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Il paese che odia i libri Milano a ritmo di hip hop
PAGINE 12-13 3 S 22-2 W PAG. PAGINE 6-7 Da Usain Bolt a Cavendish alla scoperta dei protagonisti a cinque cerchi E PAGINE 8-9 Come seguire i Giochi a basso costo: istruzioni e consigli sui luoghi della City Intervista alla campionessa del nuoto italiano: “Vinco a Londra e faccio un figlio” N Stelle LM Londra IU Pellegrini Giugno 2012 Anno IX Numero III labiulm. campusmultimedia.net Periodico del master in giornalismo dell’Università Iulm - Campus Multimedia In-formazione - Facoltà di Comunicazione, relazioni pubbliche e pubblicità Il più grande spettacolo sottoil Big Ben ROMA 2020? NO, GRAZIE FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO Stefano Fiore Giovanni Puglisi U na e unica. L’esperienza di Roma 1960 rimarrà isolata. Così ha deciso il premier Mario Monti, così ha deciso la Storia. Niente bugie, niente retorica: sessant’anni dopo, l’Italia non è in grado di organizzare un evento mondiale, di quelli che danno lustro all’intera nazione. segue a pagina 3 Il paese che odia i libri L e parole di Mario Monti pesano come macigni: occorrerebbe sospendere il gioco del calcio per tre anni! Si sarebbe potuto dire anche: occorre allontanare i mercanti dal tempio dello sport e restituirgli quello che era all’origine, il gusto della gara e il piacere della competizione. segue a pagina 3 Milano a ritmo di hip hop PAGINE 18-19 PAGINE 20-21 Pagina 24 IULM NewS LAB Iulm Pagina 2 I SOMMarIO l giornale che avete in mano è un prodotto molto particolare. E’, insieme, la palestra degli allievi del Master di Giornalismo Iulm – Campus Multimedia, e il biglietto da visita di una Università dove si studia Comunicazione (la prima ad averlo proposto in Italia) e che sceglie di comunicare at- LaB Iulm Una scommessa e una vetrina traverso il lavoro formativo dei suoi studenti. Non era mai accaduto prima che la testata di una scuola di giornalismo prendesse il mare aperto e venisse distribuita insieme a un giornale “adulto” e prestigioso come Prima comunicazione. Per i trenta ragazzi del Master è un impegno forte, che li proietta immediatamente a contatto di un pubblico specializzato e attento, quale quello di Prima. Ma questa occasione senza precedenti è anche la prima vetrina in cui mettersi in mostra, da giornalisti, misurandosi con l’attualità, l’inchiesta, il costume, la cultura, i cambiamenti sociali e le trasformazioni di Milano, la città dove i ragazzi del master studiano e imparano il mestiere del giornalista. Per l’Università Iulm è una scommessa che confidiamo sarà ben riposta. E non è rituale il ringraziamento a Prima Comunicazione per un’ospitalità che, a sua volta, è un beneaugurante attestato di fiducia a chi comincia ad affacciarsi a una professione complessa e difficile. Ma anche entusiasmante. (i.b.) QUESTO NUMERO Direttoda Ivan Berni e Giovanni Puglisi (responsabile) Inredazione: Erika Crispo, Chiara Daffini, Valentina Evelli, Stefano Fiore, anna Chiara Gaudenzi, Monica Giambersio, Marco Giorgetti, Linda Irico, Giuseppe Leo, Francesco Maesano, Marco Mugnaioli, Chiara Pagnoni, Giulia Pezzolesi, Francesco Piccinelli Casagrande, Francesco Priano, roberta rei, Marta Eleonora rigoni, Ignazio Stagno, roberto Tortora, alessandro Bartolini, Valentina Casciaroli, Silvia Egiziano, adele Grossi, Luca La Mantia, Livio Lazzari, Enrico Leo, Marcello Longo, Giorgio Meroni, Claudia Osmetti, Silvia Pagliuca, roberto Procaccini, andrea rossi Tonon, Stefano Taglione, Chiara Trombetta via Carlo Bo, 1 20143 - Milano 02/891412771 - [email protected] Registrazione: Tribunale di Milano n.477 del 20/09/2002 Stampa:Graficart snc - Biassono (Milano) MasterinGiornalismoCampusMultimediaIn-Formazione Direttore: Giovanni Puglisi responsabile didattico: angelo agostini Caporedattore: Ivan Berni responsabile laboratorio redazione digitale: Paolo Liguori Tutor: Silvia Gazzola Docenti: angelo agostini (Storia del giornalismo) Camilla Baresani (Scrittura creativa) Marco Capovilla (Fotogiornalismo) Toni Capuozzo (approfondimento televisivo) Luca De Biase (Giornalismo web) andrea Delogu (Gestione dell’impresa editoriale televisiva) Giuseppe Di Piazza (Giornalismo Periodico) Guido Formigoni (Storia contemporanea) Milena Gabanelli (Videogiornalismo d’inchiesta) Oscar Giannino (Giornalismo economico e finanziario) Enrico Maria Greco (Gestione dell’impresa editoriale) Bruno Luverà (Giornalismo e società) Caterina Malavenda (Diritto penale e Diritto del giornalismo) Matteo Marani (Giornalismo sportivo) Marco Marturano (Giornalismo e politica) Pierluigi Panza (Giornalismo culturale) Sandro Petrone (Giornalismo televisivo) Giampaolo roidi (Giornalismo per la free press) alessandra Scaglioni (Giornalismo radiofonico) Claudio Schirinzi (Giornalismo quotidiano) Gabriele Tacchini (Giornalismo d’agenzia) Vito Tartamella (Giornalismo scientifico) Fabio Ventura (Trattamento grafico dell’informazione) Presidente: Giovanni Puglisi VicePresidente:Gina Nieri AmministratoreDelegato:Paolo Liguori Direttoregenerale: Marco Fanti Consiglieri:Gian Battista Canova, Mauro Crippa, Vincenzo Marzuillo, Vincenzo Prochilo, Paolo Proietti In primo piano Londra ospiterà la trentesima edizione delle Olimpiadi moderne. Diecimila atleti raggiungeranno la capitale britannica per gareggiare in 29 discipline. Il sogno è sempre lo stesso: conquistare una delle 959 medaglie in palio. E’ tutto pronto, il 27 luglio si comincia. SPECIALE OLIMPIADI Le terze Olimpiadi di Sua Maestà 4 Giochi verdi, forse.. 5 Londra Low Cost 6 I giochi eroici del 1948 7 Nuoto, scherma e piattello 8 Federica Pellegrini: “Sono uno stile libero” 9 Tutte le medaglie del nostro Tesoretto 10 Assi nella Manica 12 Curiosità: le discipline più strane dei giochi 13 Le storie: Bossini, sfida già vinta 14 Nessuna donna ai giochi: Dalma resta a casa 14 In sella a settant’anni 15 Il ruggito del Senegal 15 Campioni in 3D, la sfida di Skty in 12 canali 16 Niente Olimpiadi sul Web, il Cio manda i giochi in tv 17 Scotland Yard contro le scommesse clandestine 17 CULTURA Il Paese che odia i libri 18 La denuncia: quel fantasma della Beic 19 Milan Rap 20 Nora: “Il vero HipHop futuristico” 20 Bassi Maestro: Stanno tutti bene? 21 IULM NEWS Web Tv in evoluzione 22 Fai: ritorna il “Torneo del paesaggio” 23 labiulm.campusmultimedia.net LabIulm www.iulm.it youtube.com/clipreporter twitter.com/labiulm www.campusmultimedia.net LaB Iulm EDITOrIaLI Pagina 3 Fuori i mercanti dal tempio GiovanniPuglisi segue dalla prima lla vigilia, infatti, delle Olimpiadi del 2012, mentre Londra si esercita alla grande kermesse, l’Italia si copre di fango e di ridicolo per le tristi e vergognose vicende della corruzione nel campionato di calcio. Eppure le Olimpiadi, nate nel 776 a. C. ad Olimpia, in Grecia, erano l’occasione per eccellenza della competizione all’insegna della pace: erano esclusi schiavi, barbari, assassini, sacrileghi e durante il loro svolgimento si sospendevano finanche le guerre. Il messaggio che esse volevano trasmettere era assolutamente nobile e sacro: ma la nobiltà e la sacralità discendevano non già da un editto o da un accordo politico, bensì da una cultura e da un valore. La cultura e il valore che stavano alla base dei Giochi Olimpici dell’antica Grecia si fondavano su un ideale tipicamente classico, quello della co- a siddetta kalokagathìa, ovvero della sinossi, dell’unione della bellezza e della bontà, il bello (il kalòs greco) e il buono (l’agathòs), non si presentavano e rappresentavano come due cose diverse, piuttosto erano l’incontro etico e fisico di uno stile di vita che escludeva – fino alla negazione totale: si pensi alla soppressione fisica di coloro afflitti da menomazioni nell’antica Sparta, dove Licurgo aveva imposto che i neonati non perfetti fossero lanciati giù dal picco del Taigeto – ogni alternativa, anche solo minimamente variante. Il premio in quel tempo era proprio la partecipazione. Pure oggi si dice scherzando: “importante è partecipare”, ma quest’affermazione ha radici lontane. In Grecia potevano partecipare solo coloro che erano di origini certe e che avevano – come dire? – il pieno godimento dei diritti civili, o quello che allora era l’equivalente. Il “vantaggio” per la città di Olimpia era la gioia della festa e la celebrazione della pace nel Paese: oggi il mercato si è impadronito sia delle Olimpiadi, sia di tutto quello che gira intorno allo sport, anzi agli sport. Essere sportivo non vuole dire più avere il piacere di gareggiare, ma svolgere una professione e avere un contratto milionario: si pensi che addirittura i giocatori hanno un loro… sindacato! L’ingresso nel circuito delle attività economiche del mercato dei diritti sportivi, con tutto quello che ciò comporta nella società della multimedialità e di internet, accostato alla saga delle sponsorizzazioni, ha trasformato tutte, dico tutte le gare sportive –.in particolare il calcio, nuova vetrina della vanità, sul palcoscenico di una catarsi di massa, tanto insipida, quanto violenta – in un business incredibile di danaro, di corruzione e di delinquenza. L’emulazione che esso induce non è più quella di una sana ricerca del migliore, quanto quella di una tattica ricerca del guadagno facile e sempre maggiore. Quando nel 393 d.C. accadde la “strage di Tessalonica” nello stadio in cui si svolgevano le gare, l'imperatore Teodosio I, su suggerimento del vescovo di Milano ambrogio, inorridito per la strage, ma soprattutto per la degenerazione ormai non più arginabile del sistema, visto dai cristiani come una festa pagana, li vietò, ponendo fine a una sto- ria durata più di 1000 anni. Oggi, invece, noi ci apprestiamo a celebrare a Londra i Giochi Olimpici, rinati circa sette secoli dopo Teodosio: l’Italia ha facilmente dimenticato che i Giochi di quest’anno avevano visto candidata ad ospitarli anche roma, con tutto quello che allora volle dire quella candidatura (investimenti andati in fumo, risorse finanziarie dilapidate, oltre che umiliazione e disappunto internazionali). E ancora una volta non perdiamo l’occasione per presentarci all’agone interna- zionale pieni di alterigia, quando forse dovremmo essere rossi di vergogna morale e carichi solo di preparazione e entusiasmo agonistici. anche perché nell’antica Grecia c’era un’altra teoria, che voleva la tracotanza punita dagli déi. Forse, dopo tutto, se il “divo Monti” facesse sul serio e, come Teodosio, desse una vera lezione ai mercanti dello sport, cacciandoli da quel Tempio, riconquisterebbe qualche cittadino onesto, in più stanco di vivere in una società di corrotti e di condonati impuniti. Roma 2012? No, grazie StefanoFiore* segue dalla prima come quell’edizione incantò il mondo per la capacità di coniugare il fascino della “città eterna” con il primo concetto di sport moderno, anche questo no cambierà la storia delle Olimpiadi. Quel 1960 segnò il declino dei giochi olimpici nel senso più antico del termine, il tramonto della concezione dilettantesca e un salto in avanti verso il mondo dello sport per come oggi lo conosciamo: più tecnologico e globale, ma anche più E condizionato da soldi, organizzazioni statali, propaganda politica. Fu l’inizio delle televisioni commerciali, delle sponsorizzazioni, perfino del doping (il ciclista danese Knud Enemark Jensen, 24 anni, collassò a 20 chilometri dalla fine della prova e nelle sue vene furono trovate tracce di un medicinale dopante). Oggi invece la questione sul tavolo è ben più gravosa: ha ancora senso che una vecchia e stanca Europa concentri le sue (poche) risorse in uno spettacolo sportivo, per quanto prestigioso? Il parere dei più è che quella di Monti sia stata una scelta di buon senso. Concordiamo e rilanciamo. Ci perdoni monsieur de Coubertin, ma questa volta è stato meglio non partecipare. Il 13 agosto, quando la sbornia olimpica avrà lasciato il passo alle analisi, chi dirà agli inglesi (talmente eccitati dall’occasione olimpica che stanno organizzando vacanze lontano da casa per evitare la ressa…) che lo sfarzo a cinque cerchi peserà oltre 13 miliardi di euro sulle loro tasche? Il budget di 15 miliardi di euro per finanziare i giochi che dovevano essere quelli del 2000 - poi vinti da atlanta - furono l'inizio della fine per i conti della Grecia, un buco da cui non si è ancora risollevata. L’Inghilterra non è la Grecia, d’accordo, ma non è questo il punto. asia e americhe ci hanno superato, lo dicono gli economisti e lo sport lo certifica. Dal 1996 al 2016, su 6 edizioni, solo 2 sono state assegnate all’Europa. L’equazione, spostata di due anni indietro, funziona anche per i Mondiali di calcio. Il Brasile può permettersi l’accoppiata 2014-2016 mentre noi ci lecchiamo ancora le ferite dei Mondiali di nuoto del 2009 a roma. a proposito. La città dello sport di Tor Vergata, campi da basket e piscine immersi in un contesto artistico, a fronte di oltre 250 milioni di euro già spesi dal Comune non è ancora terminata. La vela (dovevano essere due, i soldi sono bastati per una) dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava copre una struttura che a oggi perde ancora acqua dal soffitto ed è chiusa al pubblico mentre gli addetti ai lavori – interrotticontinuano a essere retribuiti. Non sta meglio il famoso Salaria Sport Village. Famoso, purtroppo, non per le imprese sportive dei nostri, ma per i massaggi di cui ha goduto in loco l’ex capo della Protezione Civile Bertolaso. Oltre 160.000 metri quadri di cemento costruiti a ridosso del Tevere, quindi a rischio idrogeologico, e messi sotto sequestro fino l’altro ieri. Ora è riservato a pochi soci, una sorta di élite della cricca degli appalti. Niente di nuovo sotto il sole: la “forza” del governo sportivo italiano è quella di progettare decine di nuove strutture, senza però rinnovare chi le dovrebbe rappresentare. Se lo spirito che animò la roma degli anni ’60 era quello della svolta, sapere che i protagonisti del comitato per roma 2020 sono (erano) ancora tal Carraro Franco, Pescante Mario e Petrucci Gianni fa cadere le braccia. Non ha più neppure senso chiamarli highlanders: magari ne rimanesse solo uno, girano sempre a braccetto. Gente che frequenta i palazzi dello sport dagli anni 70. Gente che avrebbe accumulato gli anni di lavoro necessari per andare in pensione perfino seguendo i dettami dell’ultima riforma Monti. Piccolo riassunto: classe dirigente vecchia, strutture incomplete, tasche vuote. rinunciamo alle Olimpiadi non per snobismo ma per manifesta inferiorità. Ko tecnico, per almeno altri 20 anni. Da un certo punto di vista, neppure le meritiamo: se sono lo specchio del paese , meglio non esserci specchiati. *studente del Master in Giornalismo Pagina 4 SPECIALE LAB Iulm Le terze olimpiadi di Sua Maestà Dal 27 luglio a Londra un’edizione segnata della grande crisi Marco Giorgetti Q uest’anno la capitale inglese si appresta a battere un record storico: diventerà la prima città al mondo ad aver ospitato per tre volte i giochi olimpici estivi. I due precedenti risalgono al 1908 e al 1948. Le gare di questa trentesima edizione avranno inizio il 27 luglio e termineranno il 12 agosto. Sono stati stampati e distribuiti quasi dieci milioni di biglietti per assistere alle competizioni: oltre 8 milioni per le gare olimpiche, più un milione e mezzo per quelle paraolimpiche che si celebreranno al termine della kermesse principale. Messi in vendita già nel 2011, sono andati esauriti nel giro di un paio di settimane. Gli atleti saranno ospitati nei 10 milioni i biglietti venduti: esauriti in 2 settimane 33 impianti di “Olympic and Paralympic Village”, un enorme complesso sportivo costruito nel parco olimpico di Stratford, nella zona est di Londra, al cui interno sono situate anche numerose strutture per le competizioni, come l’Olympic Stadium, l’Acquatics Centre e il Velopark. Il villaggio olimpico ha una capienza di 17.320 posti letto, distribuiti in 3.300 appartamenti forniti di televisione, accesso a internet e giardino privato. Ma l’Olympic Village non è l’unica zona destinata a ospitare le gare: molte competizioni si terranno in altre parte della città, come la River Zone, vicino al Tamigi, e la Central Zone, nel cuore della capitale. Le gare di vela, infine, si svolgeranno nel Dorset, un’area a sud di Londra che dista addirittura 200 chilometri dal villaggio 2 milioni di sterline il costo delle strutture olimpico. Tutte le gare saranno trasmesse in diretta televisiva dalla rete nazionale Bbc e da Channel 4. I bookmaker inglesi si aspettano un notevole incremento delle scommesse in coincidenza con l’inizio delle gare, e l’inclinazione degli scommettitori a tentare la sorte è incoraggiata dal circuito, ben strutturato, messo in piedi dagli organizzatori: dall’Italia, connettendosi al sito ‘www.betway.it’, è già possibile aprire un conto di gioco dedicato alle sole competizioni olimpiche. Per quanto concerne i collegamenti, il governo britannico ha promosso un progetto di ammodernamento delle infrastrutture della capitale, in vista del massiccio afflusso di visitatori nel corso dell’estate. Le linee della Tube Northern, Jubilee e Central line sono state 13mila chilometri percorsi dalla fiaccola rinnovate, mentre l’Overground e la Dlr, mezzi di trasporto alternativi rispetto alla metropolitana, sono state estese fino a coprire la parte Est di Londra e la zona olimpica. I costi dell’evento, nell’ordine dei 2 miliardi di sterline, sono stati sostenuti da un fondo costituito da vari partner e investitori, sia pubblici che privati: tra questi figurano Cola Cola, Acer, Mc Donald’s e Samsung. Da marzo dello scorso anno, un orologio installato a Trafalgar Square tiene il conto alla rovescia verso l’ora X dell’inizio dei giochi olimpici, mentre il percorso della torcia nei due mesi precedenti alla cerimonia di apertura è transitato dalla Cornovaglia a Londra attraverso un lungo giro, passando per l'Irlanda del Nord, la Scozia e l’Ir- 8mila tedofori tra vip e gente comune 69 agenti posti a guardia della torcia olimpica LAB Iulm SPECIALE Pagina 5 Londra 2012: iniziative a basso impatto ambientale e polemiche Giochi verdi, forse... L Monica Giambersio ondra, si sa, è famosa per i suoi parchi, vere e proprie oasi di pace nel traffico cittadino. Ma nella capitale inglese di verde non ci sono solo Hyde Park e Regent's Park. Dal 27 luglio al 12 agosto, infatti, a sessantaquattro anni di distanza da “London 1948”, la città più cosmopolita d'Europa tornerà, per la terza volta, ad accogliere i Giochi Olimpici e lo farà all'insegna dell'ecosostenibilità. Numerose le iniziative prese per far sì che la manifestazione non aggravi la situazione della città, che da anni combatte per ridurre l’inqui- Delle 4000 BMW richieste per trasportare i politici solo 200 saranno elettriche landa. Il fuoco olimpico ha iniziato il suo viaggio di 70 giorni e 8mila miglia, quasi 13mila chilometri, il 19 maggio da Land's End, il punto più a ovest della Gran Bretagna. Giungerà a Londra il 21 luglio: qui attraverserà tutti i quartieri prima di entrare allo stadio olimpico, il 27 luglio, per la cerimonia di apertura. Sono 8mila i tedofori designati: 700 celebrità e 7.300 volontari, selezionati per il contributo che hanno dato alle loro comunità. Tra questi figurano veterani di guerra, bambini, un ultracentenario, e la londinese Diana Gould, che ha compiuto 100 anni il 23 maggio. Ciascuno porterà la torcia per circa 300 metri. Infine, sono 69 i poliziotti incaricati di fare la guardia, giorno e notte, alla fiaccola olimpica, a partire dal momento del suo arrivo a Londra. Questa misura è inserita nel piano di sicurezza, denominato “operazione Trafalgar”, che prevede anche la collocazione di diverse postazioni sopraelevate nel centro di Londra; queste torrette permetteranno agli agenti di monitorare meglio eventu ali comportamenti criminosi. La prudenza in questi casi non è mai abbastanza: il piano è già scattato dallo scorso febbraio. namento atmosferico. Prima fra tutte, la decisione di favorire mezzi di trasporto a basso impatto ambientale con la diffusione di auto elettriche (ci saranno 1300 punti di ricarica), a idrogeno, piste ciclabili e aree pedonali; ma anche con il rafforzamento della celebre ed efficientissima metropolitana. Il rispetto per l'ambiente passerà, inoltre, dalla sostenibilità degli impianti (dislocati per lo più a Londra, ma presenti anche in Galles e in Scozia) che ospiteranno le gare olimpiche. Le tre piscine dell'Aquatics Centre, progettate dall'architetta irachena Zaha Hadid nel distretto di Stratford, saranno dotate di un impianto di riciclo dell'acqua e potranno essere riconfigurate in previsione di un uso civico dopo la fine dei Giochi. Idem per la Basketball Arena, una struttura d'acciaio temporanea, facilmente smontabile, riutilizzabile in altri luoghi e per questo utile in termini di risparmio economico e difesa ambientale. La fascia del basamento in vetro della Handball Arena, altra sede olimpica,invece, consente un'illuminazione e una ventilazione naturali riducendo i consumi energetici. Nel caso dell'Olympic stadium, il terzo stadio più grande della Gran Bretagna (capienza 80 mila persone), si è preferita una soluzione riconvertibile, ovvero si è deciso di costruire la parte superiore dell'edificio in modo tale da poterla rimuovere in un secondo momento. L'obiettivo era quello di evitare di costruire, in occasione di grandi eventi, un'enorme infrastruttura che nel corso degli anni avrebbe rischiato di essere abbandonata a se stessa perché difficilmente riutilizzabile. Questo si è tradotto in una diminuzione significativa dell'impatto ambientale in termini di materiali da costruzione e di consumi energetici. Ma la via dell'ecosostenibilità diventerà realmente un elemento imprescindibile per qualsiasi grande evento sportivo? Sembra proprio di sì, almeno secondo Emanuela Audisio, firma de La Repubblica, che cita i mondiali di nuoto di Melbourne del 2009 come esempio di perfetto connubio tra sport e rispetto per l'ambiente. “In quell'occasione” - ricorda la giornalista - “l'autorizzazione venne data a condizione che l'evento sportivo fosse a impatto zero e si impose che l'acqua delle piscine declorata fosse poi utilizzata per l'irrigazione dei prati della città”. Tuttavia vedere il gigantismo dei Giochi Olimpici di Pechino totalmente soppiantato da questo nuovo spirito green sarebbe, secondo Audisio, fuorviante. Bisogna fare le dovute distinzioni. “Le Olimpiadi del 2008 costituivano l'uscita della Cina dall'ombra. Se il Giappone, che ha ospitato i giochi olimpici nel 1964, è riconosciuto come un paese altamente tecnologizzato, la Cina, attraverso questo grande evento sportivo, ha potuto riscattarsi da una condizione di marginalità, dando un'immagine di sé al mondo deliberatamente celebrativa. Lo stesso non può valere per gli inglesi che non hanno questa necessità. Va poi considerato che Londra non vive un momento economico felice, aspetto che sicuramente influirà sull'allestimento dei giochi olimpici”. In altre parole, sostiene la giornalista, è come se in Cina avessimo assistito a un “ricevimento sontuoso e istituzionale “ (l'evento fu gestito totalmente dal governo), mentre a Londra è come se stessimo per andare a una sorta di “pranzo in famiglia “ che - seppur meno sfarzoso - non sarà meno buono e sostanzioso. La via percorsa dalla Cina nell'organizzazione delle Olimpiadi non è, però, a detta di Audisio, archiviata per sempre, ma, anzi, potrebbe diventare la prerogativa di tutti quei paesi che, in un modo o nell'altro, hanno la necessità di un ritorno di immagine. Da una parte, dunque, sembrerebbe esserci una Pechino sfarzosa e opulenta e dall'altra una Londra votata al risparmio energetico e al rispetto dell'ambiente. Ma le cose stanno proprio così? A leggere le numerose polemiche sulle pagine dei più importanti giornali inglesi si direbbe proprio di no. Non pochi malumori sono stati destati dalla notizia, pubblicata sul quotidiano on-line Daily Mail, secondo la quale delle circa 4000 BMW, richieste per trasportare politici e dignitari durante la manifestazione, solo 200 saranno elettriche. La questione, sollevata dall'esponente del partito dei Verdi Jenny Jones, risulta tutt'altro che marginale vista la campagna fatta dal governo inglese per incentivare l'uso di mezzi di trasporto non inquinanti durante una manifestazione che promuove l'ecosostenibilità. Ma sul fronte trasporti (quello più critico da un punto di vista logistico) i problemi non sono finiti. I giornali inglesi Daily Telegraph ed Evening Standard hanno reso noto che i rappresentanti di Rmt (i sindacati dei lavoratori della metropolitana) hanno rifiutato l'offerta di un bonus da 500 sterline (590 euro) concesso da London Underground a ogni lavoratore che deciderà di accettare turni straordinari durante i Giochi. Se da una parte, dunque, la minaccia di scioperi durante le prossime Olimpiadi sembra diventare un'ipotesi sempre più concreta, dall'altra a minare lo spirito ecosostenibile della manifestazione ci si mettono gli undici milioni di biglietti stampati negli Stati Uniti e trasportati in un secondo momento nel Regno Unito per essere venduti. Anche in questo caso a porre l'accento sulla questione è stato il partito dei Verdi che ha rivolto le sue accuse al Comitato organizzatore dei giochi (London Organising Committee LOCOG). Le 16 tonnellate di biglietti viaggeranno, infatti, per circa 4500 miglia avendo come effetto il rilascio nell'atmosfera di circa 77 tonnellate di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni annuali di 15 cittadini londinesi. Un risultato non esattamente in linea con lo spirito di quelle che sono state definite le Olimpiadi “più verdi della storia”. Pagina 6 S SPECIALE LAB Iulm Marco Mugnaioli e quelle di Pechino 2008 sono state le Olimpiadi più costose della storia, 41 miliardi di dollari, quelli di Londra saranno invece Giochi all’insegna del risparmio, con una spesa complessiva di “solo” 17 miliardi. Per gli appassionati che vorranno seguire la manifestazione nella capitale britannica, però, rischia di essere esattamente l’opposto: se la Cina è notoriamente un paese ‘cheap’ per noi europei, Londra è certamente una delle città più ‘expensive’ del mondo e nel periodo olimpionico i prezzi non potranno che salire. Ecco dunque una serie di consigli utili per risparmiare qualche sterlina. Trasporti I primi consigli sono di prenotare il volo con un certo anticipo e di affidarsi alle compagnie low cost. Bisogna fare bene i conti però, perché tra le tasse per valigie e assicurazione e i circa 25 euro che si spendono per raggiungere la città da un aeroporto diverso da Heathrow, potrebbe essere più conveniente volare con British Airways. Per informazioni sugli spostamenti aerop o r t i - c e n t r o http://www.visitlondon.com/it/ viaggi_e_informazioni/aeroporti/ . Una volta messo piede in città, prima cosa da fare è andare in una stazione della metro e richiedere la Oyster Card, una tessera magnetica che può essere caricata con diversi tipi di biglietti e per la quale viene richiesto un deposito di 3 sterline. Altra cosa da tenere presente è che viaggiare durante le ore di punta costa di più, perciò, se non si è fatto l’abbonamento, meglio evitare la metro la mattina dalle 7.30 alle 9.30 e il pomeriggio dalle 4 alle 7. Per orientarsi nella giungla di linee metropolitane della città, studiare i tragitti degli autobus e per ogni informazione sui mezzi di trasporto, consultare il sito http://www.tfl.gov.uk/. Il trasporto pubblico è il modo più veloce ed economico per girare in città, ma chi, coinvolto dallo spirito della manifestazione, dovesse sentirsi particolarmente sportivo, può usufruire del servizio London Bike (tfl.gov.uk/barclayscyclehire). Un capitolo importante nella sezione trasporti meritano senza dubbio i taxi, i famosi black cab, che ormai sono poco neri e molto colorati di pubblicità; sconsigliabili di giorno, sono utilissimi, anche se cari, dopo mezzanotte, quando chiude la Tube (Radio Taxi: +44 020 72720272). Accomodation Prima cosa da sapere è che gli hotel inglesi non sono molti puliti: moquettes dappertutto, niente bidet, possibilità di vivisite notturne da parte di qualche topolino e, per di più, tutto molto caro. Il consiglio è quindi di ripiegare su un ostello, magari in una zona vicina al Villaggio Olimpico in modo da risparmiare sui trasporti. Gli ostelli più economici si trovano su, HostelBookers.it e http://www.quilondra.com/oste lli-londra.html, anche se la soluzione più diffusa e spesso più economica è quella di affittare una casa, da soli (http://www.quilondra.com/accommodation-casalondra.html) o in condivisione (http://london.spareroom.co.uk / http://uk.easyroommate.com/ ). Ma per chi cerca casa, lavoro, o semplicemente cose di seconda mano per risparmiare qualche sterlina, il vero sito di riferimento è Gumtree.it. OLIMPIADI Guida pratica alla sopravvivenza in una delle città più care del mondo per chi vuole seguire i giochi risparmiando qualche sterlina Fra Hyde park, baracche e fanta Ignazio Stagno “Non c’era nessun villaggio olimpico. Stavamo dentro una scuola. E ci andò anche bene, qualcuno finì dentro le baracche. Per gli allenamenti ci portavano ad Hyde Park. Ci facevano saltare anche i pasti. Eravamo pur sempre italiani….”. Edoardo Mangiarotti, l’atleta italiano più medagliato di sempre, leggenda della scherma, ricorda, poco prima della sua scomparsa quella Londra del 1948 e quei giochi della speranza post bellica. “Avevamo perso la guerra ma non la voglia di continuare a vincere nello sport. Gli inglesi non ci trattavano certo bene. Ma alla sera un pezzo di pane con del salame e un bicchiere di vino ci davano quella giusta carica per allenarmi il giorno dopo…”. Mangiarotti descrive una città ostile agli italiani, una Londra che ospita i giochi della XII olimpiade con le stesse strutture di Londra 1908. Pochi soldi, ma un compito chiaro: non lasciare morire quello che De Coubertain, scomparso nel 1937, aveva creato. Una manifestazione ca- pace di unire popoli e culture sotto la nobile sfida dello sport. Da Berlino 1936 a Londra 1948 ci sono 12 anni di rinvii e di rifiuti. Tokyo lascia i giochi del 1940 per la guerra. Così nel 1945 il Cio decide di assegnare i giochi alla città che aveva ancora le strutture sportive ancora in piedi. Winston Churchill è determinante. Accetta il compito intuendo l’importanza dell’evento come segnale di una nuova alba per la sua Inghilterra. Lasciando a casa Germania e Giappone come paesi sconfitti re Giorgi IV il 29 luglio 1948 dichiara aperta la XII edizione dei giochi olimpici moderni. Gli atleti alloggiano nelle scuole e nelle caserme della Royal Air Force. Intanto fra le strade del centro di Londra, un po’ nei pressi di High Street Kensington, ora a King Cross si nasconde un fantasma. Dorando Petri dicono sia tornato nella città che lo vide vincere senza medaglia nel 1908. Il maratoneta italiano, divenuto una leggenda in Inghilterra, risveglia l’interesse dei londinesi per i giochi. Ma quel Petri di Londra 1908 già riposa in pace da almeno 6 anni. Un certo Pietro Palleschi per giorni LAB Iulm SPECIALE Pagina 7 care di resistere, ma se proprio non ci si riesce, c’è Pizza Hut. Per il caffè andare da “Caffè Nero”, una catena italiana dove addirittura scaldano ancora la tazzina col vapore. Per la pasta, purtroppo, non c’è quasi speranza, quindi bisognerà cambiare un po’ abitudini alimentari e sperimentare uno dei tanti ristoranti etnici, come quelli indiani di Brick Lane o quelli vietnamiti di Shoreditch: spesa media intorno alle 10 sterline. Infine i supermercati: Sainsbury’s e Tesco offrono prodotti di marchio proprio a un prezzo sensibilmente più basso di quelli di marca. Eventi Molto semplice da usare, funziona come una gigantesca bacheca on-line sulla quale basta cliccare la categoria che interessa e inserire nel motore di ricerca in alto ciò di cui si ha bisogno. Cibo LOW COST Consigli, indirizzi utili e qualche curiosità per godersi la City al riparo dall’aumento dei prezzi previsto con l’inizio della manifestazione Se si vuole spendere poco a farla da padrone sono i fast food a base di cibi fritti, McDonald’s, Burger King, KFC, o quelli a base di sandwich come ‘Pret a Manger’. Non potendo però vivere tre settimane di soli fast food, il consiglio è di visitare un paio di volte una delle steak house della città, un po’ care, ma con ottima carne. Se viene voglia di pizza, invece, meglio cer- smi i giochi eroici del 1948 si camuffa da Petri finchè non viene smascherato da un gruppo di Carpigiani partiti in missione per salvare l’onore del loro celebre compaesano. Alla fine i “bobbys” lo arrestano e a Palleschi non resta fra le mani che l’acciaio delle manette. Londra 1948 è anche questo. La regina delle discipline è l’olandese Fanny Blankers Koen che porta a casa 4 oro con i 100, 200, 80 ostacoli e staffetta 4x100. E’ la prima atleta a vincere 4 ori nella stessa olimpiade. L’Italia emerge nel lancio del disco. Contro tutti i pronostici Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi battono lo statunitense Fortune Gordien e si mettono al collo un oro e un argento che resteranno nella storia. Poi c’è la scherma. “ Venivamo da una grande Berlino 1936 con l’oro a squadre. Era difficile riuscire a vincere qualcosa visto come ci rendevano la vita difficile gli inglesi. Ma con la tenacia di noi italiani e la voglia di tornare a vincere siamo riusciti nell’impresa. Portare in Italia 2 argenti, fioretto e spada a quadre e il mio bronzo nella spada individuale è stato come mettere il cuore oltre gli ostacoli…”, ricorda ancora Mangiarotti. Ma a Londra 1948 c’è anche un altro “generale di ferro”. Mel Patton figlio dello stratega statunitense vince 100 metri, 200 e staffetta. Comincia l’impero americano che durerà per molti anni nei giochi da lì a venire. Nella maratona torna ancora una volta il fantasma di Petri. Il belga Gally entra per primo, da solo, nello stadio di Wembley, ma qui ha una crisi degna di quella del podista italiano: barcolla, sembra sul punto di cadere, ma cerca di resistere. Alle sue spalle sopraggiungono l’argentino Cabrera e l’inglese Richards che lo superano. Gally dovrà accontentarsi del bronzo. Quando i giochi si chiudono c’è anche la prima crisi diplomatica figlia dello sport. Marie Provaznikova, presidente della commissione tecnica della ginnastica femminile, si rifiuta di tornare in Cecoslovacchia. Uno scroscio di pioggia estiva si porta via i giochi. Ma comincia ad alzarsi il vento della Guerra Fredda. Londra ’48 chiude un conflitto e ne apre un altro. In mezzo lo sport. L’unico vincitore in un deserto di vinti. Per chi non vuole perdersi nemmeno uno degli eventi della città, il consiglio è di consultare (si trova in molti pub e caffè) Time out, la bibbia della vita londinese. Per contenere le spese delle uscite notturne, esistono diverse discoteche con ingresso gratuito e drink a 3 pound, ma bisognerà allontanarsi dal centro e dirigersi, per esempio, a Shoreditch High Street, dove ci sono locali per tutti i gusti e prezzi (http://www.sognandolondra.c om/it/directory/visitare-londra/discoteche-e-club-a-londra.html). Molto diffusi in città anche i gigs, concerti dal vivo, che spesso sono gratuiti (http://www.londonita.com/lon drablog/2011/05/04/free-musica-in-londra/), senza dimenticare ovviamente i pub, veri centri di ritrovo dei londinesi. Infine è importante tenere presente che molte attrazioni della città sono visitabili , http://www.londonita.com/londrablog/2011/04/08/monumenti-gratis-city-londra/, come la maggioranza dei musei. Per qualche tempo meglio evitare, invece, il cinema, generalmente troppo caro. Si segnalano, in conclusione, il sito per acquistare i biglietti per gli eventi http://blog-it.hostelbookers.com/destinazioni/londra/olimpiadi-2012/ e l’indirizzo web di un blog di italiani a Londra che potrebbe rivelarsi utile http://www.italianialondra.com/. Pagina 8 SPECIALE LAB Iulm Nuoto, scherma e Le speranze di successo della spedizione italiana sono tutte fondate sugli sport individuali Salvo sorprese, zero aspettative dall’atletica il team tricolore, però, grazie ad Armani vince in anticipo la medaglia dello stile Roberta Rei I n un Olimpiade vale la legge dei grandi numeri: più persone porti, più hai possibilità di ottenere risultati. Questa la regola del C.O.N.I. Ecco quindi che il carrozzone olimpico sarà carico di presenze di atleti, ben 163 fino ad oggi, ma non solo. Il Comitato Olimpico nazionale si sa, spesso ha “esagerato” con sprechi e qualche piccolo “disservizio”. Ma per Londra 2012, sta cercando di superare gli ostacoli del passato. Il Presidente Petrucci è entusiasta per il nuovo abbigliamento tecnico firmato “Armani-linea A7”, perchè la “conquista di uno sponsor così è l’apoteosi dell’eccellenza italiana”. E riguardo il made in Italy, vale la pena ricordare che è stato il nostro paese a ideare il modello “casa Italia”, che riproduce un luogo confortevole e familiare all’interno dei siti olimpici. Un progetto copiato in seguito da molti paesi, essendo dopotutto un’ottima vetrina per promuovere la propria economia. Per Londra 2012, la location di casa Italia è il the Queen Elizabeth II Conference Centre, una struttura enorme, in pieno centro, di fronte la Westminster Abbey. Seimila metri quadrati di cui un’ampia fetta doveva essere destinata ai padiglioni per Roma 2020. E in cui invece adesso forse verrà allestita una discoteca. Quest’anno inoltre, non saranno previsti centri di acclimatamento. E così l’hotel a cui erano tanto legati gli atleti italiani durante Pechino 2008, scompare. La maggior parte delle federazioni ha scelto infatti di partire due giorni prima delle gare: unica destinazione il villaggio olimpico. Un vantaggio dal punto di vista del carico degli allenamenti che spesso risentono delle differenze climatiche e ambientali. Ma anche la possibilità di incorrere in errore, sottovalutando l’umidità estiva inglese. La preparazione olimpica ha già chiuso i contratti con tutte le collaborazioni necessarie, e per il rifornimento del cibo si prevede la stessa gestione delle olimpiadi cinesi. Questo vuol dire che sarà la società vincitrice dell’appalto a scegliere la squadra di chef. Con molta probabilità quindi, il cuoco storico degli atleti italiani, Giovanni Vallario, forse non riuscirà a partire. Vallario ha seguito il team italiano ai mondiali, europei, e ben due Olimpiadi. Ma per Londra si prevedono costi di impatto elevatissimi, e si sarà l’offerta migliore per la grande distribuzione a vincere il posto ai fornelli. Ma parliamo della preparazione degli atleti. Novità è che il centro di Formia quest’anno ospiterà anche la delegazione inglese. E tra la sabbia e le impalcature dei lavori in corso in queste settimane, quella che si prevede è una vera e propria corsa ad ostacoli contro il tempo. Il presidente del Centro, Nicola Perrone, ha descritto il progetto di rinnovamento: 5 nuove pedane per il salto con l’asta, una pista nuova “blu, perchè mettere il tartan rosso d’estate è una pazzia”, e un nuovo laboratorio di biomeccanica. Grandi investimenti, ma forse, un po’ al limite, considerando che le Olimpiadi iniziano tra pochi mesi. Il team italiano conterà soprattutto sulla scherma, e sulle riserve, tutte molto giovani e forti come Rossella Fiammingo, classe 1991. Nell’atletica, un’altra giovane promessa: Claudio Stecchi che ha recentemente migliorato il suo personale di 10 cm nel salto con l’asta arrivando a 5.60. Nella stessa disciplina si ripropone forse un big del passato, Giuseppe Gibilisco, che ritorna ad allenarsi con Vitaly Petrov, ex tecnico di Yelena Isinbayeva. Si arriva a medaglia nell’asta maschile con 5.80, 5.85, e Gibilisco ha l’oro di Parigi con 5.94, chissà che non riesca a replicare la sua performance. Ma per le qualificazioni di atletica bisogna aspettare l’apertura della stagione estiva. Si è recentemente conclusa a Instanbul la stagione indoor, e l’unica atleta di spicco che ha confermato il minimo A per le qualificazioni è la saltatrice in alto Antonietta di Martino. La saltatrice, che ha il più alto differenziale al mondo ( tra altezza fisica e salto in alto), aveva già raggiunto, in una gara fuori stagione, il minimo B. Altri sport su cui punta il C.O.N.I? Ovviamente il nuoto, il judo giovanile ( in ottime condizioni Giulia Quintavalle), tiro a volo e tiro con l’arco e tennis. Sarà una grande lotta, anche per gli sponsor: a casa Italia, accanto al palco delle premiazioni, gareggeranno numerosi nomi come Procter&Gamble, Fiat e Ferrari...insomma, ci saranno proprio tutti. LAB Iulm SPECIALE Pagina 9 L’ INTERVISTA l’oro in vasca piattello Federica, “Io sono uno stile libero” dove notoriamente hanno popolarità solo i calciatori. Perché secondo te è successo? «Perché sono la prima giovane donna italiana ad aver raggiunto simili risultati sportivi nel la donna dei record. Classe 1988, nella sua nuoto. L’Italia è una nazione calciofila, ma ci giovane carriera spiccano quindici meda- sono anche tantissime persone che amano gli glie d’oro, tre primati mondiali e nove ita- altri sport olimpici definiti “minori”». Tutta Italia vive morbosamente la tua storia liani. Imbattuta nei 200 e nei 400 metri stile libero, Federica Pellegrini a soli 23 anni è leader d'amore con Filippo Magnini. Non pensi sia nel suo sport, il nuoto. In particolare nello stile un po' un invadere la tua privacy? «Sì, lo penso. Purtroppo è l’altra faccia della libero dove la fa da padrona e non ha rivali né in Italia né fuori. Le Olimpiadi si avvicinano e la notorietà e comprendo questa “invadenza” dei nostra campionessa sembra concentrata e pronta media, cercando di farmi scivolare addosso tutto per Londra. Regina in vasca, vuole riconfer- il gossip che ne deriva». Nello sport non c'è bisogno di quote rosa marsi anche quest’anno e mantenere il tricolore ai vertici del nuoto mondiale. Ma Federica ha perché le donne sono sempre più in crescita. «Sì, è vero. E questa cosa mi fa enormemente anche un altro progetto che ha poco a che fare piacere. Finalmente ci stiamo con il nuoto: diventare mamma. prendendo le soddisfazioni che IL PALMARES ci meritiamo, grazie alla dediMancano poche settimane a zione e caparbietà che contradLondra. Come va la preparaGIOCHI OLIMPICI distinguono il sesso zione? 1 ORO femminile». «Procede tutto bene e provo 1 ARGENTO Perché secondo te in Italia lo buone sensazioni sia fisiche che sport volge sempre più al emotive. Ci sono ancora piccole CAMPIONATI femminile? Cosa credi che bicose da mettere al posto giusto, DEL MONDO sognerebbe fare perché il ma sento di essere sulla buona 4 ORO nuoto diventi uno sport più strada». 1 ARGENTO popolare e più seguito/visiA quante medaglie punti? 1 BRONZO bile? «Non me la sento di esprimermi «Lo sport è sempre più rosa su medaglie e tempi. Sono nella CAMPIONATI perché vogliamo prenderci le mia testa, ma per scaramanzia DEL MONDO soddisfazioni e le vittorie che non dico nulla». IN VASCA CORTA per tanto tempo sono state solo Punti sui 400 o sui 200? 1 ARGENTO maschili. In noi donne c’è una «Su entrambi, anche se non 2 BRONZO grande carica, voglia di emerposso negare che i 200 li sento gere e di distinguersi, voglia di proprio sulla pelle». CAMPIONATI competere e soprattutto di vinHai mai pensato di provare EUROPEI cere. Ho sempre sostenuto che altre specialità? 4 ORO abbiamo una marcia in più». «Sì, ci ho pensato e in allena1 ARGENTO Hai dichiarato che non vuoi mento lo faccio per definire e po3 BRONZO fare la portabandiera perché tenziare i muscoli. Credo, però, che sia essenziale focalizzarsi, CAMPIONATI EURO- il giorno dopo devi essere PEI IN VASCA pronta e riposata per la gara. dedicandosi anima e corpo alla CORTA: Valentina Vezzali invece ha specialità che più si sente pro4 ORO detto che per lei non sarebbe pria. Io sono uno stile libero». 2 ARGENTO un problema dormire poco Hai vinto 15 medaglie d'oro e 3 BRONZO per portare la bandiera itahai solo 23 anni. Questo siculiana. Cosa rispondi? ramente per te è motivo di CAMPIONATI «Premesso il fatto che sono grande orgoglio, tuttavia non ITALIANI profondamente attaccata al tricredi che possa anche essere un 46 INDIVIDUALI colore e amo definirmi naziofardello? Non senti una pres35 STAFFETTA nalista, porto avanti questa sione maggiore rispetto agli altri posizione del “no” al portabannuotatori? GIOCHI DEL diere da molto tempo. Solo «È un fardello pesante sulle MEDITERRANEO adesso, a ridosso di Londra spalle, ma anche una grande 2 ORO 2012, sta suscitando clamore. Il spinta che mi motiva a riconfernuoto è una delle prime discimarmi ogni volta e a fare sempre UNIVERSIADI pline in gara dopo la cerimonia meglio». 2 ORO di apertura e la mia perforHai cambiato molti allenatori. 1 ARGENTO mance potrebbe essere condiOggi sei seguita da Claudio 1 BRONZO zionata negativamente dalla Rossetto, lo stesso di Magnini. stanchezza di un lungo corteo e È davvero così bravo? EUROPEI dal peso sostenuto sulle gambe. «Oltre a essere professionale, ha GIOVANILI Credo che agli italiani interessi un forte carattere che gli per2 ARGENTO di più vedermi sul podio olimmette di tenermi testa e reggere pico con una medaglia al collo le forti pressioni. Ed è la prima mentre canto l’inno di Mameli cosa che chiedo a un allenatore, a squarciagola, piuttosto che guardarmi fare un oltre alla capacità di sapermi proteggere». Giorni fa ti sei lamentata di non avere più ri- giro del campo con la bandiera. Io sono la prima vali. I risultati ti danno ragione, ma non ti a sentirmi italiana nel cuore e odio queste sterili polemiche». sembra una dichiarazione presuntuosa? Cos'altro avresti fatto nella vita se non fossi «Non sono presuntuosa. So quanto posso dare in vasca e mi impegno con determinazione fino diventata una nuotatrice? «Non riesco a vedermi in un’altra veste. L’unica in fondo per dare il massimo. Mi concentro semcosa che posso dire è che avrei fatto la mamma. pre su me stessa e non sulle mie avversarie». La tua forza e le tue vittorie in vasca ti Ma non è un rimpianto: è semplicemente il mio hanno reso un personaggio celebre in Italia, prossimo obiettivo». Erika Crispo È Pagina 10 SPECIALE GINNASTICA Dopo l’oro agli ultimi tre mondiali la squadra di ritmica ha grandi probabilità di conquistare un’altra medaglia importante. Per gli individuali spiccano i nomi di Matteo Morandi per gli anelli, 6° alle Olimpiadi di Pechino, Vanessa Ferrari per il corpo libero, oro ai Campionati Mondiali di Aarhus nel 2006, Carlotta Ferlito, vice campionessa europea nella trave ed Alberto Busnari nella cavallina con maniglie. EQUITAZIONE Se l’Italia ha mancato la qualifica nel salto ostacoli, si può sperare ad una medaglia nel Dressage e nel Completo. La giovane Valentina Truppa, 13°esima ai Campionati Europei di dressage nel 2011 a Rotterdam, riprova col suo Eremo del Castegno a conquistare un posto sul podio. Nel Completo a tenere alta la bandiera italiana il carabiniere Stefano Brecciaroli e Vittoria Pannizon. VOLLEY M Dopo aver battuto al tie-break la Germania, Ivan Zaytsev, Simone Parodi, Samuele Papi, Michail Lasko, Dante Boninfante, Dragan Travica, Cristian Saviani, Luigi Mastrangelo, Alessandro Fei, Emanuele Birarelli e Andrea Bari hanno conquistato il pass per i giochi olimpici di Londra. A Pechino con il 4° posto non sono riusciti a salire sul podio. Forse questa sarà la volta buona. VOLLEY F Arriva la qualificazione olimpica per le azzurre vincitrici, lo scorso anno, della Coppa del Mondo a Tokyo. Dopo un 5°posto alle Olimpiadi di Pechino la squadra composta da Sara Anzanello, Cristrina Barcellini, Lucia Bosetti, Paola Croce, Antonella Del9 Bianco e Noemi Signorile proverà a conquistare il gradino più alto del podio. PALLANUOTO Dopo un 9° posto deludente a Pechino, per Londra 2012 il Settebello prova a seguire la scia positiva che li ha portati a vincere, lo scorso anno, il Campionato Mondiale a Shanghay. A provarci saranno Matteo Aicardi, Maurizio Felugo, Pietro Figlioli, Valentino Gallo, Niccolò Gitto, Arnoldo Deserti, Niccolò Figari, Deni Fiorentini, Alex Giorgetti, Giacomo Pastorino, Amaurys Perez, Stefano Tempesti e Christian Presciutti. VELA Tre le azzurre che potrebbero arrivare al podio dopo i buoni risultati raggiunti negli ultimi anni. La quarantaduenne grossetana Alessandra Sensini, argento alle olimpiadi di Pechino nella classe RS:x tavole a vela e seconda ai campionati mondiali; per le derive 470 Giulia Conti e Giovanna Micol, quinte a Pechino e ai campionati mondiali lo scorso anno e seconde agli europei di Istanbul nel 2010. TUFFI Campionesse europee nel 2011 per il trampolino 3 metri sincro e bronzo quest’anno in coppa del mondo, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè ci riprovano a Londra. La Dallapè,ventiseienne di Trento, ha chiuso le olimpiadi di Pechino con un buon 5° posto, mentre la Cagnotto, campionessa europea individuale per quattro volte, si è dovuta accontentare della tredicesima posizione. Ottima occasione per riscattarsi. NUOTO L’Italia del nuoto non guarda solo a Federica Pellegrini. Cinque gli atleti che potrebbero arrivare a medaglia. Luca Dotto, argento ai campionati mondiali a Shanghay l’anno scorso nei 50 sl; Alessia Filippi, 2° a Pechino nel 2008 negli 800 sl; Filippo Magnini, 4° a Pechino nei 4x200 sl; Fabio Scozzoli, campione europeo a Budapest nei 50 rana e argento ai mondiali di Shanghay nei 100 e 50 rana. LAB Iulm Tutte le me del nostro TIRO A SEGNO Si punta sull’esperienza di Carlo Nicolo, trentaseienne milanese che parteciperà alla sua quarta olimpiade. Anche se la sua specialità è la carabina 10 cm, negli ultimi giochi olimpici ha conquistato il 9° posto nella 3p a 50 cm. Le azzurre, invece, si affidano alla giovane Eliana Nardelli, 3° ai campionati del mondo di Monaco del 2010 nella specialità carabina da 10 cm. TIRO A VOLO La friulana Chiara Cainero proverà a conquistare un altro oro dopo la vittoria a Pechino nella specialità skeet. Tra gli altri sette azzurri qualificati occhi puntati sul veterano Giovanni Pellielo, alla sua sesta olimpiade, che ad Atene e a Pechino ha ottenuto due medaglie d’argento nel trap. Francesco D’Aniello è il favorito per una medaglia nel double trap NUOTO SINCRONIZZATO Per il nuoto sincronizzato qualificate la genovese Giulia Lapi e la cosentina Mariangela Perrupato. NUOTO DI FONDO Unica azzurra in gara nel nuoto di fondo è Martina Grimaldi, la bolognese campionessa europea a Eliat lo scorso anno.Il nuoto di fondo comprende tutte le manifestazione che si svolgono in acque aperte come fiumi, laghi e mari. LAB Iulm SPECIALE edaglie tesoretto Specialità per specialità tutto quello che si deve sapere sugli azzurri che puntano al podio PENTHATLON Federico Giancamilli, venticinquenne romano appassionato di automobilismo, dopo il 5° posto ai Campionati Europei di Medway nel 2011, tenta di salire sul podio olimpico, impresa fino ad ora mai raggiunta. Stesso obiettivo anche per il coetaneo Pier Paolo Petroni, carabiniere anche lui romano, 8° agli Europei di Medway . JUDO Otto gli atleti qualificati per il judo: Rosalba Forciniti, Antonio Ciano, Edwige Gwend, Elena Moretti, Francesco Faraldo, Roberto Meloni, Elio Verde e la capionessa a Pechino 2008 Giulia Quintavalle. LOTTA Per la lotta un solo azzurro a Londra: Daigoro Simoncini, il ventisettenne classificatosi decimo alle scorse olimpiadi. TENNISTAVOLO Il rumeno Mihai Bobocica e la cinese Wenling Tan Monfardini proveranno a tenere alto il tricolore ai giochi. BADMINTON Unica azzurra qualificata nel badminton la romana Agnese Allegrini, eliminata al 1°turno a Pechino 2008 proverà a riscattarsi quest’anno a Londra. Pagina 11 TIRO CON L’ARCO Poche possibilità di medaglie per gli azzurri qualificati. Si punta sulla forza del collettivo maschile che alle olimpiadi di Pechino 2008 conquistò l’argento a squadre. Per la squadra femminile Guendalina Sartori, Natalia Valeeva e Jessica Tomasi , vincitrici del campionato mondiale a squadre di Torino 2011 tenteranno di replicare il successo di gruppo. SCHERMA Sono alte le aspettative per la squadra azzurra. Aldo Montano e Diego Occhiuzzi sono i favoriti per la sciabola. Nel fioretto la squadra femminile punta sull’esperienza di Valentina Vezzali ed Elisa di Francisca, mentre proveranno a salire sul podio nella stessa specialità Andrea Cassarà e Andrea Baldini. Nella spada maschile Matteo Tagliariol, già medaglia d’oro a Pechino, potrebbe replicare l’impresa. PUGILATO La squadra azzurra di pugilato ci crede. Tra i favoriti il milanese Roberto Cammarelle che ai giochi olimpici di Pechino conquistò la medaglia d’oro nella specialità + 91 kg. Occhi puntati su Domenico Valentino, il 28enne di Marcianise, per la specialità 60 kg, mentre Clemente Russo, dopo la medaglia d’argento ai giochi olimpici del 2008, resta il favorito nella specialità 91 kg. ATLETICA Buone possibilità nel salto in alto con Antonietta di Martino, 33 anni salernitana vincitrice dell’oro a Parigi nel 2011. Il suo record è 2.03 metri. Per la marcia possibile medaglia per Alex Schwazer campione olimpico in carica ma chances anche per Elisa Riguado, 30 anni di Cuneo vincitrice del bronzo a Pechino nella specialità 20 km di marcia. CANOA Josefa Idem, campionessa olimpica a Sydney 2000 potrebbe ancora stupire nella specialità K 1 m 500. Per la prova k1 slalom possibilità per Daniele Molmenti 27 anni di Pordenone campione del mondo di slalom nel 2010, 10° a Pechino e quattro volte campione europeo. La sorpresa potrebbe essere Angela Luisa Pendin, veneziana di 23 anni impegnata anche lei nello slalom k1. CANOTAGGIO Grandi aspettative per il quattro di coppia di Luca Agamennoni, Rossano Galtarossa, Sinome Venier e Simone Raineri che alle olimpiadi di Pechino 2008 si sono aggiudicati l’argento. Già qualificate Claudia Wurzel, originaria di Marburg, in Germania e Sara Bertolasi, ventitrenne di Busto Arsizio settime nel due senza ai mondiali di Bled. TAEKONWONDU Sono soltanto due gli azzurri qualificati alle Olimpiadi per il Taekonwondu, l’arte marziale coreana che prevede calci e pugni in volo. Sono Mauro Sarmiento, ventinovenne di Casoria che alle Olimpiadi di Pechino ha conquistato la medaglia d’argento e Carlo Molfetta, che ha ottenuto il terzo posto nella categoria inferiore agli 87 kg nel campionato mondiale Gyeongju del 2011. CICLISMO Si aspettano ancora le qualificazioni della prova in linea. Il Ct Paolo Bettini, medaglia d’oro ad Atene 2004, ha detto che sta pensando a una squadra di ragazzi svegli e opportunisti. Tra i vari nomi i più gettonati sono Sacha Modolo, Elia Viviani, Manuel Belletti, Diego Ulissi, Daniel Oss. Per il Bmx possibilità per Manuel del Vecchi, Robero Cristofori e Romain Riccardi. Pagina 12 SPECIALE LAB Iulm CURIOSITA’ Dal tiro al piccione al taekwondo, storia delle discipline Ventisei sport per un totale di 39 discipline: si riassume così l’offerta agonistica della trentesima edizione dei Giochi Olimpici . Due in meno rispetto ai 28 di Pechino e a quelli chiesti da Londra all’atto della candidatura, tortuosa la strada che ha portato al numero definitivo. Una strada che passa attraverso il Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, l’organo chiamato a deliberare sull’eventuale ingresso di nuove discipline. E’ stato proprio il Comitato, all’indomani della scelta di Londra, a depennare attraverso un’ apposita votazione dalla lista dei 28 il baseball e il softball, salvo poi proporne la sostituzione con due tra karate, squash, golf e rugby a 7. A spuntarla sono stati squash e karate, che però non faranno parte della spedizione londinese. Motivo? Non hanno raccolto il numero sufficiente di voti per l’ammissione ai giochi (erano richiesti i due terzi delle preferenze totali). Le presenze storiche: atletica leggera, ginnastica (estesa anche alle donne, ma in forma sporadica, solo dal 1928). Non mancano gli sport “cestinati” e poi reintrodotti. Parliamo del taekwondo, ammesso come sport dimostrativo a Seul 1988 e Barcellona 1992, per poi essere “ripescato” alle Olimpiadi di Sidney 2000, del tiro con l’arco, comparso per la prima volta ai Gio- ASSI nella MANICA Roberto Tortora Linda Irico L e lancette del Big Ben corrono veloci, pronte a scoccare l’ora della XXXI edizione dei giochi olimpici. Londra al centro del mondo e, al centro del centro, gli atleti, protagonisti di uno spettacolo che ci si augura possa superare quello di Pechino 2008. Un’olimpiade nelle gambe di Usain Bolt, il dominatore dell’ultimo Golden Gala di Roma, vinto con la migliore prestazione dell’anno in 9″76. Il “fulmine”, tre volte campione olimpico di Pechino e due volte campione mondiale (nonché triplo primatista del mondo nelle specialità dello sprint: 100, 200 e 4x100 metri), è atleta dell’anno 2011 per l’ Internatio- nal Association of Athletics Federations (IAAF). Il giamaicano ha dichiarato di voler fare ritorno dalla terra d’Albione con ben 4 medaglie d’oro, puntando anche alla staffetta 4x400 mt. Michael Phelps, l’atleta che ha conquistato più ori nella storia dei cinque cerchi (14 volte in cima al podio, di cui 8 solo nella passata olimpiade) si prepara a sfidare l’australiano James Magnussen che, dopo aver trionfato ai Giochi PanPacifici e del Commonwealth del 2010 e ai Mondiali 2011, è pronto a dare del filo da torcere al Cannibale di Baltimora. Scalzare il re dal trono non sarà facile: miglior tempo dell'anno nei 200 farfalla al Grand Prix dell'Ohio, con un tempo di 1'55"32, battuto il record ottenuto del britannico Joseph Roebuck di 62 centesimi. Derrik Rose, Dwight Howard, Dwyane Wade e Kevin Durant: quattro assi dell’NBA per il Dream team del basket statunitense, pronto a confermare l’oro di Pechino 2008. Ma il jolly è un altro, perso- naggio oltre che fenomeno: Kobe Bryant. Il cestista di Philadelphia nel 2012 è il giocatore con più punti a referto nell’All Star Game. Superato il mito Michael Jordan. Il temibile antagonista per la stella dei Lakers sarà un suo compagno di squadra: Pau Gasol, pluri-campione d’Europa con la Spagna, pronto a vendicare l’argento di Pechino. Valentina Vezzali, undici volte campionessa del Mondo, alla sua quinta olimpiade ha ancora fame e punta ad eguagliare il figlio del vento Carl Lewis: il quarto oro olimpico consecutivo. A rivaleggiare con lei sulla pedana ci saranno altre campionesse: le più temibili alloggiano a Casa Italia: Elisa Di Francisca (numero LAB Iulm SPECIALE Pagina 13 più strane ammesse ai giochi olimpici chi di Parigi 1900, escluso nel 1920 e rientrato a partire dalle Olimpiadi di Monaco del 1972, o del tennis riammesso nel 1988. E cosa dire del sollevamenti pesi, parte del programma dei prime giochi della storia e poi riabilitati dopo un periodo di ostracismo olimpico nel 1980? Ma le curiosità della trentesima edizione dei Giochi non riguardano le sole discipline. Sport, tanto sport, ma a caratterizzare un’Olimpiade sono i rapporti che possono instaurarsi tra i componenti delle diverse delegazioni. Incontri che spesso, continuano sotto le len- zuola. Per far sì che sia massimo il livello di prevenzione nei rapporti sessuali, la Reckiti Benckiser, multinazionale a capo, della Durex ha deciso di fornire gratuitamente preservativi e informazioni sul sesso sicuro agli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi e a chi assisterà alla manifestazione. E a proposito di vincoli, saranno molto stretti quelli che si instaureranno tra Galles, Irlanda del Nord, Inghilterra e Scozia, unite dopo mezzo secolo (l’ultima volta fu a Roma 1960) sotto un unico vessillo sportivo, quello del Regno Unito. (gal) Da Bolt a Djokovic da Cavendish a Neymar e ancora Phelps, Bryant e le azzurre Pellegrini e Vezzali Chi di loro sarà il numero uno dei numeri uno? uno nel ranking mondiale del fioretto) e Giovanna Trillini. Londra 2012 dovrebbe essere l’epilogo di una carriera straordinaria, anche se, chi la conosce meglio, non la darebbe mai per finita. Il nuovo astro nascente del calcio brasiliano è Neymar Da Silva, la stella che guiderà il Brasile alla conquista della medaglia d’oro ed interrompere, così, il dominio assoluto dell’Argentina nelle due ultime edizioni, grazie alla fenomenale generazione di Messi e compagni. Classe ’92, l’attaccante del Santos è il calciatore sudamericano del 2011. La rivista Don Balòn lo ha inserito nel 2010 nella lista dei migliori talenti nati dopo il 1989. “Neymar può diventare anche più forte di me” – si è sbilanciato Edson Arantes Do Nascimento, in arte Pelè. Se lo dice “O’Rey” c’è da fidarsi, ma occhio alla rinascita del redivivo Pato… Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico “per meriti sportivi” nel 2011, a 27 anni Mark Cavendish ha le idee chiare: Milano-Sanremo, Tour de France e Olimpiadi obiettivi 2012. Il primo è sfumato per merito dell’australiano Simon Gerrans. Al velocista del team Sky restano la Grand Boucle e l’olimpiade casalinga, dove sogna di tagliare per primo il traguardo della prova su strada sotto Buckingam Palace. Nato sull’Isola di Man (a metà strada tra Liverpool e Belfast, nell’Irish Sea) e cresciuto ciclisticamente in Toscana, dove vive dal 2007 (a Quarrata, provincia di Pistoia), indosserà ai giochi la maglia iridata conquistata a Copenhagen nel 2011. E’ il favorito numero uno. Di madrelingua serba, parla correntemente anche inglese, tedesco e italiano. Novak Djokovic è il tennista del momento, primo nella classifica Atp dal 4 luglio 2011 (l’anno dei record, nel quale ha vinto tutto, tranne il Roland Garros). Fresco vincitore del suo terzo Australian Open, dopo aver battuto Nadal per la settima volta consecutiva, “Nole” avrà l’onore di essere portabandiera per la Serbia a Londra 2012. One man show, è apparso nel video di Martin Solveig Hello, girato nel 2010 sul campo centrale del Roland Garros di Parigi ed è stato ospite di Fiorello nel 2011 in una puntata del Più grande spettacolo dopo il weekend, su Rai1. Il più grande spettacolo, però, vuole offrirlo sotto il Big Ben. Pagina 14 SPECIALE La favola del nuotatore italiano e la delusione dell’amazzone araba Piccole e grandi storie dietro le quinte della trentesima Olimpiade Giuseppe Leo «Quando mi sono tuffato di nuovo in piscina l'acqua mi ha accolto come una carezza». L’ultima bracciata, quella per Londra 2012, Paolo Bossini l’ha affrontata con l’avversario più tosto che gli fosse mai capitato da quando gareggia in piscina: il tumore. Un male che sembrava poter scolpire nella leggenda i riconoscimenti di questo nuotatore bresciano, atleta del Team Arena e tesserato con il Circolo Canottieri Aniene. Ma soprattutto virgulto e ancora alla prima vasca di una carriera affamata di altri successi. Come se un titolo di campione d'Europa, tante medaglie continentali, due finali olimpiche, un quarto ai mondiali fosse roba da pischelli. Quell’ultimo sprint verso il ritorno alle competizioni a Paolo, 27 anni una moglie e una figlia, è costato e continua a costare tempo, sacrifici. I cinque cerchi di Londra però, adesso sono a portata di braccio. L’acqua è elemento costante, quasi karmico, nel vissuto di questo ragazzo come tanti, sconvolto dal male e costretto a stare a bordo vasca per colpa di uno “tsunami che ti attraversa il corpo” come lui stesso lo definisce, usando non a caso una metafora acquatica. In effetti all’acqua Paolo deve tutto, la notorietà ieri, la speranza di tornare in gara, oggi. E di farlo da vincitore. Il ritorno ufficiale alle competizioni lo scorso 7 marzo, negli Assoluti italiani Primaverili di Riccione, dopo un esilio di 2 anni. Bossini smette di essere un perfetto sconosciuto quando nel 2002, nemmeno diciottenne, esordisce agli europei giovanili e ai campionati assoluti italiani, vincendo anche un argento a Linz. Di lui si continua a chiacchierare nel 2004, l’anno che fa da trampolino a un percorso brillante ma con trappi strappi. Nuotatore per passione, ranista per cercare di inseguire l’oro, la salute per Paolo è stata sempre una scommessa con il destino, un ostacolo ulteriore e puntuale, come quando nel 2005, dopo i primi posti agli Europei di Madrid e quelli in vasca corta di Vienna, un “ quarto posto l’anno precedente ad Atene (col tempo di 2'11"20), e dopo aver gareggiato ai Giochi Mediterranei di Almeria (Spagna), è costretto ai box da un’operazione di appendicite. Risultato: niente campionati mondiali di Montreal. Rientra in pista ma la sfortuna continua a giocare contro, e così la medaglia d’oro tanto desiderata non arriva, sempre per un’inezia. Accade agli Europei di Budapest nel 2006, dove tra lui e la prima medaglia c’è solo il polacco Slawomir Kuczko, lo stesso che gli nega la gioia del gradino più alto del podio anche nei successivi europei in vasca corta di Helsinki. A marzo 2007 finalmente il primo mondiale, a Melbourne, ma la musica non cambia, e anzi è proprio il compagno di squadra Loris Facci a costringerlo al quarto posto. Il percorso a ostacoli di Paolo somiglia sempre più a una iattura: i risultati arrivano, ma l’oro, sfiorato ripetutamente, rimane utopia. A ribadire ulteriormente il concetto l’ennesimo “fastidioso” argento conseguito a Debrecen nel 2007, beffato nell’occasione dal giovane ungherese Daniel Gyurta. Il 2008 è l’anno di Pechino, e alle Olimpiadi cinesi Bossini sfodera un ottimo tempo, tanto buono da consegnargli il pass per la finale dei 200 metri rana, nella quale guadagna il settimo piazzamento. E’ l’ultimo bagliore prima di entrare nel tunnel della malattia, che nel 2010 lo costringerà al nuovo ritiro, all’operazione d’urgenza, nel 2011 e a sei mesi di dura chemioterapia. Parlarne non è facile, ma l’ottimismo che la voglia di vita che traspare dalle parole di Bossini è la dimostrazione lampante che l’ansia di non potercela fare fa già parte del passato: «Nonostante il lungo stop sono maturato e più sicuro di me due aspetti fondamentali in uno sport come il nuoto. In soli 5 mesi, da quando ho ricominciato ad allenarmi, ho perso 22 kg. Fisicamente mi sento bene e sono tornato in forma». Firmato Paolo Bossini. Il tumore è come uno tsunami che ti attraversa il corpo Ma ora torno maturato e più sicuro di me ” LAB Iulm Bossini, sfid Paolo Bossini, 27 anni Nessuna donna ai giochi: i sa L a corsa dell’Arabia Saudita verso l’eman- del governo saudita, malignavano alcuni, si agicipazione femminile sembrava far tappa tavano motivi politici ben precisi. Il pressing del trionfale alle Olimpiadi londinesi. Nei Comitato Olimpico Internazionale, alquanto inmesi scorsi era trapelata l’indiscrezione della dispettito dal rifiuto arabo di far partecipare le possibile partecipadonne a competizioni zione di un’ atleta del sportive, sembrava inL’Arabia Saudita sarà gentil sesso in rapprefatti aver ammorbidito sentanza di Riyāḍ. l’unico paese a non avere la linea integralista Partita la caccia alla messa in atto da un godonne in squadra verno, quello saudita, fortunata (non può che esser definita tale, completamente in mano così come stabilito ai dettami della relidal momento che in Arabia alle donne non Per garantire la dal Comitato Olimpico gione. è consentito nempartecipazione della meno guidare), il di Riyad e confermato Malhas si era mosso in nome pronto a fare la prima persona addiritstoria sembrava serdal principe Nawaf tura il principe ereditavito: Dalma Rushdi rio Bin Abdul Aziz, Malhas, giovane equifratello di re Abdullah. tatrice che si è già Ma, mentre il Cio confatta apprezzare alle Olimpiadi giovanili con- fermava la presenza di tiepide trattative per gaquistando un bronzo. In realtà, dietro l’apertura rantire una rappresentanza femminile al Regno LAB Iulm SPECIALE da già vinta Pagina 15 In sella a settant’anni L a sua Olimpiade l’ha già disputata e vinta. Hiroshi Hoketsu, 70 anni suonati, sarà parte della delegazione equestre giapponese stracciando così ogni record: partecipare a una competizione olimpica a 71 anni e significa poter tornare a indossare, così come accadde quattro anni fa a Pechino, i panni di “grande vecchio” della kermesse a cinque cerchi. La scioltezza mostrata nell’ultima esibizione di dressage, quella che ha permesso al cavaliere giapponese di staccare il pass per Londra ha destato stupore e curiosità, riportando l’attenzione su questo campione evergreen, primo nel ranking del dressage per la zona Asia-Oceania e capace di disputare un’Olimpiade (Pechino 2008, quando fu impegnato nella specialità rettangolo) a 44 anni dall’ultima a cui aveva preso parte (Tokio 1964, allora gareggiò nella categoria del salto a ostacoli). A Los Angeles '84 era riserva, ma non gareggiò, mentre a Seul '88 fu costretto a ritirarsi per problemi di quarantena del suo compagno equino. I longevi cavalieri italiani Piero e Raimondo D'Inzeo, tanto per fare un esempio, disputarono la loro ultima Olimpiade quando viaggiavano sui 50 anni. Lo scorso 1 marzo, in Francia, l’ultima dimostrazione di affidabilità, in sella a Whisper 115. Al momento, però, non è detto che l’esperienza decennale di Hoketsu lo porti dritto in Inghilterra. La Federazione giapponese, infatti, non ha ancora ufficializzato la presenza di Hoketsu nelle gare di dressage in programma. Dietro questa incertezza la volontà del massimo organismo sportivo nipponico, di “liberare” un posto da destinare alle giovani leve dell’equitazione nazionale. “Prenderemo quanto prima una decisione sul suo inserimento", ha dichiarato a proposito la portavoce delle Federazione Sport Equestri nipponica, Azusa Kitano. "Ci rendiamo conto che lui ci tiene ad andare". Al di là della partecipazione a Londra 2012 e degli eventuali piazzamenti che questo arzillo nonnino nipponico saprà conquistare in sella al suo cavallo, lo scherzo peggiore potrebbe giocarlo proprio la sua carta d’identità. Infatti Hoketsu non è l’atleta più longevo che abbia mai disputato un’Olimpiade. A batterlo, per qualche mese, il tiratore svedese Oscar Swahn, che vinse una medaglia d'argento nel bersaglio nell’edizione che si tenne ad Anversa nel 1920 (si trattava della sua terza Olimpiade), alla veneranda età di 72 anni e dieci mesi. (gal) Il ruggito del Senegal D auditi lasciano a casa Dalma d’Arabia, ecco la doccia fredda: Riad sarà l’unica squadra senza donne, così come stabilito dal Comitato Olimpico Saudita, così come dettato dal suo presidente, il principe Nawaf, da sempre fiero osteggiatore delle quote rosa olimpiche. La realtà saudita, d’altronde, non si segnala certo come modello di integrazione femminile: basti pensare alle tante palestre chiuse o peggio ancora off limits, alle intimidazioni rivolte alle sportive, alla mancanza assoluta di strutture consone a far sedimentare un’idea sana di sport tra le donne di tutte le età. Una partecipazione sfumata, ma ci sarebbe l’escamotage. L'unica deroga al divieto sarebbe rappresentata dalla possibilità di far gareggiare la papabile 'in proprio', al di fuori della delegazione ufficiale saudita. Ipotesi, questa, che però potrebbe trovare sbarrate le porte del Comitato Olimpico Internazionale. Perso il treno londinese, la speranza di vedere un’atleta sventolare la bandiera verde al fuoco dei cinque cerchi non si è spenta. Una proposta formale di partecipazione delle atlete saudite sarà, infatti, presentata in occasione della riunione del consiglio esecutivo del CIO che si terrà a Quebec City dal 23 al 25 maggio. In gioco c’è la parificazione dei diritti delle donne del Regno. E potrebbe valere più dell’oro di una medaglia. (Gal) al verde del Regno Unito al verde (macchiato da bordature di rosso) delle casacche di gioco del Senegal, il passo è breve. Lo è ancora di più quello tra il verde della speranza di fare la storia e la certezza di essere già nella storia. La nazionale di calcio del Senegal, Repubblica immersa nell’ovest del continente nero, sbarca infatti per la prima volta in assoluto al torneo di calcio olimpico. Giunta sul filo del rasoio, la qualificazione dei «Lions de la Téranga »,come vengono definiti in onore ai valori della tradizionale cultura dell’ospitalità (la Teranga per l’appunto), è l’ultima in ordine di tempo, e rende definitivo il mosaico (privo ahinoi dell’Italia) delle squadre che si contenderanno il podio a cinque cerchi. Un pass epico, staccato con cuore e grinta, grazie al 2-0 rifilato all’Oman nell’incontro giocato nella poco esotica location di Coventry, e che permette ai “leoncini” d’Africa di accedere alla competizione olimpica. Sarà stata l’aria inglese, ma al piccolo Senegal è riuscita, proprio all’ultima curva, l’impresa sfuggita in dicembre quando le velleità di qualificazione diretta si schiantarono contro la maggior organizzazione tattica di quell’Egitto che, assieme al collaudato Marocco e al coriaceo Gabon comporrà la delegazione calcistica africana in spedizione sulle rive del Tamigi. A scrivere l’impresa due nomi su tutti, due appunti da non trascurare nelle agende degli operatori di mercato del globo: sono quelli di Ibrahim Baldè e Abdoulaye Sanè, i mattatori della sfida che ha schiuso le porte di Londra 2012, i porta vessillo di una compagine sbarazzina, che si candida a scheggia impazzita del proprio raggruppamento, che oltre ai padroni di casa della Gran Bretagna annovera Arabia Saudita e Uruguay. La fucina di talenti della nuova generazione è cresciuta sognando di ripetere le gesta del Senegal dei vari Diouf, Fadiga e Bouba Diop, che seppe stupire nel Mondiale di Giappone e Corea di dieci anni fa, meritando l’appellativo di squadra rilevazione dell’edizione nippo-coreana. Gli ottavi di finale raggiunti in quella occasione rappresenta tuttora il risultato migliore di sempre, l’apogeo di questa stella nascente nella galassia calcistica africana, oscurata dalle ultime mancate qualificazioni ai Mondiali di Germania 2006 e Sud Africa 2010 e che dall’avventura olimpica delle sue giovani leve spera di ricevere la sferzata giusta per il rilancio. (gal) Pagina 16 SPECIALE Roberto Tortora P er la prima volta a pagamento, per la prima volta in alta definizione, per la prima volta su SKY: lo spettacolo nello spettacolo, a Londra 2012, sarà una copertura mediatica da medaglia d’oro. Dopo i mondiali di calcio (Germania 2006, Sudafrica 2010), i Giochi Olimpici invernali di Vancouver 2010, la piattaforma satellitare di Rupert Murdoch si è aggiudicata in esclusiva i cinque cerchi di Londra. Le telecamere si accenderanno il prossimo 27 luglio, giorno della Cerimonia d’apertura nel nuovissimo Olympic Stadium. L’offerta olimpica di SKY Sport HD sarà ben sette volte più ricca rispetto a quella garantita in Italia dalla tv, in occasione di Pechino 2008. Una copertura mai vista prima: 12 canali dedicati in HD, più uno interamente dedicato ai giochi in 3D, approfondimenti, informazione social e Sky Go, l’applicazione che consentirà di seguire su smartphone e su tablet le imprese di Bolt, della Pellegrini, di Phelps, della Isinbayeva e di tutti i protagonisti dell’olimpiade londinese. Per la tv italiana una novità assoluta. 29 sport olimpici, 10.000 atleti da tutto il mondo. Alla copertura live delle gare saranno affiancate oltre 100 ore di studi di approfondimento da Londra e oltre 500 ore di sintesi delle gare in vari momenti della giornata. La squadra olimpica di Sky Sport sarà capitanata da Giovanni Bruno e schiererà, tra gli altri, anche elementi di punta prelevati dal racconto calcistico. Su tutte, la regina di Sky Calcio Show, la più amata dalle italiane e dagli italiani, Ilaria D'Amico, che della sua brillante carriera potrà aggiungere un altro vanto: raccontare in diretta la Cerimonia inaugurale. A Fabio Caressa, invece, toccherà raccontare in diretta le gare di nuoto, nelle quali l'atleta più attesa è la nostra Federica Pellegrini. Inutile dire che, dopo l’urlo: “Cannavaro, Cannavaro”, tutti si aspettano anche: “Pellegrini, Pellegrini”. Tra i conduttori, Fabio Tavelli ed Eleonora Cottarelli saranno i volti "diurni" delle trasmissioni olimpiche, mentre Carlo Vanzini condurrà gli appuntamenti della sera dal cuore di Londra, di fronte al Tower Bridge. La voce squillante di Flavio Tranquillo commenterà l’ennesima sfida delle squadre di basket al Dream Team americano; Lorenzo Dallari seguirà le partite di volley, Francesco Pierantozzi, dopo i mondiali Campioni in 3D la sfida Sky in dodici canali LAB Iulm neozelandesi di rugby, tornerà alla sua grande passione: il ciclismo. La coppia Nicola Roggero-Maurizio Compagnoni racconterà l’atletica leggera. Accanto ad ogni telecronista, tutti gli eventi saranno commentati anche da una vera e propria “nazionale” di opinionisti, composta da moltissimi ex-olimpionici medagliati. Tra questi Mario Cipollini (189 successi in carriera da ciclista), Stefano Mei (ex-mezzofondista ), Giovanni Lombardi (oro a Barcellona ’92, corsa a punti), Fiona May (doppio argento ad Atlanta 1996 e Sidney 2000, salto in lungo), Maurizio Fondriest (oro nel ciclismo su strada a Seoul ’88), Stefano Baldini (oro ad Atene 2004, maratona). Per la ginnastica, il portabandiera e plurimedagliato azzurro ad Atene 2004 Jury Chechi e Fabrizia D'Ottavio, entrambi sul podio in Grecia. Tris d'attacco per la pallavolo con Maurizia Cacciatori, Andrea Zorzi e Alberto Cisolla. Per le competizioni in vasca, commenti affidati a Cristina Chiuso (nuoto), Giuseppe Porzio (pallanuoto) e i fratelli Marconi, Nicola per le telecronache dei tuffi su Sky 3D, e Tommaso per quelle in HD; sulla pedana della scherma di Sky ci saranno Diana Bianchedi, vincitrice di due ori olimpici, Salvatore Sanzo, ex fiorettista con quattro medaglie olimpiche al collo, e Sara Cometti; infine, per le telecronache del pugilato, sale sul ring dei telecronisti il vincitore di Mosca 1980 Patrizio Oliva. Antonio Rossi, ex-canoista, vincitore di cinque medaglie olimpiche e Portabandiera azzurro a Pechino 2008. E ancora, Francesco De Angelis, mitico capitano di Luna Rossa all’America's Cup, l'ex ct-azzurro di basket Ettore Messina, la campionessa di taekwondo Veronica Calabrese e la campionessa Paralimpica Francesca Porcellato, 11 volte "medagliata" ai Giochi. Saranno oltre 2000 le ore di gare in diretta, con tutte le 959 medaglie in palio e il 100% delle competizioni degli azzurri. Un'esperienza “totale". E per non perdere nemmeno uno sport, un podio o un italiano in gara, l’interattività di Sky prende vita grazie al tasto verde del telecomando che proietterà lo spettatore su 12 finestre del mosaico olimpico, dove si potranno vedere tutte le discipline in onda in contemporanea e costruire il proprio palinsesto olimpico. Quando la fiamma olimpica si spegnerà, quella di Sky continuerà ad ardere:, nel mirino ci sono già i giochi invernali di Sochi 2014 e le prossime Olimpiadi estive di Rio 2016. LAB Iulm SPECIALE Pagina 17 Niente Olimpiadi sul Web Il Cio fa like ai soldi della Tv Un’offerta televisiva senza precedenti: oltre 100 ore d’approfondimento e 500 di sintesi: una maratona da salotto Ilaria D’Amico seguirà in diretta la cerimonia d’apertura e chiusura. Fabio Caressa le imprese della Pellegrini Con Sky Go sarà possibile seguire i giochi su tablet e smartphone Un palinsesto su misura per ciascun telespettatore Francesco Piccinelli l Comitato olimpico internazionale non ama i social media. Il fatto è sospendente, perché il Cio dovrebbe promuovere il dialogo tra le nazioni e le culture, ma quando si tratta di diffondere i propri materiali video a enti che non siano le televisioni, la conversazione si ferma bruscamente, tagliando fuori, per esempio, gran parte dell’Africa subsahariana, dove i dirittidelle trasmissioni di Londra 2012 sono stati acquistati dal network panafricano “Supersport”. Per la serie, “più veloce, più forte, più in alto”, ma solo se si ha l'abbonamento alla Tv digitale. Eppure Cio e Comitato organizzatore di Londra 2012 hanno tentato un approccio verso i social media. In occasione di Londra 2012, il Cio ha promosso un sito, showyourbest.olympic.org, che permette, a sportivi dilettanti di tutto il mondo, di mostrarsi. Ai più bravi, verrà data la possibilità di esibirsi durante i Giochi. I video sono postati su un planisfero che permette di far vedere da dove provengano gli atleti. A parte il fatto che i siti di videosharing offrono già migliaia di ore del dilettante più o meno allo sbaraglio, che senso ha un'iniziativa del genere? La stessa domanda vale I anche per le altre iniziative del Cio su Internet, come la pagina ufficiale del Comitato su Facebook, poco seguita e poco partecipata. Certo: 2 milioni di like sul social network sono un dato invidiabile che scompare, però, davanti ai 50 milioni di fans iscritti alla pagina di Lady Gaga. Lo stesso profilo Twitter ufficiale di Londra 2012 fatica a decollare, con solo 410 mila followers e pochissima interazione con la community. La vera farsa, però, riguarda i canali Youtube delle varie manifestazioni. Nonostante il del mondo, visto che nel canale “atletica” ufficiale della manifestazione, il clou dei Giochi non è stato postato. Il primo risultato, cercando il record di Bolt, è la telecronaca della Nbc. Premesso che la rete del pavone ha una grandissima Il Comitato Olimpico ha escluso i social network perché non garantiscono royalties alla faccia dello spirito di partecipazione alla de Coubertin Nonostante qualche timido approccio nei confronti del Web 2.0 gli organizzatori dei Giochi hanno la medesima politica del Circus della F1 principale sito di videosharing a livello mondiale permetta la diretta streaming di alcuni eventi, il Cio non sembra interessato a sfruttare questa possibilità. Non solo, i canali dei vari giochi sono poco seguiti e incompleti. Ad esempio, se cercassimo il video della finale dei 100 metri piani maschili di Pechino 2008, potremmo vedere solo le repliche delle telecronache delle principali Tv tradizione di copertura dei Giochi olimpici (sua, ad esempio, fu la diretta dei tragici fatti di Monaco 1972), il fatto che l'evento simbolo delle Olimpiadi non sia associato al brand del Comitato Olimpico Internazionale, pone un grande interrogativo: perché il Cio, consapevole della sua missione, non riesce a relazionarsi seriamente col mondo dei social media, aprendosi alla con- versazione? «Il Cio, come tutti gli altri grandi organismi sportivi, ha come asset i contenuti, e su questi cerca di di fare più soldi possibili» dichiara Stefano Palazzi, presidente di Stage Up azienda bolognese che si occupa di comunicazione negli eventi sportivi. «I soldi vanno anche al comitato organizzatore dei Giochi». Purtroppo, però, la percentuale che prendono i comitati organizzatori non è pubblica. «Il Cio» rileva Palazzi «é strutturato come un club nel quale si entra per cooptazione», per questo, si può permettere di essere poco trasparente, nelle gestione dei soldi dei diritti, anche se è chiaro che «la maggior parte degli introiti non va al comitato organizzatore, ma al Cio» rendendo impossibile dimostrare che i diritti televisivi servano solo a pagare i costi dell’organizzazione delle Olimpiadi. Ma perché il Cio si trincera dietro questo atteggiamento così poco trasparente? Alla domanda, risponde Pietro Mennea. L'ultimo grande velocista bianco, in una recente apparizione nel salotto televisivo di Corrado Augias, ha definito il Cio come un «comitato d'affari dedito alla spartizione dei diritti televisivi per conto dei grandi sponsor». Mennea non ha tutti i torti: se il Cio, che basa molta della propria retorica sulla libera competizione tra super professionisti e atleti poveri e dilettanti, ha la medesima politica, nei confronti dei media sociali, della Formula1 Bernie Ecclestone, l’uomo più ricco del Regno Unito, allora è lecito pensare che lo spirito olimpico sia una formula magica buona solo per vendere qualche migliaio di sneakers in più. Scotland Yard contro le scomesse clandestine La piattaforma di Murdoch ha già acquisito i diritti per i giochi invernali di Sochi 2014 e le olimpiadi di Rio 2016 “Non si può sottovalutare la minaccia delle scommesse clandestine – ha detto il ministro dello sport inglese Hugh Robertson – perché se gli spettatori cominciano a dubitare della regolarità delle gare tutto il sistema cade a pezzi”. Con l’avvicinarsi dell’inizio dei Giochi Olimpici, a Londra vogliono impedire che si ripeta il caso di Pechino 2008, quando gli arbitri della finale di pallamano furono fermati con 50 mila dollari nelle tasche. Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, quindi, sarà operativa un’unità di spionaggio, coordinata da Scotland Yard, che collaborerà con l’Interpol e l’Agenzia nazionale, con l’intento di salvaguardare l’onore della manifestazione. Tra le misure ipotizzate, anche quella della creazione di uno spazio apposito per offrire assistenza agli atleti nel villaggio olimpico, mentre la Gambling Commission ogni giorno organizzerà incontri per sensibilizzare sul tema. I bookmakers, dal canto loro, sembrano voler gettare acqua sul fuoco e sostengono che sebbene sia atteso un incremento delle scommesse in coincidenza con le Olimpiadi, generalmente i Giochi non hanno un particolare appeal sugli scommettitori. Dall’Italia è possibile partecipare connettendosi al sito www.betway.it e aprendo un conto di gioco. (mm) Pagina 18 CULTURA LAB Iulm I l P ae se c h e odia i libri Dalla Biblioteca Centr ale di Roma che va avanti g r azie al lavor o g r atuito de gli ex dipendenti i n p e n si o n e , a l l a B r a i d e n se d i M i l a n o , costr etta a sospendere il ser vizio per ché n o n h a i s o l d i p e r r ip a r a r e il ri s c a l d a m e n t o V ia ggio nella crisi delle biblioteche italiane Adele Grossi ella Biblioteca Centrale Nazionale della Capitale d’Italia, i libri ci sono, ma si leggono part time. Fino alle 13.00, sempre che siate arrivati in tempo per fare la richiesta, inoltrarla e attendere quelle due/tre ore necessarie alla consegna. Se è martedì o giovedì e di aspettare non vi va proprio, quel libro vi è indispensabile e vi trovate a Firenze, potete rivolgervi alla Biblioteca Centrale Nazionale di piazza dei Cavalleggeri, ché due giorni a settimana riesce ancora a fare orario continuato. Se non siete né a Roma né a Firenze, ma passate dalle parti di Milano, allora puntate sulla Braidense, ma solo se è primavera o estate. Appena viene il freddo, se è forte come quest’anno, i libri restano in magazzino perché il riscaldamento è rotto, non si può riparare e il personale non può certo rischiare di beccarsi l’influenza per il vostro libro. Se poi abitate altrove, non preoccupatevi: le biblioteche nazionali sono 46 e sono dislocate su tutto il territorio, ma badate che tutto dipende da quello che cercate: da qualche N tempo, molte di loro non hanno abbastanza soldi per acquistare i libri, quindi magari finisce che il vostro non lo trovate. Se a un certo punto non ce la fate più, beh, allora rinunciate al libro. Ebbene sì. Da circa sette anni a questa parte, questo è lo stato in cui il Paese ha ridotto le proprie biblioteche. Un patrimonio di oltre ventiquattro milioni di volumi, senza consi- La biblioteche nazionali non hanno soldi per acquistare nuovi volumi derare quello delle altre dodicimila biblioteche che dal 1972 sono entrate nella competenza di Regioni, Province, Comuni o di enti e associazioni private. Volumi a stampa, manoscritti, materiale informatizzato: fino al 2005, tutto questo valeva per lo Stato oltre 32 milioni di euro. Nel 2006, i milioni diventarono 26; poi 20; poi 19. Oggi, le 46 biblioteche nazio- nali incamerano poco più di 12 milioni. Due dei quali finiscono nelle casse delle Centrali di Roma e Firenze, quelle deputate su tutte a rappresentare l’intero patrimonio bibliografico della Nazione. Ci provano in realtà, visto che ormai a stento riescono a garantire i servizi minimi. Come se non bastasse il taglio ai finanziamenti, infatti, i diversi istituti non hanno più abbastanza personale a disposizione. Dopo i molti pensionamenti degli ultimi anni, fra i concorsi fermi dal 1986 e il blocco del turn over, a Roma sono rimasti in 241 per 7 milioni di volumi. A Firenze, dove servirebbero 334 persone, lavorano in 183. “Quel che mi preoccupa è la perdita di conoscenze”, dice la direttrice Maria Letizia Sebastiani, che da un po’ di tempo, deve far ricorso ai volontari del servizio civile, reclutati grazie ai bandi promossi dalla Regione Toscana. A Roma non va meglio e la biblioteca tira avanti grazie ai giovani delle cooperative sociali e agli impiegati già in pensione. “Già –dice il direttore Osvaldo Avallone- queste persone continuano a venire a lavorare qui gratis e ci regalano la loro pensione”. Sarà la voglia di non staccarsi dai libri? “No –aggiunge lui- è quella paura di pensare: oddio, come andrà a finire?”. Bella domanda. Il Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, dal canto suo, assicura: “Le Biblioteche sono un patrimonio che ci è caro e abbiamo tanti progetti in mente. Certo, però -si affretta a precisare- i progetti dovranno fare i conti con le risorse a disposizione”. Nel frattempo, se Roma e Firenze -che hanno il deposito legale dei libri- riescono quantomeno ad averli tutti in magazzino, le altre biblioteche nazionali fanno fatica ad acquistarli. Il budget a disposizione per comprare i nuovi volumi è passato da 8 milioni annui a 3 milioni. E, oltre il danno la beffa, se prima, le biblioteche potevano almeno contare su uno sconto di circa il 35% per l’acquisto, grazie a una legge del 2011, oggi, quello sconto è sceso al 20%. “Ogni volta penso a quel che diceva un Presidente del Consiglio di tanto tempo fa”, rac- conta il direttore della biblioteca di Roma. “Diceva: ‘Questo Paese non è una scuola, non è un ospedale e non è un Lo Stato italiano investe per i Beni Culturali solamente lo 0,19% del PIL museo’. Significava: non chiedete soldi per l’istruzione, per la sanità e per i beni culturali”. Sarà che la cultura non paga. O almeno non da noi, dove sulla cultura si investe lo 0,19% del PIL, a fronte di un 3% di media europea. “Dopotutto, se si deve scegliere come impiegare i soldi, certo non si pensa alle biblioteche –dice Avallone, sconsolato- tanto, si sa, di troppa ignoranza non è mai morto nessuno”. In Francia però hanno tutta un’altra idea. Lo Stato destina alla propria biblioteca nazionale 254 milioni di euro. E come la Francia deve pensarla Londra che continua a impiegare per la British Library 159 milioni, nonostante sia proprio la Gran Bretagna a vantare il LAB Iulm CULTURA -65 % Pagina19 IL CONFRONTO Bibliothèque Nationale de France tagli risorse 2005-2012 Personale: 2651 Dotazione annua: 254 milioni British Library Personale: 2011 Dotazione annua: 159,2 milioni Biblioteca Nacional de España Personale: 1000 Dotazione annua: 52 milioni 24.000.000 di volumi primato per la vendita di ebook, uno dei motivi con i quali si giustifica il degrado delle nostre biblioteche. Dal canto suo, la Spagna destina alla propria nazionale 52 milioni. Per non parlare del personale impiegato: 200 persone circa a Roma e Firenze, contro gli oltre mille dipendenti della Biblioteca Nacional di Madrid, i 2000 della British Library e i 2.600 della Bibliothèque Nationale di Parigi, che sono più dei dipendenti impiegati in tutte le 46 biblioteche pubbliche statali messe insieme. Noi però non siamo né la Spagna, né la Francia, né la Gran Bretagna. Nel 1874 Edmondo De Amicis scriveva che “il destino di molti uomini dipese dall’esserci stata o meno una biblioteca nella loro casa paterna”. A centotrentotto anni di distanza, tocca sperare che si sbagliasse. Se anche il nostro destino e il destino del nostro Paese dipenderanno in qualche modo dallo stato delle nostre biblioteche, come dire, stiamo freschi. 46 Biblioteche Nazionali Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Personale: 241 Dotazione annua: 1 milione Biblioteche locali: se ci pensano le Regioni... LAZIO LOMBARDIA stanziamenti 2012 stanziamenti 2010-2012 6.999.000 EURO 4.950.000 EURO CAMPANIA stanziamenti 2010 1.650.000 EURO CALABRIA stanziamenti 2010 0 LA DENUNCIA Quel fantasma della Beic Progettata e mai costruita. Lo Stato ha speso 20 milioni C’era una volta la Beic, la Biblioteca Europea d’Informazione e Cultura. Alta 36 metri, 27 mila metri quadrati di spazio. 900mila volumi in consultazione, più di 3milioni di titoli in deposito. 3500 posti lettura e 300 persone occupate. Un posto unico, pensato nel 1996, apposta per Milano, da realizzare nella zona di Porta Vittoria. C’era una volta, ovvero non c’è mai stata. Dopo 16 anni, la Beic è rimasta solo sulla carta. Un vero peccato visto che una volta tanto, per le biblioteche, il Ministero per i Beni Culturali era riuscito a trovare i soldi e ad investirli. Venti milioni per la precisione. Inizia tutto nel 1996. L’anno dopo, la Regione Lombardia concede i primi finanziamenti per l’opera. Nel 2003, viene costituita una Fondazione composta, oltre che dal Ministero per i Beni Culturali, anche dal Ministero dell’Istruzione, dalla Regione, dal Comune di Milano e guidata da Antonio Padoa Schioppa, fratello del l’ex ministro dell’Economia, scomparso due anni fa. Nel 2007, il Comune di Milano concede l’area per iniziare i lavori. Due anni dopo, il Governo dichiara di volerla terminare entro il 2011, per i 150 anni dell’unità d’Italia. Fallito l’obiettivo, la scadenza viene posticipata al 2015, in coincidenza con l’Expo. Passa qualche mese e della Beic neanche l’ombra. Oggi, sono pochissimi i milanesi che sanno che cosa sia questa fantomatica Biblioteca. Il Ministro Ornaghi non se la sente di rilasciare dichiarazioni, ma il Comune di Milano ha gettato la spugna: “Ormai è certo che la Beic non si farà”, ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Stefano Boeri, qualche setti- mana fa, nel corso di un convegno. Peccato solo che dal 2002 al 2005 quel progetto sia stato finanziato con quei 20 milioni di euro previsti in 5 diverse finanziarie. “Il progetto è cantierabile”, dicono dalla Fondazione. Certo. Solo che per completarla servirebbero ancora 390 milioni, mentre ogni anno la spesa per la gestione ammonterebbe a 20 milioni: esattamente il costo annuo dell’intero sistema bibliotecario milanese. Quindi niente da fare. Anzi, a questo punto, probabilmente è solo questione di tempo e poi il Comune si riprenderà l’area concessa per farci qualcosa di diverso. E i soldi già spesi? “Vorrà dire che sono andati buttati e sopravvivremo”, ha commentato serenamente Padoa Schioppa. AG Pagina 20 CULTURA L'hip hop, e in particolar modo il rap, a Milano si respira. Non è solo un modo di dire. La città meneghina è il fulcro di questo movimento culturale e musicale che in Italia è attivo da più di vent'anni. Giunto nel belpaese dagli USA, l'hip hop è più di un genere apprezzato dagli adolescenti. È uno stile di vita in grado di raccontare la realtà, attraverso settori come la moda, la danza, il design. Innegabile: le sette note sono state il veicolo principale per la diffusione di questo stile. Niente inglese, o paroloni difficili, ma solo rime crude, spietate e dinamiche, distese su un tappeto di basi che bucano il cuore. Dai pionieri come Bassi Maestro, si è arrivati a metà degli anni novanta all'esplosione del fenomeno, grazie ad Articolo 31, Sottotono, Dargen D'Amico. Nasce l'hip-hop style. Sembra che l'onda non si possa arrestare, e invece, nella prima parte degli anni zero, si inabissa, ma è un momento. Complice una nuova ondata di artisti del calibro di Mondomarcio, Club Dogo, Marracash, negli ultimi anni la città ri-abbraccia questo genere fatto di flow in grado di raccontare in musica vizi e virtù della società attuale. E il meglio deve ancora venire. Emis Killa, Fedez, Nora sembrano in grado di raccogliere il testimone senza mandarle a dire a nessuno. In fondo l'hip-hop è questo. Definire in modo semplice, quello che ci sembra complicato. L’INTERVISTA Enrico Leo N ora ha 22 anni e proviene da Taranto. Salento, terra de “lu sule e de lu ientu”.Una delle tante in cerca di un posto al sole, in riva ai Navigli, scrivendo e cantando rap. Con il suo primo ep, preceduto dal singolo “Taci”, si è fatta un nome nella scena underground milanese, ed ora uscirà il suo primo disco. “Io voglio che la mia musica arrivi alla gente, e abbia successo”. Ma i tempi sono maturi per vedere una ra- LAB Iulm Nora: il Vero Hip-Hop gazza ai vertici della scena rap nazionale? Scopriamolo. Ciao Nora, come ti sei avvicinata al rap? «Ho sempre avuto due passioni: il rap e la scrittura. Fondendo le due cose, ho iniziato a buttare giù rime verso i 1415 anni. Poi arrivata a Milano, ho incontrato molte persone con la mia stessa passione, ed ho iniziato a confrontarmi con loro. Qualcuno si è interessato a me e ora sto registrando il mio disco d'esordio che dovrebbe uscire entro primavera. Quindi a breve uscirai con un disco. Ma a Milano quali sono i luoghi dove si suona? «Sicuramente nei centri sociali e in strada. Luoghi come il Molotov, Leoncavallo, Barrios o il Cantiere, sono un ottimo modo per farsi conoscere e capire. Poi la strada: crew come quella della “Vietta”, nella zona di Porta Ticinese, oppure il muretto dietro il Duomo, sono indispensabili per affinare lo stile e il flow». Il rap è attualmente in una fase d'ascesa a livello musicosociale nel paese. Credi che questo genere parli in ma- niera efficace alle nuove generazioni della società attuale? «Si è il genere che rappresenta maggiormente i ragazzi e la società odierna. Io credo che il rap debba arrivare a quante più persone possibili. Mi fanno sorridere i rapper, che fanno del loro essere “underground” un vanto, e che storcono il naso quando un collega approda in major. Per me Fabri Fibra, Marracash, Club Dogo non sono dei “venduti”. Non sono banali, ma più vicini alla gente. Molto più di altri che affermano di scrivere Nora aka Valeria Noradino LAB Iulm CULTURA Pagina 21 Caro Maestro Bassi, Stanno tutti bene? L’INTERVISTA La storia dell’hip-hop raccontata da un protagonista Chiara Trombetta É proprio nel suo studio, a Milano, dove preferisce gestirsi da sè, senza uffici stampa o segretarie che incontriamo Bassi Maestro, al secolo semplicemente Davide Bassi. Veterano dell’hip hop italiano, dopo 20 anni di carriera è ancora in prima linea. Fresco di stampa con il suo ultimo lavoro “Stanno tutti bene”, il Maestro racconta il panorama dell’hip hop italiano degli ultimi anni e spiega come, anche dopo tanto tempo passato sulla scena, la “voglia di fare” resti sempre la stessa. Futuristico solo per loro stessi e che il successo non gli interessa. Se scrivi in rima, non lo fai mai per te stesso». Nel rap, essere donna ti penalizza? «Innanzitutto per fare rap devi essere un personaggio. “Bucare” lo schermo. Poi, mai dimenticarsi del contenuto dei propri testi, e della musica. La qualità è fondamentale. Per una donna è chiaramente più difficile sfondare, ma è colpa nostra. Molte giovani, puntano tutto sull'immagine, trasciando i testi o le basi. Tutto questo per me è impen- sabile. Io voglio che la mia musica arrivi alla massa, ma che abbia successo senza compromessi d’immagine». Milano è la capitale del rap in Italia? «Certamente. Qui c'è passione come in nessun altro posto in Italia. Qui il rap lo si ascolta e lo si “respira”. L'unico problema è che siamo in tanti a provarci. Ma ho fiducia in me stessa. Ce la posso fare e ce la farò». E allora non tacere Nora. L’hip hop è sempre stato un genere polveroso, figlio dei vecchi campioni su vinile. Secondo te quanto il digitale ha cambiato la scena musicale? «Bisogna ricordare che anche i vecchi campionatori in uso negli anni 80 sono digitali, quindi senza il digitale l'hip hop "classico" non sarebbe mai nato. A ogni periodo corrisponde un'evoluzione e il fatto che la musica adesso sia più fruibile di prima dovrebbe essere solo uno stimolo in più per recuperare dischi e suoni difficili da trovare in catalogo. Bisognerebbe riuscire a trasmettere alle nuove generazioni la passione per farlo, ed è questa la difficoltà maggiore perchè riguarda noi artisti e il nostro patrimonio musicale. Sicuramente il fatto che la musica passata in radio sia spesso di scarsa fattura non aiuta». Con 20 anni di attività alle spalle, in cosa noti cambiata la scena rap italiana e soprattutto milanese? «Come dicevo prima, trovo che manchi quel tratto di cultura hip hop che sia motivazione artistica e musicale, piuttosto che il rap fatto perchè lo fa il compagno di banco o perchè "fa figo". Ci sono tantissimi nuovi talenti dotati, speriamo che oltre a fare hip hop se ne appassionino per portarlo a livelli più alti in futuro». Ora che popolarità vuol dire Internet, l’esibizione dal vivo ha ancora valore? «Assolutamente si. I live hanno acquistato più valore da quando si vive tutto da dietro lo schemo. La gente ha sempre più bisogno di vedere le cose "in carne e ossa". Può sembrare paradossale, ma meno dischi si vendono, più aumenta la richiesta di concerti dal vivo e merchandising». Esistono ancora locali “trampolini di lancio” a Milano? «A Milano purtroppo non ci sono più molte situazioni regolari dove poter portare una scena hip hop come si deve e in modo costante. Speriamo in futuro...» Nell’era dell’auto produzione, qual è il miglior metodo per avere visibilità in un settore di nicchia? «Sicuramente cercare di essere il più originale e creativo possibile». Molti artisti puntano sempre di più a miscelare sonorità hip hop a quelle dance. Quanto questo ha modificato il pubblico di riferimento? «Oggi dance e dubstep, domani sarà ancora rock, e poi chissà. L'hip hop è un genere contaminato per definizione essendo costruito su musica di altri. Negli ultimi dieci anni si è spinto oltre e le son o rità sono sempre più sperimentali, a volte prevedibili e banali. Si pensi ai Black Eyed Peas e alla loro scelta di produrre esclusivamente per un tipo di target». Negli ultimi anni sei stato negli States per lavoro, cosa ti porti dietro da quest’esperienza? «Sicuramente grandi soddisfazioni, non ultima quella di aver collaborato con artisti che ho ascoltato e apprezzato per vent'anni. Quali sono le differenze che hai notato tra lavorare in Italia e negli Stati Uniti? «Il problema è lo stesso sia in Italia che oltreoceano. Gli artisti si “cullano” su quello che hanno fatto in passato e sono pochi quelli che si concentrano su nuovi lavori in maniera seria, precisa e costante. Per questo motivo continuo a collaborare solo ai progetti più stimolanti che non mi fanno perdere giornate di lavoro». Il 14 febbraio è uscito il tuo ultimo disco: Stanno tutti bene. Penso al film di Tornatore. La pellicola parla di un padre che riunisce la famiglia. Ti senti anche tu ad una fase matura della carriera? «Si in parte è vero. Sono arrivato a un punto della carriera dove mi guardo indietro e mi godo tutti gli step. Osservo tutto da una certa distanza, non di superiorità, ma di esperienze e situazioni. Mi sembra di aver visto e vissuto già tutto, ma ogni nuova situazione mi dà stimoli per continuare ed evolvermi. Mi piace vedere come tutti quelli che si sono dedicati con passione hanno raggiunto un loro posto, uno spazio dove alla fine stanno bene e vivono facendo il lavoro che amano. Alcuni, soprattutto i più giovani, spero che riescano a crescere con l'affetto di una famiglia più grande e non con addosso l'odio di chi non ce l'ha fatta». Davide Bassi aka Bassi Marstro Pagina 22 IULM NEWS In meno di un mese la Web Tv universitaria ha registrato oltre trentamila visitatori on-line Ma non ci fermiamo qui: a breve arriverà un nuovo canale dedicato agli studenti di tutti i corsi di Laurea e l’arricchimento dei servizi che raccontano il nostro Ateneo Andrea La Pera poco più di un mese dai primi passi, la WebTv dell’Università continua a crescere con l’obiettivo di diventare una vetrina per tutti gli studenti. Da qualche giorno è possibile creare per gli iscritti alla IULM un proprio profilo all’interno della piattaforma, trampolino di lancio per i servizi che saranno attivati nel corso del prossimo anno accademico. Presentata durante la seconda edizione dello IULM Creative Happening, nei primi giorni di maggio, la WebTv ha registrato dalle prime settimane di vita l’interesse dei visitatori del portale universitario, con oltre 30mila video visualizzati in meno di un mese. Tra i filmati più visti proprio la sigla dell’iniziativa che ha portato nel Campus i protagonisti della satira, realizzata da un gruppo di studenti in uno degli studi di animazione più importanti d’Europa, MammaFotogramma a Milano. Tanta curiosità anche per i monologhi improvvisati dagli studenti su un tema ispirato all’attualità, in occasione del concorso IULM Tube. Pensieri satirici e riflessioni ironiche visti e rivisti centinaia di volte e fatti rimbalzare a gran velocità sui social media. Interesse anche A LAB Iulm in evoluzione per i prodotti multimediali realizzati dagli studenti del Master in Giornalismo e per le testimonianze digitali di professionisti delle varie discipline che, con la loro presenza alla IULM, avvicinano sempre più l’offerta formativa universitaria al mondo del lavoro. Diventare una vetrina per valorizzare maggiormente i lavori realizzati durante lezioni e laboratori è uno degli obiettivi della WebTv, e la possibilità di costruire una propria pagina rappresenta il primo passo verso un vero e proprio portfolio personale. Per effettuare il login non è necessario registrarsi, in quanto l’intera architettura online dell’Ateneo si sta orientando verso l’utilizzo di una singola username, quella utilizzata normalmente per accedere alla Segreteria Online. Una volta all’interno del sistema si avrà la possibilità di scegliere un’immagine e arricchire il proprio profilo con una serie di dati personali, oltre a scegliere i video preferiti e realizzare una propria playlist. Nei prossimi mesi verrà organizzato un nuovo canale che si aggiungerà agli attuali e permetterà di mostrare in maniera immediata una selezione dei lavori realizzati dagli studenti di tutti i Corsi di Laurea, con una corsia preferenziale per la magistrale in Cinema, Tv e New media. Durante lo sviluppo della WebTv particolare attenzione è stata posta verso la possibilità di diffondere con semplicità ogni video su tutte le piattaforme, dai blog ai social network, e rendere la Web Tv uno strumento vivo e utile per mostrare all’esterno cosa è stato realizzato, negli anni, nelle aule e nei laboratori dell’Università. Accanto ai canali dedicati ai prodotti degli studenti continuerà poi la produzione di filmati che raccontano gli eventi organizzati all’interno dell’Ateneo, oltre alla prossima realizzazione di mini-guide e tutorial per rendere più semplici le attività di ogni giorno, OPEN DAY NEL MESE DI LUGLIO dalla ricerca tra le banche dati della biblioteca ai riferimenti tra i vari uffici.Al termine del percorso di sviluppo la Web Tv unirà alle informazioni rivolte a chi si avvicina per la prima volta alla IULM la possibilità per ogni studente di caricare direttamente i propri lavori migliori, completando così un proprio curriculum online. Accedere alla nuova piattaforma è semplicissimo: si può viaggiare dentro la Webtv a partire da un click sul banner che si trova nella colonna di destra della homepage www.iulm.it, oppure digitando direttamente l’indirizzo internet www.webtv.iulm.it. Buona visione! L’Università Iulm presenta la sua offerta formativa per il prossimo anno accademico 2012/2013: il 5 luglio si parte con il “Master Day”, riservato ai master di primo e secondo livello mentre sei giorni più tardi, l’11 luglio, porte aperte a tutte le matricole con l’Open Day di presentazione delle lauree triennali. Nel corso degli incontri gli studenti saranno seguiti da appositi tutor che risponderanno a tutte le domande e le curiosità in merito ai corsi di studio dell’Ateneo. LAB Iulm IULM NEWS FINO A DICEMBRE Le nuove professioni al tempo della crisi “La crisi è servita”, ma è un piatto che nessuno aveva ordinato. L’università IULM di Milano si interroga sulle nuove figure professionali che si affacciano ad un mercato del lavoro sempre meno affidabile. Incertezza, interdisciplinarietà e capacità di inventarsi nuovi mestieri sono le parole chiave del Seminario Permanente, promosso dall’Istituto di Scienze dell’Uomo, del Linguaggio e dell’Ambiente, con la Facoltà di Turismo, Eventi e Territorio, e coordinato dal professor Angelo Turco, geografo e docente IULM. Articolato in un ciclo di incontri semestrale (partito a maggio, si concluderà a dicembre), vedrà protagonisti docenti, professionisti, economisti ed esperti che forniranno la loro preziosa esperienza. Lo scorso 11 giugno a salire in cattedra in Aula Seminari, oltre al professor Giovanni Puglisi, Magnifico Rettore dell’Università IULM, è stato il filosofo e senatore Mauro Ceruti, che ha affrontato il tema: "Educare alla complessità nell'età globale”. Si è discusso di come, nell’esercizio di ogni professione, diventi sempre più frequente la necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi e le proprie competenze, che diventano obsolete nel giro di pochissimi anni. Gli incontri, dopo la pausa estiva, riprenderanno a settembre e, nelle tappe successive di questo viaggio, interverranno il linguista Emanuele Banfi; l’economista e presidente del Comitato delle Regioni Ue, Mercedes Bresso. E ancora, lo scrittore Walter Siti e il geografo Olivier Soubeyran. Incontri aperti a tutti. Roberto Tortora Pagina 23 CONCORSO LETTERARIO Premio speciale Subway Giovani scrittori crescono In un “Paese per vecchi” a scrivere storie sono sempre di più i giovani. Ragazzi under 19 che con il Premio Speciale Università IULM – Subway Letteratura 2012, hanno l’opportunità di muovere i primi passi da scrittori. Per l’ottava edizione, i partecipanti – di età compresa fra i 16 e i 19 anni, provenienti da quasi tutte le regioni italiane (Campania e Lombardia in testa, seguite da Veneto, Liguria e Sicilia) e da numerose scuole, sono stati 275. Il tema proposto dalla giuria IULM ai ragazzi era “I sensi”. A vincere è stato Giovanni Peparello con L’inutile e triste storia di Daniele Pini. «Peparello ha cercato di raccontare tutti i sensi, sia grazie a una serie di figure minori, quasi esemplari (un cieco, un sordo, un uomo attento agli odori, un bambino goloso), sia attraverso una retorica delle similitudini che impegna narratore e personaggio nella ricerca di corrispondenze precise, realistiche e materiali», spiega Lucia Rodler, docente di Letterature comparate all’Università IULM e membro della giuria. Da giugno a novembre, il racconto vincitore di questa edizione, pubblicato tra i libretti Subway-letteratura 2012 sarà distribuito gratuitamente in tutta Italia in centinaia di migliaia di copie grazie ai Juke –box letterari presenti in diverse stazioni delle metropolitana di Milano e in altre città come Bologna, Napoli, Palermo, Roma, Treviso e Venezia. Un’occasione unica per conoscere chi, giovane, scrive il suo sogno di essere scrittore. Già realizzato da alcuni ragazzi nel passato. «In due occasioni – ricorda il Professor Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università Iulm - il premio è andato ad un autore in erba che dopo si è addirittura aggiudicato il Campiello Giovani». Ignazio Stagno Ritorna il “Torneo del paesaggio” IN COLLABORAZIONE CON IL FONDO AMBIENTE ITALIANO Le vele del mare Adriatico, la sapienza degli artigiani calzaturieri, l’esperienza educativa delle scuole rurali: sono i titoli dei progetti vincitori della seconda edizione del Torneo del Paesaggio, organizzato dal Fai (fondo per l’ambiente italiano) e l’Università Iulm. Il “Torneo del paesaggio” è la prima gara nazionale di cultura e ricerca sul paesaggio italiano a squadre ed è riservata alle scuole superiori. Si svolge in tre momenti: prima a livello locale, quindi su scala regionale per poi arrivare, con le finali, alla fase nazionale. La gara prevede test di conoscenza del paesaggio italiano, prove progettuali e interventi pratici. Le prove sono legate ogni anno a un tema specifico che in questa edizione è stato il Patrimonio Immateriale UNESCO. Quest’anno i vincitori sono stati il Liceo Scientifico Albert Einstein di Rimini (Vele dell’Adriatico); il Liceo Scientifico Cairoli di Vigevano (L’artigianato calzaturiero) e il Polo Tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello (Scuole rurali). Studenti e docenti vincitori sono stati premiati, l’11 giugno, nel corso di una ceri- monia all’Università Iulm. Il “Torneo del paesaggio”, nato come appuntamento annuale “classico” nel panorama dei tornei studenteschi, punta sulla forte convinzione di FAI e IULM che l’educazione dei giovani alla conoscenza e alla tutela del paesaggio, la cui difesa è una priorità assoluta per entrambe le Istituzioni, sia di fondamentale importanza per il futuro del Paese. Quest’anno hanno partecipato al concorso più di 6000 studenti. Le squadre vincitrici, composte ciascuna da tre ragazzi, si sono aggiudicate un viaggio culturale in una città d’arte italiana. Per “patrimonio culturale immateriale” s’intendono – come definisce l’Unesco rappresentazioni, espressioni, conoscenze, knowhow, ma anche strumenti, manufatti e spazi culturali associati a quest’ultimi, che le comunità riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, infatti, trasmesso di generazione in generazione, dà ai cittadini un senso d’identità e di continuità, e la sua valorizzazione promuove il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.