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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 17 - 2008 S A I N T V I N C E N T Jeux d’eau I n f o v a l l é e Orario di ricevimento per il pubblico sindaco e assessori •SINDACO Sara BORDET mercoledì 14.30 - 15.30 senza appuntamento • VICE SINDACO Pierluigi MARQUIS delegato: lavori e opere pubbliche, servizio cimiteriale giovedì 10 - 12 e su appuntamento Calendario 2009 3 Concorso fotografico “I coloridella natura riflessi nell’acqua” 4 Alla ricerca di radici comuni - 3°puntata 8 Novità in biblioteca 10 A Saint-Vincent lo shopping porta fortuna 12 Manifestazioni Natale a Saint-Vincent 2008-2009 13 Editoria locale 14 delegato: sport e tempo libero giovedì 10 - 12 e su appuntamento Notizie dal Consorzio di Miglioramento fondiario Ru Courtaud 14 • Gasisti in azione 16 I nostri villaggi: Pra de Ran 17 Lo Gnalèi: pagine in francoprovenzale 20 Sci Club Zerbion 23 •ASSESSORE TURISMO Mauro ALLIOD ASSESSORE URBANISTICA Massimo DIDò giovedì 10 - 12 e su appuntamento 2 Sommario • ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE Maura SUSANNA delegato: cultura, sanità e servizi sociali giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE •Sergio PéAQUIN delegato: agricoltura, artigianato e commercio giovedì 10 - 12 e su appuntamento Testata: Infovallée COMUNE DI SAINT-VINCENT Desideriamo informarla che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la protezione dei dati personali; dalla Direttiva 97/66/CE e dal D.lgs 171/98 per la tutela della privacy nelle telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE e dal D.lgs 185/99 COLLABORATORI: Paola Seris, InSaint-Vincent, AIAT Saint-Vincent, Pier-Giorgio Crétier, Direttivo Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud, Isabella Carena, Grazia Ruiu, Lo Gnalèi -Guichet Linguistique, Sci Club Zerbion CONTRIBUTI FOTOGRAFICI: Partecipanti concorso fotografico “I colori della natura riflessi nell’acqua”, Rinaldo Barrel, Pier-Giorgio Crétier, Fabrizio Besenval, Archivio Brel Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL. 353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 17/2008 Foto di copertina: PALUD – Immersa nella neve (Andrea Camos) Direttore testata Dario Bordet Si ringrazia Valeria Scionti per la preziosa collaborazione Edizioni: Le Roy S.r.l. (Verres) tel. 0125 929221 e-mail: [email protected] on line:www.24orenews.it Grafica: [email protected] Tipografia: Alma Tipografica srl Villanova M.vì - Cn COORDINATORE: Sergio Rossi Visitate il sito istituzionale del comune di Saint Vincent all’indirizzo: www.comune.saint-vincent.ao.it E ntusiasmo e buona partecipazione per il concorso fotografico organizzato per il secondo anno consecutivo dalla Biblioteca comunale. Quest’anno la Commissione di Gestione ha fatto lavorare gli appassionati di fotografia sul tema “I colori della natura riflessi nell’acqua”. Le foto inviate dovevano contenere la triade di elementi acqua, colori, natura ed essere scattate sul territorio di Saint-Vincent. La giuria, composta da Franco Agnello, fotografo professionista, Roberto Mariani, fotografo professionista, Paola Seris, membro della commissione di gestione della biblioteca ed esperta del territorio, Filippo Piccoli, membro della commissione di gestione della biblioteca, insegnante di educazione artistica, e Pierluigi Marquis, vicesindaco, appassionato di fotografia, ha scelto, non senza difficoltà, dato il buon livello complessivo dei lavori inviati, le fotografie meritevoli di comparire sul calendario comunale dell’anno 2009. Maurizio Moncada si è aggiudicato il diritto di veder pubblicate ben tre fotografie relative ai mesi di gennaio (L’alveo della Dora in inverno, scattata a Tenso), CALENDARIO 2009 Acqua, colori, natura, Eau, couleurs, nature settembre (La Dora – Ponte delle Capre) e novembre (La Dora in autunno – Tenso). Lorena Atzei ha conquistato la giuria con i suoi due scatti: Passeggiando (febbraio) e Fontana onirica (maggio), entrambe colte in quel di Moron. Un’immagine a testa per i concorrenti Mirella Montini ( Jeux d’eau glacée – Orioux) per marzo, Nathalie Chadel (Primavera a Palud) per aprile, Bruna Risso (Colori all’imbrunire – Perrelaz) per giugno, Giuseppe Di Tommaso (Riflessi – Ponte delle Capre) per luglio, Alberto Spirlì (Cascata nel verde – Moulin) per agosto, Maria Grazia Gastaldo (Bacche di sorbo – Amay) per ottobre, Francesco Gallieri (Sovrapposizioni – Col de Joux) per dicembre. I predetti hanno anche ricevuto in premio un volume fotografico edito dalla White Star dal titolo Le meraviglie della natura. A conquistare l’onore della copertina del calendario è stato ancora una volta Andrea Camos, che bissa così il successo ottenuto nella scorsa edizione, con la fotografia intitolata Riflessi della sera, che ritrae uno scorcio davvero interessante della Dora Baltea. Al vincitore è La Copertina del calendario 2009 toccato, oltre alla pole position, un buono di 300 euro per l’acquisto di materiale fotografico. Complimenti a tutti i vincitori e un grazie per la partecipazione ai venti appassionati che hanno accettato la sfida. Nelle pagine successive trovate una succulenta carrellata di fotografie fra quelle non selezionate per il calendario, ma comunque di buona qualità, uno scatto a testa per ciascun concorrente. Visto il successo dell’iniziativa, la commissione di gestione sta predisponendo il nuovo bando per il prossimo calendario, cosicché i provetti fotografi potranno cimentarsi in una nuova competizione. Ci aspettiamo una partecipazione sempre più massiccia. E’ possibile ritirare il calendario presso la biblioteca e gli uffici comunali. Buone feste e buon 2009! 3 Concorso fotografico “I colori della natura riflessi nell’acqua” PALUD – Pennellate di colore in un giorno d’estate (Bruna Risso) CHAMPDEVIGNES – Ramo riflesso (Alberto Spirlì) 4 COL DE JOUX – Jeux d’eau (Andrea Camos) TENSO – Antichità naturale (Chantal Cerise) PARCO DELLE TERME – Fontana (Fernanda Nebiolo) ua” Concorso fotografico PALUD – Pozza di Palud al tramonto (Leonardino Charrière) SAINT-VINCENT – Attraverso una cornice (Giuseppe Di Tommaso) 5 AMAY – Miriadi di colori ed ombre (Livia Dagnes) TOUS – Natura viva (Luigi Nattero) COL DE JOUX – Bruco (Francesco Gallieri) Concorso fotografico COL DE JOUX – La Tête de Comagne si specchia (Maria Grazia Gastaldo) PALUD – Zerbion vanitoso (Manuela Bacco) 6 PERRIERE – La natura avanza (Michel Déanoz) VALPELLANA – Torrent de Cillian (Maurizio Moncada) ORIOUX – Ghiaccio fiorito (Mirella Montini) Concorso fotografico TENSO – Un angolo esotico (Vitaliano Dellea) 7 VAGNOD – Prima del tramonto (Nadia Drocco – Sandra Pinzoni) COL DE JOUX – Ruscello (Nathalie Chadel) CROTACHE – La vite e la vita sott’acqua (Xavier Cornaz) MORON – Passeggiando (Lorena Atzei) Alla ricerca di radici comuni Terza puntata Valle d’Aosta – Piemonte- Savoia A 8 lla terza “puntata” il gruppo di fans non solo si è consolidato ma ha fatto proseliti. Questa volta, gli spunti per continuare le nostre uscite ce li hanno dati l’Aosta Romana, Stefano Mossettaz, il chiostro e gli stalli della cattedrale. Il 30 agosto abbiamo visitato il Museo Archeologico e con l’aiuto del bellissimo plastico e dei reperti lì esposti ci siamo fatti un’idea di com’era l’antica Augusta Prætoria. Il ritrovamento di una tomba ad incinerazione diretta, recuperata intatta nello scavo di Saint-Martin-de-Corléans, ha permesso agli esperti della soprintendenza di allestire, con i reperti archeologici riportati alla luce, una mostra dedicata Agli Dei Mani. E’ con grande emozione che ci siamo avvicinati al rito della sepoltura, alla filosofia legata alla morte, alle credenze, alle superstizioni, alle paure che accompagnavano il doloroso momento del trapasso del mondo antico. Una serie di epigrafi funerarie riportate su leggeri e fluttuanti pannelli ci hanno fatto riflettere e a volte sorridere, vista la loro attualità. La nostra visita è proseguita nel restaurato Criptoportico Forense, un “incontro magico” che ha lasciato tutti impressionati e meravigliati. L’aspetto del sito era reso ancora più affascinante in quanto impreziosito dalla fantastica mostra : Augusta Fragmenta. L’affiatato gruppo di gitanti a Aime In cattedrale abbiamo ammirato la tomba di Oger Moriset e i gisants di Francesco e Aimone di Challand, opere superbe di Stefano Mosettaz. Non abbiamo potuto soffermarci né sugli stalli né sulla tomba di Tommaso II di Savoia in quanto, essendo la cattedrale in fase di restauro, il tutto era protetto da teloni. In compenso è stato possibile visitare il chiostro gotico (normalmente chiuso al pubblico). La visita si è poi conclusa con il teatro e la porta Prætoria. Sabato 28 settembre: partenza e arrivo a Susa dove, con l’aiuto della guida, Il chiostro di Saint-Jean de Maurienne abbiamo scoperto l’antica Segusium : l’arco di Augusto, i resti dell’acquedotto e dell’anfiteatro raffrontandola poi con la nostra Augusta Prætoria. (Quando Paola ha detto che le rocce, sulle quali l’arco romano era stato impostato, erano ricche di coppelle l’interesse di molti si è decuplicato e le macchine fotografiche si sono surriscaldate…!). Alle 12h30 in punto eravamo a Bardonecchia per il pranzo, che non è stato dei migliori ma, come