la teoria della mente nell`arco di vita - Appuntiunito
by user
Comments
Transcript
la teoria della mente nell`arco di vita - Appuntiunito
LA TEORIA DELLA MENTE NELL'ARCO DI VITA Serena Lecce, Elena Cavallini e Adriano Pagnin INTRODUZIONE La Teoria della Mente (Theory of Mind - Tom) è la capacità di riconoscere l’esistenza di stati mentali e di comprendere la loro natura soggettiva. Possederla significa capire che gli stati mentali sono soggettivi rispetto alla realtà, al soggetto che li sperimenta, e al comportamento e vuol dire anche saper utilizzare tali stati mentali per predire, spiegare e manipolare il comportamento altrui. Essa è una capacità di mentalizzazione, una tendenza a mettere in relazione comportamenti e stati mentali e a connotare in termini di emozioni, credenze, desideri e intenzioni la realtà che ci circonda. Le funzioni esecutive sono l’insieme delle abilità di ordine superiore che sottendono l’esecuzione di compiti cognitivi complessi. CAPITOLO 1 - INFANZIA (0-3 ANNI) Come Viene Definita la Teoria della Mente La Teoria della Mente è capacità di attribuire a sé e agli altri stati mentali quali desideri, intenzioni, pensieri e credenze e di spiegare e prevedere i comportamenti sulla base di queste inferenze. Secondo Camaioni (2003) si parla di teoria perché si fa riferimento a stati mentali non direttamente osservabili che si collegano ai comportamenti fino a formare un sistema esplicativo e unitario. I Precursori della Tom, intesi come quelle variabili che venendo prima della teoria della mente ne preparano l’acquisizione nei primi due anni di vita, sono: - Attenzione Condivisa; - Imitazione Facciale; - Gioco di Finzione. Le Considerazioni che fungono da prova della relazione tra questi aspetti e la Tom sono di due ordini: - di Natura Clinica: studi su soggetti autistici con difficoltà di mentalizzazione e scarsi episodi di attenzione condivisa; - di Ricerca: individuata un'associazione fra attenzione condivisa, il fenomeno del riferimento sociale, il gioco simbolico, l'imitazione e la Tom. Bisogna considerare alcune Posizioni Teoriche che sostengono la relazione fra alcune abilità cognitive dell’infanzia e il successivo sviluppo della Teoria della Mente: 1. Teorie Costruttiviste (Bosacki e Astington 1999): viene data enfasi al ruolo svolto dai contesti di crescita per la maturazione dell’abilità mentalistica. Lo sviluppo della Tom è quindi un processo sociale radicato nel tessuto relazionale e culturale in cui vive il bambino e la mente è una costruzione sociale e si sviluppa negli scambi interpersonali con partner significativi nei contesti emotivamente carichi che forniscono una guida allo sviluppo dell’abilità di mentalizzazione. A sostegno di questo vi sono studi su stretta correlazione tra l'acquisizione della Tom e la qualità della relazione di attaccamento; 2. Teorie Modulariste (Baron-Cohen, Leslie e Frith 1985): lo sviluppo dell’abilità mentalistica è dato dall’azione di moduli altamente specifici, geneticamente predeterminati e non soggetti a modifiche legate all’esperienza, presenti fin dalla nascita, attivati in maniera automatica e stereotipata indipendentemente dall’esperienza dell’individuo, per cui l'ambiente ha un ruolo marginale. Lo sviluppo della Tom è garantito dal modulo della teoria della mente e la sua acquisizione è una conquista umana universale. Leslie (1994) postula l'esistenza di tre moduli di dominio della comprensione sociale: - ToBy: si attiva a 3/4 mesi e identifica se ciò che si muove è risultato da forze interne o esterne; - ToMM1: si attiva a 6/8 mesi e identifica le azioni compiute da agenti su oggetti; - ToMM2: codifica le relazioni mentali tra agenti e proposizioni. Baron-Cohen e Swettenham (1996) danno invece importanza al leggere la direzione dello sguardo come base per comprendere le intenzioni. Prima della comparsa del ToMM (modulo della teoria della mente) ci sono tre moduli precedenti: - ID: rilevatore di intenzionalità; - EDD: rilevatore della direzione dello sguardo; - SAM: il meccanismo dell’attenzione condivisa. Queste teorie condividono la convinzione che il bambino ha fin dall’inizio tutti i concetti adulti che nel suo percorso di crescita imparerà a usare. 3. Teorie dell’Imitazione (Meltzoff e Gopnik 1993): il ruolo dell’imitazione nello sviluppo dell’intersoggettività è identificato nella capacità di rappresentare gli stati mentali altrui. L'imitazione compare subito dopo la nascita, persiste nei primi mesi di vita ed è il fondamento del contatto sociale e della comunicazione interpersonale. Secondo tale ipotesi, nota come “ciò che è simile a me”, la capacità innata dei neonati di imitare gli permette di stabilire una relazione con gli altri basata sulla somiglianza ed essi inizierebbero a impegnarsi in interazioni di attività condivisa quando considerano gli altri come agenti intenzionali simili a sé. Seguendo gli studi neuropsicologici è stata analizzata anche la possibilità di entrare in relazione con gli altri tramite la somiglianza, elemento connesso con l'esistenza dei Neuroni Specchio, attivati sia dall’azione che dalla visione di gesti compiuti da altri. In connessione con queste concezioni vi è anche la Teoria della Simulazione (Harris, 1991) secondo cui il bambino sviluppa una comprensione della mente altrui generalizzando gli stati mentali da lui provati in situazioni simili grazie a un meccanismo di simulazione mentale, con cui prevedendo le loro successive reazioni. L'Aspetto Condiviso dei Tre Approcci è quello di porre attenzione su ciò che avviene nello sviluppo cognitivo prima dei 2 anni e individuando i possibili precursori della Tom in abilità che compaiono alla fine del primo anno di vita. E' ora necessario studiare nello specifico i Precursori della Tom: 1. Attenzione Condivisa (Joint Attention): capacità di condividere con altri l’attenzione su oggetti ed eventi del mondo. La condivisione di un comune focus attentivo è il fondamento socio-cognitivo delle prime fasi di acquisizione del linguaggio e della comprensione delle rappresentazioni mentali degli altri. I principali comportamenti di attenzione condivisa sono lo sguardo referenziale e i gesti quali il dare, il mostrare e l’indicare con il dito. Vi sono poi due usi del gesto di indicare: - Indicare Richiestivo: il bambino usa il gesto per ottenere dall’adulto un oggetto o un’azione. È di natura strumentale, l’obiettivo non è l’attenzione dell’adulto ma l’oggetto e implica la rappresentazione dell’altro come essere capace di azione; - Indicare Dichiarativo: più tardivo, implica il prendere in considerazione gli stati mentali dell’altro poiché comporta l’agire per indurre l’altro a prestare attenzione piuttosto che per ottenerla. In esso l'altro è considerato come essere capace di contemplazione (è questa una funzione deficitaria negli autistici). Vari studi dimostrano che entro il primo anno i bambini sono in grado di comprendere gli altri come agenti psicologici, dotati di scopi e intenzioni. 2. Imitazione: è la ripetizione di azioni fatte da altri a distanza di tempo. Come già aveva sottolineato Piaget (1945) è il primo esempio di come i bambini mettono in relazione la realtà visibile con i propri stati interni, imparando a conoscere le persone e distinguerle dalle cose, e questo li porta a rispondere in modo differente a queste due categorie e a creare le condizioni per lo sviluppo di importanti abilità cognitive. Meltzoff e Gopnik (1983) hanno poi teorizzato che essa formi le basi innate della Tom e si esprime anche precocemente con l'imitazione facciale. Esistono quindi due tipi principali di imitazione: - Imitazione Precoce: relazione tra realtà visibile e stati interni. Permette di sperimentare l’equivalenza strutturale fra se stesso e gli altri e facilita la conoscenza degli altri attraverso la riproduzione delle loro azioni. - Imitazione Differita: si attiva verso i 9 mesi ed è la capacità di riprodurre un modello qualche tempo dopo averlo recepito svincolandosi dallo stimolo. Si riferisce alla produzione di modelli fisicamente assenti, ma disponibili nella memoria sotto forma di immagini mentali e ha una forte base rappresentazionale. Lo scambio imitativo consentequindi al bambino di utilizzare le risposte motorie, facciali, sonore e linguistiche dell’adulto per la propria regolazione e la comprensione delle relazioni causa-effetto tra i propri e altrui movimenti. I giochi di imitazione reciproca sono allora un percorso significativo per esercitare e sviluppare la propria Tom. Anche gli studi sui Neuroni Specchio hanno identificato che essi sembrano avere un ruolo importante nella teoria della mente in quanto essi si attivano quando vengono eseguite azioni finalizzate a uno scopo da altri e quando si osservano le stesse azioni eseguite da altri. La carenza di neuroni specchio porterebbe deficit a carico della Tom e sarebbe causa del disturbo relazionale dell’autismo. 