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Comune di Saint
Poste Italiane S.p.A .Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - nr. 24 - 2007 S A I N T V I N C E N T Jeux d’eau I n f o v a l l é e Orario di ricevimento per il pubblico sindaco e assessori SINDACO - Sara BORDET •giovedì 10 - 12 senza appuntamento VICE SINDACO •Pierluigi MARQUIS delegato: lavori e opere pubbliche, servizio cimiteriale giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE TURISMO •Mauro ALLIOD delegato: sport e tempo libero giovedì 10 - 12 e su appuntamento ASSESSORE URBANISTICA •Massimo DIDò giovedì 10 - 12 e su appuntamento 2 ASSESSORE PUBBLICA ISTRUZIONE •Maura SUSANNA delegato: cultura, sanità e servizi sociali giovedì 10 - 12 e su appuntamento • ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE Sergio PéAQUIN delegato: agricoltura, artigianato e commercio giovedì 10 - 12 e su appuntamento COMUNE DI SAINT-VINCENT Desideriamo informarla che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di Lei o forniteci saranno utilizzati da parte de “COMUNE DI SAINT-VINCENT” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 94/46/CE e dalla legge 675/96 per la protezione dei dati personali; dalla Direttiva 97/66/CE e dal D.lgs 171/98 per la tutela della privacy nelle telecomunicazioni; e dalla Direttiva 97/7/CE e dal D.lgs 185/99 Reg. Trib. di Aosta n° 5227/11/88 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.DL. 353/2003 (Conv.ion L. 27/02/2004 N°46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) - Infovallée n° 24/2007 Direttore responsabile Dario Bordet Edizioni: Le Roy S.r.l. Grafica: John Romano Tipografia: Tipografia Centro Stampa Srl Bra (CN) Sommario Proposta d’intervento sullo stabilimento termale 4 Alla ricerca di radici comuni 5 Noi c’eravamo... 6 Concorso fotografico “I villaggi di Saint-Vincent” 7 Sulle orme di Primo Levi 10 Il Baritono Giuseppe Valdengo 11 Novità in biblioteca 12 Il giardino di Archimede 14 Casa di accoglienza “Tenda Amica” 16 Benvenuta Associazione V.I.O.L.A. 17 A.S.D. Monte Cervino Calcio 18 I nostri villaggi: Perrière 19 Ru Courtaud 21 Comunicati 22 COLLABORATORI: Sara Bordet, Paola Seris, Patrizia Menegotto, Maria Pia Simonetti, Alessandra Masala, Associazione V.I.O.L.A., Alessandro Rossi, Pier Giorgio Crétier, Direttivo Consorzio Miglioramento Fondiario Ru Courtaud, Maria Depetris, Maura Susanna, Sci Club Zerbion CONTRIBUTI FOTOGRAFICI: Oltre agli autori degli articoli, si ringrazia per il materiale iconografico: Chantal Cerise, Claudio Camos, Luca Balma, Alberto Spirli, Xavier Cornaz, Francesco Gallieri, Gino Canuto, Livia Dagnes, Maura Favre, Manuela Gorris, Lorena Isabellon, Lorena Atzei, Leonardino Charrière, Andrea Camos, Fabrizio Besenval, A.S.D. Monte Cervino calcio, Archivio Comune Saint-Vincent Si ringraziano Valeria Scionti e Rita Thuegaz per la cortese disponibilità COORDINATORE: Sergio Rossi IN COPERTINA: Tenso: La vecchia Stazione ferroviaria (Foto di Alberto Spirli) L a Biblioteca comunale ha lanciato nel corso del 2007 il concorso fotografico “I villaggi di Saint-Vincent” con l’obiettivo di acquisire immagini significative e originali scattate nelle nostre frazioni, in vista della loro pubblicazione sul calendario comunale del 2008. Una giuria, composta da Franco Agnello e Roberto Mariani, fotografi professionisti, Paola Séris, guida turistica e profonda conoscitrice del territorio, Francesco Prinetti, geografo appassionato di fotografia, Filippo Piccoli, insegnante di educazione artistica, anch’egli amante della fotografia, e Sergio Rossi, presidente della Commissione di gestione della biblioteca, ha selezionato le 13 migliori fotografie fra le circa 70 pervenute da parte di 15 concorrenti. I criteri di scelta su cui la giuria si è basata sono stati la qualità delle immagini, l’aderenza al tema proposto e l’originalità. Martedì 18 dicembre scorso ha avuto luogo la premiazione dei vincitori, contestualmente all’uscita del calendario, che, ricordiamo, è possibile ritirare presso la Biblioteca o la Segreteria del Comune. E’ risultato vincitore assoluto il sig. Andrea Camos, che ha conquistato il diritto di vedere pubblicata sulla copertina del calendario la splendida fotografia “Riflessi di montagna”, da lui scattata a Palud e che vedete riprodotta in questa pagina. Lo stesso ha “piazzato” altre due immagini come icone dei mesi di gennaio e giugno. Gli altri vincitori “mensili” sono i signori Livia Dagnes (2 foto), Maura Favre (2 foto), Lorena Atzei, Manuela Gorris, Claudio Camos, Gino Canuto, Francesco Gallieri e Xavier Cornaz. Ringraziamo tutti i partecipanti per aver risposto alla proposta della biblioteca e, mentre rimandiamo al calendario per la visione delle immagini relative ai mesi, proponiamo all’interno della rivista una ricca e interessante carrellata di 15 fotografie, una per ciascun concorrente, fra quelle non entrate nella “Top 13”. 3 Palud: “Riflessi di montagna”, scattata da Andrea Camos, immagine vincitrice del concorso fotografico e copertina del calendario 2008. PROPOSTA D’INTERVENTO SULLO STABILIMENTO TERMALE A 4 seguito del Project Financing bandito dall’Amministrazione Comunale per la riqualificazione dello Stabilimento Termale la proposta presentata dal raggruppamento facente capo alla Bonatti S.p.a. è stata giudicata da una commissione tecnica come quella maggiormente rispondente alle esigenze messe in gara. La finalità di questo promotore è quella di riportare le Terme di Saint-Vincent a quei livelli qualitativi e di notorietà, visti in passato, proponendo una serie di interventi volti alla cura, alla riabilitazione e alla promozione della salute, così come intesa oggi, cioè ispirata alla prevenzione con tecnologie mediche e fisiche atte alla disintossicazione e riabilitazione biologica dell’organismo. L’attività termale che si propone di realizzare può essere così sintetizzata: - mescita dell’acqua termale: il vecchio stabilimento termale Fons Salutis diventerà sede dello stabilimento idropinico e di areosolterapia, unico luogo deputato alla mescita dell’acqua e riprenderà così l’originaria funzione. In quegli spazi completamente recuperati e restaurati, verranno localizzate anche attività di intrattenimento (bar, musica, postazioni internet) oltre che museali ed espositive (nel salone situato sopra le vasche di accumulo). Il progetto prevede il mantenimento della distribuzione architettonica preesistente, recuperando i decori d’epoca e la tipologia dei serramenti nell’ottica di un attento restauro filologico; - cure termali: le attività legate alla medicina, alla fisioterapia e all’estetica verranno svolte principalmente nei rinnovati locali dello Stabilimento Benessere. L’edificio delle nuove terme è soggetto ad interventi di forte impatto. L’attuale volume tecnico-sanitario sottostante verrebbe scavato per ricavare un nuovo piano destinato ad ospitare 20 camere di degenza. A questa quota perviene l’ascensore inclinato. All’estremità di levante sono state ricavate una vasca idromassaggio ed una piscina all’aperto di 160 mq avente accesso da una parte interna della vasca. L’attuale piano per i trattamenti è ristrutturato per ospitare studi medici, ambulatori, area trattamenti, palestre, spinning, cabine massaggi, bagni turchi, saune, vasche idromassaggio, coiffeur, sale operatorie, e le cucine per il ristorante superiore. L’attuale giardino pensile semicircolare superiore verrebbe occupato parzialmente da una sala ristorante che prospetta su un ampio terrazzo. Grazie alla notevole altezza della hall delle nuove terme il progetto propone la realizzazione di un soppalco, accessibile con una scala e con una piattaforma elevatrice. In tale soppalco c’è la realizzazione di uno spazio espositivo trasformabile in sala riunioni ed un’aula per la formazione dei medici ed infermieri; - attività ricettiva: verrà svolta nei rinnovati e recuperati spazi dell’Hôtel Source. L’intervento avverrà nel pieno rispetto del vincolo monumentale che obbliga a mantenere sia l’impianto generale dell’edificio che le facciate esterne e si realizzerà con interventi di conservazione e restauro. L’unica licenza progettuale innovativa che si propone, consentita dal PUD, è la realizzazione di una controfacciata in acciaio-vetro trasparente collocata sul retro dell’hôtel per la realizzazione del giardino d’inverno. La funzionalità d’insieme relativa alla parte ricettiva è garantita dalla presenza di un ascensore inclinato ubicato nel parco che collegherà il corpo del Source con lo Stabilimento Benessere. Il ristorante a servizio della stabilimento benessere, aperto anche agli esterni, verrà ubicato su parte dell’attuale terrazza; - parco: il recupero del parco riveste un aspetto fondamentale dell’intero intervento in quanto lega le diverse zone, ognuna con propri caratteri ed identità in un contesto di naturalità e di forte valenza paesaggistica. Il parco è diviso in due parti: una aperta al pubblico che consente il collegamento tra Stabilimento benessere e stabilimento idropinico attraverso percorsi pedonali sviluppati nella secolare vegetazione; una parte ad uso esclusivo dell’albergo Source tra lo stesso e lo stabilimento benessere. Il costo totale dell’opera è di circa 21 milioni di euro a fronte di una concessione delle strutture per una durata di 32 anni. ALLA RICERCA DI RADICI COMUNI Valle d’Aosta e Savoia A settembre, con un bel gruppo di persone interessate