...

Punture e morsi d`insetti

by user

on
Category: Documents
34

views

Report

Comments

Transcript

Punture e morsi d`insetti
LA VOCE
DEL POPOLO
IL TEMA DEL MESE
Punture e morsi d’insetti
li repellenti per le zanzare a base di essenze
di geranio e citronella. Tuttavia, i principi attivi ricavati da piante profumate evaporano
rapidamente e sono efficaci mediamente per
la durata di tre quarti d’ora. Gli insettorepellenti non respingono gli insetti a pungiglione
quali api e vespe.
Per proteggersi dagli insetti “molesti”, è
importante rispettare alcune semplici norme
di comportamento. Indossare preferibilmente pantaloni lunghi e indumenti chiari a manica lunga, evitando profumi, deodoranti e
lacche per capelli (colori scuri e profumi attirano gli insetti). Se ci sono api o vespe nei paraggi, evitare movimenti rapidi e improvvisi:
spaventate, potrebbero pungere per difendersi. Dopo una scampagnata o una passeggiata nei boschi, anche se ci si è protetti, controllare scrupolosamente il corpo alla ricerca
di eventuali zecche, in modo da rimuoverle
tempestivamente.
In caso di puntura, un primo provvedimento semplice ed efficace consiste nell’applicare sulla puntura un cubetto di ghiaccio
(avvolto in un fazzoletto o in una pellicola
trasparente). In caso di puntura di ape, rimuovere per prima cosa il pungiglione, raschiando la pelle con una lama non affilata o premendo lateralmente intorno alla sede di inoculo, evitando di comprimere il sacco e spremere così altro veleno. Il prurito fastidioso e
persistente può essere alleviato da una crema
a base di idrocortisone o crotamitone, oppure
da un antistaminico orale come la desclorfeniramina o le più recenti cetirizina e loratadina, che provocano meno sonnolenza. Gli antistaminici in crema non servono e possono
provocare dermatiti da contatto. Se la puntura causa dolore intenso si può ricorrere a un
analgesico orale.
Le zecche devono essere rimosse utilizzando un paio di pinzette a punte curve, avvicinate il più possibile alla pelle, senza schiacciare o torcere il corpo del parassita. L’uso di
acetone o benzina è sconsigliato perché provoca uno spasmo della zecca con rigurgito di
saliva o dei succhi intestinali contenenti gli
agenti responsabili delle malattie che il parassita può trasmettere all’ospite. Una volta
estratta, la zecca va bruciata o eliminata nello scarico del water. L’area della pelle dove
si era attaccata va controllata per un mese; se
compare un arrossamento o si manifestano
sintomi simil-influenzali è necessario rivolgersi al medico. (ga)
animali
ce
vo
/la
.hr
dit
w.e
ww
C
on l’arrivo della bella stagione si trascorre più tempo all’aperto e puntualmente si ripresenta il problema degli
insetti che, dopo il “letargo” invernale, tornano a farsi “sentire” nel vero senso della parola. Punture e morsi anche se hanno finalità
diverse (difensive le une e alimentari le altre)
hanno conseguenze simili.
Tra gli insetti che pungono, api e vespe
sono i più temuti. Le femmine sono dotate di
un pungiglione, collegato a una piccola sacca contenente il veleno. La tossina, iniettata
con la puntura, è responsabile degli effetti locali, perlopiù gonfiore, arrossamento e dolore. Il pericolo più grave è rappresentato dalle
reazioni allergiche, che si manifestano in alcune persone e che possono mettere a repentaglio la loro vita (anafilassi). Il gonfiore di
volto, occhi, lingua e laringe, e il prurito intenso sono sintomi che compaiono entro 1020 minuti dalla puntura e segnalano una crisi
anafilattica imminente. In questi casi è molto importante raggiungere prima possibile il
pronto soccorso più vicino.
Zanzare, tafani e zecche si servono del
loro apparato buccale a scopo alimentare,
per succhiare il sangue. I componenti della
saliva variano da specie a specie, ma al contrario del veleno di api e vespe, non causano
reazioni anafilattiche. La puntura di zanzare e tafani provoca la comparsa di pomfi più
o meno pruriginosi che si risolvono in breve tempo senza nessuna conseguenza. Le
zecche in genere aggrediscono gli animali,
ma occasionalmente possono attaccare anche l’uomo. Le escursioni nei boschi e nei
parchi durante la tarda primavera e l’estate,
rappresentano le situazioni più a rischio. Le
zecche si “ancorano” alla pelle in modo indolore e aumentano visibilmente di dimensioni durante il pasto di sangue. Una volta
sazie si staccano senza alcuna conseguenza.
Alcune specie, però, nel loro corpo albergano germi responsabili di gravi malattie, ad
esempio la meningoencefalite virale (TBE),
che possono trasmettere all’ospite attraverso la saliva.
Il modo più sicuro per difendersi dalle aggressioni di zanzare, tafani e zecche consiste nell’applicare insettorepellenti nelle zone
scoperte della pelle. La protezione dura otto
ore circa per i prodotti a base di dietiltoluamide e picaridina. L’applicazione deve essere
più frequente se si suda o ci si bagna. Per chi
preferisce i prodotti naturali sono disponibi-
An
no
V
2
201
• n. 5
o
n
g
1 • Mercoledì, 20 giu
IL RUGGITO
di Krsto Babić
Il Tg degli animali
Un telegiornale fatto da cani, gatti, pesciolini e cavalli? Fino a poco tempo fa sembrava un obiettivo irraggiungibile e impossibile. Invece il 10 giugno scorso, alle ore
12.20, ha debuttato il nuovo programma di Canale 5 interamente dedicato agli animali.
Ideato e voluto dal direttore del settore informativo della rete ammiraglia di Mediaset, Clemente Mimun, non sarà una semplice rubrica sugli animali, ma un notiziario
a tutti gli effetti e durerà circa 30 minuti. Un vero e proprio telegiornale dove saranno
trattati argomenti di cronaca, servizi, piccoli reportage e curiosità di ogni genere.
Il direttore del Tg5 ha spiegato al quotidiano Libero com’è nata l’idea: “Sogno un
telegiornale dedicato agli animali dal 1994: sia quando ero al Tg1 che al Tg2, però,
sono stato preso da altro. Finalmente, sentendo di non poter più rimandare, mi sono
deciso a sviluppare la mia idea. Per il momento è prevista la messa in onda di due numeri zero, della durata di trenta minuti circa (domenica 10 e 17 giugno, sempre alle
12.20). Se andrà bene, potremmo pensare di continuare anche in autunno”.
L’uscita di questo nuovo programma non è casuale. Infatti, debutta nel periodo
pre-estivo proprio per sensibilizzare le persone al tema dell’abbandono degli animali:
“Secondo me – ha proseguito Mimun –, sono stati fatti dei passi avanti, con l’inasprimento delle pene per chi molla in strada un cane e con le numerose campagne degli
ultimi anni. Ma c’è ancora da combattere”.
