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Tira e taci La legge di Stabilità pesa sui campi

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Tira e taci La legge di Stabilità pesa sui campi
ANNO 1
NUMERO
11
NOVEMBRE
2012
d e l l a
P R O V I N C I A
G R A N D A
Tira e taci
La legge di Stabilità
pesa sui campi
I prezzi della frutta
sulle bancarelle tedesche
Lombriasco, quando
l’agricoltura fa scuola
1
2
3
SOMMARIO
O RIZZONTE
9
E
T ERRA
Se tieni la testa bassa
vedi solo le piccole cose
L’ EDITORIALE
6
Gli esodati agricoli
e la frontiera digitale
L’IMPRENDITORE AGRICOLO
della provincia Granda
L’ ARIA
Direttore responsabile: Osvaldo Bellino
8
Editore: Réclame S.r.l.
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo
Progetto grafico: Marco Grussu
Pubblicità: Réclame
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo
Tel. 0172.711279
e-mail: [email protected]
www.reclamesavigliano.it
Stampa: G. Canale & C. S.p.A.
Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino
Registrazione Tribunale di Saluzzo
n. 3 del 09/01/2012
Abbonamento anno 2013 Euro 18,00
Copia gratuita inviata a tutti
gli imprenditori agricoli della
provincia di Cuneo
Associato
Unione Stampa periodica Italiana
4
P RIMO
10
A TTUALITÀ
Fondo Sbloccacrediti
Cos’è, come funziona?
14
Controlli a campione sulle
aziende che hanno chiesto i
contributi agroambientali
54
Cooperative e consorzi
gli interventi della Regione
PIANO
E adesso ci dicano da dove arriva il latte lavorato in Piemonte
12
43
Gioie e dolori
del ministro Catania
Direttore editoriale: Valerio Maccagno
Direzione, redazione e amministrazione:
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo
Tel. 0172.711279
[email protected]
www.imprenditoreagricolo.com
CHE TIRA
Cisterne carburante nuova norma prorogata al 7 ottobre 2013
18
Esportiamo più cibo
che automobili
21
Il pianeta ha sempre più fame
Ma i mercati strozzano i campi
28
A Savigliano, i “veri buoni”
si trovano in ospedale!
32
Cooperative cuneesi in allarme
« Ci attendono altri mesi
difficili »
F IERE
24
Sant’Andrea a Saluzzo
il 24-25 novembre
34
La Fiera fredda
che scalda i cuori
45
Fiera del porro, del cappone, del
grano saraceno e della castagna
52
Torna la Fiera Napoleonica
R ICERCA
55
L’irrigazione secondo il Creso
Guida pratica all’uso dell’acqua
O RTOFRUTTA
19
La patata italiana
rimane la migliore
20
Una mela al giorno
è un farmaco naturale
60
Vendemmia, quotazione delle
uve in netto rialzo
Ai cinesi piace rosso
i nostri vini in Oriente
N OTIZIE
48
49
Cassinelli Tractor 2000
apre le porte alle novità
DEI
C AMPI
L’autostrada, le dighe,
i trafori... E l’aquila
che depose il ciucun
F ORMAZIONE
40
Lombriasco
quando l’agricoltura fa scuola
F ISCO
E TRIBUTI
30
L’equo canone dei fondi rustici
è aumentato dell’ 1%
58
Le anime sono in mezzo a noi
31
59
Ricordando il ragionier
Pietrasanta
Fabbricati rurali a catasto
entro il 30 novembre 2012
38
61
Storia e ricetta
della bagna cauda
“La salsa del pover uomo”
La stabilità del Governo che
non piace all’agricoltura
50
Società agricole
addio al reddito catastale?
A ZIENDE
Moro Aratri
generazione Spider
V OCI
46
DALLE
Dai campi al computer
R ADICI
E NOLOGIA
26
42
C URIOSITÀ
M ERCATINO
36
Ecco i prezzi della frutta
sulle bancarelle tedesche
63
53
Caccia grossa
S ALUTE
44
B IOLOGICO
17
« Crediamo nel biologico
dei grandi numeri »
Gli affari dell’imprenditore
Meno sale in cucina
per prevenire l’ictus
R ICETTA
62
Involtini di porri e gorgonzola
S EMINATIVI
22
Mais, allarme aflatossine
Il Piemonte sta in guardia
Se la terra, oggi, nonostante tutto rimane
il patrimonio collettivo per eccellenza, il bene
primario degli uomini di tutti i tempi, che qui
costruiscono la loro vita e muoiono, va riconosciuto
al lavoro degli agricoltori il valore aggiunto della
memoria e della custodia del territorio, dell’ambiente
e quindi del cibo, energia vitale e comune
denominatore dell’umanità.
(Osvaldo Bellino)
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5
L’ EDITORIALE
DI
O SVALDO B ELLINO
Gli esodati agricoli
e la frontiera digitale
L’agricoltura è l’unico settore “in crescita”, i giovani tornano a
lavorare la terra, l’esportazione di cibo ha superato quella delle
automobili…
Dalle statistiche al presidente del Consiglio, tutti dicono la stessa cosa, più per esorcizzare la crisi, forse, che per reale convinzione. Dopo di che, rimane pur vero che nessuno sviluppo può prescindere dalla “questione agricola”, per cui vale la pena crederci.
Se è vero che la grande industria delude le aspettative, bisogna
dirlo chiaro e forte. E passare al contrattacco. In tempi di elezioni americane, parafrasando il buon
Kennedy, occorre chiedersi cosa l’agricoltura può fare per il Paese, ma anche cosa il Paese non deve
fare per l’agricoltura, visto che leggi come quella sui pagamenti dei prodotti agroalimentari rischiano
di creare nuovi “esodati”, questa volta agricoli, che invece di trarre giovamento dalla definizione
(pensata a fin di bene) dei tempi di perfezionamento degli accordi commerciali, vedono drasticamente ridursi il loro potere contrattuale, con la condanna, tra l’altro, a nuove pene burocratiche.
Per non parlare dell’accatastamento dei fabbricati rurali e della conseguente e scriteriata applicazione dell’imposta sugli immobili fatiscenti.
Ma è sul fronte delle barriere generazionali, guardando avanti, che l’agricoltura può giocare una
partita per molti versi sorprendente. L’alleanza tra padri e figli, altrove compromessa dal chiudersi
delle finestre pensionistiche, nel settore primario può essere rilanciata dalle nuove tecnologie, in
particolare dal web, come dimostra fin dai primi passi l’esperienza del neonato quotidiano agricolo
on line della provincia di Cuneo, terraoggi.it.
I figli, spesso “marginalizzati” dall’organizzazione tradizionalmente patriarcale dei poderi contadini, hanno un’occasione di riscatto immediato all’interno dell’azienda famigliare, proprio attraverso
le opportunità della rete, di cui sono i padroni indiscussi. Strumenti applicativi come il “Mercatino
dell’usato agricolo” o la “Bottega alimentare”, soprattutto se allestiti su una piattaforma con basi
locali, cioè vicine al contesto operativo delle singole realtà agricole, rappresentano di fatto dei ponti
di collegamento tra padri e figli, fermo restando che sono questi ultimi, in genere, a portarli in casa.
Comprare e vendere attrezzature, come offrire ai consumatori i prodotti della propria fattoria, attraverso il web, diventano attività tutt’altro che virtuali, aprendo la strada verso spazi inesplorati, come,
ad esempio, i gruppi di acquisto solidale.
Senza contare l’accesso al flusso dell’informazione di settore, anche qui globale nell’orizzonte più
lontano, ma locale negli interessi dello stretto quotidiano. Il tutto a portata dei più comuni telefonini,
come dei tablet e dei computer, che vi possono gratuitamente accedere dal salotto di casa, come dal
frutteto o dalla stalla. La sfida della digitalizzazione agricola tende la mano in primo luogo ai giovani,
che tornano in cascina, al fianco dei genitori.
6
Diamoci una mano
Diventa amico del nostro giornale
d e l l a
P R O V I N C I A
G R A N D A
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12 numeri 18,00 euro
(euro 1,50 al mese)
Come abbonarsi:
Presso la redazione in Via Pylos 20 a Savigliano
oppure con bollettino postale così compilato
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Abbonamento Imprenditore agricolo 2013
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Rossi Mario
Via Rossi
1111
Rossi
E
L
I
M
I
FAC-S
Ro s s i
V ia
Ma rio
R o s s i
1 1 1 1
R o s s i
RISERVATO AGLI ABBONATI
LE SORPRESE NON MANCHERANNO
7
L’ ARIA
DI
CHE TIRA
M ICHELE A NTONIO F INO
Gioie e dolori
del ministro Catania
Il Ministro Catania ci tiene ad essere una persona considerata seria
e per bene. E ad onor del vero parla e agisce per confermare questa
impressione: non alza mai i toni, mette in campo i provvedimenti che
gli competono (proposte di legge e decreti legge) dalla parte degli
agricoltori, capisce davvero ciò di cui parla. E dopo anni di ministri
che passavano per caso da quelle parti (di tutti i colori), questo
ministro sicuramente un po’ più grigio, ma che sa che cos’è un aiuto
disaccoppiato o qual è il problema del sostegno allo zucchero o al
grano duro, fa solo piacere.
Ma c’è qualche “ma”, anche per Catania.
Il primo “ma” riguarda il decreto interministeriale che attua l’art. 62 della legge 1/2012. SI tratta di una
norma che dovrebbe aiutare gli agricoltori ad essere pagati prima, o per lo meno in tempi certi, da chi ne
acquisti i prodotti. Si tratta di un “ma” complesso.
Infatti, c’è più di un rilievo: innanzitutto per chi conferisce ad una cooperativa o ad una associazione di
produttori il decreto non porta vantaggi, mentre per chi vende ad un commerciante sì. Questo, comunque,
rappresenta un elemento incisivo sulla concorrenza che, così com’è, non appare del tutto calibrato.
In secondo luogo, gli interessi di mora ci sono se “il creditore (cioè il produttore agricolo) non ha ricevuto
nei termini l’importo dovuto e il ritardo è imputabile al debitore”. L’imputabilità del ritardo, per uno che
sfori un termine di legge, non dovrebbe esistere, altrimenti è inutile il termine di legge: ci pensate? Se
non paghi il canone RAI paghi la mora, a meno che non dimostri che il canone non l’hai pagato per cause
indipendenti dalla tua volontà... E così per le bollette, i mutui, le tasse e via dicendo.
In terzo luogo, tutto il decreto è pervaso da un senso di grida manzoniana. Insomma, i creditori incassano
bene quando possono trattare: quando la loro merce è richiesta, ovvero domanda e offerta sono in linea,
con leggera prevalenza della prima. Quando il mercato (la domanda) non tira, hai voglia a fare leggi a tutela
dell’offerta!
Il secondo grosso “ma” riguarda la proposta di legge salva-terreni, contro la cementificazione , approvata
dal Consiglio dei Ministri. Un passo vanti, per carità, nel senso di capire finalmente che la terra non è lì che
aspetta solo una concessione edilizia. Però, in concreto, un testo ancora troppo timido nel dire basta, con
un censimento dei volumi vuoti e un obbligo di loro riutilizzo, a nuove espansioni urbane a danno della
campagna.
L’ultimo “ma” l’ha detto chiaro Gianni Zonin al Ministro che è andato a inaugurare una delle sue tenute
viticole. Le parole sono per gli agricoltori e i miliardi di euro per le banche all’1%: quand’è che si inverte la
tendenza? Detto da uno che è presidente della Banca Popolare di Verona oltre che latifondista, lascia un
po’ così, ma il senso dello squilibrio delle misure sin qui viste in campo, nonostante gli sforzi di Catania, lo
si coglie lo stesso.
8
O RIZZONTE T ERRA
DI
F LORIANO L UCIANO
Se tieni la testa bassa
vedi solo le piccole cose
Teseo Rossi, classe 1901, era un agricoltore della bassa mantovana, generoso e tenace, affittuario da tempo della Cà Nova, 25 ettari in quel di Sermide, provincia di Mantova, due passi dal Po. Alla Cà Nova Teseo coltivava
barbabietole, mais e grano, allevava vacche da latte per farne parmigiano
reggiano e, insieme a sua moglie Dirce cresceva i quattro figli: Nives, Andreina, Andrea e il piccolo di famiglia, il cocco di papà: Angelo, nato in cascina
nel ’39. Teseo sapeva guardare avanti e far tesoro dell’esperienza, ma non
era legato al passato, non era nostalgico del suo tempo (che è quel che passa troppo in fretta o peggio
quello che è già fin troppo passato) e a Nives, la primogenita, negli anni ’40 fece fare l’università di lingue
a Venezia, perché “il futuro è conoscenza e le lingue sono la base per conoscere”. Teseo Rossi un giorno
d’estate del primo dopoguerra salì sul silos e col neropece scrisse a lettere cubitali: “Un Paese che non apprezza altamente l’agricoltura sarà sempre un Paese povero ed impotente”. Una frase di Cavour che Teseo
scrisse grande, tanto che la vedessero anche quei di Mirandola, e che anche oltre il grande fiume si sapesse
l’orgoglio agricolo del figlio della Sibilla.
