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The *Young Vivaldi
Amadeus Antonio Vivaldi The Young Vivaldi Sonata RV 820 e altre rarità giovanili Modo Antiquo su strumenti d’epoca Federico Maria Sardelli, direttore bookletCD0715.indd 1 16/06/15 11:18 Antonio Vivaldi (Venezia 4/3/1678 - Vienna 28/7/1741) Concerto in re minore RV 813 per violino, archi e basso continuo (ms. Wien, E. M.) 1 Allegro (1:10) • 2 [Adagio] (0:45) • 3 Allegro - Adagio (2:45) 4 Andante e piano (1:36) • 5 Largo (0:41) • 6 Allegro (2:50) Sonata in do maggiore RV 779 per violino, oboe, organo e chalumeau (ms. Wien, E. M.) Sonata in la minore RV Anh. 107a per 2 violini, viola e basso continuo (ms. Leuwen; World Premiere) cp Allegro (1:34) • cq Adagio come sta (1:14) cr Allegro (1:55) • cs Adagio (2:40) ct Allegro assai (1:59) Sonata in do maggiore RV 60 per 2 violini e basso continuo (ms. Wiesentheid) cu Allegro (0:58) • dl Adagio (0:53) dm Allegro (2:00) • dn Adagio (2:28) • do Allegro (2:12) 7 Andante (3:52) • 8 Allegro (4:06) • 9 Largo cantabile (2:15) • bl Allegro (4:07) Concerto in la minore RV 522a per 2 violini, archi e basso continuo (World Premiere) bm Allegro (3:09) • bn [Adagio] (3:19) • bo [Allegro](2:21) Modo Antiquo su strumenti d’epoca Sonata in fa maggiore RV 52 per flauto dritto e basso continuo Paolo Pollastri, oboe Ugo Galasso, chalumeau Enrico Casazza, violino principale (RV 813, 779, 522a, 820) Raffaele Tiseo e Paolo Cantamessa, violini (soli in RV Anh. 107a, RV 60) Daniele Del Lungo, violino e viola Pasquale Lepore, viola Bettina Hoffmann, violoncello Nicola Domeniconi, contrabbasso Simone Vallerotonda, tiorba e chitarra Giulia Nuti, organo e clavicembalo cm [Siciliana] (2:21) • cn Allemanda (2:30) • co Aria di Giga - Allegro (1:09) Federico Maria Sardelli, flauto dritto e direttore Sonata in sol maggiore RV 820 per violino, violoncello e basso continuo (World Premiere) bp [Allegro] (2:21) • bq [Adagio] (2:04) br [Violino] Solo: [Presto-Adagio] (0:49) • bs [Allegro] (1:34) bt Violoncello Solo: Adagio (0:55) • bu [Allegro] (2:01) • cl [Allegro] (2:52) (ms. Venezia, Querini-Stampalia) bookletCD0715.indd 2-3 16/06/15 11:18 guida all’ascolto Vivaldi ni piuttosto cauti nell’attribuzione di determinate opere ad un preciso momento compositivo. Attualmente, la situazione ha conosciuto un notevole miglioramento, grazie all’utilizzo di metodi di datazione fondati su basi scientifiche e alla quantità di nuovi elementi resi disponibili dai mezzi informatici. Si aggiunga inoltre l’occasionale scoperta o la rivalutazione di una composizione precedentemente meno considerata, ed ecco create le condizioni per la realizzazione della presente registrazione, interamente dedicata alla musica di Antonio Vivaldi del primo decennio del Settecento. Un posto d’onore spetta alla Sonata in sol maggiore per violino, violoncello e basso continuo RV 820 bp-cl, la più antica composizione da camera attualmente nota certamente attribuibile a Vivaldi, di recente rinvenimento. La sonata è pervenuta attraverso un manoscritto anonimo copiato poco dopo l’anno 1700 da Johann Georg Pisendel (1687-1755), all’epoca giovane corista alla corte di Ansbach ma che successivamente (1716-1717) sarebbe diventato amico e allievo dello stesso Vivaldi e, infine (dal 1729), primo violinista e maestro di cappella presso la corte di Dresda. La paternità del pez- The Young Vivaldi Sonate e Concerti giovanili di Michael Talbot* L’ inesperienza dei giovani compositori tende a dimostrarsi in due modi, a volte contemporaneamente: l’eccesso di rispetto per quanto hanno già imparato, o la mancanza di rispetto per quanto ancora devono imparare. Anche quei compositori baciati dal genio non sono esenti dall’inevitabile attraversamento di questa fase. Fino a poco tempo fa, la cronologia