alla nostra storia e al nostro passato, si sono visitati i castelli di Fénis e Issogne e la chiesa di Issime. A fine mese si è poi completato il percorso artistico-storico visitando, in Savoia, Les Houches, Cordon, la Vallée du Giffre, Thonon, Ripaille e Abondance. L’intento del programma, promos- Il Castello di Ripaille so dalla biblioteca, era quello di far rilevare le similitudini esistenti tra i luoghi visitati in Valle e quelli savoiardi, nonché le affinità geograficoambientali dei due territori. A Fénis ci si è soffermati non tanto sulla struttura architettonica quanto sugli affreschi quattrocenteschi attribuiti a Giacomo Jaquerio e collaboratori, confrontandoli poi con quelli dell’abbazia di Abondance. Senza nessuna presunzione accademica ci si è divertiti a scoprire tali similitudini nella vegetazione, nei colori, nei visi dei personaggi, nei pinnacoli architettonici, nelle decorazioni delle cornici e nelle houppelandes. Ad Issogne, splendida dimora voluta da Giorgio di Challand, si sono ammirate le volte a crociera multiple della sala da pranzo e della cucina (sicuramente G. di Challand aveva ammirato quelle del priorato di Ripaille e le ha volute simili, a fine quattrocento, per il suo castello valdostano) confrontandole poi a Ripaille con quelle del convento dei canonici regolari di Sant’Agostino (lo stesso ordine religioso in Sant’Orso di Aosta), fatto costruire da Amedeo VIII in memoria del defunto padre Amedeo VII (il Conte Rosso, morto tragicamente, probabilmente di tetano, il 2 novembre 1391). Duca raffinato e colto, Amedeo VIII si avvalse di grandi artisti quali Giacomo Jaquerio, Gregorio Bono, Jean Bapteur, Peronnet Lamy, Conrad Witz per decorare degnamente castelli e monasteri. A Thonon sorse un atelier di miniaturisti dal quale uscirono i più famosi manoscritti miniati dell’epoca. Malgrado gli onori ed il potere dei quali godeva, Amedeo VIII decise per un ritiro conventuale e a tale scopo costruì nel 1434, vicino al priorato, il castello dalle sette torri e vi si ritirò con sei dei suoi consiglieri fondandovi l’ordine dei cavalieri di San Maurizio. Un testo tedesco del 1580 descrive così il castello: ″Ce bâtiment est composé de sept tours distinctes chacune l’une de l’autre, mais ayant toutes la même hauteur, sauf la première, qui fut habitée par Amédée VIII et qui est plus haute. Chacune de ces tours a une petite tourelle dans laquelle est logé un escalier en spirale, disposition qui donne à l’ensemble l’aspect d’un bâtiment formé de sept tours dont le sommet est garni de girouettes à éclat métallique. Chaque tour a son jardin et un appartement formé d’une chambre, d’une petite chambre, d’une cuisine e d’un cellier. La cour est bien pavée et ornée d’un puits charmant ". Sfortunatamente del castello di Amedeo VIII non rimane molto. Acquistato da privati e “ristrutturato”, pervenne in eredità a Madame Harold Necker la quale nel 1976 creò la “Fondation Ripaille”. La fondazione ha per scopo “ de promouvoir au Château de Ripaille un centre d’étude, de réflexion, de travail, de formation et d’échanges orienté sue l’écologie …….. Ce Centre organisera des échanges entre des institutions, organismes et associations concernés aux plan des régions, des nations et des ensembles internationaux". Ad Issime si è entrati in contatto con un superbo esempio di barocco, godendo della bellezza dell’altare (le 182 statue perfettamente intagliate, le colonne tortili, i timpani, l’oro e il blu delle decorazioni, il tutto armoniosamente composto, ne fanno il più bell’esempio di barocco in VDA, che non teme il confronto con opere prodotte da artisti più noti e valorizzati), della poutre de gloire, del pulpito e del museo di arte sacra. Lo stesso è avvenuto nelle chiese di Les Houches e di Cordon, dove le guide locali hanno però dato un’interpretazione non tanto artistica quanto spirituale dello “stile barocco di impronta tedesca”, conseguenza della Controriforma e a massima gloria di Dio, della Santa Vergine e dei santi. Le limpidissime giornate hanno poi consentito di ammirare la catena del Monte Bianco sia dal nostro versante che da quello savoiardo (del Bianco si diceva “mostra il suo viso di pietra all’Italia mentre riserva il suo viso di ghiaccio alla Francia”). La sosta a Les Gaillards (ore 7,30) ci ha permesso di “toccare” il ghiacciaio Des Bossons, l’Aiguille du Midi, il Monte Bianco el il Dôme du Goûter. Ma lo spettacolo più stupefacente lo si è goduto da Cordon, eccezionale balcone sulla catena del Bianco. Spettacolare poi la passeggiata, accompagnati dal mitico Monsieur Monet, al Cirque du Fer à Cheval (non ci ricorda forse la nostra comba de Comboé? ) e la cascata du Rouget (vedi le cascate di Lillaz e del vallone del Fer). Visto il consenso che ha ottenuto questa prima iniziativa la biblioteca si riserverà il piacere di proporne altre per il prossimo anno. Paola, Maura, Rita, Sergio e tutta la Il Chiostro di Abondance 5 NOI C’ERAVAMO.... S 6 abato 29 e domenica 30 settembre un gruppo di instancabili romantici parteciparono con grande entusiasmo ad una gita in Alta Savoia a coronamento delle visite guidate ai castelli di Fénis e di Issogne e alla Chiesa di Issime, come previsto dall’iniziativa “Alla ricerca di radici comuni”, proposta dalla Biblioteca di Saint-Vincent. All’alba i nostri intrepidi salirono sul pullman ed il viaggio incominciò. Come in un teatro lo spettacolo ebbe il suo inizio con i primi raggi del sole che come riflettori illuminarono i primi attori: i monti; fra questi il Bianco si presentò nel suo costume di scena prediletto: “Il re sonnecchiante” con stola di ermellino bianco. Sul versante francese il pubblico viene catturato dalla presenza magnetica di un ghiacciaio sul loggione che proferisce parole gelide: “Je suis le roi d’une Vallée Blanche, je règne sur une mer de glace”. Passato Chamonix ci si presenta una gradita sorpresa: all’interno di un quadro impressionista “Au bord du lac” siamo coccolati e rifocillati da un delizioso “petit déjeuner”. A Les Houches ci aspetta la prima visita guidata: riflessione sullo stile barocco e nella vita paesana all’interno della Chiesa di San Giovanni Battista, ingentilita da fiori locali leggeri e dai mille colori. Ripreso il viaggio i paesi che incontriamo ci stupiscono per il loro particolare culto floreale: dall’angolo sapientemente messo in risalto, alle rotonde, ai ponti, alle piazze, ai davanzali di ogni casa, la flora è la protagonista indiscussa della scenografia del festival della montagna. A metà mat- tinata il gruppo giunge a Cordon “il balcone del Monte Bianco” : a parte il “piccolo” particolare di una giornata splendida con un cielo terso e blu, si può osservare con il fiato sospeso una catena di damigelle bianche con un velo bianco fra i “capelli” che dominano incontrastate su di un paesaggio dai vividi colori. E’ poi fra le melette rosse e profumate di un giardino di una tipica casa del posto che ci viene raccontata la vita di un tempo da una simpatica guida turistica in costume locale: Roselyne; la visita finisce nella Chiesa parrocchiale dell’Assunta. Se veramente esistono quei piccoli esseri comunemente denominati “gnomi”, ebbene …. potreste trovarli proprio nella Valle del Giffre: boschi strepitosi, ultra umidi, ossigenati da cascate improvvise; qui l’acqua regna sovrana e a volte tiranna trascina e piega il paesaggio durante le frequenti alluvioni. Giunti a Sixt-Fer-à-Cheval si apre un altro scenario incantato: strane montagne ci avvolgono in un clima fiabesco …. il sole, tramontando, colpisce con gli ultimi raggi le tantissime tonalità di verde del bosco, rendendo così suggestivo il quadro rinascimentale che non ci stupiremmo se ad un tratto uscisse un cavaliere sul destriero bianco …. Ma ora torniamo alla realtà. La strada per raggiungere Thonon, dove pernotteremo ci sembra un po’ lunga, ma ecco arriva puntuale una battuta umoristica del nostro animatore di fiducia e i suoi fans non possono che arrendersi in risate sempre meno motivate, ma sempre più contagiose. La pioggia ci ha accolti all’Hôtel des Princes e ha perdurato fino al mattino, comunque ci ha permesso di ammirare Gli avventurieri un nuovo quadro “gris d’une matinée de pluie” da una gradevole e comoda postazione privilegiata. Dopo una breve visita libera a Thonon è iniziato per “i nostri intrepidi” un vero e proprio tuffo nel passato al Castello di Ripaille. La storia del sito è antichissima (dès l’âge du bronze) questa superficie di 135 ettari è stata teatro di vicende umane che hanno permeato di un fascino particolare gli edifici di epoche diverse e i giardini circostanti; la cour des mûriers, la cuisine des chartreux, la Chapelle de Sebastien de Montfalcon, la cave du Château, ogni luogo ci trasmette sensazioni e il racconto della guida aiuta a mettere in scena la nostra fantasia; capita anche che la nostra partecipazione al racconto si faccia a tal punto reale che ci troviamo per incanto a pranzare al castello in un elegante sala del Priorato con camerieri (forse dell’epoca!) che appaiono come fantasmi dal nulla portando ai commensali i raffinati piatti del menu del Maistre Chiquart. A questo punto della cronaca i ricordi si fanno un po’ sfocati, non certo per gli effluvi del vino …. ma sicuramente per l’atmosfera travolgente del chiostro dell’Abbazia di Abondance, ultima tappa del programma di visite, ma non per questo meno significativa: gli affreschi che ricordano