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piano regionale per il governo delle liste di attesa
PIANO REGIONALE PER IL GOVERNO DELLE LISTE DI ATTESA PIANO REGIONALE DI GOVERNO DELLE LISTE DI ATTESA (2013 – 2015) (Ai sensi del Decreto 314 del 5 luglio 2013. “ Adozione P.O. 20132015 Azione 14.3.5”) Indice Premessa 1. Allineamento tra domanda e offerta 2. Elenco delle prestazioni ambulatoriali e tempi massimi di attesa 3. Modalità di prenotazione 4. Implementazione del sistema RECUP regionale 5. Prestazioni inserite in percorsi di cura 6. Attività libero professionale 7. Linee di intervento per il governo delle liste di attesa • Appropriatezza prescrittiva e organizzativa • Aumento utilizzo apparecchiature ad alta tecnologia nelle strutture pubbliche • Flussi informativi • La trasparenza delle liste di attesa • Piano di comunicazione • Diritti in caso di superamento dei limiti di tempo e doveri del cittadino 8. Elenco delle prestazioni in regime di ricovero e i tempi massimi di attesa 9. Percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell’area cardiovascolare e oncologica 10. Piano Attuativo Aziendale 11. Policlinici Universitari 2 Premessa La Regione Lazio per aver maturato nel tempo disavanzi di gestione nel settore sanitario di rilevante consistenza si è trovata nella condizione di dover stipulare l’accordo previsto nell’art. 1 comma 180 della Legge n. 311 del 2004 – legge finanziaria 2005 - e di dover ottemperare a tutti gli obblighi, ivi disciplinati, per le Regioni in squilibrio economico finanziario con la sottoscrizione, con i Ministeri della Salute e dell’Economia di un Piano di rientro dal disavanzo e di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio Sanitario della Regione Lazio secondo programmi operativi coerenti con gli obiettivi finanziari programmati, fermo restando il mantenimento del diritto dei propri cittadini a vedersi garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza. Con deliberazione 28 giugno 2012, n. 3141 “verifica degli adempimenti per l’anno 2010. Recepimento degli Accordi Stato-Regioni e Conferenza Unificata, più rilevanti ai fini dell’erogazione dei LEA, intervenuti nell’anno 2010.” la regione ha soltanto recepito l’intesa del 28/10/2010 sul Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2010-2012 senza aver predisposto il conseguente piano regionale. L’erogazione delle prestazioni entro i tempi appropriati alle necessità di cura degli assistiti rappresenta una componente strutturale dei livelli essenziali di assistenza; è infatti essenziale garantire un accesso adeguato in relazione alle condizioni cliniche valutate dal medico responsabile. Con il presente Piano la regione intende avviare un percorso programmatico per il governo delle liste di attesa, caratterizzato da una serie di azioni, a breve e medio termine, a partire dai bisogni di salute delle persone. Gli interventi riguarderanno in particolare: ¾ individuazione delle prestazioni ambulatoriali e tempi massimi di attesa, 1 Riferimenti normativi regionali: DGR del 14-7-2006 n. 431; DGR del 28/06/2012 n. 314; DC del 4/07/2012 n.114 3 ¾ indicazioni organizzative per l’implementazione del sistema regionale RECUP, ¾ linee d’intervento per il governo delle liste di attesa ¾ l’aumento dei tempi di utilizzo delle apparecchiature ad alta tecnologia, ¾ l’attuazione di percorsi di cura per la presa in carico di malati cronici, ¾ il corretto rapporto tra il regime istituzionale di erogazione delle prestazioni e quello libero professionale, ¾ i diritti in caso di superamento dei limiti di tempo e i doveri del cittadini , ¾ il monitoraggio dei tempi di attesa. La Regione Lazio ha come obiettivo quello di promuovere la capacità del SSR di intercettare il reale bisogno di assistenza, ridurre l’inappropriatezza dei trattamenti erogati e rendere compatibile la domanda con la garanzia dei LEA. Il piano quindi si propone di condividere un percorso per il governo delle liste di attesa finalizzato a garantire un appropriato accesso dei cittadini ai servizi sanitari, mediante l’applicazione di rigorosi criteri di appropriatezza, del rispetto delle classi di priorità e della trasparenza del sistema a tutti i livelli. 