delle composizioni strumentali di Vivaldi – la maggior parte delle quali pervenute solo attraverso manoscritti non datati o copie di altri manoscritti – appariva alquanto controversa. Questa circostanza, unitamente ai fondati dubbi circa l’autenticità di numerose composizioni, ha reso gli studiosi vivaldia4 bookletCD0715.indd 4-5 guida all’ascolto zo, consultabile online fra i documenti digitalizzati dalla Biblioteca ove è conservato (SLUB di Dresda), è apparsa subito evidente a Federico Maria Sardelli grazie alla ricorrenza di materiali tematici che compaiono anche in altre composizioni giovanili di Vivaldi. Fra le tante composizioni strumentali trascritte dal giovane Pisendel ad Ansbach, si annoverano due lavori del violinista, nonché suo maestro, Giuseppe Torelli (1658-1709), e non sembra una coincidenza fortuita il fatto che Torelli abbia composto almeno due sonate per il medesimo organico, piuttosto inusuale, di violino, violoncello e basso continuo. Forse Vivaldi e Torelli erano all’epoca in contatto. La Sonata RV 820 guarda al XVII secolo in due modi: in primo luogo, per la struttura a mosaico che utilizza un elevato numero di frasi brevi in luogo del minor numero di sezioni più lunghe ritenuto ampiamente preferibile nel XVIII secolo; in secondo luogo, per l’inclusione di una specie di “sonate in miniatura” per violino solo e violoncello solo all’interno di ciò che altrimenti sarebbe una normale sonata a tre: una prassi assai frequente agli albori di tale forma musicale ma già obsoleta dopo il 1700. Di particolare rilevanza il flagrante imprestito da Corelli (la Sonata III dell’op. 5) all’inizio del secondo movimento, che chiaramente colloca la composizione successivamente all’anno 1700. Sarebbero passati ancora molti anni prima che Vivaldi riuscisse a liberarsi dell’eredità corelliana. Se la Sonata RV 820 può ricordare una più nota composizione vivaldiana, questa è senza dubbio il Concerto op. 3 n. 11 (RV 565), anch’esso caratterizzato da un’analoga caleidoscopica apertura. Al momento della composizione della Sonata RV 820, o in prossimità di tale data, Vivaldi aveva già scritto le prime versioni dei concerti dell’op. 3; per due di questi, il giovane Pisendel trascrisse alcune parti. Circa alla stessa epoca deve appartenere anche il Concerto per violino in re minore RV 813 1-6 (precedentemente RV Anh. 10), in sei movimenti, attribuito a Vivaldi da una fonte di Lund e a Torelli da una viennese. Il dibattito sulla paternità di questo concerto si è protratto per molti anni, ma le affinità tematiche e stilistiche con le prime composizioni vivaldiane (così come le evidenti divergenze rispetto alla cifra di Torelli) sembrano aver posto un punto fermo alla que5 16/06/15 11:18 stione. Trascritta successivamente per clavicembalo da J.S. Bach, è una composizione impegnativa e piuttosto peculiare. Intorno al 1710, ovvero all’epoca dell’op. 2 (1709), Vivaldi intratteneva rapporti con la nobile famiglia Querini di Venezia. In una raccolta appartenuta alla famiglia e contenente una miscellanea di musica per flauto, si trova la Sonata in fa maggiore per flauto diritto e basso continuo RV 52 cm-co, in tre movimenti, la sola pervenutaci per questo insieme di strumenti nel corpus vivaldiano e la più antica per uno strumento a fiato. La naturale propensione del compositore per il flauto (e più tardi, per il flauto traverso) è già di tutta evidenza. Particolare interessante: in una trasposizione per violino, la sonata è stata rinvenuta anche a Santa Cruz, in Bolivia, in quanto parte del repertorio delle missioni gesuitiche (reducciones), sotto due titoli di fantasia: Il Quixote e La gloria mundi. La Biblioteca universitaria di Uppsala conserva parti del Concerto per violino in la minore RV 355, in tre movimenti, precedentemente