Ora sul silos della Cà Nova la frase si è sbiancata, ora è il tempo che sui silos si scrivono i nomi dei mangimi… ora il piccolo Angelo è cresciuto, ha fatto per anni il dirigente nel settore del latte e dei formaggi, poi
a 60 anni è andato in Irlanda a studiare l’inglese, poi l’informatica ed ha dato vita a CLAL.it, il sito leader
nell’analisi del comparto lattiero caseario a livello globale. Angelo Rossi a 73 anni è un pensionato che ama
l’agricoltura vera, quella che va sul mercato e rischia, quella che lui ed il suo staff di giovani laureati aiuta
ogni giorno fornendo dati e analisi, prezzi e indici, ricordando papà Teseo come fosse oggi che gli ripete
calmo e fermo: “guarda avanti, con la testa alta, perché se tieni la testa bassa vedi solo le piccole cose”.
9
P RIMO
PIANO
«E adesso
ci dicano da dove
arriva il latte
lavorato
in Piemonte»
Aria di mobilitazione sindacale, dopo l’arenarsi della
trattativa regionale per
stabilire il prezzo del latte alla
stalla, a causa dell’abbandono del tavolo da parte degli
industriali.
Non è giustificabile – è il
comune sentire del comparto
produttivo che l’industria piemontese continui ad erogare
un prezzo del latte alla stalla
che non copre i costi di pro-
10
duzione, quando il mercato
dei trasformati ha dato segni
di evidente ripresa, mentre,
nello specifico Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti
Piemonte, annunciano di
“aver chiesto agli industriali
di pagare il prezzo del latte
indicizzato storico”: «Ci sono
nel mercato tutte le condizioni per adottare tale prezzo.
Gli industriali speculano sul
latte made in Piemonte,
importando ingenti quantità
di latte e derivati dall’estero,
la cui utilizzazione finale
potrebbe anche essere quella
di costituire l’elemento principale di produzioni lasciate
intendere per made in Italy.
Chiediamo all’assessore Sacchetto di reperire con solerzia
i dati all’UVAC (ufficio che
rileva i dati delle importazioni
zootecniche) e di renderli
pubblici, in tal modo con
dati alla mano potremo con
certezza conoscere le desti-
P RIMO
PIANO
Dopo l’abbandono della trattativa
da parte degli industriali
Coldiretti chiede all’assessore
Sacchetto di rendere pubblici i
dati sulle importazioni:
«È necessario fare chiarezza»
nazioni e conseguentemente
i comportamenti di ogni
singolo caseificio industria o
multinazionale».
MADE IN PIEMONTE?
Una richiesta che mira a fare
luce sul “costante via vai di
cisterne che circolano sulle
strade piemontesi con targhe
francesi, olandesi, tedesche,
rumene e lituane, destinate
ai luoghi di trasformazione
operanti nella nostra regione”. «Tali comportamenti –
osservano i dirigenti Coldiret-
TUTTO-IN-UNO
Pastorizzatore -­ Polivalente formaggi -­ Refrigeratore del latte -­ Fermentiera
Refrigerazione fino a 4°C
Riscaldamento fino a 100°C
YOGURT
YOGURT DRINK
ti - generano di conseguenza
un danno alle imprese
piemontesi che producono
latte e a tutto l’indotto. I
dati serviranno anche alle
associazioni dei consumatori
per fare chiarezza su eventuali pubblicità ingannevoli.
Vogliamo verificare lo stato
dell’arte delle importazioni,
capire la realtà dei fatti e
soprattutto conoscere cosa
sta succedendo nei caseifici
e nelle multinazionali che
operano in Piemonte».
Coldiretti Piemonte chie-
de anche all’assessore di
attivarsi presso gli organi
competenti per conoscere i
dati inerenti le tipologie di industria chimica o alimentare
che in Piemonte producono
i fermenti lattici in laboratorio che danno origine alle
cagliate che, magari unite al
latte estero, possono ottenere prodotti finiti immessi sul
mercato italiano in concorrenza sleale con le produzioni
tipiche.
 Facile da installare
 Facile da usare con il controller touch-screen
 Trattamento termico del latte da 4 °C a 100 °C
 Funzionamento ecologico – nuovo sistema di
riscaldamento a massimo risparmio energetico
 Qualità nella costruzione – acciaio inox AISI304
 Vantaggio finanziario e massimo profitto
 Tempi veloci di ammortamento della macchina
 Minimi ingombri nel caseificio
Impianti di
mungitura
FORMAGGIO
MOLLE
PALA STANDARD
SEMILAVORATO
PER GELATO
PALA RASCHIATRICE
DISPERSORE
LIRA FRANGI-CAGLIATA
FORMAGGIO
SEMI-DURO
LATTE
PASTORIZZATO
Refrigerazione
del latte
FORMAGGIO
DURO
Via D. Bonetto n. 12 -­‐ 10067 VIGONE (TO) RICOTTA
MOZZARELLA
Ventilazione
della stalla
Tel. 011/9801158 Fax. 011/9804575 Cell. Franco 338/9301757 -­‐ Luca 339/5262689 E-­‐mail: [email protected] su sartoremungitura 11
A TTUALITÀ
Fondo Sbloccacrediti
Cos’è, come funziona
Un aiuto alle piccole e medie imprese cuneesi
contro la lentezza dei pagamenti delle fatture
La Camera di commercio di Cuneo
partecipa al finanziamento del progetto “sbloccacrediti”, coordinato da
Unioncamere Piemonte con il coinvolgimento degli enti camerali piemontesi, in collaborazione con Anci Piemonte e UniCredit. Obiettivo comune è
supportare le piccole e medie imprese
che, oltre ad affrontare un ciclo congiunturale negativo, oggi subiscono la
lentezza dei pagamenti delle fatture,
in particolar modo da parte della Pubblica Amministrazione.
PAGAMENTI A SEI MESI
Nel 2011 le imprese italiane hanno
atteso in media 180 giorni per la
liquidazione delle fatture da parte
della PA, contro un tempo medio delle
imprese francesi di 64 giorni e un
tempo delle imprese tedesche di 35.
La situazione italiana appare ancora
più preoccupante se si considera che
l’attesa media del 2011 risulta significativamente superiore a quella del
2009, quando le imprese attendevano
di essere pagate dalla PA circa 128
giorni.
Attraverso la creazione di un Fondo
rotativo di 10 milioni di euro a favo-
12
re delle Pmi piemontesi che vantano
crediti certificati da parte delle amministrazioni comunali, le Camere
di commercio piemontesi intendono
sostenere le imprese in una situazione
che può generare un forte squilibrio
di liquidità sino a comprometterne la
solvibilità.
CHI NE PUO’ USUFRUIRE
Possono usufruire del Fondo Sbloccacrediti Piemonte le micro, piccole e
medie imprese che:
UÊ>LLˆ>˜œÊÃi`iʏi}>iʜʜ«iÀ>̈Û>ʈ˜Ê
Piemonte
Uʘœ˜ÊÈ>˜œÊˆ˜ÊˆµÕˆ`>∜˜iʜÊ>ÌÀ>Ê
procedura concorsuale
UÊÈ>˜œÊˆ˜ÊÀi}œ>ÊVœ˜ÊˆÊ«>}>“i˜ÌœÊ`iÊ
diritto annuale camerale
UÊÛ>˜Ìˆ˜œÊ՘ÊVÀi`ˆÌœÊ}ˆDÊÃV>`Õ̜]ÊViÀto ed esigibile, che deve essere certificato da un’amministrazione comunale
UÊ>LLˆ>˜œÊ՘ʓiÀˆÌœÊ`iÊVÀi`ˆÌœÊ«>ÀˆÊœÊ
superiore a solvibilità sufficiente
Il Fondo rotativo delle Camere di commercio piemontesi consente lo smobilizzo a tasso zero di crediti scaduti e
certificati da parte delle amministrazioni comunali fino ad un ammontare
massimo di 50 mila euro per impresa.
CERTIFICARE IL CREDITO
Le Pmi devono ottenere la certificazione del proprio credito direttamente dall’amministrazione comunale
(secondo la modulistica disponibile
sul sito www.pie.camcom.it/sbloccacrediti_piemonte) per poi consegnarla
in una qualsiasi filiale UniCredit in
Piemonte, al fine del trasferimento dei
fondi. Fino a 50 mila euro, le operazioni per l’impresa non hanno costi né
per interessi né per l’istruttoria.
Per cifre superiori a 50 mila euro e
inferiori a 100 mila euro, UniCredit ha
concordato con il sistema camerale
piemontese condizioni di favore pari
a: tasso: Euribor 12 mesi + spread pari
al 3,50% (fisso per tutte le classi di
rating)
commissioni/spese: 0
scadenza rimborso: 12 mesi (rimborso
unica soluzione)
In caso di crediti eccedenti la soglia
dei 100 mila euro, l’eventuale ulteriore somma potrà essere smobilizzata a
condizioni liberamente negoziabili tra
UniCredit e impresa.
Il Fondo rotativo Sbloccacrediti è operativo fino al 31 dicembre 2013.
13
A TTUALITÀ
Cisterne carburante nuova norma
prorogata al 7 ottobre 2013
La Confederazione italiana agricoltori: «Le disposizioni
non sono sostenibili, abbiamo un anno per cambiarle»
«La scadenza era prevista per
i primi di ottobre 2012. Ora,
grazie all’azione insistente
della Cia - dichiara il direttore
della Confederazione
cuneese, Igor Varrone – il
termine è rinviato di un
anno, al 7 ottobre 2013».
A quella data sarà necessario
che i possessori di cisterne/
distributori di carburante
presentino al comando
provinciale dei
Vigili del Fuoco
la domanda di
prevenzione
incendi (tramite
Scia, Segnalazione
certificata di inizio
attività) in duplice
copia, di cui una in
bollo, con allegata
copia della ricevuta
del conto corrente
postale che attesti il
pagamento di 162 euro.
La domanda dovrà essere
accompagnata da un
asseverazione tecnica a firma
di un professionista abilitato
che dimostri il rispetto dei
requisiti previsti dalla norma.
14
Per presentare la pratica
occorre rispettare i requisiti
previsti, tra i quali avere la
cisterna a norma del tipo
approvato dal Ministero
dell’Interno, provvisto
di bacino di
contenimento
e tettoia;
osservare
una
distanza
non inferiore ai 3
metri dal confine o dalla
recinzione o da piante, per
evitare rischi di incendio;
avere installati almeno tre
estintori adeguati con gli
impianti elettrici conformi
alle norme e con la dovuta
dichiarazione di conformità.
«Tali vincoli – osserva Varrone
- sono apparsi subito a noi
della Cia eccessivi
per la gran
parte delle
aziende
agricole,
perché non tengono conto
delle specificità dell’attività
svolta e, frequentemente,
dei piccoli quantitativi di
carburante detenuti. Per non
parlare poi del rischio di furti
che purtroppo stanno
diventando sempre più
frequenti. Inoltre, a nostra
conoscenza negli anni non
risultano incidenti causati
dai depositi detenuti dalle
aziende agricole. Infine i costi
che si dovrebbero sostenere
per adeguarsi alle nuove
norme sono comunque
elevati e non sostenibili in
questa difficile fase che il
settore sta attraversando. Di
qui la nostra iniziativa presso
il Ministero per prendere
tempo e non far applicare il
provvedimento, e finora ci
siamo riusciti».
«La proroga di un anno
– conclude Varrone
- deve consentirci
di poter disporre del
tempo necessario per
approfondire rapidamente
gli aspetti critici del decreto
ed ottenere norme sostenibili
per il settore agricolo. In
primo luogo un’esclusione
dai nuovi adempimenti per
i piccoli depositi, che noi
individuiamo in quelli che
hanno una capacità sino a
5.000 litri».
15
16
B IOLOGICO
«Crediamo nel biologico
dei grandi numeri»
Confagricoltura rilancia
la potenzialità del settore
«Non esiste un’agricoltura
buona e una cattiva»
«Quello dell’agricoltura biologica è un settore altamente
professionale, molto imprenditoriale, attento all’agroecosistema, che produce rispettando gli equilibri naturali»,
lo ha detto Giandomenico
Consalvo, componente della
Giunta esecutiva di Confagricoltura intervenendo a Roma
alla tavola rotonda dell’Unione nazionale dei produttori biologici e biodinamici
(UPBIO).
«Ci troviamo - ha evidenziato
Consalvo - di fronte ad una
vera rivoluzione che porta a
considerare il mondo del bio
non più come un settore di
nicchia ma, anzi, come una
produzione estesa, che deve
strutturarsi e organizzarsi,
che deve saper far fronte alle
richieste della trasformazione
e della grande distribuzione
organizzata con approvvi-
gionamenti certi e costanti.
Crediamo nel biologico dei
grandi numeri; è un settore
che deve essere sempre più
business».
«Le politiche per il comparto
bio – ha detto Consalvo –
devono aiutare le aziende
a crescere in dimensione e
ad accrescere la capacità di
aggregare l’offerta; vanno
favorite la formazione di organizzazioni di prodotto bio
e la creazione di una piattaforma di scambio per il biologico, per cui è importante
che le Regioni si coordino tra
loro finanziando progetti a
carattere nazionale».
Consalvo ha concluso
richiamando la necessità “di
evitare in ogni modo la trita
contrapposizione ideologica
tra convenzionale e biologico. Non esiste un’agricoltura
buona ed una cattiva”.
