Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Piano A.I.B. Quinquennio
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Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Piano A.I.B. Quinquennio
Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica TENUTA PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO PIANO A.I.B. Quinquennio 2009 - 2014 ( Ai sensi dell’art.8 comma 2 della L.353/00 ) INTRODUZIONE ................................................................................................................3 PREMESSA .................................................................................................................3 PIANIFICAZIONE E PREVENZIONE .......................................................................5 FINALITÁ ......................................................................................................................6 CARATTERI TERRITORIALI E CLIMATICI .........................................................8 COPERTURA DEL SUOLO ED ETEROGENEITÁ SPAZIALE ..................9 I SOPRASSUOLI FORESTALI.....................................................................................9 CARATTER I CLIM ATICI ....................................................................................12 INDAGINE STATISTICA .............................................................................................22 PREMESSA ...............................................................................................................23 NUMERO DEGLI INCENDI NEL PERIODO 1996-2008 ...........................23 LOCALIZZAZIONE DEGLI INCENDI ............................................................25 DISTRIBUZIONE TEMPORALE DEGLI INCENDI ....................................26 ZONIZZAZIONE PIROLOGICA ................................................................................27 ANALIS I DEI FATTORI .......................................................................................28 METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DELLE AREE A RISCHIO ....................................................................................................................28 INDICE STOR ICO ..................................................................................................29 INDICE STAZIONALE ..........................................................................................32 LA MAPPATURA DEI COMBUSTIBILI...........................................................................32 ORGANIZZAZIONE A.I.B. .........................................................................................37 PREVENZIONE .......................................................................................................38 LOTTA ATTIVA ......................................................................................................38 SALA OPERATIVA ................................................................................................39 SQUADRE DI SPEGNIMENTO ..........................................................................39 SEGNALAZIONE INCENDI BOSCHIVI .........................................................40 PUNTI D’ACQUA ...................................................................................................48 VIABILITÁ ...............................................................................................................51 PIANO OPERATIVO ANTINCENDIO DELLA TENUTA DI CASTELPORZIANO - ANNO 2009……………………………………….53 -2- CAP. 1 INTRODUZIONE -3- PREMESSA La Tenuta Preside nziale di Caste lporziano, associata ai crite ri di prote zio ne pro pri de lle Riserve Naturali Statali (D.P.R. 136N/99) è partico larmente ricca in te rmini di biodive rsità per i vari e de licati ambienti che ospita ed è costituita da una serie di ecosistemi pregiati che , per la lo ro ubicazio ne, risultano certame nte esposti al rischio degli incendi boschivi. Gli incendi che possono svilupparsi ne ll’area so no descrivibili come incendi d’ interfaccia urbano- foresta, inte ndendo come tale il luogo geografico dove l’area naturale e que lla urbana interferiscono reciprocamente. Tali ince ndi, a causa de lle condizio ni climatiche tipiche degli ambienti po iché medite rrane i, le co ndizioni di po trebbero aridità rive larsi che si estre mamente manifestano gravi normalmente durante il pe riodo estivo, possono alimentare fe no meni di grande inte nsità, come dimostrano quelli partico larmente distruttivi verificatisi in passato ne l vicino Parco di Caste lfusano. A Caste lpo rziano , situato in pro ssimità di impo rtanti e frequentatissime vie di co municazio ne e confinante co n aree a forte espansione abitativa, sono presenti dive rse pro blematiche di inte rfaccia che impongo no la necessità di adottare un dettagliato e specifico quadro pianificatorio pe r fronteggiare pro babili eve nti pirici che risulte rebbero di no tevo le impatto ambientale . Nel co nte mpo la T enuta, proprio per la sua specifica peculiarità istituzio nale , ha delle esige nze non assimilabili a quelle de lle altre riserve naturali dello Stato e che, necessariamente, si ripercuo tono anche sugli strumenti attuativi de lla normativa che la riguarda. -4- CAP. 2 PIANIFICAZIONE E PREVENZIONE -5- FINALITÁ Il pre sente lavoro descrive gli obiettivi pianificato ri o ltre che le misure di preve nzio ne e contrasto dire tto co ntro il fenomeno de gli incendi boschivi prefissati dalla Dire zione de lla Tenuta Presidenziale per il quinque nnio 2009 – 2014. La Tenuta di Castelporziano quale Riserva Naturale de llo Stato ha de lle specifiche peculiarità naturalistiche , le stesse per le quali è stata istituita, ed è quindi precipuo perseguire l’obiettivo di evitare piuttosto che co ntenere gli incendi boschivi. Pertanto, la pianificazione antincendio boschivo si ispira a i principi de lineati nelle linee guida in mate ria o vve ro: • caratte re o meostatico; • inte grazione tra prevenzione ed estinzione; • prio rità di intervento; • aspetto revisio nale di verifica de lla pianificazione; oltre ad attene rsi ai dettami de ll’ art. 12 de lla Legge Quadro sulle Aree Prote tte n. 394 de l 6/12/ 1991 e mira soprattutto a preve nire la probabilità di inso rge nza de gli ince ndi, cercando al contempo di minimizzare la lo ro frequenza e di pre vedere il loro comportamento. Fondamentale ne ll’ individuazione degli indirizzi di pianificazione de lla Tenuta è stata la conoscenza e la disponibilità di informazio ni re lative ai diversi aspe tti ambientali co me l’artico lazio ne spaziale, strutturale e funzionale de lla cope rtura de l suo lo e del suo attuale uso. Aspetto debitame nte considerato è anche la pianificazione faunistica, in quanto la prese nza in Tenuta di ungulati se lvatici comporta ripe rcussioni sulla vege tazione attinenti all’attività di preve nzione . Partico lare atte nzione è stata rivo lta alle aree di co nfine de lla Tenuta pe rché riconducibile a zo ne di interfaccia urbano foresta. Su -6- queste si co ncentrano gli interve nti pianificatori che, in linea generale , privile giano la riduzio ne de l rischio di incendio rispe tto anche alla conse rvazione de i caratteri strutturali e funzio nali de l comple sso forestale. A partire dalle considerazioni sulla natura lito lo gica, morfo logica, faunistica, vege tazionale e di uso de l suolo sono state identificate le diverse po rzioni di territorio in funzio ne de lla lo ro suscettibilità agli incendi. Frutto di tale zonizzazione è l’individuazione di re altà omogenee per pro blematiche piro lo giche quali fatto ri predisponesti e determinanti. Alla Tenuta, ne lla