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Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Piano A.I.B. Quinquennio

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Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Piano A.I.B. Quinquennio
Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica
TENUTA PRESIDENZIALE DI
CASTELPORZIANO
PIANO A.I.B.
Quinquennio 2009 - 2014
( Ai
sensi dell’art.8 comma 2 della L.353/00 )
INTRODUZIONE ................................................................................................................3
PREMESSA .................................................................................................................3
PIANIFICAZIONE E PREVENZIONE .......................................................................5
FINALITÁ ......................................................................................................................6
CARATTERI TERRITORIALI E CLIMATICI .........................................................8
COPERTURA DEL SUOLO ED ETEROGENEITÁ SPAZIALE ..................9
I SOPRASSUOLI FORESTALI.....................................................................................9
CARATTER I CLIM ATICI ....................................................................................12
INDAGINE STATISTICA .............................................................................................22
PREMESSA ...............................................................................................................23
NUMERO DEGLI INCENDI NEL PERIODO 1996-2008 ...........................23
LOCALIZZAZIONE DEGLI INCENDI ............................................................25
DISTRIBUZIONE TEMPORALE DEGLI INCENDI ....................................26
ZONIZZAZIONE PIROLOGICA ................................................................................27
ANALIS I DEI FATTORI .......................................................................................28
METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DELLE AREE A
RISCHIO ....................................................................................................................28
INDICE STOR ICO ..................................................................................................29
INDICE STAZIONALE ..........................................................................................32
LA MAPPATURA DEI COMBUSTIBILI...........................................................................32
ORGANIZZAZIONE A.I.B. .........................................................................................37
PREVENZIONE .......................................................................................................38
LOTTA ATTIVA ......................................................................................................38
SALA OPERATIVA ................................................................................................39
SQUADRE DI SPEGNIMENTO ..........................................................................39
SEGNALAZIONE INCENDI BOSCHIVI .........................................................40
PUNTI D’ACQUA ...................................................................................................48
VIABILITÁ ...............................................................................................................51
PIANO OPERATIVO ANTINCENDIO DELLA TENUTA DI
CASTELPORZIANO - ANNO 2009……………………………………….53
-2-
CAP.
1
INTRODUZIONE
-3-
PREMESSA
La Tenuta Preside nziale di Caste lporziano, associata ai crite ri di
prote zio ne pro pri de lle Riserve Naturali Statali (D.P.R. 136N/99) è
partico larmente ricca in te rmini di biodive rsità per i vari e de licati
ambienti che
ospita
ed
è
costituita
da
una
serie
di ecosistemi
pregiati che , per la lo ro ubicazio ne, risultano certame nte esposti al
rischio degli incendi boschivi.
Gli incendi che possono svilupparsi ne ll’area so no descrivibili
come incendi d’ interfaccia urbano- foresta, inte ndendo come tale il
luogo geografico dove l’area naturale e que lla urbana interferiscono
reciprocamente.
Tali ince ndi, a causa de lle condizio ni climatiche tipiche degli
ambienti
po iché
medite rrane i,
le
co ndizioni
di
po trebbero
aridità
rive larsi
che
si
estre mamente
manifestano
gravi
normalmente
durante il pe riodo estivo, possono alimentare fe no meni di grande
inte nsità,
come
dimostrano
quelli
partico larmente
distruttivi
verificatisi in passato ne l vicino Parco di Caste lfusano.
A
Caste lpo rziano ,
situato
in
pro ssimità
di
impo rtanti
e
frequentatissime vie di co municazio ne e confinante co n aree a forte
espansione
abitativa,
sono
presenti
dive rse
pro blematiche
di
inte rfaccia che impongo no la necessità di adottare un dettagliato e
specifico quadro pianificatorio pe r fronteggiare pro babili eve nti pirici
che risulte rebbero di no tevo le impatto ambientale .
Nel co nte mpo la T enuta, proprio per la sua specifica peculiarità
istituzio nale , ha delle esige nze non assimilabili a quelle de lle altre
riserve naturali dello Stato e che, necessariamente, si ripercuo tono
anche sugli strumenti attuativi de lla normativa che la riguarda.
-4-
CAP.
2
PIANIFICAZIONE E PREVENZIONE
-5-
FINALITÁ
Il pre sente lavoro descrive gli obiettivi pianificato ri o ltre che le
misure di preve nzio ne e contrasto dire tto co ntro il fenomeno de gli
incendi boschivi prefissati dalla Dire zione de lla Tenuta Presidenziale
per il quinque nnio 2009 – 2014.
La Tenuta di Castelporziano quale Riserva Naturale de llo Stato
ha de lle specifiche peculiarità naturalistiche , le stesse per le quali è
stata istituita, ed è quindi precipuo perseguire l’obiettivo di evitare
piuttosto che co ntenere gli incendi boschivi.
Pertanto, la pianificazione antincendio boschivo si ispira a i
principi de lineati nelle linee guida in mate ria o vve ro:
•
caratte re o meostatico;
•
inte grazione tra prevenzione ed estinzione;
•
prio rità di intervento;
•
aspetto revisio nale di verifica de lla pianificazione;
oltre ad attene rsi ai dettami de ll’ art. 12 de lla Legge Quadro
sulle
Aree
Prote tte
n.
394
de l 6/12/ 1991 e
mira
soprattutto
a
preve nire la probabilità di inso rge nza de gli ince ndi, cercando al
contempo di minimizzare la lo ro frequenza e di pre vedere il loro
comportamento.
Fondamentale ne ll’ individuazione degli indirizzi di pianificazione
de lla Tenuta è stata la conoscenza e la disponibilità di informazio ni
re lative ai diversi aspe tti ambientali co me l’artico lazio ne spaziale,
strutturale e funzionale de lla cope rtura de l suo lo e del suo attuale
uso.
Aspetto
debitame nte
considerato
è
anche
la
pianificazione
faunistica, in quanto la prese nza in Tenuta di ungulati se lvatici
comporta
ripe rcussioni
sulla
vege tazione
attinenti
all’attività
di
preve nzione .
Partico lare atte nzione è stata rivo lta alle aree di co nfine de lla
Tenuta pe rché riconducibile a zo ne di interfaccia urbano foresta. Su
-6-
queste
si
co ncentrano
gli
interve nti
pianificatori
che,
in
linea
generale , privile giano la riduzio ne de l rischio di incendio rispe tto
anche alla conse rvazione de i caratteri strutturali e funzio nali de l
comple sso forestale.
A
partire
dalle
considerazioni
sulla
natura
lito lo gica,
morfo logica, faunistica, vege tazionale e di uso de l suolo sono state
identificate le diverse po rzioni di territorio in funzio ne de lla lo ro
suscettibilità agli incendi.
Frutto
di
tale
zonizzazione
è
l’individuazione
di
re altà
omogenee per pro blematiche piro lo giche quali fatto ri predisponesti e
determinanti.
Alla Tenuta, ne lla sua complessità, vie ne attribuito un valo re di
rischio
europe a
statico
n°
unifo rmato
1619/93
alla
integrata
classifica
dalla
SG
approvata
(95)
dall’Unione
D/ 2205/ 95,
per
il
territo rio italiano, che preve de:
zone ad alto r ischio: zone in cui il rischio permane nte o
•
ciclico
di
eco logico,
ince ndio
la
di
sicurezza
foresta
de lle
minaccia
perso ne,
de i
gravemente
be ni,
o
l’e quilibrio
contribuisce
all’ acce le razione dei processi di dese rtificazione;
•
zone a medio ris chio: le zone in cui il rischio di ince ndio
di fo resta, pur no n essendo permanente o ciclico, può minacciare in
misura rile vante gli ecosiste mi fo restali;
•
zone a basso r ischio: tutte le altre zone.
A questo si aggiunge una ulte rio re classificazio ne che, in scala
di de ttaglio , attribuisce un valore di rischio ad ogni specifica zona
de lla Tenuta.
Quest’ ultimo
tie ne
conto
de lle
caratte ristiche
legate
alla
stazione , quindi statiche, e di que lle le gate all’uso , al costume ecc. e
quindi dinamiche .
-7-
CAP.
3
CARATTERI TERRITORIALI E CLIMATICI
-8-
COPERTURA DEL SUOLO ED ETEROGENEITÁ SPAZIALE
Nella Tenuta sono presenti no ve classi di copertura e di utilizzo
de l suo lo come di seguito e lencati:
Classi
SUPERFICIE (HA)
Castelporziano e Capocotta
1
PINETA
2
QUERCETO E BOSCO MISTO DI LATIFOGLIE
3
QUERCETO DI LECCIO
261,40
4
MACCHIA MEDITERRANEA
132,50
MACCHIA MEDITERRANEA A PREVALENZA DI LECCIO
554,70
5
SUGHERETA
461,50
6
PIANTAGIONI SPECIALI
72,60
7
FORMAZIONI IGROFILE
36,90
8
PASCOLI
112,60
ZONE AGRARIE
453,00
ZONE APERTE (PRATERIE ARIDE)
662,60
9
752,00
2.306,50
TOTALE SUPERFICIE (HA)
5.806,30
Tab. 3.1 – Classi vegetazionali.
I SOPRASSUOLI FORESTALI
La Tenuta di Caste lpo rziano a cui è stata annessa dal 1985
que lla
di
Capoco tta,
ha
una
superficie
di
circa
6.000
e ttari
e
nonostante la crescente espansione di Ro ma verso il mare , co nserva
al pro prio inte rno gli ambienti originari de lla fo re sta planiziaria
tipica de l litorale tirre nico centrale .
Due
circostanze
hanno
favorito
la
sopravvive nza
di
questo
ecosiste ma difficilmente riscontrabile ne l bacino de l medite rraneo .