noto come RV Anh. 107. Più recentemente, un rimaneggiamento dello stesso lavoro, in forma di sonata quadripartita, RV Anh. 107a cp-ct, con numerose dif- ferenze testuali, è stato ritrovato all’interno di una antologia conservata alla Biblioteca universitaria di Lovanio. Non è ancora chiaro se si tratti di un rimaneggiamento di altro autore o di una versione alternativa composta dallo stesso Vivaldi (o anche tutte e due le ipotesi contemporaneamente!): è invece certo che, in entrambi i casi, si tratta di un lavoro giovanile, come attestano i richiami tematici con le composizioni raccolte nell’op. 1 (1705). Sul finire del 1708 o all’inizio del 1709, l’Ospedale della Pietà – l’istituzione caritatevole veneziana in cui Vivaldi insegnava dal 1703 – acquistò un nuovo organo: tale circostanza fu celebrata con la composizione di una assai inusuale Sonata a quattro RV 779 7-bl, in quattro movimenti, per violino, oboe, organo obbligato e fagotto ad lib., che raddoppia il basso dell’organo. Il manoscritto autografo, successivamente riportato a Dresda dal Pisendel, riporta i nomi dei musicisti che la eseguirono per la prima volta: la violinista Prudenza, l’oboista Pelegrina, l’organista Lucietta e al fagotto Candida. Come diverse altre sonate di compositori veneziani scritte nella prima decade del secolo (prima che i due generi assumesse6 bookletCD0715.indd 6-7 ro una forma distinta), questo pezzo evidenzia caratteristiche quasi concertistiche in termini di elaborazione formale della scrittura; nel secondo movimento, lento, la parte dell’organo presenta figure di accompagnamento che si estendono ripartendosi fra le due mani, aspetto questo altrimenti estraneo alla scrittura vivaldiana per tastiera. Nell’accostamento cromatico di archi e fiati la RV 779 sembra peraltro anticipare non solo i concerti da camera che Vivaldi avrebbe composto in grande quantità nel decennio successivo, ma anche la combinazione di violino, oboe ed organo come strumenti solistici che appare, ad esempio, nel Concerto RV 554. La RV 60 cu-do è una delle sole due Sonate a tre composte da Vivaldi per il più consueto organico di due violini e basso continuo (l’altra è la RV 74, molto più tarda) che ci siano pervenute attraverso fonti manoscritte. È conservata nella biblioteca dei Conti di Schönborn a Wiesentheid; questa famiglia iniziò infatti a collezionare musica di Vivaldi sin dal 1708. Ancora una volta, la data precoce di composizione è attestata dal numero dei movimenti (cinque) ben superiore a quello canonico per i successivi lavo- ri vivaldiani nello stesso genere. Questo interessante lavoro è notevole soprattutto per la possente fuga che costituisce il movimento di mezzo – forse la prima attestazione conosciuta della padronanza del compositore della scrittura contrappuntistica tradizionale – e per il ricorso alla scrittura all’unisono per i violini nel quarto movimento, la cui frammentazione ritmica sembra prefigurare il puntato dell’Eja Mater dello Stabat Mater del 1712. Il Concerto in la minore per due violini RV 522a bm-bo è un caso a se stante dalla storia oscura. Catalogato come RV 522, ovvero op. 3 n. 8, è uno dei concerti più famosi e più eseguiti dalla raccolta L’Estro armonico. Tuttavia, lo stesso lavoro è stato pubblicato dall’editore newyorkese G. Schirmer nel 1909 in una moderna edizione con arrangiamento del violinista Sam Franko. Sorprendentemente, questa versione sostituisce il finale presente nell’edizione del 1711 con una trasposizione, da re minore a la minore, dell’ultimo movimento del già citato Concerto RV 813. Se, da una parte, non è infrequente che un editore novecentesco giustapponga movimenti tratti da diverse composizioni settecentesche (sebbe7 16/06/15 11:18 interpreti ne, nella fattispecie in questione, non si capisca