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u13 e u14: giochiamo a "controbasket"
Programma di Aggiornamento Obbligatorio Regione Valle d’Aosta IDEE PER ATTACCARE LA ZONA NELLE CATEGORIE U13 E U14: GIOCHIAMO A "CONTROBASKET" Andrea Nicastro – Aosta, 17 marzo 2010 Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" AGENDA 19.30 20.00 20.15 20.50 21.00 21.50 Riunione con le squadre per spiegare le regole di “CONTROBASKET” Introduzione alla riunione tecnica e riscaldamento delle squadre Partita 5c5 a “CONTROBASKET”, con 2 o 3 tempi da 8’ effettivi Dibattito fra i presenti su quanto è emerso dalla partita Lezione frontale e proposte di esercizi sul campo Domande e considerazioni finali PREMESSA Questo incontro, inserito all’interno del Progetto di Aggiornamento Obbligatorio (PAO) della regione Valle d’Aosta, è il secondo sul tema della difesa a zona nelle prime categorie giovanili, successivo a quello tenuto il 4/3/2010 da coach Luigi Frosini. L’obiettivo della mia riflessione è quello di analizzare sul piano offensivo lo stesso tema già trattato sul piano difensivo. Le Disposizioni Organizzative Annuali (DOA) riportano a pag. 102 e 103 le norme che vietano chiaramente l’utilizzo di difese diverse da quella individuale, ma nell’estate 2009 la commissione tecnica piemontese per l’attività giovanile maschile ha prodotto una proposta di sperimentazione, approvata dal Settore Giovanile FIP, con la quale la difesa a zona è consentita, aprendo inevitabili spiragli di confronto culturale fra allenatori sull’opportunità di farne uso e sulla necessità di dare indicazioni tecniche per attaccarla, qualora questa difesa fosse adottata dagli avversari. La Valle d’Aosta, che per ragioni numeriche e logistiche partecipa ai campionati giovanili organizzati dal Piemonte, si è adeguata a questa normativa particolare per le categorie Under 14 e Under 13, pur non avendo partecipato attivamente al processo culturale che ha prodotto la sperimentazione, le cui ragioni sono riepilogate nel documento citato in bibliografia. Il problema proposto più volte da tanti allenatori, inizialmente disorientati dalla sperimentazione, è stato il seguente: come attaccare la zona senza conoscerne i presupposti difensivi, avendo tante altre priorità didattiche nella programmazione di una squadra Under 14 o addirittura Under 13? Ci sono tre tipiche riposte a questa domanda: • La risposta del “coccodrillo talebano”: “talebano” perché aderisce ad una ben precisa ideologia, rifiutando in modo pregiudiziale l’utilizzo della zona, “coccodrillo” perché invece di esplorare nuovi sentieri culturali nell’interesse dei propri ragazzi, si mette a piagnucolare per le scelte attuate dal collega, diverse dalle proprie, ma non per questo sbagliate. • La risposta analitica, sicuramente più costruttiva nell’atteggiamento, applicando al contesto giovanile un modello di attacco alla zona prettamente senior, cercando per quanto è possibile di semplificarlo, visto il limitato bagaglio tecnico-tattico di cui dispongono i giocatori. • La risposta globale, che personalmente preferisco a tutte le altre, con la quale si parte dall’osservazione del gioco, conducendo i giocatori nell’esplorazione della novità e nella ricerca delle soluzioni. In questo caso l’allenatore non dà delle direttive rigide, ma crea i presupposti didattici, se necessario con qualche artificio, per agevolare l’apprendimento. Con uno sforzo di fantasia, ho ideato un gioco, denominato “CONTROBASKET”, che somiglia molto al basket, ma con poche e semplici regole che ricreano artificialmente le condizioni di difesa a zona chiusa e “speculativa”. Non è infatti mio interesse trattare l’attacco alla zona pressing, il cui confine con una difesa pressing individuale con o senza raddoppi, o con una “run & jump”, è sottile anche in categorie più evolute. Ritengo infatti altamente formativo, difendere con grossa pressione anche in una categoria come l’Under 14, a patto che chi utilizza quest’arma lo fa per allenare le proprie capacità difensive contro chi ha i mezzi per controbattere, e non di certo per accanirsi Aosta, 17/03/2009 Pag. 2 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" contro chi, anche senza pressione, subirebbe sconfitte con scarti notevoli. Il timore reale, sentito da molti allenatori con i quali mi sono confrontato, era