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«Tutti i soldi provento delle macchinette dovevano andare a
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2011
LA SICILIA
CALTANISSETTA .35
L’inchiesta
Redde rationem
Nuovi verbali di Riggio
«Incontri» da pentito
LE DICHIARAZIONI DI ELIA DI GATI
L’ex agente della Polizia
penitenziaria è stato
interrogato a fine agosto
Riggio ha dichiarato ai
magistrati di aver parlato in
casa sua con Angotti e Allegro
«"Tappo" da 100mila euro
a uno di Santa Caterina»
«Tutti i soldi provento delle macchinette
dovevano andare a Palermo e Curatolo»
gli zii degli Allegro mi raccontò che al "Caffè
Grande" lavorava un ragazzo dietro al banCi sono pure le nuove dichiarazioni del
cone. Questo ragazzo, non ricordo il nome,
pentito Pietro Riggio fra quelle depositate
aveva messo sotto uno degli zii degli Alledai pm Maria Pia Ticino e Stefano Luciani
gro e gli dava pugni in testa. Allegro era un
nel processo "Redde rationem".
soggetto appetibile per le estorsioni, ma
Il 24 agosto scorso l’ex agente della Polinon abbiamo poi avuto tempo di metterle
zia penitenziaria, coinvolto negli anni pasin atti, io almeno non arrivai a fare nulla».
sati in diverse operazioni antimafia tra cui
«ECCO COME ALLEGRO PIAZZO’ LE MACCHIquella contro i fedelissimi di «Binnu» ProNETTE». «Gli Allegro - aggiunge Riggio venzano, è stato interrogato dal soerano "tutelati" perché piazzavano le loro
stituto procuratore Giovanni Di
macchinette nei locali e se c’era un altro diLeo, il quale gli contesta di
stributore veniva estromesso. Per quello
non essere stato sincero
che posso dire, in merito alla sala Bingo, c’equando ha parlato di
ra l’intento di far piazzare le macchinette
Matteo Allegro e aldegli Allegro al Bingo di Caltanissetta da
tre persone coinparte della cosca mafiosa nissena. Ho apA sinistra Pietro Riggio in occasione del primo arresto
volte nell’indagine
preso queste cose da Carmelo Barbieri fra
per mafia, sopra la conferenza stampa in Questura
"Le jeux sonts
maggio e giugno 2008; Barbieri mi diede il
dell’operazione «Redde-Rationem»
faits" sull’affare
compito di contattare Padovani, che fornidelle slot machines
va le macchinette, e dirgli che doveva farsi
e che quindi andrebpentito,
SUO "SALVACONDOTTO"». L’ex sottocapo da parte. Incontrai Padovani e gli dissi che
be incontro a determin.d.r.) come della famiglia mafiosa nissena racconta al- doveva farsi da parte e lui mi rispose "io i
nati rischi.
contributo per tri retroscena: «Uno dei miei principi era soldi li ho dati per Caltanissetta, li ho dati al
Inoltre, emergerebbe pure
potermi aiutare. quello di riuscire a mettere Allegro sotto prof. Barbieri ed erano destinati ad Angelo
che Pietro Riggio fra il novembre
Successivamente mi estorsione, cosa che però non mi riusciva in Palermo, a te e a Totò Curatolo. Ho consee il dicembre 2010, sarebbe tornato a Calsono recato a Milano. Barbieri quanto mi venne sconsigliato da Carmelo gnato 10 mila euro in tutto, 5 mila li ho vertanissetta; il collaborante vive fuori dalla Si- era in contatto con gli Allegro, non so bene Barbieri e da Marco Angotti perché, a quan- sati a Natale 2007 e gli altri 5 mila a Pasqua
cilia e non avrebbe potuto tornare a Calta- in che modo; so che avevano delle attività to pare, era meglio tenerlo "vicino". Qual- 2008, se non vi sono arrivati io non posso
nissetta senza particolari autorizzazioni.
a Gela e quindi io suppongo che Barbieri li cuno faceva il doppio gioco. L’esborso di de- fare niente". Allegro mi disse che aveva un
In un’occasione, precisaproteggesse sotto quel profi- naro diventava però un po’
accordo con Padovani e non
mente il 26 dicembre 2010,
lo o quantomeno li avallasse troppo esoso per lui, ma comettere le macchi«Uscito di carcere, su quello che facevano a Ge- munque sono riuscito a ti- «Gli Allegro erano voleva
si sarebbe recato a casa sua e
nette al Bingo di Caltanisavrebbe incontrato Marco
la. Nello specifico non so in rargli qualche cosa, riuscii a
"tutelati" perché setta. Capii che qualcuno fauno dei miei
Angotti e Matteo Allegro.