17
A TTUALITÀ
Esportiamo più cibo
che automobili
Coldiretti: «Il futuro è nelle
piccole e medie imprese
agricole» La presidente
della Provincia, Gancia:
«Il motore siamo noi»
Con un aumento del 18
per cento le esportazioni
di vino e cibo Made in Italy
sorpassano quelle di automobili e rimorchi in calo del
14 per cento negli ultimi
cinque anni. Le esportazioni
di prodotti agroalimentari evidenzia Coldiretti - hanno
raggiunto 15,2 miliardi di
euro, mentre le spedizioni
18
di automobili, rimorchi e
semirimorchi si sono fermate a 13,2 miliardi di euro,
nella prima metà del 2012.
L’analisi sulla base dei dati
Istat relativi al commercio
estero nel primo semestre
del 2012 rispetto allo stesso
periodo di cinque anni fa
dimostra che - sostiene la
Coldiretti - l’Italia e il suo
futuro, dopo le delusioni
della grande industria, sono
legati alla capacità di tornare
a fare l’Italia, cioè di essere
l’Italia della grande creatività, delle piccole e medie
imprese agricole, che poi
sanno crescere e conquistare
il mondo.Un dato che non
è sfuggito a Gianna Gancia,
presidente della Provincia
più agricola del Piemonte,
Cuneo: «E’ ora che vengano ristabilite le proporzioni
dell’economia reale – commenta la presidente -,
diciamo basta alle acrobazie
della finanza, il motore del
Paese è nel lavoro silenzioso
del nostro territorio».
O RTOFRUTTA
La patata italiana rimane la migliore
Calo di produzione nel Paesi del Nord Europa
In Italia prezzi in aumento fino al 50 per cento
Le principali organizzazioni
europee del settore hanno
aggiornato nelle ultime settimane il dato della produzione di patata da conservazione del 2012, confermando
il calo dei raccolti legato
principalmente all’andamento climatico delle ultime
settimane ed alla riduzione
delle superfici coltivate.
CE N’È DI MENO
L’organizzazione che raggruppa i principali paesi di
produzione di patata del
Nord Europa (NEPG) ha diffuso le stime ufficiali sul raccolto 2012 in Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio
ed Olanda, la produzione di
questi paesi dovrebbe raggiungere complessivamente i
23 milioni di tonnellate, con
un calo del 14,5% rispetto
al 2011; la sola Germania,
registra un calo delle produzioni di patata di quest’anno
di circa 14 milioni di quintali,
pari alla quasi totalità della
produzione italiana.
I paesi del NEPG rappresentano da soli il 60% delle produzioni di patata dell’Unione
Europea e sono i principali
esportatori di patata all’interno del mercato comune,
con una quota pari al 90%
del volume degli scambi tra
paesi comunitari. Il calo delle
produzioni di patata registrato in Europa, unitamente alle
incertezze sul livello qualitativo del raccolto nord europeo,
ha determinato il rialzo delle
quotazioni del prodotto in
tutti i mercati e la tendenza è
destinata a proseguire anche
nei prossimi mesi per effetto
di una offerta di patata sul
mercato in equilibrio rispetto
alla domanda.
BUONA STAGIONE
IN ITALIA
Il quadro emerso dall’analisi
delle produzioni di patata in
Italia rispetto alle coltivazioni
scavate, evidenzia un calo del
raccolto di quest’anno rispetto alla precedente stagione
con una qualità del prodotto
generalmente buona.
Lo scenario produttivo che
si sta delineando ha già
prodotto effetti sul mercato
italiano, le quotazioni della
patata all’origine si man-
tengono su valori superiori
rispetto a quelli della passata
stagione.
Il prezzo medio di quest’anno per una patata di buona
qualità registra una crescita,
in alcune zone d’ Italia, di
circa il 50% rispetto allo
stesso periodo del 2011 e gli
indicatori in Italia ed Europa
suggeriscono che il trend
al rialzo si manterrà anche
nei prossimi mesi in tutti gli
anelli della filiera.
Il mercato ha registrato, nel
mese di settembre, un andamento regolare delle vendite
nel canale della distribuzione
organizzata e nei principali
mercati all’ingrosso della
penisola, si segnalano inoltre,
attività promozionali da
parte di diversi gruppi della
distribuzione organizzata
presso le proprie reti distributive; quotazioni del prodotto
tendenzialmente stabili.
19
O RTOFRUTTA
Una mela al giorno…
è un farmaco naturale
Ricerche scientifiche confermano
che ridurrebbe il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2
L’American Journal of Clinical
Nutrition ha pubblicato una ricerca
secondo cui aumentando il consumo
di mele si ridurrebbe sensibilmente il
rischio di sviluppare il diabete di tipo
2. I ricercatori della Harward School
of Public Health sono giunti a questa
conclusione dopo aver monitorato
per un periodo di 24 anni le abitudini
alimentari di circa 20.000 persone di
entrambi i sessi, nessuna delle quali
all’inizio dello studio presentava i
sintomi del diabete di tipo 2.
I dati ottenuti hanno permesso agli
studiosi di scoprire come coloro
che mangiavano cinque o più mele
20
a settimana avevano un rischio
inferiore del 23% di sviluppare il
diabete di tipo 2 rispetto a coloro che
ne mangiavano di meno o non ne
consumavano affatto. Questi risultati
venivano confermati anche dopo aver
tenuto conto di altri fattori di rischio
come cattive abitudini alimentari,
fumo e fattori di ereditarietà
legati al diabete. Un altro studio,
recentemente pubblicato sul “Faseb
Journal” e condotto dai ricercatori
del Centro di Biotecnologie
Avanzate di Genova, ha dimostrato
invece come l’acido ascississico
(un ormone vegetale presente
nelle piante, in modo particolare
nelle mele) venga prodotto anche
dall’organismo umano in presenza di
particolari condizioni, favorendo la
produzione di insulina nel pancreas
e contribuendo ad abbassare la
glicemia. Se questi risultati verranno
confermati, l’acido ascississico
contenuto nelle mele potrebbe
costituire la base per la realizzazione
di un nuovo farmaco utile a tenere
sotto controllo il diabete.
A TTUALITÀ
Il pianeta ha sempre più fame
Ma i mercati strozzano i campi
Nella Giornata mondiale dell’alimentazione
fa discutere la proposta francese sul governo globale
A margine del meeting interministeriale sulle tensioni
sui mercati mondiali delle
materie prime agricole e la
volatilità dei prezzi, svoltosi
a Roma alla Fao il 16 ottobre
scorso, in occasione della
Giornata mondiale dell’alimentazione, è stato ribadito
come quella alimentare sia
ormai una sfida per tutto
il pianeta, che deve essere
gestita a livello globale.
L’indice dei prezzi delle
commodities agricole nel
mondo, a settembre, è ancora cresciuto e si è portato
ormai a livelli vicini a quelli
della crisi del 2008 e le
quotazioni stanno oscillando
con una volatilità che mina
la fiducia delle imprese.
Una situazione dei mercati
internazionali tesa, su cui
pesano le condizioni climatiche e che determina anche
difficoltà di approvvigionamento nei Paesi in via di
sviluppo, che non riescono a
garantire cibo sufficiente ai
loro abitanti.
LA STESSA MEDAGLIA
Sono due facce della stessa
medaglia, che secondo
Confagricoltura non vanno
però confuse. Un conto è
la questione della fame nel
mondo, su cui è primaria-
mente impegnata la Fao, un
altro è il tema più complessivo dell’instabilità dei mercati
mondiali delle materie prime
agricole, affrontato negli
ultimi mesi soprattutto dal
G20. E’ necessario tenere
separati questi due temi,
perché altrimenti si rischia-
no confusioni di obiettivi
e di strumenti delle varie
politiche. Occorre quindi
intervenire con un’agenda
che impegni soggetti politici
e istituzioni, ma anche le
imprese con un partenariato
pubblico-privato, portando
avanti politiche per incentivare la produzione agricola,
stabilizzare le quotazioni e
quindi i redditi dei produttori, favorire la conoscenza
e la trasparenza dei mercati,
con regole il più possibile
condivise su scala globale.
Non è un percorso semplice, ma è ormai ineludibile
procedere in tale direzione,
come ha anche auspicato
il ministro dell’Agricoltura
francese Stéphane Le Foll,
che ha chiesto di “costruire
una governance a livello
mondiale sulle questioni
agricole e alimentari”. Un
appello senz’altro condivisibile e che merita di essere
preso in seria considerazione.
Presenti in fiera S.Andrea a Saluzzo
21
S EMINATIVI
Mais, allarme aflatossine
Il Piemonte sta in guardia
Contaminazioni a macchia di leopardo previsti
extra-piani di controllo su filiere cereali e latte
Mentre infuria la polemica sul mais ogm della
Monsanto e sullo studio
francese che ne denuncia
la pericolosità (la Cia ha
ribadito di essere contraria
alla coltivazione degli ogm
perché l’agricoltura italiana, tipica e diversificata,
non ne ha bisogno), i nostri produttori di mais non
biotech sono in apprensione per tutt’altro problema: dai primi dati relativi
alla raccolta 2012 è stato
riscontrato nella granella
un aumento di aflatossine.
Del problema si è occupato un Gruppo di interesse
economico Cereali della
Cia del Piemonte.
L’incremento delle aflatossine non è particolarmente significativo, ma è
sufficiente a far superare i
limiti imposti dalla normativa europea ed a determinare l’impossibilità di
Presenti in fiera
S.Andrea a Saluzzo
22
immettere quel prodotto
sul mercato.
MANGIMIFICI
Diversi mangimifici privati
stanno respingendo molte
consegne di granella di
mais perché contaminate da aflatossine oltre i
limiti previsti dai propri
protocolli. Il Ministero
della Salute ha inviato una
circolare a tutte le Regioni
per invitarle ad adottare
“misure cautelative e di
salvaguardia della salute
pubblica”.
La stessa circolare è stata
inviata al Comando Carabinieri per la Tutela della
Salute, agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali
ed all’Istituto Superiore di
Sanità.
La presenza di aflatossine
si riscontra a macchia di
leopardo in tutta la Pianura padana, ad esclusione
forse del solo Piemonte.
Secondo quanto riferisce
il quotidiano di Verona,
L’Arena, rischia di andare
perduto almeno il 40%
del mais in Veneto.
Il Servizio di assistenza
tecnica agli allevatori
della Regione Lombardia
consiglia il monitoraggio
del latte, dove le aflatossine possono essere presenti se gli animali sono
stati nutriti con mangimi
contaminati.
Nella nostra Regione,
presso la sede dell’Assessorato regionale all’agricoltura, si è tenuta il 24
settembre scorso una
riunione per compiere un
primo esame della situazione. Non è emergenza,
ma c’è attenzione.
Anche per il Piemonte
sono previsti extra-piani di
controllo su filiere cereali
e latte.
MICOTOSSINE
Le aflatossine sono micotossine prodotte da specie
fungine appartenenti alla
classe degli ascomiceti
oppure da alcune muffe.
Si possono sviluppare
nelle arachidi, nella frutta
a guscio, nel granoturco,
nel riso, nei fichi e in altra
frutta secca, nelle spezie,
negli oli vegetali grezzi
e nei semi di cacao, a
seguito di contaminazioni
fungine avvenute prima e
dopo la raccolta.
Il Coordinamento
cereali organismo creato
pochi mesi fa da Cia,
Confagricoltura, Copagri,
Confcooperative,
Legacoop e Agci propone
di destinare parte delle
risorse del “Progetto
Rete qualità cereali”
alle aziende cerealicole
per l’acquisto agevolato
di strumenti per la
selezione e la pulitura
della granella del mais:
selezionatrici ottiche,
campionatori automatici
di tipo dinamico (che
fanno risparmiare tempo
nel prelevamento dei
campioni), linee di
prepulitura per cereali
essiccati, impianti di
spazzolatura.
EUROPEI PENALIZZATI
I livelli massimi consentiti di aflatossine imposti
dal’Europa sono particolamente severi.
Negli Stati Uniti, ad
esempio, i livelli consentiti sono decisamente più
alti: la difformità colpisce
soprattutto gli agricoltori
europei e quelli mediterranei in particolare.
Il Coordinamento cereali
condivide l’iniziativa di
alcuni deputati che stanno preparando un documento da presentare alla
Commissione agricoltura
della Camera, affinché il
Ministro intervenga con
una rogatoria che possa
tutelare gli agricoltori pur
mantenendo la sicurezza
alimentare dei consumatori. Una deroga sui limiti
imposti a livello europeo
sulle aflatossine nel mais
è forse necessaria per
permettere al mais italiano di entrare nel mercato rispettando i limiti di
tossicità previsti.
23
F IERE
Sant’Andrea
a Saluzzo
il 24-25 novembre
Torna l’appuntamento
con l’agricoltura
tra vivaismo e mercatini
Il 24 novembre la Fiera di
Sant’Andrea chiude l’autunno saluzzese aprendo
le porte al calendario degli
appuntamenti natalizi.
24
Appuntamento atteso e
importante per gli imprenditori del settore agricolo:
sabato 25 novembre
dalle 8 alle 13 al Foro
Boario, per la Mostra della Meccanica agricola e
una collaterale dedicata
al vivaismo frutticolo.
Circa 120 gli espositori che
hanno confermato la propria presenza.
Chi ha partecipato alla
Mostra Nazionale della
Meccanica di settembre,
infatti, partecipa di diritto
anche a Sant’Andrea. Ma
non ci saranno solo espositori già presenti in autunno:
numerose sono le domande
di partecipazione di nuove
aziende.
Un’ occasione di incontro e
di confronto per il mondo
dell’agricoltura, un momento per soffermarsi sulle problematiche legate al settore
primario e per conoscere le
ultime novità.