perché Franko si sia preso questa briga, specialmente con riguardo alla trasposizione); dall’altra la creazione di lavori compositi attraverso il riutilizzo di parti distinte tratte da opere precedenti era una prassi usuale per Vivaldi. Inoltre, le differenze che si riscontrano nei primi due movimenti non sembrano essere riconducibili all’intervento di mano di Franko. La conclusione inevitabile, sebbene non fondata su prove inoppugnabili, è che la partitura di Franko sia un rimaneggiamento di un concerto originale di Vivaldi precedente l’op. 3, il che significherebbe, in termini storici, che è il terzo movimento del Concerto RV 522 ad essere stato sostituito. In tale prospettiva, si tratta semplicemente di applicare una sorta di “procedimento inverso” per rendere la versione di Franko quanto più prossima all’originale, come appunto ha fatto Sardelli. Cosa si è dunque appreso da questo viaggio attraverso i primi dieci anni della carriera compositiva di Vivaldi? Primo, che ci sono voluti svariati anni prima che il suo stile evolvesse verso quello che oggi riconosciamo come la sua cifra identificativa. Le sue prime composizioni non attingono soltanto a Corelli, come da tempo acclarato, ma anche al di là di Corelli, nel mondo musicale bolognese del tardo Seicento, come Torelli, e anche più oltre. Secondo, che queste composizioni giovanili presentano un carattere di sperimentalità, ma difettano del controllo e della consapevolezza degli approdi delle composizioni più mature, come Le quattro stagioni. Terzo, e più positivo, che sin dall’inizio si intravede la futura grandezza del maestro: nella scelta della semplicità verso esiti di grande potenza espressiva; nella straordinaria sensibilità di scrittura per le specificità di ciascuno strumento e per il cromatismo; nella scrupolosa attenzione per l’intervallo fra le linee strumentali; nella concezione della struttura musicale come di veicolo di drammaticità. Ma sarebbe un errore considerare questa musica come mera preparazione in attesa di qualcosa di più grande, in quanto, non diversamente dalle toccate per clavicembalo di J.S. Bach o dalle sinfonie per archi di Mendelssohn, possiede preziosi elementi vitali che si ritrovano soltanto nella musica di questo preciso periodo della carriera artistica del compositore. © 2015 Sony Music Entertainment Italy S.p.a. 8 bookletCD0715.indd 8-9 Modo Antiquo 819, Atenaide, Motezuma, Tigrane. Impegnato nella divulgazione delle opere più rare e inedite di Vivaldi, Modo Antiquo ne incide sistematicamente le ultime scoperte in prima mondiale. F ondata da Federico Maria Sardelli nel 1987, l’Orchestra Barocca Modo Antiquo unisce musicisti dotati di virtuosismo strumentale e profonda conoscenza dei linguaggi e delle prassi esecutive storiche. Modo Antiquo si caratterizza per un’interpretazione robusta ma filologica, informata ma lontana dalle mode effettistiche contemporanee. Presente nei principali festival e teatri del mondo, la sua discografia conta più di quaranta cd, fra cui si trovano molte prime registrazioni mondiali, pubblicate per Naïve, Deutsche Grammophon, Brilliant, Tactus. È l’unico gruppo barocco che ha ricevuto ben due nomination ai Grammy Awards nel 1997 (Concerti con molti Istromenti di Vivaldi) e nel 2000 (Concerti grossi op. VI di Corelli). È protagonista della rinascita dell’opera vivaldiana dei nostri tempi con prime registrazioni e rappresentazioni teatrali delle opere: Arsilda, Tito Manlio, Orlando Furioso RV 728, Orlando Furioso RV Federico Maria Sardelli H a fondato nel 1984 l’ensemble Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in tutto il mondo. È direttore principale dell’Accademia Barocca di S. Cecilia e dell’Orchestra Filarmonica di Torino. È invitato regolarmente dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Orquestra