piuttosto quello di trovarsi ad attaccare una difesa a zona “classica”, che seguisse uno degli schieramenti tipici dei campionati senior a libera partecipazione, estremamente chiuso nell’area dei 3” e senza alcuna pressione sui passaggi perimetrali e sui tiri da lunga distanza. Dopo una breve premessa, la riunione tecnica è iniziata con l’osservazione di una partita di CONTROBASKET, durante la quale due fra i coach presenti hanno registrato alcune voci statistiche, che ho ritenuto interessante investigare: • Efficacia del contropiede: per ciascuna delle due squadre, abbiamo contato il numero di azioni in contropiede, e per ciascuna azione è stato registrato l’esito finale, positivo (canestro o fallo subito) o negativo (errore al tiro o palla persa). • Collaborazione contro difesa schierata: per ciascuna delle due squadre, abbiamo registrato tutte le azioni a difesa schierata, contando per ciascuna il numero di passaggi effettuati dai giocatori prima di concludere ogni azione, di cui è stato registrato l’esito finale, positivo (canestro o fallo subito) o negativo (errore al tiro o palla persa). CONTROBASKET Controbasket è un gioco simile al basket, pensato per le categorie U14 e U13, con regole dal chiaro sapore provocatorio, in grado di ricreare artificiosamente le condizioni di difesa speculativa e allenare così l’attacco in forma globale. È un gioco utile come diversivo per i giocatori, e come occasione di sperimentazione tecnica per gli allenatori, alle prese con le nuove norme adottate in Piemonte per queste categorie. Le regole del gioco sono state spiegate ai giocatori e ai mini-arbitri dentro lo spogliatoio durante la mezz’ora precedente all’inizio della riunione tecnica. VALORE DEI CANESTRI Le aree di tiro da 3 punti e 2 punti sono invertite, da qui si capiscono le ragioni del nome dato al gioco: • i canestri dentro l’arco valgono 3 punti invece che 2; • i canestri fuori dall’arco valgono 2 punti invece che 3. FALLI • • • 3 3 3 2 2 2 in caso di fallo su tiro, sono assegnati un numero corrispondente di tiri liberi; in caso di realizzazione, c’è il tiro libero aggiuntivo. ogni fallo commesso fuori dalla propria area difensiva dei 3 punti, prevede l’esclusione del giocatore per tutto il periodo di gioco corrente. NOTE TECNICHE E TATTICHE Alcune delle note deducibili da queste strane regole sono state discusse con i giocatori, durante la spiegazione “interattiva”, dentro lo spogliatoio, altre sono state dedotte globalmente nel gioco. Se sono un difensore… • mi conviene concedere un tiro da lontano, tanto vale solo 2 punti; • mi chiudo in area, per non prendere un tiro da 3 punti; • però se commetto fallo in area, subiamo 3 tiri liberi; • non mi conviene commettere falli fuori dall’arco, altrimenti non gioco per tutto il periodo; • proteggo il mio canestro, ma se prendo sfondamento da un avversario, lo mando fuori. Aosta, 17/03/2009 Pag. 3 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" Se sono un attaccante… • se sono lontano dal canestro, sarò libero ma non voglio tirare, perché vale solo 2 punti; • quindi provo a penetrare, anche con la difesa chiusa; • se penetro a testa bassa e faccio sfondamento, non gioco per tutto il periodo; • forse è meglio se imparo a fare palleggio, arresto e tiro da 4-5 metri, che vale 3 punti; • oppure mi arresto e passo la palla ad compagno libero sul perimetro; • a sua volta lui proverà a penetrare, ma da un angolo diverso; • se il mio compagno è proprio bravo, invece di penetrare subito di nuovo, proverà a ribaltare il pallone per un ulteriore compagno, facendo muovere ancora la difesa (“extra-pass”); • se giochiamo in contropiede, sono sempre 3 punti sicuri! STATISTICHE DELLA PARTITA L’osservazione della partita di CONTROBASKET è stata seguita dall’esame dei risultati delle voci statistiche. La partita, consistente in 2 periodi da 8’ effettivi, ha visto una netta vittoria della squadra bianca sulla squadra blu, maturata soprattutto nel secondo periodo, dopo un primo periodo in sostanziale equilibrio, e giocato a ritmi un po’ bassi da entrambe le parti. La squadra vincitrice (bianca), ha giocato un elevato numero di azioni in contropiede (11, circa 1 ogni 1’30”), realizzando con un discreto 54% (6 su 11). Contro la difesa schierata ha giocato solo 24 possessi, realizzandone il 41% (10 su 24). Di questi