sua complessità, vie ne attribuito un valo re di rischio europe a statico n° unifo rmato 1619/93 alla integrata classifica dalla SG approvata (95) dall’Unione D/ 2205/ 95, per il territo rio italiano, che preve de: zone ad alto r ischio: zone in cui il rischio permane nte o • ciclico di eco logico, ince ndio la di sicurezza foresta de lle minaccia perso ne, de i gravemente be ni, o l’e quilibrio contribuisce all’ acce le razione dei processi di dese rtificazione; • zone a medio ris chio: le zone in cui il rischio di ince ndio di fo resta, pur no n essendo permanente o ciclico, può minacciare in misura rile vante gli ecosiste mi fo restali; • zone a basso r ischio: tutte le altre zone. A questo si aggiunge una ulte rio re classificazio ne che, in scala di de ttaglio , attribuisce un valore di rischio ad ogni specifica zona de lla Tenuta. Quest’ ultimo tie ne conto de lle caratte ristiche legate alla stazione , quindi statiche, e di que lle le gate all’uso , al costume ecc. e quindi dinamiche . -7- CAP. 3 CARATTERI TERRITORIALI E CLIMATICI -8- COPERTURA DEL SUOLO ED ETEROGENEITÁ SPAZIALE Nella Tenuta sono presenti no ve classi di copertura e di utilizzo de l suo lo come di seguito e lencati: Classi SUPERFICIE (HA) Castelporziano e Capocotta 1 PINETA 2 QUERCETO E BOSCO MISTO DI LATIFOGLIE 3 QUERCETO DI LECCIO 261,40 4 MACCHIA MEDITERRANEA 132,50 MACCHIA MEDITERRANEA A PREVALENZA DI LECCIO 554,70 5 SUGHERETA 461,50 6 PIANTAGIONI SPECIALI 72,60 7 FORMAZIONI IGROFILE 36,90 8 PASCOLI 112,60 ZONE AGRARIE 453,00 ZONE APERTE (PRATERIE ARIDE) 662,60 9 752,00 2.306,50 TOTALE SUPERFICIE (HA) 5.806,30 Tab. 3.1 – Classi vegetazionali. I SOPRASSUOLI FORESTALI La Tenuta di Caste lpo rziano a cui è stata annessa dal 1985 que lla di Capoco tta, ha una superficie di circa 6.000 e ttari e nonostante la crescente espansione di Ro ma verso il mare , co nserva al pro prio inte rno gli ambienti originari de lla fo re sta planiziaria tipica de l litorale tirre nico centrale . Due circostanze hanno favorito la sopravvive nza di questo ecosiste ma difficilmente riscontrabile ne l bacino de l medite rraneo . Infatti, in tempi remoti, la malaria ne lle zone paludose ha ostaco lato la recenti destinazio ne la pre senza pe rmanente prevale nte de ll’uo mo , per limitato la diffusio ne di que lle agrico le . -9- le me ntre attività in que lli venatorie ha L’e levato valore naturalistico di Caste lpo rziano è stato riconosciuto in sede internazionale dall’UN ESCO, e come Riserva Naturale de llo Stato dal Presidente de lla Repubblica con il decreto n. 136N de l 5 maggio 1999. Si tratta di un atto significativo, po iché alla funzione istituzio nale di re sidenza de l Capo de llo Stato viene aggiunta anche que lla di area di prote zio ne, in cui migliaia di spe cie ve getali e d animali posso no trovare condizio ne idonee alla loro co nservazione . E’ da segnalare ino ltre che a Caste lpo rziano so no state individuate due aree SIC ( la IT6030027 e la IT 6030028) pe r una superficie complessiva di circa 755 e ttari. Nell’ecosistema de lla Tenuta, i boschi occupano una posizione preminente po iché si este ndono complessivamente su ha 4.584,3, de i quali ha 3.640,3 (62,6%) ne l territorio di Caste lporziano ed ha 944 ( 16,2%) in quello di Capoco tta. Le rice rche co ndotte presso il Quirinale e gli archivi dello Stato indicano che le vicende storiche non hanno mancato di far sentire la lo ro influe nza sulle aree boscate a causa de lle utilizzazioni irre go lari, verificate si durante i periodi be llici per far fro nte alle esigenze de lle popo lazioni e de lle truppe occupanti. Con l’ avvento de lla Repubblica, ha avuto inizio la ricostituzione de i boschi e l’applicazione di piani di assestame nto decennali, a partire dal 1949, che hanno portato all’ attuale assetto ed alla valo rizzazione de l patrimonio forestale esistente. Per meglio corrisponde re ai nuo vi compiti, nazionali ed inte rnazio nali, affidati alla Tenuta, il Segretariato Generale de lla Repubblica ha istituito ne l 1994 un’apposita Commissione TecnicoScientifica che, sotto la guida de l Pro f. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza ha pro mosso un vasto programma di monito raggio , in co llaborazione con le Università e numerosi o rganismi di ricerca sulle condizio ni biotiche ed abiotiche de ll’ ecosiste ma. - 10 - Ino ltre, è stato predisposto ne l 2000 - 2005, come pre visto dalla le gge sui Parchi e sulle Rise rve naturali, uno spe cifico piano di gestio ne. Per quanto riguarda i soprassuo li forestali è stato necessario , quindi, armonizzare gli indirizzi e gli o bbiettivi previsti ne i piani di assestamento derivano pre cedenti dalle esigenze con di la destinazione pro tezio ne, e le stabilite funzio ni dalla che nuo va zonizzazione de l territorio. A questo scopo , si è pro vve duto alla revisione de ll’ultimo piano di assestamento di Caste lporziano (1987 - 1998) ed alla formulazione de l piano di gestio ne per l’area di Capocotta, che ne era priva. I crite ri se guiti si discostano da que lli adottati ne i piani di assestamento classici, che mirano ad ottenere la pro duzio ne le gnosa massima e costante in rapporto alle caratteristiche dell’ecosistema, mentre si è preferito assumere come obbiettivo fo ndamentale la rinnovazione naturale , che è la premessa pe r la co nservazione e pe r la sostenibilità de l patrimo nio boschivo. - 11 - CARATTERI CLIMATICI Le condizioni me teoro lo giche e stazio nali costituiscono un fattore predisponente di grande importanza, pe r cui è necessario dispo rre di un valido servizio di pre visione . La Tenuta dispo ne di una rete di monito raggio ambientale che registra info rmazioni climatiche di vario genere e le archivia presso la sede de ll’Osse rvatorio de i Sistemi Costie ri. Di se guito vengono riportate le e laborazioni climatiche dedotte dal decennio 1996-2006. Tale analisi ha soprattutto lo sco po d i sotto line are l’ impo rtanza di co nsiderare le variabili me teoro lo giche in pianificazione . I dati massima considerati giornaliera, sono re lativi l’umidità alla re lativa te mpe ratura de ll’ area ed minima e intensità e dire zio ne de l vento. 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO MARZO Graf. 3.1 – APRILE Andamento MAGGIO GIUGNO mensile LUGLIO della periodo 1996-2006. - 12 - AGOSTO SETTEMBRE temperatura OTTOBRE media NOVEMBRE giornaliera. DICEMBRE Medie 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO MARZO Graf. 3.2 – APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE Andamento mensile della temperatura massima e minima giornaliera. Medie periodo 1996-2006. 100,00 90,00 80,00 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO MARZO Graf. 3.3 – APRILE MAGGIO Andamento GIUGNO mensile LUGLIO AGOSTO dell’umidità 1996-2006. - 13 - SETTEMBRE media OTTOBRE giornaliera. NOVEMBRE Medie DICEMBRE periodo 180,00 160,00 140,00 120,00 100,00 80,00 60,00 40,00 20,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO Graf. 3.4 – MARZO APRILE Andamento MAGGIO GIUGNO mensile LUGLIO AGOSTO dell’umidità SETTEMBRE relativa OTTOBRE NOVEMBRE massima e DICEMBRE minima giornaliera. Medie periodo 1996-2006. 