Infatti, in tempi remoti, la malaria ne lle zone paludose ha
ostaco lato
la
recenti
destinazio ne
la
pre senza
pe rmanente
prevale nte
de ll’uo mo ,
per
limitato la diffusio ne di que lle agrico le .
-9-
le
me ntre
attività
in
que lli
venatorie
ha
L’e levato
valore
naturalistico
di
Caste lpo rziano
è
stato
riconosciuto in sede internazionale dall’UN ESCO, e come Riserva
Naturale de llo Stato dal Presidente de lla Repubblica con il decreto n.
136N de l 5 maggio 1999.
Si
tratta
di
un
atto
significativo,
po iché
alla
funzione
istituzio nale di re sidenza de l Capo de llo Stato viene aggiunta anche
que lla di area di prote zio ne, in cui migliaia di spe cie ve getali e d
animali posso no trovare condizio ne idonee alla loro co nservazione .
E’
da
segnalare
ino ltre
che
a
Caste lpo rziano
so no
state
individuate due aree SIC ( la IT6030027 e la IT 6030028) pe r una
superficie complessiva di circa 755 e ttari.
Nell’ecosistema de lla Tenuta, i boschi occupano una posizione
preminente po iché si este ndono complessivamente su ha 4.584,3,
de i quali ha 3.640,3 (62,6%) ne l territorio di Caste lporziano ed ha
944 ( 16,2%) in quello di Capoco tta.
Le rice rche co ndotte presso il Quirinale e gli archivi dello Stato
indicano che le vicende storiche non hanno mancato di far sentire la
lo ro influe nza sulle aree boscate a causa de lle utilizzazioni irre go lari,
verificate si durante i periodi be llici per far fro nte alle esigenze de lle
popo lazioni e de lle truppe occupanti.
Con l’ avvento de lla Repubblica, ha avuto inizio la ricostituzione
de i boschi e l’applicazione di piani di assestame nto decennali, a
partire
dal
1949,
che
hanno
portato
all’ attuale
assetto
ed
alla
valo rizzazione de l patrimonio forestale esistente.
Per
meglio
corrisponde re
ai
nuo vi
compiti,
nazionali
ed
inte rnazio nali, affidati alla Tenuta, il Segretariato Generale de lla
Repubblica ha istituito ne l 1994 un’apposita Commissione TecnicoScientifica che, sotto la guida de l Pro f. Gian Tommaso Scarascia
Mugnozza ha pro mosso un vasto programma di monito raggio , in
co llaborazione con le Università e numerosi o rganismi di ricerca sulle
condizio ni biotiche ed abiotiche de ll’ ecosiste ma.
- 10 -
Ino ltre, è stato predisposto ne l 2000 - 2005, come pre visto
dalla le gge sui Parchi e sulle Rise rve naturali, uno spe cifico piano di
gestio ne.
Per quanto riguarda i soprassuo li forestali è stato necessario ,
quindi, armonizzare gli indirizzi e gli o bbiettivi previsti ne i piani di
assestamento
derivano
pre cedenti
dalle
esigenze
con
di
la
destinazione
pro tezio ne,
e
le
stabilite
funzio ni
dalla
che
nuo va
zonizzazione de l territorio.
A questo scopo , si è pro vve duto alla revisione de ll’ultimo piano
di
assestamento
di
Caste lporziano
(1987
-
1998)
ed
alla
formulazione de l piano di gestio ne per l’area di Capocotta, che ne
era priva.
I crite ri se guiti si discostano da que lli adottati ne i piani di
assestamento classici, che mirano ad ottenere la pro duzio ne le gnosa
massima e costante in rapporto alle caratteristiche dell’ecosistema,
mentre si è preferito assumere come obbiettivo fo ndamentale la
rinnovazione naturale , che è la premessa pe r la co nservazione e pe r
la sostenibilità de l patrimo nio boschivo.
- 11 -
CARATTERI CLIMATICI
Le
condizioni
me teoro lo giche
e
stazio nali
costituiscono
un
fattore predisponente di grande importanza, pe r cui è necessario
dispo rre di un valido servizio di pre visione .
La Tenuta dispo ne di una rete di monito raggio ambientale che
registra info rmazioni climatiche di vario genere e le archivia presso
la sede de ll’Osse rvatorio de i Sistemi Costie ri.
Di se guito vengono riportate le e laborazioni climatiche dedotte
dal decennio 1996-2006. Tale analisi ha soprattutto lo sco po d i
sotto line are l’ impo rtanza di co nsiderare le variabili me teoro lo giche in
pianificazione .
I
dati
massima
considerati
giornaliera,
sono
re lativi
l’umidità
alla
re lativa
te mpe ratura
de ll’ area
ed
minima
e
intensità
e
dire zio ne de l vento.
35,00
30,00
25,00
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
Graf. 3.1 –
APRILE
Andamento
MAGGIO
GIUGNO
mensile
LUGLIO
della
periodo 1996-2006.
- 12 -
AGOSTO
SETTEMBRE
temperatura
OTTOBRE
media
NOVEMBRE
giornaliera.
DICEMBRE
Medie
40,00
35,00
30,00
25,00
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
Graf. 3.2 –
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
Andamento mensile della temperatura massima e minima giornaliera.
Medie periodo 1996-2006.
100,00
90,00
80,00
70,00
60,00
50,00
40,00
30,00
20,00
10,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
Graf. 3.3 –
APRILE
MAGGIO
Andamento
GIUGNO
mensile
LUGLIO
AGOSTO
dell’umidità
1996-2006.
- 13 -
SETTEMBRE
media
OTTOBRE
giornaliera.
NOVEMBRE
Medie
DICEMBRE
periodo
180,00
160,00
140,00
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
Graf. 3.4 –
MARZO
APRILE
Andamento
MAGGIO
GIUGNO
mensile
LUGLIO
AGOSTO
dell’umidità
SETTEMBRE
relativa
OTTOBRE
NOVEMBRE
massima
e
DICEMBRE
minima
giornaliera. Medie periodo 1996-2006.
70,00
40,00
35,00
60,00
30,00
50,00
25,00
%
°C
40,00
20,00
Tem. Max
Umidità relativa min.
30,00
15,00
20,00
10,00
10,00
5,00
0,00
SETTEMBR
OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE
E
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
Tem. Max
17,20
17,44
20,87
23,65
28,49
33,29
34,51
35,07
30,22
26,28
23,05
18,47
Umidità relativa min.
49,64
51,73
45,45
50,64
46,27
42,64
40,27
44,55
55,27
63,64
57,09
52,45
Graf. 3.5 –
0,00
Correlazione tra umidità relativa minima e temperatura massima.
Medie periodo 1996-2006.
Dall’analisi dei dati emerge che, dal punto di vista dei fatto ri
predispo nenti, il periodo maggiormente a rischio è quello compreso
tra la prima decade di maggio e quella di se ttembre con valo ri di
temperatura massima mediamente compresi tra 28,49 °C e 35,07°C
- 14 -
ed i valori
medi di umidità relativa dell’ aria compresi tra il 46,27 e d
il 55,27%.
Comunque , per la propagazione degli ince ndi boschivi, il fattore
meteoro logico di gran lunga più rilevante rimane il ve nto.
Dall’ analisi de i dati anemo lo gici (si precisa che i dati re lativi a
ve locità e direzio ne de l vento non sono puntualme nte disponibili
pertanto l’ analisi ha un maggior margine di incertezza) , il vento
risulta avere una prove nienza dominante ne l periodo estivo S/SE,
mentre per que llo inve rnale N/NE.
30,00
25,00
km/h
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
Media delle minime
9,49
10,25
10,74
10,93
9,52
9,05
9,66
8,10
8,81
8,76
11,17
Media
5,40
7,15
5,39
7,22
7,11
6,38
5,56
5,84
6,03
5,78
6,39
5,94
Media delle massime
19,23
20,53
20,91
22,63
17,41
18,43
16,93
15,48
17,74
17,39
27,36
20,25
Graf. 3.6 –
NOVEMBRE
DICEMBRE
9,95
Velocità del vento minima, media e massima. Medie periodo 19962006.
La ve locità de l vento, ne l pe rio do
compreso
tra maggio e
settembre , periodo a rischio , non supera in media i 18,43 km/h.
Per un maggior dettaglio de i dati meteo ro lo gici illustrati di
seguito si riporta il riepilo go numerico in tabe lle.
