro sicuramente un po’ più grigio, ma che sa che cos’è un aiuto disaccoppiato o qual è il problema del sostegno allo zucchero o al grano duro, fa solo piacere. Ma c’è qualche “ma”, anche per Catania. Il primo “ma” riguarda il decreto interministeriale che attua l’art. 62 della legge 1/2012. SI tratta di una norma che dovrebbe aiutare gli agricoltori ad essere pagati prima, o per lo meno in tempi certi, da chi ne acquisti i prodotti. Si tratta di un “ma” complesso. Infatti, c’è più di un rilievo: innanzitutto per chi conferisce ad una cooperativa o ad una associazione di produttori il decreto non porta vantaggi, mentre per chi vende ad un commerciante sì. Questo, comunque, rappresenta un elemento incisivo sulla concorrenza che, così com’è, non appare del tutto calibrato. In secondo luogo, gli interessi di mora ci sono se “il creditore (cioè il produttore agricolo) non ha ricevuto nei termini l’importo dovuto e il ritardo è imputabile al debitore”. L’imputabilità del ritardo, per uno che sfori un termine di legge, non dovrebbe esistere, altrimenti è inutile il termine di legge: ci pensate? Se non paghi il canone RAI paghi la mora, a meno che non dimostri che il canone non l’hai pagato per cause indipendenti dalla tua volontà... E così per le bollette, i mutui, le tasse e via dicendo. In terzo luogo, tutto il decreto è pervaso da un senso di grida manzoniana. Insomma, i creditori incassano bene quando possono trattare: quando la loro merce è richiesta, ovvero domanda e offerta sono in linea, con leggera prevalenza della prima. Quando il mercato (la domanda) non tira, hai voglia a fare leggi a tutela dell’offerta! Il secondo grosso “ma” riguarda la proposta di legge salva-terreni, contro la cementificazione , approvata dal Consiglio dei Ministri. Un passo vanti, per carità, nel senso di capire finalmente che la terra non è lì che aspetta solo una concessione edilizia. Però, in concreto, un testo ancora troppo timido nel dire basta, con un censimento dei volumi vuoti e un obbligo di loro riutilizzo, a nuove espansioni urbane a danno della campagna. L’ultimo “ma” l’ha detto chiaro Gianni Zonin al Ministro che è andato a inaugurare una delle sue tenute viticole. Le parole sono per gli agricoltori e i miliardi di euro per le banche all’1%: quand’è che si inverte la tendenza? Detto da uno che è presidente della Banca Popolare di Verona oltre che latifondista, lascia un po’ così, ma il senso dello squilibrio delle misure sin qui viste in campo, nonostante gli sforzi di Catania, lo si coglie lo stesso. 8 O RIZZONTE T ERRA DI F LORIANO L UCIANO Se tieni la testa bassa vedi solo le piccole cose Teseo Rossi, classe 1901, era un agricoltore della bassa mantovana, generoso e tenace, affittuario da tempo della Cà Nova, 25 ettari in quel di Sermide, provincia di Mantova, due passi dal Po. Alla Cà Nova Teseo coltivava barbabietole, mais e grano, allevava vacche da latte per farne parmigiano reggiano e, insieme a sua moglie Dirce cresceva i quattro figli: Nives, Andreina, Andrea e il piccolo di famiglia, il cocco di papà: Angelo, nato in cascina nel ’39. Teseo sapeva guardare avanti e far tesoro dell’esperienza, ma non era legato al passato, non era nostalgico del suo tempo (che è quel che passa troppo in fretta o peggio quello che è già fin troppo passato) e a Nives, la primogenita, negli anni ’40 fece fare l’università di lingue a Venezia, perché “il futuro è conoscenza e le lingue sono la base per conoscere”. Teseo Rossi un giorno d’estate del primo dopoguerra salì sul silos e col neropece scrisse a lettere cubitali: “Un Paese che non apprezza altamente l’agricoltura sarà sempre un Paese povero ed impotente”. Una frase di Cavour che Teseo scrisse grande, tanto che la vedessero anche quei di Mirandola, e che anche oltre il grande fiume si sapesse l’orgoglio agricolo del figlio della Sibilla. Ora sul silos della Cà Nova la frase si è sbiancata, ora è il tempo che sui silos si scrivono i nomi dei mangimi… ora il piccolo Angelo è cresciuto, ha fatto per anni il dirigente nel settore del latte e dei formaggi, poi a 60 anni è andato in Irlanda a studiare l’inglese, poi l’informatica ed ha dato vita a CLAL.it, il sito leader nell’analisi del comparto lattiero caseario a livello globale. Angelo Rossi a 73 anni è un pensionato che ama l’agricoltura vera, quella che va sul mercato e rischia, quella che lui ed il suo staff di giovani laureati aiuta ogni giorno fornendo dati e analisi, prezzi e indici, ricordando papà Teseo come fosse oggi che gli ripete calmo e fermo: “guarda avanti, con la testa alta, perché se tieni la testa bassa vedi solo le piccole cose”. 9 P RIMO PIANO «E adesso ci dicano da dove arriva il latte lavorato in Piemonte» Aria di mobilitazione sindacale, dopo l’arenarsi della trattativa regionale per stabilire il prezzo del latte alla stalla, a causa dell’abbandono del tavolo da parte degli industriali. Non è giustificabile – è il comune sentire del comparto produttivo che l’industria piemontese continui ad erogare un prezzo del latte alla stalla che non copre i costi di pro- 10 duzione, quando il mercato dei trasformati ha dato segni di evidente ripresa, mentre, nello specifico Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte, annunciano di “aver chiesto agli industriali di pagare il prezzo del latte indicizzato storico”: «Ci sono nel mercato tutte le condizioni per adottare tale prezzo. Gli industriali speculano sul latte made in Piemonte, importando ingenti quantità di latte e derivati dall’estero, la cui utilizzazione finale potrebbe anche essere quella di costituire l’elemento principale di produzioni lasciate intendere per made in Italy. Chiediamo all’assessore Sacchetto di reperire con solerzia i dati all’UVAC (ufficio che rileva i dati delle importazioni zootecniche) e di renderli pubblici, in tal modo con dati alla mano potremo con certezza conoscere le desti- P RIMO PIANO Dopo l’abbandono della trattativa da parte degli industriali Coldiretti chiede all’assessore Sacchetto di rendere pubblici i dati sulle importazioni: «È necessario fare chiarezza» nazioni e conseguentemente i comportamenti di ogni singolo caseificio industria o multinazionale». MADE IN PIEMONTE? Una richiesta che mira a fare luce sul “costante via vai di cisterne che circolano sulle strade piemontesi con targhe francesi, olandesi, tedesche, rumene e lituane, destinate ai luoghi di trasformazione operanti nella nostra regione”. «Tali comportamenti – osservano i dirigenti Coldiret- TUTTO-IN-UNO Pastorizzatore - Polivalente formaggi - Refrigeratore del latte - Fermentiera Refrigerazione fino a 4°C Riscaldamento fino a 100°C YOGURT YOGURT DRINK ti - generano di conseguenza un danno alle imprese piemontesi che producono latte e a tutto l’indotto. I dati serviranno anche alle associazioni dei consumatori per fare chiarezza su eventuali pubblicità ingannevoli. Vogliamo verificare lo stato dell’arte delle importazioni, capire la realtà dei fatti e soprattutto conoscere cosa sta succedendo nei caseifici e nelle multinazionali che operano in Piemonte». Coldiretti Piemonte chie- de anche all’assessore di attivarsi presso gli organi competenti per conoscere i dati inerenti le tipologie di industria chimica o alimentare che in Piemonte producono i fermenti lattici in laboratorio che danno origine alle cagliate che, magari unite al latte estero, possono ottenere prodotti finiti immessi sul mercato italiano in concorrenza sleale con le produzioni tipiche. Facile da installare Facile da usare con il controller touch-screen Trattamento termico del latte da 4 °C a 100 °C Funzionamento ecologico – nuovo sistema di riscaldamento a massimo risparmio energetico Qualità nella costruzione – acciaio inox AISI304 Vantaggio finanziario e massimo profitto Tempi veloci di ammortamento della macchina Minimi ingombri nel caseificio Impianti di mungitura FORMAGGIO MOLLE PALA STANDARD SEMILAVORATO PER GELATO PALA RASCHIATRICE DISPERSORE LIRA FRANGI-CAGLIATA FORMAGGIO SEMI-DURO LATTE PASTORIZZATO Refrigerazione del latte FORMAGGIO DURO Via D. Bonetto n. 12 -‐ 10067 VIGONE (TO) RICOTTA MOZZARELLA Ventilazione della stalla Tel. 011/9801158 Fax. 011/9804575 Cell. Franco 338/9301757 -‐ Luca 339/5262689 E-‐mail: [email protected] su sartoremungitura 11 A TTUALITÀ Fondo Sbloccacrediti Cos’è, come funziona Un aiuto alle piccole e medie imprese cuneesi contro la lentezza dei pagamenti delle fatture La Camera di commercio di Cuneo partecipa al finanziamento del progetto “sbloccacrediti”, coordinato da Unioncamere Piemonte con il coinvolgimento degli enti camerali piemontesi, in collaborazione con Anci Piemonte e UniCredit. Obiettivo comune è supportare le piccole e medie imprese che, oltre ad affrontare un ciclo congiunturale negativo, oggi subiscono la lentezza dei pagamenti delle fatture, in particolar modo da parte della Pubblica Amministrazione. PAGAMENTI A SEI MESI Nel 2011 le imprese italiane hanno atteso in media 180 giorni per la liquidazione delle fatture da parte della PA, contro un tempo medio delle imprese francesi di 64 giorni e un tempo delle imprese tedesche di 35. La situazione italiana appare ancora più preoccupante se si considera che l’attesa media del 2011 risulta significativamente superiore a quella del 2009, quando le imprese attendevano di essere pagate dalla PA circa 128 giorni. Attraverso la creazione di un Fondo rotativo di 10 milioni di euro a favo- 12 re delle Pmi piemontesi che vantano crediti certificati da parte delle amministrazioni comunali, le Camere di commercio piemontesi intendono sostenere le imprese in una situazione che può generare un forte squilibrio di liquidità sino a comprometterne la solvibilità. CHI NE PUO’ USUFRUIRE Possono usufruire del Fondo Sbloccacrediti Piemonte le micro, piccole e medie imprese che: UÊ>LL>ÊÃi`iÊi}>iÊÊ«iÀ>ÌÛ>ÊÊ Piemonte UÊÊÃ>ÊʵÕ`>âiÊÊ>ÌÀ>Ê procedura concorsuale UÊÃ>ÊÊÀi}>ÊVÊÊ«>}>iÌÊ`iÊ diritto annuale camerale UÊÛ>ÌÊÕÊVÀi`ÌÊ}DÊÃV>`ÕÌ]ÊViÀto ed esigibile, che deve essere certificato da un’amministrazione comunale UÊ>LL>ÊÕÊiÀÌÊ`iÊVÀi`ÌÊ«>ÀÊÊ superiore a solvibilità sufficiente Il Fondo rotativo delle Camere di commercio piemontesi consente lo smobilizzo a tasso zero di crediti scaduti e certificati da parte delle amministrazioni comunali fino ad un ammontare massimo di 50 mila euro per impresa. CERTIFICARE IL CREDITO Le Pmi devono ottenere la certificazione del proprio credito direttamente dall’amministrazione comunale (secondo la modulistica disponibile sul sito www.pie.camcom.it/sbloccacrediti_piemonte) per poi consegnarla in una qualsiasi filiale UniCredit in Piemonte, al fine del trasferimento dei fondi. Fino a 50 mila euro, le operazioni per l’impresa non hanno costi né per interessi né per l’istruttoria. Per cifre superiori a 50 mila euro e inferiori a 100 mila euro, UniCredit ha concordato con il sistema camerale piemontese condizioni di favore pari a: tasso: Euribor 12 mesi + spread pari al 3,50% (fisso per tutte le classi di rating) commissioni/spese: 0 scadenza rimborso: 12 mesi (rimborso unica soluzione) In caso di crediti eccedenti la soglia dei 100 mila euro, l’eventuale ulteriore somma potrà essere smobilizzata a condizioni liberamente negoziabili tra UniCredit e impresa. Il Fondo rotativo Sbloccacrediti è operativo fino al 31 dicembre 2013. 