possessi, pochissimi (5) hanno visto almeno tre passaggi, con una percentuale di realizzazione bassa e pari al 20% (1 su 5). La squadra sconfitta (blu), ha giocato un basso numero di azioni in contropiede (6, circa 1 ogni 2’40”), realizzando con uno scadente 33% (2 su 6). Contro la difesa schierata ha giocato ben 31 possessi, realizzandone il 38% (12 su 31). Di questi possessi, una buona parte (15) hanno visto almeno tre passaggi, con una percentuale apparentemente discreta pari al 40% (6 su 15). Dalle statistiche è “magicamente” emerso un dato in verità atteso: l’importanza del contropiede nell’attacco ad una difesa chiusa. La squadra bianca che l’ha cercato di più, ha vinto nettamente la partita. La squadra blu ha inevitabilmente giocato un numero maggiore di possessi contro difesa schierata, per giunta con una percentuale peggiore; nei suoi possessi ha fatto maggiore uso di passaggio, ma probabilmente più per merito della difesa bianca, che per reale scelta di squadra. In definitiva la parte globale della riunione tecnica, ci ha già anticipato importanti temi di riflessione. DIBATTITO Dal dibattito sono emerse varie sensazioni dei coach osservatori sull’atteggiamento e sulle scelte attuate in campo dalle due squadre. Si è notato un cambiamento dal primo al secondo periodo, dovuto alle mie sollecitazioni e indicazioni tecniche, assenti nella prima parte, e abbastanza continue nella seconda, nella quale ho ritenuto opportuno intervenire più sulla difesa, in modo che il suo comportamento fosse funzionale alle scelte offensive che intendevo allenare. Se ci fosse stato il tempo di giocare anche un terzo periodo, sarei intervenuto di più sulle scelte offensive, completando così il percorso didattico che avevo in mente. Aosta, 17/03/2009 Pag. 4 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" PRINCIPI D’ATTACCO ALLA ZONA IN U14 E U13 Nella fase centrale della riunione tecnica, dopo la partita e il seguente dibattito, ho enunciato le mie idee sull’attacco alla difesa a zona attuabili con squadre di categoria U14 o U13, facendo precedere questi principi di gioco dall’elenco dei cinque rischi da conoscere ed evitare, continuando con alcune valutazioni sulla gestione del vantaggio in attacco, per finire con i fondamentali da insegnare e usare nel gioco. RISCHI Paura Il primo rischio che corrono i giocatori (e prima di loro l’istruttore) è quello di aver paura della difesa a zona, che non deve essere vista come un problema, ma come un’opportunità di apprendimento per i giocatori. È questa l’occasione in cui mettere a tacere il potenziale “coccodrillo talebano”, che si nasconde dentro ciascuno di noi. Fretta Esiste una correlazione tra i concetti di velocità, fretta e ritmo del gioco. La velocità è certamente una dote da ricercare e allenare. Non lo è altrettanto la fretta, intesa come velocità eccessiva rispetto al ritmo di gioco dei compagni. Oltre che ad accelerare, i giocatori devono imparare ogni tanto anche a rallentare e pensare, per arrivare a decidere cosa è meglio fare in campo. Comprimere gli spazi L’obiettivo della difesa è quello di occupare zone di competenza, marcando gli attaccanti che di volta in volta le occupano; se due attaccanti comprimono lo spazio occupando la stessa zona, sono marcati da un solo difensore, creando un sottonumero offensivo in un’altra zona del campo, dove liberano un difensore che può aiutare i compagni. Questo per l’attacco è un problema. Congelare la palla su un lato Se la palla staziona per troppo tempo su un quarto di campo, una difesa chiusa si muove poco e fa poca fatica. Per far faticare la difesa, bisogna ribaltare il lato della palla, almeno una volta. L’80% delle azioni di gioco di una squadra U14 o U13 vengono giocate sul quarto di campo destro, ossia sul lato della mano forte della maggioranza dei giocatori. L’esigenza di ribaltare il lato della palla contro una difesa speculativa è un ulteriore buon motivo, come se già non ce ne fossero a sufficienza, per allenare l’ambidestrismo nel palleggio, nel passaggio e nel tiro da vicino. Giocare solo per vie esterne Questo è un rischio più frequente con i giocatori maturi, che hanno già metabolizzato l’esigenza di ribaltare il gioco, ma lo fanno in modo “spasmodico” ignorando l’esigenza di mettere la palla dentro l’area, con una penetrazione o un passaggio interno, in