per molti aspetti quelli del castello di Fénis testimoniano vite e costumi del passato comuni a quelli del nostro passato …. ma non era forse ciò che volevamo ricercare? A quando la prossima ragazzi????? Un gruppo di fans CONCORSO FOTOGRAFICO: “I VILLAGGI DI SAINT-VINCENT” Gru n: L e no yer de l ’esp rit ( Cla udio Cam os) Tenso: La stazione anni trenta o duemila e sette? (Chantal Cerise) 7 Cillian: La luce (Luca Balma) Moron: Particolare di una casa (Alberto Spirli) Tenso: Il caffè della stazione oggi (Xavier Cornaz) Dizeille: Un oratorio (Francesco Gallieri) Grun: Avanti, c’è posto (Gino Canuto) 8 Amay: Un angolo fiorito in mezzo ai ruderi (Livia Dagnes) Dizeille: Ultimi raggi di sole (Maura Favre) Feilley: Estate (Manuela Gorris) Feilley: Quiete autunnale (Lorena Atzei) Cillian: Finestra in stile gotico (Lorena Isabellon) 9 Amay: Colori d’autunno (Leonardino Charrière) Palud: Acqua di sorgente (Andrea Camos) Moron: La Chiesa (Fabrizio Besenval) A “ 10 SULLE ORME DI PRIMO LEVI vevamo freddo e fame, eravamo i partigiani più disarmati del Piemonte, e probabilmente anche i più sprovveduti. Ci credevamo al sicuro perché non ci eravamo ancora mossi dal nostro rifugio sepolto da un metro di neve: ma qualcuno ci tradì, ed all’alba del 13 dicembre 1943 ci svegliammo circondati dalla repubblica: loro erano trecento e noi undici...” Così Primo Levi racconta il suo arresto ad Amay, sulla collina di SaintVincent, da parte dei fascisti repubblichini. Il racconto, intitolato “Oro”, fa parte della raccolta Il sistema periodico, uscito per Einaudi nel 1975. Sono anni davvero d’oro per Primo Levi, anni di speranza, anni in cui sembra che la società italiana stia finalmente facendo i conti con l’eredità del fascismo, anni in cui lo scrittore torinese puo dire. “ E’ bello ricordare i guai passati”. Finiranno prestissimo. Ricordare diventerà sempre più difficile in un paese dove i valori di cui la lotta di Liberazione si era nutrita subiscono il duplice attacco del terrorismo e dell’edonismo. Primo Levi scrive nel 1986 quel sag- gio straziante e lucidissimo che è I sommersi e i salvati e l’anno successivo si toglie la vita. Quest’anno, nel ventennale della morte, il Comune di Saint-Vincent ha voluto dedicargli due incontri. Il primo, che si è svolto in Biblioteca la sera del 24 aprile, pur nella memoria dell’esperienza (inesperienza – direbbe Levi) partigiana, era rivolto principalmente al Primo Levi “testimone e scrittore di storia”, come recita il titolo di un bel saggio curato da Paolo Momigliano Levi e Rosanna Gorris in occasione dell’omonimo convegno che St-Vincent volle dedicargli dieci anni orsono. Il secondo, che ha avuto luogo la mattina dello scorso 9 novembre, aveva come destinatari principali gli studenti di alcune classi delle superiori. Incaricata dall’Istituto storico per la Resistenza e la Storia contemporanea in Valle d’Aosta e dall’Assessore comunale alla Cultura Maura Susanna di curare queste due manifestazioni, ho scelto di partire da quell’amara constatazione che Primo Levi non si stancava di fare:”E’ accaduto, può accadere”. Un obiettivo era dunque quello di capire come è potuto accadere, l’altro, conseguente, è che fare perché non accada più. Prezioso, in entrambi gli appuntamenti, l’intervento di Silvana Presa, direttrice dell’Istituto storico. Nel primo Presa ha affrontato il tema di come sia possibile dire l’indicibile, cioè di come si possa raccontare e trasmettere l’orrore di Auschwitz, nel secondo ha mostrato in che modo lo studio della storia può diventare percorso di consapevolezza e vaccino contro gli errori e gli orrori che l’umanità sembra continuare a voler ripetere. Dopo di lei altri hanno parlato agli studenti riuniti nella sala del consiglio comunale: Giuseppe Ciardullo, studioso attento e appassionato della storia della Resistenza a Saint-Vincent, Sergio Péaquin, Presidente dell’Anpi locale, Delfina Levêque Gorris e Vincente Gorris, moglie e figlia di quel Vincent Gorris che aiutò molti dei numerosi ebrei rifugiati a Saint-Vincent nei primi anni Quaranta. Cosa rimane di questi incontri? La sensazione è sempre quella di gettare semi nel deserto di un tempo dove, senza effetti speciali, è persino diffi- cile avere ascolto. Eppure tutte e due le volte, con pubblici diversi, è stato chiaro che la lettura di brani di Primo Levi (in biblioteca li ha magistralmente interpretati l’attrice Paola Corti) è ancora e sempre capace di catturare l’attenzione e di emozionare. Dunque la grande letteratura, la poesia, l’arte hanno frecce al proprio arco. Basta che qualcuno le scocchi. L’altra cosa che mi ha colpito è l’attenzione con cui venerdì 9 novembre, alle 8,15 di mattina, cinquanta studenti hanno ascoltato in silenzio assoluto, sulla terrazza a fianco al Comune battuta da un vento già freddo, la lettura dei nomi delle giovani e dei giovani caduti nella seconda guerra mondiale e nella lotta di Liberazione dal nazifascismo: soldati, partigiani, civili. Mentre leggevo quei nomi così comuni in Valle d’Aosta: Cretier, Jacquemet, Juglair, Pellissier, Tréves, Vout, mentre leggevo le loro età: 18 anni, 21 anni, 23 anni, 15 anni, e raccontavo dove e come erano morti, mi pareva di vedere una sorta di stupore tra i ragazzi e le ragazze davanti a me. I morti giovani restano giovani per sempre e dunque, per un attimo, li hanno potuti sentire loro coetanei, non astratti eroi o vittime di una guerra lontana anni luce dalla vita quotidiana di uno studente valdostano del 2007. E’ accaduto e può accadere. Sta accadendo in altre parti del pianeta ed è accaduto pochi anni fa ai nostri confini. Una nazione chiamata Jugoslavia è stata cancellata dalla guerra e una pace vera non è ancora tornata. Dunque se la letteratura è un potente vaccino l’altro è – come hanno ribadito tutti i testimoni - la partecipazione alla vita politica e democratica. Distrazione, astensione, indifferenza, compiacimento della propria ignoranza sono sintomi di quella malattia mortale chiamata dittatura. “Ci credevamo al sicuro perché non ci eravamo ancora mossi dal nostro rifugio...”. Maria Pia Simonetti IL BARITONO GIUSEPPE VALDENGO Il primo numero di Jeux d'eau del 1998, nella rubrica 'Il personaggio', dedicò un ampio articolo al Baritono Giuseppe Valdengo. Ora vogliamo ricordarlo e ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per il nostro paese, scusandoci con lui se tante volte non abbiamo capito e non abbiamo saputo contraccambiare. Grazie Maestro ' Per l'Arte, la vera arte, bisogna dare tutto. E’ un obbligo, un dovere verso Dio e verso gli uomini!' Per gentile concessione Archivio Giuseppe Valdengo N ato a Torino il 24 maggio 1914. Intraprese lo studio del violino all’età di sei anni, prima sotto la guida di Pino Dappiano a Crescentino, e, successivamente, a Torino, alla scuola del celebre violista Eugenio Ballarini. Frequentò, quindi, il Corso di Oboe e Corno Inglese nella classe di Primo Nori, al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, dove si diplomò a pieni voti e lode e dove fu allievo di Luigi Perrachio, per lo studio del pianoforte, e di Giorgio Federico Ghedini per l’Armonia e il Contrappunto. Ascoltato dal direttore del Conservatorio Franco Alfano - fu da questi avviato allo studio del Bel Canto, sotto la guida di Michele Accorinti, fino al conseguimento, a pieni voti e lode, del Diploma. Il 12 febbraio 1937 debuttò al Teatro Sperimentale di Alessandria, in Madame Butterfly, nella parte di Sharpless. Si perfezionò in Italia con il basso Tancredi Pasero e, più tardi in America, con il baritono Giuseppe Danise. Il debutto nel ruolo di Figaro ne Il Barbiere di Siviglia, avvenuto al Teatro Regio di Parma, gli decretò una fulgida carriera. Richiamato alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale fu Direttore della Banda del V Reggimento di Artiglieria “Superga”. Segnalato da osservatori delle Forze Militari Americane in Italia, nel 1946 fu scritturato dal Teatro City Center di New York. Nel 1947 Arturo Toscanini, sentitolo, lo volle interprete di Jago per l’Otello, che avrebbe diretto alla N.B.C. di New York. Tale fu il successo e il prestigio acquisito, che il Metropolitan di New York scritturò Valdengo per dieci stagioni consecutive. Nel 1949 Valdengo prese parte alla prima trasmissione televisiva di un’opera lirica: Aida, diretta da Arturo Toscanini alla N.B.C. di New York. Divenne allievo prediletto del Maestro, il quale gli insegnò, oltre a Rigoletto, La Traviata, Un ballo in maschera, e Lucia di Lammermoor, la parte di Falstaff, per l’opera omonima di Verdi, eseguita poi da Valdengo alla N.B.C. di New York, ancora sotto la prestigiosa bacchetta, nel 1950. Il colore della voce, l’eccellente musicalità e la chiara dizione che lo stesso Toscanini dichiarò perfetta - lo portarono nei maggiori teatri della scena lirica mondiale. Il suo repertorio operistico comprende oltre set- tanta opere, spaziando dall’opera Monteverdiana a quelle di tradizione, tra cui: Rigoletto, La Traviata, Nabucco, Falstaff, Otello, Aida, Don Carlo, Prince Igor, Andrea Chenier, Gianni Schicchi, Boheme, Don Giovanni, Le Nozze di Figaro, Don Pasquale, L’Elisir d’Amore, Il Barbiere di Siviglia, Lohengrin, ecc.; ad opere moderne tra le quali Peter Grimes, Novità del Giorno, Uno sguardo dal ponte; a oratori sacri tra cui: La Resurrezione di Lazzaro, La Passione di Cristo (Perosi), Les Bèatitudes (Franck), Requiem (Faurè), La Risurrezione (Alfano). Valdengo ha primeggiato sulla scena teatrale e nel concertismo cameristico, segnalato da insigni compositori quali Umberto Giordano, Lorenzo Perosi e Paul Hindemith, cantando sotto la direzione di Arturo Toscanini, Umberto Giordano, Paul Hindemith, Leonard Bernstein, Fritz Reiner, William Steinberg, Fritz Busch, Carl Böhm, Victor De Sabata, Antonio Guarnieri, Gino Marinuzzi, Ino Savini, Angelo Questa, Giuseppe Podestà, Giuseppe Del Campo, Franco Mannino. Artista serio, ha dedicato tutta la vita allo studio, seguendo un repertorio consono ai propri mezzi vocali e mai cantando opere non adatte alla propria voce. Nel 1962 ha raccolto di suo pugno nel libro “Ho cantato con Toscanini” – di prossima ripubblicazione, secondo il dat- 11 tiloscritto originale, e con testimonianze inedite - le proprie memorie sull’esperienza vissuta al fianco del grande Maestro. Nel ritiro della sua dimora, lontano dai clamori, ha continuato a ricevere allievi e profondere i suoi generosi consigli, ‘fermati’ sulla carta – nel settantesimo anno dal suo debutto – nella pubblicazione, “Scuola di canto”, prossima, come l’autobiografia, alla presentazione. IL TUO BAMBINO La voce di Giuseppe Valdengo, usata con intelligenza, e con perfetta tecnica, ha mantenuto sempre la stessa freschezza. A chi gli chiedesse quale fosse il segreto di tanta longevità vocale, rispondeva: “Il Fiato!”