si dice in certe occasioni, ci siamo nutriti. Dopo il traforo del Frejus ecco la valle della Maurienne. Lungo il percorso si è parlato della vita di Oger Moriset quando e dov’è nato, cosa ha fatto, i personaggi influenti dell’epoca che gli erano amici, della sua morte avvenuta a Basilea e dell’eventuale rientro della sua salma a Saint-Jean. A questo proposito, grazie all’intervento qualificato del Signor Rivolin, abbiamo appreso qualcosa sul rito della “conditio christianorum” . A Saint-Jean de Maurienne, anche se siamo stati distratti da un bel troupeau de moutons (pensavamo si trattasse di una fiera, invece era una contestazione di allevatori contro i danni provocati dai lupi), la cattedrale non ci ha delusi. Con calma abbiamo scoperto, con l’aiuto della guida, le pietre superstiti dell’antica chiesa, gli stalli, il ciborio e naturalmente la tomba di Oger Moriset. Confrontandola con quella della nostra cattedrale ci siamo rammaricati del fatto che quella di Aosta abbia perso il decoro gotico presente ancora a Saint-Jean con i pleurants e i bellissimi angeli reggi stemma. La visita si è conclusa nell’armonioso e raccolto chiostro (naturalmente ci ha ricordato nel decoro dei pilastri e nell’impostazione quello di Aosta) e nella suggestiva cripta. Per finire si è visitato il museo dell’Opinel, dove ci è stato spiegato che le dita incise sulla lama del famoso coltello ricorderebbero le tre dita del Battista riportate a Saint-Jean da Santa Tecla. Ad Albertville siamo stati ospitati – più o meno bene – presso l’hôtel Le Roma (con le camere c’è stato chi ha avuto fortuna e chi ha dormito nei sottotetti), la cena invece è stata pessima per tutti. In compenso la domenica è iniziata in modo piacevolissimo con la visita di Conflans accompagnati dalla strepitosa Evelyne! La spiegazione geografico-storica della Combe de Savoie, di Conflans e della nascita di Albertville ci è stata illustrata in modo assolutamente straordinario. La visita del borgo ha entusiasmato tutti e, naturalmente, abbiamo ritrovato Oger Moriset (enfant du pays) e San Grato, patrono della cittadina (ci siamo ulteriormente resi conto, com’era negli intenti della biblioteca, che le radici tra Valle d’Aosta e Savoia sono veramente comuni). Salutata Evelyne siamo arrivati a Moûtiers, per la Santa Messa, per un caffé e per una breve visita del paese. Ci siamo concessi una sosta ad Aime per ammirare quanto resta della bellissima chiesa romanica e, visto che il luogo si prestava, ne abbiamo approfittato per immortalarci nelle foto di gruppo. La fontana della piazzetta di Conflans A Bourg-St-Maurice in un ristorante caratteristico ci hanno finalmente servito un ottimo pranzo. La salita verso il Piccolo San-Bernardo è stata molto piacevole con una sosta strategica in un punto panoramico (veramente più che porre attenzione al panorama qualcuno ha dato l’assalto ai mirtilli). Arrivati al colle, all’altezza della statua del santo, si è deciso di proseguire per un tratto a piedi ricordando che in passato il vallone sottostante veniva definito “la comba di mort” e che il pianoro sul quale transitavamo è stato teatro degli eventi bellici dell’ultima guerra. Si è discusso poi dell’uso del Cromlech e della Mansio Romana. Sempre sul colle si era deciso per una piccola merenda a base di crostata, peccato che vi abbiano preso parte anche ospiti indesiderati….. un gruppo di francesi famelici si è catapultato sulla teglia e abbiamo avuto qualche difficoltà a far loro capire che lo spuntino non era per loro. Un po’ la cosa ci ha fatto ridere, un po’ ci ha indispettiti anche perché hanno tranquillamente fatto gli gnorri. Scendendo verso La Thuile abbiamo approfittato del signor Prinetti il quale ci ha descritto efficacemente la geologia del territorio. Il rientro a Saint-Vincent è avvenuto nei tempi previsti e dopo i saluti e gli abbracci si è deciso per un arrivederci alla… quarta puntata. (Ci stiamo già riflettendo e vi verrà comunicata al più presto). Grazie a tutti Paola L’arco di Augusto a Susa 9 Novità in biblioteca ANDREOTTI. LA VITA DI UN UOMO POLITICO, LA STORIA DI UN’EPOCA Questo libro è la biografia di un “sopravvissuto” un po’ speciale: due guerre mondiali, sette papi, monarchia, fascismo, prima e seconda Repubblica, e ben sei processi per mafia. È la storia delle due vite (una precedente e una successiva ai clamorosi processi che lo hanno visto imputato per un decennio) di un ex potente, che solo a fatica può definirsi ex, dato che ancora oggi continua a far sentire la propria influenza in Italia. Ma, soprattutto, questo libro è la storia di un pezzo del nostro Novecento, visto attraverso le miserie e la nobiltà della classe dirigente cattolica: nel passaggio traumatico dalle cronache politiche a quelle giudiziarie, si coglie la perdita d’identità non solo di una nomenklatura, ma di un pezzo dell’Italia moderata. VIAGGIO IN UN’ITALIA DIVERSA 10 Bruno Vespa torna a raccontare l’Italia in un viaggio in presa diretta nella rivoluzione silenziosa che ha determinato lo sconvolgimento elettorale della primavera 2008, e fruga tra le paure degli italiani. Ha assistito agli sbarchi dei clandestini a Lampedusa e parlato con i protagonisti di un’immigrazione tanto disperata quanto osteggiata; ha discusso con gli stranieri in attesa di espulsione e con i rom dei campi nomadi di Roma, Milano e Napoli. È andato negli empori allestiti dalla Caritas per sostenere le famiglie in difficoltà e ha controllato i prezzi dei discount, per analizzare i disagi della “quarta settimana”. Si è aggirato nei quartieri di Napoli in mano alla camorra e in quelli sommersi dai rifiuti. Ha viaggiato nel profondo Nordest, dove la paura dello straniero ha fatto esplodere i consensi per la Lega, e mostra come la somma di inquietudini e insoddisfazioni abbia messo a soqquadro il panorama politico italiano, riducendo a cinque i partiti presenti in Parlamento, cancellando la sinistra radicale e consegnando a Berlusconi la maggioranza più ampia e solida della storia della Repubblica. Ricostruisce la caduta del governo Prodi, la nascita dell’alleanza tra Veltroni e Di Pietro, la rottura tra Bertinotti e Ferrero, quella tra Berlusconi e Casini, ma anche il “nuovo inizio” del governo Berlusconi: un’Italia davvero diversa, vista dagli occhi di un grande cronista. LA RIVOLUZIONE DEI TEMPLARI. UNA STORIA PERDUTA DEL DODICESIMO SECOLO Chi non ha mai sentito parlare dei cavalieri templari, della loro tragica fine, dell’inesauribile leggenda e del loro favoloso tesoro? Eppure, l’esuberante bibliografia sui “Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone”, nati a Gerusalemme nel 1120, ha pressoché tralasciato la storia della loro nascita. Attraverso gli indizi storici, filologici, codicologici, testuali che si trovano nei nove manoscritti superstiti della regola del Tempio, Simonetta Cerrini ricostruisce l’ideale che animò la prima comunità templare, con l’obiettivo di sfatare le leggende fiorite nel corso dei secoli, di abbandonare i luoghi comuni storiografici e soprattutto di intraprendere nuove vie di ricerca. Proprio quando si era ormai affermata la separazione tra chierici e laici, e i chierici avevano assunto il monopolio del sacro, i templari sostennero la loro piena appartenenza al mondo dei chierici pur restando assolutamente laici. Al di là dell’impegno militare nell’esercito crociato, questa loro autonomia spirituale - di cui ancora non si sapeva nulla - si attuerà nella diffusione della cultura religiosa in lingua volgare e nel confronto con altre esperienze religiose, come l’islam o il cristianesimo d’Oriente. ITALIANS. IL GIRO DEL MONDO IN 80 PIZZE Beppe Severgnini credeva esistesse un modo nuovo di viaggiare, di fare giornalismo, di coinvolgere i lettori. E s’è inventato “Italians”. Il forum viene seguito in cinque continenti, da dieci anni. Gli italians scrivono, raccontano, commentano, spiegano il mondo che vedono. Beppe in questi anni è passato a trovarli, li ha conosciuti, s’è fatto una pizza con loro. E racconta com’è andata. Ne è nato un affresco degli italiani che vivono all’estero, delle loro idee e delle loro abitudini, del loro lavoro e delle loro scoperte; e, insieme, un ritratto agrodolce dell’Italia vista da lontano. Un libro di viaggi diverso: fresco, ironico, moderno, scandito da ottanta “pizze italians” nei luoghi più disparati del pianeta. A Kabul e a Beirut, dove si sono scontrate con alcune difficoltà locali; a Los Angeles e a San Francisco, dove hanno coinciso con un’elezione presidenziale; ad Atene e a Pechino, quando si sono messe sulla scia di un’Olimpiade. In tutta Europa - da Londra a Lisbona, da Monaco a Mosca - dove gli italiani studiano, insegnano, lavorano, abitano, s’innamorano. Se è vero che internet sta cambiando il modo di comunicare e fare informazione, “Italians” è ormai più di un forum. È diventato una parola nuova: indica la nostra emigrazione più recente ed esuberante. Gli italians scrivono, raccontano, spiegano, domandano, discutono, protestano (parecchio). Ma, soprattutto, confrontano. PORTO IL VELO, ADORO I QUEEN Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con 2 figlie, vive a Milano dove studia lingue all’università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. Camminare per strada, fermarsi davanti a una vetrina, andare in palestra, al mare, in vacanza all’estero, tutto acquista una colorazione speciale. E quello che per le sue coetanee è naturale per lei diventa una parodia o, nella migliore delle ipotesi, una piccola avventura. Ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa o normale? Occidentale oppure orientale? Sicuramente fa parte di quella categoria di individui classificata come “seconda generazione”, cioè figlia di immigrati ma nata e cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori. Sulinda iscrive le sue figlie dalle Orsoline e allo stesso tempo pratica la propria fede musulmana con devozione ma senza per questo trovarsi in contrasto con la cultura italiana. Anzi. In questo libro Sulinda parla di fatti (molti) e accenna qualche riflessione e qualche giudizio (pochi). E lo fa con voce ironica e disincantata. Perché c’è poco da commentare quando si ha intelletto per comprendere che le piccole cose nascondono dinamiche profonde e identità variegate e complesse. STALIN. STORIA E CRITICA DI UNA LEGGENDA NERA La figura di Stalin occupa una posizione centrale nella storia del Novecento. Dittatore sanguinario ma anche organizzatore di un impero dalle dimensioni immense, creatore dei gulag e distruttore dei lager nazisti, cinico manipolatore degli ideali di rinnovamento sociale e oggetto di un culto della personalità senza precedenti, il giudizio sul “georgiano di ferro” ha seguito da vicino la fortuna del suo personaggio fino alla condanna definitiva dopo la caduta del muro di Berlino. Con un saggio di Luciano Canfora, Domenico Losurdo torna ad analizzare il mito di Stalin per descriverne l’ascesa e la caduta. SCARABOCCHIAMO INSIEME Per i bambini il disegno è un modo spontaneo di esprimere se stessi. Per i genitori saper leggere gli scarabocchi dei bambini significa capire più a fondo le loro esigenze. Questo libro offre al genitore la possibilità di imparare ad ascoltare e comprendere quei bisogni del bambino che non vengono espressi a parole ma che lasciano una traccia chiara sulla carta. Il libro presenta molti esempi di scarabocchi e di disegni, in bianco e nero e a colori, eseguiti da bambini di età prescolare e scolare, accompagnati da semplici ma illuminanti interpretazioni psicologiche. Contiene inoltre numerose pagine bianche che il bambino può riempire con i suoi disegni. L’autrice, Evi Crotti, è psicopedagogista e giornalista, ha fondato e dirige a Milano una scuola di grafologia e cura su giornali e riviste rubriche dedicate al rapporto tra scrittura e psicologia. L’ODISSEA DEL RE. L’AVVENTUROSO VIAGGIO DEL PINGUINO REALE “L’odissea del re” racconta il lungo viaggio che compie il pinguino reale durante la stagione degli amori. Ogni anno, nel mese di novembre, i pinguini si radunano in grandi colonie per l’accoppiamento e la riprodu- zione. Lo scenario è l’impervio e affascinante arcipelago di Crozet, un lontano gruppo di isole nell’oceano australe, vero rifugio per migliaia di uccelli. Innumerevoli pericoli minacciano i pinguini: inondazioni e tempeste, stercorari pronti ad attaccare le uova, orche e altri predatori... Le fotografie ci mostrano i tanti incredibili aspetti della vita in queste colonie dove pinguini, ma anche albatros, cormorani, elefanti di mare e otarie che popolano l’Antartico si muovono, si nutrono, si riproducono, con un’unica costante preoccupazione: quella di sopravvivere. L’autore è Stefano Unterthiner, nostro concittadino, con cui ci complimentiamo per aver vinto recentemente il premio BBC wildlife photographer of the year 2008, l’Oscar della fotografia naturalistica. LA LUNGA ATTESA DELL’ANGELO Jacomo Robusti, detto il Tintoretto, pittore vulcanico, ambizioso e anticonformista, pronto a combattere con ogni mezzo per affermarsi e a sacrificare tutto e tutti al suo talento. Venezia alla fine del Cinquecento, ricca e fragile, minacciata dalle guerre coi Turchi e dall’epidemia di peste. Le mille invenzioni di una carriera controversa. Una famiglia sempre più numerosa: i figli maschi ribelli, le femmine destinate al monastero. E al centro di questa vita creativa e febbrile, l’amatissima figlia illegittima Marietta, educata alla musica e alla pittura per restargli accanto. Bambina vestita da maschio, ragazzina e infine donna, Marietta diventa il suo sogno e la sua creazione più riuscita. Ma sarà proprio l’allieva a insegnare al maestro che cosa dà significato alla vita. IL GIOCO DELL’ANGELO Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l’occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de “L’ombra del vento” hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un’opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell’umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria. Con uno stile scintillante, Zafón torna a indagare tra i misteri del Cimitero dei Libri Dimenticati, costruendo una storia in cui l’inesausta passione per i libri, la potenza dell’amore e la forza dell’amicizia si intrecciano ancora una volta in un connubio irresistibile. UN PASSO NEL BUIO India, 1914. La giovane e splendida Elizabeth Ravenhart rimane improvvisamente vedova con un figlio appena nato dal suo matrimonio con il ricco e avvenente Jack Ravenhart. La suocera Cora la convince a rientrare in Inghilterra dove, non appena possibile, lei e II nipotino la raggiungeranno. Ma in realtà Cora Ravenhart non ha affatto intenzione di restituire il piccolo Frazer alla madre e i disperati tentativi di Bess di far ritorno in India verranno crudelmente troncati dall’inizio della Grande Guerra. Vent’anni dopo, un giovane bussa alla porta di Ravenhart House a Edimburgo: Bess, che si è costruita una nuova vita con un altro uomo da cui ha avuto tre figlie, si trova di fronte a Frazer, ormai adulto, pieno di rancore nei confronti di una madre che l’ha “abbandonato” e determinato a rivendicare il suo possesso sulla casa di famiglia... VENUTO AL MONDO Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all’aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l’amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d’amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una guerra che mentre uccide procrea. L’avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché questo è un romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra. La pace è l’aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L’assedio di Sarajevo diventa l’assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dalla storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Un romanzo-mondo, di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematico come una parabola. E SE COVANO I LUPI Abbiamo lasciato Lupo e Anatra finalmente sposi nella storia precedente, e ora li ritroviamo in dolce attesa che si schiudano le uova nate dal loro amore. E qui i ruoli si invertono e i mondi si ribaltano: Lupo, filosofo teorico, sempre perso in astrazioni e pensieri profondi, decide di occuparsi direttamente della cova delle uova, lasciando la consorte libera di muoversi per il mondo, per conoscerlo e capire che cosa conti davvero. Iniziano così i percorsi paralleli dei due protagonisti. Lupo bada alle uova, riflettendo sul senso dell’attesa e diventando punto d’incontro per vari personaggi, amici e nemici: un vecchio riccio in pensione afflitto dalla solitudine, una volpe invidiosa, un esercito di gufi benpensanti. Mentre Anatra diventa una giornalista e intraprende un viaggio personale, e tutto femminile, nel crudele e variopinto mondo del potere popolato da struzzi, leoni e chiassosi tacchini, alla ricerca della bellezza e di ciò che è veramente importante... CASA MIA Tutti hanno una casa! I maiali stanno nel porcile, l’esquimese vive nell’igloo, gli uccellini abitano nel nido e i piedi... hanno la loro casa nei calzini! Un libro colorato e resistente che con immagini grandi e ben delineate divertono il bambino facendogli scoprire dove abitano le scimmie e dove le olive! Età di lettura: da 2 anni. FLAMBUS GREEN E L’ULTIMO IPPOCASTANO Flambus Green ha finito il suo apprendistato e può finalmente entrare a far parte dei Polliceverde, i folletti custodi degli alberi. Tuttavia, visto che è ancora molto inesperto, non gli verrà affidata una maestosa quercia nel mezzo di una bella foresta, ma l’ultimo ippocastano della città di Metropolis, che sta per essere abbattuto per far posto a un enorme parcheggio. Età di lettura: da 9 anni. ACQUA DOLCE Ti è mai capitato di nuotare così beato nell’acqua da non sopportare la mamma che ti dice di uscire? Ecco, questo non è nulla rispetto al piacere che proveresti se ti tuffasti nel mare caldo, dolce e trasparente dell’Isola Verde, dalla forma di mezzaluna. Ma dovresti stare attento, perché una leggenda dice che chi ci resta più di un mese è destinato a non uscirne vivo! Esiste una bambina che è nata proprio sull’Isola, e porta nel cuore la sua magica bellezza, ma che dovrà sfidare tutto e tutti per poter tornare lì, con le sue amiche scimmie e i suoi amici delfini, e ritrovare le parole un tempo perdute... Età di lettura: da 9 anni. LE SOUFFLE DU DIABLE Max Gordon échappe de peu à un tueur à gages qui tente de l’abattre. Puis il apprend que son père, explorateur et archéologue, a disparu, lui laissant un mystérieux message. Il part sur ses traces, en Namibie, où l’attendent dangers mortels et nombreux ennemis. Dans sa quête désespérée, il va devoir affronter le plus redoutable d’entre eux, Shaka Chang. Max Gordon est prêt à tout pour l’empêcher de déclencher son plan diabolique. Un véritable désastre écologique qui mettrait en péril la vie d’un peuple tout entier, les Bushmen. FRED A PEUR DE LA RENTRÉE La rentrée, Fred Baramine connaît, c’est la même chose chaque année. Mais là, il va vivre la pire rentrée qu’on peut imaginer. 