- 15 -
14,90
12,00
19,40
GENNAIO
15,04
11,40
18,00
GENNAIO
13,75
9,80
16,40
GENNAIO
13,65
4,00
18,00
GENNAIO
11,50
6,60
15,60
GENNAIO
13,70
8,20
19,80
MEDIA
MIN
MAX
1997
MEDIA
MIN
MAX
1998
MEDIA
MIN
MAX
1999
MEDIA
MIN
MAX
2000
MEDIA
MIN
MAX
2001
MEDIA
MIN
MAX
17,80
7,80
14,27
FEBBRAIO
16,60
11,40
14,37
FEBBRAIO
16,00
5,60
11,84
FEBBRAIO
19,40
12,00
15,36
FEBBRAIO
17,40
13,00
15,16
FEBBRAIO
16,00
7,87
12,35
FEBBRAIO
23,80
12,00
18,19
MARZO
18,80
6,40
15,59
MARZO
22,20
12,00
16,20
MARZO
20,40
9,00
15,57
MARZO
21,20
14,80
18,24
MARZO
17,60
10,00
14,62
MARZO
23,40
11,20
18,23
APRILE
27,40
13,60
19,12
APRILE
23,40
14,60
18,25
APRILE
22,80
14,80
18,47
APRILE
21,40
11,00
16,71
APRILE
22,40
14,60
19,04
APRILE
30,80
16,20
24,90
MAGGIO
27,00
20,20
24,34
MAGGIO
28,60
19,20
23,60
MAGGIO
27,20
16,60
22,84
MAGGIO
28,80
18,00
23,67
MAGGIO
27,60
18,00
22,14
MAGGIO
31,80
14,80
27,01
GIUGNO
31,40
24,60
28,11
GIUGNO
33,00
22,20
27,61
GIUGNO
34,20
22,00
27,33
GIUGNO
31,00
19,40
27,00
GIUGNO
33,00
23,20
27,66
GIUGNO
33,40
25,40
29,83
LUGLIO
34,60
24,40
29,23
LUGLIO
33,20
25,60
29,77
LUGLIO
34,80
27,00
30,40
LUGLIO
32,40
25,00
29,25
LUGLIO
35,00
26,00
29,18
LUGLIO
35,00
26,60
31,57
AGOSTO
36,60
26,20
31,86
AGOSTO
37,60
27,20
31,03
AGOSTO
37,40
26,00
31,73
AGOSTO
34,00
26,80
30,47
AGOSTO
33,40
26,40
30,14
AGOSTO
- 16 -
28,20
22,00
25,33
SETTEMBRE
30,40
21,40
27,28
SETTEMBRE
30,40
22,00
27,15
SETTEMBRE
29,80
22,00
25,82
SETTEMBRE
33,00
22,00
28,39
SETTEMBRE
27,00
18,00
23,89
SETTEMBRE
Tab. 3.2 – Temperatura (°C) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001.
GENNAIO
1996
28,40
23,00
25,62
OTTOBRE
29,80
19,80
22,72
OTTOBRE
26,00
19,00
22,99
OTTOBRE
24,00
17,40
21,56
OTTOBRE
28,20
9,80
22,37
OTTOBRE
24,00
17,80
20,99
OTTOBRE
23,40
11,40
18,55
NOVEMBRE
22,20
12,40
18,43
NOVEMBRE
23,80
12,40
17,23
NOVEMBRE
23,00
8,20
15,35
NOVEMBRE
21,20
9,20
17,18
NOVEMBRE
22,40
12,20
18,20
NOVEMBRE
17,60
6,60
11,45
DICEMBRE
19,20
11,20
15,89
DICEMBRE
17,80
7,80
13,32
DICEMBRE
17,40
8,40
12,48
DICEMBRE
18,80
10,40
14,14
DICEMBRE
19,00
3,80
13,78
DICEMBRE
12,43
6,20
17,40
GENNAIO
13,14
7,00
17,60
GENNAIO
11,37
2,80
17,00
GENNAIO
11,14
5,80
15,00
GENNAIO
11,21
7,00
15,00
MEDIA
MIN
MAX
2003
MEDIA
MIN
MAX
2004
MEDIA
MIN
MAX
2005
MEDIA
MIN
MAX
2006
MEDIA
MIN
MAX
18,80
8,20
13,15
FEBBRAIO
17,20
8,00
10,91
FEBBRAIO
18,40
7,00
13,72
FEBBRAIO
16,00
7,40
11,89
FEBBRAIO
18,20
13,00
15,61
FEBBRAIO
20,00
9,60
14,41
MARZO
21,00
7,00
15,30
MARZO
18,00
10,00
14,69
MARZO
21,60
13,00
16,92
MARZO
25,00
13,40
18,62
MARZO
23,60
15,20
19,89
APRILE
24,80
12,00
18,22
APRILE
22,00
14,00
17,84
APRILE
25,00
10,40
19,13
APRILE
24,00
11,20
19,42
APRILE
30,60
19,40
24,08
MAGGIO
30,00
20,60
24,75
MAGGIO
25,00
17,00
21,41
MAGGIO
30,60
22,20
26,15
MAGGIO
27,20
19,00
23,15
MAGGIO
33,80
18,20
27,26
GIUGNO
34,00
22,00
27,91
GIUGNO
33,80
22,00
27,31
GIUGNO
35,80
26,40
31,88
GIUGNO
34,40
22,80
29,00
GIUGNO
34,00
27,20
31,34
LUGLIO
38,00
26,20
30,92
LUGLIO
35,00
25,80
31,10
LUGLIO
36,20
29,60
32,46
LUGLIO
33,00
25,20
29,39
LUGLIO
36,20
25,20
29,27
AGOSTO
32,00
24,00
28,79
AGOSTO
32,80
28,00
30,49
AGOSTO
38,80
28,00
34,50
AGOSTO
32,00
24,00
28,24
AGOSTO
- 17 -
31,20
19,00
26,85
SETTEMBRE
31,00
23,20
26,59
SETTEMBRE
31,80
21,80
27,17
SETTEMBRE
31,40
22,60
26,81
SETTEMBRE
28,20
20,20
25,34
SETTEMBRE
Tab. 3.3 – Temperatura (°C) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006.
GENNAIO
2002
27,00
18,60
23,73
OTTOBRE
25,40
16,00
21,74
OTTOBRE
25,70
18,00
23,16
OTTOBRE
26,60
15,40
21,62
OTTOBRE
24,00
20,00
22,29
OTTOBRE
24,00
10,00
18,41
NOVEMBRE
23,20
10,20
17,49
NOVEMBRE
26,00
11,20
16,55
NOVEMBRE
22,40
12,80
18,77
NOVEMBRE
22,00
11,40
18,85
NOVEMBRE
19,40
11,60
15,43
DICEMBRE
17,20
7,80
12,15
DICEMBRE
19,40
8,40
13,87
DICEMBRE
20,40
8,00
14,03
DICEMBRE
17,00
11,00
14,31
DICEMBRE
79,26
60,00
97,00
GENNAIO
84,23
62,00
97,00
GENNAIO
82,10
66,00
97,00
GENNAIO
78,45
50,00
100,00
GENNAIO
78,94
49,00
93,00
GENNAIO
84,32
55,00
94,00
MEDIA
MIN
MAX
1997
MEDIA
MIN
MAX
1998
MEDIA
MIN
MAX
1999
MEDIA
MIN
MAX
2000
MEDIA
MIN
MAX
2001
MEDIA
MIN
MAX
95,00
56,00
80,07
FEBBRAIO
97,00
50,00
79,14
FEBBRAIO
98,00
55,00
78,79
FEBBRAIO
98,00
54,00
76,11
FEBBRAIO
95,00
46,00
77,93
FEBBRAIO
97,00
46,00
71,90
FEBBRAIO
95,00
55,00
83,55
MARZO
97,00
50,00
79,45
MARZO
96,00
52,00
78,97
MARZO
95,00
31,00
64,90
MARZO
97,00
38,00
67,26
MARZO
93,00
44,00
69,77
MARZO
95,00
62,00
78,37
APRILE
95,00
44,00
77,90
APRILE
95,00
60,00
81,60
APRILE
94,00
54,00
73,53
APRILE
94,00
30,00
69,00
APRILE
95,00
50,00
73,43
APRILE
95,00
52,00
74,10
MAGGIO
90,00
58,00
77,58
MAGGIO
98,00
50,00
81,77
MAGGIO
98,00
48,00
72,00
MAGGIO
86,00
31,00
65,77
MAGGIO
96,00
39,00
74,39
MAGGIO
88,00
40,00
69,00
GIUGNO
95,00
38,00
75,27
GIUGNO
95,00
48,00
69,87
GIUGNO
86,00
37,00
67,57
GIUGNO
94,00
40,00
70,43
GIUGNO
92,00
54,00
69,20
GIUGNO
87,00
48,00
69,45
LUGLIO
92,00
45,00
74,71
LUGLIO
92,00
44,00
76,39
LUGLIO
93,00
0,00
68,29
LUGLIO
96,00
47,00
64,81
LUGLIO
82,00
42,00
64,65
LUGLIO
93,00
43,00
71,77
AGOSTO
97,00
56,00
74,84
AGOSTO
95,00
27,00
69,13
AGOSTO
85,00
43,00
65,48
AGOSTO
95,00
44,00
66,16
AGOSTO
96,00
50,00
72,32
AGOSTO
- 18 -
Tab. 3.4 – Umidità (%) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001.
