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1 Voci dal Sud Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Voci dal sud ... ai quattro venti Periodico di attualità, storia e cultura Rassegna stampa dai mass media regionali Anno VI° - n. 12 Dicembre 2010 OMAGG IO Euro 1,55 Ancora una giovanissima scomparsa nel nulla! Atleta di 13 anni scompare uscendo dalla palestra a Brembate di Sopra servizio a pagina 33 Voci dal Sud ... ai quattro venti Periodico indipendente di Attualità, Storia e Cultura Rassegna stampa dai mass media Reg. Tribunale di Palmi nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005 Fromo Editore - Rosarno (RC) casella postale 77 c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO tel. 333 6793434 - fax 0966 444118 Indirizzo Internet www.sosed.eu e-mail: [email protected] Direttore responsabile ed editoriale Franz Rodi-Morabito Segretaria redazione, Patrizia Rodi-Morabito Comitato redazione Mariasole Dalmonte e Michele Guardo Impaginazione telematica Mariasole Dalmonte __________________ ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio) ordinario euro 15.50 sostenitore euro 26.00 enti/associazioni euro 26.00 Amici Voci dal Sud euro 52.00 Versamento tramite: Conto Bancoposta n.19810555 ABI 07601 CAB 16300 intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC) PUBBLICITA’ - Tariffe modulo cmq 36 b/neuro 13* modulo cmq 64 b/neuro 26* modulo cmq 128 b/n euro 39* 1/2 pagina interna b/n euro 52* Pagina intera interna euro 100* * A colori + 20% (I prezzi si intendono per ciascuna uscita) Altri moduli o posizioni di rigore (1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire. Le inserzioni appaiono su Internet e su eventuale edizione cartacea Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno di diverso accordo. Testi, foto ed altro, anche se non pubblicati, non vengono restituiti e divengo proprietà dell’editore che potrà utilizzarli anche su altre testate senza ulteriore consenso. I pezzi firmati sono riconducibili per la responsabilità sia civile che penale al firmatario dell’articolo ed alla testata da cui sono stati rilevati L’Editore ed il Direttore vengono così liberati da qualsiasi coinvolgimento e responsabilità. Foro competente: Palmi S o m m a r i o Dicembre 2010 E d i t o r i a l e : di Franz Rodi Morabito Pag 5 - Offrire al mercato quello che chiede e non viceversa, ma ... est modus in rebus! Elezioni comunali a Rosarno pag. 6 - Tripodi e Saccomanno al ballottaggio per il nuovo Sindaco della Città pianigiama pag. 7 - Risultati dopo iI 1° turno pag. 8 - Saccomanno choc! Basta, troppi veleni, accuse ed offese personali, mi ritiro dal ballottaggio del prossimo 12 Dicembre pag. 9 - Elisabetta Tripodi dal palco lancia la sfida sui programmi ed invita l’avversario a desistere e confrontarsi pag. 10 - Marcia Indietro: Saccomanno non si ritira e continua la sua corsa a Sindaco! pag. 11 - Cosa chiedono gli agricoltori a chi sarà il nuovo Sindaco? Aspettative, speranze e proposte pag. 12 - Auto piomba su un gruppo di ciclisti domenicali: sette morti Alluvione pag. 13 - I veneti possono dirlo (e farlo) ai calabresi non è concesso pena incorrere nel reato di “disubbidienza civile”! pag. 13 - Basta! non paghiamo le tasse! Agricoltura pag. 14 - L’olio extravergine d’oliva compie cinquant’anni ma la sua produzione in Calabria rischia di scomparire Alimentazione pag. 15 - Gli insaccati: sappiamo cosa compriamo? Iniziano a spirare venti dal Sud pag. 16 - nizia da Lametia Terme il riscatto del Sud? pag. 17 - Comincia a spirare “il vento del Sud pag. 18 - Rifiuti in Calabria: anche qui è emergenza! pag. 19 - Energia alternativa: cosa succede in Calabria? Inizia la concorrenza per Trenitalia pag. 20 - Arenaways, debutta il suo primo treno privato! pag. 21 - A dare il fischio di partenza al convoglio la giovane siciliana Laura ... continua a pagina successiva 4 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu pag. 22 - Trenitalia continua ad operare soppressioni di treni al Sud e le Ferrovie regionali sono fatiscenti Sports nuovi pag. 23 - Giulia Cavallaro, studentessa 19enne di Pizzo Calabro sulla vetta euoropea del Kickboxing pag. 23 - Cosa è il Kickboxing ? pag. 24 - Addio maestro Pregadio pag. 25 - Non sempre manca il lavoro, spesso manca quello che ci piacerebbe fare! pag. 26 - «Non confondere grecanici e grecofoni» - Le “lingue minori” pag. 27 - ... la foto del giorno : Se cambi lingua i significati sono molto diversi! Archeologia pag. 28 - A Reggio Calabria in zona Duomo calpestiamo ogni giorno stupendi mosaici! La nostra storia pag. 29 - La nave di Nino Bixio giace ancora sul fondo del mare di Melito P.S. pag. 30 - 150 anni addietro l’Italia è nata dalla rapina del Sud pag. 32 - Il Tribunale di Brescia ordina al Sindaco di Adro (leghista) la rimozione dei simboli del partito dai locali della scuola pubblica comunale I grandi misteri italiani pag. 33 - Una bambina di 13 anni sparita nel nulla a Brembate il 26 u.s. - I Cani segugio seguono la pista fino ad un cantiere edile Calabresi con la “C” maiuscola pag. 34 - Pina Amarelli, prima donna Cavaliere del Lavoro per l’imprenditoria pag. 35 - Cilea, una passione innata per la composizione in un’epoca difficile pag. 36 - Cilea: genio e gentiluomo! Arrivederci al prossimo mese Voci dal Sud 5 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 Editoriale w w w . s o s e d . eu Offrire al mercato quello che chiede e non viceversa, ma ... est modus in rebus! Fr a n z R o d i - M o r a b i t o Se “il mercato” del popolo dei consumatori dei mass media chiede alcuni argomenti ed alcuni filoni, è giusto che chi eroga (chi produce, gli editori) diano loro quello che viene chiesto e desiderano. Tuttavia attenzione a non sconfinare nella morbosità da parte del pubblico e nella cannibalizzazione da parte degli editori. E’ successo, purtroppo molte volte, troppe diciamo, e solo per citarne alcuni a campione quando vi fu l’omicidio del bambino della Franzoni ... e del piccolo Tommaso ... ed ultimamente con quello di Sarah Scazzi e rischia di succedere altrettanto per Yari Gambirasio. Si sta scatenando da parte del pubblico un raptus morboso e le TV stanno cadendo nel solito tranello di offrire quello che morbosamente la gente chiede. A parte che l’eccesso di curisità è una palese mancanza di rispetto per la vittima, a parte che oltre ai morti vi sono coloro che sopravvivono (i familiari) e non possono gradire una cannibalizzazione delle intimità dei propri sfortunati congiunti, a parte che le Autorità di Polizia hanno bisogno di calma e tempo per stabilire iters investigativi alla ricerca della verità e del colpevoe, mantre la fretta che l’opinione pubblica mette in essere con il proprio comportamento, spesso, finisce per danneggiare l’indagine e si finisce per trovare “un colpevole” invece de “il colpevole”. I mass media hanno il dovere-diritto di acquisire notizie per informare l’opinione pubblica, ma sempre più si creano Tribunali paralleli che finiscono per assolvere o condannare SOLO in base ad elemti appresi dalla stampa. Che dire poi dei colleghi giornalisti? oggi si improvvisano tutti inquisitori ed opinionisti, mentre dovrebbero solamente prendere la notizia e riportarla senza apporti di convincimenti personali o conclusioni affrettate. Ed allora, amici miei, rientriamo tutti nei nostri ranghi di competenza e ciascuno di noi faccia con precisione e solerzio il proprio dovere, svolgiamo il proprio compito lasciando a chi è preposte a tal fine, lo svolgimento dei fatti e la ricerca della verità. Voci dal Sud 6 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Tripodi e Saccomanno al ballottaggio per il nuovo Sindaco della Città pianigiama Ritardi nello svolgimento degli scrutini a causa del “voto disgiunto” - Sia le votazioni che gli scrutini si sono svolti in un clima sereno Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Saranno Elisabetta Tripodi (46,5% dei voti) e Giacomo Saccomanno (40,2%) a contendersi la carica di Sindaco nel ballottaggio del 12 e 13 dicembre prossimi. Il terzo contendente, Raimondo Paparatti del Pdl si è fermato al 13%. Dovrebbero essere queste le percentuali più o meno definitive, quando mancano da scrutinare 200 schede oggetto di contestazione nei vari seggi (n.d.r.: l’articolo si riferisce alla tarda serata del giorno 29 Novembre). Le urne si sono chiuse in modo del tutto regolare alle ore 15. I votanti sono stati 8.528 (4.151 maschi e 4.377 femmine), pari al 67% degli aventi diritto al voto, con un calo di 5 punti rispetto alle comunali del 2006. Elisabetta Tripodi ha conquistato la pool position con il sostegno di 4 liste di centrosinistra (Pd, Sinistra per Rosarno, Agorà, Il Centro per Rosarno), mentre Giacomo Saccomanno si è piazzato al secondo posto grazie al sostegno di 4 liste civiche di centrodestra (Patto di Solidarietà, Città del Sole, Svegliati Rosarno Indipendenti azzurri, Nuovi orizzonti). La Tripodi ha dichiarato la sua soddisfazione per il risultato conseguito e manifesta la speranza che i cittadini la sostengano nel turno di ballottaggio. “Ringrazio tutta la coalizione per l’apporto che mi ha offerto, premiando in tal modo anche la presenza dei partiti politici”. A parere di Saccomanno, si tratta di un risultato “che ha una grande valenza politica, perché espressione di quella parte consistente di elettori che chiedono un cambiamento radicale ed un’inversione di tendenza per fare uscire la città dalla condizione di degrado in cui attualmente si trova”. Questa tornata elettorale conclude il periodo di commissariamento straordinario, durato 25 mesi, dopo che nell’ottobre 2008 il Comune venne sciolto per condizionamenti mafiosi. I Commissari (Domenico Bagnato, Francesco Campolo e Rosario Fusaro) hanno dovuto fronteggia- re la rivolta dei migranti africani nel gennaio del 2010, una vicenda che portò Rosarno all’attenzione del mondo, elevandola, a torto, ad emblema di cittadina del profondo Sud, segnata da atavici malesseri sociali ed economici. Elisabetta Tripodi, 44 anni, laureata in giurisprudenza all’Università di Pavia, è la prima volta che si cimenta in politica. Segretario comunale dal 1994, abilitata all’esercizio della professione di avvocato e per l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche. Segretario generale di seconda classe presso i comuni di Rizziconi e San Ferdinando. Precedentemente ha operato in Lombardia (19941999) a Cadrezzate e Osmate, ed ha ricoperto l’incarico di Direttore del Consorzio Lago di Monate (Varese). E’ poi rientrata in Calabria, svolgendo le funzioni di segretario comunale a Molochio, Terranova S. M., Varapodio, San Pietro di Caridà. E’ stata docente in corsi di preparazione ai concorsi di segretario comunale. Infine, ha concluso il praticantato notarile. Giacomo Saccomanno, 55 anni è stato già sindaco della città nel biennio 2003-2005 con il sostegno di Forza Italia e una coalizione di partiti di centrodestra. Avvocato patrocinante in Cassazione e dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Relatore in oltre 160 convegni giuridici e scientifici. Socio fondatore e consigliere della Fondazione antimafia “Antonino Scopelliti”, ha supportato molteplici parti civili in processi di mafia e di difesa dell’ambiente. È componente del comitato esecutivo della sezione Calabria della “Court Europeenne d’Arbitrage de Strasbourg”; vice presidente nazionale della Fiaba (Fondazione Italiana per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche). Giornalista pubblicista, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. 7 Voci dal Sud Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Risultati dopo iI 1° turno Candidato a Sindaco Elisabetta Tripodi voti 3907 Candidato a Sindaco Elisabetta Tripodi voti 3377 Candidato a Sindaco Raimondo Paparatti voti 1115 Gruppo facente riferimento a Tripodi voti 1726 voti 380 Il più votato Il più votato Francesco Bonelli 143 Michele Fabrizio 228 voti 702 Il più votato voti 1127 Il più votato Teodoro De Maria Antonino Ascone (det(detto Totò) 248 to Toni) 157 Gruppo facente riferimento a Saccomanno voti 542 voti 1421 Il più votato Il più votato Rosanna Careri 102 Domenico Rizzo 215 voti 723 voti 678 Il più votato Il più votato Pasquale Aldo Borgese Paolo Francesco Carroz186 za 206 Gruppo facente riferimento a Paparatti voti 1026 Il più votato Agostino Barone 175 Voci dal Sud 8 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Saccomanno choc! Basta, troppi veleni, accuse ed offese personali, mi ritiro dal ballottaggio del prossimo 12 Dicembre Il trainer intende stroncare il fiume di fango che viene riversato da una testata telematica con firma di una giovane articolista con pesantissime affermazioni sui suoi candidati e che insozzano anche le loro famiglie - Oltre che recarsi dal Prefetto di Reggio ha sporto diverse querele contro la testata e l’articolista. Mariasole Dalmonte Era una campagna elettorale iniziata all’insegna della correttezza anche se non priva di durezza e decisione da parte dei tre candidati a Sindaco del Comune di questa martoriata Città della Piana. E’ chiaro che ognuno stesse combattendo la propria battaglia, ma niente faceva prevedere che il tutto sarebbe sfociato in un fiume di fango, come lo ha definito l’avv. Giacomo Saccomanno, che ha travolto tutti, vincitori e vinti (parziali al primo turno) e che ci si aspettava proseguisse anche con i ballottaggio del prossimo 12 dicembre. Improvvisamente sulla testata telematica www.malitalia.it appare un durissimo articolo a firma di Angela Corica che senza peli sulla lingua riversa fiumi di affermazioni (tutte da verificare, ma tocca all’autorità giudiziaria farlo) sui vari candidati delle quattro liste che hanno sorretto Saccomanno. Nomi, cognomi, parentele ed affinità dei candidati con elencazione di reati e condanne nonchè di parentele con boss mafiosi! Nell’articolo si dice a chiare note che le liste sono farcite di appartenenti alla ‘ndrangheta, direttamente o inderettamente, e si scomodano anche flirt fra ragazzi (è citato il figlio del farmacista Borgese che fila, dice la Corica, con la figlia del noto Marcello Pesce). Francamente il tono dell’articolo ci appare immeditamente poco etico ed affatto professionale dal momento che la Legge Italiana presume l’innocenza fino a prova contraria per cui non capiamo come la Corica abbia potuto in proprio esperire i tre gradi di giudizio necessari per giungere a sentenza definitiva passata in giudicato. Qui di seguito l’articolo di Domenico Mammola per Calabria Ora che riporta quanto affermato da Saccomanno nella conferenza stampa indetta per notificare la sua decisione di abbandonare la corsa. Giacomo Saccomanno annuncia il suo ritiro dal ballottaggio, creando scompiglio e incredulità nell’universo politico cittadino, ad appena dieci giorni dal voto. Il candidato delle 4 liste civiche ha tenuto una conferenza stampa, dai toni evidentemente cupi e amari, nella quale ha spiegato il perché di questo gesto tanto clamoroso, quanto inaspettato. «Non c’è la serenità per proseguire questa campagna elettorale - ha detto Saccomanno - si è innescato, poco prima del voto, un gioco al massacro su molti miei candidati, accuse e illazioni da parte di alcuni giornali che hanno tentato di mettere in discussione la loro onorabilità, al solo fine di avvelenare il clima». Sotto accusa un giornale online ed un foglio nazionale, nei cui articoli appaiono nomi dello schieramento di Saccomanno e presunti collegamenti a cosche locali e presenze nell’amministrazione sciolta. Notizie che hanno certamente fatto montare un clima pesante, con accuse e repliche che hanno sconvolto tutti gli schieramenti, anche quello di centrosinistra di Elisabetta Tripodi, che il Pdl di Raimondo Paparatti. E il fatto che al centro delle cronache siano finiti candidati molto vicini, anche affettivamente a lui, hanno portato Saccomanno ad una decisione drastica. A dividersi la scena c’erano anche Aldo Borgese, farmacista e presidente cittadino dell’antiracket candidato e