13 A TTUALITÀ Cisterne carburante nuova norma prorogata al 7 ottobre 2013 La Confederazione italiana agricoltori: «Le disposizioni non sono sostenibili, abbiamo un anno per cambiarle» «La scadenza era prevista per i primi di ottobre 2012. Ora, grazie all’azione insistente della Cia - dichiara il direttore della Confederazione cuneese, Igor Varrone – il termine è rinviato di un anno, al 7 ottobre 2013». A quella data sarà necessario che i possessori di cisterne/ distributori di carburante presentino al comando provinciale dei Vigili del Fuoco la domanda di prevenzione incendi (tramite Scia, Segnalazione certificata di inizio attività) in duplice copia, di cui una in bollo, con allegata copia della ricevuta del conto corrente postale che attesti il pagamento di 162 euro. La domanda dovrà essere accompagnata da un asseverazione tecnica a firma di un professionista abilitato che dimostri il rispetto dei requisiti previsti dalla norma. 14 Per presentare la pratica occorre rispettare i requisiti previsti, tra i quali avere la cisterna a norma del tipo approvato dal Ministero dell’Interno, provvisto di bacino di contenimento e tettoia; osservare una distanza non inferiore ai 3 metri dal confine o dalla recinzione o da piante, per evitare rischi di incendio; avere installati almeno tre estintori adeguati con gli impianti elettrici conformi alle norme e con la dovuta dichiarazione di conformità. «Tali vincoli – osserva Varrone - sono apparsi subito a noi della Cia eccessivi per la gran parte delle aziende agricole, perché non tengono conto delle specificità dell’attività svolta e, frequentemente, dei piccoli quantitativi di carburante detenuti. Per non parlare poi del rischio di furti che purtroppo stanno diventando sempre più frequenti. Inoltre, a nostra conoscenza negli anni non risultano incidenti causati dai depositi detenuti dalle aziende agricole. Infine i costi che si dovrebbero sostenere per adeguarsi alle nuove norme sono comunque elevati e non sostenibili in questa difficile fase che il settore sta attraversando. Di qui la nostra iniziativa presso il Ministero per prendere tempo e non far applicare il provvedimento, e finora ci siamo riusciti». «La proroga di un anno – conclude Varrone - deve consentirci di poter disporre del tempo necessario per approfondire rapidamente gli aspetti critici del decreto ed ottenere norme sostenibili per il settore agricolo. In primo luogo un’esclusione dai nuovi adempimenti per i piccoli depositi, che noi individuiamo in quelli che hanno una capacità sino a 5.000 litri». 15 16 B IOLOGICO «Crediamo nel biologico dei grandi numeri» Confagricoltura rilancia la potenzialità del settore «Non esiste un’agricoltura buona e una cattiva» «Quello dell’agricoltura biologica è un settore altamente professionale, molto imprenditoriale, attento all’agroecosistema, che produce rispettando gli equilibri naturali», lo ha detto Giandomenico Consalvo, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura intervenendo a Roma alla tavola rotonda dell’Unione nazionale dei produttori biologici e biodinamici (UPBIO). «Ci troviamo - ha evidenziato Consalvo - di fronte ad una vera rivoluzione che porta a considerare il mondo del bio non più come un settore di nicchia ma, anzi, come una produzione estesa, che deve strutturarsi e organizzarsi, che deve saper far fronte alle richieste della trasformazione e della grande distribuzione organizzata con approvvi- gionamenti certi e costanti. Crediamo nel biologico dei grandi numeri; è un settore che deve essere sempre più business». «Le politiche per il comparto bio – ha detto Consalvo – devono aiutare le aziende a crescere in dimensione e ad accrescere la capacità di aggregare l’offerta; vanno favorite la formazione di organizzazioni di prodotto bio e la creazione di una piattaforma di scambio per il biologico, per cui è importante che le Regioni si coordino tra loro finanziando progetti a carattere nazionale». Consalvo ha concluso richiamando la necessità “di evitare in ogni modo la trita contrapposizione ideologica tra convenzionale e biologico. Non esiste un’agricoltura buona ed una cattiva”. 17 A TTUALITÀ Esportiamo più cibo che automobili Coldiretti: «Il futuro è nelle piccole e medie imprese agricole» La presidente della Provincia, Gancia: «Il motore siamo noi» Con un aumento del 18 per cento le esportazioni di vino e cibo Made in Italy sorpassano quelle di automobili e rimorchi in calo del 14 per cento negli ultimi cinque anni. Le esportazioni di prodotti agroalimentari evidenzia Coldiretti - hanno raggiunto 15,2 miliardi di euro, mentre le spedizioni 18 di automobili, rimorchi e semirimorchi si sono fermate a 13,2 miliardi di euro, nella prima metà del 2012. L’analisi sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa dimostra che - sostiene la Coldiretti - l’Italia e il suo futuro, dopo le delusioni della grande industria, sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, cioè di essere l’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, che poi sanno crescere e conquistare il mondo.Un dato che non è sfuggito a Gianna Gancia, presidente della Provincia più agricola del Piemonte, Cuneo: «E’ ora che vengano ristabilite le proporzioni dell’economia reale – commenta la presidente -, diciamo basta alle acrobazie della finanza, il motore del Paese è nel lavoro silenzioso del nostro territorio». O RTOFRUTTA La patata italiana rimane la migliore Calo di produzione nel Paesi del Nord Europa In Italia prezzi in aumento fino al 50 per cento Le principali organizzazioni europee del settore hanno aggiornato nelle ultime settimane il dato della produzione di patata da conservazione del 2012, confermando il calo dei raccolti legato principalmente all’andamento climatico delle ultime settimane ed alla riduzione delle superfici coltivate. CE N’È DI MENO L’organizzazione che raggruppa i principali paesi di produzione di patata del Nord Europa (NEPG) ha diffuso le stime ufficiali sul raccolto 2012 in Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio ed Olanda, la produzione di questi paesi dovrebbe raggiungere complessivamente i 23 milioni di tonnellate, con un calo del 14,5% rispetto al 2011; la sola Germania, registra un calo delle produzioni di patata di quest’anno di circa 14 milioni di quintali, pari alla quasi totalità della produzione italiana. I paesi del NEPG rappresentano da soli il 60% delle produzioni di patata dell’Unione Europea e sono i principali esportatori di patata all’interno del mercato comune, con una quota pari al 90% del volume degli scambi tra paesi comunitari. Il calo delle produzioni di patata registrato in Europa, unitamente alle incertezze sul livello qualitativo del raccolto nord europeo, ha determinato il rialzo delle quotazioni del prodotto in tutti i mercati e la tendenza è destinata a proseguire anche nei prossimi mesi per effetto di una offerta di patata sul mercato in equilibrio rispetto alla domanda. BUONA STAGIONE IN ITALIA Il quadro emerso dall’analisi delle produzioni di patata in Italia rispetto alle coltivazioni scavate, evidenzia un calo del raccolto di quest’anno rispetto alla precedente stagione con una qualità del prodotto generalmente buona. Lo scenario produttivo che si sta delineando ha già prodotto effetti sul mercato italiano, le quotazioni della patata all’origine si man- tengono su valori superiori rispetto a quelli della passata stagione. Il prezzo medio di quest’anno per una patata di buona qualità registra una crescita, in alcune zone d’ Italia, di circa il 50% rispetto allo stesso periodo del 2011 e gli indicatori in Italia ed Europa suggeriscono che il trend al rialzo si manterrà anche nei prossimi mesi in tutti gli anelli della filiera. Il mercato ha registrato, nel mese di settembre, un andamento regolare delle vendite nel canale della distribuzione organizzata e nei principali mercati all’ingrosso della penisola, si segnalano inoltre, attività promozionali da parte di diversi gruppi della distribuzione organizzata presso le proprie reti distributive; quotazioni del prodotto tendenzialmente stabili. 19 O RTOFRUTTA Una mela al giorno… è un farmaco naturale Ricerche scientifiche confermano che ridurrebbe il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 L’American Journal of Clinical Nutrition ha pubblicato una ricerca secondo cui aumentando il consumo di mele si ridurrebbe sensibilmente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. I ricercatori della Harward School of Public Health sono giunti a questa conclusione dopo aver monitorato per un periodo di 24 anni le abitudini alimentari di circa 20.000 persone di entrambi i sessi, nessuna delle quali all’inizio dello studio presentava i sintomi del diabete di tipo 2. I dati ottenuti hanno permesso agli studiosi di scoprire come coloro che mangiavano cinque o più mele 20 a settimana avevano un rischio inferiore del 23% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a coloro che ne mangiavano di meno o non ne consumavano affatto. Questi risultati venivano confermati anche dopo aver tenuto conto di altri fattori di rischio come cattive abitudini alimentari, fumo e fattori di ereditarietà legati al diabete. Un altro studio, recentemente pubblicato sul “Faseb Journal” e condotto dai ricercatori del Centro di Biotecnologie Avanzate di Genova, ha dimostrato invece come l’acido ascississico (un ormone vegetale presente nelle piante, in modo particolare nelle mele) venga prodotto anche dall’organismo umano in presenza di particolari condizioni, favorendo la produzione di insulina nel pancreas e contribuendo ad abbassare la glicemia. Se questi risultati verranno confermati, l’acido ascississico contenuto nelle mele potrebbe costituire la base per la realizzazione di un nuovo farmaco utile a tenere sotto controllo il diabete. A TTUALITÀ Il pianeta ha sempre più fame Ma i mercati strozzano i campi Nella Giornata mondiale dell’alimentazione fa discutere la proposta francese sul governo globale A margine del meeting interministeriale sulle tensioni sui mercati mondiali delle materie prime agricole e la volatilità dei prezzi, svoltosi a Roma alla Fao il 16 ottobre scorso, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, è stato ribadito come quella alimentare sia ormai una sfida per tutto il pianeta, che deve essere gestita a livello globale. L’indice dei prezzi delle commodities agricole nel mondo, a settembre, è ancora cresciuto e si è portato ormai a livelli vicini a quelli della crisi del 2008 e le quotazioni stanno oscillando con una volatilità che mina la fiducia delle imprese. Una situazione dei mercati internazionali tesa, su cui pesano le condizioni climatiche e che determina anche difficoltà di approvvigionamento nei Paesi in via di sviluppo, che non riescono a garantire cibo sufficiente ai loro abitanti. LA STESSA MEDAGLIA Sono due facce della stessa medaglia, che secondo Confagricoltura non vanno però confuse. Un conto è la questione della fame nel mondo, su cui è primaria- mente impegnata la Fao, un altro è il tema più complessivo dell’instabilità dei mercati