GENNAIO
1996
90,00
60,00
75,30
SETTEMBRE
93,00
60,00
80,73
SETTEMBRE
96,00
46,00
75,47
SETTEMBRE
90,00
47,00
74,50
SETTEMBRE
94,00
48,00
70,53
SETTEMBRE
96,00
63,00
83,27
SETTEMBRE
92,00
70,00
82,52
OTTOBRE
98,00
50,00
93,00
OTTOBRE
98,00
67,00
84,81
OTTOBRE
100,00
70,00
85,39
OTTOBRE
96,00
50,00
79,19
OTTOBRE
98,00
66,00
84,06
OTTOBRE
95,00
46,00
75,77
NOVEMBRE
98,00
75,00
89,63
NOVEMBRE
97,00
57,00
81,50
NOVEMBRE
94,00
52,00
77,03
NOVEMBRE
98,00
63,00
83,97
NOVEMBRE
97,00
58,00
82,50
NOVEMBRE
90,00
50,00
71,80
DICEMBRE
97,00
65,00
84,29
DICEMBRE
97,00
50,00
81,58
DICEMBRE
93,00
50,00
77,06
DICEMBRE
97,00
46,00
77,58
DICEMBRE
100,00
50,00
81,68
DICEMBRE
72,61
7,00
92,00
GENNAIO
78,32
42,00
95,00
GENNAIO
80,13
50,00
100,00
GENNAIO
81,00
50,00
96,00
GENNAIO
78,00
55,00
97,00
MEDIA
MIN
MAX
2003
MEDIA
MIN
MAX
2004
MEDIA
MIN
MAX
2005
MEDIA
MIN
MAX
2006
MEDIA
MIN
MAX
98,00
54,00
81,86
FEBBRAIO
92,00
40,00
73,36
FEBBRAIO
95,00
60,00
81,34
FEBBRAIO
93,00
50,00
68,64
FEBBRAIO
95,00
58,00
78,43
FEBBRAIO
100,00
50,00
86,13
MARZO
95,00
39,00
78,29
MARZO
97,00
50,00
78,10
MARZO
98,00
46,00
76,16
MARZO
93,00
45,00
71,16
MARZO
100,00
34,00
83,83
APRILE
98,00
55,00
78,59
APRILE
97,00
60,00
83,77
APRILE
96,00
45,00
78,87
APRILE
95,00
63,00
78,40
APRILE
90,00
56,00
79,77
MAGGIO
98,00
53,00
73,87
MAGGIO
96,00
40,00
75,63
MAGGIO
95,00
40,00
71,58
MAGGIO
91,00
42,00
73,48
MAGGIO
97,00
40,00
69,67
GIUGNO
96,00
48,00
73,93
GIUGNO
98,00
44,00
68,59
GIUGNO
90,00
40,00
65,24
GIUGNO
87,00
40,00
61,77
GIUGNO
93,00
60,00
73,35
LUGLIO
91,00
32,00
70,19
LUGLIO
88,00
35,00
60,61
LUGLIO
95,00
40,00
68,26
LUGLIO
98,00
50,00
73,61
LUGLIO
90,00
47,00
73,61
AGOSTO
96,00
50,00
76,39
AGOSTO
86,00
30,00
60,10
AGOSTO
95,00
40,00
64,39
AGOSTO
96,00
60,00
83,74
AGOSTO
- 19 -
Tab. 3.5 – Umidità (%) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006.
GENNAIO
2002
96,00
64,00
83,67
SETTEMBRE
98,00
70,00
88,63
SETTEMBRE
94,00
40,00
71,73
SETTEMBRE
98,00
50,00
74,80
SETTEMBRE
96,00
60,00
81,60
SETTEMBRE
96,00
65,00
84,32
OTTOBRE
98,00
69,00
86,84
OTTOBRE
96,00
68,00
87,71
OTTOBRE
98,00
60,00
84,39
OTTOBRE
93,00
65,00
81,00
OTTOBRE
100,00
62,00
85,37
NOVEMBRE
95,00
50,00
79,80
NOVEMBRE
98,00
45,00
81,13
NOVEMBRE
98,00
65,00
85,63
NOVEMBRE
96,00
55,00
79,97
NOVEMBRE
98,00
69,00
85,19
DICEMBRE
98,00
45,00
82,94
DICEMBRE
98,00
52,00
83,68
DICEMBRE
100,00
50,00
79,61
DICEMBRE
96,00
50,00
86,68
DICEMBRE
7,00
22,40
GENNAIO
12,34
7,00
33,00
GENNAIO
8,24
7,00
13,50
GENNAIO
9,45
0,00
19,00
MIN
MAX
1999
MEDIA
MIN
MAX
2000
MEDIA
MIN
MAX
2001
MEDIA
MIN
MAX
22,00
2,50
11,15
MARZO
16,80
0,00
8,22
MARZO
30,00
7,40
13,16
MARZO
23,00
0,80
16,40
7,40
9,73
APRILE
19,60
7,40
10,11
APRILE
30,00
7,00
13,40
APRILE
30,20
8,20
14,75
APRILE
27,00
7,30
11,69
APRILE
APRILE
14,20
7,00
8,65
MAGGIO
10,40
7,00
8,34
MAGGIO
15,80
7,50
9,60
MAGGIO
25,00
7,00
10,89
MAGGIO
22,00
7,50
11,09
MAGGIO
MAGGIO
29,00
7,50
11,54
GIUGNO
11,80
7,00
8,44
GIUGNO
GIUGNO
19,50
7,40
11,31
GIUGNO
28,00
7,50
12,81
GIUGNO
23,00
0,00
4,03
GIUGNO
15,60
0,80
8,59
LUGLIO
19,50
7,50
10,90
LUGLIO
LUGLIO
LUGLIO
22,00
8,20
11,57
LUGLIO
25,00
0,00
10,94
LUGLIO
18,50
7,00
8,60
AGOSTO
12,00
7,00
8,58
AGOSTO
15,40
7,50
9,32
AGOSTO
AGOSTO
14,00
2,40
9,73
AGOSTO
11,90
0,00
1,86
AGOSTO
17,30
7,00
9,88
SETTEMBRE
30,00
7,00
10,53
SETTEMBRE
17,60
5,40
9,06
SETTEMBRE
SETTEMBRE
17,60
7,50
10,10
SETTEMBRE
15,80
0,00
5,19
SETTEMBRE
- 20 -
Tab. 3.6 – Velocità del vento (km/h) media, minima e massima per mese; periodo 1996-2001.
18,60
7,00
10,05
FEBBRAIO
16,30
6,00
8,21
FEBBRAIO
25,40
8,50
13,01
FEBBRAIO
20,30
7,20
12,03
11,33
MEDIA
11,34
MARZO
FEBBRAIO
GENNAIO
1998
MARZO
20,00
FEBBRAIO
MAX
GENNAIO
1997
10,00
13,00
MAX
MIN
0,00
MIN
MARZO
15,58
6,51
MEDIA
FEBBRAIO
MEDIA
GENNAIO
1996
18,00
7,00
8,29
OTTOBRE
18,50
0,00
8,72
OTTOBRE
20,10
7,00
9,87
OTTOBRE
12,60
7,80
10,03
OTTOBRE
21,40
7,40
12,13
OTTOBRE
14,60
0,00
2,13
OTTOBRE
19,50
7,00
9,49
NOVEMBRE
32,00
7,00
12,83
NOVEMBRE
17,70
7,00
9,28
NOVEMBRE
25,00
7,90
12,28
NOVEMBRE
34,00
7,10
12,01
NOVEMBRE
NOVEMBRE
23,00
7,00
10,25
DICEMBRE
15,70
7,00
8,99
DICEMBRE
DICEMBRE
19,60
2,80
10,70
DICEMBRE
19,50
2,50
10,21
DICEMBRE
DICEMBRE
8,70
6,00
19,50
GENNAIO
11,31
7,20
25,00
GENNAIO
9,60
6,40
19,80
GENNAIO
9,81
6,40
18,40
GENNAIO
7,64
7,00
8,70
MEDIA
MIN
MAX
2003
MEDIA
MIN
MAX
2004
MEDIA
MIN
MAX
2005
MEDIA
MIN
MAX
2006
MEDIA
MIN
MAX
FEBBRAIO
15,60
7,30
9,73
FEBBRAIO
30,00
7,00
10,26
FEBBRAIO
18,50
7,00
10,30
FEBBRAIO
19,50
7,20
9,10
FEBBRAIO
MARZO
16,40
7,00
8,96
MARZO
12,00
6,80
8,04
MARZO
18,00
7,00
8,83
MARZO
30,00
7,00
10,73
MARZO
APRILE
26,00
7,30
9,80
APRILE
14,20
6,40
8,86
APRILE
25,00
7,00
10,64
APRILE
15,30
7,00
9,43
APRILE
MAGGIO
16,40
7,00
9,44
MAGGIO
17,80
7,00
9,44
MAGGIO
15,70
7,00
9,32
MAGGIO
19,40
7,00
8,91
MAGGIO
GIUGNO
12,20
7,00
8,47
GIUGNO
15,40
7,00
8,25
GIUGNO
12,00
7,00
7,94
GIUGNO
15,00
7,00
8,68
GIUGNO
LUGLIO
15,00
7,00
9,68
LUGLIO
9,70
7,00
7,63
LUGLIO
15,30
7,00
9,23
LUGLIO
13,30
7,00
8,79
LUGLIO
AGOSTO
15,80
7,20
9,16
AGOSTO
16,00
7,50
7,50
AGOSTO
20,00
7,00
8,60
AGOSTO
15,70
7,00
9,59
AGOSTO
SETTEMBRE
13,40
7,40
8,29
SETTEMBRE
19,50
6,00
9,06
SETTEMBRE
14,00
7,00
8,44
SETTEMBRE
14,50
7,00
8,78
SETTEMBRE
- 21 -
Tab. 3.7 – Velocità del vento (km/h) media, minima e massima per mese; periodo 2002-2006.
GENNAIO
2002
OTTOBRE
12,50
7,30
7,99
OTTOBRE
19,60
7,30
9,52
OTTOBRE
17,40
7,00
9,56
OTTOBRE
19,20
7,00
9,40
OTTOBRE
NOVEMBRE
30,00
6,80
10,65
NOVEMBRE
19,40
7,30
9,74
NOVEMBRE
30,20
7,00
10,97
NOVEMBRE
38,40
0,40
13,28
NOVEMBRE
DICEMBRE
20,00
7,30
10,36
DICEMBRE
27,00
7,30
10,32
DICEMBRE
19,80
6,60
9,90
DICEMBRE
17,40
7,00
8,84
DICEMBRE
CAP.
4
INDAGINE STATISTICA
- 22 -
PREMESSA
L’e levato
forestali
indice
presenti,
la
di
boscosità,
lo ro
la
diffusio ne,
tipo logia
unitame nte
de lle
fo rmazio ni
alle
partico lari
condizio ni climatiche, rendo no gli incendi boschivi un feno meno di
significativa rile vanza pe r la Tenuta Presidenziale di Caste lporziano .
