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Tentare l`impossibile

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Tentare l`impossibile
Distribuzione gratuita presso le sedi
del Ulss 18 di Rovigo, farmacie,
ambulatori dei medici di base, pediatri,
comuni e parrocchie. Periodico a carattere
divulgativo e sociale esente imposte
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salute
sicurezza
All’interno
Sede Ulss 18 Rovigo - viale Tre Martiri 89
tel 0425 393969 - Direttore responsabile
Annalisa Boschini - iscr. trib. di Rovigo
n° 23 del 1/12/2004 - Edizione e
distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2009
8
Numero
Anno 6
Febbraio 2010
Sicurezza in ospedale
Prevenzione
Cartella clinica
Telepatologia
Ospedale senza dolore
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
Nuovi strumenti
per la tutela
di medici e pazienti
ovvero
come buttare l’acqua sporca
conservando il bambino
di Francesco Noce
Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e
Odontoiatri della Provincia di Rovigo
Un sistema sanitario che ha le sue fondamenta nell’universalità e nell’equità delle cure,
intese come uguale opportunità, non si può
permettere di non prevedere la sua sostenibilità finanziaria. In questo rientra anche
una particolare attenzione ai rischi sanitari
che sempre più sono discussi nelle sedi dei
Tribunali come colpe dei Medici.
L’aumento progressivo del contenzioso
giudiziario ha raggiunto una soglia patologica.
Anche se può trovare una causa nell’aumento
esponenziale delle prestazioni mediche con
il rischio ad esse riconducibile, nel rischio
della stessa malattia, nel mutato rapporto
medico-paziente (di cui il consenso informato
è conseguenza con tutte le sue implicazioni
giudiziarie), nella complessità organizzativa
e nella burocrazia ed anche nelle pressanti
Segue a pagina 2
E DIT OR IA LE
di Adriano Marcolongo
Sicurezza e salute:
un impegno quotidiano
Dottore, allora siamo sicuri? Questa frase echeggia
mille e mille volte negli ambulatori, nelle strutture, nelle stanze e nei luoghi dei servizi territoriali e
ospedalieri: chi chiede salute vuole anche sicurezza.
La relazione che si instaura tra medico, tecnico,
infermiere, operatore amministrativo e utente si
sviluppa a doppio circuito e per questo è delicatissima e molto complicata. “Sono qui per avere salute
e sicurezza”, è questa la richiesta del cittadino .
“Lavoro per offrirti salute e sicurezza”, è la rassicurazione dell’operatore; ci penso ogni mattina,
mentre mi dirigo al lavoro. Non è semplice
Segue a pagina 2
Tentare l’impossibile
No alla chirurgia con il freno a mano
A colloquio con Ermanno Ancona
Nello studio di Ermanno Ancona,
Direttore della Clinica Chirurgica
dell’Università di Padova, noti subito
da molti particolari che la sua vita
si svolge in sala operatoria o a fare
lezione agli studenti. Alla scrivania
solo qualche oncia di tempo, tra un
intervento di chirurgia all’esofago ed
un trapianto. L’intervista che gli faccio,
sopportata con animo gentile, non lo
dice, ma gli appare quasi una perdita
di tempo a svantaggio dei pazienti.
Entro a gamba tesa e gli
chiedo come e quanto
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cause contro i medici,
le paginate dei giornali
su presunta malasanità
o casi dubbi, possano
fiaccare il morale di
un clinico illustre o di
uno sconosciuto specializzando in chirurgia.
“Mi rendo conto – mi
risponde – che quando
sbaglia il medico, gli
errori creano danni
alle persone. Si assiste
però ad una pressione
insensata che sconta
un’illusione: che si
possa sempre guarire
anche da …malattie
inguaribili! E per chi
come noi lavora in
condizioni di stress
e su pazienti molto
gravi, il nulla di fatto
di moltissime di queste cause, perché
l’errore non c’è stato, non è poi una
gran consolazione.” Domando qual’è
l’impatto su di lui di questa situazione.
“Assumo da sempre responsabilità su
malati considerati impossibili, all’ultima spiaggia, inventando soluzioni
ardite e innovative. Molti di loro - io
li chiamo figli miei - sono vivi per la
capacità di sfidare la sorte e la natura.
Per questo arrivano qui in auto, in treno
o in elicottero. Io non sono disposto
a cambiare il mio atteggiamento di
chirurgo: se arriva una condanna,
deposito immediatamente il bisturi
anche se ciò potrebbe significare la fine
della speranza per molti di essi. Questa
può essere la difesa del chirurgo esperto,
di uno che ha deciso di porsi in relazione con la società non da succube, ma
sui giovani l’impatto è molto diverso,
sono spaventati. Siamo di fronte ad un
calo consistente delle vocazioni chirurgiche o verso specialità “pericolose” e
già si trovano chirurghi titubanti alla
prospettiva di un rischio a fin di bene
che può finire pure male. Sarebbe
devastante arrivare ad una medicina di
protocolli, giusti sì, ma che prevedono
sempre il minimo e non il massimo per
salvare un paziente. Io ai miei che devo
dire? Se arriva un malato nel cuore della
notte e sanguinante devo chiedere: “
fate tutto quello che potete per salvare
il paziente o fate quello che serve per
salvare voi e le vostre famiglie da un
eventuale contenzioso?”. L’esempio
mette i brividi. Come fare a distinguere
gli errori inescusabili dagli esiti sfavorevoli di giusti tentativi? Anche qui il
chirurgo esperto ha qualche soluzione
dettata da decenni di professione. “Noi
non difendiamo l’errore inescusabile e
siamo noi, periti dei giudici, ad accertarlo. Si deve innanzitutto comunicare con
i pazienti e le famiglie prima, durante
e dopo e non rinchiudersi nella torre
d’avorio. Io quando ho sbagliato a fin
di bene - e ne ho fatto tesoro per non
sbagliare più - l’ho comunicato a tutti
gli interessati. Sembrerà strano ma non
ho mai ricevuto contenziosi da coloro
con i quali ho sbagliato e comunicato.
Queste cose si dovrebbe insegnarle
nelle università. Bisogna poi finirla con
l’industria strumentale del risarcimento. Fino a qualche tempo fa le fermate
dei bus innanzi al policlinico erano
tappezzate da pubblicità che dicevano
pressappoco “chiedere risarcimenti
sempre e ovunque non costa niente,
anticipiamo noi e ci riservate la giusta
percentuale”. Il risarcimento spetta a
chi subisce errori inescusabili, non a
chi subisce un tentativo moralmente
giusto e professionalmente ineccepibile, ma non sempre favorevole, di essere
guarito. Può darsi che la forma migliore
per stabilire chi ne abbia diritto provenga da appositi Giurì e non dall’intasare
i tribunali. E i medici devono smettere,
nelle interviste, di promettere l’immortalità come stregoni e la guarigione
per tutti. Nei casi gravi, la morte e la
sconfitta fa purtroppo parte degli esiti
possibili.