modo da far comprimere la difesa, e successivamente farla dilatare, nel momento di una nuova uscita del pallone dall’area. Aosta, 17/03/2009 Pag. 5 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" VANTAGGIO La pallacanestro, a tutti i livelli e in tutte le categorie, si può vedere come la capacità di gestire un vantaggio, sia in attacco che in difesa, anche se in questa occasione ci occuperemo solo del vantaggio offensivo. Questo vantaggio va valutato secondo i postulati di spazio/tempo, autonomia/collaborazione ed equilibrio. Fasi Ci sono tre fasi temporali nella gestione del vantaggio: prendere il vantaggio, mantenere il vantaggio, finalizzare il vantaggio. È abbastanza facile chiarire ai giocatori come finalizzare un vantaggio: con il fondamentale di tiro. È meno facile spiegare quanto sia importante il passaggio nella fase di mantenimento, e anche di presa iniziale del vantaggio: la tendenza spontanea dei giocatori è quella di fare abuso di palleggio. A livello U13 e U14 il vantaggio viene spesso preso con una iniziativa di 1c1 in palleggio, ma la presenza di una difesa speculativa, o comunque di un aiuto difensivo spontaneo, apre il problema di insegnare l’uso del passaggio di scarico per mantenere questo vantaggio: sottolineo ancora una volta che non è un problema, ma un’opportunità di apprendimento. Molteplicità Il vantaggio può essere preso, mantenuto e finalizzato a livello individuale o collettivo. Il primo livello è molto comune nelle categorie più giovani come U13 e U14: capita sovente che un attaccante prenda vantaggio da una situazione di 1c1, lo mantenga con un palleggio in campo aperto, o comunque lungo una linea di penetrazione libera da aiuti organizzati e/o codificati, lo finalizzi con un tiro da sotto o ad alta percentuale. Nelle categorie più evolute il vantaggio può essere preso con una collaborazione di squadra come un blocco, mantenuto con una serie di passaggi contro le rotazioni difensive, finalizzato con il tiro migliore possibile, da sotto o da fuori. Attaccare una difesa chiusa e speculativa a livello U13 e U14 non vuol dire necessariamente cambiare il modo di prendere il vantaggio (es. blocchi) o di finalizzarlo (es. solo tiro da fuori), adattando in modo forzato una organizzazione senior al contesto giovanile, ma di usare con maggiore attenzione i fondamentali di passaggio e palleggio, pane quotidiano di giocatori così giovani, per costruire ed ampliare il vantaggio, fino alla sua finalizzazione. Progressione Le fasi del vantaggio (1=prendere, 2=mantenere, 3=finalizzare) sono in progressione di difficoltà inversa. La cosa più semplice e naturale è quella di tirare a canestro in assenza di difensori (3=finalizzare), lo è meno la gestione di un vantaggio acquisito (2=mantenere), lo è ancora meno l’assunzione iniziale del vantaggio (1= prendere), soprattutto contro una difesa schierata e chiusa. Per questo motivo ritengo che una corretta progressione di difficoltà per insegnare ai giocatori la gestione del vantaggio debba seguire questo percorso: finalizzare, mantenere, prendere, ossia dal facile al difficile. Situazione di gioco Il vantaggio può essere analizzato distinguendo fra due situazioni: gioco in contropiede o gioco contro difesa schierata. Il contropiede è il miglior attacco alla zona, dal minibasket alla serie A, mentre giocare contro una difesa schierata è la situazione più problematica, perché rende difficile l’assunzione di vantaggio. Bisogna quindi avere pazienza e muovere la difesa, considerandola alla stregua di un cagnolino che insegue un osso (= la palla) continuamente lanciato tra due padroni (= gli attaccanti). Il cagnolino reagisce sempre più in ritardo e con fatica sempre maggiore, tanto maggiore è l’intensità e la precisione con cui ci si passa l’osso. Con questa metafora si può comunicare ai giocatori il ruolo importante che può avere l’attacco, che agisce come un padrone, rispetto alla difesa, che reagisce come un cagnolino, della quale quindi non ha senso avere paura. Aosta, 17/03/2009 Pag. 6 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" FONDAMENTALI Esistono due tipologie di obiettivi da raggiungere usando i fondamentali d’attacco: • un obiettivo finto: muovermi con la palla (lento). • due obiettivi veri: muovere la palla (veloce) e muovermi senza la palla (libero e veloce). Spesso