mondiali delle materie prime agricole, affrontato negli ultimi mesi soprattutto dal G20. E’ necessario tenere separati questi due temi, perché altrimenti si rischia- no confusioni di obiettivi e di strumenti delle varie politiche. Occorre quindi intervenire con un’agenda che impegni soggetti politici e istituzioni, ma anche le imprese con un partenariato pubblico-privato, portando avanti politiche per incentivare la produzione agricola, stabilizzare le quotazioni e quindi i redditi dei produttori, favorire la conoscenza e la trasparenza dei mercati, con regole il più possibile condivise su scala globale. Non è un percorso semplice, ma è ormai ineludibile procedere in tale direzione, come ha anche auspicato il ministro dell’Agricoltura francese Stéphane Le Foll, che ha chiesto di “costruire una governance a livello mondiale sulle questioni agricole e alimentari”. Un appello senz’altro condivisibile e che merita di essere preso in seria considerazione. Presenti in fiera S.Andrea a Saluzzo 21 S EMINATIVI Mais, allarme aflatossine Il Piemonte sta in guardia Contaminazioni a macchia di leopardo previsti extra-piani di controllo su filiere cereali e latte Mentre infuria la polemica sul mais ogm della Monsanto e sullo studio francese che ne denuncia la pericolosità (la Cia ha ribadito di essere contraria alla coltivazione degli ogm perché l’agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ne ha bisogno), i nostri produttori di mais non biotech sono in apprensione per tutt’altro problema: dai primi dati relativi alla raccolta 2012 è stato riscontrato nella granella un aumento di aflatossine. Del problema si è occupato un Gruppo di interesse economico Cereali della Cia del Piemonte. L’incremento delle aflatossine non è particolarmente significativo, ma è sufficiente a far superare i limiti imposti dalla normativa europea ed a determinare l’impossibilità di Presenti in fiera S.Andrea a Saluzzo 22 immettere quel prodotto sul mercato. MANGIMIFICI Diversi mangimifici privati stanno respingendo molte consegne di granella di mais perché contaminate da aflatossine oltre i limiti previsti dai propri protocolli. Il Ministero della Salute ha inviato una circolare a tutte le Regioni per invitarle ad adottare “misure cautelative e di salvaguardia della salute pubblica”. La stessa circolare è stata inviata al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali ed all’Istituto Superiore di Sanità. La presenza di aflatossine si riscontra a macchia di leopardo in tutta la Pianura padana, ad esclusione forse del solo Piemonte. Secondo quanto riferisce il quotidiano di Verona, L’Arena, rischia di andare perduto almeno il 40% del mais in Veneto. Il Servizio di assistenza tecnica agli allevatori della Regione Lombardia consiglia il monitoraggio del latte, dove le aflatossine possono essere presenti se gli animali sono stati nutriti con mangimi contaminati. Nella nostra Regione, presso la sede dell’Assessorato regionale all’agricoltura, si è tenuta il 24 settembre scorso una riunione per compiere un primo esame della situazione. Non è emergenza, ma c’è attenzione. Anche per il Piemonte sono previsti extra-piani di controllo su filiere cereali e latte. MICOTOSSINE Le aflatossine sono micotossine prodotte da specie fungine appartenenti alla classe degli ascomiceti oppure da alcune muffe. Si possono sviluppare nelle arachidi, nella frutta a guscio, nel granoturco, nel riso, nei fichi e in altra frutta secca, nelle spezie, negli oli vegetali grezzi e nei semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. Il Coordinamento cereali organismo creato pochi mesi fa da Cia, Confagricoltura, Copagri, Confcooperative, Legacoop e Agci propone di destinare parte delle risorse del “Progetto Rete qualità cereali” alle aziende cerealicole per l’acquisto agevolato di strumenti per la selezione e la pulitura della granella del mais: selezionatrici ottiche, campionatori automatici di tipo dinamico (che fanno risparmiare tempo nel prelevamento dei campioni), linee di prepulitura per cereali essiccati, impianti di spazzolatura. EUROPEI PENALIZZATI I livelli massimi consentiti di aflatossine imposti dal’Europa sono particolamente severi. Negli Stati Uniti, ad esempio, i livelli consentiti sono decisamente più alti: la difformità colpisce soprattutto gli agricoltori europei e quelli mediterranei in particolare. Il Coordinamento cereali condivide l’iniziativa di alcuni deputati che stanno preparando un documento da presentare alla Commissione agricoltura della Camera, affinché il Ministro intervenga con una rogatoria che possa tutelare gli agricoltori pur mantenendo la sicurezza alimentare dei consumatori. Una deroga sui limiti imposti a livello europeo sulle aflatossine nel mais è forse necessaria per permettere al mais italiano di entrare nel mercato rispettando i limiti di tossicità previsti. 23 F IERE Sant’Andrea a Saluzzo il 24-25 novembre Torna l’appuntamento con l’agricoltura tra vivaismo e mercatini Il 24 novembre la Fiera di Sant’Andrea chiude l’autunno saluzzese aprendo le porte al calendario degli appuntamenti natalizi. 24 Appuntamento atteso e importante per gli imprenditori del settore agricolo: sabato 25 novembre dalle 8 alle 13 al Foro Boario, per la Mostra della Meccanica agricola e una collaterale dedicata al vivaismo frutticolo. Circa 120 gli espositori che hanno confermato la propria presenza. Chi ha partecipato alla Mostra Nazionale della Meccanica di settembre, infatti, partecipa di diritto anche a Sant’Andrea. Ma non ci saranno solo espositori già presenti in autunno: numerose sono le domande di partecipazione di nuove aziende. Un’ occasione di incontro e di confronto per il mondo dell’agricoltura, un momento per soffermarsi sulle problematiche legate al settore primario e per conoscere le ultime novità. Domenica 25 novembre Mercantico per le vie del centro cittadino, mercato dell’usato e piccolo artigianato e antiquariato, e mercatino di Natale in Via Savigliano. 25 Vendemmia, quotazione delle uve in netto rialzo A far la parte del leone, Moscato, Brachetto Pinot nero e Chardonnay spumante Alta Langa 26 E NOLOGIA La vendemmia in Piemonte, si sa, è stata scarsa per quantità (meno 8%), complici un’annata siccitosa e la flavescenza dorata che ha decimato le viti, ma non certamente per qualità. Le uve raccolte sono sane e con una forte concentrazione zuccherina: la lunga siccità ha pressoché azzerato il problema dei parassiti e delle muffe. Dalle prime stime post vendemmia emerge che il calo dell’uva raccolta è stata più sensibi- precedenti». Ma ecco alcuni dati: a far la parte del leone sono le uve tutelate dagli accordi interprofessionali (Moscato a 1,065 al chilo, Brachetto a 1,350, Pinot nero e chardonnay per lo spumante Alta Langa a 1,100). Ma ci sono anche prezzi ottimi per le uve Ruchè di Castagnole Monferrato (da un euro a 1,200). La Barbera d’Asti docg diradata e selezionata, nell’ultima settimana ha registrato Anche ottimi prezzi per le uve Ruchè di Castagnole Monferrato le nel Monferrato che nelle Langhe. «A compenso della minor produzione - rileva Roberto Ercole, presidente di Cia Piemonte - le quotazioni delle uve sono in netto rialzo. Stando al privilegiato osservatorio della Commissione prezzi della Camera di commercio di Asti, sono in aumento anche le quotazioni dei vini a seguito dell’esaurimento delle scorte delle annate una quotazione massima di 10 euro il miriagrammo, un euro e cinquanta in più rispetto all’inizio della vendemmia, il Piemonte Barbera doc è aumentato di 50 centesimi sia sul valore minimo che su quello massimo (0,750/0,800 al chilo). Va bene anche la piccola doc Cisterna con quotazioni da 0.900 a 1,100 al chilo, e il Grignolino si attesta tra 1,150 e 1,300. 27 A TTUALITÀ A Savigliano, i “veri buoni” si trovano… in ospedale! Frutta fresca o preparati di frutta, yogurt e insalata, prodotti biologici di provenienza locale sono “i veri buoni” che si trovano ora tra “i fuori pasto” proposti nei distributori automatici della nuova area ristoro “Scegli il gusto della salute” nell’ingresso dell’ospedale di Savigliano. IL GUSTO DELLA SALUTE “I veri buoni” è un progetto pilota, il primo in Piemonte, uno dei primi in Italia, frutto della collaborazione tra l’Asl CN1 e la “Vela Service” di Mare- 28 Il progetto pilota dell’Asl Cn1 porta frutta e verdura nei distributori automatici ne, azienda operante nel campo della distribuzione automatica di bevande e alimenti. Il progetto dà anche un importante contributo al territorio, con l’inserimento di prodotti a filiera corta e con la loro valorizzazione attraverso un canale nuovo, ancora poco conosciuto dai produttori agricoli, il “vending”. Le ragioni di questa scelta coraggiosa sono molte. Marcello Caputo, direttore della direzione Integrata della Prevenzione dell’Asl: «Aumenta il consumo e la consapevolezza di ciò che è utile o dannoso per la salute e occorre agire sull’ambiente per modificarlo, soprattutto oggi che viviamo in un contesto che ci porta verso l’obesità. Disponiamo di prodotti ottimi sul piano dei controlli igienici, ma non altrettanto dal punto di vista nutrizionale. L’Azienda sanitaria produce cura, ma è anche attenta ai comportamenti alimentari». A TTUALITÀ ABITUDINI ALIMENTARI. Recenti studi sembrano confermare che il consumo di glucosio, grassi, sodio e le porzioni abbondanti favoriscano nei soggetti predisposti la tendenza a mangiare in eccesso, creando pericolosi circoli viziosi. Negli ultimi decenni proprio l’assunzione di zuccheri, grassi e sale è aumentata notevolmente, non solo per un incremento medio dei contenuti nei diversi alimenti, ma anche per la progressiva crescita delle porzioni. Tra gli alimenti maggiormente interessati da questi cambiamenti vi sono molti prodotti consumati da bambini e adulti, soprattutto nei “fuori pasto”. Un promemoria utilizzabile anche in ambito domestico che ricorda come la maggior parte delle patologie dipendano da quattro fattori: alimentazione, attività fisica, fumo ed alcool. Vilma Brignone BOLLINO VERDE Nei distributori della salute, i bollini verdi sono utilizzati solo per i prodotti considerati ad ogni effetto buoni per la salute, mentre sugli altri prodotti l’indicazione arriva al termine di un semplicissimo snacktest che fornisce ai consumatori criteri di scelta basati sui dati riguardante il contenuto di zuccheri, grassi, saturi o sodio in etichetta. RIMOZIONE AMIANTO #)6),) ).$5342)!,) !'2)#/,) 2)34254452!:)/.))--/"),) #)6),)%15!,3)!3)!44)6)4° $%,,%$),):)!).'%.%2% "/.)&)#!4%22%.)