Al fine di valutare l’ incidenza de l fenomeno e soprattutto pe r
ottene re informazioni utili per la pianificazione de lla preve nzione e
de lla
lotta
attiva,
è
stato
esaminato
ed
informatizzato
in
un
DATABASE degli incendi pregressi, il registro degli incendi e labo rato
annualmente
dal
personale
in se rvizio
presso
la
Direzione
de lla
Tenuta.
La scheda di rile vame nto
utilizzata all’ inte rno
de lla Tenuta
costituisce un valido strumento co noscitivo de l fenomeno ince ndi
seppur re lativo alla so la Rise rva ed all’ are a circostante.
La
scheda
contie ne
caratte rizzazio ne
de l
elabo rate,
co nse ntono
strutturare
e
calibrare
dive rsi
tipi
di
informazio ne
singo lo
incendio
analisi
statistiche
l’organizzazione
che,
de l
utili
alla
opportuname nte
utiliz zate
servizio
po i
per
antince nd i
boschivi.
NUMERO DEGLI INCENDI NEL PERIODO 1996-2008
Dall’ analisi de i re gistri e merge che il servizio antincendi de lla
Tenuta è stato attivato , dal 1996 ad oggi, 219 vo lte con una me dia
di circa 18 ince ndi all’anno .
Nella
tabe lla
e
ne l
grafico
che
seguono
viene
riportato
l’ andamento de gli incendi ce nsiti dal quale emerge che dal 1996, il
trie nnio 1999-2001 è stato que llo con il maggio r numero di incendi,
- 23 -
comple ssivamente il 41% di que lli verificatisi ne ll’ intero decennio ,
mentre il 1999 è stato il peggio re anno visto che da so lo copre il
23%.
gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Tot
1996
0
0
0
0
0
0
4
2
0
0
0
0
6
1997
0
0
0
0
0
0
4
5
2
0
0
0
11
1998
0
0
0
0
0
0
2
10
1
0
1
0
14
1999
0
0
0
0
0
6
29
9
1
1
0
0
46
2000
0
0
0
0
0
1
5
14
6
0
0
1
27
2001
0
0
0
0
0
6
16
6
6
0
0
0
34
2002
0
0
0
0
0
1
5
5
0
0
0
0
11
2003
0
1
0
0
3
8
5
7
0
0
1
0
25
2004
0
0
0
0
0
1
7
0
0
0
0
0
8
2005
0
0
0
0
0
6
2
1
1
0
0
0
10
2006
0
0
0
0
2
1
4
0
0
0
0
0
7
2007
0
0
0
0
0
0
6
6
0
0
0
0
12
2008
0
0
0
0
0
0
5
3
0
0
0
0
8
0
1
0
0
5
30
94
68
17
1
2
1
219
Tot
mese
Tab. 4.1 – Numero incendi per mese e per gli anni 1996 – 2008
- 24 -
50
45
40
35
incendi
30
25
20
15
10
5
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
anno
Graf. 4.1 – Numero incendi per anno; periodo 1996 – 2008
LOCALIZZAZIONE DEGLI INCENDI
Dei 219 inte rve nti menzionati so lamente 11 hanno avuto
inizio od hanno interessato l’ interno de lla Tenuta mentre , 61 si
sono
sviluppati
ai
suo i
co nfini
senza
riuscire
peraltro
a
superarli, infine 147 inte rve nti sono stati effettuati all’esterno
sia
a
caratte re
preve ntivo
che
a
suppo rto
di
altre
realtà
territo riali adiacenti.
Segue
la
sche matizzazio ne
classificati pe r ubicazio ne.
- 25 -
de l
nume ro
di
incendi
classificazione incendi per ubicazione
11
61
147
ESTERNI
CONFINE
INTERNI
Graf 4.2 Classificazione degli incendi per ubicazione.
La maggior parte degli incendi registrati avvengono quindi
all’esterno dei confini della Tenuta anche se ciò non può essere
considerato necessariamente un dato rassicurante, in quanto sono
registrati come tali i principi di incendio che avvengono a partire da
20 m di distanza dal confine, con una probabilità molto alta quindi di
arrivare ad interessare la Tenuta stessa in assenza di un sollecito
intervento di estinzione.
DISTRIBUZIONE TEMPORALE DEGLI INCENDI
Dall’analisi
dell’andamento
degli
incendi
per
mese
risulta che il periodo a maggior rischio di insorgenza incendi
è compreso tra maggio e settembre con un picco nel mese di
luglio.
- 26 -
CAP.
5
ZONIZZAZIONE PIROLOGICA
- 27 -
ANALISI DEI FATTORI
L’analisi de i fatto ri pre disponenti e determinanti un incendio è
fondame ntale pe r poter individuare le aree ed i perio di a rischio,
nonché
per
pote r
attivare
tutte
le
misure
di
preve nzione
ed
estinzio ne. Ciò comporta l’ analisi di mo lti fatto ri che influe nzano, in
modo dire tto od indire tto , la possibilità di innesco di un fuoco .
Questi
fattori
non
sempre
so no
facilmente
individuabili
e
quantificabili, anche per l’assenza di specifiche banche dati. Allo
stato attuale non esiste in Tenuta la zo nizzazio ne piro logica de l
territo rio , pe rtanto, pe r procede re alla dete rminazione di aree co n lo
stesso live llo di suscettibilità piro lo gica, o vve ro de lle aree omogenee
dal punto di vista de l rischio di incendio , ve rranno e labo rati i dati
dispo nibili in manie ra da o ttene re due indici di zonizzazio ne uno
storico e l’altro stazio nale.
METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DELLE AREE A
RISCHIO
I
dati
acquisiti
e
l’utilizzo
di
tecno logie
informatiche
d’avanguardia, co nsento no l’e laborazione di un indice di rischio pe r
la Te nuta, artico lato in due parti:
-
un indice sto rico;
-
un indice stazionale - vegetazionale .
L’ indice sto rico e sprime la pro pensione de l te rritorio ad esse re
percorso dal fuoco, ovvero analizza i fattori pre disponenti dando
maggio r peso a quelli climatici e di accadimento pre gre sso.
L’ indice stazio nale costituisce l’e lemento di valutazione per la
definizio ne
de l
perico lo
infrastrutturale
do ve
ve ngono
pesate
compone nti co me la mo rfo logia e la vegetazione , la viabilità, le aree
urbanizzate , le infrastrutture ecc.
- 28 -
La so mma de i due valori, indice storico e indice stazionale vegetazionale , ha quindi fo rnito un valo re pe r ogni zona ricondotto
alle classi territo riali di perico lo:
-
basso;
-
medio;
-
alto .
INDICE STORICO
Per valutare la suscettibilità o possibilità di un territorio a d
essere pe rcorso da incendi sono stati co nsiderati i dati statistici de l
perio do 1996-2008, già ampiamente trattati ne l capito lo re lativo alla
“caratteri territo riali e climatici” e qui so lo parzialmente ripo rtati.
Tra
i
dati
storici
co nsiderati,
ovvero
caratteri
climatici
e
nume ro di ince ndi, hanno partico lare incide nza que lli re lativi alla
frequenza di accadimento, ovvero
la
localizzazio ne
degli incendi
pregressi.
Come evidenziato ne l capito lo re lativo alle indagini statistiche,
ne l pe rio do e ne l territorio conside rato, si so no ve rificati 219 incendi
di cui 208, il 95 %, tra esterni e di confine.
Nonostante , non sia stato possibile , per la mancata rile vazio ne
de lle
coo rdinate
geografiche
di
ogni
singo lo
evento,
risalire
all’ ubicazione pre cisa degli incendi, dall’analisi de i dati disponibili
emerge che le aree in cui maggio re è la frequenza di accadimento
sono que lle limitrofe alle aree urbanizzate ed alle grandi vie di
comunicazio ne che lambiscono la Tenuta.
Dal punto di vista climatico, come evide nziato ne l grafico 5.1 ,
ne i mesi di luglio ed agosto si re gistra un picco ne l numero de gli
incendi, infatti in questi due mesi avvengo no il 71,4 % degli eve nti.
- 29 -
ANDAMENTO DEGLI INCENDI PER MESE
PERIODO 1996-2006
45,0
40,0
35,0
30,0
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
GENNAIO
Graf. 5.1 –
MARZO
MAGGIO
Andamento
LUGLIO
percentuale
della
SETTEMBRE
frequenza
NOVEMBRE
mensile
degli
incendi.
Periodo 1996-2008.
Ciò co nfe rma anche il risultato de ll’analisi de i fatto ri climatic i
predispo nenti che individua quale periodo a maggior rischio , que llo
compre so tra la prima decade di maggio e que lla di se ttembre .
70,00
45,00
40,00
60,00
50,00
30,00
25,00
40,00
20,00
30,00
%
°C per T/% per incendi
35,00
15,00
20,00
10,00
10,00
5,00
0,00
0,00
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
Andamento incendi
Graf. 5.2 –
Confronto
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
Temperatura massima
tra
fattori
climatici
incendi. Periodo 1996-2008.
- 30 -
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
Umidità relativa minima
predisponesti
ed
andamento
degli
Sulla base de lle conside razio ne effettuate , il territo rio de lla
Tenuta viene suddiviso in tre aree omogenee dal punto statistico
de lla pre disposizio ne all’ incendio .
RISCHIO ALTO
RISCHIO MEDIO
RISCHIO BASSO
- 31 -
INDICE STAZIONALE
L’ indice
stazio nale
–
vege tazio nale ,
che
esprime
la
“perico losità”, ovvero la potenzialità intrinseca di un territo rio ad
essere
interessato
da
incendi,
parte
dall’ analisi
de lle
tipo lo gia
vegetazioni presenti.
