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Comune di Saint

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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 10 - 2008
S
A
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N
T
V
I
N
C
E
N
T
Jeux d’eau
I n f o v a l l é e
Orario di ricevimento
per il pubblico
sindaco e assessori
•SaraSINDACO
BORDET
mercoledì 14.30 - 15.30
senza appuntamento
VICE SINDACO
•Pierluigi
MARQUIS
delegato: lavori e opere pubbliche,
servizio cimiteriale
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE TURISMO
•Mauro
ALLIOD
delegato: sport e tempo libero
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE URBANISTICA
•Massimo
DIDò
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
2
ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE
•Maura
SUSANNA
delegato: cultura, sanità e servizi sociali
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE
•Sergio
PéAQUIN
delegato: agricoltura, artigianato e commercio
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
Testata: Infovallée
COMUNE DI SAINT-VINCENT
Desideriamo informarla che i suoi dati personali
raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno
utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT”
nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati
dalla direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la
protezione dei dati personali; dalla Direttiva 97/66/CE
e dal D.lgs 171/98 per la tutela della privacy nelle
telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE
e dal D.lgs 185/99
Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL.
353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46)
art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 10/2008
Direttore testata
Dario Bordet
Sommario
Concorso “L’ecopagella di Capitan Eco”
3
Concorso fotografico calendario 2009
3
Grand Hôtel Billia:
il centenario che guarda avanti
4
Alla ricerca di radici comuni - 2ˆpuntata
6
Alla ricerca di radici comuni - 3ˆpuntata
7
Editoria locale
8
XVI Prix de Francesistica
8
Novità in biblioteca
9
Manifestazioni estive e autunnali
a Saint-Vincent
12
La Veillà de Moron
14
I nostri villaggi – La Tour des Rosset
15
Notizie dal Consorzio Ru Courtaud
16
Pagine in francoprovenzale
a cura de “Lo gnalèi”
18
Corso di cucina
23
COLLABORATORI:
Classi 5ˆA e 5ˆB Scuola primaria di Saint-Vincent capoluogo, Pietro Guido Zampieri, Paola Seris, A.I.A.T. SaintVincent, Paola Pession, Maurizio Bacco, Pier-Giorgio
Crétier, Sara Clemente, Raffaella De Propris, Vincenzo
Atzei, Guichet linguistique “Lo gnalèi”
CONTRIBUTI FOTOGRAFICI:
Archivio Biblioteca Saint-Vincent (cartoline articolo centenario Billia), Archivio Grand Hotel Billia, Josette Bovard,
Archivio Assessorato regionale Istruzione e Cultura (articolo
Prix de Francesistica), Fabrizio Besenval; Mirco Torrent,
Archivio fotografico BREL
Foto di copertina: Scorcio panoramico dal villaggio “La Tour
des Rosset” di Fabrizio Besenval
Edizioni:
Le Roy S.r.l. (Verres) tel. 0125 929221
e-mail: [email protected] on line:www.24orenews.it
Si ringraziano per la preziosa collaborazione Valeria Scionti,
Rita Thuégaz, Erika Bertellotto
Grafica:
[email protected]
COORDINATORE:
Sergio Rossi
Tipografia:
Alma Tipografica srl
Villanova M.vì - Cn
Visitate il sito istituzionale del comune di Saint Vincent
all’indirizzo: www.comune.saint-vincent.ao.it
Concorso didattico “L’Ecopagella di Capitan Eco”
Le classi 5^A e 5^B della Scuola Primaria di St-Vincent capoluogo hanno
aderito al Concorso didattico “L’Ecopagella di Capitan Eco”, promosso
dalla Comunità Montana in collaborazione con l’azienda Quendoz.
I ragazzi, ricchi dell’esperienza vissuta attraverso il progetto “RICICLO”
realizzato nell’A.S. 2006-07, hanno
proficuamente contribuito a sensibilizzare i propri genitori, parenti e
conoscenti verso un “modus vivendi”
più rispettoso dell’ambiente, facendo
conoscere i servizi offerti in merito
alla gestione dei rifiuti.
I risultati sono stati sorprendenti:
la classe 5^A si è classificata al III°
posto, mentre la classe 5^B al VII°
posto!
La biblioteca comunale di Saint-Vincent
bandisce il concorso fotografico
I Colori Della Natura Riflessi Nell’acqua
REGOLAMENTO
1) Il concorso fotografico, come rivela il titolo, ha per tema il felice incontro degli elementi NATURA, COLORI e
ACQUA. Le fotografie, inedite, devono contenere la triade sopraindicata e devono essere scattate sul territorio di
Saint-Vincent.
2) Ogni concorrente può partecipare con un massimo di 5 fotografie.
3) Ogni fotografia dovrà avere un titolo e l’indicazione del luogo in cui è stata scattata.
4) Le immagini devono pervenire su supporto digitale in busta chiusa alla Biblioteca Comunale, via Vuillerminaz, 7 11027 Saint-Vincent (AO), a mano o a mezzo posta, entro il 24/10/2008. All’interno della busta il concorrente dovrà
inserire una busta chiusa più piccola contenente le proprie generalità: nome, cognome, indirizzo, numero telefonico,
eventuale e-mail.
5) Le immagini pervenute saranno valutate da un’apposita giuria nominata dalla Commissione comunale della Biblioteca, che assegnerà, a suo insindacabile giudizio, i seguenti premi:
1° classificato: buono del valore di euro 300,00 per l’acquisto di materiale fotografico; pubblicazione dell’immagine
sulla copertina del calendario comunale di Saint-Vincent dell’anno 2009;
dal 2° al 13° classificato: pubblicazione dell’immagine sul calendario comunale di Saint-Vincent dell’anno 2009 e
omaggio di un libro a tema fotografico.
6) La biblioteca di Saint-Vincent si riserva il diritto di utilizzare gratuitamente tutte le immagini pervenute per l’eventuale realizzazione di una mostra o per altri scopi legati ai propri compiti istituzionali.
7) I premi saranno consegnati nel corso di una cerimonia ufficiale che si terrà ad avvenuta stampa del calendario
2009.
8) La partecipazione al concorso implica, da parte di ciascun concorrente, l’accettazione incondizionata del presente
regolamento.
9) Il presente bando è pubblicato sul sito internet www.comune.saint-vincent.ao.it
Per informazioni contattare la biblioteca comunale
telefonando allo 0166/537550
3
Grand Hôtel Billia: Il Centenario Che Guarda Avanti
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4
mpatta e incuriosisce già a vederlo da lontano e sovrasta quando
ci si pone proprio sotto questo
monumento, imponente e leggero
che è il Billia.
Nasceva gigante 100 anni or sono, e
da vicino si è pronti a giurare che le
sue guglie solletichino il cielo, celeste e limpido che è il dono di Dio
a Saint-Vincent, che è la copertura
serena posta a proteggere un clima
da invidiare. Guglie ardite che fanno
il verso ai picchi delle nostre montagne!
Questo albergo è un simbolo della
vitalità di una regione e di una cittadina di piccole dimensioni ma di
grandi idee e prospettive, ed in fondo
costituisce la continuità e quasi un
motivo perenne di sottofondo e di
coerenza, in un secolo che ha visto
tutto e l’opposto di tutto; il Billia,
immerso nel contesto di quel bellissimo anfiteatro che è la conca
di Saint-Vincent, contro e malgrado
tutto, si è ostinato a vivere da gran
signore, come i clienti che l’hanno
eletto a proprio soggiorno, in simbiosi e facendo un tutt’uno con il
prestigioso Casino.
E’ nato grande il 15 giugno 1908
presuntuosamente - o no? - l’anno
in cui nascevano grandi personaggi,
citati così a caso come Bette Davis
e Giovanni Leone, Anna Magnani,
Cesare Pavese, Nelson Rockefeller e
la leggenda dei direttori d’orchestra
Herbert Von Karajan; era la realizzazione di un’idea d’avanguardia di un
geniale e versatile imprenditore, il
Cav. Stefano Billia, che ha impresso
il proprio marchio nella struttura che
gli ha assicurato per ora una sopravvivenza ed una notorietà secolari.
La facciata è stata da poco riportata
agli stupefacenti ed inaspettati colori originali quanto mai attuali, che
lo rendono plastico ma in perfetta
armonia e consonanza con il paesaggio impagabile della natura che gli fa
da cornice; essa, alla fine, è il benve-
nuto dato da Saint-Vincent un tempo
al viandante ed ora al visitatore od
al curioso determinato a trascorrere
qualche ora di relax e che magari si
invaghisce del luogo e vi sosta per
giorni o settimane.
Ma proviamo a chiederci: che cos’è
il Grand Hotel Billia per SaintVincent?
Giriamo il quesito: che cos’è SaintVincent senza il Billia? E’ certo una
serie di altre cose, ma sarebbe però
mutilo, privo di un elemento discriminante che - ora che è divenuto di
mano pubblica - ha acquisito anche
una dignità istituzionale di cui c’è da
essere fieri e non gelosi: finalmente è
una risorsa di tutti ma in particolare
di Saint-Vincent.
In questa prospettiva chi, come me,
ha oggi il grande privilegio di amministrarlo, si sta adoprando con umiltà e determinazione per ripristinarne
nei pochi anni necessari anche la
bellezza ed il fascino interni e dello
splendido parco, nel modo in cui
si vivono ed interpretano ora, ma
sempre in un quadro assolutamente
rispettoso delle sue origini. E’ infatti
un monumento protetto, tutelato e
da salvaguardare non in una smisurata teca ma dandogli vita e vigore,
ipotizzando per il suo avvenire nuovi
più consoni scenari e fasti, che richiamino e ripetano l’impegno doveroso
per la cultura e l’arte, l’economia e
lo spettacolo, ma in primo luogo ne
plasmino la vocazione essenzialmente protesa a creare atmosfera e clima
ideale per il benessere, il riposo, lo
svago e la serenità.
E Dio sa quanto ce n’è bisogno oggi,
di quest’ultima soprattutto.
Auguri, caro Billia, per le tue prime
cento candeline. Auguri SaintVincent.
Pietro Guido ZAMPIERI
5
Alla Ricerca Di Radici Comuni
Valle d’Aosta – Piemonte
seconda …puntata.
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6
on l’ormai consolidato gruppo di fans (grazie siete il
nostro…”conforto”) e qualche benvenuta new entry sabato
18 aprile siamo andati alla ricerca
di ulteriori radici comuni, questa
volta nel vicino Piemonte. Il legame più ovvio era con l’abbazia di
Sant’Antonio di Ranverso e gli affreschi di Giacomo Jaquerio. La bella
facciata (sec. XV), sulla quale spiccano ghimberghe ornate a motivi floreali e pinnacoli in cotto ci ha ricordato la facciata e le finestre a crociera
del nostro complesso di Sant’Orso
(fine sec. XV). In particolar modo
si è notata la perfetta similitudine
e tecnica nell’uso dei mattoncini in
cotto nei pinnacoli decorativi sia di
Sant’Orso che del castello di Issogne.
Ma è all’interno della chiesa, nel
presbiterio e nella sacrestia, che la
visita si è rivelata più interessante
perché ci si è trovati nuovamente al
cospetto degli affreschi di Giacomo
Jaquerio quindi nuove similitudini
con Fénis e Abondance: visi caricaturali, barbuti, dai capelli fluenti,o
quasi calvi; madonne e sante con
capo leggermente reclinato e dai
dolcissimi volti; colori; vegetazione; elementi architettonici e poi la
firma....(picta ) fuit ista capella p(er)
manu(m) Jacobi Jaqueri de Taurino.
Naturalmente non si è certamente
tralasciato di ammirare lo splendido polittico di Defendente Ferrari
(il grande artista nato a Chivasso
e appartenente alla scuola cinquecentesca Vercellese) raffigurante la
Natività e santi (Rocco, Bernardino
da Siena, Antonio e Sebastiano), il
tutto inserito in una preziosa struttura lignea dorata e intarsiata. Se
Sant’Antonio di Ranverso era la meta
principale si è voluto comunque
includere nella visita la Sacra di San
Michele. Alle 09,30 puntualissimi 33
coraggiosi hanno affrontato la salita
verso il monte Pirchiriano e l’imponente Sacra. Con le spiegazioni del
signor Arturo, la nostra guida, ci
siamo arrampicati lungo lo scalone
dei morti (così detto in quanto vi
venivano esposti i monaci defunti)
al termine del quale ci siamo trovati
al cospetto della Porta dello Zodiaco,
l’opera di più alto interesse artistico dell’intero complesso, dovuta al
Maestro Niccolò attivo nella Sacra
nel 1120. Siamo rimasti sorpresi
dalla bellezza delle lesene decorate
a girami vegetali dove, inseriti nelle
volute, spiccavano figure umane,
animali e mostri immaginari. Sempre
nelle lesene sono stati scolpiti i segni
delle 16 costellazioni e dello zodiaco.
