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Riccio - Clinica Veterinaria Gran Sasso
Il riccio selvatico Il riccio è un mammifero selvatico pertanto non deve essere tenuto in casa alla stregua di un animale domestico. Molti ricci, oltre che in campagna e nei boschi, vivono nei giardini e nei parchi cittadini vicino alle nostre abitazioni. Per questo motivo è facile imbattersi in ricci feriti, affamati o cuccioli rimasti soli. E’ quindi importante, se si vuole prestare aiuto a un riccio in difficoltà, sapere come comportarsi. ANIMALI SELVATICI: ISTRUZIONI DI BASE 1- ogni volta che si trova un animale selvatico occorre valutare se è realmente in pericolo per evitare di sottrarlo inutilmente e sconsideratamente al suo habitat naturale. 2- dopo aver portato a casa l’animale, contattare subito un’associazione protezionista o un centro di recupero per animali selvatici. 3- seguire tutte le istruzioni fornite dagli esperti di animali selvatici, tenendo presente che accudire un animale, anche se piccolo, comporta un considerevole impegno. 4- l’obiettivo finale, quando si cura un esemplare selvatico, è quello di rimetterlo in libertà. E’ bene chiedere ad un esperto il modo migliore per reinserirlo nel suo habitat naturale. DOVE COLLOCARE IL RICCIO Si può sistemare il riccio appena trovato in una scatola di cartone con fogli di carta cucina sul fondo. In seguito lo si può ospitare in una gabbia da coniglio o furetto ampia e dotata di una casetta in legno. Ogni giorno si deve dare la possibilità all’animale di poter camminare il più possibile. Il riccio gradisce molto le crocchette e il cibo in scatola per gatti. L’acqua deve essere posta in una ciotolina con i bordi bassi. Se il riccio è ferito occorrerà farlo visitare, il prima possibile, da un veterinario o portarlo presso un’associazione animalista. Le ferite più frequenti sono dovute a morsicature di cani, a tagli da attrezzi per giardinaggio o a incidenti stradali. Le infezioni respiratorie, soprattutto durante i mesi freddi, sono, invece, tra le malattie più frequenti. I parassiti intestinali e quelli esterni, come zecche e pulci, sono diffusissimi e spesso peggiorano le condizioni di soggetti malati o defedati. Sarà il veterinario a consigliare il prodotto antiparassitario più idoneo in modo tale che l’introduzione del riccio in casa non possa infestare l’ambiente domestico ed eventuali altri animali presenti. RICCI DA AIUTARE I ricci possono essere osservati nelle ore serali quando si “attivano” per procurarsi il cibo. Al contrario, se si incontra un riccio durante il giorno, che cammina lentamente, che si fa prendere con facilità e senza scappare, oppure si nota un piccolo fagottino rosa abbandonato con la cute grinza e gli aculei molli, con molta probabilità ci troviamo di fronte ad un animale in difficoltà. Per aiutarlo occorre portarlo a casa e curarlo o farlo seguire da un centro di recupero per animali selvatici. Tutti i ricci molto magri trovati all’aperto nei mesi freddi, vanno aiutati e tenuti in casa perché, non avendo riserve di grasso corporeo, non supererebbero il letargo. Non si deve mai catturare un riccio sano, per tentare di farne un animaletto da compagnia. ll riccio è un animale selvatico e come tale deve vivere libero e va rispettato. Non tutti gli animali selvatici sono da aiutare. E’ sempre importante capire se la situazione è normale oppure no. DA NON FARE Non prendere né toccare dei cuccioli di riccio che dormono tranquillamente tutti insieme, la madre dopo essersi procurata il cibo torna a occuparsene (eventualmente si può tenere in osservazione la nidiata fino al ritorno della madre). I neonati di riccio sani non devono essere toccati perché se la madre sente un odore estraneo li abbandona. DA FARE Ci si può prendere cura di cuccioli che si agitano, con la pelle raggrinzita, abbandonati da più ore dalla madre. Ricci giovani o adulti molto magri, che camminano di giorno, con andatura incerta, nei pressi di strade, nei mesi precedenti il letargo e durante il letargo (da ottobre a marzo). Ricci che presi in mano non si chiudono a palla. Ricci malati con occhi, naso e bocca pieni di muco. Ricci con ferite, impigliati in recinzioni, caduti in tombini, o altre situazioni gravi, in genere causate dall’uomo che distrugge e inquina il loro habitat naturale. COSA FARE CON RICCI NEONATI E’ possibile occuparsi dello svezzamento di una cucciolata di riccetti rimasti senza la madre. Per prima cosa occorre riscaldare i neonati. Si usa una borsa dell’acqua calda coperta da un asciugamano, messa sul fondo dello scatolone