11 REGOLAMENTO CONCORSO A PREMI L’Associazione INSAINT-VINCENT, corrente in via Roma n° 62 - 11027 Saint-Vincent, Codice Fiscale e Partita Iva 01114030073, in persona del Dottor Marco FIORE, nella sua qualità di Presidente, organizza un Concorso a Premi. La manifestazione, organizzata in occasione delle Festività Natalizie, è aperta a tutte le persone, purché maggiorenni, che acquistano beni o servizi nel periodo di promozione. DURATA: da venerdì 5 dicembre 2008 a domenica 11 gennaio 2009 Assegnazione dei premi: giovedì 22 gennaio 2009. AMBITO TERRITORIALE E MODALITA’ DI SVOLGIMENTO DELLA MANIFESTAZIONE 12 La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i clienti degli esercizi commerciali/ artigianali e delle strutture ricettive (alberghi, bar e ristoranti) di Saint-Vincent e le imprese consorziate di Châtillon che aderiscono all’iniziativa, siano essi turisti o residenti in Valle d’Aosta. Per clienti si intendono le sole persone fisiche che effettuano acquisti personali e non per conto terzi o per società. L’Associazione INSAINTVINCENT mette a disposizione degli esercenti che intendono aderire al concorso un numero prestabilito di tagliandi che, al termine del concorso, devono necessariamente essere tutti restituiti all’Associazione. Sono esclusi dal concorso i minorenni, i dipendenti dell’AIAT di Saint-Vincent e i titolari/amministratori di tutti gli Esercizi convenzionati. Nel periodo di promozione, per acquisti di beni* o servizi* negli esercizi sopraccitati, i clienti ricevono uno o più tagliandi che, unitamente al relativo scontrino fiscale o altro documento valido ai fini fiscali (di seguito denominati “documento fiscale”) danno diritto a partecipare all’estrazione dei premi in palio. Il tagliando è composto da due parti: “madre” e “figlia”. La madre, che resta all’esercente, deve essere compilata con i dati richiesti all’acquirente mentre la figlia viene consegnata al cliente unitamente al “documento fiscale”. * ATTENZIONE il valore minimo di spesa valido per ricevere il tagliando di cui sopra è pari a € 50,00. Ad ogni € 50,00 di spesa viene corrisposto n° 1 tagliando. Non sono possibili erogazioni per frazioni del valore di cui sopra (es. € 49.99 = n° 0 tagliandi - € 99.99 = n° 1 tagliando) Per partecipare all’estrazione è sufficiente: - fornire all’esercente un recapito telefonico (o altro recapito) da riportare sulla “madre” del tagliando, unitamente al numero del documento fiscale rilasciato; - conservare il tagliando unito al “documento fiscale” di cui sopra: il tagliando consegnato al cliente deve obbligatoriamente essere corredato del relativo “documento fiscale” che dovrà essere esibito per poter ritirare il premio; pena l’esclusione dalla graduatoria dei premiati. Nel caso in cui vengano rilasciati più tagliandi a fronte di un unico “documento fiscale”, il cliente dovrà avere cura di conservare tutti i tagliandi pinzati a detto documento (es.: acquisto per € 150.00 = 1 scontrino pinzato a n° 3 tagliandi). MODALITA’ DI ESTRAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI PREMI Dal 12 gennaio 2009 tutti i blocchetti “madre” consegnati agli esercenti vengono ritirati e depositati, per il controllo e il conteggio, presso la sede dell’Associazione INSAINTVINCENT. Solo i tagliandi “madre” correttamente compilati vengono inseriti nell’urna predisposta per il sorteggio manuale. Le operazioni di sorteggio sono effettuate presso la sede dell’Associazione INSAINTVINCENT, alla presenza del Notaio designato per il controllo e le operazioni di chiusura del concorso. Si procede con l’estrazione di 15 tagliandi “madre”, che entrano in classifica per l’assegnazione di n° 3 premi. L’attribuzione dei premi avviene con graduatoria: dal 1° al 3° classificato. I tagliandi sorteggiati dal 4° al 15° posto sono da considerarsi “riserve”, nel caso in cui non sia possibile assegnare uno o più premi in palio. La mancata assegnazione deriva dell’impossibilità di reperire il titolare del tagliando “figlia” ovvero nell’ipotesi in cui il vincitore ne sia sprovvisto o non vi sia allegato il relativo “documento fiscale”. Quanto sopra, entro e non oltre i 10 giorni successivi al sorteggio. L’utilizzo delle “riserve”, a partire dall’11° giorno e con le stesse modalità sopra riportate, è subordinato alla loro posizione in classifica, con criterio “a scalare”: se non viene attribuito il 1° premio si procede con l’assegnazione al 2° in classifica o, in mancanza, al 3° ecc. fino al 15°; così anche per gli altri premi. A tal fine, la comunicazione del premio vinto sarà effettuata solo dopo aver individuato tutti i vincitori. Per la verifica dei requisiti legati all’età, al momento della comunicazione al vincitore, è richiesta la fotocopia della carta d’identità in corso di validità. Mediante la partecipazione al concorso a premio, il partecipante acconsente a che i dati personali forniti all’Associazione INSAINTVINCENT, in relazione alla propria adesione alla promozione stessa, siano trattati ai sensi del D.lgs. 196 del 30.06.2003. Le informazioni fornite saranno utilizzate esclusivamente per gli scopi indicati nel presente regolamento ai fini dell’individuazione del vincitore e la consegna dei premi. In ogni caso, in conformità alla legislazione in materia di dati personali, il partecipante può esercitare il proprio diritto di accedere, modificare o richiedere la cancellazione dei propri dati. Stante l'assoluta gratuità del concorso, per il quale ai partecipanti non è richiesta alcuna quota di iscrizione, la responsabilità dell’Associazione INSAINTVINCENT si esaurisce con la consegna dei premi promessi. Il regolamento della manifestazione e l’elenco degli esercizi che aderiscono all’iniziativa sono consultabili presso l’ AIAT di Saint-Vincent in Via Roma n° 62 e sul sito internet www.saintvincentvda.it. PREMI IN PALIO E LORO VALORE COMPLESSIVO 1° premio: Autovettura Fiat 500 Pop 2° premio: Scooter Kymco Agility 150 3° premio: Scooter Kymco Agility 50 TOTALE € 9.216,98 € 1.519,10 € 1.151,03 _________ € 11.887,11 Gli importi si intendono IVA esclusa, ove dovuta. TERMINI E MODALITA’ DI CONSEGNA La consegna dei premi avverrà a cura dell’Associazione INSAINTVINCENT entro il termine massimo di 90 giorni dalla data di attribuzione ai vincitori, in regola con i requisiti richiesti, risultante dal verbale predisposto dal Notaio. La regolare consegna dei premi è assicurata dall’avvenuta prestazione di una cauzione mediante fideiussione assicurativa. I premi dovranno essere ritirati presso i concessionari il cui indirizzo sarà comunicato direttamente ai vincitori. DEVOLUZIONE DEI PREMI NON ASSEGNATI, NON RITIRATI O RIFIUTATI Resta inteso che in caso di mancata assegnazione o mancato ritiro del premio assegnato (entro il termine massimo di 90 giorni), lo stesso verrà devoluto ad una delle seguenti ONLUS, così come previsto dall’ art. 10 del DPR n. 430 del 26 ottobre 2001: 1) VIOLA ASSOCIAZIONE A SOSTEGNO DELLA VITA DOPO IL CANCRO AL SENO – distaccamento di Saint-Vincent: Via Vuillerminaz – 11027 SAINT-VINCENT AO – CF/PI 91034170075 Ed in difetto 2) VOLONTARI DEL SOCCORSO CHÂTILLON SAINT-VINCENT – Via Chanoux, 183 – 11024 CHATILLON (AO) – CF/PI 90002040070 Il premio, se espressamente rifiutato dal vincitore, previa sottoscrizione di apposita liberatoria, rimarrà nella libera disponibilità dell’Associazione INSAINTVINCENT, nella qualità di promotore. La comunicazione al vincitore verrà effettuata sulla base delle indicazioni riportate sul tagliando “madre” di partecipazione (e-mail, telefono), cui seguirà documentazione a mezzo Raccomandata A/R. Ove, per causa di forza maggiore, sia necessario chiudere anticipatamente il concorso a premi dopo il suo inizio, il sorteggio sarà comunque effettuato fra tutte le “madri” valide e debitamente compilate sino alla comunicazione di chiusura anticipata. ANNULLAMENTO DELLA GARA L’annullamento totale del Concorso per cause di forza maggiore, verrà comunicato senza ritardo mediante avviso scritto esposto nella sede dell’AIAT di SaintVincent in Via Roma n° 62 e pubblicato sul sito Internet http://www.saintvincentvda.it . Di tale evenienza sarà data comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per l’armonizzazione del mercato e tutela dei consumatori. Manifestazioni Natale a Saint-Vincent 2008/2009 Tutti i giorni da mercoledì 24 dicembre a giovedì 1° gennaio Dalle ore 11.00 alle ore 12.30 e dalle ore 17.00 alle ore 18.30 – Via Chanoux CALESSE E PONY DI BABBO NATALE Tutti i giorni Col de Joux Sci per famiglie e Snowpark (€ 4,00) Tutti i giorni dal 26 dicembre al 6 gennaio Dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.30 Galleria Civica Via Chanoux Mostra di