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Comune di Saint

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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 17 - 2008
S
A
I
N
T
V
I
N
C
E
N
T
Jeux d’eau
I n f o v a l l é e
Orario di ricevimento
per il pubblico
sindaco e assessori
•SINDACO
Sara BORDET
mercoledì 14.30 - 15.30
senza appuntamento
•
VICE SINDACO
Pierluigi MARQUIS
delegato: lavori e opere pubbliche,
servizio cimiteriale
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
Calendario 2009
3
Concorso fotografico
“I coloridella natura riflessi nell’acqua”
4
Alla ricerca di radici comuni - 3°puntata
8
Novità in biblioteca
10
A Saint-Vincent lo shopping porta fortuna
12
Manifestazioni Natale a Saint-Vincent 2008-2009 13
Editoria locale
14
delegato: sport e tempo libero
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
Notizie dal Consorzio
di Miglioramento fondiario Ru Courtaud
14
•
Gasisti in azione
16
I nostri villaggi: Pra de Ran
17
Lo Gnalèi: pagine in francoprovenzale
20
Sci Club Zerbion
23
•ASSESSORE TURISMO
Mauro ALLIOD
ASSESSORE URBANISTICA
Massimo DIDò
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
2
Sommario
•
ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE
Maura SUSANNA
delegato: cultura, sanità e servizi sociali
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE
•Sergio
PéAQUIN
delegato: agricoltura, artigianato e commercio
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
Testata: Infovallée
COMUNE DI SAINT-VINCENT
Desideriamo informarla che i suoi dati personali
raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT” nel
pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la protezione dei dati
personali; dalla Direttiva 97/66/CE e dal D.lgs 171/98 per
la tutela della privacy nelle
telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE
e dal D.lgs 185/99
COLLABORATORI:
Paola Seris, InSaint-Vincent, AIAT Saint-Vincent, Pier-Giorgio
Crétier, Direttivo Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru
Courtaud, Isabella Carena, Grazia Ruiu, Lo Gnalèi -Guichet
Linguistique, Sci Club Zerbion
CONTRIBUTI FOTOGRAFICI:
Partecipanti concorso fotografico “I colori della natura riflessi nell’acqua”, Rinaldo Barrel, Pier-Giorgio Crétier, Fabrizio
Besenval, Archivio Brel
Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL.
353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46)
art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 17/2008
Foto di copertina:
PALUD – Immersa nella neve (Andrea Camos)
Direttore testata
Dario Bordet
Si ringrazia Valeria Scionti per la preziosa collaborazione
Edizioni:
Le Roy S.r.l. (Verres) tel. 0125 929221
e-mail: [email protected] on line:www.24orenews.it
Grafica:
[email protected]
Tipografia:
Alma Tipografica srl
Villanova M.vì - Cn
COORDINATORE:
Sergio Rossi
Visitate il sito istituzionale del comune di Saint Vincent all’indirizzo:
www.comune.saint-vincent.ao.it
E
ntusiasmo e buona partecipazione per il concorso fotografico
organizzato per il secondo anno
consecutivo dalla Biblioteca comunale.
Quest’anno la Commissione di Gestione
ha fatto lavorare gli appassionati di fotografia sul tema “I colori della natura riflessi nell’acqua”. Le foto inviate dovevano
contenere la triade di elementi acqua,
colori, natura ed essere scattate sul territorio di Saint-Vincent. La giuria, composta da Franco Agnello, fotografo professionista, Roberto Mariani, fotografo
professionista, Paola Seris, membro della
commissione di gestione della biblioteca
ed esperta del territorio, Filippo Piccoli,
membro della commissione di gestione
della biblioteca, insegnante di educazione artistica, e Pierluigi Marquis, vicesindaco, appassionato di fotografia, ha
scelto, non senza difficoltà, dato il buon
livello complessivo dei lavori inviati, le
fotografie meritevoli di comparire sul
calendario comunale dell’anno 2009.
Maurizio Moncada si è aggiudicato il
diritto di veder pubblicate ben tre fotografie relative ai mesi di gennaio (L’alveo
della Dora in inverno, scattata a Tenso),
CALENDARIO 2009
Acqua, colori, natura, Eau, couleurs, nature
settembre (La Dora – Ponte delle Capre)
e novembre (La Dora in autunno –
Tenso). Lorena Atzei ha conquistato la
giuria con i suoi due scatti: Passeggiando
(febbraio) e Fontana onirica (maggio),
entrambe colte in quel di Moron.
Un’immagine a testa per i concorrenti Mirella Montini ( Jeux d’eau glacée – Orioux) per marzo, Nathalie
Chadel (Primavera a Palud) per aprile, Bruna Risso (Colori all’imbrunire
– Perrelaz) per giugno, Giuseppe Di
Tommaso (Riflessi – Ponte delle Capre)
per luglio, Alberto Spirlì (Cascata nel
verde – Moulin) per agosto, Maria
Grazia Gastaldo (Bacche di sorbo –
Amay) per ottobre, Francesco Gallieri
(Sovrapposizioni – Col de Joux) per
dicembre. I predetti hanno anche ricevuto in premio un volume fotografico edito
dalla White Star dal titolo Le meraviglie
della natura. A conquistare l’onore della
copertina del calendario è stato ancora
una volta Andrea Camos, che bissa così il
successo ottenuto nella scorsa edizione,
con la fotografia intitolata Riflessi della
sera, che ritrae uno scorcio davvero interessante della Dora Baltea. Al vincitore è
La Copertina del calendario 2009
toccato, oltre alla pole position, un buono
di 300 euro per l’acquisto di materiale
fotografico. Complimenti a tutti i vincitori e un grazie per la partecipazione ai
venti appassionati che hanno accettato
la sfida. Nelle pagine successive trovate
una succulenta carrellata di fotografie fra
quelle non selezionate per il calendario,
ma comunque di buona qualità, uno
scatto a testa per ciascun concorrente.
Visto il successo dell’iniziativa, la commissione di gestione sta predisponendo il
nuovo bando per il prossimo calendario,
cosicché i provetti fotografi potranno
cimentarsi in una nuova competizione.
Ci aspettiamo una partecipazione sempre più massiccia.
E’ possibile ritirare il calendario presso la
biblioteca e gli uffici comunali.
Buone feste e buon 2009!
3
Concorso fotografico “I colori della natura riflessi nell’acqua”
PALUD – Pennellate di colore in un giorno d’estate (Bruna Risso)
CHAMPDEVIGNES – Ramo riflesso (Alberto Spirlì)
4
COL DE JOUX – Jeux d’eau (Andrea Camos)
TENSO – Antichità naturale (Chantal Cerise)
PARCO DELLE TERME – Fontana (Fernanda Nebiolo)
ua”
Concorso fotografico
PALUD – Pozza di Palud al tramonto (Leonardino Charrière)
SAINT-VINCENT – Attraverso una cornice (Giuseppe Di Tommaso)
5
AMAY – Miriadi di colori ed ombre (Livia Dagnes)
TOUS – Natura viva (Luigi Nattero)
COL DE JOUX – Bruco (Francesco Gallieri)
Concorso fotografico
COL DE JOUX – La Tête de Comagne si specchia (Maria Grazia Gastaldo)
PALUD – Zerbion vanitoso (Manuela Bacco)
6
PERRIERE – La natura avanza (Michel Déanoz)
VALPELLANA – Torrent de Cillian (Maurizio Moncada)
ORIOUX – Ghiaccio fiorito (Mirella Montini)
Concorso fotografico
TENSO – Un angolo esotico (Vitaliano Dellea)
7
VAGNOD – Prima del tramonto
(Nadia Drocco – Sandra Pinzoni)
COL DE JOUX – Ruscello (Nathalie Chadel)
CROTACHE – La vite e la vita sott’acqua (Xavier Cornaz)
MORON – Passeggiando (Lorena Atzei)
Alla ricerca di radici comuni
Terza puntata
Valle d’Aosta – Piemonte- Savoia
A
8
lla terza “puntata” il gruppo di
fans non solo si è consolidato ma
ha fatto proseliti. Questa volta,
gli spunti per continuare le nostre uscite
ce li hanno dati l’Aosta Romana, Stefano
Mossettaz, il chiostro e gli stalli della
cattedrale.
Il 30 agosto abbiamo visitato il Museo
Archeologico e con l’aiuto del bellissimo
plastico e dei reperti lì esposti ci siamo
fatti un’idea di com’era l’antica Augusta
Prætoria.
Il ritrovamento di una tomba ad incinerazione diretta, recuperata intatta nello
scavo di Saint-Martin-de-Corléans, ha
permesso agli esperti della soprintendenza di allestire, con i reperti archeologici
riportati alla luce, una mostra dedicata
Agli Dei Mani. E’ con grande emozione che ci siamo avvicinati al rito della
sepoltura, alla filosofia legata alla morte,
alle credenze, alle superstizioni, alle
paure che accompagnavano il doloroso
momento del trapasso del mondo antico.
Una serie di epigrafi funerarie riportate
su leggeri e fluttuanti pannelli ci hanno
fatto riflettere e a volte sorridere, vista la
loro attualità.
La nostra visita è proseguita nel restaurato Criptoportico Forense, un “incontro
magico” che ha lasciato tutti impressionati e meravigliati. L’aspetto del sito era
reso ancora più affascinante in quanto
impreziosito dalla fantastica mostra :
Augusta Fragmenta.
L’affiatato gruppo di gitanti a Aime
In cattedrale abbiamo ammirato la
tomba di Oger Moriset e i gisants di
Francesco e Aimone di Challand, opere
superbe di Stefano Mosettaz. Non abbiamo potuto soffermarci né sugli stalli né
sulla tomba di Tommaso II di Savoia in
quanto, essendo la cattedrale in fase di
restauro, il tutto era protetto da teloni.
In compenso è stato possibile visitare il
chiostro gotico (normalmente chiuso al
pubblico). La visita si è poi conclusa con
il teatro e la porta Prætoria.
Sabato 28 settembre: partenza e arrivo
a Susa dove, con l’aiuto della guida,
Il chiostro di Saint-Jean de Maurienne
abbiamo scoperto l’antica Segusium :
l’arco di Augusto, i resti dell’acquedotto
e dell’anfiteatro raffrontandola poi con
la nostra Augusta Prætoria. (Quando
Paola ha detto che le rocce, sulle quali
l’arco romano era stato impostato, erano
ricche di coppelle l’interesse di molti si
è decuplicato e le macchine fotografiche
si sono surriscaldate…!). Alle 12h30 in
punto eravamo a Bardonecchia per il
pranzo, che non è stato dei migliori ma,
come si dice in certe occasioni, ci siamo
nutriti.