Molto interessanti le scritte ! Vale la
pena di ricordarne alcune:
-“Vos qui transitis sursum vel forte
reditis / vos legite versus quos descripsit Nicholaus” (voi che salite, o per
caso ridiscendete, leggete i versi che
scrisse Niccolò) - siamo di fronte alla
firma del Maestro scultore ed architetto della Sacra.
- “Hoc opus hortatur saepius ut aspiciatur” (questa opera spinge ad
osservarla ripetutamente)
- “Hoc opus intendat quisquis bonus
expendat / Flores cum beluis comixtos cernitis” (Osservi questa opera
chiunque, capace, ne misuri il valore ; vedete fiori frammisti ad animali)
- “Hoc opus intendat quisquis bonus /
exit et intrat” (Volga la sua attenzione a questa opera chiunque, capace,
esca o entri). Sempre sul portale
abbiamo ammirato capitelli e basi
di colonne raffiguranti Sansone che
scuote le colonne del tempio, due
donne che allattano 4 serpenti (iconografia comune nel Medio Evo a
simboleggiare madre Terra che nutre
tutte le cose), l’uccisione di Abele
con alle spalle di Caino il demonio
tentatore ed ancora, alla base delle
colonne, tre leoni che si rincorrono
e due grifoni che beccano la testa di
un uomo. Abbiamo poi ammirato
l’interno della chiesa a tre navate e
cinque absidi (era anche l’impianto
antico della nostra chiesa cattedrale) con una bellissima sequenza di
colonne a fascio con capitelli istoriati
ed il coro vecchio ornato da affreschi
raffiguranti la morte della Vergine
e la sua assunzione. Sulla terrazza
belvedere le macchine fotografiche si
sono scatenate immortalando la valle
di Susa che si stendeva, magnifica,
ai nostri piedi. Le bellezze appena
“gustate” non ci hanno però tolto
l’appetito ed è stato con vero piacere
che ci siamo recati presso il ristorante Corona Grossa per un pranzo
ristoratore.
Le fatiche non erano però ancora terminate e dopo pranzo abbiamo completato il nostro tour in Avigliana
visitando, tra l’altro, la chiesa di San
Giovanni (sec. XIII) dove è conservato il polittico ligneo del ‘500 di
Defendente Ferrari e la più suggestiva chiesa di San Pietro (sec. XII)
completamente ricoperta da affreschi
eseguiti tra i secoli XI e XV, il più
interessante dei quali rappresenta il
Castello di Avigliana, forse l’unica
vera testimonianza di come fosse
realmente l’antico baluardo di casa
Savoia.
Siamo ora felici di presentarvi in
anteprima la terza puntata di : Alla
ricerca di radici comuni.
La biblioteca di Saint-Vincent propone:
ALLA RICERCA DI RADICI COMUNI
3a puntata
AOSTA - SUSA - SAINT-JEAN DE MAURIENNE
CONFLANS - MOUTIERS
30 Agosto 27-28 Settembre 2008
PROGRAMMA:
Sabato 30 agosto ore 14
Ritrovo ad Aosta in piazza Roncas
(di fronte al Museo Archeologico)
Visita guidata di Aosta romana e Museo della
Cattedrale. In particolare ci si soffermerà sul monumento funerario al vescovo Oger Moriset e sulle altre sculture di Stefano Mossettaz
Sabato 27 settembre
Ore 7.30
Partenza da Saint-Vincent (Fermata autobus parcheggio
pluripiano)
Sosta lungo il tragitto per la prima colazione libera in
autogrill
Ore 10 .00 circa
Arrivo a Susa e visita dell’antica Segusium romana
Ore 12.30 circa
Arrivo al Colle del Moncenisio. Pranzo presso il ristorante Le Relais du Col affacciato sul pittoresco lago
alpino
Ore 14.30 circa
Partenza alla volta di Saint-Jean de Maurienne
Ore 16.30 circa
Arrivo a Saint-Jean de Maurienne. Visita guidata del
Complesso Medievale (Cattedrale, Monumento funerario di Oger Moriset, Chiostro)
Ore 18.00
Proseguimento verso Albertville
Ore 19.00
Arrivo ad Albertville
Sistemazione in camera doppia con servizi privati
presso l’Hôtel Le Roma***
Cena e pernottamento in hôtel
Serata libera
Domenica 28 settembre
Ore 8.00
Prima colazione in hôtel
Ore 9.00
Visita guidata di Conflans, borgo medievale che ha dato
i natali ad Oger Moriset
Ore 10.00 circa
Proseguimento per Moûtiers
Ore 10.30
Visita libera di Moûtiers, città gemellata con Verrès
Possibilità di assistere alla Santa Messa presso la Cattedrale
Ore 12 circa
Proseguimento per Bourg-Saint-Maurice
Ore 12.45 circa
Pranzo presso l’Hostellerie du Petit-Saint-Bernard
Ore 15.30
Rientro a Saint-Vincent. Sosta al Colle del Piccolo San
Bernardo per ammirare la Mansio, la Columna Jovis ed
il Cromlech
Ore 19.30 circa
Arrivo a Saint-Vincent
Il tour è organizzato in collaborazione con la CIP Tours di Saint-Vincent
COSTO DEL TOUR: € 160,00 a persona in camera doppia. Supplemento singola € 25,00. Nel caso di raggiungimento
del numero di 50 partecipanti il costo scenderà ad € 145,00 a persona.
La quota comprende:
Bus Gran Turismo della S.V.A.P.
Cena e pernottamento del 27 settembre e prima colazione del 28 settembre
Pranzi del 27 e 28 settembre (bevande escluse, acqua compresa)
Assicurazione R.C. per l’intero gruppo
La biblioteca si farà carico delle spese relative alle visite culturali (ingressi e guide)
Le prenotazioni si ricevono presso la segreteria del Comune di Saint-Vincent (sig.ra Valeria – 0166 525161) dal lunedì
al venerdì in orario 9-12.30, 14.30-15.30 a partire dal 30 luglio p.v. ed entro il 22 agosto 2008 fino ad esaurimento dei
posti disponibili.
All’atto della prenotazione si dovrà versare un anticipo di € 50,00, mentre il saldo andrà versato entro il 19 settembre
2008.
7
Editoria locale
Pier-Giorgio CRETIER,
Notai a Saint-Vincent nel corso dei
secoli, Saint-Vincent, pubblicazione
a cura dell’autore, 2007
F
rutto di un’intensa e appassionata attività di ricerca in
archivi pubblici e privati, il
lavoro raccoglie notizie biografiche
e affreschi di vita professionale dei
notai che hanno esercitato la loro
attività a Saint-Vincent dal XIV fino
al XX secolo, il tutto preceduto da
un godibile ed ampio preambolo in
cui l’autore inquadra le caratteristiche dell’arte notarile ed evidenzia
struttura ed elementi salienti degli
atti emanati.
In questo agile volumetto PierGiorgio Crétier dimostra ancora una
volta la sua capacità di integrare
perfettamente ricerca storica e divulgazione, restando nel territorio della
microstoria, a lui così caro. Se da un
lato infatti l’opera ha le caratteristi-
che dello studio accurato destinato
a ricercatori e adepti della materia, nondimeno riesce nell’intento di
appassionare chiunque voglia avvicinarsi ad un tema magari insolito
e ricco di curiosità. Lontano anni
luce dall’atteggiamento hautain di
certa storiografia, l’autore intende
condividere col maggior numero
possibile di persone i risultati della
sua ricerca e accompagnarle alla scoperta dei risvolti sociali, economici e
culturali che i documenti disvelano.
Tra le figure di notai oggetto dello
studio, citiamo, a titolo di esempio,
Aimonet De Lesqueney, redattore
dell’atto di infeudazione del Canale
della Pianura di Saint-Vincent (Ru de
la Piana) il 17 agosto 1325; François
Franchini, che riunì il 14 luglio
1393 i 17 capifamiglia della collina
per la sottoscrizione del contratto
con cui il signore Ibleto di Challant
autorizza la costruzione del canale Courtaud; Bonifacius Mistralis,
operante nel XV secolo, noto per il
suo legame con una donna, Caterina
de Chynal, accusata di stregoneria; i due notai Jean-Michel Séris
e Sulpice-Ambroise Charbonnier,
entrambi fils du pays, fra i quali scoppiò un’aspra battaglia legale.
Notai a Saint-Vincent nel corso dei
secoli è reperibile presso la biblioteca
comunale.
8
XVIe Prix Littéraire de Francesistica Des Thermes De Saint-Vincent
Premio assegnato ex-aequo a:
Mariella DI MAIO - Stendhal, Romanzi e racconti, Milano, Mondadori, Collana “I Meridiani”, 2008
Alessandra PREDA, Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del “Candelaio” di Giordano Bruno, Milano, LED, 2007
XIIIe Prix Balmas Vallée D’Aoste
Premio assegnato a:
Laura e Giorgio ALIPRANDI, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, 2 voll., Priuli e Verlucca, 2006-2007
Segnalazioni :
Augusta CERUTTI, Jean Domaine. Poète et chantre. Appassionato cantore de «La verda vallaye», Aoste, Imprimerie valdôtaine, 2008
Silvana PRESA - Jean Patrick PERRUCHON , Corrado Gex. Il vit clair, il vit loin, Aoste, Musumeci, 2007, (vidéo de Joseph
PEAQUIN)
Zéro - Quinze. L’enfance et l’adolescence dans la photographie valdôtaine de 1890 à 1970, Aoste, 2008 et l’activité scientifique
du BREL, dirigé par Saverio FAVRE
Novità in biblioteca
MAL DI MERITO.
L’epidemia di raccomandazioni
che paralizza l’italia
In Italia, il pezzo di carta più utile non è un
titolo di studio, ma una lettera di raccomandazione. La prevalenza della spintarella non
è folklore o semplice malcostume: soffoca la
meritocrazia, blocca la mobilità sociale e dà fuoco alle polveri della guerra tra generazioni. Tra inchiesta, denuncia e
resoconto di vita vissuta (e lavorata), questo nuovo libro di
Giovanni Floris non risparmia le stoccate polemiche: contro
la generazione del ‘68, ex rivoluzionari bravissimi a occupare posizioni di potere e a non mollarlo più; contro il mito
dell’efficienza del settore privato (che in realtà è stagnante
quanto quello pubblico); contro la sinistra stessa, incapace
di comprendere che il ritorno della meritocrazia dovrebbe
essere la chiave della sua azione politica. Per impedire che chi
nasce ricco continui ad arricchirsi, mentre i poveri muoiono
poveri.
L’ INTELLIGENZA È UN GIOCO
L’intelligenza dei più piccoli non si manifesta
soltanto tramite lo sviluppo delle capacità intellettuali, ma soprattutto attraverso il
gioco e il controllo delle emozioni. Con un
approccio innovativo, Carol Cooper insegna
come riuscire a sviluppare le abilità intellettive nei bambini. Il
volume è scandito per fasce di età: 0-3 mesi; 3-6 mesi; 6-12
mesi; 12-18 mesi; 18-24 mesi; 24-36 mesi. Per ogni fase
della crescita l’autrice focalizza un tema principale e consiglia
esercizi e comportamenti per stimolare le potenzialità del
bambino.
IL DNA E IL NOSTRO CORPO
Cosa dobbiamo sapere sulle biotecnologie
Quello che si dice per la guerra, cioè che
sia troppo seria per lasciarla fare ai generali,
lo si può dire ormai anche della scienza: è
troppo importante per lasciarla nelle mani
degli scienziati. Il dibattito sulla scienza, e
in particolare sulla biologia e la medicina, chiama sempre
più spesso in causa le opinioni di politici e cittadini, sia per
quanto riguarda le scelte personali di vita quotidiana, sia per
le regole da applicare alla ricerca scientifica e all’uso di tecniche già esistenti. Attraverso le pagine di questo libro, il lettore
incontrerà i princìpi base della biologia molecolare, analizzerà il panorama delle biotecnologie e darà uno sguardo ai
possibili sviluppi scientifici che si profilano all’orizzonte. Il
grande protagonista è il DNA, che viene presentato di volta in
volta in coppia con processi ben noti a tutti, come la crescita,
lo sviluppo e l’invecchiamento. All’interno di questa trama
narrativa, vengono presentate le grandi sfide della scienza
come la genomica e la proteomica, e questioni più spinose
come la clonazione, l’ingegneria genetica, gli alimenti geneticamente modificati.