sculture Mercoledì 24 dicembre Ore 22.00 – Chiesa Parrocchiale Santa Messa di Natale al termine distribuzione di panettone, cioccolata calda e vin brulé Venerdì 26 dicembre Ore 21.00 – Chiesa Parrocchiale Esibizione del coro Emile Chanoux diretto da Antonella Trippini e del baritono Federico Longhi Domenica 28 dicembre Ore 18.00 CENTRO CONGRESSI Grand Hôtel Billia Talk Show Incontro con Tony Capuozzo Ore 21.00 – Palais “Lo schiaccianoci” – Balletto Nazionale di Sofia evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00 (in vendita dal 09/12/2008 presso il Museo Archeologico regionale di Aosta – tel. 0165.32778) Lunedì 29 dicembre Ore 21.00 – Palais Giselle – balletto classico – evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00 (in vendita dal 09/12/2008 presso il Museo Archeologico regionale di Aosta – tel. 0165.32778) Martedì 30 dicembre Ore 14.00 - Col de Joux Gara di slalom gigante per bambini (fino ai 12 anni) Saint-Vincent Ore 17.00 – Palais Il Capodanno dei Piccoli Incontro animativo con i personaggi della Melevisione “Alla ricerca del Melecanto” con Milo Cotogno, la Principessa Odessa e Vermio Malgozzo Mercoledì 31 dicembre Dalle ore 23.00 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Capodanno sotto le stelle: si canta, si balla, si ride… Musica dal vivo con i musicisti della Va.Li.Gia Band ed i sosia dei più importanti cantanti italiani brindisi con Suor Nausicaa (Paolo Casiraghi da Colorado Café) …e dopo mezzanotte Area panoramica di Viale Piemonte Tutti gli occhi puntati al cielo e le orecchie tese: “SONS ET LUMIERES” – fuochi d’artificio con accompagnamento musicale Sabato 3 gennaio Ore 17.30 - Col de Joux Fiaccolata aperta a tutti Ore 18.00 CENTRO CONGRESSI Grand Hôtel Billia Talk Show Incontro con Antonio Caprarica Domenica 4 gennaio Ore 21.00 – Chiesa Parrocchiale Concerto Gospel Quincy Blue Choir diretto da Paola Mei Martedì 6 gennaio Ore 14.00 – Palais Befana dei bimbi - spettacoli d’arte varia Venerdì 16 gennaio Ore 21.00 – Palais “Hair: The Tribal Love Rock Musical” evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00 (in vendita dal 29/12/2008 presso il Museo Archeologico regionale di Aosta – tel. 0165.32778) Sabato 17 e domenica 18 gennaio Palazzetto dello Sport 13° Meeting Centro Nuoto Saint-Vincent Masters internazionali di nuoto Giovedì 22 gennaio Festa patronale di Saint Vincent Ore 10.00 S.Messa Ore 20.00 Cena e ballo al Palais Sabato 24 gennaio Ore 21.00 – Palais Bandabardò presenta “Ottavio”: dramma in quattro atti con Gran Finale – evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle Costo del biglietto: intero € 12,00 ridotto € 8,50 (in vendita dal 05/01/2009 presso il Museo Archeologico regionale di Aosta – tel. 0165.32778) Sabato 31 gennaio Ore 21.00 – Palais Serata di cabaret con il comico poeta romagnolo Giuseppe Giacobazzi Costo del biglietto: intero € 25,00 ridotti: € 10,00 ed € 5,00 Il programma potrebbe subire delle variazioni non prevedibili al momento della stampa 13 Editoria Locale N 14 el mese di agosto è stato presentato nel villaggio turistico Les Pléiades nei pressi del Colle di Joux, il libro Di villaggio in villaggio. Di ricordo in ricordo frutto intelligente di appassionate passeggiate, incontri e “ispezioni” sul nostro territorio, da parte di una coppia che di Saint-Vincent ha fatto il suo buen retiro vacanziero. Gli Autori, i coniugi Gabriella Rossi e Tommaso Bo, raccontano con elegante semplicità nelle oltre cento pagine del volume l’Amore che essi hanno per il nostro territorio e per la gente che vi abita e con la quale hanno intessuto rapporti d’intensa amicizia con l’intento di meglio comprendere la realtà passata e presente di una comunità di montagna, quale è la nostra. Gli incontri raccontati dagli Autori parlano di momenti vissuti in quello che può essere definito lo straordinario nell’ordinario; i bambini al pascolo, le donne intente a curare l’orto, gli uomini che tra il lavoro e una pausa rimembrano momenti passati e situazioni vissute. Dalla lettura di queste pagine si ha la netta impressione che in modo lucido, concreto, sincero e intelligente gli Autori hanno saputo cogliere quella che è la vera essenza di quella splendida comunità che tutt’oggi abita nei villaggi collinari di Saint-Vincent. Ma l’appassionante libro, arricchito da numerosissime immagini, racconta anche il territorio: i prati coltivati e i pascoli incolti; i cieli azzurri; i boschi verdeggianti o coperti di neve dentro cui si celano tanti animali e profumatissimi funghi; l’architettura delle abitazioni e le odi alla montagna… Nella Premessa al volume la signora Rossi scrive: … Attraverso questo lavoro sono riuscita a portare alla luce una miniera di notizie, a risuscitare immagini ed impressioni, a ricavare anni e anni di storia di un popolo -quello valdostanovero, genuino, operoso, ricco di valori, nato dalla terra e dalla montagna… Ritengo a questo punto che altro non si possa fare se non ringraziare i signori Bo che dalle pagine di questo libro hanno saputo suscitare intense emozioni anche in noi, che, saccenti, tutto sappiamo di questo paese e della sua gente (!?); prima di concludere queste brevi righe vorrei anche sottolineare come una vacanza non significhi solo riposo e ozio ma, come in questo caso, diventi una forte curiosità, quasi una necessità, di meglio comprendere la gente, la storia, il territorio del paese che ci ospita. Il senso di pace e tranquillità che si ricava da quelle che impropriamente potremmo definire interviste ci consente anche di riflettere su un aspetto ormai dimenticato: i rapporti sociali tra le persone e il desiderio di scambiarsi emozioni, informazioni, conoscenze, in altre parole …cultura. Grazie, Gabriella e Tommaso! Con questo libro, nato forse come diario di viaggio, ci avete regalato intense e raffinate emozioni che i nostri occhi, troppo abituati all’ordinario, non sanno più guardare. P.-G. Crétier (Copia per consultazione e lettura è disponibile in Biblioteca). Notizie dal Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud E ’ a tutti evidente che la passata, e ormai trascorsa annata, sarà ricordata da molti agricoltori per il meteo avverso che di fatto ha condizionato tutti i lavori agricoli e purtroppo ha danneggiato anche alcuni raccolti; ed è con questa premessa e con l’Augurio sincero di un Buon Anno 2009 che ancora una volta da queste pagine desideriamo informarVi dell’attività del Consorzio. Acquedotto del borgo. Nel corso dell’estate e autunno 2008 è stato pressoché ultimato e completato l’acquedotto irriguo del borgo; per la sua quasi definitiva entrata in funzione si ritiene necessario ricordare che tale importante opera fu fortemente caldeggiata alcuni anni or sono dal Direttivo del Consorzio e realizzata di concerto con la loca- le Amministrazione Comunale in occasione dei lavori per la realizzazione del Piano Sessennale di Saint-Vincent. L’acquedotto irriguo del borgo (che sostituisce vetusti e ormai non più funzionali canali sotterranei ma necessari ai tanti orti e giardini del centro storico) era una delle priorità del Direttivo e la sua realizzazione -e successiva messa in funzione dell’opera- segna un importante traguardo raggiunto dopo anni di disagi per gli utenti e di rubinetti a secco. L’ottima collaborazione tra i due Enti (Comune e Consorzio), dimostra che adoperandosi ognuno nel proprio campo, si possono raggiungere mete importanti. Purtroppo la condotta forzata dell’acqua che ha sua partenza primaria nella vasca di carico situata a monte, nei pressi della cappella di Tromen e che a sua volta “pesca” nel torrente Grand-Valey, è costantemente soggetta agli umori di quel corso d’acqua per cui nel corso dell’estate si sono dovute fare delle interruzioni del servizio irriguo; la causa di questi fermi forzati è da addebitare ai continui piovaschi e alla grande quantità di materiale solido (limo e pietrisco) portato dal torrente e che di fatto intasano le vasche di carico e le condotte. Il vallone Cortot in Valle d’Ayas da cui da secoli si diparte la condotta del Ru Courtaud (Foto P.G. Crétier) Nel corso della trascorsa estate ci si è addirittura dovuti servire di una ditta specializzata per la pulizia straordinaria della vasca di Tromen, totalmente intasata da alcuni metri cubi di materiale. Questa precisazione si rende necessaria in quanto troppo spesso ci si lamenta del servizio senza rendersi conto di come la situazione sia in realtà più complicata e richieda costante attenzione per evitare che imprevisti di qualsiasi genere pregiudichino le condotte e tutte le opere gravitanti intorno ad esse. Piscine di carico e lavori. Finalmente è stata ultimata, ed è già operativa, la piscina di carico integralmente ricostruita la primavera scorsa nei pressi del villaggio di La Tour; anche quest’opera, realizzata dall’Impresa Dufour di Saint-Vincent, necessaria ad un ampio comprensorio costituito da orti, giardini, prati e vigneti (in quest’ultimo caso in funzione di un probabile riordino fondiario), era auspicata e richiesta da anni da un folto gruppo di utenti e di residenti e oggi con la sua operatività costituisce un ulteriore tassello fra quelli che, pur con le inevitabili difficoltà, con attenzione si stanno inserendo in quel