%$!.!,)3) 02%6%.4)6)'2!45)4)).3%$% $ITTA5L%RSRLDI2ACCA'"ATTISTA 4ELs 29 F ISCO E TRIBUTI L’equo canone dei fondi rustici è aumentato dell’uno per cento Si è svolta a Cuneo nei locali della Provincia la commissione tecnica provinciale per la determinazione dell’equo canone di affitto dei fondi rustici, durante la quale si è deciso di aumentare dell’1% il coefficiente di adeguamento. Al tavolo erano presenti i rappresentanti degli affittuari e della proprietà fondiaria, oltre ad esponenti delle tre principali organizzazioni agricole, dell’Agenzia del Territorio e ai dirigenti della Provincia di Cuneo. La decisione è stata presa dopo un’approfondita e intensa discussione tra le parti e considerando, oltre ai criteri previsti per legge, anche e soprattutto le variazioni subite dagli indici Istat relativi ai prezzi dei prodotti agricoli (+8,2%) e dei beni acquistati dalle 30 Accordo tra le parti nell’incontro in Provincia Ha pesato l’impennata delle tasse sulla proprietà aziende del settore primario (+6,3%). «Il risultato ottenuto è frutto di un prezioso lavoro di mediazione tra le parti - dice Isabella Moschetti, rappresentante della Proprietà Fondiaria della provincia di Cuneo -. Ritengo che un aumento, seppur minimo, era necessario, considerato l’aumento del costo della vita e l’impennata delle tasse che i proprietari devono versare all’Erario con l’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati strumentali. In altre province piemontesi si sono avuti ritocchi in rialzo anche dell’1,5%, mentre nella vicina Lombardia l’aumento si è aggirato tra il 2% e il 2,5%». F ISCO E TRIBUTI Fabbricati rurali a catasto entro il 30 novembre 2012 Adempimento richiesto dalla manovra Salva Italia I fabbricati rurali censiti nel catasto dei terreni, devono essere iscritti al catasto fabbricati entro il prossimo 30 novembre. I soggetti interessati possono verificare con facilità questa condizione dalla visura catastale dei terreni: se appare la voce “fabbricato rurale”, oppure “porzione di fr”, è indispensabile presentare la pratica di accatastamento nel termine suddetto. Questa esigenza, fino a tutto il 2011 dovuta solo in caso di compravendita, successione, ristrutturazione, ecc., del fondo rustico, è stata introdotta dalla Manovra Salva Italia, ed è finalizzata anche al pagamento dell’IMU che da quest’anno ha sostituito l’ICI. La nuova imposta, dovuta anche sui fabbricati rurali, si determina sulla base della rendita catastale, della quale il fabbricato rurale iscritto al catasto terreni è sprovvisto. Per questo motivo, visti i termini di versamento del primo acconto dell’imposta fissati per il 16 giugno, ed il termine del 30 novembre previsto per l’accatastamento al catasto fabbricati, l’imposta per i fabbricati in questione dovrà essere versata in unica soluzione entro il 17 dicembre. Per l’accatastamento i soggetti interessati dovranno riferirsi ad un professionista abilitato (geometra, architetto, perito agrario, ecc.). 31 A TTUALITÀ Cooperative cuneesi in allarme «Ci attendono altri mesi difficili» reiterata persistenza dell’instabilità economica, anche le cooperative, che avevano retto bene alla prima fase della crisi marcatamente finanziaria del 2008, hanno ora difficoltà di tenuta nell’attuale contesto contrassegnato da forte crisi “reale”. Massimo Gallesio Anche nel cuneese gli effetti della congiuntura economica sfavorevole si fanno sentire, creando ripercussioni negative per le imprese e la collettività. In questo panorama di 32 MERCATO STAGNANTE Dall’indagine congiunturale quadrimestrale che il Centro studi di Confcooperative elabora e divulga, si conferma che la ormai prolungata stagnazione della domanda interna sta fortemente incidendo negativamente sui margini operativi delle cooperative, conseguenza anche di un credito bancario sempre più razionato e costoso, contestualizzato in uno scenario di alta pressione fiscale. Il peggioramento registrato negli ultimi mesi da alcuni indicatori congiunturali creano prospettive di breve termine poco incoraggianti, sia sotto il profilo produttivo che occupazionale. STRESS FINANZIARIO In modo particolare si deve porre in evidenza la persistenza di un forte stress finanziario, determinato da una diminuzione della liquidità per il 33,5% delle cooperative in seguito all’allungamento dei tempi di pagamento, abbinato ad un incremento delle cooperative che non hanno ottenuto dal sistema bancario i prestiti richiesti (18,4%) e ad un 69,2% delle cooperative che hanno visto soddisfatta la richiesta di prestito bancario accompagnato però da un rialzo dello spread applicato. Piccoli segnali di tenuta provengono dalle cooperative che fanno dell’export il loro core business e dalle cooperative medio/grandi che in questi anni hanno saputo adeguare i loro assetti organizzativi, tecnologici e commerciali ai nuovi bisogni espressi dall’attuale dinamica congiunturale. Troppo poco, per non considerare il livello del sentimento del movimento cooperativo sul futuro del Sistema Italia ancora in territorio negativo. Segnali negativi dall’ultima indagine di Confcooperative Cuneo. Prospettive poco incoraggianti su produzione e occupazione PUNTO DI RIFERIMENTO «Siamo consapevoli che ci attendono altri mesi difficili – afferma il direttore generale di Confcooperative Massimo Gallesio – ma è chiaro che è nostro dovere insistere sulle linee di indirizzo già ampiamente tracciate dalla nostra Confederazione (rete tra cooperative, internazionalizzazione, innovazione, formazione) e sulla quale la nostra Unione cuneese sta ormai da lungo tempo lavorando per e con la propria base associativa». «Malgrado il pesante tempo di crisi che stiamo vivendo – prosegue Massimo Gallesio – la cooperazione è riuscita a dare fino ad ora straordinari segni positivi sia nel campo del lavoro che della solidarietà, ed è questo il motivo per cui abbiamo la responsabilità di continuare a rappresentare un utile punto di riferimento ai bisogni del territorio e della collettività». 33 F IERE La Fiera Fredda che scalda i cuori A Borgo San Dalmazzo dal 4 al 9 dicembre La Fiera Fredda di Borgo San Dalmazzo è una delle manifestazioni più longeve del territorio italiano. Si svolge infatti ininterrottamente dal 1569, data in cui Emanuele Filiberto concesse alla città di istituire una fiera in onore del santo Patrono, il 5 dicembre, della durata di tre giorni. Con gli anni la Fiera Fredda si è caratterizzata sempre di più come evento enogastronomico di grande richiamo, legato al territorio e ai suoi prodotti, in particolare alla Helix Pomatia Alpina, la chiocciola dalla carne bianca che ha trovato il suo habitat naturale nei boschi delle Alpi Marittime. Le lumache lessate (rigorosamente in acqua bollente con sale e aromi) posso- 34 no essere trattate nei modi più svariati, per ultimare la cottura con aromi e condimenti diversi adatti ad esaltarne il sapore. Secondo la più antica tradizione borgarina, le lumache sono servite semplicemente lessate nel proprio guscio dal quale sono estratte con il caratteristico chiodo per ferrare i cavalli (usato anche ai giorni nostri) e intinte in salsa piccante a base di olio, sale, pepe e aglio, detta “salsa del cartuné”. La Fiera Fredda richiama ogni anno migliaia di visitatori, in particolare il 5 dicembre, quando la città si anima con il grande mercato in tutte le strade; dal 2011 la Regione Piemonte ha insignito la manifestazione del titolo di “fiera nazionale”. L’edizione 2012 si terrà dal 4 al 9 dicembre a Palazzo Bertello, con la partecipazione di circa 30 Comuni che proporranno i loro piatti tipici. Gli orari di apertura sono i seguenti: martedì 4 dicembre 18 – 22; mercoledì 5 dicembre 10 – 22; giovedì 6 dicembre 18 – 22; venerdì 7 dicembre 18 – 22; sabato 8 dicembre 10 – 22; domenica 9 dicembre 10 – 20. Per le serate sono previsti diversi spettacoli nell’area allestita ad hoc, nell’Auditorium e conferenze nello spazio interno a Palazzo Bertello; tra gli appuntamenti più importanti, mercoledì 5 dicembre, Lou Seriol, la band occitana della Valle Stura, e, venerdì 7 dicembre, quello delle Mondine. 35 C URIOSITÀ DI F LORIANO L UCIANO Ecco i prezzi della frutta sulle bancarelle tedesche Mele, pesche, kiwi, marroni, nettarine… A quale prezzo viene venduta la frutta sulle bancarelle della ridente Germania? Ecco qualche esempio registrato sul posto dall’Imprenditore agricolo a ottobre nel supermercato Edeka a Monaco di Baviera e da un fruttivendolo di Passau (Est Baviera, al confine con Austria e Cechia). Produttori e consumatori possono fare i confronti che ritengono più opportuni e trarne le conseguenti riflessioni. MELE Varietà: gala - boskop - golden - braeburn Origine: Germania Calibro: 75+ Euro 2.29 al kg (in vendita presso supermercato Edeka a Monaco di Baviera) 36 PESCHE Origine: Spagna Categoria A Euro 2.50 al kg (in vendita da un verduriere di Passau – Baviera) MELE Varietà: mele rosse estive Honeycrunch Calibro: 80 Euro: 4.80 al kg (in vendita presso fruttivendolo di Passau (Est Baviera, al confine con Austria e Cechia) KIWI Origine: Nuova Zelanda Euro 0.85 al kg (in vendita da verduriere di Passau - Baviera) MARRONI NETTARINE Origine: italia Calibro A Euro 2.95 al kg (in vendita da verduriere di Passau - Baviera) NETTARINE Origine: italia Calibro A Euro 3.49 al kg (in vendita presso supermercato Edeka a Monaco di Baviera) Origine: Francia Euro 1.25 al kg (in vendita da verduriere di Passau - Baviera) 37 F ISCO E T RIBUTI La stabilità del Governo che non piace all’agricoltura Il Ddl Stabilità per il 2013, così come approvato dal Consiglio dei ministri il 9 ottobre, ora al vaglio del Parlamento per la sua conversione in Legge, contiene, oltre ai tagli alle detrazioni e deduzioni fiscali che colpiscono tutti i contribuenti, alcune norme che incidono sensibilmente ed in maniera negativa sulla fiscalità del mondo agricolo. REDDITI DOMINICALI La prima, che riguarda tutti gli imprenditori agricoli ed i proprietari dei terreni concessi in locazione è l’aumento, per i periodi di imposta 2012, 2013 e 2014 dei redditi dominicali ed agrari dei terreni. Si ricorda che il reddito dominicale è dichiarato dal proprietario o dal titolare di diritto reale sul terreno ed il reddito agrario è dichiarato dal soggetto che conduce il fondo che può essere lo stesso proprietario oppure essere il conduttore in forza di un contratto di locazione, di 38 comodato ecc... Ad oggi per determinare la base imponibile si applicava una rivalutazione di tali redditi pari all’80 % per il reddito dominicale e pari al 70 % per quello agrario. Vale a dire che partendo i successivi due esercizi) tale rivalutazione sarà maggiorata del 15 % , in sostanza quindi si dovranno rivalutare i redditi dominicali del 107 % e quelli agrari del 95,5 %. Solamente nel caso in Il nuovo Disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri incide gravemente sulla fiscalità del mondo agricolo. Si spera nel Parlamento dalle rendite indicate in visura le si rivalutava rispettivamente dell’80 % e del 70 % ed in questo modo si trovava la base imponibile da assogettare a tassazione. A partire dall’esercizio 2012 (per cui i terreni siano posseduti e condotti da coltivatori diretti od imprenditori agricoli professionali iscritti nelle rispettive gestioni previdenziali agricole la rivalutazione sarà del 5 % in luogo del 15 %. SOCIETÀ E REDDITI CATASTALI L’altra disposizione contenuta nel Ddl, che colpisce un minor numero di contribuenti ma che dove colpisce ha effetti molto pesanti, prevede a partire dal periodo di imposta in corso la revoca della possibilità di tassazione su base catastale per le società agricole. Pertanto le società agricole a responsabilità limitata (S.r.l.), le società di persone agricole sotto forma di società in nome collettivo (S.n.c.) o di società in accommandita semplice (S.a.s.) non potranno più determinare il proprio