. A ottantasei anni e mezzo la registrazione discografica di arie sacre “Benedicam Dominum”, prodotta a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione del 2000; era imminente - in questo mese - la sua ‘ultima’ incisione: pagine cameristiche dal ‘700 al ‘900. Nelle prime ore del giorno 4 ottobre – nel segno di san Francesco - è spirato all’ospedale di Aosta. Al suo capezzale la moglie, Maria, che – dopo la morte di Laura, di Nannetta, e di Adele - ha condiviso fino all’estremo istante i suoi ultimi dodici anni di vita. Novità in biblioteca Un volume utile, una guida pratica con la quale affrontare in modo totalmente nuovo il difficile compito di crescere i propri figli. Mettendo a confronto i metodi convenzionali "Il tuo bambino" offre ai genitori gli strumenti per comprendere e influenzare lo sviluppo sociale ed emozionale del bambino, fornendo soluzioni pratiche alle sfide di ogni giorno. I sistemi emozionali principali presenti nel cervello umano sono fortemente influenzati dall'approccio adottato dai genitori. Questo manuale spiega come, da un cervello "ben accudito" sotto il profilo emozionale, possa svilupparsi una mente sana. Lo sviluppo di capacità complesse da parte del bambino, quali la risoluzione di problemi, l'autoconsapevolezza, la capacità di reagire sotto stress, l'empatia, la gentilezza e l'interesse verso le cose non dipende da fattori genetici: esistono particolari comportamenti dei genitori in grado di influenzarne l'andamento. LA VITA SEGRETA DI MARIA ANTONIETTA Il 16 maggio 1770, a Versailles, in un clima di fiabesca magnificenza, si celebrava il matrimonio di Luigi Augusto, futuro sovrano di Francia, con la quindicenne arciduchessa Maria Antonietta Giuseppina Giovanna d'Austria. Divenuta regina di Francia, in un periodo quanto mai delicato e ricco di scandali e di storie bizzarre, fu ghigliottinata nel 1793 come "vedova Capeto" tra gli insulti e i lazzi della folla inferocita. Insieme a quella donna ormai inerme e miserabile, dal viso pallido e gli occhi sbarrati dalla paura, tutta un'epoca di follie e di splendori scendeva nella tomba. Madame Campan scrive questa sua vita segreta "in difesa" della regina che aveva amato e con la quale aveva chiesto di poter dividere il terribile calvario della prigione: il risultato è un 'livre de mémoires' estremamente vario e avvincente, una cronaca "al femminile" della Corte scritta in uno stile arguto, ricca di aneddoti e di preziose annotazioni. L’AVVENTURA DELLA VITA Che cos'è che distingue gli esseri viventi dagli oggetti inanimati? Perché senz'aria una candela si spegne e un animale soffoca mentre una pianta no? E ancora: la materia di cui sono fatti gli organismi viventi è diversa da quella del mondo inorganico? Come si è formata la vita sulla Terra? Potrebbe essersi formata anche su altri pianeti? E la comparsa della specie umana è veramente il coronamento dell'evoluzione, o è un incidente che poteva anche non capitare? Le domande di un nipotino curioso a una zia che sa tante cose stimolano il senso critico dei lettori, accompagnandoli in un'avventura che inizia e finisce con la stessa domanda: che cosa vuol dire vivo? Età di lettura: da 9 anni. LA CHIAVE SEGRETA PER L’UNIVERSO George vive con il suo maiale domestico Fred e due genitori ecoguerrieri che vorrebbero fare del figlio un coltivatore biologico, anche se a lui, più che a terra, piace guardare in cielo per contare le stelle. Un giorno, grazie a una visita non autorizzata di Fred nel giardino accanto, il ragazzo conosce i suoi nuovi vicini: la fantasiosa Annie, il suo papà scienziato Eric, e anche Cosmos, il computer parlante più potente del mondo. Cosmos è in grado di aprire, al centro del salotto, una porta sulla vasta oscurità dello spazio, attraverso la quale Eric mostrerà ai ragazzi le meraviglie dell'universo, come nasce e muore una stella, o come si formano i pianeti. George e Annie viaggeranno su una cometa, ghiacciata come una grande palla di neve sporca, affronteranno tempeste di asteroidi e buchi neri, ma soprattutto dovranno proteggere Cosmos da chi vuole impadronirsi dei suoi poteri... Età di lettura: da 11 anni. QUALCOSA DA TENERE PER SÈ Scuole chiuse, marito e figlia in montagna per seguire da vicino le Olimpiadi, la “Profia” Camilla Baudino resta in città con il fido cane Rotti e... con il bel commissario Berardi. Ma la profia, si sa, ha un fiuto particolare per i guai, e anche stavolta ne troverà uno sulla propria strada. La sua giovane amica Liuba - che vive in una piccola comune abitata da un gruppetto di ragazzi stravaganti, ciascuno con una storia speciale alle spalle - ha bisogno di aiuto: il dolce, svagato Quantunque, l'ultimo arrivato nella comune, un ragazzino del quale nessuno sa niente ma a cui tutti vogliono bene, è scomparso nel nulla. L'indagine di Camilla s'intreccia presto con quella della polizia, che sta cercando l'assassino della prostituta Flora . I SAVOIA MIO FRATELLO VIENE DA LONTANO La dinastia sabauda ha una storia quasi millenaria, è una Ketu abita in Botswana e sogna di trovare una famidelle più longeve d'Europa. E’ stata protagonista di avveglia che lo adotti a distanza. Giuseppe, invece, vive nimenti diversi, sebbene quelli che l'hanno resa famosa a Milano e ha la passione per l'Africa. Sono lontani si iscrivano nella traiettoria discendente novecentesca (in migliaia di chilometri, eppure c'è un filo invisibile primis la collusione col fascismo). L'età moderna è quelche li lega, come se tutti e due sapessero che al di la che avvicina i Savoia all'Europa e li rende "diversi" là del mare esiste l'altra metà di loro stessi. Finché rispetto a ogni altro contesto - aristocratico, signorile o un giorno Giuseppe convince suo papà a portarlo dinastico - tipico della tradizione italiana. Sono due sein Botswana e i due ragazzini si trovano faccia a coli (dalla pace di Cateau-Cambrésis alla fine del '700) di faccia... Età di lettura: da 9 anni. crescita e tenuta dello Stato, segnati dal riconoscimento internazionale. Anni nei quali si consolida un'organizzazione militare e buro- IL SEGRETO DELLA TORRE DI LONDRA cratica e si sviluppa una cultura scientifica (inizialmente legata alle officine Sovrano assoluto. Questa è la definizione di sé che belliche) da cui scaturisce quel genius loci che porterà Torino a diventare Enrico VIII vuole ribadire all'inquieta nobiltà del una città industriale. Nord Inghilterra, dopo aver scoperto un complotto per rovesciare la monarchia. A questo scopo, LE MONDE ARABE nell'autunno del 1541 il re intraprende una grandiosa visita ufficiale nel paese per ricevere atto Qu'est-ce que le monde arabe ? Qui sont les Arabes ? di sottomissione. Lo accompagnano migliaia di Quelle est leur histoire ? Quelles sont leurs cultures ? soldati, la crema della nobiltà e la quinta moglie, Qu'est-ce que le Maghreb ? Et le Machrek ? Répondre à la giovane e frizzante Catherine Howard. Anche ces questions, c'est découvrir l'histoire extraordinaire d'un ensemble de peuples et de cultures, c'est apprendre à con- Matthew Shardlake - che i lettori di C.J. Sansom hanno già incontrato naître une mosaïque de terres et de paysages. Ce livre est nei precedenti romanzi "L'enigma del gallo nero" e "La scomparsa del comme un grand voyage qui va de l'Arabie au Maroc, de fuoco greco" - viene convocato per far parte del seguito e per assicurarsi la mer Rouge à l'Atlantique. Il raconte l'histoire de grandes che un importante cospiratore arrivi vivo alla Torre di Londra dove sarà civilisations, il parle de littérature, d'art, de traditions, mais interrogato. Ma, nel fermento generale, l'acuto legale coglie alcuni seaussi de sciences, de géographie et de politique. Et surtout, gnali inquietanti e, aiutato dal fedele assistente Barak, indaga per conto il invite le lecteur à rencontrer les enfants, les hommes et proprio. Così, mentre l'augusto corteo avanza, mastro Shardlake incappa in una serie di compromettenti informazioni che, se rivelate, minerebles femmes de ces différents pays. bero la stabilità dei Tudor: dall'ambigua confessione di un moribondo alla sparizione di un cofanetto contenente allarmanti profezie, per non LA CITTÀ PERDUTA contare i molteplici, sanguinosi intrighi orditi nell'ombra... E anche il Kurt Austin è la nuova punta di diamante della NUMA. valente Shardlake ne paga le spese, subendo dei diabolici attentati alla Insieme al fido Joe Zavala deve affrontare una serie di propria vita... misteri apparentemente slegati tra loro che se non risolti in tempo, potrebbero causare una catastrofe planetaria. LA GATTA SONNAMBULA. CON CD AUDIO Quale rapporto c'è tra il corpo di un aviatore d'inizio Dopo il successo de "Il mattino di zucchero", Piusecolo trovato congelato in un ghiacciaio e un elmo del mini e Caviezel portano in giro nelle scuole di tutta sedicesimo secolo? La scoperta di una gigantesca cavità Italia un nuovo spettacolo, fatto di canzoni, musisul fondo dell'Oceano denominata la Città perduta sconche, mimi e disegni: "La gatta sonnambula". Questo volge il mondo scientifico. Ma non basta. La diffusione libro con cd ne raccoglie tutte le canzoni, illustrate di un'alga mutante particolarmente aggressiva e venefica da tanti divertentissimi disegni: ecco allora "Il rock diffonde terrore e imprevedibili sconvolgimenti nell'ecosistema marino. Ma dell'aragosta", "La Canzone dei libri", "Il dinosaunon si tratta solo di strani fenomeni naturali. Kurt e Joe scoprono infatti che ro"... e tante altre! Età di lettura: da 5 anni. c'è una grande multinazionale decisa a sfruttare la situazione per ottenere il controllo dei mari e, forse, anche della vita sulla Terra... EMERGENZA BULLISMO LEONIDA E I TRECENTO La battaglia che ha salvato la Grecia, la disperata resistenza di Leonida e dei suoi trecento soldati contro l'esercito persiano, il sacrificio estremo in nome della legge. Una storia per riflettere sui grandi temi della democrazia, della libertà e dei valori civili. Età di lettura: da 7 anni. LIBROTERAPIA I libri danno benessere, e la biblioteca è la farmacia dell'anima. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno, i libri curano, nutrono, confortano. Tenendo sempre teso il filo sottile dell'ironia, Miro Silvera accompagna i lettori tra gli scaffali e accanto ai comodini, gira attorno alle poltrone preferite e porge il cuscino giusto. E poi suggerisce libri, libri, libri... Un manuale pratico che affronta l'attualissima piaga del bullismo e si rivolge a tutte le figure che ruotano intorno a questo fenomeno: ragazzi, genitori, educatori. L'argomento "bullismo" viene sviscerato in tutti i suoi aspetti (che cos'è esattamente? chi è il bullo? chi è la vittima? dove avvengono gli atti di bullismo? perché esiste questa "piaga" sociale?) e viene analizzato sia dal punto di vista degli adulti (prima parte) sia da quello dei ragazzi (seconda parte). La seconda parte verrà stampata al contrario rispetto alla prima proprio per sottolineare anche graficamente la diversità d'approccio alla tematica e sarà arricchita da 20 schede intuitive e colorate. Tutto il volume si rifà ai fatti dell'attualità; offre inoltre consigli e suggerimenti pratici agli educatori (insegnanti, genitori...) che si trovano a combattere il bullismo e agli stessi ragazzi che ne sono protagonisti o vittime. IL GRANDE GIOCO DELLA MITOLOGIA GRECA Leggi le avventure delle divinità e poi divertiti a giocare! Età di lettura: da 5 anni. 13 IL GIARDINO DI ARCHIMEDE. UN MUSEO PER LA MATEMATICA I 14 l Giardino di Archimede è un museo, il primo nel suo genere, dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni. L'attuale sede di Firenze è stata inaugurata nel 2004. Si tratta di un Museo interattivo, nel quale il visitatore non deve limitarsi a guardare passivamente vetrine o leggere cartelli, ma viene anzi invitato a compiere una serie ordinata di esperimenti manuali con gli oggetti esposti, facendo emergere dalla fisicità di questi ultimi la struttura matematica che vi è nascosta. Ogni esperienza serve a familiarizzarsi con la matematica, a scoprire il ruolo fondamentale che essa occupa non solo nella scienza, ma anche nella vista di tutti i giorni. Nel museo non si apprendono teoremi e non si risolvono esercizi: si manovrano invece semplici meccanismi, ci si diverte con giochi e puzzles, si seguono le vicende storiche della matematica, incontrandone quelli che, nella storia dell’umanità, sono stati i protagonisti di questa scienza. Il museo è articolato su percorsi coerenti, che vivono di vita propria come mostre indipendenti. La sezione iniziale è costituita dalla mostra Oltre il compasso, la prima realizzata dal museo. Attraverso una serie di meccanismi e strumenti direttamente azionabili, il visitatore è introdotto alla scoperta del mondo delle curve, degli intrecci che queste hanno con scienza e tecnologia, ma anche, molto più in pratica, di come esse si ritrovano nella costruzione e nel funzionamento di oggetti usati quotidianamente da tutti noi. Un cono tagliato per mostrare le sezioni coniche: l'ellisse, la parabola, l'iperbole. L'incontro con le curve s'inizia dalla semplice retta e dalla circonferenza per passare alle sezioni coniche, usate in sofisticate attrezzature come le antenne satellitari, i telescopi, i radiofari. L’ultima parte di questa sezione riguarda invece curve più complesse e loro applicazioni. Qualche esempio pratico: la cicloide e il suo uso negli orologi a pendolo, la spirale nell’applicazione del rocchetto della macchina da cucire, l’evolvente del cerchio e la forma dei denti degli ingranaggi fino a giungere ai frattali e ai loro corrispondenti nel mondo della natura. Un'altra sezione del museo è occupata dalla mostra Pitagora e il suo teorema, incentrata sulla figura del grande matematico antico. I pannelli della sala riportano episodi della vita o relativi al mito del celebre personaggio tratti da autori antichi, per immergere il visitatore in quella che è la formulazione del teorema. Il teorema stesso, riportato in numerose lingue straniere, si esemplifica poi sottoforma di puzzle di legno, con i quali il visitatore è invitato a cimentarsi. Con le figure a disposizione si devono ad esempio riempire rispettivamente il quadrato dell’ipotenusa e i quadrati dei cateti. Varianti e generalizzazioni del teorema danno poi luogo ad altri giochi, con esagoni, stelle, cerchi, in un percorso che conduce fino alla quadratura delle lunule di Ippocrate e ai teoremi di Euclide e Pappo. L’ultima sezione del museo è costituita da due mostre di carattere storico che vengono esposte a rotazione. La prima mostra è dedicata alla figura di Leonardo Fibonacci, matematico pisano autore del Liber Abaci, che nel XII secolo entrò in contatto con la matematica araba nei domini di occidente. Attraverso la sua opera egli introdusse nel mondo latino le cifre cosidette “arabe” e influenzò lo sviluppo della matematica medievale. L’altra mostra ha per titolo La matematica in Italia (1800-1950): si tratta di un’esposizione a carattere storico e ripercorre gli sviluppi della matematica italiana contemporanea dal periodo napoleonico al secondo dopoguerra sottolineandone gli intrecci con la vita civile. Oltre ai percorsi espositivi, il Museo organizza e promuove attività di vario tipo. Ricordiamo ad esem- pio le domeniche matematiche, per il pubblico generico, e i laboratori diretti principalmente alle scuole, dalle materne alle superiori. Fra gli argomenti proposti i sistemi di numerazione di civiltà antiche o extraeuropee (Sumeri, Egizi, Cinesi, Giapponesi ecc) oltre a una panoramica sugli strumenti per il calcolo meccanico realizzati dall’uomo nel corso della sua storia. Informazioni pratiche Il museo si trova a Firenze, in via S. Bartolo a Cintoia 19a (autobus 1A dalla Stazione SMN). Il museo è aperto al pubblico con orario 9-13 dal lunedì al venerdì e 15-19 la domenica. Resta chiuso nel mese di agosto e nelle festività. I biglietti di ingresso costano 5 euro (intero) o 3 euro (ridotto per gruppi e famiglie). Su prenotazione sono possibili visite guidate per gruppi di almeno 12 persone, eventualmente anche fuori orario di apertura. La visita guidata costa 2 euro a persona (oltre il biglietto di ingresso). Le prenotazioni si possono effettuare: -telefonando al numero 055-7879594 -mandando un fax al numero 0557333504 -scrivendo un messaggio di posta elettronica ad [email protected]. Sul sito web www.archimede.ms si trovano altre informazioni sulle mostre e sulle iniziative. Il Museo visto dall’esterno 15 La camera ellissoidale: parlando al suo interno si possono sperimentare le proprietà focali dell’ellisse Specchi parabolici, in grado di accendere un fiammifero a distanza (grazie alle proprietà focali della parabola) Alessandra Masala, di origini sarde, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Saint-Vincent, per poi trasferirsi nuovamente in Sardegna. Laureata in matematica all’Università di Cagliari, lavora da circa tre anni a Firenze in questo “Museo della matematica”, di cui ci racconta obiettivi e caratteristiche. Stelle...per il teorema di Pitagora CASA DI ACCOGLIENZA “TENDA AMICA” S abato 8 dicembre, giorno dell’Immacolata, alla presenza del Vescovo e di autorità comunali e regionali, è stata inaugurata a Saint-Vincent “Tenda Amica”, una struttura destinata alla prima accoglienza dei senzatetto, ubicata in Via Ferré, nei locali dell’ex bagno diurno, attualmente di proprietà della Parrocchia, completamente ristrutturati e adattati