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Viaggio dentro gli Opg: dovevano chiudere un anno fa, quattro sono

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Viaggio dentro gli Opg: dovevano chiudere un anno fa, quattro sono
4/4/2016
Viaggio dentro gli Opg: dovevano chiudere un anno fa, quattro sono ancora aperti ­ Pagina Nazionale ­ il Tirreno
Viaggio dentro gli Opg: dovevano chiudere un anno fa,
quattro sono ancora aperti ­ Pagina Nazionale ­ il
Tirreno
Fino al 1975 si chiamavano manicomi giudiziari. Erano sei e il termine ultimo per la chiusura era stato
fissato per legge al 31 marzo 2015. Sono ancora 90 i pazienti che attendono di essere trasferiti nelle
Rems, residenze per le misure di sicurezza. "Vado fuori", documentario di Antonella Bolelli Ferrera, ci
apre le porte di questi "luoghi della follia" rimasti in funzione anche dopo la legge Basaglia del 1978 e
ci racconta le storie di chi si prepara a lasciarli
di Cinzia Lucchelli
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“Sono un ragazzo un po’ agitato”, dice di sé l’ospite di un ospedale psichiatrico giudiziario. “Sono il
più vecchio carcerato d’Italia ­ continua ­ sono stato in carcere e Opg, tutti i carceri. Dicono che sono
un criminale, poi dicono che non sono in grado di intendere e di volere. Nell’84 mi hanno accusato di
aver ucciso una donna che non ho toccato”. Passa in corridoio un uomo grande e grosso, il “terrore
di tutti gli istituti penitenziari”. Perché la chiamano così? “Ho ingaggiato una battaglia con la polizia
penitenziaria". "Sto male perché sono sempre chiuso”, aggiunge. E poi c’è un uomo che non ricorda
nulla: “Ero in Spagna e poi mi sono trovato in carcere. Non ho cancellato, mi hanno cancellato.
Moglie, figli? Che ne so. Non ho nessuno. Non so chi sono, mi hanno dato un nome, io ne ricordavo
un altro, ma dicono che fa parte di un delirio”. Una donna racconta: “Ho preso 7mila e 500mila
farmaci, me ne bastavano 6mila. Sono dieci anni che me li danno per stare buona. Io sento delle
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voci, minacce di morte ricevo”.
"Vado fuori", viaggio all'interno degli ospedali psichiatrici giudiziari
Fino al 1975 si chiamavano manicomi giudiziari. Il termine ultimo per la chiusura definitiva era stato fissato al 31
marzo 2015. Un anno dopo, delle sei strutture presenti in Italia, ne restano aperte ancora quattro. Antonella Bolelli
Ferrera nel documentario “Vado fuori ­ 31 marzo 2015: chiudono per sempre gli ospedali psichiatrici giudiziari” ha
raccolto le testimonianze di pazienti, operatori sanitari e Polizia penitenziaria per raccontarci la storia dei luoghi e
delle persone che si preparavano a lasciare quei “luoghi della follia” che, a differenza degli ospedali psichiatrici
“civili”, sono rimasti in funzione anche dopo la legge Basaglia del 1978. Il documentario è promosso dal Dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria e prodotto da InVerso Onlus, il progetto è di Assunta Borzacchiello, la direzione
artistica di Alessandro D’Alatri e le musiche originali di Riccardo Eberspacher
Voci, occhi a volte persi e a volte così presenti, storie di sofferenza, di isolamento. Arrivano tutte da
dentro le mura di strutture che fino al 1975 si chiamavano manicomi giudiziari. Il bel documentario “
Vado fuori ­ 31 marzo 2015: chiudono per sempre gli ospedali psichiatrici giudiziari ” di Antonella
Bolelli Ferrera, promosso dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ci apre le porte di
questi luoghi fotografando il momento in cui dovevano essere, in base alla legge 81 , chiusi
definitivamente, esattamente un anno fa, con il trasferimento di tutti gli ex internati nelle residenze
regionali per l’esecuzione delle misure di sicurezza, le Rems, più piccole e attrezzate per una
riabilitazione.
L’autrice ha raccolto le testimonianze di pazienti, operatori sanitari e polizia penitenziaria che hanno
vissuto in questi “luoghi della follia”. Luoghi che, a differenza degli ospedali psichiatrici “civili”, sono
rimasti in funzione anche dopo la legge Basaglia del 1978. Racconta come, ad Aversa, Montelupo
Fiorentino, Reggio Emilia, Napoli Secondigliano e Barcellona Pozzo di Gotto, sia entrata "in un
mondo segnato dalla sofferenza di un’umanità sconosciuta, che incontra il dolore degli ultimi e la
solidarietà, la vicinanza di chi per anni ha dedicato loro la propria vita lavorativa lontano dai riflettori e
dal riconoscimento della propria professionalità".
Un anno dopo Castiglione delle Stiviere è stato riconvertito in Rems, Napoli è stato chiuso il 21
dicembre. Gli altri quattri Opg sono ancora aperti e ospitano circa 90 pazienti­detenuti: 40 a
Montelupo Fiorentino (Toscana); 6 a Reggio Emilia (Emilia Romagna), 18 ad Aversa (Campania), 26
a Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia). Ma i numeri continuano a scemare. Un anno fa erano 689,
come certificato dalla Relazione dei Ministeri della Salute e della Giustizia al Parlamento . Di questi,
circa 550 sono stati trasferiti nelle Rems, un centinaio rimessi in libertà.
Il ritardo delle Regioni ha portato Il 22 febbraio scorso il governo a nominare Franco Corleone
commissario per le procedure necessarie al definitivo superamento degli Opg e il completamento
delle strutture alternative in Abruzzo, Calabria, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Sono previste a
breve aperture di Rems in Abruzzo, Piemonte e Calabria, in Veneto e l’aumento della capienza in
Toscana. Alla fine di tutto questo percorso ci saranno 30 Rems, “ma servirà un monitoraggio attento
per verificare che non vi si riproduca una logica di tipo manicomiale, con strumenti come la
contenzione fisica”, dice Corleone.
Il documentario è promosso dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e prodotto da
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Viaggio dentro gli Opg: dovevano chiudere un anno fa, quattro sono ancora aperti ­ Pagina Nazionale ­ il Tirreno
InVerso Onlus, il progetto è di Assunta Borzacchiello, direzione artistica di Alessandro D’Alatri e
musiche originali di Riccardo Eberspacher.
03 aprile 2016
http://iltirreno.gelocal.it/italia­mondo/2016/04/02/news/viaggio­negli­opg­dovevano­chiudere­un­anno­fa­4­ancora­aperti­1.13227861?id=2.3521&fsp=2.3412
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