70,00 40,00 35,00 60,00 30,00 50,00 25,00 % °C 40,00 20,00 Tem. Max Umidità relativa min. 30,00 15,00 20,00 10,00 10,00 5,00 0,00 SETTEMBR OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE E GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO Tem. Max 17,20 17,44 20,87 23,65 28,49 33,29 34,51 35,07 30,22 26,28 23,05 18,47 Umidità relativa min. 49,64 51,73 45,45 50,64 46,27 42,64 40,27 44,55 55,27 63,64 57,09 52,45 Graf. 3.5 – 0,00 Correlazione tra umidità relativa minima e temperatura massima. Medie periodo 1996-2006. Dall’analisi dei dati emerge che, dal punto di vista dei fatto ri predispo nenti, il periodo maggiormente a rischio è quello compreso tra la prima decade di maggio e quella di se ttembre con valo ri di temperatura massima mediamente compresi tra 28,49 °C e 35,07°C - 14 - ed i valori medi di umidità relativa dell’ aria compresi tra il 46,27 e d il 55,27%. Comunque , per la propagazione degli ince ndi boschivi, il fattore meteoro logico di gran lunga più rilevante rimane il ve nto. Dall’ analisi de i dati anemo lo gici (si precisa che i dati re lativi a ve locità e direzio ne de l vento non sono puntualme nte disponibili pertanto l’ analisi ha un maggior margine di incertezza) , il vento risulta avere una prove nienza dominante ne l periodo estivo S/SE, mentre per que llo inve rnale N/NE. 30,00 25,00 km/h 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE Media delle minime 9,49 10,25 10,74 10,93 9,52 9,05 9,66 8,10 8,81 8,76 11,17 Media 5,40 7,15 5,39 7,22 7,11 6,38 5,56 5,84 6,03 5,78 6,39 5,94 Media delle massime 19,23 20,53 20,91 22,63 17,41 18,43 16,93 15,48 17,74 17,39 27,36 20,25 Graf. 3.6 – NOVEMBRE DICEMBRE 9,95 Velocità del vento minima, media e massima. Medie periodo 19962006. La ve locità de l vento, ne l pe rio do compreso tra maggio e settembre , periodo a rischio , non supera in media i 18,43 km/h. Per un maggior dettaglio de i dati meteo ro lo gici illustrati di seguito si riporta il riepilo go numerico in tabe lle. - 15 - 14,90 12,00 19,40 GENNAIO 15,04 11,40 18,00 GENNAIO 13,75 9,80 16,40 GENNAIO 13,65 4,00 18,00 GENNAIO 11,50 6,60 15,60 GENNAIO 13,70 8,20 19,80 MEDIA MIN MAX 1997 MEDIA MIN MAX 1998 MEDIA MIN MAX 1999 MEDIA MIN MAX 2000 MEDIA MIN MAX 2001 MEDIA MIN MAX 17,80 7,80 14,27 FEBBRAIO 16,60 11,40 14,37 FEBBRAIO 16,00 5,60 11,84 FEBBRAIO 19,40 12,00 15,36 FEBBRAIO 17,40 13,00 15,16 FEBBRAIO 16,00 7,87 12,35 FEBBRAIO 23,80 12,00 18,19 MARZO 18,80 6,40 15,59 MARZO 22,20 12,00 16,20 MARZO 20,40 9,00 15,57 MARZO 21,20 14,80 18,24 MARZO 17,60 10,00 14,62 MARZO 23,40 11,20 18,23 APRILE 27,40 13,60 19,12 APRILE 23,40 14,60 18,25 APRILE 22,80 14,80 18,47 APRILE 21,40 11,00 16,71 APRILE 22,40 14,60 19,04 APRILE 30,80 16,20 24,90 MAGGIO 27,00 20,20 24,34 MAGGIO 28,60 19,20 23,60 MAGGIO 27,20 16,60 22,84 MAGGIO 28,80 18,00 23,67 MAGGIO 27,60 18,00 22,14 MAGGIO 31,80 14,80 27,01 GIUGNO 31,40 24,60 28,11 GIUGNO 33,00 22,20 27,61 GIUGNO 34,20 22,00 27,33 GIUGNO 31,00 19,40 27,00 GIUGNO 33,00 23,20 27,66 GIUGNO 33,40 25,40 29,83 LUGLIO 34,60 24,40 29,23 LUGLIO 33,20 25,60 29,77 LUGLIO 34,80 27,00 30,40 LUGLIO 32,40 25,00 29,25 LUGLIO 35,00 26,00 29,18 LUGLIO 35,00 26,60 31,57 AGOSTO 36,60 26,20 31,86 AGOSTO 37,60 27,20 31,03 AGOSTO 37,40 26,00 31,73 AGOSTO 34,00 26,80 30,47 AGOSTO 33,40 26,40 30,14 AGOSTO - 16 - 28,20 22,00 25,33 SETTEMBRE 30,40 21,40 27,28 SETTEMBRE 30,40 22,00 27,15 SETTEMBRE 29,80 22,00 25,82 SETTEMBRE 33,00 22,00 28,39 SETTEMBRE 27,00 18,00 23,89 SETTEMBRE Tab. 3.2 – Temperatura (°C) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001. GENNAIO 1996 28,40 23,00 25,62 OTTOBRE 29,80 19,80 22,72 OTTOBRE 26,00 19,00 22,99 OTTOBRE 24,00 17,40 21,56 OTTOBRE 28,20 9,80 22,37 OTTOBRE 24,00 17,80 20,99 OTTOBRE 23,40 11,40 18,55 NOVEMBRE 22,20 12,40 18,43 NOVEMBRE 23,80 12,40 17,23 NOVEMBRE 23,00 8,20 15,35 NOVEMBRE 21,20 9,20 17,18 NOVEMBRE 22,40 12,20 18,20 NOVEMBRE 17,60 6,60 11,45 DICEMBRE 19,20 11,20 15,89 DICEMBRE 17,80 7,80 13,32 DICEMBRE 17,40 8,40 12,48 DICEMBRE 18,80 10,40 14,14 DICEMBRE 19,00 3,80 13,78 DICEMBRE 12,43 6,20 17,40 GENNAIO 13,14 7,00 17,60 GENNAIO 11,37 2,80 17,00 GENNAIO 11,14 5,80 15,00 GENNAIO 11,21 7,00 15,00 MEDIA MIN MAX 2003 MEDIA MIN MAX 2004 MEDIA MIN MAX 2005 MEDIA MIN MAX 2006 MEDIA MIN MAX 18,80 8,20 13,15 FEBBRAIO 17,20 8,00 10,91 FEBBRAIO 18,40 7,00 13,72 FEBBRAIO 16,00 7,40 11,89 FEBBRAIO 18,20 13,00 15,61 FEBBRAIO 20,00 9,60 14,41 MARZO 21,00 7,00 15,30 MARZO 18,00 10,00 14,69 MARZO 21,60 13,00 16,92 MARZO 25,00 13,40 18,62 MARZO 23,60 15,20 19,89 APRILE 24,80 12,00 18,22 APRILE 22,00 14,00 17,84 APRILE 25,00 10,40 19,13 APRILE 24,00 11,20 19,42 APRILE 30,60 19,40 24,08 MAGGIO 30,00 20,60 24,75 MAGGIO 25,00 17,00 21,41 MAGGIO 30,60 22,20 26,15 MAGGIO 27,20 19,00 23,15 MAGGIO 33,80 18,20 27,26 GIUGNO 34,00 22,00 27,91 GIUGNO 33,80 22,00 27,31 GIUGNO 35,80 26,40 31,88 GIUGNO 34,40 22,80 29,00 GIUGNO 34,00 27,20 31,34 LUGLIO 38,00 26,20 30,92 LUGLIO 35,00 25,80 31,10 LUGLIO 36,20 29,60 32,46 LUGLIO 33,00 25,20 29,39 LUGLIO 36,20 25,20 29,27 AGOSTO 32,00 24,00 28,79 AGOSTO 32,80 28,00 30,49 AGOSTO 38,80 28,00 34,50 AGOSTO 32,00 24,00 28,24 AGOSTO - 17 - 31,20 19,00 26,85 SETTEMBRE 31,00 23,20 26,59 SETTEMBRE 31,80 21,80 27,17 SETTEMBRE 31,40 22,60 26,81 SETTEMBRE 28,20 20,20 25,34 SETTEMBRE Tab. 3.3 – Temperatura (°C) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006. GENNAIO 2002 27,00 18,60 23,73 OTTOBRE 25,40 16,00 21,74 OTTOBRE 25,70 18,00 23,16 OTTOBRE 26,60 15,40 21,62 OTTOBRE 24,00 20,00 22,29 OTTOBRE 24,00 10,00 18,41 NOVEMBRE 23,20 10,20 17,49 NOVEMBRE 26,00 11,20 16,55 NOVEMBRE 22,40 12,80 18,77 NOVEMBRE 22,00 11,40 18,85 NOVEMBRE 19,40 11,60 15,43 DICEMBRE 17,20 7,80 12,15 DICEMBRE 19,40 8,40 13,87 DICEMBRE 20,40 8,00 14,03 DICEMBRE 17,00 11,00 14,31 DICEMBRE 79,26 60,00 97,00 GENNAIO 84,23 62,00 97,00 GENNAIO 82,10 66,00 97,00 GENNAIO 78,45 50,00 100,00 GENNAIO 78,94 49,00 93,00 GENNAIO 84,32 55,00 94,00 MEDIA MIN MAX 1997 MEDIA MIN MAX 1998 MEDIA MIN MAX 1999 MEDIA MIN MAX 2000 MEDIA MIN MAX 2001 MEDIA MIN MAX 95,00 56,00 80,07 FEBBRAIO 97,00 50,00 79,14 FEBBRAIO 98,00 55,00 78,79 FEBBRAIO 98,00 54,00 76,11 FEBBRAIO 95,00 46,00 77,93 FEBBRAIO 97,00 46,00 71,90 FEBBRAIO 95,00 55,00 83,55 MARZO 97,00 50,00 79,45 MARZO 96,00 52,00 78,97 MARZO 95,00 31,00 64,90 MARZO 97,00 38,00 67,26 MARZO 93,00 44,00 69,77 MARZO 95,00 62,00 78,37 APRILE 95,00 44,00 77,90 APRILE 95,00 60,00 81,60 APRILE 94,00 54,00 73,53 APRILE 94,00 30,00 69,00 APRILE 95,00 50,00 73,43 APRILE 95,00 52,00 74,10 MAGGIO 90,00 58,00 77,58 MAGGIO 98,00 50,00 81,77 MAGGIO 98,00 48,00 72,00 MAGGIO 86,00 31,00 65,77 MAGGIO 96,00 39,00 74,39 MAGGIO 88,00 40,00 69,00 GIUGNO 95,00 38,00 75,27 GIUGNO 95,00 48,00 69,87 GIUGNO 86,00 37,00 67,57 GIUGNO 94,00 40,00 70,43 GIUGNO 92,00 54,00 69,20 GIUGNO 87,00 48,00 69,45 LUGLIO 92,00 45,00 74,71 LUGLIO 92,00 44,00 76,39 LUGLIO 93,00 0,00 68,29 LUGLIO 96,00 47,00 64,81 LUGLIO 82,00 42,00 64,65 LUGLIO 93,00 43,00 71,77 AGOSTO 97,00 56,00 74,84 AGOSTO 95,00 27,00 69,13 AGOSTO 85,00 43,00 65,48 AGOSTO 95,00 44,00 66,16 AGOSTO 96,00 50,00 72,32 AGOSTO - 18 - Tab. 3.4 – Umidità (%) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001. GENNAIO 1996 90,00 60,00 75,30 SETTEMBRE 93,00 60,00 80,73 SETTEMBRE 96,00 46,00 75,47 SETTEMBRE 90,00 47,00 74,50 SETTEMBRE 94,00 48,00 70,53 SETTEMBRE 96,00 63,00 83,27 SETTEMBRE 92,00 70,00 82,52 OTTOBRE 98,00 50,00 93,00 OTTOBRE 98,00 67,00 84,81 OTTOBRE 100,00 70,00 85,39 OTTOBRE 96,00 50,00 79,19 OTTOBRE 98,00 66,00 84,06 OTTOBRE 95,00 46,00 75,77 NOVEMBRE 98,00 75,00 89,63 NOVEMBRE 97,00 57,00 81,50 NOVEMBRE 94,00 52,00 77,03 NOVEMBRE 98,00 63,00 83,97 NOVEMBRE 97,00 58,00 82,50 NOVEMBRE 90,00 50,00 71,80 DICEMBRE 97,00 65,00 84,29 DICEMBRE 97,00 50,00 81,58 DICEMBRE 93,00 50,00 77,06 DICEMBRE 97,00 46,00 77,58 DICEMBRE 100,00 50,00 81,68 DICEMBRE 72,61 7,00 92,00 GENNAIO 78,32 42,00 95,00 GENNAIO 80,13 50,00 100,00 GENNAIO 81,00 50,00 96,00 GENNAIO 78,00 55,00 97,00 MEDIA MIN MAX 2003 MEDIA MIN MAX 2004 MEDIA MIN MAX 2005 MEDIA MIN MAX 2006 MEDIA MIN MAX 98,00 54,00 81,86 