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Comune di Saint

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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 24 - 2007
S
A
I
N
T
V
I
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C
E
N
T
Jeux d’eau
I n f o v a l l é e
Orario di ricevimento
per il pubblico
sindaco e assessori
SINDACO - Sara BORDET
•giovedì
10 - 12
senza appuntamento
VICE SINDACO
•Pierluigi
MARQUIS
delegato: lavori e opere pubbliche,
servizio cimiteriale
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE TURISMO
•Mauro
ALLIOD
delegato: sport e tempo libero
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
ASSESSORE URBANISTICA
•Massimo
DIDò
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
2
ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE
•Maura
SUSANNA
delegato: cultura, sanità e servizi sociali
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
•
ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE
Sergio PéAQUIN
delegato: agricoltura, artigianato e commercio
giovedì 10 - 12 e su appuntamento
COMUNE DI SAINT-VINCENT
Desideriamo informarla che i suoi dati personali
raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno
utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT”
nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla
direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la protezione
dei dati personali; dalla Direttiva 97/66/CE e dal D.lgs
171/98 per la tutela della privacy nelle
telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE
e dal D.lgs 185/99
Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL.
353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46)
art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 24/2007
Direttore responsabile
Dario Bordet
Edizioni:
Le Roy S.r.l.
Grafica:
John Romano
Tipografia:
Tipografia
Centro Stampa Srl
Bra (CN)
Sommario
Proposta d’intervento sullo
stabilimento termale
4
Alla ricerca di radici comuni
5
Noi c’eravamo...
6
Concorso fotografico
“I villaggi di Saint-Vincent”
7
Sulle orme di Primo Levi
10
Il Baritono Giuseppe Valdengo
11
Novità in biblioteca
12
Il giardino di Archimede
14
Casa di accoglienza “Tenda Amica”
16
Benvenuta Associazione V.I.O.L.A.
17
A.S.D. Monte Cervino Calcio
18
I nostri villaggi: Perrière 19
Ru Courtaud
21
Comunicati 22
COLLABORATORI:
Sara Bordet, Paola Seris, Patrizia Menegotto, Maria
Pia Simonetti, Alessandra Masala, Associazione
V.I.O.L.A., Alessandro Rossi, Pier Giorgio Crétier,
Direttivo Consorzio Miglioramento Fondiario Ru
Courtaud, Maria Depetris, Maura Susanna, Sci
Club Zerbion
CONTRIBUTI FOTOGRAFICI:
Oltre agli autori degli articoli, si ringrazia per il
materiale iconografico: Chantal Cerise, Claudio
Camos, Luca Balma, Alberto Spirli, Xavier
Cornaz, Francesco Gallieri, Gino Canuto, Livia
Dagnes, Maura Favre, Manuela Gorris, Lorena
Isabellon, Lorena Atzei, Leonardino Charrière,
Andrea Camos, Fabrizio Besenval, A.S.D. Monte
Cervino calcio, Archivio Comune Saint-Vincent
Si ringraziano Valeria Scionti e Rita Thuegaz per
la cortese disponibilità
COORDINATORE:
Sergio Rossi
IN COPERTINA:
Tenso: La vecchia Stazione ferroviaria
(Foto di Alberto Spirli)
L
a Biblioteca comunale ha lanciato nel corso del 2007 il concorso fotografico “I villaggi di
Saint-Vincent” con l’obiettivo di acquisire immagini significative e originali scattate nelle nostre frazioni, in vista della loro pubblicazione sul calendario comunale del 2008. Una giuria,
composta da Franco Agnello e Roberto Mariani, fotografi professionisti, Paola Séris, guida turistica
e profonda conoscitrice del territorio, Francesco Prinetti, geografo appassionato di fotografia, Filippo
Piccoli, insegnante di educazione artistica, anch’egli amante della fotografia, e Sergio Rossi, presidente della Commissione di gestione della biblioteca, ha selezionato le 13 migliori fotografie fra le
circa 70 pervenute da parte di 15 concorrenti. I criteri di scelta su cui la giuria si è basata sono stati
la qualità delle immagini, l’aderenza al tema proposto e l’originalità. Martedì 18 dicembre scorso ha
avuto luogo la premiazione dei vincitori, contestualmente all’uscita del calendario, che, ricordiamo,
è possibile ritirare presso la Biblioteca o la Segreteria del Comune.
E’ risultato vincitore assoluto il sig. Andrea Camos, che ha conquistato il diritto di vedere pubblicata
sulla copertina del calendario la splendida fotografia “Riflessi di montagna”, da lui scattata a Palud
e che vedete riprodotta in questa pagina. Lo stesso ha “piazzato” altre due immagini come icone dei
mesi di gennaio e giugno. Gli altri vincitori “mensili” sono i signori Livia Dagnes (2 foto), Maura
Favre (2 foto), Lorena Atzei, Manuela Gorris, Claudio Camos, Gino Canuto, Francesco Gallieri e Xavier Cornaz. Ringraziamo tutti i partecipanti per aver risposto alla proposta della biblioteca e, mentre
rimandiamo al calendario per la visione delle immagini relative ai mesi, proponiamo all’interno della
rivista una ricca e interessante carrellata di 15 fotografie, una per ciascun concorrente, fra quelle non
entrate nella “Top 13”.
3
Palud: “Riflessi di montagna”, scattata da Andrea Camos, immagine vincitrice del concorso
fotografico e copertina del calendario 2008.
PROPOSTA D’INTERVENTO SULLO STABILIMENTO TERMALE
A
4
seguito del Project Financing bandito dall’Amministrazione Comunale per la
riqualificazione dello Stabilimento
Termale la proposta presentata dal
raggruppamento facente capo alla
Bonatti S.p.a. è stata giudicata da
una commissione tecnica come
quella maggiormente rispondente
alle esigenze messe in gara. La finalità di questo promotore è quella
di riportare le Terme di Saint-Vincent a quei livelli qualitativi e di
notorietà, visti in passato, proponendo una serie di interventi volti
alla cura, alla riabilitazione e alla
promozione della salute, così come
intesa oggi, cioè ispirata alla prevenzione con tecnologie mediche e
fisiche atte alla disintossicazione e
riabilitazione biologica dell’organismo.
L’attività termale che si propone di
realizzare può essere così sintetizzata:
- mescita dell’acqua termale: il
vecchio stabilimento termale Fons
Salutis diventerà sede dello stabilimento idropinico e di areosolterapia, unico luogo deputato alla
mescita dell’acqua e riprenderà
così l’originaria funzione. In quegli spazi completamente recuperati
e restaurati, verranno localizzate
anche attività di intrattenimento
(bar, musica, postazioni internet)
oltre che museali ed espositive (nel
salone situato sopra le vasche di
accumulo). Il progetto prevede il
mantenimento della distribuzione
architettonica preesistente, recuperando i decori d’epoca e la tipologia dei serramenti nell’ottica di un
attento restauro filologico;
- cure termali: le attività legate
alla medicina, alla fisioterapia e
all’estetica verranno svolte principalmente nei rinnovati locali dello
Stabilimento Benessere. L’edificio
delle nuove terme è soggetto ad interventi di forte impatto. L’attuale
volume tecnico-sanitario sottostante verrebbe scavato per ricavare un nuovo piano destinato ad
ospitare 20 camere di degenza. A
questa quota perviene l’ascensore
inclinato. All’estremità di levante
sono state ricavate una vasca idromassaggio ed una piscina all’aperto di 160 mq avente accesso da una
parte interna della vasca. L’attuale
piano per i trattamenti è ristrutturato per ospitare studi medici, ambulatori, area trattamenti, palestre,
spinning, cabine massaggi, bagni
turchi, saune, vasche idromassaggio, coiffeur, sale operatorie, e le
cucine per il ristorante superiore.
L’attuale giardino pensile semicircolare superiore verrebbe occupato
parzialmente da una sala ristorante
che prospetta su un ampio terrazzo.
Grazie alla notevole altezza della
hall delle nuove terme il progetto
propone la realizzazione di un soppalco, accessibile con una scala e
con una piattaforma elevatrice. In
tale soppalco c’è la realizzazione
di uno spazio espositivo trasformabile in sala riunioni ed un’aula
per la formazione dei medici ed
infermieri;
- attività ricettiva: verrà svolta
nei rinnovati e recuperati spazi
dell’Hôtel Source. L’intervento
avverrà nel pieno rispetto del vincolo monumentale che obbliga a
mantenere sia l’impianto generale
dell’edificio che le facciate esterne e si realizzerà con interventi di
conservazione e restauro. L’unica
licenza progettuale innovativa che
si propone, consentita dal PUD, è
la realizzazione di una controfacciata in acciaio-vetro trasparente
collocata sul retro dell’hôtel per
la realizzazione del giardino d’inverno. La funzionalità d’insieme
relativa alla parte ricettiva è garantita dalla presenza di un ascensore inclinato ubicato nel parco che
collegherà il corpo del Source con
lo Stabilimento Benessere. Il ristorante a servizio della stabilimento
benessere, aperto anche agli esterni, verrà ubicato su parte dell’attuale terrazza;
- parco: il recupero del parco riveste un aspetto fondamentale
dell’intero intervento in quanto
lega le diverse zone, ognuna con
propri caratteri ed identità in un
contesto di naturalità e di forte
valenza paesaggistica. Il parco è
diviso in due parti: una aperta al
pubblico che consente il collegamento tra Stabilimento benessere e
stabilimento idropinico attraverso
percorsi pedonali sviluppati nella
secolare vegetazione; una parte ad
uso esclusivo dell’albergo Source
tra lo stesso e lo stabilimento benessere. Il costo totale dell’opera è
di circa 21 milioni di euro a fronte
di una concessione delle strutture
per una durata di 32 anni.
ALLA RICERCA DI RADICI COMUNI
Valle d’Aosta e Savoia
A
settembre, con un bel gruppo
di persone interessate alla nostra storia e al nostro passato, si sono visitati i castelli di Fénis e
Issogne e la chiesa di Issime. A fine
mese si è poi completato il percorso
artistico-storico visitando, in Savoia,
Les Houches, Cordon, la Vallée du
Giffre, Thonon, Ripaille e Abondance. L’intento del programma, promos-
Il Castello di Ripaille
so dalla biblioteca, era quello di far
rilevare le similitudini esistenti tra i
luoghi visitati in Valle e quelli savoiardi, nonché le affinità geograficoambientali dei due territori.