4 1. Allineamento tra domanda e offerta Le prestazioni di primo contatto rappresentano una parte importante dei volumi complessivamente erogati dal SSR, le criticità ad esse connesse debbono essere affrontate in un’ottica complessiva di sistema, sia dal versante del governo della domanda che da quello dell’ottimizzazione dell’offerta. La problematica dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali va letta all’interno dell’intero sistema domanda-offerta superando la logica della compartimentazione dei tre setting di erogazione (Pronto soccorso, attività in regime di ricovero, attività ambulatoriali). Tali setting dovranno invece essere considerati come segmenti di un unico sistema che deve condividere le stesse logiche e criteri di appropriatezza per l’accesso alle prestazioni, adeguandosi in modo flessibile all’andamento della domanda in modo da assicurare un assorbimento equilibrato delle risorse dei tre comparti. La costruzione dell’offerta di prestazioni ambulatoriali da parte dell’Azienda USL sul cui territorio insistono altre strutture sanitarie pubbliche e private accreditate afferenti al SSR deve prevedere il pieno coinvolgimento di quest’ultime al fine di contribuire all’offerta delle prestazioni. Le Aziende USL strutturano di norma l’offerta di prestazioni specialistiche ambulatoriali, sia rese direttamente che attraverso lo strumento degli accordi contrattuali con il privato accreditato, all’interno del sistema regionale RECUP, e dei percorsi di cura in cui la prestazione di visita o di diagnostica strumentale è parte del processo di presa in carico di malati cronici. 2. Elenco delle prestazioni ambulatoriali e tempi massimi di attesa. Il PNGLA 2010-2012 individua un elenco di prestazioni che modifica ed integra quello individuato dal precedente Piano Nazionale eliminando le prestazioni che nella fase sperimentale di monitoraggio dei tempi di attesa non presentano problemi di attesa nella maggior parte delle Regioni ed aggiungendone altre che sono risultate critiche. La regione Lazio nelle procedure di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali specialistiche garantite dal SSN provvederà in modo sistematico all’indicazione di prima visita/controllo, del quesito diagnostico e delle seguenti classi di priorità: ¾ U (Urgente), da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; 5 ¾ B (Breve) da eseguire entro 10 giorni; ¾ D (Differibile), da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; ¾ P (Programmata) Ai fini della verifica del rispetto dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali sono prese in considerazione esclusivamente le prime visite e le prime prestazioni diagnostiche/terapeutiche (programmabili e urgenti differibili) ovvero quelle che rappresentano il primo contatto del paziente con il sistema relativamente al problema di salute posto, mentre sono escluse le prestazioni di controllo e le prestazioni inserite nei programmi di screening. Tali prestazioni programmabili e urgenti differibili devono essere garantite al 90% degli utenti entro i tempi massimi stabiliti ovvero 7 gg. per le prestazioni urgenti differibili, 30 gg. per le visite programmabili, 60 gg. per le prestazioni diagnostico strumentali programmabili. In particolare, sono oggetto di monitoraggio 14 visite specialistiche e 29 prestazioni di diagnostica strumentale, di seguito elencate: VISITE SPECIALISTICHE Numer o 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Prestazione Visita cardiologica Visita Chirurgia vascolare Visita endocrinologica Visita neurologica Visita oculistica Visita ortopedica Visita ginecologica Visita otorinolaringoiatrica Visita urologica Visita dermatologica Visita fisiatrica Visita gastroenterologica Visita oncologica Visita pneumologica Codice Nomenclatore 89.7 89.7 89.7 89.13 95.02 89.7 89.26 89.7 89.7 89.7 89.7 89.7 89.7 89.7 