all’obiettivo che la casa si propo- gratuitamente donato tempo, denaro, professionalità. In particolare, si è costituita una Onlus intitolata alla nostra compianta concittadina Jole Castiglioni, che sta portando avanti il progetto e che si occupa della gestione ed organizzazione della struttura. La nota caratteristica è proprio relativa alla “gestione corrente” della struttura stessa, su base totalmente volontaria. Si è creato un gruppo di persone, ne. Attualmente la struttura può ospitare fino a 8 persone di sesso maschile per una permanenza massima di 10 giorni. L’orario di accoglienza è compreso tra le 20 e le 22, mentre la chiusura mattutina, dopo la prima colazione offerta, è fissata per le 7.30. E’ una piccola goccia che contribuisce a soddisfare almeno temporaneamente il bisogno di un riparo, di un punto di riferimento notturno per persone in difficoltà. Il progetto, maturato due anni orsono in seno al Consiglio Pastorale di Saint-Vincent, su iniziativa del Parroco don Giulio Vuillermoz, si è concretizzato grazie al contributo della Caritas diocesana e di tante persone che hanno che ovviamente è auspicabile si allarghi ulteriormente, che si occupano dell’accoglienza e della custodia notturna della casa, della risistemazione e del riassetto della stessa durante il giorno, dell’approvvigionamento e dell’organizzazione dei volontari. Questo è un punto molto importante, perché l’impegno di solidarietà umana sotteso a tutto il progetto diventa più completo grazie all’apporto diretto e non delegato, segno vero di maturità civile. Questo aspetto è stato sottolineato anche da Sara Bordet nel corso dell’inaugurazione: il Sindaco ha rilevato come nel nostro paese operino molteplici associazioni e gruppi fondati sul volontariato e come questo costi- 16 tuisca naturalmente un motivo di crescita per l’intera cittadinanza; pertanto l’Amministrazione comunale, al pari di quella regionale, sono disponibili ad offrire la massima collaborazione e a supportare il progetto in modi e tempi che andranno concordati. Chiunque desideri avere maggiori informazioni o sostenere in qualsiasi modo il progetto può contattare la Parrocchia al n° 0166 512350. INAUGURATA A SAINT VINCENT LA SEDE DI V.I.O.L.A. Avremmo voluto che ci fosse anche Lei, la nostra indimenticabile Presidente Nadia Bérard, all’inaugurazione, il 27 settembre scorso, della nostra nuova sede a SaintVincent, presso il centro anziani di Via Vuillerminaz, 23. Ma Nadia Bérard ci guarda da lassù e sarà contenta di vedere che le sue Violette continuano con amore la sua opera. La sede di V.I.O.L.A. sarà aperta tutti i giovedì dalle 15,00 alle 17,00 e sarà a disposizione delle donne che avranno bisogno di noi! V.I.O.L.A. V I O L A Viviamo Insieme Offrendo lavoro (volontariato) Amore E’ questo il vero e profondo significato della nostra Associazione, nata nel 1997 da un’idea di Nadia Bérard e portato avanti insieme ad un gruppo di donne, operate e non, e ad un medico per dare sostegno alle donne operate di cancro al seno. La nostra sede di Aosta è aperta il martedì dalle 15,30 alle 17,00 e qui c’è sempre una donna operata, fiduciaria, che ha seguito corsi di formazione con una psicologa ed è in grado, quindi, di accogliere e incoraggiare le persone che vivono la malattia. Offriamo gratuitamente consulenze mediche e corsi di sostegno psicologico, corsi con fisioterapiste al fine di aiutare la mobilità dopo l’intervento, forniamo parrucche per chi è in terapia oncologica: in buona sostanza siamo una presenza a disposizione delle donne che cercano aiuto e conforto in un momento particolarmente difficile della loro esistenza.. Ma non potremmo fare tutto da sole perché le nostre risorse in troppi casi sono insufficienti. Ecco allora l’aiuto indispensabile delle Istituzioni e di tanti privati che ci sostengono in questo percorso. Il nostro grazie di cuore va pertanto a tutta l’amministrazione Comunale di Saint-Vincent e alla Comunità Montana Monte Cervino, che ci ha offerto l’opportunità di essere vicine anche alle persone della bassa e media Valle. 17 A.S.D. MONTE CERVINO CALCIO E 18 ra dai tempi del mitico Canossa che a Saint-Vincent e dintorni non si respirava aria di calcio giovanile. Per la precisione dai tempi di Padre Lino, quando sul campo dell’Oratorio non passava giorno senza la partita di pallone a squadre miste venti contro venti. E quest’aria non si è respirata sino all’anno scorso, quando un gruppo di appassionati ha fondato l’a.s.d. Monte Cervino, società di calcio giovanile che, come dicono i responsabili, “è nata con l’unico scopo di far crescere i giovani del nostro territorio, mettendo loro a disposizione un’organizzazione seria, qualificata ed efficiente, per poter aiutare le famiglie a formare dei ragazzi educati e con la voglia di sport”. Nel corso della stagione 2006-2007, prima in assoluto per il sodalizio, l’a.s.d. Monte Cervino ha organizzato otto tornei di calcio per il settore giovanile sui campi di Saint-Vincent, Chatillon, Chambave ed Antey Saint-André, invitando squadre della regione e del vicino Piemonte; i tornei sono stati intitolati a Ioio Perucca, Franco Sorteni, Ayman Laabid. I risultati più prestigiosi conseguiti al termine dei campionati e dei vari tornei ai quali il Monte Cervino ha partecipato sono stati la vittoria del Premio Disciplina nella categoria Giovanissimi ed il successo al torneo di Cavaglià con la squadra Esordienti. Alla fine della stagione agonistica, nel mese di giugno, l’a.s.d. Monte Cervino ha organizzato il 1° campo estivo ad Antey Saint-André, dove i 38 ragazzi iscritti hanno potuto, seguiti dagli istruttori della società, svolgere varie attività come il calcio, l’equitazione, il parco avventura, la mountain bike e la piscina. Nel 2007 una importante novità: l’iscrizione al campionato di terza categoria di una “prima squadra”, nelle cui fila militano diversi tra allenatori e dirigenti del settore giovanile, con una rosa limitata di proposito per poter dare spazio anche ai ragazzi della categoria Allievi, nell’interesse di farli crescere e maturare in quanto futuro della società. L’organigramma del sodalizio vede Alessandro Ménabreaz alla presidenza, affiancato da Luca Agentini e Vittorio Vaccaro, rispettivamente vice presidente e segretario. Il tesoriere è Mauro Vaccaro, mentre Luca Bertuletti, oltre ad essere il responsabile della scuola calcio, funge anche da consigliere. La Direzione tecnica è affidata a Dominique Grenier e Giuseppe Fusero. Di seguito l’elenco di allenatori e dirigenti della società. Piccoli amici 2000-20012002 (35 giocatori): Renato Bonin, Nunzia Dilanna, Marco Racobaldo, Pinuccio Fusero, Paolo Battaglia, Enzo Borrello, Marco Lombard, Roberto Paolini. Pulcini 1997-1998-1999 (45 giocatori): Massimo Iacobucci, Antonio Colella, Christian Péaquin, Gianni Tuccari, Alessandro Rossi, Luca Agentini, Thierry Romei, Stefano Pession, Alessandro Menabreaz, Rino Bulgarelli. Esordienti 1995-1996 (35 giocatori): Flavio Chatrian, Gabriele Pavia, Giacomo Bianco, Guido Lucchetti, Ambrogio Deiana, Mohamed Laabid, Luigi Bocca. Giovanissimi 1993-1994 (18 giocatori): Igor Cereghino, Michael Verthuy, Vittorio Vaccaro, Livio Boeris. Allievi 1991-1992 (18 giocatori): Marco Chiabotto, Mauro Vaccaro, Angelo Giacometti, Manuel Aceti. Allenatori dei portieri: Rino Bulgarelli, Giacomo Bianco, Sergio Orrù. Prima squadra (20 giocatori): Marco Chiabotto, Andrea Sarteur, Mauro Vaccaro, Angelo Giacometti. Veterani (20 giocatori): Dimitri Dellea, Luca Agentini, Luigi Bocca. Totale tesserati: 151 giovani calciatori; 30 allenatori e dirigenti; 40 soci sostenitori. La sede sportiva è presso lo stadio “Perucca” di Saint-Vincent ed è aperta tutti i lunedì e giovedì dalle ore 17.30 alle ore 19.00 (tel/fax. 0166-513404). Per informazioni è possibile chiamare il 347-7236288 o inviare una mail a: montecervinocalcio@ yahoo.it. Alessandro Rossi I NOSTRI VILLAGGI: PERRIERE Q uesto collinare villaggio è posto a circa 1000 m slm su di un grande pianoro quasi addossato al monte Zerbion; la sua posizione è molto panoramica e lo sguardo spazia ammirato su tutta la valle centrale, sulle cime e, in particolare, sul gruppo di montagne comprese tra i monti Barbeston e Cima Nera. L’origine del nome di questa frazione è indubbiamente da ricercarsi nella parola péra (pietra) da cui si originano le parole pietre e pietraie; in effetti non distante da questo centro abitato si notano ampie superfici coperte da pietrame. Il villaggio, da anni comodamente servito dalla strada, è stato urbanizzato nel corso degli ultimi decenni: luce, fognatura, telefono e al momento è in corso la realizzazione dell’acquedotto che dovrebbe finalmente eliminare anche da Perrière la secolare povertà di acqua da destinare ad usi domestici. Questa frazione è molto estesa ed ha un patrimonio d’arte, di storia e di architettura di tutto rispetto; una menzione particolare la meritano i tantissimi granai in legno (i rascards o raccard) distribuiti in tutto l’agglomerato e mescolati alle abitazioni in pietra. La presenza di tanti granai ci riporta ai secoli passati e all’economia di questo centro montano la cui popolazione, per secoli, si è dedicata alla cerealicoltura e in parte minore all’allevamento del bestiame. Si ha menzione che nel 1951 una decina di residenti (ri-?)costituisce una associazione avente come finalità la creazione e la gestione di una latteria; nell’atto di costituzione è detto che tutto il latte prodotto dal bestiame dei soci dovrà essere conferito per le successive lavorazioni: fabbricazione di burro, formaggio e fontina. Perrière era parte integrante di quell’ampio territorio della montagna di Saint-Vincent ricoperta da quell’immensa coperta d’oro, bella immagine di messi mature; per poter macinare i cereali erano presenti nelle vicinanze del villaggio ben tre mulini che erano ubicati a poche decine di metri nei pressi del torrente Grand-Valey. Degli immobili dei tre mulini (già segnalati in documenti del XVIII secolo) rimangono solo pochi resti dei muri perimetrali mentre sono totalmente scomparse le macine e gli attrezzi necessari ai mugnai. Le cronache orali ci raccontano che per recarsi a macinare il grano, nel villaggio si caricavano di sacchi i muli e gli asini e si discendeva la ripida collina per l’autunnale lavoro, questa precedeva la cottura del pane che avveniva nell’apposito forno posto nel centro dell’abitato e restaurato alcuni anni or sono per volontà dell’Amministrazione Comunale. Purtroppo ai nostri giorni non è più utilizzato e il piccolo stabile sembra essere museo di se stesso. Nella frazione vi erano naturalmente due fontanili che fungevano da lavatoi ed abbeveratoi; uno di questi è stato recentemente ristrutturato. La comunità di questo villaggio il giorno 20 aprile 1825, si era dotata di un Règlement des eaux, che aveva come finalità l’equa distribuzione delle risorse idriche sul territorio al fine di un corretto utilizzo dell’acqua e la totale eliminazione di possibili contrasti tra gli utenti; il documento, oggi conservato da una famiglia, fu redatto da MichelAntoine Charbonnier, Géomètre mesureur de St.Vincent su richiesta di Sulpice Camos, Vincent Séris, Sulpice-Antoine Déanoz, Jean-Vincent e Pierre-Antoine Séris, nelle vesti di procuratori del villaggio. Il tecnico nella sua relazione riporta i nomi delle sorgenti (e la loro portata) e scrive: …J’ai examiné et vérifié les sources dudit village soit les fontaines qui si départent. 1- La source venant du Grand Valey appelée Les Rives, étant les deux tiers de plus que toutes les autres sources soit fontaines. 2- La source de Vernéaz étant le double de celles de la Roia et d’Arsan. 3- La source de la Roia et celle d’Arsan comme étant réunies ensemble ne font que la moitié de celle de Vernéaz de manière que les fontaines de Vernéaz, de la Roia et d’Arsan ne font qu’un tiers de la source appelé Les Rives, ainsi que tous les propriétaires intéresses du dit hameau ont consenti aux fractions ci dessus établies, par conséquent d’après les heures qu’un chacun possedoit en particulier à chaqu’une des sources, et d’après les fraction soit proportion ici dessus établies et du consens de tous les propriétaires des dites sources soit fontaines, j’ai formé le Règlement… In seguito, dopo un lungo elenco di persone aventi diritto all’acqua e le ore e giornate a loro destinate, il geometra Charbonnier chiarisce il sistema di distribuzione a rotazione stagionale; al termine una necessaria precisazione del tecnico afferma che …est à observer que le présent règlement aura lieu chaqu’année dépuis le premier dimanche d’avril jusqu’à l’équinoxe de l’automne. Bellissimo documento da conservare a postuma memoria! Tra le strutture di uso comunitario merita senz’altro una particolare menzione la scuola il cui attuale edificio risale alla fine del 1950 (epoca in cui oltre trenta bambini frequentavano i corsi tenuti da una maestra che doveva salire quotidianamente al villaggio oppure scegliere di abitare all’interno dell’edificio scolastico). Sappiamo anche dai 19 20 vecchi documenti che la scuola primitiva fu istituita a Perrière nel corso dell’anno 1800 per volontà dell’allora parroco Jean-Baptiste Freppaz. Oggi l’odierno edificio scolastico è stato dato in comodato d’uso dall’Amministrazione Comunale al locale Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud che vi ha installato all’interno numerose apparecchiature e la centrale da cui si comandano l’apertura e la chiusura di tutti i getti d’acqua distribuiti sul territorio per l’irrigazione “a pioggia” delle campagne. I bisogni spirituali della comunità erano garantiti da una cappella edificata verso la fine del XVI secolo e posta fin dalla costruzione sotto la protezione di san Giacomo, le Majeur. La storia ci racconta che la cappella, a causa della forte umidità presente nel luogo della costruzione, fu sempre soggetta a rischi di crollo; vi fu addirittura un tempo (1877) in cui le numerose persone residenti nel villaggio decisero di costruire altrove la cappella ma furono fermati dagli alti costi preventivati per tale nuova costruzione. Le rendite che garantivano il pagamento dei lavori al tempio furono sempre limitate, anche a causa della grande povertà della popolazione; frequentemente invece di versare somme di danaro si garantiva al procuratore della cappella la fornitura di castagne, olio di noci o altri prodotti della terra che messi all’asta producevano piccoli importi per il pagamento delle varie funzioni religiose da celebrarsi in quel luogo. L’altare è baroccheggiante e tutta l’oggettistica un tempo presente all’interno è oggi in esposizione nel Museo d’Arte Sacra costruito nella chiesa del borgo; nella sacrestia di questa chiesa è invece esposto un grande dipinto (datato 1633) che mostra la Vergine Nera d’Oropa tra i Santi Rocco e Giacomo di Compostella; certamente fu fatto eseguire da un devoto al termine della terribile pestilenza abbattutasi anche nel nostro paese tra il 1629 e il 1632. Di tutte le decorazioni eseguite all’interno della cappella nel 1706 (ben 31 “medaglioni” rappresentanti Santi e Padri della Chiesa), non vi è più traccia in quanto nascoste sotto dipinture successive. Molto bello è comunque il grande affresco del Padreterno attorniato dagli Evangelisti tutt’oggi presente nel coro della cappella, che non è dotata di cantoria. Le Stazioni della Via Crucis provengono da Parigi e a Perrière sono state portate da qualche persona del villaggio che in quella lontana città si era recato per lavoro. All’ingresso sud del villaggio, in località Valeran, è presente un piccolo oratorio che ospita al suo interno una statua della Vergine e che ancora una volta ci mostra quanto grande fosse la devozione e la fede di quella comunità. Tra le cose degne di nota da segnalare per chi visiterà questo villaggio, si cita un affresco presente in una nicchia di una casa privata a lato della strada; il dipinto, arricchito da una ghirlanda di fiori è datato 1753 e mostra una bellissima Madonna in trono con Bambino in mezzo a San Lorenzo e ad un altro santo non identificato (forse San Vincenzo). L’ultima testimonianza di fede che si desidera offrire alla curiosità del visitatore è posta in località Sapé, nei pressi del guado che, oltrepassando il torrente Grand-Valey, mette in comunicazione il villaggio di Perrière con la strada della collina di Châtillon. Qui un piccolo oratorio è stato costruito in epoca indefinita su di un grande masso erratico e le testimonianze orali informano che sarebbe stato voluto da un pio devoto per eliminare dalla zona presunte presenze di diavoli e streghe che lì si riunivano per i loro incontri. Questo ultimo dettaglio ci conduce anche alla conoscenza del personaggio più famoso del villaggio di Perrière che, e lo diciamo con tutto il rispetto e l’attenzione del caso, è senza dubbio Caterina di Chynal (alias la strega). Costei originaria della Svizzera (era nata alla fine del XIV secolo a Basilea e aveva ricevuto il sacramento della cresima a Sion) aveva abitato per un certo periodo a Conthey nel Vallese e successivamente si era trasferita a Saint-Vincent dove aveva preso dimora a Perrière. Gli atti del processo a suo carico svoltosi nel 1449 ci informano che Caterina era stata accusata di stregoneria, sortilegio e addirittura della morte del parroco di Montjovet Pierre Hospitis che sarebbe deceduto in seguito alle cure da lei prestate al religioso. La donna appare come persona di facili costumi; per sua stessa ammissione ella ammette alcune relazioni amorose con uomini del paese. Su tutte le amicizie della donna spicca quella avuta con il notaio Bonifacio Mistralis, rampollo della nobile famiglia proprietaria del feudo di Saint-Vincent e personaggio molto in vista nella società dell’epoca. Da questa tumultuosa relazione nasceranno due figli naturali e nel contempo molte voci si leveranno contro la lussuriosa Caterina. Non potendola colpire, forse per invidia o per gelosia, il popolo griderà contro la donna accusandola di presunti incontri con il diavolo e contro la sua pretesa di curare malattie o ancora contro sortilegi compiuti contro i vicini di casa. Il passo fu breve e ben presto Caterina fu dichiarata strega. Dopo essere stata arrestata fu subito condotta nelle carceri del castello di Saint-Germain e nel contempo fu dato incarico ad un fabbro di Saint-Vincent di procedere alla fabbricazione e fornitura di strumenti di tortura, quindi fu dato inizio al processo per stregoneria ed eresia che durò oltre otto mesi e che vide attivo, e in difesa della donna, addirittura il figlio Pantaleone Mistralis. Verso la fine dell’anno 1449 si concluse il lungo processo guidato dall’inquisitore Balduinus Scutifferi e la “nostra” Caterina fu dichiarata fortemente colpevole di eresia malgrado avesse continuato a dichiararsi innocente. Fu infine condannata all’abiura pubblica e al pagamento delle spese sostenute durante la sua permanenza in carcere e quelle per il processo, poi, ormai anziana, scomparve nel nulla. Potete trovare notizie e fotografie su tutti i villaggi di Saint-Vincent sul sito istituzionale del Comune alla pagina: www.comune.saint-vincent.ao.it/cultura_villaggi.asp P.