2
S a lu te Ulss 1 8
S
La sicurezza del paziente va garantita
anche fuori dall’ospedale
di Giampaolo Pecere
Direttore Dipartimento Organizzazione Distrettuale Azienda ULSS 18
Quando si parla di sicurezza del paziente si
pensa subito a chi é ricoverato in ospedale. In
realtà un numero sempre maggiore di pazienti viene assistito fuori dell’ospedale e ancora
fuori da esso si svolgono una quantità sempre
maggiore di attività socio – sanitarie, anche se
l’ospedale rappresenta pur sempre l’ambiente
più a rischio per la sicurezza del paziente.
Queste attività socio-sanitarie territoriali
rappresentano una realtà molto complessa
nel panorama dei servizi assicurati ai cittadini. Tale complessità dipende da diversi fattori
che possiamo provare a sintetizzare in questo
modo:
• Molteplicità di attività.
Ad esempio il servizio di assistenza
domiciliare, l’attività infermieristica e
l’assistenza medica, sia ambulatoriale che
domiciliare, l’attività socio – sanitaria
di tipo assistenziale svolta nelle case di
riposo e nei centri diurni, quella svolta
nei Consultori Familiari, l’attività socio –
assistenziale e di cura della persona svolta
da appositi addetti, comprese le “badanti”
ed altro ancora.
• Molteplicità di enti che assicurano le
attività socio – sanitarie territoriali.
Tali attività possono essere infatti assicurate dall’Azienda ULSS, dal Comune,
dalla Casa di Riposo, dai medici di
medicina generale o dai pediatri di libera
scelta, dai medici specialisti, dai medici
della continuità assistenziale (ex guardia
medica), da personale di cooperativa (sia
infermieri professionali che addetti all’Assistenza).
• Molteplicità di operatori, intesa come
grande varietà di figure professionali che
intervengono nelle attività socio – sanitarie territoriali
autosufficienti, superiore a 1000. Altri 400 posti sono
(si pensi ad esempio a medici, infermieri, addetti all’asriservati a soggetti con disabilità e i Centri Diurni del
sistenza, assistenti sanitarie, ostetriche, “badanti”) ma
nostro territorio ormai accolgono quotidianamente
anche come varietà di operatori che quotidianamente
quasi 150 persone con vario grado di disabilità.
svolgono tali attività sul territorio, spesso in situazioni
Annualmente vengono inoltre seguite in assistenza
ambientali diverse (domicilio, casa di riposo, ambuladomiciliare circa 4500 persone.
torio).
• Periodi prolungati di assistenza.
• Grande numero di pazienti che usufruiscono di
Se la necessità di ricovero in ospedale va progressivaprestazioni in ambito socio – sanitario territoriale.
mente diminuendo, riducendo al minimo necessario
Basta pensare che nel nostro territorio, a fronte di una
anche il periodo di permanenza in ospedale, si riducodisponibilità di circa 650 posti letto in ospedale, c’è
no di pari passo anche i rischi collegati a tale ricovero.
una disponibilità, nelle case di riposo per anziani non
In realtà il periodo che una persona si trova a dover
di Francesco Noce
EDITORIALE
(segue dalla prima pagina)
soddisfare bisogni e aspettative
dei nostri cittadini, ma chi è a
capo di grandi aziende sanitarie
– sistemi complessi e sempre più
sofisticati – non può non basare
il proprio impegno quotidiano
sul garantire sicurezza, equità e
salute a chi ne chiede e si affida
fiducioso alle strutture che conosce. Dal 2003 a oggi, dirigendo
questa azienda, non abbiamo
realizzato solo nuove strutture e
acquistato nuove apparecchiature: il cammino del management
si è concentrato sulle politiche di
prevenzione e sicurezza con lo
stesso dinamismo che è stato profuso per modernizzare ambienti
e tecnologie. In un gioco non
sempre facile di incastri, si è lavorato sulla telemedicina, su una
più veloce trasmissione di dati e
informazioni, si è lottato contro
il dolore, si è garantita ai nostri
dipendenti la migliore formazione, mentre sono state promosse
numerose ed efficaci campagne
di informazione sugli argomenti
di salute e prevenzione più svariati. Inoltre, abbiamo ampliato
fortemente tutti i servizi on line,
arricchendo le possibilità offerte
dalla rete internet. Il tutto per
dare sempre risposte sicure a pic-
trascorrere in ospedale nel corso della propria
vita è molto limitato, ovvero da qualche giorno
ad un massimo di qualche mese nelle situazioni
più sfortunate. E’ invece a livello territoriale
che viene garantito il periodo di tempo più
lungo di assistenza, da qualche giorno per i
soggetti che hanno sempre goduto di buona
salute, a qualche anno nelle situazioni più
sfortunate (ad esempio soggetti in coma,
malattie croniche a lenta evoluzione, decadimento cognitivo progressivo).
Alcuni aspetti assistenziali che riguardano la
sicurezza del paziente sono comuni sia all’ambito ospedaliero od ambulatoriale che a quello
territoriale. Si pensi ad esempio alle procedure
per il monitoraggio ed il trattamento delle
lesioni da decubito o al sistema di monitoraggio
e sorveglianza delle infezioni e delle resistenze
agli antibiotici. Altri aspetti che riguardano
la sicurezza del paziente sono caratteristici
del sistema ospedaliero, come ad esempio il
sistema di sorveglianza delle infezioni del sito
chirurgico o il sistema di prevenzione degli
errori umani in ambito chirurgico. Ci sono
però alcuni aspetti riguardanti la sicurezza che
possono trovare ampia espressione a livello
territoriale, come ad esempio il monitoraggio
e la prevenzione delle cadute negli anziani, il
monitoraggio, la prevenzione ed il trattamento delle infezioni da uso di catetere vescicale
nei soggetti privi di autonomia, il sistema di
monitoraggio, prevenzione e trattamento delle
piaghe da decubito nei soggetti costretti a letto
e non autosufficienti, il sistema di monitoraggio ed intervento nell’utilizzo di misure e
mezzi di contenzione, ma anche il sistema di
monitoraggio ed intervento nella distribuzione
e somministrazione dei farmaci e l’adozione di
procedure per la prevenzione delle infezioni (ad esempio
il lavaggio sistematico delle mani da parte degli operatori
prima di avvicinarsi al paziente).
Tali misure passano attraverso la condivisione ed adozione
di protocolli e procedure assistenziali interprofessionali e
comuni tra l’ospedale ed il territorio.
E’ ormai impensabile non considerare l’importanza
della continuità nella sicurezza del paziente nei continui
passaggi tra ospedale e servizi socio – sanitari territoriali
e viceversa, affinché tali attività, rivolte a garantire il
migliore stato di benessere possibile dei pazienti, non
diventino pericolose per la salute del paziente stesso.
(segue dalla prima pagina)
richieste di quella che potremmo definire fondato sull’alleanza
terapeutica fra medico e paziente,
consci che le malattie non sempre
sono curabili e che la medicina non è
invincibile. Se l’evoluzione culturale
prevede tempi lunghi, una soluzione
pratica di immediata applicazione è
rappresentata da una Assicurazione
Obbligatoria che permetta, attraverso la collettivizzazione dei rischi, la
realizzazione di più avanzati equilibri
tra l’esigenza di non lasciare priva di
Foto N. Bianchi
coli e grandi, anziani e mamme,
lavoratori e pazienti. Il nostro
sistema sanitario appartiene
ai cittadini ed è gestito dagli
operatori ed entrambi hanno
diritti e doveri: la trasparenza
delle relazioni, il pieno esercizio
delle responsabilità personali,
l’adozione di comportamenti
appropriati, la vigilanza attiva.