A Fénis ci si è soffermati non tanto
sulla struttura architettonica quanto
sugli affreschi quattrocenteschi attribuiti a Giacomo Jaquerio e collaboratori, confrontandoli poi con quelli
dell’abbazia di Abondance. Senza
nessuna presunzione accademica ci si
è divertiti a scoprire tali similitudini
nella vegetazione, nei colori, nei visi
dei personaggi, nei pinnacoli architettonici, nelle decorazioni delle cornici
e nelle houppelandes.
Ad Issogne, splendida dimora voluta
da Giorgio di Challand, si sono ammirate le volte a crociera multiple
della sala da pranzo e della cucina (sicuramente G. di Challand aveva ammirato quelle del priorato di Ripaille
e le ha volute simili, a fine quattrocento, per il suo castello valdostano)
confrontandole poi a Ripaille con
quelle del convento dei canonici regolari di Sant’Agostino (lo stesso ordine
religioso in Sant’Orso di Aosta), fatto
costruire da Amedeo VIII in memoria del defunto padre Amedeo VII
(il Conte Rosso, morto tragicamente,
probabilmente di tetano, il 2 novembre
1391). Duca raffinato e colto, Amedeo
VIII si avvalse di grandi artisti quali
Giacomo Jaquerio, Gregorio Bono,
Jean Bapteur, Peronnet Lamy, Conrad Witz per decorare degnamente
castelli e monasteri. A Thonon sorse
un atelier di miniaturisti dal quale
uscirono i più famosi manoscritti miniati dell’epoca. Malgrado gli onori
ed il potere dei quali godeva, Amedeo
VIII decise per un ritiro conventuale
e a tale scopo costruì nel 1434, vicino
al priorato, il castello dalle sette torri
e vi si ritirò con sei dei suoi consiglieri fondandovi l’ordine dei cavalieri di
San Maurizio. Un testo tedesco del
1580 descrive così il castello:
″Ce bâtiment est composé de sept
tours distinctes chacune l’une de l’autre, mais ayant toutes la même hauteur, sauf la première, qui fut habitée
par Amédée VIII et qui est plus haute.
Chacune de ces tours a une petite tourelle dans laquelle est logé un escalier en spirale, disposition qui donne
à l’ensemble l’aspect d’un bâtiment
formé de sept tours dont le sommet
est garni de girouettes à éclat métallique. Chaque tour a son jardin et un
appartement formé d’une chambre,
d’une petite chambre, d’une cuisine
e d’un cellier. La cour est bien pavée
et ornée d’un puits charmant ". Sfortunatamente del castello di Amedeo
VIII non rimane molto. Acquistato
da privati e “ristrutturato”, pervenne
in eredità a Madame Harold Necker
la quale nel 1976 creò la “Fondation
Ripaille”. La fondazione ha per scopo
“ de promouvoir au Château de Ripaille un centre d’étude, de réflexion,
de travail, de formation et d’échanges
orienté sue l’écologie …….. Ce Centre
organisera des échanges entre des institutions, organismes et associations
concernés aux plan des régions, des
nations et des ensembles internationaux".
Ad Issime si è entrati in contatto con
un superbo esempio di barocco, godendo della bellezza dell’altare (le
182 statue perfettamente intagliate,
le colonne tortili, i timpani, l’oro e il
blu delle decorazioni, il tutto armoniosamente composto, ne fanno il più
bell’esempio di barocco in VDA, che
non teme il confronto con opere prodotte da artisti più noti e valorizzati),
della poutre de gloire, del pulpito e
del museo di arte sacra. Lo stesso è
avvenuto nelle chiese di Les Houches
e di Cordon, dove le guide locali hanno però dato un’interpretazione non
tanto artistica quanto spirituale dello
“stile barocco di impronta tedesca”,
conseguenza della Controriforma e
a massima gloria di Dio, della Santa
Vergine e dei santi. Le limpidissime
giornate hanno poi consentito di ammirare la catena del Monte Bianco sia
dal nostro versante che da quello savoiardo (del Bianco si diceva “mostra
il suo viso di pietra all’Italia mentre
riserva il suo viso di ghiaccio alla
Francia”). La sosta a Les Gaillards
(ore 7,30) ci ha permesso di “toccare”
il ghiacciaio Des Bossons, l’Aiguille
du Midi, il Monte Bianco el il Dôme
du Goûter. Ma lo spettacolo più stupefacente lo si è goduto da Cordon,
eccezionale balcone sulla catena del
Bianco. Spettacolare poi la passeggiata, accompagnati dal mitico Monsieur
Monet, al Cirque du Fer à Cheval
(non ci ricorda forse la nostra comba
de Comboé? ) e la cascata du Rouget
(vedi le cascate di Lillaz e del vallone
del Fer).
Visto il consenso che ha ottenuto questa prima iniziativa la biblioteca si riserverà il piacere di proporne altre per
il prossimo anno.
Paola, Maura, Rita, Sergio e tutta la
Il Chiostro di Abondance
5
NOI C’ERAVAMO....
S
6
abato 29 e domenica 30 settembre
un gruppo di instancabili romantici parteciparono con grande entusiasmo ad una gita in Alta Savoia a coronamento delle visite guidate ai castelli
di Fénis e di Issogne e alla Chiesa di
Issime, come previsto dall’iniziativa
“Alla ricerca di radici comuni”, proposta dalla Biblioteca di Saint-Vincent.
All’alba i nostri intrepidi salirono sul
pullman ed il viaggio incominciò.
Come in un teatro lo spettacolo ebbe
il suo inizio con i primi raggi del sole
che come riflettori illuminarono i primi attori: i monti; fra questi il Bianco
si presentò nel suo costume di scena
prediletto: “Il re sonnecchiante” con
stola di ermellino bianco. Sul versante francese il pubblico viene catturato
dalla presenza magnetica di un ghiacciaio sul loggione che proferisce parole gelide: “Je suis le roi d’une Vallée Blanche, je règne sur une mer de
glace”.
Passato Chamonix ci si presenta una
gradita sorpresa: all’interno di un quadro impressionista “Au bord du lac”
siamo coccolati e rifocillati da un delizioso “petit déjeuner”.
A Les Houches ci aspetta la prima visita guidata: riflessione sullo stile barocco e nella vita paesana all’interno
della Chiesa di San Giovanni Battista,
ingentilita da fiori locali leggeri e dai
mille colori.
Ripreso il viaggio i paesi che incontriamo ci stupiscono per il loro particolare culto floreale: dall’angolo
sapientemente messo in risalto, alle
rotonde, ai ponti, alle piazze, ai davanzali di ogni casa, la flora è la protagonista indiscussa della scenografia del
festival della montagna. A metà mat-
tinata il gruppo giunge a Cordon “il
balcone del Monte Bianco” : a parte
il “piccolo” particolare di una giornata
splendida con un cielo terso e blu, si
può osservare con il fiato sospeso una
catena di damigelle bianche con un
velo bianco fra i “capelli” che dominano incontrastate su di un paesaggio
dai vividi colori. E’ poi fra le melette
rosse e profumate di un giardino di
una tipica casa del posto che ci viene
raccontata la vita di un tempo da una
simpatica guida turistica in costume
locale: Roselyne; la visita finisce nella
Chiesa parrocchiale dell’Assunta. Se
veramente esistono quei piccoli esseri comunemente denominati “gnomi”,
ebbene …. potreste trovarli proprio
nella Valle del Giffre: boschi strepitosi, ultra umidi, ossigenati da cascate
improvvise; qui l’acqua regna sovrana
e a volte tiranna trascina e piega il paesaggio durante le frequenti alluvioni.
Giunti a Sixt-Fer-à-Cheval si apre un
altro scenario incantato: strane montagne ci avvolgono in un clima fiabesco
…. il sole, tramontando, colpisce con
gli ultimi raggi le tantissime tonalità di verde del bosco, rendendo così
suggestivo il quadro rinascimentale
che non ci stupiremmo se ad un tratto
uscisse un cavaliere sul destriero bianco …. Ma ora torniamo alla realtà. La
strada per raggiungere Thonon, dove
pernotteremo ci sembra un po’ lunga, ma ecco arriva puntuale una battuta umoristica del nostro animatore
di fiducia e i suoi fans non possono
che arrendersi in risate sempre meno
motivate, ma sempre più contagiose.
La pioggia ci ha accolti all’Hôtel des
Princes e ha perdurato fino al mattino,
comunque ci ha permesso di ammirare
Gli avventurieri
un nuovo quadro “gris d’une matinée
de pluie” da una gradevole e comoda
postazione privilegiata. Dopo una breve visita libera a Thonon è iniziato per
“i nostri intrepidi” un vero e proprio
tuffo nel passato al Castello di Ripaille. La storia del sito è antichissima
(dès l’âge du bronze) questa superficie
di 135 ettari è stata teatro di vicende
umane che hanno permeato di un fascino particolare gli edifici di epoche
diverse e i giardini circostanti; la cour
des mûriers, la cuisine des chartreux,
la Chapelle de Sebastien de Montfalcon, la cave du Château, ogni luogo
ci trasmette sensazioni e il racconto
della guida aiuta a mettere in scena
la nostra fantasia; capita anche che la
nostra partecipazione al racconto si
faccia a tal punto reale che ci troviamo
per incanto a pranzare al castello in un
elegante sala del Priorato con camerieri (forse dell’epoca!) che appaiono
come fantasmi dal nulla portando ai
commensali i raffinati piatti del menu
del Maistre Chiquart. A questo punto
della cronaca i ricordi si fanno un po’
sfocati, non certo per gli effluvi del
vino …. ma sicuramente per l’atmosfera travolgente del chiostro dell’Abbazia di Abondance, ultima tappa del
programma di visite, ma non per questo meno significativa: gli affreschi
che ricordano per molti aspetti quelli
del castello di Fénis testimoniano vite
e costumi del passato comuni a quelli
del nostro passato …. ma non era forse
ciò che volevamo ricercare?
A quando la prossima ragazzi?????
Un gruppo di fans
CONCORSO FOTOGRAFICO: “I VILLAGGI DI SAINT-VINCENT”
Gru
n: L
e no
yer
de l
’esp
rit (
Cla
udio
Cam
os)
Tenso: La stazione
anni trenta o duemila e sette?