FEBBRAIO 92,00 40,00 73,36 FEBBRAIO 95,00 60,00 81,34 FEBBRAIO 93,00 50,00 68,64 FEBBRAIO 95,00 58,00 78,43 FEBBRAIO 100,00 50,00 86,13 MARZO 95,00 39,00 78,29 MARZO 97,00 50,00 78,10 MARZO 98,00 46,00 76,16 MARZO 93,00 45,00 71,16 MARZO 100,00 34,00 83,83 APRILE 98,00 55,00 78,59 APRILE 97,00 60,00 83,77 APRILE 96,00 45,00 78,87 APRILE 95,00 63,00 78,40 APRILE 90,00 56,00 79,77 MAGGIO 98,00 53,00 73,87 MAGGIO 96,00 40,00 75,63 MAGGIO 95,00 40,00 71,58 MAGGIO 91,00 42,00 73,48 MAGGIO 97,00 40,00 69,67 GIUGNO 96,00 48,00 73,93 GIUGNO 98,00 44,00 68,59 GIUGNO 90,00 40,00 65,24 GIUGNO 87,00 40,00 61,77 GIUGNO 93,00 60,00 73,35 LUGLIO 91,00 32,00 70,19 LUGLIO 88,00 35,00 60,61 LUGLIO 95,00 40,00 68,26 LUGLIO 98,00 50,00 73,61 LUGLIO 90,00 47,00 73,61 AGOSTO 96,00 50,00 76,39 AGOSTO 86,00 30,00 60,10 AGOSTO 95,00 40,00 64,39 AGOSTO 96,00 60,00 83,74 AGOSTO - 19 - Tab. 3.5 – Umidità (%) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006. GENNAIO 2002 96,00 64,00 83,67 SETTEMBRE 98,00 70,00 88,63 SETTEMBRE 94,00 40,00 71,73 SETTEMBRE 98,00 50,00 74,80 SETTEMBRE 96,00 60,00 81,60 SETTEMBRE 96,00 65,00 84,32 OTTOBRE 98,00 69,00 86,84 OTTOBRE 96,00 68,00 87,71 OTTOBRE 98,00 60,00 84,39 OTTOBRE 93,00 65,00 81,00 OTTOBRE 100,00 62,00 85,37 NOVEMBRE 95,00 50,00 79,80 NOVEMBRE 98,00 45,00 81,13 NOVEMBRE 98,00 65,00 85,63 NOVEMBRE 96,00 55,00 79,97 NOVEMBRE 98,00 69,00 85,19 DICEMBRE 98,00 45,00 82,94 DICEMBRE 98,00 52,00 83,68 DICEMBRE 100,00 50,00 79,61 DICEMBRE 96,00 50,00 86,68 DICEMBRE 7,00 22,40 GENNAIO 12,34 7,00 33,00 GENNAIO 8,24 7,00 13,50 GENNAIO 9,45 0,00 19,00 MIN MAX 1999 MEDIA MIN MAX 2000 MEDIA MIN MAX 2001 MEDIA MIN MAX 22,00 2,50 11,15 MARZO 16,80 0,00 8,22 MARZO 30,00 7,40 13,16 MARZO 23,00 0,80 16,40 7,40 9,73 APRILE 19,60 7,40 10,11 APRILE 30,00 7,00 13,40 APRILE 30,20 8,20 14,75 APRILE 27,00 7,30 11,69 APRILE APRILE 14,20 7,00 8,65 MAGGIO 10,40 7,00 8,34 MAGGIO 15,80 7,50 9,60 MAGGIO 25,00 7,00 10,89 MAGGIO 22,00 7,50 11,09 MAGGIO MAGGIO 29,00 7,50 11,54 GIUGNO 11,80 7,00 8,44 GIUGNO GIUGNO 19,50 7,40 11,31 GIUGNO 28,00 7,50 12,81 GIUGNO 23,00 0,00 4,03 GIUGNO 15,60 0,80 8,59 LUGLIO 19,50 7,50 10,90 LUGLIO LUGLIO LUGLIO 22,00 8,20 11,57 LUGLIO 25,00 0,00 10,94 LUGLIO 18,50 7,00 8,60 AGOSTO 12,00 7,00 8,58 AGOSTO 15,40 7,50 9,32 AGOSTO AGOSTO 14,00 2,40 9,73 AGOSTO 11,90 0,00 1,86 AGOSTO 17,30 7,00 9,88 SETTEMBRE 30,00 7,00 10,53 SETTEMBRE 17,60 5,40 9,06 SETTEMBRE SETTEMBRE 17,60 7,50 10,10 SETTEMBRE 15,80 0,00 5,19 SETTEMBRE - 20 - Tab. 3.6 – Velocità del vento (km/h) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001. 18,60 7,00 10,05 FEBBRAIO 16,30 6,00 8,21 FEBBRAIO 25,40 8,50 13,01 FEBBRAIO 20,30 7,20 12,03 11,33 MEDIA 11,34 MARZO FEBBRAIO GENNAIO 1998 MARZO 20,00 FEBBRAIO MAX GENNAIO 1997 10,00 13,00 MAX MIN 0,00 MIN MARZO 15,58 6,51 MEDIA FEBBRAIO MEDIA GENNAIO 1996 18,00 7,00 8,29 OTTOBRE 18,50 0,00 8,72 OTTOBRE 20,10 7,00 9,87 OTTOBRE 12,60 7,80 10,03 OTTOBRE 21,40 7,40 12,13 OTTOBRE 14,60 0,00 2,13 OTTOBRE 19,50 7,00 9,49 NOVEMBRE 32,00 7,00 12,83 NOVEMBRE 17,70 7,00 9,28 NOVEMBRE 25,00 7,90 12,28 NOVEMBRE 34,00 7,10 12,01 NOVEMBRE NOVEMBRE 23,00 7,00 10,25 DICEMBRE 15,70 7,00 8,99 DICEMBRE DICEMBRE 19,60 2,80 10,70 DICEMBRE 19,50 2,50 10,21 DICEMBRE DICEMBRE 8,70 6,00 19,50 GENNAIO 11,31 7,20 25,00 GENNAIO 9,60 6,40 19,80 GENNAIO 9,81 6,40 18,40 GENNAIO 7,64 7,00 8,70 MEDIA MIN MAX 2003 MEDIA MIN MAX 2004 MEDIA MIN MAX 2005 MEDIA MIN MAX 2006 MEDIA MIN MAX FEBBRAIO 15,60 7,30 9,73 FEBBRAIO 30,00 7,00 10,26 FEBBRAIO 18,50 7,00 10,30 FEBBRAIO 19,50 7,20 9,10 FEBBRAIO MARZO 16,40 7,00 8,96 MARZO 12,00 6,80 8,04 MARZO 18,00 7,00 8,83 MARZO 30,00 7,00 10,73 MARZO APRILE 26,00 7,30 9,80 APRILE 14,20 6,40 8,86 APRILE 25,00 7,00 10,64 APRILE 15,30 7,00 9,43 APRILE MAGGIO 16,40 7,00 9,44 MAGGIO 17,80 7,00 9,44 MAGGIO 15,70 7,00 9,32 MAGGIO 19,40 7,00 8,91 MAGGIO GIUGNO 12,20 7,00 8,47 GIUGNO 15,40 7,00 8,25 GIUGNO 12,00 7,00 7,94 GIUGNO 15,00 7,00 8,68 GIUGNO LUGLIO 15,00 7,00 9,68 LUGLIO 9,70 7,00 7,63 LUGLIO 15,30 7,00 9,23 LUGLIO 13,30 7,00 8,79 LUGLIO AGOSTO 15,80 7,20 9,16 AGOSTO 16,00 7,50 7,50 AGOSTO 20,00 7,00 8,60 AGOSTO 15,70 7,00 9,59 AGOSTO SETTEMBRE 13,40 7,40 8,29 SETTEMBRE 19,50 6,00 9,06 SETTEMBRE 14,00 7,00 8,44 SETTEMBRE 14,50 7,00 8,78 SETTEMBRE - 21 - Tab. 3.7 – Velocità del vento (km/h) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006. GENNAIO 2002 OTTOBRE 12,50 7,30 7,99 OTTOBRE 19,60 7,30 9,52 OTTOBRE 17,40 7,00 9,56 OTTOBRE 19,20 7,00 9,40 OTTOBRE NOVEMBRE 30,00 6,80 10,65 NOVEMBRE 19,40 7,30 9,74 NOVEMBRE 30,20 7,00 10,97 NOVEMBRE 38,40 0,40 13,28 NOVEMBRE DICEMBRE 20,00 7,30 10,36 DICEMBRE 27,00 7,30 10,32 DICEMBRE 19,80 6,60 9,90 DICEMBRE 17,40 7,00 8,84 DICEMBRE CAP. 4 INDAGINE STATISTICA - 22 - PREMESSA L’e levato forestali indice presenti, la di boscosità, lo ro la diffusio ne, tipo logia unitame nte de lle fo rmazio ni alle partico lari condizio ni climatiche, rendo no gli incendi boschivi un feno meno di significativa rile vanza pe r la Tenuta Presidenziale di Caste lporziano . Al fine di valutare l’ incidenza de l fenomeno e soprattutto pe r ottene re informazioni utili per la pianificazione de lla preve nzione e de lla lotta attiva, è stato esaminato ed informatizzato in un DATABASE degli incendi pregressi, il registro degli incendi e labo rato annualmente dal personale in se rvizio presso la Direzione de lla Tenuta. La scheda di rile vame nto utilizzata all’ inte rno de lla Tenuta costituisce un valido strumento co noscitivo de l fenomeno ince ndi seppur re lativo alla so la Rise rva ed all’ are a circostante. La scheda contie ne caratte rizzazio ne de l elabo rate, co nse ntono strutturare e calibrare dive rsi tipi di informazio ne singo lo incendio analisi statistiche l’organizzazione che, de l utili alla opportuname nte utiliz zate servizio po i per antince nd i boschivi. NUMERO DEGLI INCENDI NEL PERIODO 1996-2008 Dall’ analisi de i re gistri e merge che il servizio antincendi de lla Tenuta è stato attivato , dal 1996 ad oggi, 219 vo lte con una me dia di circa 18 ince ndi all’anno . Nella tabe lla e ne l grafico che seguono viene riportato l’ andamento de gli incendi ce nsiti dal quale emerge che dal 1996, il trie nnio 1999-2001 è stato que llo con il maggio r numero di incendi, - 23 - comple ssivamente il 41% di que lli verificatisi ne ll’ intero decennio , mentre il 1999 è stato il peggio re anno visto che da so lo copre il 23%. gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Tot 1996 0 0 0 0 0 0 4 2 0 0 0 0 6 1997 0 0 0 0 0 0 4 5 2 0 0 0 11 1998 0 0 0 0 0 0 2 10 1 0 1 0 14 1999 0 0 0 0 0 6 29 9 1 1 0 0 46 2000 0 0 0 0 0 1 5 14 6 0 0 1 27 2001 0 0 0 0 0 6 16 6 6 0 0 0 34 2002 0 0 0 0 0 1 5 5 0 0 0 0 11 2003 0 1 0 0 3 8 5 7 0 0 1 0 25 2004 0 0 0 0 0 1 7 0 0 0 0 0 8 2005 0 0 0 0 0 6 2 1 1 0 0 0 10 2006 0 0 0 0 2 1 4 0 0 0 0 0 7 2007 0 0 0 0 0 0 6 6 0 0 0 0 12 2008 0 0 0 0 0 0 5 3 0 0 0 0 8 0 1 0 0 5 30 94 68 17 1 2 1 219 Tot mese Tab. 4.1 – Numero incendi per mese e per gli anni 1996 – 2008 - 24 - 50 45 40 35 incendi 30 25 20 15 10 5 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 anno Graf. 4.1 – Numero incendi per anno; periodo 1996 – 2008 LOCALIZZAZIONE DEGLI INCENDI Dei 219 inte rve nti menzionati so lamente 11 hanno avuto inizio od hanno interessato l’ interno de lla Tenuta mentre , 61 si sono sviluppati ai suo i co nfini senza riuscire peraltro a superarli, infine 147 inte rve nti sono stati effettuati all’esterno sia a caratte re preve ntivo che a suppo rto di altre realtà territo riali adiacenti. Segue la sche matizzazio ne classificati pe r ubicazio ne. - 25 - de l nume ro di