3. Gioco di Finzione: intorno ai 2 anni si verifica un incremento dell'attività simbolica e il bambino comincia a mostrare la capacità di capire il mondo con l’uso dei simboli. Tale capacità fa uso di molti simboli tra cui il gioco di finzione in cui il bambino mette in atto ed esercita le sue capacità di mentalizzazione. Giocando a “far finta” sperimenta che alla base di questo gioco c’è una struttura intenzionale e una volontà precisa di agire sulle rappresentazioni mentali. La capacità di fingere e capire la finzione richiede la stessa padronanza implicata nella comprensione degli stati mentali e in questi giochi di finzione si intersecano due piani di rappresentazione: - oggetti e azioni basati sulla realtà; - oggetti e azioni basata sulla finzione. Il Gioco di Finzione è quindi la capacità di formare meta-rappresentazioni e svincolare la rappresentazione della realtà (rappresentazione primaria) dal suo normale referente, creando una rappresentazione secondaria. Far finta che l’oggetto x sia l’oggetto y implica la capacità di rappresentare mentalmente eventi ed oggetti, abilità che rappresenta una parte della base innata specifica per lo sviluppo della Tom. È importante anche la qualità del gioco di finzione, non solo la quantità. Esso è un aspetto sociale e cooperativo dell’azione in cui i bambini mostrano di saper condividere una rappresentazione e sono consapevoli degli obiettivi comuni, stabiliti dal ruolo di finzione assunto. 4. Falsa Credenza: studi dimostrano che a 25 mesi i bambini anticipano correttamente le azioni dell’attore quando queste possono essere previste solo attribuendo all’attore una falsa credenza. Altri studi hanno anche dimostrato che già a 15 mesi vi è una comprensione implicita della natura rappresentazionale della mente. Da questi studi è quindi emerso che l’insuccesso nei compiti standard della falsa credenza dei bambini piccoli non deriva da un deficit concettuale ma può essere portato dalla complessità, anche linguistica, della prova. I Correlati Cognitivi Tra questi bisogna considerare: 1. Linguaggio: è un processo attraverso il quale le persone perseguono e raggiungono obiettivi comunicativi, e appare connesso alla Tom, intesa come comprensione della falsa credenza (Tomasello, 1999). Esso prevede due livelli di comprensione sociale: - comprensione delle altre persone come agenti intenzionali, necessaria per comprendere e acquisire l’uso di simboli e convenzioni linguistiche e per usarli con le altre persone; - comprensione delle altre persone come agenti mentali, risultato della partecipazione a interazioni linguistiche di natura diversa. Lo sviluppo del linguaggio dipende quindi dalla Tom ed in particolare dalla comprensione le intenzioni altrui. Il Modello mentalistico di acquisizione del linguaggio proposto da Tomasello (2003) è garantito da: - presenza di situazioni di attenzione condivisa; - capacità di cogliere l’intenzione comunicativa del parlante. Esso si divide poi in varie fasi: - 9-12 mesi (inizio sviluppo): segnali di comprensione sociale e prima produzione linguistica; - 18-21 mesi: compaiono riferimenti a sé e agli altri, parole che denotano stati psicologici e gli stati mentali possono essere oggetto di conversazione; - 18-24 mesi: apprendimento di nuove parole e comprensione delle altre persone come agenti intenzionali. La comunicazione linguistica necessita quindi in questa fase dei due aspetti della comprensione sociale (comprensione delle intenzioni e delle intenzioni comunicative). La capacità di fare riferimento agli stati mentali tramite il linguaggio sarebbe quindi l'indicatore principale della Tom. Va infine detto che il linguaggio emotivo diventa specifico indicativamente intorno ai 3 anni. 2. Funzioni Esecutive: sono abilità che permettono all’individuo di anticipare, progettare, stabilire obiettivi, attuare progetti finalizzati a uno scopo e monitorare/modificare il proprio comportamento per adeguarlo a nuove condizioni. Sono necessarie per risolvere i compiti della Teoria della Mente. Esse comprendono quei processi cognitivi, come il controllo dell’attenzione, associati a operazioni della corteccia prefrontale, sede anatomica delle attività di mentalizzazione. I Correlati Sociali Le differenze nella comprensione delle credenze e delle emozioni sono connesse a svariati fattori, fra cui lo sviluppo linguistico, la dimensione della famiglia, lo stile genitoriale e la classe sociale. Gli studi sui correlati sociali della Tom fanno riferimento alla Prospettiva Culturale (Vygotskij) e alla Teoria dell’Attaccamento (Bowlby), per cui l'acquisizione della Tom viene vista come parte di un processo intersoggettivo fra il piccolo e il caregiver. Nell’ambiente familiare il bambino sviluppa la sua capacità di comprensione sociale e questo serve a dotarlo di un sistema di elaborazione mentale che produrrà rappresentazioni mentali. Si fa quindi riferimento alla rappresentazioni legate all’attaccamento. Secondo Meins (1999) l’aspetto specifico della Relazione Madre-Bambino è la propensione a trattare il figlio come un individuo dotato di mente (mind-mindedness) e questo accresce per il bambino le opportunità di impegnarsi attivamente con gli stati mentali propri e altrui. La mind-mindedness viene esercitata dalla madre nella Zona di Sviluppo Prossimale (Vygotskij) del figlio e, attraverso il processo di interiorizzazione, influenza la capacità del bambino di interagire con l’altro a livello mentale. Fonagy (1999) pone l'attenzione sulla Funzione Riflessiva del Sé (anche al di fuori della diade madre-bambino) intesa come la capacità di riflettere sugli stati mentali propri e altrui, di ragionare sulle azioni in termini di stati mentali, sull’impatto dei conflitti psicologici e sui limiti del controllo cosciente nel monitorare l’attività psichica. E' quindi fondamentale l'abilità di mentalizzazione, che rappresentare il comportamento in termini di stati mentali, e possedere una ToM. Questi elementi sono una chiave fondamentale dell’organizzazione del Sè e della regolazione affettiva ed emerge nell’ambito di un legame di attaccamento sicuro. È inoltre cruciale la capacità materna di contenere il bambino e rispondergli dimostrando consapevolezza in modo che, gradualmente, esso capisca di avere sentimenti e pensieri attraverso l’apprendimento delle sue esperienze interne che ricevono una risposta da parte della madre. Indicazioni Metodologiche e Strumenti di Misura Tra le Metodologie Utilizzate troviamo: 1. Penny Hiding Game: è un compito di produzione di inganno che consente di valutare la capacità dei bambini di età prescolare di manipolare lo stato cognitivo dell’altro creando in lui una falsa credenza. Vengono attuate dallo sperimentatore tre sessioni di dimostrazione (mani dietro la schiena e domanda "dov’è la moneta?") per poi passare il gioco al bambino al fine di valutare: - se la moneta viene nascosta dietro la schiena in modo che non sia visibile; - se entrambe le mani vengono portate in avanti per essere mostrate; - se entrambe le mani vengono tenute chiuse; - se la moneta risulta nascosta e non visibile nella mano. 2. Produzione del Gioco di Finzione: consiste nel fornire al bambino materiale ludico (due oggetti più realistici e due oggetti più astratti, combinati in diversi modi) e nel valutare la sua capacità di produrre con esso un gioco di finzione. E' possibile fornire tre Gradi di Sostegno: - Dimostrazione: sostegno minimo (ad es. “fammi vedere come giochi con questi”); - Modellamento: viene mostrato al bambino il gioco; - Suggerimento: sostegno massimo (viene suggerito al bambino il gioco). 3. Can't Sleep Story: versione semplificata di una prova di falsa credenza di identità inattesa che viene realizzata col supporto di un libro illustrato per bambini in cui un'immagine di un cerchio nero che sembra un occhio all’ultima pagina si scopre sia una macchia della pelle di un serpente. Vengono somministrate poi domande di falsa credenza di primo ordine e di controllo. Infine vi è l'introduzione di un pupazzo con relative domande di falsa credenza di primo ordine e di controllo. Nuove Prospettive di Ricerca Se le ricerche degli ultimi quindici anni si sono concentrate sullo studio delle prime manifestazioni della Tom e sui relativi precursori prima dei due anni, le Nuove Prospettive di Ricerca che stanno emergendo sembrano riguardare: - studi neurologici su bambini autistici, sopratutto relativamente ai neuroni specchio; - presenza di una Tom prima dei 4 anni (dimostrata dalla comprensione delle false credenze); - differenze crossculturali nella Tom (relative a contesto e relazioni). CAPITOLO 2 - ANNI PRESCOLARI (3-5 ANNI) Come Viene Definita la Teoria della Mente Lo studio di questa fascia di età è storicamente l'ambito di ricerca dominante nello studio della Teoria della Mente. Principalmente vi sono state due aree indagate: 1. Falsa Credenza di Primo Ordine: derivata dagli studi di Premack e Woodruff (1978) si basa sul valutare la capacità del bambino di inferire che il comportamento altrui è determinato da una credenza sulla realtà, anche quando essa si rivela falsa rispetto allo stato delle cose. Possedere la falsa credenza è inteso quindi come essere in