A riguardo la Tenuta è dotata di uno studio re lativo al piano di
gestio ne de lla superficie fo restale nonché di que llo per la gestio ne
de i
prati-pasco li,
che
costituiranno
la
base
informativa
pe r
la
determinazione de gli indici stazionali.
Ogni tipo logia ve getazionale vie ne ricondotta ad un mode llo di
combustibile,
o gnuno
de i
quali
è
definito
dalla
suscettibilità
ad
conside rata
un
essere pe rcorso da un incendio .
LA MAPPATURA DEI COMBUSTIBILI
Ogni
tipo lo gia
vegetazionale
può
essere
partico lare co mbustibile e pertanto abbinata ad un mo de llo .
La
misura
de lle
variabili
che
definiscono
una
tipo logia
di
combustibile, risulta complessa e laboriosa.
Per questo Rothe rme l ha messo a punto un metodo alternativo
che pe rme ttesse un utilizzo ve loce de l sistema. I l metodo si basa
sull’ impie go di mo de lli di combustibile standards, ossia rico nducibili
ad una de terminata fo rma di accumulo di materiale infiammabile di
origine
ve getale .
Ad
ogni
mo de llo,
quindi,
co rrispondo no
valori
differe nti de lle variabili da conside rare.
I mode lli pre determinati so no 13 e , considerando l’importanza
re lativa de lle dive rse componenti co mbustibili ne lla propagazione de l
fuoco ,
sono
gerarchico
stati
raggruppati
supe riore.
Mo lti
de i
in
quattro
catego rie
di
13
mode lli
co rrispondono
ordine
ai
20
utilizzati dal Natio nal Fire Dange r System degli USA.
Le quattro categorie , corrisponde nti al tipo di co mbustibile
morto che de termina la propagazio ne de l fuoco , so no:
- pasco li ( modd. 1,2 e 3);
- cespugliati (4,5,6 e 7);
- 32 -
- lettie re e fo gliame o boschi (8, 9 e 10);
- residui di utilizzazio ni fo restali ( 11,12 e 13) .
Segue una breve descrizione de lle caratteristiche più importanti
di ciascun mo de llo .
Gruppo: Pasco li
Modello n. 1
Pasco lo
a
struttura
fine ,
secco
o
quasi
secco ,
di
alte zza
infe rio re al ginocchio , che ricopre completame nte il suo lo . Sono
presenti cespugli mo lto bassi e d alberi dispersi che ricoprono me no
di un te rzo de lla superficie.
Modello n. 2
Pasco lo
a
struttura
fine ,
secco
o
quasi
secco ,
di
alte zza
infe rio re al ginocchio, che rico pre comple tamente il suo lo. I cespugli
e gli alberi occupano da uno a due terzi de lla superficie , ma la
propagazione de l fuoco avviene ne l combustibile e rbace o minuto.
Modello n. 3
Pasco lo a struttura grosso lana, de nso, secco ed alto (più di un
metro)
anche
se
possono
verificarsi
note vo li
variazioni
ne lle
dime nsio ni de llo strato erbaceo . È il mode llo tipico delle savane e
de lle zone umide con clima te mpe rato caldo. I campi di cere ali non
mietuti sono rappresentativi di que sto mode llo . Gli incendi che si
verificano in questo mode llo sono i più vio lenti del gruppo pasco li.
Gruppo: Cespuglia ti
Modello n. 4
Cespugliame o gio vane piantagione mo lto densa di circa 2 me tr i
di alte zza con notevo le carico di co mbustibile mo rto . Alla base può
trovarsi uno spesso strato di fo gliame o residui con altezza fino ad 1
metro .
- 33 -
Modello n. 5
Cespugliato de nso e ve rde di altezza infe riore ad 1m. I l fuoco
si propaga ne lla le ttie ra e ne l pasco lo. I cespuglieti ricolo nizzato ri di
superfici
perco rse
di
recente
dal
fuoco
sono
ese mpi
di
questo
mode llo .
Modello n. 6
Il
mode llo
caratte ristiche
è
rappresentativo
interme die
per
di
carico ,
aree
cespugliate
altezza
e
natura
con
de l
combustibile, di que lle descritte pe r i mo de lli 4 e 5. I combustibili
vivi sono assenti o dispersi; l’ altezza me dia de i cespugli è co mpre sa
tra 0,6 e 1,2 metri.
Modello n. 7
Cespugliato di spe cie mo lto infiammabili che costituisce il piano
infe rio re di boschi densi di co nifere ; alte zza compresa tra 0,5 e 2
m.
Gruppo: le ttie re di boschi
Modello n. 8
Il co mbustibile è formato da le ttiera indecomposta di conife re a
foglia corta (fino a 5 cm) o di latifoglie compattate. Abbondante
presenza di rametti frammisti alla lettie ra. Cespugli e le ttiera so no
pressoché assenti. Sono rappresentati in questo mo de llo i boschi
densi di conife re (abete , larice , do uglasia) e di latifoglie a foglia
caduca.
Modello n. 9
Simile al mode llo 8, però con le ttiere meno compatta costituita
da aghi lunghi e rigidi o fogliame di latifoglie a fo glia grande. Ne
sono esempi il bosco di pino marittimo e di castagno .
- 34 -
Modello n. 10
Bosco con grandi quantità di rami e d alberi caduti, a causa di
forti
venti,
inte nse
ne vicate ,
attacchi
parassitari,ecc..
Esempi
concreti di questo mode llo sono dati da boschi o ggetto di schianti da
vento o da ne ve , dai boschi mo lto maturi o da que lli in cui si sono
eseguiti tagli a scelta o diradamenti leggeri con note vole rilascio di
mate riale di risulta. I l co mbustibile è pe r lo più gro sso lano e ben
distribuito
sulla
supe rficie .
Localme nte
può
essere
presente
mate riale erbaceo verde . L’altezza media de llo strato combustibile è
di circa 0,6 metri.
Gruppo: residui di utilizzazio ni fo restali
Modello n. 11
Residui
sparsi
Rappresentano
i
di
resti
alte zza
di
non
diradame nti
superiore
leggeri
in
a
0,3
bo schi
metri.
misti
di
conife re e latifoglie. I l fatto re di carico de l mate riale morto inferiore
a
7,5
cm
è
di
circa
25
t/ha;
può
esservi
anche
una
picco la
percentuale di materiale di dime nsio ni supe rio ri.
Modello n. 12
Residui
distribuiti
uniformemente
in
mo do
continuo
sulla
superficie . Fattore di carico mo lto e levato , maggiore di 80 tonne llate
ad
e ttaro .
Locale
presenza
di
picco le
aree
no n
coperte
dal
combustibile.
L’altezza me dia dei residui è di circa 0,6 metri. Il fogliame,
ancora ve rde , è attaccato ai rame tti. Esempi di questo mode llo sono
dati dalle tagliate a raso su medie superfici, in boschi di conife re ed
in ce dui se mplici.
Modello n. 13
Residui che formano uno strato co ntinuo poco co mpatto , con
fattori di carico superiori al mode llo precede nte . L’altezza me dia de l
- 35 -
combustibile mo rto è di circa 1 metro , si rileva abbo ndanza di
mate riale grosso lano con diametro superiore a 7,5 cm. Un esempio
di questo mode llo è dato dalle tagliate a raso su supe rfici estese.
La realizzazione della proposta di Piano di Gestione Forestale
costituisce una base fondamentale cui abbinare la mappatura de i
combustibili, a livello di tipi forestali e re lativi stadi di sviluppo .
La
mappatura
de i
mo de lli
di
combustibili
potrà
co nsentire
valutazioni utili alla pianificazio ne de lla gestio ne fo restale e de lla
prote zio ne dagli in cendi.
Dall’ analisi de lle tipo lo gie vege tazio nale prese nti in T enuta si
distinguono i se guenti mo de lli di co mbustibile:
•
ceduo di leccio
mode llo 8;
•
fustaia di leccio
mode llo 10;
•
macchia me diterranea
mode llo 4;
•
querce to di caducifoglie
mode llo 9;
•
pine ta
mode llo 10;
•
pasco li
mode llo 1;
•
Sughe rete
mode llo 2.
- 36 -
CAP.
6
ORGANIZZAZIONE A.I.B.
- 37 -
ORGANIZZAZIONE AIB
La pianificazio ne de l servizio vie ne attuata sulla base de lle
conoscenze acquisite e si basa su di un piano inte rno annualmente
redatto dalla Dire zione de lla Tenuta de nominato Piano Operativo
A.I.B. per l’anno in corso. I l piano si artico la in due fasi: una di
preve nzione ed in una di lotta attiva, che individuano i co mpiti e le
responsabilità di chiunque ope ri a vario tito lo in Tenuta.
PREVENZIONE
La fase de dicata alla prevenzio ne
stabilisce
i compiti e
le
responsabilità di tutti i se ttori lavorativi de lla Tenuta che hanno
pertinenza con la lotta antincendio , ovve ro:
•
settore agrico lo;
•
settore fo restale;
•
settore tute la e gestione ambientale;
•
settore officina;
•
settore ope rai.
LOTTA ATTIVA
Consiste
ne llo
svo lgime nto
de l
servizio
di
preve nzio ne
e
repressione degli incendi boschivi, sinte ticame nte chiamato servizio
antincendi
boschivi.