reddito fiscale sulla base delle risultanze dei valori catastali ma dovranno determinarlo sulla base delle risultanze di bilancio. Solamente le società agricole sotto forma di società semplici potranno determinare il reddito agrario su base catastale in quanto non ricomprese in tale limitazione dato F ISCO DI che il loro reddito non è classificato tra i redditi di impresa. La disposizione ora abrogata dal Ddl era stata introdotta con la Legge Finanziaria per il 2007 e prevedeva la possibilità appunto di determinare il reddito di tali società su base catastale, con opzione almeno triennale, qualora fossero rispettati precisi requisiti quali l’esercizio esclusivo di attività agricola di cui all’art. 2135 del Codice Civile e l’indicazione di società agricola nella ragione sociale. FOTOVOLTAICO E BIOGAS Tale norma è di rilevante portata in quanto, soprattutto nella realizzazione di impianti di energia elettrica sia da fonti fotovoltaiche che da biomasse, nel mondo agricolo sono entrati capitali da investitori “esterni” e la S.r.l. agricola é stata il miglior veicolo per coniugare da un lato l’esigenza di diversificare la produzione da parte delle aziende agricole e dall’altro il reperimento dei capitali mantenendo la peculiarità della tassazione su base catastale. Sulla base di tale tassazione sono poi stati costruiti i business plan di durata pluriennale (quindicennali o ventennali) e spesso il favorevole regime fiscale ha contribuito a far sì che si realizzassero gli investimenti in quanto vi era una buona remunerazione del capitale. La nuova norma vanifica totalmente tali benifici e in alcuni casi potrebbe stravolgere completamente, ormai ad investimenti realizzati, la redditività degli stessi facendoli virare dal segno positivo a quello negativo. Per questo motivo si auspica che in sede di conversione in Legge qualcosa venga modificato e che per lo meno tale nuova disposizione si applichi solamente alle società agricole costituite a partire dall’esercizio 2013 salvaguardando così chi ha investito facendo le proprie valutazioni economiche tenendo conto di una favorevole normativa fiscale ora non più applicabile. ALBERTO TEALDI, E T RIBUTI COMMERCIALISTA [email protected] 39 F ORMAZIONE Lombriasco, quando l’agricoltura fa scuola L’Istituto tecnico agrario di Lombriasco, comune al confine tra le province di Torino e Cuneo, oggi rappresenta un prestigioso punto di riferimento sul territorio per quanto riguarda la formazione del perito agrario e dell’agroindustria specializzato nella produzione e nella trasformazione dei prodotti. DA DON RUA AGLI EXALLIEVI La Scuola agraria salesiana di Lombriasco vanta una storia centenaria; infatti verso la fine del secolo scorso il vecchio castello di Lombriasco viene acquistato da don Rua, il primo successore di don Bosco. Tra il 1905 e il 1908 la casa salesiana si trasforma in un’organizzazione che negli anni diventerà agraria e scolastica. Nei primi decenni del Novecento, con la riforma dell’insegnamento agrario, la scuola agraria di Lombriasco si evolve da 40 Scuola tecnico-pratica in Avviamento professionale e Scuola tecnica. Infine, nel 1937, viene completato il quadro scolastico mediante l’apertura dell’Istituto tecnico agrario. Punto di forza dell’Istituto e parte integrante della sua storia è l’associazione degli Exallievi che oggi conta circa seimila iscritti. Lo scopo dell’associazione non è solo quello di gestire i rapporti fra tutti coloro che hanno frequentato le scuole salesiane di Lombriasco, ma anche quello di organizzare incontri convegni e raduni periodici sempre molto partecipati e sentiti. LABORATORI E AZIENDA AGRICOLA L’Istituto tecnico agrario è dotato di vari laboratori didattici: aula di agraria, di scienze, di informatica, di fisica, di chimica e di una biblioteca tecnica. Fondamentale importan- za, soprattutto nell’ottica della nuova riforma degli studi tecnici, viene data all’attività laboratoriale: gli allievi, infatti, possono sperimentare sul campo le F ORMAZIONE L’Istituto agrario salesiano compie 75 anni Sulle orme di don Bosco tra fare e sapere nozioni di scienze, agronomia, e delle altre materie professionalizzanti attraverso le esercitazioni di azienda nel grande parco e nel frutteto della scuola; i principali laboratori in campo sono: il giardino botanico, i tappeti erbosi e i prati fioriti, le piante officinali, il frutteto e le coltivazioni delle biomasse. Inoltre, fa parte integrante della Scuola agraria un’azienda agricola di allevamento avicolo e bovino, con terreni a produzione cerealicola. Nel corso dello studio è previsto che gli allievi visitino in Italia e all’estero frutteti, vigneti, cantine, caseifici, oleifici, prosciuttifici, birrifici, aziende zootecniche, fiere agricole internazionali, laboratorio della CCIAA e scuole di specializzazione. L’Istituto partecipa a progetti di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola con la Regione Piemonte e la Facoltà di Agraria di Torino e collabora con le associazioni ambientaliste per la progettazione di aree rinaturalizzate. Si effettuano convegni e incontri di diavulgazione sulle principali tematiche di attualità del settore agricolo. VENDITA DIRETTA AL CONSUMATORE Elemento trainante dell’azienda agricola della Scuola agraria salesiana di Lombriasco è il settore avicolo, sempre più specializzato nello svezzamento dei pulcini delle razze più adatte al mercato rurale con la vendita diretta di razze ovaiole, pesanti bianchi e rossi, colli pelati, le razze locali come la Bianca di Saluzzo e la Bionda di Villanova. Valorizzando un settore zootecnico considerato di minore importanza, oggi la scuola è un punto di riferimento per i piccoli allevamenti a conduzione famigliare. Infine dal 2000, l’azienda della Scuola agraria salesiana di Lombriasco ha dato vita ad una filiera corta di produzione e vendita diretta al consumatore di carne bovina. Nella stalla della scuola viene allevata la razza Blonde d’Aquitaine con tutti i requisiti richiesti per il benessere degli animali che vengono alimentati con foraggi prodotti in azienda. L’esempio della scuola è stato seguito da altre aziende del territorio. 41 F ORMAZIONE Dai campi ai computer Ecco cosa offre l’Istituto Salesiano L’offerta formativa della Scuola agraria salesiana di Lombriasco risulta piuttosto ampia e comprende attività di diverso tipo allo scopo di fornire agli allievi una preparazione solida e completa. Tra i progetti formativi di particolare importanza vanno citati: corso ed esami per il conseguimento della patente europea di informatica (Ecdl); 42 si tratta di una certificazione spendibile sia a livello lavorativo che universitario; certificazioni riguardanti la lingua inglese (Pet e first certificate) a cui possono accedere sia gli allievi del biennio che del triennio delle scuole superiori e che permettono di valutare la competenza linguistica a livello europeo; partecipazione a concorsi con particolare valenza formativa e didattica (Concorso Montecastrilli) per sensibilizzare gli allievi sulle tematiche di attualità, valorizzando le eccellenze; incontri con esperti nel settore agricolo che hanno lo scopo di aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita e maturazione professionale; uscite didattiche e viaggi di istruzione finalizzati ad accre- scere nei ragazzi l’interesse per le discipline scolastiche verificando l’applicazione in campo lavorativo delle nozioni acquisite; per tutti i ragazzi che vivono lontani dalla scuola, l’istituto salesiano offre la possibilità del convitto in sede. LAVORI MANUALI Grazie all’autonomia scolastica sono state aggiunte ore di Laboratorio d’azienda in cui i ragazzi imparano i lavori manuali indispensabili per la gestione aziendale; con l’autonomia scolastica è stato possibile arricchire l’offerta didattica aggiungendo al curriculum scolastico ore di Laboratorio di azienda. Durante le ore di Laboratorio gli allievi imparano in modo fattivo tutte le tecniche manuali indispensabili per la gestione dell’azienda agricola. Questa scelta è stata motivata dalla volontà di offrire una preparazione il più possibile completa sia dal punto di vista delle conoscenze che delle abilità e competenze in ambito agrario. A TTUALITÀ Controlli a campione sulle aziende che hanno chiesto i contributi agroambientali Si verifica la regolarità delle condizioni, tra cui l’avvicendamento delle colture e il rispetto delle fasce lungo i corsi d’acqua In questi giorni gli organismi preposti stanno iniziando i controlli a campione sulle aziende che hanno chiesto contributi sulle misure agroambientali del Psr ed hanno presentato una Domanda Unica nel 2012. I controlli vengono effettuati per verificare se l’agricoltore ha rispettato le norme previste dalla condizionalità per la sua azienda. Va ricordato che con il nome di condizionalità Pac si indicano tutte le norme di comportamento a cui devono sottostare le aziende che ricevono contributi comunitari (es. domanda unica Pac e Psr). Il non rispetto delle norme può causare una riduzione dei contributi fino al loro azzeramento. Qualora venissero riscontrate anche eventuali “colpe gravi” riguardanti l’inquinamento ambientale si rischiano anche sanzioni penali. Due recenti ed importanti norme sulla condizionalità riguardano l’avvicendamento delle colture (standard 2.2) ed il rispetto delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua (standard 5.2). AVVICENDAMENTO DELLE COLTURE Al fine di favorire l’avvicendamento delle colture sullo stesso appezzamento di terreno agricolo, non potranno avere una durata superiore a cinque anni le monosuccessioni dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo. Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per due o più anni consecutivi. Il computo degli anni di monosuccessione decorre a partire dall’anno 2008. Non interrompono la monosuccessione le colture intercalari di secondo raccolto. La successione dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, viene considerata come monosuccessione dello stesso cereale. Pertanto, anche la loro alternanza è considerata monosuccessione. È quindi evidente che, chi ha fatto monosuccessione nei termini sopra specificati già per cinque anni sullo stesso appezzamento, con le prossime semine dovrà interromperla per non incorrere in violazione della norma. 