Codice Disciplina 8 14 19 32 34 36 37 38 43 52 56 58 64 68 PRESTAZIONI STRUMENTALI Numer Prestazione o Diagnostica per Codice Nomenclatore 6 immagini 15 Mammografia 16 TC senza e con contrasto Torace 17 TC senza e con contrasto Addome superiore 18 TC senza e con contrasto Addome inferiore 19 TC senza e con contrasto Addome Completo 20 TC senza e con contrasto Capo 21 TC senza e con contrasto Rachide e speco vertebrale 22 TC senza e con contrasto Bacino 23 RMN Cervello e tronco encefalico 24 RMN Pelvi, prostata e vescica 25 RMN Muscoloscheletrica 26 RMN Colonna vertebrale 27 Ecografia Capo e collo 28 Ecocolordoppler 29 Ecocolordoppler dei tronchi sovra aortici 30 Ecocolordoppler dei vasi periferici 31 Ecografia Addome 32 Ecografia Mammella 33 Ecografia Ostetrica - Ginecologica Altri esami Specialistici 34 Colonscopia 35 Sigmoidoscopia con endoscopio flessibile 36 Esofagogastroduodenoscopia 37 Elettrocardiogramma 38 Elettrocardiogramma dinamico (Holter) 39 Elettrocardiogramma da sforzo 40 Audiometria 41 Spirometria 42 Fondo Oculare 43 Elettromiografia 87.37.1- 87.37.2 87.41- 87.41.1 88.01.2 - 88.01.1 88.01.4 - 88.01.3 88.01.6 - 88.01.5 87.03 - 87.03.1 88.38.2 - 88.38.1 88.38.5 88.91.1– 88.91.2 88.95.4– 88.95.5 88.94.1– 88.94.2 88.93– 88.93.1 88.71.4 88.72.3 88.73.5 88.77.2 88.74.1 – 88.75.1 88.76.1 88.73.1 – 88.73.2 88.78 – 88.78.2 45.23 - 45.25 - 45.42 45.24 45.13 – 45.16 89.52 89.50 89.41 – 89.43 95.41.1 89.37.1 – 89.37.2 95.09.1 93.08.1 3. Modalità di prenotazione La modalità ordinaria di prenotazione è tramite il sistema RECUP regionale esclusi i casi di urgenza per i quali devono essere formalizzate modalità di accesso coerenti al bisogno assistenziale. I medici prescrittori, sia medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che specialisti, dipendenti e convenzionati dovranno obbligatoriamente segnalare nella prescrizione su ricettario SSN: ¾ il quesito diagnostico che motiva la richiesta della prestazione, 7 ¾ se si stratta di primo contato (O) contatto successivo (C), inteso come visita o prestazione di approfondimento, controllo, follow up. Nel caso non sia indicata nessuna delle due eventualità la prestazione sarà considerata di controllo, ¾ la classe di priorità, come definita in precedenza 4. Implementazione del sistema RECUP regionale Attualmente le prestazioni ambulatoriali (escluso per gli esami di laboratorio analisi) erogate dal SSR del Lazio sono per il 51,7% fornite dalle strutture pubbliche e per il 48,3 % da quelle accreditate (Private e Classificate). La gestione delle agende delle prestazioni da parte delle strutture pubbliche pari al 51,7% del totale, avviene nel seguente modo: a) sistema RECUP regionale 40,9% di cui il 27,5% mediante call center 803333 RECUP e il 13,4% mediante sportello CUP di ASL e AO, b) gestite direttamente 10,7% Il restante 48,3 delle prestazioni erogate dalle strutture accreditate sono fuori dal sistema di prenotazione regionale RECUP e quindi gestite direttamente. Dal 1 gennaio 2014 le agende delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e accreditate, private e classificate, dovranno confluire nel sistema RECUP regionale fino ad un max. del 60% delle prestazioni totali erogate quotidianamente. Con apposito regolamento, approvato dalla Giunta regionale, così come previsto dall’art. 5 comma 1 della legge regionale 22 aprile 2011 n. 6, saranno previste le modalità con cui le strutture accreditate provvederanno a mettere a disposizione del sistema RECUP regionale le agende delle prestazioni. Tali agende non andranno comunque ad incrementare il livello economico del budget sottoscritto annualmente con il singolo soggetto erogatore. Il restante 40% delle prestazioni sarà gestito direttamente dalle strutture per emergenza e percorsi di cura. In ogni caso l’accesso alle prestazioni erogate dagli accreditati avverrà solo dopo aver esaurito le agende delle strutture pubbliche. 