incendi classificazione incendi per ubicazione 11 61 147 ESTERNI CONFINE INTERNI Graf 4.2 Classificazione degli incendi per ubicazione. La maggior parte degli incendi registrati avvengono quindi all’esterno dei confini della Tenuta anche se ciò non può essere considerato necessariamente un dato rassicurante, in quanto sono registrati come tali i principi di incendio che avvengono a partire da 20 m di distanza dal confine, con una probabilità molto alta quindi di arrivare ad interessare la Tenuta stessa in assenza di un sollecito intervento di estinzione. DISTRIBUZIONE TEMPORALE DEGLI INCENDI Dall’analisi dell’andamento degli incendi per mese risulta che il periodo a maggior rischio di insorgenza incendi è compreso tra maggio e settembre con un picco nel mese di luglio. - 26 - CAP. 5 ZONIZZAZIONE PIROLOGICA - 27 - ANALISI DEI FATTORI L’analisi de i fatto ri pre disponenti e determinanti un incendio è fondame ntale pe r poter individuare le aree ed i perio di a rischio, nonché per pote r attivare tutte le misure di preve nzione ed estinzio ne. Ciò comporta l’ analisi di mo lti fatto ri che influe nzano, in modo dire tto od indire tto , la possibilità di innesco di un fuoco . Questi fattori non sempre so no facilmente individuabili e quantificabili, anche per l’assenza di specifiche banche dati. Allo stato attuale non esiste in Tenuta la zo nizzazio ne piro logica de l territo rio , pe rtanto, pe r procede re alla dete rminazione di aree co n lo stesso live llo di suscettibilità piro lo gica, o vve ro de lle aree omogenee dal punto di vista de l rischio di incendio , ve rranno e labo rati i dati dispo nibili in manie ra da o ttene re due indici di zonizzazio ne uno storico e l’altro stazio nale. METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DELLE AREE A RISCHIO I dati acquisiti e l’utilizzo di tecno logie informatiche d’avanguardia, co nsento no l’e laborazione di un indice di rischio pe r la Te nuta, artico lato in due parti: - un indice sto rico; - un indice stazionale - vegetazionale . L’ indice sto rico e sprime la pro pensione de l te rritorio ad esse re percorso dal fuoco, ovvero analizza i fattori pre disponenti dando maggio r peso a quelli climatici e di accadimento pre gre sso. L’ indice stazio nale costituisce l’e lemento di valutazione per la definizio ne de l perico lo infrastrutturale do ve ve ngono pesate compone nti co me la mo rfo logia e la vegetazione , la viabilità, le aree urbanizzate , le infrastrutture ecc. - 28 - La so mma de i due valori, indice storico e indice stazionale vegetazionale , ha quindi fo rnito un valo re pe r ogni zona ricondotto alle classi territo riali di perico lo: - basso; - medio; - alto . INDICE STORICO Per valutare la suscettibilità o possibilità di un territorio a d essere pe rcorso da incendi sono stati co nsiderati i dati statistici de l perio do 1996-2008, già ampiamente trattati ne l capito lo re lativo alla “caratteri territo riali e climatici” e qui so lo parzialmente ripo rtati. Tra i dati storici co nsiderati, ovvero caratteri climatici e nume ro di ince ndi, hanno partico lare incide nza que lli re lativi alla frequenza di accadimento, ovvero la localizzazio ne degli incendi pregressi. Come evidenziato ne l capito lo re lativo alle indagini statistiche, ne l pe rio do e ne l territorio conside rato, si so no ve rificati 219 incendi di cui 208, il 95 %, tra esterni e di confine. Nonostante , non sia stato possibile , per la mancata rile vazio ne de lle coo rdinate geografiche di ogni singo lo evento, risalire all’ ubicazione pre cisa degli incendi, dall’analisi de i dati disponibili emerge che le aree in cui maggio re è la frequenza di accadimento sono que lle limitrofe alle aree urbanizzate ed alle grandi vie di comunicazio ne che lambiscono la Tenuta. Dal punto di vista climatico, come evide nziato ne l grafico 5.1 , ne i mesi di luglio ed agosto si re gistra un picco ne l numero de gli incendi, infatti in questi due mesi avvengo no il 71,4 % degli eve nti. - 29 - ANDAMENTO DEGLI INCENDI PER MESE PERIODO 1996-2006 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 GENNAIO Graf. 5.1 – MARZO MAGGIO Andamento LUGLIO percentuale della SETTEMBRE frequenza NOVEMBRE mensile degli incendi. Periodo 1996-2008. Ciò co nfe rma anche il risultato de ll’analisi de i fatto ri climatic i predispo nenti che individua quale periodo a maggior rischio , que llo compre so tra la prima decade di maggio e que lla di se ttembre . 70,00 45,00 40,00 60,00 50,00 30,00 25,00 40,00 20,00 30,00 % °C per T/% per incendi 35,00 15,00 20,00 10,00 10,00 5,00 0,00 0,00 GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE Andamento incendi Graf. 5.2 – Confronto MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO Temperatura massima tra fattori climatici incendi. Periodo 1996-2008. - 30 - SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE Umidità relativa minima predisponesti ed andamento degli Sulla base de lle conside razio ne effettuate , il territo rio de lla Tenuta viene suddiviso in tre aree omogenee dal punto statistico de lla pre disposizio ne all’ incendio . RISCHIO ALTO RISCHIO MEDIO RISCHIO BASSO - 31 - INDICE STAZIONALE L’ indice stazio nale – vege tazio nale , che esprime la “perico losità”, ovvero la potenzialità intrinseca di un territo rio ad essere interessato da incendi, parte dall’ analisi de lle tipo lo gia vegetazioni presenti. A riguardo la Tenuta è dotata di uno studio re lativo al piano di gestio ne de lla superficie fo restale nonché di que llo per la gestio ne de i prati-pasco li, che costituiranno la base informativa pe r la determinazione de gli indici stazionali. Ogni tipo logia ve getazionale vie ne ricondotta ad un mode llo di combustibile, o gnuno de i quali è definito dalla suscettibilità ad conside rata un essere pe rcorso da un incendio . LA MAPPATURA DEI COMBUSTIBILI Ogni tipo lo gia vegetazionale può essere partico lare co mbustibile e pertanto abbinata ad un mo de llo . La misura de lle variabili che definiscono una tipo logia di combustibile, risulta complessa e laboriosa. Per questo Rothe rme l ha messo a punto un metodo alternativo che pe rme ttesse un utilizzo ve loce de l sistema. I l metodo si basa sull’ impie go di mo de lli di combustibile standards, ossia rico nducibili ad una de terminata fo rma di accumulo di materiale infiammabile di origine ve getale . Ad ogni mo de llo, quindi, co rrispondo no valori differe nti de lle variabili da conside rare. I mode lli pre determinati so no 13 e , considerando l’importanza re lativa de lle dive rse componenti co mbustibili ne lla propagazione de l fuoco , sono gerarchico stati raggruppati supe riore. Mo lti de i in quattro catego rie di 13 mode lli co rrispondono ordine ai 20 utilizzati dal Natio nal Fire Dange r System degli USA. Le quattro categorie , corrisponde nti al tipo di co mbustibile morto che de termina la propagazio ne de l fuoco , so no: - pasco li ( modd. 1,2 e 3); - cespugliati (4,5,6 e 7); - 32 - - lettie re e fo gliame o boschi (8, 9 e 10); - residui di utilizzazio ni fo restali ( 11,12 e 13) . Segue una breve descrizione de lle caratteristiche più importanti di ciascun mo de llo . Gruppo: Pasco li Modello n. 1 Pasco lo a struttura fine , secco o quasi secco , di alte zza infe rio re al ginocchio , che ricopre completame nte il suo lo . Sono presenti cespugli mo lto bassi e d alberi dispersi che ricoprono me no di un te rzo de lla superficie. Modello n. 2 Pasco lo a struttura fine , secco o quasi secco , di alte zza infe rio re al ginocchio, che rico pre comple tamente il suo lo. I cespugli e gli alberi occupano da uno a