l’attrazione per il pallone, vero oggetto del desiderio, porta i giocatori a cercare naturalmente il raggiungimento dell’unico obiettivo finto, ossia abusare del palleggio. L’abilità dell’istruttore consiste nel far apprezzare i vantaggi degli obiettivi veri, ossia usare il passaggio, con focus su chi passa (muovere la palla) e su chi riceve (farsi vedere da chi ha la palla). Giocare con la palla: palleggio, passaggio e tiro In generale il passaggio è un fondamentale efficace come il palleggio nella fase di acquisizione del vantaggio, e diventa addirittura più efficace nella fase di mantenimento del vantaggio, mentre il tiro è il fondamentale naturale della fase di finalizzazione. Bisogna insegnare ad usare il palleggio: • per costruire un buon tiro; • per costruire un buon passaggio, che a sua volta porti verso un buon tiro. Se il palleggio non serve a raggiungere nessuno di questi due obiettivi, probabilmente è un palleggio inutile e deleterio per la squadra. Giocare senza la palla: apparire e sparire Gli obiettivi da raggiungere nel gioco senza la palla sono quelli di imparare a “muoversi con” i compagni e “muoversi contro” gli avversari; entrambi gli obiettivi sono di complesso apprendimento anche se analizzati separatamente, a maggior ragione nel gioco globale, che li propone contemporaneamente. Riprendendo un‘idea del SSNM, è più semplice iniziare dal primo obiettivo (“giocare con”) e poi passare al secondo (“giocare contro”). Giocare “con” i compagni, mentre la palla è ferma, è quindi il punto di partenza. Contro la difesa a zona, ma anche contro qualunque tipo di difesa che segue con attenzione la posizione dell’attaccante con palla più di quelle dei giocatori senza palla, assocerei il concetto, per certi versi anche accattivante e “fiabesco” (quindi utile con ragazzi molto giovani) di “apparire” e “sparire”. • “apparire” vuol dire entrare nel cono visivo del compagno con palla, occupando velocemente uno spazio del campo libero da altri compagni, ad una distanza abbastanza breve da consentirgli un agevole passaggio, ma abbastanza ampia da non pestargli i piedi; • “sparire” vuol dire uscire dal cono visivo del compagno con palla e anche dal cono visivo della maggior parte dei difensori (idealmente tutti), occupando velocemente uno spazio del campo libero da altri compagni, perdendo per un momento la possibilità di ricevere palla. La naturale attrattiva esercitata dalla palla porterà i giocatori a scegliere di “apparire” piuttosto che “sparire”. Sarà allora l’istruttore che dovrà rinforzare l’importanza del secondo concetto, che permetterà da un lato di creare spazio per le “apparizioni” di altri compagni, e dall’altro preparerà l’effetto sorpresa della propria futura “apparizione”. Naturalmente la palla non è sempre ferma, ma si muove per il campo, ad esempio con una penetrazione. Non tutti i tipi di collaborazione offensiva che si incontrano a livello senior, sono automaticamente proponibili anche in un contesto U14 o U13, come è evidenziato nel diagramma seguente. Aosta, 17/03/2009 Pag. 7 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" Sulla penetrazione centrale di 2 contro una difesa chiusa, l’indicazione da dare a 1 potrebbe essere quella di fare da “safety man”, dando una linea di passaggio dietro l’arco. L’efficacia di questa soluzione è però legata alla capacità di torsione del busto di 2, ma anche alla pericolosità al tiro da lontano da parte del ricevitore 1, ovviamente scarsa vista la sua giovane età. In definitiva 1 non potrà tirare per mancanza di forza, né penetrare per mancanza di spazio. 1 X2 X2 X1 X2 X1 2 2 2 1 X1 sparire safety man Diagramma 1 1 Diagramma 2 Diagramma 3 Al contrario, attuando la scelta di “sparire” prima che parta la penetrazione, 1 si farebbe trovare pronto a ricevere uno scarico sul lato debole, per tirare da fuori se ritiene di essere dentro il proprio raggio di tiro, o penetrare a canestro, avendo stavolta lo spazio per farlo lungo la linea di penetrazione, come illustrato nel secondo e terzo dei diagrammi precedenti. A fare da contraltare alla scelta di “sparire” c’è quella di “apparire”, partendo lontano dalla palla, entrando nel cono visivo del compagno, avvicinandosi ad un passaggio, entrando nel cuore della difesa, mantenendosi il più possibile fuori da quello degli avversari. Tutta