che accoglie i neonati. La scatola deve essere ampia, in modo che i piccoli possano spostarsi dalla zona calda a quella fresca. Si deve acquistare nei negozi specializzati un latte in polvere per cuccioli di cane. Gli esperti di ricci consigliano un prodotto a ridotto contenuto di lattosio e a questo proposito si può consultare un centro di recupero per animali selvatici per farsi indicare il nome commerciale del prodotto più idoneo. In emergenza (il neonato va alimentato il prima possibile) e in attesa di acquistare un latte più indicato, si può usare del latte di capra. Per allattare il piccolo, che durante la manovra deve essere tenuto a pancia in su, ci si può avvalere di una siringa da insulina senz’ago. ALLATTARE I RICCETTI È ENTUSIASMANTE, MA È ANCHE IMPEGNATIVO. Preparazione del latte: Un cucchiaino di latte in polvere sciolto con due cucchiaini di acqua (si può sciogliere anche in una tisana di finocchio). Il latte va somministrato tiepido. Numero di pasti: Inizialmente i neonati hanno bisogno di 7/8 pasti di giorno e 2 di notte. La quantità di latte da somministrare è in funzione del peso del riccio. Un riccio appena nato, che pesa all’incirca 30 grammi, ha bisogno di ben 10 somministrazioni di latte nelle 24 ore di circa 1 ml di latte a pasto. Si aumenta gradatamente la dose fino a raggiungere i 5 ml a pasto, quando il riccetto raggiunge i 100 grammi. E’ bene aggiungere una goccia di integratore multivitaminico al giorno. Massaggio e pulizia a fine pasto: massaggiare sempre la zona dell’addome e passare delicatamente del cotone umido sulla zona genitale in modo da favorire l’emissione di feci ed urine. Se la cute nella zona perianale è irritata la si può ammorbidire con olio di mandorle o di oliva. Materiali : Bilancina per pesare giornalmente i riccetti Carta da cucina e asciugamani Siringhe da insulina Borsa dell’acqua calda Scatole di cartone Errori : Usare il latte di mucca (è un errore gravissimo) Dare troppo cibo Non rispettare gli orari delle poppate Non massaggiare il neonato Sviluppo: O-7 giorni: i ricci hanno pelle rosa e aculei chiari e morbidi, occhi e orecchie chiusi, denti assenti, peso fra 15 e 25 gr. 7 giorni: gli aculei diventano scuri, peso fra 30 e 50 gr. 7-14 giorni: pelle grigia, aculei scuri, peluria, occhi e orecchie iniziano ad aprirsi, peso fra 60 e 80 gr. 14-21 giorni: occhi e orecchie ben aperti, comparsa denti, peso fra 100 e 130 gr. Il riccio che ha vissuto con l’uomo, si può liberare? Quando si tiene in casa un riccio per curarlo, arriva il momento di ridargli la libertà. Ma se il riccio avesse perso la capacità di vivere libero? Sono due le cose essenziali che un riccio deve saper fare: procurarsi il cibo da solo e riconoscere il pericolo. Se il riccio mangia unicamente il cibo offerto dall’uomo nella ciotolina ed è abituato a cani e gatti di casa (non li considera nemici e non si appallottola per difendersi quando loro si avvicinano), soltanto allora si può decidere di tenerlo in casa. COSA MANGIA: La dieta naturale include svariati insetti: cavallette, grilli, mantidi, lombrichi, scarafaggi, millepiedi, chiocciole, poi uova di uccelli, e prede che cattura, come topi e lucertole. La dieta in cattività comprende numerosi alimenti: crocchette per gatti di alta qualità, cibo umido per gattini o furetti, larve della farina, carne cotta di manzo, pollo, vitello, uovo bollito, salmone in scatola, cibo secco in scatola per ricci, riso bollito, purè, carota e mela grattugiata, formaggio magro, biscotto, banana, pera, fiocchi di avena e crusca, uvetta secca, frutti di bosco, pasta, fagioli. Un riccio adulto mangia nella giornata circa 200 gr di cibo. ABITUDINI Il riccio è un camminatore instancabile e compie sistematicamente lo stesso percorso. Con la sua camminata crea un leggero solco, infatti, dove è passato un riccio si vede una “stradina” d’erba schiacciata. Durante la sua camminata, nelle ore notturne, il riccio si nutre di svariati insetti. Il riccio non crea una famiglia, il maschio si accoppia con più femmine e soltanto la femmina accudisce i piccoli. Il riccio va in letargo nei mesi freddi, si prepara un riparo montagnetta per introdursi all’interno e addormentarsi. Da cura della dott.ssa Germana Scerbanenco Libri e siti Libri: Il riccio Ci sono anch’io! Di Marina Setti- Perdisa Editore Il riccio in casa e in giardino Di Bestajovsky- Edagricole Siti: http://hedgehogs.altervista.org/index.php http://www.sosricci.it/ CRAS centri di recupero animali selvatici http://www.recuperoselvatici.it/principale.htm. accatastando rametti e foglie disposti a