Sicurezza in campo medico non
vuol dire azzerare i rischi sulla
salute, ma significa prevenire
pericoli ed errori evitabili.
Adriano Marcolongo
Direttore generale Azienda ULSS 18
rifusione la vittima del danno e quella
di non rinunciare allo svolgimento ed
al progresso di attività essenziali per
la società. Contestualmente si può
prevedere l’introduzione dell’arbitrato quale strumento di risoluzione
alternativo, che consente evidenti
vantaggi a pazienti, compagnie
assicurative e medici. E’ una questione
che non può più essere rinviata per
il futuro del Sistema Sanitario, per
la tranquillità professionale e per la
tutela dei cittadini.
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SALUTE Ulss18
dell’Azienda Ulss 18
di Rovigo
viale Tre Martiri 89
45100 Rovigo
tel 0425 393 969
fax 0425 393 616
[email protected]
www.azisanrovigo.it
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Progetto e cura
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Direttore responsabile
Annalisa Boschini
Progetto grafico
Giovanna Durì
Illustrazioni
Luigi Gui
Stampa
Mediagraf S.p.A. - Noventa
Padovana (Padova)
Finito di stampare
nel mese di febbraio 2010
Registrazione
Tribunale di Rovigo
n° 23 del 1/12/2004
Hanno collaborato:
Pietro Amistà, Ermanno Ancona, Annalisa
Boschini, Federica Fenzi, Lorenza Gallo,
Alessio Gasparetto, Gianluca La Torre,
Sandro Mantovani, Raffaella Marchetto,
Diletta Mazzetti, Roberto Mencarelli,
Luisa Monti, Francesco Noce, Giampaolo
Pecere, Silvia Pierotti, Daniele Ricchiero,
Rita Saltari, Alberto Sattin, Fernando
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Masterizzatore in dotazione al servizio di radiologiao dell’Ulss 18 - Foto N. Bianchi
La sicurezza in ospedale:
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come organizzarla e mantenerla
di Silvia Pierotti
Direttore Dipartimento Tecnostruttura Sanitaria Azienda ULSS 18
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I referti sono forniti al paziente su supporto magnetico - Foto N. Bianchi
Nuova risonanza ad alto campo magnetico, in dotazione all’Ulss 18 - Foto N. Bianchi
La sicurezza del paziente nel suo percorso ospedaliero
rappresenta da anni un tema cruciale nel nostro Paese.
Anche se nella grandissima maggioranza dei casi la
degenza ospedaliera garantisce una cura ottimale e di alta
qualità, occorre tuttavia ricordare che gli ospedali sono,
per definizione, sistemi complessi che presentano un’alta
concentrazione di rischi. Persone malate, trattamenti
invasivi, impianti complessi, tecnologie sofisticate sono
altrettanti fattori di loro moltiplicazione. Così come la
crescente complessità della medicina moderna contribuisce, tra l’altro, a crearne sempre di nuovi. Tutto ciò
va preso molto sul serio. Da molti anni l’Azienda ULSS
18 di Rovigo dedica particolare attenzione alla prevenzione del rischio e alla promozione della sicurezza di
pazienti e operatori in Ospedale. La linea guida è che la
sicurezza dei pazienti rappresenta, prima ancora che un
tema di grande interesse pubblico, un preciso dovere per
ciascun professionista coinvolto nel percorso di cura e un
elemento fondamentale nella valutazione della qualità
delle prestazioni della Azienda Sanitaria. La necessità
di garantire un livello adeguato di sicurezza comporta la
realizzazione di una serie di attività coordinate tra loro
per migliorare la conoscenza e il controllo dei fattori di
rischio in area ospedaliera. In particolare si sono avviate
azioni per migliorare la conoscenza e la misurazione dei
fattori di rischio, per metterli sotto controllo e quando
possibile eliminarli, particolarmente in settori di assistenza “critici” su segnalazione della letteratura scientifica
internazionale.
Sul piano organizzativo tali attività sono svolte da una
rete complessa di professionisti sanitari, che collaborano,
in alcuni casi mediante specifici comitati e gruppi di
lavoro, per ridurre i rischi per pazienti e operatori. Ecco
quindi i gruppi di lavoro per il controllo delle infezioni
correlate alla assistenza, la prevenzione delle cadute,
il buon uso del sangue, la prevenzione delle lesioni da
decubito e il controllo efficace del dolore nei pazienti.
Alcune importanti attività innovative riguardano l’adattamento e l’adozione in sede locale delle Raccomandazioni
Ministeriali per le buone pratiche cliniche, l’analisi degli
eventi avversi mediante il Sistema di Incident Reporting,
lo sviluppo di campagne specifiche per la sicurezza (ad
IMPARARE DA FATALITA’ ED ERRORI
IL SISTEMA DI INCIDENT REPORTING
NELL’AZIENDA ULSS 18
di Daniele Ricchiero
Dirigente Medico presso la Direzione Medica Azienda ULSS 18
Il cosiddetto “Incident Reporting” è
un sistema strutturato di raccolta di
segnalazioni (reporting) relative ad
eventi indesiderati (incident) connessi all’assistenza sanitaria. Questo
sistema, nato nel settore aeronautico
per la segnalazione volontaria e
confidenziale di eventi da parte di
piloti e controllori di volo allo scopo di
migliorare la sicurezza aerea, è stato
importato da alcuni anni dai sistemi
sanitari anglosassoni (Australia, Gran
Bretagna, Stati Uniti), adattandolo
alle caratteristiche peculiari di tali
organizzazioni. Per l’ambito sanitario
rappresenta quindi uno strumento
innovativo che risulta particolarmente utile nella fase di identificazione e analisi dei rischi. Il concetto
fondamentale sul quale si basa l’incident reporting è il seguente: il miglioramento della sicurezza nel contesto
delle organizzazioni sanitarie è
possibile se si ammette l’eventualità
che “qualcosa può andare storto”
e se si utilizzano le lezioni apprese
dall’analisi degli eventi indesiderati
per sviluppare azioni correttive e
migliorative, secondo il principio
dell’imparare dall’errore. È infatti
noto che gli eventi che hanno esiti
seri sono la punta dell’iceberg di una
realtà in cui, fortunatamente, errori
e incidenti vengono normalmente
intercettati dagli operatori prima che
producano conseguenze. L’Incident
Reporting rappresenta quindi uno
strumento importante per la sicurez-
esempio il progetto “Mani Pulite”). Tutto questo deve
essere sostenuto dalla costante spinta verso un cambiamento culturale che, ponendo al centro il paziente e
la sua sicurezza, consente di attivare circoli virtuosi di
apprendimento dall’esperienza e anche dal possibile
errore. Per sostenere questo processo di sensibilizzazione, l’Azienda crede e investe da anni nella crescita di
una rete di professionisti, presenti in ogni dipartimento
clinico assistenziale, che sono l’asse portante del sistema
aziendale per la sicurezza dei pazienti. Lo sforzo complessivo per la sicurezza dei pazienti si realizza anche negli
ambiti non sanitari, ma non per questo secondari rispetto
al tema del rischio. Adeguata attenzione viene allora
prestata nelle fasi di acquisizione e manutenzione delle
attrezzature, nella gestione degli impianti, delle tecnologie sanitarie e dei dispositivi, così come nello sviluppo
dei sistemi informativi applicati alla clinica, sia per la
qualità della documentazione sanitaria e delle immagini
diagnostico-strumentali che per fornire strumenti statistici e di informazione scientifica a supporto delle decisioni
cliniche assistenziali.
