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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 10 - 2008 S A I N T V I N C E N T Jeux d’eau I n f o v a l l é e Orario di ricevimento per il pubblico sindaco e assessori •SaraSINDACO BORDET mercoledì 14.30 - 15.30 senza appuntamento VICE SINDACO •Pierluigi MARQUIS delegato: lavori e opere pubbliche, servizio cimiteriale giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE TURISMO •Mauro ALLIOD delegato: sport e tempo libero giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE URBANISTICA •Massimo DIDò giovedì 10 - 12 e su appuntamento 2 ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE •Maura SUSANNA delegato: cultura, sanità e servizi sociali giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE •Sergio PéAQUIN delegato: agricoltura, artigianato e commercio giovedì 10 - 12 e su appuntamento Testata: Infovallée COMUNE DI SAINT-VINCENT Desideriamo informarla che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la protezione dei dati personali; dalla Direttiva 97/66/CE e dal D.lgs 171/98 per la tutela della privacy nelle telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE e dal D.lgs 185/99 Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL. 353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 10/2008 Direttore testata Dario Bordet Sommario Concorso “L’ecopagella di Capitan Eco” 3 Concorso fotografico calendario 2009 3 Grand Hôtel Billia: il centenario che guarda avanti 4 Alla ricerca di radici comuni - 2ˆpuntata 6 Alla ricerca di radici comuni - 3ˆpuntata 7 Editoria locale 8 XVI Prix de Francesistica 8 Novità in biblioteca 9 Manifestazioni estive e autunnali a Saint-Vincent 12 La Veillà de Moron 14 I nostri villaggi – La Tour des Rosset 15 Notizie dal Consorzio Ru Courtaud 16 Pagine in francoprovenzale a cura de “Lo gnalèi” 18 Corso di cucina 23 COLLABORATORI: Classi 5ˆA e 5ˆB Scuola primaria di Saint-Vincent capoluogo, Pietro Guido Zampieri, Paola Seris, A.I.A.T. SaintVincent, Paola Pession, Maurizio Bacco, Pier-Giorgio Crétier, Sara Clemente, Raffaella De Propris, Vincenzo Atzei, Guichet linguistique “Lo gnalèi” CONTRIBUTI FOTOGRAFICI: Archivio Biblioteca Saint-Vincent (cartoline articolo centenario Billia), Archivio Grand Hotel Billia, Josette Bovard, Archivio Assessorato regionale Istruzione e Cultura (articolo Prix de Francesistica), Fabrizio Besenval; Mirco Torrent, Archivio fotografico BREL Foto di copertina: Scorcio panoramico dal villaggio “La Tour des Rosset” di Fabrizio Besenval Edizioni: Le Roy S.r.l. (Verres) tel. 0125 929221 e-mail: [email protected] on line:www.24orenews.it Si ringraziano per la preziosa collaborazione Valeria Scionti, Rita Thuégaz, Erika Bertellotto Grafica: [email protected] COORDINATORE: Sergio Rossi Tipografia: Alma Tipografica srl Villanova M.vì - Cn Visitate il sito istituzionale del comune di Saint Vincent all’indirizzo: www.comune.saint-vincent.ao.it Concorso didattico “L’Ecopagella di Capitan Eco” Le classi 5^A e 5^B della Scuola Primaria di St-Vincent capoluogo hanno aderito al Concorso didattico “L’Ecopagella di Capitan Eco”, promosso dalla Comunità Montana in collaborazione con l’azienda Quendoz. I ragazzi, ricchi dell’esperienza vissuta attraverso il progetto “RICICLO” realizzato nell’A.S. 2006-07, hanno proficuamente contribuito a sensibilizzare i propri genitori, parenti e conoscenti verso un “modus vivendi” più rispettoso dell’ambiente, facendo conoscere i servizi offerti in merito alla gestione dei rifiuti. I risultati sono stati sorprendenti: la classe 5^A si è classificata al III° posto, mentre la classe 5^B al VII° posto! La biblioteca comunale di Saint-Vincent bandisce il concorso fotografico I Colori Della Natura Riflessi Nell’acqua REGOLAMENTO 1) Il concorso fotografico, come rivela il titolo, ha per tema il felice incontro degli elementi NATURA, COLORI e ACQUA. Le fotografie, inedite, devono contenere la triade sopraindicata e devono essere scattate sul territorio di Saint-Vincent. 2) Ogni concorrente può partecipare con un massimo di 5 fotografie. 3) Ogni fotografia dovrà avere un titolo e l’indicazione del luogo in cui è stata scattata. 4) Le immagini devono pervenire su supporto digitale in busta chiusa alla Biblioteca Comunale, via Vuillerminaz, 7 11027 Saint-Vincent (AO), a mano o a mezzo posta, entro il 24/10/2008. All’interno della busta il concorrente dovrà inserire una busta chiusa più piccola contenente le proprie generalità: nome, cognome, indirizzo, numero telefonico, eventuale e-mail. 5) Le immagini pervenute saranno valutate da un’apposita giuria nominata dalla Commissione comunale della Biblioteca, che assegnerà, a suo insindacabile giudizio, i seguenti premi: 1° classificato: buono del valore di euro 300,00 per l’acquisto di materiale fotografico; pubblicazione dell’immagine sulla copertina del calendario comunale di Saint-Vincent dell’anno 2009; dal 2° al 13° classificato: pubblicazione dell’immagine sul calendario comunale di Saint-Vincent dell’anno 2009 e omaggio di un libro a tema fotografico. 6) La biblioteca di Saint-Vincent si riserva il diritto di utilizzare gratuitamente tutte le immagini pervenute per l’eventuale realizzazione di una mostra o per altri scopi legati ai propri compiti istituzionali. 7) I premi saranno consegnati nel corso di una cerimonia ufficiale che si terrà ad avvenuta stampa del calendario 2009. 8) La partecipazione al concorso implica, da parte di ciascun concorrente, l’accettazione incondizionata del presente regolamento. 9) Il presente bando è pubblicato sul sito internet www.comune.saint-vincent.ao.it Per informazioni contattare la biblioteca comunale telefonando allo 0166/537550 3 Grand Hôtel Billia: Il Centenario Che Guarda Avanti I 4 mpatta e incuriosisce già a vederlo da lontano e sovrasta quando ci si pone proprio sotto questo monumento, imponente e leggero che è il Billia. Nasceva gigante 100 anni or sono, e da vicino si è pronti a giurare che le sue guglie solletichino il cielo, celeste e limpido che è il dono di Dio a Saint-Vincent, che è la copertura serena posta a proteggere un clima da invidiare. Guglie ardite che fanno il verso ai picchi delle nostre montagne! Questo albergo è un simbolo della vitalità di una regione e di una cittadina di piccole dimensioni ma di grandi idee e prospettive, ed in fondo costituisce la continuità e quasi un motivo perenne di sottofondo e di coerenza, in un secolo che ha visto tutto e l’opposto di tutto; il Billia, immerso nel contesto di quel bellissimo anfiteatro che è la conca di Saint-Vincent, contro e malgrado tutto, si è ostinato a vivere da gran signore, come i clienti che l’hanno eletto a proprio soggiorno, in simbiosi e facendo un tutt’uno con il prestigioso Casino. E’ nato grande il 15 giugno 1908 presuntuosamente - o no? - l’anno in cui nascevano grandi personaggi, citati così a caso come Bette Davis e Giovanni Leone, Anna Magnani, Cesare Pavese, Nelson Rockefeller e la leggenda dei direttori d’orchestra Herbert Von Karajan; era la realizzazione di un’idea d’avanguardia di un geniale e versatile imprenditore, il Cav. Stefano Billia, che ha impresso il proprio marchio nella struttura che gli ha assicurato per ora una sopravvivenza ed una notorietà secolari. La facciata è stata da poco riportata agli stupefacenti ed inaspettati colori originali quanto mai attuali, che lo rendono plastico ma in perfetta armonia e consonanza con il paesaggio impagabile della natura che gli fa da cornice; essa, alla fine, è il benve- nuto dato da Saint-Vincent un tempo al viandante ed ora al visitatore od al curioso determinato a trascorrere qualche ora di relax e che magari si invaghisce del luogo e vi sosta per giorni o settimane. Ma proviamo a chiederci: che cos’è il Grand Hotel Billia per SaintVincent? Giriamo il quesito: che cos’è SaintVincent senza il Billia? E’ certo una serie di altre cose, ma sarebbe però mutilo, privo di un elemento discriminante che - ora che è divenuto di mano pubblica - ha acquisito anche una dignità istituzionale di cui c’è da essere fieri e non gelosi: finalmente è una risorsa di tutti ma in particolare di Saint-Vincent. In questa prospettiva chi, come me, ha oggi il grande privilegio di amministrarlo, si sta adoprando con umiltà e determinazione per ripristinarne nei pochi anni necessari anche la bellezza ed il fascino interni e dello splendido parco, nel modo in cui si vivono ed interpretano ora, ma sempre in un quadro assolutamente rispettoso delle sue origini. E’ infatti un monumento protetto, tutelato e da salvaguardare non in una smisurata teca ma dandogli vita e vigore, ipotizzando per il suo avvenire nuovi più consoni scenari e fasti, che richiamino e ripetano l’impegno doveroso per la cultura e l’arte, l’economia e lo spettacolo, ma in primo luogo ne plasmino la vocazione essenzialmente protesa a creare atmosfera e clima ideale per il benessere, il riposo, lo svago e la serenità. E Dio sa quanto ce n’è bisogno oggi, di quest’ultima soprattutto. Auguri, caro Billia, per le tue prime cento candeline. Auguri SaintVincent. Pietro Guido ZAMPIERI 5 Alla Ricerca Di Radici Comuni Valle d’Aosta – Piemonte seconda …puntata. C 6 on l’ormai consolidato gruppo di fans (grazie siete il nostro…”conforto”) e qualche benvenuta new entry sabato 18 aprile siamo andati alla ricerca di ulteriori radici comuni, questa volta nel vicino Piemonte. Il legame più ovvio era con l’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e gli affreschi di Giacomo Jaquerio. La bella facciata (sec. XV), sulla quale spiccano ghimberghe ornate a motivi floreali e pinnacoli in cotto ci ha ricordato la facciata e le finestre a crociera del nostro complesso di Sant’Orso (fine sec. XV). In particolar modo si è notata la perfetta similitudine e tecnica nell’uso dei mattoncini in cotto nei pinnacoli decorativi sia di Sant’Orso che del castello di Issogne. Ma è all’interno della chiesa, nel presbiterio e nella sacrestia, che la visita si è rivelata più interessante perché ci si è trovati nuovamente al cospetto degli affreschi di Giacomo Jaquerio quindi nuove similitudini con Fénis e Abondance: visi caricaturali, barbuti, dai capelli fluenti,o quasi calvi; madonne e sante con capo leggermente reclinato e dai dolcissimi volti; colori; vegetazione; elementi architettonici e poi la firma....