futuro consigliere del “Patto di solidarietà”, e Rosanna Careri, imprenditrice e futura consigliere di “Città del sole”. Entrambi hanno condiviso l’amarezza del momento e denunciato il clima. Sul banco degli imputati, tuttavia, è salito anche il centrosinistra, reo di non essersi dissociato dagli articoli pubblicati, sebbene la Tripodi nell’ultimo comizio avesse espresso solidarietà pro- prio a Borgese e ripetuto con forza 1’estraneità della sua coalizione da un clima di veleni e tensioni. «Ho dato mandato ai miei legali di intervenire - ha aggiunto Saccomanno - ma il fango è proseguito. Ho presentato nuove querele indicando che anche nel centrosinistra ci sono persone discutibili. Avevo chiesto al Pd di dissociarsi da quelle accuse, ma ciò non è avvenuto. Quello che sta accadendo è un gioco al massacro che colpisce la città». Alcuni supporter del centrosinistra, secondo Saccomanno, avrebbero veicolato gli articoli, oggetto della reprimenda. E, anche per questo motivo, l’ex candidato del “Patto” ha chiesto «alla Magistratura, alla Prefettura e alle Forze dell’Ordine di fare giustizia sul fango che ci è stato buttato addosso. Noi siamo contro la ‘ndrangheta, lo abbiamo detto nei comizi e lo abbiamo scritto nel nostro programma». Tutto questo avviene in un momento in cui si profilava la mini campagna elettorale per la poltrona più importante di Palazzo San Giovanni. Un ballottaggio - comunque in programma domenica 12 e lunedì 13 prossimi - che arrivava dopo un primo turno in cui la Tripodi era davanti con il 46,596 (3907 voti) e Saccomanno al 40,296 (3377 voti) ed in ballo c’erano ancora i voti del Pdl, uscito al primo turno. Proprio a questo proposito, Saccomanno ha ringraziato «gli elettori che hanno creduto nel progetto mandandoci oltre il 4096 delle preferenze, ma anche grazie a La Destra e al Pdl regionale che hanno comunicato il loro appoggio elettorale». E adesso un clima di grande incertezza, soprattutto all’interno della coalizione di Saccomanno, il quale - con sincera apprensione - ha deciso di compiere un passo clamoroso e, salvo eventi eccezionali, definitivo. Voci dal Sud 9 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Elisabetta Tripodi dal palco lancia la sfida sui programmi ed invita l’avversario a desistere e confrontarsi do. ma. - Calabria Ora Elisabetta Tripodi, candidata al ballottaggio per la carica di sindaco di Rosarno, ringrazia gli elettori per i voti accordati - il 46,59 delle preferenze - e non entra a piedi uniti nella “questione Saccomanno”. Il suo avversario al ballottaggio - staccato al primo turno di 530 voti e 6,39 aveva appena annunciato alla stampa la sua intenzione di ritirarsi dalla corsa, prima che lei prendesse la parola in piazza Valarioti. «Penso che l’avvocato Saccomanno, che pare abbia l’intenzione di ritirarsi, cosa tecnicamente impossibile, farebbe bene ad andare avanti e confrontarsi serenamente sui programmi». Altro non ha aggiunto, ma tante altre parole sono state espresse nei confronti dell’elettorato che, in questa prima fase l’ha premiata. «Non abbiamo vinto nulla - ha ribadito - ma devo ammettere che non mi aspettavo così tanti consensi ed è per questo che sono emozionata più della prima volta che vi ho parlato. Mi avete emozionato voi, con i vostri voti. E’ un segnale di coraggio da parte dell’elettorato, e quindi io vi chiamo ancora una volta a mantenere dritta la rotta verso il cambiamento, e chiedo il voto anche a chi non ci ha votato, io sono certa che possiamo stabilire un nuovo rapporto di fiducia, senza intermediari, senza voglia di andare ad occupare le poltrone. In un periodo in cui si parla di mafia e ‘ndrangheta, problemi assolutamente reali della città, bisogna dire che nocivo è stata anche la gestione amministrativa di chi ha badato solo ai propri interessi. Io vi prometto un’Amministrazione trasparente, un Comune come casa di vetro, dove non esistono intoccabili, ma gente al servizio della città». Parole al miele per Stefania Mancuso, segretaria del Pd, «un’amica vera, che ha onorato al meglio il suo ruolo di tenere unite le anime della coalizione, e che ha mostrato grande forza nel superere gli ostacoli. Vi prometto che non vi deluderemo». La segretaria dei democratici è stata altrettanto fiduciosa, rimarcando il «grande risultato del Pd in una cornice di una coalizione forte, coesa e democratica. La gente ci ha premiati per la capacità che abbiamo avuto di metter in campo una coalizione credibile, un’alternativa forte e apprezzata». Sul palco anche Giuseppe Scandinaro, rappresentante della Sinistra per Rosarno, convinto che la città «è ad un passo del cambiamento. La sinistra ha raccolto risultati grazie ad un’attività costante sul territorio, come punto di riferimento, cinghia di trasmissione nella società. Noi siamo per la città portatori di valori sempre attuali, idee necessarie alla tutela dei lavoratori che oggi ne hanno ancora bisogno, altro che idee superate dalla storia. Grazie alla contrada Bosco che ha deciso di cambiare. Noi le elezioni le vogliamo vincere non per interessi personali, ma per l’amore di questa città. Siamo rimasti coerenti e fermi anche all’opposizione e questo è un segno d’amore». Francesco Bonelli, di Agorà, ha ringraziato gli elettori e ribadito che la sua lista «è coraggiosa, composta di gente che non ha mai fatto politica e se vinceremo avremo un seggio in Consiglio. Il cambiamento è quasi compiuto, dateci una mano». Applausi anche per l’altra debuttante di Agorà, Francesca Donato che ha chiesto ai cittadini di «continuare a fidarvi di noi; avremo l’obbligo di dimostrare che abbiamo meritato la fiducia. Siamo coesi, tutti stretti intorno a Elisabetta, e questo è un segno evidente, senza condizionamenti, al fianco di una persona coerente che non scende a compromessi». Il centrosinistra riparte dalla piazza, dalla gente con la voglia di arrivare in fondo. Voci dal Sud 10 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Marcia Indietro: Saccomanno non si ritira e continua la sua corsa a Sindaco! I comizi dei due avversari al ballottaggio hanno ridato linfa alla campagna elettorale Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Rosarno - Una giornata convulsa quella di ieri, dopo l’annuncio del ritiro dalla campagna elettorale dell’avv. Saccomanno, che in serata, «prendendo atto – come egli ha comunicato nel corso del comizio – degli attestati di stima pervenutimi da numerosi esponenti politici calabresi, della grande attenzione posta dalle autorità al gravissimo problema che ho sollevato e soprattutto del commosso abbraccio di molti miei elettori, che mi hanno scongiurato di non mollare, ho deciso di proseguire la battaglia elettorale». Ferma restando la sua determinazione «a lottare perché la macchina del fango non travolga i cittadini onesti che credono ancora nel valore dell’impegno politico». D’altronde la volontà di gettare la spugna, come sottolineato dalla “Gazzetta”, si sarebbe concretizzata qualora non fossero arrivate rassicurazioni. Determinante nella decisione di Saccomanno, pare siano state anche pressioni istituzionali che si sono messe in moto per evitare di rendere ancor più incandescente l’atmosfera elettorale in una cittadina attraversata da profondi malesseri sociali. Nella giornata di ieri è intanto arrivato il sostegno politico a Saccomanno da parte de “La Destra”, che nel primo turno elettorale si era schierata accanto al Pdl dell’avv. Paparatti. A siglare l’accordo sono stati Rocco Dominici, responsabile area tirrenica del partito di Storace e l’on. Limido, responsabile regionale. Il patto allarga la coalizione, ma Saccomanno aspetta il via libera del governatore Scopelliti per rafforzare ancora di più la sua coalizione, nella speranza di recuperare il distacco che lo separa dalla sua avversaria. Numerosi cittadini hanno espresso l’auspicio di uscire dal tunnel dei veleni, alzando il livello del dibattito elettorale. Il confronto va fatto sui programmi e sulle idee e deve restare incanalato, anche quando lo scontro è duro, nell’alveo della corretta competizione democra- tica. Rosarno è attraversato da una crisi profonda e necessita di cure efficacissime, che una classe politica valida deve sapere indicare ai cittadini, nel momento in cui si va alla conquista del loro consenso. Per quanto riguarda la candidata del centrosinistra Elisabetta Tripodi, da registrare il comizio tenuto in piazza Valarioti, nel corso del quale ha evitato di polemizzare con Saccomanno, preferendo piuttosto ringraziare gli elettori per il sostegno accordato alla sua coalizione. Ha detto di sentirsi emozionata, più della prima volta, per avere ricevuto tanti consensi ed ha invitato gli elettori che non li hanno dati a farlo, per rendere concreta la possibilità di portare a compimento un programma valido per la rinascita della città. Ha condannato, come fatto nocivo alla città, la conduzione amministrativa di coloro che hanno badato esclusivamente ai propri interessi. La candidata del centrosinistra ha promesso di trasformare il Municipio in una casa di vetro, «dove non esistono intoccabili, ma gente al servizio della città». A dare manforte alla Tripodi, ha preso la parola Stefania Mancuso, coordinatrice cittadina del Pd, che ha rimarcato come il sostegno avuto dalla cittadinanza attraverso il voto abbia premiato una coalizione forte, coesa e democratica, che si è dimostrata credibile ed in grado di rappresentarsi come alternativa forte ed apprezzata. Per Giuseppe Scandinaro, rappresentante della Sinistra per Rosarno, la città «è ad un passo dal cambiamento». Sulla stessa lunghezza d’onda, Francesco Bonelli, capolista di Agorà, che chiede agli elettori di dare una mano perché il cambiamento diventi realtà. Comunque vada, a parte le “deviazioni” polemiche, le elezioni amministrative hanno segnato il ritorno a una partecipazione democratica che da tempo non si registrava a Rosarno. Voci dal Sud 11 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Cosa chiedono gli agricoltori a chi sarà il nuovo Sindaco? Aspettative, speranze e proposte Parlano il decano degli agricoltori, il presidente della Pro Loco e il coordinatore della consulta giovani Carmen Lacquaniti - Gazzetta del Sud ROSARNO - La competizione elettorale, specie per il fatto che interviene dopo due anni di commissariamento straordinario, segnati da vicende che hanno portato Ro-sarno alla ribalta internazionale, costituisce l’occasione per verificare se esistono le condizioni perché la Città imbocchi un percorso virtuoso, voltando le spalle a tutto ciò che di negativo ha contrassegnato una delle fasi più difficili della sua storia. Lasciando da parte i personaggi principali della contesa politica, abbiamo voluto sentire da alcuni protagonisti della vita cittadina, le loro opinioni, al di là delle preferenze politiche, su cosa si aspettano dai nuovi inquilini che andranno a prendere possesso di Palazzo San Giovanni. Ai nostri interlocutori abbiamo chiesto di indicarci quali sono le loro reali aspettative e quali, dal loro punto di vista specifico, i problemi che i nuovi amministratori dovrebbero affrontare. Per Franz Rodi Morabito, decano degli agricoltori pianigiani, «innanzitutto l’Amministrazione deve impegnarsi nella promozione dell’immagine di Rosarno per riguadagnare la stima dell’opinione pubblica nazionale. Sono molti, infatti, i produttori e i commercianti che hanno creato delle sedi secondarie in paesi vicini per non far arrivare sui mercati i prodotti con il marchio “Rosarno”. Questo per non ingenerare la sensazione negli acquirenti che comprando i prodotti provenienti dalla nostra città si sia conniventi con schiavisti e negrieri». In secondo luogo, per Rodi Morabito «l’amministrazione dovrebbe aiutare gli agricoltori a valorizzare i propri prodotti supportandoli anche nella ricerca dei mercati e deve dialogare anche con altre istituzioni per aprire nuovi mercati e permettere di spuntare prezzi più alti senza essere “assoggettati” alla volontà, o meglio, alla “cupidigia” di pochi commercianti che speculano sui nostri prodotti». Pasquale Papaianni, presidente dell’Assemblea della Consulta giovanile, che riunisce tutte le associazioni e agenzie culturali della città, ritiene che «la nuova amministrazione debba innanzitutto ascoltare le idee e i progetti maturati all’interno del mondo dell’associazionismo ed entrare a farne parte con un contributo fattivo, considerato che per la Consulta i prossimi mesi saranno molto importanti. Il primo compito che ci attende - prosegue Papaianni - è quello di cercare di coinvolgere i 33 comuni della Piana affinché anche loro costituiscano delle consulte giovani da far aderire al grande progetto di riunire le Consulte a livello nazionale. Altro importante compito che avremo è quello di preparare il terreno all’eventuale svolgimento di un workshop anche sul nostro territorio da tenersi nel mese di luglio. È naturale che tutto ciò lo potremo svolgere solo col supporto di un’amministrazione attenta e collaborativa». Per il Presidente della Pro-Loco, Luciano Gangemi, “una delle priorità della nuova amministrazione dovrà essere il rilancio socioculturale del paese. Essa dovrà essere in prima linea su questo fronte come avviene in molti paesi vicini. Come Proloco abbiamo promosso una riunione tra diverse associazioni che operano attivamente a Rosarno per organizzare qualcosa per animare le prossime festività natalizie, visto che, a quanto ci è dato sapere, a tal fine non è stata finora prevista alcuna somma in bilancio». Voci dal Sud 12 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu sulla statale 18 in località Sant’Eufemia di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro Auto piomba su un gruppo di ciclisti domenicali: sette morti La vettura, guidata da un giovane marocchino, da anni residente in zona che gesisce un negozio di pelletteria assieme alla famiglia ha sbandato per cause ancora da accertare. Ci sono anche tre feriti gravi da Corriere della Sera . it MILANO - Tragedia senza precedenti sulla strada: sette ciclisti hanno perso la vita e tre sono rimasti gravemente feriti in un incidente avvenuto in tarda mattinata sulla statale 18, in località Marinella nei pressi di Lamezia Terme, in Calabria. Una Mercedes è sbandata - per cause ancora da accertare, visto che le condizioni meteorologiche erano ottime - ed è piombata su un gruppo di ciclisti che si stavano allenando. Sette sono morti sul colpo. L’uomo alla guida della Mercedes, un 21enne di origini marocchine, è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo. È rimasto ferito. Assieme a lui viaggiava anche un bambino, suo nipote. Le condizioni dei tre feriti, ricoverati uno all’ospedale di Catanzaro e gli altri due all’ospedale di Cosenza, sono gravi. Le condizioni dell’investitore e del bimbo, invece, non destano preoccupazioni. SOTTO L’EFFETTO DI DROGA - Domenica era stato riferito che l’uomo alla guida della Mercedes non aveva la patente perché ritirata. In realtà la patente gli era stata sospesa sette mesi fa per un sorpasso in curva, ma poi gli era stata restituita. L’equivoco, secondo quanto è stato detto dagli inquirenti, è nato per il fatto che Elketani non aveva materialmente con sé il documento che è stato trovato, poi, dai vigili urbani di Lamezia Terme a casa di una sorella, a Gizzeria, dove anche il giovane vive e lavora come commerciante all’ingrosso. La patente ovviamente gli è stata ritirata nuovamente ieri, dopo la strage dei ciclisti. In più, dagli esami cui l’extracomunitario è stato sottoposto dopo il ricovero in ospedale, è risultato che al momento dell’incidente fosse sotto l’effetto di droga. IL GRUPPO - I ciclisti travolti e uccisi facevano parte di un gruppo amatoriale di Sambiase di Lamezia Terme, legato alla palestra «Atlas»; tra le vittime ci sarebbe anche il titolare della stessa struttura sportiva. Sul luogo dell’incidente sono ancora a lavoro i carabinieri e gli operatori sanitari. Questi ultimi hanno soccorso i tre feriti, in gravi condizioni, ricoverati