za del paziente, in quanto sostiene
il cambiamento culturale all’interno
dell’organizzazione, fornisce avvertimenti e permette di individuare i
problemi all’interno di specifici ambiti
operativi. L’Azienda ULSS 18 di Rovigo
ha avviato il proprio sistema informatizzato di Incident Reporting già dal
2004, grazie anche alla collaborazione fornita da parte dell’Agenzia
Sanitaria dell’Emilia Romagna. Il
sistema, confidenziale, volontario e
riservato, viene alimentato da una
rete complessa di segnalatori appartenenti alle diverse categorie professionali e presenti in tutti i Dipartimenti
clinico-assistenziali aziendali. Tutti
gli operatori che costituiscono la rete
sopra indicata hanno ricevuto specifica formazione sulla materia del rischio
clinico e sono stati addestrati circa
le modalità di utilizzo e di corretta
compilazione delle schede di segnalazione. Le informazioni inserite nelle
schede elettroniche hanno permesso
di costituire, nel corso di questi anni,
una vera e propria “banca dati per la
qualità”, funzionale al miglioramento
organizzativo del sistema. La segnalazione da parte dei professionisti di
eventi indesiderati ha fornito infatti
in questi anni una base informativa
di grande rilevanza e utilità per la
predisposizione di strategie e di
azioni specifiche per la prevenzione
del rischio clinico. L’attivazione e il
mantenimento nel tempo del sistema
aziendale di Incident Reporting
rientra quindi nell’ambito delle
numerose attività aziendali volte al
miglioramento del sistema delle cure
e alla promozione della sicurezza dei
pazienti.
Valutazione di un paziente - Foto N. Bianchi
4
S a lu te Ulss 1 8
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PROGRAMMA DI
FORMAZIONE
per costruire un patrimonio di
competenze professionali
di Diletta Mazzetti
Responsabile il Servizio di Conoscenza
e Formazione del Personale
Azienda ULSS 18
Strumentazione per analisi di laboratorio in grado di compiere circa 120 campioni ogni ora - Foto N. Bianchi
La prevenzione
e’ l’unica garanzia di sicurezza
di Lorenza Gallo
Direttore Servizio di Igiene e Sanità Pubblica Azienda ULSS 18
Il concetto di sicurezza permea tutte le attività di sanità
pubblica, ove per sicurezza si intende la protezione dei
cittadini dall’attacco di patologie acute o croniche, nonché la
capacità di prevenire gli eventi accidentali che possono essere
pericolosi. Tutte le azioni messe in atto per concretizzare
queste attività sono ispirate quindi alla cultura della prevenzione.Tra le aree di cui si occupa il SISP
(il servizio dell’Azienda ULSS 18 che si
occupa di prevenzione e igiene nella sanità
pubblica), la lotta alle malattie infettive
riveste un ruolo primario e prevede una
serie di azioni indirizzate sia al singolo
che alla collettività. Azione principale di
protezione del singolo è la vaccinazione,
che rappresenta peraltro anche una
protezione di comunità, la cosiddetta
immunità di gregge. Dalla poliomielite
in avanti sono molte le malattie che si
possono prevenire con le vaccinazioni, da
ultimo anche il cancro alla cervice uterina
provocato dall’infezione del papilloma
virus. La vaccinazione si pratica secondo
protocolli sanitari consolidati e periodicamente revisionati che tengono conto
delle informazioni tecnico-scientifiche
più aggiornate. Nella nostra Azienda chi,
bambino o adulto, si vaccina può contare
su personale esperto e qualificato in
continuo aggiornamento e su procedure
standardizzate, che vanno dalla quotidiana verifica dei materiali al corretto approccio degli eventi
avversi. Si parla di sicurezza anche quando, grazie al buon
funzionamento del Dispensario Funzionale Antitubercolare,
vengono scoperti e curati casi di tubercolosi che altrimenti
sarebbero rimasti sconosciuti o quando per casi di scabbia,
rilevati anche nelle comunità, si dispongono precise regole
di igiene. La sicurezza dei cittadini è altresì l’obiettivo della
vigilanza e dei controlli che vengono effettuati presso tutte le
strutture che svolgono attività rivolte alla persona (si va dai
poliambulatori agli odontoiatri, fino agli esercizi di estetica, di
parrucchiere o barbiere). Le verifiche prevedono il controllo
delle modalità di disinfezione e sterilizzazione degli strumenti,
nonché l’adeguato utilizzo di apparecchiature elettromedicali o estetiche. Il concetto di sicurezza è importante anche
nell’area degli screening, anche perché
gli screening sono rivolti ad una
popolazione sana o presunta tale. Quelli
oncologici ad esempio costituiscono
interventi complessi ed impegnativi:
coinvolgono unità operative diverse e
operatori con qualifiche professionali
molto differenti. Buoni livelli di qualità
possono essere raggiunti solo tramite la
valutazione continua di tutte le fasi della
procedura di screening e in particolare
è necessario garantire un percorso
diagnostico-terapeutico basato sulle
prove di efficacia, con minima esposizione degli utenti a disagi e a rischi. Un altro
aspetto di grande importanza è l’attività
di prevenzione degli incidenti domestici
(moltiplicatisi a livello preoccupante,
oramai prima causa di morte derivante
da traumi) e stradali. La prevenzione
degli incidenti domestici deve mirare
al miglioramento della formazione e
dell’informazione come basi per una
corretta educazione sanitaria diretta alla
protezione degli individui, con la modifica dei comportamenti
errati. L’attenzione per la sicurezza negli ambienti privati viene
riservata anche agli edifici ad uso collettivo, quali ad esempio
scuole o case di riposo.
Sul versante della sicurezza stradale la sanità pubblica svolge
un ruolo di promozione mediante campagne mirate contro
l’abuso di alcol per chi si mette alla guida di autoveicoli, sia
incentivando l’uso dei dispositivi di sicurezza.