In questo Tg un addestratore aiuterà i proprietari a capire come non farsi trascinare dal loro amico a 4 zampe durante una passeggiata al parco, come insegnare al cane
o al gatto le buone maniere e insegnerà ai padroni come comportarsi con i loro amici
pelosi in diverse situazioni e circostanze per una serena convivenza in famiglia.
A curare il notiziario sarà la giornalista Maria Luisa Cocozza assieme ad alcuni
colleghi del Tg5. Interverranno, inoltre, Vittorio Feltri, grande appassionato di cavalli, Maurizio Costanzo e il suo gatto, Lino Banfi, che festeggia 50 anni di passione per
i cani ed equitazione, ma anche Kaspar Capparoni che “colleziona” ed alleva pastori
svizzeri. Nella sigla di “TgBau&Miao” vedremo il contributo ironico di Fiorello, che
imita a modo suo cani e gatti.
2 animali
Mercoledì, 20 giugno 2012
ORNITOLOGIA Un terzo degli uccelli italiani rischia l’estinzione
Lo struzzo del Teneré è in pericolo
F
a cura di Valentino Pizzulin
ino ad appena una ventina d’anni fa, era considerato uno degli ultimi paradisi
dell’Africa, un massiccio montuoso, quello del Teneré, che si estende interamente nel territorio del Niger, per 70mila chilometri quadrati,
tra i 500 e i 900 metri di altitudine.
Un paradiso per molte specie animali che, grazie al suo habitat perfetto (aree verdi incastonate in vastissime zone desertiche), avevano
aumentato di molto il loro numero. Poi è arrivato il cambiamento
climatico che, insieme all’uomo
(quando veste i panni del bracconiere o quando combatte per qualcosa, come accadde nel 1991 per la
sanguinosa rivolta dei tuareg), ha
chiuso in una morsa mortale animali che, sino a poco tempo fa, vivevano senza problemi.
Oggi il Teneré si sta trasformando purtroppo in una trappola
per alcune specie, che, incalzate
dalla siccità, non riescono a sfuggire alla caccia indiscriminata,
come quella che sta sterminando
gli addax, rarissima antilope africana (che fa parte del patrimonio
dell’Unesco) e gli struzzi. La riserva naturale di Air e Teneré sta
vedendo, lentamente quanto inesorabilmente, sparire gli struzzi
che agli inizi del 1990 erano stati censiti in 3.000 individui e che
oggi rimangono appena 60. Ma la
situazione più grave è quella degli
addax, chiamata, scientificamente, antilope dal naso maculato per
le caratteristiche macchie. Anima-
li bellissimi, riconoscibili per le
grandi corna che, attorcigliandosi,
sembrano quasi lo scheletro di legno di una lira.
Gli addax avevano un loro
“santuario”, una zona vasta quasi
1.300 ettari, in cui anche gli struzzi
avevano trovato un habitat ideale.
In queste momento gli addax sono
ad un passo dallo sparire in natura,
pur se la salvaguardia della specie
(così come fatto, una ventina d’anni fa, per l’orice dalle corna a sciabola) è affidata ai programmi che
i parchi zoologici di mezzo mondo stanno portando avanti per evitarne l’estinzione. Gli sforzi sono
enormi perché gli esemplari, quando raggiungono l’età matura, vengono riportati in Africa e reinseriti
con grandi cautele in natura, come
fatto con gli orici, portati in parchi
naturali in Tunisia e nel Marocco
nella speranza che, dopo un periodo di riadattamento, possano essere lasciati liberi.
Anche per gli struzzi del Teneré la strada sembra, purtroppo, segnata perché, se pure con difficoltà
si sono adattati al mutare del clima
e all’abbattersi ciclico della siccità, non possono sfuggire ai bracconieri che hanno gioco facile con
questi enormi uccelli corridori, ma
inetti al volo, che superano i due
metri d’altezza e i 100 chilogrammi di peso, uccisi quasi esclusivamente per le loro piume, che hanno
ancora molto mercato.
SITUAZIONE ITALIANA Lo
struzzo africano non è l’unico penForapaglie comune
nuto a rischio d’estinzione. Quasi
un terzo degli uccelli selvatici nidificanti in Italia è minacciato in
modo grave di estinzione o si trova
in una situazione di vulnerabilità.
Sono sei le specie che si trovano in
pericolo imminente di estinzione.
Questo quanto emerge, in sintesi,
dalla nuova Lista rossa italiana degli uccelli nidificanti in Italia messa a punto dalla Lipu-Birdlife Italia
con l’Università Sapienza di Roma
dopo 13 anni dalla precedente versione realizzata nel 1999.
Nella Lista rossa italiana la situazione è molto delicata per sei
specie: sono in “pericolo critico”
gipeto, capovaccaio, grifone, aquila del Bonelli, forapaglie comune e bigia padovana. Trattandosi
di animali predatori o “spazzini”,
i rapaci e gli avvoltoi sono le specie a maggior rischio di estinzione. Tra i fattori di minaccia, le uccisioni illegali, la frammentazione
e la distruzione degli habitat naturali. Nell’ambito della ricerca sono
state prese in esame complessivamente 270 specie d’uccelli. Il 27,3
p.c. di queste è considerato in pericolo o vulnerabile, il 2,2 p.c. è minacciato in modo critico, l’8,1 p.c.
è in pericolo, il 17 p.c. è vulnera-
Capovaccaio
bile, il 9,6 p.c. delle specie è quasi
minacciato. Buone notizie, d’altro
canto, sono affiorate in seguito alla
conclusione dello studio per specie
quali la moretta tabaccata, il mignattino comune o la rondine rossiccia, le cui popolazioni sono tornate a crescere di numero.
APPLICARE I PIANI “Dalla Lista rossa italiana emergono
dati preoccupanti – ha osservato
Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu –, È necessario che i piani per la salvaguardia delle specie
trovino una piena applicazione”.
È stata pubblicata anche la Lista
rossa mondiale redatta da BirdLife international, riferimento ufficiale per la Lista rossa dell’Unio-
ne mondiale per la conservazione
della natura (IUCN): si evidenzia
come il 13 p.c. delle circa 10mila
specie è minacciata di estinzione
(197 sono in pericolo critico, 389
sono minacciate, 727 sono vulnerabili), per circa 100 specie di uccelli dell’area Amazzonica i rischi
sono cresciuti in modo consistente a causa della deforestazione (si
teme che il codaspinosa di Kollar
vedrà sparire l’80 p.c. del proprio
habitat nel prossimo decennio).