Domenica 25 novembre
Mercantico per le vie del
centro cittadino, mercato
dell’usato e piccolo artigianato e antiquariato, e
mercatino di Natale in Via
Savigliano.
25
Vendemmia, quotazione
delle uve in netto rialzo
A far la parte del leone, Moscato, Brachetto
Pinot nero e Chardonnay spumante Alta Langa
26
E NOLOGIA
La vendemmia in Piemonte, si sa, è stata scarsa per
quantità (meno 8%), complici un’annata siccitosa e
la flavescenza dorata che
ha decimato le viti, ma non
certamente per qualità. Le
uve raccolte sono sane e
con una forte concentrazione zuccherina: la lunga
siccità ha pressoché azzerato il problema dei parassiti
e delle muffe. Dalle prime
stime post vendemmia
emerge che il calo dell’uva
raccolta è stata più sensibi-
precedenti».
Ma ecco alcuni dati: a far
la parte del leone sono le
uve tutelate dagli accordi
interprofessionali (Moscato
a 1,065 al chilo, Brachetto
a 1,350, Pinot nero e chardonnay per lo spumante
Alta Langa a 1,100). Ma ci
sono anche prezzi ottimi
per le uve Ruchè di Castagnole Monferrato (da un
euro a 1,200). La Barbera
d’Asti docg diradata e
selezionata, nell’ultima
settimana ha registrato
Anche ottimi prezzi
per le uve Ruchè
di Castagnole
Monferrato
le nel Monferrato che nelle
Langhe.
«A compenso della minor
produzione - rileva Roberto
Ercole, presidente di Cia
Piemonte - le quotazioni
delle uve sono in netto
rialzo. Stando al privilegiato osservatorio della
Commissione prezzi della
Camera di commercio di
Asti, sono in aumento
anche le quotazioni dei vini
a seguito dell’esaurimento
delle scorte delle annate
una quotazione massima
di 10 euro il miriagrammo,
un euro e cinquanta in
più rispetto all’inizio della
vendemmia, il Piemonte
Barbera doc è aumentato
di 50 centesimi sia sul valore minimo che su quello
massimo (0,750/0,800 al
chilo). Va bene anche la
piccola doc Cisterna con
quotazioni da 0.900 a
1,100 al chilo, e il Grignolino si attesta tra 1,150 e
1,300.
27
A TTUALITÀ
A Savigliano, i “veri buoni”
si trovano… in ospedale!
Frutta fresca o preparati di
frutta, yogurt e insalata,
prodotti biologici di provenienza locale sono “i veri
buoni” che si trovano ora
tra “i fuori pasto” proposti
nei distributori automatici
della nuova area ristoro
“Scegli il gusto della salute” nell’ingresso dell’ospedale di Savigliano.
IL GUSTO
DELLA SALUTE
“I veri buoni” è un progetto pilota, il primo in
Piemonte, uno dei primi in
Italia, frutto della collaborazione tra l’Asl CN1 e
la “Vela Service” di Mare-
28
Il progetto pilota
dell’Asl Cn1
porta frutta e verdura
nei distributori
automatici
ne, azienda operante nel
campo della distribuzione
automatica di bevande e
alimenti. Il progetto dà
anche un importante contributo al territorio, con
l’inserimento di prodotti a
filiera corta e con la loro
valorizzazione attraverso
un canale nuovo, ancora
poco conosciuto dai produttori agricoli, il “vending”.
Le ragioni di questa scelta
coraggiosa sono molte.
Marcello Caputo, direttore
della direzione Integrata
della Prevenzione dell’Asl:
«Aumenta il consumo e
la consapevolezza di ciò
che è utile o dannoso per
la salute e occorre agire
sull’ambiente per modificarlo, soprattutto oggi che
viviamo in un contesto che
ci porta verso l’obesità.
Disponiamo di prodotti ottimi sul piano dei controlli
igienici, ma non altrettanto dal punto di vista nutrizionale. L’Azienda sanitaria
produce cura, ma è anche
attenta ai comportamenti
alimentari».
A TTUALITÀ
ABITUDINI ALIMENTARI.
Recenti studi sembrano
confermare che il consumo
di glucosio, grassi, sodio
e le porzioni abbondanti
favoriscano nei soggetti
predisposti la tendenza
a mangiare in eccesso,
creando pericolosi circoli
viziosi. Negli ultimi decenni proprio l’assunzione di
zuccheri, grassi e sale è
aumentata notevolmente,
non solo per un incremento medio dei contenuti
nei diversi alimenti, ma
anche per la progressiva
crescita delle porzioni. Tra
gli alimenti maggiormente interessati da questi
cambiamenti vi sono molti
prodotti consumati da
bambini e adulti, soprattutto nei “fuori pasto”.
Un promemoria utilizzabile
anche in ambito domestico
che ricorda come la maggior parte delle patologie
dipendano da quattro fattori: alimentazione, attività
fisica, fumo ed alcool.
Vilma Brignone
BOLLINO VERDE
Nei distributori della
salute, i bollini verdi sono
utilizzati solo per i prodotti
considerati ad ogni effetto
buoni per la salute, mentre
sugli altri prodotti l’indicazione arriva al termine
di un semplicissimo snacktest che fornisce ai consumatori criteri di scelta
basati sui dati riguardante
il contenuto di zuccheri,
grassi, saturi o sodio in
etichetta.
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4ELs
29
F ISCO
E TRIBUTI
L’equo canone dei fondi rustici
è aumentato dell’uno per cento
Si è svolta a Cuneo nei locali della
Provincia la commissione tecnica
provinciale per la determinazione
dell’equo canone di affitto dei fondi
rustici, durante la quale si è deciso di
aumentare dell’1% il coefficiente di
adeguamento.
Al tavolo erano presenti i rappresentanti degli affittuari e della proprietà
fondiaria, oltre ad esponenti delle
tre principali organizzazioni agricole,
dell’Agenzia del Territorio e ai dirigenti della Provincia di Cuneo.
La decisione è stata presa dopo un’approfondita e intensa discussione tra
le parti e considerando, oltre ai criteri
previsti per legge, anche e soprattutto
le variazioni subite dagli indici Istat
relativi ai prezzi dei prodotti agricoli
(+8,2%) e dei beni acquistati dalle
30
Accordo
tra le parti
nell’incontro
in Provincia
Ha pesato
l’impennata
delle tasse
sulla proprietà
aziende del settore primario (+6,3%).
«Il risultato ottenuto è frutto di un
prezioso lavoro di mediazione tra le
parti - dice Isabella Moschetti, rappresentante della Proprietà Fondiaria
della provincia di Cuneo -.
Ritengo che un aumento, seppur
minimo, era necessario, considerato
l’aumento del costo della vita e l’impennata delle tasse che i proprietari
devono versare all’Erario con l’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli e
sui fabbricati strumentali.
In altre province piemontesi si
sono avuti ritocchi in rialzo anche
dell’1,5%, mentre nella vicina Lombardia l’aumento si è aggirato tra il
2% e il 2,5%».
F ISCO
E TRIBUTI
Fabbricati rurali a catasto
entro il 30 novembre 2012
Adempimento richiesto
dalla manovra Salva Italia
I fabbricati rurali censiti nel catasto dei
terreni, devono essere iscritti al catasto
fabbricati entro il prossimo 30 novembre.
I soggetti interessati possono verificare
con facilità questa condizione dalla visura
catastale dei terreni: se appare la voce
“fabbricato rurale”, oppure “porzione di
fr”, è indispensabile presentare la pratica
di accatastamento nel termine suddetto.
Questa esigenza, fino a tutto il 2011
dovuta solo in caso di compravendita,
successione, ristrutturazione, ecc., del
fondo rustico, è stata introdotta dalla
Manovra Salva Italia, ed è finalizzata
anche al pagamento dell’IMU che da
quest’anno ha sostituito l’ICI.
La nuova imposta, dovuta anche sui
fabbricati rurali, si determina sulla base
della rendita catastale, della quale il
fabbricato rurale iscritto al catasto terreni
è sprovvisto. Per questo motivo, visti i
termini di versamento del primo acconto
dell’imposta fissati per il 16 giugno, ed
il termine del 30 novembre previsto per
l’accatastamento al catasto fabbricati,
l’imposta per i fabbricati in questione
dovrà essere versata in unica soluzione
entro il 17 dicembre. Per l’accatastamento i soggetti interessati dovranno riferirsi
ad un professionista abilitato (geometra,
architetto, perito agrario, ecc.).
31
A TTUALITÀ
Cooperative cuneesi in allarme
«Ci attendono altri mesi difficili»
reiterata persistenza dell’instabilità
economica, anche le cooperative,
che avevano retto bene alla prima
fase della crisi marcatamente finanziaria del 2008, hanno ora difficoltà
di tenuta nell’attuale contesto contrassegnato da forte crisi “reale”.
Massimo Gallesio
Anche nel cuneese gli effetti della
congiuntura economica sfavorevole
si fanno sentire, creando ripercussioni negative per le imprese e la
collettività. In questo panorama di
32
MERCATO STAGNANTE
Dall’indagine congiunturale quadrimestrale che il Centro studi di
Confcooperative elabora e divulga,
si conferma che la ormai prolungata
stagnazione della domanda interna
sta fortemente incidendo negativamente sui margini operativi delle cooperative, conseguenza anche di un
credito bancario sempre più razionato e costoso, contestualizzato in uno
scenario di alta pressione fiscale.
Il peggioramento registrato negli ultimi mesi da alcuni indicatori
congiunturali creano prospettive di
breve termine poco incoraggianti,
sia sotto il profilo produttivo che
occupazionale.
STRESS FINANZIARIO
In modo particolare si deve porre in
evidenza la persistenza di un forte
stress finanziario, determinato da
una diminuzione della liquidità per il
33,5% delle cooperative in seguito
all’allungamento dei tempi di pagamento, abbinato ad un incremento
delle cooperative che non hanno
ottenuto dal sistema bancario i prestiti richiesti (18,4%) e ad un 69,2%
delle cooperative che hanno visto
soddisfatta la richiesta di prestito
bancario accompagnato
però da un rialzo dello
spread applicato.
Piccoli segnali di tenuta
provengono dalle cooperative che fanno dell’export
il loro core business e dalle
cooperative medio/grandi
che in questi anni hanno
saputo adeguare i loro assetti organizzativi, tecnologici e commerciali ai nuovi
bisogni espressi dall’attuale dinamica congiunturale. Troppo poco, per non
considerare il livello del
sentimento del movimento
cooperativo sul futuro del
Sistema Italia ancora in
territorio negativo.
Segnali negativi dall’ultima
indagine di Confcooperative
Cuneo. Prospettive poco
incoraggianti su produzione
e occupazione
PUNTO DI RIFERIMENTO
«Siamo consapevoli che
ci attendono altri mesi
difficili – afferma il direttore generale di Confcooperative Massimo Gallesio
– ma è chiaro che è nostro
dovere insistere sulle linee
di indirizzo già ampiamente tracciate dalla nostra
Confederazione (rete tra
cooperative, internazionalizzazione, innovazione,
formazione) e sulla quale
la nostra Unione cuneese
sta ormai da lungo tempo
lavorando per e con la propria base associativa».
«Malgrado il pesante
tempo di crisi che stiamo vivendo – prosegue
Massimo Gallesio – la
cooperazione è riuscita a
dare fino ad ora straordinari segni positivi sia nel
campo del lavoro che della
solidarietà, ed è questo il
motivo per cui abbiamo
la responsabilità di continuare a rappresentare un
utile punto di riferimento
ai bisogni del territorio e
della collettività».
33
F IERE
La Fiera Fredda
che scalda i cuori
A Borgo San Dalmazzo dal 4 al 9 dicembre
La Fiera Fredda di Borgo San Dalmazzo
è una delle manifestazioni più longeve
del territorio italiano. Si svolge infatti
ininterrottamente dal 1569, data in cui
Emanuele Filiberto concesse alla città
di istituire una fiera in onore del santo
Patrono, il 5 dicembre, della durata di
tre giorni.
Con gli anni la Fiera Fredda si è caratterizzata sempre di più come evento
enogastronomico di grande richiamo,
legato al territorio e ai suoi prodotti, in
particolare alla Helix Pomatia Alpina,
la chiocciola dalla carne bianca che ha
trovato il suo habitat naturale nei boschi
delle Alpi Marittime.
Le lumache lessate (rigorosamente in
acqua bollente con sale e aromi) posso-
34
no essere trattate nei modi più svariati,
per ultimare la cottura con aromi e
condimenti diversi adatti ad esaltarne il
sapore. Secondo la più antica tradizione borgarina, le lumache sono servite
semplicemente lessate nel proprio
guscio dal quale sono estratte con il
caratteristico chiodo per ferrare i cavalli
(usato anche ai giorni nostri) e intinte in
salsa piccante a base di olio, sale, pepe
e aglio, detta “salsa del cartuné”.
La Fiera Fredda richiama ogni anno
migliaia di visitatori, in particolare il 5
dicembre, quando la città si anima con
il grande mercato in tutte le strade; dal
2011 la Regione Piemonte ha insignito
la manifestazione del titolo di “fiera
nazionale”.