questa complessità di concetti, specialmente se rivolti a giocatori molto lontani dal pallone sono traducibili in una espressione valida a qualunque età: attaccare la schiena degli avversari. Nel diagramma seguente è mostrato un esempio di gioco nel quale 2 ha la palla, 1 gioca a “sparire” per creare spazio come visto prima, mentre 3, 4 e 5 giocano ad “apparire” per dare al compagno linee di passaggio, attaccando spazi fuori dal campo visivo dei difensori, tutti intenti nel guardare la palla. apparire 5 X4 X5 4 apparire 3 apparire X3 X2 X1 sparire 2 1 Diagramma 4 Aosta, 17/03/2009 Pag. 8 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" ESERCIZI Gli esercizi proposti si dividono in tre categorie: esercizi della serie “invertire” per la gestione del vantaggio in contropiede, esercizi sul passaggio per la gestione del vantaggio in spazi limitati, ed infine una progressione di esercizi di costruzione dell’attacco alla zona, con focus sulla gestione vantaggiosa del sovrannumero. INVERTIRE Il modo più immediato di prendere vantaggio, dal minibasket alla serie A, è quello di giocare in contropiede. Per creare la mentalità del contropiede, risultano utili tutti gli esercizi della serie “invertire”, nei quali ad un’azione offensiva ne segue subito una difensiva: questo allena la reattività mentale nel passare da una situazione all’altra, acquisendo vantaggio (transizione offensiva) o annullando il vantaggio dell’avversario (transizione difensiva). 1c1 invertire (Diag. 5) Nel primo diagramma, relativo all’1c1 invertire, 1 attacca contro 8 con un solo tiro a disposizione, e quando il pallone tocca il ferro o il tabellone, 4 esegue la rimessa su 2, che attacca contro 1. Successivamente 2 difenderà su 3, 3 su 4 e così via. 2c2 invertire con obbligo di uso di un appoggio (Diag. 6) Nel secondo diagramma, relativo al 2c2, si può dare l’obbligo di usare almeno una volta uno dei due gli appoggi, in modo da obbligare il palleggiatore ad alzare la testa e passare la palla. Gli appoggi A1 e A2 diventeranno a loro volta attaccanti, mentre 1 e 2 difenderanno su di loro. 3c3 invertire (Diag. 7) Nel terzo diagramma, i giocatori a fondo campo (3, 4 e 5) sono pronti ad attaccare con un nuovo pallone, in modo da stimolare il tempo di reazione di 1, 2 e 3 nel passaggio dall’attacco alla difesa. 6 8 4 2 1 A2 A1 A2 A1 4 5 6 X3 10 3 2 X2 2 X1 X2 X1 1 1 3 5 7 9 Diagramma 5 Aosta, 17/03/2009 A1 A2 A1 A2 Diagramma 6 Pag. 9 su 15 6 5 4 Diagramma 7 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" ESERCIZI SUL PASSAGGIO 3c2 “Torello” statico (Diag. 8) Tre attaccanti si passano la palla, restando fermi ai bordi del cerchio, due difensori dentro, di cui uno sempre sulla palla. L’esercizio allena il passaggio in breve spazio e l’uso delle finte, lavorando con i polsi. Quando un difensore tocca il pallone, fa cambio con l’attaccante che ha sbagliato. 3c2 “Torello” dinamico (Diag. 9) Ancora 3c2 ma con gli attaccanti liberi di muoversi in uno spazio delimitato, ad esempio un terzo del campo di volley, in modo da tenere impegnati 5+5+5 = 15 giocatori contemporaneamente. 4c3 “Torello” dinamico (Diag. 10) Come prima ma 4c3. Aumenta il numero di linee di passaggio, ma diminuisce lo spazio a disposizione per ciascun attaccante, che trovano maggiori difficoltà nel trovare linee di passaggio. In tutti questi esercizi, se un difensore mette pressione sulla palla, c’è sempre una linea di passaggio: basta saperla e volerla trovare! 1 3 X1 3 3 X1 2 X2 2 X1 1 Diagramma 8 4 2 X2 X2 X3 1 Diagramma 9 Diagramma 10 COSTRUZIONE DELL’ATTACCO Le esercitazioni precedenti hanno valore generico. Passiamo adesso a qualche proposta che ricrei, in forma semplificata, le situazioni di gioco che si ritrovano in campo. 