IO SONO UN TAXI
Bolivia, anno 2000. Diego è un ragazzino
di 12 anni che da tre vive in prigione con
la mamma e la sorellina. Anche il papa è
detenuto in un’altra ala dello stesso carcere.
Sono una famiglia povera, che si guadagnava
da vivere lavorando la terra di altri e sono
stati arrestati perché un giorno, andando al
mercato, la polizia ha perquisito il camion su cui viaggiavano
e ha trovato della droga nascosta di cui non sapevano nulla.
Non essendo un vero detenuto, Diego ha il permesso di uscire di prigione, e così riesce a guadagnare qualcosa facendo il
fattorino per altri detenuti. Ma deve stare attento, perché là
fuori la vita è difficile e i trafficanti di cocaina sono sempre
alla ricerca di giovani corrieri... Età di lettura: da 11 anni.
L’ASSASSINA
Clara Rinker, la killer professionista dagli
occhi di ghiaccio si è ricostruita una nuova
vita in Messico: fidanzata con Paulo, figlio di
un boss della malavita locale. Il destino sembra volerle però ricordare che, a una come lei,
non è concesso chiudere i conti con il passato. Qualcuno, infatti, uccide il suo uomo e la ferisce gravemente, tanto da farle perdere il bambino. Quello che Rinker
sa e tutti gli altri ignorano è che il bersaglio dell’attentato non
era il compagno, ma lei stessa. Così, non appena è in grado di
rimettersi in piedi e di tenere in mano una pistola, la donna
torna a St. Louis. Spietata come non mai, si lascia dietro una
lunghissima scia di cadaveri. Solo che, questa volta, non lo fa
per denaro, ma per vendetta
COLLODORO
Ne ha sempre avuti parecchi di guai, Antoni
Sarmentu. Prima e dopo quel terribile giorno di settembre in cui salì al santuario della
Madonna di Gonare a chiederle la grazia
di trovare un marito per la figlia e di fermare il tumore che gli stava consumando
la moglie. D’improvviso, al momento della
comunione, cominciarono a cadere chicchi di grandine
grossi come ghiande, e un fulmine penetrò nella chiesa e
colpì proprio lui, Antoni, riducendolo come “uno stoppino
bruciato” e lasciandogli, al posto della filigrana dorata della
catenina di battesimo, “un sottile ricamo alla base del collo”.
Da quel giorno a Oropische tutti lo chiamarono Collodoro.
Ma il fulmine (o forse la Madonna stessa) gli aveva lasciato
un altro dono, più inquietante e più segreto: il temibile potere di guardare dentro la testa della gente, e di vedere i loro
peccati. A cominciare da quelli del parroco, don Basiliu, che
di tutti i peccatori del paese era il più abietto e il più infido.
Ma il giorno di Ferragosto, ventiquattr’ore prima dell’esproprio delle terre di Monte Piludu, l’intero paese si metterà in
marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori. E sarà una
battaglia memorabile.
9
IL SEGRETO DEL LAGO
In vista dell’esame di ammissione a una prestigiosa scuola superiore, quattro coppie di
genitori decidono di trascorrere l’intera estate
nella villa di uno di loro, dove un insegnante
impartirà ai figli lezioni private. Un luogo
apparentemente idilliaco, immerso nella natura, sulle placide
sponde del lago Himegami. Eppure, una strana atmosfera si
respira dietro il regime di studio estenuante dei ragazzi e l’eccessiva coesione degli adulti. L’ansia del successo e la paura
del fallimento sono palpabili. Solo Shunsuke Namiki, che si
unisce al gruppo per ultimo, sembra estraneo a queste emozioni: non vuole forzare le scelte del figlio adottivo e, distratto
da una relazione con la segretaria, sta pensando al divorzio.
Fino a quando la sua amante non viene trovata morta, e sua
moglie confessa l’omicidio. Sconvolto e divorato dai dubbi,
aggravati dalla misteriosa condotta del gruppo deciso a coprire l’omicida, Namiki comincerà a indagare. Perché mai sei
persone rispettabili dovrebbero correre il rischio di complicità in un omicidio? Per pura amicizia? In un crescendo di tensioni, verità non dette e ricostruite, dilemmi etici e ambiguità
morali, sarà il segreto stesso a reclamare una risposta, dalle
profondità torbide e oscure in cui è stato gettato. E tuttavia
qualcosa sfuggirà alla giustizia e lo stesso Namiki dovrà piegarsi a un compromesso fatale, senza alcuna via di scampo,
se non il silenzio.
10
CORTIGIANE
Erano belle, intelligenti e audaci. Avevano ai
loro piedi non solo grandi scrittori e poeti,
musicisti e pittori (da Baudelaire a Hugo,
da Dumas a Flaubert, da Liszt a Rossini,
da Manet a Courbet) ma anche potenti
politici, che nei loro salotti colti, brillanti
e spregiudicati imbastivano strategie trasversali. E giornalisti, naturali alleati di chi voglia e sappia
creare un’immagine. Le chiamavano cortigiane, anche se
non appartenevano in realtà a nessuna corte. Secondo alcuni
erano prostitute. Secondo altri erano “agenti di Borsa con il
seno”. Cambiare spesso finanziatore era forse l’unica forma
di indipendenza concessa dal secolo borghese a chi non
aveva collocazione sociale, nascendo nel sesso debole, oltre
che in povertà. La Signora delle camelie, Thérèse de Paiva,
Alice Ozy, Lola Montez, Mogador, Gora Pearl, Giulia Barucci
non vendevano solo i loro corpi, ma anche la gioia di vivere,
lo smalto della conversazione, il prestigio dei loro inviti, la
capacità di movimentare ogni incontro. Avevano lo spirito, il
denaro e la celebrità, uscivano coperte di perle e camelie, di
rose e diamanti.
IL DIAMANTE MALEDETTO
George, Shannon, Renee e Derrick non sono
soli nella caccia al tesoro che li ha spinti ad
addentrarsi sempre più spesso e sempre più
in profondità nei sotterranei di New York.
Ora la “ciurma” è finita nei guai perché il
feroce Leroy sa chi sono e loro sanno che
l’uomo potrebbe rivelarsi un avversario mortale... Il pericolo
è diventato troppo grande e nessuno vuole rischiare la vita,
nemmeno per un diamante di valore inestimabile. Nessuno
tranne George. Il ragazzo, infatti, decide di calarsi nell’oscurità delle gallerie da solo. Età di lettura: da 9 anni.
ASINELLO
VUOLE LA MAMMA…
E ANCHE IL PAPÀ
I bambini, si sa, sono capricciosi... ma forse
non sapete che gli asinelli non sono da
meno! La mamma di Asinello è uscita e ha
lasciato il suo piccolo con la baby sitter: lui,
invece di stare buono, ne ha combinata una delle sue, e adesso come farà a giustificarsi con la mamma che sta per tornare?
Una nuova irresistibile avventura dell’Asinello più amato dai
bambini! Età di lettura: da 5 anni.
METTETE SUBITO
IN DISORDINE!
Vivian Lamarque e Nicoletta Costa ci portano in una città tutta al contrario. Fin
dal nome: Oirartnoc. È una città dove le
mamme la sera urlano ai loro figli di mettere tutto in disordine se no guai a loro. E di
saltare e fare rumore “se no i vicini di sotto
pensano che siamo tutti morti”. Una città
dove i poveri sono ricchi e i ricchi sono poveri. Dove i televisorini vengono sgridati perché guardano troppo i bambini.
Dove la neve invece di scendere sale... Riderete, ma non solo.
Forse vi porrete qualche domanda, forse penserete un po’.
Età di lettura: da 6 anni
ACQUA DOLCE
Ti è mai capitato di nuotare così beato
nell’acqua da non sopportare la mamma
che ti dice di uscire? Ecco, questo non è
nulla rispetto al piacere che proveresti se ti
tuffasti nel mare caldo, dolce e trasparente
dell’Isola Verde, dalla forma di mezzaluna.
Ma dovresti stare attento, perché una leggenda dice che chi ci resta più di un mese è destinato a
non uscirne vivo! Esiste una bambina che è nata proprio
sull’Isola, e porta nel cuore la sua magica bellezza, ma che
dovrà sfidare tutto e tutti per poter tornare lì, con le sue
amiche scimmie e i suoi amici delfini, e ritrovare le parole un
tempo perdute... Età di lettura: da 9 anni.
LA CORTE DEI SAVOIA
(1849-1900)
Se non si conta la fugace comparsata (56
giorni) di Umberto II, “re di maggio” nel
1946, il regno d’Italia non è durato che
tre re: Vittorio Emanuele II, Umberto I,
Vittorio Emanuele III. Spettò ai primi
due, negli ultimi decenni dell’Ottocento, il compito non
sempre grato di accreditarsi come sovrani del nuovo regno.
Attentamente costruito su una mole ingente di testimonianze
edite e inedite, questo libro racconta per la prima volta come
si svolse la vita di quei due primi re d’Italia. Dai problemi
per il trasferimento della capitale a Firenze e Roma alle bizze
della “bela Rosin” e alla popolarità di Margherita; dalle visite
solenni alle città, ai ricevimenti e alle udienze, dai funzionari
alle dame di compagnia, dalle cacce agli intrighi, la corte
della prima monarchia italiana, nella sua dimensione sia pubblica sia privata, riprende vita attraverso la parola di coloro
stessi che vi presero parte.
LA MÉMOIRE TROUÉE
Cachée derrière le fauteuil, Emma n’a rien
vu de l’assassinat de sa mère, mais a tout
entendu. Rwanda, avril 1994, la folie meurtrière explose. Pas un habitant tutsi ne doit
être épargné. Pourtant la fillette survit. Car
la vie réserve aussi des moments de grâce,
des rencontres déterminantes... L’écriture tout en pudeur de
ce roman sur le drame du génocide rwandais lui donne une
force magistrale. LE MONDE ARABE
Qu’est-ce que le monde arabe ? Qui sont les
Arabes ? Quelle est leur histoire ? Quelles sont
leurs cultures ? Qu’est-ce que le Maghreb ?
Et le Machrek ? Répondre à ces questions,
c’est découvrir l’histoire extraordinaire d’un
ensemble de peuples et de cultures, c’est
apprendre à connaître une mosaïque de terres et de paysages.
Ce livre est comme un grand voyage qui va de l’Arabie au
Maroc, de la mer Rouge à l’Atlantique. Il raconte l’histoire
de grandes civilisations, il parle de littérature, d’art, de traditions, mais aussi de sciences, de géographie et de politique.
Et surtout, il invite le lecteur à rencontrer les enfants, les
hommes et les femmes de ces différents pays. PLUS TARD JE SERAI…
100 métiers à découvrir pour les enfants qui ont des rêves
plein la tête
LE PORTRAIT
La Baronne James de Rothschild (18441848) est certainement l’un des plus beaux
portraits exécutés par Jean-Dominique
Ingres. Ce portrait raconte la France, les
Rothschild, l’aristocratie et leur monde
depuis deux siècles. Il dit ce qu’il a vécu,
ce qu’il a perçu des conversations là où
il fut accroché, dans les hôtels particuliers parisiens des
enfants de Betty, au château de Ferrières, au château de
Neuschwanstein où Hitler entreposa les tableaux pillés par
Goering pour son futur musée, aux cimaises de New York et
de Londres où il sera exposé.
LE RAPPORT DE BRODECK
Le métier de Brodeck n’est pas de raconter
des histoires. Son activité consiste à établir
de brèves notices sur l’état de la flore, des
arbres, des saisons et du gibier, de la neige et
des pluies, un travail sans importance pour
son administration. Brodeck ne sait même
pas si ses rapports parviennent à destination. Depuis la guerre, les courriers fonctionnent mal, il faudra beaucoup de temps pour que la situation s’améliore. «On ne te demande pas un roman, c’est Rudi Gott, le maréchal-ferrant du village qui a parlé, tu diras les choses, c’est
tout, comme pour un de tes rapports. » Brodeck accepte. Au moins d’essayer. Comme dans ses rapports, donc, puisqu’il ne sait pas s’exprimer autrement. Mais
pour cela, prévient-il, il faut que tout le monde soit d’accord,
tout le village, tous les hameaux alentour. Brodeck est consciencieux à l’extrême, il ne veut rien cacher de ce qu’il a vu,
il veut retrouver la vérité qu’il ne connait pas encore. Même
si elle n’est pas bonne à entendre. « A quoi cela te servirait-il Brodeck ? s’insurge le maire du
village. N’as-tu pas eu ton lot de morts à la guerre ? Qu’est-ce
qui ressemble plus à un mort qu’un autre mort, tu peux me
le dire ? Tu dois consigner les événements, ne rien oublier,
mais tu ne dois pas non plus ajouter de détails inutiles.