OFFERTA ATTIVA E GRATUITA
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OFFERTA
GRATUITA
Ogni anno in Azienda viene redatto un “Programma
di Formazione”, frutto di un attento lavoro di analisi
e di valutazione effettuato sia a livello di Direzione
Strategica, sia a livello di singoli Dipartimenti. Nel 2009
L’Azienda ULSS 18 ha realizzato più di 350 eventi
formativi. Per ciascun evento è stato redatto un programma dettagliato, con l’indicazione dell’obiettivo
didattico, finalizzato a garantire maggiore efficacia,
appropriatezza, efficienza e sicurezza all’assistenza
erogata; il programma viene inoltrato al Centro ECM
Regionale che adotta un sistema di valutazione che
costringe ciascun professionista a maturare, nel triennio 2008-2010, un’adeguata partecipazione a percorsi
formativi coerenti con il profilo professionale e con il
livello di responsabilità ricoperto. Per il professionista
sanitario raggiungere il livello di formazione prevista
rappresenta un dovere e uno stimolo a mantenere aggiornate le proprie conoscenze e, nello stesso tempo,
una garanzia per il malato di opportuna e appropriata
assistenza. Il personale sanitario non ha il dovere di
partecipare solamente ai corsi che gli permettono di
mantenere un buon livello di conoscenze rispetto alla
professione esercitata, ma anche a quelli che hanno
l’obiettivo di migliorare l’aspetto tecnico-pratico, quello
comunicativo-relazionale e tutti gli aspetti che possono
contribuire a un miglioramento del Servizio (privacy,
sicurezza, qualità, appropriatezza). Un’attenzione particolare viene dedicata all’aspetto relativo alla sicurezza degli operatori e dei malati, bene irrinunciabile per
l’Azienda ULSS 18 di Rovigo che, oltre alle specifiche
attività di prevenzione e protezione, mette in campo
tutta una serie di iniziative formative per promuovere
la cultura della sicurezza e della prevenzione al suo interno. La formazione e l’addestramento rappresentano
lo strumento indispensabile attraverso cui costruire un
patrimonio di competenze professionali specifiche che
rendono gli operatori attenti e consapevoli delle scelte
idonee da effettuare nell’ambito lavorativo. La frequenza ai corsi consente agli operatori di migliorare sia le
conoscenze teoriche, sia le abilità pratiche che vengono
sperimentate tramite lavori di gruppo ed esercitazioni
coordinate da un esperto; ciò facilita l’acquisizione di
una crescente consapevolezza del proprio comportamento e del proprio ruolo. Per ciò che riguarda la sicurezza dei lavoratori, le docenze vengono effettuate
principalmente dal personale del Servizio Prevenzione
e Protezione e dal Servizio Medicina Preventiva. E’ infatti fondamentale che i docenti, essendo a conoscenza della realtà lavorativa in cui operano i partecipanti,
predispongano le lezioni in modo da interagire efficacemente con i lavoratori. I contenuti dei corsi sono di
norma direttamente riferiti alle realtà strutturali, organizzative e di dotazione strumentale propria dei vari
servizi in modo da contestualizzare l’insegnamento alla
concreta realtà di reparto. Sugli aspetti della sicurezza sono stati formati quest’anno oltre 1000 operatori.
Anche per quanto riguarda la sicurezza nel contesto
dell’erogazione delle cure, in questi ultimi anni sono
stati realizzati numerosi corsi nella nostra Azienda. Nel
2009 la formazione effettuata, rivolta prioritariamente
ai componenti del Comitato Aziendale per la Sicurezza
del Paziente, ha esaminato le fasi del processo di gestione del rischio clinico e il sistema di segnalazione
degli eventi avversi,con una didattica costituita sia da
lezioni frontali, sia da lavori di gruppo ed esercitazioni
che hanno coinvolto attivamente tutti i partecipanti.
Obiettivo prioritario della formazione è quello di creare
una cultura della sicurezza che tenga in considerazione
sia l’osservanza delle leggi che l’adesione a corrette
pratiche cliniche, sia la prevenzione degli errori attraverso una promozione della sicurezza come valore e
qualità di vita.
Età
Vaccinazioni
Legenda:
Nascita
3° mese
5° mese
13° mese
14° mese
15° mese
6° anno
12° anno
15° anno
HB3
DTaP - IPV-HB-Hib-PCV
DTaP-IPV-HB-Hib-PCV
DTaP-IPV-HB-Hib- MenC
MPRV-PCV
PCVDTaP-IPV-MPRV-MenC
HPV
DTaP- varicella
IPV: vaccino antipolio;
65 anni
> 65 anni
Tetano2- PV 23valente - influenza
Influenza
DTaP: vaccino antidifto-tetanico-pertossico acellulare;
Hib: vaccino contro le infezioni invasive da
Haemophilus influenze b;
PCV: vaccino antipneumococcico coniugato;
MenC: vaccino antimeningococco C coniugato;
HB: vaccino antiepatite B;
MPRV: vaccino tetravalente antimorbillo-parotiterosolia-varicella;
HPV: vaccino antipapillomavirus;
PV 23valente: vaccinoantipneumococcico 23valente
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5
Sa lut e U ls s 18
Il braccialetto identificativo
del paziente
Una soluzione semplice per aumentare la sicurezza
di Federica Fenzi
La letteratura internazionale ed il Ministero della
Salute (nel documento “Risk
management in sanità. Il
problema degli errori” – 2004)
riconoscono, fra le buone
pratiche volte ad evitare gli
errori legati alla non corretta
identificazione del paziente,
sia il coinvolgimento attivo
del paziente e/o dei familiari nel processo di verifica
dell’identità che l’introduzione di sistemi automatici e non
bypassabili, quali i braccialetti
identificativi per i pazienti
ricoverati. Dopo una serie di
approfondimenti e confronti
è stato deciso di utilizzare,
presso l’Azienda ULSS 18
Rovigo,
uno
strumento
estremamente
semplice,
economico ed integrabile
con i sistemi informativi già
presenti in ospedale, ovvero
il braccialetto identificativo
indossato dai pazienti al
momento dell’ammissione in
reparto. Questo contiene informazioni
utili quali: nome e cognome del paziente,
data di nascita, numero di ricovero, reparto
di ricovero, codice a barre. I braccialetti
sono dispositivi che vengono indossati al
Dirigente Medico presso la Direzione Medica Azienda ULSS 18
polso o alla caviglia del paziente, al fine
di agevolarne l’identificazione attraverso
le informazioni in esso contenute. In
particolare, grazie al codice a barre che
rappresenta il numero di ricovero, è
rischio di errore nella sua
identificazione. Il braccialetto limita drasticamente la
possibilità di non corrette
identificazioni del paziente
quali ad esempio: situazioni
di omonimia, pazienti perché
privi di documenti oppure
pazienti incoscienti, incapaci,
sedati, che non parlano la
lingua italiana. I principali
momenti assistenziali per i
quali è necessaria un’identificazione certa sono: prima
della somministrazione di
una terapia, prima di un
esame diagnostico, prima di
una trasfusione di sangue, nel
trasferimento di un paziente
da un reparto all’altro e prima
di un intervento chirurgico. In
tutte queste condizioni l’ausilio di un dispositivo, indossato dal paziente e contenente
tutte
le
informazioni
necessarie per la sua corretta
Braccialetto identificativo con codice a barre identificazione, consente una
riduzione significativa del
possibile identificare in maniera univoca rischio clinico. Il braccialetto identificatiil paziente all’interno della Cartella vo del paziente rappresenta un ulteriore
Clinica Informatizzata ed attuare tutte le sforzo dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo
azioni necessarie al suo processo di cura, verso il miglioramento continuo della
riducendo in questo modo il conseguente qualità dell’assistenza sanitaria erogata.