due terzi de lla superficie , ma la propagazione de l fuoco avviene ne l combustibile e rbace o minuto. Modello n. 3 Pasco lo a struttura grosso lana, de nso, secco ed alto (più di un metro) anche se possono verificarsi note vo li variazioni ne lle dime nsio ni de llo strato erbaceo . È il mode llo tipico delle savane e de lle zone umide con clima te mpe rato caldo. I campi di cere ali non mietuti sono rappresentativi di que sto mode llo . Gli incendi che si verificano in questo mode llo sono i più vio lenti del gruppo pasco li. Gruppo: Cespuglia ti Modello n. 4 Cespugliame o gio vane piantagione mo lto densa di circa 2 me tr i di alte zza con notevo le carico di co mbustibile mo rto . Alla base può trovarsi uno spesso strato di fo gliame o residui con altezza fino ad 1 metro . - 33 - Modello n. 5 Cespugliato de nso e ve rde di altezza infe riore ad 1m. I l fuoco si propaga ne lla le ttie ra e ne l pasco lo. I cespuglieti ricolo nizzato ri di superfici perco rse di recente dal fuoco sono ese mpi di questo mode llo . Modello n. 6 Il mode llo caratte ristiche è rappresentativo interme die per di carico , aree cespugliate altezza e natura con de l combustibile, di que lle descritte pe r i mo de lli 4 e 5. I combustibili vivi sono assenti o dispersi; l’ altezza me dia de i cespugli è co mpre sa tra 0,6 e 1,2 metri. Modello n. 7 Cespugliato di spe cie mo lto infiammabili che costituisce il piano infe rio re di boschi densi di co nifere ; alte zza compresa tra 0,5 e 2 m. Gruppo: le ttie re di boschi Modello n. 8 Il co mbustibile è formato da le ttiera indecomposta di conife re a foglia corta (fino a 5 cm) o di latifoglie compattate. Abbondante presenza di rametti frammisti alla lettie ra. Cespugli e le ttiera so no pressoché assenti. Sono rappresentati in questo mo de llo i boschi densi di conife re (abete , larice , do uglasia) e di latifoglie a foglia caduca. Modello n. 9 Simile al mode llo 8, però con le ttiere meno compatta costituita da aghi lunghi e rigidi o fogliame di latifoglie a fo glia grande. Ne sono esempi il bosco di pino marittimo e di castagno . - 34 - Modello n. 10 Bosco con grandi quantità di rami e d alberi caduti, a causa di forti venti, inte nse ne vicate , attacchi parassitari,ecc.. Esempi concreti di questo mode llo sono dati da boschi o ggetto di schianti da vento o da ne ve , dai boschi mo lto maturi o da que lli in cui si sono eseguiti tagli a scelta o diradamenti leggeri con note vole rilascio di mate riale di risulta. I l co mbustibile è pe r lo più gro sso lano e ben distribuito sulla supe rficie . Localme nte può essere presente mate riale erbaceo verde . L’altezza media de llo strato combustibile è di circa 0,6 metri. Gruppo: residui di utilizzazio ni fo restali Modello n. 11 Residui sparsi Rappresentano i di resti alte zza di non diradame nti superiore leggeri in a 0,3 bo schi metri. misti di conife re e latifoglie. I l fatto re di carico de l mate riale morto inferiore a 7,5 cm è di circa 25 t/ha; può esservi anche una picco la percentuale di materiale di dime nsio ni supe rio ri. Modello n. 12 Residui distribuiti uniformemente in mo do continuo sulla superficie . Fattore di carico mo lto e levato , maggiore di 80 tonne llate ad e ttaro . Locale presenza di picco le aree no n coperte dal combustibile. L’altezza me dia dei residui è di circa 0,6 metri. Il fogliame, ancora ve rde , è attaccato ai rame tti. Esempi di questo mode llo sono dati dalle tagliate a raso su medie superfici, in boschi di conife re ed in ce dui se mplici. Modello n. 13 Residui che formano uno strato co ntinuo poco co mpatto , con fattori di carico superiori al mode llo precede nte . L’altezza me dia de l - 35 - combustibile mo rto è di circa 1 metro , si rileva abbo ndanza di mate riale grosso lano con diametro superiore a 7,5 cm. Un esempio di questo mode llo è dato dalle tagliate a raso su supe rfici estese. La realizzazione della proposta di Piano di Gestione Forestale costituisce una base fondamentale cui abbinare la mappatura de i combustibili, a livello di tipi forestali e re lativi stadi di sviluppo . La mappatura de i mo de lli di combustibili potrà co nsentire valutazioni utili alla pianificazio ne de lla gestio ne fo restale e de lla prote zio ne dagli in cendi. Dall’ analisi de lle tipo lo gie vege tazio nale prese nti in T enuta si distinguono i se guenti mo de lli di co mbustibile: • ceduo di leccio mode llo 8; • fustaia di leccio mode llo 10; • macchia me diterranea mode llo 4; • querce to di caducifoglie mode llo 9; • pine ta mode llo 10; • pasco li mode llo 1; • Sughe rete mode llo 2. - 36 - CAP. 6 ORGANIZZAZIONE A.I.B. - 37 - ORGANIZZAZIONE AIB La pianificazio ne de l servizio vie ne attuata sulla base de lle conoscenze acquisite e si basa su di un piano inte rno annualmente redatto dalla Dire zione de lla Tenuta de nominato Piano Operativo A.I.B. per l’anno in corso. I l piano si artico la in due fasi: una di preve nzione ed in una di lotta attiva, che individuano i co mpiti e le responsabilità di chiunque ope ri a vario tito lo in Tenuta. PREVENZIONE La fase de dicata alla prevenzio ne stabilisce i compiti e le responsabilità di tutti i se ttori lavorativi de lla Tenuta che hanno pertinenza con la lotta antincendio , ovve ro: • settore agrico lo; • settore fo restale; • settore tute la e gestione ambientale; • settore officina; • settore ope rai. LOTTA ATTIVA Consiste ne llo svo lgime nto de l servizio di preve nzio ne e repressione degli incendi boschivi, sinte ticame nte chiamato servizio antincendi boschivi. Ope rativame nte il servizio antincendi è artico lato in una struttura di avvistamento, una struttura te rrestre ed una vigilanza, di coordinamento . al co ntro llo de l La struttura te rritorio , terrestre provvede all’avvistamento ed alla alla repressione , o ltre che alla necessaria lo gistica. Il coo rdinamento di queste fo rze viene svo lto tramite una sala operativa e d è artico lato e gestito dalla Dire zio ne de lla Tenuta. - 38 - SALA OPERATIVA Questa struttura, attiva dalle ore 06.00 alle 20.00, per 36 5 giorni all’anno , coordina gli interventi ne ll’ambito della Tenuta, si raccorda con la Sala Ope rativa Regionale e co n le altre re altà territo riali co mpe tenti. SQUADRE DI SPEGNIMENTO Allo spegnimento da terra de gli incendi boschivi, co mpreso le operazio ni di bo nifica, provvedono le squadre AIB, costituite dalle guardie de lla Tenuta e dal personale de l nucleo C.F.S. per un totale di circa 30 unità, anche se all’occorrenza tutto il personale de lla Tenuta a disposizione può ve nire impegnato ne llo spegnimento per un totale di circa 80 perso ne. Questo prote zio ne pe rsonale , individuale , equipaggiato o pera con con mezzi idone i dispo sitivi fuo ristrada allestiti di con moduli antincendio , co n auto botti, co n attrezzi manuali e meccanici. Alla fo rza de lla Te nuta si aggiunge durante il periodo e stivo un distaccamento de l Comando Pro vinciale de i Vigili del Fuoco, attivabile dalla Direzione Tenuta 24 ore su 24 che , con proprio personale e me zzi, affianca il pe rsonale de lla Tenuta in caso di inte rve nto . Il parco macchine dedicato all’ attività antincendio è costituito da: • Unimog U300 (me zzo de lla Tenuta); • Unimog U300 (me zzo in do tazio ne al Nucleo CFS); • IVECO con mo dulo antincendio con capacità di 1.000 l; • Botte da 8.000 l; • auto botte de l distaccame nto estivo de i VV.F. - 39 - I vari setto ri e mezzi vengono attivati secondo la gravità de ll’e vento così co me previsto dal piano o perativo annuale . Le squadre AIB svo lgono i seguenti se rvizi, o altri analoghi, individuati in base alle