L’edizione 2012 si terrà dal 4 al 9
dicembre a Palazzo Bertello, con la
partecipazione di circa 30 Comuni che
proporranno i loro piatti tipici. Gli orari
di apertura sono i seguenti: martedì 4 dicembre 18 – 22; mercoledì 5
dicembre 10 – 22; giovedì 6 dicembre
18 – 22; venerdì 7 dicembre 18 – 22;
sabato 8 dicembre 10 – 22; domenica 9
dicembre 10 – 20.
Per le serate sono previsti diversi
spettacoli nell’area allestita ad hoc,
nell’Auditorium e conferenze nello
spazio interno a Palazzo Bertello; tra gli
appuntamenti più importanti, mercoledì
5 dicembre, Lou Seriol, la band occitana
della Valle Stura, e, venerdì 7 dicembre,
quello delle Mondine.
35
C URIOSITÀ
DI
F LORIANO L UCIANO
Ecco i prezzi
della frutta
sulle
bancarelle
tedesche
Mele, pesche, kiwi,
marroni, nettarine…
A quale prezzo viene
venduta la frutta sulle
bancarelle della ridente
Germania?
Ecco qualche esempio
registrato sul posto
dall’Imprenditore
agricolo a ottobre nel
supermercato Edeka a
Monaco di Baviera e da
un fruttivendolo di Passau
(Est Baviera, al confine
con Austria e Cechia).
Produttori e consumatori
possono fare i confronti
che ritengono più
opportuni e trarne le
conseguenti riflessioni.
MELE
Varietà: gala - boskop - golden - braeburn
Origine: Germania
Calibro: 75+
Euro 2.29 al kg (in vendita presso supermercato Edeka
a Monaco di Baviera)
36
PESCHE
Origine: Spagna
Categoria A
Euro 2.50 al kg
(in vendita
da un verduriere
di Passau – Baviera)
MELE
Varietà: mele rosse estive Honeycrunch
Calibro: 80
Euro: 4.80 al kg (in vendita presso fruttivendolo
di Passau
(Est Baviera,
al confine
con Austria
e Cechia)
KIWI
Origine:
Nuova
Zelanda
Euro 0.85
al kg (in vendita da verduriere di Passau
- Baviera)
MARRONI
NETTARINE
Origine: italia
Calibro A
Euro 2.95 al kg
(in vendita
da verduriere
di Passau - Baviera)
NETTARINE
Origine: italia
Calibro A
Euro 3.49 al kg
(in vendita presso
supermercato Edeka
a Monaco di Baviera)
Origine: Francia
Euro 1.25 al kg (in vendita da verduriere
di Passau - Baviera)
37
F ISCO
E
T RIBUTI
La stabilità del Governo
che non piace all’agricoltura
Il Ddl Stabilità per il 2013,
così come approvato dal
Consiglio dei ministri il
9 ottobre, ora al vaglio
del Parlamento per la sua
conversione in Legge,
contiene, oltre ai tagli alle
detrazioni e deduzioni
fiscali che colpiscono tutti i
contribuenti, alcune norme
che incidono sensibilmente
ed in maniera negativa
sulla fiscalità del mondo
agricolo.
REDDITI DOMINICALI
La prima, che riguarda tutti
gli imprenditori agricoli
ed i proprietari dei terreni
concessi in locazione è
l’aumento, per i periodi
di imposta 2012, 2013 e
2014 dei redditi dominicali
ed agrari dei terreni.
Si ricorda che il reddito
dominicale è dichiarato dal
proprietario o dal titolare
di diritto reale sul terreno
ed il reddito agrario è
dichiarato dal soggetto
che conduce il fondo
che può essere lo stesso
proprietario oppure essere
il conduttore in forza di un
contratto di locazione, di
38
comodato ecc... Ad oggi
per determinare la base
imponibile si applicava una
rivalutazione di tali redditi
pari all’80 % per il reddito
dominicale e pari al 70 %
per quello agrario.
Vale a dire che partendo
i successivi due esercizi)
tale rivalutazione sarà
maggiorata del 15 %
, in sostanza quindi si
dovranno rivalutare i
redditi dominicali del 107
% e quelli agrari del 95,5
%. Solamente nel caso in
Il nuovo Disegno di legge
approvato dal Consiglio
dei ministri incide
gravemente sulla fiscalità
del mondo agricolo.
Si spera nel Parlamento
dalle rendite indicate
in visura le si rivalutava
rispettivamente dell’80 %
e del 70 % ed in questo
modo si trovava la base
imponibile da assogettare
a tassazione. A partire
dall’esercizio 2012 (per
cui i terreni siano posseduti
e condotti da coltivatori
diretti od imprenditori
agricoli professionali iscritti
nelle rispettive gestioni
previdenziali agricole la
rivalutazione sarà del 5 %
in luogo del 15 %.
SOCIETÀ E REDDITI
CATASTALI
L’altra disposizione
contenuta nel Ddl, che
colpisce un minor numero
di contribuenti ma che
dove colpisce ha effetti
molto pesanti, prevede
a partire dal periodo
di imposta in corso la
revoca della possibilità
di tassazione su base
catastale per le società
agricole.
Pertanto le società agricole
a responsabilità limitata
(S.r.l.), le società di persone
agricole sotto forma di
società in nome collettivo
(S.n.c.) o di società in
accommandita semplice
(S.a.s.) non potranno più
determinare il proprio
reddito fiscale sulla base
delle risultanze dei valori
catastali ma dovranno
determinarlo sulla base
delle risultanze di bilancio.
Solamente le società
agricole sotto forma di
società semplici potranno
determinare il reddito
agrario su base catastale
in quanto non ricomprese
in tale limitazione dato
F ISCO
DI
che il loro reddito non è
classificato tra i redditi di
impresa.
La disposizione ora
abrogata dal Ddl era stata
introdotta con la Legge
Finanziaria per il 2007 e
prevedeva la possibilità
appunto di determinare il
reddito di tali società su
base catastale, con opzione
almeno triennale, qualora
fossero rispettati precisi
requisiti quali l’esercizio
esclusivo di attività
agricola di cui all’art.
2135 del Codice Civile e
l’indicazione di società
agricola nella ragione
sociale.
FOTOVOLTAICO
E BIOGAS
Tale norma è di rilevante
portata in quanto,
soprattutto nella
realizzazione di impianti
di energia elettrica sia da
fonti fotovoltaiche che
da biomasse, nel mondo
agricolo sono entrati
capitali da investitori
“esterni” e la S.r.l. agricola
é stata il miglior veicolo
per coniugare da un lato
l’esigenza di diversificare la
produzione da parte delle
aziende agricole e dall’altro
il reperimento dei capitali
mantenendo la peculiarità
della tassazione su base
catastale.
Sulla base di tale
tassazione sono poi stati
costruiti i business plan
di durata pluriennale
(quindicennali o
ventennali) e spesso il
favorevole regime fiscale
ha contribuito a far sì
che si realizzassero gli
investimenti in quanto
vi era una buona
remunerazione del
capitale.
La nuova norma
vanifica totalmente tali
benifici e in alcuni casi
potrebbe stravolgere
completamente, ormai
ad investimenti realizzati,
la redditività degli stessi
facendoli virare dal segno
positivo a quello negativo.
Per questo motivo si
auspica che in sede di
conversione in Legge
qualcosa venga modificato
e che per lo meno tale
nuova disposizione si
applichi solamente alle
società agricole costituite
a partire dall’esercizio
2013 salvaguardando così
chi ha investito facendo
le proprie valutazioni
economiche tenendo
conto di una favorevole
normativa fiscale ora non
più applicabile.
ALBERTO TEALDI,
E
T RIBUTI
COMMERCIALISTA
[email protected]
39
F ORMAZIONE
Lombriasco, quando
l’agricoltura fa scuola
L’Istituto tecnico agrario
di Lombriasco, comune
al confine tra le province
di Torino e Cuneo, oggi
rappresenta un prestigioso punto di riferimento
sul territorio per quanto
riguarda la formazione del perito agrario e
dell’agroindustria specializzato nella produzione e
nella trasformazione dei
prodotti.
DA DON RUA
AGLI EXALLIEVI
La Scuola agraria salesiana
di Lombriasco vanta una
storia centenaria; infatti
verso la fine del secolo
scorso il vecchio castello di
Lombriasco viene acquistato da don Rua, il primo
successore di don Bosco.
Tra il 1905 e il 1908 la casa
salesiana si trasforma in
un’organizzazione che negli anni diventerà agraria e
scolastica. Nei primi decenni del Novecento, con la
riforma dell’insegnamento
agrario, la scuola agraria
di Lombriasco si evolve da
40
Scuola tecnico-pratica in
Avviamento professionale
e Scuola tecnica.
Infine, nel 1937,
viene completato il quadro
scolastico mediante l’apertura dell’Istituto tecnico
agrario.
Punto di forza dell’Istituto
e parte integrante della
sua storia è l’associazione
degli Exallievi che oggi
conta circa seimila iscritti.
Lo scopo dell’associazione
non è solo quello di gestire
i rapporti fra tutti coloro
che hanno frequentato le
scuole salesiane di Lombriasco, ma anche quello
di organizzare incontri
convegni e raduni periodici
sempre molto partecipati e
sentiti.
LABORATORI
E AZIENDA AGRICOLA
L’Istituto tecnico agrario
è dotato di vari laboratori
didattici: aula di agraria,
di scienze, di informatica, di fisica, di chimica e
di una biblioteca tecnica.
Fondamentale importan-
za, soprattutto nell’ottica
della nuova riforma degli
studi tecnici, viene data
all’attività laboratoriale:
gli allievi, infatti, possono
sperimentare sul campo le
F ORMAZIONE
L’Istituto agrario salesiano
compie 75 anni
Sulle orme di don Bosco
tra fare e sapere
nozioni di scienze, agronomia, e delle altre materie
professionalizzanti attraverso le esercitazioni di
azienda nel grande parco
e nel frutteto della scuola;
i principali laboratori in
campo sono: il giardino
botanico, i tappeti erbosi
e i prati fioriti, le piante
officinali, il frutteto e le
coltivazioni delle biomasse.
Inoltre, fa parte integrante della Scuola agraria
un’azienda agricola di allevamento avicolo e bovino,
con terreni a produzione
cerealicola.
Nel corso dello studio
è previsto che gli allievi
visitino in Italia e all’estero
frutteti, vigneti, cantine,
caseifici, oleifici, prosciuttifici, birrifici, aziende
zootecniche, fiere agricole
internazionali, laboratorio
della CCIAA e scuole di
specializzazione.
L’Istituto partecipa a progetti di ricerca, sperimentazione e dimostrazione
agricola con la Regione
Piemonte e la Facoltà
di Agraria di Torino e
collabora con le associazioni ambientaliste per
la progettazione di aree
rinaturalizzate. Si effettuano convegni e incontri di
diavulgazione sulle principali tematiche di attualità
del settore agricolo.
VENDITA DIRETTA
AL CONSUMATORE
Elemento trainante
dell’azienda agricola della
Scuola agraria salesiana
di Lombriasco è il settore
avicolo, sempre più specializzato nello svezzamento
dei pulcini delle razze più
adatte al mercato rurale
con la vendita diretta di
razze ovaiole, pesanti bianchi e rossi, colli pelati, le
razze locali come la Bianca
di Saluzzo e la Bionda di
Villanova. Valorizzando un
settore zootecnico considerato di minore importanza,
oggi la scuola è un punto
di riferimento per i piccoli
allevamenti a conduzione
famigliare.
Infine dal 2000, l’azienda
della Scuola agraria salesiana di Lombriasco ha
dato vita ad una filiera corta di produzione e vendita
diretta al consumatore di
carne bovina. Nella stalla
della scuola viene allevata
la razza Blonde d’Aquitaine
con tutti i requisiti richiesti
per il benessere degli animali che vengono alimentati con foraggi prodotti
in azienda. L’esempio della
scuola è stato seguito da
altre aziende del territorio.
41
F ORMAZIONE
Dai campi ai computer
Ecco cosa offre l’Istituto Salesiano
L’offerta formativa della
Scuola agraria salesiana di
Lombriasco risulta piuttosto
ampia e comprende attività
di diverso tipo allo scopo di
fornire agli allievi una preparazione solida e completa.
Tra i progetti formativi di
particolare importanza vanno
citati: corso ed esami per il
conseguimento della patente
europea di informatica (Ecdl);
42
si tratta di una certificazione
spendibile sia a livello lavorativo che universitario; certificazioni riguardanti la lingua
inglese (Pet e first certificate)
a cui possono accedere sia
gli allievi del biennio che del
triennio delle scuole superiori
e che permettono di valutare
la competenza linguistica a
livello europeo; partecipazione a concorsi con particolare
valenza formativa e didattica
(Concorso Montecastrilli)
per sensibilizzare gli allievi
sulle tematiche di attualità,
valorizzando le eccellenze; incontri con esperti nel
settore agricolo che hanno
lo scopo di aiutare i ragazzi
nel loro percorso di crescita
e maturazione professionale;
uscite didattiche e viaggi di
istruzione finalizzati ad accre-
scere nei ragazzi l’interesse
per le discipline scolastiche
verificando l’applicazione
in campo lavorativo delle
nozioni acquisite; per tutti
i ragazzi che vivono lontani
dalla scuola, l’istituto salesiano offre la possibilità del
convitto in sede.