Ope rativame nte
il
servizio
antincendi
è
artico lato in una struttura di avvistamento, una struttura te rrestre
ed
una
vigilanza,
di
coordinamento .
al
co ntro llo
de l
La
struttura
te rritorio ,
terrestre
provvede
all’avvistamento
ed
alla
alla
repressione , o ltre che alla necessaria lo gistica. Il coo rdinamento di
queste fo rze viene svo lto tramite una sala operativa e d è artico lato e
gestito dalla Dire zio ne de lla Tenuta.
- 38 -
SALA OPERATIVA
Questa struttura, attiva dalle ore 06.00 alle 20.00, per 36 5
giorni all’anno , coordina gli interventi ne ll’ambito della Tenuta, si
raccorda
con
la
Sala
Ope rativa Regionale
e
co n
le
altre
re altà
territo riali co mpe tenti.
SQUADRE DI SPEGNIMENTO
Allo spegnimento da terra de gli incendi boschivi, co mpreso le
operazio ni di bo nifica, provvedono le squadre AIB, costituite dalle
guardie de lla Tenuta e dal personale de l nucleo C.F.S. per un totale
di circa 30 unità, anche se all’occorrenza tutto il personale de lla
Tenuta a disposizione può ve nire impegnato ne llo spegnimento per
un totale di circa 80 perso ne.
Questo
prote zio ne
pe rsonale ,
individuale ,
equipaggiato
o pera
con
con
mezzi
idone i
dispo sitivi
fuo ristrada
allestiti
di
con
moduli antincendio , co n auto botti, co n attrezzi manuali e meccanici.
Alla fo rza de lla Te nuta si aggiunge durante il periodo e stivo un
distaccamento
de l
Comando
Pro vinciale
de i
Vigili
del
Fuoco,
attivabile dalla Direzione Tenuta 24 ore su 24 che , con proprio
personale e me zzi, affianca il pe rsonale de lla Tenuta in caso di
inte rve nto .
Il parco macchine dedicato all’ attività antincendio è costituito
da:
•
Unimog U300 (me zzo de lla Tenuta);
•
Unimog U300 (me zzo in do tazio ne al Nucleo CFS);
•
IVECO con mo dulo antincendio con capacità di 1.000 l;
•
Botte da 8.000 l;
•
auto botte de l distaccame nto estivo de i VV.F.
- 39 -
I vari setto ri e
mezzi vengono
attivati secondo
la gravità
de ll’e vento così co me previsto dal piano o perativo annuale .
Le squadre AIB svo lgono i seguenti se rvizi, o altri analoghi,
individuati in base alle diverse esige nze o perative:
due
pattugliame nto: è effettuato tramite squadre co mposte da
con mezzo
fuoristrada
legge ro;
consiste
in spostamenti sul
territo rio intervallati con soste in luoghi strategici.
-
prontezza
operativa:
è
effettuato
tramite
squadre
composte da due o più unità con autobotte o con mezzo fuoristrada
allestito
co n
modulo
AIB.
Le
squadre
de vono
sostare
in
luo ghi
strategici, pro nte ad intervenire su richiesta.
-
reperibilità:
è
effe ttuata
tramite
personale
che
si
mantiene re peribile, pronto ad inte rvenire su richiesta.
-
impiegabilità: è e ffe ttuata da squadre di o perai fore stali
de i setto ri ope rativi co mpe tenti che, durante lo svolgimento de i
propri co mpiti ne ll’orario di lavoro sono disponibili ad inte rve nire, su
richiesta, con me zzo fuoristrada alle stito con modulo AIB.
SEGNALAZIONE INCENDI BOSCHIVI
La se gnalazio ne di ince ndi boschivi avviene no rmalme nte dalle
strutture de l se rvizio antince ndi boschivi anche se non mancano
segnalazioni da parte di cittadini.
La se gnalazio ne degli incendi da parte di strutture AI B avviene
tramite
sistemi
di
te leco ntro llo
coadiuvati
dallo
svolgimento
de i
servizi di pattuglia mento .
Nella Tenuta so no, infatti, presenti cinque to rri di avvistame nto
che
funzio nano
attraverso
te lecamere
mo bili
che
proie ttano
le
immagini sui mo nitors prese nti ne lla sala o perativa de lla Dire zio ne.
Non tutte le te le camere compio no rotazioni di 360° per mo tivi
le gati alla loro ubicazio ne.
- 40 -
Le cinque to rri, di cui si ripo rta l’ubicazio ne ne lla planimetria
alle gato, sono distinte da un numero e pre ndono il nome de lla
lo calità in cui si trovano , ovvero:
1. Torre “VECCHIA SUGHERA”
Foto 6.1 – Basamento torre avvistamento n. 1.
Foto 6.2 – Torre avvistamento n. 1.
- 41 -
2. Torre “GROTTA DI PIASTRA”
Foto 6.3 – Basamento torre avvistamento n. 2.
Foto 6.4 –Torre avvistamento n. 2.
- 42 -
3. Torre “CAPOCOTTA”
Foto 6.5 – Basamento torre avvistamento n. 3.
Foto 6.6 –Torre avvistamento n. 3.
- 43 -
4. Torre “CONT UMACI”
Foto 6.7 –Torre avvistamento n. 4.
Foto 6.8 – Basamento torre avvistamento n. 4.
- 44 -
5. Torre “C. COLOMBO”
Foto 6.9 –Torre avvistamento n. 5.
Foto 6.10 –Torre avvistamento n. 5.
- 45 -
TORRE
X
Y
1
284644
4624903
2
280189
4620506
3
285255
4615344
4
285785
4627595
5
282859
4627412
Tabella 6.1 – Coordinate topografiche delle torri.
- 46 -
Foto 6.11 – Posizione torri di avvistamento.
- 47 -
PUNTI D’ACQUA
All’ inte rno de lla T enuta sono prese nti numerosi punti d’ acqua,
ovve ro fontanili da sempre dedicati all’abbe veraggio de gli animali ma
che possono anche servire pe r rifo rnime nti di emerge nza de i moduli
antincendio .
Foto 6.12 –Esempio di fontanili presenti in Tenuta.
Tali
fo ntanili,
alime ntati
da
so rgenti
naturali
vengo no
stagionalmente ripuliti da residue e mucillagini al fine di facilitare
eventuali operazio ni di po mpaggio.
Oltre a queste strutture che co munque conse rvano carattere d i
emerge nza vi sono anche strutture all’uo po dedicate come i pozzi ed
una re te idrica antince ndio. La rete idrica, realizzata nella zona d i
Capoco tta al confine con le strade di “Pratica di Mare” e ”Litoranea”
è costituita da due serbato i circo lari, de lla capacità di 170.000 l
cadauno , a cui si co llegano 23 idranti po sti ad una distanza variabile
tra i 200 e d i 250 m l’ uno dall’altro e co llocati a margine de lla strada
inte rna che fiancheggia il confine.
- 48 -
Foto 6.13 – Tipologia di idrante presente.
N__PRESA
X
Y
1
287251
4618834
2
287388
4618684
3
287515
4618525
4
287594
4618336
5
287798
4617961
6
287930
4617778
7
287566
4617409
8
287408
4617263
9
287208
4617089
10
287034
4616927
11
286833
4616749
12
286659
4616584
13
286470
4616415
14
286290
4616250
15
286107
4616080
16
285962
4615943
17
285802
4615794
18
285623
4615631
19
285413
4615430
20
285249
4615280
21
285192
4615253
22
285000
4615098
23
284881
4615224
Tabella 6.2 – Coordinate topografiche delle prese.
- 49 -
PRESA N. 1
SERBATOIO N. 1
Foto 6.14 –
Tratto
della
Tenuta
dotato
di
impianto
antincendio.
collocazione delle prese; in blu collocazione dei serbatoi.
- 50 -
In
giallo
SERBATOIO
X
Y
1
287575
4618316
2
285254
4615343
Tabella 6.3 – Coordinate dei serbatoi d’acqua.
VIABILITÁ
Di
estre ma
impo rtanza
ai
fini
antincendio
boschivo
è
la
conoscenza sulla viabilità, so prattutto que lla minore , rappresentata
da strade e piste forestali.
La
Tenuta
ha
e ffe ttuato
un
dettagliato
ce nsimento
de lla
viabilità interna che è stata co sì suddivisa:
•
Viabilità Principale :
51.064 m;
•
Viabilità Seco ndaria:
29.61 m;
•
Viabilità Fo restale :
170.504 m;
•
Viabilità per la Sicurezza e l’Antince ndio: 37.753 m.
Tali strade o piste forestali sono state classificate in base a
criteri strutturali quali il fo ndo , la larghezza, la funzionalità etc., e
successivamente carto grafate ed inserite in un siste ma informativo
territo riale .
La carta tematica della viabilità, di seguito ripo rtata, permette
di conosce re la quota parte di superficie fo restale servita rispe tto
alla totale .
Nella carta sono ripo rtati anche le torri di avvistamento e la
rete antince ndio di Capocotta.
- 51 -
TORRE AVVISTAMENTO
RETE IDRICA AIB
Foto 6.15 –
Carta della viabilità con indicazione della rete idrica di Capocotta e
delle torri di avvistamento.
- 52 -
PIANO OPERATIVO ANTINCENDIO DELLA TENUTA
PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO
ANNO 2009
PREMESSA
Il pericolo derivante dallo svilupparsi di eventuali incendi boschivi rappresenta
la maggiore minaccia per la salvaguardia del pregiato patrimonio ambientale custodito
all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano.
Il territorio della Tenuta rappresenta sempre più un’isola naturale inserita in un
contesto soggetto a rapida urbanizzazione. Lungo i suoi confini, infatti, si riscontra un
crescente e costante sviluppo di zone residenziali e di vie di comunicazione
particolarmente trafficate mentre, nella stagione estiva, aumenta la concentrazione di
bagnanti lungo il litorale di Capocotta e Castelporziano.