(Chantal Cerise)
7
Cillian: La luce (Luca Balma)
Moron:
Particolare di una casa
(Alberto Spirli)
Tenso: Il caffè della stazione oggi (Xavier Cornaz)
Dizeille:
Un oratorio
(Francesco
Gallieri)
Grun: Avanti, c’è posto
(Gino Canuto)
8
Amay: Un angolo fiorito
in mezzo ai ruderi
(Livia Dagnes)
Dizeille: Ultimi raggi di sole
(Maura Favre)
Feilley: Estate (Manuela Gorris)
Feilley: Quiete autunnale
(Lorena Atzei)
Cillian: Finestra
in stile gotico
(Lorena Isabellon)
9
Amay:
Colori d’autunno
(Leonardino Charrière)
Palud: Acqua di sorgente (Andrea Camos)
Moron: La Chiesa (Fabrizio Besenval)
A
“
10
SULLE ORME DI PRIMO LEVI
vevamo freddo e fame, eravamo i partigiani più disarmati
del Piemonte, e probabilmente anche i più sprovveduti. Ci credevamo al sicuro perché non ci eravamo
ancora mossi dal nostro rifugio sepolto da un metro di neve: ma qualcuno
ci tradì, ed all’alba del 13 dicembre
1943 ci svegliammo circondati dalla
repubblica: loro erano trecento e noi
undici...”
Così Primo Levi racconta il suo arresto ad Amay, sulla collina di SaintVincent, da parte dei fascisti repubblichini. Il racconto, intitolato “Oro”, fa
parte della raccolta Il sistema periodico, uscito per Einaudi nel 1975.
Sono anni davvero d’oro per Primo
Levi, anni di speranza, anni in cui
sembra che la società italiana stia finalmente facendo i conti con l’eredità
del fascismo, anni in cui lo scrittore
torinese puo dire. “ E’ bello ricordare i
guai passati”.
Finiranno prestissimo. Ricordare diventerà sempre più difficile in un
paese dove i valori di cui la lotta di
Liberazione si era nutrita subiscono il duplice attacco del terrorismo e
dell’edonismo.
Primo Levi scrive nel 1986 quel sag-
gio straziante e lucidissimo che è I
sommersi e i salvati e l’anno successivo si toglie la vita.
Quest’anno, nel ventennale della
morte, il Comune di Saint-Vincent
ha voluto dedicargli due incontri. Il
primo, che si è svolto in Biblioteca la
sera del 24 aprile, pur nella memoria
dell’esperienza (inesperienza – direbbe Levi) partigiana, era rivolto principalmente al Primo Levi “testimone
e scrittore di storia”, come recita il
titolo di un bel saggio curato da Paolo Momigliano Levi e Rosanna Gorris
in occasione dell’omonimo convegno
che St-Vincent volle dedicargli dieci
anni orsono.
Il secondo, che ha avuto luogo la mattina dello scorso 9 novembre, aveva
come destinatari principali gli studenti
di alcune classi delle superiori.
Incaricata dall’Istituto storico per la
Resistenza e la Storia contemporanea
in Valle d’Aosta e dall’Assessore comunale alla Cultura Maura Susanna di
curare queste due manifestazioni, ho
scelto di partire da quell’amara constatazione che Primo Levi non si stancava di fare:”E’ accaduto, può accadere”. Un obiettivo era dunque quello di
capire come è potuto accadere, l’altro,
conseguente, è che fare perché non
accada più.
Prezioso, in entrambi gli appuntamenti, l’intervento di Silvana Presa, direttrice dell’Istituto storico. Nel primo
Presa ha affrontato il tema di come
sia possibile dire l’indicibile, cioè di
come si possa raccontare e trasmettere
l’orrore di Auschwitz, nel secondo ha
mostrato in che modo lo studio della
storia può diventare percorso di consapevolezza e vaccino contro gli errori
e gli orrori che l’umanità sembra continuare a voler ripetere.
Dopo di lei altri hanno parlato agli
studenti riuniti nella sala del consiglio
comunale: Giuseppe Ciardullo, studioso attento e appassionato della storia della Resistenza a Saint-Vincent,
Sergio Péaquin, Presidente dell’Anpi
locale, Delfina Levêque Gorris e Vincente Gorris, moglie e figlia di quel
Vincent Gorris che aiutò molti dei numerosi ebrei rifugiati a Saint-Vincent
nei primi anni Quaranta.
Cosa rimane di questi incontri? La
sensazione è sempre quella di gettare semi nel deserto di un tempo dove,
senza effetti speciali, è persino diffi-
cile avere ascolto. Eppure tutte e due
le volte, con pubblici diversi, è stato
chiaro che la lettura di brani di Primo
Levi (in biblioteca li ha magistralmente interpretati l’attrice Paola Corti) è
ancora e sempre capace di catturare
l’attenzione e di emozionare. Dunque
la grande letteratura, la poesia, l’arte
hanno frecce al proprio arco. Basta
che qualcuno le scocchi.
L’altra cosa che mi ha colpito è l’attenzione con cui venerdì 9 novembre,
alle 8,15 di mattina, cinquanta studenti hanno ascoltato in silenzio assoluto,
sulla terrazza a fianco al Comune battuta da un vento già freddo, la lettura
dei nomi delle giovani e dei giovani
caduti nella seconda guerra mondiale
e nella lotta di Liberazione dal nazifascismo: soldati, partigiani, civili.
Mentre leggevo quei nomi così comuni in Valle d’Aosta: Cretier, Jacquemet, Juglair, Pellissier, Tréves, Vout,
mentre leggevo le loro età: 18 anni,
21 anni, 23 anni, 15 anni, e raccontavo
dove e come erano morti, mi pareva di
vedere una sorta di stupore tra i ragazzi e le ragazze davanti a me. I morti
giovani restano giovani per sempre e
dunque, per un attimo, li hanno potuti
sentire loro coetanei, non astratti eroi
o vittime di una guerra lontana anni
luce dalla vita quotidiana di uno studente valdostano del 2007.
E’ accaduto e può accadere. Sta accadendo in altre parti del pianeta ed è
accaduto pochi anni fa ai nostri confini. Una nazione chiamata Jugoslavia è
stata cancellata dalla guerra e una pace
vera non è ancora tornata.
Dunque se la letteratura è un potente
vaccino l’altro è – come hanno ribadito tutti i testimoni - la partecipazione alla vita politica e democratica.
Distrazione, astensione, indifferenza,
compiacimento della propria ignoranza sono sintomi di quella malattia
mortale chiamata dittatura.
“Ci credevamo al sicuro perché non ci
eravamo ancora mossi dal nostro rifugio...”.
Maria Pia Simonetti
IL BARITONO GIUSEPPE VALDENGO
Il primo numero di Jeux d'eau del 1998, nella rubrica 'Il personaggio', dedicò un ampio articolo al
Baritono Giuseppe Valdengo. Ora vogliamo ricordarlo e ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per
il nostro paese, scusandoci con lui se tante volte non abbiamo capito e non abbiamo saputo contraccambiare.
Grazie Maestro
' Per l'Arte, la vera arte, bisogna dare tutto.
E’ un obbligo, un dovere verso Dio e verso gli uomini!'
Per gentile concessione
Archivio Giuseppe Valdengo
N
ato a Torino il 24 maggio 1914.
Intraprese lo studio del
violino all’età di sei anni, prima
sotto la guida di Pino Dappiano
a Crescentino, e, successivamente, a Torino, alla scuola del
celebre violista Eugenio Ballarini. Frequentò, quindi, il Corso
di Oboe e Corno Inglese nella
classe di Primo Nori, al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di
Torino, dove si diplomò a pieni
voti e lode e dove fu allievo di
Luigi Perrachio, per lo studio
del pianoforte, e di Giorgio Federico Ghedini per l’Armonia e
il Contrappunto. Ascoltato dal
direttore del Conservatorio Franco Alfano - fu da questi avviato allo studio del Bel Canto,
sotto la guida di Michele Accorinti, fino al conseguimento, a
pieni voti e lode, del Diploma.
Il 12 febbraio 1937 debuttò al
Teatro Sperimentale di Alessandria, in Madame Butterfly, nella
parte di Sharpless. Si perfezionò in Italia con il basso Tancredi
Pasero e, più tardi in America,
con il baritono Giuseppe Danise. Il debutto nel ruolo di Figaro
ne Il Barbiere di Siviglia, avvenuto al Teatro Regio di Parma,
gli decretò una fulgida carriera.
Richiamato alle armi durante
la Seconda Guerra Mondiale
fu Direttore della Banda del V
Reggimento di Artiglieria “Superga”. Segnalato da osservatori
delle Forze Militari Americane
in Italia, nel 1946 fu scritturato
dal Teatro City Center di New
York.
Nel 1947 Arturo Toscanini, sentitolo, lo volle interprete di Jago
per l’Otello, che avrebbe diretto
alla N.B.C. di New York. Tale fu
il successo e il prestigio acquisito, che il Metropolitan di New
York scritturò Valdengo per
dieci stagioni consecutive. Nel
1949 Valdengo prese parte alla
prima trasmissione televisiva
di un’opera lirica: Aida, diretta
da Arturo Toscanini alla N.B.C.
di New York. Divenne allievo
prediletto del Maestro, il quale
gli insegnò, oltre a Rigoletto, La
Traviata, Un ballo in maschera,
e Lucia di Lammermoor, la parte di Falstaff, per l’opera omonima di Verdi, eseguita poi da
Valdengo alla N.B.C. di New
York, ancora sotto la prestigiosa
bacchetta, nel 1950.
Il colore della voce, l’eccellente
musicalità e la chiara dizione che lo stesso Toscanini dichiarò perfetta - lo portarono nei
maggiori teatri della scena lirica mondiale. Il suo repertorio
operistico comprende oltre set-
tanta opere, spaziando dall’opera Monteverdiana a quelle di
tradizione, tra cui: Rigoletto,
La Traviata, Nabucco, Falstaff,
Otello, Aida, Don Carlo, Prince Igor, Andrea Chenier, Gianni
Schicchi, Boheme, Don Giovanni, Le Nozze di Figaro, Don
Pasquale, L’Elisir d’Amore, Il
Barbiere di Siviglia, Lohengrin,
ecc.; ad opere moderne tra le
quali Peter Grimes, Novità del
Giorno, Uno sguardo dal ponte;
a oratori sacri tra cui: La Resurrezione di Lazzaro, La Passione
di Cristo (Perosi), Les Bèatitudes (Franck), Requiem (Faurè),
La Risurrezione (Alfano).