LAVORI MANUALI
Grazie all’autonomia scolastica sono state aggiunte ore
di Laboratorio d’azienda in
cui i ragazzi imparano i lavori
manuali indispensabili per
la gestione aziendale; con
l’autonomia scolastica è stato
possibile arricchire l’offerta
didattica aggiungendo al
curriculum scolastico ore di
Laboratorio di azienda. Durante le ore di Laboratorio gli
allievi imparano in modo fattivo tutte le tecniche manuali
indispensabili per la gestione
dell’azienda agricola. Questa scelta è stata motivata
dalla volontà di offrire una
preparazione il più possibile
completa sia dal punto di
vista delle conoscenze che
delle abilità e competenze in
ambito agrario.
A TTUALITÀ
Controlli a campione
sulle aziende che hanno chiesto
i contributi agroambientali
Si verifica la regolarità delle condizioni, tra cui l’avvicendamento
delle colture e il rispetto delle fasce lungo i corsi d’acqua
In questi giorni gli organismi
preposti stanno iniziando i
controlli a campione sulle
aziende che hanno chiesto
contributi sulle misure agroambientali del Psr ed hanno
presentato una Domanda
Unica nel 2012.
I controlli vengono effettuati
per verificare se l’agricoltore
ha rispettato le norme previste dalla condizionalità per
la sua azienda. Va ricordato
che con il nome di condizionalità Pac si indicano tutte
le norme di comportamento
a cui devono sottostare le
aziende che ricevono contributi comunitari (es. domanda
unica Pac e Psr).
Il non rispetto delle norme
può causare una riduzione
dei contributi fino al loro azzeramento. Qualora venissero riscontrate anche eventuali “colpe gravi” riguardanti
l’inquinamento ambientale
si rischiano anche sanzioni
penali.
Due recenti ed importanti
norme sulla condizionalità
riguardano l’avvicendamento
delle colture (standard 2.2)
ed il rispetto delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua
(standard 5.2).
AVVICENDAMENTO
DELLE COLTURE
Al fine di favorire l’avvicendamento delle colture sullo
stesso appezzamento di terreno agricolo, non potranno
avere una durata superiore
a cinque anni le monosuccessioni dei seguenti cereali:
frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale,
orzo, avena, miglio, scagliola,
farro, mais e sorgo.
Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione
dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per
due o più anni consecutivi.
Il computo degli anni di
monosuccessione decorre a
partire dall’anno 2008.
Non interrompono la monosuccessione le colture intercalari di secondo raccolto.
La successione dei seguenti cereali: frumento duro,
frumento tenero, triticale,
spelta, segale, orzo, avena,
miglio, scagliola, farro, viene
considerata come monosuccessione dello stesso
cereale. Pertanto, anche la
loro alternanza è considerata
monosuccessione.
È quindi evidente che, chi
ha fatto monosuccessione
nei termini sopra specificati
già per cinque anni sullo
stesso appezzamento, con le
prossime semine dovrà interromperla per non incorrere in
violazione della norma.
43
S ALUTE
Meno sale in cucina
per prevenire l’ictus
Ictus: attenti al troppo sale, è pericoloso. Ne parliamo con Giuseppe Bonatto,
presidente di ALICe Cuneo Onlus, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale.
Aumento della pressione arteriosa e maggior probabilità di andar
incontro ad un ictus: c’è davvero un
legame?
«Certamente. Sono numerosi gli studi
clinici che fanno emergere in modo
chiaro l’esistenza di un legame diretto
tra la pressione alta ed un lesivo evento
cerebrovascolare. E’ ampiamente assodato che mantenere i valori di pressione
almeno al di sotto di 140 e di 90 mmHg
(massima e minima rispettivamente) ha
un impatto estremamente positivo in
termini di prevenzione cardiovascolare
generale».
Come fare per riuscire a non superare questi limiti?
«La strada più corta è quella di controllare la pressione arteriosa facendo uso
di farmaci. Pur rilevando che, quando i
valori si avvicinano o superano di poco
i livelli di guardia, è quanto mai importante puntare sullo stile di vita, soprattutto sul fronte alimentare».
Quale fattore incide molto negativamente sulla pressione arteriosa?
«Rilevo che, in particolare, il consumo di
sale nel regime dietetico del nostro (ed
anche altri) Paese è decisamente troppo
elevato. La quota media individuale va
da 6 a più di 12 grammi al giorno (più
delle persone continua a sottovalutare
i danni che possono derivare dal sodio
in eccesso e ben pochi sono disposti a
rinunciare ai sapori abituali in nome di
un pericolo che non sentono imminente. Eppure, il modo di usare meno sale
senza rinunciare a cibi appetitosi esiste
e non è neppure difficile da praticare».
Cioè?
«Il primo passo consiste nel ridurre pro-
I consigli del dottor Giuseppe Bonatto
per una corretta igiene alimentare
o meno da uno a due cucchiaini da tè),
mentre occorrerebbe mantenerla sotto
i 5 grammi che rappresenterebbero
il quantitativo quotidiano ideale per
bilanciare fabbisogno e salute cardiovascolare».
Sono raccomandazioni che i medici
fanno ai propri pazienti ma, sovente, con scarso successo. Quale la sua
valutazione?
«E’ vero, purtroppo! Nonostante le
indicazioni dei miei colleghi ai loro assistiti, e l’ho sperimentato direttamente
quale medico di base, la maggior parte
44
Giuseppe Bonatto
gressivamente le quantità di sale impiegate per cucinare per abituarsi poco per
volta, e nell’evitare di aggiungere sale
a tavola. Se il piatto è stato cucinato in
modo corretto in genere non ha bisogno di essere reso ulteriormente sapido.
Per accentuare il gusto e conferire una
nota di originalità a minestre, pesce,
sughi, verdure e carni si può puntare
su spezie ed erbe aromatiche. Oltre al
profumo e al sapore gradevoli, queste
contengono spesso anche microelementi benefici per l’organismo, in particolare antiossidanti e antiaggreganti».
F IERE
XXXII Fiera del porro Cervere
Dal 10 al 18 novembre
si svolge il tradizionale mercato del pregiato porro di Cervere. Le sue qualità dovute alla coltivazione in un terreno particolare
ne conferiscono profumi e sapori particolari apprezzati nella cucina tipica Piemontese.
Fiera del cappone a Morozzo
Dal 15 al 17 dicembre
Il Cappone di Morozzo è uno dei prodotti tipici della provincia di Cuneo. Immancabile sulle tavole imbandite per le festività
natalizie, il pregiatissimo cappone locale è presidio Slow Food. Ogni anno, a metà dicembre, il piccolo paese di Morozzo ospita
la fiera interamente dedicata al pregiato animale.
Fiera del grano saraceno e della castagna bianca
a Pamparato
Dal 24 al 25 novembre
Le suggestive viuzze di Pamparato, caratteristico centro della Val Casotto, ospitano una rassegna che rivaluta gli antichi sapori
della cucina povera alpina. Da non perdere: la degustazione della polenta saracena e delle castagne bianche, il mercato dei
prodotti alpini e dei prodotti enogastronomici di pregio, le degustazioni di prodotti tipici, le musiche popolari, le mostre, il
museo etnografico, la visita del mulino a pietra presso la stagionatura Valcasotto.
45
V OCI
DAI CAMPI
L’autostrada, le dighe, i trafori...
E l’aquila che depose il ciucun
Ambrogio Chiotti replica
a Floriano Luciano
Sul numero 7 del mese di luglio 2012
de “L’Imprenditore agricolo” a pagina
5, nella rubrica Orizzonte Terra, Floriano
Luciano, nella sua dissertazione politico
sindacale compie una serie di errori, che
mi preme puntualizzare:
1) Stranamente all’incontro dei dirigenti
con Lobianco non ricevetti l’invito da
parte della Coltivatori diretti ma fui
informato da un altro dirigente.
2) L’allora presidente Lobianco non
parlava in un forbito napoletano, bensì
barese, in quanto concittadino di un
noto uomo politico della Valle Varaita,
nativo di Bitonto.
3) L’aquila non partorisce, ma depone le
uova che poi cova, ecco perché facevo
riferimento alla covata andata a male.
4) Quella sera il presidente Lobianco
46
non stava illustrando il
“Progetto Aquila”, in
quanto già miseramente
fallito.
5) Date a Cesare quel che è
di Cesare, diceva un tempo
il Signore, la battuta dei
ciucun, era del sottoscritto
e non del compianto
Giuliano Sacchetto, che
quella sera certo non usò
tanti riguardi nei confronti
di Lobianco, ma essendo
un uomo del “sistema”
non poteva usare certi termini. Sarà per
motivi famigliari, sarà per il dissenso
incontrato nei vari incontri con i
dirigenti, fatto sta che dopo tre mesi
Lobianco si dimise da presidente della
Coltivatori diretti. Il “Progetto Aquila”
era nelle intenzioni della Coltivatori
diretti un progetto teso a far volare alto
l’agricoltura italiana, in realtà era una
delle tante pie illusioni che ciclicamente
venivano propinate ai contadini. Non
fu certo l’unica illusione, restando nella
nostra provincia, basti ricordare la diga
di Moiola oppure la Pedemontana con il
traforo del Ciriegia-Mercantur, progetto
osteggiato dalla stessa Coltivatori diretti,
che oggi chiede collegamenti rapidi e
veloci. Dei tanti progetti, l’unica opera
concreta è la direttissima Cuneo-Asti,
che dopo 50 anni ancora non è stata
completata. Sinceramente, più che di
direttissima si può parlare di autostrada
a “Z” che allunga il percorso di ben14
km… Anzi, a ben pensarci, perché
non potrebbe essere l’autostrada a
“N”? In fondo tutto dipende dal punto
di osservazione, in questo modo si
onorerebbe chi la volle così.
Distinti saluti.
Ambrogio Chiotti, Costigliole Saluzzo
Le questioni “di sostanza” sollevate
da Ambrogio Chiotti – diga di Moiola,
Pedemontana, traforo del Ciriegia,
autostrada Asti-Cuneo, oggetto sociale
delle cooperative – sono vicende mai
abbastanza discusse, che meritano
l’apertura di un dibattito.
Le questioni “di contesto” - non
riportate “de relato” ma direttamente
vissute - comunque piacciano ricostruite,
non mutano l’essenza del narrato,
che fra progetti, successi e fallimenti,
uomini dentro, fuori e contro “il
sistema”, rappresentano nel bene e
nel male l’agricoltura di questi decenni.
Confrontiamoci su questo anziché
dissertare sui particolari!
Floriano Luciano
47
N OTIZIE
DALLE AZIENDE
Moro Aratri
generazione Spider
I nuovi ripuntatori
della dell’azienda bergamasca
protagonisti nel mercato
della meccanizzazione
Dal 1957 ad oggi la Moro Aratri di Fontanella, in provincia di Bergamo, ne ha
“girata” di terra, confermandosi punto
di riferimento della meccanizzazione
agricola, soprattutto per i contoterzisti che lavorano con mezzi di elevata
da nei modelli portati dai mono agli
esavomere, semiportati dai quadrivomere fino ai giganti da otto vomeri e aratri
da scasso in grado di lavorare fino a 70
centimetri di profondità. Si tratta della
nuova gamma di ripuntatori Spider, che
potenza.
Da questa esperienza, è nata quest’anno una nuova linea di produzione
affiancata agli aratri prodotti dall’azien-
si abbinano all’aratro, disponibili in diversi allestimenti e personalizzazioni. La
nuova linea catalizza tutta l’esperienza
del know how produttivo e progettuale
48
maturato dai tecnici di Moro Aratri nel
corso degli anni che ha portato l’azienda a utilizzare acciai speciali di qualità
superiore e a mettere a punto sistemi di
progettazione che, grazie all’utilizzo di
particolari programmi di modellazione,
permettono non solo di effettuare il
disegno, ma anche il venire a conoscenza delle resistenze agli sforzi a cui sarà
soggetta la macchina in ogni punto
durante il lavoro, adottando quindi la
soluzione progettuale più adatta ad
ottenere un prodotto il più possibile
performante, longevo, solido e sicuro.
In particolare, mutuando una soluzione
inaugurata con gli aratri Warrior, caratterizzati da un telaio privo di saldature
dove tutti gli accoppiamenti sono stati
realizzati con l’utilizzo di bulloni passanti, i ripuntatori Spider sono completamente imbullonati: in questo modo
ogni singola parte è libera sostituibile
o modificabile secondo le esigenza di
utilizzo e la distanza delle ancore è facilmente personalizzabile conferendo alla
macchina un’estrema flessibilità.
N OTIZIE
Cassinelli Tractor 2000
apre le porte alle novità
Sabato 8 dicembre nella sede
di Magliano Alfieri la presentazione
al pubblico dell’intera gamma aziendale
Porte aperte, sabato 8 dicembre, alla
Cassinelli Tractor 2000 di Magliano Alfieri, che presenta al pubblico le novità
dell’azienda, a cominciare dal raccoglinocciole TR 200, su cui si concentrano
le attenzioni della vigilia.
La sede di via Marconi 62/A, inaugurata
due anni fa, comprende un’esposizione
di 3 mila metri quadrati, con la concessionaria di trattori Same Deutz-fahr
e Holder e tutta l’attrezzatura per la
lavorazione di vigneti, frutteti, noccio-
leti e giardini, oltre alla gamma neve
e al raccoglinocciole TR 180 di propria
produzione. Nella stessa sede si trova
anche il negozio specializzato in agricoltura e giardinaggio, con gli articoli a
scaffale, dove i clienti possono servirsi
liberamente. Qui si trovano inoltre
l’abbigliamento da lavoro e i modellini/
giochi per i bambini, futuri agricoltori
del domani.