grande “puzzle” che è il territorio di Saint-Vincent. La nuova vasca per l’irrigazione in frazione La Tour des Rosset (Foto P.G. Crétier) Nel contempo il Consiglio Direttivo ha approvato lavori di manutenzione straordinaria su numerose strade interpoderali e su tratti dei canali irrigui a seguito degli eventi alluvionali del mese di giugno del corrente anno; é stata inoltre approvata, unitamente a molti altri interventi, anche la variante in corso d’opera di opere di manutenzione straordinaria sul canale della pianura -nei comuni di Châtillon e Saint-Vincent-. Riordino. Si ritiene indispensabile approfondire l’argomento sulle opere di bonifica e riordino con alcune precisazioni per meglio colloquiare con gli Utenti e per evitare incomprensioni future. Inizio lavori: sono subordinati ai tempi della burocrazia -compresi, purtroppo, i cosiddetti tempi morti necessari alla pubblicazione e verifica nelle sedi opportune dei numerosi Studi, Pareri, Valutazioni e documentazioni varie che precedono le gare d’appalto-; i cosiddetti ritardi sono da addebitare a numerose situazioni tra cui la non sempre puntuale consegna da parte degli Utenti della documentazione necessaria ai Tecnici incaricati dal Direttivo di redigere e di definire gli studi che precedono i lavori e che porteranno in seguito all’accorpamento delle particelle. Come già ampiamente detto il Consiglio Direttivo ha fatto sue le indicazioni proposte dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura per cui le singole unità colturali non avranno superficie inferiore ai 1500 m2. Nell’immediato circoncentrico dei villaggi sono stati individuate delle superfici di terra che non verranno inserite negli accorpamenti; questi terreni discretamente ampi e adiacenti le case, potranno essere utilizzati dai proprietari per la semina di campi e orti o per altre finalità (ad es. depositi di legname da riscaldamento, deposito mezzi agricoli e aree verdi). Questo significa che, come giustamente indica la parola Riordino, non potranno più essere creati campi sul territorio ma si dovranno rispettare delle indicazioni che peraltro serviranno a semplificare e ottimizzare i lavori. Sui terreni soggetti a bonifica verranno create delle piccole piste di penetrazione (dette Tare) che consentiranno ai soli mezzi agricoli di transitare per lo sfalcio e il trasporto del foraggio senza minimamente invadere altri fondi agricoli; ovviamente sarà semplificato anche il transito per il pascolo o per altri lavori agricoli. Queste piccole piste saranno naturalmente utilizzate anche dal personale del Consorzio per i necessari interventi di manutenzione degli impianti (condotte e irrigatori). Le condotte primarie dell’impianto di irrigazione resteranno grosso modo al loro posto (anche se non sono da escludere degli interventi di rettifica delle linee), così come le tubazioni secondarie e i pali degli irrigatori. In precedenza, l’Assemblea dei Soci del Consorzio tenutasi nel mese di aprile 2007, aveva già votato il Regolamento per l’uso corretto delle acque irrigue; questo importante documento, se non disatteso, permetterà agli Utenti di facilitare i lavori agricoli e ai tecnici del Consorzio di ottimizzare la distribuzione con importanti risultati, quali il risparmio idrico, la diminuzione degli sprechi e, più in generale, l’ottimizzazione dell’intero servizio di distribuzione dell’acqua. Naturalmente ai proprietari dei fondi agricoli è richiesta una collaborazione che spazia dalla tempestiva segnalazione di possibili malfunzionamenti degli impianti, fino alla pulizia (sfalcio del foraggio e taglio di alberi e arbusti) in prossimità degli irrigatori e delle “gabbie di settore”. A questo proposito si informa che alcuni problemi tecnici (ora risolti o in fase di soluzione) causati dal malfunzionamento di alcune schede di controllo hanno originato dei disservizi su alcune linee degli impianti nel comprensorio di Perrière. Ma ciò che deve comunque essere ben compreso è il concetto secondo cui tutti noi siamo Soci e quindi comproprietari di un bene comune che rilascia benefici, ma solo se tutti collaborano. 15 Briglia per contenere detriti costruita a monte della vasca dell’acquedotto consortile a Tromen, nell’alveo del Grand-Valey ( foto P.G. Crétier) Segreteria: nel corso dell’anno la Signora Renata Isabellon (Segretaria del Consorzio dal maggio 1998) ha rassegnato le proprie dimissioni per ragioni di salute; il Direttivo ha accolto, seppure a malincuore, la sua richiesta e da queste pagine, unitamente a tutti gli altri organi societari del CMFRC di Saint-Vincent, desidera ringraziare la Signora Isabellon per il lavoro svolto in questi anni con totale dedizione, costanza e impegno. Contestualmente si è provveduto alla nomina di un’altra Segretaria che è stata individuata nella Signora Rosa Anna Trèves che ormai da alcuni mesi ha preso pienamente possesso del nuovo Ufficio dimostrando fin da subito capacità, impegno e cortesia. Per ragioni di lavoro il Consigliere Didier Bieller nel mese di settembre ha rassegnato le sue dimissioni e il Direttivo ha provveduto alla sua sostituzione con Dino Franco Nolly (primo degli esclusi nelle votazioni della scorsa primavera). Buon Anno 2009! Il Consiglio Direttivo C Gasisti in azione ’è sempre più attenzione intorno ai GAS (Gruppi di acquisto solidale); addirittura il Dayly Telegraph ha recentemente pubblicato un articolo sul suo sito per spiegare questo fenomeno che in Italia sta assumendo proporzioni notevoli; infatti sono ormai oltre 400 i GAS che operano in varie regioni. In Valle d’Aosta ci sono tre GAS, l’ultimo dei quali, il GAS Zerbion, è nato quest’estate a Saint-Vincent. Di cosa si tratta? Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio-guida il concetto di giustizia e solidarietà, dà vita a un GAS. Finalità di un GAS è provvedere all’acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione più umana dell’economia; una concezione più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando un’etica del consumo che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione di valori. Fare parte di un GAS perciò non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c’è dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione; qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto. Le famiglie che hanno aderito al Gas Zerbion si sono confrontate e hanno stabilito i criteri che sono alla base del loro modo di fare la spesa. 16 In modo schematico possiamo così riassumere questi criteri: · prodotti locali, quando possibile, per ridurre l’inquinamento e lo spreco energetico dovuto ai trasporti; · piccoli produttori, perché è più facile conoscerli e perché i soldi vanno direttamente a chi lavora favorendo così l’occupazione; · cooperative sociali, per favorire l’occupazione di persone che altrimenti sarebbero emarginate dal mondo del lavoro; · prodotti biologici, perché la loro produzione inquina meno, consuma meno energia e fa bene alla nostra salute · produttori che rispettino i diritti dei lavoratori e degli animali; · prodotti del commercio equo e solidale; · sobrietà nelle scelte dei prodotti da acquistare; All’interno del gruppo ognuno ha un ruolo come referente di un prodotto, si occupa di contattare il produttore, di organizzare le visite all’azienda, raccoglie gli ordini del gruppo e fa arrivare la merce, provvedendo poi a distribuirla; tutto ciò in modo assolutamente volontario e gratuito. Il GAS Zerbion, che muove ora i primi passi, sta ancora definendo il proprio paniere della spesa; fra i prodotti ordinati ci sono quelli di “Libera”, l’associazione che coltiva i terreni confiscati alla mafia; il caffè di “Pausa caffè”, la cooperativa nata all’interno del carcere Le Vallette, nella quale lavorano alcuni detenuti. Il GAS Zerbion è un gruppo spontaneo, senza riconoscimenti giuridici o formali. Chi condivide i principi del gruppo e desidera diventare un “gasista” può inviare un messaggio all’indirizzo [email protected] Sitografia: http://www.retegas.org/index.php http://www.telegraph.co.uk/global/main.jhtml?view=DETAILS&grid=&xml=/global/2008/10/29/expat-in-italy.xml http://www.libera.it http://www.pausacafe.org/ Isabella Carena Grazia Ruiu I nostri Villaggi: Pra de Ran P arliamo in questo caso di un piccolo centro abitato posto a circa 1400 m. slm. Pra de Ran è stato edificato secoli or sono sul lato nord di un grande pianoro; il villaggio particolarmente riparato dai freddi venti grazie all’ampia foresta retrostante e al Monte Zerbion è costituito da due gruppi di case, separati tra loro, denominate Gorris e Champ Plan. Il primo toponimo trae senza dubbio la sua origine dal cognome Gorris, tutt’oggi molto diffuso in zona (anche se non è da escludere il contrario e che cioè questo stesso cognome tragga la sua origine dal villaggio), mentre il secondo toponimo, Champ Plan, fu dato alla località e ai suoi caratteristici terreni pianeggianti coltivati per secoli a cereali. Pra de Ran (che, letteralmente tradotto dal Patois, significa Prato dei rami, delle ramaglie), è tuttora abitato tutto l’anno essendo tra l’altro ben servito da una strada comoda che si diparte dalla Regionale per il Colle di Joux a monte dell’abitato di Moron. Il toponimo della località sembra