43 S ALUTE Meno sale in cucina per prevenire l’ictus Ictus: attenti al troppo sale, è pericoloso. Ne parliamo con Giuseppe Bonatto, presidente di ALICe Cuneo Onlus, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale. Aumento della pressione arteriosa e maggior probabilità di andar incontro ad un ictus: c’è davvero un legame? «Certamente. Sono numerosi gli studi clinici che fanno emergere in modo chiaro l’esistenza di un legame diretto tra la pressione alta ed un lesivo evento cerebrovascolare. E’ ampiamente assodato che mantenere i valori di pressione almeno al di sotto di 140 e di 90 mmHg (massima e minima rispettivamente) ha un impatto estremamente positivo in termini di prevenzione cardiovascolare generale». Come fare per riuscire a non superare questi limiti? «La strada più corta è quella di controllare la pressione arteriosa facendo uso di farmaci. Pur rilevando che, quando i valori si avvicinano o superano di poco i livelli di guardia, è quanto mai importante puntare sullo stile di vita, soprattutto sul fronte alimentare». Quale fattore incide molto negativamente sulla pressione arteriosa? «Rilevo che, in particolare, il consumo di sale nel regime dietetico del nostro (ed anche altri) Paese è decisamente troppo elevato. La quota media individuale va da 6 a più di 12 grammi al giorno (più delle persone continua a sottovalutare i danni che possono derivare dal sodio in eccesso e ben pochi sono disposti a rinunciare ai sapori abituali in nome di un pericolo che non sentono imminente. Eppure, il modo di usare meno sale senza rinunciare a cibi appetitosi esiste e non è neppure difficile da praticare». Cioè? «Il primo passo consiste nel ridurre pro- I consigli del dottor Giuseppe Bonatto per una corretta igiene alimentare o meno da uno a due cucchiaini da tè), mentre occorrerebbe mantenerla sotto i 5 grammi che rappresenterebbero il quantitativo quotidiano ideale per bilanciare fabbisogno e salute cardiovascolare». Sono raccomandazioni che i medici fanno ai propri pazienti ma, sovente, con scarso successo. Quale la sua valutazione? «E’ vero, purtroppo! Nonostante le indicazioni dei miei colleghi ai loro assistiti, e l’ho sperimentato direttamente quale medico di base, la maggior parte 44 Giuseppe Bonatto gressivamente le quantità di sale impiegate per cucinare per abituarsi poco per volta, e nell’evitare di aggiungere sale a tavola. Se il piatto è stato cucinato in modo corretto in genere non ha bisogno di essere reso ulteriormente sapido. Per accentuare il gusto e conferire una nota di originalità a minestre, pesce, sughi, verdure e carni si può puntare su spezie ed erbe aromatiche. Oltre al profumo e al sapore gradevoli, queste contengono spesso anche microelementi benefici per l’organismo, in particolare antiossidanti e antiaggreganti». F IERE XXXII Fiera del porro Cervere Dal 10 al 18 novembre si svolge il tradizionale mercato del pregiato porro di Cervere. Le sue qualità dovute alla coltivazione in un terreno particolare ne conferiscono profumi e sapori particolari apprezzati nella cucina tipica Piemontese. Fiera del cappone a Morozzo Dal 15 al 17 dicembre Il Cappone di Morozzo è uno dei prodotti tipici della provincia di Cuneo. Immancabile sulle tavole imbandite per le festività natalizie, il pregiatissimo cappone locale è presidio Slow Food. Ogni anno, a metà dicembre, il piccolo paese di Morozzo ospita la fiera interamente dedicata al pregiato animale. Fiera del grano saraceno e della castagna bianca a Pamparato Dal 24 al 25 novembre Le suggestive viuzze di Pamparato, caratteristico centro della Val Casotto, ospitano una rassegna che rivaluta gli antichi sapori della cucina povera alpina. Da non perdere: la degustazione della polenta saracena e delle castagne bianche, il mercato dei prodotti alpini e dei prodotti enogastronomici di pregio, le degustazioni di prodotti tipici, le musiche popolari, le mostre, il museo etnografico, la visita del mulino a pietra presso la stagionatura Valcasotto. 45 V OCI DAI CAMPI L’autostrada, le dighe, i trafori... E l’aquila che depose il ciucun Ambrogio Chiotti replica a Floriano Luciano Sul numero 7 del mese di luglio 2012 de “L’Imprenditore agricolo” a pagina 5, nella rubrica Orizzonte Terra, Floriano Luciano, nella sua dissertazione politico sindacale compie una serie di errori, che mi preme puntualizzare: 1) Stranamente all’incontro dei dirigenti con Lobianco non ricevetti l’invito da parte della Coltivatori diretti ma fui informato da un altro dirigente. 2) L’allora presidente Lobianco non parlava in un forbito napoletano, bensì barese, in quanto concittadino di un noto uomo politico della Valle Varaita, nativo di Bitonto. 3) L’aquila non partorisce, ma depone le uova che poi cova, ecco perché facevo riferimento alla covata andata a male. 4) Quella sera il presidente Lobianco 46 non stava illustrando il “Progetto Aquila”, in quanto già miseramente fallito. 5) Date a Cesare quel che è di Cesare, diceva un tempo il Signore, la battuta dei ciucun, era del sottoscritto e non del compianto Giuliano Sacchetto, che quella sera certo non usò tanti riguardi nei confronti di Lobianco, ma essendo un uomo del “sistema” non poteva usare certi termini. Sarà per motivi famigliari, sarà per il dissenso incontrato nei vari incontri con i dirigenti, fatto sta che dopo tre mesi Lobianco si dimise da presidente della Coltivatori diretti. Il “Progetto Aquila” era nelle intenzioni della Coltivatori diretti un progetto teso a far volare alto l’agricoltura italiana, in realtà era una delle tante pie illusioni che ciclicamente venivano propinate ai contadini. Non fu certo l’unica illusione, restando nella nostra provincia, basti ricordare la diga di Moiola oppure la Pedemontana con il traforo del Ciriegia-Mercantur, progetto osteggiato dalla stessa Coltivatori diretti, che oggi chiede collegamenti rapidi e veloci. Dei tanti progetti, l’unica opera concreta è la direttissima Cuneo-Asti, che dopo 50 anni ancora non è stata completata. Sinceramente, più che di direttissima si può parlare di autostrada a “Z” che allunga il percorso di ben14 km… Anzi, a ben pensarci, perché non potrebbe essere l’autostrada a “N”? In fondo tutto dipende dal punto di osservazione, in questo modo si onorerebbe chi la volle così. Distinti saluti. Ambrogio Chiotti, Costigliole Saluzzo Le questioni “di sostanza” sollevate da Ambrogio Chiotti – diga di Moiola, Pedemontana, traforo del Ciriegia, autostrada Asti-Cuneo, oggetto sociale delle cooperative – sono vicende mai abbastanza discusse, che meritano l’apertura di un dibattito. Le questioni “di contesto” - non riportate “de relato” ma direttamente vissute - comunque piacciano ricostruite, non mutano l’essenza del narrato, che fra progetti, successi e fallimenti, uomini dentro, fuori e contro “il sistema”, rappresentano nel bene e nel male l’agricoltura di questi decenni. Confrontiamoci su questo anziché dissertare sui particolari! Floriano Luciano 47 N OTIZIE DALLE AZIENDE Moro Aratri generazione Spider I nuovi ripuntatori della dell’azienda bergamasca protagonisti nel mercato della meccanizzazione Dal 1957 ad oggi la Moro Aratri di Fontanella, in provincia di Bergamo, ne ha “girata” di terra, confermandosi punto di riferimento della meccanizzazione agricola, soprattutto per i contoterzisti che lavorano con mezzi di elevata da nei modelli portati dai mono agli esavomere, semiportati dai quadrivomere fino ai giganti da otto vomeri e aratri da scasso in grado di lavorare fino a 70 centimetri di profondità. Si tratta della nuova gamma di ripuntatori Spider, che potenza. Da questa esperienza, è nata quest’anno una nuova linea di produzione affiancata agli aratri prodotti dall’azien- si abbinano all’aratro, disponibili in diversi allestimenti e personalizzazioni. La nuova linea catalizza tutta l’esperienza del know how produttivo e progettuale 48 maturato dai tecnici di Moro Aratri nel corso degli anni che ha portato l’azienda a utilizzare acciai speciali di qualità superiore e a mettere a punto sistemi di progettazione che, grazie all’utilizzo di particolari programmi di modellazione, permettono non solo di effettuare il disegno, ma anche il venire a conoscenza delle resistenze agli sforzi a cui sarà soggetta la macchina in ogni punto durante il lavoro, adottando quindi la soluzione progettuale più adatta ad ottenere un prodotto il più possibile performante, longevo, solido e sicuro. In particolare, mutuando una soluzione inaugurata con gli aratri Warrior, caratterizzati da un telaio privo di saldature dove tutti gli accoppiamenti sono stati realizzati con l’utilizzo di bulloni passanti, i ripuntatori Spider sono completamente imbullonati: in questo modo ogni singola parte è libera sostituibile o modificabile secondo le esigenza di utilizzo e la distanza delle ancore è facilmente personalizzabile conferendo alla macchina un’estrema flessibilità. N OTIZIE Cassinelli Tractor 2000 apre le porte alle novità Sabato 8 dicembre nella sede di Magliano Alfieri la presentazione al pubblico dell’intera gamma aziendale Porte aperte, sabato 8 dicembre, alla Cassinelli Tractor 2000 di Magliano Alfieri, che presenta al pubblico le novità dell’azienda, a cominciare dal raccoglinocciole TR 200, su cui si concentrano le attenzioni della vigilia. La sede di via Marconi 62/A, inaugurata due anni fa, comprende un’esposizione di 3 mila metri quadrati, con la concessionaria di trattori Same Deutz-fahr e Holder e tutta l’attrezzatura per la lavorazione di vigneti, frutteti, noccio- leti e giardini, oltre alla gamma neve e al raccoglinocciole TR 180 di propria produzione. Nella stessa sede si trova anche il negozio specializzato in agricoltura e giardinaggio, con gli articoli a scaffale, dove i clienti possono servirsi liberamente. Qui si trovano inoltre l’abbigliamento da lavoro e i modellini/ giochi per i bambini, futuri agricoltori del domani. «Siamo alla continua ricerca delle tecnologie più innovative per soddisfare le DALLE AZIENDE esigenze più avanzate degli operatori agricoli – osservano alla Cassinelli Tractor 2000 -; per questo motivo abbiamo scelto come partners commerciali privilegiati aziende leaders del proprio settore, con le quali intratteniamo rapporti di concessionaria per le province di Cuneo e Asti». Per ciò che riguarda l’assistenza, si è puntato sull’esperienza trentennale dei meccanici della ditta Alitractor, che, con le due officine site a Dogliani e a Magliano Alfieri, assicura un servizio professionale sull’intero territorio interessato. Grazie alla collaborazione con i tecnici Same e al continuo aggiornamento tramite corsi, il mantenimento dell’efficienza dei trattori è assicurata. CASSINELLI TRACTOR 2000 S.r.L. corso Marconi, 62/A - 12050 Magliano Alfieri - CN Tel. +39 0173 34862 Fax. +39 0173 220846 email [email protected] 49 F ISCO E TRIBUTI Società agricole addio al reddito catastale? «Il governo costringe il settore agricolo al nanismo». Va giù duro Confagricoltura contro il Governo Monti che nel DDL Stabilità prevede dal 1 gennaio 2013 l’esclusione per le società in agricoltura dalla possibilità di determinare il reddito su base catastale tassazione alla forma di organizzazione giuridica dell’attività economica – prosegue Abellonio – ed ora la penalizzazione delle società non fa bene alla crescita del settore rendendo più difficili da realizzare le moderne forme di aggregazione, in cui il capitale Dura presa di posizione di Confagricoltura sul Disegno di legge Stabilità: «Per le aziende cuneesi la manovra è insostenibile» piuttosto che a bilancio. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo non usa giri di parole: «Per le aziende agricole della provincia di Cuneo questa nuova manovra è insostenibile, con costi legati alla tassazione decisamente troppo elevati». FRENO ALLA CRESCITA «Abbiamo sempre ritenuto importante non legare la 50 ha un ruolo rilevante, attraverso le quali si potrebbero superare gli attuali ritardi strutturali della nostra agricoltura». «È una disposizione assolutamente in controtendenza - aggiunge il vertice di Confagricoltura -. In un momento in cui si vanno a definire norme che devono essere un volano per la crescita, per l’agricoltura invece si vara F ISCO una disposizione che di fatto punisce il processo di modernizzazione e frena la nascita di nuove imprese, in chiaro contrasto con i principi della libera iniziativa economica. Se la norma dovesse entrare in vigore, tra l’altro - conclude il sindacato degli imprenditori agricoli - le società in essere si troverebbero costrette a dover modificare il proprio ordinamento giuridico in tempi estremamente ristretti». AGRICOLTURA ALLA PORTA Abellonio si rammarica, infine, per l’ulteriore esclusione delle rappresentanze del mondo agricolo dal tavolo di confronto tra governo e forze sociali. «Non è la prima volta – sostiene l’associazione - che le organizzazioni agricole non E TRIBUTI fanno parte della concertazione avviata dal governo Monti». «Tranne rare eccezioni, nel silenzio più totale, l’agricoltura è rimasta sempre fuori. Sinceramente non riusciamo a capire il motivo della ‘porta sbarrata’ al settore primario, che pure rappresenta milioni di imprese e di lavoratori e che in questi mesi ha dimostrato notevoli capacità di vitalità frenando la corsa al ribasso del Pil». 51 F IERE Torna la Fiera Napoleonica Comune di Narzole 16-17-18 novembre 2012 VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012 Palafiera - Piazza Papa Giovanni Paolo II Ore 19.30: Inaugurazione 202^ Fiera Napoleonica dei Porri e Puciu Ore 20.00: Aspettando i TRE LILU – Gran Polentata (Gradita la prenotazione) Ore 22.00: Spettacolo comico cabarettistico con la partecipazione dei “TRELILU” SABATO 17 NOVEMBRE 2012 Palafiera – Piazza Papa Giovanni Paolo II Ore 10.00: II° Concorso Zootecnico con esposizione capi di bestiame e vendita di prodotti tipici locali Ore 12.00: Premiazione del Concorso Zootecnico e Pranzo campagnolo (È gradita la prenotazione) Ore 15.30: Esposizione degli animali della fattoria Ore 16.30: Cerimonia di consegna del NAPOLEONE D’ORO Ore 20.00: TIPICAMENTE – Cena a base di piatti tipici locali su prenotazione Seguirà intrattenimento musicale 52 DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012 Palafiera - Piazza Papa Giovanni Paolo II LABORATORIO DEL GUSTO E DELLA TRADIZIONE Degustazione della Trippa di Narzole, Polenta di mais “ottofile” con sugo di salsiccia, Cognà di Narzole, Tumin dal Mel, caffè nero al cioccolato e altre specialità tipiche Per tutta la giornata: Grande mercato per tutto il concentrico del paese con: esposizione e vendita di Porri e Cavoli su Viale Rimembranza, esposizione di veicoli commerciali, industriali ed agricoli in Piazza IV Novembre esposizione di auto e moto d’epoca presso l’ala di Palazzo Balocco a cura dell’Associazione “Ruote d’epoca” di Cherasco Ore 15.30: Piazza Giovanni Paolo II Spettacolo equestre a cura dell’Azienda Agricola “Le Siepi” Esibizione per le vie del paese del gruppo Timbales F IERE NARZOLE IERI L’antica storia di Narzole pare iniziare dalle invasioni celtico liguri, seguite dall’arrivo dei Romani che fondano Augusta Bagiennorum, poco distante dall’attuale Comune.Per qualche tempo Narzole è sobborgo di Bene Vagienna, successivamente di Cherasco alla cui storia rimane legato fino al momento della sua costituzione in libero comune. Data importante per la storia del Comune di Narzole è il 24 Aprile 1796, quando il Generale Bonaparte consumò la cena e trascorse la notte nella locanda del posto. L’occupazione francese permise a Narzole di liberarsi dalla dipendenza di Cherasco e di costituire Comune nel 1802, per decreto dello stesso Bonaparte. Il 22 ottobre dell’anno 1810, con un altro decreto dell’Imperatore francese venne indetta la Fiera Napoleonica del mese di novembre. ...E OGGI Narzole è un comune di 3.600 abitanti distribuito tra un ampio altopiano sulla sinistra del fiume Tanaro ed attraversato dai torrenti Mondalavia e Geminella e le colline dello stesso fiume appartenenti al complesso territoriale di Langa. Il panorama che è possibile ammirare da Narzole spazia a perdita d’occhio dalle langhe alle Alpi e presenta un centro storico con opere artistiche antiche di rilievo, fra cui spiccano la Parrocchiale di S. Bernardo risalente al Settecento, la Confraternita di S. Rocco in stile romanico, la Chiesa di San Pietro costruita in epoca romanica, sovrastata dall’originale e raro campanile triangolare e la chiesta della Madonnina, in stile barocco che si erge nel borgo omonino. CACCIA GROSSA Questa volta i cacciatori non la sparano grossa, per loro è stata davvero una caccia... grossa! Ecco il porcino di 1,6 kg che Fredo e Michele, compagni di caccia, amici da una vita, hanno raccolto nei boschi della valle Varaita. Complimenti! 53 A TTUALITÀ Cooperative e consorzi gli interventi della Regione Nel nuovo programma del Piemonte finanziamenti agevolati e a fondo perduto La Giunta regionale ha varato il nuovo programma di interventi a favore delle società cooperative a mutualità prevalente e dei loro consorzi, che operano nel settore della produzione primaria. Il programma è articolato in due assi: il primo prevede finanziamenti agevolati, finalizzati alla riduzione dei costi di produzione e al miglioramento della qualità, attraver- 54 so la realizzazione di investimenti produttivi e immobiliari. Il secondo riguarda invece la concessione di contributi a fondo perduto, per l’introduzione di sistemi per la gestione della qualità e della rintracciabilità dei prodotti, puntando sulla formazione professionale e manageriale dei soci. R ICERCA L’irrigazione secondo il Creso Guida pratica all’uso dell’acqua Bilancio idrico, precipitazioni, umidità, strumenti di misurazione… Ecco come orientarsi nei frutteti La metodologia tradizionale utilizzata tutt’oggi per determinare il fabbisogno idrico delle colture frutticole è quella basata sulla determinazione del bilancio idrico semplificato. Lo scopo è far sì che il quan- Le variazioni di umidità del suolo sono date dalla differenza tra gli apporti dovuti all’irrigazione e alla pioggia e le perdite dovute all’evapotraspirazione (traspirazione pianta + evaporazione suolo): secchi per cui la voce relativa alla pioggia viene meno. In questi casi l’input sarà dato esclusivamente dagli apporti irrigui e l’output dall’evapotraspirato. Determinazione delle precipitazioni titativo di acqua che si va a somministrare alla pianta sia rapportato al quantitativo di acqua perso dal sistema suolo – pianta – atmosfera (bilancio apporti – asporti). Bilancio Idrico = [(pioggia utile) + (irrigazione)] (evapotraspirazione) Spesso, durante il periodo irriguo si verificano intervalli di tempo particolarmente Oltre all’impiego di capannine meteorologiche, le precipitazioni sono misurabili meno precisamente attraverso l’uso di pluviometri “non ufficiali” facilmente reperibi- li in commercio. La pioggia caduta si misurerà in mm, come si esprimono i valori d’acqua forniti con l’irrigazione. Per cui: 1 mm/mq = 1 litro/ mq = 10.000 litri/Ha = 10m3 / Ha Determinazione dell’evapotraspirato Per evapotraspirazione si intende la perdita d’acqua da una coltura per evaporazione dal terreno e per traspirazione dalle foglie. Questi fenomeni sono direttamente proporzionali alle caratteristiche del terreno, al tipo di coltura ed alle condizioni climatiche e permettono di definire indirettamente il fabbisogno idrico delle piante . La misura dell’evapotraspirato può essere eseguita manualmente attraverso l’evaporimetro oppure con stazioni meteo automatizzate. L’evaporimetro è una vasca riempita di acqua attraverso la quale vengono misurati giornalmente i millimetri 55 R ICERCA persi per evaporazione. Questi ultimi moltiplicati per i coefficienti colturali delle diverse specie consentono di determinare l’evapotraspirato reale, cioè il volume d’acqua da apportare alla coltura. L’UMIDITÀ DEL SUOLO Il contenuto d’acqua nel terreno è definito come il volume d’acqua presente in un volume di suolo. L’umidità può essere misurata con diversi strumenti, i quali presentano tutti il limite di fornire una misura puntuale riferita al luogo in cui sono collocati. Di seguito si dà un breve descrizione degli strumenti utilizzabili per valutare direttamente il contenuto idrico di un terreno: TENSIOMETRI Il funzionamento di questi si basa sullo “sforzo” che compie la radice per assorbire l’acqua dal terreno. Per poter avere un dato attendibile è necessario posizionare almeno 2 tensiometri ad una profondità di 15 e 30 cm nel terreno, lungo la fila in una posizione intermedia fra due gocciolatori, al 56 fine di avere un’indicazione chiara dell’andamento dell’umidità nella parte di suolo più soggetta a continue variazioni di umidità a causa delle irrigazioni. I tensiometri possono essere a lettura manuale oppure a lettura digitale. I tensiometri manuali necessitano di una manutenzione costante, di una lettura giornaliera da parte dell’operatore e non sono impiegabili su terreni sciolti. I tensiometri elettronici forniscono un dato digitale che può essere letto a distanza su un portale in- ternet, richiedono manutenzione limitata, non presentano limitazioni relativamente al tipo di suolo, ma sono più costosi dei precedenti. SONDE DI UMIDITA’ DEL TERRENO Questi strumenti definiscono il contenuto idrico del terreno (umidità) in volume espresso in %, ad esempio: suolo umido 50 % di umidità – suolo secco 5 % di umidità. Rispetto ai tensiometri mettono a disposizione un dato più “reale” e facilmente comprensibile da tutti gli operatori. Come per i R ICERCA media dell’80% con perdite dovute soprattutto a evaporazione. - L’irrigazione localizzata a goccia ha un’efficienza media del 90% con ridottissime perdite, richiede turni irrigui più frequenti ma con quantitativi ridotti; è ideale nei terreni più sabbiosi. Ovviamente i sistemi d’irrigazione localizzata sono quelli tensiometri elettronici la loro lettura può essere fatta a distanza per via telematica. QUANDO E QUANTO IRRIGARE La variabilità di terreni presenti sul nostro territorio non agevola la determinazione di valori di riferimento da utilizzare sia con i tensiometri sia con le sonde di umidità. Dalla esperienza CReSO è emerso che, per qualsiasi strumento si consideri, è necessario eseguire una “taratura” aziendale dello strumento al fine di capire fin quando è possibile non irrigare. In questo contesto l’esperienza del frutticoltore risulta determinante in quanto solo un occhio vigile ed attento riesce a comprendere lo stato di salute delle piante onde evitare stress idrici. che consentono di dosare l’acqua da restituire con un grande risparmio idrico: non mancano situazioni in cui prolungati periodi siccitosi possono richiedere un’irrigazione d’emergenza per scorrimento data la costante presenza di questo sistema nei nostri frutteti. LA METODOLOGIA IRRIGUA L’efficienza di irrigazione è data dal rapporto tra il quantitativo di acqua totale somministrato e il quantitativo di acqua trattenuto dal terreno nello strato esplorato dalle radici. L’efficienza dipende in modo particolare dal metodo con cui si somministra l’acqua alle piante, ma è influenzata anche dalla natura del terreno e dalle modalità con cui si utilizza il metodo irriguo: - L’irrigazione a scorrimento ha un’efficienza media del 50%: ossia solo la metà dell’acqua somministrata è utile allo scopo irriguo, la restante quota è persa soprattutto per percolazione e ruscellamento. - L’irrigazione localizzata a spruzzo ha un’efficienza 57 R ADICI DI A LDO P ONSO Le anime sono in mezzo a noi Dalla questua in suffragio dei morti alle strane voci sull’alpeggio della Battagliola Secondo alcuni sono le anime del purgatorio; secondo altri si tratta di persone morte vaganti, in attesa di venire sistemate da qualche parte; secondo altri infine, così gli atei, non esistono anime, ma solo nella testa dei creduloni… “PA GNENTE PER J’ANIME?” Quando eravamo ragazzi, al mio paese, Piasco, era usanza in prossimità dei Defunti, passare a frotte nei cascinali alla questua in suffragio dei defunti. Eravamo solo tutti ragazzi di povera gente, perché quei di campagna erano considerati “ricchi”. Nella mia famiglia del resto era il solo babbo a lavorare presso la Wild, per di più mutilato ad una gamba resa rigida nella Grande Guerra 1915-’18; il quale spesso soleva dire: «Uno a lavorare e sei a mangiare!». Perciò eccoci, quando possibile, a dargli una mano. Si bussava al portone delle cascine gridando: «Pa gnente per j’anime?» (Non date nulla per le anime?) Normalmente nessuno respingeva la richiesta dei ragazzi. 