In Europa problemi per la moretta codona, scomparsa dal mar Baltico negli ultimi 20 anni. C’è, infine, molta preoccupazione anche
per alcune specie africane come il
grifone africano
L’Aquila del Bonelli
Uno struzzo in corsa
animali 3
Mercoledì, 20 giugno 2012
FELINI L’anello di congiunzione tra il miagolio e il ruggito
Il leopardo nebuloso
I
a cura di Sabrina Ružić
l leopardo nebuloso, Neofelis
nebulosa è un felino di medie
dimensioni diffuso nel Sud-est
asiatico. Presenta un mantello color marrone rossiccio o fulvo, ricoperto in modo caratteristico da
grandi ellissi di forma irregolare e
dai margini scuri che si dice ricordino delle nuvole. Questa caratteristica dà a tale mammifero sia il
nome comune che quello scientifico (nebulosus in latino vuol dire
“nuvoloso”). Il leopardo nebuloso
ha creato grande confusione negli scienziati per un lungo periodo di tempo a causa del suo aspetto e dello scheletro. A prima vista
sembra un incrocio tra un grande e
un piccolo felino. Il nome scientifico del genere, Neofelis, deriva da
neo, “nuovo”, e felis, “piccolo felino”; letteralmente, quindi, “nuova sorta di piccolo felino”. Ne
esistono tre sottospecie: Neofelis nebulosa macrosceloides: diffusa dal Nepal al Myanmar (Birmania); Neofelis nebulosa nebulosa: diffusa dalla Cina meridionale
al Myanmar orientale e Neofelis
nebulosa brachyura: diffusa a Taiwan (estinta)
LE CARATTERISTICHE
PRINCIPALI In media un leopardo nebuloso pesa tra i 15 e i
23 chilogrammi ed è alto dai 25
ai 40 centimetri. Questo felino di
medie dimensioni presenta grossi
denti canini, in proporzione i più
lunghi tra quelli di ogni felino attuale (circa 5 centimetri, le stesse dimensioni di quelli della tigre). Questa caratteristica spinse
i primi ricercatori a supporre che
predasse grandi mammiferi terricoli. Tuttavia, nonostante si conosca ancora molto poco della storia
naturale e delle abitudini comportamentali di questa specie in natura, oggi si ritiene che le sue prede
fondamentali siano costituite da
mammiferi arboricoli e terricoli,
specialmente gibboni, macachi e
civette, ai quali si aggiungono talvolta altri piccoli mammiferi, cervi, uccelli, istrici e bestiame domestico. Gli esemplari tenuti in
La divinità dei Rukai
Il popolo Rukai è una delle etnie di aborigeni taiwanesi che
considerano il leopardo nebuloso l’antenato spirituale che li guidò verso la loro patria. I Rukai vivono nelle montagne a sud
dell’Isola di Taiwan. A causa dei luoghi inaccessibili in cui vivono, questo popolazione viene anche chiamata Tsarisen, che vuol
dire “popolo che vive sulle montagne”.
cattività si nutrono anche di uova
e di qualche vegetale.
Come si può facilmente intendere, dato che gran parte delle sue prede vivono sugli alberi, il
leopardo nebuloso è un eccellente
arrampicatore. La combinazione
di zampe corte e flessibili, grandi piante ed artigli affilati lo rende in grado di muoversi sulla volta
della foresta con passo sicuro. La
coda, che può essere lunga quanto il corpo, costituisce un ulteriore
aiuto nel bilanciamento, tanto che
questo felino può muoversi alla
stessa maniera degli scoiattoli, in
modo simile al margay del Sudamerica. Sorprendentemente, questa creatura arboricola è in grado
di arrampicarsi stando appeso ai
rami a testa in giù, così come di
scendere sempre tenendo la testa
verso il basso. In cattività, il leopardo nebuloso si appende regolarmente con le zampe posteriori
usando la lunga coda come bilanciere e corre a testa in giù sui tronchi degli alberi. Conosciamo poco
sulle sue abitudini in natura, ma
da tale comportamento si suppone
che catturi le prede balzando giù
dagli alberi.
L’HABITAT
NATURALE
Il leopardo nebuloso vive soltanto nel Sud-est asiatico ed è diffuso in Cina meridionale (spingendosi a nord almeno fino a Wuyi
Shan), nell’Himalaya orientale, in
Malaysia occidentale, Nepal, India
nord-orientale, Bangladesh e Indocina. A Taiwan si pensa che sia ormai estinto. L’ultimo avvistamento confermato sull’isola risale al
1989, quando fu rinvenuta la pelle
di un piccolo esemplare nell’area
di Taroko. Questa sottospecie era
caratterizzata dalla coda relativamente più corta.
I suoi habitat prediletti sono le
foreste tropicali e subtropicali fino
ad altitudini di 2000 metri; tuttavia
si incontra talvolta anche nelle paludi di mangrovie e nelle praterie.
Vive in aree con temperatura di 18
- 49 gradi centigradi.
LA RIPRODUZIONE A causa
della natura elusiva dell’animale, il
comportamento in natura del leopardo nebuloso è sconosciuto. Non
essendovi alcuna prova dell’esi-
stenza di branchi o di una struttura
sociale come quella dei leoni, si ritiene che sia generalmente una creatura solitaria. Le femmine mettono alla luce cucciolate composte
da 2 a 4 piccoli dopo una gestazione di 85 - 93 giorni. Inizialmente,
i piccoli sono ciechi e inetti, come
quelli di molti altri felini. Diversamente dagli adulti, hanno macchie
“piene”, cioè completamente scure, e non circondate da una sorta di
anello come avviene nel caso della
maggior parte degli altri felini.
Diventano in grado di vedere
a circa 10 giorni dalla nascita e si
fanno attivi intorno alle 5 settimane, divenendo indipendenti probabilmente a 10 mesi d’età. Il leopardo nebuloso raggiunge la maturità
sessuale a due anni e le femmine
possono partorire una cucciolata ogni anno. In cattività gli adulti hanno raggiunto l’età di 17 anni,
ma in natura la durata di vita si aggira sugli 11.
Inizialmente i programmi di riproduzione in cattività hanno avuto poco successo, soprattutto a
causa della mancanza di conoscenze relative alle abitudini di corteggiamento che questi felini hanno in
natura. L’esperienza ha tuttavia insegnato che mettendo insieme fin
dalla giovane età due esemplari aumentavano notevolmente le probabilità che formassero una coppia
e si riproducessero con successo.
Mettendo insieme due esemplari
già adulti, invece, si crea in questi
animali un tale stress che spesso il
maschio uccide la femmina. Generalmente il leopardo nebuloso non
è una creatura aggressiva.
IL FUTURO DELLA SPECIE I moderni programmi di riproduzione implicano la formazione di coppie allo scopo di eventuali progetti di riproduzione. Il dotare
questi animali dell’adeguato spazio
per arrampicarsi, inoltre, stimola il
loro comportamento naturale e riduce al minimo lo stress. Questo,
unito a programmi di nutrizione
che vengono incontro alle abitudini alimentari degli animali, ha portato in anni recenti ad un notevole
incremento delle nascite in cattività. Gli esemplari nati negli zoo potranno un giorno essere reintrodotti
in natura per reintegrare le popolazioni già minacciate.