diverse esige nze o perative: due pattugliame nto: è effettuato tramite squadre co mposte da con mezzo fuoristrada legge ro; consiste in spostamenti sul territo rio intervallati con soste in luoghi strategici. - prontezza operativa: è effettuato tramite squadre composte da due o più unità con autobotte o con mezzo fuoristrada allestito co n modulo AIB. Le squadre de vono sostare in luo ghi strategici, pro nte ad intervenire su richiesta. - reperibilità: è effe ttuata tramite personale che si mantiene re peribile, pronto ad inte rvenire su richiesta. - impiegabilità: è e ffe ttuata da squadre di o perai fore stali de i setto ri ope rativi co mpe tenti che, durante lo svolgimento de i propri co mpiti ne ll’orario di lavoro sono disponibili ad inte rve nire, su richiesta, con me zzo fuoristrada alle stito con modulo AIB. SEGNALAZIONE INCENDI BOSCHIVI La se gnalazio ne di ince ndi boschivi avviene no rmalme nte dalle strutture de l se rvizio antince ndi boschivi anche se non mancano segnalazioni da parte di cittadini. La se gnalazio ne degli incendi da parte di strutture AI B avviene tramite sistemi di te leco ntro llo coadiuvati dallo svolgimento de i servizi di pattuglia mento . Nella Tenuta so no, infatti, presenti cinque to rri di avvistame nto che funzio nano attraverso te lecamere mo bili che proie ttano le immagini sui mo nitors prese nti ne lla sala o perativa de lla Dire zio ne. Non tutte le te le camere compio no rotazioni di 360° per mo tivi le gati alla loro ubicazio ne. - 40 - Le cinque to rri, di cui si ripo rta l’ubicazio ne ne lla planimetria alle gato, sono distinte da un numero e pre ndono il nome de lla lo calità in cui si trovano , ovvero: 1. Torre “VECCHIA SUGHERA” Foto 6.1 – Basamento torre avvistamento n. 1. Foto 6.2 – Torre avvistamento n. 1. - 41 - 2. Torre “GROTTA DI PIASTRA” Foto 6.3 – Basamento torre avvistamento n. 2. Foto 6.4 –Torre avvistamento n. 2. - 42 - 3. Torre “CAPOCOTTA” Foto 6.5 – Basamento torre avvistamento n. 3. Foto 6.6 –Torre avvistamento n. 3. - 43 - 4. Torre “CONT UMACI” Foto 6.7 –Torre avvistamento n. 4. Foto 6.8 – Basamento torre avvistamento n. 4. - 44 - 5. Torre “C. COLOMBO” Foto 6.9 –Torre avvistamento n. 5. Foto 6.10 –Torre avvistamento n. 5. - 45 - TORRE X Y 1 284644 4624903 2 280189 4620506 3 285255 4615344 4 285785 4627595 5 282859 4627412 Tabella 6.1 – Coordinate topografiche delle torri. - 46 - Foto 6.11 – Posizione torri di avvistamento. - 47 - PUNTI D’ACQUA All’ inte rno de lla T enuta sono prese nti numerosi punti d’ acqua, ovve ro fontanili da sempre dedicati all’abbe veraggio de gli animali ma che possono anche servire pe r rifo rnime nti di emerge nza de i moduli antincendio . Foto 6.12 –Esempio di fontanili presenti in Tenuta. Tali fo ntanili, alime ntati da so rgenti naturali vengo no stagionalmente ripuliti da residue e mucillagini al fine di facilitare eventuali operazio ni di po mpaggio. Oltre a queste strutture che co munque conse rvano carattere d i emerge nza vi sono anche strutture all’uo po dedicate come i pozzi ed una re te idrica antince ndio. La rete idrica, realizzata nella zona d i Capoco tta al confine con le strade di “Pratica di Mare” e ”Litoranea” è costituita da due serbato i circo lari, de lla capacità di 170.000 l cadauno , a cui si co llegano 23 idranti po sti ad una distanza variabile tra i 200 e d i 250 m l’ uno dall’altro e co llocati a margine de lla strada inte rna che fiancheggia il confine. - 48 - Foto 6.13 – Tipologia di idrante presente. N__PRESA X Y 1 287251 4618834 2 287388 4618684 3 287515 4618525 4 287594 4618336 5 287798 4617961 6 287930 4617778 7 287566 4617409 8 287408 4617263 9 287208 4617089 10 287034 4616927 11 286833 4616749 12 286659 4616584 13 286470 4616415 14 286290 4616250 15 286107 4616080 16 285962 4615943 17 285802 4615794 18 285623 4615631 19 285413 4615430 20 285249 4615280 21 285192 4615253 22 285000 4615098 23 284881 4615224 Tabella 6.2 – Coordinate topografiche delle prese. - 49 - PRESA N. 1 SERBATOIO N. 1 Foto 6.14 – Tratto della Tenuta dotato di impianto antincendio. collocazione delle prese; in blu collocazione dei serbatoi. - 50 - In giallo SERBATOIO X Y 1 287575 4618316 2 285254 4615343 Tabella 6.3 – Coordinate dei serbatoi d’acqua. VIABILITÁ Di estre ma impo rtanza ai fini antincendio boschivo è la conoscenza sulla viabilità, so prattutto que lla minore , rappresentata da strade e piste forestali. La Tenuta ha e ffe ttuato un dettagliato ce nsimento de lla viabilità interna che è stata co sì suddivisa: • Viabilità Principale : 51.064 m; • Viabilità Seco ndaria: 29.61 m; • Viabilità Fo restale : 170.504 m; • Viabilità per la Sicurezza e l’Antince ndio: 37.753 m. Tali strade o piste forestali sono state classificate in base a criteri strutturali quali il fo ndo , la larghezza, la funzionalità etc., e successivamente carto grafate ed inserite in un siste ma informativo territo riale . La carta tematica della viabilità, di seguito ripo rtata, permette di conosce re la quota parte di superficie fo restale servita rispe tto alla totale . Nella carta sono ripo rtati anche le torri di avvistamento e la rete antince ndio di Capocotta. - 51 - TORRE AVVISTAMENTO RETE IDRICA AIB Foto 6.15 – Carta della viabilità con indicazione della rete idrica di Capocotta e delle torri di avvistamento. - 52 - PIANO OPERATIVO ANTINCENDIO DELLA TENUTA PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO ANNO 2009 PREMESSA Il pericolo derivante dallo svilupparsi di eventuali incendi boschivi rappresenta la maggiore minaccia per la salvaguardia del pregiato patrimonio ambientale custodito all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Il territorio della Tenuta rappresenta sempre più un’isola naturale inserita in un contesto soggetto a rapida urbanizzazione. Lungo i suoi confini, infatti, si riscontra un crescente e costante sviluppo di zone residenziali e di vie di comunicazione particolarmente trafficate mentre, nella stagione estiva, aumenta la concentrazione di bagnanti lungo il litorale di Capocotta e Castelporziano. Le condizioni appena descritte aumentano la pressione antropica lungo i confini della Tenuta con il conseguente incremento dei rischi d’innesco di incendi lungo l’intero perimetro. Tali eventi vanno contrastati con la massima celerità, visto che i pochi episodi che, negli ultimi anni, hanno minacciato il patrimonio boschivo di Castelporziano hanno sempre avuto inizio all’esterno. Per quanto sopra e per gli eventi accidentali, comunque possibili anche all’interno della Tenuta, si predispone anche per l’anno in corso un piano antincendio la cui conoscenza deve essere scrupolosamente acquisita da parte di tutte le componenti lavorative, come pure dai residenti, dai visitatori, dai ricercatori e dagli ospiti occasionali. Il piano si articola in due fasi: la prima riguarda la prevenzione mentre la seconda la lotta attiva e per entrambi individua compiti e responsabilità di chiunque operi a vario titolo in Tenuta. ATTIVITA’ DI PREVENZIONE Il piano stabilisce i compiti e le responsabilità di tutti i settori lavorativi della Tenuta che hanno pertinenza con la lotta antincendio. Settore Agricolo e Settore Forestale: Gli interventi di prevenzione sul patrimonio ambientale sono affidati al Settore Forestale ed a quello Agricolo. Tali interventi, da effettuarsi nel periodo precedente il momento di rischio più elevato, rappresentato - 53 - dalla stagione estiva, prevedono la realizzazione ed il mantenimento di fasce parafuoco perimetrali ed interne, la pulizia dei margini stradali, il mantenimento in efficienza della viabilità perimetrale ed interna per