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«Non è vero che la scienza odia Dio»

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«Non è vero che la scienza odia Dio»
PERSONAGGI
11
19 agosto
«Non è vero che
la scienza odia Dio»
«Nata per rendere giustizia alla creazione, in epoca moderna è stata
contrapposta alla fede». Parla il matematico e filosofo Olivier Rey
«La scienza moderna è nata
come un modo per amare Dio,
basta uno sguardo alla storia per
rendersene conto». A dirlo non
è un anziano sacerdote, e nemmeno un illustre teologo, ma un
distinto professore francese di
neanche cinquant’anni. Si tratta
di Olivier Rey, che ieri ha presentato l’edizione italiana del
suo libro “Itinerari dello smarrimento. E se la scienza fosse una
grande impresa metafisica?”
(Ares), assieme alla traduttrice
Flora Crescini. Di formazione
matematico, oggi docente di filosofia all’Università PanthéonSorbonne di Parigi, Rey è portatore di un pensiero estremamente controcorrente rispetto a
quello di tanti suoi colleghi “di
grido”. Il Quotidiano Meeting
lo ha intervistato subito prima
del suo incontro. «Il mio libro
non è diretto contro la scienza,
ma contro il posto che essa ha
preso nella società moderna».
Si spieghi.
Nel testo parlo dello smarri-
«Ciò che rimprovero
alla scienza è il credere
di poter dire
tutta la verità.
Ma i risultati
cui ci porta non sono
più veri delle nostre
esperienze affettive»
mento che ha vissuto e vive la
scienza moderna: quello che le
rimprovero non è il suo metodo,
e nemmeno i suoi utilissimi risultati, ma il credere che essa
dica tutta la verità di un oggetto. La scienza non è più vera di
quello di cui si può avere esperienza attraverso un metodo non
scientifico.
Quale dovrebbe essere allora il ruolo della scienza?
La filosofa Simone Weil rac-
conta un esempio a mio vedere
illuminante su questo: se ti dicessi che una donna a te sconosciuta, in un paese che non conosci, avesse tradito suo marito,
ti fornirei un’informazione esatta, ma che ti lascerebbe indifferente. Ma se ti mostrassi che
fosse la tua donna ad averti tradito… ti metterei in contatto in
modo brutale con la verità, perché l’informazione adesso concerne ciò che ami.
L’esempio è chiaro...
La scienza moderna taglia il
legame affettivo che si può avere con la realtà. Questo fa sì che
si possono avere delle conoscenze esatte, non delle verità.
Il problema sorge dunque quando alle conoscenze esatte della
scienza viene dato lo statuto di
verità.
Ma la scienza non può essere una strada per entrare in
rapporto proprio con la verità?
La verità è nel rapporto con
Dio e con le persone che ci
Unione europea
Fondo sociale europeo
Investiamo nel vostro futuro
Il battito
della comunità
La ricostruzione delle scuole
dell’Emilia dopo il terremoto
del 20-29 maggio 2012
Lunedì 19 agosto 2013
ore 15.00
Meeting Rimini
Sala Tiglio A6
Proiezione del documentario
Il battito della comunità
La ricostruzione delle scuole dell’Emilia
Partecipano
Patrizio Bianchi
Assessore scuola, formazione, università e ricerca,
lavoro Regione Emilia-Romagna
Manuela Manenti
Responsabile Unico del Procedimento EST e PMS
della Struttura tecnica del Commissario
delegato alla ricostruzione
Emanuele Orsini
Consigliere di FederlegnoArredo
Introduce
Davide Poggi
Direttore della Compagnia delle Opere Emilia
Il sisma che il 20 e 29 maggio 2012 ha colpito
l’Emilia è stato particolarmente grave per danni
provocati agli edifici scolastici: sono state oltre
500 le scuole danneggiate.
Per garantire a 70.000 studenti la regolarità
dell’anno scolastico, in pochi mesi sono stati
costruiti 60 edifici e riparate centinaia di scuole
con miglioramento sismico.
Ripartire è stato il risultato della volontà di dare
priorità all’educazione, ma soprattutto di una
straordinaria azione collettiva. Il battito della
comunità è un racconto a più voci realizzato
dalla Regione Emilia-Romagna per restituirne
il senso, per ringraziare il mondo della scuola
di tutto quello che ha dimostrato di saper fare
nell’emergenza e per ricordare, anche a chi vive
lontano da questo territorio, la centralità della
scuola nella vita di una comunità.
www.iltempodellascuola.it
Olivier Rey insegna filosofia all’Università Panthéon-Sorbonne di Parigi.
Ieri ha presentato al Meeting il suo libro “Itinerari dello smarrimento”
stanno attorno. La conoscenza
esatta può avere in quest’ottica
un grande valore, nella misura
in cui attraverso di essa conosco
la creatura divina. In epoca moderna si è avuta la tendenza ad
opporre scienza e religione, ma
la scienza si è sviluppata - parafrasando san Tommaso - come
modo per rendere giustizia alla
creazione.
E del resto questo è avvenuto nel mondo europeo…
Esatto: guardando la storia si
vede come la scienza sia nata
come modo per amare Dio,
mentre lo “smarrimento” di cui
parlo nel libro è dovuto al considerare la scienza un modo per
detestare Dio. Un esempio sto-
rico che si potrebbe ricordare è
il caso di Darwin, che prima di
elaborare la teoria dell’evoluzione aveva studiato per diventare pastore. Questi studi non
gli hanno impedito di svolgere
le sue ricerche, ma anzi di volgere in maniera feconda lo
sguardo all’uomo e alla natura.
Come può cambiare la nostra mentalità?
Nasciamo e cresciamo in un
mondo dominato da questa visione. Il filosofo Leo Strauss afferma che «la spina dorsale della civiltà moderna è la scienza
moderna». È solo la vita che mi
ha insegnato che abbiamo bisogno di un’altra spina dorsale.
Francesco Brignoli
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