d’urgenza all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. Il più grave è stato poi trasferito a Catanzaro. Le vittime sono Rosario Perri, di 55 anni; Francesco Stranges (51); Vinicio Pottin (47); Giovanni Cannizzaro (58); Pasquale De Luca (35), Domenico Palazzo e Fortunato Bernardi, dei quali non si conosce l’età. I feriti sono invece Gennaro Perri, Fabio Davoli e Domenico Strangis. Le vittime ed i feriti sono tutti di Lamezia Terme. LA DINAMICA - Secondo la prima ricostruzione dell’incidente, una vecchia Mercedes condotta dal marocchino, che viaggiava a velocità elevata, stava effettuando un sorpasso quando ha incrociato fron- talmente il gruppo di ciclisti, che viaggiavano in direzione opposta. L’uomo non ha avuto il tempo di frenare. Le conseguenze dell’impatto sono state quindi devastanti. LE TESTIMONIANZE - «Non pensate a me, guardate invece come sta mio fratello» ha detto uno dei ciclisti rimasti feriti ad uno dei primi soccorritori, giunti sul posto, un automobilista di passaggio. «Mi sono avvicinato a lui - ha raccontato Clemente Folinazzo - e mi ha detto che aveva un forte dolore alla schiena. Subito dopo mi ha detto che non era grave e di pensare al fratello. Non so dire, però, se il fratello sia tra le vittime». Il ferito ha anche indirizzato i soccorritori verso il giardinetto di un’abitazione che si trova lungo la statale 18 e dove è stato trovato un altro ferito, scagliato dall’impatto ad una decina di metri dal luogo dell’incidente. «Quando sono arrivato - ha raccontato il testimone - ho notato il marocchino col volto insanguinato che a piedi stava camminando tenendo il figlio per mano». «Ho visto uno scenario apocalittico - prosegue - neanche una bomba avrebbe fatto tanti danni. Ci sono stati alcuni automobilisti che non ce l’hanno fatta per lo choc a scendere dall’auto e sono tornati indietro». «Il ciclismo era la sua passione» dice invece piangendo lo zio di una delle sette vittime, Pasqualino De Luca, travolte oggi da un’auto a Lamezia Terme. «Era un ragazzo tranquillo - aggiunge - un lavoratore. Aveva un negozio di computer, ma la bicicletta era la sua passione». CORDOGLIO DEL MONDO DEI CICLISTI - Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, insieme alla grande famiglia del ciclismo italiano, si unisce al dolore dei familiari dei ciclisti amatori vittime della strage avvenuta a Sant’Eufemia di Lamezia Terme, esprimendo il più sentito e profondo cordoglio. «La Federciclismo - aggiunge una nota - è vicina ai ciclisti che hanno riportato gravi conseguenze a causa del violento impatto». Voci dal Sud 13 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 Alluvione w w w . s o s e d . eu Basta! non paghiamo le tasse! L’enorme massa di acqua caduta dal cielo ha sommerso tutto e tutti senza distinzione fra nord e sud, fra “operosa” padania e “sud fannullone”! La sola differenza è nel trattamento che lo Stato riserva ai due territori che dovrebbero essere ambedue Italia Unita (!) operando vere e proprie ingiustizie ai danni dal meridione ed in favore del nord est Nessuno si cura dei danni in Calabria. Facciamo come il Veneto alluvionato Piero Sansonetti - Calabria Ora Le immagini disastrose che giungono dal Veneto - con le case sommerse, le strade trasformate in fiumi, gli sfollati - spingono chiunque alla solidarietà ed anche un pò alla rabbia, perché, si sa, i disastri naturali non sono mai del tutto spontanei, in genere sono aiutati dall’azione degli uomini o dalla mancata prevenzione. Ha fatto bene, comunque, Berlusconi ad andare in Veneto e a promettere aiuto. Accompagnato da Bossi, cioè dal capo del partito nordista, che è anche ministro. Però, scorrendo le pagine “virtuali” di Internet, ho notato questo titolo, molto oggettivo, di un notiziario Rai: “Il maltempo si accanisce su Veneto e Calabria...” ... già, la Calabria! Il maltempo si è accanito su Veneto e Calabria, quaggiù ha distrutto delle strade, delle case, delle fabbriche, ha fatto crollare due ponti, ha interrotto le comunicazioni, ha costretto centinaia di famiglie a sfollare, cioè a lasciare i propri appartamenti, ha anche provocato la morte di un uomo di sessant’anni. I danni, si calcola, ammontano a milioni e milioni di euro. E però, nella polemica politica non si parla di Calabria. E sui giornali la nostra regione è sparita. Il Veneto e la Calabria nel giro di poche ore sono diventati “Il Veneto e basta”. I veneti possono dirlo (e farlo) ai calabresi non è concesso pena incorrere nel reato di “disubbidienza civile”! p.s. - Calabria Ora (...) Gli amici del Veneto, forse anche con qualche ragio- mercato - per una volta sia disposto a rinunciare a questi ne, minacciano: se lo Stato non interviene subito noi que- principi, e sembra che sia disposto anche Bossi, e che tutti st’anno non pagheremo le tasse. E noi, qui in Calabria, e due dicano: “Facciamo una eccezione”. Ma una sola: dove l’Irpef è la più alta d’Italia, dobbiamo invece pagare per il Veneto. Per la Calabria no. Perché? Per la ragione tutte le tasse fino all’ultimo centesimo, anche se nemmeno semplice e comprensibilissima che questo è un governo qui non si è vista una lira d’aiuti, anche se qui le vie di nordista. Dominato da un partito - la Lega - che rappresenta comunicazionesonointerrotte, la gente è per strada, molti solo il Nord e i suoi interessi. Tutto qui. I principi valgono sono andati in rovina? E perché questa diversità? Perché poco, valgono i rapporti diforza. Chi è più forte dice: “Fuosiamo al Sud, perché la Calabria è sfigata, perché è una ri i soldi!” palla al piede? Perché non esiste un Bossi del Sud? Occorre una reazione, una risposta. Anzi, ne occorrono Vedete, non sono domande solo dettate dalla rabbia, o due. Una immediata, per l’emergenza. L’altra di scadenza dalla faziosità, o dal meridionalismo. Sono domande razio- più lunga. Quella per l’emergenza è esattamente la stessa nali. Provo a spiegare perché. Qual è il motivo - sacrosanto proposta dagli amici veneti: è chiaro che anche qui, se non -per il quale Berlusconi, con Bossi, è corso in Veneto e ha arrivano gli aiuti, bisognerà ricorrere a uno sciopero fiscapromesso aiuti? Uno solo: la solidarietà. Cioè il diritto e il le. Se non altro - come si dice nel gergo politico -per “par dovere, da parte di uno Stato, di aiutare i più deboli, i più condicio”. sfortunati. E’la ragione fondamentale di esistenza di uno Quella più a lunga scadenza riguarda i governi. BisogneStato. E non è una ragione riconducibile al mercato, né allo rà darsi da fare perché in Italia non siano più possibili magspirito leghista. Ilmercato dice: “La concorrenza, l’inizia- gioranze così pesantemente condizionate da un partito tiva privata e il rischio sono tutto e solo loro devono nordista. E’necessario un riequilibrio, altrimenti il Paese si essere premiati. Gli aiuti dello Stato sono solo una sfascia. Il Mezzogiorno deve porsi il problema della sua turbativa”. Il leghismo dice: “Il Nord è più ricco e il Sud è rappresentanza politica, perché è chiaro che se non ha una più povero. Benissimo: è bene che le cose restino così: forte rappresentanza politica, in grado di controbilanciare perché mai i cittadini del Nord dovrebbero rinunciare, lo strapotere leghista, verrà schiacciato dalla prepotenza attraverso il fisco, a una parte della loro ric-chezza per settentrionale. Così come è chiaro che dovrà porsi il proaiutare il Sud?”. Chiaro. Se vogliamo rispettare le leggi blema del controllo dell’informazione. Oggi l’informazione pure del mercato e del leghismo, il Veneto e la Calabria se ne è interamente nelle mani di poteri che risiedono da Roma in vadano a quel paese, se la cavino da sole. Ripeto: la Calabria, sù. Al Sud niente. E’ una delle ragioni strutturali della noma anche il Veneto. stra debolezza. Bisognerà rifletterci. Sembra però che Berlusconi - liberista e adoratore del 14 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 Agricoltura w w w . s o s e d . eu L’olio extravergine d’oliva compie cinquant’anni ma la sua produzione in Calabria rischia di scomparire Il 13 novembre 1960, con la legge numero 1407, nasce l’olio extra vergine d’oliva e la sua classificazione in cui si ripetono aggettivi come sopraffino, fino, extra per cercare di sdoganare uno dei più pregiati ed antichi condimenti esistenti al mondo che veniva ancora visto come un prodotto lontano e legato ad un territorio poco progredito sia culturalmente che socialmente. Tale eccessiva retorica non fu realmente accompagnata da un impegno nella ricerca, nella tecnica e nel sostegno all’innovazione probabilmente anche per uno scarso interesse del mondo accademico agrario del centro nord e dell’industria che ruotava nel settore agricolo. Tra l’altro era il periodo del boom economico che, interessando principalmente il nord prosciugava le campagne dalle forze giovani e migliori lasciando l’agricoltura meridionale in uno stato di declino. E’ ancora vivo il ricordo nelle nostre contrade delle colorate e numerose frotte di donne chinate a raccogliere le olive da terra e dell’odore acre dei fiscoli nei frantoi che producevano principalmente olio di cattiva qualità. In questo scenario la nuova classificazione introdusse la pericolosa convinzione che solo l’extra vergine era un olio buono da consumare creando diffidenza finanche nell’olio vergine mentre nelle nostre case si consumava quotidianamente il lampante. Tale preconcetto ancora oggi è diffuso se qualcuno enfaticamente pubblicizza lo 0,1 gradi di acidità Aldo Stella - Calabria Ora Segretario dell’Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi di Catanzaro senza invece sottolineare che l’olio ottenuto dalle olive sane e ben conservato è sempre da preferire ad altri condimenti presenti sul mercato. Uno dei periodi più bui dell’olio di oliva fu il “lancio” dell’olio di semi quale condimento salubre e leggero che grazie ad un lucroso interesse di grosse multinazionali adombrò anche nelle nostre terre i benefici dovuti al consumo di olio d’oliva. E come spesso succede, per le nostre tipicità, toccò ad uno straniero riconoscere all’olio d’oliva gli eccezionali meriti per una lunga vita. Questo signore fu Ancel Keys un medico americano che dopo aver studiato per molti anni la principale causa di morte, di imprenditori cinquantenni in America, l’ischemia cardiaca, in un convegno a Roma sull’alimentazione scoprì che nell’Italia meridionale tale patologia era un problema del tutto marginale. La curiosità scientifica e un preciso incarico dell’autorità sanitarie americane, preoccupate dall’elevato numero di morti per infarto, anche dopo aver abbandonato la dieta a base di grassi animali e aver promosso l’olio di semi a modello di dieta sana, portò lo scienziato americano, nel frattempo trasferitosi nel Cilento, dove visse per quarant’anni, a scoprire la dieta mediterranea e a farla conoscere in tutto il mondo. In particolare evidenziò nei suoi studi l’eccezionale funzione dell’olio di oliva che, grazie alla presenza di Vit e di altri antiossidanti, risultava il condimento ideale per una vita sana e lunga. Il professor Keys, forse anche grazie alla dieta mediterranea che seguì tutta la vita, visse 101 anni. Con grossa preoccupazione, assistiamo ad una perdurante stagnazione dei prezzi dell’olio di oliva di qualità che attualmente sui mercati all’ingrosso è quotato meno di 2,50 euro al litro mentre i costi di produzione e gli impegni di coltivazione diventano sempre più onerosi. Questa situazione, non sostenibile a lungo, fa correre seriamente il rischio dell’abbandono della coltivazione dell’olivo nelle zone più marginali della nostra regione dove, oltre a costituire un efficace contrasto al dissesto idrogeologico rappresentano in maniera incantevole il paesaggio del nostro entroterra. Per questa ragione l’importante compleanno dell’olio extra vergine d’oliva, purtroppo, passerà inosservato e non sarà festeggiato dagli olivicoltori. Voci dal Sud 15 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 Alimentazione w w w . s o s e d . eu Gli insaccati: sappiamo cosa compriamo? www.Alice.tv Salame, prosciutto, bresaola, servazione). coppa, mortadella, etc... gli Un’altra caratteristica dei prodotti trattati in insaccati, gioie e dolori dei nostri modo “tradizionale” è quella che si conservaappetiti! Si fa un gran parlare di questo genere di alimenti, di quanto malgrado siano così golosi in realtà rappresentano un “attentato” alla li- nea. Ma gli insaccati fanno davvero così male? Certamente hanno una reputazione piuttosto spinosa, sono noti per essere alimenti “poco raccomandabili” per la salute, sono infatti ricchi di grassi e non propriamente adatti a chi vuole seguire una sana alimentazione, ma le “brutte notizie”, per chi ama gli insaccati e ancora non ha approfondito la materia, è che un consumo assiduo di questi cibi è sconsigliato anche e soprattutto per il loro contenuto di nitriti e nitrati, additivi utilizzati durante il confezionamento dei salumi prodotti in modo industriale. Ma perché vengono utilizzati gli additivi? Gli additivi in questi prodotti sono utilizzati come conservanti per impedire l’irrancidimento, e come coloranti invece per dare il colore rosa o rosso tipico del salume. I conservanti naturali: possibile che vi siano prodotti come salumi e insaccati che non hanno nessun additivo, ma solo conservanti naturali come sale o spezie, ma la produzione di questo genere di insaccati è senza dubbio più onerosa, oltre che più complessa per il tipo di lavorazione che richiede (che richiede anche diversi ambienti per la stagionatura e la con- no di meno, e quindi non convengono per un’esposizione più prolungata sui banchi dei supermercati. A questo proposito consigliamo di non acquistare quei prodotti insaccati che si conservano per più di 5-6 mesi, e dove i livelli di conservanti sono eccessivamente alti. E’ preferibile acquistare e scegliere prodotti riconosciuti nella loro qualità - prodotti DOP, IGP , i salumi artigianali che non prevedono l’uso di conservanti, e sono esenti da nitriti (cancerogeni) e nitrati. Voci dal Sud 16 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Inizia da Lametia Terme il riscatto del Sud? BRUNO GEMELLI - Calabria Ora Un sasso nello stagno. Sull’acqua immobile si disegnano cerchi concentrici che vibrano impercettibilmente arrivando a lambire il fondo limaccioso. Nulla è scritto, non abbiamo nessuna parte da recitare, ma se stuzzica l’idea di provare a trasgredire ecco che diventa una sfida che vale la pena di tentare. Ieri Calabria Ora, al convegno di Lamezia, ha lanciato un sasso nello stagno. Il direttore Piero Sansonetti aprendo e chiudendo (con la buona novella della liberazione di Aung San Suu Kyi) la riunione, durata ben quattro ore (il folto pubblico ha seguito fino alla fine), ha avvertito che l’invasione di campo di un giornale che si rivolge alla società e alla politica seminando proposte durerà il tempo strettamente necessario per fare lievitare il dibattito. D’altra parte non è compito del giornalismo invadere il campo d’Agramante ma solo indagarlo e riferirne gli esiti. E dal convegno di ieri sono uscite tre proposte. La prima, declinata dal direttore “Calabria Ora”, afferisce all’esigenza di dotare il Sud di una postazione di rete informativa, una terza rete Rai, per coprire un gap comunicativo al punto - come ha detto nel suo intervento Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata, agganciandosi al discorso di Sansonetti - “... che forse c’è bisogno di una controinformazione per curare l’immagine del Mezzogiorno “. La seconda proposta, di natura politico-culturale è stata lanciata dal presidente del provincia di Catanzaro (che parlava anche a nome dell’Upi), Wanda Ferro, per creare un tavolo permanente bipartisan dal momento che «la cultura è l’ascensore sociale». «Il Mezzogiorno, quindi, non più chino a chiedere con la mano tesa, ma, ha aggiunto la Ferro, con il coraggio di alzare la schiena, nonostante ci sia stato il fallimento della politica di contrapposizione all’interno dello stesso