5. Prestazioni inserite in percorsi di cura La gestione delle liste di attesa può trovare soluzioni adeguate individuando modalità di stretta collaborazione tra i diversi professionisti, ed in particolare tra le cure primarie e il livello specialistico, attraverso l’attuazione e la gestione programmata di protocolli i diagnostici integrati. La Regione Lazio ha in passato avviato progetti sperimentali come “Dottor CUP” in cui i medici di medicina generale provvedevano a prenotare per il paziente alcune prestazioni urgenti entro 48-72 ore. 8 Al fine di permettere un migliore utilizzo da parte dei cittadini delle prestazioni erogate dal SSR e comunque nell’ambito del governo regionale delle liste di attesa, vengono previsti percorsi di cura programmati (pacchetti di prestazioni per alcune delle principali patologie croniche da individuare con atto successivo) per la presa in carico di pazienti. Inoltre si provvederà ad implementare il percorso delle urgenze coinvolgendo tutti i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta 6. Linee di intervento per il governo delle liste di attesa Le aziende territoriali si dovranno far carico di costituire tavoli di approfondimento in cui dovranno essere coinvolti tutti gli interlocutori necessari alla pianificazione di interventi finalizzati al contenimento dei tempi di attesa. I sistemi informativi esistenti (RECUP, SIAS) rappresentano una preziosa fonte informativa per impostare il piano di attività con l’individuazione dei necessari rapporti tra le strutture erogatrici. a) Appropriatezza prescrittiva e organizzativa L’appropriatezza costituisce uno dei temi prioritari su cui le aziende sanitarie devono rafforzare le strategie per il governo dei tempi di attesa nei suoi diversi aspetti. Per garantire l’equità di accesso alle prestazioni è necessario porre particolare attenzione alla omogenea applicazione dei criteri che sono alla base della costruzione di una lista di attesa: • La classe di priorità clinica, che definisce i tempi massimi di attesa; • La data di prenotazione, che consente di calcolare gli indicatori e di fornire una data di chiamata • Le risorse necessarie per l’erogazione della prestazione. Relativamente alle prestazioni di ricovero oggetto di monitoraggio le Aziende devono definire percorsi diagnostico terapeutici, se necessario in un ambito di collaborazione sovra aziendale, in modo da accompagnare il paziente in ogni tappa del percorso. b) Aumento utilizzo apparecchiature ad alta tecnologia nelle strutture pubbliche Sulla base dei fabbisogni di salute e dell’andamento dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, con particolare riferimento alla diagnostica per immagini “pesante” le Aziende Sanitarie, all’interno del Piano Attuativo Aziendale possono prevedere l’estensione dell’utilizzo di tali apparecchiature sino ad un max. di 12 ore lavorative dal lunedì al sabato. E’ evidente che in questa fase in cui la regione è sotto posta al Piano di rientro la misura del blocco del turn over renderà difficoltosa l’applicazione di tale misura, quindi le aziende valuteranno tale possibilità compatibilmente con le proprie disponibilità di personale. 9 c) Flussi informativi Al fine di monitorare e valutare i tempi di attesa si evidenzia l’importanza della qualità e completezza dei dati trasmessi nei flussi informativi regionali del sistema RECUP e SIAS. d) La trasparenza delle liste di attesa La vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione e dell’erogazione delle stesse è uno strumento per assicurare la massima trasparenza nei confronti dei cittadini. In attuazione del comma 282 art. 1 legge finanziaria 2006 che fa divieto di sospendere le attività di prenotazione le aziende si impegnano per l’eliminazione di sistemi di accesso tramite liste chiuse e per l’emersione di tale fenomeno attraverso il monitoraggio delle situazioni critiche. e) Piano di comunicazione Particolare attenzione andrà posta nel fornire informazioni al paziente, la funzione di contatto deve essere assicurata da personale adeguatamente formato e dedicato a questa attività. I piani attuativi delle aziende debbono prevedere anche