«Siamo alla continua ricerca delle tecnologie più innovative per soddisfare le
DALLE AZIENDE
esigenze più avanzate degli operatori
agricoli – osservano alla Cassinelli
Tractor 2000 -; per questo motivo abbiamo scelto come partners commerciali
privilegiati aziende leaders del proprio
settore, con le quali intratteniamo rapporti di concessionaria per le province di
Cuneo e Asti».
Per ciò che riguarda l’assistenza, si è
puntato sull’esperienza trentennale dei
meccanici della ditta Alitractor, che,
con le due officine site a Dogliani e
a Magliano Alfieri, assicura un servizio professionale sull’intero territorio
interessato. Grazie alla collaborazione
con i tecnici Same e al continuo aggiornamento tramite corsi, il mantenimento
dell’efficienza dei trattori è assicurata.
CASSINELLI TRACTOR 2000 S.r.L.
corso Marconi, 62/A - 12050 Magliano
Alfieri - CN
Tel. +39 0173 34862
Fax. +39 0173 220846
email [email protected]
49
F ISCO
E TRIBUTI
Società
agricole
addio
al reddito
catastale?
«Il governo costringe il settore agricolo al nanismo».
Va giù duro Confagricoltura contro il Governo
Monti che nel DDL Stabilità prevede dal 1 gennaio
2013 l’esclusione per le
società in agricoltura dalla
possibilità di determinare
il reddito su base catastale
tassazione alla forma di
organizzazione giuridica
dell’attività economica –
prosegue Abellonio – ed
ora la penalizzazione delle
società non fa bene alla
crescita del settore rendendo più difficili da realizzare
le moderne forme di aggregazione, in cui il capitale
Dura presa di posizione
di Confagricoltura
sul Disegno di legge
Stabilità: «Per le aziende
cuneesi la manovra
è insostenibile»
piuttosto che a bilancio.
Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo non usa giri di parole:
«Per le aziende agricole
della provincia di Cuneo
questa nuova manovra è
insostenibile, con costi legati alla tassazione decisamente troppo elevati».
FRENO ALLA CRESCITA
«Abbiamo sempre ritenuto
importante non legare la
50
ha un ruolo rilevante, attraverso le quali si potrebbero
superare gli attuali ritardi
strutturali della nostra agricoltura».
«È una disposizione assolutamente in controtendenza - aggiunge il vertice di
Confagricoltura -.
In un momento in cui si
vanno a definire norme
che devono essere un
volano per la crescita, per
l’agricoltura invece si vara
F ISCO
una disposizione che di
fatto punisce il processo di
modernizzazione e frena la
nascita di nuove imprese,
in chiaro contrasto con i
principi della libera iniziativa
economica.
Se la norma dovesse entrare
in vigore, tra l’altro - conclude il sindacato degli
imprenditori agricoli - le
società in essere si troverebbero costrette a dover
modificare il proprio ordinamento giuridico in tempi
estremamente ristretti».
AGRICOLTURA
ALLA PORTA
Abellonio si rammarica, infine, per l’ulteriore esclusione
delle rappresentanze del
mondo agricolo dal tavolo
di confronto tra governo e
forze sociali.
«Non è la prima volta – sostiene l’associazione - che le
organizzazioni agricole non
E TRIBUTI
fanno parte della concertazione avviata dal governo
Monti».
«Tranne rare eccezioni,
nel silenzio più totale,
l’agricoltura
è rimasta
sempre fuori.
Sinceramente
non riusciamo a capire il
motivo della ‘porta sbarrata’ al settore
primario, che
pure rappresenta milioni
di imprese e di
lavoratori e che
in questi mesi ha
dimostrato notevoli
capacità di vitalità frenando
la corsa al ribasso del Pil».
51
F IERE
Torna la Fiera
Napoleonica
Comune di Narzole
16-17-18
novembre 2012
VENERDÌ
16 NOVEMBRE 2012
Palafiera - Piazza Papa Giovanni Paolo II
Ore 19.30: Inaugurazione
202^ Fiera Napoleonica dei
Porri e Puciu
Ore 20.00: Aspettando i
TRE LILU – Gran Polentata
(Gradita la prenotazione)
Ore 22.00: Spettacolo
comico cabarettistico con la
partecipazione dei
“TRELILU”
SABATO
17 NOVEMBRE 2012
Palafiera – Piazza Papa Giovanni Paolo II
Ore 10.00: II° Concorso
Zootecnico con esposizione
capi di bestiame e vendita di
prodotti tipici locali
Ore 12.00: Premiazione del
Concorso Zootecnico e Pranzo campagnolo (È gradita la
prenotazione)
Ore 15.30: Esposizione degli
animali della fattoria
Ore 16.30: Cerimonia di
consegna del NAPOLEONE
D’ORO
Ore 20.00: TIPICAMENTE –
Cena a base di piatti tipici
locali su prenotazione
Seguirà intrattenimento
musicale
52
DOMENICA
18 NOVEMBRE 2012
Palafiera - Piazza Papa Giovanni Paolo II
LABORATORIO
DEL GUSTO
E DELLA TRADIZIONE
Degustazione della Trippa di
Narzole, Polenta di mais “ottofile” con sugo di salsiccia,
Cognà di Narzole, Tumin dal
Mel, caffè nero al cioccolato
e altre specialità tipiche
Per tutta la giornata:
Grande mercato per tutto
il concentrico del paese con:
esposizione e vendita di Porri e Cavoli su Viale Rimembranza, esposizione di veicoli
commerciali, industriali ed
agricoli in Piazza IV Novembre esposizione di auto e
moto d’epoca presso l’ala
di Palazzo Balocco a cura
dell’Associazione “Ruote
d’epoca” di Cherasco
Ore 15.30: Piazza Giovanni
Paolo II Spettacolo equestre
a cura dell’Azienda Agricola
“Le Siepi”
Esibizione per le vie del
paese del gruppo
Timbales
F IERE
NARZOLE IERI
L’antica storia di Narzole pare iniziare dalle invasioni celtico
liguri, seguite dall’arrivo dei Romani che fondano Augusta
Bagiennorum, poco distante dall’attuale Comune.Per qualche tempo Narzole è sobborgo di Bene Vagienna, successivamente di Cherasco alla cui storia rimane legato fino al
momento della sua costituzione in libero comune.
Data importante per la storia del Comune di Narzole è il
24 Aprile 1796, quando il Generale Bonaparte consumò la
cena e trascorse la notte nella locanda del posto. L’occupazione francese permise a Narzole di liberarsi dalla dipendenza di Cherasco e di costituire Comune nel 1802, per decreto
dello stesso Bonaparte. Il 22 ottobre dell’anno 1810, con un
altro decreto dell’Imperatore francese venne indetta la Fiera
Napoleonica del mese di novembre.
...E OGGI
Narzole è un comune di 3.600 abitanti distribuito tra un
ampio altopiano sulla sinistra del fiume Tanaro ed attraversato dai torrenti Mondalavia e Geminella e le colline dello
stesso fiume appartenenti al complesso territoriale di Langa.
Il panorama che è possibile ammirare da Narzole spazia a
perdita d’occhio dalle langhe alle Alpi e presenta un centro
storico con opere artistiche antiche di rilievo, fra cui spiccano la Parrocchiale di S. Bernardo risalente al Settecento, la
Confraternita di S. Rocco in stile romanico, la Chiesa di San
Pietro costruita in epoca romanica, sovrastata dall’originale
e raro campanile triangolare e la chiesta della Madonnina,
in stile barocco che si erge nel borgo omonino.
CACCIA GROSSA
Questa volta i cacciatori non la sparano grossa, per loro
è stata davvero una caccia... grossa!
Ecco il porcino di 1,6 kg che Fredo e Michele, compagni
di caccia, amici da una vita, hanno raccolto nei boschi
della valle Varaita. Complimenti!
53
A TTUALITÀ
Cooperative e consorzi
gli interventi della Regione
Nel nuovo programma del Piemonte
finanziamenti agevolati e a fondo perduto
La Giunta regionale ha
varato il nuovo programma di interventi
a favore delle società
cooperative a mutualità
prevalente e dei loro
consorzi, che operano
nel settore della produzione primaria.
Il programma è articolato in due assi: il
primo prevede finanziamenti agevolati,
finalizzati alla riduzione
dei costi di produzione e al miglioramento
della qualità, attraver-
54
so la realizzazione di
investimenti produttivi
e immobiliari.
Il secondo riguarda
invece la concessione
di contributi a fondo
perduto, per l’introduzione di sistemi per la
gestione della qualità e
della rintracciabilità dei
prodotti, puntando sulla formazione professionale e manageriale
dei soci.
R ICERCA
L’irrigazione secondo il Creso
Guida pratica all’uso dell’acqua
Bilancio idrico, precipitazioni, umidità, strumenti
di misurazione… Ecco come orientarsi nei frutteti
La metodologia tradizionale utilizzata tutt’oggi per
determinare il fabbisogno
idrico delle colture frutticole
è quella basata sulla determinazione del bilancio idrico
semplificato.
Lo scopo è far sì che il quan-
Le variazioni di umidità del
suolo sono date dalla differenza tra gli apporti dovuti
all’irrigazione e alla pioggia
e le perdite dovute all’evapotraspirazione (traspirazione pianta + evaporazione
suolo):
secchi per cui la voce relativa
alla pioggia viene meno. In
questi casi l’input sarà dato
esclusivamente dagli apporti
irrigui e l’output dall’evapotraspirato.
Determinazione delle precipitazioni
titativo di acqua che si va a
somministrare alla pianta sia
rapportato al quantitativo
di acqua perso dal sistema
suolo – pianta – atmosfera
(bilancio apporti – asporti).
Bilancio Idrico = [(pioggia
utile) + (irrigazione)] (evapotraspirazione)
Spesso, durante il periodo
irriguo si verificano intervalli
di tempo particolarmente
Oltre all’impiego di capannine meteorologiche, le
precipitazioni sono misurabili
meno precisamente attraverso l’uso di pluviometri “non
ufficiali” facilmente reperibi-
li in commercio. La pioggia
caduta si misurerà in mm,
come si esprimono i valori
d’acqua forniti con l’irrigazione.
Per cui: 1 mm/mq = 1 litro/
mq = 10.000 litri/Ha =
10m3 / Ha
Determinazione dell’evapotraspirato
Per evapotraspirazione si
intende la perdita d’acqua da
una coltura per evaporazione
dal terreno e per traspirazione dalle foglie. Questi
fenomeni sono direttamente
proporzionali alle caratteristiche del terreno, al tipo
di coltura ed alle condizioni
climatiche e permettono di
definire indirettamente il
fabbisogno idrico delle piante . La misura dell’evapotraspirato può essere eseguita
manualmente
attraverso l’evaporimetro
oppure con stazioni meteo
automatizzate.
L’evaporimetro è una vasca
riempita di acqua attraverso
la quale vengono misurati
giornalmente i millimetri
55
R ICERCA
persi per evaporazione.
Questi ultimi moltiplicati per
i coefficienti colturali delle
diverse specie consentono
di determinare l’evapotraspirato reale, cioè il volume
d’acqua da apportare alla
coltura.
L’UMIDITÀ DEL SUOLO
Il contenuto d’acqua nel
terreno è definito come il
volume d’acqua presente in
un volume di suolo. L’umidità può essere misurata
con diversi strumenti, i quali
presentano tutti il limite di
fornire una misura puntuale
riferita al luogo in cui sono
collocati. Di seguito si dà un
breve descrizione degli strumenti utilizzabili per valutare
direttamente il contenuto
idrico di un terreno:
TENSIOMETRI
Il funzionamento di questi
si basa sullo “sforzo” che
compie la radice per assorbire l’acqua dal terreno. Per
poter avere un dato attendibile è necessario posizionare
almeno 2 tensiometri ad
una profondità di 15 e 30
cm nel terreno, lungo la fila
in una posizione intermedia fra due gocciolatori, al
56
fine di avere un’indicazione chiara dell’andamento
dell’umidità nella parte di
suolo più soggetta a continue variazioni di umidità
a causa delle irrigazioni. I
tensiometri possono essere
a lettura manuale oppure a
lettura digitale. I tensiometri
manuali necessitano di una
manutenzione costante, di
una lettura giornaliera da
parte dell’operatore e non
sono impiegabili su terreni
sciolti. I tensiometri elettronici forniscono un dato
digitale che può essere letto
a distanza su un portale in-
ternet, richiedono manutenzione limitata, non presentano limitazioni relativamente
al tipo di suolo, ma sono più
costosi dei precedenti.
SONDE DI UMIDITA’
DEL TERRENO
Questi strumenti definiscono il contenuto idrico del
terreno (umidità) in volume
espresso in %, ad esempio:
suolo umido 50 % di umidità – suolo secco 5 % di umidità. Rispetto ai tensiometri
mettono a disposizione un
dato più “reale” e facilmente comprensibile da tutti
gli operatori. Come per i
R ICERCA
media dell’80% con perdite
dovute soprattutto a evaporazione.
- L’irrigazione localizzata
a goccia ha un’efficienza
media del 90% con ridottissime perdite, richiede turni
irrigui più frequenti ma con
quantitativi ridotti; è ideale
nei terreni più sabbiosi.
Ovviamente i sistemi d’irrigazione localizzata sono quelli
tensiometri elettronici la loro
lettura può essere fatta a
distanza per via telematica.