Le condizioni appena descritte aumentano la pressione antropica lungo i confini
della Tenuta con il conseguente incremento dei rischi d’innesco di incendi lungo
l’intero perimetro. Tali eventi vanno contrastati con la massima celerità, visto che i
pochi episodi che, negli ultimi anni, hanno minacciato il patrimonio boschivo di
Castelporziano hanno sempre avuto inizio all’esterno.
Per quanto sopra e per gli eventi accidentali, comunque possibili anche
all’interno della Tenuta, si predispone anche per l’anno in corso un piano antincendio
la cui conoscenza deve essere scrupolosamente acquisita da parte di tutte le
componenti lavorative, come pure dai residenti, dai visitatori, dai ricercatori e dagli
ospiti occasionali.
Il piano si articola in due fasi: la prima riguarda la prevenzione mentre la
seconda la lotta attiva e per entrambi individua compiti e responsabilità di chiunque
operi a vario titolo in Tenuta.
ATTIVITA’ DI PREVENZIONE
Il piano stabilisce i compiti e le responsabilità di tutti i settori lavorativi della
Tenuta che hanno pertinenza con la lotta antincendio.
Settore Agricolo e Settore Forestale: Gli interventi di prevenzione sul patrimonio
ambientale sono affidati al Settore Forestale ed a quello Agricolo. Tali interventi, da
effettuarsi nel periodo precedente il momento di rischio più elevato, rappresentato
- 53 -
dalla stagione estiva, prevedono la realizzazione ed il mantenimento di fasce parafuoco
perimetrali ed interne, la pulizia dei margini stradali, il mantenimento in efficienza
della viabilità perimetrale ed interna per assicurare il passaggio dei mezzi antincendio.
I due settori provvederanno inoltre ad assicurare l’efficienza operativa della cisterna da
8.000 litri che dovrà essere, nel periodo di rischio, sempre piena e collegata ad idonea
trattrice.
Settore Tutela e Gestione Ambientale:
La vigilanza del territorio viene
assicurata dal personale dipendente del Settore Tutela e Gestione Ambientale e da
quello del Nucleo Operativo del C.F.S. e viene svolta continuativamente da pattuglie
automontate e dal personale di servizio alla sala monitor con l’ausilio delle cinque
telecamere attualmente in funzione nelle località Vecchia segheria, Grotta di Piastra,
Capocotta, Contumaci e via C. Colombo.
Il Settore Tutela dovrà anche assicurarsi, prima della stagione di massimo
rischio, dell’efficienza dell’impianto antincendio di Capocotta e dei mezzi di
intervento antincendio, oltre che comunicare tempestivamente alla ditta Faenzi
eventuali anomalie di funzionamento delle telecamere di sorveglianza. La suddetta
ditta provvederà comunque alla verifica periodica dell’impianto.
Settore Officina: assicurerà, per quanto di competenza e con priorità assoluta, la
manutenzione degli automezzi di servizio antincendio.
Settore Operai:
dovrà curare la piena efficienza di tutti i sistemi idrici e
dell’impianto antincendio di Capocotta, provvedendo, con priorità assoluta, alla
riparazione di eventuali guasti al sistema.
Si raccomanda infine al personale dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della
Guardia di Finanza ed a quello di tutti i settori lavorativi della Tenuta di segnalare
tempestivamente alla Sala Operativa qualsiasi anomalia o situazione di possibile
pericolo che venisse riscontrata durante l’esecuzione delle ordinarie attività lavorative,
nonché, ovviamente gli eventuali principi d’incendio.
LOTTA ATTIVA
Dalle ore 06,00 alle ore 20,00 (oppure alle ore 20,30 a seguito di apposita
comunicazione) chiunque avvisti un fuoco od anche solo un principio di incendio che
possa comunque interessare la Tenuta, anche se esterno, ha l’obbligo di darne
immediata comunicazione alla Sala Operativa ai seguenti numeri telefonici: 8165,
8251, nelle ore notturne, dopo le 20,30, la segnalazione va effettuata alla Caserma
Interforze Carabinieri – Polizia di Stato (tel.8135 – 8136).
- 54 -
In caso di incendio l’intervento dei Vigili del fuoco del locale distaccamento
(tel. 8150), attivato in data 1° giugno viene effettuato, dalle ore 06.00 alle ore 20.00,
solo a seguito di esplicita disposizione della Sala Operativa della Direzione Tenuta.
Nelle ore notturne i Vigili del Fuoco possono essere attivati direttamente anche dalla
Caserma Interforze che provvederà, nel contempo, ad avvertire il Direttore della
Tenuta, o senza esito, il responsabile del Settore Tutela e Gestione Ambientale.
Consapevoli del fatto che l’incendio va bloccato sul nascere, dopo aver
avvistato il fuoco, si passa senza indugio alla fase di spegnimento che, a seconda della
gravità dell’evento, si articola su tre livelli d’intervento:
1° livello: si dà comunicazione immediata a tutte le componenti interessate (VV.F.,
Carabinieri, Polizia), mentre la pattuglia del Settore Tutela e Gestione Ambientale o
C.F.S. più vicina al luogo segnalato, seguendo le indicazioni fornite dalla sala
Operativa si reca sul posto con adeguato mezzo antincendio. Eseguita la verifica e
l’eventuale spegnimento viene comunicata la fine dell’intervento. Qualora si valutasse
la necessità di attivare immediatamente il secondo livello, si procederà in tal senso.
2° livello: è rappresentato dall’attivazione di ulteriori uomini e mezzi della squadra
dei Vigili del Fuoco presente in Tenuta che, possibilmente accompagnata, darà luogo
all’intervento di spegnimento insieme alle altre componenti. Tale richiesta è ad
esclusiva responsabilità e discrezione del personale intervenuto in prima istanza sul
fuoco che assume contestualmente il coordinamento delle operazioni fino
all’intervento di un responsabile del Settore Tutela e/o C.F.S. ed in ultima istanza di un
funzionario della Direzione.
3° livello: è rappresentato, ove il caso lo richieda, dall’allarme generale dato dalla
Sala Operativa, a seguito del quale tutto il personale disponibile in Tenuta (in servizio,
presente a casa, allo stabilimento balneare, ecc.), raggiungerà il luogo dell’incendio nel
più breve tempo possibile con i mezzi e le attrezzature di cui dispone. Verrà presa la
cisterna da 8.000 litri trainata dal trattore e gli altri semoventi necessari per la
realizzazione di fasce tagliafuoco. Qualora le operazioni di spegnimento si dovessero
prolungare il personale degli uffici al momento presente o richiamato dovrà
organizzare i rifornimenti di acqua potabile e di ogni altro genere di conforto alle
squadre impegnate nello spegnimento.
L’approvvigionamento idrico viene assicurato dai punti d’acqua dislocati sul
territorio, con particolare riferimento, nella zona sud, all’impianto antincendio
perimetrale di Capocotta che permette la ricarica delle autobotti nell’ordine di pochi
secondi. Detto impianto può essere utilizzato sia per il rifornimento rapido, che per
- 55 -
l’estinzione diretta del fuoco in loco con l’ausilio delle manichette da mt. 20 ubicate
nelle apposite cassette.
Le richieste di intervento di mezzi aerei, come anche quelle di rinforzo
dall’esterno che si rendessero necessarie, dovranno di norma essere disposte
direttamente dalla Direzione della Tenuta ed inoltrate, per quanto riguarda i mezzi
aerei, al competente Coordinamento Provinciale del C.F.S. di Roma al numero
06/440661, secondo le procedure vigenti. Il Nucleo Operativo del C.F.S. di
Castelporziano garantirà il collegamento terra – bordo - terra.
Ogni mezzo A.I.B. dovrà essere fornito di radio portatili, una, sintonizzata sul
canale 2 per i contatti tra l’autista ed il coordinatore dell’intervento e l’altra sul canale
1 per il collegamento tra il mezzo e l’operatore alla manichetta. Per facilitare le
operazioni durante l’intero intervento dovrà essere osservato il silenzio radio da parte
delle altre componenti lavorative operanti in Tenuta.
Constatato che la quasi totalità degli incendi che hanno minacciato in passato
Castelporziano hanno avuto origine lungo il perimetro od all’esterno dello stesso, si
precisa che gli interventi di spegnimento possono essere anche di carattere preventivo
e quindi condotti fuori Tenuta. Infatti ogni principio di incendio a ridosso dei confini o
nelle immediate vicinanze degli stessi deve essere oggetto di spegnimento da parte
delle strutture della Tenuta. Per quanto riguarda invece gli incendi che si sviluppano ad
una distanza maggiore, ma comunque potenzialmente pericolosi per la Tenuta per una
serie di motivi quali: direzione del vento, intensità e così via (con particolare
riferimento al delicato tratto di confine con il Parco di Castelfusano), eventuali
interventi dovranno essere esplicitamente autorizzati dal Direttore o da un responsabile
del servizio al momento presente più alto in grado.
Il personale in servizio in Sala Operativa deve registrare sull’apposito registro,
secondo le indicazioni ivi riportate, tutti gli interventi, interni ed esterni, che abbiano
coinvolto il personale della Tenuta, come pure le eventuali segnalazioni che possano
aver attivato le nostre strutture e da cui potrebbe anche non essere scaturito alcun
intervento di spegnimento.
In considerazione del notevole rischio che la lotta antincendio comporta, si
raccomanda sempre di agire con la massima prudenza e con margini di sicurezza tali
da garantire costantemente la propria ed altrui incolumità ai sensi delle normative
vigenti.
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