territorio. Una Calabria vincente, infatti, è una Calabria che parla a tutti i territori in maniera uguale e deve essere al centro dell’attenzione dell’agenda politica nazionale». La terza proposta operativa, di taglio socio-economico, è venuta emergendo da Enza Bruno Bossio, della Direzione Nazionale del Pd, che ha riferito di «una nuova politica del welfare, un nuovo patto sociale che si affianchi ad una nuova politica riformista. Non più lavoro assistenziale, clientelare, che sottomette il bisogno alla mafia o al sistema politico, ma il diritto ad un reddito universale di cittadinanza come avviene in Europa dove, a differenza di Italia e Grecia, esiste un reddito minimo a partire dai 16 anni per chi vive in condizioni di disagio. Il vento del Sud non può che essere un vento riformista, ambizioso che comprenda che la crescita economica passa anche attraverso l’innovazione. Sostiene Enza Bruno Bossio, con un semplice calcolo: «Afronte di 75mila disoccupati, un reddito minimo garantito di 500 euro al mese costerebbe 450 milioni all’anno». L’incontro è stato moderato da Annamaria Terremoto, caporedattore Tg3 Calabria. Tanti gli interventi, relatori diversi e lontani tra loro. Culture, storie, provenienze, sensibilità difficili da catalogare col metro di un’introvabile omologazione. Una pluralità di voci che hanno dimostrato che quando si discute senza paraocchi il sedimento del pensiero lascia tracce feconde. Ha fatto gli onori di casa Leopoldo Chieffallo, Presidente della fondazione Terina, che ha fatto notare come i giornali siano costretti a svolgere funzioni di supplenza dei partiti assenti. Il primo intervento istituzionale è stato quello del Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico che, fra l’altro, ha detto: «S’impone un percorso virtuoso di crescita se non vogliamo un paese a due velocità. Ma c’è anche, com’è sottolineato a chiare lettere nel manifesto dell’iniziativa odierna di Calabria Ora, una questione di diritti e di dignità. Una Regione come la nostra non vuole assistenzialismo o prebende ma rivendica e pretende interventi che rispettino gli impegni sulle infrastrutture essenziali, incominciando dalla Salerno-Reggio Calabria, dalla 106, dal completamento dell’alta velocità». Sono poi intervenuti l’imprenditore Antonino Gatto («Il nostro futuro noi lo abbiamo sciupato e lo stiamo sciupando con il nostro non fare ed il Nord si avvantaggia del nostro non essere cittadini»), l’ex presidente Giuseppe Bova («Riformare la legge elettorale per dare la possibilità di scegliere agli elettori»), il professor Ulderico Nisticò («Occorre la cultura e soprattutto l’organizzazione della cultura»), il segretario regionale della Cisl Paolo Tramonti («Va riproposto il tavolo Calabria»), don Enzo Gabrieli, che ha portato il saluto di monsignor Salvatore Nunnari. E poi gli interventi degli onorevoli Elio Belcastro e Pino Galati, il contributo del presidente dei giovani di Confindustria Calabria, Sebastiano Caffo. Hanno chiuso il convegno i presidenti Vito De Filippo e Giuseppe Scopelliti. Erano presenti, tra gli altri, l’Onorevole Giovanni Dima, il Senatore Franco Bevilacqua, gli Assessori regionali Domenico Tallini e Antonio Cariai, i Consiglieri regionali Geppino Caputo, Nicola Adamo, Nazzareno Salerno, Fausto Orsomarso, Claudio Parente, Carlo Guccione, Francesco Sulla, Giampaolo Chiappetta, gli ex Consiglieri regionali Pietro Giamborino, Liliana Frasca e Domenico Pappaterra; il democrat Pino Caminiti, il Consigliere provinciale di Cosenza Raffaele Zuccarelli, il Sindaco di Lamezia Gianni Speranza e molti altri Sindaci; il Vice Sindaco di Cosenza Franco Ambrogio, gli Assessori Carlo Salatino e Damiano Covelli, il capogruppo del Pd al Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca, i Consiglieri Roberto Sacco ed ancora tanti amministratori, dirigenti di partito, imprenditori, giornalisti e osservatori. ... e calabresi! Voci dal Sud 17 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Comincia a spirare “il vento del Sud Davide Varì - Calabria Ora All’inizio era un refolo ma da ieri, forse, è qualcosa di più. Da ieri è un vento vero: è il vento del Sud! E sì perché nel frattempo è accaduta una cosa che in Calabria non accadeva da tempo se è vero che, come ha ricordato il professor Ulderico Nisiticò, il dibattito politico e culturale nella nostra terra era fermo grosso modo al ‘700. Ieri è dunque accaduto che la politica, la cultura, l’impresa e il mondo del lavoro calabresi si sono guardati negli occhi e hanno deciso che è arrivato il momento di spezzare il dominio del Nord sul Sud. Di avviare un’indispensabile azione di autonomia e di responsabilità, come ha sottolineato Peppe Bova nel corso del suo intervento al convegno di Lamezia. Prendere in mano la propria storia, determinare il proprio destino, è questo il compito a cui tutti i calabresi sono chiamati. Ma per far questo c’è bisogno di una riforma profonda della politica calabrese. Una politica che evidentemente deve tornare protagonista abbandonando le lotte di potere in cui si trova impantanata. Sono tante le proposte che sono arrivate ieri dal palco del nostro convegno. Proposte che pubblicheremo su Calabria Ora nei prossimi giorni. Idee che sono arrivate dal mondo dell’impresa l’impresa vera e di altissima qualità come quella di Antonino Gatto e Sebastiano Caffo - e dal mondo della politica e della cultura. Una miscela di punti di vista e di prospettive indispensabile perché il vento del Sud dovrà trovare nuove vie e per far questo dovrà avere i piedi ben piantati sulle nubi come amava ripetere Flaiano. Il che vuol dire che dovrà essere pragmatica e visionaria insieme. Per questo è indispensabile il pragmatismo del mondo delle imprese ed è indispensabile l’idealità della politica e della cultura. Ma come si rovesciano i rapporti di forza? Come si abbattono le casematte del Nord? Forse bisognerà fare come la Lega Nord quando circa vent’anni fa ha deciso di gridare Roma ladrona rivendicando la propria autonomia e reclamando i propri schei. Eppure c’è un vizio d’origine del leghismo che il nuovo meridionalismo deve evitare in tutti modi. La Lega non ha certo la capacità visionaria e la creatività propria del Sud. La Lega ha i piedi piantati esclusivamente sul proprio territorio e si limita a rivendicare i diritti materiali dei soli cittadini del Nord. Il Sud dovrà invece ribaltare la dialettica NordSud senza per questo rinunciare a una visione universalistica della storia. E in questo senso, la proposta di un reddito minimo garantito per le migliaia di disoccupati della nostra regione - un’idea avanzata ieri da Enza Bruno Bossio - rappresenta di certo una visione particolare ed universale insieme. La Calabria può infatti diventare una sorta di laboratorio per segnare un sentiero che tutti gli altri lavoratori del Nord del Centro e del Sud potranno percorrere. Ed è questa la differenza rispetto all’egoismo e al particolarismo della Lega! Ma c’è un’altra casamatta del Nord da abbattere: è quella dell’informazione. Un’informazione che rimanda un’immagine catastrofica, apocalittica e irrimedibile del Sud. Un’informazione tutta in mano al Nord. Nessuna televisione pubblica o privata, nessun giornale nazionale e nessuna radio ha la direzione al Sud. Di qui l’idea di chiedere una Tv pubblica. Non importa che la sede sia a Reggio Calabria, a Napoli o a Palermo, l’importante è che sia a sud di Napoli. Insomma, da ieri il vento del Sud ha iniziato a soffiare e tutti i calabresi sono chiamati ad alimentarlo. Voci dal Sud 18 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Rifiuti in Calabria: anche qui è emergenza! Incomprensibile il gesto del Governatore Scopelliti che offre ospitalità ai rifiuti campani, mentre in Calabria il probvlema monta a vista d’occhio - L’allarme dell’assessore Pugliano. Rassicurazioni però su Pianopoli Ric.Trip - Calabria Ora L’informativa sull’emergenza rifiuti e sulle proteste dei cittadini di Pianopoli da parte dell’assessore all’Ambiente Francesco Pugliano ha aperto i lavori del Consiglio Regionale di qualche giorno addietro. L’assessore ha voluto tranquillizzare tutti specificando che il trasporto dei rifiuti dalla Campania si è interrotto in seguito alle violente precipitazioni degli scorsi giorni e che non sarà ripreso. Sulla natura dei rifiuti arrivati alla discarica di Pianopoli ha poi specificato: «Tratta rifiuti urbani «polemiche sterili» quelle dell’opposizione e ha non pericolosi, triturati e trattati meccanicamen- chiesto di attendere «il tempo giusto perché ante». che su questo settore Il Governatore della Calabria L’assessore ha poi la maggioranza sarà Scopelliti offre “ospitalità” ai voluto allargare la sua in grado di offrire le riflessione all’intero siadeguate soluzioni». rifiuti solidi campani, ma il stema dello smaltimento Secondo Nicola Sindaco di Lametia Terme e di dei rifiuti in Calabria. Adamo «è venuto il Pianopoli con un provvedimento «Il nostro sistema è momento di pensare impediscono giustamente il transito al collasso - ha detto ad una sorta di vincodei Tir sui territori dei propri e non saranno certalo delle responsabilità Comuni - Incomprensibile il gesto mente le 1.800 tonnelsul tema. di Scopelliti che ignora (o finge di late di rifiuti giunti Su questioni di quedalla Campania a sto tipo bisogna pensaignorare) che anche la Calabria è compromettere una sire con logiche che vanin “emergenza rifiuti” tuazione già precaria, no oltre gli schieravisto che la Calabria menti, senza già produce quasi un milione di tonnellate all’an- strumentalità o pretestuosità». no di rifiuti». Adamo ha poi lanciato una proposta concreta: «Il Pugliano ha evidenziato l’assoluta mancanza di pro- ciclo dei rifiuti in Calabria dovrebbe essere unigrammazione in un settore commissariato da tredici ficato, magari pensando alla costituzione di tre anni e ha proposto due linee di intervento: la prima, società pubbliche o miste, e unificando il trattadi carattere infrastrutturale tesa ad individuare siti mento tariffario fra le varie province». ottimali e filiere per il riciclaggio produttivo; la seRosario Mirabefli, infine, ha affermato come occonda, centrata su una forte comunicazione ed corra «affrontare la questione rifiuti nei tempi informazione sulla questione. giusti per evitare il collasso del sistema» e ha chieAlla relazione è seguito un ampio dibattito. sto la formulazione di un nuovo piano regionale del Ferdinando Aiello (Sei), ha criticato la «superfi- settore. cialità della relazione dell’assessore» e ha chiesto Pugliano ha detto infine che il dibattito avviato ieri che fine abbiano fatto i programmi di raccolta diffe- sarà proseguito in seno alla Commissione comperenziata e le isole ecologiche avviate dall’ex assessore tente. all’Ambiente Silvio Greco. Fausto Orsomarso, del Pdl, ha bollato come Voci dal Sud 19 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Secondo la Procura di Catanzaro sarebbero state realizzate mappe false Energia alternativa: cosa succede in Calabria? Inchieste giudiziarie a raffica sugli impianti eolici realizzati o in itinere Intanto “il mercato” rifiuta tutti i progetti per il fotovoltaico Importantissimi impianti, finanche pronti per la cantierizzazione (presenti tutte le autorizzazioni), non trovano finanziatori! Calabria Ora CATANZARO La Procura della Repubblica di progetto con la conseguenza, tra l’altro, che non è Catanzaro ha chiesto il sequestro del parco eolico stata rispettata la distanza tra le pale e le abitazioni. realizzato a Girifalco dalla società Brulli Energia di L’inchiesta mira anche ad accertare se dietro la Reggio Emilia. ralizzazione delle pale vi La richiesta rientra sia stato l’interessamenUn fatto incontrovertibile è che nell’ambito di un’inchieto della ‘ndrangheta. mentre in tutta Italia (come in sta su presunte irregoQuella sul parco di Europa) si scatena la corsa e la larità commesse duranGirifalco è solo una delle realizzazione di parchi di pannelli te la fase di progettainchieste che la Procura fotovoltaici, solo in Calabria tutto zione e realizzazione di Catanzaro sta rimane stagnante e nessun dell’impianto ed è ora al conducendo sull’eolico impianto è entrato in fase vaglio del Gip che, a in Calabria. di realizzazione breve, dovrebbe prenLa principale riguarda (ad ondor del vero solo uno funziona!) dere una decisione. il presunto pagamento Eppure esistono una miriade di In particolare, seprogetti pronti, ed alcuni di una tangente di 2,4 addirittura con regolare licenza condo l’ipotesi dell’acmilioni di euro per le liedilizia ed autorizzazioni da parte cusa, sarebbero state nee guida della Regione dell’Enel, ma non si riece a trovare realizzate mappe false per la costruzione dei un finanziatore! dalle quali sarebbero parchi. I fatti di Calabria, nel dipingerla anche “scomparse” alL’inchiesta, nella quain tutto in mondo come razzista e cune abitazioni. le sono indagati una negriera, hanno prodotto anche A denunciare le pretrentina tra ex Amminiquesto danno! sunte irregolarità è stastratori Regionali, imto, negli anni scorsi, un prenditori e faccendieri, professore universitario era stata avviata negli anni scorsi dalla Procura di di Napoli, Salvatore Tolone, proprietario di un ter- Paola e poi trasferita a Catanzaro visto il reno nella zona in cui il parco è sorto. coinvolgimento di ex Amministratori Regionali. L’uomo, che si è opposto al progetto sin dal 2006, Nei giorni scorsi un imprenditore che risulta tra gli tra l’altro, è stato vittima di tre atti intimidatori: una indagati è stato sentito a lungo dal Pm titolare delbomba è esplosa accanto alla sua auto, un suo trat- l’inchiesta. tore è stato incendiato ed infine ha avuto l’auto danNell’interrogatorio, di cui ha parlato il Quotidiano neggiata. della Calabria, l’uomo ha confermato le dichiarazioNella sua denuncia, Tolone ha rilevato che le map- ni di un testimone che avrebbe svelato presunti fape redatte dall’impresa e che stanno alla base del vori fatti da esponenti politici ad imprenditori inteprogetto realizzato dalla società Brulli energia indi- ressati ad entrare nell’affare dell’eolico. cano una scala di 1:2500 mentre in realtà sono di Gli inquirenti stanno ora cercando nelle migliaia di 1:2000. carte sequestrate durante le indagini, i riscontri ogInoltre una novantina di abitazioni che compaiono gettivi alle parole dei due testimoni. nelle mappe catastali sarebbero sparite da quelle del Voci dal Sud 20 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Arenaways, debutta il suo primo treno privato! In una atmosfera freddo-ostile da parte di Trenitalia le cui biglietterie esponevano il cartello “Non si danno informazioni su treni di altri vettori”, alle 7.10 di ieri mattina è cominciata puntualmente tra Torino e Milano l’avventura della società che prova a rompere il monopolio delle Ferrovie Amalia Angotti TORINO - Alle 7.10, puntualissimo, lascia la stazione di Torino Lingotto, con i primi passeggeri a bordo, il treno di Arenaways, la società privata che prova a rompere il monopolio delle Ferrovie. Due ore dopo entra a Milano Porta Garibaldi, con dieci minuti d’anticipo rispetto all’orario previsto, ma senza fermate intermedie. Con il fischio della giovane capotreno Laura Scognamillo, 26 anni, figlia di un ferroviere siciliano, parte la sfida della piccola società di Alessandria. Un avvio tra polemiche e tensioni. Lo confermano i cartelli sulle biglietterie di Torino Porta Susa: «Non si danno informazioni su altri vettori». Sui monitor però il nome di Arenaways c’è e lo speaker in stazione annuncia l’arrivo del treno citando, con un’errata pronuncia, il nome della società. «Si pensa che la concorrenza si possa vincere con un’o pera di sfiancamento – osserva l’amministratore delegato della società, Giuseppe Arena – ma ce l’abbiamo fatta lo stesso, anche se non è la partenza che avremmo voluto. I passeggeri sono pochi, ma ci faremo conoscere. È una giornata storica». Arena ricorda che ieri stesso ha presentato tre ricorsi: all’Antitrust, all’Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari del Ministero dei Trasporti, e alla Commissione Europea. Il treno, giallo e rosso, è pieno di servizi accattivanti: si può fare la spesa a bordo, scegliendo i prodotti e ritirando la spesa al ritorno in stazione o lasciare i vestiti in lavanderia come in albergo e riprenderli, tre giorni dopo, puliti e stirati. La classe è unica e le carrozze sono fornite di prese di corrente e monitor su cui compariranno le news e un video sulla sicurezza a bordo come sugli aerei. «Abbiamo visto - spiega Patrizia De Bernardi, coordinatrice dei servizi sui treni Arenaways - da una indagine effettuata, che la maggioranza dei pendolari è single. Il rischio è che debbano passare il sabato a fare le commissioni, noi proviamo a dare loro una mano». C’è anche il minimarket accanto allo snack bar e alcuni prodotti hanno il marchio AW della società: pasta pugliese, olio, conserve, vino. I pendolari per ora sono pochi. L’Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari (Ursf, organo del ministero dei Trasporti) ha limitato le corse solo a Torino e Milano affinchè «non vi sia interferenza alcuna con i servizi per i quali è previsto un contributo pubblico». Angela è salita sul treno «per curiosità», così come Co-rinne che studia all’Università della Bicocca e confessa di essere nauseata dai treni delle Ferrovie. “Si vede la differenza, afferma, qui posso andare in bagno senza rischiare di beccarmi un’infezione”. Sante Altisio e Paolo Pellegrini, invece, vanno a Milano per lavoro e il treno Arenaways lo hanno preso per caso: «C’è una bella differenza, non sembra neppure un treno». A molti passeggeri è piaciuta l’idea di poter fare il biglietto a bordo senza pagare sovrapprezzo (il ticket point accetta anche le monetine), così come piace la garanzia del rimborso di una parte del biglietto in caso di ritardo superiore a mezz’ora qualunque sia la causa. Un inizio di buon auspicio che può favorire e stimolare l’arrivo di altri vettori privati, così da dare una risposta convincente soprattutto alle migliaia di pendolari che fanno la spola lungo la Penisola. Voci dal Sud 21 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu A dare il fischio di partenza al convoglio la giovane siciliana Laura TORINO. Laura Scognamillo si è trasferita da Palermo a Torino per studiare Lingue, ma il suo sogno è sempre stato quello di lavorare su un treno, come il papà e come il nonno. Ora, a 26 anni, quel sogno lo ha tirato fuori dal cassetto ed è riuscita a coronarlo: l’ha assunta, a tempo indeterminato, Arenaways, il piccolo operatore privato che ha lanciato la sfida a Trenitalia. È stata lei, ieri, a dare, alle 7.10, alla stazione Torino Lingotto, il fischio di partenza del nuovo treno. «Ero emozionata, ho pensato a tutte le volte che mio padre da piccola mi ha portato con lui sui treni, racconta e poi si lascia andare: Il treno è così bello, pulito, che per un momento ho pensato che mi sarebbe piaciuto essere un normale passeggero per godermi il piacere del viaggio. Quando mi sono iscritta all’Università – spiega Laura -pensavo ormai che il mio sogno fosse irrealizzabile. È stato un amico, che conosceva la mia passione per i treni, a parlarmi di Arenaways. Ho presentato la domanda, poi ci sono stati i colloqui e le visite mediche, da marzo a dicembre dell’anno scorso i corsi di addestramento. Ho preso l’abilitazione per fare il manovratore e il capotreno, poi la patente di guida da secondo agente. È come avere il foglio rosa, posso fare il macchinista purchè abbia qualcuno vicino». L’avventura è iniziata quest’estate sui treni di Arenaways per Amburgo e Dusseldorf. «Facevo il capotreno fino al confine, a Domodossola, ho preso confidenza. Anche se quello di oggi per me è il primo vero viaggio». In famiglia sono tutti entusiasti: il papà, per tanti anni capotreno e ora ancora al lavoro alle Ferrovie, ma in ufficio, dice di essere orgoglioso e fiero perchè Laura fa sì che non s’interrompa una tradizione. Laura rappresenta la terza generazione di ferrovieri nella familgia Scognamillo. Il fratello, Marco, ha intrapreso una strada diversa perchè studia Medicina, ma Laura promette: «Finirò gli studi entro un anno, mi mancano solo cinque esami per prendere la laurea specialistica in Traduzione. La mia strada però è questa. E, prima o poi, il treno lo voglio guidare». Siamo certi che coronerà il suo sogno. Voci dal Sud 22 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 Calabria e trasporti w w w . s o s e d . eu Trenitalia continua ad operare soppressioni di treni e le Ferrovie regionali sono fatiscenti Viaggi scontati periodici previsti da Trenitalia in tutte le regioni italiane meno che in Calabria ove sarà sempre tutto “a prezzo pieno” Ferrovie della Calabria, velocità ridotta sulla tratta Gioia Tauro-Cinquefrondi La mancanza di fondi potrebbe portare alla completa e totale chiusura Giuseppe Mazzù - Gazzetta del Sud Le Taurensi ormai da anni attendono interventi di Palmi - Va diventando sempre più preoccupante la situazione della mobilità sulle li- riqualificazione nonostante la politica, a parole, abbia nee ferroviarie che collegano la Piana con il ripetutamente prospettato l’opportunità di un rilancio di queresto della Calabria e con i centri abitati ste linee ferroviarie secondarie da trasformare in metropolitadell’entroterra, senza contare il progressivo na di superficie in una Piana dove ancora oggi i collegamenti depauperamento dei collegamenti ferroviari sono problematici e dove da alcuni anni i trenini sono freche Trenitalia va sistematicamente attuando quentati dalle comitive di turisti tedeschi che ne apprezzano e che allontanano sempre più l’intera Calabria l’itinerario in un paesaggio che ritengono essere unico. Ma ancor più drammatica si presenta la prospettiva per i dal resto del Paese. pendolari che utilizzano per Mentre il i loro spostamenti le Ferromalcontento e l’allarme servie dello Stato dopo le notipeggia tra i pendolari che zie della possibile interruziogiornalmente si spostano ne dei servizi assicurati dal nei due sensi, dal capoluo“tamburello” che oggi asgo della provincia verso i sicurano i collegamenti tra centri della Piana, anche per Reggio e la provincia e vile linee Taurensi delle Ferceversa, ma anche con il rerovie della Calabria (già sto della regione. Ferrovie Calabro-Lucane La situazione di difficoltà a scartamento ridotto), che che registra il traffico autocollegano ormai da quasi un mobilistico a causa dei lavori secolo Gioia Tauro con dell’autostrada, infatti, ha l’entroterra, si prospettano indotto molti impiegati e stutempi difficili poiché sembra denti a ricorrere al mezzo ferche i disegni diretti alla chiuroviario, così ogni mattina sura siano giunti a un punalla sola stazione di Palmi to cruciale. come non avveniva da anni, Infatti, mentre la tratta arriva un gran numero di laGioia Tauro-Sinopoli da voratori anche perchè il mianni è stata limitata alla staglioramento dei servizi di zione di Palmi, fin dai primi collegamento tra il centro di mesi di quest’anno anche Palmi e la stazione sono anlungo questa tratta la circodati nella direzione giusta. lazione è stata sospesa a Dinanzi a una maggiore causa di un cedimento delrichiesta di servizi il presila sede ferroviaria nei presdente della Ppm, Ettore si di Monte Terzo. Saffioti, non ha esitato a Un tratto che, pur se limitato, per ragioni di sicurezza ha imposto la chiusura in man- potenziare le corse tanto che, dal semplice collegamento con navette negli orari normali, per le corse del mattino all’orario canza di interventi di consolidamento. di apertura delle scuole e degli uffici, ha portato a i tre pullman Ma le difficoltà non si fermano a questo nuovo limite. Infatti la mancanza di interventi lungo la tratta che va da che, con lo stesso prezzo del biglietto, provvedono a collegaGioia Tauro a Cinquefrondi comincia a provocare problemi e, re non solo il centro ma a trasportare lavoratori e studenti fin come primo provvedimento, pare abbia comportato la deci- nelle scuole e negli uffici collocati in periferia. C’è da sottolineare però che, proprio in questo ultimo anno, sione - da parte dei responsabili - di ridurre a 25 chilometri orari la velocità commerciale delle automotrici, rallentando in le Ferrovie dello Stato hanno migliorato notevolmente l’ambiente della stazione e quello del piazzale antistante, dove modo sensibile i tempi di percorrenza sull’intera linea. Alla base di queste difficoltà vi sarebbero i mancati inter- sono in corso lavori di restyling, a fronte di un abbandono venti finanziari da parte del Governo e della stessa Regione decennale. Ma a questo impegno economico di recupero della struttuCalabria che, se non si corre ai ripari, non solo condannano alla completa e definitiva chiusura le Taurensi ma potrebbero ra, che com’è noto non è presenziata ormai da 20 anni, non anche far entrare in crisi il traffico su gomma che oggi assicu- corrisponde l’impegno sul piano dell’offerta dei treni e le nora la mobilità a un gran numero di cittadini, collegando tutti i tizie della possibile sospensione del servizio “tamburello” ha messo in allarme i tanti pendolari che, pur con tutti i limiti centri pre aspromontani. Sullo stato della gestione delle Ferrovie della Calabria ave- esistenti, apprezzavano comunque l’opportunità offerta. va già lanciato l’allarme a livello regionale la presidente Clara Ricozzi nel corso di una riunione con i sindacati ma nulla è cambiato da allora, specialmente per quanto riguarda il ramo delle ferrovie in provincia di Reggio Calabria. Strade che sembrano sempre più piste da Safari, Autostrada A3 ridotta ad un tratturo, Ferrovie in continuo e progressivo degrado stanno isolando La Calabria dal “resto del mondo civile” in maniera preoccupante (non per i politici!). Proseguendo questo processo di regresso, presto in Calabria si viaggerà solo a dorso di mulo! La nota positiva potrebbe essere che i muli, in via di estinzione, riavranno vita e sarà salvata dall’estinzione una preziosa “specie di mammiferi” Voci dal Sud 23 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Giulia Cavallaro sulla vetta L’atleta iscritta alla ASD Thunder Pizzo Calabro, titolare azzurra della categoria 50 kg. è una studentessa universitaria, insospettabile 19/enne campionessa della insolita disciplina sportiva Rino Logiacco - Laprimapagina.it Un altro prestigioso trofeo da appendere nella stanza dei titoli per Giulia Cavallaro, da noi premiata con il Pis Sport 2010 il 15 febbraio 2010. L’atleta di Pizzo (VV) si è aggiudicata il titolo di Campione Europeo in Grecia ai Campionati Europei di Kickboxing della Wako (World Association Kickboxing Organization). Giulia Cavallaro, categoria kg. 50 donne della Asd Thunder Pizzo, ha battuto la campionessa uscente Sharon Gill sulla distanza di 3 riprese. Giulia sempre in vantaggio ha dominato la fortissima rivale, vincendo cosi nel 2010 anche la medaglia d’oro ai Campionati Europei. Questo il curriculum di Giulia Cavallaro che ha vinto tutto quello che c’era da vincere: Campionessa del Mondo Juniores kg. 50 (2008 Napoli - Italia); Campionessa d’Europa Juniores kg. 50 (2009 Pula Croazia); Campionessa del Mondo Seniores kg. 50 (2009 Lignano Sabbiadoro Italia); Campionessa d’Europa Seniores kg.50 (2010 Loutraki Grecia). Cosa è il Kickboxing? La parola kickboxing è stata inventata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, la muay thai, il Sambo russo, il taekwondo ed il sanda cinese. I promoter giapponesi, vedendo il successo dei match di boxing tailandese, decisero di eliminare i colpi di gomito, ginocchio e le prese. Rimase uno sport da combattimento nel quale gli atleti usano pugni e calci alle gambe, al tronco ed al viso. Si usano i calzoncini corti come nella boxe e nella boxe tailandese. Nacque la “Kickboxing giapponese”, poi abbreviata in “Kick Boxing” o parola unica “Kickboxing”. Gli americani precedentemente avevano iniziato a fare gare di kung fu e di karate a contatto pieno (full contact). Unirono quindi le tecniche di pugilato a quelle di karate e le tecniche di gambe del taekwondo a quelle del karate e nacque così il Full Contact Karate. Da qui nacque la confusione dei nomi e degli stili, in quanto nel Full Contact Karate si colpisce con i calci dal busto in su mentre nella kickboxing si possono dare calci anche alle gambe. In Giappone venne poi creato un torneo chiamato K-1, in cui K sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi. Viste le borse elevatissime e l’entusiasmo enorme dei giapponesi in questi avvenimenti, il K 1, nome corretto K 1 GRAND PRIX è diventato il più importante torneo al mondo, dove i migliori atleti si confrontano a Tokyo per la finalissima. Il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style. Voci dal Sud 24 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Addio maestro Pregadio E’ morto ieri all’età di 81 anni l’ironico direttore d’orchestra della “Corrida” - Entrato in TV ad opera di Corrado Mantoni, guadagnò immediatamente le simpatie del pubblico per la sua modestia e a sua bonomia - La sua ironia non era mai offensiva o volgare Calabria Ora E’ morto ieri all’età di 8l anni, dopo una breve malattia, il maestro Roberto Pregadio (in foto), spalla storica di Corrado con cui lavorò dal 1968, quando partì la “Corrida” radiofonica. Nato a Catania il 6 dicembre 1928 Pregadio si diploma al Conservatorio di Napoli (in pianoforte) e diventa pianista stabile nell’orchestra di Musica Leggera della Rai nel i960. Un anno più tardi diventa direttore di orchestra nel concerto di Claudio Villa alla Carnegie Hall di New York e dalla seconda metà degli anni Sessanta per una quindicina di anni compone e dirige numerose colonne sonore di film di genere. In radio lavora in vari programmi, tra cui “Tutta la città ne parla” (con Turi Ferro), “Le piace la radio?” e “Il microfono è vostro” (presentato da Nunzio Filogamo). Nel 1968 conosce Corrado Mantoni e con lui inizia un’avventura che dalla radio, con “La Corrida radiofonica”, si trasferisce in tv (1986). Sul piccolo schermo il maestro Pregadio assume il ruolo dell’ironico esperto musicale in mezzo al caos delle trombette con cui il pubblico giudica i dilettanti allo sbaraglio. Sempre negli anni ’80 Pregadio forma un sestetto di swing, il sestetto Swing di Roma, con Franco Chiari al vibrafono, Baldo Maestri al clarinetto, Carlo Pes alla chitarra, Alessio Urso al contrabbasso e Roberto Zappulla alla batteria. Il gruppo ha inciso per la Fonit-Cetra l’album “Five Continents”. Dopo la morte di Corrado, quando Gerry Scotti riprende nel 2002 la “Corrida”, Pregadio decide di tornare su Canale 5 fino al 2009 quando con grande amarezza abbandona la guida dell’orchestra del programma dopo ben 41 anni, a causa di diverbi con la produzione che voleva affiancargli, vista l’età, il maestro Vince Tempera, preferendo partecipare ad alcune puntate di “Italia allo specchio” e far parte del cast della nuova edizione dei “Raccomandati” condotta da Pupo. «Era un artista di altri tempi - ha detto Pupo ricordando il maestro -. Era uno di quelli che non sgarrano mai, era sempre in orario e rispettava il lavoro di tutti, anche dei più giovani. Da quando lavoro in televisione mi sono reso conto che è difficile trovare persone modeste come Pregadio e che per guadagnarsi rispetto ci vuole del tempo. A “I Raccomandati” - dice Pupo - Pregadio aveva uno spazio molto piccolo, ma lo faceva benissimo. Mi rendo conto che in tv i tempi sono stretti ma per me fare televisione vuol dire emozionare perciò, nell’ultima puntata del programma -conclude - feci suonare a Pregadio tutta la sua composizione e lui fu molto felice». E’ stato inoltre per lunghi anni docente di pianoforte al Conservatorio Licinio Refice di Frosinone e docente del corso di “Musica per cantanti ed autori di canzoni” nella Piccola Accademia della Comunicazione e dello Spettacolo di Stefano Jurgens. Ma, come ben sanno gli appassionati, l’impegno che lo divertiva di più era