progetti per la predisposizione di materiale informativo per i pazienti da diffondere attraverso i siti web aziendali o presso i principali punti informativi definendone i contenuti a livello sovra-aziendale ed in collaborazione con le associazioni di tutela dei diritti del malato. f) Diritti in caso di superamento dei limiti di tempo e doveri del cittadino Nel caso in cui l’Azienda sanitaria non renda disponibile la prestazione in almeno uno dei presidi o punti di erogazione costituenti l’offerta complessiva per i propri assistiti, verificata l’appropriatezza dell’indicazione della priorità di accesso, viene riconosciuto all’utente un risarcimento le cui forme saranno stabilite in sede di singola azienda sanitaria. Il diritto dell’utente ad ottenere le prestazioni specialistica o diagnostico strumentale entro i tempi previsti è esigibile nella sola Azienda unità sanitaria locale di residenza. Il rifiuto della prenotazione proposta, entro il tempo previsto, per una diversa scelta dell’utente, libera l’Azienda da qualsiasi onere risarcitorio. L’utente che dopo aver prenotato la prestazione specialistica o diagnostico strumentale compresa nel Nomenclatore Tariffario Regionale, indipendentemente dal tempo di attesa previsto, non si presenti all’appuntamento non preannunciando la rinuncia o l’impossibilità a fruire la prestazione almeno 48 ore prima della data prenotata, è tenuto, anche se esente dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, al versamento della quota di compartecipazione al costo della 10 prestazione. Analogamente l’utente che, dopo avere usufruito di una qualsiasi prestazione specialistica o diagnostico strumentale, non provveda a ritirare il referto diagnostico, è tenuto – ove non l’abbia già precedentemente corrisposto – al versamento della quota di compartecipazione al costo della prestazione. 7. Elenco delle prestazioni in regime di ricovero e i tempi massimi di attesa Per i ricoveri di cui alle tabelle sotto riportate (5 prestazioni erogate prevalentemente in regime di ricovero diurno e 10 in regime in ricovero ordinario) è previsto il monitoraggio nazionale con la verifica della completezza dei dati relativi alle classi di priorità, definite dall’Accordo dell’ 11 luglio 2002 e inserite nel flusso SDO con nota prot. n.300572/2007 e alla data di prenotazione. PRESTAZIONI IN DAY HOSPITALI/DAY SURGERY Numer Prestazione o 44 Chemioterapia 45 Coronarografia 46 Biopsia percutanea del fegato 47 Emorroidectomia 48 Riparazione Ernia inguinale Codice Intervento Codice Diagnosi 99.25 88.55–88.56–88.57 50.11 49.46 – 49.49 53.0X – 53.1X V58.1 PRESTAZIONI IN RICOVERO ORDINARIO Codice Intervento Numer Prestazione o 49 Interventi chirurgici tumore Mammella Categoria 85.4 50 51 52 53 Interventi chirurgici tumore Prostata Interventi chirurgici tumore Colon Retto Interventi chirurgici tumori all’utero By pass aortocoronarico 54 55 Angioplastica Coronarica (PTCA) Endoarteriectomia carotidea 11 60.5 45.7x-45,8;48.548.6 Da 68.3 a 68.9 Sottocategoria 361.X 00.66 – 36.09 38.12 Codice Diagnosi Categoria 174 Codice 185 Categoria 182 56 Intervento protesi d’anca 57 Interventi chirurgici polmone Tonsillectomia 58 tumore 81.51-81.52-81.5300.70-00.71-00.72 del 32.3-32.4-32.5Categoria 32.9 162 28.2 – 28.3 Si precisa che gli interventi chirurgici del polmone e del colon-retto, oggetto di monitoraggio, comprendono i trattamenti chirurgici (non diagnostici) con la segnalazione della patologia oncologica e come tali devono essere garantiti entro 30 giorni dall’inserimento in lista. Per le prestazioni relative al trattamento delle patologie oncologiche, inclusa la neoplasia della prostata il tempo massimo di attesa non può superare i trenta giorni. Per tutte le altre prestazioni il tempo massimo di attesa, corrispondente alla classe di priorità assegnata, dovrà essere garantito per il 90% dei pazienti; tale indicazione non può prescindere dalla esplicita condivisione dei criteri utilizzati per la assegnazione della classe. E’ necessario comunque garantire l’effettuazione della prestazione entro l’arco temporale di un anno. L’ambito territoriale di riferimento per la valutazione dei tempi d’attesa è quello provinciale e per le prestazioni non oncologiche andranno prospettati i percorsi alternativi al presidio scelto dal paziente nel casi in cui la lista sia particolarmente critica; mentre sulle patologie oncologiche in ciascuna struttura di ricovero che garantisce la prestazione, deve essere rispettato il tempo massimo di attesa. 8. Percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell’area cardiovascolare e oncologica Per il monitoraggio si recepisce quanto definito dall’AgeNas in collaborazione con le Regioni, le Province autonome e il Ministero della Salute. Come previsto dal punto 3.3 del PNGLA 2010-2012 l’Agenzia Nazionale ha infatti individuato le patologie da monitorare e la metodologia che le Regioni e le province autonome devono adottare per il monitoraggio a garanzia della omogeneità di selezione sul territorio nazionale. Come indicato sul PNGLA 2010-2012 i tempi massimi di attesa per ciascun Percorso diagnostico terapeutico individuato non potranno essere superiori ai trenta giorni per la fase diagnostica e trenta giorni per la l’inizio della terapia dal momento dell’indicazione clinica per almeno il 90% dei pazienti. E’ importante sottolineare che al di là del debito informativo connesso al monitoraggio dei tempi d’attesa a livello nazionale, la metodologia di estrazione dei dati per la ricostruzione dei PDT può essere utile per ampliare 12 il campo di analisi della attività e sorvegliare le modalità assistenziali/organizzative per sviluppare interventi volti al miglioramento dell’ efficacia e dell’ efficienza. L’analisi di tali percorsi, nonostante inizi da una raccolta precisa e puntuale di ciascun caso, si focalizza sull’andamento complessivo, sullo stile gestionale dei processi, sul contesto organizzativo in cui il percorso si realizza. In sintesi si descrivono le tappe individuate per l’analisi di un percorso diagnostico terapeutico: a) data della prima prestazione che identifica l’avvio del percorso diagnostico terapeutico (ad esempio la mammografia per il tumore della mammella) b) data della prestazione diagnostica che identifica la conclusione del percorso diagnostico terapeutico (ad esempio il citologico o l’istologico per il tumore della mammella), c) data in cui viene posta l’indicazione al trattamento, che coincide con l’inserimento in lista d’attesa per il ricovero ospedaliero con accesso programmato d) data di ammissione al ricovero per l’inizio della terapia. Il tempo trascorso tra il momento a) ed il momento b) indica la fase diagnostica (anche se a volte sono necessari ulteriori approfondimenti, in particolare per la corretta stadiazione) mentre l’intervallo c) - d) misura il tempo di attesa per l’inizio della fase terapeutica. La separazione netta delle due fasi deriva dalla intenzione di non imputare al sistema un periodo di attesa ascrivibile spesso al paziente. L’esperienza infatti evidenzia che, di frequente, il paziente decide di cercare una seconda opinione prima di accettare la proposta di trattamento. Il monitoraggio di tali percorsi verrà effettuato in modo retrospettivo utilizzando i flussi regionali correnti, ASA e SDO, secondo la metodologia e la periodicità definita dall’AGENAS in accordo con le Regioni e Ministero della Salute. 9. Piano Attuativo Aziendale Entro 90 giorni dall’emanazione del Piano regionale le singole Aziende sanitarie devono procedere all’approvazione formale del piano attuativo Aziendale che rientrerà negli obiettivi contrattuali dei nuovi Direttori generali.. Nella predisposizione del programma le Aziende sanitarie dovranno porre attenzione ai seguenti aspetti. 