(picta ) fuit ista capella p(er) manu(m) Jacobi Jaqueri de Taurino. Naturalmente non si è certamente tralasciato di ammirare lo splendido polittico di Defendente Ferrari (il grande artista nato a Chivasso e appartenente alla scuola cinquecentesca Vercellese) raffigurante la Natività e santi (Rocco, Bernardino da Siena, Antonio e Sebastiano), il tutto inserito in una preziosa struttura lignea dorata e intarsiata. Se Sant’Antonio di Ranverso era la meta principale si è voluto comunque includere nella visita la Sacra di San Michele. Alle 09,30 puntualissimi 33 coraggiosi hanno affrontato la salita verso il monte Pirchiriano e l’imponente Sacra. Con le spiegazioni del signor Arturo, la nostra guida, ci siamo arrampicati lungo lo scalone dei morti (così detto in quanto vi venivano esposti i monaci defunti) al termine del quale ci siamo trovati al cospetto della Porta dello Zodiaco, l’opera di più alto interesse artistico dell’intero complesso, dovuta al Maestro Niccolò attivo nella Sacra nel 1120. Siamo rimasti sorpresi dalla bellezza delle lesene decorate a girami vegetali dove, inseriti nelle volute, spiccavano figure umane, animali e mostri immaginari. Sempre nelle lesene sono stati scolpiti i segni delle 16 costellazioni e dello zodiaco. Molto interessanti le scritte ! Vale la pena di ricordarne alcune: -“Vos qui transitis sursum vel forte reditis / vos legite versus quos descripsit Nicholaus” (voi che salite, o per caso ridiscendete, leggete i versi che scrisse Niccolò) - siamo di fronte alla firma del Maestro scultore ed architetto della Sacra. - “Hoc opus hortatur saepius ut aspiciatur” (questa opera spinge ad osservarla ripetutamente) - “Hoc opus intendat quisquis bonus expendat / Flores cum beluis comixtos cernitis” (Osservi questa opera chiunque, capace, ne misuri il valore ; vedete fiori frammisti ad animali) - “Hoc opus intendat quisquis bonus / exit et intrat” (Volga la sua attenzione a questa opera chiunque, capace, esca o entri). Sempre sul portale abbiamo ammirato capitelli e basi di colonne raffiguranti Sansone che scuote le colonne del tempio, due donne che allattano 4 serpenti (iconografia comune nel Medio Evo a simboleggiare madre Terra che nutre tutte le cose), l’uccisione di Abele con alle spalle di Caino il demonio tentatore ed ancora, alla base delle colonne, tre leoni che si rincorrono e due grifoni che beccano la testa di un uomo. Abbiamo poi ammirato l’interno della chiesa a tre navate e cinque absidi (era anche l’impianto antico della nostra chiesa cattedrale) con una bellissima sequenza di colonne a fascio con capitelli istoriati ed il coro vecchio ornato da affreschi raffiguranti la morte della Vergine e la sua assunzione. Sulla terrazza belvedere le macchine fotografiche si sono scatenate immortalando la valle di Susa che si stendeva, magnifica, ai nostri piedi. Le bellezze appena “gustate” non ci hanno però tolto l’appetito ed è stato con vero piacere che ci siamo recati presso il ristorante Corona Grossa per un pranzo ristoratore. Le fatiche non erano però ancora terminate e dopo pranzo abbiamo completato il nostro tour in Avigliana visitando, tra l’altro, la chiesa di San Giovanni (sec. XIII) dove è conservato il polittico ligneo del ‘500 di Defendente Ferrari e la più suggestiva chiesa di San Pietro (sec. XII) completamente ricoperta da affreschi eseguiti tra i secoli XI e XV, il più interessante dei quali rappresenta il Castello di Avigliana, forse l’unica vera testimonianza di come fosse realmente l’antico baluardo di casa Savoia. Siamo ora felici di presentarvi in anteprima la terza puntata di : Alla ricerca di radici comuni. La biblioteca di Saint-Vincent propone: ALLA RICERCA DI RADICI COMUNI 3a puntata AOSTA - SUSA - SAINT-JEAN DE MAURIENNE CONFLANS - MOUTIERS 30 Agosto 27-28 Settembre 2008 PROGRAMMA: Sabato 30 agosto ore 14 Ritrovo ad Aosta in piazza Roncas (di fronte al Museo Archeologico) Visita guidata di Aosta romana e Museo della Cattedrale. In particolare ci si soffermerà sul monumento funerario al vescovo Oger Moriset e sulle altre sculture di Stefano Mossettaz Sabato 27 settembre Ore 7.30 Partenza da Saint-Vincent (Fermata autobus parcheggio pluripiano) Sosta lungo il tragitto per la prima colazione libera in autogrill Ore 10 .00 circa Arrivo a Susa e visita dell’antica Segusium romana Ore 12.30 circa Arrivo al Colle del Moncenisio. Pranzo presso il ristorante Le Relais du Col affacciato sul pittoresco lago alpino Ore 14.30 circa Partenza alla volta di Saint-Jean de Maurienne Ore 16.30 circa Arrivo a Saint-Jean de Maurienne. Visita guidata del Complesso Medievale (Cattedrale, Monumento funerario di Oger Moriset, Chiostro) Ore 18.00 Proseguimento verso Albertville Ore 19.00 Arrivo ad Albertville Sistemazione in camera doppia con servizi privati presso l’Hôtel Le Roma*** Cena e pernottamento in hôtel Serata libera Domenica 28 settembre Ore 8.00 Prima colazione in hôtel Ore 9.00 Visita guidata di Conflans, borgo medievale che ha dato i natali ad Oger Moriset Ore 10.00 circa Proseguimento per Moûtiers Ore 10.30 Visita libera di Moûtiers, città gemellata con Verrès Possibilità di assistere alla Santa Messa presso la Cattedrale Ore 12 circa Proseguimento per Bourg-Saint-Maurice Ore 12.45 circa Pranzo presso l’Hostellerie du Petit-Saint-Bernard Ore 15.30 Rientro a Saint-Vincent. Sosta al Colle del Piccolo San Bernardo per ammirare la Mansio, la Columna Jovis ed il Cromlech Ore 19.30 circa Arrivo a Saint-Vincent Il tour è organizzato in collaborazione con la CIP Tours di Saint-Vincent COSTO DEL TOUR: € 160,00 a persona in camera doppia. Supplemento singola € 25,00. Nel caso di raggiungimento del numero di 50 partecipanti il costo scenderà ad € 145,00 a persona. La quota comprende: Bus Gran Turismo della S.V.A.P. Cena e pernottamento del 27 settembre e prima colazione del 28 settembre Pranzi del 27 e 28 settembre (bevande escluse, acqua compresa) Assicurazione R.C. per l’intero gruppo La biblioteca si farà carico delle spese relative alle visite culturali (ingressi e guide) Le prenotazioni si ricevono presso la segreteria del Comune di Saint-Vincent (sig.ra Valeria – 0166 525161) dal lunedì al venerdì in orario 9-12.30, 14.30-15.30 a partire dal 30 luglio p.v. ed entro il 22 agosto 2008 fino ad esaurimento dei posti disponibili. All’atto della prenotazione si dovrà versare un anticipo di € 50,00, mentre il saldo andrà versato entro il 19 settembre 2008. 7 Editoria locale Pier-Giorgio CRETIER, Notai a Saint-Vincent nel corso dei secoli, Saint-Vincent, pubblicazione a cura dell’autore, 2007 F rutto di un’intensa e appassionata attività di ricerca in archivi pubblici e privati, il lavoro raccoglie notizie biografiche e affreschi di vita professionale dei notai che hanno esercitato la loro attività a Saint-Vincent dal XIV fino al XX secolo, il tutto preceduto da un godibile ed ampio preambolo in cui l’autore inquadra le caratteristiche dell’arte notarile ed evidenzia struttura ed elementi salienti degli atti emanati. In questo agile volumetto PierGiorgio Crétier dimostra ancora una volta la sua capacità di integrare perfettamente ricerca storica e divulgazione, restando nel territorio della microstoria, a lui così caro. Se da un lato infatti l’opera ha le caratteristi- che dello studio accurato destinato a ricercatori e adepti della materia, nondimeno riesce nell’intento di appassionare chiunque voglia avvicinarsi ad un tema magari insolito e ricco di curiosità. Lontano anni luce dall’atteggiamento hautain di certa storiografia, l’autore intende condividere col maggior numero possibile di persone i risultati della sua ricerca e accompagnarle alla scoperta dei risvolti sociali, economici e culturali che i documenti disvelano. Tra le figure di notai oggetto dello studio, citiamo, a titolo di esempio, Aimonet De Lesqueney, redattore dell’atto di infeudazione del Canale della Pianura di Saint-Vincent (Ru de la Piana) il 17 agosto 1325; François Franchini, che riunì il 14 luglio 1393 i 17 capifamiglia della collina per la sottoscrizione del contratto con cui il signore Ibleto di Challant autorizza la costruzione del canale Courtaud; Bonifacius Mistralis, operante nel XV secolo, noto per il suo legame con una donna, Caterina de Chynal, accusata di stregoneria; i due notai Jean-Michel Séris e Sulpice-Ambroise Charbonnier, entrambi fils du pays, fra i quali scoppiò un’aspra battaglia legale. Notai a Saint-Vincent nel corso dei secoli è reperibile presso la biblioteca comunale. 8 XVIe Prix Littéraire de Francesistica Des Thermes De Saint-Vincent Premio assegnato ex-aequo a: Mariella DI MAIO - Stendhal, Romanzi e racconti, Milano, Mondadori, Collana “I Meridiani”, 2008 Alessandra PREDA, Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del “Candelaio” di Giordano Bruno, Milano, LED, 2007 XIIIe Prix Balmas Vallée D’Aoste Premio assegnato a: Laura e Giorgio ALIPRANDI, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, 2 voll., Priuli e Verlucca, 2006-2007 Segnalazioni : Augusta CERUTTI, Jean Domaine. Poète et chantre. Appassionato cantore de «La verda vallaye», Aoste, Imprimerie valdôtaine, 2008 Silvana PRESA - Jean Patrick PERRUCHON , Corrado Gex. Il vit clair, il vit loin, Aoste, Musumeci, 2007, (vidéo de Joseph PEAQUIN) Zéro - Quinze. L’enfance et l’adolescence dans la photographie valdôtaine de 1890 à 1970, Aoste, 2008 et l’activité scientifique du BREL, dirigé par Saverio FAVRE Novità in biblioteca MAL DI MERITO. L’epidemia di raccomandazioni che paralizza l’italia In Italia, il pezzo di carta più utile non è un titolo di studio, ma una lettera di raccomandazione. La prevalenza della spintarella non è folklore o semplice malcostume: soffoca la meritocrazia, blocca la mobilità sociale e dà fuoco alle polveri della guerra tra generazioni. Tra inchiesta, denuncia e resoconto di vita vissuta (e lavorata), questo nuovo libro di Giovanni Floris non risparmia le stoccate polemiche: contro la generazione del ‘68, ex rivoluzionari bravissimi a occupare posizioni di potere e a non mollarlo più; contro il mito dell’efficienza del settore privato (che in realtà è stagnante quanto quello pubblico); contro la sinistra stessa, incapace di comprendere che il ritorno della meritocrazia dovrebbe essere la chiave della sua azione politica. Per impedire che chi nasce ricco continui ad arricchirsi, mentre i poveri muoiono poveri. L’ INTELLIGENZA È UN GIOCO L’intelligenza dei più piccoli non si manifesta soltanto tramite lo sviluppo delle capacità intellettuali, ma soprattutto attraverso il gioco e il controllo delle emozioni. Con un approccio innovativo, Carol Cooper insegna come riuscire a sviluppare le abilità intellettive nei bambini. Il volume è scandito per fasce di età: 0-3 mesi; 3-6 mesi; 6-12 mesi; 12-18 mesi; 18-24 mesi; 24-36 mesi. Per ogni fase della crescita l’autrice focalizza un tema principale e consiglia esercizi e comportamenti per stimolare le potenzialità del bambino. IL DNA E IL NOSTRO CORPO Cosa dobbiamo sapere sulle biotecnologie Quello che si dice per la guerra, cioè che sia troppo seria per lasciarla fare ai generali, lo si può dire ormai anche della scienza: è troppo importante per lasciarla nelle mani degli scienziati. Il dibattito sulla scienza, e in particolare sulla biologia e la medicina, chiama sempre più spesso in causa le opinioni di politici e cittadini, sia per quanto riguarda le scelte personali di vita quotidiana, sia per le regole da applicare alla ricerca scientifica e all’uso di tecniche già esistenti. Attraverso le pagine di questo libro, il lettore incontrerà i princìpi base della biologia molecolare, analizzerà il panorama delle biotecnologie e darà uno sguardo ai possibili sviluppi scientifici che si profilano all’orizzonte. Il grande protagonista è il DNA, che viene presentato di volta in volta in coppia con processi ben noti a tutti, come la crescita, lo sviluppo e l’invecchiamento. All’interno di questa trama narrativa, vengono presentate le grandi sfide della scienza come la genomica e la proteomica, e questioni più spinose come la clonazione, l’ingegneria genetica, gli alimenti geneticamente modificati. IO SONO UN TAXI Bolivia, anno 2000. Diego è un ragazzino di 12 anni che da tre vive in prigione con la mamma e la sorellina. Anche il papa è detenuto in un’altra ala dello stesso carcere. Sono una famiglia povera, che si guadagnava da vivere lavorando la terra di altri e sono stati arrestati perché un giorno, andando al mercato, la polizia ha perquisito il camion su cui viaggiavano e ha trovato della droga nascosta di cui non sapevano nulla. Non essendo un vero detenuto, Diego ha il permesso di uscire di prigione, e così riesce a guadagnare qualcosa facendo il fattorino per altri detenuti. Ma deve stare attento, perché là fuori la vita è difficile e i trafficanti di cocaina sono sempre alla ricerca di giovani corrieri... Età di lettura: da 11 anni. L’ASSASSINA Clara Rinker, la killer professionista dagli occhi di ghiaccio si è ricostruita una nuova vita in Messico: fidanzata con Paulo, figlio di un boss della malavita locale. Il destino sembra volerle però ricordare che, a una come lei, non è concesso chiudere i conti con il passato. Qualcuno, infatti, uccide il suo uomo e la ferisce gravemente, tanto da farle perdere il bambino. Quello che Rinker sa e tutti gli altri ignorano è che il bersaglio dell’attentato non era il compagno, ma lei stessa. Così, non appena è in grado di rimettersi in piedi e di tenere in mano una pistola, la donna torna a St. Louis. Spietata come non mai, si lascia dietro una lunghissima scia di cadaveri. Solo che, questa volta, non lo fa per denaro, ma per vendetta COLLODORO Ne ha sempre avuti parecchi di guai, Antoni Sarmentu. Prima e dopo quel terribile giorno di settembre in cui salì al santuario della Madonna di Gonare a chiederle la grazia di trovare un marito per la figlia e di fermare il tumore che gli stava consumando la moglie. D’improvviso, al momento della comunione, cominciarono a cadere chicchi di grandine grossi come ghiande, e un fulmine penetrò nella chiesa e colpì proprio lui, Antoni, riducendolo come “uno stoppino bruciato” e lasciandogli, al posto della filigrana dorata della catenina di battesimo, “un sottile ricamo alla base del collo”. Da quel giorno a Oropische tutti lo chiamarono Collodoro. Ma il fulmine (o forse la Madonna stessa) gli aveva lasciato un altro dono, più inquietante e più segreto: il temibile potere di guardare dentro la testa della gente, e di vedere i loro peccati. A cominciare da quelli del parroco, don Basiliu, che di tutti i peccatori del paese era il più abietto e il più infido. Ma il giorno di Ferragosto, ventiquattr’ore prima dell’esproprio delle terre di Monte Piludu, l’intero paese si metterà in marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori. E sarà una battaglia memorabile. 9 IL SEGRETO DEL LAGO In vista dell’esame di ammissione a una prestigiosa scuola superiore, quattro coppie di genitori decidono di trascorrere l’intera estate nella villa di uno di loro, dove un insegnante impartirà ai figli lezioni private. Un luogo apparentemente idilliaco, immerso nella natura, sulle placide sponde del lago Himegami. Eppure, una strana atmosfera si respira dietro il regime di studio estenuante dei ragazzi e l’eccessiva coesione degli adulti. L’ansia del successo e la paura del fallimento sono palpabili. Solo Shunsuke Namiki, che si unisce al gruppo per ultimo, sembra estraneo a queste emozioni: non vuole forzare le scelte del figlio adottivo e, distratto da una relazione con la segretaria, sta pensando al divorzio. Fino a quando la sua amante non viene trovata morta, e sua moglie confessa l’omicidio. Sconvolto e divorato dai dubbi, aggravati dalla misteriosa condotta del gruppo deciso a coprire l’omicida, Namiki comincerà a indagare. Perché mai sei persone rispettabili dovrebbero correre il rischio di complicità in un omicidio? Per pura amicizia? In un crescendo di tensioni, verità non dette e ricostruite, dilemmi etici e ambiguità morali, sarà il segreto stesso a reclamare una risposta, dalle profondità torbide e oscure in cui è stato gettato. E tuttavia qualcosa sfuggirà alla giustizia e lo stesso Namiki dovrà piegarsi a un compromesso fatale, senza alcuna via di scampo, se non il silenzio. 10 CORTIGIANE Erano belle, intelligenti e audaci. Avevano ai loro piedi non solo grandi scrittori e poeti, musicisti e pittori (da Baudelaire a Hugo, da Dumas a Flaubert, da Liszt a Rossini, da Manet a Courbet) ma anche potenti politici, che nei loro salotti colti, brillanti e spregiudicati imbastivano strategie trasversali. E giornalisti, naturali alleati di chi voglia e sappia creare un’immagine. Le chiamavano cortigiane, anche se non appartenevano in realtà a nessuna corte. Secondo alcuni erano prostitute. Secondo altri erano “agenti di Borsa con il seno”. Cambiare spesso finanziatore era forse l’unica forma di indipendenza concessa dal secolo borghese a chi non aveva collocazione sociale, nascendo nel sesso debole, oltre che in povertà. La Signora delle camelie, Thérèse de Paiva, Alice Ozy, Lola Montez, Mogador, Gora Pearl, Giulia Barucci non vendevano solo i loro corpi, ma anche la gioia di vivere, lo smalto della conversazione, il prestigio dei loro inviti, la capacità di movimentare ogni incontro. Avevano lo spirito, il denaro e la celebrità, uscivano coperte di perle e camelie, di rose e diamanti. IL DIAMANTE MALEDETTO George, Shannon, Renee e Derrick non sono soli nella caccia al tesoro che li ha spinti ad addentrarsi sempre più spesso e sempre più in profondità nei sotterranei di New York. Ora la “ciurma” è finita nei guai perché il feroce Leroy sa chi sono e loro sanno che l’uomo potrebbe rivelarsi un avversario mortale... Il pericolo è diventato troppo grande e nessuno vuole rischiare la vita, nemmeno per un diamante di valore inestimabile. Nessuno tranne George. Il ragazzo, infatti, decide di calarsi nell’oscurità delle gallerie da solo. Età di lettura: da 9 anni. ASINELLO VUOLE LA MAMMA… E ANCHE IL PAPÀ I bambini, si sa, sono capricciosi... ma forse non sapete che gli asinelli non sono da meno! La mamma di Asinello è uscita e ha lasciato il suo piccolo con la baby sitter: lui, invece di stare buono, ne ha combinata una delle sue, e adesso come farà a giustificarsi con la mamma che sta per tornare? Una nuova irresistibile avventura dell’Asinello più amato dai bambini! Età di lettura: da 5 anni. METTETE SUBITO IN DISORDINE! Vivian Lamarque e Nicoletta Costa ci portano in una città tutta al contrario. Fin dal nome: Oirartnoc. È una città dove le mamme la sera urlano ai loro figli di mettere tutto in disordine se no guai a loro. E di saltare e fare rumore “se no i vicini di sotto pensano che siamo tutti morti”. Una città dove i poveri sono ricchi e i ricchi sono poveri. Dove i televisorini vengono sgridati perché guardano troppo i bambini. Dove la neve invece di scendere sale... Riderete, ma non solo. Forse vi porrete qualche domanda, forse penserete un po’. Età di lettura: da 6 anni ACQUA DOLCE Ti è mai capitato di nuotare così beato nell’acqua da non sopportare la mamma che ti dice di uscire? Ecco, questo non è nulla rispetto al piacere che proveresti se ti tuffasti nel mare caldo, dolce e trasparente dell’Isola Verde, dalla forma di mezzaluna. Ma dovresti stare attento, perché una leggenda dice che chi ci resta più di un mese è destinato a non uscirne vivo! Esiste una bambina che è nata proprio sull’Isola, e porta nel cuore la sua magica bellezza, ma che dovrà sfidare tutto e tutti per poter tornare lì, con le sue amiche scimmie e i suoi amici delfini, e ritrovare le parole un tempo perdute... Età di lettura: da 9 anni. LA CORTE DEI SAVOIA (1849-1900) Se non si conta la fugace comparsata (56 giorni) di Umberto II, “re di maggio” nel 1946, il regno d’Italia non è durato che tre re: Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III. Spettò ai primi due, negli ultimi decenni dell’Ottocento, il compito non sempre grato di accreditarsi come sovrani del nuovo regno. Attentamente costruito su una mole ingente di testimonianze edite e inedite, questo libro racconta per la prima volta come si svolse la vita di quei due primi re d’Italia. Dai problemi per il trasferimento della capitale a Firenze e Roma alle bizze della “bela Rosin” e alla popolarità di Margherita; dalle visite solenni alle città, ai ricevimenti e alle udienze, dai funzionari alle dame di compagnia, dalle cacce agli intrighi, la corte della prima monarchia italiana, nella sua dimensione sia pubblica sia privata, riprende vita attraverso la parola di coloro stessi che vi presero parte. LA MÉMOIRE TROUÉE Cachée derrière le fauteuil, Emma n’a rien vu de l’assassinat de sa mère, mais a tout entendu. Rwanda, avril 1994, la folie meurtrière explose. Pas un habitant tutsi ne doit être épargné. Pourtant la fillette survit. Car la vie réserve aussi des moments de grâce, des rencontres déterminantes... L’écriture tout en pudeur de ce roman sur le drame du génocide rwandais lui donne une force magistrale. LE MONDE ARABE Qu’est-ce que le monde arabe ? Qui sont les Arabes ? Quelle est leur histoire ? Quelles sont leurs cultures ? Qu’est-ce que le Maghreb ? Et le Machrek ? Répondre à ces questions, c’est découvrir l’histoire extraordinaire d’un ensemble de peuples et de cultures, c’est apprendre à connaître une mosaïque de terres et de paysages. Ce livre est comme un grand voyage qui va de l’Arabie au Maroc, de la mer Rouge à l’Atlantique. Il raconte l’histoire de grandes civilisations, il parle de littérature, d’art, de traditions, mais aussi de sciences, de géographie et de politique. Et surtout, il invite le lecteur à rencontrer les enfants, les hommes et les femmes de ces différents pays. PLUS TARD JE SERAI… 100 métiers à découvrir pour les enfants qui ont des rêves plein la tête LE PORTRAIT La Baronne James de Rothschild (18441848) est certainement l’un des plus beaux portraits exécutés par Jean-Dominique Ingres. Ce portrait raconte la France, les Rothschild, l’aristocratie et leur monde depuis deux siècles. Il dit ce qu’il a vécu, ce qu’il a perçu des conversations là où il fut accroché, dans les hôtels particuliers parisiens des enfants de Betty, au château de Ferrières, au château de Neuschwanstein où Hitler entreposa les tableaux pillés par Goering pour son futur musée, aux cimaises de New York et de Londres où il sera exposé. LE RAPPORT DE BRODECK Le métier de Brodeck n’est pas de raconter des histoires. Son activité consiste à établir de brèves notices sur l’état de la flore, des arbres, des saisons et du gibier, de la neige et des pluies, un travail sans importance pour son administration. Brodeck ne sait même pas si ses rapports parviennent à destination. Depuis la guerre, les courriers fonctionnent mal, il faudra beaucoup de temps pour que la situation s’améliore. «On ne te demande pas un roman, c’est Rudi Gott, le maréchal-ferrant du village qui a parlé, tu diras les choses, c’est tout, comme pour un de tes rapports. » Brodeck accepte. Au moins d’essayer. Comme dans ses rapports, donc, puisqu’il ne sait pas s’exprimer autrement. Mais pour cela, prévient-il, il faut que tout le monde soit d’accord, tout le village, tous les hameaux alentour. Brodeck est consciencieux à l’extrême, il ne veut rien cacher de ce qu’il a vu, il veut retrouver la vérité qu’il ne connait pas encore. Même si elle n’est pas bonne à entendre. « A quoi cela te servirait-il Brodeck ? s’insurge le maire du village. N’as-tu pas eu ton lot de morts à la guerre ? Qu’est-ce qui ressemble plus à un mort qu’un autre mort, tu peux me le dire ? Tu dois consigner les événements, ne rien oublier, mais tu ne dois pas non plus ajouter de détails inutiles. Souviens-toi que tu seras lu par des gens qui occupent des postes très importants à la capitale. Oui, tu seras lu même si je sens que tu en doutes... » Brodeck a écouté la mise en garde du maire. Ne pas s’éloigner du chemin, ne pas chercher ce qui n’existe pas ou ce qui n’existe plus. Pourtant, Brodeck fera exactement le contraire. CONNAISSEZ-VOUS L’EUROPE ? Cet ouvrage présente d’une façon ludique, en un peu plus de 5 000 questions et autant de réponses courtes, l’Europe des 27. Sont présentés la construction de l’Europe et les institutions, l’économie, les arts et les lettres, et, pour chaque pays, l’histoire, la géographie humaine, la géographie physique. Sans oublier un grand chapitre divers traitant d’autres sujets comme la gastronomie, le sport, les attentats, les lois anti-tabac... De quoi comparer ce qui se passe dans l’Union entre les divers pays qui la composent et que l’on connaît peu ou, parfois, pas du tout. L’AUBE, LE SOIR OU LA NUIT Un projet littéraire audacieux. Yasmina Reza a suivi, dans des circonstances vraiment inouïes de liberté et d’indépendance, Nicolas Sarkozy pendant des mois. Ce sera donc là, vu par un grand écrivain, le portrait d’un homme parti à la conquête du pouvoir. 11 Manifestazioni a Saint-Vincent - Estate MOSTRA Dal 1 al 31 agosto Saint-Vincent – Galleria Via Chanoux Espressioni in mostra Sculture di Berlier Dario, Chiurato Roberto, Crestani Franco, Crestani Matteo, Yon Sebastiano, Pinet Franco, Regazzoni Luciano, Vierin Siro, Zendri Loris APPUNTAMENTI NEL TEMPO Tutti i giorni Parco giochi in località Col de Joux: aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.00 – ticket € 3.00 12 Venerdì 8 agosto Saint-Vincent Dalle ore 17.30 e dalle ore 21.30 - Via Chanoux e Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto XI edizione Festival del Teatro di Strada Sabato 9 agosto Saint-Vincent Dalle ore 17.30 e dalle ore 21.30 - Via Chanoux e Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto XI edizione Festival del Teatro di Strada Tutti i sabati dal 21 giugno al 13 settembre Saint-Vincent Ore 21.00 - Stabilimento Termale Serate danzanti con l’orchestra di Max Rossi – ingresso € 6.00 Domenica 10 agosto Saint-Vincent Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal vivo - ticket € 2,50 Venerdì 1° agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Talk Show Delitti imperfetti con il Colonnello Luciano Garofano dei R.I.S. di Parma Lunedì 11 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Zerbion Saint-Vincent sotto le stelle Serata danzante in compagnia di RadioZeta con Alessandro Benericetti e l’Orchestra Beghini Show Sabato 2 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Serata di cabaret con Rocco Barbaro Martedì 12 agosto Saint-Vincent Ore 21.00 – Palais Saint-Vincent Incontro animativo con i personaggi della Melevisione “Milo e il tesoro del Libro” con Lupo Lucio e Milo Cotogno Domenica 3 agosto Saint-Vincent Ore 11.15 - Loc. Fromy – Col de Joux Festa degli Alpini (aperta a tutti) Saint-Vincent Ore 17.00 - Via Chanoux Sfilata gruppi folkloristici ”Nos racines” Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal vivo in compagnia dei gruppi “Nos racines” - ticket € 2,50 Saint-Vincent Ore 21.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Festival Internazionale di Musica da Camera R&G Romeo e Giulietta – il Musical con la compagnia Scenica Frammenti e la Free Band organizzato dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti nell’ambito della rassegna Artété Lunedì 4 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Gli uomini Jet: 2 generazioni a confronto Serata in compagnia dei campioni del mondo di KL (Kilometro lanciato) di ieri (Pino Meynet) e di oggi (Ivan e Simone Origone). Incontro e proiezione video Martedì 5 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Leggende valdostane – Sons et lumières Mercoledì 6 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo Giovedì 7 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri Vittorio Veneto Talk Show Costume e Politica con il giornalista Oliviero Beha Saint-Vincent Ore 21.00 - Stabilimento Termale Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi – ingresso € 6.00 Mercoledì 13 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo Giovedì 14 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Talk Show Estetica e Pensiero nell’era moderna con Stefano Zecchi Saint-Vincent Ore 21.00 - Stabilimento Termale Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00 Venerdì 15 agosto Saint-Vincent Ore 16.00-19.00 - Stabilimento Termale Pomeriggio danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 5.00 Saint-Vincent Ore 18.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto e Piazza Savini Happy hour a tema - anni ‘60 e ‘70 Dalle ore 21.30 – Musica e balli con DJ e cubiste Sabato 16 agosto Saint-Vincent Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - Salone delle Terme 30° manifestazione di Borsa e Scambio del Minerale e del Fossile Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Serata di cabaret con Baz Domenica 17 agosto Saint-Vincent Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - Salone delle Terme 30° manifestazione di Borsa e Scambio del Minerale e del Fossile Saint-Vincent Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal vivo - ticket € 2,50 Manifestazioni a Saint-Vincent - Estate e autunno Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Concorso Nazionale Miss Italia 2008 Finale regionale Miss Cinema Lunedì 18 agosto Saint-Vincent Ore 21.15 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Musicamondo – Fanfara Tirana in concerto Evento organizzato dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti nell’ambito della rassegna Artété Martedì 19 agosto Saint-Vincent Ore 21.00 – Palais Saint-Vincent Incontro animativo con i personaggi della Melevisione “La Paura non c’è più” con Lupo Lucio e la Principessa Odessa Mercoledì 20 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo Giovedì 21 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Cinema per famiglie Saint-Vincent Ore 21.00 - Stabilimento Termale Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00 Venerdì 22 agosto Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Talk Show Il disagio dell’era moderna con Paolo Crepet Sabato 23 agosto Saint-Vincent Dalle ore 9.00 alle ore 24.00 – Vie e Piazze del centro VII edizione della Fiera delle Alpi Saint-Vincent Ore 20.30 – Grand Hotel Billia Spettacolo con Ennio Marchetto in : “A qualcuno piace carta” Ingresso libero e gratuito (fino ad esaurimento posti), previa prenotazione presso Aiat Saint-Vincent (tel. 0166.512239 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00) Saint-Vincent Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Serata di cabaret con il trio Pino e Gli Anticorpi Domenica 24 agosto Saint-Vincent Dalle ore 9.00 alle ore 20.00 – Vie e Piazze del centro VII edizione della Fiera delle Alpi Saint-Vincent Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal vivo - ticket € 2,50 Giovedì 28 agosto Saint-Vincent Ore 21.00 - Stabilimento Termale Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00 Saint-Vincent Ore 21.00 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Serata di presentazione A.S.D. Monte Cervino Calcio La società è nata nel 2006 e conta più di 200 tesserati. Nel corso della serata verranno presentate tutte le squadre e le varie attività svolte durante la stagione 2007/2008 AUTUNNO Dal 24 al 28 settembre Saint-Vincent – Centro Congressi Grand Hotel Billia Congresso mondiale 2008 del Bonsai Clubs International 45a edizione Domenica 5 ottobre Saint-Vincent Festa del vino Giovedì 9 ottobre Saint-Vincent Palazzetto dello Sport Mostra Le Petit Soldat Venerdì 10 ottobre Saint-Vincent Palazzetto dello Sport Mostra Le Petit Soldat Sabato 11 ottobre Saint-Vincent Palazzetto dello Sport Mostra Le Petit Soldat Saint-Vincent Palais Saint-Vincent Premio Saint-Vincent per la Radio – Radiogrolle 2008 Dal 13 al 19 ottobre Saint-Vincent Palais Saint-Vincent 3° Concorso Bandistico Internazionale Organizzato da: Orchestre d’Harmonie du Val d’Aoste Dal 24 al 26 ottobre Saint-Vincent Palais Saint-Vincent Campionato italiano di Calciobalilla Organizzato dalla Federazione Italiana di Calciobalilla Dal 15 al 30 novembre Saint-Vincent Palais Saint-Vincent 33° Gran Premio Goriziana di Biliardo Sabato 13 dicembre Saint-Vincent Palais Saint-Vincent Premio Saint-Vincent per la Fiction – Telegrolle 2008 MINI CLUB “IN” - SERVIZIO GRATUITO RISERVATO AI NON RESIDENTI IN VALLE D’AOSTA Tutti i giorni da sabato 26 luglio a domenica 24 agosto dalle ore 16.30 alle ore 18.30 Animazione e giochi per bimbi dai 3 ai 10 anni SU PRENOTAZIONE presso il Punto Informazioni di Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto (ingresso tunnel parcheggio pluripiano) tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 17.30 fino ad esaurimento dei 15 posti quotidianamente disponibili TRENINO: Trenino itinerante per bimbi nelle vie cittadine di Saint-Vincent tutti i giorni da sabato 26 luglio a domenica 24 agosto dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30 13 La Veillà de Moron S abato 19 luglio si è svolta la quarta edizione della Veillà de Moron, per una volta senza pioggia, con grande gioia di tutti! Questo però, per molti di noi, è stato solo il culmine di un lavoro iniziato parecchie settimane prima. Infatti quella che agli occhi di tutti è “solo una serata”, per chi ha preparato il tutto sono state giornate di intenso lavoro. Ci siamo incontrati quasi tutte le sere per varie settimane ad allestire la scena. I nostri abilissimi elettricisti hanno lavorato sodo per illuminare a giorno una zona che normalmente è molto buia, hanno cercato i punti più caratteristici da evidenziare permettendo agli “spettatori” di ammirarli. Chi si intendeva di lavori di carpenteria si è messo all’opera per costruire il palco e man mano che si avvicinava la data ogni figurante veniva per predisporre il suo spazio. Grande lavoro e, in un’atmosfera sospesa nel tempo, stare in compagnia, ascoltare della buona musica, ballare e incontrare gente con la calma che la frenesia ha inoltre richiesto la preparazione del pane, cotto nell’antico forno del villaggio, che ha occupato l’intera vigilia coinvolgendo anche amici di altre frazioni. Tutto questo tempo passato insieme ci ha permesso di rafforzare l’amicizia che ci lega ed è di stimolo per continuare a proporre simili iniziative. Quasi 1500 persone, contando i bambini e i figuranti, hanno partecipato alla festa. Sì, perché, per chi partecipa, non è una semplice rappresentazione di mestieri ormai dimenticati, ma è soprattutto la possibilità di fermarsi della vita moderna impedisce di fare! Ed è questo che ogni anno fa sì che i commenti siano entusiastici. Tra i mestieri proposti c’erano il rifacimento dei cuscini di lana, la raccolta del fieno, i muri a secco e i tetti in lose, la distilleria, la lavorazione della lana, i segantini, la battitura della falce, il calzolaio, gli spaccalegna, il pane, la lavorazione del latte… solo per elencarne alcuni. Abbiamo anche proposto l’antenato del casinò per il gioco d’azzardo: le scommesse sul numero di patate portate dalla nostra mascotte Moro, il mulo di Pierino. 14 Tutti i piatti della tradizione offerti sono stati apprezzati: la soursa, lo pelà, la polenta, la bocconà, la seuppa de l’àno, i dolci e il caffè. In particolare ha incuriosito soprattutto i turisti il burro fresco spalmato sul pane! Hanno allietato la serata la corale di Saint Vincent con i canti della tradizione locale, il gruppo folkloristico che si è esibito coinvolgendo il pubblico nelle loro danze, i Frustapots di Pont Saint Martin. E’ stato inoltre molto gradito il ballo al palchetto, che dava la possibilità a tutti di danzare accompagnati dalla musica di Iseo. Per l’occasione si è potuto visitare il torchio della frazione dove, con grande pazienza e maestria, Odilla illustrava a tutti gli interessati alcune foto del passato! A questo proposito stiamo già pensando al prossimo anno e ci piacerebbe poter esporre foto di matrimoni di una volta, immagini di famiglie in festa. Se siete disponibili a dividere con noi i vostri ricordi, potete contattarci al 3389734722. Prenderemo le vostre fotografie, ne faremo una copia e vi restituiremo l’originale. La nostra festa è in continua evoluzione, ogni anno si riscoprono mestieri diversi, ed è bello vedere anche giovani che vogliono imparare le arti dei loro nonni e si propongono con entusiasmo. Speriamo di poter vedere sempre più persone all’opera, anche con idee nuove. Paola e Maurizio I nostri villaggi - La Tour des Rosset I n questo esatto modo sulle carte del Seicento e del secolo successivo viene identificato il piccolo agglomerato di case posto sulla collina, o montagne di SaintVincent, a circa 735 m slm. Anche questo villaggio, edificato su terreno in leggera pendenza poco a lato della strada Regionale del Colle di Joux, è in posizione dominante ed estremamente panoramico; inutile aggiungere che da quassù si domina con lo sguardo tutta la valle centrale e il maestoso anfiteatro delle montagne circostanti. Circa l’origine del toponimo non si hanno indicazioni o riferimenti precisi anche se come è già stato anticipato, per almeno due secoli il nome di questo villaggio è esattamente indicato nel seguente modo: La Tour des Rosset. La prima parte del toponimo, La Tour, sarebbe quindi ricollegabile ad un immobile tutt’oggi presente in loco e avente forma di torre; per la verità ai nostri giorni di questa costruzione resta visibile solo un piccolo manufatto di un paio di metri d’altezza avente forma circolare. Su chi avesse fatto edificare tale costruzione, in che epoca e a che scopo, nulla è dato sapere. Potremmo ipotizzare che il cognome Rosset, che appunto compone la seconda parte del toponimo e che ne indica la proprietà, sarebbe da attribuire ai costruttori o comunque ai proprietari della torre. Non vi è però nessun genere di informazione su chi fossero i Rosset in questione; per ciò che concerne l’edificio in se stesso, che ripetiamo ha una base molto piccola (e questo farebbe supporre un’altezza senz’altro modesta), potremmo ipotizzare che, così come ne esistono in altri comuni della valle, anche in questo caso si sarebbe trattato di una torre di avvistamento e di segnalazione, forse di epoca medievale. Le poche case situate a pochissima distanza dai citati ruderi non sembrano essere particolarmente antiche così come sulle carte non sembrerebbero esistere attestazioni di questo villaggio in epoca anteriore al XVI e XVII secolo; lecito quindi immaginare che in origine esistesse solo il corpo della torre senza edifici vicini idonei ad accogliere famiglie e armenti. All’interno di alcuni atti di compravendita stilati nei citati secoli si menziona La Tour des Rosset come limitrofa alle proprietà oggetto dell’atto, ma nulla più. L’architettura del villaggio si presenta con poche abitazioni, quasi tutte molto addossate tra loro, con il solito gusto e sapiente capacità nell’uso della pietra e degli inserti in legno. Le famiglie che abitavano questo piccolo agglomerato di case, prettamente rurali, basavano la loro economia sulla coltura della vite, sull’allevamento e sulla pastorizia; utile integrazione erano senza dubbio la castagna, le noci e le colture orticole. Oggi nel villaggio abita stabilmente una sola famiglia e solo poche abitazioni sono state ristrutturate mentre il restante patrimonio abitativo attende tempi migliori. Per la sua ridotta superficie nel villaggio non vi era un edificio scolastico (i ragazzi, in particolare nel secolo scorso, per assistere alle lezioni salivano fino a Moron con tutte le solite difficoltà del caso: neve, pioggia); totalmente assenti sono poi tutti gli altri edifici comunitari solitamente presenti nelle frazioni: il forno per la panificazione e, considerata la zona, un torchio per la pressatura delle vinacce. Vi sono testimonianze orali che informano che per queste necessità ci si rivolgeva nelle strutture presenti nei villaggi vicini: Moron e Clapéaz in particolare. A La Tour des Rosset per le già citate motivazioni, non è presente un luogo di culto anche se nelle carte conservate negli Archivi Parrocchiali vi è menzione di un piccolo oratorio esistente già nel XIX secolo; questa piccola edicola sarebbe stata fatta edificare, come testimonianza di fede, dalla famiglia Bressan, un tempo residente nel villaggio. Il parroco Charles Bich (a Saint-Vincent dal 1878 al 1898) ci informa in un suo scritto che tale costruzione …est d’ancienne date e che la stessa nel corso del 1896 fu oggetto di importanti lavori di manutenzione e consolidamento. Nella seconda metà del novecento la sacra edicola fu abbattuta per fare posto alla costruenda strada della collina e in sua sostituzione, poco a monte del villaggio, fu posizionata una piccola ed inelegante costruzione in cemento che fu ripetutamente devastata dai vandali che ne asportarono anche i pochi arredi e la statua della Vergine, peraltro di nessun valore artistico. Personaggio della frazione è senza dubbio il notaio Jean Ravet; costui, notaire royal, è figlio di Jean-Martin (casa in frazione Ecrivin e già sindaco di Saint-Vincent nel 1715) e di tale Anne (Damay?). La sua famiglia sembrerebbe provenire da Emarèse (paese in cui si trova un villaggio avente lo stesso nome) anche se la presenza del cognome Ravet è attestata a Saint-Vincent da molti secoli; non è nota la data di nascita del notaio Jean Ravet così come poche sono le informazioni concernenti la sua famiglia. Risulta che era sposato con honnorable Marie-Anne figlia di Pierre Du Page, sicuramente aveva due fratelli di nome Jean-Laurent e Vincent, una sorella di nome Claude (costei il 22 novembre 1728, con atto notaio noble Jean-Antoine Quey, stipula il Contract de mariage con Jean-Martin, figlio di Jean-François Mellé). Il notaio Ravet redige le sue tantissime carte nella casa di famiglia in frazione La Tour des Rosset e queste coprono il periodo 17281751. Quasi certamente apprende il suo lavoro dal notaio Baptiste Perret, presso cui è probabilmente scrivano e apprendista (quest’ultimo era padre del più noto abate JeanBaptiste Perret, scopritore nel 1770 delle virtù salutari della sorgente minerale poi diventata famosa con il nome di Fons Salutis); molte carte redatte dal notaio Perret contengono la dicitura che sono state scritte da Jean Ravet. Nell’anno 1715 troviamo Jean Ravet nelle funzioni di …moderne sindic de la montagne de Saint-Vincent e con quell’incarico lo ritroveremo negli anni 1736 e 1737. Il notaio Ravet detta le sue volontà testamentarie il 10 dicembre 1751 al notaio Jean-Antoine Quey e decede in Saint-Vincent l’11 marzo 1752. Tra i sindaci di questo paese espressi dalla famiglia Ravet, ritroveremo Jean-Antoine nel 1790 e nel 1982 Eligio. Altro personaggio, degno di nota, del villaggio è senz’altro il pittore Italo Mus che all’interno di una piccola e modesta dimora della frazione aveva costituito il suo atelier; numerosissimi suoi capolavori (oggi preziosamente conservati in collezioni pubbliche e private) sono stati infatti dipinti in quello stanzone che certamente offriva al maestro giusto estro e concentrazione. P.-G. Crétier 15 Notizie dal Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud I 16 l 20 aprile 2008, nella Sala Consiglio del municipio, si è tenuta l’abituale e partecipata Assemblea annuale dei 1013 soci del Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud di Saint-Vincent (circa un quarto dell’intera popolazione di questo paese!); all’ordine del giorno vi erano la Relazione dell’attività del Direttivo del Presidente Mirco Torrent; la Relazione del Bilancio Consuntivo dell’anno 2007 e quella del Consiglio Direttivo sul Bilancio Consuntivo 2007; a seguire le Relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti sul Bilancio 2007 e sul Bilancio di previsione anno 2009 e, infine, la Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti sul Bilancio 2009. Nella stessa occasione si è proceduto all’elezione degli organi collegiali che dopo le elezioni saranno così composti: Direttivo (11 persone), Mirco Torrent (riconfermato Presidente del Consorzio), Sergio Cadorin (Vicepresidente), Marcel Isabellon, Remo Péaquin (risultato il più votato), Fabrizio, Bruno e Arduino Charrière, Patric Tuberlini, Emerico Vout, Didier Bieller e Pier Giorgio Crétier; per il Collegio dei Revisori dei Conti risultano eletti Rhémy Morise, Bruno Gamba e Jean-Paul Zanini; il Collegio dei Probiviri sarà invece composto da Livio Fournier, Eliodoro Valleinc e Vincenzo-Abele Séris. Nella sua lunga e dettagliata relazione il Presidente Torrent ha relazionato sull’attività del Direttivo che, fedele allo Statuto e al mandato elettorale, prevede di migliorare per quanto ancora possibile, la distribuzione dell’acqua per scopi agricoli; le opere conseguenti, finanziate quasi tutte al 100% dalla Regione, interessano l’intero territorio comunale che ricopia quello di competenza del Consorzio. Tra queste opere assume particolare interesse l’ultimazione dei lavori di bonifica e di irrigazione a pioggia delle campagne a sud del villaggio di Glereyaz; la necessità dell’intervento, evidenziatasi dopo l’alluvione dell’agosto 2004, riveste grande importanza in quanto da un evento particolarmente calamitoso è stata evidenziata l’urgenza di ripristinare tutti i terreni danneggiati compiendo nel contempo un grande lavoro di bonifica che si estende su di una superficie di circa undici ettari. Oggi l’intero territorio si presenta molto più produttivo e molto più semplice da lavorare; la vasca di carico, della capacità di 200 m3 e completamente interrata, è stata costruita d’intesa con la locale Amministrazione Comunale, in prossimità del villaggio di Renard. Ma se a Glereyaz la bonifica è ormai ultimata, in autunno dovrebbero partire i lavori del primo lotto di lavori di bonifica e riordino fondiario di un altro grande e importante comprensorio che partendo a monte dell’abitato di Moron (e su una superficie di circa 65 ettari) raggiungerà le campagne di Prade Ran. L’iter burocratico volge ormai al termine e i tecnici incaricati della L’impianto di irrigazione a pioggia nella campagna di Gléreyaz progettazione dell’opera, stanno ormai concludendo il loro lavoro con la definizione della ricomposizione fondiaria. I due lotti funzionali saranno così delimitati: 1° lotto, terreni agricoli situati nelle località Borassu, Lerinon e Daley; 2° lotto, terreni agricoli situati nelle località Piané, Pié Martin e Pra de Ran. A seguito di questa suddivisione territoriale, il Consiglio Direttivo ha deliberato di procedere alla realizzazione del piano di riordino fondiario secondo il seguente programma: progettazione definitiva-esecutiva delle opere in località Borassu entro il 1° semestre 2008; progettazione delle opere in località Lerinon e Daley entro il 2° semestre 2008. Entro il 2° semestre dell’anno in corso si procederà alla progettazione preliminare della ricomposizione fondiaria sul primo lotto. L’intervento, che si presenta certamente favorevole ai possessori e ai coltivatori dei fondi agricoli, si caratterizza naturalmente per molte difficoltà che i tecnici incaricati stanno valutando attentamente con gli utenti; a tutte le persone coinvolte in questo enorme progetto viene richiesta comprensione e collaborazione. Vi è però da dire che quella parte di territorio caratterizzato da una buona e produttiva terra, si presta in modo naturale alla realizzazione di una grande opera che senz’altro sovvertirà la classica immagine del territorio e del Catasto terreni, ma che in modo concreto faciliterà i tanti agricoltori ancora presenti con le loro aziende sul territorio. Tra le opere di grande interesse comunitario vi è anche da ricordare quella promossa dal Direttivo del Consorzio che mira a meglio tutelare e mantenere le tante piscine per l’irrigazione presenti sul territorio; mentre è in fase di ultimazione la piscina di La Tour des Rosset, nel mese di giugno è stato conferito al geom. Fabio Porceillon, l’incarico per uno studio tendente a definire i lavori di straordinaria manutenzione, necessitanti alle piscine irrigue di Grand-Rhun, Petit-Rhun, Salirod, Joux, Dizeille e Pra de Ran. L’attività del Direttivo (che spazia letteralmente a 360 gradi) ha nel contempo patrocinato con forza la realizzazione e il completamento dell’acquedotto irriguo del borgo (già parzialmente operativo) che finalmente risolverà i tanti problemi che quotidianamente si presentano a tutte quelle persone che posseggono piccole proprietà destinate a orti e giardini; non sono naturalmente stati tralasciati anche i piccoli acquedotti consortili necessitanti sul territorio. Si pensi che negli ultimi tre anni sono stati posati oltre 25 chilometri di tubazioni per ottimizzare la distribuzione e il servizio all’utente. Nell’insieme il lavoro non manca e alle volte vanno anche segnalati gli imprevisti; tra questi vanno segnalati il distacco di una parete rocciosa fermatasi sulla pista di avvicinamento all’opera di presa del Ru Courtaud in comune di Ayas e una consistente perdita di acqua dalla condotta del Ru della Piana in comune di Châtillon. Ciò che invece continua a mancare troppo sovente è la coscienza civica; per intenderci quella che ha rispetto della cosa pubblica, della proprietà privata e di tutte quelle strutture che costano denaro e che tendono a migliorare le condizioni di vita e di lavoro del cittadino. Fa sicuramente male ricordarlo, ma troppe La frana in Val d’Ayas persone continuano a servirsi di canali e rivi per lo smaltimento dei vari rifiuti domestici; troppo sovente gli addetti ai corsi d’acqua devono precipitarsi (anche di notte!) per togliere dai canali ogni sorta di immondizia (scarti di potatura, sfalcio di erba di prati, alimentari, vetri e plastiche) buttati al loro interno e le immagini di corredo a questo senso testimoniano il pesante risultato. Questi mate- La presa della vasca di frazione Renard stracolma di immondizie riali nell’acqua, possono provocare l’inquinamento delle verdure irrigate, fuoriuscite di acqua sulle strade con conseguenti incidenti. Per questa ragione il Direttivo, dopo aver verificato il continuo succedersi di tali criminali fatti, ha stabilito di procedere in modo diverso ma deciso contro queste incivili persone; al ripetersi di simili fatti verranno interessati della situazione gli Organi di Polizia (Polizia Municipale, Guardia Forestale e Carabinieri) che con opportune indagini provvederanno ad individuare queste persone e a denunciarle. Sicuramente spiace fare “la voce grossa”, ma se non si capisce che l’acqua è il bene primario della collettività, bisogna agire in modo forte per colpire quei pochi che mancano di rispetto, di considerazione e di attenzione verso gli altri e in particolare verso il silenzioso lavoro di quanti si adoperano nei vari settori per migliorare lo stile di vita di una comunità. Il Consiglio Direttivo 17 Lo Gnalèi Que ce soit la quantité de pain qu’on cuisait vers la Noël pour se nourrir l’année durant, que ce soit le petit tas de réserves disparates que les fourmis accumulent pour l’hiver ou bien encore le petit trésor en pièces en alliage autrefois conservé sous le matelas bourré de feuilles de maïs, le mot gnalèi (ou gnalet), intraduisible dans d’autres langues, est l’ensemble de la fatigue déployée, de la peine soufferte pour assembler ce qui est précieux, du bonheur intime et du sens de sécurité et de confiance pour l’avenir qui en découlent. Ainsi, notre gnalèi, composé de paroles et de phrases jaillies de nos champs, de nos prés, de nos vignes, de nos bois et de nos rochers, est le réservoir fertilisant qui veut alimenter et revigorer nos anciens parlers pour qu’ils nous aident encore à mieux comprendre le Pays qui change. 18 La Loi 482/99 sauvegarde et soutient la diffusion des langues minoritaires et historiques en Italie. En ce qui concerne la Vallée d’Aoste, le Walser et le Francoprovençal bénéficient de cette loi. L’aide financière obtenue par le BREL (Bureau Régional pour l’Ethnologie et la Linguistique) a permis d’instituer les guichets linguistiques. Le personnel qui y travaille est chargé de la mise en œuvre d’actions de promotion de ces langues et il est à la disposition de la population pour la traduction de documents. Les «guetset» disposent de collaborateurs dans chaque Commune de la Région afin de garantir la sauvegarde de chaque variété linguistique. La Legge 482/99 tutela e sostiene la diffusione delle lingue minoritarie e storiche in Italia. Per quanto concerne la Valle d’Aosta godono di tale tutela sia il walser che il francoprovenzale. Grazie ai finanziamenti che il BREL (Ufficio Regionale per l’Etnologia e la Linguistica) ha ottenuto tramite questa legge, sono stati istituiti gli sportelli linguistici. Il personale che vi opera svolge azioni di promozione di tali lingue ed è a disposizione della popolazione per la traduzione di documenti. I «guetset» si avvalgono di collaboratori nell’ambito di ogni Comune della Regione al fine di garantire la salvaguardia delle varianti linguistiche. Na vatse in comunión Y ae eun co do frére, Piérino é Mourisse, qu’y itaon ou mémo veladzo é a do mitte aper. Eun dzor Piérino i propoze: «Qué te pènséreut si butichen insèmbio lé nótre sót é y atsétichen na vatse?». Mourisse i dit dé òi é lo dzor apré ché nin van a la féra dé Breussòn pé trové na bella béte. Lo lon dou tsemén Piérino, qu’i ché crèi peu fén qué Mourisse, i pènse: «Té arèndzo-poue mé teu». A la féra i valuton totte lé vatse; i tuton lé nére avó la téta biantse, lé biantse é nére, lé tsatagné, lé paquiolà, lé bocatà, lé réne di corne é selle dou lasé, lé vatse di corne a trèn, selle di corne botte, lé lenéttà, dé vatse avó i y écropión fourra, lé carambane é dé selle avó l’écheuna qu’a fèi chéla. Pé frunì nin sernon euna biantse é rossa, bella orionda é avó ’n bé piet carà, Férounda, é la paon avó lé sót qu’i y aon betà in comunión. Can la féra a luvre lé do frére tournon i mitte in passèn pé lo bóc dé Dzout é Piérino i dit: «La betèn-poue ou mén étó qu’y ét peu gró é peu sec» ... é inviounon to sebeut a ché ruzé pé desidé dedeun quén étó beté la vatse. Apré qu’y an gremayi-che pé to lo lon dou tsemén i trovon na soluchón - «La betèn-poue ou mitèn dou verdzì trémì di nótre do mitte!» Panco contèn i désidon dé ché partadzì co la vatse. Piérino, lo peu fén di dou, i vout lo dévàn dé la béte é i pènse: «Mé couintso pa-poue lé man é i n’éi-poue mouèn dé travai». Lo dérì i sobre donca a Mourisse. «Té créae bén dé étre lo peu fén, t’a voulù lo dévàn dé la béte, òra va-ye tsertsì dé fèn é d’éve pé doné-ye roudzì é pé aberé-la é… apré to sèn te ieu gagne pa-poue gnèn. Intrémèn mé i vót tsertsì eun sezéllén pé guiépé-la. Apré i vo-poue vèndre dé bon lasé é i mé sóbre-poue mae la péna dé trére fumì é magara dé étruî-la ». Pré dé: Rita Decime, Conte pe le petchoù de inque - Contes pour les enfants d’ici -Tome II , Histoires d’animaux - Musumeci Editeur, Quart (Ao) 1984 Lo pou é lo móchet Magràn a y ae guié dzeleunne é catro poudzén: eun ros, eun dzano, eun coulour di tsetagne, eun ner é eun bé pou avó dé belle piume dé totte coulour, qu’y ae a non Quiquiriquì. La dénouna a ivrae lo guetset é a lichae libre lé dzeleunne pé lo verdzì: «Pió, pió, pió, sourtì polaille... pió, pió... » Eun gró móchet jouéyae todzor lé dzeleunne -“Vito ou tar lé tchâpo”- i pènsae, toteun intsalae pa aproutsiche avó lo pou, qu’i fijae todzor bouna varda. Lo móchet y ére tracassì: «Sé-lai y ét tro furbo, créo qu’i n’èi-poue dé mâtèn pé lo donté!» Eun dzor qué lo pou carpeussae outor dou moué dé fumì pé tsertsì dé ver é lé dzeleunne carcassaon tranquille, lo móchet i ché dit: «... É bén, mon polén paquiolà, té pènsao fén, ma pa prou pé si có. T’é belle in trèn dé té distrére». Lo pou y ét dintor lé ver é lo móchet piombe désù na dzeleunna. Qu’é senégôga! Totte y atre dzeleunne fan eun guiguêr moustre, volaton dapertot avó lé créte qu’i trèmbion dé pouire! Adónca lo pou i soutte désù lo móchet é lé dó incouminson a batayì avó radze in ché donèn de có avó y ale é, in ché béccasèn, in ché graffinèn é totte lé piume di dóe béte vólon pé l’er. Pé finì lo móchet i dèi scapé é catsiche pé lo bóc: «Lo créao mae fén ma y ét co for comèn in bou é gramo comèn lo tócho!» Lo pou y ae gagnì la bataye ma òra y ére tot piematchì, grafinà, bertolà é, rèdueut parì, intsalae pâmé ché fare vére di dzeleunne -“Lé mén belle piume son belle fotuè!”- é ché jénae talamèn qu’y é ala-che catsì dérì eun buichòn dé piquén a bran. Lo dzor apré magràn a vat ou polayì pé doné piqué i pine é a tróve pamé lo pou -«Quiquiriquì, Quiquiriquì… é ioù qué t’ét? A y é drola sitta! De coutuma ieu y ét lo prumì qu’y arruvve can pórto lo piqué! Y ét capita-ye caque tsoza… Mé fat alé lo tsertsì!» A sor dou polayì, a vat a l’étó, a tutte ou payì... ma dou pou gnènca l’ombra. Tanque can a vèi parétre na piuma solitéra ou mitèn dou buichòn di piquén a bran. Adonca a ché aprótse, a vèi la póra béte a la prèn in bras, a la caresse é a comprèn sèn qu’y ét capita-ye: «Ô, la mén póra béquetta… tracasa-té pa! Òra té soégnèn é lo tén bé piemâdzo i tórne-poue crétre peu bé é peu luiyèn qué dévàn ». Dé sé dzór tot lo veladzo y at reuspéttà, comèn na réna, lo pou Quiquiriquì é pamé gneun móchet y at intsalà aproutsi-che ou polayì. Traduì dé : Conte pe le petchoù de inque Contes pour les enfants d’ici -Tome I , Histoires d’animaux, Rita Decime - Musumeci Editeur, Quart (Ao) 1984 Te cogné eunna conta? Eunna qué y an conta-te ou qué t’a énvèntà ? Manda-no-là é si a y ét la pieu dzènta, te reusque dé té la vére publià ! Péquè lé pèi vignon biàn ? «In vignèn vièi on per lo mièi é y é pa ‘n vicho» - parì i dijaon eun có é y é vér co òra… Can lé piêt inviounon a fripoté lo vezadzo é can lé prumire piume blantse inviounon a parétre seu la téta (lé-z-esper i guión la canisia) in moué dé no comènson a ché tracassì. I déèn la coulour di pèi é dé la pé a la mélanina, na sustanse qué lé sellule dé la pé méma produéchon. Can lé raich di pèi fornéchon pamé la mélanina, lé pèi vignon biàn. La pé é lé pèi dé y albeun son biàn a cóza dé la mancanse dé la mélanina, in rijòn d’eun tsandzemèn jénétécco (lé-z-ouèi dé chu dzèn son ros péquè i mérioulon la quertà atraver lé piquioude véne dé la coroïda, la téletta dé l’ouèi) qu’a manque écheu dé pimàn. Lé pèi vignon pieu ou mouèn vito biàn; si y at n’èretadzo dé fameuye, adónca vignon peu vito biàn qué d’atre. Pé deure, lé-z-Amérindièn i son chansà: ni qu’i vignon biàn ni qu’i piumon! Pré dé :www.cybersciences.com écreut dé Philippe Chartier Dé ioù qu’i sor lo non Vaticàn? Eun có, i vièi tèn, lo Vaticàn y ére lo non d’eun cretsòn dé Roma; i ché trovae a l’adret dou Tevere, fran dévàn lo Tsan dé Mars é a dretta dou Gianicolo. Y ére eun cantòn maasàn é umido; y ae dé vacòlo qu’y impiéaon mae pé alé lerdzì lé béquionaye. Eun dzor Agrippina y at tuta-che outor é y at deu-che: pérquè pa impiéì lo prumì rontset dou tsanté pé ieu fare eun bé djardén? Quécca dé tèn apré l’ampéreur Nerone i ch’é fèi bâtì eun piquiout sirque mae pé loueu mémo. Poué y é lai qué lé prumì créquèn son ità martirizà (permì iour ncó l’apotre Piére, qu’y an-poue intérà bèle lai). Peu tar lo cretsòn y é poué vignì eun simitire, tan pé lé payèn qué pé lé créquèn, tanque can Constantèn, trémì lo 326 é lo 333 apré Jèzù Cri, y 19 at dounà l’odre dé apiatì lo sondzón dé la crétsonà é dé bâti-ye la prumire bazeleuca dédiaye a Sèn Piére. Y é mae dé l’an 1870 qué lo Vaticàn y é vignù la rézidanse dou Sèn Pare; fat deure qué ou Moayèn Adzo lé Sèn Pare itaon ou palas dou Latràn, apré y an dépiasi-che a d’atre palas dé Roma comèn ou Quirinale, qué ou dzor dé ouèi y ét la rézidanse dou prézidàn dé la répeblécca italièna. Pré dé: www.focus.it , jeun 2002 fameuye nobla dé la Toscana ma lé rétsertse seu la jénéalojì dé Alexandre Passerin d’Entrèves, idì pé AiméPierre Frutaz é publià l’an 1933, y a portá a rèmonté a l’orijine documèntà dé la fameuye di Passerin, tanque a eun sertèn Stepheninus dé Crista. É y é fran lo non dé sit Stepheninus dé Crista, insèmbio i non dé d’atre Votornèn (Bravino dé la Serva, Martino dé Chaillon, Pérronino dé Losanchy, Pétro dé Dorchia), qué Anselme Pession no site dedeun lo D’ou veun-té lo non Vaticàn ? É péquè i n’èn lé pèi biàn? N’èn pènsà dé mot nouvo in patoué… son maque dé propoù , ma si n’i dé soluchón, fiji-no-lo savé pé eun vocabuléro peu reutso. Lo non dé mijòn 20 Lo non dé mijòn conserne tsaqueun dé no; queut, vito ou tar, no no sèn démandà dé ioù aruve si non qué no no portèn apré totta la via. Sé pé sertèn non la significachón a y é quéra, pé d’atre n’on pout mae fare dé suppozéchón; dedeun sitta padze dou boullétén no alèn fran queriozé câqueun di non di viéille fameuye valdoténe. Pé intré dedeun si móndo difisilo, i n’èn désidà dé prenne comèn ézèmpio lé non dé la Vatornèntse in impyèèn la publicachón dé Anselme Pession “Les archives de Valtournenche, documents choisis” - Musumeci Editeur -2004. Y ét lo lon dou Moayèn Adzo, a modé dou XIII (trééjémo) é surtoù dedeun lo XIV (catorjémo) é XV (quinjémo) siècle, qué no trovèn lo non d’euna pérsounna écrit in lènga vulguéra avó ataccà lo non dou pare ou lo non dou veladzo; d’atre có y ét lo mitì qu’y at caraterizà lo non, d’atre có incó lo surmignón. Dé adón y an pré la coutuma dé vardé lo califiàn qui caratérizae lo pappa écheu pé lé chén minà. Prènèn pé ézèmpio lé PASSERIN D’ENTRÈVES: désù câque lévro istoreuco y ét écreut qu’y ére euna chén lévro in réportèn eun documàn écreut a Antey l’an 1304. Stevenini dé Crista, y ére lo pare dé Andreveti Stephenini dé Crista é dé Grimodus Stevenini dé Crista é, selón Alexandre Passerin d’Entrèves, lo tron (dévantì) di PASSERIN. A si pouén y é importàn rèmarqué qué lo non dé sit “Tcheunne dé la Créta” lo trovèn rèjistrà dedeun in moué dé magnire diférènte (Stepheninus dé Crista, Sthepheninus dé Crista, Stevenini dé Crista, Stephenini dé Crista) baga bièn normala pé chu tèn. La seconda rèmarca qu’i fat fare y ét qué si Stepheninus dé Crista y ae comèn califiàn lo non dou chén veladzo, lé chén dó minà y aon dza lo non dou pare in pieu (Andreveti Stephenini é Grimodus Stevenini dé Crista). Di-z-archive dé Vatornèntse rézulte qué caje queut lé non dé mijòn y an avù dé tsandzemèn dé la iór prumire verchòn écreuta: BARMASSE y ére BARMACY l’an 1420, BALMACIA lo lon dou 1445, BALMACY dou 1522 tanque ou 1616, BARMACE l’an 1590. Méma conta pé PELLUSSIER écreut tanque l’an 1616, ma incó PELLICIER l’an 1591 é PELLISSIER l’an 1688. MACQUYNYAZ l’an 1536 qué dó an pé tar y an écreut MAQUYNIA; BIC y ére todzor écreut sènsa H, comèn HOSQUET; OTTIN, qui trovèn dézot la fourma OCTYNI; MACHET marcà incó MACHEPT; HÉRIN qu’y an écreut DE HERINO, D’HERIN; PESSYON l’an 1536; MÉNABRÉAZ qu’y at cougnù la verchón MEYNABREAZ. Lé non PERRON, CARREL, MEYNET, GORRET, PERRUQUET, VALLET y an praticamèn jamé tsandzì dé la iour prumire verchón in latén: CARELLI, MEINETI, GORRETI, etc. I fa no récordé qué, tanque ou siècle passà, dedeun la comunitó dé la parotse y ae pa la coutuma dé impiéì lé non dé fameuye: lo non dou pare ou dé la mare é dé iour vièi y ére prou pé recognétre tsacùn tot sebeut; lo non dou veladzo y ére dza na remarca in pieu (Paola Sérìs dé Abel dé Toubie dé Biancolén dé Greun, prenonsì caje comén na litanie). Ma lé non dé mijòn son vignì todzor pé importàn é dé lo XVI (séjémo) siècle y an pamé avù dé gró tsandzemèn tanque i dzor dé vouéi, belle si lé ésèsión, chovèn a coza dé fote dé transcrichón, i mancon pa: CHEINEY dedeun lo XVIII siècle òra y ét CHENEY¹; BÉTAN a Fen-is, BÉTEND a Sèn-Cretoublo incó a la fén dou 1700, y an dounà l’atuel BÉTEMPS; COENDOZ¹ ou COHENDOZ òra y ét QUENDOZ; ALBANEY y ét sourtì d’una fota dé ARBANEY, etc. Lé patronimo (non dou pappa) sont a l’orijine dé eun moué dé vièi non dé mijòn: ABRAM, ANGELIN, DESANDRÉ,ANSELMET, ANSERMÉ,ANSERMIN, BERTHOD, BERTIN,BONIFACE,BONIN, BOSON,BOSONIN,BOZON, BRUNET, BRUNOD, BRUNODET, CARLIN,CHARLES,DAVID, GAL,GALLET,GASPARD, GERARD,GRIMOD,HENRIOD, HENRY,JACCOD,JACQUEMIN, JACQUEMOD,JANIN,JEANTET, JORDAN, JORDANEY, JORIOZ, LAURENT,DÉLÉONARD, MARIETTY, MARTIN, MARTINET, MARTINOD, PASCAL, PERRET, PERROD, PERRON, PHILIPPOT, ROLLAND,ROLLANDIN, ROLLANDOZ,ROULET, STEVENIN,THÉODULE, VAUTHIER,VUILLERMIN, NAUDIN(diminutif dé Arnaudin) etc. etc. Lé matronimo (non dé la mamma) son bièn évidàn dedeun lé non: DAGNES, DANNA, ISABEL, JANA, JACQUEMINAZ,MARIETTAZ, PERNETTAZ, VUILLERMINAZ. Ou Canavèis no trovèn chovèn la verchón in italièn di notre vièi non: ARNOD-ARNODO, BAUDINBAUDINO,CLÉRIN-CLERINO, GARIN-GARINO,HENRIETENRIETTI, HUGONIN-UGONINO, JACQUIN-GIACHINO, LAURENTLAURENZIO,MARTINETMARTINETTI,OBERT-OBERTO, PERRUCHON-PERUCCHIONE, CIAMPORCERO, etc. Na rèmarca dou post a y ét bièn quîra pé ézèmpio pé sertèn non dé mijòn: COGNEIN, FORETIER, LOMBARD, MAQUIGNAZ (dé Macugnaga), SAVOIE, VAUDAN, VAUDOIS. A propó dé LOMBARD, i fa récordé qué lo lon dou Moayèn Adzo i voulae co deure banqué, préta sót ou martsàn. Eun moué d’atre fameuye valdotène son orijinére di pais prótso: no savèn, pé deure qué lé BOCH vignon dé Tignes, lé JOUX é lé-z-EMPÉREUR dé Sainte-Foy de Tarantaise. BOLLON é CARRUPT son valézàn. VIETTI, BONADE, ARVAT son canavezàn. FRAGNO, VERNETTI dé la Val dé l’Orc. VIGLINO, RASTELLO, PERRUCCA, PICCHIOTTINO aruvon dé la Val Soana, tototeun comèn BOCHET, DUPONT, GEX, SALLUARD sèmbièrion orijinéro dé Franse. Lo non dé la persounna y ét chovèn guiéttà