58 Ne usciva la padrona di casa con mezzo “palot” di farina di grano o mais, patate, castagne secche… Noi si ringraziava e si proseguiva fintanto che non avevamo la borsa piena. A casa poi si festeggiava tutto quel ben di Dio, recitando a sera il Rosario anche in suffragio dei benefattori. LE CASTAGNE PER I DEFUNTI Terminata la preghiera, com’è tuttora usanza in molte famiglie, la mamma versava fumanti le castagne lesse, o “barotte”, che si mangiavano con devozione. Prima di andare a dormire, se ne dovevano avanzare anche per le anime, in un grosso piatto posto in centro al tavolo, perché, si diceva, anche le anime sarebbero venute la notte a mangiarle. Era questo un pensiero gentile verso chi ci aveva preceduto, un pensiero giunto a noi di lontano, forse dagli stessi Celti o dagli Egiziani che ponevano nella tomba cibi graditi al defunto. Al mattino poi la mamma si faceva premura di togliere una grossa manciata di castagne dal piatto, R ADICI per farci notare che le anime erano veramente venute. FRASTUONO DI BATTAGLIE Ma le anime si fanno anche sentire? Ecco cosa raccontava il noto don Bartolomeo Ruffa, di quando era parroco di Bellino. Un giorno gli si presentò una donna del luogo che aveva la mandria all’alpeggio sui monti della Battagliola, dove nel 1744 si era svolta una terribile battaglia del franco-piemontesi, tanto che il ruscello che vi scorreva era sceso a valle rosso di sangue. Quella donna riferì al sacerdote che di notte non si poteva dormire per il frastuono di sferraglie, armi ed imprecazioni… Senza dir nulla a nessuno, don Ruffa offrì una messa per eventuali anime bisognose. Passò qualche tempo e quando quella donna fece ritorno in paese, alla richiesta di don Ruffa se avesse ancora sentito quel frastuono, rispose che tutto era scomparso: il sacerdote potè inoltre notare la coincidenza con il giorno in cui egli aveva celebrato la messa, traendo la conclusione che le anime, dopo la morte, esistono, hanno ancora bisogno di noi e che talvolta possono anche “farsi sentire”. Canonico Bartolomeo Ruffa Ricordando il ragionier Pietrasanta pioniere della nostra agricoltura Morto 34 anni fa, fu mandato da Paolo Bonomi a Cuneo nel 1945 per fondare il sindacato agricolo Era il dicembre del 1945 e Vincenzo Pietrasanta arrivava da Alessandria, dopo aver avuto responsabilità dirigenziali in Toscana, mandato direttamente da Paolo Bonomi, fondatore e primo presidente della Confederazione nazionale coltivatori diretti. Il ragionier Pietrasanta aveva 47 anni, 30.000 lire in tasca, una famiglia lontana e il mandato di primo direttore della neonata Federazione provinciale di Cuneo: due stanze e nessun dipendente. Pietrasanta fu direttore per 18 anni fino al 1963 – e nominato poi com- mendatore. Il commendator Vincenzo Pietrasanta riposa da tempo, dai più dimenticato, nel cimitero di Cuneo, accanto alla moglie Laura Babbiano, deceduta nel 1991. A 34 anni dalla sua morte, nel nostro primo anno di vita, gli dedichiamo un ricordo e una preghiera, quale pioniere solitario e testardo, e dunque un esempio, anche per noi. Floriano Luciano 59 E NOLOGIA Ai cinesi piace rosso I nostri vini in Oriente Il mercato della Cina visto dal consulente cuneese Sebastiano Ramello, che ha deciso di trasferirsi là Sebastiano Ramello 39 anni, piemontese nato a Fossano e residente a Centallo, consulente internazionale di vini italiani e brand-export manager per conto di diverse aziende vinicole italiane, per lo più piemontesi (Langa e Roero) e per l’associazione di promozione cuneese “Piemonte sweet home”, già presente da tempo nei principali mercati mondiali tra cui Usa, Canada, Brasile, Russia, Australia, Cina, Hong Kong, Macao, India, Norvegia, Svezia, Olanda e Irlanda, si sta preparando a spostare parte del suo ufficio logistico nel Sud della Cina. PORTA D’ORIENTE. «Sono molti anni che frequento il mondo asiatico, da prima l’India e ultimamente la Cina, conquistandomi una fettina di mercato, da prima portando vini di media qualità e oggi vini di alta e top 60 Sebastiano Ramello “conquista” la Cina qualità. In questi ultimi due anni, ho fatto diversi viaggi nel Sud e nel Nord della Cina per capire quale poteva essere il luogo migliore dove mettere le basi, che oggi definitivamente posso dire saranno nel Sud della Cina, in quanto vicino a Hong Kong, una delle porte principali dell’Asia, e a due delle città più in sviluppo di questo grande paese: Guangzhou e Shenzhen». I GUSTI DEI CINESI. Quali sono i vini che principalmente si stanno vendendo in Cina? «I vini rossi a bassa acidità con gradi alcolici non eccessivi, fruttati semplici da bere, ma anche i vini importanti con grande corposità come Roero, Barbaresco e Barolo. In questo momento la vendita di un vino è legata alla capacità nel proporlo, a un marketing studiato. I vini che stanno ancora avendo una certa difficoltà sono i bianchi, anche se nell’ultimo anno sempre più cinesi si stanno avvicinando a questo tipo di prodotto, soprattutto ai frizzanti dolci, come il Moscato d’Asti docg». Alle aziende vinicole che si vogliono avvicinare a questo mercato cosa consiglia? «Di non fare viaggi spot di pochi giorni, ma di seguire progetti e spendere del tempo sul territorio, di comprendere la cultura e il desiderio dei cinesi, e di legare sempre il proprio prodotto al territorio, ricordando che promuovere il territorio significa promuovere tutti noi e di conseguenza i propri prodotti». R ADICI DI G IUSEPPE B RANDONE Storia e ricetta della bagna cauda La salsa del “pover uomo” La nostra bagna fa parte dei piatti autenticamente popolari e poveri del Piemonte, con una sua storia databile dal basso Medioevo, a partire dalla seguente affermazione del medico pavese, ma operante a Chieri, Antonio Guainerio, che in un suo trattato così si esprime: «L’aglio è la salsa dei contadini, i quali a volte la cuociono con mollica di pane, cosa che per i francesi e gli ultramontani non ha niente di superiore». ORIGINI MEDIEVALI. Questo passo fa pensare ad una tipica salsa medioevale cremosa e densa, aromatizzata dalla forte presenza dell’aglio cotto e pertanto antesignana della bagna caoda. Quattro secoli dopo, la nostra particolare salsa viene così descritta dal “Cuoco Piemontese perfezionato a Parigi” del 1766 sotto la voce “Salsa detta del pover uomo”: «Mettete in una casseruola un po’ di butirro, un po’ d’olio, un’acciuga e un baccello d’aglio triturato; fate cuocere, indi aggiungetevi del pane grattugiato con brodo e ridotta la salsa consistente, la verserete sull’intingolo che servirete caldo”. COLAZIONE RUSTICANA. La salsa contadina fa la sua prima apparizione letteraria nel romanzo “Vechio guscio”, scritto nel 1876 da Roberto Sacchetti, come protagonista di una colazione rusticana. Nel 1880 nell’Inchiesta Agraria Jacini viene descritta come condimento quotidiano per la polenta. Oggi la bagna caoda è conosciuta e praticata in tutto il Piemonte, ma il suo epicentro è sempre stato tra le colline delle Langhe, dell’Astesana, dell’Alto e del Basso Monferrato. Piatto povero, piatto del contadino abbinato alla polenta, oggi la “bagna” si è trasformata in un’occasione festiva, tipica del periodo autunnale-invernale. LA RICETTA UFFICIALE È quella depositata della “Confraternita de la Bagna Caoda-Nizza de la paglia”. Dosi per 12 persone: 12 teste d’aglio, 6 bicchieri di olio extravergine d’oliva e, se possibile, un bicchierino di olio di noci, 600 grammi di acciughe rosse di Spagna. Procedimento: Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati del germoglio. Porre l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bicchiere d’olio e iniziare la cottura a fuoco bassissimo, rimescolando con il cucchiaio di legno e avendo cura che non prenda colore; aggiungere poi le acciughe dissalate e diliscate rimestandole delicatamente. Coprire con il restante olio e portare l’intingolo a cottura a fuoco lento per una mezzoretta, badando che la bagna non frigga. Al termine della cottura si potrà aggiungere, se piace un sapore più morbido, un pezzetto di burro freschissimo. Versare la bagna degli appositi “fujot” (fornellini di coccio) e accompagnarla con le seguenti verdure (crude): cardi gobbi di Nizza, topinabour, cuori di cavalo bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto grappa, cipollotti inquartati ed immersi nel vino barbera crudo; (cotte) barabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostiti. E’ tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna” strapazzandovi dentro un uovo”. Bibliografia: “Codice della Cucina autentica di Asti”, Sagittario editore – 2006. 61 INVOLTINI DI PORRI E GORGONZOLA Ingredienti 4 porri 100 grammi di ricotta 50 grammi di gorgonzola un pugno di spinaci 1 scalogno noce moscata sale e pepe un pezzetto di burro qualche manciata parmigiano Sbollentate in acqua salata i porri e asciugateli bene. Lessate per pochi minuti gli spinaci e rosolateli con lo scalogno e un pò di burro. Aggiungete in padella la ricotta, il gorgonzola e mescolate con cura amalgamando il tutto. Regolate di sale e pepe e riempite i porri con la farcia. Disporli in una pirofila imburrata, cospargerli di parmigiano e farli gratinare in forno per cinque minuti. Servire caldi. 1TXFUJ[NHMJ Per non far si che l’odore di cavolfiore invada tutta la nostra cucina, basterà mettere a bollire insieme alla verdura una fetta di limone privata della buccia gialla e bianca 62 Gli affari dell’imprenditore VENDO Coppia di asini: maschio 4 anni, femmina 2 anni, documenti in regola. Tel. 333/8376511 Piccolo agricoltore vende kiwi delle colline delle langhe. Dolcissimi. Tel. 335/8034780 Spandiletame collaudato mt. 5, 2 ruote. Tel. 338/2651302 Ceste vendemmia più pala cm. 150. Vicinanze Carrù. Tel. 335/5647865 Impagliatrice per balloni rotondi e quadri tipo Gismondi e Seminatrice grano mt.2, bellissima. 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