quello di musicista jazz, dove poteva liberamente mettere a frutto il suo talento di pianista ricco di uno swing alla Count Basie: la sua impresa più conosciuta in questo ambito è stato i gruppo, formato negli anni ’80, con alcuni ex colleghi dell’orchestra Rai Voci dal Sud 25 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Non sempre manca il lavoro, spesso manca quello che ci piacerebbe fare! Yahoo - Finanza Meglio falegname o disoccupato? A giudicare da quanta fatica fanno le imprese italiane a trovare tecnici e operai specializzati, sembrerebbe che molti giovani del Belpaese preferiscano restare a spasso piuttosto che fare un mestiere manuale. I numeri parlano chiaro: su circa 550.00 assunzioni previste nel 2010, le aziende hanno avuto grosse difficoltà nel reperire quasi 150.000 posizioni, e di queste circa 75.000 erano per personale qualificato o specializzato nell’artigianato, nel commercio e nei servizi (dati Unioncamere — Rapporto Excelsior). Molti giovani disoccupati, però, cambierebbero forse idea se sapessero che alcuni di questi mestieri trascurati, oltre a dare la sicurezza di un posto fisso, sono anche ben pagati. A dimostrarlo sono i dati forniti dall’Unione Artigiani in base ai contratti nazionali di lavoro. Ecco dieci lavori “snobbati” che possono arrivare a garantire uno stipendio alto o comunque, visti i tempi che corrono, piuttosto sostanzioso. Meccanici: 1.900 euro Tornitori, fresatori, attrezzisti. I mestieri delle officine sembrano appartenere all’epoca ormai lontana del boom industriale degli anni ’60 e delle grandi fabbriche. Invece le piccole imprese italiane sono ancora in cerca di queste figure. Un operaio specializzato di questo tipo, dopo circa cinque scatti di anzianità, può arrivare a prendere in media quasi 1.900 euro lordi al mese (per la precisione, 1.875 euro). Idraulici: 1.600 euro Si dice spesso che trovare un idraulico la domenica è impossibile. Lo è anche per le realtà produttive del nostro paese, e non solo nel weekend: nel 2010 ben 2.470 idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas sono risultati “di difficile reperimento” per le imprese che volevano assumerli. Una situazione paradossale, nonostante la paga prevista dai contratti artigiani per questo lavoro: dopo alcuni anni di esperienza, un idraulico specializzato che lavora “in parallelo” con un’azienda percepisce mediamente più di 1.600 euro lordi al mese (1.625). Per non parlare di tutti i lavoratori di questo settore che dopo un po’ di tempo scelgono di mettersi in proprio. Per un singolo intervento su tubi da sostituire, rubinetti che perdono e lavandini intasati, la spesa media di base per un cliente si aggira sui 100 euro. Se si moltiplica per almeno venti chiamate al mese sono 2.000 euro lordi: una bella cifra, senza dubbio. Montatori di apparecchi termici: 1.600 euro Termosifoni e impianti di riscaldamento: montarli e installarli non è un gioco da ragazzi ma non è neanche impossibile: basta imparare. Un motivo in più per farlo, anche in questo caso, è la retribuzione, che è assimilata a quella degli idraulici specializzati che prestano manodopera per conto di altre imprese: 1.625 euro lordi al mese, una volta raggiunti tre scatti di anzianità. E anche in questo caso, quando si impara il mestiere, è facile iniziare un’attività imprenditoriale autonoma. Installatori di infissi: 1.500 euro Chi decide di intraprendere l’attività di installatore di infissi, lavora a contatto con l’imprenditore artigiano, sia nella fase di produzione (porte, finestre e così via) sia nella fase dell’installazione. Non trattandosi di una figura “specializzata” ma di un operaio “qualificato”, lo sti- pendio è un po’ più basso ma può raggiungere comunque livelli gratificanti. Dopo alcuni anni di esperienza può arrivare complessivamente a 1.500 euro lordi mensili. Saldatori: 2.000 euro Quella del saldatore è una figura professionale ibrida perché può rientrare, a seconda delle mansioni che svolge, sia nella categoria degli installatori di infissi e serramenta sia in quella dei lavoratori edili. In quest’ultimo caso, un saldatore iper-specializzato che magari abbia anche alcune conoscenze di lingua straniera per poter lavorare nei cantieri sparsi per il mondo può guadagnare anche 2.000 euro al mese. Pasticceri: 1.700 euro Preparare torte e dolci, si sa, può essere un’attività molto creativa e gratificante, anche perché spesso i clienti sono i primi a riconoscere la bravura del pasticcere. Eppure, nelle aziende dolciarie non è così facile trovare persone disposte a fare questo lavoro, nonostante la paga sia dolce quasi quanto le delizie da produrre: un pasticcere assunto da un’impresa artigiana, nel giro di dieci anni, può arriva a percepire 1.700 euro lordi mensili. Panettieri: 1.700 euro e 50% in più se il lavoro è notturno Lavorare serve per “portare il pane a casa”. Chi fa il panettiere, uno dei mestieri più antichi di sempre, a casa può portare non solo il pane ma anche un bel po’ di denaro. In base ai contratti nazionali, dopo circa dieci anni di attività, questo lavoro può far guadagnare 1.700 euro lordi al mese. In più, i moltissimi fornai che lavorano di notte (dalle 21 alle 4) hanno diritto a un aumento di retribuzione pari al 50%. Pastai: 1.700 euro Se c’è un prodotto alimentare per cui l’Italia è al primo posto nel mondo è sicuramente la pasta. Nonostante ciò, sembra che fare il pastaio non abbia molto appeal sui giovani italiani. Un peccato, anche perché gli operai specializzati nella produzione di pasta a livello artigianale sono equiparati ai panettieri e possono arrivare a prendere 1.700 euro lordi al mese. Falegnami: 1.700 euro Nonostante la forte presenza di grandi gruppi stranieri nel settore dell’arredamento, il design made in Italy continua a farsi valere in tutto il mondo. Il merito, naturalmente, è anche dell’estro artistico e della competenza di chi i mobili li produce: i falegnami. Per quelli specializzati e con diversi anni di esperienza alle spalle, il contratto nazionale di categoria prevede che lo stipendio possa raggiungere in media circa 1.700 euro lordi al mese (1.692 euro). Sarti: 1.500 euro I sarti dicono che la soddisfazione di vedere una persona che indossa un abito tagliato e confezionato da loro è impagabile. Ma se la gratificazione non ha prezzo, il lavoro ce l’ha. È per questo che gli operai specializzati nel tessile, dai sarti ai tagliatori artigianali, sono retribuiti con uno stipendio che raggiunge, a un punto avanzato della carriera, i 1.500 euro lordi mensili. Voci dal Sud 26 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu «Non confondere grecanici e grecofoni» «Lo sforzo per tutelare questa lingua non è ancora sufficiente» Calabria Ora Il maestro grecofono gallicianese Attilio Nucera è stato invitato ultimamente dalla Grecia a rappresentare il popolo grecofono al festival internazionale che si è tenuto a Kozànis il 29 ottobre scorso. La Grecia e le lotte che da anni porta nelle piazze calabresi per la sopravvivenza della sua lingua sono al primo posto nella vita quotidiana. Per questo Nucera chiede a tutte le persone della sfera linguistica greco calabra di unirsi a lui in questa lotta e tramandare la lingua ai figli e ai nipoti. «Lo sforzo che si sta facendo da parte della Provincia e dalla Regione Calabria in favore della lingua non è sufficiente - afferma - L’inserimento di alcuni paesi nella nostra cultura ha avuto uno scopo ben preciso e cioè il “lucro” per cui non è passione ma forma di materialismo con nessun intento di divulgare ai posteri. Le istituzioni devono analizzare tutto ciò e considerare il rifiuto di noi grecofoni. Nel 1953 erano 5 i paesi grecofoni in cui si parlava ancora la lingua greca. Cartello stradale bilingue a Gallicianò Oggi sono rimasti solo Gallicianò e Ghorio di Roghudi che non superano il centinaio di abitanti». Per questo Nucera chiede ai comuni e alle associazioni grecofone di creare un centro culturale dove i giovani che hanno talento possano incontrarsi ed imparare a recitare in lingua greca. «Le sfide aperte da parte dei cultori grecofoni a chi scrive più vocabolari non servono a nulla sostiene ancora - ci vuole altro, e qui le istituzioni devono fare attenzione, quando si scrive occorre che tutto sia chiaro non si scrive solo per sfruttare la legge delle minoranze linguistiche e ottenere finanziamenti». Nucera vuole sottolineare la differenza tra il termine grecanico e grecofono: «Sentirsi chiamare grecanico è un disprezzo al popolo greco che non posso accettare - conclude Nucera - e tutelerò la denominazione anche legalmente, solo chi parla la lingua è un grecofono. La vallata dell’Ammendolea che abbraccia i Il “rude” paesaggio delle campagne di paesi di Galileiano, Ghorio di Roghudi, Roghudi, Ghorio di Rogudi ricordano anche Roccaforte de Greco e Bova Superiore è orograficamente la madre Grecia grecofona. Anche Bova Marina oggi si può chiamare zona grecofona, ma tutti gli altri comuni inseriti sono calabresi e non hanno niente a dividere con noi greci di Calabria». Voci dal Sud 27 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu ... la foto del giorno Un tempo si chiamava Fugging, poi Fuking. Infine Fucking, in onore di un nobile bavarese, Focko. Parliamo di una cittadina dell’alta Austria, una frazione di Tarsdorf, non lontano da Salisburgo. Gli abitanti di Fucking, che in inglese è il gerundio del verbo fare sesso”, non avevano idea del significato in lingua anglosassone del nome del loro villaggio: il tutto si è scoperto quando, al termine della Seconda Guerra Mondiale, i soldati inglesi e americani lo hanno scoperto, ridendoci su. Ilresto lo ha fatto l’era della globalizzarìone e di Internet: negli ultimi due anni sono stati rubati quindici cartelli stradali. Già popolare, lacittadina austriaca è tornata sulla bocca di tutti. Voci dal Sud 28 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu A r c h e o l o g i a- A Reggio Calabria in zona Duomo calpestiamo ogni giorno stupendi mosaici! JENNY CANZONIERI - Calabria Ora Il primo scavo risale al 1925, quando si iniziava a costruire palazzo Laface, fra il corso Garibaldi che affaccia su piazza Duomo e via Tommaso Campanella, ma non fu così strabiliante come il secondo. Quello del 1986, infatti, in seguito alla ristrutturazione del cortile del Laface, ha riportato alla luce reperti senza eguali. Primo fra tutti due pozzi con anelli fittili e lastre di pietra come copertura, a pochi metri dal suolo e dall’attuale piazza Duomo. Insieme ai pozzi, non possiamo non citare pavimenti, tombe e monete, che la dicono lunga sulla complessa storia di Reggio Calabria. Secoli di gloria che inconsapevolmente calpestiamo, passeggiando, ogni giorno. I pozzi sono di età ellenistica, mentre i pavimenti risalgono all’età romana. Questi ultimi, in particolare, sono interamente ricoperti da mosaici impreziositi dalle cesellature create dalle piccole tessere e da disegni stilizzati. All’angolo sud dell’area, per esempio, è stato rinvenuto un mosaico a fogliami che continua sotto la piazza; a circa 4 metri dal suolo un altro pavimento con rosone in mosaico con foglie d’ulivo. Tutti i mosaici continuano sotto piazza Duomo, ed è straordinario pensare che sono ancora lì, a conservare perennemente il loro splendore. Ma i meandri di palazzo Laface custodiscono ben altro: sepolture del VII-IX secolo d. C. e monete del III secolo a. C. fino a Dionigi, cioè magno greche, mentre del IV secolo d. C. sono un mucchio di monete bronzee risalenti a Costantino e Teodosio; infine una “bulla vitrea” del Califfo d’Egitto Abu Ah al Mansur del 906/1021. Un ritrovamento quest’ultimo interessante per due motivi: la testimonianza di floridi e costanti scambi commerciali fra arabi e reggini; la certezza che ad Abu Ali al Mansur risalga la tribù dei cosiddetti Drusi, nucleo primigenio degli attuali terroristi di Al Quaeda. Per quanto concerne le tombe molte delle quali alla cappuccina con letti di mattoni in calce, curiose le sepolture senza corredo per corpi di piccola statura, quindi destinate ad accogliere bambini, tutte sovrapposte. Il materiale dello scavo fu vario e abbondante; buona parte si trova presso il Museo Archeologico, mentre tra i pozzi in uno, addirittura, è ancora efficiente, a dimostrazione che il terreno naturale su cui poggia Reggio è attraversato da una falda idrica, tanti torrentelli e sabbione naturale. Tra le pubblicazioni, l’unica è quella dello storico Galli e la carta archeologica di Franco Arillotta pubblicata da qualche settimana. Voci dal Sud 29 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu L a nostra storia La nave di Nino Bixio giace ancora sul fondo del mare di Melito P.S. L’associazione “Le Muse” : appello a riportare alla luce il relitto della atorica nave affondata nel 1860 durante lo sbarco dei 1000 di Garibaldi in Calabria CLAUDIA BOVA - Il Quotidiano DOMENICA delle Muse con “Lo Sbarco garibaldino a Melito Porto Salvo”. Un appuntamento consueto voluto dal presidente Giuseppe Livoti e dal vice presidente Adele Canale per l’occasione aseguito dell’apertura del Museo. Al primo incontro della programmazione dell’anno sociale hanno partecipato Salvatore Orlando - architetto e progettista del museo - il dirigente scolastico Nicola Pavone, Teresa Polimeni - docente presso l’istituto magistrale “T. Gulli”, Saverio Zuccalà - autore del libro “San Lorenzo sull’Aspromonte e l’unità d’Italia, 1860 come l’eroismo di un popolo consentì lo sbarco di Garibaldi a Melito Porto Salvo”. Presenti anche il vicepresidente Unuci - Francesco De Benedetto e Giuseppe Bagnato che ha contribuito con la lettura di tre poesie sul risorgimento italiano. “Il museo è stato attinto dai fondi Por Calabria 2007-2013 e voluto dall’assessore Zavettieri - ha precisato Orlando - la nave di Nino Bixio si arenò e rimase per150 anni sotto i fondali militesi. Oggi la nave è sommersa, dovrebbe essere messa in stato di sicurezza e completare l’opera e musealizzarla. Cinque anni fa il relitto era sulla battigia, oggi la battigia stessa è arretrata e la nave si trova sotto di 15 metri di distanza”. Dettagli precisati maggiormente nella proiezione del progetto e della pianta completa dell’area monumentale e artistica del sito. L’area presenta la stele montata su una struttura metallica riempita incalcestruzzo,ha diverse formelle in argilla rossa e bianca, il sito è poi recintato e coperto da un manto sinteti- co. ”Il complesso è stato inaugurato il 19 luglio alla presenza di Anita Garibaldi (n.d.r. nipote del “Generale”), un mese prima dello sbarco - ha proseguito”. Il presidente dell’Unuci - Unione Nazionale Ufficiali in congedo - Nicola Pavone ha mostrato il video riguardante i festeggiamenti del 140° anniversario del secondo sbarco di Garibaldi a Melito, la deposizione della corona d’alloro alla presenza del generale Michelangelo Azzarà, degli alunni dell’Istituto Superiore “Ten Col. G Familiari”, di cui Pavone era allora dirigente scolastico. Sono stati esposti oggetti inediti e documenti provenienti da collezioni private. Ma che senso ha parlare nella scuola di Garibaldi? “E’espressione dell’ amore per la libertà,forse la storia che si studia nelle scuole non rende bene l’omaggio all’eroe, che tanto poi appassiona i giovani - ha commentato Teresa Polimeni - vogliamo che diventi pedagogia civile ed esempio per i giovani”. Voci dal Sud 30 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu L a nostra storia 150 anni addietro l’Italia è nata dalla rapina del Sud di Piero Sansonetti - Direttore Calabria Ora Quando, nel 1860, il Piemonte conquistò il “Regno delle Due Sicilie” e realizzò l’unità d’Italia, avvenne non solo l’unificazione dei territori, ma anche delle ricchezze. Per esempio,furono unificate - e poste sotto il controllo del Ministero del Tesoro, a Torino - le riserve auree. In tutto si trattava di una quantità di oro che valeva circa 650 milioni di lire dell’epoca (tradotto in euro di oggi, circa tre miliardi e trecento milioni). Di questi, più o meno 450 milioni