ou non dou veladzo d’orijine. In moué dé fameuye valdoténe y an lo non dé mijòn qu’i veun dou non dou post (toponimo) qu’i rémonte finque i tèn pré-romèn. I dounèn câque ézèmpio: BERRIAT, BERRIAZ son dé non qui vignon dé berrio (a propó dé berrio, y ét bièn dé savé qué dedeun lo Messager Valdôtain l’abbé Henry écriae: «lo mot perra indique une pierre quelconque plus ou moins grosse ; le mot berrio indique une pierre plutôt grosse, par exemple une pierre qui a la hauteur d’un homme ; le mot sex indique une pierre par exemple qui a la hauteur dé 3, 4 hommes et la largeur en proportion». Lé non BARMAZ, BARMASSE, BARMAVERAIN vignon dé barma, balma (grotte, petit abri formé par un rocher surplombant); BETTEZ, BETTEX vignon dé beteun, beuttì, lîchire, (lieu marécageux); BORNAZ, BORNEY dé borna (trou ou limites de propriété); CHARRIÈRE dé tsarire (chemin pour le passage des chariots); CLAPEY, CLAPASSON dé cllapèi, quiapèi (extention de pierre); CORNAZ dé corna (terrain allongé terminant en forme de coin); GLAREY, JUGLAIR dé glair, guier, (endroit pierreux); GLAVINAZ, GLAVINA dé guiavén, glavin-a (éboulement de pierres); TEPPEX dé teppa, tepas, téppì (gason ou motte de terre et erbe); CHABLOZ dé tsabio, tsablo (couloir où l’on fait déscendre les troncs); CHANTEL dé tsanté (promontoire, monticule de terre); CHATEL, CHATELARD, CHATELLAIR dé tsâté (château). D’atre toponimo, qué lé savàn considéron latén, y an donà: CLOS, DUCLOS, RECLOU non qui vignon dou latén clausum (terrain fermé, protégé); CLUSAZ , CLUSELLAZ dou latén clusa (fermé, passage resserré); CUIGNON, DUCUIGNON dé coin, cugnón (petit coin, endroit retiré); CRETAZ, CRETON, DUCRET, CRETALLAZ dou latén crista (crête, monticule, pente escarpée, arête de montagne); CROUX dé crou (trou); FOSSON, FOSSERET dé fossa (fosse); LILLAZ dé l’illa, insula in latén (île, terrain entouré d’eau); GLASSIER dé guiassì, llachì (glacier); NEX dé néch, nézey (fosse où l’on met à rouir le chanvre); PERRIER, PERAILLON dé péra, pérrire (lieu où abondent les pierres); RIVAZ dé riva (le grand ruisseau); RONC, RONCHAIL, RONCO dé ronc, ròn, rontset (terrain rendu à la culture); ROVEYAZ dé ruina, roveuna (lieu d’éboulement, ravine); VILLETTAZ, MAVILLA dé villa, veulla (agglomération, village); VAL, VALLOMY, DEVAL, VALLAINC, VASSONEY, (=VALSOANEY) dé val (vallon, vallée). L’énfluènsa dé la lènga allemanda y a ità èmportanta in Val d’Outa écheu pé lé non dé mijòn; i n’èn pé ézèmpio lé non dé: ALBERT, ALLEMAND, ARMAND,BAL,BÉRARD, BERTHOD, BERTIN, BESENVAL, BRUN, FARCOZ, GUICHARDAZ, HAUDEMAND,LAMBERT, ROLLAND, ROLLET, VAUTHIER, VUILLERMET tò comèn lé fameuye walser:BIELLER,CURTAZ, LINTY,PECCOZ,SQUINDO, SQUINOBAL, THEDY, WELF, etc. 21 22 La toponimì (non di post) y ét incó bellamèn prézènta dedeun lé non dé mijòn: DALBARD, DALLE, DARENSOD, ARLIAN, ARTAZ, D AV I S O D , B É T H A Z , B I O N A Z , CHAMIN, CHAMOIS, CHAUSSOD, CHEILLON, CHEVRÈRE, DUCLY, DUCOURTIL, CUAZ, CUNEAZ, DIÉMOZ, DUFOUR, FRACHEY, FRASSY, GERBELLE, GRANGE, HERIN, LEXERT, LUBOZ, MESSELOD, MONTROSSET, NAVILLOD, NOUSSAN, PORLIOD, RIGOLET, SAVIN, TERCINOD, TRENTAZ, THOUX, DEVEYNES, DEVOIX, VERTHUY, etc. Prènèn òra in considérachón la fitotoponimì (lo non di piante ou dé la vejétachón) qu’a y at caratérizà lo toponimo é dé consécanse lo non dé mijòn: i n’èn ARBANEY dé arbèra, “arbanèy”, (fôret de trembles, de peupliers); BIOLEY dé bioula, “bioléy”(endroit où poussent les bouleux); BARDONEY dé bardan-e, lavasse (rumex des Alpes); BOSC, BOIS dé bóc (bois); CERISE, CERISEY dé chirije (cerise); CHENEY, CHENOZ dé tséno, tsinèi (endroit de chênes); CHENEVIER dé tsénèvo (chanvre); DARBELLEY dé darbé (lieu de petits sapins, petits mélèses); DIALLEY dé daille, déje, “diallèy”(bois de pin silvestre); EPINEY dé épeuna (épine); GORRAZ, GORRÉ, GORRET, GORREX, GORETTAZ dé gorra, goras, “gorey” (endroit de saules); DUNOYER dé nouì (noyer); PES, PESSE dé pesse, “pessey” (bois de sapins); RAVET, LARAVOIRE dé rave, ravie (champ planté de raves); TILLIER, DE TILLIER dé tieul, “teilly” (lieu de tillieul); VERNEY dé verna, “verney”(lieu d’aulnes). I trovèn lé non di mitì dedeun: BARAILLER, BARBIER, BERGER, BOVARD,CHARBONNIER, CHAPPUIS,CHASSEUR, CHEVRIER, LAGNIER, FAVRE , FERROD, FOURNIER, MAGNIN, MARQUIAND,OUVRIER, PASTEUR, PASTORET, PELLISSIER, SARAILLON, SARTEUR, SEGOR, VACHER,VAGIER,VAGNEUR, LEVIRAT. Lé surmignón, qu’i rémarcon sertène carateristique dé la persounna, y an dounà orijine i non : BESSON, BLANC, DUBLANC, GRANDBLANC, BLANCHET,BLANCHOD, BONJEAN,BRUN,BRUNET, CHAPELLU,GAILLARD,GROS, GROSJACQUES,PETITJACQUES, GROSJEAN,PERSONNETTAZ, PETIT-PIERRE,PITET,PELLU, ROSSET,ROUX,DUROUX, PRADUROUX, etc. D’atre surmignón qu’i récordon dé titre importàn, magara finque moqueur, no lé trovèn avó lé non: BECQUET, CONTOZ, DUC, IMPÉRIAL, LEVÊQUE , MARQUIS, REY, VESCOZ, VICQUÉRY. Ibièn pa lé non dé l’opétai, chut qu’y an beuttà i minà dé forteuna é qu’i trovèn bièn chovèn in tsi no. I levrèn la notra piquióda pormonà pérmì lé non valdotèn, avó lé dirì non noble qu’y an areuvvà tanque ou dzor dé vouèi: D’AVISO DE CHARVENSOD, DENABIAN, PALLAIS, PASSERIN D’ENTRÈVES, SARRIOD D’INTROD, VALLEISE, dérì témouèn dé eun passà iér importàn. ¹ Cadastre Sarde 1767-1773 , Anthroponymie Vald. Robert Berton, Impr. Valdôtaine –Aoste 1987 Te cogné-teu l’orijine dé la tén fameuye ? La pianta seu dézot a y a perdù quécca dé fóye… T’é-teu bon dé rétrové lé non di tén vièi é récordé-nen lé non ? Collaborateur de Saint-Vincent pour les traductions: Paola Seris La transcription a été soignée par le Guichet linguistique Guichets linguistiques Suggestions, conseils, remarques et critiques sont bien acceptés. En espérant que tu puisses nous aider, n’hésite pas à nous contacter ! Sportelli linguistici Suggestioni, consigli, commenti e critiche siamo disposti ad accettare. Sperando che un aiuto tu ci possa dare, ti chiediamo di contattarci senza esitare! BREL 59, rue Grand-Eyvia 11100 Aoste Tél. 0165 32413 - Fax 0165 44491 [email protected] Corso di cucina a Saint-Vincent Iniziativa vincente Il corso di cucina curato dallo chef Vincenzo Atzei, organizzato dalla biblioteca comunale di Saint-Vincent, ha riscosso grande successo. Tenutosi presso la cucina del Ristorante “Il Ristoro” di SaintVincent, il corso, che ha avuto luogo tra aprile e maggio 2008, è stato strutturato in cinque lezioni serali, di circa tre ore l’una, nel corso delle quali sono stati passati in rassegna i principali segreti dell’arte culinaria, dalla preparazione degli antipasti e dei primi piatti, a quella delle carni, del pesce, e, naturalmente, dei dolci. Altre preparazioni sono infine state illustrate su richiesta dei partecipanti. Divisi in gruppi, i corsisti hanno realizzato piatti deliziosi seguendo le indicazioni dello chef che interveniva per spiegare come facilitare alcuni passaggi critici in cucina e per dispensare piccoli segreti. A fine serata, si procedeva a impiattare come veri chef e a degustare i propri capolavori. Il corso, preziosa occasione per migliorare le proprie doti ai fornelli, è stato anche un piacevole momento di incontro e di confronto. I quindici partecipanti hanno infatti preso parte alle serate con molto entusiasmo e spirito di collaborazione. Speriamo che iniziative come queste possano essere ripetute al più presto!! La Ricetta Dello Chef Tortino Di Coniglio Al Cioccolato Scottate il coniglio per circa 15 minuti in un litro e mezzo di acqua bollente, tiratelo su con una schiumarola e lasciatelo intiepidire. Disossate il coniglio con attenzione usando un coltellino affilato Rimettete le ossa nell’acqua di cottura insieme a una cipolla, mezza carota e una costola di sedano, aggiungete l’alloro e un cucchiaino di sale grosso, quindi portate a bollore e fate restringere per una mezz’ora . Riducete il coniglio a piccoli pezzi, tritate grossolanamente la cipolla, il sedano e la carota e fateli appassire in una padella con l’olio; aggiungete il coniglio, rosolatelo con gli aromi per qualche minuto quindi aggiungete il timo, la cannella, i chiodi di garofano, sale e pepe. Versate il vino bianco, un mestolino di brodo, coprite e abbassate il fuoco. Cuocete per una decina di minuti, poi unite le mandorle e il cioccolato spezzettato; lasciatelo sciogliere e togliete dal fuoco. Tirate la sfoglia e ricavatene un quadrato, sistematelo in una tortiera imburrata. Disponete il coniglio sul fondo della tortiera, quindi sollevate i bordi della pasta e stringeteli insieme come per fare un fagotto. Spennellate con il tuorlo d’uovo e infornate il tortino a 180° per circa 20 minuti finché diventa bello dorato. Intanto riprendete il fondo di cottura, allungatelo con un mestolo di brodo, poi fatelo restringere sul fuoco per 5 o 6 minuti, tirate la salsa con una noce di burro rigirata nella farina e togliete dal fuoco. Servite il tortino accompagnato con la sua salsa. Un coniglio di circa 1,5 kg. Cipolle 2 Carote 1 Sedano 2 costole Alloro una foglia Olio 3 cucchiai Timo un rametto Cannella un pizzico Chiodi di garofano 2 Vino bianco ½ bicchiere Mandorle a scaglie 40 g. Cioccolato fondente 20 g. Pasta sfoglia 1 rotolo Burro 1 noce Sale, pepe Corso di cucina Edizione Autunno 2008 Visto il successo riscosso, in accordo con lo chef Vincenzo Atzei, la biblioteca comunale propone una nuova edizione del corso di cucina, raddoppiando l’offerta. CORSO BASE articolazione su cinque serate, orario 19.45-23.00 sede: Ristorante Il Ritrovo – Saint-Vincent Mercoledì 22 ottobre 2008 Tema: Antipasti caldi e freddi Mercoledì 29 ottobre 2008 Tema: I primi Mercoledì 5 novembre 2008 Tema: I secondi Mercoledì 12 novembre 2008Tema: I dolci Mercoledì 19 novembre 2008Tema: Proposte varie CORSO AVANZATO dedicato in particolare a coloro che hanno seguito in primavera il corso base articolazione su quattro serate orario 19.45-23.00 sede: Ristorante Il Ritrovo – Saint-Vincent Giovedì 23 ottobre 2008 Giovedì 30 ottobre 2008 Giovedì 6 novembre 2008 Giovedì 13 novembre 2008 Tema: La pasta Tema: La carne Tema: Il pesce Tema: I dolci Per motivi organizzativi il numero massimo di partecipanti è fissato in 15 persone per ciascun corso. La quota di partecipazione ammonta a 100,00 euro per ciascun corso e comprende, oltre al corrispettivo dell’attività didattica del docente, il costo del materiale occorrente. Alla fine di ogni serata si gusterà quanto preparato. Le iscrizioni si ricevono presso la biblioteca comunale entro e non oltre il 10 ottobre 2008, salvo previo raggiungimento della quota massima di partecipanti. A questo proposito si invita chi fosse interessato a manifestare tempestivamente la propria adesione, in quanto alcune persone escluse per questione di esubero dal corso precedente facilmente potrebbero scegliere di aderire ai corsi autunnali. Per informazioni: 0166 537550 o 347 6510216 23 Jeux d’eau