1 contro 0 “Caspoggio” (Diag. 11) Due file, tutti con il pallone tranne il primo di una delle due file. Impariamo a “sparire”, ossia allontanarci dalla palla, poi ad “apparire”, ossia andare incontro alla palla, per ricevere e attaccare il canestro. Si finisce con un tiro, cambiando fila. 1 3 2 4 Diagramma 11 Aosta, 17/03/2009 Pag. 10 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" 2 contro 1 a metà campo (Diag. 12-13-14) L’obiettivo per l’attaccante è valutare la presenza di vantaggio per sé o per il compagno. La presenza di due ostacoli (coni, borse, sedie, ecc.) in prossimità dei gomiti della lunetta è funzionale alla creazione di questo vantaggio: nessuno dei giocatori in campo (attaccanti e difensore) può passarvi in mezzo, ma deve girarci intorno. Il difensore passa la palla al coach, e sceglie da che lato andare rispetto agli ostacoli. L’attaccante che riceve dal coach legge la scelta difensiva e valuta la linea di penetrazione: • se è libera Æ vantaggio per sé, attacca il canestro in palleggio (Diag. 12) • se è occupata Æ vantaggio per il compagno, passa la palla (Diag. 13 o Diag. 14). X X 1 1 2 X 1 2 2 C C C Diagramma 12 Diagramma 13 Diagramma 14 Gli attaccanti devono imparare a “sparire” e “riapparire”, andando incontro alla palla per facilitare al compagno l’esecuzione del passaggio. Per rendere meno frustrante l’esercizio per il difensore, che sarà sistematicamente in ritardo, gli si può dare come obiettivo quello di toccare l’attaccante con palla, e non di fermarne la corsa a canestro. Inizialmente il coach proporrà solo la situazione di Diag. 12, passando la palla dal lato opposto a quello scelto dal difensore, poi le alternerà, portando i giocatori ad eseguire delle letture istantanee. La tentazione del giocatore senza palla è la “pigrizia”: pochi andranno convinti verso il pallone, per accorciare le linee di passaggio. 2 contro 1 su un quarto di campo (Diag. 15-16-17) Lo stesso esercizio si può eseguire con angoli e spazi diversi, ad esempio su un quarto di campo, restringendo quindi lo spazio a disposizione, e aumentando così la difficoltà per l’attacco. Inoltre questa situazione di 2c1 costituisce il primo “mattone” dell’attacco alla zona sull’intera metà campo, come sarà evidente nelle proposte successive. X 2 X Diagramma 15 Aosta, 17/03/2009 X C C 1 2 1 Diagramma 16 Pag. 11 su 15 2 C 1 Diagramma 17 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" 2 contro 1 dentro l’area dei 3 secondi (Diag. 18-19-20) Lo stesso esercizio si può eseguire dentro l’area dei 3 secondi, per sollecitare l’uso dei fondamentali di passaggio, palleggio e tiro in spazi interni. Le regole sulle spaziature, vista la giovane età dei giocatori, vengono apprese in modo globale. Muoversi per creare una linea di passaggio o attaccare la schiena del difensore sono abilità da far scoprire nel gioco, con l’allenatore che funge da suggeritore e facilitatore, ma senza dare soluzioni preconfezionate: al centro del processo formativo ci sono i giocatori, non l’allenatore. 4 X 4 4 X X C C C 1 1 1 Diagramma 18 Diagramma 19 Diagramma 20 3c2 su un quarto di campo (Diag. 21-22-23) Unendo i principi degli esercizi precedenti, si può costruire una situazione più evoluta, giocando 3c2 su un quarto di campo, obbligando gli attaccanti a collaborare e cercare linee di passaggio in spazi simili a quelli che troveranno poi nel 5c5. L’azione inizia con X1 in palleggio, che consegna la palla al coach e poi difende “a L” insieme a X2. X1 4 X2 2 4 2 X2 4 2 X2 X1 X1 C 1 Diagramma 21 C 1 1 Diagramma 22 Diagramma 23 Per rendere l’esercizio più stimolante e vicino alle condizioni di partita, all’azione a metà campo può seguire un’azione di contropiede 2c1, con i due difensori X1 e X2 che attaccano a tutto campo contro l’attaccante che ha tirato o toccato la palla per ultimo. Aosta, 17/03/2009 Pag. 12 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" 4c3 a metà campo (Diag. 24-25-26) Si aggiunge un’altra coppia attaccante-difensore, per giocare 4c3 sull’intera metà campo. X3 3 X1 4 X2 2 X3 4 2 X2 X1 3 C 1 Diagramma 24 X3 4 2 X2 X1 3 C 1 Diagramma 25 C 1 Diagramma 26 Da questo punto in poi non ha senso dare agli attaccanti un limite di tempo, anzi è da stimolare con pazienza la loro capacità e volontà di passarsi la palla nella ricerca del compagno in posizione più vantaggiosa. Vale la pena piuttosto mettere un limite di due palleggi a giocatore, per evitare penetrazioni forzate. Anche in questo caso, sarà il gioco stesso a suggerire le giuste iniziative di gioco senza palla, tenendo presente che giocare 4c3 può rivelarsi eccessivamente complicato per dei giocatori così giovani, per i quali il 2c1 e il 3c2 offrono già tante occasioni di apprendimento tecnico. Dal punto di vista dei difensori, il sottonumero di questo genere di esercitazioni li obbliga ad abbandonare la responsabilità individuale e assumerne una collettiva. Non c’è più un avversario da marcare, ma bisogna