essere rimasto sostanzialmente invariato nel corso dei secoli; dalla lettura di vecchi documenti si nota infatti che ormai da secoli nessuna sostanziale variazione è avvenuta nel nome Pra de Ran. Il panorama che si gode da questo villaggio è veramente grandioso: da lassù sono ammirabili moltissime, importanti e famose cime così come è interamente visibile la valle centrale della nostra regione con i suoi castelli, con il sinuoso corso della Dora e i tantissimi paesi che sorgono sulle sue sponde. Alle spalle del villaggio alcuni terreni, oggi destinati a pascolo, sono contornati da un grande ed esteso bosco di abeti e larici misti a tantissime altre varietà di aghiformi; il sottobosco si caratterizza per una ricca microflora abitata da tantissimi animali: cinghiali, volpi, caprioli, lepri, scoiattoli, ghiri ma anche laboriose formiche e topini di campagna. Più a nord nascosti tra gli anfratti della montagna e le morene vi sono camosci e anche stambecchi che nella riserva del Monte Zerbion hanno trovato spazi, tranquillità e, in particolare, cibo; nelle giornate particolarmente limpide si possono apprezzare in cielo i maestosi voli di aquilotti e altri rapaci di montagna. Per secoli, nelle giornate di lunedì e sabato, anche questo comprensorio è stato irrigato dal già più volte citato canale Courtaud -Ruisseau de la Montagne o Ruisseau d’Ayasanche se una parte dei terreni ha goduto anche dell’acqua del vicino Grand-Valey e di alcune sorgenti presenti in zona; dal 1970 circa, per volontà del locale Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud, tutto l’enorme comprensorio compreso tra Pra de Ran a monte, e Dizeille a sud, è stato dotato di un moderno impianto di irrigazione a pioggia. Questo sistema ha garantito sufficiente acqua per le colture anche se nel tempo queste sono state tutte completamente rinnovate e i tantissimi ed ininterrotti campi hanno lasciato spazio a prati foraggieri; già, perché anche gli abitanti di questo piccolo centro montano per secoli si sono dedicati quasi esclusivamente alla cerealicoltura che qui era condotta in modo certamente intensivo. Se oggi si “legge” il territorio con attenzione, si notano ancora i confini delle proprietà e in particolare dei campi: piccole differenze di quote e muretti “a secco” ricordano tempi lontani e lavorazioni ormai dimenticate. La cerealicoltura ci porta a considerare quella che era l’economia delle famiglie in tempi molto distanti da noi. Sembra ormai accertato che l’intero comprensorio fosse coltivato a cereali e che quindi l’intera economia di quel territorio basasse la sua prosperità sul prodotto segale, grano e avena. Ma naturalmente anche qui si era diversificato, per quanto possibile, l’aspetto economico e quindi è naturale che oltre ai cereali 17 e all’allevamento dei bovini, un enorme valore lo avessero i boschi, altra fonte di reddito e sostentamento per le famiglie. Siamo a conoscenza dalla lettura di vecchi documenti che ampie superfici alberate furono lasciate abbattere dalla locale Amministrazione comunale nel corso del XVIII secolo, forse solo per “far cassa” e naturalmente in barba alle disposizioni e alle normative e leggi vigenti. In quel lontano periodo la reazione dei residenti fu immediata; questi, sconvolti dal dissennato taglio, protestarono duramente rivolgendo le loro giuste e motivate proteste e istanze al Conseil des Commis del Ducato d’ Aosta; questo organo, attraverso l’Intendente Vignet Des Etoles, rispose nel 1774 ai richiedenti 18 con una lettera nella quale si rimarcano, con scandalo, le autorizzazioni concesse dalla locale Amministrazione e non ci si esime dal “bacchettare” i colpevoli amministratori comunali. Nel caso specifico si sostenne che il comportamento tenuto dai nostri sindaci di quel lontano periodo era stato quantomeno scandaloso; fu anche stabilito che costoro sarebbero stati puniti secondo la legge ma, si legge anche, che nessuno avrebbe potuto risarcire quei poveri paesani e quelle tante famiglie ridotte al lastrico e alla miseria. Purtroppo però la storia, uguale, si ripete; nell’aprile del 1815, poco meno di 50 persone del comprensorio scrissero nuovamente all’Intendente del Ducato di Aosta chiedendo di impedire agli amministratori del Comune di Saint-Vincent di mettere all’asta un’estesa superficie di bosco di sua proprietà compresa tra il torrente Grand-Valey, la strada che collega Amay agli alpeggi di Nuarsaz e la sorgente di Chivisole, così come annunciato nelle “grida domenicali” dal Segretario Comunale Vuillermin. La copia della petizione, oggi conservata in un fondo archivistico privato, elenca naturalmente le ragioni che devono convincere il Comune a soprassedere all’iniziativa, per evitare di portare le famiglie, già economicamente molto provate, all’estrema povertà. Nella carta i sottoscrittori ricordano che gli alberi di tale foresta furono sempre stati utilizzati per la costruzione di raccard, per legna da lavoro e, infine, come legname da riscaldamento. La richiesta dei residenti ottenne l’effetto voluto e alcuni giorni dopo giunse alla nostra municipalità una precisa richiesta del funzionario del Ducato che imponeva ai locali amministratori di retrocedere immediatamente dall’insana decisione. L’importanza del bosco (e in specifico di quello comunale presente a monte di quei villaggi) è inoltre sottolineata dal contenuto di una carta conservata nell’archivio del nostro Comune (sez. Boschi, 102/8). Si tratta di una richiesta avanzata alla nostra municipalità dagli impresari che nel corso del 1831 stavano ricostruendo e ampliando la fortezza di Bard; la carta ci informa che in quella data fu richiesta al comune di SaintVincent l’autorizzazione per il taglio di ben cento alberi di larice di grandi dimensioni da effettuarsi su boschi di proprietà comunale e verosimilmente presenti nei boschi a monte dell’abitato di Pra di Ran. Altri alberi furono tagliati in quel comprensorio nel primo decennio del Novecento per essere utilizzati nella copertura del costruendo Grand-Hôtel Billia. Anche la fabbricazione del carbone era senz’altro effettuata in quel comprensorio e senza dubbio anche questa doveva portare dei vantaggi economici (anche se modesti) ai residenti. Venendo ora all’architettura dei due villaggi che costituiscono Pra de Ran (Gorris e Champ Plan) si può senz’altro affermare che è simile a quella delle altre nostre frazioni collinari: anche qui le case, molto addossate le une alle altre, sono state costruite con sapiente e capace uso della pietra e del legno, materiali questi facilmente recuperabili in loco. Alcune abitazioni sono già state ristrutturate mentre una consistente parte del patrimonio immobiliare è in attesa di tempi migliori e di amanti della quiete e della tranquillità. Nei due piccoli villaggi non vi sono edifici comu- nitari ad esclusione del forno per anche agli alti costi di costruzione e mantenimento di simile edificio. Oggi le persone che risiedono stabilmente a Pra de Ran sono dedite in larga maggioranza al terziario; altre invece si dedicano all’allevamento, all’agricoltura e all’orticoltura (note per la loro rara bontà le patate coltivate in zona!). Solitamente al termine di questi scritti dedico qualche riga ad un personaggio della frazione distintosi in un qualche campo; in questo specifico caso merita certamente una menzione la cittadina americana Jane VanderPoel; costei, nata a Washington D.C. la panificazione che risulterebbe nel gennaio 1942, si diploma alla già esistente sui registri del Catasto Masters School di New York e in Sardo risalenti alla metà del XVIII seguito diventa insegnante d’arsecolo e che è menzionato nel te applicata e storia dell’arte alla modulo di Statistica dei Forni non Potomac School di Washington. militari richiesto nel 1899 dal La donna, in viaggio con il padre Comando del 4° Reggimento Alpini archeologo, giunge in Italia e per e redatto dal nostro Comune. un certo periodo si stabilisce nel I mulini per macinare i cereali erano invece più a valle, nei dintorni di Perrière; a Pra de Ran manca la scuola (per seguire le lezioni i ragazzi dovevano scendere a Perrière, mentre ai nostri giorni si recano con lo scuolabus nella scuola di Moron); manca anche una cappella dove i fedeli possono ritrovarsi per pregare e questo è certamente conseguente all’esiguo numero di residenti attestato nel corso dei secoli e nostro piccolo villaggio per dedicarsi alla cosa che più ama: la scultura. La sua prima e importante opera nasce proprio a Pra de Ran; si tratta di una pregevole scultura rappresentante San Antonio che parla ai peschi ed è totalmente ricavata da una radice di noce cresciuta intorno ad una roccia (in proposito cfr. Jeux d’Eau, n. 4, 2001). Scrivendo di Pra de Ran riteng o però doveroso ricordare anche l’ormai estin- ta famiglia Gallernaz che dopo secoli di storia e con la morte di Jean-Michel († Saint-Vincent, agosto 1830) scompare definitivamente. Per secoli i rappresentanti di questa famiglia risultano essere attori primari nella vita sociale ed economica della comunità collinare di questo paese; ai nostri giorni, pur essendo ormai dimenticati, permangono profonde tracce del loro passato sul territorio, che attraverso i toponimi richiama questo cognome, come