assicurare il passaggio dei mezzi antincendio. I due settori provvederanno inoltre ad assicurare l’efficienza operativa della cisterna da 8.000 litri che dovrà essere, nel periodo di rischio, sempre piena e collegata ad idonea trattrice. Settore Tutela e Gestione Ambientale: La vigilanza del territorio viene assicurata dal personale dipendente del Settore Tutela e Gestione Ambientale e da quello del Nucleo Operativo del C.F.S. e viene svolta continuativamente da pattuglie automontate e dal personale di servizio alla sala monitor con l’ausilio delle cinque telecamere attualmente in funzione nelle località Vecchia segheria, Grotta di Piastra, Capocotta, Contumaci e via C. Colombo. Il Settore Tutela dovrà anche assicurarsi, prima della stagione di massimo rischio, dell’efficienza dell’impianto antincendio di Capocotta e dei mezzi di intervento antincendio, oltre che comunicare tempestivamente alla ditta Faenzi eventuali anomalie di funzionamento delle telecamere di sorveglianza. La suddetta ditta provvederà comunque alla verifica periodica dell’impianto. Settore Officina: assicurerà, per quanto di competenza e con priorità assoluta, la manutenzione degli automezzi di servizio antincendio. Settore Operai: dovrà curare la piena efficienza di tutti i sistemi idrici e dell’impianto antincendio di Capocotta, provvedendo, con priorità assoluta, alla riparazione di eventuali guasti al sistema. Si raccomanda infine al personale dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza ed a quello di tutti i settori lavorativi della Tenuta di segnalare tempestivamente alla Sala Operativa qualsiasi anomalia o situazione di possibile pericolo che venisse riscontrata durante l’esecuzione delle ordinarie attività lavorative, nonché, ovviamente gli eventuali principi d’incendio. LOTTA ATTIVA Dalle ore 06,00 alle ore 20,00 (oppure alle ore 20,30 a seguito di apposita comunicazione) chiunque avvisti un fuoco od anche solo un principio di incendio che possa comunque interessare la Tenuta, anche se esterno, ha l’obbligo di darne immediata comunicazione alla Sala Operativa ai seguenti numeri telefonici: 8165, 8251, nelle ore notturne, dopo le 20,30, la segnalazione va effettuata alla Caserma Interforze Carabinieri – Polizia di Stato (tel.8135 – 8136). - 54 - In caso di incendio l’intervento dei Vigili del fuoco del locale distaccamento (tel. 8150), attivato in data 1° giugno viene effettuato, dalle ore 06.00 alle ore 20.00, solo a seguito di esplicita disposizione della Sala Operativa della Direzione Tenuta. Nelle ore notturne i Vigili del Fuoco possono essere attivati direttamente anche dalla Caserma Interforze che provvederà, nel contempo, ad avvertire il Direttore della Tenuta, o senza esito, il responsabile del Settore Tutela e Gestione Ambientale. Consapevoli del fatto che l’incendio va bloccato sul nascere, dopo aver avvistato il fuoco, si passa senza indugio alla fase di spegnimento che, a seconda della gravità dell’evento, si articola su tre livelli d’intervento: 1° livello: si dà comunicazione immediata a tutte le componenti interessate (VV.F., Carabinieri, Polizia), mentre la pattuglia del Settore Tutela e Gestione Ambientale o C.F.S. più vicina al luogo segnalato, seguendo le indicazioni fornite dalla sala Operativa si reca sul posto con adeguato mezzo antincendio. Eseguita la verifica e l’eventuale spegnimento viene comunicata la fine dell’intervento. Qualora si valutasse la necessità di attivare immediatamente il secondo livello, si procederà in tal senso. 2° livello: è rappresentato dall’attivazione di ulteriori uomini e mezzi della squadra dei Vigili del Fuoco presente in Tenuta che, possibilmente accompagnata, darà luogo all’intervento di spegnimento insieme alle altre componenti. Tale richiesta è ad esclusiva responsabilità e discrezione del personale intervenuto in prima istanza sul fuoco che assume contestualmente il coordinamento delle operazioni fino all’intervento di un responsabile del Settore Tutela e/o C.F.S. ed in ultima istanza di un funzionario della Direzione. 3° livello: è rappresentato, ove il caso lo richieda, dall’allarme generale dato dalla Sala Operativa, a seguito del quale tutto il personale disponibile in Tenuta (in servizio, presente a casa, allo stabilimento balneare, ecc.), raggiungerà il luogo dell’incendio nel più breve tempo possibile con i mezzi e le attrezzature di cui dispone. Verrà presa la cisterna da 8.000 litri trainata dal trattore e gli altri semoventi necessari per la realizzazione di fasce tagliafuoco. Qualora le operazioni di spegnimento si dovessero prolungare il personale degli uffici al momento presente o richiamato dovrà organizzare i rifornimenti di acqua potabile e di ogni altro genere di conforto alle squadre impegnate nello spegnimento. L’approvvigionamento idrico viene assicurato dai punti d’acqua dislocati sul territorio, con particolare riferimento, nella zona sud, all’impianto antincendio perimetrale di Capocotta che permette la ricarica delle autobotti nell’ordine di pochi secondi. Detto impianto può essere utilizzato sia per il rifornimento rapido, che per - 55 - l’estinzione diretta del fuoco in loco con l’ausilio delle manichette da mt. 20 ubicate nelle apposite cassette. Le richieste di intervento di mezzi aerei, come anche quelle di rinforzo dall’esterno che si rendessero necessarie, dovranno di norma essere disposte direttamente dalla Direzione della Tenuta ed inoltrate, per quanto riguarda i mezzi aerei, al competente Coordinamento Provinciale del C.F.S. di Roma al numero 06/440661, secondo le procedure vigenti. Il Nucleo Operativo del C.F.S. di Castelporziano garantirà il collegamento terra – bordo - terra. Ogni mezzo A.I.B. dovrà essere fornito di radio portatili, una, sintonizzata sul canale 2 per i contatti tra l’autista ed il coordinatore dell’intervento e l’altra sul canale 1 per il collegamento tra il mezzo e l’operatore alla manichetta. Per facilitare le operazioni durante l’intero intervento dovrà essere osservato il silenzio radio da parte delle altre componenti lavorative operanti in Tenuta. Constatato che la quasi totalità degli incendi che hanno minacciato in passato Castelporziano hanno avuto origine lungo il perimetro od all’esterno dello stesso, si precisa che gli interventi di spegnimento possono essere anche di carattere preventivo e quindi condotti fuori Tenuta. Infatti ogni principio di incendio a ridosso dei confini o nelle immediate vicinanze degli stessi deve essere oggetto di spegnimento da parte delle strutture della Tenuta. Per quanto riguarda invece gli incendi che si sviluppano ad una distanza maggiore, ma comunque potenzialmente pericolosi per la Tenuta per una serie di motivi quali: direzione del vento, intensità e così via (con particolare riferimento al delicato tratto di confine con il Parco di Castelfusano), eventuali interventi dovranno essere esplicitamente autorizzati dal Direttore o da un responsabile del servizio al momento presente più alto in grado. Il personale in servizio in Sala Operativa deve registrare sull’apposito registro, secondo le indicazioni ivi riportate, tutti gli interventi, interni ed esterni, che abbiano coinvolto il personale della Tenuta, come pure le eventuali segnalazioni che possano aver attivato le nostre strutture e da cui potrebbe anche non essere scaturito alcun intervento di spegnimento. In considerazione del notevole rischio che la lotta antincendio comporta, si raccomanda sempre di agire con la massima prudenza e con margini di sicurezza tali da garantire costantemente la propria ed altrui incolumità ai sensi delle normative vigenti. - 56 - - 57 -