cosa si intersecavano i loro tirargli prima 1.500 euro e
il doppio gioco e cercai
piazzavano
le loro ceva
obiettivi
era
quello
«ALLEGRO MI DIEDE 1.500
rapporti, però so che Car- poi 6.500 euro. Angotti lo
allora di portare "profitti" a
EURO SU SOLLECITAZIONE DI
di mettere Allegro melo Barbieri li teneva in conobbi quando uscì dal macchinette nei Caltanissetta, ma venni arreBARBIERI». Questo il racconcarcere; era il suo "salvaconpoco tempo dopo. Di
locali e se c’era un stato
sotto estorsione, considerazione».
to di Riggio: «Vengo a conIl collaborante prosegue il dotto". Significa che fa proqueste cose non avevo partatto con gli Allegro, con
ma Angotti era il suo racconto: «Dopo la mia tezione, che si occupa dei altro distributore lato perché avevano messo a
Matteo Allegro, quando esco
partenza ebbi difficoltà a si- disturbi, diciamo "ambienlavorare mio figlio e in qualdal carcere a marzo del suo salvacondotto» stemarmi in Lombardia e tali". Interveniva se qualcu- veniva estromesso» che modo lo avevano tutela2008 dopo avere scontato
rientrai
a
no
voleva
to».
cinque anni di carcere per associazione. Caltanissetta; avevo bisogno
mettere in cattiva luce Alle- IL RITORNO A CASA. «Sono tornato a di«Padovani voleva gro o voleva fare uscire dal cembre del 2010, vado a casa mia e inconRimango fuori da marzo a luglio 2008 e in di reperire denaro e di troquei quattro mesi vengo a contatto con vare un’occupazione a mio
piazzare le macchinette; è tro sia Marco Angotti che Matteo Allegro,
mettere le
Matteo Allegro e Marco Angotti; quest’ulti- figlio che in quel periodo
un factotum sotto questo alla presenza di mio figlio. Li incontro e
macchinette al
mo lavorava nell’azienda gestita da Allegro. stava finendo la terza meprofilo. Per quello che ho ca- naturalmente si parla di tutte le probleUno dei motivi principali per cui vengo a dia. Matteo Allegro si mise a
pito Angotti rispondeva di- matiche; loro mi hanno detto che erano
Bingo di
contatto con loro è stato quello di reperire disposizione per assumere
rettamente a Carmelo Bar- messi sotto osservazione. Che vedevano
fondi, in quanto non avevo nessun reddito, mio figlio nella sua azien- Caltanissetta, capii bieri». Riggio, a domanda del movimento di poliziotti della Squadra Monessuna base economica per potermi muo- da, cosa che avvenne. Ini- che qualcuno faceva sostituto procuratore Di Leo bile che andavano a fotografarli, che erano
vere. Avevo bisogno di circa 2 mila euro per zialmente come addetto del
aggiunge: «Non so a chi ri- ogni giorno in via Paladini. Si sentivano osil doppio gioco»
potermi recare a Milano in quanto avevo bar di via Paladini e poi nelspondesse Angotti dopo il servati. Io cercai di tranquillizzarli e dissi losaputo che c’erano dichiarazioni di altri la sala che si trova sotto la
pentimento di Barbieri, forse ro "se voi non fate niente…comportatevi
collaboranti nei miei confronti e cercavo di Cattedrale di Caltanissetta, che era gestita a Peppe Dell’Asta, ma una prova non ce normalmente, se lavorate che problemi
allontanarmi dalla città di Caltanissetta».
da Matteo Allegro unitamente a Marco An- l’ho. Lo dico perché ci arrivo, so che c’erano avete? E’ normale, se ci sono indagini, fan«Mi ricordo - aggiunge il collaboratore di gotti. Forse in quel periodo era gestita an- dei rapporti fra Angotti e Dell’Asta, fra An- no le indagini, però se voi siete a posto…".
giustizia Riggio - che era la fine di marzo o che da altre persone; unitamente all’as- gotti e il cognato di Peppe Dell’Asta. Natu- Io so che loro tanto a posto non erano, peri primi di aprile e Allegro mi diede la som- sunzione di mio figlio ottenni pure altri 2 ralmente se ci sono questi contatti non so- ché non è che hanno camminato lineari.
ma di 1.500 euro, su sollecitazione del pro- mila euro».
no dei contatti così».