Souviens-toi que tu seras lu par des gens qui occupent des
postes très importants à la capitale. Oui, tu seras lu même
si je sens que tu en doutes... » Brodeck a écouté la mise en
garde du maire. Ne pas s’éloigner du chemin, ne pas chercher ce qui n’existe
pas ou ce qui n’existe plus. Pourtant, Brodeck fera exactement le contraire. CONNAISSEZ-VOUS L’EUROPE ?
Cet ouvrage présente d’une façon ludique,
en un peu plus de 5 000 questions et autant
de réponses courtes, l’Europe des 27. Sont
présentés la construction de l’Europe et les
institutions, l’économie, les arts et les lettres,
et, pour chaque pays, l’histoire, la géographie humaine, la géographie physique. Sans oublier un grand
chapitre divers traitant d’autres sujets comme la gastronomie,
le sport, les attentats, les lois anti-tabac... De quoi comparer
ce qui se passe dans l’Union entre les divers pays qui la composent et que l’on connaît peu ou, parfois, pas du tout.
L’AUBE, LE SOIR OU LA NUIT
Un projet littéraire audacieux. Yasmina Reza
a suivi, dans des circonstances vraiment
inouïes de liberté et d’indépendance, Nicolas
Sarkozy pendant des mois. Ce sera donc là,
vu par un grand écrivain, le portrait d’un
homme parti à la conquête du pouvoir.
11
Manifestazioni a Saint-Vincent - Estate
MOSTRA
Dal 1 al 31 agosto
Saint-Vincent – Galleria Via Chanoux
Espressioni in mostra
Sculture di Berlier Dario, Chiurato Roberto, Crestani Franco,
Crestani Matteo, Yon Sebastiano, Pinet Franco, Regazzoni
Luciano, Vierin Siro, Zendri Loris
APPUNTAMENTI NEL TEMPO
Tutti i giorni
Parco giochi in località Col de Joux:
aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.00 – ticket € 3.00
12
Venerdì 8 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 17.30 e dalle ore 21.30 - Via Chanoux e Piazza Cavalieri
di Vittorio Veneto
XI edizione Festival del Teatro di Strada
Sabato 9 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 17.30 e dalle ore 21.30 - Via Chanoux e Piazza Cavalieri
di Vittorio Veneto
XI edizione Festival del Teatro di Strada
Tutti i sabati dal 21 giugno al 13 settembre
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Stabilimento Termale
Serate danzanti con l’orchestra di Max Rossi – ingresso € 6.00
Domenica 10 agosto
Saint-Vincent
Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal
vivo - ticket € 2,50
Venerdì 1° agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Talk Show
Delitti imperfetti con il Colonnello Luciano Garofano dei R.I.S.
di Parma
Lunedì 11 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Zerbion
Saint-Vincent sotto le stelle
Serata danzante in compagnia di RadioZeta con Alessandro
Benericetti e l’Orchestra Beghini Show
Sabato 2 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Serata di cabaret con Rocco Barbaro
Martedì 12 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.00 – Palais Saint-Vincent
Incontro animativo con i personaggi della Melevisione
“Milo e il tesoro del Libro” con Lupo Lucio e Milo Cotogno
Domenica 3 agosto
Saint-Vincent
Ore 11.15 - Loc. Fromy – Col de Joux
Festa degli Alpini (aperta a tutti)
Saint-Vincent
Ore 17.00 - Via Chanoux
Sfilata gruppi folkloristici ”Nos racines”
Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal
vivo in compagnia dei gruppi “Nos racines” - ticket € 2,50
Saint-Vincent
Ore 21.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Festival Internazionale di Musica da Camera
R&G Romeo e Giulietta – il Musical
con la compagnia Scenica Frammenti e la Free Band
organizzato dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport,
Commercio e Trasporti nell’ambito della rassegna Artété
Lunedì 4 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Gli uomini Jet: 2 generazioni a confronto
Serata in compagnia dei campioni del mondo di KL (Kilometro
lanciato) di ieri (Pino Meynet) e di oggi (Ivan e Simone
Origone).
Incontro e proiezione video
Martedì 5 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Leggende valdostane – Sons et lumières
Mercoledì 6 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo
Giovedì 7 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri Vittorio Veneto
Talk Show
Costume e Politica con il giornalista Oliviero Beha
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Stabilimento Termale
Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi – ingresso € 6.00
Mercoledì 13 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo
Giovedì 14 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Talk Show
Estetica e Pensiero nell’era moderna con Stefano Zecchi
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Stabilimento Termale
Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00
Venerdì 15 agosto
Saint-Vincent
Ore 16.00-19.00 - Stabilimento Termale
Pomeriggio danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso €
5.00
Saint-Vincent
Ore 18.30 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto e Piazza Savini
Happy hour a tema - anni ‘60 e ‘70
Dalle ore 21.30 – Musica e balli con DJ e cubiste
Sabato 16 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - Salone delle Terme
30° manifestazione di Borsa e Scambio del Minerale e del Fossile
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Serata di cabaret con Baz
Domenica 17 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - Salone delle Terme
30° manifestazione di Borsa e Scambio del Minerale e del Fossile
Saint-Vincent
Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal
vivo - ticket € 2,50
Manifestazioni a Saint-Vincent - Estate e autunno
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Concorso Nazionale Miss Italia 2008
Finale regionale Miss Cinema
Lunedì 18 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.15 – Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Musicamondo – Fanfara Tirana in concerto
Evento organizzato dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport,
Commercio e Trasporti nell’ambito della rassegna Artété
Martedì 19 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.00 – Palais Saint-Vincent
Incontro animativo con i personaggi della Melevisione
“La Paura non c’è più” con Lupo Lucio e la Principessa Odessa
Mercoledì 20 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Super Bingo presentato e condotto da Walter Rolfo
Giovedì 21 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Cinema per famiglie
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Stabilimento Termale
Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00
Venerdì 22 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Talk Show
Il disagio dell’era moderna con Paolo Crepet
Sabato 23 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 9.00 alle ore 24.00 – Vie e Piazze del centro
VII edizione della Fiera delle Alpi
Saint-Vincent
Ore 20.30 – Grand Hotel Billia
Spettacolo con Ennio Marchetto in : “A qualcuno piace carta”
Ingresso libero e gratuito (fino ad esaurimento posti), previa prenotazione presso Aiat Saint-Vincent (tel. 0166.512239 dalle ore
10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00)
Saint-Vincent
Ore 21.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Serata di cabaret con il trio Pino e Gli Anticorpi
Domenica 24 agosto
Saint-Vincent
Dalle ore 9.00 alle ore 20.00 – Vie e Piazze del centro
VII edizione della Fiera delle Alpi
Saint-Vincent
Ore 17.30-19.30 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Degustazioni enogastronomiche con intrattenimento musicale dal
vivo - ticket € 2,50
Giovedì 28 agosto
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Stabilimento Termale
Serata danzante con l’orchestra di Max Rossi - ingresso € 6.00
Saint-Vincent
Ore 21.00 - Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
Serata di presentazione A.S.D. Monte Cervino Calcio
La società è nata nel 2006 e conta più di 200 tesserati.
Nel corso della serata verranno presentate tutte le squadre e le
varie attività svolte durante la stagione 2007/2008
AUTUNNO
Dal 24 al 28 settembre
Saint-Vincent – Centro Congressi Grand Hotel Billia
Congresso mondiale 2008 del Bonsai Clubs International
45a edizione
Domenica 5 ottobre
Saint-Vincent
Festa del vino
Giovedì 9 ottobre
Saint-Vincent Palazzetto dello Sport
Mostra Le Petit Soldat
Venerdì 10 ottobre
Saint-Vincent Palazzetto dello Sport
Mostra Le Petit Soldat
Sabato 11 ottobre
Saint-Vincent Palazzetto dello Sport
Mostra Le Petit Soldat
Saint-Vincent
Palais Saint-Vincent
Premio Saint-Vincent per la Radio – Radiogrolle 2008
Dal 13 al 19 ottobre
Saint-Vincent
Palais Saint-Vincent
3° Concorso Bandistico Internazionale
Organizzato da: Orchestre d’Harmonie du Val d’Aoste
Dal 24 al 26 ottobre
Saint-Vincent
Palais Saint-Vincent
Campionato italiano di Calciobalilla
Organizzato dalla Federazione Italiana di Calciobalilla
Dal 15 al 30 novembre
Saint-Vincent
Palais Saint-Vincent
33° Gran Premio Goriziana di Biliardo
Sabato 13 dicembre
Saint-Vincent
Palais Saint-Vincent
Premio Saint-Vincent per la Fiction – Telegrolle 2008
MINI CLUB “IN” - SERVIZIO GRATUITO RISERVATO AI NON RESIDENTI IN VALLE D’AOSTA
Tutti i giorni da sabato 26 luglio a domenica 24 agosto dalle ore 16.30 alle ore 18.30
Animazione e giochi per bimbi dai 3 ai 10 anni
SU PRENOTAZIONE presso il Punto Informazioni di Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto (ingresso tunnel parcheggio
pluripiano) tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 17.30
fino ad esaurimento dei 15 posti quotidianamente disponibili
TRENINO:
Trenino itinerante per bimbi nelle vie cittadine di Saint-Vincent
tutti i giorni da sabato 26 luglio a domenica 24 agosto
dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30
13
La Veillà de Moron
S
abato 19 luglio si è svolta la
quarta edizione della Veillà de
Moron, per una volta senza
pioggia, con grande gioia di tutti!
Questo però, per molti di noi, è stato
solo il culmine di un lavoro iniziato
parecchie settimane prima. Infatti
quella che agli occhi di tutti è “solo
una serata”, per chi ha preparato il
tutto sono state giornate di intenso
lavoro. Ci siamo incontrati quasi tutte
le sere per varie settimane ad allestire
la scena. I nostri abilissimi elettricisti
hanno lavorato sodo per illuminare a
giorno una zona che normalmente è
molto buia, hanno cercato i punti più
caratteristici da evidenziare permettendo agli “spettatori” di ammirarli.
Chi si intendeva di lavori di carpenteria si è messo all’opera per costruire
il palco e man mano che si avvicinava
la data ogni figurante veniva per predisporre il suo spazio. Grande lavoro
e, in un’atmosfera sospesa nel tempo,
stare in compagnia, ascoltare della
buona musica, ballare e incontrare
gente con la calma che la frenesia
ha inoltre richiesto la preparazione
del pane, cotto nell’antico forno del
villaggio, che ha occupato l’intera
vigilia coinvolgendo anche amici di
altre frazioni. Tutto questo tempo
passato insieme ci ha permesso di
rafforzare l’amicizia che ci lega ed è
di stimolo per continuare a proporre
simili iniziative.
Quasi 1500 persone, contando i bambini e i figuranti, hanno partecipato
alla festa. Sì, perché, per chi partecipa,
non è una semplice rappresentazione
di mestieri ormai dimenticati, ma è
soprattutto la possibilità di fermarsi
della vita moderna impedisce di fare!
Ed è questo che ogni anno fa sì che i
commenti siano entusiastici.
Tra i mestieri proposti c’erano il rifacimento dei cuscini di lana, la raccolta del fieno, i muri a secco e i tetti in
lose, la distilleria, la lavorazione della
lana, i segantini, la battitura della
falce, il calzolaio, gli spaccalegna, il
pane, la lavorazione del latte… solo
per elencarne alcuni. Abbiamo anche
proposto l’antenato del casinò per il
gioco d’azzardo: le scommesse sul
numero di patate portate dalla nostra
mascotte Moro, il mulo di Pierino.
14
Tutti i piatti della tradizione offerti
sono stati apprezzati: la soursa, lo
pelà, la polenta, la bocconà, la seuppa
de l’àno, i dolci e il caffè. In particolare ha incuriosito soprattutto i turisti
il burro fresco spalmato sul pane!
Hanno allietato la serata la corale di
Saint Vincent con i canti della tradizione locale, il gruppo folkloristico
che si è esibito coinvolgendo il pubblico nelle loro danze, i Frustapots
di Pont Saint Martin. E’ stato inoltre
molto gradito il ballo al palchetto,
che dava la possibilità a tutti di
danzare accompagnati dalla musica
di Iseo. Per l’occasione si è potuto
visitare il torchio della frazione dove,
con grande pazienza e maestria,
Odilla illustrava a tutti gli interessati
alcune foto del passato! A questo
proposito stiamo già pensando al
prossimo anno e ci piacerebbe poter
esporre foto di matrimoni di una
volta, immagini di famiglie in festa.