grado di ragionare in modo decentrato su una rappresentazione della realtà utilizzando un processo ricorsivo del tipo “io penso che tu pensi”. Lo sviluppo della comprensione della falsa credenza segue un’evoluzione che subisce un forte cambiamento intorno ai 4 anni dove si verifica un cambiamento concettuale (Perner, 1991) indipendente dalle caratteristiche metodologiche della prova. I bambini di 3 anni riescono già a mostrare abilità di mentalizzazione modulando alcuni parametri come quello della ragione dell’evento e della partecipazione attiva del bambino ma i 4 anni sono considerati l'età fondamentale per l’acquisizione della teoria della mente. Ricerche crossculturali dimostrano anche differenze tra bambini di diverse nazionalità. In generale comunque tutto il periodo prescolare è denso di cambiamenti nella Tom: - Credenze Anomale (Wellman 2002): bambini di 3 anni ricorrono alle credenze per spiegare situazioni che si presentano discrepanti rispetto alla realtà; - Credenze Diverse e Mancanaza di Conoscenza: prima di 4 anni i bambini sono in grado di comprendere le diverse credenze (capacità di capire che le persone diverse possono avere credenze diverse su un unico stato non conosciuto della realtà e che il proprio comportamento dipenderà da tali credenze) e la mancanza di conoscenza (capacità di capire che un altro individuo può non conoscere un aspetto specifico della realtà che è noto ad altri). Già a 3 anni i bambini sono interessati agli stati mentali e li utilizzano per dare senso all’esperienza sociale, ma solo a 4 sono in grado di svincolare gli stati cognitivi dalla realtà. 2. Lessico Psicologico (Bartsch e Wellman, 1995): intesa come teoria alternativa alla falsa credenza, fa riferimento a nomi, verbi e aggettivi che indicano stati psicologici o mentali come: - emozioni (ad es. felice, triste); - pensieri (ad es. credere, pensare); - desideri (ad es. volere, desiderare). La ricerca sul lessico studia quindi l’utilizzo che i bambini di diverse età fanno di tali termini e l’effetto che il lessico psicologico ha sul loro sviluppo cognitivo. Da verie ricerche in questo campo è emersa un'associazione tra frequenza di utilizzo di termini psicologici nei bambini e il loro sviluppo della ToM ed una relazione causale fra lessico psicologico e teoria della mente. Come prova vi è lo studio longitudinale di Hughes e Dunn (1998) in cui il lessico prodotto a 4 anni predice il livello di Tom misurato a un anno di distanza indipendentemente da altri fattori. Il lessico psicologico è quindi un correlato e un predittore della teoria della mente, ma va oltre la falsa credenza apportando vantaggi in quanto consente: - di passare da una dimensione del livello di abilità posseduto dal singolo alla competenza che il singolo manifesta in contesti ecologici; - di studiare bambini a diversi livelli di età; - di studiare l'influenza delle conversazioni familiari durante il gioco o nella lettura di libri. I Correlati Cognitivi Tra questi bisogna considerare: 1. Linguaggio: il periodo in cui i bambini superano le prove di falsa credenza coincide con uno straordinario sviluppo linguistico. Vi sono principalmente due studi sulla direzione della relazione (il linguaggio determina i risultati in compiti di tom o al contrario?): - Astington e Jenkins (1999): il linguaggio influenza il successivo livello di teoria della mente, supportando la prima ipotesi; - Tomasello e Lohmann (2003): miglioramento nella falsa credenza da parte di bambini che hanno preso parte ai 3 training conversazionali (completo, basato sul discorso e di subordinazione). Astingtion e Baird (2005), nello studiare il linguaggio hanno distinto tra: - Funzione: che si divide in: - rappresentazionale intraindividuale; - comunicativa interindividuale. - Struttura: distinguibile in: - linguaggio in generale (attivo e passivo); - aspetti semantici (legati al lessico psicologico); - aspetti sintattici (quelli di complementazione). Secondo questi autori il linguaggio ha effetto sulla tom in quanto sistema rappresentazionale intraindividuale che consente forme di pensiero soggettivo di tipo metacognitivo. L’aspetto centrale è quindi la distinzione tra contenuto proposizionale e l’attitudine che viene espressa su questo contenuto tramite il tono e altri elementi extralinguistici e tale distinzione che rende possibile una duplicazione di rappresentazione ed è al centro delle prove di teoria della mente. Harris e Ruffman (1999), al contrario, ritengono che l’aspetto del linguaggio più importante per lo sviluppo della tom è nella sua dimensione comunicativa in quanto il linguaggio favorirebbe lo sviluppo sociocognitivo del bambino, facendolo uscire dal suo isolamento cognitivo e di accedere alla "comunità di menti" (Nelson, 2005). All’interno di questa posizione vi sono coloro che: - sottolineano il contributo del bambino; - sottolineano la sua competenze pragmatica; - sottolineano il ruolo del contesto sociale. Fra gli aspetti pragmatici è da sottolineare la Comunicazione Coordinata (connected communication) intesa come la capacità di realizzare atti comunicativi che siano semanticamente relati agli atti comunicativi del partner, in modo da poter mantenere il medesimo oggetto conversazionale. Vi è anche un ruolo del contesto identificabile primariamente nell'effetto dell’input materno. Studi in questo senso hanno dimostrato che il lessico materno a cui il bambino viene esposto dai primi anni ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della Tom. Queste due posizioni, una centrata sul contributo del singolo l’altra sul contesto sociale, sono in stretto rapporto e non si escludono a vicenda. Tra i meccanismi responsabili dell’effetto del linguaggio sulla Tom, il vocabolario ricettivo è considerato strumento necessario per entrare a far parte di una comunità di menti. All’interno della Dimensione Semantica, la conoscenza dei termini mentali è cruciale per la comprensione della falsa credenza. Altri autori hanno invece analizzato l'importanza della Struttura della Proposizione e gli studi hanno confermato la posizione di De Villers (2000) secondo cui il vocabolario ricettivo ha il legame più debole con la Tom e la componente sintattica quello più forte, in quanto il legame tra Tom e linguaggio è dovuto alla capacità di comprendere e produrre proposizioni subordinate. Tale analisi pone due spunti di riflessione: - ciascuna componente del linguaggio, semantica e sintattica, ha uno stretto legame con la capacità dei bambini di superare la falsa credenza in questa età, sia in una dimensione intraindividuale che sociale; - il ruolo del linguaggio sulla Tom è sia individuale (attivo) sia di contesto (passivo); Va infine fatto notare come il legame tra Tom e Linguaggio appare genuino e non derivante dall’età o dallo sviluppo cognitivo più generale del bambino. 2. Funzioni Esecutive: un’analisi dei compiti di falsa credenza evidenzia come essi coninvolgono anche abilità più generali come la memoria di lavoro, il controllo, la selezione e l'inibizione. Numerose ricerche correzionali mostrano questo legame, ed inoltre sono state seguite due direzioni nella manipolazione dei compiti sperimentali: - Ridurre la complessità dei compiti di falsa credenza: di questa categoria fanno parte gli studi che dimostrano come attraverso la modulazione delle richieste esecutive dei compiti di Tom è possibile anticipare l’età in cui i bambini li risolvono con successo; - Confronto fra le classiche prove di falsa credenza e quelle di controllo: riguardano il confronto tra falsa credenza, false foto e falsi segnali. Particolarmente rilevante è il "Compito dei falsi segnali" in quanto chiama in causa una rappresentazione della realtà che non ha una natura mentalistica, come nei compiti di falsa credenza (presentato un segnale che indica una locazione reale di un oggetto, viene fatto ruotare e quindi diventa falso. Ai bambini viene chiesto di inferire dove il segnale indica che l’oggetto sia e viene valutata la loro capacità di comprendere che un segnale può creare una rappresentazione falsa della realtà). Le Funzioni Esecutive sembrano fornire una base cognitiva di ordine superiore e di dominio generale che sostiene i bambini nello sviluppo della Tom, ma vi sono comunque due differenti posizioni teoriche: - Expression: le funzioni esecutive hanno un ruolo nella Tom in quanto garantiscono la possibilità di espressione di abilità di mentalizzazione; - Emergence: le funzioni esecutive sono necessarie non per la manifestazione, ma per l’acquisizione dei concetti relativi agli stati mentali. Vari studi (tra cui quello di Sabbagh e colleghi del 2006) sembrano accreditare maggiormente questa seconda impostazione teorica. I Correlati Sociali Rispetto ai Correlati Sociali propri di quest'età si può distinguere due tipi principali di relazioni: 1. Relazione con il Fratello: il filone di studio centrato sulle differenze individuali nella Tom è nato con gli studi sui fratelli di Dunn (1998) in cui si è dimostrato che bambini a 33 mesi, osservati nel gioco libero con fratello e testata la loro falsa credenza, ottenevano risultati che comprovavano che la frequenza con cui interagivano con il fratello è predittiva del loro livello di Tom. Studi successivi hanno poi definitivo l'importanza di alcuni fattori: - la numerosità della fratia è un aiuto per lo sviluppo della Tom; - migliore sviluppo della Tom se si hanno fratelli maggiori e non minori; - i fratelli più grandi o più piccoli hanno un’età che ricade in un intervallo tra 1 e 12 anni. E' stato inoltre dimostrato che il vantaggio scompare in famiglie svantaggiate per cui l’effetto della relazione fraterna è mediato dalla qualità della relazione fraterna o dalle relazioni familiari. 2. Relazione con i Pari: l'inizio della scuola materna da l'avvio alle relazioni con i pari che è definita in termini di Accettazione e Rifiuto (Coie e Dodge, 1983), elementi studiati attraverso la metodologia della Nomina dei Pari (vengono poste a ciascun membro due domande che servono per indicare i nomi dei compagni che piacciono di più e quelli che piacciono di meno, permettendo così di calcolare i punteggi di preferenza e di rifiuto sociale). Le Differenze Psicologiche tra Bambini Preferiti e Rifiutati si identificano nelle seguenti aree: - comportamento prosociale; - comportamento aggressivo; - abilità linguistica; - livello di perspective tacking. Si riconosce quindi ai pari un ruolo di sperimentazione ed esercitazione di molte abilità sociocognitive che conduce ad un Modello Circolare in cui la negoziazione dei conflitti, le conversazioni e il gioco di finzione permettono al bambino di migliorare le proprie abilità di mentalizzazione ed inoltre queste caratterizzano le sue relazioni sociali. Il tema del rapporto con i pari o con gli amici rimanda al costrutto di competenza sociale e allo studio sull'Amicalità che, prevedendo un rapporto più stretto ed intimo che il soggetto non vuole perdere, spinge ad acquisire abilità sociocognitive tra cui: - relazione cooperativa; - comunicazione coordinata. Indicazioni Metodologiche e Strumenti di Misura Tra queste troviamo: 1. Compiti di Falsa Credenza di Primo Ordine: sono le prove classiche per lo studio della Tom. Tra esse troviamo due prove storiche: - spostamento inatteso; - contenuto inatteso. Ovviamente va svolta la domanda di falsa credenza di primo ordine e di controllo e la prova si considera superata se il bambino è in grado di rispondere correttamente a entrambe le domande. 2. Analisi del Lessico Psicologico: la metodologia d’indagine in questo caso è di tipo osservativo, in contesti di vita reale, e consiste nell’osservazione e nella registrazione delle interazioni fra il bambino e un partner sociale e, in seguito, nella codifica del lessico psicologico prodotto in questi contesti. I livelli di analisi e di lettura del lessico psicologico sono molteplici ma tra essi si possono distinguere due categorie di codifica: - Forma: consente di distinguere tra: - domanda: la proposizione in cui compare il termine mentale ha forma interrogativa; - contrastivo: la proposizione che contiene il termine mentale rende esplicito il contrasto fra stati mentali diversi o fra stati mentali e realtà; - spiegazione: la proposizione che contiene il termine mentale fornisce una spiegazione causale circa lo stato mentale che contiene; - altro: proposizioni che non rientrano nelle categorie precedenti. - Qualità della Conversazione (Ensor e Hughes, 2008): distingue tra diverse categorie: - connessione: la proposizione è semanticamente relata alla proposizione precedente; - iniziativa: il parlante inizia un nuovo argomento di discussione che non presenta legami con la proposizione precedentemente fornita dal partner che risponde; - fallimento: il parlante si rivolge al partner ma questo non risponde in modo semanticamente connesso; - conflitto: la proposizione del parlante include una proibizione o un insulto; - altro: proposizioni che non rientrano nelle categorie precedenti. Nuove Prospettive di Ricerca Nell'ampio panorama dei lavori proposti e discussi, due di essi offrono principalmente spunti per la ricerca futura: - Liu (2009): basata sull'analisi dei correlati neurali sottostanti la comprensione della falsa credenza. Sarebbe quindi presente un'attivazione della corteccia prefrontale, anche negli adulti, mentre nei bambini con meno di 4 anni, l’attivazione è più diffusa e meno specifica. Lo studio dei processi corticali che accompagnano lo sviluppo della Tom consente di comprendere i processi sottostanti l’abilità di mentalizzazione e il suo legame con altre funzioni cognitive e apre le porte a uno studio diverso dell’autismo; - Sabbagh e Seaman (2008): basato su studi relativi alla Trasmissione Intergenerazionale della teoria della mente, in cui il livello di Tom della madre è legato a quello dimostrato dal bambino. Analizzare la concordanza fra Tom di bambini e genitori in famiglie con figli biologici e adottivi è quindi un modo alternativo per comprendere l’effetto dell’ambiente. CAPITOLO 3 - ANNI SCOLARI (6-10 ANNI) Come Viene Definita la Teoria della Mente Lo studio della Tom è nato parallelamente alla creazione delle prove di falsa credenza di primo e secondo ordine ma successivamente lo studio della maturazione delle aree cerebrali deputate alla Tom, supportata da dati di estrema importanza, ha permesso di individuare un cambiamento basato su stati mentali che termina ben oltre i 7 anni (prima ci si concentrava solo sulla fascia 4-7 anni). In questa direzione va il miglioramento tra i 4 e i 12 anni nelle abilità di Perspective Tacking, operazionalizzate come capacità del soggetto di eseguire ordini provenienti da un altro individuo (la capacità quindi di assumere il punto di vista degli altri in modo da poter inferire la visione che gli altri hanno della realtà). Di particolare rilevanza nello studio della Tom in questa fascia di età sono: 1. Falsa Credenza di Secondo Ordine: l’acquisizione principale dei bambini di questa fascia d’età è la capacità di superare la falsa credenza di secondo ordine, valutando la capacità del bambino di effettuare ragionamenti ricorsivi del tipo “la mamma pensa che Paolo pensi...” centrati sulla credenza. Il superamento di tale prova si realizza tra i 5 e i 7 anni, a seconda del tipo di prova (classica o semplificata), e segue in termini evolutivi la comprensione della falsa credenza di primo ordine. Le prove di primo e secondo ordine fanno capo alla stessa abilità, identificata nella comprensione che le credenze possono essere false rispetto alla realtà, e la differenza è nel grado di complessità del pensiero ricorsivo richiesto, che le rende quindi diverse in termini quantitativi. La prova di falsa credenza non tiene però conto di aspetti più maturi della Tom, che a loro volta vengono sviluppandosi in questa fase, e che sono: - Comprensione della Natura Interpretativa delle Credenze: comprendere che la conoscenza è un processo attivo di costruzione di significati e che, pertanto, le credenze non dipendono dall’esposizione alla realtà ma sono intrinsecamente interpretative. Questa è valutata attraverso una metodologia in cui si chiede ai bambini di riferire credenze di due diversi personaggi inventati circa la natura dello stimolo ambiguo (ad es. utilizzo dei Droodles, che sono porzioni di disegni da cui non è possibile risalire alla natura completa della rappresentazione grafica). Questa caèpacità si sviluppa a 7 anni e vi è quindi una distanza di circa 3 anni tra la comprensione della falsa credenza e la comprensione della natura interpretativa della conoscenza in quanto quest’ultima costituisce un’abilità qualitativamente diversa rispetto alla prima, e che si origina da essa, rappresentandone un’evoluzione. - Mentalizzazione: tra i 7 e gli 11 anni vi è un sostanziale aumento della capacità di riferirsi a stati mentali ed esplicitare gli stati interni che motivano il comportamento, utilizzando termini mentali in compiti non interattivi. La capacità di mentalizzazione dell’esperienza altrui si ritrova indagata in compiti narrativi non orali, ma scritti che sembrano favorire l’organizzazione dell’esperienza. Dai 9 ai 13 anni i bambini mostrano un aumento del rendimento nel caratterizzare il modo psicologico dei protagonisti della storia che narrano, indipendentemente dal loro livello linguistico o dalla lunghezza della storia prodotta. Negli anni della scuola primaria, si assiste a un miglioramento nella comprensione del significato dei verbi mentali che sembra procedere fino ai primi anni universitari. 2. Metacognizione: indica la cognizione della cognizione e identifica ogni atto congitivo che ha per oggetto un’attività cognitiva o che regola uno o più spetti dell’attività cognitiva (Flavell e Miller, 1993). Viene identificata rispetto a un compito cognitivo e distinta sulla base della natura di tale compito in: - Metamemoria: rivolta ad un compito di memoria; - Metacomprensione: rivolta a un compito di comprensione del testo. All’interno della metacognizione, a prescindere che si consideri la comprensione o la memoria, si distingue tra: - Conoscenza Metacognitiva: consapevolezza dell’esistenza e della modalità di funzionamento dei processi cognitivi; - Controllo Metacognitivo: componente più attiva che indica il grado di monitoraggio che esercitiamo sui nostri processi mentali impiegati in un compito cognitivo. La metacognizione, così come la Tom, ha per oggetto di studio la conoscenza che il bambino ha sulla mente. Nonostante la Metacognizione si sia occupata di bambini in età scolare studiando le conseguenze delle variabili metacognitive, mentre la Tom abbia analizzato bambini in età prescolare per analizzare i predittori e le cause delle prestazioni, i risultati delle ricerche hanno portato ad un Modello di Integrazione dei due Costrutti che, su un piano teorico, necessita di due considerazioni: - la conoscenza metacognitiva comprende anche la conoscenza degli stati mentali, cioè la Tom - Tom e Metacognizione fanno parte dello stesso costrutto chiamato Metaconoscenza di cui la Tom è la componente di tipo dichiarativo, mentre la Metacognzione quella procedurale (Kuhn, 2000). La Tom aiuta quindi il bambino a sviluppare rappresentazioni della propria mente durante la risoluzione di compiti cognitivi (ciòè la propria metacognizione) e la soluzione delle prove prima proposte (falsa credenza di primo e secondo ordine) porta ad un aumento dell'interesse del bambino sul funzionamento della mente. Benchè ancora limitati, gli studi emipirici effettuati tendono a convergere su queste teorie: - Lockl e Schneider (2007): studio longitudinale in bambini di età prescolare seguiti per 3 anni, valutando il livello di sviluppo linguistico, di tom e metamemoria; - Lecce: ha riportato i risultati di due studi: - analisi del legame tra tom e metacongizione applicata alla comprensione del testo, metacomprensione, in bambini tra i 7 e 11 anni; - la tom, espressa con la comprensione delle credenze, predice il successivo livello di metacognizione e non il contrario. Questi studi rappresentano quindi un supporto empirico alla posizione che la Tom ha un ruolo nel sostenere lo sviluppo della conoscenza metacognitiva di cui è un prerequisito. I Correlati Cognitivi Bisogna analizzare due aspetti: 1. Linguaggio: Lo studio del linguaggio nei bambini in età scolare è un argomento ancora poco studiato. Verranno comunque presentate ricerche che tendono a collegare lo sviluppo della Tom e del Linguaggio in questa fase: - Meins (2006): bambini inglesi tra 7 e 9 anni, studiati con prove di Tom e abilità verbali di tipo ricettivo. I risultati conducono ad una stretta relazione tra livello linguistico e Tom, valutata con la capacità di inferire il significato non letterale, ma mentale di espressioni verbali pronunciate da protagonisti di alcune storie; - Lecce: non c’è una relazione significativa tra il grado di mentalizzazione dei bambini e le loro abilità linguistiche. Questo sembra suggerire che in fasi più avanzate di sviluppo il linguaggio perde progressivamente importanza per lo sviluppo della tom; - Funzione Interindividuale del Linguaggio: sottolineato il ruolo del linguaggio dell’ambiente in cui il bambino vive e a cui egli è esposto risulta critico per lo sviluppo della sua Tom; - Bambini Sordi (Native or Late Signers): i bambini sordi frequentanti scuole bilingue presentano livelli di Tom superiori a quelli di bambini non udenti con scuole monolingue. L’esposizione a un ambiente bilingue aiuterebbe i Late Signers a sviluppare una tom simile a quanto accade ai bambini udenti e quindi funzione comunicativa del linguaggio sembra mantenere un ruolo fondamentale nello sviluppo della tom anche in età scolare; - Lessico Psicologico: nell'età scolare il lessico psicologico si svincola da competenze più generali per connotarsi come un’abilità specifica. Possono quindi esistere bambini che, senza problemi di linguaggio, presentino ritardi nello sviluppo della Tom. 2. Funzioni Esecutive: rispondere correttamente alle prove di secondo ordine appare dipendente da capacità di tipo esecutivo e richiede un’elevata abilità di processamento delle informazioni tra cui: - abilità di monitoraggio; - abilità di aggiornamento; - abilità di inibizione; - memoria di lavoro. Dati empirici supportano l’ipotesi che la semplificazione delle prove determina un abbassamento dell’età di superamento, quindi le funzioni esecutive hanno un peso importante nella risoluzione del compito. Tra i rari studi sulla correlazione tra compiti di secondo ordine e funzioni esecutive, ne esistono due che è necessario citare per la loro rilevanza: - Sodian e Hulksen (2005): analizza la relazione tra i punteggi in compiti avanzati di Tom e processi di controllo, in bambini con disturbo di attenzione associato a iperattività. I risultati identificano che l'abilità di risolvere prove mentali è dipendente dalla capacità di controllo; - Dumontheil (2011): indaga lo sviluppo delle abilità di utilizzo della tom in compiti di perspective taking tendendo sotto controllo il ruolo di processi esecutivi. Questo ultimo studio utilizza compiti di comunicazione referenziale (director games) che prevedono la presenza reale o virtuale dello sperimentatore (director) e del soggetto sperimentale posti ai lati opposti di una libreria. Il compito valuta la capacità del soggetto di decifrare messaggi ambigui provenienti dallo sperimentatore tenendo conto della sua prospettiva e non della propria. I bambini e gli adulti commettono molti errori muovendo l’oggetto che solo loro possono vedere e questo riflette una tendenza a interpretare le istruzioni del director in termini egocentrici. I Correlati Sociali Rispetto ai Correlati Sociali di questa fascia d'età bisogna considerare principalmente: 2. Relazione con gli Amici e con i Pari: bisogna tenere presente due lavori: - Epley: i bambini in età scolare, nonostante sappiano distinguere la propria prospettiva e quella dello sperimentatore, fanno molti errori nella pratica; - Meins (2006): dissociazione tra la frequenza con cui i bambini connotano termini mentalistici in un racconto e il loro livello di Tom. L’applicazione della Tom è un elemento fondamentale per le relazioni con gli altri in età scolare in quanto comprendere la natura interpretativa della conoscenza aiuta a rendersi conto di prospettive diverse sul medesimo evento, riducendo i rischi di misunderstanding. La Tom garantisce quindi la possibilità di fare esperienze sociali positive e di porre l’individuo in situazioni supportive ma, in molti casi, non si sono trovati legami fra comprensione degli stati mentali e qualità del comportamento. Ciò che fa la differenza non è il livello di possesso della Tom, ma la modalità con cui viene utilizzata nel sociale. Secondo Ronald (2005) si può distinguere tra: - Nice Theory of Mind: uso prosociale della Tom; - Nasty Theory of Mind: uso antisociale della tom. Questa divisione richiama una distinzione tra conoscenza-previsione dei contenuti mentali dell’altro e la conoscenza-condivisione empatica dei contenuti affettivi della mente. In questa logica ad esempio quindi il bullismo si accompagna non a un deficit, quanto a una marcata competenza sociocognitiva in quanto ha tre aspetti che lo rendono una forma avanzata di aggressività (Gasser e Keller, 2009): - carattere collettivo; - presenza di forme indirette di prepotenza; - buona capacità di leggere gli stati mentali altrui. Altra distinzione è quella di Keller e Reuss (1984) tra : - Livello Descrittivo: può essere considerato competente qualsiasi comportamento sociale che si dimostri efficace nel raggiungimento di un obiettivo; - Livello Prescrittivo: pone al centro delle sue valutazioni la considerazione dei motivi sottostanti l’azione. Altri studi hanno poi dimostrato che la capacità di considerare le emozioni altrui e di coordinarle fra loro è più importante per l’adattamento sociale dell’individuo della comprensione interpretativa della conoscenza. 2. Relazioni con l'Insegnante: questa relazione è una delle più importanti all’interno della scuola in quanto, secondo la teoria dell’attaccamento, l’insegnante assume forme simili a quelle della madre. Una relazione positiva con l’insegnante agisce compensando un ambiente familiare poco supportivo ed è un fattore protettivo, realizzando quindi effetti sulla motivazione all’apprendimento, sull’inserimento in classe, sulla relazione con i pari e sul successo nelle attività accademiche. Considerando il Ruolo Sociale della Tom si ipotizza che essa: - aiuti i bambini a instaurare un rapporto positivo con gli insegnanti facilitando la comprensione della volontà dell’insegnante e favorendo l’adesione alle richieste; - aumentare la sensibilità alle critiche dell'insegnante, che indiziano ad agire sul giudizio della qualità delle proprie prestazioni (Dunn, 2002) Indicazioni Metodologiche e Strumenti di Misura Tra essi troviamo: 1. Falsa Credenza di Secondo Ordine: rappresenta la metodologia per eccellenza nello studio della Tom in età scolare. Si attua somministrando storie per 3-5 minuti contenenti false credenze di secondo ordine ai bambini per valutare il loro livello. Se somministrate a bambini tra i 5-6 anni vengono accompagnate da disegni dei punti salienti per aiutarli nel seguire la narrazione; 2. Mentalizzazione nelle Storie: somministrazione (scritta o orale) di storie da completare che permettono di valutare: - linguaggio espressivo (in base alla lunghezza del racconto); - lessico psicologico (che determina le capacità di mentalizzazione. 3. Droodles: sono una serie di rappresentazioni grafiche che vengono mostrate prima per intero poi vengono parzialmente ricoperte in modo da creare stimoli ambigui a partire dai quali non è possibile risalire al disegno originale. Vengono introdotti due personaggi immaginari e si chiede al soggetto di rispondere a delle domande (ad es. "Luca cosa pensa che sia? Giovanni cosa pensa che sia?"). La risposta date alle domande vengono valutate come appartenenti a una delle seguenti categorie: - Errori di Realtà: la risposta è un chiaro riferimento all’immagine complementare; - Errori di Contaminazione: nella risposta non c’è riferimento esplicito all’immagine completa, ma vi sono elementi a essa collegati; - Falsa Credenza: risposta completamente slegata dal contenuto dell’immagine completa. Il confronto fra le risposte fornite alle due domande consente di valutare la comprensione della natura interpretativa della conoscenza e le coppie di risposte vengono classificate in: - Interpretative: due risposte diverse alle due domande; - Non interpretative: risposte uguali alle due domande. Nuove Prospettive di Ricerca Tra le Nuove Prospettive di Ricerca le più rilevanti sono: - non solo lo studio del possesso di abilità ma anche quello relativo alla tendenza ad utilizzarle (attraverso compiti di "Director Tasks"); - rapporti tra Tom e diversi aspetti della vita scolastica, nella sua dimensione relazionare e cognitiva; - effetti della Tom sull'adattamento scolastico e sulla riuscita accademica. CAPITOLO 4 - ADOLESCENZA ED ETA' ADULTA La Ricerca sugli Adulti è molto importante per lo studio della Tom, nonostante sia fin ora un argomento poco indagato, per due ragioni principali: - una conoscenza della maturità del sistema è necessaria per sapere quando e in che modo si completi lo sviluppo (ad es. la Perspective taking è più lenta e meno flessibile in adolesce rispetto ad adulti); - essa fornisce informazioni critiche per l’interpretazione dei rapporti fra Tom e altre abilità. In questa fascia d'età è poi possibile utilizzare compiti più complessi (Dual Task) che permettano di valutare ulteriori livelli di Falsa Credenza. Ci sono inoltre Compiti propri di quest'età e che coinvolgono direttamente le abilità della Tom. Tra essi troviamo: - capacità di mettere in pratica la Tom, in compiti rapidi e complessi; - capacità di mentalizzare le esperienze personali e sociali; - capacità di esprimere giudizi morali sulla base del riferimento a contenuti mentali complessi delle persone in gioco; - capacità di comunicare in rapporto a contenuti impliciti o a intenzioni mediate (ad es. l'ironia). Come Viene Definita la Teoria della Mente Prima di iniziare il discorso della Tom nell'età adulta e le sue relative implicazioni, è necessario fare una distinzione tra: - Processi Controllati: sono processi lenti, implicanti sforzo e riflessivi. Si sono sviluppati tardi nello sviluppo e coinvolgono processi linguistici e forme di ragionamento dichiarativo e di pensiero riflessivo; - Processi Automatici: sono più veloci, spontanei, immediati, condivisi con altre specie, precoci nello sviluppo e spesso coinvolgono le emozioni. Entrambi questi processi entrano in gioco nella cognizione sociale e nella Tom. Sembra inoltre esserci una forte componente motivazionale nell’attivare la Tom, quando non si tratta di processi automatici. Questo Aspetto Motivazionale, con la capacità di applicare la falsa credenza, è importante nell’adolescente e nell’adulto tanto da far considerare la capacità di mettere in pratica questa abilità come la principale caratteristica differenziale nella Tom adulta. Utilizzando il Director Game, Apperly e colleghi hanno dimostrato come anche adolescenti e adulti hanno difficoltà a usare la Tom per guidare il loro comportamento e c’è un avanzamento di tale capacità fra adolescenza ed età adulta con però ancora la presenza di errori dovuti all’incapacità di usare questa conoscenza (diversa prospettiva) per interpretare correttamente le indicazioni che l’altro forniva. Inoltre nelle prove che richiedono l’uso della Tom l’accuratezza aumenta ancora dall’adolescenza all’età adulta. Le due caratteristiche princiapli della Tom nell'Adolscenza e nell'Età Adulta sono: 1. Funzione Riflessiva: elemento fondamentale è il concetto psicoanalitico di Mentalizzazione (Fonagy e Target, 1997) inteso come la tendenza a riflettere sugli stati mentali propri e altrui e a ragionare sulle azioni in termini di stati mentali. Questa funzione è l’acquisizione emotiva che permette all’individuo di rispondere al comportamento altrui e alla sua concezione dei loro sentimenti. Secondo Fonagy questa si forma all’interno del contesto delle relazioni interpersonali, a partire da quelle primarie e si basa primariamente su Componenti Affettive. Studi successivi confermano un legame tra funzioni riflessive e attaccamento, per cui adulti con un elevato grado di funzione riflessiva tendono ad avere figli con un attaccamento sicuro. La Funzione Riflessiva è quindi una funzione mentale che organizza l’esperienza dell’altrui e nostro comportamento in termini di costrutti dello stato mentale ed è una determinante importante delle differenze individuali nell’organizzazione del Sé (coscienza, autonomia, libertà e senso di responsabilità). In ambito clinico il Deficit della Funzione Riflessiva si manifesta nel fallire o evitare la mentalizzazione dell’esperienza, cioè nel non sapere ricondurre le azioni e le manifestazioni esterne alle loro radici intenzionali ed emozionali, ai significati che posseggono entro il proprio mondo interno. Secondo Bateman e Fonagy (2006) la principale causa di un disturbo nella mentalizzazione è un trauma psicologico infantile (anche un ambiente familiare che scoraggia un discorso coerente sugli stati mentali), che mina la capacità di pensare agli stati mentali, attivando in modo esasperato il sistema di attaccamento finendo per produrre un crollo delle capacità riflessive e la loro sostituzione con processi di evitamento o falsificazione. Il mondo interno sarebbe quindi popolato da oggetti malvagi e pericolosi, negati al pensiero riflessivo. La psicoterapia viene quindi vista come esperienza emozionale correttiva. I costrutti di mentalizzazione e di funzione riflessiva hanno perciò uno stretto legame con un’accezione allargata di Tom intesa come capacità di trattare gli eventi quali eventi mentali interni e di elaborare la qualità soggettiva dell’esperienza. 2. Giudizio Morale: dato che la Ta tom è legata alla regolazione cognitiva ed emotiva del comportamento interpersonale, sia prosociale che antisociale, la letteratura scientifica ha teorizzato che il suo sviluppo può essere considerato un fattore essenziale per la capacità di ragionamento e giudizio morale, inteso come processo valutativo e non come azione conseguente. Un aspetto dello sviluppo della comprensione della mente è il peso sempre maggiore attribuito alla Valutazione delle Intenzioni in quanto comprenderle nell’altro è il metro per decidere se un atto debba essere punito. Anche le capacità di Perspective Taking hanno un ruolo nelle forme di giudizio e di ragionamento morale dato che definire un individuo responsabile di un’azione richiede l’essere in grado di rappresentarsi i desideri e le credenze che hanno guidato quel comportamento. L’interpretazione delle intenzioni e più avanti l’importanza dell’impegno del soggetto nell’acquisire le giuste informazioni sugli effetti delle sue azioni divengono criteri per giudicare le azioni commesse. Meno indagato è lo studio del Ragionamento Morale. In questo senso Wellman e Miller (2008) hanno analizzato che lo sviluppo della Tom può essere considerato come un aspetto più generale dello sviluppo del ragionamento deontico (che si focalizza sul problema delle norme e della giustizia) e che il legame tra questi due elementi è essenzialmente bidirezionale in quanto la capacità di ragionare su obblighi e permessi richiede un’abilità di mentalizzazione e i dettami morali influenzano le inferenze sugli stati mentali degli altri. Il passaggio dal realismo morale alla comprensione del ruolo primario delle intenzioni si complica intersecandosi con l’esperienza e la cultura, in quanto quest’ultima agisce sia a livello di sistemi giuridici (religiosi o legali) sia a livello della comprensione più filosofica delle relazioni interpersonali. I Correlati Cognitivi: Linguaggio e Funzioni Esecutive Il Linguaggio e le Funzioni Esecutive potrebbero essere necessari per la manifestazione della tom nelle diverse tappe evolutive oppure solo per la maturazione della tom, ma non avere un ruolo nella tom matura. Il confronto fra adulti e bambini è fondamentale per testare queste ipotesi. Dalle poche ricerche effettuate è emerso che: - il linguaggio non ha un ruolo determinante nella teoria della mente matura; - per quanto riguarda le funzioni esecutive i risultati inciano che la Tom nell’adulto è strettamente dipendente dal suo funzionamento a livello esecutivo e le funzioni esecutive hanno un ruolo diretto nel ragionamento basato su credenze. I Correlati Neuroanatomici Negli ultimi anni sono stati effettuati molti studi sulle funzioni cerebrali implicate nell’elaborazione degli stimoli sociali e nella rappresentazione dei contenuti della mente e le tecniche di neuroimmagine hanno consentito di sviluppare le inferenze intorno alle varie dimensioni (visive, uditive, ecc.) coinvolte nel processo, senza però rivelare come esso effettivamente agisca e funzioni. Per la Tom le regioni più interessate sembrano essere: 1. Insula: è una regione corticale nascosta sotto la corteccia frontale ed è coinvolta nel rappresentare gli stati somatici come il dolore ed è attiva anche quando si osserva il dolore degli altri. Per questo è stata collegata all’esperienza delle proprie emozioni e di quelle altrui. L'associazione delle nostre osservazioni di altre persone con le rappresentazioni dei nostri stati interni si è ipotizzato sia un meccanismo con il quale siamo in grado di produrre in noi la conoscenza di altre menti; 2. Amigdala: è una struttura del lobo temporale mediale importante per la regolazione del comportamento sociale e il riconoscimento dei volti che mostrano espressioni emotive. Essa contribuisce alla percezione sociale, e quindi alla comprensione dei contenuti mentali dell’altro; 3. Giunzione Temporoparietale: coinvolta nei compiti di tom e nel riconoscimento di prospettive spaziali diverse e della prospettiva dell’altro. Si distingue in: - Giunzione Temporale Destra: compiti di falsa credenza - Giunzione Temporale Sinistra: un numero più ampio di compiti, stati mentali (falsa credenza) e rappresentazioni di natura non mentale (falsi segnali); 4. Corteccia Frontale Mediale: è implicata nella Tom in quanto viene attivata quando pensiamo agli stati interni di un'altra persona. Si disntingue in più Regioni: - Regione Posteriore: attiva durante l’esecuzione di compiti cognitivi e di monitoraggio dell’azione; - Regione Orbitale: legata alle punizioni e ricompense; - Regione Anteriore: attiva nell’esecuzione di compiti sociocognitivi e di mentalizzazione. Questa area è collegata alle rappresentazioni metacognitive che permettono di riflettere sull’interpretazione dei risultati delle azioni. E' inoltre una regione cruciale per le rappresentazioni di alto livello e svolge un ruolo chiave nella cognizione sociale. Varie Ricerche di Neuroimaging hanno evidenziato un ruolo della corteccia prefrontale ventromediale in relazione alla presentazione di casi che pongono problemi di tipo morale o alla visione di immagini normalmente usate per suscitare reazioni morali; 5. Meccanismi Neurali: la Tom è stata spesso associata ai Neuroni Specchio che si attivano selettivamente sia quando l’individuo compie un’azione in prima persona sia quando la osserva mentre viene compiuta da altri. Nell’uomo sono localizzati in aree motorie e premotorie, nell’area di Broca e nella corteccia parietale inferiore. Secondo queste teorie l’abilità di simulare in noi stessi le rappresentazioni motivazionali e premotorie degli altri potrebbe essere alla base della capacità di comprendere la mente altrui. Tre Evidenze Sperimentali confermano il legame tra Tom e Neuroni Specchio: - evidenze di natura neuroanatomica secondo cui vi sarebbe la sovrapposizione parziale delle aree cerebrali coinvolte nella risoluzione dei compiti di Tom con quelle che sono sede dei neuroni specchio; - il sistema di neuroni specchio è coinvolto nella comprensione delle intenzioni delle azioni altrui; - l’attività dei neuroni specchio sembra presentare delle anomalie in popolazioni con deficit nella Tom come quella dei soggetti affetti da autismo. Questi studi hanno fatto pensare che l’elaborazione sociale delle informazioni sia modulare e quindi automatica anche se non necessariamente innata, per cui l’attivazione delle regioni cerebrali coinvolte è modulata anche dal contesto sociale e dal controllo volontario. Vi sono infine due teorie su come si inferiscono gli stati mentali degli altri: - Rispecchiamento: ciò avviene attraverso la simulazione e l’empatia (area premotoria e insula); - Comprensione: tramite modalità più coscienti e deliberate di Tom (corteccia prefrontale mediale e giunzione temporoparietale). Il grado in cui entrano in gioco i due tipi di processi dipende dalle richieste del compito specifico ed è quindi, in una certa misura, dipendente dal contesto, per cui quindi la tom comprende diverse abilità e strategie e implica l’azione di diverse regioni cerebrali. I Correlati Sociali Numerosi Studi di Psicologia Sociale si sono occupati della Cognizione Sociale intesa come l'insieme dei processi psicologici che ci permettono di fare inferenze su ciò che sta avvenendo all’interno di altre persone, sulle loro intenzioni, sentimenti e pensieri. Il tema dei livelli di elaborazione (automatici o più elaborati) è cruciale per lo sviluppo adolescenziale e adulto della Tom e ci sono situazioni in cui il riferimento ad essa è evidente e appropriato nell’adulto (ad es. amico in lutto). In questi casi non sembra esserci un processo automatico, guidato dallo stimolo, e bottom-up ma è in gioco piuttosto un’attenzione consapevole. Nella stessa direzione è la differenza tra: - Risposta Empatica: comprendere la mente dell’altro e serve ad attivare anche dentro di sé i suoi sentimenti ed emozioni, traducendoli nei propri; - Comprensione: rappresentazione degli stati mentali interni per manipolarli e servirsene per ingannare. Questa differenza è importante nell’adolescente e nell’adulto in cui l’organizzazione ai fini dell’azione si fa sempre più complessa. Va inoltre analizzato il Giudizio Sociale che definirebbe l'esistenza di limiti nell’adulto all’utilizzo della Tom evoluta per due ragioni principali: - gli adulti egocentricamente sottovalutano il rischio che un ascoltatore cambi la sua convinzione in base alla forse di un messaggio errato quando il soggetto stesso (ma non l’ascoltatore) sa che il messaggi non è corretto; - quando si pronunciano giudizi su ciò che gli altri possono sentire emotivamente, si inizia a pensare ai propri sentimenti, credenze, conoscenze e li si aggiusta regolandoli in riferimento all’altra persona. Va infine fatta notare una distinzione delle ricerche: - le ricerche di psicologia sociale sugli adulti hanno attuato inferenze riguardanti tratti duraturi e credenze sulle persone; - le ricerche sulla Tom nei bambini hanno individuato inferenze su desideri e credenze temporanee. Fondamentale è anche il Dominio del Mondo del Lavoro di cui sono stati studiati alcuni elementi riguardanti la Capacità Riflessiva: - Adattamento del Sé di fronte ai Problemi e alla Crisi Lavorative: l’integrità del Sé e l’autostima vengono salvate quando le persone smettono di attribuire solo all’esterno la causa della perdita del lavoro e iniziano a riflettere su di sé in rapporto alle proprie scelte lavorative; - Narrazione dell’Identità o Narrazione Autobiografica (in modo riflessivo): il pensiero autobiografico avrebbe funzioni di autocura ed è importante per la riprogettazione professionale e la continuità personale; - Capacità di Rappresentarsi come Soggetto dotato di Emozioni e Credenze: aiuta a ridurre il senso di impotenza e a recuperare controllo e potere sulla propria vita. Una condizione fondamentale perché questo processo di mentalizzazione si attiva negli adulti al lavoro è la presenza degli altri nella costruzione del racconto. La mentalizzazione è quindi una dimensione fondamentale della socialità. Il mondo del lavoro può allora essere visto come un ambito di sviluppo oltre che di esercizio della Tom. Indicazioni Metodologiche Nonostante, come più volte sottolineato in questo capitolo, siano scarsi gli studi e le indicazioni sulla Tom in età adulta, gli argomenti di maggiore interesse sono: 1. Comprensione dell'Ironia: permette di rilevare forme avazate di Tom in quanto comprendere l'Ironia significa saper riconoscere il contrasto fra due intenzioni apparenti, di cui una (quella superficiale) viene in realtà contraddetta dalla seconda (la vera metaintenzione). Essa viene indagata valutando la capacità dell’individuo di comprendere le intenzioni ironiche dei protagonisti di alcune storie; 2. Mentalizzazione dell'Esperienza: si sviluppa dall’adolescenza e indica da un lato, il saper descrivere in termini mentali le cause di eventi anche complessi e dall’altro di capire le proprie azioni e comportamenti come originati da pensieri, atteggiamenti, motivazioni e conflitti interni. È stata indagata anche in connessione con la capacità di autodescriversi e con l’immagine di sé. Bosacki (2000) ha creato un questionario (domande di autodescrizione) e un colloquio (indagato il livello di comprensione e approfondimento delle caratteristiche mentali implicate). La codifica delle risposte di comprensione di sé analizza la capacità di capire il mondo psicologico delle persone passando da caratteristiche semplici fino all’interazione di diversi concetti psicologici astratti. Gli stessi aspetti sono indagati in forma indiretta, chiedendo di rispondere a domande su storie e vignette ambigue (ad es. droodles). Nuove Prospettive di Ricerca La discussione sulla Tom nell’adulto mette in luce aspetti applicativi quotidiani ed è sempre meno limitabile ai compiti di falsa credenza, in quanto più articolata e a vari livelli. Due strade da perseguire per le ricerche future sono - considerare le differenze individuali nell’utilizzo della Tom e analizzare gli effetti che lo specifico contesto (o relazione interpersonale) potrebbero avere sulla messa in atto delle abilità; - collegare lo studio della Tom all'analisi della Motivazione e della sua messa in atto. CAPITOLO 5 - LA TERZA ETA' Come Viene Definita la Teoria della Mente Nell’invecchiamento la Tom è stata considerata unicamente in due manifestazioni: - Capacità di mentalizzare le situazioni sociali; - Capacità di comprendere credenze di ordine superiore. La storia degli studi sulla Tom nella terza età, effettuati tutti negli ultimi dieci anni, può essere riassunta in alcune ricerche principali: - Happè, Winner e Brownell (1998): propongono una prova della Tom avanzata costituita da brevi storie seguite da domande che richiedono ai soggetti di fare inferenze sui pensieri e sentimenti dei protagonisti. I risultati portano ad identificare che non vi è un declino ma un miglioramento nelle prestazioni della Tom a questa età. Le Motivazioni potrebbero essere - la tom è un’abilità in continuo sviluppo che matura anche in età avanzata; - nella psicologia dell’invecchiamento gli aspetti cognitivi che migliorano sono quelli legati all’esperienza che le persone accumulano nel tempo (Tom come elemento di saggezza). - Altri Ricercatori: hanno individuato che la Tom non migliora ma è stabile nel tempo: - MacPherson (2002) usando i "Faux pas" non ha trovato differenze di prestazioni; - Maylor (2002): nell’anziano vi è un calo di prestazione specifico per compiti di Tom; - Prestazioni più basse solo nelle storie mentalistiche e non in quello fisiche di controllo. I contributi hano dato risultati parziali e contrastanti per varie ragioni: - Metodologia Utilizzata: riguardano lo strumento e la modalità di risposta. Se vengono impiegate le Strange Stories con risposte aperte, emergono differenze di età, mentre se si utilizzano risposte a scelta multipla il divario si riduce; - Ordine delle Prove: gli anziani riportano prestazioni simili a quelle dei giovani nelle prove di primo ordine, mentre nei compiti dove veniva richiesto di prendere in considerazione la prospettiva di due protagonisti la prestazione calava; - Declino: gli anziani hanno un declino non nelle abilità mentalistiche di per sé quanto nelle abilità cognitive che sottendono compiti complessi. Rispetto alla datazione di tale declino vi sono,anche in questo, risultati contrastanti (per Pardini vi è un calo già a partire da 55 anni mentre altre ricerche lo datano oltre i 70 anni) I Correlati Cognitivi L'obiettivo comune degli studi successivi a Happé è stato quello di comprendere se e in che misura la Tom cambia con gli anni e individuare all’interno della life-span psychology, le cause delle eventuali modificazioni. Quest’ultime sono state indagate analizzando la relazione fra Tom e funzioni cognitive al fine di comprendere se la Tom dipende da meccanismi di ragionamento dominio-specifici o dominio-generali. Bisogna quindi considerare: 1. Linguaggio: non è stato trattato in modo approfondito e l’aspetto più studiato è il linguaggio passivo, operazionalizzato tramite l’ampiezza del vocabolario. Le prove impiegate sono il Mill Hill Vocabulary Test, il Primary Mental Abilities e la prove di vocabolario WAIS-R. Tali misure sono state utilizzate come misure per l’intelligenza cristallizzata o come test di controllo piuttosto che espressione di una capacità cognitiva da mettere in relazione con la Tom. Studi sostengono l’ipotesi che il linguaggio non è coinvolto nel cambiamento dell’abilità di interpretare gli stati mentali associati all’età. Altre indagini hanno evidenziato invece che quando gli anziani hanno stesso livello linguistico dei giovani hanno prestazioni inferiori nei compiti di Tom; 2. Funzioni Esecutive: sono processi di controllo di ordine superiore, essenziali per la messa in atto di un comportamento flessibile orientato all’obiettivo. Lo studio della relazione fra funzioni esecutive e Tom è il fulcro in questa età, perché: - i dati messi a disposizione dalla ricerca sui bambini evidenziano come questo legame sia alla base di un buon funzionamento dell’abilità di Tom; - vi è la conoscenza che l’invecchiamento normale è associato al deterioramento dei lobi frontali del cervello, sede delle funzioni esecutive. Le funzioni esecutive sono quindi distinte in differenti componenti che sono associate a specifiche regioni della corteccia frontale e parietale posteriore, e tra esse fondamentale è l'Inibizione, intesa come abilità di inibire, quando necessario, risposte rilevanti o automatiche, che è la componente esecutiva maggiormente studiata perché risente dell’invecchiamento ed è fondamentale per assumere la prospettiva dell’altro. Dagli studi sulla relazione tra Tom e Funzioni Esecutive si diramano due filoni: - Invecchiamento Normale: il declino della Tom è spiegato dal declino delle funzioni esecutive e nelle prove di doppio compito le informazioni della memoria di lavoro sono rilevanti nel determinare il declino; - Invecchiamento Patologico: all'interno di questa popolazione clinica due sono state le malattie maggiormente studiate: - Morbo di Parkinson: difficoltà nei compiti di falsa credenza di primo e secondo ordine e nei Faux pas solo nei pazienti in stato avanzato; - Malattia di Alzheimer: a stadio iniziale deficit solo nei compiti di falsa credenza di secondo ordine mentre prestazioni comparabili con quelle di soggetti di controllo nei compiti di falsa credenza di primo ordine e nei Faux pas. I Correlati Sociali Sulla base degli studi che mostrano che alcune variabili sociali sono legate a una migliore sufficienza congitiva negli anziani sarebbe lecito ipotizzare un legame fra reti sociali e Tom. Se la Tom nasce e si spende nel contesto sociale in cui l’individuo si muove, si pensa che l’anziano che vive solo e che ha scarse relazioni sociali sia raramente esposto a situazioni in cui sperimentare la prospettiva degli altri e mantenere le abilità mentalistiche. Queste considerazioni sono fondamentali se si considera che l’anziano tende a ridurre il numero di relazioni sociali a favore di più stretti rapporti con i propri familiari. Mancano però ricerche specifiche su questo settore. Indicazioni Metodologiche e Strumenti di Misura Principalmente essi sono identificabili in: 1. Strange Stories (Happé, Winner e Brownell, 1998): misurano l’abilità di comprendere le reali intenzioni sottostanti le espressioni dei personaggi nelle storie. Sono rappresentate da 24 brevi storie di contenuto mentalistico in cui rispondere correttamente significa riconoscere una discrepanza fra l’espressione verbale usata da chi parla e il suo reale stato mentale, e spiegare il motivo di tale discrepanza. La prova è composta da 12 tipologie di storie. È possibile somministrare il compito con o senza carico mnestico: - nel primo caso viene chiesto di rispondere alle domande solo dopo aver letto la storia; - nel secondo al soggetto è concesso di visionare la storia per tutta la durata del compito. 2. Faux Pas (Stone, Baron-Cohen e Knight, 1998): misura la capacità di comprendere la gaffe e quindi di capire sia la differenza fra lo stato di conoscenza di chi parla e quello di chi ascolta, sia l’impatto emotivo della frase sull’ascoltatore. E' composto da 10 brevi storie in cui il protagonista dice o fa qualcosa di socialmente inadeguato (considerando lo stato mentale di un altro protagonista) e 10 storie di controllo. La prova è centrata sulla capacità di riconoscere la gaffe del personaggio della storia in alcune situazioni quotidiane. Nuove Prospettive di Ricerca Alcuni punti meritano una certa considerazione: - importanza di studiare contemporaneamente diversi aspetti di Tom e delle funzioni esecutive, visto che essa è un costrutto multicomponenziale (potrebbe essere questa una delle ragioni dei risultati contrastanti prima evidenziati); - necessità di studiare non solo le funzioni esecutive, ma anche altri aspetti cognitivi e sociali che sono chiamati in causa nello svolgimento dei compiti di tom; - valutare la validità ecologica degli strumenti utilizzati per la Tom e le funzioni esecutive in quanto non c’è sicurezza che il declino di tali abilità, misurato con i test di laboratorio, corrisponda al calo evidenziato nel mondo reale.