La Cartella Clinica Informatizzata
Un unico strumento con tante informazioni a tutela del paziente
di Alessio Gasparetto
Servizio di Innovazione e Gestione delle Tecnologie Informatiche e Telecomunicazioni Azienda ULSS 18
L’informatizzazione consente di aumentare la disponibilità e il controllo delle informazioni, nonché di
attuare delle procedure di analisi dei dati raccolti per
consentire il miglioramento continuo di ogni processo
tecnico e produttivo. Per favorire l’evoluzione positiva
dei processi clinico-assistenziali, l’Azienda ULSS 18
di Rovigo ha elaborato fin dal 2003 un ampio progetto
di rinnovo della struttura informatica, con lo scopo
principale di creare un’unica piattaforma informativa in
grado di integrare in modo orizzontale i diversi stadi
del processo di cura del paziente. In parole più semplici
la Cartella Clinica Informatizzata Integrata Aziendale
(orizzontale), a differenza di quelle verticali (cioè
impostate a livello di reparto) presenti in altre realtà
ospedaliere, prevede la centralità del paziente all’interno del processo di cura. Tale Cartella é lo strumento
attraverso il quale si garantisce, all’interno dell’intera
Azienda Sanitaria, la disponibilità delle informazioni
utili per l’assistenza del paziente in ogni postazione di
lavoro, fissa o mobile, fino al letto del malato. Si permette in tal modo anche il controllo del flusso informativo,
consentendo di aumentare la sicurezza e la gestione delle
attività assistenziali. Quali sono queste informazioni?
Ad esempio la possibilità di leggere i risultati degli
esami diagnostici (laboratorio, radiologia, cardiologia),
di seguire il paziente durante un ricovero e durante
le visite specialistiche nonché attuare dei meccanismi
di controllo che permettano la riduzione degli errori
clinici. Gli sviluppi futuri relativi alla Cartella Clinica
Informatizzata riguarderanno principalmente l’introduzione di sistemi esperti che agevoleranno i medici
durante il processo decisionale secondo criteri riconosciuti e validati a livello internazionale. In particolare,
un sistema di supporto decisionale di prossima introduzione permetterà al medico di osservare, all’atto della
prescrizione della terapia farmacologica, eventuali
interazioni sfavorevoli tra i farmaci, evitando eventuali
effetti collaterali al paziente. Lo sforzo di raggiungere
fondamentali traguardi nel miglioramento
della qualità dell’assistenza sanitaria erogata
è un’assoluta costante dell’Azienda ULSS 18
di Rovigo. Il suo impegno é confortato oltre
che dalla più recente letteratura in tema di
risultati conseguenti all’informatizzazione
della Sanità, anche dai recenti confronti
sostenuti dall’Azienda con i maggiori centri
di riferimento nazionali ed internazionali
(es. John Hopkins Hospital), che confermano le scelte strategiche attuate. Possiamo
quindi garantire ai nostri utenti di essere
sempre all’altezza della ricerca e dell’evoluzione tecnologico informatica al servizio
della salute.
Cartella clinica informatizzata, visibile in
rete, da ogni operatore - Foto N. Bianchi
6
S a lu te Ulss 1 8
La telepatologia:
la salute … arriva via web !
La funzione dell’Anatomia Patologica all’interno di un processo
diagnostico-terapeutico, che pone al
centro del suo essere il paziente, si
sviluppa in questo modo: valutazione
del medico clinico (che ha il rapporto con il paziente) che esamina la
lesione, ne esegue la biopsia e quindi
invia il tessuto asportato al laboratorio di Anatomia Patologica, dove
il materiale bioptico sarà trattato
con la produzione del vetrino, che
rappresenta l’oggetto di lettura.
E qui entra in gioco il ruolo del
Patologo che dovrà interpretare le
immagini e stilare un referto con
diagnosi ed indicazioni alla terapia,
che verranno inviati al medico
curante. “Interpretare” significa
adoperarsi affinché il dato risultante
nel vetrino sia correlato a quello
clinico. Esistono, però casi (circa il
10%) in cui i dati sono di difficile
interpretazione ed è in questi casi
che è fondamentale la consultazione
con più esperti. In base ad un’opinione largamente condivisa, fondamentale per la sicurezza del paziente, in
Anatomia Patologica, è la possibilità
di disporre di una “seconda opinione”,
ritenuta obbligatoria soprattutto in
caso di patologie rare come i sarcomi
o in quella parte di patologia definita
“zona grigia” (le così dette lesioni
borderline), come le lesioni melanocitarie (nevo VS melanoma). Ed è in
questo contesto che la Telepatologia
gioca un ruolo di eccellenza, dando
la possibilità di avere consulti da
esperti mondiali in tempo reale. La
Telepatologia è una branca della
Telemedicina, che consente di
effettuare diagnosi a distanza e di
interagire (mediante un apposito
portale web) fra esperti al massimo
livello. E ciò consente di formulare
diagnosi e conseguente terapia,
sempre più vicine alla perfezione. La
Telepatologia è dunque una risorsa
tecnologica che, in analogia alla
Teleradiologia, consente di generare immagini trasmissibili su rete
informatica ed è con questi obbiettivi che è stato creato il Servizio
di Telepatologia dellULSS 18,
disponibile attraverso un portale web
aziendale realizzato dall’Information
Technology locale. L’evoluzione
naturale di tale tecnologia è stata
anche quella della promozione della
formazione. Infatti, il sistema di
Telepatologia dell’ULSS 18 è stato
condiviso, a fini di ricerca scientifica
e dell’aggiornamento continuo, con
l’Università di Padova nell’ambito
di due progetti Europei, di cui uno
per lo studio dei Sarcomi dell’adulto
e dell’infanzia ed il secondo per un
Controllo di Qualità Europeo delle
biopsie endomiocardiche in corso
di rigetto cardiaco, in collaborazione con l’associazione scientifica
AECVP (Association for European
Cardiovascular Pathology). Infine
è in atto un controllo di qualità
Intra-Regionale Veneto, su vetrino
virtuale, per gli Screening cervicovaginale, del colon-retto e della
mammella, in collaborazione con il
Registro Tumori del Veneto, struttura afferente all’Istituto Oncologico
Veneto - I.R.C.C.S. Questi livelli
di eccellenza migliorano certamente la qualità del servizio a favore
dell’utenza, ma contemporaneamente portano cultura ed è proprio
sull’arricchimento continuo delle
conoscenze e delle competenze che
si basa la medicina di oggi.
S
di Roberto Mencarelli
Direttore Dipartimento
Patologica Clinica
Azienda ULSS 18
TAC, esame radiologico ad alta precisione- Foto N. Bianchi
Farmacovigilanza:
salute e sicurezza
oltre la porta di casa
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di Luisa Monti
Direttore Servizio di Farmacia
Territoriale Azienda ULSS 18
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L’elenco delle farmacie di turno
è consultabile sul sito:
www.azisanrovigo.it - assistenza primaria - farmacie
per ulteriori informazioni contattare il numero telefonico
0425 393939 in orario d’ufficio.
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Sa lut e U ls s 18
L’ospedale senza dolore
di Maria Rita Saltari
Dirigente medico presso il Servizio di Cure Palliative Azienda ULSS 18
Il Comitato “Ospedale senza Dolore” è stato istituito nella nostra Azienda Sanitaria nel
2003, sulla base di linee guida pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale in cui si promuoveva
a livello regionale la realizzazione di progetti per il miglioramento dell’assistenza,
specificatamente rivolta al controllo del dolore di qualsiasi origine. Il lavoro svolto dal
Comitato Aziendale, in 6 anni di attività, si è articolato in fasi successive. La prima,
quella informativa, ha rilevato, tramite la distribuzione di questionari ai pazienti ricoverati, la prevalenza del dolore percepito in ambito ospedaliero. In base ai dati emersi, è
stata realizzata la seconda fase, quella formativa, rivolta al personale sanitario medico
ed infermieristico dell’ospedale e del territorio, su elementi di fisiopatologia, farmacologia, psicologia e terapia del dolore acuto e cronico. L’attività formativa dell’anno 2009
si è rivolta, in particolare, ai referenti medici ed infermieristici, identificati secondo le
indicazioni regionali in ogni Servizio sul tema dolore, ai quali è preposta la funzione
di diffondere ai propri collaboratori le conoscenze apprese e le iniziative del comitato.
Tra queste, è stata di rilevante importanza la realizzazione di schede, inserite nella cartella clinica del paziente ricoverato, di rilevazione del dolore, secondo la scala numerica,
in associazione alle schede di soddisfazione del trattamento antalgico ricevuto, in fase
post-operatoria, nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico. Tale scheda rappre-
senta lo strumento cartaceo di rilevazione del dolore che verrà totalmente sostituito
dalla rilevazione su cartella clinica informatizzata, già attiva, in vari Servizi della nostra
Azienda Sanitaria. Uno dei principali obbiettivi del Comitato non è solo sensibilizzare
gli operatori sanitari alla rilevazione ed al trattamento del dolore, ma anche i pazienti
alla corretta comunicazione del dolore percepito. A tale scopo, negli ultimi mesi del
2009, è stato realizzato un depliant informativo, distribuito in ambito ospedaliero ed in
particolare nelle degenze mediche e chirurgiche, tramite il quale si invitano i pazienti
a riferire il proprio dolore percepito, su una scala numerica da 0 (assenza di dolore) a
10 (dolore peggiore), il cui valore, facilmente rilevabile e confrontabile, rappresenta
l’elemento necessario alla programmazione di un efficace trattamento antalgico e di
una migliore qualità del processo assistenziale ricevuto dal paziente. Il comitato ha poi
ritenuto di fondamentale importanza, avere un riscontro periodico sull’efficacia della
propria attività tramite il monitoraggio del consumo intraospedaliero e territoriale di
oppioidi, attraverso l’elaborazione di reports semestrali.
Le iniziative del Comitato Dolore previste per l’anno 2010 saranno orientate ad
approfondire i problemi del personale sanitario dedicato ad un soddisfacente trattamento del sintomo dolore.
Generatore di impulsi Pace maker per il controllo del dolore
Foto N. Bianchi
Foto N. Bianchi
Laser ad alta potenza per combattere il dolore muscolo-scheletrico
Lavarsi le
mani aiuta
la salute
La campagna “Cure Pulite
sono Cure Più Sicure”
in Azienda ULSS 18
di Raffaella Marchetto
Coordinatore Infermieristico
presso la Direzione Medica ULSS 18
Per combattere la diffusione delle
infezioni
associate
all’assistenza
sanitaria, che colpiscono ogni anno
milioni di persone nel mondo con un
notevole impatto sulla salute umana,
l’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) e i suoi partners hanno lanciato
un programma il cui titolo,tradotto
dall’inglese, è “Un’assistenza più pulita
è un’assistenza più sicura”. Secondo un
loro studio, sono più di 1.400.000 le
persone colpite nel mondo da infezioni correlate a pratiche assistenziali,
con percentuali che vanno dal 5 – 10
% dei Paesi sviluppati al 25% dei Paesi
in via di sviluppo. Queste infezioni
affliggono la salute di persone che già
soffrono e hanno forti conseguenze
economiche: studi riferiti a tre Paesi
hanno dimostrato che la gestione
Programmatore digitale per il controllo delle apparecchiature impiantate all’interno del paziente - Foto N. Bianchi
delle infezioni associate all’assistenza sanitaria costa tra i 7 e
gli 8 miliardi di dollari. WHO’s
World Alliance for Patient Safety
(Alleanza Mondiale per la sicurezza dei pazienti) ha sviluppato
strategie a basso costo per cercare
di contrastare il fenomeno e un
miglioramento di tali strategie è
ritenuto dagli esperti dell’OMS
il miglior modo per migliorare
la salute dei pazienti. In base a
questo programma sono state
predisposte linee guida sull’igiene delle mani negli operatori
sanitari, in cui sono enunciati i
principi che dovrebbero guidarne le azioni. L’igiene delle mani,
pratica semplice, a basso costo
ed efficace, rimane comunque
la misura più importante per il
controllo e la riduzione delle
infezioni correlate alle pratiche
assistenziali.
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo,
a seguito dell’invito da parte
del
Sistema
Epidemiologico
Regionale del Veneto di partecipazione al su descritto Progetto
dell’OMS, ha dato la sua adesione
al progetto di miglioramento
della pratica dell’igiene delle
mani nell’assistenza sanitaria.
Ha quindi individuato, quali
Strutture Operative pilota per la
sperimentazione, due Strutture
del
Presidio
Ospedaliero
di
Trecenta: la Terapia Semintensiva
Post Chirurgica, con 4 posti letto e
la Chirurgia di Elevata Assistenza,
con 30 posti letto. L’Azienda
ha poi disposto che le Strutture
Operative di Farmacia Ospedaliera
e di Direzione Medica Ospedaliera
ne coordinassero le attività locali.
L’obiettivo specifico del programma è, tramite una campagna di
sensibilizzazione del personale,
il miglioramento della pratica di
igiene delle mani con l’utilizzo
della soluzione alcolica.