4
anim
Mercoledì, 20 giugno 2012
ATTUALITÀ L’Italia ha la possibilità di fare scuola in Europa in materia di ricerc
I beagle di Green Hill puntano lo
a cura di Marco Grilli
I
l 28 aprile resterà una data simbolica nella lotta degli antivivisezionisti. In occasione della giornata mondiale contro gli animali nei
laboratori, alcuni animalisti sono riusciti a fare irruzione nell’allevamento
Green Hill di Montichiari (Brescia) e
a liberare almeno una trentina di beagle, tra cuccioli e fattrici, destinati
alla sperimentazione. Le immagini
dei cuccioli sollevati al di sopra delle recinzioni di filo spinato e portati
in salvo dai manifestanti hanno avuto
un enorme effetto mediatico, in Italia e non solo, riportando l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema
spinoso e che continua a dividere,
quello della vivisezione. Dodici animalisti (otto uomini e quattro donne
tra i 20 e i 50 anni, non originari del
bresciano), sono stati liberati dopo
una detenzione di 48 ore, durante
le quali hanno iniziato uno sciopero
della fame e ricevuto numerose attestazioni di solidarietà. Gli attivisti in
questione dovranno rispondere di reati che vanno dal furto alla violazione
di domicilio aggravata, fino alla violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Di sicuro, il loro eclatante gesto è
stato straordinariamente efficace, non
solo per i cuccioli liberati, mostrati finalmente liberi e gioiosi in alcune foto e video diffusi su Internet, ma
soprattutto per sollevare l’ondata di
protesta popolare contro Green Hill,
in attesa che il Senato Italiano deliberi in merito all’articolo 14 – princìpi e
criteri direttivi per l’attuazione della
direttiva europea 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini
scientifici – del disegno di legge numero 3129, volto al recepimento della legge comunitaria 2011.
UN AFFARE MULTINAZIONALE Dopo il tracollo dell’allevamento Stefano Morini di San Polo
d’Enza, Green Hill, di proprietà della
multinazionale Marshall Farm Inc. –
la più grande “fabbrica di cani” da
laboratorio al mondo – è oggi l’unico
centro in territorio italiano per l’allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Si calcola che all’interno
dei cinque capannoni dello stabilimento, chiusi, asettici, privi di luce e
aria naturale, si trovino almeno 2.500
cani adulti più le varie cucciolate. Da
Green Hill i docili beagle, scelti per
la vivisezione proprio per tali doti
caratteriali, vengono inviati ai laboratori di tutto il mondo, prevalentemente in Europa (nel febbraio 2011
un cucciolo è stato acquistato perfi-
... e continuerà fino a quando sarà necessario
no dalla Cea, il Commissariato per
l’energia atomica e le energie alternative francesi). Ogni mese vengono
venduti almeno 250 esemplari. Tra i
principali clienti di Green Hill troviamo importanti aziende farmaceutiche, laboratori universitari e centri di sperimentazione quali l’Huntingdon Life Sciences in Inghilterra. Gli obiettivi della Marshall sono
chiari: costruire altri capanni e ampliare lo stabilimento di Montichiari per fare di Green Hill il più grande allevamento di cani beagle in Europa, capace di ospitare fino a 5.000
esemplari. Sulla loro strada, però, gli
uomini della Marshall hanno trovato la decisa opposizione del coordinamento fermare Green Hill, che ha
saputo interpretare l’umore dell’opinione pubblica italiana, ormai contraria alla sperimentazione animale.
Il braccio di ferro fra gli animalisti e
l’azienda bresciana va avanti da almeno due anni, segnati da importanti manifestazioni, presidi, inchieste e
iniziative legislative.
SVILUPPI Nel 2011 il coordinamento ha sottolineato i passi avanti
compiuti verso l’obiettivo della chiusura di Green Hill, elencando: l’inchiesta avviata dalla Procura della
Repubblica di Brescia sulle condizioni dell’allevamento di Montichiari; la proposta di legge della regione
Lombardia per mettere al bando gli
allevamenti di cavie, ed infine l’interrogazione per la chiusura urgente di
Green Hill, presentata al Parlamento europeo dall’on. Andrea Zanoni.
Il 28 ottobre 2011 anche le telecamere di “Striscia la Notizia” sono entrate all’interno dell’allevamento, mostrando immagini dure da digerire,
tra i cadaveri dei cuccioli mutilati, il
sovraffollamento dei box e gli escrementi mischiati al cibo. Due giorni
dopo l’Organizzazione internazionale per la protezione animali (OIPA)
ha inoltrato al sindaco di Montichiari
l’istanza di chiusura dell’allevamento per le presunte gravi irregolarità
amministrative riscontrate dalle sue
guardie zoofile. Gli attivisti anti-Green Hill proseguono la loro battaglia,
affermando il diritto alla vita di tutti
gli esseri viventi e condannando senza mezzi termini l’inutilità scientifica
Anche gli animalisti svedesi chiedono la chiusura di Green Hill
La battaglia a favore dei beagle è iniziata anni fa...
della vivisezione e gli ingenti profitti
delle lobby legate alla sperimentazione animale. Pareri fatti propri anche
da larga parte del mondo scientifico,
basti pensare all’autorevole opinione
di Claude Reiss, per 35 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al
Consiglio Nazionale per la Ricerca
francese, fermamente convinto che
la scelta peggiore per testare la tossicità di un medicinale sia proprio la
vivisezione, poiché ogni specie animale ha un proprio genoma unico e
irripetibile. Secondo lo stesso Reiss,
l’alternativa esiste, è molto più economica e porta il nome di tossicogenomica. Si tratta di un modello scientifico che permette di testare la tossi-
cità dei prodotti direttamente su cellule umane, raccogliendo centinaia di
risultati in pochissimo tempo e monitorando l’esperimento dal vivo. Gli
antivivisezionisti rilevano inoltre che
il 90 p.c. dei medicinali testati sugli
animali vengono rigettati prima degli
esperimenti clinici sull’uomo, perché ritenuti inattendibili. Ogni anno
nel mondo 300-400 milioni di animali subiscono esperimenti di ogni tipo,
tra atroci sofferenze, per testare non
solo farmaci, ma anche cosmetici,
additivi, pesticidi, prodotti chimici,
per l’industria bellica, l’igiene della casa, ecc. Intanto, l’azienda Green
Hill ha replicato duramente alle accuse, condannando le azioni “violente e
sconsiderate” del movimento antivisezionista e dichiarando di condurre
“un’attività legale, necessaria per la
comunità medica e scientifica, per il
suo fondamentale ruolo nel migliorare la salute delle persone e degli animali”. Il blitz del 18 aprile avrebbe
procurato un danno di circa 250.000
euro all’azienda, che vende cani di
tutte le età a un prezzo oscillante tra
i 450 e i 900 euro, fornendo ai propri
clienti anche trattamenti chirurgici a
richiesta, quali il taglio delle corde
vocali o l’asportazione delle ghiandole. Al di là dei pareri contrastanti
sull’efficacia o meno della vivisezione, le dichiarazioni di amore e rispetto per gli animali pronunciate da Green Hill, stonano decisamente con le
immagini dei corpi maciullati dei beagle nei laboratori.
OCCHI PUNTATI SUL SENATO Comunque sia, il futuro
dell’azienda di Montichiari si deciderà nell’aula del Senato, che sta esaminando la legge comunitaria 2011.
Entro la fine dell’anno l’Italia deve
recepire la direttiva 210/63 Ue, entrata in vigore il 9 novembre 2010, che
fissa gli standard minimi sulle modalità di impiego e detenzione di tutti gli animali utilizzati in esperimenti all’interno degli Stati dell’Unione
europea. L’articolo 14 del disegno
di legge numero 3129, già approvato dalla Camera dei Deputati con
380 sì, 20 no e 54 astenuti, contiene
mali
Mercoledì, 20 giugno 2012
ca scientifica su cavie vive
sguardo al Senato italiano
molte modifiche migliorative in senso antivivisezionista –emendamento
Brambilla – rispetto alla direttiva europea, tra le quali il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e
primati destinati alla sperimentazione (la cosiddetta norma contro Green Hill). Lo scorso 8 maggio gli animalisti sono tornati a manifestare in
più di venti piazze italiane e davanti a
molte ambasciate nel mondo, in occasione della giornata mondiale contro
la vivisezione e Green Hill e un’altra
manifestazione analoga si è svolta sabato scorso a Roma. Intanto, scaduto
il tempo per la presentazione al Senato degli emendamenti all’articolo 14,
gli antivivisezionisti si augurano che
il testo venga approvato così com’è
uscito dalla Camera dei Deputati. Palazzo Madama delibererà definitivamente al massimo entro luglio. Si
sono già pronunciati il ministro degli
Affari europei, Enzo Moavero Milanesi – uno dei massimi esperti di diritto comunitario in Italia –, che ha
confermato il giudizio formulato alla
Camera, ritenendo “assolutamente
improbabile” un’infrazione comunitaria sulla base del testo dell’art. 14,
ed il sottosegretario alla Salute, il professor Adelfio Elio Cardinale, che ha
espresso un parere favorevole al testo
dell’art. 14, con l’Italia che potrebbe
dare il buon esempio in Europa in materia di incentivazione ai metodi alternativi ai test su animali. L’approvazione dell’articolo 14 segnerebbe un
passo importante verso la completa
abolizione della vivisezione, ponendo
anche i sigilli all’allevamento di Green Hill. I beagle, all’unanimità, invocano il sì di Palazzo Madama.
Alcuni esemplari di beagle sottoposti a esperimenti
5
6 animali
Mercoledì, 20 giugno 2012
FILATELIA Emissioni delle Poste croate ispirate alla fauna nazionale
Tre francobolli «bestiali»
L
a cura di Krsto Babić
a filatelia è un hobby che accomuna milioni di persone in
tutto il mondo. Ci sono tanti motivi per cominciare una collezione di francobolli. La filatelia è un
passatempo appassionante che occupa il tempo libero in modo proficuo
ed è molto indicato per i ragazzi in
età scolare, in quanto il francobollo
è un preziosissimo ausilio allo studio sia dal punto vista generale sia
dal punto di vista prettamente storico. Il francobollo (considerato in
molti Paesi un simbolo nazionale
alla pari della bandiera o dell’inno
nazionale), infatti, ricalca storicamente, politicamente e culturalmente tutti gli avvenimenti a partire dalla
data della sua invenzione nel 1840 in
Inghilterra. Per fare un paio di esempi dai francobolli italiani degli Antichi Stati si può riassumere il percorso faticoso all’unità italiana, oppure
scoprire lo sviluppo delle due guerre
mondiali tramite le varie occupazio-
ni di quel periodo in quanto la posta, e di conseguenza il francobollo,
segue sempre di pari passo la storia
visto il bisogno di comunicare delle
persone. Dal punto di vista artistico
molti francobolli sono delle vere e
proprie opere d’arte per bellezza e
grafica. Un’ultima ragione è quella relativa all’investimento finanziario. I francobolli possono rivelarsi un buon investimento a medio
termine e tante volte hanno fruttato
delle graditissime sorprese.
Solitamente gli appassionati di
filatelia collezionano francobolli e altro materiale postale emessi
da una determinata nazione o da un
gruppo di Paesi (ad esempio i microstati europei). In alternativa scelgono di collezionare francobolli accomunati dallo stesso tema benché
emessi da Stati differenti. I francobolli dedicati agli animali sono tra
gli esemplari più collezionati. Negli ultimi anni, le Poste croata (HP),
ARCHITETTURA
Il francobollo ideato da Tomislav
Vlainić dedicato all’orso bruno.
hanno emesso diverse serie di francobolli dedicati alla valorizzazione
del patrimonio faunistico nazionale.
Il francobollo dedicato all’orso bruno (Ursus arctos), realizzato dal designer zagabrese Tomislav Vlainić
si è aggiudicato il secondo posto al
concorso nazionale per l’emissione filatelica più bella del 2011. Sul
francobollo, dal valore nominale di
1,60 kune è riportata la foto di un
orsacchiotto scattata da Đuro Huber. Della stessa serie, denominata
la “Fauna croata” fanno parte anche
un francobollo dedicato alla foca
monaca (Monachus monachuse) e
al falco della Regina (Falco eleonorae), rispettivamente del valore nominale di 4,60 e 3,10 kune. La foto
raffigurante la foca monaca riportata sulla cartolina maximum e sul
francobollo emessa dalle Poste croate è stata scattata dal fotografo triestino Gianni Pecchiar, mentre quella raffigurante il falco della Regina
è opera di Dietrich Ristow.
La cartolina maximum dedicata alla foca monaca è stata ricavata
da uno scatto del fotografo triestino Gianni Pecchiar
I tre francobolli applicati sulla busta del primo giorno, con tanto di
annullo postale dedicato
Gli esseri mitologici e reali, simboleggiano potere e prestigio
I decori zoomorfi sugli edifici storici di Fiume
Ornamento e decorazione hanno
etimologicamente significati diversi, ma il tempo e l’uso li hanno resi
pressoché sinonimi, facendo sottintendere a entrambi un abbellimento
totalmente superfluo, in opposizione
quindi alla struttura, che è invece sostanziale per tutto il sistema. Ma fin
dall’antichità, solo raramente l’architettura ha considerato estranei gli
ornamenti applicati, non percependoli come parte integrante del suo
linguaggio, visualizzandone e sottolineandone spesso le strutture essenziali, per qualificare la costruzione e
definirla nella sua organicità. Vitruvio, addirittura, attribuiva all’orna-
to un posto d’onore (purché non si
arrivasse alla decorazione eccessiva
e all’inutile sfarzo), perché riconosceva che l’ordine, la disposizione,
il numero, il decoro, la distribuzione
stessa degli elementi architettonici
avessero in sé una finalità ornamentale. Nelle chiese bizantine, i mosaici non hanno una funzione esclusivamente decorativa, subordinata
all’architettura, ma smaterializzano
la pesante concretezza dei muri, dimostrando la stretta fusione e l’armonica integrazione tra espressioni artistiche diverse. Così, in alcune esperienze gotiche la pietra viene
traforata, sfaccettata per contribuire
Una delle due sculture ornitologiche (forse aironi) che ornano
l’ingresso di Palazzo Baccich
(Transadria)
Una coppia di grifoni dorati
accoglie i visitatori di Palazzo
Adria
all’ideale ascendente del periodo,
nel Barocco la decorazione diviene
architettura e l’ornamento strumento illusionistico che sfonda pareti e
soffitti, creando giochi di profondità, “architetture nell’architettura”.
Ma, nel Barocco, effetti decorativi
si hanno anche con l’uso della luce,
come strumento di rappresentazione
e di deformazione spaziale.
ZOOMORFI Il regno animale
ha spesso ispirato l’arte e la decorazione architettonica non fa eccezione.
Leoni, grifoni, unicorni, animali veri
o mitologici simboleggiano da tempo immemorabile la nobiltà, il potere, l’ambizione e il coraggio. Anche
a Fiume, dove proprio l’architettura
rappresenta uno dei patrimoni stori- Il capitello di una colonna della sede della HGK a Sušak è decoraci più importanti, gli esempi di decoto con quattro teste di cane
razioni zoomorfe sugli edifici storici
sono numerosissimi. A cavallo tra il
XIX e il XX secolo, probabilmente
il periodo di massimo splendore della “Città che scorre”, era prassi adornare le facciate degli edifici, sia abitativi sia ad uso commerciale o pubblico, con figure di fauna (ma anche
flora) terrestre o marina, tipica del
territorio. Si va dalle figure mitologiche raffigurate sulla facciata del Liceo italiano (basilisco), alla gargolla
della Casa Veneziana. Dal pipistrello
dell’omonima Calle in Cittavecchia,
ai grifoni di Palazzo Adria. Dagli uccelli della sede della Città o di Palazzo Baccich (Transadria), al cane da
caccia della Sede della Camera croata d’economia. Dall’iguana di casa L’ingresso del Palazzo municipale di Fiume è sovrastato da due
Sirius al drago di Palazzo Bakarčić- bassorilievi raffiguranti uccelli di notevoli dimensioni, probabilSušanj.
mente delle cicogne
animali 7
Mercoledì, 20 giugno 2012
ITINERARI In visita al Ranch «Sivi vrabac» di Marija e Rocco Patté
Cavalcare nei boschi di Castua
di Patrizia Lalić Brnčić
CASTUA – Nel nervosismo della vita moderna, nell’ansia generata
dallo stress lavorativo, una giornata in compagnia dei cavalli rappresenta uno straordinario momento di
serenità, un’occasione per ritrovare
l’equilibrio e ricaricare le energie. La
sensazione di libertà e il contatto con
la natura che si provano cavalcando,
sono un’iniezione di benessere sia
per la mente che per il corpo. Certo, dato il ritmo sfrenato della società
in cui viviamo e la quantità di stress
che accumuliamo, l’ideale sarebbe
galoppare in spazi immensi per sentirci liberi come dei mustang, i cavalli selvaggi del Nord America… Ma
non c’è bisogno di andare così lontano per vivere questa sensazione di
libertà. È sufficiente recarsi a Castua,
nel bosco della Loza.
DA MILANO A CASTUA Anche se dista solo poche centinaia di
metri dai ruderi della Crekvina, la
chiesa medievale la cui costruzione
non è mai stata portata a termine, pochi sono a conoscenza che le spesse fronde verdi che accompagnano
il sentiero, nascondono la mini fattoria “Rocco e Marija”, ossia il Ranch
“Sivi vrabac”, di proprietà dei coniugi Petté. Il loro è stato amore a prima
vista, tanto che, lui calabrese trapiantato a Milano, decide di mollare tutto
e trasferirsi con la moglie croata proprio nel bosco di Castua, nella casetta avuta in eredità dai genitori di lei.
“La nostra è stata una scelta fatta,
più che altro, per amore dei nostri figli – racconta il signor Rocco –. Vivevamo a Milano e l’inquinamento
non giovava alla salute dei ragazzi,
che soffrivano di bronchite asmatica. La decisione definitiva di trasferirci l’abbiamo presa nel 1985, quando sono venuti a mancare i genitori
di mia moglie. Ci siamo sistemati e
abbiamo acquistato una capra, ed è
proprio grazie al suo latte che i miei
figli sono guariti”.
Gli anni che seguirono non sono
stati facili per la famiglia Petté. Rocco, a causa della crisi dovuta alla
Guerra patriottica, rimane senza il
suo posto di lavoro e decide di tentare la fortuna in Germania. Con il
guadagno di due anni di lavoro in
terra tedesca, decide di tornare e mettere in piedi la sua fattoria. Acquista
dapprima una ventina di capre, poi
dei maiali e due mucche e alla fine
un cavallo. Ma non solo. Rocco e
Marija ben presto si fanno conoscere nei dintorni per i loro prodotti na-
turali: latte di capra, formaggi fatti
seguendo le ricette tradizionali calabresi, marmellate e liquori preparati
esclusivamente con i prodotti generosamente offerti dal loro orto e dalla
natura che li circonda. In questo momento la produzione ecologica è ferma, hanno venduto la mucca e tutto
il loro tempo lo dedicano ai cavalli,
una vera e propria passione per Roc-
cavalcate ricreative. La mia giornata
inizia alle quattro del mattino e termina appena dopo le 20”.
UNA MAGIA L’equitazione
favorisce il contatto con la natura,
unendo al piacere di cavalcare fra i
boschi la possibilità di stabilire un
rapporto benefico e distensivo con
il cavallo, un’opportunità unica specialmente per i più piccoli, frequen-
I ruderi della Crekvina, uno dei simboli di Castua
co, nata ai tempi della sua prima infanzia quando, assieme ai nonni carbonai, si recava nei boschi a cercare
la legna.
“La prima cavalla l’ho presa per
mia soddisfazione personale – ci
spiega Rocco illustrandoci gli inizi del suo ranch –. Però, vedendo
il continuo interesse delle persone
che, passeggiando lungo il sentiero,
si soffermavano a chiedermi se potevano cavalcare, decisi di darla via
e in cambio presi un animale più robusto e una carrozza. L’interesse per
quest’ultima era minimo e avevo
l’impressione che affaticasse eccessivamente la bestia, in quanto erano troppe le persone che vi salivano,
senza prestare troppa attenzione alle
condizioni dell’animale. Adesso di
cavalli ce ne sono sei, anzi, quattro
adulti e due puledri. Lavorando da
solo non è facile prendersi cura degli animali e contemporaneamente
mandare avanti la scuola ippica e le
tatori assidui del ranch di Rocco. I
cavalli e i bambini, infatti, sono creature che si incontrano tra loro in un
modo che agli adulti spesso risulta
quasi incomprensibile. La naturalezza con la quale queste due entità riescono a interagire sembra avvolta da
una sorta di magia e mistero che regala ad entrambi emozioni indimenticabili. Un cavallo difficile e scontroso può diventare mansueto e delicatissimo in presenza di un bambino e, allo stesso modo, un bambino
triste o con un carattere complesso
può ritrovare serenità e benessere dal
contatto con questo animale.
“I miei cavalli sono ben addestrati e di buon carattere – continua Rocco –. Sono adatti all’insegnamento
di cavalieri principianti e allo stesso
tempo sanno dare soddisfazioni alle
esigenze dei più esperti. La nostra
scuola, che molto presto sarà parte
integrante del club ippico Eldorado,
che sto fondando in questi giorni, ol-
Rocco Petté in groppa a Vrano
tre alla tecnica equestre insegna anche l’amore e il rispetto per il cavallo, perché oltre ad insegnare ai bambini come stare in groppa, è molto
importante che essi imparino ad avere fiducia in se stessi e ad essere responsabili nei confronti dell’animale
che montano. Il corso si articola in 35
ore di lezione e al suo termine l’allievo è in grado di cavalcare autonomamente. Insegno prevalentemente ai
bambini e giovani, ma non mancano
nemmeno gli adulti. Le cavalcate ricreative, invece, sono adatte a tutti,
in quanto si fanno delle passeggiate a
passo, individuali o in gruppo, della
durata di mezz’ora oppure un’ora”.
IL TURISMO Il nostro interlocutore si dice, però, insoddisfatto
perché nonostante l’impegno profuso nella sua attività, le spese superano di gran lunga il guadagno, che
non è sufficiente a coprire nemmeno
il conto del mangime dei cavalli. Bisogna investire per migliorare l’ofAzra
I puledri del maneggio, Aragon e il lipizzano Divlji plamen (Fiamma selvaggia)
ferta, ma purtroppo la Città di Castua
fino ad ora non ha dimostrato alcun
interesse a contribuire allo sviluppo
del ranch “Sivi vrabac”. L’unica persona che è venuta incontro ai Petté è
il proprietario del terreno confinante,
il quale ha consentito a Rocco di recintare 4.500 metri quadrati di terreno in modo da permettere ai cavalli
di pascolare liberi, senza paura che
questi si allontanino nel bosco.
“Per il momento sarà questo il
primo passo che farò e poi cercherò di inserire il mio nome in qualche
agenzia turistica locale in modo che
la mia attività venga proposta ai turisti che visitano il Quarnero. Però,
nonostante tutte le difficoltà che accompagnano questo stile di vita, non
lo cambierei mai più con il frastuono
cittadino”.
FATICARE IN DUE Per chi
non è mai salito a cavallo può sembrare strano, ma nell’equitazione non
è soltanto il cavallo a “faticare” ma
anche il cavaliere... Cavalcare rafforza tutti i muscoli del corpo. Il lavoro
è continuo, un po’ come accade nel
nuoto. Una passeggiata a cavallo ad
una buona andatura aiuta a bruciare
calorie e dimagrire. Naturalmente,
il dispendio di energie varia in base
all’andatura sostenuta: al passo si
bruciano 280 calorie all’ora, al trotto 400 e al galoppo ben 630 calorie.
Ecco quindi un’occasione da prendere al volo in vista dell’estate...
Per cavalcare al ranch “Sivi vrabac” oppure iscrivere un corso bisogna contattare il signor Rocco Petté
al numero di telefono 098 9628749.
Il prezzo per un’ora di passeggiata
a cavallo lungo il sentiero del bosco della Loza è di 70 kune, mentre per mezz’ora bisogna sborsare
35 kune. La scuola ippica, invece,
viene a costare 80 kune l’ora, che
si riducono a 60 se si paga tutto il
corso in anticipo. I cavallerizzi provetti, invece, che desiderano compiere un’escursione di tre ore a galoppo fino alla località di Škalnica,
dovranno pagare 150 kune per il
noleggio del cavallo.
8 animali
LA FOTO DEL MESE
Il terremoto in Emilia
MODENA – La serie di terremoti che nelle scorse settimane ha devastato l’Emilia ha causato danni immensi. Interi insediamenti sono
stati rasi al suolo. Il bilancio parla di 24 morti e 15mila sfollati. Ma anche in una situazione così drammatica per la popolazione, gli animali
non sono stati abbandonati a se stessi. Nella zona di Mirandola, accanto alle tendopoli nelle quali sono state alloggiate le famiglie le cui case
sono stati dichiarate inagibili sono sorti pure rifugi per i loro animali
domestici. Tra i soccorritori accorsi in aiuto ai terremotati un ruolo di
primo piano se lo è ritagliato Zagor, un coraggioso Schnauzer gigante, che accompagnato dalla propria guida Michele Cesarini Sforza, ha
acconsentito di trarre in salvo dalle macerie numerose persone rimaste
intrappolate negli edifici crollati. (kb)
Mercoledì, 20 giugno 2012
AGENDA
Associazioni
“Snoopy” – Pola
Gsm: 098/9230-461
Web: www.snoopy.hr
“Ruka šapi” – Pola
GSM: 091/3914-561 e 092/2535-999
Web: www.ruka-sapi.hr
Canile di Pola
Tel: 052/541-100
Gsm: 098/855-066
Società per la protezione degli animali di Fiume
Gsm: 098/649-939, 098/814-775 e 095/536-4548
Web: www.azil.org
“Lunjo i Maza” – Laurana
Gsm: 091/763-8892
Web: www.lunjoimaza.org
Associazione per la tutela dei gatti “Mijau”
Gsm: 091/543-5819, 091/8875-688 e 091/7386-268
E-mail: [email protected]
Associazione amici degli animali “Capica”
– Fiume
Gsm: 098/264-892 e 092/285-9622
Web: www.capica.hr
Traži se prijatelj – Fiume
Web: www.traziseprijatelj.com.hr
Gsm: 091/594-5694
Rifugio per animali Lič
Gsm: 098/187-36-88
Web: www.skloniste-lic.com
Gruppi cinofili
LETTERE IN REDAZIONE
Il levriero John
Spettabile redazione,
sono Nataša Musizza, direttrice della scuola materna “PAPERINO”
di Parenzo...Oggi (il 16 maggio scorso per chi legge, ndr), sfogliando la “Voce”, mi sono emozionata tantissimo leggendo il supplemento dedicato agli animali, concretamente all’associazione italiana GACI
(grayhound adopted center Italy). Dato che siamo stati i primi in Croazia
ad adottare 4 mesi fa’ un grayhound ex recer destinato all’abbattimento
causa un incidente in pista che gli ha rovinato i tendini della zampa anteriore destra, può immaginare il piacere che mi ha fatto leggere questo
servizio. Il grayhound in questione, il mio, è una perla nera (i più sfortunati tra queste povere creature poiché causa il colore del mantello sono
i meno richiesti per le adozioni), si chiama John e vive a Pola. Abbiamo
fatto anche un progetto con i bambini dell’asilo dove hanno conosciuto
John e hanno ascoltato del destino di questi dolcissimi cani (in allegato
una foto).
Ecco, volevo solo complimentarmi e ringraziare per questo bellissimo servizio e per aver dato voce a queste creature invisibili che nascono,
vivono e muoiono senza conoscere mai un gesto d’affetto.
Vi auguro un buon lavoro e una buona giornata.
Nataša Musizza
Società cinofila “OPATIJA”
Casella postale 12, 51410 Abbazia
Tel: 051/250-555
Società cinofila “RIJEKA”
Via dei combattenti di Valscurigne 2a,
51000 Fiume
Tel: 051/216-030
Gsm: 091/563-4460
E-mail: [email protected]
Club di cinofilia sportiva “RIJEKA”
Via Kumičić 38, 51000 Fiume
Tel: 051/421-457
Gsm: 091/120-8975
E-mail: [email protected]
Associazione cinofila “BUZET”
Piazza Fontana 7, 52420 Pinguente
Tel: 052/773-654
Gsm: 098/207-689
E-mail: [email protected]
Associazione cinofila “LABIN”
Vines, Casa di cultura s.n., 52220 Albona
Gsm: 098/610-801
E-mail: [email protected]
Società cinofila “POREČ”
Via Mauro Gioseffi s.n., 52440 Parenzo
Tel: 052/431-530
Società cinofila “PULA”
Via Marulić 4/I, 52100 Pola
Tel: 052/535-041
Società cinofila “ROVINJ”
Via della 43.esima divisione istriana 34,
52210 Rovigno
Tel: 052/829-041
Gsm: 091/568-2781
E-mail: [email protected]
Club “ISTARSKI GONIČ”
Via Albona s.n., 52470 Umago
Tel: 052/756-006, 052/742-101 e 052/742-019
Società cinofila “PAZIN”
52000 Pisino
Tel: 052/624-361
Gsm: 091/624-7210
Società cinofila “ISTARSKI GONIČ”
Via dell’Istria 36, 52460 Buie
Tel: 052/742-884
Gsm: 091/252-8165
Il girasole
Porpetto (Udine)
tel/fax: +39 0431 60375
Società venatorie
Federazione italiana della caccia
Via Salaria 298/A, 00199 Roma
Tel: +39/06/8440941
Fax: +39/06/844094217
Web: www.federcaccia.org
Federazione croata della caccia
Via Vladimir Nazor 63, 10000 Zagreb
Tel: 01/48-34-560, 01/48-34-559
Fax: 01/48-34-557
Web: www.hls.com.hr
Federazione slovena della caccia
Via Župančič 9, 1000 Lubiana
Tel: +386/01/24-10-910
Fax:+386/01/24-10-926
Web: www.lovska-zveza.si
Associazione venatoria di Capodistria
Via del distaccamento istriano 2,
6000 Capodistria
Tel: +386/041/427-321
E-mail: [email protected]
Associazione venatoria di Isola
Baredi 20, 6310 Isola
Tel: +386/041/327-650
E-mail: lovska.druzina.izola @siol.net
“Platak” – Fiume
Via Frane Rački, 51000 Fiume
Gsm: 091/537-0818
“Lane” – Abbazia
Via M.Lahinja 14, 51410 Abbazia
Tel: 051/271-515
Fax: 051/718-913
Gsm: 091/272-6921
“Kobac 1960” – Laurana
Via Maresciallo Tito 84, 51415 Laurana
Tel: 051/292-461,
Gsm: 091/912-2143
“Perun” – Draga di Moschiena
Mošćenice 21, 51417 Draga di Moschiena
Tel: 051/737-441
Fax: 051/739-030
Gsm: 091/794-2590
“Kamenjarka” – Lussinpiccolo
Casella postale 96, 51550 Lussinpiccolo
Gsm: 098/240-864
“Orebica” – Cherso
Via 20 travanj 3, 51557 Cherso
Gsm: 098/864-894
“Lisjak” – Castua
Šporova jama 2, 51215 Castua
Tel: 051/543-238
Gsm. 091/790-7148
LETTERE IN REDAZIONE
Un rondone curato e liberato
Sulla voce del 15 c.m. ho letto
del recupero del rondone da parte
della sig. Viviana Sergi di Chiavari.
Così mi è venuto in mente il
rondone di casa nostra, recuperato qui a Fiume nel rione di Zamet
nell’estate scorsa. L’ha raccolto
dalla strada mio figlio e l’ha portato a casa.
Dal veterinario non hanno saputo dirgli con precisione di che
uccello si trattasse. Poi però da
Cherso, dal centro ornitologico ci è stato detto che si trattava
di un rondone, in croato čiopa, e
che sicuramente era già un uccello adulto.
Per essere sicuri che stesse
bene l’abbiamo tenuto a casa per
un mese intero. Stava nella gabbia
che usualmente viene usata per il
nostro gatto. Lo abbiamo nutrito
con bocconcini di carne macinata
e disettato col contagocce.
Mentre era da noi la nostra
gatta gli girava attorno, però pur
essendo una gran cacciatrice non le sfugge una mosca - verso
il rondone non ha dimostrato nessun segno di aggressione. Avrà
pensato, vedendolo in casa che
anche lui faceva parte della famiglia.
Dopo un mese, vedendo che
l’uccello apparentemente stava
bene, lo abbiamo portato nel parco Vladimir Nazor. Lo abbiamo
estratto dalla gabbia e dal palmo
della mia mano, dopo un po’ di esitazione è volato via. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo e gli abbiamo augurato buona fortuna sperando che si ricongiungesse presto
ai suoi simili per intraprendere con
loro, essendo uccelli migratori, il
viaggio verso i paesi caldi del sud.
Liliana Ivančić
Anno V/ n. 51 del 20 giugno 2012
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: ANIMALI / e-mail: [email protected]
Redattore esecutivo: Krsto Babić / Impaginazione: Denis Host-Silvani
Collaboratori: Giorgio Adria, Marco Grilli, Patrizia Lalić Brnčić, Claudia Lanciotti Pehar,
Valentino Pizzulin e Sabrina Ružić.
Foto: Ivor Hreljanović, Zlatko Majnarić, Goran Žiković e d’archivio.
Fly UP