de la Comunitat Valenciana, il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Moscow State Chamber Orchestra e molte altre. Ha diretto nelle più importanti sale d’Europa, come il Concertgebouw Amsterdam, il Théâtre des Champs-Élysées Paris, la Tchaikovsky Concert Hall di 9 16/06/15 11:18 Mosca, l’Auditorium Parco della Musica Roma. Incide per Naïve, Deutsche Grammophon, Sony; ha al suo attivo più di quaranta incisioni discografiche, sempre in veste direttore e di solista. Due volte nominée ai Grammy Awards (1997, 2000), è un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite. È membro del comitato scientifico dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione G. Cini di Venezia, per il quale ha pubblicato molti saggi e volumi monografici. Numerosissime sono le sue pubblicazioni musicali e musicologiche, edite da Bärenreiter, Ricordi, SPES, Fondazione G. Cini. Nel luglio 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV). La Regione Toscana lo ha insignito, «per l’eclettismo artistico e lo spessore cultu- rale evidenti», della sua più alta onorificenza, il Gonfalone d’Argento. È del 2015 il suo romanzo L’affare Vivaldi (Sellerio) che ha riscosso un grande successo ed è entrato nella terzina finalista del Premio Comisso. È anche pittore, incisore e autore satirico; ma questa è un’altra storia. Amadeus n. 308 (07/2015) Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 𝖢 2015 s.r.l. 𝖯 2015 Sony Music Entertainment Italy S.p.a. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione 10-12 febbraio 2015, Teatro della Pergola, Firenze Ingegnere del suono, editing e mastering Fabio Framba Gli artisti ringraziano Marco Giorgetti, direttore manager del Teatro della Pergola, e Riccardo Ventrella, responsabile marketing, per aver ospitato la registrazione. Un ringraziamento speciale va ad Antonio Natali, direttore degli Uffizi, e a Mariella Becherini, direttrice di Firenze Musei, per aver reso possibile il progetto The Young Vivaldi. Amadeus ringrazia il management di Sony Classical Italia per la disponibilità e la collaborazione offerta nella realizzazione di questo progetto In copertina Federico Maria Sardelli (foto di Michel Ramus) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201507.pdf 10 bookletCD0715.indd 10-11 16/06/15 11:18 Amadeus Antonio Vivaldi (Venezia 4/3/1678 - Vienna 28/7/1741) Concerto in re minore RV 813 per violino, archi e basso continuo (9:44) 1Allegro 1:10 2[Adagio] 0:45 3Allegro-Adagio 2:45 4Andante e piano 1:36 5Largo 0:41 6Allegro 2:50 Sonata in do maggiore RV 779 per violino, oboe, organo e chalumeau (14:24) 7 Andante 3:52 8 Allegro 4:06 9 Largo cantabile 2:15 bl Allegro 4:07 Concerto in la minore RV 522a per 2 violini, archi e basso continuo (8:50) bm Allegro 3:09 bn [Adagio] 3:19 bo [Allegro] 2:21 Sonata in sol maggiore RV 820 per violino, violoncello e basso continuo (12:42) bp [Allegro] bq [Adagio] 2:21 2:04 br [Violino] Solo: [Presto-Adagio] bs [Allegro] bt Violoncello Solo: Adagi bu [Allegro] cl [Allegro] Sonata in fa maggiore RV 52 per flauto dritto e basso continuo (6:00) cm [Siciliana] 2:21 cn Allemanda 2:30 co Aria di Giga Allegro 1:09 Sonata in la minore RV Anh. 107a per 2 violini, viola e basso continuo (9:26) cp Allegro 1:34 cq Adagio come sta 1:14 cr Allegro 1:55 cs Adagio 2:40 ct Allegro assai 1:59 Sonata in do maggiore RV 60 per 2 violini e basso continuo (8:41) cu Allegro dl Adagio dm Allegro dn Adagio do Allegro Modo Antiquo su strumenti d’epoca Federico Maria Sardelli, direttore NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS SU LICENZA ESCLUSIVA DI SONY MUSIC ENTERTAINMENT ITALY S.P.A. bookletCD0715.indd 12 0:49 1:34 0:55 2:01 2:52 0:58 0:53 2:00 2:28 2:12 AM 307-2 T. 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