-G. Crétier NOTIZIE DAL CONSORZIO DI MIGLIORAMENTO FONDARIO RU COURTAUD U na primavera piovosa e un’estate bizzosa hanno caratterizzato l’anno 2007; ancora una volta il Direttivo del Consorzio ha dovuto correre ai ripari per garantire al meglio il servizio di approvvigionamento idrico ai suoi quasi mille associati. Nel frattempo molte cose sono state fatte ma tanti interventi sono ancora da ultimare e altri da approfondire e programmare; il Direttivo, fedele allo Statuto dell’Ente (in particolare all’articolo 2), prosegue negli interventi e nelle opere che spaziano a tutto campo sul territorio e che privilegiano naturalmente l’attività prettamente agricola. Ormai è sempre più evidente che l’acqua è un grandissimo patrimonio collettivo e come tale è una ricchezza che deve essere tutelata e utilizzata in modo appropriato, così come hanno stabilito i Soci del Consorzio votando nell’assemblea primaverile il Regolamento per l’uso corretto utilizzo delle acque irrigue; l’acqua è dunque una grande ricchezza che deve necessariamente “essere spesa bene”. Il problema idrico ha antichissime origini che si perdono nella notte dei tempi e che si evidenziano nel corso del XIV secolo con la costruzione del Canale della Pianura (1325) e Ru Courtaud (1393); nel 1588, per ottimizzare le situazioni presenti nel Ducato d’Aosta, il “gruppo di lavoro” che aveva raccolto e codificato le varie consuetudini nel prezioso Codice (più noto con il nome di Coutumier) diede ampio risalto alle problematiche giuridiche concernenti l’acqua; nel Tiltre Douziesme. Des fontaines, eaux et ruisseaux vi sono inseriti ben 60 articoli di legge! e tra le altre cose è detto che i possessori di fondi agricoli possono da soli o insieme ad altre persone, costruirsi bacini (piscine e stagni) per immagazzinare l’acqua e dotarsi di regolamenti per migliorarne la distribuzione e l’uso, cosa che fu fatta anche sul nostro territorio. I nostri antenati scavarono infatti tantissime piscine per contenere la poca acqua derivante dalle sorgenti e la preziosità di questi piccoli invasi è sottolineata con forza e vigore nei vecchi atti notarili laddove si fa con frequenza esplicito riferimento ai diritti all’acqua di una determinata piscina spettanti a determinate superfici. Naturalmente la precarietà delle situazioni deve aver forzatamente prodotto delle tensioni e dei malintesi tra gli aventi diritto, se consideriamo che ancora oggi la memoria degli anziani ricorda con certosina precisione i giorni e le ore dell’acqua a loro spettanti (le famose égances: cioè acque soggette a ripartizione tra più persone). In alcuni casi le memorie si richiamano a vecchi regolamenti, quasi sempre difficilissimi da trovare. Nella direzione del risparmio e dell’otti- mizzazione si è anche mosso recentemente il Direttivo del Consorzio che, laddove è possibile, sta attuando recuperi di vecchie piscine allo scopo di immagazzinare quanta più acqua possibile da utilizzare sia per scopi irrigui che per altre finalità, come ad esempio bacini per l’antincendio, evitando in questo modo maggiori consumi sulle reti dell’acqua potabile. Ritengo che tra le più belle cose lette ultimamente abbia una sua grande importanza una piccola ma ricercatissima frase secondo cui …nessuna sorgente può essere definita banale perché dalla sua “banalità” nasce il simbolo della vita e questo mentre le nuove leggi e normative (sempre più abbondanti!) stanno modificando il concetto generico dell’acqua potabile in acqua destinata al consumo umano. Solo il 2,5 % dell’acqua presente sul pianeta è potabile e di questa solo lo 0,07 % è accessibile all’uomo (in Valle d’Aosta ogni cittadino consuma annualmente circa 170/180 litri d’acqua procapite!); quasi uno spreco se si considera che nello stesso periodo in alcuni paesi dell’Africa ogni persona ne ha a disposizione circa 4,5 litri. Gli esperti, nelle loro previsioni, ripetono che l’emergenza idrica in un prossimo futuro colpirà anche la Valle d’Aosta; in altre parole non si avrà carenza d’acqua ma scarsità di quella potabile e questo anche se negli scorsi anni molti comuni della Valle hanno investito notevoli risorse nell’ambito dei programmi Fospi. E’ quindi evidente che ognuno di noi ha grosse responsabilità in questo campo, così anche i politici che devono assolutamente predisporre tutti i mezzi possibili per evitare situazioni disastrose. Tra le più recenti disposizioni legislative emanate in ambito locale, va senz’altro ricordata la Delibera della Giunta Regionale, n. 4995 del 30.12.2004 con la quale è stato adottato lo schema di Piano regionale di tutela delle acque ai sensi del Decreto Legislativo n. 152/1999. Altro problema strettamente collegato e di grande importanza per il Consorzio è lo sfruttamento del Canale della Montagna per fini idroelettrici; la proposta, caldeggiata dal Direttivo e votata dai Consorzisti nell’Assemblea di aprile, sta evolvendo e la ditta Tekne di Arnad ha ultimato gli studi sulla condotta e nei prossimi mesi inizierà i lavori di realizzazione delle tre centraline idroelettriche. L’acqua, ancora una volta (dopo essere stata per secoli anche utilizzata per il funzionamento di mulini, segherie e forge) tornerà in modo naturalmente più razionale a produrre energia e sarà energia pulita a costi bassi e non inquinanti: basti pensare che un mega watt prodotto con olio combustibile costa tra i 30 e i 70 euro; lo stesso quantitativo di energia idroelettrica costa 3 euro e produce zero emissioni di anidride carbonica. Il Direttivo, per quanto concerne lavori e programmi, sta rispettando le priorità e gli impegni presi con gli utenti, anche se per un’infinità di ragioni (molte delle quali totalmente estranee al Consorzio) non sempre riesce nell’intento. Nella prossima primavera i quasi mille soci del Consorzio saranno chiamati a rinnovare (o confermare) l’attuale Direttivo; nel frattempo, dopo circa vent’anni di silenzioso ma costante lavoro, e tra il dispiacere di tutti, Angelo Milliery (lo revan) ha raggiunto l’età pensionabile e con la fine dell’anno 2007 lascerà la sua attività per il giusto e meritato riposo; con semplicità il Direttivo, facendosi partecipe di tutti gli associati e di coloro che l’hanno conosciuto e apprezzato per il suo lavoro, desidera ringraziarlo sentitamente per la sua opera e per la serietà dimostrata in questi anni, quotidianamente (e tante volte anche durante le notti quando necessitava il suo intervento!). Nuovo coadiutore del Consorzio è stato nel frattempo nominato Sandro Monet, che si è già distinto per la sua preparazione, semplicità e per la sua disponibilità. Il Direttivo I collaboratori del consorzio Sandro Monet e Angelo Milliery 21 22 AVVISO SI COMUNICA ALLA POPOLAZIONE CHE, AL FINE DI RIDURRE IL MATERIALE DA PORTARE IN DISCARICA, SONO A DISPOSIZIONE, PER CHI NE FACESSE RICHIESTA, LE COMPOSTIERE UTILI AL RICICLAGGIO DI MATERIALI ORGANICI QUALI: SCARTI IN GENERE DI FRUTTA E VERDURA, ERBA , FOGLIE, ECC. LE COMPOSTIERE VERRANNO FORNITE A TITOLO GRATUITO, FINO AD ESAURIMENTO, RISPETTANDO L’ORDINE DI PROTOCOLLO IN ARRIVO. LE RICHIESTE POSSONO ESSERE EFFETTUATE ALL’UFFICIO TECNICO PREVIO COMPILAZIONE DELL’APPOSITO MODULO. L’UFFICIO TECNICO E’ APERTO AL PUBBLICO IL MARTEDI E IL GIOVEDI CON IL SEGUENTE ORARIO DALLE 8:30 ALLE 12:30 E DALLE 14:30 ALLE 15:30. IL SINDACO AVV. SARA BORDET Un nouveau document dans nos archives On signale que les archives historiques communales se sont enrichies d’un document original qui nous a été envoyé gracieusement par Monsieur Michel MarcGrivaz, issu d’une famille d’émigrés sabins en France. Il s’agit d’un cahier de dépenses publiques faites en 1704 par le syndic Antoine Isabellon, pour le compte de la municipalité, où sont cités de nombreux habitants de notre commune. Nous exprimons toute notre reconnaissance à l’expéditeur pour nous avoir adressé cet important témoignage de la vie socio-économique des débuts du XVIII siècle. Nous ne pouvons nous empêcher de souligner le sens civique remarquable et l’attachement à Saint-Vincent démontrés par M. Marc-Grivaz et nous souhaitons que tous ceux qui possèdent des documents se référant à l’histoire et à l’administration de notre commune puissent en faire autant. Prezzi impianti stagione invernale 2007/2008 FESTIVO sabato-domenica-festività infrasettimanale-periodo natalizio Giornaliero € Pomeridiano € intero 18,00 intero 15,00 -10%*** 16,00 -30%* 10,50 gruppi 15,00 -50%** -30%* 12,50 -50%** 9,00 7,50 FERIALE € € intero 15,00 intero 12,00 -10%*** 13,50 -30%* 8,50 -30%* 10,50 -50%** 6,00 -50%** 7,50 TESSERA STAGIONALE TESSERA SETTIMANALE € € Intero 230,00 6 giorni 75,00 Riduzione 1* 161,00 7 giorni 85,00 Riduzione 1** 115,00 PARCO GIOCHI Ingresso 1 € 3,00 *Riduzioni 1: Residenti in Valle d’Aosta e non residenti di età inferiore ai 14 anni (escluso parco giochi). **Riduzione 2: Residenti in Valle d’Aosta minori di 18 anni ***Riduzione 3: Titolari della tessera “Casino à la carte” Skipass gratuito: Residenti nel Comune di Saint-Vincent di età inferiore a 14 anni (escluso parco giochi). Periodo natalizio: dal 22 dicembre al 6 gennaio 2008 23