Se siete disponibili a dividere con noi
i vostri ricordi, potete contattarci al
3389734722. Prenderemo le vostre
fotografie, ne faremo una copia e vi
restituiremo l’originale.
La nostra festa è in continua evoluzione, ogni anno si riscoprono
mestieri diversi, ed è bello vedere
anche giovani che vogliono imparare
le arti dei loro nonni e si propongono
con entusiasmo. Speriamo di poter
vedere sempre più persone all’opera,
anche con idee nuove.
Paola e Maurizio
I nostri villaggi - La Tour des Rosset
I
n questo esatto modo sulle
carte del Seicento e del secolo
successivo viene identificato il
piccolo agglomerato di case posto
sulla collina, o montagne di SaintVincent, a circa 735 m slm. Anche
questo villaggio, edificato su terreno
in leggera pendenza poco a lato
della strada Regionale del Colle di
Joux, è in posizione dominante ed
estremamente panoramico; inutile
aggiungere che da quassù si domina
con lo sguardo tutta la valle centrale e
il maestoso anfiteatro delle montagne
circostanti. Circa l’origine del
toponimo non si hanno indicazioni
o riferimenti precisi anche se come è
già stato anticipato, per almeno due
secoli il nome di questo villaggio è
esattamente indicato nel seguente
modo: La Tour des Rosset. La prima
parte del toponimo, La Tour, sarebbe
quindi ricollegabile ad un immobile
tutt’oggi presente in loco e avente
forma di torre; per la verità ai nostri
giorni di questa costruzione resta
visibile solo un piccolo manufatto di
un paio di metri d’altezza avente forma
circolare. Su chi avesse fatto edificare
tale costruzione, in che epoca e a che
scopo, nulla è dato sapere. Potremmo
ipotizzare che il cognome Rosset,
che appunto compone la seconda
parte del toponimo e che ne indica
la proprietà, sarebbe da attribuire ai
costruttori o comunque ai proprietari
della torre. Non vi è però nessun
genere di informazione su chi
fossero i Rosset in questione; per ciò
che concerne l’edificio in se stesso,
che ripetiamo ha una base molto
piccola (e questo farebbe supporre
un’altezza senz’altro modesta),
potremmo ipotizzare che, così come
ne esistono in altri comuni della
valle, anche in questo caso si sarebbe
trattato di una torre di avvistamento
e di segnalazione, forse di epoca
medievale. Le poche case situate a
pochissima distanza dai citati ruderi
non sembrano essere particolarmente
antiche così come sulle carte non
sembrerebbero esistere attestazioni
di questo villaggio in epoca anteriore
al XVI e XVII secolo; lecito quindi
immaginare che in origine esistesse
solo il corpo della torre senza edifici
vicini idonei ad accogliere famiglie e
armenti. All’interno di alcuni atti di
compravendita stilati nei citati secoli
si menziona La Tour des Rosset
come limitrofa alle proprietà oggetto
dell’atto, ma nulla più. L’architettura
del villaggio si presenta con poche
abitazioni, quasi tutte molto
addossate tra loro, con il solito gusto
e sapiente capacità nell’uso della
pietra e degli inserti in legno. Le
famiglie che abitavano questo piccolo
agglomerato di case, prettamente
rurali, basavano la loro economia sulla
coltura della vite, sull’allevamento e
sulla pastorizia; utile integrazione
erano senza dubbio la castagna, le
noci e le colture orticole. Oggi nel
villaggio abita stabilmente una sola
famiglia e solo poche abitazioni
sono state ristrutturate mentre il
restante patrimonio abitativo attende
tempi migliori. Per la sua ridotta
superficie nel villaggio non vi era
un edificio scolastico (i ragazzi, in
particolare nel secolo scorso, per
assistere alle lezioni salivano fino a
Moron con tutte le solite difficoltà
del caso: neve, pioggia); totalmente
assenti sono poi tutti gli altri edifici
comunitari solitamente presenti nelle
frazioni: il forno per la panificazione
e, considerata la zona, un torchio
per la pressatura delle vinacce.
Vi sono testimonianze orali che
informano che per queste necessità
ci si rivolgeva nelle strutture presenti
nei villaggi vicini: Moron e Clapéaz
in particolare. A La Tour des Rosset
per le già citate motivazioni, non è
presente un luogo di culto anche se
nelle carte conservate negli Archivi
Parrocchiali vi è menzione di un
piccolo oratorio esistente già nel
XIX secolo; questa piccola edicola
sarebbe stata fatta edificare, come
testimonianza di fede, dalla famiglia
Bressan, un tempo residente nel
villaggio. Il parroco Charles Bich (a
Saint-Vincent dal 1878 al 1898) ci
informa in un suo scritto che tale
costruzione …est d’ancienne date e che
la stessa nel corso del 1896 fu oggetto
di importanti lavori di manutenzione
e consolidamento. Nella seconda
metà del novecento la sacra edicola
fu abbattuta per fare posto alla
costruenda strada della collina e in
sua sostituzione, poco a monte del
villaggio, fu posizionata una piccola
ed inelegante costruzione in cemento
che fu ripetutamente devastata dai
vandali che ne asportarono anche i
pochi arredi e la statua della Vergine,
peraltro di nessun valore artistico.
Personaggio della frazione è senza
dubbio il notaio Jean Ravet; costui,
notaire royal, è figlio di Jean-Martin
(casa in frazione Ecrivin e già sindaco
di Saint-Vincent nel 1715) e di tale
Anne (Damay?). La sua famiglia
sembrerebbe provenire da Emarèse
(paese in cui si trova un villaggio
avente lo stesso nome) anche se
la presenza del cognome Ravet è
attestata a Saint-Vincent da molti
secoli; non è nota la data di nascita
del notaio Jean Ravet così come poche
sono le informazioni concernenti la
sua famiglia. Risulta che era sposato
con honnorable Marie-Anne figlia di
Pierre Du Page, sicuramente aveva
due fratelli di nome Jean-Laurent e
Vincent, una sorella di nome Claude
(costei il 22 novembre 1728, con
atto notaio noble Jean-Antoine Quey,
stipula il Contract de mariage con
Jean-Martin, figlio di Jean-François
Mellé). Il notaio Ravet redige le sue
tantissime carte nella casa di famiglia
in frazione La Tour des Rosset e
queste coprono il periodo 17281751. Quasi certamente apprende
il suo lavoro dal notaio Baptiste
Perret, presso cui è probabilmente
scrivano e apprendista (quest’ultimo
era padre del più noto abate JeanBaptiste Perret, scopritore nel 1770
delle virtù salutari della sorgente
minerale poi diventata famosa con
il nome di Fons Salutis); molte carte
redatte dal notaio Perret contengono
la dicitura che sono state scritte
da Jean Ravet. Nell’anno 1715
troviamo Jean Ravet nelle funzioni
di …moderne sindic de la montagne de
Saint-Vincent e con quell’incarico lo
ritroveremo negli anni 1736 e 1737.
Il notaio Ravet detta le sue volontà
testamentarie il 10 dicembre 1751 al
notaio Jean-Antoine Quey e decede
in Saint-Vincent l’11 marzo 1752.
Tra i sindaci di questo paese espressi
dalla famiglia Ravet, ritroveremo
Jean-Antoine nel 1790 e nel 1982
Eligio. Altro personaggio, degno
di nota, del villaggio è senz’altro
il pittore Italo Mus che all’interno
di una piccola e modesta dimora
della frazione aveva costituito il suo
atelier; numerosissimi suoi capolavori
(oggi preziosamente conservati in
collezioni pubbliche e private) sono
stati infatti dipinti in quello stanzone
che certamente offriva al maestro
giusto estro e concentrazione.
P.-G. Crétier
15
Notizie dal Consorzio di Miglioramento Fondiario
Ru Courtaud
I
16
l 20 aprile 2008, nella Sala Consiglio del municipio, si è tenuta
l’abituale e partecipata Assemblea annuale dei 1013 soci del Consorzio di Miglioramento Fondiario
Ru Courtaud di Saint-Vincent (circa
un quarto dell’intera popolazione di
questo paese!); all’ordine del giorno
vi erano la Relazione dell’attività del
Direttivo del Presidente Mirco Torrent; la Relazione del Bilancio Consuntivo dell’anno 2007 e quella del
Consiglio Direttivo sul Bilancio Consuntivo 2007; a seguire le Relazioni
del Collegio dei Revisori dei Conti sul
Bilancio 2007 e sul Bilancio di previsione anno 2009 e, infine, la Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti
sul Bilancio 2009. Nella stessa occasione si è proceduto all’elezione degli
organi collegiali che dopo le elezioni
saranno così composti: Direttivo (11
persone), Mirco Torrent (riconfermato Presidente del Consorzio), Sergio Cadorin (Vicepresidente), Marcel
Isabellon, Remo Péaquin (risultato il
più votato), Fabrizio, Bruno e Arduino Charrière, Patric Tuberlini, Emerico Vout, Didier Bieller e Pier Giorgio
Crétier; per il Collegio dei Revisori dei Conti risultano eletti Rhémy
Morise, Bruno Gamba e Jean-Paul
Zanini; il Collegio dei Probiviri sarà
invece composto da Livio Fournier,
Eliodoro Valleinc e Vincenzo-Abele
Séris. Nella sua lunga e dettagliata
relazione il Presidente Torrent ha
relazionato sull’attività del Direttivo
che, fedele allo Statuto e al mandato
elettorale, prevede di migliorare per
quanto ancora possibile, la distribuzione dell’acqua per scopi agricoli; le
opere conseguenti, finanziate quasi
tutte al 100% dalla Regione, interessano l’intero territorio comunale
che ricopia quello di competenza del
Consorzio. Tra queste opere assume
particolare interesse l’ultimazione
dei lavori di bonifica e di irrigazione a pioggia delle campagne a sud
del villaggio di Glereyaz; la necessità
dell’intervento, evidenziatasi dopo
l’alluvione dell’agosto 2004, riveste
grande importanza in quanto da un
evento particolarmente calamitoso
è stata evidenziata l’urgenza di ripristinare tutti i terreni danneggiati
compiendo nel contempo un grande lavoro di bonifica che si estende
su di una superficie di circa undici
ettari. Oggi l’intero territorio si presenta molto più produttivo e molto
più semplice da lavorare; la vasca
di carico, della capacità di 200 m3 e
completamente interrata, è stata costruita d’intesa con la locale Amministrazione Comunale, in prossimità
del villaggio di Renard. Ma se a Glereyaz la bonifica è ormai ultimata, in
autunno dovrebbero partire i lavori
del primo lotto di lavori di bonifica e
riordino fondiario di un altro grande
e importante comprensorio che partendo a monte dell’abitato di Moron
(e su una superficie di circa 65 ettari) raggiungerà le campagne di Prade
Ran. L’iter burocratico volge ormai
al termine e i tecnici incaricati della
L’impianto di irrigazione a pioggia nella campagna di Gléreyaz
progettazione dell’opera, stanno ormai concludendo il loro lavoro con
la definizione della ricomposizione
fondiaria. I due lotti funzionali saranno così delimitati: 1° lotto, terreni agricoli situati nelle località Borassu, Lerinon e Daley; 2° lotto, terreni
agricoli situati nelle località Piané,
Pié Martin e Pra de Ran. A seguito
di questa suddivisione territoriale, il
Consiglio Direttivo ha deliberato di
procedere alla realizzazione del piano di riordino fondiario secondo il
seguente programma: progettazione
definitiva-esecutiva delle opere in
località Borassu entro il 1° semestre
2008; progettazione delle opere in
località Lerinon e Daley entro il 2°
semestre 2008. Entro il 2° semestre
dell’anno in corso si procederà alla
progettazione preliminare della ricomposizione fondiaria sul primo
lotto. L’intervento, che si presenta
certamente favorevole ai possessori
e ai coltivatori dei fondi agricoli, si
caratterizza naturalmente per molte
difficoltà che i tecnici incaricati stanno valutando attentamente con gli
utenti; a tutte le persone coinvolte in
questo enorme progetto viene richiesta comprensione e collaborazione.