Valdengo ha primeggiato sulla
scena teatrale e nel concertismo
cameristico, segnalato da insigni compositori quali Umberto Giordano, Lorenzo Perosi e
Paul Hindemith, cantando sotto
la direzione di Arturo Toscanini, Umberto Giordano, Paul
Hindemith, Leonard Bernstein,
Fritz Reiner, William Steinberg,
Fritz Busch, Carl Böhm, Victor
De Sabata, Antonio Guarnieri, Gino Marinuzzi, Ino Savini,
Angelo Questa, Giuseppe Podestà, Giuseppe Del Campo, Franco Mannino.
Artista serio, ha dedicato tutta la
vita allo studio, seguendo un repertorio consono ai propri mezzi vocali e mai cantando opere
non adatte alla propria voce.
Nel 1962 ha raccolto di suo pugno nel libro “Ho cantato con
Toscanini” – di prossima ripubblicazione, secondo il dat-
11
tiloscritto originale, e con testimonianze inedite - le proprie
memorie sull’esperienza vissuta al fianco del grande Maestro.
Nel ritiro della sua dimora, lontano dai clamori, ha continuato
a ricevere allievi e profondere i
suoi generosi consigli, ‘fermati’ sulla carta – nel settantesimo anno dal suo debutto – nella
pubblicazione, “Scuola di canto”, prossima, come l’autobiografia, alla presentazione.
IL TUO BAMBINO
La voce di Giuseppe Valdengo,
usata con intelligenza, e con
perfetta tecnica, ha mantenuto
sempre la stessa freschezza. A
chi gli chiedesse quale fosse il
segreto di tanta longevità vocale, rispondeva: “Il Fiato!”.
A ottantasei anni e mezzo la registrazione discografica di arie
sacre “Benedicam Dominum”,
prodotta a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione del
2000; era imminente - in questo
mese - la sua ‘ultima’ incisione:
pagine cameristiche dal ‘700 al
‘900.
Nelle prime ore del giorno 4 ottobre – nel segno di san Francesco - è spirato all’ospedale di
Aosta. Al suo capezzale la moglie, Maria, che – dopo la morte
di Laura, di Nannetta, e di Adele - ha condiviso fino all’estremo istante i suoi ultimi dodici
anni di vita.
Novità in biblioteca
Un volume utile, una guida pratica con la
quale affrontare in modo totalmente nuovo
il difficile compito di crescere i propri figli.
Mettendo a confronto i metodi convenzionali
"Il tuo bambino" offre ai genitori gli strumenti per comprendere e influenzare lo sviluppo
sociale ed emozionale del bambino, fornendo
soluzioni pratiche alle sfide di ogni giorno.
I sistemi emozionali principali presenti nel
cervello umano sono fortemente influenzati
dall'approccio adottato dai genitori. Questo
manuale spiega come, da un cervello "ben accudito" sotto il profilo emozionale, possa svilupparsi una mente sana.
Lo sviluppo di capacità complesse da parte del bambino, quali la risoluzione di problemi, l'autoconsapevolezza, la capacità di reagire sotto
stress, l'empatia, la gentilezza e l'interesse verso le cose non dipende
da fattori genetici: esistono particolari comportamenti dei genitori in
grado di influenzarne l'andamento.
LA VITA SEGRETA DI MARIA ANTONIETTA
Il 16 maggio 1770, a Versailles, in un clima
di fiabesca magnificenza, si celebrava il matrimonio di Luigi Augusto, futuro sovrano
di Francia, con la quindicenne arciduchessa Maria Antonietta Giuseppina Giovanna
d'Austria. Divenuta regina di Francia, in un
periodo quanto mai delicato e ricco di scandali e di storie bizzarre, fu ghigliottinata nel
1793 come "vedova Capeto" tra gli insulti e
i lazzi della folla inferocita. Insieme a quella
donna ormai inerme e miserabile, dal viso
pallido e gli occhi sbarrati dalla paura, tutta
un'epoca di follie e di splendori scendeva
nella tomba. Madame Campan scrive questa sua
vita segreta "in difesa" della regina che aveva amato e con la quale
aveva chiesto di poter dividere il terribile calvario della prigione: il
risultato è un 'livre de mémoires' estremamente vario e avvincente, una
cronaca "al femminile" della Corte scritta in uno stile arguto, ricca di
aneddoti e di preziose annotazioni.
L’AVVENTURA DELLA VITA
Che cos'è che distingue gli esseri viventi dagli
oggetti inanimati? Perché senz'aria una candela si
spegne e un animale soffoca mentre una pianta no?
E ancora: la materia di cui sono fatti gli organismi
viventi è diversa da quella del mondo inorganico?
Come si è formata la vita sulla Terra? Potrebbe essersi formata anche su altri pianeti? E la comparsa
della specie umana è veramente il coronamento
dell'evoluzione, o è un incidente che poteva anche
non capitare? Le domande di un nipotino curioso a
una zia che sa tante cose stimolano il senso critico
dei lettori, accompagnandoli in un'avventura che inizia e finisce con la stessa domanda: che cosa vuol dire vivo? Età di lettura: da 9 anni.
LA CHIAVE SEGRETA PER L’UNIVERSO
George vive con il suo maiale domestico Fred e
due genitori ecoguerrieri che vorrebbero fare del
figlio un coltivatore biologico, anche se a lui, più
che a terra, piace guardare in cielo per contare le
stelle. Un giorno, grazie a una visita non autorizzata di Fred nel giardino accanto, il ragazzo conosce i suoi nuovi vicini: la fantasiosa Annie, il suo
papà scienziato Eric, e anche Cosmos, il computer
parlante più potente del mondo. Cosmos è in grado di aprire, al centro del salotto, una porta sulla
vasta oscurità dello spazio, attraverso la quale Eric
mostrerà ai ragazzi le meraviglie dell'universo,
come nasce e muore una stella, o come si formano
i pianeti. George e Annie viaggeranno su una cometa, ghiacciata come una
grande palla di neve sporca, affronteranno tempeste di asteroidi e buchi
neri, ma soprattutto dovranno proteggere Cosmos da chi vuole impadronirsi
dei suoi poteri... Età di lettura: da 11 anni.
QUALCOSA DA TENERE PER SÈ
Scuole chiuse, marito e figlia in montagna per seguire da
vicino le Olimpiadi, la “Profia” Camilla Baudino resta in
città con il fido cane Rotti e... con il bel commissario Berardi. Ma la profia, si sa, ha un fiuto particolare per i guai,
e anche stavolta ne troverà uno sulla propria strada. La sua
giovane amica Liuba - che vive in una piccola comune
abitata da un gruppetto di ragazzi stravaganti, ciascuno
con una storia speciale alle spalle - ha bisogno di aiuto: il
dolce, svagato Quantunque, l'ultimo arrivato nella comune,
un ragazzino del quale nessuno sa niente ma a cui tutti vogliono bene, è scomparso nel nulla. L'indagine di Camilla
s'intreccia presto con quella della polizia, che sta cercando
l'assassino della prostituta Flora .
I SAVOIA
MIO FRATELLO VIENE DA LONTANO
La dinastia sabauda ha una storia quasi millenaria, è una
Ketu abita in Botswana e sogna di trovare una famidelle più longeve d'Europa. E’ stata protagonista di avveglia che lo adotti a distanza. Giuseppe, invece, vive
nimenti diversi, sebbene quelli che l'hanno resa famosa
a Milano e ha la passione per l'Africa. Sono lontani
si iscrivano nella traiettoria discendente novecentesca (in
migliaia di chilometri, eppure c'è un filo invisibile
primis la collusione col fascismo). L'età moderna è quelche li lega, come se tutti e due sapessero che al di
la che avvicina i Savoia all'Europa e li rende "diversi"
là del mare esiste l'altra metà di loro stessi. Finché
rispetto a ogni altro contesto - aristocratico, signorile o
un giorno Giuseppe convince suo papà a portarlo
dinastico - tipico della tradizione italiana. Sono due sein Botswana e i due ragazzini si trovano faccia a
coli (dalla pace di Cateau-Cambrésis alla fine del '700) di
faccia... Età di lettura: da 9 anni.
crescita e tenuta dello Stato, segnati dal riconoscimento
internazionale. Anni nei quali si consolida un'organizzazione militare e buro- IL SEGRETO DELLA TORRE DI LONDRA
cratica e si sviluppa una cultura scientifica (inizialmente legata alle officine
Sovrano assoluto. Questa è la definizione di sé che
belliche) da cui scaturisce quel genius loci che porterà Torino a diventare
Enrico VIII vuole ribadire all'inquieta nobiltà del
una città industriale.
Nord Inghilterra, dopo aver scoperto un complotto per rovesciare la monarchia. A questo scopo,
LE MONDE ARABE
nell'autunno del 1541 il re intraprende una grandiosa visita ufficiale nel paese per ricevere atto
Qu'est-ce que le monde arabe ? Qui sont les Arabes ?
di sottomissione. Lo accompagnano migliaia di
Quelle est leur histoire ? Quelles sont leurs cultures ?
soldati, la crema della nobiltà e la quinta moglie,
Qu'est-ce que le Maghreb ? Et le Machrek ? Répondre à
la giovane e frizzante Catherine Howard. Anche
ces questions, c'est découvrir l'histoire extraordinaire d'un
ensemble de peuples et de cultures, c'est apprendre à con- Matthew Shardlake - che i lettori di C.J. Sansom hanno già incontrato
naître une mosaïque de terres et de paysages. Ce livre est nei precedenti romanzi "L'enigma del gallo nero" e "La scomparsa del
comme un grand voyage qui va de l'Arabie au Maroc, de fuoco greco" - viene convocato per far parte del seguito e per assicurarsi
la mer Rouge à l'Atlantique. Il raconte l'histoire de grandes che un importante cospiratore arrivi vivo alla Torre di Londra dove sarà
civilisations, il parle de littérature, d'art, de traditions, mais interrogato. Ma, nel fermento generale, l'acuto legale coglie alcuni seaussi de sciences, de géographie et de politique. Et surtout, gnali inquietanti e, aiutato dal fedele assistente Barak, indaga per conto
il invite le lecteur à rencontrer les enfants, les hommes et proprio. Così, mentre l'augusto corteo avanza, mastro Shardlake incappa
in una serie di compromettenti informazioni che, se rivelate, minerebles femmes de ces différents pays.
bero la stabilità dei Tudor: dall'ambigua confessione di un moribondo
alla sparizione di un cofanetto contenente allarmanti profezie, per non
LA CITTÀ PERDUTA
contare i molteplici, sanguinosi intrighi orditi nell'ombra... E anche il
Kurt Austin è la nuova punta di diamante della NUMA. valente Shardlake ne paga le spese, subendo dei diabolici attentati alla
Insieme al fido Joe Zavala deve affrontare una serie di propria vita...
misteri apparentemente slegati tra loro che se non risolti
in tempo, potrebbero causare una catastrofe planetaria. LA GATTA SONNAMBULA. CON CD AUDIO
Quale rapporto c'è tra il corpo di un aviatore d'inizio
Dopo il successo de "Il mattino di zucchero", Piusecolo trovato congelato in un ghiacciaio e un elmo del
mini e Caviezel portano in giro nelle scuole di tutta
sedicesimo secolo? La scoperta di una gigantesca cavità
Italia un nuovo spettacolo, fatto di canzoni, musisul fondo dell'Oceano denominata la Città perduta sconche, mimi e disegni: "La gatta sonnambula". Questo
volge il mondo scientifico. Ma non basta. La diffusione
libro con cd ne raccoglie tutte le canzoni, illustrate
di un'alga mutante particolarmente aggressiva e venefica
da tanti divertentissimi disegni: ecco allora "Il rock
diffonde terrore e imprevedibili sconvolgimenti nell'ecosistema marino. Ma
dell'aragosta", "La Canzone dei libri", "Il dinosaunon si tratta solo di strani fenomeni naturali. Kurt e Joe scoprono infatti che
ro"... e tante altre! Età di lettura: da 5 anni.
c'è una grande multinazionale decisa a sfruttare la situazione per ottenere il
controllo dei mari e, forse, anche della vita sulla Terra...
EMERGENZA BULLISMO
LEONIDA E I TRECENTO
La battaglia che ha salvato la Grecia, la disperata resistenza di Leonida e dei suoi trecento soldati contro
l'esercito persiano, il sacrificio estremo in nome della
legge. Una storia per riflettere sui grandi temi della
democrazia, della libertà e dei valori civili. Età di lettura: da 7 anni.
LIBROTERAPIA
I libri danno benessere, e la biblioteca è la farmacia
dell'anima. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno,
i libri curano, nutrono, confortano. Tenendo sempre
teso il filo sottile dell'ironia, Miro Silvera accompagna i lettori tra gli scaffali e accanto ai comodini,
gira attorno alle poltrone preferite e porge il cuscino
giusto. E poi suggerisce libri, libri, libri...
Un manuale pratico che affronta l'attualissima piaga del bullismo e si rivolge a tutte le figure che ruotano intorno a questo fenomeno: ragazzi, genitori,
educatori. L'argomento "bullismo" viene sviscerato in tutti i suoi aspetti (che cos'è esattamente?
chi è il bullo? chi è la vittima? dove avvengono
gli atti di bullismo? perché esiste questa "piaga"
sociale?) e viene analizzato sia dal punto di vista
degli adulti (prima parte) sia da quello dei ragazzi
(seconda parte). La seconda parte verrà stampata al
contrario rispetto alla prima proprio per sottolineare anche graficamente
la diversità d'approccio alla tematica e sarà arricchita da 20 schede intuitive e colorate. Tutto il volume si rifà ai fatti dell'attualità; offre inoltre
consigli e suggerimenti pratici agli educatori (insegnanti, genitori...) che
si trovano a combattere il bullismo e agli stessi ragazzi che ne sono
protagonisti o vittime.
IL GRANDE GIOCO
DELLA MITOLOGIA GRECA
Leggi le avventure delle divinità e poi divertiti a giocare! Età di lettura: da 5 anni.
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IL GIARDINO DI ARCHIMEDE. UN MUSEO PER LA MATEMATICA
I
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l Giardino di Archimede è un museo, il primo nel suo genere, dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni. L'attuale
sede di Firenze è stata inaugurata nel
2004. Si tratta di un Museo interattivo,
nel quale il visitatore non deve limitarsi a guardare passivamente vetrine o
leggere cartelli, ma viene anzi invitato
a compiere una serie ordinata di esperimenti manuali con gli oggetti esposti, facendo emergere dalla fisicità di
questi ultimi la struttura matematica
che vi è nascosta. Ogni esperienza serve a familiarizzarsi con la matematica,
a scoprire il ruolo fondamentale che
essa occupa non solo nella scienza,
ma anche nella vista di tutti i giorni.
Nel museo non si apprendono teoremi
e non si risolvono esercizi: si manovrano invece semplici meccanismi,
ci si diverte con giochi e puzzles, si
seguono le vicende storiche della matematica, incontrandone quelli che,
nella storia dell’umanità, sono stati i
protagonisti di questa scienza. Il museo è articolato su percorsi coerenti,
che vivono di vita propria come mostre indipendenti. La sezione iniziale
è costituita dalla mostra Oltre il compasso, la prima realizzata dal museo.
Attraverso una serie di meccanismi e
strumenti direttamente azionabili, il
visitatore è introdotto alla scoperta del
mondo delle curve, degli intrecci che
queste hanno con scienza e tecnologia, ma anche, molto più in pratica, di
come esse si ritrovano nella costruzione e nel funzionamento di oggetti usati
quotidianamente da tutti noi.
Un cono tagliato per mostrare
le sezioni coniche:
l'ellisse, la parabola, l'iperbole.
L'incontro con le curve s'inizia dalla
semplice retta e dalla circonferenza
per passare alle sezioni coniche, usate in sofisticate attrezzature come le
antenne satellitari, i telescopi, i radiofari. L’ultima parte di questa sezione
riguarda invece curve più complesse
e loro applicazioni. Qualche esempio
pratico: la cicloide e il suo uso negli
orologi a pendolo, la spirale nell’applicazione del rocchetto della macchina da cucire, l’evolvente del cerchio
e la forma dei denti degli ingranaggi
fino a giungere ai frattali e ai loro corrispondenti nel mondo della natura.
Un'altra sezione del museo è occupata
dalla mostra Pitagora e il suo teorema, incentrata sulla figura del grande
matematico antico. I pannelli della
sala riportano episodi della vita o relativi al mito del celebre personaggio
tratti da autori antichi, per immergere
il visitatore in quella che è la formulazione del teorema. Il teorema stesso,
riportato in numerose lingue straniere,
si esemplifica poi sottoforma di puzzle di legno, con i quali il visitatore
è invitato a cimentarsi. Con le figure
a disposizione si devono ad esempio
riempire rispettivamente il quadrato
dell’ipotenusa e i quadrati dei cateti.
Varianti e generalizzazioni del teorema danno poi luogo ad altri giochi,
con esagoni, stelle, cerchi, in un percorso che conduce fino alla quadratura
delle lunule di Ippocrate e ai teoremi
di Euclide e Pappo.
L’ultima sezione del museo è costituita
da due mostre di carattere storico che
vengono esposte a rotazione. La prima
mostra è dedicata alla figura di Leonardo Fibonacci, matematico pisano
autore del Liber Abaci, che nel XII
secolo entrò in contatto con la matematica araba nei domini di occidente.
Attraverso la sua opera egli introdusse nel mondo latino le cifre cosidette
“arabe” e influenzò lo sviluppo della
matematica medievale.
L’altra mostra ha per titolo La matematica in Italia (1800-1950): si tratta
di un’esposizione a carattere storico e
ripercorre gli sviluppi della matematica italiana contemporanea dal periodo
napoleonico al secondo dopoguerra
sottolineandone gli intrecci con la vita
civile. Oltre ai percorsi espositivi, il
Museo organizza e promuove attività
di vario tipo. Ricordiamo ad esem-
pio le domeniche matematiche, per il
pubblico generico, e i laboratori diretti
principalmente alle scuole, dalle materne alle superiori. Fra gli argomenti
proposti i sistemi di numerazione di
civiltà antiche o extraeuropee (Sumeri,
Egizi, Cinesi, Giapponesi ecc) oltre a
una panoramica sugli strumenti per il
calcolo meccanico realizzati dall’uomo nel corso della sua storia.
Informazioni pratiche
Il museo si trova a Firenze, in via S.
Bartolo a Cintoia 19a (autobus 1A dalla Stazione SMN).
Il museo è aperto al pubblico con orario 9-13 dal lunedì al venerdì e 15-19
la domenica. Resta chiuso nel mese di
agosto e nelle festività.
I biglietti di ingresso costano 5 euro
(intero) o 3 euro (ridotto per gruppi e
famiglie).
Su prenotazione sono possibili visite
guidate per gruppi di almeno 12 persone, eventualmente anche fuori orario di apertura. La visita guidata costa
2 euro a persona (oltre il biglietto di
ingresso).
Le prenotazioni si possono effettuare:
-telefonando al numero 055-7879594
-mandando un fax al numero 0557333504
-scrivendo un messaggio di posta elettronica ad [email protected].
Sul sito web www.archimede.ms si
trovano altre informazioni sulle mostre e sulle iniziative.
Il Museo visto dall’esterno
15
La camera ellissoidale:
parlando al suo interno si possono sperimentare le proprietà focali
dell’ellisse
Specchi parabolici, in grado di accendere un fiammifero a distanza (grazie
alle proprietà focali della parabola)
Alessandra Masala, di origini sarde, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Saint-Vincent, per poi trasferirsi nuovamente in Sardegna. Laureata in matematica all’Università di Cagliari, lavora da circa tre anni a Firenze in questo
“Museo della matematica”, di cui ci racconta obiettivi e
caratteristiche.
Stelle...per il teorema di Pitagora
CASA DI ACCOGLIENZA “TENDA AMICA”
S
abato 8 dicembre, giorno
dell’Immacolata, alla presenza del Vescovo e di autorità comunali e regionali, è stata
inaugurata a Saint-Vincent “Tenda
Amica”, una struttura destinata alla
prima accoglienza dei senzatetto, ubicata in Via Ferré, nei locali
dell’ex bagno diurno, attualmente
di proprietà della Parrocchia, completamente ristrutturati e adattati
all’obiettivo che la casa si propo-
gratuitamente donato tempo, denaro, professionalità. In particolare,
si è costituita una Onlus intitolata
alla nostra compianta concittadina
Jole Castiglioni, che sta portando
avanti il progetto e che si occupa
della gestione ed organizzazione
della struttura. La nota caratteristica è proprio relativa alla “gestione corrente” della struttura stessa,
su base totalmente volontaria. Si
è creato un gruppo di persone,
ne. Attualmente la struttura può
ospitare fino a 8 persone di sesso
maschile per una permanenza massima di 10 giorni. L’orario di accoglienza è compreso tra le 20 e le
22, mentre la chiusura mattutina,
dopo la prima colazione offerta, è
fissata per le 7.30. E’ una piccola
goccia che contribuisce a soddisfare almeno temporaneamente il
bisogno di un riparo, di un punto
di riferimento notturno per persone
in difficoltà. Il progetto, maturato
due anni orsono in seno al Consiglio Pastorale di Saint-Vincent, su
iniziativa del Parroco don Giulio
Vuillermoz, si è concretizzato grazie al contributo della Caritas diocesana e di tante persone che hanno
che ovviamente è auspicabile si
allarghi ulteriormente, che si occupano dell’accoglienza e della
custodia notturna della casa, della
risistemazione e del riassetto della
stessa durante il giorno, dell’approvvigionamento e dell’organizzazione dei volontari. Questo è un
punto molto importante, perché
l’impegno di solidarietà umana
sotteso a tutto il progetto diventa
più completo grazie all’apporto
diretto e non delegato, segno vero
di maturità civile. Questo aspetto
è stato sottolineato anche da Sara
Bordet nel corso dell’inaugurazione: il Sindaco ha rilevato come nel
nostro paese operino molteplici
associazioni e gruppi fondati sul
volontariato e come questo costi-
16
tuisca naturalmente un motivo di
crescita per l’intera cittadinanza;
pertanto l’Amministrazione comunale, al pari di quella regionale,
sono disponibili ad offrire la massima collaborazione e a supportare
il progetto in modi e tempi che andranno concordati.
Chiunque desideri avere maggiori
informazioni o sostenere in qualsiasi modo il progetto può contattare la Parrocchia al n° 0166
512350.
INAUGURATA A SAINT VINCENT
LA SEDE DI V.I.O.L.A.
Avremmo voluto che ci fosse anche Lei, la nostra indimenticabile
Presidente Nadia Bérard, all’inaugurazione, il 27 settembre scorso,
della nostra nuova sede a SaintVincent, presso il centro anziani
di Via Vuillerminaz, 23. Ma Nadia
Bérard ci guarda da lassù e sarà
contenta di vedere che le sue Violette continuano con amore la sua
opera.
La sede di V.I.O.L.A. sarà aperta tutti i giovedì dalle 15,00 alle
17,00 e sarà a disposizione delle
donne che avranno bisogno di noi!
V.I.O.L.A.
V
I
O
L
A
Viviamo
Insieme
Offrendo
lavoro (volontariato)
Amore
E’ questo il vero e profondo significato della nostra Associazione,
nata nel 1997 da un’idea di Nadia
Bérard e portato avanti insieme ad
un gruppo di donne, operate e non,
e ad un medico per dare sostegno
alle donne operate di cancro al
seno.
La nostra sede di Aosta è aperta
il martedì dalle 15,30 alle 17,00 e
qui c’è sempre una donna operata,
fiduciaria, che ha seguito corsi di
formazione con una psicologa ed
è in grado, quindi, di accogliere e
incoraggiare le persone che vivono la malattia. Offriamo gratuitamente consulenze mediche e corsi
di sostegno psicologico, corsi con
fisioterapiste al fine di aiutare la
mobilità dopo l’intervento, forniamo parrucche per chi è in terapia
oncologica: in buona sostanza siamo una presenza a disposizione
delle donne che cercano aiuto e
conforto in un momento particolarmente difficile della loro esistenza.. Ma non potremmo fare tutto
da sole perché le nostre risorse in
troppi casi sono insufficienti. Ecco
allora l’aiuto indispensabile delle
Istituzioni e di tanti privati che ci
sostengono in questo percorso. Il
nostro grazie di cuore va pertanto a
tutta l’amministrazione Comunale
di Saint-Vincent e alla Comunità
Montana Monte Cervino, che ci ha
offerto l’opportunità di essere vicine anche alle persone della bassa e
media Valle.
17
A.S.D. MONTE CERVINO CALCIO
E
18
ra dai tempi del mitico Canossa
che a Saint-Vincent e dintorni non
si respirava aria di calcio giovanile. Per la precisione dai tempi di Padre
Lino, quando sul campo dell’Oratorio non
passava giorno senza la partita di pallone a squadre miste venti contro venti. E
quest’aria non si è respirata sino all’anno
scorso, quando un gruppo di appassionati
ha fondato l’a.s.d. Monte Cervino, società di calcio giovanile che, come dicono i
responsabili, “è nata con l’unico scopo di
far crescere i giovani del nostro territorio,
mettendo loro a disposizione un’organizzazione seria, qualificata ed efficiente, per
poter aiutare le famiglie a formare dei
ragazzi educati e con la voglia di sport”.
Nel corso della stagione 2006-2007, prima
in assoluto per il sodalizio, l’a.s.d. Monte Cervino ha organizzato otto tornei di
calcio per il settore giovanile sui campi
di Saint-Vincent, Chatillon, Chambave ed
Antey Saint-André, invitando squadre della regione e del vicino Piemonte; i tornei
sono stati intitolati a Ioio Perucca, Franco
Sorteni, Ayman Laabid. I risultati più prestigiosi conseguiti al termine dei campionati e dei vari tornei ai quali il Monte Cervino ha partecipato sono stati la vittoria del
Premio Disciplina nella categoria Giovanissimi ed il successo al torneo di Cavaglià
con la squadra Esordienti. Alla fine della
stagione agonistica, nel mese di giugno,
l’a.s.d. Monte Cervino ha organizzato il 1°
campo estivo ad Antey Saint-André, dove
i 38 ragazzi iscritti hanno potuto, seguiti
dagli istruttori della società, svolgere varie attività come il calcio, l’equitazione,
il parco avventura, la mountain bike e la
piscina. Nel 2007 una importante novità:
l’iscrizione al campionato di terza categoria di una “prima squadra”, nelle cui fila
militano diversi tra allenatori e dirigenti
del settore giovanile, con una rosa limitata
di proposito per poter dare spazio anche ai
ragazzi della categoria Allievi, nell’interesse di farli crescere e maturare in quanto
futuro della società. L’organigramma del
sodalizio vede Alessandro Ménabreaz alla
presidenza, affiancato da Luca Agentini e
Vittorio Vaccaro, rispettivamente vice presidente e segretario. Il tesoriere è Mauro
Vaccaro, mentre Luca Bertuletti, oltre ad
essere il responsabile della scuola calcio,
funge anche da consigliere. La Direzione
tecnica è affidata a Dominique Grenier e
Giuseppe Fusero.
Di seguito l’elenco di allenatori e dirigenti
della società. Piccoli amici 2000-20012002 (35 giocatori): Renato Bonin, Nunzia Dilanna, Marco Racobaldo, Pinuccio
Fusero, Paolo Battaglia, Enzo Borrello,
Marco Lombard, Roberto Paolini. Pulcini
1997-1998-1999 (45 giocatori): Massimo
Iacobucci, Antonio Colella, Christian Péaquin, Gianni Tuccari, Alessandro Rossi,
Luca Agentini, Thierry Romei, Stefano
Pession, Alessandro Menabreaz, Rino Bulgarelli. Esordienti 1995-1996 (35 giocatori): Flavio Chatrian, Gabriele Pavia, Giacomo Bianco, Guido Lucchetti, Ambrogio
Deiana, Mohamed Laabid, Luigi Bocca.
Giovanissimi 1993-1994 (18 giocatori):
Igor Cereghino, Michael Verthuy, Vittorio
Vaccaro, Livio Boeris. Allievi 1991-1992
(18 giocatori): Marco Chiabotto, Mauro
Vaccaro, Angelo Giacometti, Manuel Aceti. Allenatori dei portieri: Rino Bulgarelli, Giacomo Bianco, Sergio Orrù. Prima
squadra (20 giocatori): Marco Chiabotto,
Andrea Sarteur, Mauro Vaccaro, Angelo
Giacometti. Veterani (20 giocatori): Dimitri Dellea, Luca Agentini, Luigi Bocca. Totale tesserati: 151 giovani calciatori; 30 allenatori e dirigenti; 40 soci sostenitori. La
sede sportiva è presso lo stadio “Perucca”
di Saint-Vincent ed è aperta tutti i lunedì
e giovedì dalle ore 17.30 alle ore 19.00
(tel/fax. 0166-513404). Per informazioni è possibile chiamare il 347-7236288 o
inviare una mail a: montecervinocalcio@
yahoo.it.
Alessandro Rossi
I NOSTRI VILLAGGI: PERRIERE
Q
uesto collinare villaggio è posto a circa 1000 m slm su di
un grande pianoro quasi addossato al monte Zerbion; la sua posizione è molto panoramica e lo sguardo
spazia ammirato su tutta la valle centrale, sulle cime e, in particolare, sul
gruppo di montagne comprese tra i
monti Barbeston e Cima Nera. L’origine del nome di questa frazione è indubbiamente da ricercarsi nella parola
péra (pietra) da cui si originano le parole pietre e pietraie; in effetti non distante da questo centro abitato si notano ampie superfici coperte da pietrame.
Il villaggio, da anni comodamente servito dalla strada, è stato urbanizzato
nel corso degli ultimi decenni: luce,
fognatura, telefono e al momento è in
corso la realizzazione dell’acquedotto
che dovrebbe finalmente eliminare anche da Perrière la secolare povertà di
acqua da destinare ad usi domestici.
Questa frazione è molto estesa ed ha
un patrimonio d’arte, di storia e di architettura di tutto rispetto; una menzione particolare la meritano i tantissimi granai in legno (i rascards o
raccard) distribuiti in tutto l’agglomerato e mescolati alle abitazioni in pietra. La presenza di tanti granai ci riporta ai secoli passati e all’economia
di questo centro montano la cui popolazione, per secoli, si è dedicata alla
cerealicoltura e in parte minore all’allevamento del bestiame. Si ha menzione che nel 1951 una decina di residenti (ri-?)costituisce una associazione
avente come finalità la creazione e la
gestione di una latteria; nell’atto di costituzione è detto che tutto il latte prodotto dal bestiame dei soci dovrà essere conferito per le successive
lavorazioni: fabbricazione di burro,
formaggio e fontina. Perrière era parte
integrante di quell’ampio territorio
della montagna di Saint-Vincent ricoperta da quell’immensa coperta d’oro,
bella immagine di messi mature; per
poter macinare i cereali erano presenti
nelle vicinanze del villaggio ben tre
mulini che erano ubicati a poche decine di metri nei pressi del torrente
Grand-Valey. Degli immobili dei tre
mulini (già segnalati in documenti del
XVIII secolo) rimangono solo pochi
resti dei muri perimetrali mentre sono
totalmente scomparse le macine e gli
attrezzi necessari ai mugnai. Le cronache orali ci raccontano che per recarsi
a macinare il grano, nel villaggio si caricavano di sacchi i muli e gli asini e si
discendeva la ripida collina per l’autunnale lavoro, questa precedeva la
cottura del pane che avveniva nell’apposito forno posto nel centro dell’abitato e restaurato alcuni anni or sono
per volontà dell’Amministrazione Comunale. Purtroppo ai nostri giorni non
è più utilizzato e il piccolo stabile
sembra essere museo di se stesso. Nella frazione vi erano naturalmente due
fontanili che fungevano da lavatoi ed
abbeveratoi; uno di questi è stato recentemente ristrutturato. La comunità
di questo villaggio il giorno 20 aprile
1825, si era dotata di un Règlement
des eaux, che aveva come finalità
l’equa distribuzione delle risorse idriche sul territorio al fine di un corretto
utilizzo dell’acqua e la totale eliminazione di possibili contrasti tra gli utenti; il documento, oggi conservato da
una famiglia, fu redatto da MichelAntoine Charbonnier, Géomètre mesureur de St.Vincent su richiesta di
Sulpice Camos, Vincent Séris, Sulpice-Antoine Déanoz, Jean-Vincent e
Pierre-Antoine Séris, nelle vesti di
procuratori del villaggio. Il tecnico
nella sua relazione riporta i nomi delle
sorgenti (e la loro portata) e scrive:
…J’ai examiné et vérifié les sources
dudit village soit les fontaines qui si
départent. 1- La source venant du
Grand Valey appelée Les Rives, étant
les deux tiers de plus que toutes les
autres sources soit fontaines. 2- La
source de Vernéaz étant le double de
celles de la Roia et d’Arsan. 3- La
source de la Roia et celle d’Arsan
comme étant réunies ensemble ne font
que la moitié de celle de Vernéaz de
manière que les fontaines de Vernéaz,
de la Roia et d’Arsan ne font qu’un
tiers de la source appelé Les Rives,
ainsi que tous les propriétaires intéresses du dit hameau ont consenti aux
fractions ci dessus établies, par conséquent d’après les heures qu’un chacun possedoit en particulier à chaqu’une des sources, et d’après les
fraction soit proportion ici dessus établies et du consens de tous les propriétaires des dites sources soit fontaines, j’ai formé le Règlement… In
seguito, dopo un lungo elenco di persone aventi diritto all’acqua e le ore e
giornate a loro destinate, il geometra
Charbonnier chiarisce il sistema di distribuzione a rotazione stagionale; al
termine una necessaria precisazione
del tecnico afferma che …est à observer que le présent règlement aura lieu
chaqu’année dépuis le premier dimanche d’avril jusqu’à l’équinoxe de l’automne. Bellissimo documento da conservare a postuma memoria! Tra le
strutture di uso comunitario merita
senz’altro una particolare menzione la
scuola il cui attuale edificio risale alla
fine del 1950 (epoca in cui oltre trenta
bambini frequentavano i corsi tenuti
da una maestra che doveva salire quotidianamente al villaggio oppure scegliere di abitare all’interno dell’edificio scolastico). Sappiamo anche dai
19
20
vecchi documenti che la scuola primitiva fu istituita a Perrière nel corso
dell’anno 1800 per volontà dell’allora
parroco Jean-Baptiste Freppaz. Oggi
l’odierno edificio scolastico è stato
dato in comodato d’uso dall’Amministrazione Comunale al locale Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru
Courtaud che vi ha installato all’interno numerose apparecchiature e la centrale da cui si comandano l’apertura e
la chiusura di tutti i getti d’acqua distribuiti sul territorio per l’irrigazione
“a pioggia” delle campagne. I bisogni
spirituali della comunità erano garantiti da una cappella edificata verso la
fine del XVI secolo e posta fin dalla
costruzione sotto la protezione di san
Giacomo, le Majeur. La storia ci racconta che la cappella, a causa della
forte umidità presente nel luogo della
costruzione, fu sempre soggetta a rischi di crollo; vi fu addirittura un tempo (1877) in cui le numerose persone
residenti nel villaggio decisero di costruire altrove la cappella ma furono
fermati dagli alti costi preventivati per
tale nuova costruzione. Le rendite che
garantivano il pagamento dei lavori al
tempio furono sempre limitate, anche
a causa della grande povertà della popolazione; frequentemente invece di
versare somme di danaro si garantiva
al procuratore della cappella la fornitura di castagne, olio di noci o altri
prodotti della terra che messi all’asta
producevano piccoli importi per il pagamento delle varie funzioni religiose
da celebrarsi in quel luogo. L’altare è
baroccheggiante e tutta l’oggettistica
un tempo presente all’interno è oggi in
esposizione nel Museo d’Arte Sacra
costruito nella chiesa del borgo; nella
sacrestia di questa chiesa è invece
esposto un grande dipinto (datato
1633) che mostra la Vergine Nera
d’Oropa tra i Santi Rocco e Giacomo
di Compostella; certamente fu fatto
eseguire da un devoto al termine della
terribile pestilenza abbattutasi anche
nel nostro paese tra il 1629 e il 1632.
Di tutte le decorazioni eseguite all’interno della cappella nel 1706 (ben 31
“medaglioni” rappresentanti Santi e
Padri della Chiesa), non vi è più traccia in quanto nascoste sotto dipinture
successive. Molto bello è comunque il
grande affresco del Padreterno attorniato dagli Evangelisti tutt’oggi presente nel coro della cappella, che non
è dotata di cantoria. Le Stazioni della
Via Crucis provengono da Parigi e a
Perrière sono state portate da qualche
persona del villaggio che in quella
lontana città si era recato per lavoro.
All’ingresso sud del villaggio, in località Valeran, è presente un piccolo oratorio che ospita al suo interno una statua della Vergine e che ancora una
volta ci mostra quanto grande fosse la
devozione e la fede di quella comunità. Tra le cose degne di nota da segnalare per chi visiterà questo villaggio, si
cita un affresco presente in una nicchia
di una casa privata a lato della strada;
il dipinto, arricchito da una ghirlanda
di fiori è datato 1753 e mostra una bellissima Madonna in trono con Bambino in mezzo a San Lorenzo e ad un
altro santo non identificato (forse San
Vincenzo). L’ultima testimonianza di
fede che si desidera offrire alla curiosità del visitatore è posta in località
Sapé, nei pressi del guado che, oltrepassando il torrente Grand-Valey,
mette in comunicazione il villaggio di
Perrière con la strada della collina di
Châtillon. Qui un piccolo oratorio è
stato costruito in epoca indefinita su di
un grande masso erratico e le testimonianze orali informano che sarebbe
stato voluto da un pio devoto per eliminare dalla zona presunte presenze
di diavoli e streghe che lì si riunivano
per i loro incontri. Questo ultimo dettaglio ci conduce anche alla conoscenza del personaggio più famoso del villaggio di Perrière che, e lo diciamo
con tutto il rispetto e l’attenzione del
caso, è senza dubbio Caterina di Chynal (alias la strega). Costei originaria
della Svizzera (era nata alla fine del
XIV secolo a Basilea e aveva ricevuto
il sacramento della cresima a Sion)
aveva abitato per un certo periodo a
Conthey nel Vallese e successivamente si era trasferita a Saint-Vincent dove
aveva preso dimora a Perrière. Gli atti
del processo a suo carico svoltosi nel
1449 ci informano che Caterina era
stata accusata di stregoneria, sortilegio
e addirittura della morte del parroco di
Montjovet Pierre Hospitis che sarebbe
deceduto in seguito alle cure da lei
prestate al religioso. La donna appare
come persona di facili costumi; per
sua stessa ammissione ella ammette
alcune relazioni amorose con uomini
del paese. Su tutte le amicizie della
donna spicca quella avuta con il notaio
Bonifacio Mistralis, rampollo della
nobile famiglia proprietaria del feudo
di Saint-Vincent e personaggio molto
in vista nella società dell’epoca. Da
questa tumultuosa relazione nasceranno due figli naturali e nel contempo
molte voci si leveranno contro la lussuriosa Caterina. Non potendola colpire, forse per invidia o per gelosia, il
popolo griderà contro la donna accusandola di presunti incontri con il diavolo e contro la sua pretesa di curare
malattie o ancora contro sortilegi compiuti contro i vicini di casa. Il passo fu
breve e ben presto Caterina fu dichiarata strega. Dopo essere stata arrestata
fu subito condotta nelle carceri del castello di Saint-Germain e nel contempo fu dato incarico ad un fabbro di
Saint-Vincent di procedere alla fabbricazione e fornitura di strumenti di tortura, quindi fu dato inizio al processo
per stregoneria ed eresia che durò oltre
otto mesi e che vide attivo, e in difesa
della donna, addirittura il figlio Pantaleone Mistralis. Verso la fine dell’anno
1449 si concluse il lungo processo
guidato dall’inquisitore Balduinus
Scutifferi e la “nostra” Caterina fu dichiarata fortemente colpevole di eresia
malgrado avesse continuato a dichiararsi innocente. Fu infine condannata
all’abiura pubblica e al pagamento
delle spese sostenute durante la sua
permanenza in carcere e quelle per il
processo, poi, ormai anziana, scomparve nel nulla.