Dopo una fase di valutazione
iniziale
condotta
attraverso
un’indagine
sulla
percezione
del problema da parte degli
operatori sanitari e su una serie
di altri indicatori (ad es. consumo
di sapone o soluzioni alcoliche)
si è proceduto alla produzione,
presso il laboratorio dell’Azienda, di una soluzione alcolica per
l’igiene delle mani ed alla sua
distribuzione. La Fase di valutazione iniziale ha comportato: la
conduzione di un’indagine della
percezione degli operatori sanitari e degli elementi strutturali della
Struttura Operativa; la conduzione di sessioni di osservazione
delle pratiche di igiene delle mani
(osservazioni
pre-formazione);
il monitoraggio del consumo di
sapone e prodotti a base alcolica
prima dell’implementazione della
campagna; l’avvio della produzione locale, presso il laboratorio galenico della Farmacia
Ospedaliera, di soluzione alcolica
per le mani secondo la formulazione dell’OMS; la costruzione
del piano di implementazione e
revisione. Nell’arco di questa fase
sono state raccolte informazioni
che indicano in modo realistico
le pratiche di igiene delle mani
e l’infrastruttura disponibile per
definire la situazione di base
che permetterà in seguito di
controllare i progressi durante
l’implementazione della strategia. Questo è avvenuto tramite la
somministrazione a dirigenti e al
personale sanitario di questionari
sulla percezione e sulle conoscenze e attraverso osservazioni
dirette sulle pratiche assistenziali
del personale sanitario presso
le strutture operative coinvolte. Dopo nuovi sviluppi della
campagna e ulteriori valutazioni
si è giunti ad un apprezzabile
risultato: un miglioramento di tipo
quantitativo (+40%) nell’utilizzo
della soluzione alcolica per l’igiene delle mani; è stato osservato
inoltre un miglioramento dei tassi
di adesione alla pratica, passando
da un tasso del 7% di adesione
nella fase pre-formazione ad un
tasso del 32% di adesione nella
fase post-formazione. Il piano di
mantenimento e di miglioramento dei progressi registrati nella
fase sperimentale ha previsto
l’attuazione di un esteso piano
formativo per il personale sanitario dei due Presidi Ospedalieri,
con la programmazione nel 2008
di 5 corsi a Trecenta, che hanno
formato 105 operatori sanitari e di
ulteriori 8 corsi nel 2009 a Rovigo,
con la formazione di ulteriori 200
operatori sanitari, cui si è aggiunto un corso di formazione rivolto
a 30 studenti del secondo anno del
Corso di Laurea in Infermieristica.
8
S a lu te Ulss 1 8
STORIE DI VITA
Ostetriche,
il sale della vita!
Una figura che offre sapienza, cultura e sicurezza
alle neo - mamme: il caso dell’Azienda ULSS 18
di Annalisa Boschini
Responsabile Ufficio Stampa Azienda ULSS 18
Foto N. Bianchi
Il Cup Provinciale
di Rovigo
Comodità e semplicità al servizio della salute
di Fernando Spadon
Responsabile Centro Unico di Prenotazione (CUP) Azienda ULSS 18
Nel 2004 la Regione Veneto ha dato indicazioni alle Aziende ULSS di attivare, entro l’anno
successivo, i Cup (Centro unico di prenotazione) su scala provinciale. Scopo principale
quello di abbattere i tempi di attesa rendendo
trasparente e facilmente accessibile, da parte
del cittadino, la prenotazione di visite ed esami
specialistici ambulatoriali. Da allora tutte le
Aziende sanitarie pubbliche e private hanno
attivato specifici progetti per condividere la
propria offerta di prestazioni, rendendole
prenotabili all’interno di un unico sistema.
Uno sforzo considerevole, che ha portato allo
studio e alla realizzazione di nuovi processi di
natura informatica, telematica, organizzativa,
logistica e sanitaria. Un progetto che nella sua
globalità è tuttora unico in tutta la Regione
Veneto e continua ad essere anche un esempio
e un punto di riferimento a livello nazionale.
Perché? Perché si è lavorato mettendo al primo
posto il cittadino con le sue necessità e suoi
“bisogni di salute”; si è creata inoltre la prima
anagrafe provinciale degli assistiti (archivio
informatico unico contenente gli assistiti delle
due aziende ULSS polesane), si è utilizzato un
unico software di prenotazione, è stato attivato un servizio centralizzato di prenotazione
telefonica (contact center provinciale), si sono
condivise modalità di configurazione delle
agende informatizzate e dei percorsi formativi,
organizzativi e sanitari. Il tutto completato
da una revisione logistica che ha portato ad
un maggiore rispetto della privacy durante il
colloquio utente-operatore e alla eliminazione
delle code sia agli sportelli Cup che a quelli
cassa con l’attivazione delle casse automatiche.
Ma l’efficacia e l’efficienza del Servizio Cup
provinciale si misura dal gradimento manifestato dai cittadini. Ecco alcuni dati che testimoniano il trend positivo. Nel 2007 le prenotazioni
totali del Cup provinciale sono state 469.937,
di cui 167.507 telefoniche (pari al 35,64%);
nel 2008 le prenotazioni totali sono state
513.631 (incremento del 9%), di cui 231.204
telefoniche (pari al 45%, con incremento
del 10%). E per il 2009 i dati provvisori
testimoniano un ulteriore incremento sia delle
prenotazioni totali che telefoniche. Per quanto
riguarda l’Azienda ULSS 18, le prenotazioni
telefoniche hanno ormai raggiunto addirittura
il 69%, collocando così la nostra Azienda al
primo posto in Veneto per ciò che riguarda
l’utilizzo del telefono per le prenotazioni e
per gli accessi alle nostre strutture sanitarie.
Ma il Cup non è e non potrà mai essere un
servizio “preconfezionato” e statico; al contrario, il Cup provinciale è sempre in continua
evoluzione, sempre pronto a soddisfare le
crescenti richieste del cittadino. In quest’ottica
va ricordato il nuovo servizio di prenotazione
“On line” che permette di consultare i tempi
di attesa di tutte le prestazioni prenotabili e di
prenotare, autonomamente e comodamente da
casa, le prime visite specialistiche in classe P
(barrato sull’impegnativa). Insomma, vogliamo
considerare il Cup come una sorta di “work in
progress” in cui cittadini ed operatori sanitari
uniscono le proprie competenze per migliorare
il sistema.
Gli uffici stampa sono delle spugne professionalità in particolare, senza
assorbitutto: faccio questo lavoro dal nulla togliere ad altri professionisti
1998 – ero una ragazzina neolau- strepitosi di questo coinvolgente perreata – e devo dire che tutto quello corso come medici ginecologi, inferche conosco della sanità me lo hanno miere ed educatrici: le ostetriche!
insegnato i miei colleghi dell’ ULSS Baluardo dei ventri arrotondati,
18. Tutti preparatissimi , pazienti, dispensatrici di consigli, leggere,
dei veri pozzi di scienza per quello che sorridenti, sempre pronte a spiegare i
attiene il loro ambito di attività.
milioni di dubbi che sorgono a chi porta
La gente usa i servizi e vuol sapere, in grembo un bambino. Poiché ogni
i giornalisti scrivono sui servizi e gravidanza, anche la più desiderata,
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Particolare di una stanza della Casa Parto a Trecenta
conosciuto da
che vedere con
vicino i percorsi nascita garantiti le vestigia greche, meconio, gestosi,
dall’ azienda in cui lavoro e come al crosta lattea e altro. A tutte le ostesolito è stata una piacevole scoperta. triche dell’Azienda ULSS 18 un
Dedicherò queste poche righe a una fortissimo abbraccio!
Ecco come contattare il Cup provinciale
e come utilizzarlo:
Prenotazione sportello:
Prenotazione on line:
dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle 17,30
dal sito www.azisanrovigo.it cliccare sullo specifico link
Prenotazione telefonica:
Prenotazione tramite fax:
dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 18,00
sabato dalle ore 8,00 alle 12,00
inviare copia dell’impegnativa allo 0425 394913
riportando il recapito telefonico a cui essere successivamente chiamato per l’appuntamento.
Numero verde gratuito:
800 061644 (da telefono fisso) oppure
0425 362000 (da cellulari)
Per ulteriori informazioni e modalità di utilizzo consultare il sito www.azisanrovigo.it alla voce “CUP”.
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