a Pra de Ran dove, a monte del villaggio, un grande pianoro di indicibile bellezza appartenuto per secoli a questa famiglia, è identificato con il nome di Plan Gallernaz. Altri toponimi, che richiamano il cognome Gallernaz, sono inoltre presenti a Grun e a Moron e in tutti i casi testimoniano della potenza economica di una famiglia già presente all’atto di infeudazione del Ru Courtaud nel 1393. Turisticamente il comprensorio di Pra de Ran può essere sia meta che punto di passaggio di numerosi itinerari turistici di notevole bellezza architettonica, storica, paesaggistica e ambientale e possono essere percorsi in qualsiasi periodo dell’anno; questi sentieri adatti a persone di tutte le età si sviluppano tra ampie superfici coltivate a foraggio che si alternano a maestose pinete. Pier-Giorgio Crétier foto Fabrizio Besenval 19 Lo Gnalèi L’ors é lo berdzèrot 20 Y ae eun có, solet contre eun bóc, eun piquiót mite ou itaon eun vièil omo é lo chén névoù. I vicaon mersì a eun tropé dé moutón caqueun biàn é d’atre ner. Lo bouébet i alae lerdzì lé fèe vià pé lo bóc. In caréssèn eun péquélén i dijae : « I séi qué lanmérì dé pieu rebié la bouna erba dou pâquì ma sella i fat séi-la é imbiété-la ou payì pé douné-vo-là roudzì lo lon dé l’iver ». Dedeun lo bóc, pa louén di mite, y ae eun pra avó eun piquiót néch ou mitèn. Y ére lai qué quieut lé dzor lo berdzèrot ché arétae, devàn dé méme vià, pé abéré é pé conté lé fèe : « ... dejevouet, … trèntécatro, … sincanta ». Eun dzor, can y ére lai, y a vu arevé eun gró ors : « Lo bóc y é dé mé é lé tén béte déon aléchénèn dé euque ! » ; in dijén sèn i féi non dé intapé lé fèe. Lo berdzèrot adonca ché beutte a lo piédéì : « Pé pyijì té préo épargna-mé lo tropé, papa gran é mé i n’èn qué sèn pé vivre ». L’ors ché drisse seu lé patte dé dérì é i dit : « É bén i voulo té doné na chanse : sé te indouvine l’adzo qu’i n’éi i rodzo pa-poue lé tén fèe. Te pou pénsé-ye tanque demàn, i tourno-poue euque a la méma oura ». Pién dé pouire lo piquiót berdzì tourne i mite pé cónté a papa gran sèn qu’i y a capita-ye. Lo gran pènse eun momàn é poué i dit : « Tracasa-té pa mon crouéi, ieu fijèn-poue vére no ! É poué y é pa deut qué eun gró ors siche pieu fén qué eun vièil omo… Ouéi dénouna te vapoue, comèn dé coutuma, lerdzì lo tropé vià pé lo bóc in atèndèn te couéi tote lé bebéle qué te trove é te déranme eun bé so dé tsétagnì é dé verne ». Lo berdzèrot i féi sèn qué papa gran y at deu-ye dé fare. I ramase na canquetà dé bebéle é dé frache comèn y ache du fare fouye é i lé imbiéte tot outor dou néch. Can lo solèil ché catse i ingreppe tot a dé fiselle, qu’i y ae téndù dé na pianta a l’atra outor dé la léche. Apré qu’i at mistrandà to sèn i pènse : « Ora i déo maémé catsi-me dérì eun bouichón é atèndre ». Can la leuna a parét l’ors y aruve. Étônà ché drisse seu lé patte dé dérì é i sóbre sènsa mot : « Qué dé borboi, qué dé vertoi Malgré lé mén sént an i n’éi jamé vu-gnèn dé sémbiabio » Cogne, lac Lussert, 1963- Les deux bergers Primo Perratone et son fils Giorgio. Archives BREL- Fonds Willien. Can la leuna a ché catse, lo berdzì, qu’i y at to sèntù, i léche la catsetta é i tourne in tsi lloueu to contèn : « Oi, oii.., papa gran y at fran avù na bella idé ! » Lo dzor apré i vat a la goille abéré lo tropé. To sebeut apré y aruve l’ors in ché balansèn. Ché léve seu lé patte dé dérì é ieu démande : « Adonca te mé dit véro d’an i n’éi ? » « Teu t’a sént an, ieu répón lo bouébet, é y ét oura qué te té gaviche di pi ! ». Tot inradzì l’ors ché mor na patta é i scape vià pé lo bóc é dé adón y at pamé fè-che vére. Pré dé : Alexis Bétemps et Lidia Philippot, Merveilles dans la vallée Le Val d’Aoste conté -Collection Le miel des contes, Imprimerie Slatkine, Genève 2006. La conta di set tsèvrèil Y ae eun có na bicca avó set tsèvrèil. Eun dzor la tsivra a vat tsertsì dé pateura vià pé lo bóc. Devàn dé modèché-nén a racomande i chén piquiót : « Ivrì pa-poue la pourta a gneun, y at a l’intor eun gramo lu qu’i atén pa d’atro qué dé no ingorzélé ». A péna la mare a y é sorquià, lé tsèvrèil i sèntéchon tabuchì a la pourta. Toc, toc é na grousa voué qu’a dit : « Ivrì la pourta ». Lé tsèvrèil comprennon to sebeut qu’i é pa mama : la voué a y é tro greuffa é sét qu’i tabeuche y a cheur pa lo mémo dzet dé mama. I tabeuche, i tabeuche ma lé tsèvrèil l’écouton gnènca. Adonca lo lu, fran innervà, pé adousì la voué, i vat in tsi ‘n amì impreunté dé mi. Nèn ingorzé-le na bella couiyérà é i tourne a la pourta di tsèvrèil… Toc, toc. « Y é-té permì ? ». Toc…toc. Lé tsèvrèil sèntéchon tabouchì. Lo peu fin ché aproutse a la boura é i vèi na grósa patta néra seu l’inder. Có si có ché aperséon qu’i y é pa mama. Lo lu, grindzo comén l’oura i pènse : « Y é pa posébio qu’i y ache pa moyèn dé frèguévo ! » Déside donca dé alé in tsi lo mouliné. Eun, dó, tré... plouf ! Lo lu soutte dedeun la fareunna é… biàn comèn la nèi, i tourne tabouchì. Toc… toc si có lé tsèvrèil crèon fran qu’i siche mama é y intrèbachon la pourta. Lo lu intre é, lest comèn la foudra, lé tchape quieut eun apré l’atro : Touéno ou cantón dé mijòn, Freussón dézot la tabia, Friouleun dedeun lo fornet, Verneucca désù l’estadzire, Mofletta dérì la pourta, Poursoleun trèmì lé ridò, ma pa Pichipot, lo pieu crouèi qu’i y at rouchi-che dedeun la pandule. Apré na briva mama a tourne. Qué désabouére ! Lo mite y é tot seu damón dézot… ma di pépéc gnènca l’ombra ! Adonca a invioune a apèlé-le eun apré l’atro : « Touéno ! Fressòn ! Friouleun ! Verneucca ! Mofletta ! Pourseleun ! Pichipot ! » ma gneun i rèpón. A forse dé sèntì lo chén non, lo peu piquiót i sor dé la pandule é i conte sèn qu’i y é capità. Mama bica é lo pépéc sorton é i van tsertsì lo lu. Lo trovon indourmì dézot na pianta, la botse iverta, lo véntro confio é la lènga foura di dèn. « Y é lo momàn bon » a dit tò piàn la tsivra. Avó dé forsette a lo dévèntre é Touéno, Freussón, Friouleun, Verneucca, Mofletta é Poursoleun souton foura tot inter. Pé nèn frounì la pépécca a y a ‘n idé é a comande i tsèvrèil : « Vito, vito alì tsertsì dé pére é impyichì lo vèntro dou lu é mé lo recouzo-poue ». Apré na briva lo lu ché dévèye. In ché frotèn la bedéna i dit : « Maleur ! I crépo dé sèi. I créo qu’i n’éi pa bièn dijirì quieut chut Pépéc ! » La peleusse dé la panse bièn béndà i vat tsertsì d’éve o pouis, ma a péna i ché pèn seu la borna lo pés di bério lo fan.. plouf… tsédre dedeun téta prumire. Mama tsivra é lé chén béquión, qu’i y an vu la fin dou lu, son bièn contèn : « Oi… oi... oi… ! Lo lu y é tset fijèn féta tanque demàn ». Pré dé : Conte pe le petchoù de inque - Contes pour les enfants d’ici -Tome II, Histoires d’animaux - Rita Decime, Musumeci Editeur, Quart (Ao) 1984 21 Péquè lé-z-ouèi di popòn tsandzon coulour apré qu’i son na ? 22 On dèi la coulour di-z-ouèi a dé sélule qu’i dounon la coulour a « l’iris ». Seutte sélule prodouéchon na coulour teuppa - la mélanine – ( La méma sustanse qu’i dounon la coulour a la pé, i péi dou cor é dé la téta). Can y at na grósa cantetà dé mélanocytes, lo mitèn dé l’ouèi i simbie breun ou ner. Sènsa mélanocytes, lo mitèn dé l’ouèi y é grich ou bleu, i fa deure donca qu’i véén la coulour dé l’iris in transparanse. Na piquióda trase dé mélanocytes a doune na coulour dzana. S’a ché condzeubie avó lo bleu, selón la canquetà, on pout avé tote caletà dé vert, dé grich, dé coulour di doulagne. Can i néchon lé popòn y an chovén lé-z-ouèi bleu fran péquè lo mitèn dé l’ouèi manque incó dé mélanocytes. Piàn piàn, seutta sustanse a prodouì lé coulour é adonca l’ouèi i prèn la coulour qu’i déi avé. Can lé popòn i néchon, y é malèn diviné, la coulour djeusta qué l’ouèi y a-poue. Sé lo minà y at y ouèi teup, y é caje cheur qu’i soubron-poue parì. D’atro coté s’i son quier i pouchon-poue vignì tò piàn tò piàn teup a man man qué lé mes i pason. On é cheur qué la coulour a tsandze pamé dé qu’i an cheu mes, eun an, mémo si dé piquiót tsandzemèn ché pouchon incó avé lo lon di dó prumì an. 1910 environ- Fonds Brocherel-Broggi- Archives BREL Collaborateur de Saint-Vincent pour les traductions: Paola Seris Transcription aux soins du Guichet linguistique « Lo gnalèi » se propose de publier des textes en patois afin de stimuler tous les lecteurs à entrer en contact avec ses collaborateurs : souhaitezvous contribuer au travail du guichet pour que votre patois reste toujours vivant ? Nous sommes à votre disposition pour suggestions, conseils, documentation ! Lo Gnalèi : 59, rue Grand-Eyvia - 11100 Aoste Tél. 0165 32413 - Fax 0165 44491 [email protected] Usagers Skype : Pré dé :www.cybersciences.com » guetsetbrel – guetsetbrel1 23 TARIFFE IMPIANI DI RISALITA STAGIONE 2008/2009 BIGLIETTO GIORNALIERO BIGLIETTO POMERIDIANO FESTIVO (Sabato - Domenica Festività infrasettimanali - Periodo natalizio) Giornaliero Pomeridiano € 19,00 € 16,00 Riduzione 1 e 3 € 13,00 € 11,00 Riduzione 2 € 9,50 € 8,00 € 17,00 Riduzione 4 Gruppi € 16,00 Gruppi Inferiore ai 14 anni € 13,00 TESSERA STAGIONALE Riduzione 1 Riduzione 2 € 245,00 € 170,00 € 122,50 FERIALE Riduzione 1 e 3 Riduzione Gruppi Giornaliero € 16,00 € 11,00 € 8,00 € 13,00 Pomeridiano € 13,00 € 9,00 € 6,50 ABBONAMENTI SETTIMANALI 6 GIORNI € 170,00 7 GIORNI € 96,00 PARCO GIOCHI INGRESSO UNICO € 4,00 Jeux d’eau