Vi è però da dire che quella parte di
territorio caratterizzato da una buona
e produttiva terra, si presta in modo
naturale alla realizzazione di una
grande opera che senz’altro sovvertirà la classica immagine del territorio
e del Catasto terreni, ma che in modo
concreto faciliterà i tanti agricoltori
ancora presenti con le loro aziende
sul territorio. Tra le opere di grande
interesse comunitario vi è anche da
ricordare quella promossa dal Direttivo del Consorzio che mira a meglio
tutelare e mantenere le tante piscine
per l’irrigazione presenti sul territorio; mentre è in fase di ultimazione
la piscina di La Tour des Rosset, nel
mese di giugno è stato conferito al
geom. Fabio Porceillon, l’incarico
per uno studio tendente a definire i
lavori di straordinaria manutenzione, necessitanti alle piscine irrigue
di Grand-Rhun, Petit-Rhun, Salirod,
Joux, Dizeille e Pra de Ran. L’attività del Direttivo (che spazia letteralmente a 360 gradi) ha nel contempo
patrocinato con forza la realizzazione
e il completamento dell’acquedotto
irriguo del borgo (già parzialmente
operativo) che finalmente risolverà i
tanti problemi che quotidianamente
si presentano a tutte quelle persone
che posseggono piccole proprietà
destinate a orti e giardini; non sono
naturalmente stati tralasciati anche i
piccoli acquedotti consortili necessitanti sul territorio. Si pensi che negli
ultimi tre anni sono stati posati oltre
25 chilometri di tubazioni per ottimizzare la distribuzione e il servizio
all’utente. Nell’insieme il lavoro non
manca e alle volte vanno anche segnalati gli imprevisti; tra questi vanno segnalati il distacco di una parete
rocciosa fermatasi sulla pista di avvicinamento all’opera di presa del Ru
Courtaud in comune di Ayas e una
consistente perdita di acqua dalla
condotta del Ru della Piana in comune di Châtillon. Ciò che invece continua a mancare troppo sovente è la
coscienza civica; per intenderci quella che ha rispetto della cosa pubblica,
della proprietà privata e di tutte quelle strutture che costano denaro e che
tendono a migliorare le condizioni di
vita e di lavoro del cittadino. Fa sicuramente male ricordarlo, ma troppe
La frana in Val d’Ayas
persone continuano a servirsi di canali e rivi per lo smaltimento dei vari
rifiuti domestici; troppo sovente gli
addetti ai corsi d’acqua devono precipitarsi (anche di notte!) per togliere
dai canali ogni sorta di immondizia
(scarti di potatura, sfalcio di erba di
prati, alimentari, vetri e plastiche)
buttati al loro interno e le immagini
di corredo a questo senso testimoniano il pesante risultato. Questi mate-
La presa della vasca di frazione Renard stracolma di immondizie
riali nell’acqua, possono provocare
l’inquinamento delle verdure irrigate, fuoriuscite di acqua sulle strade
con conseguenti incidenti. Per questa
ragione il Direttivo, dopo aver verificato il continuo succedersi di tali criminali fatti, ha stabilito di procedere
in modo diverso ma deciso contro
queste incivili persone; al ripetersi di
simili fatti verranno interessati della
situazione gli Organi di Polizia (Polizia Municipale, Guardia Forestale e
Carabinieri) che con opportune indagini provvederanno ad individuare
queste persone e a denunciarle. Sicuramente spiace fare “la voce grossa”,
ma se non si capisce che l’acqua è il
bene primario della collettività, bisogna agire in modo forte per colpire
quei pochi che mancano di rispetto,
di considerazione e di attenzione
verso gli altri e in particolare verso il
silenzioso lavoro di quanti si adoperano nei vari settori per migliorare lo
stile di vita di una comunità.
Il Consiglio Direttivo
17
Lo Gnalèi
Que ce soit la quantité de pain qu’on cuisait vers la Noël pour se nourrir l’année durant,
que ce soit le petit tas de réserves disparates que les fourmis accumulent pour l’hiver ou
bien encore le petit trésor en pièces en alliage autrefois conservé sous le matelas bourré
de feuilles de maïs, le mot gnalèi (ou gnalet), intraduisible dans d’autres langues, est
l’ensemble de la fatigue déployée, de la peine soufferte pour assembler ce qui est précieux, du bonheur intime et du sens de sécurité et de confiance pour l’avenir qui en
découlent.
Ainsi, notre gnalèi, composé de paroles et de phrases jaillies de nos champs, de nos prés,
de nos vignes, de nos bois et de nos rochers, est le réservoir fertilisant qui veut alimenter et revigorer nos anciens parlers pour qu’ils nous aident encore à mieux comprendre
le Pays qui change.
18
La Loi 482/99 sauvegarde et soutient
la diffusion des langues minoritaires et
historiques en Italie. En ce qui concerne
la Vallée d’Aoste, le Walser et le
Francoprovençal bénéficient de cette loi.
L’aide financière obtenue par le BREL
(Bureau Régional pour l’Ethnologie et
la Linguistique) a permis d’instituer les
guichets linguistiques.
Le personnel qui y travaille est chargé de
la mise en œuvre d’actions de promotion
de ces langues et il est à la disposition
de la population pour la traduction de
documents.
Les «guetset» disposent de collaborateurs
dans chaque Commune de la Région afin
de garantir la sauvegarde de chaque
variété linguistique.
La Legge 482/99 tutela e sostiene la
diffusione delle lingue minoritarie e
storiche in Italia. Per quanto concerne la
Valle d’Aosta godono di tale tutela sia il
walser che il francoprovenzale.
Grazie ai finanziamenti che il BREL
(Ufficio Regionale per l’Etnologia e la
Linguistica) ha ottenuto tramite questa
legge, sono stati istituiti gli sportelli
linguistici.
Il personale che vi opera svolge azioni
di promozione di tali lingue ed è a
disposizione della popolazione per la
traduzione di documenti.
I «guetset» si avvalgono di collaboratori
nell’ambito di ogni Comune della Regione
al fine di garantire la salvaguardia delle
varianti linguistiche.
Na vatse in comunión
Y ae eun co do frére, Piérino é
Mourisse, qu’y itaon ou mémo
veladzo é a do mitte aper.
Eun dzor Piérino i propoze: «Qué
te pènséreut si butichen insèmbio lé
nótre sót é y atsétichen na vatse?».
Mourisse i dit dé òi é lo dzor apré ché
nin van a la féra dé Breussòn pé trové
na bella béte.
Lo lon dou tsemén Piérino, qu’i
ché crèi peu fén qué Mourisse, i
pènse: «Té arèndzo-poue mé teu».
A la féra i valuton totte lé vatse; i tuton
lé nére avó la téta biantse, lé biantse
é nére, lé tsatagné, lé paquiolà, lé
bocatà, lé réne di corne é selle dou
lasé, lé vatse di corne a trèn, selle di
corne botte, lé lenéttà, dé vatse avó i
y écropión fourra, lé carambane é dé
selle avó l’écheuna qu’a fèi chéla.
Pé frunì nin sernon euna biantse é
rossa, bella orionda é avó ’n bé piet
carà, Férounda, é la paon avó lé sót
qu’i y aon betà in comunión.
Can la féra a luvre lé do frére tournon
i mitte in passèn pé lo bóc dé Dzout
é Piérino i dit: «La betèn-poue ou
mén étó qu’y ét peu gró é peu sec»
... é inviounon to sebeut a ché ruzé
pé desidé dedeun quén étó beté la
vatse.
Apré qu’y an gremayi-che pé to lo
lon dou tsemén i trovon na soluchón
­- «La betèn-poue ou mitèn dou verdzì
trémì di nótre do mitte!»
Panco contèn i désidon dé ché
partadzì co la vatse. Piérino, lo peu
fén di dou, i vout lo dévàn dé la béte
é i pènse: «Mé couintso pa-poue lé
man é i n’éi-poue mouèn dé travai».
Lo dérì i sobre donca a Mourisse. «Té
créae bén dé étre lo peu fén, t’a voulù
lo dévàn dé la béte, òra va-ye tsertsì
dé fèn é d’éve pé doné-ye roudzì
é pé aberé-la é… apré to sèn te ieu
gagne pa-poue gnèn. Intrémèn mé i
vót tsertsì eun sezéllén pé guiépé-la.
Apré i vo-poue vèndre dé bon lasé é i
mé sóbre-poue mae la péna dé trére
fumì é magara dé étruî-la ».
Pré dé: Rita Decime, Conte pe le petchoù de
inque - Contes pour les enfants d’ici -Tome II ,
Histoires d’animaux - Musumeci Editeur, Quart
(Ao) 1984
Lo pou é lo móchet
Magràn a y ae guié dzeleunne é catro
poudzén: eun ros, eun dzano, eun
coulour di tsetagne, eun ner é eun
bé pou avó dé belle piume dé totte
coulour, qu’y ae a non Quiquiriquì.
La dénouna a ivrae lo guetset é a
lichae libre lé dzeleunne pé lo verdzì:
«Pió, pió, pió, sourtì polaille... pió,
pió... »
Eun gró móchet jouéyae todzor lé
dzeleunne -“Vito ou tar lé tchâpo”- i
pènsae, toteun intsalae pa aproutsiche avó lo pou, qu’i fijae todzor
bouna varda.
Lo móchet y ére tracassì: «Sé-lai y
ét tro furbo, créo qu’i n’èi-poue dé
mâtèn pé lo donté!»
Eun dzor qué lo pou carpeussae outor
dou moué dé fumì pé tsertsì dé ver é
lé dzeleunne carcassaon tranquille,
lo móchet i ché dit: «... É bén, mon
polén paquiolà, té pènsao fén, ma pa
prou pé si có. T’é belle in trèn dé té
distrére».
Lo pou y ét dintor lé ver é lo móchet
piombe désù na dzeleunna. Qu’é
senégôga! Totte y atre dzeleunne
fan eun guiguêr moustre, volaton
dapertot avó lé créte qu’i trèmbion
dé pouire!
Adónca lo pou i soutte désù lo
móchet é lé dó incouminson a batayì
avó radze in ché donèn de có avó y ale
é, in ché béccasèn, in ché graffinèn é
totte lé piume di dóe béte vólon pé
l’er.
Pé finì lo móchet i dèi scapé é catsiche pé lo bóc: «Lo créao mae fén ma
y ét co for comèn in bou é gramo
comèn lo tócho!»
Lo pou y ae gagnì la bataye ma òra
y ére tot piematchì, grafinà, bertolà
é, rèdueut parì, intsalae pâmé ché
fare vére di dzeleunne -“Lé mén belle
piume son belle fotuè!”- é ché jénae
talamèn qu’y é ala-che catsì dérì eun
buichòn dé piquén a bran.
Lo dzor apré magràn a vat ou polayì
pé doné piqué i pine é a tróve pamé
lo pou -«Quiquiriquì, Quiquiriquì…
é ioù qué t’ét? A y é drola sitta!
De coutuma ieu y ét lo prumì qu’y
arruvve can pórto lo piqué! Y ét
capita-ye caque tsoza… Mé fat alé lo
tsertsì!»
A sor dou polayì, a vat a l’étó, a
tutte ou payì... ma dou pou gnènca
l’ombra. Tanque can a vèi parétre na
piuma solitéra ou mitèn dou buichòn
di piquén a bran.
Adonca a ché aprótse, a vèi la póra
béte a la prèn in bras, a la caresse é a
comprèn sèn qu’y ét capita-ye: «Ô, la
mén póra béquetta… tracasa-té pa!
Òra té soégnèn é lo tén bé piemâdzo i
tórne-poue crétre peu bé é peu luiyèn
qué dévàn ».
Dé sé dzór tot lo veladzo y at
reuspéttà, comèn na réna, lo pou
Quiquiriquì é pamé gneun móchet y
at intsalà aproutsi-che ou polayì.
Traduì dé : Conte pe le petchoù de inque Contes pour les enfants d’ici -Tome I , Histoires
d’animaux, Rita Decime - Musumeci Editeur,
Quart (Ao) 1984
Te cogné eunna conta?
Eunna qué y an conta-te ou qué t’a
énvèntà ?
Manda-no-là é si a y ét la pieu
dzènta, te reusque dé té la vére
publià !
Péquè lé pèi vignon biàn ?
«In vignèn vièi on per lo mièi é y é pa
‘n vicho» - parì i dijaon eun có é y é
vér co òra…
Can lé piêt inviounon a fripoté lo
vezadzo é can lé prumire piume
blantse inviounon a parétre seu la
téta (lé-z-esper i guión la canisia)
in moué dé no comènson a ché
tracassì.
I déèn la coulour di pèi é dé la pé a
la mélanina, na sustanse qué lé sellule
dé la pé méma produéchon.
Can lé raich di pèi fornéchon pamé la
mélanina, lé pèi vignon biàn.