in lire, cioè più di due miliardi di euro, che equivalevano ai due terzi del totale, appartenevano al regno delle due Sicilie, mentre al Piemonte appartenevano meno di 30 milioni di lire (cioè circa 150 milioni di euro, una cifra modestissima). Ecco, l’idea di un Sud arretratissimo e stremato, salvato dalla conquista garibaldina e dalla annessione al regno sabaudo, è un’idea sbagliata. Totalmente sbagliata, imposta dai vincitori. L’idea giusta è quella della conquista e della rapina. Naturalmente non è questa l’unica causa della attuale arretratezza del Sud, ma è certamente una delle cause, e forse la principale. L’Unità d’Italia - che ci apprestiamo a celebrare con il massimo della retorica - è avvenuta attraverso la conquista militare, la sottomissione, l’inganno e poi il selvaggio sfruttamento del Mezzogiorno da parte dei colonizzatori del nord. Fra qualche riga proverò a spiegare perché ho usato anche la parola “inganno”. Il dato sulle riserve auree, come molte altre delle informazioni che riporterò in questo articolo, è tratto da un libro davvero bello, pubblicato recentemente da Mondadori e scritto da Giordano Bruno Guerri. Si intitola “Il sangue del Sud” e il sottotitolo dice: “Antìstoria del risorgimento e del brigantaggio”. Cito ancora qualche cifra fornita da Guerri, e sono tutte cifre sorprendenti e che smentiscono i cliché sul Mezzogiorno. La povertà - Sotto la soglia di povertà estrema - secondo gli standard dell’epoca, naturalmente, assai diversi da quelli di oggi - vivevano nel Mezzogiorno I20mila persone, pari all’1,4 per cento della popolazione. Usando gli stessi standard i poveri in Lombardia erano l’l,6 per cento, inToscanal’1,8, in Romagnae in Umbria il 2,2. Solo in Piemonte e in Liguria, tra le regioni del nord, il tasso di povertà era inferiore a quello meridionale. L’industria - A metà dell’Ottocento, in Italia erano circa 2 milioni e seicentomila gli addetti all’industria. Di questi, un milione e seicentomila erano al Sud. Il Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa, inaugurato nel 1840, fu il primo vero nucleo industriale italiano. Precedette di qualche decennio la Breda e la Fiat. Era molto produttivo. Dopo la conquista piemontese fu smobilitato. Gli operai resistettero. I piemontesi li attaccarono coi bersaglieri e ne uccisero parecchi. La marina - La marina mercantile del Regno delle Due Sicilie disponeva di tremila bastimenti ed era la seconda marina del mondo, inferiore solo alla marina britannica. L’Esposizione Universale di Parigi, nel 1856, premiò il Mezzogiorno come terzo paese al mondo per Sviluppo industriale. Terzo: avete capito bene? Naturalmente tutti questi dati non possono nascondere i grandi problemi che già allora il Sud doveva affrontare. Il primo problema era la distribuzione irregolare, a macchia di leopardo, delle zone sviluppate, che si alternavano a zone profondamente depresse. Il secondo problema, analogo al primo, era la distribuzione molto ingiusta della ricchezza, del potere e dei possedimenti. (n.d.r.: ma è cambiato qualcosa ? forse si, ma in peggio!) Era una società socialmente squilibratissima, dominata, ad esempio, dal latifondo. Il terzo problema - che è rimasto quasi intatto - era l’assenza di vie di comunicazione terrestri, cioè di strade. (n.d.r.: Tuttavia la ancora unica via di comunicazione fra la punta calabrese di Reggio Calabria e Napoli, la SS 18, fu realizzata dai Borboni. Poi negli anni ‘50 fu realizzata una variante parziale , la SS 19 delle Calabrie, e poi la ingiuriata atuostrada A3 che è tutt’ora un cantiere impercorribile). Il Mezzogiorno (n.d.r.: però solo in parte) accolse con speranza la spedizione di Garibaldi perché credette alle promesse politiche. Cioè si convinse che i piemontesi avrebbero portato giustizia sociale e libertà. Soprattutto si sperava nella redistribuzione delle terre, cioè nella fine del latifondo e nel rovesciamento del potere della nobiltà e della borghesia latifondista. Garibaldi promise la redistribuzione delle terre. Ma la speranza durò pochi mesi. Poi fu chiaro che Garibaldi era fuorigioco, che non ci sarebbe stata nessuna riforma politica e che i piemontesi non intendevano affatto portare libertà, ma anzi, pretendevano che il Sud si uniformasse alle proprie leggi, ai propri costumi, alla propria cultura, anche se la cultura piemontese Voci dal Sud 31 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu no in parte già esistente, nato dalla protesta contro le preera per mille ragioni inferiore alla cultura del Sud. potenze e lo strapotere dei nobili e dei latifondisti). Il Sud resistette! E diventa l’elemento portante della resistenza alla conRifiutò le leggi del Nord e la cultura del Nord iniziò la quista piemontese. rottura, il distacco, anche l’illegalità. Con fortissimi legami popolari. E scattò la rivolta che è magnifiSi affermano personaggi mitici, camente raccontata in questo libro come Carmine Crocco, o di Guerri. labrigantessa Cicilia, o Filomena In tutta la sua ferocia e la sua Pennacchio e tanti altri. vastità. Per dieci anni il briganCrocco riuscì a mettere insieme taggio devastò il Mezzogiorno, in una banda di oltre 3mila persone, parte come fenomeno di ribellione e diede scacco ai piemontesi per alla conquista, in parte come forma tre anni. di difesa dalla spietatezza dell’ocCicilia, bellissima ragazza cupazione militare decisa dal Nord. diciottenne, era la compagna di Il governo Italiano tenne un atPietro Monaco, il re della Sila. teggiamento assolutamente Lei prese il “posto” di Pietro colonialista, i massacri - a partire quando fu ucciso dai piemontesi. da quello di Nino Bixio a Bronte - si Filomena invece era una moltiplicarono, la lotta tra esercito capobanda e il suo compagno, piemontese e briganti (appoggiati Giuseppe Schiavone, le faceva da dalla popolazione povera) fu terrivice. ficante. Le “Brigantesse” forse sono il E’ difficile quantificare i morti, ma primo episodio di un protoprobabilmente furono cento o femminismo italiano, prima ancora duecentomila. delle suffragette inglesi. La guerra civile tra Nord e Sud, Il brigantaggio fu represdella quale è proibito parlaso “con metodi nazisti”. re, fu di dimensioni (e Fucilazioni di massa, sicuramente di durata) magdeportazioni, interi villaggi giori della Resistenza. sterminati e messi a fuoco. Il Nord era razzista? Si può ignorare, oggi, il Guerri riporta alcune brevi fatto che l’unificazione deldichiarazioni di esponenti l’Italia è avvenuta attraverimportanti e prestigiosi delso una rapina e un assedio la politica del Nord. violento? (Stavolta abbiaAurelio Saffi ( braccio mo parlato degli anni ’60 destro di Mazzini, deputato dell’Ottocento, la prossima autorevolissimo della sinivolta parleremo degli anni stra): “Il Sud è un lascito ’60 del novecento, l’emidella barbarie alla civiltà grazione di massa, il più del XIX secolo”. grande fenomeno di sfrutNino Bixio, luogotenentamento di un intero popote di Garibaldi: «In questo lo avvenuto nella storia Paese (il Mezzogiorno, d’Italia). ndr) i nemici o gli avversaEsiste, da parte della culri si uccidono, ma non batura nordista, un senso di sta uccidere il nemico, bicolpa, una volontà di risarsogna straziarlo, bruciarcimento? No, esiste il conlo vivo a fuoco lento... è un trario esatto: la voglia di paese che bisognerebbe dipunire ancora il Sud, e di struggere o almeno spopoconsideralo straccione e lare e mandarli in Africa a colpevole. farsi civili...». Sarà il caso di ribellarci a Quintino Sella (il più imquesto incredibile stravolportante e stimato Ministro gimento della storia? delle Finanze della storia Molto labile il confine per considerarle d’Italia): «Sono tenuissimi “brigantesse” o “patriote” i vincoli d’affetto che legano l’Italia settentrionale a quella meridionale». E’ in questo clima che si scatena il brigantaggio (fenome- Voci dal Sud 32 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Il Tribunale di Brescia ordina al Sindaco di Adro (leghista) la rimozione dei simboli del partito dai locali della scuola pubblica comunale Il sindaco di Adro, Oscar Lancini, non nuovo a sortite estemporanee, farcisce la scuola pubblica comunale con ben 700 simboli del “Sole delle Alpi” ormai identificativo della Lega Nord repubblica.it www.vivicentro.org Il giudice Gianluca Alessio, accogliendo il ricorso presentato, fra gli altri, dall’avvocato Alberto Guariso, ha disposto che la scuola dovrà esporre, come previsto negli edifici pubblici, “in modo permanente” la “bandiera della Repubblica Italiana” e “quella dell’Unione europea”. Nelle scorse settimane, dopo che l’esposizione dei simboli leghisti aveva suscitato numerose polemiche, il Ministero dell’Istruzione aveva stabilito che dovevano essere rimossi e il sindaco del Comune a maggioranza leghista aveva parlato di una rimozione avvenuta “in modo arbitrario e fuorilegge”. La Cgil di Brescia ha rimarcato nel ricorso il carattere “discriminatorio” del simbolo della Lega Nord nei confronti delle persone che lavorano nell’Istituto e delle loro posizioni anche politiche. Il giudice nella sentenza chiarisce che il Ministero dell’Istruzione e l’Istituto scolastico “hanno aderito alle conclusioni” del ricorso presentato dal sindacato. Il Tribunale, dopo aver spiegato nella sentenza che “la difesa del Comune ha sostenuto che “la diretta afferenza (del simbolo) al partito politico Lega Nord” è tutt’altro che univoca”, chiarisce che il Sole delle Alpi non può essere considerato “elemento simbolico e rappresentativo della storia e della cultura locale di Adro”. Non è provato, aggiunge il giudice, “il carattere ‘identitario’” del simbolo. Il Magistrato, invece, rimarca gli “inequivoci elementi che giustificano il valore identitario tra simbolo diffuso nel plesso scolastico e partito”. Fra questi cita “l’appartenenza politica del Sindaco alla Lega Nord” e il “collegamento alla memoria di Gianfranco Miglio (a cui è intitolata la scuola), noto politologo” della Lega. Secondo il giudice c’è stata una “vera e propria ‘saturazione’ degli ambienti scolastici con il simbolo di un partito”. Il Sindaco non è nuovo a queste boutade tanto che tempo addietro aveva sostituita (o integrata?) la segnaletica stradale con scritte non in lingua italiana ma in dialetto bresciano! Una situazione, si legge ancora nella sentenza, che può incidere “sulla funzione formativa del docente” e soprattutto sui profili della “libertà di insegnamento” e del “carattere laico della scuola pubblica”. Il tribunale, dunque, ha ordinato al Comune di rimuovere i simboli che sono ancora presenti, come quelli “sul tetto dell’edificio”, e di togliere anche quelli che sono stati solamente coperti. Sulla vicenda interviene il Consigliere Regionale Pd Giuseppe Civati: “Con i suoi 700 simboli spalmati su ogni oggetto e arredo della scuola il Carroccio ha fatto perdere tempo e distolto l’attenzione, come spesso fa, vedi le proposte sui cartelli stradali in dialetto, da problemi veri e ben più drammatici, come i pesanti tagli alla scuola pubblica decisi anche da Lega Nord, al governo del Paese. Il Tribunale ha condannato il Comune a cancellare tutti i simboli. Il Comune rappresenta tutti i cittadini, ma la stupidata dei 700 simboli è stata voluta solo da alcuni: è giusto quindi che le spese siano addebitate al sindaco e a chi ha sottoscritto la scelta”. Voci dal Sud 33 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu i G r a n d i M i s t e r i italiani Una bambina di 13 anni sparita nel nulla a Brembate il 26 u.s. Yara Gambarisio, una giovanissima atleta, esce dalla palestra ma non giunge mai a casa distante 300 metri. MILANO Nessuna traccia di Yara Gambirasio e si è conclusa poco dopo il calar del sole la ricerca senza risultati. Alle perlustrazioni guidate da vigili del fuoco, protezione civile hanno partecipato circa 300 persone che si sono concentrate nel territorio dei comuni bergamaschi dell’Adda, con i sommozzatori che hanno cercato alla confluenza tra il Brembo e l’Adda. La Forestale ha invece controllato la zona verso Mapello, mentre i carabinieri hanno proseguito con gli accertamenti nella zona di Brembate. Oggi la mobilitazione dei volontari dovrebbe essere ancora maggiore perché è festa. Gli inquirenti intanto stringono sempre più le indagini attorno al mondo di Yara, quello di cui si fidava, la palestra, la strada verso casa, i conoscenti. «Dalla polisportiva può essere stata portata via solo da qualcuno di cui si è fidata, oppure che ha incontrato subito fuori», dice all’Ansa un investigatore impegnato da giorni nella ricerca. L’ultima segnalazione è arrivata con una lettera anonima inviata all’Eco di Bergamo: di nuovo un furgone bianco, questa volta avvistato a Zingonia, area industriale sulla strada per Milano. A bordo, secondo la testimonianza, ci sarebbe stato un gruppo di uomini sulla trentina che molestava le minorenni. Da quando è scomparsa la ginnasta tredicenne Yara Gambirasio, si susseguono avvistamenti del genere. E intanto arriva anche un appello ai rapitori della ragazza: «Mi rivolgo a chi detiene ingiustamente Yara, proprio vorrei parlare al loro cuore e lanciare loro un accorato straziante appello, perché restituiscano Yara all’affetto, all’amore e al calore della sua famiglia, al suo pieno diritto a vivere la sua vita». Parole scritte in una lettera che Silvano Donadoni, presidente della Comunità dell’Isola Bergamasca, ha inviato anche ai familiari. ai Carabinieri di aver visto gironzolare una macchina rossa ed un furgone bianco, ma i Carabinieri non hanno creduto al giovane che, anzi, è stato denunciato per “procurato allarme”. Adesso, pare, stiano tornando sui propri passi ed il giovane, che ormai rifiuta ogni contatto con i mass media, è stato reinterrogato. Le ultime notizie, pare, portino ad un epilogo infausto per la bambina ed ad un rocambolesco fermo di un giovane 22enne marocchino residente da anni in un paese del circondario. Nel cantiere dove tutti i cani hanno separatamente, finito la loro corsa lavora proprio il giovane che dal giorno della scomparsa non si era più recato al lavoro nel cantiere (fa il muratore). Non sappiamo in base a cosa con precisione, ma pare che in una intercettazione ambientale il giovane in preghiera abbia pronuciato la frase “Allaha mi perdoni, ma non l’ho uccisa io”. Sono subito scattate le ricerche e si è scoperto che il giovane si era imbarcato su un traghetto per il Marocco. Immediato l’intervento presso la capitaneria di Porto che però rileva che il traghetto era ormai partito ed era fuori acque territoriali italiane. I Cani segugio seguono la pista dalle Immediato contatto radio con il Comandante del traghetto marocchino che, appreso la gravità del caso, non ha fino ad un cantiere edile Oltre lo spiegamento di uomini sono stati impiegate pa- esitato ad invertire la rotta rientrando in Acque territoriali recchie squadre di cani segugio, paricolarmente addestrati Italiane consentendo così l’abbordaggio da parte di due motovedette della Capitaneria con a bordo anche alcuni finanche giunti dalla Svizzera. Tutti gli animali si sono avviati, uscendo dal Centro Spor- Carabinieri che hanno fermato il giovane. Adesso il giovane è in stato di fermo, ma si cercano tivo, in direzione opposta a quella che avrebbe dovuto seguire Yara per recarsi a casa e si sono portati fino a questo anche altri responsabili e, purtroppo, il corpo che si presugrandissimo cantiere per la ostruzione di un enorme Centro me esanime di Yara (anche se tutti ancora si spera vivamente di ritrovarla viva). Commerciale, distante qualche chilometro da Brembate. Intanto un giovane vicino di casa della bambina ha detto Voci dal Sud 34 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabresi con la “C” maiuscola--Pina Amarelli, prima donna Cavaliere del Lavoro per l’imprenditoria Calabria Ora L’aula “Italo Falcomatà” dell’Università per stranieri Dante Alighieri, ha ospitato, l’incontro con l’imprenditrice Pina Amarelli, alla quale è stato consegnato il premio Anassilaos 2010 per l’imprenditoria, una targa dell’artista Antonclaudio Pizzimenti e la medaglia del presidente della Camera dei Deputati. Cavaliere del lavoro per decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima donna insignita di questa onorificenza in Calabria nel giugno 2006, per aver portato l’industria alimentare familiare al ruolo di leader mondiale nel settore della liquirizia. Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferitale dal presidente Carlo Azeglio Ciampi quale, docente di diritto all’università di Napoli e vincitrice dell’edizione 2001 del premio “Impresa-cultura”. Nell’azienda di famiglia, la “Amarelli” di Rossano che fabbrica liquirizia sin dal 1731, svolge funzioni di strategia della comunicazione e di responsabile delle relazioni istituzionali sin dal 1975 a tut’ oggi. In questo ruolo Pina Amarelli, insieme agli altri membri della famiglia, ha voluto fortemente la realizzazione del Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” inaugurato nel luglio 2001. Si tratta da un lato di una singolare esperienza imprenditoriale, dall’altro della storia di un prodotto unico del territorio calabrese: in mostra preziosi cimeli di famiglia, macchine per la lavorazione della liquirizia, documenti d’archivio, libri, grafica d’epoca, utensili agricoli e una collezione di abiti antichi da donna, uomo e bambino a testimoniare l’origine familiare dell’azienda. Dal 1° gennaio 2002 è stata Presidente internazionale di tutta l’associazione, prima donna al vertice nella storia degli HénoHens. E’ stata cooptata nell’Associazione italiana delle aziende familiari (Aidaf). Attualmente è impegnata nell’ampliamento del progetto “Museo della liquirizia”, con l’allestimento di un orto botanico contiguo agli spazi museali. Attraverso una passeggiata naturalistica si potrà approfondire la conoscenza del mondo della liquirizia e delle altre specie botaniche che hanno accompagnato la storia della sua industrializzazione, come l’ulivo, l’alloro, gli agrumi, l’anice, la menta, le viole e le rose. Nelle foto: sopra: Pina Amarelli sotto: il Logo dell’Azienda fondata nel 1731 che è una pochissime aziende italiane pluricentenarie Voci dal Sud 35 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabresi con la “C” maiuscola--- Cilea, una passione innata per la composizione in un’epoca difficile Nato a Palmi, cittadina tirrenica della provincia di Reggio Calabria, coltivò con caparbietà la sua passione ed a 30 anni conobbe il successo con “L’Arlesiana” j.c. – Calabria Ora Malgrado le soddisfazioni nei conservatori, il suo animo romantico lo portava a prediligere la composizione. Soffriva in silenzio, senza dimenticare il suo passato. Scrive, infatti, all’amico Piero Ostali, nel 1923 divenuto proprietario di Casa Sonzogno, il quale, riconosciuti i meriti della musica cileana, si batteva per l’inserimento delle sue opere nei cartelloni teatrali: «Se nel 1913 tu fossi stato al mio fianco, non sarei uscito dalla carriera attiva per trovare scampo nei conservatori, dove mi applico non solo per il bisogno, ma per mitigare i miei dolori». Amara considerazione del maestro che vivrà in un tempo culturale difficile, segnato dalla transizione che non gli lascerà l’adeguato spazio. Eppure Cilea appena trentenne era giunto agli onori della critica. Le luci della ribalta illuminavano la sua genialità e il suo immediato futuro specie dopo aver messo in scena “L’Arlesiana” e 1' “Adriana Lecouvreur”, della quale persino la grande Callas interpretò l’aria “Io son l’umile ancella”. Un artista acclamato dalle platee italiane e internazionali sul quale improvvisamente cala l’oblio e che si accontenta di dividere l’amore per l’arte con gli allievi dei Conservato-ri di Napoli e Palermo. Egli tuttavia rimane consapevole delle sue capacità tanto che in uno sfogo sincero confesserà «lo so; la mia produzione artistica non è stata copiosa quale io l’avrei voluta, e quale l’avrei potuta dare. Purtroppo la grave crisi nella mia casa editrice Sonzogno, m’indusse ad accogliere l’invito di rientrare nei conservatori». Una menzogna benevola che induce a comprendere l’animo riservato di un uomo che inorridiva al chiasso giornalistico, molto più amante dello studio e della quiete che dei dibattiti. Sulla carriera artistica del Cilea ci sono ancora tanti lati oscuri seppure le sue opere abbiano ottenuto un successo esclusivo in tutta Europa. Appena ventenne Cilea già si distingueva per quelle composizioni ritenute anticipatrici di successive intuizioni, che valsero ad immortalare altri musicisti. Voci dal Sud 36 AnnoVI° nr. 12 Dicembre 2010 w w w . s o s e d . eu Ma solo nel 1989, l’onestà intellettuale di Roman Vlad, affratello Michele al convitto di Napoli. Qui manifestò subito l’inclinazione per la musica quarant’anni dopo la scomparsa del maestro calabrese, ha segnalato al mondo musicale l’originalità della produzione componendo diversi pezzi che dedicherà alla zia Eleonora, “musicale compagna” dell’infanzia, e cileana. “Gina” doveva essere solo il saggio finale degli studi, destando l’interesse del Direttore dell’Istituto che gli consiglierà di intraprendere gli studi musicali, noma si rivelò una vera rappresentazione lirica. nostante le resistenze del padre che intravedeva nel “La Tilda” fu replicata ad Ancona, Reggio Calabria, Palsuo futuro la carriera forense. mi, Faenza, Foligno, Milano, Venezia, Vienna, Mosca. Sarà grazie all’interessamento di Jonata e del con“L’Arlesiana” si affermò al teatro Lirico e poi all’estero. terraneo Francesco Florimo che Cilea, sotto la sorCosì 1' “Adriana Lecouvreur” trionfante in tutto il mon- veglianza del “cerbero” (il professore di latino e gredo e interpretata dalle più grandi voci dei nostri tempi. co che il padre gli mise alle calcagna) verrà ammes“Gloria” tra le più amate di Cilea fu un successo convin- so al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. “Amavo Bach, mi appassionava Beethoven, mi cente in tutta Italia, seppure sottoposta a tagli dalla commoveva Chopin”scriverà e nel volgere di qualSonzogno. che anno darà prova tangibile del suo talento meritanIl “Poema sinfonico” fu altrettanto applaudito. Allora quale fu il torto fatto a Cilea? Gianandrea Gavazzerà, do il primo posto gratuito nel Collegio e la nomina illustre direttore d’orchestra, durante il discorso per il decen- prestigiosa a “primo alunno maestrino”. Lo scorrere sereno della sua giovinezza fu segnanale della morte di Cilea parla di «crisi di fede verista, che to presto dai dolori: la morte del padre nel 1884 non coinvolse soltanto Cilea». preceduta da quella di due sorelle e dalla prematura Una considerazione troppo spicciola per la vedova Cilea. scomparsa della madre peseranno notevolmente sulLa fase di passaggio culturale, dal verismo al de- l’animo del Musicista attenuate dall’opera lodevole cadentismo, non giovò al maestro, ma per la signora Rosa del tutore, l’avvocato Pietro Carbone che si prodila verità era un’altra. gò per amministrare i beni degli orfani Cilea e garanLo scrive in un opuscolo conservato presso la Bibliote- tire loro un tranquillo avvenire. Rientrato a Napoli, ad epidemia di colera ca di Palmi. debellata, si aggiunse per Francesco un atro lutto La verità stava nell’invidia, nel non poter sopportare i difamiglia’: la scomparsa di Francesco Florimo il 18 successi della sua opera in grado evidentemente di mettere dicembre 1888. in ombra illustri compositori che mai raggiunsero la fama di In quanto primo alunno toccherà a lui, secondo Cilea in così breve tempo. tradizione, dargli l’estremo saluto, ricevendo l’incaIntrighi su intrighi, indifferenza della Sonzogno, perso- rico di musicare il libretto di un’opera in tre atti di naggi che tramano per interrompere i contratti di Francesco Enrico Golisciani. Cilea. Nasce la “Gina” alla quale il giovane Cilea si deQuesto più probabilmente lo scenario che irretì un arti- dicherà consapevole dell’onere e dell’onore ricevusta dal cuore ingenuo e dal carattere mite costringendolo to. L’opera, eseguita sul piccolo palcoscenico del colad un silenzio arrendevole. GENIO E GENTILUOMO di Marina Crisafi - Calabria ora Animo nobile e discreto, dall’onestà cristallina e dall’indole sensibile e modesta. Questo era il mondo interiore di Francesco Cilea, genio musicale e gentiluomo. Palmi, “ridente cittadina in provincia di Reggio Calabria” viveva un gran fermento letterario e musicale quando venne al mondo il 23 luglio 1866, dall’avvocato Giuseppe e dalla nobildonna Felicia Grillo, in una palazzina sul corso principale distrutta insieme alla città dal tremendo terremoto del 1908 (“Cilea: documenti e immagini”, Grande, Laruffa 2001). Primogenito di cinque figli si ritrovò a crescere in casa dei nonni materni in via San Filippo (oggi via Cilea) dove venne a contatto con la musica seguendo le lezioni di pianoforte impartite alla giovane zia Eleonora, dal maestro Rosario Jonata, direttore della banda musicale cittadina, la stessa che a soli quattro anni gli diede la più profonda e avvincente commozione eseguendo le note dolenti della Norma di Bellini che gli rimasero impresse nell’animo per tutta la vita, come scriverà egli stesso nei “Ricordi”. Ancora in tenerissima età, a causa della sciagura che colpì la madre “colta da irreparabile alienazione mentale” il piccolo “Ciccillo”fu mandato insieme legio la sera del 9 febbraio 1889, fu giudicata con crescente favore dalla critica e dal pubblico e venne ripetuta per più sere consecutive. Una volta conseguito il diploma di magistero Cilea dovette lasciare S. Pietro a Majella e lanciato in un mare in tempesta si dedicò all’ insegnamento del pianoforte, componendo suite per violoncello e piano ed assaporando “il gusto dei primi modesti guadagni”. “La Gina, intanto, da buona figliola, lavorava per me in segreto’annoterà nei ricordi, ed, infatti, gli aprì la strada per la composizione de “La Tilda” su libretto di Zanardini offer-tagli dall’editore Sonzogno messo a parte dei suoi successi dal maestro Paolo Serrao. Il dramma, dalle situazioni volgari e fosche, avulse dal suo stile, non piacque a Cilea, ilquale accettò per paura di perdere una rara opportunità professionale, ponendo comunque, gran fervore nel lavoro di composizione e rifugian-dosi a Bagnara Calabra in casa dell’affezionato cugino Arena. La “Tilda” fu rappresentata la sera del 7 aprile 1892 al teatro Pagliano di Firenze e ripetuta in altre città, tra cui la diletta Palmi, dove la sua notorietà era già grandissima al punto che ad una sorella di Leonida Répaci fu imposto il nome Tilda. Da questo momento comincia la stagione più feconda per il compositore che si appresta a lavorare 37 Anno VI° nr. 12 Dicembre 2010 sul libretto de “L’Arlesiana” da Leopoldo Marenco liberamente tratto dalla novella di Alphonse Daudet per il cui omonimo dramma Bizet aveva composto le musiche di scena. Per lavorare serenamente Cilea, assistito dalla sorella Lina, si appartò in campagna e, una volta completata la composizione, si trasferì a Roma per il lavoro finaìe di lima e stru-mentazione. “Quivi - ammetterà - in una placida sera proruppero spontanee dal mio cuore le nostalgiche note del ‘Lamento di Federico’, nella cui parte, per inciso, la sera della prima, il 27 novembre 1897, c’è un giovanissimo tenore il cui nome raggiunge d’un balzo la luminosa sfera della celebrità: Enrico Caruso”. Malgrado il successo l’editore Sonzogno impose drastici tagli ai quali, seppur a malincuore, Cilea dovette arrendersi ma fu tale l’amarezza che non esitò a tornare all’insegnamento a Firenze, dove nel frattempo aveva vinto il concorso per la cattedra di Armonia, ritirando la partitura e tenendola sequestrata per ventanni; sarà solo dopo l’acquisizione di casa Sonzogno daparte di Piero Ostali che Cilea rimetterà a posto l’opera e L’ Arlesiana rientrerà trionfale alla Scala. Forse pentito per l’ingiusto trattamento Sonzogno commissionò a Cilea una nuova opera. Fra i libretti proposti la scelta cadde su “Adriana Lecouvreur” un’opera in quattro atti di Arturo Colautti su pièce di Scribe e Legouvé. Andata in scena la sera del 6 novembre 1902 al teatro Lirico di Milano, L’Adriana riportò un trionfo grandioso e fu rappresentata nei teatri di tutto il mondo, da Lisbona, a Buenos Aires, a New York, al Covent Garden di Londra. Sull’onda delsuccesso, Cilea pensa a nuovi impegni essendo affascinato dalla Firenze medicea e dalla Toscana. Sfumata l’aspirazione di musicare la Francesca da Rimini di D’Annunzio, per le richieste del poeta ritenute troppo gravose da Edoardo Sonzogno, si concretizzò, invece, l’ipotesi di Gloria, tragedia in tre atti su pièce di Sardou, scritta per lui dal fraterno amico Arturo Colautti, per dedicarsi alla quale Cilea lasciò persino l’insegnamento ritirandosi nella tranquilla cittadina ligure di Varazze. Qui, concedendosi solo ”brevi riposi all’aperto”, durante la cerimonia del varo dello yacht Cio-CioSan, costruito dai Baglietto per Giacomo Puccini, conobbe la signorina Rosy Lavoretto che divenne presto la dolce, amatissima, inseparabile e ideale compagna’della sua vita. Si sposarono, infatti, il 26 giugno l909 nel Santuario Cateriniano della SS. Trinità e vissero insieme per quasi mezzo secolo con rispetto e reciproco amore. Gloria, frattanto, sotto la magica guida di Arturo Toscanini, fu rappresentata il 15 aprile 1907 alla Sca- la, davanti al pubblico che gremiva i palchi, la galleria e il loggione, replicando il grande successo a Genova, Messina, Roma e al San Carlo di Napoli. Dopo di che i contrasti con la casa editrice determinarono il silenzio che durerà oltre vent’anni. Fu così che Cilea, onorerà l’incarico conferito dal Municipio di Genova per la celebrazione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi, componendo “II canto della vita”, poema sinfonico su versi di Sem Benelli, e poi abbandonare definitivamente, nel 1913, la sua carriera di operista (sebbene non manchino notizie di progetti successivi, come “Il matrimonio selvaggio” e “La Rosa di Pompei”, dei quali però non si hanno riscontri neanche nei Ricordi). Torna così all’insegnamento. Prima al Bellini di Palermo e poi nel caro S. Pietro a Majella che Cilea riporterà agli antichi fasti distaccandosene solo per raggiunti limiti di età, dispiegando le sue doti morali ed artistiche e spartendo con i suoi allievi i segreti dell’arte che amava tanto profondamente. Intanto, casa Sonzogno (trapassata di mano. L’aveva rilevata il ricco industriale milanese Piero Ostali che avviò con il compositore calabrese un rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita, battendosi per il reinserimento delle opere cileane nei cartelloni dei Teatri. Cominciò così l’ascesa dell’Adriana alla quale Cilea assisterà per l’ultima volta all’età di 82anni, nella sua Reggio, presso il teatro comunale che in quell’occasione venne a lui intitolato, e con essa dell’Artesiana, anche se il dispiacere più grande rimase per lui l’infelice cammino di Gloria, tanto che negli ultimi giorni di vita, nell’abbracciarlo, sussurrò a Piero Ostali: “ti ringrazio ancora tanto per quanto hai fatto per me, ma ti raccomando Gloria”. Cilea morì il 20 novembre 1950 a Varazze, che gli conferì la cittadinanza onoraria, portando con sé il mistero di una gloriosa carriera artistica interrotta senza una ragione apparente. Non ebbe la forza di contrastare gli intrighi e le avversità che gli si presentarono davanti. Del resto, come confessava egli stesso ponendo fine ai suoi Ricordi: “io vorrei tutti felici e contenti. Per ciò mi sono sempre adoperato a non procurare ad alcuno il minimo malumore -sebbene la nequizia degli uomini mi ha procurato imbarazzi e amarezze non lievi”. Oggi Cilea riposafinalmente in pace nella sua diletta Palmi, nel mausoleo creato per lui da Guerrisi e Bagola, con alle spalle il mito di Orfeo e al centro la statua trionfale della musica che lo accompagna nel suo sonno eterno. Sul sacello, incise nel ferro, Artesiana, Adriana e Gloria, le tre creature della sua fantasia e del suo sognato ideale. Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu