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Gli ospedali mangiano tanti soldi (La Repubblica)
la Repubblica MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE 2011 TORINO CRONACA ■ VI Museo del Cinema, nomine sotto inchiesta (segue dalla prima di cronaca) VERA SCHIAVAZZI OLTO probabilmente, secondo una prima ricostruzione, l’inchiesta mira ad appurare gli eventuali guadagni o il risultato in termini di “visibilità” delle nomine in questione. In effetti, nel corso delle prime testimonianze raccolte tra i membri del Collegio dei soci fondatori del Museo, le domande poste dagli inquirenti hanno riguardato l’importo del gettone di presenza per chi partecipa alle riu- M Alberto Mittone nioni del Comitato di gestione e l’eventuale altro tipo di “rendita” in termini di visibilità pubblica. Nel caso di Mittone, uno tra i più noti avvocati torinesi, storico associato del collega Fulvio Gianaria, a sua volta membro di numerosi consigli di amministrazione e con lui coautore di una serie di romanzi noir sui più celebri casi di cronaca nera e giudiziaria ambientati a Torino, il gettone di presenza (che fino a non molti mesi fa corrispondeva a 150 euro all’anno per 3 o 4 riunioni) o la “visibilità” appaiono poco determinanti. Mittone, marito dell’ex assessore al Turismo e alle Olimpiadi Elda Tessore e padre di An- na, scenografa e fresca autrice di “Quasi quasi mi innamoro”, moderna e sofisticata versione della più classica “chick lit”, è infatti un professionista affermato che non pare bisognoso né di gettoni né di notorietà. E, in tutti i casi, i compensi già attribuiti ai consigli direttivi delle fondazioni culturali sono stati recentemente aboliti, contribuendo così a “demotivare” i loro vertici. È dei giorni scorsi la notizia delle dimissioni del presidente del Museo, il giornalista Sandro Casazza. © RIPRODUZIONE RISERVATA “Gli ospedali mangiano tanti soldi Poche risorse per assistere gli anziani” I numeri 58.000 Sono 58 mila, dice Cota, i dipendenti della sanità pubblica piemontese Cota: le troppe assunzioni del passato bloccano il turn over SARA STRIPPOLI L MATTINO, alle Molinette, l’attacco al governo Bresso in risposta alle contestazioni dei sindacati sull’ipotesi di mobilità del personale lanciata su Repubblica dal neo assessore Paolo Monferino. «Capisco i problemi dei dipendenti ma la sanità regionale è al servizio dei cittadini, non di questo o quel centro di potere. Sono state le troppe assunzioni fatte in passato a bloccare adesso il turn over: nella sanità piemontese ci sono 58 mila dipendenti che rappresentano una spesa rigida», dice Roberto Cota. Al pomeriggio, la tattica difensiva sulle liste d’attesa per gli anziani, uno dei disagi più pesanti per i familiari di persone non autosufficienti: 11 mila che aspettano un posto a Torino, e 28 mila in tutta la provincia, per entrare in una casa di cura, quasi due anni: «La spesa sanitaria del Piemonte è ancora troppo sbilanciata — è la ricetta del presidente regionale — con gli ospedali che si mangiano tutto come un’idrovora e sottraggono risorse all’assistenza dopo la fase acuta». Durante la seduta del Consiglio regionale straordinario chiesto dall’opposizione per riportare al centro della discussione le liste d’attesa, uno dei nodi fondamentali della riforma sanitaria, Roberto Cota dice di essere convinto che solo la riforma strutturale potrà liberare le risorse necessarie e an- A Battaglia in Consiglio regionale sulle liste d’attesa: 11 mila spettano un posto a Torino nuncia che presto nominerà l’assessore all’assistenza. Il responsabile della sanità Paolo Monferino, rispondendo alle accuse di Eleonora Artesio (Fds), difende la scelta dell’introduzione del ticket regionale: «Con modalità diverse è applicato in tutte le regioni». Ma l’opposizione sottolinea che le as- sunzioni inappropriate sono responsabilità della vecchia amministrazione Ghigo: «Durante i dieci anni del suo governo i primari sono aumentati del 116 per cento», ricorda il responsabile sanità del Pd Nino Boeti. Che sulla riduzione delle liste d’attesa accusa la giunta di aver fatto una campagna elettorale piena di promesse poi disattese dai fatti. Mauro Laus, Pd, che ad inizio agosto aveva lanciato l’ipotesi di una class action per tutelare i diritti degli anziani, commenta le dichiarazioni del governatore: «Monferino ammette in aula che le liste d’attesa sono aumentate, ma né lui né il presidente Cota spiega- L’iniziativa no che fine hanno fatto i fondi concordati con il ministero per convenzionare nuovi posti letto». Per il centrodestra c’è la difesa del capogruppo del Pdl Luca Pedrale, potenziale assessore all’assistenza: «Il problema degli anziani non è né di sinistra né di destra, credo che debba essere affrontato incentivando l’utilizzo di strumenti alternativi alla residenzialità, come lo strumento dell’assegno di cura». Peccato che poco dopo il consigliere Pd Wilmer Ronzani richiami tutti alla concretezza: «Ricordiamo che dal 1 gennaio del 2012 l’assegno di cura scomparirà». © RIPRODUZIONE RISERVATA 11.000 A Torino 11 mila persone non autosufficienti sono in lista d’attesa 28.000 In provincia i non autosufficienti in attesa di un posto sono 28 mila Un anziano in una casa di cura In rete le informazioni dei 75 mila iscritti piemontesi all’Aido e di chi deve ricevere un organo Trapianti, una banca data per i donatori NCHE il presidente Roberto Cota entra nella lista dei donatori di organi. Il governatore ieri ha confermato la sua intenzione di iscriversi all’Aido, l’Associazione italiana donatori di organi e dai primi mesi del prossimo anno, è la sua promessa, partirà il servizio del volo notturno dell’elicottero del 118. L’occasione dell’annuncio è stata una conferenza che si è svolta ieri mattina all’ospedale Molinette per presentare la banca dati dell’Aido. Un archivio in cui entreranno tutte le informazioni che A Antonio Amoroso provengono dagli elenchi degli iscritti: in Piemonte oltre 75 mila su un complessivo in Italia di 1 milione e 300 mila persone. Il sistema che mette in comunicazione donatori e pazienti è già operativo, ma è importante che il messaggio arrivi perché i donatori continuino a crescere e di conseguenza le chanche di vita di chi è in lista di attesa. «L’obiettivo primario di questa iniziativa è rendere subito disponibile il nominativo del donatore - che ha già espresso la sua volontà - nel momento della sua morte, Il caso/1 rendendo così meno doloroso il coinvolgimento dei familiari e favorendo un’azione tempestiva a favore del paziente in lista d’attesa», spiega il presidente provinciale dell’Aido di Torino Valter Mione. «Il Piemonte è una delle regioni italiane maggiormente sensibilizzate sul tema dei trapianti- dice il coordinatore del centro Antonio Amoroso - e il dato relativo al 2010, in cui sono ci sono stati 391 trapianti lo dimostra». (s.str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso/2 Banchetti contro il porcellum Giornata della mobilità sostenibile due giorni in più per firmare domani tutti a piedi in via Roma ARÀ l’effetto trainante di Sergio Chiamparino che arriva in bicicletta a Palazzo Civico per firmare, o anche solo il timore di non aver fatto sentire la propria voce e mancare l’obiettivo. Sarà per l’una o per l’altra ragione, ma ieri le code di cittadini che volevano firmare per l’abrogazione del “porcellum” si sono allungate tanto che l’Urp, l’Ufficio relazione con il pubblico del Comune di Torino, ha chiesto ai promotori di mantenere più a lungo possibile i banchetti per consentire di soddisfare la richiesta di tutti coloro che intendono sottoscrivere il referendum. Il comitato referendario piemontese ha dunque deciso di prolungare l’allestimento dei banchetti in via Garibaldi angolo via Milano, e in piazza San Carlo, lato Caffè Torino. L’orario però è solo pomeri- S diano, dalle 15,30 alle 19, e il termine di scadenza, inizialmente fissato per giovedì, viene dunque spostato a sabato 24. Anche l’Italia dei Valori ha ancora un banchetto in piazza Castello. Ai Comuni viene solitamente chiesto di anticipare e chiudere la raccolta oggi, perché l’invio degli elenchi avviene solitamente via posta ordinaria. Il comitato di Torino organizzerà invece una consegna diretta a Roma e può dunque permettersi di concedere ai torinesi qualche giorno in più. Dal comitato arriva anche un appello ai cittadini che hanno a cuore il tema: «Siamo stremati e chiunque abbia tempo e disponibilità per dare una mano ai tavoli si faccia sentire», dice Diego Castagno, uno dei tre coordinatori del comitato. (s.str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA OMANI tutti a piedi in via Roma. Dalle 6 alle 22 stop alla circolazione delle auto nel cuore di Torino, strada scelta per sensibilizzare i cittadini e dimostrare che è possibile muoversi anche senza macchina, ma con le bici e i mezzi pubblici. Così Torino aderisce alla giornata europea “In città senza la mia auto”, una campagna sulla mobilità urbana promossa dalla Commissione europea. Tema di questa edizione è la “mobilità alternativa”: a piedi, in bicicletta, con autobus, tram, metrò, oppure mezzi privati condivisi, car-pooling e carsharing, per diminuire l’impatto ambientale provocato dal sempre maggior utilizzo della macchina negli spostamenti quotidiani, ad iniziare da quelli casalavoro. E via Roma per un giorno si D CASTAGNO È uno dei tre responsabili del comitato promotore per il referendum contro il porcellum trasformerà in un laboratorio a cielo aperto per informare le persone sulle possibilità offerte dalla città. Dalle 10 alle 18 si alterneranno dimostrazioni, spettacoli e prove per i più piccoli. Esperti mostreranno trucchi e pratiche per tenere le due ruote sempre efficienti. Il tutto organizzato da diverse associazioni di Torino che, al momento, non riceveranno nessun contributo, tanto che l’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta, che sarà in via Roma alle 10.30, ringrazia le sigle che hanno deciso comunque di partecipare all’evento. La delibera sui contributi, circa 4 mila euro, è stata fermata per la stretta alla spesa decisa da Palazzo Civico. Se ci saranno i fondi la questione verrà ridiscussa a novembre. (d. lon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA LAVOLTA L’assessore all’ambiente deve gestire per la prima volta l’iniziativa della giornata senz’auto