QUANDO E QUANTO
IRRIGARE
La variabilità di terreni presenti sul nostro territorio non
agevola la determinazione
di valori di riferimento da
utilizzare sia con i tensiometri
sia con le sonde di umidità.
Dalla esperienza CReSO è
emerso che, per qualsiasi
strumento si consideri, è
necessario eseguire una
“taratura” aziendale dello
strumento al fine di capire
fin quando è possibile non
irrigare. In questo contesto
l’esperienza del frutticoltore
risulta determinante in quanto solo un occhio vigile ed
attento riesce a comprendere
lo stato di salute delle piante
onde evitare stress idrici.
che consentono di dosare
l’acqua da restituire con un
grande risparmio idrico: non
mancano situazioni in cui
prolungati periodi siccitosi
possono richiedere un’irrigazione d’emergenza per
scorrimento data la costante
presenza di questo sistema
nei nostri frutteti.
LA METODOLOGIA
IRRIGUA
L’efficienza di irrigazione
è data dal rapporto tra il
quantitativo di acqua totale
somministrato e il quantitativo di acqua trattenuto dal
terreno nello strato esplorato
dalle radici.
L’efficienza dipende in modo
particolare dal metodo con
cui si somministra l’acqua
alle piante, ma è influenzata
anche dalla natura del terreno e dalle modalità con cui si
utilizza il metodo irriguo:
- L’irrigazione a scorrimento ha un’efficienza media
del 50%: ossia solo la metà
dell’acqua somministrata
è utile allo scopo irriguo,
la restante quota è persa
soprattutto per percolazione
e ruscellamento.
- L’irrigazione localizzata
a spruzzo ha un’efficienza
57
R ADICI
DI
A LDO P ONSO
Le anime
sono in mezzo a noi
Dalla questua in suffragio dei morti
alle strane voci sull’alpeggio
della Battagliola
Secondo alcuni sono le
anime del purgatorio;
secondo altri si tratta di
persone morte vaganti, in
attesa di venire sistemate
da qualche parte; secondo altri infine, così gli
atei, non esistono anime,
ma solo nella testa dei
creduloni…
“PA GNENTE
PER J’ANIME?”
Quando eravamo ragazzi,
al mio paese, Piasco, era
usanza in prossimità dei
Defunti, passare a frotte
nei cascinali alla questua
in suffragio dei defunti.
Eravamo solo tutti ragazzi
di povera gente, perché
quei di campagna erano
considerati “ricchi”. Nella
mia famiglia del resto era
il solo babbo a lavorare
presso la Wild, per di più
mutilato ad una gamba
resa rigida nella Grande
Guerra 1915-’18; il quale
spesso soleva dire: «Uno
a lavorare e sei a mangiare!».
Perciò eccoci, quando
possibile, a dargli una
mano. Si bussava al
portone delle cascine
gridando: «Pa gnente per
j’anime?» (Non date nulla
per le anime?) Normalmente nessuno respingeva la richiesta dei ragazzi.
58
Ne usciva la padrona di
casa con mezzo “palot”
di farina di grano o mais,
patate, castagne secche…
Noi si ringraziava e si proseguiva fintanto che non
avevamo la borsa piena.
A casa poi si festeggiava
tutto quel ben di Dio,
recitando a sera il Rosario anche in suffragio dei
benefattori.
LE CASTAGNE
PER I DEFUNTI
Terminata la preghiera,
com’è tuttora usanza in
molte famiglie, la mamma versava fumanti le
castagne lesse, o “barotte”, che si mangiavano
con devozione. Prima
di andare a dormire, se
ne dovevano avanzare
anche per le anime, in
un grosso piatto posto in
centro al tavolo, perché,
si diceva, anche le anime
sarebbero venute la notte
a mangiarle. Era questo
un pensiero gentile verso
chi ci aveva preceduto, un
pensiero giunto a noi di
lontano, forse dagli stessi
Celti o dagli Egiziani che
ponevano nella tomba
cibi graditi al defunto.
Al mattino poi la mamma
si faceva premura di togliere una grossa manciata di castagne dal piatto,
R ADICI
per farci notare che le
anime erano veramente
venute.
FRASTUONO
DI BATTAGLIE
Ma le anime si fanno
anche sentire? Ecco cosa
raccontava il noto don
Bartolomeo Ruffa, di
quando era parroco di
Bellino. Un giorno gli si
presentò una donna del
luogo che aveva la mandria all’alpeggio sui monti
della Battagliola, dove
nel 1744 si era svolta
una terribile battaglia del
franco-piemontesi, tanto che il ruscello che vi
scorreva era sceso a valle
rosso di sangue. Quella
donna riferì al sacerdote
che di notte non si poteva
dormire per il frastuono di
sferraglie, armi ed imprecazioni… Senza dir nulla
a nessuno, don Ruffa offrì
una messa per eventuali
anime bisognose. Passò
qualche tempo e quando
quella donna fece ritorno
in paese, alla richiesta
di don Ruffa se avesse
ancora sentito quel frastuono, rispose che tutto
era scomparso: il sacerdote potè inoltre notare la
coincidenza con il giorno
in cui egli aveva celebrato la messa, traendo la
conclusione che le anime,
dopo la morte, esistono,
hanno ancora bisogno di
noi e che talvolta possono
anche “farsi sentire”.
Canonico Bartolomeo Ruffa
Ricordando il ragionier
Pietrasanta pioniere
della nostra agricoltura
Morto 34 anni fa, fu mandato da Paolo Bonomi
a Cuneo nel 1945 per fondare il sindacato agricolo
Era il dicembre del 1945 e Vincenzo
Pietrasanta arrivava da Alessandria,
dopo aver avuto responsabilità dirigenziali in Toscana, mandato direttamente da Paolo Bonomi, fondatore e
primo presidente della Confederazione nazionale coltivatori diretti.
Il ragionier Pietrasanta aveva 47 anni,
30.000 lire in tasca, una famiglia lontana e il mandato di primo direttore
della neonata Federazione provinciale di Cuneo: due stanze e nessun
dipendente.
Pietrasanta fu direttore per 18 anni fino al 1963 – e nominato poi com-
mendatore.
Il commendator Vincenzo Pietrasanta
riposa da tempo, dai più dimenticato,
nel cimitero di Cuneo, accanto alla
moglie Laura Babbiano, deceduta nel
1991.
A 34 anni dalla sua morte, nel nostro
primo anno di vita, gli dedichiamo un
ricordo e una preghiera, quale pioniere solitario e testardo, e dunque un
esempio, anche per noi.
Floriano Luciano
59
E NOLOGIA
Ai cinesi piace rosso
I nostri vini in Oriente
Il mercato della Cina visto dal consulente cuneese
Sebastiano Ramello, che ha deciso di trasferirsi là
Sebastiano Ramello 39
anni, piemontese nato
a Fossano e residente a
Centallo, consulente internazionale di vini italiani
e brand-export manager
per conto di diverse aziende vinicole italiane, per lo
più piemontesi (Langa e
Roero) e per l’associazione
di promozione cuneese
“Piemonte sweet home”,
già presente da tempo nei
principali mercati mondiali
tra cui Usa, Canada, Brasile,
Russia, Australia, Cina,
Hong Kong, Macao, India,
Norvegia, Svezia, Olanda e
Irlanda, si sta preparando
a spostare parte del suo
ufficio logistico nel Sud
della Cina.
PORTA D’ORIENTE. «Sono
molti anni che frequento il
mondo asiatico, da prima
l’India e ultimamente la
Cina, conquistandomi una
fettina di mercato, da prima
portando vini di media qualità e oggi vini di alta e top
60
Sebastiano Ramello “conquista” la Cina
qualità. In questi ultimi due
anni, ho fatto diversi viaggi
nel Sud e nel Nord della
Cina per capire quale poteva essere il luogo migliore
dove mettere le basi, che
oggi definitivamente posso
dire saranno nel Sud della
Cina, in quanto vicino a
Hong Kong, una delle porte
principali dell’Asia, e a due
delle città più in sviluppo
di questo grande paese:
Guangzhou e Shenzhen».
I GUSTI DEI CINESI. Quali
sono i vini che principalmente si stanno vendendo
in Cina?
«I vini rossi a bassa acidità
con gradi alcolici non eccessivi, fruttati semplici da
bere, ma anche i vini importanti con grande corposità
come Roero, Barbaresco e
Barolo. In questo momento
la vendita di un vino è legata alla capacità nel proporlo, a un marketing studiato.
I vini che stanno ancora
avendo una certa difficoltà
sono i bianchi, anche se
nell’ultimo anno sempre più
cinesi si stanno avvicinando
a questo tipo di prodotto,
soprattutto ai frizzanti dolci, come il Moscato d’Asti
docg».
Alle aziende vinicole che si
vogliono avvicinare a questo mercato cosa consiglia?
«Di non fare viaggi spot di
pochi giorni, ma di seguire
progetti e spendere del
tempo sul territorio, di comprendere la cultura e il desiderio dei cinesi, e di legare
sempre il proprio prodotto
al territorio, ricordando che
promuovere il territorio significa promuovere tutti noi
e di conseguenza i propri
prodotti».
R ADICI
DI
G IUSEPPE B RANDONE
Storia e ricetta
della bagna cauda
La salsa del “pover uomo”
La nostra bagna fa parte dei piatti autenticamente popolari e poveri del Piemonte, con una sua storia databile dal
basso Medioevo, a partire dalla seguente affermazione
del medico pavese, ma operante a Chieri, Antonio Guainerio, che in un suo trattato così si esprime: «L’aglio è la
salsa dei contadini, i quali a volte la cuociono con mollica
di pane, cosa che per i francesi e gli ultramontani non ha
niente di superiore».
ORIGINI MEDIEVALI. Questo passo fa pensare ad una
tipica salsa medioevale cremosa e densa, aromatizzata
dalla forte presenza dell’aglio cotto e pertanto antesignana della bagna caoda. Quattro secoli dopo, la nostra
particolare salsa viene così descritta dal “Cuoco Piemontese perfezionato a Parigi” del 1766 sotto la voce “Salsa
detta del pover uomo”: «Mettete in una casseruola un
po’ di butirro, un po’ d’olio, un’acciuga e un baccello
d’aglio triturato; fate cuocere, indi aggiungetevi del pane
grattugiato con brodo e ridotta la salsa consistente, la
verserete sull’intingolo che servirete caldo”.
COLAZIONE RUSTICANA. La salsa contadina fa la
sua prima apparizione letteraria nel romanzo “Vechio
guscio”, scritto nel 1876 da Roberto Sacchetti, come
protagonista di una colazione rusticana. Nel 1880 nell’Inchiesta Agraria Jacini viene descritta come condimento
quotidiano per la polenta. Oggi la bagna caoda è conosciuta e praticata in tutto il Piemonte, ma il suo epicentro
è sempre stato tra le colline delle Langhe, dell’Astesana,
dell’Alto e del Basso Monferrato. Piatto povero, piatto
del contadino abbinato alla polenta, oggi la “bagna” si
è trasformata in un’occasione festiva, tipica del periodo
autunnale-invernale.
LA RICETTA UFFICIALE
È quella depositata della “Confraternita de la Bagna
Caoda-Nizza de la paglia”.
Dosi per 12 persone:
12 teste d’aglio, 6 bicchieri di olio extravergine d’oliva e,
se possibile, un bicchierino di olio di noci, 600 grammi di
acciughe rosse di Spagna.
Procedimento:
Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati del germoglio. Porre l’aglio in un tegame di
coccio, aggiungere un bicchiere d’olio e iniziare la cottura
a fuoco bassissimo, rimescolando con il cucchiaio di legno
e avendo cura che non prenda colore; aggiungere poi le
acciughe dissalate e diliscate rimestandole delicatamente.
Coprire con il restante olio e portare l’intingolo a cottura
a fuoco lento per una mezzoretta, badando che la bagna
non frigga. Al termine della cottura si potrà aggiungere, se
piace un sapore più morbido, un pezzetto di burro freschissimo. Versare la bagna degli appositi “fujot” (fornellini di
coccio) e accompagnarla con le seguenti verdure (crude):
cardi gobbi di Nizza, topinabour, cuori di cavalo bianco,
indivia e scarola, peperoni freschi e sotto grappa, cipollotti inquartati ed immersi nel vino barbera crudo; (cotte)
barabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta,
peperoni arrostiti.
E’ tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna”
strapazzandovi dentro un uovo”.
Bibliografia: “Codice della Cucina autentica di Asti”,
Sagittario editore – 2006.
61
INVOLTINI DI PORRI E GORGONZOLA
Ingredienti
4 porri
100 grammi di ricotta
50 grammi di gorgonzola
un pugno di spinaci
1 scalogno
noce moscata
sale e pepe
un pezzetto di burro
qualche manciata parmigiano
Sbollentate in acqua salata i porri e asciugateli bene. Lessate per pochi minuti gli spinaci e rosolateli con lo scalogno e
un pò di burro. Aggiungete in padella la ricotta, il gorgonzola e mescolate con cura amalgamando il tutto. Regolate
di sale e pepe e riempite i porri con la farcia. Disporli in una
pirofila imburrata, cospargerli di parmigiano e farli gratinare in forno per cinque minuti. Servire caldi.
1TXFUJ[NHMJ
Per non far si che l’odore di cavolfiore invada tutta la nostra
cucina, basterà mettere a bollire insieme alla verdura una fetta
di limone privata della buccia gialla e bianca
62
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