Avevano contatti fuori, gli accordi li avevafessore Carmelo Barbieri (ex fedelissimo «IL MIO PROPOSITO ERA DI METTERLE ALLE- Riggio, inoltre, racconta quello che lui defi- no, gente che sono su Milazzo, su Menfi, su
del boss gelese Daniele Emmanuello, oggi GRO SOTTO ESTORSIONE. ANGOTTI ERA IL nisce un "aneddoto": «Ricordo che uno de- Catania, su Caltanissetta e provincia».
VINCENZO PANE
Sono parecchi gli episodi di incendi, estorsioni,
rapine, truffe e traffico di droga dei quali il
collaboratore di giustizia Elia Di Gati (nella foto)
sembra essere al corrente. Lui stesso li racconta agli
inquirenti negli interrogatori resi fra il giugno e
l’agosto di quest’anno. I verbali sono costellati di
parti omissate, segno che le indagini di Procura e
forze dell’ordine stanno andando avanti; Di Gati
continua a raccontare vicende in cui sarebbe
implicato il nisseno Giuseppe Dell’Asta, coinvolto nel
blitz antimafia "Redde rationem". Di Gati racconta
che Dell’Asta sarebbe stato il suo "mentore
criminale".
«UNO DEI FIGLI DI ANGELO PALERMO
PORTAVA FUORI DAL CARCERE I MESSAGGI
DEL PADRE».
Di Gati torna poi a parlare del fatto che Dell’Asta
avesse aperto una videoteca a uno dei figli del
capomafia nisseno Angelo Palermo (che attualmente
sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo
per l’omicidio Viglianesi) e che uno dei figli del
capomafia nisseno avrebbe veicolato all’esterno del
carcere i messaggi del padre. «Angelo Palermo aggiunge Di Gati - ha un altro figlio che lavora da
Cervellione e un altro ancora di nome Giuseppe che
vende frutta; non so se quest’ultimo ha rapporti con
Salvatore Di Marca. Giuseppe Palermo è stato di
recente arrestato per furto di televisione e so che i
messaggi di Angelo Palermo, fuori dal carcere, li
porta il figlio Massimo. Dell’Asta è sempre sotto
Angelo Palermo all’interno dell’organizzazione
mafiosa di Caltanissetta».
INCENDI, DROGA E TRUFFE.
«Dell’Asta - racconta Elia Di Gati - è stato il mandante
di alcune rapine, una volta ci commissionò anche uno
scippo da 20 mila euro. Una volta furono Angotti e
Matteo Allegro a chiedermi di
bruciare un supermercato vicino a
dove si trova il locale "Il solito posto";
la stessa richiesta me la fece
Giuseppe Dell’Asta, ma poi questo
incendio non venne fatto».
In merito al traffico di droga, invece,
Di Gati esclude che Dell’Asta fosse
interessato «al mercato delle droga
acquisito dai Ferrara». Poi aggiunge: «Lo squalo, cioè
Marco Bellomo la prendeva da me e se ne va a Catania
con Danilo Villa. So che a questi due hanno
sequestrato 100 mila euro provenienti da un "tappo"
fatto per conto di Cervellione a ponte Bloy ad uno di
Santa Caterina Villarmosa. Ho saputo questo
parlando direttamente con Cervellione, in quanto gli
avevano rubato due pitbull e lui si era rivolto a me.
Inoltre, poco prima del fermo, Danilo Villa era venuto
al "Quadrato", mi aveva mostrato i soldi e mi aveva
detto che erano di Cervellione. Danilo Villa ha cercato
di recuperare dei soldi anche da tale La Mendola, che
gestisce una macelleria a Barrafranca. So che
Cervellione è in affari con Dell’Asta e con tale
Agostino Cimino».
Il racconto del giovane collaboratore di giustizia,
arrestato nel giugno 2010 nel blitz "Cobra 67",
prosegue: «In merito al fatto che Cervellione aveva
rapporti con Dell’Asta per fare delle truffe, e che una
volta Danilo Villa fu fermato con 100 mila euro, posso
dire che spesso loro mi facevano vedere molti soldi in
contanti che avevano a disposizione quando
venivano a prendersi la cocaina da me. Danilo Villa
lavora per Cervellione. Posso aggiungere che, certe
volte, Dell’Asta mi incaricava di andare a Gela, nella
zona di Capo Soprano, per vendere merce rubata che
poi Cervellione doveva prendere. Una volta mi ha
chiesto di fare una rapina a un portavalori».
V. P.
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