Dopo il traforo del Frejus ecco la valle
della Maurienne. Lungo il percorso si è
parlato della vita di Oger Moriset quando e dov’è nato, cosa ha fatto, i personaggi influenti dell’epoca che gli erano
amici, della sua morte avvenuta a Basilea
e dell’eventuale rientro della sua salma
a Saint-Jean. A questo proposito, grazie all’intervento qualificato del Signor
Rivolin, abbiamo appreso qualcosa sul
rito della “conditio christianorum” .
A Saint-Jean de Maurienne, anche se
siamo stati distratti da un bel troupeau
de moutons (pensavamo si trattasse di
una fiera, invece era una contestazione
di allevatori contro i danni provocati
dai lupi), la cattedrale non ci ha delusi. Con calma abbiamo scoperto, con
l’aiuto della guida, le pietre superstiti
dell’antica chiesa, gli stalli, il ciborio e
naturalmente la tomba di Oger Moriset.
Confrontandola con quella della nostra
cattedrale ci siamo rammaricati del fatto
che quella di Aosta abbia perso il decoro
gotico presente ancora a Saint-Jean con
i pleurants e i bellissimi angeli reggi
stemma. La visita si è conclusa nell’armonioso e raccolto chiostro (naturalmente
ci ha ricordato nel decoro dei pilastri e
nell’impostazione quello di Aosta) e
nella suggestiva cripta. Per finire si è
visitato il museo dell’Opinel, dove ci è
stato spiegato che le dita incise sulla lama
del famoso coltello ricorderebbero le tre
dita del Battista riportate a Saint-Jean da
Santa Tecla.
Ad Albertville siamo stati ospitati – più
o meno bene – presso l’hôtel Le Roma
(con le camere c’è stato chi ha avuto fortuna e chi ha dormito nei sottotetti), la
cena invece è stata pessima per tutti.
In compenso la domenica è iniziata in
modo piacevolissimo con la visita di
Conflans accompagnati dalla strepitosa
Evelyne! La spiegazione geografico-storica della Combe de Savoie, di Conflans
e della nascita di Albertville ci è stata illustrata in modo assolutamente straordinario. La visita del borgo ha entusiasmato
tutti e, naturalmente, abbiamo ritrovato
Oger Moriset (enfant du pays) e San
Grato, patrono della cittadina (ci siamo
ulteriormente resi conto, com’era negli
intenti della biblioteca, che le radici tra
Valle d’Aosta e Savoia sono veramente
comuni). Salutata Evelyne siamo arrivati
a Moûtiers, per la Santa Messa, per un
caffé e per una breve visita del paese.
Ci siamo concessi una sosta ad Aime per
ammirare quanto resta della bellissima
chiesa romanica e, visto che il luogo si
prestava, ne abbiamo approfittato per
immortalarci nelle foto di gruppo.
La fontana della piazzetta di Conflans
A Bourg-St-Maurice in un ristorante
caratteristico ci hanno finalmente servito un ottimo pranzo. La salita verso
il Piccolo San-Bernardo è stata molto
piacevole con una sosta strategica in un
punto panoramico (veramente più che
porre attenzione al panorama qualcuno
ha dato l’assalto ai mirtilli). Arrivati al
colle, all’altezza della statua del santo,
si è deciso di proseguire per un tratto a
piedi ricordando che in passato il vallone
sottostante veniva definito “la comba di
mort” e che il pianoro sul quale transitavamo è stato teatro degli eventi bellici dell’ultima guerra. Si è discusso poi
dell’uso del Cromlech e della Mansio
Romana.
Sempre sul colle si era deciso per una piccola merenda a base di crostata, peccato
che vi abbiano preso parte anche
ospiti indesiderati….. un gruppo di francesi famelici si è catapultato sulla teglia
e abbiamo avuto qualche difficoltà a far
loro capire che lo spuntino non era per
loro. Un po’ la cosa ci ha fatto ridere, un
po’ ci ha indispettiti anche perché hanno
tranquillamente fatto gli gnorri.
Scendendo verso La Thuile abbiamo
approfittato del signor Prinetti il quale
ci ha descritto efficacemente la geologia
del territorio.
Il rientro a Saint-Vincent è avvenuto nei
tempi previsti e dopo i saluti e gli abbracci si è deciso per un arrivederci alla…
quarta puntata. (Ci stiamo già riflettendo e vi verrà comunicata al più presto).
Grazie a tutti
Paola
L’arco di Augusto a Susa
9
Novità in biblioteca
ANDREOTTI. LA VITA DI UN
UOMO POLITICO, LA STORIA
DI UN’EPOCA
Questo libro è la biografia di un “sopravvissuto” un
po’ speciale: due guerre mondiali, sette papi, monarchia, fascismo, prima e seconda Repubblica, e ben
sei processi per mafia. È la storia delle due vite (una
precedente e una successiva ai clamorosi processi
che lo hanno visto imputato per un decennio) di un
ex potente,
che solo a fatica può definirsi ex, dato che ancora oggi
continua a far sentire la propria influenza in Italia. Ma, soprattutto, questo libro è la storia di un pezzo del nostro Novecento, visto attraverso le
miserie e la nobiltà della classe dirigente cattolica: nel passaggio traumatico dalle cronache politiche a quelle giudiziarie, si coglie la perdita d’identità non solo di una nomenklatura, ma di un pezzo dell’Italia moderata.
VIAGGIO IN
UN’ITALIA DIVERSA
10
Bruno Vespa torna a raccontare l’Italia in un viaggio in
presa diretta nella rivoluzione silenziosa che ha determinato lo sconvolgimento elettorale della primavera
2008, e fruga tra le paure degli italiani. Ha assistito
agli sbarchi dei clandestini a Lampedusa e parlato con
i protagonisti di un’immigrazione tanto disperata
quanto osteggiata; ha discusso con gli stranieri in
attesa di espulsione e con i rom dei campi nomadi di
Roma, Milano e Napoli. È andato negli empori allestiti dalla Caritas per
sostenere le famiglie in difficoltà e ha controllato i prezzi dei discount, per
analizzare i disagi della “quarta settimana”. Si è aggirato nei quartieri di
Napoli in mano alla camorra e in quelli sommersi dai rifiuti. Ha viaggiato
nel profondo Nordest, dove la paura dello straniero ha fatto esplodere i
consensi per la Lega, e mostra come la somma di inquietudini e insoddisfazioni abbia messo a soqquadro il panorama politico italiano, riducendo a cinque i partiti presenti in Parlamento, cancellando la sinistra
radicale e consegnando a Berlusconi la maggioranza più ampia e solida
della storia della Repubblica. Ricostruisce la caduta del governo Prodi,
la nascita dell’alleanza tra Veltroni e Di Pietro, la rottura tra Bertinotti
e Ferrero, quella tra Berlusconi e Casini, ma anche il “nuovo inizio” del
governo Berlusconi: un’Italia davvero diversa, vista dagli occhi di un
grande cronista.
LA RIVOLUZIONE DEI
TEMPLARI. UNA STORIA
PERDUTA DEL DODICESIMO
SECOLO
Chi non ha mai sentito parlare dei cavalieri templari,
della loro tragica fine, dell’inesauribile leggenda e del
loro favoloso tesoro? Eppure, l’esuberante bibliografia sui “Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di
Salomone”, nati a Gerusalemme nel 1120, ha pressoché tralasciato la storia della loro nascita. Attraverso gli indizi storici,
filologici, codicologici, testuali che si trovano nei nove manoscritti superstiti della regola del Tempio, Simonetta Cerrini ricostruisce l’ideale che
animò la prima comunità templare, con l’obiettivo di sfatare le leggende
fiorite nel corso dei secoli, di abbandonare i luoghi comuni storiografici
e soprattutto di intraprendere nuove vie di ricerca. Proprio quando si
era ormai affermata la separazione tra chierici e laici, e i chierici avevano
assunto il monopolio del sacro, i templari sostennero la loro piena appartenenza al mondo dei chierici pur restando assolutamente laici. Al di là
dell’impegno militare nell’esercito crociato, questa loro autonomia spirituale - di cui ancora non si sapeva nulla - si attuerà nella diffusione della
cultura religiosa in lingua volgare e nel confronto con altre esperienze
religiose, come l’islam o il cristianesimo d’Oriente.
ITALIANS. IL GIRO DEL MONDO
IN 80 PIZZE
Beppe Severgnini credeva esistesse un modo nuovo di
viaggiare, di fare giornalismo, di coinvolgere i lettori.
E s’è inventato “Italians”. Il forum viene seguito in
cinque continenti, da dieci anni. Gli italians scrivono, raccontano, commentano, spiegano il mondo che
vedono. Beppe in questi anni è passato a trovarli, li
ha conosciuti, s’è fatto una pizza con loro. E racconta
com’è andata. Ne è nato un affresco degli italiani che
vivono all’estero, delle loro idee e delle loro abitudini, del loro lavoro e
delle loro scoperte; e, insieme, un ritratto agrodolce dell’Italia vista da
lontano. Un libro di viaggi diverso: fresco, ironico, moderno, scandito da
ottanta “pizze italians” nei luoghi più disparati del pianeta. A Kabul e a
Beirut, dove si sono scontrate con alcune difficoltà locali; a Los Angeles
e a San Francisco, dove hanno coinciso con un’elezione presidenziale;
ad Atene e a Pechino, quando si sono messe sulla scia di un’Olimpiade.
In tutta Europa - da Londra a Lisbona, da Monaco a Mosca - dove gli
italiani studiano, insegnano, lavorano, abitano, s’innamorano. Se è vero
che internet sta cambiando il modo di comunicare e fare informazione,
“Italians” è ormai più di un forum. È diventato una parola nuova: indica
la nostra emigrazione più recente ed esuberante. Gli italians scrivono,
raccontano, spiegano, domandano, discutono, protestano (parecchio).
Ma, soprattutto, confrontano.
PORTO IL VELO,
ADORO I QUEEN
Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con 2 figlie,
vive a Milano dove studia lingue all’università per
diventare interprete. Come tutte le donne della sua
generazione affronta la vita con non poche difficoltà.
Con una piccola differenza: è musulmana e porta
il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa.
Camminare per strada, fermarsi davanti a una vetrina, andare in palestra, al mare, in vacanza all’estero, tutto acquista una
colorazione speciale. E quello che per le sue coetanee è naturale per lei
diventa una parodia o, nella migliore delle ipotesi, una piccola avventura.
Ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa
o normale? Occidentale oppure orientale? Sicuramente fa parte di quella
categoria di individui classificata come “seconda generazione”, cioè figlia
di immigrati ma nata e cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori. Sulinda iscrive le sue figlie dalle Orsoline e allo stesso
tempo pratica la propria fede musulmana con devozione ma senza per
questo trovarsi in contrasto con la cultura italiana. Anzi. In questo libro
Sulinda parla di fatti (molti) e accenna qualche riflessione e qualche giudizio (pochi). E lo fa con voce ironica e disincantata. Perché c’è poco da
commentare quando si ha intelletto per comprendere che le piccole cose
nascondono dinamiche profonde e identità variegate e complesse.
STALIN. STORIA E CRITICA DI
UNA LEGGENDA NERA
La figura di Stalin occupa una posizione centrale
nella storia del Novecento. Dittatore sanguinario ma
anche organizzatore di un impero dalle dimensioni
immense, creatore dei gulag e distruttore dei lager
nazisti, cinico manipolatore degli ideali di rinnovamento sociale e oggetto di un culto della personalità
senza precedenti, il giudizio sul “georgiano di ferro”
ha seguito da vicino la fortuna del suo personaggio
fino alla condanna definitiva dopo la caduta del
muro di Berlino. Con un saggio di Luciano Canfora, Domenico Losurdo
torna ad analizzare il mito di Stalin per descriverne l’ascesa e la caduta.
SCARABOCCHIAMO INSIEME
Per i bambini il disegno è un modo spontaneo di
esprimere se stessi. Per i genitori saper leggere gli
scarabocchi dei bambini significa capire più a fondo
le loro esigenze. Questo libro offre al genitore la
possibilità di imparare ad ascoltare e comprendere
quei bisogni del bambino che non vengono espressi a
parole ma che lasciano una traccia chiara sulla carta.
Il libro presenta molti esempi di scarabocchi e di
disegni, in bianco e nero e a colori, eseguiti da bambini di età prescolare e scolare, accompagnati da semplici ma illuminanti
interpretazioni psicologiche. Contiene inoltre numerose pagine bianche
che il bambino può riempire con i suoi disegni. L’autrice, Evi Crotti, è
psicopedagogista e giornalista, ha fondato e dirige a Milano una scuola
di grafologia e cura su giornali e riviste rubriche dedicate al rapporto tra
scrittura e psicologia.
L’ODISSEA DEL RE.
L’AVVENTUROSO
VIAGGIO DEL PINGUINO
REALE
“L’odissea del re” racconta il lungo viaggio
che compie il pinguino reale durante la
stagione degli amori. Ogni anno, nel mese di
novembre, i pinguini si radunano in grandi
colonie per l’accoppiamento e la riprodu-
zione. Lo scenario è l’impervio e affascinante arcipelago di Crozet, un
lontano gruppo di isole nell’oceano australe, vero rifugio per migliaia
di uccelli. Innumerevoli pericoli minacciano i pinguini: inondazioni e
tempeste, stercorari pronti ad attaccare le uova, orche e altri predatori...
Le fotografie ci mostrano i tanti incredibili aspetti della vita in queste
colonie dove pinguini, ma anche albatros, cormorani, elefanti di mare e
otarie che popolano l’Antartico si muovono, si nutrono, si riproducono,
con un’unica costante preoccupazione: quella di sopravvivere. L’autore
è Stefano Unterthiner, nostro concittadino, con cui ci complimentiamo
per aver vinto recentemente il premio BBC wildlife photographer of the
year 2008, l’Oscar della fotografia naturalistica.
LA LUNGA ATTESA
DELL’ANGELO
Jacomo Robusti, detto il Tintoretto, pittore vulcanico,
ambizioso e anticonformista, pronto a combattere
con ogni mezzo per affermarsi e a sacrificare tutto e
tutti al suo talento. Venezia alla fine del Cinquecento,
ricca e fragile, minacciata dalle guerre coi Turchi e
dall’epidemia di peste. Le mille invenzioni di una
carriera controversa. Una famiglia sempre più numerosa: i figli maschi ribelli, le femmine destinate al monastero. E al centro
di questa vita creativa e febbrile, l’amatissima figlia illegittima Marietta,
educata alla musica e alla pittura per restargli accanto. Bambina vestita da
maschio, ragazzina e infine donna, Marietta diventa il suo sogno e la sua
creazione più riuscita. Ma sarà proprio l’allieva a insegnare al maestro che
cosa dà significato alla vita.
IL GIOCO DELL’ANGELO
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il
giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile
quanto universale: diventare uno scrittore. Quando
la sorte inaspettatamente gli offre l’occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine
ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia
che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali
non ha immediata risposta, esponendolo come mai
prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti,
lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta
e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i
lettori de “L’ombra del vento” hanno già imparato ad amare. Quando
David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore
- scrivere un’opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti
dell’umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile
impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria. Con uno
stile scintillante, Zafón torna a indagare tra i misteri del Cimitero dei
Libri Dimenticati, costruendo una storia in cui l’inesausta passione per
i libri, la potenza dell’amore e la forza dell’amicizia si intrecciano ancora
una volta in un connubio irresistibile.
UN PASSO NEL BUIO
India, 1914. La giovane e splendida Elizabeth
Ravenhart rimane improvvisamente vedova con un
figlio appena nato dal suo matrimonio con il ricco e
avvenente Jack Ravenhart. La suocera Cora la convince a rientrare in Inghilterra dove, non appena possibile,
lei e II nipotino la raggiungeranno. Ma in realtà Cora
Ravenhart non ha affatto intenzione di restituire il
piccolo Frazer alla madre e i disperati tentativi di Bess
di far ritorno in India verranno crudelmente troncati
dall’inizio della Grande Guerra. Vent’anni dopo, un
giovane bussa alla porta di Ravenhart House a Edimburgo: Bess, che si
è costruita una nuova vita con un altro uomo da cui ha avuto tre figlie,
si trova di fronte a Frazer, ormai adulto, pieno di rancore nei confronti
di una madre che l’ha “abbandonato” e determinato a rivendicare il suo
possesso sulla casa di famiglia...
VENUTO AL MONDO
Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di
sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra
Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora
vicino. Ad attenderla all’aeroporto, Gojko, poeta
bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi
festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò
Gemma verso l’amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di
questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi
invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d’amore appassionata,
imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza
pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica
di una guerra che mentre uccide procrea. L’avventura di Gemma e Diego
è anche la storia di tutti noi, perché questo è un romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra. La pace è l’aridità fumosa di un Occidente
flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è
quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema
e oltraggiosa. L’assedio di Sarajevo diventa l’assedio di ogni personaggio
di questa vicenda di non eroi scaraventati dalla storia in un destino che
sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Un romanzo-mondo,
di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematico come
una parabola.
E SE COVANO I LUPI
Abbiamo lasciato Lupo e Anatra finalmente sposi
nella storia precedente, e ora li ritroviamo in dolce
attesa che si schiudano le uova nate dal loro amore.
E qui i ruoli si invertono e i mondi si ribaltano:
Lupo, filosofo teorico, sempre perso in astrazioni e
pensieri profondi, decide di occuparsi direttamente
della cova delle uova, lasciando la consorte libera
di muoversi per il mondo, per conoscerlo e capire
che cosa conti davvero. Iniziano così i percorsi
paralleli dei due protagonisti. Lupo bada alle uova,
riflettendo sul senso dell’attesa e diventando punto d’incontro per vari
personaggi, amici e nemici: un vecchio riccio in pensione afflitto dalla
solitudine, una volpe invidiosa, un esercito di gufi benpensanti. Mentre
Anatra diventa una giornalista e intraprende un viaggio personale, e
tutto femminile, nel crudele e variopinto mondo del potere popolato da
struzzi, leoni e chiassosi tacchini, alla ricerca della bellezza e di ciò che è
veramente importante...
CASA MIA
Tutti hanno una casa! I maiali stanno nel porcile,
l’esquimese vive nell’igloo, gli uccellini abitano nel
nido e i piedi... hanno la loro casa nei calzini! Un
libro colorato e resistente che con immagini grandi
e ben delineate divertono il bambino facendogli
scoprire dove abitano le scimmie e dove le olive! Età
di lettura: da 2 anni.
FLAMBUS GREEN E L’ULTIMO
IPPOCASTANO
Flambus Green ha finito il suo apprendistato e
può finalmente entrare a far parte dei Polliceverde,
i folletti custodi degli alberi. Tuttavia, visto che è
ancora molto inesperto, non gli verrà affidata una
maestosa quercia nel mezzo di una bella foresta, ma
l’ultimo ippocastano della città di Metropolis, che
sta per essere abbattuto per far posto a un enorme
parcheggio. Età di lettura: da 9 anni.
ACQUA DOLCE
Ti è mai capitato di nuotare così beato nell’acqua
da non sopportare la mamma che ti dice di uscire?
Ecco, questo non è nulla rispetto al piacere che
proveresti se ti tuffasti nel mare caldo, dolce e trasparente dell’Isola Verde, dalla forma di mezzaluna.
Ma dovresti stare attento, perché una leggenda dice
che chi ci resta più di un mese è destinato a non
uscirne vivo! Esiste una bambina che è nata proprio
sull’Isola, e porta nel cuore la sua magica bellezza,
ma che dovrà sfidare tutto e tutti per poter tornare lì, con le sue amiche
scimmie e i suoi amici delfini, e ritrovare le parole un tempo perdute... Età
di lettura: da 9 anni.
LE SOUFFLE DU DIABLE
Max Gordon échappe de peu à un tueur à gages qui
tente de l’abattre. Puis il apprend que son père, explorateur et archéologue, a disparu, lui laissant un mystérieux
message. Il part sur ses traces, en Namibie, où l’attendent dangers mortels et nombreux ennemis. Dans sa
quête désespérée, il va devoir affronter le plus redoutable
d’entre eux, Shaka Chang. Max Gordon est prêt à tout
pour l’empêcher de déclencher son plan diabolique. Un
véritable désastre écologique qui mettrait en péril la vie
d’un peuple tout entier, les Bushmen.
FRED A PEUR DE LA RENTRÉE
La rentrée, Fred Baramine connaît, c’est la même
chose chaque année. Mais là, il va vivre la pire rentrée
qu’on peut imaginer.
11
REGOLAMENTO CONCORSO A PREMI
L’Associazione INSAINT-VINCENT, corrente in via Roma n° 62 - 11027
Saint-Vincent, Codice Fiscale e Partita Iva 01114030073, in persona del Dottor Marco FIORE, nella sua qualità di Presidente, organizza un Concorso a
Premi.
La manifestazione, organizzata in occasione delle Festività Natalizie, è aperta a
tutte le persone, purché maggiorenni, che acquistano beni o servizi nel periodo
di promozione.
DURATA:
da venerdì 5 dicembre 2008
a domenica 11 gennaio 2009
Assegnazione dei premi: giovedì 22 gennaio 2009.
AMBITO TERRITORIALE E MODALITA’ DI SVOLGIMENTO DELLA MANIFESTAZIONE
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La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i clienti degli esercizi commerciali/
artigianali e delle strutture ricettive (alberghi, bar e ristoranti) di Saint-Vincent
e le imprese consorziate di Châtillon che aderiscono all’iniziativa, siano essi turisti o residenti in Valle d’Aosta.
Per clienti si intendono le sole persone fisiche che effettuano acquisti personali
e non per conto terzi o per società.
L’Associazione INSAINTVINCENT mette a disposizione degli esercenti che
intendono aderire al concorso un numero prestabilito di tagliandi che, al termine del concorso, devono necessariamente essere tutti restituiti all’Associazione.
Sono esclusi dal concorso i minorenni, i dipendenti dell’AIAT di Saint-Vincent
e i titolari/amministratori di tutti gli Esercizi convenzionati.
Nel periodo di promozione, per acquisti di beni* o servizi* negli esercizi sopraccitati, i clienti ricevono uno o più tagliandi che, unitamente al relativo scontrino
fiscale o altro documento valido ai fini fiscali (di seguito denominati “documento fiscale”) danno diritto a partecipare all’estrazione dei premi in palio.
Il tagliando è composto da due parti: “madre” e “figlia”. La madre, che resta
all’esercente, deve essere compilata con i dati richiesti all’acquirente mentre la
figlia viene consegnata al cliente unitamente al “documento fiscale”.
* ATTENZIONE il valore minimo di spesa valido per ricevere il tagliando di
cui sopra è pari a € 50,00.
Ad ogni € 50,00 di spesa viene corrisposto n° 1 tagliando.
Non sono possibili erogazioni per frazioni del valore di cui sopra (es. € 49.99 =
n° 0 tagliandi - € 99.99 = n° 1 tagliando)
Per partecipare all’estrazione è sufficiente:
- fornire all’esercente un recapito telefonico (o altro recapito) da riportare sulla
“madre” del tagliando, unitamente al numero del documento fiscale rilasciato;
- conservare il tagliando unito al “documento fiscale” di cui sopra: il tagliando consegnato al cliente deve obbligatoriamente essere corredato del relativo
“documento fiscale” che dovrà essere esibito per poter ritirare il premio; pena
l’esclusione dalla graduatoria dei premiati.
Nel caso in cui vengano rilasciati più tagliandi a fronte di un unico “documento
fiscale”, il cliente dovrà avere cura di conservare tutti i tagliandi pinzati a detto
documento (es.: acquisto per € 150.00 = 1 scontrino pinzato a n° 3 tagliandi).
MODALITA’ DI ESTRAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI PREMI
Dal 12 gennaio 2009 tutti i blocchetti “madre” consegnati agli esercenti vengono ritirati e depositati, per il controllo e il conteggio, presso la sede dell’Associazione INSAINTVINCENT.
Solo i tagliandi “madre” correttamente compilati vengono inseriti nell’urna
predisposta per il sorteggio manuale.
Le operazioni di sorteggio sono effettuate presso la sede dell’Associazione INSAINTVINCENT, alla presenza del Notaio designato per il controllo e le operazioni di chiusura del concorso.
Si procede con l’estrazione di 15 tagliandi “madre”, che entrano in classifica per
l’assegnazione di n° 3 premi.
L’attribuzione dei premi avviene con graduatoria: dal 1° al 3° classificato.
I tagliandi sorteggiati dal 4° al 15° posto sono da considerarsi “riserve”, nel caso
in cui non sia possibile assegnare uno o più premi in palio.
La mancata assegnazione deriva dell’impossibilità di reperire il titolare del tagliando “figlia” ovvero nell’ipotesi in cui il vincitore ne sia sprovvisto o non vi
sia allegato il relativo “documento fiscale”.
Quanto sopra, entro e non oltre i 10 giorni successivi al sorteggio.
L’utilizzo delle “riserve”, a partire dall’11° giorno e con le stesse modalità sopra
riportate, è subordinato alla loro posizione in classifica, con criterio “a scalare”:
se non viene attribuito il 1° premio si procede con l’assegnazione al 2° in classifica o, in mancanza, al 3° ecc. fino al 15°; così anche per gli altri premi. A tal fine,
la comunicazione del premio vinto sarà effettuata solo dopo aver individuato
tutti i vincitori.
Per la verifica dei requisiti legati all’età, al momento della comunicazione al vincitore, è richiesta la fotocopia della carta d’identità in corso di validità.
Mediante la partecipazione al concorso a premio, il partecipante acconsente a
che i dati personali forniti all’Associazione INSAINTVINCENT, in relazione
alla propria adesione alla promozione stessa, siano trattati ai sensi del D.lgs. 196
del 30.06.2003. Le informazioni fornite saranno utilizzate esclusivamente per
gli scopi indicati nel presente regolamento ai fini dell’individuazione del vincitore e la consegna dei premi.
In ogni caso, in conformità alla legislazione in materia di dati personali, il partecipante può esercitare il proprio diritto di accedere, modificare o richiedere la
cancellazione dei propri dati.
Stante l'assoluta gratuità del concorso, per il quale ai partecipanti non è richiesta
alcuna quota di iscrizione, la responsabilità dell’Associazione INSAINTVINCENT si esaurisce con la consegna dei premi promessi.
Il regolamento della manifestazione e l’elenco degli esercizi che aderiscono
all’iniziativa sono consultabili presso l’ AIAT di Saint-Vincent in Via Roma n°
62 e sul sito internet www.saintvincentvda.it.
PREMI IN PALIO E LORO VALORE COMPLESSIVO
1° premio:
Autovettura Fiat 500 Pop
2° premio:
Scooter Kymco Agility 150
3° premio:
Scooter Kymco Agility 50
TOTALE
€ 9.216,98
€ 1.519,10
€ 1.151,03
_________
€ 11.887,11
Gli importi si intendono IVA esclusa, ove dovuta.
TERMINI E MODALITA’ DI CONSEGNA
La consegna dei premi avverrà a cura dell’Associazione INSAINTVINCENT
entro il termine massimo di 90 giorni dalla data di attribuzione ai vincitori, in
regola con i requisiti richiesti, risultante dal verbale predisposto dal Notaio.
La regolare consegna dei premi è assicurata dall’avvenuta prestazione di una
cauzione mediante fideiussione assicurativa.
I premi dovranno essere ritirati presso i concessionari il cui indirizzo sarà comunicato direttamente ai vincitori.
DEVOLUZIONE DEI PREMI NON ASSEGNATI, NON RITIRATI O RIFIUTATI
Resta inteso che in caso di mancata assegnazione o mancato ritiro del premio
assegnato (entro il termine massimo di 90 giorni), lo stesso verrà devoluto ad
una delle seguenti ONLUS, così come previsto dall’ art. 10 del DPR n. 430
del 26 ottobre 2001:
1) VIOLA ASSOCIAZIONE A SOSTEGNO DELLA VITA DOPO IL
CANCRO AL SENO – distaccamento di Saint-Vincent: Via Vuillerminaz –
11027 SAINT-VINCENT AO – CF/PI 91034170075
Ed in difetto
2) VOLONTARI DEL SOCCORSO CHÂTILLON SAINT-VINCENT –
Via Chanoux, 183 – 11024 CHATILLON (AO) – CF/PI 90002040070
Il premio, se espressamente rifiutato dal vincitore, previa sottoscrizione di apposita liberatoria, rimarrà nella libera disponibilità dell’Associazione INSAINTVINCENT, nella qualità di promotore.
La comunicazione al vincitore verrà effettuata sulla base delle indicazioni riportate sul tagliando “madre” di partecipazione (e-mail, telefono), cui seguirà
documentazione a mezzo Raccomandata A/R.
Ove, per causa di forza maggiore, sia necessario chiudere anticipatamente
il concorso a premi dopo il suo inizio, il sorteggio sarà comunque effettuato
fra tutte le “madri” valide e debitamente compilate sino alla comunicazione di
chiusura anticipata.
ANNULLAMENTO DELLA GARA
L’annullamento totale del Concorso per cause di forza maggiore, verrà comunicato senza ritardo mediante avviso scritto esposto nella sede dell’AIAT di SaintVincent in Via Roma n° 62 e pubblicato sul sito Internet
http://www.saintvincentvda.it .
Di tale evenienza sarà data comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per l’armonizzazione del mercato e tutela dei consumatori.
Manifestazioni Natale a Saint-Vincent 2008/2009
Tutti i giorni da
mercoledì 24 dicembre a giovedì 1° gennaio
Dalle ore 11.00 alle ore 12.30
e dalle ore 17.00 alle ore 18.30 – Via Chanoux
CALESSE E PONY DI BABBO NATALE
Tutti i giorni
Col de Joux
Sci per famiglie e Snowpark (€ 4,00)
Tutti i giorni dal 26 dicembre al 6 gennaio
Dalle ore 10.00 alle ore 12.30
e dalle ore 16.00 alle ore 19.30
Galleria Civica Via Chanoux
Mostra di sculture
Mercoledì 24 dicembre
Ore 22.00 – Chiesa Parrocchiale
Santa Messa di Natale
al termine distribuzione di panettone,
cioccolata calda e vin brulé
Venerdì 26 dicembre
Ore 21.00 – Chiesa Parrocchiale
Esibizione del coro Emile Chanoux diretto da Antonella
Trippini
e del baritono Federico Longhi
Domenica 28 dicembre
Ore 18.00
CENTRO CONGRESSI Grand Hôtel Billia
Talk Show
Incontro con Tony Capuozzo
Ore 21.00 – Palais
“Lo schiaccianoci” – Balletto Nazionale di Sofia
evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle
Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00
(in vendita dal 09/12/2008 presso il Museo Archeologico
regionale di Aosta – tel. 0165.32778)
Lunedì 29 dicembre
Ore 21.00 – Palais
Giselle – balletto classico – evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle
Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00
(in vendita dal 09/12/2008 presso il Museo Archeologico
regionale di Aosta – tel. 0165.32778)
Martedì 30 dicembre
Ore 14.00 - Col de Joux
Gara di slalom gigante per bambini (fino ai 12 anni)
Saint-Vincent
Ore 17.00 – Palais
Il Capodanno dei Piccoli
Incontro animativo con i personaggi della Melevisione
“Alla ricerca del Melecanto” con Milo Cotogno, la Principessa Odessa e Vermio Malgozzo
Mercoledì 31 dicembre
Dalle ore 23.00 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Capodanno sotto le stelle: si canta, si balla, si ride…
Musica dal vivo con i musicisti della Va.Li.Gia Band ed i
sosia dei più importanti cantanti italiani
brindisi con Suor Nausicaa
(Paolo Casiraghi da Colorado Café)
…e dopo mezzanotte
Area panoramica di Viale Piemonte
Tutti gli occhi puntati al cielo e le orecchie tese:
“SONS ET LUMIERES” – fuochi d’artificio con accompagnamento musicale
Sabato 3 gennaio
Ore 17.30 - Col de Joux
Fiaccolata aperta a tutti
Ore 18.00
CENTRO CONGRESSI Grand Hôtel Billia
Talk Show
Incontro con Antonio Caprarica
Domenica 4 gennaio
Ore 21.00 – Chiesa Parrocchiale
Concerto Gospel Quincy Blue Choir diretto da Paola Mei
Martedì 6 gennaio
Ore 14.00 – Palais
Befana dei bimbi - spettacoli d’arte varia
Venerdì 16 gennaio
Ore 21.00 – Palais
“Hair: The Tribal Love Rock Musical”
evento organizzato nell’ambito della Saison Culturelle
Costo del biglietto: intero € 15,00 ridotto € 11,00
(in vendita dal 29/12/2008 presso il Museo Archeologico
regionale di Aosta – tel. 0165.32778)
Sabato 17 e domenica 18 gennaio
Palazzetto dello Sport
13° Meeting Centro Nuoto Saint-Vincent
Masters internazionali di nuoto
Giovedì 22 gennaio
Festa patronale di Saint Vincent
Ore 10.00 S.Messa
Ore 20.00 Cena e ballo al Palais
Sabato 24 gennaio
Ore 21.00 – Palais
Bandabardò presenta “Ottavio”: dramma in quattro atti
con Gran Finale – evento organizzato nell’ambito della
Saison Culturelle
Costo del biglietto: intero € 12,00 ridotto € 8,50
(in vendita dal 05/01/2009 presso il Museo Archeologico
regionale di Aosta – tel. 0165.32778)
Sabato 31 gennaio
Ore 21.00 – Palais
Serata di cabaret con il comico poeta romagnolo Giuseppe Giacobazzi
Costo del biglietto: intero € 25,00 ridotti: € 10,00 ed €
5,00
Il programma potrebbe subire delle variazioni non prevedibili al momento della stampa
13
Editoria Locale
N
14
el mese di agosto è stato presentato nel villaggio turistico
Les Pléiades nei pressi del
Colle di Joux, il libro Di villaggio in
villaggio. Di ricordo in ricordo frutto
intelligente di appassionate passeggiate, incontri e “ispezioni” sul nostro
territorio, da parte di una coppia
che di Saint-Vincent ha fatto il suo
buen retiro vacanziero. Gli Autori, i
coniugi Gabriella Rossi e Tommaso
Bo, raccontano con elegante semplicità nelle oltre cento pagine del
volume l’Amore che essi hanno per il
nostro territorio e per la gente che vi
abita e con la quale hanno intessuto
rapporti d’intensa amicizia con l’intento di meglio comprendere la realtà
passata e presente di una comunità
di montagna, quale è la nostra. Gli
incontri raccontati dagli Autori parlano di momenti vissuti in quello che
può essere definito lo straordinario
nell’ordinario; i bambini al pascolo,
le donne intente a curare l’orto, gli
uomini che tra il lavoro e una pausa
rimembrano momenti passati e situazioni vissute. Dalla lettura di queste
pagine si ha la netta impressione che
in modo lucido, concreto, sincero e
intelligente gli Autori hanno saputo
cogliere quella che è la vera essenza di quella splendida comunità che
tutt’oggi abita nei villaggi collinari
di Saint-Vincent. Ma l’appassionante
libro, arricchito da numerosissime
immagini, racconta anche il territorio: i prati coltivati e i pascoli incolti;
i cieli azzurri; i boschi verdeggianti o
coperti di neve dentro cui si celano
tanti animali e profumatissimi funghi; l’architettura delle abitazioni e le
odi alla montagna… Nella Premessa
al volume la signora Rossi scrive: …
Attraverso questo lavoro sono riuscita a portare alla luce una miniera
di notizie, a risuscitare immagini ed
impressioni, a ricavare anni e anni di
storia di un popolo -quello valdostanovero, genuino, operoso, ricco di valori,
nato dalla terra e dalla montagna…
Ritengo a questo punto che altro
non si possa fare se non ringraziare i signori Bo che dalle pagine di
questo libro hanno saputo suscitare
intense emozioni anche in noi, che,
saccenti, tutto sappiamo di questo
paese e della sua gente (!?); prima di
concludere queste brevi righe vorrei
anche sottolineare come una vacanza non significhi solo riposo e ozio
ma, come in questo caso, diventi una
forte curiosità, quasi una necessità,
di meglio comprendere la gente, la
storia, il territorio del paese che ci
ospita. Il senso di pace e tranquillità
che si ricava da quelle che impropriamente potremmo definire interviste
ci consente anche di riflettere su un
aspetto ormai dimenticato: i rapporti
sociali tra le persone e il desiderio di
scambiarsi emozioni, informazioni,
conoscenze, in altre parole …cultura.
Grazie, Gabriella e Tommaso! Con
questo libro, nato forse come diario
di viaggio, ci avete regalato intense e
raffinate emozioni che i nostri occhi,
troppo abituati all’ordinario, non
sanno più guardare.
P.-G. Crétier
(Copia per consultazione e lettura è
disponibile in Biblioteca).
Notizie dal Consorzio di
Miglioramento Fondiario Ru Courtaud
E
’ a tutti evidente che la passata, e ormai trascorsa annata,
sarà ricordata da molti agricoltori per il meteo avverso che di
fatto ha condizionato tutti i lavori
agricoli e purtroppo ha danneggiato
anche alcuni raccolti; ed è con questa premessa e con l’Augurio sincero
di un Buon Anno 2009 che ancora
una volta da queste pagine desideriamo informarVi dell’attività del
Consorzio.
Acquedotto del borgo. Nel corso
dell’estate e autunno 2008 è stato
pressoché ultimato e completato l’acquedotto irriguo del borgo; per la
sua quasi definitiva entrata in funzione si ritiene necessario ricordare
che tale importante opera fu fortemente caldeggiata alcuni anni or
sono dal Direttivo del Consorzio e
realizzata di concerto con la loca-
le Amministrazione Comunale
in occasione dei lavori per la realizzazione del Piano Sessennale di
Saint-Vincent. L’acquedotto irriguo
del borgo (che sostituisce vetusti e
ormai non più funzionali canali sotterranei ma necessari ai tanti orti e
giardini del centro storico) era una
delle priorità del Direttivo e la sua
realizzazione -e successiva messa in
funzione dell’opera- segna un importante traguardo raggiunto dopo anni
di disagi per gli utenti e di rubinetti
a secco. L’ottima collaborazione tra
i due Enti (Comune e Consorzio),
dimostra che adoperandosi ognuno
nel proprio campo, si possono raggiungere mete importanti. Purtroppo
la condotta forzata dell’acqua che ha
sua partenza primaria nella vasca di
carico situata a monte, nei pressi della
cappella di Tromen e che a sua volta
“pesca” nel torrente Grand-Valey, è
costantemente soggetta agli umori
di quel corso d’acqua per cui nel
corso dell’estate si sono dovute fare
delle interruzioni del servizio irriguo; la causa di questi fermi forzati
è da addebitare ai continui piovaschi
e alla grande quantità di materiale
solido (limo e pietrisco) portato dal
torrente e che di fatto intasano le
vasche di carico e le condotte.
Il vallone Cortot in Valle d’Ayas da cui da secoli si diparte la condotta del Ru Courtaud (Foto P.G. Crétier)
Nel corso della trascorsa estate ci si è
addirittura dovuti servire di una ditta
specializzata per la pulizia straordinaria della vasca di Tromen, totalmente intasata da alcuni metri cubi
di materiale. Questa precisazione si
rende necessaria in quanto troppo
spesso ci si lamenta del servizio senza
rendersi conto di come la situazione
sia in realtà più complicata e richieda
costante attenzione per evitare che
imprevisti di qualsiasi genere pregiudichino le condotte e tutte le opere
gravitanti intorno ad esse.
Piscine di carico e lavori. Finalmente
è stata ultimata, ed è già operativa, la
piscina di carico integralmente ricostruita la primavera scorsa nei pressi del villaggio di La Tour; anche
quest’opera, realizzata dall’Impresa
Dufour di Saint-Vincent, necessaria
ad un ampio comprensorio costituito da orti, giardini, prati e vigneti
(in quest’ultimo caso in funzione di
un probabile riordino fondiario), era
auspicata e richiesta da anni da un
folto gruppo di utenti e di residenti
e oggi con la sua operatività costituisce un ulteriore tassello fra quelli
che, pur con le inevitabili difficoltà,
con attenzione si stanno inserendo in
quel grande “puzzle” che è il territorio di Saint-Vincent.
La nuova vasca per l’irrigazione in frazione La Tour
des Rosset (Foto P.G. Crétier)
Nel contempo il Consiglio Direttivo
ha approvato lavori di manutenzione straordinaria su numerose strade
interpoderali e su tratti dei canali
irrigui a seguito degli eventi alluvionali del mese di giugno del corrente anno; é stata inoltre approvata,
unitamente a molti altri interventi,
anche la variante in corso d’opera di
opere di manutenzione straordinaria
sul canale della pianura -nei comuni
di Châtillon e Saint-Vincent-.
Riordino. Si ritiene indispensabile
approfondire l’argomento sulle opere
di bonifica e riordino con alcune precisazioni per meglio colloquiare con
gli Utenti e per evitare incomprensioni future. Inizio lavori: sono subordinati ai tempi della burocrazia -compresi, purtroppo, i cosiddetti tempi
morti necessari alla pubblicazione
e verifica nelle sedi opportune dei
numerosi Studi, Pareri, Valutazioni e
documentazioni varie che precedono
le gare d’appalto-; i cosiddetti ritardi sono da addebitare a numerose
situazioni tra cui la non sempre puntuale consegna da parte degli Utenti
della documentazione necessaria ai
Tecnici incaricati dal Direttivo di
redigere e di definire gli studi che
precedono i lavori e che porteranno in seguito all’accorpamento delle
particelle. Come già ampiamente
detto il Consiglio Direttivo ha fatto
sue le indicazioni proposte dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura
per cui le singole unità colturali non
avranno superficie inferiore ai 1500
m2. Nell’immediato circoncentrico
dei villaggi sono stati individuate
delle superfici di terra che non verranno inserite negli accorpamenti;
questi terreni discretamente ampi e
adiacenti le case, potranno essere utilizzati dai proprietari per la semina
di campi e orti o per altre finalità
(ad es. depositi di legname da riscaldamento, deposito mezzi agricoli
e aree verdi). Questo significa che,
come giustamente indica la parola
Riordino, non potranno più essere creati campi sul territorio ma si
dovranno rispettare delle indicazioni
che peraltro serviranno a semplificare
e ottimizzare i lavori. Sui terreni soggetti a bonifica verranno create delle
piccole piste di penetrazione (dette
Tare) che consentiranno ai soli mezzi
agricoli di transitare per lo sfalcio e il
trasporto del foraggio senza minimamente invadere altri fondi agricoli;
ovviamente sarà semplificato anche il
transito per il pascolo o per altri lavori agricoli. Queste piccole piste saranno naturalmente utilizzate anche dal
personale del Consorzio per i necessari interventi di manutenzione degli
impianti (condotte e irrigatori). Le
condotte primarie dell’impianto di
irrigazione resteranno grosso modo
al loro posto (anche se non sono da
escludere degli interventi di rettifica
delle linee), così come le tubazioni
secondarie e i pali degli irrigatori. In
precedenza, l’Assemblea dei Soci del
Consorzio tenutasi nel mese di aprile
2007, aveva già votato il Regolamento
per l’uso corretto delle acque irrigue; questo importante documento, se non disatteso, permetterà agli
Utenti di facilitare i lavori agricoli e
ai tecnici del Consorzio di ottimizzare la distribuzione con importanti
risultati, quali il risparmio idrico, la
diminuzione degli sprechi e, più in
generale, l’ottimizzazione dell’intero servizio di distribuzione dell’acqua. Naturalmente ai proprietari dei
fondi agricoli è richiesta una collaborazione che spazia dalla tempestiva segnalazione di possibili malfunzionamenti degli impianti, fino alla
pulizia (sfalcio del foraggio e taglio
di alberi e arbusti) in prossimità degli
irrigatori e delle “gabbie di settore”.
A questo proposito si informa che
alcuni problemi tecnici (ora risolti o
in fase di soluzione) causati dal malfunzionamento di alcune schede di
controllo hanno originato dei disservizi su alcune linee degli impianti nel
comprensorio di Perrière. Ma ciò che
deve comunque essere ben compreso
è il concetto secondo cui tutti noi
siamo Soci e quindi comproprietari
di un bene comune che rilascia benefici, ma solo se tutti collaborano.
15
Briglia per contenere detriti costruita a monte della vasca dell’acquedotto consortile a Tromen, nell’alveo del
Grand-Valey ( foto P.G. Crétier)
Segreteria: nel corso dell’anno la
Signora Renata Isabellon (Segretaria
del Consorzio dal maggio 1998)
ha rassegnato le proprie dimissioni
per ragioni di salute; il Direttivo ha
accolto, seppure a malincuore, la sua
richiesta e da queste pagine, unitamente a tutti gli altri organi societari
del CMFRC di Saint-Vincent, desidera ringraziare la Signora Isabellon
per il lavoro svolto in questi anni con
totale dedizione, costanza e impegno.
Contestualmente si è provveduto alla
nomina di un’altra Segretaria che è
stata individuata nella Signora Rosa
Anna Trèves che ormai da alcuni
mesi ha preso pienamente possesso
del nuovo Ufficio dimostrando fin da
subito capacità, impegno e cortesia.
Per ragioni di lavoro il Consigliere
Didier Bieller nel mese di settembre ha rassegnato le sue dimissioni
e il Direttivo ha provveduto alla sua
sostituzione con Dino Franco Nolly
(primo degli esclusi nelle votazioni
della scorsa primavera). Buon Anno
2009!
Il Consiglio Direttivo
C
Gasisti in azione
’è sempre più attenzione intorno ai GAS (Gruppi di acquisto solidale); addirittura il Dayly Telegraph ha recentemente pubblicato un articolo sul suo sito per spiegare questo fenomeno che in Italia
sta assumendo proporzioni notevoli; infatti sono ormai oltre 400 i GAS che operano in varie regioni. In Valle d’Aosta ci sono tre GAS, l’ultimo dei quali, il GAS Zerbion, è nato quest’estate a Saint-Vincent.
Di cosa si tratta? Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per
acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio-guida il concetto di giustizia e solidarietà, dà
vita a un GAS. Finalità di un GAS è provvedere all’acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione più umana dell’economia; una concezione più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente,
formulando un’etica del consumo che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e
risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione di valori. Fare parte di un GAS perciò non vuole
dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c’è dietro a un
determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno
trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione;
qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto. Le famiglie che hanno
aderito al Gas Zerbion si sono confrontate e hanno stabilito i criteri che sono alla base del loro modo di fare
la spesa.
16
In modo schematico possiamo così riassumere questi criteri:
·
prodotti locali, quando possibile, per ridurre l’inquinamento e lo
spreco energetico dovuto ai trasporti;
·
piccoli produttori, perché è più facile conoscerli e perché i soldi vanno
direttamente a chi lavora favorendo così l’occupazione;
·
cooperative sociali, per favorire l’occupazione di persone che altrimenti
sarebbero emarginate dal mondo del lavoro;
·
prodotti biologici, perché la loro produzione inquina meno, consuma meno
energia e fa bene alla nostra salute
·
produttori che rispettino i diritti dei lavoratori e degli animali;
·
prodotti del commercio equo e solidale;
·
sobrietà nelle scelte dei prodotti da acquistare;
All’interno del gruppo ognuno ha un ruolo come referente di un prodotto, si occupa di contattare il produttore, di organizzare le visite all’azienda, raccoglie gli ordini del gruppo e fa arrivare la merce, provvedendo poi
a distribuirla; tutto ciò in modo assolutamente volontario e gratuito. Il GAS Zerbion, che muove ora i primi
passi, sta ancora definendo il proprio paniere della spesa; fra i prodotti ordinati ci sono quelli di “Libera”,
l’associazione che coltiva i terreni confiscati alla mafia; il caffè di “Pausa caffè”, la cooperativa nata all’interno
del carcere Le Vallette, nella quale lavorano alcuni detenuti.
Il GAS Zerbion è un gruppo spontaneo, senza riconoscimenti giuridici o formali. Chi condivide i principi
del gruppo e desidera diventare un “gasista” può inviare un messaggio all’indirizzo [email protected]
Sitografia:
http://www.retegas.org/index.php
http://www.telegraph.co.uk/global/main.jhtml?view=DETAILS&grid=&xml=/global/2008/10/29/expat-in-italy.xml
http://www.libera.it
http://www.pausacafe.org/
Isabella Carena
Grazia Ruiu
I nostri Villaggi: Pra de Ran
P
arliamo in questo caso di
un piccolo centro abitato
posto a circa 1400 m. slm.
Pra de Ran è stato edificato secoli
or sono sul lato nord di un grande pianoro; il villaggio particolarmente riparato dai freddi venti
grazie all’ampia foresta retrostante e al Monte Zerbion è costituito
da due gruppi di case, separati tra
loro, denominate Gorris e Champ
Plan. Il primo toponimo trae
senza dubbio la sua origine dal
cognome Gorris, tutt’oggi molto
diffuso in zona (anche se non è da
escludere il contrario e che cioè
questo stesso cognome tragga la
sua origine dal villaggio), mentre il secondo toponimo, Champ
Plan, fu dato alla località e ai suoi
caratteristici terreni pianeggianti
coltivati per secoli a cereali. Pra
de Ran (che, letteralmente tradotto dal Patois, significa Prato
dei rami, delle ramaglie), è tuttora
abitato tutto l’anno essendo tra
l’altro ben servito da una strada comoda che si diparte dalla
Regionale per il Colle di Joux
a monte dell’abitato di Moron.
Il toponimo della località sembra essere rimasto sostanzialmente invariato nel corso dei secoli;
dalla lettura di vecchi documenti
si nota infatti che ormai da secoli
nessuna sostanziale variazione è
avvenuta nel nome Pra de Ran. Il
panorama che si gode da questo
villaggio è veramente grandioso:
da lassù sono ammirabili moltissime, importanti e famose cime
così come è interamente visibile la
valle centrale della nostra regione
con i suoi castelli, con il sinuoso
corso della Dora e i tantissimi
paesi che sorgono sulle sue sponde. Alle spalle del villaggio alcuni
terreni, oggi destinati a pascolo,
sono contornati da un grande ed
esteso bosco di abeti e larici misti
a tantissime altre varietà di aghiformi; il sottobosco si caratterizza
per una ricca microflora abitata
da tantissimi animali: cinghiali,
volpi, caprioli, lepri, scoiattoli,
ghiri ma anche laboriose formiche
e topini di campagna.
Più a nord nascosti tra gli anfratti
della montagna e le morene vi
sono camosci e anche stambecchi che nella riserva del Monte
Zerbion hanno trovato spazi,
tranquillità e, in particolare, cibo;
nelle giornate particolarmente
limpide si possono apprezzare in
cielo i maestosi voli di aquilotti
e altri rapaci di montagna. Per
secoli, nelle giornate di lunedì e
sabato, anche questo comprensorio è stato irrigato dal già più volte
citato canale Courtaud -Ruisseau
de la Montagne o Ruisseau d’Ayasanche se una parte dei terreni ha
goduto anche dell’acqua del vicino
Grand-Valey e di alcune sorgenti
presenti in zona; dal 1970 circa,
per volontà del locale Consorzio
di Miglioramento Fondiario Ru
Courtaud, tutto l’enorme comprensorio compreso tra Pra de Ran
a monte, e Dizeille a sud, è stato
dotato di un moderno impianto di
irrigazione a pioggia. Questo sistema ha garantito sufficiente acqua
per le colture anche se nel tempo
queste sono state tutte completamente rinnovate e i tantissimi ed
ininterrotti campi hanno lasciato
spazio a prati foraggieri; già, perché anche gli abitanti di questo
piccolo centro montano per secoli
si sono dedicati quasi esclusivamente alla cerealicoltura che qui
era condotta in modo certamente
intensivo. Se oggi si “legge” il territorio con attenzione, si notano
ancora i confini delle proprietà e
in particolare dei campi: piccole
differenze di quote e muretti “a
secco” ricordano tempi lontani e
lavorazioni ormai dimenticate. La
cerealicoltura ci porta a considerare quella che era l’economia delle
famiglie in tempi molto distanti
da noi. Sembra ormai accertato
che l’intero comprensorio fosse
coltivato a cereali e che quindi
l’intera economia di quel territorio basasse la sua prosperità sul
prodotto segale, grano e avena.
Ma naturalmente anche qui si era
diversificato, per quanto possibile, l’aspetto economico e quindi è naturale che oltre ai cereali
17
e all’allevamento dei bovini, un
enorme valore lo avessero i boschi,
altra fonte di reddito e sostentamento per le famiglie. Siamo a
conoscenza dalla lettura di vecchi
documenti che ampie superfici
alberate furono lasciate abbattere dalla locale Amministrazione
comunale nel corso del XVIII
secolo, forse solo per “far cassa” e
naturalmente in barba alle disposizioni e alle normative e leggi
vigenti. In quel lontano periodo
la reazione dei residenti fu immediata; questi, sconvolti dal dissennato taglio, protestarono duramente rivolgendo le loro giuste
e motivate proteste e istanze al
Conseil des Commis del Ducato
d’ Aosta; questo organo, attraverso l’Intendente Vignet Des Etoles,
rispose nel 1774 ai richiedenti
18
con una lettera nella quale si
rimarcano, con scandalo, le autorizzazioni concesse dalla locale Amministrazione e non ci si
esime dal “bacchettare” i colpevoli amministratori comunali.
Nel caso specifico si sostenne che il
comportamento tenuto dai nostri
sindaci di quel lontano periodo
era stato quantomeno scandaloso; fu anche stabilito che costoro sarebbero stati puniti secondo
la legge ma, si legge anche, che
nessuno avrebbe potuto risarcire
quei poveri paesani e quelle tante
famiglie ridotte al lastrico e alla
miseria. Purtroppo però la storia,
uguale, si ripete; nell’aprile del
1815, poco meno di 50 persone
del comprensorio scrissero nuovamente all’Intendente del Ducato
di Aosta chiedendo di impedire
agli amministratori del Comune
di Saint-Vincent di mettere all’asta
un’estesa superficie di bosco di sua
proprietà compresa tra il torrente
Grand-Valey, la strada che collega
Amay agli alpeggi di Nuarsaz e la
sorgente di Chivisole, così come
annunciato nelle “grida domenicali” dal Segretario Comunale
Vuillermin. La copia della petizione, oggi conservata in un fondo
archivistico privato, elenca naturalmente le ragioni che devono
convincere il Comune a soprassedere all’iniziativa, per evitare di
portare le famiglie, già economicamente molto provate, all’estrema povertà. Nella carta i sottoscrittori ricordano che gli alberi di tale foresta furono sempre
stati utilizzati per la costruzione
di raccard, per legna da lavoro e,
infine, come legname da riscaldamento. La richiesta dei residenti
ottenne l’effetto voluto e alcuni giorni dopo giunse alla nostra
municipalità una precisa richiesta del funzionario del Ducato
che imponeva ai locali amministratori di retrocedere immediatamente dall’insana decisione.
L’importanza del bosco (e in specifico di quello comunale presente
a monte di quei villaggi) è inoltre sottolineata dal contenuto di
una carta conservata nell’archivio
del nostro Comune (sez. Boschi,
102/8). Si tratta di una richiesta
avanzata alla nostra municipalità dagli impresari che nel corso
del 1831 stavano ricostruendo e
ampliando la fortezza di Bard; la
carta ci informa che in quella data
fu richiesta al comune di SaintVincent l’autorizzazione per il
taglio di ben cento alberi di larice
di grandi dimensioni da effettuarsi su boschi di proprietà comunale e verosimilmente presenti nei
boschi a monte dell’abitato di Pra
di Ran. Altri alberi furono tagliati
in quel comprensorio nel primo
decennio del Novecento per essere utilizzati nella copertura del
costruendo Grand-Hôtel Billia.
Anche la fabbricazione del carbone era senz’altro effettuata in
quel comprensorio e senza dubbio anche questa doveva portare
dei vantaggi economici (anche se
modesti) ai residenti. Venendo ora
all’architettura dei due villaggi che
costituiscono Pra de Ran (Gorris
e Champ Plan) si può senz’altro
affermare che è simile a quella
delle altre nostre frazioni collinari: anche qui le case, molto addossate le une alle altre, sono state
costruite con sapiente e capace
uso della pietra e del legno, materiali questi facilmente recuperabili
in loco. Alcune abitazioni sono
già state ristrutturate mentre una
consistente parte del patrimonio
immobiliare è in attesa di tempi
migliori e di amanti della quiete e
della tranquillità. Nei due piccoli
villaggi non vi sono edifici comu-
nitari ad esclusione del forno per
anche agli alti costi di costruzione
e mantenimento di simile edificio. Oggi le persone che risiedono
stabilmente a Pra de Ran sono
dedite in larga maggioranza al
terziario; altre invece si dedicano
all’allevamento, all’agricoltura e
all’orticoltura (note per la loro
rara bontà le patate coltivate in
zona!). Solitamente al termine di
questi scritti dedico qualche riga
ad un personaggio della frazione
distintosi in un qualche campo;
in questo specifico caso merita
certamente una menzione la cittadina americana Jane VanderPoel;
costei, nata a Washington D.C.
la panificazione che risulterebbe nel gennaio 1942, si diploma alla
già esistente sui registri del Catasto Masters School di New York e in
Sardo risalenti alla metà del XVIII seguito diventa insegnante d’arsecolo e che è menzionato nel te applicata e storia dell’arte alla
modulo di Statistica dei Forni non Potomac School di Washington.
militari richiesto nel 1899 dal La donna, in viaggio con il padre
Comando del 4° Reggimento Alpini archeologo, giunge in Italia e per
e redatto dal nostro Comune. un certo periodo si stabilisce nel
I mulini per macinare i cereali
erano invece più a valle, nei dintorni di Perrière; a Pra de Ran
manca la scuola (per seguire
le lezioni i ragazzi dovevano scendere a Perrière, mentre ai nostri
giorni si recano con lo scuolabus
nella scuola di Moron); manca
anche una cappella dove i fedeli
possono ritrovarsi per pregare e
questo è certamente conseguente all’esiguo numero di residenti
attestato nel corso dei secoli e
nostro piccolo villaggio per dedicarsi alla cosa che più ama: la scultura. La sua prima e importante
opera nasce proprio a Pra de Ran;
si tratta di una pregevole scultura
rappresentante San Antonio che
parla ai peschi ed è totalmente
ricavata da una radice di noce
cresciuta intorno ad una roccia
(in proposito cfr. Jeux d’Eau,
n. 4, 2001). Scrivendo di Pra de
Ran riteng o però doveroso
ricordare anche l’ormai estin-
ta famiglia Gallernaz che dopo
secoli di storia e con la morte
di Jean-Michel († Saint-Vincent,
agosto 1830) scompare definitivamente. Per secoli i rappresentanti
di questa famiglia risultano essere attori primari nella vita sociale ed economica della comunità collinare di questo paese; ai
nostri giorni, pur essendo ormai
dimenticati, permangono profonde tracce del loro passato sul
territorio, che attraverso i toponimi richiama questo cognome,
come a Pra de Ran dove, a monte
del villaggio, un grande pianoro
di indicibile bellezza appartenuto per secoli a questa famiglia, è
identificato con il nome di Plan
Gallernaz. Altri toponimi, che
richiamano il cognome Gallernaz,
sono inoltre presenti a Grun e a
Moron e in tutti i casi testimoniano della potenza economica di
una famiglia già presente all’atto
di infeudazione del Ru Courtaud
nel 1393. Turisticamente il comprensorio di Pra de Ran può essere
sia meta che punto di passaggio
di numerosi itinerari turistici di
notevole bellezza architettonica,
storica, paesaggistica e ambientale e possono essere percorsi
in qualsiasi periodo dell’anno;
questi sentieri adatti a persone di
tutte le età si sviluppano tra ampie
superfici coltivate a foraggio che si
alternano a maestose pinete.
Pier-Giorgio Crétier
foto Fabrizio Besenval
19
Lo Gnalèi
L’ors é lo berdzèrot
20
Y ae eun có, solet contre eun
bóc, eun piquiót mite ou itaon
eun vièil omo é lo chén névoù.
I vicaon mersì a eun tropé dé
moutón caqueun biàn é d’atre
ner. Lo bouébet i alae lerdzì lé
fèe vià pé lo bóc. In caréssèn
eun péquélén i dijae : « I séi
qué lanmérì dé pieu rebié la
bouna erba dou pâquì ma sella
i fat séi-la é imbiété-la ou payì
pé douné-vo-là roudzì lo lon dé
l’iver ».
Dedeun lo bóc, pa louén di
mite, y ae eun pra avó eun
piquiót néch ou mitèn. Y ére lai
qué quieut lé dzor lo berdzèrot
ché arétae, devàn dé méme vià,
pé abéré é pé conté lé fèe : « ...
dejevouet, … trèntécatro, …
sincanta ».
Eun dzor, can y ére lai, y a vu
arevé eun gró ors : « Lo bóc y é
dé mé é lé tén béte déon aléchénèn dé euque ! » ; in dijén sèn i
féi non dé intapé lé fèe.
Lo berdzèrot adonca ché beutte
a lo piédéì : « Pé pyijì té préo
épargna-mé lo tropé, papa gran
é mé i n’èn qué sèn pé vivre ».
L’ors ché drisse seu lé patte dé
dérì é i dit : « É bén i voulo té
doné na chanse : sé te indouvine
l’adzo qu’i n’éi i rodzo pa-poue
lé tén fèe. Te pou pénsé-ye
tanque demàn, i tourno-poue
euque a la méma oura ».
Pién dé pouire lo piquiót berdzì
tourne i mite pé cónté a papa
gran sèn qu’i y a capita-ye.
Lo gran pènse eun momàn é
poué i dit : « Tracasa-té pa mon
crouéi, ieu fijèn-poue vére no !
É poué y é pa deut qué eun gró
ors siche pieu fén qué eun vièil
omo… Ouéi dénouna te vapoue, comèn dé coutuma, lerdzì
lo tropé vià pé lo bóc in atèndèn
te couéi tote lé bebéle qué te
trove é te déranme eun bé so dé
tsétagnì é dé verne ».
Lo berdzèrot i féi sèn qué papa
gran y at deu-ye dé fare. I
ramase na canquetà dé bebéle é
dé frache comèn y ache du fare
fouye é i lé imbiéte tot outor dou
néch. Can lo solèil ché catse i
ingreppe tot a dé fiselle, qu’i
y ae téndù dé na pianta a l’atra
outor dé la léche. Apré qu’i at
mistrandà to sèn i pènse : « Ora
i déo maémé catsi-me dérì eun
bouichón é atèndre ».
Can la leuna a parét l’ors y
aruve. Étônà ché drisse seu lé
patte dé dérì é i sóbre sènsa
mot :
« Qué dé borboi, qué dé vertoi
Malgré lé mén sént an i n’éi
jamé vu-gnèn dé sémbiabio »
Cogne, lac Lussert, 1963- Les deux bergers Primo Perratone et son fils Giorgio. Archives BREL- Fonds Willien.
Can la leuna a ché catse, lo berdzì, qu’i y at to sèntù, i léche la
catsetta é i tourne in tsi lloueu
to contèn : « Oi, oii.., papa gran
y at fran avù na bella idé ! »
Lo dzor apré i vat a la goille
abéré lo tropé. To sebeut apré
y aruve l’ors in ché balansèn.
Ché léve seu lé patte dé dérì é
ieu démande : « Adonca te mé
dit véro d’an i n’éi ? »
« Teu t’a sént an, ieu répón lo
bouébet, é y ét oura qué te té
gaviche di pi ! ».
Tot inradzì l’ors ché mor na
patta é i scape vià pé lo bóc é dé
adón y at pamé fè-che vére.
Pré dé : Alexis Bétemps et Lidia
Philippot, Merveilles dans la vallée Le Val d’Aoste conté -Collection Le
miel des contes, Imprimerie Slatkine,
Genève 2006.
La conta di set
tsèvrèil
Y ae eun có na bicca avó set
tsèvrèil. Eun dzor la tsivra a vat
tsertsì dé pateura vià pé lo bóc.
Devàn dé modèché-nén a racomande i chén piquiót : « Ivrì
pa-poue la pourta a gneun, y
at a l’intor eun gramo lu qu’i
atén pa d’atro qué dé no ingorzélé ».
A péna la mare a y é sorquià,
lé tsèvrèil i sèntéchon tabuchì a la pourta. Toc, toc é na
grousa voué qu’a dit : « Ivrì la
pourta ».
Lé tsèvrèil comprennon to
sebeut qu’i é pa mama : la
voué a y é tro greuffa é sét qu’i
tabeuche y a cheur pa lo mémo
dzet dé mama.
I tabeuche, i tabeuche ma lé
tsèvrèil l’écouton gnènca.
Adonca lo lu, fran innervà, pé
adousì la voué, i vat in tsi
‘n amì impreunté dé mi. Nèn
ingorzé-le na bella couiyérà é i
tourne a la pourta di tsèvrèil…
Toc, toc. « Y é-té permì ? ».
Toc…toc. Lé tsèvrèil sèntéchon tabouchì. Lo peu fin ché
aproutse a la boura é i vèi na
grósa patta néra seu l’inder.
Có si có ché aperséon qu’i y é
pa mama.
Lo lu, grindzo comén l’oura i
pènse : « Y é pa posébio qu’i
y ache pa moyèn dé frèguévo ! »
Déside donca dé alé in tsi lo
mouliné. Eun, dó, tré... plouf !
Lo lu soutte dedeun la fareunna
é… biàn comèn la nèi, i tourne
tabouchì.
Toc… toc si có lé tsèvrèil crèon
fran qu’i siche mama é y intrèbachon la pourta. Lo lu intre é,
lest comèn la foudra, lé tchape
quieut eun apré l’atro : Touéno
ou cantón dé mijòn, Freussón
dézot la tabia, Friouleun dedeun
lo fornet, Verneucca désù l’estadzire, Mofletta dérì la pourta,
Poursoleun trèmì lé ridò, ma pa
Pichipot, lo pieu crouèi qu’i y at
rouchi-che dedeun la pandule.
Apré na briva mama a tourne.
Qué désabouére ! Lo mite y é
tot seu damón dézot… ma di
pépéc gnènca l’ombra !
Adonca a invioune a apèlé-le
eun apré l’atro : « Touéno !
Fressòn ! Friouleun ! Verneucca !
Mofletta ! Pourseleun !
Pichipot ! » ma gneun i rèpón.
A forse dé sèntì lo chén non, lo
peu piquiót i sor dé la pandule é
i conte sèn qu’i y é capità.
Mama bica é lo pépéc sorton
é i van tsertsì lo lu. Lo trovon
indourmì dézot na pianta, la
botse iverta, lo véntro confio é
la lènga foura di dèn.
« Y é lo momàn bon » a dit tò
piàn la tsivra. Avó dé forsette a
lo dévèntre é Touéno, Freussón,
Friouleun, Verneucca, Mofletta
é Poursoleun souton foura tot
inter. Pé nèn frounì la pépécca
a y a ‘n idé é a comande i tsèvrèil : « Vito, vito alì tsertsì dé
pére é impyichì lo vèntro dou lu
é mé lo recouzo-poue ».
Apré na briva lo lu ché dévèye.
In ché frotèn la bedéna i dit :
« Maleur ! I crépo dé sèi. I créo
qu’i n’éi pa bièn dijirì quieut
chut Pépéc ! » La peleusse dé
la panse bièn béndà i vat tsertsì
d’éve o pouis, ma a péna i ché
pèn seu la borna lo pés di bério
lo fan.. plouf… tsédre dedeun
téta prumire.
Mama tsivra é lé chén béquión,
qu’i y an vu la fin dou lu, son
bièn contèn : « Oi… oi... oi… !
Lo lu y é tset fijèn féta tanque
demàn ».
Pré dé : Conte pe le petchoù de
inque - Contes pour les enfants d’ici
-Tome II, Histoires d’animaux - Rita
Decime, Musumeci Editeur, Quart
(Ao) 1984
21
Péquè lé-z-ouèi di
popòn tsandzon
coulour apré qu’i son
na ?
22
On dèi la coulour di-z-ouèi a dé
sélule qu’i dounon la coulour
a « l’iris ». Seutte sélule prodouéchon na coulour teuppa - la
mélanine – ( La méma sustanse
qu’i dounon la coulour a la
pé, i péi dou cor é dé la téta).
Can y at na grósa cantetà dé
mélanocytes, lo mitèn dé l’ouèi
i simbie breun ou ner. Sènsa
mélanocytes, lo mitèn dé l’ouèi
y é grich ou bleu, i fa deure
donca qu’i véén la coulour dé
l’iris in transparanse.
Na piquióda trase dé mélanocytes a doune na coulour dzana.
S’a ché condzeubie avó lo bleu,
selón la canquetà, on pout avé
tote caletà dé vert, dé grich,
dé coulour di doulagne. Can i
néchon lé popòn y an chovén
lé-z-ouèi bleu fran péquè lo
mitèn dé l’ouèi manque incó dé
mélanocytes. Piàn piàn, seutta
sustanse a prodouì lé coulour é
adonca l’ouèi i prèn la coulour
qu’i déi avé.
Can lé popòn i néchon, y é
malèn diviné, la coulour djeusta
qué l’ouèi y a-poue.
Sé lo minà y at y ouèi teup, y
é caje cheur qu’i soubron-poue
parì. D’atro coté s’i son quier i
pouchon-poue vignì tò piàn tò
piàn teup a man man qué lé mes
i pason.
On é cheur qué la coulour a
tsandze pamé dé qu’i an cheu
mes, eun an, mémo si dé piquiót
tsandzemèn ché pouchon incó
avé lo lon di dó prumì an.
1910 environ- Fonds Brocherel-Broggi- Archives BREL
Collaborateur de Saint-Vincent
pour les traductions: Paola Seris
Transcription aux soins du
Guichet linguistique
« Lo gnalèi » se propose de
publier des textes en patois
afin de stimuler tous les lecteurs à entrer en contact avec
ses collaborateurs : souhaitezvous contribuer au travail du
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Lo Gnalèi :
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guetsetbrel – guetsetbrel1
23
TARIFFE IMPIANI DI RISALITA STAGIONE 2008/2009
BIGLIETTO GIORNALIERO BIGLIETTO POMERIDIANO
FESTIVO
(Sabato - Domenica Festività infrasettimanali - Periodo natalizio)
Giornaliero Pomeridiano
€ 19,00
€ 16,00
Riduzione 1 e 3
€ 13,00
€ 11,00
Riduzione 2 € 9,50
€ 8,00
€ 17,00
Riduzione 4
Gruppi
€ 16,00
Gruppi Inferiore ai
14 anni
€ 13,00
TESSERA
STAGIONALE Riduzione 1
Riduzione 2
€ 245,00
€ 170,00
€ 122,50
FERIALE
Riduzione 1 e 3
Riduzione Gruppi
Giornaliero
€ 16,00
€ 11,00
€ 8,00
€ 13,00
Pomeridiano
€ 13,00
€ 9,00
€ 6,50
ABBONAMENTI SETTIMANALI
6 GIORNI
€ 170,00
7 GIORNI
€ 96,00
PARCO GIOCHI
INGRESSO UNICO
€
4,00
Jeux d’eau
Fly UP