Potete trovare notizie e fotografie su tutti i villaggi di
Saint-Vincent sul sito istituzionale del Comune alla pagina: www.comune.saint-vincent.ao.it/cultura_villaggi.asp
P.-G. Crétier
NOTIZIE DAL CONSORZIO DI MIGLIORAMENTO
FONDARIO RU COURTAUD
U
na primavera piovosa e un’estate bizzosa hanno caratterizzato
l’anno 2007; ancora una volta il
Direttivo del Consorzio ha dovuto correre
ai ripari per garantire al meglio il servizio
di approvvigionamento idrico ai suoi quasi
mille associati. Nel frattempo molte cose
sono state fatte ma tanti interventi sono ancora da ultimare e altri da approfondire e
programmare; il Direttivo, fedele allo Statuto dell’Ente (in particolare all’articolo
2), prosegue negli interventi e nelle opere
che spaziano a tutto campo sul territorio
e che privilegiano naturalmente l’attività
prettamente agricola. Ormai è sempre più
evidente che l’acqua è un grandissimo patrimonio collettivo e come tale è una ricchezza che deve essere tutelata e utilizzata
in modo appropriato, così come hanno stabilito i Soci del Consorzio votando nell’assemblea primaverile il Regolamento per
l’uso corretto utilizzo delle acque irrigue;
l’acqua è dunque una grande ricchezza che
deve necessariamente “essere spesa bene”.
Il problema idrico ha antichissime origini
che si perdono nella notte dei tempi e che
si evidenziano nel corso del XIV secolo
con la costruzione del Canale della Pianura
(1325) e Ru Courtaud (1393); nel 1588, per
ottimizzare le situazioni presenti nel Ducato d’Aosta, il “gruppo di lavoro” che aveva
raccolto e codificato le varie consuetudini
nel prezioso Codice (più noto con il nome
di Coutumier) diede ampio risalto alle problematiche giuridiche concernenti l’acqua;
nel Tiltre Douziesme. Des fontaines, eaux
et ruisseaux vi sono inseriti ben 60 articoli di legge! e tra le altre cose è detto che
i possessori di fondi agricoli possono da
soli o insieme ad altre persone, costruirsi
bacini (piscine e stagni) per immagazzinare l’acqua e dotarsi di regolamenti per
migliorarne la distribuzione e l’uso, cosa
che fu fatta anche sul nostro territorio. I
nostri antenati scavarono infatti tantissime piscine per contenere la poca acqua
derivante dalle sorgenti e la preziosità di
questi piccoli invasi è sottolineata con forza e vigore nei vecchi atti notarili laddove
si fa con frequenza esplicito riferimento ai
diritti all’acqua di una determinata piscina
spettanti a determinate superfici. Naturalmente la precarietà delle situazioni deve
aver forzatamente prodotto delle tensioni e
dei malintesi tra gli aventi diritto, se consideriamo che ancora oggi la memoria degli
anziani ricorda con certosina precisione i
giorni e le ore dell’acqua a loro spettanti
(le famose égances: cioè acque soggette a
ripartizione tra più persone). In alcuni casi
le memorie si richiamano a vecchi regolamenti, quasi sempre difficilissimi da trovare. Nella direzione del risparmio e dell’otti-
mizzazione si è anche mosso recentemente
il Direttivo del Consorzio che, laddove è
possibile, sta attuando recuperi di vecchie
piscine allo scopo di immagazzinare quanta più acqua possibile da utilizzare sia per
scopi irrigui che per altre finalità, come ad
esempio bacini per l’antincendio, evitando
in questo modo maggiori consumi sulle
reti dell’acqua potabile. Ritengo che tra
le più belle cose lette ultimamente abbia
una sua grande importanza una piccola ma
ricercatissima frase secondo cui …nessuna
sorgente può essere definita banale perché dalla sua “banalità” nasce il simbolo
della vita e questo mentre le nuove leggi
e normative (sempre più abbondanti!)
stanno modificando il concetto generico
dell’acqua potabile in acqua destinata al
consumo umano. Solo il 2,5 % dell’acqua
presente sul pianeta è potabile e di questa
solo lo 0,07 % è accessibile all’uomo (in
Valle d’Aosta ogni cittadino consuma annualmente circa 170/180 litri d’acqua procapite!); quasi uno spreco se si considera
che nello stesso periodo in alcuni paesi
dell’Africa ogni persona ne ha a disposizione circa 4,5 litri. Gli esperti, nelle loro
previsioni, ripetono che l’emergenza idrica in un prossimo futuro colpirà anche la
Valle d’Aosta; in altre parole non si avrà
carenza d’acqua ma scarsità di quella potabile e questo anche se negli scorsi anni
molti comuni della Valle hanno investito
notevoli risorse nell’ambito dei programmi Fospi. E’ quindi evidente che ognuno
di noi ha grosse responsabilità in questo
campo, così anche i politici che devono
assolutamente predisporre tutti i mezzi
possibili per evitare situazioni disastrose.
Tra le più recenti disposizioni legislative
emanate in ambito locale, va senz’altro
ricordata la Delibera della Giunta Regionale, n. 4995 del 30.12.2004 con la quale è
stato adottato lo schema di Piano regionale di tutela delle acque ai sensi del Decreto
Legislativo n. 152/1999. Altro problema
strettamente collegato e di grande importanza per il Consorzio è lo sfruttamento del
Canale della Montagna per fini idroelettrici; la proposta, caldeggiata dal Direttivo e
votata dai Consorzisti nell’Assemblea di
aprile, sta evolvendo e la ditta Tekne di
Arnad ha ultimato gli studi sulla condotta e nei prossimi mesi inizierà i lavori di
realizzazione delle tre centraline idroelettriche. L’acqua, ancora una volta (dopo essere stata per secoli anche utilizzata per il
funzionamento di mulini, segherie e forge)
tornerà in modo naturalmente più razionale a produrre energia e sarà energia pulita
a costi bassi e non inquinanti: basti pensare che un mega watt prodotto con olio
combustibile costa tra i 30 e i 70 euro; lo
stesso quantitativo di energia idroelettrica costa 3 euro e produce zero emissioni
di anidride carbonica. Il Direttivo, per
quanto concerne lavori e programmi, sta
rispettando le priorità e gli impegni presi con gli utenti, anche se per un’infinità
di ragioni (molte delle quali totalmente
estranee al Consorzio) non sempre riesce
nell’intento. Nella prossima primavera i
quasi mille soci del Consorzio saranno
chiamati a rinnovare (o confermare) l’attuale Direttivo; nel frattempo, dopo circa
vent’anni di silenzioso ma costante lavoro,
e tra il dispiacere di tutti, Angelo Milliery
(lo revan) ha raggiunto l’età pensionabile
e con la fine dell’anno 2007 lascerà la sua
attività per il giusto e meritato riposo; con
semplicità il Direttivo, facendosi partecipe
di tutti gli associati e di coloro che l’hanno
conosciuto e apprezzato per il suo lavoro, desidera ringraziarlo sentitamente per
la sua opera e per la serietà dimostrata in
questi anni, quotidianamente (e tante volte
anche durante le notti quando necessitava
il suo intervento!). Nuovo coadiutore del
Consorzio è stato nel frattempo nominato
Sandro Monet, che si è già distinto per la
sua preparazione, semplicità e per la sua
disponibilità.
Il Direttivo
I collaboratori del consorzio Sandro
Monet e Angelo Milliery
21
22
AVVISO
SI COMUNICA ALLA POPOLAZIONE
CHE, AL FINE DI RIDURRE IL MATERIALE DA PORTARE IN DISCARICA, SONO
A DISPOSIZIONE, PER CHI NE FACESSE
RICHIESTA, LE COMPOSTIERE UTILI AL
RICICLAGGIO DI MATERIALI ORGANICI
QUALI: SCARTI IN GENERE DI FRUTTA E
VERDURA, ERBA , FOGLIE, ECC.
LE COMPOSTIERE VERRANNO FORNITE
A TITOLO GRATUITO, FINO AD ESAURIMENTO, RISPETTANDO L’ORDINE DI
PROTOCOLLO IN ARRIVO.
LE RICHIESTE POSSONO ESSERE EFFETTUATE ALL’UFFICIO TECNICO PREVIO
COMPILAZIONE DELL’APPOSITO MODULO.
L’UFFICIO TECNICO E’ APERTO AL PUBBLICO IL MARTEDI E IL GIOVEDI CON
IL SEGUENTE ORARIO DALLE 8:30 ALLE
12:30 E DALLE 14:30 ALLE 15:30.
IL SINDACO
AVV. SARA BORDET
Un nouveau document
dans nos archives
On signale que les archives historiques
communales se sont enrichies d’un document original qui nous a été envoyé gracieusement par Monsieur Michel MarcGrivaz, issu d’une famille d’émigrés sabins
en France. Il s’agit d’un cahier de dépenses
publiques faites en 1704 par le syndic Antoine Isabellon, pour le compte de la municipalité, où sont cités de nombreux habitants de notre commune. Nous exprimons
toute notre reconnaissance à l’expéditeur
pour nous avoir adressé cet important témoignage de la vie socio-économique des
débuts du XVIII siècle. Nous ne pouvons
nous empêcher de souligner le sens civique
remarquable et l’attachement à Saint-Vincent démontrés par M. Marc-Grivaz et nous
souhaitons que tous ceux qui possèdent des
documents se référant à l’histoire et à l’administration de notre commune puissent en
faire autant.
Prezzi impianti stagione invernale 2007/2008
FESTIVO
sabato-domenica-festività infrasettimanale-periodo natalizio
Giornaliero
€
Pomeridiano
€
intero
18,00
intero
15,00
-10%***
16,00
-30%*
10,50
gruppi
15,00
-50%**
-30%*
12,50
-50%**
9,00
7,50
FERIALE
€
€
intero
15,00
intero
12,00
-10%***
13,50
-30%*
8,50
-30%*
10,50
-50%**
6,00
-50%**
7,50
TESSERA STAGIONALE
TESSERA SETTIMANALE
€
€
Intero
230,00
6 giorni
75,00
Riduzione 1*
161,00
7 giorni
85,00
Riduzione 1**
115,00
PARCO GIOCHI
Ingresso 1
€
3,00
*Riduzioni 1: Residenti in Valle d’Aosta e non residenti di età inferiore ai 14 anni (escluso
parco giochi). **Riduzione 2: Residenti in Valle d’Aosta minori di 18 anni
***Riduzione 3: Titolari della tessera “Casino à la carte”
Skipass gratuito: Residenti nel Comune di Saint-Vincent di età inferiore a 14 anni (escluso
parco giochi). Periodo natalizio: dal 22 dicembre al 6 gennaio 2008
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