La pé é lé pèi dé y albeun son
biàn a cóza dé la mancanse dé la
mélanina, in rijòn d’eun tsandzemèn
jénétécco (lé-z-ouèi dé chu dzèn
son ros péquè i mérioulon la quertà
atraver lé piquioude véne dé la
coroïda, la téletta dé l’ouèi) qu’a
manque écheu dé pimàn.
Lé pèi vignon pieu ou mouèn vito
biàn; si y at n’èretadzo dé fameuye,
adónca vignon peu vito biàn qué
d’atre.
Pé deure, lé-z-Amérindièn i son
chansà: ni qu’i vignon biàn ni qu’i
piumon!
Pré dé :www.cybersciences.com
écreut dé Philippe Chartier
Dé ioù qu’i sor lo non Vaticàn?
Eun có, i vièi tèn, lo Vaticàn y ére
lo non d’eun cretsòn dé Roma; i
ché trovae a l’adret dou Tevere, fran
dévàn lo Tsan dé Mars é a dretta dou
Gianicolo.
Y ére eun cantòn maasàn é umido; y
ae dé vacòlo qu’y impiéaon mae pé
alé lerdzì lé béquionaye.
Eun dzor Agrippina y at tuta-che
outor é y at deu-che: pérquè pa
impiéì lo prumì rontset dou tsanté pé
ieu fare eun bé djardén?
Quécca dé tèn apré l’ampéreur Nerone
i ch’é fèi bâtì eun piquiout sirque
mae pé loueu mémo. Poué y é lai qué
lé prumì créquèn son ità martirizà
(permì iour ncó l’apotre Piére, qu’y
an-poue intérà bèle lai).
Peu tar lo cretsòn y é poué vignì
eun simitire, tan pé lé payèn qué pé
lé créquèn, tanque can Constantèn,
trémì lo 326 é lo 333 apré Jèzù Cri, y
19
at dounà l’odre dé apiatì lo sondzón
dé la crétsonà é dé bâti-ye la prumire
bazeleuca dédiaye a Sèn Piére.
Y é mae dé l’an 1870 qué lo Vaticàn
y é vignù la rézidanse dou Sèn Pare;
fat deure qué ou Moayèn Adzo lé Sèn
Pare itaon ou palas dou Latràn, apré y
an dépiasi-che a d’atre palas dé Roma
comèn ou Quirinale, qué ou dzor dé
ouèi y ét la rézidanse dou prézidàn
dé la répeblécca italièna.
Pré dé: www.focus.it , jeun 2002
fameuye nobla dé la Toscana ma lé
rétsertse seu la jénéalojì dé Alexandre
Passerin d’Entrèves, idì pé AiméPierre Frutaz é publià l’an 1933, y a
portá a rèmonté a l’orijine documèntà
dé la fameuye di Passerin, tanque a
eun sertèn Stepheninus dé Crista.
É y é fran lo non dé sit Stepheninus
dé Crista, insèmbio i non dé d’atre
Votornèn (Bravino dé la Serva,
Martino dé Chaillon, Pérronino dé
Losanchy, Pétro dé Dorchia), qué
Anselme Pession no site dedeun lo
D’ou veun-té lo non Vaticàn ? É péquè
i n’èn lé pèi biàn?
N’èn pènsà dé mot nouvo in patoué…
son maque dé propoù ,
ma si n’i dé soluchón, fiji-no-lo savé pé
eun vocabuléro peu reutso.
Lo non dé mijòn
20
Lo non dé mijòn conserne tsaqueun
dé no; queut, vito ou tar, no no sèn
démandà dé ioù aruve si non qué no
no portèn apré totta la via.
Sé pé sertèn non la significachón a y
é quéra, pé d’atre n’on pout mae fare
dé suppozéchón; dedeun sitta padze
dou boullétén no alèn fran queriozé
câqueun di non di viéille fameuye
valdoténe.
Pé intré dedeun si móndo difisilo, i
n’èn désidà dé prenne comèn ézèmpio
lé non dé la Vatornèntse in impyèèn
la publicachón dé Anselme Pession
“Les archives de Valtournenche,
documents choisis” - Musumeci
Editeur -2004.
Y ét lo lon dou Moayèn Adzo, a modé
dou XIII (trééjémo) é surtoù dedeun
lo XIV (catorjémo) é XV (quinjémo)
siècle, qué no trovèn lo non d’euna
pérsounna écrit in lènga vulguéra
avó ataccà lo non dou pare ou lo non
dou veladzo; d’atre có y ét lo mitì
qu’y at caraterizà lo non, d’atre có
incó lo surmignón. Dé adón y an pré
la coutuma dé vardé lo califiàn qui
caratérizae lo pappa écheu pé lé chén
minà.
Prènèn pé ézèmpio lé PASSERIN
D’ENTRÈVES: désù câque lévro
istoreuco y ét écreut qu’y ére euna
chén lévro in réportèn eun documàn
écreut a Antey l’an 1304. Stevenini
dé Crista, y ére lo pare dé Andreveti
Stephenini dé Crista é dé Grimodus
Stevenini dé Crista é, selón Alexandre
Passerin d’Entrèves, lo tron (dévantì)
di PASSERIN.
A si pouén y é importàn rèmarqué qué
lo non dé sit “Tcheunne dé la Créta”
lo trovèn rèjistrà dedeun in moué
dé magnire diférènte (Stepheninus
dé Crista, Sthepheninus dé Crista,
Stevenini dé Crista, Stephenini dé
Crista) baga bièn normala pé chu
tèn.
La seconda rèmarca qu’i fat fare y
ét qué si Stepheninus dé Crista y ae
comèn califiàn lo non dou chén
veladzo, lé chén dó minà y aon dza
lo non dou pare in pieu (Andreveti
Stephenini é Grimodus Stevenini dé
Crista).
Di-z-archive dé Vatornèntse rézulte
qué caje queut lé non dé mijòn y an
avù dé tsandzemèn dé la iór prumire
verchòn écreuta: BARMASSE y ére
BARMACY l’an 1420, BALMACIA lo
lon dou 1445, BALMACY dou 1522
tanque ou 1616, BARMACE l’an
1590. Méma conta pé PELLUSSIER
écreut tanque l’an 1616, ma incó
PELLICIER l’an 1591 é PELLISSIER
l’an 1688.
MACQUYNYAZ l’an 1536 qué dó
an pé tar y an écreut MAQUYNIA;
BIC y ére todzor écreut sènsa H,
comèn HOSQUET; OTTIN, qui
trovèn dézot la fourma OCTYNI;
MACHET marcà incó MACHEPT;
HÉRIN qu’y an écreut DE HERINO,
D’HERIN; PESSYON l’an 1536;
MÉNABRÉAZ qu’y at cougnù la
verchón MEYNABREAZ.
Lé non PERRON, CARREL, MEYNET,
GORRET, PERRUQUET, VALLET y
an praticamèn jamé tsandzì dé la iour
prumire verchón in latén: CARELLI,
MEINETI, GORRETI, etc.
I fa no récordé qué, tanque ou siècle
passà, dedeun la comunitó dé la
parotse y ae pa la coutuma dé impiéì
lé non dé fameuye: lo non dou pare ou
dé la mare é dé iour vièi y ére prou pé
recognétre tsacùn tot sebeut; lo non
dou veladzo y ére dza na remarca in
pieu (Paola Sérìs dé Abel dé Toubie
dé Biancolén dé Greun, prenonsì caje
comén na litanie).
Ma lé non dé mijòn son vignì
todzor pé importàn é dé lo XVI
(séjémo) siècle y an pamé avù dé gró
tsandzemèn tanque i dzor dé vouéi,
belle si lé ésèsión, chovèn a coza
dé fote dé transcrichón, i mancon
pa: CHEINEY dedeun lo XVIII
siècle òra y ét CHENEY¹; BÉTAN a
Fen-is, BÉTEND a Sèn-Cretoublo
incó a la fén dou 1700, y an dounà
l’atuel BÉTEMPS; COENDOZ¹ ou
COHENDOZ òra y ét QUENDOZ;
ALBANEY y ét sourtì d’una fota dé
ARBANEY, etc.
Lé patronimo (non dou pappa)
sont a l’orijine dé eun moué dé vièi
non dé mijòn: ABRAM, ANGELIN,
DESANDRÉ,ANSELMET,
ANSERMÉ,ANSERMIN, BERTHOD,
BERTIN,BONIFACE,BONIN,
BOSON,BOSONIN,BOZON,
BRUNET, BRUNOD, BRUNODET,
CARLIN,CHARLES,DAVID,
GAL,GALLET,GASPARD,
GERARD,GRIMOD,HENRIOD,
HENRY,JACCOD,JACQUEMIN,
JACQUEMOD,JANIN,JEANTET,
JORDAN, JORDANEY, JORIOZ,
LAURENT,DÉLÉONARD,
MARIETTY, MARTIN, MARTINET,
MARTINOD, PASCAL, PERRET,
PERROD, PERRON, PHILIPPOT,
ROLLAND,ROLLANDIN,
ROLLANDOZ,ROULET,
STEVENIN,THÉODULE,
VAUTHIER,VUILLERMIN,
NAUDIN(diminutif dé Arnaudin)
etc. etc.
Lé matronimo (non dé la mamma)
son bièn évidàn dedeun lé non:
DAGNES, DANNA, ISABEL, JANA,
JACQUEMINAZ,MARIETTAZ,
PERNETTAZ, VUILLERMINAZ.
Ou Canavèis no trovèn chovèn
la verchón in italièn di notre vièi
non: ARNOD-ARNODO, BAUDINBAUDINO,CLÉRIN-CLERINO,
GARIN-GARINO,HENRIETENRIETTI, HUGONIN-UGONINO,
JACQUIN-GIACHINO, LAURENTLAURENZIO,MARTINETMARTINETTI,OBERT-OBERTO,
PERRUCHON-PERUCCHIONE,
CIAMPORCERO, etc.
Na rèmarca dou post a y ét bièn quîra
pé ézèmpio pé sertèn non dé mijòn:
COGNEIN, FORETIER, LOMBARD,
MAQUIGNAZ (dé Macugnaga),
SAVOIE, VAUDAN, VAUDOIS. A
propó dé LOMBARD, i fa récordé qué
lo lon dou Moayèn Adzo i voulae co
deure banqué, préta sót ou martsàn.
Eun moué d’atre fameuye valdotène
son orijinére di pais prótso: no savèn,
pé deure qué lé BOCH vignon dé
Tignes, lé JOUX é lé-z-EMPÉREUR dé
Sainte-Foy de Tarantaise. BOLLON
é CARRUPT son valézàn. VIETTI,
BONADE, ARVAT son canavezàn.
FRAGNO, VERNETTI dé la Val
dé l’Orc. VIGLINO, RASTELLO,
PERRUCCA,
PICCHIOTTINO
aruvon dé la Val Soana, tototeun
comèn BOCHET, DUPONT, GEX,
SALLUARD sèmbièrion orijinéro dé
Franse.
Lo non dé la persounna y ét chovèn
guiéttà ou non dou veladzo d’orijine.
In moué dé fameuye valdoténe y an
lo non dé mijòn qu’i veun dou non
dou post (toponimo) qu’i rémonte
finque i tèn pré-romèn.
I dounèn câque ézèmpio: BERRIAT,
BERRIAZ son dé non qui vignon dé
berrio (a propó dé berrio, y ét bièn
dé savé qué dedeun lo Messager
Valdôtain l’abbé Henry écriae: «lo mot
perra indique une pierre quelconque
plus ou moins grosse ; le mot berrio
indique une pierre plutôt grosse, par
exemple une pierre qui a la hauteur d’un
homme ; le mot sex indique une pierre
par exemple qui a la hauteur dé 3, 4
hommes et la largeur en proportion».
Lé non BARMAZ, BARMASSE,
BARMAVERAIN vignon dé barma,
balma (grotte, petit abri formé par
un rocher surplombant); BETTEZ,
BETTEX vignon dé beteun, beuttì,
lîchire, (lieu marécageux); BORNAZ,
BORNEY dé borna (trou ou limites de
propriété); CHARRIÈRE dé tsarire
(chemin pour le passage des chariots);
CLAPEY, CLAPASSON dé cllapèi,
quiapèi (extention de pierre);
CORNAZ dé corna (terrain allongé
terminant en forme de coin); GLAREY,
JUGLAIR dé glair, guier, (endroit
pierreux); GLAVINAZ, GLAVINA
dé guiavén, glavin-a (éboulement de
pierres); TEPPEX dé teppa, tepas,
téppì (gason ou motte de terre et erbe);
CHABLOZ dé tsabio, tsablo (couloir
où l’on fait déscendre les troncs);
CHANTEL dé tsanté (promontoire,
monticule de terre); CHATEL,
CHATELARD, CHATELLAIR dé
tsâté (château).