difendere in relazione alla posizione della palla, sulla quale mettere pressione, e degli attaccanti maggiormente pericolosi. Ai difensori si dà quindi la semplice indicazione: “Il più vicino va sempre sulla palla, gli altri scelgono un altro avversario, cercando il più pericoloso”. Basta questo per costruire artificialmente una difesa a zona, funzionale al miglioramento dell’attacco. I giocatori percepiranno queste poche indicazioni come le basi di una difesa “speciale”, da attuare tutte le volte che si verifica un sottonumero, mentre in situazione di pari numero si difende applicando i concetti di responsabilità individuale e la tecnica di difesa individuale. Il rischio infatti è quello della deresponsabilizzazione, ma sono convinto che con questo metodo si alzi la concentrazione e la capacità di “vedere” in difesa. Non è tuttavia un motivo convincente nel difendere a zona, perché con tutte le priorità di insegnamento e con i limiti di ore di palestra, a questi aspetti si può dedicare una parte marginale della programmazione tecnica. Aosta, 17/03/2009 Pag. 13 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" 4c4 a metà campo (Diag. 27) L’ultimo passo è quello di ripristinare il pari numero, dando agli attaccanti l’ulteriore problema di cercare il modo di prendere vantaggio sulla difesa, in termini di spazio/tempo ed equilibrio, prima di entrare nella fase di mantenimento. Per prendere vantaggio si può usare il palleggio, il passaggio o il movimento senza palla. 2 4 X3 X2 X4 X1 1 1 Diagramma 27 Aosta, 17/03/2009 Pag. 14 su 15 Andrea Nicastro Idee per attaccare la zona nelle categorie U13 e U14: giochiamo a "Controbasket" CONCLUSIONI Giocando a CONTROBASKET abbiamo messo le squadre “a zona”… ma senza dirglielo! Abbiamo stimolato i giocatori sull’importanza del contropiede. Abbiamo insegnato ai giocatori a giocare “penetra e scarica”, lavorando sulle spaziature in modo globale, metodo più adatto di quello analitico all’età dei ragazzi. I coach, nei consigli volanti e nei time-out, non devono né possono organizzare uno “schema” di attacco alla zona, ma semplicemente insegnare ad attaccare con i fondamentali e con le collaborazioni. Oggi si gioca per vincere la partita di CONTROBASKET, ma quello che abbiamo imparato ci servirà per giocare a basket contro chi si chiude in area. Quando ci capiterà di affrontare in campionato un’avversaria che si chiude in difesa, basterà dire ai propri giocatori: << Attenzione ragazzi: noi stiamo giocando a BASKET ma loro ci stanno sfidando a CONTROBASKET: ci ricordiamo cosa bisogna fare in attacco per vincere la partita? >> PROSPETTIVE REGOLAMENTARI Questa estate l’arco del tiro dei 3 punti sarà allontanato da 6,25 a 6,75, con evidenti impatti sulle scelte offensive e difensive delle categorie più giovani come U14 e U13. Esiste teoricamente un rischio di speculazione da parte della difesa, che potrebbe essere portata a chiudersi ancora di più in area, ma vale la pena scommettere sulla cultura degli istruttori, e sulla loro capacità di scegliere in funzione della crescita dei giocatori, e non del risultato immediato. BIBLIOGRAFIA [1] Regole speciali per Under 14 e Under 13, Documento della commissione tecnica piemontese per l’attività giovanile maschile, giugno 2009. [2] Relazione di metà stagione sulla sperimentazione Under 14 e Under 13, Documento della commissione tecnica piemontese per l’attività giovanile maschile, febbraio 2010. [3] Attacco alla difesa a zona nelle categorie giovanili di Andrea Nicastro, pubblicato sul sito dell’associazione Allenatori di Pallacanestro Giovanile, gennaio 2008. [4] Principi offensivi finalizzati al miglioramento individuale in U15-U17-U19, Andrea Nicastro, lezione PAO della provincia di Asti, aprile 2009. Al responsabile organizzativo della riunione tecnica è stato consegnato un CD contenente i quattro documenti prima citati, e anche una raccolta di dispense tecniche su aspetti offensivi e difensivi, scaricate da internet o raccolte ad analoghe lezioni tecniche, attribuite a vari coach con esperienze locali e nazionali: Fiorito, Ciocca, Meyer, Ciuffo, Ciani, Ticchi, Banchi, Spanu, Floris, Imbrogno, Marchini, Da Prato, Piazza, Capobianco, Menozzi, Recalcati e Meneguzzo. FEEDBACK E-mail: Telefono [email protected] +39 331 6001621 Aosta, 17/03/2009 Pag. 15 su 15 Andrea Nicastro