13 a) La valutazione del grado di appropriatezza delle prescrizioni attraverso il controllo del quesito diagnostico nelle ricette e le specifiche azioni in cui questo avviene (aree di intervento, medici coinvolti, indicatori utilizzati); b) La pianificazione della produzione attraverso la valutazione del fabbisogno e la quantificazione dell’offerta per le prestazioni specialistiche ambulatoriali. c) L’andamento dei tempi di attesa confrontati con i volumi pianificati. d) L’eventuale strategia di modulazione temporale della produzione attraverso l’utilizzo di strumenti contrattuali (in attuazione dell’art. 52, comma 4, lettera c della Legge 289/2002). e) Gli eventuali aggiornamenti dei percorsi di garanzia e delle strutture attivanti, già avviati da parte di tutte le Aziende sanitarie, con gli erogatori pubblici e privati accreditati, nel caso in cui non possa essere garantita la prestazione richiesta entro i tempi standard indicati dalla normativa. f) La regolamentazione delle attività ambulatoriali in libera professione rispetto a: • la definizione dei corretti rapporti tra i volumi di attività libero professionali e attività istituzionale; • i meccanismi e gli organismi di controllo per la verifica e l’applicazione di quanto previsto al punto 10 del presente Piano. g) L’esplicitazione delle modalità di accesso per le prestazioni programmabili, per i percorsi per le urgenze e per i percorsi di presa in carico compreso il Day Service ambulatoriale e le relative funzioni di accoglienza. h) L’evidenza delle caratteristiche delle agende di prenotazione: separazione delle prime visite dai controlli, follow up, tipologie e volumi di prestazioni non presenti a CUP, apertura continua delle agende, monitoraggio degli abbandoni ed evidenza delle disdette. i) Le modalità di miglioramento della completezza ed accuratezza nella trasmissione dei dati nel flusso regionale j) Un piano di formazione sulle linee guida per il corretto utilizzo della diagnostica per immagini ed in particolare di quella ”pesante”. 14 k) La predisposizione del programma di formazione dei medici proscrittori rispetto alle nuove norme per la richiesta delle prestazioni. 10. Attività libero professionale intramuraria Fermo restando che le aziende debbono favorire gli interventi in libera professione mettendo a disposizione idonei spazi nei modi e nei tempi così come previsto dalla vigente normativa e dalle linee guida regionali approvate con Decreto del Commissario ad acta n. 114 del 04/07/2012, occorre altresì che le stesse evitino il formarsi di tempi di attesa dell’attività istituzionale significativamente superiori rispetto a quelli dell’attività libero professionale. Nel ricordare quindi, che l’esercizio dell’attività libero professionale non può essere in contrasto con le finalità e le attività istituzionali dell’Azienda, che è subordinato al pieno ed efficace svolgimento dei compiti istituzionali e, quindi, che deve essere sempre assicurato un corretto ed equilibrato rapporto in termini di volumi di attività, orario e rispetto dei tempi di attesa, le Aziende Sanitarie e Ospedaliere dovranno prevedere nei propri Programmi attuativi dei meccanismi di verifica strutturati e continuativi articolati in programmi di verifica e controllo delle prestazioni erogate in regime libero professionale, previo confronto con il livello regionale. Al fine di garantire il corretto rapporto tra il regime istituzionale di erogazione delle prestazioni e quello libero professionale le aziende sanitarie provvederanno alla riduzione e/o sospensione dell’attività libero professionale in quelle unità operative in cui i tempi di attesa superano quelli previsti dal PNGLA 2010-2012 di cui al punto 2 del presente piano. Tale riduzione e/o sospensione cesserà dal momento in cui saranno ripristinati i tempi di attesa previsti al punto 2 per l’attività istituzionale. Un equilibrato rapporto tra i tempi di attesa dell’attività istituzionale e quelli dell’attività libero professionale costituirà un elemento per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi assegnati ai Direttori Generali. 11. Policlinici Universitari Il presente Piano regionale per il governo delle liste di attesa 2013-2015 sarà parte integrante dei nuovi protocolli d’intesa sottoscritti con i policlinici universitari. 15