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Punture e morsi d`insetti
LA VOCE DEL POPOLO IL TEMA DEL MESE Punture e morsi d’insetti li repellenti per le zanzare a base di essenze di geranio e citronella. Tuttavia, i principi attivi ricavati da piante profumate evaporano rapidamente e sono efficaci mediamente per la durata di tre quarti d’ora. Gli insettorepellenti non respingono gli insetti a pungiglione quali api e vespe. Per proteggersi dagli insetti “molesti”, è importante rispettare alcune semplici norme di comportamento. Indossare preferibilmente pantaloni lunghi e indumenti chiari a manica lunga, evitando profumi, deodoranti e lacche per capelli (colori scuri e profumi attirano gli insetti). Se ci sono api o vespe nei paraggi, evitare movimenti rapidi e improvvisi: spaventate, potrebbero pungere per difendersi. Dopo una scampagnata o una passeggiata nei boschi, anche se ci si è protetti, controllare scrupolosamente il corpo alla ricerca di eventuali zecche, in modo da rimuoverle tempestivamente. In caso di puntura, un primo provvedimento semplice ed efficace consiste nell’applicare sulla puntura un cubetto di ghiaccio (avvolto in un fazzoletto o in una pellicola trasparente). In caso di puntura di ape, rimuovere per prima cosa il pungiglione, raschiando la pelle con una lama non affilata o premendo lateralmente intorno alla sede di inoculo, evitando di comprimere il sacco e spremere così altro veleno. Il prurito fastidioso e persistente può essere alleviato da una crema a base di idrocortisone o crotamitone, oppure da un antistaminico orale come la desclorfeniramina o le più recenti cetirizina e loratadina, che provocano meno sonnolenza. Gli antistaminici in crema non servono e possono provocare dermatiti da contatto. Se la puntura causa dolore intenso si può ricorrere a un analgesico orale. Le zecche devono essere rimosse utilizzando un paio di pinzette a punte curve, avvicinate il più possibile alla pelle, senza schiacciare o torcere il corpo del parassita. L’uso di acetone o benzina è sconsigliato perché provoca uno spasmo della zecca con rigurgito di saliva o dei succhi intestinali contenenti gli agenti responsabili delle malattie che il parassita può trasmettere all’ospite. Una volta estratta, la zecca va bruciata o eliminata nello scarico del water. L’area della pelle dove si era attaccata va controllata per un mese; se compare un arrossamento o si manifestano sintomi simil-influenzali è necessario rivolgersi al medico. (ga) animali ce vo /la .hr dit w.e ww C on l’arrivo della bella stagione si trascorre più tempo all’aperto e puntualmente si ripresenta il problema degli insetti che, dopo il “letargo” invernale, tornano a farsi “sentire” nel vero senso della parola. Punture e morsi anche se hanno finalità diverse (difensive le une e alimentari le altre) hanno conseguenze simili. Tra gli insetti che pungono, api e vespe sono i più temuti. Le femmine sono dotate di un pungiglione, collegato a una piccola sacca contenente il veleno. La tossina, iniettata con la puntura, è responsabile degli effetti locali, perlopiù gonfiore, arrossamento e dolore. Il pericolo più grave è rappresentato dalle reazioni allergiche, che si manifestano in alcune persone e che possono mettere a repentaglio la loro vita (anafilassi). Il gonfiore di volto, occhi, lingua e laringe, e il prurito intenso sono sintomi che compaiono entro 1020 minuti dalla puntura e segnalano una crisi anafilattica imminente. In questi casi è molto importante raggiungere prima possibile il pronto soccorso più vicino. Zanzare, tafani e zecche si servono del loro apparato buccale a scopo alimentare, per succhiare il sangue. I componenti della saliva variano da specie a specie, ma al contrario del veleno di api e vespe, non causano reazioni anafilattiche. La puntura di zanzare e tafani provoca la comparsa di pomfi più o meno pruriginosi che si risolvono in breve tempo senza nessuna conseguenza. Le zecche in genere aggrediscono gli animali, ma occasionalmente possono attaccare anche l’uomo. Le escursioni nei boschi e nei parchi durante la tarda primavera e l’estate, rappresentano le situazioni più a rischio. Le zecche si “ancorano” alla pelle in modo indolore e aumentano visibilmente di dimensioni durante il pasto di sangue. Una volta sazie si staccano senza alcuna conseguenza. Alcune specie, però, nel loro corpo albergano germi responsabili di gravi malattie, ad esempio la meningoencefalite virale (TBE), che possono trasmettere all’ospite attraverso la saliva. Il modo più sicuro per difendersi dalle aggressioni di zanzare, tafani e zecche consiste nell’applicare insettorepellenti nelle zone scoperte della pelle. La protezione dura otto ore circa per i prodotti a base di dietiltoluamide e picaridina. L’applicazione deve essere più frequente se si suda o ci si bagna. Per chi preferisce i prodotti naturali sono disponibi- An no V 2 201 • n. 5 o n g 1 • Mercoledì, 20 giu IL RUGGITO di Krsto Babić Il Tg degli animali Un telegiornale fatto da cani, gatti, pesciolini e cavalli? Fino a poco tempo fa sembrava un obiettivo irraggiungibile e impossibile. Invece il 10 giugno scorso, alle ore 12.20, ha debuttato il nuovo programma di Canale 5 interamente dedicato agli animali. Ideato e voluto dal direttore del settore informativo della rete ammiraglia di Mediaset, Clemente Mimun, non sarà una semplice rubrica sugli animali, ma un notiziario a tutti gli effetti e durerà circa 30 minuti. Un vero e proprio telegiornale dove saranno trattati argomenti di cronaca, servizi, piccoli reportage e curiosità di ogni genere. Il direttore del Tg5 ha spiegato al quotidiano Libero com’è nata l’idea: “Sogno un telegiornale dedicato agli animali dal 1994: sia quando ero al Tg1 che al Tg2, però, sono stato preso da altro. Finalmente, sentendo di non poter più rimandare, mi sono deciso a sviluppare la mia idea. Per il momento è prevista la messa in onda di due numeri zero, della durata di trenta minuti circa (domenica 10 e 17 giugno, sempre alle 12.20). Se andrà bene, potremmo pensare di continuare anche in autunno”. L’uscita di questo nuovo programma non è casuale. Infatti, debutta nel periodo pre-estivo proprio per sensibilizzare le persone al tema dell’abbandono degli animali: “Secondo me – ha proseguito Mimun –, sono stati fatti dei passi avanti, con l’inasprimento delle pene per chi molla in strada un cane e con le numerose campagne degli ultimi anni. Ma c’è ancora da combattere”. In questo Tg un addestratore aiuterà i proprietari a capire come non farsi trascinare dal loro amico a 4 zampe durante una passeggiata al parco, come insegnare al cane o al gatto le buone maniere e insegnerà ai padroni come comportarsi con i loro amici pelosi in diverse situazioni e circostanze per una serena convivenza in famiglia. A curare il notiziario sarà la giornalista Maria Luisa Cocozza assieme ad alcuni colleghi del Tg5. Interverranno, inoltre, Vittorio Feltri, grande appassionato di cavalli, Maurizio Costanzo e il suo gatto, Lino Banfi, che festeggia 50 anni di passione per i cani ed equitazione, ma anche Kaspar Capparoni che “colleziona” ed alleva pastori svizzeri. Nella sigla di “TgBau&Miao” vedremo il contributo ironico di Fiorello, che imita a modo suo cani e gatti. 2 animali Mercoledì, 20 giugno 2012 ORNITOLOGIA Un terzo degli uccelli italiani rischia l’estinzione Lo struzzo del Teneré è in pericolo F a cura di Valentino Pizzulin ino ad appena una ventina d’anni fa, era considerato uno degli ultimi paradisi dell’Africa, un massiccio montuoso, quello del Teneré, che si estende interamente nel territorio del Niger, per 70mila chilometri quadrati, tra i 500 e i 900 metri di altitudine. Un paradiso per molte specie animali che, grazie al suo habitat perfetto (aree verdi incastonate in vastissime zone desertiche), avevano aumentato di molto il loro numero. Poi è arrivato il cambiamento climatico che, insieme all’uomo (quando veste i panni del bracconiere o quando combatte per qualcosa, come accadde nel 1991 per la sanguinosa rivolta dei tuareg), ha chiuso in una morsa mortale animali che, sino a poco tempo fa, vivevano senza problemi. Oggi il Teneré si sta trasformando purtroppo in una trappola per alcune specie, che, incalzate dalla siccità, non riescono a sfuggire alla caccia indiscriminata, come quella che sta sterminando gli addax, rarissima antilope africana (che fa parte del patrimonio dell’Unesco) e gli struzzi. La riserva naturale di Air e Teneré sta vedendo, lentamente quanto inesorabilmente, sparire gli struzzi che agli inizi del 1990 erano stati censiti in 3.000 individui e che oggi rimangono appena 60. Ma la situazione più grave è quella degli addax, chiamata, scientificamente, antilope dal naso maculato per le caratteristiche macchie. Anima- li bellissimi, riconoscibili per le grandi corna che, attorcigliandosi, sembrano quasi lo scheletro di legno di una lira. Gli addax avevano un loro “santuario”, una zona vasta quasi 1.300 ettari, in cui anche gli struzzi avevano trovato un habitat ideale. In queste momento gli addax sono ad un passo dallo sparire in natura, pur se la salvaguardia della specie (così come fatto, una ventina d’anni fa, per l’orice dalle corna a sciabola) è affidata ai programmi che i parchi zoologici di mezzo mondo stanno portando avanti per evitarne l’estinzione. Gli sforzi sono enormi perché gli esemplari, quando raggiungono l’età matura, vengono riportati in Africa e reinseriti con grandi cautele in natura, come fatto con gli orici, portati in parchi naturali in Tunisia e nel Marocco nella speranza che, dopo un periodo di riadattamento, possano essere lasciati liberi. Anche per gli struzzi del Teneré la strada sembra, purtroppo, segnata perché, se pure con difficoltà si sono adattati al mutare del clima e all’abbattersi ciclico della siccità, non possono sfuggire ai bracconieri che hanno gioco facile con questi enormi uccelli corridori, ma inetti al volo, che superano i due metri d’altezza e i 100 chilogrammi di peso, uccisi quasi esclusivamente per le loro piume, che hanno ancora molto mercato. SITUAZIONE ITALIANA Lo struzzo africano non è l’unico penForapaglie comune nuto a rischio d’estinzione. Quasi un terzo degli uccelli selvatici nidificanti in Italia è minacciato in modo grave di estinzione o si trova in una situazione di vulnerabilità. Sono sei le specie che si trovano in pericolo imminente di estinzione. Questo quanto emerge, in sintesi, dalla nuova Lista rossa italiana degli uccelli nidificanti in Italia messa a punto dalla Lipu-Birdlife Italia con l’Università Sapienza di Roma dopo 13 anni dalla precedente versione realizzata nel 1999. Nella Lista rossa italiana la situazione è molto delicata per sei specie: sono in “pericolo critico” gipeto, capovaccaio, grifone, aquila del Bonelli, forapaglie comune e bigia padovana. Trattandosi di animali predatori o “spazzini”, i rapaci e gli avvoltoi sono le specie a maggior rischio di estinzione. Tra i fattori di minaccia, le uccisioni illegali, la frammentazione e la distruzione degli habitat naturali. Nell’ambito della ricerca sono state prese in esame complessivamente 270 specie d’uccelli. Il 27,3 p.c. di queste è considerato in pericolo o vulnerabile, il 2,2 p.c. è minacciato in modo critico, l’8,1 p.c. è in pericolo, il 17 p.c. è vulnera- Capovaccaio bile, il 9,6 p.c. delle specie è quasi minacciato. Buone notizie, d’altro canto, sono affiorate in seguito alla conclusione dello studio per specie quali la moretta tabaccata, il mignattino comune o la rondine rossiccia, le cui popolazioni sono tornate a crescere di numero. APPLICARE I PIANI “Dalla Lista rossa italiana emergono dati preoccupanti – ha osservato Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu –, È necessario che i piani per la salvaguardia delle specie trovino una piena applicazione”. È stata pubblicata anche la Lista rossa mondiale redatta da BirdLife international, riferimento ufficiale per la Lista rossa dell’Unio- ne mondiale per la conservazione della natura (IUCN): si evidenzia come il 13 p.c. delle circa 10mila specie è minacciata di estinzione (197 sono in pericolo critico, 389 sono minacciate, 727 sono vulnerabili), per circa 100 specie di uccelli dell’area Amazzonica i rischi sono cresciuti in modo consistente a causa della deforestazione (si teme che il codaspinosa di Kollar vedrà sparire l’80 p.c. del proprio habitat nel prossimo decennio). In Europa problemi per la moretta codona, scomparsa dal mar Baltico negli ultimi 20 anni. C’è, infine, molta preoccupazione anche per alcune specie africane come il grifone africano L’Aquila del Bonelli Uno struzzo in corsa animali 3 Mercoledì, 20 giugno 2012 FELINI L’anello di congiunzione tra il miagolio e il ruggito Il leopardo nebuloso I a cura di Sabrina Ružić l leopardo nebuloso, Neofelis nebulosa è un felino di medie dimensioni diffuso nel Sud-est asiatico. Presenta un mantello color marrone rossiccio o fulvo, ricoperto in modo caratteristico da grandi ellissi di forma irregolare e dai margini scuri che si dice ricordino delle nuvole. Questa caratteristica dà a tale mammifero sia il nome comune che quello scientifico (nebulosus in latino vuol dire “nuvoloso”). Il leopardo nebuloso ha creato grande confusione negli scienziati per un lungo periodo di tempo a causa del suo aspetto e dello scheletro. A prima vista sembra un incrocio tra un grande e un piccolo felino. Il nome scientifico del genere, Neofelis, deriva da neo, “nuovo”, e felis, “piccolo felino”; letteralmente, quindi, “nuova sorta di piccolo felino”. Ne esistono tre sottospecie: Neofelis nebulosa macrosceloides: diffusa dal Nepal al Myanmar (Birmania); Neofelis nebulosa nebulosa: diffusa dalla Cina meridionale al Myanmar orientale e Neofelis nebulosa brachyura: diffusa a Taiwan (estinta) LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI In media un leopardo nebuloso pesa tra i 15 e i 23 chilogrammi ed è alto dai 25 ai 40 centimetri. Questo felino di medie dimensioni presenta grossi denti canini, in proporzione i più lunghi tra quelli di ogni felino attuale (circa 5 centimetri, le stesse dimensioni di quelli della tigre). Questa caratteristica spinse i primi ricercatori a supporre che predasse grandi mammiferi terricoli. Tuttavia, nonostante si conosca ancora molto poco della storia naturale e delle abitudini comportamentali di questa specie in natura, oggi si ritiene che le sue prede fondamentali siano costituite da mammiferi arboricoli e terricoli, specialmente gibboni, macachi e civette, ai quali si aggiungono talvolta altri piccoli mammiferi, cervi, uccelli, istrici e bestiame domestico. Gli esemplari tenuti in La divinità dei Rukai Il popolo Rukai è una delle etnie di aborigeni taiwanesi che considerano il leopardo nebuloso l’antenato spirituale che li guidò verso la loro patria. I Rukai vivono nelle montagne a sud dell’Isola di Taiwan. A causa dei luoghi inaccessibili in cui vivono, questo popolazione viene anche chiamata Tsarisen, che vuol dire “popolo che vive sulle montagne”. cattività si nutrono anche di uova e di qualche vegetale. Come si può facilmente intendere, dato che gran parte delle sue prede vivono sugli alberi, il leopardo nebuloso è un eccellente arrampicatore. La combinazione di zampe corte e flessibili, grandi piante ed artigli affilati lo rende in grado di muoversi sulla volta della foresta con passo sicuro. La coda, che può essere lunga quanto il corpo, costituisce un ulteriore aiuto nel bilanciamento, tanto che questo felino può muoversi alla stessa maniera degli scoiattoli, in modo simile al margay del Sudamerica. Sorprendentemente, questa creatura arboricola è in grado di arrampicarsi stando appeso ai rami a testa in giù, così come di scendere sempre tenendo la testa verso il basso. In cattività, il leopardo nebuloso si appende regolarmente con le zampe posteriori usando la lunga coda come bilanciere e corre a testa in giù sui tronchi degli alberi. Conosciamo poco sulle sue abitudini in natura, ma da tale comportamento si suppone che catturi le prede balzando giù dagli alberi. L’HABITAT NATURALE Il leopardo nebuloso vive soltanto nel Sud-est asiatico ed è diffuso in Cina meridionale (spingendosi a nord almeno fino a Wuyi Shan), nell’Himalaya orientale, in Malaysia occidentale, Nepal, India nord-orientale, Bangladesh e Indocina. A Taiwan si pensa che sia ormai estinto. L’ultimo avvistamento confermato sull’isola risale al 1989, quando fu rinvenuta la pelle di un piccolo esemplare nell’area di Taroko. Questa sottospecie era caratterizzata dalla coda relativamente più corta. I suoi habitat prediletti sono le foreste tropicali e subtropicali fino ad altitudini di 2000 metri; tuttavia si incontra talvolta anche nelle paludi di mangrovie e nelle praterie. Vive in aree con temperatura di 18 - 49 gradi centigradi. LA RIPRODUZIONE A causa della natura elusiva dell’animale, il comportamento in natura del leopardo nebuloso è sconosciuto. Non essendovi alcuna prova dell’esi- stenza di branchi o di una struttura sociale come quella dei leoni, si ritiene che sia generalmente una creatura solitaria. Le femmine mettono alla luce cucciolate composte da 2 a 4 piccoli dopo una gestazione di 85 - 93 giorni. Inizialmente, i piccoli sono ciechi e inetti, come quelli di molti altri felini. Diversamente dagli adulti, hanno macchie “piene”, cioè completamente scure, e non circondate da una sorta di anello come avviene nel caso della maggior parte degli altri felini. Diventano in grado di vedere a circa 10 giorni dalla nascita e si fanno attivi intorno alle 5 settimane, divenendo indipendenti probabilmente a 10 mesi d’età. Il leopardo nebuloso raggiunge la maturità sessuale a due anni e le femmine possono partorire una cucciolata ogni anno. In cattività gli adulti hanno raggiunto l’età di 17 anni, ma in natura la durata di vita si aggira sugli 11. Inizialmente i programmi di riproduzione in cattività hanno avuto poco successo, soprattutto a causa della mancanza di conoscenze relative alle abitudini di corteggiamento che questi felini hanno in natura. L’esperienza ha tuttavia insegnato che mettendo insieme fin dalla giovane età due esemplari aumentavano notevolmente le probabilità che formassero una coppia e si riproducessero con successo. Mettendo insieme due esemplari già adulti, invece, si crea in questi animali un tale stress che spesso il maschio uccide la femmina. Generalmente il leopardo nebuloso non è una creatura aggressiva. IL FUTURO DELLA SPECIE I moderni programmi di riproduzione implicano la formazione di coppie allo scopo di eventuali progetti di riproduzione. Il dotare questi animali dell’adeguato spazio per arrampicarsi, inoltre, stimola il loro comportamento naturale e riduce al minimo lo stress. Questo, unito a programmi di nutrizione che vengono incontro alle abitudini alimentari degli animali, ha portato in anni recenti ad un notevole incremento delle nascite in cattività. Gli esemplari nati negli zoo potranno un giorno essere reintrodotti in natura per reintegrare le popolazioni già minacciate. 4 anim Mercoledì, 20 giugno 2012 ATTUALITÀ L’Italia ha la possibilità di fare scuola in Europa in materia di ricerc I beagle di Green Hill puntano lo a cura di Marco Grilli I l 28 aprile resterà una data simbolica nella lotta degli antivivisezionisti. In occasione della giornata mondiale contro gli animali nei laboratori, alcuni animalisti sono riusciti a fare irruzione nell’allevamento Green Hill di Montichiari (Brescia) e a liberare almeno una trentina di beagle, tra cuccioli e fattrici, destinati alla sperimentazione. Le immagini dei cuccioli sollevati al di sopra delle recinzioni di filo spinato e portati in salvo dai manifestanti hanno avuto un enorme effetto mediatico, in Italia e non solo, riportando l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema spinoso e che continua a dividere, quello della vivisezione. Dodici animalisti (otto uomini e quattro donne tra i 20 e i 50 anni, non originari del bresciano), sono stati liberati dopo una detenzione di 48 ore, durante le quali hanno iniziato uno sciopero della fame e ricevuto numerose attestazioni di solidarietà. Gli attivisti in questione dovranno rispondere di reati che vanno dal furto alla violazione di domicilio aggravata, fino alla violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Di sicuro, il loro eclatante gesto è stato straordinariamente efficace, non solo per i cuccioli liberati, mostrati finalmente liberi e gioiosi in alcune foto e video diffusi su Internet, ma soprattutto per sollevare l’ondata di protesta popolare contro Green Hill, in attesa che il Senato Italiano deliberi in merito all’articolo 14 – princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva europea 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici – del disegno di legge numero 3129, volto al recepimento della legge comunitaria 2011. UN AFFARE MULTINAZIONALE Dopo il tracollo dell’allevamento Stefano Morini di San Polo d’Enza, Green Hill, di proprietà della multinazionale Marshall Farm Inc. – la più grande “fabbrica di cani” da laboratorio al mondo – è oggi l’unico centro in territorio italiano per l’allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Si calcola che all’interno dei cinque capannoni dello stabilimento, chiusi, asettici, privi di luce e aria naturale, si trovino almeno 2.500 cani adulti più le varie cucciolate. Da Green Hill i docili beagle, scelti per la vivisezione proprio per tali doti caratteriali, vengono inviati ai laboratori di tutto il mondo, prevalentemente in Europa (nel febbraio 2011 un cucciolo è stato acquistato perfi- ... e continuerà fino a quando sarà necessario no dalla Cea, il Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative francesi). Ogni mese vengono venduti almeno 250 esemplari. Tra i principali clienti di Green Hill troviamo importanti aziende farmaceutiche, laboratori universitari e centri di sperimentazione quali l’Huntingdon Life Sciences in Inghilterra. Gli obiettivi della Marshall sono chiari: costruire altri capanni e ampliare lo stabilimento di Montichiari per fare di Green Hill il più grande allevamento di cani beagle in Europa, capace di ospitare fino a 5.000 esemplari. Sulla loro strada, però, gli uomini della Marshall hanno trovato la decisa opposizione del coordinamento fermare Green Hill, che ha saputo interpretare l’umore dell’opinione pubblica italiana, ormai contraria alla sperimentazione animale. Il braccio di ferro fra gli animalisti e l’azienda bresciana va avanti da almeno due anni, segnati da importanti manifestazioni, presidi, inchieste e iniziative legislative. SVILUPPI Nel 2011 il coordinamento ha sottolineato i passi avanti compiuti verso l’obiettivo della chiusura di Green Hill, elencando: l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Brescia sulle condizioni dell’allevamento di Montichiari; la proposta di legge della regione Lombardia per mettere al bando gli allevamenti di cavie, ed infine l’interrogazione per la chiusura urgente di Green Hill, presentata al Parlamento europeo dall’on. Andrea Zanoni. Il 28 ottobre 2011 anche le telecamere di “Striscia la Notizia” sono entrate all’interno dell’allevamento, mostrando immagini dure da digerire, tra i cadaveri dei cuccioli mutilati, il sovraffollamento dei box e gli escrementi mischiati al cibo. Due giorni dopo l’Organizzazione internazionale per la protezione animali (OIPA) ha inoltrato al sindaco di Montichiari l’istanza di chiusura dell’allevamento per le presunte gravi irregolarità amministrative riscontrate dalle sue guardie zoofile. Gli attivisti anti-Green Hill proseguono la loro battaglia, affermando il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi e condannando senza mezzi termini l’inutilità scientifica Anche gli animalisti svedesi chiedono la chiusura di Green Hill La battaglia a favore dei beagle è iniziata anni fa... della vivisezione e gli ingenti profitti delle lobby legate alla sperimentazione animale. Pareri fatti propri anche da larga parte del mondo scientifico, basti pensare all’autorevole opinione di Claude Reiss, per 35 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Consiglio Nazionale per la Ricerca francese, fermamente convinto che la scelta peggiore per testare la tossicità di un medicinale sia proprio la vivisezione, poiché ogni specie animale ha un proprio genoma unico e irripetibile. Secondo lo stesso Reiss, l’alternativa esiste, è molto più economica e porta il nome di tossicogenomica. Si tratta di un modello scientifico che permette di testare la tossi- cità dei prodotti direttamente su cellule umane, raccogliendo centinaia di risultati in pochissimo tempo e monitorando l’esperimento dal vivo. Gli antivivisezionisti rilevano inoltre che il 90 p.c. dei medicinali testati sugli animali vengono rigettati prima degli esperimenti clinici sull’uomo, perché ritenuti inattendibili. Ogni anno nel mondo 300-400 milioni di animali subiscono esperimenti di ogni tipo, tra atroci sofferenze, per testare non solo farmaci, ma anche cosmetici, additivi, pesticidi, prodotti chimici, per l’industria bellica, l’igiene della casa, ecc. Intanto, l’azienda Green Hill ha replicato duramente alle accuse, condannando le azioni “violente e sconsiderate” del movimento antivisezionista e dichiarando di condurre “un’attività legale, necessaria per la comunità medica e scientifica, per il suo fondamentale ruolo nel migliorare la salute delle persone e degli animali”. Il blitz del 18 aprile avrebbe procurato un danno di circa 250.000 euro all’azienda, che vende cani di tutte le età a un prezzo oscillante tra i 450 e i 900 euro, fornendo ai propri clienti anche trattamenti chirurgici a richiesta, quali il taglio delle corde vocali o l’asportazione delle ghiandole. Al di là dei pareri contrastanti sull’efficacia o meno della vivisezione, le dichiarazioni di amore e rispetto per gli animali pronunciate da Green Hill, stonano decisamente con le immagini dei corpi maciullati dei beagle nei laboratori. OCCHI PUNTATI SUL SENATO Comunque sia, il futuro dell’azienda di Montichiari si deciderà nell’aula del Senato, che sta esaminando la legge comunitaria 2011. Entro la fine dell’anno l’Italia deve recepire la direttiva 210/63 Ue, entrata in vigore il 9 novembre 2010, che fissa gli standard minimi sulle modalità di impiego e detenzione di tutti gli animali utilizzati in esperimenti all’interno degli Stati dell’Unione europea. L’articolo 14 del disegno di legge numero 3129, già approvato dalla Camera dei Deputati con 380 sì, 20 no e 54 astenuti, contiene mali Mercoledì, 20 giugno 2012 ca scientifica su cavie vive sguardo al Senato italiano molte modifiche migliorative in senso antivivisezionista –emendamento Brambilla – rispetto alla direttiva europea, tra le quali il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione (la cosiddetta norma contro Green Hill). Lo scorso 8 maggio gli animalisti sono tornati a manifestare in più di venti piazze italiane e davanti a molte ambasciate nel mondo, in occasione della giornata mondiale contro la vivisezione e Green Hill e un’altra manifestazione analoga si è svolta sabato scorso a Roma. Intanto, scaduto il tempo per la presentazione al Senato degli emendamenti all’articolo 14, gli antivivisezionisti si augurano che il testo venga approvato così com’è uscito dalla Camera dei Deputati. Palazzo Madama delibererà definitivamente al massimo entro luglio. Si sono già pronunciati il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi – uno dei massimi esperti di diritto comunitario in Italia –, che ha confermato il giudizio formulato alla Camera, ritenendo “assolutamente improbabile” un’infrazione comunitaria sulla base del testo dell’art. 14, ed il sottosegretario alla Salute, il professor Adelfio Elio Cardinale, che ha espresso un parere favorevole al testo dell’art. 14, con l’Italia che potrebbe dare il buon esempio in Europa in materia di incentivazione ai metodi alternativi ai test su animali. L’approvazione dell’articolo 14 segnerebbe un passo importante verso la completa abolizione della vivisezione, ponendo anche i sigilli all’allevamento di Green Hill. I beagle, all’unanimità, invocano il sì di Palazzo Madama. Alcuni esemplari di beagle sottoposti a esperimenti 5 6 animali Mercoledì, 20 giugno 2012 FILATELIA Emissioni delle Poste croate ispirate alla fauna nazionale Tre francobolli «bestiali» L a cura di Krsto Babić a filatelia è un hobby che accomuna milioni di persone in tutto il mondo. Ci sono tanti motivi per cominciare una collezione di francobolli. La filatelia è un passatempo appassionante che occupa il tempo libero in modo proficuo ed è molto indicato per i ragazzi in età scolare, in quanto il francobollo è un preziosissimo ausilio allo studio sia dal punto vista generale sia dal punto di vista prettamente storico. Il francobollo (considerato in molti Paesi un simbolo nazionale alla pari della bandiera o dell’inno nazionale), infatti, ricalca storicamente, politicamente e culturalmente tutti gli avvenimenti a partire dalla data della sua invenzione nel 1840 in Inghilterra. Per fare un paio di esempi dai francobolli italiani degli Antichi Stati si può riassumere il percorso faticoso all’unità italiana, oppure scoprire lo sviluppo delle due guerre mondiali tramite le varie occupazio- ni di quel periodo in quanto la posta, e di conseguenza il francobollo, segue sempre di pari passo la storia visto il bisogno di comunicare delle persone. Dal punto di vista artistico molti francobolli sono delle vere e proprie opere d’arte per bellezza e grafica. Un’ultima ragione è quella relativa all’investimento finanziario. I francobolli possono rivelarsi un buon investimento a medio termine e tante volte hanno fruttato delle graditissime sorprese. Solitamente gli appassionati di filatelia collezionano francobolli e altro materiale postale emessi da una determinata nazione o da un gruppo di Paesi (ad esempio i microstati europei). In alternativa scelgono di collezionare francobolli accomunati dallo stesso tema benché emessi da Stati differenti. I francobolli dedicati agli animali sono tra gli esemplari più collezionati. Negli ultimi anni, le Poste croata (HP), ARCHITETTURA Il francobollo ideato da Tomislav Vlainić dedicato all’orso bruno. hanno emesso diverse serie di francobolli dedicati alla valorizzazione del patrimonio faunistico nazionale. Il francobollo dedicato all’orso bruno (Ursus arctos), realizzato dal designer zagabrese Tomislav Vlainić si è aggiudicato il secondo posto al concorso nazionale per l’emissione filatelica più bella del 2011. Sul francobollo, dal valore nominale di 1,60 kune è riportata la foto di un orsacchiotto scattata da Đuro Huber. Della stessa serie, denominata la “Fauna croata” fanno parte anche un francobollo dedicato alla foca monaca (Monachus monachuse) e al falco della Regina (Falco eleonorae), rispettivamente del valore nominale di 4,60 e 3,10 kune. La foto raffigurante la foca monaca riportata sulla cartolina maximum e sul francobollo emessa dalle Poste croate è stata scattata dal fotografo triestino Gianni Pecchiar, mentre quella raffigurante il falco della Regina è opera di Dietrich Ristow. La cartolina maximum dedicata alla foca monaca è stata ricavata da uno scatto del fotografo triestino Gianni Pecchiar I tre francobolli applicati sulla busta del primo giorno, con tanto di annullo postale dedicato Gli esseri mitologici e reali, simboleggiano potere e prestigio I decori zoomorfi sugli edifici storici di Fiume Ornamento e decorazione hanno etimologicamente significati diversi, ma il tempo e l’uso li hanno resi pressoché sinonimi, facendo sottintendere a entrambi un abbellimento totalmente superfluo, in opposizione quindi alla struttura, che è invece sostanziale per tutto il sistema. Ma fin dall’antichità, solo raramente l’architettura ha considerato estranei gli ornamenti applicati, non percependoli come parte integrante del suo linguaggio, visualizzandone e sottolineandone spesso le strutture essenziali, per qualificare la costruzione e definirla nella sua organicità. Vitruvio, addirittura, attribuiva all’orna- to un posto d’onore (purché non si arrivasse alla decorazione eccessiva e all’inutile sfarzo), perché riconosceva che l’ordine, la disposizione, il numero, il decoro, la distribuzione stessa degli elementi architettonici avessero in sé una finalità ornamentale. Nelle chiese bizantine, i mosaici non hanno una funzione esclusivamente decorativa, subordinata all’architettura, ma smaterializzano la pesante concretezza dei muri, dimostrando la stretta fusione e l’armonica integrazione tra espressioni artistiche diverse. Così, in alcune esperienze gotiche la pietra viene traforata, sfaccettata per contribuire Una delle due sculture ornitologiche (forse aironi) che ornano l’ingresso di Palazzo Baccich (Transadria) Una coppia di grifoni dorati accoglie i visitatori di Palazzo Adria all’ideale ascendente del periodo, nel Barocco la decorazione diviene architettura e l’ornamento strumento illusionistico che sfonda pareti e soffitti, creando giochi di profondità, “architetture nell’architettura”. Ma, nel Barocco, effetti decorativi si hanno anche con l’uso della luce, come strumento di rappresentazione e di deformazione spaziale. ZOOMORFI Il regno animale ha spesso ispirato l’arte e la decorazione architettonica non fa eccezione. Leoni, grifoni, unicorni, animali veri o mitologici simboleggiano da tempo immemorabile la nobiltà, il potere, l’ambizione e il coraggio. Anche a Fiume, dove proprio l’architettura rappresenta uno dei patrimoni stori- Il capitello di una colonna della sede della HGK a Sušak è decoraci più importanti, gli esempi di decoto con quattro teste di cane razioni zoomorfe sugli edifici storici sono numerosissimi. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, probabilmente il periodo di massimo splendore della “Città che scorre”, era prassi adornare le facciate degli edifici, sia abitativi sia ad uso commerciale o pubblico, con figure di fauna (ma anche flora) terrestre o marina, tipica del territorio. Si va dalle figure mitologiche raffigurate sulla facciata del Liceo italiano (basilisco), alla gargolla della Casa Veneziana. Dal pipistrello dell’omonima Calle in Cittavecchia, ai grifoni di Palazzo Adria. Dagli uccelli della sede della Città o di Palazzo Baccich (Transadria), al cane da caccia della Sede della Camera croata d’economia. Dall’iguana di casa L’ingresso del Palazzo municipale di Fiume è sovrastato da due Sirius al drago di Palazzo Bakarčić- bassorilievi raffiguranti uccelli di notevoli dimensioni, probabilSušanj. mente delle cicogne animali 7 Mercoledì, 20 giugno 2012 ITINERARI In visita al Ranch «Sivi vrabac» di Marija e Rocco Patté Cavalcare nei boschi di Castua di Patrizia Lalić Brnčić CASTUA – Nel nervosismo della vita moderna, nell’ansia generata dallo stress lavorativo, una giornata in compagnia dei cavalli rappresenta uno straordinario momento di serenità, un’occasione per ritrovare l’equilibrio e ricaricare le energie. La sensazione di libertà e il contatto con la natura che si provano cavalcando, sono un’iniezione di benessere sia per la mente che per il corpo. Certo, dato il ritmo sfrenato della società in cui viviamo e la quantità di stress che accumuliamo, l’ideale sarebbe galoppare in spazi immensi per sentirci liberi come dei mustang, i cavalli selvaggi del Nord America… Ma non c’è bisogno di andare così lontano per vivere questa sensazione di libertà. È sufficiente recarsi a Castua, nel bosco della Loza. DA MILANO A CASTUA Anche se dista solo poche centinaia di metri dai ruderi della Crekvina, la chiesa medievale la cui costruzione non è mai stata portata a termine, pochi sono a conoscenza che le spesse fronde verdi che accompagnano il sentiero, nascondono la mini fattoria “Rocco e Marija”, ossia il Ranch “Sivi vrabac”, di proprietà dei coniugi Petté. Il loro è stato amore a prima vista, tanto che, lui calabrese trapiantato a Milano, decide di mollare tutto e trasferirsi con la moglie croata proprio nel bosco di Castua, nella casetta avuta in eredità dai genitori di lei. “La nostra è stata una scelta fatta, più che altro, per amore dei nostri figli – racconta il signor Rocco –. Vivevamo a Milano e l’inquinamento non giovava alla salute dei ragazzi, che soffrivano di bronchite asmatica. La decisione definitiva di trasferirci l’abbiamo presa nel 1985, quando sono venuti a mancare i genitori di mia moglie. Ci siamo sistemati e abbiamo acquistato una capra, ed è proprio grazie al suo latte che i miei figli sono guariti”. Gli anni che seguirono non sono stati facili per la famiglia Petté. Rocco, a causa della crisi dovuta alla Guerra patriottica, rimane senza il suo posto di lavoro e decide di tentare la fortuna in Germania. Con il guadagno di due anni di lavoro in terra tedesca, decide di tornare e mettere in piedi la sua fattoria. Acquista dapprima una ventina di capre, poi dei maiali e due mucche e alla fine un cavallo. Ma non solo. Rocco e Marija ben presto si fanno conoscere nei dintorni per i loro prodotti na- turali: latte di capra, formaggi fatti seguendo le ricette tradizionali calabresi, marmellate e liquori preparati esclusivamente con i prodotti generosamente offerti dal loro orto e dalla natura che li circonda. In questo momento la produzione ecologica è ferma, hanno venduto la mucca e tutto il loro tempo lo dedicano ai cavalli, una vera e propria passione per Roc- cavalcate ricreative. La mia giornata inizia alle quattro del mattino e termina appena dopo le 20”. UNA MAGIA L’equitazione favorisce il contatto con la natura, unendo al piacere di cavalcare fra i boschi la possibilità di stabilire un rapporto benefico e distensivo con il cavallo, un’opportunità unica specialmente per i più piccoli, frequen- I ruderi della Crekvina, uno dei simboli di Castua co, nata ai tempi della sua prima infanzia quando, assieme ai nonni carbonai, si recava nei boschi a cercare la legna. “La prima cavalla l’ho presa per mia soddisfazione personale – ci spiega Rocco illustrandoci gli inizi del suo ranch –. Però, vedendo il continuo interesse delle persone che, passeggiando lungo il sentiero, si soffermavano a chiedermi se potevano cavalcare, decisi di darla via e in cambio presi un animale più robusto e una carrozza. L’interesse per quest’ultima era minimo e avevo l’impressione che affaticasse eccessivamente la bestia, in quanto erano troppe le persone che vi salivano, senza prestare troppa attenzione alle condizioni dell’animale. Adesso di cavalli ce ne sono sei, anzi, quattro adulti e due puledri. Lavorando da solo non è facile prendersi cura degli animali e contemporaneamente mandare avanti la scuola ippica e le tatori assidui del ranch di Rocco. I cavalli e i bambini, infatti, sono creature che si incontrano tra loro in un modo che agli adulti spesso risulta quasi incomprensibile. La naturalezza con la quale queste due entità riescono a interagire sembra avvolta da una sorta di magia e mistero che regala ad entrambi emozioni indimenticabili. Un cavallo difficile e scontroso può diventare mansueto e delicatissimo in presenza di un bambino e, allo stesso modo, un bambino triste o con un carattere complesso può ritrovare serenità e benessere dal contatto con questo animale. “I miei cavalli sono ben addestrati e di buon carattere – continua Rocco –. Sono adatti all’insegnamento di cavalieri principianti e allo stesso tempo sanno dare soddisfazioni alle esigenze dei più esperti. La nostra scuola, che molto presto sarà parte integrante del club ippico Eldorado, che sto fondando in questi giorni, ol- Rocco Petté in groppa a Vrano tre alla tecnica equestre insegna anche l’amore e il rispetto per il cavallo, perché oltre ad insegnare ai bambini come stare in groppa, è molto importante che essi imparino ad avere fiducia in se stessi e ad essere responsabili nei confronti dell’animale che montano. Il corso si articola in 35 ore di lezione e al suo termine l’allievo è in grado di cavalcare autonomamente. Insegno prevalentemente ai bambini e giovani, ma non mancano nemmeno gli adulti. Le cavalcate ricreative, invece, sono adatte a tutti, in quanto si fanno delle passeggiate a passo, individuali o in gruppo, della durata di mezz’ora oppure un’ora”. IL TURISMO Il nostro interlocutore si dice, però, insoddisfatto perché nonostante l’impegno profuso nella sua attività, le spese superano di gran lunga il guadagno, che non è sufficiente a coprire nemmeno il conto del mangime dei cavalli. Bisogna investire per migliorare l’ofAzra I puledri del maneggio, Aragon e il lipizzano Divlji plamen (Fiamma selvaggia) ferta, ma purtroppo la Città di Castua fino ad ora non ha dimostrato alcun interesse a contribuire allo sviluppo del ranch “Sivi vrabac”. L’unica persona che è venuta incontro ai Petté è il proprietario del terreno confinante, il quale ha consentito a Rocco di recintare 4.500 metri quadrati di terreno in modo da permettere ai cavalli di pascolare liberi, senza paura che questi si allontanino nel bosco. “Per il momento sarà questo il primo passo che farò e poi cercherò di inserire il mio nome in qualche agenzia turistica locale in modo che la mia attività venga proposta ai turisti che visitano il Quarnero. Però, nonostante tutte le difficoltà che accompagnano questo stile di vita, non lo cambierei mai più con il frastuono cittadino”. FATICARE IN DUE Per chi non è mai salito a cavallo può sembrare strano, ma nell’equitazione non è soltanto il cavallo a “faticare” ma anche il cavaliere... Cavalcare rafforza tutti i muscoli del corpo. Il lavoro è continuo, un po’ come accade nel nuoto. Una passeggiata a cavallo ad una buona andatura aiuta a bruciare calorie e dimagrire. Naturalmente, il dispendio di energie varia in base all’andatura sostenuta: al passo si bruciano 280 calorie all’ora, al trotto 400 e al galoppo ben 630 calorie. Ecco quindi un’occasione da prendere al volo in vista dell’estate... Per cavalcare al ranch “Sivi vrabac” oppure iscrivere un corso bisogna contattare il signor Rocco Petté al numero di telefono 098 9628749. Il prezzo per un’ora di passeggiata a cavallo lungo il sentiero del bosco della Loza è di 70 kune, mentre per mezz’ora bisogna sborsare 35 kune. La scuola ippica, invece, viene a costare 80 kune l’ora, che si riducono a 60 se si paga tutto il corso in anticipo. I cavallerizzi provetti, invece, che desiderano compiere un’escursione di tre ore a galoppo fino alla località di Škalnica, dovranno pagare 150 kune per il noleggio del cavallo. 8 animali LA FOTO DEL MESE Il terremoto in Emilia MODENA – La serie di terremoti che nelle scorse settimane ha devastato l’Emilia ha causato danni immensi. Interi insediamenti sono stati rasi al suolo. Il bilancio parla di 24 morti e 15mila sfollati. Ma anche in una situazione così drammatica per la popolazione, gli animali non sono stati abbandonati a se stessi. Nella zona di Mirandola, accanto alle tendopoli nelle quali sono state alloggiate le famiglie le cui case sono stati dichiarate inagibili sono sorti pure rifugi per i loro animali domestici. Tra i soccorritori accorsi in aiuto ai terremotati un ruolo di primo piano se lo è ritagliato Zagor, un coraggioso Schnauzer gigante, che accompagnato dalla propria guida Michele Cesarini Sforza, ha acconsentito di trarre in salvo dalle macerie numerose persone rimaste intrappolate negli edifici crollati. (kb) Mercoledì, 20 giugno 2012 AGENDA Associazioni “Snoopy” – Pola Gsm: 098/9230-461 Web: www.snoopy.hr “Ruka šapi” – Pola GSM: 091/3914-561 e 092/2535-999 Web: www.ruka-sapi.hr Canile di Pola Tel: 052/541-100 Gsm: 098/855-066 Società per la protezione degli animali di Fiume Gsm: 098/649-939, 098/814-775 e 095/536-4548 Web: www.azil.org “Lunjo i Maza” – Laurana Gsm: 091/763-8892 Web: www.lunjoimaza.org Associazione per la tutela dei gatti “Mijau” Gsm: 091/543-5819, 091/8875-688 e 091/7386-268 E-mail: [email protected] Associazione amici degli animali “Capica” – Fiume Gsm: 098/264-892 e 092/285-9622 Web: www.capica.hr Traži se prijatelj – Fiume Web: www.traziseprijatelj.com.hr Gsm: 091/594-5694 Rifugio per animali Lič Gsm: 098/187-36-88 Web: www.skloniste-lic.com Gruppi cinofili LETTERE IN REDAZIONE Il levriero John Spettabile redazione, sono Nataša Musizza, direttrice della scuola materna “PAPERINO” di Parenzo...Oggi (il 16 maggio scorso per chi legge, ndr), sfogliando la “Voce”, mi sono emozionata tantissimo leggendo il supplemento dedicato agli animali, concretamente all’associazione italiana GACI (grayhound adopted center Italy). Dato che siamo stati i primi in Croazia ad adottare 4 mesi fa’ un grayhound ex recer destinato all’abbattimento causa un incidente in pista che gli ha rovinato i tendini della zampa anteriore destra, può immaginare il piacere che mi ha fatto leggere questo servizio. Il grayhound in questione, il mio, è una perla nera (i più sfortunati tra queste povere creature poiché causa il colore del mantello sono i meno richiesti per le adozioni), si chiama John e vive a Pola. Abbiamo fatto anche un progetto con i bambini dell’asilo dove hanno conosciuto John e hanno ascoltato del destino di questi dolcissimi cani (in allegato una foto). Ecco, volevo solo complimentarmi e ringraziare per questo bellissimo servizio e per aver dato voce a queste creature invisibili che nascono, vivono e muoiono senza conoscere mai un gesto d’affetto. Vi auguro un buon lavoro e una buona giornata. Nataša Musizza Società cinofila “OPATIJA” Casella postale 12, 51410 Abbazia Tel: 051/250-555 Società cinofila “RIJEKA” Via dei combattenti di Valscurigne 2a, 51000 Fiume Tel: 051/216-030 Gsm: 091/563-4460 E-mail: [email protected] Club di cinofilia sportiva “RIJEKA” Via Kumičić 38, 51000 Fiume Tel: 051/421-457 Gsm: 091/120-8975 E-mail: [email protected] Associazione cinofila “BUZET” Piazza Fontana 7, 52420 Pinguente Tel: 052/773-654 Gsm: 098/207-689 E-mail: [email protected] Associazione cinofila “LABIN” Vines, Casa di cultura s.n., 52220 Albona Gsm: 098/610-801 E-mail: [email protected] Società cinofila “POREČ” Via Mauro Gioseffi s.n., 52440 Parenzo Tel: 052/431-530 Società cinofila “PULA” Via Marulić 4/I, 52100 Pola Tel: 052/535-041 Società cinofila “ROVINJ” Via della 43.esima divisione istriana 34, 52210 Rovigno Tel: 052/829-041 Gsm: 091/568-2781 E-mail: [email protected] Club “ISTARSKI GONIČ” Via Albona s.n., 52470 Umago Tel: 052/756-006, 052/742-101 e 052/742-019 Società cinofila “PAZIN” 52000 Pisino Tel: 052/624-361 Gsm: 091/624-7210 Società cinofila “ISTARSKI GONIČ” Via dell’Istria 36, 52460 Buie Tel: 052/742-884 Gsm: 091/252-8165 Il girasole Porpetto (Udine) tel/fax: +39 0431 60375 Società venatorie Federazione italiana della caccia Via Salaria 298/A, 00199 Roma Tel: +39/06/8440941 Fax: +39/06/844094217 Web: www.federcaccia.org Federazione croata della caccia Via Vladimir Nazor 63, 10000 Zagreb Tel: 01/48-34-560, 01/48-34-559 Fax: 01/48-34-557 Web: www.hls.com.hr Federazione slovena della caccia Via Župančič 9, 1000 Lubiana Tel: +386/01/24-10-910 Fax:+386/01/24-10-926 Web: www.lovska-zveza.si Associazione venatoria di Capodistria Via del distaccamento istriano 2, 6000 Capodistria Tel: +386/041/427-321 E-mail: [email protected] Associazione venatoria di Isola Baredi 20, 6310 Isola Tel: +386/041/327-650 E-mail: lovska.druzina.izola @siol.net “Platak” – Fiume Via Frane Rački, 51000 Fiume Gsm: 091/537-0818 “Lane” – Abbazia Via M.Lahinja 14, 51410 Abbazia Tel: 051/271-515 Fax: 051/718-913 Gsm: 091/272-6921 “Kobac 1960” – Laurana Via Maresciallo Tito 84, 51415 Laurana Tel: 051/292-461, Gsm: 091/912-2143 “Perun” – Draga di Moschiena Mošćenice 21, 51417 Draga di Moschiena Tel: 051/737-441 Fax: 051/739-030 Gsm: 091/794-2590 “Kamenjarka” – Lussinpiccolo Casella postale 96, 51550 Lussinpiccolo Gsm: 098/240-864 “Orebica” – Cherso Via 20 travanj 3, 51557 Cherso Gsm: 098/864-894 “Lisjak” – Castua Šporova jama 2, 51215 Castua Tel: 051/543-238 Gsm. 091/790-7148 LETTERE IN REDAZIONE Un rondone curato e liberato Sulla voce del 15 c.m. ho letto del recupero del rondone da parte della sig. Viviana Sergi di Chiavari. Così mi è venuto in mente il rondone di casa nostra, recuperato qui a Fiume nel rione di Zamet nell’estate scorsa. L’ha raccolto dalla strada mio figlio e l’ha portato a casa. Dal veterinario non hanno saputo dirgli con precisione di che uccello si trattasse. Poi però da Cherso, dal centro ornitologico ci è stato detto che si trattava di un rondone, in croato čiopa, e che sicuramente era già un uccello adulto. Per essere sicuri che stesse bene l’abbiamo tenuto a casa per un mese intero. Stava nella gabbia che usualmente viene usata per il nostro gatto. Lo abbiamo nutrito con bocconcini di carne macinata e disettato col contagocce. Mentre era da noi la nostra gatta gli girava attorno, però pur essendo una gran cacciatrice non le sfugge una mosca - verso il rondone non ha dimostrato nessun segno di aggressione. Avrà pensato, vedendolo in casa che anche lui faceva parte della famiglia. Dopo un mese, vedendo che l’uccello apparentemente stava bene, lo abbiamo portato nel parco Vladimir Nazor. Lo abbiamo estratto dalla gabbia e dal palmo della mia mano, dopo un po’ di esitazione è volato via. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo e gli abbiamo augurato buona fortuna sperando che si ricongiungesse presto ai suoi simili per intraprendere con loro, essendo uccelli migratori, il viaggio verso i paesi caldi del sud. Liliana Ivančić Anno V/ n. 51 del 20 giugno 2012 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: ANIMALI / e-mail: [email protected] Redattore esecutivo: Krsto Babić / Impaginazione: Denis Host-Silvani Collaboratori: Giorgio Adria, Marco Grilli, Patrizia Lalić Brnčić, Claudia Lanciotti Pehar, Valentino Pizzulin e Sabrina Ružić. Foto: Ivor Hreljanović, Zlatko Majnarić, Goran Žiković e d’archivio.