D’atre toponimo, qué lé savàn
considéron latén, y an donà:
CLOS, DUCLOS, RECLOU non
qui vignon dou latén clausum
(terrain fermé, protégé); CLUSAZ ,
CLUSELLAZ dou latén clusa (fermé,
passage
resserré);
CUIGNON,
DUCUIGNON dé coin, cugnón
(petit coin, endroit retiré); CRETAZ,
CRETON, DUCRET, CRETALLAZ
dou latén crista (crête, monticule,
pente escarpée, arête de montagne);
CROUX dé crou (trou); FOSSON,
FOSSERET dé fossa (fosse); LILLAZ
dé l’illa, insula in latén (île, terrain
entouré d’eau); GLASSIER dé guiassì,
llachì (glacier); NEX dé néch, nézey
(fosse où l’on met à rouir le chanvre);
PERRIER, PERAILLON dé péra,
pérrire (lieu où abondent les pierres);
RIVAZ dé riva (le grand ruisseau);
RONC, RONCHAIL, RONCO dé
ronc, ròn, rontset (terrain rendu
à la culture); ROVEYAZ dé ruina,
roveuna (lieu d’éboulement, ravine);
VILLETTAZ, MAVILLA dé villa,
veulla (agglomération, village); VAL,
VALLOMY, DEVAL, VALLAINC,
VASSONEY, (=VALSOANEY) dé val
(vallon, vallée).
L’énfluènsa dé la lènga allemanda y
a ità èmportanta in Val d’Outa écheu
pé lé non dé mijòn; i n’èn pé ézèmpio
lé non dé: ALBERT, ALLEMAND,
ARMAND,BAL,BÉRARD,
BERTHOD, BERTIN, BESENVAL,
BRUN, FARCOZ, GUICHARDAZ,
HAUDEMAND,LAMBERT,
ROLLAND, ROLLET, VAUTHIER,
VUILLERMET
tò
comèn
lé
fameuye walser:BIELLER,CURTAZ,
LINTY,PECCOZ,SQUINDO,
SQUINOBAL, THEDY, WELF, etc.
21
22
La toponimì (non di post) y ét
incó bellamèn prézènta dedeun lé
non dé mijòn: DALBARD, DALLE,
DARENSOD, ARLIAN, ARTAZ,
D AV I S O D , B É T H A Z , B I O N A Z ,
CHAMIN, CHAMOIS, CHAUSSOD,
CHEILLON, CHEVRÈRE, DUCLY,
DUCOURTIL, CUAZ, CUNEAZ,
DIÉMOZ, DUFOUR, FRACHEY,
FRASSY, GERBELLE, GRANGE,
HERIN,
LEXERT,
LUBOZ,
MESSELOD,
MONTROSSET,
NAVILLOD, NOUSSAN, PORLIOD,
RIGOLET, SAVIN, TERCINOD,
TRENTAZ, THOUX, DEVEYNES,
DEVOIX, VERTHUY, etc.
Prènèn òra in considérachón la
fitotoponimì (lo non di piante ou
dé la vejétachón) qu’a y at caratérizà
lo toponimo é dé consécanse lo
non dé mijòn: i n’èn ARBANEY dé
arbèra, “arbanèy”, (fôret de trembles,
de peupliers); BIOLEY dé bioula,
“bioléy”(endroit où poussent les
bouleux); BARDONEY dé bardan-e,
lavasse (rumex des Alpes); BOSC, BOIS
dé bóc (bois); CERISE, CERISEY dé
chirije (cerise); CHENEY, CHENOZ
dé tséno, tsinèi (endroit de chênes);
CHENEVIER dé tsénèvo (chanvre);
DARBELLEY dé darbé (lieu de petits
sapins, petits mélèses); DIALLEY
dé daille, déje, “diallèy”(bois de pin
silvestre); EPINEY dé épeuna (épine);
GORRAZ,
GORRÉ,
GORRET,
GORREX, GORETTAZ dé gorra,
goras, “gorey” (endroit de saules);
DUNOYER dé nouì (noyer); PES,
PESSE dé pesse, “pessey” (bois de
sapins); RAVET, LARAVOIRE dé
rave, ravie (champ planté de raves);
TILLIER, DE TILLIER dé tieul,
“teilly” (lieu de tillieul); VERNEY dé
verna, “verney”(lieu d’aulnes).
I trovèn lé non di mitì dedeun:
BARAILLER, BARBIER, BERGER,
BOVARD,CHARBONNIER,
CHAPPUIS,CHASSEUR,
CHEVRIER, LAGNIER, FAVRE ,
FERROD, FOURNIER, MAGNIN,
MARQUIAND,OUVRIER,
PASTEUR, PASTORET, PELLISSIER,
SARAILLON, SARTEUR, SEGOR,
VACHER,VAGIER,VAGNEUR,
LEVIRAT.
Lé surmignón, qu’i rémarcon sertène
carateristique dé la persounna, y
an dounà orijine i non : BESSON,
BLANC, DUBLANC, GRANDBLANC,
BLANCHET,BLANCHOD,
BONJEAN,BRUN,BRUNET,
CHAPELLU,GAILLARD,GROS,
GROSJACQUES,PETITJACQUES,
GROSJEAN,PERSONNETTAZ,
PETIT-PIERRE,PITET,PELLU,
ROSSET,ROUX,DUROUX,
PRADUROUX, etc.
D’atre surmignón qu’i récordon
dé titre importàn, magara finque
moqueur, no lé trovèn avó lé non:
BECQUET,
CONTOZ,
DUC,
IMPÉRIAL, LEVÊQUE , MARQUIS,
REY, VESCOZ, VICQUÉRY.
Ibièn pa lé non dé l’opétai, chut qu’y
an beuttà i minà dé forteuna é qu’i
trovèn bièn chovèn in tsi no. I levrèn
la notra piquióda pormonà pérmì lé
non valdotèn, avó lé dirì non noble
qu’y an areuvvà tanque ou dzor dé
vouèi: D’AVISO DE CHARVENSOD,
DENABIAN, PALLAIS, PASSERIN
D’ENTRÈVES, SARRIOD D’INTROD,
VALLEISE, dérì témouèn dé eun
passà iér importàn.
¹ Cadastre Sarde 1767-1773 , Anthroponymie
Vald. Robert Berton, Impr. Valdôtaine –Aoste
1987
Te cogné-teu l’orijine dé la tén
fameuye ?
La pianta seu dézot a y a perdù quécca
dé fóye…
T’é-teu bon dé rétrové lé non di tén
vièi é récordé-nen lé non ?
Collaborateur de Saint-Vincent
pour les traductions: Paola Seris
La transcription a été soignée par
le Guichet linguistique
Guichets linguistiques
Suggestions, conseils, remarques et critiques sont bien acceptés.
En espérant que tu puisses nous aider,
n’hésite pas à nous contacter !
Sportelli linguistici
Suggestioni, consigli, commenti e critiche
siamo disposti ad accettare.
Sperando che un aiuto tu ci possa dare, ti
chiediamo di contattarci senza esitare!
BREL 59, rue Grand-Eyvia 11100 Aoste
Tél. 0165 32413 - Fax 0165 44491
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Corso di cucina a Saint-Vincent
Iniziativa vincente
Il corso di cucina curato dallo chef Vincenzo Atzei, organizzato
dalla biblioteca comunale di Saint-Vincent, ha riscosso grande
successo.
Tenutosi presso la cucina del Ristorante “Il Ristoro” di SaintVincent, il corso, che ha avuto luogo tra aprile e maggio 2008,
è stato strutturato in cinque lezioni serali, di circa tre ore l’una,
nel corso delle quali sono stati passati in rassegna i principali
segreti dell’arte culinaria, dalla preparazione degli antipasti e dei
primi piatti, a quella delle carni, del pesce, e, naturalmente, dei
dolci. Altre preparazioni sono infine state illustrate su richiesta
dei partecipanti.
Divisi in gruppi, i corsisti hanno realizzato piatti deliziosi seguendo le indicazioni dello chef che interveniva per spiegare come
facilitare alcuni passaggi critici in cucina e per dispensare piccoli
segreti. A fine serata, si procedeva a impiattare come veri chef e a
degustare i propri capolavori.
Il corso, preziosa occasione per migliorare le proprie doti ai fornelli, è stato anche un piacevole momento di incontro e di confronto. I quindici partecipanti hanno infatti preso parte alle serate
con molto entusiasmo e spirito di collaborazione.
Speriamo che iniziative come queste possano essere ripetute al
più presto!!
La Ricetta Dello Chef
Tortino Di Coniglio Al Cioccolato
Scottate il coniglio per circa 15 minuti in
un litro e mezzo di acqua bollente, tiratelo su con una schiumarola e lasciatelo
intiepidire.
Disossate il coniglio con attenzione usando un coltellino affilato
Rimettete le ossa nell’acqua di cottura
insieme a una cipolla, mezza carota e
una costola di sedano, aggiungete l’alloro
e un cucchiaino di sale grosso, quindi
portate a bollore e fate restringere per una
mezz’ora .
Riducete il coniglio a piccoli pezzi, tritate
grossolanamente la cipolla, il sedano e la
carota e fateli appassire in una padella con
l’olio; aggiungete il coniglio, rosolatelo
con gli aromi per qualche minuto quindi
aggiungete il timo, la cannella, i chiodi
di garofano, sale e pepe. Versate il vino
bianco, un mestolino di brodo, coprite e
abbassate il fuoco. Cuocete per una decina
di minuti, poi unite le mandorle e il cioccolato spezzettato; lasciatelo sciogliere e
togliete dal fuoco.
Tirate la sfoglia e ricavatene un quadrato, sistematelo in una tortiera imburrata.
Disponete il coniglio sul fondo della tortiera, quindi sollevate i bordi della pasta
e stringeteli insieme come per fare un
fagotto. Spennellate con il tuorlo d’uovo
e infornate il tortino a 180° per circa 20
minuti finché diventa bello dorato.
Intanto riprendete il fondo di cottura,
allungatelo con un mestolo di brodo, poi
fatelo restringere sul fuoco per 5 o 6 minuti, tirate la salsa con una noce di burro
rigirata nella farina e togliete dal fuoco.
Servite il tortino accompagnato con la sua
salsa.
Un coniglio di circa 1,5 kg.
Cipolle 2
Carote 1
Sedano 2 costole
Alloro una foglia
Olio 3 cucchiai
Timo un rametto
Cannella un pizzico
Chiodi di garofano 2
Vino bianco ½ bicchiere
Mandorle a scaglie 40 g.
Cioccolato fondente 20 g.
Pasta sfoglia 1 rotolo
Burro 1 noce
Sale, pepe
Corso di cucina
Edizione Autunno 2008
Visto il successo riscosso, in accordo con lo chef Vincenzo Atzei, la biblioteca comunale propone una nuova edizione del corso di
cucina, raddoppiando l’offerta.
CORSO BASE
articolazione su cinque serate, orario 19.45-23.00
sede: Ristorante Il Ritrovo – Saint-Vincent
Mercoledì 22 ottobre 2008 Tema: Antipasti caldi e freddi
Mercoledì 29 ottobre 2008 Tema: I primi
Mercoledì 5 novembre 2008 Tema: I secondi
Mercoledì 12 novembre 2008Tema: I dolci
Mercoledì 19 novembre 2008Tema: Proposte varie
CORSO AVANZATO
dedicato in particolare a coloro che hanno
seguito in primavera il corso base
articolazione su quattro serate orario 19.45-23.00
sede: Ristorante Il Ritrovo – Saint-Vincent
Giovedì 23 ottobre 2008
Giovedì 30 ottobre 2008
Giovedì 6 novembre 2008
Giovedì 13 novembre 2008
Tema: La pasta
Tema: La carne
Tema: Il pesce
Tema: I dolci
Per motivi organizzativi il numero massimo di partecipanti è fissato in 15 persone per ciascun corso.
La quota di partecipazione ammonta a 100,00 euro per ciascun corso e comprende, oltre al corrispettivo dell’attività didattica del
docente, il costo del materiale occorrente. Alla fine di ogni serata si gusterà quanto preparato.
Le iscrizioni si ricevono presso la biblioteca comunale entro e non oltre il 10 ottobre 2008, salvo previo raggiungimento della quota
massima di partecipanti. A questo proposito si invita chi fosse interessato a manifestare tempestivamente la propria adesione, in quanto
alcune persone escluse per questione di esubero dal corso precedente facilmente potrebbero scegliere di aderire ai corsi autunnali.
Per informazioni: 0166 537550 o 347 6510216
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Jeux d’eau
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